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ECO
DELLE mill VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
torre PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII - N. 21
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Eco: L. 2.500 per Tinterno
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TORRE PELLICE - 26 Maggio 1967
Ammìn. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
IL PKHZZn nRM.il ‘‘SCAL/lT/l
39
Poesia di guerra
I Evangelo, la Chiesa di Roma e noi
Un altro passo nordamericano sulla via i/eZ/’escalation, questa settimana. Tuttavia, anche più dell’occupazione di certi settori della zona smilitarizzata fra i due Vietnam
(evidentemente la neutralità della
zona non è rispettata neppure dall’altra parte), ci rivolta la vigliaccheria degli sforzi con cui il colosso
pluristellato tenta di mettere in giriocchio i vietnamiti, forte di tutto
il suo strapotere tecnico-bellico. Ci
rivoltano gli attacchi aerei volutamente indiscriminati contro la popolazioni' civile, nelle città e nelle
campagne. Abbiamo recentemente
documentato, anche qui, il tipo di
tali attacchi, e — si dica ciò che si
vuole della sua validità giuridica ^
il ’’tribunale Russell” riunito in
Svezia ha prodotto le prove di questo modo di procedere, di questa
lotta non ad armi pari.
Abbiamo parlato molte volte di
questo problema angoscioso. Oggi
pubblichiamo questa poesia di una
ragazza tredicenne della Florida,
alunna della scuola media di Vero
Beach; la poesia è stata pubblicata
T'ì I
sul num. di febbraio di ’’Venture”,
periodico per ragazzi e adolescenti
edito dalla Chiesa presbiteriana
(l’abbiam-^ letto sull’ultimo num.
dei ”Cahiers de la réconciliation”,
4/1967). Per la cronaca, il Pentagono si è interessato alla cosa e l’ufficio educazione della Chiesa presbiteriana, a Philadelphia, ha reso noto che il Ministero della difesa aveva disdetto 13.000 abbonamenti alla
rivista, il 10% della tiratura, in
quanto ’’quella poesia poneva un
problema spiacevole riguardo al
Vietnam” ; il Pentagono smentisce
questa informazione, ma ammette
che la rivista è stata radiata dalla lista delle pubblicazioni ’’considerate
le migliori per l’istruzione religiosa
unificata dei bambini che seguono
le scuole domenicali di varie chiese” alle quali appartiene il personale di servizio militare; ’’ogni cappellano dei vari servizi è responsabile della scelta dei suoi periodici”.
Ecco quello che ha scritto Barbara Beidler di Vero Beach, 13 anni,
l altra America; ¡ *
Tutto è calmo.
Il sole si leva dietro i rami argentati dei pini.
Si ieva sulle capanne addormentate.
suiracqua fresca dei campi di riso
attraversata la giungla di smeraldo, eccolo nel cielo.
Gli nomini si levano e se ne vanno
ai loro campi dalle acque chete.
Le donne poggiano i vasi sul fuoco
per cuocere il riso e i frutti della giungla.
Altri, con dei panieri, vanno in cerca di pesce.
I bimbi giocano nel torrente, ballano sull’erba.
E poi un lampo, un lampo argenteo, dorato.
Uccelli d’argento nel cielo, pioggia dorata.
Le risaie splendono di un’acqua nuova.
La giungla, alTimprovviso, è tutta d’oro.
Esplode in piccoli uccelli di fuoco,
in piccoli animali il cui pelo brucia.
1 bimbi bruciano. Corrono,
e i loro abiti fluttuano come cervi volanti infuocati.
Gridano, e il loro grido muore
quando il loro volto è divorato dalle fiamme.
La cesta delle donne arde sul loro capo.
Le barche »legli uomini fiammeggiano sulle risaie.
E ora, la pioggia. Uno straccio d’oro volteggia,
un po’ di fumo sale da uno stelo di riso.
La foresta è lì, disseccata, consumata. Una capanna crolla.
Tutto è calmo.
Tendete l’orecchio. Americani, ascoltate, ma ascoltate.
I bimbi gridano nella giungla, vicino a Haiphong.
■ -U.
In un articolo interessante e in
qualche modo programmatico, apparso di recente su <f Nuovi Tempi » (n. 6 del 14 maggio u. s.)j il
Pastore Renzo Bertalot, rilanciando il dibattito sul dialogo con il cattolicesimo, crede tii dover formulare nei termini seguenti l’alternativa di fondo che si pone al protestantesimo italiano nei confronti
della Chiesa cattolica; « Tra Roma
e noi si tratta ancora della stessa
fede, dello stesso Evangelo e dello
stesso Signore ? In altre parole :
cattolici e protestanti hanno ricevuto in modo diverso lo stesso Cristo, hanno interpretato in modo diverso lo stesso Evangelo oppure cattolici e protestanti adorano un Cristo diverso e si riferiscono a un
Evangelo diverso, anche se il vocabolario teologico può lasciar intendere un’ingannevole somiglianza? »
Il protestantesimo italiano, secondo
il collega Bertalot, dovrebbe scegliere una delle ilue posizioni da lui
delineate e regolarsi in conseguenza: se opterà per la prima <Secòndo cui tra Roma e noi si fratta dello stesso Cristo e dello stesso Evangelo, sia pure inteso in senso diverso) si avvierà deci^m®^^®
del diàlogo ; se invece .riterrà vabda la seconda (secondo cui tra Roma e noi si tratta di un Cristo diverso e di un Evangelo divèrso) considererà il dialogo come « mito » e
vi rinuncerà.
Ora, noi dubitiamo che il problema, posto in termini ad un tem
po così generali e così drastici, sia
posto bene e contribuisca realmente
a chiarire la situazione, che ci pare
assai più complessa di quanto l’alternativa posta da Bertalot lasci
presumere. Non si tratta affatto, secondo noi, di decidere a priori, prima ancora di avviare il dialogo, se
« tra Roma e noi si tratta ancora
della stessa fede, dello stesso Evangelo e dello stesso Signore ». Questo è proprio quello che oggi, anche dopo il Concilio, non si può
dire e tanto meno si può dare come
scontato. Questo è proprio quello
che, dialogando, bisogna ancora o
di nuovo verificare. La scelta che
Bertalot vorrebbe farci fare prima
che inizi il dialogo, a noi pare che
possa essere fatta, con cognizione di
causa, solo a dialogo avvenuto. Non
possiamo decidere prima se abbiamo o no lo stesso Cristo: su che base prenderemmo tale decisione?
Non possiamo quindi dire: Abbiamo lo sfesào Cristo, pilr essendo divisi, perciò dialoghiàmo. Ma dobbiamo dire: Dialoghiamo, per vedere se abbiamo o no lo stesso Cristo.
In altri termini: che tra Roma e noi
si tratti della stessa fede, dello stesso Evangelo e dello stesso Signore
è appunto. il problema da dibattere, nel dialogo, e non già il presupposto del diàlogo; che cattolici e
protestanti abbiano \o. stesso Cristo
o abbiano un Cristo diverso, che si
riferiscano allo stesso Evangelo o si
riferiscano a un. Evangelo diverso
non costituisce affatto la premessa
Dn’altrii Maria, ni altro Eiangelo
Al .A\ 1ò Ai fnttA giustificazioni
/ giovani evangelici romani, che svolgono
insieme, su piano interdenoniinazionale, la
loro atti vi là, hanno votato in assemblea il
¡3 maggio e diffuso rindomani nelle loro
comunìtcì la comunicazione che pubblichiamo qui sotto. Essi avrebbero desiderato
che fosse discussa nel corso del culto di
Pentecoste, ma i pastori di Roma non hanno credulo di dovere accettare, e i volantini sono stali distribuiti all’uscita dai
culti. Copia del documento è stata pure consegnata al past. E. Carson Blake, segretario
generale dei C.E.C.. in occasione della sua
venuta a Roma per partecipare, insieme ad
altri rappresentanti del C.E.C'. alia sessione
del Comitato misto di studio C.E.C.-Segretariato vaticano per l'unione dei cristiani.
il viaggio di Paolo VI a Fatima rappresenta un fatto significativo e grave al tem
iiiiiimiimiimimiiiiiiii
iiimiiiminiMiiiiiiimiiKi
-ÌN MARGIM ALLA EWMM^DU GRUPPO Dt STUDIO CEC - VAìlCANO
l’ecuineiiisino fra ricerca comunitaria e diplomazia al vertice
Dal 15 al 19 maggio si è tenuta, ad
Ariccia presso Roma, la quinta sessione del Gruppo misto di lavoro della Chiesa Cattolica e del Consiglio
ecumenica delle Chiese; le due delegazioni erano guidate dal vescovo
J. Willebrands, segretario del Sepetariato per Tunione dei cristiani, e
dal past. E. Carson Blake, segretario
generale del C.E.C. Una relazione dei
lavori potrà essere resa di pubblica
ragione solo dopo che sarà stata esaminata dagli organi deleganti; ciò
avverrà nel corso delTestate, per il
C.E.C. in occasione della sessione annua del Comitato centrale, che si terrà nel mese di agosto ad Herakleion,
nell’isola di Creta (salvo complicazioni determinate dalla crisi politica
ellenica).
Al termine della sessione di la,voro
è stata rilasciata una comunicazione,
forzatamente generica, di cui riportiamo la parte centrale:
« 11 Gruppo misto ha raccomandato che
il Consiglio Mondiale delle Chiese e la
Chiesa Cattolica perseguano una più dinamica collaborazione. Sono state discusse
diffiusamente parecchie questioni in vista di
incrementare la collaborazione e di sviluppare nuovi mezzi a tale fine.
« È stata data speciale considerazione
alla natura del dialogo ecumenica e un documento relativo sarà pubblicato fra breve.
Il ruolo delle Chiese nel mondo e Tobbligo
particolare che incombe loro di cooperare
nei settori dell’attività assistenziale, della
giustizia economica, dello sviluppo, degli
affari internazionali e della pace mondiale,
sono stati discussi esaurientemente.
È stato constatato che il Consiglio Mondiale delle Chiese ha tenuto la Conferenza
sulla Chiesa e la Società con particolare
riferimento alla giustizia sociale ed internazionale, mentre la Santa ^de ha ^ istituito la Commissione Pontificia ’’lustitia et
Pax”. È stata data notizia ed è stato approvato che vi siano consultazioni miste di
specialisti in questo campo.
« È stato constatato il progrepo compiuto in diversi importanti settori, tra cui
i matrimoni misti, il proselitismo, le conversazioni bilaterali fra diverse confessioni,
e nel lavoro delle donne e in campo medico.
« 11 Gruppo ha preparato una dichiarazione su queste ed altre questioni che costituirà il secondo rapporto ufficiale alle
due parti. È da attendersi che tale rapporto verrà esaminato nel corso dell estate
dalle autorità cattoliche e dal Comitato
centrale del Consiglio Mondiale delle
Chiese che si riunirà nel mese di agosto a
Herakleion (Creta). Il rapporto sarà reso
pubblico dopo aver ottenuto l’approvazione delle due parti ».
Conclusi i lavori, il Gruppo misto
di sturilo è stato ricevuto in udienza
dal pontefice Paolo VI; Tappunta
mento per la prossima sessione è in
Italia, dal 3 al 7 maggio 1968.
« * *
In occasione della sua venuta a
Roma, il segretario generale del CEC,
Carson Blake, ha desiderato incontrare prima i rappresentanti delle
Chiese italiane membri del C.E.C. : il
past. Neri Giampiccoli, Moderatore
della Chiesa Valdese, il past. Mario
Sbaffl, Presidente della Chiesa Metodista, insieme al prof. Vittorio Subilia, già osservatore presso il Vaticar
no II (TUnione battista d’Italia non
è membro del Consiglio eciunenico,
così come le altre Chiese evangeliche
viventi nel nostro paese).
Il past. Blake ha rilasciato un’ampia e cordiale intervista a « Nuovi
Tempi» (n. 7, 21-5-’67), in cui ha parlato delle effettive possibilità di collaborazione pratica fra CP1.C. e Chiesa romana, ha dichiarato che il viaggio papale a Fatima non avrebbe influito sui lavori del Gruppo misto,
ha accennato ai futuri lavori delTassemblea generale del C.EjC. a Upsala
(1968), ha sottolineato l’esigenza che
il CJl-C. non si burocratizzi e ohe
Tisitituzione non soffochi la libertà
dell’azione cristiana, si è dichiarato
convinto ohe non dovrebbero esservi
difficoltà per la prevista sessione del
CONTINUA
TERZA PAGINA
po stesso. Al idi là di tutte le giustificazioni
« umane » che si possono trovare, esso ribadisce infatti la importanta fondamentale
che il culto di Maria ha nella chiesa di
Roma.
Convinti che la mariologia non mppresenta un aspetto secondario o addirittura
superstizioso della dottrina cattolica, ma ne
è uno dei dogmi centrali, i giovani evangelici romani decidono di inviare al
dr. E. Carson Blake, segretario generale del
Consiglio Ecumenico delle Chiese, in visita
a Roma per una riunione della Commissione mista sul culto, la seguente dichiarazione :
Di fronte al forte richiamo alla devozione
mariana significata dal viaggio di Paolo VI
a Fatima, riatfermiamo il carattere estraneo
alTEvangelo del culto di Maria, che si risolve in una glorificazione indebita della
natura umana e in una esaltazione della
chiesa, contribuendo a distogliere la fede dà
Cristo, vero Dio e vero uomo, solo Signore
e redentore délTmanità pentita.
Confermiamo la nostra persuasione che
Tunità delle chiese potrà realizzarsi soltanto quando tutte le chiese saranno disposte a riconoscersi nell’errore e a lasciare di conseguenza gli errori passati per
convertirsi al loro solo Signore Gesù Cristo e lasciarsi da lui riformare.
Riteniamo che il viaggio e, le parole di
Paolo VI, conformi del resto alla tradizionale linea dogmatica ideila chiesa di
Roma, vadano contro questo criterio: non
soltanto non lasciando gli errori passati,
ma negando che quella chiesa che continua
a ritenersi Tunica esistente di diritto, oltre
che di fatto, possa commettere errore
alcuno.
/ giovani evangelici di Roma
IN
Nelle Dusire coiiiuiiilà
nei prossimi giorui...
— ad AGAPE, dal 2 al 4 giugno, incon3 delle comunità valdesi della regione
lombarda; tema; « Vocazione e rinnovamento della chiesa locale »; sarà presente
il Segretario del Dipartimento della Missione ed Evangelizzazione del C. E. C.,
dr. Hollenweger.
— a TRIESTE, domenica 4 giugno, nel
corso di un culto serale sarà riaperta, dopo
un lungo periodo di restauri, l’antica basilica di S. Silvestro, luogo di culto delle
comunità elvetica e valdese (Tinaugurazione
ufficiale avrà luogo in autunno); l'invito è
rivolto a tutte le comunità evangeliche della
città.
tro
del dialogo ma ne costituisce l’oggetto.
Bertalot, ci pare, ha in qualche
modo capovolto i termini della questione, mettendo, se così si può dire, il carro avanti ai buoi. La situazione reale in cui come protestanti
ci troviamo nei confronti del cattolicesimo romano è, come abbiamo
detto, molto complessa e può essere
descritta solo in termini dialettici.
Non siamo — come molti dicono —
uniti in Cristo e divisi solo nelle rispettive Chiese e confessioni; siamo
divisi in Cristo. Cristo è colui che
misteriosamente ci unisce nel comune riferiménto a Lui, ma anche colui che, altrettanto misteriosamente,
ci divide. Non sono le nostre infedeltà a Cristo che ci dividono dai
cattolici, ma al contrario la nostra
fedeltà a Lui. E i cattolici devono
fare lo stesso ragionamento nei nostri confronti. Questo appunto è il
paradosso della situazione, -di cui
cattolici e protestanti devono/, ci pare, rendersi conto se intendono intavolare un dialogo proficuo.
Va da sèi in nn senso in fondo
abbastanza formale, che abbiamo lo
stesso Cristo e ci riferiamo allo stesso Evangelo. Nel senso cioè che i
cattolici non adorano Maometto e i
protestanti non si riferiscono a Confucio. Abbiamo lo stesso Cristo perchè vi è un solo Cristo e ci riferiamo allo stesso Evangelo perchè non
ne esistono due. E’ anche chiaro e
indiscutibile che esistono punti in
comune tra la fede cattolica e la fede evangelica: la dottrina della Trinità, ad esempio, l’affermazione che
Gesù è vero Dio e vero uomo, l’ispirazione divina delle Scritture e altri
ancora. Inoltre, e soprattutto, c’è in
cattolici e protestanti un comune
(ancorché diverso) riferimento a
Cristo e la stessa volontà di servire
e annunciare il vero Dio, quello rivelatosi nella storia di Israele prima, di Gesù di Nazareth poi, e testimoniato da profeti e apostoli. In
questo senso si può dire che si tratta tra Roma e noi dello stesso Cristo
e dello stesso Evangelo.
Ma non appena si cerca di circoscrivere più da vicino qual’è il contenuto dell’unico Evangelo e della
fede cristiana, allora appaiono differenze sostanziali. Non si tratta solo di interpretazioni diverse della
stesso Evangelo: si tratta di contenuti diversi dell’Evangelo, e quindi, fatalmente, di Evangeli diversi.
E’ quasi superfluo esemplificare,
tanto ciò è evidente. Il Gesù dell’ostia cattolica è senza dubbio un
« altro Gesù » rispetto a quello della S. Cena evangelica. L’« evangelo » cattolico di Maria e la fede cattolica in Maria sono senza dubbio
« un altro evangelo » e « un’altra
fede » rispetto a quelle della predicazione apostolica. Lo spirito gerarchico è senza dubbio un « altro spirito » rispetto a quello che ci pare
essere, secondo la testimonianza biblica, lo Spirito Santo: uno Spirito
essenzialmente comunitario, e non
gerarchico. Si potrebbe continuare
a lungo. Il battesimo stesso, che
molti erroneamente considerano un
sacramento di unione tra cattolici e
protestanti, in realtà non lo . è : il
battesimo evangelico e il battesimo
cattolico hanno significati alquanto
diversi. Insomma, tra cattolicesimo
e protestantesimo c’è una diversità
di fede e non solo di interpretazione. Questo ci pare essere un dato di
fatto oggettivo, che non può essere
nè taciuto nè scavalcato.
Esso però non rende il dialogo
superfluo, al contrario lo rende necessario, perchè si tratta di verificare la consistenza dell’unità e della divisione in Cristo.
Paolo Ricca
2
PS«-.
N. 21 — 26 maggio 1967
“I !
Neilm Chiesa
Riformata
ilIFrmhafà'
T ’li ' 1 .
Abbiam visto la^ volta ^orsa come
lavora il Sinodo della Ohiesa Riformata di Francia.
Oggi vorrei parlare del più importante degli argomenti trattati dalla
Sessione 1967, quello della « situazione delia Ohiesa nell’era nucleare ».
E vorrei fare, prima di tutto, una
osservazione di carattere generale :
parlare, specialmente in ambienti ecclesiastici, di bombe atomiche, significa, spesso, esporsi a due generi opposti di tentazioni. Da una parte la
tentazione di vedere la questione in
termini esclusivamente politici (e sarebbe stato facilissimo, appunto, in
Francia) o in termini sentimentali
(gli orrori del bombardamento nucleare, eoe.); dall’altra quella della dimissione di fronte a un argomento
considerato troppo difficile, troppo
tecnico, da lasciarsi dunque utilmente
ai soli scienziati o ai soli politici.
Ebbene, posso dire, con riconoscenza, che il Sinodo francese ha evitato
runa e l’altra di queste tentazioni. Già
il titolo della disciissione diceva infatti «era nucleare» e non solo bomba atomica, allargando cosi, fin dall’inizio, il campo di esame ed evitando i fin troppo facili romanticismi.
Poi, le relazioni dei Sinodi regionali, e
quella conclusiva presentata dal Professor Marignan al Sinodo nazionale
insistevano sul fatto ohe «non si devono fare delle dichiarazioni a effetto per poi tornarsene a casa soddisfatti della propria Buona Azione
giornaliera », e ohe « la Ohiesa non è
chiamata a coniare degli slogane, co
Un Sinodo' nell'era nucleare
Fra i temi principali all'ordine del giorno del recente Sinodo nazionale dell'ERF, la missione della Chiesa nell'era nucleare — Occorre guardarsi dalle
genericità velleitarie e superficiali — Il problema scientifico: la scienza è
neutra? e quello etico: la responsabilità — Una chiesa povera non solo di
denaro, ma di volontà di potenza : questa la vera alternativa cristiana — Dimensione ecumenica dell'impegno di testimoniare della sovranità del Cristo.
me se fosse un gruppo di pressicne
tra gli altri».
Invece la Chiesa, cioè i credenti,
deve occuparsi dei grandi problemi
contemporanei per «portare in essi i
segni concreti della Signoria di Cristo,
diversa da tutte le potenze del mondo » e per dare a credenti e non credenti l’aiuto di una meditazione obiettiva, libera e nuova.
-Per cui, sia 1 Sinodi regionali ohe
quello nazionale, hanno curato in
primo luogo l’informazione e i loro
rapporti contengono documenti interessantissimi in proposito. Forse, come ho avuto occasione di far notare,
questa informazione andrebbe ancora
estesa, soprattutto data la complessità deirangomento e le sue immediate
relazioni con il problema generale della ricerca scientifica, ma intanto è un
fatto già assai interessante che una
serie di Assemblee ecclesiastiche abbiano avuto cura di informarsi così
attentamente e, direi, cosi umilmente.
Ora, l’informazione preliminare porta subito a porsi un problema ; la scoperta e la utilizzazione dell’energia
nucleare (e così di talimi recenti svi
imiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiii:
La Chiesa Riformata di Francia
si interroga snl matrimonio
L'ordine del giorno che segue è stato
votato dal Sinodo nazionale della Chiesa
Riformata di Francia (ERF), tenutosi ultimamente a Vabre; il dibattito sinodale costituiva la conclusione di un lungo- studio
e di ampia discussione su piano locale e
regionale.
I.
Il Sinodo nazionale individua tre problemi circa i quali occorre dare risposte
chiare e che dovrebbero figurare in una
presentazione conjune delle Chiese.
CHE C’ENTRA, QUI,
LA FEDE CRISTIANA?
Essa vede nell’amore dell’uomo e della
donna una vocazione a cui Dio chiama le
sue creature. Di questa vocazione si trova
espressione in tutte le civiltà; è essa che
convalida qualsiasi consenso ' matrimoniale,
dovunque sia celebrato, ed è essa che viene falsata daU’egoismo degli uomini, e illuminata idaH’amore di Dio per il suo popolo, di Cristo per la sua Chiesa. Il matrimonio, dunque, patto di un uomo e di
una donna, è parabola e riflesso del patto
di Dio con le sue creature.
Tale vocazione, che è al tempo stesso
dono e vocazione di Dio, è pubblicamente
formulata e udita nella liturgia del matrimonio. La celebrazione di questa liturgia
ha lo scopo di additare la grazia, che permette, essa sola, di vivere l'unità coniugale
e di manifestare il carattere irrevocabile
dell’impegno.
Fondato suH’amore gratuito di Dio per
gli uomini, il matrimonio è il compiersi di
due persone, liberamente decise a vivere
Luna con l’altra l’avventura della loro esistenza, orientata verso gli altri e non introversa.
Questa vita in comune, quale la comprendiamo alla luce della rivelazione cristiana, deve esprimere ;
— la volontà e la speranza 'eli rispondere all’intenzione fondamentale del matrimonio, che è la fedeltà;
— un esplicito SI alla sessualità, riconosciuta come un dono del Creatore, e la sua
integrazione nella totalità della vita dei
due partners, in modo che il reciproco desiderio, lo scambio continuo, raccogliere i
figli, siano vissuti congiuntamente nell’attività umana della coppia;
— il mutuo rispetto e in modo tutto particolare il rispetto della persona della donna. in specie per ciò che concerne la regolazione delle nascite;
— l’impegno a fare della propria vita
una testimonianza dell’Evangelo. nel servizio di Dio e dei fratelli.
MA PERCHÈ LEGARE L’AMORE
E IL MATRIMONIO?
L'amore, che è condividere compietamente la vita iceU’altro. ha bisogno di una
durata senza limiti per approfondirsi ed
esprimersi. L’espressione « una sola carne »
significa « un solo destino ».
Ma c’è il momento in cui l’amore si cerca. si forma, si saggia. Quando, dunque,
comincia una vera vita in comune? quando comincia il matrimonio riconosciuto dagli uomini e. se si è cristiani, celebrato davanti a Dio?
M Sinodo crede di poter dire quanto
segue ;
— Vi sono, nel formarsi del vincolo
d’amore, tappe che bisogna rispettare perchè esso possa svilupparsi e fiorire, e il
tempo del fidanzamento non è ancora il
tempo in cui le due vite sono già totalmente condivise. Esso prepara al « sì » definitivo. al « mutuo consentimento » libero
e senza ritorno, che costituisce il matrimonio e che impegna tutti gli aspetti della
vita di un uomo e di una donna.
— Per essere vissuto jn modo pieno, perchè dia luogo a una comunanza quotidiana,
bisogna che questo « sì » possa esprimersi
in una vita veramente comune e non in
ciniche istante spigolato qua e là, il che
rischia di nuocere gravemente aH’armonia
di due esseri, aH’armonia dèi due corpi.
— La coppia non può vivere come
« passeggero clandestino » : mediante l’atto civile, essa riconosce di partecipare in
quanto tale alla società e domandando la
benedizione afferma la propria appartenenza alla comunità cristiana.
E SE LA VITA IN COMUNE
FALLISCE?
La vita in comune è una storia che deve
conoscere tutte le gioie e tutte le difficoltà
di una vita umana, e la vocazione a cui
l’uomo e la donna hanno risfiosto è una
vocazione alla fedeltà e al pertc’lono; fedeltà e perdono reciproci senza limiti, come
la fedeltà e il perdono di Dio per gli
uomini.
Ma questo accordo profondo, cercato,
trovato, ferito, ricreato, può essere colpito
a morte. I cristiani che avranno vegliato
alla riconciliazione, devono prendersi cura
con delicatezza di coloro che sono stati lacerati da un simile dramma.
Se si giunge alla benedizione di un secondo matrimonio (nei limiti della disciplina sinodale prescritta in tali casi), significa che la grazia di Dio può essere invocata su questa coppia, ma non significa
un’approvazione del divorzio. Per evitare
ogni confusione negli spiriti, occorrerà modificare la liturgia matrimoniale.
IL
a) Il Sinodo nazionale è persuaso che
un ciscernimento dottrinale relativamente
al matrimonio è del tutto insufficiente se
non è accompagnato dalla attiva vigilanza
di ogni comunità cristiana.
Esso auspica la creazione, nel quadro della Federazione Protestante, di una commissione di etica sessuale e familiare, il
cui compito sia di centralizzare tutte le ricerche già compiute, di provocare' la riflessione e di incoraggiare l’azione di tutti coloro che. nella città e nella chiesa, sono al
lavoro in questi problemi.
h) Domanda che si prenc'a l’abitudine
di annunciare i matrimoni con tre mesi
ói anticipo, il che permetterà molte iniziative; completare l’unico colloquio dei fidanzati con il pastore, con sedute o con
altri incontri con laici qualificati, prevedere
l’inserimento della coppia nella comunità
parrocchiale.
(■) Circa la celebrazione del matrimonio. invita le commissioni liturgiche a esaminare gli emendamenti dei formulari liturgici in modo che;
— ili matrimonio civile vi sia esplicitamente menzionato,
— la mutua sottomissione degli sposi figuri nell’istruzione.
d) Il Sinodo nazionale ricorda le istruzioni o decisioni anteriori;
— sulla benedizione matrimoniale (articolo IX della Disciplina),
— sulla regolazione delle nascite (Cons.
sin.. 6-12-1964).
— sui matrimoni misti.
Su quest’ultimo punto, qualora un’evoluzione della situazione interconfessionale
portasse le nostre Chiese a modificare jl
loro atteggiamento, il Sinodo domanda che
i « 4 Uffici » (delle 4 Chiese riformate e luterane d'Alsazia e di Francia) preparino
una formula comune che possa essere presentata ai tre Sinodi e al Concistoro superiore. (...).
luppi della biologia nel condizionamento del pensiero) significano un
ingresso dell’uomo nel « dominio proibito » della essenza della vita e delle
cose, ovvero un, sia pure eccezionale,
sviluppo della comune ricerca scientifica? La sensazione comune è stata
che non si possa parlare di « domini
proibiti », ma che neppure si possa
pensare soltanto in termini di svilup^
pi normali : è un fatto che la scienza
moderna ha compiuto un « salto »,
non solo quantitativo, ma altres’; qualitativo, che, come ha richiesto alla
scienza stessa la adozione di nuove
espressioni matematiche e anche di
nuove categorie di pensiero, così richiede all’osservatore, eoolesiastico o
meno, una revisione radicale dei metodi e dei sistemi di lavoro e di giudizio.
E il problema della conoscenza conducei al problema etico. Il mito del
progresso, che nella sua espressione
concreta significa aumento continuo
dei mezzi a disposizione per soddisfare esigenze ugualmente in aumento
continuo sembra esser stata una delie forze che hanno determinato i rapidissimi sviluppi della scienza e della tecnica. ”
E mentre da una parte, gli interventi « politici », favorendo uri settore
scientifico piuttosto che un altro
(quello nucleare làuttosto che molti
altri) hanno contribuito ad aggravare
gli squilibri esistenti, dall’altra, la rapida possibilità di tiùsformazione tecnica favorita appunto dalla eccezionale disponibilità di mezzi finanziari,
ha fatto sfumare i confini tra utilizzazioni di pace e utilizzazioni di guerra di una determinata scoperta (ancora una volta, dunque, non solo
« bomba atomica », ma energia nucleare).
Sembra allora che un discorso radicale da parte della Chiesa non possa
limitarsi alle usate recriminazioni sugli usi «cattivi» di questo o quel ritrovato scientifico o alla necessità di
correggere un qualche squilibrio, ma
debba prendere in considerazione il
probIema'"di-fondo, cioè appunto quello del cosidetto « progresso », dei suoi
motivi, sviluppi e ^copi. Certo, anche
la Chiesa considera la storia come
uno sviluppo lineare, ma all’inizio di
questa storia sta la gratuita grazia di
Dio e alla fine di essa la Sua gloria
manifestata e lungo tutto il suo corso
l’amore e il dono di Cristo.
Per cui la Chiesa non può accettare
la volontà di potenza come fonda
mento del progresso, deve salvaguardare la dignità di ogni uomo, amato
da Cristo; nel corso di esso e deve ripetere che il progresso, scientifico o
meno, non è fine a se stesso. E ciò
non significa mortificare la volontà
della scienza di andare avanti continuamente, ma dare ad essa una motivazione valida e salvaguardarla dalle idolatrie.
Senonohè, per fare questo, la Chiesa non può limitarsi a lanciare degli
appelli, per quanto ragionevoli o commoventi essi siano, ma deve persi essa stessa come valida alternativa a
un progresso determinato dalla idea
di potenza, sviluppato nella degradazione di categorie di ucmini e culminante in un disastro.
Di qui la ispirata risposta del Sinodo, secondo cui la cihiesa può testimoniare di ima diversa visione del
inondo soltanto divenendo volontariamente povera, dove per povera si
intende non solo povera in denaro,
ma povera in volontà di potenza. Per
cui il Sinodo ha dato mandato al
Conseil National (Tavola) di « studiare con quali mezzi e sotto quali forme
la Chiesa può mettere in pratica quella povertà alla quale è chiamata per
dare un segno concreto di solidarietà
verso' i deboli e gü sprovvisti ». E questo è non solo un mandato abbastanza poco comune per una Amministrazione, ma è altres’’, un avvertimento
per quelle Chiese o gruppi che possono, eventualmente, esser poveri in
denaro, ma cionondimeno, tentati di
« strumentalizzare » a proprio profitto
le piccole o grandi potenze del mondo.
Se in questo modo si afferma una
alternativa a un progresso motivato
dal desiderio di potenza, la vigilanza
sullo sviluppo e sui fini di questo progresso richiede che il discorso venga
rivolto anche agli uomini .politici e
agli scienziati.
E la limitata fiducia nel senso di responsabilità di una parte dei politici
può allora indurre a sostenere la opportunità di una « non proliferazione » dell’impiego della energia nucleare e la sua limitazione a grossi gruppi
di Stati; e ciò non perchè si giudichino questi gruppi di Stati più meritevoli e degni di stima di altri, quanto
per un tentativo di diminuire i rischi,
limitando il numero di coloro che possono farli correre.
Egualmente è parso ad alcuni opportuno riesaminare il cosidetto dogma della neutralità della scienza, che
pure era contenuto in un rapporto
preparatorio al Sinodo. Ed io mi sono
permesso, con altri, di sostenere che
la affermazione secondo cui lo scien
ziato vivrebbe nelle sue ricerche in
una specie di stato paradisiaco di innocenza, mentre ogni responsabilità
ricadrebbe sui tecnici e sui politici,
non solo non tiene contro del peccato
comime, ma è, concretamente, un re^
siduo delle illusioni del tempo del
meccanicismo.
Ma allora ci si deve domandare;
dove incomincia e come si configura
la responsabilità del ricercatore nell’uso dei risultati delle sue ricerche?
E così il problema si allarga a ricomprendere non solo la fisica teorica,
ma anche le altre scienze e le loro
continue necessarie interrelazioni, e
non solo le scoperte vere e proprie,
ma anche le mitologie sussistenti in
taluni campi della scienza, ad esempio in taluni settori della sociologia.
Certo, di fronte a questi problemi,
la, indicazione della Parola- di Dio come Parola che edifica, che riconcilia,
ohe demitologizza, l’appello alla responsabilità comune e Tesempio concreto dei credenti, sono fondamentali.
Ma ciò non toglie lohe questi problemi,
il modo di presentarli, e soprattutto,
la via per affrontarli nella realtà
odierna, trascendano le possibilità e
la capacità non solo di un singolo Sinodo, ma altresì; di ogni singola
Chiesa.
Per cui, l’o.d.,g. finale afferma che è
necessario « entrare in relazione con
le Chiese dell’Ecumene cristiana per
ricercare con esse quali forme dovrebbe prendere una lotta comune contro
le aberrazioni nella utilizzazione della
energia atoimica ».
E questo nuovo significato di un
ecumenismo, non più fondato su sapienti dosaggi ecclesiologici e su diplomatiche relazioni tra potenze, ma
sulla comunanza dei problemi da affrontare e delle resp>onsabilità di
fronte ad esse, è stato anche rilevato
dagli interventi dei delegati esteri :
problemi come quello deU’energia nucleare, 0 quello delle responsabilità e
dei fini della scienza e della tecnica
in generale si pongono con assoluta
evidenza agli uomini di ogni Paese e
di ogni condizione ed è grandemente
tempo ohe dovunque la Chiesa si decida, fin che vi è tempo, ad ascoltare
e a dire la Parola della fede nella
realtà che essi ci pongono davanti.
Allora, proprio dalla complessità
non risolta dei problemi posti sul tappeto, proprio dalla comime sensazione di incapacità della Chiesa di fronte ad essi, può nascere la speranza.
Non tanto una speranza fondata sul
fatto che il Signore aggiusterà tutte
le sciocchezze che possiamo fare quanto sul fatto che noi « crediamo che la
nostra sola efficacia sta in Cristo che
è venuto e verrà » e che possiamo e
dobbiamo sperare, perchè non poniamo la nostra speranza nel mondo, ma
in Colui che lo conduce.
