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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI.
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ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L., 3 ; semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3, — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Dliettoie e Bmminlstiatoie ; 5cpv«nuto Celli, Via magenta 18, ROfflB
Homa^ 19 IHaggio ° ^nno » XT. 2\
Presidente del Comitato e il
^OnTITXCltlO ♦ suo viaggio in America — Intemperanza di linguaggio — Il sentimento religioso in morte di Edoardo VII — Morale e religione secondo il filosofo Boutroux — Gli scienziati di Berlino e la religione — Scienza e religione
— Parole del Roosevelt buone per gl’italiani — Da
sacerdoti romani a ministri evangelici — Avanzi di
autodafé — Come si conosce la Bibbia!^ La più antica esposizione universale — Per gli analfabeti —
Simpatici socialisti — Giardinetti per gli operai —
Zucchero e cioccolata invece di alcool — La nostra
inquietudine sociale — Le missioni, apologia del cristianesimo — Non occorre esser predicatori — L’EvaU;
gelo in miniatura — Avvisi ufficiali — Valli Valdesi
— Cronachetta torinese — Da le antiche province —
Nella città dei fiori — Istituto delle diaconesse in Firenze— Cronachetta romana — L'antialcoolismO ad Avezzano — Corriere Siculo — Oltre le alpi e i mari
— I Valdesi di Mérindol (Provenza) — Una sconfitta
cattolica... liberale in Francia — Che brutta cosa .la
politica 1 — Chi la fa l’aspetti — Fioritura di templi
— Trenta mila peccati — Roosevelt e il Vaticano —
Nel 1810 e nel 19101 — In sala di lèttura — Una recente biografia di San Francesco — Libri e periodici
ricevuti — Sotto l’incubo !
Presidente del Comitato
e il suo viaggio in America
Il signor Arturo Mustou presidente del Comitato di
Evangelizzazione della Chiesa valdese è da pochi giorni appena tornato dal suo viaggio di circa quattro mesi intrappreso insieme col prof. G. Cartoli negli Stati
Uniti d’America. Gii abbiamo chiesto alcuni ragguagli
per i Lettori, ed egli ci ha gentilmente accontentati.
Approdando a New York, il Presidente e il prof. Bartoli furono subito assaliti dai reporters dei giornali e
da quello in ìspecie del New York Herald ; e i nostri
viaggiatori incontrarono poi sempre sui loro passi degli
instancabili reporters, pronti a « intervistarli, » e a pigliare appunti dei moltissimi discorsi proferiti da quei
due rappresentanti della nostra Chiesa ; i quali discorsi comparivano poi riprodotti nei fogli religiosi e politici d'ogni colore, spesse volte accompagnati da la effìgie degli oratori. Quel che meravigliò di più il nostro
Presidente fu appunto ciò che meno egli si aspettava :
vale a dire quest’accoglienza veramente entusiastica
per parte della stampa in generale ; che seppe chiaramente intendere e altamente apprezzare il nobilissimo
scopo che la Chiesa Valdese si propone nella sua ardua opera in Italia e fuori.
Profondamente affettuosa riesci la simpatia onde il
signor Mnston e il suo Compagno di viaggio furono
circondati nelle varie chiese evangeliche americane, sen
za distinzione di nomi ; come pure nelle Facoltà teoio
giche : il pubblico accorreva ai culti da loro presieduti
nei templi ; e i decani delle facoltà teologiche li rice
vevano cortesemenne nelle aule scolastiche, in cui adu
navano tutto il corpo insegnante e tutti gli studenti
a udire notizie della chiesa cristiana evangelica più
antìèa del mondo.
Il presidente Muston e il prof. Battoli visitarono le
chiese evangeliche italiane”— che negli Stati Uniti
abbondano e sono veramente prospere e promettono assai pp l’avvenire — e, in questi ambienti cosUtniti di
connazionali, l’entusiasmo per la nostra Chiesa si pa»
lesò oitremodo spontaneo e caloroso.
Ci è caro di aver potuto apprendere dal Presidente
che gli evangelici italiani stabilitisi negli Stati Uniti
hanno « serbata la fede » non solo, ma han dimostrato
e dimostrano molto zelo e sono stati dal Signore benedetti anche per ciò che concerne la vita materiale, poiché la loro condizione economica è florida e le loro fatiche e i loro commerci prosperano. Ed è bello il notare che dei giovani cristiani, frutto dell’evangelizzazione qui in Italia, si siano consacrati in America all’opera del Signore, divenendo evangelisti e pastori e
lavorando con amore e con buoni risultati alla conversione degli emigrati italiani loro concittadini.
Tra questi emigrati italiani ci stanno — com’è naturale — specialmente a cuore quelli che nacquero
nelle nostre care Valli valdesi del Piemonte, i quali
sono — per dir cosi — sangue del nostro sangue e
carne della nostra carne. Orbene, i Valdesi negli Stati
Uniti sono molti. Fu questo l’ultimo punto toccato
dal presidente sig. Muston nel colloquio che l’allra
sera avemmo con lui. I Valdesi — egli ci diceva —
sono molti negli Stati Uniti e disseminati in più luoghi e città; senza contare la nostra colonia della Carolina del Nord — che è notissima tra di noi — se
ne incontrano quasi dovunque, e a New York ascendono quasi al numero di quattrocento : una vera piccola colonia, che ormai è stata raccolta e sarà sempre meglio curata in avvenire, spiritualmente parlando.
Fin d’ora i nostri fratelli valdesi della rumorosa metropoli americana, dove il lavoro ferve febbrilmente,
dove gli affari occupano gli animi trascinandoli come
in una « bufera infernal che mai non resta » da
mane a sera, i nostri fratelli — diciamo — fin d’ora si
adunano ogni domenica alle 14 e mezzo, a rendere a
Dio il loro culto « in ispirito e verità »; come si fa
a Torrepellìce o a Frali, nelle nostre Valli a piè dei
Viso, dove il silenzio è interrotto soltanto da rallegro mormorio dei ruscelli e dei torrenti, i quali discendono giù a fecondar la terra italiana, simboleggiando con la loro limpida freschezza la pura e soave
e forte efficacia dell’Evangelo, che da quelle Valli dovrà
sempre più farsi sentire ai nostri amati concittadini
di qua dell’Atlantico, di là, dovunque! ^
IHTEMPEBilHZfl DI LÌHBUflBBlD
Vi sono, alle volte, certe cose che vi colpiscono
dolorosamente e sulle quali non vi potete trattenere
dal dire due parole.
Nel Oiornale d’Italia del 10 maggio veggo due
corrispondenze che, secondo il mio debole parere,
sono atte a fuorviare i loro lettori.
1). — A proposito del suicidio dell’on. Pompilj,
Giulio Loccatelli scrive :
€ Malignette anime di bisce use a strisciare e lasciar nel tortuoso e ambiguo cammino la bava lucente della loro bocca dal dente velenoso, ricacciatevi nel silenzio e nell’ombra, ove si acquattano i
sozzi rospi melmosi : il mistero di questa morte non
vuole il vano cicaleccio : esso è sacro...
Eran forse già cominciati i cicalecci di quelle
anime di bisce ?
Non lo so, nè ho modo di accertarlo. Stento però
a crederlo. Comunque se vi sarà chi deplora, critica, disapprova l’atto disperato del deputato di Perugia, vorreste voi, signori giornalisti, portarlo ad
esempio ai vostri lettori ? Son quasi certo che neanche
voi, in fondo all'animo vostro. Io approvate e vorreste esser creduti capaci di esaltare il suicidio.
Perchè dunque non dite, con carità, ma francamente ciò che pensate ?
Noi, cristiani, senza voler giudicare il prossimo
0 sentenziare su cose che sono al disopra della nostra comprensione, al più diremo : Se il povero Pompilj avesse avuto una speranza ferma nella vita avvenire ed avesse posta la sua fiducia in Colui che
è da più della celebre poetessa sua corsorte, per
quanto buona, amorosa, modesta, disinteressata, santa
fosse, egli avrebbe trovato la forza di sopportare il
terribile colpo e si sarebbe consacrato con nuova
lena al bene della patria ; ed in ciò avrebbe
avuto la muta approvazione di colei che aveva
perduta.
Se poi l’ex sottosegretario agli esteri non ha potuto sopravvivere alla sua compagna adorata, è
questo una prova di più che non basta appoggiarci
su una creatura umana, sia pure a noi cara e preziosa ; non bastano le promesse di aiuto che possiamo fare, o che possiamo ricevere da chi è polvere al pari di noi.
E se mai sulla traccia del destino
la tenebra t’avvolga e in cieche parti
d’abisso attiri, invoca il nome mio ;
e, col mio cor per fiaccola, a salvarti
volerò io.
Povera Aganoor I quanto poco ha potuto fare per
il suo marito adoratore !
Ecco, in breve, quel che si potrebbe dire. Ma
perchè parlare di bisce use a strisciare, ecc. ? Piuttosto, non siete voi che, per i primi, date l’esempio
dell’intemperanza nelle parole ? Non siete voi, signor Loccatelli, che parlate di cose che sarebbe
stato meglio tacere? Quanti lettori del Oiornale d'Italia che, come me, non sapevano assolutamente
nulla delle discordie « fra i parenti della poetessa
defunta e il suo marito ! » e delle « scene violente
avvenute nella clinica fatale! ». Non è cicaleccio
codesto, che meglio avreste fatto di risparmiare a voi
stesso ed ai lettori?
Del resto, secondo me, anche Fon. Orlando in
ciò ha errato.
Nella commemorazione che del suo ex collega ha
fatta all’Università di Roma, stando a quanto riferisce il medesimo giornale, egli avrebbe detto :
« Tutto ciò che ha un contenuto nobile e ideale
non può essere estraneo all’Università... ». No, onorevole Orlando, si compianga pure la perdita di un
nomo cosi altamente stimato come il Pompilj, ma
non se ne faccia un eroe per quel suo atto inconsulto, chè eroe non è stato, se non vogliamo avere
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poi, nelle file degli studenti, tanti e tanti candidati
al suicidio.
2)» In un altra pagina del medesimo numero,
trovo un articolo della signorina Amy A. Bernardy j
« San Francisco, città del Fascino ».
Io leggo sempre volentieri le corrispondenze della
itinerante scrittrice e soprattutto quelle dove si
parla dei nostri connazionali all’estero, specie negli
Stati Uniti dove ho vissuto tanti anni anch’io. Le
sue osservazioni sono per lo più giuste e savie e la
simpatia che ha per la nostra « randagia Italia » è
qualche cosa che commuove e fa del bene. In questo
articolo però, permetta che glielo dica, s’è lasciata
prendere la mano ; essa fa una tirata contro il Cristianesimo evangelico americano, tirata che non le
fa onore. Ella ha giudicato troppo superficialmente
e s’è lasciata accecare dal ricordo dei casi Fairbanks
e Roosevelt. Egregia scrittrice, se « l’anno scorso
rAmeriea donò milioni per le missioni fra i pagani
•e fra gli infedeli, Roma compresa », Ella sa al
.pari di me che un simil fatto onora la Chiesa Evangelica. « Ogni fede sincera porta al proselitismo », ha
detto un nostro grande ; e che v’è di più nobile di
quella fede che ci spinge a far tali sacrifizi per condurre altri a quello che crediamo sinceramente essere la verità ? Ah ! certo, vi sono agli Stati Uniti,
come dovunque, piaghe spirituali, morali e sociali I
ma colà hanno il coraggio di smascherarle, di esporle
e di bollarle, mentre non si può, dir lo stesso di altri
paesi !
Si vede che gli Evangelici son diventati la bestia
nera e non soltanto del Vaticano. Eppur che fanno essi
che non faccia a suo modo anche la Chiesa cattolica
romana sia negli Stati Uniti, sia in Inghilterra, sia in
Germania, in Isvizzera e altrove ? Egregia Signorina,
Ella, che» scrive tanto e cosi bene, sa certamente
che tutte le quistioni hanno più di un lato, e che
bisogna studiarle sotto tutti i loro aspetti. Se avesse
ciò fotto, non sarebbe stata cosi parziale nel parlare
della religione evangelica.
F. Grill.
IL SENTIMENTO RELIGIOSO
in morte òì Eòoaròo UH "
Il nuovo re ha detto ; « Sento profondamente la
responsabilità che pesa su di me. Faccio assegnamento su le Camere e sul popolo... Pregheranno
Dio perchè mi fortifichi e mi diriga ». — La proclamazione dei Lord comincia cosi : « Poiché è piaciuto all’onnipotente Iddio di richiamare a sè il defunto sovrano Edoardo VII ».... e finisce cosi;
« Noi riconosciamo di dovergli fedeltà, ecc. (al nuovo
re), pregando Dio... di benedire il principe reale
Giorgio V... » Il lord mayor di Londra aveva te-,
legrafato alla famiglia reale in lutto : « Che Dio,
nella sua misericordia, vi consoli... La nazione prega per voi...» — Quando si seppe della malattia,
un socialista notissimo, Will Crooks, interruppe in
un meeting il discorso, per invitare l’assemblea a
cantare il God save thè King (Dio salvi il re); e
poi disse : « Conosco intimamente il re. E’ il maggiore statista vivente del mondo. Nelle sue mani
la pace non corre nessun pericolo. Egli è superiore
a tutthi partiti. E’ il padre di noi tutti, ed io
spero che, se pregheremo con tutto il cuore, la sua
perdita ci sarà risparmiata ». Approssimandosi la catastrofe, il Ood save thè King (che è una preghiera)
fu cantato dovunque, nelle chiese e fin nei teatri.
(Da un articolo di Paul Donmergue).
Morale c Religione
secondo il filosofo Boutroux
Pochi giorni or sono, a Parigi, rillùstre filosofo Boutroux, dell’Istituto, disse in forma di conversazione semplice e agile, una conferenza sotto gli auspicii di Poi
et Vie, che ha già procurato ai Parigini splendide conferenze di uomini veramente sommi, come il Boutroui
per appunto, come il Poincaré e tant’altri.
La morale non si sostiene, se non sorreggendosi a
un qualche cosa che eccede l'esperienza. Perderebbe
inoltre ogni efficacia innanzi all’uomo, che — fattosi
cosciente e abbastanza audace da chiedere alla morale
stessa in nome di quale autorità essa comandi — se
la morale non potesse appellarsi a « un ideale perfetto
e esistente ad un tempo ». I progressi di essa non si
spiegano, se non si ammette una realtà superiore che
attiri l’individuo, ne conquisti l’affetto, rendendolo atto
a sorgere solo contro i pregiudizi collettivi. Ora, quest ideale « perfetto e al tempo stesso esistente rassomiglia straordinariamente a ciò che i credenti chiamano col nome di Dio ». Il legame poi che deve avvincere la coscienza umana all’ideale, la comunione —
per dirla in altri termini — della coscienza umana con
l’ideale è la religione. Il Boutroux dunque ammetto tre
elementi nella religione : 1) il bisogno morale, l'aspirazione ; 2) l’ideale atto a sodisfare l’aspirazione; 3) la comunione tra l’anima umana e l’ideale, cioè tra l’anima
e Dio.
« Sta per sorgere il tempo che il pensiero intellettuale e il pensiero religioso si incontreranno e si compenetreranno l’un l’altro, con grande vantaggio reciproco ; e la cooperazione fraterna dei credenti piglierà
il posto della presente attitudine di semplice tolleranza,
attitudine che è ingiuriosa ed egoistica ».
Gli scienziati di Berlino e la relig^ione
Si è radunata, or non è molto, a Berlino la Keplerbund, « lega » di naturalisti e di scienziati d’ogni genere ; i quali — a quanto si scrive nel Chrii-tianìsme
ricordano e vogliono imitare l’esempio di Keplero.
La lega ha pubblicato la dichiarazione del suo programma e dei suoi principi!. Lavorerà all’incremento
delle scienze naturali indipendentemente da qualsiasi premessa filosofica o religiosa. Senza far l’apologia di questa o di quella dottrina (filosofica o religiosa), senza favorirne una’piuttosto che Taltrà, la
lega si sforzerà di c preservare la scienza da la propaganda materialistica e antireligiosa, alla quale spesso
ha servito di pretesto ».
SCIENZA E RELIGIONE (1)
CONCILI j^ZlOHCl
Il mio secondo invito.
Ben altro si potrebbe dire ancora, ma forse basterà il sin qui detto a giustificare pienamente il mio
primo invito. Credenti ! accostatevi con rispetto alla
Scienza, non le tenete mai il broncio, approvate il suo
metodo (sperimentale), piaudite ai suoi magnifici è
continui trionfi, innamoratevi di lei come ci si innamora di cosa bella e ammaliante; e — crediatelo —
non avrete mai a pentirvi, e non ne verrà mai danno
di alcuna sorta alla vostra fede, alla vostra religione ;
purché — s’intende — la vostra religione non sia una
vacua forma, nè una superstizione, nè un sogno da
malati, nè una fantasmagoria da gente esaltata, nè
una semplice ipotesi, nè una sterile e inerte idea Î
bensì un’esperienza quotidiana austera e dolce insieme; un fatto, il più gran fatto della vostra vita, la quale, in grazia della Religione, sarà stata trasfigurata,
rinnovata, rigenerata!
Ma io vi ho rivolto un altro, un secondo invito. E
il mio secondo invito era questo : Voi non solo dovete deporre ogni avversione per ciò che concerne
la Scienza; non solo dovete tollerarla, ed anzi venerarla ed amarla; ma voi, se siete teologi, dovete
inoltre entrare risolutamente nella corrente determinata da la Scienza, e seguirla, e lasciarvi trasportar
da essa, e concorrere anzi a crearla : dovete in somma
divenir scienziati anche voi, o Teologi, anche voi
• per quant'è possibile », convertendo « per quant’è
possibile la vostra teologia in scienza, fondando ogni
vostro concetto e — sarei quasi per dire — ogni vostra parola su la roccia incrollabile dell’esperienza !
La Teologia.
Gastone Frommel ha lasciato scritto: « Mentre le
scienze sperimentali fanno ogni sforzo per escludere
dal loro consesso la Teologia, a cui negano la competenza scientifica, la Teologia — impadronitasi del metodo comune a tutte le scienze — sfugge agli attacchi
di esse e dimostra il proprio diritto, fondando sé stessa sur un’esperienza, di cui lei sola possiede l’esclusività e rispetto alla quale ella altro non intende di essere se non il testimone scientifico » (....la théologie,
mise en possession de la méthode commune à toutes
les sciences, échappe à leur prise et fonds sa légitimité en statuant à sa base une expérience dont elle
a seule le privilège et dont elle ne veut être que le
témoignage scientifique).
Così, in queste parole almeno — che servono di conclusione e di chiusa al suo scritto su « Teologia e Filosofia • — il Frommel sembra voler ridurre la Teologia (cioè lo studio della religione) tínicamente a scienza; ma il Frommel, secondo me, esagera.
(1) Continuazione V, numero 19.
I
Altri pensatori, cristiani — come il Norero, che
Giorgio Berguer cita nel suo bel lavoro su * La notion de valeur »,.e come Enrico Bois, emulo e nelTordine delle idee,,di. certe idee, avversario, ma pur amico affezionatissimo di Gastone Frommel — sono andati ad. un’altra esagerazione opposta, sostenendo la
Teologia non. essere scienza,, ma filosofia, nient’altro
che filosofia (o metafisica).
Dunque vè chi dice: t La Teologia è scienza.» Mavè chi ribatte,,dicendo :: « No, scienza; è filosofia.»
E.noi, come ci esprimeremo noi?... Su per giù come il marchese Colombi, il quale soleva direi «Tra
il sì e il no son. di parer contrario.» La teologia non
è soltanto scienza,, non è soltanto filosofia :. la teologia è scienza e filosofia al tempo stesso. La Religione
(che è l’oggetto di. studio verso cui si volge la Teologia) la Religione comprende infatti (oh,, quante volte l’ho già detto, e ci ho fin scrupolo a ripeterlo ancora !) la Religione comprende fenomeni,, ma poi comprende anche un. qualche cosa che non è fenomeno.
Onde ne viene per naturalissima conseguenza che la
Teologia non possa essere soltanto scienza,, come non
può essere soltanto metafisica. La Religione comprende fenomeni.. Dove son. fenomeni, è sempre possibile
costituire una scienza. Dunque la Teologia— che studia la Religione — può. essere scienza. Ma la Religione comprende del. pari un qualche cos’altro che non
è fenomeno..Dunqpie la Teologia — che estende il suo
studio a tutta, la Religione — non può essere scienza
solamente: sarà, anche metafisica. A un certo punto
la Teologia dovrà, lasciarsi dietro le spalle la regione
dei fenomeni,, per inoltrarsi in un’altra regione, contigua — quanto vi piaccia — la quale tuttavia non è
più la regione perti,nente alla Scienza. Giunta al confine estremo, la Scienza necessariamente s’arresterà,
come s’arrestò ¥irgiliovdopo aver accompagnato Dante
attraverso l’Inferno e il Purgatorio^ E Virgilio l’aveva predetto a Dante (oh care reminiscenze di giovinezza,, quando con entusiasmo si mandavano memoria
il brani più belli della Divina Commedia !) :
« Anima fía» »
dice Virgilio, a Dante, là nel canto primo dell’Inferno,
• a ciò di me più degna :
Con lei ti lascerò nel mio partire. »
E la Steienza è eostretta a comportarsi col Teologo
come Virgilio con Dante : affiderà il Teologo — suo
nuovo pupillo — ad altre mani, ad altra guida, a
mna...„. Beatrice, a quella Beatrice che pel Teologo piglierà un altro nome (meno poetico d’assai I) e si chiamerà: Metafisica. Quando dunque Virgilio (cioè la....
Scienza) si sarà licenziato da Dante (cioè dal.... Teologo
cristiant») dopo avergli resi molti e segnalati servigi,
al Teologo cristiano — s’e’ vorrà proseguire il suo
viaggio di ricerche e di scoperte attraverso i mondi
della Religione — sarà ben necessario affidarsi alle
cure di Beatrice (cioè della... Metafisica, che, come
ognun sa, è una parte della Filosofia). Ne risulta in
modo lampante che la Teologia non è, non ha da
essere esclusivamente scienza, ma ha da essere anche
filosofia.
Ed ecco finalmente spiegato il mio « per quant’è
possibile,» rimasto tanto a lungo in sospeso.
La Teologia non può essere tutta scienza ; ma sia
scienza..... fin dove possa. Questo chiedo ai Teologi.
Facciano a modo mio: trasformino la loro teologia in
scienza « per quant’è possibile. » Quando l’avranno
trasformata, un qualche lieve sorriso d’approvazione
e di compiacenza essi riesciranno a scorgere sul volto degli scienziati increduli : e quel sorriso, che forse
s’abbozzerà a pena su que’ volti per solito inbronciti 0 severi, sarà di sicuro un indizio precursore di
non lontana pace e concordia.
Se qualche Teologo sentisse repugnanza a convertir
una parte della sua teologia in scienza, se egli provasse come uno scrupolo ad applicare il metodo scientifico (ossia il metodo dell’eaperienza) alla materia di
cui egli si occupa, cioè alla Religione, procurerei di
rassicurarlo e di vincerne la riluttanza, col fargli notare che non sarebbe lui, certo, il primo ad applicare
il metodo scientifico, ossia il metodo dell’esperienza,
alla Religione; onde non correrebbe il pericolo di
attirarsi la taccia, sempre fastidiosa — lo riconosco —
di novatore. Pensi, in verità, fi Teologo che l’inventore
del metodo sperimentale non è Galileo, e non è neppur
Bacone, e non è neppur Leonardo da Vinci, e non è
neppur Dante Alighieri. Il metodo sperimentale è più
antico d’assai. Che nel buio del Medio Evo ñon venisse applicato, questo non prova nulla; ma il metodo
di cui si tratta esisteva anche prima del Medio Evo.
Non era chiamato così: «metodo sperimentale»; ma
era conosciuto e veniva praticato ; e, quel ch’è meglio e
assai confortante per voi Teologi scrupolosi, il metodo dell’esperienza, cioè il metodo che da Leonardo da
Vinci in qua è divenuto il metodo delle scienze sperimentali, era applicato perfino alla Religione ! Dante
precorre Leonardo, come Leonardo precorre Bacone,
Galileo, Volta e tutti gli scienziati moderni ; ma l’importante da osservare si è che il precursore degli scienziati moderni, di Volta, di Galileo, di Bacone, di Leo- '
3
LA LUCE
nardo e di Dante è.....San Paolo! Per convineervene,
non avete se non da rileggere la sua epistola ai Romani, dal capo VI al capo Vili specialmente
Ho nominato San Paolo : avrei forse fatto meglio
a nominare addirittura Gesù Cristo, il Maestro!
Il metodo dell’esperienza è il metodo evangelico, signori teologi cristiani ! Il vostro metodo — se non
sarà sperimentale — non sarà, certo, scientifico, ma
non sarà nemmeno... evangelioo !... Di grazia, mettetevi
un po’ d’accordo con l’Evangelo ; e allora con meraviglia vi avvedrete d’esservi in pari tempo messi d’accordo con la Scienza e con gli scienziati... di buona
volontà. Esperienza ! esperienza I o Signori. Senza l’esperienza, non esiste sapere di sorta, neanche il sapersi,.. teologico. La vostra teologia sarà un romanzo,
fin tanto che non l’avrete poggiata su l’esperienza.
Nessuna persona positiva vi crederà, o Cristiani, fin
tanto che voi non parlerete per esperienza. • Vuoi
, ch’io pianga ? » dice Orazio. • Piangi tu per il primo ! •
Che splendido precetto è mai questo !
Il discordo tra lo Scienziato e il Teologo non dipende da l’oggetto diverso che ciascun di loro studia;
dipende invece dal metodo diverso. Se il Teologo si
risolvesse ad accettare e ad applicare il metodo pror
prip della Scienza stessa, lo Scienziato non avrebbe
nulla a ridire contro il Teologo ; poiché allo Scienziato
sincero non v’è nulla di più gradito che il metodo
dell’esperienza applicato a qualsivoglia ordine di fatti.
Se la Teologia divenisse scienza in parte almeno, e
con questa sola differenza da le altre scienze che il
suo oggetto non è lo stesso oggetto delle altre — a
quella guisa che l’oggetto d’ una qualunque scienza
non è l’oggetto d’una qualunque altra; a quella guisa,
per recare un esempio concreto, che l’oggetto della
Psicologia non è l’oggetto della Geologia — gli scienziati sinceri, onesti, finirebbero col considerare e col
tenere il Teologo per loro collega, e gli stenderebbero
la mano d’associazione, come si fa sempre con chi ci è
collega per davvero.
Quanto a quella parte della Teologia che non si può
chiamar scienza, ma che si deve chiamar « metafisica »,
fondiamola del pari su l esperienza, sui fatti dell’esperienza : e sarà questo — non v’è dubbio.— un ultimo
sforzo verso la conciliazione.
Non è possibile rinserrare la Metafisica nella cerchia dei fenomeni, lo so. La Metafisica è come la farfalla : squarcia l’involucro e se ne vola via. Ma, attenti 1 o cortesi Lettori. Questa similitudine regge in
ogni suo particolare. La crisalide, trasformandosi in
insetto alato, s’apre un varco attraverso le pareti del
bozzolo, evade da la prigione e s’innalza nell’aria;
ma l’insetto alato per inalzarsi nell’aria piglia le mosse
dal bozzolo in cui era rinchiuso, piglia le mosse da
la sua prigione medesima.
Così appuntino deve fare la Metafisica, ogni Metafisica ; e però anche la Teologia, quando di scienza
divenga metafisica. La Teologia — in quant’è metafisica — dovrà partire dai fatti d’esperienza.
Siamo circondati da fenomeni come il pesce da le
acque dell’oceano. — Posto che un pesce fòsse in grado
(non è purtroppo !) d’intrapprendere un viaggio d’esplorazione fuori del suo naturale elemento, nella regione dell’aria libera, gli sarebbe pur forza di incominciare il suo viaggio movendo da 1’ acqua. E così
noi, mutatis mutandis.
Poiché noi viviamo come immersi in un mare di
fenomeni (di qua, di là, di sopra, di sotto, e fuori e
dentro, fenomeni, fenomeni, sempre fenomeni, a perdita d’occhio !) per levarci a volo oltre questo mare di
fenomeni (e dato che ne possiamo uscire... ma io credo
di sì, perchè non siam pesci... noi, ma... uomini !) ci
sarà ben necessario di imitare il nostro ipotetico pesciolino esploratore, partendoci dai fenomeni, pigliando le mosse dai fatti d’esperienza.
La Teologia è lo studio della religione* — La Religione è fenomeno per una parte e per un’altra non
è fenomeno. — La Scienza si occupa solo di fenomeni.
— Dunque la Teologia non può essere scienza unicamente. — Lo studio di ciò che non è fenomeno si
chiama Metafisica. — La Teologia dunque è anche
metafisica. — La Metafisica non si occupa di fenomeni ; si occupa invece di ciò che eccede il mondo
dei fenomeni. Se non che, per uscire dal mio studiolo,
10 devo muovere il primo passo partendomi da la soglia del mio studiolo. Così, per uscire dai fenomeni,
la Metafisica deve muovere il primo passo partendosi
dai fenomeni. Il punto di partenza della Metafisica è
11 mondo dei fenomeni (esterni od interni) : il che
equivale a dire che il punto di partenza della Metafisica è Vesperienea.
La Metafisica non è che un rompere il velario dei
fenomeni che ci circondano da ogni parte. La Metafisica non è che un’ interpretazione non fenomenica
dei fenomeni.
Faccia questo il Teologo, quando s’avvedrà che la
sua teologia andrà perdendo il carattere di scienza.
Non si ostini a voler spiccare un salto senza aver
prima poggiato beri bene i piedi su alcunché di sodo.
Il salto gli riescirebbe impossibile. Ma, se poggiando
i piedi sul terreno saldo dell’esperienza, si proverà a
spiccare il salto, forse gli riescirà... io ho fiducia che
gli riescirà.... Per sollevare il mondo — diceva quel
tale — occorrerebbe un punto d’appoggio fuori del
mondo. Verissimo! Ma per sollevare ciò ch’è fuori del
mondo dell’ esperienza immediata, fa bisogno un
punto d’appoggio nel mondo dell’esperienza!
Oh, come dànno ai nervi allo scienziato serio le metafisiche sospese nell’aria e come poggianti sul.....
vuoto ! Ma lo scienziato serio si sentirà invece spinto
ad approvare la vostra Metafisica... sperimentale, voglio dire : con fondamento sperimentale; la quale of-,
frirà una bella rassomiglianza con la Scienza (senz’essere però scienza) come una sorella maggiore si
rassomiglia a una sorella più piccola, o... viceversa. E
però lo scienziato incredulo serio ai sentirà attratto
verso la vostra Metafisica, o almeno non si sentirà
da essa respinto ; e quindi non ritirerà la mano che
vi aveva stesa : e questo sarà, certo, l’ultimo atto
della conciliazione.
Quanto agli scienziati non seri, e ci vorrà pazienza!
Del resto, consolatevene : scienziato non serio significa scienziato... non scienziato, ossia... ciarlatano..
Scusate il termine!
La sola filosofia vera è la filosofia positivistica,
intendendo quest’epiteto di « positivistica > nel suo
senso più naturale e più vero; « positivistica », vale
a dire che sta ai fatti, che tien conto solo dei fatti,
che tien conto gelosamente di tutti i fatti, senza trascurarne uno solo, senza buttarne via uno solo. La
fede si trova congiunta a qualsiasi ordine di sapere:
ecco un fatto. I sensi sono insufficienti a spiegare
tutti i fenomeni : ecco un altro fatto. L’uomo non è
solamente senso, intelligenza e volontà ; l’uomo è
senso, intelligenza, volontà, cuore, coscienza morale,
cosciènza religiosa: anche questo è un fatto e che
fatto! Potrei prolungare l’enumerazione dei fatti ; ma
questi tre mi bastano. Chi non riconosca questi fatti
indubitabili è la negazione del positivista; dato, ben
s’intende, che questo vocabolo conservi il suo significato più naturale e più vero; chi non riconosca
questi fatti è un poeta della filosofia e un dommatico pieno di predilezioni e di preconcetti da far invidia a certi teologi dommatici del vecchio stampo.
Quant’a noi, apriamo sempre più l’animo a sentire
tutta la bellezza di verità ch’è racchiusa in questo
vocabolo « esperienza »; e, avendo l’occhio da positivisti veri a tutti i fatti che 1’ esperienza ci mette
dinanzi, trasformiamo « per quant’ è possibile »
in scienza la decrepita teologia dommatica, persecutrice della scienza nel passato e oggi meritatamente
impopolare; e piantiamo le fondamenta della nostra
metafisica su la roccia granitica dei fatti sperimentati da noi, da chi è cristiano come noi, da gli apostoli e dai primitivi discepoli, da Gesù Cristo, specialmente da quel Gesù Cristo che si sentiva uno
col Padre. Parliamo sempre e unicamente di fatti.
Il termine « fatto » è abbastanza ampio per abbracciar tutto ciò che a ogni teologo deve premere essenzialmente. Fatti dunque: fatti religiosi, specificamente cristiani; esperienze: esperienze nostre; esperienze altrui ; esperienze di Gesù Cristo ; esperienze
di Gesù Cristo divenute nostre esperienze. L’aspirazione verso la perfetta santità — aspirazione che costituisce il primo momento della religione cristiana
— è un fatto, un’esperienza. I fenomeni obiettivi,
storici — ohe costituiscono il secondo momento della
religione cristiana — sono altrettanti fatti, altrettante esperienze. Nell’Evangelo ci sono detti? ci sono
dottrine? Senza alcun dubbio; ma i detti e le dottrine sono espressione di esperienze, sono il linguaggio dell’esperienza. Gesù Cristo non parla che per
esperienza. Le parole di Gesù Cristo sono la manifestazione esteriore, la significazione — come direbbe
l’Alighieri — dell’esperienza, che Gesù Cristo fa della
sua santità propria, del suo amore, della sua unità
perfetta col Padre, dell’efficacia per gli uomini della
sua vita santa, della sua morte, della sua risurrezione, della sua glorificazione. Inutile aggiungere
che anche il terzo momento, ond’è costituita la religione cristiana, non è che una serie di svariate e
profonde esperienze. — Esperienza ! esperienza ! Non
ne potremo mai esagerare l’importanza. Esperienza
nostra, cioè esperienza psicologica ; esperienza di
Gesù Cristo — psicologica anch’essa — la quale tuttavia per noi si cop verte in esperienza storica.
La Religione non è che esperienza. Anche quando
ella assorge a Dio, librandosi su l’ali della fede oltre
gli estremi limiti del mondo dei fenomeni, anche allora la Religione altro non è che una ispirata dell’esperienza. E se tale è la Religione, la Teologia cristiana non sarà vera teologia, se non a patto di divenire la teologia dell’esperienza religiosa cristiana.
Ma se la Teologia cristiana vorrà divenir tale, la
conciliazione riescirà la cosa più agevole di questo
mondo; e dell’incredulo che se ne stesse ancora lontano, come un idrofobo incurabile, non ci sarà se
non da sentirne compassione — com’oggi gli scienziati sentono compassione del teologo non sperimen
tale — e pensare : « Davvero! la ragione dell’incredulità è morale: e quello scienziato incredulo lì ne è
la prova vivente e tangibile! ».
(Continua)
Parole del Roosevelt baooe per gl'Italiaol
Tutti gli uomini che — adempiendo al proprio dovere — hanno concorso al perfezionamento generale di
cui il genere umano è lieto e di cui il nostro popolo
specialmente (il popolo americano a cui il Roosevelt
appartiene) va altero, hanno tutti messo consapevolmente 0 no a fondamento della loro vita gl’insegnamenti della Bibbia... Perciò io mi fo propugnatore, non
solamente dell’istruzione necessaria all’intelligenza, ma
soprattutto deH’edncazione morale e spirituale da conferirsi in casa e in chiesa. Questa educazione è derivata sempre da la Bibbia e non si è mai scompagnata
da lo studio di questo libro, che in tutte le lingue dei
popoli inciviliti voi potete chiamar « il libro per eccellenza », certi d’esser così intesi da tutti quanti.
Da sacerdoti romani a ministri evanyelici
Ci si avverte che il sig. Aleandro Luzzi non fu mai
sacerdote romano. ♦ Studiò teologia nell’università di
Berna e fu consacrato al ministero in quella stessa
metropoli dal dott. Herzog, vescovo della Chiesa vbcchiocattolica svizzera ».
