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Roma, 2 Gennaio 1909
SI pobbllea ogni Sabato
ANNO II - N. 1
A LUCE
Propugna gPinteressi sociali^ morali e religiosi in Italia
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ABBONÀMKNTI
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Italia : Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « « 3,00
Un numero separato Cent. 6
I manoscritti non si restituiscono
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INSERZIONI
i.
Par linea o spazio corrispondente L. 0,l5
« « da 2 a 5 volte 0,10
« « da 6 a 15 volte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, qnarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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SOMMARIO
Guardando attorno. — Una Valdese beatificata. —
I nostri ideali. — Capodanno, e. r. — Due virtù
e tre promesse por l’anno nuovo, Y. — B Magi
d’Oriente C. G. Maugeri. — Reminiscenze, M. —
Redentore... per modo di dire, Enrico Rivoire. —
Un nuovo Libro su Savonarola ? Enrico Meynier
— Chi è causa del suo mal... P. C. — L’avvenire
del socialismo, Enrico Meynier. — Per la morale,
P. C. — Galleria Scientifico religiosa : Michele
Faraday, E. M. — La dottrina Cristiana spiegata al popolo, u. i. — Valdesi d’America. — Corriere Word-Americano, Pro/’. Alberto Clot. — Salice
piangente, Paris Jl/etom. — Cinematografia Umana:
Una crisi d’anima, Miles Cristi. — Eroine Valdesi
(nuova serie), Teofilo Gay. — Dal Chiosco alla
Libreria. — In sala di lettura.
Soccorriamo i nostri fraiolli
Messina e Reggio Calabria sono un anìmasso di
fumanti rovine, le cittadine ed i, viUa^gi adagiati
lungo le loro costiere coudividòbb ridenticà'^tristissima sorte. Un lamento straziante vien fuori da
quelle, ieri ancora, ridenti città, oggi necropoli, in
cui moribondi e feriti, alla rinfusa, invocano aiuto
e liberazione !
Ghinderemo noi le viscere e tanta sventura ?.Non
daremo passo a quell'amor fraterno che ci fa soffrire, piangere con chi piange e portare i carichi
gli uni degli altri ?
Generosi amici si sono offerti di accorrere in persona sai luoghi del disastro, ma le iniziative private, nelle presenti drcostqpze, tornerebbero di poco
giovamento. Quello die prème è dì ràccogliere delle
somme da potersi gindiziosamente elargire nei casi
più urgenti e di provata necessità.
Apriamo quindi una pubblica sottoscrizionq alla
quale non deve mancare il nome di coloro che accettano l’esortazione evangelica: \Mentre adunque
abbiamo tempo, facciamo bene a tutti, ma principalmente ai domestici della fede ». (Galati VI, 10).
Arturo Mnston, Presidente del Comitato Valdese .................................. . . L. 100
Dott. e Signora Roberto Procliet. . . , » 75
Fernando Prochet............................. » 5
Lilian Prochet » 5
Ottavio Prochet ..•.•.•••* 5
Cav. Romolo Piva.......................... ...» 20
Antonio Rostan. Pastore........................» 50
Arturo Mingardi............................ . » 5
B. Celli................................... . » 20
E. Celli ......................................• 5
T. Celli.......................................» 1
I. Celli....................... . . .. . • * 1
G. Celli...................................... * 1
Consiglio Chiesa di Roma (dal fondo beneficenza) ............................ * • • *
{continua.) Totale .' . ■ L. 543
Si prega di mandare liste di sottoscrittori e rime.sse di danaro a Roma, Via Nazionale, 107. Se
mai fu di opportuna applicazione il detto del savio
antico « chi dà prestamente dà due volte » è certo
nel pi-esente caso.
Il presidente del Comitato si reca in Sicilia, e il
sno recapito sarà presso il signor Luigi Rostagno,
30 Piazza Francesco di Paola, Palermo.
Gü ardacelo attorno
(Noterelle e Spigolature)
Il Girau, neH'ultimo numero del Coenobium, nota
che « la coscienza moderna ha gettato lo scompiglio
nell’ambiente calmo delle religioni professate; ma soggiunge che la coscienza moderna, pure* essendo antidogmatica e anticlericale, non è affatto antireligiosa ».
Il Fogazzaro ha espresso in un colloquio il suo concetto sociale-religioso, dicendo che « i problemi sociali non si affrontano bene senza la cooperazione del
sentimento religioso ».
Il guaio è che per il Fogazzaro « sentimento religioso » significa, in Italia almeno, sentimento religioso inspirato dalla Chiesa cattolica apostolica romana!
Dopo un anno e più di sospensione, quand’appunto
toccherebbe a don JÌurrì là sè&n&nioa.^ nientemeno,
si va armèggiando dai suoi amici, tra i quali è il cardinale Agiiardi, perchè egli possa ridir messa. Ecco
una cosa che non abbiamo mai potuto capire: come
può una coscienza illuminata com’è quella del Murri
assoggettarsi ai riti e ai dommi medievali della Chiesa
papistica e ridir la messa, che suppone la transustanziazione il sacrifizio ripetuto del Cristo, ecc., ecc. ?
Il Nuovo Giornale di Firenze pubblicava la seguente
notizia pervenutagli da Vienna, con alcuni commenti
degni di essere riprodotti :
« Si viene ora ad apprendere una curiosa storiella
che dimostra tutto il bigottismo del Governo austriaco.
« Cinque allievi dell’Accademia militare di WienerNeustatz sono passati dimostrativamente al protestantesimo, e cioè alla confessione di Augusta, e questo
loro passaggio ha avuto per conseguenza un’inchiesta
disciplinare contro di essi.
• Gli allievi puniti non vollero rassegnarsi, ma deliberarono di protestare in qualche modo contro il
castigo subito. Essi indussero altri due colleghi a pàssare al protestantesimo. Ma facendo questo passo dimenticarono l’obbligo formale per cui ogni persona
militare deve avvertire i superiori di qualsiasi mutamento nei rapporti personali, ma si limitarono a
denunziare all’autorità politica di prin?a istanza l’uscita dalla Chiesa cattolica.
« Pochi giorni dopo i nuovi protestanti furono condotti ad una funzione religiosa, ed essi allora dennur
ziarono di essere protestanti q di non aver quindi
l’obbligo di recarsi in chiesa, perchè, per chi non lo
sapesse, gli allievi delle scuole militari in Austria devono andare alla messa come i seminaristi.
« Il comando dell’Accademia iniziò contro di essi
un’inchiesta disciplinare, ed ora essi sono sotto processo per imputazione di aver voluto dimostrare con
r uscita dal cattolicismo delle tendenze antidinastiche.
« Il processo è pendente, e si prevede che i cinque
protestanti saranno dichiarati indegni di essere ufficiali al servizio di S. M. Apostolica.
« Ecco un nuovo edificante esempio del Governo
liberale degli Absburgo »
Il Cittadino di Genova se la piglia col Minocchi che
ha scritto al Chrétien la nota lettera e anche un poco
col Bourrier che l’ha pubblicata. Secondo il foglio
clericale « l’errore del Minocchi consiste nell’ammettere e nel negare insieme la dottrina cattolica, nel
volersi erigere a giudice personale del dogma e della
riforma della Chiesa. Il dissidio di questa categoria
di novatori colla Chiesa è duplice : essi da una parte
pretendono di assentire alle verità cattoliche fondamentali, dall’altra le distruggono colle loro teorie filosofiche e colla critica razionalista ».
Bisogna esser giusti: il Cittadino non ha tutti i
torti; anche a noi pare assurda l’attitudine dei Modernisti, i quali negano cento dottrine papistiche e
s’incocciano a rimaner papisti.
Mentre in Italia dal Cittadino sullodato, dalla Rivista di Coltura e da cento altri periodici si discute
più o meno assennatamente intorno al Modernismo,
in Ispagna si cerca di far rivivere i bei tempi dell?
S. Inquisizione! Il Tribunale di Gerona infatti ha
condannato a 2 mesi e 1 giorno di carcèlife, a 150 pesetas di multa e alle spese profe^ionali il sindaco di
Àvignonet, un maestro evangelico, il pastore evangelico Luigi Lopez Bodriguez ^.il direttore del giornale
evangelico di Figueras, E1 Het^do, a cagióne del seppellimento di quel tale bambiho di cui La Luce ha
parlato a suo tempo ! Così il Cattolicismo romano intende la libertà di coscienza!
In cospetto di questi spettacoli, c’è ben poco da rallegrarsi delie conversioni di protestanti al C/attolìcismo
romano vantate da Fides nel suo ultimo numero.
Fides allude a quattro conversioni: del Rev. Giovanni E. Ewens pastore della Chiesa Protestante della
SS. Trinità a Monister nel Michigan; del Rev. Dott.
Russel decano della Cattedrale Protestante di Chi«
cago; del Rev. Regipal^o Heber Weller, vescovo coadiutore della Diocesi di Fond du Lac e del Rev. Luigi
Giuseppe Roussin della Dioéèsi di Valenza in Francia.
Richiamiamo su questi nomi l’attenzione dei nostri
amici dell’estero; e, per conto nostro, facciamo notare
che di tali pompose notizie poco c’è da fidarsi in generale. Secondo nostre informazioni, l’anno scorso
gironzava per Roma un preteso reverendo, vero cavalier d’industria che portava per l’appunto il nome
di Roussin.
Perchè Fides non riferisce anche le frequentissime
conversioni dal Romanesimo alla religione vera dei
•pristo ? Or è poco, la Ragione pubblicava per la prima
g il Corriere della Sera ed altri fogli riproducevano
la notizia seguente, che noi riferiamo con le parole
stesse del Corriere :
, c La Ragione ha da Macerata la notizia che il prof.
Giovanni Sforzini, canonico del Duomo, ha abbandonato la Chiesa cattolica ed è passato al protestantesimo. Non si tratterebbe ^i una delle solite abiure per
ragioni contingenti, ma di un vero e proprio caso di
coscienza. Il prof. Sforzini, uomo di circa quarant’anhi, insegnava da lungo tempo nel locale Seminario : è persona fornita d'ingegno superiore e ha consumata tutta la sua giovinezza negli studi di filosofia
e di letteratura; tra la cittadinanza gode di altissima
stima.
« Il Clero l’aveva da qualche tempo in sospetto per
i suoi sensi liberali e patr.ottici; e quando egli acaccettò l’incarico, che era stato rifiutato da molti preti,
di celebrare la messa funebre in onore di Re Umberto nell’Oratorio della Congregazione dei Mercanti
ed Artisti, il dissidio prima larvato si acuì. Lo Sforzini ha diretto per parecchi anni la Rivista delle Riviste per il Clero d’intonazione largamente moder-
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LA LUCE
nista; e un’altra Rivista di coltura varia dal titolo :
Quesiti, questioni e problemi di stona e letteratura >. „
Una buona botta al Materialismo assesta ü Pr°iG. Rovelli nel periodico Idea e nel Giornale d Italia,
sotto il titolo : Uno scienziato scacciato dal Tempio.
