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Anno 120 - n. 4
27 gennaio 1984
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE IVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
DUE MESI DI DIBATTITO SUL SETTIMANALE REFORME
Cristiani divisi sulia pace
Eco sulla stampa e scalpore
ha destato la presa di posizione
di un parroco di Ragusa che, in
una omelia domenicale, ha espresso indignazione al suo
vescovo recatosi a benedire la
posa della prima pietra deUa costruenda chiesa nella base missilistica di Comiso: non solo
per il fatto che si costruisse il
tempio di Dio nel campo dì Marte, ma anche e soprattutto per
il fatto che il vescovo si sia prestato ad approvare e benedire
tale iniziativa.
Il vescovo è intervenuto per
richiamare il parroco ribeUe, per
chiarire il senso del suo gesto
e... ad abundantiam, si è anche
affrettato a partecipare ad una
veglia per la pace onde tutto
tornasse alia normalità.
Ma in realtà matura in molti
la convinzione che la costruzione
di una chiesa nella base missilistica di Magliocco è un non
senso, una contraddizione per la
coscienza cristiana, è uno spreco
inutile di danaro perché le chiese a Comiso non mancano e non
sono lontane dalla base. I 4 miliardi stanziati potrebbero essere destinati ad opere di pace.
Tuttavia Tiniziativa non è in
contraddizione, ma in perfetta
armonia con la logica del sistema che vuole che il potere, della società civile e il potere religioso vadano d’accordo, tanto
più che costruendo una chiesa
grande, sontuosa, accanto a degli strumenti di morte, ci si può
anche illudere di avere decisamente Dio dalla propria parte!
Certo, in Sicilia mancano le
case, mancano le scuole, mancano gli ospedali e tante altre
cose necessarie. In compenso
non mancano davvero i templi,
le chiese, le basiliche, le cattedrali vanto della cristianità per
la loro sontuosità e bellezza artistica ed architettonica. Non
mancano neppure i templi delTantichità. Basti pensare affa
valle dei templi di Agrigento, a
quelli di Selinunte e Segesta.
Ma i! grado dello sviluppo morale, civile, religioso di un popolo è davvero in rapporto al
numero e alla sontuosità delle
chiese e dei templi costruiti attraverso le varie epoche?
Nella visione apocalittica della
nuova Gerusalemme, il Veggente esprime il suo stupore nel
constatare che in essa non c’è
alcun tempio: Dio è il suo tempio (Apoc. 21: 22). In un mondo
rinnovato la chiesa non ha confini, non è rinchiusa entro barriere di morte, non è prigioniera della città terrena.
A Comiso c’è già una Chiesa,
una grande Chiesa: è quella composta dai molti credenti pacifisti venuti da ogni parte d’Europa, giovani soprattutto, che sostano davanti al cancelli della
base di Magliocco, esposti alla
pioggia e alle Intemperie del
tempo e anche ai maltrattamenti e £dle cariche della polizia. E’
questa la Chiesa che dice: NO
alla guerra, NO al missili.
Io credo, e ognuno di noi deve credere, che è vero, come è
stato detto, che: « E’ da un cuore
nuovo che può nascere la pace ».
La sola cosa nuova, oggi necessaria, è un cuore nuovo per
tutti, perché è la sopravvivenza di tutti che oggi è in questione.
L’accesa discussione avvenuta^nel protestantesimo francese a seguito delle opposte posizioni prese da cattolici e protesFanti pone il problema delle radici di una sconcertante divisione
Nel vasto dibattito sulla pace
che è in corso da ormai alcuni
anni nelle chiese cristiane, il massimo punto di contrasto sembra
essere rappresentato oggi dalla
Francia. È’ noto che nello scorcio deH’83, a distanza di una settimana, i vescovi cattolici a Lourdes e i membri delFAssemblea
della Federazione protestante
francese a La Rochelle hanno
espresso due posizioni che collimano neH'obiettivo perseguito, e
cioè la ricerca della pace, ma che
divergono profondamente nell’indicazione del cammino da seguire. , Per i vescovi cattolici solo la
dissuasione nucleare, basata su
ciò che ciascuno stima essere
l’equilibrio delle forze, permetterebbe una discussione avente per
sbocco reali negoziati in vista
della pace. Per i protestanti de
La Rochelle non è possibile « installarsi » nella dissuasione nucleare (cioè considerarla come
soluzione permanente) che non
impedisce una continua corsa
agli armamenti ed ima moratoria nucleare viene perciò richiesta al governo francese in vista
di un rallentamento anche unilaterale della corsa agli armamenti. Ora, non soltanto queste
due posizioni divergono tra loro,
ma hanno altresì provocato delle
reazioni appassionate, e contrastanti, nei due campi. Voci cattoliche si sono levate protestando
fermamente contro la dichiarazione dei vescovi, mentre voci
protestanti hanno pesantemente
criticato il « voto » de La Rochelle. :!
Il dibattito
terale degli SS20 nel 1975 passa
a considerazioni etiche sui rapporti umani per i quali Gesù, afferma Dumas, ha indicato una dimensione bilaterale anziché unilaterale: « tutte le cose che voi
volete che gli uomini vi facciano,
fatele anche voi a loro » (Matt.
7: 12). Di qui il teologo francese
esprime una netta nreferenza per
la posizione dei vescovi che, secondo lui, rispetto a quella della
Federazione, è più giusta teologicamente, spiritualmente e politicamente. ,
E’ interessante registrare il dibattito che in campo protestante
si è svolto negli ultimi due mesi
su « Réforme », in forma prevalentemente di dissenso, con una
conclusione del presidente della
federazione Jacques Maury. Da
esso mi sembrano emergere alcuni elementi che meritano una
riflessione attenta e critica.
1. L'unilaterale è sempre nocivo, afferma André Dumas. E
partendo dall’installazione unila
Bisogna vedere se per la realizzazione del comportamento indicato da Gesù i discepoli dovevano attendere la disponibilità degli altri a fare lo stesso o se proprio la « regola d’oro » non mette
davanti ai credenti l’esigenza di
un inizio unilaterale. Ma il problema dell’unilaterale è certo un
tejTia da approfondire sul piano
tanto militare-politico quanto
etico.
2. In un paio di articoli (tra
cui una presa di posizione molto
GENESI 4; 17-26
La stirpe dei riconciliati
Pietro V. Panasela
Nel passo sono contenute due
indicazioni di fondo; 1 ) l’umanità nel suo progredire e spesso a
causa di esso mette in vita assetti sociali, il cui mantenimento
richiede l’uso della violenza; 2)
l’umanità è percorsa da una stirpe di adoratori di Dio, che per
questo è contraria al disordine
e accetta il disegno di Dio basato
sulla riconciliazione e sulla misericordia.
I pochi versetti, di cui è composto questo brano, fanno parte di diverse tradizioni. L’autore se ne è servito per darci un
capitoletto di senso compiuto e
con una finalità precisa. Queste
tradizioni erano reperibili presso le varie tribù israelitiche e
parlavano di antenati e di come
questi avevano contribuito alla
civilizzazione della terra da loro
abitata.
Si riferiscono a due discendenze: quella di Caino e quella
di Seth, che, nascendo, rimpiazza Abele ucciso da Caino. Nella
prima discendenza c’è _ chi pensa alla costruzione di città e
quindi a mettere le premesse
per trasformare popoli da nomadi in sedentari. C’è anche chi
inventa le arti e fonde i primi
arnesi di rame e di ferro. Nel
loro insieme queste narrazioni
vogliono dire che l’umanità ha
raggiunto uno stadio di discreta civilizzazione, che viene compromesso dall’atteggiamento di
Lamech.
Lamech nell’organizzar e la vita della sua gente decide di non
tener conto della « grazia » concessa al suo antenato e della garanzia di difesa offerta da Dio
contro la vendetta. « L’Eterno
disse: Perciò chiunque ucciderà
Caino, sarà punito sette volte
più di lui... L’Eterno mise un segno su Cdhìo, affinché nessuno
trovandolo l’uccidesse » (Gen. 4;
15). Lamech invece vuole farsi
vendetta, vuole organizzare un
sistema di vita fondato sulla risposta violenta e non seguire la
indicazione di Dio. Il canto della vendetta o della spada è la
nuova ñlosofia dell’esistenza umana. In questo modo l’umanità scende il secondo gradino verso il disordine, la ribellione e la
barbarie. Il primo è l’uccisione
di Abele. La possibile vendetta
era stata prevenuta da Dio. Questo intervento spezza la catena
della vendetta e introduce nell’esistenza umana l’elemento della
misericordia. Veniamo direttamente a contatto con la confessione di un popolo nel Dio salvatore. Infatti a fronte di Lamech che spinge alla violenza,
c’è la generazione di Seth, che
si fa carico del piano di ordine
e di salvezza di Dio. Ci misuriamo con un nuovo intervento di
Dio, che suscita una stirpe di
suoi adoratori, ubbidienti e pronti ad essere strumenti di riconciliazione. Questa linea di salvezza va tenuta presente di fronte
all’esplosione di realtà crudeli e
violente, che sembrano sommergere l’uomo e il luogo dove egli
vive e lavora, minacciare la stessa convivenza umana e contraddire frontalmente e definitivamente il piano di Dio.
C’è un evangelo, una notizia
buona e rassicurante nel grembo della prima umanità. Esso
parla della presenza di Dio accanto all’uomo. Ciò apporta con
dura dei professori della Facoltà
di teologia di Aix en Provence)
si cita la dichiarazione di Barmen (essendo lo Stato una di- L
sposizione dell’ordine e della pazienza di Dio, « l'uomo deve cercare... di individuare il diritto,
stabilirlo e mantenerlo con la
forza ») affermando che lo Stato
non può ammettere una situazione di « squilibrio del terrore »,
quale si presenterebbe come conseguenza di un disarmo nucleare unilaterale, senza rinunciare
alla sua funzione specifica di
Stato.
Lascia un po’ perplessi la citazione del Sinodo confessante di
Barmen in questo contesto di
adesione alle opzioni politiche
del proprio blocco, laddove la dichiarazione di Barmen si poneva
in forte resistenza rispetto alle
opzioni « teologiche » del nazismo. Sarà perciò utile approfondire il tema di un’« etica dello
Stato », anche nel quadro della
riflessione su Barmen- che faremo quest’anno, tenendo tuttavia
presente che la proposta di La
Rochelle si può definire « di disarmo nucleare unilaterale » solo al prezzo di una vistosa forzatura.
soluzione e speranza tanto più
o^gi, poiché molti Lamech si aggirano per il mondo e cercano
di costruire e far avanzare assetti sociali, modelli di vita e sistemi di difesa permeati dalla
sete del potere e dal disprezzo
dell’uomo. La constatazione della
esistenza della discendenza di
Lamech ci spinge a ricercare la
progenie di Seth, i pacifisti di
ieri e di oggi, quelli di Comiso e
gli altri di Vancouver, perché là
linea dell’amore e della misericordia possa continuare ad avere un punto di riferimento nel
mondo. Ci aiutano a riflettere ulteriormente fino a coinvolgere i
rapporti interpersonali, le parole di Gesù di Nazareth che invitano a perdonare settanta volte
sette (Mt. 18: 22) come controproposta al canto di Lamech imperniato sulla ideologia della vendetta. Anche. da questa “parola"
siamo chiamati ad essere nel
quotidiano la proposta di vita,
che si alimenta di verdona e di
amore. Non è possibile cavarcela
con il trasferimento nel culto
della nostra partecipazione alle
ansie e alle difficoltà dell’umanità. Il perdono nel culto non può
supplire a quello esterno né serve a racchiudere l’impegno di
vivere nella pace.
Del resto la Bibbia con il suo
realismo taglia corto su questa
strada, perché per spiegare l’azione vendicativa e sanguinaria
di Lamech non crea un satanasso, su cui scaricare il male, vivo
nell’uomo. Altrettanto il bene o
l’azione pacifica e riconciliatrice
Alfonso Manocchio
(continua a pag. 2)
3. Alcuni articoli indicano il
pericolo dell’indebolimento delle democrazie occidentali operato da dichiarazioni come quella
de La Rochelle per il fatto ohe
da un lato sono strumentalizzate
da chi ha interesse a in^gantirle
( presentando per esempio La Rochelle come la voce del protestantesimo francese), dall’altro
non tengono conto che l’opinione pubblica è una realtà solo occidentale per cui tali dichiarazioni incidono solo su una delle
parti.
Che vi sia strumentalizzazione
è indubbio (anche se essa è certo
Franco GiampiccoU
(continua a pag. 2)
SOMMARIO
□ Lutero: una vicenda
con Dio, intervista a
Giorgio Bouchard e
Silvana Nitti, p. 3
□ Un progetto per San
Salvo, pp. 6-7
□ « Siate pietre viventi »,
di Aldo e Ferncmda
Comba, p. 8
□ Situazione degli abbonamenti « Eoo - Luce »
1983, p. 12
2
2 fede e cultura
27 gennaio 1984
TRA t LIBRI
Omaggio al primato romano
Nel momento in cui la Chiesa
oggi si rivolge al mondo cercando di portare un messaggio di
riconciliazione, il doverlo fare
come Chiesa divisa è la peggiore forma di « contro-testimonianza ». Una delle cause fondamentali di tale divisione è il papato, dunque occorre studiare
una soluzione e nel fare questo
l’elemento principale di discussione è rinterpretazione del primato universale della Chiesa di
Roma e del suo vescovo.
Le proteste
Si tratta di un excursus molto
sintetico, ma altrettanto chiaro,
da cui l’autore trae la conclusione
che le confessioni non romane
sostanzialmente rivolgono a Roma l’accusa di abusare della
« sua convinzione d’essere Chiesa primaziale per vocazione divina, di considerarsi sorgente di
ecclesialità delle altre CWese locali... ». E’ molto importante cogliere il punto di partenza di
questa analisi e cioè l’innegabilità del ruolo di « prima inter
pares » che la Chiesa locale di
Roma ha fin dal tempo della
Chiesa post-apostolica. Da notare anche che secondo von Allmen
tale ruolo viene giustificato e
spiegato con la presenza ed il
martirio di Pietro e Paolo a Roma.
Data per scontata la natura
primaziale della Chiesa di Roma, ne segue che la sua pretesa
all’universalità, contrapposta alla conseguente negazione della
« autentica ecclesialità delle altre Chiese », così come « chiamare il papa vescovo universale » e la conseguente negazione
della « autentica episcopalità degli altri vescovi », costituiscono i
temi ed i problemi fondamentali sui quali si centra l’attenzione
dell’autore.
Tre interrogativi ai
Nuovo Testamento
Nel secondo capitolo von Allmen si pone tre interrogativi ai
quali cerca una risposta nel Nuovo Testamento. Alla domanda
« esiste una vocazione e quindi
un posto speciale per Pietro? »,
viene data una risposta affermativa. Pietro è « il fondamento sul
quale Gesù edifica la sua Chiesa », ha li compito di confermare i suoi fratelli « nel ministero
che condivide con essi », il suo
ministero specifico è di essere il
« pastore-tipo del grepe di Cristo ». Tuttavia von Allmen, pur
riconoscendo a Pietro questo
ruolo particolare ed interpretandolo come vocazione, lo riconduce ad una distinzione rispetto
agli altri Apostoli, nel senso che
essi non fondano su Pietro il
loro apostolato, egli è solo « primus inter pares ».
Il secondo interrogativo concerne la trasmissibilità di questo ministero di Pietro. Anche in
questo caso la risposta è affermativa e viene argomentata principalmente postulando la trasmissibilità di certe funzioni degli Apostoli i quali « devono
avere dei successori perché la
fine del mondo non coincide con
la loro morte ».
Queste sono le premesse da
cui parte Jean-Jacques von Allmen ne II primato della Chiesa
di Pietro e di Paolo ^ Docente alla università di Neuchâtel, calvinista, il prof, von Allmen, recentemente scomparso, ha dedicato
gran parte del|a sua attività alla
causa ecumenica e con questo
breve saggio del 1977, ora pubblicato in Italia dalla Morcelliana, affronta uno dei temi più
spinosi ed importanti del dibattito ecumenico.
Il libro si articola in tre parti
logicamente sequenziali. Nella
prima parte von Allmen, dopo
aver rapidamente individuato alcuni dei motivi che hanno determinato la sempre maggiore
pretesa di primato da parte della Chiesa di Roma, passa ad esaminare i caratteri essenziali delle varie proteste. Vengono così
passate in rassegna le posizioni
della Chiesa anglicana, di quella
luterana, delle Chiese d’Oriente,
della Chiesa Vecchio-Cattolica,
dando ampio spazio ai ’rimproveri’ della chiesa riformata.
Infine il terzo interrogativo riguarda la possibilità di stabilire
un legame tra la trasmissione
dell’apostolato di Pietro e la
Chiesa di Roma. A tal proposito
viene ribadito il concetto della
Chiesa di Roma come sede apostolica principale, poiché ha visto Tinsegnamento ed è stata il
luogo del martirio di Pietro e
Paolo. Il von Allmen dà inoltre
largo spazio alla figura di Paolo
affiancandolo a Pietro e conclude affermando che quando il papa ritornerà ad essere semplicemente vescovo della Chiesa di
Pietro 0 Paolo, la Chiesa di Roma, pur non perdendo il primato, « cesserà di essere una minaccia per l’ecclesialità diretta
delle altre Chiese locali ».
Richiesta di un
episcopato riformato
L’ultima parte del libro è destinata a trarre le conseguenze
delle precedenti analisi. Fondamentale è la concezione che Roma non dovrebbe rinunziare alla
sua vocazione al primato, mentre dovrebbe dare più spazio alle conferenze episcopali e riscoprire il suo ruolo di Chiesa locale. Conseguentemente la Chie
Valdo Pasqui
^ Jean-Jacques von Allmen, Il primato della Chiesa di Pietro e di Paolo,
Morcelliana, Brescia, 1982, pp. 128.
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Testi dei Padri
Continua ad essere alimentata da nuove pubblicazioni l’interessante collana delle Edizioni
Paoline « Letture cristiane delle
origini ». Essa raccoglie, in una
serie di testi di piccola mole, alcuni scritti particolarmente significativi, dovuti alla penna
dei Padri o comunque di scrittori cristiani dei primi secoli.
I testi sono preceduti da una
ampia introduzione, che tratteggia le caratteristiche dell’autore
e il significato dell’opera, collegata alle problematiche del tempo. Tra le più recenti pubblicazioni: Le due apologie di Giustino (L. 7.000), La preghiera del
Pavel Evdokimov, nato in Russia, emigrato in Occidente, è considerato uno dei maestri della
teologia e della spiritualità ortodossa del XX secolo (fu anche
membro del Consiglio Ecumenico di Ginevra).