RUflnzi DI nuTO dr fe
Una casa editrice di Lipsia ha pubblicato la fotografia d’una pagina d’una Bibbia abbruciacchiata. — Il 30
agosto 1860, il pastore Federigo Monod predicava a
Sainte-Foy, quando entrò una frotta di fanatici che gli
presero la Bibbia e gliela bruciarono sotto gli occhi.
Il Monod raccolse tra le ceneri gli avanzi dell’ unica
pagina rimasta ; vi si leggevano ancora chiaramente da
un lato I. Pietro 1,21-23, da l’altro I. Pietro II, 19-21. —
Felice Bungener narra che, dopo un consimile auto da
fe avvenuto assai prima, a Parigi, imperante la marchesa di Pompadour, il pastore Paolo Eabaut raccolse
da le ceneri tra gli avanzi d’nn Nuo|o Testamento una
pagina piena di confortanti parole. Un opuscolo edito
da la casa Giulio Pertz di Barmen narra come un conte
ungherese avesse fatto ardere una Bibbia dopo averla
infilata nello spiedo d’ un girarrosto, tra l’ilarità dei
commensali avvinazzati. Non ne rimase che un brano
annerito, il quale conteneva il versetto I. Pietro I, 23.
(Dal Christianisme an XX Siècle).
Come si conoscerla Bibbia!
Certi giornali della cattolica Lorena hanno parlato
delle nozze di Canaan e dell’epistola di S. Paolo ai
« Jacobéens ! » Un periodico di Lipsia ricorda degli
statisti che parlarono delle < sette vergini pazze » e
che attribuirono al poeta Goethe delle sentenze uscite
da la mente di S. Paolo! Il pastore Fliedner di Madrid cita granchietti consimili dovuti a oratori del
parlamento spagnolo : tra gli altri, un ministro di
stato confuse l’Ecclesiaste con l’Ecclesiastico. (Dal
( 'hristianisme).
La più antica e^posizion« uoiversak
Si credè che la prima esposizione quasi universale
siasi fatta nel 1569 a Norimberga. È un errore. Il libro d’Ester riferisce (capo I, versetto 4) d’una esposizione veramente universale, che si fece nei palazzi
reali di Susa, regnando Assuero. Questa esposizione
comprendeva le ricchezze di 127 province da l’India
all’Etiopia, e durò sei mesi. (Dal Christianisme).
riBrOLÌTANALFABETI
In Austria, per più anni, i Gesuiti (così narra il
Christianisme) pubblicarono un calendario senza....
caratteri tipografici. Premeva loro che gli analfabeti,
pur restando analfabeti, sapessero però quando ricorrono le feste del santi. Rosegger descrive uno di
questi calendari de’ bèi tempi andati. E’ tutto a figure, come i geroglifici egiziani. Un bambinello indica il Natale. Ùn mucchio di sassi, il martirio di
Santo Stefano. Un cavallo focoso, il giorno della conversione di S. Paolo. Una colomba, la Pentecoste.
Poiché purtroppo ci sono ancora degli analfabeti
nel mondo, la Società di temperanza di Berlino ha
pubblicato di recente in 10 incisioni la biografia d’un
ubbriacone. — Qualcosa di simile è stato fatto anche
in Cina ; ove per via di vignette si racconta la vita e la
triste fine d’un fumatore d’oppio.
Cd la rnniDl'a danneggiati, inviateci subito
UB ili uUIIIBIQ il saldo del vostro abbonamento.
4
LA LUCE
SIMPATICI SOCIALISTI
Ve ne sono dovunque. Tra i più simpatici noto il
nostro Prampolini, il belga Vandervelde e il francese
laurès. Sono anime non lontane dal regno di Dio (ado¡péro questa locuzione nel vecchio senso, il solo che
regga esegeticamente). Del laurès, per non parlare che
■di lui — L. A. Gervais nel Protestant scrive : « Per
il suo metodo, è più vicino a noi di tant’altri nomini
politici che pur sembrano meno lontani ». E il Gervais
■dita splendide parole del laurès, il quale ha ánche detto
•che € il nome .di Dio non gli fa paura ». Sentitele :
■« Ai maestri, che pur vogliano considerar le cose sotto
un aspetto razionalistico e scientifico, tocca di non lasciar mai intenderfr ai loro alunni che la scoperta di
alcune leggi fisiche e chimiche basti a dar la chiave
del mistero del mondo. Il mondo e la vita suscitano
innanzi alla mente umana problemi formidabili »...
Del metodo che le teorie socialiste devono seguire,
il laurès ha detto : « La trasformazione fondamentale
d’una società non può essere che progressiva » e non
,^ià come « uno scoppio improvviso e vulcanico ».
Sottoscriviamo con tutta l’anima a questi pensieri.
Anche noi sospiriamo una « trasformazione fondamentale » e duratura dèlia società.
Siardineffi per gli operai
A Strasburgo una Società filantropica compra tersreni e li trasforma in centinaia di giardinetti per famiglie d’operai. A Lipsia il medico Sehreber, con l’aiuto
di benefattori, ha costituito 5 mila di tali giardinetti.
Un periodico tedesco di agricoltura li descrive : e pare
che siano veramente belli e forniti anche di attrezzi
per la ginnastica.
Zucchero z cioccolata invece di alcool
In Alsazia-Lorena (leggiamo nel Christianisme) c’è
uno spaccio di liquori ogni 181 abitante. Si spende
per vino, birra, eoe., 143 milioni di marebi. Si capisce
come gli amici dell'operaio cerchino di fondar nuovi
caffè di temperaltiza. Le bevande alcooliche non dànno
al corpo nè forza nè calore. Gli esploratori polari, gli
alpinisti, i lottatori vi sostituiscono adesso un po’ di
zucchero o di cioccolata. Durante le marce forzate, gli
ufficiali dell’esercito germanico si servono d’una cioccolata speciale che si fabbrica a Colonia* e ohe vien
chiamata « Manoeverschokolade «. Napoleone usava
cioccolata durante la famosa aspra campagna dell’inverno 1812.
La nostra ioquktudine 50ciak
Con questo titolo, Elia Gounelle pubblica un lungo
articolo nella Vie Nouvelle; il quale è un caloroso
invito all’azione. Egli mira a « un ordinamento^dei
cristiani sociali, per un'azione che sia al tempo stesso
politica, economica, morale e spirituale : per un’azione
cioè che valga ad evangelizzare >.
Noi che non portiamo il nome di < cristiani sociali >,
perchè questo nome non dice tutto il nostro ideale
(che del resto è anche l’ideale del Gounelle), noi che
tuttavia siamo cristiani sociali, perchè ci sentiamo con
tutti gli uomini senza distinzione figli d’uno stesso
Padre e discepoli di Gesù Cristo, applaudiamo alle
parole del Gounelle e facciam voti perchè il prossimo
congresso di Besançon, ch’egli va preparando, riesca
mirabilmente efficace.
Le missioni, apolooia del Cristianesimo
Sotto questo tìtolo, Th. R. nell’ ultimo numero dell’Evangéliste, periodico settimanale che il venerando
pastore Lelièvre pubblica da moltissimi anni, ha scritto
un bell’articolo, in cui fa vedere come le missioni evangeliche tra i popoli pagani costituiscano una vera apologia del Cristianesimo; in quanto che le missioni hanno
.provato e provano di continuo la verità di questi tre
grandi fatti : 1) il sentimento religioso è un sentimento
universale; 2) lo stesso dicasi del sentimento di peccato ; 3) la perfetta efficacia della redenzione in Cristo.
Non occorre esser predicatori
Un pastore aveva nella sua chiesa un uomo incredulo del tutto. Avvistosene, procurò di far una serie
di discorsi che servissero a quella pecorella smarrita
specialmente. Figuratevi con che gioia apprese che
quel tale s’era finalmente convertito. Si sarà convertito — pensò — in grazia della mia predicazione ; e
andò a fargli visita. Ma lasciamo che parli il pastore
stesso : « Quanto fui sorpreso ed umiliato, quand’egli
mi disse francamente che nessuno dei miei sermoni
gli aveva commosso l’anima quanto il fatto seguente.
Domenica scorsa — egli disse — uscendo dal tempio
mi ritrovai a caso a fianco di una signora vecchia,
che a un tratto sdrucciolò e sarebbe certo caduta, s’io
non l’avessi prontamente sorretta. Mi si mostrò riconoscentissima, e, dopo avermi ringraziato, soggiunse
con tanto calore, con tanta commozione e con tanta
bontà, che le sue parole mi scesero in fondo al cuore :
« Lei è stato tanto gentile con me. Permette che le
domandi se il mio grande, il mio migliore amico, il
Signor Gesù, sia anche il suo? » Queste parole, e più
ancora l’espressione felice e il radiante sorriso che
le accompagnarono mi persuasero della realtà delle
cose e mi suscitarono il desiderio di possedere 1’ « amico migliore » di cui quella buòna cristiana m’aveva parlato ». (Da Good Words).
L'JBJVANGELO IN MINIATURA
Cosi chiamava Lutero il versetto 16 del capo III di
S. Giovanni : « Iddio ha tanto amato il mondo, che ha
dato il suo unigenito Figliuolo, affinchè chiunque crede
in lui non perisca, ma abbia vita eterna ». In questo
versetto c’è infatti l’essenza dell’Evangelo — 1) C’è il
movente della redenzione ; « Iddio ha tanto amato ». —
2) Il modo della redenzione : Dio « ha dato il suo unigenito Figliuolo ». — 3) Il fondamento della redenzione : un sacrifizio, il sacrifizio del Figliol di Dio. —
4) Lo scopo della redenzione, scopo dupilice : la salvezza in senso negativo e la salvezza in senso positivo;
a) « non perisca » ; b) « abbia vita eterna ». — 5) Unniversalìtà della redenzione : « Chiunque ». — 6) Il
messo umano della redenzione : la fede, la fede personale, « operante in carità », santificante : « chiunque
crede!... »
AVVISI UFFICIALI
Distretto delle Valli Valdesi.
Il pastore B. Soulier, presidente della Commissione
esecutiva, annunzia che la conferenza di questo nostro
primo Distretto si adunerà, piacendo a Dio, in Torino
il 1. di giugno alle 10.
Distretto Siculo.
La Conferenza distrettuale sicula è convocata per il
25 maggio a Palermo (36, via Macqueda). li culto di apertura — ore 10 ant. — sarà presieduto dal sig. Enrico
Corsani di Vittoria. Si ricorda a coloro che non volessero acquistare le tessere di L. 10 per ottenere il
ribasso ferroviario che, essendo il 26 (Corpusdomini)
giorno festivo, la dnrata dei biglietti di andata e ritorno presi il 25 si estende alla mezzanotte del giorno 27.
L. Rostagno.
La Direzione della Luce vivamente prega i futuri
Seggi delle varie Conferenze di procurarle sollecitamente succosi e rapidi resoconti delle medesime. Non
multa, sed multum.
VALLI VALDEiSI
Frali. — Domenica 29 corrente, elezione del nuovo
pastore.
Torrepellice. — UEcho des Vallées e l'Avvisatore
Alpino hanno pubblicato ampie e briose relazioni intorno all'annunziato banchetto offerto al comm. Dr.
C. A. Tron.
— Quei due periodici elogiano assai le belle conferenze Luzzi.
— Domenica scorsa, nell’Aula magna del Liceo pareggiato, conferenza su la temperanza (oratore il pastore Broux, agente generale della Società francese
della Croce Azzurra).
— Tre alunni del Ginnasio-liceo, le signorine A
Paquet, P. Honegger e il signor A. Davyt, hanno conseguito presso l’università di Torino il diploma di
lingua francese. Congratulazioni 1
— La festa di canto pei fanciulli delle scuole domenicali è rinviata al 19 corrente, ore 10.
CROWj^CHEm TORIKESE
È uggioso ripetere sempre la stessa cosa. Resti dunque inteso una volta per tutte che molte delle notizie che compariranno in questa rubrìca verranno
desunte dal periodico il Lien ohe si pubblica a Torino.
— Il giorno di Pentecoste, al culto di lingua francese, fu cantato un coro di Hauptmann.
