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Anno 118 - n. 36
31 agosto 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
CONCLUSA L’ASSEMBLEA ANNUALE DELLE CHIESE VALDESI E METODISTE
Sinodo '82: disordine e unità
Per il crescente lavoro che è chiamato a svolgere il Sinodo è vicino ad un punto di rottura, senza peraltro cessare di essere un’assemblea che esprime I unità delle chiese che vi fanno capo
E’ l’ultima giornata del nostro
Sinodo. Un uomo si affaccia alla porta della « Casa Valdese »
dove si svolgono i lavori sinodali, con la valigia in mano. Viene direttamente dalla stazione:
ha sentito parlare del Sinodo dai
giornali e dalla TV e vuole conoscere più da vicino questa realtà.
Dunque, l’Informazione sui fatti evangelici può suscitare il desiderio di conoscere di più, ed è
talvolta perfino capace di muovere le persone.
Sempre più, negli ultimi anni,
il Sinodo è diventato oggetto di
interesse al di fuori della cerchia
dei suoi protagonisti, trovando
eco nei grandi mezzi d’informazione. La qualità stessa della comunicazione è migliorata, man
mano che i giornalisti hanno acquisito una conoscenza meno approssimativa e più diretta del
protestantesimo.
Eppure, non di rado, il mondo
evangelico si sente espresso talvolta in categorie estranee alla
sua realtà: è il caso dello scalpore suscitato dal fatto che il
pastore che ha predicato al culto
d’apertura del Sinodo fosse, per
la prima volta, una donna.
Tutti 1 mezzi d’informazione
hanno dato grande risalto a questa circostanza, fino a cadere,
specialmente nei titoli, in talune
imprecisioni, e a scavare nella
vita privata della persona.
L’àmbiente sinodale, e l’interessata per prima, hanno reagito
con fastidio a questo interesse
eccessivo per la donna. Infatti
l’attenzione sulla qualità del predicatore ha spesso messo in ombra il significato e il contenuto
della sua predicazione.
La decisione di aprire alle
donne il ministero pastorale è
fondata sulla convinzione che
tale ministero non ammette differenze di sesso, e il non averlo
riconosciuto nei tempi passati
era frutto di condizionamenti
culturali oggi largamente superati. Al culto di apertura del Sinodo non abbiamo ascoltato una
donna, ma un predicatore della
Parola.
E tuttavia, se i mezzi hanno
dato a questo fatto uno spazio
da noi considerato eccessivo e
fuorviante. è non soltanto perché vi è una indebita assimilazione del ministero pastorale al
sacerdozio cattolico, ma anche
perché la possibilità di una ordinazione delle donne al sacerdozio è oggetto oggi di dibattito
anche nel mondo cattolico.
Si è così intravisto in questo
fatto stesso un messaggio che
per la sua inusualità nel mondo
religioso del nostro paese, ha soverchiato quello delle parole pronunciate : una donna ha esercitato una funzione che viene generalmente considerata esclusiva
della categoria dei sacerdoti e
dei maschi.
In effetti, questo messaggio ha
un carattere dirompente : esso
rompe gli schemi, non tanto del
maschilismo nel sacerdozio,
quanto del sacerdozio stesso.
Forse questo messaggio va oltre le intenzioni di coloro che lo
hanno comunicato ma, l’abbiamo detto aH’inizio, l’informazione suscita talvolta il desiderio di
capire dì più: sarebbe positivo
se ciò avvenisse anche in questo
caso.
Maria Girardet Sbaffi
« Il Sinodo mi sembra essere
una macchina per la produzione
di ordini del giorno », mi dice un
po’ perplesso Gino Lusso, deputato della Chiesa di Chivasso, che
partecipa per la prima volta al
Sinodo. In effetti, se vogliamo
mantenere questa immagine, negli ultimi anni abbiamo assistito,
e partecipato, ad un crescendo
di ritmi e di frenesia che fa pensare al Charlot alla catena di
montaggio di « Tempi moderni ».
Come è noto, il Sinodo lavora
sulla base di una commissione di
4 membri che nel mese precedente l’assemblea si sobbarcano lo
immane compito di esaminare
dettagliatamente l’operato della
Tavola e delle altre Commissioni
Sinodali Amministrative, scegliendo in gran parte i temi su cui
il Sinodo dovrà dibattere e deliberare. Ora, la Commissione di
Esame (CdE) un tempo usava
tirar fuori dal suo cassetto una
proposta di delibera, al termine
della discussione di un tema, che
certo contribuiva a orientare ma
che non determinava dall’inizio.
In seguito si ritenne utile distribuire di volta in volta strisce di
carta ciclostilata contenenti l’ordine del giorno dèlia CdE sull’argomento in esame. Poi a poco a
poco quest’utile ausilio delTattenzione dei membri del Sinodo
si trasformò nella tranquilla distribuzione di interi fogli di ordini del giorno preconfezionati
relativi ad un intero settore dei
lavori sinodali distribuiti non appena tale settore veniva in discussione.
Serie difficoltà
Quest’anno, per l’ansia di non
fare in tempo a far tutto, a
questa abitudine la CdE ha aggiunto la prassi di anteporre alla discussione di moltissimi argomenti non solo la conoscenza
ma anche l’immediata presentazione dell’ordine del giorno da
approvare. Il che, a termini di
regolamento, significherebbe limitare la discussione al contenuto dell’ordine del giorno. A
volte si è cosi perso molto tem-.
po ad emendare questi ordini
del giorno (ove invece la logica
vorrebbe che la CdE metta a
Il Sinodo ascolta un intervento dello storico Giorgio Spini, membro
della Tavola valdese (foto Renato Ribet)
punto la propria bozza di delibera tenendo conto dell’andamento della discussione). Altre volte
il Sinodo ha ritenuto di non votare degli ordini del giorno pre
DAI CULTI MATTUTINI DEL SINODO
Fino a quando, o Eterno?
SALMO 13
’ Fino a quando, o Eterno, mi dimenticherai tu? Sarà egli per
sempre? Fino a quando mi nasconderai la tua faccia? * Fino a quando avrò l’ansia nell’anima e l’affanno nel cuore tutto il giorno? Fino
a quando s’innalzerà il mio nemico sopra me?
’ Riguarda, rispondimi, o Eterno, Iddio mio! Illumina gli occhi
miei che talora io non m’addormenti del sonno della morte, ‘che
talora il mio nemico non dica: L’ho vinto! e i miei avversari non
festeggino se io vacUlo.
Quant’è a me, io confido nella tua benignità; il mio cuore giubilerà per la tua salvazione ; io canterò all’Eterno perché m’ha fatto
del bene.
Ognuno di noi un giorno può
darsi che arrivi a scoprire là
densità e la verità di un testa —
e ne resta spesso abbagliato e
gli è difficile trovare le parole
per raccontare agli altri quello
che ha capito.
Per me, ora, spesso le pagine
dell'Antico Testamento sono diventate diverse da quando, l'anno scorso, ho avuto l'occasione
di visitare un paese amico. Un
paese lontano, che attraversavo
lentamente per ragioni di servizio, cercando di capirlo e di capire la gente che ci vive. L'Antico Testamento, con le sue pagine
di gente che spesso vive senza
speranza, perché minacciata dispersa impaurita calpestata, mi
è sembrato (e mi sembra ora)
sempre più chiaro perché mi son
ritrovato fra gente schiacciata,
senza neppure la capacità di gridare, senza speranza.
Ora, rivedendo i miei viaggi
nel paese amico, in quel paese
che non finisce mai, credo di poter vedere con maggior chiarezza che cosa significa vivere senz.a
speranza.
Ho detto male; dovevo dire:
- che cosa significa vivere senza
parlare di speranza ». Non si parla più di speranza perché non si
vuole ingannare la gente. Non c'è
da parlare agli altri di un cambiamento possibile — c’è soltanto da aiutarsi gli uni gli altri a
capire dove si è, a capire qual è
la nostra situazione. L’unica richiesta che si può fare è un grido: « fino a quando? ».
Questo salmo 13 è diventato
improvvisamente chiaro, quando ho sentito la gente che cercava di dire, sottovoce, « Fino a
quando? ».
E questa è ridiventata una parola d’oggi, vissuta in mezzo a
nemici, tra l’angoscia di tanti che
non osano neppure gridare. Fa
un’impressione enorme, ve rassicuro, camminare in mezzo a
gente che vive nella paura e che
non osa neppure gridare, che non
osa certe volte neppure parlare
(o che deve scoprire come deve
parlare, e quali parole dire).
Allora, per esempio, tutte le
pagine della Scrittura che ci riportano esempi di persone che
avevano paura, tentennanti disperatamente per conservare
quel poco che avevano, persone
terribilmente conservatrici perché non osavano staccarsi dalle
poche e piccole cose che ancora
qualche volta avevano, queste
pagine ridiventano chiare, si capiscono bene — perché è la gente di un popolo amico e sofferente che è lì davanti ai miei occhi, è la realtà dei miei giorni.
(Così come è la realtà dei miei
giorni la gente che nel Medio
Oriente non sa più cosa fare, come ci dicono i giotmali di questa
mattina).
E assume allora un .significato
diverso anche la parola di accettazione (v. 5): solo chi grida « Fino a quando? » — mi pare — può
dire: « Canterò all’Eterno perché
mi ha fatto del bene ». Ma come
è possibile? è possibile perché
non c’è che il Signore che ti abbia fatto del bene; in un paese
dove la fiducia non è più possibile puoi cantare all’Eterno perché in lui puoi avere fiducia, perché è l’unico a cui tu possa parlare (e puoi lanciare in faccia a
tutti la tua sfida: « Dico che il
Signore è l’unico che mi abbia
fatto del bene»).
Un salmo fa molto in fretta a
diventare da grido isolato preghiera di un gruppo di credenti,
preghiera di gente che ha difficoltà a trovare la sua strada e
che però è decisa a lanciare la
sua sfida.
E anche questo salmo fa in
Eugenio Rivoir
(continua a pag. 2)
sentati al voto senza la possibilità di discuterli. La macchina
sta per incepparsi.
Né si pensi che questi inconvenienti siano semplicemente da
imputare ad una CdE incapace
di raffrenare la propria produzione di ordini del giorno o ad
una presidenza in difficoltà nel
ricondurre il flusso dei lavori
nell’alveo di una procedura ragionevole e ordinata. Vi sono dati di fatto che non possono essere ignorati. Il Sinodo è gonfiato
pericolosamente mentre gli argini (strutture e durata) sono restati invariati. Negli ultimi anni,
con l’integrazione, l’assemblea è
aumentata di una cinquantina di
membri, le Commissioni Sinodali
Amministrative sono passate da
3 a 4 (aggiungendo l’Opera per
le Chiese Ev. Metodiste in Italia
a Tavola, Facoltà di Teologia e
Commissione Istituti Ospedalieri), senza contare l’aumento del
numero di temi generali (questo
anno ben tre: ecumenismo, diritti dei malati e dei morenti e pace e disarmo) che si aggiungono
al normale lavoro amministrativo e organizzativo della vita delle
chiese (quest’anno gli atti del
Sinodo raggiungono la cifra record di 97, quasi il doppio rispetto ad alcuni sinodi degli anni ’60).
Senza dimenticare il nostro
piacere, come ha notato argutamente il pastore Albert Nicolas
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 3)
DOCUMENTO SU
L’ECUMENISMO
Il testo integrale del documento sarà pubblicato
nel prossimo numero in
forma di inserto. Inviato
dal Sinodo alle chiese « come orientamento per la loro attività ecumenica », esso è a disposizione in una
tiratura a parte al prezzo
di L. 150 la copia, minimo
20 copie. Ordinazioni: tel011/655.278.
2
2 vita delle chiese
31 agosto 1982
Iscrizioni alla
Facoltà Valdese
di Teologia
Le domande per l’iscrizione alla Facoltà Valdese
di Teologia vanno redatte
su un modulo-questionario
fornito dalla Facoltà stessa. Esso può essere richiesto alla segreteria, via P
Cossa 42, 90193 Roma.
La Facoltà offre un corso triennale di cultura teologica protestante e un corso di cinque anni (di cui
uno all’estero) per il conseguirnento della licenza
teologica. Per il corso di
licenza la frequenza è obbligatoria. La licenza può
essere finalizzata al pastorato o no.
La tassa d’iscrizione è
unica : lire 20.000. La quota
di studio è di lire 70.000
annue per la licenza e di
lire 20.000 annue per il diploma del corso triennale.
Per il versamento servirsi
del conto corrente postale
n. 24717001 intestato a Facoltà Valdese di Teologia Segreteria.
La Facoltà gestisce un
v3onvitto per studenti (camere a due letti con pensione).
Borse di studio. Gli studenti che si preparano al
pastorato possono richiedere un aiuto finanziario
per il convitto e le tasse di
studio.
Roma, 23 agosto 1982.
La Segreteria
IL CONVEGNO DI STUDI SULLA RIFORMA E I MOVIMENTI RELIGIOSI IN ITALIA
Il passaggio del Valdismo alla Riforma
H 20-21 agosto si è svolto a
Torre Pellice l’annuale Convegno
di studi sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia, giunto ormai alla sua XXII edizione.
La prima giornata del Convegno- è stata interamente dedicata
al tema che quest'anno nelle-Valli Valdesi è quasi d’obbligo, il
450° anniversario della storica
assemblea di Chanforan.
Non è da ieri che il problema
del passaggio dal Valdismo medievale a quello riformato ha
interessato schiere di storici e
di teologi, anche non valdesi: è
possibile anzi fare la storia della storiografia che si è occupata
nelle varie generazioni di Chanforan, come appunto ha fatto il
prof. Giovanni Gönnet nella sua
relazione al Convegno. Ma quello di peculiare avvenuto da almeno 50 anni a questa parte è
che sulla ridefinizione dei due
Maidismi, quello medievale e
quello riformato, si gioca in parte anche il modo di essere della
Chiesa valdese di oggi. Questo
non essere solo un problema storiografico ma anche di attualità
è uno dei motivi che ha appassionato il numeroso pubblico
presente ed animato il dibattito che a tratti è stato veramente
vivace.
