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ANNO LXXVI
Torre Pellice, 22 novembre 1946
N. 46
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L’ECO DELLE
VA
I nroi
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Spett. Società Studi Valde^
TORiíE PELLICE
Nulla sla più forte della vostra ledei
(Gianavello) SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO ANNUALE E SEMESTRALE
Italia . . . Lire 250 150 Francia . Franchi 250 150
Svizzera . . Franchi 4 3 Stati Uniti Dollari 2 1,25
Ogni cambiamento d'indirizzo costa Lire CINQUE - La 'copia Lire CINQUE
CHIESA VALDESE roccia onde toste tasrilatl
Isaia LI ; 1.
REDAZIONE: Via Sibaud, 7 - Bobbio Pellice
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
s
N€l YIYENTI
Le due ipotesi torneranno infatti anche
nella La Corinti :
« Non tutti morremo », dirà a costoro, come vedemmo ; ma al capitolo 6', vers. 14,
I 'l'eassal«>raic«»BÌ 41z IH
Continuando la disamina del versetto 15,
non S'arà inutile soffermarsi un poco sulle
critiche cui diede appiglio la proposizione :
noi viventi che saremo rimasti fino alla venuta del Signore.
11 ragionamento di certi commentatori c
il seguente : (( L’Apostolo Paolo, come si deduce da queste parole, credeva che il ritorno del Signore fosse questione di pochi anni, si che egli stesso e i cristiani del suo
tempo, lo avrebbero veduto avanti di morire. Tutti costoro morirono invece senza che
Gesù tornasse. Decine e decine di generazioni trapassarono appresso e Gesù si fa attendere tuttora.
Dunque Paolo s’è ingannato.
Dunque adagio ad accettarne come oro colato gli scritti.
Adagio pure a prenderne letteralmente i
vaticinii. Si cerchi piuttosto di estrarne i;
senso spirituale.
Del resto — si rincalza — di essersi ingannato lo riconosce anche lui quando, nella seconda lettera rettifica il suo pronostico,
avvertendo che il ritorno del Signore è da
ritenersi tutt'altro che prossimo e che eventi
di lunga lena, tra i quali la manifestazione
dell’Anticristo, dovranno svolgersi avanti (2
Tess, 9: 1-8)». Questo su per giù il discorso di coloro che, se non ucreduh, portano tuttavia in tal modo acqua :A inuliro deirincreduiiñ'..
Ma grazie siano rese a Dio per aver egli
sascitato semprdi e tempestivamente, altre
tempre di credenti a difesa della parofa ispirata. Tra questi basterà citare il nome del
defunto F. Godet, interprete biblico di fama
universale, del cui pensiero, come un poco
già feci, ancor qui mi faccio eoo in parte,
onde replicare ai critici sopra accennati.
In primo luogo, non può essere vero che
Paolo smentisca nella seconda missiva ciò
c'it scrisse .nella precedente, altrimenti si
dovrebbe ammettere che in seguito egli abbia smentito anche la seconda e sia tornato
al primitivo... errore.
L’idea espressa con le parole: »noi viventi che saremo rimasti fino alla venuta del
Signore », egli la ripete infatti nella 1 a Corinzi, dettata un cinque anni più tardi • cHcco, io vi dico un mistero • Non tutti inorrewo ma tutti saremo mutai' ;n m; "'O: ente
in un batter d’occhio, al suono deH’ultima
tromba. Perchè la tromba suonerà, e i morti
risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati (cap. 15: 51-52),
Ma v’è di più. che proprio nella seconda ai Tessalonicesi, anzi che disdirsi, egli incita quei fratelli con le parole : State
saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con
una nostra epistola (2 : 15). La quale epistola non può essere che quella presa di mira
dalla critica moderna, non risultando punto
che l’apostolo ne abbia scritte altre nel frattempo.
Ossia, no; un’altra almeno ne ricevette
la Chiesa di Tessalonica, ma falsa e falsamente attribuita all’apostolo, ed è contro le
affermazioni di questa che egli insorge (li
Tess. 2: 2). Di quali affermazioni poi si
trattasse, lo si ignora, ma leggendo che 'e
medesime avevano contribuito a sconvolgere
e turbare i destinatari -— parte dei quali
aveva anche smesso di lavorare (cap. 3 : 11)
— non sono alieno di credere che abbiano
riguardato fra l'altro la data precisa del ritorno del Signore. Quella data che nessuno
sa, aH'infuori del 'Padre celeste (Marc, 13:
32). ma che nondimeno si è voluta fissare
di tanto in tanto, screditando cosi la pure
inoppugnabile, radiosa dottrina del secondo
avvento.
