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Anno 125 - n. 13
31 marzo 1989
L. 900
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
SINODO DELLE CHIESE VALDESI DEL RIO DE LA PLATA
Predicare l’Evangelo nella realtà
concreta della vita degli uomini
Le difficoltà economiche e politiche di Uruguay e Argentina - Ribadita in un documento la
necessità di « riconoscere i doni di libertà e responsabilità che abbiamo ricevuto da Cristo »
14 milioni di telespettatori in
media, con il picco di 17 per
l’ultima puntata, più del festival di Sanremo. « La piovra »
sarà vista perfino in URSS.
E’ certamente importante la
realizzazione e la diffusione di
sceneggiati di impegno civile.
Ancor più se si tratta di illustrare l’arduo compito che tocca allo Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Ma, proprio
per ie caratteristiche dello sceneggiato televisivo, mi restano
dei dubbi.
Uno sceneggiato vive delle aspettative che il pubblico ha nei
confronti della storia, dei personaggi, persino degli attori, vive. su un sistema di emozioni che,
controllato al momento della
realizzazione e del « lancio » (le
anteprime per la stampa, le interviste, la pubblicazioine del testo romanzato), determina l’adesione o il rifiuto da parte del
pubblico.
Il meccanismo è complesso:
contano anche le condizioni della visione che è, a differenza
di aitre trasmissioni, popolare,
per collocazione oraria destinata anche alle famiglie. Se ne
parla a casa, nei negozi, a scuola, si aspetta la puntata successiva, si riparla, si ribadiscono i
giudizi. Per tutto questo « La
piovra » ha funzionato.
Ma che cosa resta dei contenuti veri e propri? Io personalmente non vorrei che restasse
l’impressione (legata alla caratterizzazione di fatti e personaggi) che la mafia si sconfigge con
la lotta del singolo eroe, poi destinato, se lasciato solo, ad essere sopraffatto. Non vorrei che
si credesse (prima puntata) che
il giudice è sempre un burocrate che si intromette net conflitto
personale tra commissario e
delinquente. Che ciò che conta è
sparare per primi e meglio. Che
una donna (ultima puntata) svolge con convinzione la sua alta
funzione di magistrato inquirente perché in fondo è innamorata del commissario.
Se questi sono i messaggi che
« passano », nella visione e nella
rielaborazione dei commenti generalizzati, mi manca qualcosa.
Mi mancano dei programmi che,
pur senza coinvoigere milioni di
spettatori, spieghino in maniera
acce.ssibile a tutti (e possibilmente non dopo la mezzanotte)
che cosa sono gli accertamenti
fiscali, che cos’è la legge La Torre, che cosa offre ad un giovane
di oggi il mercato del lavoro nel
Mezzogiorno, quali sono i legami tra lavoro sommerso e malavita. Qualcosa che spieghi che,
nonostante gli esempi negativi
(molti, purtroppo), ha ancora
senso parlare di giustizia, di rispetto delle norme costituzionali.
Qualcosa per capire, per approfondire. Perché l’emozione,
da sola, può essere pericolosa.
Ce ne siamo resi conto negli anni del terrorismo, quando qualcuno ha cercato di riesumare la
pena di morte. E’ stato messo
in minoranza, perché 1 più hanno creduto nella democrazia. E’
compito di tutti, « media » compresi, lavorare in questa direzione anche oggi.
Alberto Gorsani
Il Corpo pastorale presente al Sinodo ’89. Da sinistra in piedi: Julia Campos,
Mario Bertinat. Benjamin Barolin, Gerald Nansen, Gladys B. Jordan, Elio Maggi,
Gerardo Sosa, Ana Maria Barolin. Nestor Tourn (dietro), Delma Rostan, Wilfrido
Artus. Daly Perrathon, Nestor Rostan, Giovanni Tron, Dario Michelin Salomon,
Bertha Barolin. Violeta Geymonat. Hugo Armand Pilon, Sergio Bertinat, German Zijlslra. Ricardo Ribeiro, Carlos Delmonte. Da sinistra accosciati: Ruben
Artus. Hugo Malan. Hugo Gönnet, David Baret, Carlos Negrin. Norberto Berton,
Daniel Brandt, Simone Brandt, Bianca Armand Pilon, Claudia Tron de Bertinat.
Mentre nel vecchio continente
si è alle prese con l’inverno, qui
nel Cono Sur deH’America latina
viviamo pienamente le vacanze
estive. Nel cuore dell’estate, dal 19
al 25 febbraio si è tenuto al « Parque XVII de Febrero», una località a 15 km. da Colonia Vaidense,
sull’Oceano Atlantico, il Sinodo
delle Chiese valdesi del Rio de Im
Piata.
Le nostre chiese in questo con
tinente (18.000 membri, 20 pastori, 23 chiese costituite) sono alle
prese con i grandi problemi di
una inflazione galoppante che riduce sempre più il potere di acquisto delle monete, di una situazione
sociale difficile e di una democrazia, appena ritrovata, che è messa
ogni giorno in questione. Un cocktail di problemi che è stato seriamente esaminato nel Sinodo
che ha voluto discuterne in un
clima molto fraterno, nonostante
le divisioni che ci sono nell’analisi
della situazione.
Nel 1989 gli uruguaiani saranno chiamati alle urne per dire se
approvano o meno una legge (la
« ley de la caducidad punitiva »,
approvata dal Parlamento il 22 dicembre 1986) che prevede la non
punibilità di tutti coloro che sono
incolpati di reati contro i diritti
umani nel periodo della dittatura
militare. Per modificare questa
legge si è formato un comitato,
a cui hanno dato il loro apporto
anche numerosi valdesi, che ha
raccolto, in mezzo a grandi difficoltà, 634 mila firme (il 30% del
totale degli elettori), sufficienti per
sottoporre la legge a referendum
(25% dell’elettorato).
Gli argentini, invece, dovranno
eleggere il nuovo presidente della
Repubblica, e già si annunciano
rumori di un possibile golpe. Di
fronte a questa situazione il Sinodo si è espresso con un ordine
del giorno che afferma: « a) dobbiamo confrontarci con questi problemi che fanno parte della nostra testimonianza cristiana in uno
spirito di piena responsabilità e libertà; b) dobbiamo riconoscere
che la libertà e la responsabilità
sono doni che abbiamo ricevuto
da Gesù Cristo (Gal. 5: 1-13) e
che vanno condivisi come tali con
chi ci sta attorno in parole e gesti;
c) non ci sono né fatti né situazioni che devono rimanerci estranei
PREGHIERA E ESAUDIMENTO
Sicura in man di Cristo...
« ...il padre del fanciullo esclamò: Io credo;
vieni in aiuto alla mia incredulità »
(Marco 9: 24).
« Sicura in man di Cristo »: è un inno pieno di
fiducia, che ha espresso la fede degli evangelici
italiani dell’Ottocento, risuonando come canto di
vittoria: una fiducia gloriosa, capace di fugare
dubbi ed ombre. E’ risposta all’affermazione del
Signore; « Ogni cosa è possibile a chi crede ». La
risposta, nella sua robustezza, sembra essersi affievolita; il suo spirito romantico si è attenuato.
Ma un inno così fiducioso passa, per la nostra
generazione, attraverso il vaglio del racconto dell’evangelista Marco (9: 14-29). E’ la storia di un
padre, travagliato dalla malattia del proprio figlio.
J-a storia è raccontata dopo la trasfigurazione: sul
monte è avvenuta la glorificazione del Cristo, ma
ai piedi del monte continua e si complica il travaglio degli uomini: malattia e confusione, conflitti interiori e incertezza si alternano. I guaritori non riescono ad uscire dalla conflittualità.
1 discepoli di Gesù, ai quali era dato il dono
di guarigione, come segno dello Spirito Santo, non
pos.sono fare nulla. La chiesa è anch’essa immobilizzata nella sua incredulità. L’accusa di Gesù
alla generazione incredula accomuna il mondo ma
alla luce dell’Evangelo, né che
possono essere considerati ’’tabù”
o ’’cosa proibita” ». In conseguenza di questo, il Sinodo ha invitato
le chiese ad « aprire spazi di comunicazione e di dialogo » e a
« studiare approfonditamente, alla
luce dell’Evangelo, le realtà dei
nostri paesi e, di conseguenza, ad
assumere le responsabilità necessarie ».
Le chiese valdesi dovranno cioè
analizzare la situazione politica e
sociale nella quale si trovano a vivere e a testimoniare e a prendere concretamente posizione.
Ed i possibili ambiti di impegno
delle chiese sono stati subito definiti; lo sviluppo missionario, tenendo conto dei programmi del
Consiglio ecumenico delle chiese
e dell’Alleanza riformata mon
terialista alta chiesa spiritualista. L’incredulità
sembra formare un cerchio di ferro, che avvinghia
gli uni e gli altri in una sconfitta. E’ una sconfitta
che si avverte nelle case e negli ospedali, dove
pure una dura, inflessibile lotta viene condotta
con pazienza, coraggio, e non di rado con la tenacia della disperazione.
Ma il racconto non si arena nel deserto. Anzi,
il tramonto non vince sull’alba. E l’alba sta nella
fede del padre: « Io credo; sovvieni alla mia incredulità ». La contrapposizione fra i due termini
« fede » e « incredulità » non è assoluta, definitiva. Dal profondo della sofferenza la fede non è
soffocata. Dio non è escluso. Dio non è il silenzio.
Ma il credente-incredulo tende la mano e il Signore l’afferra e lo libera.
Il confronto fra Gesù e l’ammalato finisce positivamente. L’ammalato è salvato. Ma l’opera del
Cristo si estende ai discepoli: perché non avevano potuto guarire? La loro fede deve essere fortificata dalla preghiera. Non esiste un automatismo nel rapporto fra Dio e l’uomo. Esiste un rapporto fatto di preghiera, che è comunione in Dio.
Anche per noi l’antico inno può riprendere la sua
pienezza: « Sicura in man di Cristo è l’alma mia,
Signore ».
Carlo Gay
Alia Maria Barnlhi. E’ stata consacrata
pastore valdese dal Sinodo rioplatense.
Ana Maria svolge il suo ministero in
una chiesa metodista di Montevideo. E’
sposata ad un pastore metodista ed è
madre di una bambina.
diale circa « la pace, la giustizia e
l’integrità del creato»; la difesa
dell’ambiente; la promozione dell’agricoltura: la difesa dei diritti
umani, e per questo le chiese vaidesi hanno aderito al Movimento
eèumenico per i diritti umani, un
organismo molto attivo in Argentina ed Uruguay.
Gli aspetti ed i problemi dell’evangelizzazione in un contesto
di estrema povertà saranno poi
approfonditi, anche con l’apporto di altre esperienze evangeliche,
nel corso dell’anno in un apposito
incontro.
Insomma, la testimonianza e
l'annuncio dell’Evangelo nelle contraddizioni della vita sociale e politica sono stati uno dei temi centrali del Sinodo ’89.
Ruben Artus
(altre informazioni a pag. 3)
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commenti e dibattiti
31 marzo 1989
DOPO LA CONGRUA
Spett. redazione,
la « riforma » del sistema di sovvenzione al clero cattolico, che entrerà
in funzione nel 1990, con la contemporanea scomparsa della « congrua »,
lo stipendio che lo Stato laico passava ai vari parroci cattolici, presenta, a mio parere, alcuni vantaggi, come I'« Istituto diocesano per il sostentamento del clero » e il corrispettivo
« Istituto nazionale » per lo stesso
fine, che accorperanno tutti gli ex
« benefici parrocchiali » in un solo
fondo, che quindi erogherà dei finanziamenti alle varie parrocchie, in modo da « livellare » la situazione economica delle stesse, evitando lo scandalo di parrocchie « ricche » e parrocchie « povere ». D'altro canto ci sono ancora delle grosse lacune a cui
la Chiesa cattolica dovrebbe rispondere per esigenza di « glasnost », credibilità e trasparenza insieme, e sono queste:
a) Pubblicare una mappa di tutti
i beni mobili e immobili, lasciti ereditari, partecipazioni azionarie in società, a livello sia locale, sia nazionale
e internazionale.
b) Fare « pulizia » nelle finanze
vaticane, dopo lo scandalo dello I.O.R.
(Istituto per le opere di religione) e
del suo ex amministratore mons. Marcinkus, per quel che riguarda i rapporti di questo istituto con bancarottieri del calibro di Calvi e Sindona,
finiti in malo modo solo perché .« perdenti » in questo loro mondo di corruzione.
c) La possibilità di • offrire » (si
fa per dire) 2.000.000 ali'lcsc (Istituto centrale sostentamento clero), detraendoli dall’Imponibile della tassazione persone. Oppure stornare lo
0.8% dell'imponibile Irpef dallo Stato alla Chiesa cattolica. Non mi pare
che qui il credente si autotassi per la
sua chiesa un bel niente, visto che
questi soldi li toglie allo Stato. Sono
cambiate le forme, ma il contenuto è
sempre di una chiesa che si appoggia al braccio secolare dello Stato, una
chiesa « costantiniana », nonostante il
Concilio Vaticano li. Oltre che essere
poco educativa per i credenti cattolici, mi pare anche antievangelica, se
pensiamo alla famosa frase del Cristo: « Date a Cesare quel che è di
Cesare e a Dio quei che è di Dfo ».
Cordialmente.
Gabriele Canal, Pinerolo
J’ACCUSE
Caro Direttore,
scrivo in risposta a A. Zatti di Bobbio Pellice. Confermo parola per parola ciò che il signor Zatti contesta.
Confermo che dove insegnavo c'era
un fittavolo, padre anche di una mia
alunna, che sorvegliava I contadini
sul lavoro con due pastori tedeschi
al suo fianco; lui stava accanto alla
sua bicicletta. Aggiungo che questo
signore, pur conoscendomi perfettamente, non mi rivolgeva mai il saluto né la parola sebbene, giovane
com'ero, mai avessi avuto io il coraggio di dire una soia parola o contro di lui o contro i fittavoli o di carattere politico. Confermo che personalmente fui maestra dei figli di alcune mondine che, secondo re.'^ponso
medico, in seguito al lavoro nell'acqua si ammalarono di reumatismo e
poi di forme cardiache a quello collegate, forse una ne morì. Quest'ultima era vedova di un uomo che
qualche anno prima era morto con
altri suoi cinque compagni nel tentativo di salvare un compagno di lavoro calatosi in un pozzo e qui morto
asfissiato dalle esalazioni: morirono
tutti e sei; il fatto di cronaca era
comparso sui giornali. Questa donna ebbe così « diritto » a una pensione di
12.000 lire mensili, e lavorava come
mondina letteralmente per non morire
0
Agli abbonati cbe non hanno ancora rinnovato il loro
abbonamento per il 1989 inviamo a parte una lettera di
sollecito.
Se non verrà risposto alla
lettera, invieremo il giornale
contrassegno.
di fame. Aveva due figli; la maggiore, una ragazza affetta da idiozia (che
10 promossi in quinta anche se a
malapena aveva imparato l’alfabeto e
che credo finì in un istituto), e un maschio invece molto intelligente che fu
accolto presso i Martinitt a Milano,
cioè nel collegio degli orfanelli. Racconto un episodio: questo bambino si
fratturava sempre un braccio, sempre
nello stesso punto; e così avvenne
un giorno mentre giocava durante l'intervallo tra mattina e pomeriggio (cioè
mentre i bambini erano senza la sorveglianza di noi maestre, a cui non
eravamo obbligate; e non c’era chi cl
sostituiva; i ragazzi si sparpagliavano
a giocare nei boschi sul Ticino). La
mia collega chiamò allora un medico
dì un paese distante un chilometro;
11 quale venne e senza visitare il
bambino, senza fargli nemmeno una
fasciatura, niente insomma, dichiarò;
• E’ una frattura ». Poi risalì in macchina dopo aver preteso il suo onorario; 1.000 lire, che ai tempi d’oggi
equivarrebbero a circa 40.000 lire.
E le avrebbe dovute pagare chi? La
vedova che ne percepiva 12.000 al mese; perché, se non vado errata, i
braccianti non fruivano dì assistenza
diretta.
Ovviamente pagò la mia collega. E
fatti come questo se ne verificarono,
in quel mio soggiorno tra le risaie del
basso milanese, a decine.
Quanto alla paga delle mondine, mi
sembra, se non ricordo male, che fosse di 3.000 lire al giorno, più un chilo di riso al giorno; una paga che
poteva forse sembrare alta (lo guadagnavo 40.000 lire al mese).
1 mungitori non stavano certo meglio. Alle due precìse della notte II
sentivo entrare nelle immense stalle
coi secchi, per mungere. Un mio vicino di casa qui a Cusano, che per
tutta la prima parte della sua vita
(ora è muratore) ha fatto appunto quel
lavoro, nelle campagne di Piacenza,
ci raccontava le stesse esatte cose
che io avevo visto come insegnante;
oltre alla distruzione dei raccolti
(non risarcita) da parte della grandine, dell’oidio, della siccità, degli insetti... Ora fare il muratore gli sembra il paradiso. « J'accuse ». E, prima
che altri, proprio quei credenti che,
come A. Zatti, si scagliano contro
i poveri e gli oppressi usando Cristo,
il • loro » Cristo, come clava. Sì, sono fiera di non credere nel modo in
cui luì crede. (...) Non sono entrata
in chiesa valdese per « qualsiasi altro
motivo » che non quello della fede
e della carità.
Cordialmente.
Vera Buggeri, Cusano Milanino
EBEN-EZER
ciò all'adorazione ed ai bisogni spirituali.
'Indubbiamente, sarebbe l'ontano da
ogni possibilità di attuazione il pensiero di interrompere il nostro lavoro e trascurare le nostre responsabilità
lavorative ed i nostri obblighi finanziari per concentrare la nostra attenzione solo sulle cose spirituali. Tuttavia, credo che anche noi possiamo
fare di questo nuovo anno l’anno del
Signore, ponendo Iddìo ed il suo servizio al di sopra di ogni cosa e proponendoci di porre al secondo posto
tutto ciò che riguarda i nostri bisogni materiali.
L’anno del giubileo era contrassegnato da sette speciali caratteristiche ed anche lo vorrei suggerire sette
FHJnti che ci conducano ad una maggiore consacrazione della nostra vita
al Signore.
1) Porre Dio al primo posto (Matt.
6: 33).
2) Sottometterci interamente alla sua
volontà (Ef. 6: 6).
3) Porci costantemente sull'altare
(Rom. 12: 12).
4) Pregare per ogni cosa incessantemente (Ciac. 5: 16).