Dalle relazioni e dagli interventi che le hanno seguite, è
ernerso un complesso di problemi e di punti fermi che ha consentito di fare notevoli passi
avanti anche in sede di definizio
ne storica rigorosamente scientifica. Dal 1932, anno che, dopo
un lungo periodo di messa tra
parentesi, può essere considerato di inizio della ripresa di attenzione sul significato di Chanforan, molti nuovi elementi si
sono aggiunti, nuovi documenti
ritrovati, nuove metodologie storiche affrontate. I relatori (Raoul
Manselli, Gabriel Audisio, Bernard Roussel e Franco Dal Pino)
non solo li hanno illustrati, ma
in qualche caso hanno apportato
contributi completamente inediti.
Il principale punto fermo
ernerso rni sembra sia quello su
cui tutti (sia pur con diverse accentuazioni) concordavano:
Chanforan rappresenta insieme
una rottura ed una continuità
nella storia vaÌdese. Rottura sul
piano teologico-dottrinale in
quanto molto del Valdismo medievale viene allora rivisto alla
luce della nascente Riforma, ed
alcune teorie estranee alla tradizione antica introdotte. Continuità, in quanto il popolo valdese
ed in particolare i ceti popolari
non avvertono chiaramente la
rottura che Chanforan rappresentava ed avrebbe rappresentato. E’ ormai sufficientemente
provato che ci sono volute una
o due generazioni perché le idee
nuove venissero completamente
assimilate e praticate, come del
resto la data di costruzione del
primo tempio, 1555, lasciava intuire, e come gli studi di Armand
Hugon prima e di Audisio ora
ci confermano.
Il Convegno ha avuto poi una
prosecuzione anche se non ufficiale nella serata di venerdì in
cui Giorgio Peyrot ed il pastore
Scuderi hanno affrontato il problema della violenza presso i Vaidesi, di come e se si sia modificato l'atteggiamento nel corso
dei secoli. Anche se il tema non
era direttamente centrato su di
essa, si è riaffacciata la questione se Chanforan abbia o meno
rappresentato una rottura sul
problema violenza-non violenza.
I due oratori si sono trovati concordi nelTaffermare che sotto
questo punto di vista nulla è
cambiato, mentre saranno le circostanze storiche successive a
costringere i Valdesi a ricorrere, loro malgrado, alla violenza
per sopravvivere.
Gli altri temi
di studio
Nella mattinata di sabato si
ritornava, con le erudite comunicazioni di Romolo Cegna, Ugo
Rozzo, Fulvio Salimbeni, Cesare
Milaneschi, alla già sperimentata
formula degli argomenti liberi,
che se da un lato costringe il
pubblico a grandi salti di epoche, situazioni, problematiche
disparate, dalTaltro consente una
più vasta partecipazione di specialisti, che non potrebbero tro
ALLE VALLI VALDESI
Insediato a Bobbio il past. Claudio Pasquet
BOBBIO PELLICE — Durante il culto di domenica 29 agosto
Claudio Pasquet è stato insediato quale pastore della comunità
di Bobbio Pellice.
Il past. Platone, sovrintendente del I Circuito, ha dato il benvenuto a lui ed alla moglie, Giulia, ed ha ricordato tanto al neoinsediato pastore quanto alla comunità i rispettivi doveri nel comune intento della predicazione
e della testimonianza del messaggio del Vangelo.
Claudio Pasquet si è presentato alla comunità di Bobbio
Pellice predicando sul testo di
Luca 6: 27-29 ; da esso ha tratto
spunto per alcune indicazioni : il
cristiano deve, di fronte al messaggio di Cristo, sapersi abbassare, nel senso che deve avere
la consapevolezza di nulla potere senza il riferimento a Gesù e
l’amore di Dio; sapersi convertire, cioè deve mutare, rinnovare
la propria vita ; saper condividere la sua esperienza, la sua
vita ispirata al Vangelo con
altri credenti.
Il past. Platone ha poi ancora
ringraziato quanti, nel periodo
in cui Bobbio Pellice è rimasta
senza pastore, hanno lavorato
per la comunità, ed in particolare Franco Taglierò (che molto
ha fatto per Bobbio) ed il past.
E. Ayassot, nonché il concistoro
locale.
Jeanne
Maggiore Del Pesco
torre pellice - Il Signo
re ha richiamato a sé: Charbonnier Giovanni, Rivoira Stefano,
Angiolillo Guglielmo ( deceduto
a Roma), Maggiore Giovanna
ved. Del Pesco, Simond Ernesto,
Charbonnier Guido, Rivoira Giovanni, Carcò Giovanni, Pasqualetti Rodolfo, Rivoira Enrico, Capello Sesto, Lo Bue Beniamino,
Marcheselli Davide.
Alle famiglie duramente provate dal lutto, esprimiamo la nostra simpatia cristiana nella fiducia delle promesse di Gesù.
Jeanne Maggiore Del Pesco,
deceduta a Torre Pellice nel suo
95° anno di età, trascorse 29 anni a Trieste, moglie del pastore
Guglielmo Del Pesco che vi esplicò la sua lunga attività pastorale; entrambi vi lasciarono un indelebile e benedetto ricordo. Apprezzatissima insegnante di lingua francese nella Università di
Trieste, lasciò l’insegnamento
quando seguì a Roma il pastore
Del Pesco eletto quale moderatore della Chiesa Valdese.
Al suo 70" anno di età si stabilì, a Torre Pellice dove frequentò fedelmente i culti fino a
quando la salute glielo permise.
Quanti la avvicinarono, giovani
e meno giovani, conobbero le sue
doti di intelligenza, di cultura e
di comprensione. Rinnoviamo ai
figli 1^ nostre sentite e fraterne
condoglianze.
Decessi
POMARETTO — Sabato 21
agosto ba avuto luogo il funerale di Dino Ribet, deceduto improvvisamente all’età di 36 anni. Alla moglie Stella e alle fi
glie Michela e Manuela la simpatia cristiana della comunità.
• Il Concistoro è convocato
per sabato 11 settembre alle ore
20,30 all’Eicolo Grando.
RORA’ — Il 17 agosto è deceduta Anita Mourglia delle Fucine. Larga partecipazione al lutto
della famiglia in occasione dei
funerali che si sono svolti nel
tempio. La comunità esprime
cristiana simpatia ai familiari.
Studi biblici
interconfessionali
PRALI — Organizzati dal parroco, don Beppe Alluvione, si sono tenuti nella chiesa cattolica
di Frali nel periodo delle ferie
quattro incontri di studio biblico interconfessionale, che hanno
ottenuto un vivo successo. Bruno Rostagno ha presentato e
spiegato con grande competenza
un testo di non facile lettura
quale è l’epistola ai Colossesi.
L’interesse dei partecipanti si
è manifestato in accese discussioni, sia tra gli evangelici, più
allenati alla lettura delle epistole, che tra i cattolici, maggiormente preoccupati di ricavare
dal testo indicazioni concrete
per la vita comunitaria. La sensazione di essere una minoranza
in un mondo secolarizzato’ o solo formalmente religioso rende
i credenti cattolici ansiosi di ritrovare nel messaggio biblico le
radici della propria fede, ricerca nella quale tutti siamo coinvolti, senza distinzioni confessionali.
Nella gioia
e nel dolore
SAN SECONDO — Sono nati
Ruben di Renato Romano e Silvia Comba, Valentina di Marco
Cardon e Roberta Losano, Fabio di Piero Berzolla e Paola Volât. Ai bimbi e alle loro famiglie
gli auguri di tutta la comunità.
• L’8 agosto è deceduto a Miradolo Davide Martinat di 79 anni. Esprimiamo alla famiglia il
nostro affetto e la nostra solidarietà.
Le nostre Condoglianze anche
a Alfredo Roman per la morte
del fratello Alberto e a Ines Brosia per la perdita del padre.
• Domenica 5 settembre alle
ore 15 avrà inizio il bazar annuale.
In un mare di Verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
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Casa tranquilla aperta tutto l’anno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
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Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
TORRE PELLICE
vare spazio in un convegno rigorosamente tematico.
Le attività della Società di Studi Valdesi non si sono limitate
all’organizzazione del Convegno
Storico, sono proseguite con Talles timento della mostra « I Vaidesi e la Riforma », con l’annuale assemblea dei soci nella quale
il prof. Giorgio Rochat ha tratteggiato a grandi linee l’atteggiamento della Chiesa valdese di
fronte al regime fascista, e con
la proiezione lunedì sera, nel
tempio gremito, del film sui Vaidesi e la loro storia realizzato
da Paolo Bosio intorno al 1924,
film ritenuto perduto, fortunosamente salvato a New York
dall’avvedutezza del past. Janavel, e felicemente recuperato per
l’interessamento del past. Giorgio Tourn, presidente della Società.
Daniele E. Tron
Fino a quando,
o Eterno?
r segue da pag. 1 )
fretta a raggiungerci e a lanciarci la sua sfida, per sapere se siamo disposti a vedere con chiarezza la nostra situazione e di
qui, dalla nostra situazione di
crisi, a cantare all’Eterno perché
ci ha fatto del bene. Questa sfida
non può essere accettata troppo
in fretta, senza riflettere, perché
essa ci impegna — se l’accettiamo — a giubilare (dice il nostro
testo). Detto in altre parole, la
sfida che questo salmo ci fa è
quella di saper giubilare (di saper gioire) perché abbiamo scoperto che il « fino a quando » non
è nelle mani dei nemici.
Allora lo scontro con questi
nemici, coi dittatori e i tiranni,
con coloro che sono facitori di
guerra, può anche diventare l’essenza della nostra vita.
Essere facitori di pace può voler dire « non dar tregua ai potenti »: essi non sanno fino a
quando saranno potenti. Anche
noi non lo sappiamo, ma ai poveri basta sapere che il « fino a
quando » non è nelle mani dei
neniici.
Per questo i poveri spesso sanno anche cantare. Che ci sia dato
di poterlo capire.
Eugenio Rivoir
r' --------N
Comitato di Rodazione: Franco
Becchino. Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Michells, Giorgio
GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella ScorsonelM, Giulio
Vicentini, Liliana Viglielmo.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabiie:
FRA’NCO GIAMPICCOLI
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• La Luce •: Autor. Tribunale di
Pinerolo N': 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
3
31 agosto 1982
vita delle chiese 3
AD ECUMENE UN INCONTRO SULLA « TERZA ETÀ’ »
Rifiuto deiremarginazione
Inutili e soli? Alla fine di questo secolo la popolazione del nostro paese, sarà composta per un
buon terzo da individui che
avranno superato i sessant’anni.
Per il doppio effetto del decremento delle nascite e deH’aumento della durata della vita, il fenomeno dell’invecchiamento della
popolazione appare come un dato acquisito.
E’ un dato certamente positivo che, tuttavia, dà luogo ad un
problema che siamo del tutto impreparati ad affrontare.
La scomparsa della famiglia
« patriarcale » nella quale la
« produttività » dell’anziano veniva in gran parte riassorbita assegnando ai vecchi, incapaci ormai di produrre direttamente
con le loro mani, la funzione di
« deposito » e trasmissione di
esperienza, tradizione, saggezza
(in sostanza di « cultura »), e di
« condivisione » neH’allevamento
ed educazione della prole, ha
creato nella nostra società uno
spazio vuoto in cui l’anziano si
aggira senza saper bene quale sia
la sua identità come soggetto
sociale.
Il problema non è, ovviamente,
soltanto italiano, ma investe tutte le società avanzate. Non per
nulla l’ONU decidendo di fare
del 1982 l’anno internazionale dell’anziano si è proposto di indurre alla riflessione su questo tema la comunità mondiale.
La ricerca di questa identità
sociale dell’anziano è certamente uno dei temi che la società
dovrà affrontare nei prossimi
anni.
Fin qui i tentativi di soluzione
dati al problema si sono rivelati
del tutto insufficienti. Si sono
tutti mossi lungo il filone della
assistenza caritativa o meno; ed
ora che il, fenomeno cresce, addirittura lungo quello della speculazione. Il ricovero negli istituti,
nelle cosiddette « case di riposo », nei nosocomi e « gerontocomi » — che è la risposta quasi sempre fornita dalla società ■—
si è ormai chiaramente rivelato
per quello che è: un tentativo
anche abbastanza scoperto di
emarginare quella parte della
popolazione che si è espulsa dal
processo produttivo in « riserve »
di pura sopravvivenza, come quelle indiane, in « ghetti » più o meno « umani », più o meno « civili », più o meno dorati; ma pur
sempre ghetti.
Questo problema che, non si sa
se per pudicizia, civetteria o ipocrisia ammantata di scientificità,
chiamiamo della « terza età », è
stato affrontato di recente ad
Ecumene in uno dei Campi-studio dell’estate.
Il rifiuto netto della emarginazione e della ghettizzazione è sta
E’ proprio inevitabile?
Nella ricorrenza dell'anno Internazionale dell'anziano, I partecipanti al Campo-studio sui problemi della terza età, tenutosi ad Ecumene
dal 3 al 9 agosto 1982, ritengono
che siano assolutamente da respingere l'emarginazione e la ghettizzazione deH'anziano in ogni loro forma, compresa quella che viene comunemente praticata mediante il
ricovero in istituti pubblici o privati. A tale scopo è necessario:
1) costituire « centri sociali aperti » (nel corso del Campo si è
parlato in particolare dei centri di
Bologna e di Venosa, e delle attività che in questa stessa direzione
vengono svolte in Lombardia);
2) inserire in tali centri giovani, volontari o semivolontari, che
prestino assistenza, come già si
verifica in alcune località, e che
abbiano una adeguata preparazione;
3) formare cooperative di servizio che attingano fondi in gran
parte dalla partecipazione, anche
in denaro, di tutti coloro — anziani compresi — che usufruiscono
dei servizi stessi;
4) intervenire, da parte delle
forze sociali e politiche più avanza
te, perché siano rese operanti le
normative già esistenti, ma non
ancora applicate,
I partecipanti al Campo ritengono
inoltre che siano di notevole utilità anche gli ospedali diurni, i laboratori artigianali, i circoli culturali e
ricreativi di valore terapeutico, e
che sia socialmente positivo l'inserimento dell'anziano nelle scuole dell'obbligo, dove egli può prestare
una utile opera di trasmissione di
cultura e di tradizione, e una collaborazione in taluni aspetti pratici
della vita della scuola.
