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ECO
DELLE mLLT VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Sellimanaie
della Chiesa faldese
Anno XCVII - N. 9 ABBONAMENTI f Eco: L. 2.500 per l’interno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo Hs TORRE PELLICE — 3 Marzo 1967 1
Una copia lire 5 0 [ L. 3.500 per l’estero Cambio di indirizzo Lire 50 Ammin. Claudiana Torre PeUice . C.C.P. 2-17557 1
E venne, e li trovò che dormivano e disse a Pietro: Simone, dormi
tu? Non sei stato capace di vegliare? (Marco 14: 37).
Simone, dormi lu?
Nel 1949, in un famoso discorso
tenuto ai « Giuristi cattolici » riuniti a Roma in congresso nazionale,
Pio XII dichiarava tra l’altro : cc In
Italia il divorzio non ha il diritto di
cittadinanza )). Era un modo semplice, brutale, anzi, di trattare un
segno, di annunciare una volontà
ben precisa, addirittura minacciosa.
L’aflermazione del pontefice romano venne generalmente interpretata
nel senso che una legge di divorzio,
nel nostro Paese, avrebbe violato i
diritti di supremazia della Chiesa
riconosciuti dal Concordato e dalla
Costituzione.
In verità, fin dal 1947, la Chiesa
aveva tentato di far inserire nella
Costftiizjone il precetto della indissolubilità matrimoniale. Da allora,
la sacra crociata antidivorzista ha
proseguito con attacchi, minacce di
scomuniche, novene, processioni,
ógni volta che partiti o deputati
hanno riproposto la questione sul
tappeto della vita democratica nazionale.
Se con lo stesso « fuoco sacro » e
gli stessi anatemi si fosse combattuto rantisemitismo nazifascista, milioni (li creature innocenti non sarebbero passati attraverso i forni crematori. Ma a quel tempo Simone
« dormiva ». Il papa non parlò forte
nè ctuaro. Non scomunicò nessuno.
Le scomuniche le tenne in serbo per
gli eiettori del Fronte Popolare.
Ora, la campagna per il divorzio
in Italia è arrivata ad un punto conclusiv o che segnerà, ci facciamo poche iiiusioni, una nuova sconfitta
della tiemocrazia e un nuovo trionfo
dello strapotere vaticano. Tuttavia,
il solo fatto che un progetto di legge
simile sia stato presentato e sia per
essere discusso, rende al divorzio se
non li « diritto di cittadinanza » toltogli autorevolmente dal papa del silenzio, almeno il diritto di « candidatura alla cittadinanza ». E la Curia
non jiermette nemmeno questo.
« Non il interferenza — si dichiara
negli ambienti clericali. — E’ un diritto della Chiesa di lottare contro
l’errore, anche quando sia avallato
dalle leggi del Paese ma si trovi in
contrasto con le leggi di Dio ».
E’ strano come soltanto questo errore, questo contrasto con le leggi
divine, solleciti gli interventi di Roma papalina. Non abbiamo mai sentito bollare a fuoco certe leggi inique residuate dal tempo fascista o
addirittura dello statuto albertino.
Basterebbe pensare a quelle vergognosamente anacronistiche, addirittura crudeli, sui figli illegittimi. Fino a ieri, gli innocenti nati da unioni irregolari erano condannati ad
una situazione umiliante e i tribunali, così facili a contentarsi di erogare due o tre anni all’assassino
« per onore », ne tenevano in serbo
cinque e più per un padre che denunciava aH’anagrafe, a suo nome,
il proprio figlio. Ma contro a queste norme die condizionavano e in
gran jiarte condizionano anv^ora l’avvenire, la pace, l’onore di un cittadino, il papa non si è mai pronuriciato. I papi parlano alle levatrici,
ai calzolai, .ai corridori, alle attrici
del cinema, ai giocatori di calcio;
di tutto si intendono, di tutto dissertano; su tutto decidono. Ma su
quanto ancora esiste (ed è molto,
troppo) di arretrato e di antiumano,
e quindi antievangelico, nella nostra
leiiislazione e nel nostro costume
nessuna denuncia aperta e venuta
da Roma o, secondo la stagione, da
Castelgandolfo.
Il vescovo di Prato bollò come
peccatori pubblici e scandalosi con
cubini due onesti coniugi che si erano sposati còl solo rito civile. Ma
contro i preti, i frati e le monache
coinvolti nei processi e nelle inchieste che in questi ultimi tempi hanno
rivelato incredibili vergogne ed episodi degli istituti per orfani, trovatelli, minorati, nessun vescovo ha
parlato. Nessuna scomunica, nessuna parola di condanna. Simone si inginocchia a Gerusalemme, si commuove in India, ma in Italia dorme
e tace, mentre ci sarebbe tanto da
predicare e da deplorare contro tut
Domenica 5 marzo, a Mestre
IncoDtco di (]oQSÌ|li di Ihiesa
Domenica 5 marzo, alle 14,30>, si terrà a Mestre un Convegno dei Consigli di Chiesa della zona nord-orientale. Il tema in programma: « Il Consiglio di Chiesa nella Chiesa missionaria ».
Le comunità interessate preparano
questo convegno, nello studio e nella
conversazione, preparando relazioni
che saranno prese come base per
la discussione al convegno stesso; sono infatti le comunità a dover scoprire qual è la funzione, il servizio dei
Consigli di chiesa.
Il materiale preparatorio, a disposizione delle comunità, è stato costituito dal cap. 6 (La Chiesa missionaria) di un libro dì recentissima pubblicazione, « Il mandato protestante »,
del past. Renzo Bertalot; almeno in
alcune delle comunità, è stato affiancato un questionario.
to ciò che riniiegil la pietà, la carità,
l’Evangelo.
I Beduini sono un popolo di ladroni e di prevaricatori, ma ogni figlio che nasce nella loro tribù è legittimo con pienifdiritti. In Italia le
norme per l’adozione dei « figli di
nessuno » sono drammaticamente al
di sotto delle più elementari leggi
di amore e di umanità. Anche queste sono leggi, come la legge per il
divorzio. Ma Simone dorme. Gli
obiettori di coscienza languiscono
nelle patrie galere, gli evangelici sono perseguitati in Portogallo e in
Colombia, nei nostri sanatori si, fa
commercio di bambini malati, la
gente muore perchè è respinta dagli ospedali, le autorità rubano mentre i tubercolosi muoiono negli abbaini, il malcostume dilaga; c’è chi
dopo dieci anni di vago servizio in
una grande poltrona prende centinaia di milioni di liquidazione, e
c’è chi dopo una intera vita di stenti e di sacrifici, lascia il lavoro,
stroncato dalla fatica e dai veleni
respirati per otto ore al giorno, e va
in pensione con quindicimila lire al
mese. E tutto ciò con i crismi della
legge che governa il nostro Paese.
Il cardinale Spellman auspica la vittoria dell’esercito americano nel
Vietnam come unica condizione di
pace, ma dalla l^ria nessuno gli
risponde. Si condanna il divorzio e
si scomunicano i comunisti. E non
si pagano le tasse. Marco
GESÙ’ PIANSE
Giovanni ll:‘32-35
Quanto è reale e profonda l'umanità di Gesù ! Davanti alla morte
deiramico Lazzaro e alte lacrime delle sue sorelle, si commuove e piange. Non compirà come un taumaturgo insensibile l'atto che sta per
compiere, per rivelare che in lui risiede la potenza della risurrezione ;
l'offensiva contro la morte che egli si prepara a sferrare, provoca anzi in
lui un'estrema tensione. Pienamente cosciente che quest'atto inaudito
spingerà i suoi avversari a decisioni estreme e definitive e coinvolgerà
la sua morte, Gesù freme.
Altri possono considerare la morte come un fatto naturale e affermare che pensano ad essa senza turbamento : Gesù non e di questi.
Prende la morte estremamente sul serio ; proprio perchè è il Vivente, il
Principe della vita. Non vi è nulla di contradditorio nella sua reazione.
Se più tardi la morte ha perduto' per i suoi discepoli il suo volto spaventevole, è stato perchè egli ha affrontato per loro un'agonia terribile, è sceso per loro fino in fondo al suo abisso tenebroso, dal quale
Dio l'ha fatto risalire vittorioso.
A questa morte e a questa risurrezione è dovuta questa liberazione. Ciò non significa che la morte abbia cessato di apparire al cristiano
come un avvenimento grave ; non può parlarne con leggerezza ; essa
può ancora farlo piangere. Ma non piange più come coloro che sono
senza speranza ; ne accoglie l'avvicinarsi nella pace di un cuore perdonato e che contempla fin d'ora gli orizzonti luminosi della Casa di
Dio. Henri d'Espine
(da La Vie protestante)
Attualità protestante TRE NOMI
Sono usciti due opuscoli nella collana edita dalla Claudiana (L. lOO cadauno.
ALBERTO RIBET
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La "Bibbia concordata
fi
La settiiinana scorsa il pasl. Ernesto Ayaasot ha riferilo qui sulla presenlaztone, avvenuta il 16 c.ui. al Circolo g&suila S. Fedele di 'Milano, della'« Bibbia concordata »
fra studio'si di varie confeissloni, che l’editore Mondadori lancerà fra un anno.
I lettori del quotidiano '.orinese « La
Stampa », tuttavia, scorrendo redizione del
17 c.m., sono rimasti edificati (e que'Ui
cvangeli'ci, esterefatti) nei leggere l’articolo
che Gaetano Tumiati ha dedicato all’avvoniiinento, «Presentata a Milano la B bbia
per ebrei, cattoliici, (protestanti » (altri
quotiidiani, coirne « Il Resto del Carlino »
di Bologna hanno riferito più sobriamenK:
e corre'utamente), : vi si apprendeva infatti
che l’idea di una « hihhia che andasse bene
a tutti o che perlomeno potesse entrare senza scandaio e senza polemiche nelle case
ebraiche, cattoliche, protestanti e ortodosse » risale al 1959 e ohe vi hanno prest)
parte 36 esoerti delle diverse confessioni
lelgio'se, fra i quali andie «.un valdese
gran maestro della massoneria)). La nuova
bibbia « concordata » uscirà « munita dell’imprimatur della competente autorità ecclesiastica cattolica e di equivalenti documenti di consenso delle autorità protestanti ortodosse e israelitiche ». Alla consegna
ufficiale del testo all’Editore, avvenuta in
|.ale occasione, partecipavano alcuni pastori proteistanti e, novità « eoumenica », il
prof. Giordano Ganiiberini, ohe si sarebbe
autodefinito « rappresentante dei valdesi » e
che è auiohe gran maestro del Grande
Grienle d’Italia!
Dopo alcuni giorni, il 23 c.'m., « La
S’taimpa » ospitava una lettera al direttore
{« Perchè un ma'ssone collaibora alla traduzione della Bihh.a ») del prof. Giordano
Ga'ntberini, nella quale.j pur definendo «uttimo » l’artioolo del Tumia'li (un (giudizio
che certo non pOiSsiamo condivMerej, nota:
(( debbo pregarla di prendere atto che io
non mi sono detto ”rappresen.ernie dei vaidesi”, anche perchè nessuna delle denominazioni cui apiHirtengono gli autori delle
traduzioni e i membri del Comitato direzionede è mai stata richiesta di investire alcuno di mandati di rappresen anza. È invece proprio come massone che collabaro a
questa grande opera di sintesi etica, nello
spirito che egregiamente il Tumiati esprime in conclusione dell’articolo: "un esercizio di cioillà e di tolleranza u ile per
tutti, cristiani ed ebrei, protestanti ed
ortodossi, religiosi e no” ».
Abbiamo ricevuto molte (proteste da parie di leltori. G.P. nota: « Non siamo certo
noi protestanti, instaura’ori e difensori,
nell’evo moderno, della libertà di coscienza. a non rallegrarci del fatto che si possa
oggi discutere liberamente della Bibbia
senza reciproche scomuniche e che il sacrificio di Giordano Bruno venga oggi ricordato, il 17 febbraio, da massoni e da
preti cattolici, come annuncia il prof. Gam.
bermi. Ma tutto ciò non ha nulla a che
tare con una concezione, ancora tipicamente cattolica, di una bibbio ’’concordata” che ’’vada bene a lutti” da pubblicarsi concordatariamente con ¿ vari imprimatur (o equivalenti) delle varie confessioni partecipami. Il regime concordatario, tipico della chiesa cattolica, sta veramente travalicando dalla sfera dei rapporti ’’politici” tra chiesa e stato, anche
a quella delta definizione e della presen a
zione della verità per sua natura essenzialmente libera, la quale, come dice l’Evangelo, può diventare anche ’’una spada che
divide” e che impone delle scelte irrinunciabili alle coscienze ».