Quanto al fatto che Paolo ed i suoi contemporanei e le generazioni successive fino
alla nostra morirono, effettivamente, senza
che il Signore sia apparso, ciò non significa
punto che egli si sia ingannato. Si vegga infatti nello stesso documento... incriminato e
si troverà che la penna medesima la quale
scrisse: «noi viventi», più innanzi, dopo
aver scritto che « Iddio non ci ha destinati
ad ira ma ad ottenere salvezza per mezzo del
Signor nostro Gesù Gristo», continua con
le espressioni ; « il quale è morto per noi,
affinchè sia che vegliamo, sia che dormiamo,
viviamo insieme a lui (La Tess. 5 : 10).
Sia che viviamo, cioè che ci troviamo in
vi.ta in quel giorno nel quale, per mezzo de)
Rapimento, saremo salvati dall’ira. Sia che
dormiamo, cioè che quel giorno sopravvenga al contrario dopo la nostra morte (cfr.
l.a capitolo 1 : 10),
Paolo insomma s'è attenuto alle due possibilità conseguenti al segreto di quella scadenza.
Vegliale perchè voi non sapete a qual’ora
il vostro Signore verrà, aveva detto Gesù,
al fine di premunirci contro quella naturale
accidia che ci porta piuttostoi a pensare : dato che non so quell’ora è inutile che io vegli.
Vegliate, sottintende Gesù, perchè quell’ora può essere lontana, ma può essere anche vicina ; può scoccare quando sarete nel
sepolcro, ma può anche scoccare mentre sarete ancora viventi.
Vegliate, perchè ciò vi sarà in benedizione in entrambi i casi. Sulla medesima linea
si mantiene Paolo, esortando a questo salutare atteggiamento i Tessalonicesi non solo, ma tutte le chiese.
aveva prospettata invece la contraria eventualità, scrivendo che «Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi,
mediante la sua potenza» (vedi pure II.a
Cor. 4 : 14).
Nè cangerà il suo messaggio quando, più
lardi ancora, scrivendo ai Romani, ricalcherà quasi alla lettera la citata frase della La
ai Tess. ; « Sia dunque che viviamo o che
moriamo, noi apparteniamo al Signore» (14'
8).
' Epilogando e tralasciando altri passaggi,
nonché talune interpretazioni che pure non
mancano di un certo valore, ciò' che s’è detto
fino a qui, parmi sufficiente a provare ohe le
critiche alla nostra epistola sono del tutto
destituite di fondamento.
Su fondamento saldissimo, poggia viceversa il miracolo inerente al « noi viventi » e
al «non tutti morremo». Miracolo rivelato
pienamente da Gesù a Paolo e da Paolo alla
Chiesa, ma figurato già anticamente nel rapimento di Enoc e di Elia, assunti in pielo
senza vedere la morte (Gen. 5 : 24 ; Il.a Re
2 : 11 ; Ebr. 11 : 5).
Miracolo intuibile nella parole d.5 Gesù
a Marta : chiunque vive e crede in me, non
morrà mai (Giov. 11 : 26) e in lalcune parabole, specie in quella delle 10 vergini che
si addice in modo particolare ai cristiani viventi ancora nel giorno in cui il prodigio si
compirà e quando risuonerà il grido : ecco
io sposo viene, uscitegli incontro.
Miracolo che merita di venire studiato e
proclamato assai più che non succeda onde
galvanizzare i cuori e far che ciascuno si
prepari a incontrare il Signore, santificandosi, testimoniando, trafficando coi talenti fL
cevuti «finch’egli venga». Cose tutte nelle
quali abbondava rapostolo, proprio perchè
gli sorrideva, col resto, la luminosa speranza di salire al cielo come Enoch e come
Elia (II.a Gor. 5: 2-4).
■ E se una tale speranza aveva ragion d’essere allora, ohe diremo noi, dopo 19 secoli
e con gli eventi e i segni che si sono verificati in questi ultimi anni? E’ ora che vi
svegliate dal sonno — scrive Paolo sulla
falsariga della detta parabola delle vergini —
perchè la salvezza ci è adesso più vicina
di quanto credemmo. La notte è avanzata, il
giorno è vicino (Rom. 13: 11, 12).
Vicino allora e quindi tanto più vicino oggi, il giorno in cui « noi viventi » parteciperemo al prodigio che Gesù Cristo compirà
per la sua Chiesa, ralvandola dalla prova
che deve venire sopra tutta la terra e facendola com'parire davanti a sè per glorificarla,
com’egli è stato glorificato (Apoc. 3: 10;
Coloss. 1 : 22 ; 3: 4 ; Efesi 5 : 27 ; Giov.
17: 22).
