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Torre PelUce» 8 Gepsaio 1943-XXl
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DELLE
Riguardate alla ri^ci^ande foste tagliati
Risaia Li ; 1)
Italia e impero
Estero
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Seelfianaan«*!«» «I«ll0
Nuila sia più forte della vostra fede I
jr CGitmavello)
^AB|0N AMENTI,
15
Diraltora: Prof. tfiNO COSTABIL
AMMINISTRAZIONE; Via Carlo Alberto. 1 bis - Torb« Piixict V
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torke PbILICE
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
“ Cent. 40 la copia
Li’amore del padre
I Giov. »1: 1, 5
., ,,Niella cameretta di una .sontuosa dimora, il bamibino è vezzeggiato, accarezzato da molte mani. Sorrisi e parole
dolci giungono a lui; .‘ma egli è ancora
un bambino e non capisce il linguaggio di certi sorrisi e di certe tenerezze.
Non sa che la mamma è morta e che
egli è orfano. Non cfipisce ancora. Intuisce soltantoS sa,* soltanto, che suo padre è lì, vicinoj con il braccio teso e la
mano aperta.. Non conosce ancora le parole degli uoniìni. Sa soltanto che suo
padre, per lui, può tutto, ed è quieto:
« Tu sei con me ».
Í
Il bambino è diventato più grandicello; compie ,un viaggio col padre; l’autobus s’inerpica, lento, per la via tortuosa che, dì svolta in .svolta, costeggiando burroni, varcando abissi, giunge
alla mèta. Qualche strillo, molta paura:
« Quanto soqo profondi, • quei precipizi ! » Il bambino non .strilla, non ha
paura: gli bas ta guardare suo padre negli occhi, mettere la sua piccola mano,
nella sua, e pensare: « Tu sei eoa me ».
Il bambine
che vicino a
curo di sè: la
nosi fu là su
dre divemtò
è diventato un r£gaz:ào.
Sulla nave ejj li * è ancora sereno.? Epp|ire c’è burrase a, e le onde semibra|io m|
nacciose; anc le gli uomini, intano
lui, sono agitili, preoccupati. Lui, |o. Si
ui c’è suo padre, forte, sii
sua forza, la sua esp|riein.|
za, la sua pr idenza sono la sua aran
zia. Ancora ^li può pensare:
con me».
Poi gli ani); passarono; il ragazzo diventò uni uoiiio. Piena di eventi fortu- |
vita. La presenza del pa- '
»m,e un peso. Uscì dalla
casa patena p partì, ih cerca di fortu- \
na, di lil|^tà,| di amore. !,.
E il m|hdo lo sedusse nella sua carne. \
e nello spirito.
Era uì| giovane brillante, e tutto il
mondo gi diede, poi gli chiese tutto,
ed egli si ritrovò solo, nella miseria, col
suo torm mto, col suo passato. Ed il ricordo de] padre ritornò nel cuore; l’immagine iffuscata riprese tratti chiarì:
« Tu sei :on me ». Ed il giovane riprese il can mino della casa e sulla soglia
o accolse ancora con le braccia
mai la vita gli apparve così
cielo cosi puro, la terra cosi
sacra, perchè mai egli aveva sentito così vivenf i la presenza del Padre celeste
e del padre, Allora egli alzò
e per lui il mondo fu di nuo
il padre
aperte, e
bella, il
neH’amo;
gli occhi
vo tutto jintiero « Tu sei con me ».
La su: vita si avviava al suo termine.
Dovette prendere congedo, per sempre,
dalla de ce luce, dalla terra amata, dai
suoi bei i, da ogni cosa amata. In mezzo alle enebre del mondo sconosciuto,
egli ridiventò come un bambino, come
il bamllno che, solo, incapace' di comprender*, sentiva la presenza del Padre.
Ed allofa, nelle tenebre, vi era la luce,
vi fu (li nuovo la luce: « Tu sei con
me », cisì rangelo della morte lo incon
trò con il sorrLso fiducioso del bambino
che s’acidormenta sul seno materno.
Un giorno verrà in cui la tormenta, il
fuoco e la tempesta sconvolgeranno l’universo, in cui la terra arsa sarà sconvolta, e in cui il cielo sarà avvolto come
un mantello: il giorno del giudizio: ma
anche, per ì credenti, il giorno del Padre: il giorno in cui il riscattato riposerà, tranquillo, come il bambino nella
furia degli elementi, perchè egli sa che
non lui ha amato suo padre, ma che suo
Padre lo ha amato per primo, e di tanto amore che ha dato, per lui, il sangue
di Gesù. . (parafrasi)
Il iiDii m
i...
In una sera del lontano estate 1850
due signori stanno passeggiando in Torino per Corso Vittorio, allora chiamato semplicemente « Corso del Ee ».
Sembrano errare preoccupati soltanto
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di cercare un po’ di frescura e sembra
ohe solo a caso si siano fermati a conversare davanti ad un’area ancora non
occupata da fabbricati; invece il vero
scopo della passeggiata è proprio lì: essi
vogliono riesaminare, senza dare nell’occhio, quel suolo su cui essi sognano
di veder presto sorgere un tempio evangelico: il nostro tempio di Torino.
La Chiesa di Torino sempre più ricca di memibri, dei quali una parte provengono dalle Valli, una parte sono torinesi convertitisi all’Evangelo, e non
manca una buona rappresentanza di im,migratii per cause politiche e religiose,
^i^prattutto provenienti dal Granducato
Toscana, ha bisogno, assolutamente
pisogno dì un tempio e della soluzione
^i questo problema si interessano in
rtodo tutto speciale un generoso arnica della nostra chiesa ed il Membro
dèlia Tavola Giuseppe Malan, quotato
bmchiere e deputato al Parlamento,
poiché il terreno è trovato e sembra
' lo^ ottimo vi sono ora due grossi problèmi da affrontare; ma anche quelli
saiVnno risolti.
finanziario: senza
solo
I| primo è quello
lidi non si costruisce e la Chiesa Valdesè non è mai stata, e sopratutto in
que^ periodo non era, ricca ! La Tavola
non’ avrebbe neppure potuto metter
fuori i soldi per comperare il terreno,
kltro che edificare un tempio! Ma per
le opere di bene la fonte di ricchezza
rim.angono ancora sempre il sacrifìcio
e la fede e per dimostrare che la fede è
grande, dopo aver ben esiaminati i vantaggi del terreno in discussione ed aver
risolto positivamente il problema., mentre se ne ritornano a casa, il Malan dice al compagno: « Io conosco qualcuno
che verserebbe il terzo della somma occorrente per l’acquisto, 33.000 lire 1 »
L’altro subito comprende e risponde;
« Anch’io conosco qualcuno che verserà quella stessa somma ! » Più tardi, riferendo del sopraluogo al Moderatore,
il nostro amico scherzando spiegherà:
« Quel diavolo di Màlan mi ha messo
ài muro, non potevo essere da meno di
kii nel mio dono I » Dopo questo ottimo
esempio di fede e di sacrifìcio il resto
non può che procedere per il meglio e
il denaro lo si trova, non solo per '3
tempio, ma anche per la casa Pastorale.
