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; Aaao LXXVII - N. 16
TORRE PELLICE. 25 Aprile 1»47
Spedizione in abbonamento postale - II Gruppo
-3'j»
UtLLb
SETTIMANALE DELLA
• I QUARANTA GIORNI
DELLA RISURREZIONE
Per quaranta giorni — ci dicono
gli Atti degli A[mstoli Gesù si
mostrò ai discepoli dopo la Resurresdone. Il solo autore degli Atti ne
parla. Matteo, MaSrco,, Giovanni,
Paolo, Pietro tacciono la durata delle apparizioni del Risorto. Se Luca
non ce l’avesse ricordata, noi non la
sapremmo con esattezza.
A pparentefnxspt'e, ¡piò può essdfre
un particolare di secondaria importanza. Che importa mai se Gesù si
sia mostirato per 40, per 30 o per
50 (Jiorni ai suoi discejìoli? L’importante è che egli vi si è mostrato^!
Le sue apparizioni registrate sono
11, ma non sappiamo forse che egli
è apparso molte volte di più di quelle che sono registrate?
In realtà, la cosa ha la sua importanza.
Vediamolo,
Nell’tpitico modo, ebraico di contare le successive epoche» del tempo,
la cifra 40 'pveva una importanza
particojaifa. E^sa rappgeseruiva la
terza parte, (in cifra tonda) di quello
che oggi noi chiamiamo sec-do (100
anni). - .
Si cónsiderava poi che verso il 40"
anno di vita puouio appariva nel pieno delle sue forze fisiche e momli:
si sposava, era padre, era maturo
pdr governare il popolo. Le cronache antiche, come anche gli Atti
degli Apostoli .pongono le più notevoli azioni di taluni uomini di Dio
verso il loro quarantesimo anno di
età (c/r. Mosè, in Deuteronomio 7:
23). La successione^ poi, delle vite
umane — noi diremmo le « generazioni D — era calcolata sulla base di
40 anni (si veda il conto 40 + 40 anni, in Esodo 7: 7 ed Atti 7: 30).
Questo ci spiega le età apparentemente stranissime, e ad ogni modo
» esagerate secondo il computo comune, a cui pervengono, secondo la
Bibbia, i patriarchi. Quegli anni van.
no intesi come calcolo di generazioni.
L’antico uso era, dunque, in senso generico quello di considerare
40 anni come la vita di Un uomo,
contandola naturalmente non dagli
inizi, ma dalla piena maturità. Qtiarant’anni significarono perciò tutta
una vita, il lavoro di tutt’un esistenza.
Ora, le appetizioni di Gesù si svolgono intorno a questa cifra-. 40. Esse sono dunque pure Vaffermazione
di una vita. Quale?
Una vita nuova, indubbiamente.
Come Israele è rimasto per 40 anni
nel deserto sinditico, e la generazione dell’Esodo non ha potuto vedere
la terra promessa ai padri, bensì la
seconda generazione soltanto tha po.
tuta contemplare — così nel Risorto
si affermano la necessità e la realtà
di una vita nuova, diversa dalla prima — ch’era la vita terrena, vissuta
da lui nel deserto del genere umano ___vita in cui tutto è retto e con
sacrato dallo Spirito.
E noi? che cosa domina e dirige
la nostra esistenza? gli interassi morali, o gli interessi supinamente matefiali? le manifestazioni dello spirito
o quelle della tìarne? Bisogna che ci
decidiamo a risorgere con Cristo o a
. perdere definitivamente ogni opportunità di stabilire un coHtmto non
perituro con Dio. E il periodo (M
tempo che va dalla Resurrezione pasquale alla Pentecoste è il più oppor
tuno; esso si inizia con la òommemoCazione idelfi’opera di Cristo, e si
conchiude con la commemora;done
dell’opera dei primi cristiani, della
Chiesta antica!
Ora, tra questi dine poli si deve
inserire la nostra potenza spirituale!
Dio ci dà i nostri 40 giorni — una
vita! —, per dare un nuovo indirizzo
alla nostra mente e ai nostri cuori,
ai nostri pensieri ed alle nostre azioni, per essere migliori, decisamente
protesi nella affermazione e nella
conquista della vita nuova.
■
2
Ma quella vita nuova non si può
conseguire senza una adeguata preparazione. Non ci è lecito presentarci
alle soglie della vita nascosta con
Cristo in Dio, senza avere predisposto ogni cosa perchè il Cristo posSut
entrare in noi e vivere.
Abbiamo qui un secondo significato del numero 40. Due fatti, l’uno
dell’Antico, e l’altro del Nuovo Testamento, ce lo ricordano.
Nell’Antico Testamento, nel deserto sinaitico, Mosè passò in metiitas
sdone sotHunda. AD giorni e 4(0 nftiii»,
prima di poter ricevere, sul cacume
del monte, le due tavole della Legge
divina. Nel Nuovo Testamento, Gesù
viene condotto per 40 giorni nel deserto, dove Satana 'lo sottopone a 3
non finte tentazioni, alt’inizio della
sud attività pubblica, e ad ogni modo concernenti appunto quella.
Il rkevvicmamento alla Resurrezione non è casuale. I 40 giorni delle
apparizioni del Risorto, dicono gli
Atti degli Apostoli, furono un periodo di tempo quale il Cristo ragionò coi discepoli delle cose relative al Regno di Dio; e disse loro S
aspettare la venuta dello Spirito su
di loro, senza però allontanarsi da
Gerusalemme. Aspettare, cioè prepararsi nel silenzio e nella preghiera.
E i primi cristiani bene intesero il
senso di quella trepidante aispettativa.
Bisogna dunque prepararsi. Tutta
Ift vita è preparazione. Ci si prepara
a scuola per la vita, ci si preptúra da
giovani per l’età adulta.
E noi, che abbiamo affermato essere il Cristianesimo vigilanza lattenta, maturità morale e conquista dòlio spirito redento — noi non ci prepareremo?
Purtroppo, è così. I nostri contatti quotidiani con il mondo cattolico ci rivelano che la grande massa
dnttolica è impreparata di fronte ai
problemi religiosi, che non sa come
risolvere... Altri cofitallti frequenti
con i cultori di scienze religiose e
spirituali ci rivelano che i più grandi
studiosi sono impreparati ad afferrare lo spirito d!el rero Cristianesimo.
E voi credenti, voi fratelli, ci dite
aissai spesso, con il vostro atteggiamento pratico, che siete impreparati
di frortte agli attacchi della tentazione, alle insinuazioni dell’egoismo, alle sottili duplicità dell’angoscia reli.
giosa! Qual forza mai vi potrà faò
diventar delle creature di Dio,’ se
neppure vi preparate, con una preghiera, forse silenziosa, ma ad ogni
modo fervida e commossa, al rostri»
lavoro quotidiano, alle gioie e ai dolori ond’è cosparsa la vostra vita,
ai vostri sogni ed alle vostre imprese, al vostro stesso culto domenicale?
E così, noi finiamo come tanti,
come troppi ■— per entrare impre
spè.. V
r ■
IfL parola di Dio non è
incatenata
, (Il Timoteo 2: 9)
VALDESI
CHIESA VALDESE
^CET IN TE^
parati nei quaranta giorni spirituali
che Dio ci dà. ‘Siamo così dei rozzi
bifolchi, capitati per caso in una sala da concerti. Quelle musiche ci,
sembrano... rumori. Quel che gli altri sentono come doveri dello Spinto,
noi sentiamo sempre e semplicemente come... rumori! E dò qhe il Cristo dice d resta estraneo ; ci mónca
l’orecchio spirituale; siamo degli impreparati! Pronti forse ad incrociare con estrema vivacità l’arma della
polemica, non sempre fraterna, ma
impreparati sempre a comprendere
le sollecitazioni dello Spirito!
GU Atti degli Apostoli dicono un
altra cosa ancora riguardo a quei
famosi 40 ^rni.
Gesù Cristo si fece vedere per 40
giorni. E dòpo? Dopo, c’è l’Ascensione.
Certo, nessuno hip mai detto nè di.
rà che, dopo i 40 giorni, Gesù non
sia stato più il Signore che è risorto
dai morti! Soltanto, conchiudendoìo,
Gesù ha mostrato di ritenere che quel
periodo di tempo fosse state bastevole.
Criito, dunque, continua a farsi
vedere. Il Risorto è Sempre Vivo. Egli si vuol far .vedere anche a noi,
vuol farsi sentire, vuol entrare nella nostra vita ed esserne la fonte,
il fulcro, la mèta.
Soltanto, badiamo bene: Egli non
aspetterà la nostra decisione oUre
all’estremo limite del pensabile! DI-’
remo, anzi, che vi ha un Utnìte ben
chiaro, aUe sue indulg&Ui, amorose
sollecitazioni. Il limite dei 40 giorni : il tempo favorevole della vita
umana!
Perchè, se è vero — come è vero
— thè la nostra vita-limite è in mano di Dio, ne viene che:
a) nessuno ha il diritto di disinte
res.S'orsi della propria sorte eterna,
pensando che ci sia sempre tempo...
h) la nosfra vita può \aeere termine da un momento aM’altro, e noi
siamo quimU nell’obbligo di pensare
al nostro eterno destino, fintantoché
questa nostra vita resta nelle nostre
mani...
c) le rivelazioni del Signore possono anche non duìWe, come noi
vorremmo... Può anche venire, il
tempo, nel quale Dio non ci parleca.
più, É quindi, «se udiamo oggi la
sua voce, non induriamo il nostro
cuore! ».