5) Riguardare soltanto a Gesù (Ebrei 12: 12).
6) Usare con gli altri lo stesso amore ohe Dio usa con noi (Ef. 4; 32).
7) Attendere ogni momento la sua
venuta (2" Pietro 3: 14).
Facciamo in modo di vivere, camminare, testimoniare, pregare in base a questa decisione, studiamoci di
servire il Signore come se ogni giorno
dovesse essere l’ultimo della nostra
vita. S'alo allora questo sarà veramente l'anno del Signore nella nostra vita: sarà l'anno più glorioso che abbiamo mai vissuto, i’anno in cui i nostri sforzi produrranno frutto per la
salvezza di molte anime, e di aiuto
ai nostri fratelli e nella chiesa, il Signore vi benedica.
Maran-Atà. Amen.
Mario Goletti, Nichelino
NON C’E’
VOCE UNICA
Guardando al passato ho la certezza che ogni credente può dire con
riconoscenza: « Fin qui l’Eterno ci ha
soccorsi ». E' pur vero che anche durante l'anno scorso le prove non sono mancate, ma la sua presenza è
stata con noi: forse è venuta a mancare la presenza di parenti ed amici,
ma non la sua. Con dolcezza egli ha
parlato ai cuori quando la bufera infuriava. E quando I discepoli gridavano: - Aiutaci, Signore! », allora egli placò le onde. Queste sono le certezze
che anno dopo anno ci aiutano a capire sempre di più il suo amore.
Perciò guardando avanti potremio ripetere con certezza di fede: ■ Jehovah Jereh », l'Eterno provvede in ogni
cosa.
L'anno da poco iniziato è in attesa
di essere da noi usato. Potrebbe essere l'ultimo che ci è dato da vivere
per servire il Signore. Con questo
pensiero sforziamoci, affinché sia l'anno più benedetto della nostra vita.
Come ottenere questo?
Mi sorge spontanea una risposta:
facciamo in modo che quest'anno sia
per noi l'anno del Signore! Ricordiamo certamente le prescrizioni della
Scrittura inerenti all'anno sabbatico
(Levitico 25). Secondo le istruzioni divine, ogni settimo anno doveva essere
un tempo di riposo per la terra e per
ogni cosa in genere. Credo tuttavia
che lo scopo di questa sosta fosse che
il popolo di Dio, lìbero da interessi
temporali, si dedicasse con più slan
il nostro giornale ha pubblicato (n.
3 del 20 gennaio scorso) un'intervista
del pastore Scuderì al vescovo di Livorno, Abiondi, in occasione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. il titolo era già significativo;
« Uniti nel battesimo, divisi neiia chiesa », quasi che fosse l'ecclesioiogia il vero scoglio che ci divide. Ma
il sottotitolo era ancora più chiaro,
nel definire il programma che ci starebbe davanti: « Scoprire che le divisioni sono solo [la sott. è mia] delle diversità e doni differenti deilo stesso Spirito — Presentarsi a "Basilea
’89" con una voce unica — Sì ai
colloqui sui matrimoni interconfessionaii ».
Il tono dell’Intervista rispecchia bene l'atmosfera formale di « embrassons-nous » generale che si sta diffondendo anche da noi, con poche lodevoli eccezioni. Un’atmosfera, si badi, tanto più incomprensibiie perché
si accompagna alla lotta senza quartiere (ma è poi senza quartiere per
tutti?) contro una chiesa (e non soltanto un Vaticano) che smentisce
quotidianamente un desiderio di dialogo tra eguali e di apertura, con le
sue pesanti imposizioni in materia di
istruzione religiosa, ma anche con le
sue sapienti infiltrazioni in materia di
terminologia (si ricordino le sacro
Fondo di
solidarietà
sante rabbie del compianto Subilla, a
proposito della cattolicizzazione del
nostro linguaggio teologico, liturgico e
in parte sacramentale), con gli atteggiamenti, con tutto ii greve apparato
di pietà che piace molto in ambienti
ecumenici ma che non è (ancora?) entrato a far parte ufficialmente del nostro pensiero riformato.
Dove vanno a finire le nostre battaglie contro il documento BEM, se
possiamo dire tranquillamente uniti
nel battesimo, quando è notorio a
tutti che 1 sacramenti sono uno degli
scogli più gravi nel discorso ecumenico?
E comunque non è forse bene che ci
ricordiamo che siamo o saremo, se mai,
uniti in Cristo, anche se questo è o
sarà vero malgrado tutti i sacramenti
amministrati « di traverso » e malgrado
il nome di Cristo sia abbondantemente
usato in modo assai disinvolto?
Se si dimentica tutto questo, volutamente o meno, se si dimentica la...
difesa delle minoranze — proclamata
urbi et orbi da ohi, di alcune minoranze almeno, non si cura nè punto né
poco, anzi — solo così si può affermare
che le nostre diversità sono doni differenti dello stesso Spirito, e che si può
presentarsi a Basilea '89 con una voce
unica. Come se le questioni di fede
potessero venir accantonate quando si
tratta di annunciare la giustizia, la
pace e una visione del creato e dell'uomo conformi alla Scrittura.
Una Scrittura che viene continuamente messa da parte dalla teologia, dai dogmi e dalla pietà del cattolicesimo; in particolare dalla sua
gerarchia che, comunque, non può né
deve in alcun caso essere per noi
o diventare l'interlocutore privilegiato
o riconosciuto.
Come la mettiamo, allora, coi colloqui sui matrimoni interconfessionali
proprio con quelia gerarchia? Cosa intendiamo sostenere nel corso di quei
colloqui? il Sinodo non ha dato un
mandato affatto preciso e chiaro in
proposito. Come non è di grande aiuto il documento sinodale di qualche
anno fa.
E intanto si moltiplicano i casi di
manifestazioni cultuali reali o... lasciate supporre tali (vedasi il caso della
chiesa di Venezia che ha dovuto giustamente protestare) con le quali si
fa che cosa? Si chiede al Signore che
cosa?
Non possiamo mai fare a meno, allo
stato attuale delle cose, di chiedere
al Signore di sgombrare il campo
dalle nostre infedeltà, certo (ma da
quelle vere, non dalle nostre « diversità » colpevoli). Ma certamente anche da ciò che nel cattolicesimo, a
partire dai principi portanti, fa sì che
si tratti di fede in Cristo
malgrado il sacerdozio, la visione
della salvezza, la mariologia, la visione
della « funzione » dei santi, la messa
e infinite altre cose siano chiare aggiunte o deformazioni gravi della Scrittura;
malgrado la continua infedeltà alla
Scrittura, pur tanto letta oggigiorno;
malgrado l'appropriazione indebita
della società, della politica, dell'economia, dell'etica, italiana e non;
malgrado tutto ciò che sta avvenendo in altri paesi che sì preparano,
spesso inconsapevolmente, giorni assai difficili. Come si può vedere, ad
esempio, da quanto è avvenuto recentemente in occasione della visita a
Roma del gruppo misto di studio protestante-cattolico svizzero;
malgrado lo stallo neH'evangelìzzazione, causato in gran parte dalla convinzione più 0 meno dichiarata che
un cattolico non s’ha più da evangelizzarlo, peggio, che sì può evangelizzare con lui.
Mi si crederà se dico questo con
tristezza, non fosse che perché sono
di natura amichevole? Dico questo tanto più che sono convinto, pur nel
dissenso più completo, che cattolici
come il vescovo Abiondi sono onesti
e sinceri. Ma allora perché definirlo
« Monsignore » sulle colonne del nostro giornale, quando per noi monsignore proprio non è?
Perciò ribadisco: « Si grida "voce
unica", quando voce unica non c’è ».
Giovanni Conte, Roma
1
PRECISAZIONE
Gent.mo Sìg. Direttore,
in merito alla cronaca di A. Longo,
apparsa su codesto settimanale, relativa alie decisioni dell'ultimo Consiglio
comunale, vorrei precisare che, contrariamente a quanto scritto, il Consiglio non ha provveduto, su proposta
della Commissione, all'affidamento dei
lavori dei campi sportivi di Viaie Dante (copertura di un campo di bocce
e di un campo di tennis) ma ha rimandato, al fine dell'acquisizione di ulteriori elementi di valutazione, ogni decisione ad un prossimo Consiglio.
Cordiali saluti.
Marco Armand Hugon,
sindaco di Torre Pellice
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore; Giorgio GardioI
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Redattori; Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Piervaldo
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Pellice - telefono 0121/91334
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Consiglio di amministrazione: Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente), Paolo Gay, Giorgio GardioI, Franco Rivoira (membri)
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
Il n. 12/89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino II 22 marzo e
a quelli delle valli valdesi il 23 marzo 1989.
Hanno collaborato a questo numero: Maria Luisa Barbèris. Ivana Costabel, Enos Mannelli, Luigi Marchetti, Arcangelo Pino, Teofllo Pons,
Claudio Rivoira, Bruno Rostagno, Claudio Tron,
3
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31 marzo 1989
area rìoplatense 3
LA FUNZIONE DI UN GIORNALE
ELEZIONI
Mensajero vaidense
Un protagonista della vita delle chiese sudamericane - Un’importante funzione di collegamento - 1974: la dittatura impone la chiusura
L’il maggio compirà 70 anni.
Pur essendo stato un protagonista della vita delle chiese valdesi
neirUruguay e nell’Argentina, è
molto attivo e non dimostra la
sua età. E' il Mensajero vaidense,
il giornale delle chiese valdesi
rioplatensi. Oggi è diretto da Carlos Delmonte, affiancato da una
équipe composta da Ricardo Ribeiro, Mireille Gilles, Roger Geymonat, Gladys A. de Dalmas, Merina M. de Martinez, Jorge Roland, André Gönnet, Alba Pena,
Letitia Caffarel, Juanita Bertinat.
Tutti volontari che svolgono il loro impegno giornalistico accanto
alle loro occupazioni principali. Ogni mese, buona parte delle
famiglie delle nostre chiese riceve il Mensajero, che dà loro
le informazioni necessarie per
mantenere i collegamenti tra le
varie chiese. Gode di ampio credito, ma non è esente da critiche.
C’è chi dice che è troppo difficile,
che è troppo intellettuale, che gli
articoli sono troppo lunghi, che
si parla troppo di politica. (Che i
valdesi siano dappertutto uguali?
O che lo siano i « giornalisti »?).
Ha un motto: « Di’ ai figli di
Israele che si mettano in marcia ». La marcia dei valdesi sudamericani è descritta nelle pagine
delle annate del giornale. Nato
per « sviluppare la cultura religiosa e il progresso nella vita
spirituale e morale ». fino al 1927
non è la pubblicazione ufficiale
delle chiese e si divide in sezioni,
da quella dottrinale a quella storica. Nel ’27 la Conferenza distrettuale (le chiese valdesi sudamericane formavano allora un distretto) di Ombues de Lavalle lo
fa diventare « òrgano oficial ». La
politica è bandita dalle pagine
del giornale e non si prende alcuna posizione, ad esempio, sul fascismo italiano.
Tra il '45 e il ’58 il giornale vive
la crisi della chiesa valdese sudamericana e cominciano articoli
di critica circa la conduzione delle chiese.
La commemorazione del cente
nario del 1958 è occasione per
porre il problema del rinnovamento delle chiese.
Dal 1960 il giornale ospita articoli sulla politica e sui problemi sociali. C'è poi una polarizzazione delle posizioni. Da una parte chi vuole una certa politica,
dall’altra chi non ne vuole. La direzione del periodico è criticata
nella chiesa e le difficoltà finanziarie fanno ridurre le pagine, ma
sarà la dittatura, nel 1974, a chiuderlo. Riprenderà col ritorno della democrazia.
G. G.
Ohi desidera abbonarsi può farlo inviando l’equivalente di 15
dollari USA (lire 21.000 circa) alla
Tavola valdese, via Firenze 38,
00184 Roma, ccp. 00998005 specificando nella causale: abbonamento Mensajero vaidense.
MONTEVIDEO
Completare
i lavori del tempio
Montevideo: il gruppo di studio biblico della domenica mattina.
Il tempio valdese di Montevideo deve essere completato.
La mancanza di denaro ha fatto
sospendere più volte i lavori nel
corso di quest’ultimo decennio.
Si spera ora, anche con l’aiuto
delle chiese italiane, di poter
condurre a termine i lavori. Il Si
nodo, con un ordine del giorno,
ha raccomandato alla Mesa di
fare ogni sforzo, perché questo
tempio è stato costruito come
segno di ringraziamento al Signore per lo sviluppo dell’opera missionaria dei valdesi nel Rio de
La Piata.
DECISIONE DIFFICILE
Ridotto del 20% l’assegno pastorale
La pesante situazione finanziaria: una questione spirituale e di fede
stato di emergenza per le finanze della Mesa (la nostra Tavola). Le chiese, strette come sono dall’inflazione a due zeri, non
riescono a coprire le necessità
deU’amministrazione. Alla Mesa
non rimane che fare dei tagli, così il già magro assegno pastorale
viene decurtato del 20%.
I pastori riceveranno nel 1989
ogni mese 90 mila pesos (in Uruguay) e 3.000 austral (in Argentina), l’equivalente di 250.000 lire
nostrane in potere d’acquisto, ed
una gratifica pari ad una mensilità.
Da questa somma sarà trattenuto il 13% per il fondo pensioni, mentre coloro che hanno figli
riceveranno in più il 12% per il
primo figlio, il 15% per il secondo, ed il 20% per ogni figlio dopo
il terzo.
In questa situazione non c’è
certamente da scialare e persino
l’acquisto di un libro è un lusso
che difficilmente un pastore si
può permettere.
Ma le chiese del Rio de La Piata vogliono farcela da sole. Non
chiedono all’estero sostegno per
pagare i loro pastori. In un atto
sinodale hanno ribadito la validità di un principio : « Le necessità
economiche del funzionamento
amministrativo saranno coperte
esclusivamente con le risorse che
provengono dalle chiese locali ».
I debiti che finora si sono fatti
saranno coperti con iniziative
di finanziamento straordinario
(anche con vendite del patrimonio). Le chiese però dovranno riflettere sulla crisi finanziaria
analizzando un ordine del giorno del Sinodo : « a ) ogni crisi è
un tempo di grazia in cui Dio ci
dà l’opportunità di riflettere sulla nostra situazione, tenendo conto del nostro passato e delie prospettive del futuro; h) per ciò
che concerne le finanze, confessiamo che il nostro problema
non è tanto una questione economica, quanto piuttosto una questione spirituale e di fede; c) che
ciò ci deve portare ad un sincero
pentimento e riconoscimento della nostra incapacità di sottomettere a Gesù Cristo tutta la nostra vita, segnata dal peccato del
La nuova Mesa
Come accade in ogni Sinodo, si è proceduto al rinnovo della
Mesa vaidense, che risulta così composta; past. Hugo Malan, moderatore, past. Hugo Gönnet, Noris A. de Barolin, Mario Dabalà, Enzo
Cardosio, membri; Delmo Rostan e Mabel Barolin, membri supplenti.
IMPEGNI DIFFICILI
Verso un Sinodo
congiunto con i riformati
argentini
Fra le molte (decisioni assunte dal Sinodo anche il reciproco riconoscimento del pastorato
l’egoismo, dell’avarizia, dell’autosuilicienza, dell’orgoglio, che ci
porta ; 1 ) a essere intolleranti sul
terreno delle relazioni umane; 2)
a dare troppa importanza alle
ideologie socio-politiche che ci
separano; 3) a crederci meritevoli di ciò che possediamo e di
ciò che siamo, il che ci impedisce
di essere solidali con il prossimo; 4) alla nostra mancanza di
volontà di cercare strade di riconciliazione quali quelle indicateci da Gesù in Matteo 5 ; 33
(”Se stai per offrire la tua offerta sull’altare e, quivi, ti ricordi che ii tuo fratello ha qualcosa
contro di te, lascia quivi la tua
offerta dinanzi all’altare e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello e poi vieni ad offrire la tua
offerta”). Questa confe.ssione ci
deve indurre a riporre tutta la
nostra fiducia nel potere trasformatore del Si.gnore che ci dà la
speranza e rende possibile un
nuovo modo di vita sotto il suo
s.guardo e la sua direzione, in solidarietà, perdono e riconciliazione, mettendo tutto ciò che siamo
e possediamo al suo servizio ».
Si intensificano i rapporti tra
le chiese evangeliche del Rio de
La Piata. Al Sinodo erano presenti invitati delle principali chiese uruguaiane e argentine (la
Chiesa evangelica del Rio de La
Piata, la Chiesa metodista dell’Uruguay, le Chiese riformate
dell’Argentina, la Federazione argentina delle chiese evangeliche,
l’Associazione delle chiese di Dio,
il Consiglio unito dell’educazione
cristiana, la Chiesa dei discepoli
di Cristo dell’Argentina, la Chiesa metodista argentina, il Centro
urbano nuova parrocchia, la Chiesa evangelica luterana unita, la
Chiesa mennonita di Colonia Delta), a testimoniare l’interesse e le
relazioni fraterne che si hanno
con altre esperienze di fede, con
le quali ad esempio si gestiscono
imprese comuni come la Facoltà
di studi teologici (ISEDET) di
Buenos Aires.
Con alcune chiese in particolare si hanno già da tempo, a
livello locale, intensi rapporti; le
Chiese riformate argentine. Con
queste si gestiscono opere sociali ed un periodico.
Il Sinodo ha deciso di intensificare i rapporti fino al punto di
organizzare un Sinodo comune.
Questa la decisione; « Considerando che il Sinodo delle Chiese
riformate argentine ha deciso di
iniziare con la Chiesa valdese
conversazioni ufficiali sulla possibilità di realizzare nel 1990 un
Sinodo congiunto (in parte integralo ed in parte simultaneo), e
che questa è una comune intenzione, già espressa dalle nostre
chiese; il Sinodo decide: 1) di
accettare con gioia l’invito fatto
dalle Chiese riformate argentine,
ritenendo però ancora prematuro
fissare una data; 2) raccomanda
alla Mesa vaidense di elaborare
insieme alle autorità delle Chiese riformale argentine un progetto di Sinodo congiunto, che
Servizio di Ruben Artus
(coordinamento di
Giorgio Gardiol)
dovrà essere esaminato dai prossimi Sinodi delle due chiese ».
Un’altra importante decisione
del Sinodo riguarda il riconoscimento reciproco del pastorato
tra le chiese (Chiesa evangelica
del Rio de La Piata, Chiese riformate argentine, Chiesa metodista
argentina, Chiesa dei discepoli di
Cristo, Chiesa metodista dell’Uruguay, Chiesa valdese) il cui documento era stato sottoscritto nell’ottobre ’88 a Buenos Aires. Ciò
dovrà comportare un maggior
impegno delle chiese valdesi nello
scambio di pastori e nella cura
pastorale comune a livello locale.
