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Anno 127 - n. 43
8 novembre 1991
L. 1.200
Sped. abbonamento postale
Gruppo II A/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CONCLUSA A SANTA SEVERA L’ASSEMBLEA DELLA FCEl
Il piacere di essere protestanti
Le decisioni più rilevanti riguardano il Servizio stampa, radio e televisione, l’azione sociale, i migranti, e le
nuove proposte in materia di inni - Un commento diverso sui « luoghi santi », segnati dalla guerra in Medio Oriente
Siamo di fronte ad un passaggio a livello chiuso; di fronte a
noi, sulle rotaie, staziona il treno
del cattolicesimo. Alcuni ci invitano a salire, altri salutano sorridenti dai finestrini. Ma noi aspettiamo che il grosso convoglio parta per proseguire la nostra strada.
L’immagine ferroviaria, rimbalzata nel dibattito della nona Assemblea della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia (FCEI)
svoltasi a Santa Severa dal 31 ottobre al 3 novembre, restituisce solo parzialmente il clima e il tono di
questo importante appuntamento
del protestantesimo italiano. Gli
oltre cento delegati, provenienti
da ogni parte d’Italia in rappresentanza delle Chiese valdese, metodista, battista, luterana. Esercito della Salvezza e di alcune Chiese libere, hanno vagliato il lavoro del Consiglio della FCEI (l’Assemblea generale si svolge ogni tre
anni) e rinominato a larghissima
maggioranza la presidenza del pastore Giorgio Bouchard insieme a
buona parte del Consiglio precedente.
Le decisioni che si sono prese
vanno dal Servizio stampa e radiotelevisione al lavoro sociale, al lavoro tra i migranti, via via sino ad
un rilancio dell’innologia evangelica raccogliendo nuove melodie
anche del mondo protestante all’estero. Significativamente (ma casualmente) l’Assemblea FCEI si è
svolta nei giorni della Conferenza
di pace in Medio Oriente in corso
a Madrid alla quale è stato inviato un messaggio auspicando una
vera pace nella giustizia ed esprimendo, inoltre, un originale commento sui « luoghi santi », focolai
di tensione e di guerre. I veri
« luoghi santi », dice in sostanza
il messaggio, sono le vite delle
persone umane, siano esse ebrei,
cristiani, musulmani.
Alcuni messaggi
significativi
I lavori si sono aperti ascoltando il saluto di Abdul Haddarah,
imam di Roma che, citando il Corano, ha ricordato che « adoriamo lo stesso Dio anche se gli diamo nomi diversi », ed un augurio
di Tullia Zevi. presidente delle
Comunità ebraiche in Italia, che
ha sottolineato come le chiese
evangeliche e le comunità israelitiche siano impegnate nel nostro
paese per la difesa dei diritti delle
minoranze. Occorre lavorare, dice
la Zevi, per un’Europa libera da
tentazioni integralistiche e da monopoli confessionali. Molti, nel
corso dei lavori, sono stati i saluti
2 i messaggi di rappresentanti stranieri del mondo protestante: dal
teologo Richard Shaull. per molti
anni in America Latina, all’olandese Jan Nissen del Comitato migranti di Bruxelles, a Patrick Taran del Consiglio ecumenico di
Ginevra, al metodista inglese Jenkin, sino a Stephen Gawe dell’African National Congress. A livello nazionale importanti sono
stati i messaggi del pastore Barbascia della Chiesa avventista, quello di Maria Vingiani del Segretariato attività ecumeniche e quello
di Ciro Castaldo, portavoce delle
Comunità di base. Inoltre, in collegamento telefonico aperto, il presidente della Federazione protestante di Francia, Jacques Stewart,
ha salutato, nel momento in cui
entrambe le Assemblee erano nel
pieno dei propri lavori, il presidente Bouchard della FCEI, che
ha risposto al saluto ricordando
al collega francese le comuni radici europee e la stessa vocazione
al servizio dell’Evangelo.
Significative anche le assenze,
come quella della GEI o quella
del mondo evangelico pentecostale. Buona parte dei lavori di questa Assemblea si sono svolti in
gruppi di studio sotto il motto
« Uno solo il Signore di tutti ».
Durante l’Assemblea è stato fatto
un bilancio dell’azione-terremoto,
a undici anni dalla tragedia delrirpinia; alcune iniziative sono
giunte a termine, come a Ruvo
del Monte e a Senerchia, altre
continuano con rinnovata energia,
come a Monteforte di Avellino e
a Ponticelli; si è ribadita l’importanza di intensificare il dialogo
ecumenico anche e soprattutto con
il mondo evangelico non federato
e di utilizzare al meglio la rivista
Confronti, capace di allargare ed
approfondire la riflessione del protestantesimo che si riconosce nella
FCEL
Un’integrazione
per l’innario
Importanti sono stati anche i
momenti musicali, animati da Silvestro Dupré e Carlo Leila, che
hanno emotivamente coinvolto
l’Assemblea nel cantare alcuni dei
nuovi inni che andranno ad aggiungersi al vecchio innario di
sempre. Suggestivo anche il canto
Il pastóre
Paolo Spanu
ha tenuto il culto
di apertura della
IX Assemblea della
Federazione delle
chiese evangeliche
in Italia.
Il suo sermone
ha tratto spunto
dal testo di
Geremia 31: 26
« A questo punto
mi sono svegliato
e ho guardato;
e il mio sonno
rh’è stato dolce ».
di due corali: filippina ed etiope,
che ci hanno condotti dentro la
sensibilità di un mondo lontano e
UNA PREDICAZIONE Di VITTORIO SUBILIA
Il ricordo delVEterno
« Così parla il Signore, l’Eterno...: Io faccio
venire su di voi la spada e distruggerò i vostri
alti luoghi...» (Ezechiele 6: 1-10).
Questo brano del profeta Ezechiele fa ai nostri
orecchi lo stesso effetto che potrebbe fare una
mucca entrando, con i suoi movimenti sgraziati e
pesanti, in un salotto di persone distinte che stanno piacevolmente conversando. Un pontefice, che
ha raccolto reazioni di simpatia negli ambienti più
diversi, Giovanni XXIII, ha espresso l’evangelo in
cui la nostra epoca crede, senza distinzione di credenti e non credenti, con una enciclica che ha per
titolo: « Pacem in terris ».
La pace è il gran motivo che, per convinzione o
per finzione, trova tutti consenzienti, dal Soviet
supremo dell’Unione delle Repubbliche socialiste
sovietiche, al presidente degli Stati Uniti d’America, al segretario delle Nazioni Unite, a Paolo VI, al
Consiglio Ecumenico, agli uomini stanchi delle due
guerre mondiali subite nella loro generazione, a
quelli che seguono l’ispirazione della Conferenza
per la pace.
In mezzo a quest’atmosfera di universale benevolenza, basata del resto su un calcolo molto realistico dell’eventualità dell’uso delle armi atomiche,
cade la dura quanto sgradevole parola del profeta
d’Israele: « Eccomi, io faccio venire su di voi la
spada ». Certo, non è difficile sbarazzarsi del disagio che questa parola ci procura, pensando che si
tratta di una parola che non ci riguarda, che riguarda persone e tempi e situazioni che non ci toccano. Ma con questo sistema si può eliminare tutto
l'Evangelo! Forse è più evangelicamente utile e concreto riflettere se per caso questa parola, al di là
delie contingenze, non abbia qualche cosa da dirci
di molto preciso.
La parola che il profeta pronuncia da parte dell’Eterno parla di cuori che si sono stornati dall’Eterno, di uomini che lo hanno dimenticato per
commettere adulterio con i loro idoli, che hanno
compiuto opere che devono essere spazzate via.
Questa parola riguarda solo Israele dell’epoca
dell’esilio, oppure riguarda soltanto quel mondo
secolarizzato e ateo su cui le chiese di oggi alzano
alte lamentele? Non riguarda forse tutti noi, mondo e chiesa, cultura e teologia, politica e prassi ecclesiastica? Dal mondo scristianizzato della scienza
e della sociologia, che considera Dio come un’ipotesi inutile e non interessante per la costruzione di
un mondo più razionalmente umano, alle tendenze
più aggiornate e progressiste della teologia contemporanea che, per ragioni più che plausibili e per
esigenze più che necessarie, tendono a deoggettivare Dio, a non considerarlo più come un oggetto
a disposizione delle manipolazioni teologiche, ecclesiastiche e sentimentali, ai gruppi cristiani di serviz.io, che dichiarano di trovare la trascendenza
nel prossimo, non siamo tutti rinchiusi nel quadro
di un sistema le cui costanti sono impressionantemente affini le une con le altre e la cui formula,
rischia di essere l’oblio dell’unica cosa necessaria,
come il profeta ammonisce i figli d’Israele sulle;
rive del fiume Kebar? « Conosceranno che io sono
FEterno e che non invailo li ho minacciati di far
loro questo male ».
Non invano. Su questa parola siamo chiamati a
riflettere, perché si tratta di una parola che va
presa sul serio, proprio nel concreto della nostra
pacifica situazione. Se ci sarà dato di riflettere su
questa parola e di prenderla sul serio, ci apparirà
non come una parola disperante, disfattista nei
confronti delle migliori intenzioni della nostra generazione, ma come una parola ricca di una speranza più vera e più profonda di tutte le nostre
speranze di costruire un mondo migliore.
« Nondimeno io vi lascerò un residuo..., quando
sarete dispersi in vari paesi..., i vostri scampati si
ricorderanno di me ». Nel gran discorrere che facciamo oggi della chiesa, in tutto il nostro agitarci
per la sua unità, questa prospettiva del residuo,
della dispersione, del ricordo dell’Eterno, può rivelarsi un giorno l’unica speranza reale lasciata
agli uomini che cercano e che attendono.
Vittorio Subilia
Meditazione tenuta per gli studenti della Facoltà di
teologia il 4 novembre 1966, pubblicata nel volume La Parola che brucia edito dalla Claudiana.
diverso dal nostro.
In un’epoca di crolli ideologici
e di vaghe certezze la riflessione
complessiva dell’Assemblea — come del resto notava anche Sergio
Aquilante, di Palermo — ha indicato la necessità di giungere ad
una nuova dimensione spirituale
costruendo una società diversa.
Molti, forse troppi, gli spunti su
cui lavorare e riflettere. « Torniamo a casa incoraggiati — ha detto
Bouchard subito dopo la sua rielezione — nel proseguire il nostro
lavoro, riscoprendo allo stesso tempo anche il piacere di essere protestanti ».
Libertà, Bibbia, riconciliazione,
laicità, riforma della politica, etica della responsabilità, parole e riflessioni che hanno attraversato
vari interventi, proprio quelli che
hanno tentato di disegnare una
strategia per i prossimi anni. Occorre però far risuonare questi
concetti e questa nuova spiritualità, sostanziata da un impegno disinteressato, nel vivo della società
italiana e non solo nelle nostre assemblee: « Siamo poco impegnati
a far conoscere la nostra minoranza in Italia — ha notato Valdo
Giuseppe Platone
(continua a pag. 8)
Nel prossimo
numero
Un ampio servizio di 8 pagine dedicato alla Assemblea
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia svoltasi a Santa Severa (Roma)
dal 31 ottobre al 3 novembre.
Chi fosse interessato a riceverne copie da diffondere
(1 copia lire 2.000) telefoni all’amministrazione; 011/655278
(segreteria telefonica).
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fede e cultura
8 novembre 1991
CONVEGNO A BOLOGNA
FIRENZE
Il libro assente:
la Bibbia e la scuola
Non solo una fonte di cultura, ma uno strumento per meglio capire
chi siamo: questa potrebbe essere una seria lettura da parte laica
La Bibbia a stampa
da Gutenberg a Bodoni
La Bibbia a scuola? Come?
In quale scuola? Portata da
chi? Così Sergio Quinzio ha
concluso il suo intervento, ben
sintetizzando la giornata di studio dedicata a "Il libro assente:
Bibbia, cultura e scuola in Italia", tenutosi a Bologna il 20
ottobre scorso. Duecento persone circa, venute da quasi tutta
Italia, hanno potuto ascoltare,
tra il mattino e il pomeriggio,
sei lunghi pareri sui vari aspetti del problema della presenza
della Bibbia nella scuola.
Gli organizzatori erano ben
otto associazioni, tra cui Biblia,
il SAE, la rivista biblica QOL.
Luis Alonso Schoekel, spagnolo, biblista del Pontificio Istituto biblico di Roma, ha introdotto la giornata con una poetica
presentazione della ricezione e
produzione di cultura all’interno
della Bibbia. Traduttore in spagnolo della stessa, ha esemplificato le varie culture rintracciabili nei testi biblici, soffermandosi sulla godibilità delle intuizioni poetiche e della buona
letteratura, in un testo che è
un esempio di continua produzione e ripresa culturale.
Un’ermeneutica
laica del testo
Salvatore Natoli, filosofo dell’Università di Milano, ha proposto un metodo di ermeneutica laica del libro sacro in generale, per cui il laico (inteso
come non credente) deve tenere presente che il libro sacro
non è un libro da biblioteca
(quello ebraico sta nell’Arca nel
Tempio), € che la sua cultura
è iscritta nel divino e in ciò
è differente, ad esempio, dai lirici greci. Inoltre la Bibbia può
essere un mezzo ermeneutico
della cultura occidentale e delle sue politiche, essendo stata
base di partenza delle lotte di
religione, che volevano stabilire a chi appartenesse l’autorità
di interpretarne la vera rivelazione; e dal superamento di quei
conflitti, con la rinuncia di tutte
le parti a stabilire qual è la
vera religione a favore della pace, è nato il moderno. Una Bibbia quindi che non va utilizzata
solo come fonte di cultura, poiché è sullo stesso piano di altre letteratui-e religiose e non,
ma perché ci permette di conoscere ciò che ora noi siamo.
Sergio Quinzio ha chiuso la
mattinata con una descrizione
dell’utilità della Bibbia come
’’grande codice” della pittura e
scultura, delle metafore e simboli della cultura occidentale, citando appunto II grande codice di Northrop Frye e spiegando che una motivazione dell’assenza della Bibbia, perfino nelle scuole religiose, sta neH’ellenizzazione del cristianesimo fin
dai primi secoli. Mentre il Nuovo Testamento è un discorso interno aH’ebraismo, la sua lettura, già nei primi secoli, usa le
precomprensioni della filosofia
greca. Al termine, citando Elias
Canetti, che parlò di ’’terribilità” del testo biblico, ha posto
forti dubbi sull’utilità di ima
sua lettura sistematica nella
scuola.