Resurrezione di Cristo —■ resufrezione degù uomini!
Vita di Cris-to — vita nastra!
Il parallelo istituito dtìÌla teologa
antica, praMcamente, costituisce lai
nostra esperienza quotìdiaina, la nostra gioia di essere cristiani. Siamo di
Lui, siamo con Lui, siamo pèr Lui!
La vita piena, perfetta, è in nostro
saldo possesso!
Teedoro Balma
ALLA COSTITUÈNTE
7 -h 7 = H A
DI ERMANNO ROSTAN
Articolo dòpo articolo, la (k»stituente prepara per la Repubblica Itabana la nuova Carta Costituiioiialc.
Dopo la votazione dell’art. 7„ inf ludi lite nella Costituzione i ratti
Laterai.ensi, si è giunti all’alt. ‘4
'lillà libertà religiosa. ,
Lo schieramento dici partiti politici ivedi un po le acrobazie di * r»
ta gl rte) è stato questa volta divers.*,
avendo i comunisti votato co'i i sociali^t e con tutti i pari i laici a
favore di un emendamento proposto
dall’on. Cianca de] Partito d’Azione per « l’uguaglianza di tutte le
cordi ssioni religiose di frocre alla
legee n. I democristiani, appoggiati
dalla destra e da un gruppo liberale,
hanno votato contro ed hanno vinto
la luUtaglia per cinque punti,
L’arl. 14 è stato quindi approvato
nel seguente testo: c< Tutti hanno diritto di professare liberamente la
propria fede religiosa in qualsiasi
forma individuale od associata, di
farne propaganda e di esercitare in
privato ed in pubblico atti di culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. Tutte le confessioni religiose sono egutdmente Ritere di fronte alla legge. Le canfessioni Veligiose diverse dàUa oattalìca
hanno diritto di organizzarsi secondo
i proprìi statuti in quanto non eprtr
tmstìno con l’ordinamento giuridico
italiano. I loro rapporti con la Stato
sono regolati per legge sulla base di
intese con le relative rappresentanze ».
Riconosciamo onestamente che ci
sono nell’articolo alcune chiare dichiarazioni sulla libertà religiosa in
forma individuale od associata, pubblica o privata. La prima parte dell’articolo è stata giudiziosamente mo.
dificata con la soppressione del rioihiamo all’ordine pubblico che poteva costituire, come costituì più volte nel passato, un pericoloso frumento di repressione della libertà religiosa in Italia, nelle mani di cert.e
autorità di pubblica sicurezza troppo sensibili alle influenze clericali od
ai loro atteggiamenti confessionali.
Nel progetto della Carta Costitnzio
nale, infatti, l’art. 14 concedeva la libertà religiosa a tutti, purché non si
trattasse di riti contrari « aWordine
pubblico e al buon costume ». Tanto
più assurda appariva questa formulazione in quanto che il successivo
art. 16 sulla libertà di parola e di
stampa statuiva e statuisce oggi il
diritto di ^esprimere il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e
con ogni niezzo di diffusione, con
l’unico divieto per le manifestazioni
del pensiero che risultino in contrasto col « buon costume ».
« L’ordine pubblico » è la parola
che piace agli italiani; di essa si
sciacquano la bocca cento volte al
giorno i piccoli ed i grandi gerarchi
della vita pubblica, tutti coloro che
sono sempre pronti ad imbrigliare
le libere manifestazioni dello spirito
e della coscienza con le infinite proibizioni e gli innumerevoli cavilli
della legge.
a L’ordine pubblico » è stato troppe volte il nemico della libertà religiosa. I Protestanti in Italia, in regime di Concordato, sono stati troppe volte considerati come nemici dell’ordine pubblico. Era giusto che
questa dizione sparisse dall’articolo
ohe sancisce la libertà religiosa.
Paura
dell*uguagliania
Ma è poi veramente sancita nella
Costituzione la piena libertà religiosa?
Lo sarebbe, se fosse anche proclamata nell’articolo 14 l’uguagUat'Za
di tutti i culti davanti alla legge.
Invece, alla formula; s Tutte le confessioni religiose sono uguali davanti
alla legge» c stata preferita qu- u’al.
tra. votata dai democristiani e dai
gruppi di destra: « Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere di fronte alla legge ».
Malgrado l’apparenza, una fondamentale differenza di carattere giuridico pone Luna di fronte all’altra
queste due formulazioni. La spieghiamo in due parole : per le sinistre, « tmte te confessioai sono u
guali nei confronti della legge »,
compresa la confesisione cattolica romana ; alle destre, invece, non è parso accettabile questo eriterio e non
è sembrato dignitoso porre la « religione dello Stato» suRo stesso piede
delle altre minoranze religiose davanti alla legge. In clima djl Concordato Lateranense, la Chiesa cattolica deve godere di particolari privilegi e di una posizione dS onore.
Una Costituzione veramente democratica non avrebbe dovuto temere
di isancire l’uguaglianza giurìdica
di tutte le confessioni e non avrebbe
dovuto umiliare ancora una volta
chi non professa la religione della
maggioranza degli italiani. Ha prevalso invece la mentalità clericale,
quella stessa mentalità che, non più
tardi del 23 febbraio di quest’anno,
in occasione di una manifestazione
evangelica tenuta a Bagheria, in provincia di Palermo, faceva pubblicare sul giornale cittadino « Il vero amico del popolo» le seguenti parole: «Poteva aver luogo tale manifestatone? Quali le leggi italiane in
vigore? JE” cosa risaputa che, in Italia, la religùme della quasi tottdità
è la Cattolica, Apostolica. Romana.
Essa è anche il fondamento di tutta
la storia italiana é della civiltà italica, per cui è riconosciuta dallo Stato come la Religione ufficijiiile. E’
chitcro pertanto che lo Stato Italiano,
pur rispettando la legittima libertà
di coscienza anche per coloro che non
sono cattòlici e pur riconoscfmdo a essi il dirito di esercizio del proprio
culto, farebbe tuttavia una ingiustizia contro la Religione ufficiale dello Stato, qualora trattasse le (Mverse
religioni alla stessa stregua. Ecco perchè la libertà di coscienza e la libertà dii esercizio dei culti non cattolici
è limitata, per legge, entro la cerchia dei propri edifici sacri: uscire
quindi fuori ’le mura di essi per fare dèlie manifestazioni di pròpagrènda pubblica in altri locali rappresenta una offesa alla quasi universale coscienza cattolicaì e un affronto
alla Religione ufficiale della quasi
totalità degli Italiani, oltre che una
Gtgue in terza pagina)
2
-n
Vi
DELLE VALLI
CHIESA E STATO
I
Mentre la Costituente italiana si
ft^Huncia definitivamente- per lo
stato confessùmdle, sotto lo specioso
pretesto di salvaguardare una pace
neUgiosa che in realtà è proprio minata alla base, è interessante ossierqual'è t’atteggiamento che in
mètri Stati, usciti come il nostro profondamente modificati n¡efSa toro
struttura dalla catástrofe, è stato assunto dalle Chiese 0 dalle grtmdi assemblee politiche in merito alla discussa quistione dei rapporti tra
Chiesa e Stato,
(N. Giampiccoli)
Bulgaria
L* Bulgaria, eM^dlo divenuta una
repubblica, deve ora elaborare una
nuova costituzione. Secondo il progetto proposto dal governo popolare
* la Chiesa deve essere separata dallo Stato e dall’insegnamento, la libertà di cosciema e di religione ri•ouoeciuta, e l’istruzione scolastica
laicizzata».
Il Santo Sinodo <^lla Qhiesa ortodossa chiede in un memorandum che
la nuova costituzione contenga le seguenti disposizioni :
1) La Chiesa ortodossa bulgara deve
essere riconosciuta come una istituzione di diritto pubblico.
3) La Chiesa ortodossa bulgara deve
avere la possibilità dì costituirsi
Kberamente~e di dirigersi da sè; la
libertà di cuho, di fede, di predi«azione e di istruzione, come pure
il diritto di mantenere opere dS
«arità cristiana, devono esserle garantiti.
Inoltre il memorandum reclama
dallo Stato «l’aiuto materiale necessario e che l’educazione nelle scuole pubbliche sia impartita in uno
spiriti» i^emocratico, mantenendo la
■eutralità dal punto di vista ideologico e ammettendo l’istruzione religioM a titolo facoltativo»,
ligiono dello Stàio aveva posto gravi
problemi alle Chiese cristiane in
Giappone. Oggi non è più il caso, e
i fedeli «fello scintoismo dovranno
aumentare le loro contribuzioni per
mantenere i 110*000 santuari scintoisti giapponesi.
Secondo la nuova legge presentata
alla Dieta dal ministro delle finanze,
quei santuari non potranno più rimanere su terreni appartenenti al governo,. poiché nessuna organizzazione religiosa può utilizzare proprietà
déUo Stato. Gli scintoisti hanno tempo fino al 3 magg'io per riscattare
detti terreni.