Un maggiore impegno nell’azione ecumenica (studio dei documenti ed iniziative locali) sarà
realizzato dalle chiese valdesi sulle tematiche del Consiglio latinoamericano delle chiese (CLAI).
RIMPATRIO
Viaggio
in forse
Una conferenza del past. Franco Giampiccoli ha ricordato a
tutti i valdesi sudamericani il
senso delle celebrazioni del « glorioso rimpatrio ». Il Sinodo ha
raccomandato che le celebrazioni
vengano viste come momento di
testimonianza del Signore che
agisce nella storia degli uomini e
di mettere in relazione il ricordo
del rimpatrio con la vicenda di
milioni di uomini che anche oggi soffrono l’esilio e le persecuzioni per ragioni di coscienza,
anche in America Latina.
Il viaggio previsto è in forse, vista la situazione economica generale, ma si spera che una delegazione possa venire alle valli
per prendere parte alle celebrazioni.
4
ecumenismo
31 marzo 1989
ALLEANZA RIFORMATA MONDIALE
Vivere la fede
negli anni ’90
Echi dal mondo
cristiano
Una riflessione sull’avvenire delle chiese negli anni '90 - E’ necessario saper prestare attenzione ai riformati in Asia e in Africa
A Seoul, in Corea, dal 15 al 17
agosto 1989 si incontreranno i
circa 350 rappresentanti delle
167 chiese membro dell’Alleanza
riformata mondiale (ARM), l’organismo che collega circa settanta milioni di cristiani « riformati » in tutto il mondo. Il tema dell’incontro sarà la domanda che Gesù pose a Pietro: « Chi
dite voi che io sia? ».
In vista di questa convocazione così importante, al Centro riformato John Knox di Ginevra
(che lavora in stretto collegamento con l’ARM), si sono incontrati una trentina di pastori
giovani (e meno giovani) e di
« dottorandi » che si trovavano
in Europa aH'inizio di marzo.
L’obiettivo del Centro Knox, a
mio avviso degno di lode, era
quello di dare la possibilità a
dei giovani responsabili di chiese riformate — che ancora non
fanno parte del solito gruppo di
« specialisti per Tecumenismo »
— di riflettere sulle prospettive
e sul tipo di messaggio e di pratica della fede che le chiese riformate stanno costruendo per
gli anni ’90.
Crescenti
preoccupazioni
DaH’incontro di Ottawa del
1982 la situazione complessiva
del nostro pianeta non è migliorata. Allan Boesak, pastore sudafricano nero, leader della lotta
contro l’apartheid e presidente
dell’ARM, continua ad esprimere tutta la sua preoccupazione
per essere stato in questi anni
testimone di un’incredibile intensificazione dell’oppressione e della sofferenza in tutto il mondo.
« Le potenze di questo mondo
— ha scritto ultimamente —
sembrano, e dico appunto sembrano distruggere e rovesciare
l’ordine creato da Dio».
Dal soffocamento della democrazia in America Latina, alla
morte per fame che annienta in
Africa generazioni intere di popoli diversi, al problema sudafricano che ha portato il suo
paese a due dita dalla guerra
civile, Boesak vede la situazione
precipitare e si aspetta che le
I
Il past. Allan A. Boesak, presidente dell’Alleanza riformata mondiale.
Uno degli edifici che compongono
il Centro riformato «John Knox».
chiese, a livello locale e tutte insieme, inizino ad agire in maniera più concreta.
Che cosa può significare, però, tutto questo?
La prima cosa di cui ci siamo resi conto a Ginevra è il
pericolo che nasce dalla mancanza d’informazione. E’ inutile
creare documenti comuni quando le nostre chiese non si conoscono e quando non conosciamo i diversi contesti in cui le
altre chiese vivono. Che cosa
sanno le nostre comunità locali
di ciò che avviene in Nuova Guinea o nelle isole del Pacifico, delle speranze, delle paure e delle
difficoltà di quei credenti?
Che cosa significa, per gli uni
e per gli altri, parlare ancora
di « missione » alla fine del 20"
secolo? Come costruire un senso
d’unità interno e cercare di dare una testimonianza comune
nel mondo?
Lukas Vischer, con il quale
abbiamo discusso un’intera mattinata, diceva giustamente che le
chiese riformate non sono sufficientemente consapevoli dell’universalità della chiesa. Come
parlare allora di testimonianza
comune quando le chiese riformate non hanno neppure mai
tentato di produrre un’unica confessione di fede, quando pochi
fra di noi sanno che i due terzi
della famiglia riformata vivono
oggi in Asia e in Africa e sono costituiti — a differenza di ciò
che accade nei paesi europei e
negli Stati Uniti — da chiese
piene di vita, che crescono ogni
giorno nel numero e nella consapevolezza del proprio ruolo?
Con i colleghi della Chiesa riformata di Francia — in particolare — ho condiviso alcune
perplessità sul modo in cui il
lavoro ecumenico viene portato
avanti a Ginevra, anche sui documenti preparatori sui quali si
lavorerà a Seoul, che sono scritti
quasi sempre da pastori o teologi occidentali e che sembrano
contenere anche già le tesi finali che emergeranno daH’assemblea del prossimo agosto. Non
so quanto le chiese — cominciando dalle nostre — si sentano coinvolte in onesto lavoro
guidato, forse, da eccellenti teologi i quali spesso, però, non sono più immersi nel tessuto delle diverse chiese, ma vivono nella particolare dimensione del
mondo ecumenico ginevrino.
Il gruppo di lavoro formato
dai rappresentanti delle chiese
provenienti dall’Oceano Pacifico
ha scritto, nelle sue note riassuntive, che non voleva rispondere alle domande che ci erano
state poste all’inizio, ma spiegarci semplicemente ciò che stanno facendo nelle loro situazioni
concrete — per esempio nelle
isole della Polinesia — per sviluppare una loro « teologia del
Pacifico » e per contestualizzare
Cristo e l’Evangelo dove vivono,
lavorano, lottano.
Forse, anzitutto, proprio di
questo abbiamo bisogno. E’ difficile e pericoloso cercare di voler dare sempre delle definizioni comuni. Ci siamo accorti di
quanto sia diffìcile anche solo
definire insieme che co-Sa sia la
chiesa. Mentre le chiese asiatiche o africane conoscono il tempo della difficoltà, ma anche dell’entusiasmo, mi ha colpito quanto sia forte il senso di colpa che
a cura di Giuseppe Platone
affligge le chiese europee (soprattutto Svizzere e tedesche),
che spinge qualcuno a dire che
la chiesa di oggi è la sinagoga
del tempo di Gesù che non accoglie e riconosce i cristiani autentici. La vera chiesa, in questo senso, avrebbe già lasciato
le chiese ufficiali.
Che cosa possiamo volere ancora dire o fare oggi, come chiese cristiane che non sono certe
neppure di essere tali?
Una coscienza
per il mondo?
Nel nostro incontro, paradossalmente, accanto a questa cattiva coscienza che sembrava caratterizzare un po’ le chiese dell’Europa occidentale, è emersa
spesso l’idea tragica che la chiesa continua comunque ad essere un po’ la coscienza del mondo. Facciamo continuamente un
elenco di ciò che le chiese dovranno dire, denunziare, trasformare ecc., creando inconsapevolmente una separazione tra la
« chiesa » e il « mondo », agitandoci molto e senza renderci conto che fuori delle chiese la gente è più attenta di noi e lavora
da tempo, forse in modo più
silenzioso e certamente più concreto.
E’ importante, infine, mantenere viva la dimensione dell’attesa di un Signore che viene,
che parla, che trasforma, che
indica nuove vie da battere e
nuovi traguardi da raggiungere.
Questa dimensione dell’attesa è
molto più viva nelle chiese povere del cosiddetto terzo mondo che nelle nostre. Non è detto
che presto questi fratelli e queste sorelle — che anche rispetto al rinnovamento del culto
hanno tantissimo da insegnarci
(splendidi i momenti di danze
liturgiche a cui ho assistito) —
non debbano venire ad evangelizzarci, invertendo la direzione
del lavoro missionario che abbiamo sempre svolto con paternalismo (quando ci siamo limitati a questo) e di cui queste
chiese « giovani » non sanno più
che cosa fare.
La ricchezza delle chiese riformate sta forse proprio nella diversità, che però dobbiamo imparare a conoscere ed a valorizzare.
In questo senso, una settimana
come quella che abbiamo trascorso a Ginevra è un tempo benedetto.
Gianni Genre
USA: il caso Rushdie
NEW YORK — Il Comitato
esecutivo deH’uffìcio per le relazioni cristiano-musulmane del
Consiglio nazionale delle chiese di Cristo (NCCC) ha rilasciato una lunga dichiarazione a seguito del caso Rushdie, autore
del libro « Versi satanici », in
cui esprimendo simpatia alle comunità musulmane statunitensi
insultate nella loro fede dalle
pagine di Rushdie si ribadisce la
libertà di pensiero e di espressione, incluse quelle di carattere
religioso, garantite dalla Costituzione approvata nel 1787. Nell’attuale controversia sollevata
dal romanzo del letterato angloindiano occorre — dice il comunicato — cogliere l’opportunità
per imparare a convivere con
idee diverse nel quadro di una
società che vede nel pluralismo
il rispetto del prossimo: « Rimmciando a diffamare l’Islam come
religione della violenza, chiediamo ai seguaci dell’Islam di rivedere il loro giudizio sulle società occidentali ». Il comunicato conclude sferrando un attacco al carattere distruttivo dei
media, che giocano con il sensazionalismo esacerbando le passioni, e auspica che cresca la
reciproca comprensione e cooperazione tra comunità di fedi
diverse, negli Stati Uniti e altrove.
Ortodossi americani
divisi
WASHINGTON — Due delle
tre grandi chiese ortodosse dell’America del Nord formeranno
una commissione per l’unità
ortodossa per tutte le circoscrizioni ecclesiastiche che vorranno parteciparvi. La notizia, annunciata dal metropolita Teodosio della Chiesa ortodossa dell’America del Nord e dal metropolita Folippo dell’arcidiocesi
cristiana ortodossa d’Antiochia
dell’America del Nord, fa seguito alla mancata partecipazione
dei due vescovi ortodossi alla
recente conferenza permanente
dei vescovi ortodossi d’America,
presieduta dall’arcivescovo lakovos, che ha criticato l’assenza
dei due prelati e la nascita della commissione vista come « un
grave ostacolo all’unità della
chiesa ».
Aumentano le donne
pastori
HANNOVER — E’ in rapida
crescita il numero di donne che
si consacrano al pastorato. Dei
18.040 teologi consacrati che sono in attività di servizio nella
Chiesa evangelica tedesca occidentale (EKD) 2.153 (pressoché il 12%) sono donne. Alla
fine del 1964 le donne pastori
erano soltanto 256, circa il 2%.
Secondo le più recenti statistiche dell’EKD solo l’82% dei pastori consacrati lavora in una
chiesa locale; stando ai numeri
c’è dunque un pastore ogni
1.980 membri di chiesa.
La questione
palestinese
LONDRA — Il Consiglio mondiale metodista, durante una
recente seduta di lavoro a Londra, ha commentato la questione palestinese. In una dichiarazione dell’importante organismo si afferma che « i continui
violenti scontri tra israeliti e
palestinesi calpestano le più
profonde convinzioni religiose
di coloro che sinceramente si ri
conoscono nella tradizione giudeo-cristiana ». La dichiarazione
prosegue osservando che le saltuarie azioni di terrorismo commesse dai palestinesi e quelle
sistematiche del governo israelita violano i fondamenti della
fede biblica. S’invitano « coloro
che si recano in pelleggrinaggio
in Terra Santa a cogliere ogni
opportunità utile ad incontrare
e parlare direttamente con qualcuno dei 140.000 palestinesi cri
stiani, sia per informarsi della
situazione che stanno vivendo,
sia per esprimere una effettiva
solidarietà con chi è nella sofferenza ».
Cogestire
il nuovo corso
PARAGUAY — « Essere d’accordo con la riconciliazione politica non è sinonimo d’impunità per i crimini commessi. La
giustizia deve agire con totale
trasparenza per ridare fiducia
alla popolazione ». Nella sua dichiarazione coraggiosa il vescovo di Encarnación, Jorge Livieres, commentando la dittatura
del generale Stroessner (rovesciato dal colpo di stato del 3
febbraio del generale Andrés Rodriguez) ha aggiunto chiaramente che la Chiesa cattolica è corresponsabile di ciò che è successo durante la dittatura Stroessner. Ma negli ultimi anni del
regime la pacifica convivenza
della dittatura con la gerarchia
cattolica si era incrinata a causa del nuovo impegno della Conferenza episcopale che aveva
coagulato nell’« accordo nazionale » i partiti politici d’opposizione, i sindacati e gli organismi
sociali. Sicché la Chiesa cattolica è pronta a cogestire la ripresa democratica del Paese.
Etiopia: una chiesa
in crescita
ADDIS ABEBA — Durante la
assemblea generale della Chiesa
evangelica etiopica Mekane Jesus, il suo presidente Ato Francis Stephanos ha indicato in
776.673 il numero dei membri di
chiesa (nel 1951 erano all’incira
20.000) suddivisi in 2.181 parroc
chie e 858 luoghi di predicazione. Una delle ragioni per spie
gare il rapido tasso di crescita
della popolazione ecclesiastica
risiede nell’avvio d’intensi programmi sociali (da nuovi progetti in agricoltura, all’impegno
di approvvigionamento dell’energia elettrica, sino alla lotta contro gli insetti) che la chiesa
svolge in accordo con il governo.
AIDS
e giudizio di Dio
ZURIGO — «L’AIDS non è
un giudizio di Dio né deve diventare un nostro giudizio sulle persone colpite; l’AIDS ci sfida a riflettere su fino a che punto siamo colpevoli nei confronti del nostro prossimo ». 140
studenti in teologia della Facoltà di Zurigo si sono espressi con
un documento contro l’interpretazione discriminante del1’« AIDS uguale giudizio di Dio».
Gli studenti hanno anche criticato il silenzio complice di molti
pastori e di altrettante chiese.
« Un silenzio che pietrifica maggiormente la diffusa discriminazione nei confronti dei colpiti
da AIDS, anche loro — come
tutti noi — creature di Dio ».
FONTI: News-NCCC. SOEPI. One
World. EPD. Methodist Int. News.
5
p
31 marzo 1989
prospettive bibliche
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Sofferenza, malattìa, morte - parte 2^
Alla luce della risurrezione
Marco 2: 1-13
2) Prendere la vita
sul serio
a) Se la chiave di lettura proposta dalla resurrezione non rifiuta la
morte, se ne riconosce la realtà radicale e ciò ci permette altresì di prendere la vita sul serio, in tutti i suoi
aspetti.
Quando si è davanti alla morte, la
nostra riflessione è sempre minacciata da una doppia tentazione: o si sottovaluta la morte pensando che dopo, finalmente, si può amare Dio liberamente, senza costrizioni, o si sottovaluta la vita dicendo: « Quanto è
orribile questo mondo di lacrime,
questo corpo che degenera, questa
angoscia nella sofferenza, ecc. ». Questi atteggiamenti, frequenti nei momenti di lutto, rendono spesso difficile l'annunzio dell'evangelo e certamente ci pongono non facili domande.
In questa tensione mi sembra che
la resurrezione sia la proposta che ci
perm.ette di evitare di essere intrappolati: prendere nello stesso tempo
la vita e la morte sul serio.
Riconoscere la nostra
condizione umana e rifiutare
l’alienazione religiosa
b) La resurrezione prende sul serio, neH’incarnazione, il riconoscimento della nostra condizione terrena, materiale, corporale e sociale.
Nello stesso tempo la chiave di lettura che ci offre la resurrezione ci
permette di rifiutare ralienazione religiosa, cioè quando si parla delflanima e non del corpo; secondo questo
modo di comnrendere, la chiesa deve
occuparsi deH’anima e non del corpo,
e viceversa le strutture di assistenza,
l’ospedale, devono occuparsi del corpo e non dell'anima.
Se mi è permesso, è un po' ciò che
accade quando il medico vede nel
malato solo la sua malattia e non
considera tutto il resto che costituisce l'individuo come persona, o quando il pastore vede nel malato solo la
sua spiritualità e il suo essere credente di fronte alla malattia, senza
tener conto del peso enorme che la
malattia, il dolore fisico hanno su di
lui in quel momento.
Riprendiamo, a questo proposito,
una frase di Martin L. King: « La religione si deve occupare, nello stesso
tempo, del cielo e della terra; qual
Concludiamo la pubblicazione della riflessione biblico-teologica che il
pastore Vito Gardiol, membro della GIOV, ha presentato nel quadro di
una recente « giornata dell’Ospedale valdese di Pomaretto », incentrata
sul tema: «La tutela della dimensione umana dei malati e dei morenti».
Nella prima parte, pubblicata la scorsa settimana, dopo aver osservato
che, nel racconto di guarigione esaminato, Gesù dice al paralitico: «Alzati! » = «Risuscita! » e ohe l’Evangelo presenta la risurrezione come
chiave di lettura della nostra realtà, V. Gardiol invitava anzitutto a
« prendere sul serio la morte », a non cercare di rimuoverla ed eluderla
come oggi si fa in tanti modi. « Prendere sul serio la morte è certo il modo migliore di prendere sul serio la vita ».
a cura di GINO CONTE
siasi religione, che confessa di occuparsi defl'anima dell'uomo senza
preoccuparsi dei mali che lo affliggono, è una religione tanto sterile quanto la polvere ».
3) Prendere i nostri
limiti sul serio
a) Ogni giorno è una morte, e
credo che la resurrezione ci possa ricordare questo: la morte è qualcosa
di quotidiano.
Si è più o meno sensibili a questo
ma certamente non si è mai del tutto
insensibili. Accettare di invecchiare:
questo è qualcosa che ha a che fare
con i nostri limiti; imparare a riconoscere che ad un certo punto della
nostra vita non possiamo più fare
determinate cose e inoltre che certe
cose che avremmo voluto fare non
potranno più essere fatte, che non
possiamo più vivere come avremmo
voluto vivere, ecc. E' per questo insieme di cose che un lavoro sui nostri limiti, nel senso del messaggio
della resurrezione, è un lavoro che
deve essere fatto in tutta la nostra
vita; certamente non è un lavoro che
si può fare all'ospedale quando non
si ha più scelta, o la possibilità di
farlo.
b) I nostri limiti sono anche, lo
sappiamo molto bene, i limiti della
scienza e della medicina; i limiti che
sono emersi nella tragedia dell'AIDS.