D. Argentieri
Amministratori fedeli
111 molti oomuni, grandi e piccoli del nostro Paese, i cittadini elettori sono stati recentemente chiamati alle urne per eleggersi
degli amministratori. Dovere grave e solenne, che non va preso alla leggera; perchè
dai risultati di quel voto dipende il tono della
nostra vita sociale ed economica, Findirizzo e lo sviluppo delle opere di pubblica utilità, rincremen'o o la stasi di quegli istituti
che devono provvedere al benessere fìsico
e morale dei cittadini, l'uso più o meno saggio dei molteplici beni che la Provvidenza
mette a disposisizione deH'uomo, per concorrere al risanamento deireconomia nazionale ed al pacifico riassetto materiale e morale del nostro mondo in crisi.
Le promesse allettanti corroborate dai relativi programmi, sono venute a sollecitare
i suffragi dei votanti. Leggendo uno di quei
programmi, limpido, equilibrato ed onesto
nei suoi propositi, ci è tornata alla memoria
la morale di una vecchia favola che aveva
dilettato la nostra infanzia: «Tutti son buoni a fare bei progetti, — l'ingegno sta nel
metterli in effetti ». Non dubitiamo dell’ingegno e della sincerità di quegli uomini che
hanno redatto un programma amministrativo degno della nostra approvazione; ma sappiamo per esperienza quante difficoltà materiali e morali si oppongono in questo mondo
alla reializzazione di un beirideale, anche
quando è generosamente concepito come un
dovere sociale.
« Mens agitai molem-,», disse il grande
Virgilio. Sì, la mente umana ha il potere di muovere la materia e di organizzarla secondo un piano prestabilito. Ma la
mente deve a sua volta essere guidata da
una coscienza che iinterpreti rettamente i
denami dello spirito; perchè, in ultima analisi, la vita è un prodotto dello spirito, compresa lia materia che ne deriva.
Ecco perchè le qualità fondamentali che
formano un buon amministratore non vanno
ricercate tanto nelle sue conoscenze tecniche
(che pure hanno la loro importanza), quanto nella sua coscienzia morale, in cui risiede l'imperativo categorico de! dovere e del
servizio. Ora la coscienza morale trae la
sua ispirazione, la sua luce e la sua forza
dalle occulte e misteriose sorgenti dello spirito; perciò essa .non deve soggiacere ai calcoli dell interesse personale, deirambizione,
e nemmeno delle imposizioni di un partito
o di una classe, di una confraternita o di
una chiesa : la vera coscienza morale è Dio
neH’uomo.
E quanto 1 apostolo Paolo voleva significare ai Gorinzi vanagloriosi che si vantavano
delle loro conoscenze spirituali, della Viro
saggezza e delle loro virtù, mentre si com
portavano ancora come dei bambini o come
degli uomini carnali, animati di quello spirito settario e partigiano che faceva dire all’uno : «Io son di Paolo», ed all’altro.- «io
son d Apollo », e ad un altro ancora,- «lo
son di Gefa ». L’Apostolo rifiuta di prestarsi
alla tentazione del prestigio umano che i suoi
ammiratori gli vogliono conferire, affinchè
« la loro fede sia fondata non sulla sapienza
degli uomini, ma sulla (potenza di Db».
Gli uomini, anche i migliori, sono semplici
minisiri di Dio, cioè amministratori e dispensatori dei doni ricevuti dalla grazia di
Dio : « Paolo ha piantato, Apollo ha annaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere ; talché nè colui che pianta nè colui ohe annaffia sono alcun che, ma Iddio ohe fa crescere, è tutto » ( I -Gor. 3: 6-7).
Ora quello che Paolo dice degli «amministratori dei misteri di Dio», non sembra avere alcun diretto rapporto con l’opera pratica degli amministratori dei beni materiab
e degli interessi economici di un -comune o
di una provincia.
In realtà, così non è. Primieramente perchè questa materia sulla quale si vuol fondare l’economia ed il progresso della vita
associata non è un’entità autonoma, avulsa
dal mondo spirituale, ma ne fà parte, poiché ne è uma mianifestaziolne temporanea.
Perciò questo smollo, questi monti', questi
campi e queste selve, questa natura e questo sole, questo mare, queste città, queste
case e queste vie, queste opere d’arte e
questa attrezzatura industriale, questo sorriso di fielo e questi frutti della terra fanno
parte — in qualche modo che ancora sfugge alla comprensione dell’uomo comune -dell opera della Provvidenza e rappre.sentano dei tesori di vita di cui siamo tutti so!'dalmente responsabili.