Una speranza che significa allora
saggezza nella conoscenza autentica
della realtà, coraggio nell’affermare,
intanto neH’interno e poi anche alrestemo della Chiesa, delle soluzioni,
sia pur provvisorie e parziali, ma attraverso le quaU venga dimostrata la
svalutazione dei miti contemporanei,
e solidarietà tra i credenti, come annuncio e dimostrazione preventiva di
quella autentica solidarietà con il
mondo, che non è pensare e dire ciò
che è in uso nel mondo, ma portargli
con i fatti delle visioni dverse dei
suoi problemi.
Anche se non è facile raccogliere in
un breve articolo le moltepiici impressioni e gli spunti diversi che 1 argomento dell’uso della energia nuc are
può far nascere, ho cercato cosi
dicare qualcuna delle linee di
sione del Sinodo di Francia e
almeno di aver dato al lettore la
sazione deU’interesse di questa di
sione ancora cos’. aperta e dt
che essa si pone con eguali ur
anche a ohi, come noi, per avveri
non sia direttamente produtto
bombe atomiche.
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CHE COS’E IL CATTOLICESIMO?
Un
« Il Regno » è un quindicinale cattolico
bolognese; è redatto da un gruppo di sacerdoti *e laici ed è l’es^essio>ne del 'Centro Dehoniano, centro culturale, pastorale
ed editoriale dei Sacerdoti del S. Cuore.
Si tratta di un centro e di una rivista
che è fra il meglio, dal punto di vista della
sensibilità teologica, culturale, sociale, della capacità di apertura, espresso dal cattclicismo italiano, cui fa indubbiamente
onore. Il carattere « progressista », l’apertura « ecumenica » appaiono evidenti a
prima lettura; altrettanto evidente la fermezza cattolica. Notizie e servizi relativi
alla vita delle Chiese protestanti e ortodosse sono frequenti, seri, leali; il Centro
ospita largamente nella propria libreria e
indica sui propri bollettini bibliografici la
letteratura protestante ; un rapporto cordiale si è istituito con la Claudiana, e la
rivista pubblica regolarmente nel suo « Servizio novità librarie», con una tempestività che supera spesso quella della stampa evangelica italiana, una presentazione
delle novità Claudiana ; le opere sono colte in poche righe con giudizi informati,
penetranti, nella cordialità di un confronto aperto e franco, da cui traspare sempre
la stima e che non scade nè nell’irenismo
nè nella polemica.
Stando così le cose, è per noi di particolare interesse la presentazione di due
recenti valutazioni del Cattolicesimo, date
da protestanti italiani, il prof. 'V. Subilia
(« La nuova cattolicità del Cattolicesimo»)
e il prof. V. Vinay (« La chiesa, le chiese
e il mondo al II Concilio Vaticano »). presentazione apparsa sul fascicolo 136 de
« 11 Regno », del 1 maggio 1967.
Dell’opera del Subilia è detto ;
Dire che si tratta di un libro perspicace,
è dir poco: davvero ¡'A. ha capito il cattolicesimo nella sua radice e nella sua conseguente fioritura salvo alcuni punti discutibilmente obiettivi (ad esempio si esagera
l'importanza del fatto giuridico, tant'è vero
che la Chiesa sa di essere presente anche
dove non arriva la sua giurisdizione: si
sottovaluta la nostra fede nel V. T.; si sbaglia quando si afferma che la Chiesa ha
formato il Canone, mentre l'ha solo riconosciuto e ufficialmente proposto).
Ma è certo che la critica al cattolicesimo
e al Concilio si fa qui cosi radicale, da
oltrepassare di molto quella che ci par comune ai protestanti moderni. L'A. diffida
dell'ecumenismo, anche se ne ammette la
necessità. Ecumenismo qui è soltanto lo
sforzo notevole di comprensione e di sintetizzazione. Il libro, comunque, è davvero
utile per il severo impegno di chiarificazione e di documentazione.
L’o)>era del Vinay viene così valutata;
Sintesi efficace e sostanzialmente ben
documentata — ma non benevola — dei
frutti del Concilio. Qualche inesattezza:
come nel dire che l'amore nel matrimonio
.sarebbe solo il fine secondario, .secondo la
dottrina conciliare. Ma l'interpretazione diventa parziale quando si vuol dividerà
troppo radicalmente le correnti del Concilio (che pure .si sono unificate, come dimostrano le votazioni, almeno sul denominatore comune degli atti ufficiali): e quando
si dice di poter dialogare solo con la parte
progressista, non tanto per quello che ha
detto, quanto per quello che si suppone
avrebbe voluto dire di più « evangelico ».
Il cattolicesimo invece resta intatto anche
da meditare
nelle correnti più riformiste: come lu niw
spiegato altri commenti protestanti, e ' ime
del resto ammette più volte lo stc A
La fonte non è sospettabile di c er
vatorismo, integrismo, ecc., e questi .¡mdizi ci sembrano quindi di particola: ' interesse. Li rileviamo augurandoci eh*; essi
contribuiscano a porre fine a una poif :;ica
interna al protestantesimo — a quell'- italiano in particolare, ma non solo a q r!lo,
anzi — che senza alcuna fondata ragione
teologica ha già portato troppo disoricitamento nelle nostre comunità.
Il cattolicesimo è quello che è e ■ iole
essere, non quello che vorremmo no, che
fosse. Non è un blocco monolitico, ir.'tubbiamente; ma è un corpo organico: eco
di elasticità e vitalità insospettate, upo
secoli di arroccamento che ci avevano ,':bituato a fenomeni, almeno di facciata assai diversi, esso resta ,però sostanzialmente
fedele a se stesso nel gioco intenso fin" alla
tensione delle sue varie correnti. Como ,criveva qui Paolo Ricca la scorsa setti ' .oia.
Paolo VI a Fatima non ha parlato -i favore dei conservatori, o peggio, pei lar
loro un contentino — come è stato so;aito
da certi cattolici francesi, come hanno affermato vari commentatori protestanti da
Georges Richard-Moland su « Réfor.nve »
aH’équipe di « Nuovi Tempi. » o come ha
sottinteso E. Carson Blake neH’inter'. sta
accordata a « Nuovi Tempi » in occasione
del suo soggiorno romano; in questi giudizi ci pare che la valutazione politica o
quella psicologica abbiamo preso nettamente il passo su quella teologica, che invece in questo campo dovrebbe essere prevalente, proprio per prendere sul serio l’altro, perchè esso si riconosca, pur dissentendo, nella nostra valutazione. Paolo VI ha
inteso richiamare all’equilibrio tipicamente
cattolico fra conservazione e progressismo,
fermi restando « i veri e grandi -maestri »
(forse che Ireneo, Agostino, Tommaso
d’Aquino, Moehler. fino ai Congar ispiratori della teologia conciliare erano conservatori?!); l’equilibrio in .perenne divenire
che costituisce il genio del cattolicesimo,
ma anche il rifiuto — non solo morale, ma
dogmatico — di ogni rottura radicale determinata dal libero Spirito del Signore.
Per questo il gioco delle correnti nel
cattolicesimo non ci abbaglia; e diamo
atto dell’onestà con cui tanti cattolici, dal
vertice alla base della loro piramide, ci
mettono in guardia da questo abbaglio.
IN UNGHERIA
I 400 ANNI
DELLA CHIESA RIFORMATA
BUDAPEST. - Dal 19 al 21 maggio è
stato celebrato il 40O> anniversario della
Chiesa Riformata d’Ungheria. Erano stati
inviati oltre 500 inviti alle Chiese riformate e ad organizzazioni ecclesiastiche dell’Ovest e dell’Est, e la partecipazione è
stata assai numerosa; particolarmente nutrite le delegazioni americana, olandese,
elvetica, francese. La Chiesa Valdese era
rappresentata dal past. Aldo Sbaffl.
Parleremo più diffusamente del protestantesimo magiaro, in particolare di quello riformato. Ricordiamo che circa un terzo ideila popolazione ungherese è protestante; 3 milioni, di cui 2 milioni di riformati.
400.000 luterani, 300.000 battisti.
3
26 maggio 1967 — N. 21
pag. 3
DAVANTI ALLA SCELTA
Vicende di tre donne in tempi a situazioni diverse, espressione di comunità diverse
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi della settimana
ANNO 304, CARTAGINE:
VITTORIA,
SCHIAVA DI GESÙ’ CRISTO
Cartagine, 12 febbraio 304: l’alba sta
per spuntare mentre la città di Annibaie si
desta. Diocleziano ha emanato l’editto che
condanna alla tortura e alla morte i cristiani resistenti; ila maggioranza se ne va
al martirio cantando e salmeggiando. In
un piccolo locale della città c’è un gruppo
di cinquanta persone, raccolto per udire la
Parola di Dio e celebrare la Santa Cena;
.con loro c’è una giovane diciottenne di nome Vittoria; il rito è appena terminato
quando l’uscio viene sfondato e una turba
di SS imperiali irrompe nella sala e arresta
- i^preseBli.- Anche, la gktvane Vittoria è tradotta cavanti alla corte marziale e giudicata; il magistrato romano Felice cerca di
dissuaderla dicendo : « Che male c'è a dire:
Cesare è Dio, offrire l'incenso ed aver salva
la vita! Abbi pietà almeno dei tuoi genitori ». Ma la giovane credente risponde:
« Colui che ama padre o madre più di me
non è degno di me ». Il dialogo continua
serrato col proconsole Anolino : « Quale il
tuo nome? » esclama costui; risponde Vittoria ; « Sono cristiana! ». Allora l’inquisitore ordina ai littori di coilpire l’eretica alla
bocca. « Quale la vostra condizione? »,
prosegue l’inquirente. « Sono schiava » risponde l’accusata. « Schiava di chi? » incalza il magistrato. « Sono la schiava di Cristo e voglio consacrare la mia vita al suo
servizio ». « Se tu non osservi leditto ■— dichiara Anulino — sarai condannata ad un
.supplizio orribile »: e Vittoria; « Ho l ordine di non rinnegare mai il nome del mio
Salvatore, perchè se lo rinnego anch'egli mi
rinnegherà davanti al Padre suo che è nei
■cieli ».
L’interrogatorio procede tra una tortura
c l’altra, mentre il fratello della giovane
interviene per distoglierla dalla sua cocciutaggine, senza ottenere nulla. Vittoria ha
i denti spezzati, poi è sospesa al «cavalletto » con enormi pesi ai piedi, mentre essa esclama : « Dio è il mio rifugio, il mio
consolatore ». Il carnefice, meravigliato di
tanta ostinazione, le grida: «.Perchè vuoi
morire? ». Risponde la martire ; « Non sono
decisa a morire, ma a vivere per sempre col
Signore: non temo la morte perchè Gesù
mi trasporterà presto nel suo regno d’amore ». L’aguzzino riscalda intanto i chiodi
appuntiti iper trafiggere le mani, mentre la
giovane grida ; « Gloria al Signore che mi
fa lonore eh avere anch'io le mani forate
come il mio Salvatore Gesù! ». Intanto il
petto ed i fianchi sonti’àcditttSi'i è 'la donna
mormora : « Signore, gli uomini scrivono
sulla mia carne che tu sei mio! ». Anulino
prosegue implacabile nell’interrogatorio e
dà ordine di mettere nelle narici aceto, mostarda e sale mentre l’eroina esclama ; « Voi
mi date dell’aceto zuccherato ed il vostro
sale ha perso il suo sapore ».
La tortura continua ed alla fine essa viene portata nel carcere dove è destinata ad
essere data in pasto alle belve. Prima di
esservi condotta dice ail proconsole; «Dite
all’imperatore il mio ringraziamento perchè
mi ha permesso d’essere coerede di Cristo ».
Il Presbitero Saturnino è anch’egli torturato e si incontra con Vittoria nel carcere,
anch'egli con le varie parti del corpo piagate. ma unito nella fede gioiosa alla catecumena Vittoria che non s’è piegata e che
si accinge a ricevere la corona della vita.
ANNO 1655, MESE DI MAGGIO
VILLAGGIO DEI RUMÈ;
MARGHERITA GARNIER
Margherita Garnier. sorella di Gianavello, è nel gruppo della comunità rorenga
raccolto ai Rumè mentre la soldataglia del
marchese di Pianezza opera Torrenco mas
sacro. È il 5 maggio e la strage della comunità resistente si compie: i combattenti si
prodigano per l’estrema difesa, ma ormai
di fronte ai diecimila del Pianezza la partita è perduta. Proprio in quell’ora in cui
le tenebre sembrano trionfare sulla luce, si
ode un grido di fede luminosa: Margherita
Garnier è ferita a morte da un colpo d’archibugio, il bambino sorseggia il latte misto a sangue mentre il marito s’avvicina
alla morente; questa gli grida nell’agonia
estrema : « Non rinnegare mai il nome del
Salvatore Gesù Cristo».
ANNO 1967:
VICINO ALLA FONTE
D’UN VILLAGGIO VALDESE
Alcuite donne aftiilgono acqua scatfibrandosi le impressioni del giorno : una di loro
è appena tornata dal fondo valle dove ha
preso parte al matrimonio d’una parente
e racconta : « Ho molto esitato prima di
andare alle nozze, trattandosi d'un matrimonio in chiesa cattolica, poi mi sono decisa. in fondo non mi son sentita a disagio:
cerano tanti fiori e poi il parroco ha persino letto la Bibbia in italiano! Ormai credo
che siamo una religione sola; perchè far
tante storie; non so perchè il nostro Pastore ci tenga tanto a certe cose! Ormai i
tempi sono cambiati. Pensate che a Torino
hanno fatto dei matrimoni con i due riti:
valdese e cattolico e poi ancora quello civile! Laggiù sono più istruiti di noi, con
tanti pastori in gamba! Del resto, vedete:
è l’uomo che porta i pantaloni e perciò la
mia parente ha dovuto fare la volontà del
marito. Poi non ero mica sola: c’erano quasi tutti i parenti e gli amici, tranne qualche
testa balzana che s’è ostinata a non venire.
Dopo tutto è stata una bella festa e ci siamo anche divertiti! ».
Alcune donne fanno cenno col capo, in
segno di approvazione e dicono ; « Ma certo, hai ragione!, basta che sì vada d’accordo e poi una religione vale l’altra! ».
Una sola ha taciuto sino a quel momento; poi, con dolcezza ma con fermezza ha
detto: «Con mia figlia abbiamo spesso parlato del matrimonio: leggendo la Bibbia insieme abbiamo anche trovato dei passi che
ci hanno aiutato a vederci chiaro ed a prendere una decisione; soprattutto abbiamo
molto pregato per avere dal Signore una risposta. Posso confessarvi che Dio ci ha
sempre esauditi: mia figlia ha avuto aleuti
’’buoni partiti" fra cattolici e valdesi; ma
ogni volta si confidava con me e insieme
abbiamo cercato di trovare una risposta alle richieste che le erano fatte. Ho abituato
-Un figlia a capire che Vàrtiórè non dev»
essere cieco ma deve avere gli occhi bene
aperti per non essere ingannata, derisa, umiliata soprattutto nella fede; porterei anch’io
le conseguenze duna decisione presa alh
leggera ».
« Ricordo un giovane ricco, con una posizione economica invidiabile, che avrebbe
voluto farsi subito valdese per amor di
mia figlia. Ma poi, si scusava dicendo:
« Per me, farei come volete ma non voglio far dispiacere a mia madre, ne morrebbe di dolore ». E mia figlia gli rispose:
« E io sarei addolorata per mia madre, ma
soprattutto per l’offesa e il tradimento verso
colui che mi ha salvata. A lui soltanto e
non. a mia madre devo rendere conto un
giorno ».
« Ora mia figlia è fidanzata con un ragazzo cattolico: con lei frequenta i corsi di
Bibbia, insieme leggono la Parola di Dio e
pregano; pensate che un giorno mi confidava: « £ la fede di sua figlia che mi ha convinto a seguire la vostra fede; ora soltanto
comprendo il valore dell’amore dì Gesù
Cristo ».
Le comari tacciono, col capo chino borbottando ; « Hai ragione, hai ragione...!
Non è più come una volta, non è più come
una volta! ». Come se la colpa fosse soltanto dei « mala tempora » e non di loro
stesse che hanno sepolto Cristo nel villaggio. lo hanno tradito, immemori financo
della loro storia, tranne quel tal 17 febbraio
che le mette in moto verso la chiesa del
villaggio per rientrare poi il giorno dopo
nel grigiore duna vita vuota e sciatta, perchè sono senza Cristo nel cuore, nella casa,
nella vita dei loro figli!
* * *
Vittoria di Cartagine, Margherita Garnier e altri nomi di umili testimoni: eravate sorrette da una comunità vivente ed
ardente; noi forse stiamo diventando sempre pWi diaspór’a nelle nostre stesse comunità di massa, incompresi, derisi, oppure
circondati dal silenzio idi chi non si pronuncia e non ha la forza di incoraggiare e
sostenere i deboli nelle decisioni della vita.
Matrimoni misti, bifase, trifase, con dispense o senza dispense o matrimoni d’una sola
religione, essi sono sempre il luogo della
nostra fedeltà o meno al Signore che ci domanda di « prentdère la nostra croce e [Seguirlo » nel segno della fedeltà, della testimonianza, pronti a veder compiersi la
paradossale profezia sua : « Sono venuto a
portare la spada in terra: sono venuto a
dividere il figlio da suo padre e la figlia
da sua madre e la nuora dalla suocera; e i
nemici dell’uomo saranno quelli stessi di
casa sua ». g. b. haereticus
L’ecucneDistDii
fra ricerca comunitaria
e diplomazia al vertice
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Comitato centrale del 0,EjC. nell’isola
di Creta, in agosto. Egli oontìludeva :
« Per me è stato un piacere prendere
contatto con i rappresentanti di due
Chiese membri del OìEjC., proprio qui
a Roma, e di poter salutare per mezzo
di ’’Nuovi Tempi’ tutti gli evangelici
italiani ».
Ma poteva unti manifestazione come il viaggio a Fatima non avere ripercussioni nello svolgersi dei lavori
deirincontro? Se non le ha avute, c’è
da chiedersi -se aon si è trattato di
un diplomatico dialogo di sordi, premurosi di non offendersi/dl sorvolare
compitamente gli attriti scabrosi, per
non danneggiare interessi comuni.
Comprendo bene ohe quello idhe si
persegue immediatamente, è una ooHlaborazioni su (piestioni pratiche ;
ma è stato superato, o accantonato
una volta per tutte il problema se sia
giusto, anche su questioni pratiche,
procedere secondo, un tandem Roma
Ginevra? Si può prescindere, neU’affrontare questioni pratiche, dalle motivazioni del proprio impegno? Non
sarei sincero se non dicessi che questi
incontri, come quello di due mesi fa,
a Nemi, per lo -studio del problema
dei matrimoni misti, non mi lasciano
senza preoccupazione. Comprendo il
carattere « privato » che rivestono,
ma attendo con impazienza ohe i loro
risultati vengano sottratti al segreto
deH’alta diplomazia interecclesiastica
e presentati nel modo più esplicito e
e preciso alle Chiese, per la libera e
più ampia discussione. Cos’„ apounto
come giustamente nota il past. Blake,
l’istituzione non rischierà di soffocare la libertà cristiana. Gino Conte
A OURA DI TULLIO VIOLA
DA « LE MONDE » :
14 - 15-5-’67.
In un articolo pubblicato il 13 c. su
1’« Humanité », organo del Partito Comunista Francese, si leggono parole di supremo disprezzo all’indirizzo dei « piccoli
gruppi pro-cinesi » in Francia. Tali gruppi
rappresentano nient’altro che « un pugno
di rinnegati e di avventurieri», scrive \’Huma.nité. « In essi si trovano ancora alcuni
figli di grandi borghesi, avidi di ’’rivoluzione” prima d'andare, domani, a gestire gli
affari di papà. Le loro attività propagandiste sono finanziate dal gruppo di Mao
Tse-tung, e senza dubbio anche da altri organismi sempre pronti a sostenere ogni piccolo gruppo disposto a combattere il partito della classe operaia. Nello stesso indirizzo lavorano certi giornali e certe radio,
che danno importanza ai detti piccoli gruppi; eppure questi non esercitano nessuna
influenza sulla vita politica francese. Proprio per questo, conviene smascherare la
loro maligna attività... I pro-cinesi idi Francia, respingendo (com’essi fanno) quelle
soluzioni ohe permetterebbero agli americani di porre termine alla loro aggressione,
e al popolo vietnamita di ’’vivere in pace
nella libertà e nell’indipendenza” dimostrano di non avere che una sola preoccupazione : vedere la guerra del Vietnam
continuare, ed anzi estendersi sempre di più
Quest’atteggiamento è tanto più criminale,
quanto più gramdS sono i sacrifici a prezzo
dei quali l’eroico popolo vietnamita, sostenuto da tutte le forze progressiste del mondo, resiste all’aggressione con immensi sacrifici. Ma ciò importa poco a im pugno di,
rinnegati, di avventurieri e di figli di grandi borghesi, i quali si sforzano di far del
chiasso stando molto lontani dal luogo in
cui gli americani intensificano la loro selvaggia aggressione. In tali condizioni, è necessario strappare a queste persone la maschera con cui esse si camuffano, presentandosi "solidali” col popolo vietnamita. In
nessuna manifestazione, qualunque essa
sia, i veri amici del popolo vietnamita tollereranno la presenza di questi avventurieri ».
16-5-1967
In Grecia, il nuovo regime vuol castigare severamente i costumi della gioventù.
Anzitutto [guerra alle minigonne e ai capelli lunghi! Poi divieti su divieti, a destra
e a sinistra. Soprattutto i giovani e le giovani non potranno più entrare in associazioni che non siano d’indirizzo turistico o
dipendenti dalla Croce Rossa;~nè pOtrànno
accedere a sale da ballo, a caffè, a luoghi di
divertimento, a cinematografi che non
proiettino spettacoli adatti alla loro età.
(Ma la circolare relativa non dice quali punizioni saranno inflitte ai contravventori).
Nelle scuole, gli allievi dovranno partecipare alle preghiere del mattino dette dai
loro insegnanti, e saranno obbligati a frequentare i corsi di catechismo e le funzioni religiose della domenica.
19-5-1967.
A questo proposito, sono significative le
dichiarazioni fatte dal generale Stylianos
Patakos, nuovo ministro degli interni, a un
inviato della rivista tedesca « Der Spiegel ».
Ha ictetto che lo scopo del governo d’Atene
è quello di creare un « nuovo tipo d’uomo
che si avvicini alla perfezione». L’esercito
impiegherà più d’un anno, ha aggiunto, per
instaurare « la nuova società cristiana » (1).
Fra le reazioni fortemente ostili al nuovo
corso della Grecia, che sorgon nelle opinioni pubbliche di molti paesi, segnaliamo
quelle nell’ U.R.S.S. e negli U.S.A. A
Mosca monsignor Alessio, patriarca or
todosso di tutte le Russie, ha indirizzato
al re Costantino un messaggio che protesta contro la destituzione dell’arcivescovo
d’Atene e contro lo scioglimento del santo
sinodo greco. Ivi si legge : « Siamo profondamente rattristati cell’intervento dei poteri statali negli affari interni della chiesa
ortodossa, nostra sorella di Grecia, intervento senza precedenti nella storia contemporanea ».
Intanto sei università U.S.A hanno fatto
pervenire, per via diplomatica, ad Andrea
Papandrèu (attualmente in stato d’arresto
in Grecia, ed accusato daver partecipato al
« complotto dell’Aspida »), l’invito a venire ad insegnare presso di loro (notizia trasmessa dalla rivista « Newsweek »), mentre altre università, e precisamente quelle:
di Northwestern, del Wisconsin, di Wayne,
del Collegio di Stato di Bernardino, del
Collegio di Stato di New York, sono intervenute presso l’ambasciata U.S.A. ad Atene, sperando che questa possa ottenere la
liberazione del professor Nicola Kitsikis,
già ministro e già rettore del politecnico
d’Atene. Lo stesso tentativo è in corso, per
iniziativa di quattro parlamentari americani, in favore del Sig. Kitsikis.
20-5-1967.
Una manifestazione alla quale hanno
preso parte un migliaio di cattolici, ha
avuto luogo giovedì sera (18 c.) a Barcellona, davanti a un convento in cui risiede
l’arcivescovo della città, mons. Marcello
Gonzalez. A questi viene rimproverato
d’aver permesso che siano citati in giudizio cinque preti della sua diocesi, rei d’aver
partecipato, il 1 maggio, a riunioni operaie.
I manifestanti, in massima parte operai
e studenti, hanno anche protestato contro
la lettera pastorale nella quale mons. Gonzalez ha condannato i preti che partecipano a delle riunioni operaie. Ciò naturalmente non poteva accadere senza l’intervento, a più riprese, della polizia...
DALLA «GAZETTE DE LAUSANNE»
16-5-1967.
Numerosi vescovi polacchi, ungheresi e
cecoslovacchi non hanno potuto assistere
a una messa celebrata nel santuario di Mariazell (Austria). Invitati dal clero austriaco, essi non hanno ottenuto dai loro rispettivi governi, i visti d’uscita. Soltanto il
cardinale Franjo Seper, arcivescovo dS Zagabria (Iugoslavia), ha potuto recarsi in
Austria e in tal modo gli è stato possibile
celebrare la messa insieme col cardinale
Franz Koenig, arcivescovo di Vienna. Si
tenga conto che Mariazell è un luogo di
pellegrinaggio tradizionale ,per i cattolici
dell’Europa dell’Est. Un gran numero di
delegazioni di quei paesi assistevano alle
cerimonie relt^osè, ma esse erano composte, in gran parte, di rifugiati.
Incontro giovanile
Damenica 28 c. m. avrà luogo il tradizionale ritrovo dei membri delle varie U.G.V.
al Las Ara. Sarebbe molto gradita la partecipazione delle Unioni, onde permettere
una maggior possibilità di conoscenza e fraternizzazione tra i membri delle varie
Unioni.
Programma :
Ore 9 : appuntamento al Las Ara; ore
9,30 : inizio torneo calcio estivo con squadre di 7 giocatori; ore 11: Culto; ore 12:
pranzo al sacco. Pomeriggio: continuazione
torneo calcio, pallavolo e giochi vari ecc.
L’orario di chiusura sarà stabilito dai partecipanti.
Soltanto nel caso che dovesse piovere di
primo mattino il ritrovo è rimandato alla
domenica successiva.
Eraldo Bosco, Segretario dell’U.G.V.
di Pomaretto.
I LETTORI CI SCRIVONO
I polli
di Renzo
Un lettore, da Villar Perosa:
Mi ci hanno fatto ripensare quei
cari giovani che con lo sguardo acceso e il fare da congiurati distribuirono dei volantini alla porta di alcune nostre chiese per esortare i fedeli
a disertare il culto di Natale e di
Pasqua a guisa di manifestazione prò
« pace nel Vietnam ».
Non possiamo certo dire che abbiano avuto tutti i torti nel chiamare
in causa i culti di quelle solennità
nelle quali una quantità di persone,
che prima non si vedevano mai perchè intente ai loro affari, se ne arrivano in chiesa vestite a festa: non è
forse giusto vedere in questa folla cosidelta cristiana, che esiste in tutto
il mondo c un giorno ricevette il battesimo e pronunziò sacre promesse,
ma che di fatto segue la via del conformismo al mondo, la vera responsabile della guerra? Non erano così
i farisei ipocriti che Gesù smascherava con severità quando venivano a
lui?
Sì, lo sentiamo tutti questo desiderio di chiarificazione, ma come fare
a colpire nel segno giusto? Con i volantini distribuiti alla porta della
chiesa, non corri forse il rischio di
farti leggere, anziché dai responsabili,
da persone che meriterebbero lode ed
ammirazione per lo sforzo e per i sacrifìci che fanno per venire in chiesa? Lo spettacolo della zizzania commista al grano buono era irritante
fin dal tempo di Gesù, ma anche al
lora non era possibile estirparla senza rischiare di nuocere al grano vero.
I polli di Renzo avevano mille ragioni di sentirsi adirati e di voler becca- 1
re. ma sbagliavano la mira quando,
invece di colpire le gambe dì chi li
portava verso la morte, sì beccavano
gli uni gli altri... Come facciamo
qualche volta anche noi che adirati
per l'andazzo del mondo ci facciam |
del male gli uni agli altri; come quei
polli o come i tifosi che si prendono j
a cazzotti per quanto è avvenuto là [
sotto, nel campo sportivo... I
Eppure, insisto, un po' di ragione
questi nostri figliuoli ce Thanno nel
pigliarsela con la loro chiesa la quale
sulla questione della pace e della
guerra ha sempre voluto conservarsi
estremamente riservata e solo recentemente, dopo lunghi anni di discussioni è riuscita a votare un ordine
del giorno favorevole alla obiezione
di coscienza ma in tono così blando
da non destare la benché minima risonanza.
La chiesa valdese — siamo anche
capaci a batterci il petto ha spesso peccato di spirito militaristico. Sul
finire del secolo scorso, nel Liceo
Liceo Ginnasio di Torre Pellice, le lezioni dì ginnastica consistevano ancora in esercizi pre-militari con maneggio del fucile e tiro a segno. Durante la guerra europea del 14-18,
fu un comune delle nostre Valli a
dare la percentuale più alta di caduti
per la patria e negli anni in cui sorgeva il fascismo la, nostra comunità
valdese, che non aveva mai eretto un
monumento a uno dei suoi martiri e
nemmeno a Pietro Valdo, pose a fianco della Casa Valdese Pimmagine
bronzea di un pastore armato di spada. Un po' di ragione ce Thanno, ripeto, questi nostri figliuoli e se un
giorno, durante un Sinodo, verranno
a far gazzarra nell’aula sinodale per
esigere dai rappresentanti della Chiesa, una chiara parola a favore della
pace, credo che mi unirò al loro
gruppo per far causa con loro.
Ma perchè, domando loro, se son
proprio convinti deH’ideale che vogliono sostenere, son cosi timidi e
deboli da accontentarsi di stampare
quattro volantini: ((Non andate in
chiesa », sicuri di trovare consensi
finche vogliono, invece di proclamarsi obiettori di coscienza? Il loro esempio sarebbe certamente un servizio
concreto reso alla pace.
Ricordo la forte impressione da me
ricevuta in gioventù, daH’esempio di
un nostro fratello piemontese, della
Chiesa dei Fratelli, Trabbia, il quale,
chiamato sotto le armi durante la
Guerra Europea e giunto sul campo
di battaglia, si rifiutò dì sparare e
processato con giudizio sommario, fu
portato davanti al plotone di esecuzione e... non cadde solo perchè all’ultimo istante un medico pietoso
intervenne, lo dichiarò pazzo e lo fece
portare nelle retrovie. Quell’uomo,
rozzo, di poca cultura, ma di forte
fede, io l’ho conosciuto e l*ho ammirato. Egli non disse mai a nessuno :
« Non andare in chiesa », che, anzi,
la chiesa egli la frequentava assiduamente e persino vi predicava.
L'esempio, cioè il martirio, sono
l’unica arma valida per la causa cristiana, ma per servirsene bisogna essere pronti a pagare di persona.
Non rammarichiamoci troppo, dun.
que. per le beccate ricevute in quanto (( polli di Renzo » ma esortiamo i
nostri giovani, se possibile, a fare di
più, ad essere più coraggiosi e a non
rassegnarsi a, lasciare ai Testimoni di
Geova e a qualche cattolico l’onore
di essere i soli a sostenere la causa
dsU’obiezione di coscienza. I volantini distribuiti ai propri! fratelli in
Cristo e i cortei pacifisti protetti dalla polizia, son pure qualcosa, ma sono
una reazione troppo timida e blanda
di fronte alla tragedia che si avvicina.
Enrico Geymet
Muoiono ORA
nel Vietnam
Torino, 17 Maggio 1967.
Caro pastore Conte,
ho letto con piacere sul n. 19 de
(( La Luce », oggi pervenutomi, che
la nostra Tavola Valdese ha lanciato
un appello al Ministero degli Esteri
affinchè si adoperi (al pari dei governanti di tanti altri paesi alleati e no
degli Stati Uniti) per la cessazione
dei bombardamenti sul Nord Vietnam
onde creare al più presto le premesse per successive trattative che portino alla cessazione di questo angoscioso conflitto.
Mi permetto segnalarLe che nei
giorni scorsi, quale cittadino italiano
e modesto « uomo della strada » ho
indirizzato sullo stesso argomento una
lettera alla rubrica (( Specchio dei
tempi » del quotidiano (c La Stampa »,
che lo ha cortesemente ospitato colla
didascalia « No alla guerra »; essa
dice :
« Sono un tuo vecchio lettore ed
abbonato. Ti sarò vivamente grato se
vorrai pubblicare queste mie righe,
dato che trattano un argomento che
interessa il mondo intero : l’angoscioso problema del Vietnam.
(c Tutti sappiamo del recente, ulteriore appello lanciato da Thant il
quale vede, in questo conflitto, le
premesse per una terza guerra mondiale. Gli stessi alleati più intimi ©d
importanti degli Stati Uniti, quali la
Gran Bretagna ed il Canada, hanno
chiaramente espresso la necessità urgente delle cessazioni delle ostilità,
ed anche la Francia vi si è affiancata.
(( La nostra nazione, che conosce
in modo particolare gli orrori della
guerra e che ha riconquistato la democrazia a caro prezzo, è composta
da persone che nella grande maggioranza (ed a qualunque idea politica
o religiosa appartengano) sono nettamente contrarie a questo terribile flagello, dovunque si verifichi. La stessa nostra Costituzione, all'art, 11 dice fra l’altro: "'L'Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali..."’.
(( Ora, di conseguenza, io sono porfondamente convinto che sia un dovere degli italiani proclamare anche
ufficialmente, e cioè attraverso ai
suoi governanti, con voce ferma e
chiara (anche se di modesta risonanza) la sua avversione a questa ed a
tutte le guerre.
(( Certo che mi comprenderai, mi
approverai e, di conseguenza, mi pub.
bûcherai, ti saluto cordialmente ».
Auguriamoci di tutto cuore che le
varie voci di protesta alla guerra ed
alle sue atrocità, voci che provengono da ogni parte del mondo, contribuiscano in modo determinante alla
soluzione di questo conflitto e siano
di costante monito a questo nostro
mondo cosi inquieto (sono proprio di
questi giorni le allarmanti notizie
sul Meilio Oriente).
Noi non ci accontentiamo di generiche dichiarazioni, come ad es. il
comunicato italo-sovietico diramato
testé in occasione della visita del ministro Fanfani a Mosca, che dice:
(( ... le parti hanno confermato le loro preoccupazioni per la situazione
nel Vietnam, riscontrando in essa seri
pericoli per la pace ».
La guerra, là, c’è già adesso, anzi,
da troppo tempo : noi vogliamo che
i popoli oppressi dalla fame e dalle
malattie siano (( bombardati » di cibo
e medicine da quelli più fortunati e
preghiamo ardentemente e quotidianamente affinchè abbia a venire al
più presto su tutta la terra la vera e
durevole pace dì Dio e degli uomini
di buona volontà.
Un fraterno saluto.
Roberto Peyrot
4
pag. 4
N. 21 — 26 maggio 1967
m APPELLO PER I RESTADRI NECESSARI
BOBBIO PELLICE
Il tempio di Pradeitorno Festa di cauto delle Scuole Doiiieiiicali
Ah Favorita c'a una magnifica giornata, la se di Villar Pellice e di Torre Pellice con ì
La conca di Ptraideltomo, in fondo alla
Val d’Aogrogna, ha avuto nella storia passata úna importanza rilevante, sia come sede di una antica scuola dei Barbi sia come
luogo di rifugio e di ultima Strenua resistenza, per i valdesi di Angrogna e Luserna
nei ¡periodi più gravi delle persecuzioni religiose. Tuttavia questa importanza doveva
con il tempo declinare : dalla metà del ’500,
dopo jl Sinodo di Chanforan, i Pastori vaidesi compirono la loro prepara2ione teologica non più nelle scuole dei Barbi, ma nelle accademie protestanti estere. E dagli inizi del 1700 anche la posizione strategica di
Pradeitorno non ebbe più rilevanza nelle
mutate condizioni createsi dopo il rimpatrio.
NOTERELLE STORICHE
La tradizione storica di Pradeitorno andava dunque spegnendosi, tanto che ancora
verso la metà del secolo scorso parecchi affermavano di non poter più indicare la località esatta del famoso « Coulege » {scuola dei Barbi) che nel frattempo era caduto
in rovina (una relazione per una festa del
XV agosto che nel 1855 ebbe luogo proprio a Pradeitorno dice ; « non vi sono più
tracce del famoso Collegio. Nessuna rovina, nessun monumento, neppure una pietra
ne segna il luogo, nessuna tradizione ci
serve di guida »).
Intanto, a causa dell’aumento della popolazione cattolica, nel 1831 veniva costruita una cappella a cura di Don Passaleva,
allora Parroco di Angroj^a, mentre i vaidesi di Pradeitorno dovevano venire fino al
Serre o al Capoluogo di Angrogna se valevano assistere ad un culto.
Colui che doveva risolvere questo problema e trarre ttefinitivamente la conca di
Pradeitorno daH’oblìo in cui stava cadendo,
fu il Pastore Stefano Bonnet, Nato ad Angrogna nel 1839, vi fu Pastore dal 1874 fino
alla sua morte nel 1901. Grande merito del
Past. Bonnet fu di rimettere in valore le
tradizioni storiche della Valle. Fu lui a
progettare e realizzare la costruzione di un
tempio valdese che disponesse pure di locali per una scuoia e di un piccolo appartamento per il maestro o l’anziano evangelista. Lo scopo non era diuMpie soltanto
quello di dare un luogo di culto alle 53
famiglie yaldesi di Pradeitorno, ma realizzare , uno strumento che ricordasse e in
qualche modo continuasse la funzione spirituale, di testimonianza evangelica ed educativa, di formazione religiosa e culturale
che. nei secoli pacati era stata peculiare a
Pradeitorno. , / . .
La località per la costruzione fu sceka
in posizione dominante, sull’altura della
Rocca di Pradeitorno. IJ. twnpietto risultò
una graziosa costruzione che, tuttavia, fin
dal suo sorgere suscitò alcune polemiche
in riferonento allo stile. H disegno fu àffidato .aÙl^tro dell’architetto ' Bottiglia che
escogitò uno stile tra U gòtico t ' il bizantino, adorno di linee rosse e bianche. Ecco
come lo definisce Edmondo De Amicis,
nella sua opera « Alle i>orte ditalia », in
seguito a una visita in Val d’Angrogna nel
1882 : « un tempietto nuovo d’uno stile misto di gotico e d’arabesco e dipinto di
bianco e di rosso, come un padiglione di
giardino ». Lo stesso Attilio Jalla, pur esaltando l’opera del Bonnet, si permette di
considerare lo stile di questo Tempio
« poco adatto all’austerità dell’ambiente e
del culto valdese », mentre Emilio Comba
non esita a definirla « une église vaudoise
de style gothique de gaie apparence, voire
”pimi>ante et trionphante” ». E^a infatti
si scosta stranamente dalla linea sobria e
semplice dei tempi valdesi alle Valli. Mentre ad esempio il tempio di San Lorenzo,
del periodo della lotta, è stato costruito
in una depressione quasi nascosta del terreno senza nessuna concessione stilistica, nel
tempio di Pradeitorno si è voluto sottolineare la nota della gioia, del trionfo, delresaltazione del passato. Ma, prescindenda dalle diverscnmiutazioni che si possono
dare al senso delle linee architettoniche,
resta il fatto che questa costruzione risultò
una (telle più signifiicative e necessarie realizzazioni alle Valli Valdesi nella seconda
metà del secolo a:orso.
Una lapide apposta nel vestibolo del tempio ricota il suo triplice agganciamento
alla tradizione spirituale, educativa e storica : « Alla gloria di Dio e a perenne ricordanza deirantica scuola teologica dei
Barbi, educatrice di pastori, di evangelisti
e di martiri e delle vittorie quivi concesse
dal Signore degli eserciti ai Valdesi perseguitati, innalzossi questo momimento. A.D.
1877». La posa Ideila prima pietra nel
1876 (l’anno stesso della inaugurazione del
tempio del Serre) fu circondata da una solenne cerimonia. A titolo di curiosità ricordiamo i numerosi oggetti che si ritenne opportuno di mettere nell’jntemo della pietra
di fondazione, in occasione di questa cerimonia : una lastra di piombo con una
iscrizione commemorativa, gli atti del Sinodo del 1875, gli ultimi rapporti della Tavola, la costituzione della Oiiesa Valdese,
varie circolari semjM'e della Tavola (non.
dimentichiamo che il Past. Bonnet era allora membro della Tavola come segretario!), alcuni giornali religiosi e politici con
riferimenti all’avvenimento ed infine « alcune monete di poco valore, ma in corso
attualmente nel regno ».
Un altro avvenimento curioso in relazione alla costruzione del Tempio fu l’acquisto, da parte del Past. Bonnet, dalla famiglia Rivoira del Coulege, di una grandissima pietra piatta di circa due metri
quadri di superficie ? spessa circa 10 centimetri . scalpellata a mano e ridotta in
forma irregolare di grande tavola. Questa
pietra che non è mai menzionata da nessun
storico, fu scoperta i>er la prima volta nel
1814, nella sede del Coulege, da un viaggiatore inglese, il Sims, che non esitò a
vedere tn essa la prova storica dell esisten
za della scuola dei Barbi. La tesi fu naturalmente accolta con entusiasmo dal Pastore Bonnet, il quale non solo affermò che
intorno a quella tavola si erano seduti gli
studenti della scuola dei Barbi, ma altresì
(con ipotesi alquanto peregrina) l’amministrazione della Chiesa Valdese che da
essa avrebbe preso il nome di... Tavola
Valdese! Sta di fatto che la grande pietra,
assurta a tale dignità stòrica e... amministrativa, fu rimossa dal suo secolare basamento e trasportata nel vestibolo del tem
sua posizione prominente sulla rocca di
Pradeitorno, sia il tetto che le pareti esterne ne hanno risentito. Il Concistoro ha lungamente studiato il problema con la preziosa collaborazione di un comitato nominato alcuni anni fa e si è giunti ora alia
fase esecutiva dei lavori. Verso la fine del
mese di maggio questi dovrebbero infatti
avere inizio per essere terminati nel corso
deH’estate.
Il tetto verrà rifatto con l’aggiunta di
traversine in legno per renderlo più solido.
Il tempio di Pradeitorno,
proteso su uno spuntone di
roccia,, domina l'alto vallone di Angrogna. Ai piedi
sorge la Foresteria Valdese,
che Itegli ultimi anni ha
richiamato molti visitatori
e villeggianti.
pio. Sembra che pesi più di 80 miriagrammi e per trasportarla sono stati necessari
» les efforts redoublés et perseverants des
vingt hommes plus forts du Pradutour ».
Per la cronaca ricordiamo che le vicissitudini della grande pietra non finirono qui
poiché nel 1942, dopo che la Pro-Valli di
allora acquisi ai beni della Tavola la casetta del « Coulege », la tavola di pietra
fu riportata al suo posto. Tornando al
tempio, così carico di simboli e riferimenti
spirituali e storici, esso fu inaugurato il
3 settembre 1877 con una cerimonia grandiosa a cui presero parte più di tremila
persone!
Il tempio di Pradeitorno con la nota
gioiosa della sua architettura, doveva iniziare la sua ormai quasi centenaria carriera;
come centro di predicazione e formazione
evangelica per le generazioni future e come
riferimento e richiamo per tutti ad una
fedeltà del passato che sia monito ed esortazione airesigenza di fedeltà nel presente
a.Colui che, con la Sua Parola, vuole ancora condurre, illuminare, fortificare e rinnovare la nostra Chiesa.
Alberto Taccia
1 PROSSIMI RESTAURI
A noviKnt’anni dall’inajugurazione il problema di un restauro idei tempio di Pradeltorno si pone in modo urgente e grave.
Fortemente espos¡to , alle intemperie per la
mentre dovrà pure essere quasi compietamente rifatto l’intonaco delle pareti. Quest’ultimo lavoro si ¡presenta piuttosto complesso per la particolare architettura del
tempio, che verrà quasi del tutto rispettata
e conservata. Il preventivo della spesa è
piuttosito' alto, aggirandosi sui due milioni.
Il fondo accantonato nel corso degli anni
scorsi copre poco più della metà del costo
complessivo dei lavori. 11 Concistoro ha
però pensato di intràpprendere i lavori
nella loro totalità piuttosto che limitarli ai
fondi disponibili aspettando di raccogliere
la somma mancante, per l’evidente risparmio che ne deriva. D’altira parte i lavori
non potevano essere più oltre rinviati, per
10 stato del tetto.
Il Concistoro rivolge un vivo appello a
tutti gli angrdgnini vicini e lontani ed agli
amici della nostra Comunità di Pradeitorno
a voler contribuire validamente alla realizzazione di questi lavori.. La nostra Comunità Ida sola non può portarne il peso, ma
siamo convinti che la solidarietà di molti
amici, consapevoli del posto importante
occupato da Pradeitorno nella storia valdese, potrà essere completamente realizzato
11 progetto di ridare al tempio maggiore
dignità e decoro.
Per le offerte per i restauri al tèmpio
servirsi del c.c.p. 2/44259 intestato a :
Chiesa "Valdese di Angrogna Serre.
Renato Coìsson
Favorita c'a una magnifica giornata, la
Festa di canto delle Scuole Domenicali
della Va! Pellice ha avuto luogo nel pomeriggio di domenica 21 maggio nel tempio di
Bobbio Pellice; e per una volta almeno,
il tempio di Bobbio si è rivelato troppo
piccolo per contenere i più di 300 bambini
ed il pubblico assai numeroso convenuto
da Bobbio e da altrove per ascoltarli.
Erano presenti ben 8 Scuole Domenicali,
ed una i cui bambini erano stati proprio
quella domenica sottoposti alle vaccinazioni era rappresentata da alcuni elementi soltanto : quella di Rorà.
Gli inni d’insieme (Innario numeri 333,
334, 43; Psaumes et Cantiques numeri 177
e 270) sono stati cantati con forza e senso
della misura e del ritmo dalle scuole domenicali riunite e dirette dal Pastore Aime
il quale anche, come Pastore della comunità ospitante, ha fatto gli onori di casa
dando il più cordiale benvenuto ai bambini ed al pubblico. Poi, le singole Scuole
Domenicali si sono alternate sulla pedana
predisposta ed hanno cantato : Angrogna
(Direttore Past. A. Taccia): Innario 338 e
Corali e Cantici pag. 11; Torre -Pellice
Centro (Direttrice Sig.ra Lina Varese-Bert);
Corali e Cantici ¡pag. 13; Torre Pellice
Appiotti (Direttrice Sig.na Edith Coisson);
Innario 287 e Psaumes et anitiques 222;
Torre Pellice-Asilo Infantile (Direttrice Signora Lina Varese-Bert): II.Giuro di Sibaud; Villar Pellice (Direttore Insegnante
Paolo Frache): Innario 89, Psaumes et
Cantiques 140; Bobbio Pellice (Direttore
Past. E. Aime); «Inno alla fede» e « Le
peuple des bergers »; Luserna San Giovanni e la rappresentanza di Rorà si sono limitati a cantare con le altre Scuole Domenicali gli inni d’insieme. Sia nella esecuzione degli inni d’insieme che in quella degli inni particolari, tutte le Scuole Domenicali, e talune in modo notevole, hanno
dimostrato una buona preparazione. Nelrintervallo, il Pastore Aime dava al bambini alcune notizie concernenti il tempio ed
il caratteristico campanile valdese di Bobbio; in seguito, dopo la distribuzione del
tradizionale « gelato » ai bambini una parte
di questi si recava al monumento di Sibaud
il cui significato veniva illustrato dal Pastore Aime. Poi ognuno è ritornato a
casa sua soddisfatto per la bella giornata
trascorsa e per aver avuto l’occasione di
cantare con tanti altri fratelli e sorelle le
iodi e la gloria del nostro comune Signore.
minimus
I Ti'ombettifi'i Valdesi
I Trombettieri valdesi desiderano esprimere a mezzo del nostro settimanale la propria
riconoscenza a quanti hanno reso possibile
la manifestazione. del loro primo decennale
o vi hanno in qualsiasi modo coUahorato.
Ringraziano in modo particolare le Chie
IIIUIMIIII II IIMMIIMIIMII II II lllll III II llllll''Il IIIIIMIIIIIIIIIIMMIHIIIItlll'IHIIIIIIIIIIMIIllllll II llllllllllllllinnilIIIUIIIIIII 111111111111111111111111111111111111111111111111111111 II liniMI'IIIIItlllIIIIII II ini II IIIMlllllllllllUIIIIMlMIIIIIIIIIIIIMIIIIMM'imiimilll imi'
Il Hiimiiiimiuiiimniiiiiiii. ... ..........mulini..un.........................................................................................
Un referendum sul divorzio?
Nel fascicolo 173 (marzo 1967) de « Il
Mulino » è apparsa una nota interessante,
a commento della proposta recentemente
avanzata (sul fascicolo di .marzo di « Coscienza ») dal prof. Cabrio Lombardi, presidente del Movimento laureati di azione
cattolica, per un referendum popolare sul
divorzio. La rivista bolognese riporta il
testo della proposta Lombardi, e commenta:
Per molte ragioni condividiamo la tesi
della opportunità di un largo accordo politico SU un referendum preliminare: anzi,
a differenza del prof. Lombardi, crediamo
se ne potrebbe parlare subito, e non solo
nel « caso in cui il Parlamento mostrasse
di avviarsi verso Fapprovazione dòl divorzio per il matrimonio civile.. Attendere gli
eventi, in questa materia, ci sembra oltremodo pericoloso.
Schematizzando diremo: 1) le forze politiche della maggioranza non sono in grado di sciogliere serenamente e con autorevolezza, nè in un senso nè in un altro, il
nodo psicologico e giuridico del divorzio;
2) è molto alto il rischio che le forze dell’opposizione intervengano strumentalmente sul problema, al fine di sconfiggere su
un fronte laterale lo schieramento della
maggioranza, spezzando l’alleanza fra democristiani e socialisti; 3) solo i risultati di
un referendum eventualmente favorevole
airintroduzione del divorzio nella legislazione civile possono costituire la premessa
perchè la Chiesa riconsideri l’intera materia
nei suoi termini pastorali più propri, che
non coincidono necessariamente con quelli
del Concordato; 4) solo j risultati di un
referendum ohe sancisca la preferenza degli italiani per rindSssolubilità dello stesso
matrimonio civile (quello canonico è ovviamente fuori questione) possono ridimensionare tesi e rivendicazione dei divorzisti, liberi di propagandare.le loro posizioni, ma
non autorizzati a presentarle come una verità universalmente riconosciuta.
È sintomatico che ben poche siano state
finora le voci di consenso pubblicamente
espresse a favore di un accordo generale e
preliminare sul metodo del referendum.
Tra gli organi laici ci sembra di poter ci
A. I. C. E.
8« CAMPO LATINO
Organizzato dalle
Associazione Insegnanti Cristiani Evangelici
e
Fédération Protestante de VEnseignement
CASA MATERNA - PORTICI (Napoli)
23 - 29 luglio 1967
Tema: IL SIGNIFICATO DEL NOSTRO LAVORO.
Programma :
Sabato 22 luglio: (sera) arrivo e presentazione.
Domenica 23 luglio: studio del past. Carlo Gay: «Le sens du travail dans le pian
de Dieu ».
Lunedì 24 luglio: visita di Napoli, Pozzuoli e dintorni.
Martedì 25 luglio: gita a Sorrento, Capri.
Mercoledì 26 luglio: studio del past. Sergio Rostagno; «Travail et gratuite».
Giovedì 27 luglio: visita ad Ercolano, Pompei e Vesuvio.
Venerdì 28 luglio: studio del prof. Roberto Jouvenal: « Notre travail: vocalton ou
évasion? ».
Sabato 29 luglio: partenza, oppure gita a Paestum e costa amalhtana.
Le serate saranno consacrate alla presentazione dell’opera di Casa Materna, di Kiesi,
all’infomiazione sul protestantesimo italiano e su quello spagnolo e al resoconto di
uno « stage » in Africa.
Per iscrizioni o informazioni più dettagliate scrivere a:
Roberto Eynard - via Provinciale 27 - Torre Pellice (lo.)
Il C. N. delVA.I.C.E.
tare, oltre a « Il Mulino » (cfr. nn. 163,
165-6, 168), solo la bella rivista piemontese di ispirazione liberale « Biblioteca cella
Libertà » (cfr n. 6; ma una nota redazionale lascia la responsabilità della tesi all’autore, definito un « cattolico liberale »).
Come mai siamo tanto in pochi a vedere
in un referendum la via migliore per affrontare responsabilmente il problema del
divorzio nel nostro paese? Le convinzioni
democratiche sono dunque così superficiali,
e così radicata, presso le autorità di tutti
i tipi, la preferenza per i metodi, di accordo
o di lotta, di puro vertice, con l’esdusione
della partecipazione popolare? Eppure i
programmi di tutti i partiti, l’orientamento
della Costituzione, l’insegnamento della
Chiesa, partano con fiducia della coscienza
e della .partecù^azione popolare.
Il discorso è interessante, ma discutibile:
Il anzitutto, bisognerebbe che i mezzi d'informazione, e in modo particolare la
RAI-VT, dessero modo alle due tesi di presentarsi in modo veramente libero e alla
pari all'opinione pubblica; 2) in secondo
luogo, quand'anche la maggioranza fosse
contro l'introduzione dell'istituto del divorzio nella nostra legislazione civile, non
si vede perchè essa dovrebbe imporre il
proprio parere alla minoranza, ledendone
la parità di diritti civili, mentre l'introduzione del divorzio non lederebbe affatto i
diritti dell'eventuale maggioranza contraria,
che rimarrebbe del tutto libera di non valersi di tale istituto.
Insomma l'argomentazione è largamente
ritorci bile, e si può chiedere: i cattolici
sono dunque così poco fiduciosi, di fatto,
« della coscienza e della partecipazione popolare » da non accettare il rischio della
libertà? hanno così timore che, aperta la
porta, la fede cattolica ceda in molti? e in
tal caso, in che luce appare quello che per
loro è dogma fondamentale, quello di una
continuità fra natura e grazia, di una sostanziale consonanza fra il bene morale (secondo quale morale?) e gli imperativi evangelici?
se di Villar Pellice e di Torre Pellice con i
rispettivi Concistori e Pastori.
Esprimono pure la loro viva gratitudine
agli Amici esteri seguenti :
Emilio Stober, Direttore delle Fanfare Evangeliche del Baden, noto mecenate dei
trombettieri delle Valli Valdesi.
Wilhelm Bissecker, vice Direttore delle
Fanfare Evang. del Baden.
Werner Benz, già Direttore delle Fanfare
Evang. del Lippe e ora di quelle della West,
falla, il quale ha recato in dono ai Trombettieri delle Valli n. 4 trombe nuove.
Wielfried Stober, Pastore responsabile del.
le Fanfare Evang. del Baden, VOberkirchenrat Katz di Karlsruhe, per i messaggi inviati; gli amici W, Mudersbach di Burbach e
E. Vogt di Heidelberg per la loro efficace
collaborazione e per la loro presenza.
Ringraziamo ancora i vari oratori che
hanno predicato la Parola di Dio, le corali
di Villar Pellice e di Torre Pellice con i
loro Direttori e tutti coloro che, forse insolontariamente non menzionati, hanno partecipato alla manifestazione.
Il Presidente dei Trombettieri Valdc i:
Enrico Geymct
— Venerdì 2 giugno la comunità ballista di Valperga visiterà la nostra chiesa. E’
previsto un incontro all’aperto neOa zona di
Pomaretto^ con alcuni messaggi. Diamo sin
d’ora il più affettuoso benvenuto ai fra udii
di Valperga e invitiamo la comunità a uivn.
dere parte all’incontro pomeridiano e ; ii-sibilmente anche al pranzo al sacco con i nostri fratelli.
— Domenica 28 avrà luogo il culto n. nsile alla Cappella del Clot Inverso, alle ì it-oO.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, . Torre PeUice
io)
avvisi economia
VEN'DONSI a Rorà (regione Pian Pru ' due
, case rustiche e terreno adiacente Ciri... are
sette, piante alto fusto. Rivolgersi ai !>ig.
Carlo Jahier, Via Amedeo Bert 14/'d orre Pellice.
AFFITTASI casetta 4 camere con vasto terreno - stagione estiva . S. Giovanni Rivolgersi Musso Danilo, Via Medail 37 Torino, tei. 77.67.0*8.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Caterina Berger
ved. Pons
profonidaimente commossi per la grande manifestazione di simpatia, ricevuta in occasione della diparitenza d sila
loro cara, ringnaziano in modo pHrticolare il Dott. Ros per le sollc- ite
cure, il pastore Genre per Passisti iza
spirituale, il vice Moderatore pastore
A. Deodato e i pastori Jahier e M col.
Ringraziano inoltre tutti gli amici - he
le furono di aiuto prezioso in qu dla
triste circostanza; e tutti coloro che
di presenza o con scritti le manifesi;arono la loro simpatia.
« Io ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed egli s’è inclinato a
me, ed ha ascoltato il ì’.iìo
grido » ( Salmo 40 1 )
S. Secondo di Pinerolo, 11 maggio 1967
RINGRAZIAMENTO
I figli, le sorelle e tutti i congiunti
del compianto
Daniele Fornerone
rivolgono un sincero ringraziamento
a quanti con la presenza, con scritti e
fiori hanno preso parte al loro grande dolore per Piinprowisa scomparsa
del loro caro.
Un particolare, commosso ringraziamento al Pastore Sig. Deodato, alla
Direzione e alle Suore della Casa di
Riposo Turina, al direttore generale
Dr. Cecil Anrep, alla Direzione della
Società per azioni Geigy e al personale tutto, all’Associazione Nazionale
Carabinieri in Congedo, ai vicini di
casa ed agli amici per il conforto e
per il prezioso aiuto prestato.
« L’Eterno udrà la mia voce e
darà pace all’anima mia ».
(Salmo 55; 17-18)
Miradolo di S. Secondo, 16 maggio 1967
PRAMOLLO
Domenica 28 maggio alle ore 15, D. v.,
avrà luogo nella sala delle attività il nostro
annuale bazar. A quanti vorranno collaborare alla riuscita di questa attività con doni
e con prestazione di mano d opera ed a tutti
coloro che verranno a visitarci il nostro sincero ringraziamento.
Dal 29 giugno il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
(Torino) accoglie ragazzi dai 7
ai 15 anni per le VACANZE o le
RIPETIZIONI. Sport - passeggiate . piscina coperta - ambiente familiare - rette modeste tutto compreso. - Telefonare al
n. 91.230 o scrivere. Sono aperte
anche le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.
5
ECO
DELLE miXl VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PILLI CE
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVIl - N. 22
Una copia lire 50
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.500 per rinterno
L. 3.S00 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale - I Gruppo bis
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE - 2 Giugno 1967
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Una pagina « profetica » di Giovanni Miegge
LA FINE DI UN MONDO
Un mondo finisce. Tutti lo dicono, tutti ne hanno la sensazione.
Forse, anzi, sarebbe il caso di metterci in guardia contro un possibile
dilettantismo delle catastrofi, che
potrebbe essere una forma di evasione dai problemi reali e dalle responsabilità <li ognuno di noi.
Ma supposto che un mondo finisca, quale è il mondo che finisce?
IL MONDO
DELL'INDIVIDUO SOVRANO
Se vogliamo rispondere con una
formula sintetica, e perciò incompleta e inesatta, possiamo dire che
il mondo che finisce è quello dell’individuo sovrano. Noi viviamo in
un tempo di crescente collettivismo;
anche di questo siamo tutti persuasi. Ma se vogliamo un esempio tipico, appunto perchè viene dall’America, il paese classico delTindividualismo, eccolo: le scoperte scientifiche più sensazionali di questi ul
lovunni Miegge è stato un ieolago di eccezionale sensibilità;
su quante linee egli è stato uomo di
punta, non soltanto in Italia, ma possiamo veramente dire nelVecumene
cristiana; attento alVattualità ancor
prima che si manifestasse in modo
pieno, vigile ai problemi prima che
fossero universalmente riconosciuti.
E appena necessario ricordare come
egli abbia saputo mediare con eccezionale tempestività al protestantesimo nostrano e alla cultura italiana la
problematica barthiana e quella bultinannianu; come egli abbia dimostrato una sensibilità profonda alla problematica ecumenica e a quella sociopolitica, quando non erano ancora
affatto mature nella coscienza della
chiesa.
In un opuscolo, edito a Roma senza data, ma con ogni evidenza nelrimniediato dopoguerra, abbiamo ritrovalo c riletto alcune sue pagine
che in questo e nei numeri prossimi
offriremo ai nostri lettori. Sono pagine di vent'anm fa, lucidamente sensibili e anticipairici, e oggi fresche
pili che mai. Dopo 450 anni ha più
che mai senso essere riformati.
timi anni sono l’opera collettiva, e
quasi anonima di gruppi di scienziati, ognuno dei quali ha sacrificato
qualche cosa della sua personalità
airo|)era comune. Il tipo classico
dello scienziato settecentesco o ottocentesco, l’uomo che vive il suo problema in un completo isolamento,
ignorato da tutti finché lancia al
mondo la sua scoperta, lo scienziato
geloso della originalità, della prio
rità ilella sua invenzione, e direi
tanto piu geloso quanto più è per
suaso che la piccola frazione di im
mortalità nella storia, che dovrà al
la sua scojierta, è la sola forma d
immortalità che sia concessa agli
uomini, sta scomparendo e cedendo
il po.slo all una forma di ricerca
scientifica che ricorda tipicamente
il lavoro delle comunità monastiche
medioevali e degli edificatori delle
cattedrali gotiche.
LE FORME MUTEVOLI
(luesto esempio mi sembra tipico;
esso è il sintomo di un cambiamento
di mentalità che a poco a poco investe tutte le attività umane, e a cui
nessun istituto, nessuna abitudine
tradizionale, nessun aspetto della
nostra concezione della vita può interamente sottrarsi. Tutta una forma di civiltà sta trasformandosi sotto i nostri sguardi, ed è pioprio la
civiltà che era sorta dal Rinascimento e dalla Riforma, per quanto avevano di comune: la civiltà di Leonardo e di Lutero; diciamo pure:
la civiltà protestante. Non abbiamo
nessun motivo di declinarne la gloriosa paternità, come non abbiamo
nessun motivo di velarci la faccia,
con gesto tremebondo, in presenza
del fatto ineluttabile, che questa civiltà sta trasformandosi sotto i nostri sguardi.
Neppure vogliamo soffermarci in
uno sterile rimpianto. Possiamo
provare rincrescimento o talora anche angoscia, perchè una delle più
forti cose che siano apparse nel
mondo sta tramontando, possiamo
domandarci se il mondo che verrà
sarà realmente migliore: ma non
possiamo dimenticare, appunto perchè siamo protestanti, che tutte le
cose umane sono sotto il giudizio di
Dio, e che il principio fondamentale
e perenne del protestantesimo non
è necessariamente solidale delle forme concrete di cui si è rivestito nella storia, negli istituti, nel costume,
nelle abitudini di vita, nei valori e
negli ideali che li hanno illuminati.
IL PRINCIPIO PERENNE
Il principio perenne del protestantesimo si può riassumere nelle
due parole ; sola fide e sola scriptura. Il senso di questi due principi
è uno solo: trasferire tutte le potenze dell’anima nella meditazione delle vie di Dio, della sua libertà sovrana verso tutte le creazioni storiche e le istituzioni umane, del suo
giudizio, della sua grazia, della potenza di rinnovamento del suo Spirito. ^
Sola fide: cioè non per le nostre
opere, non per le nostre creazioni
storiche, non per i nostri « valori »
protestanti, per la robustezza della
nostra personalità, per la nostra indipendenza di giudizio, per la nostra refrattarietà verso tutte le soluzioni gregarie, per il nostro connaturato amore di ogni libertà, non
per tutto questo noi possiamo sussistere nella Sua presenza, ma unicamente per il Suo beneplacito, per
la Sua longanimità tollerante, che
per amore di Cristo perdona le asperità, l’orgoglio, rautosufficienza,
la mancanza di fraternità, che sono
sovente — sempre? — il rovescio
di questi splendidi valori; per l’amore di Dio, che può considerare
con occhio ugualmente o forse anche più favorevole, il tentativo di
una cooperativa agricola, di impiantare la coltivazione dei campi sopra
una base di vera solidarietà umana,
che le creazioni deirindividuo indipendente e fiero della sua autosufficienza.
E; sola scriptura. Noi abbiamo
sperimentato nel secolo XVI la formidabile potenza rivoluzionaria di
questo principio, applicato alle
« tradizioni umane « del cattolicesimo romano; ne sperimentiamo
continuamente la potenza critica e
liberatrice nei riguardi delle nostre
stesse istituzioni ecclesiastiche, nelle qu.ali siamo riusciti a conciliare
assai bene i principii della stabilità
tradizionale e deH’antocritica « sotto il giudizio della Parola di Dio ».
Non vi è nessuna ragione perchè
non possiamo applicare questo principio rivelatore e liberatore a tutti
gli aspetti tradizionali della nostra
« civiltà protestante ». Ogni volta
che lo tentiamo, dobbiamo riconoscere nuovamente la sua profonda
fecondità. Quando consideriamo la
nostra vita nei suoi aspetti tradizionali, alla luce della Parola di Dio,
noi ci vediamo ricondotti inesorabilmente ad un punto di vista di
eternità, ad un criterio divino di
giudizio, di orientamento, di guida,
ed assumiamo verso questi « valori » lo stesso atteggiamento di libertà, che verso la « tradizione »
cattolica; e non è una libertà negativa ed anarchica, ma la libertà di
coloro che sono incondizionatamente sottomessi a Dio ed a lui solo.
VERSO L'AVVENIRE
Il principio perenne del protestantesimo, nei suoi due aspetti
complementari: sola fide e sola
scriptura, non vuole altro che ridestare in noi il senso di Dio, della
sua eterna vitalità, del suo giudizio
e del suo amore. Esso è il principio
di una robusta fede, che ci permette anzi ci obbliga a rivolgerci avanti, senza timori nè timidezze, nella
certezza che nessun rivolgimento
storico potrà coglierci impreparati
o sommergerci, ignari ed incoscienti, perchè siamo stabiliti sulla roccia dei secoli. Ma la sicurezza della nostra fede è quella dei « beati
possidentes », è quella dei pionieri,
che vanno avanti verso le città umane del futuro, lieti e fidenti, perchè sanno che a la loro cittadinanza è nei cieli », e aspettano con
l’Apostolo « nuovi cieli e nuova
terra, nei quali abita la giustizia ».
Anche questo può essere il significato della festa della Riforma.
Giovanni Miegge
Israele al
crocevia
millenario
di contrasti
Due milioni di Israeliani accerchiati da quaranta milioni di Arabi — Attorno
alle forze in contrasto, troppi padrini interessati o arbitri impotenti i— Un
grave scacco dell'ONU : crisi di una speranza e di un mito? — Come dietro
tutte le crociate, che cosa si nasconde dietro la guerra santa ,araba? — Il diritto all'esistenza di un popolo, nel quale ogni cristiano non /può non riconoscere il perdurare misterioso del Patto eterno.
le prossime
(¡onfereDze distrettuali
Le Commissioni distrettuali hanno indicato le seguenti località e date per la convocazione delle Conferenze (distrettuali ordinarie ;
I Distretto - S. Germano Chisone, 28-29
giugno.
II Distretto - Ivrea, 29 giugno.
Ili Distretto - Ispra (Varese) 24-25 giugno.
IV Distretto - Firenze, 28-29 giugno.
V Distretto - Corato, 17-18 giugno.
VI Distretto - Riesi, tata non precisata.
Le deputazioni delle Conferenze Distrettuali al Sinodo dovranno essere elette secondo la seguente tabella ;
I Distretto, 19 deputati; li Distretto, 7
deputati; III Distretto, 6 deputati; IV Distretto 5 deputati; V Distretto, 5 deputati;
VI Distretto, 6 deputati.
Anche se il dramma vietnamita non accenna a perdere d'intensità, al contrario,
in questi giorni gli occhi del mondo sono
rivolti al millenario crocevia di contrasti
dove il Signore sembra aver messo a bella posta il suo popolo Israele: e sia pure,
oggi, sotto forma di Stato moderno, membro dell’O.N.U.
1 giornali e i comunicati-radio ci informano suH’evolversi della situazione, ma
concordano nel definirla confusa e minacciosa; più che mai si ha l’Lmpressione che
« la storia » sia quella sotterranea, mossa
dai cosidetti «grandi», che senza averne
la statura morale pretendono di fare da
arbitri; un arbitrato fondato sulla forza,
quella tecnico-militare e ancor più quella
economica.
L’Egitto ; il regime nasseriano è espwessione tipica di nazionalsocialismo arabo;
autore di inicilubbie manifestazioni di progresso sociale, ha però bisogno come tutti
i regimi autoritari di una crociata, quella
antiebraica, debitamente colorata di antiimperialismo occidentale. In un momento
di flessione della sua popolarità, per la
poco felice campagna yemenita, Nasser ha
voluto riconquistare prestigio agli occhi
del mondo arabo (e c’è riuscito) con il
blocco del golfo di Aqaba. Difficile sapere
quale effettiva volontà e possibilità di lotla a oltranza vi sia dietro le violente dichiarazioni del Cairo.
Gli U.S.A.: il loro positivo appoggio
agli Israeliani giocherà in modo decisivo
neH’andamento del conflitto; ma è chiaro
che si tratterà di una pura pressione di
forza, poiché il governo di Washington
non è attualmente in posizione di autorità morale per trarre la trave (trave, certo,
non fuscello) daH’oochio altrui.
L'U.R.S.S. ; il suo appo^io generico all’Egitto è in ultima analisi politicamente
cauto (interessanti le tensioni interne, a
questo proposito, nei partiti comunisti occidentali, ad es. in quello italiano : mentre la direzione nazionale appoggia Nasser, la Federazione romana partecipa alla
veglia pro Israele, accanto a ebrei e cristiani); una notizia ufficiosa ha reso noto
che « attualmente Mosca non ha alcun interesse in un conflitto nel Medio Oriente ».
La cosa è profondamente rallegrante, perchè se rinteresse ravesse...
L’appoggio britannico (laburista, ricordiamo) a Israele vuole forse esprimere ravvedimento e una sorta di risarcimento per
l'ostilità con cui Londra ha seguito le
tappe del sionismo. La proposta di arbitrato di De Gaulle, per una riunione dei
4 « grandi » (ma oggi la Francia non è un
«grande», ancor meno della Gran Bretagna) non pare avere molte probabilità
di successo, per l’opposizione dei « grandi »
veri come pure dei « piccoli » in questione.
Quella che avrebbe dovuto essere la protagonjsta della crisi, l’O.N.U., è sparita
dalla scena. Su richiesta del Cairo, il segretario delle N.U., U Thant, ha ordinato
il ritiro, con una fretta che ha stupito
molti, dei « caschi blu » che presidiavano
la frontiera fra Egitto e Israele. Formalmente, le norme che regolano l’azione
delle N.U. giustiflcano tale decisione. Tuttavia, perchè non si è tentato di trasferire
i caschi blu daH’altra parte della frontiera,
in territorio israeliano? è stata fatta, tale
proposta? è stata rifiutata da Tel Aviv?
Dopo tutto, al termine della campagna del
Sinai 1956, le forze israeliane si erano ritirate dalle posizioni conquistate accettando un armistizio garantito appunto dalla
presenza dei caschi blu. Ora questa garanzia viene a mancare, mentre l’Egitto si
trova in grado di bloccare (come da 11
anni blocca il canale di Suez al traffico
economico israeliano) lo sbocco marittimo
ebraico di Eiiat, sul golfo di Aqaba. È
del tutto giustificata la recisa protesta
israeliana.
Mi pare che i nodi della questione siano
i seguenti ;
— I nazionalismi arabi •— in particolare
quello egiziano che aspira alla leadership — giocano fortemente la carta della
guerra santa contro l’infedele usurpatore
(si ha notizia di mobilitazione in Algeria);
non hanno accettato _e sembrano decisi a
non accettare la costituzione dello Stato
d'Israele; in questa atmosfera le oggettive
difficoltà non possono trovare soluzione,
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
iiimiiiiimiitminii
iiiiniimimiiiiiiiiiimiiiiimiiiii- •
MI iiiiiiiimiminiiiiii n
Competenza e testimonianza
Siamo in un’epoca in cui si sottolinea sempre la necessità della competenza in ogni settore della vita umana. E ciò diviene lo « slogan » di molti
anche quando si tratta di testimonianza a cristo. Però se è naturale
che la preparazione è necessaria, (tanr
to più in un tempo in cui le speciali^
zazioni divengono cos'j rilevanti, è
anche indispensabile dire che la testimonianza non è necessariamente
legata alla competenza. Non si dica
che si sottovaluta la preparazione. È
assurdo. Si tratta d’altra cosa. iRecentemente Billy Graham ha rifiutato
d’intervenire alla Commissione degli
affari esteri presieduta dal Senatore
Pullbright « semplicemente perchè
non si considerava esperto » in tali
cose. Che non sia esperto possiamo
essere d’accordo, però è anche chiaro
ohe l’invito non gli fu rivolto come
competente, ma come testimone. In
altra occasione il Dr. Graham qualcosa ha detto sulla guerra del Vietnam; non come esperto, ma meno
ancora come testimone di Cristo.
Se per rendere testimonianza a Cristo occorre esser competenti dei problemi del settore cui ci si rivolge, o si
potrà parlare solo a quelli che non
sanno nulla, ciò che è ancor più pericoloso perchè proprio questi iiossono ricevere la nostra parola senza
critica alcuna, oppure ci si dovrà mettere nella via delTeterna preparazicme
senza speranza di ^ere mai all’altezza della situazione. La preparazione è spesso l’alibi di quelli che non
vogliono impegnami rischiando. Poi
quando la preparazione sarà finita?
Non è forse vero che più si cc^sce
meno ci si sente preparati? E si avrà
ancor più scrupolo di parlare? Si potrà dire ohe per esser testimoni di
Cristo occorre avere almeno una so
lida preparazione teologica... ma anche questa ha un limite perchè non è
la teologia che autorizza a parlare in
ambienti specializzati, per esempio
nella politica, o nell’economia o nella sociologia. Poi, se la nostra preparazione è la cosa essenziale saranno
solo i grandi teologi a iwter dire una
parola ! È ben così ohe si verrà, allora,
a riconoscere la necessità di un Magistero nella chiesa che faccia il bello
ed il brutto tempo in ogni zona deiresistenza umana.
di Tullio Vinay
AH’oppO'Sto di questa posizione sta
la leggerezza di chi non tiene conto
della preparazione per incontrare l’altro nel dialogo pensando « qualcosa si
dirà». Qui si valuta più il numero
delle parole che il contenuto di esse, e
questa pericolosa sufficienza non è
rara nei nostri ambienti. Non si tratta di esser competenti e nemmeno
di esser sicuri di se stessi come se potessimo tirar fuori dal nostro sacco
qualcosa di valevole, solo pierchè siamo cristiani, o credenti e ci sentiamo
in «dovere» di testimoniare. Non è
questione di essere preparati e non è
neppur questione di fare a meno della
preparazione. Di questa ce n’è sempre bisogno, ma questa non dà il
« tempo » nè la sostanza della nostra
presenza ove pulsa la vita del mondo.
La ricerca è esigenza della missione.
Non c’è missione senza ricerca affannosa e tesa, ma ci può essere ricerca
senza missione; è, allora, pura speculazione di spirito e di poltrona.
Il testimone è colui che indica il
Cristo ed il « suo mondo ». Lo indica
non con argomenti di umana saggez
za nè a causa di sue esperienze, anche
se l’addizione delle volte in cui siamo
costretti a stupirci della meravigliosa
misericordia e pKitenza di Dio fortifica
la nostra fede. Lo indica in «dimostrazione di Spirito e di potenza»
cioè solo essendo strumento del Risorto che agisce e parla attraverso la
meschinità del suo servitore.
Se questo è il « testimone » allora la
questione si sposta dalla necessità
della preparazione all’«urgenza» delrintervento, o se si vuole al « tempo
di Dio» che preme su noi e ci mette
di fronte alla responsabilità delTobbedienza o della disobbedienza. È questione di quel « non posso altrimenti »
interiore di fronte al quale tutta la
riconosciuta importanza della nostra
preparazione non è sufficiente a trattenerci, e rifugiarsi in essa è un fuggire al mandato ricevuto, poiché dopo
tutto se Egli ci manda, vuol dire che
Egli è con noi. E ciò ci deve bastare,
come basta la Sua grazia al nostro
debole «vaso di terra». Ma noi abbiamo al polso o in tasca l’orologio
del « cronos » del tempo degli uomini,
non del « kairòs » che è il tempo di
Dio. Quest’ultimo si avverte solo per
fede nell’ascolto del 'Vivente che viene. E ciò spiega anche perchè cosi
spesso lassiamo esser perplessi e Subitosi, perchè ci si contorce come il
legno verde sul fuoco, prima di dire
il « sì » dell’obbedienza ed abbandonare quella umana sicurezza che noi
cerchiamo, forse invano, nella prej^
razione e ohe i»trebbe darci l’illusione di esser dei competenti.
Il fatto è che siamo mandati come
siamo e non invitati a starcene da
parte finché ci sentiamo pronti alla
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
6
N 22 - - 2 giugn y 196"
Il B^no e i piccoli fanciulli
(Matteo 19: 13-15)
In molte Chiese evangeliche italiane è terminata domenica scorsa, per quest’anno ecclesiastico, l’attività della Scuola Domenicale.
L’occasione è propizia per riflettere sul posto dei bambini nella
Chiesa.
L’Evangelo, nel passo citato, riferisce che Gesù ha accolto i
bambini, malgrado il parere contrario dei discepoli. E’ facile capire
il ragionamento e 1 atteggiamento dei discepoli: i bambini sono troppo piccoli per diventare discepoli di Gesù, non possono prendere
una decisione, non possono capire. Difatti Gesù non dice nulla ai
bambini, non predica loro l’Evangelo, neppure fa loro qualche raccomandazione morale. Eppure Gesù li accoglie e benedice.
Anche la Chiesa di Gesù Cristo accoglie i bambini. Essa sa che
i bambini hanno un posto nella Chiesa. Perchè?
La risposta che comunemente si dà è questa: perchè in questo
modo essi possono essere istruiti nell’Evangelo e diventare, con
l’aiuto di Dio, discepoli di Gesù. Non diciamo sempre che i bambini
e fanciulli che frequentano le-noistre Scuole Domenicali sono la Chiesa di ilomani?
La risposta di Gesù, però, è diversa: egli accoglie i piccoli fanciulli <( perchè di tali è il Regno dei cieli ». Cioè: i piccoli fanciulli
non sono la Chiesa di domani, sono la Chiesa di oggi. Se di loro (e
di quelli che diventano come loro) è il Regno dei cieli, a maggior ragione essi devono essere considerati come Chiesa.
Questa affermazione di Gesù è una delle pili misteriose che abbia
fatto. Non si tratta evidentemente del mistero dell’infanzia, ma del
mistero del Regno. Così pure è chiaro che, proponendoci i piccoli
fanciulli come modello dei cittadini del Regno, Gesù non vuole magnificare i fanciulli ma vuole magnificare Dio. I discepoli si sentono
grandi di fronte ai piccoli fanciulli: Gesù, con la sua parola e col
suo comportamento, vuol far capire ai discepoli che Dio solo è grande, non loro.
La Chiesa dunque accoglie i piccoli fanciulli non solo e non tanto come gli eventuali membri di Chiesa di domani ma come il segno
vivente che tutta la sua grandezza è come quella dei piccoli fanciulli,
che non son nulla. La Chiesa non è grande. Solo Dio lo è.
Paolo Ricca
FEDE E PSICOLOGIA
Il problema psicologico della “violenza,,
Che la Chiesa Cristiana abbia quasi sempre, nel corso della sua storia,
condannato il ricorso alla violenza,
alla forza, all’uso delle armi e a quella forma estrema ed esasperata di
violenza ohe è la guerra, è cosa risaputa. Tuttavia la storia ci ricorda
svariate eccesioni a questa regola: le
« crociate » razziste contro gli « infedeli » le .spedizioni punitive contro gli
« eretici », le sanguinose « guerre di
religione », ed infine non poche guerre più recenti condotte in difesa della
civiltà (cristiana), dei valori (cristiani) ed in ultima analisi della Chiesa
stessa !
Siamo pronti tuttavia a voler considerare i numerosi (e particolarmente disgustosi) episodi in cui la Chiesa
si è lasciata trascinare all’uso della
forza e della violenza come delle deplorevoli aberrazioni. Vediamo piuttosto, come protestanti riformati, che
cosa si deve dire della violenza alla
luce della Parola di Dio.
Senza dubbio raimuncio Evangelico del Nuovo Testamento è nel suo
insieme un energico richiamo alla
« non violenza ». Il discepolo di G-esù
è chiamato ad « amare » i nemici, a
« fare del bene » a coloro che lo odiano, a « benedire » quelli ohe lo maledicono, a « pregare » per quelli che lo
oltraggiano. Non solo, ma come se
non bastasse, Gesù aggiunge subito
dopo : « A chi ti percuote su di una
guancia, porgigli anche l’altra: e a
ohi ti toglie il mantello, non impedire
di prenderti anche la tunica. Dà a
chiunque ti chiede; e a chi ti toglie
il tuo, non glielo ridomandare ». A
queste sconvolgenti, parole fanno eco
numerosissimi altri passi biblici, di
Pietro, di Paolo e di altri. Basti qui
ricordare l’invito alla mansuetudine,
alla sottomissione, al servizio contenuto in Efesini cap; 6 o in I Pietro,
cap. 2. Certamente, e in ogni caso, il
1111111111110111)111. I
Verso una Chiesa per gli altri
Dao studio ecnoienico sulla struttura missiouaria della comunità
Il gruppo di lavoro organizzato dal
Consiglio Ecumenico di Ginevra per
studiare le questioni della « struttura
missionaria della comunità » ha pubblicato recentemente un volume che
contiene una scelta degli studi, articoli, rapporti preliminari e discussioni su cui il gruppo stesso ha basato
il proprio rapporto finale. Una buona
parte di questo materiale preliminare
è vivace ed interessante, forse più
penetrante o problematico che il rapporto conclusivo ed è bene che sia
stato sottratto all’oblio degli archivi
ed offerto alla meditazione dei credenti.
Il libro si intitola « Vers une Eglise
pour les autres » : i paragrafi introduttivi ricordano come il gruppo di
lavoro che l’ha prodotto sia nato da
una decisione deU’Assemblea di Nuova Delhi di prestare particolare attenzione alle questioni dell’evangelizzazione a livello parrocchiale. Nel libro
si parla di « missione » con un significato simile a quello che noi intendiamo per « evangelizzazione ».
Che cosa vuol dire evangelizzazione? Vuol dire acquistare qualche nuovo membro di chiesa o vuol dire dare
a tutti gli uomini un annuncio ed
un segno chiaro e comprensibile del
Regno di Dio che viene? Preoccuparsi
solo dell’acquisto di qualche membro
di chiesa significa dare all’evangelizzazione un colorito di egoistico di rafforzamento di noi stessi, mentre es
sere una « chiesa per gli altri » vuol
dire prima di tutto prendere in considerazione la situazione di quegli
altri e le condizioni che si pongono
affinchè essi ricevano un messaggio
non deformato.
Si prenda l’esempio del culto pubblico ; per essere veramente pubblico
dovrebbe risultare aperto e comprensibile a tutti, mentre nella nostra
chiesa è in pratica un culto semiprivato perchè ne rimangono automaticamente esclusi tutti quelli che non
capiscono il linguaggio ecclesiastico,
tutti quelli che non sanno esprimere
i loro sentimenti con musiche del
Seicento o dell’Ottocento, tutti quelli
che vorrebbero partecipare con interventi spontanei e a cui non è offerta
l’occasione di poterlo fare. II nostro
culto è fatto su misura per noi e per
rispondere ai nostri bisogni, ma l’apostolo Paolo esortava i Corinzi (I Corinzi 14) a fare un culto per gli altri,
Culto radio
domenica 4 giugno
Past. ERNESTO AYASSOT
Torino
domenica 11 giugno
Past. ERNESTO AYASSOT
Torino
per rispondere al bisogno degli altri
di udire la parola di Dio e di esprimere la loro risposta.
Si prenda un altro esempio, quello
delle circoscrizioni territoriali delle
parrocchie e dei distretti. Pure queste
sono fissate secondo gli interessi interni della chiesa anziché essere fissate secondo le necessità degli altri,
sono fissate cioè secondo quello che
è più comodo per noi anziché secondo
quel che è più conveniente affinchè
gli altri trovino sul loro cammino
una testimonianza adeguata. Esempi
analoghi potrebbero essere moltiplicati. Una chiesa che voglia veramente
portare l’evangelo agli uomini deve
rivedere tutte queste abitudini e diventare una « chiesa per gli altri ».
I trenta e più studi e interventi che
compongono il volume cercano di
fornire al riguardo suggerimenti, indicazioni e spunti di riflessione sia
di carattere teologico che sociologico.
I temi principali sono accennati dalle
cinque parti in cui è suddiviso il materiale: che cos’è la missione-evangelizzazione, il mondo in trasformazione, la chiesa nel mondo ma non del
mondo, il rischio missionario e, infine,
alcuni aspetti della chiesa di domani.
L’introduzione ricorda la parola di
John Baillie secondo cui dei documenti di questo tipo vanno « masticati » e non « buttati giù », ossia devono essere riletti e rimeditati con
attenzione perchè se ne possa cavare
tutto il beneficio che sono capaci di
dare. Per questo motivo suggeri?mo ai
pastori ed ai laici impegnati di leggere questo volume, e crediamo che
almeno una parte dei documenti in
esso contenuti potrebbe fornire la base per gli studi nelle unioni giovanili
o per dibattiti nelle chiese. Ciò costituirebbe un modo molto utile di preparare la prossima Assemblea del
Consiglio Ecumenico che avrà luogo
ad Uppsala nel 1968. Il tema generale
del volume, sintetizzato in forma di
messaggio, verrà infatti presentato a
quella Assemblea.
La parte più discutibile del libro,
quella che necessita per lo meno di
molte ulteriori precisazioni, è costituita dai brani che riguardano l’azione di Dio nella storia: pur affermando (p. 26) che l’intervento di Dio non
dev’essere identificato con il corso degli avvenimenti, si dichiara che già
oggi l’umanità nel suo insieme è liberata dalla schiavitù ed introdotta
nell’alleanza di Dio. « La morte e la
risurrezione di Gesù Cristo sono l’Esodo per tutti gli uomini » è detto a
p. 26, ma senza precisare che tra
l’uscita dall’Egitto e l’entrata nella
Terra Promessa c’è posto non solo
per la grazia ma anche per la condanna. Non è questa la sede per entrare in una completa discussione del
problema, basti aver accennato all’esistenza di qualche tesi teologica discutibile. avvertendo con ciò i lettori di
non prender per oro colato tutto ciò
che appare in un documento ecumenico, ma di esercitare il loro giudizio
critico,, la loro crifea evangelica, su
tutto ciò che viene loro proposto.
Il libro segnala ripetutamente il
pericolo che le chiese si chiudano in
se stesse e si separino dal mondo e
vivano come conventicole appartate;
esiste naturalmente anche laltro pericolo che consiste nell’ identificarsi
talmente al mondo da perdere il proprio sapore distintivo : la missione,
l’evangelizzazione implicano tra chiesa e mondo un rapporto che include
la contestazione. Nel documento ecumenico questa nota non è sufficientemente chiara. Ma chi legga il libro
tenendo presente queste osservazioni
vi troverà utili spunti per rivedere e
rimeditare su molti aspetti della vita
delle comunità cristiane.
Aldo Comba
Vers une Eglise pour les autres - Do
cuments du Département d’Etudes
sur l’Evangélisation du C.O.E. rassemblés par G. Casalis, W. Hollenweger et P. Keller - Editions Labor
et Fides - Genève.
8iFert(‘
atnpi
avoro
Ad Agape giungono di tanto in tanto delie offerte di campi di lavoro dall’estero. In
generale si tratta di gruppi di giovani di
una comunità, guidati da un pastore, che
si mettono a disposizione per 2-3 settimane. A volte si tratta di gruppi numerosi
che difficilmente potrebbero trovare un'occasione di servizio in luna delle nostre Comunità, ma talvolta sono piccoli gruppetti
che si mettono a idisiiosizione. per lo più
offrendo di pagare le spese di mantenimento.
D'altra parte non è raro che in una comunità si rendano necessari dei lavori di
riparazione e rammodernamento di stabili.
Alcuni di questi lavori possono essere svolti solo da professionisti, ma altri richiedono
mano d'opera non specializzata. Un piccolo campo di lavoro può non solo rappresentare un risparmio, ma anche — soprattutto se attuato in collaborazione con i
giovani locali — un’occasione di incontro,
di apertura per la comunità.
Agape in questo può servire da collegamento dando informazione su queste offerte e ricevendo dalle Chiese richieste che
specifichino data, tipo di lavoro richiesto,
consistenza numerica del gruppo che potrebbe dare un servizio. E' necessario solo
tener presente che all’estero questi gruppi
vengono programmati con molto anticipo.
E’ quindi opportuno far pervenire le richieste per il '68 possibilmente entro settembre.
Per ulteriori informazioni rivolgersi ad
Agape, Frali (Torino).
lenza, mai ad esserne l’artefice! In
nessun modo appare giustificata la
cristiano è chiamato a subire la vioviolenza, anche verso i nemici, gli oppressori, gli ingiusti. (Sermone sul
monte secondo Luca cap. 6).
Invece, la psicologia chs analizza
l’uomo cosi, com’è, ci fornisce dei dati
contrastanti, anzi, diametralmente
di Enrico Pascal
opposti! Con inequivocabile chiarezza l’uomo appare un essere violento.
La psicologia (ci riferiamo essenzialmente alia cosiddetta «psicclogia del
profondo») adopera un termine estremamente efficace per definire la violenza: parla di aggressività.
L’uomo è dunque intimamente,
nella sua natura, un essere aggressivo, dotato, come diceva Freud, di una
« carica » di aggressività. Ma questa
aggressività, destinata evidentemente
alla lotta per la vita e la sopravvivenza (in questo senso si tratta di
una forza a valore positivo) trova
numerosi limiti e impedimenti di natura sociale, o etica, o religiosa. In
conolusione sono pochi gli individui
che, incuranti delle convenzioni sociali, sfogano gran parte della loro
aggressività (la cosiddetta «cattiveria»). I più sono costretti a cercare
di frenarsi, di dominare la propria
aggressività, di «inibirla».
Questa forza allora, come avviene
di un vapore compresso, o esplode a
tratti in gesti di sfogo e collera, in
scenate liberatrici oppure, accumulata a lungo, si ritorce contro Tindividuc stesso, diviene una forza eminentemente negativa, di autodistruzione. In sintesi finiamo tutti con
Tessere « cattivi » o verso gli altri o
verso noi stessi. Molti soprattutto i
cosiddetti « nevrotici », non avendo il
coraggio di prendersela con gli altri,
finiscono inevitabilmente col prendersela con se stessi. Non abbiamo che
da guardarci attorno per trovare innumerevoli esempi di questi due tipi
di comportamento, in officina, a scuola, m lamigiia... ed anche in chiesa!
Tournier, in un suo noto libro (1),
ha ben illustrato questi duo diversi,
e in certo modo tipi di sfogo della
aggressività dei « forti » e dei « deboli ». Ma, e questo è essenziale, la psicologia ha dimostrato ohe nessun individuo sfugge alla propria aggressività (che è al servizio essenzialmente
dell’istinto sessuale, ma di qutsto diremo altra volta).
Soprattutto, alla luce di questi dati, la distinzione tra persone « buone »
cioè miti nei loro rapporti col prcssimo, e « cattive » cioè troppo dure e
pronte a ferire il prossime, fondata
com’è ovviamente su un criteri) sociale, perde quasi ogni valore!
Chi è buono e mite in apparenza,
cova sovente ribellioni inaudite e propesiti di vendetta cocenti; chi è cattivo in appareza, spesso è soltanto
più franco ed esplicito (meno «inibito »).
Consideri.amo ora, dopo queste brevi delucidazioni, quello che avviene di
solito negli ambienti religiosi cristiani. Qui la bontà e la mansuetudine
dei fedeli si identificano in pratica con
quella che la psicologia chiama « inibizione della propria aggressività ».
Così avviene generalmente che i membri di Chiesa, nei loro rappcirii, cercano di non urtarsi, di non ferirsi, di
comportarsi sempre il più possibile
« educatamente », di essere, o almeno
sembrare buoni ad ogni costo, riservando se mai al altre sedi e altri momenti gli sfoghi della propria aggressività cos. duramente tenuta a freno.
Lasciato Tambiente « di Chiesa », appena fuori, nel « mondo », in officina,
a scuola, in ufficio, per strada ( gli sfoghi verbali e non solo verbali degli
automobilisti!) ci si sfoga assai meglio senza peraltro compromettere il
proprio prestigio! Ma un osservatore
appena un po’ smaliziato non tarderebbe a scorgere, proprio studiando lo
svolgersi della vita e delle attività di
una qualsiasi Chiesa, come in molteplici occasioni la cosiddetta aggressività trovi già, nella stessa vita ecclesiastica, svariate maniere di esprimersi e sfogarsi! Ne sono prova evidente le polemiche (non sempre solo
verbali!), i «casi personali» di insanabili « incomprensioni » nelle quali
ci si vendica (certo aggressdvameirte!)
delTaltro togliendogli la stima o il saluto, ma soprattutto i pettegolezzi (tipico modo di ferire, di aggredire alle
spalle il prossimo, di denigrarlo senza che l’altro possa difendersi!). Seriza dubbio il pettegolezzo è il precedimento più usato soprattutto negli ambienti religiosi, poiché esso consente
il massimo sfogo possibile delTaggressività verso qualcuno compatibile e
tollerabile in ambiente siffatto dove
per non fare che un esempio non si
potrebbe mai ammettere che due persone si insultino apertamente o giungano alle mani! Si pensi a quale torrente di aggressività pettegola è allora necessario per compensare un mancato sfogo, e quale fiume di parole
pettegole è destinato a cclmare il vuo
to lasciato daU’aver dovuto reprimere
certe invettive!
Comunque non vi può essere dubbio che la religione cristiana, così
come per lo più si realizza nella vita
delie comunità ecolesias’.iche, tende a
inibire al masssimo la aggressività dei
membri in nome della bontà e della
carità. Ma vi sono due altri campi affini, di estrema importanza, dove sembra dominare analogo concetto della
bontà come richiamo ad inibirsi, a
frenarsi, a rinunciare « a farsi valere».
Uno è il campo della famiglia, dove
infinite volte certi atteggiamenti dei
figli, giunti alla soglia deM’adolescenza e in procinto di farsi valere, sono
visti e denunciati come atti di pura
«cattiveria», e certe più che legitUme « rivendicazioini » sono viste come
offese alTautcrità dei genitori, quando non si giunge addirittura a c:moulcare le più legittime aspirazioni dei
figli in nome del « rispetto » dei genitori, i quali sembrano preoccupa'i
unicamente di mantenere il loro prestigio. Quante volte genitori piuttosto
inetti ed incapaci fanno appello alla
autorità « religiosa » della Chiesa nel
tentativo di eseicitare sui figli una
vera e propria tirannia spirituale che
non fa che esasperarli e renderli più
ribelli! Eppure in molte fam'.elie,
nonché in svariati am,bienti sco^aTici, educazione è ancora in gran parte
sinonimo di «inibizione» della propria aggressività.
E l’altro campo è quello degli .nnbienti di lavoro, dove continuii ad
eserciitarsi un certo paternalism-. in
nome del « servi siate soggetti a.ì v ostri padroni» certamente avulso dal
contesto evangelico.
Eppure la Chiesa ha a tal F 'to
considerato suo dovere chiama'!' i
suoi membri alla inibizione .della 'ito
aggressività e della loro « spenta »
violenza e della loro « naturale n
denza alla lotta da provocare r' un
lato la ribellione e la denuncia 'la
psicologia (soprattutto la psic i)
e dall’altro la esplosione «me o
naria » del marxisimo La der la
della religione come « oppio » dei oopcli parte ovviamente dalla co a
zione di una cristianità « clorofo ''ruzzata », satura di ogni sorta d ji
zione, in nome di un assai « ipcc a »
mito di bontà paternalistica bo- nese. Non è qui la sede di svile re
queste considerazioni; basti rico re
come la protesta psicanalitica e r
xista coincidano alla loro origine el
Tattacco alla « morale borghese « ; ne
salverebbe l’uomo a furia di inic .z oni contrarie alla sua natura.
Ma, se sia proprio questo che rrivangelo di Cristo richiede, lo vedrem rei
prossimo articolo.
L’uomo, la colpe
la colpevolezza
Riportiamo da «Le Monde» del 3.' 67
la seguente poesia di Eugenio Vinoku. .’v.
autore sovietico nato nel 1925 a Br> visk
(in Siberia). Manteniamo ovviamente la
traduzione in francese (dovuta a Jean J;tcque Marie), che ci sembra elaborato ;on
molta finezza.
ADAMO
L'univers se refìéla clans son regai-l
[paresseux.
Il foula ì’herhe vierge encore.
Et s’étendit à l’ombre d’un figuier.
Le bras sous lu tête,
il s’endormit
D’un sommeil sans rides
Sous le silence bleu de l’éden.
...En rêve il vit les fours d'Auschwit:.
El les fosses ruisselantes de cadavres.
Il vit ses enfants!
Dan lu tendresse du paradis
U lì sourire effleura son vi.sage serein.
Il rêvait sans rien comprendre.
Il ignorait encor le bien et le mal.
È interessante che. nella patria del comuniSmo. un problema religioso o, se si
preferisce, di antropologia in senso biblico,
ispiri un giovane, certo sensibile c — a
quanto afferma la stessa critica sovietica
valente poeta. L'autore coglie con originalità ed acutezza, ci sembra, lo stato
d'animo di colui che era ancora immune
dal peccato; non ci ripugna affatto Tk'ca
che, con la stessa incoscienza, Adamo
avrebbe sorriso se, in sogno, avesse visto
la scena del delitto di suo figlio Caino. Il
poeta intende affermare che, prima della
colpa, Adamo doveva essere totalmente incapace di comprendere la tragicità del rimorso. Immediatamente dopo il peccalo,
affiora il rimorso ; « È la ic onna che m'ha
dato del frutto dell’albero... ». Così, d'allora in poi, nella coscienza di ogni uomo,
quando essa non sia già completamento
pervertita! Così in Caino; «Sono io forse
il guardiano di mio fratello? ». E. col rimorso, la possibilità di capire il peccato
stesso. Tullio Viola
7
2 giugno 1967 — N. 22
pag. 3
Valdcnsia vita delie Chiese africane
Nel mese di giugno si riuniranno, le
varie Conferenze distrettuali, secondo
il calendario che pubblichiamo a parte. Nel medesimo periodo la Tavola
avrà incontri con le varie Commissioni distrettuali, per esaminare e discutere la situazione del campo di lavoro e gli eventuali spostamenti di
« operai », in base al piano che la Tavola stessa ha elaborato, anche in seguito a recenti visite. Attualmente sono oggetto di particolare attenzione;
la Puglia (recenti contatti di membri
della Tavola con varie comunità, in
margine aH’inaugurazione del tempio
e dei locali di Taranto); la Toscana
(destinazione del past. Franco Sommani a Firenze, con particolare cura
della diaspora); Agape (dove è stato
destinato il past. Giorgio Toum, per
collaborazione al centro e per attività
pubblicistica, pur rimanendo egli titolare della chiesa di Massello ; la situazione pastorale neiralta Val Germanasca è allo studio). Dopo i colloqui con le Commissioni distrettuali,
la Tavola definirà i piani per l’anno prossimo nelle sedute 30 giugno 5 luglio.
La fine d’anno ecclesiastico è tempo di bilanci. A metà maggio, a 15 giorni dalla chiusura, la situazione finanziaria era parecchio infelice: le chiese
avevano contribuito L. 119.101.000 anziché L. 152.000.000 richieste dal Sinodo 1966 in base al bilancio preventivo
ivi presentato. Vi sarà ora il solito
versamento affrettato alla fine e doira
chiusura dei conti (la vecchia storia
degli interessi passivi...) e c’è da temere che la meta non potrà comunque essere integralmente raggiunta.
Si è saturi della considerazione che il
problema è questione di fede; anche
nell’offerta vale il « sei stato pesato,
sei stato trovato mancante... ».
« Nuovi Tempi » prosegue vivacemente le sue pubblicazioni, e fra le
molte « collette speciali » ohe movimentano il nostro anno ecclesiastico,
la Tavola ha chiesto alle chiese di dedicargli una colletta al culto.
Abbiamo già parlato della lettera
inviata dalla Tavola Valdese, in risposta a un appello del C'.EjC. a tutte
le Chiese membri, al ministro degli
esteri Fanfani perchè si adoperi a una
soluzione pacifica del confiitto vietnamita.
Sulla recente venuta a Roma del segretario generale del O.E.1C., past. E.
Carson Blake, il moderatore Neri
Giampiccoli, riferendosi a un colloquio fraterno e cordiale avuto con lui
a Roma, ha notato con piacere l’interesse particolare che il p^t. Blake ab
tiiibuisce a ciò che le Chiese evangeliche italiane pensano riguardo ai rapporti con il cattolicesimo, e di fronte
a certe perplessità ha ritenuto opportuno assicurare che nelle persone
responsabili degli incontri C.E.C!'.-Vaticano non vi è da parte « ginevrina »
alcuna facile arrendevolezza o mitologia unitaria, ma anzi un vivo desiderio di chiarezza di fronte alla complessità dei problemi ecumenici odierni (non limitati ai rapporti con il
cattolicesimo romano).
La Chiesa Valdese si prepara all’appuntamento sinodale. Si auspica che
10 studio delle comunità sulla revisione dei lavori sinodali abbia portato
buoni frutti, di pronta maturazione.
11 Sinodo 1967, batterà presumibilmenogni record di presenze : infatti i
membri con voce deliberativa sono
previsti in 186, cui si aggiungono 20
membri con voce consultiva con un
totale di 206, senza contare i delegati
esteri! Ad un certo punto si pone perfino il problema della capienza dell’aula sinodale.
È opportuno segnalare almeno alcuni del maggiori problemi su cui il
prossimo Sindo dovrà pronunciarsi,
oltre a tutto quello che la Commissione d’esame riterrà opportuno precisare :
— situazione dell’opera, con particolare riferimento ai settpri di maggior
impegno;
— il rapporto di Federazione delie
Chiese Evangeliche in Italia;
— rapporti con la Chiesa Metodista;
— riordinamento della C.I.O.V.;
— rapporti con lo Stato, con speciale
riferimento ai progetti di legge per
rassistenza sanitaria ai ministri
di culto ;
— relazione della commissione di studio sul cattolicesimo Romano;
— redazione della commissione per la
nuova costituzione unitaria;
— relazione della commissione di studio sul materiale e sui programmi
per l’insegnamento evangelico nelle scuole;
— relazione della commissione di studio sulle modalità di ammissione
alle nostre comunità;
— relazione della commissione di studio sul matrimonia_________________
Storia valdese
È uscito il 2" Quaderno di Storia
Valdese pubblicato dalla Società di
Studi Valdesi e contenente studi del
prof. ARTURO PASCAL (Torre Pellice 1967,pp. 132).
— La riforma in Val Perosa secondo
repistolario del governatore Pietro
Turta (1575-1591), pp. 1-42.
— Il rimpatrio dei Valdesi e la richiesta delle decime ecclesiastiche
(1689-1690), pp. 43-130.
Richieste alla S.S.V., Tórre Pellìce
(Torino) ovvero alla Claudiana.
Nel Congo - Kinshasa
(Cornspoudeiiza di due missionari italiani^
Basankusu, aprile 1967
« Allarga il luogo della tua tenda e si
spieghino le tele delle tue dimore,
senza risparmio; allunga i tuoi cordami, rafforza i tuoi pinoli! »
(Isaia 54: 2).
11 versetto biblico qui sopra citato, esprime quello che si è fatto in questi ultimi
mesi nella nostra Missione. Dopo sei anni
d’incertezza e di sforzi per dare stabilità e
un nuovo sviluppo al lavoro missionario,
nelle nuove condizioni dovute all’indipenic'enza del Congo, una fusione si è potuta
fare tra la nostra Società missionaria e le
chiese indigene. La Congo Balolo Miss;on,
la quale svolge la sua attività nel paese
fin dall’anno 1889, continueà ed esistere e
lavorare sotto il nome « Associazione
delle Chiese Evangeliche cella Lulonga »,
A.D.E.L.U. Due rappresentanti della nostra
Missione sono venuti dall’Buropa in vista
delle conclusioni per questa importante decisione. Tutto si svolse in una atmosfera
cristiana e con spirito di mutua comprensione.
Alla fine di gennaio mi ero recato a
Kinshasa (Léopoldville) per avere i contatti necessari presso il Governo relativi
alla procedura legale della nostra fusione.
Iddio ha condotto ogni cosa bene, potendo
così preparare tutti i documenti necessari
per il mio ritorno a Basankusu. Il giorno
dopo il mio ritorno, mia moglie e io siamo partiti per Baringa (200 km) per prpncere parte al Comitato composto di missionari e congolesi che già aspettavano il
rapporto del mio viaggio. Tutti insiente abbiamo passato giorni molto occupati e in
una eccellente comunione fraterna. È un
fatto che i nostri fratelli congolesi dovranno assumere una più grande responsabilità
in tutti i campi di lavoro. Più tardi, dopo
aver ben preso in mano tutte le cose, dovrebbero loro stessi essere capaci nel proseguire e sviluppare il lavoro missionario.
Ci vorrà ancora molto tempo e molta pazienza ma la buona volontà non manca ed
il Signore è Maestro a noi tutti. Noi abbiamo allargato la tenda della nostra Associazione Missionaria, non abbiamo ritenuto nè risparmiato nulla e siamo convinti che il Signore ci ha condotti così e
Ch’Egli continuerà a benedire la Sua Opera
qui al Congo. Continuiamo a sostenere il
lavoro missionario col nostro interesse e la
nostra intercessione, il Maestro della messe
ci condurrà in quesfa nupva via, per l’onore
del suo Nome. Il nostro desiderio è che la
Chiesa si fortifiichi e che la sua testimonianza ne sia confermata.
