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IJ BUONA NOVELLA
GIORINALE RELIGIOSO
PKRKXO I»’ I 4'/JO\K
(.1 domiciiio)
L.7,00
» 4,30
Toiino, per un anno L. 6,00
— per sei mesi u 4,00 ,
Per le provincia e l’eslero franco sino
ai coDlÌDi, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, « ;'i,20
A/rStiovTic d'è ¿ydyint,
SpgiitnJo la verità a«lla ctril«
Fpb9. ir. ts.
L’L'flìcin (Iella RUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Kvangelica
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpello al Cairè Diiei.
Le a.ssuciazioni .si ricevono in Torino allo
stesso riTìcio.
C/t Amocifiti (Mìe ProvinciepMrartno provvedersi iìi vn viifiUa postale,
inviandolo franco alla libreria Hiava
1 Coufessori di G. C. in Italia nel secolo XVI; PompOnio Algieri. — Stadii storici
.-ul Purgatorio. —Risposta alla Pastorale del vescovo di Nizza, —Moialità nri
Paesi cattolici — Notizie religiose. — Cronachetta politicen.
1 f.O\FRS^01U m (1. €. IN IT\II\ MI SECOLO XVl
POMPONIO .tr.CiVERI
Ili.
Qi'akto Esa.^ik.
Domanda. Co.^a pensate intorno
airintercessionii de’ santi?
Risposta, lo non riconosco altro
intercessore presso Dio che Gesti Cristo, e non voglio averne altri.
D. Come? non inlercedono essi
per noi? S. Paolo non supplicava le
Chiese acciocché pregassero per lui?
R. Ciò è vero: ma che relazione
hanno i morti co’ vivi? S. Paolo
pregava i vivi d’indirizziire le lor»»
orazioni a G. Crislo, attìnchè intercedesse per lui appo il suo divino
Padre, ma non trovo in alcun luogo
che s. Paolo od altro Apostolo abbia
invocalo un morto, neppure il buon
ladroue, della cui salvazione si avea
certezza perchè ne avea fatto testimonianza Io stesso Kedentore; nè Giovanni Battista il quale, come disse
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Gesù Cristo, fu il più grand’uomo
della terra; nè Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, od altri Padri. Or io
dico ; se si dovesse pregare i morti
e se i santi intercedessero veramente
per noi, perchè gli Apostoli uou pregarono nemmeno una volta alcuno di
codesti santi e servitori di Dio per
intercedere in favor loro? Ma ditemi,
di grazia, qual è l’inìercessioiie c!ie
fa Gesù Cristo presso il suo diviii
Padre, e di die F.gli io prega?
D. Cristo intercede per noi in varie
necessiti!, pe'suoi meriti.
fì. Dunque è il solo Crislo die intercede per noi ; giacché gli altri non
possono intercedere pei proprii meriti.
D. 1 .santi intercedono pe’meriti
di G. Crislo, ed anche pe’proprii.
Ma a die giova il parlarne più olire
se voi non volete prestarci lede? ciò
basta.
H. lo non credo che in Gesù Crislo, e non amo nè alloro altri che
lui; essendo certo ch’Egli è il solo e
vero intercessore e mediatore presso
Dio. Ma degnatevi rilletlere come da
per voi stessi vi contraddite, dicendo
prima che l’intercessione non si fa
che pe’ merili di G. Crislo, e poi aggiungendovi anche i meriti de’ santi !
Del resto se uon vi aggrada di -parlarne più olire, permettete almeno
ch’io dica lutto quello che penso su
questo argomento, il volgo suppone
che Cristo parli col suo celeste Padre
come quaggiù si usa parlare co’ grandi
signori e re ; e ciò deriva dall’ignoranza che si ha di Gesù Cristo. 11
Padre ed il Figlio sono una medesima
sostanza, quantunque sieno diverse
persone. Egli siede alla destra del
Padre, e mentre intercede è parimente
giudice; per ia qual cosa possiamo
sperare che la sentenza ci sarà favorevole. Egli intercede per la sua
morte e passione, in virtù della quale
ci ha riconciliati col Padre; poiché
essendo figli d’ira per opera del peccato originale, non ci era concesso
di comparire dinanzi al tribunale di
sua giustizia. Perciò Dio inviò il Figlio
per giustificarci col suo sangue, in
modo che Dio vedendoci sotlo la protezione pel suo Primogenito, e membri del Corpo di Cristo, ci abbraccia
come suol figliuoli. In questo modo
quante volte noi preghiamo il Padre
per la passione e morte del suo Unico
Figlio, altrettante Egli si riconcilia
e divien misericordioso verso di noi.
Ecco quarè l’intercessione che fa G.
Cristo per noi. E in questo modo lo
pregavano gli stessi santi pria di morire, nou pe’ loro meriti, o quelli
degli altri, ma per quelli solamente
di G. Crislo. Laonde se essi non riconobbero altro intercessore che Cristo, e non ottennero il regno de’ Cieli
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che pe’ soli merili di Cristo, perchè
dunque volete costringere gli uomini
a pregare pei meriti d’altri, e in modo
diverso di quello insegnatoci dallo
stesso divino Maestro? Egli infatti
dice in s. Matteo, cap. VI. vers. 7 :
« Quando farete orazione, non usale
soverchie dicerie come i pagani; perciocché peni«ano d’essere esauditi per
la moltitudine delle loro parole; ma
orale in ipiesto modo: « Padre nostro che sei ne’ Cieli, .“ia santificato il
luo nome; il luo regno venga; la lua
volontà sia fatta in terra cume in
(iielo. Dacci oggi il nostro pane iiuolidiano, e rimettici i nostri deliiti,
Clune noi ancora li rimellianio a' nostri debitori; c non indurci in lenla7.iouc; ma liberaci dal maligno; perciocci'è luo è. il regno, e la potenza
e la gloria in sempiterno. Amen ■>.
Se Dio è divenuto nostro Padre, che
bisogno abbiamo noi rii mediatori?
perchè chiamare un terzo fra il Padre
l'd il Figlio per pregare in favore
degli altri figliuoli? .Se noi .siamo
membri di Cristo, perchè non dobbiamo andare con fiducia e direltamente al Padre nostro, ed umiliarci
(lavanti a Lui acciocché ci perdoni,
anziché mendicare l aiuto d'uu terzo,
c mostrarci in certo modo renitenti e
fuggitivi ? Rimanga chi vuole in simile cecità; in quanto a me non
ricono.‘iC(» che il solo Cristo per mio
intercessore e salvatore. Nè mi stupisce vedere il mondo caduto in tanta
cecità ed ignoranza; imperciocché ciò
avviene perchè la perversità degli
nomini ha mutata la verità in menzogna, adorando le creature in luogo
del Creatore.