Non vi sembri dunque fuor di luogo il
considerare la funzione degli amministratori
civili come un miinistero d’ordine» moifale
ed 'anche spirituale; perchè, se ben lo considerate, es^ deve servire a preparare il
quadro visibile in cui la vita degli uomini
deve svolgersi in modo da costituire u;n costante progresso verso finalità più eccelse,
cioè verso mete spirituali. Perciò anche loro
rieirambito (delle )loro attribuzioni, .devono
essere dei « buoni amministratori della svariata grazia di Dio; e ciascuno, secondo il
dono che ha ricevuto. Io deve far valere al
servizio degli altri.,, onde in ogni cosa sia
glorificato Iddio» (I Pietro 4; 10-11).
Ed in secondo luogo, il compito degli amministratori civili si assomiglia a quello de gli « arimin'’stratori dei misteri di Dio», per
chè può avere delie vaste e profonde ripercussioni morali sull'animo e sulla coscienza
degli altri uomini che cosiituscono il Gomplesoo sociale. L’onestà, la rettitudine e la
aigmtà morale degli amministratori irradia
sulla moltitudine degli amministrati un senso di fiducia che ammansisce i turbolenti,
rasserena i dubbiosi e stimola i fiacchi ed i
calcolatori all’operosità virtuosa e feconda
La vigilanza e lo spirito di sacrificio d3Ì
saggi amministratori della cosa pubb’ica incoraggia ed ispira tutti i cittodini a cooperare con le loro energie ed i loro talen.i all’incremento del progresso economico e morale, in vista della equa soluzione dei problemi sociali che caratterizzano la crisi attuale. 1 rivolgimenti sociali che preparano
una nuova era sollevano genenalmente la
feccia della società .fino in fondo, e sono
spesso serviti da uomini senza onestà, senza
scrupoli e senza idee chiare ed elevate ; ma
gli uomini preposti al reggimento del pubblico bene possono moderare ed incanalare
le energie incontrollate ed irresponsabili in
una corrente disciplinata di feconde e benefiche attività.
Se i sentimenti di carità e di giustizia che
animano i migliori possono trovare Ig loro
espressione nei rappresentanti del popolo,
sorgerà sicuramente l’alba di una giustizia
più pura e di una convivenza più umana,
cioè più cristiana nel vero sen,so de^Ia parola. Nella nuova società che sia per ;orgere, saranno abbassate le artificiose ba.iiere fra uomo e uomo, fra classe e classe,
perchè il senso della solidarietà e della fratellanza prevarrà su quello dell’c.goglio e
del servilismo. Allora le energie degli uomini non saranno più spese a .lutri-e una
folla di ignavi, di neghittosi e di avventurieri, ma coopereranno con volontà concorde ad alleviare le miserie degli esseri
che soffrono, ad elevare il tono della vita
fìsica, morale ed intellettuaie della società,
per farla partecipare sempre più largamente
a quei beni della divina Provvidenza che
soli possono dare un pregio ed uno scolo
alla vita.
Ora se tale può essere Finfluenza dei saggi ammiiinistratori de.i beni materiali sullo
sviluppo di una migliore civiltà, tanto maggiore dovrà essere il senso di reitjionsabilità
degli uomini che hanno ricevuto dai' loro
fratelli da carica di amministratori «della
svariata grazia di Dio» nel seno della Chiesa di Cristo.
La Chiesa non deve avere finalità economiche nè ambizioni mondane, nè deve proporsi di esercitare una giurisdizione politica sulle coscienze. Là dove ciò avviene, gli
amministratori della svariata grazia di Dio
vengono meno al loro mandato spirituale e
tradiscono la causa del Regno di Dio, per
esaltare la potenza mondana della Chiesa.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
.Coti questo non vogliamo dire ohe le chiese non^abbiano lina parola da dire' ed una
influenza da esercitare sulla ^ vita degli uomini e sul corso della civiltà.
La Chiesa dovrebbe essere il luogo di incontro di tutte le anime assetate di verità,
di giustizia e di pace, per elaborare le forze morali e spirituali che devono'agire come lievito nella pasta sociale ed irradiaire la
loro luce di libertà e di gioia nel mondo. La
Chiesa non’ deve trasformarsi in una prigione delle anime, altriménti lo Spirito di Dio,
che è suprema libertà, esula dal suo seno, e
gli istituti ecclesiastici diventano g|li arcigni presidiì dell’oscurantismo e della reazione.'
•Perciò la nostra partecipazione alla vita
ed alla missione della Chiesa di Cristo nel
mondo, non deve essere un’adesione servile
ad un complesso di dogmi e di riti che distrugga o mutili in noi la vita interiore ed il
senso della libertà. L^isciamo pertanto ai fanatici ed ai settari la loro intolleranza e la
loro intransigenza; nessun dogma, nè alcuna
professione di fede può separare coloro che
asfiirano, e tendono sinceramente, per vie
diverse, alla perfezione dello spirito.