— Lodge contro Haeckel per la verità scientifica, kntonino Añile amministra al Modernismo un’altra botta
solenne. Ringiaziamo 1’Añile del suo articolo che ci
ha fatto del bene. ^
4: *
Lo stesso Giornale d’Italia riassume l’articolo recente
del nostro prof. E. Bosio, nei termini seguenti; ^
« La Luce - La critica storica sulla culla di Betlem - di E. Bosio, il quale, accennando alla nascita
di Gesù Cristo, scrive che la critica storica potrà dimostrare che nel IV secolo, allorché si vollero contar
gli anni dalla nascita del Cristo, fa fatto un errore
di calcolo, talché l’èra cristiana avrebbe dovuto principiar quattro anni prima : che la data della nascita
di Cristo, fissata per considerazioni estranee alla storia,
al 25 dicembre, non può essere esatta; ma aggiunge
che prima di eliminare dalla storia della nascita di
Gesù tutto quel che esce dall’ordinario, bisogna fare
i conti coi documenti ed anche un poco con la logica,
e che é impossibile negare l’altissimo valore delle
prime pagine del Vangelo di Luca ».
I HOSTRl IPEJVLI
lieto ed
Vive azioni di
Ooa Valdese beatificata
Il nostro confratello L'Echo des Vallées
di Torrepellice, in Piemonte, usciva, nel suo
numero del 25 dicembre scorso, in una
curiosa osservazione : '
« Dopo un indugio di secoli, il quale è
« costato somme favolose alla Curia Ro« mana, il papa ha promulgato il 13 cor« rente il decreto di beatificazione a favore
« di Giovanna d'Arco. Si crede che il
« papa le^pebméttérà d’essete santa in
« maggio venturo. Il bello è che ella fu
« condannata in tutte le regole come Val« dese, cioè come eretica, da un inquisitore
« e da vescovi, in nome d’uno dei prede« cessoti dell’infallibile Pio X ! »
L’osservazione non è solo curiosa, è an
che perfettamente giusta. Si tenga conto
soltanto del fatto che, temporibus illis, ì\
nome Valdese era termine generico, e in
dicava non solo quel gruppo di cristiani
secondo l’Evangélo che aveva ed ha tuttora
sua sede nelle Valli del Circondario di Pi
nerolo illustrate dall’agile penna <iel De
Amicis, ma un gran numero di cristiani
ribelli al Papismo sparsi in Italia e specialmente fuori d’Italia fin nella lontana
Boemia.
Nessuno può negare che Giovanna d’Arco,
ora beatificata, fu allora condannata per
eretica, cioè per... Valdese ; poiché :n quei
tempi, alla mente della Chiesa che da tenera
madre faceva ardere i suoi figlioli diletti...,
eretico e valdese erano sinonimi perfetti.
Ma che strana contraddizione ! Un infallibile proferisce una sentenza di condanna;
un altro infallibile promulga un decreto di
beatificazione !
Chi ci capisce nulla è bravo. Intanto noi
Valdesi possiamo andar orgogliosi di aver
nell’Olimpo romanistico anche una di quelle
persone che portarono il nostro stesso
nome, e furono perseguitate come noi e
morirono martiri come tanti dei nostri
padri.
Un nuovo anno è incominciato ; sia esso
operoso per noi e per i nostri cari Lettori !
Il Signore ci ha sostenuti fin qui
grazie gli sieno rese !
Il Signore forse vorrà lasciarci un altro po’ di tempo
su questa tragica terra di preparazione e di lotta. Finche
avremo vita, ad un unico fine tendiamo ; glorificar Lui,
dandoci la più sollecita cura delle anime ch’Egli ci ha
affidate e ci affiderà anche in avvenire.
A principio di un nuovo anno, dobbiamo fai//soffermarci a meditare; e l’oggetto della nostra seria meditazione non può esser che questo : qual è il mio dovere?
Questa grave domanda noi ci facciamo come direttore di un periodico che porta un nome bello, forse
troppo bello ; La Luce !
Non si lascia la predicazione orale dell’Evangelo,
dopo vent’anni di ministerio, non si rinunzia ad avere
una chiesa sua. tutta sua, senz’intravvedere almeno un
qualche bagliore di altri ideali almeno altrettanto fulgidi, almeno altrettanto attraenti. D’ora innanzi, e fintantoché piaccia al Signore, il nostro pulpito sarà
questo periodico, che porta un cosi bel nome : La
Luce I Veramente non possiam dire che questo pulpito
sia nostro: quanfaltri infatti ci hanno aiutati e ci
aiuteranno più ancora in avvenire (vivamente lo speriamo) a redigere settimana per settimana queste colonne! Non ne siamo gelosi; che anzi ci rallegra sinceramente ogni lode che ci pervenga indirizzata ai nostri bravi Collaboratori. Questo della Luce è un pulpito, dal quale più voci e diverse si fanno udire ogni
volta : ed è bene che sia cosi, poiché la varietà diletta
e attiia. Noi vorremmo anzi che altre voci simpatiche,
ma fin qua silenziose, si risolvessero finalmente a farsi
sentire, per una maggiore edificazione dei Lettori.
Scrivendo a capo di questo articolo il titolo. I nostri ideali, avevamo ben chiara innanzi allo spirito^ la
figura di tutti i Collaboratori, coi quali ci pare d’essere sin d’ora fermamente associati per un’opera unica
e potente.
I nostri ideali sono certamente anche quelli di tutti
nostri compagni d’opera, dall’articolista settimanale
che ci manda con regolarità da cronometro i suoi scritti
e che ci tiene un poco di broncio, se non glieli pubblichiamo piu presto che subito, al corrispondente il
quale ci fa/orisce solo di tanto in tanto due righe di
cronaca buttate giù alla lesta e in caratteri non sempre
leggibili su una semplice cartolina postale. E noi desideriamo in questi primi numeri dell’anno nuovo accennare agli ideali che ci brillano con sempre più vivo
splendore innanzi all’ intelletto e più specialmente innanzi alla coscienza testimone irrequieta della respon
sabilitàcheci incombe come giornalisti evangelizzatori
Nell’ultimo Sinodo della nostra Chiesa, adunatosi a
Torrepellice nella prima settimana dello scorso set
tembre, pastori e non pastori lungamente e animata
mente discussero intorno alla stampa evangelica e in
ispecie intorno alla Luce. Se gli oratori che espressero
parere non troppo favorevole al nostro periodico credono di averci recato dispiacere, sbagliano assai.
Le opinioni non erano concordi; ma anche in quella
specie di gentile Babele noi abbiamo scorto tante ottime idee, che non possiamo se non approvare. Ci pare
che tutti 0 quasi tutti abbiano detto qualche cosa di
buono e di accettabile.
Occorrerebbe un foglio settim^ale. per i membri
delle nostre Chiese? Giustissimo. — Occorrerebbe un
foglio settimanale per coloro che non appartengono alle
nostre Chiese? Eccellente idea anche questa. Non potendo avere due giornali, accontentiamoci di averne uno
solo e facciamo in mòdo che quest’uno serva per gli
Evangelici e per quelli che non sono tali.
I Lettori evangelici desiderano copiose notizie non
solo delle Chiese estere, ma anche delle Chiese italiane,
cioè delle nostre varie congregazioni disseminate dalle
Alpi alla Sicilia? E che male c’é a introdurre nel nostro foglio notizie anche delle congregazioni italiane ?
Queste notizie non attirano i Lettori non evangelici ?,
Lo ammettiamo. Ma via 1 Chi mai al mondo legge un
giornale dalla prima riga all’ultima? Leggendo i.
giornale meglio redatto, non c’é chi non salti ogni
volta uno 0 più articoli. E non dovrebbero saltare un
poco anche i Lettori della Lucei Quel che preme é
che per tutti i Lettori ci sia in ogni numero un qualche
scritto piacevole e utile. Non esageriamo, per carità;
non pretendiamo di far della Luce il nec plus ultra
dei periodici settimanali. Noi dobbiamo ueU’opera no
stra conservarci umilissimi, e non imitare mai la ciarlataneria ridicola di chi vanta a suon di tromba scordata il proprio giornale, come se >,i trattasse di merce
da mettere all’asta.
E’ necessario dunque che ci rassegnamo aU’idea che
la Luce non potrà mai attrarre 1’ attenzione di tutti i
suoi Lettori su ogni minimo articolo 0 su ogni minimo
paragrafo compreso tra l’intestazione e gli annunzi dell’ottava pagina! ^Continua).
CAPODA.NNO
Il fieno si secca, il fiore si
appassa; ma la parola di Dio
dimora in eterno.
Isaia, XL, 8.
In quest’ora dell’anno tutto ci parla in modo
più particolare — dèlia rapida fuga delle cose. Non
più erba sulle balze delle pendici, non più fiori ad
inghirlandare le nostre case. E sulla gelida terra
volteggiano le foglie secche, morte, zimbello del
vento.
Ahimè 1 l’erba non è sola a seccare, i fiori e le
frondi non sono soli a cadere. Ecco, d intorno alle
nostre case, nel cimitero del villaggio — 0 delle
città grandi — le tombe vengono a ricordarci che
anch’essi non son più, eppure avevano la gioventù
dell’erba e la grazia dei fiori.
Quando evochiamo il ricordo dei nostri assenti carissimi, dove li cerchiamo noi?
Al cimitero ? No di certo. Ivi non è che l’involucro, una logora veste, ciò che in essi era carne
e sangue, polvere e terra.
Ma essi — proprio essi — l’anima loro dolce,
virile, credente, piena d’amore - la loro personalità insomma, quel che più si amava in essi la terra
non poteva accogliere nè tenere nel suo grembo;
essa non era degna di tanto.
Non cerchiamo dunque più nel campo dei morti
coloro che ci lasciarono. Cerchiamoli nel campo della
vita — in Cristo nelle eterne dimore ove tutto
è pace e gioia. *
' E noi stessi dove andiamo noi? verso là nfO'fte 0
verso la vita ? A tale solenne domanda faccia Dio
che possiamo rispondere ; Io so di andare alla vita.
La Parola del Signore me ne dà la «ertezza e lo
Spirito preannunzia soave al mio cuore la futura
incrollabile città delle anime nostre.
(Tolto da Vers ta paix diH. Sonlié),
DUE VIRTÙ E THE PROMESSE
per l’anno nuovo
Ecco, io sono teco, e ti guarderò dovunque tu
e ti ricondurrò in questo paese. {Gen.XXVIII, o)
Io sono piccolo appo tutte le benignitàe tutta la lealtà
che tu hai usata inverso il tuo servitore (Gen.
XXXII, IO).
Giacobbe tornava da Labano ricco di famiglia e
di bestiame. Nell’andare aveà fatto un voto : « Se
Iddio è meco e mi guarda in questo viaggio chic
fo, e mi dà del pane da mangiare, e dei vestimenti
da vestirmi, e se io ritorno sano e salvo a casa di
mio padre, il Signore sarà il mio Dio ». — Parimente, nel mandarlo, Iddio avea fatto una promessa,
anzi tre promesse... Ora il voto e le promesse sono
adempiute.
Anche a noi, cristiani, Dio ha promesso di non
abbandonarci; come anche noi abbiam fatto voto di
avere il Signore per nostro Dio. In conseguenza
possiamo a fine d’anno, far nostre le parole di Giacobbe; « Io sono piccolo appo tutte le benignità
e tutta la lealtà che tu hai usata inverso il tuo servitore ». ■ 4. 1
I. — La lealtà è quella virtù che consiste « nel
mantenere la data parola », la quale diventa legge
per chi la pronunzia, nè si può in verun modo
alterare. Ora, Iddio fa tre promesse personali a
Giacobbe e le mantiene: Sono teco — ti guarderò
ti ricondurrò.
