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Anno 120 - n. 1
6 gennaio 1984
L. 500
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Sis. PEI.I.FOStS' Elio
Via caluti
torre PELLIOaj
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL PROF. PAOLO RICCA DOPO LA VISITA DEL PAPA Al LUTERANI
Attorno ai discorso che il presidente Pertinj avrebbe — una
settimana dopo — pionunciato
in uccasioue della fine «ell anno,
si erano awerte le poleniiclie tra
le forze poliiiclie per via di alcune anticipazioni giomaliatiche
sul pacifismo, sui nostri miiitari
in Libano, sui diritti ilei popolo
palestinese e sulle resporisiibilità
dello stato di Israele.
Oggi, d€"\so che milioni di iialiani hanno ascoltato Cfuei discorso,
in cui sono siate confermate le
anticipala oni giornalistiche, da
Í tutte le forze polìtiche — tranne
che dai missini — viene un coro
ti'i eh>gi ai presidente Pertini per
triiaiuo ha detto.
Eppure Pertini ha detto: « Io
sono con coloro che manifestano
per i l pace. E’ troppo facile dire
che .lueste manifestazioni sono
striimentalizzate... » e ancora « hisocrta arrivare al disarmo totale
e controllato ». Sul Libano il presidente ha detto: «sono contrario
che il nostro contingente sia comv'olto in una guerra... se nel Libano si creano condizioni tali da
scatenare un conflitto noi dobbiamo togliere il nostro contingente e lasciare a Beirut solo l’ospedale da campo ».
Pertini ha affrontato i temi politit! e col suo solito stile da
uomo anziano, simpatico ed onesto, che dice le cose che pensa,
che molto piace alla gente. Perché allora forze politiche che sono molto lontane da queste posizioni lodano il suo discorso? Mi
pare che una risposta a questo
interrogativo l’abbia data quasi
un anno fa Alberto Cavallari in
un editoriale del Corriere della
sera quando affermava che la
« linea politica » del suo giornale era il « pertinìsmo ».
La « linea politica » di Pertini
— che si compone di volta in volta di argomenti di natura diversa, che mescola sapientemente
saggezze popolari e considerazioni politiche della migliore tradizione liberale e socialista e che
'inisce una richiesta morale di
ìgore ed efficienza — piace alla
ente e perciò giornali e forze
polìtiche, conventi dai benefici
che un appoggia a questa linea
può provocare, non possono non
dichiararsi consenzienti col presidr.de ’'ion imposta se questo
non coiii-odi' coi propri Interessi e se poi .i! comporteranno diversamente. Basta essersi schierati.
Pertini insonuna è un simbolo
e alterno a lui bisogna far quadrato.^ Nonostante la simpatia
chi il presidente provoca, soprattutto quando afferma idee che sono vicine alle nostre, non possiamo non vedere in questa costruzione del simbolo Pertini un rischio: la nascita di una cultura
superpartitica che può, se spinta
agli eccessi, acquistare anche caratteri dell’autoritarismo.
Nessuno bega che Pertini sia
il miglior Premente che l’Italia
abbia avuto finora. Mg, consideriamo l’uomo tortini per quello
che è, coi suoi orsini e i suoi
difetti. Non prosiamoci invece
ad esaltare della Presi
denza della Repubblica, non rischiamo una Bttova forma di presidenzialismo
Cos’è veramente il papato?
Un’esigenza di chiarezza impone di rispondere a questa domanda prima di entrare in rapporti
che, se al contrario la ignorano, rischiano di muoversi in un ecumenismo vago e indistinto
Come è noto— vedi Eco-Luce del 16.12 uJs. — le chiese evangeli,
che non hanno accettato l’invito a partecipare al culto di domenica 11
dicembre alla Christuskirche luterana di Bolha che ha accolto la visita di Giovanni Paolo II. Abbiamo chiesto al prof. Paolo Ricca, uno
dei nostri massimi esperti in campo ecumenico, di spiegare ai nostri
lettori in modo più approfondito questo rifiuto.
— Quali sono le ragioni di questa astensione?
— Anzitutto è indispensabile
rilevare che in questi incontri ad
alto livello, in cui è coinvolta la
persona del papa, gli effetti non
sono mai pari alle intenzioni. Le
intenzioni possono essere, come
certamente sono state, le migliori; ma in un culto comime con
il papa — in cui si legge insieme
la Bibbia, si predica e si prega
insieme — è inevitabile dare la
impressione di una comunione
cristiana che va ben al dì là dell’effettiva realtà ecumenica. L'effetto sull’osservatore esterno sarà senz’altro che non ci sono più
problemi fondamentali. E invece
di problemi fondamentali ce ne
sono e non pochi: teologici e anche etici, su cui abbiamo posizioni diverse se non, a volte, antitetiche. Se dunque, pur con le migliori intenzioni, si ingenera l’impressione che tutto sommato i
grossi problemi che dividevano
la cristianità siano superati, allora si rischia di velare la realtà
anziché rivelarla. E questo mi
sembra davvero inaccettabile.
— Tuttavìa immagino che questa non voglia essere una « chiusura» ecumenica.
— Affatto! Da una parte vorrei che fosse molto chiara la nostra completa fraternità con i
luterani di Roma, anche per la
maniera esemplare con cui si so
no comportati, con una misura e
un rigore che qualcuno ha. giudicato persino eccessivi ma che intendevano appimto limitare al
massimo le « fughe in avanti ».
Dall’altra vorrei ribadire la nostra piena e viva disponibilità al
dialogo e all’incontro con i fratelli cattolici. Questo dialogo deve anche osare l’inedito — questo
era il valore vero del culto di domenica 11 dicembre — ma deve
anche fare ì nassi necessari perché rincontro avvenga nella massima chiarezza possibile: solo
nella chiarezza è possibile un incontro ver > e quindi anche una
vera fraternità.
— Esiste questa chiarezza in
campo ecumenico a proposito
del papato?
— Non mi pare. Esistono due
tesi. La prima è quella che vede
nel papato ima possibile struttura ecumenica e a questo fine parla di riforma del papato. I lute
MATTEO 5: 3-10
Una linea di marcia
Giorgio GardioI
Due cose balzano subito agli
occhi nel brano delle beatitudini. La prima è che questo testo
si apre e si chiude con la menzione del regno di Dio, della “società” di Dio. Questo ci dice che
Dio non si interessa delle persone soltanto come singoli individui, ma anche del loro vivere insieme. Tuttavia questa osservazione non basta e dobbiamo chiederci: Gesù parla di una società
fuori di questo mondo, del cosiddetto « al di là »?
Certo il regno di Dio trascende la storia e la vicenda degli
uomini perché Dio non si confonde con il mondo: non è una
idea, non è una forza; noi cristiani diciamo: è una persona.
Ma poiché Dio ama questo mondo e ne è anche il vero Signore
— questo noi lo crediamo fermamente per fede — il suo regno, la sua società riguarda anche questo mondo: ad un tempo lo giudica e lo trasforma.
Non certo net senso che il suo
regno sarebbe la chiesa. Nessuna chiesa è questo regno. La
chiesa — l’assemblea dei credenti — lo annuncia, lo testimonia
(e dovrebbe viverlo, anche se,
purtroppo, poche volte lo vive
davvero} ' ma non lo fonda, non
lo incarna, non lo media, perché
Dio è un Signore potente che
non ha bisogno di nessun mediatore umano. Le cose che Gesù dice nelle beatitudini non riguardano dunque V« al di là » ma
la vita dell’uomo, qui e ora.
La seconda cosa che colpisce
è che qui Gesù capovolge i correnti valori umani: dice che sono beati, cioè felici, coloro che
gli uomini considerano infelici,
perché sconfitti e senza potere,
perché contano poco o nulla.
Questo regno di Dio di cui Ge
sù parla è dunque una società
diversa, nella quale i nostri valori, i nostri criteri di giudizio,
sono cambiati, anzi capovolti.
Per questo abbiamo detto che
questo regno giudica e trasforma il mondo.
Vediamo ora, brevemente, il
senso di questi detti di Gesù.
Beati i poveri in ispirilo — beati
i mansueti (cioè coloro che sono
sempre umiliati da tutti gli arroganti della terra). Chi sono
costoro? Non sono persone diverse: sono coloro che, nel loro
interiore, si pongono davanti a
Dio (in ispirilo) come chi non
ha nulla di buono e non pretende di possedere alcunché, come
chi sa di non avere alcun merito e non pretende perciò di farlo valere. Sono coloro che, nel
loro esterióre, proprio perché attendono solo da Dio la loro vera liberazione, rifiutano di prevaricare sugli altri e di dominarli, riconoscendo negli altri
dei fratelli, degli uguali, perché
anch’essi bisognosi di questa liberazione, di questa salvezza che
viene solo da Dio. Felici costoro!
Perché, per il loro corretto rapporto e atteggiamento verso Dio,
saranno cittadini del suo regno,
e per il loro corretto rapporto
e atteggiamento verso gli altri
uomini erediteranno la terra.
Alla fine chi governerà dunque
questo pianeta? Saranno davvero i ricchi, i potenti, i violenti,
gli arroganti, i prevaricatori?
Gesù dice che alla fine non saranno questi a spuntarla, ma i
poveri e i mansueti, coloro che
fondano la loro salvezza nella
grazia di Dio e non nei loro meriti, coloro che vogliono essere
uguali agli altri e non dominare
su di loro.
Questa parola di Gesù è una
parola “religiosa” perché indica
il corretto rapporto con Dio, ma
è anche una parola “politica”
perché indica il corretto rapporto verso gli uomini: è una parola nuova, rivoluzionaria, perché
il mondo non è organizzato così, e meno che mai il nostro paese, è una parola che ci dà coraggio e speranza perché ci dice
qual è il piano e la volontà di
Dio, e nello stesso tempo ci impegna a contrastare il ricco, il
potente, il violento, l’arrogante,
il prevaricatore.
Beati quelli che piangono e
beati quelli che sono affamati di
giustizia: perché saranno consolati e saziati. Chi sono costoro?
Sono lo stesso tipo di uomo, povero davanti a Dio e mansueto
verso i fratelli, perché questo
corretto atteggiamento verso Dio
e verso gli uomini non è scontato, ma vivamente osteggiato
da un sistema fondato su valori diversi, sulla pretesa dell’uomo di costruire le sue torri di
babele, per arrivare a Dio, impadronirsene e piegarlo ai provri disegni, sulla superbia dell’uomo che vuole affermare se
stesso sopra gli altri per dominarli. Per questo i poveri^ e i
mansueti sono anche quelli che
piangono e sono affamati di giustizia: essi che l’ingiustizia la
sentono bruciante sulla loro pelle: Dio stesso li consolerà e li
sazierà perché la vittoria appartiene a lui e perciò appartiene
anche ai poveri ed ai mansueti
che avranno il regno, la terra, la
consolazione e la giustizia.
Nei primi quattro detti, dunque, c’è l’azione di Dio, il suo
Franco Becchino
(continua a pag. 4)
rani americani parlano di un
« papato riformato »; gli anglicani di im « papato pastorale »-,
Si tratta di ipotesi di un papato
che sia valido, in misura diversa,
in forme diverse, per tutti i cristiani.
L’altra tesi è che il papato è
una struttura eminentemente
confessionale e cioè cattolico-romana. Secondo questa tesi non si
può so'^tovalutare il fatto che sia
il cristianesimo orientale sia una
rilevante parte del cristianesimo
occidentale non hanno ritenuto
di poter riconoscere questa struttura e farla propria e hanno sviluppato un’idea ¡di unità che non
è fondata sul papa. A questa posizione è decisamente antitetica
la posizione cattolico-rmnana che
nella Costituzione dogmatica sulla chiesa del Concilio Vaticano
II ha riaffermato che il papato
è stato istituito come « principio
e fondamento perpetuo e visibile
dell’unità della fede e della comunione cattolica». E’ evidente
che onesta non è la nostra concezione di unità.
— Se dunque, come è chiaro,
tu caldeggi la tesi che il papato
è una struttura confessionale cattolico-romana che cons^;aenze
ne trai?
— Essenzialmente la conseguenza che dobbiamo evitare
tutte le manifestazioni ohe in im
modo o nell’altro accreditano l’idea secondo cui il papato possa
diventare una struttura ecumenica. Il papa deve restare ciò
che è, una struttura cattolicoromana e l’unità ecumenica della
chiesa deve essere cercata non
indìfiendentemente dal cattolicesimo, ma indipendentemente dal
papato, in una struttura diversa
che la cristianità nel suo insieme
dovrà istituire.
— Le due tesi che hai esposto
sul ruolo del papato sono emerse
nel dialogo ecumenico?
— Solo in forme limitate e settoriali (per esempio alcuni « dia
Intervista a cura di
Franco Gìampiccoli
(continua a pag. 3)
SOMMARtO
□ Lavorare per l’unione,
di Giovanni Paolo li,
p. 3
□ Ravvedimento e autocritica, di S. Rostagno,
P- 4
□ Comunità Evangelica
di Azione Apostolica,
a cura di R. Cotsson e
Giov. Conte, p. 5
□ Nuovi orientamenti
per la scuola media,
di B. Lami, p. 7
□ Associazione evangelica di volontariato, a
cura di Adriano Longo, p. 8
2
2 vita delle chiese
6 gennaio 1984
X CIRCUITO - TOSCANA
CORRISPONDENZE
Una assemblea
Una visita agli Apostolici
sulla pace
Domenica 27 novembre s’è tenuta a Pisa un’Assemblea del X
Circuito dedicata al problema
dell’educazione alla pace, secondo quanto indicato a più riprese
dal nostro Sinodo.