Sottolineando con forza che gli
anziani hanno I medesimi diritti di
uomini e di cittadini che producono,
il Campo fa appello alle comunità
evangeliche perché si facciano carico attivamente del problema della
" terza età »,
divenendo centri di mobilitazione
e di pressione sugli organi competenti della pubblica amministrazione, a tutti i livelli;
e promuovendo — nel quadro delle loro strutture di » azione sociale •> — tutte quelle sperimentazioni
che possano essere di stimolo e
di indicazione pratica.
Disordine e unità
to il primo dato emerso dalle relazioni e dalle discussioni. La necessità di mutare atteggiamento
culturale rispetto al problema,
riguardando agli anziani non come a componenti inutili della società, ma come a cittadini che
hanno gli stessi diritti degli altri,
anche se il loro modo di « produrre » va diversamente considerato, è l’altro datò.
C’è un posto per l’opera delle
comunità evangeliche in questa
lotta? Il Campo-studio ha risposto di sì, rivolgendo loro l’appello che riproduciamo.
Anna Maria Grimaldi
(segue da pag. 1)
di Parigi, a parlare e ad ascoltare (e, potremmo aggiungere più
esplicitamente, ad ascoltarci). Il
fiume sta per straripare.
Il lato positivo
Non vorrei tuttavia dare una
impressione sostanzialmente negativa di questo Sinodo 1982. La
notevole mole di lavoro svolto
— che domenica 29.8 è subito
passato all’esame dell’importante riunione tra Tavola, membri
delle altre Commissioni Amministrative e rappresentanti dei
quattro distretti e dei sedici circuiti che formano l’articolazione
organizzativa valdese-metodista
— potrà essere valutata dai lettori nei resoconti che in questo
e nei prossimi numeri daremo
sul nostro giornale. A più lunga
scadenza Timportanza di molte
decisioni e indicazioni apparirà
nella vita delle chiese che ne riceverà stimolo e vivacità durante
l’anno. Ma da questa congerie di
tessere che non è ancora un mosaico ben definito, vorrei estrarre
il pezzo che di gran lunga mi sembra il più importante; il documento sull’ecumenismo. Non entro nel merito del documento, di
cui si parla in altra parte del
giornale: vi è un’importanza sostanziale che del resto i lettori
riscontreranno di persona nella
lettura che del documento potranno fare la settimana prossima sul giornale. Ma vi è anche
un’importanza formale che mi
sembra grandissima. La «forma»
del documento è il modo in cui
è venuto in essere ed è stato
approvato. Frutto del lavoro di
due anni, è il risultato tipico
del nostro modo di lavoro assembleare che coinvolge le chiese locali. Da una prima bozza
preparata da una commissione
alla discussione nelle chiese locali; da una seconda bozza approntata dalla commissione sulla base di questo confronto, all’accurato esame definitivo da
parte del Sinodo. Il lavoro in
profondità compiuto su questo
tema ha fatto si che il documento risultasse approvato praticamente alTunanimità (senza voti
contrari e con 4 astensioni). Questo significa a mio parere due
cose.
In primo luogo, sul tema specifico delTecumenismo, questo
larghissimo consenso espresso
dal Sinodo (credo in parte inatteso da noi stessi) significa che
se anche tra noi vi sono posizioni ed espressioni diverse, se
ci diamo la pena di lavorare a
fondo, arrivando alla radice della
nostra posizione, sfrondandola di
ciò che non è essenziale e ben
fondato, emerge un consenso di
fondo indiscutibile.
In secondo luogo, questo stesso rilievo va inquadrato in un contesto più largo: è la quarta volta in dieci anni che dal Sinodo
esce un documento di rilievo dopo un lavoro preparatorio più o
meno lungo. Nel 1971 il documento sul matrimonio, nel 1974 il
patto di integrazione tra le chiese valdesi e metodiste, nel 1977
l’intesa relativa ai rapporti chiesa e stato, nel 1982 il documento
suH’ecumenismo. E tutte e tre
le volte, in campi diversi, l’approvazione praticamente unanime ha manifestato un’unità di
fondo che è ben più importante
dei dissensi più o meno profondi
che pur esistono tra noi.
Il nostro compito
In conclusione, come al solito,
un insieme di negativo e positiVo, di disordine e di unità. Il nostro compito è di impegnarci
perché ciò che è carente migliori
e ciò che è valido non venga da
noi stravolto.
Per ciò che riguarda la « macchina » sinodale, sta davanti a noi
l’esigenza improrogabile di operare una riforma più o meno approfondita tanto delle strutture
che del costume dei suoi componenti, richiesta da più parti
quest’anno, per adeguarla alle
necessità attuali.
Quanto all’unità che a più riprese si manifesta tra noi, dobbiamo badare a non farne né un
idolo, né un alibi, né un vanto.
Abbiamo invece da farne oggetto
di riconoscenza al Signore riconoscendo in essa il dono generoso della sua mano in vista della
testimonianza comune a cui siamo chiamati. F. Gìampiccoli
CORRISPONDENZE
Non c’è il circo sotto il tendone
A Bari in occasione di una
campagna evangelistica promossa da varie denominazioni fondamentaliste con una tenda piazzata nel centro cittadino la Curia arcivescovile, a metà luglio,
ha reagito duramente con un articolo significativamente intitolato « Un giudizio su quei fratelli sotto la tenda da circo »
apparso su la Gazzetta del Mezzogiorno. L’articolo in questione,
dopo avere condannato le forme « pubblicitarie » e i contenuti di questa evangelizzazione
svoltasi « in un clima euforico »
conclude affermando: « Riteniamo doveroso chiarire che la
missione cristiana è sempre ed
essenzialmente apostolica, cioè
affidata alla guida e al discernimento dei 12 apostoli e dei loro
successori; tale missione dunque presuppone la struttura gerarchica della chiesa ».
A fronte di questo intervento
il pastore battista Rosario Bagheri a nome della Federazione Evangelica di Puglia e Lucania e del Consiglio pastorale
evangelico di Bari ha reagito
con una breve dichiarazione in
cui, ribadendo la libertà di evangelizzazione nel nostro Paese, si
respingono le accuse della Curia
circa la pretesa parzialità del
messaggio evangelico annunciato alle numerose persone accorse sotto la tenda del movimento « Cristo è la risposta ». Dopo
essersi richiamata ai principi
della Riforma della chiesa universale « Sola grazia, sola fede,
sola scrittura » la dichiarazione
della Federazione evangelica
conclude; « Non raccogliamo la
espressione ’tenda da circo’ come
le altre allusioni. In clima di
ecumenismo e di ricerca cristiana delTUnità della chiesa di Cristo, questa espressione ferisce
ed offende, con i fratelli della
tenda, tutti gli evangelici della
città e della Puglia e della Lucania. Sotto la tenda non ci sono clowns e pagliacci, ma fratelli che resisi disponibili alla
grazia di Dio annunciano Gesù
Cristo ». L’episodio sembra destinato a suscitare una netta battuta d’arresto nei rapporti ecumenici tra protestanti e cattolici che a Bari, dall’ottobre 1981,
si erano intensificati.
Visite estive
INTRA — La nostra chiesa,
trovandosi in una delle zone turistiche più frequentate (Lago
Maggiore), ogni anno, d’estate,
ha il piacere di veder partecipare
ai suoi culti numerosi evangelici stranieri, principalmente
olandesi, venuti in vacanza da
queste parti.
Nelle scorse domeniche una
quarantina di olandesi (fra cui
tanti giovani, dato che si tratta di famiglie) hanno preso parte attiva ai nostri culti. Il nostro
pastore aveva precedentemente
concordato con un fratello olandese una comune liturgia e tutti
i partecipanti sono stati molto
contenti di aver potuto, pur nella diversità delle lingue, ascoltare insieme la medesima Parola
di Dio, pregare l’unico Signore
di tutti, nella comunione fraterna dataci dallo Spirito di Lui.
Ancora più estesa e maggiormente rallegrante l’esperienza
di comunione fraterna fatta domenica 8 agosto durante il culto
al quale hanno partecipato, oltre agli amici olandesi, numerosi evangelici americani. Questi ultimi, pastori di varie Chiese
statunitensi, venuti in Europa
con le loro mogli, avevano già
seguito la prima parte di un
« seminario ecumenico » a Bossey in Isvizzera e si sono fermati poi per alcuni giorni ad
Intra, ospiti di un centro cattolico, dove si è svolta la seconda
parte di detto seminario, in cui
da alcuni conferenzieri cattolici italiani sono stati informati
su alcuni aspetti della situazione
religiosa in Italia. Il nostro pastore, essendo stato invitato dal
direttore di questo centro, vi è
andato ed è stato presentato a
questi suoi colleghi americani.
Con alcuni di loro egli ha po
tuto conversare brevemente. Avendoli poi invitati al nostro
culto, oltre una ventina di loro
sono venuti, prendendovi parte
assieme ai nostri membri e agli
olandesi. Dopo le brevi predicazioni in italiano e olandese,
anche un pastore metodista americano ha rivolto un messaggio, in inglese, dicendo di aver
sperimentato in quest’occasione
qualcosa della Pentecoste, perché anche qui credenti di varie
provenienze hanno fraternizzato, adorando insieme l’unico
Signore ed ascoltando la Sua Parola, vivendo un’ora intensa di
comunione nello Spirito di Lui.
Le cose dette da questo pastore
si leggevano sul volto di tutti i
presenti, i quali poi, salutando,
hanno espresso la stessa gioia.
Il giorno dopo il pastore si è
recato a salutare gli amici americani che stavano per partire.
Egli ha espresso al direttore del
suddetto centro cattolico e al
coordinatore del seminario la
proposta che in eventuali futuri
incontri di studio e di informazione sia prevista la possibilità
di invitare un conferenziere evangelico italiano, affinché i fratelli delle varie Chiese estere
sentano anche qualche voce protestante italiana. La proposta
sembra che sia stata accolta favorevolmente e si spera che verrà attuata.
Piero Gallo
SUSA — Dopo una prolungata
e sofferta malattia, all’età di 49
anni è mancato Piero Gallo. Ai
funerali che hanno avuto luogo
ad Almese il 20 agosto hanno
preso parte la popolazione di
Almese, amici venuti dalle valli
valdesi, da altre località vicine e
lontane, pastori battisti e valdesi che, letteralmente, hanno gremito l’immensa chiesa cattolica
messa molto gentilmente a nostra disposizione dato che in questa località, parecchio distante
da Susa, noi non abbiamo un locale di culto. Desideriamo anche
da queste righe dire un grazie
fraterno al parroco della chiesa
cattolica di Almese e a tutti gli
intervenuti che con la loro presenza, meglio di qualsiasi parola,
hanno espresso quanto il nostro
carissimo Piero fosse conosciuto
e di quale grossa stima godesse
presso tutti. La comunità più
che mai è vicina ai familiari, in
modo particolare alla moglie
Anita, al figlio Piero Jr. e alla
cognata Germana che con l’affetto e la dedizione che sgorgano
dalla fede nel Signore Gesù Cristo hanno assistito il loro caro e
chiede al Signore di dare loro
tutta la forza necessaria per proseguire il cammino con la ferma
certezza che « Iddio non è l’Iddio
dei morti, ma dei viventi ».
4
4 obiettivo aperto
31 agosto i9jy3i ag
Le nuove frontiere
In questo Sinodo abbiamo affrontato le «nuove frontiere»
della testimonianza cristiana.
Il tema della pace è stato un
momento significativo (ma certo non conclusivo) del nostro
lavoro e della nostra riflessione
e resterà per molti mesi al centro della nostra testimonianza
politica.
Un momento di alta intensità
e stato indubbiamente il dibattito sui diritti dei malati e dei
morenti (penso all’intervento del
pastore Jalla). Avevamo un ritardo di due anni su questo tema: ma ora senza troppa pubblicità potremo portare avanti
nella cura d’anime, nell’evangelizzazione, nel dialogo culturale
una posizione nostra: come è
stato detto, l’uomo di oggi non
vuole vedere la morte, la subisce. Su questo punto noi abbiamo molto da dire. Sviluppare da
parte nostra un atteggiamento
evangelico verso la malattia e la
morte è certamente un dato positivo che questo Sinodo consente a noi tutti.
Si è dibattuto poco dei rapporto tra donne e uomini nella
chiesa, ma il fatto che il Sinodo
abbia deciso di nominare una
commissione a questo proposito
indica che questo tema ha un
posto centrale nella nostra riflessione e lo avrà nella nostra esperienza.
Del tema ecumenico abbiamo
parlato largamente. Il documento che abbiamo votato è (a parte alcuni dettagli) una sintesi
della linea che le nostre chiese
sono venute elaborando in anni
e anni di paziente riflessione :
esso susciterà sicuramente molti commenti, e bisogna essere
preparati a sostenerne le decisioni. Seguiremo con simpatia i
lavori preparatori dell’Assemblea del Consiglio Ecumenico
delle Chiese che si terrà a Vancouver il prossimo agosto e credo che cercheremo di costruire
la nostra iniziativa per l’anno luterano ( 1983 ) in una prospettiva
evangelica ed ecumenica, non
certo per fare delle semplici celebrazioni, ma per fare una riflessione e una proposta. Chanforan quest’anno non è stato celebrativo, è stato una riflessione
(pensiamo al dibattito del Convegno storico), è stato una proposta; anche l’anno luterano lo
sarà.
Concludendo, abbiamo avuto
un Sinodo molto ricco, articolato su problemi molto vari. Come unione di chiese potremo, se
Dio lo vuole, reggere nei prossimi anni questa molteplicità di
interventi (lo stato, gli ospedali,
il rnovimento femminile, l’ecumenismo, la pace, i diritti dei
malati e dei morenti) solo se riusciremo a ricostruire insieme
una riflessione teologica. Per certi versi noi viviamo un po’ di
rendita sulle grandi sintesi degli
anni ’30 (Barth anzitutto), e di
alcune intuizioni degli anni ’60
e 70. Bisognerà ora rivalutare
questa base teologica nel confronto con i nuovi problemi. La
cultura italiana che vive intorno
a noi è m un profondo processo
di ripensamento : per non usare
parole scadute, noi dovremo
dunque approfondire la nostra
riflessione e rinnovarla. Certo,
dovremo anche approfondire e
rinnovare la qualità della nostra
vita cristiana, della nostra predicazione, della nostra organizzazione, della speranza che noi
abbiamo da irradiare intorno a
noi e alle nostre chiese; ma credo che la riflessione che si compie attraverso la predicazione
domenicale, la Facoltà di teologia, la Claudiana, il giornale, le
riviste, i centri giovanili, meriti
molta attenzione, mólta cura:
così essa potrà riavere nelle nostre chiese quel posto di dignità
e di fraterna autorità che le
spetta.