Direi che nell'orrore, nello stupore
che ci afferrano di fronte a questo
dramma, c’è l’idea che di colpo si
scoprono i limiti enormi della nostra
medicina e della nostra scienza.
La paura ancestrale
e l’Onnipotente
Credo che se si fosse intervistata
la gente prima che tutta la drammatica storia dell’AIDS avesse raggiunto gli sviluppi attuali, la stragrande
maggioranza avrebbe espresso la sua
ferma convinzione che il virus sarebbe stato vinto nel giro di poco tempo.
Dunque ci si trova con questa paura
ancestrale dell’uomo occidentale;
pensava di averla ormai respinta e
invece ricompare con tutta la sua
drammaticità. D'un colpo la natura
ci domina, non si riesce più a domarla: è questo che sta aH’origine del
religioso, quando si confonde la natura con la divinità dell’Qnnipotente.
Nel caso dell'AIDS ci troviamo
esattamente in questa posizione:
l’uomo occidentale che disprezza la
natura fino a quando si vede di colpo
di fronte ad un minuscolo, insignificante virus e scopre che esso è più
potente della scienza; ed è in questo
caso che l’uomo scopre i suoi limiti;
credo allora che, a questo punto, riconoscersi mortali, il prendere la vita sul serio, significa prendere sul serio anche questi limiti.
Non viviamo di noi,
ma di Dio
c) Non ho in me stesso o a partire da me stesso ciò di cui posso sopravvivere.
L'immortalità non è in me stesso,
è sempre al di fuori di me; credo che
noi abbiamo imparato che al di fuori
di me si situa, in Dio, qualcosa. Tutti
i messaggi della sola gratia, della sola fide della Riforma non ci insegnano altro che queste cose: sono messaggi sul senso, sull’accettazione del
limite che l’uomo ha; dunque si scopre la nostra finitezza.
E nelle dottrine così familiari del
nostro tempo della reincarnazione vi
è certamente il rifiuto di questo; è
uno scandalo il fatto che la vita eterna non sia legata, connessa a ciò che
di male si è fatto. Questo perché per
la dottrina della reincarnazione il
regno della grazia è il regno della
giustizia suprema e non dell’amore
incondizionato di Dio. Mi sembra che
noi come credenti proponiamo, con
la resurrezione, una chiave di lettura
che dà senso, che si situa neH’ordine
di un credere, che mi sembra la più
accettabile anche se non è per niente
oggettiva e non vuole esserlo. Non è
oggettiva perché certo non è questo
il solo modo di leggere le testimonianze bibliche.
Tuttavia la dottrina della giustificazione per fede ci dice che la nostra
realtà autentica non è in noi stessi
ma risiede in Dio, e questa è una delle
più caratterizzanti specificità del protestantesimo: Faccettare che la realtà non è in noi ma in Dio e che il
trait-d’Union non dipende da noi, ma
da Dio solamente.
Conclusioni
a) La resurrezione è il senso della croce, dunque della nostra vita e
della nostra morte.
b) Se questo è vero, nella misura in cui il senso riprende la nostra
vita intera, questo senso non è dopo
o in ultimo, ma all’inizio di tutto. E’
il motivo per cui mi sembra che il
calendario ecclesiastico commetta un
errore da secoli: si inizia con Natale
e non con Pasqua. Ma tutto inizia a
Pasqua. Non si.saprebbe nulla di Natale se non ci fosse stata Pasqua, anzi non potremmo neppure parlare di
Gesù, senza Pasqua. Tutto inizia a
Pasqua con la testimonianza della
fede, della resurrezione.
c) Credere alla resurrezione concretamente significa una lotta per la
vita tutti i giorni, su tutti i piani, ad
ogni livello.
d) Ed infine, credere alla resurrezione concretamente, ogni giorno,
significa perdonare. Non è per caso
che il termine appare nel nostro testo: chi non perdona, non crede alla
resurrezione. Ma perdonare certo
non significa dimenticare. La resurrezione non significa dimenticare la
morte.
Gesù, nel dire: « I tuoi peccati ti
sono perdonati », ristabilisce un rapporto spezzato tra Dio e l’uomo, ma
non si dimentica della morte dell’uomo che gli sta di fronte, vale a dire
della sua paralisi; si rende partecipe
all’uomo, al problema della sua malattia, ristabilendo, con la guarigione, il giusto rapporto dell’uomo con
il suo corpo, con il suo essere
fisico oltre che con il suo essere spirituale.
Vito Gardiol
6
obiettivo aperto
Nel febbraio 1986 i paesi
membro della Comunità europea hanno sottoscritto, in
Lussemburgo, 1’« Atto unico
europeo » (A.U.E.). L'AUE
non è il primo tentativo fatto per giungere all'unificazione europea; dal 1954 molte sono state le proposte di
unificazione, ma l'incapacità
dei diversi stati membro di
raggiungere un consenso le
ha fatte fallire. Il nuovo documento invece, che si presenta come un compromesso, ha maggiori possibilità di
riuscita.
L’obiettivo
L'obiettivo dell'AUE è la
creazione di tm mercato unico europeo, capace di affrontare la concorrenza dei mercati americano e giapponese. Gli europei hanno compreso che il loro potere economico sta nell'unificazione
degli stati membro europei,
dato che è poco verosimile
che a lungo termine i paesi
europei siano in grado di far
fronte individualmente alla
concorrenza degli americani
e dei giapponesi sul mercato
intemazionale.
Il secondo obiettivo dell'AUE è di rafforzare la coesione economica e sociale in
seno alla Comunità europea.
La Commissione è stata incaricata della promozione di
una stretta cooperazione tra
i paesi membro a livello sociale.
Lo stmraento principale
di questa politica sociale comunitaria è il Fondo sociale europeo. Questo fondo è
stato creato allo scopo di facilitare l'assunzione dei lavoratori e di aumentare la loro mobilità geografica e professionale, offrendo dei sussidi o degli aiuti ai redditi
per favorire la conversione
o la formazione dei lavoratori.
Si spera che la realizzazione di questi due obiettivi risponderà anche alle attese
dei paesi che si augurano
che la loro adesione alla Comunità europea porti ad un
miglioramento del loro livello di vita: Spagna, Portogallo, Grecia ed Irlanda.
I metodi
ra 320 milioni di persone, i
paesi della Comunità hanno
deciso;
a) di sopprimere tutte le
barriere commerciali nella
CEE;
b) di armonizzare le legislazioni, le pratiche amministrative e le stmtture fiscali;
c) di permettere la libera circolazione dei beni, delle persone e dei capitali, così come dei servizi.
Questo significa che le imprese possono produrre e
vendere i loro prodotti liberamente nel mercato comune, là dove è loro più conveniente. I lavoratori possono circolare liberamente per
cercare un impiego là dove
la domanda è più forte, e
le condizioni di salario e di
lavoro sono, di conseguenza,
più favorevoli. Possono stabilirsi con la loro famiglia,
e lavorare, in qualunque luogo nella Comunità.
Le prossime tappe
Questioni
poste alle chiese
Per creare il grande mercato interno europeo che,
con l'ingresso della Spagna
e del Portogallo, riguarda o
Verso un’Europ
Le prossime elezioni europee saranno abbinate, almeno per noi italiaì^un
prio governo europeo. Diventeremo cittadini europei? Mai problemi^costru
libera circolazione delle merci. Sono anche quelli dello sviluppo tecno’t e del
popoli, della pace e della sicurezza. Il documento elaborato dalla ^ssion
può essere un utile strumento di lavoro per quelle chiese e quei gru^ vog
del 1993, senza dimenticare però la proposta dell*Alleanza riformata j^le tCi
tra le chiese europee (e, perchè no, la costruzione di una chiesa préide in
1. Il Libro bianco enumera le misure necessarie
per la realizzazione del mercato interno e stabilisce una
precisa agenda per la loro
applicazione.
2. Nel frattempo, gli stati membro devono rafforzare il coordinamento delle loro politiche nazionali e rendere più efficaci gli strumenti della Comunità.
3. La Commissione propone di proseguire la riforma
della politica agricola comune — lanciata nel 1984 —
per adattarla alle condizioni
di produzione e alle condizioni commerciali.
4. Infine, propone una riforma dei fondi strutturali,
per farne strumenti validi di
sviluppo economico.
dono una valutazione critica. La forma giuridica del
testo dell'Atto unico non dovrebbe scoraggiare le Chiese
dal tentare di afferrare le
questioni etiche che esso pone.
L'AUE, quantunque sia il
risultato di un compromesso e quindi l'oggetto di interpretazioni diverse, è un
avvenimento politico importante. Inoltre, lo si deve collocare nel contesto intemazionale per giudicarne la portata. Oggi, questo contesto
intemazionale è il teatro di
cambiamenti profondi, sia
nelle relazioni Est-Ovest che
nelle relazioni Nord-Sud. Nei
due casi, la Comunità europea pare essere impotente:
al livello delle relazioni EstOvest, i Dodici erano assenti
dalle negoziazioni tra USA e
URSS che riguardavano l'avvenire dell'Europa; per quanto riguarda le relazioni NordSud, la Comunità europea
non ha la volontà politica
necessaria per proporre una
riforma fondamentale, che
permetterebbe di avviare ad
una soluzione i problemi della fame e del debito nel terzo mondo.
Di fronte a queste enormi
sfide, l'Atto unico può parere irrisorio. Ma è importante che, anche se le competenze date alle istituzioni europee restano limitate, la Comunità europea cominci a
prendere coscienza del suo
potenziale economico e del
suo peso nelle relazioni internazionali e cerchi di darsi
un contenuto politico. Questa presa di coscienza rivela
delle intenzioni che, a loro
volta, sollevano una serie di
questioni etiche per le Chiese.
Le importanti questioni
poste dall'Atto unico richie
teri effettivi saranno limitati alle frontiere nazionali.
L'incapacità della Comunità
europea di approntare legislazioni destinate a regolare
le attività delle società multinazionali è e resta una causa di seria inquietudine, per
l'influenza crescente delle
multiniizionali stesse. L'AUE
resta stranamente silenzioso
a questo riguardo.
sato (in condizioni economiche favorevoli e con meno
stati membro del Sud) la
Comunità europea non è mai
riuscita a ridurre le disparità fra le diverse regioni.
Nel contesto attuale di crescita economica rallentata,
come la Comunità spera di
riuscirvi oggi?
2. Il futuro delle relazioni tra le politiche economiche e le politiche sociali.
Il termine chiave dell'Atto unico è « la coesione economica e sociale ». Come prevede la Comunità europea di
tradurre nei fatti questa espressione?
A. I fondi esistenti (Fondi sociali. Fondi regionali.
B. E' più che mai indispensabile costruire una politica sociale che cammini di
pari passo con la politica economica. Con la creazione
del nuovo mercato unico,
Tasimmetria tra il sociale e
l'economico potrebbe giungere ad una perdita drammatica delle acquisizioni sociali che caratterizzano la Comunità europea in rapporto
ad altre regioni che si rifan
//w/*
1. Rapporto tra politica
ed economia.
Il primo obiettivo dell'AUE
è la creazione di un mercato integrato, per sfruttare il
potenziale economico ed umano rappresentato dalla
Comunità europea.
Quali ne sono le implicazioni future a livello delle
relazioni tra il potere politico e il potere economico?
Di fronte alla crescente
concentrazione dei poteri economici, che sarà ancora
rafforzata da alcune disposizioni dell'AUE, ci saranno
dei poteri politici i cui po
Fondi agricoli) devono essere riorganizzati e i loro bilanci aumentati.
La decisione presa al « vertice europeo » di Bruxelles
nel febbraio 1988, che prevede un aumento del 100%
per i quattro anni successivi, va nella buona direzione.
Questa decisione riveste
d'altro lato un significato politico, perché testimonia di
uno spirito di solidarietà rispetto ai paesi e alle regioni
più poveri, in particolare
quelli del Sud dell'Europa.
Ma sarà sufficiente per invertire le tendenze attuali? L'utilità degli strumenti dipende dal loro contesto politico.'
Fino ad oggi, la Comunità europea non è riuscita a mettere in opera una vera politica
regionale. Con l'allargamento della Comunità verso il
Sud, la questione diviene ancora più impellente. Nel pas
no ad una economia di mercato.
Le Chiese hanno il dovere
di porre questa domanda: la
nostra preoccupazione prioritaria è il benessere dell’uomo e della donna, oppure la
conquista dei mercati internazionali?
L'informazione e l'esperienza acquisite in seguito ai
dialoghi condotti con le società multinazionali possono
essere utilizzate per orientare il dibattito al livello delle
diverse istanze comunitarie
verso una maggiore presa in
considerazione della dimensione sociale nelle relazioni
internazionali aH’interno e
all'esterno della Comunità.
C. L'integrazione del mercato presuppone una armonizzazione progressiva della
imposta sul valore aggiunto,
che varia secondo gli stati
membro. Certi prodotti sa
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7
obiettivo aperto
UATTO UNICO EUROPEO
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aliatì^un referendum istituzionale circa la possibilità di avere un vero e prolerni ^costruzione deWEuropa non riguardano solo la forma del governo e la^
lecito’^ e dell*autonomia delVEuropa, dell*ambiente, della cooperazione tra i
dia ^sione ecumenica europea per chiesa e società, che qui pubblichiamo,
i gru^ vogliono riflettere seriamente non solo sulle elezioni, ma sulVEuropa
Tita pe tendente a sperimentare una più intensa collaborazione ecumenica
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ranno più cari, altri meno
cari di prima. Quali sono le
implicazioni, nei vari stati
membro, dell’ armonizzazione dell’IVA sui prodotti di
base (per esempio: derrate
alimentari) per le persone povere?
Anche se la Commissione
europea può prendere certe
misure sociali, non dispone
delle competenze necessarie
per promuovere una politica
sociale comunitaria. Ma il rischio di rottura tra l'economico e il sociale e la mancanza di coesione sociale
pongono gravi questioni alle
Chiese.
3. La ricerca e lo sviluppo tecnologico e l'autonomia
della Comunità europea.
La Comunità europea è
convinta che il progresso economico dipenda in larga
misura dalla ricerca e dallo
sviluppo tecnologico. Nel
corso di questi ultimi anni,
diversi programmi sono stati avviati, tendenti ad accrescere la sua indipendenza e
la sua competitività sia sui
mercati interni che sul mercato internazionale. La concorrenza crescente tra i paesi della Comunità europea e
le altre potenze industriali,
quali gli Stati Uniti ed il
Giappone, è una delle ragioni principali che hanno portato all’elaborazione dell'Atto unico.
Qual è l’impatto di queste nuove tecnologie? Esse
modificano considerevolmente il paesaggio culturale dei
paesi membro della Comunità europea. Questa ha la
tendenza di applicare dei criteri esclusivamente commerciali ai prodotti culturali di
un paese, e questo minaccia
la diversità culturale e l’indipendenza dell’Europa. Per
esempio, i media sono considerati come dei prodotti
commerciali piuttosto che
culturali: questo significa che
i grandi produttori di programmi via satellite finiranno per dominare il mercato,
mentre lo spazio accordato
alle televisioni nazionali, che
mancano di sowenzionamenti e funzionano a scala ridotta, sarà progressivamente limitato.
Che avverrà della diversità
culturale di cui a giusto titolo la Comunità europea si
vanta?
4. La politica dell’ambiente.
L’Atto unico stabilisce che
« le esigenze in materia di
protezione dell’ambiente sono una componente delle altre politiche della Comunità ». La forte preferenza dei
diversi stati per dei modelli
economici produttivisti costituirà un serio ostacolo ad
una vera politica comunitaria dell’ambiente. Come possono agire le Chiese, per incoraggiare la Comunità a
prendere rapidamente delle
misure adeguate ed efficaci?
5. Responsabilità internazionali della Comunità europea.
— Relazioni con i paesi
terzi.
Quali sono le probabili
conseguenze dell’Atto unico
sulle relazioni tra gli stati
membro della Comunità europea e gli altri paesi europei?
La lettura dell’AUE suggerisce l’immagine di una Comunità europea desiderosa
principalmente di chiarire le
sue relazioni con le altre potenze economiche, rifiutando
tuttavia di riconoscere le
conseguenze politiche del suo
crescente potere economico
e commerciale. Questo problema diventa particolarmente preoccupante quando si
considera il contesto europeo nel suo insieme. Come
si definiranno le relazioni con
i paesi dell’Associazione europea di libero scambio, e
con i paesi dell’Europa centrale e dell'Europa dell’Est?
— In relazione con l’emisfero Sud.
Il trattato di Roma presenta un capitolo relativo alla « associazione di paesi e
territori d’oltremare ». Diverse convenzioni ne sono
l’applicazione diretta.
La Comunità europea ha
fatto considerevoli sforzi per
creare un quadro istituzionale destinato a regolare le
sue relazioni con i paesi
« ACP » (Africa-Caraibi-Pacifico), e per promuovere le
condizioni per una collaborazione più giusta.
Ma non sarebbe necessario procedere ad una revisione completa della politica
Nord-Sud della Comunità, e
più particolarmente ad una
analisi approfondita dei problemi irrisolti, quali il debito, la fame e la militarizzazione del terzo mondo?
Le Chiese dovrebbero ugualmente insistere presso
le istanze comunitarie per
una più grande coerenza tra
le diverse politiche della Comunità europea. Pensiamo
qui in particolare alla politica agricola comune, che ha
per effetto di impedire lo
sviluppo dell’agricoltura nei
paesi del terzo mondo.
— In relazione agli altri
paesi dell’Europa occidentale.
La Comunità europea è una potenza economica importante. La creazione del mercato unico avrà delle conseguenze rilevanti sui paesi vicini che già intrattengono relazioni commerciali con la
CEE.
La Commissione ecumenica europea per chiesa e società, con le sue sedi a
Bruxelles, per seguire le attività delle istituzioni della
Comunità europea, e a Strasburgo, per seguire quelle
delle istituzioni del Consiglio
d’Europa, potrebbe offrire
un luogo di scambio tra le
Chiese interessate a queste
questioni. Su loro iniziativa,
l’EECCS potrebbe rendere
noti presso i responsabili e
le istituzioni competenti i
problemi suscitati dalla creazione di un mercato integrato.
— In relazione con l’insieme dell’Europa.