I lavori -sono stati aperti dal
segretario nazionale della PGEI,
Paolo Naso, la cui relazione ha
avuto l’enorme pregio della chiarezza e della sistematicità in modo che ogmmo dei partecipanti
potesse inquadrare il problema
dell’educazione alla pace secondo alcuni punti estremamente
concreti.
Non una semplice carrellata di
ciò che si è fatto, o di buone intenzioni per il futuro, ma alcune
indicazioni: informazione-deformazione nelle comunicazioni di
massa, per esempio, oppure strumenti e metodi di lavoro nelle
scuole, nelle chiese, nei gruppi.
Dopo il culto presieduto dal
pastore Briante e incentrato anch’esso sulla pace, e dopo l’agape fraterna mirabilmente organizzata dalla Comunità di Pisa
per gli oltre quaranta « ospiti
da fuori », chi si attendeva una
discussione o dei contributi nella
stessa linea dell’introduzione di
Paolo Naso, rarobabilmente è rimasto deluso.
Si è verificato infatti che gli
interventi hanno rispecchiato
maggiormente la riflessione che,
comunitariamente o individualmente, è stata fatta sul tema
« pace ».
Sono emerse diverse prospettive, non antitetiche, ma legate
alcune al timore di essere trionfalistici, o attente ad una
prosoettiva che coinvolga l’intero « stile di vita » occidentale, o
pxmtate all’attenta analisi politica e sociale del momento. In
generale, s’è potuto constatare
che le nostre Comunità hanno
« sentito » il problema della pace,
ancorandolo alla realtà dei problemi, e riflettendo teologicamente. Tale riflessione è una base
indisijensabile per essere educati alla pace noi per pruni e quindi diventare, a nostra volta, educatori.
Educazione alla pace, è stato il
richiamo finale, vuol dire soprattutto educare alla fede: questo è
il cammino che le Comimità stanno, chi più velocemente, chi meno, percorrendo nel loro desiderio di testimonianza.
Se il « taglio » dell’Assemblea
è forse stato diverso da quello
atteso, bisogna considerare comimque positiva la giornata:
ognuno ha avuto modo di fare
il punto del dibattito che si svolge altrove e rendersi conto del
livello di coinvolgimento raggiunto dalle singole Comunità. (E dove ciò può avvenire meglio se
non in sede di Circuito?). Inoltre le Comimità hanno acquisito
esperienze, idee e metodi di lavoro che starà a loro mettere a
frutto nel prossimo futuro.
Al termine dei lavori è stato
eletto il nuovo Consiglio di Circuito: pastore Carlo Gay, sovrintendente; Giorgio Barsotti, Giovanni Carrari, Landò Mannucci e
Giordano Senesi, membri.
FIRENZE — La Chiesa Apostolica Italiana Firenze/Prato è
in stretta intercomunione con le
chiese metodiste e valdesi anche
nel quadro delle strutture mediante le quali l’unità delle nostre chiese in Cristo diventa operativa: Circuito, Distretto, Sinodo, oltre ad essere membro
della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia.
La Commissione Esecutiva del
3“ Distretto, volendo far da collegamento fra le varie comunità
del Distretto stesso, ha desiderato un incontro con la Chiesa
Apostolica Italiana, in occasione
della visita fatta in Firenze in novembre, ma impegni deH’ultimo
momento non ne hanno permesso l’esecuzione. Perciò a nome
della Commissione è stato fraternamente accolto il past. Alfredo Sonelli, quale vicepresidente,
al ciilto di domenica 11 dicembre.
Che rincontro fosse cordiale
lo si sapeva già prima, perché
intercorre un’amicizia di « quasi
antica data». Ma ü partecipare
alla spontaneità del culto, il rompere insieme il pane e il bere insieme al calice della Cena del
Signore è stato quanto mai gioioso. Si è parlato del vari problemi delle nostre chiese; dall’impegno per la pace, dal chiaro annuncio del significato della promessa di pace dataci dal Signore
agli impegni ad essa conseguenti; l’evangelizzazione, con particolare riferimento alle comunità
dell’Abruzzo e Molise e al progetto del Centro polivalente di S.
Salvo; la riflessione sui ministeri che lo Spirito del Signore suscita oggi nelle chiese, nel contesto della vocazione dei credenti
e di quella realtà che viene espressa con le parole « sacerdozio universale » dei credenti.
Si è riflettuto e si è pregato,
chiedendo al Signore con grande
forza che ci dia il suo Spirito,
affinché possiamo adempiere la
missione che Egli ci dà, in particolare in Italia, con umiltà, franchezza, dedizione e speranza.
Roger Prellochs
E’ con profondo dolore, con
tanta mestizia ma con animo grato e riconoscente al Signore che
il Consiglio di Chiesa della Chiesa metodista di Portici annunzia
la dipartita avvenuta a Neuchâtel (Svizzera) del fratello Roger
Prellochs, Presidente del Comitato Svizzero per gli aiuti a Casa
Materna.
Noi lo abbiamo visto rultima
volta la scorsa estate allorché
partecipò in Casa Materna alle
sedute del Comitato Internazionale: era in compagnia, come
sempre, della Sua Signora, profonda ammiratrice di Casa Materna ed amica di tutti noi.
Roger Prellochs fa parte della
storia di Casa Materna degli ultimi quarant’annl. In tutti questi
anni Egli si è sempre interessato ai problemi di Casa Materna
partecipando attivamente e con
grande munificenza, anche personale, al buon andamento dell’Istituto. Tutti i suoi pensieri,
tutte le sue sollecitudini sono
state per questo Orfanotrofio e
per i membri che lo dirigevano
cui era fortemente legato anche
spiritualmente.
Guardiamo ora il posto che era
Natale insieme
denominata « Casa Manildo », dal
nome del fratello che l’ha lasciata alla Chiesa, situata nella località Roman sulla via Masera.
ANGROGNA — Di anno in anno il periodo che ci conduce sino al Natale diventa sempre più
frenetico; ne consegue che si assottigliano gli spazi e le occasioni per sostare e riflettere su ciò
che il Natale significa per noi.
Alcime occasioni comunque ci
sono state: una di queste è stata offerta dalla Corale di Angrogna che la sera del 24 nel Tempio del Serre ha presentato la
propria ricerca con canti, letture,
messaggi ed immagini della natività tratte dai quadri del Remfi randt.
Immagini di « una luce che
splende nelle tenebre » (Giovanni 1: 5) non solo per Giuseppe
ma anche per noi, che alla soglia
del duemila sentiamo di essere
immersi e di partecipare ad un
mondo sempre più carico di ansia, di incertezza e di buio.
culti di S. Cena a cui hanno partecipato un discreto numero di
persone.
Resta ancora da segnalare che
in occasione delle feste natalizie, come è consuetudine da vari anni, le signore dell’Unione
femminile hanno accompagnato
il pastore in un giro di visite a
tutti gli anziani della comunità.
Gli interessati all’acquisto possono rivolgere domanda possibilmente scritta al Concistoro Valdese di Prarostino, corredata da
nome, cognome, professione e residenza.
• Riunioni quartierali: 16 Villa, 17 Ghigo, 18 Malzat.
PINEROLO — Abbiamo rivissuto il Natale sia nei culti affollati nel tempio come nelle case di riposo J. Bernardi e S. Fer
e visitando tutte le persone anziane ed ammalate della comunità.
• Il 4 dicembre abbiamo avuto fra noi il fratello Gianni Long
di Pinerolo che, nell’occasione
della Domenica dei Predicatori
Locali, ha presieduto il culto a
S. Bartolomeo. Lo ringraziamo
per il suo edificante messaggio.
• Domenica 15 avremo il nostro culto con Cena del Signore, dedicato alla Comunità Evangelica di Azione Apostolica
(CEvAA); sarà presieduto dal pastore Renato Coisson, membro
del comitato italiano CEvAA.
BOBBIO PELLICE — Terminato il periodo delle festività
natalizie vogliamo dare alcune
notizie di come queste sono state vissute dalla nostra comunità.
Domenica 18 dicembre abbiamo avuto il tradizionale culto
condotto dai bambini della scuola domenicale e dai ragazzi del
precatechismo che ci hanno
presentato episodi della vita di
Abramo e di Gesù ed alcuni
canti davvero molto interessanti. Al culto partecipava anche il
gruppo di giovani flautiste della
nostra comunità dirette da Gisela Lazier. Nel pomeriggio dopo un pranzo comunitario, a cui
hanno partecipato una ottantina di persone, vi sono stati dei
simpatici momenti per il divertimento dei bambini e dei ragazzi: alcuni giochi e la proiezione
di un film.
Le due domeniche seguenti
(Natale e Capodanno) sono state celebrate dalla comunità con
• Riflettendo sulle parole dell’apostolo Paolo : « Ho combattuto il buon combattimento, ho
finito la corsa, ho serbato la
fede », ci siamo raccolti intorno
alla bara del nostro fratello Giulio Coucourde, spentosi all’età
di 95 anni, notando quanto tali
parole fossero adatte per ricordare questa figura di credente.
• L’8 dicembre il gruppo XVII
Febbraio di Luserna S. G. ha presentato nel nostro tempio il lavoro teatrale « Lutero », nel quadro delle celebrazioni del V centenario della nascita del Riformatore. Il pubblico non era numeroso ma ha molto apprezzato
il lavoro. Li ringraziamo tutti di
cuore.
• Unione Femminile: giovedì
19 alle ore 13.30.
• La comunità rivolge un saluto ed un augurio a tutti i fratelli che, per motivi diversi, durante l’inverno scendono a valle.
Nuovi anziani
Casa in vendita
• Il 5 dicembre è improvvisamente mancata aH’affetto dei
suoi cari la nostra sorella Paschetto Ida Susanna, all’età di 77
anni, nella sua abitazione ai Gay.
Al fratello Guido, alla sorella Lidia e ai numerosi parenti, la nostra fraterna simpatia.
PRAROSTINO — Domenica 11
dicembre abbiamo avuto un’importante assemblea di Chiesa durante la quale è stato ampiamente dibattuto il problema che da
anni assilla il Concistoro, dell’avvenire di nostri stabili. Si tratta
di un cospicuo patrimonio immobiliare che per varie ragioni
è diventato di difficile amministrazione.
Assemblea di chiesa
All’assemblea hanno partecipato una sessantina di membri di
Chiesa e numerosi sono stati gli
interventi. Dopo un’ampia ed animata discussione l’assemblea si è
espressa per la vendita della casa
TORRE PELLICE — Domenica 8 gennaio alle ore 10 si terrà
la preannunciata Assemblea di
Chiesa per la quale è richiesta
la maggioranza dei membri elettori: è all’ordine del giorno la
votazione sulla riconferma del
pastore Tourn, dopo 7 anni di
ministero pastorale a Torre Pellice.
PARTECIPAZIONI
PERSONALI
Calendario attività
PRALI — Diamo qui di seguito
il calendario relativo ad alcuni
Roberto Peyrot ha perso recentemente la Mamma. I colleghi della redazione gli sono vicini e gli esprimono affettuosa solidarietà.
solito occupare nella nostra Chiesa, quando veniva a trovarci, con
tanta commozione e rimpianto
ma con animo grato e riconoscente al Signore per averci fornito nel nostro tempo un testimone fedele che ha saputo con
la Sua Signora interpretare veramente lo spirito e la lettera dell’Evangelo cui tutti noi crediamo.
Alla Signora Prellochs, ai Suoi
familiari tutti, Claude e Virginia
che è stata alunna di Casa Materna, ai nipotini, vanno le nostre
più vive condoglianze con le assicurazioni che il nostro Amico
Roger ci è andato « a preparare
un posto » e che di Lui rimarrà
in tutti i nostri cuori il ricordo
della Sua presenza, della Sua testimonianza, del Suo amore per
Casa Materna.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
particolari appuntamenti di gennaio.
• Gruppo filodrammatica : giovedì 12 alle ore 20.
• Riunioni quartierali: mercoledì 11 gennaio ore 20 a Pian
Faetto, venerdì 13 ore 20 a Trossieri.
• Il concistoro è convocato per
mercoledì 18 gennaio, ore 20.
Nuovi indirizzi
Pastore Pietro V. e Pina Panascia - via Vincenzo Di Marco 8 90143 Palermo - tei. 091/25.22.23.
Errata corrige
sabato 7 gennaio
□ TELEPINEROLO
CANALE 56-36
Alle ore :9 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
□ CONCERTO
domenica 8 gennaio
sabato 14 gennaio
VILLASECCA — Durante il
culto di domenica 8 gennaio,
giornata della CEvAA, Clodina
Balma Clot e Carla Bortuzzo, rispettivamente per Chiotti e Villasecca verranno insediati quali
membri del concistoro, eletti nell’assemblea del 18 dicembre u.s.
□ CONVEGNO MONITORI
1» CIRCUITO
TORRE PELLICE — Nel corso del convegno verrà presentata la 2“ e 3“ sequenza del programma delle scuole domenicali.
giovedì 19 gennaio
a INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
Il past. Gino Conte precisa che
la risposta della Federazione
chiese Ev. in Liguria al card. Siri su Lutero, a sua firma, contrariamente a quanto avevamo pubblicato è stata pubblicata dal
quotidiano « il Secolo XIX ».