Giorgio Bouchard
LAVORB
A un anno dall’Assemblea del
Consiglio Ecumenico delle
Chiese Vancouver ’83, il Sinodo ha avuto uno dei momenti più intensi nell’approvazione
di un documento suH’ecumenismo.
Era stato preparato dalla Commissione Consultiva Relazioni Ecumeniche (CCRE) dopo che la relazione
presentata al Sinodo dello scorso
anno era stata esaminata e discussa dalle chiese. La bozza presentata
quest’anno è stata ridiscussa (per la
prima volta nel corso dello svolgimento di un Sinodo ) innanzitutto
in cinque gruppi di studio e poi rielaborata da un’apposita commissione nominata dal Seggio. In realtà
le modifiche riproposte all’assemblea sinodale sono state poche ed
essenzialmente aggiuntive, data la
bontà e la chiarezza del testo iniziale predisposto dalla CCRE.
Prima di entrare nel merito, vale
la pena notare che l’esperimento di
sospendere (tecnicamente parlando)
per due ore i lavori sinodali per dividerci in gruppi, ha permesso senz’altro una più larga partecipazione
al dibattito anche se non sempre
si è riusciti ad evitare il solito monopolio degli « addetti ai lavori ».
L’esperimento andrà comunque ripetuto nel futuro in occasione di
argomenti di analoga importanza.
Una pausa nei lavori
del Sinodo per i
coniugi Maria Sbuffi e
Giorgio Girardel,
runa presidente della
Commissione
di coordinamento per il
documento
sull’ecumenismo, l’altro
responsabile
dell’Ufficio stampa
del Sinodo,
(foto Renato Ribet)
Il nostro
ecumenismo
P
Va detto subito che il documento
finale non è (né potrebbe essere)
« l’ultima parola » in materia di ecumenismo. È stato rilevato da qualcuno che esso è « italiano » ed è
datato 1982. Si tratta quindi di un
tentativo, certamente riuscito, di fare il punto sulla « nostra » riflessione ecumenica e sul nostro porci in
relazione con altri credenti. Come
tale è un valido strumento per orientare le attività ecumeniche delle nostre chiese, ma non è presunzione
ritenere che esso rappresenti anche
il nostro contributo specifico per la
riflessione e la elaborazione delle
linee di lavoro per il movimento
ecumenico nel suo insieme in vista
della prossima Assemblea del CEC.
Il documento consta essenzialmente di quattro parti.
Rilettura della storia
IL DIBATTITO SULLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA
La quinta cattedra
1 ) « Rilettura » degli obiettivi e
della storia del movimento ecumenico alla luce soprattutto degli sviluppi attuali. Ribadendo che l’obiettivo di fondo è quello dell’unità nel
rinnovamento delle chiese (previo il
loro ravvedimento), si ricorda il rischio di un ecumenismo « che sfoci
in una riaffermazione della chiesa,
anziché in una vittoria dell’Evangelo » (2.2.1.). -Non si tratta quindi di
mettere insieme o di riconoscere reciprocamente i cosiddetti (impropriamente) « valori » cristiani, ma
di una « ricerca comune di una chiesa cristiana degna del nome di Gesù Cristo » (2.2.1.). Ciò comporta anche una pratica di solidarietà nei
confronti del III Mondo e dei popoli
oppressi. Di qui i programmi politico-sociali del CEC, anche attraverso scelte rischiose e controverse come la lotta al razzismo e l’implicito
sostegno ai movimenti di liberazione (2.2.2.).
la definizione dell’area di consensi
effettivamente esistente tra gli evali n
gelici italiani, anche se certe batti della
glie (come ad es. quella per la llmen
berta religiosa) ci trovano schierai si è
ti nello stesso campo. | quar
I rapporti con il cattolicesimil di ti
romano sono complessi e differeihCom
ziati, soprattutto a causa dell’eà sete,
stenza di un cattolicesimo ufficiali! con
che ha però al suo interno ( specie da l
in alcuni teologi e « biblisti ») la c» sopp
pacità di mostrare volti diversi 3 ' seconda dei temi e delle occasioni!
C’è (l’altra parte la realtà delle « col
tutt
munità di base » dove si verifica
superamento di certe posizioni tra¡
di
dizionali. Va comunque ribadito che ™
mer
SI S'
L’ambito ecumenico
Un Sincjdo, spesso inceppato nella
sua funzionalità da una babilonia
di emendamenti, di rinvìi, da un accumulo di ritardo nei lavori degni
delle italiche amministrazioni statali, nel dibattito sull’operato della Facolta di teologia è riuscito a toccare i problemi di fondo con scelte
operative conseguenti.
La discussione era stata preparata c(Dn l’invio alle chiese di materiale di informazione sulla creazione
di una quinta cattedra in Facoltà, o
meglio, sul cessare l’abbinamento
attuale fra la cattedra di Storia della Chiesa e quella di Teologia Pratica.
Inoltre il convegno organizzato ad
Ecumene aveva messo il dito sulla
piaga di una situazione se non di
crisi nella Facoltà, senz’altro di un
crescente disagio e di difficoltà
(cfr. su Gioventù Evangelica n 75
ampi resoconti).
I temi in questione
La relazione della Commissione
d Esame indicava vari argomenti
per la discussione sinodale: il regolajnento della Facoltà (rinviato), il
dépliant illustrativo sulla Facoità,
la formazione dei pastori locali, il
professore per la quinta cattedra,
la. creazione di un eventuale titolo
di studio intermedio (per il reperimento di borse di studio all’estero
che vengono concesse solo a chi abbia già conseguito un titolo di stucflo teologico), un corso propedeutico agli studi teologici date le at
tuali carenze della scuola secondaria in Italia.
La discussione si è comunque limitata alla questione principale: la
copertura della quinta cattedra. Il
problema è stato visto sotto varie
angolature, anche tenendo conto
di una presa di posizione certo qualificata (lettera di Giorgio Rochat
Eco/Luce n. 33-34) ove si prospetta
la possibilità di coprire la quinta
cattedra con una pluralità di docenti esterni.
Si delineano così tre soluzioni possibili: a) la nomina di un pastore
a professore per la quinta cattedra,
b) sottolineare più che l’aspetto accademico della quinta cattedra l’aspetto pastorale dell’incontro studenti-professori in Facoltà, c) affidare la cattedra di storia a un gruppo di storici, certamente ampiamente presenti nell’Evangelismo italiano.
Il past. G. Tourn con la sua solita brillantezza a questo punto pone al centro dell’attenzione la alta
qualificazione oggi richiesta a un
pastore e la situazione presente ove
opzioni teologiche precise stanno
dietro ogni scelta di impegno, per
esempio sulla pace e disarmo o
nel dialogo con le religioni non cristiane. La conclusione a cui giunge
'^purn è lapidaria; gli studenti studino di più, i professori preghino
più (nel senso di esercitare un
ministerio pastorale verso gli studenti, oggi in crisi di identità).
Prima della votazioné dell’o.d.g.
fondamentale che riproduciamo
Paolo Ricca richiamava i presenti
a un non eccessivo pessimismo:
la Facoltà è un corpo vivo che cresce e non un corpo ammalato.
È quello che la chiesa chiede alla nostra Facoltà e non possiamo
che rallegrarci. Non formalmente il
Sinodo ha ringraziato gli amici esteri e italiani che sostengono il lavoro della Facoltà. La crisi della nostra chiesa è anche indicata dal
fatto che la nostra Facoltà dipende
al 75% dalla generosità dei fratelli
esteri.
Segno di speranza le parole del
culto mattutino con l’invito a rivolgere con maggior zelo la chiamata
al discepolato; invito rivoltoci non
a caso dal Segretario Nazionale della F.G.E.I.
Mario F. Benitti
Il mandato sinodale
Il sinodo, ritenendo che la Facoltà di
Teologia rappresenti già oggi, e debba
rappresentare ancor più nel prossimo futuro, un valido strumento di elaborazione
teologica utile a tutto il protestantesimo
italiano in un contesto ancora pesantemente determinato dalla cultura cattolica, dove
quel che ci è richiesto è una testimonianza teologica avvertita,
decide di rafforzare il corpo docente o
provvedendo entro il limite massimo di
due anni a completare l'organico dei professori ordinari, ovvero adottando soluzioni alternative,
dà mandato al Consiglio di Facoltà, in collegamento col Collegio Accademico di approfondire le possibili soluzioni alla luce
del dibattito sinodale e di riferirne al prossimo Sinodo.
2) Un secondo tema è quello
deU’unità della chiesa nella diversità, unità che non è fine a se stessa
ma in vista della fede del mondo,
In quest’ambito ci siamo interrogati (specie nei gruppi di lavoro) circa la valenza « ecumenica » del rapporto con la comunità ebraica, rapporto che non può prescindere dall’eredità comune della fede dell’Antico Testamento.
Maggiori perplessità ha registrato il dibattito sinodale su di un punt(D, inserito dopo il lavoro dei gruppi, e cioè quello di un ampliamento
dell’orizzonte ecumenico al problema dei rapporti (del resto inevitabili in questo tempo di « riavvicinamento » e di maggior contatto tra
popoli, razze e culture) tra fede
cristiana e altre grandi religioni. La
affermazione (peraltro corretta) che
Dic) opera anche fuori dei confini
visibili della chiesa non ha trovato,
nel contesto specifico, il consenso
di tutti.
« cattolicesimo e protestantesimo, , ,
pur richiamandosi allo stesso SignO] p
re, sono due modi diversi di inten-pP’
dere e vìvere il Cristianesimo » (6 • i
1.). Il dissenso di fondo, al di '
delle precisazioni teologiche, viené
individuato nella dottrina della chie< Il
sa come «compagine sacerdotale:"
gerarchica... che peraltro affonda le
sue radici in un diverso modo di ^
intendere e vivere il rapporto
Dio e l’uomo» (6.7.). Il Sinodo hai“
fatto aggiungere a questo punto sulla «centralità» (cattolica) della. L
chiesa, il fenomeno del culto di Ma- tar.
ria che di questa centralità è espres- Pac
sione e che « distoglie la pietà e la che
speranza dei credenti dall’unico cen- ffia
tro della fede, Gesù Cristo». ^n
Esprimendo poi l’esperienza di'una
fe(3e del protestantesimo, vengono sfa
evidenziati soprattutto alcuni aspetti. la santità di Dio, che non cede
la sua gloria ad altri; il primato
dell’Evangelo; il dono gratuito della ^
riconciliazione e della vita nuova; I
la sovranità della Parola di Dio che ■■
si esprime nella libertà di riformare la chiesa; il sacerdozio universale
dei credenti che fonda la libertà e
a dignità del cristiano « laico »; ^
i assemblea dei credenti come perno
istituzionale della chiesa; il rispettare, anzi promuovere, la laicità delle
strutture pubbliche in quanto la
Miesa è nel mondo al servizio di
Dio e del prossimo.
Il
La situazione italiana
Speranza ecumenica
vei
pei
ecl
3) Il documento affronta, quindi, la situazione italiana in cui emergono i due luoghi principali di
confronto e di ricerca ecumenica
rappresentati dalle altre chiese evangeliche e dal cattolicesimo romano.
Circa le prime si sente la necessita di rinsaldare, nella chiarezza, i
rapporti con le chiese non aderenti
alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), essendo
tuttora scarsi il confronto bibhcoteologico, l’analisi dei cosiddetti fattori non teologici della divisione e
4) Il documento prosegue con
Lili a ctimr*lQK>fi _ z__i.:---.;«.
- ---------
utili e stimolanti analisi e indicazioni circa le differenze etiche e cultuTali, i rapporti con lo stato, la concezione ecumenica cattolica, il nodo |P®'
dei matrimoni interconfessionali.
per concludere con l’affermazione
che « lo Spirito soffia dove vuole e ^
l’Evangelo non è incatenato: esso e Slf
realmente all’opera in tutte le con- Pf
fessioni (ed anche fuori). Questo 9*^
dato di fatto, elementare ma fondamentale, rende il dialogo ecumenico
non solo possibile ma necessario,
ed è la ragione vera della speranza
ecumenica» (7.2.). '^h
Paolo Sballi pg
5
sto 195¿31 agosto 1982
>>'0 198Í31
obiettivo aperto 5
R6IN0DALI
I
DOPO UN ANNO DI INIZIATIVE MA NON SEMPRE DI PARTECIPAZIONE
I
Per le chiese una tappa
sul cammino per ia pace
isens|
! evaij I] primo sesnale che la bomba
battal della pace non sarebbe fragorosala li mente esplosa nel nostro Sinodo, lo
:hieral si è avuto sin dai lunedì mattina
[quando la solidarietà nei confronti
'esimijdi tre monaci buddisti impegnati a
ffereiijComiso in un digiuno totale (fame,
eH’esijsete, silenzio) s'è manifestata sì
iflcialfjcon un telegramma, ma preceduto
specié da una caterva di « emendamenti »
la C3' soppressivi,
ersi a
isionii
e « col
si svolgeva ad Agape, il lavoro fatto
dalle nostre chiese sul problema
Eppure gli ingredienti c’erano
tutti: l'attesa delle grandi occasiofica Sstracolma in ogni ordine
li tra posti, i giovani scesi appositaio che dal campo per la pace che
isimo,
Comiso, il problema della tragedia
^ jg libanese che continua a consumarj^si in questi giorni...
vienel
*11 dibattito
ida le . r • • , . •
(jj Non siamo profetici, non abbia
Q tf^rno il coraggio delle scelte radicali
io hai~ sottolineava Enrico Ciliari ricor
0 sacrificio di Pio La Torre,
della Le chiese, in Italia, hanno un ri
1 Ma- tardo immenso sul problema della
ipres- pace; un ritardo che va colmato,
e la che deve essere urgentemente col) een- mato poiché se oggi si assiste al
fenomeno della conversione essa è
;a di una conversione alla pace e, in queigono sfanno di lavoro, ci siamo accorti
ispet"
cede
mato
della
lova;
) che
irinarsale
rtà e
co »;
lerno
iettadelle
0 la
o di
— affermava Paolo Naso — che non
siamo soli nell’impegno per la diffusione di una cultura della pace.