Il lungo processo di separazione
dello scintoismo dallo Stato è cosi sul
punto di essere compiuto. T^tti i
sussidi governamentali'sono stati soppressi e le contribuzioni non sono
più percepite con la costrizione.
Tali difficoltà materiali obbligano
i preti Scintoisti ad abbandonare il
ministero per farsi mercanti e contadini. Tuttavia molti preti, rimasti
fedeli, dichiarano che lo scintoismo
passa attraverso un processo di purificazione, poiché il culto dell’imperatore, ora soppresso, si era innestato Su una forma di religione essenzialmente monoteista.
Après de laborieuses démarches,
les documents sont enfin en règleAuprès quatre ou cinq renvois de déè part le ”Philinpa¡" avec 600 passagers à bord {collaborationnistes français, nazis, ’’genarchi”, quelques
commerçants, un bon nombre d'émigrants, beaucoupfV' de yougoslaves,
beaucoup de juifun petit monde
fort intéressant qui représente. 27 nations d’Europe etid'Asiè) quitte enfin le port de Gênes le matin du cinq
mars. Il pleut, U fait froid, aussi froid
qu’à Bobi, et je frayais que la”Riviera” était un printemps éternél....
La mer est agitée. Les femmes et les
enfants s’en rendent compte..-le spec
tacle n’i st ¡mis encourageant. Il vaut
mieux rentrer dans sa cabine et s’étendre sur son ht. Heureusement que
je suis bon marin!
PAR
Jugoslavia
Germania
Q partito Socialista unificato, formato dalla fusione dei partiti conuiniata e social-democratico della zona
dfi occupazione russa, ha esposto alla
rad|io un progetto per la futura Costituzione della repubbbca tedesca.
Nella discussione^ la parola é stata
data al pastore Benn della Chiesa Evangelica, il cui parere è stato riprodotto nel periodico « Neuss Deutschland ».
H signor Benn fa buona accogbenza al progetto di costituzione che,
eonsidera come un tentativo dK regolare la situazione delle società religiose nello Stato prevedendo uno
Statuto simile per tutta fa Germania;
egli riconosce che il progetto esprime la volontà di arrivare ad una collaborazione ragionevole fra lo Stato
« la Chiesa. Il sig. Benn dice: « Il
progetto conferma la posizione pubblica e legale delle Chiese, riconosce
la loro libertà dii trattare i loro affari, di nominare i loro funzionari;
autorizza espressamente la loro azione spirituale nelle pubbbche istituzioni e assicura le risorse necessarie riscuotendo tasse ecclesiasticKe »’
Il progetto lascia però aperte certe
quistionì. « E ’proprio necessario diehiarare che è possibile servirsi della
Chiesa o della religione per scopi politici? Dispiacerebbe a chiunque una propaganda qualsiasi fatta in seno alla Chiesa in favore di un dato
partito. Ma, secondo j termini del
progetto, simile atteggiamento potrebbe, in certi casi, condurre facilmente alla proibizione di ogni opinione religiosa su quistioni di ordine
politico. Questo è un, concetto inaccettabile per la Chiesa. L’attuale paragrafo che limita rimpiègo del pulpito previene ogni abuso. Dovrebbe,
bastare anche pear l’avvenire ».
(S. OE.P.I,).
Dopo la miseria e le sofferenze degli anni di guerra, la Chiesa ortod|b8sa serba conosce ora nuove afflizioni.
La conferenza dei vescovi ha segnalato una serie di casi di ingerenza
dello Stato nel lavoro della Chiesa
ed ha pure protestato contro attacchi
tendenziosi e ingiustificabili mossi
contro la Chiesa nella stampa e contro le violazioni della libertà dlella
Chiesa in generale.
Una delle risoluzioni votate da detta conferenza rileva che le nuove
leggi concernenti la riforma agraria,
l’abolizione della tassa per il culto c
la proibizione di fare collette per
la Chiesa, hanno avuto come conseguenza che quest’ultima non è più
in grado di provvedere ai bii^gni dpi
clero e dei suoi istituti. In seguito
all’atteggiamento dS certi organi stallali, tutta iPopera isfSiirituale della
Chiesa, compresa l’istruzione religiosa, é resa difficile c talora anche
paralizzata sia dalla confisca di edifici ecclesiastici, sia per altre misure
restrittive. Inoltre, come lo dimostrano certi modi di agire spietati
verso gli ecclesiastici, si rinnegano i
diritti fondamentali della Chiesa come organismo riconosciuto dalla Costituzione e si mina l’unità della
Chiesa per mezzo di un’azione politica. (S.OE.P.I.). V
Romania
Giappone
H fatto flhe h» Kintoismo era la re
Le relazioni tra la Chiesa e lo Stato sono improntate ad una reciproca buona volontà. Nell’ultimo discorso del re al parlamento e nella risposta del presidente, si è potuto rilevare ,che la Chiesa era fortemente
sostenuta dallo Stato.
Nel corso dell’ultima sessione del
Santo Sinodo i membri di esso sono
stati invitati dal parlamento ad un
ricevimento. In tale occasione sono
stati scambiati amichevoli saluti tra
il patriarca Nicodemo, il presidente
del parlamento e il primo ministro.
Il presidente ha sottolineato la necessità di un più stretto legame tra la
Chiesa ed il Parlamento. Il primo
ministro ha pare auspicato maggior
collaborazione tra la Chiesa, lo Stato e il Parlamento.
Tutte le facoltà e le accademie
teologiche funzionano; l’istruzione
religiosa, per qilanto ristretta, è obbligatoria in tutte le scuole. I membri del clero p<weono essere eletti al
Parlam^to. I libri religiosi e i periodici cristiani possono esser pubblicati come prima, per quanto la
¡penuria! Pi carta si fbocìa setattre
fortemente (S.OE.P.I.).
En voyage
Nous côtoyons la ’’Riviera” italienne, puis la France, (voici les îles
d*Hyères qui ont joué un rôle intportant lors du débarquement allié
sur les côtes méridionales de la France) puis VEspagne. Nous voyons au
loin les ’’Baléares”. Et voici le
détroit de ’’Gibraltar”, la forteresse
anglai-<fe qui éveille en moi tant de
souvenirs de guerre, le port d’Algésiras et vis à vis les montagnes de l’Afrique. Les côtes espagnoles sont verdoyantes, l^s hirondélles voltigàtt
autour du bateau : déçidàment, ici
c’est le printemps!
Nous sommes heureux de quitter
la Méditerranée à cause des minesNous en avons évité deux au large
de Gênes, nous les avcms vues se balançant doucement sur l’eau et leur
présence ai été immédiatement signalée aux autorb'és militaires. C’est une
rencontre encore moins agréable que
les grosses vagues qui s’abattent sans
pitié sUr les flancs du navire!
Nous côtoyons maintenam l’Afrique. Nous sommes aux îles Canaries,
au N. O. du Sahara. Elles sont célèbres, entre Outre, pour leur climat,
leur vins, leurs batianes. Nons faisons escale à Las Pahnas. Le bateau
doit se refournir d’essence : il en boit
55.000 Hères ¡tar jour! - Visite à la
ville. - Je fais mes premiers eSsais
de conversations eu langue espagnole-. ce n’est pas brillant! Tous les
passagers achètent des bananes: el
les sont délicieuses et bon marché.
Et maintenant, la grande traversée!
La chaleur aiigmente\ au fur et à mesure qu’on approche de l’Equateur.
La plupart des passagers ne dorment
pAus dans leur cabines. Ils passent
la nuit étendus Sur des chaises longues, sur le pont. Et penser qu’il y
a quinze jours qu’à Bobi el à...Gênes. je grelottais de froid!
La traversée est longue et monotone. J’étudie l’espagnol, j’ai des discussions avec deux prêtres.,, d’ailleurs, un rien distrait, à bord..- le
passdge d’un navire, d’un avion, la
vue des dauphins qui suivent le bateau...
À l’autre bord
Les côtes de F Amérique, du Brésil: Rio dfe Janeiro! Escale de doux
jours. On a te temps de bien visiter
la vitts. C’est la capitale du-Brésil trois millions d’habitants, un pourcentage très élevé de noirs et de métis, grande quantité de gratte-ciels,
cadre naturel merUpilleux! On dit
que le port de Rio est le plus beau
du monde! H est en effet magnifique,
mais comme je ne les ai pas tous
vus...
Le bateau a chaergé 10.000 sacs de
café et 2.000 halles de coton. On repart: Sanitos: escale da 36 heures
pour débarquer une centaine de juifs slaves et charger encore du café
et du coton,.
Oh a le temps de pousser jusqu’à la grande ville de San Paolo
(90 Km, à Tinteneur) qui compte
deux millions d’habitants' dont un
grand nombre sont italiens. C’est là
que, grâce à l’indicateur téléphonique je découvre l’adresse de mon.
vieil ami Boero de Coazze que je
rencontre un peu plus tard à sa très
grande surprise; il a rejoint avec sa
famille ses deux fils établis ici depuis dix ans. Ils ont tous tes deux
une très bonne position et l’un deux,
le docteur Arrigo Boero eSt propriétaire d’une très grande librairie
d’ouvrages theologiques, philosophiques, scientiphiques. Il déploie une
activté fort intéressante et utile au
point de vue de la diffusion de la culture en général et de la pénétration
de ta pensée évangélique. On y trouve en effet bien des classiques de la
pensée protestante, depuis les commentaires de. Cdlvin jusqu’aux ouvrages de Brunner et Barth. Je vois avec
satisfaction le „Più presso a Te Signor” du Prof. Rostagno, traduit en
ptiMugais 'et d’autres publications
de la Claudiana. Nous félicitons le
docteur Boero et ne pouvons que
Vencourager dans sa belle mission.