POMARETTO ~ Alle ore 20.30 nel
Tempio si terrà un concerto della Corale con colletta a favore degli stabili
della chiesa.
Q RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
La riunione dei collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Pinerolo. con inizio alle ore 20.30.
Hanno collaborato a questo
numero: Eugenio Baglio, Antonio Kovacs, Vera Long,
Claudio Pasquet, Aldo Rutigliano, Aldo Staffi, Alfredo
Sonelli, Franco Taglierò, Cipriano Tourn, Dario Tron.
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6 gennaio 1984
ecumenismo 3
IL DISCORSO DEL PAPA ALLA CHIESA LUTERANA DI ROMA
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Lavorare per l'unione
A completamento della documentazione relativa alla visita del papa alla Chiesa luterana di Roma pubblichiamo il
discorso tenuto da Giovanni Paolo II ( nella traduzione dell'« Osservatore romano») e due commenti dall’estero.
L’uno è particolarmente autorevole: se non rappresenta la
posizione ufficiale della Federazione Luterana mondiale (così
lo ha presentato l’Agenzia di stampa svizzera) è pur sempre
un articolo del direttore del settimanale d’informazione della
FLM, Friedrich Koenig. L’altro è particolarmente duro, se si
pensa alla posizione tradizionalmente molto positiva del protestantesimo francese nei confronti del cattolicesimo: è il
commento che nel n” del 17 dicembre di “Réforme” accompagna in prima pagina una grande foto di Wojtyla e Meyer.
Stimati fratelli e sorelle in Cristo.
« Gesù Cristo è lo stesso ieri,
oggi e sempre» (Eb. 13,8); così
sta scritto sotto la figura del ■
Pantocratore nell’abside di questa Chiesa di Cristo. Con queste
parole saluto la comunità evangelica-luterana di Roma e tutti
i presenti. Ringrazio i rappresentanti della comunità per il
fraterno invito a questa visita.
Nel nome di Gesù Cristo e sotto
la sua Parola siamo qui riuniti
per professare, lodare e glorificare neH’unità dei nostri cuori
e con una sola voce il nostro
comune Redentore e Kyrios.
Il Verbo eterno di Dio si è fatto carne ed ha piantato la sua
tenda tra di noi (cfr. Gv. 1,14).
In questa ora memorabile della
terza domenica d’Avvento, vorrei testimoniare con voi questo
nostro Signore e Redentore unico che è qui ieri, oggi e in eterno. Ci ricordiamo con gratitudine della nostra comune origine, del dono della nostra redenzione e della comune mèta del
nostro itinerario di pellegrini.
Siamo tutti sotto la grazia del
nostro Si.gnore Gesù Cristo. Egli
è il centro e il cardine, in cui
tutta resistenza, il senso e la
salvezza di questo mondo e della nostra vita sono racchiusi.
In questo tempo di salvezza
dell’Avvento le nostre orecchie
e i nostri cuori sono tesi: odono e percepiscono la lieta novel
Il papato
(segue da pag. 1)
loghi bilaterali»). Il Consiglio
Ecumenico delle Chiese di Ginevra non si è mai pronunciato a
nessun livello in maniera comune
sul papato e su Maria e questi
due nodi fondamentali restano
ancora da esplorare. Possiamo
dire che a livello ecumenico non
sappiamo chi è il papa. Egli viene e si presenta come vescovo di
Roma ma sappiamo che non è solo tale ma che proprio come tale si presenta come papa universale e nello stesso tempo è anche capo di stato... Il papa quindi — non come persona, beninteso, ma come figura — è talmente complesso teologicamente e
politicamente, è così polivalente
in volti, poteri e significati, che
non è possibile ridurlo ad una
sola Qualifica. Proprio la complessità di questa figura spiega
l’imbarazzo e l’esitazione con cui
gli evangelici entrano in rapporto con essa.
Per torn<iTe quindi all’esigenza
di chiarezza di cui parlavamo,
mi sembra necessario che prima
che noi possiamo entrare in un
dialogo reale — che non sia semplicemente liturgico e formale,
ancorchi fraterno e amichevole,
e quindi pieno di sottintesi e povero di confronto autentico — il
cattolicesimo dovrebbe fare una
riflessione molto approfondita e
spiegarci bene chi è il papa. In
sostanza il «mistero del papato », se così si può dire, è questa
domanda: che cosa è veramente
la figura del papa? E’ una domanda lecita, mi sembra, non
impertinente. Essa dovrebbe essere affrontata prima di entrare
in rapporti che evidentemente
sembrano aver saltato questa domanda muovendosi perciò inevitabilmente non dico nell’equivoco
ma certamente nel vago.
la di colui che è già venuto e
che ritornerà definitivamente.
Noi sperimentiamo spesso nella
nostra vita quotidiana l’angustiante verità di questo periodo
transitorio. Non ci ricordiamo
forse continuamente della situazione di Giovanni Battista? Egli
si trovava, come ce lo dice il
Vangelo, in una situazione decisiva. Doveva risolvere la contraddizione tra l’immagine che
si era fatta del Messia e la sua
situazione personale, determinata dalla prigionia e dalla minaccia di morte. La domanda di Giovanni era quindi seria, e nasceva
da una condizione di emergenza: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un
altro?» (Mt. 11,3).
Gesù viene incontro all’angoscioso interrogativo del suo precursore e porta la sua fede a
certezza: il tempo della salvezza, il regno di Dio è venuto. Il
Messia è qui. Senza dubbio i segni e i prodigi non hanno un carattere cogente. Ma chi sa comprendere i segni come indicazione del compimento delle profezie veterotestamentarie nel momento attuale, può rallegrarsi di
essere cittadino del regno escatologico di Dio.
Gesù si fa conoscere al precursore che annuncia il suo arrivo. « Tra i nati di donna non
è sorto uno più grande di Giovanni il Battista », attesta il Signore. « Tuttavia il più piccolo
nel regno dei cieli è più grande
di lui». Gesù intende con questo l’uomo povero e bisognoso
sotto ogni aspetto, che crede alla salvezza in Gesù Cristo. Questi può aprire il cuore e la bocca per unirsi al canto di lode di
Maria : « L’anima mia magnifica
il Signore e il mio spirito esulta
in Dio mio Salvatore» (Le. 1,46
ss.).
Stimati fratelli e sorelle in
Cristo. Il dono di questo incontro mi commuove nel profondo
del mio cuore. Ho desiderato che
questo incontro avvenisse proprio nell’Avvento. E’ un’occasione straordinaria per volgere insieme gli occhi al Signore ed attendere il Dio della nostra redenzione.
Siamo alla soglia dell’anno
2(K)0. « Ci troviamo, sotto un certo aspetto, nel periodo di un nuovo Avvento, in un periodo di attesa» (Enciclica Redemptor hominis, n. 1). Per questo mi sono
recato, per così dire, dai nostri
vicini, dai cittadini di questa città « che sono uniti da una speciale affinità» (Vat. II, Decreto
sull’Ecumenismo). Sono venuto
qui per commemorare insieme
a voi, nella preghiera e nella meditazione, il mistero di fede del- •
l’Avvento che ci è comune, la
sua profonda e molteplice ricchezza. Sono venuto perché lo
Spirito di Dio ci ha indirizzati in
questi giorni, attraverso il dialogo ecumenico, alla ricerca della completa unità dei cristiani.
Noi coiUDsciamo la difficile storia di questa comunità evangelica-luteiana a Roma, i suoi faticosi inizi e le luci e ombre del
suo sviluppo nell’ambito di questa città. Ci si pone tanto più
urgentemente la domanda : « Possiamo noi, nonostante tutta la
debolezza umana — nonostante
le insufficienze dei secoli passati — non aver fiducia nella grazia del Signore, che si è manifestata negli ultimi tempi attraverso la parola dello Spirito
Santo che abbiamo percepito
durante il Concilio?» (Decreto
sull’Ecumenismo, n. 6).
Ci vediamo dunque profondamente uniti nella solidarietà di
tutti i cristiani dell’Avvento, in
mezzo a tutte le divisioni chiaramente persistenti nell’insegnamento e nella vita. Desideriamo
ardentemente l’unità, e ci sforziamo di conseguire questa unità senza lasciarci scoraggiare
dalle difficoltà che possono frapporsi lungo la strada (cfr. Decreto sull’Ecumenismo, n. 6). Infine, ci sembra di veder sorgere
da lontano come un’aurora, in
questo 500° anniversario della
nascita di Martino Lutero, l’avvento di una restaurazione della
nostra unità e della nostra comunità. Questa unità è frutto
del rinnovamento, della conversione e della penitenza quotidiani di tutti i cristiani, alla luce
della parola eterna di Dio. E’
anche la miglior preparazione
per l’avvento di Dio nel nostro
mondo.
Seguiamo la grande figura del
tempo d’Avvento, seguiamo il
modello di Giovanni il Battista,
la voce dell’annunciatore nel deserto: «Preparate la via del Signore» (Gv. 1,23). Seguiamo l’invito alla riconciliazione con Dio
e tra di noi. Cristo, il Signore,
è non solo sopra ma anche in
mezzo a noi ed è il Kyrios, colui che era, che è, e che sarà in
eterno.
Auguro di cuore a voi ed alle
vostre famiglie sin da ora una
festa di Natale benedetta.
Giovanni Paolo II
Occasione storica
compromessa
ii
CHIESE DEI PAESI LATINI PER IL 1986
Comunità, ministeri
e cambiamenti
Il Comitato di continuazione
della Conferenza delle Chiese
Protestanti dei Paesi Latini d’Europa (CEPPLE) ha tenuto la sua
riunione annuale in occasione
dell’Assemblea della Federazione
protestante francese ai cui lavori
ha partecipato. Il tema dell’Assemblea « l’umanità al bivio: scegliere la vita » ha espresso particolarmente le nreoccupazioni delle Chiese protestanti dei Paesi
latini d’Europa. La preoccupazione della pace e della sicurezza, del disarmo, sono temi abbordati dalla maggioranza delle
chiese membro della CEPPLE
che hanno accolto con interesse
la presa di posizione della Federazione protestante francese su
questi problemi.
H Comitato di continuazione
ha proseguito nella preparazione
della propria assemblea generale
del 1986 fissandone definitivamente il tema e la sede: « Popolo di
Dio in diaspora, quali comunità.
quali ministeri, quali cambiamenti? ». L’assemblea avrà luogo a
Ginevra nella primavera in occasione della commemorazione del
450” anniversario della Riforma
nella città di Calvino.
All’ordine del giorno dell’assemblea:
— Quali forme di vita comunitaria sono possibili al di fuori
della parrocchia tradizionale?
— Ugualmente, il ministero pastorale tradizionale è adatto alle
circostanze della disseminazione?
— Quali tipi di pastori e di ministri sono da inventare e da formare per rispondere ai bisogni
della pastorale delle comunità
del nostro tempo?
— In breve, come vivere la
chiesa (essere la chiesa) in questo fine secolo?
A questo proposito la CEPPLE
auspica che le si segnalino tutte
le ricerche svolte in questo senso per condividerle in occasione
dell’assemblea generale.
, La comparsa del vescovo di
Roma nella chiesa evangelica luterana di lingua tedesca di Roma, la sera della terza domenica
di Avvento, avrebbe potuto essere un avvenimento ecumenico,
se non fosse stato appesantito
da tante cose restate a mezz’aria. La curia romana viaggia sempre sul solito binario diplomatico; un binario che in questo
« happening » deU’ll dicembre
1983, che meglio di così non poteva riuscire, è stato in realtà
poco utilizzato.
Ci si può domandare se il vescovo Wojtyla sapeva realmente
in quale tipo di sceneggiata ecumenica sarebbe stato coinvolto.
Troppe cose si sono svolte, attorno a questa comparsa, in modo
da rafforzare il sospetto che non
si sia trattato tanto di un piano
concepito a lunga scadenza, quanto, piuttosto, di una tela intessuta sulla base di un modello
corrente. Non è lecito però, nelle
questioni ecumeniche, manipolare le cose. Non lo permette il rispetto verso la responsabilità del
ministero del vescovo e la dignità delle chiese, delle loro comunità locali e dei cristiani che in esse vivouo.
Ma come si è giunti a questo
culto nella chiesa luterana di Roma con la oartecipazione del vescovo di Roma? Ne riferisce ampiamente il « Rheinisches Merkur/Christ und Welt », il settimanale finanziato dalla conferenza
episcopale tedesca: il 9 dicembre
la visita del papa alla chiesa di
via Toscana viene definita come
« imorowisata soltanto in apparenza ». Anzi, essa avrebbe dovuto mettere « in evidenza i buoni
rapporti esistenti fra Roma e
le chiese della Riforma». Il foglio ufficioso dei vescovi cattolici
tedeschi continua con soddisfazione: « La visita si svolge ancora nel momento opportuno, e
cioè negli ultimissimi giorni dell’anno di Lutero; essa è stata
messa su formalmente come se
si trattasse di un evento fortuito,
in modo da non offrire il fianco a
speculazioni tronpo sottili ».
E’ proprio vero che i registi di
questo « happening » episcopale
non si sono resi conto che, caricando sulla comimità evangelica
tedesca di Roma il peso di un
avvenimento di queste dimensioni, violavano in modo grossolano
le regole del dialogo ecumenico?