D. Pare che vogliale farci una
predica. Vorreste forse, col nominarci
spesso fì. Cristo, convertirci alla vostra opinione? Non vi alTalleale di
vantaggio, giacché ci avete rotta ìa
testa parlando sì Imyameìite di (ì.
Cristo, l.a vostra concbiusione per
altro è che non ammettete l’interce.szione de' sanli, non é vero?
H. Mi basta 1’interce.s.sione del solo
(iesii.
D. Sarebbe meglio che voi ne fo.^te
imitatore di fatto e nnn di parole. —
Dite ora, vi burlerete egualmente del
purgatorio?
li. lo non conosco altro purgatorio
che quello che ci addita s. Paolo, di
cui non mi burlo, cictè a dire Gesù
Cri.sto, che siede alla destra del Padre, e che ha purgalo i noslri peccati.
D. Che? vi burlate dunque di ciò
che i santi dottori han detto intorno
al purgatorio?
lì. Come? osale dire che tutli i
santi dottori l’han confessato, mentre
9. Agostino (che è uno de’ pii!i eccellenti) scrivendo a Pelagio, lo riprova
nel cap. inlitolato Hijpof/ììosticon'?
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D. Pelagio diceva osservi im terzo
luogo pei bambini che muoiono senza
battesimo, e s. Agoslino sostiene cbe
che fra il paradiso e l’inferno non
vi sia un terzo luogo per essi ; ma
non paria di Purgatorio.
R. Ho piacere die voi confessiate
aver s. Agostino scritto ciò contro un
eretico e che attenendovi alle sue pa
role voi pureritenghiale che fra il paradiso e l’inferno non vi sia un terzo
luogo. Essendo cosi (come realmente
p) ove trova.il il vostro purgatorio,
in cielo, ovvero neirinferno?
ù. i\on tocca a noi di rispondere,
uomo pervei'so.
R. È certo che in cielo, dov'è letizia, non possa esservi mi luogo di
pena,- sarà dunque ncH’inferno. Ma
in qual passo della Sacra Scrittura si
dice cbe alcuno sia mai ritornato
dall’inferno? Se dunque il purgatorio
esiste pres.so voi, in modo ehe a vostro piacimento possiate entrarvi ed
uscirne, ciò non mi riguarda, perchè
non sono delia vostra sella, e se io
vi entrassi non potrei più uscirne. Se
il purgatorio è un luogo di pena (non
eterna, come voi ¡iffermale) dopo la
consumazione de’ secoli chi vi resterà
dentro? Senza dubbio rimarrà vuoto,
imperciocché ! malvagi avranno un
fuoco elerno ed i buoni un’eterna
beatitudine, come c’insegna la Scrit
tura. Rimanendo vuoto, che sarà di
tanti milioni d’indulgenze che si impartiscono alla gente cieca e sciocca?
E questo è poco. Se il purgatorio)
secondo voi, cesserà , ne segue un
altro iucouveniente più assurdo, cioè
che il paradiso e l’inferno saranno
eguulineute temporali, giacché il purgatorio, a mente vosira, partecipa
delia natura di entrambi. Del resto
voi sapete bene dove realmente si
(rovi il purgatorio, cioè nelle borse
de’ creduli, che purgale mirabilmente;
e perciò dovrebbe chiamarsi più propriainenle pngatorio. È curioso che
i papi, vescovi, preti e monaci si vantino con boria d’essere i successori
di s. Pietro e degli Apostoli, menlre
poi non ne seguono le dottrine e
fauno all’ opposto di quanto questi
ultimi facevano, e vendono la gloria
e i doni di Dio, che gli Apostoli impartivano gratuitamente. Ma le vostre
leggi non dicono che la grazia non
concessa gratuitamente non sia grazia
come risulta dal cap. Gratia 1, quaesl.
I ? Or come pos,sono concederla coloro che sono così avari? Come essi
che .sono simoniaci potranno dar benedizione , menlre ogni simoniaco
invece di benedire, maledicej giusta
il cap. Ventum est I, quaest. I?
D. Che importa a voi di questo?
Badate solamente ad esser buon cristiano, e ritrattale i vostri errori; con-
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ciossiacosachè il Signore punirà i tristi una volta sola.
R. lo son cristiano, e Dio mi
guardi di divenir papista.
D. Ne sarete punito. Ma poiché
citate i canoni, diteci se sia lecito a
uu prete di vendere i proprii beneficii.
R. Ma voi stessi caratterizzate
questa vendita come simonia ; ed io
aggiungo che non solamente il prete
nou possa vendere i beneficii, ma
neppure tenerli senza far sacrilegio.
Imperciocché chi li possiede, defrauda
il prossimo, spendendo male le rendite che tira da’ sudori e dal sangue
dei poveri.
D. Certamente, chi li spende male,
fa male; ma chi vi dà il diriito di
farvi giudice di questo? Forsennato!
non aviete ancora 24 annre presumete
di correggere e riprendere la (chiesa;
voi avete bisogno di imparare, nè
dovete lusingarvi di sapere qualcosa,
arrogante !
R. Io non dico di voler correggere
la Chiesa, non essendo questo il mio
ufficio: ma ho bene il diritto di far
sì che il mio spirilo non cada in errore. In quanto alla età poi, mi stupisce quello che mi obbiettate, mentre
da parecchi luoghi della Scrittura
risulta che l'intelligenza non viene
dall’età, ma dallo Spirito. Giovanni
Battista ricevette lo spirito nel ventre
di sua madre; Daniele era fuiiciullo,
ed anche i tre Ebrei. Timoteo e Tito
nera forse carichi di anni quando
furono eletti vescovi? E s. Paolo non
dice: Miseri coloro che badano agli
auui, ai mesi, ai giorni ! Che rispondete alle vostre leggi che comandano
al vescovo di non ricusare d’apprendere da uno più giovane, ma più dotto
che lui ■'
D. Credete d’essere uguale a coloro che avete nominato?
//. Non credo questo, ma per
quanto è in me, fo di tutto per soini
gliare ad essi.
V. Insomma la vostra malignità
Ila profonde radici ; tornate alla prigione e coinpiacetevi de’ vostri sogni,
vedrete ciò che sarà di voi !
[Continua]
mm STORiti m piìrgatorid.
V.
Quello però ohe diede l'uliiiiia mauo
all’edificio del Purgatorio fu ua mouaoo
chiamato Odilone, aliale del celebre monastero di Cluni. Quesl’uomo divenne celebre nell’xi secolo per lu liberazione delle
anime del Purgatorio. Egli cominciò per
litierare l’auima del papa Benedetto vui.