On voyage, on voynge...c’est loin
quand même! Ils étaient courageux
nos Vaudois d!’autrefois! JSt dire que
le,<i premiers ont parcouru ces mers
sur des bateaux à voiles!
Un point blanc sur la côte lointaine, Montevide-o! Encore quatre heures de voyage et nous serons dans le
port. Nous pénétrons dans Îg zone
des eaux bourbeuses du Rio de la
Plata. Avec l’aide des jumelles nous
voyons distinctement les restes du
„Graf von Spee” cuirassé allemand
coulé à l’embouchure du Rio au début de la guerre. Nous entrons lentement dans le. port, H y a 21 jours
que nous sommes partis de Gêne.
Nous sommes partis en hiver, nous
avons eu notre printemps dans la
Mediterranée, notre été sur l’Atlan-'
tique et maintenant nous sommes en
automne. Sortir d’un hiver ¡pour entrer dans un autre ce n’est pas gai,
mais c’est l’hiver de l’Urugucty!
1«
Au milieu de nos frères
Le bateau s’approche lentement
du quai. Une petite foule attend. Je
regarde dans l’espoir de découvrir
un visage connu. L’espoir n’est pas
déçu; C’est bien lui..mon grand ami,
mon vieil ami, le pasteur Jean Tron.
Et encore deux autres chers amis, le
les jMisteurs Emile Ganz et Elio Maggi. On agite les mouchoirs, les chapeaux... Deux heures encore pour
l’examen des documents d’identité
et de voyage et on est enfin autorisés à descendre. On s’embrasse longuement, on est ému... Depuis qu’on
s’est vu la dernière fois, la guerre a
passé.
Avec les pasteurs, un groupe de
Vaudois m’attend: U y a le secrétaire de l'a Commission éxéciinve,
Mr. Paul Michelin Salomon, originmre du Villar; M.lle Fanny Davitfiïle du feit pasteur Paul Davit, actuellement professeur d’anglais dans un
grand Lycée et d!autres coreligionnaires. Deux heures de repos à Montevideo et l’on pèirt pour Colonia
Valdense (121 Km.). Monsieur SaioiOon, ^n^ttdnte personnalité Inique de notre mondé vaudois sudaméricain, nous pilote à tonte vitesse à travers la campagne. Des eucalyptus, des champs de mais, des
tournesols, dés vignes', des pêchers,
des palmiers. L’auto s’arrête devant
la cure de Colonia Valdense. Monsieur et Madame Ernest Tron que
j’avais connus à Massel en 1931, me
accueillent avec une très grande cordialité.
Oolonia Valdense est le centre intellectuel et moral de nos colonies.
Nous y trouvons une grande Eglise,
le Lycée, l’Asile des Vieillards, ta
librairie ’’Miguel Mord”.
Le premier contact
c est ici que je prends le premier
contact \avec les pasteurs aécourrUs
de leurs églises situées à de grandes
distances, pour une réunion intime.
C’est ici aussi qu’a lieu un Culte solennel au cours duquel les pasteurs
Ernest Tron et Jean Tron donnent la
bienvenue au délégué de la TableLe Temple est bandé. Des dizaines
d’autos, des voitures, des chevaux
sont parqués près de la Maison Vnioniste. Je parle de l’EgMse mère,
des Vallées, de ta guerre. Je Us dans
les yeux de chacun l’intérêt pour
le pays d’origine, la sympathie pour
ses épreuves, l’attachement à l’EgUse des pères. Le chant du Serment de
Sibaud sous ta direction du pasteur
Silvio Long éveille dans les coeurs
une émotion intense. Le Culte eSt
terminé...je serre des centaines de
nidins...fe salite souvent \en patois
des Meynier, des Negrin, des Michelin Salomon, des Bertinat, des Ricca, des Bonjour, des Malan, de» Sibille, des Berlin, des Jourdan, des
Ralmas, des Davit, des Geymonat,
etc. etc— j’ai l’impression que presque toutes les paroisses des Vallées
.sont ici représentées, mhis je trouve surtout des noms de La Tour, du
Villar, et de Bobi. Je me sens chez
moi, malgré les 13.000 Km. qui me
séparent des Vallées! Les Vaudois
savent garder les bonnes traditions.
Ils savent, en Uruguay comme en Ilalie, que c’est autour d’une tasse de
thé que la conversation est particulièrement agréable. Aussi les salles
de la Maison Unioniste s’ouvrent
pour acciielUir la mas.’i'e des Vaudois
Qu’om pris part au Culte. A' lot place
d’honneur le délégué de î’Eglise de
l,Italie: on lut offre un: grand gâteau
... une main habile y a reproduit en
relief lés étoiles ,le chandelier, le
”Lux Lucet in Tenebris”. Mr. Louis
Jourdan, bien connu des Vaudois du
Sud Amérique et des lecteurs de TEro pour sa grande activité en favetit
de nos Colonies et en particulier des
disséminé,<f, adresse un message, ainsi que Mr Michelin Salomon.
Je reste quelques jours à Colonia
Valdense en attendant de partir pour
le Nord du pays. Je puis m’adresser
jmr radio à tous les Vaudois du Continent sud Américain. Je les salue
au. nom du Modérateur, de la Table,
des Vaitdnis de l’Italie. Le même
sang coule dans nos veines et, ce qui
vaut infiniment plus et mieux, la *
même foi nous unit.
Albert Ricca
(C’est avec beaucoup dé ioîe que
nous avons lu ces deux premières lettres de notre délégué en Ainérique
du. Sud. Elles sont récentes puisque
elles datent tout simplement du 10
Avril 1947. Nous suivons par la pensée notre ancien, dirécleur du journal et nous lui souhaitons une mission bénie auprès de nos frères bienaimés.) Réd.
Nous parlerons plu» tard de Colonia Valdense- et de ses institutions.
LETTORI
E COLLABORATORI
II problema dcH’aulonomia ecclesiastica e della riforma deH’attuale ordinamento distrettuale è
all’ordine del giorno delle Assemblee di Chiesa.
Chi dì voi vorrà scrivere qualcosa per l’Eco delle Vaili?
Chi inizierà il dibattito
nel giornale?
AI primo corrispondente offriremo un regalo !
Coraggio ! ! !
3
/
■■'Ä ' ■
-SV,
"•■«'vV'.
L‘ECO PELl^ vÄai VALPfesi
, V
7 “H 7 " 14
(con tinummione)
mtrmioHe daHle leggi inr vigore y>.
Se gueat« è libertà religiosa, e non
HiYooo palese yiplazionè della liberstà, laaciamo ai lettori di giudicare,
k giwdiaio non è difficile.
Una nuova
incongruanza
\.
• Keaterebbe ora da chiarire il signiñcajlo del richiamo all’ore^amen^ giuridico italiano contenuto nell’ultima parte dell’articolo: « Le
eonie$sioni Areligiose diverse dalla
■cattolica hdnno diritto di organiz¡tarñ secondo i propri statuii in quanto non contrastino con V'or^nameato
giuridico italiano y>.
Fino adj ora lo Stato non è mai
interrenuto nell’organizzazione in, tema delle varie confessioni, se non
per esplicita richiesta di taluna di
es»&e Intende oggi lo Stato ingerirsi,
«ia pure indirettamente, nell’organiz.
zazione interna dei vari culti, ékÌ ec■eeziàne del culto cattolico romano?
Che cosa s’intende poi per « ordìnaintento giuridico italiano »?. L’ordinamento democratico o pseudo de.
mocratico di oggi ovvero l’ordinamento filo clericale e filo autoritario
di domani? Questo lo diciamo, naturalmente, a titolo di ipotesi; ma dì
ipotesi chiarificatrice. E’ del resto
risaputo che l’ordinamento giuridi
eo italiano eompraiì«^ ormai i Patti
Lateranenai,
Ci pare, in definitiva, die Tesprea.
sione « ordinamento giuridico itoKar
no » sia troppo elastica e di contenuto non precisato. Essa ,ci lasda perplessi e costituisce, in fondo, un’altra zona di tenebre in quella che, ad
onore della nostra Costituente e del
nostro popolo, avrebbe dovuto essere una chiara formulazione ^lla libertà le dell’uguaglianza rc^ìgiofea,
nel rispetto di tutte le fedi e nella
comune affermazione di quella Verità che rispldnde Incile plagine del
Vangelo e che sola può illuminare e
Il Past|)re Corrado Jalla
^ h :¡
■ '-v..•*1 ■■
I ;
guidare le nostre coscienze.
B. Rostan
L'Eglise devrait être le lieu
où tombent toutes les bafrières
de race, de nationalité, de clasi>
se, de sexe, et d'éaucation ; où
les non privilégiés, les opprimés, les méprisés, les parias
sont les bienvenus et se sentent
chez eux ; un terrain de rencontre, où ceux que séparent les
questions politiques et économiques peuvent prendre conscience
de leur unité de foi en un même
Dieu, discuter, comme de vrais
frères, tes questions qui les divisent et apprendre à se comprendre mutuellement.
Investigate le scritture
ii
Rapiti sulle nuvole
I Tess. 4; 17
ff
’ /Va« credo, come molti, che questa
•»spressiotie. sia una semplice tuetafora. Non, lo credo, px-imieramente perchè il contesto non lo lascia inten/.dcr'e affatto. « Se Gesù non inteudeva
- dire ciò ch'eqli disse, perchè non dis' se eoH dò che intendeva? » Questa sa,piente obiezione, uscita dalla bocca
di un, fauduUo, vale pure nel nostro
casa,
' Poi,non lo credo perchè il tema unuvnla, nuvole^, ricorre spesso nella
Bibbia tn connessione ccincreta con
etìcnti concreli. alcuni dei quali prefiaurantì aneli essi il secondo
vento del SioTtore. %
Gesù presso a finire il suo corso
•^terreno, paria ai suoi discepoli della crisi finale del mondo ed anmsn'{a che allora « vedranno il Figliuol
dcU'uomo venir sulle nuvole del
ciclo con gran potenza e gloria »
{ìfalt. 24: 30; Marco 13: 26).
Lo stesso modo della, sua Parusia,
dopo che agli amici, Gesù lo conferma
ìBt nemici: « vedrete il Figliuol dell’nomo sedere alla destra della Potenza e veniire sulle nuvole del cielo ».
{Matt 26:64).
Gesù muore, risorge, e. dopo 40
giorni, ascende al cielo, testimoni gli
apostoli. Luca riferisce il fatto narrando che egli, il Signore, «fu elevato,
ed una nuvola, accogliendolo, lo tolse
dinanzi agli occhi loro » {Aiti 1:9).
infine. è Giovanni a riprospeLlarci la venuta del Signore in
gloria con un .solenne: Ecco, egli
viene con le nuvole, od ogni occhio
lo vedrà {Ap, 1:7).
IH fronte a si numerose ripetizioni
ti capisce che il Luzzi abbia scrìtto
essere difficile eliminare dai sinottici i testi che attribuiscono a Gesù Videa di un riloriioi sulle nuvole. Le
nuvole però . aggiunge - sono Vacaess_orio. D'alccordo. Ma questo necessario
drve_ avere un suo non indifferente significato, se Gesù e gli scrittori ispirali ìtanto vi insistono sopra. Elemento dei miracoli già avvenuti; elemento
io di quelli che dovrà,nno avvenire, le
nuvole dei cUati testi, oltre al resto,
sono ricordate cecamente affinchè la
nostra fede sia provata già alla pietra di paragone delle cose secondarie.
dei particolari anche minimi, concernenti il soprannaturale, Altrimenti, .se
si incomincia a, spiritualizzare o metaforizzare l'accessorio, si finisce per
non credere realtà nemmeno l'essenziale o per considerarlo anch'esso una
figiuca retorica.
{Ehr. 4:16), ma in pari tempo vedi dì
pensare, di credere e di prepararti alla tua stessa esaliazione.
L'Eterno ti guardi Poi dal considerare come fantastico tutto questo ed
anche solo dal non ritenere p,rofittevole l’occupartele. Regolaci invece
sull'esempio degli apostoli'i quali, come si legge, proprio daU'aver veduto
il Signore saliente al Cielo e dalVaver
udito che egli tornerà nella medesima
maniera, trassero motivi di grande
allegrezza e incentivo a pregare, e testimonicer.e di lui firn al sangue {Luca 24; 50-53; e seg.)
Infine, lascia ch'io termini, non coi?i
le mie, ma con le parole di un credente di cui è taciuttp il nome : n I due
più grandi miracoli, la risurrezione
e il rapimento della Chiesa, sono poco
creduti anche in seno alle Chiese. Cosi,
qigindo Elia fu elevato al cielo, senza
passare per la morte, I figli dei profeti non potendo crederlo, costrinsero Eliseo a permetter loro di andare
in cerca del suo cadavere. Ed Eliseo
dovette attendere che ritornassero,
prim.a di compiere arxh'egli un mtracolo {2 Re 2: 15-21). Non diversamente
la Chiesa del nostro tempo farebbe più
grandi cose se essa avesse una fede
più sicura e una speranza più ferrria e
più gioiosa, in vista del giorno nel
quale, Gesù Cristo riapparirà. »
... E cosi sia.
D. ARGENTIERI
Canto Sacro
FESTE DI CANTO
Le tradizionali Feste di Canto delle
Corali e delle Scuole Domenicali avran4io
luogo D. V. :
DOMENICA 4 MAGGIO, ore
15 : Festa di Canto delle Corali della Val San Mariino
nel Tempio di Pomaretto.
Quali, le conseguenze?
DOMENICA 11 MAGGIO, ore
15 : Festa di Canto delle Corali della Valle del Pellice
nel Tempio di S. Giovanni.
« Rapiti sulle nuvole, a incontrare
il Signore nell’aria ». Si può imrriagi.
nar.e una frase più piana e meno retorica di questa? Orbene, pur neùa
sua estrema scmuUcità, essa H dice
nè più nè meno, che Fa scena dell'Ascensione dovrà riprodursi moUpilìcata e che i discepoli - te e me con essi
lora - sono eletti ad essere- non più
spettatori, ma attori. « Tornerò e
coglierò presso di me. affinchè dove
sono io siate anche voi » (Giov, 14:3).
Laonde lettore caro, continua pure
a festeggiare la data che rammemora
Gesù esalfato alla destra di Dio Padre
e ad avvicinarti in spirito ed in preghiera al suo trono per ottenere misericordia e) gfatta e soccorso opportuna
DOMENICA 18 MAGCTIO, ore
15 : Festa di Canto delle
Scuole Domenicali della Val
San Martino nel Tempio di
S. Germano.
DOMENICA 18 MAGGIO, ore
15 : Festa di Canio delle
Scuole Dornenicali della Val
Pellice nel Tempio di Torre
Pellice.
LA COMMISSIONE CANTO SACRC^
Il 2 aprile corrente. nell’Ospedale di
Samaden (Engadina), spiirava, dopo
lunga e tormentosa malattia, il pastore valdese dott. CORRA.DO JALLA, ds
12 anni ministro deH’Evangelo nellj
parrocchia Rifo rifiata di Stampa (Can‘
tone dei Grigioni). La dolorosa inaspet
tata notiziiia ha suscitato nella parrocchia una vera costernazione. Già da
molto tempo egli soffriva d’una pesante indisposizSone ; tuttavia aveva
potuto fino in ultimo svolgere la sua
missione evangelica, consacrandosi al
bene della popolazione della Valle
Bregaglla, la quale aveva ancora vivo
il ricordo dell’efficace ministero svolto 50 anni fa dal padre pastore Odoar.
do Jalla, ed ora circondava il figlio
Corrado della sua reverente stima e
del suo vivo affetto. Ancora ^ domeca 23 marzo egli predicò dar pulpito
del suo antico tempio alpino, un ser-mone impressionante, uh ispirato richiamo alla fede ed aH’azione cristiana. Ma tosto dopo il malore s’aggravò:
fu ritenuto urgente Tinteryento chirurgico. che parve avere un esito favorevole; e già si sperava in una rapida ripresa, quando avvenne fulminea
la catastrofe. Il pastore Jalla, il fedele servitore caduto sulla breccia, si
.spense nel pensiero del suo Salvatore
e Dio.
I parrocchiani vollero che la salma
dei loro pastore fosse sepolta nell’antiico- cimitero accosto aj Tempio. Il
trasporto da Samaden fu profondamente emozionante. .Lungo la strada,
per parecchi chilometri, tutta la popolazione si raccolse nei villaggi, a Maloia. a Casaccia, a Vicosoprano. nelle
minori borgate, facendo ala ai passaggio del carro funebre, porgendo al
loro ministro un reverente saluto, un
commosso tributo^ di affetto e di rimpianto, mentre le campane dei templi
suonavano come nelle circostanze più
solenni.
Al funerale accorse una folla imponente, non soltanto dalla parrocchia,
ma da tutti i Comuni della Valle. I
pastoni- Guido Rivoir e Gian Rivetti
rievocarono con un sen.sb di profonda
riconoscenza la persona e l’opera del
defunto, ricordando le parole di vita
eterna che egli in quello stesso lungo
aveva per 12 anni pronunziato. Due
cori dfi giovani; intorno alla tomba
aperta espressero con armonie apfee
runanime sentimento di cordoglio
della folla raccolta. Infine la tomba
del pastore fedele ed amato fu presa in
consegna dalla parrocchia a cui egli
aveva consacrato lè, energie dei suoi'
ulti mi anni.
TI pastore dott. Corrado .Talla nacque
il 20 ottobre 1883. a Treviso, ove suo
padre era pastore per la diaspora veneta. Educato prima a Soglia; (Val
Bregaglia), poi a Firénze fin dalla
prima giovinezza egli decise di darsi
all,a missione del pasturato evangelico., che fu così runico grande scopo
della sua vita. VI si preparò nella F'acoltà Teologica Valdese a Firenze, poi
in quella delle Università d’Edfm'bnrgo e di Tubinga. Fu consacrato pastore a Torre Pellice. nel Sinodo del i907.
Da allora in noi svolse la sua atttivitd
pastorale nella Chiesa Vaildese, presso
diverse comunità, fra cui citiamo con
particolare rilievo quella di Messina,
di cui fu il riorganizzatore dopo il terribile terremoto del 1908, e quella di
Piume, che per un settennio egli ricostlfiii solidamente. Nella guerra di Libia., fu ca.ppeliàno pei militari evangelici nelle truppe belligeranti. Duran
te la guerra del 1915-18, fu chiamato a
tìjrifgere succieissiV-amente varie ¡parrocchie delle Valli Valdesi rimaste prive di jiastore. Intanto volle allargare
ad altri orizzonti la proprià cultura,
in una continua ansiosa ricerca della
Verità e del bene. Si laureò successivamente in letteratura, in legge, in
geografia. Si giovò di queste vaste è
multiformi conoscenze non soltanto
per la redazione di dotti studi ed articoli in vari giornali e riviste, non
soltanto in,una benefica attìvità culturale e pratica in favore delle popolazioni dell’ambiente in cui si trovava
ma anche per un insegnamento scolastico regolare; chè, ih seguito a richiesti della Chiesa Valdese, fu per
una diecina di anni insegnante competente ed apprezzato nei Ginnasi Valdesi di Pomaretto e di Torre Pellice.
Ed in questa varia, intensa azione
lasciò dovunque tracce profonde della
sua fede cristiana, del suo zelo, della
sua dedizione al dovere, della sua consacrazione all’opera a cui il Signore
l’aveva chiamato; sostenuto e coadiuvato com’era dall’affettuosa solidarietà della compagna della sua vita, la
signora Renata Turin. e dei figli Marcella e Ferruccio. Infine rispose alla
vocazione delia parrocchia di; Stampa,
che doveva nobilmente chiudere la
Sua missione in questa vita.
Ed ora, (piando ancora ai trovava
nello pienezza, delle sue energie spirituali, Iddiì,ó ha creduto bene di chiamarlo ad un servizio superiore.
Alla memoria del pastore e dell’am>co yocrliamo' offrire l’omaggio della
viva riconoscenza e del profondo- rimninntnr della. Chiesa e della popolazione
Valdese; e-d alla vefiova, alla madre
novantenne, a,i figli, che hanno perdttfn- (11 iso.stegno fort.e e fedele- idei
marito, del figlio del padre, rivolgiamo il’esnressi'one della mosltra affefttuosa simpatia..
Perchè non
ci sono più 0
Diacolnesse*
vai a ohiuderq là? Ma a cJi« aervef.
Puoi far iantp bene anche jCuori! ».
Tutte le malattie dei jgenitori, tutti i reumàtiemi delle vecchie tufr.
ti i doveri verso la famiglia vagone
fuori, quando si tratta dji diventar»
diaconessa. Quando ri tratta di acaraventare una giovaim ali'àltre capo
d’Italia per far la protesoressa'zitella disperata, i genitori godano
sempre ottima salute. A ciò ri aggiunga la piega sempre più frìvola
che prende la gioventù femminile,
la mentalità ristretta che insegna a
fare il bene solo fin dove non costi
il minimo sacrificio, e la superficialità, ingomma, della fede cristiana di
molti, che pur sembrano ferventi e
profondi; però solo quando si tratti
del sacrifizio altrui.
Un altro (ostacolo lo vedo. nel|a
frenetica mania ch’è venuta adesso
dii far studiare tutte le donne, anche
quelle che non ne avrebbero nessunissima voglia. So di una giovane
per cui l’ostacolo principale al diaconato fu l’aver studiato. La sua famiglia era esterefatta al pensiero che
diopo aver fatto tanto per farle prendere una laurea, volesse darsi a un
lavoro materiale.
Si capisce che molte giovani dopo*
aver preso una laurea, più o meno
volentieri, si sentono obbligate- da
un malinteso .senso di rispetto per i
genitori, a non deludere le loro aspettative. E poi loro stesse non ri
adattano più ad altre cose; sono il
più delle volte esaurite, e dicono ;
«Mi ^ono isaorificata :gli anni migliori per studiare, ora voglio crearmi una vita comoda il più possìbile Ora, mi si intenda bene, io non
dico che non ci voglia rispetto ai
genitori. Sarei pazija se sostenei^
questo. Dico che non ci dpve essere
un rispetto maljinteso- Può darri che
i genitori, in certi casi, facciano bene a dare alle figlie un, titolo di stadio. Ma (presto titolo studio non
deve diventare un impegno irrevocabile, un idolo. E’ una riserva, che
non deve incatenare lo spirito e impedire la sua libera scelta, o meglio,
di seguire la voce del Signore, dovunque Egli voglia chiamare una
sua creatura.
Ed ecco, a parer mio, un’altra ragione della crisi.
Mi sembra che fi. guaio dell’opera
stia nella sua limitatezza. Noi cerchiamo solo diaconesse infermiere.
Ma non tutte le giovani che si sentono spinte a consacrare al Signore
la loro vita in modo speciale, hanno
la vocazione d’infermiera. La sottoscritta, per esempio. Io diesidìeravo
diventare diaconessa infermiera solo perchè l’Opera non offriva altro.
Si aggiunga che non tutte quelle che
hanno la vocazione dl’infermièra,
hanno quella di diaconessa.
Ho visto sull’Eco delle Valli che
è àperta la discussione sul problema dblle diaconesse, e quindi nfi
permetto d)i dire anch’io la mia.
Son rimasta anch’io dolorosamente colpita, e questo non adesso, ma
fin dall’epoca della mia giovinezza,
dall’indifferenza da cui un’opera
così meravigliosa era circondata dalla massa dei credenti.
In quindici anni dacché eon membro di questa mia comunità, non
vi ho visto sorgere nessuna vocazione femminile. Le caqse di tale freddezza io non le vedo, lo dico schiettamente, nè nel costume, nè nella
consacrazione, nè nella mancanza di
con^penso in denaro. La vedo nell’egoismo delle famìgUe e nella cattiva educazione che si dà «11« gioventù femminile di oggi. Le famiglie critBtiane ammirano sì, le diaconesse; ma non ammettono che una
loro figlia scelga quella strada. «Ti
Se il mio sogno potesse diventare
un giorno realtà, io vorrei che la
Casa madore diventasse una specie di
stazione di smistamento dove si accogliessero tutte le giovani che hanno una vocazione, anche se non ben
precisata, e poi, man mano che ri
seJiiariscono le attitudini e le aspirazioni di ciascima, si avviassero per
i diversi rami dell’opera. Allora si
vedrebbe che si troverebbero anche
più infermiere, perchè molte di
quelle che sono andate lì con una
vocazione soltantò generica, all’atto
pratico, troverebbero che quel ramo
è il più adjtitto per loro, e lo amerebbero, e ci farebbero un gran be
ne.
Quanto alle futili obbiezioni del
costume, della consacrazione e del
compenso... dia retta a me; non è
questo che salva Topera delle diaconesse. Guai quando una Istituzione come questa si abbassasse. al livello meschino del mondo. Sarebbe
la sua condanna a morte, si ridurrebbe a un’associazione laica di infermiere. Gesù non ha mai promesso
ai suoi seguaci nè bei vestiti, nè uno
stipendio; ha promesso semplicemente la croce.
A. C.
(Prossimamente, pubblicheremo
ancora un articolo su questo argomento — Intinto chi vuole esprimere il proprio parere in merko lo faccia). (Red.)
4
L'ECO DELLE VALU VALDESI
Sow^ìtii" d*un Vaudois du Piémont
{ Il est un âge dans la vte où l’âme
fe recueille et se souvient; on revoit
les lieux et les temps qui furent. Je
me<^rappelle La-Ville dans ta paroisse'
VH^doise de Praly (Piémont ) ou j’ai
passé mes premières mnées.' Il est
situé au fond d'une vallée qui s’ouvre
sur la France par le col d’A briès. Le
soleil y descend très ¡tard pour en repartir trop tôt. Les terrains sont cultivés jusqu’à mi-montagne; de là, les
sapins et les mélèzes, serrés et droits,
semblent monter à l’assaut des cimes
parfois escarpées; en été ils couvrent
de leur ombre les aboridants pâturages et en hiver ils protègent le village
des avalanches.
Aucun arbre fruitier n'égaye le
pays, La première orange que nous
vîmes, les forêts d’orangers dont on
nous parlait, nous rappellaient l'Eden
biblique et nous rendaient rêveurs.
Les champs et les prés sont très morcelés et maigres; ils exigent beaucoup de
travail et d'engrais.
La vie y était rude : u Neuf mois
d’hiver et trois mois d’enfer », disaiton; le stjriel temps nécessaire pour semer, faner et récolter; on semait le
seigle en aknlt et on le récoltait en septembre de l’année suivante. Les hivers
étaihent ilanqsj souvent, ppnâant le
jour, passaient dans lé ciel gris des
vols de corbéaux croassants et des aigles solitaires; pendant la nuit on entendait les renards et les chiens, les
chat-huants, les avalanches et leurs
échos; quand j’y repense, la sensation
des frissons vécus me saisît encore.
tienne. Tout l’enseignement était donne en langue frariçaise.
Chaque matin nous commerwions
par la prière, toujours la même, que
nous répétions msemble à haute voix -,
« Au Roi des siècles, immortel, invisible, seuà Dieu, soifint horvneur et
gloire aux siècles des siècles, .Amen”,
(1 Tim. 1:17.). De cette humble école
sont sortis, dans l’espace de vingt ans
un officier supérieur de l'armée italienne. un ingénieur, un professeur
d'université et quatre pasteurs; Us
ont pu faire leurs études'grâce à quel,
ques maigres bourses et à l'héritage
de leurs pères, des montagnards: voIcmlé ferme, austérité Spartiate et confiance en Dieu.
Quand le jour était à son déclin,
deux élèves désignés tour à tour par
le régent, sortaient de l’école le bonnet
à la main et parcouraient le Village
en criavi de leur voix argentine, aussi fort que pos&ble; « Qui veut venir
à^ la prière! », Au bout à’un quart
d’heure, les représentants des familles
se trouvaient dans l’école pour entendre la prière lue par le régent. Après
ce cutte les femmes rentraient chez
elles, avec les enfants.
Les homrhes s’arrêtaient encore
quelques temps pour parler de leurs
intérêts multiples, des guerres auxquelles ils avaient pris part contre let Autrichiens et surtout les Croates fanati.
ques.
Après le souper très sobre, venaient
les veillées dans plusieurs des grandes
La courant, et un p™,».
eitrantirÊjTcTuc S
Umt rare, parfois un père de famille,
accompagné de son garçon, émigrait
temporairement en France, dans, la
bonne saison. Ils dormaient dans les
granges, sur la paille ou le foin; avant
de s’endorndr ils priaient à haute voix
en français, car, d partir des temps
de 'la Réformadion, Cette) ilan%ue était parlée par tous les Vaudois et
considérée comme leur langue sainte.
Puis ils rentrèrent au pays, heureux
des quelques cents fvames qù’üs avaient gagnés; en fredonnant une espèce
de mélopée qu’ils avaient entendue en
France et dont voici les paroles : «Vous
autri Piemountés qui parcourez la
France, vous faudra arracher les
dents, ne portez point de ventre ; bon
bras et bonnes jambes, bon coenr
pour travailler, faire beaucoup d’ouvrages. ne guère gagner».
' Le prêtre
Le souvenir des persécutions à travers les siècles était dans notre sang
et hantait nos esprits. Sitôt que nous
voyions quelques prêtres ensemble
parcourir notre contrée, nous les
croyions les avant-coureurs d’une persécution imminente.
Cependant le curé de notre village
était affable; aussi lejs enfants venaient-üs parfois lui vendre pour quelques centimes, les petits oiseaux et les
grenouilles qu'ils avalent trouvés en
battant la ccfmpagne ou en rentrant
de l'école afin de se procurer des becs
de plumes et des billes.
Les habitants n’'avdient pas de montres. Les constellations, le soleil, les
ombres levsê 'm(ÿ.qua£ent les heures;
la cloche les appellaü aux repa.s et
leur signalait l’Ave Maria que nos
mères, bonnes et fidèles, interprétaient ainsi : Lâ via maria, les chemins sont mauvais ; prions pour les
voyageurs et les égarés.
Le cuvé racoritait qu'à Pâquês le
son de sa cloche allait à Rome et que
par conséquent, ce jour, elle était muette, Deux ou trois gamins, parmi les
plus hardis, n’avaient rien de plus
empressé que de lancer quelques cailloux contre la cloche qui rendait le
soin habituel et donner ainsi un démenti officiel au prêtre. Leurs parents
les blâmaient ; mais,' au fond d'èux-mê
mes, les approuvaient. Souvent, dans
les après-midi ensoleillés le curé se
promerlaM sur la, place de son église,
un livî'e bien usé à la main; il lisait
ou murmurait des messes qui, nous
soit ici!» {Diu sei sie). Une lampe à
pétrole, suspendue à la} voie, éclairait faiblement; tout près d'elle et lui
‘"4'' ' .
formant une couronne, les enfants
apprenaient d haute voix leur leçon;
plus loin encore on ent^oyait celles
qui. avec leurs quenouiUes et leurs
rouets, filaient la laine ou le chanvre.
Parfois, quand les enfants étaient au
lit, elles chantaient en sourdine des
chansons chargées de nostalgie. Puis
tout le monde alluU se eoucher à 22
hmzes. eimrsn.
Grilli
(La 'Vie ^Protestante)
(A suivre)
Rassegna Libraria
Viator: IL CATTOLICESIMO
richiamato' ALLE FONTI
Traduzione dal francése di Jone
Corion - Ed. Claudiana - Torre
Pellice /> Lù*e 50
Ha fatto bene la Libreria Claudiana
a pubblicare per i lettori italiani quest’opera di un pastore svizzero. La situazione politica e religiosa in Itaìfiia, Ij’esigenza della nostra testijmonianza evangelica, il continuo, diutur.
Ilo contatto con un ‘ambiente permeato
di religiosità cattolica romana, ci costringono a prendere coscienza della
nostra fede e a conoscere la fede degli
altri, in vista di un utile, indispensabile raffronto.
Il volume edito dalla Claudiana costituisce un prezioso aiuto per chiunque voglia essere preparato ad affrontare la discussione religiosa e a «rispondere a quanti domqnd^o ragione della speranza che è in noi. con dolcezza e rispetto ». E’ composto di 82
pagine scritte in forma piana c semplice. comprensibili anche dft chi non,
abbia una particolare preparazione
storica e teologica.
Il cattollcesrao romano racchiude
indubbiamente degli elementi di yerità e di pUra fede cristiana; ma, nella
sua evoluzione Igrtorica e dottrtnaile,
si è allontanato alquanto dai prlmiitivo Cristianeaimò éd ha permesso che
non pochi errori nascessero e si sviluppassero nel suo seno. E’ necessario
richiamarlo alle fonti e confrontarlo
con la Verità, cioè con la Parola di
Dio, norma della fede e della condotta.
Aleggia nel volume uno sparito di
carità cristiana : esso è. senza dubbio,
il segreto di una utile, sostanziale,
chiarificatrice discussione in materia
di tede.
E’ bene che ogni famiglia Valdese
legga e mediti «Il Caitoli&esimo richiamato alle fonti»: troverà che le sue
pagine sono, nella loro semplicità,
ricche di insegnamenti é di nozioni,
oggi come sempre attuali ed indispensabili.
e. r.
U. Bert: IL GIORNO DEL' SL
ONORE f Claudiana ^ Lire 15
Un opuscolo di sedici pagine contenenti, uno studio accurato.del quarto comandamento e del posto che la
domenica deve occupare nella nostra
vita e nella nostra pietà cristiana.
L’opuscolo è utile vista di una necessaria rivalorizzazione del giorno del
Signore in mezzo a noi.
G. E. Meille: L’ACQUA VIVA
Claudiana Torre Pellice
Una prfedicazione viva ed attuale
sul passo del Vangelo di San Gi'ovanL’opuscolo è utile in vista di una neces
•b;ia ut eosun^nos eqe eiuo.} nun
na! » (4 : 14).
CRONACA VALDESE
PRAROSTINO
Al nostro Culto deila domenica delle
Palme, dinanzi ad una numerosa assemblea, sono stati, ammessi quali
membri di Chiesa 20 catecumeni die
avevano terminato il loro quadriennio
d’istruzione religiosa. Li accompagni
il Signore nel cammino della vltq. e
conceda loro di essere fedeli alle promesse fatte. Ringraziamo l’Unione delle Madri per il simpatico ncevim^to
offerto ai' nuovi menbbri di Chiesa.
— I nostri culti del Giovedì Santo e
di Pasqua sono stati affollatissimi,
con la partecipazione della nostra borale e la celebrazione della Santa Cena.
— Ricordiamo ai nostri parrocc,niani ed amici che speriamo di avere prossimamente la nostra annua vendita di
beneficenza che dovrà fornirci dei fondi per la diaconia, le riparazioni al
teinijio e la ricostruzione della nostra
cappella di Pralarossa, distrutta da un
incendio durante il periodo bellico.
MATRIMONI. — Plavan Remigio e
Connetto Elena — Paget Oreste e Forneron Enedina — Griglio Guido e Forneron Ernestina — Fornerone Giovanni, e Fanzini Lina — Giacomino Pasquale e Uliva Letizia — Fraina Carlo
e Oliva Irma.
A questi nuovi focolari i nostri migliori auguri.
FUNERALI. — Pastre Daniele di
anni 80 (Pasquet). Il nostro fratello
si è spento dopo alcuni anni di infermità. Gay Adriano e Nicodemo di Rinaldo (Buffe) : due fiori di bimbi richiamati dal Signore dopo aver rallegrato per pochi giorni la loro famìglia, Rivoi'ro Giovanni di Alessandro,
di mesi, 23 (Milun) : un bimbo pieno
di salute che non ha resistito che pochi giorni ad un attacco di pojmonite.