1. — Sono teco — e Dio fu con Giacobbe, prò-
3
LA LUCE
sperando l’opera delle sue mani, liberandolo dai suo
nemici, mantenendogli la vita e la salute e arricchendolo di ogni beue. — Chi di noi può dire che
Dio non è stato eoa lui ? Avrà qualcuno soiferto la
fame : ma la soffrirono i profeti e Cristo medesimo;
e d’altronde « l’uomo non vive di solo piine ». Qual*
cuno sarà stato affi eco dalla malattia, dalla sven.
tura, dal cordoglio: ma Iddio talora mette al cimento
coloro Ch’Egli ama, e flagella il figliuolo eh’Egli
gradisce. Qualcuno forse è stato colpito nei suoi
averi, bersagliato dalle disgrazie e dagli infortuni;
ma oltreché ogni male non vien sempre per nuocere, Iddio avrà volato farci comprendere che Egli
solo deve essere oggetto del nostro amore, e che
in Lui possediamo ogni cosa. — Il dire : Sono
teco, non implica da parte di Dio che tutto debba
prosperare nei nostri interessi materiali e mondani;
Giacobbe ebbe traversie, inimicizie, afflizioni; subi
soperchierie e slealtà; pati l’arsura del di e la frescura della notte; eppure rinonosce che il Signore
è stato « leale e benigno » inverso lui. Vincere
dopo il combattimento, trionfare dopo la lotta, superare gli ostacoli, sopportare rafflizione, non ce-,,
dere al male : ecco il senso —■ che tutta l’esperienza cristiana conferma — della promessa : Sono
teco !
2. — Ti guarderò ! — Ne vogliamo unà prova ?
Ecco che siamo in vita, che siam pervenuti alla fine
di nn’altr’anno che va a perdersi nel tempo che fu.
— Eppure, come Giacobbe, abbiam viaggiato, lavorato, penato, faticato. Mille accidenti ci potevano
cogliere, che il Signore tenne lontani da noi. E con noi
ha salvaguardato i parenti e gli amici, a cui possiamo ancora augurar felicità e lunga vita !... —
Ma forse alcuno obbietterà : < Non cosi a me !...
chè Dio mi ha rapito un tesoro : il padre, la madre,
la moglie, il figlio, l’amico!... ». Sia pur cosi; ma
se tu sei cristiano, devi pur sapere che coloro i
quali vanno innanzi a noi nel seno del Padre celeste, non ci son tolti dagli occhi che per un breve
-tempo, anzi sono « guardati » là dove siam certi
ritrovarli per la eternità ! D’altronde, se Iddio ci
guarda dovunque andiamo in questo mondo, si è per
poi chiamarci a sé e guardarci dove pericolo alcuno
• aon è più da temere. ? ..
3. — Ti ricondurrò ! — Da Paddan-Aram Dio
ricondusse Giacobbe presso Isacco, suo padre, in
Canaan: or quanti esuli, in ¡jqaest’anno, hanno riveduta la patria; quanti figliuoli, prodighi o non prodighi, son tornati sotto il tetto paterno; e quanti
sono scampati alla morte, dalla quale non si fa più
ritorno! — Ma noi, cristiani, sappiamo che questa
terra in cui viviamo è un esilio anziché una patria :
la nostra Canaan é nel cielo, il paradiso è la nostra
città; sappiamo che, essendo nati da Dio, torniamo
a Dio. Si — quel che il mondo chiama « morire »,
per noi é una « tornata a casa ».
IL — La benignità consiste nel concedere per
bontà ciò che non si potrebbe per giustizia : or questa
virtù splende sovra ogni altra in Dio, Iddio é amore !
Si può esser leali e non perciò esser benigni : ma
Iddio é l’uno e l’altro. La lealtà é una sola, ma le
benignità sono molteplici. Noi ci affideremo adunque
insieme alta lealtà e alla benignità di Dio.
Invero, Egli fu inverso a noi paziente, clemente,
longanime. « Egli non ci ha fatto secondo i nostri
peccati, non ci ha venduta la retribuzione secondo
le nostre iniquità ». Quanto è bassa la nostra piccolessa dinanzi a Colui che si compiace di chiamarsi Un gran Perdonatore !
Perciò, sul chiudersi di un anno, durante il quale
abbiamo esperimentata la grau bontà di Dio, non ci
resta che umiliarci profondamente al Suo cospetto,
chiedergli perdono delle nòstre colpe infinite; professargli tutta quella gratitudine e tutto quell’amore
di cui i nostri cuori sono capaci, ed implorare il
soccorso del suo buono Spirito, ond’essere nell’avvenire più ricchi di fede e di buone opere, più zelanti e più devoti al suo servizio !
0 Signore, sasiaci ogni mattina della tua benignità, aèciocchi giubiliamo e ci rallegriamo
tutti i nostti ¿fi. (Sai. XC, 14). Y.
3 magi
Oh dov'è, dov'è il mio Re ?
10 lo cerco con sospiri...
Ch’io lo trovi, ch’io lo miri,
Ch’io l’adori là dov’è.
Egli solo è il mio Signor,
E quest’anima che lama
Più non vuole, men non brama
Che l’amato Salvator.
Per Lui spasima il mio cor :
Su la croce o sovra il soglio
Adorar del pari io voglio
11 diletto Redentor.
Vista un di sua stella fu
Da li Magi d’Oriente:
Sotto piova 0 Sol cocente
Ricercarono Gesù,
Valli e monti^ fiumi e mar
Traversàro que’ sapienti.
Ma non fìirono contenti
Fino a che non lo trovar.
Per me stella è l’Evangel,
Che mi parla di salvezza.
Che m’inonda d’alleg'rezza.
Che mi guida a Emanuel.
Non può l’anima appagar
Il vedere stella o segno.
Ma Gesù eh’è solo degno
D’ammirare e d’adorar.
0 Gesù, Gesù, mio Re,
Deh! trasforma questo petto
In un tempio santo, eletto.
Tutto grazia e piep di Te.
G. C. fllauget>l
«■
-JL.
T(eminiscenze "
Eravamo, da pochi giorni, arrivati nella Colonia.
Firenze, Napoli, Porto Said erano ancora scolpite
nella nostra memoria : avevamo appena fatto un giro
per le viuzze strette ed ineguali di Massaua ed eravamo venuti alla Missione Svedese, posta tra 0tnmlo e Moncullo, in mezzo alla pianura, a cinque
chilometri dal mare. Avevamo avuta la più lieta e
cordiale accoglienza da quei signori dal « soprabito
attillato e dalla barba fluente », come li chiamò
Ferdinando Martini, e da quelle gentili signore. Sul
piroscafo, qualche passeggierò, evidentemente male
informato, ci aveva prevenuti sfavorevolmente verso
quei missionari protestanti.
Dovemmo però subito ricrederci, se mai il dubbio
avesse penetrato il cuor nostro : non trovammo in
loro quei visi arcigni che ci erano stati descritti,
non quell’aria arrogante, né qneU’untnosità ipocrita
che vi allontana fin dal primo incontro ; anzi quella
bonomia, quella naturalezza di chi aiempie coscienziosamente il suo dovere senza vanità, senza spavalderia, pronto a sacrificar la vita per una causa
che crede santa, per un Dio che dà la forza a chiunque vuol servirlo fedelmente.
Era il giorno di Natale. In Colonia si parlava di
feste e ricevimenti che venivano allestiti al Comando,
al Circolo degli Ufficiali, alla birreria, al caffè.
Tutti cercavano di passare il più allegramente che
fosse possibile quei giorni che parlavan loro della
casa, della famiglia, degli amici; ma forse non dicevan loro nulla della stalla di Ketlemme, dell'inno
angelico udito venti secoli or sono nelle campagne
della Giudea. Bisognava ammazzare il tempo, dimenticare e forse stordirsi.
Laggiù, nella loro casa di Ras Mudar, i frati fran
cesi radunavano i loro adepti intorno ad un presepe
in cui si vedeva un Gesù bambino di cera, circondato dalla Vergine, da S. Giuseppe, dal Battista e...
dai .soliti quadrupedi om-chiuti e cornuti.
Gl’indigeni, per io più arabi, non si curavano di
Gesù nè della madre sua ; essi ripetevano ogni sera
ed ogni ni.attiua le lo:-o preghiere ad Allah, prostrandosi nella polvere, salutandosi rumorosamente
ed in cuor loro maledicendo quei... di cri.stiani.
In una gran sala, al primo piano dell’edificio principale della Missione Svedese, arrivavano a gruppi
i fedeli ed un centinaio tra ragazzi e ragazze : abissini, sudanesi, galla, antichi schiavi liberati, ovvero affidati agli svedesi dai loro genitori. Tutti sedettero sull’impiantito di legno intorno ad un piccolo
albero illuminato da candeline di vario colore, cantarono inni a Gesù, recitarono brani del Vangelo riferentisi alla nascita del Redentore, udirono in silenzio uno 0 due discorsi, btevi, semplici, aventi per
iscopo d’invitar gli alunni a dare il loro cuore a
quel Salvatore, non più bambino ma morto, risorto e
seduto alla destra del Padre ove regna ed ove chiama
tutti a sé, piccoli e grandi, bianchi e neri, appo cui
non vi è riguardo all’apparenza delle persone. Dopo
una preghiera, pronunziata dal Direttore, i bambini
furono chiamati per nome e ricevettero un regalino,
preparato per loro dalle agili dita di signore, amiche
dell’opera, durante le lunghe veglie invernali nella
lontana Svezia. IW.
Redenton... per modo di dim
Per parlar del fatto, è un po’ tardi, ma quel fatto
involve qnistioni che pur troppo sono sempre di
attualità.
Avete tenuto dietro al processo Cifariello ? Si
tratta di questo, in due parole : uno scultore più o
meno celebre, s’innamora di una bellissima cantante
da caffè-concerto, e poi, per redimerla, la sposa. La
redenzione in che consiste ? In orgie in beghe e
liti continue, in mali trattamenti, finché obbliga la
consorte a far l’affittacamere e finalmente, stanco
di essa e fingendo esserne geloso, per finir di redimerla l’amsmza nel sonno upu cinque colpi (Ìi rivoltelia. L’istruttoria, Benché iì reo sia confesso,
tira in lungo per più di tre anni ! ! Il dibattimento,
diretto dall’ imputato e cominciato due volte e in
sedi diverse, si protrae per molti mesi, tra baruffe
di avvocati, sdilinquimenti e colpi di scena e piagnistei e imprecazioni dell’accusato, a cui si usano
tutti i riguardi possibili, e viaggi da Gampobasso a
Napoli per visitare la stanza ove il delitto fu compiuto, e esumazione di tutti i particolari, editi ed inediti perfettamente inutili, della vita della povera morta
e del suo illustre assassino, finché la turpe commedia che ha disonorato un’ altra volta il cosi detto
tempio di Temi, ha fine con una trionfale assoluzione accompagnata da applausi e da sparo di mortaretti.