Cotesto papa non era stalo in vita un fiore
di virlù, ma aveva fulminato la scomunica contro coloro che avevano incumerato i tieni del monastero di Cluni. Dopo
morlo fu condannato in Purgatorio. S. Pier
PamiaDi che viveva in quei lempi vide
l’anima del .santissimo Benedetto che andava vdltolumiosi in luoghi iinmoudi : a-
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veva la forma d’ un mostro : era siccome
un orso gigHnIesco, ma lu coda e orecchie'
erauo di un usino. La sloria non dice come sau Pier Damiani riconoscesse il papa
in quella strana figura, ma il fatto sta che
lo riconolihe. Allora il sanlo Cardinale
interrogò il papa intorno a quel fatto, il
ijimle rispot-e che per giusto giudizio di
Dio era condannato a restare sotlo quella
forma e voltolarsi nelle immondezze fino
al giorno del giudizio. La novellasi spar■se, ed il santo almle 0 liloiie pregò e fece
pregare i suoi monai-i per l’amico Benedelio, il ipiale dopo pochi giorni up|)arve
ad litio dei monaci tulio cinto di gloria,
(,iie era l’circtto delle loro preghiere per
le quali si era annullala la IniinulaLiile sentenza di Dio.
Dopo un lai falto il inonasìero di Cluni
acquistò gran credilo, e molti correvano
I on ricchi doni alRncliè i inouaoi pregassero per le anime dei loro parenli. .Ma un
allro fallo avvenuto-in quei temili stallili
definilivameiile una lale dottrina. Erano
allora in voga i pellegrinaggi: nn edvaliere francese ritornando dal pellegrioag.i;io di Cerusalemme si fermò per qualche
giorno iu Sicilia nelle vicinanze deH’Etna:
fu alloggialo da un eremita ai piedi del
nuuile. L’cremila parlando col cavaliere
disse che essendosi avvicinalo al vulcano
.>-enli\a i deninnii che parlavano fra di loro
c poscia sentiva le anime gridare nei tormenti , e dice che se l’abate Odilone ed i
suoi monaci avessero pregalo, esse sarebbero state liberate. Il cavaliere di ritorno
in Francia andò diriito al monastero di
Cluni e rapportò ad Odilone le parole dell’eremila. Allora Odilone istituì la festa
dei morti per il giorno due novembre.
Nel secolo xn vennero gli Scolastici e
parlando delle indulgenze insegnarono chc
il papa aveva il dritto non solo di rimettere i peccati ai viventi, ma di assolvere
anche i morii, ed annullare lu sentenza
che Dio nel giudizio particolare avrebbe
dato conlro di loro. Quesla doltrina mostruosa in se stessa fu abbellita dall’ ingegno di Tommaso d’Aquiuo. Comparve
allora nello Chiesa la teoria del tesoro
composto dei merili di Gesù Crislo, e di
quelli che erano sopravanzati ai santi; del
qu;iie tesoro, dicevano gii Scolastici, il
papa ha le chiavi e lo dispensa a chi meglio crede mettendovi quelle condiiioni
che giudica a proposito.
I papi nel cominciare dei secolo xvi
inventarono gli altari privilegiali nei quali
si affissero tabelle, che si vedono ancora
diipperlulto e specialmente in Runiii, che
awi.-urio liberarsi dal Purgatorio quell'anima per la quale si dice la messa in quell’altare.
Eugenio iv uel Concilio liorentino fece
per la prima volla decretare la dotlrinn
del Purgalorio. Questa dottrina dunque
entrò oificialniente nella Chiesa (juindici
secoli dopo gli postoli, lo chc certo non
è un grande argomento in favore di esso.
Jlii la dei;isione del Concilio (ìorenlino non
fu bastante ad acquietare i teologi cnscienziosi, i quali si ìeviirono da ogni lato
per oppugnarlo , in guisa che nel Concilio di Trento fu posta di nuovo sul tappeto, fu di nuovo discussa o delinitivamenle stabilita; laiche la dottrina del
Purgalorio non data la sua esistenza otficiale e definitiva che dal secolo xvi.
Se dovessimo scrivere una sloria completa di questa dottrina, dovressimo discorrere delle opposizioni che la Chiesa
Greca ha sempre fatto e fa ancora per non
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riceverla; e sebbene la politica dell’imperulore Paleoiogo obbligasse alcuni greci
a riceverla nel Concilio fiorentino, non appena usciti dal Concilio que’ vescovi, ad
eccezione di Bessiivione ritenuto per un
cappello cardinalizio, abiurarono la dottrina impoiita.
(]osì non parleremo punto delle opposizioni che i clericali ebbero a provare (lyni
(|ualvulta vennero fuori con lale dottrina.
I.e numerosissime chiese di Oriente chia
mate Nestoriane, le chiese Armene fecero
sempre gagliarda opposizione, e nell« nostra Europa tulte le chiese Evangeliche ¡ i
sono sempre e da per tutlo opposte ad
una lale dottrina.
Eppure , se si volesse credere ul Concilio di Trento, la doltrina del Purgalorio
sarebbe siala insegnata alla Chiesa dallo
Spirilo Santo medesimo, sarebbe rivelata
nella parola di Dio, e lutti gli antichi Padri ravrebbero ritenuta cd insegnata.
Noi Evangelici crediamo al Purgalorio,
ma non al Purgalorio dei clericali, bensì
a quello che è nella parola d\ Dio. Il sangue di Gesù Cristo suo figliuolo ci purga
da ogni peccalo ( 1. Giovanni I. 7) Ecco il
Purgatorio dei Cristiani. Gesìi Cristo taglia neltaniente la questione del Purgatorio; « In veriii), in verità io vi dico, che
I hi ode lu mia parola e crede a colui che
ini ha nmnduto, ha vila eterna, e non viene in giudizio, anzi egli è passato dalla
mone alla vila » (Giovanni V. 24). Gli
Aposloli non parlavano meno chiaramente
per escludere il Purgatorio dei clericali ;
sun Paolo nel capo vin ai Romani dichiara uon e.'servi alcuna condannazione per
coloro che sono in Crislo Gesù, e che essendo Dio (|uegli che giublilìcu, uon vi
può essere alcuno che cuudanni e che ao
cusi gli eletti di Dio. L’uomo peccatore
ha bisogno di essere purgato da' suoi peccati, ma 0 è purgato per il sangue di Gesù
Cristo, ed in questo caso non ha bisogno
di purgazione ulteriore, essendo il sangue
di GesùCrii-lo di un prezzo ¡n(tnilo;o non
è purgalo da (juel sangue, ed allora i
suoi pijccali non possono essere purgali
col fuoco.