La creazione di un piccolo
segretariato destinato a promuovere la cooperazione politica tra stati membro della CEE costituisce la premessa per una politica estera comune. La questione delle relazioni Est-Qvest vi terrà necessariamente uno spazio importante. I contatti
tra i paesi del CQMECON e
della Comunità europea, così come le iniziative prese
recentemente dall’Unione Sovietica, segnalano cambiamenti importanti nel paesaggio politico europeo, che obbligheranno la Comunità europea a darsi una nuova collocazione.
Le Chiese membro dell’EECCS hanno già avuto
l’occasione di esprimersi sul
contributo e la responsabilità della Comunità europea
nella creazione di un ordine
di pace in un documento intitolato « Pace e sicurezza in
Europa » (EECCS, Bruxelles, 1983). Certi elementi di
questo documento potrebbero essere ripresi e attualizzati, ponendo domande quali: esiste un concetto di sicurezza che risponda alle esigenze di giustizia e di pace? La questione della difesa comune si porrà di nuovo. Quale sarà il contenuto
di questa difesa comune?
Non si deve sottovalutare il
ruolo delle relazioni EstQvest nella promozione della pace e della guerra. Come pensare a queste relazioni nel futuro?
Le domande qui evidenziate riguardano l’insieme dei
paesi europei. Qgni azione
progettata dovrebbe essere
condotta in stretta collaborazione con la Conferenza
delle Chiese europee (KEK),
che riunisce le principali
Chiese di tradizione non cattolico-romana di tutta Europa.
Conclusioni
L’Atto unico ci pare dovrebbe attirare l’attenzione
delle Chiese: nella misura in
cui le nuove disposizioni previste dall’Atto unico saranno
applicate, esse avranno una
indubbia influenza sulla vi
ta dei cittadini della Comunità europea.
L’Atto unico è un documento importante per le seguenti ragioni:
1. Esso giunge in un momento critico per la Comunità europea: evoluzione rapida del contesto internazionale, tensione Nord-Sud all’interno della CEE, marginalizzazione crescente di una
parte della popolazione.
2. Esso riflette come in
uno specchio le grandi linee
di soluzione proposte dall’insieme degli stati membro per
far uscire la Comunità dai
vicoli ciechi economici e politici.
3. Esso costituisce uno
strumento che agirà come lui
catalizzatore, precipitando
l’evoluzione economica in vista del 1992.
4. Esso farà apparire in
filigrana una volontà di definirsi in quanto entità politica.
A questa lista si aggiunge
un’altra ragione che sottolinea l’interesse dell’Atto imico: la Comunità europea sembra volersi orientare risolutamente verso una « Europa
dei cittadini ». E’ importante richiedere l’apertura di
un dibattito democratico sulle finalità e il contenuto della Comunità europea, al quale le Chiese possono portare il loro contributo.
Le esigenze e le promesse
dell’Evangelo chiamano costantemente il popolo di Dio
ad impegnarsi per azioni in
favore della giustizia e della pace. Qggi, anche il concetto di salvaguardia della
creazione è divenuto vitale,
essendo minacciata la sopravvivenza della nostra e
delle successive generazioni.
La Comunità europea, affermandosi come progetto
politico che raccoglie il destino dei popoli che la compongono, impegna necessariamente la responsabilità
dei cittadini. L’esercizio di
questa responsabilità è difficile, ma necessario: difficile
perché la Comunità europea
resta una entità politica poco afferrabile; necessario perché questa entità esiste e la
posta in gioco in questa impresa è assai importante.
Commissione ecumenica
europea per
chiesa e società
Bruxelles, aprile 1988
(Trad. Agape)
8
8 vita delle chiese
31 marzo 1989
7
SEDUTE DEL 10-13 MARZO
La Tavola informa
Un programma di lavoro molto intenso attendeva i membri
della Tavola che si sono riuniti
tra il venerdì 10 marzo, alle 17,
e il lunedì 13 alle 13 a Milano,
presso la chiesa metodista di
via Porro Lambertenghi.
A causa dell’assenza del Moderatore, che ha trascorso il mese
di iebtaraiio in Sud America, si è
infatti allungata considerevolmente la cadenza abituale delle
sedute della Tavola.
Nel quadro dell’esame del
campo di lavoro, la Tavola ha
ripreso il piano di avvicendamento pastorale (’89 e ’90) proposto a 10 chiese autonome vaidesi. In base alle risposte ricevute, ha quindi provveduto alla
nomina dei pastori titolari delle
chiese di Pramollo: Ruben Vinti; di Torre Pellice; Bruno Rostagno; di Villar Perosa; Thomas Noffke, con decorrenza T
ottobre 1989 e ha prorogato di
un anno (1989-90) il servizio
del past. Claudio Pasque! a Bobbio Pellice. In questo contesto,
la Tavola ha destinato il pastore Giorgio Tourn alla direzione
del Centro culturale valdese di
Torre Pellice (con incarico per
parte del suo tempo di una attività nel campo pubblicistico a
vantaggio delle chiese valdesi e
metodiste), concretando così il
progetto in base al quale aveva
chiesto al Concistoro della chiesa di Torre di lasciar libero il
proprio pastore prima del compimento del quattordicennio.
Avvicendamenti pastorali si
avranno nel prossimo autunno
anche nelle chiese di Alessandria-Bassignana, di Firenze via
Benci e di Siena. Mentre per le
prime due la Tavola attende il
parere dei rispettivi Circuiti,
prescritto per le assegnazioni a
chiese metodiste, per Siena la
Tavola ha provveduto affidandone la cura al pastore Giovanna
Pons, a partire dal T.10.89. L’assegnazione di un pastore residente in sede ad una piccola
comimità come quella di Siena
da un lato risponde all’esigenza
di potenziare il lavoro pastorale
in alcuni « centri di sviluppo »
(tra cui appunto Siena), che la
Tavola ha individuato e presentato al Sinodo ’88 ricevendo incoraggiamento a proseguire il
cammino in questa linea (18/SI
1988); dall’altro tiene conto di
una situazione contingente, e
cioè del fatto che, per il momento, il pastore Pons per motivi familiari potrà mettere a
disposizione soltanto metà del
suo tempo.
Il Moderatore ha fornito alla Tavola un’ampia relazione
sulla sua visita nella regione
rioplatense e la Tavola ha discusso problemi relativi all’appoggio economico che le nostre
chiese italiane potrebbero dare
alle nostre chiese sudamericane
in un perìodo particolarmente
diffìcile e delicato (una proposta sarà fatta dalla Tavola al Sinodo), all’invio Claudiana ai pastori del Rio de La Piata, ai collegamenti con l’American Waldensian Society, agli scambi di
pastori e studenti in teologia
delle due aree, alle rappresentanze nell’ambito delle assemblee del Consiglio ecumenico
delle chiese.
La Tavola ha preso atto con
viva soddisfazione della sentenza della Corte Costituzionale che
ha escluso la possibilità di rendere obbligatorie attività alternative all’insegnamento religioso
cattolico nelle scuole pubbliche.
Non disponendo ancora del testo della sentenza, ha rinviato
ad aprile l’esame delle conse
guenze che tale sentenza avrà nei
confronti di altre azioni intraprese in precedenza; ricorso al
TAR contro la circolare 316 del
1987 che il ministro Galloni ha
dichiarato di non dover cambiare (udienza del 20 febbraio conclusa brevemente con un rinvio), ricorso alla Commissione
per i diritti umani di Strasburgo
(Consiglio d’Europa) inoltrato a
fine febbraio per invito della
« Commissione delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo
Stato ». Ovviamente la prosecuzione o meno di tali azioni dipende anche dal modo in cui
Governo e Ministero della Pubblica Istruzione tradurranno in
pratica la sentenza della Corte
Costituzionale.
Le celebrazioni estive del
Centerrario sono ormai alle porte. Con un po’ di preoccupazione la Tavola registra sintomi di
una certa disimione nei confronti di programmi, proposte, iniziative. Senza auspicare unanimismi che non sono nel nostro
carattere, la Tavola confida che,
pur nel contrasto di opinioni e
posizioni diverse, le chiese sapranno dare un chiaro significato al Centenario nell’approfondimento culturale, nella testimonianza e nella riconoscenza.
Mentre il Comitato per il Centenario prosegue il suo lavoro
di preparazione, la Tavola segue con particolare partecipazione la costruzione del Centro
culturale di Torre Pellice, l’opera che sta al centro di questa
celebrazione come la costruzione della Casa valdese fu al centro delle celebrazioni de! 2” centenario.
Ricevendo dal presidente del
Comitato per il Centro culturale ing. Gianni Rostan un’ampia relazione, la Tavola si è rallegrata per il fatto che, una volta ottenuta la concessione edilizia, i lavori di trasformazione
dell’ex Convitto siano finalmente iniziati e procedano ora speditamente.
Nella « costruzione » giuridica
del Centro, in via di elaborazione in collaborazione col Seggio
della Società di studi valdesi,
la Tavola ha fatto un ulteriore
passo avanti anche grazie al lavoro di revisione compiuto da
un membro del Seggio della
SSV, il prof. Giorgio Rochat,
che ha incontrato nel corso delle sedute. Per il finanziamento
del progetto la Tavola collabora
con i rappresentanti della SSV,
particolarmente impegnati nel
reperimento dei fondi presso enti pubblici e privati. Per parte
sua la Tavola, che ha già stanziato in due riprese una cifra
molto considerevole, ha deciso
di presentare ai Comitati valdesi svizzeri il Centro culturale di
Torre come obiettivo principale per l’opera di sostegno alla
nostra chiesa per l’anno ’89-’90.
In tema di finanze, la Tavola
ha preso atto della chiusura
provvisoria dell’esercizio 1988
(pur chiuso ufficialmente al 15
febbraio 1989, il bilancio non
comprendeva ancora alcune uscite, tra cui il passivo del nostro
giornale e — si spera! — ulteriori contributi di chiese per
il 1988). Il deficit ’88, che si può
prevedere era intorno ai 30 milioni, sarà dunque controllato
nelle prossime riunioni sulla base della chiusura definitiva. La
Tavola ha quindi provveduto a
ritoccare il preventivo del 1989
aggiustandolo alla realtà attuale con maggiore precisione rispetto alla previsione dell’estate
scorsa, e ha definito il preventivo
1990. Queste sarà ora inviato
alle Commissioni esecutive distrettuali con l’indicazione della
ripartizione per Distretti. La Tavola ha sottolineato che la formulazione delle « richieste della
Tavola è necessaria perché in
questo periodo di transizione non
se ne può fare a meno, ma ha
valore puramente indicativo se
intendiamo organizzare, secondo
l’indicazione del Sinodo, un nuovo sistema contributivo che non
parta dal preventivo Tavola bensì da un impegno contributivo di
base in proporzione ai redditi ».
Nel vasto campo dell’ecumenismo la Tavola si è occupata
anzitutto del Raduno ecumenico
europeo di Basilea (Pentecoste
’89), definendo la delegazione valdese che sarà composta da Ada
Poèt Tron, Sergio Ribet, Fernanda Comba e Daniele Bouchard,
accompagnata da alcuni osservatori, e stabilendo altresì la partecipazione valdese all’incontro
preparatorio che si terrà ad Ecumene (2-3 aprile) tra i delegati
italiani (anche cattolici) a Basilea.
La Tavola ha inoltre risposto
ad un gradito invito ad inviare
in aprile ima delegazione di tre
persone in visita presso la Chiesa dei Fratelli Cechi, in Cecoslovacchia, designando il pastore
Gianna Sciclone come capodelegazione. Ha discusso alcuni
problemi connessi con la partecipazione delle nostre chiese al
lavoro della Comunità evangelica di azione apostolica (CEVAA)
e allo sviluppo dell’Azione apostolica comune di Roma nel
suo duplice aspetto di azione
sociale e di comunità evangelica
francofona.
Ha preso conoscenza con emozione della lettera del presidente dell’Alleanza riformata
mondiale past. A. Boesak al ministro degli interni del Sud Africa (pubblicata sul giornale del
17 marzo) e ha incaricato il Moderatore di esprimergli la solidarietà delle nostre chiese. Ha
infine ricevuto comunicazione
dal Moderatore dell’inizio dei
colloqui sui matrimoni interconfessionali tra la Chiesa cattolica e la Chiesa evangelica valdese (T riunione 7 marzo u.s.).
Come è noto, la nostra Commissione sinodale valdese-metodista
è composta da Maria Sbaffi Girardet, presidente. Franco Becchino, Gianni Long, Paolo Ricca,
Giovanni Scuderi. La delegazione cattolica è composta da
mcns. Filippo Giannini, vescovo ausiliario di Roma, presidente, mons. Pietro Giachetti, vescovo di Pinerolo; prof. Giorgio
Feliciani, canonista, prof. Velazio De Paolis, canonista; don
Emilio Landini, teologo. Le due
Commissioni si avvalgono dell’opera di due consulenti, rispettivamente Alfredo Sonelli e
Clemente Riva.
In margine alle sedute, il lunedì pomeriggio, il Moderatore
e il past. Benecchi hanno rappresentato la Tavola in un incontro con tre esponenti di una
Associazione che si è costituita
a Basilea per la valorizzazione
e l’utilizzazione della Casa comunitaria di Tresanti. La Tavola,
che era orientata prevalentemente verso un’alienazione di questo centro di accoglienza (il 4”
nell’ambito della Toscana), ha
coordinato le proprie prospettive con quelle dell’Associazione
svizzera: ne è risultato un progetto di affitto decennale della
Casa che andrà ulteriormente
studiato e precisato.
CORRISPONDENZE
Da cento anni in città
Campo (di lavoro, aroa rioplatonso, sentonza suH’ora di roligione e
centenario fra i molti temi affrontati in una sessione molto fitta
CAMPOBASSO — Il Consiglio
di chiesa sta mettendo a punto
due manifestazioni pubbliche in
città per ricordare il centenario
della presenza valdese.
Il 27 aprile il prof. Giovanni
Gönnet, nella Sala della Provincia, parlerà su « Una chiesa senza
clero ». Collaborerà a questa manifestazione il « Centro iniziative
democratiche insegnanti » della
città.
Il 25 maggio il past. Davide
Cielo Sara tra noi (vi è già stato
come pastore negli anni ’70) per
parlare su « Un secolo di presenza valdese a Campobasso ».
A questo interessante contributo si affiancherà quello di
un altro gradito nostro ospite, il
Moderatore, che parlerà sul ruolo della Chiesa valdese in Italia.
• Le riunioni quartierali hanno
luogo dal novembre scorso presso le famiglie della chiesa. I temi fin qui trattati sono stati: alcune parabole ; « La sofferenza :
subirla o viverla? » ; « Perché la
Bibbia? » ; « Il Rimpatrio ».
Lo scopo non è solo quello di
raggiungere quelle sorelle e quei
fratelli che non possono uscire
la sera, ma anche quello di vedere delle persone nuove: in alcuni casi hanno partecipato amici
e conoscenti delle famiglie ospitanti.
SUDAFRICA
Appello
ad Andreotti
ROMA — Il presidente delrUCEBI Paolo Spanu, il presidente della FCEI Giorgio Bouchard e il pastore Saverio Guarna, portavoce del Coordinamento nazionale anti-apartheid, hanno scritto all’on. Giulio Andreotti,
ministro degli affari esteri, per
chiedere un intervento nei confronti del governo sudafricano.
L’occasione è determinata dal disegno di legge sui finanziamenti
esteri alle organizzazioni umanitarie e religiose (tra cui il South
African Council of Churches) ohe
concede di fatto ampia possibilità al governo di indagare sulle
organizzazioni stesse e di perquisirne le sedi.
Si chiede pertanto che il progetto sia almeno rivisto, in base
ad uno spirito più democratico.
VIAGGI STORICI
Nella terra
di Lutero
Le prossime sedute si terranno a Ecumene e Roma nei giorni 8-10 aprile.
Le chiese luterane dell'area napoletana organizzano dal 17 al 25 giugno
prossimo un viaggio storico-culturale
« nella terra di Lutero ». L’organizzazione del viaggio consente la partecipazione da ogni luogo d’Italia. Infatti
è possibile raccogliere I partecipanti
lungo tutto l'asse autostradale da Napoli a Milano.
Il viaggio prevede la visita ad Eisenach, Erfurt, Weimar, Eisleben,
Mansfeld, Halle, Wittenberg, Leipzig.
Altenburg, Norimberga.
Il viaggio costa L. 1.250.000 comprensivo di vitto, alloggio e trasferimenti e del costo della guida. Si effettua in autopullman.
Per informazioni telef. a International smarty travel, 081/8625910 ovvero 8626458 o al past. Ciro Rocco,
tei. 081/8612627.
Iscrizioni entro il 30 aprile '89.
• Uno studio biblico con i battisti si tiene alternando ogni mese sia la sede che il relatore. Stiamo esaminando le schede dello
studio « Crescere nella fede » curato dal SIE della FCEI. E’ stato
proposto di intercalare a questo
programma anche temi di attualità, quali : « L’intransigenza religiosa » ; « La responsabilità dei
cristiani di fronte allo scempio
ambientale » ; una ’’rinfrescata”
del « Primo documento per una
riflessione comune sulla situazione delle Chiese BMV in Italia »
( redatto dai rispettivi esecutivi
nel maggio ’79) e altri ancora.
• Abbiamo in programma dei
culti interdenominazionali. Il giovedì precedente la Pasqua, nella
chiesa valdese, la predicazione è
stata affidata al pastore valdese
e la Cena del Signore è stata presieduta dai battisti.
Il 2 aprile avremo un culto unico in via Cardarelli: sarà celebrata la « domenica dei diritti
umani » promossa dalle Chiese
battiste.
• La sera del XVII febbraio
un buon numero di sorelle e fratelli battisti ha partecipato al
culto anche con letture e preghiere. Ad esso è seguita una allegra
e ricca (non solo di spiritualità...) agape fraterna!
Nuove ammissioni
TERNI — Domenica 19 marzo
la chiesa metodista di Terni ha
avuto la gioia di accogliere, quali membri comunicanti, Giorgio
p’Ulizia, Patrizia Ceracchi, Giorgio e Roberta Balducci. L’ammissione di questi nuovi membri
è avvenuta nel corso di un culto
al quale essi hanno partecipato
in modo attivo, chi dichiarando
i motivi che lo spingevano a questa professione di fede, e chi invece associandosi e riconoscendosi in confessioni di fede di altre chiese e di altri credenti, a
sottolineare in un certo modo
l’universalità della chiesa.
Il pastore Pino non ha mancato di sottolineare, nel corso
della predicazione, la vocazione rivolta ad ogni credente ad
essere « sale della terra e luce
del mondo ».