Ed anche le altre difficoltà, quelle burocratiche, si possono superare. Il Con|cistoro di Torino aveva già scritto un
ìmemoriale al Municipio, esponendo la
hecessità di un tempio Valdese a Tori-’t'o imposto aachè dal fcùspgnQ di
una adeguata Chiesa Evangelica per
l’uso delle ambasciate protestanti e
delle personalità evangeliche che la
capitale del Regno continuamente
deve ospitare. Il deputato Giuseppe
Malan a nome della Tavola ha esposto, in un altro memoriale, le ragioni dèlia costruzione del tempio ai ML
nistero competente. Le ragioni addotte
.sono giuste, le leggi lo consentono e
quindi il permesso viene concesso ed è
riconfermato non ostante le alte personalità ohe il clero mette in moto perchè
sia revocato il permesso: persino il vecchio Marchese Solaro della Margherita
si fa portare dal Re stesso per ottener
da lui che si revocasse il diritto concesso: Vittorio Emanuele II però non
fa che trincerarsi dietro alle leggi che
egli per primo vuole siano rispettate. E
così l’architetto Luigi Foimento può in
due anni erigere il suo edifìcio, progettato in intima unione cogli esponenti
della Chiesa Valdese,
La solenne inugurazione ebbe luogo
il 15 dicembre 1853.
Erano presenti i membri protestanti
del Corpo Diplom,atico accreditato presso alla Corte Sabauda, buon numero di
Senatori e di Deputati, una rappresentanza ufficiale della Guardia Civica; il
pubblico gremiva il tempio. Attorno al
pulpito quasi tutti i Pastori delle Valli
in toga. Prtóiede il Pastore G. P. Metile
che sceglie come suo testo le parole del
sermone sul monte: « Non si accende
una lampada per metterla sotto al moggio, anzi la si mette sul candeliere ed
ella fa lume a tutti quelli che sono in
casa ».
Mentre i Valdesi di Torino contemplano con ammirazione il loro magnifico tempio, mentre tutti i Valdesi ringraziavano Dio perchè a pochi anni di
distanza dalla Emancipazione un tale
tempio può sijrgere sin nella capitale
del regno, prima Chiesa evangelica costruita per Italiani fuori delle Valli, vi
è chi è triste: quelli che il Tempio di
Corso Vittorio vogliono considerare come un monumento di sconfitta della loro opera che ha cercato con tutti i mezzi possibile di ostacolare la marcia della libertà religiosa in Italia. .Parlando
di quella inaugurazione il giornale clericale di Torino: « L’armonia », scrive
nei giorni seguenti: « Il giorno 15 dicembre sarà scritto fra i più nefasti
del Piemonte. Correva l’Ottava della
Immacolata Concezione, ed i Valdesi
avevano appostato appunto quel giorno
per la solenne apertura del tempio protestante. Pochi monelli stavano davanti
al tempio. I buoni Torinesi, che ci dovevan passare vicino, chinando gli occhi continuavano la loro strada. Chi
era cattolico, non poteva a meno di de^plorare in quel giorno il tricarfo dell’eresia. Chi era solo Italiano, nel senso
che la politica dà oggidì a questa par
rola, doveva pur piangere sulle sortì
della Penisola... »
Bini OHiI UH
Amministrazione Via Angrogna 12
Torre Pellice
Onde evitare il ripetersi di non pochi inconvenienti, si rende noto: che
l’Ospedale di Torre Pellice e quello del
Pomaretto, il Rifugio Re Carlo Alberto
di Lusema San Giovarmi, l’Astio dei
Vecchi di San Germano Chisone, TQrfanotirofio Femminile di Torre Pellice,.
rOrianOtrofio Maschile di Pomaretto,
sono amministrati dalla Commissione
Istituti. Ospitalieri Valdesi, con sede in
Torre Pellice, via Angrogna 12, e che
tutta la corrispondenza deve essere ivi
indirizzata.
Il Presidente ;
r ■ .Avv. Stefano Peyrot.
- Í.
Nel comunicato dei Pastori di Torino
ai loro Membri di Chiesa nella Dispersione alcune parole riguardano anche il
tempio dì Ciurso Vittorio: « Essendo
danneggiato il tempio di "Cotrso Vittorio il culto domenicale ha luogo alle
10.30 nel tempio di Corso Principe Oddone... » Dunque anch’esso è passatjo
attraverso alla prova come quello di
Genova, in misura ben maggiore di altri che pure ebbero danni ! Tutti i templi nostri ci sono cari, forse però quello di Torino in modo tutto speciale. Caro per la sua storia, poiché è il primo
che costruimmo fuori delle Valli, caro
per la sua linea artistica. Tempo fa la
rubrica «lettori interrogateci... » della
« Gazzetta del Popolo » poneva anche il
nostro tempio fra le Chiese artisticamente degne di menzione in Torino.
Tanto più per questo scruteremo con
attenzione fra le linee dei notiziari delr« Eco » quelle che ci annunzieranno
che « i Culti hanno ripreso regolarmente nel nostro tempio di Corso Vittorio ».
A. Rihet.
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mmi r: .
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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FEDE E ÒDERE
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Sotto questo titolo L’Eoo del Chisone
nel suo numero del 12 dicerahre ha pre150 in esame alcune considerazioni da
noi fatte nel n. 47.
In realtà, nonostante l’intenzione di
rimanere nel campo limitato preso in
esame, y, così si firma il nostro egregio
contradittore, ha dovuto, praticamente,
ammettere che il problema prospettato
non è che un aspetto di un più complesso problema, una conseguenza della diversa impostazione, o meglio della
diversa risposta che cattolici e protestanti danno al problema più fondamentale della corruzione della umana
natura: del peccato originale. E così,
con una lodevole obbiettività y ha esposto il punto dì vista cattolico in contradittorio con quello protestante.
