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SETTIMANALE DELLE CHIESE
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Spedizione in a. p. 45% ■ art 2 comma 20/B legge
In caso di mancato recapito restituire at mittente presso I Ufficio PT Tonno CMP Nora
Anno VII! - numero 30 - 28 luglio 2000
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BIBBIA E ATTUALITÀB
IO SONO CON VOI
TUTTI I GIORNI
«Io sono con voi tutti i giorni, sino
alla fine dell’età presente»
Matteo 28, 20b
IL Vangelo di Giovanni riporta
una frase lapidaria di Gesù: «Io
sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo
di me» (cap. 14, 6). È la sfida che
Gesù lancia contro tutti i falsi cristi
che si sono succeduti nella storia. È
un invito a incontrarlo per incamminarsi con lui sulla strada della vera vita. Ma dove lo si può incontrare? Il Vangelo di Matteo ci dà tre indicazioni. La prima: «Dove due o tre
sono riuniti nel mio nome, lì sono
io in mezzo a loro» (18, 20). Gesù ci
.dice che possiamo incontrarlo dove i
credenti sono radunati. Il luogo non
conta, non ci sono edifici o momenti privilegiati. Il numero dei presenti
non ha importanza: le grandi masse
degli appuntamenti ecumenici, degli
stadi di Billy Graham, le folle di
piazza San Pietro non valgono di più
di poche persone che sono insieme
nel nome di Cristo, che si sono accordate per essere in sintonia con
lui: una coppia di sposi, un gruppetto di amici, una famiglia, il capezzale
di un malato. Dove c’è ricerca di
amore, dove si vive nella comunione
Gesù viene.
La seconda indicazione: «Ciò che
avete fatto a uno di questi miei
minimi fratelli l’avete fatto a me»
(25, 40), è inserita nel racconto del
giudizio che il Figlio dell’uomo pronuncerà su tutte le genti. Un giudizio che terrà conto delle cose pratiche della vita: ia fame e la sete, la povertà, il carcere e la malattia, l’emigrazione, e di come ognuno si sarà
comportato verso chi soffre. Sensibilità, solidarietà, aiuto, sono le caratteristiche che Dio apprezza in ogni
essere umano. E a tal punto Gesù si
identifica con coloro che soffrono da
considerare rivolto a lui stesso un gesto d’amore diretto a un uomo, a
una donna in difficoltà. Dove c’è bisogno di amore, dove c’è necessità di
servizio Gesù ci precede e ci aspetta.
La terza indicazione: «Fate miei
discepoli tutti i popoli, battezzandoli ... insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate
... lo sono con voi» (28, 19-20), ci richiama all’esigenza pressante di far
, conoscere il Cristo. Non basta che i
credenti si trovino insieme o soccorrano chi rischia di naufragare. A loro
è richiesto di testimoniare a ogni essere umano che c’è una via che si differenzia da tutte le altre che l’umanità ha percorso o percorrerà, una
via diversa, perché porta alla verità e
dona la vita, la vita eterna. Questa via
è una persona che è possibile incontrare, l’unica che ha qualcosa da insegnare, l’unica che merita di essere
ascoltata, è Gesù Cristo, il Signore.
Dove c’è l’amore per la verità, dove
c’è l’impegno nell’annundo della parola di vita, Gesù ci accompagna, tutti i giorni, fino alla fine della storia
umana. Dov’è dunque il Cristo? Non
nella solitudine del deserto o nei paI lazzi dove si celebrano i riti del potere, ma dove c’è una relazione umana
di rispetto, di concordia, di solidarietà, d’amore. Questo ci ha promesso U Signore stesso. Ma la chiesa crede ancora alle sue promesse?
Emmanuele Paschetto
IPACINA BIBLICAMBBi ■■¡^^MECUMEN
r «Beata mansueti...» una sfida per l'Europa
■ ! di GREGORIO PLESCAN i*' STEFANO MERCURIO
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Un aspetto particolare del dibattito sui problemi che la scienza pone alla fede
Il diritto di non soffrire
È necessario discutere e decidere sulle linee da 5«$“^
malati terminali. In ogni caso bisogna riconoscere il diritto alla dignità dell individuo
diULtóNAVIGLIEtMÒ
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ALBERTO TACCIA
Molto opportunamente il Sinodo di quest’anno riprenderà
il dibattito sui problemi posti dalla
scienza riguardante la bioetica e gli
interventi di tipo sanitario. Tra questi ultimi assume particolare rilievo
la dibattuta questione relativa ai
comportamenti da porre in atto nelle situazioni relative alla fase conclusiva della vita umana.
In riferimento a quanto affermato
recentemente anche dal nostro ministro della Sanità, il problema sembra
imboccare la strada più corretta in
vista non tanto di ottenere un artificiale e spesso doloroso prolungamento di un’esistenza giunta irrimediabilmente al suo termine, ma di
realizzare il più alto livello possibile
11 SÌ del Senato
Riduzione del
debito estero
Il 14 luglio il Senato ha approvato
in via definitiva la legge «Misure per
la riduzione del debito estero dei
paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati», relatori Giovanni
Bianchi (Ppi) e il sen. Enrico Pianetta (Forza Italia): l’approvpione è
stata salutata con soddisfazione dalla campagna «Sdebitarsi-Jubilee
2000». La legge, che potrà far canI celiare debiti contratti dai paesi poveri fino a 12.000 miliardi, raccoglie
molte delle richieste della campagna e costituisce un precedente di
afjinde importanza nel panorama
internazionale. «Sdebitarsi» chiede
ora al governo di impegnarsi nella
rapida e trasparente applicazione di
questa legge e di chiedere agli altri
paesi creditori di agire per la cancellazione del debito.
di qualità della vita anche nell’ultima
fase. Ma questo principio generale
che tende a privilegiare prestazioni
di tipo palliativo, tra cui l’uso efficace
di analgesici al fine di ridurre al minimo la sofferenza fisica, deve poter
trovare una più chiara enunciazione
che definisca con chiarezza i diritti
dei malati e dei morenti.
Il Sinodo del 1982 (nella quasi generale indifferenza della chiesa) aveva già affrontato questo problerna in
termini ben definiti, sulla base di una
raccomandazione delTallora Consiglio d’Europa. Il comitato etico della
Fondazione Floriani di Milano ha
proposto una «Carta dei diritti dei
morenti» che dovrebbe essere largamente divulgata e posta alla base di
un dibattito approfondito al fine di
promuovere un corretto orientamen
to negli interventi di sostegno per
una Vita che si spegne e a cui non
può essere negato il diritto di morire
nella dignità e nella pace. Una grave
difficoltà che spesso si oppone all’applicazione di tali orientamenti
deriva dalle famiglie stesse le quali,
nella illusoria speranza di un sempre
possibile miracolo, chiedono con insistenza al medico di «fare tutto il
possibile» e anche l’impossibile per
salvare il proprio congiunto dalla
morte. Da qui l’incoraggiamento di
«provare ancora» prima di arrendersi, con interventi che il medico sa essere perfettamente inutili, ma che
vengono compiuti per tranquillizzare
le famiglie e, a volte, anche per tutelare i sanitari da possibili contenziosi
Segueapag. 11
Metodisti per la pace
Premio 2000 a
Nelson Mandela
Nelson Mandela, ex presidente
della Repubblica sudafricana, è stato
insignito del Premio mondiale metodista della pace 2000. Il Premio
della pace, la più alta onorificenza
conferita dal Consiglio moridiale
metodista (che raccoglie 74 chiese in
130 paesi, per un totale di 70 milioni
di membri, e la cui sede è nella Carolina del Nord, negli Usa), viene dato ogni anno a personalità religiose o
laiche che hanno contribuito in modo significativo alla riconciliazione
tra i popoli. Tra le personalità premiate nel passato compaiono tte ex
capi di stato (Jimmy Carter, Mi^ail
Gorbaciov e Anouar Al-Sadat) e il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Il premio sarà consegnato a
Mandela il 21 settembre a Città del
Capo, in Sud Africa.
& Valli valdesi
Troppo traffico
sulle strade
Le strade «scoppiano» per l’eccessivo traffico; i mezzi pesanti percorrono quotidianamente i principali
assi viari rallentando la circolazione;
polemiche in vai Pellice sul limite dei
50 km/h ma ecco un prossimo nuovo semaforo a San Secondo. Si propongono circonvallazioni, rotonde,
strade alternative. Il tutto con ipotesi
di spesa per ogni intervento di decine
di miliardi. Naturalmente le risorse
dovrebbero uscire dal cilindro magico delle Olimpiadi del 2006, alla cui
ombra si progettano opere utili e inutili. Ironia della sorte: in questi giorni
sono iniziati i lavori per la costmzione del nuovo ponte a Pomaretto:
un’opera finanziata per i «mondiali»
di sci del Sestriere del 1997!
A pag. 7
L'OPINIONE
L'INTESA REGGE
IN ULSTER
Continuano a sfilare impettiti con le
loro bombette al rullo dei tamburi,
brandendo antiche insegne militari:
sono i membri dell’Ordine d’Orange,
l’espressione più radicale dell’unionismo nordirlandese. «Noi siaino britannici e vogliamo rimanere britannici» è il loro slogan ripetuto con insistenza a chi chiede che cosa pensino
del processo di pace. Una risposta indiretta per esprimere la loro opposizione agli accordi del Venerdì Santo
del 1998, quando furono gettate le basi
per l’àutogoverno delle sei contee
dell’Ulster. Un miracolo, si dipe. E dopo due anni, sia pure vissuti tra speranze e frustrazioni, si deve riconoscere che l’assetto politico definito dagli
accordi ha retto alla prova dei fatti: i
gruppi paramilitari unionisti hanno
dato prova della loro intenzione di rinunciare alla lotta armata; l’Ira, dopo
un braccio di ferro che aveva portato
alla sospensione degli accordi, ha accettato di avviare il disarmo; le stragi
che per 30 anni avevano insanguinato
le strade nordirlandesi sono finite.
Non è la pace ma mai come ora l’assoluta maggioranza della popolazione
dell’Irlanda del Nord, cattolici e protestanti, è fermamente intenzionata a
sostenere il processo in atto. «Ora o
mai più», affermano i leader dei gruppi paramilitari, convinti a non perdere
il treno della pace che ha consentito a
molti di loro di uscire dalla clandestinità 0 dal carcere.
Più difficile la posizione degli uomini dell’Ordine d’Orange, una consistente minoranza di circa 100.000 persone. Non sono dei terroristi e solo in
qualche caso hanno condiviso le strategie dei gruppi paramilitari: loro sono piuttosto gli uomini «della piazza»,
quelli che da decenni hanno inteso dare visibilità a una presunta supremazia del protestantesimo unionista nella vita politica, culturale e religiosa
dell’Irlanda del Nord.
Per secoli le loro marce hanno attraversato i quartieri cattolici. Pretendevano di celebrare le vittorie militari
del condottiero protestante Guglielmo
d’Orange del 1690 ma in realtà volevano riaffermare il primato politico
dell’unionismo e quello religioso del
protestantesimo: una pericolosa combinazione di estremismo e settarismo
che ha alimentato cicliche violenze.
Tra le conseguenze del processo di
pace, quest’anno vi è stato il diyieto
per gli orangisti di attraversare alcuni
1 quartieri cattolici: un duro segno dei
tempi per gli uomini con la bombetta e
il collare con le insegne degli Grange.
Sono seguite azioni dimostrative, proteste, minacce, ma niente di grave. Non
è un caso: l’orangismo storico, quello
settario e violento che abbiamo conosciuto negli ultimi trentanni, è infatti
a un bivio. Da una parte vi è la strada
dell’opposizione alla pace: quella
dell’isolamento rispetto alla società civile e alle stesse chiese protestanti ormai da anni impegnate in una linea di
dialogo e cpesistenza ecumenica. D’altra parte, però, qualcuno inizia a prospettare la via di una riconversione
dalla militanza settaria al protagonismo culturale, dallo scontro con la
«cultura papista dei nemici della Corona britannica» al confronto con le diverse componenti culturali e religiose
della società irlandese. Da anni l’orangismo storico è comprensibilmente in
declino; paradossalmenté proprio la
scelta della pace potrebbe restituirgli
qualcuna deUe sue antiche radici.
Paolo Naso
2
PAC. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
«Beati i mansueti,
perché
erediteranno la
terra»
(Matteo 5, 5)
«Wow adirarti
a causa
dei malvagi;
non aver invidia
di quelli che
agiscono
perversamente;
^perché presto
saranno falciati
come il fieno e
appassiranno
come l'erba verde.
^Confida nel
Signore e fa’ il
bene; abita
il paese e pratica
la fedeltà.
^ Trova la tua
gioia nel Signore,
ed egli appagherà
i desideri
del tuo cuore.
^Riponi la tua
sorte nel Signore;
confida in lui,
ed egli agirà.
^Egli farà
risplendere la tua
giustizia come la
luce, e il tuo
diritto come
il sole di
mezzogiorno.
^Sta’ in silenzio
davanti al
Signore, e
aspettalo; non
adirarti per chi
ha fortuna nelle
sue imprese, per
l’uomo che ha
successo nei suoi
malvagi progetti.
^Cessa dall’ira e
lascia lo sdegno;
non adirarti;
ciò spingerebbe
anche te a fare
il male.
^Poiché i malvagi
saranno
sterminati; ma
quelli che
sperano nel
Signore
possederanno la
terra.
^''Ancora un po’
e l’empio
scomparirà;
tu osserverai il
luogo dove si
trovava, ed egli
non ci sarà più.
"Magli umili
erediteranno la
terra e godranno
di una gran pace»
(Salmo 37,1-11)
«BEATI I MANSUETI...»
Proponendo questa beatitudine, questa indicazione rispetto alla «felicità», Gesù
propone un nuovo modo di pensare alla «gestione) della terra e di ciò die si ha
GREGORIO PLESCAN
La mansuetudine, per la Bib1.................
bia, è la disposizione di spirito di chi accetta l’azione divina
nella storia. Ciò significa che i
«mansueti» sono coloro che
guardano a quello che succede
con serenità, confidando che un
«bene superiore» indirizza e guida gli avvenimenti; la mansuetudine è un modo di essere dei credenti (più che un modo di «comportarsi»), un modo di indossare
«gli occhiali della fiducia».
Mansuetudine e eredità
Nella vita di Gesù troviamo
alcuni riferimenti diretti a
tutto ciò: quando dice; «Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore: e voi troverete riposo alle anime vostre»
(Matteo 11, 29) o quando afferma: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco il tuo re viene a te, mansueto
e montato sopra un’asina, e un
asinelio, puledro d’asina’’» (Matteo 21, 5), e non dimentichiamo
che questa parola è ricordata nel
contesto affatto tranquillo della
domenica delle palme. In entrambi i casi l’immagine di Gesù
«mansueto e pacifico» spiega bene questa parola.
Allo stesso modo la «mansuetudine» viene presentata come
uno di quei modi di essere che
in passato venivano definite
«virtù cristiane». Così l’apostolo
Paolo, nelle sue lettere, usa più
volte questo termine per indicare il suo modo di vedere la vita
cristiana nelle sue applicazioni
quotidiane: «Il frutto dello Spirito... è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fe
deltà, mansuetudine, autocontrollo» (Calati 5, 22). La mansuetudine è uno degli atteggiamenti che più di altri hanno ispirato comportamenti caratteristici
del primo cristianesimo, come
quello nonviolento. Parlare di
«nonviolenza», in realtà, è un
anacronismo (sappiamo bene
che l’Antico Testamento contiene racconti violenti e che anche
alcuni episodi che sono riferiti
alla chiesa antica, come quello
di Anania e Saffica, Atti 5, ci raccontano di eventi violenti), ma è
utile per spiegare l’immagine.
Ereditare
La parola ereditare, invece,
1
Preghiamo
Signore Gesù,
tu che hai passato i tuoi primi anni
nella cittadina di Nazareth,
che sei stato compagno di persone qualunque
nella mediocrità delle loro vite,
che non hai disdegnato di frequentare
i miseri e gli insignificanti
ti preghiamo di essere al nostro fianco
nei momenti di solitudine,
nelle occupazioni monotone e spiacevoli.
Così che possiamo aspettarti anche
tra le pieghe delle nostre ore più grigie,
così che sappiamo riconoscerti quando
passerai per la nostra strada.
Amen
I ha una gamma di significati
piuttosto vasta, che potrebbe essere riassunta con «ricevere una
serie di beni», sia perché li si è
guadagnati, sia perché sono un
diritto dovuto. Famosa in questo
senso è la discussione tra Gesù e
il giovane ricco: «Mentre Gesù
usciva per la via, un tale accorse
e, inginocchiatosi davanti a lui,
gli domandò: Maestro buono,
che cosa devo fare per ereditare
la vita eterna?» (Marco 10, 17).
La terra, poi, con la sua vasta
area di riferimenti fisici, geografici ed evocativi, è uno tra i sostantivi più forti della Bibbia;
può significare terra arabile, luogo di residenza, asciutto (opposta al mare) mondo, al di qua
(opposta all’al di là), terra abitata
da esseri umani e animali, territorio nazionale... Non va dimenticato che questa serie di significati travalica il passato e si
proietta nel presente e nel futuro: anche oggi, per gli ebrei, parlare di Israele come Erez Ysrael
(letteralmente «terra d’Israele») è
ben più che un semplice spazio
geografico-amministrativo, per
assumere l’idea fisica di «patria»
nel senso pieno del termine.
tensione». L’esperienza comune
è che un’eredità porta a un conflitto che richiederà mediazione.
L’eredità, nella Bibbia come nella vita, è spesso elemento di
contrasto e di conflitto; «Or uno
della folla gli disse: Maestro, di’
a mio fratello che divida con me
l’eredità...» (Luca 12,13).
Gesù ha spesso individuato
nella brama di possesso un elemento di conflitto lacerante e ha
sottolineato come ciò spesso capita nel concreto rispetto alla divisione dei beni ereditati. L’eredità è un evento pericoloso, uno
degli eventi dove il «vecchio uomo» rischia di più di prendere il
sopravvento, spazzando via eventuali legami e rapporti solidali precedenti. I mansueti, al
momento della spartizione dell’eredità, hanno poche possibilità di essere felici. Questa sensazione diventa ancora più forte
quando è la «terra» ad essere
contesa; la Bibbia solitamente
abbina alla parola «eredità» e
«terra» termini come «guerra» o
«conquista»: «In quel giorno Mosè fece questo giuramento: “la
terra che il tuo piede ha calcato
sarà eredità tua e dei tuoi figli
per sempre’’...» (Giosuè 14,9).
Un nuovo modo
di vedere il mondo
Proponendo questa beati
......
I mansueti erediteranno?
CIÒ che colpisce di questa
beatitudine è l’avvicina
mento, insolito e improbabile
nel linguaggio comune, di queste tre idee: mansuetudine, eredità e terra. Infatti se i concetti
sono abbastanza semplici separati, creano una sorta di «corto
circuito spirituale» una volta avvicinati, diventando «evangelici»
nel senso proprio del termine.
Generalmente siamo abituati ad
associare parole come «eredità»
altre come «conflitto, scontro.
tudine, questa indicazione
rispetto alla «felicità», Gesù propone un nuovo modo di pensare alla «gestione» della terra e in
generale di ciò che si può avere
e si ha. Tra tutte le qualità riconosciute, la mansuetudine è
una delle meno importanti perché spesso, in realtà, la mansuetudine è elemento negativo e
non positivo (non dimentichiamo che nella nostra lingua la
parola mansueto si riferisce a
un animale. Il dizionario definisce così una bestia che non è
aggressiva o che lo era ma è stata ammansita, inoffensiva, docile. Riferito a persona vuol dire
«molto paziente, remissivo,
umile). Deriva dal latino mansuetum, participio passato di
mansuescere che vuol dire letteralmente «abituare [suescere) alla mano (manus)».
Gesù, in questo caso come in
altri, mette in discussione i valori tradizionali, contrapponendo
loro una nuova maniera di vedere il mondo. La via per la «feli
cità» (beati) non si basa più
sull’arroganza (o anche solo
sull’orgoglio), ma su questo
comportamento che è un misto
di accettazione consapevole che
non è solo la tua volontà che
conta e che anche gli altri devono essere incontrati con pazienza e serenità. Non dimentichiamo poi che questo tipo di ragionamento, per Gesù, ha anche
una valenza «politica»: erediteranno «la terra», che per la Bibbia è sempre un luogo «terreno»
più che «dell’anima».
Anche se si pensa all’idea di diritto, l’abbinamento felicitàmansuetudine-eredità-terra può
riservare delle sorprese, se si tiene presente l’importanza del paradosso nell’espressione di un
concetto evangelico da parte di
Gesù. Perché nell’esperienza comune i «mansueti» non ereditano nulla, men che meno qualcosa di essenziale una ricchezza
come la terra. Che cosa significa
dunque «beati i mansueti perché
erediteranno la terra»? Significa
«felici quelli che sanno anteporre
al loro egoismo in un evento che
normalmente esalta l’egoismo
stesso e non lo diminuisce (l’eredità) un modo di essere dolce. In
fondo sarà questo ad essere vincente, non l’altro, anche all’atto
pratico (la terra)».
Questo è stato l’atteggiamento
di Gesù stesso rispetto ai problemi concreti che ha dovuto affrontare (l’entrata a Gerusalemme, il processo). Attualizzare e
concretizzare questa beatitudine significa innanzitutto valutare la «traducibilità» nel concreto
del modo di affrontare le questioni da parte di Gesù. Proviamo ad applicare questo modello
di «felicità» alla nostra esperienza quotidiana, per esempio al
funzionamento di una comunità. Facendolo ci rendiamo
conto che essa è provocatoria
(non sempre i «mansueti» trovano grandi spazi nelle Assemblee
o nei Sinodi) ma contiene anche
una sostanziale verità: un gruppo gestito con arroganza può
apparire efficiente, ma è destinato a disgregarsi o a restare
unito solo su basi che esaltano il
potere di uno e la debolezza dei
tanti. Un gruppo basato sulla
mitezza può parere inefficiente,
ma alla lunga porta alla crescita
di tutti.
(Terza di una serie
di otto meditazioni)
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Note
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un invito alla passivitàoi
fatalismo, piuttosto èi
invito a non fare deit
ghi a cui teniamo parti' ' libero
larmente una palestra^ pubbli!
sfogare l'aggressività, h ‘ ‘
è facile; il fatto che Ga
abbia espresso alcuni giai
di problemi nei rapporti
umani usando delle se»
pllci parabole sul posseso
e l'eredità ci dovrebbi
rendere attenti: ci som
dei momenti in cui noi
riusciamo a vedere olirei
nostro diritto, sia esso a»
tentico o solo sognato.