Pubblico ministero e avvocato difensore si abbracciano commossi, l’imputato versa per la ennesima
volta le sue lagrime nel panciotto de’ suoi patroni e poi sviene, perchè molto sensibile, e tutti
se ne vanno a passare in famiglia il S. Natale, lieti
e soddisfatti dell’opera compiuta !
Ebbene ? che c’è di strano ?
Non è forse questo un processo come tanti altri
e non aveva diritto Cifariello di entrare nel numero
degli eroici uccisori di donne mandati assolti dalle
nostre giurie colte e morali ?
Non c’ è qui nulla di nuovo, è vero ; ma se una
volta ancora alzo la voce, e vorrei che fosse un
tuono che si ripercotesse in ogni angolo della penisola, è perchè in questo più che in altri processi
consimili si sono rivelati, e nei procedimenti giudizari e nelle teorie sostenute con grande eloquenza
da avvocati difensori e nell’ ambiente morboso formatosi attorno all’imputato e nel fatto stesso, tali
aberrazioni morali, tale anarchia riguardo a ogni
retto principio, tali abissi di corruzione e di turpitudine da mettere spavento.
4
LA LUCE
Dopo il marchese Bisogni, a pochi mesi di distanza, F. Cifariello ! Nei due casi, assolnzioni trionfali, ovazioni, sparo di mortaretti in onore di sì illustri concittadini !
Ebbene, noi gridiamo tutta la nostra indegnazione
e in faccia a tale giustizia e ai suoi corifei buttiamo
la nostra protesta, il nostro disgusto. E’ necessaria
una insurrezione delle coscienze, altrimenti l’Italia
se ne va in sfacelo e si ristabilisce il regno della
barbarie.
Non invoco nè capestri, nè ergastoli nè segrete
ma il semplice rispetto della vita umana... anche
per le donne che si vogliono redimere !
Ma in Italia siam giunti a questo : per una semplice ferita, magari lieve o per un furtarello, si va
in carcere e vi si sta anche a lungo ; se si vuole
essere assolti, bisogna ammazzare ! Sopratutto donne,
e a tradimento, mi raccomando !
Permetteranno gli onesti, e sono in gran maggioranza, che la duri cosi indefinitamente ?
Enfieo f^ivoipe
Un nuovo libro su Savonarola ?
Si annunzia che il prof. Schnitzer, dell’nniversità
di Monaco, noto per le sue idee moderniste, si recherà, quanto prima, in Italia, nell’inteiito di raccogliere documenti per un libro che prepara su Savonarola.
Egli intende rispondere al capitolo dedicato al
forte ribelle dal Pastor, nella sua storia della Chiesa.
Questo storico, nel trattare delle contese fra Savonarola e il papato, rimproverò al primo di aver
dichiarato che preferiva obbedire alla sua coscienza,
che non a un papa quale Alessandro "VL Secondo
il Pastor, questa dichiarazione avrebbe un sapore
di subiettivismo protestante, non essendo lecito alla
cosciènza individuale di ribellarsi all’ autorità detta
Óifeàà. Ora, secondo le vóci che corrono, lo Schnitzer,
nei hào nuovo libro, avrebbe intenzióne di rivendicare la memoria (sic) del grande domenicano é tti
giustificare il suo rifiutò di obbedire àgli órdini di
Papa Bojrgia.
AdUnìiUe sarà riaperte, la questione, che tanto ha
già affaticato gli storici, dei rapporti tra il Savonarola e la Riforma protestante. Vi sono autori indipendenti, cioè nè cattolici, nè protestanti, i quali
sostengono che il Savonarola non è neppure un precursore della Protesta del secolo XVI.
A proposito del Villari, non è fuori luogo ricordare quello che, tempo addietro, scrisse Raffaele
Mariano : « Che questo grande e forse unico rìfórMatore nostro (il Savonarola) dovesse proprio avere
Ini (il Villari) per biografo è strano e deplprevòlè.
ÌMà, poiché si fu posto all’opera, era naturale, che
dalle mani del Villari, venisse un Savonarola non
vero ; un Savonarola, che, non ha più nulla deirintimo contenuto della coscienza e della vita sua : un
Savonarola, quale il neo guelfismo lo immagina guastato e contraffatto da un pensiero preconcetto e
da angusti criteri ».
Ora il Savonarola ha professato principi essenzialmente protestanti, poiché rivendica la libertà del
giudizio individuale, che è alla base del Protestantesimo, e il libero esame in obbedienza a Dio più
che agli nomini. Basti ricordare certe caratteristiche
sentenze sue : * Altro è obbedire alla Chiesa, altro
obbedire al Papa... Il Papa non può comandarmi contro alla carità o contro al Vangelo... Quando lo facesse io gli direi : Tu non sei pastore, tu non sei
Romana Chiesa, tu erri... »
Protestò contro la scomunica che lo colpiva con
queste parole : « Il sottomettersi ad ogni sentenza
è asinina pazienza e codardia da coniglio ». < Il
papa non ha, come Dio, potestà sopra il cielo e la
terra : » « doversi quando è ingiusto, resistergli dapprima con mansuetudine, ma poi con animosa libertà ».
Inoltre il pensiero religioso del Savonarola come
riformatore sta racchiuso in queste parole : « Predico la rinnovazione della Chiesa fondandomi sulla
Scrittura » : « Io ti avviso, o Italia, che niente ti
può salvare se non Cristo ».
Raffaele Mariano ha trattato la questione savonaroliana con la sua consueta profonda erudizione
nella Nuova Antologia (1® giugno 1903^. Egli, ad
esempio, scrisse che il Savonarola professò una massima schiettamente cristiana ed evangelica contraria
diametralmente alla dottrina del cattolicismo di Roma
e dalla Curia papale, cioè la massima della diretta
comunicazione dell’anima cristiana con Dio, per cui,
quantunque dalla Chiesa condannata e maledetta,
essa può con fiducia sperare in lui, e rimettersene
nella sua divina grazia, e, per la mediazione di Cristo, trovare appo lui giustificazione e salute.
E invero qui sta la fondamentale divergenza tra
il cattolicismo e il protestantesimo. Nel primo non
si può andare a Dio, senza la Chiesa, senza i sacramenti che operano in maniera magica, mentre
nel secondo, conformemente al Vangelo, il Cristo si
presenta all’anima credente come l’unico mediatore
per ottenere le divine grazie.
Enpieo fHzytxiev
Chi è cauLsa del seio mal...
I due scogli nei quali vanno spontaneamente a urtare un numero stragrande di giovani ed anche di
vecchi chiamansi : alcooUsmo ed immoralità ambedue cause primarie di tubercolosi, nevrastenia, ecc.
Se a questo aggiungiamo il gioco, che è anche una
immoralità, avremo la spiegazione dei tre quarti dei
casi di miseria e di malattie.
Noi evangelici dobbiamo, e colla parola e coll’ esempio, insegnare ài nòstri connazionali che la grazia di Dio salntifih per’ tutti gli viomihi è stata
manifestata, insegnandòiCi a rinunziare all’ empietà
ed alle mondane enpidigie e a vivere nel presente
secolo secóndo sapienza, giustizia e pietà » Tit. 2.
V. 11 e 12.
L’illusione del socialismo, ad onta di tutto quello
ch’egli ha tolto di buono al Cristianesimo, è di credere, che basti una colazione (o magari rivoluzione)
sociale per render tutti felici. Evoluzione e rivoluzione ci vogliono ma anzitutto individuali : rinunziare aU’immoralità, all’alcoolismo, all’abuso del tabacco, al gioco del lotto pubblico o clandestino ecco
quattro gradini importanti della ’scala che può inalzar l’uomo verso uno stato migliore. Incredulità,
intemperanza, gioco, immoralità ecco le quattro sorgenti avvelenate alle quali a lunghi sorsi beve la
povera umanità che non vuole aprir gli occhi per
esser salvata.
P. C.
L’avvenire del Socialismo
La Bevue da Christianisme Social nel suo numero di Dicembre contiene un notevole articolo
suirìnteressante argomento : L'Avvenire del Socialismo. Dopo di aver discorso della natura fondamentale del Socialismo e delle sue varie ramificazioni
quali si sono manifestate a traverso i tempi, l’articolista conclude che l'evoluzione sociale si continua
nel senso opposto a quello che aveva profetizzato
Carlo Marx, « il grande Marx » il « più grande
pensatore che abbia avuto la scienza dopo Ricardo »
come scrive l’économiste Achille Loria dell’Università di Torino. Onde il Marxismo, che, fino a
poco tempo fa, si presentava fra le concezioni socialiste come la sola scientifica e come quella che
si confondeva col socialismo stesso, ha finito di esistere. Il prof. Antonio Graziadei, socialiste, polemizzando con l’on. Claudio Treves scriveva nell’A p««///
(7 Ottobre 1908). « Le sue teorie (del Marx) teorie
del valore, del profitto, del salario, del concentramento delle ricchezze, della sovrapopolazione, della
miseria crescente, sono ormai cadute in modo irri
mediabile. » E questo si può dire di quella qualunque
forma di socialismo che si perde nelle formule puramente astratte e dottrinali. 0> amai si è convinti che
le instaurazioni socialiste che sconoscono la necessaria preminenza dell’individuo snU’organismo sociale, intralciano il progresso e impediscono all’organismo sociale di evolversi e di perfezionarsi.
Avrà invece per sè l’avvenire quella forma di
organizzazione sociale, in cui saranno rispettati l’individualità e la personalità umane nelle loro massime come nelle minime estrinsecazioni ; in cui la
cooperazione riuscirà a affratellarsi sempre ^iù i
membri componenti l’umana famiglia; in cui alla
lotta delle classi si sostituerà invece la collaborazione delle classi per assicurare il progresso comune.
E qui la scienza economica si accorda con l’Evangelo. L’economista Maffeo Pantaleoni scrive che
mentre il sistema socialista è l’ideale dell’accentramento in ogni forma, ad ogni costo, per contro, il
sistema individualista! è il riconoscimento economico
e sociale del carattere d’uomo in ogni individuo.
Che dice l’E vangelo ?
Dio, padre delle creature umane, le chiama individualmente, non vuole che niuna di essé perisca.
I cittadini del regno di Dio sono reclutati uno ad
uno : ninno vi può entrare se non alla condizione
di essere diventato l’uno di questi « aggravati »
che lo cercano, l’uno di quei « violenti » che lo
sforzano in qualche modo. Dio, anzi tutto, cerca di
salvare gli individui, e per mezzo di essi la Società.
Ogni figlio di Dio, quindi riveste una dignità ed un
valore proprio. Dio sviluppando in noi la coscienza
individuale mette in rilievo la nostra personalità.
D’altra parte, l’Evangelo è scuola di fratellanza.
Gli uomini devono amarsi gli uni gli altri, e sono
chiamati a cooperare insieme per raggiungere il
comune bene.