Gli ’’addetti
ai lavori”
Nel pomeriggio i partecipanti,
molti gli ’operatori scolastici',
hanno potuto ascoltare discorsi
meno teorici, ma più vicini al
loro lavoro.
Mauro Laeng, pedagogista, è
partito dall’invito a evitare una
lettura ’decolorata’ per andare invece al fondo delle letture confessionali, non dovendosi preoccupare della lettura ’autentica’
ma della ricerca delle radici
delle letture. La sua proposta
di presentazione di quello che
ha definito "il documento delle
origini culturali e dell’umanità"
era articolata in una chiave antologica per la scuola elementare, in una chiave storica per
la scuola media, nella ricerca
del linguaggio storico e delle
interpretazioni cristiane per la
scuola superiore.
Bibbia e scuola
nell’Europa di oggi
L’intervento successivo è stato di Un ricercatore del Censis,
Claudio Bucciarelli, che ha illustrato un sondaggio sulla presenza della Bibbia nella scuola
statale di alcuni paesi europei.
Ecco alcune delle informazioni
risultanti: « La presenza dell’insegnamento della Bibbia è segnalata da quasi tutti, anche se
l'approccio didattico è solitamente offerto all’interno dell’insegnamento della religione; è
la scuola primaria di base che
appare più cointeressata a questo tipo di insegnamento... la
modalità con cui tale insegnamento è impartito è per la maggioranza di tipo confessionale...
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con 13 vedute a colori — versetti biblici e didascalie in 4
lingue — indirizzi delle opere e delle chiese evangeliche che
fanno parte della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia e, inoltre, quelli delle chiese di lingua italiana all’estero, oltre agli indirizzi dei pastori emeriti.
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solitamente questo tipo di insegnamento si avvale di un accordo legislativo tra stato e chiesa; tale fatto non è solo attinente alla Chiesa cattolica ma
investe tutte le confessioni tradizionali, anche in alcuni paesi
dell’Est... un elemento comune
a quasi tutti i sistemi scolastici
è la libertà di scelta riconosciuta ai genitori e agli alunni... la
formazione dei docenti incaricati avviene in alcuni paesi all’università statale, in altri soltanto presso istituzioni ecclesiastiche. Infine, il dibattito culturale attuale circa la presenza
dell’insegnamento della Bibbia
nelle scuole statali dei paesi
europei interpellati appare molto scarso e sono soltanto 4 su
21 i rispondenti che ne parlano,
e tutti di area non cattolica
(Germania, Olanda, Romania,
Svezia) ». Dalla presentazione
dei risultati nei vari paesi ecco
ciò che riguarda la Germania.
« Sia nell’IR ’cattolico’ che in
quello ’evangelico’, nei vari
Länder, si sono superate le posizioni ancora vigenti negli anni
’60 di uno studio della religione a base prevalentemente biblica... Oggi il principio più accreditato in "Religionspaedagogik" è quello della ’correlazione’
(tra Bibbia e vita, tra dati oggettivi storici ed esperienza soggettiva e problematica) secondo il metodo di Paul Tillich...
Studiare a scuola la Bibbia come fine a se stessa sembra essere un esperimento chiuso, per
ora, anche nella terra di Lutero ».
Le carenze della
secondaria
L’intervento conclusivo è stato di un insegnante di liceo,
Piero Stefani, b'blista, il quale ha e.saminato le varie forme
di presentazione del testo biblico nei libri della secondaria,
elencando varie carenze: dall’ignoranza della distinzione tra
Bibbia ebraica e cristiana alle
omissioni del testo biblico di
riferimento delle contaminazioni in letteratura, filosofia e arte; daH’ignoranza dell’oralità
come momento precedente il
testo scritto canonico alle traduzioni che spesso sono state
la creazione di una nuova scrittura o l’inizio di una letteratura (dal cirillico al tedesco di
Lutero). La sua conclusione è
stato un auspicio che il testo
biblico non si consideri più soltanto di competenza dell’ora di
religione.
Interrogativi
ancora aperti
Il poco spazio lasciato al dibattito ha fatto notare che mancava una parte dedicata a progetti operativi per ovviare alle
carenze denunciate.
Sono rimaste però senza possibile risposta alcune domande.
Qual è la posizione degli
evangelici italiani? E’ inconciliabile la conoscenza della Bibbia, e dei suoi influssi e presenze nella cultura, con una concezione laica della scuola, che
mira a una educazione a una
conoscenza critica e non passiva, ma non di ignoranza per
omissione? Quanto si cura ancora la familiarità col testo bisibile risposta alcune domande,
protestanti?
Elio Canal
Al momento della morte di
Rembrandt (1669), nell’inventario di quanto da lui posseduto,
il notaio segnò il solo libro trovato nella sua casa: la Bibbia;
e mentre nell’Altes Muséum di
Berlino è stata inaugurata a
settembre una grande mostra di
pitture ed acqueforti a Firenze,
con l’esposizione di 171 esemplari, è stata aperta (fino al 23 novembre), presso la Biblioteca
Medicea Laurenziana, un’eccezionale documentazione storica nei
secoli della Bibbia in tipografia;
la mostra è curata dal ministero per i Beni culturali e ambientali e dall’Associazione laica di cultura biblica « Biblia ».
Gli evangelici fiorentini, in
particolare, e tutti coloro che
riconoscono nei fini di tale movimento culturale quello di colmare il grave vuoto di lettura
e meditazione del « Libro dei libri », penseranno al severo e triste monito di Osea (4: 6): « Il
mio popolo perisce per mancanza di conoscenza »; questo purtroppo in un’epoca, quale la nostra, in cui le traduzioni in tutte le lingue e dialetti si moltiplicano sempre più.
La prima opera a stampa (in
latino) con caratteri mobili di
Johann Gutenberg (1400-68) fu
proprio la Bibbia (1450).
Chi poi rinnovò l’arte tipografica, chiudendo un periodo di
tre secoli e mezzo delle edizioni a stampa, fu il tipografo ed
editore Giambattista Bodoni
(1741-1813).
In un preciso ed accurato catalogo troviamo la presentazione, l’indice dei nomi degli autori,
curatori, traduttori, editori ed
illustratori assieme alla « grafia » e l’iconografia dei luoghi.
Oltre alla documentazione di
momenti della cultura ebraica
(vedi i preziosi incunaboli della
Biblioteca Palatina di Parma)
ricordiamo con la versione dei
« Settanta » (prima traduzione
compiuta da una lingua orientale in greco) le versioni siriache, copte, negli 80 dialetti parlati in Egitto in quel tempo, e
la « Vulgata » di S. Girolamo (in
latino, 345-420) fatta sulla versione greca dei Settanta.
Di eccezionale valore per il
posto che occupa citiamo il primo libro a stampa: la notissima Bibbia a 42 linee (1454-55)
del Gutenberg (« Mazarina »);
citiamo inoltre il Nuovo Testamento (in tedesco) con la traduzione dal greco di Martin Lutero (Wittenberg, 1522), è esposta, però, l’edizione del 1566; ancora annoveriamo il Nuovo Testamento di Erasmo (1516) che
è anche la prima edizione del
Nuovo Testamento in greco; la
Bibbia (in italiano) tradotta e
annotata da Giovanni Diodati,
stampata a Ginevra (prima edizione 1607); la Bibbia poliglotta (ebraico-aramaica, siriaca, samaritana, arabo-etiopica, persiana, greca, latina); annoveriamo,
oltre ai singoli libri della Bibbia, la Malermi (1471) e quella
cara ai valdesi di Robert Olivétan, con introduzione di Calvino (1535). Sono da citare ancora le sedici xilografie dell’Apocalisse di A. Dùrer.
Si tenga presente che del comitato d’onore fa parte Valdo
Spini e del comitato scientifica
i pastori Bensi, Garrone e J.
Alberto Soggin. La brevità dello spazio non ci consente di addentrarci in specifiche tematiche
quali r« iconologia biblica » nei
secoli, il testo biblico tra Riforma e Controriforma, il « fondo
Guicciardini » della Biblioteca
nazionale centrale di Firenze.
Indipendentemente dalle scelte teologiche delle confessioni
religiose, l’apporto delle tradizioni esegetiche dell’ebraismo e
del cristianesimo è stato notevole per tutta la cultura occidentale e orientale sia sul piano
letterario e artistico sia soprattutto per il profondo messaggio
spirituale che ha permesso alla
Bibbia di sopravvivere nei secoli al di sopra di ogni ideologia ed umana filosofia.
Concludendo la nostra rapida
carrellata vogliamo riportare
una frase di Daniel Vogelmann,
vicepresidente di « Biblia »:
« Non fu certo un caso che il
primo libro stampato sia stato
proprio la Bibbia; da quel giorno ne sono state stampate in
tutte le lingue milioni e milioni
di copie; noi, credenti cristiani, fondandoci sulla Parola leggiamo in Giovanni 21: 25: ”Se
si scrivessero ad una ad una tutte le altre cose che Gesù ha fatte, il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne
scriverebbero” ».
Elio Rinaldi
Appuntamenti
Lunedì 11 novembre — MILANO: Il
SAE organizza un ciclo sul tema Le
chiese sulla via dell'unità, che si apre
con un intervento del prof. Paolo Ricca sul tema Un dono l'unità della chiesa? Appuntamento alle ore 18 in via
F.lli Gabba 7b.
Martedì 12 novembre — MILANO;
Presso la saletta di via Sforza 12/a,
a cura del Centro culturale protestante, si tiene con orario 18-20 il primo
di cinque incontri coordinati dal pastore Salvatore Ricciardi sul tema: i
Salmi.
Martedì 12 novembre — CINISELLO
BALSAMO (Mi): Il centro « Lombardini » organizza il primo di una serie
di quattro incontri sul tema La vita
comune. Alle ore 21 introduce il pastore Alfredo Berlendis.
Giovedì 14 novembre — CINISELLO
BALSAMO (Mi): Presso Villa Ghirlanda (via Frova, 10) si svolge dalle ore
21 il secondo incontro organizzato dal
centro » Lombardini » sul tema: Quale
ordine mondiale? E. Collotti Pischel
parla su Interdipendenza economica nei
rapporti tra gli stati.
Giovedì 14 novembre — ALESSANDRIA: Il Centro culturale protestante
e l'Ufficio relazioni ecumeniche della
diocesi, con il Crds, organizzano per
le ore 21, presso l'Università (via Cavour), il primo incontro del ciclo Invito alle teologie del Novecento. II pastore Fulvio Ferrarlo parlerà sul tema:
L'unità di Dio. Introduzione alia teologia di Karl Barth.
Sabato 16 novembre — TORINO:
La Chiesa valdese organizza un incontro di fraternizzazione fra tutti i
« riesini » residenti a Torino, nel salone di c.so Vittorio Emanuele 23, con
inizio alle ore 16. Saranno presenti i
pastori Carco e Gay, che hanno esercitato il loro ministero, fra l'altro, a
Riesl. Domenica 17, dopo il culto che
sarà presieduto dal past. Carcò, l'incontro proseguirà con un'agape fraterna, Le prenotazioni si ricevono in segreteria (tei. 6692838), presso Marino
(tei. 618288) o presso Messina (tei.
6507488).
Sabato 16 novembre — FIRENZE: Alle ore 16 si tiene nell’Aula magna del
Centro di formazione diaconale - Comandi » (via Serragli, 49) l'inaugurazione del primo corso. La prolusione,
dal titolo Parola e azione nell'insegnamento e nella prassi delle chiese
evangeliche, sarà tenuta dal past. Alberto Taccia.
Sabato 16 novembre — MILANO:
Alle ore 17, nella sala di via Sforza
adiacente alla Claudiana, conferenza
del prof. Salvatore Veca sul tema:
Modelli di giustizia.
Martedì 19 novembre — MILANO:
Nella saletta di via Sforza 12/a. aWe
ore 18, proseguono gli incontri sul tema I Salmi.
3
8 novembre 1991
vita delle chiese
I BATTISTI A GRAVINA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Cento anni di presenza i “concorrenti
Una celebrazione che è stata soprattutto occasione per aprirsi verso l’esterno, in una giornata di testimonianza per la cittadinanza
"100 anni di testimonianzaevangelica" è stato il filo conduttore delle attività organizzate dalla Chiesa battista di Gravina, in Puglia, per celebrare
dal 1“ al 6 ottobre scorso, il
suo centenario. La storia della
chiesa, iniziata nel 1891 dall’attività dei colportori, è stata raccontata in foto e a parole dal
gruppo FGEI che ha curato una
serie ^ di cartelloni esposti nel
tempio. Una conferenza pubblica tenuta dal past. Italo Benedetti sul tema: "I battisti in
Italia: storia e fede” ha inquadrato la storia della chiesa di
Gravina nel contesto più. ampio
della storia del battismo in generale. In un linguaggio chiaro
e accessibile a tutti Benedetti
ha tracciato la nostra storia, dal
puritanesimo inglese alle chiese battiste italiane. Un intervento apprezzato tanto dall’uditorio evangelico quanto dai simpatizzanti, più o meno digiuni
in materia.
La programmazione del centenario era volta soprattutto
verso l’esterno, e doveva costituire un vero momento di evangelizzazione; non abbiamo voluto però trascurare la chiesa al
suo interno: il sabato sera abbiamo trascorso un momento
forte di comunione fraterna, allietati e guidati da due ex pastori di Gravina, per l’occasione
ospiti della comunità: Bruno
Colomhu e Marylù Moore. Colombu, che ha ricordato i suoi
14 anni passati a Gravina, ha
voluto rivolgersi soprattutto ai
giovani responsabili, ha detto,
della testimonianza continua dell’Evangelo. Forte è stata l’emozione e il ringraziamento al Signore per il fatto di passare
una serata insieme a chi ha
dedicato tanti anni di ministe
ro alla chiesa di Gravina. La
Moore ci ha ricordato che proprio a Gravina maturò in lei
la coscienza della sua vocazione pastorale. Infatti Gravina è
stata la prima chiesa battista
in Italia a chiamare una donna pastora. Le diapositive, che
la Moore ha mostrato, hanno
portato di nuovo tra noi i fratelli e le sorelle di ieri e di oggi,
la cui testimonianza è stata di
fondamento alla chiesa; credenti che sono tutti elementi importanti nella catena di testimoni che è giunta fino a noi.