Oppure si pensa ohe non c’è più
bisogno di preoccuparsi per le
altre chiese? Il pastore tedesco
occidentale Christoph Meyer, di
51 anni, ha invitato il papa a venire nella « sua » chiesa, nel gennaio 1982 in un ricevimento ecumenico. Non gli è stato facile,
successivamente, mantenere quello che aveva promesso. E’ anche cosa spiacevole, e diffìcile da
capire, perché questo invito sia
stato fatto senza prendere accordi, e senza esplicito assenso della chiesa luterana in Italia. Gli
organizzatori romani di questo
avvenimento hanno messo praticamente la piccola chiesa luterana italiana davanti al fatto compiuto. La presidente del sinodo
della chiesa luterana in Italia
(CELI), la signora Hanna Brunow-Franzoi di Venezia, ha nuovamente ricordato, in una lettera
del 22 novembre 1983, che la CELI vede la visita del vescovo nella chiesa dì Roma come un fatto
locale. Preoccupandosi delle altre chiese evangeliche in Italia la
presidente osservava che « una
dilatazione dell’avvenimento, che
già si nota qui in Italia da pqrtè
dei mass media, sarebbe anche ,
un peso e un sovraccarico in vista di un ecumenismo di base ».
Osservazioni che però sono state
gettate al vento.
E’ peccato che in questo modo
si vengano a compromettere delle occasioni storiche. Non è in
questo modo che si può fare l’ecumenismo; così si può soltanto
danneggiarlo. Una grossa chiesa
si è introdotta con consumata
abilità nell'anno di Lutero e ha
fatto mostra di ima comunione
fra Roma e le chiese sorelle di
altra tradizione, che in realtà non
esiste ancora.
Un’osservazione: la vera unità
ecumenica può crescere soltanto
là dove Roma rinuncia ad affermare la sua preminenza sulle altre chiese e si dichiara pronta
a realizzare la comunione della
Santa Cena e della predicazione
con tutte le altre chiese cristiane che lo desiderano. Ma in questa direzione non siamo ancora
andati lontano. Questo preciso
fatto non viene modificato di una
virgola da gesti fotogenici, come
quello della comparsa del vescovo di Roma nella chiesa di via
Toscana. Non è così che si può
fare un ecumenismo vivo; bisogna invece praticarlo e realizzarlo con tutte le sue conseguenze;
tutto il resto rimane in superficie e non porta alcun contributo
per la vera unità delle chiese in
una diversità riconciliata. Quando invece le cose si svolgono come si sono svolte a Roma, è prudente, per amore del vero ecumenismo, mantenere un certo riserbo.
Friedrich koenig
Réforme
Anche se la Federazione luterar
na cerca di minimizzare l’avvenimento sottolineando che è il vescovo di Roma e non il sovrano
pontefice che ha partecipato alla
liturgia della Parola nella Christuskirche di Roma, ciò non toglie
che è la prima volta che un papa
si associa ad un culto celebrato
in un tempio protestante. In più
questo culto ha avuto luogo a
Roma e su richiesta del papa.
Ciò fa parte della pratica abituale di Giovanni Paolo II. Da una
parte drizzare di nuovo gli steccati tra il cattolicesimo e le altre confessioni cristiane, dall’altra manifestare l’unità esistente.
Vancouver è stata anche una testimonianza di questo 'duplice
aspetto; affermazione da una
parte del carattere unico della
Chiesa cattolica, dall’altra collaborazione effettiva là dove la
Chiesa cattolica giudica che ciò
sia possibile. Non si può parlare
di doppio gioco dal momento
che ciò è fatto nella chiarezza,
ma si può restare perplessi davanti alla doppia affermazione:
« Siamo tutti frateiU ma sono io
che sono ia verità». Il vero dialogo ecumenico comlncerà il
giorno in cui la Chiesa cattolica
riconoscerà la possibilità di essersi sbagliata non soltanto nella sua pratica ma anche nella
sua dottrina.
4
4 fede e cultura
6 gennaio 1984
40 ANNI FA PRENDEVA CORPO A BARMEN LA CHIESA CONFESSANTE
MANIFESTAZIONI PER IL V CENTENARIO
Ravvedimento
e autocritica
Quando un autentico ravvedimento aH’interno
della chiesa diventa efficace anche all’esterno
Non lontano da Colonia c’è
Wuppertal e accanto a Wuppertal una volta c’era Barmen. Oggi c’è un solo agglomerato che
si estende per decine di chilometri. Barmen, quando ancora si
distingueva, era una cittadina
dove frequentemente, cinquanta
anni fa, si tenevano riunioni della « Chiesa Confessante ». Quando si parla di Chiesa Confessante s’intende un movimento interno alla chiesa evangelica tedesca, che costituì per qualche
anno, dal 1933 al 1945, un efficace movimento spirituale di resistenza al nazismo. Eppure la
Chiesa Confessante non era un
i, movimento politico.
Abituati oggi ad affermare la
necessità che la chiesa discuta
anche di politica, ci risulta forse difficile questo punto essenziale. La Chiesa Confessante non
fu un movimento politico, ma
un movimento di ravvedimento
situato all’interno della chiesa
e proprio per questo divenne
efficace anche sul piano politico.
La vera divisione
bra così ovvio il collegamento
tra evangelo e patriottismo nazional-socialista? Quali sono le
origini interiori, teologiche, spirituali, di questo errore di portata storica?
In Germania esistevano ed esistono tuttora tre specie di chiese
evangeliche: i luterani, i riformati e le chiese unite. Queste
divisioni non avevano una reale
importanza, essendo piuttosto
effetti di antiche controversie.
La vera divisione era attuale, e
non passava solo in superficie
tra chi accettava il nazismo e chi
10 condannava. Quelli che applaudivano Hitler e pensavano
che fosse giunta l’ora storica per
11 popolo tedesco pensavano anche' che lo sposalizio tra protestantesimo e mondo moderno
stava dando finalmente i suoi
frutti. Dio non si manifesta
astrattamente nella storia, pensavano questi, ma concretamente nella specificità corrispondente al carattere di ogni popolo e
pertanto la specificità germanica del protestantesimo era la
forma che l’evangelo rivestiva
pei- i bravi tedeschi. In diretta
conseguenza di tali principi, per
esempio, la chiesa ufficialmente
accettava che per legge i pastori aventi parenti ebrei venissero immediatamente licenziati.
La Chiesa Confessante si trovava dunque di fronte al fatto
che una gran parte della chiesa
evangelica tedesca aderiva con
convinzione alle parole d’ordine
lanciate dal partito di Hitler,
che aveva appunto conquistato
il potere con le elezioni del 1933.
Il 27 settembre 1933 un sinodo nazionale tedesco, popolato
di camicie brune, aveva eletto
un vescovo per l’insieme del
Reich. Quest’uomo si chiamava
Ludwig Miiller e le sue prime
parole erano state: « L’antico
scompare. Sorge il nuovo. La
battaglia di politica ecclesiastica è finita. Comincia la battaglia per l’anima del popolo ».
Il conflitto è invece solo agli
inizi, ma non si tratterà di un
conflitto di politica ecclesiastica, bensì della protesta della
Chie.sa Confessante, che è già in
piena mobilitazione. Paradossalmente, si tratterà proprio di un
conflitto per l’anima del popolo,
ma, nell’immediato, si tratta di
una messa in questione della
chiesa come tale. Perché sem
II primo Sinodo
libero
Il 3-4 gennaio 1934 si tiene a
Barmen il primo sinodo libero
delle chiese riformate, che adotta una dichiarazione sul retto
modo d’intendere il protestantesimo. Lo compongono 360 rappresentanti di 167 chiese locali.
E’ finita l’epoca in cui richiamarsi alla Riforma significava vantarsi delle gesta memorabili dei padri, sentirsi protagonisti della storia e cosi via. Riforma significa semplicemente ascolto della Parola di Dio. La
Chiesa Confessante rimette in
circolazione la famosa prima tesi della Confessione di Berna
1528: « La santa chiesa cristiana,
il cui unico capo è Cristo, nasce
dalla Parola di Dio, rimane ancorata ad essa e non ascolta vo
ci di estranei ». Il protestantesimo può vivere solo di questo richiamo al centro della Riforma
stessa. Di conseguenza, la prima
tesi del documento votato dal
sinodo il 4 gennaio 1934 afferma:
« Di fronte agli eventi ecclesiastici del 1933 la Parola di Dio
ci ordina di pentirci e di cambiare strada. In questi eventi è
giunto a maturazione e si è manifestato un errore che da secoli
imperversa nella chiesa evangelica. Questo errore consiste nel
pensare che a determinare il
messaggio e la struttura della
chiesa nel suo corso storico verso la salvezza eterna, concorra,
oltre che la rivelazione di Dio,
la sua grazia, la sua gloria, anche una legittima autonomia
[Eigenmächtigkeit] da parte dell'uomo.
« Rißuttamo il seguente orientamento: che lo sviluppo ecclesiastico dalla Riforma in poi sia
stato di tipo normale e che nell'attuale distretta della nostra
chiesa si tratti solo di un disturbo passeggero, corretto il quale
quello sviluppo potrebbe continuare nella stessa direzione ».
Ravvedimento e autocritica
formano dunque il primo nucleo
di quella resistenza che darà al
nazismo parecchio filo da torcere. Il 1934 vedrà consolidarsi il
movimento confessante. Nel
maggio di quell’anno verrà poi
convocato il primo dei sinodi liberi. al quale aderiscono insieme luterani, rifonhati e chiese
unite. Un altro famoso documento in sei tesi, verrà adottato per
ribadire e approfondire il pensiero della Chiesa Confessante.
Potremo riparlarne una prossima volta.
Sergio Rostagno
Ancora su Lutero
Nascita delie
società moderne
A Pescara il 5 novembre il Circolo culturale XII Dicembre e la
locale Chiesa metodista hanno
organizzato una tavola rotonda
su « La Riforma protestante e la
nascita delle società moderne».
Ad esporre questo tema, che collegava gli interessi storico-culturali del Centro con quelli evangelici della Chiesa metodista, sono
stati chiamati Giorgio Bouchard
e Silvana Nitti. Presenti circa
200 persone, in prevalenza giovani, la serata è stata introdotta
dall’Aw. Sabatini, presidente del
Circolo. La serata ha avuto successo non solo di presenza ma
anche di interesse per le due
esposizioni e i numerosi interventi da parte del pubblico.
Libertà interiore
Congresso FGEI
Concludiamo la pubblicazione delle principali mozioni del recente Congresso della Federazione Giovanile Evangelica iniziata sul n. 50 del 23
dicembre.
Federazione
Signore, per vedere se i nostri
volti sono sporchi ci vuole uno
specchio. La tua Parola è lo
specchio.
(Preghiera della Chiesa Metodista di Haiti).
il VII Congresso si rallegra della
crescita numerica e territoriaie della Federazione, ritenendo però che
questa stessa crescita ponga aicuni
probiemi nuovi.
ia realtà della Federazione è infatti segnata da una certa difficoltà
di consolidamento del lavoro regionale, da una scarsità di quadri, da
un'insufficiente capacità di riflessione sui temi generali con cui è chiamata a confrontarsi e sul senso generale del lavoro FGEI.
Il Cottgresso, preso atto di questa situazione, ribadisce ohe;
— la formazione che la Federazione offre ai giovani evangelici
deve legarsi all’impegno concreto
nelle lotte per la trasformazione.
— Il radicamento dei gruppi nelle realtà locali è ia condizione per
il rafforzamento della Federazione.
Il Congresso quindi invita i gruppi e le regioni a;
1) essere molto attenti nel mantenere uno stretto rapporto con coloro che hanno collaborato negli anni passati alle attività delle Federazioni regionali, sapeitdo utilizzare
i loro doni e le loro capacità.
2) Promuovere una collaborazione
solidale tra regioni più forti e regioni più deboli per l'organizzazione di convegni e visite.
3) Promuovere la definizione di
progetti di lavoro che costituiscano uno sbocco per l’attività di formazione, siano di stimolo e di riferimento per il lavoro dei gruppi.
A questo proposito la lotta per la
pace ed il disarmo ò sicuramente
un esempio di come è possibile
unire la formazione e la lotta e,
quindi, aiutare a crescere su basi
solide una nuova generazione di
credenti militanti.
4) Ricercare maggiormente le
occasioni di contatto, di collegamento e di scambio con i propri interlocutori: organismi regionali delle
chiese, gruppi giovanili evangelici
non federati, cattolici di base...
Dà mandato al Consiglio di:
a) proseguire nell’attività di visite
ai gruppi e alle regioni valorizzando
le loro peculiarità;
b) curare maggiormente i momenti di formazione a livello interregionale, favorendo non solo l’acquisizione di strumenti di animazione dei gruppi, ma anche la riflessione politica e teologica e l’informazione sui nostri rapporti ecumenici intemazionali.
mitati di gestione dei centri nell’organizzazione di questi seminari e,
s<nirattutto, garantire e agevolare
la partecipazione di tutti gli interessati.
2) Favorire e incentivare ia partecipazione dei membri della FGEI
ai campi estivi dei centri, sensibilizzando e coinvolgendo le segreterie regionali.