Sua questa « Teologia della bellezza » (EP, 1981, pp. 325, Lire
12.000), libro singolare e non privo di suggestione, che ci introduce in una dimensione teologico-estetica assai lontana dalla
nostra sensibilità e dalla nostra
pratica, ma proprio per questo
di vivo interesse per comprendere le tematiche che muovono
la riflessione dell'Oriente ortodosso.
Secondo l’Ortodossia la Bellezza è un « Nome » divino, cioè
quella vita luminosa in cui il
mondo e l’uomo trovano la loro origine e il loro fine e che si
svela sulla « Croce di luce ». In
questa dimensione Dostoevskij
aveva potuto affermare: « La bellezza salverà il mondo! ».
Lo studio di Evdokimov indaga le ragioni del desiderio trascendente delTeu-te illustrando
la visione biblica della bellezza,
la teologia della bellezza nei Padri, i rapporti tra esperienza
estetica e religiosa, tra parola e
immagine.
Aurelio Penna
NON E’ SCRITTO
sa riformata e le altre Chiese
non cattoliche non dovrebbero
continuare a « mantenere la loro identità confessionale presentandola come una vocazione
esclusiva » e, al contrario, dovrebbero « ricostituire o confermare l’episcopato diocesano »,
accelerare la simbiosi con la
Chiesa cattolica a livello locale,
cercare la comunione con la
« Chiesa primate », cioè la Chiesa di Roma.
Come si può ben vedere da
questo breve sunto molti sono
gli interrogativi che il libro fa
sorgere, specialmente riguardo
alla sostanza e alla portata di
certe affermazioni (talvolta sorprendenti), emmciate spesso corne dati di fatto incontrovertibili, quali per esempio il primato di Pietro, della Chiesa di Roma e del suo vescovo e la posizione che dovrebbero assumere
le chiese non cattoliche.
Il principale dubbio riguarda
il metodo e più precisamente se
sia giusto, pur tenuto conto delle limitazioni autoimposte e riconosciute dall’autore, affrontare una questione così complessa in modo così schematico. Il
vero pregio dell’opera consiste
invece nell’estrema sincerità ed
onestà con la quale von Allmen
espone il suo pensiero. Il lettore
può non condividere certe interpretazioni e affermazioni, ma riesce a cogliere chiaramente fin
dalle prime pagine la posizione
e le idee dell’autore unitamente
al suo desiderio di contribuire
al cammino per il raggiungimento dell’unità dei cristiani.
Egregio Direttore
Colgo l'occasione dopo aver fatto
l’abbonamento alla ,«T.uce » per complimentarmi per i contenuti della Luce.
Specialmente gli articoli di teologia,
storia, e quelli sulla pace che lo condivido in pieno. E’ da un po' di tempo
che frequento le locali Chiese valdese
e metodista e ho letto molto sia su
John Wesley che sulla storia del Valdisme.
lo sono un operaio metalmeccanico
membro del consiglio di fabbrica e segretario della sezione socialista della
stessa. Sono divorziato e questo non
mi crea problemi anzi, sono stato accolto nelle locali comunità senza nessun pregiudizio (lo stesso non posso
dire dei cattolici che non concedono
i sacramenti).
Sono arrivato alla fede dopo un grosso travaglio e mi sto preparando ad
entrare naila chiesa riformata a pieno
titolo.
Sono arrivato ad una fede certa nel
Signore Gesù, dopo aver letto molto la
Sacra Bibbia e ho trovato conferma ai
miei dubbi specialmente sulla questione del papa: non è scritto da nessuna
parte che Dio lo ha delegato a rappresentarlo sulla terra ed io penso che
l’apostolo Pietro se fosse qui tra noi
non approverebbe il culto che gli è rivolto.
In quanto alla Mariologia, nella Bibbia non è scritto da nessuna parte che
bisogna render culto a Maria. Certo
la madre di Cristo va rispettata ma
non adorata al posto di Gesù. Questo
vale anche per i santi, con tutto II rispetto; da nessuna parte c’è scritto
che per pregare e chiedere ci vogliono
gli intermediari.
Le chiedo scusa per questo mio, ma
sono cose che mi sentivo di dire.
Un abbraccio in Cristo.
Luigi Zito, Trieste
Il dibattito sul gemellaggio tra Torre Pellice e Guardia Piemontese prosegue nella rubrica « Lettere aWEco
delle Valli» a p. 10 con una lettera
di Giovanni Gönnet.
Cristiani divisi suila pace
(segue da pag. 1)
bilaterale!) Ma davvero stupisce
che l’opinione pubblica — e cioè
in fondo la possibilità di influire
dal basso — sia a volte vista come « una debolezza costitutiva
che le democrazie non possono
evitare senza rinnegare se stesse ». In certe nosizioni fortemente anti-sovietiche sembra emergere una ben scarsa stima della
struttura democratica occidentale e un filo di nostalgia totalitaria.
4. Collegato al punto precedente annare in diversi articoli il
richiamo storico alla tendenza
delle democrazie occidentali ad
inchinarsi di fronte alla forza.
Lo spettro di Monaco, la resa
delle democrazie occidentali di
fronte a Hitler nella speranza di
evitare la guerra, è più volte evocato e si nota che tanto nel 1914
quanto nel 1939 al pacifismo è
succeduta la guerra e che il pacifismo ha favorito lo scatenarsi
della violenza.
Di fronte a questo argomento
non credo sia sufficiente rifiutare semplicemente di paragonare
la Germania di Hitler alTURSS
di Andropov. E’ necessario che il
movimento nacifista comnia una
analisi storica per vedere quale
incidenza ebbe il pacifismo precedente la II guerra mondiale e
in che cosa il movimento di oggi è paragonabile al pacifismo
degli anni ’30 per ciò che concerne sia i suoi contenuti che il contesto in cui si muove.
La risposta di
Jacques Maury
La Rochelle ha comunque parlato a nome del protestantesimo
francese e qui mi sembra contestabile. Non solo perché un’Assemblea federale non è un Sinodo, ma anche perché prese di
posizione di questa importanza
dovrebbero passare al vaglio
delle chiese locali per poter diventare pienamente rappresentative. In questo senso, riferendoci alla nostra situazione italiana, dobbiamo rilevare che ha
certo un valore molto meno rappresentativo l’ordine Viel giorno
sinodale sulla pace del 1982, scaturito unicamente dai lavori sinodali, di quanto non abbia il
documento sull’ecumenismo studiato a fondo dalle chiese oltre
che dal Sinodo. E’ chiaro tuttavia che come appello alle coscienze il « voto » de La Rochelle ha tutta la sua validità: ha infatti una seconda parte con 9
proposte concrete su cui per altro pochissimo si è discusso.
Infine il presidente della Federazione francese si interroga
sui motivi della grande differenza di posizioni esistente tra i
cristiani e sulle motivazioni delle nostre scelte. E’ davvero la
fede in Gesù Cristo che ci determina o non sono le situazioni
particolari in cui viviamo che ci
condizionano? L’interrogativo è
aperto e non nuò essere facilmente eluso. Esso fonda perciò
la necessità che ci lasciamo interrogare gli uni dagli altri. E’
un ammonimento che dobbiamo
far nostro particolarmente nella
nostra situazione italiana in cui
il dibattito sulla pace è stato
finora troppo (qui è il caso di
dirlo!) unilaterale.
Franco Giampiccoli
Della risposta di Jacques Maury mi sembrano importanti due
elementi di carattere generale.
Il rischio di una presa di posizione errata da parte della
Chiesa, nel suo tentativo non già
di realizzare il Regno bensì di
darne dei segni concreti nella
storia, è comunque minore —
afferma Maury — del « rischio
di lasciar credere che Dio non
avrebbe niente a che vedere con
i nostri problemi di uomini ». E’
la tesi classica, che tutto un filone della teologia protestante
ha sviluppato, della rilevanza
pubblica oltre che privata del
messaggio evangelico. Essa legittima, secondo Maury, la presa
di posizione de La Rochelle: se
un’Assemblea della Federazione
non ha il potere di impegnare le
coscienze (parlando a nome delle chiese), ha pur sempre il diritto di rivolger loro un appello,
ed è ciò che l’Assemblea ha fatto. Tuttavia Maury insiste anche
sulla rappresentatività dell’Assemblea lasciando intendere che
La stirpe
(segue da pag. 1)
dell’adoratore di Dio non può
essere confinata in un atto sacro.
L’uomo quindi è responsabile
dell’odio, della vendetta violenta
e sanguinaria. Come d’altra parte l’uomo è chiamato a farsi carico del progetto di salvezza di
Dio. Queste due stirpi operano
diversamente, perché diversamente hanno scelto. Chi la proposta della civilizzazione e del
progresso in quanto tali, come
grandezze di benessere e di produzione da salvaguardare con
qualunque mezzo, soprattutto
con la violenza contro la violenza; chi invece si pone nella linea
della considerazione dell’uomo e
della natura come opera di Dio
la cui salvaguardia condiziona
ogni azione nell'ambito di un
contributo alla costruzione di
assetti sociali, che rifiutano l’uso
della violenza e della guerra.
Alfonso Manocchio
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27 gennaio 1984
fede e cultura 3
INTERVISTA A GIORGIO BOUCHARD E SILVANA NITTI
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Lutero: una vicenda con Dio
L’attualità di Lutero consiste nel fatto che egli ci ha insegnato qual è il rapporto dell’uomo
con Dio: Dio non può essere ricevuto per tradizione, ma è oggetto e soggetto di una scoperta
— In tutto Varco del 1983, ed in particolare negli ultimi mesi,
abbiamo assistito ad un crescente interesse nei confronti di M. Lutero e della Riforma di cui l'ex frate agostiniano è stato lo strumento. E' stato tutto un fiorire di studi, dibattiti, manifestazioni,
sia religiosi che laici; non c'è stato quotidiano, settimanale d'attualità e di politica, organo di partito, che non abbia dedicato un
articolo o una pagina a Lutero; il "Times" definisce il Riformatore
« un giovane di 500 anni ». A favore o contro, comunque si è parlato
di lui. A Giorgio Bouchard chiediamo che ci dica il perché di tanto
interesse.
BOUCHARD — Personalmente,
ritengo che la ragione di questo
interesse stia nel bisogno molto
sentito di scoprire le radici della società moderna e, perché no,
della democrazia moderna. In alcuni casi, come nella Repubblica Democratica Tedesca, c’è il
bisogno di superare alcuni clichés del passato per ricollegare
esperimenti politico-sociali nuovi ad una storia antica e degna
di essere rivalutata.
— E' difficile parlare dì un
Lutero tutto facile e piano. Nel
momento in cui ci sembra di
capire che con lui nasce la società moderna ce lo ritroviamo
su posizioni che semplicisticamente possiamo definire reazionarie. A Silvana Nìtti e Giorgio
Bouchard chiediamo se secondo
loro c'è una certa ambiguità in
Lutero.
NITTI — Io credo che è giu
sto parlare di ambiguità se per
ambiguità si intende un fatto,
come dire, inevitabile in qualunque momento storico, in particolare i momenti storici cosi
significativi come quelli che Lutero ha vissuto e, soprattutto,
in personaggi così grandi come
il Riformatore. Se invece per
ambiguità s’intende incoerenza
nel pensiero e nelle scelte pratiche che poi Lutero ha fatto, io
personalmente non lo credo. E’
un discorso complesso, ma ripeto, non vedo incoerenza.
Inoltre, ambiguità è un termine sbagliato, o meglio è sbagliato pretendere di trovare in un
personaggio, in un fatto storico
o in un’epoca delle connotazioni
nette, drastiche che classifichino
in modo univoco ciò che sì studia.
BOUCHARD — Lutero è ambiguo come lo è S. Agostino. Noi
possiamo leggere e rileggere
là IL CONCISTORO CELI SULLA VISITA DEL PAPA
Lasciare spazio
alle iniziative locali
Poco dopo la visita del papa alla Chiesa luterana dt Roma, il 15 dicembre u.s., il Concistoro della Chiesa evangelica
luterana in Italia (Milano) ha preso posizione in merito con
una dichiarazione che riportiamo qui di seguito.
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H Consiglio di Chiesa ed il
pastore della Chiesa di Cristo
luterana di Roma hanno realizzato la loro iniziativa ecumenica
con responsabilità evangelica.
Li ringraziamo per la chiarezza,
con la quale hanno introdotto
nell’incontro elementi essenziali
della nostra Chiesa: il sacerdozio
di tutti i credenti nella collaborazione del Consiglio di Chiesa,
la gioia del Vangelo non solo
predicato, ma anche cantato nella collaborazione del coro, e la
liturgia semplice che ciò nonostante professò l’eredità comune. Del fatto che questo prese
forma senza tante complicazioni burocratiche e gerarchiche,
che si è tenuto conto volentieri anche dei desideri dell’ospite,
possiamo solo rallegrarci.
In questo stile ritroviamo una
caratteristica della nostra minoranza luterana in Italia che
da parte dei cristiani uniti a
noi nella Federazione delle Chiese Evangeliche non è stato apprezzato: ognuna delle nostre
comunità, in maniera rispondente alla sua propria configurazione e alle condizioni locali rispettive, cerca di contribuire all’unità di tutti i battezzati. Già nel
1961 la Conferenza Mondiale
delle Chiese a Nuova Delhi ha
richiamato l’attenzione su quello, di cui ora gli interessati a
Roma si sono giovati con coraggio: quanto grande sia il campo
d’azione ecumenica proprio
quando essa si muove nell’ambito concreto — locale. Questa
ragione e non pusillanimità protestante oppure disposizioni superiori, ha causato il nostro
rifiuto a delegazioni ufficiali di
altre Chiese e motiva la grande
cautela degli interessati a Roma. Noi speriamo che ciò abbia
facilitato all’ospite la sua venuta.
La stampa italiana comunque
ha valutato giustamente l’ambito locale ed ha fatto rilevare soprattutto quel che ci sembra
importante: il significato dell’incontro come gesto della conversione alla pace. Anche chi
non ha compreso il linguaggio
di Chiesa nella sua importanza,
poteva comunque vedere un’immagine di conciliazione, proprio
in mezzo a tutte quelle immagini di minacciose guerre fredde. Chi invece dalla comunicazione esclude la predicazione
dei gesti, chi vuole sentire semplicemente testi e contenuti, ha
parlato di « show » e di « abbracci ».
Noi non condividiamo questa
valutazione negativa del ruolo
dei mass media nell’incontro a
Roma già per il fatto che concediamo ad ognuno il diritto
d’informazione. Questo pure è
buona tradizione luterana. Se i
mass media nel corso dei preparativi e della realizzazione dell’incontro hanno anche istigato
a certe espressioni di vanità ed
a dichiarazioni affrettate, ciò nonostante hanno fatto notare che
anche negli sforzi ecumenici le
parole devono incarnarsi, cioè
prendere corpo. La comunità luterana di Roma ed il suo vicino,
il vescovo dei cristiani cattolici
di Roma, hanno rischiato questo
con coraggio.
S. Agostino senza mai saper rispondere alla domanda: S. Agostino è più Un uomo dell’antichità,
della tradizione platonica e neoplatonica, o è più l’uomo che
apre la strada al millennio cristiano deh Medio Evo latino? Così su Lutero ci si può chiedere:
è più l’uomo che è andato al
fondo della cultura scolastica e
della spiritualità cristiana medievale o è più l’uomo che ha
aperto la strada ad un nuovo
rapporto Con Dio e, quindi, ad
un nuovo rapporto col reale? E’
ambedue le cose. Io non direi
che Lutero è ambiguo più di
qùanto Agostino non lo sia.
— Nasce dunque l'uomo moderno, nasce così la società borghese e la democrazia moderna.
Eppure un certo tipo di governo
borghese viene più unito al nome di Calvino che a quello di
Lutero. Questi due personaggi,
fondamentali per la nascita della società moderna, in che rapporto sono fra loro e quali sono
le principali contraddizioni?
BOUCHARD — Contraddizioni, nessuna! Calvino è uno scolaro libero e geniale di Lutero
e dichiara il suo debito di fede,
di teologia e di cultura verso Lutero. Calvino ha avuto rispetto
a Lutero due fortune: è nato una
generazione dopo ed è nato nel
contesto delTUmanesimo francese. Come Lutero esce dal Medio Evo germanico così Calvino
esce dalTUmanesimo francese.
Perciò Calvino, certamente, è
molto più vicino a noi come
mentalità.
Nella storia il messaggio di
Calvino è stato poi ascoltato prevalentemente in aree urbane o
in aree di contadini rivoluzionari e il tipo di struttura che Calvino ha permesso che i suoi discepoli dessero alla chiesa è stata indubbiamente la matrice della democrazia moderna, anche
se personalmente penso che il
livello di democraticità di Calvino sia, forse, paragonabile a
quello di Lenin.
NITTI — Io non so se Calvino è più vicino a noi nel senso
che dice Bouchard. Lo è nel senso che il tramite, appunto, delle
vicende storiche ci conduce forse più direttamente a lui, e nel
senso anche che il pensiero di
Lutero ha avuto, nella realizzazione storica delle chiese che si
ispirano al suo pensiero, sorti
diverse.
Personalmente ritengo, anche
se credo che questa analisi andrebbe ulteriormente approfondita. che la lettura di Lutero è
ancora una lettura modernissima e coinvolgente al massimo.
Un po’ meno quella di Calvino.
Primo di una
iunga serie
— Quali sono gli aspetti del
pensiero di Lutero ancora oggi
importanti?
BOUCHARD — In primo luogo metterei il tipo di rapporto
dell’uomo con Dio. Nel grande
Medio Evo cristiano, il singolo
credente riceve il rapporto con
Dio per tradizione, mediante la
garanzia deH’autorità. Lutero, e
qui sta la meraviglia e la forza
del suo messaggio, insegna allora e oggi che Dio non si riceve
per tradizione, come i costumi
o come la condizione dell’antropologia culturale, ma Dio è oggetto e soggetto di una scoperta. In questo senso Lutero è il
capostipite di una lunga serie di
uomini che nei secoli dell’età
moderna hanno avuto una vicenda con Dio<
NITTI — Qualunque tema si
voglia affrontare su Lutero bisogna partire da questo punto accennato da Bouchard, il tema
cioè di questa salvezza gratuita,
del fatto che il rapporto con Dio
è dato da un intervento. Come
dire: è un passaggio che va da
Dio aH’uomo. Io credo fermamente che la scoperta più significativa — per quello che è accaduto nei secoli seguenti e ancora oggi — è appunto il ruolo nuovo dato al laico. Intendendo per
laico ciò che Lutero aveva in
mente, cioè l’uomo comune, quello che non appartiene ad un ceto
particolare; l’uomo comune che,
in quanto è raggiunto dalla grazia di Dio nel suo essere professionale, sociale e non più in un
ruolo privilegiato (clero, monacheSimo), vede riqualificata la
sua azione aU’interno di questa
sua professionalità.