La dottrina dunque del Purgalorio non
esiste nella liilibia; lu primitiva Chie.sa
non la conosceva ; la sua origine è pagana; si è stabilita molti .secoli dopo gli
Aposloli ; è cagione di molte insulse siipersiizioni, ed ecco il perchè gli Evangelici nou hanno mai volulo riceverla. E
vero che una lale dottrina hu portato immense ricchezze al Clero, che i Riformatori se avessero voluto agire nel loro proprio interesse piuttostochè nell’interesse
della verità, l'avrebbero conservala: nia
qiic.-tn appunto prova lu buona fede dei
Riformatori e la loro sincerità nel pref>’rire lu verità all’inleresfe proprio.
Prima di terminare f|uesti studii storici
non sarà discaro ai nostri lettori avere
l’idea di un’ altra dollrina dei clericali
inlorno al Purgatorio. È noto che colui il
quale vuole suliVagave le anime del Purgatorio debbe essere in istalo di grazia :
ora .siccome nessuno, secondo la dottrina
dei clericali, può sapere di essere in tale
sialo, ne viene per conseguenza cbene.';suno può sapere se i suliragi talli du per
sè, 0 falli Aire da allri e pagali, siciio
stali sufficienti per liberare quell'aninia ;
da qui vengono i suliragi molli()licali. Ma
siccome una tale dottrina avrebbe due inconvenienti ; 1" che molti su questa incertezza impiegherebbero altrove c for.'-c
meglio i loro danari; 2” chc i più devoti
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cercherebbero le anime le più devote, e
sulle quali si potesse presumere lo stato
di grazia per fargli fare i suffragi per le
anime loro ; quindi non tutt’ i suffragi li
farebbero i preti, anzi molti di essi, della
moralità dei quali il popolo nou è persuaso , resterebbero senza messe. A riparare
uu tal danno i preti insegnano essere vero
che si richiede lo stato di grazia per suffragare le anime purganti, ma da quesla
regola generale si delibano eccettuare i
preti quando dicono la messa : in guisa
che un prete, si chiami pure Abbo o Grignasco, quando dice la messa 6 come un
angelo, e l’effetto della messa non può
mai mancare: ed eccoue la ragione chiara
* lampante per chi la vuole credere. Il
prete, dicono i teologi, quando dice la
messa non agisce in nome proprio ma in
nome della Chiesa; egli non è allora don
Abbo, nè Don Grignasco , ma è il vero e
iegittinio rappresentante della sposa di
Gesù Cristo ; ma siccome la Chiesa è sempre in‘grazia, così il prete sebbene personalmente sia un incredulo, un empio,
lino scellerato, la sua messa ha lo stesso
valore per le anime. Con questa comodissima dottrina i preti han concentrato
tult’i suffragi in loro, e si sono resi i
cassieri, gli economi, anzi gli usufruttuarii dei beni del Purgatorio; ed in questa
guisa i preti » mangiano dei sacritìcii dei
morti (Salmo evi. 28).
Nou è stato nostro scopo in questi brevi
Studii storici di attaccare la dottrina del
Purgatorio in se stessa ; noi nou abbiamo
neppure voluto toccare alla parte dogmatica , ma ci siamo limitati sull’ innocente
terreno islorico. Noi non abbiamo discusso, ma abbiamo semplicemente narrato.
Noi non abbiamo attaccato le altrui cre
denze, ma abbiamo cercato di dimostrare
che prescindendo anche dalla Bibbia, noi
abbiamo uella Storia argomenti fortissimi
per non credere al Purgatorio dei clericali.
RISPOSTA
ALLI
PASTORALE
DEL
vmovo »1 mu.
LETTERA QUARTA.
Monsignore,
Voglio serviruii della facollà che Dio
mi dà nella Bibbia ( 1 ai Tessalonicesi v.
21) di provare tutte le cose e ritenere il
bene : in conseguenza di che per provare
cosa valgono le missioni protestanti in
confronto colle missioni cattoliche, dopo
avere consultato la sua pastorale ho vo
luto scrivere ad uno dei pastori eretici.
V. S. sarà io credo, contenta quant’ io lo
sono d’illuminarsi su questo punto,«
perciò credo bine darle copia dei dettagli che quel paslore mi ha dali su tale
soggetto.
V. S. ci dice che sempre e per ogni
dove i missionarii catlolici hanno avuto
brillantissimi successi, mentre i missionarii protestanti hanno sempre e da per tutto fallito nelle loro mire. Però tutli nou
sono della stessa opinione. In un’opera
uscita recentemente che ha per titolo Le.
Nazioni cattoliche e ie Nazioni protestanti
paragonale sotto il triplice rapporto del
ben essere, dell' istruzione e della moralità, sono citati alcuni documenti tolti da
autori cattolici dei quali vado a trascriverne la sostanza.
Fin dove giunsero i sacritìcii della ca-
9
rilà callolica per maodare i missionarii
fra i pagani? Risposta: « La Chiesa romana possiede una sola socielà di missioni conosciuta sotto il nome di Propagaùone della Fede, la (|unle nel 1850 ha
raccolto iu tutto ii Cattolicismo la somma
di 3,082,729 franchi. Ora essendoci
milioni di Cattolici, ognimo avrebbe da
lo, presa la media, dou pifi di due centesimi. Da ipiesln calcolo apparisce che un
i.'atlolico da a Dio un poco meno di quello
che darebbe «d un accattone.
Ma i protestanti cosa fanuo a tale riguardo? Lo stesso libro ci presenta una
lista di trentadnque socielà di missiiim
prolestanti con un’annua soiiima di 15
milioni. Questo incasso cinque volte maggiore è fornito dà una popolazione tre
volte minore. K chiaro dnntiue cbe fra i
protestanti si manifesta uno zelo ed una
carità quindici volte maggiore di quello
dei catlolici.
Vediamo iosa fanno i missionarii dell’nna e dell’allra Comunione incomincìao<lo dai caltolici ; es.si distribuiscono delle
medaglie : fanno recitare il Pater noster e
ì’Ave Maria a dei Pagani che non ne capiscono UD acca : battezzano contro la volontà dei parenti i fanciulli cinesi moribondi, fingendo di dargli delle medicine.
In tal guisa fanno le centinaia di conversioni. Essi dicono che popolano il cielo di
angeli : sarà vero, ma in tal guisa non si
popolala terra di cristiani. Vediamo ora i
missionarii protestanti ; essi aprono delle scuole , fondano biblioteche , erigono
•stamperie, spargono la civilizzazione, e
sopratutto predicano I’ Evangelio delia
Grazia il quale rende salvi senz’ oro e
senza argento luUi coloro che credono in
Gesù Cristo.