Mentre il rriovimento per la pace
vive ancora la sua fase di ricerca
di identità e di strategia, nelle nostre chiese — denunciava Mario Berutti — c’è un profondo distacco
tra i « discorsi » sulla pace e la reale mobilitazione, tra parole e impegno, per cui se è vero che al movimento ha partecipato una minoranza significativa, sarebbe forse
ora che esso potesse contare su
una maggioranza altrettanto significativa.
Il Sinodo, più che su un dibattito — strozzato dalla limitatezza del
tempo messo a disposizione — ha
potuto contare su una serie di interventi, di contributi. I discorsi
più radicali: no ai missili a Comiso, disarmo unilaterale, organizzazione della disobbedienza civile,
proclamazione dell’Italia paese denuclearizzato, sono stati appunto
recepiti come «contributo di idee»
e anche se in parte accolti nell’o.d.g.
hanno assunto un carattere più interlocutorio, di ipotesi su cui riflettere nel tempo a venire. E proprio
in vista dell’impegno futuro delle
nostre chiese al riguardo, alcuni interventi hanno sottolineato la necessità di un’educazione alla pace
e alla nonviolenza e alla « verità »
oltre ad imparare a vivere la pace
di Cristo in noi stessi.
Non c’è pace
senza giustizia
Tutto sommato, dunque, un’occasione in parte mancata; ma forse
è giusto che sia andata così. E' un
tema di vitale importanza in cui è
necessaria una crescita generale di
tutta la chiesa. Una frattura tra coloro che già hanno maturato le esigenze più radicali e quanti sono
convinti di dover ancora vivere sotto l’ombrello protettivo degli armamenti non avrebbe giovato alla causa della pace. I tempi di lavoro sono lunghi e bene ha fatto il Sinodo, con un ulteriore o.d.g., a invitare la Tavola a nominare una
commissione che prosegua lo studio sul tema. Certo la costituzione
di un ordine sociale diverso — come auspicato da Giorgio Spini —
e la ricostituzione di una solidarietà internazionale tra i lavoratori sono un’ulteriore indicazione per la costruzione della pace ma, eccettuato
l’intervento della teologa Dorothee
Solle, la grande assente in tutti gli
interventi — eppure era stata al
centro di tutti i documenti prodotti
dalle nostre chiese durante l’anno
— è stata la « giustizia ». Fuori delia giustizia non c’è pace! Ma com’è
difficile dare concrete indicazioni di
giustizia nel nostro tempo!
Arrigo Bonnes
Elezioni e designazioni
TAVOLA VALDESE; Giorgio Bouchard, moderatore; Alberto
Taccia, vice-moderatore; Gianni Rostan, Valdo Fornerone, Franco
Becchino, Giorgio. Spini, Giulio Vicentini, membri.
COMITATO PEllMANENTE DELL’OPERA PER LE CHIESE
EV (METODISTE (OPCEMI): Sergio Aquilante, presidente; Gian
Paolo Ricco, Aurelio Sbaffl, Piero Trotta, membri.
FACOLTA’ DI TEOLOGIA; Sergio Rostagno, decano; Marco
Rostan, Silvia Rutigliano, Domenico Cappella, Franco Sommani,
membri.
COMMISSIONE ISTITUTI OSPEDALIERI VALDESI (CIOV);
Alberto Baridon, Cipriano Tourn, membri effettivi; Bruno Prelato,
Enrico Fratini, membri onorari.
COMITATO COLLEGIO VALDESE E SCUOLA LATINA;
Marco Gay, presidente; Marco Ayassòt, Ettore Serafino, Marisa
Pons Coucourde, Ive Gardiol Theiler, Romano Puy, Alfredo Poet,
membri.
COMMISSIONE D’ESAME (Tavola, OPCEMI, Facoltà di teologia); Claudio Martelli, Claudio Tron, Bruno Bellion, Giorgio
Gardiol.
COMMISSIONE D’ESAME (CIOV): Paolo Ribet, Sergio Ribet,
Simonetta Colucci Ribet, Aldo Visco-Gilardi.
PREDICATORE per il culto di apertura del prossimo Sinodo
(21 agosto 1983); Giorgio Girardet.
Amore e non odio
vita e non morte
Il Sinodo 1982 delle chiese valdesi e
metodiste in Italia,
Nel riaffermare che il messaggio di Gesù Cristo produce amore e non odio, spirito di servizio e non di potenza, vita e
non morte, e permette la costruzione di
un mondo nuovo in cui gli uomini siano
fratelli;
Nel confessare il colpevole ritardo per
non aver fin qui testimoniato con sufficiente fermezza contro l'aberrante politica
degli armamenti, afferma la propria aspirazione a vivere senza la protezione omicida
delle armi;
Afferma che le vertenze internazionali
— per risolvere le quali si fa sempre più
sovente ricorso alla guerra — devono essere composte con la reciproca comprensione e nello spirito di giustizia, in antitesi alla politica di potenza e di sopraffazione;
Ribadisce che gli armamenti convenzionali, nucleari, chimici e batteriologici costituiscono un crimine contro l'umanità;
Ritiene intollerabile che l'Italia abbia
accettato il progetto della base missilistica di Comiso, oltre alle già esistenti servitù militari Nato e americane ed alle
centinaia di ordigni nucleari installati in
varie zone del paese;
Nel contempo denuncia il reale pericolo
che dalle centrali elettriche a fissione nucleare esistenti nel mondo si possa ricavare del materiale per scopi bellici;
Nel prendere atto che il paese è al
quarto posto della classifica mondiale defl’esportazione di armi, auspica che venga
avviato quanto prima un programma di
riconversione dell’industria bellica;
Riconosce che l'obiezione di coscienza
al servizio militare, alla fabbricazione di
armi e alla ricerca per scopi bellici è un
atteggiamento degno del massimo appoggio;
Invita i genitori, gli insegnanti e gli eduoatori a promuovere ed a sviluppare nei
fanciulli e nei giovani l'educazione alla
pace, alla nonviolenza, alla verità e all'amore per la giustizia;
Nel constatare che le trattative per il
disarmo spesso non danno frutti apprezzabili e che — comunque — non eliminano
la possibilità di una catastrofe mondiale,
afferma che la politica del disarmo unilaterale è la sola possibile apportatrice di
risultati concreti;
Invita tutte le confessioni religiose a
prendere coscienza che già ora milioni
di persone soffrono e muoiono a causa
degli armamenti, le cui spese immense impediscono lo sviluppo dell'uomo in tante
parti del mondo e sono un attentato alla
sua dignità;
Auspica pertanto che nel prossimo futuro le chiese si impegnino sempre di più
.:.d approfondire gli aspetti teologici della
questione ed a promuovere iniziative ecumeniche a favore della pace e del disarmo, collaborando anche con tutte quelle
forze impegnate su questo fronte.
Dio stesso ha iniziato ii disarmo unilaterale verso di noi
con
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Nella Bibbia troviamo due modi diversi di intendere la
pace. Leggendo, nel Nuovo Testamento il racconto di Natale che troviamo nell’Evangelo di Luca incontriamo la descrizione dell’ordine morale mondiale allora esistente, la
cosiddetta « pax romana » in contrasto con la « pax Christi ».
Il racconto di Luca inizia con un decreto deH’imperatore
Cesare Augusto che impone a tutti di rientrare ai propri
luoghi d’origine per essere censiti; era un metodo per obbligare tutti al pagamento delle tasse. C’era poi gente che
Veniva torturata per obbligarla a pagare più lasse; anziché
per un asino, come in realtà avevano, alcune persone erano
obbligate a pagare per due, tre asini. Ora il sistema politico
ed economico che stava dietro queste cose viene chiamato
pax romana. Ciò significa che esiste un centro: Roma, nel
quale si vive nel lusso sfrenato tra uomini corrotti e psichicamente vuoti. Dall’altro lato alla pax romana appartiene la
Periferia, le regioni, le provincie che i romani avevano assoggettato e in cui la gente viveva in una miseria spaventosa: non avevano da mangiare, da bere, non ricevevano alcuna educazione, nessuna assistenza sanitaria. In ogni pagina del Nuovo Testamento incontriamo malati, ciechi, storpi, paralitici. Gente con moltissime malattie frutto della
loro stessa povertà. Sono le malattie della miseria. Questo
sistema composto da un centro ricco con una periferia povera veniva, dagli storici del tempo, definito come « pax
romana ». Una definizione che valeva soltanto per coloro che
traevano vantaggio da questa situazione che rendeva i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Nel racconto di Luca appare un angelo die annuncia ai
pastori un’altra pace, la pace di Cristo: « pace in terra fra
gli uomini Ch'Egli gradisce! ». Qui non s’intende la pace dell’aldilà 0 la pace dell’anima ma una pace che si fonda sulla
giustizia: questa è la pax Christi. Mentre l’altra pace, quella
romana, si fonda sulla violenza e sull’ingiustizia e per mantenerla il potere deve ricorrere alle forze armate e alla costruzione di facili accessi e di grandi vie di comùnicazione
per controllare il popolo defl’impero. Nel Nuovo Testamento appare chiaramente che queste due paci, quella romana
e quella di Cristo non possono coesistere. Detto questo sono
però convinta che la tentazione più grande delle nostre
chiese sia appunto quella di tentare di far coesistere queste due paci. E allora la pace di Cristo diventa qualcosa che
riguarda solo l’uomo interiore mentre la pace romana è
qualcosa che garantisce solo l’ordine esterno, ovvero l’ordine mondiale. Così si chiama pace quello che in realtà è
sfruttamento e si chiama ordine ciò che in realtà è oppressione e si definiscono terroristi coloro che si oppongono a
questo sistema che usa il terrore per raggiungere i propri
fini.
Non si può capire il Nuovo Testamento se non si rico
nosce la pax romana come un sistema diabolico. In molte
chiese cristiane, oggi, non è chiaro se si vuole veramente la
pace di Cristo o la pace romana. Non è chiaro nell’ambito
cristiano se ci si sente in fondo più sicuri nell’andare avanti
con il militarismo c le bombe anziché con la nonviolenza
di Gesù.
Dal movimento americano per la pace ho imparato una
frase che mi ha insegnato molte cose: « le bombe cadono
adesso e uccidono molti per fame » (« The bombs are falling
now and are killing many people by starvation »). Non si può
essere esaurienti sul problema della fame nel mondo.
Ogni minuto che passa, adesso, mentre io sto parlando, un
bambino muore di fame. E parlo solo dei bambini sotto i due
anni. In 'altre parole, mentre noi nel nostro mondo industrializzato corriamo al riarmo e vi investiamo i nostri
soldi e le nostre intelligenze i poveri, in qualche parte del
mondo, muoiono. Ma la stragrande maggioranza delle malattie mortali dei poveri sono curabili. Il loro non è un destino ineluttabile, c’è soltanto bisogno di soldi. La corsa
agli armamenti è espressione della nostra cecità ovvero della nostra incapacità a vedere chi, intorno a noi, sta morendo
di fame. E questo è lo scandalo più grande del nostro secolo,
il peccato più grande dell’umanità. Essere cristiano vuole
dunque dire impegnarsi per la pace di Cristo e non per quella
romana. Ma qual è la strada per la pace oggi?
Nel passato credevo che tutte le conferenze per il disarmo fossero un passo verso la pace. Da trent’anni abbiamo atteso questo disarmo ma nel frattempo c’è stato solo
il riarmo. Non ho più speranza nel disarmo bilaterale
poiché esso non cambia la situazione, anzi la peggiora; io
credo solo nel disarmo unilaterale poiché, come in ogni
conflitto, uno dei due deve fare il primo passo. E attraverso questa dimostrazione di buona volontà è possibile che
l’avversario faccia altrettanto. Perciò noi come credenti
dobbiamo, oggi, costringere i nostri governi al disarmo unilaterale. Non c’è tempo da perdere. Dio stesso in Gesù Cristo ha iniziato il disarmo unilaterale... non ha aspettato che
fossimo anche noi pronti a farlo.
(Dal messaggio rivolto al Sinodo dalla teologa tedesca Dorothee Sòlle).
6
6 cronaca delle Valli
31 agosto 1982
____una ricerca del gruppo giovanile di torre pellice
Il senso della nonviolenza
Pastore
non è
sacerdote
Quest'anno, entrando nel Tempio di Torre Pellice per il culto
di apertura del Sinodo, molti
suoi membri avranno notato la
presenza di alcuni sacerdoti cattolici. E tra questi il vescovo
Giacchetti di Pinerolo. E’ un segno imbarazzante, ma positivo,
di apertura. Non è il solo sul
versante cattolico. Sotto il titolo
« Siamo figli di Chanforan, ma
quel che conta è l’avvenire »
l’Eco del Chisone ha destinato
una pagina all’avviamento del
Sinodo valdese fornendo un ampio ventaglio di informazioni. La
bozza del documento sull’ecumenismo è stata giudicata « irrecuperabile ai fini di un’analisi, anche severa, della situazione ecumenica in Italia ». Il ritorno del
tema delle Intese è stato valutato come una faccenda che « rischia ormai di stancare » per un
problema che — continua il settimanale cattolico — « sembra
perdere d’importanza- ».
Nell’insieme però si è trattato
di un’informazione ampia, sostanzialrnente corretta anche 'se
discutibile, a parte una valutazione in cui non ci riconosciamo.
Vengo al fatto. A proposito del
culto di apertura del Sinodo tenuto dal pastore Giuliana Gandolfo il settimanale cattolico osserva che la predicatrice non ha
consacrato il neo-pastore Eugenio Bernardini e aggiunge: « Non
si è ripetuta la stranezza teologica dello scorso anno, quando
il prof. Tron di Pomaretto consacrò i tre candidati al ministero, dimostrando così che non è
impossibile nell’ampio pianeta
della teologia protestante che
uno ’trasmetta’ quel che non ha
ricevuto ».
Ora per noi consacrazione non
significa che un individuo trasmette ad un altro individuo, situato gerarchicamente più in
basso, un’ordinazione o qualcosa
che lui ha e gli altri non hanno.