Proviamo ora a riflette
re sul rapporto che si pii
instaurare tra «eredità,
«terra» e chiesa, comuniti
dove viviamo la nostrale
de nel quotidiano: rimani
uno spazio per i «mansue
ti»? Se sì, quale? Questi
domanda è meno retorio
di quanto possiamo imma
ginare: nessun luogo è»
mune dal rischio di dive»
tare palestra per muscoli!
furbizia (come sapevari
anche quelli che chiedeva
no i primi posti fin aH'epe
ca del Cristo), perché i*
qualsiasi luogo si proietta
no le tensioni umane. Mi
Gesù non ci vuol invitarei
ignorare neppure questo:
ci vuole invece invitarei
misurare la necessità del
potere (una chiesa, corte
qualsiasi altra cosa, deve
pur poter funzionare!) co«
le esigenze di quelli che
stanno in ultima fila e sono troppo paurosi (o trop
po confusi) per esprimere
la loro opinione, 0 che
non sono semplicemente
capaci di farlo bene, cor
prontezza o scioltezza. 5e
siamo capaci di mantenere
un equilibrio tra governo
e ascolto di tutti... allo«*
saremo felici; avremo costruito una «terra» che vale la pena di ereditare,
magari non sarà una terra
esageratamente efficiente,
ma sarà una terra abitata
da persone serene.
Per
approfondire
- F. Gentiioni, Virtù p°'
vere, povere virtù!, Claudiana, Torino, 1997.
- W. Countyman, Sesso
e morale nella Bibbia,
Claudiana, Torino, 1998.
- G. Tourn, / protestanti, una rivoluzione, Claudiana, Torino, 1993.
- G. Tourn, Italiani e
protestantesimo. Un incontro impossibile?, Claudiana, Torino, 1997.
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Gioiti,
- A proposito della bozza della «Charta oecumenica» delle chiese in Europa
La laicità, una sfida per i'Europa
C/;/ tema della laicità il protestantesimo europeo presenta una doppia faccia: quella
francese, con Paesi Bassi e Italia, e quella anglo-tedesca che comprende anche I Est
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IN occasione della seconda
Assemblea ecumenica europea di Graz (1997) è stata
emessala raccomandazione
di redigere una Charta oecu
Lnica che presentasse icri
feri di massima per le relazioni fra le chiese europee. E
stata quindi preparata la bozM di un documento che ha
come titolo: «Charta oecumenica per il lavoro comune tra
le chiese in Europa». La bozza è stata sufficientemente
pubblicizzata anche nelle nostre chiese.
Durante due delle giornate
del seminario ecumenico organizzato a Josefstal dalla
Chiesa luterana della Baviera
(vedi Riforma n. 26, p. 4), l’abbiamo esaminata e discussa.
Numerose proposte di modifica sono state fatte dai rappresentanti delle 29 chiese
europee convenuti per il seminario. L’ultima parte del
punto III-6 è stata quella che
ha rivelato maggiormente, a
mio parere, una differenza di
vedute e di sensibilità sul tema libera chiesa in libero stato. Eccolo nella mediocre traduzione italiana curata dalla
Conferenza episcopale italiana (Gei): «Insieme ci impegniamo che tutte le chiese dei
nostri rispettivi paesi abbiano
libero accesso allo spazio
pubblico». A dire il vero la
suddetta affermazione non è
stata né discussa né è stata
oggetto di alcuna reazione.
Sullo stesso punto, invece,
un gruppo di studio della
Chiesa vtddese di Torre Pelli
Un momento dell’Assemblea ecumenica europea di Graz
ce si era mostrato particolarmente sensibile, muovendo
le seguenti osservazioni: «Se
per spazio pubblico si vuole
alludere a quelle attività di
carattere politico, economico, finanziario, sociale, ecc.
che negli stati democratici
costituiscono le prerogative
delle assemblee parlamentari, degli organi di governo e
delle altre istituzioni pubbliche, allora il nostro no sarebbe categorico ed assoluto; (...)
il nostro dissenso sul punto
sarebbe tale da rendere del
tutto inutile e dannoso procedere alla stesura di una
“Charta oecumenica per l’Europa’’, quale ne possa essere
il contenuto. La situazione
esistente nella Repubblica
italiana da alcuni decenni è
per noi un severo monito al
riguardo. Se invece per “spazio pubblico” si intende lo
spazio radiotelevisivo o più
in generale quello dei media,
allora non sarebbe male ricordare, a titolo di esempio,
che in un certo paese europeo le trasmissioni curate
dalle minoranze evangelica
ed ebraica sono sempre collocate in orari impossibili. In
ogni caso l’espressione va
esplicitata».
A Josefstal non si è sentito
però il bisogno di esplicitare
quell’espressione! Perché il
punto 6 non ha suscitato dibattito ed è stato semplicemente recepito nella più assoluta ovvietà? È perché si
capisce chiaramente nel testo originale che il riferimen
to è allo spazio nei mezzi
pubblici di comunicazione?
Oppure perché quella netta
separazione tra stato e chiesa
non viene sentita né come
urgente né da perseguire?
Non c’erano i francesi, dunque non c’era una seconda
voce critica a riguardo; ho
avuto però la sensazione,
chiacchierando durante i
momenti di pausa, che il problema non ruotasse tanto su
una corretta interpretazione
di «spazio pubblico», quanto
piuttosto sul fatto che una
posizione simile a quella
espressa dell gruppo di studio
della Chiesa valdese di Torre
Pellice venisse recepita come
un rifiuto di principio della
collaborazione tra stato e
chiese. Questo stupiva, nonostante la nostra posizione
fosse stata precisata e chiarita sulla base dell’anomalo
contesto italiano. Perché fare
a meno della possibilità della
collaborazione qualunque
essa sia? Che male c’è a collaborare se è vero il detto nella
grande Germania: papà-stato
e mamma-chiesa.
Sul tema della laicità il
protestantesimo europeo si
mostra chiaramente con la
sua doppia faccia. Quella alla
francese, con i Paesi Bassi e
l’Italia e quella anglotedesca
che comprende pure le chiese dell’Est d’Europa. Del resto la storia dei popoli disegna anche la fisionomia delle
chiese. E poi, che male c è
per la nostra laicità dello stato di rimanere minoranza
nella minoranza. In fondo
noi ci siamo abituati.
Un commento dei protestanti portoghesi sulla recente visita di Giovanni Paolo II
Fatima, una nuova idolatria che fa comodo a molti
DAL MONDO CRISTIANO
H11 primo ministro della Namibia a Ginevra
Giungere al più presto a una stabile
pacificazione nell'Africa meridionale
GINEVRA — La ferma volontà di giungere al più presto a
una stabile pacificazione nell’Africa meridionale e stata
espressa dal primo ministro della Namibia, Hage Gemgob,
in un incontro a Ginevra con il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Konrad Rmser, e cori il
pStore Ishmael Noko, segretario generale de^a Feder^im
ne luterana mondiale (Firn). Il ministro, eletto nel 1995, ha
sottolineato l’importanza dell’azione delle
che in Namibia (oltre un milione e mezzo di abitanti) 182 /o
fcristiano e, in particolare, Il 51% luterano, il 20% cattolico
^ il 6% riformato e il 5% anglicano. (nevnwij
Consiglio latinoamericano delle chiese
«Dobbiamo dialogare con tutti»
SANTIAGO DEL CILE — «Viviamo in un mondo che sul
piano religioso è fortemente pluralista e
quanto cristiani a dialogare con tutti». Cosi ha dichiarato il
pastore Israel Batista, segretario generale del Consiglio latinoamericano delle chiese (Clai), intervenendo alla riunione
della Commissione teologica dell’organizzazione che si e
svolta recentemente a Santiago del Cile. «Un dialogo pero
ha specificato Israel Batista - che deve cominciare dalla base, cioè dall’incontro e dalla migliore conoscenza tra le nostre chiese di matrice evangelica». inev/epj
M Intervento dell'agenzia in Africa
Riconoscimento del governo del Kenla
airagenzia umanitaria awentista Adra
NAIROBI — Riconoscimento ufficiale del governo del
Kenva all’organizzazione di assistenza umanitaria de a
Chiesa awentista (Adra), a cui è stata affidata l’anione di soccorso nel distretto di Kitui, uno dei piu colpiti dal a siccità e
dalla carestia. Adra avrà il compito di assistere oltre 80.000
persone per i prossimi sei mesi, prowedendo a he loro necessità di cibo e assistenza sanitaria. Fondata nel 1956, Adra e
presente in oltre 120 paesi di tutto il mondo. (nev/apaj
Stati Uniti ■
Il famoso attore Chuck Norris ribadisce
la sua appartenenza alla Chiesa battista
DALLAS — «Gli “uomini veri” vivono per Cristo e cercano
la sua pace con tutte le loro forze»: con questa sintetica dichiarazione alia rivista Usa «New Man», l’attore Chuck Norris
(il famoso Ranger Walker della tv) ha ribadito la sua appartenenza alla Chiesa battista di Dallas, Texas. Norris, già campione del mondo di karaté dal 1968 al 1974, si è convertito nel
1989, dedicando buona parte dei suoi proventi cinematografici alla lotta contro la droga nelle scuole della città, (nev/icpj
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In Portogallo la pietà cattolica rimane molto forte e resistenza di Fatima, per non dire
la predominanza di Fatima su
ogni altro evento religioso,
occupa un posto altrettanto
importante delie grandi scoperte dei navigatori portoghesi che, molti secoli fa, fecero il
giro del mondo in nave.
Mettere in parallelo questi
due eventi di successo vuol
dire riconoscere il posto centrale che ha avuto e che ha
perso questo piccolo paese
nel mondo e che oggi sta ritrovando grazie alla corrente religiosa sviluppata attorno a una nuova mariolatria
centrata su Fatima. Bisogna
• chiamare questa sensibilità
spirituale con questo nome
di idolatria, o di adorazione,
senza voler ferire i cattolici,
anzi. Infatti, uno degli effetti
deU’idolatria è di creare la dipendenza nei confronti di un
sistema oppressivo messo in
piedi dagli uomini.
Questo sistema di oppressione è stato costruito di sana
pianta come un evento salvifico per la Chiesa cattolica e
per il mondo, dopo l’arrivo al
potere dei comunisti in Russia. Questo sistema è stato innestato sulla venerazione di
Maria da parte della Chiesa
cattolica, appoggiandosi su
delle rivelazioni fatte a pastorelli, e su dei segreti. Si tratta
^ una sensibilità intrattenuta
fin dall’infanzia e coltivata dai
dirigenti portoghesi, sia ecclesiastici che politici, e coronata
fisi papa Giovanni Paolo II,
ehe non dà addito ad alcuna
'Critica, salvo quella dei protestanti, con una eccezione
però che merita di essere sottolineata: quella di un prete
Portoghese, Padre Mario de
piiveirà, il quale ha scritto un
nbro: «Fatima nunca mais»
(Fatima mai più). Questo prete è diventato amico del pastore Cardoso. Va detto che
dopo la pubblicazione del suo
libro, la Chiesa cattolica gli ha
tolto la parrocchia.
Per prendere coscienza
deH’impatto di Fatima, occorre sapere che più di un
milione di portoghesi si sono
radunati in occasione della
venuta del papa, nel maggio
scorso, per la beatificazione
dei pastorelli, ossia un portoghese su dieci. Questo vuol
dire, grosso modo, che tutti i
portoghesi viventi in Portogallo hanno un membro della
propria famiglia che si è recato a Fatima, o un vicino che
gliene ha parlato, oltre ai
giornali e alla televisione.
Evidentemente, i responsabili del commercio e del turismo hanno un interesse economico a sviluppare i pellegrinaggi a Fatima, visto 1 afflusso di gente da tutto il
mondo, soprattutto da tutta
l’Europa e daU’America latina
in particolare.
I dirigenti politici si sono
serviti di Fatima, l’hanno orchestrato fin dall’inizio: le
sedicenti apparizioni della
Vergine risalgono all’arrivo
dei comunisti al potere in
Russia: esse avevano lo scopo di proteggere il Portogallo
e il mondo intero contro il
pericolo del comunismo, ciò
che è stato sfruttato da Salazar per prendere il potere
(COSI come egli ha sfruttato
una vecchia credenza dei
portoghesi, secondo la quale
un messia portoghese sarebbe venuto a ridare al Portogallo la sua gloria passata),
stabilendo la sua dittatura,
sopprimendo ogni opposizione democratica, controllando la stampa, mantenendo così i portoghesi per oltre
quarant’anni in un isolamento dal resto dell’Europa.
La gerarchia cattolica^ da
parte sua fu considerata al
Concilio Vaticano II come la
più reazionaria del mondo
cattolico. Da quel tempo ormai lontano, l’apertura del
Concilio ha permesso una
certa evoluzione, di cui ogni
cristiano si deve rallegrare. La
Rivoluzione dei garofani e soprattutto l’entrata del Portogallo nella Comunità europea, con uno sviluppo economico stupefacente, hanno
spostato le preoccupazioni
più verso il consumo e verso
il regno dell’automobile.
Ma se il dialogo ecumenico
significa anche un ricentramento della fede in Cristo e
non in Maria, bisogna ammettere che in Portogallo la
teologia cattolica ha un duro
cammino da compiere per
uscire da questa deriva intrattenuta da tanti interessi
in contraddizione con la fede
cristiana secondo la testimonianza delle Scritture.
(tratto da «L'étoile du
matin», 2° trim. 2000)
Svizzera
Difficoltà per il «sondaggio ecumenico»
BERNA — Qualche difficoltà in Svizzera per il «sondaggio
ecumenico» sulla futura società elvetica, lanciato dalla Federazione protestante svizzera e dalla Conferenza nazionale
dei vescovi cattolici per celebrare il 2000. Avviato congiuntamente in gennaio, per motivi tecnici produrrà i primi risultati solo nel settembre 2001. (nev/lc)
Iv Stati Uniti
Un pastore emerito metodista pacifista
condannato a sei mesi di carcere
FORT BENNING — Sei mesi di carcere e 5.000 dollari di
ammenda: è la pena a cui è stato condannato il pastore
I emerito metodista americano Charles Butler, per essersi inI trodotto in una zona militare, a Fort Benning, durante una
^ manifestazione di migliaia di persone contro la «Usariny
School of thè Americas», l’accademia militare dove, secondo
i manifestanti, «vengono addestrati i peggiori criminali di
guerra sudamericani». Butler, 73 anni, ha accolto serenamente il verdetto, dicendosi pronto a continuare in ogni
modo la sua testimonianza contro la violenza. (nev/lc)
Í Secondo Francisco de Vasconcelos, segretario generale della Chiesa cristiana del Timor orientale
Si apre un'«era nuova» per la piccola Chiesa protestante di Timor Est
Per Francisco de Vasconcelos, segretario generale della Chiesa cristiana del Timor orientale, il ritiro delle
truppe indonesiane dal suo paese lo
scorso anno significa che si sta aprendo un’«era nuova» per la sua chiesa.
Durante i decenni deH'occupazione
di Timor Est da parte dell’Indonesia,
la lingua e la cultura indonesiane
hanno dominato la vita della piccola
chiesa protestante, minuscola in confronto alla Chiesa cattolica romana
alla quale appartiene la maggioranza
dei timoresi.
La chiesa comprendeva allora, in
numero praticamente uguale, indonesiani e timoresl. Tuttavia i timoresi
«sono stati emarginati» all’interno
della loro chiesa, ha fatto notare de
Vasconcelos. 11 nome di Francisco de
Vasconcelos aveva attirato l’attenzione nel settembre scorso quando i
giornali avevano annunciato che era
stato ucciso da milizie antindipendentiste. In realtà, insieme a 200 persone che si erano rifugiate nella sua
chiesa, a Dlli, era fuggito verso le
montagne per sottrarsi alle violenze
ed è durante quella fuga che ha saputo della sua morte ascoltando la radio.
La Chiesa cristiana del Timor orieiitale è stata fondata nel 1988 ma prima dell’invasione indonesiana c’erano piccole comunità protestanti a Ti
mor Est, ha spiegato de Vasconcelos,
a Tomohon, dove ha partecipato alla
XI Assemblea generale della Conferenza cristiana d’Asia (Cca) nel corso
della quale la sua chiesa è diventata
membro della Cca.
In questi ultimi 12 mesi la composizione della chiesa è notevolmente
cambiata. Prima del ritiro dell’Indonesia, la chiesa contava circa 35.000
membri, 38 pastori e 48 evangelisti in
66 parrocchie. Oggi, dopo la partenza
della maggior parte dei membri indonesiani, rimangono tra 15.000 e
17.000 membri, con soltanto 12 pastori, la maggior parte dei quali sono
ancora nel Timor occidentale dove si
erano rifugiati. La chiesa vorrebbe
aprire una scuola per formare pastori,
e vuole cambiare nome per diventare
Chiesa protestante del Timor orientale. Infatti, dice de Vasconcelos, molti
non sanno che siamo una chiesa protestante e che ci sono protestanti nel
Timor orientale.
Quello che è necessario oggi a limor Est, è la ricostruzione, ha sottolineato de Vasconcelos, tanto culturale
quanto materiale: «Siamo stati colonizzati dal Portogallo per 450 anni e
dairindonesia per 24 anni. Oggi dobbiamo ricostruire la nostra cultura, i
rapporti tra timoresi, la teologia, la
missione e l’evangelizzazione», (eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 28 LUGLIO,,
L'annuale corso di Storia del protestantesimo al Centro culturale valdese
L'Ottocento, secolo da riscoprire
Dopo il periodo illuminista la strategia di Schleiermacher cercò di affermare
l'autonomia delle religioni della ragione: gli esiti del Risveglio e della teologia liberale
MARIA ROSA FABBRINI
IL corso di Storia del protestantesimo che ogni anno
il Centro culturale valdese, la
Facoltà valdese di teologia e
il Collegio valdese organizzano nel mese di luglio, si caratterizza sempre più come
un viaggio a tappe, dove il
senso di continuità è rafforzato dalla presenza fedele di
alcuni docenti (Emidio Campi, Giorgio Spini, Giorgio
Tourn). Con Campi avevamo
lasciato l’Illuminismo teologico settecentesco di fronte
alla richiesta imperante di
una rivalutazione del sentimento. Il nome di Schleiermacher, il più grande teologo
riformato dell’età moderna
dopo Calvino e prima di
Barth, si era affacciato alle
ultime battute della sua lezione precedente.
Quest’anno, nella dichiarata intenzione di comprendere il protestantesimo ottocentesco facendo riferimento alla funzione centrale della teologia, il viaggio è ripreso proprio a partire da quel
nome. La riflessione di Schleiermacher, immensa apologia del cristianesimo con
cui tentò di affermare l’autonomia della religione nei
confronti della ragione e della morale, produsse le due
grandi correnti in cui si suddivise la teologia: quella del
Risveglio e quella liberale
L’altro punto forte della lezione ha riguardato la que
stione sociale, vale a dire la
reazione delle chiese inglese,
tedesca e svizzera di fronte al
fenomeno dell’industrializzazione, sfociata nella teorizzazione e nella pratica di un socialismo cristiano.
Prima di seguire questa
storia nell’impatto con il
mondo valdese, Tourn ha
prolungato l’analisi rilevando
come la grande ipotesi del
protestantesimo ottocentesco fu segnata dal superamento della visione medievale di una società unitariamente cristiana e dal tentativo di produrre una cultura in
grado di combinare ragione e
Rivelazione. La dialettica non
esisteva solo tra i risvegliati e
i liberali; in realtà, e questo è
l’interesse del secolo, entrambi si ponevano di fronte
al problema culturale in una
dimensione fortemente individuale, sperimentando la
possibilità di collocarsi nel
nuovo contesto socio politico
con delle istanze di base di tipo evangelico.
Sostenuta da queste premesse, l’analisi di Tourn ha
toccato altri elementi significativi, tra i quali la nascita nel
mondo anglosassone di una
comunità, quella dei Fratelli
di Playmoutìi che ebbe notevole importanza per il mondo valdese, e di associazioni
mirate, per la prima volta, al
superamento del confessionalismo in forma non ecclesiastica (basti pensare all’Ywca e all’Ymca); si andava cioè
affermando il principio secondo cui la gestione della vita esterna non doveva essere
compito delle chiese, bensì di
associazioni che avevano come fede di riferimento quella
cristiana e come scopo la crescita comune, la maturazione
della persona sotto il profilo
spirituale, morale ed etico.
Questo tipo di associazione
venne portata alle valli valdesi e costituì la struttura culturale delle locali comunità.
In questo Ottocento protestante anglosassone, tedesco
ed elvetico, la Francia non
presenta aspetti di novità.
L’interesse della storia che
Tourn ha ripercorso, a partire dall’inesistenza settecentesca sancita dalla revoca
dell’Editto di Nantes, risiede
nell’esito di fine secolo che
vide la comunità riformata
prepararsi a vivere nell’unico
paese europeo che aveva elaborato la dottrina di uno stato laico svincolato dalla religione. In questo discorso separatista i protestanti erano
stati presenti fin dall’inizio,
con la radicalità del pensiero
di Alexandre Vinet.
La visione sempre più ravvicinata sul mondo valdese è
stata completata, con un rigoroso approccio metodologico e storiografico, da Gian
Paolo Romagnani che ha delineato, a partire dal processo
di secolarizzazione in atto da
metà Settecento, i problemi e
le risposte che precedettero e
seguirono la svolta emanci
pativa del 1848. La storica e
coraggiosa decisione presa
dai valdesi nel 1861 di spostare il centro della loro vita
spirituale e intellettuale dalle
Valli all’Italia ha dato avvio
alla lezione di Spini dedicata
alla Scuola valdese di teologia di Firenze e proseguita
con la storia delle chiese libere. Nel suo discorso troviamo
le tre figure chiave della
scuola teologica fiorentina,
quelle di Paolo Geymonat,
Emilio Comba e Alberto Revel di cui già Campi aveva
parlato che, coerentemente
con la loro impostazione, formarono i pastori dell’Ottocento secondo lo schema
teologico risvegliato.
Nella trama del corso Francesca Spano ha portato la sua
riflessione sull’Ottocento
protestante americano che
ha regalato a uomini e donne
l’idea di un’individualità non
solo pienamente maschile,
ma sessualmente segnata.
Non a caso la sua lezione ha
derivato il titolo, «La solitudine dell’io», da quello dell’intervento con il quale Elisabeth Cady Stanton chiese nel
1892 il voto per le donne al
Congresso degli Stati Uniti. 11
contributo ha proposto un
percorso, attraverso gli studi
di alcune storiche femministe, dentro la memoria dell’origine del suffragismo, cercando di comprendere come
questa sia stata tramandata
all’interno della comunità
protestante e femminista.