In febbraio abbiamo avuto la visita ufficiale del Governatore della nostra Provincia, arrivava in aereo ed era accompagnato da un ufficiale superiore e dal Commissario della Provincia. La popolazione
era in festa, molti erano decorati in diversi modi e vi era atmosfera allegra. Dopo
la sfilata dei soldati, dei gendarmi, dei veterani ci guerra e delle scuole missionarie,
il Commissario di Distretto diede il benvenuto. Subito dopo il Governatore rivolse la
parola alla popolazione in francese e in
fingala. 11 suo insigne discorso fu applaudito da tutti con grande entusiasmo. Dopo
la visita dell’ospedale civile, delle scuole e
di una fattoria di piantagione di palme ,¿a
olio, il programma ufficiale aveva previsto
la visita della Libreria Evangelica, fi Governatore con il suo seguito di più di venti
alti funzionari, comperò libri diversi e un
calendario biblico. Quelli che 1 accompagnavano seguirono il suo esempio. Dopo
una visita minuziosa dei locali, il Governatore si dimostrò molto impressiona'o. Si
concludeva poi con un rinfresco offerto ai
presenti radunati nella nostra casa e quanfu l’ora della partenza facemmo dono al
Governatore di una Bibbia in francese. Da
quando abbiamo avuto questa visita ufficiale, noi constatiamo nuovi clienti. Sembra che il Governatore abbia raccomandato
la nostra Libreria ai suoi dipendenti. In
questi ultimi giorni persone son venute persino da 150 km. di distanza. Ogni giorno
si vendono Bibbie. Nuovi Testamenti,
Evangeli, letteratura cristiana, carta da scrivere, ecc. Sono belle occasioni per prendere contatto personale coi clienti e parlar loro della Salvezza in Gesù. La più gran
parte dei clienti sono aperti airEvangelo.
La nostra collaboratrice Murici Langley si
occupa delle vendite in modo efficace. Preghiamo per la Parola iscritta e in tal modo
distribuita. Preghiamo che tale Parola sia
in benedizione a molle anime. Coi miei
cari saluti fraterni, vostro nel Signore.
Sebastiano Baiolti
Dopo un lungo periodo di siccità e di
calore eccessivo, le prime gocce di pioggia
seno cadute a nostra .grande gioia. In un
batter d’occhio i serbatoi furono riempiti
di acqua perchè vuoti da molto tempo ed
ora tutto cresce e rinverdisce. Durante tre
lunghe settimane il traffico fluviale era
completamente paralizzato. 11 basso livello delle acque ed i banchi di sabbia impedivano la navigazione.
La grande stagione secca è anche la grande stagione per la pesca. Le donne si assentano dai loro villaggi per fce o tre
settimane e raccolgono pesci in grande
quantità nella foresta dove le acque si ritirano verso il fiume. In seguito lo affumicano per conservarlo, per venderlo dopo
nei mercati, sui battelli fluviali o nei vil
Tempo fa tre donne d un villaggio, non
lontano damoi, andavamo alla foresta cotidei canestri speciali per la pesca fabbricati
da loro stesse. .Strada facendo ecco che
s’imbattono in un gruppo di elefanti. Le tre
donne incominciano a gridare per scacciarli via ed una di, esse getta loro della
terra e delle pietre. Infine gli elefanti se
ne vanno, il sentiero rimane libero. Al
ritorno dalla piesca, le donne passano
per lo stesso sentiero ed ecco, d’un tratto,
uscir fuori dalla boscaglia un elefante. La
donna che aveva gettato la terra all’elefante è presa e gettata violentemente a terra.
Le altre due se ne fuggono via gridando
disperatamente. Mentre che una si arrampica su un albero, la terza, una della nostra Chiesa, se ne va attraverso sentieri differenti, fino al villaggio per informare la
gente. Allora tutto il villaggio si mette in
marcia ad arriva sul luogo dove la seconda donna era salita sull’albero ed ora giacente a terra ferita. Subito si confeziona
una barella con rami raccolti qua e là e la
donna ferita è condotta al villaggio mentre
alcuni uomini si mettono in cerca della
prima donna. Tutta la popolazione ne era
addolorata.
1 culti qui a Basankusu sono sempre ben
frequentati e lo Spirito Santo opera nei
cuori per la salvezza dei pagani, il consolidamento della fede e la consacrazione più
grande al Signore Gesù. Un uomo cieco
che non manca mai al culto, si alza idopo la
predicazione e desidera dire qualche parola. Egli dice ; « Sono cieco da lungo tempo ma non mi sento solo, il mio Signore e
Salvatore è con me. Adesso ho la gioia di
dirvi che Iddio è buono inverso me e mi
ha aiutato materialmente. (Aveva ricevuto
parte della sua pensione dovuta da due
anni). In segno di riconoscenza al Signore
desidero fare un dono ». Così dicendo stende la sua mano ed offre 150 franchi congolesi che sono circa 400 lire. Tutti i presenti furono profondamente impressionati
dal suo gesto. 11 mese scorso si fece una
colletta per i poveri. Una donna si sciolse
il fazzoletto da collo e lo depose sulla tavola insieme ai doni in denaro. Un uomo si
tolse la sua camicia e la offrì in dono per
i poveri.
Pensando alla grande angoscia e povertà
esistente poco tempo dopo la ribellione,
ora noi possiamo rallegrarci del luiglioramento avvenuto. Nei nostri posii missionari
di Yoseki, Mompono, Bongandanga e
Munda, spogliati e distrutti in parte, si lavora con zelo alla ricostruzione. La Missione aiuta del suo meglio secondo i doni
ricevuti cagli amici missionari. Dalle rovine sorge una nuova vita. Si fabbricano
mattoni, si riparano muri e si rifanno tetti
di case rovinate. Molti cristiani danno del
loro tempo per lavorare senza paga, si
mettono con entusiasmo al lavoro e fanno collette per sovvenire alle spese.
La festa di Pasqua è stata molto benedetta. Mio marito diede il messaggio di circostanza e la Chiesa era così zeppa che
molta gente ascoltava dal difuori.
Nel mese di febbraio arrivava qui da
noi un giovane svizzero. Edwin Rochat. Si
occupa di costruzioni e noi siamo molto
contenti e riconoscenti di questo aiuto.
Vi ringraziamo di tutto cuore per il vostro sostegno per noi e per l’opera. Che il
Signore vi benedica e sia con voi tutti. Coi
nostri cordiali saluti, uniti a voi nel Signore, vostra Maly Bai otti
I coniugi Baioni sono alVopera nel Congo
al servizio della Associaz,one Missionaria
Svizzera, con sede a Kussnacht/ZH; il loro
indirizzo è: B. P. 30, Basankusu, Rep. déni.
du Congo Kinshasa.
iiniiiiimiiniimiiiii
Ha dieci anni di autonomia
la Chiesa evangelica del Camerún
DUALA, Cameru,a {hip}. - Dieci anni fa,
nel 1957 la Chiesa evangelica del Camerún
e l’Unione delle Chiese battiste del paese
divenivano pienamente autonome, sorte entrambe dal lavoro della Societé des Missions Evangéliques di Parigi.
Il 12 marzo è stato celebrato a Duala il
decimo anniversario di questo avvenimento,
con la partecipazione di una folla enorme
di fedéli : un corteo lungo ‘ parecchi chiloi
metri è sfilato per le vie cittadine. Oltre
cento pastori, in tòga, partecipavano al
culto solenne nei Tempio del Centenario
(L’Evangelo è stato annunciato per la prima volta, nella regione di Duala, nel 1845;
il Tempio del Centenario è stato inaugurato nel 1945).
YAUNDE, Camerún (hip). - Di passaggio a Parigi a fine aprile, il past. Jean
Rotto, segretario generale della Chiesa
evangelica idei Camerún, ha evocato il decennio (1957-66) posteriore all’accesso all’autonomia da parte della sua Chiesa.
Nel corso di questi dieci anni le difficoltà
e le prove non sono mancate alla Chiesa
evangelica. Divenuta indipendente, la Repubblica camerunese ha attraversato numerose scosse politiche prima di conoscere
la sua attuale stabilità. Nella regione Bamiléké, in particolare, hanno infuriato l’insurrezione, il terrorismo e il brigantaggio;
la vita ecclesiastica è stata completamente
disorganizzata. Molti pastori e membri di
chiesa hanno perso la vita, vari templi sono
stati incendiati, tre missionari sono stati
assassinati. A varie riprese si è temuto che
il particolarismo etnico portasse a scissioni
nella Chiesa.
Eppure la Chiesa evangelica si è consolidata e la sua unità si è rinsaldata. In dieci
anni il numero dèi membri comunicanti è
passato da 63.000 e 103.000; il bilancio è
più che raddoippiato; le scuole secondarie
conseguono ottimi risultati.
Un sesto del corpo pastorale camerunese
(una ventina di pastori su 120), nel corso di
questi dieci anni hanno seguito in Europa
studi complementari o corsi di perfezionamento.
Lentamente procedono le conversazioni
con altre Chiese protestanti, di tipo riformato, del Camerún meridionale (sorte dàlia missione tedesca o anglosassone); è ancora prematuro parlare di una Chiesa Unita del Camerún, che conterebbe circa
700.000 membri comunioanti.
Legami particolari uniscono la Chiesa
evangelica del Camerún e l’Unione delle
Chiese battiste camerunesi. Queste due
Chiese hanno attualmente, insieme, 52 missionari in servizio ; 38 della Société des
Missions Evangéliques di Parigi, 12 della
Chiesa riformata d’Qlanda, 2 idlella Missione battista europea.
niiiiiiiiiiimiuiin
Ma
Ma
Non lo credereste, ma alla Casa do Retiro di Fatima c’erano anche dei cristiani
non cattolici, a salutare il papa. « L’Osservatore Romano » del 14-5-’67 ha pubblicato, fra gli altri messaggi pontifici rivolti
in quest’occasione, anche un cordiale indirizzo a questi ospiti; e in un servizio foitografico sul n. del 15-16 c. m. appare, in
toccante unanimità di sorriso, il gruppo del
pontefice e di due pastori, togati per di
più la didascalia suona — e sia pure un
lapsus — « j rappresentanti delle comunità
non cristiane ». Si trattava idi un pastore
americano e di uno scozzese; non c’è stata
partecipazione di protestanti portoghesi.
Paolo 'VI ha detto loro, fra l’altro : « Nello stato delle attuali divisioni cristiane non
vi è possibile, Fratelli, condividere tutte le
nostre convinzioni su Maria. Ciononostante noi abbiamo in comune questo modello
di fede e di umiltà tche a nostra volta dobbiamo tradurre nelle nostre vite al servizio
del Signore. E ¡possiamo legittimamente
sperare, con la grazia del Signore, che questo servizio comune ci avvicinerà gli uni
agli altri. (...). Gradite, cari e venerati Fratelli, i Nostri voti migliori e vogliate condividere il Nostro desiderio e la Nostra
speranza che possiamo un giorno celebrare
l’integrazione perfetta nella stessa Fede e
nella stessa Carità di tutti coloro che si
onorano del nome cristiano ».
E j pastori togati sorridevano.
C’è anche chi sorride, quando lo pigliano gentilmente a pesci in faccia o lo
menano per il naso.
Non è, evidentemente, l’evangelico « porgere l’altra guancia »...
Invito od Affopo
Dal 2 al 4 giugno tutte le comunità, e in
particolare quelle piemontesi e lombarde,
sono invitate a un incontro sulla vita e
missione della chiesa, oggi; partecij^rà il
direttore del Dipartimento della Missione
e deH’Evangelizzazione del C.E.C., pastore Hollenweger.
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MLLñ GUINEA
Miicanizzarfi i quadri
CONAKRY (bip). - In un discorso radiofonico pronunciato a Conakry in occasione del 1« maggio il presidente guineano
Sekou Touré ha annunciato che tutte le
Chiese, cattolica e protestanti, dovranno
entro un mese africanizzare integralmente i
loro quadri; il che pare implicare la partenza forzata, equivalente a un’espulsione,
dei missionari cattolici e protestanti.
Ecco quali sono le Chiese protestanti
nella Guinea; una chiesa anglicana fa parte della diocesi di Bathurst (Gambia), il
suo clero è interamente africano; la Christian and Missionary Alliance conta un
numero considerevole di pastori americani, con circa 5.000 membri comunicanti;
infine vi è a Conakry una chiesa riformata,
che raccoglie Guineani come pure Africani di altri paesi; ne ha cura un pastore
olandése, inviato dalla Mission de Paris.
lettera aperta al Provveditore
agli Stadi di Milano
In occasione della Mostra allestita a Milano col titolo « Aspetti della riforma cattolica e del concilio di Trento », il Provveditore agli studi di Milano, prof. A. De
Paolis, con sua circolare del 28-4-1967
(prot. 48429/248), invitando « i docenti e
gli alunni degli istituti medi superiori » a
visitare tale mostra, ha definito il concilio
di Trento « il grande evento che ha aperto
il corso dell’età moderna ».
Tale affermazione, facendo scaturire il
corso dell’età moderna dal concilio di
Trento, rende difficile capire in che cosa
differiscano i principii di libertà religiosa
civile e politica che caratterizzano l’età
moderna, frutto delle riforme evangeliche
e della rivoluzione francese, dalla restaurazione gerarchica e dalla recrudescenza inquisitoriale della Controriforma.
In attesa che il giudizio storicamente
errato e didatticamente equivoco sia corretto e smentito, e che il Provveditore di
Milano faccia ammenda di un atto così
poco rispettoso della personalità intellettuale di coloro (« docenti e alunni ») ai
quali è stato rivolto, l’Associazione per la
Libertà Religiosa in Italia (A.L.R.l.) osserva che, invece di imporre giudizi storici, il Provveditore dovrebbe piuttosto fav’orire la libertà e l’autonomia dell’informazione storico-critica in materia religiosa.
Milano, 20 maggio 1967
Il Comitato direttivo dell’ A.L.R.l.
IÍ b ri
Giovanni Wesioy
Una originale biografia antologica del fondatore del metodismo
Recentemente è stalo edito dalla Claudiana un volumetto, che raccoglie in modo nuovo e originale le notizie essenziali intorno
alla figura di G. Wesley, il fondatore del metodismo. E’ concepito in forma di raccolta
di « pagine scelte » tratte dai vari scritti del
predicatore inglese, intramezzate da dati autobiografici e storici, note brevi c considerazioni varie dell’autore. La scelta è fatta in
modo intelligente e ordinata in modo da dare
ad un lettore inesperto dell’argomento, una
chiara ed essenziale panoramica della fede e
del peni&ero di Wesley, anche se quanto appare dei suoi scritti nel volumetto, rappresenta solo una minima parte di ciò che usci dalla penna del risvegliatore.
Dopo uan parte di carattere storico-biografico, segue una seconda parte più vasta, in
cui sono riassunti i punti principali della
fede metodista: la grande importanza data
alla rivelazione e alle Scritture, che. costituiscono la base di un faticoso crescere della
fede del credente attraverso la lettura, l’esperienza, la ragione; la grande attenzione rivolta da Wesley al fatto della salvezza, in cui
l'iniziativa parte da Dio, non dall’uomo, e
che dipende esclusivamente dalla grazia di
Dio, non da alcun potere o merito dell’uomo;
l’importanza decisiva che ha, però, in tutto
questo piano, la risposta cosciente dell’uomo; la totale trasformazione che egli subisce
dopo l’incontro con la fede (la nuova nascita^
la santificazione totale); la religiosità individuale; la concezione della chiesa come strumento di santificazione del credente, la relazione stretta tra saeramenti e nuova nascita.
Soprattutto in questo momento in cui si
parla tanto di « protestantesimo italiano », di
« unione », di « federazione », è necessario
che le chiese si tengano al corrente di che
cosa separa ancora le varie denominazioni,
per potere con cognizione di causa pronun
ciare giudizi che non siano soprattutto troppo frettolosi e superficiali.
Certo, non ci si può fare un’idea del metodismo, se non si integra la conoscenza del
pensiero del fondatore del movimento, con
una più vasta informazione intorno al concreto manifestarsi nella storia, del pensiero
metodista. Una confessione di fede non dice
nulla se non è vista nella sua « applicazione ». In questo, se vogliamo, sta il limite
del libro del Kissack, e nello stesso tempo
il suo valore, perchè può stimolare ad un
approfondimento ulteriore dell’argomento.
Silvia Ade
REGINALD KISSACK - Giovanni Wesley, la vita, il pensiero. Antologia di
scritti wesleyani. Claudiana, Torino 1966,
p. 128, L. 1.000.
8
pag. 4
r
N. 22 — 2 giugno 1967
U SlTOaZIOIVIB RELIGIOSA IVIEL MOiVDO
Ìln po’ di statistica
Alcune statistiche sul piano mondiale, elaborate dal Comitato di lavoro per le Missioni mondiali, e non ancora pubblicate (e quindi soggette a
revisione?), ma già conosciute ¡per
varie indiscrezioni, offrono delle cifre
sullo sviluppo delle religioni nel mondo, le quali dànno alquanto da riflettere. Ne riproduciamo alcune, facendole seguire da brevi note di commento.
Ci sarebbero dunque nel mondo, oggi, 877 milioni di cristiani, pari al
29,23 per cento deU’intera popolazione
del globo.
Questi 877 milioni sarebbero cosi
suddivisi :
— 500 milioni di cattolici - romani
(il 57,04 per cento di quel totale);
— 256 milioni di evangelici (29 per
cento) ;
— 97 milioni di ortodossi (11,06 per
cento);
— oltre a 24 milioni di aderenti ad
altre confessioni cristiane (pari al
2,72 per cento).
« ♦ «
Per le altre religioni deH’umanità si
avrebbero le seguenti cifre :
— 13 milioni di ebrei 0,43 per cento
dell’intera popolazione mondiale);
— 427 milioni di musulmani (14,23
per cento);
— 380 milioni di indostani (12,67
per ento);
—300 nùlioni di confucianisti (10
per cento);
— 190 milioni di buddisti (6 33 per
cento);
— 30 milioni di taoisti ( 1 per cento ) ;
— 150 nùlioni di animisti e di aderenti a religioni tribali (5 per cento);
* * *
Le osservazioni òhe si possono fare
sulle suddette cifre sono le seguenti:
1) sulle cifre concernenti i cristiani, anzitutto. Qui, è notevole il passo
in avanti del cattolicesimo romano
sul protestantesimo, rimasto più o
meno sulle sue posizioni di anni or
sono. Resta ovviamente da chiedersi
se le statistiche di parte cattolico-romana seguano il criterio tradizionale
del «pro natione» (e non quello
in uso presso protestanti, del «pro
capite»).
2) il numero degli aderenti all’ortodossia sembra ancor diminuito. È
probabile che sia ancora determinante rtnfluenza negativa deH’ambiente
politico.
3) le altre confessioni cristiane
sembrano invece aver fatto un ulteriore balzo in avanti. Le statistiche prodotte non dicono quali siano le «altre» confessioni cristiane (se per
esempio vi si includano i Mormoni,
molto attivi nella loro opera missionaria, specialmente in Europa, dove
hanno costruito dei templi veramente
sontuosi ! ) : né se si tratti di comunità
che, pur appartenendo al protestantesimo storico — luterani e calvinisti — appartengono dichiaratamente
e senza equivoco al protestantesimo
evangelico; né añora se vi siano compresi dei grux>pi ohe non si professano
cristiani, ma ohe sono migliori dei
gruppi cristiani (come i Quaccheri).
Comunque sia, la cifra delle altre confessioni cristiane » appare in aumento.
4) Si avrebbe dunque in totale,
per i cristiani non cattolici, la cifra di
377 milioni di anime, pari ai 43 p>er
cento della totale popolazione cristiana (dichiarata). Si può dunque ritenere che di quest’ultima i due terzi
siano omposti da cattolici-romani, ed
un terzo da cristiani acattolici.
Passando alle statistiche ohe concernono le religioni non cristiane, si
noteranno i seguenti particolari:
1 ) nonostante lo spaventoso bagno
di sangue subito nel corso della seconda guerra mondiale, (si fa ammontare a più di 6 milioni il numero
delle vittime deH’antisemitismo nazista), gli Ebrei d’oggi totalizzano ben
13 milioni di aderenti.
2) viceversa, sorprendono le cifre
concernenti i musulmani ed i buddisti. L’Islam, infatti, non risulterebbe più la più diffusa religione del
globo; esso ha perduto questo primato, che ha cesi, ceduto al cristianesimo
nel suo insieme.
Per quale motivo? È noto che negli
ultimi decenni l’opposizione IslamCristianesimo sul piano culturale, tecnico, educativo, è andata facendosi
sempre più ardita e più assoluta, e
non sempre a vantaggio del cristianesimo e della civiltà cosiddetta cristiana — pensiamo, ad esempio, al
problema della razza negli Stati Uniti d’America, all’emigrazione dei lavoratori musulmani in Europa, difficilmente <6 convertibili » aU’esplosione
nazionalistica dall’Africa all'Indonesia... Non è dunque il fatto di una « civiltà occidentale » che abbia fatto colpo sulla mentalità islamica. Forse, i
conflitti mondiali (ed anche quelli
non mondiali)? Ma allora, in Europa
almeno, l’altra esplosione, quella demografica, dovrebbe aver molto presto
riempito i vuoti...
Si può forse ritenere che la risposta
a questi interrogativi sia data da quell’altra voce delle statistiche in esame,
e cioè da quella concernente le religioni non cristiane tipicamente orientali. Per esempio da quella degli indostani, dai buddisti, da seguaci di
Confucio, del Tao, che totalizzano
quasi un miliardo di aderenti (esattamente, 900 milioni di anime). Un passaggio dall’Islam a queste religioni,
per motivi politici (anti-occidentali),
religiosi (fede di massa), eoe., è plausibilissimo.
3) è anche abbastanza notevole l’aumento a 591 nùliorù di coloro ohe non
seguono alcuna religione, cifra che
non può essere attribuita unicamente
all’esplosione demografica. Più di mezzo miliardo di uomini sono dunque
sostanzialmente atei. Non diremmo
che tutti lo siano... a ragion veduta
(cioè per ragionamento o per il fatto
del «tradimento degli occidentali»;
ma non si può escludere a priori che
il fallimento storico della religiosità
umana, non meno della diffusione dell’ateismo pratico — non fllosoflco —
ne siano la motivazione (ovvero, se
si preferisce, il pretesto).
4) Un’altra osservazione va pure
fatta, non priva di importanza; un
grande sforzo missionario cristiano,
specialmente americano, è stato fatto
nell’Estremo Oriente negli ultimi cinquant’anni. Ne è derivata ima diminuzione non esigua degli aderenti
alle religioni tradizionali locali. Si
pensi al Giappone, alla Corea, a Formosa (in quest’isola, prima del conflitto tra le due Cine, il generalissimo
Ciang-Kai-Scek e sua moglie furono
le colonne delle missioni cristiane), a
tutto l’Estremo Oriente continentale
(Viet, Laos, Cambogia, Malesia, eoe.).
Vien così fatto di pensare che è
tanto più discutibile — non adoperiama a bella posta un altro vocabolo,
assai più concreto, che ci viene sotto
la penna... — la guerra oggi condotta
nel Vietnam, quanto più essa è fatta
sidla pelle di popolazioni alle quali
da trent’annì si è insegnato il comandamento di Cristo: «amatevi gli uni
gli altri». r. b.
ALI
Nel n. 3-4/1967 : Lidia Poèt, prima donna
avvocato in Italia e in Europa (,L. Ro®tan
Romano); Erasmo da Rotterdam (M. Gay
Meynier); a Torino, primo consultorio per
bambini nudformati (;A. Fontana); l problemi psicologici dei giovani (,A. Giordano); rubriche di attualità e bibliografica.
Cinema
Una singolare
vifa (di Gesù
Un iniziativa dei Southern Baptists
NEW YORK (soepi) — cc The Vine » (La
Vigna), un film sulla vita di Gesù prodotto
dalla NBC (National Broadcasting Company) e dalla Convenzione battista del Sud
(USA), si distingue radicalmente dalle produzioni similari consuete.
Girato interamente in Israele e in Giordania, interpretato da non attori, il film si vale
della tecnica della a corrente di coscienza »
(stream of consciousness), grazie alla quale
Gesù non utilizza le parole del Nuovo Testamento. Non lo si vede mai di faccia. E’ presentato come un uomo robusto, capace di
percorrere da 30 a 50 km. al giorno, all’opposto dal fragile personaggio che in genere
ci si figura.
E’ interessante constatare che la Convenzione battista del Sud, in genere conservatrice sul piano teologico, ha preso l’iniziativa
dì questo nuovo modo di accostarsi al soggetto; e che la sceneggiatura è di un cattolico-romano.
Paul Stevens, direttore della commissione
della Chiesa per la radio e la televisione, ha
dichiarato: «Abbiamo voluto realizzare una
vita di Cristo, ma abbiamo voluto uscire dalle vie battute. In genere i film di questo genere terminano con la crocifissione o con
una visione panoramica del cielo, mentre la
musica cresce di tono a significare la Risurrezione. Nostro intento, è mostrare il Cristo
eternamente attuale, presente su tutte le vie
del mondo •— nel Vietnam, nelle strade di
New York, nei saloni di moda parigini -—
vivente ancora fra noi, rivolgendosi agli zoppi dello spirito ».
Philip Sharper, autore della sceneggiatura,
è caporedattsre e vicepresidente della casa
editrice cattolico-romana di New York,
(c Sheed and Ward ». Egli ha precisato che
l’uso di termini inusitati negli evangeli —
oltre alle citazioni conosciute — è stato reso
necessario dalla tecnica: «Penso che oggi
molti esegeti sarebbero d’accordo nel riconoscere che le parole messe in bocca a Gesù
nei quattro evangeli non sono necessariamente quelli che Gesù ha utilizzati ».
l'■lmlllmlMMllIllllmlilMmlMIl < Itili inm liti! liti
iimiiiiiiiiiiiiiiiiiimliiiiiiit
IVREA
Siamo costretti a riassumere alcune notizie ormai un po’ vecchiotte per il fatto che
una nostra precedente corrispondenza è andiate smarrita.
Ricordiamo con gratitudine i culti domenicali e specialmente le assemblee del tempo pasquale e pentecostale. Siamo ancora
ben lontani dal giorno in cui, se Dio vorrà,
ci riuniremo nel nuovo tempio; tuttavia
una sala piena di gente che si riunisce per
l’adorazione e l’ascolto della Parola di Dio
è pur sempre una grazia, anche se il locale
è estremamente modesto. Due fratelli in
fede sono stati ammessi in chiesa durante il
culto di Pentecoste: Romano Contini, dal
Cattolicesimo romano dopo un adeguato cor.
so d’istruzione religiosa, e Daniele Ròstan.
La comunità li ha salutati con gioia e confida, oltre che nella fedeltà del Signore, nel
loro impegno sulla via della perseveranza
cristiana. Nello stesso giorno il Pastore ha
presieduto il culto a Garema ed a Rivarolo
Canavese, in quest’ultima località in collaborazione con il Pastore battista della zona,
Gino Cantarella.
Un numeroso pubblico s’è riunito nel salone comunale di Via S. Martino per la con.
ferenza del Past. Paolo Ricca sul tema: « La
morte di Dio: una nuova teologia? » Conferenza chiara ed interessante, seguita da un
dibattito in cui avremmo voluto veder maggior impegno da parte evangelica, specialmente sul piano della confessione di fede.
Molti i cattolici presenti, numerosi i sacerdoti, obiettivo il resoconto sulla stampa cattolica locale. Il Vescovo di Ivrea aveva scu.
s>ato la sua assenza con una lettera al Pastore. Abbiamo approfittato della conferenza e
del dibattito per esprimere il nostro punto
di vista e per distribuire al pubblico un cer.
to quantitativo di opuscoli di contenuto biblico sulla risurrezione di Gesù Cristo.
Ringraziamo sentitamente il Past. Paolo
Ricca per la sua venuta in mezzo a noi lo
scorso mese di aprile e per il suo efficace
contributo alla nostra presenza nella città.
Un modesto gruppo di persone è intervenuto alla interessante serata durante la quale il giovane Giorgio Grìva. della chiosa valdese di Pinerolo. ha illustrato con belle diapositive la spedizione alpinistica « Ararat
1966 » ed alcune scalate sulle Alpi. Ringraziamo molto Giorgio Griva e il gruppetto di
pinerolesi che lo hanno accompagnalo e che
il pastore di Ivrea ha riveduto con gioia
pensando ad anni lontani di istruzione religiosa e di attività giovanile.
Una bella e redditizia vendila di beneficenza è stata organizzata daWUnione femminile il 25 aprile. Ottimo introito per una
piccola comunità come la nostra, a totale
beneficio delle Opere della nostra Chiesa e
dell’ospedale interdenominazionale di Napoli.
In complesso più di 200.000 lire totalmente
distribuite.
La scuola domenicale di Ivrea, accompagnala da alcuni adulti, ha avuto il favore di
una bellissima giornata di sole per partecipare alla festa di canto delle scuole domenicali a Pomaretto. Viaggio ottimo e alle
gro; a Pinerolo. nella mattinata, siamo stati
accolti nei locali del Convitto dopo una visita alla chiesa e serviti con una piacevolissima tazza di cioccolato con brioche. Un
grazie sincero ai Signori Deodato ed ai loro
collaboratori.
Giunti a S. Germano Chisone i bambini
si sono recati all’Asilo dei vecchi per offrire agli ospiti alcuni canti. Verso le 11,15
si era di ritorno alla chiesa; presi gli accordi con il Pastore Jalla siamo entrati all’un,
decima ora, ma sempre in tempo per una
fraterna accoglienza e per un canto in occasione del culto dedicato alla famiglia cristiana. Subito dopo mezzogiorno eravamo
sotto i bei castagni della Lausa, a Pomaretto, per il pranzo al sacco, grati ai signori
Bleynat che ci hanno lasciati spaziare per i
giuochi e ci hanno anche dissetati!
Alle ore 15 la scuola domenicale di Ivrea
riceveva un saluto... d onore nel tempio per
la sua prima partecipazione alla festa di
canto. Ancora un po’ di viaggio, poi eccoci
nella chiesetta di Villar Perosa per ascoi
tare le informazioni del Past. Enrico Gey
met sulla chiesa visibile, su quella... invi
sibile (cioè sulle catacomiie costruite sotto
la cappella) e sulla chiesa che apparirà un
giorno quando, come ad Ivrea, i progetti si
realizzeranno...
Tutto sommato, una bella gita, ma non
soltanto questo: per una comunità della diaspora la gita è stata prima di tutto loccasione di conoscere altre comunità e di sentirsi parte di una più vasta collettività in
cui tutti siamo chiamati a servire ed a testimoniare.
TRIESTE
La domenica di Pentecoste, al culto del
mattino, sono stati ammessi nella piena comunione della chiesa alcuni catecumeni che
avevano terminalo il loro corso quadriennale di istruzione religiosa. Abbiamo anche
avuto due ammissioni di adulti per professione di fede.
La sera stessa, benché i lavori di restauro
non siano ancora terminati, la comunità
elvetica ha voluto riunirsi nella Basilica di
S. Silvestro per un culto di riconoscenza e
per la sua Assemblea annua nel corso della
quale il pastore, invialo a Trieste tre anni
fa,, in seguito a una speciale Convenzione
tra la comunità stessa e la Tavola Valdese,
è stato regolarmente nominato con voto una.
nime.
Il nostro tempio verrà nuovamente ria*
perto il 4 giugno per un culto serale al
quale sono invitate tutte le chiese evangeliche della città, in attesa delTinaugurazione
ufficiale che avrà luogo in autunno e che
inizierà lo svolgimento di un programma
che è ora in preparazione e che vuole essere
un'occasione per riprendere con più vigore
non solo le attività tradizionali, ma anche
un'opera di testimonianza nella città.
Un lettore bolognese ci ha inviato questa fotografìa di un manifesto affìsso
al muro del porticato della « Chiesa dei Servi di Maria », a Bologna. Il tono
e la forma ricordano certe crociate sanfediste e sembrano poco adatti a contribuire a un dibattito sereno della questione.
A GORIZÌ4
Incontro interdenominazionole femminile
Più di 50 sorelle presero parte a Gorizia airincontro regionale organizzato dalla FFV e dal segretariato delle Attività
Femminili metodiste.
Presiedevano la riunione le sigg.re Bert e
Beltrami. Dopo le reciproche presentazioni
delle rappresentanti convenute da Trieste,
Monfalcone, Pordenone, Marghera, Pontebba, Udine e Gorizia e la lettura di alcuni
messaggi veniva data la parola al pastore
Beri per la presentazione del tema della
giornata centrato quest’anno sui matrimoni
misti. L’argomento si rivelò attuale e fortemente sentito per le esperienze sofferte e
per un vivo desiderio di chiarificazione in
relazione a recenti disposizioni da parte
cattolica che non hanno tuttavia cancellato
ogni timore di sopraffazione per l’avvenire.
Vivace lo scambio di idee che seguì la presentazione deH’argomento e che ha mantenuto desto l’interesse dei partecipanti fino
all’ora della chiusura. Rivelatore di situazioni vissute talvolta nella sofferenza di
contrasti insanabili o nel sacrificio di inevitabili rinuncie, ha messo a fuoco il fatto
che Tostacolo maggiore ad un dialogo sereno e costruttivo con la chiesa romana su
questo problema particolare, è la mancanza
di reciprocità, per cui il matrimonio celebrato civilmente non è ritenuto valido.
A dispetto di tutte le concessioni, più
formali che sostanziali (lil coniuge cat olico
rimane legato come prima a precisi impegni) la nostra sensibilità protestante si rifiuta di accettare situazioni di compromesso
e di ambiguità che sembrano piuttosto porre le basi per un divorzio (almeno sul piano ideologico e spirituale) che di una unione vera e profonda.
Non è mancato il punto di vista di chi.
preoccupato per l’indifferenza religiosa e il
In memoria
Soltanto in questi giorni abbiamo
appreso la notizia della morte del Pastore Stefano L. Testa, avvenuta il
20 gennaio a Los Angeles (California).
Era nato in Italia il 27 maggio 1872
ed esercitò un lungo minisitero fra gli
italiani emigrati negli Stati Uniti in
tempi ormai lontani. AU’età di 16 anni si era convertito al Signore. Si preparò al ministero pastorale in vari
istituti, fra i quali l’Union ’Theological
Seminary e il Columbia University di
New York. Era fortemente attratto
daU’opera evangelistica mediante la
diffusione della Parola di Dio e di
opuscoli religioni; in quel campo egli
lavorò tanto in America quanto in
Italia, mediante la spedizione di Evangeli e di brevi esposizioni della dottrina evangelica nei confronti del Cattolicesimo romano.
AU’età di 93 anni era diritto come
un albero, camminava come un giovanetto. Lo abbiamo incontrato varie
volte in California; l’ultima volta, nel
1965 a Los Angeles, aveva fatto un
lungo percorso per assistere ad una
conferenza suU’opera della Chiesa
Valdese in Italia. Il suo lungo pellegrinaggio terrestre ha avuto termine
dopo una breve malattia, all’età di
quasi 95 anni.
Mandiamo un saluto riconoscente
alla sua memoria. È stato presente,
come messaggero della Parola di Dio,
fra le migliaia di italiani che fungevano molti anni or sono negli Stati
Uniti; ed ha reso testim.onianza al
suo Signore e Salvatore. Dal Canada,
dove in questi anni del dopo guerra
sono giunti più di 200.000 italiani, ci
giungono ansiose richieste di pastori
in favore degli emigrati. Il Signore
susciti e mandi gli operai di cui c’è
bisogno nella Sua vigna. La diffusione
e la predicazione della Parola di Dio,
alle quali si era dedicato il Pastore
Stefano Testa, pur nelle sue limitazioni umane, rimangono oggi ancora
l’opera primaria della Chiesa di Gesù
Cristo.
