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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Segiicndo lu vcriU ticlìu rm ilk
Kkes. IV. is.
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per cadun Numere cenlesimi 40. — Per caduna linea d’inserzione cenlesimi 20.
Contfixloiil d’AMMciazionet
PerToRiNO — Un Anno L. S. — Adomicilio L. 9 •
Sei mesi • a. — • S »•
Tre mesi > •. — • • «S
— PnovixciE L. « «O.
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Per Francia e STizzera franco a destinazione, e per l’Inghilterra franco al confine lire »
per un anno, e lire S per sei mesi.
Le Associazioni si ricevnno; in Tokiiiii all'lJfllElo del (•lornnlo.via Valenliiiu, >a«H
Bellora, N“ 12, 3” pian«; e dai »"rBli'lll l'iaiira lilirai, viu H. V. degli Anneli, tasa Ponilm.
— A Genova, alla rapprllti ValfifNP. mura di S. Chiara.
Nelle provincie, presso tutti gli Vlfirii potlnli per mezzo di chcduvi-aiino essere ittviaii
franco al Direuore della Iti »N.\ N»vf.i,l.\ e non altrimenti.
All'estero, al seguenti iudiriui: I.<i!<dr.\, dai si|w. Nissiiott c C. librai, 2i Ilei iiers-strcKt;
PArn;i, dalla libreria C. Mejruiis, rue Tromhet, i; Nimks, dal sig. Peyrol-Tinel libraio; l.iKoe;
dai sigg. Ucnis et Pelit Pierre librai, rne Neuve, IS; tiitr.vn.t, dal sig. E. Ilernud libraiu
Losas.ia, dal sig. Delafontaine libraio.
CHB COSA È IL PROTESTANTÌSMO?
Vili.
Seguitando ad enumerare gli articoli della
nostra fede, noi crediamo che dopo la morte
segue il giudizio, che vi ha un cielo ed un inferno 0 luogo inferiore , e che la sorte delle
anime si decide immediatamente dopo la morte.
Ma sulla natura di questo cielo c di questo inferno nulla sappiamo di più di quello cho la
Bibbia ci dice; che l'uno sarà il soggiorno della
gioia ineffabile ed eterna, l’altro il soggiorno
de’ dolori e della tristezza.
L’obbiezione cho alcuni fanno circa all’esistenza di un inferno, dedotta in massima dall’essere Iddio troppo buono per voler condannare le sue creature, ci desta ben poca sensazione ; prima di tutto perchè qui non si tratta
di stabilire un sistema filosofico, nò dobbiamo
esaminare ciò ch’è possibile o probabile o desiderabile, ma soltanto quello che ci è rivelato:
in secondo luogo perchè infatti Iddio non volle
la morte del peccatore (Ezech. XXXIII, 11,
XVUI, ma la sua felicità, ch«'< per atX{uistarglicla non si ritrasse dal sacrificio volontario
del proprio Figliuolo fGiov. III, 16). Sta dunque
al peccatore lo scegliere: Dio fece per lui quanto
poteva, senza recar detrimento alla libertà dell’uomo; Egli non vuole costringerlo ad entrare
nella beatitudine, ma per ia sua salvezza non
risparmiò nè sacrificii, nè avvertimenti.
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORIHA IN ITALIA
NEI. SECOLO XVI.
III.
Dopo il miserando caso d’Arnaldo, le accuse
contro la depravazione clericale divennero comuni, ed avevano un grandissimo peso agli
occhi delle moltitudini, appunto perché lanciate per lo più da persone note per altezza di
mente e per convinzioni cattoliche. Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, autore del
poema sacro, la Divina Commedia, tutfallro che
sospetto d’eresia, commosso di nobile sdegno
fulminava neirinferno lo spirilo d’idolatria e di
avarizia con cui i clericali avcan deturpato il
cristianesimo:
« Fatto v’avete Dio d’oro e d’argento;
« E che altro è da voi all’idolatre,
« Se non ch'egli uno, e voi n’orate cento?
Son cosi note le amare rampogne ct)e II gran
I razionalisti non rimarranno paghi di questa
nuda esposizione del dogma, riferibile alla pena
0 alla beatitudine eterna; eppure anche intorno
a tale mistero la ragione può discoprire alcune
importanti verità, esaminando l’ordine morale
dell’universo. A cagion d’esempio, non racchiude egli forso le tre seguenti idee principalissime, dolla legge, della pena edeH’espiazione?
E non è assolutamente necessario il conoscere
la legge, per eseguirla ; il credere alla pena,
senza alcun dubbio , adlnchè sia teinula ; e
l’avere, per ultimo, la certezza che, violata I<i
legge ed incorsi nella pena, è d'uopo scontarla?
Or la legge morale non concerne i soli delitti,
come ha luogo nelle leggi criminali, ma abbraccia tutti i peccati ; non si limita allo stato
della presente vita, anzi l’azione di essa si estende alla vita oltrainondana e alla condizione
eterna delle cose ; non mira ad una parte sola
dell’ordine, ma tende all'ordine universale. Dal
che ne conseguita che per avere la contezza
della pena, corrispondente alla suddetta legge,
bisognerebbe conoscere; \° la misura della
colpa ; 2* la notizia della pena spettante allo
stalo avvenire, (wsto fuori del mondo attuale ;
3“ le attinenze fra la pena e la colpa, cioè fra
il male fisico e il mal morale.