La chiesa libera di Firenze
Un convegno a Napoli sul problema dei rapporti sociali con il nomadismo
Le difficoltà di integrazione di Rom e Sinti
MARTA D'AURIA
UN anno dopo la vergogna dei raid del terrore e
dei campi Rom incendiati a
Scampia si è ritornati proprio
a Napoli a interrogarsi sulle
due principali etnie di un popolo che nella storia umana
non è mai stato soggetto di
diritto. Su iniziativa della
Commissione per le politiche
di integrazione degli immigrati, in collaborazione con
l’Istituto universitario orientale di Napoli, per la prima
volta in Italia è stato organizzato un convegno internazionale sui Rom e i Sinti. 11 23 e
24 giugno scorso, infatti,
nell’Aula delle mura greche
di Palazzo Corigliano a Napoli ricercatori italiani e stranieri, amministratori, associazioni di volontariato, rappresentanti di organizzazioni
internazionali oltre alle associazioni degli stessi Rom e
Sinti hanno partecipato al
convegno «Rom e Sinti: una
integrazione possibile. Italia
ed Europa a confronto».
La realtà presente testimonia che nell’ambito dell’integrazione molto poco è stato
fatto. «11 caso Rom e Sinti ha detto Giovanna Zincone,
Durante i lavori del convegno
docente di sociologia politica
presso l’Università di Torino
e presidente della Commissione integrazione - emerge
come un caso drammatico di
integrazione fallita o, per meglio dire, mai ricercata in modo sistematico». A rendere
difficile l’integrazione non
sono soltanto i pregiudizi
culturali che la maggioranza
gagé nutre verso le minoranze zingare ma anche la profonda crisi di identità vissuta
dal popolo zigano in un’Europa che sta velocemente
cambiando il suo volto economico. Le occupazioni tradizionali degli zingari come
la vendita a domicilio, la riparazione di oggetti metallici, l’allestimento di giostre,
l’allevamento di cavalli diventano oggi attività che non
servono più. E così l’accattonaggio e, in alcuni casi, il piccolo furto costituiscono
l’unica strada di sopravvivenza. A farne le spese sono soprattutto i più giovani per i
quali il conflitto tra le lontane
radici e il richiamo di un folle
consumismo, che contagia
tutti, sfocia a volte in comportamenti deviami.
Un primo passo verso l’integrazione è «spezzare il cerchio» degli stereotipi sul
complesso mondo Rom. Statistiche recenti confermano
che i Rom e i Sinti presenti in
Italia sono circa 120.000
(molti meno del milione della
Francia), che il 70% sono
stanziali, il 60% sono cittadini italiani, e che la criminalità
è tra loro una minoranza. «La
corretta informazione - ha
sottolineato François Kempf
che lavora dal 1994 presso la
divisione che si occupa di
migrazioni, Rom e Sinti del
Consiglio d’Europa - è la base su cui l’azione politica e
l’opinione pubblica possono
elaborare progetti che tengano conto delle istanze del po
polo Rom». Naturalmente i
risultati cambiano da paese a
paese. In Finlandia, forte di
uno stato sociale avanzato, i
10.000 rom residenti vivono
in case con mutui agevolati,
hanno una formazione professionale e istruzione adeguata; si avvalgono della presenza di mediatori specializzati in cultura Rom. Mentre
la situazione rimane problematica in Francia, in Spagna,
in Ungheria, nella Repubblica ceca (dove il 70% dei bambini Rom è iscritto alle scuole
differenziate o per handicappati) e in Italia.
11 «caso italiano» è stato illustrato in dettaglio, nel corso del convegno, dal problema casa all'istruzione, dalla
salute al lavoro, fino alla devianza e alla discriminazione.
In tutti i campi si registrano
ancora inadempienze e ostacoli a livello locale e centrale.
Anche il suggerimento formale, espresso dalla Commissione integrazione, di
reinserire il romanès tra le
lingue minoritarie tutelate
dalla legge recente, è caduto
nel vuoto.
La parola è stata data anche a politici (assenti Rosa
Russo Jervolino e Livia Turco) i cui interventi hanno dato vita a un’interessante tavola rotonda. «La nostra - ha
detto il moderatore del dibattito, Paolo Gambescia, direttore de ¡1 Mattino - è una società “arretrata” se non riesce
a rispondere alle istanze di
sole 120.000 persone. È pur
vero che nella elaborazione
di strategie di intervento vanno considerate con franchezza sia la sensibilità delle minoranze Rom e Sinti sia quella della popolazione territoriale per evitare situazioni di
malcontento che alimentano
comportamenti intolleranti e
razzisti». 11 complesso tema
dell’integrazione dei Rom e
Sinti, le cui fila si intrecciano
all’altrettanto complesso
mondo dell’immigrazione e
dell’asilo politico, va ancora
approfondito e analizzato.
Questo convegno ha tentato
di creare un ponte tra informazione, opinione pubblica
e azione politica per capire,
comunicare e anche ascoltare le istanze del mondo zigano. La strada da percorrere è
ancora lunga.
RIVISTE
Memoria L'uomo Schweitzer
La Pmélstia
Si apre con un «Ricordo di Albert Schweitzer a 35 anni dalla morte», a firma del direttore Francesco Fiumara, il n, 22000 (aprile-giugno) della rivista trimestrale «La procellaria»,
r ~ —-------, rassegna culturale che dedica la maggiore
attenzione alla produzione letteraria, saggistica e in notevole misura poetica del
Sud e della Calabria in particolare. Al centro della rievocazione l’etica del «rispetto
per la vita», teorizzata e soprattutto vissuta
dal teologo, medico e musicista alsaziano.
Altri saggi sono dedicati a Pirandello, Sciascia e a un parallelo tra Cesare Pavese e
Carlo Michelstaedter.
RADIO
Culto radio
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Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
' radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
Protestantesimo
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Jan Eri
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente
alle ore 24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 6 agosto, ore 23,40 circa, andrà in onda; «Corea, il terreno della fede». La replica sarà trasmessa lunedì 7 agosto alle
ore 24,30 circa e lunedì 14 agosto alle 10,30 circa.
Domenica 20 agosto, ore 23,40 circa, andrà in onda: «Si
aprono oggi il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste e l’Assemblea generale dell’Ucebi»; «Le guglie dorate di San Pietroburgo». La replica sarà trasmessa lunedì 21 agosto alle ore
24,30 circa e lunedì 28 agosto, alle 10,30 circa.
Mostra fotografica aH'Università Bocconi ó\ Milano
Per i valdesi parla bene la diaconia
GIORGIO GUELMANI
COME presentare la Chiesa valdese, la sua storia,
la sua ecclesiologia, il suo impegno sociale, in una quarantina di fotografie? In una*
bella mostra esposta all’Università Bocconi di Milano
(via Sarfatti 25), Andrea Sabbadini, fotografo free-lance e
collaboratore di numerosi
quotidiani e associazioni, ha
privilegiato quella che noi
chiamiamo la diaconia. Tra le
43 belle foto in bianco e nero
mancano i «classici» che ci
aspetteremmo: non c’è la stele di Chanforan né la quercia
dell’aula sinodale, e nessuna
croce ugonotta (l’unica concessione alla storia valligiana
è la foto di una scuoletta
Beckwith). Ci guardano invece i volti delle anziane
dell’Asilo dei vecchi di San
Germano, degli scugnizzi di
Napoli, di una bimba romena
in rieducazione psicomotoria
a Palermo. Peccato che non
siano state incluse nella panoramica anche opere più
«di frontiera» come Agape o il
Servizio cristiano di Riesi.
Se nelle nostre Conferenze
distrettuali e nei nostri Sinodi
riteniamo, a torto o a ragione, che la diaconia schiacci
con la sua «pesantezza», la
cultura o l’evangelizzazione,
nelle foto di Sabbadini si coglie bene come l’azione sociale sia la traduzione in termini attuali e quotidiani del
nostro discorso di fede. Così
la lezione in Facoltà o il culto
di apertura del Sinodo rimandano senza sbavature al
pronto soccorso di villa Betania o allo sportello di consulenza familiare del Gould. Si
sfugge al rischio che affligge
tanto spesso le minoranze in
Italia: quello di essere declinate solo al passato, quasi
schiacciate da una gloriosa
storia di resistenza alle persecuzioni. Invece quei caparbi
occhi di vecchi e bambini appartengono al presente e ci
fanno sperare che, a Dio pia
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Rosigi
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al Tei
cendo, ci sia per le nostre
chiese anche un futuro.
1 testi e le didascalie raccontano la storia della Chiesa
valdese, e del suo inserimento nel mondo protestante e
nell’ecumene, con chiarezza
e correttezza (purtroppo un
infelice gioco di luci le rende
di difficile lettura). Un solo
perdonabile errore: una didascalia parla del «Centro metodista di Rocca di Papa»,
mentre il campetto di calcio
visibile sullo sfondo fa pensare a Ecumene. Queste due
osservazioni non limitano
per nulla il valore della mostra, sia per la qualità delle
fotografie che per il suo allestimento in un luogo non ecclesiastico. La mostra, a ingresso libero, è aperta fino a
7 settembre (lunedì-venerdì
ore 8-19, sabato 8-12).
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1 l’Asa Fiele ore
^ Evangelici a Venezia e nella diaspora
He\ Veneto nuovi arrivi e
nuovi membri di chiesa
nalmese di marzo la Tavola valdese ha inviato a Vene1 la candidata al ministero
n«storale Elisabetta Ribet per
Servizio di sei mesi. Giunti
Ssi al termine di questo
triodo, il Consiglio di chiesa
Sole ringraziare Elisabetta
ner il suo contributo, la sua
Lponibilità e la sua simpatìa Nel frattempo è arrivato il
candidato Jean-Félix Kamba
Nzolo, che succederà a Elisabetta a partire dal 1“ settembre. Jean-Félix si è stabilito a
Conegliano con la sua giovane sposa Elodie. Diamo il
benvenuto a questi giovani
sposi, augurando loro una
permanenza tra noi serena e
benedetta dal Signore. JeanFélix ha partecipato al primci
battesimo a Conegliano, di
cui riferisce qui a fianco.
La giornata di festa è continuata con il pranzo a casa
della famiglia della piccola
Mmachukwu Honour Okoli.
È stato piacevole festeggiare
insieme a tanti fratelli e sorelle africani e italiani di diversa provenienza e confessione. La nostra gioia è stata
accresciuta dalla presenza
del padrino e della madrina,
giovane coppia italiana, vicini di casa e amici di famiglia.
La comunità di Venezia e
diaspora ha in effetti avuto in
quest’anno ecclesiastico diverse occasioni di celebrare
momenti di gioia. In ognuno
dei tre luoghi di culto abbiamo infatti battezzato dei
bambini: si tratta di Manuel
Scremin a Mestre, figlio di
Nelly Donini e di Ivan, e di
Jan Ernee Marquez Daluyen
- Vita Delle Chiese
v ‘ ^ Nuovo pastore a Conegliano Veneto
Siamo tutti uno in Cristo
PAG. 5 RIFORMA
Editori Riuniti
KAN-railX KAMBA NZOLO
a Venezia, filippino. Con
Mmachukwu sono tre bambini di origini lontane, le cui
famiglie si sono trovate unite
nel chiedere il battesimo per i
propri figli, confessando la
loro fede in Gesù Cristo, in
un Nord-Est la cui realtà, anche religiosa, diventa, volente
o nolente, multietnica e interculturale.
La nostra chiesa si è arricchita poi di due nuovi membri: Giada La Fata, cresciuta
tra noi (e con la Egei) ha chiesto di entrare a far parte della
nostra comunità al termine
degli anni di catechismo. Enrico Cerasi, anche lui a Mestre, si è invece avvicinato alla
fede in Gesù Cristo dopo una
lunga ricerca e un percorso di
catechismo per adulti seguito
dalla pastora. Ora è membro
comunicante della comunità,
iscritto al corso di diploma di
teologia a distanza.
Altra gioia ci è venuta dalla
celebrazione di matrimoni e
benedizioni: lo scorso novembre a Mestre abbiamo festeggiato insieme Antonella
Zanchi e Augusto Jacobbi, il
cui matrimonio è stato l’occasione per benedire anche
le unioni tra Marina Cosma e
Gustavo Zanchi, Cristina Fara e Alessandro Fabris, già
sposati secondo il rito civile.
In giugno, invece, si sono
sposati a Venezia Emanuela
Zanchi e Claudio Vezzonato.
A tutte queste sorelle e fra
telli il Consiglio di chiesa au
gura di poter continuare con
serenità il percorso di crescita nella fede, accompagnati
dalle benedizioni del Signore.
Anche per le comunità
ecclesiastiche vi è sempre
la prima volta nella celebrazione dei sacramenti. Domenica 2 luglio a Conegliano, cittadina che fa parte della diaspora della chiesa valdese e
metodista di Venezia, è stato
celebrato dalla pastora Laura
Leone il primo battesimo della storia della comunità che
esiste in questa zona da circa
due anni. Questa realtà è
composta da fratelli, sorelle e
simpatizzanti italiani della
chiesa valdese e da fratelli e
sorelle provenienti dalle chiese metodiste e presbiteriane e
anglicana del Ghana e della
Nigeria. Infatti Mmachukwu,
la battezzata a cui va l’onore
di essere la prima, è una bambina nigeriana.
La liturgia è stata accompagnata da inni dell’Innario cristiano e dell’Innario metodista inglese, oltre a canti di fede provenienti dall’Africa. Il
culto si è svolto in un clima di
estrema allegrezza, esattamente come una delle letture
bibliche tratta dall’Epistola di
Paolo ai Filippesi (4,4) che invitava alla gioia. Tra applausi
e danze si è gustato quanto
sia buono e dolce che i fratelli
e sorelle dimorino assieme e
soprattutto si è potuto perce
pire quanto le diversità culturali e i diversi modi di esprimere la propria fede possano
arricchire reciprocamente i
membri di una comunità se
messi in comune o condivisi.
Sappiamo che nella comunità
di fede il raggiungimento della vita di una sincera comu' nione richiede uno sforzo noii
indifferente da ciascuno/a di
noi, date le nostre diversità,
ma il messaggio del battesimo
ci ricorda che in Cristo Gesù,
ogni diversità è superata. «Infatti - dice l’apostolo Paolo voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti
di Cristo; non c’è qui né giudeo né greco; non c’è né
schiavo né libero; non c’è né
maschio né femmina; perché
voi tutti siete uno in Cristo
Gesù» (Galati 3, 27-28).
Momenti come questo permettono ai membri di una comunità di vivere e di ricercare
la comunione e l’unità dei
membri di un unico corpo di
Cristo. È quello che sottolineava la pastora Leone dicendo che questa bambina entra
a fare parte della famiglia di
Dio in cui non esistono diversità né di sesso né di colore
della pelle, né di paesi, né di
cultura. Nella famiglia di Dio
non ci sono italiani e africani,
tutti siamo figli amati e salvati dalla Grazia di Gesù Cristo.
COMMISSIONE PERMANENTE STUDI
della Chiesa evangelica valdese
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
SESSIONE D'ESAME
domenica 20 agosto 2000, ore 9 - Collegio valdese - Torre Pellice
Un'iniziativa che
Con la musica
ha coinvolto gli evangelici livornesi
per Amnesty International
LEONARDO CASORIO
nostre
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venerdì
Molti membri della ccjmunità valdese di Livorno, spontaneamente si
sono dati appuntamento a
Rosignano Solvay, presso la
sala dell’Università popolare,
al Teatro Solvay il 9 luglio,
per ascoltare uno dei quattro
concerti che Amnesty International ha organizzato con
il patrocinio di dieci Comuni
della Bassa vai di Cecina. Già
il venerdì precedente, a
Guardistallo (Pi), Formai affermato musicista Marco
Gammanossi, già membro
del Consiglio della Chiesa
valdese di Livorno, aveva
svolto un programma di musiche alla chitarra classica.
Domenica 9 invece c’erano
in programmazione alcune
musiche per pianoforte di
Debussy, di Chopin e di Bee'thoven eseguite in modo
professionale e coinvolgente
dai giovani Dario Gambaccini e Jacopo Marzini.
Quest’ultimo, nato in provincia di Siena e residente a
Dario Gambaccini, al centro, prima deii’inizio dei concerto
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Rosignano, diplomato in pia-noforte e ora in fase di studi
di perfezionamento, aspira
alla formazione di un’associazione culturale musicale
con sede a Lerici. Ma la rivelazione per la Chiesa valdese
di Livorno è stato il giovane
Dario, studente di medicina,
iniziato all’amore della musica fin da piccolo dai genitori
evangelici e allo studio del
pianoforte da validi insegnanti, come M. G. Perigozzo, di estrazione battista, e
recentemente affermatosi in
un concorso a Livorno sotto
la vigile e qualificata assistenza del prof. Maffei. La comunità valdese locale lo ricorda nel suo impegno quale
componente del coro giovanile formatosi in collaborazione con la Chiesa battista, e
ancora fin da quando, non
ancora quindicenne, veniva
sollecitato dal pastore e dal
predicatore di turno a prepararsi accuratamente per accompagnare gli inni che si
sarebbero cantati durante il
culto; quanti consigli ognuno
aveva da dargli!
Ora Dario suona con sensibilità, competenza, professionalità, e anche con sicurezza e vocazione. Se ne sono
accorti i quasi cento presenti
al suo concerto in un’atmosfera di riverito ascolto, accompagnato dallo sbatacchiare di qualche finestra per
il vento afoso che arieggiava
nella pur non spaziosa sala,
tra un agitar di ventagli e svolazzar di tende. Oltre a varie
sonate del Children's corner
di Debussy, lo Scherzo in si
min. op. 20 di Chopin in particolare gli ha tripudiato una
prolungata ovazione che lo
ha impegnato per un supplemento di programma. Bravo
Dario, auguri e... grazie per
la disponibilità; anche quella
dell’accompagnamento degli
inni è un’attività di testimonianza e di collaborazione,
spesso non sufficientemente
apprezzata e valorizzata.
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Inchiesta sul secolo dai
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È uscito a Bari
Quaderno
sull'editrice
Claudiana
È uscito in giugno il «Quaderno» n. 10 della Chiesa valdese di Bari, datato 17 febbraio 2000 e dedicato al tema
/ valdesi e la cultura. La Claudiana. Esso contiene nella
sua parte principale la conversazione tenuta a Bari il 19
febbraio scorso da Carlo Papini su «Centocinquant’anni
al servizio della cultura evangelica. La Claudiana a Torino,
Firenze, Torre Pellice». Papini ha inoltre accettato di inserire, dopo il testo della conversazione, le sue risposte ad
alcune delle domande rivoltegli dagli ascoltatori.
Come è ormai tradizione
per questi Quaderni, vi è anche un’appendice che presenta brani scelti, tratti da libri di
vari autori e concernenti argomenti toccati nella conversazione, in particolare qui la
diffusione della cultura nell’ambito valdese, l’apporto
dei colportori, il ruolo dell’editrice stessa. Le illustrazione che corredano il Quaderno
sono tratte in gran parte da
pubblicazioni Claudiana.
Il Quaderno, curato da Evelina Vigliano, è dattilografato
e fotocopiato; purtroppo in
legatoria è stata capovolta
una pagina: incidenti che capitano a chi ha pochi mezzi
ma una gran voglia di fare. 11
costo per rimborso spese è di
£ 15.000, più spese postali
(Chiesa valdese, corso Vittorio
Emanuele 138,70122 Bari).
Dìo e nulo
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della Chiesa cattolica
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la Bibbia
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PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 28
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Centenario della chiesa valdese del capoluogo
Percorsi storici in Valle d'Aosta
SANDRO DI TOMMASO
Ad Aosta proseguono le
celebrazioni per il centenario della chiesa (26 agosto
1900-26 agosto 2000): dopo
due concerti spirituali e due
conferenze (l’ultima, tenuta
da Giorgio Tourn sul tema
della predestinazione, sabato
27 maggio, ha richiamato un
bel numero di persone ed è
stata seguita da un ricco e articolato dibattito), da venerdì
7 luglio è stata aperta al pubblico una mostra sulla storia
della Chiesa valdese valdostana, intitolata: «Valdesi in
Valle d’Aosta. Percorsi di fede». Oltre alla mostra, installata su pannelli che abbracciano i due lati della cappella
evangelica di me Croix de
Ville, per tutto il tempo dell’apertura è in funzione un
«documentario-video» che ripercorre le stesse tappe indicate dal percorso della mostra stessa, realizzato dal regista Patrizio Vichi su testi e
ricerche di Sandro Di Tom
maso. I presenti alla serata di
inaugurazione (ospiti Berta
Subilia e il pastore Gino Conte, assieme a molti evangelici
valdesi e di altre denominazioni nonché a molti amici
cattolici) hanno apprezzato
sia la mostra sia il video.
Nei giorni successivi molte
persone hanno visitato la mostra, soffermandosi con interesse a seguire il video e spesso discorrendo con chi era incaricato di tenere il tempio
aperto: ne fanno fede le molte
firme di visitatori apposte sul
registro. La mostra, che è stata aperta fino al 23 luglio in
Aosta, sarà trasportata nel
tempio di Courmayeur, dove
rimarrà fino al 15 agosto e
sarà accompagnata da una
piccola mostra sulla Bibbia,
organizzata da altri fratelli
evangelici, e da una tavola rotonda su «Valdo di Lione e
Francesco d’Assisi», organizzata dalla Chiesa valdese di
Aosta e dal Sae, i cui relatori
saranno il pastore Ruggero
Marchetti e il francescano
La chiesa valdese a Courmayeur ospita la mostra fino al 15
agosto
cappuccino Oreste Labbrone.
La mostra a Courmayeur sarà
inaugurata domenica 6 agosto e proseguirà fino al 15; l’8,
il 10 e ri 1 rimarrà aperta dalle
10 alle 12,30; dal giorno 12 al
15 l’orario sarà dalle 17,30 alle
19,30; il 13 ci sarà dibattito.
Attività della Chiesa battista di Miglionico
Una comunità piccola ma vivace
Miglionico è un piccolo
paese della Basfiicatà ubicato
su una collina, una ventina di
chilometri da Matera. L’anno
scorso la Chiesa battista, fondata verso la fine dell’BOO, ha
celebrato il suo centenario.
Nonostante l’emigrazione
abbia intaccato la realtà del
paese riducendo la comunità
battista a un piccolo nucleo
di credenti, essa continua la
sua opera di testimonianza
grazie anche al ministero
svolto dai predicatori locali
dell’Associazione battista regionale i quali affiancano la
pastora Elizabeth Green.
1118 marzo, è stato celebrato dal ministro designato dalla chiesa, il fratello Giuseppe
Montemurro, il matrimonio
della sorella Annamaria Santomassimo e Giuliano Locallo. Per l’occasione la piccola
chiesa caratteristica (le pareti
sono affrescate di frasi della
Sacra Scrittura) ha ospitato
non solo la comunità riunita
ma anche i molti familiari e
amici degli sposi a cui è stata
annunciata la parola del Signore. Il culto è stato allietato
dal canto offerto da alcuni
esponenti del complesso rock
Opinea, amici degli sposi e
molto conosciuto in zona.
Il 17 giugno la chiesa ha organizzato una raccolta pubblica di fondi a favore del Mo
Operazioni di mietitura in Mozambico
(foto Acnur/Wilkinson)
zambico. Insieme a due associazioni di volontariato la
chiesa ha allestito un banco
nella piazza centrale del paese per poter dare delle piantine in cambio di un’offerta per
il Mozambico. Alcuni cartelloni spiegavano la situazione
nel paese africano dopo i diluvi, delineando il progetto
curato da «Churches in Action», Nonostante le intemperie (e una partita di calcio
in concomitanza) il dj Millennium ha cercato di animare
con musica la serata all’aperto. L’iniziativa messa a punto
da un gruppo consistente di
sorelle della chiesa ha proseguito anche la domenica riuscendo a raccogliere più di
mezzo milione di lire.
La Commissione per le trasmissioni evangeliche
Radio e TV svizzere di lingua italiana, con sede a Lugano (TI)
cerca
una coordinatrice o un coordinatore
per i mass media (100%)
Compiti:
- organizzare e realizzare le trasmissioni evangeliche alla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana;
- collaborare con le chiese riformate di lingua italiana e la Federazione delle chiese evangeliche svizzere;
- curare i rapporti con gli organi d'informazione della Svizzera italiana (Rtsi, quotidiani, periodici evangelici ecc.) e il servizio stampa in lingua italiana della Federazione delle chiese evangeliche
svizzere;
- partecipare a seminari, corsi, incontri sui mezzi di comunicazia
ne (radio, tv, stampa) e di interesse pastorale.
Requisiti:
licenza in teologia;
- lingua italiana, padronanza del francese-tedesco e conoscenze
essenziali dell'inglese;
- conoscenza approfondita delle chiese riformate di lingua italiana, del protestantesimo svizzero e dell'ecumensimo;
- conoscenza della realtà svizzera e apertura ai problemi internazionali;
- esperienza nel campo dei mass media
Entrata in servizio: gennaio 2001 o data da convenire
Per ulteriori informazioni rivolgersi all'attuale coordinatore:
Urs Jäger, via S.Gottardo 15, 6900 Lugano
tei. 091-9232107
e-mail: jaeger-beux@bluewin.ch
Le candidature sono da inviare entro il 15 settembre al
dente della Commissione: Alfredo Ryser, 6986 Novaggio
presi
CULTO Di APERTURA
DEL SINODO
Avviso per ie corali
Come è stato annunciato, il
culto di apertura del Sinodo
si svolgerà quest’anno al Palaghiaccio a Torre Pellice.
L'ambiente richiede la presenza di un coro più numeroso del solito; facciamo dunque appello a tutti i membri
delle corali valdesi perché da
ogni corale vi sia una buona
rappresentanza.
Le corali riunite eseguiranno l'inno 7, «Mi amasti o mio
Signor», e il coro «Ascolta,
ascolta», due brani già eseguiti alla festa di canto. Dirigerà Giuseppe Maggi.
La prova inizierà alle ore
14,30 direttamente nel Palaghiaccio in via Filatoio 10.
La Commissione musica
del I distretto
Uno studio autoprodotto da Paolo Angeleri
La Chiesa metodista di Padova
«Nonconformisti a Padova»
è il titolo dello studio che
Paolo Angeleri ha condotto
per molti mesi sui materiali
dell’archivio della locale
chiesa metodista, allo scopo
di ricostruire le vicende pionieristiche ed esaltanti della
sua nascita. Si tratta quindi di
un lavoro (interamente autoprodotto) per mezzo del quale la comunità stessa intende
riflettere e lasciare testimonianza sullo spirito e sull’entusiasmo di quanti, in una
terra decisamente cattolica
all’epoca dell’Unità d’Italia e
non solo allora, diedero vita a
un modo diverso di intendere la fede in Gesù Cristo.
Angeleri muove dai primi
passi della Missione metodista wesleyana in Italia, con
l’opera di Henry Piggott il
quale, nell’ottica della fiducia nel progresso della libertà, riteneva utile aiutare
gli italiani a dar vita a una loro chiesa riformata. Dato
l’impulso di partenza, insomnia, si trattava di lasciare
percorrere questa strada ai
diretti interessati. Un progetto di minima, se si vuole, rispetto ad qltre impostazioni
missionarie (che vedrarmo in
seguito divergere le strategie)
che si accompagnavano a un
intento più decisamente politico (tale era la visione del
metodlsmo episcopale statunitense). Elemento caratterizzante dell’azione missionaria di Piggott sarà dunque
quello di affiancare alla predicazione dell’Evangelo la
crescita culturale e le opere
di assistenza. Non mancherà
d’altra parte l’azione pubbli
II primo Sinodo metodista wesleyano (Padova, 1869). Enrico
gott è seduto ai centro
cistica, di cui si ricorda in
primo luogo il settimanale II
museo cristiano, che nasce
nel 1867, a soli tre mesi dall’annessione del Veneto.
Più avanti, anche Padova
sarà rappresentata nel 1“
Convegno delle associazioni
evangeliche italiane di Firenze (1887); spiccheranno gli
itinerari spirituali di personaggi come Francesco Sciarelli (che, come dice il titolo
della sua autobiografia, fece
un percorso Da frate a garibaldino e da sacerdote cattolico a ministro evangelico);
vengono gli anni della repressione fascista e quelli della
partecipazione alla Resistenza (per esempio da parte dei
fratelli Boscardin, tipografi).
Il dopoguerra, a livello di visibilità, fa registrare la consacrazione della prima chiesa
(1925) e della nuova nel 196);
ma fa registrare anche, r
il Concilio, il tempo dell’eci^^^^|J
1 camrr
ne tra
valdes
monismo, con gli studi biblici
interconfessionali avviati dal
pastore Sergio Carile.
Il resto è praticamente sto.
ria dell’oggi; un esercizio di
autocomprensione dettato
dall’amore per la propria Wea/Sino
chiesa ma anche dalla soUe- ..„„9 isti
citudine nell’offrire a quanti ; ioc=,
sono interessati, a chi verrà j.•
dopo e a chi voglia studiare “
l’evangelismo italiano su più conforme
vasta scala, quel terreno di molte so
lavoro insostituibile chea quello chi
rappresentato proprio dalle sembrava
ricerche in ambito locale. Un
esempio da seguire, ánchese
non è il primo nelle nostre
chiese. Qualcuno è in grado
di sollecitare una pubblicazione* vera e propria per questi lavori? (a.c.)
Una lieta giornata alla Chiesa battista di Varese
Testimonianza battesimale a Pentecoste
ROSANNA COSENZA TAMMONE
\ NDATE dunque e fate
«/Vi
.miei discepoli tutti i
popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Matteo 28,
19). Domenica 11 giugno la
comunità battista di Varese
ha partecipato con gioia alla
testimonianza di fede data
attraverso il battesimo del
fratello Giuseppe Cosenza e
dei coniugi Attilia e Franco
Ferrari.
La data stessa scelta per
questa testimonianza, il giorno di Pentecoste, era alquanto significativa. I battesimi
sono stati preceduti dal sermone, tenuto dalla nostra
pastora Hélène Fontana, che
si è basato su Romani 6, 1-11
e Esodo 13, 17-22. Il messaggio ha messo in rilievo dei
paralleli tra l’esperienza del
battesimo e quella dell’Esodo
in particolare in riguardo a
quattro punti: la liberazione,
il cammino, la comunità e la
guida di Dio.
Importante per il culto è
stata anche la presenza di
numerosi fratelli e sorelle che
hanno contribuito alla litur
za pratica
È indù
Fgei sia s
affinché I
tra le tre
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Bmv, qu
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l’esito de
sere inte
tré quest
mento cl
Quan
che ta F
se abbia
Tre Si
dare un
politico
La pastora Héléne Fontana con il marito Stefano anch’egii pastore
già con letture, preghiere e
canti, questi ultimi con l’apporto dei nostri giovani. Come vuole la tradizione di
questa comunità, si è cantato
prima di ciascun battesimo
un inno scelto personalmente dal catecumeno. C’è stata
grande partecipazione nel
canto di questi inni, e anche
questo fatto ha contribuito a
rendere significativo il momento, sia per i battezzati, sia
per tutti i presenti. Dopo il
culto, le sorelle dell’Unione
femminile hanno preparato
un gradito rinfresco.
Chiediamo al Signore di
benedire la nuova vita spirituale di questi fratelli e di assisterli e aiutarli a crescere
per portare buoni frutti alla
gloria di Dio e la stessa preghiera rivolgiamo a Dio anche per le tre giovani ragazze
che la domenica prima, 4
giugno, sono state battezzate
sempre dalla pastora Fontana nella vicina chiesa battista
di Lugano.
Tavola valdese
Sinodo delle chiese valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall'Art. 117/SI/1999, è convocato per
I membri del Sinodo sono invitati a recarsi nell'Aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice, via C. Beckwith 2, alle ore 15.
II culto di apertura, in comune con l'Assemblea Generale
deirUnione cristiana evangelica battista d'Italia avrà inizio alle
ore 15,45 nello Stadio del ghiaccio di Torre Pellice e sarà presieduto dalla pastora Lidia Giorgi. Predicatore d'ufficio il pastore
Franco Giampiccoli.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
Unione cristiana evangelica
battista d'Italia
Convocazione dell'Assemblea Generale
e dell'Assemblea - Sinodo del 2000
Atto 92/CE/99
Il Comitato, riunito in sessione congiunta con la Tavola Valdese,
delibera di convocare, ai sensi dell'art. 93 del regolamento, l'Assemblea Generale in sessione ordinaria nel periodo 20-22 agosto
e 25-26 agosto 2000 a Villar Pellice. Delibera altresì di convocare
l'Assemblea Generale in seduta congiunta con il Sinodo delle
Chiese Valdesi e Metodiste nel periodo 23-24 agosto 2000 a Torre Pellice.
Approvato aH'unanimità
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IÍ cammino di collaborazione e comunione tra le chiese battiste, metodiste e
valdesi (Bmv) giunge con l’Assemblea/Sinodo di quest’anno, alla sua terza
tappa istituzionale. Segno di un percorso
complesso e ricco di possibilità che negli
I ultimi dieci anni ha assunto una propria
conformazione e, grazie all’impegno di
' molte sorelle e fratelli, ha preso corpo
quello che, nella seconda parte del secolo,
sembrava più un auspicio che un’esperienza praticabile.
I È indubbio che negli ultimi trent’anni la
( Fgei sia stata una delle forze che ha spinto
affinché la comunione e la collaborazione
tra le tre denominazioni divenisse più stretta, se non altro tessendo quella rete di relazioni tra le persone che hanno poi militato
attivamente nelle nostre chiese.
In questa sede non vorrei soffermarmi sul
contributo storico che la Fgei ha dato al
Bmv, quanto segnalare alcuni contributi
che la Fgei può dare oggi al dibattito su
questo processo.
Bmv e Fgei hanno cammini indipendenti.
La Fgei non è la palestra del Bmv, né questi
l’esito della Fgei; a maggior ragione può essere interessante individuare le intersezioni
tra queste due realtà e il reciproco arricchimento che ciò può significare.
Quanto segue è, in qualche modo, ciò
che la Fgei può offrire. È tutto da verificare
se abbia una qualche utilità per le chiese.
Tre sono gli ambiti sui quali la Fgei può
dare un suo contributo; uno teologico, uno
politico e uno pratico.
confronto critico con il primo articolo del
Credo Apostolico tradotto in domanda:
«Credo in Dio Padre?».
Non tanto una domanda sull’esistenza o
meno di Dio, quanto sul significato che la
relazione con Dio ha per noi. Non «Dio esiste?», ma «Chi è il Dio in cui crediamo?»
Ciò che ha appassionato gli fgeini e le
fgeine non è stata la speculazione su una
presunta realtà di Dio, ma sull incidenza
che il credere (ovvero la relazione) in un
Dio ad immagine del padre aveva
de radicali e di pensiero acuminato perché
non si corra verso sintesi affrettate, ad una
sterile immediatezza tra Dio e 1 umanità.
In questo cammino è inoltre importante
verificare se le parole della Bibbia siano ancora quelle più capaci di dire la relazione
tra Dio e noi o, seppure, abbiamo bisogno
di parole nuove che facciano appello
all’evocativo ed a esperienze a
noi più vicine.
per noi.
Abbiamo
rinomin a t o
una relazione
perchè
nominare
di nuovo
l’immagidi Dio
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implica, per
Le domande di fede
Nodi scoperti del dibattito teologico tra le
chiese battiste, metodiste e valdesi, sono la
questione ecclesiologica e il battesimo. In
seno alla Fgei non si è ancora discusso sul
Valore delle assemblee ecclesiali o sulla
preminenza della predestinazione o del riconoscimento consapevole della grazia di Dio.
Abbiamo invece discusso del nostro rapporto con Dio e delle immagini che di lui o
lei abbiamo.
Preso atto che esiste un «disagio della fede» (D. Bouchard), si è osato discutere radicalmente su Dio. È stata una discussione
che negli anni ha avuto fasi alterne; picchi
particolarmente arroventati e fasi di stallo.
Eppure nelle sue oscillazioni e complessità,
è stato un dibattito che, per noi, ha significato confrontarsi con le fondamentali questioni di fede senza rete di salvataggio e
senza un perimetro sistematico già preconfezionato.
Con un’espressione un po’ pretenziosa si
può dire che il dibattito della Fgei è stato un
KotiziQriofgeì
do Redazione Riforma
via Pio V, 15 10125 Torino
tei. 011-655278
fax 011 -657542
corrispondenza, rinominare la nostra umanità.
Cambia dire
che credo in
‘Dio come padre’ o affermare che la mia
immagine di Dio
sia quella di una
sorella attenta e
riservata. E un
percorso ancora
aperto, o meglio
da riaprire.
Negli sviluppi
che esso ha avuto,
nel lavoro sulla liturgia e sulla testimonianza, ci siamo resi
conto che questa domanda può essere
condivisa tra generazioni diverse perché è
la domanda importante
che investe Dio, la nostra umanità e l’evento
nel quale Dio ha stabilito
la relazione con noi; Gesù
Cristo.
Riaprire questa discussione potrebbe oggi significare non solo interrogarci
su Dio, ma azzardare di cogliere quali sono le interrogazioni che Dio pone alla nostra umanità.
È un sentiero faticoso.
È un sentiero lastricato di domande,
sempre lì lì per perdersi nel fitto della confusione tra Dio e la nostra umanità e nell insignificanza delle parole.
La ricerca di fede ha bisogno di doman
dalla sicurezza di facili riduzioni di una dimensione all’altra». La politica, come azione pubblica dello stare attivamente insieme
ad altre donne e ad altri uomini, non è immediatamente il risvolto pratico della fede e
d’altra parte le azioni politiche non possono, se non a prezzo di mostruose aberrazioni, chiedere alla fede un fondamento ultimo. Si tratta, come è
stato detto in campo studi, di
sporcarsi le mani, certi che le
mani sporche sono le nostre
non quelle di Dio, che la
sfera del politico risponde sì
del nostro rapporto con Dio,
ma che essa è prima di tutto responsabile nei confronti delle nostre sorelle e
dei nostri fratelli; in particolare delle e dei più
esclusi.
Merito del laboratorio
e del campo studi è di
avere messo in campo
nuovamente il valore
della parola politica. 11
discorso politico non
può essere solo la fotografia dell’esistente
al quale conformarsi
(è indifferente se la
si valuti una splendida fotografia o
un’immagine orribile), ma deve rivendicare per la
parola la sua capacità di dire il
reale in direzione
di una sua trasformazione.
Rischiare un
giudizio politi
mezzo alle azioni
delle donne e degli uomini
Dallo scorso campo studi, e con
l’istituzione di un laboratorio politico, la
Fgei ha ripreso a parlare, di politica. Osserva acutamente Samuele Pigoni (Notiziario
Fgei n° 2/3 maggio 2000) che l’oscillazione
tra fede e politica «dice un’effettiva discontinuità tra fede e politica, discontinuità che
provoca una forte tensione e che spiazza
co è sempre
un’azione penultima (il bene e il male
assoluto non
ci appartengono), tuttavia essa
corrisponde ad una
parola,
che è già
azione
politica
e che
può interpretare e
cambiare il mondo.
Mi sembra inoltre che la
meditazione sulle azioni politiche faccia affiorare una questione esistenziale profonda.
Mi domando se la mia umanità sia
un’umanità dimezzata se non è spesa
nell’azione consapevole con altri uomini e
altre donne.
La riflessione sull’azione politica non riguarda solo che cosa facciamo, a favore di
chi e con quali risultati, ma anche cosa la
Continua a pag. 3
8
TUni DIVERSI, TUni FIGLI DI DIO
Anche la Fsei ha partecipato al World Gay Pride 2000
n cielo di fuoco trasparente. Gna
Roma, altrimenti sonnacchiosa,
ha ospitato II World Gay Pride
2000. Gn corteo colorato, irriverente e
Ironico, una parata complessa e refrattaria a facili schematizzazioni.
Il Pride è stata la festa di chi ha voluto manifestare contro ogni indebita
intromissione nella sfera della sessualità e a favore di una corporeità che
sia luogo di liberazione e di felicità e
non oggetto di ostracismi. Per questo
il Pride è stata la festa di tutti e di tutte. Prima di tutto dei gay, delle lesbiche, transessuali e transgender, ma
anche delle persone eterosessuali. È
stata la festa di chi crede che la sessualità sia una gioia del corpo e non
argomento di giudizio.
Gn corteo di corpi innanzitutto. Corpi colorati di tutte le fogge e di tutte le
forme.
Anche i cristiani e le cristiane di diverse confessioni erano presenti al Pride. Gn prete di Avellino ha sfilato coraggiosamente, in barba ai richiami
della Curia, confessando quanto non
mai il colletto bianco che vestiva gli
pesasse: perché proprio quel colletto
significa in questi giorni discriminazione ed esclusione.
«Sono cristiano e sono qui, sono qui
perché sono cristiano»: così i biglietti
colorati distribuiti alla manifestazione.
Gna bella frase che ellitticamente eppure con semplicità dichiara perché La
Fgei ha aderito e partecipato alla manifestazione.
Come il prete di Avellino, anche noi
sfilando, confessiamo il peccato delle
nostre chiese ancora in prima fila nella
cieca condanna delle persone omosessuali. Mon importa qui fare sottili distinzioni tra chi ha disertato questo triste fronte e chi, ancora vi combatte,
quello che conta è che, come credenti
invece di predicare una grazia incondizionata e un giudizio che non ci appartiene, ci appropriamo proditoriamente
del giudizio e annunciamo una grazia
condizionata. Gna presenza come una
confessione di peccato.
Ma non solo.
La Fgei ha sfilato affianco alla Rete
evangelica fede e omosessualità
(Refo) di cui è parte attiva. Gna vicinanza che segnala un impegno comune perché nelle chiese si discuta di
omosessualità e si cammini speditamente verso la piena accoglienza delle
donne e degli uomini omosessuali.
Forse semplicistico, ma indubbiamente efficace un cartellone diceva:
Tutti diversi, tutti figli di Dio’. Proprio
così: tutte/i diverse/i, tutte/i figli/e di
Dio. Il cammino delle sorelle e dei fratelli omosessuali è un conquista per
tutti e per tutte, perché pone al centro
del nostro rapporto con Dio la diversità
e la pluralità.
Non più l’identità, magari quella
dell’uomo bianco e occidentale, ma la
diversità è la cifra di un rapporto che
Dio istituisce con ciascuna e ciascuno
di noi e che nessuno ha diritto di sindacare.
Forse il limite del World Gay Pride
sta proprio nel ‘Pride’ nella parola orgoglio. Certamente usata provocatoriamente, il termine orgoglio riconduce
tuttavia in direzione di un’identità di cui
essere orgogliosi. Mi chiedo se come
credenti possiamo interrogare l’orgogli)
che è parente tanto stretto deH’identiti
e dei suoi disastri. L’identità e l’orgoglii^
fanno appello all’adesione irrazionali
ad un’unità. Ma è proprio queU’unitì'
che è necessario sfaldare perchélit
consapevolezza della propria diversitìj
sia patrimonio di ciascuna persona.
Che cos’è stato il ‘Pride’? Gna ma^
gnifica festa civile. Gna parata in cui
la società civile italiana ha saputo af
fermare la volontà di stabilire da soli
quali siano i diritti della persona senzi
sottostare ad alcun magistero. D
questa rivendicazione di laicità, k
chiese e la Fgei, non hanno che di es
seme felici.
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LA FESTA DELLE
DIVERSITÀ
orna, 8 luglio 200. Ore 14. Piazza
Cavour. Il ponentino, vento amico,
mitiga un sole impietoso. Squilla
un cellulare. Il mio. «Che stai facencio lì?
Tra poco parte il corteo!» Squilla sette
volte. Persone diverse, ma in pratica la
stessa telefonata che continua: «Sto al
tempio valdese, aperto in segno di accoglienza. Stiamo preparando lo striscione della Fgei. Appena fatto, arrivia
mo». Alcuni membri di chiesa partecipano all’apettura della chiesa, sulla cui
facciata campeggia un annuncio per chi
passa: «Chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvato» (Gioele 2:32).
La manifestazione è iniziata. Lo striscione fgeino non è pronto. Ci troviamo
a 5 km da Porta S.Paolo, punto di partenza del corteo. Ma tra noi ci sono Sandro e Karen, un po’ più artisti della me
dia, e in mezz’ora l’opera è compiuta:
«Nell’amore non c’è paura. I Gv 4:18»
Arriviamo. Il percorso è insolito, gli
ultimi due mesi sono stati prodighi di
polemiche. Ma il corteo parte; e una
volta partito, le polemiche si dissolvono
come neve al sole. Inizia una vera e propria festa. Con un imprevisto: mi perdo.
Non c’è il solito ordine. Ritroverò lo striscione Fgei dopo un’ora accanto a quello della Refo. Ma farò presto a riperderlo. C’è tantissima gente: occhio e croce,
mezzo milione di persone, una città di
colori, «la sesta città d’Italia». Non sento
slogan contro nessuno. Qui non è il luogo della contrapposizione, ma il luogo
dell’affermazione. Si canta, si balla, si
ride e ci si stupisce. Gay svedesi nella
veste tradizionale femminile giallo-blu
sfidano gay newyorkesi vestiti da poliziotti (più veri di quelli che sorvegliano il
corteo). Gn gruppo di trans vestite e
truccate da feline gareggiano con un altro gruppo che porta enormi vesti settecenteschi. Nella folla ci sono anche curiosi e bambini, abitanti del quartiere e
turisti. Gn furgone getta schiuma frammista a musica sui dimostranti che lo
seguono. Chioschetti improvvisati vendono bevande a caro prezzo. Chissà cosa pensano di chi sta acquistando, ma
si sa: il denaro non odora!