E. Rostan
materialismo pratico che sembra conqui;- are sempre maggiormente le masse, preterirebbe al matrimonio puramente civile una
celebrazione, sia pure jn chiesa cattohea.
garanzia — almeno così potrebbe seml> uè
a prima vista — di una fede ancora esisknte ed operante. Ma, a parte le note considerazioni -sul piano teologico, è stato oinetlato che, mentre il matrimonio jn chiesa
romana significa il più delle volte chiusura nei confronti della parte evangelica il
matrimonio civile non pregiudica in ninun
modo l’opera che la chiesa crederà di c; rnpiere, e lascia il campo aperto alle inizi itive di testimonianza, nella libertà, da parte
dei credenti.
Non si poteva affrontare l’argomento aei
matrimoni misti senza andare al cuore asso del problema; l’amore di due creature
che non sia solo reciproca attrazione di -essi, ma desiderio di comunione, di dono di
se per la gioia dell’altro, di riflessivo et nfronto per una più completa realizzaziatie
di noi stessi, di coscente responsabilits di
fronte agli eventuali problemi educativi.
Quando l’amore è veramente tutto qu i
il rigore teologico non rischia forse di rramutarsi in sterile pietismo? E, romper do
la relazione, non ci si ritroverebbe con le
mani pulite, ma vuote? Di qui rjmporiauza
di una seria preparazione al matrimo uo,
perchè i .giovani vi giungano con una n . ntalità adulta che ha già ridimensionali' la
esaltazione dei sensi, l’opiportunismo dczli
interessi, ad ha approfondito il vale e odia
vita coniugale accettandone anche il significalo spirituale.
In quell’opera dì preparazione si vedrebbe volentieri impegnata la chiesa, via
durante il periodo deiristruzione catech tlica, sia con una vigilante educazione i iematrimoniale.
* *
Al termine dell’incontro è stato rivolli' un
ringraziamento particolare all’Unione f.;mminile metodista di Gorizia, ed alla sua
solerte presidente per l’accoglienza veramente fraterna. D. B
S. fEDElE mm.Vi
(ampi) (li lavoro lilli?
Quest'anno si organizza per i'ullinia noIta, almeno per quel che riguarda i Un ori
al Centro, un campo di lavoro volontario a
San. Fedele Intelvi. Il Centro ha già funzionato nel corso dcirinverno, grazie anche
al suo ‘.noderno impianto di riscaklamenlo.
sia ospitando una decina di convegni ccl incontri, sia proseguendo con i campi di lavoro di fine settimana, mediante ì quali ahhiamo potuto terminare tutta la parte interna dello stabile.
Il Campo di lavoro di agosto si occuiK’rà
dei restauri del tempio, giardinaggio, intonaci esterni, linteggialurc. sistemazione dello scantinato.
Ci occorrono: volontari specializzati (iniiralori. falegnami, 'pittori, elettricisti), e giovani volontari come aiuto per gli spocialisli.
Durata del Campo: dal 30 luglio al 20
agosto 1967.
Età dei partecipanti: dai 14 anni in sii.
Partecipanti: 20 giovani. Ogni giovane
usufruisce deU'assicurazione infortuni, del
vitto p alloggio nei locali del Centro.
Iscrizioni : inviare la propria iscrizione al
più presto al Past. T. Soggin - Via T. Grossi 17 - Como, specificando l’elà e l’indirizzo.
Dal 29 giugno il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
(Torino) accoglie ragazzi dai 7
ai 15 anni per le VACANZE o le
RIPETIZIONI. Snort - passeggiate . piscina coperta - ambiente familiare - rette modeste tutto compreso. - Telefonare al
n. 91.230 o scrivere. Sono aperte
anche le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.
9
■2 giugno 1967 — N. 22
pag. 5
I lettori avranno forse notato eh:
negli ultimi numeri le cronache
vere e proprie delle comunità sono
mancate. Questo non è stato dovuto
a... pigrizia dei corrispondenti. È stata
invece la redazione che ha chiesto loro
di trasformare un poco questo servizio. Pubblicheremo una voPa al mese,
il primo nnumero del mese, uno o niù
fogli in inserto nel numero normale
a 4 pagine ; e su di essi compariranno
le cronache che riferiscono la vita
«normale» della comunità nel m'Sì
decorso. Pubblicheremo invece di settimana in settimana brevi annunci
interessanti la vita delle comunità,
ovvero corrispondenze su avvenimenti di particolare rilievo che in esse
si siano verificati.
Questa misura — che riprcduce del
resto ciò che, ad esempio, il settimanale romando « La Vie protestante »
fa da tempo — non ha alcun intento
squalificatore (!) nei confronti de la
vita comunitaria. Tende so'tanto a
rendere più funzionale il ncs ro livore, permettendoci di pianificarlo
con maggiore e migliore a-’pro simazione, dando d’altro lato un posto fisso e ampio alla « cronaca spicciola »,
se ci si passa quest’espressione.
Siamo fiduciosi che questa soluzione troverà consenzienti lettori e corri■spondenti; ricordiamo al tempo stessa ai lettori sia deO’« Eco delle Valli
Valdesi » che della « Luce », di non
dimenticare mai i condizionamenti
che ci sono imposti — felicemente iml)osti, pensiamo — dall’abbinamento
' delle due testate. red.
POMAREV ■
In queste settimane sono stati celebrati i
matrimoni di Gloria Ri-bet e Ghiglione Carlo; Berlctto Roberto e Girando Giuliana;
Castaj^na Guido e Bertalmio Renza. Il primo matrimonio celebrato durante il culto
secondo la tradizione riformata assieme alla
•comunità dei fedeli. Ci auguriamo ohe l’eva.ngelo predicato sia vissuto nelle famiglie
con rimpegno di meditare la Parola di Dio
€ dì viverla ogni giorno con gioia e umiltà
-di cuore quale testimonianza a Gesù Cristo.
Recentemente sono stati celebrati i battesimi .seguenti : Breusa Danila di Amato e
Clot Elsa. iPeyronel Livio di Eli e Giacomino Rina, battezzati da Claudio Tron; Tron
Vilma dì Renato e Ribet Ilda dal Pastore.
Che il Signore dia ai genitori la forza di
educare i figlioli nella conoscenza del SalTatore e soprattutto lo Spirito Santo che
Tinnova ogni giorno la vita delle famiglie.
Ringraziamo Claudio Tron per il culto
■di fine aprile e con un messaggio prezioso
•per la comunità, unitamente alla celebrazione dei battesimi che ci avvia piano piano
verso una comunità dove i doni ed i riti
non sono monopolio di nessuno, ma. donati
dal Signore alla Chiesa.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FORANO SABINO
Recentemente abbiamo avuto la visita del
pastore Grefe della comunità di Waldensberg con una serata dì comunione fraterna
e di approfondila conoscenza delle chiese
nostre e germaniche con ottime diapositive.
Un grazie di cuore alle famiglie che hanno
ospitato.
11 giorno dell’Ascensione abbiamo reso visita alla comunità di Rorà con un pullman
di alunni della Scuola domenicale e un pìccolo gruppo di sorelle di chiesa, : giornata
di gioia per aver udito la Parola di Dio e
ricordato sulle alture di Piamprà. con un
gruppo di rorenghi, il Signore vittorioso; ab.
biamo pensato anche a quelli che sono travolti da mille occupazioni e che dimenticano il valore dell'Ascensione del Cristo, che
« rimane con noi tutti i giorni », preferendo il lavoro o la gioia del mondo. Nel pomeriggio abbiamo visitato il Rifugio col
canto ed un messaggio salutando tra gli altri (c Magna Celestina » e la sig.na Bertalot,
della nostra parrocchia. '
Desideriamo inviare un pensiero augurale
alla nostra collaboratrice Anita Gay per la
sua convalescenza e ringraziare il Signore
per aver guidato ogni cosa per il diffìcile
intervento. Speriamo di rivederla presto in
mezzo a noi prima, della sua partenza per
le missioni.
L’assemblea di chiesa tenutasi il 7 u. s.
ha udito la relazione annua : sono stati elencati alcuni punti di maggiore interesse :
rapporti della chiesa con la vita politicosociale, richiamandoci al motto di Colmar :
« une église pour tous »; problema dei cadetti da sottoporsi all attenzione della Conferenza; Tofferta del credente; restauri del
tempio la cui cifra di oltre cinque milioni
è stata raccolta quasi interamente nella comunità; raggiunta la cifra richi^ta dalla
Tavola per la Cassa Centrale.
BOBBIO PELLICE
— Domenica 21 maggio, nel corso del nostro culto^ è stata letta e successivamente
approvata la relazione morale e finanziaria
del Concistoro per l’anno ecclesiastico 19661967. Quali revisori dei conti sono stati riconfermati i fratelli Re Paolo (Via Cromwell) e Charbonnier Alberto fu Davide (Abses).
Nella successiva elezione, la comunità ha
delegato quali sue rappresentanti alla prossima Conferenza le sorelle Grand-Bertinat
Anna (Roccia d’Giors) e Charbonnier-Michelin-Salomon Maria (Via Sihaud). Quale delegata al Sinodo è stata nominata la sorella
Aime-Rostagno Frida (supplente : AimeCougn Maria).
— Lunedì 22 maggio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale della nostra soreUa Michelin Susanna fu Paolo vedova Gönnet deceduta improvvisamente aUa età di anni 83 alla bor
S. 6ERMAK0 CHISONE
Uq voto sulla Federazioue
Il Conc-isloro di San Germano, nella riunione del 9 maggio, ha discusso il progetto
di statuto della Federazione Evangelica, da
tempo distribuito ai Membri di Chiesa.
Il Concistoro, ferma restando la libertà
della Assemblea nei riguardi del progetto
in questione, non può non rilevare in esso
una serie di ambiguità fondamentali, presumibilmente dovute alla necessità di mettere
faticosamente d’accordo opinioni contrastanti.
Il Concistoro deve tuttavia affermare che
la mancata .soluzione di questa ambiguità
toglie valore reale al progetto di statuto e
ne consiglia la disapprovazione.
Il Concistoro ritiene che le citate ambiguità si e,sprimano, in modo particolare, nei
punti seguenti:
a) il concetto di Chiesa. Mentre nell’ordine del giorno approvato al Congresso Evangelico di Roma anche dai delegati di San
Germano si affermava essere « la Chiesa locale relemento ecclesiologico primario » e
ciò in conformità con Einsegnamento del
N. T.. nel progetto di Eederazione si parla
continuamente di « Chiese ed Opere » intendendosi eliiarainente con tale termine le
Organizzazioni confessionali.
Appare evidente che se si ritiene ohe la
base della nuova Federazione siano le Chiese locali, il progetto va completamente rivisto. eliminando in particolare , vari dosaggi e prudenze confessionali contenuti, ad
esempio, negli ari. 3. 6. 7 tiel progetto stesso. Se, invece si intende costituire una organizzazione di collaborazione tra le confessioni esistenti, non si vede la necessità di
creare un nuovo organo potendo l'attuale
Consiglio Federale, opportunamente rivitalizzalo, servire egregiamente allo scopo.
b) il concetto di unità. Nel preambolo
del documento in esame, si afferma che la
Federazione viene costituita (C nella speranza e nella attesa che il Signore riveli ai credenti la pienezza deirunilà ».
Ora è chiaro che « la pienezza dell unilà »
e il Signore stesso. E il Signore si manifesterà visibilmente e a tutti .soltanto alla fine
dei tempi; mentre, in questo tempo fra i
due Avventi, è dato al credenti conoscerlo e,
ffuindi, conoscere l’unità, per fede. E ciò
Senza alcun bisogno di Federazione o di altre strutture.
L’accenno, non isolato, contenuto nel
preambolo fa invece sospettare che si attenda la manifestazione dell'unità da nuove
formule organizzative o che esse almeno costituiscano un rilevante passo innanzi verso
l’unità; in altre parole che l’unità attesa
gala Pautasset nelle prime ore del 21 mag
gio. Da alcuni giorni le condizioni di salu
te della nostra sorella non erano tanto buo
ne; ma un miglioramento sembrava mani
testarsi e tale fatto aveva tranquiUizzato lei
stessa eJ i -suoi familiari; ed ecco d’un trat
lo. in.aspettalaments manifestarsi una crisi
che in brevissimo tempo ne segnava la fine
La nostra sorella lascia di se un buon ri
cordo : ella ha duramente lavorato per il so
stentamento della sua famiglia ed ha accet
tato con spirito di fede e sottomissione le
dure prove cui è stata sottoposta con la
morte del marito ¡trima, d’un figlio e d’una
figlia dipoi.
Al figlio ed alla figlia, a tutti gli altri familiari e parenti e,sprimiamo la nostra viva
e fraterna simpatia cristiana in quest’ora di
lutto, sempre fidenti nelle promesse di resurrezione c di vita che il Signore ci ha rivolto.
La nostra Scuola Domenicale ha terminato la sua attività con una gita a Torino, nel
corso della quale abbiamo potuto visitare
Eaeroporto di Caselle. Superga ed il giardino zoologico. Circa ima quarantina i partecipanti, i quali hanno vivamente apprezzato
questa gita.
I nostri rallegramenti ed auguri alla famiglia di Stefano Michelin di Giovanni e
Livia, della frazione Cortili di Danna,, per
la nascita della secondogenita Nadia avvenuta presso il reparto maternità deU’Ospedale Valdese di Torre Pellice il giorno 23
maggio.
Domenica 28 maggio, nel corso del nostro culto, è stato presentato al Battesimo il
bambino Melli Andrea di Giuseppe e Geymonat Erica (Via Beisilia).
La grazia e la benedizione del Signore
circondino ed accompagnino sempre questo
bambino e tutti i suoi cari. e. a.
PRAMOLLO
non sia il Signore stesso, ma la organizzazione. Noi riteniamo che una unità di tal
genere (una sola Chiesa, un solo Pastore —
terreno — una sola organizzazione) sarebbe
una gravissima disgrazia per la Chiesa e la
dimostrazione della sua cattolicizzazione e
che pertanto anche il suo solo accenno vada
respinto con fermezza.
c) la composizione della Assemblea. An.
corché il progetto non indichi in dettaglio
la suddivisione dei « posti » le varie garanzie auspicate fanno pensare che si sia trattato piuttosto di accordi tra « potenze » che
di una fraterna comune rappresentanza delle Chiese in spirito di servizio. Si ripete
cosi Pambiguità di cui al capo a) : se trattasi di accordi tra potenze, non si vede perche la Chiesa Valdese debba essere in minoranza, se di rappresentanza di Chiese non
si vede la ragione deUie attente precauzioni
inserite nel progetto. Devesi inoltre aggiungere che la rilevante presenza di « funzionari federali » (membri del Consiglio e dei
numerosi Dipartimenti) ci pare crei una con.
fusione tra chi è chiamato a stabilire le di.
rettive della progettata Federazione (l’assemhlea) e chi è chiamato ad eseguirle (i
funzionari); ci pare pertanto che questi ultimi dovrebbero avere al massimo voce consultiva in seno alEAssemblea.
d) il progetto finanziario indica in linea
di massima una spesa annua di 6,3 milioni
per Tufficio di presidenza, contro gli 1,2 milioni di costo complessivo delTattuale Consiglio Federale. Riteniamo che tale cifra
non dia neppure un’idea del costo reale della progettata Federazione. Infatti essa non
tiene conto nè del costo dei Dipartimenti,
nc di quello delle Assemblee, nè dei viaggi
e di tutte le altre attività, che, j>er essere
sostenute da Chiese singole, non vengono
meno a gravare -sui contribuenti.
Ancora una volta, il Concistoro di San
Germano, ritiene che tale spesa ed altra
maggiore sarebbe giustificata ove la progettata Federazione venisse a sostituirsi alle
Amministrazioni attuali, mentre è perfettamente superflua ove, come sembra dal progetto, si intenda creare un nuovo, ennesimo
e complesso organismo burocratico.
Il Concistoro di San Germano, non riconoscendo nel progetto ohe gli è stalo sottoposto alcutia reale novità nè vedendovi esposte chiaramente delle linee di fondo per Fazione della Chiesa, ritiene che ü progetto
debba venire radicalmente rifatto, rinviando,
se del caso, anche la progettata Assemblea
costituente.
Domenica sera, 23 aprile, la Corale ed i
giovani dell’Unione della comunità di Villar iPerosa, accompagnati dal Pastore E. Geymet e Signora, sono saliti fra di noi per
rappresentarci la conunedia : a La Casa del
Padre », scritta dal Pastore C. Tourn. Negli
intervalli della recita la Corale ha portato il
suo prezioso contributo con l’esecuzione di
alcuni inni e cori. Un vivo grazie a questi
amici per il loro messaggio e per la loro
visita.
Nel corso del culto delle domeniche 30
aprile e 7 maggio è stato amministrato il
Battesimo a Bleynat Franco di Remigio e
di Clot Letizia (Ciaureng) e a Ribet Enrico
di Roberto e di Rostan Delia (Bocchiardi .
San Germano Chisoiie). Il Signore accompagni questi bambini e le loro famiglie.
Giovedì 4 maggio. Ascensione, una cinquantina di PramoUtpi cd alcuni frateUì e
sorelle di San Germano, dì Villar Perosa e
di Torino, si sono recati in gita turistica
a Lugano, dove, con la comunità locale,
hanno partecipato al culto presieduto dal
Pastore Silvio Long. E’ stata una giornata
di comunione fraterna, perchè^ oltre ad incontrarci con i fratelli e le sorelle di qucRa
città, abbiamo anche avuto l’opportunità di
fraternizzare con un numeroso gruppo di
membri della Chiesa di Prarostino, accompagnati dal loro Pastore Marco Ayassot. Favoriti da un tempo veramente splendido abbiamo ammirato dall’alto della collina San
Salvatore la beUezza naturale di Lugano, del
suo lago e dintorni. Prima del ritorno la
comunità ci ha offerto un sostanzioso ed ottimo rinfresco neUa sala delle attività. Il
nostro sentito ringraziamento ai fratelli e alle sorelle di Lugano ed al loro Pastore Silvio Long per la calda accoglienza, di cui
serbiamo un grato ricordo insieme a tutto
ciò che ci è stato dato di vedere.
Sabato 13 maggio la benedizione del Signore è stata invocata sull'unione dei giovani : Long Maria (Pellenchi) e Peyrot Pierino (Prali). Il Signore sia l’ospite di questo focolare ed il nostro augurio accompagna questi sposi che si stabiliranno a San
Germano Chisane.
Lé famiglie di Travers Giovanni e Long
Angela (Ciotti) e di Long Dante e Pastre
Elda (Ciotti - Torino) sono state allietate
dalla nascita di Ugo e di Sandro. Ai neonati
ed ai loro genitori i nostri voti migliori.
LUGANO
GaiUard, in sostituzione del Signor Alberto
Kocher, la cui attività intelligente ed impegnata è stata molto apprezzata da tutta la
comunità, e sono stati eletti o rieletti quali
membri del medesimo, la signora Bice Freuler ed i Signori A. Kocher, F. Thomi, G. Casanova e P. Milliet, per la zona di Lugano
ed i Signori E. Margot e R. Pestalozzi per
la zona di Chiasso-Mendrisio.
S. L.
AH6RO0NA (Serre)
L’U.G.V. di Bobbio Pellice su invito dell’unione del Serre è venuta, a recitare nella
Sala delle attività del Capoluogo la commedia di I, Calvino « Arriva Don Gonzalo » il
23 aprile u. s. Purtroppo il pubblico non
era troppo numeroso. Ringraziamo vivamente i giovani di Bobbio ed il loro pastore per
la bella serata, che ci hanno dato e li complimentiamo an(Jora <per la loro bravura.
-Abbiamo incontrato con vivo piacere il
gruppo delle comunità di Bordighera e
S. Remo, guidato dal past. Nisbet e quello
dei giovani metodisti di Savona, in visita
alla valle di Angrogna. E’ sempre per noi
una gioia salutare dei fratelli in fede.
In queste ultime settimane la Comunità
è stata provata da due lutti; il 26 aprile è
deceduta alla Grangia la nostra sorella Monnet Ernestina v. Rivoira di 79 anni e l’8
maggio all’ospedale civile di Pinerolo la sorella Coìsson Adelina di 75 anni del Serre.
La nostra fraterna simpatia circonda coloro
che sono nel dolore.
L’assemblea di Chiesa ha nominato quali
deputati alla prossima Conferenza Distrettuale Benech Amato e Rivoira Pierino ed
al prossimo Sinodo la signora Armand Bosc
Emma ved. Bertalot.
Il 27 maggio u. s. si sono uniti in matrimonio nel Tempio del Serre Odin Silvia del
Serre e Chauvie Valdo di Luserna S. Giovanni. L’augurio più vivo di ogni benedizione da parte del Signore accompagna questi giovani sposi che si stabiliscono a Luserna S. Giovanni.
Ringraziamo sentitamente il Sig. Edgardo PaschetiO ed il missionario Roberto Coisson per aver presieduto i nostri culti a Pradeltorno ed al Serre il 21 maggio u. s. e per
il messaggio che hanno rivolto nel nome
del Signore.
ANGROGNA (Capolaogo)
In questi ultimi tempi la nostra Comunità è stata duramente colpita da tre decessi, che hanno lasciato un gran vuoto in
mezzo a noi. Sabato 6 maggio decedeva Pietro Bertin del Prassuit, (R 83 anni, padre
del nostro Sindaco. Il giorno dopo si spegneva improvvisamente Clelia Bertin Ved.
Bertalot, della Pianta, all’età di 63 anni, e
l’8 maggio decedeva all’improvviso Elena
Arnoul in Buffa del Prassuit, all’età di 65
anni. Alle famiglie così duramente provate
dal lutto, rinnoviamo la nostra fraterna solidarietà nel dolore, nella certezza del dono
della resurrezione e della vita annunziato
in Cristo Gesù.
Ringraziamo Claudio Tron, Segr. Gen.
FUV, che in occasione di un incontro giovanile ha rivolto la parola ai giovani di
Angrogna. Ringraziamo pure il Past. Enrico Tron, che ha presieduto il Culto di domenica 7 maggio.
Favorito da una bella giornata di sole, il
Culto dell’Asoensione ha avuto luogo all’aperto nei boschi del Passel. E’ stato presieduto dal Past. Renato Coisson con la partecipazione del gruppo dei trombettieri.
Il mese di Maggio è stato per la nostra
Comunità denso di avvenimenti. Il 7 abbiamo avuto la gradita visita del Pastore
Paolo Ricca e della Signora. Recatosi a Roma .per delle lezioni alla nostra Facoltà di
Teologia, il Pastore Ricca ha colto Toccasìone per fare una visita alla Comunità in
cui ha esercitato il suo ministerio per quattro anni, e molto gentilmente ha anche ac
Gettato di recare il messaggio della Parola
Sì è approfittato della circostanza per cele
brare la domenica della Facoltà. Ringrazia
mo il Pastore Ricca e la sua gentile Signora
per la loro visita.
Nel pomerìggio del 7 ha avuto luogo il
neutro bazar che oltre a raggiungere lo scopo della raccolta di fondi che verranno devoluti alle opere di beneficienza della nostra
Chiesa, ha segnato una specie di punto idea,
le d’incontro Valli Valdesi - Forano, perchè
sono stati venduti molti oggetti tipici delTartigianato delle Valli, specialmente di
quello di Angrogna.
La domenica di Pentecoste, 14 Maggio,
sono stati confermati quattro catecumeni :
Scaffali Rosina, Scarinci Bruno, Scarinci
Paola, Scarinci Silvia. E’ stata questa una
vera giornata di gioia per la Comunità.
Domenica 21 Maggio è stata celebrata la
festa della mamma : al termine del culto i
bambini hanno recato alle loro madri una
bella rosa.
Semipre la domenica 21 ha avuto inizio in
Forano la « Settimana della Croce Rossa ».
Il Comitato promotore ha chiesto alla nostra
Comunità di prendere parte alla manifestazione. Non ci siamo limitati a « prestare »
alcune nostre giovani per la vendita di oggetti vari e per la raccolta dei fondi. In
una delle nuove bacheche (ora di metallo,
in sostituzione delle vecchie in legno, ormai
inservibili) ai piedi della scalinata che porta
al Tempio abbiamo esposto non soltanto un
manifesto della Croce rossa, ma anche una
breve esposizione dattiloscritta (tratta quasi
per intero dal libro di G. Tourn su <c Giorgio Appia; ») sulla partecipazione valdese al
sorgere della Croce Rossa ed i disegni di
G. Appia riproducenti le prime ambulanze,
allora ancora trainate da cavalli.
Giovedì 25: a Corpus Domini»! I Cattolici ornano Via del Passeggio perchè dovrà
passare la processione. Qualcuno ci chiede
gentilmente se può legare anche quest’anno,
come ha sempre fatto nel passato, un capo
dei fili delie bandierine ai sostegni del filo
della corrente elettrica fissati alla cc Casa
Valdese ». « E va bene » rispondiamo. Osserviamo poi passare la processione ed ecco
che a un certo punto, la vediamo fermarsi
dinanzi aUa Casa Valdese, cantando. E’ un
inno nuovo? Non lo sappiamo, ma afferriamo qualche parola ; è una specie di preghiera per l’unità dei credenti, « aflfincliè tutti
siano uno »! Comprendiamo lo spirito della
preghiera, ma vorremmo anche che ohi la
cantava comprendesse a sua volta in quale
direzione dobbiamo ricercare l’unità. Speriamo che nella breve sosta abbiano anche letto, o almeno intravisto per leggerli poi con
calma più tardi, i vari articoli apparsi ultimamente sui nostri giornali « La Luce » e
« Nuovi tempi » a proposito del significato
della marìologìa attuale nel Cattolicesimo e
del recente viaggio di Paolo VI a Fatima.
Questi articoli erano infatti esposti in una
delle due nuove bacheche di cui sopra. Possiamo infatti concedere per cortesia e per
rispetto delle convinzioni altrui che si appoggi un’estremità dei a gran pavesi » alle
pareti deUa nostra Casa Valdese di Forano,
anche se siamo nettamente contrari alle processioni, ancora di più al « Corpus Domìni »
e, giova ripeterlo?, alla mariologia. Questo
è giusto sia detto e ripetuto, una volta di
più, cortesemente e col massimo rispetto per
la fede altrui, ma chiaramente, fermamente.
B. C.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiinmiit
VERONA
Anche stamattina
siamo andati in Chiesa
La nostra comunità ha avuto il privilegio
di ricevere la visita del Pastore Tullio Vinay. che la sera deU’8 aprile ci ha parlato in
modo estremamente avvincente dell’Opera
del gruppo di « Servizio cristiano » di Riesi,
pochissimo conosciuta in questo angolo della Svizzera. Molto apprezzato è stato altresì
il messaggio datoci il giorno seguente nel
culto e rallegrante la colletta fattasi nel medesimo a favore dell’opera di Riesi. Tra i
risultati « concreti » di questa visita sottolineiamo la costituzione di un gruppo di
« Amici di Riesi » e la vendita di varie copie di « Giorni a Riesi » edito dalla Claudiana.
— Il giorno dell’Ascensione ben 120 vaidesi delle Valli e principahnente delle parrocchie di PramoUo e di Prarostino, guidate
dai loro Pastori Teofilo Pons e Marco Ayassot, raggiungevano Lugano, favoriti da una
giornata meravigliosa; in occasione del culto, generalmente poco frequentato in tale
occasione, il nostro tempio offriva il colpo
d’occhio delle « grandi occasioni » e nel pomeriggio si svolse nella Sala delle attività
un incontro fraterno e gioioso di cui tutti
gli intervenuti serbano un ottimo e benedetto ricordo.
— Nuovo Consiglio di Chiesa. Nell’ultima
Assemblea è stato eletto U Consiglio di Chiesa per il prossimo triennio. E’ stato chiamato a presiedere il Consiglio il Prof. André
Perchè ci siamo andati? Perchè è una
tradizione alla quale non abbiamo il coraggio di ribellarci, oppure perchè crediamo
veramente nella Parola di Dio e siamo disposti a trarne tutte le conseguenze?
In tal caso, neUa nostra confessione non
possiamo assolutamente dimenticare le centinaia di vietnamiti che i soldati americani
uccidono quotidianamente, dei quali Dio potrà chiederci conto.
Potresti obiettare che questi sono affari
che non ti riguardano. Però poco fa in Chiesa hai recitato insieme con gli altri: « Agnello di Dio ohe togli i peccati dal mondo, dona a noi la pace ».
Di quali delle due paci parlavi in Chiesa?
Il governo USA ogni volta che fa un passo avanti nella n escalation » contro il popolo vietnamita, gli offre la pace se questo
rinuncerà alla indipendenza nazionale e alla
giustizia sociale.
Il popolo vietnamita da vent’anni cerca la
pace attraverso la lotta contro il colonialismo
francese prima, e poi contro l’imperialismo
USA.
Hai da poco celebrato le feste pasquali :
se la pace di cui parli è la pace di chi è sazio e non si preoccupa d'altro, sappi che il
Signore condanna questa pace ; « Così dice
il Signore contro i profeti che traviano il
mio popolo e che gridano: PACE, se hanno
qualcosa tra i denti da rodere; ma a chi
non mette loro niente in bocca dichiarano
guerra » (Michea 3: 5).
E’ un’altra pace queUa che il Signore ti
chiede; così Egli dice : « Beati quelli che si
adoperano per la pace, perchè saranno chiamati figli di Dio! Beati quelli che sono perseguitati per causa deUa giustizia perche di
essi è R Regno dei cieli » (Matteo 5: 9-10).
Oggi nel mondo i perseguitati per causa
della giustizia sono i popoli sottosviluppati,
mantenuti ueUa fame e nell’indigenza dai
paesi capitalistici che li sfruttano; ed in par.
ticolare i contadini vietnamiti colpiti dalle
bombe, intossicali dai gas e bruciati dal napalm che gli aerei USA scaricano sui loro
villaggi.
Dunque se vuoi essere fedele al Vangelo
devi adoperarti attivamente per la pace. Per
questo NON BASTA ANDARE IN CHIESA
A PREGARE, non basta osservare il digiuno nei giorni prescritti. Infatti il Signore
dice: «Nel giorno in cui digiunate, voi trovate modo di fare gli affari e opprimete i
vostri dipendenti. (...) E’ questo un digiuno ohe io possa apjtrezzare? Rompete piuttosto i legami della malvagità, sciogliete i vincoli del giogo, rimandate liberi gli oppressi
e infrangete ogni giogo, divìdete il vostro
pane con chi ha fame » (Isaia 58: 3-6).
Un gruppo di Cristiani aderenti al
Comitato anti-imperialistico di solidarietà col Viet-Nam.
(8 dei firmatari sono valdesi della comunità veronese. N.d.r.).
10
r
pag. 6
N. 22 — 2 giugno 1967
fr«
1 LEI r¥ORI CI SCRIVONO
Invito ad un dibattito
sulla preparazione dei nostri predicatori
Un lettore, da Genova-Bolzaneto:
Caro Conte,
la lettera di Giuliana Gay Eynard
(cfr. « La Luce », 14-4*67), mi ha
fatto piacere perchè contiene una
osservazione da convertire in criterio
di lavoro. Non conosco la scrivente e
pertanto ignoro il valore specifico e
la portata organizzativa che ella dà
all’interesise per « problemi di indole
sociale, economica e politica », giudicato a fatto positivo ». Non importa.
Importante è il tentativo, piuttosto
infrequente nel nostro ambiente, di
considerare con serietà Timpegno politico : il quale non può essere lascialo alla mercè di stati passionali, di
risentimenti protestatari, ma criticamente impostato per mezzo di un
apparato ideologico e organizzativo
che nega o dona autorità ai propositi
sociali degli uomini. L’impegno politico non è semplicemente — come
certa gente dimostra di credere —
solidarietà ideale, slancio estetico, interventi saltuari e romantici, ma prese di posizione attive e lungimiranti,
documentate e ulteriormente sviluppate: non in modo libresco, ma nella
misura che il processo — essenzialmente critico della prassi — va articolandosi.
La Gay Eynard constatando — diciamo con eccessivo ottimismo —
« decise prese di posizione » di certi
(( nostri pastori in vari campi che
esulano dalla tradizionale loro competenza », e preoccupandosi dell’esito
dell’agire di questi uomini, a dato
che il mondo di oggi richiede in tutti i campi una competenza specifica
che non può essere sostituita dalla
buona volontà», chiede: «se l’ordinamento della nostra Facoltà di Teologia è stato modificato in modo da
potenza », e preoccupandosi dell’esito
in possesso delle cognizioni necessarie per ‘Svolgere con competenza questo nuovo compito ». (In verità « compito nuovo » per certi, anche troppo,
(c uomini di chiesa » e non per i
Barth, n Nienmiler e i Bonhoeffer).
Non conosco con esattezza, i programmi della Facoltà di Teologia la quale
deve logicamente insegnare prevalentemente teologia, ha un campo proprio di interessi e un linguaggio adeguato: comprendere, secondo le categorie del pensiero umano, la chiamata e il significato benefico dell’autorità di Dio. So, invece, che la preoccupazione della Gay Eynard è sempre stata mia: te ne ho parlato di
recente e ne feci cenno sulla nostra
stampa (cfr. « Gioventù Evangelica »,
marzo ’66): «Il pastore... dovrà disporre di tina preparazione non solo
teologica ma pure sociologica e di
una sensibilità saviamente moderna
per gli aspetti della cultura, dell’arte
e della scienza per articolare autorevolmente la parola di Cristo nella nostra epoca ».
I pastori hanno una preparazione
di questo tipo? I pastori sono in grado di destare l’attenzione della gente
che vive in un ambiente dominato
da fatti nuovi che generano abitudini
e linguaggi che si oppongono con
spregiudicatezza al passato? I pastori
sono in grado di dialogare con chi sostiene ideologie diverse? I pastori sono in grado di capire che la chiesa
non è una istituzione al di fuori del
mondo? (Non nascondo che altrettante domande di questo genere andrebbero rivolte a molti credenti i
i quali, poco consci dell’epoca in cui
viviamo e risolvendo in chiave individualistica il contenuto dell’Evangelo, non sono certo d’aiuto ai loro pastori). Ivpastori devono diventare par.
te cosciente e necessaria del tessuto
sociale tramite il significato spaziale
ohe il Cristianesimo dà alla « carità ». Oggi giorno non dobbiamo parlare di « avvenire »; i problemi che
tormentano Tuomo non possono essere rimandati ad un futuro, e d’altronde il cristiano è tenuto a risolvere l’avvenire nel « presente », perchè « Cristo regna ». Desidero aggiungere — e in modo particolare penso
ai giovani, ai futuri pastori —: una
predicazione che non tiene conto dei
gravi perturbamenti sociali, delle catastrofi sociali (diritti calpestati, denutrizione, sfruttamento, guerra, incubo atomico), una predicazione, dicevamo, che non si serve dei fatti sociali per rendere più comprensibile
il me^aggio di Dio in Cristo, modificando cosi la società, è una predicazione vana. Per me la predicazione
ha un significato quando contribuisce, in umiltà ma non per questo
Miserabile quella preghiera che non
si converte in azioni in favore del
prossimo. Le Chiese hanno smarrito
la vocazione profetica : la parola forte, i propositi ardenti, la denuncia
senza giri e rigiri di frase. « Non vi
fate illusioni; non è possibile farsi
beffa di Dio; quel che uno avrà seminato, quello pure mieterà » (Gal.
6: 7). E nessuno venga a dirci ohe
con questi discorsi predichiamo l’odio. Non l’odio, ma Tamore: perchè
è l’amore per l’uomo che ci spinge
a parlare; e l’amore per l’uomo è lot.
ta per la fratellanza fra gli uomini,
la quale non potrà essere attuata se
continueranno ad esistere focolai di
discordia, le greppie del privilegio.