Il culto della domenica mattina è stato un momento solenne di lode e di ringraziamento
al Signore. Il sindaco di Gravina, sen. Giuseppe Giovaniello,
che si è trovato per la prima
volta in una chiesa evangelica,
ha portato i saluti della città
e l’augurio di essere più presenti nella vita politica del paese. Il past. Colombu, nel suo
elogio del past. Tomeo, pastore della chiesa per circa 40 anni, ha ricordato ai presenti che
nonostante le persecuzioni subite la chiesa di Gravina è sempre stata attiva nella sfera politica e continua ad esserlo.
Il presidente delTUCEBI, Saverio Guarna, ha portato i saluti delle chiese battiste in Italia e ha ricordato la realtà battista negli altri paesi europei.
Nella sua predicazione ci ha
invitati ad essere evangelici non
solo di nome ma di fatto, e a
"presentare i nostri corpi in sacrificio vivente a Dio". Il culto non era un’occasione di commemorazione sterile del passato; la presenza numerosa di fra
telli e sorelle delle chiese BMV
di Puglia e Lucania ha mostrato che il nostro è un cammi
no attuale che va avanti, e va
avanti insieme gli uni con gli
altri.
Insieme verso il futuro perché, abbiamo insistito, un centenario non è un traguardo ma
un punto di partenza. Cosa potrebbe essere miglior simbolo,
per una chiesa battista, del culto battesimale col quale si sono conclusi i festeggiamenti?
Così, in Un tempio gremito di
sorelle e fratelli, amici, parenti,
simpatizzanti e semplici curiosi, otto nuovi credenti hanno
dato pubblica testimonianza a
Cristo Gesù mediante il battesimo. Il past. Guarna ha spiegato il significato dell’atto, e nella sua predicazione su Giovanni
3 ci ha chiamati ad una rottura con la religione come potere
istituzionalizzato attraverso una
decisione di fede. Dopo il battesimo, lasciate le acque, la pastora ha ricordato che, come
in un parto, era necessario nutrire i nuovi credenti; la chiesa ha così donato a ciascuno
dei neobattezzati una Bibbia e,
dopo aver cantato il "benvenuto fra noi”, è stata condivisa
insieme a loro la Cena del Signore, anticipo del banchetto
celeste.
Al termine del culto un rinfresco e le foto, ma ”la festa
non finiva qui”; da queste pagine vorremmo ringraziare di
cuore tutti coloro che hanno
fatto un lungo e scomodo viaggio, come la realtà meridionale
impone, o hanno inviato messaggi scritti o ci hanno sostenuto in preghiera, pur di partecipare a questi 100 anni di storia e rendere, uniti e con gioia,
una testimonianza evangelica
nelle Puglie.
Elizabeth Green
CORRISPONDENZE
Felicina Citriniti
CATANZARO — La nostra sorella Felicina Citriniti ha cessato di soffrire. Si è addormentata nel Signore. Era il 12 settembre 1991 e avrebbe compiuto 79
anni il prossimo 30 dicembre.
11 suo funerale è stato annunciato dai giornali, per radio e
televisione. La grande folla che
si è raccolta nella nostra chiesa
era dovuta in parte al fatto che
si trattava della suocera del presidente della Giunta regionale
della Calabria, ma sarebbe ingiusto attribuirlo soltanto a questo.
Infatti la sorella Felicina era
davvero una figura eccezionale;
soffriva moltissimo, specialmente negli ultimi anni, e riusciva
a superare le proprie sofferenze occupandosi di altre persone sofferenti. La sua giornata
cominciava con un giro di telefonate a persone che seguiva
con vera passione pastorale e
c’erano i casi che portava in
preghiera davanti al Signore,
quelli che riusciva a risolvere da
sola, magari con qualche sacrificio finanziario, quelli che segnalava al pastore o ad altri.
Non si può dire che fosse sigile a Giobbe, perché non ha
messo mai Dio sotto accusa per
i mali suoi o degli altri.
Pregava molto e leggeva molto la Bibbia. Raramente si poneva dei problemi filosofici. Col
Signore aveva un rapporto soprattutto fiduciario e la comunità dei credenti era per lei una
vera e propria famiglia. Fino a
fiue domeniche prima di morim si fece portare in chiesa. Lo
fece a rischio della sua vita, ma
lo fece. Per lei, la partecipazione al culto era un momento di
grande arricchimento spirituale.
Benvenuti!
SANREMO - VALLECROSIA BORDIGHERA — In ottobre è
arrivato fra noi il candidato in
teologia Paolo Tognina. Proviene
dai Grigioni, nella Svizzera italiana; ha studiato presso la Facoltà valdese a Roma e per alcuni anni lavorerà in Italia pri
ma di ritornare in patria. Abbiamo salutato anche la sua fidanzata, Lara Robbiani, che vedremo sempre con piacere in
mezzo a noi. A Paolo Tognina
il nostro più fraterno benvenuto e l’augurio che Dio voglia benedire il suo lavoro.
• Domenica 13 ottobre il sovrintendente del V Circuito, Ugo
Tomassone, ha presieduto il culto di insediamento del pastore
Giuliana Gandolfo nelle chiese di
Sanremo e Bordighera ed ha
presentato alle due comunità il
candidato Paolo Tognina.
10 NOVEMBRE, DOMENICA DELL’UPL
Un ruolo importante
La colletta di domenica 10 novembre 1991 nelle chiese valdesi
e metodiste sarà dedicata all’attività dell’Unione dei predicatori
locali.
Chi sono i predicatori locali?
Sono fratelli e sorelle che, dopo
aver seguito un corso di formazione teologica, esegetica e storica, vengono riconosciuti idonei
al ministero della predicazione
nelle chiese.
Sono persone che reggono la
predicazione in comunità dove
si verificano carenze pastorali o
che, più in generale, collaborano con i pastori per la predicazione. La loro attività è organiz
zata dai Consigli (o concistori)
di chiesa e dai circuiti.
Per i problemi comuni e per
i necessari aggiornamenti i predicatori locali sono raggruppati
nell’Unione dei predicatori locali
(UPL). Fanno parte del Comitato Leonardo Casorio, segretario
(tei. 0586/751241), Laura Carrari
(040/416460), Mario Cignoni (06/
5895333).
Le chiese che vorranno versare le collette e i singoli che vogliono contribuire all’attività delTUPL sono pregati di effettuare
i versamenti sul ccp 11621570, intestato a Leonardo Casorio, segretario UPL, via Aurelia 632/
bis, 57012 Castiglioncello (Li).
Ili CIRCUITO — La chiesa di
massa — come è ancora malgrado il calo della popolazione l’insieme delle nostre comunità alle Valli — subisce dall’ambiente
un duplice complesso di influenze: da un lato le organizzazioni
per il tempo libero (gruppi sportivi, ricreativi, culturali e di impegno vario) le fanno una grossa concorrenza che si esprime,
tra l’altro, nella sempre maggiore difficoltà a trovare orari per
il catechismo e la scuola domenicale che vadano bene per tutti; dall’altro lato, queste stesse
organizzazioni o altre simili
chiedono una specie di benedizione ecclesiastica sulle loro attività con la partecipazione di
un rappresentante della Chiesa
valdese (meglio se è il pastore)
ad alcuni momenti salienti della loro vita.
Come situarsi di fronte a questo fenomeno? Questo è il problema dibattuto nell’assemblea
del III circuito di venerdì 25 ottobre ai Chiotti senza che, peraltro, si sia trovata una risposta. L’argomento è stato introdotto da due relazioni di Claudio
Tron e di Sergio Ribet. I vari
interventi hanno sottolineato che
non è semplice assumere un atteggiamento « confessante ». In
ogni caso non è possibile che il
nostro atteggiamento sia omogeneo con tutti i gruppi, perché
le loro attività sono diverse e
quindi vanno valutate caso per
caso.
Altri argomenti di dibattito
sono stati il perfezionamento
della stampa della « Lucerna »,
con l’acquisto di una stampante
laser per Agape, e la destinazione delle collette delle scuole domenicali che, per decisione dell’assemblea, saranno devolute ad
iniziative a favore delTinfanzia
in disagio a causa del sottosviluppo e della violenza.
Incontro fraterno
SAN SECONDO — Domenica
27 ottobre, nella sala della Chiesa valdese, si è tenuta un’agape
fraterna organizzata da alcune
coppie interconfessionali, a cui
hanno partecipato circa venticinque persone fra le quali il vescovo di Pinerolo, mons. Giachetti, don Mario Polastro, parroco di S. Lazzaro, don Michele
Mainerò, parroco di San Secondo, il pastore Archimede Bertolino e vari membri delle comunità cattolica e valdese.
Nel pomeriggio don Polastro
ha brevemente esposto il cammino fatto dal gruppo delle coppie interconfessionali di Pinerolo negli ultimi vent’anni, e mons.
Giachetti ha illustrato il lavoro
che la commissione mista cattolica e valdese (di cui fa parte) sta svolgendo.
Ha fatto seguito un dibattito
con interventi e domande dei
partecipanti.
La giornata è stata un’esperienza positiva perché a San Secondo per la prima volta si è
stabilito un fraterno contatto
fra le due comunità.
Festa con i bambini
VILLASECCA — Sabato 2 novembre si è svolta una festicciola per i bambini della scuola
domenicale e i ragazzi del catechismo. Abbiamo fraternizzato
con bibite e caldarroste. Ci auguriamo che il buonumore che
si è instaurato in quell’occasione possa continuare.
Abbiamo avviato un primo
esperimento di collaborazione
con Perrero con la preparazione
in comune delle lezioni della
scuola domenicale.
• E’ deceduto improvvisamente al Giulberso, all’età di 53 anni, il fratello Attilio Giacomino.
Ai genitori, alla compagna, ai figli e numerosi fratelli e sorelle
rinnoviamo l’espressione della
nostra solidarietà nell’attesa del
giorno in cui vedremo « faccia
a faccia ».
• Le prossime riunioni quar
tierali sono le seguenti: Pian
Faetto: 12.11, ore 20 (e non 14,30
come era previsto); Trussan:
13.11, ore 20; Bovile: 14.11, ore
14,30; Giulberso: 19.11, ore 14,30;
Roccia: 20,11, ore 20.
« Grazie! »
ANGROGNA — «Grazie, perché non siamo soli. Grazie, perché ci unisci tu ». Queste parole di un canto che Franco Taglierò, venuto in visita in Angrogna con un gruppo di bambini e catecumeni delle chiese
di Ivrea e Biella, ha insegnato
a piccoli e grandi nel corso di
un culto da lui presieduto domenica 27 ottobre nel tempio di
Pradeltorno, esprimono molto
bene i sentimenti e le sensazioni che abbiamo provato nel corso di questo incontro che è stato anche, per i bambini di Angrogna, l’inizio « ufficiale » della
attività della scuola domenicale.
• Il calendario delle riunioni
quartierali del mese di novembre è il seguente: lunedì 11, Capoluogo; martedì 12, Martel;
giovedì 14, Odin-Bertot; lunedì
18, Serre; martedì 19, Buonanotte, tutte alle ore 20, e giovedì
21 al Prassuit-Verné alle 20,30;
il tema di queste riunioni è: Le
comunità cristiane del Nuovo
Testamento fra religione e fede.
Assemblea di chiesa
PRAMOLLO — Domenica 10
novembre avrà luogo un’assemblea di chiesa per la presentazione della relazione sui lavori
sinodali da parte della nostra
deputata e per discutere del problema dell’anziano per i quartieri Ciotti e Pellenchi, in quanto Carla Long e Franca Griglio
Menusan, che terminano il loro
quinquennio, non intendono essere riconfermate.
• Sabato 16 novembre avremo una serata comunitaria, preceduta dalla cena, a cui parteciperà Marco Rostan che ci parlerà dell’attività svolta dal centro J. Lombardini di Cinisello
Balsamo.
Calendario
____Giovedì 7 novembre
□ COLLETTIVO
TORRE PELL1CE — Il gruppo si ritrova alle ore 21 presso II Centro
d'incontro per iniziare lo studio del
profeta Michea.
Domenica 10 novembre
□ CATECUMENI
VILLAR PEROSA — Con inizio alle
ore 10, presso il convitto valdese, si
incontrano i catecumeni del 3" e 4°
anno del 1° distretto.
Lunedì 11 novembre
□ INCONTRO PASTORALE
TORRE PELLICE — Alla Casa unionista dalle ore 9,15 alle ore 18 si tiene
l'incontro pastorale del 1° distretto.
Meditazione a cura del past. Paolo Ribet. Discussione sul tema: « La chiesa di massa in riferimento alla situazione delle Valli valdesi », Introduce
Claudio Tron.
COMMISSIONE
PERMANENTE STUDI
delle Chiese
valdesi e metodiste
Sessione di esame
Sabato 30 novembre 1991,
ore 9 presso la Facoltà valdese di teologia, via Pietro
Cossa, 42 - 00193 Roma.
Per informazioni telefonare
al pastore Bruno Costabel,
tei. 049/650718.
4
4 obiettivo aperto
Perché iquesto convegno?
« Considerate la roccia onde foste tagliati e la buca della cava onde foste cavati »
(Is. 51; Ib): queste parole, ricordate nel saluto del segretario generale esecutivo della
Società mondiale metodista di studi storici,
rappresentano in fondo una citazione classica
all’inizio di un convegno storico in cui si cerchi di andare alle origini di fatti o eventi particolari. Ed infatti lo scopo del Convegno internazionale di studio « Il metodismo italiano. 1861-1991 », svoltosi a Roma presso la Facoltà valdese di teologia dal 17 al 19 ottobre
scorsi, era proprio quello di riflettere sulle
origini della presenza metodista in Italia.