Un anno del Centro
« Albert Schweitzer »
TRIESTE — Il Centro culturale elvetico-valdese A. Schweitzer ha ormai un anno di vita e si
dispone a convocare la sua prima
assemblea di valutazione sulle
tre mostre allestite e i vari tentativi di evangelizzazione. A proposito di mostre dal 9 al 24
aprile, nei locali della chiesa di
piazza San Silvestro, sarà allestita quella preparata dalla Società di studi valdesi sul Glorioso Rimpatrio.
ALESSANDRIA — Domenica 9 aprile alle 9.45 presso la nostra chiesa di
corso Borsalino 24, dopo il culto, verranno proiettate diapositive con commento del past. Platone su impressioni
e valutazioni del protestantesimo nordamericano, dopo un anno di esperienza presso la chiesa presbiteriana.
TARANTO — Giovedì 20 aprile, alle
ore 17.30 nel salone degli stemmi della Provincia, Il prof. Sergio Brofferio
parlerà sul tema • Salute, ambiente,
raccolta differenziata dei rifiuti ». Organizzano l’Associazione per la pace, la
Lega ambiente, il circolo Futura e
la Chiesa valdese.
9
31 marzo 1989
vita delle chiese 9
2 APRILE - DOMENICA DELLA FACOLTA’
Facoltà e chiese
si danno la mano
Un’occasione di incontro e di scambio - Il pesante carico delle spese di gestione - Una vocazione comune a cui diamo risposte diverse
Ritorna l’appuntamento
annuale della ’’Domenica
della Facoltà”. E’ una bella e
gradita occasione di incontro
e di scambio: studenti e professori della Facoltà visitano
alcune chiese (se fosse possibile, le visiterebbero volentieri tutte), le chiese pensano
alla Facoltà, vengono informate sulla sua vita, la accolgono nella loro preghiera, la
sostengono con la colletta e
altre offerte. E’ il segno di
SCHEDA
L'oggi della
Facoltà
STUDENTI
Gli studenti che frequentano il
corso di laurea sono attualmente
17: 3 del primo anno, 6 del secondo, 5 del terzo e 3 del quarto. 11 uomini e 6 donne. Ad essi
si aggiungono 12 studenti annuali,
che vengono dall'estero (Germania e Svizzera) per studiare due
semestri alla nostra Facoltà.
Una cinquantina di persone segue con regolarità il corso di
diploma, che offre una informazione teologica elementare (dal
1979 ad oggi le iscrizioni a questo corso sono state 205).
15 studenti del corso di laurea
sono all'estero o fuori corso, 2
hanno da poco discusso la tesi
e conseguito la laurea: Gregorio
Plescan e Ruggero Marchetti; altri
3 (Massimo Aquilante, Francesca
Cozzi e Teodora Tosatti) svolgeranno le prove finali nel corso di
questo semestre.
PROTESTANTESIMO
La rivista teologica pubblicata
sotto gli auspici della Facoltà si
avvia ad iniziare una nuova fase
della sua esistenza, dopo la fase
di transizione seguita alla morte di
Vittorio Subilia, che la diresse per
decenni. La direzione della rivista
è stata affidata al prof. Bruno Corsani. il comitato di redazione è
formato dai professori titolari di
cattedra (B. Corsani, D. Garrone, G.
Girardet, P. Ricca e S. Rostagno)
e da Elena Bein Ricco, Pietro
Comba e Cesare De Michelis. La
amministrazione della rivista sarà
curata anche quest'anno dalla signora Elena Senn, della Libreria
di cultura religiosa di Roma.
SEGRETERIA
Dalla fine dell'88 la Facoltà si
è dotata di una funzionale segreteria, ubicata in uno spazioso locale al 4” piano di via Pietro Coesa, che ospita anche Protestantesimo e serve da locale per piccole riunioni, il lavoro della Facoltà
è senza dubbio agevolato da questa irrinunciabile struttura. Due
mattine aila settimana (martedì e
giovedì) Teodora Tosatti svolge
in segreteria mansioni d'ufficio, in
collaborazione coi segretario della Facoltà, prof. Sergio Rostagno.
La segreteria è dotata di un proprio numero telefonico 06/3210789,
a cui cj si può rivolgere per ogni
informazione.
Nello stabile di via Pietro Cassa che ospita la Facoltà, ogni anno
studenti e professori gettano le basi per la predicazione nelle chiese.
Lina reciproca appartenenza.
La Facoltà infatti (lo si sa,
ma non sempre lo si ricorda)
è in tutti i sensi un’opera della nostra Chiesa: risponde
annualmente del suo operato
al Sinodo che la governa attraverso un Consiglio di sua
nomina ed è pienamente inserita nella vita di servizio e
testimonianza della Chiesa.
Solo sul piano finanziario è
autonoma: deve cioè provvedere lei alla sua ’’base materiale”. Tutte le spese di gestione sono a suo carico: dalla manutenzione dello stabile
di via Pietro Cossa in Roma
agli stipendi dei professori in
servizio ed emeriti (che, come
è noto, è uguale a quello dei
pastori); dalle borse di studio per gli studenti al finanziamento della Biblioteca,
specialmente per quanto concerne i costi del personale e,
in parte, per l’acquisto dei libri, rilegature, abbonamenti
alle riviste specializzate e via
dicendo. Un peso non lieve,
che la Facoltà può portare
solo se le chiese lo portano
con lei.
Tl rapporto tra Facoltà c
chiese oggi è buono. C’è naturalmente sempre qualcuno
che ’’sparla” della Facoltà, o
perche è male informato o
perché è male intenzionato.
Ma sono eccezioni che confermano la regola. La regola
è un rapporto di reciproca fiducia e di reciproco aiuto. La
Facoltà è consapevole di esistere per il servizio pastorale
e il lavoro teologico nelle
chiese e — fin dove possibi
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Missione
contro la lebbra
le — nel paese. Le chiese, dal
canto loro, sono sempre più
consapevoli dell’importanza
e del valore della teologia,
per la predicazione, l’orientamento della fede e della vita,
la stessa evangelizzazione.
Esse sanno che la teologia
non è un lusso. Perciò non lo
è neppure la Facoltà.
Facoltà e chiese si danno
la mano. Rispondono, in modi diversi ma coordinati e integrati, alla stessa vocazione:
alle chiese è affidato il compito altissimo di dare voce e
soprattutto corpo alTEvangelo di Cristo in mezzo alla nostra generazione; la Facoltà
prepara uomini e donne affinché servano a questo fine,
come ministri.
C’è dunque tra chiese e Facoltà una comunione profonda: se si danno la mano, non
è per un gesto di cortesia ma
è a motivo di un patto: aiutarsi a vicenda per servire
meglio l’Evangelo e, con esso, il popolo al quale è destinato.
Paolo Ricca
VILLAR PEROSA — E’ stato
un pomeriggio molto interessante quello che l’unione femminile
ha vissuto, mercoledì 15 marzo,
grazie alla disponibilità di Peggy
Bertolino, che ha accettato di venire a parlarci del suo recente
viaggio fra i lebbrosi deH’India e
del Nepal per la « missione evangelica contro la lebbra ». Una ricca serie di diapositive ha permesso alle partecipanti di farsi una
idea dei caratteri e delle conseguenze di questa malattia. Sì è
anche ben compreso che compito della missione è non solo
curare gli ammalati nel loro fìsico, ma anche contribuire a guarire lo spirito, a far sparire quel
=enso di paura e di vergogna che
opprime ogni malato di lebbra,
convincendo ogni individuo che
pi evenire è meglio che curare. E’
giusto che quest’opera goda di
sempre maggiore sostegno.
• Il sistema delle contribuzioni per la chiesa va migliorato. E’
bene parlarne. Per questo si terranno delle riunioni al Convitto
e nelle scuole di Chianaviere e
■Vivian, a cui saranno invitati via
via i membri di ogni quartiere.
Le prime riunioni si terranno al
Convitto: il 3 aprile per Borgo
Soulier, rii aprile per la Roul
e Caserme; il 12 aprile per Dubbione; il 13 aprile per PinascaFleccia, Le riunioni avranno inizio alle 20,30.
Solidarietà
ANGROGNA — La settimana
di Pasqua, che ha visto culti particolarmente frequentati con la
confermazione o il battesimo di
undici catecumeni, è stata anche
segnata da tristezza causa la
scomparsa di Elmo Malan, spentosi improvvisamente a 59 anni,
figura di agricoltore entusiasta
ed impegnato nella vita sociale e
di fede ad Angrogna. Presidente
della Cooperativa agricola Angrogna, ha stimolato molte iniziative esprimendo una rara disponibilità sia negli impegni tesi a
risollevare le sorti deU’agricoltura in montagna, sia in quelli di carattere ecclesiastico, dalla Corale all’Unione del Prassuit-'Vemé.
I funerali si sono svolti giovedì 23. Lunedì 27 ci siamo nuovamente raccolti numerosi nel
tempio per congedarci da Margherita Bertin, dei Bountoun,
TORRE PELLICE
AEV per
l'informazione
L’Associazione evangelica di
volontariato informa che, a partire da venerdì 31 marzo, presso
la foresteria valdese in via Arnaud (tei. 0121/91801), ogni ve
nerdì, dalle ore 10 alle 12, im
membro del consiglio dell’associazione è a disposizione dei soci o delle persone interessate
ad avere informazioni circa le
attività promosse.
PROTESTANTESIMO IN TV DOIVIENICA 2 APRILE ore 23.30 circa - RAI 2 replica LUNEDI’ 10 APRILE PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE CLAUDIANA • TORRE PELLICE - Piazore 10.30 - RAI 2 «RUTH, UNA DONNA NELLA BIBBIA» za della Libertà, 7 - Telef. (0121) 91.422. • TORINO ■ Via Principe
Questo numero è dedicato alla lettura biblica del libro Tommaso, 1 - Telef. (011) 66.92.458. • MILANO ■ Via Francesco
di Ruth; commento a cura di Giorgio Girardet. Sforza, 12/A - Telefono (02) 79.15.18.
spentasi a 83 anni all’Asilo valdese di Luserna San Giovanni
dopo una lunga vita in cui la
fiducia nel Signore ha avuto un
posto importante. A tutti i familiari colpiti rinnoviamo la consolazione deU’annunzio di Pasqua : « Cristo è veramente risorto ! ».
PRAMOLLO — E’ improvvisamente mancato Federico Bertalot (Bocchiardi) all’età di 84 anni. La comunità esprime ai familiari la propria solidarietà
cristiana e le più sincere condoglianze, nella certezza che Dio
li sosterrà in questa prova.
POMARETTO — Ci è giunta
notizia del decesso avvenuto a
Brignais (Francia) del fratello
Humbert Ulisse Gaydou, oriundo del Podio. Ai familiari va l’espressione della cristiana simpatia della comunità.
Culto FGEI
VILLAR PELLICE — Grazie ai
giovani della FGEI per il messaggio rivoltoci nel culto che
hanno presieduto.
• Dopo penosa malattia ci ha
lasciato la sorella Ernestina Hugon ved. Dema all’età di 91 anni. A tutti i familiari rinnoviamo
l’espressione della nostra fraterna simpatia.
Giovedì 30 marzo
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
TORRE PELLICE — il gruppo si ritrova alle ore 21 presso il Centro
d’incontro. Prosegue lo studio dell'Esodo.
Sabato 1° aprile
□ IL CAMMINO
DI LIBERTA’
ANGROGNA — Alle ore 21 presso
Il tempio del Serre la Corale valdese
di Angrogna presenta un recitaltestimonianza sul Glorioso Rimpatrio,
immagini, canti, testi del rientro del
Valdesi alle Valli trecento anni fa.
Domenica 2 aprile
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 15, presso
la casa unionista di via Beckwith, si
svolge l'assemblea TEV.
Lunedì 3 aprile
□ COORDINAMENTO
GRUPPI GIOVANILI
PINEROLO — Alle ore 21, nei locali
della Chiesa valdese di via dei Mille
1, il coordinamento affronta l'organizzazione della giornata dei giovani del
r distretto, prevista per il 28 maggio.
10
10 valli valdesi
31 marzo 1989
COMUNITÀ’ MONTANA VAL RELUCE
Tutto come previsto
Ribadita la volontà di mantenere gli impegni delle elezioni amministrative deH’85 - Approvato il bilancio che si aggira sui cinque miliardi e mezzo - Verso un piano turistico?
Verifica « embrassons-nous » in
Comunità Montana Val Pellice
con due piccoli problemi: le proteste dei liberali esclusi dalla gestione e le differenti ideologie (o
caratteri dei singoli' che potrebbero in futuro rimettere in discussione l’accordo raggiunto.
Oltre due mesi di incontri fra i
gruppi presenti in consiglio
(escluso ovviamente il PLI in
quanto già precedentemente fuori dalla maggioranza) hanno prodotto un documento che ribadisce i concetti già presenti net
programma concordato net marzo '88 e la volontà di proseguire
l’esperienza nata all’indomani
delle elezioni amministrative del
1985.
La conclusione lascia capire
che le idee guida, di cui la vicepresidente Coïsson, al momento
delle sue dimissioni, lamentava
l’assenza erano piuttosto tenute
nascoste nei cassetti, pronte ad
essere riprese se sollecitate, e perciò ben vengano di queste verifiche in modo da riconfermare,
ripartire, rilanciare ecc.
Nelle sue comunicazioni il presidente Longo ha voluto una volta di più sottolineare il momento,
« spero temporaneo » — ha detto
—, di crisi degli enti locali, i quali si trovano in grossissime difficoltà ad operare concretamente
e tempestivamente, vanificando
spesso gli sforzi di chi si trova ad
amministrare.
Unanime il consenso sulla soluzione adottata, la disponibilità ad
operare, anche da posizioni talvolta diverse, per il bene della
valle, ad eccezione dei rappresentanti liberali che in una durissima dichiarazione hanno definito
una « sceneggiata » quella del
gruppo della Sinistra indipendente e paragonato a quello di « un
VAL PELLICE
Latte e carne
vanno sostenuti
La Comunità Montana Val Pellice ha da parecchio tempo operato per sostenere le forme
cooperative del settore agricolo
e due impegni assunti nel corso dell’ultimo Consiglio non fanno che confermare questo indirizzo.
Dietro le proposte per la riqualificazione delle coop. lattiero-casearie sta infatti un ragionamento che riguarda un sostegno da realizzarsi in tre settori; il miglioramento della qualità del latte conferito dalle varie aziende alle coop.; la riduzione dei costi di raccolta, comunque elevati a causa delle
dimensioni delle singole aziende e del territorio montano in
cui esse operano; l’ammodernamento delle strutture e dei centri di vendita delle coop. della
valle.
Qual è la consistenza delle
coop. del latte?
Sostanzialmente si tratta di
tre organismi: Coop. agricola di
Luserna, Coop. agricola di Angrogna e Latteria sociale di Bobbio; un totale di 97 soci conferitori per circa 670 litri di latte
al giorno nello scorso anno; l’incidenza percentuale delle coop.
risulta essere del 69% a Bobbio,
22% a Luserna, e 8% a Angrogna.
In base alla deliberazione assunta la Comunità Montana si
impegna dunque a sostenere le
coop., con una somma totale
di 30 milioni, distribuiti avendo come parametri appunto il
numero di soci e la quantità di
latte conferita, in modo da raggiungere i requisiti di qualità
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Stabiliti a livello regionale (il
che, in termini economici, significa anche un aumento del prezzo alla stalla); nello stesso tempo la Comunità contribuirà a ridurre i costi di raccolta nella misura di 18 lire/kg. ed infine ad
ammodernare le strutture, con
l’impegno di tenere in particolare conto quei progetti che possano avere valenza di valle.
Non si vive però di solo latte,
ed ecco che lo stesso Consiglio
ha deciso di sostenere l’adeguamento del macello cooperativo di
Chiot dl’Aiga alle norme igienicosanitarie vìgenti. Non si può
dimenticare che proprio una
certa ritrosia ad assumere questo tipo di impegno fu la classica « goccia che fa traboccare
il vaso » rispetto alle dimissioni presentate a dicembre da
Franca Coisson.
La delibera approvata eroga
un contributo alla Coop. Chiot
dl’Aiga di 15 milioni, impegnandosi ad integrare questo contributo per altri 10 milioni a
fronte di un rendiconto delle
spese sostenute che ne evidenziasse la necessità.
Nei fatti, il macello di Chiot
dl’Aiga rappresenta una struttura significativa a livello di valle
e la sua attività è andata consolidandosi negli ultimi anni: si
è infatti passati dai 210 capi
macellati nel 1986 a 348 nello
scorso anno, con utilizzo distribuito fra soci della coop. (68
capi), privati (88 capi) e ditte
(192 capi). Ovviamente, a fronte
del contributo, la Coop. si impegna a proseguire l’attività di
macellazione, lavorazione e commercializzazione dei capi bovini forniti dai soci, della preparazione delle carni ad uso e
consumo idei produttori della
valle che ne facciano richiesta
e a rispondere, fin dove la capienza e le norme igienico-sanitarie del macello lo consentano,
alle esigenze delle ditte della
valle per la macellazione ed il
sezionamento dei capi bovini,
nell’intesa che le richieste pervenute saranno accolte nell’ordine di presentazione.
P.V.R.
bambino capriccioso » l’atteggiamento di Coisson; peccato che
la non aderenza a questa maggioranza sia stata determinata in
pratica dalla mancata nomina di
un assessore liberale al momento
della sostituzione dello « scomparso » Gamba e si limiti tuttora
a qualche lodevole protesta per il
ritardo con cui generalmente iniziano le sedute del consiglio...
Franca Coisson, nel suo intervento, dopo essersi dichiarata
« offesa » dalle dichiarazioni del
gruppo liberale, ha voluto sottolineare di « non aver voluto giocare con l’ente pubblico ma lavorare per l’ente pubblico »; una valutazione positiva dell'accordo raggiunto ha fatto da pendant con
la presa d’atto ohe, non sempre,
proprio per i punti di partenza
diversi, si arriverà a punti di vista univoci; « voglio credere ■—
ha concluso Coisson — che gli accordi che sottoscriviamo troveranno attuazione nei restanti mesi di questa legislatura ».
Gli interventi di altri consiglieri non hanno fatto che ribadire
la validità dell’accordo raggiunto.