Ma di queste Ire cose tanto essenziali, l’uomo
non può avere, sulla terra, una contezza razionale proporzionata al bisogno; egli è solamente
in caso di farsi un’idea generica del mal morale.
Poeta scaglia qua e là nelle tre cantiche, contro
i corruttori della religione, che non occorre di
ripeterle. Chi poi ha letto il libro della Monarchia, rammenterà come il nostro Alighieri tratti
il papa regnante e quelli che l’avevan preceduto,
e Ttf qual modo coiiibatla le loro ambiziose pretensioni al potere temporale, la loro avarizia, il
loro orgoglio e ogni altra loro turpitudine, caratterizzandoli quali < figliuoli d’iniquità e del
diavolo, tuttoché si dicano figliuoli della Chiesa ».
Chi non ha letto i bellissimi versi di l’elrarca
(ed era un canonico!) contro la corruzione della
curia romana?
« Foatana di dolore, albergo d'ira,
• Scola d’errori e tempio d’eresia,
t Già Roma, or Babilonia falsa e ria,
« Per cui tanto si piagne e si sospira.
< O fucina d’inganni, o prigion d’ira,
« Ove il ben muore e’1 mal si nutre e cria;
« Di vivi inferno: un gran miraeoi fia
« So Cristo teco alfine non s'adira ».
Il colto lettore conoscerà eziandio quanto
scrisse il Boccaccio intorno a’ vizi dei papi, dei
cardinali e del clero. 11 suo Decamerone è senia
od una idea relativa della gravezza di alcune
trasgressioni, ma nulla piti. Cosi riguardo alla
pena, per averne un concetto chiaro, sarobiio
d’uopo sapore che cosa sarà dell’anima e del
corpo dell’uomo neH’olernità: e l’eternilà stessa
è tale mistero che per rappresentarcela siamo
costretti a definirla un tempo senza line. Nc
schiarimento migliore dobbiamo aspettarci dalla
ragione riguardo alle attinenze della pena col
pecc^ato, vale a ilire riguardo alla proporziont!
che passa fra la prima, ch’c un malo lisico, e la
seconda, ch’è un tlisordine morale; o riguardo
puro alla regola non che alla misura delle duo
suddette cose, <li natura cosi dilTerenle; ad onta
di ciò, possono i razionalisti asseverare in coscienza, che non vi sia correlazione tra il doloro
e l’abuso della libertà, Ira il [liacere o la virtii,
il demerito e il merito, ecc.? La ragione, in
genere, c’insegna cho l’ordine turbato o rotto
dalla c»lpa, viene ristabililo col supplizio, ma
non può additarci nè le proporzioni, nè il pe.so
dell’una e dell’aUro; o tanto meno se ci trasportiamo col pensiero alia vita oltramondana.
Vogliamo aggiungere un'altra verità assai
rilevanle, ed è che le idee foniÌamcntali dell’ordine morale, come sarebbero quelle di legge,
di virtù, di colpa, di pena, di ricompensa, ecc.
che noi po.ssediamo (siccome ce lo dimostra
un’accurata analisi), non vengono mica trasportate dall’ordine mondano aH’ordiiio eterno,
ma viceversa, in guisa che il concetto di legge.
dubbio zeppo di scene lubriche cd immorali; ma
è una pittura fedelissima e viva de’costumi del
clero.
Questi tre insigni letterali furono ben tosto
imitati da un gran numero di scrittori italiani;
e le satire e le invettive coniro i monaci ed i
frali pubblicale si in versi che in prosa negli
altri paesi, non furono che imitazioni o traduzioni di quelle scritte in Italia.
Nel principio del secolo xv Lorenzo Valla, celebre grammatico, filosofo e teologo, il quale, al
dire di Erasmo, « ridonò aH’eloquenza italiana
il suo antico splendore », scrisse un libro coniro
la prelesa donazione di Costantino e contro gli
abusi de’papi; scrisse parimenti alcune savie
considerazioni sul Nuovo Testamento e parecchi
dialoghi religiosi, in uno de’quali sostiene intorno al libero arbitrio ed alla predeslinazione
la stessa dollrina, che dopo lui proclamarono
Lutero e Calvino. Però le sue idee riformatrici
non lardarono ad attirargli coniro l’odio e lo persecuzioni della romana curia, che dannollo ad
essere abbrucialo vivo come Arnaldo da Brescia. Ma Lorenzo Valla, piùforlunalo di ({uest’til-
2
per esempio, non deriva (lapli statuti degli
uomini, per essere ap[)licato alla volontà di
Dio; anzi daH’idea di Dio discende negli ordini
umani.