La intenda bene, Monsignore, essi predicano la salvezza gratuiti! a rbiunqu*'
crede di cuore a Gesù Ci i.slo. Oh come in
sento che questa dottrina è dolco! Essa
mi sembra anche vera, iinpercioccliè sento nel mio cuore sorgere la graliludinc
>orso Dio. f diicchè pensn ad una lale
dottrina mi sento più disposto ad operare
il bene.
Ma l’attivilà dei mi.'^sionarii protestami
ottiene ossa un qualche risultato? Ki'o» le
le.'.-tinionianzc non sospette di nn anmiirnf-'lio caltolico, e di un ministro di Sialo
egualmente callolito. Parli primo l’ammiraglio Duperrey nel suo rendiconto al
ministro della marina: « L’isola di Taì'ti
è ora assai diicrsa da quello che era ai
lempi di Conk. I missionari! hanno fallo
cangiare interamente i coslumi e le maniere degli abitanti. L’idolatria non esiste
più fra di loro, ed in generale è professata da lutti la religione cristiana. Le
donne non vengono più a bordo dei bastimenti , anzi quando s' incontrano in
terra mostrano grande riservatezza. 1 matrimonii si fanno siccome in Europa, e lo
stesso re si è assoggettato a non avere
che una sola moglie. Le mogli sono ammesse alla tavola dei mariti.
« La infame Società degli assassini religiosi chiamala degli arreoys, non esiste,
più, le guerre sanguinose ed i sacrificii
umani non hanno avuto più luogo fino dal
1816
« Tutti gli indigeni sanno leggere c
scrivere, ed hauno tutli dei libri religiosi
tradotti nella loro lingua e stampati nel
paese. Sono siate costruite delle belle
chiese e tulto il popolo vi va con grande
divozione due volle la settimana ad ascoltare il predicatore, e si veggono sovente
10
degli individui prendere nota dei passi più
ioteressanli del discorso ».
Dopo di avere ascoltalo I’ammiraglio ,
seriiiuiiio ancora il aiinistro della rnarioa
il quale presiedendo la seduta generale
della Socielà di Geogralia di Parigi I’M
dicembre 1829 diceva così :
" Non è giù il bisogno di acciiniulare
ricchezze cbe ha faUo risorgere alla civilizzazione colesla vBsla porzione del nostro globo che noi conoicevaino appena
prima delle scoperto deirillnslre e sforliiMuto capitano Cook , io voglio dire la
Polinesia. Quale prodigioso avvenimento
non è la rivoluzione niorale operata come
per incanto in quegli ai cipelaghi cbe sono
ora dicci anni gemevano sotto il giogo
frangiiiuoso dell'idolatria la più assurda !
Come mai lutto ad un trailo cessano i sacrificii umani, iii disperdono i sacerdoti di
menzogna, cadono gli altari dei l'alsi dèi,
ed alla legge tirannica e crudele del taboa
•succede la legge dolce e benefica di Gesù
Crislo? Qual gloria per il Crislianesimo!
Ma non si arrestauo (|ui i suoi trionfi ;
spezzando gl’idoli della Polinei-ia egli insegna ai .‘•.uoi abilanli a coltivare le ani,
ed i^i'ira loro il bisogno doM’crdinc e l’amore del hnoro. AH’arbilrario dispotismo
la succedere un governo la di cui azione
diviene ogni giorno più regolare; finalmente al luto di quei nuovi tempii ove
uomini a metà selvaggi vanno ad adorare
l'iddio vivente, s’innalzano delle pnbblichescuoleove i t'anciulli allevati lino allora
nella più grossolana ignoranza ricevono
quella educazione primaria senza la quale
le nazioni nou hanno che una civilizzazione incompleta. Cosa nou può la carità *
quando è diretta da una feda viva ed illuminata? «
Ecco, Monsignore, cosa dicono due altre Eccellenze, cioè un ministro di Stato
ed un ammiraglio. Sebbene questi due
signori non sieno nè vescovi, né preti,
anzi neppure gesuiti, mi sembra però che
meritino qualche confidenza , imperciocché sul fatto che attestano sono interamente disinteressati. Un uomo di mare
ed un legislatore cbe parlano di missioni
che non appartengono alla loro chiesa ,
non parlano'per interesse nè per passione.
Tali , 0 Monsignore, sono le informazioni che in ho ricevuto e che spero completare di giorno in giorno legcendn l,i
mia Bibbia, laifuono A’ouei/a, e pregando
Iddio d’illuminare non solo me, ma anche la S. V. Illma.
MORALITÀ PAESI CATTOLÌCI
Togliamo dal Crusader il seguente articolo.
« È sfato ri|)etutamente as,serito e provalo che la maggiorità dei condannati per
omicidio negli Stati Uniti, siccome ia
maggiorità dei rilegati deirAmerica, è
composta di stranieri per la più parte
Catlolici Romani.
Da un rapporto fatto dal rev. Hobart
Seymour di Londra ed inviatoci da un
amico per la pubblicazione, si può vedere
che ove comanda il papismo 8bl>ondano i
delitti.
il sig Seymour membro della Alleanza
Prolestante di Londra, ba esaminalo i
regisiri giudiziari delle persone accu.'-.ile
di omicidio, ed un tale e.same In ha fallo
per molti paesi e per molti anni.
Nell’Inghilterra protestante si processano ogni anno per omicidio per ogui
miliune della popolazione ... 4
11
(Ci è grato di sapere che nelle risultanze giudiziali di cjuadro omicidi, Ire
non SODO provali],
hi Irlanda, prima della grande (migrazioue cattolica, per ogni milione di persone ve ne erano accusate di omicidio .........ìj
Nella stessa Irlanda, dopo l’emigrazione
callolica, e dopo i progressi del Protesliintismo, quella cifra è scesa a 19
Nel Belgio, il meno immorale dei paesi
r.nUolici.........18
Nella Francia ove gli omicidi sono clas^iticiiti fcienlilicaiiieute sollo le varie cult gorie di assassinio, infanticidio, parricidio, venelicio, onore ecc. ... 31
iNell'Anstria.......3(j
lu Baviera, paese catlolico puro sangue ..........08
In Piemonle, paese liberale e quasi
scomunicato.......20
Nel l.otriburdo-Vetielo ascende a -io
In Toscana, ove si mandano in galera i
leltori della Bibliia.....8-i
Negli Stati Uomani, ove ia Chiesa Caltolica Apostolica Romana ha il suo centro
e dirige tutlo a sua voglia . , .100
In Sicilia........90
In Napoli, ove il guslo del sangue è in
moda, e dove si espone puhblicaiiietile in
ogni anno il sangue di san Gennaro, gli
omicidi sono classificati più spei^ialrtiente,
in parricidio, uccisione del marito, uccisione della moglie, uccisione semplice,
infanticidio, veneficio, omicidio con adulterio ecc. ecc., tulle (|ueste classi dauno
per l'isultuto per ogni milione di persone
omicidi.........200
Ma iieil’Ioghillerra, lo replichiamo di
nuovo, se ne nolano per ogni milione
solamente.........l
Dopo quesle cifre, il Giornale che nui
traduciamo coochiude così :
X Considerando che tulli questi delitti
con il loro seguilo tiorisconu sotlo l'ombra pnpale, e che noi non ci siamo occupati che degli omicidi, domandiamo agli
avvocali del papismo la ragione di quella
grande dillerenza fra l’Inghilterra Protestante ed i Paesi Catlolici «.