Parità sociale e giustizia dì Dio sono
due termini ohe non possono essere
separati. Non illudiamoci : nessuno,
dico nessuno, oggi sulla terra esprime
— sul piano politico-sociale — compiutamente il senso della volontà di
Dio. Ma è altrettanto vero che il nostro consemo, (il nostro consenso che
è, infine, intrecciato coi nostri errori),
deve andare, senza esitazioni, a quelle forze sociali che più sono vicine
alla volontà di Dio in favore degli
uomini.
Occorre un nuovo modo di pensare. Ogni epoca ha i suoi problemi:
modi diversi di accettare e respingere
il reale. La Parola di Dio non è valida per una sola situazione in cui
l’uomo viene a trovarsi, ma per qualsiasi situazione perchè noi — per fede in Dio che non è un punto fermo, ma espressione dinamica in Cristo — sapremo predicarla con sensibilità contemporanea. Decisamente:
soltanto la consapevolezza del presente, l’avere idee chiare sul valore della parola di Dio nel presente e sulle
di noi ». Contro i nostri interessi per.
sonali, contro la nostra miserabile
pace personale. La pace di Cristo, la
pace che egli oi ha donato non è
estraneità dal mondo. La pace di
Cristo è quel sentimento che scende
in noi quando riconosciamo, e negli
atti condanniamo, il nostro opportunismo. La pace di Cristo, infine, è' il
desiderio di soffrire nel mondo affinchè il mondo sia liberato dalla sofferenza.
A mio avviso, per concludere : accanto alle materie teologiche tradizionali dovrebbero occupare un posto, ovviamente subordinato : la storia moderna, la sociologia, la psicologia e l’antropologia. L’insegnamento di queste materie non dovrebbe
avere carattere antologico, ma significato pratico. Si tratta di elaborare
corsi « sensibili al reale »; la materia
da apprendere già disposta in maniera da essere risolta nella pratica :
prese di posizione, dialogo, apologia,
evangelizzazione. Dì qui la necessità
di lezioni, incontri e dibattiti con persone capaci perchè direttamente interessate in campo sociale. Operare in
modo nuovo significa studiare in modo nuovo. Lo studio che ritengo necessario per i nostri studenti di teologia non è lavoro facile, ma è un lavoro indispensabile. Vorrei aggiungere che corsi di questo tipo dovrebbero
essere tenuti, o per corrispondenza o
in modo diretto, anche ai credenti le
cui responsabilità, per fede, non sono
diverse da quelle dei pastori. Qui non
ho tracciato un programma di studi,
semplicemente delle idee che vanno
discusse, ma non respinte in blocco.
Caro Conte, ricordi ciò che ti dissi : il futuro del Cristianesimo non
dipende dalle indicazioni del Bult
problemi marginali dettati dall’orgoglio ecclesiastico), ma abbiamo bisogno di una maggioer conoscenza del
inondo in cui viviamo, delle forze
che lo coadiz-ionano, e della consape- lettore, da S. Germano Chisone:
yolezza che le opere della fede devo- Signor direttore,
Vocazione della Chiesa
no abbracciare una vasta gamma di
significati, non esclusi quelli politici.
Mi sembra che qui vi sia materia
per un dibattito sulle colonne de
« La Luce ». Sarebbe bene ascoltare
l’opinione dei lettori e soprattutto de.
gli studenti di teologia e dei loro
mi riferisco al suo elzeviro del 21
aprile u. s. cui connetterei la lettera
del Past. Pierluigi Jalla apparso sulTEco-Luce del 5 c. m. poiché, men
ressarsi degli interessi e preoccupazioni sociali, giacché tutti i membri
di essa vivono nella società-mondo,
e potrà, mercè l’opera dei suoi Arnaud (colonie valdesi del Wurtemberg), Hugon (colonie valdesi del Sud
tre in uno si manifesta la preoccupa- : America), C. Alberto Tron (colonie
zione del modo con cui si parla (o si
predica) e lo sconcerto che assale nel
o non ritengono necessaria una preparazione sociologica per il proprio
ministero.
Ti saluto fraternamente
Mario Gardella
professori e dei pastori che ritengono constatare che così pochi siano i
giovani che se ne sentono attirati,
così poche le famiglie in cui tali vocazioni (pastorali) maturano, cosi poche le chiese che le stimolano;
nell’altro viene lamentata Tattività
social-sindacalista di pastori, giovani
quarantenni, quale è stata lamentata
Aggiungiamo alVinvito ¡a un dibat- dalla Sig.ra Eynard-Gay.
tito qui formulato dalVamico Gardel- ' Apparentemente due problemi, che
la, il nostro. Notiamo che i nostri — ’ denunciano però una carenza unica.
pochi! —- studenti in teologia sono, ' A nostro modesto avviso di laico,
come molti dei nostri giovani, assai inserito nella, vita civile, con tutti i
sensibili a questo aspetto. 1 problemi suoi richiami ed esigenze, non posche ci paiono in gioco sono: I) tutta siamo però spogliarci del vestito cri‘Vimpostazione delVinsegnamento (non stiano evangelico valdese, che la nosolo teologico!) va certo radicalmen- stra vocazione ci ha imposto; ed in
te ripensata, ma non si deve (nè si virtù di essa vocazione abbiamo sempuò) abolire il rapporto maestro-di- pre presente, in ogni circostanza, che
scepolo: si è sempre discepoli di qual- se la carne è debole, abbiamo l’arra
cuno, lo si voglia o no; 2) non es- sicura dello Spirito per combattere il
sondo più possibile oggi una cultura buon combattimento.
enciclopedica (si pensi alla crisi di Buon combattimento che in questo
quella umanistica e alla unilateralità speciale momento storico, in cui il
di quella tecnico-scientifica)^ non si Nemico fa ogni suo sforzo per trascirischia, nei campi collaterali alla prò- nare seco anche i santi (se possibile),
pria specializzazione, una inguaribile abbiamo il preciso dovere, come sinincompetenza? una preparazione eti- geli e come chiesa di arginare il dico-sociologica per i nostri ministri lagare del Materialismo storico e diadella Parola, certo necessaria, sarà lettico, testimoniando che le vera guisempre frammentaria e dovrà soprat- da delle nostre azioni è la formulatutto risvegliare la loro sensibilità a zione del nostro pensiero; e che quequesti problemi (se assente) o ridi- sto pensiero (con buona pace dei vari
mensionarla criticamente (se fin trop- Jervolino e Gardella) non è manifepo presente); 3) non s^infila dal hu- stazione della buona o della frugale
co della porta un certo clericalismo, ' mensa. Esso è frutto dello Spirito.
in questa ricerca di predicatori che Quella specie di sincretismo moder
diano indicazioni socio-politiche? non no, che vorrebbe far credere a giova
è forse, questa, responsabilità comu- ni sprovveduti, ed a uomini frastor
forze che ne ostacolano il compimen-| mann e neppure da quelle espresse, ^ ,,-------------, -----, - *----- . - , . , . i. ■ ■ i,-t
to pur essendo vinte sulla Croce, è da John A. T. Ro-binson (cfr. « Dio ■ nitaria dei credenti?; 4) certo, Barth nati dai molti discorsi
compatibile con la professione di fe- | non è cosi », Vallecchi, Firenze ’65),
de cristiana. La Croce di Cristo non ma da una visione oggettiva del noè panacea per i vili, per gli infingar-j stro mondo, da un dialogare che può
di; essa è uno stendardo, una mano j anche non essere confuso con il sinbenedicente, un ferro ardente. Certo eretismo, e da una applicazione stola Croce è strumento di perdono, ma ^ rica della « carità » cristiana. Non
non vi può essere perdono per chi abbiamo bisogno di riforme formali
persevera nel male
Il cristiano che vive questo ventesimo secolo, ohe lo deve vivere in
cosciente allegrezza come diceva in
una poesia scritta in carcere Nazim
Hikmet, deve dare un significato più
largo e qualificato al suo raivvedimento. Non si tratta soltanto di ravveder,
ci rispetto a quel genere di vita che
segretamente sperimentiamo (passioni
torbide), una doppia immagine di noi
stessi che altri ignorano; nemmeno
si tratta soltanto di ravvederci per le
offese causate ai parenti, agli amici.
(e neppure bisogna intestardirsi su
ci ha insegnato, una volta per tutte:
la Bibbia e il giornale; quest’accostamento non va però invertito, così come non si deve dimenticare una parola di Gesù oggi un po’ scomoda:
« Chi mi ha costituito su voi giudice e spartitore?» (Luca 12: 14).
red.
Metodisti autonomisti
o volutamente equivoci, che il dove
re della Chiesa, oggi, sia quello di ri
cercare una via cristiana per raggiun
gere una società perfetta :
quella specie di ecumenismo politi
co-sindacale proclamato il 1“ Maggio
a S. Germano dall’oratore comunista,
che vorrebbe mascherare il fallimento deiropera sindacale partitica, con
l’invito agli operai ad aderire, comunque, ad un sindacato purchessia;
è indubbiamente l’insidiosa dottrina
che l’Avversario d^ Cristo mette
avanti per distogliere i cristiani dalla visione della Verità (Realtà) che
per essere tale, deve avere tutti i ca
Pescara, 24 maggio 1967 gelico che — tra l’altro — ha ricoCaro Direttore, j nosciuto ufficialmente nella Comuni
stimolati dall’ultimo numero de tà il primario elemento ecclesiologico, rigmi della continuità. Cioè: Realtà
« La Luce » in data 19 corr. mese, La Comunità, condividendo tale duratura anche attraverso quel perio
dove si riferisce suUo svolgimento posizione e riconoscendone la validi- do di grande tribolazione, cui Puma.
delPAunuale Conferenza Metodista, tà teologica e pratica, ha ritenuto di , nità sarà sottoposta prima della Pa
desidereremmo fare alcuni rilievi in non poter continuare nella compro
ai conoscenti, a coloro insomma che merito. riconosce, ancor più
per ragioni esistenziali immediate H pastore Taccia ha scritto una missione con un tipo di istituzione e
eravitano attorno alla nostra persona cronaca obiettiva per quanto riguar- particolare amministrazione ecclesia.
® 1 • • 1 -1 . • u* .... « 1 4-r. 4 . fioll'fl I
e noi alla loro; il cristiano deve
anche — sperimentare un tipo nuovo
di ravvedimento : egli deve sentirsi
in colpa verso Dio quando trascura
doveri sociali vasti e complessi, di
portata nazionale e mondiale, e che
solo a apparentemente » sono al di là
dei nostri interessi immediati. Se
crediamo che Cristo è venuto ed è
morto e risorto per tutti gli uomini,
dobbiamo amare tutti gli uomini (anche i colpevoli), interessandoci non
solo della vita del singolo, dei problemi personali del singolo, ma dei
legami che il « singolo » ha con gli
altri uomini, legami che generano i
suoi problemi e quelli degli altri.
Le chiese di qualsiasi confessione
devono riconoscere di essere molto
indietro rispetto al corso deUa storia,
oggi di rapidità eccezionale. Volere
un Cristo « su misura » è idolatria,
peccato contro lo Spirito. Cristo e
per noi nella misura che è « contro
da i risultati ufficiali della Confe- pratica e nello spirito che nei
renza., tuttavia egli non ha, forse, po- p,-mcipi^ ìl valore della Comunità lotuto tener conto nella sua relazione
di quella realtà più viva e comples- ]
sa che sappiamo presente, in ogni La decisione autonomistica tuttacaso, dietro le facciate giuridiche uf- via non è stata presa per spirito di
gpjali I ribellione, per volontà di riaffermare
Ed è proprio a quella realtà viva un diritto tradito o per contrapposi
e concreta che noi vogliamo fare ri- zioni personalistiche, ma per la con
ferimento intendendo aggiungere al- sapevolezza che la Comunità potrà
cune notizie alla relazione Taccia. così meglio rispondere alla sua vocaFra le altre conseguenze deUe de- zione nella città.
liberazioni della Conferenza vi è la . .
. . . Lèsperienza di questi ultimi anni
dichiarazione di autonomia giuridica , . u ii
istituzionale da parte deUa Comunità ha dimostrato palesemente che quella
già Metodista di Pescara. particolare istituzione - cosi come
Tale gesto comunitario spontaneo è andata sempre piu caratterizzandosi
E unanime è stato frutto di una co- j — anziché essere di stimolo è stata
scienza teologica ed etica coerente. | di freno alla nostra iniziativa evan
In questi ultimi anni Tevangeli- gelistica.
italiano ha approfondito notevol. ] ^^nche se il dissenso definitivo si
rusia accennata, con un piccolo er.
rore di prospettiva, dal Sig. Gardella.
Vorremmo richiamare l’attenzione
dei giovani (che si rifanno ad Isaia)
ed ai nostri amici sindacalisti di partito, che la Chiesa potrà anche inte
valdesi della Carolina), Pierluigi Jalla
(vedi « Fasti e nefasti del Mercato
Comune » nel « Pellice » del 28 aprile u. s.), e l’opera svolta dal Past. Enrico Tron a Ginevra, potrà, diciamo,
provvedere ai loro bisogni di carattere materiale oltre a quelli di carattere spirituale;
ma la vocazione principale della
Chiesa rimane ancora quella della,
predicazione-testimonianza del Van.
gelo, e per i cristiani quella di ania-re tutti gli uomini e nelle controversie, inevitabili, fra essi aprire la Bib.
bia e comportarsi come il veggente
antico: « Non aver riguardo alla qualità del povero, e non portare onore
alla qualità del grande » (Levìtlco19: 15).
E. A. Beu\
L'Amico
cenerentolo
Milano, 22 maggio ^967
Caro sig. Conte,
si parla e si scrive molto, e con
ragione, dei nostri giornali. La Ciùesa li sostiene anche finanziariainei;te,
se sono in deficit, perchè sono nr .ossari, indispensabili. Ed è giusto.
Io ritengo 1’« Amico dei Faii >illi », anche ridotto ai minimi teri-iini
coma è ora, prezioso e formative, per
i nostri bambini. Questo piccolo . >or.
naie non è meno importante
(c Luce » o di « Nuovi tempi ».
non se ne parla mai. Perchè r
sentito deprezzare proprio pi .
troppo ridotto ,e perciò trascura
(e trascurato!). Perchè lo si è la-;
to « ridurre » alle dimensioni af
li? Perchè non viene considerale,
la stessa stregua delle altre i.<.
pubblicazioni e non lo si sosi
adeguatamente ?
Mi pare di sentire quelli che
cono che ormai anche i no.stri !
bini sono troppo abituati ad
tipi di letture... E per parecchi,
troppo, è vero; ma allora qui il
scorso dovrebbe alloingarsi di ir
e dovremmo mettere in discu^3
genitori, monitori e tutti quelli
hanno responsabilità verso i baii'
Spero che qualcuno vorrà ri;
dere il mio discorso e che si giu .'gerà ad un risultato concreto per ì Amico dei Fanciulli ».
Intanto giunga almeno un ivo
ringraziamento a «Zìa Berta» p r il
suo bel lavoro.
Cordiali saluti.
. Nella Cozs.vc!
ila
na
ho
he
ile
• a
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rrE
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Ito
me
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ai.
. n
mente i p«roblemi ecclesiologici. L’influsso di tale riflessione è stata avvertita anche dal II Congresso Evan
Attenti a demitizzare
Un lettore, da Pralteln (BL):
to dalla sua chiesa perchè si era spinto troppo oltre nel suo «liberalismo »,
ha tenuto delle conferenze pubbliche
sul tema: « Miti e leggende ». In queste conferenze ha cercato di dimostrare (sforzo inutile quanto vano) che il
Cristo vivente della predicazione apostolica e di quella parte della Chiesa
di oggi rimasta fedele a tale insegnamento, non è altro che un mito creato
dalla fantasia degli uomini, tanto che
storicamente non si hanno prove sicusenza decisione, ad indicare all’uomo ^ concrete che egli sia rnai esistito
la dimensione storica in cui vive, i , come personaggio storico (sic),
fatti che la determinano, le soluzioni Oggi purtroppo parecc i, pur non
per migliorarla che non possono con- . arrivando a questi estremi, pur u a
trastare con l’opera di Cristo. Si irat- via, come essi dicono, vogliono « demila di dimostrare agli uomini, non in ^ tologizzare » quanto gli posto i, « c
modo cattedratico, che la Parola di ^ stimoni oculari » del fatto i ris o,
Dio rivelata in Cristo non è incora- . ci hanno tramandato, negando cosi
patibile con decisioni politiche dalle molte verità fondamentali de a e e
quali dipende un rinnovamento della cristiana. Il risultato di tale demito o,
società, uno spostamento di poteri da gizzazione è che non si pr^ica piu i
un ristretto gruppo di individui a Cristo vivente del Nuovo Testamento,
masse sempre più larghe di uomini, venuto per redimere 1 umanità, morto
Ipocrita colui ohe parla di fratellam per il peccato del mondo, risuscitato e
za cristiana senza muovere un dito in salito alla destra del Padre, ivenle e
favore di chi langue nell’indigenza, presente in mezzo alla Sua Chiesa, ma
j si predica un Cristo morto e seppelPoco tempo fa, a Basilea un ex Pa- lito, incapace di agi« e di operare,^instore della Chiesa Riformata, destitui
è verificato sul giudizio completamente contrastante — tra ramministrazione centrale e la comunità —
sul ministerio del nostro ultimo conduttore — giudìzio positivo della Comunità e Diaspora e negativo fino all’espulsione da parte del Comitato
Permanente — il problema di fondo
suaccennato è stato quello determi
capace tlì salvare! Questo non è Cri-^ nante.
sliaiiesimo e i seguaci di tale ordine^ lutto ciò noi crediamo di po
d'idee non si possono definire seguaici confessare ora con maggior re
dei Cristo vivente, del Cristo predi-^ ^ Spirito San
cato e annunxiato dagli Apostoli. I universale Chiesa cri
Noi crediamo che se un pugno di • . . *•
uomini come furono gli Apostoli han-, strana, nella comunione dei santi,
no potuto rivoluzionare il mondo, que- nella remissione dei peccati. In questo è stato possibile perchè sono stati sta confessione speriamo di essere
ben coscienti del « fatto » di Cristo nella solidarietà dei lettori del suo
e di tutto ciò che questo fatto impli-1 giornale e nella loro intercessione
cioè della Sua morte e resurre-1 confidiamo. Fraternamcn
I presso Dio con
per la redenzione del mondo.
c’è niente da demitologizzare
te, grazie!
A nome della Comunità
Mario Carri, anziano
zione
Non
in quello che i testimoni oculari della
vita, morte e risurrezione di Cristo ci
hanno tramandato! Se qualcosa è difficile da capirsi per certi sapienti, ebbene diciamo loro che Dio rivela le
Sue cose difficili ai ic piccoli » e ai
semplici. L'autore dell’Epistola agli
Ebrei scriveva che senza la fede è impossibile piacere a Dio (Ebrei 11: 6).
Riflettano certi teologi e sapienti del
nostro tempo su questo. Del resto
neanche Dio possiamo spiegare col no- j terschwil (S. Gallo), a mezzo del past
stro raziocinio, è per fede che aceel- Pecoraro, L. 6.000,
tiamo la realtà di Dio Creatore e
Padre Paolo De Caro ( Ringraziamo e trasmettiamo.
Abbiamo
ricevuto
Per l’opera sociale valdese a Paler10, dalla comunità riformata di Gan.
N
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VITTORIO SUBILIA
La nuova cattolicità del Cattolicesimo
Una valutazione protestante del Concilio Valicano II.
Questo volume apre la collana « Nuovi stu
di Teologici » lanciata dalla Claudiana e contiene un’analisi e una valutazione di lutti i
documenti conciliari. P. 313, L. 2.200.
VALDO VINAY
I.a chiesa, le chiese e il mondo al
II Concilio Vaticano
Questo 12« volumetto della « Piccola Collana Moderna » prosegue e conclude il discorso avviato con il 6« : Il Concilio Vati.
cario II in una visuale protestante italiana.
87, L. .500.
Nella collana <c Attualità protestante » sono ultimamente usciti questi opuscoli (lire
100 cad.):
N. 9
ROBERTO NISBET
Il sacerdozio laico
N. 10'
SERGIO ROSTAGNO
Come si è formata la Bibbia
N. 11
ALFREDO SONELLI
La Santa Cena
I precedenti numeri della serie hanno
avuto notevole successo; richiederli ¡dia
Claudiana, come pure informazioni sullabhonamento a questa pubblicazione mensile.
Fra gli opuscoli precerienti, ricordiamo in
particolare Psicoterapia e cura danime, di
Enrico Pa.scal; è interessante notare questo giudizio che abbiamo letto sul bollettino
di aprile del Centre Protestant d’Etudes et
de Documentation di Parigi : « Malgrado la
concisione della trattazione, confessiamo di
essere stati conquistati dalla precisione delTautore e da come padroneggia la materia.
Di fronte all’iimjportanza assunta dal nuovo
mondo della psico'logia e dalle tecniche che
determina, s’imponeva un confronto con la
cura d’anime. Quest’operetta meriterebbe
una traduzione ».
11
r
2 g'ug.io 1967 — N 22
t-àg. 7
niella Svizzera eneetale
FRALI
Il corso annuale
per collaboratori
a Riidlingen
Corsoi per Collaboratori. Con Tappello ad
una rinnovata consacrazione al serviziio delTEvangelo si è conclusa nel pomeriggio di
sabato la quinta « Settimana per Collaboratori », che ha avuto luogo a Rudlingen dal
15 al 20 maggio. Rudlingen è un paesino
sulla sponda destra del Reno, ed è sede di
-una Casa Comunitaria della Chiesa Evangelica di Sciaffusa. Quivi, ormai da varii anni, si ritrovano regolarmente una volta al
mese e per un intero fine-settimana una
ventina di giovani di varie comunità evangeliche operanti in Svizzera. Si svolgono cor.
:si sul Nuovo Testamento, sulTAntico Testamento e sulla Storia della Chiesa e si stu:
diano problemi di vita e di testimonianza
cristiana nella società di oggi. I partecipanti
rsono in maggioranza operai emigrati in
Svizzera per motivi di lavoro o anche evangelici svizzeri di lingua italiana, in ogni carso credenti impegnati in qualche ministerio
volontario nella Chiesa.
Settimana di studio. Una volta all’anno
viene inserita nella serie di brevi incontri
.mensili iin*intera settimana di studio. A
<juella appena conclusa hanno partecipato in
tutto 25 persone, fra cui cinque pastori,
.quattro colportori ed evangelisti, una diaconessa e Liii'assistente sociale. Sono state tenute cinque lezioni al giorno, tre ore al mat.
tino 8 due nel pomeriggio, oltre agli speda.li programmi serali.
I corsi. — « 11 problema dei primi 11
-capitoli di Genesi » è stato il tema del corso
svolto dal Past. Malthey, sulla scorta del
recente libro di F. Festorazzi su questo argomento. 11 Past. Eynard ha trattato (c II
pensiero di Calvino nella sua influenza fino
airepoca contemporanea », esaminandolo nelle sue componenti caratteristiche : sovranità
di Dio, il Padre; autorità liberatrice della
-Sua Parola; governo della Chiesa; etica del
lavoro: universalità della Riforma. « Il Cattolicesimo post-conciliare » è stato trattato
dal Past. F. Ronchi: lo spirito del Concilio,
•egli ha detto, è di dualità e di moderazione;
come tale esso viene interpretato in questa
prima fase di applicazione, con un netto
q>revalere della, componente tr-idizionalista e
conservatrice. Per il corso di esegesi -del N.
Testamento, il Past. Corda ha esaminato alcuni testi deirEpistola ai Calati, sofferman-dosi sui temi fondamentali dell’epistola e
valutando criticamente le tesi del Commentario di IL Schlier su Calati. Il Past. G.
BoucharJ, infine, ha svolto il tema « Marxismo e Religione », illustrando con vari riferimenti ai testi la portata e i limiti della
critica marxista alla religione. Nei programmi serali sono stati presentati e discussi i
seguenti temi: «Il fenomeno ussita»; un
libro del Prof. A. Rich « Esistenza cristiana
neirèra indu-stiiale »; « Esperienze evangeli•Stiche fra emigrati italiani »; « Fermenti di
testimoniatiza evangelica nella periferia milanese ».
Fra i vari ospiti intervenuti alluna o alTaltra delle riunioni serali ricordiamo in
particolare i rappresentanti della MEOS
(Missione Evangelica fra gli Operai Stranieri in Svizzera) e alcuni esponenti della Colonia Lilzera Italiana di Zurigo, intervenuti
in fortna ])rivatn. Romano Tìgurini
Riunione
al Greifensee
La riunione al Greifensee, nella ricorrenza deirAscensionc. ha avuto un risultato rallegrante. Alla vigilia molti si attendevano
una giornata di pioggia, come le precedenti.
Invece è stata una magnifica giornata di sole
e di dolce tepore.
Al Relliaus. ha avuto luogo, per la prima
volta da decenni, un culto frequentato da
un buon numero dì partecipanti, e che fu
presieduto dal Pastore Eynard.
Nella Sala della casa ospitale del Greifensee, alle 11 TAnziano G. Sc-madeni presiedette la riunione, nel corso della quale rivolsero i loro apprezzati e vibranti messaggi
Enos Mannelli e Tullio Puglisi.
L*assein!)lca non era numerosa, come gli
anni precedenti. Ma fu un bene. Ne rìcevet.
te notevole impulso la comunione fraterna,
che si manifestò in fraterni, affettuosi conversari. Erano rappersentati i gruppi di Winterthur. Usler. Mannedorf. Sciaffusa, Kiisnacht con la rappresentanza della nostra comunità di Zurigo.
Nel pomeriggio il Pastore Eynard ebbe
ropporlunilà di conversare con i presenti su
vari problemi di interesse comune (tassazione alla fonte nel Cantone di Zurigo, scuole
per bimbi di famiglie italiane, situazione
politica in Italia alla vigilia delle elezioni
generali dei 1968, corruzione dilagante •
Sifar - Banco di Sicilia, costruzioni abusive
di Agrigento... e chi più ne ha più ne metta). E' sialo sentito rimpellente bisogno che
ì lavoralori italiani, che vengono a contatto
con il nostro movimento, siano portati a leg.
gerc molto, a partecipare a gruppi di discussioni. per diventare, al ritorno nei paesi di
■origine, clementi rinnovatori dello stanco c
sfiduciato ambiente locale.
A tal fine, si c fortemente accentuata la
necessità di piii intense letture. Segnaliamo,
infatti, che un gran numero di pubblicazioni sono state distribuite e che un notevole
interesse si manifesta nel nostro ambiente.
Ma dobbiamo acquistare maggiore mordente, in vista dì una penetrazione più incisiva
dei fermenti rinnovatori nelPambiente della
nnmìgrazione italiana. Chiamiamo a raocolIs tutti i volenterosi e ci proponiamo di
convocare altri convegni settoriali di studio
^ di discussione.
Furono cantati molti inni in uno spirito
di grande letizia e di fraterna serenità.
Ringraziamo, in modo particolare, gli organizzatori dell’incontro : diaconi Nicola Te.
daldi, che ha offerto la sua efficace collaborazione per ben 29 anni e Guglielmo Semadeni.
Vita evangelica
di lingua italiana
a Zurigo
La nostra comunità e i vari gruppi dei
dintorni acquistano sempre più una caratteristica fraterna^ con la gioiosa collaborazione di molti. Vediamo già i frutti di anni
di lavoro: sono numerosi i fratelli, in mezzo a noi, che si sentono di predicare, e lo
fanno efficacemente, e che si ofl“rono a portare il messaggio evangelico nei dintorni. Il
clericalismo è in fase decrescente : tutti si
impegnano maggiormente nel lavoro, che è
comune. Ma dobbiamo continuare in tale direzione, senza incertezza. E’ la via giusta!
— La nostra comunità è forse tra le poche ad avere una riunione di preghiera e un
esercizio di canto alle 9 del mattino, una
volta al mese. Gli amici che ci giungono
dallTtalia credono di sognare. In Italia una
attività ecclesiastica, la domenica, comincia
difficilmente prima delle 10. Ma a Zurigo
tutta la vita è mattutina : nei giorni feriali, con Fattività degli uffici, dei negozi e
delle scuole, che ha inizio verso le 7-7.30 e
nei giorni festivi con i culti alle ore 9 o
alle 9,30.
In giugno, riunione di preghiera il 4 ed
esercizio di canto il 18.
Il giorno di Pentecoste, in una gioiosa e
fraterna atmosfera, hanno fatto pubblica
professione della loro fede evangelica le
signore Nives Semàdemi-Marconcini (di Verona), Rosanna Sulzherger^CacitH (di Tarvisio), ed il giovane Ernesto Persi (di Grotte
S. Stefano in provincia di Viterbo). Siamo
grati al Signore che del continuo chiama
alla conoscenza del Vangelo e della salvezza
i Suoi figliuoli e dà loro la perseveranza di
prepararsi con fedeltà nello studio della Sua
Parola.
Siamo anche grati alle nostre due sorelle
ed al giovane fratello di aver dimostrato serietà, impegno e gioiosa riconoscenza nel
servizio del Signore. Gli domandiamo dì renderli sempre fedeli nelle nuove responsabilità dd testimonianza nella famiglia, neMa comtmità cristiana e nella società più vasta degli uomini. ^’Riceverete potenza... mi sarete
testimoni...”.
Il Concistoro e VAssemblea sono fortemente impegnati, in questi mesi, nello studio finale e nella discussione dì molti problemi
che saranno, più tardi, affrontati nelle varie
assemblee generali in Italia ed in Isvìzzera,
- Abbiamo inviato la -relazatme annua a tutti i membri iscritti. Ne abbiamo ancora alcune copie. Se amici, che leggono queste righe, ne desiderassero una co'pìa, la chiedano
alla segreteria. E. E.
Con l'inizio del mese di maggio i mina
tori della Val Chisone sono ritornati al la
voro, tranne i 16 licenziati. Tanti sono in
fatti ì rimasti senza lavoro nel Comune di
Frali (comprendente le Comunità di Frali
e Rodoretto). Fortunatamente la maggior
parte dei licenziamenti e delle dimissioni
non rappresentano un problema insolubile,
sebbene non manchino i casi più gravi che
non si sa come risolvere, anche a causa del
fatto che la distanza di Frali dagli altri posti di lavoro (Pinerolo o Torino) non permette la pur scomoda pendolarità cosi conosciuta in Val Pellice e che, almeno per un
certo tempo, permette dì evitare l’emigrazione.
Non si può quindi negare che la situazione industriale, aggiunta alla pessima stagione invernale, stia provando duramente la
nostra zona, tanto più che le nubi non sono
scomparse daU’orizzonte della miniera, nono,
stante le drastiche riduzioni di personale e
Tavvenire non è senza preoccupazioni.
In questa situazione si manifesta di particolare utilità l’aiuto offerto dalla Val Fellice con la collaborazione della Provincia di
Torino, cioè la presenza di una assistente
sociale che sta seguendo le numerose pratiche da espletare per conto dei minatori e
coUaborando in vario modo per risolvere
numerosi casi di difficile soluzione.
Due lieti avvenimenti hanno caratterizzato la vita della Comunità in queste ultime
settimane : Pierino Peyrot (Indiritti) si è
unito in matrimonio a Pramollo con Maria
Long il 13 maggio e nella chiesa di Ghigo
il sabato seguente è stato celebrato il matrimonio di Dino Ghigo (Ghigo) con Dina
Genre (Malzat). Le domeniche seguenti la
Comunità ha avuto occasione di salutare le
coppie di sposi al momento del culto ed invocare ancora su dì loro la benedizione del
Signore.
Il bazar annuo si è svolto nella sala di
Ghigo il giorno deirAscensione, come è con.
suetudine della nostra Comunità. Nonostante l'incertezza della situazione economica di
cui abbiamo parlato, il successo è stalo completo, sia per la partecipazione della Comunità, sia per il risultato finanziario che segna il record degli incassi fino ad oggi.
La tradizionale gita della Unione delle
Madri^ anche se sempre organizzata, da questo gruppo di Sorelle, tende sempre maggiormente a diventare gita di Chiesa per
tutta la Comunità. Quest’anno la meta è
stata il Lago Maggiore con le sue varie attrattive. Vi ha preso parte una quarantina
di Pralini.
La Scuola Domenicale ha concluso domenica 14 maggio la sua attività. In questa
occasione i ragazzi si sono costituiti in assemblea per decidere la destinazione delle
collette raccolte durante l’inverno (30.000
Qua e là per il Lazio
Le chiese valdesi del Lazio e il gruppo
dei protestanti riformati di lingua francese
residenti a Roma pubblicano, per ora due
volte nell’anno ecclesiastico, una circolare
con lo scopo di « rinsaldare i legami fraterni che li uniscono». È uno scopo buono e ci auguriamo che questa circolare sia
sempre meno un notiziario e sempre più
uno scambio di idee sui problemi che si
pongono agli evangelici del Lazio.
A Colleferro la visita del pastore V. Vinay è sempre una grande gioia per la comunità. Questa notizia è interessante, perchè, se da una parte esprime un attaccamento umano al pastore degli anni del
primo amore, ci fa anche capire che cosa
sia stato per quella comunità la scoperta
dell’Evangelo e quale sia tutt'ora la gioia
prodotta dall’incontro con la Parola di Dio.
Anche a Ferentino, per la stessa ragione,
il ritorno sistematico del pastore A. Soggin e quello occasionale del pastore A. Taccia, sono stati durante l’anno motivo di allegrezza.
A Forano Sabino esistono un asilo e un
doposcuola, molto utili per le madri della
comunità che lavorano e ottima iniziativa
nel paese. Forano ha anche una diaspora
che di chiama Mugliano Sabino, forse non
molto nota, ma con una caratteristica tipica
del cristianesimo primitivo : la chiesa di
Magliano è nella casa di una famiglia di
mezzadri che stanno per diventare coltivatori diretti. Pensiamo con fraternità a
questa famiglia e « alla chiesa che è in
casa loro ».
I catecumeni di Gruppo romano di lingua francese (che fa parte della comunità
di via IV Novembre) con il loro giovane
pastore e signora, hanno avuto una retraite
di preparazione alla confermazione a Forano in una atmosfera di riflessione e di
distensione che è stata utile per tutti.
Anche a Roma - Piazza Cavour il periodo delle confermazioni sta diventando sempre più uno dei periodi centrali della vita
della comunità. Si nota qua e là un ripensamento della fede, stimolato forse proprio dalla scelta che si impone ai catecumeni. Accanto a quelli che al termine
del loro corso di catechismo confessano
Cristo e confermano l’alleanza del loro
battesimo, ci sono quelli che, con decisione
che a volte sconcerta, svicolano prima di
arrivare in fondo, si smarriscono dietro
alle tendenze o alla leggerezza del secolo.
La fede si ripone quindi alla coscienza della comunità come azione meravigliosa e
misteriosa di Dio e diventa problema urgente e vivo del suo essere.
Roma - Via IV Novembre è stata sad'e
di culti particolari ; ha riunito le varie chiese della città in un culto interdenominazionale di preparazione alla Pentecoste e ha
riunito le Scuole Domenicali di varie denominazioni della città per una festa di
canto ohe meriterebbe di essere più cono
lire). Siccome la Comùiiissione per le Scuole scjuta e più frequentata e che forse poDcimèiiifiali TffoB'hg"(Tat§^Sne indicTziSBi’’Crébbe ^aÌTàrgarsi a tutto il presbiterio
merito i ragazzi hanno fatto diverse proposte. La maggioranza ha deciso di inviare la
somma alla Leprosy Mission destinandola ad
una Scuola Domenicale di bambini lebbrosi.
laziale.