Insomma la ragiono jiuò trovare noi detti
misteri, in altri ancora c in quello pure della
risurrezione, delle mirabili analogie razionali,
ma non risolverli ; da ogni parto incontrerà incertezze cd oscurità. Data la quale condiziono,
ella non devo ricusare la benefica mano che
vuole guidarla, onde toglierla dall’intricato labirinto in cui s’aggira : anziché negare le cose
sovrannaturali, perchò non può giungere a spiegarle, avendo forzo naturali soltanto, deve la
ragione valersi di un mezzo correlativo, di una
forza eziandio sovrannaturale, cioè della rivelazione; ed allora troverà lo scioglimento, in
genere, e per quanto ò possibile, dei sovrintelligibili; e in ispecie Iroverà in quel dogma
che accorda portentosamente la dottrina del perdono colla gravità infinita del male morale, cioè
nel mistero dell’ Incarnazione di Gesìi Cristo , lo
scioglimento, avvenuto nella pienezza dei tempi,
dell’idea sull’espiazione delia pena, in quanto
cho Gesù Cristo ha soddisfatto, per conto xlel
genere umano, la giustizia divina; e i di lui
meriti ci sono applicati e la santità sua ci è
appropriata colla fedo, dalla quale poi scaturisce la carità operosa. Ciò premesso, la ragione,
chiarita dalla Parola rivelata, spinta dallo
sfosso desiderio della propria felicità, sorretta
dal principio della vita nuova e sollevala dal
peso del [leccato, si sentirà obbligata a credere
volontariamento che il voro non può ripugi^iro
al vero, e cho roternità dello pone s’accorda
colla giustizia divina; si sentirà forte por dominar lo passioni o seguire il bone; in uua
¡larola, camminerà libera, anzi, com’ò detto nel
salmo CXIX, 32, dorrerà nella via de’ comandamenti di Dio, perch’Egli avrà allargato il cuore
dell’uomo.
Volendo ora parlicolarmente fissar l’atteuziono sul Codice divino, da cui ricaviamo le
nostre credenze e dottrino, ripeteremo qui cho
limo, potè sottrarsi al barbaro supplizio, riparando sotto la protezione di .Vlfonso V re di
-Aragona.
Contemporaneo di Valla fu i’oggio lìracciolini,
il quale, abbenchè fos.se segretario del pontefice
Nicola V, scrisse un'eloquente e patetica descrizione del nolo inartirio di Gerolamo da Praga,
oiid’egli fu leslimone oculare, e non pochi dialoghi sull’avarizia, la lussuria e l’ipocrisia, dipingendo'con mirabile maestria e verità i vizii
del clero, non che l’ignoranza e la sciocchezza
de’predicatori d’allora.
Verso la fine del decimo(]uinto secolo veniva
in luco un poema sacro, scritto in latino; oltre
a’pregi d’una forma ricca di classica eleganza,
è assai commendevole per la sana morale cho
vi campeggia; autore di questo pregevole poema
era il monaco lìaltisla di .Mantova. — Ne tradurremo un brano, in cui si deplorano le orrendo
calamità della Chiesa di quei tempi:
« I sacri tempii,
« Le corone, gli altari, i sacerdoti,
« Fiu le preci e gl’incensi e il cielo e Dio...
« Tutto mercar si suole iu mezzo a uoi!
noi consideriamo la Bibbia come la sola fonte
d’ogni verilà, por essere, senza alcun dubbio^
il libro di Dio, la Parola di Dio ; l’unica che
possa avere la forza di leggo nella Chiesa, ed
esser la regola della fede e della morale. Noi
crediamo cho tutti i cristiani, ognuno in particolare, haimo l’obbligo e il diritto di leggerla,
di studiarla e di sindacare por essa l’insegnamonto de’ predicatori e do’ ministri, in quella
guisa cho i cristiani di lierrea confrontavano
le predicazioni di Paolo c di Sila coll’antico
Testamento [Aui XVII, IO, II). Non possiamo
considerale come membri reali della nostra
società coloro cho trascurano questo dovere;
nò tenere per cristiani quelli che vogliono impedire gli altri di adempierla. -Accettiamo tutte
lo dotlrine che la Bibbia consacra e nei termini
stessi da lei usati : non esclamo delle riserve,
dov’ella ne fa; condanniamo ciò ch’ella condanna: fuori della Bibbia, il dubbio: nella Bibbia, la verilà; contro la Bibbia, l’errore e la
menzogna. Aggiungasi che noi appelliamo Bibbia la raccolta de’libri sacri deU’antico e nuovo
Testamento, e rigettiamo gli apocrifi.
I clericali hanno proibito la lettura del testo
originale della Bibbia, perchò sanno benissimo
di non essere fedeli custodi e rivelatori delle
dottrino ivi raccolte, o sanno altresì che l’assoluto dominio (ossia l’incarnazione della superbia
umana) da loro esercitato, è dol tutto contrario
allo spirito del Vangelo, in guisa che, dove gli
uomini giunsero a conoscerlo, ossi perdettero
ogni imperio.
Non dobbiamo adunque meravigliarci se i
clericali collocano la religione iicU’autorità da
una parte (dalla loro, s’intende) e neU’obbcdienza dall’altra, cioò ia.tutfo il rimaiiento del
genere umano, fatta aé'fi'aziono dall’autorità
della Bibbia. Come accennammo altrove, l’autorità e l’obbedienza sono certo necessarie negli
ordini della Chiesa, ma sempre come strumenti
0 mezzi 0 non come fino, ossia per mantenere
l’ossequio e l’obbedienza alla Parola di Dio,
colla predicazione e coll’istruzione; nella quale
« Fatta è spelonca d’ogni mal, s’è fatta
« Nido d’orreude scelierauze quella
« Cui noman sacra pontifìcia soglia ».