— Faceva tanto freddo a Torino, che ci si proponeva di accendere il calorifero, quel giorno 1 ■
— Le iscrizioni all’Opera Balnearia G. P. Melile
sono state chiuse col 30 aprile scorso.
— Diciassette bambini prenderanno parte alla Squadra marina pagante.
— Il 26 corrente, gita primaverile di coloro ohe son
‘»ella primavera della Vita e anche di coloro che han
viste già tante primavere.
— Si invitano le famiglie ad ospitare i 60 membri
della prossima conferenza distrettuale (v. Avvisi ufficiali).
Herbert Nicol, pastore a Milano, predicò in inglese, nel tempio di Torino, lunedì passato.
— La relaziono annua (1909-1910) della Chiesa di
lingua francese è testé uscita in veste elegante, e riassume notizie già note ai nostri Lettori. Ci restringeremo a dire ohe questa chiesa ci fa l’effetto d’essere
veramente prospera così dal lato economico come dal
lato spirituale.
J)a le antiche province
Sanremo — (Remopolitanus) Lunedì 2 maggio il
nostro pastore tenne una pubblica conferenza su :
. il Gesù della storia e il Cristo della fede alla luce
della scienza e della filosofia moderna. » II tempio
era gremito, fin nella galleria sovrastante, da un pub- •
blico colto ed attentissimo. La conferenza fu di carattere apologetico, e l’apologia poggiò su fondamento
immanentistico. L’esposizione culminò nella parte della conferenza intitolata . Il Rivelatore.. La parte più
personale di essa fu nel modo d’impostare la dimostrazione dell’assertò che il Cristo è « l’assioma della
perfezione umana ; » asserto che può parere ai superficiali molto semplice ed ovvio, ma la cui dimostrazione (voglio dire una dimostrazione degna di essere
chiamata tale) é cosa ardua. Per questo — e per la
sua capitàle importanza apologetica — richiede che
vi si fissi, più che in passato non si sia generalmente
fatto, l’attenzione dei pensatori cristiani e degli apologisti.
A completare l’opera incominciata con questa comférenza, il pastore ne terrà tra breve un’altra intitolata ; « Cristo Salvatore, alla luce della scienza e della filosofia moderna. • Sarà anche questa, com’è implicito nel titolo, una conferenza apologetica. A prova
dell’interessamento del pubblico in queste conferenze
diremo come il pastore venga continuamente stimolato da persone colte, estranee alla Chiesa, a continuare la trattazione di simili argomenti, ed alcuni
segnalano in anticipazione a lui questo o quel punto
che pregano di toccare per rispondere alle loro preoccupazioni intellettuali o bisogni morali.
Nella cittàj^i fiori
— (T. L.) La festa di Pentecoste è stata un giorno
di letizia per la chiesa dell’Oratorio (Via Manzoni) :
sette giovinetto vennero ammesse alla S. Cena. Il discorso, particolarmente rivolto alle catecumeno, nel
quale il pastore Rochat insistette sull’ importanza
dell' impegno ch’esse stavano per prendere dinanzi a
Dio e alla sua Chiesa, riuscì molto pratico e edificante anche per tutto il numeroso uditorio. E numerosa fu pure la partecipazione alla Sacra Mensa, che
tenne dietro al Ricevimento. Voglia il Signore benedire le nuove sorelle e farle crescere nella grazia e
nella conoscenza del Salvatore.
(Ico) — La sera del 10 maggio, nell’Aula della Facoltà
Valdese di Teologia, il pastore Campbell Wall, dinanzi ad un pubblico non troppo numeroso ma distinto,
ha dato una conferenza sul « Battesimo e l’Archeologia
cristiana nei tre primi secoli. »
Ci sono così passate innanzi agli occhi, in una serie di
belle proiezioni, le prime rudimentali rappresentazioni del battesimo quale noi le troviamo nelle catacombe romane specialmente, rappresentazioni che ci
lasciano supporre che quel rito religioso si facesse
in genere per immersione -— completa o parziale.
Accanto a queste riproduzioni il cui significato subito si afferra, il conferenziere ne pose un’altra serie,
la cui interpretazione riesce più difficile in quanto
siamo in pieno simbolismo cristiano e solo gli iniziati sono in grado d’interpretarle.
La conferenza, svolta in modo obiettivo, seguendo
un metodo scientifico, artistico e religioso ad un tempo, fu applaudita.
— Apprendiamo che, « a motivo di lavori importanti ohe si stanno compiendo nello stabile del Palazzo Salviati », l’annua fiera di beneficenza pro Scuole
(educatorio popolare, classi serali di lingue, riunione
di cucito per le madri popolane) è rimandata al mese
di novembre.
— Nella Foce, che si pubblica in Firenze, è comparsa una polemichetta tra l’ex abate Salvatore Minocchi e il sacerdote prof. Umberto Fracassini intorno al costui recente libro : « Che cos’è la Bibbia P »
Probabilmente c’è torto da le due parti; in quanto
che il Minocchi, nella sua olimpica infallibilità critica... dommatioa, insiste per la ennesima volta nella
sua smania demolitrice ; e in quanto che il Fracassini sinceramente persiste a credersi libero sotto il
dominio teocratico papale che soffoca ogni libertà di
pensiero e di coscienza.
Hnrnf 3 Tint Rochester N.
IliUl» H» vllll Y., America) riceve abbonamenti alla Luce. ■ i
5
LA LUCE
Istituto delle diaconesse in Firenze
A tutte le famiglie evangeliche residenti nella Città
dei Fiori è ben noto l’Istituto femminile di Via Santa
Monaca, diretto dalle diaconesse di Kaiserswerth. La
sua fondazione risale al 1860, agli albori della libertà
in Toscana, ed è dovuta alla coraggiosa iniziativa del
celebre filantropo Teodoro Flledner. L’Istituto conta
quindi 50 anni di una benedetta attività, e quasi 20iXl
giovinette hanno trovato tra le sue mura istruzione
ed educazione.
L’istruzione, svariata nelle numerose discipline d’insegnamento, con particolare sviluppo dato alle lingue
e letterature moderne; l'educazione, non quella della
scuola senza Dio, non la morale laica, ma l’educazione
ispirata dal Vangelo, posto a base di tutto l’edifizio.
Educazione religiosa dunque, ma senza strettezze e
senza settarismo, che anzi essa viene impartita ad alunne di confessioni ecclesiastiche diverse, le quali
trovano in tal modo nella scuola una lezione pratica
di tolleranza. Quanti genitori evangelici desiderosi
che le loro figlie avessero, non solo la mente ornata
di svariate cognizioni, ma che trovassero nella scuola
un integramento dell’educazione domestica, avrebbero
in vano cercato un altro asilo così sicuro, come la casa
di queste pie diaconesse tedesche.
E’ stato quindi naturale che lunedì 9 corr., per la
commemorazione religiosa del Cinquantenario, un numeroso pubblico di amici, di genitori e di antiche
alunne riempisse la Chiesa Americana, attigua aiITstituto, per rendere un concorde e sentito omaggio
di riconoscenza a queste benemerite educatrici delte
gioventù. La cerimonia semplice e solenne al tempo
stesso, allietata da canti e cori in linlgue diverse,
riuscì degna dell’opera che volevasi commemorare.
Il pastore tedesco Disselhoff, il cui padre accompagnò le prime diaconesse sulle rive dell’Arno, elevò
gli animi del numeroso uditorio al Datore d’ogni
grazia, e disse delle circostanze che condussero alla
fondazione dell’Istituto ; mentre il pastore Iselin, delia
Chiesa Svizzera, ricordò i principali insegnanti che
vi collaborarono. Il dott. Tony André, con brevità e
chiarezza, espresse i principii d’istruzione e d’educazione che sono alla base di questo Istituto. Parlarono
ancora due pastori valdesi ; il signor O. dalla con accento commosso si fece interprete della gratitudine
dei genitori delle allieve passate e presenti; il signor
G. Rochat portò il saluto delle Chiese Evangèliche Fiorentine. L’ing. E. Bianciardi, già insegnante nelle
scuole come suo padre e suo fratello, terminò colla
preghiera.
Nei giorni seguenti le buone diaconesse, che sanno,
nell’educazione ohe impartiscono, unire all’utile il dilettevole, diedero un riuscitissimo intrattenimento,
nel quale le allieve recitarono nelle quattro lingue
che vengono loro insegnate.
Alla veneranda suora Elisabetta Hammer, che da
ben 43 anni dirige l’Istituto, venne offerta a nome
delle antiche alunne una bella pergamena-ricordo,
insieme ad un ricco dono.
E anche da queste colonne giungano a codeste umili
e fedeli serventi del Maestro, le quali con cura veramente materna hanno educato tante giovinette vaidesi, sentiti ringraziamenti per l’opera compiuta, caldi
auguri di benedizioni celesti, premio e corona delle
fatiche, e voti sinceri per la crescente prosperità del
loro, benemerito Istituto. T. Longo.
Abbiam ricevuto su questo stesso avvenimento una
relazione del signor O. dalla, che non possiamo naturalmente pubblicare. JV. d. D.
gronachetta Romana
Domenica scorsa, giorno di Pentecoste, vi fu, in
questo nostro tempio valdese di "Via Nazionale 107,
l'ammissione di 14 persone alla chiesa. La cerimonia
riesci, come per solito, assai edificante.
— Nel pomeriggio, passeggiata sociale indetta dall'Associazione della Gioventù. Itinerario : Arco di Costantino, via Ardeatina, abbadia delle Tre Fontane.
— Lunedì alle 20, 30, il sig, Catalano tenne presso
l’Associazione stessa una conferenza su « lo spirito
dell’Islam. >
— Togliamo dal Giornale d'Italia ;
« Presieduta dal consigliere provinciale per il I mandamento di Roma, avv. Camillo Giuliani, nella sede
dell’Associazione dei processati e condannati politici
del governo pontificio, si è riunita la Commissione
provvisoria composta di Consolani, Malatesta, Farina,
Salvatori e Manfrini, nominata da detta associazione
per la formazione del Comitato, a cui affidare l’àzione
per la erezione della colonna commemorativa dell’abo.
lizione del Tribunale del S. Uffizio, decretata dal governo triumvirale romano, con deliberazione del 28
febbraio 1849..
Svizzepa, Bznnaaia, Scamlinagia °.;f.
Xwce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, presso il
eig. O. Wanner, Konigstrasse 35, Stuttgart {Germania)
L*antialcoonsmo^d divezzano
Il Corriere della Marsica, che vedo la luce ogni
settimana ad Avezzano, dà un’ampia relazione intorno
alla bellissima conferenza che il prof. Roberto Valentini tenne presso la Società operaia contro quel terribile nemico dell’uomo che è l’alcool. Applaudiamo
alle parole del nobile oratore.
Corriere ^icu/o
Leggiamo nell’X'm Nova di Caltanissetta: € Durante
alcuni giorni di questa 2.» metà del mese p., nella
chiesa evangelica (15, Via Maida) un corso di conferenze religiose fu tenuto dal Pastore evang. di Catania e dal nostro di Caltanissetta con grande interesse di molti uditori in gran parte cattolici romani ».
OLTRE LE ALPI E I fldRI ^
Svizzera
Losanna. -- Il 17 e 18 corrente, la Sezione vodese
della Società pastorale si è adunata ed ha trascorso
due giorni in c studi teologici e pratici >. Visita al
Bagno penale, ove Emilio Favre, direttore del Bagno
stesso, ha proferito un discorso- Visita all’Asilo di
Aubonne per epilettici. Fra gli argomenti trattati è
anche l’impiortantissimo tema dell’< aleoolismo ».
Ginevra. — Questa Società pastorale s’è adunata;
ha ammesso nuovi membri, tra cui il pastore italiano
Carmagnola, e si è occupata del gran problema delPalcoolismo (relatore Rochedieu).
— Il prof. Davide S. Schaff di Pittsl)urg (Stati
Uniti d’America) ha offerto all’università di Ginevra
una copia della sua grande opera in cinque volumi
su la < Storia della Chiesa cristiana », con una magnifica dedica, in cui augura che il motto ginevrino;
€ Post tenebras lux » (Dopo le tenebre la luce) abbia
a verificarsi sempre più. Lo Schaff era stato in luglio scorso — iu occasione delle feste calviniane —
eletto dottore onorario da quella università.