Ma è forse Claudio H. Martelli, presidente
dell’Opera per le chiese metodiste in Italia,
che ha colto meglio lo spirito dell’incontro,
quando, parafrasando un’altra frase ben conosciuta, ha affermato nel suo intervento in
troduttivo che « oggi studiamo la testimonianza degli uomini per meglio apprezzare la
testimonianza di Dio » (cfr. I Giov. 5: 9a: « Se
accettiamo la testimonianza degli uomini,
tnaggiore è la testimonianza di Dio »).
Importante, ha ricordato Martelli, è stata
soprattutto l’intenzione di riflettere su centotrenta anni di presenza metodista in Italia,
sul senso di una testimonianza che fino ad
oggi ha costantemente rifiutato il ghetto e ha
sempre cercato di inserirsi attivamente nella
vita del paese.
Ecco l’ottica in cui sono state pensate
queste giornate di studio, promosse dall’Opera per le chiese metodiste in Italia sotto l’alto
patronato del Presidente della Repubblica, in
collaborazione con la Facoltà valdese di teologia e con l’Associazione degli amici della
biblioteca « Piero Guicciardini » di Firenze.
Wesley e la sua predicazione
« Oggi nel mondo ci sono 54 milioni di metodisti, diffusi nei cinque continenti » ha affermato il
dr. Donald EngUsh, londinese,
presidente del Consiglio mondiale metodista, nel corso della sua
relazione ohe ha segnato l’inizio
effettivo del convegno. Egli ha
proseguito ricordando che nel diciottesimo secolo, quando Wesley
iniziò la sua opera, il movimento
metodista era piuttosto limitato
e presente solo in Inghilterra, una
nazione che contava all’epoca più
o meno cinque milioni e mezzo
di abitanti. Le condizioni sociali
della maggioranza di loro erano
pessime: « In un certo senso —
ha rilevato il dr. English — si può
dire che l’Inghilterra, alla metà
del diciottesimo secolo, era socialmente pronta per una rivoluzione come quella francese ».
Tuttavia, l’esiguità della popolazione poteva ancora permettere che una singola persona, purché dotata di non comuni capacità, riuscisse a suscitare grande
impressione e grande interesse
in tutta la nazione. La diffusione
ed il controllo iniziali del risveglio metodista furono totalmente
e saldamente in mano di John
Wesley; ed è opinione di molti
che la sua predicazione e la sua
testimonianza siano riuscite a dare altri sbocchi al malcontento
popolare e alle tendenze rivoluzionarie.
Wesley, ha ricordato English,
era un teologo della salvezza:
chiunque poteva essere salvato.
Cristo era morto per ogni persona e l’Evangelo andava predicato
ad ogni persona. Tuttavia salvezza per tutti voleva anche dire
libertà politica e sociale per tutti,
senza distinzioni. Ecco perché in
Wesley la predicazione dell’Evangelo si univa a precise iniziative
di carattere sociale. Prendendo
a prestito da altre tradizioni riformate o elaborando idee originali, egli spinse i suoi fedeli a riunirsi in gruppi e società non solo per pregare, ma anche per aiutarsi e sostenersi vicendevolmente nella vita di tutti i giorni; regolamentò la vita di questi gruppi e impose ai partecipanti una
ben precisa disciplina; introdusse periodici incontri di fraternizzazione, di veglia e preghiera, organizzò la celebrazione di uno
speciale culto « di rinnovo del
Patto » ogni primo dell’anno. Si
dedicò inoltre ad una intensa attività editoriale, destinata soprattutto a quei ceti artigiani che
erano in grado di leggere e scrivere.
Ciò che è veramente importante oggi, ha concluso English, è
.soprattutto capire se siamo ancora in grado di seguire l’esempio di Wesley, se cioè siamo ancora capaci di predicare TEvangelo senza perdere di vista il concreto lavoro nella società a favore dei più deboli.
La relazione inviata dal pastore
Sergio Carile, che per motivi di
salute non ha potuto presenziare
al convegno, dal titolo « La giustificazione per fede come impegno
sociale nel metodismo », può essere vista come una naturale continuazione delle parole di Donald
English. Per Carile, Wesley intuisce che l’amore di Dio per l’uomo
ha un forte valore sociale: la scoperta della salvezza per fede mediante la grazia, in Wesley si unisce all’ansia per la salvezza degli
altri e per una società più giusta.
Lo scopo della sua predicazione
diventa quello di trasmettere tutto ciò, scardinando l’idea che
ognuno debba preoccuparsi principalmente della propria personale salvezza; è agli altri che va
rivolta l’attenzione, è all’umanità
che va spiegato il senso della venuta di Gesù Cristo.
Le spinte riformatrici, le dinamiche sociali e religiose iniziate
da Wesley rendono la sua figura, secondo Carile, altrettanto originale quanto quelle di Lutero e
di Calvino. Il cristianesimo diventa, col metodismo. una religione sociale che insegna ad ognuno a ritrovare la propria dignità
di essere umano e spinge ad im
forte impegno, individuale e di
gruppo, in iniziative di sostegno
ai deboli ed ai meno garantiti.
Molti predicatori laici metodisti
I primi missionari
Dell’atteggiamento della stampa metodista inglese nei confronti dell’Italia prima del 1861
ha parlato Tim MacQuiban, del
Wesley College di Bristol. Una
visione molto semplificata della
situazione politica e un forte anticattolicesimo sono, a suo parere, gli elementi principali che caratterizzano le posizioni della
stampa metodista inglese del primo Ottocento. In realtà, spesso
il punto di riferimento vero, anche se non dichiarato, è l’intricata situazione irlandese ed il difficile rapporto interno con i cattolici, a cui erano stati concessi
i pieni diritti civili solo nel 1829.
Considerare Roma come nemico e ostacolo all’evangelizzazione
e alla libertà significava quindi
cercare di combattere il cattolicesimo nel suo centro direttivo
e simbolico. Non vanno comunque sottovalutati anche gli interessi più apertamente missionari,
e in certo modo civilizzatori, che
animano le chiese inglesi nei confronti della popolazione italiana.
Questa posizione si traduce in
precise scelte di appoggio ai moti
liberati delta penisola, a favore
deH’espulsione dell’Austria dai
territori italiani, in vista di una
progressiva eliminazione dell’influenza papale. Vengono fortemente condannate le persecuzioni contro gli evangelici, spesso
colportori, operate da vari governanti italiani; si utilizzano inoltre
le descrizioni della situazione arretrata e illiberale dell’Italia anche per combattere la risorgenza
del cattolicesimo in Inghilterra.
Importante è anche la solidarietà concreta che si vuole ma
IL METODISll n
Centotrenta anni di presenza nel nostro paese:
un’importante occasione di studio - La nascita
ioni del
ento, i
diventano, nell’Ottocento, anche
leader del nascente movimento
sindacale, con un ruolo spesso di
particolare rilievo.
In Italia, ricorda Carile, i metodisti wesleyani arrivano nel 1861
e si caratterizzano subito per le
lotte in favore del riposo domenicale e per l’apertura di numerose scuole, asili, centri di ritrovo un pò ovunque. La loro opera
è particolarmente intensa a fianco degli operai che lavorano, in
condizioni estremamente difficili
e degradanti, ai grandi trafori del
Sempione e del San Gottardo.
Opera di promozione sociale ed
evangelizzazione verrà fatta anche a Milano tra il 1901 e il 1907
per gli operai che lavorano all’elettrificazione della città. Sempre
ai primi del ’900 ulteriori iniziative sono testimoniate a Salerno,
a Eboli, nel Vicentino e nel Novarese, nella zona di Montorfano.
L’attività dei metodisti wesleyani
si svolge in città come in campagna: tutta la società viene investita dalla loro predicazione,
secondo la quale ogni credente
deve preoccuparsi delle sorti dei
fratelli o delle sorelle che gli
stanno accanto.
Green e Henry iPiggott.
Il primo di questi, William Arthur, fu in Italia a più riprese tra
il 1860 ed il 1863. Viaggiatore e
missionario esperto, egli è convinto che il lavoro missionario
serva non solo a contrastare direttamente l’influenza corruttrice
della Chiesa cattolica romana,
ma richiami in positivo anche la
necessità di far conoscere Cristo
come Signore e Salvatore di tutti. Ecco quindi che la uredicazione di Arthur si baserà sulTannuncio più che sulla denuncia,
mentre sarà costante la ricerca
di cooperazione ecumenica con
altre chiese protestanti italiane,
come i valdesi o le Chiese libere,
malgrado le loro diffidenze. Egli
rifiuta l’idea, sostenuta da altri,
che l'Italia del nord sia già « protestante nell’animo ». Al contrario, è convinto che il lavoro di
evangelizzazione sarà lungo e difficile e che ci sarà bisogno di introdurre in esso elementi nazionali e tipici, perché si riveli più
efficace e più duraturo.
Richard Green, inviato in Italia
in due riprese dopo il 1860, manifesterà più o meno le stesse convinzioni e gli stessi metodi di
Arthur. Cercherà di avere strette
relazioni con i valdesi e manterrà costante il flusso di fondi proveniente dalle chiese inglesi per
il lavoro missionario, ricordando
che l’Evangelo deve essère sostenuto e predicato indipendentemente dai confini nazionali. Tuttavia, malgrado i suoi tentativi di
collaborazione, finiranno comunque per sorgere dei problemi con
le altre comunità protestanti già
presenti in Italia.
Henry Piggott, nella penisola
per alcuni anni a partire dal 1861,
oltre alle caratteristiche comuni
ai suoi predecessori, manifesta
più chiaramente difficoltà teologiche e differenze pratiche con i
valdesi e le Chiese libere. Tuttavia non rinuncia a collaborare con
i valdesi in concrete opere di evangelizzazione. Di fatto egli vuole
rimarcare la peculiarità dell’identità metodista e l’importanza del
suo contributo, tanto da essere
convinto che in Italia si debba
costituire una Chiesa metodista
nazionale, autonoma e con propri
ministri appositamente istruiti ed
addestrati.
Piggott non si nasconde che il
lavoro sarà lungo e difficile, ma
soprattutto non dimentica l’importanza che hanno le iniziative
di carattere sociale: in particolare fonda scuole, collegi e associazioni, nella convinzione delTimportanza dell’educazione di base per
la promozione sociale e religiosa
degli italiani.
i episcopali
nifestare nei confronti dei valdesi, malgrado la ritrosia di questi
ultimi e le gelosie che a volte
emergono anche nelle Chiese libere italiane. Si chiede al re di
Sardegna di rispettare le promesse fatte e di concedere libertà di
culto ai valdesi; ma contemporaneamente (e su questo nel 1861
■''ptrà pubblicato anche un libro)
si invitano i valdesi ad uscire dal
ghetto delle loro valli per tornare
ad evangelizzare l’Italia.
Non va infine dimenticata, secondo MacQuiban, la campagna
di stampa per l’unificazione del1 Italia sotto una monarchia costituzionale. Per i metodisti inglesi, infatti, si tratta della sola
forma di governo in grado di assicurare libertà c progresso e di
eliminare gli eccessi del socialismo, della tirannia e del bigottismo. Contemporaneamente si
cerca di promuovere un lavoro
di sostegno e di assistenza per i
rifugiati italiani in Inghilterra,
che si concretizza soprattutto nell'apertura di scuole ed istituti per
ospitare ed istruire i loro figli.
Grandi saranno la soddisfazione e la speranza espresse quando,
nel 1861, inizierà ufficialmente e
pienamente il lavoro missionario
in Italia. Tant’è vero, ha concluso MacQuiban, che il duca di
Shaftesbury scriverà: « Dio ci ha
dato una grande opportunità: ci
ha aperto il Regno d’Italia ».
Proprio a proposito degli inizi del lavoro missionario cía parte dei metodisti inglesi, il prof.
W. P. Stephens, dell’Università di
Aberdeen, ha voluto tratteggiarne tre figure significative: si tratta di William Arthur, Richard
Piuttosto diverso, ma non meno affascinante, è il quadro tracciato da Franco Chiarini a proposito della nascita della Chiesa
metodista episcopale in Italia.
La Chiesa metodista episcopale
può essere considerata l’evoluzione statunitense della Chiesa fondata da Wesley in Inghilterra.
Grande ottimismo sollevava in
America la ventata liberale che a
metà Qttocento coinvolse tutta
l’Europa, Italia compresa; mentre addirittura con entusiasmo
erano seguite le imprese di Garibaldi, anche per la presenza nelle sue file di cappeliani e predicatori non cattolici come Gavazzi. Ma a convincere i metodisti
episcopali statunitensi della necessità di una riforma politica e
religiosa in Italia furono probabilmente la disillusione nei confronti di Pio IX, trasformatosi
con rapidità da « papa liberale »
a campione della restaurazione;
le numerose condanne di evangelici in Italia; i massicci arrivi negli USA di emigranti italiani, cattolici, ignoranti e poverissimi.
Dopo l’attesa presa di Roma da
parte dei piemontesi nel 1870, la
Chiesa metodista episcopale, con
l’appoggio di altre chiese protestanti degli Stati Uniti, decide di
inviare dei missionari in Italia.
11 primo, Leroy Monroe Vernon,
sbarca a Genova nel 1872; arrivano poi altri missionari, la base
operativa viene posta a Bologna,
le attività svolte si caratterizzano
subito per una ferma presa di posizione contro il cattolicesimo. Il
10 settembre 1874 viene costituita
la Chiesa metodista episcopale
d’Italia, i cui primi evangelisti
non statunitensi provengono sia
dalla Chiesa valdese, sia da altre
realtà (ex preti. Chiese libere,
ambienti risorgimentali), con la
tendenza ad un notevole ricambio. L’intenzione è quella di convertire il maggior numero possibile di italiani, anche allo scopo
di strapparli al cattolicesimo.
Sia pur con prudenza, ha ricordato Chiarini alla fine della sua
relazione, i vertici statunitensi
tendono a lasciare sempre più
autonomia alla Chiesa metodista
episcopale d’Italia, anche se la
Conferenza annuale italiana con
tinua ad essere presieduta da un
vescovo statunitense. Tuttavia,
negli ultimi anni deU’Qttocento,
l’impegno degli evangelizzatori
italiani per il consolidamento e
l’allargamento del numero dei
fedeli è ormai prevalente e riconosciuto.