Data l’importanza dell’argomento, e
nonostante la sua complessità che richiederebbe più spazio di quanto non lo
possa concedere il nostro settimanale,
non saranno del tutto inutili alcuni
chiarimenti;
Dice y: « Ma come potrà quel bimbo
persuadersi di essere - molto cattivo - ?
Che cosa, ha fatto per meritarsi si grave condanna ? Aveva un peccato d’origine: gli fu tolto col Battesimo. Ha commesso delle venialità proprie dei bimbi.
Ma ciò non dimostra affatto che il suo
cuoricino non sia buono ».
Riconosciamo perfettamente che sarà
molto difficile, in un certo senso, che il
bambino riesca a persuadersi di essere
«•molto cattivo »; non abbiamo alcun
dubbio che, diventato uomo, gli sarà
ancora più difficile di persuadersi di
ciò; e siamo anzi convinti che egli troverà nella sua ragione un numero sufficiente di motivi per persuadersi che,
dopo tutto, egli non è poi veramente
cattivo, e che il bene, o poco o molto
che sia, egli lo può compiere, sia pure
soltanto nell’ordine naturale.
Ma qui, in realtà, si tratta indubbiamente di qualcosa di molto più grave e
più importante che non ogni umana
forma di persuasione, e lo riconosce esplicitamente y quando accenna al
« peccato d’origine».
^ dottrina cattolica
(Bellarmino: Dichiarazione più copiosa
ella Dottrina Cristiana, composta per
ordine della Sa. Me. di Papa Clémente Vili) distingue due sorta di peccato;
quello originale, e quello attuale; il peccato attuale è poi parimenti « di due
sorta: mortale e veniale ».
Riguardo al peccato originale dalla
dottrina cattolica viene poi insegnato
che esso consiste in « una inimicizia
con Dio ed una privazione della Grazia Sua, con la quale privaziqne noi nasciamo e dalla quale procede l’ignoranza, la mala inclinazione, la difficoltà nel
fare il bene, e facilità nel far male, le
pene e lo stento nel provvederci da vivere, i timori ed i pericoìi, nei quali
siamo, la, morte certissima del corpo, ed
S C^ni _
1608. I Valdesi della comunità di
Torre Pellice, che da lungo tempo professavano pubblicamente il loro culto
nel tempio dei Coppieri - così scrive lo
storico Gilles . hanno ampliato il loro
locale, per dar modo a.lle popolazioni
sempre crescenti di fedeli, di poter assistere liberamente ai culti. Ma alcuni
avversari dei Valdesi, ingelositi da quel
successo, cercano di ostacolarlo, intervenendo presso ad alcune personalità
del ducato., I Valdesi ricorrono al Duca, il quale, dichiarato al conte Carlo
di Luserna che non intende siano turbate le Valli per causa, di religione, dà
ordini in proposito perchè le molestie
abbiano immediatamente a cessare. La
risjMsta sovrana porta la data, déll’8
gennaio 1608. r. b.
ancora la morte eterna dell’anima, se
prima di morire non siamo liberati dal
peccato e non torniamo ad essere in
grazia dì Dio ».
Aveva dunque un pecca.to d’origine il
bambino ! Ed il suo cuoricino era pertanto tutt’altro che buono, in origine.
E’ un punto fermo, che ci piace sottolineare con rinsegnamento più fermo
di Calvino: « Il peccato originale è una
perversione e corruzione della nostra
natura che, in primo luògo, ci rènde
meritevoli della collera di Dio e della
dannazione eterna, e poi produce in noi
le opere che la scrittura chiama le opere della carne ». E questa peirversione
e corruzione è assoluta e radicale; per
essa « noi siamo giustamente condannati e convinti della nostra colpa davanti a Dio,... ed i bambini stessi portano in loro la loro condanna ». Con una
energica espressione Calvi|no dice; la
loro (dei bambini) natura « non è se non
semenza del peccato».
Corruzione assoluta, ma non tale da
fare del male una « proprietà sostanziale » del nostro essere, bensì una qua-,
lità che vi si è aggiunta per cui ci rimane, come osserva Calvino, un’attitudine
alla «civile giustizia».
Per la dottrina cattolica poi non vi è
dubbio che, conformemente all’Evangelo, «Il rimedio è stata la Passione e
morte di Cristo nostro Signore. Perciocché Iddio ■ ha voluto che chi volea
soddisfare per il peccato di Adamo fosse esso senza peccato, anzi fosse Dio e
uomo, ed obbedisse non in cosa facile,
come quella la. quale fu comandata ad
Adamo: ma in cosa diffióilissima come
è la morte vituperosa detta Croce »
(Bellarmino).
E così, per la dottrina delle Chiese
riformate, la Confessione di fede afferma. « N*oi crediamo che Dio, mandando
il Figlio suo ha voluto mostrare il suo
amore e la sua incommensurabile benevolenza verso di noi, e lo ha dato alla
morte, e lo ha risuscitato per compiere
ogni giustizia ed acquistarci la vita celeste ».
Dove invece la differenza si afferma
e diventa contrasto è precisamente nella valutazione di questo peccato originale in relazione alla grazia ai Sacramenti. Come infatti è noto, secondo lo
stesso Bellarmino, il rimedio a questo
stato di cose si applica con il Santo Battesimo, nella Chiesa romana.
Pertanto il Battesimo produrrebbe i
seguenti effetti:
1 Cancella tutti i peccati, compreso
il peccato originale nel bambino; 2° rimette tutte le pene dovute al peccato
3° conferisce a chi lo riceve degnamente la grazia santificante e la grazia sacramentale; 4'^ imprime il carattere di
cristiano. In conseguenza, secondo la
teologia romana i bambini che muoiono
senza il Battesimo non sonò salvi, ma
vanno nel Lim¡bo, mentre gli adulti che
conoscono il Cristianesimo e muoiono
non battezzati andranno aH’infemo. In
relazione a questa dottrina i bambini
vengono battezzati non oltre gli otto o
dieci giorni dalla nascita. Del resto lo
stesso Bellamino aveva chiarito che
« se uno moriisse subito dopo il battesimo andrebbe diritto al Paradiso, come
se mai non avesse fatto peccato... » Ed è
pure noto che, nel IV secolo, si prese a
rimandare il battesimo talora fino in
punto di morte e che Eusebio attribuisce a tali presupposti dottrinali l’atteggiamento dell’imperatore Costantino, nei
confronti del Battesimo, ritardato agli
ultimi anni della vita. Ciò premesso,
l’insegnamento dei Riformatori, e di
Calvino in particolare ha dovuto anzi- '
tutto chiarire oltre al valore della corruzione del cuore umano, come abbiamo già accennato, al suo rapporto col
vero significato del Sacramento del
Battesimo.