-I problemi che la errata preseratazione su
(I La Stampa » poneva erano: 1) la posizione réligio'sa del prof. Gamberini; 2) la uffidalilà «valdese » della sua (partecipazione;
3) 1’« imprimatur » valdese circa la «Bibbia concordata ». Su (presti punti abbiamo
riebiesto chiarimenti e precisazioni al Moderatore della Tavola Valdese, past. Neri
Giamph'coli (il quale ha pure inviato una
lettera di rettifica a « La Stampa », pub
bilicata il 25-2) ; ecco quanto egli ci ha detto :
Un’ìiiteL'visL con il Moilccntore üianipiccoli
— Che cosa può dirci sulla posizione confessionale del prof. Gamberini?, è membro della Chiesa Valdese?
— Secondo le informazioni che ho
potuto raocogliere, ©gli non risulta
membro di tma comunità valdese; risulta fra i simpatizzanti di Ravenna,
nella nostra diaspora romagnola che
fa capo alla comunità di Rimini. Del
resto, nella sua rettifica lo stesso professor Gamberini non si presenta come valdesc'.
— Ovviamente, dunque - e anche
qui la rettifica dell’interessato è chiara - non poteva in alcun modo parlarsi di rappresentanza ufficiale della
Chiesa valdese, vero?
Ovviamente. Gli unici enti che possano dare un mandato in tal senso
sono il Sinodo Valdese ovvero il
suo esecutivo, la Tavola Valdese. Nè
l’uno nè l’altra hanno mai conferito
tal© mandato, nè ne sono stati mai
richiesti. È dunique chiaro che, almeno per quanto ci concerne, raffermazione dell’articolista è falsa; coloro
che partecipano a tale iniziativa lo
fanno a titolo strettamente personale.
(In cosa ci è stata uUeriormen'e confermata da due collaboratori all’opera, il
pu.st. E. Ayassot e il prof. J. A. Soggiii;
quest’ultimo, che è membro del Comitato
della « Bibbia concordai », ci ha detto che
aveva in progetto di trasmettere alla Commissione Biblica della Chiesa Valdese, e
per suo tramite al Corpo Pastorale, per
esame, e al Sinodo, per eventuale decisione,
il testo della rmova versione; ma che lo
spiacevole incidente, che lascia la penosa
impressione di una forzata montatura pub
blicilaria, aveva comunque bruciato tale
progetto. N.d.r.).
— Non si può quindi dire che la
« Bibbia concordata » di prossima pubblicazione abbia alcun riconoscimento ufficiale valdese.
— No, questa traduzione non potrà
in alcun modo essere presentata come un testo ufficialmente riconosciuto e avallato dalla Chiesa Valdese,
come del resto dalle altre Chiese
evangeliche italiane. Per quanto concerne la Chiesa Valdese, ricordo ohe
il Sinodo 1966, nel voto di uno degli
articoli della nuova Costituzione Unitaria, ha esplicitamente riservato alla
a(pprovazio-ne del Sinodo la adozione
e la pubblicazione delle versioni della
Bibbia.
— Poiché siamo di fronte al caso d!
una nuova versione delle Scritture
che sarà probabilmente presentata
come « Bibbia ecumenica », vuol dirci
che cosa pensa di simili iniziative,
che si stanno moltiplicando in varie
forme e a vari livelli?
— Naturalmente non mi scandalizza
affatto ohe studiosi protestanti collaborino con seri studiosi cattolici, gli
uni e gli altri filologicamente qualificati. Scandaloso © fuori luogo mi pare
invece parlare di Bibbia « ecumenica »,
quasi la si volesse adattare alla attuale situazione «ecumenica». Una traduzione della Bibbia, per essere autentica, non può infatti essere se non
una seria, paziente, vasta e penetrante ricerca filologica, indipendentemente da ogni altra considerazione
e da qualsiasi preconcetto confessio
Su di una roccia
del mio paese
son scritti tre nomi
di gente valdese.
Tre nomi e una data,
con trepida mano
scolpiti: mi chino,
li leggo pian piano.
Antica è la data,
dolente ricordo
di tragici eventi
in questa vallata
E i nomi? son forse
di tre fuggitivi
votati alla morte
che vollero quivi
scampare alla sorte.
Qui stettero ascosi
per giorni, in attesa...
eppure non mai
cedendo alla resa.
Poi quando la speme
apparve perduta,
allora i tre nomi
deposero insieme
sulla roccia muta.
Così oggi parla
a me, chiaro e forte
un suo hnguaggio :
(( Sii dunque fedele
fino alla morte!
Per l’Evangelo
lasciammo la vita:
guarda, deh! guarda
alla pietra scolpita!... »
Su di una roccia
del mio paese
son scritti tre nomi
di gente valdese.
Non solo su questa,
ma sulla Roccia
eterna di Cristo
sono scolpiti
i nomi che ho visto.
E poi che qui sotto...
oh! molto più in basso...
c’è un piccolo spazio...
— piccolo e breve...
concedimi o Dio
che un giorno io possa
lì scrivere il mio.
Edina Ribet
naie. Comunque, stando alle informazioni a nostra disposizione, non mi
pare che questa preparata dal « gruppo di Ravenna» possa essere veramente definita una traduziO(ne «comime » ( com’è ad ©sempio quella presentata di recente alla Sorbona) ; si
tratta piuttosto di un mosaico di traduzioni dei vari libri, affidati (uno o
più d’uno) a vari traduttori, mentre
il lavoro di siupervisione e di armonizzazione è stato compiuto dal Comitato direttivo in tandem con la Scuola
Biblica (cattolica) di Gerusalemme.
È chiaro ohe sul valore oggettivo di
questa traduzione non abbiamo a
priori alcim giudizio da avanzare; essa potrà essere valutata solo quando
ne avremo sottomano il testo.
2
pag. 2
N. 9 — 3 marzo 1967
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
Il maltempo « Tiiifluenza hanno in parte ostacolato lo svolgianento delle varie manifestazioni previste per il 17 febbraio.
La vigilia, al suono della campana venivano accesi i falòs, sia «ul pianoro di Sibaud dhe nei pressi- del ponte della Giomà ;
un gruppo di animosi saliva a Sibaud malgrado la neve che cadeva fitta ma che non
poteva impedire alle fiamme di guizzare vivide verso il cielo.
La mattina dei 17, mentre la neve cadeva
ancora -regolarmente, i bambini delle scuole
giungevano alla spicciolata e, eia pure con
loro disappunto, venivano invitati a slare al
caldo nel tempio anziché a formare il tradizionale corteo. Con circa solo mezz’era di
ritardo sul previsto si è svolta nel tempio
la festa: il OPastore ha rivolto il messaggio
della Parola di Dio che ci annunzia la feddlà dei Signore e dhe ridiiede da parte
nostra fede e riconoscenza gioiosa nel servizio. La Corale ha eseguilo lodevolmente
due inni di circostanza; i -bambini, preparati con cura dagli Insegnami, hanno svolto un ricco programma di recite e canti nei
quali non mancavano davvero gli aommonimenti ed i motivi di riflessione per grandi e -piccini. La festa terminava con il dono
di un ben fornito pacco ad ogni bimbo della
Comunità. Non numeroso il pubblico, a
causa delle ragioni dette all’inizio.
Verso le 13 aveva inizio il pranzo preparato a cura dei giovani diretti dal sig. e
sig.ra Grand di Roccia d’Giors. Anche qui
non abbiamo avuto la affluenza degli scorsi anni, sempre per le stesse ragioni; tuttavia i presenti erano un’ottantina. Ottimo lo
spirito, squisito il pranzo; al levar delie
mense, il Pastore porgeva il benvenuto a
tutti i presenti ed in particolare ad un
gruppo di Bobbiesi ed amici provenienti da
altre comunità; poi il pomeriggio trascorreva in lieti conversari mentre un gruppo
di giovani e di meno giovani cantava con
entusiasmo le canzoni della piccola patria
valdese.
Alla sera, alla cena partecipava una cinquantina di commensali i tpiali facevano
onore a quanto era rimasto; poi mentre alcuni indugiavano nella vecchia sala cantando, veniva proiettato nel nostro cinema il
ftlm-documenlario « I dannati di Varsavia »
che ci mostrava il martirio dei patrioti polacclii nell’ultima guerra.
Dom«iica 19 abbiamo avuto il culto di
commemorazione del 17 febbraio. Buona
l’asisemblea dei fratelld e delle sorelle convenuti; buona pure la -partecipazione alla
Santa Cena. La Corale ha eseguito lodevolmente due inn-i- di circostanza vivamente
aipprezzati.
Desideriamo, terminando, ringraziare ancora vivamente il signor e la signora Grand
i quali si sono sobbarcali a questa non lieve fatica; il nostro ringraziamen'to alle unio.
niste ed agli unionisti per la loro collaborazione; in particoilare a quelli sui quali è
ricaduto il maggior peso del lavoro sin
dalla vigilia e che lianno lavorato, diremo
cosà non in platea, ma dietro le qnin'e
adempiendo un servizio umile, silenzioso
ed -insieme gioioso. E sopralt-utlo vogliamo
insieme ringraziare il Signore il quale ci
ha dato questo giorno sereno e gioioso ohe
è trascorso sotto il segno della vera fraternità, in Cristo. Faccia Egli si che i messaggi uditi in questi giorni incidano sulla
nostra vita e facciano di noi l-ntti veramente
il Suo popolo, la Sua Chiesa.
* *
Il nostro benvenuto augurale al piccolo
Ivano venuto ad allietare la famiglia di
Bruno e Silvia Favait di Via Maestra, il 10
febbraio. e. a.
LUSERNA S: GIOVANNI
La celebrazione della Festa dell’Emancipazione si è svo-ta secondo lo schema
clasaico dèlie tradizioni locali. 1 due falò
« ufficiali » alla Banchina e al Sai el, ol re
a vari altri falò « ufficios; », har.no i’imninato gioiosamente le alture di San Giovanni; nonostante l’abbondante nevicata, un
folto -gruppo di persone assisteva ai fai ò,
in particolare a quello della Bancliina, dove un gruppo di giovani dell’Unione si
erano recati a cantare. Unica stonatura, i
fuochi d’artificio, che sarebbe stato molto
più aidatto utilizzare dieci giorni prima.
Soppresso il -corteo delle Bcolares-ohe, data
la neve che continuava a cadere la mal ina
del 17, la festa per i fanciulli, al Tempio si
è isvnlta serenamente, con un ottimo programma di canili, poesie e dialoghi. Una
parola di plauso (e di incoraggiamento)
alle Insegnanti e agli Insegnanti che hanno
preparato cosi bene i loro allievi, e al
M® Pasichetto per i canti d’assieme.
Al -Culto c’erano parecchi posti vuoti,
certamente i causa delle -condizioni atmosferche, ohe, essendo migliorate nel corso
della mattinata, hanno consent'to a molte
a'itre persone di uscire dai loro ripari domestici per recarsi al pranzo, cosiccliè la
nostra bella Sala Albarin presentava un
«tutto esaurito» (anche questo l.radizio-nale ). Graditi ospiti, il Sig. Sindaco Martina,
l’Ass. Riccardo Gay, il Segretario comunale.
Rag. Doglio, il Sig. Preside della Scuola
Media degli Airali, Prof. M. Rivoir, l’Ing.
Bracco, delle O.P.L. il Sig. Bàchsadt, le
direttrici del Rifugio, suor Susanna, dell'Asilo dei vecchi, suor Melania e i Pastori
Colucci, Bertin e Jahier. Alcuni di questi
ospiti ci hanno rivolto dei buoni messaggi,
e ne siamo loro vivamente grati.
Non possiamo esaurire 1’ argomento
« pranzo » senza complimentare e ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per
allestirlo, in particolare i bravissimi cuochi, i coniugi Gobello -con i loro collaboratori, nc nelle la Sig.na Laura Long e le
brave valdesine iper -l’ottimo servizio preciso e rapido.
Sempre nel quadro di queste manifestazioni, i giovani filodrammatici di San Giovanni hanno presentato, la sera, nella Sala
Albarin, davanti ad -un pubblico numeroso
ed attento, un dramma di Alan Pato-n e Daniel Atger « Piangi, o terra amata », sul
problema razziale nel Sud-Africa. Buono
e profondo il messaggio di questo dramma,
e assai buona la realizzazione dei nostri
giovani. Ad essi -lutti, « al loro regista, Sig.
Alberto Revel,, un vivo rijigraziamen'o e
un incoraggiamento a continuare nel loro
impegnativo lavoro. Il dramma è stato ripetuto il sabato sera e la domenica pomeriggio, con eguale successo.
Terminando, vorremmo ricordare die
fra questo 17 febbraio 1967 e il 17 febbraio
1967 c’è un anno, durante il quale la
Chiesa vive e lavora, e vorrebbe farlo con
la partecipazione gioiosa e solidale di tulli
i suoi membri.
Atti liturgici. . Siamo stati profondamente colpiti dalia improvvisa e tragica scon
parsa del nostro -fratello’Da-nte Gay. Sabato
pomeriggio, un lungo- -corteo si è -snodato,
cialla sua abitazione fino al Tempio, dovila Parola delia speranza cristi'Uia è stala
ar.nunciata ad un folto gruppo di -parenti
ed amiici diello Scomparso, I soci del Soccorso Alpino di Tòrre,.Pe'lice hanno poi
porta-to a -spalle la bara fino al cimitero. Ai
familiari, e in particolare ail diacono Franco
Gay, rinneviamo; l’espressione della nostra
affettuosa, fraterna simpatia.
Domenica 19 è stata -battezzata la
bimba Manuela Malan, di Sergio e Mara,
na-ta Revel. Il Signore benedica questa picco-la creatura e la -sua famiglia.
Rituiioai <iuanierali. Venerdì 3 a Fendo
San Giovanni, martedì 7 alle Vigne, mer( oledi 8 ai Gonin, giovedì 9 ai -Peyrot,
Serata miasionariu. In sos-tituzione della
progettata visita del Missionario Pastore
Fcltz, impedito da ma'atlia, avremo sabato 11 marzo, alle ore 21, nella Sala Albarin,
la -proiezione di un film documentario sui1 opera de-tlo nii-ssioni fra ,i lebbrosi. Ingresso libero. Dopo il film, libera discussione. rulli sono caldamente invitati.
SAN SECONDO
XVII Febbraio. — La neve, che ha incominciato a cadere fin dalle prime ore del
pomeriggio del 16 febbraio, non ha impedito
'a gruppi di volonterosi di preparare i tradizionali « falò » e di accenderli contemporaneamente al suono della campana.
La mattina del 17 si formava il consueto
corteo sul piazzale della Scuola Umberto I.
Alle 10,30 aveva inizio il culto nel quale il
pastore, ispirandosi alle parole di Gesù rivolte ai dodici: « non ve ne volete andare anche voi? » richiamava ognuno al profondo
senso di responsabilitì di fronte a Cristo ed
alla Chiesa. La Corale eseguiva lodevolmente
un inno ed un coro. All’uscita seguiva la distribuzione di un pacco dono a lutti i bambini.
L’agape fraterna si svolgeva nei locali della scuola Umberto I. Numerosi i partecipanti, malgrado rinclemenza del tempo. Ottimo
ed abbondante il pranzo preparato dal signor
Giov. Paolo Paschetto, dalle famiglie Besson
e da altri volonterosi, ai quali è stata espressa la riconoscenza dei convitati con prolungati applausi. La lieta riunione si protraeva
nel pomeriggio e si concludeva con una cena
rallegrala da canti. Nel ricordo di quella bella giornata, vissuta sotto il segno della fraternità, il Signore ci aiuti tutti ad essergli
maggiormente fedeli ed impegnati nel Suo
servizio.
Dipartenza. — Il 10 febbraio ha risposto
alla chiamata del Signore Avondet Elvira
Renata ved. Paschetto di anni 58, deceduta
all’ospedale civile di Pinerolo dopo lunghe
sofferenze, sopportate con fede. La dipartenza della nostra sorella ha prodotto un grande vuoto, non solo nella sua famiglia, ma
anche nella nostra Comunità, di cui è sempre stata un membro fedele. Alle figlie ed a
quanti piangono per tale separazione rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna solidarietà nel dolore.
la RIV-SKC di Villar Perosa
r il 17 Febbraio
Anche quest’anno, se-eondo un’usanza
che dura ormai da quasi cinque lustri, nella ricorrenza della Festa della Emanciipazione Valdese, le maestranze delle Officine
RIV-SKF di Vallar Perosa hanno portato
agili orfani, vecchi e malati dei- nostri Istituti di assistenza il segno tangibile della
loro solidarietà.
È una Bottoscrizione alla quale tu-lti, -cat
loli-ci e valdesi, aderiscono con ,gioia, una
sotto-scrizione fatta dagli -stessi lavoratori
riuniti in -un -comitato Ohe ogni anno si
assume il peso e la responsa-bilitá della cel
'letta in mezzo a non poOlie difficoiltà, aig
gravate-si quest’anno dall’ass-enza per infor
lunio di uno dei più attivi coliet'iori, il
s-’ig. Alberto Beux,
Mentre ringraziamo lutti -coloro che hanno collahcrato e quanti, con le loro generose offerte, hanno rinnovato la loro solidarietà verso -ohi si iro-va -nel bisogno, desideria-m-o e-spri-me-re la nostra riconoscenza
a Donna Marella Agnelli ohe quest’anno si
è interessata -personalmente per farci avere,
tramite la Direzione RIV-SKlF, la generosa
offerta di lire 100.000.
La somma totale -raccolLa è stata di lire
423.470 che è stata distribuita per il XVII
Febbraio al seguenti Islituti: Asilo dei
-veoclii di San Germano L. 85.000; Asilo
dei vecchi di San Giovanni 49.000; Rifugio
Carlo Alberto 75.000; Artigianelli Valdesi
65.000; Orfanotrofio femminile di Torre
Pellice 85.000; Orfanotrofio maschile di
Pomaretto 64.470.
A isot-'Josorizione chiusa ci è ancora pervenuta la somma di L. 9.800 -ohe abbiamo
inviato al Pastore T. -Magri per l’Asilo Infantile -di Orsara di Puglia. d. g.
giovani dopo la parvenza di concessioni fatte dal Vaticano a questo riguardo.
Il programma della giornata prevede :
ore 10,30 culto nella chiesa di Corso Vittorio;
ore 12,30 pranzo al sacco nei locali attigui;
ore 14,30 inizio convegno: benvenuto, presentazione dei gruppi presenti, introduzione del tema da parte
della signora Carmen Oeteroni, discussione a gruppi, conclusioni:
ore 17 tè.
Si prega di segnalare le adesioni
alla signora Luisa Rociiat, via Lamarmora n. 41, Torino, in modo che si
possano far pervenire in tempo tutte
le notizie utili per la giornata, e organizzare l’accoglienza.
Domenica 12 marzo, a Torino
(jiorDdta delle donoe evangeliche
del Piemonte e della Liguria
Organizzata a cura della P.F.V., con
l’appoggio delle Unioni femminili valdese e battiste di Torino e di Rivoli,
1-a domenica 12 marzo si terrà nei locali della chiesa valdese di Corso Vittorio, a Torino, una grande riunione
cui sono invitate tutte le sorelle evangeliche della zona Piemonte-Liguria.
Il tema dell’incontro: «I matrimoni misti » è stato scelto perchè, come
membri responsabili delle nostre comunità, siamo preoccupate per la confusione che regna specialmente tra i
Fiori in memoria
del Pastore Francesco Peyronel
Rettifiicando quan'o -p-ubblitato sul n. 6,
le offerte di L. 10.000 per Flstit-u-to Gould
e di L. 10.000 per l’Istituto Ferretti non
sono della si-g.a Maria Alfieri, ma -di « un
gruppo di amici -genovesi ».
dì Emilia Jahier Vidossich
— per il Rifugio C. Alberto. rUnloiic
Femiminile di Pinerolo L. 20.000;
— per l’Ospedale Valdese di Pomaretto.
da Milano L. 50.000 ;
— per il Collegio Valdese Alma Loi>;>
(-Ivrea) L. 5.000.
di Ines dalla Giampiccoli
— per il Rifugio C. Alberto, Grani
Musset (Torino) L. 5.000; Graziella Jaìh
(Torre Pellice) L. 5.000.
dì Luigi Conte
— per il Rifugio C. .4lberlo, Grazia Mu sei (Torino) L. 2.000;
— per il Collegio Valdese, « le amici)-»
del G-mppo Missioni (Torino) L. 11. 507
Giovanni e Angela Cavi-glione (Toiìik.i
10.000; Emanitele Gri-set (Torino) 10.(K!0;
Lilia RoBta-n Romano (Torino) 5.000.
Noiiilà Uilrite Claudiaiir
GEORGES CASALIS: Ritratto
Karl Barth, p. 132, L. 900.
ERMANNO ROSTAN : Il tempo deU i
prova - Meditazioni per l’ora deU»
prova e del dolore, p. 80, L. 500.
RENZO BERTALOT: Il mandato pvi;
testante, p. 88, L. 500.
ARTURO PASCAL: Le ValU duram
la guerra di rimpatrio dei Valdf-! \
pp. 454, L. 2.500.
Ordinazioni alla Claudiana.
La Claudiana informa che è ora disponibile la nuova
BIBBIA RIVEDUTA
in formato grande (cm. 23 x15,5)
in carta india e con caratteri grandrilegata in tela nera. Il prezzo è dt
L. 5.500.
a proposito di anticlericalismo
La pagina « anticlericale sul numero del 17 febbraio^ ci ha valso abbondanti commenti e reazioni^ orali e
scritte, prò e contro; pubblichiamo alcune lettere d'opposizione.
Un lettore, da Milano: \
i
Siccome la faziosità de « La Luce »
e di « Gioventù Evangelica » ha raggiunto limiti mai riscontrati neppure
sui giornali dei partili più estremisti,
mi è sempre più diffìcile credere nella
vostra buona fede.
Pertanto non ritengo opportuno rinnovare gli abbonamenti finora sottoscritti.
Distinti saluti.
S. Storti Gajani
Un lettore, da Pisa:
Signor direttore,
La prima pagina del num. 7 de
« La Luce » (il numero del 17 febbraio!) mi ha vivamente indisposto,
come in genere ogni precedente suo
scritto (articoli, risposte a lettori, ecc.).
Non solo non sono d’accordo (fatidica espressione a lei cara!) sull’opportunità di risvegliare oggi l’anticlerìcalismo, sia pure d’ispirazione cristiana, ma quel che per me è grave e
decisivo è il fatto che io ravviso nel
suo anticlericalismo una forma di anticristianesimo^ sia pur mascherato di
cristianesimo e di evangelicità.
E perchè? Perchè esso rende impos.
sibìle la consacrazione della vita pratica a Dio, la santificazione della vita,
che può essere una realtà vivente soltanto se si mette tutto in relazione a
Dio. Il laicismo autentico radicale nega nel modo più assoluto l’esigenza di
questa consacrazione, altrimenti non
sarebbe più autentico e radicale. La
sua affermazione che « per noi nulla
è sacro, neppure la chiesa », seppur
validissima se significa l'esigenza dì
una netta distinzione fra Dìo e il
mondo creato (compreso quello spirituale), è da respingersi nettamente se
significa la sconsacrazione della vita
pratica. Tutto lascia credere che lei sia
su questa seconda vìa : prenda per es.
la sua esaltazione del matrimonio ci
vile contro quello religioso, anche
quello protestante. Nel suo atteggiamento spirituale, Sig. Conte, sembra
che il mondo possa andare avanti da
se con leggi proprie, senza riferimento
a Dio, e che Dio sia qualcosa che non
ha a che fare con la vita pratica. So
bene che molte sue singole affermazioni conlraddicono a quanto le contesto,
ma è dall insieme di tutto quel che
lei suole scrivere che lo deduco, è da
certe sue singole affermazioni che lo
deduco, fiutandoci dietro un atteggiamento radicalmente ateo della vita.
Lei ha un bel dire che aspetta nuovi cieli e nuova terra in cui Dio sarà
tutto in tutti, ecc. In questi nuovi
cieli e nuova terra, Sig. Conte, ci si
entra, però, soltanto se qui e ora, in
questa misera terra di oggi, viviamo
consacrati a Dio, nella santificazione:
ciò significa che tutto deve diventare
sacro. Col laicismo autentico e radicale ciò è impossibile. Dato che lei fa
suo questo laicismo vuol dire per me
che lei insegna a rendere impossibile
la santificazione della vita pratica; e
ciò attraverso le colonne di un giornale che porla come insegna che «Cristo è la luce del mondo»! Ecco: quando il mondo è illuminato da questa
luce diventa sacro. Il laicismo radicale sarà sempre un nemico mortale
di questa luce, sia pure quando si limila ad essere agnostico: in realtà si
tratta di un agnosticismo che diventa
terribilmente battagliero contro chi
appena osa fare entrare Dio nelle cose
del mondo; dico Dio e non i preti
cattolici.
ÌjCÌ arriva ora fino al punto di fare
stampare in neretto soltanto una dichiarazione del Partito Radicale sul
laicismo autentico: parrebbe un indizio della mia netta impressione su
di lei, e cioè che lei prima è un
laicista e poi, soltanto poi un cristiano.
Se lei accetta la fusione del laicismo radicale col messaggio di Cristo
vuol dire che accetta un ibrido mostro!
Molte altre riflessioni mi risveglia
questa prima pagina del numero 7 del
suo settimanale come già tanti altri
suoi scritti; ma credo di averle detto
qualcosa di essenziale : il resto lo può
sviluppare da sè.
Invio distinti saluti, spiacente di
non poter dire « fraterni »,
Antonio Ardito
Un altro lettore mi ha scritto una
lettera personale; tuttavia una parte
almeno mi pare di reale interesse per
tutti e, rispettando la riservatezza, ne
pubblico un ampio stralcio:
(...) Presentare il laicismo anticlericale, anche il più onesto e pulito,
con tanto rilievo e pesantezza di carat.
ters. e sul giornale ufficiale della Chiesa, non mi sembra nè di buon gusto
nè corretto verso l’insieme dei lettori.
C’è stato in passato tra « compagni di
viaggio » un connubbio non sano fra
protestantesimo e anticlericalismo, per
via di protestanti che in tanti compromessi (ricerca di una morale indipendente, impulso massonico nella
vita del paese, politica laicista, ecc.)
si sono lasciati risucchiare e non hanno dato sapore nè lievito a quanto
l’istanza politica soltanto li spingeva
a fare. Di qui il tramonto di varie posizioni. Se oggi esse risorgono, sta a
noi di non fare gli stessi errori del
tempo passato. Noi non siamo protestanti perchè anticlericali, nè per essere anticlericali: se mai, perchè siamo evangelici non possiamo essere
clericali. Le due posizioni non sono
uguali ma profondamente diverse. Tale diversità che ci viene dalla fede in
Cristo non emerge dalla tua prima
pagina. La Chiesa non è presente nel
suo messaggio essenziale, ma del tutto
assente. C’è solo un rinvio alle pagine
interne. E anche le tre righe di fine
del pezzo non salvano la faccia.
L'occasione per richiamare l’attenzione sullo « sconcertante » pathos con
cui si vivono da taluni (molto troppi,
purtroppo) quegli incontri non ecumeIlici, non era questa. E’ del tutti impolitico e antigiornalistico il confondere le due cose in una, perchè così
gli uni sono indotti a guazzare nella
melma e gli altri non si ricredono. Si
irritano i punti di sensibilità del nostro prossimo e lo induciamo in tentazione invece che a ravvedimento. Il
parallelismo della tua equazione è
male impostato. Se mai io direi : parroco per parroco, un prete può fare
un pastore, e viceversa un pastore può
sembrare un prete. L’intonazione,
come vedi, è diversa. (...).
Il messaggio della nostra Chiesa
nella tua prima pagina non l’ho trovato in nessun rigo! Ciò mi rattrista
0 mi è di peso, anche perchè la data
del tuo numero è quella del 17 febbraio. Noi dobbiamo essere capaci di
tradurre anche i messaggi altrui alla
luce di quello che crediamo e pensiamo. (...). Con molto affetto e con
preghiera dì avere pazienza e dì ingoiare i rospi...
La prima di queste lettere non richiede, purtroppo, risposta. Nella seconda. mi pare gratuito il giudizio
globale pronunciato sulV impostazione
della mia fede e del mio servizio (del
resto condivisa, nelle sue linee essenziali, daliéquipe dei collaboratori), aii.
che se mi rincresce sinceramente di
riuscire così sistematicamente urtante
a qualche lettore. Tuttavia in questa
seconda lettera affiora, come nella terza un problema serio, che non posso
non rilevare. Al lettore pisano vorrei
soltanto proporre di sostituire il termine « sacro » con quello •— biblico — « santo »; non si tratta di una
pedante e irrilevante sfumatura Un
guistica: infatti mentre il primo
esprime uno stato, un possesso, una
qualità intrinseca (la sacertà o sacralità), il secondo esprime una relazione (consacrato, dedicato a), e la cosa
non è senza importanza: questa santità vive unicamente nel teso rapporto
della fede, della riconoscenza, del ravvedimento, tutte cose che non possono
essere istituzionalizzate e sacralizzate.
Non mi sogno certo di contestare la
santa presenza e sovranità del Signore
(grazia e giudizio) nella mia vita e
nella storia del mondo! Contesto solo
che questa santità sia evidente e si
trasfonda in modo evidente, indiscutibile, sacro nella vita degli uomini,
anche ecclesiastici.
L'anticlericalismo biblico (le testimonianze profetiche e apostoliche non
mi sembrano mancare) non è, eviden
temente, un rabbioso mangiapretismo,
ma è una protesta radicale, severa, talvolta feroce contro il vero clericalismo: che è il ripiegamento narcisistico, soddisfatto, sacralizzante della
chiesa su di sè, sulla propria dottrina o
sulla propria problematica, se non sulle proprie strutture e sulle proprie attuazioni: quello che ho denunciato
come manifestazione collettiva ecclesiastica della incurvatio hominis in se
contro cui i riformatori hanno protestato nel XVI sec.
Non siamo stati noi a coniare Vespressione « consacrazione del mondo »
autenticata dalle encicliche pontificie
e dai documenti conciliari; ma sappia,
mo che questa tentazione minaccia
ogni chiesa, sempre. Noi non possiamo consacrare niente : nè un partito,
nè un sindacato^ nè una politica, nè
una morale, nè una teologia, nè una
nazione, nè una città, nè un luogo di
culto, neppure la mensa del Signore,
neppure la Bibbia. E’ Dio che fa tutto,
con la sua presenza santa, con il suo
Spirito santificante. E noi ci ritroviamo sempre peccatori, sempre « sotto
il livello », sempre a mani vuote, peggio ancora quando ci sembrano piene! Non siamo fieri araldi e degni
artefici di un ordine nuovo, ma servi
(« ecco Vancella... ») testimoni di uno
che è venuto non a consacrare la storia di noi uomini con i nostri « valori ». anche religiosi ed ecclesiastici,
ma a spezzarla e a disperderli: « il
regno di Dio si è avvicinato », ovviamente in lui, il crocifisso, risorto il
terzo giorno per chi crede e lo atiende.
Quindi prego i miei interlocutori di
credere che le righe conclusive del
mio articolo in discussione non costituivano affatto un pistolotto finale di
comodo, tanto per salimre la faccia,
ma esprimono la radice e il senso del
mio atteggiamento.
Non è in discussione, per me, Vesigenza della santificazione (la questione del matrimonio civile o religioso è
problema ampio e aperto: ho solo affermato che un matrimonio civile può
essere « santo », vera unione fra credenti, vissuta nella fede, e la cosa continua (I parermi incontestabile). « Sia
te santi come (o siccome) io so..a
santo »: siamo tutti impegnati — o
che se non riconoscerò mai abbastfr za che mi c’impegno poco e male
rispondere così al Signore che si <
santificato per il suo popolo e per lu ti i popoli non in un tempio, in uu.sacra liturgia, ma nella storia aniìn
gua^ santa-profana, di Israele; al Cri
sto che si è santificato per i su:k
(quelli che già erano del suo ovile <
quelli che non lo erano ancora) nor
in fulgida apparizione sul pinnacolo
del tempio, ma inchiodato sulla collina infame del teschio, al termine di
un ambiguo processo politico-religioso,
che in termini storici diversi si ripe
terebbe oggi pari pari fra noi. Il venerdì santo, così tremendamente profano, ha dissacrato il mondo, ma soprattutto la chiesa in modo radicale
e definitivo.
Il nostro anticlericalismo è dunque
molto più radicale di quello laicista e
« radicale »; va alla radice di ogni sacralizzazione della storia c delVuomo.
Ma — proprio nelVatmosfera neoclericale in cui viviamo, nelVanelito di (.triconsacrazione » che percorre il mondo in forme diverse di fronte al tremendo scrollone che stanno
subendo sotto ogni cielo tutti i «t>o/on » umani, di qualsiasi colore ideologico — mi pare non solo lecito, ma
giusto stri^ngere la mano ai pochi uomini che in qualche modo lottano, su
presupposti del tutto diversi dai nostri, contro il clericalismo. Riservandoci di dire loro che, dopo aver sconsacrato la Chiesa, non riconsacrino
rUomo (o lo Stato^ ecc.).
Posso ri.conoscere qualche squilibrio
formale, nella costruzione di quel modesto articolo (il rinvio alle pagine
del De Pury, sulla base bihlico-teologica, non era però formale; e altra
conferma indiretta si sarà trovata nel
testo di Vittorio Subilia su « La li
bertà reLgiosa », pubblicato nel numero successivo); ma della sua linea e
impostazione fondamentale sono, in
coscienza, convinto ora quanto prima.
A rischio di essere impolitico.^ poiché
parlo a fratelli.
Gino Conte
3
3 marzo 1967 — N. 9
pag. 3
A proposito di una trasmissione
fi
ecumenica" alta RAI
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi dell a settimana
Caro Direitlore,
ho letto, nel n. 6 (10 febbraio 1967) del
settimanale da Lei diretto, rinteTrogatiivo
che mi viene rivolto circa il resoconto che
« L’Osservatore Romano » del 19 gennaio
ha ipiulbbliicalo ani colloquio radiofonico
ehc ho avuto con padre Tnoci, direttore
di « Civiltà Cattolica », neEa traamissione
« lì dialogo » del 17 gennaio u.s.
« L’Osservatore Romano » ha ipuibblicalo
un « resoconto » e non il « testo » della
trasmissione o brani di essa. Non deve
quindi troippo s upire, anolie se può dispiacere, elle nel resoconto siano state omesse
affermazioni, particolarmente alcune di padre Tucci, (he avrebbero meglio caratterizzato, almeno per queMo che ci riguarda,
'o spirito evangelici con cui tuitta la trasmissione venne condotta.
Pubbiliclierò su « Voce! Mieloditìta » di
febbraio il testo s'.enografico della trasmissione corleseimenie fornitomi dalla RAI e
ne invio copia andhe a Lei perchè possa
eventualmente precisairmi su quali affermazioni i.ei non può essere d’accordo.
Aggiungerò ebe il nostro « colloquio radiofonico » venne preceduto, immediatamente, da un cordiale e fraterno scambio
di idee (ui partecipò anche mons, Puicicirielli, direttore della rubrica ladiofonica
« Il dialogo », nel corso del quale fissammo i concelli da esprimere; superamento
della concezione di « ritorni », unità rifeli'ta a Cristo, preghiera in comune come
alto che richiede agli uni ed agli altri
autenticità disponibililà, comune speranza in Cristo, Cristo speranza del monde. ecc. 11 (( colloqnie radiofon'ico » seguì
subito (topo e fu estemporaneo lasciando
ai due in erllocutori di espriimere liberamente i concetti concordati. Per quel che
mi riguarda fin veiamemte lieto che padre
Tuccii aldiia fallo egli stesso, alcune delle
affermazioni alle quali tenevo molto come
ad esemiiio: (( porsi all di là idi una concezinne (li ritorni », a siamo tutti in ascolto
della voce di Oistoi », « queòito porci davanti a Cristo, davanti alle esigenze di Cristo, ci fa sentire quanto l’unità non sia opera (leill'nomo, ma sia opera di Cristo ».
Fercbè, mi sembra, non dobbiamo preteradere al monopolio di taluni principi, ma
debbiamo invece rallegirarci che essi siano
espressi anclie in campo oatloLco.
Quanto alla affermazione Ae Lei, e altri
con Lei, (( non si sentirebbero affatto rappresentati dal presidente del Consiglio Federale delle Chiese Evanige’iche d’Italia »,
mi penne la farle osservare ohe il presidente del Consiglio Federale non è il portavoce
de'.revangelismo italiano (sarebbe questa
una concezione clericale che nesstmo di
noi si sentirebbe di accettare) ma semplicemente un uomo cui, per un certo tempo,
è stato cliieslo di rendere un servizio
Nel mondo evangelilco, Lei me lo insegna, nesisun nomo ci rappresenta ed una
voce uffi( iale può essere espressa solo cuilegialmenle e cioè attraverso le nostre Assemblee, Sinodi, Conferenze, Congressi eoe.
Con fraterno, cordiale saluto. Suo
Mario Sbaffi
Caro Presidente,
La ringrazio molto per la Sua lettera, e
per il testo stenografico della radio-conver
suzione in questione, che sono lieto di pubblicare io pure. Constato che le frasi riportate Ira virguleUe dal cronista de « L’Osservatore Romano », non corrispondono pienamente a quanto Lei ha detto, e i lettori
potranno controllare. Devo però pure constatare che è stata seguita la regola ncoccumenica di sottolineare ciò che unisce e
sorvolare genericamente ciò che divide; e
questo mi pare una ca tira regola ecumenica, quella oggi cattiva per eccellenza.
L’ecumenismo è sofferenza, speranza umanamente assurda e safferta, perchè conosce
la perdurante radicalità del contrasto, non
rimediato ma approfondi o dal Concilio; e
questa nota mancava; penso che a questo
Lei accennava insistendo sull’esigenza di
(( autenticità », rtui l’accenno era difficilmente intelligibile a primo ascolto. Quanta
alla Sua « rappresentatività », corteordo fino a un certo punto con Lei, se vogliamo
dare una valutazione giuridica (un diritto
però ignoto alla mossa dei radioascolla'ori
di formazione cattolica); ma certo Lei concorderà con me che per milioni di radioascoltatori italiani, presentato come « Presidente ecc. ecc. », Lei ha parlato a nome
di tutto l’evangelismo italiano; U che non è.
Con fraterna cordialità.
Gino Conte
Testo stenografico tratto dalla registrazione della rubrica « Il dialogo »,
trasmessa dalla RAI alle ore 18,05 del 17 gennaio 1967.
Introduzione di Mons. Pucc'neW
Da oltre 50 anni ha avuto inizio la « Settimana di Preghiera per l’uni'à ». Riservata
in un primo tempo a gruppi scelti, è andata mano a mano estendenidosi nella comunità criBliana. Quest’anno, dopo un incontro avvenuto a Giueivra Ttel.’otlobre
scorso tra rappresentanti del Consiglio
M'onidiale delle Chiese e del Segretariato
Ca'.itoliico per l’unione del oriisliani, la settimana è stata impoiS'ata in modo da rappresentare una maggiore unità fra le var.e
liad'zìond oris.dane in questa mi eria.
Di qui un tema comune espresso con le
parole di San Paolo agli Efesini: « ih aluali ad una sola speranza» e preglnere
tratte dalle liturgie delle varie Chiese cristiane.
« Una sola isperanza » nell.’uni à fra le
varie Chiese (fistiane. Ciò significa uni a
sempre più piena di fede, di adorazione e
di iservizio per la salvezza del mondo.
Sul significato di questa settimana di preghiera comune parlano il pastore Mario
Sballi, Presidente del Consiiglio Federale
deMe Chiese Evangeliche d’Italia ed il gesuita Roberto Tucci, Dire.itore di « Civiltà
Cattolica ».
Tucci - Credo che questo pregare insieme, con un tema comune e formule di preghiera comuni, sia di grande importanza
nel movimento di r avvjcinamento tra le
varie comuniià dis iane.
Vorrei isottolineare subito il carattere fon
da.mentale di questa novità: ili fat_o oi porsi
al di là di una concezione di ritorni, al
di là di una concezione che so tolinea le
divÌBioni; inveite, con questa nostra formula comune di quest’anno, viene so tolineata la speranza comune.
11 fatto che siamo tutti in aiscollo deLa
voce di Cristo, Ae nella preghiera ci uniamo più intimamen e a Lui, ci fa acquietare
ima magigiore conisapevolezza dela sMidarietà fondamenitale Ae già es:iste fra di noi.
Questa solidarietà e, soprattutto, queeto
porci davanti a Cristo, davanti ale^ esigenze di Cristo, ci fa sen ire quanto l’unità non sia opera d'ell’noimo, ma sia opera
di Cristo. Credo Ae in questo il pastore
Sbaffi sia d’accordo con me.
Sbaffi ■ Sono pienamente d’accordo, padre Tuoci, su quanto lei ha detto siul.la unità riferita a Cristo. E ritengo Ae veramen
Scuole materne alle Valli
Ai primi di febbraio si è riunito a Torre
Pellice il secondo incontro dei responsabili
delle Scuole Materne alle Valli, dando inizio
al giro di visite ad ognuna di esse programmato nel primo incontro di Pinerolo. Così
negli stessi locali che circa sessanl anni fa il
Past. C. A. Tron inaugurava come la casa
« Infanzia e Gioventù », sì è riparlato del
metodo froebelìano, che proprio allora dava
il nom:' al primo Giardino dTnfanzia a Torre Pellice (Scuola Froebeliana). La sigma
Arias che si era diplomata in questo nuovo
metodo pedagogico ne fu la prima Maestra
per trent’anni consecutivi. Dopo di lei per le
sopravvenute leggi della scuola, 1 allora sigma
Dora Revel la sostituì avendo conseguito il
diploma governativo di specializzazione e per
15 anni diede a centinaia di bambini i suoi
doni di educatrice. Ancora oggi molte mamme ricordano le sue conferenze pedagogiche
e i suoi consigli, e fu lei ad ispirare in molte giovani il senso vocazionale del suo servizio tulio umiltà e sacrificio.
siJ * *
A dare il benvenuto ai partecipanti al convegno è stata la sìg.ra 0. Armand-Hugon a
nome del Comitato e dei Pastori assenti, la
sig.ra E. Jalla ha aperto la seduta con un
breve cullo. Crisiina Sereno ha portato il
messaggio... telefonico di adesione della sig.ra
Picot Revel di Ginevra e la sig.na A. Bessone molto esaurientemente ha poi fatto un
(( excursus » storico della pedagogia con riferimento ai principali pedagogisti quali Rousseau, (citando in particolare P« Emilio »)
Owen, Cochin, Piscatory, Oberlin, Decroly,
Richler ecc. Ha poi parlato di Froebel, dettagliando a lungo questo metodo da lui fondato, dicendo di averlo in parte applicato
nella sua Scuola Materna di Pinerolo, ottenendo dei risultati positivi. Nella discussione
che ne è seguita, sono stati tutti concordi nel
rilevare che Pinsegnamento diventa arte,
quando l'insegnante o il genitore riescono
attraverso ad una analisi e una rielaborazione personale dei vari metodi a formulare una
sintesi ed applicarla.
Ha poi preso la parola la sig.ra E. Jalla
presentando una proposta per una discussione sul problema delPinsegnamento religioso
nelle scuole materne valdesi. Dopo aver illu
strato come l’ordinamento della scuola materna statale affermi che: «l’educazione religiosa nella scuola materna è rivolta a promuovere la vita religiosa del bambino», osserva che nel lungo contesto sempre si parla
di « religione » e non di « fede », e presenta
alcuno domane, dalle quali nella discussione
che ne è seguita, è emerso il concetto una
nime: dare al bambino non una religione
ma trasmettere la « fede » rivelata da Dm
ad esseri umani, « naturalmente » contrari
ad essa, non sviluppare qualcosa che troviamo buono e che è già nel bambino, ma trasmettere quello che ci è stato dimostrato
buono a dei fanciulli che non lo conoscono.
Le nostre Maestre potrebbero, per Fapplicazione pratica, coordinarsi coi programmi della Scuola Domenicale e servirsi dei moderni
sussidi didattici cosi bene accettati dai bambini.
In compagnia deirimmancabile tazza di
thè si è proseguito nella « causerie », auspicando di stabilire dei contatti con le altre
Scuole Materne d’Italia, attraverso la pubblicazione su questo giornale di periodiche
notizie; di organizzare un incontro nazionale
durante l’estate per dare a chiunque s’interessi di problemi educativi la possibilità di
partecipazione.
Per il terzo convegno, pur non avendo ancora precisato la data si e parlato di farlo
in maggio a Villar Pellice, sperando in una
maggiore partecipazione di Maestre, poiché
in questo siamo stati in pochi a godere dell’elaborato studio della sig.na Bessone che
di cuore ringraziamo insieme alla sig.ra
Jalla e alla chiesa di Torre PeUice per l’ospitalità.
Sospendiamo, dopo questo numero,
l’invio del settimanale ai lettori che
non ci hanno ancora fatto avere il
loro abbonamento per U 1967, pur non
avendolo disdetto. Forse la scosserella
rimedierà ancora a qualche dimenticanza.
le, il pregare insieme sia da fonma più alta
di unità che ci sia dato di esprimere. Qualcuno può pensare che la preghiera comune
sia una delle forme più facli di unità da
realizzare e che la settimana di preghiera
per l’unità eia una delle manifestazioni più
facili da attuare. Ciò deriva dal fatto Ae
noi guardiamo troppo a quello Ae facciamo come uomini e guardiamo troppo
poco a que lo che Dio può fare attraverso
di noi. Perchè pregare insieme significa
non tanto e-iserc vicini gli uni agli altri,
quanto essere gli uni e gli altri al cospetto
di Dio. Il che ricliieide agii uni e agli altri
un atteggiamento di aulentieità.
Tur.ci - Quindi, in un certo senso, noi
realizziamo già, anche visibilmente, davanti al mondo, una comunione che, per
quanto imiperfetia, è già il fondamento idi una comunione più perfetta che
si potrà fare mediante questa nostra comune fedeltà a Cristo, che noi reallizziamo, per
io meno in speranza, nella preghiera Ae
svolgiamo in comune.
Sbaffi - Certo, l’essere uniti dinanzi al
mondo, è una testimonianza Ae noi dobbiamo al mondo, in Cristo. Ma ritengo Ae
ciò riobieda, in questo nostro stare iusieme,
un sìncero sforzo di autenticità. PerAè
siamo insieme, nella preghiera, non soltanto di fronte agli uomini, ma siamo insieme, soprattutto, di fronte a Dio; di fronte a Colui Ae scruta i cuori, Ae conosce le
speranze, che investiga i cuori; quindi non
possiamo essere insieme per pregare preoccupati di salvaguardale, ciasouno, le proprie poisizioni.
E po,i, essere insieme per pregare non significa soltanto essere insieme per parlare
a Dio, ma ancihe per ascoltare Dio.
Tucci - Questo sottolineerebbe anAe una
visione dinamica e non statica del movimento ecumenico; cioè un proiettarsi, unii
spingersi in avanti verso Cristo, un farsi
più docili, più disponibili alle esigenze di
Cristo, che non sempre corrispondono a
quelle che noi crediamo oggi essere le esigenze di Cristo; un essere capaci di svestirsi di certi particolarismi iper aprirsi ad
lina viislone nuova che viene dall’alto; in
un certo senso Ae può essere espressione
delle nostre esperienze già acquistate.
Sbaffi - Mi sembra Ae questo de'.la disponibilità sia del credente come della
Chiesa, al coispetto di Cristo, sia uno degli tìlementi essenziali per poter caomminare
verso l’unità.
Tucci - Questo mette in risalto anche il
carattere esigente ed impegnativo della preghiera la quale non è solo im portare i nostri bisogni, un esprimere quello che già
siamo, ma nn porsd di fronte alle esigenze
di Cristo; le esigenze Ae possono e devono
tnntarci, devono convertirci continuamente.
Mentre noi esprimiamo questa nostra solidarietà, solidarietà nella preghiera, in una
comune speranza, in uno sipingersi avanti
verso questo traguardo delPiinità voluta da
Cristo, Ae si deve fare come Cristo ha voluto, noi non solo diamo una testimonianza
al mondo, a queEi Ae non credono in
Cristo, della nostra comunione Ae igià esiste anAe se allo stadio impeifewo, ma
allo stesso ilempo, per coisidldire, ci poniamo in solidarietà con lo stesso mondo,
cerchiamo di far vedere come questa nostra comunione, per quanto imperfetta, non
si pone fuori dal mondo, ma si pone al
centro della stessa umanità, al servizio dell’umanità, in ascolto di quella stessa umanità Ae ancora non crede in Cristo. Perchè anche di il ci vengono voci, ci vengono portate esigenze di Cristo : un po’ nella
linea dei segni dei tempi di cui cominciò
a parlare Papa Giovanni c che adesso è diventato un tema un po’ comune.
Sbaffi - La prospottivà che la « Settimana
di preghiera » pone dinanzi a noi in questo
nostro tempo, quest’anno, questo essere
« Aiamati ad una sola speranza » ci pone
di fronte a Cristo non solo come all’oggetto della nostra speranza, ma anAe di fronte a quella che è la vera speranza del
mondo: Cristo Gesù, il Liberatore, il Riconciliatore, la Salvezza. E ci pone di
fronte alla speranza Ae noi abbiamo per
il mondo, in Cristo.
Tucci - È silgnificativo, a questo riguardo
che sia da parte del Consiglio Ecumenico
dele Chiese, sia da parte del Concilio, sì è
sentito il bisogno di fronte a questi problemi del mondo di oggi, nella Conferenza di
Ginevra sulla Chiesa e Società e nella costituzione pastorale sulla Chiesa nei mondo
contemporaneo.
Sbaffi ■ Mi semibra che in questa comunione di speranza e di servizio, in questa
comuniione di preghiera autentica e disponible, noi possiamo andàre avanti insieme.
Da « La Gazette de Lausanne »
18-19 febbraio 1967
A Losanna lia avuto iluogo, il 17 c.,
un pubblico dibattito fra i signori E. ZeUweger, deputato socialista zuri^ese al Consigiio di Stalo, e P- Béguin bea noto exdirettore dA giornale. Tema dA dibattito:
« La Svizzera deve, o non deve, entrare a
far parte deU’O.N.U.? ». Da un certo tempo tale questione preoccupa gli svizzeri,
particolarmente dopo la risposta dA Consiglio federale .il Sig. U Tfumt, a proposito
ile’le sanzioni economiche da prendere contro la Rbodesia. I due inlerloicntori si sono
trovati d’accordo nel riconoscere la necessi'à Ae lo statuto attuale Ae sanAsce la
posizione della Svizzera come nazione tolailmente neutrale, debba essere riveduto.
Lo Zellweger, Aie risponde affermativamenle aEa domanda posta, sostiene ohe «de
facto » la neutralità della Svizzera non verrebbe compromessa dal suo ingresso nell’O.N.U., mentre la Svizzera potrebbe poco a poco uscire dall’isolamento, giudicato
pericoloso, nel quale già da tempo essa è
entrata, e che da alcuni anni sembra progressivamente aiccenttiarsi. Il Béguin risponde invece negativamente, sostenendo
che la Svizzera già collabora « de facto »
con l’O.N.U., rendendo preziosi servizi in
cemmissioni speciali (es.: la questione lelFAIgeria); la partecipazione all’O.N.U. potrebbe mettere in moto delle forze centrifughe che, a lungo andare, potrebbero esercitare un’azione diagtiegatrice sulla Svizzera stessa; in caso di conflitto, l’apparteneriza a'.l’O..N.ir. sarebbe diffìcilmente compatibile ecl coiiicetto della neutralità totale,
invece la non appartenenza permetterebbe
ancora ima volta alla Svizzera dii rendere ai
bAliigerainti gl’incomparabili seivizi umanitari e di mediazione, Ae la rosero preziosa
durante sia la priina Ae la seconda guerra mondiale.
■ylr II 28-10-’61 il maresciallo Chen-Yi,
vice primo-ministro cinese, durante un sim.
poisio offerto a un gruppo di giornalisti
giapponesi, raccontò il seguente aneddoto
destinato a divenire ben presto storico : «Il
primo ministro Krusciov ha detto un giorno che le armi alomidie sono talmente costose Ae, se la Cina ne fabbricasse, non
le Testerebbero neppure i qualtrini per farsi dei pantaloni Io dice Aie noi dobbiamo
fabbricare quelle armi, con o senza pantaloni! ». Pochi mCiSi più tardi si doveva
diffondere in tutto il mondo la sorinendenle notizia che la prima bomba cinese era
eccppiata nel Sin-Kiang. Da allora i progressi rapidi e decisivi ddla Cina nA campo aitomico, propongono un problema angoscioso e di straordinario interesse aUe
nazicni ocoidenlaìi. Oggi, alla vigilia dAl’esplosione della prima bomba H termonuAeare cinese, appare evidente che la Cina non ha « rubato » a nessuno nè le matèrie prime necessarie, nè d mezzi per trasformarie, e Ae ha largamente superato la
Francia nei risultati otteuuiti. Si ritiene
tuiWavda elle il governo USA abbia potuto
seguire, con mezzi segreti d’informazione e
con molta attendibilità, i progressi Anesi:
attualmente poi gli aerei USA sorvolano
quoitiidianamente il deserto dA Sin-Kiang
riportandone notizie particolareggiate e
preziose. Sono ben noti gli aiuti sovietici
alla Cina (dal 1949 al 1959), poi bruscamente interrotti. Ma almeno altrettanto imptrlante è stato quanto gli studiosi cinesi
sono riusciti ad imparare frequentando gli
istituti di ricerca dell’occidente. Il primo
di questi è Tsien San-tsiang aittuaimente direttore dA programma nucleare cinese: studiò a Parigi, presso il Collegio di Francia,
a fianco del cAebre fisico Federico JoliotCurie, dal 1934 al 1949 (Sua moglie Ho Zaueih fece studi analoghi all’università di
Heidelberg). Il professo.re Cha Tsung-yao
ha invece lavoTato, ed anche insegnato, per
lungo tempo, aE’Istituto tecnoli^gico della
California. Wnng Kan-chang ricevette la sua
formazione iscientifica in Germania, presso
il 'laboratorio diretto da Otto Hahn, e fu
aiiAe collaboratore di Lise Meitner; durimte la seconda guerra inondiAe passò in
USA e ivi insegnò nelPUniversità di Berkeley. Fu questo il gruppo di seienz'ali da
cui era destinata a scaturire la futura potenza nudeare cinese. Questi uomini riu
scirono non solo a formare i necessari quadri tecnici, ma anche ad organizzare una
nuova industria e una tecnologia indispensabili alla realizzazione dei loro obbiettivi.
Oggi 750 scienziati (matematici, fisici, cliimici, metalurgici) e 2009 ingegneri lavorano in Cina aU’industria atomica. Dalla
centrAc di Lanchow, abbandonata a metà
costruzione dai sovietici nel 1959, quando
essa non poteva produrre il cosiddetto « uranio arricchito » che « al lasso del 25% », si
sa Ae oggi esce l’uranio arricAito al 93%
(che è l’optimum apptinto per lo costruzione della bomba atomica).
Da «Le Monde»
18 febbraio 1967
La contesa cino-sovietica è resa sempre più evidente da nuovi e significativi
episodi. Per la prima volta (dopo il 1949)
il delegato sovietico all’O.N.U. non ha protestato contro la presenza di nazionalisti
cinesi (cioè di rappresentanti di Formosa)
in riunioni particolari di commissioni dell’O.N.L. Ciò è preAsamente aocaduto, la
settimana scorsa, nella seduta inaugurAe
della « Commissione suMa condizione della
donna nel mondo ».
19-20 febbraio 1967
Hk- Notizie da Wasliinigton riportano una
imteressante statistica isul contribu'o dei negri americani alla guerra del Vietnam. Ivi
i combattenti negri sono l’ll% delle forze
totali americane (proporzione leggermente
superiore a quella idAla po'polazione totale
americana, iclie conta il 10% di negri), ma
i morti .sono ben il 17,8%. H Pentagono da,
di questo fatto, le seguenti spiegazioni.
AnziluUlo easo afferma che i negri hanno,
in generale. Scarsa istruzione e ohe quindi
non sono io grado d’essere impiegati in
molti ,compiiti di guerra tecnicaimenie qualificati : questa sarebbe la ragione per cui
il 29% dei negri viene impiegato nela
fan eria. In seconido luogo esso afferma Ae
i negri s’impegnano, e talvolta si reimpegnano, facilmente come volontari (il 25%),
probabilmente attirati da vantaggi economici, da .possibilità ¿’addestramento tecnico
e dal prestigio Aie può procurare loro
l’esercilo.
24 febbraio 1967
■y^ La criminAità, in U.S.A., è in aumento. Esiste in U.S.A. persino un « Sindacato
dei criminali », naittiralmente Aandestìno.
Il Sig. Henry Peterson, alte funzionario al
ministero della igiuistizia in U.S.A., ha rivelato giorni fa Ae il ministero stesso possiede le schede di ben duecentomila imprese, sindacati, asisociaziom o singoli individui Aie, in un modo o nel’altro, sono
ritenuti .affiliati a « Cosa Nostra », Ae è
app'Unilo il nome del sudidetto sindacato
dei erìminaii. Il funzionario ha aggiunto
ohe il mìmetero ha in atto oiggi 3115 inAiieste su 'criminali ben noti, ed altre migliaia su imprese affiliate a quella che ormai può ben direi la « mafia » americana.
T. Viola
...........................
Calendari
per confermandi
Come ogni anno, la Società Gustavo Adolfo della Renania offre ai giovani, elle saranno confermati durante
l’anno, U suo calendario quale dono
augurale per i nuovi ammessi nella
Chiesa Valdese.
Il calendario è in lingua italiana.
I pastori delle Valli Valdesi sono
pregati di ritirarne le copie di cui
hanno bisogno presso la Libreria
Claudiana di Torre Peiiioe, quelli dell’Italia del Nord, eccetto le Valli, si
rivolgano alla Libreria Claudiana di
via Principe Tommaso 1, Torino, gli
altri al Pastore Carlo Gay, via Marianna Dionigi 57, Roma.
Chi volesse offrire un dono, lo faccia per la nuova chiesa di Taranto
(Pastore Ernesto Naso, via Gen. Messina 71, Taranto).
Dalla Hiviera di Donante
A Bordighera, al culto del 29 gennAo è
stata battezzata la piccola Sara, di Ennio e
Mariangela Sasso. Il 3 febbraio è stato benedetto il matrimonio di Herman Vogel e
Irmgard Ruckert, due simpatici giovani floricuitori tedeschi che sono venuti a stabilirsi
a Vallecrosia.
Il 23 gennaio ha avuto luogo a Sanremo
la riunione ecumenica, con la consueta partecipazione, malgrado il tempo piovoso, di
circa duecento persone; fra la quindicina di
evangelici, quattro pastori : oltre ai due pastori di Sanremo, il past. G. Tourn di Massello e il past. Tirell di Montone.
Tele-evangelo (n. 22258) continua, di giorno e spesso pure di notte, a portare un breve messaggio evangelico, su un testo biblico,
a coloro che chiamano telefonicamente quel
numero.
Domenica 19 abbiamo celebrato, sia a
Bordighera che a Sanremo, la « festa valdese ». A Bordighera abbiamo avuto il piacere di udire il past. Roberto Jahier, che vi
ha presieduto il culto; quindi da tutto questo angolo dell'arco ligure ci siamo riuniti
alla Casa valdese di Vallecrosia per l’agape
fraterna; alle 16, nuovo trasferimento a Sanremo, dove il past. JAier ci ha presentato
e commentato una bella serie di proiezioni
luminose. Gli siamo molto riconoscenti per
la sua visita.
Quanto alla « settimana di rinuncia », non
ne abbiamo ancora i dati definitivi: speriamo siano un buon indice di fede impegnata.
Chiese americane
e pace nei Vietnam
Washington (soepi) — In seguito a una
riunione convocata come « Mobilitazione per
la pace », che raccoglieva oltre duemila sacerdoti, pastori e rabbini di 45 Stati, tutti i
cristiani e gli ebrei degli USA erano invitati
a osservare un digiuno di tre giorni a partire dall’8 febbraio, data del Capodanno buddista e deirenlrata in vigore della tregua. Si
trattava di un « atto di pentimento » per la
guerra nel Vietnam, poiché i cittadini devono riconoscere che « partecipiamo tutti alrìnumanilà della guerra con le imposte che
paghiamo », hanno dichiarato gli organizzatori.
Sette rappresentanti si sono recati alla Casa Bianca per incontrare Walt W. Rostow,
consigliere del presidente per gli affari della
sicurezza nazionale; altri otto hanno parlato
a J. Me Namara, segretario aUa difesa, insistendo suU'urgenza della cessazione dei bombardamenti americani sul Nord-Vietnam, nella speranza di affrettare i negoziati.
La « Mobilitazione per la pace » è stata
organizzata dal comitato nazionale del clero
e dei laici per il Vietnam (The National
Committee of Clergymen and Laymen Concerned About Vietnam), raggruppamento interconfessionale creato lo scorso anno.
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pag. 4
N. 9 — 3 marzo 1967
7 GIORISI Vita valdese a Milano
Lunedì 20 febbraio
Pare attenuarsi, io Cina, la « rivoluaione
< ulturalc ».
A Nuova Delhi si terrebbero, secondo
fonte indiana, colloqui segreti fra rappreBcntanti statunitensi e nordvietnanuti.
Colloquio « segreto » fra Adenauer e De
Cattile airEliseo; il primo si è dicliiarato
soddisfatto che la Francia non sia disposta
a firmare un trattato di non proliferazione
atomica. 1 cavalieri dell’Eui-opa neoearoii ligia si stringono la mano. 11 parlamento
di Bonn è diviso sul trattato di non proliferazione nucleare; il governo italiano si
dichiara favorevole al medesimo. Il Cremlino annuncia di aver messo a punto una
rete anti-missili
Il procuratore distrettuale di New Orleans affeirma ohe Oswald non uccise da
solo Kennedy, ma avrebbe avuto « almeno
cinque comiplici»; l’awocalo di Oswald,
Mark Lane, in una conferenza stampa a
Roma Ila detto: « Lyndon Johnson-, la polizia di Dallas e l’FBl sono lo forze ohe
non vogliono che negli S-U. si faccia luce
sull’assassinio di John Kennedy ».
Disastrosa alluvione a Rio de Janeiro,
un’intera collina frana su un quartiere;
olire 200 morti.
Un’indagine ordinata dal -Ministro della
.Sanità, Marioltl. ha rivelato le deplorevoli
condizioni in cui versano i ricoverati dell’ospedale psichiatrico di Aversa (350 lire
al giorno a testa per il vitto). Un’altra perla
nel nostro diadema assistenziale.
Martedì 21 febbraio
Sciopero (iper tre giorni) dei cancellieri
e segretari giudiziari; aumenterà ulteriormente il iterrihiile ingorgo delle cause pendenti. Il presidente Saragal afferma la
«inammissibilità giuridica di tale sciopero»,
in un forte discorso al Consiiglio isuiperiore
della Magistratura, ohe è anche un appello
al senso di responsabilità del paese. 11 Consiglio dei ministri decide di non prorogare
la « cedolare secca ». Secondo giorno di
sciopero dei cancellieri. La Corte dei Conti
sostiene ohe l’INAM spende t.roi>po e male ;
intanto dal 1" marzo i mutuati dovranno
pagare le medicine.
Si riapre a Gine-vra la conferenza sul disarmo; Johnson invita a firmare il patto
anti-atoniico (contro l’atomica degli altri);
1.! Francia non partecipa alla conferenza.
Il Senato proroga fino al I?80 i contributi apeciali per la Calabria. Il Consiglio dei ministri approva una riforma del
Consiglio Superiore della Magistraitura, ohe
favorisce un poco la rappresentanza dei
gradi inferiori della magistratiura nell Consiglio stesso.
Si eondradono le elezioni federali indiane, durate una settimana; secondo i primi
dati, il partito di Indirà Gandlii, il Congresso, risulta in regresso
Mercoledì 22 febbraio
Larga eco, in Italia, del discorso di Saragat al Consiglio Superiore della Magistratura. La decisione del Consiglio dei mìnisUri circa la « cedolare secca » provoca
burrasca alla Borsa: ribasso del 4,45%, il
più forte degli ultimi cinque anni.
Trovato morto, a New Or'.eans, D- Ferrie, che il Procuratore della città considerava come uno dei coniplici di Oswald.
A Giakarta il presiden'e Sukarno cede
tutti i poteri, « iper il bene del popolo a
dello Stalo », al suo avversario, gen. Suliarto. Dietro la facciata, l’eco del sanguinoso réglement de comp'.es che un anno e
mezzo fa ha contrapposto comunisti e militari; la reazione al fallito c violento colpo di stato comunista, aveva fatto in Indonesia un bagno di sangue di 2-300.000 colmiti isti.
Giovedì 23 febbraio
La massima offensiva aeroterres re sferrata
finora dalle forze americane nel V cinara:
45.000 soldati, 250 elicotteri, 200 caccia a
leazicne; ma j vietcong, al confine con la
Cambogia, si sol raggono aH’altacco.
Il governo tedesco violentemente diviso
sul trattato contro la proliferazione nucleare; favorevole l’ala di Brandt, mnis-ro degli esteri, contraria l'ala Stranss (-Adenauer). A Roma, in un’-intervisla che ha
larga eco, i fisici nucleari Arnaldi e Calogero ammoniscono: « L’ultiima occasione
pei il mondo d-i fermare la cala-s'.rofe nucleare ».
D !s««n«ì nella direzione sociali&la per la
aUuazione delle Regioni, eonsiderala impegno improrogabile da De Martino, praUramenie inaltuabile ora da Preti, ministro
de’.le finanze.
Venerdì 24 febbraio
Al a Camera, un mi&slino di 7 depu ati
presenti (su 600) menare Fanfani parla dei
problemi dol disarmo, Spallone di problemi del lavoro.
Il maltempo infuria in varie zone di Eurcpa; sluazione pariicolarmenite drammalica sul mar del Nord, lunglie ore di terrore ad Amburgo, sotto la minaccia, infine
superala, deìla rottura de le dighe.
Alle Assise di Monaco, condannate a 15,
9 e 5 anni le SS che mandarono a morie
Anna Frank (cenfessi ] primi due, al ì
ufficiali) con 180.000 ebrei; molti gìovaìu
in aula durante il proccvsso, con il « Diario » in mano.
Ciu En-lai accusa le guardie rosse di
avere fatto morire, con iin interrogatorio
duralo 10 giorni, un minis ro.
II Tliant in Birnuinìa per incontrare rappresentanti de! Vietnam del Nord.
11 procuratore di New Orleans, Garrison,
iifìerma: «So chi Jia ucciso Kennedy, prima o noi li arresteremo lutti » (se qualcuno
non s’incarica di tog ìcrii prima di mezzo,
(•('in’è avvenuto sinora...i.
Sospesa a Genova la c.slruzione di 18
palazzi (330 alloggi, per uno «sbaglio » del
Comune che aveva trascuralo di infornure
le imprese che nel nuovo piano regola ore
la znna era stala riservala a « zona verde j).
Ben riuscita la celebrazione del 17 Febbraio, con una buona agape, la sera del 17,
e il culto di S. Cena la domenica 19; all’agape sono stati uditi brevi e interessanti
messaggi, e sono stati presentati, illustrati da
diapositive, alcuni aspetti della vita delle
Chiese delle Valli; la Corale ha dato il suo
buon apporto.
La Scuola domenicale continua la sua atti,
vita, con una sessantina di iscritti e una presenza media dì quaranta ragazzi. Domenica
26 febbraio si è avuto uno dei periodici e
proficui incontri fra monitori e genitori.
L’i/mone giovanile sta studiando sistematicamente un testo pubblicato a cura del
Consiglio ecumenico delle Chiese: « Vers
une Eglise pour les autres »; non tutto è accettabile, forse, così com’è, ma questa raccolta di studi è estremamente stimolante, ricca
d’interesse per le prospettive nuove di cui
sentiamo tutti che la Chiesa necessita, ovunque; peccato che relativamente pochi siano
i giovani interessati.
Le sorelle della Lega femminile, dopo lo
sforzo lavorativo per il bazar di beneficenza,
coronato da successo, hanno svolto un programma di studi su temi d’attualità : la Scuola media unificata, i matrimoni misti; hanno
partecipato, il 12, in comunione con le altre
sorelle evangeliche della città, alla giornata
mondiale di preghiera.
I! Consiglio di Chiesa, in parte rinnovato
nei mesi scorsi, ha sentito l’esigenza di un
ampliamento del numero dei membri e del
lavoro del Consiglio, esigenza confermata da
un voto di assemblea; la Commissione distrettuale, interpellata in proposito, si è dichiarata in linea di massima del tutto d’accordo.
In una recente seduta il Consiglio ha ascoltato la relazione di una commissione sulle linee
di sviluppo del lavoro della Chiesa; tale studio viene proseguito in vista della riunione
dei Consigli di Chiesa del III Distretto, che
si terrà a Milano la domenica 12 marzo (il
culto del mattino sarà presieduto dal past.
Elio Eynard, di Zurigo).
Circa il progetto di riordinamento del Sino,
do, sottoposto dalla Tavola alle Chiese, l'Assemblea di chiesa del 27 gennaio dopo aver
ascoltato la relazione di un gruppo di studio
presentata dal Dott. Tarquinio Ventura, ha
votato il seguente o.d.g. :
« L’Assemblea di Chiesa di Milano, riunita
il 27-1-1967, esaminando le note e il questionario sul progetto di riordinamento del Sinodo ritiene, oltre a quanto risposto nel questio.
nario, che
1 - Il numero totale dei deputati laici
per ogni distretto debba essere proporzionale
al numero dei membri di ciascun distretto;
2 - Questo numero non debba superare i
50 (in base aH'attuale ripartizione per distretti si avrebbe 19 + 7 + 8 + 6 + 4 + 6);
3 - In ogni distretto le Chiese autonome
inviino i loro deputati, essendo però questi
considerati già inclusi nel numero assegnato
per ogni distretto;
4 - Le Conferenze distrettuali eleggano i
rimanenti membri;
5 - Nel caso in cui vi sia un numero dì
deputati di Chiese autonome maggiore del
numero disponibile, si userà il criterio della
rotazione per i deputati delle Chiese autonome.
Nel corso deH’Assemhlea è stato preso in
esame il problema della ^partecipazione al Sìnodo dei membri della Tavola, delle Commissioni amministrative e degli organismi
settoriali con voce solo consultiva o deliberativa, ed a questo riguardo i pareri si sono
manifestati in maniera non univoca ».
Riunioni quartierali. — Stiamo per terminare il primo ciclo di riunioni quartierali.
A questa attività hanno collaborato più direttamente due Commissioni miste valdesimetodiste. La prima per il lavoro più particolarmente organizzativo; la seconda per lo
studio dei testi proposti (I Epistola ai Corìnzi) e la preparazione di un apposito questionario. Le riunioni sono state frequentate
in modo molto diverso. Ci rendiamo conto
delle difficoltà di vario genere che si sono
presentate. Non è stato possibile ad esempio
includere tutti i membri di chiesa in un determinato gruppo. Nella riunione del giorno
7 Marzo, che avrà luogo in via F. Sforza,
avremo la possibilità di discutere insieme tutto il problema onde questa attività possa essere potenziata. Non è sempre facile trovare
case che possano accogliere queste riunioni.
Federazione. — Quest’anno due avveni
menti sottolineeranno l’impegno comune del.
Tevangelismo italiano. La pubblicazione del
nuovo giornale « Nuovi Tempi » e la convocazione dell’Assemblea Costituente della Federazione delle Chiese Evangeliche che svolgono la loro testimonianza in Italia. Il Comitato nominato dal Congresso di Roma dopo avere preparato un progetto dì statuto,
Culto radio
Domeniche 5 e 12 marzo 1967
Pastore F. GIAMPIOCOLI
Frali
progetto già presentato alla sessione sinodale
dello scorso anno, ha preparato, in ottemperanza all’invito del nostro Sinodo, una relatuto della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
Tutti noi siamo coscienti della responsabilità comune per la creazione della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia,
zione di accompagnamento al progetto di stali Consiglio di Chiesa ha quindi predisposto una serie di riunioni di studio sul proget.
to di statuto. L’Assemblea di Chiesa del 15
marzo sarà chiamata a pronunciarsi su questo progetto.
Settimana di preghiera per l’unità. — Le
Comunità evangeliche di Milano hanno avuto
tre riunioni in occasione della settimana dì
preghiera per l’unità. E’ stato seguito il tema
proposto « Chiamati ad una unica speranza ».
Il Pastore Giorgio Bouchard ha predicato
nella Chiesa Metodista su : « Il fondamento
della speranza ». Il capitano dell’Esercito della Salvezza Cirico Campagnano sul tema :
« Ampiezza della speranza », nella Chiesa Battista.
La domenica 22 gennaio ha avuto luogo
un culto ecumenico con la celebrazione della
Santa Cena nella Chiesa Protestante di Via
Marco de Marchi; il Pastore Aldo Sbaffi ha
predicato sul tema « Chiamati ad una unica
speranza ».
Durante il medesimo periodo il Pastore
Aldo Sbaffi ha risposto a numerosi inviti per
conferenze in vari ambienti cattolici di Milano.
Visitatrici. — Un gruppo di Sorelle della
nostra comunità continua a compiere fedelmente un servizio di solidarietà visitando alcune famiglie isolate come pure le persone
anziane o ammalate.
Nell’ultima riunione delle Visitatrici è
stato messo in luce nuovamente il senso di
queste visite. Se in alcuni casi limitati si
tratta qualche volta di esprimere la nostra
solidarietà anche con un aiuto fraterno, non
è però questo lo scopo principale dell’attività delle Visitatrici, le loro visite vogliono
esprimere molto semplicemente il legame
che unisce i membri della medesima comunità, essere un’occasione di incontro in modo particolare con le persone che più diffic'imente hanno la possibilità di partecipare
aPe attività di Chiesa.
Mentre la comunità è invitata a sostenere
« Nuovi tempi », il giornale comune delle
Chiese evangeliche italiane (ricordiamo la
calda conferenza del past. Giorgio Girardet,
nel dicembre scorso), a cura del sig. Aldo
Rostan si sviluppa il lavoro di esposizione,
presentazione e diffusione dei nostri libri;
Il XÏ11 Febbraio nel vallone di Antíroína
La ricorrenza del 17 Febbraio, svolta nelle forme tradizionali, è stata per tutti quelli
che hanno avuto orecchi per udire, una
occasione per riconfermare i fondamenti
della nostra lede e chiarire le ragioni della
nostra presenza come Chiesa valdese alle
4'all’i. Già il 16 sera dei graiiid;i9s mi falò,
accesi nelle località più esposte, malgrado
la neve e la foscliia, hanno brillato a lungo nella no'Me. Notevoili quelli del Verné,
delle Cro'Usette e di Rocciamaneud. Al falò
di' Ro'cciamaneuid era attesa la v.sila dei
giovani di Torino, i quali, pur essendo parliti numarosi dalla loro città, a causa del
pessimo stato dalle strade, non hanno tuitavia potuto giungere alla meta e partecipare
alla serata organizzala dai giovani dell Llnione del Ma'rtel. Ge ne dispiace niclto e
rimandiamo l’inco'ntro al 'prossimo anno.
11 mattino sc'guenie i bambini in cor eo,
(on le bandiere d'elle varie scuole e seguiti
Sabato 25 febbraio
In sede dii bilancio : il nostro disavanzo
nazioinale di quest’anno è di 1165 miliardi.
A Pechino i militari sciolgono aknni
grnp'pi di guardie rosse. Pare salire la stella di Ciu En-lai.
Nel Vietnam i vietcong sfuggono alla
« grande manovra » americana.
Neonazisti fanno saltare di notte un traliccio dell’alla tensione a Brunico. Rappro.sentanli della Volksipartei altoatesina «i incontrano B Innsibmck con dirigenti del
Lnnd tirolese per discutere le trattative con
Roma sul problema dell’Alto Adige,
In tu to il mondo eelebr.ata la « giornata
dello scout ».
Il Comune di Genova 'pare -già pentito de!
llccco edilizio de.'tso ieri...
Seicondo i risulitaili non ancora definitivi
de'lle elezioni nei 17 Stati della Federazione
indiana, il parlilo di Inidira Gandhi,^ il Con*
grosso, ccnserva a stento la maggioranza;
in solo 9 Stati quella assoluta, in almeno 4
vince l’opposizione.
27 condanne per rultinio e più grave pròeetso, q Genova, per i luniu ti che agitarono la ci'tità il 5 ottobre iscorso, in occasione
di uno sciopero di prole;ta per la questione
dell’« Ita’canlieri », con scontri fra forza
pubblica e dimostranti.
Domenica 26 febbraio
Le navi della VII flotta americana bonibardano il Nord Vie'nam. Il Pentagono e
4 Diipariimento di Stalo di Washlng on diI liiarano che noin si tratta di una nuova ta|ip.i dell’p.scnioiion ( !).
A Pechino Mao Tse-lung didiiara che occorre porre termine alle violenze (dalPinizio del 1967 sarebbero stale Uiccise 1.400
persone e 3.000 ferite) ■ la rivoluzione eiiiliiirale è lotta >sul piano politico, non della
violenza fisica c psicologica. Si pensa alla
lesi e all’ipotesi di vaticana memoria: quan.
do non riesce il braccio di ferro, si accetta
di diBculere...
da un buon gruppo di giovani e meno giovani, hanno raggiunto al Vamgi'e il corteo
proveniente dal Serre 'Con tanto di 'tamburino in lesta. Nell’antico Tempio del Capoluogo si è tenuta la m3n;fe.Uazlone a cui
hanno preso parte i bambini delle Scuole,
ben preparati dai loro sclerti insegnanti e
la nO'Stra valorosa Corale che, per quanto
rid:tìa di numero, eri iuiipegnata fin dal
giorno precedente per la preparazione del1 agape fraterna, ha presentato due -belliissdm¡ cori. Il Past. Renato Coisson tralieggiò
la figura del Colonneltlo Beckwib, meriendo in rilievo non solo l’amore e la dedizione che ebbe per la nostra Cliiesa, ma
anche il monillo che a noi deriva dalia sua
vita di credente generosamente impegnato
nella missione evangelica. 11 pranzo, preparalo con cura e diligenza dalla Cerale, è
sialo una simpatica occasione di incon.ro
tra angroignini, ex angrognini e fratejli provenienti da altre Chiese. Al termine del
pranzo sono 'Stati ascoltati alcuni niess'aggi
e, particolarmente apprezzate, le poesie dei
nostri p'Oeti (Alfredo Sappé e Silvio Berlin) ohe anche quest’anno hanno voluto rivclgerci in versi i loro messaggi.
Ringraziamo ancora la Corale per l’o timo servizio reso. La serata fu infine offer,a
dall’Unione del Prassuit-Verné, che con
mollo -ccraggio ha mcfsso in scena il famoso
dramma dì G. Cesbron: «È mezzanotte,
dottor Schweitzer ». Gli attori (Jean Louis
sappè, Maura Berlin, Silv.o Berlin, Valdo
Bertin e Renalo Cliiav.a) veramente immedesimati nelle loro parli, hanno messo con
molla efficacia in rilievo il messaggio de-llia
no'n facile O'pera. Esprimiamo loro, come al
regLsta-snggeritore Sig. Alfredo Sappé. il
nostro più vivo apprezzamento. Negli intervallli è ancora la Corale che ha presentato
ailiuni riuscitissimi cori e la sera a è term.mila cor. un’allegra farsa.
Ma mentre nelle altre zone il 17 Febbraio
finisce il 17 febbraio, ad Angrogna vi è
ancora una simpatica « coda » che ha luogo a Praddlitorno, la domenica seguente. La
mattina Culto di S. Cena nel Tempio, presieduto dal due Pastori di Angrogna, c poi
nuova agape fraterna alla foresteria « I^a
Rocciagllia » preparata con curi e amore
dal Sig. Guido Ribet e Signora e dai loro
Iollaiboralori. È questa una occasione di incontrare, oltre agli angrognini, parecchi a
lirici e fratelli che vengono da altre Ghiese,
in quc.s o cuore antico delle Valli V'aldesi.
Dopo i'! copioso pranzo, i tre bambini vaidesi delle Scuole di Pradcllcrno, preparali
dalla loro iusegnante, hanno presenlalo un
ininiiscolo programma per altro mollo apj,laudilo. 11 Sig. Peyrot <4 ha raccontato
con un o-riigiiiale montaggio .sonoro-vis.vo,
'a .storia di Pierre della Rocciaglia, antico
valdese <he ricordando i ®uoi tempi e confrontandoli con i nostri, ci ha dato un mes.'aggio di incoraggiamento e di fede. Mol o
applauditi i vari discorsi, tra cui una bella
e commovente poesia della Sig.ra Ed na
Kihet, che ci auguriamo veramente di ve
der pubblicata su questo giornale.
Così' si è conclusa anche quest’anno la
« festa dei Valdesi ». Che cosa rimarrà, an
cora una volta, di tanti messaggi, di tanti
discorsi, di' tante esortazioni? 11 riferimen
to al passato ila senso soltanto come indi
razione di urna linea di coerenza e di fe
deità, ohe deve essere mantenuta e perse
gui'ta nel presente e per l’avvenire.
— Martedì, 21 febbraio, abbiamo accompaignato al campo dell’eslreuio riposo, la
salma di Amanidina Riivoira in Bolla, spentasi aiU’elà di 74 anni, dopo lunga e faticosa soffereuza. Ai parenti nel dolore esprL
m arno la nostra soilidarietà e ricordiamo la
certezza cc.nsoknle della vita annunziai'.a in
Cristo Gesù.
— Ringraziamo il Past. Gustavo Bertin
che ha predicato nellla nostra Cappella, la
domenica 19 febbraio.
AM6R06NA (Serre)
Le celebrazioni del 17 febbraio si sono
svolte in 'Stretta collabcrazione con la Coronniità del Capoluoigo e con il solito programma di ogni anno. Il conleo guidato
per il quaranit'Uneisimo anno dal simpatico
tamburino Guido Buffa, si è incon'railo al
Vengie con quello della Ccmuuiità vicina,
per recarsi insieme al Tempio 'del Capoluogo, dove ha avuto luogo la celebrazione
del 17 per grandi e bambini, seguita dal
pranzo organizzato molto bene dalla corale.
A Pradeborno «i è ricordata remancipnzione del 1816 la domenica successiva con
im cullo di Sanila Cena presiedu o dai due
pastori di Angro'gna, seguito dii tradizir'nale ipranzo organizzato in modo eneom ahile dalla Foresteria al quale hanno preso
parte 93 commensali. 1 vari discersi pronunziati al (levar delle mense, dal doti. Ribeil. dal missionario Coisson e dalla signora,
per lunghi anni insegnante a Pradeltoriio,
dal signor Peyrot, dal past. Taoc'a, dalla
signorina Bonnet e dal past. Leale, come,
la poesia della signora Ribet ed il programuia prepara o da.le due bambine della
scuola sotto la guida dell’insegnanile Bianca Genre, sono (Stati un forte appello affinchè la gioia e Piiinpegno del 17 febbraio
non rimanigano un fatto isolalo nella vita
delle nostre Coniunilà ma divengano la loro
coralileristica costante, nel servizio del Sigmre. Al termine abbiamo avuto una breve e gradita visita del «enatore Poél che
ha r volto un affettuoso saluto ai convenuti.
11 16 febbraio c deceduta la nostra soirelh' Alice Monas'icr in Pascal, da pochi mesi
ritornata ad ahilare con il marito al Serre.
La no.stra sorella era stiata d-iiramenle provata menu di un anno fa dalla dipartenza
della figlia Wanda. I funerali svoltisi il 18
sono Mali un segno della prefo-nda simpatia con <ui la famiglia è circondala nell'ora della prova da parte di tutta la Común ila.
sono state utilizzate allo scopo pure le due
ampie vetrine in fondo al tempio, e sottolineiamo l’importanza fondamentale della
stampa evangelica nel formarci per adempiere la nostra vocazione nel tempo presente.
GERMANO CHISONE^
Abbiamo avuto un 17 febbraio fuori dell’ordinario. Già la domenica precedente avevamo avuto il piacere di rivedere fra noi il
Pastore Enrico Tron e di ascoltare il suo
messaggio, sempre vibrante ed entusiasta, co
me quando era a San Germano, dal 1920
al 1936!
Il 16 sera i falò sono stati accesi in mezzo
ad una fittissiipa nevicata; a mala pena riuscivamo da San Germano a vedere nella
tempesta di neve il fuoco acceso dai nostri
fratelli dei Martinat, su in alto! E intorno
ai falò tanti giovani che cantavano inni e
portavano una nota di particolare entusiasmo
c serietà; e nessun petardo: abolite interamente quelle manifestazioni che rischiavano
di rendere la festa valdese un poco simile
a una festa parrocchiale, restava sola e piena la gioia di sentirci insieme, liberi e riconoscenti.
II corteo del 17 si è svolto ancora una
volta in mezzo ad una fitta nevicata; ciononostante erano presenti in tanti, piccoli e grandi, dietro alla Banda ed alle bandiere. La
Banda ha suonato i nostri vecchi inni e la
Corale ha cantato il « Giuro » e in Piazza
il Pastore ha spiegato perchè eravamo scesi
per le strade, come fosse in quel giorno la
festa della libertà, una festa per tutti e un
impegno per tutti, e come la libertà è .siala
voluta in lunghi secoli di fermezza e di ¡¡.tsecuzioni; la libertà data da Dio è libiiià
deU’uomo nel suo intimo e, soltanto ilo;-o.
libertà nelle leggi; è libertà ricevuta, sai-, i
guardata, libertà da difendere oggi come ¡um.
Poi al Culto, la presenza del Modoraaac
che ha presieduto la riunione in un Icilmo
affollato e ci ha dato un messaggio vivi o
preciso, pieno di fede e di coraggio: la nu' -, .j
vita del Sermone sul Monte come senso ; +
la nostra storia, della nostra presenza e
nostro avvenire. E ancora la Corale ha • ■
tato due Cori ed ha condotto Ìl canto iìa
Assemblea. Poi la gioia del nostro pran/:. .a
comune, del ritrovarci assieme, della rico; >
scenza per potere oggi mangiare, sap a a
con realismo che potremo domani dove
giunare per una causa seria.
E infine una recita « L’ostacolo » s’. i
dalla Sig.ra Quattrini, che già ci aveva i
l’anno scorso l'indimenticabile messaggio .iCÌ
« Bivio » una recita così realistica che rmbrava (e probabilmente è) scritta per qu a
Valle, per questo tempo; Tansia delle ü istrie pericolanti, l’impegno di alcuni uu.i li
e donne, la tentazione di andarsene, la io ; a
della fede che sa restare, proprio perchè è i 1ficile, perchè è necessario. E ancora una ita la Corale, instancabile, le coraliste in 3stume, e tanti applausi.
Una giornata piena, una giornata in • u
abbiamo vissuto la realtà dellimpegno ?
ci viene dalla storia della grazia di Dio k-i
noi, una giornata che è stato un conti;::;*)
dimostrare che la nostra risposta a quel! ■ ■
pegno non è venuta a mancare o almeno e
essa non manca in molti.
Direttore resp.: Gino Conte
Hcg. al Tribunale dì Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Terre Pellicc o\
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Direttore: F. Chauvie
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RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Alice Monastier
in Pascal
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore in occasione
della scomparsa della loro cara.
« Non temere, io ti ho riscattato
ti ho chiamata per nome, tu sei
mio » (Is. 43: 1 )
Serre di Angrogna, 18 febbraio 1967.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Giaiero e Ferrier ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore per la sco'mparsa del loro Padre e Fratello
Alberto Giaiero
Un particolare ringraziamento al
Pastore Sig. Rostagno e alle famiglie
Bertetto e Galliano.
Inverso Rinasca, 12 febbraio 1967.