Non la finiremo se qui volessimo ragionare di
lulti gli uomini illustri che in quell’epoca si
fecero a sferzare le turpitudini dcU’alto e basso
clero, e segnatamente de’ romapi ponteliei, come Sisto VI, Leone X, Giulio li, Clemenle VI,
e in modo speciale Alessandro VI, paragonato
da Sannazaro a'più grandi mostri deirumanità,
a Nerone, a Caligola, ad Eliogabalo. Daremo termine soltanto a queste citazioni collo gravissime
parole del ;\Iacchiavelli, il quale ne’suoi celebri
Discorsi sulle Deche di Tito Livio, parlando dell’Italia, aflermava che: « Per gli esempii rei
«della Corte romana, questa provincia ha per«duto ogni devozione ed ogni religione... .\b« biamo dunque colla Chiesa e con i [ireti, noi
«Italiani, questo primo obbligo di essere diven« lati senza religione e cattivi ».
Dopo ciò si comprendo facilmente l’odio antico e
feroce della Curia romana contro ogni progresso
di scienze e di lettere; si comprende la ragiono
del suo barbaro oscurantismo e della feroce per
Parola soltanto ò riposta l’autorità imperante.
Por esempio, la morale cristiana ò uguaglianza
delle anime e fratellanza in Cristo, da cui sorgono i sentimenti d’amore e di giustizia: in ciò
risiede la sua essenza, non nel comando esorcilato dai pochi o nell’ossequio dei più, bensì
i pochi, mediante l’autorità della Bibbia, possono condurre i' più aH’obbedienza cristiana ,
cioò oculata, in quanto che ognuno deve eziandio da se stesso scrutare le Sacre Scritturo, o
liberamente sottomettersi alla volontà di Dio.
, Un illustre scrittore cattolico-romano e proto
(Vincenzo Gioberti) diceva che « il rimostrare
ed anco il resistere legalmente agli abusi della
potenza è non pur lecito, ma debito negli ordin
religiosi come nei civili ; perchò l’ossequio diventa vizioso quando passa i limili segnati dalla
ragione, e l’ubbidienza ò colpevole se si esercita
a detrimento del vero o dell’onesto ». E infatti
può esservi dottrina umana superiore alla divina? può egli darsi un uomo, un sanlo od un
angelo superiore a Dio? Ed il Vangelo non
proibisce forse il silenzio, prescrivendo la correzione? non già la correzione susurrata all’orecchio da un prete neljconfessionale, ma la
pubblica, se pubblico ne fu lo scandalo: e siccome ella dev’essere fraterna, cosi quest’obbligo
di correggere e di ricevere la correzione eslendesi a tutli i membri della Chiesa, in cui scompariscono le distinzioni (comechò inevitabili
nelle società umane) di superiori e di subalterni,
essendovi .soltanto la classo degli uguali.
Se il giornalismo clericale inveisce coniro di
noi coi termini indegni, non diremo di un miuistro di Dio, ma semplicemente d’un uomo,
egli inveisce a dirittura contro la sanla Parola
del Signpre cho noi difendiamo, quindi può
dirsi che la menzogna e la bestemmia sono
abitualmonte il linguaggio di quel giornalismo;
e se noi ci ofTendessimo, crederemmo di peccare di superbia; dobbiamo invece sentire pietà
per certi clericali cho si lasciano trasportare da
un impotente furore, e pregare Iddio che li
illumini, perchè non sanno che cosa si fanno.
sedizione contro i migliori ingegni della terra.
Appena s’invenlò la stampa, la Curia romana
fu sollecita a proscriverla; e non era ancora un
secolo che la stampa esisteva, che più di ventimila volumi eran messi all’indice. Di mano in
.*mano che per opera di magnanimi intellelli la
scienza facea progressi, le folgori del Vaticano
scagliavansi sopra di es^a. Verrà tempo che gli
uomini crederanno una favola quella parte della
sloria che narra le proscrizioni fulminate da’pontclici coniro l’anatomia, la matematica, l’astronomia, il magnetismo, il vapore, la vaccina, le
ferrovie, e via dicendo, e contro i più grandi luminari dell’umana civiltà. Nè i pontefici si sono
limitali a perseguitare le lettere e le scienze nei
libri e ne’manoscritti, masi pure ne’loro autori
sino alle prigioni, a’piè de’roghi e sotto a’patiboli. Sarebbe qui lungo il narrare la sloria dei
dolori di Galileo, del pugnale di fra Paolo Sarpi,
de’patiboli di Benedetto Foiano, di Cecco d’Ascoli, di Nicola Franco, di Giordano Bruno e di
cento altri. — Parleremo e brevemente di fra
Girolamo Savonarola. {Conlinua)
3
Per ultimo, avvertimmo che rigettiamo i libri
apocrifi: e perchò? non per altro so non per
essere evidentemente opera dell’uomo, non
avendo il carattere deH’ispiraziono divina, come
lo altre Scritture. Nei piìi considerevoli, come
Tobia, i due libri de’Maccabei, ecc. in mezzo
a molte cose puerili, strane e cattive, si trovano
pure alcune buone istruzioni ed utili notizie
sulla storia e la religione degli Ebrei; ma non
si può attribuir loro l’autorità di una scrittura
dettata dallo Spirito Santo: fra le altro cose,
que’ libri furono scritti in greco, non già iu
ebraico, nò si sa quando nò dove ; oltre di ciò,
gli Israeliti non li ritennero piai come facenti
parte dello Sacre Scritture, cd è «oltanto da tre
secoli in qua che Roma attribuì loro l’autorità
divina.
Non ò questo il momento di farne conoscere
i motivi; soltanto diremo che l’interesse che
hanno i clericali a sostenere la protesa divinità
di qua’ libri, si collega slreltamento cogli interessi materiali del romanismo.
La Rayions ha dato principio ad una serio di
articoli, cho han per titolo: Il razionaliiímij
del popolo. Sul primo pubblicato nel num. il
di quel giornale, ci occorre fare per ora alcune
poche osservazioni.
Essa così presenta la quistione tra cristiani
e razionalisti : « Esiste, o no, una dottrina re
• ligiosa, rivelata immediatamente e miracolo
• sámente da Dio, per insegnarci cose supc
• riori alla ragione od alla natura, e fornita di
«tutti i caratteri di verit.'i è di cortezza, che
« impongono all’uomo la necessità logica e mo
• ralo di crederla, di professarla come dottrina
‘ perfetta , infallibile, assoluta? » — La quislione ò mal posata: secondo la Hagiom essa
sarebbe meramente formale e verrebbe risoluta
con quella dialettica allatto esteriore, chorilegel addimandava volgare. Vi ha una cosa che
la logica deve accettare e su cui si deve basare
Ogni ordino di studii, intellettuali, morali e fisici che siano : questa 6 la vita. La logica ha
Un campo esteso, lo ammettiamo facilmente,
®a quel campo non si apre, se non dopo cho
si è riconosciuto un principio vitale, sostegno
della scienza, non dato da lei, e che si fa riconoscerò, non afferrare. Esso si posa manifeslan•iosi, e a fronte delle sue manifestazioni ogni
opposizione cessa, edanzi questa include sempre il suo riconoscimento : la pruova n’ è nello
scetticismo, chenon può esser giammai in senso
Assoluto. L'io stesso non ò esente da questa
'pgge: ne possiamo studiare tutti i fenomeni,
®a il principio vitale scappa all’analisi e s’imPoiie alla scienza.
È facile notare che quella Ribbia, la quale da
^6 secoli esercita la ragione umana e l’obbliga,
*« non altro, a combatterla su tutli i tuoni,
l'iella Ribbia cho si fa rispettare da ogni cer''ollo non leggiero, quella Ribbia cc)nlro cui la
del sig. Franchi è costretta ad adope^•'re tutte le armi cho ha in suo potere, meno
silenzio od il disprezzo, non ha pure veruna
rfelle forme scienlilìcbe e non preteiide d’averle.
Quel Mosò, cui la geologia o la storia profana
non hanno potuto smentire, (^uel Paolo, la cui
dialettica superò di gran lunga la greca e aperso
nuovo quistioni alla filosofia, quel (¡esìi cho
così indissolubilmente congiunse la inorale al
dogma, onde il Kant, che seguì lo stesso metodo,
potò su basi morali presenlare un sistema cho
ò il pili grande di quanti nesursero in filosofia,
e mostrò che airimpotonza della Ragion Pura
solo può sup|)lirela Ragion Pratica, tutti i profeti e gli apostoli, lulti, dico, sono alieni dalla
forma scientifica ( V. i, Cor. ii, l-¿i. E pure
un fatto degno d’osservazione, e tanto più degno
in quanto che si vedóla scienza costretta a servirsi d’ogni mezzo por opporsi alla dottrina di
uomini che non si curano di passare per scienziati.— Il cristianesimo si presenta all’umanità
come una vita nuova, piena, superiore alla naturale, che armonizza l’uomo, che ne soddisfa
le aspirazioni tulle, che ne completa l’essere.
Ua l’uomo bisogno di tal vita? Dimostrateci il
no, 0 ogni controversia finirà: so ogni aspirazione dello s))irito non ò un sosiiiro inverso
quella vita, il cristianesimo ò bello o battuto ed
6 una mera vacuità. — Se essa <■ necessaria,
il cristanesimo la dà? La vila non si [)resla a
veruna analisi, lo abbiamo detto : o ha manifestazioni sicure', vaste, inoppugnabili, oò uu
bel nulla. Cristo dà una vila lale, cho logicamente debba esser riconosciuta a àiffalte manifestazioni? L’esperienza cristiana e la storia
dell’umanità la mostrano? E impossibile a chi
voglia davvero di farno esperimento? Chi trascura queste domande, non combatte il cristianesimo secondo che si presenta, ma se ne crea
uno a modo suo per combatterlo col maggior
comodo possibile.
Secondo la Rarjiom, la Bibbia ha per iscopo
d'imegnitrci coìte superiori alla ragione ed alla
natura; ma così la si riguarda in un modo del
tulio esteriore o formale. La Bibbia insegna,
ma a patto di dar la vita dello spirito: insegna,
perchè è perdono, pace, salute : prima d’insegnare aH’intelligcnza, insegna alla coscienza,
e prima di dare una soluzione scientifica, essa
dà una soluzione morale. Se il suo metodo non
vi piace, combattetelo , ma -per combatterlo
non dovete scambiarlo artificiosamente. Se la
Ribbia non adempie nell’intimo dello spirilo a
ciò che promette o nello condirioni che richiede,
è il pili miserabile doi libri: so lo adempie,
essa dà vita, e in faccia alla vila la scienza si
piega 0 non può risorgere che accettandola.
Antecedentemente ad ogni discussione, la Ragione devo risolvere questo quistioni, immortali come l’uomo, eterno come Dio: L’uomo ha
bisogno di una vita che armonizzi e completi il
suo essere, e clic pertanto non 6 nello suo proprie forze di generare? Il crislianesimo che
vuol darla la dà in effetti, e con tali manifestazioni intime o sociali chesi renda innegabile?
E notisi che parliamo di crislianesimo, o non
di teologia. Finch” la Ragione non discuterà
queste quistioni, darà articoli inutili per coloro
cho conoscono il cristianesimo nel campo della
vita, siano puro ignoranti e dappoco.
La Ragione parla dol metodo seguito dagli
apologisti. Con dispiacere dobbiamo dire, che
essa ignora l’apologia non cattolica, e riduce
la difesa del cristianesimo ad uu dogmatismo
puramente formale. Gli apologisti cominciano
dal disaminare l’uomo e l’umanità , no nolano
i bisogni, lo facoltà, lo scopo, gli andamenti, n
corcano di nulla trascuraro: moslranii (|uindi la
necessità deH’elomento divino per aver la vita
[iropria ilell’essoro umano. La psicologia, la storia della filosofia e la filosofia dolla storia sono
adoperate in questa prima parlo del loro studio.
E nella .seconda eiiirano a pariar d<'l cristiane-:
simo 0 lo svolgono nella parte .storica, ne’suoi
elTetti, nella sua attitudinoa soddisfare i bisogni
dello spirito e nolla sua influenza in tutto ciò
che si attiene aH’umanità. Questo metodo,
già conosciuto ove il papa non domina, è talo
da offender la ragione? L'apologia non disprezza
la scienza, ma so ijo serve, e solo le domanda
di ammollerò anlccedentemento ad ogni discussione questo ¡irincipio : la vila si prova per le
sue manifestazioni o non con sillogismi.
I,a Ragione intenderà facilmente, perchò abbiam creduto necessario di scrivere queste poche osservazioni senza aspettare il compimento
do’ suoi articoli.
CONCILIO KCI MKNICÍ) KV.liNtJEMCO MBERO
IN l'AHIIil
(Vedi Viiona Nvrella N"
PI«.«»«.; ny». .'«a^
.iftrcoledl, il Aijoslo, la seru.
Riunione di preghiere alla cappella Taitbout.
Gioi'td'i, 23 Agallo (1).
Apertura e presentazione dei fratelli. — Unione
de'giovani. Relatore, sig. Pbrrot.
Venerdì, 21 Agnttn.
Gran-Brettagna. Relatore, il rev. sig. Birks.—
Incrednlità. Relatore, sig. Ed. di Presse.nsé,
pastore.
Snbbalo, i“> Agoslo.
America. Rolalore, il rev. dott. Kaird. —'Olanda.
Relatore, sig. Champie della Saussaye. — Belgio. Relatore, sig. Ed. Panchacd, pastore.
Lunedi, il Agoilo.
Germania. Relatore, il prelato Kai'pf. — Osservazioni sulla domenica. Relatore, sig. DescoMBAZ, pastore.
Martedì, iS Agallo.
Francia. Relatore. si(?. Farjat, pastore. — Svezia
e Danimarca Relatore, sig. C. dott. Bergau,
Mereoledì, Ì9 Agallo.
Missioni evangeliche. Relatore, «ig. dott. Barth.
— Italia. Relatore, sig. dott. Meille.
Gioved'i, 30 Agosto.
Cattolicismo. Relatore, sig. dott. Merle d'AcBioNÉ. — Svizzera. Relatore , sig. Gudkr . di
Bienne, pastore.
Venerdì, .T/ .igoslo.
Alleanza evangelica. Relatore, sig. G. Fiscn,
pastore. —Turchia. Relatore, ii dott. Dwight.
Sabbato, 1 Settembre.
Difficoltà dell’evangelizzazione. Relatore, signor
Ao. Bost, pastore. — Paesi austriaci. Relatore, sig. Lbgrand, pastore.
iMtiedì, a Settembre.
Popolo ebraico. Relatore, sig. IIausmeister.
(1) Cn programma a parie, distribuito alcuni giorni prima
deU’apertura della grande Coafemiia, indicherà 1 locali in
cui »1 terranno le Asiemblee, non che le ore.
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DISTRIBUZIONE DELLA SANTA CENA.
Molti oratori prenderanno la parola sovra ciascuno dei temi compresi in questo Programma.
La lista de’ nomi non essendo ancora completa,
si pubblicherà più tardi: possiamo intanto dire
che la grande Conferenza offrirà la riunione la.
più considerevole de’ cristiani evangelici, che in
simile occasione siensi assembrati; vi si conterà
gran numero d’uomini illustri, cosi per dottrina
e pietà, come per le fatiche loro nel campo del
Signore.
AZIENDA.
Desiderosi di collocare l’Azienda nel centro
de’ quartieri i più frequentati dai fratelli esteri e
dei varii luoghi ne' quali fu stabilito di tenere le
Assemblee (che fino ad ora sono la cappella Taitbout, via Provence; la chiesa della Redenzione,
via Chauchat; la sala Herz, via Victoire), abbiamo preso un locale posto in via Saint-Georges,
6, che si presta alf’uopo.
L’Azienda sarà aperta ne’primi giorni del mese
d’agosto. Vi si leggeranno i giornali religiosi
francesi ed esteri. — Vi si troverà una saia di
conversazione e un gabinetto di corrispondenza.
Tutti gli amici dell’alleanza evangelica sono invitati ad inscriversi in un registro apposito; possono far indirizzare le loro lettere all’Azienda :
elleno saranno distribuite regolarmente. — I
fratelli esteri vi troveranno tutte le informazioni
che potessero desiderare. — Finalmente si avrà
cura di facilitare e rendere aggradevole il soggiorno di Parigi agli amici cristiani che si proporranno d’assistere alla grande Conferenza.
Si prega d’indirizzare le lettere come segue :
Sig. A. Racine-Braud, agente del Comitato per
la grande Conferenza de’cristiani evangelici, via
Saint-Georges, 6, Parigi. — Franche.
A Racine-Braud
Agente del Comitato centrale dell’Alleanza evengelica.
mmm religiose.
Valli Valdesi. — Con piacere annunciamo che
l'annua festa promossa dall’Unione valdese, avrà
luogo in quest'anno addi 15 corrente agosto, al
Pra del Torno.
Vogliamo sperare che numeroso sarà il concorso, e che il Dio liberatore dei padri in quell’antico ricetto, sarà coi figli ancora, i quali verranno riverenti e commossi a celebrare le sue
eterne compassioni.
Favalb. — L’opera interessante di questa amena e solitaria valle va confermandosi in modo
consolante. Una scuola modesta e decente vi è
stata eretta ad uso dell’istruzione dei fanciulli e
del culto; sono dirette ambedue da Stefano Ceregliini, allievo per due anni della scuola normale
di Torre, ove lasciò buona memoria dei suoi
progressi e del suo cristiano spirito. Siccome
quegli alpigiani per lo più non sanno leggere, e
a tutti è severamente vietato il libro divino, venne
ai nostri fratelli l’ottimo pensiero di adornare
tutte le facciate esterne della scuola di alcuni
passi della Sacra Scrittura, in carattere grosso, e
che fanno un bel contrasto con quelli dedicati a
Maria nella sottostante chiesa parrochiale.
1" Sulla facciata magg. ad oriente dell’edificio.
a) « Il Signore del cielo e della terra non abita
in templi manofatti » Alti 17, 24.
b) « E Maria disse, l’anima mia esalta la grandezza del Signore, ed esalta il mio spirito in Dio
mio Salvatore. I morti non sanno più nulla ».
Luca I, 46, 47; Eccl. 9, 5.
c) « Il figliuol di Dio è venuto e Ci ha dato intendimentp ». Giov. 5, 20.
2® a) Sopra la finestra arcata della porta principale a ponente ; « Perchè trasgredite il comando di Dio, in grsteia della vostra tradizione ;
questo popolo m’onora colle labbra, ma il loro
cuore è lungi da me, e invano m’onorano insegnando dottrine e comandamenti d’uomini ».
Matt. 15, 3, 8, 9.
b) Alle due parti laterali di detta finestra vi è :
« Amo la misericordia, non il sacrifizio ». Matt.
12, 7. « Chi è<da Dio, le parole di Dio ascolta ».
Giov. 8, 47.
c) Sotto la finestra: « La mia casa è casa d’orazione per tutte le genti. Ivi sarà il nome mio
talché la preghiera sia esaudita. Imperocché dove
sono due o tre persone congregate nel nome mio
quivi sono io in mezzo di esse ». Marco II, 17 ;
3 Re 8, 29; Matt. 18. 20.
3°Alla parte laterale destra, a mezzogiorno. « Io
e la mia casa serviremo al Signore ». Gíoíu¿ 24,
15. In mezzo alla facciata. « Andate adunque,
istruite (e non dite messa) tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliuolo e dello
Spirito Santo ». Matt. 28, 19.
4® Nella parte laterale sinistra (settentrione),
verso l’abitazione del Cereghini: « Adora il Signore Iddio tuo, e servi a lui solo ». Matt. 4,10.
« Io sono il Signore Iddio vostro: non vi farete
idoli né statue. Maledetto l’uomo che fa scultura, cosa abbominata dal Signore ». Levit. 36, 1;
Deut. 27, 15.
« Iddio è spirito, adorarlo conviene in ispirito
e verità ». Giov. 4, 24.
L’ultima soprascritta è: « Fermatevi sulla strada e considerate: non è ella sua madre (di Gesù
Cristo) Maria?e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe,
Simone, Giuda? » Gercm. 6, 16; Matt. 13, 55. —
« Noi ci separiamo dal papá per unirci a Gesù
Cristo ». È questo in più grosso carattere posto in
fondo al cantone a destra, onde tutti possano
vedere i nomi dei figli’di Maria, detta Madonna,
e la sincera separazione de’ nostri fratelli dal papa.
A scongiurare l’inttaenza pericolosa di quei
passi, si ricorse alla madonna (Maria avvetsa al
Vangelo del suo figlio; chi’l crederebbe?) Si fece
prendere in Chiavari un’immagine dell’immacolata, inchiodata bene onde non le fossero rubati
i monili e gli orecchini; ne fu ordinata una consimile in marmo del valore di lire di Genova 517,
raccolte con diligenti sottoscrizioni sui sudori
ed il pane di quella buona gente ; nou si risparmiarono prediche e processioni e grande strepito
nel mese mariano. Ma^tant’é, la mala pianta dell’eresia è pur troppo tenace ; di già nel passato
quaresimale, un frate, famoso per la sua eloquenza
antieretica, sen partì borbottando per aver raccolto dai divoti la meschina somma di fr. 147,
ed il parroco stesso si lagna che con quella diabolica dottrina dei protestanti, la benedizione
delle case più non fruttò come per l’addietro.
— Un vescovo dello Stato non si contentò di
minacciare la sospensione a divinis a que’ parrochi che toccassero danaro della cassa ecclesiastica, per congrue o sussidii : colla circolare
segreta e manoscritta ch'egli ha diramato, impose
ancora la stessa pena a chi soltanto parlasse di
essa, ed ordinò che, tosto ricevutala, ciascun
parroco ne togliesse la data e la sottoscrizione.
— Il gerente del giornale clericale il Campagne venne condannato a 300 franchi di multa
e ad un mese di carcere, pel reato di offesa alle
leggi, cioè per aver pubblicato la notificazione
di monsignor Fransoni, e fattane l'apologia.
— A Ciamberì un evangelico si recò per far
inscrivere un proprio figlio ad una parrocchia
della città. Il prete, officiale dello stato civile,
registrò il fanciullo, ma sul libro de' figli naturali,
mentre era legittimo, nato da genitori legalmente
maritati. Si dovette provocare un ordine governativo, onde ottenere giustizia. Veda il ministero
quanto importi il togliere i registri dello stato
civile dalle mani di persone che ne abusano in
maniera così odiosa.
Parigi. — Società d'evangelizzazione. — Il comitato formatosi allo scopo di evangelizzare la
capitale della Francia, pubblicò il risultamento
dell’opera sua dal 1854 al 1855. Eccone qualche
dato: i sei evangelisti impiegati fecero 10,140
visite a’ malati e morenti, specialmente durante
il cholera; le famiglie visitate ascendono a 1215;
parecchie migliaia di trattati religiosi, compreso
buon numero di Bibbie e di Nuovi Testamenti,
furono distribuite, e in 5000 circa delle suddette
visite ebbe luogo la lettura della Scrittura Santa,
che diede motivo a serie conversazioni. Uno dei
primi effetti esteriori si manifesta neH'iateresse
che molti prendono al culto pubblico , i quali
prima giacevano iu uno stato di assoluto indifferentismo. Un luogo di culto fu stabilito alla barriera Fontainebleau; a principio 40 famiglie erano
affatto immerse nel disordine e nell’increduHtà;
ora molti de’ membri di esse ccJmprendono la
Parola divina, e già da un anno si celebra ogni
domenica il culto in una vasta sala, e v’interviene
gran numero di romanisti. Così dicasi riguardo
al quartiere Saint-Jacques. Gli introiti della societàj dal 1® gennaio del 1854 al 1° marzo 1855,
sommarono a fr. 10,300 e le spese a fr. 10,000.
Spagna. — Fra poco verrà annunziata la vendita dei beni ecclesiastici. I vescovi intanto continuano a spedir circolari ai parrochi, in opposizione agli atti del governo.
— Mons. Franchi, nunzio del papa a Madrid,
fu richiamato ; finalmente la rottura con Roma
é compiuta.
Ungheria. — Si dice che a Raksan sieno stati
scoperti, in mézzo ad antiche carte, dodici sermoni autografi ed inediti di Lutero.
Oriknte. — Un tempio evangelico fu inaugurato ad Aintab, in Siria ; sette anni or sono era
persino sconosciuto il nome di protestantismo;
ora 1350 persone assistettero al servizio di consecrazione.
Oceania. — A Tappanuli tre missionari romani
furono uccisi e mangiati da quegli antropofaghi.
Noi pure deploriamo la sorte di questi infelici,
e riconosciamo il loro coraggio e zelo religioso;
vorremmo però che tale giustizia o semplice dovere d’umanità venisse esercitato generalmente
verso i tanti martiri della nostra Chiesa evangelica, i quali, non diremo con intenzioni più puro
e più sante, ma certo con una fede più illuminata
escolla vera idea di fondare il solo regno di Gesù
Cristo, e non quello de’papi, incontrarono ed
incontrano una morte crudele e gloriosa o grandi
sofferenze in mezzo a’ popoli barbari.
bollettino politico.
Sabbato scorso il battaglione misto di Guardia
Nazionale, rappresentante le legioni della città di
Torino, si recava a Superga per compiere il solito anniversario della morte di Carlo Alberto e
tributargli un atto pietoso e libero di ricordanza
ed amore.
— Si dico ohe fra pochi giorni si farà una leva
yer gl’inscritti del 1834 e poscia per quelli del
— Scrivesi da Parigi che fra i diplomatici si
palesa un'irritazione contro il gabinetto di Vienna.
Corre eziandio la voce che il Ministro Austriaco
Hubner non tarderà a lasciare la capitale della
Francia.
— Si dice che il governo Inglese abbia l’intenzione di levare una legione in Italia.
Ciros«« Dómenle* gerente.