Catechesi
Formazione e centri
il VII Congresso ribadisce l’importanza del ruolo svolto dai centri
nella formazione dei giovani. Per
molti la partecipazione ad un campo costituisce l'unica esperienza diretta di vita comunitaria e di riflessione sui temi che hanno rilevanza
per la propria formazione evangelica. Per questo è essenziale fornire
ai campisti l'opportunità di lavorare
con profitto ed attenzione sui temi
scelti, favorire la riflessione personale e collettiva, garantendo un
buon livello qualitativo degli incontri.
Per favorire questi risultati è importante:
a) incentivare e curare la partecipazione dei membri della FGEI
alla organizzazione e gestione dei
campi giovanili;
b) assicurare una preparazione
non episodica e superficiale alle
staff dei campi.
Si dà quindi mandato al Consiglio:
1) di promuovere, valorizzando il
ruolo dei rappresentanti FGEI nei
vari Comitati di gestione dei centri, l'organizzazione di seminari di
formazione per animatori di campi
per giovani e giovanissimi, ripartiti nelle varie zone geografiche in
cui sono dislocati I centri. Per questo è necessario coinvolgere i Co
ll VH Congresso... ritiene che
l’inchiesta sulla catechesi a livello
nazionale promossa dallo scorso
congresso, malgrado alcuni suoi limiti, confermi l’ipotesi di partenza
su cui si è basata l'iniziativa.
ia Federazione in questi due anni
ha iniziato quel lavoro di analisi e
conoscenza che è necessario « per
impostare una battaglia specifica di
riforma della chiesa centrata sul
settore catechetico » (citazione della mozione del VI Congresso).
Si tratta di una battaglia di lungo
periodo che deve vedere protagonisti soprattutto i gruppi locali e
le regioni.
H Congresso dà quindi mandato
al Consiglio di coordinare l'impegno e le iniziative a livello locale
e regionale sulla catechesi, tenendo conto delie seguenti indicazioni:
a) utilizzo puntuale dell'inchiesta
nelle assemblee di chiesa, nei gruppi di catechismo e negli organismi
territoriali delle chiese (circuiti,
distretti VM, FCEi regionale, opportuna presa di contatto con chi nell’ambito battista si prende cura dei
problemi relativi all'educazione alla fede); b) l’organizzazione in collaborazione con le chiese di convegni di riflessione e stùdio indirizzati a pastori, catechisti, giovani,
consigli di chiesa, sull'esempio dei
convegni sulla catechesi organizzati nel 1° Distretto, del convegno su
« predicazione evangelica e condizione giovanile » organizzato nel secondo Distretto VM; c) alcuni incontri con I gruppi di catechismo per
sperimentare nuove tecniche di animazione (fotolinguaggio, audiovisivi,
drammatizzazione, e altro ancora).
conferenza che trattava anche
deU’impegno letterario e musicale di Lutero, la Corale della Chiesa di Pordenone ha eseguito alcuni brani tratti dall’innologia
luterana. Al termine, il pastore
Liberante Matta ha auspicato che
la manifestazione su Lutero abbia im seguito nell’impegno di
presenza della Chiesa evangelica
nella città di Pordenone.
Rassegna stampa
A Pordenone la Chiesa battista
ha organizzato lo scarso novembre una conferenza su «Martin
Lutero: teologo del puro e libero evangelo ». Relatore il pastore
Alfredo Berlendis di Venezia. Dopo aver percorso le tappe fondamentali dell’esperienza di Lutero, Berlendis si è soffermato in
particolar modo su quella « libertà interiore » che il riformatore
ritiene base irrinunciabile per una libertà esteriore e storica, e
che è consentita solo dalla conoscenza della Scrittura.
A sottolineare la parte della
Dopo una mattinata dedicata
allo studio biblico, a Napoli i
predicatori locali, riuniti il 4.12
per la giornata del predicatore
locale, hanno ascoltato una rassegna stampa su Lutero preparata da Elio Rinaldi, completata
da alcimi brani delle biografìe
del riformatore del Bainton e
dell’Atkinson. L’oratore ha anche
illustrato l’apporto di Lutero nel
campo della musica ed ha concluso con la proiezione di diapositive riproducenti le xilografie
del Dürer sull’Apocalisse commentando l’influsso che la Riforma ebbe sulla pittura del XVI
secolo. Una giornata di benedizione che si è conclusa con il
« Forte rocca » di Lutero.
Una linea
di marcia
(segue da pag. 1)
progetto per l'uomo: un progetto di rinnovamento e di cambiamento, non di conservazione
di una società sbagliata ed ingiusta. Negli altri quattro c’è
una linea di azione per chi accetta questo progetto di Dio.
Innanzitutto la misericordia,
cioè il perdono: chi vive del perdono di Dio non può vivere col
fratello senza perdonarlo sempre, ed esserne perdonato. Il
mondo ignora questa regola: conosce piuttosto la vendetta e la
ritorsione, che chiama giustizia
ed equilibrio eppure come il perdono di Dio cambia l'uomo perdonato, così il perdonare l'altro
può cambiarlo: anche qui una
parola “politica"!
C'è poi la purezza del cuore
cioè il primato dell'interiorità e
dell'autenticità. Il rapporto fra
la gente è troppo spesso improntato all'ipocrisia e alla menzogna: fuori si è altri rispetto a
quello che si è dentro. Qui si
tratta invece di essere puri dentro: cioè veri, onesti, leali. E'
l'orientamento profondo della vita dell'uomo che viene qui in
considerazione: nulla cambierà
davvero se muta l'esteriorità ma
resta “impuro" il cuore, cioè l'essere dell'uomo.
Infine la costruzione della pace e la lotta per la giustizia. Pace è una parola che è risuonata
spesso in questi ultimi tempi,
come un "sussulto" nuovo dei
cristiani. Per non essere confusa con un comodo irenismo va
collegata alla giustizia. Gesù ci
indica perciò un rapporto fra
gli uomini fondato sulla giustizia il cui frutto sia la pace. Si
tratta di un'opera di costruzione perseverante, di un impegno
da rinnovarsi giorno per giorno.
Questo dunque è il messaggio
dell'Evangelo che vuole un uomo nuovo per un mondo nuovo.
La realtà smentisce amaramente
l'Evangelo? Dobbiamo perciò
considerarlo un'utopia? Gesù ha
vissuto tutte queste cose. Per
noi, nella fede, l'utopia diventa
progetto. E questo progetto di
Dio noi lo riproponiamo a noi
stessi e lo proponiamo a chi ci
ascolta, persuasi che solo questa
strada può cambiare davvero la
infelicità dell'uomo in una felicità autentica sostanziata di giustizia, di perdono, di verità e di
pace.
Franco Becchino
€
5
ü»
6 gennaio 1984
oMéttìvo aperto 5
DEDICATA ALLA CEvAA LA DOMENICA 8 GENNAIO NELLE CHIESE VALDESI E METODISTE
Comunità evangelica di azione apostolica
63»
<9
'‘9
Jb
i;
Non siamo soli; viviamo nel mondo di Dio.
Crediamo in Dio
che ha creato e crea sempre,
che è venuto in Gesù, per riconciliare e rinnovare.
Abbiamo fede in Dio
che ci chiama ad essere la Chiesa,
ad amare ed a servire gli altri,
a cercare la giustizia ed a resistere al male,
a proclamare Gesù crocifisso e risorto,
nostro giudice e nostra speranza.
Nella vita, nella morte, nella vita al di là della morte,
Dio è con noi.
Non siamo soli.
Rendiamo grazie a Dio.
Con queste parole di speranza, d’amore, di vita, tratte
dalla raccolta « Louanges et Prières » della 6' Assemblea del CEC a Vancouver
auguriamo a tutti un gioioso Natale e un Buon Anno 1984.
Che vi sia dato di viverlo nella
grazia del nostro Signore Gesù Cristo
amore di Dio il Padre e
comunione dello Spirito Santo.
I responsabili della CEvAA
In un anno ho
imparato...
Duala, gennaio 1984
E’ già più di un mese che ho
ricordato con i miei nuovi amici
Tanniversario del mio arrivo in
Camerún ed è con piacere che
ora mi rivolgo agli amici lasciati
in patria per fare un breve punto sulla situazione, sicura che
nonostante la distanza rimane un
vero legame di solidarietà e un
vivo interesse a ricevere notizie.
Ho potuto constatare personalmente, soprattutto nel primo periodo, quanto sia piacevole e importante verificare l’interessamento dei conoscenti che con la
loro curiosità, la loro immaginazione ed il loro affetto, creano un
legame stimolante e un desiderio
di confronto e di scambio.
Cosciente dei limiti della comunicazione epistolare, proverò
quindi a trasmettervi quanto sento essere importante nell’esperienza che sto vivendo con gioia
e soddisfazione in questo paese.
Anzitutto constato una piacevole sensazione di crescita personale; mi sento « cresciuta » rispetto all’anno scorso, quando il
primo incontro con delle realtà
diverse mi poteva lasciare perplessa o esitante, quando ancora
mi dovevo costruire delle amicizie e l’influenza delle cose appena
lasciate era ancora predominante. Ho imparato a non aver fretta di fare delle classificazioni o
di dare un giudizio; ho imparato che le diversità sono legittime
e naturali e che possono essere
uno stimolo al miglioramento di
se stessi se non diventano competitive; ho imparato che si possono trovare nuovi amici se non
ci si lascia condizionare dai pregiudizi, ed ho sperimentato tra
coloro che come me sono partiti
inviati dalle loro chiese, un rinnovato senso dell’aiuto reciproco
e della solidarietà (ci ritroviamo
spesso a dire che se fossimo in
Europa non oseremmo chiederci
a vicenda dei favori senza compenso immediato o restituzione,
mentre qui sappiamo ammettere
di aver bisogno degli altri e siamo meno esitanti ad essere disponibili).
Anche la scoperta del mio lavoro e rimpratichimento sono
avvenuti gradatamente e permeati dalle sensazioni sopradescritte.
Attualmente posso constatare una maggiore conoscenza dell’insieme delle attività della chiesa e
della funzione del lavoro che sto
svolgendo insieme ai miei colleghi e superiori; oltre ad essere
normalmente inserita nella comunità della mia zona e non
senza possibilità occasionali di
conoscere altre comimità.
la difficoltà, generati nella maggior parte dei casi dalle contraddizioni esistenti in un ambiente
in sviluppo quale è quello della
città che mi ospita, ma che hanno sempre avuto delle dimensioni affrontabili e risolvibili con
l’aiuto ed il consiglio delle nuove amicizie qui acquisite. Vorrei
con questo comunicare a quanti
possono tendere a preoccuparsi
di fronte ad una cosa non ben
conosciuta, che tale atteggiamento non ha ragion d’essere, perché
se si cerca la solidarietà, il desiderio di avvicinamento, la disponibilità e l’amore, nei limiti
delle nostre capacità personali
di esprimerli, si ritrova negli altri lo stesso bagaglio e volentieri
ci si dispone a percorrere im po’
di strada insieme.
Con questo concludo questa
Uscita dal culto a N’Konsamba, Camerún.
Notizie in breve
Camerún
L’8 ottobre 1983 il pastore lean
Kotto, presidente della Federazione delle Chiese e Missioni evangeliche del Camerún (P.E.M.
E.C.) scriveva:
« Il nostro paese attraversa
una situazione diffìcile il cui sbocco ci appare incerto. In questa
situazione le Chiese protestanti
membro della Federazione hanno
organizzato un culto di azione di
grazie e di supplicazione a Dio
affinché non permetta che il paese piombi nella guerra civile. A
tale culto erano presenti le Autorità del governo, del mondo
Secondo l'invito rivolto dalla Tavola a tutte le Chiese Valdesi e Metodiste, domenica 8 gennaio 1984 sarà la giornata deila Comunità Evangelica di Azione Apostolica. L'apposito Comitato ha inviato a tutte le comunità del materiale da utilizzare in quell’occasione, in particolare un
« dépliant » da diffondere largamente tra i membri delle comunità. In questo numero presentiamo una corrispondenza di Luciiia Tron dai Camerún
(un’altra di Laura Nisbet dal Lesotho non è giunta in tempo a causa dei
disservizio postale ma la pubblicheremo prossimamente), aicune notizie
in breve dal Camerún, dal Lesotho, da! Mozambico e dal Benin e varie indicazioni utili per chi si sente impegnato nell'azione missionaria.
Di pari passo è intervenuta
una certa familiarizzazione con i
modi di vita, le tradizioni, le risorse i problemi e tutto quanto
costituisce l’identità di questo
paese che mi accoglie con simpatia.
Questo lento processo di inserimento, che per essere completo
richiederebbe molti più anni, ma
che tuttavia ha 'già raggiunto un
livello che mi permette di essere tranquilla e sicura, è costato
a volte qualche sforzo ed ha
potuto presentare qualche picco
mia breve lettera, sperando di
essere riuscita a comunicare un
po’ queU’impressione di positività e di arricchimento che questa
esperienza, in una realtà diversa
dall’Europa, mi procura.
Con un po’ di ritardo desidero
ancora trasmettere i miei auguri
più sinceri per l’anno che è appena iniziato, a tutti coloro che
mi seguono con affetto ed a tutte le comunità valdesi.
Lucilla Tron
Chiesa valdese
e CEvAA
Come Chiesa Valdese abbiamo « inviato »:
Laura NISBET: insegnante presso la Chiesa Evangelica del
Lesotho (P.O. Box 70 Moriia - Lesotho).