Su questi presupposti è stato
possibile successivamente approvare il bilancio di previsione per
il 1989, bilancio che se apparentemente viaggia su cifre considerevoli (oltre 5 miliardi e mezzo la
competenza per l’anno), in realtà
vede ridotte a poche decine di
milioni le disponibilità di liquidità non precedentemente indirizzate. Fra le spese di maggiore
portata, al di là di quelle correnti, va sicuramente segnalata quella riguardante la copertura e la
ristrutturazione del palaghiaccio
di Torre Pellice, che vede per
quest’anno in previsione un miliardo e mezzo di lire.
Significativo sul piano politico,
più che su quello deU’impegno
economico immediato, risulta essere l’impegno assunto verso la
definizione di un piano turistico
di valle, visto che da tutte le parti si continua ad individuare nel
turismo una delle principali risorse locali; la comunità montana sarà inoltre impegnata per il
riconoscimento del titolo di accompagnatore turistico per quelle persone che hanno frequentato
il corso attuato nel 1988 ed intendano intraprendere questa attività a livello professionale.
Non c’è stata infine una vera e
propria risposta all’interrogazione del PCI sulla vicenda della
Cartochimica di Luserna, salvo il
fatto che sia stata distribuita la
relazione dei servizi dell’USSL
sulla vicenda, già presentata sullo
scorso numero del giornale, e che
si sia lamentata la scarsa correttezza di alcuni organi di informazione, oltre che sulla Cartochimica, anche sulla vicenda della
mensa della Microtecnica, sempre di Luserna, dove sarebbero
stati somministrati cibi scaduti.
Probabile, sulla Cartochimica,
una assemblea pubblica, mentre
non risulterebbe pervenuta al
presidente dell’USSL una richiesta scritta di partecipazione ad
un incontro pubblico presentata
dal Comitato Ambiente Val Pellice e regolarmente protocollata in
ingresso l’8 marzo scorso.
Piervaldo Rostan
TORRE PELLICE
Una fiera “speciale
n
Ha avuto indubbiamente successo la fiera primaverile di Torre Pellice organizzata per il giorno di pasquetta; si trattava della
seconda edizione, dopo quella
guastata dal maltempo dello
scorso anno, e sia il numero di
espositori che di visitatori è stato considerevole. Già questo fatto sarebbe di per sé degno di nota in quanto da anni, a Torre, le
fiere parevano riscuotere sempre
meno successo.
Ciò che però ha contraddistinto
in modo singolare questa manifestazione è stata la presenza di
un settore dedicato particolarmente ai produttori biologici,
cioè a quelle persone che coltivano o trasformano prodotti agricoli senza uso di sostanze provenienti da sintesi chimica.
Ormai da un po’ di tempo, in
varie città o paesi italiani si stanno organizzando dei mercatini
biologici ed un gruppo di produttori locali sta studiando, insieme all’amministrazione comunale, la possibilità di istituirne uno
anche a Torre Pellice; in attesa
di questo, la presenza di questa
.sezione alla fiera ha rappresentato un primo, significativo passo.
Com’è andata?
Commercialmente bene, hanno
detto un po’ tutti; ma come sono
state individuate le persone che
hanno partecipato a questo mercatino?
Hanno partecipato le persone
che grosso modo si riconoscono
nei parametri fissati dall’associazione di informazione alimentare
Terranuova, parametri abbastanza rigidi che gli intervenuti hanno
sottoscritto. Dopo di che, come
ha detto uno degli organizzatori.
Fernando Peyrot, «il problema
generale è dare all’acquirente delle garanzie sulla genuinità dei
prodotti, ben sapendo in che situazioni ci si trova a coltivare,
con terreni, aria ed acqua inquinati: questo mercato del biologico è un primo tentativo per
arrivare ad un miglioramento
della situazione ».
In verità molti degli espositori
presenti non provenivano dalla
valle e del resto esiste finora una
grossa difficoltà ad approvvigionarsi localmente di prodotti biologici in valide quantità: chi vuol
fare del pane o dei dolci con farina biologica deve andare ben
lontano a procurarsela, ed in certi casi non soltanto a causa del
tipo di terreno o del fattore climatico; molto raramente si trovano, nelle valli, orti che superano la dimensione dell’ambito familiare.
Esiste poi, a livello generale,
una totale carenza di normative
e di leggi; ci sono, anche in Piemonte, alcuni progetti di legùe
sull’agricoltura biologica che dovrebbero essere discussi nei prossimi mesi. Finora ci si deve limitare a proposte o canoni individuati da associazioni varie, non
sempre operanti con la dovuta
serietà, e non è affatto da escludere che anche pcr.sone legate
più ad interessi economici che alla salvaguardia della salute si inseriscano nel mondo del « biologico », avendo scoperto che alimentazione naturale, protezione
dell’ambiente e della natura si
coniugano assai bene con un’altra parola: business (affari).
O. N.
Radici valdesi?
TORINO — Sembra ormai
molto probabile che il prof.
Stanley Pons, uno degli artefici dell’esperimento di fusione
nucleare « a freddo' », residente
in North Carolina, sia originario delle valli valdesi e, con
più probabilità, di Massello. Ne
riferisce « La Stampa » di mercoledì 29 marzo, in un’intervista
a una sua possibile parente,
Graziella Jahier.
Successo sportivo
PEROSA — La squadra maschile di corsa campestre della
Scuola media di Perosa Argentina ha vinto la fase nazionale dei
Giochi della gioventù per la corsa campestre che si è svolta ad
Agrigento la settimana scorsa.
Anche la squadra femminile ha
ottenuto un buon successo, piazzandosi al quarto posto. Complimenti a Marco Gastaut, Claudio
Ferrerò, Lorenzo Giraud, Lara e
Sonia Peyrot, Sonia Piergallini,
ai proff. Vaccaro e Barone, al sig.
Benedetto che, con la costante
guida del G.S. di Pomaretto, ha
una buona parte del merito del
successo.
Incendio
MASSELLO — Mercoledì mattina don Pasqualino Canal 3runet, parroco di Massello e Sclza,
ha avuto una terribile sorpresa.
Un violento incendio aveva praticamente distrutto la canonica
di Massello che aveva recentemente ristrutturato per l’ospitalità estiva di gruppi di studio e
di vacanze. Gli abitanti di Massello se ne erano accorti troppo
tardi per dare l’allarme, poiché
le fiamme, sviluppatesi già nella
notte per cause ignote, avevano
ormai consumato travi, pavimenti, infissi e tutto il materiale infiammabile. Esprimiamo, anche
da queste colonne, la nostra solidarietà per il danno e soprattutto per il dispiacere che questo
comporta, come ogni volta che
un lavoro fatto con passione e
dedizione va a finire in fumo.
Cassaintegrati Indesit
e licenziati Seleco
TORINO — Finalmente il
CIPI ha deliberato la corresponsione della cassa integrazione per
i 1.700 lavoratori delTIndesit e i
300 licenziati della Seleco, fino
al 31 marzo ’89.
Ma la loro mobilitazione non
si è fermata. Vogliono un lavoro.
Lo hanno detto chiaramente in
una manifestazione davanti al
Consiglio regionale.
Fare luce
sugli incidenti
VILLAR PEROSA — I delegati della FIM e della FIOM chiedono che venga fatta piena luce
su un incidente sul lavoro che ha
causato la morte di un operaio.
Chiedono che i carrelli a carico
laterale vengano guidati da personale SKF e non di ditte esterne, che i giovani con contratto
di formazione lavoro vengano
adeguatamente addestrati prima
di condurre tali mezzi e che soprattutto vengano prese misure
di prevenzione degli infortuni.
Sciopero per le ferie
PEROSA — I lavoratori della
Manifattura sono scesi in sciopero per tutelare il loro diritto
alle ferie. L’azienda chiedeva infatti di programmare mensilmente tra i lavoratori le assenze
per ferie brevi, cioè per i giorni
che ciascun lavoratore si riserva per far fronte a circostanze
impreviste (malattie di parenti,
figli, ecc.).
11
31 marzo 1989
valli valdesi 11
PARCO DELLA VAL TRONCHA
L’ampliamento fa discutere
L’ampliamento è collegato al forte aumento dei visitatori e non riguarderebbe le proprietà private - L’attività educativa e di ricerca
Oggi
e domani
Concerti
Riprendendo la discussione sulTampliamento del parco naturale
Val Troncea, abbiamo chiesto un
contributo al dibattito al presidente del Consiglio direttivo del
parco, geom. Laurenti, e al direttore dott. Ottino.
L’articolo apparso su « La
Stampa » del 21 febbraio, che
trattava deH’ampliamento del
parco, aveva scatenato una certa
polemica in valle. Il presidente
Laurenti ha chiarito che per
quanto riguarda l’ampliamento
esiste una proposta del WWF, ed
una diversa ipotesi dell’amministrazione del parco, la quale dovrebbe interessare, per quanto riguarda la nostra valle, solamente
i comuni di Salza e di Massello,
e non il comune di Frali. Egli ha
poi precisato: « Si tratta di una
ipotesi tutta da discutere con gli
amministratori locali, i quali hanno dimostrato una disponibilità
al dialogo. E’ stato contattato anche il comune di Frali in quanto
limitrofo nell’ipotesi di ampliamento. Decisioni unilaterali da:
parte dell’amministrazione del
parco non sono state prese, infatti non esistono delibere di ampliamento, e neanche un progetto
di legge regionale che lo preveda ».
E’ stato sottolineato come il
problema dell’ampliamento sia
anche legato ad un progressivo
aumento delle presenze di visitatori: 90.000 presenze nella stagione ’88-89, con prospettive di incremento. L’unica alternativa all’ampliamento, sostiene l’amministratore del parco, è limitare l’accesso dei visitatori proponendo il
numero chiuso. A fronte della situazione attuale, i 3.280 ettari di
territorio adibito a parco « sono
un cucchiaio di acqua al sole ».
L’ipotesi di ampliamento non
prevede l’inclusione di proprietà
private, ma solo di territori comunali, secondo il presidente;
non coinvolge aree destinate ad
attività produttive, comprese
quelle con ipotesi di progetti futuri; non interessa zone a carattere venatorio, infatti gran parte
sono già « riservini » di caccia.
L’ipotesi di ampliamento prevede anche l’inclusione della Valle Ripa e del Thures, che rappresentano un’area es.senziale per il
collegamento con il parco fran
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 2 APRILE 1989
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 2 APRILE 1989
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
\ ‘ , ' 'Sf' h
.». * - -* *'t ' « *ï'I
■■ ìk.
Val Troncea. Un capriolo fra i boschi del parco.
cese del Queyras. Questa soluzione avrebbe come conseguenza un
aumento deH’organico del parco
con un effetto positivo sull’occupazione, creerebbe im indotto turistico da non sottovalutare, con
i suoi effetti sull’economia della
zona e, come sottolinea il dott.
Ottino, « il parco assumerebbe
una rilevanza europea ».
Esiste molta disinformazione o
cattiva informazione per quanto
riguarda i vincoli che, come
spauracchi, vengono normalmente chiamati in causa, certamente
più a torto che a ragione. Esistono sì aree limitate che sono
soggette a vincolo integrale, ma
per quanto riguarda la Val 'Troncea si tratta della sola zona del
Vallonetto, che non riveste per
altro interesse per attività economiche. Per il restante territorio, il narco è una zona vivibile;
vengono effettuati tagli boschivi
secondo i criteri del piano di assestamento, strumento adottato
anche nelle zone non adibite a
parco; è in corso attualmente un
taglio di duecento piante; si pratica il pascolo, lavorano nel settore due aziende agricole con attività stagionali: attualmente il
carico è di circa 550 bovini e di
600 ovini, un numero perfino eccessivo di capi considerate le possibilità di pascolo; viene praticato il «boscheggio» su piante deperite o asportate dalle valanghe;
è possibile il recupero dei fabbricati esistenti, nel rispetto del
piano regolatore e anche questo
è uno strumento obbligatorio al
di fuori delle zone parco. Per altro, come precisa il dott. Ottino:
« Esiste la legge regionale del
1978 n. 63 che prevede che le
aziende agrarie situate nei parchi
regionali abbiano priorità di finanziamento rispetto a quelle
esterne, e che esistano delle agevolazioni per programmi di sviluppo agricolo, zootecnico e forestale. Inoltre l’ente sta promuovendo iniziative volte alla valorizzazione dei prodotti locali, al miglioramento delle tecniche di pascolo, al mantenimento e al riordino complessivo del territorio ».
Non è da sottovalutare l’attività
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Viale De Amicis 3/1 I
Tel. (0121) 901.554
educativa e di ricerca: il parco
mette a disposizione materiale
utilissimo, soprattutto per le attività didattiche, quali un museo,
l’erbario e la biblioteca; esistono
inoltre delle forme di collaborazione con vari istituti universitari. La stessa attività di controllo
e di gestione della fauna non tiene conto solamente degli aspetti
quantitativi ma anche qualitativi,
e di un giusto equilibrio con la
flora esistente.
Non ci resta che visitare il parco, forse impareremo qualcosa
che ci stimoli ad impegnarci per
uno sviluppo equilibrato del territorio, evitando la gestione del
progressivo degrado della valle.
Mauro Meytre
SAN GERMANO — Alle ore 21 di
sabato 1“ aprile, presso il tempio valdese, nell’ambito della rassegna « Cantavalli '89 », Donata Pinti e Placida
Staro presenteranno « Storie di donne », spettacolo che, pur con l’inserimento di violino e chitarra, è imperniato ovviamente sulla riproposta vocale, con una rielaborazione personale dei canti proposti nel rispetto degli stili esecutivi originari; la sensibilità musicale delle due interpreti disegna così un mosaico di storie diverse e di differenti figure di donne,
che nascono però sotto il segno comune di una condizione umana che Ñuto Revelli ha ricondotto all’immagine
dell’,« anello forte ».
Proiezioni ~
PEROSA ARGENTINA — Prende II
via, venerdì 7 aprile, una serie di
proiezioni organizzata dall’associazione
Alidada dal titolo: « lmmagin...azitone ». Il primo incontro, presso la biblioteca comunale, alle ore 21, avrà
come tema « Yemen, il paese delfarchìtettura fantastica ».
_____________Cinema__________________
TORRE PELLICE — Nell'ambito della rassegna di cinema d’autore, il
cinema Trento ha in programma, venerdì 31 marzo, alle ore 21.15, la visione
del film « Le cose cambiano », di D.
Mamet,
Programmi di Radio Beckwith
_____________91.200 FM______________
Fra i pr'ogrammi di Radio Beckwith
segnaliamo la puntata de « La poêle
percée » di venerdì 31 marzo, ore 17,
dedicata al tema « Medicina e diritti
deH'uomo »; inoltre la serie sui riformatori, in onda ogni lunedì alle ore
11.30 ed il martedì alle ore 15.30. Il
programma A confronto, in onda lunedì
ANGROGNA
Impegno per l'acquedotto
Seduta ffume al consiglio comunale riunitosi il 21 marzo per
mettere in cantiere i lavori progettati per l’89 secondo il bilancio preventivo e la relazione programmatica, che sono stati approvati.
Come abbiamo già pubblicato
dando notizia dei lavori di altre
amministrazioni comunali, i decreti legge del governo approvati
a ffne anno hanno pesantemente
inciso sulla capacità di introitare
fondi da parte dei comuni, i quali si vedono ora costretti ad aumentare in maniera vistosa le richieste di rimborsi per servizi
resi alla popolazione al ffne di ottenere il pareggio: aumento del
18% sui prezzi della mensa a partire dal 1” aprile e per l’acqua potabile le tre fasce di utenza portate rispettivamente da L. 300 a
L. 350 per i primi 50 me.; da L.
355 a L. 420 fra 51 e 75 me. ; è diminuita invece l’ultima fascia da
L. 1.560/mc. a L. 1.260/mc.
Nel settore dei lavori pubblici,
nel 1989 si prevede di completare l’acquedotto di Fra del Torno
e di potenziare quello comunale
che ormai è insufficiente captando nuove sorgenti e convogliando l’acqua nella rete esistente,
con una spesa prevista di 400 milioni, coperta con mutuo dalla
Cassa DD.PP. Il completamento
dei lavori è previsto entro il 1990.
Sempre per quanto riguarda
gli acquedotti, con il contributo
della Comunità montana e un finanziamento della CEE si dovrebbe anche realizzare quello
rurale di Barfé e Serre Malan
con una ipotesi di spesa di 150
milioni.
Sempre nel 1989 verranno ese
3 aprile, alle ore 17, affronterà, con
alcuni giovani, il momento del dopo-confermazioni e deH’inserimento dei ragazzi nella vita comunitaria.
I ncontri
TORRE PELLICE — Lunedì 3 aprile, presso i locali di Spazio Giovani
in via Angrogna 18, alle ore 21, si riunirà la consulta giovani. L’argomento
in discussione riguarderà la definizione
del programma delle iniziative che la
consulta vorrà proporre.
Teatro
guiti lavori di sistemazione e bitumatura della strada del Boschetto, di Carlevà, delle Bruere,
del Serre e della Vaccera. Dovrebbe anche poter essere iniziato l’ampliamento della casa comunale con contributo regionale
e mutuo presso la Cassa DD.PP.,
per un totale di 3(X) milioni.
Ancora con il contributo della
Provincia e della Regione dovrebbe essere realizzata la pista
per raggiungere i pascoli della
Sella: spesa preventivata 95 milioni di lire.
L’amministrazione comunale
sosterrà ancora una spesa di 30
milioni per l’ampliamento richiesto dall’USSL del macello cooperativo di Chiot dl’Aiga, mentre
entro breve verrà consegnato il
nuovo autobus da 20 posti Mercedes che sostituirà il vecchio
FIAT 329 acquistato nel 1977.
A ffne seduta il consiglio ha
poi approvato un testo di proposta di legge regionale su « Interventi per la promozione di una
cultura di pace, di solidarietà e
di cooperazione tra i popoli », che
a grandi linee ricalca gli impegni fatti propri in tal senso dall’amministrazione comunale fin
dal primo consiglio del gennaio
1985.
In apertura di seduta il sindaco ha ricordato con parole commosse la figura di Elmo Malan,
segretario, prima, della società
per il trasporto del latte Taculot
e poi animatore della Cooperativa agricola. La prof.ssa Coìsson
ne ha ricordato le intuizioni, le
aperture nei confronti dei giovani e soprattutto la grande disponibilità e l’entusiasmo.
A. L.
TORRE PELLICE — Giovedì 30 mar
zo, presso il cinema Trento, con ini
zio alle ore 21, la Compagnia del Ba
gatto presenterà lo spettacolo « Cibi
gridati ».