Ma non solo questo: egli vede
definitivamente spazzati via i
ruoli di mediazione che si frapponevano fra l’uomo comtme e
Dio, per esempio nella chiesa
medievale, ma anche fra sé e le
scelte politiche. Come dire: il
luogo della decisione politica!
— Cosa ravoresenta Lutero
per i giovani, per gli'Italiani del
1983?
BOUCHARD — Storicamente il
messaggio di Lutero è stato ricevuto in Italia nel ’500; ha ispirato libri e circoli, coscienze e
gruppi e poi è stato liquidato
con xma notevole durezza. Prati
camente rinasce oggi l’interesse
per Lutero. Mi pare si possa rispondere in questa maniera: nel
mondo evangelico che noi rappresentiamo Lutero è certamente un grande Padre della chiesa
ed esprime un’interpretazione assai profonda del rapporto con
Dio. Nel mondo cattolico Lutero
è lo strumento di un recupero di
cattolicità. Molti cattolici oggi
interpretano Lutero come un recupero di cattolicità di fronte
alla imilateralità del Medio Evo
oppure della Controriforma. Sotto questo profilo credo di poter
profetizzare un crescente interesse dei teologi e credenti cattolici per Lutero.
Per i marxisti mi pare che Lutero possa essere per lo meno un
controllo, una verifica fondamentale delle matrici filosofiche e
culturali del marxismo che non è
limitato alTSOO, ma ha dietro di
sé uno spessore che, a mio avviso, merita di essere culturalmente recuperato.
NITTI — Io credo che Lutero ci lasci questo grande insegnamento che mai come nell’Italia di oggi sarebbe utile raccogliere: la volontà di liberarsi dalle mediazioni.
— In che modo questo è oggi
praticabile? Puoi fare degli esempi?
NITTI — le mi domando: cattolici e laici, cittadini italiani che
viviamo in questa trama di rapporti sociali e politici, fino a che
punto siamo capaci di liberarci
di tanti mediatori (ecclesiastici,
politici, sociali) che ancora ci determinano? Venendo da una città come Napoli, mi sembra che
la mediazione in questi anni, più
che negli anni precedenti, tomi
a sostituire la democrazia. Lutero ci richiama invece alla Libertà!
a cura di Enos Mannelli
STATI UNITI
Le chiese rifiutano
rapporti privilegiati
Un comunicato stampa del
Consiglio Nazionale delle Chiese
Cristiane (NCCC) fornisce ulteriori notizie sulla posizione assunta dal NCCC in merito all’invio dì un ambasciatore statunitense in Vaticano. Immediatamente dopo l’annuncio dell’iniziativa di Reagan il past. Dean
M. Kelley, direttore del settore
libertà ,religiosa e civile nel Dipartimento Chiesa e Società del
NCCC, ha affermato che un legame diplomatico col governo
sarebbe inopportuno per qualsiasi chiesa, in quanto violerebbe le disposizioni costituzionali
per la separazione tra chiese e
stato negli Stati Uniti.
Kelley ha ricordato che il
NCCC è stato contrarlo al tentativo effettuato nel 1951 dal presidente Truman di rompere la
cessazione di relazioni diplomatiche col Vaticano che dura da
116 anni, e che la sua posizione
non è cambiata.
A sua volta il vescovo Philip
Cousin di Birmingham, Alabama, presidente del NCCC, si è
detto « profondamente seccato »
dall’annuncio dato dal presidente Reagan. Egli ha dichiarato
che « come cristiani e come americani respingiamo ogni posizione discriminatoria nei confronti
dei cattolici romani. Tuttavia
considerando il Vaticano affermiamo che l’influenza del papa
non deriva dal suo status di sovrano della Città del Vaticano,
bensì, da quello di capo della
Chiesa cattolico-romana ».
Il pastore Kelley ha dato ulteriori precisazioni riguardo ai
rapporti con la Chiesa cattolica.
Affermando che in nessun modo l’opposizione del NCCC alla
iniziativa di Reagan può essere
interpretata come un sentimento anti-cattolico da parte del
NCCC, Kelley ha ricordato che
da anni il NCCC ha stretti rapporti di collaborazione con la
Conferenza cattolica degli Stati
Uniti. « Non ci preoccupa il fatto che i cattolici conquistino un
rilevante vantaggio nei confronti di chiunque altro: pensiamo
che si tratti di cattiva politica,
di qualunque chiesa si tratti».
La dichiarazione del NCCC afferma che secondo quanto fu
chiarito nel 1951, dare ad una
chiesa una posizione privilegiata nei confronti del governo
americano significherebbe metter da parte il principio secondo cui tutti gli organismi religiosi hanno uno stesso status agli
occhi del governo. «La nostra
obiezione alle relazioni diplomatiche col Vaticano non verrebbe modificata da qualsiasi proposta di stabilire relazioni simili con altre organizzazioni religiose, precisa la dichiarazione.
Ancor più: se anche ciò fosse
possibile non andrebbe fatto,
poiché una cattiva politica non
diventa buona per il solo fatto
di estenderne il raggio. Nello stile della tradizione americana,
un’efficiente collaborazione tra
stato e chiesa, quando ciò è desiderato da una parte e dall’altra, può essere raggiunta in modo appropriato senza formule
di riconoscimento e regolamentazioni ».
4
4 vita delle chiese
27 gennaio 1984
COLLETTIVI ECUMENICI
Impariamo a conoscerci meolio
Ancora una volta il pomeriggio trascorso insieme nell’ospitale convento dei cappuccini, è stato per cattolici e valdesi im’esperienza nreziosa di cui siamo riconoscenti al Signore.
regolarmente parte al nostro lavoro) su una ricerca comune di
fedeltà a Dio, basata sullo studio
della Sua parola. ,
Organizzata dai collettivi biblici ecumenici di Pinerolo e Torre
Pellice in occasione della settimana di preghiera per Timità dei
cristiani, la rixmione è importante proprio perché non è un episodio isolato, da fedeli che si ricordano delTecumenismo solo
per una settimana all’anno, ma è
il momento di riflessione (insieme ad altri fratelli delle due
chiese che non possono prendere
Quest’anno è stata tentata xma
strada difficile, perché invece di
partire dalla lettura biblica o dai
problem concreti che la realtà
di oggi presenta alla nostra coscienza di credenti, abbiamo cominciato a confrontare teologie e
riti delle varie confessioni cristiane per gixmgere solo in ultimo al confronto diretto con il
Nuovo Testamento.
parte come dall’altra, che abbiamo ragione noi e che l’altro sbaglia, o per arrivare ad un faticoso compromesso su formule cornimi, che poi ognuno legge e interpreta in modo diverso.
Il rischio, in gran parte evitato, era di fermarci ad un confronto, per dimostrare da una
Invece stiamo imparando a conoscerci meglio, a renderci conto di come spesso avevamo una
idea deformata delle posizioni
dell’altro, a capire come aU’interno di ogni confessione (che
tendiamo a considerare come
un blocco compatto) ci sono sul
medesimo argomento posizioni
molto differenti.
Come al solito, la parte cattolica era la oiù impaziente di
giungere a segni concreti di Questa ricerca di unità, mentre i
valdesi insistono sulla chiarezza
delle idee e sul pericolo dei facili entusiasmi che possono ignorare i problemi invece di cercare
di risolverli con la necessaria pazienza.
Ma, al di là di tutto questo, c’è
stata ancora una volta Ì’esperienza di essere insieme, pur con tutte le nostre differenze, come
membri dell’ invisibile « una
sancta » chiesa che confessiamo
nel « Credo », ed era bello che ci
fossero insieme le persone dai
capelli grigi, o bianchi, che hanno vissuto il tempo della polemica più astiosa e sprezzante; e i
ragazzi per cui il dialogo è ovvio
e naturale, e che con le loro chitarre ci hanno guidati nel canto.
Marcella Gay
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Ecumenismo da discutere
Roman Lina in Rivoira e Giordan Carolina in Eynard. La comunità esprime la sua simpatia
Le chiese del I Circuito - Val
Pellice stanno leggendo soprattutto nelle riunioni quartierali,
ma in qualche caso anche in
gruppi di studio biblico, il documento della commissione «Fede
e Costituzione» del Consiglio Ecumenico, redatto a Lima nel
1982, su Battesimo, Eucaristia,
Ministero, conosciuto ormai anche dai non addetti ai lavori, come «BEM». L’incontro di stu_dio di domenica 22 gennaio a
Torre Pellice, avente lo scopo di
fare un po’ il punto della discussione delle chiese del Circuito,
ha visto la partecipazione di una
quarantina di persone; tante, se
; è. vero che il documento si presenta di non facile lettura sia
per il suo contenuto che per il
linguaggio in cui è redatto. II libretto, edito da Claudiana e
Elle-di-ci, non è di quelli da leggere sprofondati in una poltrona; necessita di una preparazione, essendo il risultato di un
lavoro teologico ecumenico cH
alto livello, non privo di compromessi, derivanti dalle diversificazioni che le chiese si portano appresso, non solo sul piano storico-teologico, ma anche
sul piano geografico-culturale, se
cosi si può dire. Dunque lo sforzo necessario per recepire l’ampia dimensione mondiale del
BEM non è indifferente.
Cristo e non la celebrazione eucaristica.
La relazione di B. Bellion ha
condotto i presenti a prendere
atto che sul tema dei Ministeri
nella chiesa ci sono le divergenze più acute. Grande perplessità
desta l’affermazione che il Ministero è costitutivo della chiesa;
per noi è vero il contrario; i ministeri ci sono perché la chiesa
esiste e perché Dio è fedele alla
sua promessa, scegliendo degli
uomini che proseguano nella missione della chiesa. La chiesa non
vive per opera dei suoi ministri,
ma per opera dello Spirito Santo. Il testo ha in prospettiva il
riconoscimento reciproco dei ministeri come segno delTUnità della chiesa: su questa base non
possiamo concordare. La validità e il senso di una chiesa sono
resi evidenti da come essa vive
e testimonia la sua fede, non da
come i suoi ministeri vengono
riconosciuti.
la costruzione del centro evangelico di San Salvo.
• Il culto di domenica 29 gennaio sarà presieduto dal pasto-'
re Bruno Bellion, membro della
Tavola, che avrà così un momento di incontro fraterno con
la nostra comunità. Il Concistoro è convocato nella saletta per
le ore 9.45.
fraterna alle famiglie colpite dal
lutto. Un particolare pensiero
al sig. Eynard che nel giorno
stesso della dipartita della sua
compagna ha visto la casa semidistrutta da un incendio.
Due visite
• Domenica 5 febbraio, con
inizio alle ore 10, avremo il nostro culto con assemblea di chiesa; all’ordine del giorno la relazione finanziaria ’83 ed il preventivo ’84. La colletta sarà devoluta alla missione contro la
lebbra.
PIOSSASCO — Riportiamo
alcuni appuntamenti importanti, nel seno della nostra comunità, da tener presente.
Domenica 29 gennaio alle ore
18.30, culto e cena comunitaria,
nel corso della serata realizzeremo la tradizionale assemblea
di chiesa di fine gennaio.
• L’Unione femminile si riunirà giovedì 9 febbraio alle ore
13.30, in vista dell’organizzazione del pranzo comunitario del
17. Chi desidera prenotarsi per
il pranzo, lo faccia in tempo
utile, comunque non oltre il giorno 13, onde facilitare il lavoro
di preparazione.
Domenica 12 febbraio alle ore
9 terremo il culto con la partecipazione del pastore Gianna
Sciclone che ci parlerà delle opere della nostra chiesa negli Abruzzi.
Eiezioni di anziani
! ■
Va poi sottolineato, come ha
fatto il past. Toum, che il documento non è da approvare o sottoscrivere, non è la base di un
accordo tra le chiese, non è stato redatto dai rappresentanti
delle chiese, ma dai loro teologi, e come tale è sottoposto alla
attenzione dei credenti perché vi
riflettano e reagiscano. La stagione del dialogo ecumenico è
finita, si tratta di discutere sui
frutti di questo dialogo, rappresentati appunto dal BEM.
Queste, in breve, le conclusioni a cui si è giunti dopo la riunione, che era stata introdotta
da tre relazioni dei pastori Platone (Battesimo), Toum (Eucaristia) e Bellion (Ministero).
Rispetto agli altri il capitolo
sul Battesimo, ha detto Platone,
desta i problemi minori. Accanto ad alcuni punti condivisibili
anche da noi, c’è da rilevare come molte espressioni, come ’iniziazione’, ’rito’, ’incorporazione’
siano ambigue. La concezione sacramentale che la nostra sensibilità ci fa scorgere in quasi tutti i punti del testo non cì, lascia
tranquilli, così come incomprensibile è l’espressione «integrità
sacramentale ». G. Tourn, riassumendo il testo sulla Eucaristia
ha evidenziato come il fatto che
noi chiamiamo Santa Cena lo
stesso atto ci pone già in una
prospettiva diversa. Il testo pone l’Eucaristia al centro di tutta
la vita cristiana ed invita le chiese a celebrarla ogni domenica:
per noi il centro della chiesa è
ANGROGNA — Domenica 29
con inizio alle ore 10 presso la
Sala Unionista si terrà una importante assemblea di chiesa.
Dopo un breve culto, esame dei
conti 1983 e nomina — per scadenze di Regolamento — di sei
nuovi anziani nel Concistoro ed
eventuale rinomina di altri due.
Partecipate numerosi!
Preparazione del 17
TORRE PELLICE — La Com
missione Ricevimenti si è messa al lavoro per organizzare la
giornata del 17 febbraio. Il pranzo avrà luogo, come di consueto,
alla Foresteria, dove si terrà anche la serata tradizionale a cura di Corale, Cadetti e Coretto
dei piccoli.
Venerdì 17 febbraio avremo
un culto alle ore 19 con seratacena comunitaria durante la
quale il pastore Giuliana Gandolfo, di Torino, ci parlerà del
ruolo della donna nella chiesa e
nella società.
• Auguri a Wilma e Rinaldo
Odino (Bousciass) per la nascita della piccola Lorena e a Brina e Roberto Rivoiro (Martel)
per la piccola Samanta.
Assemblea di chiesa
VILLAR PEROSA — Appuntamenti. Giov. 26 genn. ore 20.30
riunione a Chenevières. (Questa
settimana la Corale avrà la sua
prova sabato 28 ( 20.30) anziché
venerdì., come normalmente.
• Anche la nostra chiesa ha
ora il contenitore per la raccolta
del vetro: si trova su via Beckwith nei pressi della Casa Unionista. Tutti sono invitati a dare
il loro contributo depositandovi
esclusivamente bottiglie e cocci di vetro, ma non carta, cassette e sacchetti di nylon.
• Sono deceduti Gonin Elio,
• Ricordiamo che tutti i giovedì ci ritroviamo per lo studio
biblico alle ore 20.30. Ogni quindici giorni facciamo lo studio
del libro dell’Esodo insieme alla
Comunità di Base locale, e gli
altri giovedì, seguiamo il programma della Scuola Domenicale.
Hanno collaborato a Questo
numero: Gustavo Bouchard,
Agostino GaruH Anna Maria
Musso, Bruno Rostagno, Dario Tron, Franco Taglierò.
• Assemblea di Chiesa. L’assemblea è convocata per domenica 5 febbraio, alle ore 10, per
l’approvazione della relazione finanziaria.
« Sabato 21 gennaio ha avuto
luogo il funerale di Amedeo Rochon, di Inverso Rinasca. Alla
famiglia esprimiamo l’affetto di
tutta la comunità, nella fede nel
Signore risorto dai morti.
Colletta per S. Salvo
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PRALI — Riunioni quartierali di febbraio: Ghigo 1, Indiritti 2, Villa 3, Giordano-Pomieri
13, Orgere 14, Malzat 15.
• La somma di L. 183.400, raccolta la sera di Natale durante
la festa dei bambini, è stata inviata alla Tavola quale dono per
(disegno di Daniela Di Carlo, da « Certezze »)
Giovedì 26 gennaio
□ RIUNIONE
RESPONSABILI
UNIONI FEMMINILI
PINEROLO — Alle ore 15.30 presso la
Chiesa Valdese si tiene la riunione delle responsabili delle Unioni femminili
per programmare le Iniziative per la
Giornata mondiale di preghiera. '
Venerdì 27 gennaio
n INCONTRO ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20,45 nella sala
della chiesa valdese di Via dei Mille 1,
si terrà un incontro-dibattito sul testo
ecumenico della Commissione Fede e
Costituzi''ne del Consiglio ecumenico
delle chiese noto come « testo di Lima ». Il testo affronta la questione del
battesimo, dell'eucarestia e del ministero. Poiché il suddetto testo è allo
studio nelle chiese valdesi, in alcuni
collettivi biblici interconfessionali. Agape ed il Centro sociale protestante di
Pinerolo hanno organizzato due incontri
su cui aprire un confronto ecumenico.
A questa proposta aderisce anche il
Consiglio presbiterale della diocesi di
Pinerolo.
Questo primo incontro sarà introdotto
dal pastore Aldo Comba dell'Alleanza
Riformata Mondiale di Ginevra e da padre Pio Tamburrino dell'Abbazia benedettina della Novalesa.
Sabato 28 gennaio
□ RECITA
POMARETTO — Nel tempio valdese
il gruppo del XVII di Luserna S. Giovanni presenta il « Lutero » di John
Osborne.
Tutti sono cordialmente invitati!
n TELEPINEROLO
CANALE 56-36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione • Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 29 gennaio
□ CONVEGNO
CATECUMENI
LUSERNA SAN GIOVANNI — I catecumeni del IV anno del 1° Circuito si
ritroveranno alle ore 10 per il culto cui
seguirà una discussione sull'impegno
nella chiesa. Dopo il pranzo al sacco ai
giovani verrà proposto un gioco su
« Lavoro, occupazione, disoccupazione ».
n FARE UN SERMONE
INSIEME
TORRE PELLICE — Il Consiglio del
1” Circuito, in ottemperanza al relativo
mandato della Assemblea di novembre
'83, ha deciso di dare inizio ad un ciclo di studi biblici finalizzati alla predicazione, aperto agli Interessati.
Il corso per predicatori, a scadenza
mensile, sarà condotto dal pastore G.
Platone. La prima riunione avrà luogo
a Torre Pellice, alla Casa Unionista,
alle ore 20.30.
A ohi intende essere presente domenica 29 ricordiamo di venire provvisto di Bibbia e, se in possesso, anche di altri strumenti utili alla ricerca omiletica. Inizieremo con lo studio
di un passo dell'Epistola agli Efesini
(Ef. 1: 3-23), non troppo sfruttato, e
cercheremo insieme di arrivare ad uno
schema di predicazione, che poi useremo per fare il « nostro » sermone
d'esercizio. L'iniziativa è stata presa
in accordo con l'Unione Predicatori
Locali.