—- Il 17 corrente, nella sala della Riforma, conferenza del prof. G. Fulliquet sul tema: < Educazione
e protezione dell’infanzia ».
Chexbres- — I noti convegni cristiani non si terranno più a Chexbres, ma a Morges, che più di
Chexbres trovasi in comunicazione con le vàrie città
svizzere.
Basilea. ^ La Chiesa cattolica romana che ha già.
tre templi (Santa Chiara, S. Maria, S. Giuseppe) in
questa città cristiana evangelica, sta per edificarne
un quarto nel quartiere di Gundeldingen, socialmente abitato da impiegati delle strade ferrate.
Zurigo. — Dal 13 al 15 giugno, si adunerà a Zu
rigo la Società pastorale svizzera. Alle 20 del giorno
13, solenne radunanza al < Grossmiinster : » parlerà
il Eutter autore dei libro < Nous, les pasteurs ».
Nelle sedute successive si udiranno discorsi di Arnold Meyer professore all’università zurighese, di
Max Ruetschi pastore a Stettlen (Berna), di J. Ràccaud pastore a Aubonne (Vaud), di K. Pestalozzi di
San Gallo e di J. J. Graff di Schwelbrun. Tra gli altri, si tratterà anche questo tema : < Aleoolismo e
cura d’anime ».
— Nel Cantone di Zurigo sono vacanti 10 posti di
pastore.
Francia
Parigi. — Franck Escande, che è per partire missionario allo Zambesi, sarà consacrato questa sera
nella cappella Taitbout (rue de Provence). Al culto
presiederà L. Aubert, professore alla Facoltà teologica indipendente di Neuchâtel. Parleranno del pari
il Boegner, direttore della Casa missionaria, E. Escande, missionario a Madagascar, padre del candidato»
e poi — come d’uso -* il candidato stesso.
— Domenica prossima all’Unione cristiana della
Gioventù (14, rue de Trévise) conferenza di Giovanni
Blanquis su < lohn Williams », che fu uno dei * precursori dell’odierna Epopea missionaria ».
VersaUles. — Agli « Ombrages » (10, Porte de Bue)
domenica e lunedì passati, studentesse e studenti
cristiani evangelici delle scuole secondarie di Parigji
convennero ad udire conferenze destinate ai giovani.
Presiedeva il prof. Raoul Allier. Temi trattati: 1)
« Alcune esperienze intorno alle relazioni ohe passano tra morale individuale e ambiente sociale t
(oratore; Maurizio Gayant, studente di scienze naturali); 2) « Un terreno d’esperienze religiose ; là
missione del Lessuto » (pastore Federico Dumas); 3Q
« L’esperienza religiosa e il metodo storico » (prof»
Enrico Monnier); 4) « La viltà degli uomini perbene » (Samuele Cornut, letterato).
Davion. (Passo di Calais). —- E’ stata costruita
una cappella cristiana evangelica sur un’area gentilmente offerta da la società delle miniera Così, la
Vie Nouvelle ».
Tresool. (Gard) — Il 4 maggio corrente, vi fu
un’adunanza di pastori e di laici ( « retraite pastorale »). Importanti e edificantissimi discorsi — dice
il Protestani — di Néel (tema ; ‘‘ Introduzione all’epistola ai Gaiati,,), di Babut (“Necessità dell’evangelizzazione individuale „ ), di Atger ( “ Le scuole domenicali ,, ), di Cabanis ( “ Tutti testimoni del Signor
Gesù Cristo I „ ),
Boqueoourbe. — La signorina Monsarrat, pronipote di Lanthois intrepido ‘ pastore del deserto »,
ha donato un’ingente somma per la costruzione d’un
presbiterio.
Germania
Berlino. — La signorina Margherita Dittmer, agente della Società centrale germanica per la protezione dell’infanzia, fa un’opera ottima. In tre soli
mesi ha potuto rendersi utile in 604 casi diversi.
— Una volta l’anno, 1200 sordomuti di ogni parte
di Germania convengono a Berlino a udire — o piuttosto a “ vedere „ (come dice il “ Christianisme „ ) —
un sermone è a celebrare insieme la Santa Cena o
comunione.
Prancoforte, — A ' detta del “ Christianisme, „ il
solo fòglio religioso di lingua francese che veda la
luce in Germania è il “ Raliiement „ (direttore ; il pastore C. CÒrrevon di Prancoforte sul Meno).
Stoccarda. — Gli editori Greiner e Pfeiffer hanno
ormai pubblicato in 6 formati diversi le poesie del
pio pastóre Gérok intitolate “ Foglie d’ulivo. „ Il
prezzo varia da 3 a 18 marchi. I 4 primi formati
comprendono Ciascuno da 406 mila a 420 mila copie.
I 2 altri'fórmati hanno avuto 116 edizioni l’uno, 130
l’altro. In tutto 2 milioni di copie.
- Liissemburg-o
, Neudorf, — B. Pintb ha pubblicato una Vita di
Gesù Cristo in esperanto, combinando insieme i
quattro Vangeli. Ecco il titolo ; “ lósu Eristo, sa biografío sezu’nl la quar Evanzelyi „. — Si sta traducendo la Bibbia in questa lingua.
Inghilterra
Trentaquattro missiouari sono partiti o ripartiti
per il loro càmpo di lavoro. Undici di essi ci vanno
per la prima volta.
— La società Biblica britannica ed estera ha pubblicato una bella edizione della Bibbia francese (versione Segònd) con riferenze ece. ecc. Si tratta d'una
novità ; ebè, fin qui, detta Società non aveva pubblicato ohe là versione Ostervald meno buona di quella
del prof. Segond.
Svezia
Stoccolma. — La Luce ha già parlato della festa
celebrata da l’Associazione cristiana della Gioventù
di Stoccolma in ricorrenza del 25. anniversario della
sua fondazione. Aggiungiamo ora le seguenti notizie.
Alla festa, oltre al principe reale Oscar Bern adotte,
intervenne anche l’erede al trono principe Gustavo
Adolfo reggente del regno in assenza di Gustavo V,
accompagnato dal principe Carlo fratello del re e da
la principessa Ingeborg sua cousorte. — Si è inaugurata una nuova ala dell’edifizio unionista; il quale
costa complessivamente 850 mila corone, pari a 1 milione « 190 mila lire; e comprende, tra le altre cose
importanti, 50 camere da letto (che si dànno per da 2 a
7 corone il giorno), un caffè, una trattoria di temperanza, bagni, ascensore, luce elettrica, calorifero, ecc.
Stati Uniti
Le Associazioni della Gioventù prosperano negli
Stati Uniti e nel Canadá. Nel 1909 la Unione di Victoria raccolse per un nuovo stabile 500 mila lire.
Quella di Halifax, per lo stesso scopo, 340 mila lire.
L’Unione di Montreal possiede fin d’ora 1 milione e
mezzo, a cui devesi aggiungere un altro milione e un
quarto, ricavato della vendita dell’ antico stabile.
L’Unione d’Ottawa ha uno stabile che vale un milione e mezzo.
New-York. — E’ morto il redattore del . Christian Herald », Era un gran filantropo. Dispensò
160 milioni agli affamati della Russia, dell’India, della
Cina, del Giappone, della Svezia e della Filandia.
Nel 1896, quando la carestia infieriva nell'India, vi
mandò una nave carica di frumento pel valore di
20 milioni. Di poi fu egli stesso nell’India, quando
faceva strage la peste, e vi dispensò 2 milioni e 800
mila lire, e si offerse di mantenere 5 mila orfanelli.
(Da la « Vie Nouvelle »).
Canadá
Il Canadá, ohe per origine è paese essenzialmente
cattolico romano, va sempre più perdendo questo suo
carattere. Già ùieei anni or sono, i Cattolici — secondo il Téntoignage — non costituivano che il 41
per cento. Oggi, il Canadá comprende 7 milioni e
350 mila abitanti, di cui 4 milioni e 332 mila cristiani evangelici e soli 3 milioni cattolici romani.
Messioo
Mexioot — La Società delle Strade ferrate ha largito all’Unione della Gioventù 150 mila lire per la
costruzione d’una sede unionista.
6
LA LUCE
1 Yaldesi di Mérindol (Provenza)
Il pastore Chapal scrive al BuUetin de la Mission
Intérieure :
« Non vorrei lasciare Mérindol prima d’aver accennato a un breve pellegrinaggio che noi facemmo alle
rovine dell’antico villaggio, i cui abitanti furono trucidati dal crudele barone d’Opède. Percorrendo quelle
strade dove i rovi vigoreggiano tra le nude rocce
emergenti, contemplando quelle volte che han resistito al morso dei secoli e che un tempo udirono la
lettura della Bibbia tradotta da Roberto Ollvétan, contemplando que’ muri sconnessi e cadenti, si prova un
senso inesprimibile di tristezza, al ricordo delle tragiche scene di cui quei luoghi furono testimoni. E,
nell’allontanarci da quelle rovine, un sentimento di
gratitudine sale dal cuore a Dio, e vien fatto di ripetere le parole dell’ inno ;
« IIs ne sont plus, o Dieu ! ces sombres jours d’orage ! »
(Sono finalmente passati, o Dio, i giorni tetri dell’uragano !) ,
A piè del colle, ci fermammo a lungo a osservare
una pietra incastrata in un ni uro. Questa pietra, incisa da un qualche pio Valdese reca un sole e delle
nuvole. Una mano addita il sole, e sopra è una scritta
che dice: « suy la lumière » (segui la luce). Più giù
un’altra mano è volta a indicar le nubi, e vi si leggono accanto queste parole: • fuy la tenèbre » (fuggi
le tenebre). Io credo che questa pietra sarebbe degna
di figurare in un museo dell’Evangelismo ».
una stoHFiTTi mnmca uuBHOtE... ih fihhcia
Marco Sangnier, fondatore e anima del Sillon, ha presentato la sua candidatura alle elezioni politiche, nel
collegio di Batignolles (Parigi), ma ha avuto la peggio : 2273 soli voti su 12119 voganti. Le cause ? — Il
Sangnier è cattolico, Ma il guaio è che l’hanno combattuto perfino dei cattolici! Perchè? Lo si accusa —
quantu.nque ortodosso dell’ortodossia romana — di aver
stesa la mano d’ associazione ai non cattolici, ai cristiani evangelici e specialmente ai giovani delle Associazioni cristiane (evangeliche) quando si trattò di
lottare per la morale. Lo si accusa anche di modernismo, pel solo fatto che ammette revolnzione : del cattolicismo e la supremazia della coscienza. Molti vescovi
e specie l’arcivescovo d'Albi, mons.- Mignot, han perorato la sua causa, ma invano. I tenaci, i caparbfsòno
i laici, più papisti, non diciamo del papa, ma dei vescovi. Belle in ispecie le seguenti parole con cui l’arcivescovo d’Albi s'è studiato di difendere il povero Sangnier ; « Anche dopo la crisi del modernismo » ha detto
< è lecito di parlare della voce della coscienza, cb e in
ogni tempo, nella chiesa, fu chiamata la voce di Dio ;
dev’essere anche lecito di parlar d’evoluzione. Tutto
muta, tutto evolve qua giù, voglio dire tutto ciò che
è umano ».
Che brutta cosa la politica!
La Nouvelle Gazette de Strasburg ha fatto la seguente rivelazione: < Dopo l’annessione dell’AlsaziaLorena alla Germania, la Francia cercò di suscitare
nelle perdute province una resistenza contro il nuovo
governo. A tal fine Gambetta si mise in relazione con
Scheurér-Kestner e con un altro uomo politico tuttora
in vita dell’Alta Alsazia. Costui suggerì si ricorresse
contro il germaniSmo all’azione del clero cattolico...
Scheurer-Kestner si ribellò a quest’idea, facendo con
ragione notare ch’essa equivaleva ad abbandonare
l’Alsazia-Lorena in balìa del clericalismo. Gambetta
nondimeno pensava che di due mali si avesse a scegliere il minore! »... '
Se quel che dice la Nouvelle Oa&ette è vero, apparirebbe anche una volta che brutta cosa sia la politica I
Il curato di Eparges (Francia) abate Tripied ricusa
un funerale pomposo, perchè la defunta -— signora
Larché — non dava nulla pel danaro del culto. All’ora del seppellimento l’abate va solo soletto alla casa
mortuaria. Se uon che su l’uscio incontra il genero
della defunta, che gli dice : • Non s’incomodi : abbiamo
risoluto di fare un funerale civile ». (Dal Chrétien).