Fin qui il Crusader. Noi nou aggiungeremo che una sola parola. Non sarebbe
hene che VArnwnia riproduce.sse (|ue.sto
articolo in seguito alla sua Cronaca Ji>'
Ladri?
NOTIZIE 11RMG!0SK
K.
Vai.li Vai.dèsi. Percorre (¡ueste Volli
da oltre quindici giorni, in compagnia del
reverendo Battista Noël, il reverendo
Napoleone Houssel, conosciiilissimo in
Francia «on che per la sua valentìa come
scrittore, per l’indefessa sua atiivilà e
popolare eloquenza spesa luU’intiera a
prò dell’Evangelo. Quasi ogni giorno e|:li
vi predica, ora in una parrocchia ora nell’allra, a quei buoni terrazzani che coircorrono in gran numero per sentirlo, ad onta
della poco propizia stagione, stante i
lavori campestri che colà premono in questi giorni più che in qualunque alira epoca
dell’anno. Dnuiani, a Dio pintìcndo, ilv,ilenle oratore sarà a Torino, ove egli bandirà la diviua parola nel tempio Vaidese
domenica alle ore IO 1|2 aniimeridiane,
lunedi e tnarledi alle 8 di sera.
— L'annua raunanza promossa dalla
benemerita socielà deH’t'mone Valdese,
allo scopo sovratlulto di riaccendere in
seno a questa popolazione la tnemoria delle
sue glorie passale, e cosi renderla ricp-
12
più alla alla presente sua missione, e che
difide cosi felici risultali l’anno scorso a
Sibaud, avrà Iuoho in <|uest’aano, a Dio
piacendo, iM5 iigoslo, nella Valle di san
Martino, nel luogo detio la Baìsiglia, reso
lanioso per la resistenza che 800 Valdiìsi
vi opposero per più di nn anno ud un’armata di 22,000 francesi e savoini, capitanati nientemeno che dal celebre Catinai;
resistenza alla quale, umanuinenie parlando, la Chiesa evangelica in Italia va
debitrice della sua esistenza.
PiEA d’Asti. — Scrivono da queslo villagijio air.4)'»rionta quanto segue:
Il Domenica, 50 luglio, alle 10 poineri« diane avvenne qui una dimostrazione
Il conlro la propaganda evangelica. Erano
" già due giorni, da che un cotale, che
I* si diceva sagrestano del gran tempio
" valdese di Tortilo, era venuto a portar
.» la luce evangelica a pochi sgraziati. Il
« vedere così sovente bazzicare in questo
« paese siniil genìa esacerbò fortemente gli
n animi. Circa dugento persone, uomini e
« donne, vecchi e giovani radunavansi
<i uella contrada, dove è la casa destinala
« ul nuovo culto, aventi alle mani badili,
« zappe, molle, palette, e tutto ciò che
" poteva servire a far chiasso, e in mez« zo ad uno strano frastuono sentivansi
« le voci : Viva la festa dell'Anticristo.
” Il sagrestano atterrito da (¡uella festa ,
» lasciando a mezzo la sua predica, se
a ue fuggia protetto alle spalle da qualit tro 0 cinque affigliati alla setta. Si dice
« che il pasture Meille voglia venire qui
« a fare una visita. Temo che non gli ac« cada qualche cosa di peggio che al suo
« sagrestano ».
Ora poche parole di spiegazione su que
sta corrispondenza di cui non può esser
dubbia la sorgente:
E prima di tutto ei non è esatto il dire
che quel cotale venuto da Torino a Piea
per visitare i suoi fratelli evangelici, sia
il sagrestano del gran tempio Valdese. Egli
non è che un semplice operaio passato
egli pure dalle tenebre della superstizione
alla luce dell’Evangelo, e che non brama
niente tanto come di procacciare a quanti
egli puote un consimile benefizio.
In .secondo luogo egli non fu a pocA
sciagurati, come asserisce il corrispondente deir.4wo/i!ii, che questo nostro
fratello ebbe la fortuua di parlare dell'Evangelo, (na talvolta a più di ottanta persone mollo attente e molto commosse,
fra le quali il vice-sindaco del luogo ed
un consigliere delegato, in casa dei quali
si tenevano le raunanze.
5° Se è perfettamente esalto (salvo forse il numero delle persone cbe vi ebbero
parte) il fatto del baccano con cui si cercò
(ma invano fortunatamente) non che di disturbare la raunanza , di provocare una
rissa, che avrebbe potuto riescire sanguinosa; queslo non è meno sicuro, cioè che
la domenica antecedente, 25. luglio il vicecurato di quella parrocchia, certo D. Bosco (forse un parente del famoso D. Bosco
di Torino) predicando dall’altare, avea
preparato colai dimostrazione eccitando
pane della popolazione a prorompere in
oltraggi contro all’altra, che si mostra propensa per l’Evangelo, rappresentando costoro come ritentori di libri infernali (la
S. Scrittura è quel libro per gran parte
dei preti, se ttou per,lulti), impostoi'i da
essere schiantati dalla società.Or ciò essendo, noi domandiamo a chi debbasi attribuire la rolpa. di ¡-ilTaiti disordini? sea
13
colmo ohe, pacilìnainente radunati allorno
all’Evangelo, non rispondono neanche con
parole alle indegne provocazioni di cui
sono fatli segno; ovvero a chi avendo per
nlTicio di prediciire fra gli uomini pace e
rarità, fi fa aH'inconlro isligaiore di disordini e di violenze?
In quanto poi al timiire che esprime il
rorrispondente dell .Ii/»oììì((, rlie rei-anilnsi il paslore Meille a fare una visita ai
Crisliani di l'iea , nvn yli accada qualche
cosa di peggio che al suo sai/restano, noi
•siamo iu grado di assicurare che quel timore il sig. Meille non lo divide punto,
lieii sapendo egli che in Piemonle, grazia
a Dio, vi sono leggi uguali per tulli, e
magistrali ahliastanza iiue.eti e sprrgiudil'ali da farle rispettare.