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
Domenica 12 febbraio
n PRESENTAZIONE DEL
PROGETTO DI S. SALVO
POMARETTO — Alle ore 14.30 al Teatro del Convitto si Incontrano le Unioni femminili del Distretto per analizzare il progetto del Centro comunitario
di San Salvo e dell'azione evangelica
nel meridione. Introduce il past. Gianna Sciclone.
1
■vi
I
5
27 gennaio 1984
vita delle chiese 5
L’OPERA EDUCATIVA E DI TESTIMONIANZA DEL FERRETTI
INAUGURATO UN CENTRO IN IRPINIA
E’ necessario iniziare presto Apertura a Montoro
f
■ÀSL
*
Da una recente circolare agli amici e sostenitori dell’Istituto Ferretti di Firenze traiamo l’essenziale riguardo all’impostazione del lavoro e alle difficoltà.
Con gioia e profondo senso di
gratitudine al Signore, osserviamo e viviamo insieme una realtà che è testimonianza manifesta
della Sua Presenza e Benevolenza: come il lievito che, lavorato fa gonfiare il pane che ci nutre e ci soddisfa, vediamo crescere non solo il fisico dei nostri ragazzi, ma anche un’anima
che lievitata dall’amore, dallo
stimolo a nuove sensazioni, dalla compagnia costante, cresce
verso una dignità nuova densa
di promesse. Con umiltà e piena
coscienza dei nostri limiti accettiamo le frequenti sconfitte
e le attese che non si realizzano, cercando di superare nella
Speranza lo sconforto che ci
prende quando ci scontriamo
col muro deH’indiflerenza e delrincomnrensione. Infatti, nonostante gli anni di lavoro e gli
incontri con scuole e operatori sociali non sempre viene compresa la necessità di rivolgersi
alla nostra Opera prima che i
casi esplodano clamorosamente:
forti s'"no ancora le resistenze
a proporre un intervento preventivo in tempo utile affinché
risulti efficace. Cosicché il problema di determinati bambini
viene rimandato di anno in anno, fino a quando, magari in
quinta elementare o addirittura
alle scuole medie non si decide
di « fare qualcosa ». A quel punto spesso è già tardi per intervenire in maniera efficace, soprattutto con il nostro metodo
che consiste essenzialmente in
una acquisizione graduale che
si sviluppa con la crescita, nel
tempo, di quelle nozioni e sensazioni necessarie alla vita di
ogni individuo. E’ un fatto che
verifichiamo ogni anno quando,
con la riapertura delle scuole,
nuovi bambini ci vengono proposti. Ma qualcosa comincia a
muoversi nella direzione da noi
auspicata, perché insieme ai casi suddetti, quest’anno registriamo l’ammissione al Ferretti di
un buon numero di bambini in
età da asilo e nei primi armi di
scuola. E anche sulla base di
queste richieste, più motivate
nella direzione del nostro impegno, ci è stato impossibile rifiutare certe domande; per cui
il nostro numero massimo di
venti ragazzi è stato superato
anche se non di molto. Ventiquattro tra bambini e bambine
compresi tra i quattro e i quindici anni riempiono così le pur
grandi e accoglienti stanze dell’Istituto dalle 12 alle 20.
Ospiti e programmi
Accanto ai quindicenni, ormai
al loro ultimo anno con noi, vi
sono bambini che vanno all’asilo o che si affacciano per la prima volta nell’ambiente scolastico. La notevole differenza di età
ci ha costretti a dividerli in due
grandi gruppi perché, almeno
in una parte della giornata, potessero vivere dei momenti realmente corrispondenti alle esigenze della propria maturità.
Ci sono due ore nel pomeriggio, dalle 15 alle 17, in cui vengono svolte varie attività o certi
giochi più particolari per le capacità di ciascuno in relazione
all’età e agli interessi. Insieme
passano il pranzo, la merenda,
il gioco libero fino alle 15 e alcuni momenti dopo la merenda.
Numerosi sono i nuovi venuti, che hanno tante necessità,
non ultima quella di comprendere dove sono capitati.
I bambini sono « scolasticamente » divisi in tre fasce: 4
all’asilo, 13 alle elementari, 7 alle medie.
L’anno si presenta denso di
attrattive e di impegno: ringraziamo il Signore per la possibilità di fruire di un gruppo di
persone che lavorano bene insieme da anni, a cui si è aggiunta una nuova assistente che, alla prima impressione, dà a vedere di volersi mettere al passo
delle altre al più presto.
Durante l’estate sono stati fatti grossi lavori di restauro alle
porte e alle finestre che da oltre
vent’anni non venivano rinfrescate. Dopo l’imbiancatura della
facciata, realizzata l’anno passato, possiamo dire che il Ferretti ha di nuovo assunto l’aspetto grazioso tipico delle villette di fine ottocento. Ma quanta fatica per queste povere tasche!
Abbiamo già pagato quasi del
tutto il lavoro eseguito e ciò ha
comportato un notevole salasso alla cassa della gestione. L’inverno in corso ci appare piuttosto pesante, se si considera che
le Unità sanitarie locali, quando
pagano, lo fanno così in ritardo
da erodere di molto il valore
del denaro. Ci affidiamo perciò,
come sempre, alla generosità degli amici. Negli ultimi tempi
osserviamo un calo delle offerte:
forse l’idea delle rette pagate
dall’Enté pubblico ha sollevato
molti dall’impegno dell’aiuto, o
forse l’assistenza a bambini non
necessariamente evangelici suscita minori motivazioni a sostenere l’Opera. Forse qualcuno
addirittura pensa che il Ferretti non esista più! Invece l’Opera è viva, lavora, è ora, come
in passato, un mezzo di testimonianza e di stimolo alla fede
proprio tra coloro che della parola di 'Cristo colgono soltanto
la parte spettacolare dell’Altare per la Prima Comunione,
passo obbligato per un buon
pranzo al ristorante con l’abito
bianco preso in affitto.
Ma per offrire la « pietanza
dell’Evangélo attraverso il piatto dell’assistenza » occorrono
coerenza e perseveranza; che si
raggiungono e si mantengono
anche con il conforto dei fratelli. Un’Opera non è fatta soltanto dalle mura che la delimitano, ma da uomini; che vivono
e lavorano e aspettano i segni
di un invito a continuare, cenni
di una concordanza di intenti
per sentirsi, seppur lontani, uniti nella stessa fede, per scacciare la tristezza delle sconfitte e
rinvigorire la Speranza. Nessuna USL, neppure la più puntuale e sollecita nei pagamenti, può
far sentire il calore di una Comunità che ci offre il suo aiuto
e ci chiede notizie sul nostro lavoro.
Nel pomeriggio del 9 gennaio
è stato inaugurato un Centro
culturale ad Aterrana, piccola
frazione del Comune di Montoro
superiore in Irpinia. In quella
frazione la Federazione delle
Chiese evangeliche — nell’ambito del proprio intervento nelle
zone colpite dal terremoto del
23 novembre 1980 — ha montato ed arredato un prefabbricato, che è stato donato al Comune di Montoro; la Federazione
però ha mantenuto la sua partecipazione alle attività del Centro tramite tre suoi rappresentanti.
L’edificio era già pronto da
tempo, ma fra le cause del ritardo della sua apertura c’era
da annoverare anche una certa
diffidenza fomentata dal clero
locale, per cui il Centro era paventato come strximento di propaganda ora dei protestanti, ora
dei comunisti, o di tutt’e due insieme.
In realtà il Centro aveva già
cominciato a funzionare in sordina qualche settimana fa e la
proiezione di un paio di films,
curata dai volontari del Centro
FCEI di Monteforte, aveva raccolto un discreto numero di persone, segno che i sospetti cominciavano a diradarsi.
L’altra sera, registrando il pienone assoluto, nonostante il
tempo da lupi, la gente di Montoro ha visto e sentito un ve
scovo (Giusepne Costanzo di Nola) parlare di pluralità e dialogare con un pastore evangelico
(Sergio Aquilante), che, anche
lui con la Bibbia in mano, diceva molte cose uguali al suo interlocutore vescovo cattolico,
ma anche cose diverse senza pertanto assistere a scambi di scomuniche e di patenti di eresia;
per moltissimi è stata un’autentica scoperta che demoliva d’un
colpo indottrinamenti di generazioni!
Due relazioni appassionate e
un dibattito molto partecipato
e vivace sul tema della pace,
hanno così dato il via a questo
Centro che si offre ai Montoresi
come strumento di , aggregazione, di informazione e di partecipazione dove anche noi evangelici possiamo parlare ed essere ascoltati, e lo si è visto l’altra sera con quale attenzione.
Il Centro è dotato di sala di
lettura, di televisione con videoregistratore, di giochi e fra i
suoi programmi annovera proiezioni di films, serate di commento e discussione di fatti di
rilievo, incontri-dibattiti per discutere temi di rilevanza per la
zona: trasporti, scuola, lavoro...
e serate ricreative; tutto questo
in un territorio dove cultura,
aggregazione, informazione e
partecipazione non sono esattamente patrimonio comune.
CORRISPONDENZE
Omegna: inattualità e attualità di Lutero
Organizzata dalla locale Chiesa Evangelica Metodista, che si
è molto impegnata nel pubblicizzarla con manifesti, volantini e
contatti vari, si è tenuta presso
la « Casa dell’Anziano », messa
a nostra disposizione dall’Assessorato alla Cultura del Comune,
una riuscitissima conferenza
pubblica, seguita da dibattito,
sul tema « Attualità di Lutero »,
venerdì 13 gennaio u.s.
Relatore è stato il prof. Paolo
Ricca, della Facoltà Valdese di
Teologia di Roma, invitato dalla
nostra comunità e resosi volentieri disponibile nonostante i
suoi molti impegni.
Il prof. Ricca ha esordito parlando innanzitutto della « inattualità» di Lutero, in quanto:
a) egli è stato un credente per
il quale l’esistenza di Dio era
scontatissima e non messa in
discussione o problematicizzata
come oggi; b) egli è stato il teologo della croce, che è simbolo
negativo, anche per l’uomo di
oggi; c) egli ha affermato il
« servo arbitrio », non solo in
contrasto con Erasmo e gli altri
Sede
vacante
a Palermo
La Tavola, vista la designazione e la conseguente nomina del pastore Archimede
Bertolino a titolare della
Chiesa Valdese di San Secondo, proclama la vacanza della
Chiesa Valdese di Palermo.
La designazione del nuovo
pastore dovrà avvenire entro
l’8 aprile 1984 in base agli articoli 12,13,14 del Regolamento sulle Chiese locali Valdesi.
umanisti, ma anche con i nostri
contemporanei.
L’oratore poi ha esposto alcuni temi per i quali invece Lutero è «attuale»: 1) il messaggio della salvezza per grazia, che
libera l’uomo dalla preoccupazione di cercare la propria salvezza e lo rende disponibile ed
impegnato nel servizio verso il
prossimo; 2) un nuovo modello
di chiesa, senza papa e senza gerarchia, imperniato sull’assemblea dei credenti e non sul ministero; 3) il criterio biblico e
quindi cristologico come unità
di misura per riconoscere e seguire la verità; 4) l’affermazione
della libertà del « cristiano qualunque»; 5) l’obiezione di coscienza in nome dell’Evangelo di
fronte a qualsiasi autorità umana (vedi Lutero a Worms); 6) il
sacerdozio universale dei credenti.
Il pubblico, che ha seguito con
molta attenzione l’interessante e
avvincente conferenza, era composto da un’ottantina di persone, che occupavano quasi tutti i
posti a sedere (erano presenti
una trentina di evangelici; i più
di Omegna e gli altri provenienti
da Verbania, Domodossola e Baveno). C’erano anche alcuni preti cattolici e molti laici non solo
della città ma anche dei dintorni. Fra questi l’Assessore alla
Cultura del Comune e il Presidente del Consiglio della Provincia di Novara, che ha fatto il primo intervento. Ci sono stati molti interventi tutti appropriati,
che hanno espresso fra l’altro
apprezzamenti e riconoscenza all’oratore.
Prima della conferenza il prof.
Ricca aveva rilasciato un’intervista alla locale emittente televisiva privata « Tele Alta Italia »,
sul tema : « Gli evangelici italiani e l’ecumenismo oggi». Intervistatore è stato padre Galbiati
dell’ordine del S. Cuore, il quale,
appena ha saputo che il prof.
Ricca stava per venire nella nostra città, ha espresso il vivo desiderio di incontrarlo. L’incontro si è protratto, dopo l’inter
vista, anche in casa del fratello
Egidio Zenonl che ha offerto una
simpatica ed accogliente cena al
prof. Ricca, invitando anche p.
Galbiati, alcuni fratelli della locale comunità evangelica e il pastore.
Tutti siamo rimasti molto soddisfatti per l’ottima riuscita di
questi incontri, che speriamo siano l’occasione dell’inizio di un
dialogo che intendiamo fare sia
con l’ambiente cattolico che con
quello laico della nostra città; e
qui ringraziamo ancora di cuore
il prof. Ricca per il prezioso contributo di testimonianza evangelica che ci ha dato nel contesto
della nostra presenza cristiana
e in vista dello sviluppo della
nostra stessa testimonianza.
Alla fiera del libro
GENOVA — Anche quest’anno alla fiera del libro c’è stato
Pangolino della bancarella biblica; per tre settimane fratelli e sorelle di alcune chiese si
sono avvicendati per la vendita
di libri delle varie « editrici »
evangeliche consentendo sempre
un dialogo interessante con l’uomo della strada; nonostante la
crisi economica della città di
Genova in particolare, l’interesse per la Parola di Dio non è
venuto meno e la vendita è stata incoraggiante.
Quest’anno sotto gli auspici
della fiera e con l’appoggio di
alcune chiese evangeliche e con il
gruppo ecumenico di salita Santa Caterina sono stati invitati Domenico Maselli e don Marino
Poggi per parlare soprattutto di
Lutero in riferimento al tema
biblico ed alla presentazione del
Lutero a fumetti di Umberto
Stagnaro. La tavola rotonda s’è
tenuta al « quadrivium » proprio
là dove il cardinale Siri aveva
sentenziato su Lutero qualche
settimana prima; ben diverso il
tono e il contenuto di don Poggi
che ha illustrato il punto di vi
sta cattolico richiamandosi al
Concilio ed alla « Lumen gentium » in particolare.
Domenico Maselli alla sua 27*
conferenza su Lutero metteva in
luce la sostanziale differenza sul
tema della salvezza tra la visione cattolica ed evangelica con
la felice immagine della piramide (visione cattolica) e della
sfera (visione evangelica). Per
il numeroso pubblico evangelico
e cattolico è stata occasione di
testimonianza preziosa grazie al
dono straordinario di Maselli
nel comunicare il messaggio della Parola di Dio.
L’organizzazione della bancarella biblica e delle conferenze
al ’quadrivium’ con relativa
esposizione di libri nella sala è
stata preparata da Sergio Rastello, responsabile dell’Unione
biblica a Genova; alcuni incontri hanno preparato la fiera e le
sorelle Carla Gambaro e Gianna
Zanatta hanno coordinato il la-,
voro con Sergio.
SAN FEDELE D’INTELVI (CO) — Sabato e domenica 28-29 gennaio avrà
luogo al Centro « P. Andreetti « un
convegno sul tema « La Chiesa neiia
storia, ovvero; appartenere ad una
chiesa particolare». Il convegno, preparato dal gruppo di Milano, si aprirà
sabato pO'meriggio con una Introduzione del prof. Ugo Gastaldi e terminerà alle ore 14.30 di domenica.
BORGiO VEREZZi — Sabato e domenica 28-29 gennaio presso la Casa
Valdese avrà luogo un incontro del
Collettivo teologico ligure sul tema
«Sessualità e fede cristiana». Il convegno sarà aperto alle ore 17 del sabato da una relazione di Erica Tomassone e terminerà la domenica alle ore
14 con le conclusioni.
6
UN PROGETTO
PER SAN SALVO
Da piu di un secolo esiste in Abruzzo un piccolo « popolo evangelico » composto da
poche migliaia di persone, ma saldamente radicato e dotato di caratteristiche proprie
inconfondibili: già animato da personalità quali Mapei, T. P. Rossetti, Sciarelli, S Felici, Amicarelli, questo evangelismo abruzzese ha recentemente superato la dura crisi dell’emigrazione e dello spopolamento, e vuole sviluppare nuove forme di vita e di '
testimonianza. Una di queste è il progetto di creare a San Salvo (vicino a Vasto) un
centro comimitario che valga come punto di raccordo e di incontro per una nuova
diaspora di credenti che si spostano verso il mare, e come base per una testimonianza ulteriore.
Sul finire del secolo scorso in varie regioni
sorsero gruppi di evanselici a seguito della testimonianza di emigrati di ritorno. In Abruzzo, a
Schiavi, imo dei gruppi più consistenti aderì
alla Chiesa valdese e nel 1900 fu inaugurato un
tempio con annessa casa pastorale. La numerosa comunità che vi si raccoglieva fu ridotta ai
minimi termini da varie ondate di emigrazione
in America.
Oggi il tempio ha una funzione di presenza.
Viene aperto in particolari occasioni e nei giorni di fiera e m,ercato essendo in ottima posizione nel paese che è posto a 1.200 m. sul livello
del mare e ha oggi 2.600 abitanti, meno della
metà di quanti erano presenti trent’anni fa.
Come a Schiavi, così in altri luoghi (per esempio Carunchio, Castel del Giudice, Borello, Lentella) la presenza evangelica anteriore alla II
guerra mondiale fu originata dalla testimonianza di emigrati di ritorno. In altri luoghi (San
Salvo e San Giovanni Lipioni) essa è sorta dopo la guerra nel quadro di una protesta contro
la persecuzione clericale di gruppi di sinistra.
Il gruppo di Schiavi è ridotto oggi ad una decina di per»
sone anziane. E’ l’ultimo resto
lasciato dall’emigrazione. La
maggior parte risiede a « Valli » una frazione di Schiavi
arrampicata su un costone
della montagna. La tendenza-a
scendere dai monti è generale,
ieri per l’emigrazione all’estero oggi per quella verso la
piana di Vasto che è uno dei
poli di insediamento industriale della costa adriatica.
Carunchio, come quasi tutti i paesi della regione, è situato in cima ad un monte.
L’opera di evangelizzazione
risale al 1906. L’emigrazione
ha svuotato il paese e la chiesa valdese. Evangelici di Carunchio sono attivi membri
di chiesa a Roma, a Napoli,
in Svizzera. In epoche diverse alcime famiglie di Carunchio si sono trasferite a Vasto. La sede pastorale fu spostata alla fine degli aimi ’50
a S. Giovanni Lipioni dove
nel ’56 quasi metà della popolE'done aderì alla Chiesa
valdese.