Costantino Daniele Edoardo, di anni
80, e Costantino Virginia ;ved. >Gia
assurait-on, étaient commandées par ^nni 73 (Collaretto). Membri
d'U'£%TF£ÌrTZmn. %^nd tressa famiglia, essi erano giu^^^^^
nous les rencontrions, nous enlevions
notre bonnet et réguglîèVement ü
nous répondait avec un regard distant, un léger inclfnement de tête
et un « Serviteur! »
L’école
Notre village avait trente deux familles, riches en enfants. A son entrées on notait une belle maison, construye à part, avec trois grandes fenêtres; iicVïaiii ‘Vecole -dnfiantine, ouverte pendant les sfùc mois d'hiver.
Le régent était du villa>ge et recevait
soixante-dix francs pour tout honoraire. Chaque famille qui lui confiait des
enfants, lui donnait en pins une grande forme ronde de pain bis et un peu
de lard frais. Au milieu de la salle
trônait un poêle en fonte; les vingt enfants environt qui fréquentaient l’école avaient de cinq à onze ans; chacun d’eux apportait une branche sèche de mélèze; ce bois, scié par le régent en petits morceaux, suffisait amplement à chauffer l’école. On y apprenait à lire, à écrire les premiers
élémenfs da VarUhmétinue, quelques
récifs parmi les plus significatifs de
la Genèse, de la naissance de Jé,sus,
des Vaudois et de l’indépendance ita
a tarda età nella pienezza delle forze
e si sono spenti ambedue dopo pochi
giorni di malattia. Codino Cesarinp. in
Romano, di anni 62 (Sea) ; il suo fisico
è stato logorato da alcuni anni di angosciosa attesa del ritorno di un figlio
disperso in Russia.
A tutte le famiglie provate dal lutto
additiamo nel Signore la fonte di ogni
consolazione.
S. GERMANO CHISONE
Sono stati; CONFERMATI al Culto
della Domenica delle Palme i seguenti Catecumeni: Bouchard Elsa;
Fraschia Alda e Elba; Rostan Enrica;
Long Rita; Long Lidia; Jahier EddZi;
Forneron Ines; Bounous Nadia; Comba Elda; Avondet Laura; Subilia Enrico; Sappè Bruno; Pons Giorgio;
Plavan Ca.rlo; Long Edvy; Griot Aldo,Gallian Elio; Gamba Arnaldo; BoccaUni Fr’anco ; Beux Claudio; Balmas
Erry; Avondet Ivo.
<( Figliuol niìo, dammi il tuo cuore »
dice il Signore a ognuno di questi
giovani. Perchè Gerusalemme ha dato
a Gesù nel giorno delle Palme gli applausi, ma non il cuore, dolori e rovine son stati il suo retaggio. La vita
ì): ■ '
dei Confermati che harmo fatto a Gesù
una promessa a fior di labbro e nulla
più, sarà tutta una rovina per il tempo presente e per l’eternità. Co.^ non
sia per i nostri 23 nuovi membri comunicanti su ognuno dei quali il Signore fa assegnamento per la testi. monianza della verità nel mondo.
Mercoledì sera l’Uniohe Giovanile li
ha accolti nei suoi ranghi offrendo ad
ognuno d’essi Tabbonamento al giornale Gioventù Evangelica.
— Abbiamo avuto la gioia ed il privilegio di avere in mezzo a noi per
una settimana il Past. A. Girdzdet di
Losanufi. accompagnato dalla sua signora. Égli è intervenuto alla riunione giovanile e ha rivolto ai nuovi contermati un caldo appello alla fedeltà
a Cristo. Ha presieduto il culto serale
di Giovedì Santo e Iq celebrazione della Santa Cena; e al culto di Pasqua,
dopo il sermone del pastore della Parrocchia e la Santa Cena ha salutato
l’imponente assemblea con accenti di
fraterno affetto e itnvitaio tutti i cuori
a cantare a Pasqua e sempre la gloria
di Cristo Risorto.
Il culto del Venerdì santo è stato
frequentato più degli altri anni. La
Corale ha eseguito un inno di S. Cena
il Giovedì sera .e un coro d’occasione
al culto di Pasqua.
Pensando a questa settimana di intensa vita spirituale esclamiamo : <c A"
nima mia benedici l’Eterno e non dimenticare alcuno dei suoi benefici!».
— Un fiammante anto-pnllmann ha
trasportato il lunedi di Pasqua a Torino, al convegno generale una rappresentanza della nostra gioventù che
ha trascorso una bellissima giornata
sotto lo sguardo di Dio
— Sabato 12 corrente sono stati iiniti in matrimonio Comba Emilio e
Griot Liliana del Ciampas. « Se l’Etemo non ediiflca la casa, invano vi si
nffaticano gli edificatori ». Auguri nel
Siignore.
— Domenica, 27 corrente la Corale
di Lusema Sàn Giovanni, invitata
dalla nostra Corale, darà alle ore 15
nel nostro Tempio un concerto dj; Musica Sacra.
Lo scopo di questa audizione è di
suscitare in mezzo a noi un interesse
E„mapre più grande per il canto sacro
e di affinare il gusto musicale.
E’ chiesta ai parrocchiani che sono
invitati a riempire il tempio, una offerta per le spese di viaggio e di ricevimento,
TORRE PELLICE
Il primo Maggio
alla Sea
Come già annunziammo neirnltirao
numero de LA FIACCOLA, il P maggio dedicheremo al Culto Evangelico
la Cappella della Sea che i Proprietari. dopo aver provveduto al restauri
ed alle modiiflche che il caso imponeva. intendono offrire generosamenite
alla pietà dei fedeli della nostra Parrocchia e di quanii son soliti fare di
quel luogo amenissimo la meta delle
loro gite .
L’inangurazione della Cappella ci<
offre il motivo per una intera giorTìata di « convegno > alTaperto di cui
diamo qui sotto 'il programma invi
tando tutti, e sopratutto i giov,>.ni a
.1011 mancare.
Pei coloro che intendono salire da
Torre in Comitiìva partenza dal Monumento ad Arnaud alle ore 8.
Per tutti: Adunata alla Sea Ile ore
10.
Alle ore 10,30; Culta solenne di dedicazione della CappelÌM; Corteo del
Pastore e degli Anziani per la deposizione della Bibbia sul puXp.Uo e
breve Atto di raccoglimento nell’interno detta Cappella; Culto nello
spazio antistante la Cappella. La
Corale di Torre Pellice eseguirà
canti di circostanza. I Cadetti Unionisti faraìnno servizio d’onore.
(Il pubblico è pregato di portarsi
rinnario italiano).
Ore 12: Pranzo al sacco, —
Ore 14: Adunata per ii pomeriggio
giovanile : Recite e canti offerti dal.
le varíe Unioni del Cevjfro e dei
Quartieri. Canti della Corale e*di
insieme. Alcune sorprese! —
N. B Le corali e le Unioni^delle
Parrocchite circonvicine che eventualmente intervenissero e desiderassero contribuire al programma
con qualche esecuzione saranno
quanto mai bene accolte.
Ore 17; Tea offerto a fdvore del villaggio alpino AGAPE (Per ovvie
ragioni offriremo il tea... mai preghiamo tutti di portarsi le tazze e
10 zucchero!)
11 ritorno a Torre Pellice è previsto p.er le ore 20 iirccC.
N.B, — In caso di cattivo tempo tutto il programma sarà rinviato all’8
Maggio.
SE IL TEMPO LO PERMETTE
ARRIVEDERCI TUTTI
ALLA SE Al!!
Conferenze di EvangeUzzazi\me :
— Nel Teatro Trento, come già si fece con successo questo autunno, il
Pastore Ayassot sta svolgendo una
serie di conferenze speciali!.
La prima sul tema: ECHI DELLA
SETTIMANA SANTA ha avuto luogo
Mercoledì 116 oorr. con jl concorso
della Corale ed alia presenza di un
pubblico numeroso ed attento.
La seconda per Mercoledì 24 ha per
tema: «L’ARTICOLO 7, L’ARTICOLO Ì4 E NOI ». Speriamo anche per
questa séconda manifestazione un
buon concorso di pubblico.
La terza Conferenza seguirà nella
.settimana seguente Martedì 29 alla
Stessa oTa ed avrà pe.r tema:
((CHIUNOUF TU STA R’ UN MESSAGGIO PER TE...» .ànchp ques|a
terza manifestazione la Corale ci offrirà il suo apprezzato concorso.
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Estero .
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Uzwil. — Abbiamo sollecitato notizie
telegraficamente e le attendiamo da*
un giorno .all’altro.
PERSONÀLIÀ
M.me et Mr. AYASSOT, pasteur,,
ont le plaisir d’annoncer l’arrivé au
Presbytère de leur petit
ETIENNE
Torre Pellice le 22 Avril 1947
La famiglici del compianto
Fornerone aiaceme
deceduto a Pinerolo il 14 corrente, ringrazia sentitamente quanti hanno preso parte al sua dolore.
Pinerolo, aprile 1947. ^
Diresiione: Via dei Alille, 1 - Pinerolo
Amministrazione: Via Carlo Alberto^
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Dir, Resp. Ermarmo Rosian
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