L’approfondimento del rapporto tra la presenza metodista episcopale e le vicende italiane è stato lo scopo della relazione di
Giorgio Spini. Partendo dall’analisi delle carte di William Burt,
al timone dell’Qpera metodista
americana in Italia dal 1889 fino
al 1914, Spini ha potuto ricostruire le ambizioni e le speranze degli episcopali nei confronti dello
Stato italiano appena costituito.
Burt, di origine inglese, era
convinto che il protestantesimo
fosse il catalizzatore, insieme alla
massoneria, delle energie disponibili per la libertà e il progresso.
Per questo bisognava cercare di
sconfiggere il « papismo » nel
suo centro spirituale: Roma e,
in generale, l’Italia. Burt, ha ricordato Spini, così come altri evangelici stranieri, era convinto che
la maggioranza degli italiani istruiti fosse già protestante nell’animo, e che perciò un lavoro di
evangelizzazione ben condotto
avrebbe potuto dare molti frutti.
Inoltre egli riteneva che finché il
Vaticano avesse continuato a
complottare e a sobillare la popolazione, il neonato Regno d’Italia
non sarebbe mai stato stabile e
non avrebbe potuto aprirsi al progresso.
In quest’ottica, Burt fonda
scuole ed istituti che saranno frequentati anche dalla migliore società italiana; costruisce la chiesa metodista di via XX Settembre
a Roma « a metà strada tra Porta
Pia ed il Quirinale »; riesce perfino ad ottenere udienza dal re.
Ma di grande importanza sono
anche il lavoro svolto tra gli emigranti, sia in Italia che negli USA,
la riorganizzazione delle Chiese
libere, e la costruzione di una
Chiesa metodista di lingua italiana a Trieste, fortemente osteggiata dal governo austriaco che
finirà per chiuderla.
Per Burt, i legami tra le Chiesa metodista episcopale e la
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ROMA: 17-19 OTTOBRE: CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDIO
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ITALIANO 1861-1991
oni del movimento e gli intrecci con la storia nazionale nelle relazioni di
idiento, i missionari e gli episcopali dagli USA - L’oppressione del fascismo
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massoneria non possono che essere molto stretti, in funzione anticattolica e progressista. Gli anni a cavallo tra Otto e Novecento
sono anni di notevoli battaglie
anticlericali e di alleanze politiche tra laici e liberali. In questo
caso, però, Burt sembra farsi interprete soprattutto di una sorta
di « masson-evangelismo », certamente molto più significativo da
un punto di vista politico e sociale che religioso; e comunque abbastanza lontano dal metodismo.
La scissione nella massoneria
del 1908 fu un colpo mortale per
il masson-evangelismo di Burt. La
successiva avventura di Libia e
l’alleanza tra cattolici e giolittiani contro socialisti, repubblicani
e movimento operaio non fecero
che segnare la fine definitiva del
sogno, caldeggiato anche da Burt,
di un’Italia laica, liberale e non
più sotto l’influenza del papa.
A proposito dei rapporti tra
metodisti wesleyani inglesi e metodisti episcopali statunitensi, Fe
be Rossi Cavazzutti ha a questo
punto osservato che vi furono inizialmente alcuni contrasti. Innanzitutto circa l’impegno nella massoneria. che i wesleyani tendevano a rifiutare; inoltre per il tentativo dei wesleyani di ridurre i
contributi esteri in favore di
quelli raccolti localmente; infine
per il fatto che i wesleyani apparivano più attenti e più convinti
degli episcopali della necessità di
operare in concreto tra le classi
più disagiate.
1
John Wesley, fondatore del movimento metodista,
fattogli in età matura.
in un ritratto
I primi metodisti italiani
Il periodo fascista
Di Teofilo Gay, che fu per anni
anche pastore metodista episcopale, ha parlato Augusto Comba,
tratteggiandone le caratteristiche
di intellettuale e predicatore molto attivo. Nato nelle valli valdesi
nel 1851 e morto nel 1912, figlio
e nipote di pastori valdesi, non
fu lui stesso accettato come pastore dal Comitato di evangelizzazione. Viaggiò molto e manifestò presto un forte impegno di
scrittore e polemista contro la
Chiesa di Roma. Leroy Monroe
Vernon lo coinvolse subito nella
sua attività missionaria e nel 1873
Gay divenne pastore di Roma,
dove rimase per sedici anni. Nel
frattempo continuò a scrivere (di
particolare interesse è l’opera del
1882, Arsenale antipapale) e contribuì a fondare, nel 1878, la comunità metodista di Firenze; diresse insieme a Vernon il periodico La fiaccola e, per un breve periodo, L’Italia evangelica.
Nel 1889, tuttavia, si dimise dall’incarico di pastore della Chiesa
metodista episcopale, perché in
aperto dissenso con Burt e la
nuova linea da questi inaugurata.
Ritornò nella Chiesa valdese dove fu nominato pastore, e si distinse soprattutto per i suoi viaggi negli Stati Uniti, sia per raccogliere fondi, sia per concludere
l’acquisto di terre che avrebbero
permesso l’insediamento di un
gruppo di valdesi nel Nuovo
Mondo.
Gay, massone dal 1877, contribuì a far penetrare la massoneria tra i valdesi, appoggiando in
qualche modo un ideale di tipo
masson-evangelico simile a quello
già prefigurato da Burt.
Un’altra figura di rilievo come
pastore metodista e come intellettuale è quella di Enrico Caporali, descritta da Gian Biagio Furiozzi dell’Università di Trieste.
Nato nel 1838 e laureatosi in
legge nel 1859, anche Enrico Caporali viaggia molto all’estero,
dove probabilmente entra in contatto con i protestanti. Nel 1875
diviene evangelista per i metodisti episcopali a Milano e nel 1876
è chiamato a reggere la chiesa di
Perugia che riesce a far prosperare, malgrado gli attacchi diretti del locale vescovo, il futuro
papa Leone XIII.
Caporali viene successivamente
nominato diacono e nel 1881 si
stabilisce a Todi, dove finirà per
dedicarsi completamente alla sua
attività di scrittore e filosofo,
rompendo progressivamente ogni
rapporto con i metodisti episcopali. Dal 1882 al 1892 pubblica
una rivista di filosofia, la Nuova
scienza, in cui espone i suoi principi filosofici, ispirati ad un pitagorismo filtrato attraverso le
opere di Galilei e Bruno.
Caporali apparve di fatto più
felice nel criticare che nel proporre, dimostrando soprattutto
grande impegno intellettuale e
grande erudizione.
Inoltre, ha voluto aggiungere
Giorgio Spini a questo punto, in
realtà Caporali può essere considerato un neosociniano o unitariano; e come lui molti sedicenti
metodisti, in Italia, sono di fatto
unitariani. Va ricordata a questo
proposito la tesi dello storico
Cantimori, secondo il quale il socinianismo del secolo XVI, detto
anche antitrinitarismo o unitarianismo, era da considerarsi la vera
Riforma italiana, che in epoca risorgimentale ritornava in Italia
in particolare per mezzo di Mazzini.
Questa tesi, di cui sarebbe interessante comprendere la genesi,
appare priva di fondamento e andrebbe considerata soprattutto
ima costruzione di stampo massonico posLrisorgimentale.
Dei rapporti tra Ernesto Buonaiuti ed il protestantesimo italiano si è occupata Lorenza Giorgi, dell'Università di Firenze. Ernesto Buonaiuti, nota figura di
intellettuale e sacerdote cattolico,
nel 1926 a causa della sua convinta adesione al movimento modernista viene scomunicato e di conseguenza perde la cattedra universitaria di storia del cristianesimo. Furono gli ambienti evangelici, soprattutto i metodisti wesleyani, ad aiutarlo in questa
circostanza, senza chiedergli adesioni o conversioni formali.
Buonaiuti insegna nella scuola
di teologia dei metodisti a Roma,
poi diviene predicatore laico, infine chiede di diventare pastore,
rinnovando così la sua vocazione
al sacerdozio. I metodisti, derogando dai loro regolamenti, lo accettano, anche se il periodo è difficile e il rifugio concesso ad uno
’’scomunicato” crea dei problemi.
Nel 1933 pubblica La chiesa romana, che avrà un buon successo, ma sarà immediatamente
messo all’indice. Esercita il suo
ministerio pastorale in forma itinerante; arrivando anche in Svizzera. Dopo la guerra fonda e dirige prima II risveglio, che avrà
vita breve; poi 1945. Il sestante
dell’Italia in ricostruzione. Ma nel
1946, anno dell’rmificazione tra le
chiese metodiste italiane, la morte lo coglie, reintegrato nella cattedra, ma non nell’insegnamento.
Nelle sue opere, rileva Lorenza
Giorgi, egli manifesta, tra l’altro,
una grande ammirazione per gli
antichi cristiani e per i riformatori, e sembrerebbe ricercare gli
elementi per un cristianesimo finalmente autentico, in grado di
superare le sue divisioni: importante in questo senso la sua Storia del cristianesimo.
L’ultimo personaggio di un certo interesse ricordato nel corso
nel convegno è stata Enrichetta
Caracciolo, morta ottantenne nel
1901, presentata da Alfonso Scirocco, dell’Università di Napoli.
In realtà la fama della Caracciolo è legata quasi esclusivamente
ad un libro autobiografico, I misteri del chiostro-napoletano, pubblicato nel 1864. Il libro narra
la sua vicenda di suora di clausura senza vocazione, rimasta in
convento dal 1839 al 1860.
L’uscita del libro, che l’editore
aveva rimaneggiato e corretto, suscitò scalpore e discussione ed
ebbe successo anche all’estero.
Dell’opera fu considerato soprattutto l’aspetto di ammaestramento e di denuncia contro le istituzioni conventuali, che un progetto di legge approvato nel 1866
avrebbe dovuto chiudere.
Nel parlare dell’opposizione
cattolica al metodismo durante
il periodo fascista Renato Moro,
deU’Università di Camerino, ha
distinto tre fasi precise dell’intolleranza cattolica. Innanzitutto va
ricordato che. dopo la prima
guerra mondiale, i cattolici recuperarono il senso della nazione e
della patria, ed iniziarono ad accusare i protestanti di introdurre
in Italia ideali stranieri ed antitaliani. Il culmine di questa
operazione si ha negli anni 19271929, quando la gerarchia si rivolge direttamente a Mussolini,
segnalando la pericolosità dei
protestanti per l’unità del credo
nazionale.
Ma la fase più significativa è
quella compresa tra gli anni 19291931: i cattolici individuano proprio nei metodisti, in particolare
negli episcopali, la minaccia di
un agente provocatore esterno
che vuole distruggere la società
italiana, ad iniziare dalla sua religione nazionale. A riprova di ciò
si evidenzia il costante ñusso di
contributi che i metodisti ricevono da Inghilterra e Stati Uniti e
l’attività anticattolica ohe costoro continuano a svolgere in ambito internazionale. Contestato è anche il laicismo fascista che tuttavia lascerà il posto ad una piena
intesa politica tra Chiesa cattolica e governo italiano nella terza
fase (1933-1935).
Ora la polemica, sempre ispirata ad un forte nazionalismo, si rivolge di nuovo contro tutti i protestanti, soprattutto per la loro
attività nelle zone rurali. E’ tuttavia interessante notare come
nell' intolleranza antiprotestante
convergano anche elementi antirazzisti e antinazisti, utilizzati
per contestare il luteranesimo.
Più specificamente dedicata al
rapporto tra la legge sui culti ammessi del 1929 e le chiese metodiste è stata la relazione di Gior
Comunità italiane all’estero
Del rapporto tra religione e italianità nelle chiese italiane protestanti all’estero ha parlato Antonio Roberto Gualtieri, della Carleton University di Ottawa (Canada), prendendo spunto da un
mensile protestante in lingua italiana, La favilla, pubblicato in
Canada dal 1922 fino alla fine degli anni ’50.
Nel mensile, gran parte dello
spazio era consacrato ai temi dell’italianità e del nazionalismo.
Soprattutto quando nel 1932 la
testata viene rinnovata e completamente finanziata dall’unione
delle chiese metodiste, presbiteriane, congregazionaliste canadesi (Chiesa unita) si può vedere,
secondo Gualtieri, come essa servisse a mantenere il senso della
nazionalità per un gruppo più vasto di quello rappresentato dagli
italiani che facevano parte della
Chiesa unita. Tuttavia l’italianità
della Favilla risorgimentale, garibaldina, antiautoritaria e anti
fascista non andava certo d’accordo con il regime: ed infatti
nel 1936 fu vietata la sua introduzione in Italia. Il giornale continuò tuttavia a diffondere, anche
in quei tempi così oscuri, l’ideale
di un’Italia libera daU’autoritarismo e indipendente, memore
dei suoi grandi personaggi del
passato e rispettosa di tutte le
fedi religiose.
Delle chiese metodiste di lingua
italiana in Svizzera ed in particolare della comunità costituitasi
a Zurigo si è occupato invece
Emidio Campi, dell’Università di
Zurigo.
Innanzitutto egli ha ricordato
che all’epoca del lavoro di evangelizzazione, tra i cantieri dei
grandi trafori, ci fu una certa
diaspora dei metodisti che fondarono comunità nel Ticino, a
Ginevra, Losanna, Vallorbe, Zurigo, in cui lavorarono nastori come Edoardo e Aldo Taglialatela,
Ernesto Cacciapuoti, Giovanni
Rodio. Tuttavia le notizie a questo riguardo sono molto scarse e
frammentarie, soprattutto per il
periodo tra le due guerre. L’opera del colportore valdese Pugno
porta alla formazione di un « Circolo italiano » nel 1896, circolo
che viene visitato da predicatori
metodisti provenienti da Neuchâtel, finché gli episcopali non decidono di aprire una chiesa propria.
Le due comunità italiane, la
valdese del Circolo italiano e la
metodista, si uniscono nel 1908,
ma dopo il 1910 si scindono nuovamente. I metodisti fondano un
« ricreatorio », dove si svolge
un’opera contro Talcolismo ed a
favore di un socialismo cristiano,
che a Zurigo si collegherà ad altre iniziative di stampo socialista
organizzate dagli italiani, tra cui
Ignazio Silone negli anni del fascismo. Sarà dopo il 1934 che
metodisti e valdesi torneranno ad
unirsi nella Chiesa evangelica di
lingua italiana di Zurigo.
gio Rochat (Università di Milano), presidente della Società di
studi valdesi.