)
»)■
In questa creazione che è in sofferenza, dopo la caduta di Admno, all’uomo,
creato a immagine di Dio, ma in cui
questa immagine è profondamente guasta, caduto con Adamo e in Adamo che
ha perduto per sè e per i suoi discendenti tutti i beni di cui Dio l’aveva colmato; all’uomo, così come è, è dato « un
segno esteriore per il quale il Signore
ci rappresenta e ci testifica la sua buona
. , volontà verso di noi, per sostenere la
debolezza della nostra natura», cioè il
Sacramento; « una testimoninza della
Grazia di Dio dichiarata con un segno
esteriore ».
Col saoramento del Battesimo che ci è
stato dato perchè servisse alla nostra
fede in Dio e per il quale i fedeli « ricevono anche la giustizia, m,a una giustìzia quale il popolo di Dio può ottenerla
in questa vita, cioè per imputazione solamente, perchè il nostro Signore, nella
sua misericordia, li ritiene giusti e innocenti... »; col sacramento del Battesimo
noi diamo la nostra testimonianza con
la nostra confessione di fronte agli uomini di « voler essere annoverati nel popolo di Dio per servire con uno stesso
servizio uno stesso Iddio con tutti i fedeli ».
Pertanto noi battezziamo anche i nostri bambini perchè compartecipi delTalleanza eterna per la quale il Signore
promette ch’Egli sarà l’Iddio, non solo
di noi, ma dei nostri figli. Nel Battesimo l’alleanza del Signore con noi è confermata, queU’alleanza per la quale nella corruzione della natura umana vi è
un posto per la Grazia di Dio « non per
purificare completamente questa , natura, ma per coabitarvi col míale ».
Scomparso quindi ogni possibile equivoco sul valore speciale della formula
battesimale, il problema che tanto ha
preoccupato y, in realtà non si può neppure porre per ima madre protestante,
consapevole di essere protestante. Col
Battesimo essa sa, deve sapere, che il
peccato originale 'non è cancellato; sa,
deve sapere, che quando il Fastore ha
pronunziato la formula trinitaria, non
ha liberato il suo bambino dalla schiavitù della corruzione discesa da Adamo;
sa che « i figli dei credenti non diventano figb di Dio col Battesimo, ma sono
invece battezzati perchè sono già membri del corpo di Cristo ». C(.
IQ
Com’è noto le comunità cristiane, nel
loro calendario ecclesiastico, si rifanno
unicamente ai fatti salienti della vita di
Gesù; perciò la festa di Capodanno non
ha' una particolare importanza, nè una
particolaire liturgia tranne per qualche
elemento di valore spiritualmente augurale. Non così presso le genti antiche,
o presso i pagani, o nella tradizione popolare, in cui la festa di Capodanno ha
un valore particolare, simbolico, ed aveva una ricca fioritura di riti.
Presso i Romani, alle calende di gennaio venivano offerti, come dono per il
nuovo anno, i rami sacri tagliati dal bosco di Strema, antica dea Sabina, personificazione della salute; si donavano pure ramoscelli sacri di alloro o di olivo,|
fichi e miele, perchè l’anno fosse dolcd
come questo, o anche datteri dorati. a|
principio dell’anno si introdusse, al temi
po di Augusto, la consuetudine di offrii
re strenne all’iimjreratore ed è noto che
Augusto utilizzò il ricavato di queste
strenne per l’acquisto di statue che disrtibui in Roma.
In questo primo gruppo di manifestazioni augurali, il cui significato è trasparente (riprodurre con il valore magico delle parole o del gesto i berii da es si significati) si possono inserire certi
riti simbolici come quelli praticati ‘n
certe aride regioni dell’Asia Orientale,
dove si suole, il Capodanno, gettare, in
apposite buch
re le pio^a
Scozia si cam
est a ovest, c
coperto di u
( dell’acque
per provocairante l’an lo. Cosi nella
.inava in p ocessione, da
ìe il sole, d etro un uomo
pelle di b <e, :i cui toc
co assicurava! la sanità eEa prosperità.
Un anno
mincia...
Era natura
legare a Ca
modo perm
venire.
Cosi in
quel giorn
lisce; un armo nuovo co
in menti primitive il colbdanno riti che in qualche
ttessero di conoscere l’av
ìulla
bilonia si celebravano, in
cerimonie néligiose imponenti in qu®la occasione, poiché si riteneva che, ij quel giorno, il dio Marduk,
elle tavolette del destino,
Lstino annuali della città,
dizioni popolari si possono
re a questa concezione. Così
•e si gettava ip^ria del pane
er vedere se cadrebbe boce trarne così le oipportune
fertilità dpi suolo,
in un oertbi qual modo, a
c-ezione e 1 i(4a che, con il
1 anno vecwio debba porsè tutti i malanni di cui ha
uomini. PercS) nella Nigeria
i buttano sula via pezzi di
enti; i Votiaki, popolazione
ugro-fini|ca nel bacino bel Volga, battono, il 11 dicembre, o^d angolo della
casa peJ cacciare i mali spiriti e gittano poi ì| bastone nel fiume. Certe popolazioni peli Asia sud-or|ejhtale sparano,
embre, colpi cffarma da fuoco
villaggio onde] cacciare i mali
poi cingono lei mura con una
nsarcata, per ilnpedirne il ri
if custode
fissasse il
Certe t
pure colle
nel Finist
imburrato
coni o su
deduzioni
Connes
questa c
31 dicem
tar via c
afflitto g
gli indigi
legno a
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per og
spiriti
corda
torno.
: Se 1
cato p
uno p
posso
ICapodanno ha uà qualche signii vivi, esso ne deve pure avere
i defunti che tanta influenza
esercitare sulla vita dei viventi,
pensavano gli abitanti della California,
i quài, a Capodanno, ^accendevano un
fuocolintorno a cui danzavano e gettavano pggetti che potessero essere utili
ai demnti. Nel Tonchino sUmbandisce la
tavoli con candele accese e fumi d’incensé, con la porta aperta ai morti; in
molte regioni della Cina, in quella data,
il culto degli antenati acquista particolare rilievo, Lector.