Castigi.ione puf.sso Gassino.—Anche
in questa località havvi ogni domenica
una piccola radunanza di persone bramose d'istruirsi tra di loro iiell’Evangelo, e
di pregare e di edificarsi asbicme. Or die
IVr-pro domenica scorsa coloro ai quali
q'ieste radunante turbano i soimi più di
qualunque cosa al mondo? Mandarono
nelle vicinanzi; della casa ove dovea aM-r lungo una turba di giovinastri ,
l’illa speranza che questi sgavazzando e facendo luccicare aali occhi le pi.'•tiile di cui erano armali, si sarebbero
dispersi i lettori dell’Evaugelo. Ma co.>-ì
nun avvi nile; tuli’all’incoulro chi presiedeva , senza lasciarsi .sgomentare nè
punto nè poto, dopo aver pregalo, lesse
la nilihia e cominciò la spiegazione , con
tanta calma e tranquillità, che quei perturbatori uon sa|)endii piii qual contegno
tenere se n’aiidarono uno dopo l’altro, lasciando che tutlo terminasse in pace.
l'ic.Hii TKhRA. — .Si è levalo gran ru
more in Inghilterra fra i cattolici a cagione della istruzione dei poveri ragazzi.
I cattolici laici hanno riconosciuto questa
grande verità, che la istruzione lanto coltivala fra i prolestanti è interamente negletta fra i cattolici. 1 più ricchi laici si
sono nie.ssi a pronmovere la islruzione
e si sforzano di organizzare un fondo di
10tì,(t0t) lire sterline per (|ueiroggelt(i.
l'er confessione stessa di coloro ehe si
sono messi a capo della collelta sappiamo
ohe in Londra solamente vi sono ¿2,00(1
ragazzi cattolici dei quali i,000 soltanto
ricevono una qualche educazione; gli altri 18,000, dice la catlolica relazione, passano tutlo il loro tempo nelle strade di
Londra.
I caltolici in Inghilterra, dice un giornale inglese, non vogliono contribuire
quasi nulla per un lale oggetto. Il vescovo
caltolico di lle-\ham in una receote pastorale si lagna che in ogni unno la collelta
che si fa per 1"istruzione diminuisce, e
che in alcune località è ulTatlo ce.ssata,
in guisa che il comitato delle scuole è
quasi fallilo. Nella sua diocesi egli dice
cbe vi souo SO,928 cattolici, e soli 5,000
fauciulli ricevono uua qualche istruzione.
Nell’ultimo rapporto del comitato, dice
quel vescovo, tutta la popolazione catlnlica non contribui che 14,'i lire sterline
per le scuole.
Oiiiii.NTE. — Si è formala ultimamente
in Londra una nuova socielà per aiutare
i missionarii evangelici nellaTurchia. (Jiiesla società si radunò per la prima volta il
29 maggio in Londra. Il rev. Young reduce dall’Oriente rese conto dello stalo
della evangelizzazione fra gli Armeni, e
raccontò come venti anni sono non vi era
nessun armeno converlito, e che ora vi
14
sono Kpssanlacìnijiie tnissionarii foreslìpl'i, cpnlosessanta indigeni, e cento scuole
evangeliche. Al finire della sedutii si fece
ima collella che frullò 7,800 (ranchi.
Uno degli assislenli, il quale ha |)ercorio recentenienle l'Orietiie-, domandò
la parola per appoggi:ire ijuesl’opera: noi
riproduciamci d suo discorso.
Cl 1(1 non posso trinare parole tuiiicienli
per esprimere lu eonlenlezza rlie provo e
la min gra'iiudine verso D o, il ijtiale h.i
posto nel cuore degli Ingle.ii il de.-iderio
di unire i loro »fnr/,i per l’op;‘ra che ci
o(t upa. lo il» I» convinzione rtie queslo
è il lempo il più fuvorevole per la eian¡¡elizzazione dell’Oriente: mal non vi sono
.siale lante facililà, ed io erodo che facendo i sordi a queslo appello ci renderemmo {.Taiideiiiente colpevoli. Alldi'cliè
visitai por la prima volta Gcriisaleiiinie
fui in gravi pericoli : nou si era sicuri di
traversare le vie della citlà, nessuno poteva farlo senza essere insidialo ; e se
ipirticiino si azzardava ad uscire dallo mura, specialmente verso la .sera, correva rischio per la sua vila : uiu ora le signore
(lo.ssono usi:ire sole senza essere esposte
at più piccolo inconvenlenie, possono passeggiare anche fuori di cillà, e molti terreni che prima erano incolli ora sono coltivati.
« lo Ilo avuto molte occasioni di veriticare. l’npera eccellente alla quale si impiegano i missionarii americani non solo
a Beyrout, ma al Ubano ed in allri paesi
di Oriente. Io assisteva in Kessab ad una
delle riunioni le più interessanti, allorché
alcuni vecchi entrarono senza sapere che
vi fosse riurione. Uno di essi, dopo salutata l’Assemblea. aprì la sua Bibbia , ed
era uno spettacolo edificante di vedere
quegli uomini venerabili dalla lunga bar
ba seduti in circolo leggendo le Scritture
e facendosi delle quistioni nello scopo di
istruirsi.
ri Ma la Bibbia è per molli di essi uu
libro suggellalo, imperciocché il popolo
non è in islato di leggerla nella propria
lingua. Un tale stalo di cose richiede delle
scuole per imparare a leggere. Gli Ame
ricani sono vivamente penetrali da quesla
necessità, ma non po'^sono fare quantu
vorrebbero per luancanzn di fondi. Allorché gii .Americani vogliono stabilire una
nuova n)is-ione es.<i nrn niiindano un mi.-sionario solo, ma mandano un ministro,
un maestro di scuola ed un mctiico. Questi tre funzionarii colle rispetlive loro famiglie formano il iiocciuulo della congregazione evangelica. Essi si riuniscono per
le loro preghiere quulidiaiie e per il culto
della doMienica. .Si stabiliscono nel paese
come cbiunf|ue aliro iranquillamente e
senza menare rumore. 11 povero popolo
ohe desidera ludeutemenlo l’istruzione
ohe non può trovare uè dui preti, nè dai
Turchi, manda alla scuola missionaria i
fanciulli, ed i parenti pregano aflìncbè i
loro tìgli sieno ricevuti ».
Sempre così : i missionarii evangelici
portano istruzione , e non superstizione
ed è perciò che .sono bene accolli da per
tulio.
A»ieric.\. — Alcuni irlandesi residenti a
t.awreuce inalberarono il vessillo americano inchiodando sulla cima dell’asta una
croce. La polizia consigliò gli Irlandesi a
torre dalla bandiera americana qiieH’enìblema papale , ma i fanalici non volendo obbedire, il popolo demoli tutte le
case di quei barbari. (Eco cl Italia).