Fioritura di templi
La Croix — foglio cattolico romano di Francia —
canta glorie, pariando di templi che si stanno per costruire 0 per restaurare. Sarebbero 50 questi templi,
solo a Versailles e diocesi. In realtà — nota il prot
E. Donmergue nel Christianisme — le cose dei cattolici vanno maluccio ; tanto che nel 1907 il vescovo di
Versailles, mons. Qibier, iniziò nel suo periodico la
« Semaine religieuse » una colletta per l’erezione di
nuovi luoghi di culto e non riesci a raccogliere che
33.227 franchi.
Trenta jmlla^ peccati
Il professor Wahrmund di Innsbruck cita un libro
in cui un padre gesuita fa il seguente calcolo : < Noi
commettiamo in media 10 peccati il giorno, cioè 3650
l'anno (diciamo pur 3000) ; quindi 60.000 in 20 anni.
Supponiamo di riescir a redimere la metà dei nostri
peccati mediante preci e limosine: ci resta un passivo di 30.000 peccati da scontare in purgatorio. Secondo la rivelazioni avute dai santi, per scontare ogni
peccato veniale occorre un’ora di purgatorio. Perciò
un membro fedele, della Chiesa deve rimanervi 30000
ore, il che equivale a 3 anni, 3 mesi e 15 giorni. Bisogna dunque accorciare la punizione facendo dir
delle messe ». (Dal Chrétien),
Noi aggiungiamo : Pio IX — secondo la Chiesa
romana — non era dunque un « membro fedele », poiché è tuttora in purgatorio dopo 32 anni ! Infatti si
dicono tuttora messe di suffragio per lui I
BnustuBlt 8 il llatiiiano
Il dott. Juan Ortz Gonzalez manda un ammonimento
ai cristiani americani a proposito della mancata visita al Vaticano dell’On. Teodoro Roosevelt.
Secondo il dott. Ortz, non si tratta soltanto di nn
errore di tattica del Cardinal Merry del Val, ma di un
fatto premeditato destinato ad avere delle conseguenze
politiche della massima importanza.
Roosevelt non è un semplice privato. È il rappresentante, se non ufficiale, ufficioso del popolo americano, un capo riconosciuto del pensiero è della politica del suo paese. Se dunque si riusciva ad indurlo a
piegarsi ai voleri del Vaticano, chi non vede la dignità e l’autorità che sarebbero state conferite dà quel
fatto al papato in America?
Roosevelt è, in certo modo, debitore ai cattolici americani, poiché nè lui, nè il suo successore sarebbero
stati eletti senza il voto dei cattolici, che han votato,
come un sol uomo, col partito repubblicano. Si sperava quindi ch’ei si sarebbe ricordato il suo debito ed
avrebbe accondisceso a prestarsi ai desideri dei suoi
amici politici nel promuovere l’ascendente del Cattolicismo.
Oltre a ciò, non è più un segreto che il Vaticano si
prepari ad esercitare una sempre maggiore influenza
nella politica americana. Nel maggio dell’anno passato,
la chiesa romana, che era sin allora considerata, negli
Stati Uniti, come una chiesa missionaria, è stata posta sopra una base regolare, canonica, come in qualunque paese cattolico. Ci fu bensi un tentativo di protesta; ma il Cardinal Gibbone calmò ben presto i timori dei suoi amici americani col dire che il cambiamento consisteva, nel nome solamente e che, in fondo, le
cose erano, nel medesimo stato di prima.
Ma il Cardinal Gibbons sa perfettamente che le cose invece sono totalmente cambiate.
Ciò detto, chi non vede che il Vaticano ha, col suo
atto, cominciato a creare delle difficoltà all’ex Presidente e che i fedeli papisti saranno chiamati a dichiararsi apertamente ? Ed eccone la prova.
Il padre Eugenio Hannon di Washingtou, approvando la condotta del Vaticano avrebbe pronunziato, secondo la « Washington Post » del 6 aprile, queste parole significative ; « Mr. Roosevelt ha incontrato la sua
Waterloo... I cattolici d’America non sanno che far
si d’un uomo che tiene il piede in due staffe ; e sebbene sia stato il primo Presidente repubblicano che abbia avuto la quasi unanimità dei voti dei cattolici, tosto s’accorgerà che potrà fare più poco assegnamento
su di loro. »
È dunque evidente che l’incidente Roosevelt-Vaticano ha nn significato politico. Dovranno gli americani
lasciar fare sen^ muoversi ? Non diciamo che si debbano chiudere i conventi come ha fatto la Francia, o
perseguitare i frati e le monache come hanno fatto i
liberali di Spagna ; ma riteniamo che, a stare colle mani in mano ed a lasciar che quei signori istillino i loro principii di governo nella mente della presente e
delle future generazioni, sia nn tradire il proprio paese.
Mési sono, quando Francisco Ferrer fu suppliziato,
la stampa americana denunziò il fanatismo spagnnolo
e giustamente ascrisse il delitto al sistema di educazione dei frati e delle monache. Ma ninno pensò a ricordare che vi sono, negli Stati Uniti, dieci volte più
conventi che in Ispagna e cinquanta volte più scuole
pirette dai preti, nelle quali milioni di bambini ame
ricani imparano delle dottrine cosi pericolose che non
avrebbero potuto essere insegnate in Ispagna senza sollevare le più fiere proteste della stampa non ligia al
potere di Roma.
Perciò, quello che noi domandiamo si è che nelle cose di fede si conceda ogni tolleranza, senza persecuzione a tutte le chiese. In fatto di politica, libertà assoluta per ogni cittadino di seguire la sua ragione e la
sua coscienza, senza controllo di alcuna autorità ecclesiastica. E per parte di ogni buon cittadino, vigilanza
contro ogni tentativo di abbattere o minare quei principi fondamentali. Le scuole e la stampa, servano ad
istruire, a dirigere il popolo, ad ammaestrarlo in quei
sacrosanti diritti e doveri.
Pino Pini.
Nel 1810 e nel 1910!
Nel 1810, l’Asia e l’Affrica chiuse all’Evangelo. Nel
1910, tutte le contrade del mondo aperte. -- Nel 1810,
pochissimi cristiani evangelici in terra pagana. Nel
1910, 2 milioni, anzi 6 eoi catecumeni, e senza contare i cristiani morti nella fede durante questi cent’anni.— Nel 1810, un centinaio di missionari. Nel
1910, 22 mila. — Nel 1810, nessuna signorina missionaria. Nel 1910, 6 mila. — Nel 1810, la Bibbia tradotta
in 63 lingue. Oggi, in 500. — Nel 1810, la cristianità
evangelica dava 250 mila lire per le missioni. Oggi,
dà 120 milioni, — Nei 1810, punti medici missionari.
Oggi, 1000, i quali assistono 8 milioni di malati. —
Nel 1810, punti ospedali e punti orfanotrofi nel campo
delle missioni. Adesso, 400 ospedali e più di 500 orfanotrofi. — Nel 1810, nemmeno un solo pastore indigeno. Adesso, quasi 6 mila, oltre a 87 mila maestri
evangelisti e aiuti. — Nel 1810, alcune scuole. Oggi,
30 mila, con 1 mitìone e mezzo d’alunni. — Nel 1810,
nemmeno una tipografia. Nel 1910, 160, le quali pubblicano 400 periodici.
IN SALA m LETTURA
« Lodi, Preghiere e Cantici Cristiani » raccolti e
pubb. da G. Arbanasich. « Im Speranza ». Roma 1910.
L. 0,75.
Sono 80 inni, molti dei quali (un 30j perchè beilissimi e conosciutissimi — già
tanti cuori han scossi e inebbriati !
, .La me|à dei cantici, circa, è nuova di zecca, originale, e concorrerà all’edificazione dei cristiani.
w
iti dt
La Collezione « Calassi » della Prem. e benemerita
Tip. « Claudiana • si è arricchita di altri tre opusooletti popolari.
1. il « Cristianesimo Marianizzato » sotto forma
dialogica lumeggia la differenza, la voragine che separa il Cristianesimo dell'Evangelo dal Cristianesimo
del Papa! Lo leggano i signori,.. Confusionisti e smetteranno di rifriggere le solite e rancide sciocchezze
prendendo Roma per toma.
2) . il « Contadino sapiente » dimostra quanto sia
sviluppata la cultura religiosa del più umile operalo
che legge l’Evangelo al paragone di quella degli aristocratici imbellettati ohe curvano la fronte allo
scettro di Roma !
3) . il « Perchè non credi » Scuote l’alto sonno degl’indifferenti, degli atei, degli scettici, dei... farisei,
e, chiarita la nullità della giustizia umana nella
grand’opera della Salvazione, presenta la potenza
dell’amore di Dio e l’efficacia della fede in Gesù !
E. R.
Dna recente biografia di San Francesco
Sono molto lieto di poter segnalare ai Lettori della
Lnce, la traduzione di un’opera apparsa recentissimamente in Italia. E’ la « Vita di San Francesco d’Assisi » di Johannes Joerhensen, edita coi tipi della Libreria Internazionale Reber, di Palermo.
In ogni pagina di questo libro, scritto con intelletto
d’amore, brilla splendidamente lumeggiata la simpatica
e grande figura dell’asceta assisano : tutto i) lavoro è
diviso in quattro parti ; nella prima si assiste alle lotte
del Santo' e par quasi di combatterle quand’egli si sfòrza
di liberarsi dalla vita e dai pen-iieri mondani, e sente
la voce divina parlargli nell’anima, e finisce col riportare completa vittoria.
Ma Francesco col progredire nella spiritualità sente
che il Signore non alberga in templi di calce e di pietra,
ma in templi di sangue e di carne, templi viventi ed
umani : nella seconda parte del libro, l’A. tratta magistralmente della sua opera cerne costruttore di tali
templi, come evangelista.
Nelle due ultime, è esposto il rimanente della sua
vita e della sua attività fino alla morte.
7
Il libro merita proprio una speciale considerazione,
perchè non fa la storia aridamente, ma mette innanzi, al
Lettore circostanze, fatti, anime, risuscitando quei tempi
e facendo sentire, per cosi dir, i palpiti del uobil cuore
del protagonista e dei suoi compagni, d’ideali e di opera.
Le ultime parole della prefazione all’opera indicano
meglio di ogni altra frase l’indole ed il carattere di
essa e gli intendimenti coi quali fu scritta. « E affinchè una biografia di S. Francesco sia penetrata dallo
Spirito del Santo, deve — come dagli scritti dggli antichi frati — anche da essa poter trasparire il monito :
Fac semndum esemplar! ». Impara da Francesco che
gli ideali esistono, solo per essere attuati.
Una dotta introduzione dà esaurientemente notizia
delle fonti per la biografia del Santo e delle principali
opere moderne sull’argomento, fra le quali l’A. mostra
di tenere, e giustamente, in gran conto quella dell’illustre Sabatier.
Questi sono i pregi dell’opera, nè parranno pochi a
chi della materia e delle sue difficoltà abbia una conoscenza anche superficiale ; ma il libro ha anche qualche
difetto che doveroso accennare.
L’A. parla, per esempio (pag. 240), di « Cattolici
Valdesi », col quale nome accenna ai fuorusciti di Durand de Huesca.
Ora chi conosce un po’ la storia della nostra Chiesa
sa bene che i Valdesi nei tempi primitivi furono sempre,
e perfettamente, cattolici, non avendo mai Valdo mirato a fondare una nuova Chiesa o Setta, e che la loro
separazione non avvenne ufficialmente che al Sinodo di
Chanforan del 1532, e che, se di fatto avvenne prima,
non fu colpa dei Poveri Lionesi che, come una lettera
sinodale dice, uscirono « dalla Chiesa Romana, non tam
fngientes quam fugati, simili alla colomba che s’annida nelle rocce e nei nascondigli dei precipizi ». I separati poi, alla cui testa fu Durand de Huesca, conciliandosi col Papa, rinunciarono non solo ad esser Vaidesi, ma ci tennero a dimostrarlo, come risulta dalla
Epistola all’arcivescovo di Tarraga : « Noi abbiamo stabilito di portare il modesto abito religioso al quale eravamo abituati, con le calzature aperte in alto e fatte in tal
guisa che a prima vista si sappia in modo certo che noi
siamo separati dai Lionesi di corpo come lo siamo di
spirito, fino a quando essi non si saranno riconciliati
con la Chiesa ».