Come amministratori dei doni dello Spirito, noi abbiamo una sola ambizione ; glorificare Iddio in ogni cosa. « Poiché la Sua
potenza divina ci ha donate tutte le cose
che appartengono alla vita ed alla'pietà mediante fa conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercè la propria gloria e virtù... affinchè fossimo partecipi della natura divina, dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel
mondo». Perciò, come saggi amministratori <tei doni divini, sforziamoci di « aggiungere alla fede la virtù; alla virtù la conostcenza, alla conoscenza la continenza; alla
continenza la pazienza ; alla pazienza la pietà; aJla pietà l’amor fi^terno; e all'amor
fraterno la carità » (2 Pie. 1 : 3-7).
Q. Francesco Peyronel
CBONUCA VALDESÍ
Colloquio Pastorale
alle Valli Valdesi
Il 21 ottobre ha avuto luogo a Pinerolo il
primo Colloquio Pastorale della ripresa invernale, con la presenza di 21 pastori, riuniti sotto la presidenza del Vice-Moderatore
pastore Roberto Nisbet.
Dopo il culto, il Vice-Modera’.ore rivolge
parole di benvenuto ai Pastori Ayassot e
Deodato, venuti a far parte della famiglia
pastorale del Primo Distretto, e dà in seguito la parola al pastore Ermanno Rostan,
della Chiesa di Pinerolo perchè introduca
l'argomento di discussione all’ordine del
giorno e cioè; «L’AUTORITÀ’ DEL PASTORE ».
Lo studio è una chiara messa a punto della posizione del Pastore di fronte illa Comunità ohe è affidata alle sue cure.
I; relatore esamina le due posizioni estremiste : quella dell’episcopalismo con autorità esteriore derivante dalla gerarchia, e quella -delle correnti che nella Comunità non vogliono riconoscere nessuna autorità particolare.
La via di mezzo è quella del Pastore che
nella Comunità ha ricevuto un incarico speciale e, pur non diventando autoritario g 'de
di una autorità d’ordine morale e spiriiua'o
che gli viene dal Signore, nel nome Jel quale egli agisce, parla, insegna, ammestra, ammonisce, esorta. E’ l’autorità non di colui
che impone la sua volontà e le sue vedute
particolari, ma di colui che inette sempre
innanzi la volontà di Chi lo ha mandat i E'
rautorilà di colui che serve suH’esempio del
Signore.
Naturalmente quando il pastore che l’a
una vita interiore spirituale profonda di comunione col Signore, questa autorità non
viene considerata come un’imposizione, ma
è sentita e accettata e ricon(«ciuta siprritaneamente dai fratelli della Comunità, in lutti gli aspetti del ministerio. Questi aspetti
della svariata opera del ministerio pa.storaie
vengono esaminati dal relatore alla luce dell’autorità morale e spirituale che deve essere evidente e che deve essere sentita nel
pastori.
Dopo un proficuo scambio d'idee sull’interessante ed importante argomento, il VéeModleraitore porta l’attenzione dei presenti
sul problema della nostra stampa.
Viene deliberato che in ogni Parrocchia
entri in funzione una Commissione stampa
con l’incarico di procurare entro i mesi di
novembre e dicembre nuovi abbonamenti al
giornale della Chiesa «Eco delle Vaili ».
Un’altra Commissione dovrebbe avere in
ogni Chiesa l’incarico Reifico del colportaggio per diffondere le pubblicazioni in deposito alla Libreria Claudiana.
I risultaii raggiunti dalle singole Com
” missioni nelle varie Comunità saranno co„^municati dai Pastori in occasione di un pros'simo colloquio pastorale.
^ Si ditscute ampiameinte isull’impostazione
da dare al giornale in modo da renderlo più
spigliato e di più facile lettura ed il Pastore
Rostan espone in proposito il piano che si
propone di ,aii.:uare mediante te promessa
collaborazione dei Pastori presenti.
Il prof. Miegge invita a collaborare con la
Commissione delle pubblicazioni ed espone
il progetto di una serie di opuscoli di carattere vario, enunciandone gli argomenti.
A fianco della Campagna di Stampa, il
Vice-Moderatore propone che si dia attuazione alla progettata campagna evangelisfiI ca, di cui sono incaricati per le Valli i Pastori Ermanno Rostan, Ernesto Ayassot, Achille Deodato. Essi studieranno i dettagli
pratici del programma che intendono svolgere.
Il Vice-Moderatore comunica inoltre che
in seguito al deliberato del Sinodo la Tavola
farà pervenire ai Concistori le relazioni sinodali circa i problemi deirautonomia e della
divisione dei distretti. Tali relazioni dovranno essere studiate nelle assemblee di Chiesa e le risultanze saranno trasmesse alla
Commissione Distrettuale.
