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GIORNALE. RELIGIOSO
PRKZZO «'ASSOCIAXS«:VI3
(J domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 L.7,00
— per sei mesi « 4,00 » 4,SO
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno’. . L. 7,20
per sei mesi , » K,20
AiiStjovTi; Si in àyaitn
SfgufnHo la verith nella csiitk
Epes. IV. (3.
L'Ufficio della lìUONA .NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evanpeiica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberto,
dirimpello al Caflè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio.
Oli Associati delle Prortnciejinirannn provvedersi di un riiffUa postali-,
inviandolo franco alla Wn-eria liiara.
I Confei90TÌ di.G. C. in Italia nel secolo XVI. Baldassare iVIlieri ecc. — Le tnisiioni
oattoiicbe e le missioiii evangeliche. II. — 11 Sinodo delia Chieia Valdese. 1. —■
' Le Chiese degli Stati Oniti d’America. SI. — Protesta. —Not. relig. — Cron. polii.
I CONFESSORI m 0. C. ÌN 1TAÜA \El SECOLO XVI
Baiiia.ssai-e Allieii — Baldo Liipelìno. — fiiiilio iìliii'limda. - - Arilouio
llicelio. — Fr.'ìiìcesfo Sei^n. — Francesco Spinola. — (iiiolanio Galalwi.
I.
Fra tutte le città d’Italia, la bella
e possente Veneiia era in grado di favorire vieppiii la causa della Riforma,
r. d’apprestare a quelli che per tendenze evangeliche vivevano perseguitali, un asilo cortese e inacessibile ai
fulmini del Vaticano. Il Senato di
quella repubblica, geloso di sua autorilà, e conscio dello spirito ambizioso
f crudele delia Curia romana, avea
costantemenle resistito agli sforzi
quftst’uUima durati per istabilire nella
cillà di s. Marco il tribunale inquisitorio; e vietato di pubblicare, nei lerritorio Veneto , gli edilti pontificii,
senza che fossero prima sottoposti ad
esame. La sua politica piena di safigeiza, per atiirare gli stranieri nei
porli e nei mercati della repubblica,
. e per tal modo facilitare il commer-
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ciò, avea creduto necessario di lasciar
loro, più che altrove, libertà di parola
e di pensiero in tutlo ciò che la politica interna non riguardava. Iji quale
libertà agevolata da’molti stabilimenti
tipografici, che erano in Venezia ampia sorgente di industria e di tralTichi,
rendeva assai piii facile la diffusione
delle dottrine riformate. Infatti le opere di Lutero, Melantoneedallri celebri
riformatori d’Alemagna erano stampate a Venezia, o confidate a veneti
librai per diffonderle nelle altre città
della penisola.
Nel 1530 molti Italiani prendevano
interesse alla Riforma, ed in Venezia
fra i più zelanti nolavansi, oltre al
celebre Carnesecchi, Baldassarre Altieri e fra Baldo Lupelino.
Quest’ultimo era nato in Albona,
piccola città deU’Illiria. La sua nobile
origine, la dottrina ond’era fornito,
gli illibati costumi che l’adornavano
aveano fatto ii suo nome assai caro e
venerato in tulto il paese. Eletto provinciale dei francescani, usò tutti i
mezzi che erano in suo balìa per propagare la fede evangelica e protegger
quelli che di già 1’ avevano abbracciata.
Baldassare Altieri, comecché nativo
d’Aquila, città dipendente da Napoli,
erasi stabilito a Venezia dapprima in
qualità di segretario deirambasciata
inglese e poscia siccome agente dei
principi protestanti d’Alemagna. Era
assai noto pel suo attaccamento alla
religione riformata, ed a questa utilissimo pei rapporti che teneva cogli
esteri gabinelti a cagion del suo ufficio , e pe’ consigli e le agevolezze
che prodigava ai seguaci del Vangelo,
6 a tutti quelli che v’inclinavano.
In dodici anni la Riforma fece mirabili progressi, tanlo a Venezia che
nelle sue provincie; Padova, Bergamo,
Brescia, Verona e specialmente Vicenza e Treviso divennero centro di
fedeli proteslanti e oggetto di continue querimonie da parte del romano pontefice. E siccome il senato e
i governatori delle venete provincie
non prestavano orecchio alle istanze
che piovevano dal Vaticano, perciò a
Roma se ne argomentava la prossima
annuenza del veneto governo alla riforma ; senza riflettere che il senato
di Venezia alla liberlà di coscienza
non attaccava in quei tempi alcuna
importanza religiosa, accordandola,
come sopra si è detto, per mire economiche, civili, ed anche politiche.
Nè per questo la santa sede cessava dal sollecitarlo con lettere e messaggi , usando talvolta adulazioni e
lusinge, e lamentando sempre i pericoli che minacciavano la religione
cattolica, quella stessa religione alla
quale, dicevasi, Venezia andava debitrice del suo lustro e della sua gran
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ilezxa. Essendo ciò inutile, si ricorse a pratiche particolari presso
il doge e presso i membri più influenti del Senato; talché infine, per debolezza di costoro, furono permesse
alcune misure, dette allora moderate,
contro i fedeli di Vicenza. Questa concessione sebbene falta malvolentieri
e con riserva, doveva naturalmente
divenir fatale; dappoiché, siccome avviene in simili circoslanze, il governo
cominciando a cedere in parte, dopo
lunga e vigorosa resistenza, a poco a
poco fini per chiudere gli occhi e lasciar alla curia di Roma l’arbitro d’introdurre negli Stati della repubblica le
stesse persecuzioni colle quali aveva
in altri paesi soffocato lo spirito di
riforma.
In fatti nel 1348 fu pubblicalo un
editto che ordinava ai detenlori di libri contrarii alla fede cattolica di consegnarli, entro otto giorni, e sotto pena d’essere perseguiti come eretici; e
prometteva larga ricompensa ai denunciatori. Codesto fidino fu mantenuto con una severa crudeltà contro
i protestanti che sogijiornavano a Venezia e in lutto il territorio dello Stato.