LA LUC:
Per queste ragioni non parmi troppo esatta ed op
portuna la denominazione de
Valdesi » per coloro che in
lungo tempo, i « Pauperes Cattolici »; una tale falsa
're qualcuno poco o nulla
credere che siano esistite
già nel 1184, Lucio III
errore di un anno nella
che le dottrine di Valdo
denominazione potrebbe indui
approfondito nella materia, a
due categorie di Valdesi.
A pag. 248 si legge : « Ma
aveva dovuto scomunicare Valdes e i suoi compagni,
quali ribelli all’autorità ecclesiastica e rinnovatori del
donatismo
Ora, prescindendo dal lieve
data, resta però da obiettare
essendo puramente bibliche, ison furono mai e poi mai,
neppure in menoma parte, donatiste. Valdo non pensò
mai ad oppugnare la Chiesa
contestarne la legittimità, e tanto meno nutrì dottrine
eterodosse come Donato aveva fatto. Il suo grido fu bi
blico ed apostolico : ubbidire a Dio anzi che agli uomini; la sua disubbidienza alla Chiesa fu quindi con
seguenza di retta attitudine d.i coscienza, non bramosia
di ribellione.
Se poi, come rA. riportando l’opinione dello Schmieder, « Francesco predicò Tamore di Cristo » e « Valdes
i comandamenti del Signore :
vrappieno della gioia dei figli
niva i peccati del mondo », se « Francesco radunava
intorno a sè quelli che desideravano salvezza e lasciava
gli altri andare in pace per la loro strada » e «Valdes
combatteva l’empietà degli empi e sferzava il clero »
la diversità non è tanto grande come parrebbe e come
Schmieder- giudica e si deve all’ambiente ed alle circocostanze diverse in cui i due mo'
e si svolsero ; Francesco, ebbe
papale e cattolico, Valdo la
zìone (1).
A pag. 253 mostra chiaramente l’A. una distinzione
recisa fra poveri Lionesi e Lombardi : se piccole diffe
renze e piccole scissure, ben presto eliminate, vi fm
rono, i due rami del gran tronco Valdese furono sempre
l’A. usata di « Cattolici
realtà furono, e non per
se « Francesco era sodi Dio » e « Valdes pu
ivimenti riligiosi nacquero
subito per sè il favore
diffidenza e la persecu
(1) Notisi dei resto che l’amore
rerOj ma è debolezza. Dio è amore
S. Francesco dunque doveva esser
senza la santità non è amor
e santità al tempo stesso,
sompletato da Valdo.
rN. d. D.).
profondamente e realmente uniti in guisa da non permettere tale divisione netta, la quale per ciò ci apparisce sommamente arbitraria.
Malgrado tutti questi piccoli nèi, che però sarebbero
da evitare accuratissimamente da chi scrive per le persone colte e studiose, e che rivelano la poca conoscenza
dell A. riguardo ai Valdesi, il libro non cessa di essere
veramente interessante, nuovo ed utile. ^
________________________Temistocle Citati.
LI5RI € PERIOmcr^Ìce\m
Vita, rivista quindicinale per il bene, N. 6 (15 aprile). —
Gazzettino di medicina sociale, N. 4 (28 aprile).
-Aubbonameati pagati:
1910
—■ Ensso Andrea —- Cozza Giovanni — Monaco Stefano __
Micheletti Michele — Un senza nome (Bordighera) — Hallweck
Carlo — Sabatier Paul — Viganò dott. Einaldo — Olivero
F. — De Euepprecht Teodoro — Chiarini Giovanni —
Kennedy James — Buffino Giuseppe — Garrou (pastore) —
Menusan Stefano — Signora Eeboul — Dott. Eilling _
Strang David — Matheond Jean B. — Ethel Bingham_Dal
Canto (Roma) — Cavalié A. (anche pel 1911) — Don Mazzocchi — .Henry W. Sanders — C. Comandi — Eiz à Porta
Giacomo — Lunati Luigi — Moraca Luigi — Valgolio Luigi
— Margiunti Pilade — Jannuzzi Giuseppo — Peyrot D. _
D’Ablaing — Dematteis Cosare — 0. Tugini — Greco M.
S. V. Ravì — Peri Vittorio Vicino Paul — Chiara Giuseppe
— Corsani Emilio — Bassi Caterina — Vinai G. —-D’Antona
Calamita G. (Continua)
Alia gioveniù chBj^iùe e si educa!
pencoli, mali
e lotte della vifa „
G. B. Paravia - Torino, 1909
F’rézzo di Catalogo L. 1,50
-----------o----------
L’Autore — per accordi fatti con la casa Editrice
concede agli acquirenti questi sconti;
Il 13 ®/o da 1 copia a cinque ; il 23 ®/o da 5 in più.
it
Rivolgere richieste, accompagnate dal relativo importo
al sig. Enrico Robutti. (Firenze) DOVADÓLA
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipo,gratia dell’Istituto Gould, Vìa Marghera 2, Roma
^oiio ÌìncuBo!
Proprietà riservata — Eiprodazione proibita
— Tutto il paese allora sarebbe impazzito : tutti, sapete, dicono quel che diciamo noi. Dovreste sentire...
<5’è perfino di quelli che hanno giurato di non metter
più piede in Chiesa, se le cose non cambiano...
— Hanno ragione — disse Àmandina riscaldandosi.
— Bisogna finirla, perchè, se si continua così, avremo
dell’altre disgrazie... e ne abbiamo avute poche quest’anno! La malattia di Don Angelo, tanti bambini
morti di scarlattina, il raccolto delle castagne e delle
noci più scarso del solito...
— E non dici nulla del Cardinale che non e venuto in campagna ? Anche questa è una disgrazia per
tanti, poveri che non hanno avuto le solite distribuzioni di pane...
— Certo ; e si sa bene, perchè il Cardinale non è
venuto al Sasso quest’anno...
— Sì, sì ; fra poco bisognerà scappare da Pietraviv.a...
— Oh, quanto a questo poi... faremo scapparejqualchedun altro prima...
Rachele non resse più :
— Ma ohi ? chi farete scappare, per amor di Dio ?
— disse affannata sentendo per un braccio l’ultima
che aveva parlato.
— Eh! Quella intrusa, quella pettegola, quella forestiera, che ci rovinerà tutti se non se ne va — rispose con mal garbo Àmandina liberandosi a forza
dalla stretta delia vecchia.
Fu come un lampo. Rachele credette d’aver compreso e sentì improvvisamente svanire la sua collera. -— Parlano di Domiti Ila — pensò —certo, certo
parlano di lei ! Che ne -abbia fatta qualcuna di
grossa ?
Cominciarono in quel momento a sanare a giubilo tutte le campane.— Dlin, dlon, <Jlan t Dlan,-dlan,
dlon, dlin, dlan 1 ! — Nel mattino grigio di dicembre
passavano sopra il presbiterio, sopra il villaggio, sopra
la campagna le note garrule, le note liete, e ridestavano alla gioia, promettevano là pace.
Ed anche il cuore della- buona vecchia contadina
s,aperse alla speranza. — Se fosse vero ! Se fosse vero !
— le cantava dentro una voce,
l’avessero finalmente conosci
che la mandassero via da que
simo tutti a godere quella pace
che arrivasse qui lei !
— Dlin, dlon, dlan 1 —esulta,
e con quelle, in accordo perfetto
bupna vecchia serva fedele.
S’udirono sulle scale dei pads:
tesero gli orecchi.
— E’ Don Pasquali ni — dis^i
a dire la prima messa: vero,
— Andiamo a vederlo — siij
via corsero nella sala da pranzo,
sul piazzale della chiesa.
Nella sala da pranzo c’era D(^:
e preparava la tavola per la
tadine la salutarono cordialmeh
sero alla finestra.
Don Pasqualini, il bel pretoà
di Pieve di Sotto, passò davn:
chi ancora imbambolati di sonii
freddo. Le vide e troncò a mq:
esclamare: « Buon giorno, buon
Quelle risero e gli guardarono
rito ; poi richiusa la finestra in
conversazione. E la conversazion
interessante, che le due ragazzq
lavoro che le aspettava in cuci
neppure di Rachele là quale v
fatta sull’uscio della sala da prah
sognata, guardò ad occhi spala
tre donne intente a confabular
mobile per cinque minuti, poi pia
in cucina ai suoi polli, alle suq
bassa, col cuore stretto. Non ca
legra canzone della speranza!
— Non parlavano di Domitilla
vano di Domitilla ! — ripetevi!
vera vecchia, presa a un tratto
dubbio. — Di chi dunque par i
due ragazze ? Di chi ? Me lo di:n
lo diranno 1 Bisognerà che una
tU’tto quest’imbroglio ! Io sola,
l’ÒBùurò ? Tutti sanno gFinteresài
me non si dice nnlla ? Sarà qu;
di quella maligna... Ab 1
Rachele lasciò cadere per terìt<
— Se fosse vero che
iuta, quella maligna, e
sta casa, e che ritornasdi cui si godeva prima
vano a coro le campane,
esultava il cuore della
li pesanti. Le ragaz^
le Nannetta — ohe va
Ijachele ?
iggerì Àmandina. — E
le cui finestre davano
imitilla, che spolverava
ima colazione. Le conite e tutte e tre si po
le grasso e rnbieondo
inti a loro cogli oco, rabbrividendo pel
zzo uno sbadiglio .per
giorno, belle ragazze! ».
dietro, finché fa spaia volarono fra loro una
•B divenne subito tanto
si dimenticarono del
:toa, e non s’accorsero
qdendole tornare s’era
,zo. Rachele, come trancati il gruppo delle
sottovoce. Stette là im,no piano se ne ritornò I
pentole, colla testa
ntava più in esso l’al
dunque ! non parlaa sè stessa la podallo sgomento del
avano dianzi quelle
'anno ora; subito me
buona volta si scopra
sola devo essere aldel presbiterio, e a
alche altra birbonata
if; «f.
Io
'B il-coltello eoa eai
stava sbucciando una patata ; poi anche la patata le
sfuggi di mano»
-— Ahi se fosse... se fosse...
Povera Rachele ! eominciava a farsi la luce nel suo
cervello un po’ ottuso di vecchia montanara...
— Oh, Signore, Signore — esclamò battendosi la
fronte. — Ma che sarà successo? Ohe avrà inventato
quella birbona
La voce di Àmandina di fuori diceva in quel pnn to :
— Arrivederla fra poco, signora Domitilla.
— Preghi la Madonna che faccia il miracolo davvero — soggiunse Nannetta.
— Pregate anche voi, figliole — rispose Domitilla —
la Madonna è potente. Chi sa ? Forse oggi, forse stanotte, forse domani... Bisogna aver fede...
L’uscio della cucina si spalancò e le due ragazze
entrarono. Erano rosse in viso ed avevano gli occhi
scintillanti. Rachele si ricompose e finse d’esser intenta*' ad attizzare il fuoco nei fornelli.
—, piò la benedica ! — esclamò Àmandina — riprendendo il suo lavoro. — Che buona donna 1
— Còsi affabile, così modesta, così religiósa ! — aggiunse Nannetta.
— Se davvero, per le sue preghiere, la Madonna facesse il miracolo oggi...
“i °*’**'° ^ pregar tutti ¡ bisogna dirlo
a tutti,^e il miracolo si farà, vedrai 1
— Pregate anche voi, pregate anche voi, Rachele.
Rachele soffiava, rabbiosamente nel fuoco con una
larga ventola di penne e sentiva il cuore martellarle
fin nella fossetta del éollo.
Aveté’ capito ? domandò Nannetta.
— Dite a me ? — fece Rachele con voce mal sicura.
— Rq capito. Devo pregare eh? pregare, perchè la
Madonna faccia un miracolo, eh ? Bene, bene, pregherò... ina che speoié di miracolo sarà? spiegatemi
Un po’.»
Sembrava indifferente e calma, ma aspettava la risposta con grande trepidazione.
Le due raga^ si guardarono incerte. Pareva che
non sapeseero se rispondere o no.
— Come la pensate voi, Rachele ? — disse improv
'Visamente Àmandina. •
(Continua).
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