Ora si trasportino questi concetti sul terreno economico e sociale. Riusciremo allora alla grandezza
della vite collettiva, rispecchiaiitesi nella società :
grandezza che non può risultare daH’annientamento,
ma daU’aggruppamento dei potenti interessi individuali. " :
In conclusione, se per socialismo s’intende una
forma di assetto \ so jìàle fondata su formule a.stratte
e dottrinarie che noà si potrebbero in ninn modo
tradurre in pratica, non isi può parlare del suo
avvenire, perchè fin d’ora, è seppellito. Se invece
il Socialismo va inteso come sintesi ed essenza di
tutte le aspirazioni verso il miglioramento continuo
ed integrale deU’umanità, esso rimane e incessantemente diviene. Ma non sarà più il Socialismo come
oggidì è inteso, sarà invece l’avvento di una sana
ed educata democrazia. E. m.
per là JyîôraJe
Il Ramo ticinese della Federazione abolizionalista
ha deciso di tenere il ^ Gennaio p. v. nella palestra
comunale, gentilmente concessa una pubblica conferenza
alla quale vengono invitati le autorità governative éd
anche il vescovo. Qnàll Oratori vennero invitati il
Pastore Calvino e il Prete Dr. Pometta, i quali hanno
accettato. P. C.
Balleria scientifico-PBlifliosa
Michele faraday (1791-1867)
E’ uno dei più grandi chimici del secolo scorso,
e, secondo il chimico Domas « lo scienziato più eletto che siasi mai annoverato fra i soci dell’Accademia delle scienze». E’ noto specialmente per le
sue ricerche sull’elettricità relativamente alle correnti d’induzione. Fu altresì un credente convinto,
e non si vergognò dell’Evangelo di Cristo che anzi
predicava, con umiltà di apostolo.
Nelle sue stesse lezioni ebbe sempre cura di far
risaltare le meraviglie della natura, le quali « conducono a pensare a Colui che le creò : » Il suo pensiero intorno ai rapporti della scienza con la fede è
espresso da queste parole che si leggono in una
sua lettura sopra « redacazione della mente »:
5
« Non vidi mai nulla d’incompatibile tra le cose j
«he sono nei limiti della capacità dell’uomo e quelle
superiori... ch’egli non riesce a cono.scere per la sola
forza della mente ».
Ernesto Naville. in una delle sue conferenze (la
quarta) sul Padre Celeste, ricorda la dichiarazione
del Faraday; «Anche nelle materie terrestri, io
stimo che le perfezioni invisibili di Dio, la sua po
tenza eterna e la sua divinità, si scorgano come averle sott’occhio, fino dalla creazione del mondo,
quando si contemplano le opere sue ».
Lo scienziato Augusto de la Rive nel suo cenno
sopra Faraday, cosi scrisse : € Le cristiane convinzioni di Faraday occupavano un largo posto in tutto
il suo essere Non era già negli argomenti scientifici ch’egli cercava la prova della sua fede ; poiché
le rinveniva in quelle verità rivelate alle quali )-iconosceva non potere la mente umana innalzarsi
da sé sola, quantunque stessero secondo lui, in bella
armonia con gl’insegnamenti della natura e le meraviglie del creato. Faraday aveva ben compreso da
lungo tempo e con ragione che le conclusioni scientifiche, cosi svariate e mutabili, non forniscono aU’uomo
una base solida inconcussa delle sue convinzioni religiose ; ma aveva pertanto dimostrato col suo esempio che la risposta migliore, che lo scienziato
possa fare a coloro i quali pretendono che i progressi della scienza siano incompatibili con siffatte
conclusioni, è quella di dire : Eppur sono cristiano I
E. m.
I
LA LUCE
La Dottrina Cristiana spiegata al Popolo
L’Evangelo preparato - Il Buddisroo.
D. — Chi fu Budda ?
E. — Biidda — cioè'l’illuminato, il chiaro — fu riformatore presso i bramini nel sesto secolo prima di
Cristo. Era della famiglia di Sàkja, principi regnanti
indiani, onde è detto anche Sàkjamuni. Egli passò la
sua gioventù in una reggia, ma tutto quel fasto non
potè far pago il suo cuore. A 29 anni si fece eremita,
studiò con grande amore le Sacre iScritture indiane;
s’inflisse crudelissime penitenze; e con tutto ciò non
potè trovare il riposo che cercava, nè la libérazioue
dal male. Ad un tratto, ,doi>o una inatte p'assà|à in contrasti ed angoscio spirituaTi, si sèn^''., ilIu¥Ìhato dalla
luce della scienza ». Eiconobbe che le penitenze corporali non possono condurre alla salute, le cause del male
non essendo nel corpo, ma nell’anima; e che quindi la
redenzione non può ottenersi che con lo spirito di
abnepzione spirituale e di rinunzia al mondo. Ebbe
molti discepoli, che si riunirono in sòcietà particolàri
€ SI separarono a poco a poco dai bramini. Il buddismo
si propagò nel Tibet, nella Cina (doVe Buddà è chiamato Po) ed in altre parti déll’Asia. Là mòralè buddista fu più tardi soffocata sotto vane pratfche materiali, fino al punto di affidare le preghiere a mulinelli
che le fanno girare intorno intorno davanti all’idolo.
Il culto degl’idoli e delle reliquie è penetrato anche
presso i buddisti i quali hanno, inoltre, frati e monache che vivono in conventi. Budda, quale la più alta
intelligenza, fu innalzato al posto dell’Iddio supremo
e il Dalai-Lama, gran sacerdote buddista nel Tibbt, viene
adorato come un dio in forma umana.
D. Indicate qualche aspetto morale del buddismo. ),
E. — Budda è pieno di tenera compassione per gli
sfortunati. Nei suoi insegnamenti si involge a tutti indistintamente senza riguardo alla qualità dellè persone.
Nella sua predicazione, il riformatore esortava all’amore
alla beneficenza verso tutti, all’abnegazione di se stesso!
Prescrisse anzi tutto ai suoi discepoli i cinque comandamenti seguenti:
1- Non uccidere ciò che ha vita.
2‘ Non rubare.
3- Guardati da ogni incontinenza.
4' Non mentire.
5’ Astienti da ogni bevanda inebbriante.
A questi comandamenti se ne aggiungono molti altri;
ma Budda insiste soprattutto sul dovere per l’uomo di
reprimere ogni desiderio per giungere alla beatitudine
del Nirvana.
D. Qual'è la posizione del Buddismo rispetto al
cristianesimo ? (1),
Esso oltre a quella relazione generica per
la quale tutte le religioni vanno a metter capo al Cri
stianesimo come alla sintesi ed unità della rivelazione
divina nel mondo — possiede certi elementi specifici
che lo connettono più intimamente col Cristianesimo
stesso e ne fanno come un antecedente diritto di
questo.
D- ~ AccenTiate ad alcuni di questi specifici elementi di contatto fra Buddismo e Cristianesimo.
E. Secondo Budda, il lavoro della redenzione deve
attingere la sua forza e il suo essere non dalle opere
esteriori le quali possono al più valere di suissidio e di apparecchio — ma delle dispozizioni interiori
della coscienza. Bisogna, secondo lui, non scambiare
1 apparenza con la sostanza e non tenersi appiccicati
all’estrinseco, poiché la salute non può venire che dal
di dentro. Ad un bramino che per mortificarsi facevasi
delle ustioni sul corpo, un devoto buddista avverte:
* questo non serve a niente ; per giungere alla perfezione bisogna bruciare solamente l’ira del cuore » La
redenzione — insomma — è intesa dal Buddismo come
un processo che ha da compiersi nell’intimità del volere, e come tale è accessibile ad ogni uomo. Nè è da
cercare come uno sfogo di fede e di convinzione astratte senza addentellato nelle realtà: la verità redentrice s’è rivelata in una viva persona umana ; Budda
ne porge 1 ideale attuato e l’esemplare imitabile ; egli
è il mediatore della redenzione. Così, il Buddismo presenta i caratteri di una religione redentrice, ed universale.
D. — egli vero che Budda abbia fondata una
religione ateistica, la religione del nulla ?
E. Niente affatto. Sulla base del nullismo non si
lascia edificare alcuna religione, lì Nirvana è bensì
estinguimento, ma non estinguimento nel nulla. Budda
non ha rivelato se il Nirvana conduce al nulla, ovvero
ad una nuova forma di essere. La risposta del Buddismo a questo riguardo suona non già negazione ma
sospenzione a riserva. Il Nirvana accenna bensì ad uno
stato di coscienza in cui il volere, separoiosi dal mondo.
SI chiude in un’assoluta atarassia, in un’intera quiete
mdifferentistica che è esclusione totale di ogni volere.
~ ™^%*‘^do queste magagne — non è esclùso
Il di là, UQ è detto che questo È'^ ^nienie. Il Nirvana
cioè il niente, Yestinguimento — è riferito àlià
Maja, cioè all’esseVe fenomènico ed illusionistico del
mondo ; E’ insomina la negazione assoluta non già del1 essere, ma dì quelTessere sensibile e fenomenale-cluó
è il mondo. In altri tèrmini, il Nirvana è il non —
essere del mondo. L’assoluto non'è l’essere e neppure
il non — essere empirica, E’ un’erre per cui il pensiero non ha nessena categoria, è-il linguaggio nessuna espressione. In questi plafeiti vi gOiio= certo molte
magagne e gravi contràdiziònì vedasi quésto, Il libro del Mañano àii cui stiamo qui riasSùmendò alcune
pagine — tuttavia Budda non fia fatto del niente il
suo Dio, e il termine finale del suo Nirvana non è l’estinguimento nel nulla.
uno degli aspetti sotto i quali ü
Buddismo apparisce come preludio del Cristianesimo,
del Ss."” » e-Perdmenlo
E. Uno di questi aspetti (Ì. il pessimismo. E’ dolore tutta quanta la vita: questo il téùia'semplice ed
originario di Buddà. Ora il peBsrmismo è «otBfè il priìflo
impulso alla religione, e quindi %nd dèi fattóri ' della
coscienza religiosa. GoL pèssìÉiàtno è Md^ T àfilnno
pei mah di cui la vita è piena e il cordoglio pei- la
Corrtaioue e depravazione del mondo. E l'af^ao e il
cordòglio, al punto di massima acutezza, inducono la
coscienza e ripiegarsi sopra di'^‘ a riconqséefe chela
radice dei mah e della còrriizione sono dentro di essa :
donde viene la spinta a trascendere la cerchia della
labile esistenza empirica e colio-carsi in un mondo in
cui le dissonanze del presente si chetano ed appaiono
superate ; e questo è il mondo della religione. Però la
intuizione buddistica che si circoscrive ad annunziare tutta la vita esser dolore, è una religione a metà,
che s arresta agrinizi, al morùento privativo e subbiettivo e VI si fossilizza. Pei- contro, il Cristianesimo,
pur facendo della veduta pessimistica il presupposto
suo essenziale, la subordina ad una suprema finalità
divinamente e spiritualmente ottimistica. Il mondo e
1 suoi piaceri sono bensì core caduche e vane, ma
secondo il cristianesimo - dobbiamo servirci del mondo
pur senza farci dominare da esso, anzi dominandolo :
« la vhtoria che ha vinto il mondo è la fede nostra ?.
Ottimismo trascendendente ed immanente insieme, per
CUI il mistero dell’esistenza va bensì a risolversi in
una condizione di beatitudine e di santità nel mondo
aturo, ma si riperquote, non pertanto e riverbera praticamente e beneficamente già nel presente.