CANTI E LEGGENDE
Nella Francia, oristiana, i vecchi dei
lano conservato ancora un culto miste/ rioso. Di giorno le cattedrali saccolgono
I le folle, ma la notte protegge ancora i
passi furtivi degli uomini che temono
ed onorano le forze della Natura, ed
ascoltano ancora la voce misteriosa delralbero sacro.
Venantius Fortunatus, vescovo di Poitiers, sa, vede e soffre. Ì
Soffre perchè comprende.
Anch’egli ha camminato ;per le vie
del mondo, negli anni della gioventù;
anch’egli conosce il mistero delle notti
stellate, il mormorio delle acque, il sussurrar delle frondi.
L’hanno chiamato
hanno applaudito poetai
Ed un giorno il Signore lo 1 a fermato; gli ha detto: se.guimi. Il poe ta ha vestito il saio del penitente, il g igip saio
del monaco; oggi è vescovo;
volge al suo termine, ed il sa
stanco; ma il cuore ha ancora
per quella gente che cammina
bra della notte verso l'albero
Egli sa una storia: la storia
ro della vita e della morte.
E’ una storia o una leggendal
Forse Tuna cosa e l’altra.
Forse la sua storia l’ascolterà la gente
che cammina nella notte.
i« trova
J
ore » lo
il secolo
erdote è
jn canto
nell’omsacro.
lell’albe
* * *
Adamo è morto, lontano, nepa terra
d’esilio.
L’hanno sepolto in un luogo tiàste: un
3
/ '
- í/(;íví ■■'víTf.'
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
luogo triste che la gente chiàma: il colle
del Teschio: il Golgota.
Ma non è morto senza si>eranza.
Seth ha caminato a ritroso la via della fuga, e si è inginocchiato ai piedi dei
dierubini (ricordate la spada di fuoco,
là, in Oriente, a difesa del sacro giardino?) ed ha implorato: « Oh! date, per
pietà, date un ramo, im ramo solo del-*
l’albero della conoscenza del bene e del
male».
Bd un ramo è stato dato.
Ora ha messo radici nella terra profonda'; germoglia sulla tomba di Adanio: il ramoscello è diventato un albero
alto e fronzuto e vigoroso, spi Golgota.
E gli sinni e i secoli sono trascorsi.
Un giorno un rumor di genti, un vocio d’armati hanno agitato il colle del
Teschio e l’albero è stato abbattuto, ridotto in assi, piallato.
Un uomo, un profeta ha parlato con
Dio.
L’Éterno ha parlato:
Mi farete un arca di legno.
L àrea del Patto, della testimonianza.
* « «
• alla fedeltà del Signore, immutata, severa, ha risposto l’infedeltà del popolo che ha dimenticato il patto, che ha
violato il patto, che vuole trovare la sua
vìa, lontano dalle vie del Signore.
E dei serpenti sono venuti
che mordevano siffattamente la gente
che un gran numero di quelli d’Israele
morì.
Ed allora il popolo è venuto al proietta, e ha detto:
Noi abbiamo peccato..
Allora Mosè ha preso un ramo dell’al
bero del Golgota, e sur esso ha appeso
un serpente di bronzo;
e quando un uomo era stdto morso da
un serpente, egli alzava 0i occhi al serpente di bronzo,
alla rustica croce nel deserto
ed era guarito. ,
Ma l’albero alto e fronzuto e vigoroso
cresciuto sulla tomba dii Adamo, sul
Golgota, era un albero strano. Nessun
artefice è riuscito con le mani capaci a
squadrare quel tronco ribelle, che giacque, dimenticato, nell’ombra, inutile e
maledetto.
Finché un giorno anch’esso ha servito il tronco nato dal ramoscello dell’albero della conoscenza del bene e del
male !
C’era bisogno di una croce, rozza, pesante, che fiaccasse i fianchi di un uomo,
dei Figliuol dell’Uomo !
Ed il Figliuol dell’Uomo ha preso sulle sue spalle tutto il peso deiralbero della conoscenza del bene e del male.
Un uomo di Cirene, Simone, che tornava di campi portò la croce
e sul Golgota, il luogo detto del Teschio, Gesù morì.
L’albero maledetto è lassù:
^ segno di morte per la folla inferocita
ed insanita;
per i capi del popolo si beffano di lui.
Segno di morte.
Segno di vita.
Segno di vita, perchè prima è stato
segno di morte. .
Forse il canto di Venanzio contiene
una profonda non inutile verità per gli
uomini che inseguono i loro sogni.
o. l.
I Q Ql
N2 197- ni PRENDI PER Là n/lHO
La musica è di Silcher. Le parole, secondo l’indicazione del nostro Innario,
sono di M. Deisenseer. Si tratta però
della variazione italiana nella traduzione francese. La poesia originale e, salvo errore, in tedesco. L’autrice, la pia
Giulia von Hocasmann, nata il 7 marzo
1826, la compose in circostanze, particolarmente triste e commoventi.
Fidanzata a un missionario che aveva
il sub campo di lavoro in India, Giulia
partì per sposarlo. Al sùo arrivo, lo trovò morto. Sola tra gente sconosciuta
- invece di lasciarsi sopraffare dallo
smarrimento, dalla disperazione - essa
abbandonò la sua persona e la sua vita
interamente nelle mani di Dio e diede
espressione ai suoi sentimenti appunto
nelle parole del nostro Inno:
Mi prendi per la mano, _ O mio Gesù;
Col tuo poter sovrano, . Mi guida Tu.
Dirigi i passi miei - Nel tuo sentieri
ha luce mia Tu sei - L’eterno ver.
Jf: * ♦
Inno nato davvero dal dolore e fatto
apposta per le circostanze difficili; inno
dunque particolarmente adatto ai tempi
seri in cui viviamo.
Ho incominciato a cantichiarlo sotto,
voce, un momento fa, spontaneamente,
nella lunga attesa forzata di un « rifugio » durante un allarme' aereo. Che cosa .si prova in simili momenti ? Difficile il dirlo. Probabilmente si realizzano le esperienze più varie, a seconda
dell’emotividà del soggetto, a seconda
del suo grado di spiritualità, a seconda
anche del suo stato d’animo. Posso parlare di ciò che sento io. Non propriamente quello che si potrebbe chiamare
« paura », nel senso di spavento, o panico. Ma un senso di'profonda serietà,
d’intimo raccoglimento interiore, sotto
rimpressione ohe l’elemento « pericolo »
che sempre ci accompagna neH’esistenza, e che talvolta ci acciuffa in quello
che sii 'Chiama comunemente una « disgrazia » è, durante un allarme aereo,
più vicino, più diretto, più immediato,
più... sovrastante.