Noi non siamo per approvare l'atto di
15
violenza del popolo americano, ma se quel
popolo ha ecceduto, il fanatismo irlandese
lo ha trascinato a quell’eccesso. Quattro
mascalzoni affamali che abbandonano per
la fame il loro pae.se, che sono accolli in
America ove si sono ingrassati, e dove
vivono nella più ampia liberlà di coscienza e di cullo, non debbono insultare cou
atti insulsi di fanatismo le convinzioni del
paese ospitale. La discussione è libera, la
parola è hbera, la stampa è libera in .4merica ; discutano, arringhino, stampino
quanlo vogliono, ma insuitnre con simili
alti di fanatismo è il segno della più barbara ignoranza.
— A Canton, poco distante da C ncinnali, si è scoperia una trama pretina. Un
sacerdote si recò airufficio d’ uno spedizioniere reclamando una cassa che conteneva pistole, fucili cd altre armi. La polizia è sulle tracce di una congiura d’irlandesi conlro gli Americani.
CROXACHETTA POLITICA
Torino. — Lo stato sanitario della citlà
seguita ad essere soddiffacenlissimo. Le
due sole persone finora colpite di cholera
erano ambedue provenienii da Genova.
Lo stesso può dirsi delle prounrie al di
qua dell'Appennino ove i pochi casi scoppiati son tulli quaoli di fuggiaschi da
quella città.
— Il Giornale Goffredit Mameli nel suo
numero di mercoledì 2 agosto, fa iii^ppello alla gioventù torinese invitandola a
costitnirsi in compagnia di soccorso ai
colerosi, cou questo intento, di visitare
in compagnia di alcuni medici, che genero.=;aniente oflVono il loro ministerio, i col
piti dal morbo fetido, e specialmente le
.soffitte e le povere abitazioni — dare esecuzione alle ordinazioni del medico — vegliare al letto dell’ammalato—provvederlo
di ijuanto gli occorre. Uu registro per
raccogliere le firme di coloro che si sentiranno spinti a concorrere a quesla sanla
impresa è iiperto alPuillzio del suddeilo
Giornale, c cartelle di .«otto.ii.rizioiie al
medesimo scopo saranno dc jiu.silate ni lle
principali farmacie, enei negozii più cnitrali della cillà. — Diu bfnedii;a e faccia
frullare per chi lo propone e per coloro
a pro dei quali avesse da elfi lluarsì cosi
generoso divisaiiiei/to.
Gkinov.\. — Il liolletlino satiiinriu accusa pel giorno di lunedi p. p. 203 cnsi,
sui quali 8'i morti ; e pel gioruo di martedì, 20tc¡isi e 120 decessi, la quale pruporzioue sebbene forte non arriva u quella
che fu osservala nella prima invasione,
ove più della melà dei inalali morivano.
Il Governo, il Municipio e la carila cilladina'fanno n gara onde sollevare tanl<' miserie. Fra (jiiesti gcnero.si si distinguono
i giovani che si sono cosliluiti in sneielà
all’effelto di assistere le famiglie colpite
da domestiche sciagure. Si preparano alloggi per le famiglie povere, nelle quali
si verilicarono casi di cholera alRne di
allontanarle dalle loro insalubri abitazioni
e dal cenilo della infezione. I minislri
Cavuur e llattnizi visitarono gli ospedali
dei cholerosi in compagnia del Sindaco e
dell’intendente, dirigendo ¡larole di conforto ai malati. Anche il Ue parli quesla
mattina alla volta di Genova.
— Secondo ì'Armonia il numero delle
persone che tra il 16 ed il 30 luglio partirono da Genova per la strada ferrala ,
ascende a ào,7(l5. Su questi pre-
16
sero posti ili prima classe; 6,(il8 di seconda ; 18,02i di terza.
Paiima. —li Governo parmense per opporsi all’invnslone del cliolera, ha tiralo
un cordone sanitario lungo i confini ligure
e sardo, sulle Iraecie di quello che gii fu
ordinato nel I83S.
NvPon. — Il cholera-niorlms ha preso
lino dal suo primo sviluppo proporzioni
assai nllarinanti. I.anialatlia haiiivasotutta
1,1 ciliii, ma i quartieri più colpiti sono
quelli di Porto Mercato, Vicariiie Pendino,
nei quali regna maggiormente il sucidume, e che sono ahilati da una popolazione
assai povera.
Fhancia. — Le nolizie dello stato sunitario nei diparlimenti sono sempre iiflliggenli. In diverti luoghi il commercio ed
i lavori cessarono.
Ti RciiiA. — Si annuncia che la .spedi •
zione della Crimea è stala deiiniiivatuenie
decisa. Le li uppe da .sbarco sono già designale, e le squadre si preparano già a
riceverle a bordo.
Altri selle bastimenti mercantili carichi
di grano sono stali catturali di questi ultimi giorni nel Mar Nero dalle navi alleale.
Si attende .sempre a Coslanlinopoli con
impazienza la conclusione del prestilo.
niSP.\CCl ELETTRÌCI
Parigi, 2 agosto.
llini x, I agosto.— Il ministero è composto; Espartero (iresidente, O’Dunuell
alla guerra, Serrano eapilano generale
deir.\ndalii.'ia.
È confermala la ritirala deH’eserciio
riissn, e si erede ppr motivi strategici.
— La presa di Boniarsund dr.lle flotte
alleate era conosciuta e Lubecca il 2.
Mancano i particolari.
ViEiNiNA, 1. — Un dispaccio ufficiale di
Bukarest annunzia la ritirala dell’esercito russo.
EKRATA-COfiRlGE.
Nel numero 39, pag. 611, colono. 1,
lin. 28 dove si legge e la indijimiìe.nza,
jeggasi invece e la dippndmsa — Ed a
pag. 613, colon. H, lin. 2 leggasi e dal
seguente, in luogo di e del seguente.
Direttore P. G. MEIIXE.
Giiosso Domenico gerente.
Presso La Libreria Evamgklica
L’UOMO
DIRIMPETTO ALLA BIBBIA
ossia
IDIlllKiiÌll MSlPlIÌÌÌD^It
DELLA
KIIIIIIA SUll'lQUO E DEll'liOUO SULLA &IRBI1
di Filippo Boichkk.
OPERA PREMUTa
Uti vol. di p. 228 alpreazo di L. I.
L’ONCLE TOI
raconté aux enfants
PAR
11)18 ÆiiEraiïAiîii.
Un vul. in. 8" orné de huit gravures L.i.
TIP. <ïO€. DI A. PONS K COMP.