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno ha dato, l’Eterno ha
tolto; sia benedetto il nome deU
l’Eterno »
(Giobbe 1: 21)
I familiari di
Federico Bertalot
ringraziano tutti coloro che sono loro
stati vicini in questo momento di dolore, con ipresenza e scritti. In modo
particolare i vicini di casa e tutti coloro che si sono prestati nel triste
momento, il medico curante Vincenzo
Della Penna, i carahinieri di Villar
Perosa, la guardia medica di Perosa e
il pastore Tom Noffke.
Pramollo, 20 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno ti proteggerà da ogni
male; egli proteggerà l’anima
tua »
(Salmo 121: 7)
Ci ha lasciati
Martina Lageard ved. Bleynat
II figlio Alfonso con la moglie Armida Ribet ed i parenti tutti ringraziano
quanti sono stati loro vicini in questa
triste circostanza, manifestando la loro
fraterna solidarietà.
Poinaretto, 22 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
« Padre^ che sei la forte mia difesa, ascolta questa supplice preghiera; nel mio cuor si fa notte
innanzi sera; deh! mi rispondi!
0 Padre, fido in Te »
(I.C. 105)
La moglie e il figlio di
Elmo Malan
di anni 59
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto ricevuta, ringraziano tutti coloro die con
scritti, presenza, parole di conforto e
offerte hanno preso parte al loro grande dolore. Un particolare ringraziamento al pastore Platone, a tutta l’équipe
del reparto di rianimazione dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, ai dirigenti della Caffarel, ai colleghi di lavoro di Mina e Marco e a tutti gli
amici.
Angrogna, 23 marzo 1989.
« Dio è amore »
Antonella, Vilma e Franco piangono
il loro amato zio, padrino e cognato
Elmo
per loro maestro di fede, di onestà e di
disponibilità e saranno sempre vicini a
Mina e Marco con l’aiuto e la preghiera.
Ajigrogna, 23 marzo 1989.
AVVISI ECONOMICI
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ufficio 011/6193759.
12
12 fatti e problemi
31 marzo 1989
T
TOSSICOMANIE E RESPONSABILITÀ’ DELLE CHIESE - 2 A MARGINE DELLO SCANDALO W. MANDELA
Una mano tesa
L ambigua concezione del problema in termini di ordine pubblico
- Saper portare gli uni i pesi degli altri - Incontrare il prossimo
Presentando nel numero del 17
marzo la riunione svoltasi nel
marzo 1988 al castello di Bossey sugli abusi di tossici e il documento finale della stessa (Dichiarazione del colloquio sulle
tossicomanie), rimandavamo a un
successivo articolo un punto che
mi sembra particolarmente importante per la Chiesa e per i
singoli credenti: il rapporto personale, l'atteggiamento corretto
del cristiano nei riguardi di chi
è rimasto tdttima della dipendenza.
Leggiamo dalla « Dichiarazione »: « Riconoscere ogni persona come tale è considerare che
tutte le persone sono dei membri infinitamente preziosi della
creazione di Dio. Poiché non possiamo escludere alcun essere umano da questa definizione, le
persone affette da tossicomania
devono essere accettate, apprezzate, e ricevere il nostro amore
e le nostre cure in tutti i modi
possibili ».
Dobbiamo riconoscere che non
è questo (nella maggior parte
dei casi) l’at-eggiamento che abbiamo verso queste persone.
Indifferenza, paura, disprezzo,
repulsione, presunzione di essere migliori, sani, mentre loro sono i malati, e quindi atteggiamento di giudizio: queste sono
le posizioni più frequenti che
assumono nella nostra società le
persone « per bene », confrontandosi con questi « devianti ». Ma
questa è anche, in molti casi,
la nostra posizione, non sempre
cosciente, anche perché non veniamo frequentemente in contatto con essi.
Ci lasciamo condurre da luoghi comuni, da pregiudizi. Forse molti anche fra noi, secondo
l'opinione più corrente nel nostro paese (e spesso avallata dai
mass media), sentono il problema soprattutto come un proble
Sui passi
di Paolo
I Concistori di Angrogna e
Pomaretto organizzano un
viaggio ecumenico in Grecia
dal 3 al 17 luglio 1989.
Lo scopo del viaggio — condotto dai pastori Gérard Cadier e Giuseppe Platone insieme ad una guida professionale greca — è quello di scoprire la Grecia, culla dell'antica
civiltà ellenistica e terra di
missione dell'apostolo Paolo.
II costo del viaggio, tutto
compreso, è di L. 1.900.000.
Sono previsti studi biblici,
studi dell'antica cultura greca
e della realtà attuale della fede greco-ortodossa scanditi da
momenti di vita cultuale in
una prospettiva ecumenica.
Da Atene, a Filippi, al Monte Athos, a Salonicco (l'antica
Tessalonica), a Delfi, a Corinto, a Micene, a Isthmia, a
Dafni, a Capo Sounion... l'itinerario biblico s’intreccerà
con quello archeologico e storico.
Gli spostamenti avverranno
In aereo (anche all’interno
della Grecia) e in bus con
aria condizionata. Alberghi di
ottimo livello. Sono ancora disponibili alcuni (pochi) posti.
Per maggiori informazioni
contattare al più presto il
past. Platone, presso Chiesa
valdese, 10060 Angrogna (To),
tei. 0121/94.41.44.
ma di ordine pubblico, come una
malattia del corpo sociale. La
società, pensiamo spesso, deve
difendersi dalle frange dei devianti, che mettono in forse la
tranquillità dei cittadini, che attentano alla proprietà e alla stessa integrità fisica della gente onesta, I drogati, inoltre, sono
affetti da una malattia contagiosa Sul piano sociale: non per
niente il loro numero tende continuamente ad aumentare, nonostante gli sforzi degli educatori,
le forme di repressione messe
in atto dalla pubblica amministrazione, l’azione sociale delle
chiese e delle persone di buona
volontà e di sani principi. La
nostra società, la convivenza civile sono messe in pericolo dal
fenomeno della droga.
E’ con presupposti ideologici
di questo tipo che negli Stati
Uniti, sotto la presidenza di Ronald Reagan, è stata promulgata una legge severamente repressiva, per cui chi viene trovato
in possesso di piccole quantità
di droghe per uso personale è
condannato a pene detentive (si
tratti di droga pesante o di droEd è con gli stessi
presupposti ideologici che anche
da noi è stato formulato dal governo un disegno di legge dello
stesso tipo (anche se la « punizione » inflitta ai tossicodipendenti non dovrebbe consistere in
pene detentive).
Bisogna dire che la maggior
parte degli operatori pubblici
dei Centri antidroga e i responsabili delle Comunità terapeutiche (ad eccezione del solito Muccioli e di pochissimi altri), come
anche i magistrati che con maggior passione si sono occupati
della questione, non hanno accettato la filosofia di questo disegno di legge, che oltre a essere inaccettabile in via di principio risulterebbe di grave ostacolo all’avvicinamento, e quindi
al recupero sociale, di molti giovani. Sono quelli che oggi entrano in contatto con i Centri e
con le Comunità, sapendo di non
poter essere colpevolizzati, sulla base dell’attuale legge 685/
1975.
La società dovrebbe farsi carico del problema droga in ben
altro modo. Andando cioè alle
radici del male, e facendo quindi Opera di prevenzione.
Pensiamo al disagio sociale che
spinge molti giovani verso quella che è stata chiamata una cultura della morte, o deW’autodistruzione. Si tratta dell'incertezza sulle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, dell’incertezza sulla sopravvivenza stessa del pianeta (prima a causa
della minaccia di un conflitto
nucleare, oggi in particolare per
il profilarsi della catastrofe ecologica): si tratta del cattivo rapporto fra genitori e figli, spesso
divenuti estranei gli uni agli altri (e non senza responsabilità
degli adulti). Sono solo degli
esempi.
Di fronte a questi fenomeni
cosa offre la scuola, cosa offrono i mass media, e in particolare la TV? Si va (facendo salve
le dovute eccezioni) da condanne generiche, che lasciano il tempo che trovano, a rappresentazioni del fenomeno droga più o
meno acritiche per quanto riguarda le cause del disagio sociale (come la « Storia di Anna »), a trasmissioni ad effetto,
come quella del « buco in diretta » su Canale 5, che è stata duramente criticata da esperti di
comunicazione e da educatori
per il suo contenuto negativo ai
fini di una possibile prevenzione.
Ma non possiamo limitarci a
una critica, anche se ben moti
La guerra
contro i bambini
vata, della nostra società, o dei
nostri concittadini nella loro
maggioranza. Quale sarà il nostro atteggiamento, non soltanto
di fronte al fenomeno sociale
della droga, ma soprattutto verso le persone che ne sono al
tempo stesso rappresentanti e
vittime, siano esse sconosciute
(lontane da noi materialmente
e come impostazione culturale e
ideale) o facciano parte del nostro ambiente, della nostra chiesa, delle nostre famiglie?
Per le chiese, per i credenti,
un atteggiamento di rifiuto, di
condanna, non è sostenibile; e
anche un atteggiamento di paura, e quindi di « difesa », p>er
quanto possa apparire giustificato, non è in armonia con l’amore del prossimo a cui siamo chiamati dall’Evangelo, e con la fede nel Signore che ci ha salvati
morendo sulla croce per tutti.
<: Portate i pesi gli uni degli
altri, e adempirete così la legge
di Cristo » (Gal. 6: 2). Questo
versetto, che ci può ispirare un
comportamento evangelico nella
nostra vita di ogni giorno, pensando ai tanti motivi di angoscia che affliggono le donne e gli
uomini del nostro tempo, era
stato citato al momento del referendum abrogativo della legge
194. Le chiese evangeliche hanno capito che la loro vocazione
in quella circostanza non era
quella di salvaguardare a tutti
i costi un principio astratto (comunque notoriamente e abbondantemente violato), ma di farsi carico del problema connesso,
affiancando le persone coinvolte
direttamente in una situazione
sempre difficile e spesso drammatica, dando loro aiuto, pregando con loro, sentendosi corresponsabili per le decisioni prese, e di respingere la proposta
di abrogazione.
Nel caso che oggi ci interessa
occorre che la Chiesa, che ogni
credente senta e riconosca la
sua parte di responsabilità in
una situazione sociale che lascia tante persone nella solitudine e nella disperazione, e in cui
gli ideali proposti dalla cultura
imperante e dalla pubblicità (la
realizzazione di sé attraverso il
possesso di beni effimeri, la conquista di una posizione sociale
per mezzo di una lotta spietata, spesso con la prevaricazione
e con l’inganno) contribuiscono
a spingere verso i « paradisi artificiali » coloro che restano emarginati.
Il « peso degli altri » può essere difficile da portare: abbiamo visto quante ragioni umane
ci porterebbero in un’altra direzione. Ma il peso di questi fratelli è molto grave anche per
loro: facciamo nostre le parole
di don L. Ciotti, intervistato da
« Avvenimenti » del P/3/’89 sui
« guasti della nuova legge »:
« ...si è dato soprattutto ascolto
ad un bisogno di rassicurazione
e di difesa della gente davanti
ad un fenomeno preoccupante e
distruttivo, che sfugge alla comprensione comune, senza tener
conto del fatto che per la maggioranza dei giovani il rapporto
con la droga è già una grossa
perdita di libertà, con una forte componente autodistruttiva,
come appare dall’aumento di
morti per overdose ». Anche i
suicidi sono tragicamente frequenti fra i tossicodipendenti.
Terminiamo con un’altra citazione della « Dichiarazione del
colloquio » di Bossey: « La parabola del buon samaritano designa il nostro prossimo con i
caratteri di colui che è nella distretta, chiunque sia, ed è per
questo che non siamo chiamati
soltanto ad aiutarlo, ma anche
ad amarlo ».
Marco-Tullio Fiorio
Tre anni fa, nell’aprile 1986, a
New York, è uscito un libro così intitolato: « The war against
children: South Africa’s youngest victims », a cura del « Lawyers Committee for Human
Rights », un gruppo di avvocati
che documenta casi clamorosi
di violazione dei diritti umani.
Il libro si apre con la fotografia di un ragazzo, Johnny Mashiane di 15 anni, rilasciato dal
carcere e degente in un ospedale
psichiatrico. Era un ragazzo normale prima dell’arresto, adesso
a malapena riesce a formulare
qualche parola.
Così scrive Fare. Desmond
Tutu nella prefazione: « Io lo
conosco, questo Johnny. Quando
tenta di parlare è come se avesse la lingua così gonfia che
gli riempie la bocca, dalle labbra gli esce un gorgoglio. Lo
sguardo è spento e vuoto, come
se per la maggior parte del
tempo fosse morto al mondo esterno. Quando cammina si trascina faticosamente come un pugile ubriaco di botte. Avrei voluto piangere e gridare, quando
l’ho visto, ma, soprattutto, mi
sono sentito avvampare d’ira
contro questo regime che riduce in tale stato dei ragazzi nel
fiore degli anni che dovranno
ancora vivere tutta una vita. Allora, dentro di me, ho preso la
ferma decisione che farò tutto
ciò che Dio mi renderà capace
di fare per contribuire a distruggere questo sistema perverso
che perpetra tali atrocità solo
per continuare a reggersi.
Johnny è im ragazzo in carne
ed ossa. Prima di cadere nelle
grinfie della polizia nel regime
dell’apartheid era pieno di salute e vivacità. Non si sa bene
cosa gli abbiano fatto, e forse
non vale più la pena di saperlo.
Una cosa è certa: quando lo
hanno rilasciato era un vegetale
umano che si trascina. Qualcosa
gli hanno fatto.
E’ molto importante che il
mondo sappia che le molte storie dei molti Johnny non sono
ìT frutto di qualche fantasia malata, perché io le ho viste con
i miei occhi. E’ importante che
il mondo sappia, perché la stolida replica del governo, in particolare del Ministero per l’ordine e la giustizia, quando è messo
di fronte all’evidenza dei fatti, è come un riflesso condizionato, sempre la medesima: "Si
tratta di fatti senza prove, di
pure e semplici affermazioni per
screditare la polizia e denigrare il governo”.
Ma anche se tutti gli altri casi
che questo libro documenta fossero falsi, basterebbe questo di
Johnny a colmare di indignazione e repulsione l’animo di
qualsiasi persona dabbene preoccupata dei diritti umani, soprattutto di quelli dei bambini, così esposti ed indifesi. Tanto dovrebbe bastare per spingere ogni persona onesta ad agire perché tanta codardia non abbia più vita facile in Sud Africa
e non si continui nella impunità
e nel disprezzo del sentimento
altrui ».
Concisamente il libro delinea
10 sfondo: la vita nei ghetti, i
soprusi e le tensioni; spiega
quale è e come agisce l’apparato di controllo nella legislazione
ordinaria e in quella dello stato di emergenza; documenta la
violenza nelle strade, l’assassinio ed il ferimento dei bambini,
11 loro arresto dentro l’ospedale, gli abusi fisici dell’esercito
sui neri minori di 16 anni. Ne
diamo qui tre brevi esempi.
Joseph è un ragazzo di 14 anni, timido e schivo. Ha le unghie delle mani nere e arricciate: è il ricordo delle scosse elettriche che gli venivano scarica
te nelle dita parecchie volte al
giorno durante il periodo di detenzione passato con altri bambini in un accampamento militare nei pressi di Daveyton. Al polso ha una profonda cicatrice
dove è stato bruciato con la
fiamma di un accendino. Una
gamba porta il segno di ima
profonda ferita fatta con un pezzo di bottiglia rotta. Il ragazzo
non saprebbe descrivere dove
si trova il campo- militare, perche è stato bendato nel momento in cui lo hanno preso con i
suoi compagni, mentre stavano
giocando a palla in un prato.
Per 9 giorni i ragazzi sono stati
terrorizzati con questo trattamento.
Mitah Ngobeni era una bambina di 4 anni. Il 10 settembre
1985 giocava davanti alla porta
di casa a Atteridgeville. Le hanno sparato una pallottola di
gomma ed è morta per sfondamento del cranio ed emorragia
cerebrale.
Moses Mope, di 13 anni, il 21
ottobre 1985 stava andando in
chiesa con un gruppetto di amici quando una macchina arrivò
loro addosso alle spalle. I ragazzi cominciarono a scappare, ma
Moses non ce la fece: un poliziotto bianco gli si avventò contro, coprendolo di bastonate. Un
vicino di casa prese Moses e lo
portò a casa coperto di sangue.
« Quando gli misi una mano sullo stomaco » racconta il padre,
« si ritirò agonizzando per il dolore. Aveva la mandibola rotta,
ferite sulla testa e su altre partì del corpo ». Moses, ragazzo
di 13 anni, è morto poco dopo.
Il libro è del 1986. Nel corso
degli ultimi tre anni l’elenco di
violenze ai bambini da parte
dell’apparato di polizia del Sud
Africa si è orribilmente allungato. Questi, quindi, sono solo
cenni che poco e male descrivono l’inferno in cui vivono milioni di adulti e di bambini. Morte, violenza, fame, corruzione,
sospetto sono il pane quotidiano. Nelle townships non ci sono
solo polizia ed esercito: ci sono
le bande di vigilantes, la feccia
del collaborazionismo, gli squadroni della morte e gli informatori. Questi ultimi non sono adulti: gli adulti sono riconosciuti,
cacciati, non hanno vita dentro
il ghetto. Gli informatori sono
bambini e adolescenti, terrorizzati, incarcerati, torturati e anche corrotti.
Qualcuno ha il coraggio di meravigliarsi se i ragazzi che si
aggregano in casa di Winnie
Mandela bastonano i loro coetanei? Il povero Stompie, 14
anni, è morto lontano da lì, nessuno sa dove, come e perché.
Ma è im’ottima occasione per
dare il via ad una serie di bastonature e assassini, ed anche
per far cadere addosso a Winnie
la peggiore delle accuse, che
comporta la pena capitale.
Ma c’è altro ancora. Winnie si
è difesa dicendo che non fa del
male a dei ragazzi, anzi, quattro
li ha salvati dalle attenzioni
omosessuali di un pastore metodista bianco. Il pastore in
questione è un giovane che ha
abbandonato tutto per servire
la comunità nera, che ha sacrificato tutto per una dedizione
totale. In Sud Africa nessuna
accusa è più infamante di quella che tocchi la sfera sessuale.
(Molti ricorderanno la campagna calunniosa contro il pastore Allan Boesak, quattro anni
fa, descritto come il seduttore
della segretaria, al fine di togliergli credibilità). Qualsiasi
sia la verità, questa accusa rimbalzata attraverso Winnie è la
più adatta ad eliminare un bianco che spende la propria vita
per quella dei neri.