« Il Sinodo preso atto del progetto di costruzione di un centro
comunitario a San Salvo
esprime ai fratelli di San Salvo e dell’Abruzzo la sua piena
solidarietà nell’opera di testimonianza evangelica
chiede a tutte le chiese di sostenerli con la preghiera e
indice una sottoscrizione nazionale a favore di questo progetto, indicandone la meta nella
somma di L. 30.000.000 ».
«il
ò
’ r-m, <4.-: ié'
-- - *
La presenza evangelica nella
zona fu rinnovata negli anni
’20 dall’evangelizzazione dì
Antonino Amicarelli. Sagrestano della chiesa cattolica di
Schiavi, entrò nel tempio valdese per spiare e fu aflerrai-o
dall’Evangelo. In seguito, predicando nelle aie dei contadini
con semplicità ed entusiasmo,
malgrado la cecità che lo aveva colpito all’età di quaranta
armi, egli raccolse intorno a
sé, vicino a Schiavi, una numerosa comunità.
A San Salvo la presenza valdese risale al 1948. La foto ritrae la comunità guidata da
Vincenzo Sciclone in occasione della visita del capodistretto Pietro Valdo Panasela (’51).
Gli inizi di questo gruppo
non furono facili. Erano gli
armi della persecuzione e della
scomunica dei comunisti e il
prete di San Salvo era particolarmente fanatico. Vi furono processi per berretti tenuti in capo durante la processione e ginocchia non piegate durante messe all’aperto. Alcuni « ribelli » diventarono evangelici...
A S. Giovanni Lipioni, la chiesa conta ancora un centinaio di membri, ma la maggior
parte è presente solo nei periodi di ritorno
al paese. Negli armi ’50 vi fu una protesta
contro il vescovo di Trivento che possedeva
le terre del villaggio e obbligava gli abitanti
a pagare tributi insopportabili. La causa per
l’enfiteusi fu perduta, ma i tributi non furono più richiesti. Il bisogno di una chiesa
cristiana che non opprimesse il impolo ma
gli fosse al fianco e l’occasione del funerale
di un compaesano divenuto evangelico negli
Stati Uniti furono all’origine della costituzione di questa chiesa che poi fu decimata dall’emigrazione.
7
i)
Oggi in Abruzzo la vita pulsa nella piana di Vasto dove
hanno trovato luogo diversi
insediamenti industriali.
Per gli evangelici abruzzesi la sfida consiste nel proseguire il cammino in pianura, senza abbandonare la montagna, con difficoltà ancor
maggiori: alle spalle non è
rimasto molto, la secolarizzazione avanza, la tentazione del conformismo è reale.
Tuttavia proprio in questa
situazione l’Evangelo può mostrarsi come una forza liberante per credenti antichi e
nuovi.
m
Le attività si suddividono
tra i due centri. A San Salvo si tiene la scuola domenicale (nella foto in un locale
gentilmente concesso dal PSI
in occasione di una festa di
Natale) e il culto tre volte
al mese. A Vasto si tiene la
riunione giovanile e un culto
al mese.
San Salvo è oggi una cittadina di più di 15.000 abitanti
(3.500 vent’anni fa) cresciuta
a dismisura a seguito degli
insediamenti industriali in cui
si producono soprattutto vetro e pezzi di automobili.
Vasto, cittadina di 30.000
abitanti, sul mare, diede
i natali a Gabriele Rossetti, patriota e poeta vissuto
nella prima metà dell’SOO, a
cui è intitolato il monuménto della piazza principale. Egli divenne evangelico nel suo
esilio di Londra e suo nipote
Teodorico Pietrocola Rossetti
fu uno degli iniziatori del movimento evangelico dei Fratelli.
A Vasto un nucleo evangelico esiste dal 1945. Oggi è
unito con quello di San Salvo a formare un unico « Centro di evangelizzazione », costituitosi con delibera della
Conferenza del III Distretto
nel 1976.
La nuova opera di evangeliz.
zazione in Abruzzo ha avuto
uno dei suoi momenti centrali in una manifestazione tenutasi nell’aprile 1983 a Vasto.
Un pubblico attento e interessato ha seguito i messaggi dei pastori Sergio Aquilante, Gianna Sciclone e Bruno
Bellion su temi significativi:
l’esempio di un insigne concittadino divenuto evangelico, Gabriele Rossetti; il simbolo della protesta evangelica, Lutero; la sfida dell’essere evangelici oggi in Italia.
La comunità di Vasto San Salvo (nella
foto membri del gruppo di Vasto) conta
una trentina di membri. Si va ingrossando di giorno in giorno man mano che si
trasferiscono soprattutto dei giovani da
Carunchio, S. Giovanni Lipioni, Schiavi.
Attualmente vi sono già insediamenti di
famiglie evangeliche tra Vasto e San Salvo provenienti dall’entroterra.
A Vasto la comunità dispone di una
stanzetta in affitto, una piccola «biblioteca » dove sono stati raccolti dei libri
evangelici che vengono presentati al pubblico.
A San Salvo il gruppo evangelico possiede un piccolo
terreno (150 m^) con casupola, frutto di un acquisto fatto
con una colletta locale e l’aiuto di parenti emigrati negli
USA. E’ qui che sorgerà il
futuro Centro evangelico. Il
piano regolatore, appena varato dopo un blocco decennale imposto a causa della
selvaggia speculazione edilizia, consente la trasformazione. La sede del futuro Centro evangelico è a meno di
100 m. dalla piazza principale di S. Salvo.
Il progetto prevede la costruzione di un Centro polivalente con abitazione per il pastore.
Il costo del progetto è di 250 milioni, in parte
raccolti localmente, in parte chiesti ai fratelli
all’estero, in parte da raccogliere nelle chiese
secondo l’invito del Sinodo, e in parte da ricavare eventualmente da una permuta di parte
deU’edlflcio. « La Tavola valdese — ha scritto il
moderatore Bouchard nella sua circolare —
desidera sottolineare che questo progetto ci
riguarda tutti: non stiamo semplicemente dando una mano a dei fratelli lontani e dispersi:
stiamo costruendo la nostra chiesa a San Salvo ».
Il pastore Gianna Sciclone è disposta a visitare chiese, a partecipare a convegni ed assemblee di circuito per illustrare il progetto.
Le offerte vanno inviate alla Tavola oppure
versate sul ccp 14012660 intestato a Giovanna
Sciclone, via S. Caterina da Siena, 66054 Vasto.
8
8 ecumenismo
27 gennaio 1984
RIVISITANDO LA VI ASSEMBLEA DEL CONSIGLIO ECUMENICO - 3
«Siate pietre viventi»
Le chiese che formano la casa di Dio sono chiamate a vivere e testimoniare affinché l’intero mondo abitato diventi la casa di Dio
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Ooisaon
.
Nello scorso artìcolo gli autori hanno iniziato l’esame dei
passi più significativi del rapporto del Segretario Generale
Philip Potter a Vancouver e particolarmente del brano che
contiene un forte richiamo alle chiese che cedono all’« eresia
del potere ». L’esame del rapporto si conclude con questo articolo, ma la serie curata da Aldo e Fernanda Comba continua toccando altri temi centrali della VI Assemblea del CEC.
Nel capitolo della partecipazione una menzione speciale va
fatta alla partecipazione delle
donne. Potter vi accenna nel
brano del suo rapporto citato
nello scorso articolo. A Vancouver le donne erano quasi il 30%
dell’Assemblea (un po’ meno nel
nuovo Comitato Centrale), i loro interventi sono stati buoni
ed eflacaci e la pre-assemblea
dedicata a loro è stata ottima
per favorire una partecipazione
cosciente e informata di quelle
che venivano per la prima volta. E questo è il caso di molte.
Non solo perché è da poco tempo che le donne sono inserite
nelle delegazioni, ma anche per: che — ad eccezione delle pochissime che occupano alti gradi nella burocrazia delle loro chiese —
le donne sono tra coloro che capitano a una sola Assemblea,
mentre vescovi, segretari generali, presidenti e moderatori ci
siedono in permanenza, ne conoscono tutti i meccanismi, sono conosciuti dagli altri delegati e così hanno di fatto un potere e un peso infinitamente superiori a quello di una persona
che compare per la prima volta
in \ma tale Assemblea.
La questione dell’ordinazione
delle donne è rimasta praticamente congelata dopo il Comitato Centrale di Dresda (1981),
per l’opposizione decisa e irriducibile degli ortodossi, e a Vancouver di fatto non se ne è parlato. Ma non va dimenticata. Non
tanto per riguardo alle donne
(ci sono infatti elementi di partecipazione e di parità più importanti e urgenti da raggiungere), ma per riguardo al ministero; nel dibattito sui documenti BEM va chiarito e riaffermato che per noi un mimstero
chiuso — di diritto o di fatto —
alle sorelle in fede non è un ministero che noi possiamo riconoscere e accettare come corrispondente alla volontà di Dio
manifestata in Gesù.
Condivisione,
riconciliazione
Anche a questo proposito si
può concludere con la frase che
Philip Potter usa a proposito
della credibilità della chiesa, indebolita dall’individualismo e
dalla sete di potere. « Per la chle^
sa e per il CEC, egli dice, la questione è di sapere fino a che
punto siamo disposti a obbedire aila nostra convinzione di fede secondo cui siamo realmente diventati un sacerdozio esercitato daU’intera ’casa di pietre
viventi’ che è il popolo di Dio».
Sulla base del passo dell’epistola di Pietro che parla della
« casa spirituale fatta di pietre
viventi », Philip Potter ricorda
che «il movimento ecumenico è
il mezzo attraverso cui le chiese, che formano la casa di Dio,
cercano di vivere e di testimoniare dinanzi a tutti i popoli affinché l’intero mondo abitato
diventi la casa di Dio, per mezzo di Gesù Cristo crocifisso e
risorto e per la potenza delio
Spirito Santo datore di vita ».
Rifiettendo sulla propria esperienza di persona coinvolta nel
movimento ecumenico fin dal
1948, Philip Potter sottolinea diversi caratteri del movimento
ecumenico. « Prima di tutto, egli
dice, siamo diventati una comunità confessante » cioè che confessa Gesù Cristo quale Dio e
Signore, come dice lo statuto
del CEC; ma mentre prima ciar
senno lo confessava per conto
proprio e talvolta contro gli altri, ora le chiese sono sempre
più insieme nella loro confessione di Cristo.
Siamo diventati, aggiunge Potter, tma comunità che impara.
Non solo nel senso di acquisire
conoscenze ma «di entrare insieme ad altri in un rapporto tale con Dio da esserne rinnovati.
Perciò tutti i programmi e le
riunioni del CEC sono mezzi attraverso i quali ci si apre alle
realtà della Parola di Dio nel
contesto delle dure realtà di questo mondo, e lo si fa aprendosi
agli altri e aprendosi a orizzonti più vasti che le abitudini locali di pensiero e di prassi ».
Se il CEC è una comunità dì
partecipazione è anche una « comunità in cui si condivide ciò
che ciascuno ha». «E’ di moda,
dice Potter, accusare il CEC di
eccessivo coinvolgimento in questioni economiche e sociali. Ma
quest’accusa stessa solleva il
problema di quali siano i rapporti reali tra le chiese». Troppo spesso, secondo Philip Potter, sono dominati da forme tradizionali di potere e prestigio:
da un lato orgogliosa autosufficienza e dall’aitro servilismo da
mendicanti.
Unità
Condividere tra chiese, condividere con il mondo. Molti gruppi cosiddetti «di base», più o
meno marginali rispetto alle
chiese ufficiali, sono particolarmente aperti a questa condivisione con il mondo. Il CEO li
appoggia, ma le chiese-membro
talora si seccano.
Le chiese, attraverso il CEC,
hanno imparato inoltre a diventare una « comunità di guarigione », una « comunità di riconciliazione », una « comunità di unità ». Sul tema dell’unità della
chiesa Potter rifiuta le accuse di
chi dice che il CEC ha dimenticato questo suo compito essenziale e rivendica tutti i progressi che sono stati fatti in questo
campo negli ultimi trentacmque
anni, quindi, riferendosi all’immagine biblica della casa fatta
di pietre viventi aggiunge; «L’unità consiste nel fatto che le pietre viventi sono costantemente
portate a formare la casa del
Dio vivente, e non già in riorganizzazioni interne di strutture statiche».
Concludendo il suo rapporto
all’Assemblea di Vancouver Philip Potter ricorda che nel 1950 a
Toronto il Comitato Centrale si
chiedeva quale fosse il significato ecclesiologico del CEC. Oggi,
trent’anni dopo, è chiaro che le
chiese non possono più vivere
nell’isolamento come se fossero
potenze sovrane e come se il
CEC riguardasse solo i loro
«rapporti esterni» e non anche
e prima di tutto la loro intima
realtà.
L’ecumenismo è una realtà.
Le chiese non sono pietre sparse in un campo o in un deserto,
ma « soltanto nel mettersi in
rapporto le une con le altre in
quanto pietre viventi potranno
scoprire nuove realtà concernenti la loro vocazione a essere
la chiesa, la casa del Dio trino
e uno ».
Aldo e Fernanda Comba
Aiuto ai paesi
colpiti da siccità
(PLM Inf.) — Il Dipartimento
di aiuto della Federazione Luterana Mondiale ha distribuito 1,1
milioni di dollari USA ai paesi
africani colpiti dalla siccità: Etiopia, Botswana e Zimbabwe.
Questi aiuti sono destinati al trasporto di cereali e all’acquisto
di medicinali, sementi e attrezzi
agricoli, coperte e vestiti.
Svizzera: Pane per
il prossimo
(SPP) — Pane per il Prossimo
(PPP) considera lo sviluppo come « un processo di liberazione
dalle forme di dipendenza economica, politica, culturale e religiosa create dalla miseria, dall’oppressione e dalla paura. I
gruppi più sfavoriti devono essere i primi beneficiari di questo sviluppo».
« Per i singoli, i gruppi e le
società, la spinta allo sviluppo
risiede nella coscienza e nella
volontà di costruire da se stessi
il proprio avvenire in conformità alla missione conferita all’uomo fin dalla sua creazione.
Lo sviluppo cosi concepito esprime la speranza di liberazione e
di riconciliazione che Gesù Cristo ha promesso a tutti gli uomini ».
L’impegno di PPP per il 19841985 si rivolgerà soprattutto allo sviluppo rurale, la scolarizzazione e la formazione, il servizio
sanitario, la formazione e lo
scambio teologico e lo sviluppo
comunitario. Attenzione è pure
posta alla protezione della donna, alla difesa dei diritti dell’uo
Il Testimonio
Ci giunge in questi giorni l’indice dell’annata 1983 del mensile
dell’Unione Cristiana Evangelica
Battista d’Italia, « Il Testimonio ». E’ una buona occasione
per dare una valutazione d’insieme dell’anno, che ha visto
una profonda trasformazione
(grafica e di contenuti) del mensile stesso.
Il formato è passato ad un
formato più maneggevole, la carta è assai migliore, la copertina
a cartoncino dà una veste migliore al giornale, e nel complesso la veste è ora assai più adatta ad un periodico mensile. Mentre resta invariato il nome del
direttore responsabile (il pastore Piero Bensì), cambia il direttore: non più un pastore (il pastore Piero Suman), ma un laico: il fratello Andrea Mannucci. In buona parte rinnovata anche la redazione.
Nel numero del gennaio 1983
leggiamo il programma della
nuova redazione in un arguto
articolo del direttore, intitolato
« La novella dello stento »,
espressione toscana che potrebbe applicarsi a diverse nostre
opere ecclesiastiche e riferita
nell’articolo alle vicende non
sempre facili attraversate dal
periodico dell’Unione Battista.
In un saluto del presidente dell’UCEBI, Piero Bensì, contenuto
nello stesso numero, si ricorda
che il primo numero de II Testimonio uscì, nel luglio 1884, a
Napoli: siamo dunque nell’imminenza di un centenario!
Sfogliando l’indice, vediamo
che il direttore è intervenuto con
un corsivo, su temi di attualità,
in quasi tutti i numeri (solo nel
numero di novembre la rubrica
non compare, probabilmente
perché buona parte del numero
è dedicata ad un importante
convegno sulla ecclesiologia battista che si è tenuto a S. Severa
dal 15 al 18 settembre 1983, ampiamente pubblicizzato e preparato da interventi che compaiono anche nei numeri precedenti della rivista).
Le meditazioni, che compaiono in tutti i numeri, hanno tenuto conto del contributo delle
donne, dei giovani, della PCEI,
della tematica della pace e di altri temi.
Buoni contributi alla storia
dell’evangelismo italiano sono
dati tra l’altro con una « storia
della stampa periodica evangelica in Italia», che compare in
cinque puntate a cura di Cola
Rierj;o Mannucci, e con una
« breve storia della musica evangelica », a cura di Sante Gannito, in tre puntate.
Costante la preoccupazione di
contribuire ad una definizione
storicamente e teologicamente
corretta del battismo in generale e in Italia in particolare,
senza chiusure, con senso ecumenico verso gli altri evangelici
italiani, e non senza attenzione
a quanto accade nel mondo cattolico.
In campo etico, oltre ad articoli sulla droga (n. 3), sulla mafia e la camorra (n. 4), sulla pace (in vari numeri), sui portatori di handicap (n. 7/8), ha assunto un certo rilievo un dibattito su Fede e Omosessualità,
a partire dal n. 7/8, del luglioagosto, che continua fino all’ultimo numero che abbiamo ricevuto (dicembre ’83).
In occasione del centenario
luterano alcuni interventi sono
stati pubblicati ; uno di Jtìrg
Kleemann su « La chiesa luterana nella cristianità di ’oggi’»,
uno su «Lutero educatore» (di
B. Piovano), sul numero di dicembre, notizie nel num. 9/10;
Lutero compare pure... in una
vignetta in pagina di copertina
sul fascicolo dedicato all’indice
dell’annata.
Su quasi tutti i numeri la rubrica « libri », a cura di Piero
Bensì (con altre collaborazioni
occasionali), dà una panoramica aggiornata e interessante di
recensioni.
Largo spazio — ma non invadente — è dato alla cronaca delle chiese e alle notizie.
Un titolo divertente (ma triste); ’Napoli. Rubate 15 panche’; l’artìcolo, di Luciano Gannito, termina con una considerazione assolutamente da condividere : « meglio predicare ad
una comunità in piedi, che a delle panche vuote». Forse qualche comunità è disponibile a
cambiare panche contro uomini?
Sergio Ribet
mo ed alla protezione deU’ambiente.