La legge sui culti ammessi del
’29 aveva tre motivazioni fondamentali: 1. la riaffermazione della priorità dello stato nei confronti della Chiesa cattolica; 2.
una sorta di concessione all’opinione pubblica dei paesi protestanti, che chiedeva una tutela
delle chiese non cattoliche dopo
il Concordato; 3. Tesplicitazione
del ruolo subordinato delle chiese evangeliche di fronte allo stato.
Di fatto la legge sui culti ammessi fu accolta bene dalle chiese evangeliche, per le garanzie
che dava e per l’elemento di continuità che si rilevava con lo stato liberale. Sulla carta, tuttavia,
la regolamentazione era molto rigida e molto particolareggiata,
con la concessione di ampi poteri
all’autorità giudiziaria. I periodi
di tolleranza si alternarono a
quelli di persecuzione, mantenendo la situazione delle chiese evangeliche in una sostanziale precarietà.
Sono in particolare le due chiese metodiste che attraversano in
questi anni un periodo di crisi interna. I contributi dall’estero si
riducono molto, ma è soprattutto
la loro teologia liberale a trovarsi disarmata di fronte al governo
fascista, a causa di una predicazione che ha sempre mantenuto
grande fiducia nel progresso e
nell’istituzione statale e un carattere di forte lealtà con il governo nazionale. Le chiese madri
consigliano di appoggiare il fascismo, anche se il corpo pastorale
appare orientato verso idee socialiste. Al momento di aderire formalmente al partito, i vari pastori non manifestano una linea
unitaria e spesso cercheranno di
mediare tra convinzioni personali
e situazione concreta delle comunità, che comunque rimarranno
sempre sotto la stretta sorveglianza del regime.
A conclusione del convegno, che
sì è confermato di ottimo livello
e che è stato seguito da un pubblico non numeroso, ma attento
e competente, è stato assicurato
che la stampa degli atti includerà
anche quegli interventi che, pur
essendo in programma, non ci sono stati per l’indisponibilità dei
relatori.
Da più parti è comunque venuto l’invito a continuare lo studio
e l’approfondimento dell’attività
dei metodisti in Italia, soprattutto per quel che riguarda la loro
opera nelle zone rurali, ancora
poco conosciuta. In questo senso,
di grande importanza dovrebbe
essere la riorganizzazione e l’apertura al pubblico degli archivi metodisti custoditi a Roma e per il
momento inaccessibili. Si tratta
di un’operazione lunga e complessa, ma a favore del suo inizio si
è impegnato personalmente proprio il presidente dell’Opera per
le chiese metodiste italiane Claudio H. Martelli.
pagine a cura di
Alberto Bragaglia
6
valli valdesi
8 novembre 1991
LUSERNA SAN GIOVANNI
Storie
di Ahmed
Questa è la storia di Ahmed,
ma può valere per tanti altri, imrnigrati dal Nord Africa negli anni scorsi alla ricerca di un lavoro
e di un reddito.
Ahmed, come altri, arriva in
vai Penice perché qui vivono da
tempo altri suoi parenti, qualcuno ha ormai socializzato con i
valligiani; l’appuntamento del venerdì al mercato è quasi immancabile, così come quella parlata
piemontese migliore che in tanti
piemontesi veraci.
Per diversi anni Ahmed cerca
un angolo di strada utilizzabile
per piazzare calze, cassette, chiavi inglesi, tappeti; ma Ahmed ha
meno di trent’anni e vuole inserirsi a sua volte nel paese che lo
ospita,. talvolta malvolentieri.
Va in Comune per sapere cosa
occorre fare per ottenere la residenza (è sposato ed ha un figlio)
e per avere una licenza di vendita in modo da poter partecipare
ai mercati non da abusivo e con
la paura che la forza pubblica gli
sequestri la merce, ma da commerciante a pieno titolo.
_ Nel frattempo nascono dei corsi di italiano gestiti da un gruppo di volontari; vi partecipa e ottiene la licenza media con lè 150
ore.
A questo punto inizia la trafila
per ottenere la licenza; studia per
superare l’esame di merceologia,
si iscrive alla Camera di Commercio, chiede al Comune in cui
risiede se sia possibile ottenere
la sospirata licenza. Ciò accade
nella primavera di quest’anno: la
commissione che esamina la sua
domanda trova tutto regolare e
dunque dispone la concessione.
Tutto a posto a questo punto?
No, perché ora occorre ottenere
l’assegnazione del posto al mercato ed esistono graduatorie consolidate da tempo, gerarchie maturate e da rispettare. E’ l’estate,
Ahmed vende oggetti di artigianato, dunque un genere ’’turistico”, ma è proprio in quella stagione che nessuno rinuncia al
posto fisso.
Il nostro sembra non capire
più molto di questa situazione:
« Ma come — mi dice —, quando
non avevo alcuna licenza un angoletto per vendere le mie cose
10 trovavo e adesso che ho la licenza non lo posso fare? ».
Vagli a spiegare i meccanismi
dell’accesso al mercato. « Il problema — aggiunge Ahmed — è
che oltre alla mia famiglia devo
anche preoccuparmi di restituire
11 prestito che ho dovuto chiedere
per acquistare il furgone per portare la mia merce ».
E così passa Testate, riuscendo
a piazzare la sua bancarella qua
e là senza grandi risultati; naturalmente, con l’autunno, si sono
creati dei posti anche al mercato
di Torre Pellice visto che, finita
la stagione del turismo, molti rinunciano alla dose di freddo del
venerdì. Poi arriva la fiera a Luserna, Ahmed ottiene il posto
e con il posto anche una sorpresa: la Lega Nord distribuisce un
volantino in cui, esprimendo solidarietà agli ambulanti italiani
— che pagano le tasse, non sono
mafiosi, hanno la pazienza di presentarsi tutte le mattine senza
avere la certezza del posto —,
chiede l’abrogazione della legge Martelli che permetterebbe invece agli extracomunitari di vendere semplicemente ’’scegliendo
un buon posto (centrale e di passaggio), esponendo la merce (anche di provenienza furtiva)”.
Cosa ne penserà Ahmed?
Piervaldo Rostan
1.500 milioni per il sociale
Approvato il bilancio preventivo per il 1992 - Sulle casse comunali
graverebbero anche spese a beneficio di cittadini di altri comuni
Il Comune di Luserna approva il suo bilancio preventivo in
un clima politico contrassegnato dalle probabili dimissioni del
vicesindaco, Carla Maurino, e
dalla necessità di un rimpasto
in giunta.
Le dimissioni, annunciate e legate ad impegni di lavoro, non
sono ancora giunte ma pare che
presto verranno formalizzate;
sarà ancora un democristiano il
vicesindaco? E chi? Il nome, restando all’interno dello scudo
crociato, dovrebbe saltar fuori
fra i giovani Bruera, Merlo e
Colomba, con la complicazione
che un incarico a quest’ultimo
produrrebbe probabilmente un
cambio anche nel rappresentante in Comunità montana. I giochi si faranno nelle prossime
settimane, mentre registriamo
una opposizione più « morbida »
del PDS che si è astenuto sulla
proposta di bilancio ’92.
« In sede di stesura del bilancio di previsione sono stati effettuati dei ridimensionamenti
per le spese della voce beni e
servizi — ha detto l’assessore al
Bilancio, Belladonna — tali da
allineare su alcuni capitoli la
previsione ’92 ai dati iniziali del
’91. Fa eccezione l’acquedotto:
nel corso dell’anno abbiamo dovuto registrare numerose lamentele di cittadini della zona collinare per la mancanza d’acqua
nel periodo estivo; intendiamo
perciò realizzare nel corso del
’92' una serie di interventi che
dovranno risolvere gli inconvenienti lamentati attraverso una
azione di autofinanziamento che,
con l’adeguamento delle tariffe,
fornirà la disponibilità economica di mezzo miliardo ».
Visto che un costo che incide
notevolmente nella voce servizi
deriva dalla bolletta delTilluminazione pubblica, ancora l’assessore ha proposto di approvare
un ordine del giorno in cui si
chieda alTANCI di intraprendere con TENEL le iniziative necessarie per ridurre drasticamente il costo unitario del kwh
applicato agli enti pubblici per
l’illuminazione, analogamente
con quanto avviene con le aziende pubbliche e private con le
tariffe differenziate a fasce.
Fra le osservazioni formulate
alla proposta di bilancio meritano segnalazione quelle del consigliere verde Gardiol, che si è
chiesto se i 2 milioni e mezzo
previsti sia per la protezione civile che per la tutela dell’ambiente non siano un po’ pochi.
Nella sua replica la giunta ha
fatto presente che si tratta, per
la protezione civile, di muovere
i primi passi, mentre per l’ambiente una reale tutela viene fatta anche promuovendo la raccolta differenziata: « I nostri
contenitori per i rifiuti ingombranti — ha aggiunto Belladonna —, grazie ai quali si eliminano dai rifiuti ordinari elettrodomestici, mobili vecchi, ecc.
vengono utilizzati anche da cittadini di altri Comuni; inoltre
presto installeremo un’altra ventina di campane per la raccolta
della carta ».
Ancora intervenendo sul bilancio il sindaco. Bongo, ha espresso tutta la sua preoccupazione:
« Ci sono altri livelli in cui la
pratica del buon governo sembra trascurata'— ha aggiunto —
noi approviamo un bilancio che
non è reale e soprattutto non
consente programmazione ».
Ma a fronte di una spesa prevista nel settore sociale di oltre
1 miliardo e mezzo, ancora Bongo ha voluto esternare alcune
considerazioni.
« In molti settori il Comune
di Luserna sostiene spese che
vanno a beneficio di cittadini di
altri Cpmuni: stiamo pagando il
trasporto pubblico anche per
Torre Pellice, Lusernetta e Rorà, paghiamo il 65% dei costi di
gestione della piscina che in
realtà è utilizzata da giovani di
tutto il comprensorio. E anche
rispetto all’asilo nido, da parte
nostra c’è stata la piena disponibilità ad affrontare la questione di un ampliamento del servizio, ma non possiamo agire
da soli quando non troviamo i
partner negli altri Comuni ».
Si tratta certo di riflessioni in
buona parte condivisibili, ma resta allora un dubbio su chi debba farsi portavoce di questi problemi e di queste sensibilità.
Non esiste forse un terreno istituzionale, come la Comunità
montana, in cui effettivamente
si è in qualche modo « obbligati » a superare i particolarismi
per agire, soprattutto nei servizi, in un’ottica di valle?
P. V. R.
TORRE PELLICE
Consiglio ad aita tensione
Al centro (della discussione le tariffe degli oneri di urbanizzazione
Movimentato Consiglio comunale la scorsa settimana a Torre Pellice; fra le varie interrogazioni presentate dal gruppo
della Lega Nord, una riguardava gli oneri di urbanizzazione,
oneri le cui tariffe non erano
state più variate dal 1986.
Durante Testate il Coreco aveva chiesto, prendendo spunto da
un progetto specifico, di rivedere tali tariffe ma in un primo
tempo la giunta comunale aveva deciso di non aumentare questi oneri, visto che già risultavano fra i più alti del Pinerolese.
Dopo una bocciatura di delibera da parte dell’organo di controllo veniva deciso di rivedere,
in alto, questi contributi, ma era
in particolare sulla procedura seguita che la Lega esprimeva la
sua contrarietà. Accusando la
giunta di aver detto il falso nei
suoi atti, la minoranza di Torre poneva la questione di un
« ingente danno arrecato alle finanze del Comune a causa del
mancato adeguamento degli oneri di urbanizzazione per la durata di oltre cinque anni ».
« Nessun falso né tanto meno
malafede — ribatteva il sindaco,
Armand Hugon —; si tratta anche di scelte politiche. Le nostre
tariffe sono già molto alte e non
ci sembrava il caso di gravare
in modo esagerato sui cittadini
che hanno pure diritto alla casa. Altra cosa se fosse finalmente stata introdotta una tassa sulle seconde case, ma questo non
è accaduto. Ritengo comunque
di non poter accettare un atteggiamento che ritengo denigratorio nei nostri confronti ».
Dichiarandosi insoddisfatti i
leghisti abbandonavano l’aula al
momento di votare le variazioni
delle tariffe degli oneri di urbanizzazione, che venivano perciò
approvati dalla sola maggioranza.
Fra gli altri punti va segnalato anche l’aumento delle tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale (mense, trasporto scolastico) nell’ordine di circa il 7% e l’abbassamento da
5() a 30 milioni del limite di reddito al fine dell’applicazione dell’imposta Iciap.
La seduta aveva però come
momento centrale l’approvazione del bilancio di previsione per
il 1992 e per il triennio ’92-94.
Si tratta di un bilancio che doveva esser approvato entro la fine di ottobre, cioè abbondantemente prima dell’approvazione
della legge finanziaria e senza
adeguati interventi da parte dello stato: il pareggio, compresi
i mutui, si attesta sui 6 miliardi e 178 milioni.
Tra le opere urgenti che si
prevede di realizzare c’è l’acquedotto nella zona dell’Inverso, che
Tanno scorso era rimasta senz’acqua nel periodo autunnale.
« Non vi è capitolo che non abbia subito riduzioni », ha aggiunto il sindaco illustrando la pro
posta di bilancio. Inoltre si prevede di intervenire, nel prossimo triennio, anche per la ristrutturazione del palazzo adiacente al mimicipio in vista della sistemazione della galleria
d’arte (progetto fermo da anni
per mancanza di fondi) e degli
edifici scolastici, per la creazione di un’area turistica attrezzata in località Albertenga.
Altri interventi dovranno essere presumibilmente realizzati al
palazzo del ghiaccio, posto che
venga effettuata la copertura entro il 1992, grazie al mutuo concesso alla Comunità montana e
all’intervento del Credito sportivo.
Il Consiglio ha infine discusso della soppressione della prima classe all’istituto Capetti,
chiedendone il ripristino per non
penalizzare ancora una volta
quest’area anche sotto il profilo
della formazione professionale,
e ha deciso di esaminare con
una commissione le possibili
proposte di variazione da apportare al disegno di legge Galli in
materia di riordino idrico.