Lucilla TRON: segretaria di direzione presso la Chiesa Evangelica del Camerún (P.B. 89 Duala ■ Camerún).
Per tenervi informati abbonatevi al « Journal des Missions
Evangéliques » (per il 1984 L. 15.000 presso Roberto Coisson,
Via G. Matteotti 13 . 10066 Torre Pellice).
Il nostro impegno per la CEvAA per il 1984:
L. 12.000.000. Ogni comunità assuma il suo impegno, ogni credente dia il suo contributo, affinché la CEvAA VIVA!
Un audiovisivo sulla CEvAA è a disposizione di quanti lo
vogliono utilizzare: presso il pastore Renato Coisson, Via Balziglia 44 - 10063 Pomaretto.
La nuova sede della CEvAA a Parigi:
12, rue de Miromesnil - 75008 Parigi
politico, amministrativo, tradizionale, giudiziario, religioso, ecc.
Il culto, presieduto da un pastore della Chiesa presbiteriana del
Camerún, ha visto alternarsi il
pastore Mbangue Eboa (presidente delTUnione delle Chiese
battiste camerunesi) e il pastore Kotto che hanno rispettivamente tenuto la predicazione e
rivolto un messaggio. Pensate a
noi nelle vostre preghiere», aggiunge il pastore Kotto.
Lesotho
Tutto quanto è stato riferito
sulla celebrazione del 150° anniversario della Chiesa evangelica
del Lesotho (16-18 settembre ’83)
sottolinea il successo spirituale
e la vasta risonanza di questa
manifestazione in tutta la nazione. Il pastore lean Kotto ha rivolto un messaggio in rappresentanza della CEvAA, mentre il pastore Gilbert L. Sibolla, presidente della Chiesa evangelica del
Lesotho, ha ricordato la visione
ecumenica della sua Chiesa, sottolineando la situazione di estrema pressione alla quale si trova
attualmente sottoposta. Non è
mancata la menzione di Ben Masilo, attualmente in forzato esilio in Kenya, e di Edgar Motuba,
redattore del giornale della Chiesa, assassinato per aver parlato
e scritto troppo chiaramente in
barba alle minacce. Il pastore
Sibolla ha ricordato che, assieme alla distruzione di vari strumenti di lavoro della Chiesa, que
sto è stato il prezzo che essa ha
dovuto pagare per rimanere fedele alla testimonianza affidatale.
Il messaggio del presidente termiria invitando tutti i credenti
basotho a « proclamare nel paese la liberazione per tutti gli
abitanti ».
Mozambico
Varie fonti d’informazione sottolineano la grave situazione economica e particolarmente alimentare che stanno affrontando o
stanno per affrontare vari paesi
africani, a causa della siccità. La
situazione in Mozambico è ancora più critica a causa della guerriglia sostenuta da potenze straniere.
Il quotidiano « Le Monde » del
15 dicembre 1983 intitola il suo
articolo: « la carestia avrebbe già
fatto centomila morti in Mozambico ». L’articolo descrive il
dramma che vive giornalmente
la popolazione mozambicana e
l’avvenire oscuro che l’attende.
Vi preghiamo di pensare a questa giovane nazione e alla Chiesa
presbiteriana del Mozambico che
ha deciso di essere parte attiva
in mezzo ai problemi ed ai progetti del proprio paese.
Benin
In seguito alla sessione internazionale degli animatori teologici del novembre 1983 a Porto
Novo (Benin) si è deciso che, nel
1986, una sessione intemazionale
farà il punto sul lavoro svolto
negli ultimi dieci anni. Nel frattempo, delle sessioni nazionali
e regionali continueranno lo studio iniziato, in Africa, su fede
cristiana e posto degli antenati
nella società tradizionale. Le
Chiese del Madagascar, del Mozambico e del Benin approfondiranno la riflessione comune sulla
testimonianza cristiana in un
paese socialista rivoluzionario seguendo tre direzioni: a) quali sono i progetti di vita proposti dalla società tradizionale? b) quali
sono i progetti di vita proposti
dal socialismo rivoluzionario?
c) quali progetti di vita possono
proporre i cristiani?
Dopo la sessione, il presidente
del Comitato esecutivo della
CEvAA ha visitato la Chiesa metodista del Benin, incontrando,
tra l’altro, i responsabili dei due
principali settori di evangelizzazione: l’uno al nord in regione
dominata dai musulmani, l’altro
nella zona di Bohicon (zona della prima Azione Apostolica Comune della CEvAA) in cui gli
stregoni vodoo si oppongono con
animosità al cristianesimo.
6
6 cronaca delleYalli
6 gennaio 1984
1984
Alcuni pensieri di Capodanno:
♦ La Val Chisone e Germanasca
è la più colpita dalla crisi deh
l’occupazione. In dieci anni ha
perso la metà degli occupati nelrindustria e adesso viene annunciata la prossima chiusura dello
stabilimento della FIAT (400 occupati). Ma i punti di crisi sono
rpolti: RTV-SKF {meno 210 occupati nell’Bi), FILSETA (170
eccedenti), TALCO E GRAFITE
(JOO prepensionamenti alla fine
del piano di ristrutturazione).
Se continua l'attuale tendenza le
valli sono destinate a diventare
un dormitorio o una sacca dì
disoccupazione.
Eppure pur conoscendo la situazione, alle ultime elezioni la
gente ha votato massicciamente
per una esponente della famiglia
Agnelli. Tentativo di assicurazione contro la disoccupazione o
sfiducia nella sinistra al governo
della comunità montana che non
ha affrontato il problema? Forse
entrambe le cose.
I sindacati promuovono per il
26 gennaio uno sciopero generale
di valle e la comunità montana
organizza per il 28 gennaio un
convegno sull’occupazione. Un
buon inizio delVM se da questa
mobilitazione nascerà un piano
concreto per la creazione di nuovi posti di lavoro. Senza i quali
non ci sarà futuro per i 700 giovani disoccupati iscritti alle liste di collocamento.
* Il genio militare ha eseguito
nei giorni scorsi una serie di
lavori di pulizia e di arginatura
del torrente Lemina. Nei prossimi mesi analogo lavoro verrà
fatto anche nel Chisone. Ecco
un buon impiego dell’esercito.
Ho parlato con soldati e ufficiali:
anche loro sono soddisfatti di
questo nuovo ruolo svolto. C’è
da sperare...
IN TUTTA LA VAL CHISONE
TORRE PELLICE
Mobilitazione contro
ie decisioni della Fiat
Premio
della bontà
Giovedì 22 dicembre presso la
biblioteca di Villar Perosa si è
tenuta ima conferenza stampa
organizzata dal sindacato e dalla
Comunità Montana Valli Chisone
e Germanasca. A questa hanno
partecipato un centinaio di lavoratori della FIAT che avevano effettuato imo sciopero in corrispondenza della stessa.
A nome del sindacato FLM ha
parlato Enrico Lanza, che ha illustrato i termini della questione e le proposte del sindacato.
Nello specifico: .aU’inizio di dicembre la FIAT ha annunciato
allTTiM la decisione di chiudere
lo stabilimento dì Villar spostandone le produzioni a Firenze e i
lavoratori a Eivalta. I tempi di
questo trasferimento sarebbero
da marzo a luglio del 1984.
Di fronte a questa decisione
unilaterale il sindacato non è
d’accordo e ritiene che:
1) Lo stabilimento di Villar
debba rimanere aperto perché:
a) la vai Chisone e la vai
Germanasca stanno conoscendo
da tempo un», grossa perdita di
posti di lavoro, con un parallelo
aumento dei disoccupati che oggi
sono oltre 700; vi è quindi il ri
schio reale di un ulteriore spopolamento delle valli e di una
loro trasformazione in una zona
dormitorio;
b) a Rivalta i lavoratori di
Villar non avrebbero alcuna garanzia per il posto di lavoro, vi
sono infatti, già ora, nel settore
delle meccaniche, oltre 500 eccedenti, per cui i 400 di Villar andrebbero solo ad allungare la fila di coloro da «mettere fuori»;
c) lo stabilimento di Villar è
altamente produttivo ed efficiente, non si capisce perché occorra
spostarlo.
2) A Firenze variano spostate
alcune produzioni da Rivalta e
Miraflori, in modo da evitare la
chiusura dello stesso.
3) Per portare avanti questi
obiettivi vada avviato un grande
programma di lotte. In questo
senso gli operai di Villar stanno
già effettuando scioperi articolati che vedono l’adesione di tutti
gli operai (purtroppo di nessun
impiegato) e, entro metà gennaio, verrà proclamato uno sciopero generale di valle. Il sindacato ricerca inoltre il coinvolgimento della popolazione della zo
COMITATI DEL PINEROLESE
Al lavoro per la pace
* Gli obiettori di coscienza si lamentano che il comune di Pinerolo, che ha una convenzione
per 10 obiettori, non lì impiega
correttamente e soprattutto che
non ha nessun programma. Anche la Comunità Montana Val
Peltice ha una convenzione analoga e nessun obiettore. Tutti i
comuni però si lamentano che
non hanno soldi per far fronte
ai bisogni sociali degli anziani,
degli handicappati, dei minori,
e che non hanno personale sufficiente. C’è chi vuol lavorare gratis per la pace e la giustizia sociale e non trova posto: una contraddizione da risolvere.
Prosegue intensa la attività dei
comitati per la pace e il disarmo del Pinerolese.
In questi giorni in cui i missili nucleari diventano operativi in
molte parti dell’Europa occidentale, alcuni pacifisti pinerolesi si
sono recati in pullman a Berlino
Est e a Praga per manifestare
per la pace. In entrambi i posti
sono stati respinti dalle autorità
di polizia alla frontiera.
Altri invece si sono recati a
Comiso e a Catania dove hanno
partecipato alla manifestazione
contro i missili.
Tra i prossimi appuntamenti
ricordiamo:
Durante tale riunione verrà preso in
considerazione materiale informativo
sull'Afghanistan, in vista della manifestazione di solidarietà con il popolo
afghano che si terrà venerdì 13 sera
presso l'Auditorium di corso flave, e
si continuerà la discussione sul nuovo
modo di organizzarsi dei Comitati per
la pace.
Lettera aperta alle comunità cristiane
♦ Non si trova un’impresa per
sostituire la Talco e Grafite
nella conduzione della Isolantite. La SECI ha risposto di no.
Ai cento lavoratori non rimane
altra strada che costituirsi in
cooperativa, se vogliono continuare a lavorare. Ma come fare
in una zona in cui la cooperazione è agli inizi? Gli enti locali
che hanno finora espresso solidarietà ai lavoratori, quale supporto daranno alla cooperativa
se nascerà? E il vecchio padrone? Un problema aperto.
Giorgio Gardiol
Comitato per la pace Val Pellice
Lunedi, 9 gennaio 1984, alle ore 21,
presso il Centro d’incontro di Torre
Pellice (Via Repubblica 1), si terrà un
incontro del Comitato Pace e Disarmo
Val Pellice, per discutere di alcune
tematicbe in vista del coordinamento
regionale che si terrà il 14/1 a Torino.
I temi che verranno affrontati sono:
— discussione del documento del coordinamento nazionale:
— adesione individuale al movimento
per la pace;
— autofinanziamento dei comitati locali, regionale e nazionale;
— invio di rappresentanti ai coordinament) regionale e nazionale;
— questionario Inviato dal coordinamento nazionale ai comitati locali.
Comitato per la pace di Pinerolo
Il Comitato di Pinerolo per la pace
e il disarmo si riunirà lunedì 9 gennaio
1984, alle ore 21, presso la Camera del
Lavoro (via Demo, 8).
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na e, in primo luogo degli Enti
Locali, che si devono far carico
in prima persona di questi problemi.
In seguito è intervenuto Merlo, Vice-presidente della Comunità Montana, che ha dichiarato
non solo la solidarietà della Comunità Montana con i lavoratori, ma la volontà di questa di
partecipare in prima persona alle lotte. Ha inoltre ribadito come
questa continua perdita di posti
di lavoro in Valle porti solo allo spopolamento e alla disgregazione sociale, dati da combattere
con forza.
E’ poi intervenuto Minoli, che
a nome deiramministrazione comunale di Villar Perosa ha ribadito il proprio sostegno alle lotte dei lavoratori, anche se si è
dichiarato pessimista sulle possibilità di modificare le decisioni
già prese dalla FIAT.
E’ quindi con il pessimismo
dell’intelligenza ma con l’ottimismo della volontà che tutta la
popolazione e non solo i lavoratori della FIAT, si devono mobilitare per impedire questo ulteriore impoverimento delle nostre
valli.
Paolo Ferrerò
Dopo questa conferenza stampa, il
Comune di Villar Perosa ha approvato
un ordine del giorno di condanna della
FIAT ed ha iniziato una raccolta firme
per convincere la famiglia Agnelli a
mutare la propria decisione.
Anche 11 Comune di Pinerolo nell’ultimo consiglio ha approvato un ordine
del giorno in cui chiede alla FIAT la
revoca del provvedimento di chiusufa
della fabbrica.
La vigilia di Natale è stata scelta dal primo cittadino di Torre
Pellice per offrire, a nome della
municipalità, il « premio della
bontà 1983 ».
Le prime a riceverlo sono state
le Signore Maria Berx Geymonat
e Jeannette Garnier. Entrambe
sono impegnate da decenni nel
campo para-sanitario in cui è richiesto amore, altruismo, dedizione e molta pazienza nel portare sollievo ai sofferenti.