"La persecuzione, scriveva Baldassare
Altieri a Bullinghero, diviene ogni
giorno più violenta. Sono state arrestate molte persone, delle quali alcune
vengono condannale.alla galera, altre
ad una reclusione perpetua, e alcune
ahimè! vinte da terrore hanno abiurato la loro fede. Abbiam veduto bandire parecchi cittadini colle loro mogli, e co’ loro figli. V’ha di quelli che,
per salvare la loro vita e la loro libertà, han dovuto fuggire precipitosamente. Le cose sono iu lale stalo che
comincio a temere per me medesimo;
imperciocché, sebbene in questa orribile tempesta mi sia riuscito talvolta di
offrire un ricovero agli altri, pure h’o
lutte le ragioni di temere simili misure a mio riguardo. Ma Dio con tali
calamità vuol provare la costanza de’
suoi fedeli ! ».
Altieri, quest’uomo eccellente, in sì
luttuose circostanze diede esempio di
uno zelo ammirabile c d’uno straordinario disinteresse, adoperandosi a
lult’uomo per la causa della verilà,
pel bene della sua pairia ed in sollievo
de’ suoi sventurati fratelli. Scrisse a
Martino Lutero, pregandolo caldamente d’impiegare tulio il credito che
godeva presso i principi evangelici di
Alemagna, per impegnarli a far pratiche appo il Senato di Venezia per
ottenere la soppressione delle violenti
misure esercitate, nel territorio della
repubblica, dai ministri del papa conlro gli umili fedeli e seguaci di Cristo;
e èhiedere per essi facollà di adorare
Iddio secondo le ispirazioni della loro
coscienza; inoltre chiese ed ottenne
lettere officiali dell’Elettore di Sasso-
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Dia e degli altri principi, di cui era
l’agenle presso la repubblica di Venezia; nè di ciò pago, andò egli slesso
in Isvizzera , onde esortare i cantoni
protestanti ad usare la loro influenza per la stessa causa ; volle assistere ad una assemblea dei deputali
Grigioni che si teneva a Coira, ed ivi
patrocinò la causa de’ suoi compatriotti perseguitati.
Bramava egli una commissione ufficiale per fare al Senato le debile rimostranze; ma fu delu.so; il governo Svizzero e quello dei Grigioni, ignorando i
loro propri inleressi, non accolsero la
domanda di Altieri: il generoso ne ebbe
vivo rincresci men lo ; e in una leltera
diretta a Bullinghero, distinto ministro
di Zurigo, dopo di aver significalo il
suo scoraggiamento per l’inefficacia
delle praliche, e la poca sollecitudine
de’ paslori svizzeri in un affare di
tanta importanza, esclamava: « Ecco
come gli uomini di questo secolo vivono sotto il giogo del mondo ! Se lo
spirito del Signore non fosse da lungo
tempo in me, forse avrei seguito l’esempio della moltitudine, dandomi ad
una vita oscura per attendere a’ miei
privali negozii, invece di prender
parte attiva alla causa del Vangelo;
ina Dio m’ha impedito di prender una
determinazione così malvagia, e mi
ispira virtiì di soffrire per lui, che
tanto ha sofferto per me, anche il
piii infame supplizio. Io ritorno dun"
que In Italia rassegnato a tutto quanto
potrà arrivarmi, e contento, se occorre, d’essere gettato in prigione! ».
Prima di lasciar la terra de’ Grigioni, Altieri ebbe avviso che la persecuzione in Venezia vieppiù infieriva;
ma questa notizia non valse a fargli
smettere la determinazione di partire.
Agli amici che tentavano ritenerlo,
disse con entusiasmo ; « È vero, ritornando nel mio paese, io vado incontro a gravi perigli, poiché mi è
noto quanto abborrito io sia dai satelliti di Roma; però su me che ho intrapreso questo viaggio pel trionfo della
fede e pel bene dei nostri fratelli,
veglierà il giusto e sommo Iddio ».
Giunto in Venezia ebbe il dolore di
vedersi da alcuni amici abbandonato,
da altri vilmente tradito , e additalo
ai giudicii inquisitori siccome eretico
assai pericoloso ed influente. Gli venne subito intimato di rinunciare alle
sue opinioni, o lasciare gli Stati della
repubblica; ed egli senza punto esitare si appigliò a quest’ultimo partilo.
« Discepolo fedele di Cristo, scriveva
al suo amico, ho preferito l’esiglio al
dolce soggiorno di Venezia, ed alla
sua esecrabile religione ». Frattanto,
sì perchè non disperava di un migliore
avvenire, sì per essere di sollievo
agli afllitti suoi fratelli, preferì di
errare di città in citlà, e quantnn-
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que malsicuro e segno a continue
persecuzioni, rimanersi in Italia. Allorché poi non gli fu più concesso di
mostrarsi in pubblico, cercò un asilo
in campagna per riposarvisi colla sua
sventurata famiglia. Ma la collera dei
clericali le segui sin dentro a quella
pacilica solitudine. « Io vivo in continuo allarme, sono sue parole dirette
al Bullinghero; la mia vita è in pericolo, nou v'ha angolo d’Italia in cui
mi sia dato vivere sicuro colla mia
donna e il flgliuol mio. Ogni giorno i
miei timori raddoppiano. So che i
miei persecutori non avran tregua
lìnchè non mi abbiano tolto di vita».
Di Baldassare Altieri non si ebbero
più nolizie; il suo fine restò avvolto
in un velo impenetrabile. — Se un
giorno .sui terribili misteri dell’inquisizione brillerà un pieno raggio di luce,
allora forse gli uomini conosceranno
che l’alfannoso presentimento di Altieri veniva barbaramente realizzato
da qualche segreto assassinio.
Continua)
LE MISSIONI CATTOLICHE
E LE iniSSlOM EVA\GELIC1IE
A'" 31).
11.
Dopo tali confronti passa il nostro
autore a descrivere i risultati delle
pissioni cattoliche e dcHe niissioni
evangeliche, e per non essere tacciato
di falsità odi esagerazione non prende
i fatti da nessun autore protestante,
ma dagli annali stessi della propagazione della fede e trascrive una lunga
citazione di più pagine che è un panegirico delle missioni cattoliche. IS'oi
diamo il sunto di questa citazione cou
alcune riflessioni. Si beano i missionari cattolici sulla fiorente missione
che nel secolo passato i Gesuiti facevano nel Paraguai.—È stalo molto
scritto su quella missione intorno allo
scopo che avevano i reverendi padri
ed ai mezzi di cui si servivano; ma
tralasciamo tali cose notissime e domandiamo ai difensori delle missioni
cattoliche cosa è avvenuto di quella
fioritissima missione? Tanto era profonda la loro conversione e la loro
civilizzazione, che l'operadei reverendi
padri è intieramente distrutta e quegli Indiani sono tornati allo stato di
selvaggi. Sembra dunque che abbiano
meglio amato di essere selvaggi chc
di essere caltolii'i.
Il panegirico che si fa in quella citazione dell'isola de Wallis con.siste
nel dire che quegli isolani recitano il
rosario, sentono la messa, si confessano: ma tulle queste cose non dimostrano un miglioramenlo reale nello
spirito religioso, nè un miglioramento
nella morale e nella civilizzazione. Finalmeiilc il nostro panegirista cita i mi-
6
güoramenti avvenuti nell’isola Gambier per opera dei missionari cattolici.
Questi niiglioramenli consistono nell’avere stabiliti alcuni telai per la tessitura, nell’avere deciso, ma non ancora
eseguito, di farvi dello case materiali,
nell’avere tagliali alcuni canneti e
piantate delle patate. Ecco i brillanti
risultati delle missioni cattoliche esposti dai cattolici stessi.
Passa ora il nostro autore a dare
qualche dettaglio sui risultali delle
missioni protestanti. La giustizia porterebbe che siccome per le missioni
cattoliche si sono citati autori cattolici, così per le missioni protestanti
si citassero autori protestanti. Ma
l’autore che noi analizziamo è cosi
convinto della bonlà di sua causa,
cbe per dimostrare i risultatidelle missioni proteslanli prende la testiraonianza di autori caltolici. Per fare il
coulraslo coll’isola di Wallis nell’Oceania prende nella stessa Oceania
l’isola 0-Taiti evangelizzata dai protestanti. L’ammiraglio Duperrey catlolico, rende così conto al ministro
della marina nel 1824, cioè 25 anni
dopo l’arrivo del primo missionario
protestante. « L’isola di Taiti è assai
differente da quello che era ai tempi
di Cook. 1 missionari hanno intieramente cangiato le abitudini ed i costumi degli abitanti. L’idolatria non
^sisle più fra di loro. Le donne non
vengono più a bordo dei bastimenti,
anzi sono di una estrema riservatezza
allorché s’incontrano in terra. I matrimoni si fanno come in Europa, e
lo stesso re si è sottomesso a non avere che una moglie; le donne sono
ammesse alla tavola dei mariti. La
società infame degli assassini religiosi
(arreoys) non esiste più; le guerre
sanguinose sono cessale, e dal 1816
in poi non si è offerto più un sacrifizio umano. Tutli gli indigeni sanno
leggere e scrivere ; essi hanno fra le
mani molti libri religiosi nella loro
lingua e stampati nell’isola; hanno
fabbricato molte chiese e bellissime,
ed il popolo vi si rende due volte alla
settimana con gran devozione per sentire il predicatore ».
11 ministro della marina, agli 11
dicembre 1829, nella seduta generale
della Società di geografia di Parigi,
parla così delle missioni protestanti
della Polinesia. « Non è già il bisogno
di accumulare ricchezze che ha fatto
sorgere alla civilizzazione questa vasta
porzione del nostro globo che noi conoscevamo appena prima delle scoperte deU’illustre e sfortunato capitano
Cook, io voglio parlare della Polinesia. Qual prodigioso avvenimento non
è questa immensa rivoluzione morale
operata come per incanto in questi
arcipelaghi che, sono ora dieci anni,
gemevano ancora sotto il giogo sau-
7
guinolento della più assurda idolatrìa!
In un istante cessano i sacrifizi umani,
sono dispersi i preti della menzogna,
gli altari delle false divinità cadono,
ed alla legge tirannica e crudele del
tahou, succede la legge dolce e benefica del Vangelo. Quale gloria per il
Cristianesimo ! Ma là non si fermano
i suoi trionfi. Rompendo gli idoli della
Polinesia, insegna ai suoi abitanti a
coltivare le arti, gli ispira il bisogno
dell’ordine e l’amore del lavoro. All’arbitrariodel despotismo fa succedere
un governo la di cui azione diviene
ogni giorno più regolare. Finalmente
alato di questi nuovi tempii ove questi uomini usciti dalla barbarie vengono per adorare il vero Dio, s’innalzano le scuole pubbliche ove i fanciulli
abbandonati fino allora dalla ignoranza più grossolana, ricevono quella
educazione primitiva senza la quale
le nazioni non hanno che una civilizzazione incompleta. La carità tulto
può quando è diretta da una fede
viva ed illuminata ».
Dopo tali citazioni passa il nostro
autore con altre citazioni a dimostrare
le opere grandi fatte dai missionari
protestanti, specialmente nei paesi selvaggi. Gli Ottentoti civihzzali, il canibalismo abolito ovunque i missionari
protestanti hanno predicato, la civUiz/azione sparsa da per lutto; I missionai'i evangelici vivendo nella povertà,
nell’abnegazione, e molti di essi vivendo come l’apostolo Paolo col travaglio delle loro mani, tali sono le
citazioni preziose colle quali l’autore
che noi analizziamo dimostra anche ai
più sceltici la superiorità delle missioni evangeliche sulle cattoliche.
Il signor Napoleone Roussel è noto
per molte sue opere pregevolissime,
ma noi crediamo che in quest’ultima
opera intitolata Le Nazioni Catloliche
e le Nazioni Protestanti, abbia dimostralo lanlo ingegno, tanlo discernimento, tanta coscienza, che più non
se ne può desiderare. Egli tratta il
tema della superiorità delle Nazioni
Evangeliche sulle Nazioni Cattoliche
non per via di ragionamenti, raa per
via di fatli, e questi fatti non souo da
lui inventali, non sono neppure presi
da autori prolestanti, ma sono citazioni di autori caltolici. Quest’opera
è la confutazione la più completa, la
più concludente della calunnia ripetuta fino alla nausea dei clericali, che
il protestantismo è la rovina del paese
nel quale entra. Quest’opera, mentre
è l’apelogia dell’Evangelo sotto il punto di vista del ben essere materiale,
può essere letta senza scrupolo dal
cattolico il più meticoloso, imperciocché l’autore non entra in nessuna di’
scussioue religiosa, nou attacca nè i
dommi, nè le doitrine, ma basandosi
soitauto sui fatli, e sui fatti attentati
8
da autori caltolici, convince e persuade
in tal guisa, che se ìa critica potrà
trovare da mahgnare, non potrà giammai rovesciare gli incontestabili fatli
itabilili dall’autore.
IL S'iNOnO
delia (’liiesa Valdese
1,
Il giorno ¿9 maggio fu giorno di
boleniiilà per la Ciiiesa Evangelii;a del
Piemonle. Nel vasto lempio della Torre , nella Valle di Luserna, si radunava il Sinodo della Chiesa Valdese.
Alle 9 e mezzo del maUioo la Guardia
Nazionale era sotto le armi : i componenti il Sinodo erano ai loro posti, ed il
resto del tempio e delle gallerie era occupalo da unu folla compatta di popolo.
Il servizio divino fu celebralo In lingua
italiana dal ministro Desanctis : i cantici
italiani echeggiarouo maestosi sotto la
volta del tempio, eia preghiera si sollevò
a Dio oella nostra bella lingua. Era la
prima volta da vari secoli che si prendeva
in un Sinodo l’uso della lingua italiana.
11 ministro oflìciunle prese per leslo
del suo sermone il versetto 28 del capo
XX degli Atti: « Attendete a voi stessi ed
a tutla la greggia nella quale lo Spirito
Santo v’ha costiluili vescovi, per pascere
la Chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue n. Noi iwn vogliamo diiru un analisi di quel discorso,
solo diremo che fu pieno di liberlà evangelica e di istruzioni bibliche sui doveri
dei paslori e del gregge. L’Oratore propose alla considerazione dell’Assemblea
quattro pensieri che egli cridè trovare
nel testo, cioè il dovere dei pastori di attendere a se stessi ed alla greggia, il privilegio di essere stabiliti non dagli uomini
madallo Spirito Santo, l’ufliziodi pascere,
finalmente il domma che la Chiesa vera
non è una setta, non una congrega di
uomini con un nome particolare, ma l’unione degli eletti di Dio riscattali col
sangue dell’Agnello immacolato.
Terminato il servizio religioso l’Asseniblea sinodale si costituì : sessantacinque
erano i rappresentanti della Chiesa Evangelica V'aldese che formavano il Sinodo,
dei quali Irent’uno ecclesiastici e Ireniaquatlro laici deputati dalle parrocchie. Il
decano dei pastori prese lu presidenza
provvisoria; furono verificati i poteri, e
si passò alla elezione del presidente, vice-presidente, segretario ed assessori.
Al terzo scrutinio risultò I’ ufficio composto in questa maniera. Il ministro Bartolomeo Malan fu eletto presidente, il
ministro Tron vice-presidente, il ministro
Appia segretario ; ed i signori Vola notaio
e Bert dottore in medicina, assessori.
La prima decisione presa dal Sinodo
alla unanimità fu che ogni seduta s’incominciasse con un culto. Le sedute si incominciavano nei primi giorni alle otto
del mattino , si continuavano sino al
mezzogiorno, e dopo un ora di riposo si
riprendevauo sino alla sera, ma negli ultimi giorni si incominciavano alle selte e
poi alle sei.
La Tavola ossia il potere esecutivo delia
Chiesa Valdese, aperto il Sinodo cessa dal
suo ulTicio, e deve rendere conio della
sua gestione: una commissione composta
di pastori e di laici ne ha già esaminato
la gestione per renderne conto al Sinodo;
la Tavola lesse il suo rapporto e lo cuu-
9
segnò ull’uifìcio per essere giudicalo dal
Sinodo. Sarebbe nostro desiderio di irascrivere il rapporto tale quale, tauto esso
è inleressanle per conoscere l’andainento
della iiusira Cliicsa, ma ci Umileremo a
darne un breve eslratlo. La Tavola espose;
J" Ciò ehe era stalo fatto dall’epoca dell'ultiu)» Sinodo nel 18;il per l’edificazioue
inlrriiire della Chiesa; 2’ Quello che si
era fatto per soccovrere i poveri ed i malati: 3“’ Quello che si era falto o si era
tentato di lave per isviluppare sempre più
la istruzioDe e la educazione: 4" Finalmente (|uello che si era fatto per l’opera
di evangelizzazione.
Rese conto la Tavola della sua visita
pastorale fatta nel i8o2, e menlre constatava in generate che gran disordini nnn
si erano trovali, che il culto pubblico era
generalmente, frequentato, che il culto di
famiglia esisteva, marifesiò il desiderio
di una missione interiore per ravvivare
sempre più la fede e ia pielà, e la necessità di Bosliluire al catechismo di Ostervald, un catechismo più breve, più semplice, e forse anche più biblico, che fosse
per le scuole, per le famiglie una sana
sorgente d’istruzione e di ediricazioue.
Per quello che riguarda i poveri ed i
malati la Tavola constatò che le diaconie
in questi tre anni hanno soccorso 5,003
famiglie in diverse volte, e la somma dei
soccorsi ascende a franchi 19,535. Per
quello che riguarda l'Ospedale sebbene le
circostanze sieno stale sfavorevoli per la
malattia delle uve, per l’aumenlo delle
imposizioni e riparazioni costose che si
sono dovute fare, ciononostante la Tavola
ha potuto aggiungere tre letli all’ospedale
della Torre, e tre a quello del Pomarelto.
Un Orfauotrofio è stato stabitito in questo
anco, e già otto orfanelle sono nudrite ed
educale nel nuovo slabilimento ; equi la
Tavola tributava le giu.ste lodi ai coniugi
signori Braeebridge che ue sono i principali benefattori.
balle opere di beneficenza passò la Tavola a rendere conto delle opere d’istruzione. Centospssanlanove sono le scuole
primarie ossiano elementari, e sono frequentate da i,42l scolari. Nel collegio
della Torre vi sono olio professori e 95
scolari : iu esso si insegnano le lingue,
la letteratura latina, italiana e greca,
la (ilosotìa e le scienze naturali. Reae
conto poscia la Tavola del convitto delle
fanciulle e della scuola normale diretta a
dare buoni maestri. Parlò della scuola di
latino ristabilita nella valle di Perosa, e
tulle queste opere generalmente progrediscono sotto la benedizione di Dio. Rese
conio finalmente la Tavola dell’opera di
evangelizzazione, e questa fu la parte più
lunga e più interessante del rapporto, e
noi sentiamo un vivo dolore di non poter
comunicare ai nostri lettori i preziosi dettagli che sono in quel rapporto, ma le
circostanze iu cui versiamo ci obbligano
a tacere.
Dopo letto il rapporto della Tavola, il
Sinudo ordinò che si leggesse il rapporto
delia Commissione esaminatrice, per ve
dere se vi fossero state osservazioni da
fiire; ma alla lettura del rapporto della
Commissione si vide che quello che ia
Tavola aveva detto non solo non era esageralo, ma era forse al di sollo della
reallà, l’Assemblea, presa da un sentimento di riconoscenza verso Dio, decretò
una preghiera di ringraziamento al Signore
che subito fu fatta. Cosi lini la prima seduta del 29 alle (J della sere.
10
La mattina del 30 l’Assemblea rlcoDosceodo che noa doveva lasciarsi trasportare dal sentimenlo, ma che doveva agire
con tutta maturità, decretò che si esaminasse il rapporto della Tavola articolo per
arlicolo. Varie ore passarono in tale discussione la quale finì per approvare intieramente la gestione della Tavola. Ecco il decreto dell’Assemblea : « 11 Sinodo, inteso ed
esaminato il rapporto della Tavola dichiara
che essa ha continuato durante la presente
moderatura a meritare l’onore di essere
chiamata uD’amminislrazione fedele e tutta
intenta al bene della Chiesa ».
Era all’ordine del gioruo l’esame di
un progello di costituzione ecclesiastica
preparato da una Commissione incaricatane dal Sinodo del 185L 11 progetto è
letto dal relatore della Commissione, il
ministro Meille; la discussione generale è
aperta, ma siccome l’Assemblea non aveva
avuto il tempo di studiare abbastanza il
progetto, si decise di non passare alla discussione degli articoli, e rimandò il progetto alla discussione del Sinodo venturo.
Erano le cinque e mezzo del giorno 50
e la seduta fu sciolta per la preghiera:
alle selte della stessa sera l’Assemblea si
adunò di nuovo, non già per discutere,
ina per pregare e per edificarsi scambievolmenie. L’oggetto principale di questa
riunione era per mettersi in unione di
preghiera con due Sinodi di due Chiese
Evangeliche di America, e un Sinodo di
una Chiesa Evangelica di Scozia che nello
slesso giorno e nella stessa ora erano aadunati a pregare affinchè Dio volesse
spandere le sue benedizioni sulle Chiese
Evangeliche. Il presidente invilò i fratelli
eiranieri che erano ai Sinodo a prendere
la parola in quella radunanza Parlarono
successivamente il Rev. Steward, pastore
scozzese a Livorno; il Rev. James Currie
pastore anglicano, Sir Harry Verney
Baronetto, membro del Parlamento inglese, ed il sig. Hanna pastore scozzese
a Firenze; e tulti dissero parole di esortazione e di incoraggiamento alla Chiesa
Valdese, facendo rilevare soprattutto che
essa è Chiesa primitiva e Chiesa italiana.
I discorsi erano fatti nelle due lingue italiana e francese indistintamente ; nelle
due lingue si facevano le preghiere, e
dopo le lunghe discussioni del giorno, si
passarono quella sera tre ore che sembrarono a tulli un istante perchè passarono
nella preghiera e nella e.«ortiizione scambievole. La benedizione del Signore si
manifestò altamente in quella sera su
tutli i membri del Sinodo.
{continuai.
liE CHIESE
DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Continuas, (vedi n” 29].
IL
Tutte queste Chiese vivono fra loro,
e coi loro politici Governi in profonda
pace. Disputano, contendono per la superiore eccellenza delle rispettive loro
dottrine, pratiche e costituzioni, ma per
convincere o persuadere, non per comandare, imporre, o fare altrui violenza. Se
talvolta poi quesla pace è turbata, i Romanisti ne sono in colpa. Chè le sommosse, i tumulti, e lo spargimento di
sangue I quali ebbero negli scorsi anni,
ed anche di recenle a lamentarsi, a Boston, B New-Yorck, a Filadelfia, a Baltimora, furono l’opera della poveragUa cattolica, consigliata, aiutata, istigala dai
11
suoi preti, una poveraglia, e preti d'origiue 0 di nascita irlandesi. Conciossiaclié
l’irlandese, il quale è in Europa la personificazione della fame e della nudila,
c nel tempo istesso il tipo genuino del
Callolicismo, e la creatura delle Chiese
del suo paese, sarà anche agli Stati
Unili la viitima sempre della sua proverbiale superstizione ed ignoranza, e
il docile ¡strumento dftlle violenti passioni, e dei ciechi pregiudizi del suo
clero, il (juale non può comporlare che
la sua (lotenza abbia ad eclissarsi davanti airintelligenza del popolo americano, e vorrebbe, se pur potesse, trasmutare in (¡ualche maniera quel florido
impero delle libertà in un’allra disperata
Irlanda.
Non è adunque vero, come voi rebbero
far credere i teologi del papa di Uoma,
che una perfetta liberlà di coscienza sia
incompatibile col buon ordine degli
Siali. E piuttosto vero il contrario, perchè come il popolo americano più d'ogni
altro può impunemente seguire in niateric religiose i consigli, od i capricci del
suo intollttto, non essendo nel suo paese
leggi che direttamente od indirettamente
limitino od inceppino quesla sua nalurale
liberlà, cosi esso è anchfi più d’ogni altro
popolo docile all’impero della Legge civile, e rispettoso verso i magistrati che
l’amministrano.
Nè è vero, come insegnano il papa di
Roma ed i suoi teologi, che sia essenziale al bene dei popoli, alla prosperità
temporale e spirituale di una nazione
l’unione, come dicono, dello Stato e della
Chiesa. Agli Siati Uniti le Chiese nou
sono che associazioni volontarie d'individui per certi fini morali e religiosi,
come le Banche, le Compagnie d’assicurazione ecc. souo associazioni volontarie
d’individui per certi altri fini economici,
e commerciali. Ogui Chiesa nascente domanda alla potestà legislativa del luogo
una C irla d’incorporazione, come la domanda ad essa ogni Banca, ogni Compagnia d'industria e di commercio, per avere una legale esistenza ed essere capaci
degli atli civili i quali ponno rendersi
loro necessari a raggiungere i distinti scopi della loro rispettiva creazione. I diritti
quindi ed i doveri d'ogni Chiesa, sono
fondali sulla Legge generale del paese,
e uella Carla speciale d'iaeorporazione,
ed ugualmente in quesla Legge ed in
questa Carta, sono fondati i diritti ed i
doveri d’ogni Banca, d'ogni Compagnia
d'industria, d'ogni Università di studii, di
ogni villagi-'io, d'ogni città. Lo Stato <]uindi
non ha a fare colle Chiese più che colle
Banche, e Compogoie di commercio. Cosicché le due potestà di cui si mena tanto
rumore fra noi, su cui furono scritti tanti
ponderosi volumi, e ohe hanno portato
all’Europa tante guerre, stragi e patimenti,
in America sono parole vuote di senso.
Nonv’ha colà due potestà, ma una potestà,
quella che Cesù Cristo bariconosciuto,
non quella ch’Egli non venne a costituire,
I anzi jìroibi espressamente che si costituisse in questo mondo. .Ma se non vi è
ecclesiastica potestà, se non vi è ia
Chiesa secondo il sentimento della parola, vive colà la Chiesa di Gesù Cristo
nelle Chiese o società evangeliche, le
quali come abbiamo delto, costituiscono
i diciasetle dioiotlesimi di tutte le sooielà
l'eligioso dell'Unioue Americana, lecjuali
Chiese, benché siano escluse dal pnicro
politico, c non occupino nc'codici civili
12
— sos
che quel piccolo spazio stesso che vi tengono le società costituite per oggetti di
guadagno, o di studio, o di passatempo,
esercitano però un’influenza preponderante uella vita politica, sociale e morale
di i|uel popolo, e sono in fatto il primo
potere di quel paese. Anzi come si può
CUI) ragione attrihuire al Romanismo l’infelice condizione dell'Ralia, tanto più infelice in quelle delle sue provincie e quanto |HÙ il roinanisino non vi è temperato
dalla perizia politica e filosofica dei governanti e dei governati; e l’impotenza
perpetua della Spagna, del Portogallo,
dei paesi Portoghesi e Spagnuoli dell'America, della stessa Francia a reggersi a
libertà, e delTlrlanda a sollevarsi dalla
sua abbiezione secolare \erso quella mela
di incivilimento e di prosperilà a cui le
sue istituzioni politiche invano la cliia-mano, ed a cui sono già arrivate le isole
sue sorelle, libere delle dollrioe, e delia
influenza di Roma, così si può iiffernìare
che tutto quello che è di bene agli Stali
Uniti è dovuto alle dottrine, disciplina e
governo delle Chiese Evangeliche, e che
ad esse (|uegli Stali sono debitori della
medesima loro esistenza.
Locchè imprenderemo di narrare storicamente in un prossimo articolo.
Pregali inseriamo molto di buon
grado la seguente
PROTESTA
« I sottoscritti, pastori della Ciiiesa
di Ginevra, e specialmente incombenzati, in seno a questa Chiesa, dell’istruiione dcj proseliti, hanno avuto
contezza di un mandamento dell’arcivescovo di Genova in data 8 aprile,
nel quale leggesi quanto segue :
« Havvi un quarlo mezzo a cui
« codesti tralTìcatori di coscienze non
» si vergognano di ricorrere per se“ durvi, e questo consiste nel danaro,
« si, nel danaro ! ün grido concorde
0 d’indegnazione levossi riguardo a
« ciò io tutta l’Europa cattolica; sic« chè quanto è strano altrettanto è
" inutile che i settarii proteslanti ab« biano l’audacia di negarlo. Lo diu cono ad una voce la Francia, l’Ita
0 lia, la Svizzera, e principalmente
» Ginevra, per tacere di molti altri
« paesi ».
I sottoscritti rispondono con una
smentita formale. Essi sfidano l’Arcivescovo a provare il suo asserto; e
davanti a Dio, non meno che davanti
agli uontìini, essi dichiarano falso e
calunnioso, quanto è slato o sarà
detto intorno a Ginevra, a queslo riguardo ». '
Ginevra, addì “2 giugno 1854.
fiORDIER, BkET, BuRGENEU,
GADEneL, Guillebmet,
Jaqvbt , OrritAMABE ,
StGOND.
13
^OTIZ!E RELIGIOSE
Tokino. — l'n uuovo Giornale evangelico è venuto alla luce in ToriDO. Il titolo
del nuovoperiodico è La Luce Evangelica.
la questo titolo è contenuto il pru^raiiiina
di ([uel Giornale il quale si protesta di
non essere '< nè anglicano, nè protestante,
nè valdese ; inu italiano, e por grazia di
Dio, cristiano ». Il primo numero si è
puliblicato sabato \ corrente; si pubblicherà il 1“ ed il 3* sabato d’ogni mese;
il prezzo di associazione è fr. S all’anuo
per Torino e 6 per l’estero. Noi auguriamo al nuovo periodico buona fortuna,
« costanza a sostenere e propagare i puri
principii del Vangelo.
Fbancia. — Togliamo dal Bulletin du
Monde chrètien un fatto che non sappiamo
qualificare; eccolo. A Neuchatel (di Francia) una signora cadde malata in ¡stato di
grav¡danza : non ostante le cure assidue
e giudiziose dei medici, la povera signora
morì. 1 medici, ollenuto dalla famiglia il
permesso, fecero l’autopsia del cadavere;
do[)0 la quale riposero il feto nel seno
materno, e il cadavere della defunta fu
chiodalo nella cassa funebre. Allora accadde un diverb¡» fra ¡I parroco ed ¡ parent¡ delta defunta; ¡1 parroco si ricusò
di dare sepoltura nel cim¡terio benedetto
»Ila madre se non le si levava dalle sue
viscere il figlio non nato, perchè, egli d¡ceva, nun essendo battezzato, dev’essere
sepolto fuor¡ del sacro. Bisognò obbed¡re:
e le luride mani di un beccamorti estrassero dalle nìatcrne viscere il feto, il quale
fu sepolto in terra non benedetta.
— Il giorno 14 maggio è stalo solennemenle inautiurnto tin nuovo tempio e
vangelico in .Sauveterre (Lot et Garonne).
Il maire assisteva alla funzione. Questa
località, pochi aoni souo, era ¡nteramente
cattolica, ma ora un gran numero di abitanti sono passati alla religione evangelica.
Baden. — Il conllitto sollevato nel
granducato fra ¡1 governo e l’arcivescovo
di F^¡blIrgo in luogo di cessare e v<ilgere
a scioglimento, prende sempre più consistenza. L’arcivescovo, lodalo dal papa
ed incoraggiato dai gesuiti di tulli i paesi,
pone tutta la sua gloria nel fare un’opposizione ostinata al governo. Se lale opposizione fosse per interessi religiosi, pazienza; ma essa è fondata sopra inleressi
puramente materiali. Fin qui l’amministrazione dei fondi della Chiesa era stata
nelle mani dei consigli Iparrocchiali che
amministravano col concorso degli ecclesiastici, e sotto la sorveglianza del governo. Ma ora l’arcivescovo preleiide il
diritto esclusivo di ammioislrare quei
fondi, e disporne a suo talento senza controllo. Il S maggio una circolare dell’arcivescovo ingiungeva a tutli gli ecclesiastici di non entrare in alcun rapporto coi
consigli parrocchiali e coH’autorità civile
intorno aU’amministrazione dei beni ecclesiastici, e di noQ rendere conto che a
lui solo. Dietro un lale atto il governo ha
fatto conoscere di non potere nè voler
tollerare che l’arcivescovo modificasse di
propria autorità le disposizioni cbe erano
stale in vigore fino allora nel gran ducalo. Vedendo poi che l’arcivescovo persisteva, il 21 maggio il governo decise di
intentare uo processo criminale all’aicivescovo per abuso di funzioni tendente a
compromettere la pubblica tranquillità.
t!na letlera scrilUa da lleildelber« al!«
14
Semaine religieuse io data del 2i maggio dice; «L’arcivescovo di Frihorgo è
guardato a vista dai gendarmi nella sua
casa, e non può comunicare con cliichessia. Uno squadrone di cavalleria e 1500
uomini di fanteria sono stati mandati
nell’Odenwald ove si era manifestata qualche agitazione. Una visita domiciliare
praticala a Mannheim nella casa del cappellano ed il sequestro del mandamento
arcivescovilenon hanno prodotto in quella
citlà la menoma sensazione i>.
iNf.im.TERnA. — Ci scrive un nostro
caro aulico inglese che 47,500 Nuovi Testamenti sono stati messi alla disposizione
della Socielà biblica navale e militare per
essere distribuiti alle truppe nella presente guerra.
— Si è formata un’associazione cristiana composta di più di 600 uifìciali
dell’armata inglese sì di mare come di
terra. Lo scopo di una tale associazione
è di pregare gli uni per gli altri sia separatamente, sia unendosi a gruppi secondo
le circostanze lo permetteranno. Ogni
associato si è obbligato di pregare per
gli altri socii almeno una volta la settimuna in tempo ordinario, e più spesso in
tempo di guerra, e specialmente avvicinandosi il combattimento, ed anche, se
è possibile, mentre ferve l’azione.
Stati Uniti. — La Conferenza ( o sinodo ) dei metodisti dello Stalo di Wisconsin ha risoluto di domandare alla
prossima Conferenza generale della Chiesa
metodista che voglia fissare un termine
prossimo e perentorio nel quale lutti i
membri della Chiesa metodista episcopale, proprietarii di schiavi, debbano optare tra il dare immedinlamente la liberlà
ai loro schiavi, o essere dichiarati non
più appartenenti alla Chiesa.
— L’ Feo d’Italia dà la notizia che
la corte di Roma ha pagali duecento
cinquantamila scudi ( 1,337,500 fr. ) al
dittatore Santanna per aver fatti rientrare
i gesuiti nel Messico. Se tale notizia è
vera, dimostra che le mire della corfedi
Roma e quelle dei rev, padri sono tutl'altro che mire religiose.
— Il generale Cass, senatore dello Stato
di Michigan, fece lettura nel Senato degli
Stati Unili di una sua energica risposta
alla lettera dell’arcivescovo irlandese di
New York, allorché questo monsignore
dife.se il governo Toscano per aver condannato i coniugi Madiai accusati di proselitismo protestante. L’onorevole senatore fece un appello al governo degli
Stati Uniti onde i nostri concittadini all’estero possano godere le stesse franchigie religiose che souo accordale agli
stranieri in questa Repubblica. Inoltre
sostenne come diriito inalienaliile d’ogni
uomo di poter adorar Dio secondo la
propria coscienza, e negò ai governi assoluti e ad altri costituzionali l’autorità
di opporsi alle diverse opinioni religiose
e culli che i loro sudditi ideassero professare.
L’onorevole signor Badger della Carolina del Nord, scandalizzato di un articolo
comparso nel foglio cattolico di San Luigi,
sanzionato dal vescovo di quella ciltà,
che allorquando in uno degli Stali della
Confederazione Americana i papisti avessero la maggioranza, si procederebbe
contro la libertà di coscienza! esclamò
che era ormai tempo che si pensasse a
por freno alle mene traditrici dei ge.«uiti,
i quali cospirano B soffm'are negli am-
15
plessi del papato l’indipendenza di questo
paese.
CRONACHETTA POLITICA
Milano , 6 giugno. — Leggesi nella
Gazzetta di Milano: « Sappiamo da fonie
degna di fede, che neH’alluale leva militare 1833 deve avere piena efficacia il
sovrano generale divieto di redimersi
dalla milizia cui pagamento della tassa;
e che tanto meno potrebbe farsi rivivere
il metodo dei supplenti intieramente abolito in tutti i domini! deH’impero per sovrana risoluzione del t8i9.
■< Sono quindi al tutto infondate le vaghe e contrarie notizie diffuse da alcuni
giornali ».
Francia. — 11 Moniteur pubblica la
li.sta dei generali e dei corpi destinati a
formare i due campi del nord e del mezzogiorno. Il campo del nord, comandato
daH’imperatore in persona, sarà composto
di tre corpi d’armata, comandati dai generali Baraguay d’Ililliers, Gueswiller e
Carrilet. Il corpo del mpzzodì sarà co
mandato dal generale d’IIautpoul.
iNGHir.TEnRA. — Lord Aberdeen annunziò alla Camera dei Comuni che il gabinetto si occupava della riorganizzazione
del ministero di guerra. Aggiunse che
mai guerra non sarà stata più vigorosamente condotta dell’attuale. La Camera
applaudì.
I giornali inglesi pubblicano i principali documenti sulla Grecia, del resto
già noti per la parte storica.
Austria. —Il Moniteur dice, secondo
un di.spaccio di Vienna, non esistere più
dubbio sulle intenzioni di quel gabinetto.
Ordine fu trasmesso alla Porta e in Albania di accogliere le truppe austriache.
Pare dunque confermato l'accordo conchiuso a Costantinopoli.
Danimarca—Nulla ancora di preciso
sul colpo di Stato. Si sa solamenie che
quasi tutti i giornali indipendenti furono
soppressi. Un giornale, organo del ministero, dichiara che il governo non inclina verso la Russia.
Ti'rciiia. — La Presse del 6 reca che
Silistria continua a resistere vigorosamente. 1 russi hanno evacualo la Dobrudsnha. La voce di una vittoria di Sciamyl
nel Caucaso si mantiene.
Si annuncia come vicinissima l’entrata
in linea delle forze ausiliari anglo-francesi. Una parte notevole di queste forze
è attualmente giunta a Varna. .Saint-Arnaud rende giustizia ai talenti di Omer
pascià.
Mar baltico. — Le ultime notizie del
Baltico non vanno più in là del bombardamento dei forti di Ilango. Si considerava a Stoccolma la presa del forte di
Gustawsvern come indubitabile. Si pretendeva eziandio che questo forte fosse
stato abbandonato dai russi.
Mar nero. — La fregala ottomana la
Medjidiè, ha catturato nelle acque di
Odessa tre bastimenti russi carichi di munizioni da guerra, i quali si recavano ad
Anapa.
OISPACCI EI.KTTRICI.
Vienna S giugno
Il 29 fu attaccata Silistria : i russi furono ributtati con perdita considerevole.
Il generale Silvan cadde alla testa delle
16
sue truppe, li figlio d'Orloff fu gravemente ferito.
Buciiauest, 1. — Tre squadroni furono
sorpresi da 1,500 turchi; 107 russi solamente si salvarono.
— 2. — Le fortificazioni avanzale di
Silislria furono finalmente prese dai russi.
1 russi perdeitoro in totale 1,800 uomini.
Trieste G giugno
Atene , 29. — Vittoria doi greci a
lladgi-Peiros ; 700 turchi ed i loro generali Niziam pascià e Selim pascià rimasero uccisi; 5 cannoni, 7 bandiere, tulio
il materiaìe, 800,000 piastre e 600 prigionieri caddero in potere degli insorti; 14
vascelli aniilo-francesi hanno immedir.larnente lascialo il Pireo.
Si conferma la formazione del ministero
Maurocordato.
Trieste, 7 giugno
Costantinopoli, 29 maggio. — Sciamyl
si prepara ad attaccare Tiflis. Due bastimenti russi con 800 soldati sono stali
presi. —Redout-Kalè è stata bombardata
e presa dagli anglo-francesi. I russi hanno
sgombrato Anapa.
Atene, 2 giugno. —È stato pubblicato
un proclama del ministero e del generale
Forey. La squadra americana si raduna a
Sira. Sono state fatte numerose destituzioni di funzionavi.
Si conferma !a notiz'a della vitloria di
Hadgi-Petros.
Chi.na, 11 aprile. — Gl’insorti circondano la capitale. Si prevede una catastrofe
per l’imperatore celeste. A Sanghai vi fu
eomliatlimento degli inglesi contro gl’im
periali, che furono battuti mediante il concorso degli insorti,
k
, Direttore P. G. MEILLF.
Grosso Dojiemco gerente.
DI SAVONAROLA
voeiiio .llEilSlliE
DI LONDRA
.\bbonameuto annuo per lo Stato L. 6.
Si abbona alta Libreria Evmi^elica.
Gli anni 1849, 30, .-il e 32 deli’£co
di Savonarola si trovano vendibili alla
medesima Libreria.
Presso la medesima Libreria.
HISTOIRE
1)K
L’ÉCtLISE VAUDOÏSE
DEPUIS SON ORIGINE
BT
DES VAUDOIS DU PIÉMONT
JlSQlj’X \0S JOCIIS
par
AÌÌTOI>E MOSASTIER
2 voi. in-S“ gr. — Prix Fr. 3,
TIP. SOC. PI à. PONS K r.OMP.