Per il 1984 PPP prevede di
spendere 15 milioni e mezzo di
franchi svizzeri in 230 progetti
soprattutto in Africa.
Australia: territorio
reso agii aborigeni
(Soepi) — Il Governo australiano ha restituito agli aborigeni la regione intorno a Ayers
Rock, in tutto 800 mila metri
quadrati. Anche se la legge appoggia da più di 10 anni i diritti
degli aborigeni, finora nessun
territorio così, importante dal
punto di vista spirituale era stato loro restituito. Ayers Rock è
considerato sia dai neri che dai
bianchi australiani come la culla della spiritualità del paese.
La base della roccia comprende
alcune caverne ornate da pitture rupestri considerate dalle tribù locali come luogo sacro. Il
primo ministro australiano ha
dichiarato : « E’ una decisione
storica, che dà un’idea della volontà del governo di riconoscere, in nome del popolo australiano, le legittime rivendicazioni di
un popolo che è stato spodestato dalla sua terra ma che non
ha mai rinunciato ad essa ».
Il governatore della regione
cui appartiene questo centro ha
reagito qualificando il gesto del
governo «un fulmine a ciel sereno ».
Guatemala:
peggio di prima
(Soepi) — In un documento,
pervenuto al Consiglio Ecumenico di Ginevra dal Guatemala,
si parla dell’« orrore indescrivibile di un programma di annientamento della volontà di un popolo a liberarsi». Dopo il rovesciamento del generale Rios
Montt e l’avvento al potere del
generale Oscar Mejia Víctores
la situazione è ancora peggiorata ; « La pratica dei sequestri è
riapparsa e con essa il ritrovamento im po’ dovunque di cadaveri con chiari segni di tortura ».
Il documento dà notizia di internamento di contadini in alcuni villaggi «modello», di detenzioni illegali e di torture ed assassini. I contadini che sfuggono alla repressione delle campagne rifugiandosi nelle città sono
oggetto di una repressione senza pietà. Poco importa ai militari se si tratta di donne con
bambini piccoli. Nei « villaggi
modello» i contadini sono sotto
stretta sorveglianza. Devono
chiedere il permesso per tutto.
Sono obbligati a lavorare senza
ricevere un salario ma soltanto
una magra razione alimentare.
L’esercito continua, come ai
tempi di Lucas García e Rios
Montt, le incursioni nelle campagne, saccheggiando i villaggi,
incendiando le capanne, violentando le donne davanti ai propri figli, razziando i raccolti. I
documenti pervenuti al Consiglio Ecumenico segnalano in
particolare massacri nelle regioni abitate dagli indiani Kekehies
e Pocomchies. Il Comitato di
unità contadina di queste regioni chiede alle istituzioni ed ai go.
verni di astenersi dall’apjpoggiare economicamente, tecnicamente e militarmente il regime di
Mejia Víctores, perché questi
utilizza tutti gli aiuti per togliere loro la vita. « Il nostro popolo ha bisogno di aiuto, ma questo aiuto deve arrivargli attraverso gli organismi di aiuto umanitario »,
9
27 gennaio 1984
cronaca delle Valli 9
Dopo
l^euforia
^ La settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani è passata senza che nelle nostre chiese si sìa
fatto nulla di particolare per viverla come un momento significativo. Anni fa si ricordava
(¡tiesto problema dell’unità con
maggior intensità, anche se nelle chiese delle Valli non si sono
mai avute concelebrazioni, momenti (zomuni, inviti reciproci
nelle (iiverse chiese per predicazioni, culti, liturgie. Con maggior intensità e forse partecipazione. Ora nulla, tutto sembra
finito, il periodo del disgelo sta
ormai alle nostre spalle, cosa
passata. Come il disgelo fra le
grandf potenze, il momento dei
Krusciov e Kennedy, ha ceduto
il passo alla nuova guerra fredda, COSI anche nei rapporti ecumenici dopo il periodo della scoperta e dell’incontro si è tornati alla fase di una nuova guerra
fredda? Potrebbe anche accadere. Ma qui forse si può dire. senza_ orgoglio o presunzione,
elle i (cristiani sono più savi dei
figli di questo mondo. Il disgelo ecumenico è forse finito ma
non per un riaccendersi di guerra fredda bensì per un ulteriore
passo nella ricerca.
Non è stata _ celebrata la settimana dell’unità ma nella vita
delle nostre chiese la riflessione
siiU’unità e sui problemi della
chiesa è proseguita, direi anzi si
V intensificata. Ne abbiamo due
prove: il ^ lavoro dei collettivi
ecumenici e la ricerca sul BEM
(il documento sul Battesimo, la
Eucaristia ed il Ministero presentato da Fede e Costituzione).
I “Collettivi” ecumenici non
sono una invenzione di quest’anno. alcuni hanno già alle spalle
una lunga storia, come quello di
Ptnerolo, altri sono più recenti,
ognuno segue la sua strada e la
sua ricerca, lavora a modo suo,
i partecipanti sono giovani e
meno giovani, alcune comunità
li considerano importanti e parte del proprio lavoro, altre li
giudicano un po’ marginali e indipendenti; in nessun caso c’è
squalifica, svalutazione, sospetto
ed il lavoro prosegue, paziente,
nascosto, senza essere clandestino. prosegue la ricerca biblica,
il confronto intorno alla Parola
di Dio, confronto delle proprie
posizioni, revisione a volte dei
propri punti di vista, approfondimento della propria coscienza
di fede.
Analogo discorso si può fare
per il documento BEM. E’ allo
studio in tutte le nostre chiese.
Con metodi e sistemi diversi i
concistori stanno cercando di
fare entrare questo documento
nel circuito di riflessione e dibattito interno. Si fanno gruppi
di studio, convegni, lo si illustra
in riunioni e predicazioni.
Anche questo è lavoro ecumenico perché impone la revisione
delle proprie posizioni, il superamento delle sicurezze: « noi
abbiamo ragione, tutti gli altri
torto », obbliga a riflettere su
ciò che si è creduto sin qui e lo
sottopone a verifica.
Per tornare al nostro cantuccio non credo si debba giudicare in modo critico e pessimista
la situatone dell’attuale ricerca
ecumenica, le cose che sì fanno
possono parere poco appariscenti a qualcuno, poco promettenti;
Oggi non siamo più nella situazione dell’euforia ecumenica di
anni fa, in campo cattolico il
tempo del Concilio è lontano, in
campo nostro si approfondisce
l’identità evangelica ma le cose
che si fanno sono probabilmente ad un livello più profondo ed
ì frutti verranno a suo tempo.
Giorgio Tourn
PRAROST1NO
VAL PELLICE
Il grande compito delle
piccole cooperative
Iniziative
per il
Nicaragua
Esistono alle Valli una decina
di cooperative agricole : molte
per la raccolta del latte, tutte
con centri di vendita, alcune di
trasformazione, una di produzione e lavoro, una di allevamento, un macello, ecc.
Le prime sono nate in Val Pellice una ventina di anni fa e l’ultima nata è quella di Prarostino
e S. Secondo, in genere sono
tutte piccole cooperative, alcune
si sono consorziate, altre collaborano tra di loro in modi diversi.
Non è mai accaduto che tutte
si incontrassero insieme per discutere e scambiare le loro idee
e impressioni sulla cooperazione. Questo è successo più di un
anno fa organizzato dal Comune di Prarostino e dalla locale
cooperativa. Per tutta la sera
si è discusso non tanto sulle singole cooperative ma sul concetto di cooperazione e sugli scopi
che hanno dato origine alle cooperative. Sono emerse due linee
ben distinte : la prima è che formando una cooperativa nel paese di montagna si è voluto valorizzare anche il paese, vale a
Comunità Montana
Chisone - Germanasca
Contro
la crisi
I problemi dell’occupazione e
il tentativo di non arrendersi di
fronte ad una situazione di crisi
che sembra insanabile, sono i temi che occuperanno nel corso
della settimana tutte le forze politiche: dai cortei e le manifestazioni del 26 all’incontro programmato dalla Comunità Montana per sabato 28 gennaio sulla
situazione delle valli Chisone e
Germanasca.
Nell’ultima seduta del Consiglio della Comunità, sono state
fornite notizie sulle iniziative
che verranno proposte: oltre alle manifestazioni di protesta per
la chiusura della Fiat di Villar
ima su questo punto la famiglia
Agnelli è irremovibile), alla ricerca di altre industrie disposte
a rilevare almeno le strutture,
la giunta della Comunità ha preso contatti con gli artigiani della zona per chiedere loro di assumere apprendisti da avviare
al lavoro. A questi artigiani verrà concesso un contributo per
il quale la Comunità destina 9
milioni e mezzo.
Di assai minore importanza
gli altri argomenti che hanno
causato un certo dibattito: la
definizione dei percorsi fuori
strada da destinare allo sport
motociclistico, ad esempio, da
cui si sono sottratti i Comuni di
Perosa Argentina, Salza e Massello, oppure l’utilizzo della sala
consiliare della Comunità Montana per dibattiti, conferenze o
incontri aperti a tutta la popolazione, o ancora la discussione
sul bilancio del Centro di Soggiorno ex-ospedale di Fra Catinai, che funziona tutto sommato in modo abbastanza soddisfacente.
Nessun contrasto, invece, ed
era prevedibile, ha suscitato la
proposta di votare un ordine del
giorno di appoggio all’iniziativa
che vuole il presidente Pertini
candidato al premio Nobel per
la pace: il Consiglio lo ha approvato all’unanimità.
L. V.
dire la cooperativa fa un po’
come la prò loco, cerca di far
venire la gente sul luogo per acquistare i prodotti e conoscere
la realtà locale, se si riesce a
fare questo si raggiungono due
scopi. L’altra linea è che la cooperativa deve porsi come scopo
primario il vantaggio economico dei soci e quindi i prodotti si
vendono dove passa la gente :
non fare tanti piccoli centri di
vendita in montagna, ma scendere a vajle sulle strade statali.
Si èfrimasti su posizioni diverse riia si è discusso tutta la
sera molto vivacemente e ci si
è lasciati con l’intento di ripetere rincontro. Questo non è più
avvenuto, forse perché nessuno
si è più preso l’incarico di organizzarlo. Varrebbe forse la
pena di ripeterlo invitando magari degli economisti e dei politici afSEiché i cooperatori locali
si rendano conto del perché le
piccole cooperative funzionano
ma non hanno alcun potere contrattuale, mentre le grandi pur
avendo im maggior potere contrattuale falliscono, anche se sono gestite dall’ente di sviluppo
agricolo. Infatti se una cooperativa è piccola vi è una maggiore partecipazione ed un maggior controllo, se la cooperativa
è grande questo diventa impossibile per i singoli cooperatori
e si finisce per delegare a « chi
sa ».
Altri problemi non discussi
per mancanza di tempo sono
stati i tagli ai finanziamenti.
Un’altra difficoltà nel far sorgere delle stalle sociali o cooperative di produzione, è dovuta,
come ha detto qualcuno, «alle
troppe boine » cioè agli appezzamenti troppo piccoli che impediscono il lavoro o forse è legata alla nostra mentalità?
Sono tutte cose stimolanti e
importanti, sarebbe bene che se
ne parlasse di più anche perché
forse una migliore utilizzazione
delle risorse in questi tempi non
guasterebbe.
Mauro Gardiol
L'Associazione di amicizia e solidarietà con il Nicaragua In collaborazione con la Comunità Montana e i Comuni della Val Pellice organizza delle
serate Informative sul Centro America
ed In particolare sulla situazione in
Nicaragua.
il calendario delle manifestazioni
prevede: proiezione di un audiovisivo
sulla realtà nicaraguense a 4 anni
dalla liberazione, cui seguirà un dibattito. Interverranno Carlo Bianco e
Enrico Costantino che hanno partecipato ài campi di lavoro in Nicaragua.
■L'audiovisivo verrà proiettato: “
Venerdì 27.1, ore 20.30 a Luserna San
■Giovanni, Sala riunioni del Bocclodromo Comunale.
Sabato 28.1, ore 20.30 a Torre Pellice,
nel Salone del Convitto 'Femminile,
via Angrogna 12.
Martedì 31.1, ore 20,30 ad Angrogna,
Scuola dì Prassuit-Vernè.
Venerdì 3.2, ore 20.30 a Bricherasio,
Salone Comunale Scuole Medie.
Martedì 7.2, ore 20.30 a Bobbio Pellice. Locali della Chiesa Valdese.
Sabato 11.2, ore 20.30 a Bora. Locali
Chiesa Valdese.
PIOSSASCO
Errori o reati della Giunta?
Sembra che la politica DC
nazionale, cioè che non possono
esserci delle giunte di sinistra
nei comuni locali, abbia i suoi
effetti anche a Piossasco. La DO
locale (minoranza di opposizione) è da anni che cerca di spaccare la maggioranza di sinistra
(SI-PCI-PSI) e per arrivare a
ciò utilizza qualsiasi mezzo.
« Chi cerca errori in un altro
sempre li trova » dice un vecchio proverbio, e la DC piossaschese è da tempo che cerca degli errori nella maggioranza per
interessi di potere politico, e
questa volta ha trovato qualcosa che ha usato come bandiera
per accusare la maggioranza di
« pressapochismo nella amministrazione della cosa pubblica»,
e per dimostrarlo ha presentato
un esposto alla Procura della
Repubblica dove si accusa la
amministrazione comunale di
« peculato per distrazione » e
« falso in atto pubblico ».
Ma veniamo ai fatti: nell’82
la Giunta incarica una ditta di
Pinerolo di eseguire dei lavori
di riparazione nel depuratore fognario. Tutto regolare, i lavori
vengono eseguiti. Nel frattempo
si rendono anche necessarie delle riparazioni nelle pompe dell’acquedotto cosicché s’incarica
la stessa ditta pinerolese di realizzare queste riparazioni, caricando sul depuratore le spese.
fatte nell’acquedotto. Sia quest’ultimo che il depuratore vengono riparati, ma il problema
sorge per la mancanza di una
regolare delibera per eseguire
i lavori dell’acquedotto. A ciò
rimedia la Giunta con la sessione del 26 ottobre scorso dove
viene discussa una delibera, in
sanatoria, sui pagamenti di quei
lavori. La delibera viene votata
dalla maggioranza. Ma la DC,
contraria, accusa la maggioranza di usare il denaro proveniente da un settore (ecologia) in un
altro settore (lavori pubblici).
E non solo, trovando, in una delle tre fatture in questione, una
correzione di testata la DC fa
resposto alla Procura di « falso
in atto pubblico ».
Al di là del fatto che un certo
tipo di mezzi di informazione ha
approfittato di ciò per riempire
spazi « scandalistici » bisogna dire che probabilmente l’errore in
parte c’è stato (benché non si
capisca bene chi abbia beneficiato di ciò). Ma, permettetemi una battuta, secondo la DC,
questi errori di distrazione tecnica non si possono « scaricare »
in qualche altro capitolo, perciò
diventano « reati ». Invece però,
in questo paese, i « reati » politici si devono « scaricare » sul
capitolo « pace e sicurezza ».
(Non sono poi questi i veri scandali?).
Ma tornando all’errore tecnico, come giudicarlo? La DC rendendosi conto di non poter accusare gli interessati di aver fatto «sparire» dei soldi, che poi
sono di soli L. 2.700.000, accusa
la maggioranza di «pressapochismo », cioè di amministrare « alla buona » la cosa pubblica. Ecco
che il problema è molto più profondo, di come si misurano i
fatti.
Il metro di misura può essere
questo : le cose vanno fatte a beneficio o a detrimento della popolazione? A qualcuno però ciò
non interessa o interessa relativamente, è più importante invece se le cose son fatte in forma precisa secondo la legge, anche se i lavori di una amministrazione debbano fermarsi per
due o tre mesi.
Come cittadino e come credente non posso che giudicare
ogni cosa seguendo il primo metro di misura. Non è questione
di chi fa le cose, ma se ciò che
fa è a beneficio o a detrimento
della popolazione.
Pertanto, quando viene fatto
di una « fattura sbagliata » un
fatto legale per paralizzare una
Giunta comunale, sia del colore
che sia, non si stanno guardando gli interessi della popolazione
ma quelli di parte; Ma, esiste
una legge che giudica questi
« reati »? forse sì, ma chi l’applica? Esiste però una giustizia
più grande che è quella della
popolazione cosciente che senza
dubbio non permetterà che questi « reati » di parte rimangano
impuniti.
Nella sessione del Concistoro
della nostra chiesa (13.1.’84) ne
abbiamo parlato, non abbiamo fatto dichiarazioni ma, ancora una volta, abbiamo preso
coscienza della necessità, anche
oui, della nostra testimonianza
evangelica, di annunciare che
Cristo è morto per tutti e non
per gli interessi di alcuni, e che
« il sabato è stato istituito a beneficio dell’uomo e non l’uomo
al servizio del sabato».
Certo siamo coscienti che anche con questa testimonianza
possiamo essere accusati di
« scandalo », ma la vita inizia
proprio dallo «scandalo» della
croce, ed in questo noi crediamo. La sera del lunedì 30 gennaio, sera in cui si riunirà la
Giunta per discutere questo problema, ci troverà senz’altro presenti per dare la nostra testimonianza. Ruben Artus
TALCO E GRAFITE
Nasce
risotalco
PINEROLO — E’ nata la cooperativa dei lavoratori della Isolantite. Si chiama Isotaloo ed ha
20 soci. Presidente è il sig. Albera, un tecnico.
I problemi che deve ora affrontare sono difficili: rapporti
con la Talco e Grafite, ricerca
clienti, ristrutturazione produttiva, ma la Regione Piemonte ha
offerto un suo appoggio in questa fase.
Si chiude così una fase della
vertenza che aveva contrapposto
gli operai della Isolantite minacciati di licenziamento, tre
mesi fa.
Giuseppe
Depetris
tappezziere in
stoffa e pelle
strada degli inversegni n. 1
LUSERNA ALTA
Tel. 0121/901328
10
10 cronaca delleValli
27 gennaio 1984
UN LIBRO DI ANDRE’ CHAMBON
UTILE INIZIATIVA DEL CNR
Roux, le bandit
A scuola di terremoto
Le vicende di un disertore per motivi di coscienza al tempo della pri
ma guerra mondiale ripropongono il tema del
Tante domande si pongono dopo un
sisma ai politici, alla scienza, ai giornali. Basta ricordare quello che è suc
Per le nostre chiese che riflettono sul problema della pace è
opportuno rieordare alcuni pensieri di André Chamson da poco scomparso. Questo scrittore,
membro dell’Académie française,
originario delle Cevenne protestanti si ispirava alla vita e alla
storia del suo popolo; e per chi
conosce le realtà dei « cévenols »
e dei valdesi, per aver condivisa
la loro vita, i confronti vengono
spontanei. Le riflessioni di oggi
sul servizio militare e il disarmo
hanno affinità con quelle di
Chamson nel suo primo libro
«Roux le bandit» (1925). Gli anni passano, certe situazioni migliorano, ma molti problemi rimangono, perché il cammino della pace è lungo; c'è ancora tanto
da fare per ciascuno di noi in
riflessione e impegno. Le citazioni che seguono possono essere
un contributo alla comprensione
tra generazioni, tra nonni genitori e figli; quando oggi i nostri ragazzi esitano davanti alla scelta:
■ servizio miUtare o servizio civile;
quando è difficile ner loro essere liberi, svincolandosi dalle pressioni degU uni o degli altri. Disertori, primi obiettori incarcerati, obiettori attuali in servizio
civile, sono tante tappe dello stesso cammino. Quando il sinodo
di quest’anno ci invita a riflettere
sulla disobbedienza civUe si situa in pieno nell’argomento di
« Roux le bandit », come anche
nelle radici del movimento valdese del XII secolo.