O. N.
L’associazione
culturale
’’Vicolo corto”
PINEROLO — E’ nata una nuova associazione culturale denominata « Vicolo corto », mirata
soprattutto al coinvolgimento
della fascia giovanile. Il circolo
è nato nel centro storico della
città, in via Trento, riadattando
un vecchio magazzino e mettendo a disposizione dei soci una
saletta per giochi di società e
per lettura, un bar ed una sala
attrezzata a spettacoli musicali
e teatrali. Il circolo ha programmato due spettacoli jazz e una
rassegna di cabaret, chiamata
« Vicolo cabaret » e articolata in
9 spettacoli fra la fine di ottobre e fine dicembre; il prossimo appuntamento è per giovedì 14 novembre alle ore 21,45:
Pippo' Romano presenterà « Fiat
Nam ».
Servizio autobus:
raccolta di firme
per migliorarlo
FERRERÒ — E’ in corso una
raccolta di firme per ottenere alcuni miglioramenti al servizio di
autobus, gestito dalla SAPAV,
che collega Perrero a Perosa Argentina.
La prima richiesta riguarda
l’istituzione di una corsa mattutina che parta da Perosa in coincidenza con l’autobus proveniente da Pinerolo alle 7,40 e giunga a Perrero intorno alle 8.
La seconda richiesta mira ad
ottenere che si effettui anche il
sabato la corsa delle 13,20 da
Perrero per Perosa. Ciò consentirebbe di colmare dei vuoti di
orario e razionalizzare il servizio.
Si chiede inoltre che sia assicurata la coincidenza a Perosa
Argentina fra le corse provenienti da Perrero e quelle dirette a
Pinerolo.
Taccuino
elettorale
PINEROLO — Venerdì 8 novembre,
alle ore 20,45, presso la sede dell'ex
comprensorio in via S. Giuseppe 39,
II PDS organizza un dibattito sul tema « La trasparenza nella pubblica amministrazione; come e perché ». Intervengono il professore di scienze politiche dell’Università di Catania Franco Cazzola, Rinaldo Bontempi e Alberto Barbero.
Sempre II PDS organizza per domenica 10 novembre, alle ore 9,45, presso la sede della Coop T maggio in
via S. Giuseppe 21, un incontro sul
tema: « Il PDS e il lavoro autonomo »;
intervengono il sen. Renzo Gianotti e i
candidati che operano nel settore.
Collaboratori
deH’Eco delle Valli
POMARETTO — Martedì 12 novembre, alle ore 20,45, presso l’Eicolo
grando, sì svolgerà una riunione dei
collaboratori dell'Eco delle Valli valde
AUTORIPARAZIONI
Costantino Marco
Officina autorizzata FIAT
LA PKIMA IN PINEROLO
Via Montebello, 12 10064 PINEROLO
Tel. 0121/21682
7
valli valdesi
8 novembre 1991
ANGROGNA
CAVOUR
Approvato il bilancio
320 milioni destinati all’acquedotto e alla rete viaria minore - Il
progetto per I’« area sportiva » e la ristrutturazione del municipio
Un Consiglio comunale ridotto nelle presenze, con le due minoranze assenti dalla seduta, ha
approvato la scorsa settimana il
bilancio preventivo per il 1992
e l’annessa relazione su quanto
si intende realizzare nel prossimo triennio.
Il bilancio per il prossimo anno chiude in pareggio, senza
gravi problemi, anche grazie ad
alcune entrate (rimborsi dalla
Regione per il servizio di autolinea, rimborsi da altri Comuni
per la raccolta rifiuti) più alti
delle previsioni; in tutto il bilancio è di circa 1 miliardo e
200 milioni.
Quali saranno i settori su cui
Tamministrazione intende, in
specifico, muoversi?
Si prevede un impegno di 220
milioni da destinarsi all’acquedotto della zona orientale del
Comune, un’area su cui c’è stata negli anni una certa espansione di popolazione, tant’è che
oggi sono interessate a questo
servizio un centinaio di famiglie.
Oltre 100 milioni saranno poi
destinati alla rete viaria minore,
mentre una certa attenzione è
stata data anche al progetto di
area sportiva; da alcuni mesi ormai erano stati effettuati i sondaggi per individuare alcune possibili aree ed ora l’amministrazione pare orientata alla zona di
Chiot dl’Aiga.
Per il prossimo triennio poi
sono stati previsti ulteriori interventi per l’acquedotto nel
tratto Rocciaglia-Chiot dl’Aiga,
per l’ampliamento della rete fognaria da San Lorenzo fino al
Prassuit ed ancora per la rete
stradale.
Verrà inoltre studiato un progetto più ampio per attrezzare,
da un punto di vista sportivo,
la zona del Passel; è prevista
anche l’accensione di un mutuo
presso il Credito sportivo.
Si dovrebbero invece concludere per il prossimo autunno i
lavori di ristrutturazione del
municipio, lavori ormai iniziati
da alcune settimane.
Infine una notizia positiva per
Sul vasto territorio di Angrogna si progetta l'ampliamento dei servizi
le famiglie di Angrogna: non aumentano i costi dei servizi pubblici a domanda individuale, che
nello specifico riguardano la
mensa scolastica; non sarebbe
una grande entrata in più per
le casse comunali e in ogni caso gli utenti già pagano quella
percentuale del costo stabilita
dalla legge.
P.V.R.
Tuttomele
Inizierà sabato 9 novembre la
dodicesima edizione di Tuttomele Cavour, ormai tradizionale
manifestazione che, mettendo al
centro il noto frutto autunnale
prodotto in abbondanza nelle
basse valli, è costituita da spettacoli, mostre, concorsi, dibattiti.
Fra le mostre quest’anno si
segnala quella curata dal gruppo
di ricerca storico-naturalistica
che avrà come tema « Testimonianze storiche cavouresi » e
quella inerente « progetti e problemi di riqualificazione urbana
di Cavour ».
Diverse saranno anche le occasioni di dibattito: martedì 12
novembre, alle ore 16, nel teatro tenda, si parlerà della « Sicurezza nell’ambiente domestico »; mercoledì 13, dalle ore 9,15,
convegno sul tema: « La ticchìolatura del melo: quale difesa? ».
Interverranno esperti regionali
del problema che presenteranno
le più recenti novità ed esperienze nel settore. Nel pomeriggio,
all’auditorium delle scuole medie, vi sarà un confronto fra giovani agricoltori di vari paesi del
mondo.
Venerdì e sabato sono previsti anche momenti musicali di
' un certo interesse: il 15, alle ore
21, serata con il coro alpino Val
Susa di Bussoleno ed il 16, ore
21,30, concerto del cantante Riccardo Fogli.
RODORETTO
Centocinquant’anni fa
L’avrà immaginato qualcuno
nel 1839 che, a distanza di 152
anni, la Chiesa valdese di Rodoretto sarebbe sparita e che i
membri restanti avrebbero formato un quartiere della chiesa
di Frali? Certamente no!
Il censimento di quell’anno
aveva dato come risultato 261
valdesi che vivevano nelle nove
borgate della parrocchia: dalle
Coste a Crosetto, per cui nasceva la necessità della costruzione
dell’attuale tempio, in sostituzione dell’antico, costruito nella
parte centrale della borgata Vil
Lettere all'Eco delle Valli
IL CENTRALISMO
STATALE
Ho letto, sul numero del 25 ottobre di codesto giornale, l'articolo « Assistenza: giro di vite » a firma dell’amico Adriano Longo e desidero fare alcune precisazioni al riguardo, in
particolare in merito a quanto da me
detto, probabilmente in modo non del
tutto chiaro, in occasione del dibattito tenutosi ad Angrogna, nel tempio
del Serre, la sera del 16 ottobre.
Quando ho parlato della progressiva riduzione dei finanziamenti statali
agli enti locali ho citato il caso più
clamoroso, che è quello della riduzione di 200 milioni del trasferimento statale alla Comunità montana per
il finanziamento del programma annuale di interventi per lo sviluppo socioeconomico della valle. La riduzione
non si riferiva, quindi, al Comune di
Angrogna, come scritto nell articolo,
un fatto del genere, nel caso di un
piccolo Comune, porrebbe fine ad ogni
attività ordinaria.
Parlando del « centralismo statale -non ho detto che assistiamo ad un
suo « ritorno », bensì che esso non è
mai venuto meno, neppure nel momento (anni ’70) in cui leggi di grosso
rilievo innovativo hanno trasferito agli
enti locali importanti competenze perché, contemporaneamente, a detti enti è stata sottratta l’autonomia impositiva mettendoli totalmente alle dipendenze del potere centrale che, infatti, in questo momento li sta costringendo in una situazione di grave
crisi finanziaria. Il che avviene mentre lo stato, attraverso l’ormai famosa legge 142 del 1990, riconosce —
sia pure con quarant'anni di ritardo rispetto alla Costituzione — l’autonomia degli enti locali: un riconoscimento, del resto, del tutto formale poiché
non viene concretizzata la nuova autonomia impositiva e finanziaria, mentre
la riforma sanitaria De Lorenzo sottrae
ai Comuni ed alle Comunità montane
le competenze in materia sanitaria e,
di riflesso, anche in materia socio-assistenziale ed II disegno di legge Galli sottrae ai Comuni, di fatto, ogni
competenza nel settore delle risorse
idriche (acquedotti, fognature, depurazione acque).
Di questo passo ai Comuni sarà ancora concesso di occuparsi di stato
civile e anagrafe (che, del resto, sono competenze statali), della manutenzione strade e dello sgombero neve!
In questo desolante quadro i nostri
Comuni e la Comunità montana debbono affrontare gli impegni della solidarietà con i sofferenti e gli emarginati della nostra società e, nel contempo, la crescente carenza di risorse finanziarie; c’è il rischio che, nella cosiddetta loro autonomia, gli enti
locali siano costretti a ridimensionare
i servizi e gli interventi socio-assistenziali realizzati, negli ultimi decenni,
nella nostra valle; si corre questo rischio, se non si riescono ad attivare
nuove risorse e, in particolare, il sostegno e la solidarietà delle forze sociali e dei singoli cittadini.
Ringrazio per l’attenzione e porgo
cordiali saluti.
Ezio Borgarello, Torre Pellice
la airinizio del 1700 e non più
sufficiente ad ospitare tanta gente. Il vecchio tempio fu ceduto
alla famiglia IVIeynier, e dopo essere stato in parte distrutto da
un incendio, acquistato dal sig.
Alessio Breusa che ne fece la
sua dimora. Oggi il luogo ci è
ricordato dal cocuzzolo adiacente chiamato « Brio d’ia glèizo
vèllho ». Nome che piano piano
sta per essere dimenticato.
Il 12 settembre 1842 è la prima data sul primo atto d’acquisto dei terreni per la nuova costruzione (« rogito » del « Regio
Notaio Alessio Freyria di Perrero », presente il « Concistoro
Protestante di Rodoretto nelle
persone del pastore Gay IVIatteo
Enrico e degli anziani Bernard
Antonio, IVIejnero Gioanni, Baima Davide e Pascal Gioanni»).
Altri Atti portano le date del 5
marzo 1843 e del 27 marzo 1843,
davanti al « Regio Notaio Bastia
Luigi di Porosa ».
Nell’anno stesso 1843 ebbero
inizio i lavori, sorretti daU’indispensabile aiuto del generale
Beckwith, che terminarono nel
1846. Fu il pastore Michele Morel, per primo, a celebrare il
culto nel nuovo tempio.
Il 1848 ci porta l’Emancipazione ed anche il desiderio, represso fino allora, di partire alla ricerca di miglior fortuna che
mai si sarebbe acquisita continuando a vivere nel nostro selvaggio ed avaro vallone. Molti
se ne vanno: qualcuno per il fondovalle, altri per l’estero, addirittura per l’America. Per fare
un solo esempio: non è un caso
che nel North Carolina ci sia la
cittadina chiamata Valdese. Anche rodorini hanno preso parte
alla sua fondazione.
MOBILIFICIO
esposizione e iaboratorio :
via S. Secondo, 38 - tei. (0121) 201712
(di fronte alla caserma alpini)
Concerti
VILLAR PEROSA — Per la rassegna
Piemonte in musica, organizzata da Regione Piemonte, Comune e Gruppo di
iniziativa culturale, giovedì 7 novembre, alle ore 21, presso la chiesa di
S. Pietro in Vincoli, il trio chitarristico « Musikantus » composto da Umberto Neri, Claudio Maccari, Mario
Bricca, soprano Elien Kappel, presenterà un concerto di canti popolari del
Nord Europa.
TORRE PELLICE — Nell’ambito dei
festeggiamenti di S. Martino, sabato
9 novembre, alle ore 20,45, nella chiesa cattolica, ci sarà un concerto deila Schola cantorum di S. Martino.
Cinema
Intanto ì decenni scorrono e
si arriva alla scoperta del talco.
Sembra che l’esodo della popolazione abbia termine. Non è così.
L’ultima guerra porta il colpo
decisivo. A cavallo degli anni
sessanta si va a gara a chi parte per primo. Rodoretto è quasi
totalmente disabitato. E’ la fine!
Abbandoniamo dunque alle ortiche le case ed i terreni acquisiti e coltivati dai nostri nonni
senza calcolarne il prezzo?
Piano piano c’è un ripensamento. Si ritorna d’estate; si rimettono a nuovo le abitazioni
avite; si ritorna a coltivare qualche campicello per avere un po’
di verdura non troppo avvelenata, qualche buona patata...
Ci si ricorda anche del tempio, dove siamo stati battezzati.
Ha bisogno di riparazioni, anche il presbiterio... Ci credete?
Se si ha la volontà, si fanno
« miracoli »! E il « miracolo » si
è fatto.
Non sto ad elencare i lavori
che si sono compiuti nel decennio scorso. L’elenco sarebbe troppo lungo. Mi limito a dire il
lavoro che ci rimane da fare,
sempre che Dio ci accompagni
come ha fatto fino ad oggi: rimettere a nuovo le due facciate del Museo.
A questo punto non voglio aggiungere altro se non che aspettiamo ancora un « miracolo »:
un secondo anziano che porti a
tre i componenti del Concistoro
di Rodoretto per far sì che la
Chiesa evangelica valdese di Rodoretto, che ha vissuto la sua
parte gloriosa nell’ambito della
storia del nostro popolo, sia ancora chiesa.