In ogni mio dolore - Io guardo a Te,
E dal tuo santo amore - Mi vien mercè.
A Te m’affido solo, - O Salvator,
E trovo nel mio duolo - Conforto ognor.
Una preghiera, una intima profonda
preghiera, con la quale il credente intensifica il suo contatto, la sua comunione col Cristo vivente: ecco l’essenza
del nostro Cantico. Una preghiera fatta nello spirito veramente evangelico
(secondo l’Evangelo) col quale si dovrebbe sempre pregare. Appunto su
questo argomento ho letto un momento
fa, nella Luce del 25 novembre, un articolo intitolato Pietre e Pani e firmato
L. Santini, così limpida nella sua esposizione, così umano, così vero, così commovente.
A Casalbadino, a piedi e senza
scarpe, sono andata... Solo quella grazia
volevo: che mi tornasse sano... Mi son
rotta i piedi sulle pietre; sonO' arrivata
alla Madonna quando eran tutti un piaga. Bastano questo, no ? — Invece., è
morto.
E il santo eremita risponde:
Non si vive solo di felicità, ci si nutre anche di dolore... Cristo - vedi? camminò scalzo e sanguinante sulle pietre, con una croce. Poteva liberarsi. Alcuni lo sfidarono anche: « Scendi giù,
se sei il Figliuolo di Dio ! », dicevano.
Lui non scesq. Perchè non si vive solo
di pane, ma sopra tutto « d’ogni parola
che procede dalla bocca di Dio ».
G giovane Giulia, sola in terra straniera, sulla tomba del tuo fidanzato, tu
certo ti nutrivi della parola eterna che
procede dal Padre se tu potevi cantare:
S addensi la bufera - Sul mio cammin.
Sia pur la notte nera: - Tu sei vicin.
Con Te non ho timore; . Mi guida Tu,
.Avvinci questo core - A Te, Gesù !
#
Adesso è silènzio, scrive L. Santim,
.nel cielo appaiono le prime stelle, vi'^
vide, ghiauce come il vento che scende
dal bo^co di Torrebruna e porta la fragranza delle mente e delle scalvie dì
Cenrato. Dice ancora una voce:
Vai sorella; torna sulla tua strada di
pietra, lacerati le carni e non chiedere
un miracolo diabolico. Chiedi quello che
importa: che Cristo, la Parola viva di
Dio, cammini ancora una volta sulle pietre, con te.
Il che equivale a dire: Non pregare
con la pretesa di essere risparmiati; ma
pregare chiedendo a Dio di vivere e di
morire nell’ubbidienza al suo santo volere. Così è ! Questa è la verità.
E lodato sia il Signore il quale ancora
una volta - qui, nel rifugio sotteraneo,
durante rallarme - me lo ha ricordato,
me lo ha rivelato !
Mi prendi per la mano, - O mio Gesù
Col tuo poter sovranà...
Dirigi i passi miei...
La luce mia. Tu sei...
Sii... la luce, la luce, l’eterna, Tìnestinguibile luce !
Giovanni E. Meille.
liliiefia EililnH! Oisliiiiia
[gnpia-Teiillta d¡ tpen! tailiglika
OFFERTE:
Jean Calvin; Le Catéchisme - Ed LabOr - rilegato L. 12,—
— Trois Traités - Ed. Labor 12,—
— Sermons - Ed. Labor 12,—•
Max Dominicè: L’humanité de Jésus
d’après Calvin - Ed. Labor 9,—
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— I trattati sul Vangelo di Giovanni
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— Il « De libero arbitrio » - Id. 7,—<
— il « De vera religione » - Id. 4,—
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taliano e latino - Id. 4,—
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Lea: Storia del celibato ecclesiastico - 2
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— Storia delila confessione auricolare
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Doellinger; Il papato dalle origini al
1870 - 1 voi. - nuovo 25,—
Weiszaeeher: Origine del Cristianesimo
- 2 voli. - nuovi 40,—
RICHIESTE:
Bonnet: Commentaires: Jean et Actes.
Henry’s: Commentary - I vol.
Journal de la Jeune Fille - Annate 1934
e precedenti.
Gioventù Valdese - Collezione ed anche
numeri staccati.
CRON/lC/1 V/1LDE5C
ANGROGNA (Serre)
Benché la neve abbia non poco scombussolato i nostri piani, pure i bambini
hanno avuto la loro festa dell’albero di
Natale la mattina di domenica 27 di
cembre. Essi hanno svolto lodevolmente il loro programma ed anche il tradizionale dono ha potuto cosi es.sere distribuito.
— La sera del 31 dicembre il tempio
del Serre accoglieva alle ore 20.30 le
due Comunità di Angrogna. Il pessimo
stato delle strade aveva impedito a un
buon numero di partecipare a questo
culto. I due Pastori spiegarono la Parola di Dio al numeroso uditorio; le due
Corali eseguirono cori di circostanza.
Dopo il culto la gioventù delle due
Chiese si radunava nel tempio. Altri inni furono eseguiti insieme e l’anno nuovo. fu insieme, cominciato in preghiera.
— Domenica 3 gennaio i nostri culti
a Pradeltorno ed al Serre erano presie
duti dal nostro Capo distretto, pastore
Roberto Nisbet. La ringraziamo per la
sua predicazione. e. o. .
MASSELLO
La neve, caduta in abbondanza sin
dalla vigilia e per tutta la notte di Natale, ha alquanto ostacolato lo svolgimento del progettato programma natalizio. La Festa dell’Albero, tanto
aspettata dai nostri piccini, ha dovuto
essere irimandata alla domenica 27 dicemibre, il che non ha impedito la sua
ottima riuscita e alla gioia di prorompere dai cuori festanti.
— Al culto di Natale abbiamo anche
avuto il piacere di amnqettere nella nostra Chiesa la signora Ines Monsutti, di
Tarcmto (Udine) sposa del nostro fratello Gaydou Luigi, del Porincie. Proveniente dal cattolicesimo e dopo un
corso adeguato di istruzione religiosa,
essa aveva vivamente desiderato di
unirsi a noi per partecipare alla S. Gena. La Chiesa tutta l’ha accolta nel suo
seno con viva gioia.
— La mattina stessa di Natale, con
tempo pessimo, abbiamo accompagnato alla loro ultima dimora terrena le
spoglie di Mhcol Giacomo, deceduto al
Campolasalza dopo lunga e penosa infermità, all’età di 83 anni.