Roux è un boscaiolo disertore
(prima guerra mondiale) per coerenza con la sua fede, che si nasconde sulla montagna, dove vive
nel freddo e soffre la fame, méntre è ricercato dai carabinieri. La
storia vien raccontata da un
gruppo di montanari che hanno
difficoltà ad immaginare che si
possa non ubbidire, e disapprovano Roux. Un giorno lo incontra un giovane ferito in guerra
tornato in convalescenza e andato ad occuparsi delle sue miande nella neve: « Perché non hai
fatto come noialtri?... il Randon
è dato disperso da settembre. A
me hanno distrutto la spalla, e
al Buffard hanno tagliato una
gamba. Nel frattempo, tu sei rimasto qui ben tranquillo ». Ma
dopo una lunga discussione con
Roux, capisce che non si tratta
di paura, e si convince al punto
di dargli ragione e di prendere
le sue difese conversando con
altri: « Non si può dire che non
fa quello che deve... E’ un uomo
di Dio che non ha voluto comportarsi come noialtri, perché
capiva delle cose che noi non
capiamo... Mi ha rivetuto parecchie volte: “L'Eterno ha abbandonato il mondo; il mondo è
pazzo. Voi fate bene ad agire come fate e nella follia del mondo
la vostra sottomissione è saggezza. Ma non bisogna abbandonare
l’orecchio dell'Eterno e disprez
Grave lutto
zare la Sua Parola ed è proprio
per seguire il Suo insegnamento
e mantenere la Sua lesge che ho
rifiutato di fare la guerra”... E'
da compatire più di tanta gente
che fa credere di essere andata
in guerra, ma che non è mai stata in posti più brutti »...
Un altro giovane lo aveva incontrato dicendogli « che non
era compito suo dare l’esempio,
mentre gente più capace si softometteva alle leggi del mondo ».
...non condannava la sua condotta, ma la riteneva inutile: «Se
tutti gli uomini, quando sono stati chiamati fossero saliti insieme
sulle montagne dei loro paesi anziché partire, allora il Signore
sarebbe venuto a sedersi in mezzo a loro... Ma tu sei solo sulla
tua montagna ».
Una donna anziana interviene
nella discussione: « Avevamo
creduto che questa guerra avrebbe fatto finire le cattiverie, perciò ritenevamo necessario che
tutti vi andassero... Siate certi
che se la guerra ricomincerà preparerò io stessa il sacco del mio
ragazzo perché salga in montagna ». La veemenza di questa
donna anziana, la decisione brutale delle sue parole mette in imbarazzo questi uomini... Sono
stati soldati, sono andati in città,
hanno visto altri uomini, capi e
giudici, si sentono presi negli organismi, immatricolati nella nazione. Nel vederli chini sulle loro
sedie, non si poteva dire se disapprovavano la collera della moglie di Finiels, o se la approvavano. Davanti a quei contadini di
Francia, montanari delle Cevenne, leali e franchi di carattere,
qualsiasi condottiero di uomini
avrebbe provato un timore d’incertezza e di dubbio: il patriota
che vorrebbe chiamarli per la
difesa della nazione avrebbe senza dubbio paura di trovarli risolutamente indifferenti e refrattari, mentre il pacifista dispererebbe di farli uscire al di fuori delle
loro abitudini. Incomprensibili
nel silenzio, rimangono gli uni
accanto agli altri a guardare il
fuoco ed i grossi ceppi che crepitano... Ma il figlio di Finiels
rompe il silenzio. Rialza la testa,
tende la mano verso il fuoco, e
con voce netta... risponde a sua
madre: «Non mi faranno vivere
di nuovo come una bestia per 5
anni. Se la guerra ricomincia,
rimango al ’’mas”! ».
Il pastore
e il contadino
ANGROGNA — Angosciosa impressione ha destato la scomparsa di Eusebio Malati e Caterina Siane (52 e
51 anni) deceduti In un incidente automobilistico presso Livorno mentre
si recavano a trovare il figlio Agostino
militare di leva od Orvieto. I Malan,
genitori di 9 figli dai 20 ai 4 anni,
erano molto conosciuti non solo ad
Angrogna dove risiedevano, ma in
tutta la valle anche per il lavoro di
Eusebio, apprezzato cantoniere provinciale.
Ai funerali, nella chiesa cattolica
di Luserna S. Giovanni, vi è sìaTa
una rarghìssIrni“~paflécipazione popolare che lascerà posto, lo speriamo,
ad una concreta solidarietà nei confronti dei familiari.
rifiuto della violenza cesso nei 1975 per ¡1 Friuli o nei isso
per 1 Irpjnia e la Basilicata o nelle
settimana scorse per Parma. Ma la
tri. lo hanno permesso al pastore.
— Sì ma il pastore era una
persona capace e i suoi capi
l’hanno ascoltato per questo. Se
mi fossi arreso, avrei dovuto fare
come gli altri, un contadino non
può ragionare con i signori della
città. Nello stesso momento in
cui è stata rispettata la volontà
del pastore si sarebbe fatta violenza alla mia e nessuno, né il
colonnello né il governo, mi
avrebbero ascoltato... un contadino è obbligato a fare tutto
quello che gli si chiede, senza discutere, oppure rifiutarsi completamente di farlo ».
Anche se la guerra è finita
Roux viene arrestato e va in carcere per 20 anni.
scuola? Quali interrogativi si pone di
fronte al « mostro terremoto »? La
scuola media superiore presenta abissali carenze, tutto è iasciato alla buona volontà del singolo insegnante. Sempre più urgente si rivela la revisione
della didattica.
a cura di Marie-France
e Jean-Dànlel Coïsson
Da queste considerazioni è venuta
l'iniziativa del ONR (Consiglio nazionale delle ricerche) — Gruppo per la
difesa dai terremoti — in direzione
delle scuole medie superiori e che
l'assessorato regionale alla Pianificazione territoriale è incaricato di diffondere. Si tratta di un corso audiovisivo intitolato: Che cosa sono i terremoti e come possiamo difenderci.
Dura 7 ore ed è suddiviso in tre capitoli: 1) che cosa sono i terremoti;
2) dove e perché si generano; 3) come ci possiamo difendere. Ogni capitolo è costituito da;
a) una parte audiovisiva, di circa
un'ora; a brevi presentazioni (della
durata di qualche minuto) seguono le
cosiddette « attivazioni », durante le
quali —■ con la guida di un docente
— gli studenti rispondono a quesiti,
risolvono problemi, discutono questioni controverse;
b) un testo (distribuito gratuitamente) che ripropone i contenuti delle
parti audiovisive e sette dispense
che permettono allo studente di approfondire tutti i problemi senza l'aiuto di
un docente;
c) un questionario che permette di
valutare l'apprendimento.
Il corso è stato sperimentato in 12
classi nell'anno scolastico 1982-1983
e quest'anno lo hanno già prenotato
nella provincia di Torino.
In novembre l'assessore Rivalta ha
presentato l'iniziativa ai provveditori
e alle amministrazioni provinciali che
dovrebbero programmarla di comune
accordo. Ed è stata, poi, presentata
ai sindaci dei Comuni classificati » sismici di seconda categoria » per essere utilizzata dai vigili del fuoco,
dai vigili urbani e dai tecnici.
Questi Comuni — come è noto —
si trovano soprattutto nel Pinerolese.
PRECISAZIONI SU
VALDESE E GUARDIA
Nel racconto vien riferito ancora un altro dialogo con Roux
a proposito di un pastore di Anduze, morto in battaglia, che era
partito non per combattere, ma
come infermiere, e che prima di
morire aveva mandato a dire alla
moglie di insegnare al loro figlio a detestare la guerra. Quando vien chiesto a Roux perché
non ha fatto la stessa cosa risponde: « Un pastore deve sempre
vegliare sul gregge. Se il gregge
si smarrisce e va a perdersi sui
precipizi il pastore deve seguirlo... finché gli uomini si faranno
la guerra, i pastori non potranno
rifiutarsi di andarci perché devono essere ovunque c’è sofferenza... Ma il dovere di un credente
non è io stesso, può rifiutarsi di
seguire il gregge che si smarrisce, non è obbligato ad accompagnarlo in tutte le sue tribolazioni... Il primo dovere del pastore
era di seguire la miseria degli
uomini. Il mio dovere non era lo
stesso: era di non espormi ad uc-,
cidere il mio prossimo.
— Potevi arrenderti ugualmente, libero di rifiutarti di combattere e chiedere di curare gli al
Rispondendo alla lettera di Franco
Costa pubblicata il 23.12.’83 G. Gönnet scrive:
Caro Direttore,
Non sono certo un meridionalista
ma, avendo insegnato per quattro anni nelle due Università di Bari e di
Cosenza ed essendomi interessato
per dovere d'ufficio non solo alla storia dei Valdesi di Puglia e di Calabria
ma anche ai problemi attuali del
grande Sud — come p. es. i rapporti
tra l'antico ed il nuovo brigantaggio —,
credo di conoscere abbastanza bene
le situazioni locali, se non come quel
decantato Brigadiere dell'Arma dei Carabinieri, almeno come uno studioso
rivolto anche al presente.
Detto questo, aggiungo subito che,
nel caso specifico preso in esame,
preferirci, tutto àommato, vivere tra
le nuvole — come sembra arguire il
mio interlocutore — piuttosto che correre il rischio di una querela per
diffamazione. Perché proprio di diffamazione si tratta quando si accusa
di peculato l'attuale Sindaco di Guardia Piemontese senza addurre prove a
carico. E' bensì vero che I'oggetto di
tale accusa è capo cantiere della Forestale, ma finora, sino a prova contraria, non risulta che si sia fatto costruire una villa (sic) a spese dello
Stato servendosi dell'opera delle Guardie Forestali, come ripete pedissequamente Franco Costa sulla base della sola denuncia del Brigadiere Cannizzaro riportata da ■ « La Stampa » del
14 gennaio 1983, Finché la magistratura non avrà appurato i fatti, non è lecito a chiunque coprire di fango il
proprio simile, a qualunque grado della scala sociale egli appartenga.
Ma per me la questione è un'altra:
al mio interlocutore è saltata la mosca al naso perché dai loro discorsi
di occasione ho giudicato il Sindaco di
Guardia Piemontese più » valdese » del
suo collega di Torre Pellice. Qra non
mi pare di avere offeso il secondo definendolo meno « valdese » del primo,
tanto più ohe tutti sanno che nessuno
dei due è di fede valdese. Per non
voler sembrare di menar II can per
l'aia, mi tocca precisare subito quale
significato do qui al termine valdese:
per me esso non viene inteso nel
senso in cui viene volgarmente addotto nei gemellaggi, ma ha solo un valore spirituale. In altre parole è valdese non chi appartiene al cosiddetto
« popolo » valdese — una categoria
più etnografica che religiosa —, ma solo chi, come i valdesi nel medioevo
0 i riformati coi quali essi solidarizzarono' a partire dal Cinquecento, intende restare fedele (sia o no oggi
membro, confessante o meno, della
Chiesa Valdese) al Vangelo di Cristo
considerato come unica norma di fede e di condotta.
A tale riguardo penso che abbia
visto giusto il redattore di « Arnàssita
Piemontèisa » quando, commentando
nel numero del 24 dicembre 1983 una
lettera di Walter Bay, precisa ohe il
gemellaggio tra Torre Pellice e Guardia
Piemontese è stato ■■ un'operazione
politica non tanto della Chiesa Valdese quanto di certi circoli occitanisti ».
Ora, quest'ultimo accenno mi richiama a quel passo della lettera di Franco Costa in cui, riferendosi al parere
di <■ alcuni studiosi occitani », egli
scrive che preferisce dare alla « zona » di Guardia la denominazione
Lombarda anziché quella Piemontese. Non dirò che son rimasto anch'io
« allibito », ma sono costretto a ricordare al mio interlocutore che fin
dalla sua fondazione il paese in oggetto fu chiamato solo Guardia (anzi
più precisamente « la Guardia »), poi
per un po' di tempo gli si aggiunse
l'aggettivo Lombarda, infine, più di un
secolo fa, quello di Piemontese. Lo si
legge in tutte lettere in « Città e paesi d'Italia » (Enciclopedia illustrata di
tutti i comuni italiani, dell’Istituto
geografico De Agostini di Novara, voi.
V, 1968, p. 336): quel centro, « detto
dapprima Guardia Lombarda, ad indicare una località abitata da settentrionali, prese l’attuale nome nel
1863 ». Più circostanziato l'etnografo
Giovenale Vegezzi-Ruscalla che nel
lontano 1862, pubblicando nella « Rivista Contemporanea » uno studio su
una Colonia piemontese in Calabria
dedicato al Principe Luigi Luciano Bonaparte, esordiva col chiarire che
« Guardia di Calabria ebbe da taluni
impropriamente il nome di lombarda »,
dato che « questo predicato spetta all'altro Comune omofono ch'è nel Principato ulteriore, circondario e mandamento di S. Angelo di Lombardi »; « la
confusione che ne derivò — prosegue
il Vegezzi-Ruscalla — fece incappare
in un grave sbaglio » gli autori del Dizionario corografico del Reame di Napoli del 1852, i quali dissero ■■ successa in Guardia del Principato ulteriore
la strage degli eretici... L’appellativo
che conviene a questa Guardia di Calabria è quello di piemontese, ché
originari del Piemonte ne sono gli
abitanti. E se veramente anche Guardia di Calabria è stata detta lombarda,
si è perché nell’età di mezzo davasl
il nome di Lombardia a tutte le terre
italiane dal Mincio alle Alpi Cozie e
marittime » (cfr. ristampa anastatica
del 1966 presso la Bottega d'Erasmo di
Torino, p. 162). Effettivamente c'è Guardia' e Guardia: la piemontese in provincia di Cosenza, la lombarda (detta
oggi Guardia Lombardi) in provincia
di Avellino, nell'Appennino Sannita,
sita proprio in mezzo alle località
della Campania colpite nell'ultimo terremoto.
tura Giovan Luigi Pascale ha creato
in parecchi lettori una certa confusione: se no, come si spiega che lo stesso direttore responsabile di Arnàssita Piemontèisa » sente ad un certo
punto il bisogno di dire che il Pascale » a l’era nen originari die Valade
Valdeise », essendo nato a Cuneo nel
1520? Giovanni Gönnet
GLI ANZIANI:
PRIMI A PAGARE
Tutto sommato, l'aver voluto far
coincidere il gemellaggio in questione
con l'inaugurazione del Centro di Cul
Con il taglio dei fondi alle Regioni
e agli Enti locali, la Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca ha
fatto pesare la prima stangata sui Centri d'incontro degli anziani: ha tolto ciò
che gli anziani erano riusciti ad ottenere in tanti anni di attesa, dai
piccoli servizi ai soggiorni marini.
Eppure non è stato cosi in altri settori: la gente si rende conto che
nella sede della Comunità Montana
ci sono altrettanti impiegati di quante sono le 16 giunte comunali che la
compongono messe assieme. Nelle
riunioni consiliari della Comunità
hanno fatto tante parole su cosa fare
dei 6P milioni dei tesserini della raccolta funghi, ma degli anziani si sono
scordati; eppure il 60% di questa somma è uscito dalle tasche di anziani
pensionati perché i’unico svago ohe
molti possono permettersi è una passeggiata nei boschi. Intanto, dai giornali, dai manifesti appesi nelle bacheche nei centri abitati, si legge spesso di tante agevolazioni per gli anziani, ma quando le cose vanno male, i primi a pagare sono gli anziani:
per esempio, le case, per le quali tanti anziani si sono sacrificati fino all’osso, nella loro vita di lavoro, senza che nessuno si sia mai preoccupato di come facevano a pagare i
debiti per la loro costruzione o per
l'acquisto di un alloggio, ma appena
in possesso deH'immobile, tutta la
gerarchia di avvoltoi delle tasse gli
si precipitano addosso senza scrupoli. Quando non sono più in grado
di prod rre, gli anziani vengono considerati dalla società come dei mobili
tarlati, si prendono e si mettono in un
angolo del ripostiglio, tanto non servono più.
Un’altra cosa importante sono i
prezzi alla cooperativa della Comunità Montana: quando è nata questa
cooperativa, sembrava essere un posto dove gli acquisti erano vantaggiosi, però ha fatto presto ad adeguarsi ai prezzi di mercato: la gente
conosce i prezzi che la cooperativa
paga ai produttori e si stupisce che
la merce venga rivenduta quasi al
doppio,
Ferrerò Carlo, Rostan Enrichetta, Balmas Ester ved. ReveI,
Bleynat Alina, Lucca Carmela,
Clot Cesarina, Ribet Mario, Sosta Lina, Rostan Elsa.
11
27 gennaio 1984
cronaca deUeValli 11
»
t
m f
•, :
RESTAURARE IL « COULEGE » A PRADELTORNO
I luoghi e la storia
del passato
Si è recentemente riunito il
Comitato per i luoghi storici
delle Valli Valdesi, sotto la presidenza del dott. Guido Ribet,
per una valutazione del lavoro
svolto e un’analisi delle prospettive. Nel corso della riunione si
è ribadito il fatto che il Comitato, per norma istituzionale, si
deve occupare solo dei beni gestiti dalla Tavola Valdese e non
delle iniziative prese dai singoli
Concistori o gruppi ecclesiastici. Tuttavia il Comitato ha auspicato che si possa giungere a
utili collegamenti con i diversi
Enti interessati alla valorizzazione del patrimonio storico
valdese. Purtroppo sinora gli appelli in questa direzione sono
caduti nel vuoto. Nell’esame delle attività svolte si è positivamente valutato l’andamento della trascorsa stagione alla Gianavella inferiore dove sono stati
ospitati piccoli gruppi di svizzeri e di italiani. La piccola Foresteria si è così autofinanziata e
prima dell’estate verranno ultimati i lavori per rendere agibile
un fabbricato annesso. Su richiesta del pastore Bundschuh di
Karlsruhe è stata costituita una
serie di oltre 100 diapositive sulle Valli Valdesi in generale. Queste diapositive, utilizzate dal pastore Bundschuh per conferenze in Germania, hanno destato
rivo interesse.