« •~pera„e.,0 di "Ztd
etirn rr " ^ Ideilo dell’ideale
ICO. Gl insegnamenti morali di Budda adombrano e
fanno presentire quelli sublimi del Cristo Nello «co
ÌeShà1;irid“^'^'?''r° distacco^!
egatività dell ideale etico di Budda.lufatti la redenzione
ne U rid.“. n
TOlere » non volere piò nulla, ,d un impassibile qnletismo
«umd.. preeete, dell. dell, ben.acenzt ZmZ
on diveu^no forza morale operosa che investa il mondo
e lo costringa. Cosi è ohe tntfa i i- • “Ondo
si conclude nel m'?; Ì ‘otta la religione di Budda
..... ^ ^ rigido ascetismo monastico Ora
lopi'rs ■‘“"•i-rt“
Li CrisTnon e“ etico
^"SoO non e ideale ascetico nè quietistico non
passivo nè negativo, ma attivo. Grazie al «nnL
Ideale etico, le nazioni cristiane tengono il pHmtò
nel mondo, , „!«,« . eris.ianlBl si aon ,a„l
(Eiassunto ual Mariano).
u i.
cruLtrrf »-»ó.
Valdesi d’Aimerloa
Siportiamo alcani brani da una lettera dei simori
Porneron d, Iris («Ionia Vaidense), e ringrazino
vivamente la gentile persona che ce li volle fcvóPire.
« Dopo un lungo viaggio di 19 giorni eccoci
finalmente a Bnenos-Ayres. La città di Bnenos-Ayres
sp endida, una vera città europea, con magnifiche
botteghe ricche di tutto quello che si può desiderare.
il domani di buon mattino bisognò prendere un
piccolo battello « La Luna » che ci condusse a
Colonia del Sacramento... A Colonia dovevamo prendere il treno per Rosario, ma ci dissero che non
sarebbe partito che due giorni dopo. Fu giocoforza
noleggiare una vettura e goderci 7 ore di sballottio
attraverso strade impossibili in rasa campagne ondulata, sì che pareva d’esser sttllè montagne russe.
Nelle immense pianure ehè attraversavamo pascolavano tranquillamente greggi iihéri di vacchè è di
cavalli. Appariva di quando in qdando una fatterià,
0 un gruppo di encaliiiti ó ^di ’salici piangenti, h
c era dovunque una varietà ì?nmènsa d’nccelli tatti
bellissimi e in terra dei cÌnffi di verbene.porporine
d un effetto magnifico.
A Rosàrio, dove credevamo* di fermarci per passarvi la notte avemmo la gradita sorpresa di trovare il sig. Hngon e il sig. Léger che ci eran
venati incontro e che ci persuasero a proseguire
fino a Colonia Valdese.
La domenhià 1» novembre vi fa la celebrazione
della festa rel^iosa a Colonia. Vi furono dne calti
a La Paz chli^m ima àd un’ora di distanza da
Colonia Non avrei mai credute di trovarvi tanta
gente. Si poneva benissimo imaginare di trovarsi in
una delie nostre parrocchie Valdesi tanto tutti quei
volti sembravano noti e famigliari.
Nel pomeriggio vi fa il culto a, Colonia. Il tempio
contiene circa'SOO persone, ma qnei giorno véne
erano^almenó TOO... All’a?cita ci fn nn'affettaoso
scambio di salati. Com’era divertente lo spettacolo
® partivano... Certo
alle Valli questo non si Vède. Centinaia di veicoli
scortati da una folla ;ài giovani e di ragazze a
cavallo... Era un curioso spettacolo davvero.
II lunedi festa per i bambini in un bosco di lauri
salle rive del Rio della Piata...
Non ci recheremo direttamente a Iris, ma visiteremo prima le varie chiese a Cosmopolita, a Artilleras, a Tarariras ece.
Qui le case sono tntte d’nn sol piano, ed hanno
tutte una veranda: fiori di ogni specie crescono a
cespugh; 1 gerani formano delle siepi profnmate,
d un effetto splendido. Qui tut#p cresce prodigiosamente. ■
Gli orti posseggono i nost^Heri fruttiferi del
Nord coi frutti del mezzogioj¿q.
6
LA LUGE
Corriere J^ord-Rrnericano
È davvero confortante lo spettacolo delle varie Chiese
Evangeliche negli Stati Uniti d’America che lavorano
attivamente aH’evaugelizzazione degli emigranti delle
varie nazioni ; Russi, Ungheresi, Polacchi, Italiani, Cinesi ecc. Gl’Italiani sono oggetto di cnre e simpatie
speciali.
Ebbi l’onore, il 28 novembre scorso, di rivolgere la
parola a tutti gli stndenti della Teachers Training
School, egregiamente diretta da un. cristiano di gran
cuore, di coltura eccezionale e di gentilezza invidiabile, il Dr. Wilbert White.
Vi sono in quell’istituto 121 studenti che si preparono per l’opera evangelica e che rappresentano 12
nazioni diverse.
Gl’Italiani sono 27, fra cui tre donne, e il Direttore
del dipartimento è l’egregio sig. pastore Roberto Walker
cosi favorevolmente conosciuto dagli evangelici d Italia)
in mezzo ai quali lavorò come pastore per ben trent’anni. Oltre a quest’ Istituto, altri 9 giovani di buone
speranze si preparano per il ministerio evangelico sotto
la guida di un caro amico mio, il sig. Antonio Man
gano, pastore a Brooklyn.
Inoltre, altri 14 giovani italiani studiamo nel cui
legio teolog'co di Bloomfield N. Y.
Rallegriamoci di queste vocazioni e conversioni fra
i nostri connazionali e preghiamo che l’opera loro riesca a promuovere un risveglio religioso fra i nostri
emigrati italiani.
Il 24 nov. io casa di Miss Ogden Butler, un’ amica
fedele dell’Italia e della Chiesa Valdese, si riunivano
oltre trenta signore, rappresentanti di altrettante chiese
di New-York e componenti rA/Merica« Waldensian Societg, per udire le buone notizie che il Sig. V. Alberto
Costabel, pastore Valdese, ed il sottoscritto delegati
della Chiesa dei martiri per gli Stati Uniti d’America
avevano da comunicar loro. L’adunanza fu molto iuteressante e benedetta. E’ anima della Waldensian Societg di New-York. Mrs. Gilbert Colgate, amabile, modesta, attiva, benefica.
Io questa settimana, dal 2 all’S dicembre, sono a
donati in Filadelfia, i membri del Consiglio Federale delle
Chiese di Cristo in rAmerica, 400 rappresentanti di
trenta varie chiese evangeliche di questo paese.
Lo scopo è di "esp^mere la comunione ed unità cattolica della Chiesa Criatiana, di promuovere un’influenza
più larga delle Chiese Cristo in tutto quanto riguarda
le condizioni morali e sociali del popolo, in modo da
assicurare rappiiòaiiione della legge di Ciisto in, ogni
relazione della vita nnaana.
'Kof. Alberto Clot, past. Vald.
P. S. Ho ricevuto da varie parti d’Italia, da Tenda,
Pordenone, Rieti ecc; parecchie lettere di genitori che
mi dànno gl’indiri'zzi dei figli iu America. Grazie a
tutti, di cuore ! Se Iddio mi dà salute, spero a suo
tempo, di soddisfare il desiderio di ognuno.
A. C.
in Chiesa. Tanto l’uno che l’altro riuscirono oltreraodo
scrii, commoventi, edificanti. Certamente, Dio, nella Sua
Sapienza infinita trova sempre il modo di convertire
il male in bene ; il dolore — anche il più intenso e
profondo — in gioia ineffabile e divina ; le tenebre in
luce folgorante ; la morte nella vita !... « 0 morte, ov’è
il tuo dardo » ?■'.
La fanciulla non è morta : essa vive !, Vive della
vita e nella vita del Signore Suo Salvatore, suo Creatore e Padre ! Paris Metani
CINEMATOGRAFIA UMANA
Cna crisi d’anima
Salice piaageate
Da due anni a questa parte il nome dell’ex-gesuita
P. Giorgio Tyrrell si è fatto più volte sentire in In.
ghilterra ed in Italia. Il suo conflitto col Papato, non
è stato un conflitto volgare, perchè il Tyrrell non
rappresenta già una passione, ma un’idea. Gli è per
questo che il cardinale Mereier, Arcivescovo di Malines, si è degnato di scendere in lizza contro di lui
e di vedere nel Tyrrell il capobanda dei tanto abborriti modernisti.
Ho detto che il Tyrrell non rappresenta già una
passione, ma un’idea. E quale? Che cosa è oggi dal
punto di vista religioso l’ex-gesuita Tyrrell? E’ egli
cattolico? anglicano? evangelico ? razionalista ? ateo ?
In questi ultimi mesi egli ha scritto un libro di
battaglia, dove ha avuto agio di esporre le sue idee.
Se non si riesce a capire il Tyrrell attraverso la sua
risposta” al Cardinal Mercier, bisogna dire che egli è
una sfinge, la cui interpretazione non verrà più mai.
Giorgio Tyrrell ha scritto « Medioevalismo ». « Risposta al Cardinal Mercier », ed è un bel lavoro. La
penna sta bene in mano a quell’inglese arguto, pensatore profondo, osservatore sagace e fine scrittore.
Ma, dopo aver letto il libro, il lettore si arresta pensoso e si domanda quasi istintivamente : • Ed ora,
quale conclusione abbracciare? Dove sta la verità?
Chi rappresenta la causa giusta, il Mercier o il
Tyrrell? ». Il cardinale accusa il Tyrrell e compagni
modernisti di non essere più cattolici, e in ciò ha ragione da vendere. Il Tyrrell e soci non sono più cattolici alla stregua di Roma, e basta dar un’occhiata
al libro recente dell’inglese per convincersene.
Se lo scrittore di un tal libro merita ancora il titolo di cattolico, non veggo perchè non si possano
chiamar tali anche i maomettani e gl’indù. Ma egli
non è nemmeno anglicano. A pagina 88 della traduzione italiana il Tyrrell professa di non potersi accordare con quèlià comunione cristiana, benché egli
le si vada avvioinandò'. Rigetta poi il titolo di protestante, pel qual nome nutre una viva antipatia. Che
cosa è, dunque, il Tyrrell, e che cosa sono con lui
tanti modernisti che veggono nello scrittore inglese
il loro antesignano e duce?
I modernisti e con essi il Tyrrell s’illudono credendo che il loro movimento sia una cosa nuova. In
verità il titolo di modernismo, dato loro dal Papa,
non si addice loio se non malamente. Essi non fanno
che ripetere il movimento religioso, o piuttosto irreligioso, che sessant’anni fa fu propugnato in Francia
dal La Mennais e dal conte d’Alembert e in Italia
dal Gioberti. Quel movimento, allora, venne chiamato
neo-cattolicismo; il presente si chiama modernismo. I
nomi sono diversi, ma la cosa ò una ed identica. Anche
il neo-cattolicismo voleva la rifortpa della Chiesa, ma
operata dentro la Chiesa e per mezzo della Chiesa.
Professava il massimo rispetto ai dogmi della Chiesa,,
ma allo stesso tempo li interpretava di tal maniera
da attenuarli, disfigurarli, anzi distruggerli. Assicurava il Papa della sua obbedienza, ma erano parole
e nulla più. In realtà i neo-cattolici erano ribelli della
più bell’acqua, e solo mancavano di coraggio per professare apertamente le loro credenze.
I neo-cattolici erano in verità ribelli alla Chiesa di
Roma e per giunta erano veri e propri razionalisti.
Si oda, per esempio, come si esprime intorno ai dogmi
il Gioberti al quarto paragrafo della sua Filosofia
della Rivelazione: « Il domma non sottostà allo spirito (dell’uomo), e lo spirito non sottostà al domma.
0 piuttosto il domma e lo spirito sottostanno e soprastanno l’uno all’auro in diverso modo. Onde assolutamente si pareggiano. In quanto il domma sovrasta, v’ha autorità; in quanto lo spirito signoreggia, v’ha libertà... il domma dee emergere da tutti
1 dati; è la loro risultante. E i dati non sono solo sovrannaturali, ma anco naturali. Così, non la rivelazione sola, ma anco la ragione; non la Bibbia sola,
ma anco la geologia, l’archeologia e filosofia universale... la teologia empirica fa emergere il domma dai
soli (tati soprannaturali ».
Ecco dunque, che cosa erj, secondo il Gioberti, quel
domma che pur diceva « doversi conservare in tuttala sua integrità », proprio come dicono i modernisti.
Non è la divina autorità delle scritture che dà i
domini, come credono gli evangelici; non è la tradizione e la Chiesu„come ritengono i cattolici romani,
ma è la ragione, la geologia, la filosofia, l’archeologia.
Chi ammette che i dogmi vengono a noi per rivelazione divina è un empirico, un ciarlatano.
Com’è chiaro, tutto questo è pretto ragionamento e
il neo-cattolico era incredulo, pur lusingandosi di esser
vero credente; era razionalista, pure illudendosi di
esser cattolico; etiq un ateo, che con vergognosa ipocrisia seguiva esternamente i riti ed il culto di una
religione nella qqale in realtà più non credeva.
Tali erano i neo-cattolici sessant’anni fa e tali sono
oggi i modernisti. Ma come i neo cattolici sparirono
dalla scena del iftbndo, così spariranno quanto prima
i modernisti. Quando infuriano i venti e le procelle,
non è.la pianta esile e senza radice che resiste virilmente loro in faccia, ma l’albero robusto che avvinghia colla radice 11 sasso profondo. Il Vangelo è la
radice del vero cristiano. Se il Tyrrell è ancora credente, arriverà al Vangelo : se poi ha perduta la fede,
la crisi dell’anima sua si risolverà in un gramo e sterile razionalismo che non ha mai prodotto un fiore
di vita, asciugata una lagrima o alzato un cuore verso
il cielo.
miles Chnisti
Vittoria De-Angelis — nata a Orsara il 6 Giugno
1897, morta il 18 Dicembre 1908 — figlia di Domenico e di Anna Acquaviva, e nipotina di Michele e
Elvira Bendi Acquaviva e da questi allevata ed educata, fino dalla infantile età di tre anni, con cura solerte ed amore grande, e gelosamente custodita come
la pupilla degli occhi loro ; questa tenera, cara ed amabile fanciulla,fa assalita da terribile morbo, il quale
in breve, la strappò inesorabilmente dagli occhi dei
suoi cari e dalla misera caduca' esistenza di questa
valle di lacrime. La dolce bambina vi addormentò nel
suo Signore serenamente e placidamente con umile
sottomissione e con forfè rassegnazmne alla volontà
di Colui che l’aveva creata e redenta, e chela riprendeva a Sè paternamente a partecipfl?p^ll^ sorte dei
Santi nella luce. Al trasporto funébré) avSrenuto lo stesso giorno, 18, fu tutto un solenne generale tributo di affetto nonché di gentile rispettosa^^ipirazione per
parte del popolo verso la cara memoiliiÌ pia scomparsa
creatura. Le persone assistenti al corteo furono sinunumerose, che da lunga pezza, non si era visti, in Ossara, nemmeno tra cattolici, cosa simile.
La cerimonia sacra riuscì cosi bella e si solenne da
esercitare infiuenza profonda e salutare sul cuore di
molti. Avemmo duè culti. In casa degli Acquaviva ea
EROINE VaLDESl
Nuova Serie
VI
margarita Lafoda
vittima della spedizione di Sorelli in
Fragelato, nel 1304.
La Valle del Chisone, ossia del Fragelato, occupa
un gran posto nella storia Valdese, giacché fu per ben
sei secoli (1200 a 1730) benché appartenente alla Francia, la fedele alleata e soccorritrice delle tre Valli vicine sottoposte a casa Savoia, popolata com’éra di gente
professante il culto Valdese ed a nessuno seconda nella
pietà e nella bravura.
Ahimè! Luigi XIV e Vittorio Amedeo II riuscirono
180 anni or sono ad estirparne la fede Valdese, ammazzando parte della sua popolazione e parte costringendo ad esulare per formare colonie Valdesi in Germania. Anche negli annali di quella Valle, per quanto
' a noi pervenuti troppo incompleti, troviamo mentovate
donne eroiche degne d’esser ricordate. Anzi la prima
vittima mentovata come caduta nella prima persecuzione avvenuta nella Valle, é appunto una donna, per
nome Simonda Challier arsa in Meano nel 1345 dall’inquisitore Ruffino dei Gentili, incaricato e pagato da
Umberto II, Delfino, affinché condannasse il maggior
numero possibile di Valdesi e confiscasse i loro beni a
profitto del Delfino stesso. Ahimè ! dalla vendita dei
beni della Challier non si ricavarono che 10 soldi tornesi d’argento, e si dovettero spendere 13 denari per
il di lei supplizio.
Nella seconda persecuzione poi, avvenuta cinquaut’anni dopo, vediam di nuovo primeggiar fra le vittime
una donna, di cui vogliamo ora discorrei e poiché i
ragguagli più abbondanti che possediamo intorno a lei
ed alle circostanze del suo martirio, ce la rendono particolarmente interessante.
La seconda persecuzione che infieri nel Fragelato
ebbe la forma di una spedizione ed un’aggressione improvvisa contro i pacifici abitanti di quella Valle, nel
cuore deH’inverno, alla vigilia di Natale, verso lanno
1400 ; ed ebbe per autore uno degl’inquisitori, che han
lasciato di sè la memoria più esacrata.
Trattasi del frate francescano Francesco Borelli, da.
7
LA LUCE
Oap, il quale nominato inquisitore nel Delfinato da
Clemente VII, vi cominciò la sua opera nefanda ad
Embran nel 1380 il 1® Luglio consegnando al braccio
secolare 169 Valdesi, e ve la terminò il 22 Maggio 1393
consegnandone altri ottanta.
Non poteva esimersi quell’ accanito nemico dei Vaidesi, prima di lasciar definitivamente il Delfinato, dal
fare una punta nella vicina Valle del Pragelato popolata tutta di Valdesi; ed infatti, affermano i più antichi storici Valdesi, Crespin (1572) e Miolo (1587)
ch’eivela fece, e ce ne riferiscono anche le circostanze
e le conseguenze. Eiguàrdo al tempo preciso dell’ aggressione ne conosciamo bensì con certezza il giorno
ed il mese a la vigilia di Natale, ma non l’anno. Crer
spin dice che fu verso l’anno 1400 e Miolo scriveva
nel 1587 che l’attacco era avvenuto circa 200 anni fa,
cioè nel 1387. Una media tra il 1387 ed il 1400 ci
porterebbe alla fine del 1393, il quale anno potrebbe
bene esser la data precisa poiché è appunto quello in
cui Borelli sparisce dal Delfinato.
Si narra dunque che il Borelli con gente raccolta in
quel di Susa capitò all’improvviso nel Pragelato il 24
Dicembre, e piombò addosso ai Valdesi, i quali ebbero
appena il tempo di fuggirsene in fretta su pella nevosa china del monte Albergian, ove sfiniti dalla stanchezza pernottarono allo scoperto, ma al sicuro dai nemici ; e che 1’ indomani si trovarono 80 bambini trasportati lassù dai genitori, morti dal freddo. Ancora
oggi un laghetto dell’ Albergian ricorda il fatto col
nome di lago Borei che gli vien dato.
Vistasi fuggir 1’ agognata preda, Borelli ed i suoi,
dopo saccheggiati i deserti casolari, fecero ritorno a
Susa sul principio del 1394, e fu in quel ritorno, dice
Crespin, ch’essi riuscirono ad agguantare una donna
Valdese e l’uccisero.
Ed essa l’eroina che qui vogliam presentare, e in
tal intento non crediam poter far meglio che fedelmente
trascrivere quanto di essa lasciò scritto il Miolo che
è fra i nostri storici colui che più diffusamente ne discorre, « Circa il sudetto tempo Margarita Latoda di
Meana, mandamento di Susa in Piemonte, fu impiccata
al Colletto montagna di detta Meana per la religione
Valdese, Hor questa Margarita ha, generato un figliuolo
nominato Latodo, il quale per il fatto della religione
che era perseguitato, andò ad habitare da Meana in Provenía a Lormarino, e il detto Giovanni ha vivuto et
dimbrafó in matrimonio ben ■pàclff^ cbn la sua moglie
lo spatio di 90 anni, cosa molto rkra la quale testifica
la lunghezza della lor vita ».
Sfido ! vuol dire che i due coniugi camparono almeno
110 anni, e che una special benedizione di Dio accompagnò il figlio della martire.
Meana, cittadina sulla strada da Snsa al Pragelato,
ha dato dunque anch’essa al nostro martirologio il suo
contributo ; e quella sua figlia che sigillò col sangue
la fede sua è anch’essa una vera eroina Valdese. (V.
Crespin, ediz. 1619, fol. 601 e Bull, de la soc. d’Hist.
Vaud. 1899 pag. 99).
Teofllo Gag.
Dal Chiosco alla Libreria
Rivista Cristiana — decembre 1908 — Sommario :
La € Rivista Cristiana » ai suoi lettori — G. Luzzi,
Sestine inedite di Gabriele Rossetti — E. Bosio, L'Evangelizzazione apostolica — E. Melile, Il vescovo Claudio ossia l’iconoclastia a Torino nel secolo IX — V.
Janni, Cronaca del Movimento religioso — Ù. Luzzi,
Pensieri di Felice Bovet — Fra libri, opuscoli e riviste.
• «
I/Àvangnardia, in formato doppio, uscirà ogni mese,
aL. 1 d’abbonamento annuo per Vinferno, a L. 2 per
Vestero Firenze, Via Jacopo Peri, 5.
«
« •
E’ uscito il primo numero della Cultura cuntemporauea, rassegna mensile, Roma, Via della Scrofa, 10.
Segretario di redazione: Guglielmo Quadrotta.
«
* «
Il numero V-VI del Rinnovamento è apparso il 20
corrente — Milano, Piazza S. Ambrogio, 6.
«
• •
Lumen de Lnmine — Sommario : Le due Verità :
Raffaele Wigley — Elementi divini ed umani nel Ministero Cristiano : Enrico Piggott — L’insegnamento
parabolico di Gesù : Felice Cacciapuoti — La nascita
miracolosa del Salvatore — La data del Natale : x. —
Il problema religioso — Bozzetti Omiletici : L’eterno
significato del Natale : W. Ingraham Haven ; « Il Figliuol di Dio è venuto » : Wilfred Monod ; Il dono
del Natale: V.Tummolo; Gloria a Dio, pace interra:
E. Dhombres : L’Apostolo S. Giovanni (1. Il Settario
riprovato, 2. Il figlio del tuono) : Teofilo Gay ; Sempre allegri : Nestore — Dal taccuino del predicatore :
Reaper — Note Bibliografiche: Il Cattolicismo e la
Filosofia (di N. R. D’Alfonso): Vincenzo C. Fitti;
Pericoli, mali e lotte della vita (di Enrico Robutti):
Giuseppe Banchetti, Vita e Materia fdi Oliviero Lodge):
Tito Signorelli — Resenzioni Minime: Fede e Vita;
Rose di Natale — Riverberi e Penembre — A Zig. Zag.