Il colloquio è proseguito nel pomeriggio
con l’esame di altre questioni ed è stato per
tutti occasione di affratellamento e spivrne
alTattività, al servizio de! comune Salvato-e
e Signore. D.
Domenica 10 corr. nel corso della Assemblea
di Chiesa a Pradettorno veniva eletto con ottima
votazione quale nuovo diacono del quartiere il
sig. Simond Guido (Mulino Eissart). Mentre ringraziamo il diacono dimissionario sig. Guido Gaydou per la collaborazione da lui prestata, formuIdamo i nostri migliori auguri per il diacono neoeietto.
♦ Ringraziamo il pastore sig. A Comba pei il
culto presieduto al Serre.
* Sabato 16 corrente nel Tempio del Serre è
stato benedetto il matrimonio di COISSON LEVI
(Ricca) e MELANIA PLAVAN (Chiotas). U grazia del Signore circondi ed accompagni questo
nuovo focolare. e, a.
imsm «li !»«aéii4
La Comunità di Orsara di P. ha accolto con
cristiana gioia la venuta del suo nuovo pastore :
Giovanni Peyrot.
Siamo grati e riconoscenti al pastore Gustavo
I Bouchard per il proficuo lavoro di edificazione
e di Evangelizzazione svolto in mezzo a noi e gli
tacciamo i più caldi auguri di continuare, nell'Opera del Signore con lo stesso zelo che ha
dimostrato ad Orsara.
La sera del 2 novembre, dopo la presentazione fatta dallo studente Tozzi, del Pastore Peyrot alla Comunità, questi ha tenuto un culto
commemorativo per i dipartiti di questa comunità.
Il culto tenuto il giorno 3 è stato ben frequentato ed abbiamo ascoltato con piacere l'edificante e fluida parola del sig. Peyrot.
Accagliamo il nuovo pastore con gioia e con
la promessa di rendergli il lavo>’o meno faticoso
tramite la nostra collaborazione.
u L'Eterno fa morire e fa vivere»
1 Sam. 2 : 6
La fratellanza Orsarese simpatizza di vero cuore col suo pastore per la perdita della sua cara
mamma.
Che il Padre degli Orfani ed il Difensore delle vedove consoli, con le sue celesti benedizioni
questo suo figlio colpito dalla prova.
La Chiesa di Perrero-Maniglia ajl inizio deiu
iipresa delle sue attività manda un memore v
anetiuoso saluto ai pastore sig. Oreste Peyronel
e sig.ra esprimendo loro la propria riconoscenza
per I attività svolta in 14 anni di mmisterio.
* Un grave lutto ha colpito la famiglia Genre
Enrico del Serre di Maniglia colia perdita della
piccola RENATA, strappata ali'aftetto dei suoi
da un violento ed improvviso morbo all’età di
soli 5 anni. La Chiesa commossa circonda della
propria simpatia questa famiglia già cosi duramente colpita da altre prove.
* Al Crosetto il 2 novembre si è addormentata
nel Signore la sorella ROSTAN MARGHERITA
ved. PfiYROT di anni 64, già da alcuni anni sofferente. 11 servizio funebre è stato celebrato col
concorso del Pastore di Praly il 4 novembre alla
presenza di numerosi parenti ed amici.
Ai figli ed lin particolare al Candidato in Teologia sig. Giovanni Peyrot esprimiamo la nostra
profonda simpatìa cristiana.
* Nel temnio di Maniglia è stato amministrato
il Battesimo alla bambina MICOL GIULIANA
di Ernesto e di Tron Lina.
* POET ABELE e FERRERÒ IVONNE delle
Grangette hanno celebrato il loro matrimonio nel
tempio di Perrero il 9 corr.
Nel duolo e nella gioia la presenza del Signore
consoli e rallegri il nostro cuore.
La nostra lotteria di mille tiutner! per il deficit
del tempio, prosegue a gonfie vele. Da ogni parte
amici noti e sconosciuti ci mandano doni anche
di valore per aiutarci a dotare tutta questa fila
interminabile di numeri. Non sappiamo come dir
loro tuttta la nostra commossa gratitudine e consideriamo il loro premuroso interesse, che nulla
abbiam fatto per meritare, conte una bella manifestazione della Provvidenza per noi e dell’atnor
di tìjristo da parte dei nostri amici.
Pro Volli
SISTEMAZIONI.
La Pro Valli è in grado di offrire buone sistemazioni per alcune famiglie in località di alta
montagna prossima, alle Valli.
SOGGIORNO DI CURA PER BIMBI.
Alcune famiglie di Rorà specializzate da vari anni nella cura di bimbi da 0 a 5 anni offrono di tenere in pensione bimbi di nostri correligionari a
prezzi di forte convenienza.
- Alla nostra sorella della dispersione Jolanda
Schenk di .Merano, che si è addottorata in lettere, con brillante votazione all’università di Padova, inviamo le nostre felicitazioni sincere.
ALLIEVE INFERMIERE (medicina generale)
Abbiamo la possibilità di inviare « au pair »
(’gratuitamente) i^ualch^ giovinetta (20 lanni le
almeno Un diploma di studi dei corso medio inferiore) a una scuola di allieve infermiere. Possibilità preziosa perchè questi studi che fanno capo
ad un tìtolo ntoito apprezizato costano attualmente oltre centomila lire.
AIUTI INFERMIERE.
Ci sono richieste per degli Ospedali di medicina generale, rifugi, asili, ecc..., delle giovinette
come aiuti infermiere. Post! ottimi anche se la
retribuzione che è buona non raggiunge sempre
un livello vertiginoso.
AIUTI DI CASA.
Riceviamo numerose domande di domestiche
da parte dei nostri fratelli Svizzeri e siamo nella
impossibilità di darvi corso a tutte per mancanza di offerte.
SOCIETÀ
PEDAGOGICA VALDESE
Indetta dal sig. Geymet, Presidente dalla Pro
Valli, si tenne nei locali della Chiesa Valdese di
Pinerolo. il 12 ottobre u. s., una seduta degli
insegnanti Vaidèsi della Val Penice e Val Gerlaanasca. Una cinquantina d'insegnanti si riunirono per discutere, in fraterna comunione, la
situazione attuale, i gravi problemi connessi alla
nostra mansione di insegnanti evangelici e stuaiatc la possioiiità di un proficuo lavorò comune.
11 pastore Ermanno Rostan apre la seduta con
un breve culto in cui ci pone dinnanzi la responsabilità della nostra opera, in questo momento
sopratutto.
1! pastore Geymet insedia il Seggio : presidente
la prof.sa A. Bosio e segretaria l’insegnante
Ghigo Gay e oi presenta quindi una relazione
sulla situazione economica e morale delle Valli.
Qmdro tutt'altro che rallegrante, specialmente
da! lato morale ! C: troviamo di fronte si dilagare della corruzione e dell’immoralità e questo
comporta per noi insegnanti un lavoro serio ed
intenso, un'attività discip!ln>ata ed esemplare. Siamo noi insegnanti Valdesi, i principali responsabili della futura .generazione Valdese, noi dobbVimo impedire che la gioventù di domani cerchi solamente più il divertimento e la soddisfai i-ne dei propri desidèri ; dobbiamo renderla cosciente degli ideali della vita, cosciente dei suoi
doveri verso se stessa e verso la propria Chiesa.
11 signor Geymet tocca anche un altro argomento assai preoccupante per le nostre Valli ;
quello deiremigrazione, che minaccia di disperdere un numero troppo grande di Valdesi. Anche
in questo campo dobbiamo affiancare la nostra
opera a quella dei pastori, -porre di fronte a coloro che desiderano abbandonare le nostre Valli
io realtà a cui vanno incontro ; troppi sono coloro che vedono qui tutto nero ed altrove tutto
roseo ! Inoltre... da chi sarebbero occupate !e
case rimaste vuote? Lj sappiamo purtroppo! E'
l'esperienza di chiunque osserva quanto accade
-alle Valli e non da oggi soltanto ! Il Valdese
non sa dunque più apprezzare l’eredità trasmessaci dai nostri padri colla loro fede e col loro
sangue?
La prof. Bosio ringrazia il Presidente della
Pro Valli che ha voluto quest’incontro e che,
con le sue parole, ci ha -posti in modo crudo ma
sch.tiii., davanti alle nostre respr.nstibiliià.
11 signor E. Paschetto ci presenta un interessarne lavoro con diverse buone osservazioni e
-preposte : fra le tante ricordiamo ;
I ) La necessità per gli insegnanti di un apprefondito studio religioso, sia per poter impartire con competenza l’insegnamento religioso, sia
per poter sostenere qualunque discussione;
2) L’utilità deH’organizzazione di un campeggio o ritrovo insegnanti da stabilirsi nella stagione sinodale o pre-sinodale ;
,1) Mantenere dei costanti rapporti fra gli insegnanti per mezzo di corrispondenza, lettere circolari, ecc. ;
4) La creazione di un periodico esclusivamente
per gli insegnanti evangelici.
Dopo un messaggio de! Vice-.Moderstore .-^ignor R. Nisbet, si passa alla discuss.one sullo
Statuto della Società Pedagogica Vaidese ch-s è
approvato nella seguente forma :
\) La Società Pedagogica Valdese ha scopo di
riunire tutti gli insegnanti Evangelici ita.bani i
quali desiderano compiere la -oro missione di
educatori ispirandosi ai principi evangeiici.
2) La Società, per raggiungere il suo intento,
fa assegnamento sulla attiva co.laborazione degli
insegnanti ne! campo professionale, culturale e
religioso e sulla collaborazione della Chiesa.
3) La Società è retta da un corvitam di ssi
membri, dei quali uno- Rresidente, ufi Vice-Presidente e tre Segretari: - a Va- Pe!Fce, per
!a Va! Chisone e San Martino e uno per le altre
regioni d’Italia di essi due siano professori noin’nati dal '.angresso annuale ed uno membro
della Commissione Pro Valli e da questa nominato.
4) Sono membri effettivi della Società gii insegnanti evangelici che Io richiedono e versano
la quota annua di adesione. Ne sono membri
sostenitori coloro che danno alla Società una
pratica ed efficace collaborazione c ne ricevono
annualmente la qualifica dal Seggio,
5) La disciplina che vige nella Società è quella consueta nelle Comunità Evangeliche.
Nel pomeri^o ascoltiamo con piacere la parola del signor Erico Rollier, membro della Fa
vola. Per i membri della Società spera di poter
ottenere abbonamenti gratuiti e semi-gratuti a ;
Eco delle Valli., Luce, Semeur Vaudois, Vie Protestante ed alcune riviste pedagogiche svizzere ed italiane. Sarà forse -possibile organizzare
un raduno degli insegnanti evangelici a Torre
Penice, facendo loro le stesse condizioni fatte
ai delegati del Sinodo al Convitto.
In-un Ordine del Giorno diretto alla V. T. V.,
chiediamo ■ l’organizzazione di un corso religio io
e di pcle-mioa. .,..,.¿-4
Con il canto di un Inno ed una preghiera del
signor -Geymet termina la seduta.
La giornata trascorsa insieme ci ha insegnato
molte cose : di fronte alla vastità del lavoro
che ci aspetta e che dobbiamo compiere se vogliamo essere fedeli alla nostra -missione, ci sentiamo deboli ed incapaci, mai 11 Signore è on
noi ed a Lui chiediamo la forza e l’aiuto che
ci son necessari.
Chiediamo la collaborazione di tutti gli imegnatwi evangelici; per Sscrizion|i, linformallioli,
ecc... rivolgersi alla Società Pedagogica Valdese
— Casa Valdese — Torre Pellice.
Possiamo e dobbiamo fare molto ; ognuno di
noi senta il proprio dovere e dia il suo conlributo all’opera che abbiamo intrapresa con eniusiasmo e con fede.
F,
{orsa Alfredo Ao$tain
Quando giunse la dolorosa notizia della morte
relle regioni balcaniche, del Cappellano Militare Alfredo Rostain il Gruppo Valli della « l’ederazions Unioni Valdesi >1 s-i fece iniziatore di
una sottoscrizione in memoria del rimpianto- e valente giovane e, poiché egli era Candidato n< ila
nostra Facoltà Valdese di Teologia, i promouri
annunziarono che il provento della sottoscrii ione sarebbe stato destinato alla creazione di i na
Borsa di Stud-io presso la suddetta Facoltà.
La sottoscrizione dette un risultato lusinghi-;ro
ohe la F.U.V. annunziò a suo tempo sui , nostri
giornali.
Ora il Co-nsiiglio dellh Facoltà d.i Teolci! 'a,
esprimendo la sua profonda riconoscenza a ritti
i donatori per lo slancio col quale hanno voluto
onorare la memoria del giovane a noi tanto caro,
ha deciso che il provento annuo di quella Borsa
sarà dal Consiglio stesso destinato ogni anno ad
u”o 0 più studenti della Facoltà, ond_e aiut- rli
ad acquistare dei libri.
Rimarrà cosi vivo nella nostra Facoltà e
; peci-almente nel -cuore dei benefl-c'ati il ricordo
del Cappellano Rostain il quale con tanto ardore
e zelo s’era consacrato all'Opera del Signo'e.
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/ genitori Paolo Enrico e Maria Scavia e la sorella Graziella ringraziano commossi per ìc ) reziose prove di simpatia in occasione della di/artenza del loro caro
VI¥TOItlO REVEL
t« E vedranno la Sua faccia, e il Suo
nome sarà sopra ìc lor fronti »
Apocalisse 22 : 4
Ai Voi" d-i Luserna S, Giovanni, 1.3-11-1916.
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