Durante tutto l’anno le sezioni infantili,
giovanili, femminili, il lavoro di riflessione
biblica e di assistenza, le assemblee convo
'IIIItllllllllllllHItlllll
A Torino e nella diaspora
Sebbene nel corso dell’anno si siano avute
pochissime assemblee di chiesa, ufficialmente
costituite, la nostra comunità ha avuto quest’anno occasioni particolarmente numerose
di riunirsi e affrontare e discutere vari temi
di attualità; a tale scopo è stato di stimolo
particolare il ricostituito Centro Evangelico
di Cultura. Il mercoledì 17 maggio sì è te
nuta Tultìma delle « tavole rotonde » indet
te dal CEC, sul problema dei matrimoni mi
sti: hanno parlato e dialogato il past. Erne
sto Ayassot, il prof. Giorgio Feyrot e il dott
Daniele Rochat, moderava il dibattito il
prof. Roberto Jouvenal; sala piena, attenzio
ne sostenuta, anche se al termine, forse pure
per l'ora avanzata, gli interventi sono stati
meno numerosi del previsto. Gli intervenuti
hanno avvertito la reale complessità del prò
blema teologico e umano; forse però il chia
rimento delle idee non è stato altrettanto
reale, e la divisione degli animi pare profonda.
Molto più netta la presa di posizione di
un'assemblea ufficialmente costituita (ma in
seconda convocazione, perchè la prima... era
andata semideserta), lunedi 15 u. s., per discutere il progetto di statuto della costituenda Federazione evangelica italiana. Dopo una
breve e centrata introduzione del dott. D. Rochat. vi è stato un nutrito fuoco di fila di
interventi, che è qui impossibile riassumere: si è constatato che Finteresse di molti
per la questione è assai ridotto (ma ciò vale
per molle questioni), e che nelFelaboraizone
del progetto la commissione di studio aveva
dimostrato notevoli contrasti interni, risultanti dalla posizione di relativo compromesso del documento presentato alle chiese; si è
però notato che tale risultato riflette proprio
la situazione delle chiese, in questi due anni
postcongressuali, lo scarso impegno a vivere
e lavorare maggiormente insieme, salvo qualche gruppo in qualche località : in tal senso, le critiche rivolte ai... pochi che hanno
lavorato, elaborando questa bozza di statuto,
non possono essere disgiunte da una più for.
le autocritica. In questo spirito è stato infine votato, alla quasi unanimità (ma alcuni
avrebbero voluto attenuare il « respinge »,
proprio per non dare Fimpressione di voler
insabbiare), il seguente ordine del giorno:
UAssemblea della Chiesa valdese d'i Torino, esamiìuito il progetto di Statuto di
federazione.
LO RESPINGE, non considerandolo fedele interprete dello spirito e delle decisioni
del Congresso;
DEPLORA in particolare Veliminazione
dal preambolo di Statuto della dichiarazione
di fede elaborata dal Congresso;
OSSERVA che non sono sufficientemente
chiariti gli scopi della Federazione e il suo
programma di lavoro e che si insiste in modo troppo pregiudiziale sul rispetto della autonomia delle singole Chiese;
CHIEDE che Videa federativa venga sostanziata di un più ricco contenuto teologico ed evangelisiico e si concreti in unità
d'azione delle comunità evangeliche sul piano locale.
Le « attività » volgono al termine, per la
nostra chiesa dalle lunghe vacanze. Abbiamo
già parlato della bella, riuscitissima festa di
canto di tutte le scuole domenicali evangeliche della città. Il 25 maggio i ragazzi delle
varie scuole domenicali valdesi, con molti
accompagnatori (3 pullman e molte macchine) si sono recate per la loro gita annuale
allo chalet Ferrerò a Villar Fellice, e se la
sono goduta un mondo; un breve culto del
past. Paolo Ricca centrato sulla realtà e la
gioia della risurrezione di Cristo, poi giochi
a perdifiato, con particolare successo della
abbondante rottura di pignatte; i monitori
hanno dato una volta ancora un'ottima collaborazione e la giornata è stata veramente
riuscita, perchè anche il tempo è stato favorevole e dopo varie ore di sole la pioggia
che sopraggìungeva ha fatto appena un poco
anticipare la partenza; del resto i ragazzi
erano già debitamente .sfiatali (oltre che affiatali) e sporchi... (tra parentesi, i presenti
hanno goduto della stupenda proprietà e ccr.
to auspicano che il dono generoso che il
prof. Ferrerò ha lasciato al Concistoro venga sollecitamente utilizzalo nel modo più
funzionale-comunitario). Domenica 28 maggio, nelle varie sedi, « chiusura » dell’anno
delle Scuole domenicali: c'è chi ha lavorato
seriamente con regolarità, e ci sono molli
che non se la son presa calda, la frequenza
è spesso scadente: non si può che richiamare le famiglie alla loro responsabilità.
La (c Dorcas » ha concluso ottimamente
Fanno di attività assistenziale, con il suo
riuscito bazar; il Gruppo Missioni ha pure
avuto il suo angolo, e ha completato così
Fofferta notevole che ha potuto fare per la
attività missionaria. Intanto ferve la preparazione per i vari turni della colonia di Borgìo; nè ha mai interruzioni il normale lavoro di diaconia, che tanti e soprattutto tante svolgono nella comunità : questo lavoro
ha un’importanza fondamentale e non supe
rabile, nemmeno quando si sia riusciti a realizzare l’intento che da tempo è nell'animo
di molti : l'istituzione di un centro sociale,
con una persona a pieno tempo.
Numerosi i catecumeni che a Pentecoste
sono stati confermati; dd alcuni di loro i
lettori hanno già letto : pensiamo a tutti
loro, come alle loro famiglie, con un augurio fraterno, augurando che la meditazione
personale e la partecipazione alla vita della
chiesa colmino gradualmente lacune bìbliche e teologiche anche gravi, risultate al
momento del colloquio finale alla presenza
del Concistoro.
Per le contribuzioni, siamo... nelle curve
(pericolose). La nostra media contributiva è
da tempo mediocre e ci fa poco onore.
Martedì 30 u. s. il tempio si è riempilo,
pure con intervento di fratelli di altre comunità, cittadine e viciniori, per Fottimo
concerto offerto dalla « Chalk Farm Band »
di Londra, una delle migliori fanfare dell’Esercito della Salvezza, in tournée in Italia.
CmVASSO E DIASPORA
La distanza e la dispersione (Chivasso, Verolengo. Terrazza, Cigliano, Santhià) non
agevolano certo la vita comunitaria, ma il
gruppo si riunisce fedelmente per il cullo
la domenica pomeriggio, a Chivasso, oltre
che per un culto mensile a Terrazza.
La domenica dì Pentecoste abbiamo avuto
la gioia di accogliere, nella piena comunione
della chiesa, dopo un anno di preparazione
veramente appassionala, Napoleona e Giuseppe Trocello, madre e figlio di origine callolica.
La domenica 21 maggio il tempio di Cliivasso — che necessita di restauri, in programma — si è riempilo come non Io era
più stalo da anni : parecchie sorelle della
Lega femminile torinese sono venute a visitare il piccolo gruppo di Chivasso, ma è stata una vera carovana che da Torino si è
riunita nel tempio, compresi parecchi mariti, membri della Corale, ecc. Prima del
culto, un saluto e un cordiale messaggio
della sig.na Evelina Pons; si sono cantali
vari inni, approfittando della presenza dei
visitatori si è presa una tazza di tè, pigiali
su in cantoria; quindi il culto, tutti insieme. Una bella domenica pomeriggio, che
speriamo possa di tanto in tanto ripetersi.
Le famiglie della diaspora di Asti sono al.
lualmente curate dal past. Anziani, che ha
la cura della comunità metodista di Bassignana e della diaspora alessandrina.
cate per esprimersi nei riguardi della vita
interna delle comunità, sulle c’fccisioni della Chiesa in genere e nei confronti interconfessionali, risultano aver avuto la loro
vita normale in tutte le chiese del Lazio.
Troppo « normale » forse per degli uomini riscattati e perdonati?
A Dio il giudizio e la gloria.
B. S.
NAPOLI - Via dei Cimbri
Domenica, 7 maggio, festa « della famiglia cristiana », il nostro locale di culto
sembrava più bello per la presenza, sui ban
chi vicino al pulpito di un folto gruppo di
bambini e ragazzi delle nostre Scuole Do'
menicale e Biblica e di due cesti pieni di
rose sul tavolo, aijati della Bibbia. Sermo
ne adatto alla circostanza sul tema: «Fi
glieli, ubbidite ai vostri genitori » e « padri
non irritate i vostri figlioli » (Colossesi 3
V. 20-21). I ragazzi si sono comportati in
modo esemplare, ascoltando con attenzione
le parole del Pastore particolarmente rivolte
a loro. Alla fine, due graziose bambine hanno distribuito le rose non solo ai loro compagni ma anche fra il pubblico.
Altra festa la domenica seguente : Pentecoste. Sette catecumeni sono stati ufficialmente ammessi a far parte della Comunità.
Essi sono : Maffongelli Lina, Mayol Bianca,
Comba Alessandro, De Marco Angelo, Azzarello Luigi, Szaniszlo Gabriele e Baglio Lucio che ha ricevuto prima il battesimo. Tutti, meno la prima, provengono da famiglie
evangeliche. La Comunità ha accolto con
gioia questi nuovi fratelli, alcuni dei quali
hanno frequentato fin da bambini i nostri
corsi d’istruzione religiosa. Invocando su loro la benedizione divina, ci auguriamo che
sieno sempre zelanti membri di chiesa e fedeli testimoni della loro fede sempre e dovunque.
Sempre al culto di Pentecoste t stato battezzato il piccolo Fausto Mosca, secondogenito della nastra sorella Alba D’Angelo. II
Signore benedica il caro bambino e i suoi
parenti.
Subito dopo il culto del 21 maggio si è
costituita l’Assemblea di Chiesa psr l’elezione di un membro del Concistoro in sostituzione dell’Anziano Luigi lazeoUa, dimissionario. Con larghissima maggioranza è stato eletto il nostro fratello Raffaele CaccavieUo, ben noto e apprezzato da tutta la Comunità per la sua assiduità ai culti e per
il suo zelo, ritenuto degno di assumere il
compito di responsabilità ohe gli è stato affidato. F ■ F.
«Il Signore è il mio Pastore
nulla mi mandherà».
(Salmo 23; 1)
Sorretto dalla fede è mancato all’affetto dei suoi cari
Ferdinando Bounous
di anni 82
Ne danno il triste anmmcio la moglie, i figli con le rispettive famiglie
e parenti tutti.
Si ringraziano in modo particolare
il Pastore Sig. Sonelli, la signora
direttrice, le infermiere e il personale
tutto deirOs-pedale Valdese per l’affettuosa assistenza.
Torre Pellice, 28 maggio 1967
Le famiglie Long - Beux -Bianconi
commosse per la dimostrazione di affetto tributata al loro caro
Emilio Long
di anni 93
ringraziano sentitamente tutte le persone che con fiori, scritti e di presenza, hanno preso parte al loro dolore.
In modo particolare sono grati al
nipote dottor Teodoro Peyrot per le
amorevoli cure prodigate e al pastore
dalla.
«Fattosi sera, Gesù disse loro:
passiamo all’altra riva».
(S. Marco 4; 35)
S. Germano Chisone, 29 maggio 1967
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12
pag. 8
N. 22 — 2 giugno 196T
FRA LE RIVISTE
DIAKONIA riprende le pubblicazioni
Con vivo piacere e interessa dopo lungo
intervallo dovuto a svariati motivi, abbiamo
ricevuto l'ultimo num. di ’’Diakonia”. Il
periodico edito a cura della Commissione
permanente 'per i ministeri riprende dunque le pubblicazioni, con un nutrito numero, di cui il nuovo redattore, Giorgio Tourn,
presenta-e illustra qui sotto il contenuto. Si
tratta per altro -'dell’ultimo numero della
’’prima serie”. E’ in progetto e in avanzata
fase di preparazione una nuova ’’Diakonia”,
forse non più ciclostilata ma a stampa. La
seconda serie inizierà con il num. dell’ottobre 1967; usciranno 4 fascicoli annui: ottobre, dicembre, febbraio, aprile; eccone la
presentazione, nell’editoriale di quest’ultimo
fascicolo;
Acoenniamo brevemente al progetto della
nuova « Diakonia », anche se una vera valutazione si potrà avere soltanto con la pubblicazione dei numeri di saggio nel corso
dell’autunno. La linea di ricerca rimarrà
sostanzialmente identica a quella seguita sin
qui, il campo delle ricerche si muoverà sempre nel settore della testimonianza dei credenti nel mondo, la formazione dei laici, la
ricerca e preparazione di ministeri, l’esame
di strutture adatte al compito deU’evangelizzazione. A questo lavoro di ricerca si affiancheranno però, ed in questo sta la novità
della formula proposta che speriamo condurre a buon fine, diverse rubriche specializzate che raccoglieranno e ristruttureranno
il materiale che attualmente si pubblica da
noi nel campo della formazione dei laici.
Una rubrica di natura pedagogica accoglierà la rivista della scuola domenicale, una
biblica il lavoro della Commissione biblica,
una le circolari delle federazioni giovanile e
femminile, una infine a cura della Claudiana presenterà schede bibliografiche e libri
di interesse per la nostra formazione.
Si tratta naturalmente di un progetto che
speriamo condurre a termine ed a cui hanno già dato la loro adesione alcuni degli organismi interessati. Diakonia dovrebbe diventare, in tal caso, la rivista del laicato
evangelico già impegnato nella chiesa in
uno o un altro settore, rivista in cui viene
effettuato il ripensamento del suo impegno
e gli vengono forniti strument
per il suo eompito attuale.
e consigli
Competenza e testimoniaDza
SEGUE DAfjIiA PRIMA PAGINA
missione. La sola domanda valida è
« se siamo mandati », ma anche a questa non si può rispondere con la nostra saggia riflessione e sotto la ^iuta di inconsci alibi, per i quali obbediamo più alia nostra umanità « naturaliter» borghese che non a Còlui
che ci ha insegnato che solo perdendoci si ritrova la vita. Ed andare con
l’angoscioso senso della nostra incapacità ed insufficienza è proprio un
« perderci » nel quale solo la mano sovrana e misericordiosa di Dio ci può
salvare. Se malgrado il proprio timore, espresso nella consapevolezza « io
non so parlare, poiché non sono che
un fanciullo » (Ger. 1: 6), si piega alla
volontà di Dio ohe ci dice « tu andrai
da tutti quelli ai quali ti manderò, e
dirai itutto quello che ti comanderò (...) poiché io son teco per liberarti...», allora il «testimone» é posto là come un segno che Dio non ha
abbandonato gli uomini nel loro quotidiano travaglio e dirà una parola per
Israele al millenaria
crocevia di contrasti
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
poiché l'unica soluzione considerata è
l’annientamento di Israele. Non è senza
significato il fatto che le vere vittime della
situ^ione determinata dal sionismo, i
600.000 profughi arabi palestinesi, sono volutamente tenuti in « campi » dalle varie nazioni arabe che li hanno accolti, cornea
massa di manovra, anche micologica,
sfruttata ai propri fini nazionalistici.
— La capacità di Israele di integrare
nella propria struttura nazionale minmanze etniche e religiose diverse è continuamente messa a una prova dura, ma ne dipende il futuro dello Stato ebraico, cosi
esemplare sotto altri aspetti.
•— Sempre più i « grandi » decidono o
credono di poter decidere per i « piccoli » ;
ma le situazioni si fatto talvolta cosi complesse e scottanti che possono sfuggire di
mano ai « responsabili » che ci onorano
della loro interessata tutela.
— Le Nazioni Unite dimostrano drammaticamente la loro intrinseca inettitudine — allo stato attuale delle cose — a costituire una forza di polizia internazionale
efficace, riconosciuta nella sua autorità. Le
N.U. non sono sinora riuscite a imporsi
allo strapotere delle grandi potenze e alle
loro politiche egemoniche. Il Consiglio di
sicurezza, convocato dfurgenza, riuscirà a
trovare una soluzione, sia pure dilatoria?
L'O.N.U. è forse un mito che tramonterà
come quello della Società delle Nazioni?
* * *
Sono con tutto il cuore con gli israeliani, anche se mi rattrista, pur comprendendolo, ogni pathos bellicoso. Mi auguro
che non venga sparato un colpo, ma penso che debba essere riconosciuto il diritto
all’esistenza dello Stato ebraico, un diritto
pieno, libero dalla minaccia della guerriglia. del terrorismo, dei blocchi economici.
Ciò che gli Israeliani hanno fatto nel loro
paese è una delle“poche « meraviglie » di
questo dopoguerra progressivamente incupito ; gli scienziati mi scusino, ma gemini
e sputnik mi paiono di molto superati dalla gloria del deserto del Neghev che torna lentamente a « fiorire come la rosa » ;
in questa posso vedere una parabola della
nuova creazione — ed è pur sintomatico
che sia Israele a presentarla —, in quelli no.
Non sarà Nasser a spuntarla contro un
popolo contro il quale in definitiva non
ce l'hanno fatta Ramses II, nè Nebucadnezar, nè Tito, nè gli Ommiadi, nè Hitler
con i suoi gregari. Perchè è un grande popolo, certo; ma soprattutto perchè ha
Qualcuno dietro e alla sorgente lontana
del suo esistere vi è un Patto infrangibile
come la Volontà stessa che l’ha stipulato.
La nostra generazione dovrebbe avere imparato che Dio chiede conto della sofferenza del suo popolo, come ad esso ha
chiesto conto, nei secoli, del suo « collo
duro ». S
richiamarli al confronto con la croce
e con la risurrezione di Cristo. Questa sua parola non sarà «tecnica»,
ma di richiamo alla tecnica e nemmeno sarà vuota o astratta nella misura
in cui è frutto di « ascolto » del Vivente e strumento della Sua azione.
Sarà vera. Lo sarà anche per i grandi esperti e competenti. E nei loro
campi sftecifici. Perché vera. Ma in
tutto questo non c’é più niente di
sufficienza umana che si crede idi poter dare del proprio e si esprime in
paternalistici consigli.
Come testimoni della risurrezione
siamo sempre nulla. Ciò non è nè
falsa modestia, né retorica. È dura
realtà. E sempre siamo in attesa -del
Vivente che é -tutto. Per noi e per gli
altri. Dobbiamo andare quando vorremmo con tutte le forze restare. La
storia di Giona é vera per ognuno di
noi. Quando poi ci decidiamo ad andare, ci troviamo in mezzo alla tempesta. E proprio là dobbiamo dire una
parola vera, quando noi non Tabbiamo. È la più grande umiliazione. Allora vorremmo fuggire, o almeno nasconderci. Patti che si ripetono. Quel
che più ci tormenta è di tradire il
compito affidatoci i>er la nostra impreparazione poiché, ecco, senza volerlo finiamo col credervi come a cosa
essenziale. Almeno fossimo preparati!
Saremmo più tranquilli ! Stolti che
siamo e gente di poca fede!
Ma che dire delle tante volte che
proprio in quella situazione di « annientati, Egli, il Vivente, ha -detto, ha
parlato attraverso noi eppur quasi
senza di noi... Rimane allora, una volta di più, solo il desiderio di nasconderci, ma questa volta per lo stupefatto timore e la indicibile riconoscenza -per la Sua azione. La testimonianza è data.
Concludiamo. Non è la preparazione che determina la missione, ma viceversa la missione che determina la
ricerca, senza esserne compromessa o
legata. La missione, in primis, -viene
da Colui ohe manda. Tutto il resto è
assurdo per le creature che siamo. E
Gesù ci dice anche in questo, ed è
vero, « cercate prima il Regno e la
giustizia di Dio (Cristo) e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte ».
Tullio Vinay
In rapporto con questo scritto di Tullio
Vinay, apparso sull’ultimo numero di «Notizie da Riesi », ci pare utile citane questa
valutazione critica che Giorgio Bouchard,
sull’ultimo numero di « Diakonia » (presentato in -altra parte del giornale), dà di
un recente simposio ecumenico, « vers
ime église pour les autres»;
Studiare la predicazione (cioè il rapporto di cui la chiesa è molto più che interprete : ne è responsabile) ci porterebbe davanti a problemi infinitamente più spinosi
di quelli affrontati in questo volume; ci
porterebbe a concludere che una chiesa
che predica (cioè una chiesa che ha qualcosa da dire) è una chiesa che prende posizione nelle lotte clamorose o silenziose
che si svolgono nel mondo di oggi, una
chiesa che è consapevole del fatto che ad
ogni passo l’umanità deve operare una
scelta fra varie possibilità di vita e d’azione
che le si presentano e che questa scelta
implica una lotta durissima.
Una chiesa che predica è una chiesa che
rinuncia a una visione globale del mondo
e ¿ella sua situazione davanti a Dio, perchè questa visione spetta soltanto a Dio e
volerla acquistare equivale a voler rimangiare un’altra volta il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (cosa
del resto impossibile tecnicamente, perchè
pare che sia bastata quella prima volta.
Rom. 3; 12); a Dio spetta la visione globale, a noi chiesa solo la responsabilità
etica per il breve tempo d’una generazione (l'Ecclesiaste!). È per questo motivo, mi
sembra, che noi evangelici abbiamo l’abitudine di pregare il Signore prima di predicare. prima di allevare i nostri bambini
o di andare in piazza a manifestare per il
Vietnam. Ma il volume ecumenico, che
parla spesso di liturgia, non ha trovato un
capitolo da dedicare alla preghiera.
Giorgio Bouchard
La ricerca condotta, nel corso degli
ultimi anni, in alcuni settori delle nostre comunità evangeliche, e di cui
Diakonia ha rappresentato lo strumento di divulgazione, ha posto alla
coscienza del credente medio molti
interrogativi ed ha suscitato in lui
non poche perplessità. Ha suscitato
è vero non poohè perplessità anche in
seno al corpo pastorale ed alle assemblee sinodali. Molte sono state le proposte, le ipotesi, i suggerimenti anche
emersi nel -dibattito, molte le parole
insomma, pochi i fatti. Come spesso
avviene in simili casi l’attenzione è
stata spesso polarizzata su problemi
secondari, su elementi appariscenti e
la discu-ssione è stata condotta con
frasi fatte, slogan ed affermazioni
categoriche spesso errate non in se
stesse ma in quanto prive di contesto. « Cigni credente ha il suo dono »,
« il pastore prepara ed i credenti
evangelizzano », « la chiesa è per il
mondo», «cambiare le strutture iion
serve bisogna cambiare lo spiritò »,
« non si demolisce una casa senza
averne una nuova», ecc.
Opportuno sarà effettuare quanto
prima una valutazione di questa ricerca e di questi dibattiti tra credenti desiderosi del rinnovamento della
chiesa ma purtroppo incapaci di avviarlo insieme. Oggi ci basti offrire ai
lettori di Diakonia un libro ed un
problema.
UN LIBRO
Suggestivo il titolo, problematico il
contenuto. Piace quella presentazione del problema; «Vers une église
pour les autres » ; verso, alla r jcpea
di una comunità al servizio degli altri. C’è in queste parole l’idea di marcia e di tensione, una volontà dìn^
mica di trovare; òhe cosa?, la possibUità di costituire, di creare, di scoprire una comimità cristiana ohe
sappia vivere non solo per se stessa
ma al servizio degli altri. AUa ricerca
di -una comunità che evangelizzi nel
tempo moderno, che dia oggi in modo
visibile e fraterno all’uomo della civiltà moderna la parola della salvezza ; non è forse questo il senso ^ tutti i nostri dibattiti? La parte migliore
delle nostre energie spirituali, delle
nostre letture e dei nostri scritti teologici non sono forse tesi a questo
scopo, proiettati in avanti nella ricerca di un rinnovamento?
Non meno ricco ma assai più problemati-co è il contenuto del testo.
Una raccolta di elementi disparati, di
tesi apparentemente analoghe ma
contrastanti nel fondo, suggerimenti
pratici svincolati da una premessa
teologica o fondati su premesse teologiche non convincenti, ricerche teologiche senza traduzione pratica, terminologia tecnica, come tutti i rapporti teologici del mondo ecumenico,
ma scarsezza di idee chiare. Pagine
in cui c’è di tutto insomma da lasciare insoddisfatti tutti; una specie
di «manifesto della rivoluzione ecclesiastica » dicono i credenti abituati
alla struttura tradizionale ed alla predicazione di tipo evangedistico-risvegliato ; « formule sorpassate ancora
troppo rinchiuse nell’ambito ecclesiastico, poco preoccupate di affrontare
il problema della vita nel mondo »
replicano i credenti abituati a formn
lazioni più ardite ed impegnati in
esperimenti nuovi.
Perchè dunque offrire alla lettura
un testo siffatto?, chiede il lettore.
Perchè si tratta dela radiografl-a esatta della situazione in cui si trova lutto il nostro dibattito anche in Italia.
Ne possiamo ricavare anzitutto una
buona e documentata messa a punto
delle nostre discussioni, dei nostri
propositi e dei problemi che si aprono dinnanzi a noi e si apriranno
quanto prima. Percorrendo queste pagine ogni lettore ritroverà affermazioni già udite, già lette, rivivrà reazioni già provate di assenso e di dissenso, avrà sottomano insomma una
bella e maneggevole enciclopedia della ricerca ecclesiologica moderna.
Il secondo vantaggio offerto dalla
lettura del libro qui presentato è la
presa di coscienza del contesto in cui
ci stiamo muovendo da alcuni anni.
Non c’è sostanziale difficoltà tra alcune posizioni di credenti tedeschi,
olandesi, svizzeri e le nostre posizioni tra le loro affermazioni e le nostre,
tra la loro e la nostra ricerca. Il dibattito sul rinnovamento delle comunità evangeliche in Italia si colloca
esattamente nel contesto del dibattito ecumenico, ne è parte integrante,
vi partecipa in modo attivo, è suscettibile di arricchirlo. È questo un problema che meriterebbe di essere affrontato presto; quale contributo possiamo dare alla ricerca della cristianità evangelica in quanto evangelici
italiani posti in situazione di eccezionale privilegio?
Il pastore Aldo Comba, che ha partecipato attivamente ai lavori della
commissione che ha redatto il testo
di cui stiamo discorrendo, lo presenta
e formula alcune riserve di fondo. Seguendo le due linee da lui indicate come più interessanti: problema della
presenza di Cristo nella storia e suggerimenti pratici, abbiamo fatto una
breve antologia di testi da cui il lettore possa ricavare ima prima impressione. Panno seguito alcune ve lutazioni laiche e fiastorali sul testo
stesso. "
Esce a giorni l'atteso
Annuario “Italia Evangelica,,
(19 67 - 1968)
delle Chiese, Opere e Movimenti Evangelici in Italia.
Aggiornatissimo e preciso, elenca tutti i dati riguardanti;
— 1 PASTORI, ANZIANI EVANGELISTI e ASSISTENTI DI CHIESA all'opera e in emeritazione (con indirizzi completi).
— LE COMUNITÀ di tutte le Chiese membri del Consiglio Federale (Valdese.
Battista, Metodista, A.M.E.I., Luterana, Esercito della Salvezza) con indirizzo
del locale di culto, orario del culto o dei culti domenicali, nome e indirÌ2H;o.
tei. del Pastore. Indirizzo e orario dei culti nelle località della <i diaspora » e
dei gruppi visitati in case private.
— LA COMUNITÀ delle seguenti Chiese; Assemblee di Dio in Italia, Chiesa dei
Fratelli, Chiesa del Nazareno, Chiesa Mennonita, ecc.
— CHIESE EVANGELICHE DI LINGUA ITALIANA ALL’ESTERO (In Svizzera, Germania, U.S.A., Canadá, ecc.).
— CHIESE ESTERE IN ITALIA (Chiese Luterana, Anglicana, Presbiteriana
scozzese. Svizzera, Episcopale americana, ecc.).
— ISTITUZIONI E OPERE EVANGELK2HE. Distinte per genere di attività,
con particolare riguardo ai Centri per la gioventù. Foresterie, Pensionati, Case
per vacanze. Istituti di assistenza, ecc.
— TRASMISSIONI RADIOFONICHE E TELEVISIVE.
— PERIODICI EVANGELICI.
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MUNITA O GRUPPO EVANGELICO.
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Calendario ecclesiastico 1967-68.
Programma dei Centri per la Gioventù e Case-Vacanza, per l’estate 1967.
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SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi della settimana
CONTRASTI CATTOLICI
NELL’A3IEBICA LATINA
Il Padre Alting von Gensau, segretario generale dell’l.D.O.C. (Centro d’informazione e di documentazione sulla
chiesa conciliare, con,sede a Roma), in una
conferenza stampa tenuta a Parigi, ha descritto la « grave crisi » che sta attraversando la chiesa cattolica nell’America Latina, « Troppo spesso, egli ha dotto, la gerarchia si comporta in quel continente da
padrona, anzi da ’’proprietaria”. Essa dà al
popolo l’impressione d’esser legata a filo
doppio sia col governo, sia con lo straniero. I giovani si ribellano contro questa
mentalità reazionaria. Centinaia di preti
hanno abbandonato il ministero, non già,
A CURA DI TULLIO VIOLA
in primo luogo, a causa del celibato obbligatorio, ma perchè essi non trovano,
nelle attuali istituzioni ecclesiastiche, il
modo di vivere il loro ideale. I laici più
attivi sono fortemente tentati dal marxismo. Due personaggi sono da loro contemplati come eroi; Fidel Castro e Camilo
Torres». Il consiglio direttivo dell’l.D.O.C.
comprende centoquaranta membri appartenenti a trentadue nazioni. 11 Centro si
propone d’intensificare i « rapporti orizzontali » fra le ,persone che, nella chiesa
cattolica, occupano posti di responsabilità.
Esso pubblica settimanalmente un’interessante documentazione su questioni d’attualità d’ordine teologico, sociologico, ecc.
(« Le Monde », 24-5-67)
CONTRASTI NELLE SINISTRE
SULLA CRISI ARABO-ISRAELIANA
Tutti sanno che le opinioni politiche in Italia, sul tema deU’attuale crisi del
Medio Oriente, sono oggi divise, in quanto
i comunisti si esprimono, in opposizione
alla grande maggioranza degl’italiani, in
favore dell'Egitto e delle tesi arabe. La
divisione è molto più accentuata in Francia e fa prevedere nuove difficoltà, in un
avvenire non lontano, nell'attuale accordo
politico fra il Partito Comunista e la cosiddetta « Federazione di Sinistra ». Le due
opinioni opposte sono riassunte, come segue, Cai due giornali più autorevoli,
« L'Humanité » e « Le Populaire », rispettivamente comunista e socialista.
« Nulla è più falso dell’immagine che la
UN PROBLEMA
Direttamente collegato con il testo
ecumenico è il limitato e specifico problema della lettura biblica. La teologia degli anni 192(t40 si suole indicare
come teologia del rinnovamento biblico che sta alla base della teologia di
K. Barth. Dodici anni or sono il Sinodo valdese pose all’attenzione delle
comunità Timportanza della lettura e
della meditazione della scrittura. Il
dibattito nelTaula sinodale fu in quella occasione vivace e istruttivo, si avvertì: rimpossibilità di rinnovare la
chiesa senza la Scrittura e si cercò
una soluzione valida, ma è però lecito chiedersi oggi se in quella occasione non si sia trasformata la Scrittura in strumento eh rinnovamento
anziché fare della chiesa lo strumento della Parola. È questo un tema su
cui ritorneremo presto perchè è alla
radice di ogni discorso sul rinnovamento: in che modo la Bibbia vada
letta, in ohe misura la chiesa attuale
la legge, in che misura una comunità
rinnovata ritrova il gusto e la portata della meditazione. H pastore Taccia presidente della Commissione Biblica della Chiesa Valdese traccia il
bilancio della attività di questo decennio ed è significativo confrontare le
sue conclusioni con il testo del messaggio che il Sinodo aveva votato ed
inviato alle comunità sotto il tema
« ritorno alla Bibbia ».
G. Tourn
propaganda occidentale si sforza di dare
del "povero e innocente piccolo :>tatO‘
d’Israele” travagliato dall'ostilità del inondo arabo. D’altra parte, dietro a Israele vi
sono le grandi potenze imperialiste...
Johnson e Wilson non fanno che gettar
olio sul fuoco in un momento particolare
mente pericoloso. E in verità i provvedimenti presi dalFEgitto a proposito del
golfo d’Akaba, non hanno affatto i! carattere che la propaganda anglo-amcncana cerca di far credere. Le cose .stanno rutto al contrario ; quei provvedimenti .sonostati presi per prevenire un aggre- vioneisraeliana contro la Siria. Per smonto-e lasituazione esplosiva che s’è creata in .Mede Oriente, sono proprio Washu.i.-ton..
Londra e TeTAviv che occorre mettere m.
guardia » {Yves Moreau su 1’« Humanue »).
« La sinistra francese riconosce la linea;
Oder-Neisse. Potrebbe essa non riconoscere le frontiere d’Israele, cioè quelle d'unoStato distrutto dalla storia, il cui popolo
è stato disperso e che infine ha ritrovato il
territorio che fu suo fin dalla più reinota
antichità? Gli ebrei che hanno scelto ¿'esser tali come cittadini, e non più sol.antocome membri d'una comunità religiosa,
hanno il diritto di avere la patria che la
storia ha loro rubato. Noi condanniamo
la guerra ohe gli U.S.A. fanno coinro il
Nord-Vietnam, e per la stessa ragione condanniamo anche ogni aggressione contro
lo Stato d’Israele. Già il blocco deli.' sue
frontiere costituiva una situazione anormale. Ora il blocco marittimo, cominciato
con la chiusura del golfo di Akaba. c un
chiaro esempio di quel tipo di pro.ocazioni che dimostrano lo spirito bellicista
di coloro che le fanno.
« Che esista un nazionalismo isra-ciiano,
non può porsi in dubbio. Ma è ess-.i più
insopportabile di altri nazionalismi.' In
ogni caso, la partecipazione d'Israele alla
competizione pacifica nel campo dolio sviluppo economico e dell’aiuto tecniio ai
paesi del «terzo mondo», è tale che un
siffatto nazionalismo trova più inteiessi
nella pace che nella guerra, calda o fredd-a che sia. Noi restiamo in attesa die la
saggezza riprenda il sopravvento e die legrandi potenze sappiano intervenire per
calmare gli spiriti, e rifiutino d’associarsi
ai pretesti che possono essere invocati, dagli uni o dagli altri, per far scorreie il
sangue in quella parte del globo. Israele
esiste ed ha il diritto d’esistere in pace.
I, socialisti francesi non lo dimenticano »
{Claude Fuzier su « Le Populaire »).
Ogni giorno, a Parigi, centinaia e centinaia di francesi si presentano personalmente o telefonano all’ambasciata d'Israele, per offrire la propria opera come volontari. Sono soprattutto giovani, ma anche vecchi membri della Resistenza e vecchi ufficiali dell'esercito. Le offerte non
sono fatte soltanto per andare a combattere in Israele, ma anche per collaboiare
nei servizi civili di qualunque genere. Viene loro risposto con espressioni di profond:i riconoscenza, ma che le offerte non
possono essere accettale perche Levi
Eshkol, primo ministro d’Israele, ha dichiarato che Israele può difendersi da soloe che non si sente di ricorrere ad aiuti
stranieri.
(« Le Monde ». 26-5-67)
•y^ Il corpo pastorale della città di Zurigo si è unito all’Associazione SvizzeraIsraele in un appello alla pace c in un’assicurazione al popolo d'Israele del proprio
sostegno morale.
Questa notizia e la precedente ci sembrano pertinenti in un momento ci alta
tensione politica internazionale in cui.
qualunque cosa accada, è bene sapere quali
precise responsabilità ognuno ha ritenutodi dover prendere.
(« La Gazette de Lausanne », 25-5-'6?)
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960 ^
Tip. .Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)