Egli era favorevolmente conosciuto a
Massello e nella Valle per il suo carattere mite e pacifico. Durante la sua
lunga carriera, egli consacrò il meglio
delle suè forze alla sua Chiesa sia come anziano del suo quartiere sia come
maestro cantore e come insegnante, per
più di un quarto di secolo, a Salza.
La Chiesa depone il fiore della riconoscenza sulla sua tomba.
POMARETTO
La celebrazione di Natale ha avuto
luogo come di consueto in una calda e
serena atmosfera spirituale. Sebbene il
tempo non abbia permesso llabituale
affluenza di Eidoratori al Culto di quel
S. Anniversario, una numerosa assemblea s’é raccolta nel tempio. La Corale
sotto la direzione esperta del signor
Bazzetta ha contribuito alla edificazione
del culto di Natale con l’esecuzione di
un coro dì circostanza.
— La festa di Natale dei bambini ha
avuto luogo la domenica 27 dicembre
nel pomeriggio. Più di 200 bambini della parrocchia vi hanno partecipato e sono stati rallegrati dalla vera gioia di
Natale.
— La domenica 20 dicembre al culto
del mattino ha avuto luogo l’insediamento del signor Ribet Enrico del Paure e del signor Giovanaii Laetsch di Porosa rispettivamente nella carica di anziano per il quartiere dei Cerisieri e
di diaòono per il quartiere 'di Porosa.
Formuliamo per loro i migliori voti
di un lavoro benedetto al servizio del
Signore nella Chiesa.
—I Giovedì 31 dicembre, hanno avuto
luogo le esequie del piccolo Collet Enrico di Edoardo e di P. Luigia deceduto
a Clos Beirau (Inverso Pinasca) dopo
pochi giorni di vita quaggiù.
Ai genitori come a tutta la famiglia
esprimiamo tutta la nostra viva simpatia, invitandoli ancora alla filiale sottomissione alla volontà del Signore.
« L’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto,
benedetto sia il nome del Signore».
— Il 31 dicembre sera, una sessantina
di giovani si sono ritrovati, dopo la riunione di fine d’anno, nel salone della
Scuola Latina per attendere in una sana 'atmosfera di allegria e sotto lo sguardo del Signore il sorgere del nuovo anno. La presenza di alcimi militari reduci da regioni lontane ha aumentato
la nostra gioia. Un bravo agli attori ed
un ringraziamento al signor Enzo Purpura.
— Ospedale Valdese. Circondati dalla
viva simpatia di un buon gruppo di
amici del nostro Ospedale, i ricoverati
di esso hanno avuto la gioia dì raggrupparsi intorno all’albero di Natale scin-
4
■ ^ ,tiUante di luci simbolo di quella infini
tamente più grande di Colui che è ve
nuto nel moondo per essere il consola-,
tore e l’Amico di tutti gli afflitti. Il Pa^ / store locale nella sua qualità di CappelV ^ lano dell’Ospedale ed. il pastore 0.,Peyronel nella sua qualità ^ Sovrintendenr . > te hanno rivolto,,ai presenti parole di
/ augurio, mentre recite e canti hanno ricordato il 0rande significato della ve. nuta dei S^vatore. Un vivo ringraziamento ii ricoverati esprim,ono alla soler- . te Direttrice Suor Margherita, alle sue
valenti collaboratrici come a tutto il
personale per la preparazione accurata
di quella festicciola che tanta gioia à
recato al cuore di tutti.
SAN GERMANO CHISONE
All’Asilo dei Vecchi si è addormentata nel Signcxre il 21 dicembre, in età di
anni 89 Grill Caterina ved. Artus, originaria di Prali, da parecchi anni inferma e cieca.
— Il 26 dicembre Morano Alfredo
della Chiesa di Pinerolo e Bleynat Ida
di Villa venivano uniti in santo matrimomo. Ai cari sposi, gli auguri vivissimi
di felicità cristiana.
— Al culto del 27 dicembre è stato
celebrato il Battesimo di Traìiers Carlo
di Aldo e di Jourdan Ines. Che il Signore prenda sotto la sua protezione questo
agnellino della sua greggia.
— I Culti delle solennità sono stati
frequentati da assemblee numerose e
molto raccolto. A Natale, la Corale, sotto la direzione del signor E. Jahier ha
eseguito un bel coro.
— La festa dei fanciulli riuscitissima
come sempre, grazie al Maestro, alle
Insegnanti e a tutti i donatori.
— La veglia della gioventù ha riunito
in fraterna comuiuone 99 partecipanti.
Al culto di mezzanotte abbiamo pensato
6 pregato per ognuno dei nostri soldati.
Erano ira noi i marinai Roberto Bounous e Alberto Beux provenienti da lontane e pericolose missioni.
' I giovani della parrocohia hanno
raccolto L. 104', 30 per l’invio dell'opitscoto « Tu seguimi » ai soldati.
— Domenica 3 corrente, nel pomeriggio, la «Capitano Robert» e la Corale
hanno offerto ai Vecchi delVAsilo la
Tradizicynaile festa. Dopo le recite e i
cori le giovani hanno servito un abbondante cappuccino con biscotti. Lo zucchero era stato collettato fra i giovani
stessi nella serata di fine d’anno. Il Direttore signor pastore Soulier ha ringraziato con calde parole a nome dei vecchi
e il signor Calè a nome degli ospiti del
Villino.
— Domenica prossima, ore 15.30: riunione dei Cateoumertà del IV anno (ragazzi).
— Anmmciamo sin d’ora un Convegno Interquartierale per la domenica 17
corrente, alle ore 15, nella Sala.
TORINO
Il culto di Capodanno è stato celebrato nella Sala di Corso Oddone con una
buona partecipazione di fedeli, che si
sono poi avvicinati alla mensa del Signore.
—' Sono stati ripristinati i corsi dì
Catechismo, che si svolgono, per ora, la
domenica mattina alle ore 9.30 nella
Sala di Corso Oddone.
— Abbiamo ricevuto i seguenti FIORI IN MEMORIA:
Del gr. uff. Paolo Canohhio:
I figli dott. ing. Antonio, Umberto e
Pina L. 1000 per la Chiesa e per gli
Artigianelli L. 1000.
Famiglia Alberto Cobianchi, Firenze,
L. 150 per Artigianelli.
Bessie Grazioli, Id., 100, per Id.
Febe e Lina De Cristofaro, M., 70 per
Id.
Famiglia Alfredo Cobianchi, 180, per
Id.