Il Sindaco Stefanetto ha esordito dicendo di avere interpretato la volontà dei suoi concittadini assumendosi l’incarico di attribuire a loro due il premio che,
significativamente, rappresenta il
riconoscimento di fedeltà a valori morali e umani oggi facilmente ignorati nel clima di sopraffazione in cui si vive. In futuro —
ha detto — si costituirà un Comitato ad hoc che sceglierà annualmente i candidati al premio
che consiste in una medaglia di
benemerenza, la cui consegna avverrà pubblicamente.
Alla breve e simpatica cerimonia, svoltasi in un clima quasi
riservato, oltre al Sindaco ha partecipato un gruppo rappresentativo delle comunità: civile e religiose.
I rallegramenti anche da « L’Eco delle Valli Valdesi » alle benemerite signore. A. K.
PROIEZIONE DIAPOSITIVE
L’incontro dei partecipanti al gemellaggio con Guardia Piemontese con
proiezione di diapositive e fotografie
(aperto a tutti) si terrà sabato 14 gennaio alle ore 20.30 presso la Foresteria
Valdese.
A richiesta viene organizzata una cena per dar modo ai partecipanti di fraternizzare. Prenotazioni presso il Centro
d’incontro.
USSL 42 - VALLI CHISONE E GERMANASCA
Il comitato di Pinerolo ha indirizzato alle comunità cristiane
la seguente lettera che è stata
letta in numerose comunità:
In questi giorni in cui i Cristiani ricordano la pace, i Comitati per la pace e il disarmo di Pinerolo e della Val
Pellice solidarizzano con le Comunità
Cristiane affinché questo possa essere
un momento di impegno e ricerca concreta per poter costruire insieme una
pace fondata sulla giustizia, per creare una « cultura di pace » da diffondere soprattutto tra I giovani, affinché il
loro possa essere un futuro diverso
dall’attuale prospettiva di conflitto atomico.
Auspichiamo ohe sia possibile ampliare e moltiplicare i momenti che hanno visto uomini, di credo religioso, opinioni politiche, estrazione sociale diversi, confrontarsi e lavorare insieme
per gli Ideali di giustizia e pace.
Indichiamo alcuni momenti di lavoro
che già abbiamo programmato per continuare nel dibattito, nella ricerca e
nell’impegno:
— una serata di solidarietà con il
popolo dell’Afghanistan venerdì 13 gennaio a Pinerolo;
— una possibile serata con mons.
Hilarion Capucci sul problema palestinese (la venuta di mons. Capucci è
ancora da definire);
— proposta di chiedere ai Comuni
della Val Pellice di dichiararsi zona
denuclearizzata, sia attraverso incontri con gli Amministratori locali e sia
■mediante un lavoro di sensibilizzazione
e di dibattito con le popolazioni dei
paesi interessati;
— interventi nelle scuole superiori
della Val Pellice, cercando soprattutto
la collaborazione con gli insegnanti affinché si avvi! nella scuola un’effettiva
educazione alla pace e si arrivi alla formazione di una vera cultura della pace tra i giovani.
Vi invitiamo a partecipare a questi
momenti e vi chiediamo di farci partecipi delle vostre iniziative.
Rinviata la convenzione
con l'Ospedale valdese
PEROSA ARGENTINA — Ancora una volta l’ospedale di Pomaretto è stato al centro di una
discussione animata tra i consiglieri dell’USSL 42, riuniti il
30 dicembre in un’assemblea
che ha avuto come scopo primario l’approvazione dei bilanci
preventivi per il 1984.
I servizi che l’ospedale rende
sono considerati molto costosi
— si pagano addirittura due volte, secondo il parere del dr. Tobia di ’Villar Perosa — e carenti
in vari aspetti. In particolare,
per non ridursi ad un « cronicario », ( termine usato da un consieliere della Val Chisone), l’ospedale dovrebbe assicurare il
servizio di guardia medica e un
adeguato servizio di pronto soccorso. Sempre da Villar Perosa
è stata ancora espressa la richiesta che nel comitato dell’ospedale sia presente in qualche modo una rappresentanza
deiruSSL.
I consiglieri presenti alla seduta non si sono comunque ritenuti abbastanza informati sulla questione per esprimere un
parere sulla convenzione che dovrà essere stipulata nei prossimi giorni tra l’ospedale valdese
e l’USSL e hanno chiesto una
riunione preventiva della Commissione sanità e dei capigruppo dei partiti componenti l’assemblea.
Altre voci rilevanti del bilancio preventivo, che raggiunge i
9 miliardi, oltre all’assistenza
ospedaliera sono le spese farmaceutiche e l’assistenza medica e infermieristica. Per la spesa farmaceutica (superiore alla
media nazionale), un’analisi com
piuta dairUSSL rileva notevoli
diversità tra le varie zone, con
i massimi a Perosa e in vai Germanasca e i minimi a Pinasca
e in alta vai Chisone.
Risulta invece più soddisfacente la situazione dell’assistenza medica e infermieristica, perché c’è una maggiore possibilità
di assunzioni e anche i medici
giovani accettano più volentieri di stabilirsi in aree lontane
dai grandi centri.
Molto più difficile il bilancio
nella parte riguardante le funzioni socio-assistenziali, per .i
grossi tagli subiti dai finanziamenti: si è reso quindi necessario aumentare la quota a carico dei Comuni, che per il 1984
raggiungerà i 18 milioni.
Senza fare storie, infine, l’assemblea ha approvato la nuova
convenzione con il Convitto valdese di Pomaretto, dove si costituiranno due comunità alloggio, con diciotto ragazzi ospitati.
L. V.
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7
6 gennaio 1984
cronaca delle Valli 7
NASCE IL « TEMPO PROLUNGATO »
Nuovi orientamenti per la Scuola media
I
9
f
Dei tre ordini di scuola esistenti, senz’altro la scuola media inferiore è quello più dinamico dal punto di vista legislativo, delle riforme. Con i nuovi
programmi del 1979, la scuola
media italiana ha assunto, almeno sulla carta, una dignità
anche in ambito europeo. La
realtà di questo settore scolastico è però più arretrata della
legislazione.
I nuovi programmi infatti,
per una gran parte delle scuole
italiane, sono molto distanti da
quello che effettivamente viene
insegnato e dal modo in cui viene insegnato.
Mancato aggiornamento degli
insegnanti, ma soprattutto una
organizzazione del lavoro estremamente rigida, sono le cause
principali di questa sostanziale
inapplicazione.
Dal prossimo anno scolastico
la scuola media sarà attraversata da una nuova ondata riformatrice. Con il Decreto Ministeriale (D.M.) del 22 luglio 1983
e l’Ordinanza Ministeriale (O.M.)
del 22 luglio 1983 viene imposta
la soppressione dei doposcuola
e dei tempi pieni esistenti e la
loro eventuale trasformazione in
un unico modello di Tempo
Prolungato (T.P.) che ha suscitato reazioni diverse. Una, particolarmente favorevole, è venuta dal Meridione dove il « tempo pieno » è sostanzialmente
inesistente e dove queste disposizioni pongono le basi per avviare finalmente nuove forme
di sperimentazione didattica.
Negativamente hanno invece
reagito diverse situazioni in cui
il « tempo pieno » è già una
realtà strutturata su modelli organizzativi e didattici non facilmente assimilabili a quelli imposti dal Ministero. Per loro si
tratta di un arretramento. Ambedue le valutazioni sono fatte
su motivi reali e giusti, però è
necessario ragionare tenendo
presente la situazione nel suo
complesso. La situazione della
scuola media è, molto schematicamente, questa.
II « tempo pieno » integrato è
attuato da circa il 4% delle classi e degli alunni esistenti. Di
questo 4% più della metà lo
troviamo nell’Italia settentrionale.
---------------------------------------\
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
Carri. Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio Gardioi, Marcella Gay,
Adriano Longo, Aurelio Penna, JeanJacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
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Decorrenza r genn. e 1° luglio (semestrale).
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
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Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
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Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà ». Via Pio V, 15 • Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
Le classi di doposcuola coinvolgono all’incirca il 14% della
popolazione scolastica della
scuola media. Esistono inoltre
le scuole autorizzate alla sperimentazione strutturale prevista
dai decreti delegati che però,
pur essendo importantissime per
le esperienze che vi vengono
svolte, sono in numero così esiguo che possono servire tutt’al
più per arrotondare le percentuali. Come si può notare, quindi, la stragrande maggioranza
delle scuole medie, oltre l’80%,
non sono toccate da nessuno dei
processi sopra citati.
Il problema che dobbiamo
porci è se il tempo prolungato
può avere significati positivi non
solo per i doposcuola ed i tempi pieni, ma anche per tutto il
resto della scuola.
Il doposcuola:
esperienza negativa
L’O.M. sancisce la chiusura
dei doposcuola a partire dall’anno scolastico ’84/85. Questa decisione è senz’altro saggia ed era
tempo di adottarla. In effetti i
doposcuola rappresentavano un
incredibile esempio di sperpero
di denaro pubblico e di risorse
umane. Privi di un contenuto didattico e pedagogico serio, svolgevano unicamente un ruolo di
assistenza, scarsamente qualificata, che per altro veniva meno
col sopraggiungere della bella
stagione. Con la loro soppressione rimane comunque una richiesta di assistenza negli orari
pomeridiani che un servizio pubblico non può ignorare.
La crisi
del tempo pieno
I tempi pieni che erano partiti
con molto entusiasmo da parte
di numerosi gruppi d’insegnanti, stanno ora vivendo una fase
di crisi e di ripensamento. Il
mancato riconoscimento del tempo pieno dal punto di vista normativo (pratica impossibilità di
espansione) ed il mancato riconoscimento della quantità e della qualità del lavoro svolto, con
il passare degli anni hanno incentivato l’abbandono di numerosi insegnanti. Altro elemento
di crisi è stato il prevalere della
domanda di assistenza su quella
qualitativa per la concorrenza
della scuola normale affiancata
dalle opportunità educative che
il territorio offre in modo sempre più consistente.
Il tempo prolungato
II D.M. sul tempo prolungato
arriva con molto ritardo rispet
Preiscrizioni
Sulla base delle nuove disposizioni
si comunica che le preiscrizioni alla
classe r Media, presso la Scuola Latina di Pomaretto, avranno luogo nei
giorni 13 e 14 gennaio, dalle ore 9 alle ore 11.
to alla situazione descritta; certo non costituirà la panacea di
tutti i mali, ma può servire per
generalizzare una serie di innovazioni strutturali assai importanti tra cui vale la pena di sottolineare; 1) la possibilità di dividere la classe in gruppi sia per
esperienze di laboratorio, sia per
un lavoro di recupero, con programmazione differenziata, per
gli alunni che ne hanno bisogno ;
2) la compresenza degli insegnanti di educazione fìsica mar
schile e femminile nella stessa
classe; 3) la possibilità di utilizzare uno dei due insegnanti di
educazione tecnica in compresenza con altre materie ; 4) la riduzione del numero di classi per
insegnante (massimo fino a sei
classi) che sottrae tempo al lavoro burocratico a vantaggio della programmazione.
Un primo effetto positivo in
ogni caso si è già avuto ; si è avviata una discussione sulla scuola che vede.coinvolto un elevato
numero di persone tra insegnanti e genitori. Una discussione
che a volte è solo preoccupata
di capire Orari, servizi, assistenza, ma che molto spesso invece
coinvolge la scuola nella sua essenza, nelle sue finalità, nella sua
qualità. E* dal tempo della prima esperienza degli Organi Collegiali che questo non si verificava più.
Dove e come le classi
a tempo prolungato
Classi a tempo prolungato potranno essere istituite nelle scuole in cui vi sarà una esplicita richiesta delle famiglie, la domanda andrà fatta entro il mese di
gennaio ’84.
Se vi sarà questa richiesta dell’utenza, e se le strutture scolastiche sono idonee ad ospitare
delle classi mattina e pomeriggio, il collegio dei docenti non
si potrà sottrarre (come invece
poteva accadere in passato) al
compito di elaborare un piano
orario ed un progetto didattico
per il tempo prolungato.
Teoricamente la richiesta dei
genitori e l’idoneità delle strutture sono le uniche condizioni
per avere il T.P. Nella realtà, soprattutto dove ci sono scuole
con un bacino d’utenza molto
disperso sul territorio, occorrono anche servizi pubblici (mense e trasporti) che gli Enti Locali dovrebbero assicurare per
garantire un effettivo diritto allo studio e, nel nostro caso, per
rendere effettivamente praticabile il tempo prolungato.
Il modello orario
Il D.M. consente una parziale
elasticità nella scelta del modello orario. Sarà possibile avere
degli orari che variano dalle 36
alle 40 ore settimanali per gli
alunni.
Poiché sia che si scelgano le
36 ore, sia che si scelgano le 40
(o soluzioni intermedie) il numero delle cattedre e degli insegnanti di una classe ( o di un
corso) non varia, e poiché tutto
il monte ore degli insegnanti del
tempo prolungato verrà utilizzato nel T.P. stesso, ne consegue che adottando un modulo di
36 ore, sarà più consistente la
quantità di ore che gli insegnanti avranno a disposizione
per attività di compresenza, di
laboratorio, di recupero e di sostegno. E’ proprio sull’utilizzo di
queste ore che si gioca, in buona parte, la qualità del T.P.
Esistono anche altri motivi
che fanno preferire il modello
più breve; vengono ridotti i ritorni pomeridiani degli alunni in
modo da liberare tempo sia per
sviluppare interessi extrarscolastici, sia per potenziare la capacità di studio individuale. Viene
ridotto l’utilizzo della mensa e
di conseguenza anche il compito
di assistenza degli insegnanti a
tutto vantaggio del compito didattico.
I problemi
ed alcuni consigii
E’ possibile leggere questo decreto in modi diversi e quindi è
anche possibile dare delle interpretazioni di tipo restrittivo che
ne vanificherebbero gli aspetti
innovativi.
I rischi di questo genere ci sono e vengono dal Ministero e da
quelle scuole che non vogliono
sentir parlare di tempo prolungato.
Inoltre sono ancora da chiarire alcuni problemi ai quali, per
il momento, manca risposta:
l’84/85 sarà un anno di transizione in cui si inizierà soltanto
con le prime classi? qual è la garanzia di espansione, nel tempo,
di queste esperienze? il tempo
prolungato si potrà fare solo
nelle scuole dove c’erano tempo
pieno o doposcuola, oppure anche nelle scuole solo a tempo
normale?
Queste, accanto ad altre questioni riguardanti le condizioni
di lavoro degli insegnanti, sono
cose ancora da verificare. In
ogni caso la qualità della scuola
dipende, in buona misura, anche
dalla qualità e dalla volontà degli insegnanti. Questo vale, ovviamente, sia per il T.P. che per
il tempo normale. Se l’insegnamento è ad un buon livello, gli
alunni del tempo prolungato godranno di una maggior quantità
di buon insegnamento, il che è
positivo da tutti i punti di vista.
Poiché non è possibile conoscere tutti gli insegnanti, è però
possibile valutare e fare delle
scelte sulla base di progetti didattici. Se il Consiglio dei docenti della classe presenta un
progetto richiedendo sulla base
di questo l’iscrizione al tempo
prolungato, allora siamo in presenza di un buon segnale. Se poi
ci troviamo di fronte ad attività
di laboratorio in compresenza e
non, ad attività di recupero con
programmazione differenziata inserite in modo organico all’interno di un’unica concezione dell’insegnamento, allora possiamo
intravvedere un modo diverso e
dignitoso di fare scuola su cui
vale la pena investire.
Beniamino Lami
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RINGRAZIAMENTO
« Io so in chi ho creduto »
(Il Tim. 1 V. 12)
I figli della cara
Emilia Salmi ved. Pellegrin
ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro lutto. In modo particolare il Direttore, la Dottoressa e tutto
il personale del Rifugio Re Carlo Alberto, i medici ed il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, e
tutte le persone che sono state vicine
alla loro cara Mamma e le hanno
voluto bene.
Torre Pellice, 24 dicembre 1983.
RINGRAZIAMENTO
« Consolatevi voi tutti che mi
eravate tanto cari. Io lascio un
mondo di dolore per un regno
di pace. Gesù dice, io vivo e voi
vivrete ».
(Giov. 14: 19)
La moglie e i familiari commossi e
riconoscenti per la dimostrazione di
stima e affetto tributata al loro caro
Guido Ricca
nell’impossibilità di farlo singolarmente, sentitamente ringraziano tutti coloro che gli sono stati vicino, in particolare il dott. Griffa, l’infermiere Fausto, i pastori Tomassone e Genre, i vicini di casa e coloro che con fiori e
scritti hanno preso parte al loro dolóre.
San Secondo, 6 gennaio 1984.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Emilia Albarin ved. Peyrot
ringraziano vivamente tutte le persone che con la loro presenza, scritti, parole di conforto e offerte aU’O^edale
valdese di Torre PeRice hanno partecipato al loro grande dolore.
Torre Pellice, 6 gennaio 1984
RINGRAZIAMENTO
La famiglia e i parenti della rimpianta
Lina Roman in Rivoira
ringraziano i numerosi amiei e conoscenti che hanno manifestato con tanto affetto la loro partecipazione al lutto che li ha colpiti.
Torre Pellice, 6 gennaio 1984
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«
8
8 speciale
6 gennaio 1984
Associazione evangeiica
di volontariato
Dopo una lunga riflessione si è giunti quest'anno a fare il punto in due convegni nazionali tenutisi a Firenze a distanza di pochi mesi. Nel
primo i convenuti appoggiavano l'ipotesi della
costituzione di una Associazione Evangelica di
Volontariato che operasse nel campo evangelico
e fra i simpatizzanti ; nel secondo svoltosi l'8 e
9 ottobre, l'Associazione veniva ufficialmente costituita alla presenza di un notaio. Adesso che lo
strumento per il collegamento e la promozione del volontariato è pronto siamo chiamati,
come singoli e come strutture a riempirlo di contenuto nei fatti, dando adeguato spazio ad una
riflessione biblica che ci coinvolgala tutti i livelli.
Perchè l’AEV? Gli scopi
Vi sono dei momenti nella vita di una chiesa
in cui una serie di esperienze condotte per anni
in settori diversi convergono in modo tale da imporre una sosta di riflessione e di verifica in vista
di un nuovo rilancio. Così è per l’esperienza del
volontariato vissuta nelle nostre chiese ed opere
evangeliche. Da anni essa è stata praticata con risultati più o meno convincenti, sia nelle forme
meno impegnative (alcune settimane presso un'opera assistenziale) sia in azioni di maggiore portata (la presenza in zone di catastrofi naturali) o
di più lunga durata (comunità permanenti di servizio) ecc. Ora anche la possibilità del servizio
civile alternativo a quello militare si affianca a
questo tipo di esperienze.
Davanti ad un quadro di interventi sempre più
vasto e diversificato, alimentato da nuove necessità, da nuove offerte di disponibilità, e da più
approfondita riflessione, è emersa l’utilità di una
valutazione globale di tali esperimenti.
In questi stessi anni lo stato e le regioni con
una serie di leggi stanno prevedendo un preciso
spazio a forme differenziate di volontariato, ma
richiedono per essere riconosciute, che il volontariato sia strutturato, organizzato, fornito di strumenti per il suo continuo aggiornamento.
Anche le normative si sono fatte più vincolanti,
per alcuni è nata l’esigenza di vedere l’intero problema nella sua unità e di avere un organismo stabile di coordinamento e di promozione delle varie
esperienze di volontariato.
Per questo sono stati indetti a Firenze due convegni di cui il secondo costitutivo dell’Associazione Evangelica di Volontariato. Patrocinatori dell’
VAssociazione, oltre la Commissione per la Diaconia, la FCEI, la FDEI e la EGEI.
Indirizzi utili
Per chi volesse mettersi in contatto con l’Associazione questi sono gli indirizzi:
□ Sede legale: ASSOCIAZIONE EVANGELICA DI
VOLONTARIATO — Via dei Serragli, 49 50124 Firenze.
— Conto corrente postale: 22585509 (intestato
alla Associazione).
— Conto bancario: 26328 presso IBI sede di
Firenze.
— Codice fiscale: 94009700488.
I responsabili dell’Associazione sono:
□ Presidente: Adriano Longo . Via Arnaud, 34 10066 TORRE PELLICE (To) - Tel. 0121/91801;
□ Vicepresidente: Arlette Ricca Armoni - Via dei
Muretti, 25 - 16035 RAPALLO - Tel. 0185/272602;
□ Segretario: Debora Spini - Via delle Palazzine, 2
- 50016 SAN DOMENICO di FIESOLE (Fi) Tel. 055/599255;
□ Tesoriere: Marco Jourdan - Via dei Serragli, 49
- 50124 FIRENZE - Tel. 055/212576;
□ Consigliere: Stefano Meloni - Villaggio Evangelico - Via Rivarano, 12 - 83024 MONTEFORTE
IRPINO (Av).
Come funziona?
Durante il convegno costitutivo si è discusso ed approvato lo Statuto, che è lo strumento
base deH’Associazione stessa. Qui di seguito evidenziamo i punti salienti.
Anzitutto gli scopi deirAssociazione:
« Art. 3 - L’Associazione è un organismo di collegamento e di promozione dei volontari di ispirazione cristiana evangelica e di collaborazione con
gli istituti, le opere ed i centri operanti nell’ambito della testimonianza cristiana, delle istituzioni
pubbliche e private, sia a livello nazionale che internazionale. Essa ha come scopo:
a) favorire la crescita di un movimento di
volontariato di ispirazione cristiana evangelica
attraverso momenti di studio, ricerca, riflessione, confronto e verifica;
b) fornire un servizio di informazione, consulenza ed assistenza ai volontari ed agli organismi che accettano il servizio dei volontari, ed alle
loro specifiche iniziative;
c) rappresentare i soci, volontari presso gli
organismi, gli enti sia pubblici che privati per la
stipula delle opportune convenzioni circa l’impiego dei volontari stessi;
d) promuovere, attraverso studi, corsi, incontri, la formazione professionale, sociale e spirituale dei soci volontari in vista di un servizio
sempre più aderente alle esigenze specifiche degli
uomini e delle donne cui è diretto;
e) promuovere la collaborazione nazionale
ed internazionale tra le associazioni e gli organismi di volontariato;
f) promuovere ed organizzare l’azione di volontari nell’emergenza in occasione di catastrofi
e di disastri naturali in collaborazione con gli Enti Pubblici preposti e con il Servizio di Azione Sociale della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia ».
Il Consiglio eletto ha il compito di avviare il
funzionamento dell’Associazione secondo le regole statutarie, tenendo conto del dibattito emerso
nel primo e nel secondo incontro di Firenze e cioè:
— Esaminare le offerte dei volontari e le richieste degli Enti e di accettarle.
— Stipulare un’assicurazione per responsabilità
civile, infortuni e malattia con il Servizio Civile Internazionale (S.C.I.) a copertura dei rischi durante tutto il periodo in cui il volontario è distaccato presso l’Ente.
— Stipulare le convenzioni con gli Enti che ospiteranno i volontari, sia nell’ambito delle chiese che con associazioni laiche o Enti Locali.
— Curare il reclutamento, l’informazione, l'addestramento e l’aggiornamento dei volontari
e degli Enti.
— Curare i contatti internazionali e piromuovere
lo scambio reciproco di volontari.
L’Associazione avrà almeno un’assemblea all’anno in cui i soci faranno il punto delle iniziative intraprese, approveranno i consuntivi dell'annata trascorsa ed i preventivi della successiva, indicheranno i nuovi obiettivi od iniziative che l’Associazione dovrà intraprendere ed eleggeranno il
nuovo Consiglio che rimarrà in carica per un
anno.
Il Consiglio ritiene che gli ambiti di azione dei
volontari, in questa prima fase d’avvio, possono
essere iniziative a favore di minori, di soggetti
portatori di handicap, di anziani, di ospedalizzati,
di tossicodipendenti e iniziative di animazione
sociale e culturale.
Da quanto sopra si può affermare che gli ambiti previsti dallo Statuto sono abbastanza ampi,
tali da permettere di ricomprendere anche nuove
possibilità di intervento o situazioni che si venissero a creare nel futuro.
Nell’art. 18, relativo ai compiti del Consiglio,
vi troviamo, fra gli altri, quello di redigere un
« Regolamento per il funzionamento dell’Associazione la cui osservanza è obbligatoria per tutti
gli associati una volta approvato dall’Assemblea ».
Questo Regolamento è, dopo lo Statuto, lo strumento più importante, in quanto con esso verranno accolte tutte le indicazioni atte a far funzionare l’Associazione nei suoi rapporti con i volontari, con gli enti e fra di loro.
E’ quindi indispensabile che il volontario conosca in quale quadro va a prestare la sua collaborazione, abbia il modo di sentirsi inserito in
una ricerca di cui conosce ed appoggia i fini.
L’Associazione garantirà ai soci volontari un
piccolo « argent de poche ».
Altresì pone l’accento su temi emergenti, tra i
quali, assumono particolare rilievo il problema
della pace e della giustizia e il problema delle
carceri, individuandoli come potenziali settori di
impegno volontario.
Nella foto un volontario al lavoro alla costruzione di
Agape nel 1947.
Pagina a cura di Adriano Longo
Come si diventa soci
Il volontario, (che deve aver compiuto il 18“
anno di età) o l’ente (associazione, comunità, istituto, società), richiedono copia dello Statuto a uno
dei membri del consiglio. Insieme ad esso verrà
inviato im formulario da compilare in cui, presa
visione dello Statuto, il volontario o l’ente dichiarano di approvarlo in ogni sua p>arte e di voler
essere ammessi come soci per l’anno in corso; di
corrispondere la quota associativa di L. 10.000 se
soci individuali, di L. 50.000 se soci collettivi per
ogni progetto o cantiere stagionale, o di L. 100.000
per ogni progetto o cantiere permanente (di tutto
l’anno).
Il volontario dichiara ancora per quale periodo è disponibile a prestare il suo servizio ed in
quali campi; gli enti invece dovranno precisare a
quali servizi intendono adibire i volontari e per
quali periodi.
I formulari compilati vanno restituiti ai mem
bri del consiglio che alla prima riunione vaglie
ranno le richieste ed ammetteranno i nuovi soci
Si rimane soci fintanto che si pagano le quote so
ciali annuali e si ottempera agli impani assunti