• •
Messaggero di Pace — Almanacco cristiano, 1909. —
2- anno — Cent. 25 — Estero: cant. 35. ^ Depositi :
presso Prof. Baridon, Racconigi e Tip. Claudiana Via
dei Serragli, 51, Firenze.
*
* •
Luce e Ombra — Rivista mensile illustrata di scienze
spiritualiste. Milano.
Sommario del fase, N. 12(Dicembre 1908)
a. m.\ Vittoriano Sardou, — Ernesto Bozzanoi Un’ultima parola al prof. Domenico Ruggeri, — V.
Cavalli : Nel primo anniversario della morte di Enrico Passero, — Minusculus : Incarnazione effimera
ed incarnazione permanente, — Dottor Dusart-. Notevole seduta con Miller, — Maxwell : Miller e la critica, Antonio Bruers'. Filosofia e Spiritismo, — x:
Una casa misteriosa, — V. Cavalli: Ing. Luigi Nola
Pitti : Sfogliando « Fsicologia e Spiritismo » del prof.
Morselli, — Ugo Janni, Arch.Carlo Gastaldi : Per la
ricerca psichica — Uu caso di identificazione —a.b.
Una seduta col medio Carancini, — a.b.i L’etere dello
spazio, — Fra libri e riviste : (G. Suiti Rao) Il problema dell’Anima, Sommari di riviste : The Mistyc
— Rivista di Sociologia ed Arte — Revue Scientifique
et Morale du Spiritisme — La Quercia, — Piccola cronaca : Per la fotografia dell’ Invisibile — Conferenze
esoteriche a Parigi — Lus et Veritas.
«
• «
Baldassare Labanca. — Risposta del prof. B. Labanca
all’Avv. R. Ottolenghi. — Lugano; Casa editrice del
Coenobium, 1908.
IN SALA DI LETTURA
Il Principe di Pace — di W. J. Bryan, già candidato democratico alla presidenza degli S. U. d’America.
Traduzione di C. M. F. Casa Editrice Metodista, Roma.
Raccomandiamo vivamente ai nostri giovani di leggere quest’opuscolo bellamente voltato'in italiano dal sig.
C. M. F., al quale noi dobbiamo^jijngraziamenti.
Sé é'cbrróbbranté' il réspirafe rafia" pura dei monti,
10 è del pari 1’ imbattersi in,iun organismo schietto e
forte.
Tatti sanno qual gagliarda fibra di lottatore possegga l’ex-caudidato democratico alla presidenza degli
Stati Uniti d’America : interessante conoscere il segreto
della sna grande energia, 6 salutar cosa il vedere come
11 robusto buon censo di Ini triónfi degli ostacoli tatti
che si frappongono alla fede cristiana. Sentitelo ; « Dovendo vivere circondato dal mistero, non voglio privarmi dei benefici della religione cristiana ».
I giovani amano gli nomini forti. Vedano essi come
la pensa questo forte, ed al par di Ini eglino s’inginocchieranno davanti al Principe di Pace.
4: %
Ugo Della Seta — / Valori Morali — prezzo L. 1,50.
Casa Editrice Metodista, Roma.
Abbiamo letto con 1’ attenzione che si merita — da
cima a fondo — questo trattato di morale dedicato ai
giovani. E’ nn’opera piena di sentimenti alti, gentili
densa di utilissimi ammaestramenti.
L’A. ci parla dei diversi Valori morali che passa
lentamente, degnamente, in rassegna. Essi sono : la
Sincerità, il Carattere, la Responsabilità, la Semplicità,
il Silenzio, la Dignità, la Serenità, la Bontà.
Ognuna di queste virtù dà occasione ad un capitolo ;
ove abbondono le osservazioni argute, sottili, geniali,
delicate.
Si pensa spesso, leggendo, a Wagner e a Rnskin.
segnatamente quando si è giunto al bel capitolo sulla
semplicità. Le idee dell’A. sono fratto dì assidua meditazione, ed egli le va esplicando con fervore di eloquenza.
Egli è un predicatore puramente morale, come am^
monisce il titolo dell’opera. La religione ei la rispetta,
ma non si direbbe che la giudichi indispensabile per
tradurre in atto gli ideali da lui caldeggiati. Eppure
ciò andrebbe detto — alto e forte — in nome di q^nella
sincerità che egli con tanta ragione commenda. Sta
bene la predicazione di Giovanni Battista, ma sarebbe
rimasta sterile se non fosse venuto Gesù. Un missionario della Chiesa morava, che aveva trascorso 50 anni
nelle selvagge montagne dell’Himalaja, diceva pochi
minuti prima di morire : < Non si deve dire alla gente
di migliorare, bensì dì aggrapparsi a Gesù crocifisso ».
Fatica buttata quella dell’A., se l’opera di lui uon sarà
lumeggiata, dalla croce,di Cristo: essa soltanto la può
« moralmente avvalorare ».
Comitato ¡^azionale delle Scuole T)om.
Per cause del tatto indipendenti dalla volontà
del Comitato e della Redazione, il numero D della
« Scuola Domenicale » (Manuale) uscirà con un
poco di ritardo. Mi fo un dovere di avvisarne i Sopraintendenti e gli Insegnanti delle Scuole Domenicali e d’indicare loro l’argomento della lezione di
Domenica 3 Gennaio 1909. Eccolo ;
Lezioni Internazionali (!• corso)
Gesù ascende al cielo.
Testo Centrale : E avvenne che, mentre Egli li
benediceva, si diparti da loro ed era portato nel
cielo (Luca XXIV. 51). (Leggere Fatti I, 112.—
Iniparare vers. 9, 10, 11, 12.) *
Lezioni sulla vita di Gesù (2- corso)
(Lista Valdese)
Arresto di Gesù.
Argomento fondamentale : Eziandio Puomo col
quale io vivevo in buona pace, sul quale io mi confidavo, che mangiava il mio pane, ha alzato il calcagno contro a me (Salmo XLI, 9).
(Leggere : Luca XXII, 47-53 — Imparare vers.
47, 48, 49, 50, 51).
Il Segretario Cenerate
E. Filippini.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Abbonarneati pagati:
1908
Prof. L. Vulicevic — Sipari Erminio — Sipari Orante — Pasquet Maria — Mauer Cristiano — Laderchi Antonio — Pace Camillo — Rimella Ambrogio —
Cavalìè Luisa — Kennedy James — Amicarelli A. —
Signorelli Tito — Doccetti Silvio — Maciooe Nicola
— Arzani Giovanni —Olivieri Gius.--Fantucci Sante
— Poet avv. Alea. — Reynaùd Enrico — Bounous G.
Giuseppe. — Calore Domenico. ,
1909'":;
Panasela Biagio — Prof. Scìiauffler — lannucci
Angelina — Bartolini Rita — Prof. L. Vulicevic —
Branchizio Fortunato — Beehenberg Emina — Rev.
Gibson — Glorino — Staccione Giovanni — Collina
Mary — Stagnaro Fortunato — Rolando Bart. — Marauda Luigi — Taliero P. T. — Archinard Ed. — O.
Golia Mauro — Pezzini Golonn. Antonio — Coisson
Abele — Bernini Luigi — Bernini Giovanni — Kennedy James — Biava John — Mauer Cristiano — Rampazzo Enrico — Laderchi Antonio — Steiner Emilia
— Rimella Ambrogio — Righetti Elisa — D’Urso Nicholas — Doccetti Silvio — Betts Sig.ra — Maciooe
Nicola — Balmas ten. colonn. Stefano -r Famiglia
Gamma — Manes Costanzo — Rioci Giuseppe — Sacchetti Alfonso — Scardo Margherita — Loesche S. —
Caglierò — Russo Gennaro — D’Alessandro Antimo
— Tron Enrico — Lange L. ,— Pagliano Vincenzo
— Martini G. B. — Mr. Westermann — Ambrosoli
Clara — Colucci prof, Vincenzo — De Fernex Arturo
— Marchica Pietro — Fiorentino Giuseppe — De
Tommaso Giuseppe — Prete Pietro — Zanconi Leonardo — Bert Gustavo — Rosso Dante — Trincherò
Carlo — Revel Giov. Paolo — Stella Angelo — Fratelli
Cerai — Saivadori Sebastiano — Bernardini Giuseppe
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letto nella Rivista Cristiana ii vostro programma evan. gelico, cioè II Cristianesimo di Cristo. Me ne congratulo sinceramente. In esso sono pagine di mirabile
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ed in ogni fiiusta ricorrenza. U CnHONOet MlfiOIWE i»4»9 è proftimato al T1GL.1S e contiene artistici quadretti crOmolitofrafioi-illustrsjuti; I COLOBI e relativo significato simbolico:
GIALLO; Gloria - VERDE: Speréia» - ARANCIO: Rioohezza - ROSSO: Amore - VIOLETTO: Costanza
INDACO: Raoooglimento - AZZURRO: Bontà di sentimento.
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L’Amico di Casa, 68 pagine, biblico,
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Il Messaggero di Pace, 48 pagine, verso
biblico ogni giorno.................... 0.25
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II. Testi biblici per parete :
Testi argentati, cm. 30 per 44, 6 versetti differenti, ciascuno............... l.OO
idem. cm. 30 per 15, 4 versetti differenti, ciascuno.................< 0,75
idem cm. 15 per 19, 2 versetti dif
renti, ciascuno.................« o.50
idem, cm. 12 per 15, 2 versetti differenti. ciascuno.................... 0,40
idem, cm. 9 per 19, 2 versetti dif
ferenti, ciascuno................... 0.30
Testi colorati, cm. 30 per 44. 5 versetti
differenti, ciascuno ....... . 0,50
idem, cm. 24 per 17, 8 versetti differenti, ciascuno.................« 0.25
idem, cm, 20 per 25, 7 versetti differenti, ciascuno.................* 0.25
III. Testi biblici francesi :
Dimen. cm. 17 per 12 — 10 var. cias. « 0,20
« 18 per 12 — 2 « . 0,25
< 24 per 12 — 12 . « 0.40
« 28 per 15 — 6 « c 0.50
« 29 per 21 — 12 « . 0.60
« 33 per 24 — 10 * • 1.00
IV. Cartoline bibliche :
Italiane — 60 varietà ciascuna - . . « 0.05
Francesi — 60 varietà « . . . . . 0.15
V. Libii ed opuscoli;
Lettere di Natale 1908 per Fanciulli e
per Adulti ; le 100 copie.................3.00
Falco, racconto originale per bambini,
ciascuno................................ o.75
Prove e benedizioni, racconto pei giovani, ciascuno . . ....................« 1.00
Geografia della Palestina ili. voi. II.
(sottoscr. L. 1) ciascuna............... 1.50
Cemento sull'epistole della cattività
(Ef. Fil., Col.,, Filemone). ciascuno « 4.00
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