' Del Sig. Gustavo Talmone:
la vedova, sigvTa Albertina TalmoneLeumann ed il figlio dott. Michele
L. 1000 per la Chiesa.
sig.ra
« D or
ti#;?'. Í-.;
, Del Cav. Carlo Ostorem:
Ferdinando ’ Bounous, Torre Pellice, L.,
200 per l’Ospedale
Sohieda Lidia, Torino, L. 200 per
Bertocchio Lucia e cap. Vincenzo, L.
100 v; ...
Bottasso Maria ved. Biressi, L. 100 per
Id. , V j''.
Cottiè cav. Cesare, L. 100 t
Favaie cav. rag. Cemardo e Gina, 100
Favaie Leontina e rag. Giovanni, 100
Gay Domenico, 100
Pons Ines e Attilio, 100
Della sig.ra Alice Conti Bonaccio:
il marito prof. Conti e la sorella
Clara Bonaccio, L. 500 per la
cas».
TORRE PELLICE
Il bimbo Chasuvie Renato Dante del
Coumibal (Simound) fu tolto aU'affette
dei suoi genitori da una violenta malattia contro la quale a nulla valsero
le cure più affettuose. Il Signore lo volle in un. mondo migliare. Nel dolore
della separazione esprimiamo alla madre ed al padre lontano in servizio militare la nostra cristiana simpatia.
— Domenica, 10 corrente, alle ore
14.30, sarà celebrato im (mito, presieduto dal pastore Francesco Peyronel,
nel tempio dei Coppieri.
— Un secondo ciclo di conferenze sarà tenuto nelle prossime domeniche dal
sig. L(>mbardini che parlerà su alcune
opere caratteristiche sul Pensiero Cristiano. Le conferenze sulla Riforma luterana e calvinista sono state seguite da
un buon numero di uditori, che non ne
dubitiamo, saranno assidui anche a queste. Le conferenze hanno luogo nella sala deU’AsiÌo Infantile alle 16.30. Argomento della conferenza di domenica 10
corrente: Il servo arbitrio di Lutero.
— Al culto di Natale abbiamo avuto
ì udiitorio delle grandi Occasioni, vale
a dire il tempio affollato: buona pure
la partecipazione alla Santa Cena./La
presenza di molti sfollati dava al culto maggior solennità e rese più vivente
la comunione fraterna in una celebrazione di per sè solenne e vera festa di
famiglia. La colletta abbondante ci permise di offrire un generoso regalo natalizio alle famiglie povere.
—> L’albero di Natale - molto modesto
come lo esigono i tempi in cui le spese
devono farsi per le cose essenziali - fu
acceso nel pomeriggio della domenica
27 dicembre, alla presenza di quattrocento alunni delle scuole domenicali, fra
i quali un buon numero di bambini sfai-lati, che abbiamo accolto con particolare
affetto fra noi. Il programma intonato
alle circostanze fu svolto in mezzo all’attenzione degli alimni e del pubblico
dei « grandi » che erano intervenuti numerosi.
, — Culto particolarmente benefico
quello del 31 dicembre, sia per la presenza di un uditorio insolitamente grande, sia per il senso di adorazione che
tutti provano anche in tempi normali
e che quest’anno era più intenso dovuto
agli avvenimenti per i quali molti uditori erano e sono provati in vario modo
ed ai quali nessuno è insensibile.
Sebbene il culto fosse più lungo del
solito nessuno usci dal tempio prima
che fosse terminata la Santa Cena alla
quale prese parte la grande maggioranza dei fedeli.
— La gioventù si era dato convegno
alla Sala dèU’Unione giovanile dopo il
culto serale del 31 dicembre, per passarvi in un’atmosfera di sana allegria
cristiana l’ultima ora dell’anno e incominciare sotto lo sguardo del Signore
l’anno nuovo.
Riunioni come questa non possono
che lasciare buon ricordo ed ispirare
nobili propositi. Non ho bisogno di dire con quanto affetto i nostri cari giovani soldati assenti siano stati ricordati.
Il Signore voglia mettere il suggello
della sua benedizione su quanto si è
fatto nel suo nome e impedire che il
beni spirituale ricevuto già reso vano
da forze avverse.
Le famiglie Rostaing e Gardiol coWmosse per d tributo di affetto dato in
, occasione del decesso della loro Mamma
Pastore
ringraziano sentitamente il pastore sig^
Beri, tutti coloro che, in qualsiasi modo, parteciparono al loro dolore ed in
modo speóidle i vicini, di casa per l’opera prestata nella triste circosta,rcza.
S. Secondo di Pinerolo (Crota)
A . 30 dicembre 1942.
Malattie dei BambiDi
Dottor T. F. Laura
Vice Primario Onorario Ospedale Infantile
Regina Margherita di Torino
RECAPITO
Casa di Cura Dr. Camussi
Via C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerolo
Riceve
ogni giorno feriale (salvo il Sabato)
dalle 14 alle 16.
Prof. Gino Co.stabel. direttore responsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice»
Cappellani Valdesi
ttepit. Ermanno Rostan - Cappellano ML
litare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino.
2*en. Davide Cielo - Cappellano Militare
Valdese - Comando Superiore Libia P. M. 11.
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M. 200.
Indirizzi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda. '
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
■ San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba; Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città
Pastore; V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
''Bergamo: Chiesa; Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Forneron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cofmaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
‘^Felonica Po: Chiesa
Lami Cqisson.
Manioua.;> Chiesa:. Via Bacchio, 5 (da
Fdonìca),
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alber-
•- to - Culto prima domenica del mese *
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese •
’ (da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino). ,
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da,
Venezia).
*» Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore •
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da ,
Ivrea) terza domenica.
Verona; Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
•^Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis ->
S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Ravera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9
III DISTRETTO:
Borgo: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 - Culti; 2 e 4 domenica - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
Campobasso: Chiesa Valdese: Pastore
P. V. Panascia.
' Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
«•Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 nay (ivi).
Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi
" Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
-» Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Ca*
runchio).
— Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pastore Attilio Arias - Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
’ Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chiesa: Piazza
.. Cavour: Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastóre: Alfonso Alessio,.
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavotii: Chìeisa
Valdese: Pastore Pi V. Panascia (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunichio).
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
In tempo di guerra tutti devono
imparare a tacere. Notizie, apparentemente innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli stabilimenti militari,
possono giungere all’orecchio
del nemico ed arrecare danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezione. Il
silenzio assoluto su qualsia^
notizia di carattere militare è
un dovere di tutti gli italiani.
yéÉÉM: