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Roma, 13 Novembre 1909
SI ogni Sabato
ANNO li - N. 46
LA LUCE
Propugna gl’interessi sociali» morali e religiosi in Italia
I
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ABBONAMENTI
Italia : Anno L. 3,00 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « « 3,00
Un numero separato Cent. 6
I manoscritti non si restitniscono
INSERZIONI
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per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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PEL 1910
La Luce nel 1910 costerà L. 3. Ma chi
si abbonerà, non più tardi del 31 dicembre
1909, non dovrà pagare che L. 2,50.
Gli antichi abbonati si facciano
nostri cooperatori e ci procurino nuovi abbonamenti.
L’abbonamento, per coloro che ce lo pagheranno prima del 31 dicembre anno
corrente, è, ripetiamo, di sole L. 2,50.
Al principio di quest’anno abbiamo concesso proroghe. Non sarà così col prossimo anno.
Ciascuno s’affretti dunque a inviarci una
cartolina vaglia di L. 2,50.
I nuovi abbonati che ci manderanno L. 2,50, non più tardi del 30 corrente novembre, riceveranno il periodico
per 13 mesi : dal primo numero di dicemfre 1909 all’ultimo di dicembre 1910.
Si invitano gli abbonati che non ci
hanno ancora pagato l’abbonamento 1909
a volerci mandare L. 3 non più tardi
del 30 corrente. Dopo di che, in caso di
mancato pagamento, cesserà la spedizione
del periodico.
II giovedì, e non più il sabato, sarà
il giorno della pubblicazione della Lwce
nel 1910; sicché la Lwce partendo da Roma
il giovedì potrà giungere nelle più lontane
regioni d’Italia e delle Isole non più tardi
della domenica mattina.
Ci ripugna strombazzar promesse.
Ci preme tuttavia di dire che è nostro vivo
desiderio di migliorare sempre di più il periodico.
jc; probabilissimo che l’ex Padre Bartoli ci favorisca un altro studio storico^
psicologico da pubblicarsi non appena il suo
Tramonto di Roma sia tutto comparso.
Quando ci sarà possibile, riveleremo ai
Lettori il titolo del nuovo lavoro.
Inoltre e fin dal V o dal 2” numero di
questo prossimo dicembre daremo principio
alla pubblicazione di un racconto (o romanzo)
e di una biogrifia.
Del racconto o romanzo diremo
il titolo poi. . •
La biografia, tutta a fatti e aneddodi, e
quindi di facile lettura, ritrarrà la vita del
grande americano Moody.
Il pastore Ugo Janni terminerà tra
non molto la sua « Dottrina » ; dopo di
che, offrirà ai Lettori « una serie di articoli autonomi di apologetica cristiana ed
un’altra di ’articoli autonomi di controversia moderna diretta ad istruire ed illuminare, non a polemizzare ».
L’on. Enrico Ferri ed il problema religioso
Anche il pallidissimo resoconto che 1 giornali hanno
dato del Congresso Filosofico di Eoma è bastato a mostrare che in complesso, pur nei suoi più illustri rappresentanti, pur troppo, la democrazia italiana, che tanti
sforzi fa per ritenersi avanzata, ha avanzato ben poco
in materia di comprensione del significato e del valore
del pensiero religioso e dei problemi ad esso relativi.
Il suo oratore è stato l’on. Enrico Ferri il quale ha
riformulato la sua tesi positivistica della formazione
naturale della morale, delle sue basi nella mera natura biopsichica dell’uomo e della funzione ormai meramente politica della religione. Questa ha cessato di
essere una spiegazione adeguata dell’origine e della natura delle cose col trionfo della dottrina evolutiva sia
biologica che cosmica, e i problemi che questa non risolve, anche quella lascia insoluti ; ha cessato di essere il sostegno della morale, perchè si trovano dei birboni sì tra i credenti che tra gli atei e perchè l’antropologia criminale ha mostrato che la nostra condotta
non dipende dalle nostre credenze, ma dal nostro carattere. Essa non compie più che un servizio d’ambulanza pei deboli, e di coltivatrice di sentimenti di rassegnazione nelle plebi ; ma anche questa funzione cesserà d’esser necessaria con l’avvento del socialismo che
renderà le plebi padrone di sè stesse.
Il leggere queste cose mi ha suscitato un vero senso
di pietà per chi è capace di credervi sinceramente poiché
esse attestano nel Ferri l’assenza d’oguì senso e metodo critico : egli non considera nella religione che le
sue forme pervertite ed accidentali, le sue vesti meramente esterne e storiche, ì suoi difetti ; non le sue
forme e funzioni pure e tipiche, che ne spiegano l’universalità e la diffusione nonostante quelle che ne possono spiegare solo la decadenza e la morte. In questo
modo ei ne vede solo la debolezza, non la forza, gli
elementi che passano, non gli eterni, e si priva del
mezzo di capire che gli stessi eleihenti caduchi traggono, presso chi v’aderisce, la loro forza da ciò ch’ei
cerca e crede trovare in essi la via agli eterni. La discussione, soprattutto in uh Congresso filosofico, dovrebbe perciò essere portata su ciò che eternamente
ed essenzialmente caratterizza il punto di vista religioso.
Tuttavia, siccome molti ragionano come Ferri, vale
la pena di non stancarci nel ridimostrare fintrìnseca
fallacia delle sue asserzioni cominciando dalle ultime.
Supponiamo pure che si possa un bel giorno attuare
l’organizzazione politico-sociale-ideale ; come può l’onorevole Ferri credere che il problema religioso cesse
rebbe di esistere ? Noi riteniamo anzi che non sarebbe
che più intenso.
L’esperienza c’insegna che la soddisfazione di determinati bisogni ne suscita altri, e che gli ideali nostri
s’allargano indefinitamente ; ciò posto, il giorno in cui
fosse per tutti risoluto il problema del confort materiale,
il giorno in cui l’igiene avesse assicurato per tutti il benessere fisico si che non si potesse più morire che di morte
naturale, il giorno in cui il patrimonio della cultura
umana fosse messo a disposizione di tutti, come si può
evitar la conclusione che in tal giorno più che mai il
problema del valore della vita, del che farne, i problemi della vita spirituale insomma, saranno i problemi supremi come non Io furon mai per l’innanzi,
precisamente perchè saranno i soli problemi che ancor
resteranno insoluti ? E nondimeno tal giorno, possiamo
esserne sicuri, sulla terra non verrà mai, e fin d’ora
troviamo che tali problemi son più profondamente sentiti precisaménte da coloro che più sono riusciti a risolvere il problema economico sociale per sè stessi, e che
meglio si sono assimilati il patrimonio culturale dell’umanità. E’ proprio vero che la religione non compia
più che un servizio d’ambulanza pei deboli ? 0 che furono dei deboli Cristo e Francesco, Dante, Milton, Cromwell, Mazzini, Gladstone e taut'altri militi vittoriosi di
cause titaniche ?
Conceda l’on. Ferri che accanto a una funzione inibitrice, la religione ha compiuto, proprio nei più elevati figli dell’uomo, una funzione di propulsione : ha
dato loro il senso che fonnipotenza milita per la causa
della giustizia. Sì che è proprio ove l’uomo fu più forte
ed impegnato nelle più dure battaglie, che essa rivelò
più efficacemente la sua vera natura ed essenza; essa
non soltanto consola, ma stimola e dà il segreto della
vittoria.
Proprio sulle più alte vette dell’umanità, in coloro
che furono di più uomini, essa è fiorita di più e la
morale e la religione si son presentate non come due
cose, ma come una vita inscindibile.
L’antropologia criminale può dire quello che vuole ;
essa può dimostrare che le credenze da sole non spiegano la» condotta, ma non già che « anche » le credenze non la possano « possentemenh » influenzare ;
il fatto che nei più tra gli nomini vi può essere più
0 meno dissidio tra credenze professate e condotta non
toglie alcun valore a quest’altro fatto, che precisamente
nei pensatori, negli apostoli e negli eroi da cui l’nmanità si senti più beneficata, si da sentire e venerare
in essi Dio stesso, questo dissidio non esìste e la loro
professata credenza non è che l’espressione della loro
più profonda esperienza ; e condotta e credenza in essi
più che altrove si compenetrano indissolubilmente e
sono separabili non in concreto, ma solo per artifizio
logico. E’ proprio in costoro che si riscontra la massima serenità di fronte alla morte ed al martino ; altro
fatto questo pur di grandissima significazione. E’ relativamente facile essere calmi di fronte alla morte quando
si crede che con eqsa tutto finisca; basta in tal caso
aver acquistato il potere di padroneggiare le azioni riflesse connesse col nostro istinto di conservazione.
E’ molto più difficile, più raro, epperò meritorio assai
più Tesser sereni di fronte alla morte quando questa
appaia come l’istante più culminante donde la vita riceve il suo significato e per via del quale s’avvia ad
ulteriore pienezza e missione.
2
LA LUCE
E’ egli poi vero che la religione abbia cessato di essere una spiegazione del mistero dell’essere in conseguenza dei grandi f trionfi del sapere scientifico ? Lo
stesso on. Ferri“ bnimette (Sbe la scienza lascia molti
problemi insoluti ; ma ad ogni modo essa risolve solo
problemi scientifici, non problemi religiosi : essa constata relazioni tra fenomeni, tra manifestazioni varie
dell’essere; non s’occupa del problema generale dell’essere ; essa può abbattere questo ò quel sistema filosofico di cui ad ora ad ora la religione si giovò, ma lascia
intatto il problema filosofico e religioso supremo. Ad
•ogni momento muta la nostra conoscenza d’ogni aspetto
dell’essere e d’ogni elemento del problema, e le singole
scienze sono i fattori di questo perenne mutamento ;
ma pure ad ogni momento s’impone il bisogno della
sintesi di tutti ì risultati ed il problema di riconsiderare il nostro rapporto con la totalità dell’Essere che
cosi ne risulta ; ossia il problema teoretico della meiafisica e pratico della religione.
Il Ferri sembra poi ignorare che quando anche la scienza
avesse risolti tutti i suoi problemi, resterebbe da spiegare la scienza medesima, resterebbe il problema del conoscere, e dei rapporti di questo col problema dell’essere
e dell’operare, resterebbero insómma bisogni e problem
‘Ultrascientifici. La scienza e la rappresentazione scientifica della realtà presuppongono lo spìrito deU’uomo, ne
sono l’opera, e l’uomo è da più dell’opere sue anche le
più grandi, e le leggi che lo spirito suo scopre nelle
realtà da esso esplorate non sono applicabili allo spirito stesso che esplora; lo spirito che conosce i fenomeni non è osso stesso un fenomeno ; l’uomo che conosce ed usa la natura non è esso stesso mera natura ;
ma è « anche » natura e qualche cosa di più, che pertanto trascende il puro naturalismo e fa parte d’un
mondo più vasto, il Eeguo dello Spirito, a cui ci introducono, più che l’intelligenza, l’azione, l’intuizione.
■Come pertanto sostenere che la religione sia un mero
affare di conoscenza e non piuttosto una conoscenza
piena e vitale ? E soprattutto cóme sostenere che essa
non abbia più, prevalentemente che una funzione politica ?
Come non vedere che, all’opposto, l’aspirazione religiosa sorge in conseguenza della irrealizzabilità di tutte
le altre e della loro incapacità ad appagare appieno lo
spirito umano ? L’uomo ha l’ansia deU’infinito perchè
l’infinito è in lui. E’ precisamente perebè uè la vita
individuale, nè la politico-sociale, nè la scientifica, nè la
estetica appagano interamente l’uomo e ciascuna di esse
è, per di più, per suo conto, in sè un infinito, che
l’uomo aspira verso una realtà che denteo di sè àttul
tutte queste perfezioni. Come non tutti hanno bisogni
musicali, o scientifici, o filosofici, cosi non tutti hanno,
od hanno in egual grado esigenze religiose;'a nostro modo
di vedere è più grande chi ha più bisogni e più s’in.
dustria di appagarli tutti quanti ; ed averne di meno
è indizio di povertà di spirito ; epperò il provare l’aspirazione religiosa verso una realtà che àttui le^armonizzi in sè tutti gli ideali che fioriscono dalla nostra
natura razionale non è per noi indizio di debolezza o
d’inferiorità, ma bensì d’armonia e pieno sviluppo di
il nostro essere.
Angelo Crespi.
plicemente puerile e contro ragione. E dire che i
signori oratori e le signore oratrici pro catecMsma,
per una questione, cosi, semplicissima, alimentano la
discordia, mentre predicano 1’ unione ! Finché non
stndierannno serenamente la questione in parola, largamente e cristianamente al di sópra di ogni pregiudizio, di ogni spirito di parte, animati da più alti
sentimenti, da più serii propositi, non sperino di
instaurare omnia in Cristo !
L’intransigenza a base di arbitrio, ecco lo spettro
pauroso che allontana tante anime dal Maestro divino !'
Un cristiano.
Il catechismo nella scuola?
Oratori laici e oratrici gentili, preti e frati, prò
pugnano ferocemente con fervida parola in teatri.
in sale e in congressi la necessità assoluta del catechismo nella scuola. Ma questi soldati, queste apostole dell’idea ufficiale romana capiscono la questione
che dicono di risolvere ? Io ne dubito, perchè dovreb.
bero riflettere che la scuola non è il tempio. Finalità suprema della scuola è l’educazione intellettuale,
morale e civile ; mentre per l’educazione spirituale,
per i vari bisogni dell’ anima,, esiste il tempio, la
parola del ministro di Dio. Moltissimi allievi di scuole
dirette dai preti, specialmente nell’Italia settentrionale, i quali oggi militano con onore nel campo del
cattolicismo romano., non hanno mai appreso il catechismo nella scuola ; lo impararono unicamente nelle
loro chiese. Che cosa direbbero tutti i propagandisti
della religione ufficiale di Roma se domani un maestro
scolastico portasse sul pulpito dei loro templi un saggio
di calligrafia o un problema d’aritmetica?... Il tremendo conflitto adunque tra la scuola religiosa e la
scuola aconfessionale è un conflitto meschino, sem.
Scienziati e credenti
Sebbene non siamo punto di coloro che fanno dipendere la propria fede dall’approvazione dei dotti o degli
ignoranti, dei grandi o dei piccoli crediamo non sia
privo d’importanza di fronte a certi saputelli chevannO'
per la maggiore, il ripetere quanto più spesso sia possibile questa verità che se pur troppo vi sono dei dotti
increduli, altri ve ne sono e dei più illustri vuoi per
sapere, vuoi per carattere, che si gloriano di professare
apertamente la fede insegnata da Gesù Cristo e dai
suoi apostoli.
*
« ^
Queir illustre scienziato svizzero Oswald Äeer, coetaneo ed amico di Darwin fu altresi un umile credente.
Ei faceva sue le parole del grande Bacone di Vernlam :
€ Lo studio superficiale della natura allontana da DiO'
uno studio più profondo ci riconduce a lui ». Sebbene
con Darwin egli ammettesse una evoluzione nella natura, la scienza lo riconduceva ad ammettere non soltanto un Dio creatore, bensì anche i periodi (o giorni
non di 24 ore, ma di tempi indeterminati) dei quali parla
il racconto genesiaco: la natura inanimata, poi la pianta,
l’animale, l’uomo, e inoltre egli ammetteva che questa
evoluzione non fosse il prodotto di forze naturali senz’altro, ma l’espressione del volere deliamente divina ».
A misura che noi penetriamo più profondamente nella
conoscenza della natura, egli scrive, restiamo più intimamente convinti che soltanto la fede in un creatore
onnipotente ed onnisapiente che ha formato i cieli e
la terra secondo un piano eternamente fisso, può darci
la soluzione dei misteri della natura e di quelli della
vita umana ». E altrove : « La fede incrollabile in un
Dio vivente nelle cui mani sta il nostro destino, in un
Salvatore che ci ha aperto il cielo e in una vita eterna
alla quale l’amore misericordioso di Dio ci ha destinati
costituisce la rocca inespugnabile nella quale viviamo
6 dalla quale nessuna forza umana potrà smuoverci ».
La contemplazione dei miracoli della natura può bensì
riempirci di stupore e di ammirazione, ma non ci riscalda il cuore ; e soltanto il pensiero che Dio pensa
con amore alle sue creature e di esse ha pietà può riscaldare e tranquillare il nostro cuore. Quel pensiero
fa nascere in noi la fede in un ordine superiore dell’universo e la consolante fiducia che noi siamo inscritti
nel libro della vita ».
*
* *
Del testé defunto professore Ernesto von Bergmann
tutti sanno ch’ei fu chirurgo di fama mondiale, ch’egli
ebbe a prestar le sue cure al buon Kaiser Fridrich, e
a tanti altri illustri personaggi, quello, però, che non
tntti sanno è che quel sommo scienziato oltre all’essere
un filantropo dì carità inesauribile fu altresì un umile
credente. La massima che informava la sua filantropia
fu da lui formulata in uno scritto a suo figlio (distinto
medico primario in uno spedale di Berlino) in queste
role : « La vita non è un mezzo per raggiungere la
propria felicità, bensì un compito per lavorare al bene
altrui ». La sua fede cristiana trovò la sua espressione
nella preghiera ch’egli pronunziò pochi minuti prima
di subire l’operazione alla quale, pur troppo, ei dovette
soccombere nella età di 70 anni, sono le parole di un
inno che cantasi in tutta la Germania evangelica e ch’è
stato tradotto in varie lingue e che incomincia così
So nimm denn meine Kände und führe mich
Bis an mein selig Ende und ewiglich...
Prendi tu (Signor) le mie mani e mi conduci
Fino alla beata ora suprema e in eterno
Senza di te non voglio muovere neppur un passo
Ma dove tu vai e dove tu stai prendimi teco.
La traduzione italiana nel N. 206 della nuova raccolta è dovuta alla S.a.M. Deisenseer-Clerico.
L’autore dell’originale è una signora delle province
baltiche nata nel 1825 morta nel 1902.
Paolo Calvino.
I toiracoli di Learde^ *
II Paflre dottor Agostino Gemelli è il paladino
italiaaó dell’immacolata concezione di Lourdes. Venato a per intervenire al congresso dei filosofli iia dovuto uscire scandolezzato dall’ aula protestando contro tutti quei venerandi sacerdoti del
pensiero, lui sacerdote unto di Roma. Siamo venati come filosofi, gridò il frate, e voi avete fatto
della politica : e abbandonante il congresso posè la
sua cattedra in più respirabil aere — nel tempio
dei salesiani — dove per vendicarsi di non aver potuto far. trionfare la filosofia tomista in un consesso
di dirtti, tenne una lunga conferenza per dimostrare
ai cattolici Tautenticicà dei miracoli di Lourdes.
Ecco i sapevo che frate Gemelli non è teologo —
al congresso di filosofia a Roma ho capito che egli
non è neppur filosofo — e alla conferenza « Scienza
e fede a Lourdes » mi sono convinto che egli non
è neppure un uomo religioso : cosicché il dottor Gemelli resta un frate medico, anche biologo mi pare.
Ma appunto perchè soltanto medico non è competente
a giudicare i miracoli di Lourdes. Nella sua conferenza
infatti si dimostrò un bravo tecnico dell’arte medica quando descrisse la natura del morbo di alcuni,
che poi furono graziati ; quando spiegò l’assenza di
virtù terapeutiche nell’acqua di Lourdes quando
si trattenne a parlare lungamente della suggestione
come metodo di cura e infine nel confutare le invocate forze ignote — le quali, secondo lui, se in
natura esistono non possono però essere contrarie
completamente alle leggi di natura scoperte e conosciute scientificamente.
P. Gemelli ha potato con buon diritto esclamare :
la scienza è incapace di trovare una spiegazione dei
miracoli di Lourdes: e doveva finire li la sua conferenza.
Invece ha volato parlare di Dio come autore di
tali miracoli e qui gli cascò l’asino. P. Gemelli non
vale in religione quel che vale in medicina ; sarebbe
bene che se lo persuadesse, che se una tonaca basta
per fare un cattolico, non basta però per fare un
cristiano spirituale e religioso.
Non si può invocare Dio in favore di Lourdes,
nè dell’ immacolata concezione, nè dell’ acqua della
grotta.
Dio è spirito e compie le sue virtù là dove è
un’anima capace di sperimentarle.
Non è giusto ascrivere a un luogo, a un tempu
a una persona, o alla materia ciò che è puro effetto
della virtù spirituale di Dio.
Il paganesimo aveva ed ha i suoi templi e i suoi
santuari dove abbondano i miracoli. Gerusalemme
aveva la sua piscina miracolosa : ma il Ci istianesimo
,vero ha distrutto i privilegi dei luoghi, ha insegnato
che come Dio si deve adorare dovunque, cosi egli
dovunque fa le sue meraviglie in pro deirumanità.
Crede forse il padre Gemelli che all’infuori della
razza latina, per non parlare che delle popolazioni
cristiane, non avvengano nnmerorissimi miracoli ?
Le chiese evangeliche — il mondo anglosassone
non hanno nè madonne, nè santi da cui intercedere
le grazie, eppure non ignorano i miracoli. Anzi nell’America i miracoli più strabilianti sono frequen,fissimi.
Come uomo di scienza, adunque P. Gemelli doveva
prendere in esame il miracolo in genere — e poi
come uomo religioso cercarne la ragione psicologica.
Avrebbe potato concludere che i miracoli avvengono
per virtù di Dio : ma è per fanatismo e per cupidigia e per ignoranza che tra la razza latina il miracolo religioso è rilegato al luogo, al tempo e alla
materia.
Se il prete educasse più evangelicamente le sue
plebi, i miracoli avverrebbeto dunque senza l’immacolata concezione e senza l’acqua di Lourdes.
Se mons. Radini Tedeschi leggesse queste mie
affermazioni, da prete com’è, canterebbe vittoria e
racconterebbe alle figlie di Maria che anche i protestanti ammettono i miracoli di Lourdes.
No : ammettiamo i miracoli di Dio, non quelli dì
Lourdes, e condanniamo la mala fede e l’ignoranza
3
LA LUCE
cattolica cihe praticamente materializzano anche i
frutti dello spirito. Tra le molte guarigioni che avvengono a LourdeS; parte si debbono alla virtù terapeutica dell’acqua, delTaria ecc. parte a forze ignote
ma naturali; vi sono poi i miracoli propriamente
detti i quali avvengono a Lourdes occasionalmente,
come avvengono altrove : solo che a Lourdes è più
facile la pubblicità...
E dacché ci siamo : come avvengono quei veri miracoli che in realtà si possono constatare dovunque ?
Per rispondere a questa domanda converrebbe veder ben chiaro nell’anima di chi ha esperimentato
il miracolo. Deve essere un fenomeno profondamente
spirituale e religioso : una comunione intensa con
Dio, il quale non è lungi da ciascuno di noi. Dio,
il principio della vita, è buono — ha fatto tutto
bene — risana tutto, le anime e i corpi.
Come si risana un’anima ? colle speculazioni intellettuali forse ? — no : ma col sopravvenire in essa
dello Spirito di Dio — ciò che si chiama la grazia di
Cristo. — or bene lo Spirito di Dio oltre l’anima può invadere anche quello che si chiama il corpo e restituirlo
alla verità, poiché la malattia é anch’essa un errore.
Del resto ogni credente sa che dove é Iddio ivi é
la luce, il bene — senza ombra di male, o di errore ; il credente sa pure che Dio è dovunque : da
questa fede ascendiamo alla fede più completa, quella
per cui sentiamo che Dio é la ^ità é il sostegno di
tutto (dico la fede, non l’intelligenza) e vedremo
sparire l’errore, il male, il dolore, la morte e rimanere in noi soltanto ciò che é di Dio.
Forse é duro questo parlare : fa ridire alcuni...
ma penetriamo nello spirito della Bibbia fin dal
primo capitolo ; sentiamo religiosamente con Cristo
e lo Spirito ci'farà liberi.
Alitai«© niingaiidi
Noi tutti siamo ancora sotto l’impressione del
disgusto generale provocato dagli inutili e purtroppo
dannosi scioperi generali con relativo accompagnamento di gesta teppistiche, che ormai ad ogni piò
sospinto i demagoghi del cosi detto partito ufficiale
socialista ammanniscono alle masse operaie, per dimostrare se non altro che sono, capaci a disimpegnare il loro mandato, e ciò per manteneie le cariche
e lauti stipendi che il buon proletariato italiano
pensa a provvedere.
Ci addolora il vedere su quale falsa strada sia
incamminato il proletariato e dove vadano a finire
tutte le belle conquiste ottenute negli anni decorsi
nel campo della previdenza, della mutnalifà, 'del
miglioramento economico e morale ; e non possiamo,
come Cristiani Evangelici, restare muti e silenziosi
innanzi allo sfacelo della società nostra.
Leggete certi giornali e sentirete che linguaggio
vergognoso e scandaloso essi tengono. E quando pensiamo che questi giornali vanno in mano anche di
ragazzi, di giovani, di giovanotte, primavera della
vita, nei di cui cuori altro non si istilla che veleno
ateista, ben a ragione dobbiamo contristarci dinanzi
a questa spaventosa marcia si resti inoperosi.’
Mai come in questo momento necessita un risveglio
fra i nostri fratelli in fede, perché mentre assistiamo
confusionismo politico di tutti i partiti, alla bancarotta degli ideali umanitari delle organizzazioni
operaie ed alla incalzante propaganda dell’ ateismo
e dell’indifferenza religiosa, noi assistiamo pure al
nuovo lavoro lento ma fecondo della Chiesa romana
che s’incammina a riconquistare quanto in questi
ultimi tempi ha perduto non solo, ma anche a
spingere i suoi tentacoli in altri campi dell’attività
umana.
Due mesi or sono ebbe luogo a Milano il concorso
internazionale ginnastico cattolico che ironia volle
fosse posto sotto la Presidenza Onoraria di un Principe Reale oltre che a quella del Cardinale Ferrari.
Questo concorso indetto negli stessi giorni in cui si
svolgeva a Varese quello della Federazione Ginnastica Nazionale sotto la Presidenza e l’alto Patro
nato del nostro Re, non aveva altro scopo che dimostrare al popolo italiano che il clericalismo aveva
preso il sopravvento anche in questo ramo dell’educazione fisica. E si é riusciti, e Milano ha potuto
constatare ancora una volta che il partito clericale
lavora animato da uno spirito invidiabile.
Questo ho voluto citare a modo d’esempio* perché
valga a far comprendere l’importanza del lavoro
che i clericali svolgono instancabilmente in ogni
campo.
Usciamo dunque anche noi dalle Chiese e lavoriamo
seriamente ! Facciamo sì che le nostre Chiese ed
Associazioni diventino tanti centri di luce radiosa e
facciamoci soprattutto conoscere. Dobbiamo sentire
la nostra responsabilità in questo momento, dobbiamo
lavorare con tutte le nostre forze, con tutte le nostre energie; ed io sono convinto che riusciremo a
fare qualche cosa.
Io vedo ogni domenica tre buoni operai, fratelli
in fede, che dopo aver lavorato tutta la settimana
prendono la loro borsa ricolma della Parola di Dio
e coraggiosamente vanno in paesi, villaggi ad offrire
a poveri, ricchi, a quanti incontrano, 1’Evangelo.
Tutta la giornata per loro non é altro che un mezzo
di testimonianza e di fare della buona propaganda
e quando verso sera ritornano alle loro case stanchi
essi sono lieti di potersi recare all’adunanza per
partecipare al loro Pastore ed ai loro fratelli che
anche quel giorno l’hanno speso per l’avanzamento
della Parola di Dio, vendendo IO, 15 Nuovi Testamenti, 4, 5 Bibbie, oltre a varii trattati.
Ma se noi potessimo avere in tutte le nostre
Chiese ed Associazioni cristiani come questi, quanto
vantaggio ne risentirebbe l’opera nostra !
Sente la gioventù evangelica quale sia il suo
compito ?
Gli avversari della Verità ci servano di esempio
Animati da pari entusiasmo risvegliamoci e facciamo
qualche cosa da opporre allo sfacelo del sentimento
religioso ed alla rovina morale del popolo italiano I
Occorre un risveglio sincero e serio, senza del
quale vana sarà l’opera nostra per l’avanzamento
del Regno di Dio.
Gaspati® Gandini
____________________________________________
CRlSTiaNl E iWaSSGKI
Si é affievolito, ma non é spento del tutto, il rumore sollevato nel campo massonico italiano dalla
scissura in esso avvenuta, e che si spera in via di
componimento. Siamo dunque in tempo per presentare ai nostri lettori il .seguente articolo uscito, or
sono già parecchi anni, dalla penna — crediamo —
di un pastore, di un pubblicista che basterà nominare perché ciascuno ne riconosca l’antorità e la
competenza : il fu « Léòn Pilatte », fondatore dell’Eglise Libre, cosi degnamente continuata dal pastore Carlo Luigi, di Montpellier.
Ecco l’articolo, ridiventato di attualità!
»
* *
« ... E’ l’idea fissa dei papi moderni e del clero
cattolico in generale, che tutti i mali della Chiesa e
del mondo provengano dalla Massoneria. Abborrono
siffattamente questa Società, che molti fra -essi credono fermamente che é stata fondata dal diavolo ed
é presieduta dal diavolo, il quale lotta col di lei mezzo
contro a Dio e alla sua Santa Chiesa.
« I veri cattolici, quelli che non furon tocchi da
verun soffio di modernità — e quelli che, per condurli a loro voglia, fingon d’essere come loro —
non hanno saputo spiegare altrimenti lo stato presente del mondo. Debbono pur confessare che questo
mondo si è trasformato senza il concorso della Chiesa,
a malgrado e a danno di lei. ; che da secoli il di lei
potere se ne va via via scemando ; che la vita generale dei popoli si svolge all’infnori della Chiesa
e contro la Chiesa — e si domandano come ciò avvenga.
« Se possedesséro il senso della storia moderna,
troverebbero una spiegazione nella Riforma del secolo decimosesto e nella Rivoluzione del secolo de
cimonono ; ma questo senso isfugge loro. Cotesti due
prodigiosi avvenimenti non son per essi che rivolte
delittuose : l’nna contro l’antorità divina della Chiesa ;
l’altra contro l’autorità non meno divina dei Re. La
causa prima di queste rivolte non può esser per
essi che lo spirito del male. Incarnato successivamente nel Protestantismo e nel Liberalismo, questo
spirito trovò la sua forma più compiuta nella Massoneria contemporanea. Tale é per essi la chiave del
mistero. Pertanto le encicliche e i mandamenti non
finiscono di rappreseni are i massoni siccome architetti di truci disegni ; le loro Logge come vere
tane, dove si perpetuano i delitti più abbominevoli
contro a Dio e contro agli uomini, dove si complotta la rovina delle anime e il sovvertimento della
società.
* *
« Senza essere massoni —- é sempre YEglise
Libre del 1834, N. 31 che parla —• abbiamo avuto
molti rapporti con quelli che lo erano, e non abbiamo mai avuto il minimo motivo di avere a schivo
coloro che, sotto la guida del « Grande Architetto
dell’Universo », come essi dicono, professano di
« edificare carceri al vizio é templi alla virtù ».
E fra quelli che abbiaiào conosciuti e conosciamo,
la maggior parte sono gente molto per bene : in
Inghilterra ed in America, molti sono sincerissimi
cristiani.
« Questo risponde ad una prima domanda : Si può
essere insieme cristiano e massone ? E par di sì.
E se uno può essere insieme cristiano e massone,
non vediamo perché ciò debba essere impossibile, ad
un pastore. Inquanto a sapere se, ai giorni nostri,
é convenevole, opportuno che un cristiano, un pastore, entri a far parte della Massoneria, ciò dipende da diverse circostanze. In modo generale e
senza voler condannar nessuno, noi diremmo volentieri di no ; ma di qui a muover guerra all’Associazione massonica, ci corre un tanto.
« Alla seconda domanda che ci vien posta : Hanno
essi i pastori evangelici il dovere di combattere
la Massoneria ? — risponderemo egualmente di no,
aggiungendo che, a parer nostro, possono trovare
da occuparsi più utilmente. Noi evangelici e protestanti, dall’odio violento che la Massoneria inspira
alla Chiesa Romana, possiamo arguire ch’essa contiene alcunché di buono. E siccome i papi e vescovi
non condannano giammai la Massoneria senza condannar con essa in massa tutte le libertà ed i progressi moderni, noi, combattendola, verremmo giustamente a metterci in fascio con la Chiesa Romana e
con gli avversari del progresso e della libertà —
dal ché Iddio ci guardi ! Fra i due, prescegliamo
la solidarietà della Massoneria a quella del Papismo.
Hi
* *
« Però, dovendo chiarir tutto l’animo nostro, riteniamo che la Massoneria ha perduto oggi le ragioni della sua esistenza e, per conseguenza alcuni
dei sudi migliori aspetti. Le Logge furono, per molto
tempo, quasi l'unico rifugio della libertà dello spirito della tolleranza e della solidarietà umana. Oggi,
le Logge migliori vivono di quei ricordi, e di alcuni atti di beneficenza. Un gran numero di esse
sono scadute a tal segno, da non esser più che fomiti di intrighi politici e di circoli per passare il
tempo.
« Osserviamo su pesto proposito che spesso, per
molti uomini eletti,; le Logge hanno preso il posto
delle Chiese : con èhé intendo affermare che esse
hanno risposto a qhei bisogni ài coscienza, dì unione,
di solidarietà — diciamo la parola : di fratellansa,
ai quali la'Chiesa non corrispondeva affatto, o non
corrispondeva più.
« Questa osservazione ci avvia alla conclusione,
che fu sempre presente alla nostra mente vergando
questo articolo, cioè, che invece di spender le nostre forze nel combattere la Massoneria, togliamo
da essa e ci appropriamo il buono che possiede, e
principalmente lo spirito di solidarietà cosi vivo tra
i suoi membri, e cosi fievole tra i cristiani. Procacciamo di avere delle Chiese locali viventi, unite.
4
4
LALUCÈ
amorevoli, che attraggano gli- uomini di tuona volontà e li trattengano intorno al focolare spirituale.
Allora avremo fatto assai meglio che combattere le
Logge : le avremo rese inutili ».
Femminismo Evangelico
a Te che sai il mio ’pensiero.
La buia tradizione medievale vide, quasi unicamente, nella donna la creatura seducente e fatale,
la femmina adescatrice e rea. Io invece nella donna
ho sempre ammirato, con entusiasmo vero e sentito,
la creatura ispiratrice e. l’angelo del bene ; perchè
anche la donna, come tutta la Natura, riguardata
sotto la luce calda, serena, che emana dalle pagine
.purissime del Vangelo, cela un pensiero divino e
canta il suo magnifico poema di pace e di bene. Per
-questo io voglio consacrare a quella dolce creatura,
plasmata di grandi e laboriosi ideali, una parola di
giustizia, ispirata unicamente, dal fervido apostolato
gentile d’amore che due anime elette, le signorine
Morgan di Roma e Meynier di Torino, vanno esercitando tra le chiese della nostra incantata penisola,
nell’interesse delle Unioni Cristiane femminili (cfr.
ha Luce, anno II, 30 ottobre 1909, n. 44).
*
* ^
Tra le aspirazioni ancora confuse dell’oggi, la
parola femminismo è, indubbiamente una parola antipatica. Spesso un bratto neologismo altera il valore
di un’idèa, ricoprendola di ombre sinistre ; ma è
puerile fermarsi solo alle parole.
A proposito di femminismo molto si è detto e scritto,
non sempre con quella elevatezza di pensiero e con
quella purezza di sentimento che l’arduo e delicato
soggetto richiede. Cosi il femminismo ha provato
gli attacchi violenti dell’odio, la rabbia della persecuzione, il livore del disprezzo e la sottile malignità
del ridicolo e delle critiche dissolventi.
La nuova corrente di idee che mira a portare
una profonda modificazione nella vita della donna,
urta troppo contro le dighe di con vinzloni'n di convenzioni inveterate : e però io penso che il movimento evoluzionista della donna, la sua ascensione
verso una forma più libera di vita, e la partecipazione cosciente e illuminata di lei alla vita sociale,
in tute le sue manifestazioni, sieno ancora problemi
-oscuri, intorno a cui si affaticano invano la leggerezza di chi vuole addirittura mascolinizzarla e i
malignii, esagerati, spauracchi di chi, troppo legato
al passato, vuole avvilirla.
Occuparsi della questione femminile non è ridicolo
dilettantismo, ma manifestazione di nn intenso desiderio di bene, esplicazione sublime di forti energie,
di fedi gagliarde ed apostolato serio e generoso che
tolga la donna da una condizione assai dolorosa.
♦
* ♦
La donna, pure rimanendo donna, può, anzi deve
aspirare all’eguaglianza dell’uomo, a quella, che è la
più vera, la più giusta, la più perfetta, perchè la
più cristiana. Che cosa è il Vangelo? Io lo definisco il codice della rivoluzione religiosa e sociale,
che con snbblime arditezza, afferma in modo assoluto,
l’eguaglianza dei due sessi. Solo con il Vangelo la
donna — quest’essere cosi fragile e deh’cato — potrà
combattere quelle battaglie che sole le possono assicnrare la vittoria delle svie aspirazioni, dei suoi
ideali e il trionfo della sua vera missione ; poiché il
Vangelo non è la face che illumina un’epoca storica,
ma il sole fulgente che avvolge di luce il glorioso
cammino di chi si avanza alla «onquista della giustizia e della verità.
Davanti al Vangelo non esiste alcuna distinzione
di condizioni sociali : siamo tutti eguali 1 Paolo, scrivendo ai cristiani della Galazia, ha detto : « Non
vi è giudeo nè greco, nè servo nè libero, nè uomo
nè donna, ma tutti voi siete uno solo in Gesù Cristo ».
(Gap. Ili, 28).
Gesù, il Maestro deU’umanità intera, ad ambedue
sessi egualmente apri i tesori dei suoi insegnamenti e della sua carità profonda ; ed ambedue volle
collaboratori della sua opera, cosi divina, cosi pura
e così umana. Della donna perduta di Samaria, da
Ini attesa al pozzo di Sichar, non ne fece forse, un
soave e gentile, apostolo della sua dottrina, proclamante la libertà dei figliuoli di Dio ? Il Vangelo
dice una sola parola, ma solenne : * Di quella città
(Sichar) ' molti credettero in Cristo per le parole
della donna ». (Giov. IV, 39). E senza indugiarmi
sulle storie cosi toccanti della Cananea, della emoroissa di Cafarnanm, della figlia di Giairo, della vedova sconsolata di Nain, della Maddalena e dell’adnltera, non ebbe il Cristo il coro giulivo delle
fervide adoratrici buone della sua idea? (Matt. XXVII,
55 : Lue. Vili, 2 - 3). Cosi, cosi le Beatrici buone,
le Beatrici serene del cristianesimo primitivo, le
Beatrici alte, purissime, di ogni apostolo della rivoluzione cristiana furono quelle soavi creature capaci
di generosi ardimenti e di eroismi snbblimi che accanto ai grandi inviati dal cielo, ai profeti del novo
verbo d’amore, agli nomini di genio, sono Priscilla,
Paola ed Eustochio, Marcellina e Scolastica, Chiara
d’Assisi e Caterina di Siena ! e, ih tempi a noi
vicinissimi, Giuditta Arqnati-Tavani e Soledad Villafranca, le quali, se non rappresentano l'ideale
genuino del Vangelo, quale noi lo intendiamo, dimostrano però l’effieacia dell’anima femminile per il
trionfo di ogni mandato, sia di bene che di male,
suffragando la tesi evangelica dell’egnaglianza tra i
due sessi.
* m
Ed ora vada il mio saluto sincero a quelle due
anime elette e a tutte le loro imitatrici solerti, che
per le città e i paesi d’Italia, nel silenzio o nella vita
intensa del lavoro solenne, evangelizzano il bene. Al
di sopra delle voci della gazzarra beffarda, al di
sopra del ghigno dell’ipocrisia trionfante, alta s’innalzi la loro voce, invocante un regno più puro e
più illuminato di quello in cui spesso ci moviamo
come simulacri d’un potere scaduto. Cantino esse la
fede, la bellezza, l’eroismo la gloria. Cantino l'amore,
che è il primo sacramento della vita, eppure cosi
profanato da un falso ascetismo e da un crudele
ritualismo : e a tante anime, sospiranti l’inno misterioso delia risurrezione, portino la passione della
giustizia, la religione della virtù, il culto del sacrifizio, il sentimento tenace dei nostri diritti, l’austero
sentimento dei nostri doveri, spogli di tutto quel
vano bagaglio di formalismo che è la vergogna e
la condanna di tante anime, anelanti alla futura
ricchezza del regno di Dio, alle miracolose ricchezze
della natura bella e grande !
G. Giada
dove pernottava. Ma questa volta per la poca sorveglianza esercitata su di lui riuscì ad evadere, men- ,
tre lo si trasportava a Venezia. Ritornò in Moravia,
ma ripartì tosto per l’Italia, benché fosse stato sban
dito dai dominii della Repubblica. Recatosi nel trevisano, fu nuovamente arrestato, e questa volta trattato più rigorosamente nel carcere di San Giovanni
in Bragoza a Venezia. Il nostro prigioniero negli
interrogatorii non ismenti mai la propria fede da
lui confessata con grande accento di sincerità, benché, si scusasse di non essere « oratore, serittnrista
0 ¡storiografo » ; ma semplicemente un « povero lanternaro ». Resistette a tutte le intimazioni, a tutte
le minacele. Finalmente fu pronunciata la sentenza
in data del 15 ottobre 1562 : « Sia consegnato l’incorreggibile e impenitente eretico ai ministri di questo sacro tribunale e sia da essi menato è gittate
nel profondo mare, in modo che, ivi sommerso muoia ».
Avea il nostro màrtire preceduto il suo compagno
Francesco della Sega, il quale in maniera nobilissima scrisse intorno alla fine del suo amico in una
lettera alla comunità della Moravia ; « Si, l’hanno
sommerso segretamente di notte, ma non per questo
una cotal morte rimarrà nascosta presso gli eletti
alla vita. Essi la faranno di pubblica ragione, a distruzione dell’errore e a rendere la verità più manifesta. Intanto, quale conforto per noi tutti e quale
specchio di virtù, per fare alla nostra volta una buona
confessione fino alla morte ! »‘ Così parlavano, cosi
morivano dei semplici operai che 1’ Evangelo aveva
trasformati secondo l’imagine del Salvatore I
Envieo iWeyniep
profili Italiani
Giulio Gh.erla.ndl
Francesco della Sega non fu solo nel suo apostolato e nel suo martirio, perchè ebbe come compagni Giulio Gherlandi e Antonio Rizzetto. Anzi il
primo lo precorse sulla via del! estremo supplizio.
Giulio Gherlandi era nato a Spresiano in quel di
Treviso, verso l’anno 1520. Egli stesso racconta che
per desiderio del padre suo dovette abbracciare la
carriera del sacerdozio. Ma accortosi in tempo che
le dottrine di Roma non erano quelle del Vangelo,
lasciò il seminario. Aderì dapprima al movimento
degli anabattisti antitrinitari : ma essendosi poi incontrato con Francesco della Sega, fu tratto a conoscere la comunità morava di cui già parlammo, ben
lieto finalmente di avere trovato un popolo cristiano
che era come quello del tempo degli apostoli. E difatti ne pària con sincera commozione nella sua « confessione ».Ritornò in Italia nei primi mesi dell’anno
1659, latore di un messaggio da parte di quella comunità morava agli anabattisti antitrinitari che venivano esortati ad abbandonare i loro errori. Egli doveva
pure visitare molte persone a scopo di propaganda, in
molte località,nei Grigioni e nel nord d’Italia. Ma prima
di giungere a Venezia egli veniva arrestato per i facili sospetti destati dalla sua propaganda fatta con
molta libertà e franchezza nelle case e nelle osterie.
La Dottrina Cristiana spiegata al popolo
ho Spirito Santo e l’opera saa
D. — Che cosa è lo Spirito Santo?
R. — Dio fin dall' eternità ha conoscenza di sè in
queirimmagine di sè che egli genera pensandosi, cioè
nel suo Verbo. Conoscendosi, Iddio si ama. Questo amore,
che è l’atto eterno della sua volontà, deve avere un
termine, e questo termine dell’ amore si trova in Dio
stesso, ed è il terzo modo di essere dell’unico Dio, cioè
lo, Spirito Santo.
D. — Qual è l’opera dello Spirito Santo ?
R. — Abbiamo detto altrove che il Cristo completa,
in un certo senso, la creazione. Ora, Martensen dice
che lo Spirito Santo la completa in un altro senso. Infatti, ciò che il Cristo è in sè e per sè, lo diventa per
le anime mediante lo Spirito Santo. E’ lo Spirito Santo
che va costituendo il regno di Dio sulla terra con le
ricchezze e con le grazie contenute nella pienezza di
Cristo.
L’opera dello Spirito Santo è la parte di Dio nella
salute. Se la parte deU’uomo nell’opera della salute è
grande, quella di Dio è ancor più grande e più necessaria. Egli solo può liberarci dalle funeste conseguenze
del peccato ; egli solo può strapparci alla potenza del
male per fare di noi dei figli ubbidienti. Se la sua grazia
non ci prevenisse, non ci cercasse, la nostra salute non
sarebbe possibile ; e non si produrrebbe in noi neppure
quel primo desiderio e quella prima scintilla di fede
che, come abbiamo visto, sono la nostra parte assolutamente necessaria. (Ef. II, 8 ; Rom. IX, 16).
Dio ci conduce alla salute per mezzo dell’azione dello
Spirito Santo. Durante la sua dimora sulla terra, Gesù
ue aveva parlato più volte ai suoi discepoli ; e il giorno
della sua Ascensione li aveva invitati a recarsi iuGe
rnsalemme per attendervi l'effetto della promessa. Noi
sappiamo che questa promessa si attuò nel giorno di
Pentecoste, e che da quel momento i discepoli diven
nero uomini nuovi, pieni di fede e di forza. Ma lo Spi
rito Santo non è stato promesso soltanto ai primi di
scepoli, ma a tutti quelli che lo domandano nella fede
di Gesù Cristo. (Att. II, 38-39).
D. — La parte della grazia ^i Dio nell'opera della
salute non annulla essa la libertà umana ?
R. — L’antinomia tra la libertà e la grazia è risoluta nel Cristianesimo. L’uomo è libero quando agisce
conformemente alla sua natura. Ma la vera natura del-'
l’uomo consìste nella somiglianza divina. Quindi la libertà umana, per essere fedele alla sua natura, deve
determinarsi secondo la volontà divina che è l’essenza
della libertà. Il pelagianismo, negando la grazia per
esaltare la libertà, confonde la libertà attuale con la
libertà vera, la volontà reale con la volontà ideale. Esso
5
LA LUCE
dimentica che la vera umanità, e perciò la vera libertà,
si attua nella somiglianza divina. L’uomo non è veramente libero che quando si subordina ad una potenza
superiore alla sua natura. I due fattori — la grazia e
la libertà sono entrambi veri e necessari. Accentuare 1 uno a danno deH’altro — la libertà a danno della
grazia come fa il pelagianismo, o la grazia a danno
della libertà come fanno l’augustinianismo e il calvinismo — è errore. {Martensen) ». /.
Jiclla penisola c nette Jsote
Valli Valdesi
La Commissione Esecutiva ha spedito una circolare
alle chiese, in cui tra l’altro si propugnai 1’ « attività
laica » e si insiste su la liberalità cristiana.
La conferenza libera del Val Pellice si adunerà^
piacendo a Dio, ad Angrogna il 18 corrente.
-- A lorrepellice il prete Taramasso sospeso a
divinis diede la sua conferenza sul « Clericalismo »
nel teatro Marchina.
Torino
Con generale e vivissimo . rincrescimento di tutti i
fratelli della Chiesa, mercoledì 3 corrente l’amato nostro
pastore cav. Paolo Longo ci lasciava per recarsi ad
intrapprendere l’opera sua feconda di bene nella Chiesa
di Nizza Marittima.
Nel tempio maestoso di Corso Vittorio Emanuele
egli tenne il suo culto d’addio, la domenica 24 del
mese scorso. Con la sua solita parola persuasiva e
cristianamente efficace, dinanzi ad un uditorio numerosissimo come rare volte ci fu dato di vederlo, egli
parlò, commovendo i pi'esenti sul tema i « Ricordatemi
ch’io vi ricordo ». La commozione divenne generale
quando ramatissimo Pastore prese a-parlare dei fratelli
defunti, evocandone il ricordo ben fisso nella memoria
d’ognuno...
A nome di tutta la chiesa, dopo il culto, gli venne
presentato un regalo modesto come segno di vivissimo
affetto, consistente in una coppa d’argento e accompagnato da brevi ma sentite parole, alle quali il cav.
Paolo Longo non seppe momentaneamènte rispondere,
per la grande commozione, se non con un grazie.
La cerimonia rimarrà indimenticabile.
Noi vogliamo che il ringraziamento affettuoso e
riconoscente rivada al nostro caro Pastoree gli esprima
1 eterna reverente nostra memoria per la missione” di
Pace e di Amore cristianamente da lui compiuta nella
Chiesa di Torino. Che Dio continui a benedire, come
volle fra noi benedirla, l’opera del diletto Pastore ! Ecco
l’augurio di ognuno di noi.
Per la Chiesa: Federico Barbero, anziano.
— L’orario dei culti nella cappella di S. Donato è
il seguente : Domenica alle 5 pom. (e non più alle
^ ;) giovedì alle 8 lj2 (predicatore signor Alberto
Prochet).
— Dal 23 al 26 avrà luogo, piacendo a Dio,, il già
annunziato Convegno.
noma
Riceviamo e pubblichiamo :
« E’ aperto un corso di lezioni di pianoforte iniziato
dall’egregio Maestro Giuseppe Mancini, nella Sede Sociale dell’ A- C. D. G. in Via della Consulta 67, col
principiare dal 1® novembre 1909 ».
— La settimana di preghiera delle A. C. D. G. è
stata fissata dal Comitato Universale dal 14 al 20
novembre corr. Il soggetto generale è « La fratellanza ».
I sigg. Pastori delle diverse Chiese Evangeliche sono
vivamente pregati di consacrare uno dei culti della
domenica 14 alia gioventù. A Roma vi sarà ogni giorno
alle 11 li2 una breve adunanza di preghiera nel «alone
dell’A. C. D. G. alla quale sono caldamente invitati i
soci e gli amici dell’opera. Venerdì 19 alle ore 7 pom.
avrà luogo una grande adunanza nella Chiesa di Piazza
in Lucina, presieduta dal Dr. P. R. Prochet, Presidente
del Comitato Nazionale dell’A. C. D. G. ».
mesi '
{E. T.J — Provenienti da Grotte e dirette a Vittoria
furono in mezzo a noi per pochi giorni le signorine
Morgan di Roma e Meynier di Pìnerolo, collo scopo di
fondare nel seno della nostra Congregazione una Associazione Cristiana femminile.
Un buon numero di sorelle e di aderenti dietro loro
iniziativa si costituiva senz’altro in Unione sotto la
direzione della signora Tron e sotto la sorveglianza
del Comitato Nazionale.
La Chiesa tutta ringrazia di cuore le gentili visita'trici e fa voti per che la nascente Associazione cresca
e porti molti frutti alla gloria del Vangelo nella nostra
gentile cittadina.. I
Oaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
Per assolata mancanza di spazio, siamo costretti ad
accennare semplicemente ad alcuni fatti e scritti importanti del giorno.
Su per le colonne del « Gioruale d’Italia » vivace
discussione tra l’on. Luzzatti, il prof. Chiales e il prof.
tJssani su « la vita futura e gli ebrei ».
• •
Le previsioni circa la morte del re Menelik misero
in agitazione i circoli vaticaneschi e il Vaticano stesso.
*
4e *
Questa notizia è tanto piccante, che bisogna pubblicarla in extenso. La togliamo da VAvanti :
< Il Vaticano ha fatto quanto era in suo potereperchè il fatto venisse accuratamente taciuto : ma
il testamento di un monsignore morto in questi
giorni parlava alto e chiaro. Che cosa diceva il testamento ? Fossero i beni egualmente distribuiti fra i
parenti di vario grado, non un millesimo si erogasse
a favore della chiesa. I parenti e i correligionari del
prelato ascoltavano esterefatti la lettura delle disposizioni testamentarie che il notaio faceva con la sua
voce indifferente e monotona. Ma il testamento aveva
pure una postilla : bisognava che il notaio ne desse
lettura, e i parenti e i correligionari ascoltasséro :
« Lascio — diceva la voce del defunto — cinquemila
lire all’Associazione Giordano Bruno, perchè le conservi in deposito e ie consegni a suo tempo al primo
prete che si svestirà, non per ragioni morali, sibbene per aver acquistato sentimenti contrari all’abito
talare ». Così parlava il testamento innanzi all’attonito uditorio dei parenti e dei correligionari, ed è
quel che gli esecutori testamentari hanno fatto ».
«
» *
Il Minocchi wow^arà professore di lingua e letteratura ebraica all’università di Pisa.
♦
* •
Secondo il Minocchi stesso — interpellato da 1’ Avanti —i modernisti, senz’essere socialisti, simpatizzerebbero col socialismo.
«
* •
A Cesare Lombroso l’on. Enrico Ferri dedica tutt’un .articolo nella Nuova Antologia. Se troveremo
nei prossimi num. un poco di spazio, ritorneremo su
alcuni di questi argomenti, qui fuggevolmente accennati.
*
* *
Anche a Livorno conferenze On. Podreeca e Padre
Dott. Gemelli su € Lourdes », e relative bastonature
*
A Roma, un nuovo quotidiano ha fatto la sua prima
comparsa il 6 di questo mese. Si intitola Corriere del
Mattino. È clericale come il Corriere d’Italia, ed ha
per iscopo di controbilanciare l’influenza dell’invadente Messaggero.
Al dire dei fogli quotidiani, 100 mila (P) maestri
francesi avrebbero protestato contro i véscovi.
♦
* •
Secondo l’Osservatore Romano, un giovane zulù
sarebbe stato ordinato sacerdote.
Nulla di straordinàrio. I pastori o almeno gli evangelisti indigeni nel campo delle missioni cristiane
evangeliche si contano a centinaia.
OLTRE LE ALPI E I fldRI ^
Svizzera
Losanna — In occasione del 4. centenario della nascita di Pietro Viret, si pubblicheranno brani scelti
delle opere di questo riformatore.
— Si sta costruendo un nuovo tempio evangelico su
l’avenue d’Echallens.
— Il prossimo inverno, si terranno, ogni domenica
alle 17 nel salone municipale, conferenze per soli uomini. Oratori : Denkinger, Choisy, Fnlliquet, Fornerod.
Le conferenze si aggireranno intorno al riformatore
Calvino.
Ginevra — Uno dei tre aspiranti alla cattedra di
storia ecclesiastica presso l’Università, non è — come
annunziarono i giornali d’oltralpe — Paolo Ebersolt,
ma Giovanni Ebersolt.
— Il 3 di novembre ebbe luogo una fiera di beneficenza a favore della Lega fomminile contro Talcoolismo.
— Il prof. 0. Barblan ha apparecchiato il gran
concerto, che si è tenuto il 7 novembre nella cattedrale
(evangelica) di S. Pietro, in occasione dell’annua festa
della Riforma. Cantò il celebre tenore Plamondon.
L’Associazione internazionale dei ciechi, la quale ha
sede in Ginevra, sta per pubblicare un vocabolario francese-tedesco per uso dei ciechi.
— Il missionario valdese Adolfo dalla, reduce per
un congedo da lo Zambesi, tenne il 10 corrente, a Ginevra, una conferenza con proiezioni luminose sul tema:
« Vent’anni nel centro dell’Affrica ».
— Lo stesso giorno, pure a Ginevra nell’ Aula del1 Università, conferenza del pastore T. André della chiesa
Svizzera di Firenze sui « Modernisti italiani ». Il giorno
12, altra conferenza dello stesso oratore intorno al suo
recente « Viaggio in Palestina ».
Qnest’ultima conferenza, con proiezioni luminose, saràripetuta anche altrove ; a Torino, per es., come apprendiamo dal Lien.
— Coi tipi di Jeheber (Rue du Marché 28) Frank
Thomas ha pubblicato un Catechismo di 136 pagine
fitte, senza domande e risposte, ravvivato da molto calore cristiano. Lo raccomandiamo vivamente ai colleghi
d’Italia.
- Bìnnental — Nella Valle di Binnel si vive patriarcalmente come una sola famiglia, e non c’è un solo
bisognoso.
Zurigo ^ E’ morto Luigi Pestalozzi, rinomato predicatore evangelico, caro specialmente ai giovani, fautore della« missione interna », letterato di vaglia. Dopo
un operazione mal riescita, sentendo appressarsi la morte,
disse a chi lo circondava: « Muoio volentieri».
Francia
Parigi — Il prof. Bonet Maury, alla Facoltà di teologìa evangelica, diede principio il 9 novembre al suo ■
corso con una prolusione su « Calvino e gli studenti ».
Il Protestant novera tra i suoi collaboratori il
nostro Dr. Enrico Meynier.
Il l" novembre commemorazione di Giovanni Calvino al Trocadero, .sotto la presidenza del generale
d’Amboix de Larbont.
E’ bandito un concorso per tre trattatelli destinati rispettivamente al « ceto operaio », alle « popolazioni campagnole », alle « persone colte ».
Cento lire di premio per ciascuno. Non si fissa il
tema, ma gli scritti dovranno mirare « anzitutto alla
conversione individuale, senza trascurare nessuno de’
suoi lati spirituali e tenendo conto di tutta la sua importanza sociale ». I manoscritti (in francese) sono da
inviarsi, prima del 31 marzo 1910, al pastore E. Gonnelle, 2 place d’Anvers, Paris.
Garmaux — I minatori dal 1902 in poi non vanno
quasi più alla bettola.
^ Mans L’abate Dufori, per aver detto messa al1 aperto, in una proprietà privata, fu processato e condannato. Che bella libertà di coscienza si gode nell’atea
Francia !
Nancy — Dal 7 al 12 novembre, adunanza delle
società antìalcooliste, la « Croix bleue » e 1’ « Espoir ».
Quest’ultima lavora tra i fanciulli. Oratore d’ufficio
Wilfred Monod.
Saintes Dal 18 al 20 ottobre p. p. radunanze « di
studio e d’esperienze religiose ».
Savoia — Nella Savoia, specialmente il pastore Ullern ha di recente lavorato con buoni risultati tenendo
radunanze di risveglio e vendendo parecchie copie delle
S. Scritture.
Valenza — Conferenza di Frank Thomas, il predicatore ginevrino, sul tema : « Domani l’nomo farà a
meno della religione ? » — Dopo la conferenza, intrattenimento serio e intimo coi giovani. — Cosi la Vie
Nouvelle.
Nîmes — L’Assemblea generale evangelica di Francia
—- da noi annunziata — ha avuto luogo dal 26 al 28 attobre.
Le prime tre sedute preparatorie (oratori Houter,
Fulliquet, Gounelle; prof. Maury, Aeschimann, Neel ;
Weber, Bpegner) furono come un unico e possente invito al ravvedimento delle chiese, all’ umiliazione per
ciò che esse non fecero, all’attività per ciò che resta
da fare.
E le sedute susseguenti riescirono attraenti per concordia d’animo e per risoluzioni importanti ; tra le quali
merita particolarissima menzione il « manifesto » redatto da l’illustre e venerando pastore Babut ; il qual
« manifesto » è una specie di proclama o — se si vuole
—• una specie di « lettera pastorale » a tutti gli evangelici di Francia, invitante all’ amore, all’unione non
di forma (che è affatto inutile) ma di spirito, nell’opera
comune di sacrifizio, per l’evangelizzazione e per la
salvezza degli nomini.
La Vie Nouvelle ha pubblicato un numero straordinario, tutto dedicato a quest’Assemblea generale.
— Si è cambiata idea, convocando a Nîmes, anziché a
Mazamet, la 15»' Conferenza nazionale delle Unioni cristiane della gioventù (dal 29 ottobre al 2 di novembre).
6
6
LA LUCE
TJnffheria
Il prof. E. Doamergue di Montauban (Francia) celebre
biografo di Calvino, ha percorso le chiese evangeliche
d’Ungheria — che devono la loro origine alla riforma
calvinistica — a scopo di stadio.
JBoexaia
ECHI DELLE MISSIONI
" Roudnice-sur-Elbe — Si è inaugurata una nuova
cappella, in questa città che — in grazia di Giovanni
Hnss — aveva avuto una chiesa riformata, se si può
chiamar cosi, un secolo prima della... Riforma, cioè fin
dal 1421. Il primo pastore— dice il Protestant — si
chiamò Hruska e fu soprannominato il « riformatore
di Roudnice ». Quando incominciarono le persecuzioni,
questa chiesa ebbe i suoi martiri. Dopo la battaglia
della « Montagna bianca ». (1621) spari come tutte le
altre chiese riformate di Boemia, spazzata via da la
reazione cattolica romana. Non fu ricostituita che nel
1781, dopo l’edito di tolleranza deU’imperatore Giuseppe
IL Adesso la parrocchia ■ evangelica di Roudnice novera
800 anime. ^ .
Da qualche anno Tevangelismo czeco fa continui progressi. L’anno scorso furono edificati nuovi templi ; a
Kral-Vinohrady (Praga), a Pilsen, a Prera (in Moravia).
L’anno venturo si spera di dedicarne uno a Kradec
Kralové e un altro a Trehbic (in Moravia).
Germania
(X). Leggiamo nel « Casseler Tagblatt » 26 ott. : « Il
■ pastore valdese, sig. Marauda predicherà domenica 31
ottobre alle ore 10 nella Krenzkirche e alle ore 6 nella
chiesa del Karlplatz. Due anni fa le sue prediche hanno
ottenuto un tal successo che da molte parte si manifestò il desiderio di sentirlo ancora. Al culto principale delle ore 10 prenderà parte attiva la corale di
Neustadt ».
Al modesto e zelante collega le nostre congratulazioni.
Russia
(P. G.) L’attenzione delle chiese evangeliche è attuai,
mente rivolta verso la Russia, dove la chiesa « ortodossa»
mostrasi spaventata dal progresso che han fatto in quel
paese le idee evangeliche (o protestanti che dir si voglia) di libertà di pensiero, di coscienza e di « culto »,
a partire d?,lla pubblicazione dell’oramai famoso « Ukas »
imperiale di aprile 1905,
I convertiti alla fede evangelica, provenienti dalla
chiesa russa chiamansi a preferenza,'” semplicemente
« cristiani evangelici » senz’altra aggiunta denominazionale e di ciò van lodati. Ma non li loda il clero russo
ortodosso, in parte ancora composto di fanatici ed igne
ranti capitanati dal Janyscheff, predicatore di Corte e
confessore dello Zar, successore al poco compianto Pebodonoszeff in fatto di fanatismo e di disprezzo contro
tutto ciò che non è « ortodosso ». J
Fortuna che i cristiani evangelici contano al giorno
¿’oggi numerosi aderenti in tutte le chiese della Società russa ; fra i contadini, fra gli operai,' fra la borghesia, fra i militari, fra l’alta e bassa aristocrazia.
Essi han tenuto sul finir di settembre un gran Congresso, in Pietroburgo al quale presero parte deputazioni provenienti da ogni angolo dell’immenso impero.
Uno dei primi atti del Congresso fu di mandare un telegramma allo Zar per ringraziarlo della concessa libertà, quindi venne decisa la fondazione di un « Istituto biblico », ossia Scuola di teologia evangelica in
Pietroburgo. I corsi purameute biblici dovranno inaugurarsi al prossimo venturo dicembre. Verrà inoltre
pubblicato un giornale quotidiano sotto il titòlo di « La
Salvezza ».
E’, pur troppo, da prevedersi che il clero russo testé
chiamato a raccolta dal Janyscheff farà quanto saràin
poter suo per mettere bastoni nelle ruote »-questo bel
movimento.
Come quando in seguito alla proclamazione dell Editto
di Emancipazione e dello Statuto si trovò in seno al Senato Subalpino qualche voce (De Gastagnetole altre due o
tre) che voleva (bontà sua!) riconoscere ai Valdesi la libertà di coscienza, ma non di culto « pubblico » c’è
da aspettarsi che anche nella « Duma » voci analoghe
si faranno sentire.
Auguriamo ai nostri correligionari di Russia che
un ministro risponda loro come al De Castagneto rispose il nostro Galvagno nella memoranda seduta del
primo dicembre 1857; « Che cosa significa tolleranza di culto’ Se si tollera il culto se ne deve tollerare l’esercizio ; se se ne tollera l’esercizio devono
permettersi i mezzi coi quali questo esercizio abbia
luogo » (alludeva il sig. ministro all’apertura al pubblico del Tempio Valdese di Nizza).
Intanto ricordiamoci dei fratelli di Russia nelle nostre preghiere.
La Luce ha già accennato al nuovo scandalo CongoBelga : due missionari americani, evangelici, erano sotto
processo per aver addito protestare contro le ingiustizie
e le crudeltà usate verso gl’indigeni della Compagnia
della gomma — la Kasai Rubber Co.
. NeU’antunno del 1904, il Dott. Morrison raccontò
una triste storia di oppressione e di uccisione davanti
alla Conferenza internazionale per la pace radunata a
Boston. E la Conferenza decise di fare appello all’intervento internazionale. Da quel giorno il Dott. Morrison fu bollato e tenuto d’occhio ; molti amici suoi lo
supplicarono di non tornare al Congo ; ma egli, in ciò
simile a Paolo, non ebbe cara la propria vita e ritornò
nel suo campo di lavoro.
Le atrocità continuarono, anche dopo l’appello di cui
è stato fatto parola, e resero necessaria una nuova
protesta per parte dei Dottori Morrison e Sheppard.
Fu in seguito a questa seconda protesta che i due
missionari americani furono citati, il 25 Maggio u. s.,
per diffamazioni e denuncio calunniose, davanti al tribunale coloniale di Leopoldville, circa 1000 miglia distante da Luebo, il loro luogo di residenza, ed ove è
loro quasi impossibile di far arrivare qualche indigeno
in qualità di- testimone.
Mediante l’intervento del governo americano, l’udienza
è stata rinviata, prima al 30 luglio, poi al 24 Settembre ;
e durante tutto quel tempo, i due accusati han dovuto
starsene a Leopoldville, lungi dall’opera loro, aspettando le-lungaggini della procedura. I pochi testimoni
che han potuto far pervenire fino alla sede del tribunale,
subiscono ogni sorta di minaccio ed intimidazioni. Gli
amici di Morrison e Sheppard non^e ne stanno colle
mani nella cintola. Vi è persino chi invita il Segretario
di Stato d’interporsi e d’impedire il processo, fondandosi sul fatto che il governo degli Stati Uniti non
avendo ancora riconosciuto Famministrazione belga nel
Congo, egli può negare la validità dei tribunali congolesi. In America molti son coloro i quali sperano che
gli oltraggi e gli atti di barbarie solleveranno l’opinione pubblica delle nazioni civili e le spingeranno a
por fine ad un tale stato di cose.
Intanto il deputato socialista, Emilio Vandervelde, ha
accettato la difesa dei missionari evangelici senza
chiedere alcuna rimunerazione. Si aspetta ora con ansietà la fine della dolorosa vertenza.
Dalle persecuzioni cui vanno soggetti i servi di Dio
nel Congo, passiamo a quelle cui son fatti segno i
nostri fratelli nel Madagascar. Non occorre che spieghiamo in qual modo coteste persecuzioni nieno originate. Il nostro giornale sé n’è occupato più d’una volta ;
perciò non faremo che accennare ad alcuni fatti nuovi
quali ci son riferiti nel numero dì ottobre del « Journal
des Missions ».
Nel villaggio di J. eravi una scuola regolarmente
autorizzata, fin dal 1907, a ricevere 40 alunni. Siccome
però i bisogni della popolazione richiedevano locali più
ampi, fu deciso di aggiungere un’ala al vecchio edificio.
Ad un certo punto, si dovette scoperchiare l’antica
scuola per far combinare il tetto della nuova costruzione. L’amministrazione profittò di quel tempo, tre
giorni, per dichiarar la scuola abbattuta, e, la settimana susseguente, uscì un decreto che chiudeva la
scuola per demolizione avvenuta. Nella stessa regione,
la scuola di M. è pure stata chiusa, ed ecco perchè :
sebbene avesse una superficie di 50 m. q., era stata
autorizzata ad accogliere 30 scolari solamente. Credendo che ciò provenisse dall’insufficenza del mobilio,
la direzione vi aggiunse alcune panche e l’insegnante
fece la sua domanda di avere un maggior numero di
allievi. La risposta si fece aspettare sette mesi ; finalmente venne 1... l’amministrazione chiudeva la scuola
senz’altro 1
E le chiese ? Sentite. Nel medesimo distretto il t3mpio
di B. aveva bisogno di riparazioni’ La legislazione esige
che, per tali riparazioni, sia fatta una petizione firmata
da tutti i membri della chiesa. Ora la petizione è stata
presentata colla firma di 20 persone, ma la risposta si
è fatta aspettare un mese e mezzo. Inoltre, il governatore indigeno, radunata l’assemblea comunale, ha
fatto un discorso ufficiale in cui proibiva a coloro che
non avevano firmata la petizione di prestarsi nel lavoro
di riparazione I
Dalla lettera nella quale il sig. E Russillon racconta
una sua visita nel N. 0. dell’ìsola togliamo quest altro
fatto : ad una popolazione di 400 cristiani è stato tolto
' l’uso di qualsiasi luogo di culto pubblico o privato ;
l’unico servizio permesso è il culto di famiglia in cui
possono assistere il padre, la madre ed i figli. Il missionàrio stesso ha dovuto limitarsi a visitare le famìglie,
ma senza potervi tenere alcun servizio religioso. Eppure quella povera gente sopporta tutte le angherie,
tutte le privazioni perfino le multe; vi son di quelli
che fanno lunghi'viaggi per recarsi nei monti, in luoghi
solitari,' allo scopo di potervi pregare e cantare. Ciò
che desiderano più d’ogni altra cosa è di poter pregare
Iddio coi loro fratelli.
Malgrado tutte quelle difficoltà create dalle autorità
coloniali, l’opera pare attraversare un periodo di risveglio
e di attività. Lo stesso sig. Russillon racconta esser
giunto in un villaggio e non aver trovato che pochi
abitanti. Avendo chiesto ov’erano tutti, un mussulmano
gli disse ; « laggiù sotto il grande albero », e gli additò un punto assai lontano dal villaggio. Avviatosi
nella direzione indicatagli, udì il canto di un inno in
lingua malgascia, accompagnato dai colpi di tntte le
mani sopra un gran sasso. Un individuo, che era stato
a Tananariva, vi aveva imparato quell’unico inno e lo
insegnava ai suoi compaesani. All’apparire del missionario, i presenti lo pregarono d’insegnar loro qualche
cosa ; e questi colse l’occasione per insegnar loro e
spiegar vari inni nuovi, sènza però riuscire a farli
rinunziare ai colpi sulla pietra. In un’altra località, lo
stesso missionario ha trovato una piccola congregazione
di 40 cristiani in mezzo ad una popolazione di 20 mila
anime. Due anni prima non erano che 30; e gli presentarono le nuove reclute. Vivono una vita patriarcale,
hanno una fede infantile ed un raccoglimento edificante.
Non si chiamano protestanti, ma cristiani ; in quanto
ai pagani, non dicono di loro che sono degl’insensati»
j degli ignoranti, ma li chiamano semplicemente i « Gentili », ed il loro esempio ha fatto cessare le conversazioni indecenti nei villaggi da loro abitati.
Un altro misriouario, il sig. E Escande, racconta
alla sua volta dei fatti molto incoraggianti di una sua
visita a Diego Suarez, sulla punta settentrionale di
Madagascar : alcune chiese, già morte, ripresero vita,
altre invocano l’autorizzazione di avere un locale e di
potersi riunire per celebrare il loro culto. E queste
cose, avvengono nei distretti più_ remoti e, fin qui, abbandonati. Molte pìccole congregazioni sparse domandano d’essere visitate e d’essere aggregate alla Missione foancese.
‘Iddio fa volgere in bene tutti gli ostacoli creati
dagli uomini all’opera sua. F. Grill
Informazioni giuntemi quando l’articolo era già spedito recano la buona notizia della liberazione dei Dottori Morrison e Sheppard. L’accusa contro il primo è
stata ritirata, Mentre il Dott, Sheppard è stato processato ed assolto. Qualunque sia stato il motivo che
ha indotto le autorità coloniali a desistere dalle loro
persecuzioni, ci rallegriamo che, per una volta, la giustizia abbia trionfato.
Rivista Cristiana
L. 5 l’anno. — Abbonarsi presso il Direttore sig.
Ern. Giampiccoli, Via Pio Quinto 15, Torino ; oppure
presso l’Amministratore, sig. Ant. Rostan, Via Nazionale 107, Roma.
Sommario del N' di ottobre : ,. . ttr
L'attività laica per l’opera di Evangelizzazione, Ji.
Falchi. — Di una Riforma del Culto nelle Chiese
Evangeliche d’Italia, U. Janni — La nostra vita dopo
la morte, V. Garretto. — Cronaca del movimento religioso, U. Janni. — Quel che si dice e quel che si
scrive, Ern. O. -— In biblioteca, A. P.
Li “Luce,, in Sgizzera e in Bermanin.
Per la Svizzera e per la Germania gli
abbonamenti si possono prendere presso
il Pastore sig. Paolo Calvino Lugano (SvizzGrft).
Franchi 5 per la Svizzera. Marchi 4 per
la Germania.
La Lucejn^merica .
Il rappresentante della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, S'ig- Past. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abboo amenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
¡¡¡àcstralMÒinàtTmngcIica
di Via Maffia 33 a Firenze ;-- disposta dirigere detto
Educatorio tutti i giorni non festivi dalle
17. Stipendio da convenirsi. Per »“formazioni e trattative rivolgersi al Pastore della Chiesa Valdese di
Via Serragli 51, Firenze : Oiovanm E. Metile.
7
LA TOCE
IL TRAMONTO DI ROMA
Studio di sforia e di psicoio
ji9 dei Prof. G. Bartoli.
Resta la taccia di eresia per quella sua disputa
al Vicariato, e poi certe sue amicizie pei novatori e
non poche idee moderne, forse troppo moderne. Ma
tutto ciò non è modernismo.
Sì, non è modernismo, ma non è nè anche càttolicismo, vecchio stampo, come vorrebbe Vostra Emi,nenza.
— Che cosa è ? •
— È cristianesimo primitivo, evangelismo.
— Cioè, protestantesimo ?
Sì e no. La parola protestantesimo non traduce
del tutto le mie idee religiose. La mia fede cristiana
è positiva, ma protesto anche contro le superstizioni
della Chiesa romana. Io vorrei ritornare il cristianesimo alla semplicità e alla purità antica.
— A qual fine ?
Per vederlo accetto alla società moderna ed efficace a correggere i costumi pubblici.
Non trova Lei che basti il cattolicismo attuale ?
No, assolutamente no ! Il cattolicismo romano è
troppo ingombro di precetti, di riti, di usi e superstizioni umane per avere una profonda e reale efficacia sulle menti e sui cuori degli uomini del nostro tempo. Osservi che cosa avviene nei paesi dO'Ve
il cattolicismo sembra più in fiore. In Italia, per
esempio vi è più religione esteriore senza dubbio nel
mezzogiorno che al nord. Ma quali sono i costumi dei
meridionali? Lei ne sa qualche cosa.
Sono scaduti, scadutissimi — mormorò il cardinale.
— Colaggiù — continuò D. Ottavio — le feste, le processioni, i panegirici, le divozioni ai Santi e alla Madonna assorbono una gran parte della vita di quella
gente; ma con qual prò? Il furto, la truffa, la men.?ogna, il coltello, la disonestà, il concubinaggio dei
preti e cento altri delitti disonorano la soeietà. Vi sono
anche i buoni, è chiaro : ma è indubitato che la religione non ha un vero e salutare influsso sui costumi
pubblici. Si pregano molto la Vergine e i Santi : ma
a qual fine ? per ottenere grazie temporali, spesse volte
persino a fine di peccato. Fra il pagano che ricorreva un giorno- a Minerva medica per ottenere la guarigione della sciatica e il cristiano che si fa toccare
la gola colle candele di San Biagio-non ci veggCfvjin
gran divario. Son superstizioni l’una e l’altra. E intanto, si dimenticano i precetti del Decalogo. Se la
religione non fa l’uomo, più onesto, più casto, più sincero, più caritatevole, più buono, insomma, non ha
ragione d'esistere...
— E che cosa intenderebbe Lei di fare?
Come ho detto, vorrei ritornare la religione cristiana alle sue origini primitive. Gesù Cristo, allora,
era tutto ; dopo la fede in Lui, veniva la vita cristiana, informata ai santi precetti ed esempi di Gesù.
Torniamo al Vangelo, Eminenza, alla giustizia antica, alla santità vera dei primi discepoli di Gesù.
Sto anch’io con Lei in tutto questo.
Ma non basta. La Chiesa coll’andar dei secoli ha
imposto ai fedeli una quantità di obblighi e di precetti umani, quasi fossero divini, e tutto ciò sotto pena
di peccato mortale. Sono catene, sono pesi insopportabili, questi, ed io mi propongo di liberarne le anime
e ritornare la religione alla libertà primiera.
— Per esempio? ■
Vorrei che i digiuni, le vigilie, i precetti della
Chiesa, certe restrizioni nella vita pubblica, e tanti
altri divieti ecclesiastici di cose non connesse, o solo
lontanamente, colla religione, cessassero di venir imposte in nome di Dio, e sotto pena di peccato mortale.
Non si salvano gli uomini col moltiplicare dinknzi
ai loro piedi pietre d’inciampo e lacciuoli a iosa. Desidererei anche che ogni idea nuova in fatto 41 religione o di morale, non venisse subito condannata, solo
perchè nuova : ma che, lasciando una certa libertà di
opinione ai figli della Chiesa, si richiedesse da loro
una ferma fede nella vera e sincera rivelazione di
Gesù Cristo, non una cieca accettazione di tutte le
teorie dei dottori medioevali. D’altra parte, vorrei che
la Chiesa fosse più severa in condannare le violazioni
abituali del Decalogo, ed escludesse recisamente dal
seno gli adulteri, i ladri, i superstiziosi, gli aggressori dei^ poveri, gli omicidi e, in generale, i colpevoli
di gravi colpe contro Dio, la famiglia e la società.
Ma sfortunatamente, tutto questo, ora, è passato nella
Chiesa^ romana in seconda linea. Si perseguitano gli
uomini dotti, i quali differiscono in poche idee dal
Credo ufficiale ; si tollerano poi, anzi si va a braccetto coi furfanti della peggior specie, i quali possono
anche essere atei, ma purché si dicano clericali, ottengono dalla Chiesa il passaporto pel paradiso.
— È esagerazione questa.
L’espressione forse è troppo viva : ma il concetto
è storico. Si guardi intorno. Eminenza, ed osservi la
vita di tanti nostri clericali. Come vivono essi mai ?
Osservano essi i dieci precetti di Dio ? A me il nome
di cattolico, apostolico, romano è nulla : la vita è tutto.
Per me, va più certamente in paradiso un pagano
buono e giusto, che un vescovo cattolico iniquo. Com’Ella vede, vorrei, da una una parte, maggior larghezza di vedute, dall’altra minore indulgenza verso
i peccatori.
— Che pensa del celibato ecclesiastico ?
Ne ragiono come delle altre leggi ecclesiastiche.
Gesù Cristo non l’ha imposto, la Chiesa, dunque, non
si arroghi di limitare in ciò la libertà umana. Chi può
mantenersi casto, si astenga dalle nozze ; chi noi può,
prenda moglie.
Anch’io la penso così —. disse il cardinale. — Ma
rispetto al culto dei Santi e della religione ?
Mantengo tutte le opinioni da me espresse dinanzi ai Commissari del Vicariato.
— Ma, ma non è protestantesimo il suo?
— Eminenza no 1 È cristianesimo primitivo.
— La Chiesa ha lo Spirito di Dio ; ed essa, ispirata
da Dio ha introdotto il culto dei Santi.
— Non senza lotte tremende, tuttavia, di una parte
non esigua dei suoi figli. Inoltre, anche la Chiesa, in
punti secondarii di dottrina e di pratiche di culto può
errare.
— Lo crede Lei ?
— Fermamente.
Il cardinale rifletté alquanto.
— Lei non è cattolico — disse poi.
Cioè sono cattolico, ma non cattolico romano. Secondo la formola di San Vincenzo di Lerino, ammetto
quella fede che fu creduta « sempre, da tutti i cristiani, e da per tutto ». Ora questa è la fede cristiana
comune a tutti i discepoli del Cristo ; non è la fede
speciale della Chiesa romana.
Qui il Cardinal Turini voltò discorso.
— Intendo di fare qualche cosa per Lei — disse. —
Andrò da Pio X e gli dirò chiaro e tondo che Lei non
è modernista.
— Questo può dirgli in coscienza, perchè è la pura
trerità.
— Inoltre lo -pregherò a volerle ridonare la Messa..
— No, grazie. Eminenza, non lo faccia per ora. Piuttosto gli domandi...
— Che cosa ?
— Di concedermi un privato colloquio con esso lui.
— Lo farò, lo farò, e l’otterrà.
D. Ottavio si levò da sedere.
— Eminenza — disse — la Bice...
— Le vuol molto bene...
— E anch’io l’amo come una sorella. Potrei vederla
di tanto in tanto?
Anche il cardinale si levò in piedi e guardò il giovane prete che gli stava davanti.
— Sì, venga pure, D. Ottavio, quando vuole. Le
riapro la mia casa. Solo abbia un po’ di prudenza.
-- Eminenza, le giuro qui davanti a lei che la Bice
sarà sempre per me una sorella, e Lei un padre.
Il cardinale ebbe un sussulto, aperse le braccia e
si strinse al seno D. Ottavio. Questi ricambiò il bacio.
— Oggi ho vissuto molto — disse il Turini. — Dio
mi ha cambiato il cuore.
^ Vi era in esso amore ed odio. Questo è sparito
e vi è rimasto solo l’amore.
La portiera si chiuse dietro D. Ottavio.
Il cardinale ritornò a sedersi sulla poltrona, col capo
chino e cogli occhi umidi di lagrime.
XXIV.
I Fati del COoderoisfDo.
D.Ottavio fece ritorno a Civitavecchia. Qui ebbe una
visita inaspettata, in parte compromettente, ma pure
piacevole. Tre dei principali capi del modernismo internazionale, due italiani ed uno inglese, si recarono
a trovarlo. Tranne uno dei tre, sacerdote e romagnolo,
egli non conosceva gli altri due, i quali per contrario
conoscevano perfettamente lui. Qual era lo scopo di
questa visita misteriosa ? Il fine apparente era quello
di manifestare la loro ammirazione per un uomo che soffriva nobilmente e senza piegare per la causa da loro
difesa; il fine occulto sì, ma principalissimo, era d’indurre D. Ottavio già inclinato, com’essi credevano, alle
loro dottrine, a dichiararsi apertamente per esse e a
far causa comune con loro.
D. Ottavio li invitò a trattenersi a desinare con lui,
al che i tre visitatori aderirono di buongrado. Come
può ben immaginarsi, i quattro non parlarono quel
giorno che di un solo soggetto : del modernismo, e ben
presto, la conversazione prima, la discussione poscia
divenne ^animata ed ardente.
D. Ottavio domandò ai suoi visitatori che cosa intendessero di farò dinanzi alle condanne papali.
— Resistere virilmente — sciamarono i tre in coro
— Ammiro il vostro coraggio - rispose il Sinibaldi — ma deploro la mancanza di logica. Volendo
voi restar cattolici e soggetti al Papa, dovreste, in conformità al vostri principi!, sottomettervi al Pontefice
e cessare dalla lotta. Ricordo ancora le parole chiare
e lampanti di un nostro illustre amico : » Per Roma
e con Roma sempre ».
— Nell’anti-encielica abbiamo risposto a questa difficoltà — disse D. Romani, un prete sui quarant’anni, segaligno e risoluto. Io che ho avuto parte nel
comporla, ne so qualche cosa.
Va bene 1 — ripigliò D. Ottavio — lasciamo da parte
la coerenza o il suo contrario. Io mi sento ancora lontano dalle vostre idee, perchè ho fondato timore che
voi corriate a precipizio verso il razionalismo.
Noi siamo cristiani, anzi cattolici e intendiamo
di restar tali — disse con forza l’inglese, signor Mei.
low.
— Buoni propositi questi, i quali tuttavia mal si
accordano con certe dottrine da voi professate.
— Per esempio ? — domandarono i tre ad una voce.
— Ecco, dirò quello che mi occorre ora. Le vostre
teorie sull’incarnazione non sono punto cristiane :
così dite di quelle che voi professate intorno alla divinità di Cristo, al parto verginale di Maria, alla risurrezione storica di Gesù Cristo, e ad altri punti secondarli. In tutte queste cose io sto col Papa contro
di voi.
— Davvero?
Sì, risolutamente !
Ma e che trova Lei di erroneo nella nostra teoria
della Incarnazione ? — domandò il secondo dei preti
italiani, D. Speranzani.
Voi sostenete che il Dio incarnato nel seno di
Maria è il Dio immanente, non il Dio trascendente.
Ora questo concetto non spiega l’Incarnazione cristiana, bensì le incarnazioni indù e buddistiche o ì
mahatmas teosofici. Gesù è assai più alto di tutti costoro. EgU è Figlio di Dio, consostanziale al Padre.
— Anche noi confessiamo la divinità di Gesù Cristo
— disse il Mellow.
A parole : in realtà voi la negate.
Perchè ? — domandarono i tre modernisti.
■— Ve lo dico sùbito il perchè, ma prima bisogna
chiarire un poco i due concetti d’immanenza e di trascendenza. Voi dite che Dio è nel mondo, è intimo al
mondo, è in noi, è intimo a noi, più che non lo siamo
a noi medesimi. È verissimo questo. Anche S. Paolo
dice di Dio che « in Lui viviamo, ci moviamo e siamo ».
Ma è mestieri di più confessare che Dio è fuori del
mondo, eccede il mondo e noi infinitamente. Ove non
si confessi questa verità naturale, intelligibile all’intelletto umano, non si è più cristiani, ma panteisti,
negatori cioè di un Dio personale.
— Noi ammettiamo la divina trascendenza —- disse
D. Romani.
— Va bene. Or io domando. Chi s’incarnò in Maria ?
Il Dio trascendente o il Dio immanente ?
— Nego la sua supposizione — disse D. Speranzani.
— Il Dio trascendente e il Dio immanente non sono
che un solo e medesimo Dio.
— Verissimo : ma molti modernisti parlano di fatto
di tal maniera da indurre i loro uditori a credere
che essi pongano una distinzione reale fra i due concetti di Dio, e accettino il Dio immanente, negando
il Dio trascendente.
— È’vero — soggiunse l’inglese. — Io intendo l'incarnazione coll’immanenza divina ; ma non l’intendo
colla trascendenza.
— E pure, per esser cristiani, bisogna ammettere
l’uno e l’altro.
— È proprio necessario? — domandò D. Romani.
-- Necessarissimo ! I primi cristiani avevano di Gesù
Cristo l’idea che fu più tardi definita al Concilio di
Nlcea. Ora, Gesù consostanziale a Dio Padre, è Dio
transcendente che s’incarna, non il solo Dio immanente. Í
Si fpieghi meglio — domandarono i visitatori.
—- Vengo alla spiegazione.
(33)
(Continua).
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gentile ehe si posM fare M «timore ed a signori ne in occasione delle leste natalisie. di capo d’anii'
ad in ogni fiansta rieorrensà. li CfifltOÌVOM AlKSONB è profumato al TIGLIiil e con
tiene artistici quadretti ora|nolltografieiiilluttruti:.1 COLORI e relativo significato simbolico:
GIALLO: Gloria - VERDE: Spenìiza. - ARANCid; hiooliem • ROSSO: Amore - VIOLETTO: Costanza
INDAGÒ; NafifiigllMeirto > AZZ0RR0:'Bontà di sentimento.
Teniamo pure un altro AlMÉtst
7.* voi. della Serie, con ftne.eroil
Taate il CHRONOS MIsanE qUMté I
l. ---------
|rt.a«tBAXi.lA«MIGÒÌVe! dOOO (Linguaggio dei fiori)
e e brevi.fioéaie ohe spiegano il simbolo dei fiori illustrati
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Pongo P. — Biografia di E. Naville, c. appendice e ritratto...............................»
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Blaekstone E. S. - Satana e il suo regno . >
Stagnata L. — Bicordi del tefremoto, con ¡11. »
Ba<À A. — Cori inediti, 4 fas. (42 cori) complessi »
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