Si tratta, in questo caso, di un
meccanismo di tipo sacerdotale
che ci è estraneo.
Per noi consacrazione significa
che, al termine di un processo in
cui tutta la chiesa è coinvolta,
l'assemblea dei credenti riconosce esplicitamente in qualcuno
il dono del ministero pastorale
(oppure altri doni utili alla testimonianza dell’Evangelo) e lo
autorizza ad esercitarlo. E per
far qué'sto l’assemblea dei credenti invoca lo Spirito del Signore ed impone le mani ( ripete
cioè un gesto che fu del cristianesimo antico) su quella persona che svolgerà un compito importante nel quadro della vita
della chiesa e della società. Non
è dunque il predicatore, uomo o
donna, pastore o laico che sia,
che consacra una persona ad un
determinato compito ecclesiastico bensì la chiesa rappresentata
nel Sinodo. Se poi il pastore Giuliana Gandolfo ha preferito lasciare ad un collega maschio, il
pastore Valdo Benecchi, la lettura della liturgia di consacrazione e quindi l’invito rivolto a tutta Tassemblea ad imporre le mani questa è stata soltanto una
scelta personale. Una scelta che
può anche far discutere ma pur
sempre una scelta da rispettare.
Essa fa parte di quella libertà
del cristiano a cui non intendiamo rinunciare. Semmai chiarire
per non essere fraintesi o interpretati male come, appunto, è
successo al cronista del giornale
cattolico di Pinerolo. G. Platone
Alcuni anni fa il gruppo giovanile di Torre Pellice ha lavorato
sul tema della nonviolenza e dell'obiezione di coscienza.
L’argomento di riflessione nacque per caso. Discutendo con la
gente, tra di noi, ci rendemmo
conto di come fossimo impregnati di mentalità violenta, dal
culto del militare, all'esaltazione
di valori gerarchici. Tutto ciò ci
faceva notare il contrasto tra simile mentalità e la fede che confessa Gesù Cristo come Signore
e Salvatore.
Attraverso lo studio di testi
(Rochat, Tron, Capitini), poco
per volta l’antimilitarismo diventava un pensiero prioritario per
le scelte e per il nostro impegno
di credenti.
Per la maggior parte di noi
Gesù Cristo diventò una luce di
riferimento. Sulla croce Gesù
aveva sconfìtto l’egoismo dell'uomo, il senso della violenza che
vive negli uomini. Su di lui la
violenza era stata usata, Gesù
era riuscito a sconfìggerla col
LA RESISTENZA
IN VAL PELLICE
I partigiani della Val Pellice, Val
Chisone e Germanasca organizzano doTneiiicii 5 settembre 1982 il loro terzo
raduno al Bagnau (Angrogna) per ricordare la nascita della Resistenza col
seguente programma ;
ore 9, delegazione alle lapidi di Paolo Po'ét al Baussan, Peo Regia al Ciabas, Alberto Ribet a Pra del Torno,
ai Caduti d Angrogna a San Lorenzo;
ore 10, ritrovo alla lapide di Gian
Paolo Menighetti in località Sabiouna
sulla strada della Vaccera;
ore 11, alla lapide di Iacopo Lombardini al Bagnau saluto del Presidente della C.M. Val Pellice e Sindaco
d’Àngrogna. Discorso del senatore
Arialdo Banfi, presidente della federazione internazionale dei resistenti.
ore 12,30, pranzo al sacco oppure
alla trattoria della Vaccera.
FRA DOLCINO
Sabato e domenica 11.12 settembre
manifestazioni della « Ca de studi
dossinian » (Centro Studi Dolciniani)
con questo programma :
Sabato 11 settembre. Alla biblioteca
civica di Cossato, ore 21, tavola rotonda
con dibattito su significato e funzione
delle « minoranze oggi in Italia » (minoranze religiose, politiche, culturali
e linguistiche); è prevista la partecipazione di Sergio Ribet, Mario Capanna,
Cavallo (consigliere regionale friulano).
Tavo Burat.
Domenica 12 settembre alla Bocchetta di Margosio raggiungibile in
auto percorrendo la panoramica Zegna
(da Trivero Biellese, oppure da Andorno Micca - Campiglia Cervo - Bocchetto Se.s.sera). 1200 metri s.l.m. :
ore 10: breve culto presieduto da
Sergio Ribet;
ore 11: salita al cippo (15 minuti a
piedi) sul Monte Mazzaro, eretto sui
ruderi dell'obeli.sco innalzato nel 1907
dai tessitori biellesi e val.sesiani ed abbattuto con la dinamite dai fascisti nel
1927:
ore 11.15: Assemblea della « Ca de
-studi do.ssinian » al cippo di fra Dolcino:
ore 12,30: pranzo al sacco all'alpe
Margosio (dove si può pranzare prenotando).
Pomeriggio: niu.sicbe e canti piemontesi. festa montanara e libertaria.
CHI NON HA LA 3“ MEDIA
Srmo aperte le iscrizioni ai corsi di
alfabetizzazione per adulti. Le domande, entro il 3 settembre 1982. si ricevono dalle ore 9.00 alle 12,30 presso la
Direzione Didattica di Luserna S. Giovanni. via Tegas. 2.
perdono dei suoi carnefici e dei
suoi accusatori.
Per noi quindi diventare dei
nonviolenti significava: trovare
« boe » di riferimento, degli
esempi pratici con cui confrontare le nostre scelte teoriche.
Fu una scoperta conoscere che
la Chiesa valdese ospitava degli
obiettori di coscienza nei suoi
istituti; anche per noi fu una novità sapere che membri delle
chiese evangeliche avevano lottato p«' ottenere che fosse riconosciuta quella legge che offriva, a chi non credeva utile dedicare dei mesi della propria vita in una struttura violenta e ingiusta, repressiva come l’esercito, la possibilità di operare a favore della collettività in maniera intelligente.
L’antimilitarismo però andava
visto non solo come un’alternativa possibile per gli evangelici;
l’indicazione ci veniva data anche da altri ambienti fra i quali
i cattolici (esempio: Don Milani)
d da non credenti.
Nel iiostro gruppo, in un contesto di pluralità di posizioni, di
riferimenti diversi, avevamo raggiunto una presa di coscienza
PINEROLO
Il rinnovamento artigiano
Nel quadro della VI Mostra
dell’Artigianato Pinerolese si è
tenuto un vivace dibattito sul tema : « Conoscere per cambiare :
la formazione professionale al
centro del processo di rinnovaniento artigiano ». Dopo un’ampia introduzione del prof. AnsaIoni, che organizza a Torino dei
corsi professionali per i tessili, si
è avviato un dibattito che ha
messo in luce il ruolo fondamentale nell’economia del pinerolese
delTartigianato e le sue potenzialità.
In particolare due punti vanno
sottolineati: la necessità di aggiornamento tecnico da parte degli imprenditori e dall’altra una
migliore preparazione professionale per i giovani che entrano in
questo settore. Per questi ultimi
sono previsti dalla Regione non
solo dei corsi teorici per la preparazione ma degli apprendistati in aziende artigiane.
Si tratta ora di vedere se tutte le buone intenzioni espresse
nell’incontro dibattito troveranno la piena collaborazione degli
Enti locali e delle autorità politiche.
PINEROLO - U.S.L. 44
Il problema della dialisi
Un’occhiata al corridoio del
reparto di Dialisi dell’Ospedale
Civile di Pinerolo e subito balza
agli occhi una situazione drammatica.Il servizio di dialisi è da
anni carente di locali e l’aumento dei pazienti si è tradotto nella
ricerca di spazi ovunque sia possibile: così il corridoio è diventato un deposito di materiale e
succede che a volte, per Taffollamento, la dialisi venga effettuata
in ambienti non sterili.
Ma oltre alla mancanza di locali vi è anche una grave carenza di personale: « mentre i pazienti sono aumentati del 300%
in questi due anni l’organico è
rimasto quello del 1980! » dicono i sindacati che hanno convocato una assemblea di dipendenti e di pazienti il 21 agosto per
discutere di questa situazione.
L’affollata assemblea si è Soffermata sui principali problemi
del servizio e ha denunciato il
completo disinteresse del comitato di gestione dell’USL per la
questione. Infatti già da tempo i
responsabili del servizio e i sindacati avevano fatto presente la
situazione ma nessuna risposta è
finora giunta, nonostante che il
piano sanitario regionale preveda un potenziamento di questo
servizio.
Vi è dunque anche per questo
servizio una carenza di programmazione da parte dell’USL che
non è ancora riuscita a darsi un
piano di intervento nel campo
della gestione della sanità del Pi
nerolese.
Sindacati e utenti hanno poi
approvato alcune rivendicazioni
immediate nei confronti delTUSL:
« 1 - immediato potenziamento dell’organico del servizio di
nefrologia e dialisi;
2 - contemporaneo aumento
Udì trattutneviti estevvii g SBlf-SEVvice (dialisi domiciliare prevista
dal piano regionale - n.d.r.);
3 - elaborazione, ai sensi del
piano sanitario regionale, di un
piano di attività del servizio che
ne riferisca le finalità, strumenti,
nuovi organici ».
Una prima risposta è già arrivata. L’USL ha risposto che terrà
presente le richieste per il piano
zonale. Nessun provvedimento
pero per 1 immediato. Per i malati e per gli operatori continuano i disagi.
collettiva. In un contesto sociale
di riflusso non era poco.
Altri nuovi traguardi ci attendevano. Il contatto con persone
esterne al nostro gruppo quali:
Eugenio Rivoir, Gustavo Comba,
Domenico Abate ed altri... ci offriva la possibilità di aprire maggiormente gli orizzonti della riflessione. Non ci mancò la preziosa guida del pastore Giorgio
Tourn. Il risultato dello studio
venne presentato alla comunità
di Torre Pellice al termine di un
culto. Al Sinodo 1973 chiedemmo ai delegati della Chiesa di
Torre Pellice di presentare un
o.d.g. sulla pace e disarmo che
terminava invitando i Pastori a
farsi promotori di studi all’interno dei gruppi di catechismo.
Era stata un’esperienza vissuta nella fraternità e nella certezza che il Signore ci aiutava a vivere il nostro mandato di credenti oggi.
Walter Ricca nel 1980 effettuava il suo servizio civile ad Agape. Un anno dopo Andrea Geymet andava al Convitto di Pomaretto.
Italo Pons
Alloggi lACP
PERRERO — Il Comune di
Perrero ha emesso il bando per
l’assegnazione di 5 alloggi per
lavoratori (I.A.C.P.) e uno per
anziani, situati nell’ex-albergo
Regina, ormai quasi compietamente ristrutturato.
Possono concorrere i residenti, anche domiciliati all’estero o
chiunque svolga attività lavorativa nel Comune di Perrero: sarà data precedenza a chi ha dovuto abbandonare la propria
abitazione a causa di calamità
naturali e a chi vive attualmente in condizioni particolarmente
disagiate.
Il termine per la presentazione delle domande scade il 25 settembre, con una proroga per i
residenti che si trovano all’estero. In seguito verrà formata la
graduatoria e un’apposita commissione assegnerà gli alloggi,
secondo le modalità in uso per
l’edilizia popolare.
Furto
Nella notte di sabato 28 agosto un pullman ed un’alito provenienti da Berna, parcheggiati
sul piazzale di Pradeltorno, sono
stati scassinati. I mezzi appartenevano a una comunità di amici
della chiesa valdese che, in visita
alle Valli, soggiornavano alla Foresteria ’La Rocciaglia’. I danni
sono piuttosto rilevanti. Non è
la prima volta, nell’arco degli ultimi anni, che auto o bus stranieri vengono derubati in Val
d’Angrogna.
Mostra
deirartigianato
PINEROLO — Grande successo di pubblico sta ricevendo la
mostra mercato delTArtigianato
inaugurata sabato 28 agosto dal
sindaco Camusso. Nei primi due
giorni di apertura si calcola che
almeno 10.000 persone l’abbiano
già visitata. Secondo le parole
del sindaco « l’artigianato e il turismo » sono le due attività che
possono caratterizzare lo svilup*
po negli anni ’80 di Pinerolo e
del pinerolese.
Le forze politiche di maggioranza pensano dunque ad una
profonda modifica del modello
di sviluppo industriale sin qui
seguito. Del futuro del pinerolese si discuterà ancora TU seL
tembre in un convegno promosso dal comprensorio.
Accanto alla mostra sono organizzate alcune attività culturali (apertura musei, dibattiti,
mostre etnografiche) tra cui ricordiamo la serata di venerdì 3
settembre (ore 21) organizzata
dal II Circuito dedicata alla presentazione del mondo valdese e
al 450" anniversario di Chanforan.
Hanno collaborato a questo
numero: Franco Davite. Agostino Garufi, Paolo Gav, Luigi Marchetti, Sergio Ribet,
Jean-Louis Sappi, Alessandro Vetta, Giulio Vicentini.
Severino Zotta.
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7
31 agosto 1982
cronaca delle Yalli 7
CHANFORAN 1982
I prossimi
appuntamenti
Domenica 5 settembre; Passeggiata storica in Val d’Angrogna.
La giornata ha inizio alle ore 10 al tempio di Pradeltorno con il
culto presieduto dal pastore locale e la predicazione di Jean
Gönnet. Visita al « Coulege dei Barba». Pic-nic (ognuno si porti
11 pranzo al sacco) nel salone della Foresteria ’La Rocciaglia’: comunicazione del dr. Guido Ribet, - Caffè - A piedi sino a ’Toumpi
Sàchet’ - In auto sino al Serre, indi a piedi lungo la via delle Tane
(Chanforan, Museo-Scuola Odins-Bertot, Ghieisa d’ia Tana). Rinfresco al Capoluogo verso le 17.30. Durante il percorso esperti della
' Società di Studi Valdesi e appassionati di storia valdese sono invitati a fornire informazioni e a form,ulare domande.
Domenica 12 settembre: Giornata popolare commemorativa del Sinodo di Chanforan. Predica G. Platone, pastore ad Angrogna.
Agape fraterna. Concerto delle Corali Valdesi. Discorso commemorativo della Società di Studi Valdesi. Serata fraterna. La
giornata si svolge ad Angrogna.
• Le Corali Valdesi sono convocate alle ore 14.15 di domenica
12 settembre presso il Tempio del Serre d’Angrogna per le prove
del concerto che si terrà alle ore 15 nei prati di Chanforan.
Inni proposti: 212 - 38 - 70 - 104 e 234 dell’Innario; 184 Psaumes
et Cantiques; O Re dei Re; il Giuro.
Per esigenze televisive, costume valdese.
Ogni Corale è invitata a segnalare al più presto, telefonando
al past. Platone (0121 944144), la propria consistenza numerica.
ALLA MOSTRA SULLA RESISTENZA
li banco libri
POMARETTO — Con una rassegna dedicata al lavoro in montagna, giunta alla seconda edizione, e una mostra di fotografie
e documenti sulla Resistenza, la
Pro Loco di Porosa Argentina ha
aggiunto una manifestazione in
più a quelle che hanno animato
da ogni parte delle valli il mese
di agosto.
Quest’anno, però, aH’interno
delta mostra era presente anche
un banco di vendita dei libri
Claudiana, organizzato dal gruppo colportaggio della chiesa di
Pomaretto, con un buon numero
di collaboratori. A conclusione
della manifestazione, abbiamo rivolto alcune domande ai venditori improvvisati:
—• Come vi è venuta questa
idea di partecipare alla mostra di
Pelosa?
— I libri della Claudiana si
vendono dappertutto, anche a Fenestrelle è stato allestito un
banco di vendita, ma la cosa più
L’angolo, di
magna Linota
Cara magna Linota,
vuoi togliermi una curiosità?
Io. che non sono valdese, vi ho
sentiti qualche volta chiamare
« l'Israele delle Alpi ». Che cosa
vuol dire esattamente?
Diego Benzi
Caro signore,
spero, pubblicando la sua lettera, che qualche membro della
Società di studi valdesi le spieghi
quando e come hanno cominciato a chiamarci così. Io posso
solo dirle come lo capisco io. Secondo me l'Israele vero, quello
delle Alpi e tanti altri che non
conosco, è un gruppo di persone,
non migliori delle altre, che hanno ascoltato la chiamata di Dio
e che hanno cercato, con mille
tradimenti, infedeltà, vitelli d’oro
e altari a Baal, di pentirsi del
loro peccato e di riconciliarsi con
Dio, che, paziente, lento all’ira e
di gran benignità, ha sempre evitato di spegnere il lucignolo fumante e li ha risparmiali e conservati attraverso le persecuzioni.
Magna Linota
importante ci è sembrata la nostra presenza in una zona dove le
famiglie valdesi non sono numerose, anche se evidentemente
tutti sanno che esistiamo.
— Su che cosa si è concentrato
l'interesse dei visitatori?
— Non certo sui libri teologici
o dai titoli troppo seri! Anzi, a
questo riguardo si notava una
certa diffidenza nei nostri confronti, come se avessimo voluto
convertirli a tutti i costi! Ma i
libri più popolari hanno attirato
l’attenzione generale; intorno all’ultimo « Come vivevano... » c’era
una vera e propria ressa: tutti
cercavano le fotografie del paese
dove viveva un tempo la loro famiglia per confrontarle con la situazione attuale. Si sono venduti
bene anche i calendari « Valli nostre », soprattutto ai valdesi.
— Ci sono state domande a
proposito della nostra chiesa?
— Sotto questo profilo, quasi
nulla. Il pubblico di una mostra
normalmente viene per svagarsi
o per acquistare qualche oggetto
di artigianato e non certo per intavolare discussioni teologiche:
alcuni hanno preso opuscoli e
volantini, si può sperare che almeno li leggano.
— Vi proponete di ripetere l'iniziativa l'anno prossimo?
— Certamente: incas.sare in
cinque giorni 750 mila lire è abbastanza incoraggiante. Dovremo
però valutare la possibilità di andare anche altrove, a Pinasca,
per esempio, dove la Pro Loco
ha organizzato quest’anno una
analoga manifestazione. Sarà tuttavia necessario provvedere per
tempo al materiale propagandistico e alla ricerca dei collaboratori. L. V.
LA TEV HA 7 ANNI
La T.E.V, ha iniziato sabato 28 agosto. 'u.s., con un'Assemblea generale,
il suo settimo anno di attività eppure
è un Movimento di Testimonianza
Evangelica Valdese che la Chiesa in
generale ama ignorare. A Napoli, a
Roma, a Torino ecc. ed in altre più
piccole Comunità come a S. Antonino
di Susa ed in quelle delle Valli Vaidesi gli aderenti costituiscono una parte attiva delle chiese locali dove sono
molto ben conosciuti i loro nomi e le
attività che vi esplicano, ma questo,
purtroppo, non porta ad una maggior
comprensione.
Ma che cosa vogliono queste persone e a che cosa mirano?
Mirano a promuovere un maggiore
sviluppo dinamico del Vangelo nella
vita della Chiesa stessa, ad un rinnovamento del singolo credente e quindi
deirintera Comunità, ad una liberazione della Chiesa dal materialismo ateo
e negativo che s’insinua subdolamente
e sotto varie forme nella vita di questa. Vogliono sottolineare che Cristo
ed il Vangelo sono il centro di ogni
cosa e debbono essere pietra di paragone e d’ispirazione per il vivere e
l'operare del cristiano.
La Chiesa cattolica-romana in questi ultimi tempi ha accettato nel suo
seno movimenti vari e grandemente
innovatori che tutti conoscono. Non
li ha scomunicati, ha cercato di capirli e di valersene per una sua maggiore vitalità. Mi meraviglia pertanto
che la Chiesa valdese oggi non sappia
accettare in modo giusto un Movimento come quello della T.E.V. e non se ne
valga per coinvolgerlo in campagne di
evangelizzazione, in speciali riunioni
di preghiera e di testimonianza, in
studi su particolari problemi che
travagliano le Comunità ecc.. ma
che. in un certo senso, Labbia emarginato, ed in certe chiese sia stato osteggiato e respinto dando adito a quella
sciocca oltremodo ridicola diceria che
fa della T.E.V. un semplice movimento di separatisti!
Oggi, come sempre si ha bisogno di
« uomini di buona volontà ». in tutti i
campi, perché disperderne le forze?
Graziella Perrin
GRAZIE!
La giornata del 25.7.82 ha avuto un
esito oltremodo positivo. Di questo
successo siamo riconoscenti agli amici
ed ai visitatori che numerosi sono intervenuti generosamente ed al personale tutto che ha portato con la sua
presenza e la gratuita collaborazione un
valido contributo alla simpatia ed alla
riuscita della manifestazione.
La'CIOV
Giornata sul
catechismo
Sabato 4 settembre al Castagneto
di Villar Pellice inizio ore 9. relazioni
introduttive di Giorgio Tourn e Saverio
Merlo. Si lavorerà in gruppi. L'incontro
è aperto non solo ai pastori e catechisti ma ai membri di chiesa che operano in campo educativo.
Iscriversi, al più presto, per i pasti
telefonare a Carla bongo 91801.
L'incontro prosegue anche dopo cena.
TUTTO PER LA CASA AL
f h Centromobilì Marisa
P. Barbieri, ang. V. Oberdan, - Telef. (0121) 72597
10064 PINEROLO
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Doni pervenuti nel mese di luglio 1982
L. 6.000: Malan Francesco
L. 10.000:: Edda Bounous, in mem.
di Eugenio Rostan; Edda Bounous in
mem. dei genitori; Bein Ernesto e
Mirella (Torre Pellice); Elena Toscano
Avondet (Torre Pellice).
L. 12.000: N.N.; N.N. (Torre Pellice).
L. 20.000: Toscano Malan (Lusernetta); Mimi Long Monti, in mem. di Visentin Maria (osp. Asilo); Prof. Teofilo
G. Pons, in mem. del pastore Renzo
Rivoira (Torre Pellice); Aldo Costabel,
in mem. del pastore Renzo Rivoira (Milano); Hélène Geymonat Chauvie, in
mem. del pastore Renzo Rivoira (ospite Asilo); Hélène ReveI, in mem. di
Liline Beux.
L. 25.000: Camilla De Bernardi, in
mem. Cesarina, Enrico e Davide Taglierò.
L. 30.000: Livio e Dina Gobello, in
mem. del pastore Renzo Rivoira; Famiglie Revel-Favout, in mem. nostri
cari.
L. 32.150: N. N. (Svizzera).
L. 50.000: Ines Malanot-Riva, in ricordo dei cari Malanot William e Margherita; In mem. dei miei cari genitori Lina e Gustavo Malanot, Anna Malanot Afliaud; Ghigou-Jouve (Alessandria); Gnone Maria Ida; Chiesa dei
Fratelli di Torre Pellice: Febe Mollica, in mem. del marito; A. G., in ricordo dei miei cari- zii; Rivoir Alma,
in mem. dei miei compagni di classe
Lorenzo Rivoira e Rostan Eugenio; Ispodamia Bruno, in mem. dei miei genitori (Ge-Samp.).
L. 60.000: Per una cara memoria.
L. 65.000: V. Pinter e M. Hùgli.
L. 100.000: Iolanda Rivoiro Pellegrini,
in mem. del mio caro papà (Torino);
N. N.; Renata, Lillina e Neretta ricordando il loro carissimo Guido Bounous (9.8.79-9.8.82); In ricordo di
Monnet Susanna ved. Coisson, i suoi
familiari (Angrogna): Rostan Ivonne,
in mem. dei suoi cari (Torre Pellice):
Griffa Angela in Marino (Torino): In
mem. di Roman Alberto, i familiari:
Bordizzo Adriano e Lidia (Leumann).
L. 300.000: N. N., per i nuovi lavori.
L. 320.000: Kirchgemeinde Spiez, en
mémoire 1532-1982 (Suisse).
L. 1.000.000: N. N., in mem. di
Giacomo Schweizer.
L. 2.000.000: Lascito della sig.ra Visentin Russo Maria, già ospite dell'Asilo.
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Doni ricevuti nel mese di giugno 1982
L. 100.000: Pasotto Gerardo, San Secondo di Pinerolo; Luigia Mathieu e
fam., in mem. Berta Mathieu: Ida Coi'sson e fam.. fiori in mem. della cara
cognata e zia Berta Mathieu.
L. 50.000: Coffer Amelia Perosa Argentina, in mem. Frè Carmelina; Natale Vincenzo. Usseaux: Pasta Luigia,
Villar Perosa; Mina Eleonora, Riva di
Pinerolo; Balmas Ida Zaninelli, fam.
San Germano; Challier Ferdinando, Usseaux; Ersilia Mathieu. in mem. Mathieu-Dolfi Berta; Elena Mathieu De Costanzi e Fam., in mem. Berta Mathieu;
Anita e Geraldo Mathieu, in mem.
Berta Mathieu.
L. 25.000: Costantino Pietro, Pomaretto; Costabel Wanda. S. Secondo
di Pinerolo, un fiore in mem. di Cardio! Arnaldo.
L. 20.000: Depetris Maria, Luserna
S. Giovanni: Azzario Albina ved. Bidese, Villar Perosa: Besson Giulio, San
Germano: Marcata Pasqua, Perosa Argentina; Anita Long, San Germano,
con riconoscenza.
L. 10.000: Dio è Amore: Alma e
Nida Pons, San Secondo, in mem. loro Cari,
Pro luoghi storici
delle Valli valdesi
Doni pervenuti dal 1-1-81 al 31-7-82
L. 5.000: Elvio Jahier; Elvino Buffa;
Franca Eynard.
L. 5.746: Ferdinando Girardon.
L. 6.009: Aya Soggin.
L. 10.000: Edina Ribet Rostain; Enrico e Eugenia Geymet; Mary Avondet: Gustavo e Paolina Albarin; Luigi Castagno; Attilio Tron; Guido Baret; Nino e Elda Rostagno; Clementina Bouissa; N. N.; N. N.; Guido CoTsson.
L. 15.000: Ernestina Malanot Pellegrin.
L. 20.000: Nelly Rostan; Rosetta Vittone; Giuseppe e Laura Reinaudo; Alfredo Poét; Gustavo e Ketty Comba;
Mirella Peyronel.
L. 25.000: Enrico Peyrot; Alfredo
Poét.
L. 30.000: Lalla Conte; G. van Wanderberg; Itala Beux; Marisa e Nella
Pontet, in memoria Edina Ribet-Rostain; Chiesa di Bobbio Pellice.
L. 46.600: Pastore Bundshuh.
L. 50.000: Unione femminile Villar
Pellice, in memoria di Edina Ribet-Rostain; Concistoro di Rorà; Concistoro
di Pramollo.
L. 54.100: Prof. Paolo Ricca.
L. 60.000: Concistoro di Perrero;
Concistoro di Angrogna.
L, 100.000: Pastore G. Bogo; Chiesa di Roma, via IV Novembre; Concistoro di Torre Pellice.
L. 150.000: Unióne Femminile di Luserna S. Giovanni.
L. 160.800: Amici tedeschi tramite
pastore Bundshuh.
L. 462.580: Gruppo di fratelli inglesi (sig.ra Ruth Cowlig). ,
« Beati i morti che muoiono nel
Signore. Perché si riposano dalle
loro fatiche, e le loro opere li seguono »
(Apoc. 14: 13)
All’età di 70 anni ci ha lasciati
Alessio Luigi Grill
Fiduciosi nelle promesse del Signore,
ne danno l’annunzio : la moglie Grill
Onorina, la figlia Valda, il genero Luciano e la nipote Tiziana, i parenti
tutti.
I familiari ringraziano ì vicini di casa, le fam. Peyrot e Grill, il past. Rostagno, il dott. Vivalda, i dottori e il
personale dell’Ospedale di Pomaretto.
Frali, 14 agosto 1982
AVVISI ECONOMICI
CERCASI. La Chiesa valdese di Pinerolo ricerca la collaborazione — preferibilmente di una coppia di pensionati — per mansioni di pulizia e
custodia locali tempio di vìa dei Mille, 1. Disponibilità alloggio, orto ed
altre facilitazioni : per informazioni
rivolgersi agli anziani C. Costantino
(0121) 70701 e E. Coucourde (0121)
74643.
IL CENTRO GIOVANILE PROTESTANTE GOULD assume subito
educatori o educatrici con conoscenza, eventualmente anche solo teorica, nel campo educativo e disponibilità al lavoro di gruppo. L’impiego
può essere a tempo pieno o ad orario ridotto con possibilità dì collegamento con la locale scuola educatori
per il perfezionamento della professione. Per informazioni scrìvere o telefonare a: C.G.P. - Gould, via Serragli, 49 - 50124 Firenze - Tel. 055/
21.25.76.
U8L 42 - VALLI
CHI80NE-GERMANA8GA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 5 SETTEMBRE 1982
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO - Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
Ambulanza:
Croce Verde Perosà; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 5 SETTEMBRE 1982
Luserna San Giovanni: FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
8
8 ecumenismo
31 agosto 1982
L’INCONTRO ANNUALE DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ’ ECUMENICHE
La pace sfida del Regno
Circa 450 persone si sono riunite dal
30 luglio al 7 agosto al Passo Mendola,
presso Bolzano, per la 20" sessione di
formazione ecumenica organizzata dal
S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche).
Di grande attualità il tema di quest’anno, « La pace sfida del Regno », e di pace
si è parlato e discusso molto. Significato
di pace nell’Antico 'e nel Nuovo Testamento; pace che non deve essere una fuga dalle responsabilità; pace che non viene impedita solo dalle guerre, ma anche
dalla quotidiana prevaricazione e non accettazione dell’altro.
L’argomento è stato ampiamente introdotto da conversazioni e conferenze (re, latori monsignor Sartori e il pastore Bertalot, consulenti cattolico ed evangelico,
rispettivamente, del S.A.E. ; il pastore
Williams, segretario generale della Conferenza delle Chiese europee; l’arcivescovo Agresti ) e da due tavole rotonde : « Il
problema della pace oggi » ( partecipanti : lo psichiatra E. Zerbino, il pastore
G. Girardet, monsignor Sartori, moderatore il pastore Bertalot) e « I nodi della
pace nella storia del cristianesimo » (partecipanti l’evangelico P. Ricca, il cattolico V. Grossi, l’ortodosso T. Valdman, moderatore L. Sartori), seguite da interventi e dibattiti. Inoltre rappresentanti di
Amnesty International, Pax Christi, Movimento Internazionale di Riconciliazione, Lega dei diritti dei popoli. Conferenza Religioni per la pace, hanno dato testimonianze sul lavoro svolto per la pace.
Ma nonostante l’importanza delle rela
zioni iniziali, la fase più caratteristica
della sessione consiste nel lavoro dei dodici gruppi di studio ; è là infatti che i temi tracciati si sviluppano secondo varie
angolazioni, che i contatti umani si intensificano, che tutti, anche i meno preparati, hanno modo di esprimersi al massimo. Le relazioni dei gruppi così esprimono il contributo di tutti i partecipanti,
salvo forse i silenziosi irriducibili.
Ne segnaliamo alcuni.
L’integrismo si manifesta nell’intolleranza, nel rifiuto al dialogo, nel considerare l’altro come un terreno di conquista ;
può nascondersi talvolta anche sotto apparenze non aggressive. Può avere origine anche dall’insicurezza e dalla paura.
Ne siamo circondati, ma nessuno di noi
ne è esente, fa parte della nostra stessa
natura, anche se talvolta lo ignoriamo.
Gli insegnamenti biblici dell’amore sono
contro l’integrismo. Queste alcune delle
conclusioni del gruppo « Linguaggio e
prassi di integrismo» (relatore pastore
Bertalot, consulenti don Chiaroni e pastore Bagheri), che le ha esposte sotto
forma di drammatizzazione per rendere
il messaggio da trasmettere più immediato e comprensibile.
Piuttosto travagliato il lavoro del 5°
gruppo ( « Lotta per la pace ; credibilità
del dialogo ebraico-cristiano » - relatore
rabbino Tagliacozzo, consulenti pastore
Costabel e don Sorani) nel quale la discussione sulla pace riferita alla situazione attuale nel Libano ha creato spesso
delle tensioni. Si è tuttavia riusciti ad arrivare ad una relazione conclusiva, che
fra l’altro ha messo in risalto i seguenti
punti: 1) mettersi davanti a Dio in at
teggiamento comune di preghiera con rispetto degli altri; 2) educazione alla pace
e alla nonviolenza perché non si crei il
conflitto; 3) conoscenza reciproca; 4) riconoscimento dei valori uno dell’altro e
condanna dell’antisemitismo.
In relazione a questi problemi si è formato un altro gruppo misto, che li ha
approfonditi con un ulteriore lavoro serale arrivando ad una dichiarazione.
Il 10' gruppo ( « La pace operatrice di
giustizia » - relatore pastore P. Ribet, consulenti don Bolzon e pastore Marziale)
ha iniziato invertendo il tema in « La giustizia operatrice di pace » secondo il versetto biblico, ed ha insistito sulla necessità ■ della conversione e dell’impegno.
Il 2" gruppo ( « Chiamati alla riconciliazione » - relatore il docente in teologia Di
Giorgi, consulenti pastore Paschetto e
pastore Fanlo y Cortés) e l’8" («Pace e
conflittualità nei quotidiano » - consulente pastore Gandolfo, relatori la teologa
Gozzini Occhipinti e il pastore V. Vinay)
hanno affrontato rispettivamente i problemi dell’accettazione e della collaborazione fra le chiese, e dell’accettazione nelle chiese, toccando i nodi dei matrimoni
misti e dell’insegnamento religioso nelle
scuole.
Anche il gruppo « Nella fede monoteistica ; semi e radici religiose di violenza »,
che ha visto la novità della partecipazione di un musulmano, Fuad K. Allam,
ha sottolineato che la pace deve passare
attraverso l’accettazione dell’altro.
L’il“ gruppo, « Etica di pace e nuova
resistenza », ha fra l’altro lavorato a due
mozioni sul disarmo.
Ha suscitato invece qualche perplessità
la relazione del 6" gruppo («Culto e contemplazione: fuga dalla conflittualità?»),
nella quale si è detto che all’inizio dei lavori, su invito del consulente G. Boesch,
pastore riformato svizzero che risiede ne)
monastero di Camaldoli, i presenti hanno
pregato davanti a un’icona da lui fabbricata. La relazione ha proseguito però
sostenendo che è la vita quotidiana il
vero culto gradito a Dio.
Il 1° gruppo ( « La pace : segno di contraddizione » - relatori prof.ssa M. Costabel, don Zanetti e pastore E. Naso) è stato il più specificamente biblico; significato di pace nella Bibbia e passi che suonano come contraddizioni, necessità e difficoltà della nonviolenza per i cristiani, sono stati fra i temi trattati, senza la pretesa di risolverli ma per riflettere su di
essi.
Il riferimento biblico d’altra parte è
statò costante sia in tutti i gruppi che
nelle meditazioni e nelle liturgie.
Fra le meditazioni che aprivano le giornate sono state apprezzate particolarmente quella del prof. V. Vinay e quella
dell’arciveseovo di Milano Martini.
Oltre al culto e alla messa si sono avute altre liturgie comuni, talvolta di tipo
un po’ insolito ; per esempio quella di ringraziamento, durante la quale l’insegnamento di Gesù — « Se stai portando la tua
offerta all’altare di Dio e ti ricordi che
tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia li l’offerta davanti all’altare e vai a
far pace con tuo fratello ; poi torna e presenta la tua offerta » — è stato reso con
un’azione mimata ; questo rientra in una
problematica di comunicazione e in una
ricerca di un linguaggio che po?sa essere
più accessibile a tutti.
Roberta Colonna Romano
__________BILANCIO 1981 DELL’ASSOCIAZIONE INFORMAZIONE PROTESTANTE - VIA S. PIO V, 15 - TORINO
Editrice de l’Eco delle Valli valdesi - La Luce
STATO PATRIMONIALE
ATTIVO
1) CAPITALE FISSO
a) fabbricati —
b) impianti, macchinari e attrezzature varie —
c) elementi complementari attivi:
testata, brevetti e licenze spese
d’impianto —
d) automezzi e autoveicoli industriali —
2) CAPITALE CIRCOLANTE
scorte:
a) carta —
b) inchiostri ed altre materie prime —
c) materiale vario tipografico —
d) diverse
3) INVESTIMENTI MOBILIARI
a) titoli a reddito fisso —
b) partecipazioni —
c) crediti finanziari —
a breve termine
a medio tefmine
a lungo termine
d) crediti verso società collegate e
controllate —
4) DISPONIBILITÀ’ LIQUIDE
a) cassa 20.151.476
b) conti correnti e depositi bancari 1.170.104
c) conti correnti postali —
5) CREDITI
a) verso clienti —
b) contro cambiali —
c) diversi 691.773
6) RATEI ATTIVI
7) RISCONTI ATTIVI
Totale attivo
Perdite di esercizio
8) BENI DI TERZI
a) depositi a garanzia
TOTALE
22.013.353
1.584.984
23.598.337
b) per liquidazione dipendenti liquidazione
c) per previdenza previdenza
d) per imposte e tasse maturate d), assicurazione redattori, inviati
3) DEBITI DI FINANZIAMENTO speciali ecc.
a) a breve termine — e) lavoro straordinario:
b) a medio termine — giornalisti
c) a lungo termine — poligrafici
d) verso società collegate o controllate — amministrativi
4) DEB.1TI DI FUNZIONAMENTO 5) SPESE PER LA DIFFUSIONE
a) verso tornitori 7.829.352 6) SPESE DI ACQUISIZIONE DI
b) verso banche — SERVIZI
c) diversi 15.638.985 a) collaboratori e corris’pondenti non
5) RATEI PASSIVI 130.000 dipendenti
6) RISCONTI PASSIVI b) agenzie di informazione
c) lavorazioni presso terzi
Totale passivo 23,598.337 d) rimborsi spese reportages, viaggi
7) NETTO e diversi
Capitale al 1" gennaio 19 — e) trasporti
Rivalutazione monetaria (legge 2 di i- • f) postali e telegrafiche
cembre 1975, n. 756) — g) telefoniche
RISERVE h) prestazioni varie
Legale — i) fitti passivi
Statutaria _ 1) noleggi passivi
Libera — m)diverse
Tassata — 7. SPESE GENERALI
Utile dell'esercizio — a) di amministrazione
Totale a pareggio — b) di redazione
8) BENI DI TERZI c) di pubblicità
a) depositi a garanzia — d) per relazioni pubbliche
b) — e) varie
TOTALE — 8) ONERI FINANZIARI
CONTO PERDITE E PROFITTI
COSTI
1) ESISTENZE INIZIALI
a) carta —
b) inchiostri ed altre materie prime —
c) materiale vario tipografico —
d) diverse —
2) SPESE PER ACQUISTI DI MATERIE
a) interessi passivi:
su obbligazioni
su mutui
su debiti a breve termine
su debiti a medio termine
su debiti a lungo termine
verso banche
verso fornitori
per debiti verso società collegate
diversi
12) QUOTE DI ACCANTONAMENTO
a) per rischi di svalutazione:
titoli
crediti
scorte
b) per imposte e tasse maturate
13) RATEI PASSIVI
14) RISCONTI PASSIVI
Totale costi 91.417.095
Utile dell'esercizio —
6.785.811 TOTALE 91.417.095
65.862.735 i CONTO PERDITE E PROFITTI
869.200 592.929 RICAVI
3.170.380 1) RICAVI DELL'ATTIVITÀ' EDITORIALE
684.588 a) vendite 2.388.160
— b) abbonamenti 53.789.611
1.682.408 c) pubblicità 4.039.747
— d) diritti di produzione —
— e) vendita resa e scarti 2) RICAVI DIVERSI —
66.000 a) lavori tipografici per conto terzi ■
— b) contributi e sovvenzioni:
86,824 dello Stato —
— di enti pubblici. —
720.800 di privati —
c) sottoscrizioni 14.462.081
d) diversi (erogaz. Tavola valdese) 15.000.000
3) PROVENTI PATRIMONIALI
a) fitti attivi —
4) PROVENTI FINANZIARI
a) dividendi da azioni o partecipazioni azionarie —
b) interessi attivi:
su obbligazioni —
su titoli a reddito fisso —
su c/c e depositi bancari e post. 152.512
STATO PATRIMONIALE
PASSIVO
1) FONDI DI AMMORTAMENTO
a) di beni immobili e mobili, fabbricati —
impianti, macchine e attrezzature —
automezzi e veicoli industriali —
mobili arredi e macchine d'ufficio —
b) di elementi complementari attivi:
testata, brevetti e licenze spese
d'impianto —
2) FONDI DI ACCANTONAMENTO
a) per rischi di svalutazione:
titoli a reddito fisso
crediti
scorte
PRIME b) quote dell'esercizio di spese plu- su crediti verso clienti —
a) carta 8.087.740 riennali su crediti a breve termine —
b) inchiostri ed altre materie prime — c) sconti, abbuoni ed altri oneri fi- su crediti a medio termirre
c) materiale vario tipografico 502.135 nanziari — su crediti a lungo termine ' —
d) energia elettrica, acqua, gas e 9) ONERI TRIBUTARI 5] PROVENTI STRAORDINARI
acclimazione 52.348 a) Imposte e tasse dell'esercizio — a)sopravvenienze ed insuss. attive —
e) fotoservizi e fotoincisioni 2.253.197 b) imposte e tasse dell'esercizio prec. — b) plusvalenze da cespiti ammortizz. —
f) diversi — 10) ONERI STRAORDINARI 6) RIMANENZE FINALI
SPESE PER ORGANI VOLITIVI a) sopravvenienze ed insussistenze pass. — a) carta
a) emolumenti agli amministratori — b) minusvalenze da cespiti ammortiz. __ b) inchiostri e altre materie prime
b) emolumenti ai sindaci — 11) QUOTE DI AMMORTAMENTO c) materiale vario tipografico __
c) rimborso spese — a) di beni immobili e mobili d) diverse —
4) SPESE PER IL PERSONALE DIPENDENTE
a) stipendi e paghe:
giornalisti
poligrafici
amministrativi
b) contributi
c) accantonamento al fondo:
fabbricati
impianti, macchine ed attrezzature
automezzi e veicoli industriali
mobili, arredi e macchine d'uff.
b) di elementi complementari attivi:
testata, brevetti e licenze
spese d'impianto
7) RATEI ATTIVI
8) RISCONTI ATTIVI
TOTALE RICAVI
perdita di esercizio
TOTALE A PAREGGIO
89.832,111
1.584.984
91.417.095