Il Collegio dei Barba
Per quel che riguarda il futuro il punto principale riguarda
il restauro, ormai non più rinviabile, del Collegio dei Barba
di Pra del Torno in Val d’Angrogna. Certamente questo rappresenta un costo non indifferente. Le riparazioni che occorrono allo stabile toccano le strutture essenziali come per esempio il tetto. Meta di numerosis.sime escursioni — lo testimonia
il libro delle firme dei visitatori
— la sede spirituale del Valdi
r
- L'Eco delle Valli Valdesi »: ' Reg.
fribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Valdo Benecchi. Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio GardioI, Marcella Gay, Adriano Longo, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Tonno - tei. 011/
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Redazione l’Eco delle Valli Valdesi:
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Decorrenza r genn. e 1“ luglio (semestrale).
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Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà ». Via Pio V. 15 - Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
Interno del Collegio dei Barba. La struttura verrà restaurata dal
Comitato per i luoghi storici delle Valli Valdesi.
smo medioevale versa in pessime condizioni e sarà compito
del Comitato prendere in mano
il necessario restauro di un edificio ricco di suggestioni e significato per tutti coloro che amano la storia e le radici antiche
del popolo valdese.
« Sulla faccenda del restauro
della Casa dei Barba — afferma
Guido Ribet, presidente del Comitato luoghi storici — è bene
essere chiari; soldi non ne abbiamo. Eppure in primavera intendiamo iniziare ugualmente i
lavori di restauro e speriamo
che lavorando i nostri fratelli
avvertano l’importanza di questo salvataggio e ci sostengano.
Non possiamo più aspettare, pena il deterioramento di un edificio di rilevante valore storico.
Su questa operazione il Comitato è unito compreso anche il
rappresentante della Tavola, il
pastore Bellion, Dunque non siamo soli. L’operazione è subordinata al fatto che i Vàldesi, ancora una volta, ci vengano concretamente incontro. Questa è
la nostra scommessa. E noi speriamo di vincerla e riconsegnare al popolo valdese, con un restauro degno di questo nome,
un luogo che non possiamo dimenticare ».
L’interesse
per la storia
Dopo la ristrutturazione della
casa dell’« eroe » della resistenza
valdese Gianavello — oggi accogliente foresteria immersa nel
verde — tutte le energie del Comitato sono rivolte al ripristino
del Collegio dei Barba. Ad onor
del vero il Comitato ha notato
che l’interesse della popolazione
protestante italiana per i luoghi
storici del Valdismo è modesta.
Oltre alla popolazione locale l’interesse è sostenuto dai turisti
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Via S. Secondo, 38 - PIHEROLO - TeJ. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
Segnalazioni
protestanti stranieri. Le ragioni
di questo scollamento? « La conoscenza della storia passata delle nostre Valli — dice il pastore
Bellion — è ancora troppo limitata al mondo valdese. Bisognerà fare sforzi più incisivi per il
futuro onde coinvolgere maggiormente gli evangelici italiani
anche a questo livello. Ma qualcosa si sta muovendo ». Intanto
il Comitato predispone una serie di diapositive sulla realtà valligiana da mettere a disposizione dei turisti. Anche altri gruppi si stanno muovendo su questa linea di documentazione. E’
nato per esempio il Centro operativo materiale audiovisivo
(C.O.M.A.) che dovrebbe far capo alla biblioteca valdese di
Torre Pellice. L’organizza il pastore Claudio Pasquet di Bobbio
Pellice. Siamo agli inizi. Bisognerà )?oi arrivare ad un momento
di sintesi degli sforzi e di razionalizzazione. Intanto però si lavora. E non solo a livello ecclesiastico (si pensi al Centro di
documentazione del Comune di
Angrogna che raccoglie foto,
canzoni, tradizioni e testimonianze). In attesa di arrivare ad
un primo inventario è bene non
fermarsi e continuare a collezionare. I tempi sono favorevoli
ad una ricomprensione del passato. Speriamo intesa ad affrontare con più chiarezza il futuro.
Altrimenti non serve.
Giuseppe Platone
Sottoscrizione
TORRE PELLICE — il . Centro d’incontro » si è fatto promotore di una
sottoscrizione nei confronti del Sig.
Eynard Levi che ha avuto la sua abitazione semidistrutta da un incendio
avvenuto giovedì 19 gennaio.
Le offerte si raccolgono presso il
« Centro d'incontro (sotto i portici
del Comune) tutti i giorni (domenica
esclusa) dalle 10 alle 12.
La Comunità Montana Val Pellice
per procedere ad un esame degli interventi attuabili nel settore dell'Irrigazione in Valle, In relazione ai Piano
di Riordino Irrìguo redatto dalla Comunità Montana e recentemente terminato, indice una serie dì riunioni
che si terranno secondo il seguente
calendario:
Lunedì 30 gennaio, ore 21: per I
Comuni di Lusernetta, Bibiana e Rorà,
presso la Sala Consiliare del Municipio di Lusernetta;
Martedì . 31 gennaio, ore 21: per i
Comuni di Villar Pellice, Bobbio Pellice e Torre Pellice, presso la Sala
Consiliare del Municipio di Villar Pellice;
Giovedì 2 febbraio, ore 21: per I
Comuni di Luserna San Giovanni, Bricherasio e Angrogna, presso la Sala
Consiliare del Municipio di Luserna
San Giovanni,.
PEROSA ARGENTINA — Domenica
29 gennaio alle ore 14 (alle 15 in seconda convocazione) si tiene l’assemblea dell'AVIS con all’ordine del giorno il rinnovo delle cariche sociali e
le proposte per il 1984.
TORRE PELLICE — Mercoledì 1”
febbraio alle ore 21 sì tiene l’assemblea generale della Pro Torre Pellice
con all’ordine del giorno il rinnovo
delle cariche sociali e la relazione
morale e finanziaria del 1983.
Dibattiti
LUSEPNA SAN GIOVANNI — Venerdì 3 febbraio ore 21 si terrà al
Bocciodromo una assemblea sui problemi della « Caccia e pesca ». Interviene l’assessore provinciale Teobaldo Fenoglio.
Concerti
LUSERNA SAN GIOVANNI — Venerdì 10 febbraio alle ore 21 presso la
Palestra Comunale concerto dell’Ensemble Folkloristico Cecoslovacco: musiche danze e canti tzigani.
SRICHERASIO — Venerdì 17 febbraio
ore 21 presso la Chiesa di Santa Maria concerto del Quintetto di ottoni
dì Budapest: musiche del XVII secolo
e ragtime.
Cinema
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RINGRAZIAMENTO
« In pace io mi coricherò e in
pace dormirò, perché tu solo, o
Eterno, mi fai abitare in sicurtà ».
(Salmo IV)
I familiari del compianto
Paolo Parisa
di anni 82
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di affetto e simpatia
manifestata in occasione della dipartenza del loro caro, sentitamente rin.
graziano tutti coloro che con la presenza, scritti e fiori sono stati loro vicini neRa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare d pastore C. Tourn, ad Enrico e Silvia, parenti, amici, vicini di casa, al Gruppo
Alpini Prarostino e alla Sez. ANPI di
Pinerolo.
Prarostino, 15 gennaio 1984
RINGRAZIAMENTO
« I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, soggiorno tranquillo,
tenda che non sarà mai trasportata, i cui piuoli non saran mai
divelti, il cui cordame non sarà
mai strappato. Quivi VEterno
sta per noi in tutta la sua maestà. Egli è colui che ci salva ».
(Isaia 33: 20r22)
I familiari della compianta
Florence Long ved. Mensa
di anni 77
sentitamente ringraziano tutte le persone che con la presenza, scritti e parole di conforto sono state loro vicine
nella triste circostanza.
In particolare ringraziano U Sig. Aldo Garrone, la Croce Verde di Porte,
il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile
di Pinerolo, i Pastori Conte e Rostagno.
S. Germano Chisone, 20 gennaio 1984
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TORRE PELLICE — Continuano presso il Convitto valdese, via Angrogna
18, le proiezioni del Cinefórum dell’ARCI. Questi i prossimi appuntamenti:
Venerdì 27 gennaio: « The General »
di B. Keaton;
Venerdì 3 febbraio: « Morire d’amore » di A. Cayatte.
POMARETTO — Continuano presso
Il Convitto valdese ie proiezioni del
Cinefórum. Questi i prossimi appuntamenti:
Mercoledì 25 gennaio: « The General » di B. Keaton;
Mercoledì 1“ febbraio: « Morire d’amore » di A. Cayatte.
USL 42 - VALLI
CHISONE-CERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Verde I
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 29 GENNAIO 1984
Pinasca: FARMACIA BERTQRELLO ■
- Via Nazionale. 29 - Tei. 51017.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile].
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43- VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese]
Pretestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Meurlziano)
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 29 GENNAIO 1984
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
12
12 speciale
27 gennaio 1984
SITUAZIONE ABBONAMENTI ECO-LUCE AL 31 DICEMBRE 1983
1983: per la prima volta dopo 5 anni cala
il numero degli abbonamenti: perchè?
Sondiamo i nostri lettori con un invito a tutti a rispondere a due domande sulle ragioni del calo e sulle proposte in
vista di una rinnovata crescita - Un appello a tutti perché per il 1984 ciascuno dia il suo contributo attivo al giornale
n dato rilevante di quest’anno, che abbiamo evidenziato nel grafico pubblicato
in questa pagina, è il calo degli abbona^
menti. Una tendenza all’assestamento,
dopo la costante crescita degli anni scorsi, si era già manifestata nel 1982. Ma
per il 1983 è difficile parlare di assestamento: è bene guardare in faccia la realtà e parlare chiaramente di calo degli
abbonamenti.
Nella riunione della redazione dello
scorso novembre, quando già si profilava la situazione del 1983 che ora è definitiva, abbiamo cominciato a discutere
il problema e a formulare ipotesi per
spiegare questo fatto nuovo, pur senza
giungere a individuare un motivo preponderante.
Si è parlato di saturazione dell’area
delle chiese valdesi e metodiste, ma questa diagnosi spiegherebbe una stabilizzazione, non una netta flessione.
Si è ricordato che nelle nostre chiese
vi è im settore critico che non condivide
la linea del giornale e che si rende manifesto qua e là con lettere di disdetta
dell’abbonamento; ma ci chiediamo in
che cosa quest’anno la linea e i contenuti
del giornale sarebbero cambiati al pimto
da provocare la flessione registrata.
Si è considerata la crisi economica che
insieme a tutta la fascia medio bassa del-
1981 I DISTRETTO 1” Circuito 1982 1983
Angrogna 79 84 83
Bobbio Penice 48 45 43
Lusema San Giovanni 240 253 249
Rorà 46 39 22
Torre Pollice 246 271 253
Villar Pollice 47 55 57
Totale 704 747 707
2“ Circuito
Pinerolo 208 216 194
Piossasco (1) 11
Pramollo 63 64 59
Prarostino 90 89 84
S. Germano Chisone 173 179 172
S. Secondo di Pinerolo 102 122 115
Villar Porosa 46 51 49
Totale 682 721 684
3“ Circuito
Massello 18 17 16
Perrero 59 61 60
Pomaretto 217 222 219
Prali 58 54 54
Villasecca 38 40 38
Totale 388 394 387
Totale I Distretto 1774 II DISTRETTO 1862 1778
4° Circuito
Aosta 28 30 27
Biella (2) — — 35
Chivasso 6 6 8
Coazze 11 11 11
Ivrea 40 41 42
la popolazione, determinando la perdita
di un certo numero di abbonati e la
rinuncia da parte di altri a sottoscrivere
abbonamenti per altri oltre che per sé;
ma anche questo fattore è sembrato insufficiente a spiegare il calo.
Si è infine parlato di invecchiamento
delle nostre chiese per la mancanza di
un adeguato ricambio di giovani e di
nuove forze provenienti dall’esterno, ma
è chiaro che, a differenza di un individuo a cui può capitare, un organismo collettivo non invecchia di colpo.
Probabilmente le ragioni del calo sono
diverse e intrecciate. Ma per avere un
riscontro e tma valutazione esterna, e
proseguire così nell’analisi del lavoro
svolto e nella programmazione del lavoro futuro, vorremmo invitare tutti i nostri lettori ad esprimere la loro opinione.
Non si tratta di una vera e propria inchiesta tra i lettori, ma di im semplice
sondaggio su queste due domande:
1. Quali sono secondo voi le ragioni
del calo degli abbonamenti registrato nel
1983? (Indicare una o più cause in ordine di importanza).
2. Quali desideri esprimete riguardo al
giornale e al suo contenuto in vista di
una sua rinnovata crescita?
Invitiamo a rispondere tutti i lettori,
non solo gli abbonati, seguendo queste
semplici indicazioni:
— Farlo subito! Una risposta a caldo,
immediata, vai meglio di una risposta
molto meditata, rinviata a quando se ne
ha il tempo e che forse perciò non arriverà mai.
— Scrivere nel modo più leggibile possibile, su cartolina postale o lettera indirizzata a : Redazione Eco-Luce, via
Pio V 15, 10125 Torino.
— Indicare se la risposta viene da un
lettore o da un abbonato.
Più risposte, purché distinte, possono
essere contenute in una stessa busta, provenendo per esempio da diversi lettori di
una stessa famiglia.
Saranno molto gradite le risposte di
concistori e consigli di chiesa che vorranno dedicare un momento di discussione al tema Eco-Luce sia per ciò che
riguarda la risposta alle due domande,
sia per l’impegno di diffusione nella loro
comunità.
Ringraziamo fin d’ora quanti vorranno
rispondere a questo appello dando così
un notevole aiuto alla redazione.
Detto questo, non ci perdiamo d’animo, né come redattori, né come collaboratori, diffusori, responsabili per la raccolta locale degli abbonamenti, singoli
abbonati! Impegniamoci tutti per il 1984
ciascuno con il contributo attivo che può
dare al giornale e che per moltissimi di
noi è parte della vocazione che il Signore
ci rivolge a lavorare nella sua vigna.
4500
4000
3500 .
3 000
-| 4429
1 y
1 4266 4256
1 /
1 4059
1 /
1 /
Í /
3601
1 /
3^ /
1 3300
1
1
1
!
1977 78 79
80
82 83
Le percentuali di variazione sono le seguenti r
’78: 4-2,6; ’79: -f6,4; ’80: -4 12,7; ’81: 4-5.1;
’82: 4-3,5; ’83: —4,1.
Susa
Torino
Totale
5° Circuito
Alessandria
Bassignana/V alenza
Genova
S. Marzano/Calosso
Savona/Albenga
'Vallecrosia/Bordighera
Totale
6” Circuito
Bergamo
Biella
Brescia
Como/Varese
Intra/Domodossola
Luino
Milano/Sondrio
Novara
Omegna
Vercelli
Vintebbio
Totale
7° Circuito
Gorizia
Padova
Treviso
Trieste
Udine
Venezia
Verona
Vicenza
Totale
1981 1982 1983
17 21 19
419 386 387
521 495 526
19 20 19
9 10 12
124 122 115
30 32 34
ia 19 16 13
45 47 40
7 13 15
253 260 248
45 46 41
42 35 —
27 26 23
34 36 39
17 12 13
6 7 8
233 233 220
4 8 9
17 18 17
22 22 22
5 6 6
452 449 328
4 2 2
17 20 21
12 14 12
39 34 34
37 30 31
37 43 41
17 17 16
15 17 18
178 177 175
8° Circuito
Bologna
Cremona
Felónica
Mantova
Parma
Piacenza
Rimini
1981 1982 1983 14” Circuito 1981
39 36 35 Bari 19
22 20 23 Brindisi 8
16 16 15 Cerignola 10
8 8 8 Corato 10
33 31 29 Orsara 21
10 10 7 Rapolla 3
22 28 27 Taranto 36
Venosa 3
1981 1982 1983
18
8
9
9
18
4
31
3
14
6
8
9
15
4
34
2
Totale
9” Circuito
Svizzera
Totale II Distretto
150 149 144
111 123 118
1659 1653 1609
III DISTRETTO
10” Circuito
ABBONAMENTI 1984
Abbonamento annuo L. 21.000
» semestrale L. 12.000
» estero L. 40.000
soprattassa aerea L. 24.000
>y sostenitore L. 40.000
Amministrazione via Pio V, 15 - Torino - c.c.p. 327106
Carrara 9 9 8
Firenze 102 112 103
La Spezia 32 30 24
Livorno 17 18 22
Lucca 8 6 8
Pisa 18 19 16
Rio Marina 5 3 3
Siena 4 4 3
Totale 195 201 187
11” Circuito
Colleferro 5 21 20
Ferentino 5 9 7
Forano 29 32 28
Roma 148 157 157
Terni 15 12 9
Totale 202 231 221
12” Circuito
Campobasso 26 26 23
Carunchio 7 9 9
Palombaro 19 24 26
Pescara 15 13 15
S. Giacomo Schiavoni 14 12 10
S. Giovanni Lipioni 4 6 5
Villa S. Sebastiano 12 14 10
Totale 97 104 99
Totale III Distretto 494 536 507
Totale no 100 92
15” Circuito
Catanzaro 8 6 9
Cosenza 5 4 8
Messina 6 18 18
Reggio Calabria 9 11 9
Totale 28 39 44
16” Circuito
Agrigento 8 8 11
Caltanissetta 4 6 6
Catania 25 35 28
Pachino 18 16 16
Palermo 41 50 50
Riesi 8 20 14
Scicli 7 6 5
Trapani 7 9 8
Vittoria 9 8 8
Totale 127 158 146
Totale IV Distretto 339 378 362
Totale generale — 4429 4256
Estero Luce - 63 74
Estero Eco — 44 51
Abbonamenti Tavola (3) — 261 285
Cambi — 132 132
Totale spedizioni
— 4929 4801
IV DISTRETTO
13° Circuito
Napoli
Portici
Salerno
Totale
59 65 61
4 3 5
11 13 14
74 81 80
(1) Scorporiamo per la prima volta i dati degli
abbonati di Piossasco da quelli di Pinerolo.
(2) La chiesa di Biella fa parte da quest’anno
del IV circuito; la riportiamo anche nel VI per
gli anni precedenti.
(3) Evidenziamo da quest’anno anche i dati
relativi alle copie spedite per abbonamenti sottoscritti dalla 'Tavola (in Italia e all’estero), per
abbonamenti all’estero al di fuori del IX circuito
(Svizzera) e per copie inviate in cambio con
giornali e riviste.
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