Enzo Tron
TORRE PELLICE — Per la rassegna
di film d’autore, venerdì 8 novembre,
alle ore 21,15, presso il cinema Trento, verrà proposto alla visione « Rosencranz e Guildestern sono morti »,
di Stoppard.
___________ Incontri__________________
PEROSA ARGENTINA — Per la serie di incontri culturali organizzati dalla Comunità montana, giovedì 14, alle
ore 20,30, verrà presentato il recente
libro « Civiltà alpina e presenza protestante nelle valli pinerolesi »; parteciperanno alcuni degli autori, G. Vittorio Avondo, Enrico Lantelme, Rossana
Sappè. La serata si svolge presso la
sede della Comunità montana.
____________Corsi__________________
TORRE PELLICE — Sotto l’egida della coop. La tarta volante è organizzato un corso di shiatsu diretto a chi
non ha ancora alcuna esperienza di
questa tecnica. Il corso, della durata
di 36 ore, si svolgerà a partire dal 19
novembre presso la comunità alloggio
di via Angrogna, ogni martedì dalle 19
alle 22. Le iscrizioni si ricevono presso la videoteca Metropolis di viale De
Amicis a Luserna San Giovanni.
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ABBADIA ALPINA - PINEROLO
USSL 42 ■ VALLI
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Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: pres
so Ospedale Valdese di Pomaret
to - Tel, 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 10 NOVEMBRE 1991
Pinasca: FARMACIA BERTORELLO Via Nazionale, 22 - Tel. 800707
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
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Croce Verde Pinerolo: Tei. 22664
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Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 932433.
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Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
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CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso I distretti
SERVIZIO ELIAMBULANZA, elicottero: tei. 116.
8
8 villaggio globale
8 novembre 1991
UN RAPPORTO SPECIFICATAMENTE DEDICATO A QUESTO PROBLEMA
I diritti umani e le donne
Violenze, sopraffazioni, trattamenti disumani; in che cosa le donne vengono oppresse ancor più rispetto agli uomini - Leggi discriminatorie consentono l’impunità al marito che uccide la moglie adultera - Un dibattito importante
Il Gruppo Italia 90 Val Penice di A. I. ha promosso il 16
ottobre presso la Foresteria valdese a Torre Pellice un incontro per la presentazione al pubblico del libro « Donne ». Questo è un Rapporto di A. I. sulle violazioni dei diritti umani
commesse dai governi nei confronti delle donne in 50 paesi.
La sig.ra Carla Gottardi, responsabile dell’incarico speciale donne, la nuova struttura di Amne■ sty, è stata invitata a presentare il libro.
La relatrice, introducendo l’argomento, fa notare come questa
pubblicazione sia importante, in
quanto è il primo Rapporto di
Amnesty dedicato interamente
alle donne. E’ uscito in edizione intemazionale, in inglese, nel
mese di marzo, in occasione della Giornata intemazionale della
donna, poi, in edizione italiana,
è stato presentato, in maggio, al
Salone del libro a Torino.
Amnesty ha deciso dunque
quest’anno di dedicarsi con molto maggiore e specifico impegno
al settore delle violazioni dei diritti umani contro le donne. Che
esse siano diventate bersaglio di
governi repressivi e dittatoriali
lo si deve al fatto che le donne
sono state da sempre attive nel
campo sociale e politico, nelle
lotte per il benessere e lo sviluppo dell’umanità e in primo
piano per la difesa dei diritti dell’uomo.
Le violazioni di cui sono vittime le donne sono in buona
parte uguali a quelle di cui sono fatti oggetto gli uomini, tuttavia le violazioni contro le donne hanno una ben precisa caratterizzazione, in quanto riguardano per lo più la sfera del sesso. Lo stupro, ad es., da parte
di agenti di polizia, guardie carcerarie o funzionari governativi
è un reato molto diffuso e purtroppo in espansione, ma quasi
sconosciuto, perché le denunce
delle donne sono ancora molto
poche.
Esigenza di
ricerche specifiche
L’esigenza di una ricerca specifica è stata avvertita soprattutto dalla base, vale a dire dalle Sezioni o meglio dai Gruppi
i quali affrontano, giorno per
giorno, il lavoro sui vari casi di
violazioni dei diritti umani loro
trasmessi dal Segretariato internazionale. Questa istanza nata
dalla base è stata portata a livello internazionale e ha dato
origine alla pubblicazione del
Rapporto « Donne ». Nel Rapporto ci sono esempi di donne
di ogni condizione sociale, di
ogni età, persino bambine, i cui
diritti sono stati calpestati dai
governi in tante diverse parti del
mondo.
A questo punto della sua esposizione Carla Gottardi ricorda il
tragico episodio avvenuto all’Università di San Salvador, dove sei gesuiti vennero massacrati e con loro un’inserviente e
la sua figlia quindicenne. L’episodio è stato riportato con grande evidenza dai giornali, ma della donna e della sua giovane figlia, pure anch’esse trucidate,
c’è stato sulla stampa appena un
cenno; forse perché donne, forse perché di bassa estrazione sociale?
In un altro esempio è ricordato un gruppo di donne africane
dello Zaire, esiliate dalle autorità perché avevano osato criticare la politica economica del governo nei confronti del loro settore di lavoro, che era quello
del commercio ambulante nei
mercati cittadini.
Professioni a rischio
La relatrice prosegue mettendo in rilievo che ci sono alcune
categorie professionali a rischio,
motivo di particolari persecuzioni da parte dei governi. Sono
esposte specialmente le donne
impegnate come medico, avvocato, giudice, giornalista, insegnante e sindacalista. Per le
giornaliste viene citata ad es.
Taleb di Radio Sahara, donna
emancipata, di vasta cultura. Arrestata da forze governative,
era scomparsa ed era rimasta
« desaparecida » per molti anni.
Ma, anche per la mobilitazione
suscitata dalla Campagna per il
Marocco da parte di Amnesty
International, quest’anno è stata finalmente liberata.
Alcune donne vengono arrestate unicamente per il fatto di essere parenti o amiche di oppositori politici del governo. Altre
vengono torturate in presenza
dei mariti e dei figli, per strappare loro delle confessioni, oppure vengono torturati i figli davanti alle madri. Possono essere imprigionate le donne forti,
quelle che fanno attività sociali
e politiche, quelle appunto che
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore). Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Collaboratori: Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stelio Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale),
Loris Bertot (spedizione).
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina
Pellice - telefono 0121/&1334
Registrazione: Tribunale di PInerolo n.
via Arnaud. 23
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175. Respons. Franco Glamplccoll
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Italia Estero
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Semestrale L. 27.000 Ordinario (via aerea) L. 150.000
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Sostenitore annuale L. 90.000 Semestrale L. 45.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 10125 Torino Intestato a A.I.P. ■ via Pio V. 15
osano parlare, gridare, oppure le
donne deboli, giovani donne indifese, donne incinte, perché « si
sa benissimo che una madre, di
fronte alle possibili sofferenze
di un figlio, è disposta a fare
qualsiasi cosa! ». Donne in stato di gravidanza vengono torturate psicologicamente; è molto
difficile il recupero dell’equilibrio psichico di queste donne.
India:le
’’donne incendiate”
La relatrice si sofferma in particolare sulla grave situazione
delle donne in India. Le violazioni dei diritti umani nei loro
confronti rimangono impunite,
non sono neanche prese in considerazione dall’opinione pubblica. Quello che accade alle donne in India ha dell’incredibile.
Raccapricciante è, ad es., il fenomeno delle « donne incendiate ». Un numero altissimo di
giovani spose muore a causa dei
cosiddetti « incendi domestici »,
mentre si sa perfettamente che
è il marito, aiutato da parenti
e amici, a provocare l’incendio
e a uccidere così la giovane sposa! Il motivo deU’omìcidio può
essere ii fatto che essa non ha
portato una dote sufficiente oppure il fatto che la famiglia non
ha voluto riprendersela indietro.
O magari perché il marito ha
trovato un’occasione migliore di
matrimonio! Nella legislazione
indiana questa infame azione è
proibita, ma la giustizia non interviene e l’omicidio rimane impunito.
Carla Gottardi è poi passata
ad un argomento che può interessare anche noi: il problema
della difficile situazione della
donna rifugiata. E’ un fenomeno veramente preoccupante
quello delle donne che fuggono
dal loro paese per cercare asilo politico altrove. Esse si trovano all’improvviso in un ambiente sconosciuto, a volte ostile o semplicemente indifferente.
Gli interrogatori a cui vengono
sottoposte da uomini le spaven
tano. Amnesty chiede alle autorità che questi interrogatori siano fatti da donne.
Legislazioni
discriminatorie
Un altro problema che viene
evidenziato durante l’incontro è
quello della discriminazione nei
confronti della donna a livello
giuridico, legislativo. Questo è
un settore in cui Amnesty deve
fare d’ora in poi molta ricerca
specifica. In numerosi paesi infatti ci sono legislazioni discriminatorie rispetto ai diritti delle donne. Questo fenomeno non
è stato ancora studiato a fondo
da Amnesty.
In Giordania, a questo proposito, c’è una legge che giustifica
il marito che uccide la moglie
adultera, mentre la moglie che
uccide il marito colpevole di
adulterio viene condannata alla
pena capitale. Nella legislazione
del Pakistan il reato per l’adulterio è chiamato « zina ». La donna per questo reato viene punita con la flagellazione e la lapidazione. Se una donna maritata
viene violentata da estranei e fa
la denuncia, deve dare le prove
della violenza subita, altrimenti
viene accusata di « zina » e punita; invece il violentatore è assolto! Come si vede, sono le legislazioni che devono essere
cambiate. Nel codice penale dell’Iran ci sono delle disposizioni
riguardo alla misura delle pietre per la lapidazione: non troppo grosse perché uccidono troppo presto, ma non troppo piccole perché non servono allo
scopo.
Il Premio Nobel
per la pace
Alla fine della sua relazione
Carla Gottardi ha voluto menzionare un avvenimento recente:
il conferimento del Premio Nobel per la pace ad una donna,
la birmana Aung San Suu Kyi,
un’attivista politica di grande
coraggio e accanito impegno e
amore per il suo paese. Amnesty si era precedentemente molto occupata di lei, attivando i
Gruppi in suo favore. Il suo caso è uno dei trenta che sono
stati scelti per ricordare il 30°
anniversario della fondazione di
A. I.
Un dibattito ampio e sereno
ha concluso rincontro del pubblico con la responsabile dell’incarico speciale donne, Carla Gottardi.
a cura di
Anna Marnilo Reedtz
Essere
protestanti
(segue da pag. 1)
Spini, sottosegretario agli Interni,
intervenuto brevemente nel corso
dei lavori dell’Assemblea — forse
perché riteniamo che l’etica della
libertà e della responsabilità, fondamenti del protestantesimo, siano poca cosa. In realtà l’Italia, anzi l’Europa, ha bisogno di ascoltare questa voce ».
L’immagine dell’essere fermi ad
un passaggio a livello alla fine dei
lavori, nell’ospitale Villaggio battista di Santa Severa, dopo un emozionante culto di Santa Cena
animato dalla teologa Adriana Gavina, non reggeva più alla prova
dei fatti.
Ormai stavamo già correndo
sull’autostrada. Dopo la riflessione, occorre rimboccarsi le maniche
perché adesso decine di progetti
aspettano di diventare realtà. Il
Consiglio FCEI non è certo privo
di indicazioni per un futuro che,
comunque vadano le cose, appartiene a Dio.
Giuseppe Platone
DECENNIO ECUMENICO
Tre proposte
Solidarietà delle chiese con le donne: a che
punto siamo? - Qualche indicazione in concreto
Perché le donne sono difficilniente ascoltate, nelle loro opinioni, richieste, proposte? Questo è un aspetto ancora da analizzare e da recepire.
/‘ Tenere conto degli impegni,
visioni e idee delle donne su giustizia, pace, salvaguardia del
creato » (2° scopo del Decennio
e art. 25/SI/88).
Nella speranza che vengano
accolte, si presentano 3 proposte di riflessioni e azioni portate avanti da donne in questi ultimi tempi.
1) «Le donne contano: contate il lavoro delle donne ».
« Le donne fanno i 2/3 del lavoro del mondo, ricevendo soltanto il 5% del reddito e possiedorio meno dell’1% dei beni;
sono il sesso povero, le donne
nere e del Terzo Mondo sono le
più povere, e più povere siamo,
più lavoro siamo costrette a fare.
Le donne producono tutti i lavoratori del mondo, eppure questo non viene considerato lavoro e noi non veniamo considerate lavoratrici.
...La maggior parte del lavoro
che le donne fanno è invisibile
e non pagato ed ogni assistenza,
pensione, contributo o servizi
che riceviamo non vengono considerati come un diritto, come
un salario, ma come un’elemosina... Secondo le definizioni dello stato, allevare un bambino
non viene contato come ’’lavoro”, ma far parte delle forze
armate e uccidere, invece, sì »
(da un documento delle Nazioni Unite, 1985).
2) Trasformare il nostro modo di vivere.
La legge di iniziativa popolare « Le donne cambiano i tempi » (1990) presenta varie proposte che aspettano attuazioni
a livello personale, locale, urbano: ad esempio condividere tra
tutti, donne e uomini, il lavoro
di cura, di relazione, di sostegno ai servizi sociali (che vale
quanto quello dedicato a produrre merce). Moltiplicare i congedi parentali che il lavoratore,
uomo o donna, può richiedere
per dedicarsi ai figli, alla cura
di un familiare, anziano o ammalato, o alla propria formazione, senza perdere il posto di lavoro e con un reddito minimo.
Ridurre per tutti l’orario settimanale di lavoro ed avere orari
flessibili, per rendere la vita familiare più umana, ecc...
3) Nonviolenza
Durante la guerra del Golfo
molte donne, credenti e non credenti, si sono mobilitate in impegni specifici (tra questi le
« donne in nero », le associazioni per la pace, ecc.).
Ultimamente, dopo il tentato
golpe in Urss, si assiste al crescere della democrazia e a spinte per il disarmo, con la necessità della riflessione sulla nonviolenza. Per questo molte donne chiedono un appoggio alla
proposta di legge 3935 per il
diritto all’opzione fiscale e per
la creazione di un dipartimento
per una difesa civile non armata, e una preparazione all’educazione alla pace e alla nonviolenza attiva.