Ma più sorprendente è che nello
stesso corteo marciano comunisti, verdi, diessini, liberali, anarchici e centri
sociali. Non è il luogo di nessuno di loro. Si vede che non è il loro modo di
manifestare, ma c’è una strana atmosfera: comunque, tutte/i si sentono a
proprio agio. Il gruppo politico che si
c
Sì
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intona meglio con il corteo è quello cht
alza uno striscione enorme su cui scrii
to «Orgoglio laico».
Forse bisogna riflettere su questo
nuovo modo di manifestare: afferma
zione, non negazione, ironia, non «se
riosità«. «Gna risata vi seppellirà» si di'
ceva, ma non si faceva, nel ‘68. Serti'
bra che questo motto vada realizzando
sì negli ultimi anni. Basti pensare alle
manifestazioni anti-globalizzazione.
Tutto ciò non pregiudica una rifles
sione politica seria. Sono state ricordate le vittime dell’Aids, sulla cui ricerca
per dieci anni non si è investito, perche
colpiva chi non meritava di essere. Si e
riraccontato l’episodio che ha scatenato il primo Pride: il 28 giugno 1969, a
New York, lo Stonewall Inn, un locale
del Greenwich Village, si rifiutava di
servire clienti omosessuali. Da li padi
una protesta, repressa brutalmente dalla polizia, che rivendicava il diritto di
essere se stesse/i, provocatoriamenta
espresso come orgoglio. Non mi devo
nascondere, non mi devo vergognare a
ti dico che anzi sono orgoglioso.
Il corteo si è concluso al Circo Massimo, lo stadio più grande della storia a
scenario suggestivo: si vedono il cup°'
Ione, la sinagoga, il Palatino, il Camp'"
doglio, la Fao, l’obelisco di Axum, e sul
punto più alto, accanto al monumento
a Mazzini, l’enorme bandiera arcobaleno. Questo sabato pomeriggio a Roma
il diritto di essere se stesse/i è stato riproposto, a 31 anni da Stonewall. Ed e
stata la festa delle diversità che danno
vita alla pluralità.
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fare i costruttori di ponti si impara insieme con fatica, e c’è
bisogno di tempo»...a fare i costruttori di ponti si impara col tempo...il
tempo che mi sono concessa affinché il
«Bridge Project» (in Italia meglio conosciuto come «Gephyra») finisse per poter tirare fuori delle conclusioni personali e parziali. Penso infatti che ancora mi
: risulti difficiie valutare il progetto nella
sua interezza, un progetto così lungo e
«pieno di tutto», che ha «investito» 8 mesi deila mia vita... Abbiamo avuto a che
fare, tutti/e ei3 i/le partecipanti, con la
costruzione di «ponti», passaggi, canali
che mettessero in comunicazione realtà
diverse della stessa confessione; un progetto per i/le giovani, affinché toccasse-! ro con mano l’enorme lavoro che c’è da
fare a livello ecumenico, per ìa privilegiata e ambiziosa formazione di «leader»
in questo «particolare campo». Così motivazione più, motivazione meno, ci siamo tuffati in quella che da molti è stata
definita, e credetemi lo è stata, un’avventura ed ora abbiamo bisogno di tempo per riuscire a dare uno spazio concreto a quello che abbiamo fatto in questi mesi, uno spazio che ha ancora bisogno di rigenerarsi dalla fatica, uno spazio che deve essere rielaborato; ognuno/a di noi lo potrà tenere fra le mani e
dare la forma che più gli/le piace, uno
spazio che ha determinato tanti cambiamenti...e a questo spazio che io più
penso, ora alla fine del progetto (e al
quale le critiche affrettate non hanno
pensato), e alle tante immagini che ora
affollano la mia mente.
11 Bridge Project è stato un progetto a
livello ecumenico (vedi notiziario n°l
marzo 2000) che ha coinvolto giovani
fra i 18 e i 25 anni provenienti da varie
denominazioni cristiane presenti nel nostro continente (luterana, riformata,
EKU, battista, valdese, dei fratelli cechi,
la chiesa ortodossa ceca, rumena e greca). Eravamo in 13, ragazze e ragazzi di
7 nazionalità diverse ed insieme abbiamo viaggiato per 7 paesi, un mese speso in ogni posto (Germania, Repubblica
f otinua dalla prima
Ceca, Gran Bretagna, Italia, Francia,
Grecia e Romania, dove si è tenuta la
valutazione finale dell’intero progetto); i
programmi hanno previsto uno sguardo
più o meno approfondito sulla realtà sociale, economica, politica, ambientale
del paese visitato, ma soprattutto come
tutto questo (ed in modo particolare i/le
giovani) si mette in relazione con le istituzioni ecclesiastiche, tradizionali e
non, di quel particolare paese, senza dimenticare lo spirito ecumenico delle
nostre osservazioni; ogni programma
organizzato per noi ha avuto i suoi pregi
e i suoi difetti, la vita di gruppo non è
stata una favola, l’organizzazione generale ha lasciato in sospeso molte cose,
ma allora a cosa è servito questo progetto? Perché quando abbiamo visto
che non funzionava, o che comunque
non corrispondeva alle nostre aspettative non siamo tornati/e tutti/e a casa? È
come sempre, penso io, quando qualcosa fa acqua bisogna abbandonare la
nave...devo ammetterlo, io in Italia ci
stavo tornando e di corsa anche quando ho visto che le «cose» non cambiavano, ma poi improvvisamente ho detto
«no io resto qui, devo finire quello che
ho cominciato(l)...perché?...non sol».
Beh penso di aver trovato la risposta alle mie domande l’ultima settimana
quando finalmente abbiamo avuto l’opportunità di affrontare gli organizzatori e
dire loro « grazie mille, ma... insomma
cosa avete combinato, ma ìnsomma
cosa abbiamo combinato nói?».
Guardandomi intorno ed ascoltando
ho capito cosa era successo...le «cose
erano cambiate», io, le persone intorno
a me erano cambiate, concezioni, convinzioni, antipatie irreparabili e amori indiscutibili, visioni...le visioni di quello
che abbiamo fatto, un lavoro nascosto
che fino ad allora nessuno aveva «visto»,
un viaggio di formazione a livello individuale che ha richiesto un prezzo alto da
pagare ma che ha lasciato uno spazio
che ora è anche nelle nostre mani «sudate» (per usare un’espressione di moda!) che ora tocca a noi gestire, pia
decisione politica implichi per la qualità
della nostra umanità. Tale meditazione manifesta che siamo difronte ad un bivio; da
una parte c’è lo stare al mondo come persone sole, dall’altra lo stare nel mondo nella
complessità dei suoi fenomeni e delle sue
relazioni.
L’opzione per l’azione politica ci rivolge
verso questo secondo paradigma. Scrive
Hannah Arendt: «L’umanità non si realizza
niai nell’isolamento e nemmeno nell’esposizione della propria opera in pubblico. Può
solo realizzarla chi espone la sua vita e la
sua persona al rischio della sfera pubblica»
(H. Arendt, 1993, p. 55). Nè soli e neppure
affannati a causa delle nostre prestazioni.
Si apre un capitolo quanto mai urgente,
da affrontare già nei gruppi locali, su
Un’umanità che si esprime nel proprio stare
in pubblico, nel sapere prendere delle decisioni, nel rischioso sforzo quotidiano che
questo significa.
La riflessione sulla rilevanza della sfera
pubblica per la nostra umanità riguarda sia
io chiese che la Fgei perché la dimensione
Comunitaria è oggi quanto mai indebolita
^9 quella che chiamerei una ‘riserva individualista’ particolarmente pervasiva.
In pratica
La riflessione teologica e politica della
f^gei sono a disposizione delle chiese qualo■'9 potessero essere utili.
Nello scorso seminario formazione cenffo della Fgei è stato nuovamente sottoli
neato come la sperimentazione e l’animazione liturgica siano legate all’animazione
teologica. La Fgei, come le chiese, hanno
bisogno di nuovi linguaggi teologici e liturgici.
A seguito della riflessione sulle immagini
di Dio, la Fgei si è impegnata in un percorso di sperimentazione liturgica. In questo
percorso sono stati proposti gesti e simboli
da impiegare nei culti e imparati dei canti
del nuovo innario della Federazione delle
Chiese. Più che mai questo è un campo da
dissodare, i cui frutti sono ancora da venire.
È sicuramente proficuo condividere con le
chiese questo cammino di sperimentazione
di nuovi linguaggi.
La novità di per sé non è un valore. Lo è
invece il ricominciare sempre da capo come pratica corrispondente alla parola di
Dio, al seguito della «opera e parola di Dio
come grande novità» (K. Barth, 1968, P.
125). In una frase; Ricominciare teologicamente sperimentando liturgicamente e musicalmente.
La Fgei ha il compito di essere questo
luogo dove si pratica la novità in risposta
alla novità di Dio. Pratica rischiosa della libertà, che fa della Fgei «il tempo della sospensione dove pensare radicalmente il
nuovo, dove siamo capaci di mettere tra
parentesi chi siamo per dire parole divergenti» (L. Nitti)
Sandro Spanu
smare, ma nel quale siamo «tutti/e essenziali» per la costruzione dei
ponti...ponti che colmino le separazioni,
che possano essere utilizzati come vie
per la conoscenz'a reciproca, affinché
possa esserci più rispetto, dal quale comincia la comunicazione nello spirito
del dialogo e dell’ascolto che portano
alla cooperazione e un domani forse alla
riconciliazione che non avverrà mai se
anche uno/a di noi si tira indietro, se
anche uno/a di noi pensa di non essere
fondamentale e non partecipa e non si
«sporca» le mani, anche solo per arrivare a «conoscere» chi gli/le sta di fronte
per rispettarlo/a di più forse... proprio
perché l’ecumenismo (questa parolona)
nasce, parte dalla consapevolezza che
di fronte a noi c’è l’altro/a che, al punto
in cui siamo oggi, deve essere conosciuto/a, ma bisogna rendersi consapevoli che questo ha bisogno di mani, di
piedi e di tempo da dedicare. Se pensate che tutto questo sia scontato e sia ormai chiaro vi sbagliate di grosso, se
pensate che queste parole siano state
dette e ripetute già mille volte, é vero
ma penso proprio che non basterà mai
ripetere che ci vuole molta volontà e
«tempo prezioso»... Personalmente, in
questo viaggio ho messo in gioco un
«pezzettino» del mio cuore, che ha imparato ad aprirsi con più consapevolezza;
é stato di conoscenza, é stato il primo
passo verso un rispetto più consapevole. È vero, inizialmente era stato proposto ben altro, qualcosa di molto più ambizioso ed interessante, io stessa immaginavo un viaggio meraviglioso...ma secondo voi, non é più divertente «volare
alto» per poi riuscire ad «afferrare» almeno qualcosa? Bisogna essere un po’ folli
per farlo, ma allora chiediamoci, dov’è
finita l’utopia di Dio?
P.S. Stiamo preparando dei rapporti
più dettagliati dell’intero progetto; per
saperne di più potete contattare me, Daniele Longo, la segreteria Fgei
(02.6599603) o la FCEI (06.4825120).
Manuela Lops
(e-mail: manulops@yahoo.com
daniele_longo@yahoo.com)
William Sheridan Allen
Come si diventa nazisti
Einaudi, 1968 e 1994
Marco Revelli,
Fuori luogo
1999, Bollati Boringhieri
The Velvet Underground
Loaded
1970
Ila fine la decisione è presa. Comprato il libro di Revelli, - per questo ringrazio anche Giorgio Quelmani e la sua bella recensione - lo divoro facilmente
in pochi minuti (18mila lire, un’ora, per poco più di 90 pagine, acci), ad accompagnarmi è la voce sgraziata di un giovane Lou Reed, note che sembrano graffiare l’aria nella stanza di un pomeriggio solare di marzo - giorni con la polvere che
filtrando dalla finestra va posandosi sui mobili in giro, quelli che «uscire un po’ ti farebbe bene», quelli che poco dopo, alla fine convinto, mi ritrovo fuori a succhiare
l’ossigeno fresco con gli occhiali scuri ben calati sul naso...
Non voglio scrivere di Fuori luogo (cfr. invece gioventù evangelica, 170, inverno
1999), consiglio soltanto una ghiotta e soprattutto rapida lettura parallela con un
altro testo, illuminante, pagine particolarmente adatte a questi giorni di populismo
politico malcelato e, bene o male, tutelato: manifestazioni transalpine e teutoniche
- ma anche nostrane - di intolleranza e tristezza culturale (ascoltiamo sèmpre più
spesso parole come «solidarietà» o «libertà»...). Come si diventa nazisti ha un approccio alla dittatura nazionalsocialista molto originale: lo sguardo sull’awento al
potere «democratico-rappresentativo» del partito di Hitler attraverso la lente particolare e privilegiata di una sola cittadina tedesca (reale, ma con un nome inventato: Thalburg). E da qui la relazione ideale con Fuori luogo e il professore universitario e consigliere comunale Revelli che nel suo contatto con la comunità nomade «di
passaggio» incontra una Torino con una «durezza montanara, gretta, rozza, per
molti versi feroce come solo i luoghi scarsamente accessibili sanno produrre», la
capitale Fiat ora «liberata» dal conflitto sociale «nel vuoto di prospettiva e di vocazione». Gna «piccola città, bastardo posto», chiara metafora della società tutta, che
si è sprovincializzata con l’economia fordista del boom lasciando sul terreno un
vuoto frammentato privo dei «mezzi comunicativi per governare i frantumi».
Alla fine del suo libro, Alien scrive: «Il problema del nazismo fu prima di tutto un
problema di percezione; da questo punto di vista le difficoltà ed il destino di Thalburg saranno probabilmente condivise da altri uomini, in altre città, in circostanze
simili. E il rimedio non verrà trovato facilmente». Non si vuole qui rilevare una possibile ma semplicistica relazione con il presente: infatti, come scrive il sociologo Gallino nell’introduzione, «il libro di Alien non fu scritto come una profezia», si tratta soltanto di rilevare le provocazioni forti di una comunità civile, la nostra, che si sta disfacendo e pure si presenta libera e democratica, globale e informata, ma sembra
non accettare, comprendere, semplicemente vedere la semplice esistenza di quelle
grandi parti di umanità non privilegiata. La Politica, anche la sinistra, riprendendo
Revelli, sembra attirata dall’osannato «ordine pubblico», ma completamente «analfabeta dal punto di vista multietnico», ostentatamente felice della «convivenza tra «pari» nella comunità indifferente (e indifferenziata) dei cittadini«. Finché la barca va.
10
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VENERD
HQtiziQriofgei
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dal Consìglio
Atti
Firenze 21-21 maggio 2000
cs- 46 il Consiglio incarica Sandro Spano di scrivere l’editoriale per il prossimo
numero del Notiziario Fgei sul tema «11 contributo della Fgei al processo
Bmv».
Bs- 47 11 Consiglio stabilisce di prendere parte, in collaborazione con il Servizio
rifugiati e migranti Fceil, al campo in Kosovo sull’educazione alla pace
previsto per luglio 2000.
B®. 48 11 Consiglio stabilisce di tenere il prossimo Congresso nazionale della
Fgei in data 13-16 apriie 2001.
Bg- 49 Si incarica il segretario nazionale di scrivere una «lettera-invito», da pubblicare sul prossimo numero del Notiziario Fgei, per invitare tutti i gruppi
giovanili Fgei e non, a partecipare al prossimo Congresso nazionale.
CarUsUtte' carUsÌHti,
dal 13 al 1€ afrUe> Z001 c% il XIV CoH^retto naxù>nal^ della, Fgei. Scri(jtteijiieftii'daliVsti'UtvcMrteUù eii^oKie al letto, attaccatela sullo stipite, della,
porta,, bloccateia, sulla, vostra, agenda,.
È eesenaìale che, i,gruppi e le loro Uiee,siaru> rappreeentate in. Cougreeso.
La, densacrojda, ejragile,pe*-cké, non è un, dato di fatto, ma, una, realtà, complessa, che va, ogni volta, di nuovo scelta, e, voluta,.
Notizie
Occhieggia tra la sabbia, spunta dai mucchi di carta e cartelloni sui tavoli dei
centri, si ritaglia uno spazio tra i libri delle vacanze; è il Notiziario estivo.
Dopo un anno intensissimo, dopo Qephyra e il pulmino Teshuvà, finalmente
anche la Fgei se ne va in vacanza o quasi.
Per tutte quelle e quelli che non sanno cosa fare, ricordatevi i campi giovani:
come sempre esperienze indimenticabili!!!
Quest’estate è anche l’estate della terza Assemblea/Sinodo delle chiese battiste, metodiste e valdesi. Trovate su questo numero qualche pensata; giudicate
voi se vi sembra rilevante oppure no. L’Assemblea /Sinodo è un appuntamento
importante, se non altro per vedere un bel po’ di persone tutte insierne: fateci
un salto. Nel frattempo provate a pensare cosa è significato per voi 1 incontro
con altre sorelle e fratelli appartenenti ad altre denominazioni, quali sono secondo voi i nodi scoperti e quali invece le conquiste e le possibilità.
Purtroppo la Fgei quest’anno non è potuta andare in Albania. Continua invece la serie fortunata dei campi in Croazia che ci auguriamo sia sempre di più
sentita come un’esperienza di tutta la Fgei.
Bloccate sulle vostre agende le date del Consiglio allargato e del prossimo
Congresso nazionale, rispettivamente il 22 - 24 settembre 2000 e il 13 - 16
aprile 2001. Anche sul Congresso trovate un articolo su questo numero del Notiziario.
Buona estate a tutte e a tutti.
per il Consiglio, Sandro Spanu
Scegliere,
L'opzione per la, deinocra^zia parte già, dal gruppo locale, e dal lavoro che in,
esso si fa,, afjiitché le decisioni siano discusse e condivise, perché le attività, d.el
gruppo siano scelte da tutte/1 e non imposte,.
Scesjlìerecosa va e non va nella Fgei. Il controllo è parte, essenziale del buon,
funzionamento delia Federazione. Legcjere con, .detezione, la retandone, del
'consìglio e verif case, cosa e staio fitto, cosa no e come, gasantisce che il Uvoro
¡Iella Federazione non sia appannaggio di alcuno e di alasnl soltanto, ma di
tutte e tutti. QiiesVanaiisiuwzianei gruppo locale, passa per ipre - Congressi,
per arrivare cjià, sbozzata al Congresso. L’asseuélea della Fges, dura sempre
troppo poco. È àuportante che- ci si arrivi, con, le idee ben chiare.
Volere,
m
Volere la desuocrasda come modo di itane al mondo. La mia unumità si
eprime pubblicamente nella discussione e neWaaoae consapevole insume ad,
altre donne e ad altri uomini. Tutto do comporta usto sforzo d’esistere per
nsslla scontato.
silvia Rostajno, ad apertura dello scorso Congresso, inuii.vva la Fgei a decidere se voleva ancora praticare, la ithertà e se esa disposi a a pagare il costo di
tale fatica. Volere, la libertà,, praticarla domocraticamesete, e un travaglio che
si ripete ,id oijni tappa della nostra vitadesnocr.itica. F.siiiursi. da questo sforzo non ferisce soltanto la democrazia ¡iella F^ei, madsmezza (a nostr-.i umanità ciu non S.Í rischiare l-’espcsizi-ono. pubblica, il confronto - anche conflittuaU - con l'altra e con l'altro.
L uvesta fatica della democrazia clu fa di essaiuui realtà instatile-, per
nulla, iscritta nell’ordine delle cose, maf.gliadel nostro volerla e sceglierla.
AwertertACje,
Ogni gruppo Fgei ha diritto a uno/a delegato/a pes- ognlfrasdono, di dieci.
Ad esempio; sesiete,d-1 a9 avetedlsitto a 1 delegato. Sesìete,da 10a19 a due,,
se siete da 10 a Z9 tre, ecoslvia. ttotifcrtesiù al pili-presto t rostri tielegati/e
txlefonloasi<ente,allo 01/65 99 603 o viae -mall:fgei@libes'o.it
A presto
Sandro Spana,
PROCESSO ALLA DITTATURA
Un lavoro del gruppo giovanile di via Firenze a Roma
Carcere; profeti di una situazione di
disagio che in questi ultimi mesi
sembra ingovernabile tra rivolte,
richieste di indulto, analisi di una situazione carceraria instabile e pericolosa,
in tempi non sospetti, a partire dallo
scorso autunno, abbiamo deciso come
gruppo giovanile di affrontare questo
pianeta, per cercare di capire e anche
per incontrare persone, progetti, speranze.
11 tema del carcere sta diventando
sempre di più un modo per capire le dinamiche socio-politiche di questa come di altre sommerse istituzioni, ma
anche un luogo in cui crescere personalmente nel confronto con il nostro
prossimo.
Dopo aver cominciato a parlare tra
di noi del problema dell’affettività in
carcere e dei regimi totalitari dell’America latina vedendo insieme il film «/Í
bacio della donna ragno« di H. Baben
co, abbiamo colto l’occasione della
scelta del Coordinamento delle chiese
evangeliche romane di occuparci di alcune ospitalità di familiari di desaparecidos, giunti in Italia per l’inizio del processo per sei militari responsabili di otto omicidi o scomparse di cittadini italiani in Argentina.
La Tavola sta finanziando tramite
l’otto per mille la Lega dei Diritti dei
Popoli che si è occupata materialmente
d’istituire in tutti questi lunghi anni (i
fatti infatti sono accaduti dal 76 all’83)
un processo. 1 e le desaparecidos sono
soprattutto giovani operai, sindacalisti,
studenti, intellettuali, colpevoli solamente di essere oppositori, spesso solo
potenziali, del regime autoritario. Tra
giugno e luglio sono stati ascoltati quasi trenta testimoni: familiari delle vittime, sopravvissuti alle torture nei campi
di detenzione clandestini (veri e propri
campi di concentramento), magistrati
ed avvocati argentini coraggiosi che
hanno avviato le inchieste e i giudizi di
responsabilità contro le gerarchie militari, sindacalisti e rappresentanti delle
organizzazioni democratiche che testimoniano non solo sulle atrocità delle
torture, ma anche sulla continuità e
sulla attualità di una lotta di emancipazione sociale nell’Argentina moderna.
Prodromi di responsabilità, il governo
italiano si è costituito parte civile nel
processo, in tal modo pone rimedio almeno parzialmente alle gravi responsabilità politiche accumulate nel tempo
della dittatura militare, quando ben poco fu fatto per tutelare i cittadini italiani
sequestrati, torturati ed uccisi perché
fedeli ai loro ideali di libertà e di democrazia. Prodromi di un inizio di globalizzazione di un regime d’interessi economici e multinazionali che da tempo tesse le fila del potere politico nel terzo
mondo. Alla vera e propria «internazio
nale del crimine» che si costituì in quel
tempo, in quella parte del mondo, è
giusto oggi rispondere con la cooperazione della solidarietà politica, con la
convergenza di tutte le possibili iniziative di giustizia.
Oltre ad ospitare alcuni familiari,il
gruppo giovani ha deciso di partecipare
in prima persona alle udienze nell’aula
bunker e a organizzare un dibattito per
altre comunità e per la cittadinanza.
Questo è avvenuto con successo, (più di
cento partecipanti), lo scorso 18 giugno
con una buona partecipazione durante
una tavola rotonda svolta aH’interno della manifestazione «Invito alla lettura»
presso i giardini di Castel S.Angelo.
Il 19 settembre riprenderanno le
udienze, rimaniamo a disposizione per
altri singoli e gruppi, per informazioni o
per diffusione materiali: filmati, libri,
opuscoli.
Simonpietro Marchese
Roma: Lula Nitti presso Fcei, (tei. 06/48^20).
Tr la cooi®6ndenza^lche: roraap® riformai oppurej.
9àz@ rifoiPa.it
Fascicolo interno a RIFORMA n. 30 del 28 luglio 2000. Reg. Trib. Pinerolo n. 176/1951. Responsal
Fotocomposizione: AEC - Mondovì. Stampa: La Ghisleriana - Mondovt.
Sle ai sensi dileggi Piera E^cirTdizioni Protestanti srl, viaS^io V n. 15 bis, 10125 Torino:
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venerdì 28 LUGLIO 2000
PAG. 7 RIFORMA
Al Carlo Alberto domenica 30 luglio
La Giornata del Rifugio
Dopo la giornata di festa e di soddisfazione vissuta a giugno
per l’inaugurazione del centro Alzehimer e del ristrutturato padiglione Arnaud (nella foto), il Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni si prepara a vivere un’altra giornata di festa.
Domenica 30 luglio infatti, nel parco e nei locali della struttura
lusemese si terrà la «Giornata del Rifugio» che coinvolgerà oltre
agli ospiti del Carlo Alberto anche parecchi loro farnigliari e
amici. La manifestazione, organizzata in collaborazione con
l’associazione Amici del Rifugio, si aprirà alle 10,30 con il culto
presieduto dal pastore Giuseppe Platone e proseguirà anche dopo pranzo con il bazar, che per altro aprirà i battenti fin dalle
9,30 della mattina, una gara a bocce e l’estrazione della lotteria.
M Riunioni estive
Sui prati e al Ciabàs
L’estate porta con sé le riunioni all’aperto. Si va da quella di
domenica 13 agosto a Porte di Massello, alle 15, a quella di sabato 5 agosto, alle 15, al Bessé e di sabato 12 agosto, alle 17,30, alla
Balssa. Il 9 agosto, alle 16, riunione a Ribba, ospite uno studente
della Facoltà valdese di teologia. Il 30 luglio, giornata comunitaria alla Brusà di Prarostino con assado; sempre il 30 luglio al colle delle Fontane, riunione alle 15. Domenica 13 agosto, alle 9,
culto a Fontane. Il 6 agosto ricco bazar a Rorà; sempre il 6 agosto, alle 9, culto a Combagarino, alle 15, riunione estiva, alla Torre. Il 13 agosto, alle 15, riunione estiva a Combagarino. Senza dimenticare il ricordo di Giovanni Miegge, il 13 agosto a Massello
e il 18 al tempio del Ciabas (foto) a Luserna San Giovanni.
Riforma
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I Fondato nel 1848
A colloquio con Giorgio Odetto assessore alla Comunità montana Val Pollice
Il problema traffico nel Pinerolese
Lo legge per le Olimpiadi del 2006 non prevede stanziamenti, e l'accesso alla voi
Penice è sempre più arduo. Intanto il trasporto della pietra di Luserna è assai gravoso
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MASSIMO CNONE
E molta preoc
cupazione e non
vedo una reale disponibilità: se questa situazione dovesse permanere
bisognerà mobilitarsi».
Sono parole di Giorgio
Odetto, assessore alla
Viabilità della Comunità
montana vai Pellice. Il
fatto è che per la strada
provinciale 161 della vai
Pellice non ci sono stanziamenti previsti dalla
legge delle Olimpiadi
2006, benché nella stessa
legge si registri un aumento di capitali previsti
di oltre 450 miliardi per
le infrastrutture viarie.
Sempre che i tempi di
realizzazione siano rispettati e i cantieri aperti
al più presto.
Per la 161 ci sarebbero
due ipotesi sul tappeto.
«Si può mettere in sicurezza la strada - spiega
Odetto - trovando una
soluzione alle centinaia
di accessi diretti nella
carreggiata, che arrivano
particolarmente dalle
aree industriali e commerciali, con la costruzione di rotonde in corrispondenza degli incroci». L’altra opzione è legata ai lavori sulla statale
Pinerolo-Cavour-Saluzzo
che dispone di 50 miliardi dalle Olimpiadi. «Auspichiamo che sia realizzata la circonvallazione
hi Osasco - continua
Odetto - da questa si potrebbe innestare un raccotdo, utilizzando poi la
Brlcherasio-Garzigliana».
Viabilità e grandi eventi: i lavori al ponte di Pomaretto, previsti per i mondiali del ’97 sono appena iniziati
La seconda possibilità,
più dispendiosa, rappresenterebbe però la giusta
soluzione ai problemi del
traffico verso e dalla vai
Pellice. L’assessore Odetto ha già avuto un incontro con i sindaci di Osasco, San Secondo e Bricherasio. La Comunità
montana si è già attivata
con la richiesta al presidente della Provincia di
Torino per la definizione
di un progetto.
Ma le iniziative non si
fermano qui. Anche comuni e vigili urbani propongono nuove soluzioni per rispondere al disa
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MOBILIFICIO VÌA S. SecoNdo, 58
AbbAdiA AlpÌNA - PÌneroIo (To)
(di (rONTE àIIa caserma Alpini «BERARdi»)
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gio crescente. L’amministrazione di San Secondo
ha già in bilancio la spesa di 60 milioni per l’installazione di un semaforo all’incrocio delle Cantine, in prossimità del
parco giochi; i tempi sono ancora da definire. E
mentre Bricherasio abbassa il limite di velocità
massima a 50 chilometri
all’ora, a Luserna è allo
studio un nuovo piano
del traffico, con la costruzione di aiuole spartitraffico e attraversamenti pedonali «protetti»
all’altezza del cimitero e
dell’area industriale: ci
sarebbe così la possibilità di elevare il limite a
70 orari, ma è soltanto
un’ipotesi. Il vero problema sta nel vertiginoso
aumento del trasporto
lapideo dalle cave di Luserna e Bagnolo. «Nei
prossimi anni si registrerà il raddoppio del
materiale estratto - rileva
ancora Odetto - con un
forte incremento del traffico di mezzi pesanti».
Agli autotreni delle cave
bisogna aggiungere il
traffico dalla Sparea,
sempre in forte espansione.
All’appuntamento
olimpico di Torino 2006
mancano ormai solo 5
anni, ma appare ormai
chiaro che il problema
della viabilità è grande e
riguarda tutto il Pinerolese, al di là di opinioni e
schieramenti politici.
LA FESTA
DEL XV AGOSTO
Il tradizionale incontro
del XV agosto si tiene
quest’anno all’Inverso
Roland! di Torre Pellice,
tra prati soleggiati e castagni ombrosi. La località è facilmente raggiungibile con automezzi. Oltrepassata Torre Pellice
verso Villar, prima di iniziare la salita per l’ospedale valdese si gira a destra e subito dopo a sinistra verso il cimitero. Lo
si supera, si attraversa il
ponte dell’Albertenga e si
svolta a destra per giungere all’area adibita a
parcheggio. L’ultimo tratto è da percorrere a piedi;
sarà però disponibile un
servizio navetta per chi
ne abbia necessità.
Sarà predisposto un
buffet freddo a cura della
chiesa di Torre Pellice,
che organizza anche una
sottoscrizione a premi.
PROGRAMMA
Inizio ore 10,30 con
culto presieduto dal past.
Renato Coì'sson, a cui seguirà un messaggio del
moderatore della Tavola
valdese, Gianni Rostan.
Dopo la pausa per il
pranzo il past. Giuseppe
Platone riferirà dell’incontro tenutosi a Lione
aH’inlzio di giugno «Débat 2000, 2000 débats»; il
past. Sergio Ribet, reduce
da un’esperienza nelle
chiese del Rio de la Piata,
parlerà delle sue impressioni: il comitato della
Scuola latina di Pomaretto illustrerà il progetto di
ricostruzione della scuola: infine l’Assemblea
Teatro presenterà «Più di
1.000 giovedì: la storia
delle madri di Plaza de
Mayo» tratto da «Le irregolari» di Massimo Carlotto, interpretato da Gisella Bein.
Durante l’incontro sarà
allestita una mostra curata dalla Chiesa riformata di Francia sul significato della Riforma e
dell’essere protestanti.
La Ced del I distretto
KONTRAPPUNTOI
ESTATE ARIDA...
DI BUONE NOTIZIE
PIERVALDO ROSTAN
È un’estate strana che
non sembra promettere
molto di buono; temperature a livelli tardo autunnali in pieno luglio, 40 giorni
di siccità dopo una mezza
alluvione, i fiumi ridotti a
rigagnoli. Ma fuor di metafora meteorologica l’estate 2000 porta con sé alcuni
interrogativi circa le forme
di sviluppo locale, la coesione del tessuto Preoccupozioni
sociale.
glia» se non si hanno certezze circa il proprio reddito?
Si cerca allora nel terziario delle nuove prospettive.
Un settore che va dai servizi alla persona e per la casa
all’offerta di nuove opzioni
per un turismo che cambia,
anche nefie esigenze e nelle
tendenze. Nessuno più, se
non pòchi anziani, fa una
...—...—vacanza di un
a livello provinciale
Anche se le per Toccupozione
statistiche di- . ,
cono che la di- HOnOStQnte
L"prSrdi un miglioramento
Torino sta
scendendo 1’
estate si è aperta con l’ombra più pesante: la possibile risoluzione della crisi
Beloit porterà alla sicura
perdita di un centinaio di
posti di lavoro. Certo vi saranno meccanismi per ammortizzare il cambio di proprietà, persone accompagnate verso la pensione; e
tuttavia già si ha notizia di
lavoratori, probabilmente i
più dinamici, che nel dubbio cercano altrove nuove
occupazioni: non è una novità visto che questo trend è
iniziati da anni e tuttavia alla fine si impoverisce il livello globale della forza lavoro in questa fabbrica.
Poi altri due episodi che
la. dicono lunga sul rapporto in fabbrica tra lavoratori,
proprietà e sindacati: il premio di 500.000 lire a sorte,
alla Stabilus di VUlar Perosa, fra quei lavoratori che
nel mese non abbiano effettuato giorni di assenza per
malattia. E, pochi giorni dopo, ecco la firma di un «accordo separato» alla Skf con
le Rsu che fanno riferimento a Firn, Uilm e Pali che firmano un accordo durante
un incontro cui la Fiom era
stata invitata aU’ultimo minuto. Sono seguite le proteste del sindacato metalmeccanico della Cgil, a conferma dei non buoni rapporti
fra i sindacati ma anche della scarsa solidarietà fra lavoratori (fra le richieste della Fiom c’era quella sui premi e soprattutto sul passaggio a tempo indeterminato
dei contratti part time o a
termine). Dunque cala la disoccupazione ma aumentano i lavoratori precari: è lavoro che cambia, nessuno
occuperà a vita lo stesso posto, sono cose note e assimilate da tempo, ma come
conciliare la precarietà del
posto di lavoro con il desiderio di «farsi una fami
mese nello
stesso posto,
al mare piuttosto che in
montagna.
C’è mobilità,
ricerca di soluzioni di accoglienza che
coniughino
lo Star bene,
""*“"**™ quasi come
«a casa propria» e tariffe
non elevatissime. Basta andare all’estero per trovare
vere e proprie organizzazioni come quelle che regolamenta le «Chambres
d’hôte», standard simili,
indicazioni sicure, offerte
dettagliate circa le proposte del territorio: dépliant
aggiornati su manifestazioni, luoghi d’incontro, corsi
degli sport più stravaganti.
E in più l’indicazione, negli
uffici turistici, aperti con
regolarità nel periodo turistico, dei posti letto a disposizione.
Perché qui ciò non accade? L’Atl, azienda che dovrebbe occuparsi del settore, pur contando su un notevole apparato umano,
promuove davvero il territorio? Al momento sembra
che sia gli amministratori
pubblici che gli operatori
nutrano seri dubbi e dialogano poco convinti con gli
uffici di via Giolitti a Pinerolo; del resto se non si riesce a produrre materiale
informativo sufficiente e se
quello realizzato presenta
continuamente gravi ca
renze il risultato più naturale è una caduta di fiducia.
Ed è la stessa caduta di fiducia che si riscontra da un
paio di anni verso l’appuntamento di fine estate più
noto del Pinerolese: «La
rassegna dell’artigianato».
Nata per valorizzare le produzioni locali è invece diventata via via sempre più
una fiera commerciale; e in
più è diventata sempre più
cara per i piccoli artigiani
che ormai la disertano in
massa. Quest’anno l’Atl che
ha ottenuto la gestione
dell’iniziativa annuncia novità; per ora si sa di una richiesta di 10 milioni a ciascuna delle tre Comunità
montane del Pinerolese...
12
PAG. 8 RIFORMA
E Eco Delle Valli AAldesi
VENERDÌ 28 LUGLIO 20q(|
RIAPERTA LA STRADA DELL’OSPEDALE — Dopo
molti mesi di chiusura nei giorni scorsi a Torre
Pellice è stato ripristinato l’accesso a via Matteo
Gay: i lavori di ampliamento dell’ospedale valdese di Torre Pellice sono dunque a buon punto
e consentiranno la riorganizzazione di molti dei
servizi interni, nuovi spazi per laboratori e per i
sistemi tecnologici. A lavori ultimati resterà da
risolvere il problema parcheggi giunto a livelli
insostenibili nell’intera area.
CENTRALI SUL CHISONE: NASCE UN COMITATO
— Un comitato «Per la salvaguardia del torrente
Chisone e dei suoi affluenti» si è ufficialmente
costituito la scorsa settimana. Vi aderiscono per
ora la Legambiente di Pineroìo e della vai Pellice,
il Wwf, l’Associazione naturalistica pinerolese, la
Pro natura Piemonte, i Verdi, Rifondazione comunista, gli Amici del parco vai Troncea, alcuni
consiglieri della Comunità montana valli Chisone e Germanasca, e singoli cittadini. Il comitato,
che sta organizzando una raccolta di firme, nasce a seguito dei vari progetti di costmzione di
nuove centrali idroelettriche in vai Chisone (e
Germanasca) ed è preoccupato dei destini di un
corso d’acqua dove già sorgono numerose centrali e che per molti mesi all’anno è in secca a
causa dell’assenza di precipitazioni. Accanto ai
timori ambientali, anche quelli legati alla costmzione del collettore, un tubo di 1,5 m di diametro
per «forzare» la caduta dell’acqua.
CASELLI A TORRE PELLICE — Il direttore del sistema carcerario italiano, Giancarlo Caselli, sarà a
Torre Pellice in occasione di un dibattito nella
giornata di apertura della «Festa de l’Unità»
martedì 1° agosto, alle 17,30, in piazza Muston. Il
tema del dibattito sarà; «Ordine pubblico: un
problema di sola sicurezza o urna sfida di
equità?». Con Caselli interverranno Franco Bec
chino, vice moderatore della Tavola valdese, il
senatore Elvio Fassone e don Vittorio Morero;
modererà rincontro la professoressa Marisa
Tourn.
UNA MOSTRA A GRANGIADIDIERO — In occasione della manifestazione «Chantà e sunà èn marciant per là burgià», è stata allestita nella scuola
di Grangiadidiero a Massello una mostra con
banco libri. Chi fosse interessato a visitare la
scuoletta nel mese di agosto può rivolgersi alla
famiglia Micol-Jahier a Grangiadidiero.
PASSEGGIATE STORICHE DEL CENTRO CULTURALE — Prosegue, domenica 30 luglio, la serie di
passeggiate storiche promosse dal Centro culturale valdese con una visita al Castello e ai luoghi
storici della Balsiglia, a cura degli amici del mu
seo. Appuntamento alle ore 14,30 a Balsiglia
Informazioni presso Maria Luisa Mathieu, tei
0121-322888. Domenica 6 agosto a Maniglia
passeggiata storica sul sentiero «Arturo Genre», a
cura dell’Associazione «Vallescura». Appuntamento, alle ore 9, al tempio valdese. Informazioni presso Silvana Marchetti, tei. 0121-808646
Giovedì 31 agosto a Rorà: passepiata storica al
Eric dei banditi, a cura della Società di studi rorenghi. Appuntamento, alle ore 14,30, al tempio
valdese. Informazioni presso il pastore, tei. 012193108. Le passeggiate sono accessibili a tutti,
presentando una difficoltà minima, e un tempo
di percorrenza da 3 a 4 ore, a eccezione del sentiero «Arturo Genre» di media difficoltà e di circa
5 ore di cammino. Sono raccomandate in ogni
caso calzature da montagna e giacca impernieabile al seguito. Informazioni sulle passeggiate
possono essere richieste anche all’ufficio promozione itinerari valdesi il «Barba», telefonando
al mattino al numero 0121-950203.
GIORNATA DEL CAVATORE A RORÀ — La Società
di studi rorengbi e la Pro Loco di Rorà organizzano, domenica 6 agosto una giornata alla scoperta del mondo delle cave di pietra. Alle 11, al museo, sarà aperta la 4“ mostra «Gli uomini delle
cave: il trasporto della pietra», alle 15, all’ecomuseo, presso la cava del Tupinet, dimostrazione della lavorazione della pietra da parte dei cavatori con visite in gruppo. Durante la giornata
sarà possibile pranzare nei locali del paese col
«menù del cavatore». La cena sarà organizzata
presso i locali della Pro Loco.
RIVOIR ESPONE ALLA CRUMIÈRE — Il pittore Guy
Rivoir esporrà dal 13 agosto al 3 settembre una
mostra personale al museo Crumière di Villar
Pellice. 15 quadri a olio degli ultimi 15 anni, 22
tele «tarocchi 2000», 10 sculture in ceramica;
l’orario di apertura è dalle 16 alle 18,30; 15 agosto chiuso.
DUE POMPE CONTRO IL CANCRO — Due pompe
elettroniche per il sangue sono state donate dalla
fondazione «Eco del Chisone» all’Asl di Pineroìo;
serviranno per la cura a distanza, cioè grazie a un
contatto telematico mediante modem del paziente col medico, di persone affette da tumore e
che necessitano di periodiche cure palliative.
Comunità montana valli Chisone e Germanasca
Approvare il nuovo Statuto
Sono state inserite la possibilità di nominare un assessore
esterno e quella di indire referendum su temi specifici
LILIANA VIGLIELMO
UNA commissione
composta da consiglieri appartenenti ai vari
gruppi che compongono
il Consiglio della Comunità montana valli Chisone e Germanasca ha predisposto il nuovo statuto
dell’ente che è stato approvato all’unanimità
nella seduta consigliare
del 17 luglio. Poche le
modifiche rispetto al precedente Statuto; è stato
mantenuto il numero di
tre consiglieri eletti dai
Comuni, con la possibilità di nominare anche
un eventuale assessore
esterno. Nel corso del dibattito tra l’altro si è affrontato anche il tema
dell’istituto del referendum di Comunità, che
non è mai stato indetto
fino a oggi, per chiedere
che possibilmente venga
abbinato con elezioni
normali, per favorire la
partecipazione.
Il Consiglio nel corso
della stessa seduta ha poi
anche approvato il protocollo di intesa per la realizzazione e la gestione
dello sportello unico delle attività produttive, con
il regolamento allegato.
Lo sportello unico, che
avrà sede a ViUar Perosa,
dà l’avvio a un servizio a
favore degli insediamenti
produttivi volto a semplificare le procedure e fornire tutti i dati disponibili
necessari allo svolgimento della loro attività.
La Comunità montana
ha poi stipulato una convenzione con la Provincia per il settore socioassistenziale per l’assistenza nell’ambito del
territorio a persone con
limitazioni dell’udito e
della vista; è stato anche
reso noto che l’Asl 10 ha
fatto un accordo con la
Comunità per versare
annualmente le somme
dovute per i servizi delegati a quest’ultimo ente.
Alla fine della seduta,
un’interpellanza presentata dal gruppo «Indipendenti di sinistra» ha
portato l’attenzione del
Consiglio sulla questione
delle centrali idroelettriche sul torrente Chisone.
Il presidente della Comunità, Roberto Prinzio,
ba sospeso la seduta per
dare la parola al proprio
consulente, l’ingegner
Piergiuseppe Daviero, il
quale ha presentato una
sostanziosa documentazione per illustrare il
progetto che coinvolge,
oltre alla Comunità montana, 9 Comuni della vai
Chisone, la Regione Piemonte, la Provincia, l’associazione pescatori, l’Acea e infine la società
Idroval, produttrice di
energia elettrica.
Gli Indipendenti di sinistra, con luri Bossuto,
capogruppo, e poi con
Mauro Meytre, hanno
espresso un netto dissenso dalle posizioni della Comunità che, secondo il loro punto di vista,
avrebbe rinunciato ad
assumersi la tutela del
territorio, soddisfatta
(POSTAI
La cessione
della casa
di Rorà
In riferimento all’articolo apparso su L’eco
delle valli valdesi numero 29 del 21 luglio, relativo alla storia della casa di
Rorà, ora denominata
«Piccolo Tibet», desidero
fare una precisazione.
Quando fu chiaro che lo
stabile in questione, adibito dal Concistoro di
Torino a colonia estiva
per ragazzi, aveva esaurito tale funzione, il Concistoro stesso ne decise
l’alienazione. Alla richiesta del signor Isella fu
data precedenza alla domanda di una persona
valdese di Rorà che ne
aveva assicurato l’utilizzo per sé e per la sua famiglia. Questa persona,
in seguito, rivendette lo
stabile al signor Isella.
pastore Alberto Taccia
- Luserna San Giovanni
dalla promessa del collettore fognario da Pragelato a Porte. Gli interpellanti denunciano una
situazione di sfmttamento del torrente cbe ne
causa un degrado irreversibile e non ritengono
cbe un’impresa, il cui
unico scopo è il profitto,
possa promuovere e applicare comportamenti
di rispetto ambientale.
Neppure i pochi posti di
lavoro promessi sarebbero sufficienti a giustificare la morte di un torrente
e l’impoverimento dell’
ambiente circostante.
Anche se queste provocazioni avrebbero meritato una discussione,
l’ora tarda ha reso impossibile ogni intervento
su un tema che tocca
l’assetto di una parte così
rilevante del territorio.
Un progetto pinerolese
Per una biblioteca
interculturale
DAVIDE ROSSO
PROCEDE il progetto
della biblioteca Alliaudi e del 4° circolo didattico di Pineroìo che
mira a creare una «biblioteca interculturale»
nella sede della scuola
elementare Ferruccio
Farri a Pineroìo. In realtà
da qualche mese anche
la biblioteca comunale
ha attivato uno «scaffale
interculturale» con testi
in lingua originale o bilingue «per consentire
anche ai cittadini di origine straniera di trovare
sia elementi di continuità
con il patrimonio culturale di origine sia un canale di integrazione nella
comunità pinerolese».
In questi giorni la direttrice della Alliaudi, Isa
De Maria, e la direttrice
della scuola elementare
Farri, Laura Gallina hanno inviato una lettera ai
«pinerolesi che viaggiano» nella quale, facendo
appello alla loro sensibilità, chiedono «di mettere nei loro futuri programmi di viaggio anche
una visita a una libreria
del paese che visiteranno
e l’acquisto di uno o due
libri da regalare poi alla
biblioteca civica o a
quella della Farri». Un
modo, conclude la lettera per «gettare ponti di
conoscenza, di informazione, di parole scritte,
tra i paesi della terra» ma
anche un modo per creare uno strumento in più
per aiutare l’integrazione
di molte persone giunte
da paesi lontani.
Recentemente la biblioteca civica di Pinero
10 ha anche comunicato
11 suo orario estivo che riportiamo qui di seguito.
Biblioteca Alliaudi; servizio consultazione e prestito apertura dalle 8 alle
14 fino al 27 agosto; archivio storico e microfilm; apertura il martedì e
giovedì dalle 9 alle 12 fino al 4 agosto, dal 7 al 18
chiuso. Biblioteca ragazzi; chiusura dal 7 agosto
al 1“ settembre. Le biblioteche di Abbadia Alpina e
Riva dopo la chiusura di
luglio saranno normalmente aperte in agosto.
LA TAVOLA VALDESE INFORMA I
Servono posti letto per
l'Assemblea-Sinodo
Culto sinodale al Palaghiaccio
\0&O\
L'importante è
annunciare la Parola
BRUNO ROSTAGNO
UNO stadio per il culto di apertura del
Sinodo; la proposta non
è nuova, ma quest’anno
si è concretizzata in occasione dell’apertura
congiunta del Sinodo
valdese metodista e dell’Assemblea battista, a
causa del numero dei
membri delle due assemblee e dei partecipanti provenienti dall’
Italia e dall’estero, certamente superiore alla capienza del tempio e del
piazzale messi insieme.
Il Concistoro di di Torre Pellice era, nonostante
questo, favorevole a tenere il culto nel tempio;
e così molti membri di
chiesa. Ma non è il Concistoro che decide la sede del culto di apertura;
trattandosi del Sinodo, la
decisione è di competenza della Tavola valdese.
Comunque sia, la decisione a molti non è piaciuta. Si tratta di persone
che partecipano attivamente alla vita della
chiesa e collaborano per
creare quel clima di festosa accoglienza che
contribuisce a fare del Sinodo un evento inconfondibile; queste persone si sono sentite deluse e quasi offese dalla decisione. Non perché considerino il tempio un
luogo sacro, solo idoneo
allo svolgersi del culto e
alla consacrazione dei
nuovi pastori, bensì per
una serie di considerazioni pratiche: il tragitto
un po’ lungo del corteo
attraverso le vie del centro, che rischia di renderlo o scomposto o esageratamente solenne, l’acustica non certo perfetta dello stadio, la dispersione che può realizzarsi
in un ambiente creato
per la manifestazioni
sportive e non per il rac
coglimento; e poi, diciamolo, il fatto che non abbiamo luoghi sacri e non
ne sentiamo il bisogno
non significa che tutti i
luoghi siano interscambiabili; è indubbio che il
tempio fornisca al culto
di apertura la sua cornice
sobria e solenne che
contribuisce a farne il
momento di incontro pia
intenso e sentito delle
nostre chiese nell’arco
dell’anno, e anche l’avvenimento che parla a
molti fuori dal nostro
ambito; un carattere che
nella sede sportiva rischia di venire snaturato.
Come si sa, dal malumore nasce facilmente la
tentazione del disimpegno; questo non deve avvenire; chi non è d’accordo sulla decisione potrà
rimanere convinto che il
tempio sia la sede più
adatta ma non per questo si asterrà dal partecipare al culto o dal dare la
sua collaborazione; la comunione in Cristo è più
forte di qualsiasi disaccordo. Ciò che importa
veramente è che la parola
di Dio sia annunciata e ‘
che il Signore ci donili
suo Spirito. Uno stadio in
cui la gente si ritrova per
le manifestazioni sporti-1
ve può anche essere usa-1
to come una piazza in cui j
annunciare la grazia del,
Signore che ci chiama a '
libertà. A Ginevra il culto |
in occasione del 450“ an- ■
niversario della Riforma
non si è tenuto nella cattedrale di Saint-Pierre,
dove Calvino ha predicato, ma nello stadio.
Non è quindi il caso di
mormorare, ma piuttosto
di pregare perché l’Evangelo sia annunciato e
parli a molti. L’anno
prossimo torneremo nel
tempio per l’apertura del
Sinodo, speriamo arricchiti e rinnovati dall'esperienza di quest’anno.
Per la sistemazione delle/dei deputati al Sinodo e
delle/dei delegati all’Assemblea generale delle Chiese
battiste abbiamo esaurito le capacità alberghiere in
vai Pellice e dintorni. Mancano ancora circa 30 posti
letto che vorremmo reperire presso le famiglie dei
nostri membri di chiesa, l’unica risorsa di cui possiamo ragionevolmente disporre. Il periodo richiesto va
dal mattino della domenica 20 agosto al mattino di
domenica 27 agosto. I pasti verranno consumati nelle
strutture dell’organizzazione, e cioè nella Foresteria
di Torre Pellice e nella sala di Villar Pellice. È previsto
un rimborso spese (lenzuola, ecc.). Chi fosse in condizione di accogliere una o due persone dovrebbe avvisare subito Marco Bellora (Foresteria di Torre Pellice, tei. 0121-91801, fax 0121-950049) incaricato del
coordinamento logistico.
Si è anche alla ricerca di qualche altro volontario o
volontaria che possa fare parte del «Gruppo di servizio» necessario per garantire l’organizzazione dei pasti
a tutti i deputati e delegati per tutta quella settimana.
Chi fosse disponibile, e per di più munito di un recapito valligiano e di un adeguato mezzo di trasporto, comunichi la sua disponibilità allo stesso indirizzo sopra
citato (Marco Bellora) per gli opportuni accordi.
La Tavola e il Comitato esecutivo Ucebi saranno
molto grati a tutte le famiglie e a tutte le persone che
risponderanno positivamente a questi due appelli.
Gianni Rostan, moderatore
fi pUTltO
CENTRO
m MAmoni, 4 - torre PEUICE - tei 0121/9326f^
Per la pubblicità
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tei. 0121-323422 - fax 0121- 323^
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2000
venerdì 28 LUGLIO 2000
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PAG. 9 RIFORMA
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Per andare in montagna nelle valli valdesi e non solo
Quello che ci piace è l'insieme...
Lungo il vallone della cascata del Pis (m 2.083)
Monte Pelvo di Massello
La gita
Quello che ci piace è l’insieme,
non solo la punta
non solo arrivare.
Ci piace l’insieme
del giorno prima, le faccende
intorno ai viveri e gli attrezzi,
e poi le carte, l’appuntamento,
lo scrutare il tempo.
Ci piace partire lentamente
e salire dal fondovalle
con il torrente.
Ci piace il pane fresco a mezzogiorno,
in pieno sole, a guardare
dai prati verso i picchi e le pareti,
immaginando salite che non faremo.
E dopo salire con sudore
verso il rifugio
tra pini maghi e rododendri
e tracce di sentiero polverose.
E il breve saluto
scambiato con chi scende.
Ci piace intravederlo
e sentirlo avvicinarsi poco a poco
il rifugio
dove ci asciugheremo
e ci faremo il tè
lasciati i duri scarponi.
Ci piace quell’ora quando il sole
s’infiamma e le rocce intorno
ci scaldano le ossa
mentre guardiamo le creste e i colatoi,
forse uno stambecco.
E poi la cena, stipati
intorno al tavolo,
l’orecchio teso a sentire
racconti, notizie, sicurezze.
Ci piace quell’ultimo giro di fuori,
fa freddo, la brace
della sigaretta sprizza,
nebbia leggera e giù in basso
il chiaro dei paesi.
Ci piace la sveglia, scendere presto,
, guardare, decidere. Si va.
ii sacco, siam pronti, via mentre albeggia
sulle pietre dure
e sul nevaio gelato
mentre le pareti intorno
si tingono di luce.
Ci piace cercare i segnali, e trovare
conferme alle letture di ieri,
e salire veloci nel freddo.
Ci piace quel termos di tè
caldo, e la cioccolata
mangiata in piedi, mentre ci leghiamo
e il sole che arriva
con il fischio di una marmotta.
Siamo nel canale, dritto, e poi
sulle placche, sulla cresta
sempre più in alto.
Il rifugio, laggiù, è uno specchio di metallo.
Ci siamo
l’occhio spazia all’infinito
il cuore batte per la salita
e un po’ per la discesa
che ancora ci attende.
Pensiamo ad altre punte, ad altre date,
ricordiamo, guardiamo, progettiamo.
Poi, svelti, si scende con attenzione
verso posti più sicuri
per sdraiarci al sole
dove l’acqua gelida sgorga
tra chiazze di neve e lastroni di granito.
Ci piace la lenta discesa
dal rifugio
riguardando indietro
dove siamo passati.
E ancora i prati, i fiori e il fresco
dei larici
l’acqua abbondante dove ci fermiamo
per mangiare qualcosa.
E l’ultima foto
l’automobile, i piedi nelle comode
scarpe di gomma i saluti
la stanchezza felice del ritorno.
Sì, questo è l’insieme che ci piace.
, ^ogina a cura di Marco Rostan. La descrizione
itinerari e alcune fotografie sono tratte dal libro
^ Gian Vittorio Avondo: In cima, 61 normali nelle
t-ozie Centrali, edit. Arciere Blu, un agile volumetto
Porticolarmente adatto a quanti desiderano salire
^l'za particolari difficoltà sulle principali cime delle
Cnisone, Germanasca e Pellice.
I cima del monte Dolent (3.823) (foto D. Rostan)
Con la strada carrozzabile della vai Germanasca, attraverso Porosa,
Ferrerò e Massello si raggiunge lo storico borgo
di Balziglia, dove nel
1689 i valdesi asserragliati ai piedi del Monte Pelvo subirono l’assedio
delle truppe francesi del
generale Catinai. Da Balziglia, con il sentiero Etp
216-Gta si raggiungono
le bergerie di Valloncrò
(2.163 m) poste in un
profondo avvallamento
dove scorre il rio che, dopo poche decine di metri, darà origine alla spettacolare Cascata del Pis
(2 ore). Senza scendere
alle malghe si continua
verso il fondo del vallone, si lascia a destra il
sentiero diretto al Colle
dell’Albergiàn (Ept 216) e
si entra, varcato il rio discendente dal Pian di
Fea Nera e superato un
risalto erboso, nel vallone sbarrato dal Colle del
Bet. Continuando per
pascoli ammantati di
stelle alpine e di artemi
Via normale da Prali-Lago Verde
Bric Bude (m 2.998)
In auto fino a Ghigo di
Prali e poi proseguendo
lungo la strada che porta
alla seggiovia si sale per 4
km fino al grosso fabbricato dell’alpeggio di Bout
du Col (1.742 m). Si continua la strada sterrata e
poi si devia a sinistra per
un sentiero ascendente
(Ept 208-Gta) che porta
al bivio dove si stacca il
sentiero per il Colletto
Gran Guglia (1 ora). Tralasciato il tracciato di sinistra, si scende leggermente fino ad attraversare il pianoro di Ereibougio (Pian Littorio), quindi
piegando a sinistra per
un breve canalino, il sentiero accede al vallone da
cui discende il ramo
principale del Germanasca. Percorso il vallone
con un lungo diagonale
verso sinistra, sotto l’incombente mole della
Gran Guglia, alcuni zigzag portano a una serie
di prati moderatamente
inclinati per i quali si
giunge al rifugio del Lago
Verde, 2.538 m (2 ore).
Dal rifugio si costeggia la
sponda meridionale del
lago e ci si porta alla base
di un ripido pendio detritico a ovest del rifugio,
che si risale a serpentine
pervenendo a un colletto
di quota 2.746. Di qui,
per sentiero, si cala leggermente sul versante
francese e si rimonta per
tracce un ripido canalone
morenico che conduce
all’evidente intaglio della
Passetta (2.880 m) posto
tra il Bude e la Punta
Fournà. Qui si segue a
destra il filo di cresta del
Bude, inizialmente semplice, anche se esposto
sul versante vai Pellice,
per il quale si perviene a
una larga cengia ingombra di massi, che si attraversa verso ovest giungendo a una paretina fessurata e poco inclinata.
La si risale diagonalmente, poi si continua su una
breve placca con larga
fessura e ci si trova sulle
facili rocce terminali che
conducono in vetta, 2.998
m (1,15 ore). 11 ritorno
lungo Titinerario di salita.
Note tecniche. Disli
vello 1.256 m; difficoltà:
poco difficile; tempo di
salita: 3,15 ore; periodo
consigliato: luglio-otto
bre. È opportuno munir
si di corda. Punto di ap
poggio: rifugio Lago Ver
de, tei. 0121-807680.
sia, si attraversa il Pian
delle Sagne fiancheggiando lo scosceso versante occidentale del
Monte Pelvo e raggiungendo la base di un ripido canale detrítico che
scende dal fianco della
montagna (1 ora). Abbandonato il sentiero, diretto al già citato Colle
del Bet, si entra nel colatoio per risalirlo interamente fino a raggiungere
un marcato intaglio po
sto lungo la cresta che
unisce lo stesso Monte
Pelvo con il vicino Bric
Ghinivert. Di qui, volgendo a sinistra, in pochi
minuti si tocca la panoramica cima del rilievo
(30 minuti). Il ritorno si
svolge lungo l’itinerario
di salita.
Note tecniche. Dislivello 1.433 m; difficoltà:
facile; tempo di salita:
3,30 ore; periodo consigliato: luglio-ottobre.
Dalla vai Troncea al Colle del Bet e alle miniere
Bric Ghinivert (m. 3.037)
...wJ
Dopo aver raggiunto la
frazione Lavai di Pragelato, lungo la strada che risale la vai Troncea, si
continua per circa 4 km
su strada sterrata fino al
punto in cui la carrareccia è chiusa al traffico ordinario. Una cinquantina
di metri prima della sbarra, si svolta a sinistra per
una strada ripida e dissestata e si raggiunge il borgo Troncea (1.916 m). Di
qui, seguendo l’evidente
mulattiera ascendente
(Ept 320), dopo alcune
centinaia di metri, si entra in un bosco di larici e
in mezz’ora si tocca il limite della vegetazione.
Lasciato sulla sinistra il
rudere di un’antica for
nace, si continua a mezza
costa per doppiare un
crinale oltre il quale appaiono ben visibili il Ghinivert e il Colle del Bet. Il
sentiero serpeggiando
piega a sud-est e guadagnando quota lascia sulla
destra in basso le evidenti rovine delle miniere
per raggiungere facilmente la sella detrítica
del Colle del Bet. Dal valico si volge a destra imboccando in leggerissima
discesa un viottolo che
taglia il versante ovest del
Ghinivert. Dopo un tratto
in falsopiano il viottolo,
sempre incerto e contrassegnato da ometti, prende a salire su terreno
malsicuro, poi pièga de
La più alta montagna della vai Pellice
Monte Granerò (m 3.171)
Raggiunta Bobbio Pellice lungo la provinciale
e proseguendo fino a Villanova (1.225 m), si prosegue a piedi per il sentiero del Pra, rapiungendo in 1,15 ore il Rifugio Jervis (1.732 m). Si
continua in piano (Ept
116) costeggiando gli alpeggi ristrutturati di Partia d’aval e di Partia
d’amount (1.750 m). In
prossimità di questo alpeggio si imbocca a destra la via delle pietre (a
sinistra vi è quella dei larici, da percorrere in discesa). Si giunge al ripiano erboso di Pian Sineive
(2.060 m) dove un cippo
ricorda gli aviatori americani qui caduti con un
bimotore nel luglio 1957.
Marco Rostan
Il monte Boucle
Al termine del pianoro si
sale a serpentine su una
pronunciata dorsale detrítica (Schina d’asu) e si
raggiunge (1,50 ore) il rifugio Granero (2.377 m),
sulla sponda settentrionale del Lago Lungo.
Varcato l’emissario del
lago su un ponticello di
pietre, si sale il versante
della sponda sinistra orografica su un viottolo che
porta alla base del grande
anfiteatro dominato dal
Granero. Superati alcuni
ruderi militari, seguendo
i frequenti ometti di pie-.
tra, si giunge a fiancheggiare gli sfasciumi che
ammantano il versante
su cui spicca lo stretto intaglio del Passo Sellerino
(2.884 m). Di qui volgendo a est, si raggiunge la
base del grande canalone
detrítico che solca la parete occidentale del Granero. Risalito il colatoio
l’ascesa alla cima si effettua più convenientemente lungo le sicure roccette
di destra (sinistra orogrografica) del canale medesimo. All’uscita dal couloir, con pochi metri di
facile arrampicata si tocca la cima (3 ore). Tornati
al Rifugio per lo stesso
itinerario, si può scendere lungo il crinale erboso
della Schina d’asu seguendo i bolli gialli della
corsa «Tre rifugi». Giunti
ai piedi del crestone, si
varca un corso d’acqua (il
Pellice) generalmente in
secca, si passa al citato
cippo degli aviatori, poco
prima del quale un’esile
traccia sulla destra conduce al bellissimo lago
Malconseigl (2.125 m).
Poi si imbocca la via dei
larici che riconduce al
Pra con un ponte di legno sul Pellice prima di
toccare Partia d’amount.
Note tecniche. Dislivello: 1.946 m; difficoltà:
escursionisti esperti:
tempo di salita: 6 ore
(pernottamento ai rifugi
Jervis, tei. 0121-932755 e
Granerò, telefono 012191760); periodo consigliato: luglio-ottobre.
cisamente a sinistra, rimontando decisamente
un pendio ripido fino alla
cima, contrassegnata da
una croce di ferro.
In discesa, giunti al
Colle, per visitare le miniere si può scendere a
sinistra, per detriti, puntando alle rovine. Costeggiando l’imbocco oggi ostruito di una galleria
da cui esce un ruscello
ferruginoso, si scende
verso valle sul piano inclinato dove correva la
decauville, per piegare
poi a destra per un sentiero che si origina presso il rudere a monte della
teleferica. Di qui con
breve ascesa si ritorna al
sentiero del Colle del Bet
lungo il quale si era saliti.
Note tecniche. Dislivello 1.121 m; difficoltà:
facile; tempo di salita:
3,30 ore; periodo consigliato: luglio-ottobre;
punto di appoggio; bivacco al Colle del Bet
(tei. 0122-78849).
Il monte Granero
14
PAG. 10 RIFORMA
E Eco Delle ‘\àlli %ldesi
venerdì 28 LUGLIO 200H
Î
^ I VENERE
27 luglio, giovedì ?
ANGROGNA: Alle 21, nel
tempio valdese di Pradeltorno,
verrò presentato il volume «Guida
della vai d'Angrogna», di Mario
Benna, Enrico Bertone, Maria Rosa
Fabbrini, Daniele Jalla, Roberto
Mantovani, saranno presenti alcuni degli autori. Sono previste letture e canti del Gruppo teatro An
grogna.
SESTRIERE: In izia il concorso
ppico internazionale; fino al 30
luglio.
PINEROLO: Alle 21,30, al parco del Veloce club, piazza Santa
Croce 1, per «Cinema in piazza»:
«American beauty» di Mendes, Ingresso lire 5.000.
GLI APPUNTAMENTI DELL'ESTATE
ROURE: A Villaretto mercatino
delle pulci e fiera del formaggio.
14 agosto, lunedi
28 luglio, venerdi
SAN SECONDO DI PINERO
LO: Alle 21,30, in piazza Europa,
per «Cinema in piazza»: «Se scapai ti sposo» con Richard Gere e Juia Roberts. Ingresso lire 6.000, ridotti lire 4.000.
LUSERNA S. GIOVANNI: Al
le 21,30, alla Loggia dei mercanti,
2- edizione della rappresentazione storica teatrale «Frammenti di
storia di Luserna e del suo casato»;
regia di Claudio Raimondo. Replica il 29 luglio.
POMARETTO: Fino al 30 luglio, festa del paese
VILLAR PEROSA: Alle 21,30,
laretto a Castel del bosco. Informazioni allo 0121 -842613.
PRALI: «Rampiprali 2000», gara di mountain bike, valevole come
prova di campionato regionale
cross country.
INVERSO RINASCA: Alle
9,30, in borgata Clot commemorazione da parte dell'Anpi dell'incendio della borgata avvenuto il 2
agosto del '44.
MASSELLO: Alle 14,30, appuntamento alla Balsiglia per la
passeggiata storica al Castello e
altri luoghi storici.
BIBIANA: Alle 21,30, al giardino pubblico, Claudio Contino
Zanotto presenta: «Storie e leggende in viaggio con l'asino».
TORRE PELLICE: Alla sede
dell'.associazione «Libera officina»,
via Angrogna 20, dalle 15 alle 1 8
mostra finale dei lavori dei corsisti.
La mostra resterà aperta anche sabato 5, venerdì 1 1 e sabato 12,
sempre dalle 15 alle 18.
nema in piazza»: «American pie».
Ingresso lire 6.000, ridotto lire
4.000.
9 agosto, mercoledì
FENESTRELLE: Fino al 15 agosto, alla Fortezza, Assemblea teatro propone «Con le mani». Ingresso lire 20.000 (prenotazioni
0121-83600).
5 luglio, agosto
31 luglio, lunedi
PRAGELATO: Alle 21, alla frazione Ruò, nella la sede del parco
della vai Troncea: «La reintroduzione del gipeto: il ritorno del grande
avvoltoio».
1^ agosto, martedì
RORÀ: Alle 21,30, ai giardini
di piazza Fontana, per «Cinema in
piazza»: «Stuart Little. Un topolino
in gamba». Ingresso lire 6.000, ridotti lire 4.000.
VILLAR PEROSA: Alle ore
FENESTRELLE: Alle 21, al forte
San Carlo, percorso musicale con
l'associazione «Xenia Ensemble».
RORA: Per la sagra rorenga,
musica liscio con l'orchestra folcloristica tirolese. Fino a domenica 6.
SAN GERMANO CHISONE:
Alle 1 8, con- partenza dal Parco
Widemann, letture di pagine di
Cesare Pavese percorrendo il sentiero naturalistico «Verde acqua».
Degustazione di prodotti tipici.
6 agosto, domenica
ROURE: Festa di Rubinet e commemorazione dell'incendio di Bor
21,30, al bacino, spettacolo pirotti sull'o
cet.
1“ «Gran galò della magia».
■" ~alle
TORRE PELLICE: Dalle 15 alle
1 8, anche sabato 29, nella sede
dell'associazione «Libera officina»,
via Angrogna 20, mostra finale
dei lavori dei corsisti.
TORRE PELLICE: Alla biblioteca comunale, gli operatori del pro
tecnico con effetti sull'acqua.
TORRE PELLICE: Nel corridoio
del Centro culturale, fino al 30 settembre (con chiusura dal 5 al 17
settembre), «Colonia vaidense»,
di ro
getto «Pollicino» presentano, alle
15, lettura di fiabe per bambini
dai 4 agli 8 anni.
29 lùgtió, saboto
VILLAR PEROSA: Per la «Festa
patronale»: spettacolo con l'orchestra «Hayana mambo».
RORÀ: Alle 17, in piazza Fontana, Claudio Contino Zanotto presenta: «Storie e leggende in viaggio con l'asino».
VILLAR PELLICE: Alle 21,30,
in piazza Jervis, per «Cinema in
piazza»: «T come Tigro» (cartoni
animati). Ingresso lire 6.00Ò, ridotti lire.4.000.
SAN GERMANO: Fino al 30
mostra di fotografie di Lorenzo Mascherpa.
TORRE PELLICE: Fino a domenica 6 agosto, alla rotonda di
piazza Muston, «Festa dell'Unità».
Apertura ore 19, tutte le sere cena,
sabato 5 e domenica 6 pranzo e
cena. Martedì 1®, alle 21, musica
d'autore. Mercoledì 2, alle 21,
concerto pop rock; giovedì 3 ballo
liscio; venerdi 4 musica reggae;
sabato 5 coro Auser e serata con
«Marina music group»; domenica
6 serata danzante con il gruppo
«Profumo di balera».
luglio, festa della borgata Turina
ANGROGNA: Alle 15, in loca
lità Passel, pomeriggio per i bam
bini con giochi, pitture; divertimen
in ' ' ' - '■
2 agosto, mercoledì
PEROSA ARGENTINA: Alle
21,30, al parco Gay, spettacolo
teatrale «Pugni nell'aria». Ingresso
lire 10.000.
TORRE PELLICE: Alle 21,30, in
piazza del Municipio, Claudio
Contino Zanotto presenta: «Storie
e leggende in viaggio con l'asino».
PRALI: Gara di tiro con l'arco.
RODORETTO: Rappresentazione folcloristica con gli antichi mestieri.
PRAGELATO: Al villaggio
Kinka, «Trofeo aquila bianca», tiro
con l'arco e percorso di caccia
3D.
FENESTRELLE: Festa della borgata Pequerel.
PRAGELATO: «Triathlon mountain bike»: tre prove da superare
lungo il percorso Fenestrelle-Pragelato».
PERRERO: Passeggiata storica
sul sentiero «Arturo Genre», partenza alle ore 9.
FENESTRELLE: Alle 21,30, alla
zona Casermette, per «Cinema in
piazza»: «Tarzan», cartoni animati. Ingresso lire 6.000, tei 012183600.
TORRE PELLICE: Alle 17, al
tempio valdese, conferenza del pastore Alberto Taccia su « La famiglia, tradizione e nuovi modelli».
PRAGELATO: Dalle ore 9 alle
19, alla frazione Ruà, mercatino
delle pulci.
titagosio, giovedì
PRAGELATO: Festa della frazione Traverses, giochi per bambini, gofri. Inaugurazione della sede
locale dell'Associazione nazionale
alpini.
PRAGELATO: Alle 21, alla sede del parco naturale della vai
Troncea in frazione Ruà, conferenza: «Le miniere della valle, la loro
storia».
VILLAR PELLICE: Alle 21,30,
in piazza Jervis, proiezione del
film: «Erin Brokovich».
FENESTRELLE: In frazione
Chambons, fiera di San Lorenzo.
PRAGELATO: Inizia la 18° edizione della «Festa della ghironda». Fino a domenica 13 agosto.
PRAGELATO: Al parco naturale della vai Troncea, visita naturalistica a tema con accompagnamento dei guardiaparco: «Un'escursione nel passato, le miniere del
Beth».
TORRE PELLICE: Alle 21,30, in
piazza San Martino, il teatro «Due
mondi» presenta: «Fiesta», parata
spettacolo per le piazze.
PRAGELATO: In piazza Lantelme, festeggiamenti di ferragosto:
fiera, ballo liscio, albero della cuccagna, fuochi artificiali.
PRAGELATO: Nella palestra
comunale, anche martedì 15, mostra di minerali. Alle 21, nella sede del parco della vai Troncea, in
frazione Ruà, conferenza sulla meteorologia in montagna, «Gli
aspetti particolari della previsione
del tempo in quota».
15 agosto, martedì
PINEROLO: Festa patronale di
Baudenasca con gara a bocce,
concerto di musica leggera del
gruppo «Sesto senso» e intrattenimenti vari. Fino al 19 agosto.
FENESTRELLE: Alle 21,30, nel
campo sportivo, per «Cinema in
piazza»: «Notting bill» con Julia
Roberts. Ingresso lire 6.000.
PRAMOLLO: Festa del paese e
gara podistica.
TORRE PELLICE: Festa di Ferra
gosto al circolo Mûris e spettacolo
musicale alla rotonda di piazza
Muston.
ROURE: 2- festa dei bambini
prosegue anche il 16 agosto.
BOBBIO PELLICE: Giornata
comunitaria al campo giovan
dell'Esercito della Salvezza: culto
alle 11, pranzo alle 13 e alle 16,
spettacolo di canto, danza e mimo; alle 21, il consueto «fuoco di
campo».
11 agosto, venerdì
SAN SECONDO DI PINEROLO: Alle 21,30, in piazza Europa,
oer «Cinema in piazza»: «Le rego.e della casa del sidro» con Michael Calne. Ingresso lire 6.000,
ridotti lire 4.000.
Te
T2eigosto, sabato
16 agosto, mercoledì
PRAGELATO: Alle 21, nel museo del Costume, conferenza su
costume delle valli nella storia e
nella tradizione».
TORRE PELLICE: Nella sala
Paolo Paschetto, fino al 3 settem
bre, mostra su «Pellegrino d'Europa. Vita e destino di Giuseppe
Gangole», 38 tavole con 1 34 illustrazioni.
PINASCA: Fino al 16 agosto,
festa patronale con serate danzan
17 agosto, giovedì
ti spettacolo pirotecnico, mercatidei' ' ■
7 agosto, lunedi
ti, casteIR gonfiabili. Replica per
tutta la giornata di domenica 30
luglio.
TORRE PELLICE: Alle 21, al
tempio valdese, concerto finale degli allievi del corso di flauto, a cura del maestro Marco Armoni.
30 luglio, domenica
FENESTRELLE: Al forte San
Carlo, cerimonia di apertura della
6° edizione della «Fiera del libro».
Alle 21, nella chiesa del forte San
Carlo, per l'inaugurazione del 1®
festival dell'opera e dell'operetta,
si eseguirà «La Tosca» di Puccini.
LUSSERNA S. GIOVANNI: Al
la Loggia dei mercanti di Luserna
Alta, concerto finale del corso di
flauto diretto da Marco Armoni.
BIBIANA: Alle 21,30, a villa
Bodo, proiezione del film: «Kirikù
e la strega Karaba.
ANGROGNA: Dalle ore
15,30, in località Passel, musica e
balli occitani, alle 19,30 assado.
ROURE: «Camminmangiando»:
passeggiata gastronomica da Vil
3 agosto, giovedì
LAGO DEL LAUX: Alle ore
21,30, Assemblea teatro propone:
«Dialoghi», spettacolo dedicato a
Cesare Pavese. Ingresso lire
10.000. Replica il 4 agosto.
ROURE: Festa del villeggiante
in borgata Salma. Informazioni allo 0121-842636.
FENESTRELLE: Alle 21,30, al
forte San Carlo, per «Cinema in
piazza»: «Anna and thè king» con
Jody Foster. Ingresso lire 6.000.
PRAGELATO: Alle 21, alla sede del parco naturale della vai
Troncea, in frazione Ruà, conferenza sulla ricerca e conservazione
degli ambienti alpini: «Il caso di un
passero un po' speciale».
PRAGELATO: Al parco naturale della vai Troncea, in frazione
Ruà, «Storia e architettura in valle»: visite naturalistiche a tema con
accompagnamento dei guardiaparco.
PINEROLO: Alle 21,30, alla
cascina Tegassa, strada Baudenasca 1 18, per «Cinema in piazza»:
«Luna Papa» di Boris Khudojnazarov. Ingresso lire 5.000.
no dellejjulci, mostre.
RORA: Alle 21,30, nei giardini
di piazza Fontana, per «Cinema in
piazza»: «Se scappi ti sposo». Ingresso lire 6.000, ridotti lire
4.000.
TORRE PELLICE: Mercatino dei
prodotti naturali. Alle 21, nel tempio valdese, spettacolo di canto,
musica e mimo preparato dal campo giovani dell'Esercito della Salvezza di Bobbio.
PRAGELATO: Fino al 20 agosto, «Scorci piemontesi», personale
di Michele Morello.
PRAGELATO: Visita naturalistica a tema con accompagnamento
del guardaparco: «Le migrazion
attraverso l'arco alpino: osserva
zioni, metodi di studio e marcature
con inanellamento» (tei. 0122
78849).
ROURE: Festa a La Dent.
PEROSÀ ARGENTINA: Festa
patronale: fiera degli autori di va
le, balli occitani, mercatino delle
pulci, spettacolo musicale «Marti
e i mediterranti». Fino al 21 agosto.
18 agosto, venerdì
13 agosto, domenica
4 agosto, venerdi
SAN SECONDO DI PINERO
LO: Alle 21,30, in piazza Europa,
per «Cinema in piazza»: «L'amante perduto» di Roberto Faenza. Ingresso lire 6.000, ridotto lire
4.000.
8 agosto, martodi
PRAGELATO: Alle 21, al museo del Costume, serata culturale:
«Il costume delle valli nella storia e
nella tradizione».
SESTRIERE: Alle 21, nella chiesa parrocchiale, per la rassegna
musicale «Una montagna di note»:
Valente Mirto duo chitarristico. Ingresso gratuito.
VILLAR PELLICE: Alle 21,30,
al museo della Crumière, Claudio
Lugo presenta: «Poesie d'acqua (e
d’aria), letture al saxofono». Repliche il 9 e il 10 agosto.
BIBIANA: Alle 21,30, all'area
polivalente di villa Bodo, per «Ci
FENESTRELLE: Uscita con i
guardiaparco (per informazioni,
tei. 0122-47064). Ritrovo alle ore
8 a Pracatinat.
TORRE PELLICE: Alle 17, al
tempio valdese, conferenza su «La
Biboia di fronte alla storia e alla
scienza». Relatore il pastore Bruno
Rostagno.
FENESTRELLE: Alle 21,30, in
zona Casermette, per «Cinema in
piazza»: «Se scappi ti sposo», con
Richard Gere e Julia Roberts. Ingresso lire 6.000.
PRAMOLLO: Alla Ruata gara
di bocce e festa campestre.
VILLAR PELLICE: Per tutta la
giornata, festa alla casa di riposo
Miramonti.
TORRE PELLICE: Dalle 15 giornata di incontro fra Centri culturali
evangelici italiani e corpo pastora
le.
SAN SECONDO: Alle 21,30
in piazza Europa, per «Cinema in
piazza», «Il gladiatore». Ingresso
lire 6.000, ridotti lire 4.000.
PRAGELATO: Alle 21, in frazione Ruà, conferenza sul lupo
«Leggende e realtà: le abitudini, le
virtù e i difetti del grande predato
re».
PRALI: Alle 21, nel tempio valdese, concerto dei cori «Juvenes
Cantores» di Sinnai.
PRAGELATO: Festa del pane
al forno della borgata Granges:
preparazione del pane fatta da
donne in costume.
ROURE: Festa di Chambellier
A Frali il 5 agosto
Articolo 31
DANIELA GRILL
CONTINUA la lunga
carrellata di concerti
estivi nelie Valli; sabato 5
agosto è il turno del
gruppo rap «Articolo 31»,
che si esibirà in vai Germanasca a Frali, in località Ribba. «Articolo 31»,
è stata la prima formazione di musica hip-hop
a scalare le classifiche di
vendita italiane; il loro
album d’esordio, «Strade
di città», vendette ben
90.000 copie, mentre il
secondo disco, «Messa di
Vespri» raggiunse le
150.000. Il gruppo ha
partecipato a numerosi
spettacoli televisivi come
«Un disco per l’estate»,
«Festivalbar» e «Vota la
voce», conseguendo sempre ottimi risultati. Nel
1998, sull’onda del successo della canzone «La
fidanzata», vinse il Telegatto come miglior gruppo, e sempre nello stesso
anno partecipò come
unico gruppo italiano,
ail’«Mtv Europe Music
Award».
In questo periodo «Articolo 31» sta presentando nei vari concerti della
sua tournée, il suo ultimo album dal titolo
«Perché sì!», pubblicato
lo scorso 17 dicembre e
realizzato in parte a New
York; «Perché sì!», quinto
lavoro del gruppo, contiene 16 brani che spaziano tra diversi stili, pur
rimanendo sempre sulla
base hip-hop e viene definito dagli stessi componenti come; «L’album
italiano che ci traghetterà nel duemila». Il concerto di Frali inizierà alle
21 e il costo del biglietto
è di 25.000 lire.
Luoghi Storici alle Valli
La tana
«... se non si sa dov’è, è
quasi impossibile trovarla. L’entrata è larga, ma
di pochi paimi d’altezza,
tutta punte di sopra e di
sotto, simile a una bocca
di roccia che digrigni i
denti; in maniera che
non ci si può entrare che
accoccoiandosi col mento sulle ginocchia, o allungandosi in terra, sui
fianco, e strisciando...».
Così Edmondo de Amicis descrive la Gheiza d’ia
Tana nel suo libro «Alle
porte d’Italia», sul finire
del secolo scorso. Ma
oggi, grazie ai recenti iavori di ripristino promossi dal Comitato luogbri storici e coordinati
da Adriano Chauvie, la
«Tana» è visitabile con
maggior comodità. E
stato inoltre posto un
cartello indicatore con
testo iilustrativo in più
Dal 30 luglio al 6 agosto
Rourestock festival
SERVIZI
B .1
VAUI
CHISONE-GERMAN.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 167-2331 1 1
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 30 LUGLIO
Perrero: Voletti - Via Monfe
nero 27, tei, 848827
DOMENICA 6 AGOSTO
Rinasca: Bertorello - v. Mg.
zionale 22, tei. 800707
DOMENICA 13 AGOSTO
Perosa Argentina: Termini
- via Umberto I, tei. 81 205
MARTEDÌ 15 AGOSTO
Fenestrelle: Grippo - vìq
Umberto I 1, tei. 83904
DOMENICA 20 AGOSTO
San Germano Chisone
Farmacia Tron , tei. 58771
VAL PEUICE i
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 167-2331 1 1
Guardia farmaceutico:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 30 LUGLIO
Bibiana: Garello - via Pinetolo 21, tei. 55733
DOMENICA 6 AGOSTO
Bricherasio: Ferraris - via V.
Emanuele 83/4, tei. 59774
DOMENICA 13 AGOSTO
Luserna San Giovanni:
Savelloni - Via Blancio 4 ■ (b
sema Alta), tei. 900223
MARTEDÌ 15 AGOSTO
Tarre Pellice: Internazionale
- Via Arnaud 8, tel. 91 374
DOMENICA 20 AGOSTO
Tarre Pellice: Internazionale
- Via Arnaud 8, tel. 91 374
SERVIZIO ELIAMBULAN
telefono 1 1 8
CINEMA
TORRE PELLICE-Il
cinema Trento ha in programma, venerdì 28, ore
21.30, American beaut)r,
sabato 29, ore 21,30,11
gladiatore; domenica 30,
ore 21,30, Se scappiti
sposo.
PINEROLO — La mul
tisala Italia propone, dia
sala 5cento, Mission impossible 2; feriali e domenica ore 20 e 22,20,
sabato 20 e 22,30. Alla sala 2cento è in visione Romeo deve morire, 2O,10e
22,20, sabato 20,10 a
22.30.
BARGE — Il cinema
Comunale in luglio a
chiuso per ferie.
lingue, primo di una serie che il Comitato ha
preparato per segnalare
anche visivamente da
quest’estate i più importanti luoghi storici delle
valli valdesi. Seguiranno
la Balsiglia, il vallone degli Invincibili, e via via
gli altri. Buona visita!
Il «Rourestock festival»
è arrivato quest’anno alla
5® edizione. Dal 30 luglio
al 6 agosto a Roure, gruppi musicali famosi si
alterneranno a gruppi
esordienti per suonare
tanta musica rock, etnica, punk, techno, jazz,
funky. Tra i nomi conosciuti spiccano, oltre agli
«Africa Unite», i «Persiana Jones» e i «Punkreas».
Il concorso per gli emergenti ha portato 80 gruppi a partecipare, ma soltanto 16 hanno passato
la selezione per «Rourestock», guidata da Mada
e Bunna degli «Africa
Unite». 1 musicisti scelti
vengono da tutta Italia:
Sondrio, Padova, Firenze
e ben 10 gruppi dalla
Provincia di Torino e
uno dal Pinerolese.
«Rourestock» è nato
nel ’95 da un’idea della
neonata associazione
«RourEvolution»; l’obiettivo è dare a gruppi giovani l’opportunità di
confrontarsi dal vivo con
un pubblico numeroso.
A Roure nei giorni del festival sono passati negli
anni scorsi anche i «Reggae National Tickets», gli
«Amici di Roland» e i
«Lou Dalfin».
11 festival è itinerante
nei primi 5 giorni e con
sede fissa nei restanti 3:
dal 30 luglio al 3 agosto si
esibiranno 9 gruppi nei
locali del Comune di
Roure e negli ultimi tre
giorni vedremo i restanti
gruppi sul palco nel
campo sportivo di Roreto; la manifestazione si
chiuderà infine con un
concerto degli «Africa
Unite» e la premiazione
dei vincitori di questa
edizione del festival.
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Concerti
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Casa delle diaconessa
In aggiunta all’elenco
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questo il titolo di una ras;
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all’associazione musical®
«Divertimento». I prosst
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«The saexophones» e gn>’
vedi 3 agosto «Marrabenta»; l’ingresso ai concerti
che si terranno in pia^^^
Fralteve con inizio all®
ore 21,30, è gratuito.
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segnaliamo ancora l’o"®,
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Laurenza Forneron (n
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FONDO DI SOLIDARIETÀ
conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, via San Pio 15.10125 Torino
Al momento di preparare
Queste informazioni abbiamo
ricevuto le seguenti notizie
dall’Eritrea tramite il pastore
Bruno Tron.
«Non si sente piu parlare
dell’Eritrea e dell’Etiopia, ora
che è avvenuto l’armistizio
fra i due paesi. Tuttavia, ammesso che le armi siano veramente e ovunque messe a tacere, le ferite causate dalla
guerra sono purtroppo tutt’altro che rimarginate. In
Eritrea l’emergenza profughi
{il picco più alto è stato di un
milione nei momenti di crisi
acute) è ancora prioritaria.
Ma c’è anche un’altra emergenza altrettanto grave: quella della ricostruzione dei centri distrutti durante l’avanzata dell’esercito etiopico.
Numerosi responsabili della Chiesa evangelica dell’Eritrea sono stati di recente in
alcuni di questi centri, fra i
quali Barentù (capoluogo del
bassopiano occidentale e una
delle località interessate dal
progetto adottato dal Fondo
di solidarietà). Il loro resoconto è un misto di costernazione per ciò che hanno visto
(queste distruzioni hanno
comportato anche la perdita
della vita per molti civili), ma
anche la gioia per la determinazione della gente che è già
tornata e si è messa al lavoro». Come vedete, abbiamo
superato i sette milioni. Vi
chiediamo ancora un impegno per raggiungere i dieci
che spediremo direttamente
in Eritrea, (f.d) (mlb)
OFFERTE PERVENUTE
IN MAGGIO-GIUGNO
£ 2.000.000: Giuliana Gay Eynard.
£ 300.000: Gruppo missioni
Chiesa valdese Torino: Gabriella Masini.
£ 200.000: Fede Miletto.
£ 150.000: Chiesa battista
(via Elvo) Torino.
£ 100.000: Mirella Argentieri
Bein; Liliana Ribet; Sara
Valvo.
£ 50.000: Vittoria Rivoira; E.
Troiani e A. Di Napoli; Assunta d’Agnese; Concetta
Petralito; L.Y.S. San Giovanni.
£ 15.000: NN Mestre.
Totale: £3.515.000
Totale precedente:
£ 3.548.255
Imposta bollo: £ 18.000
In cassa: £ 7.045.255
Il diritto di non soffrire
POSTA
Il vero amore
Ho visto in una trasmissione su Raidue del 13 luglio, alle
ore 22,30, alcune scene ripugnanti della manifestazione a
Roma del cosiddetto «World
Gay Pride» e mi sono molto
amareggiato. Scene di reale
indecenza morale e di spudoratezza sfacciata, che non mi
ha affatto divertito. Sono rimasto colpito dallo striscione
della Fgei (era necessario?) il
quale riportava una frase biblica di I Giovanni 4, 18:
«Nell’amore non c’è paura».
No, miei cari, non giochiamo con la parola di Dio! Quale amore c’è nella perversione umana? L’amore, che io
conosco, che vivo e predico,
non ha assolutamente niente
a che fare con la lussuria
sbandierata da quei manifestanti della sfilata di Roma.
Esiste non da oggi il proble
ma deU’omosessualità sul
quale è utile riflettere con serietà, ma quello che è stato
dimostrato a Roma non è, a
mio parere, una difesa per la
libertà dell’omosessualità ma
è stata una sfrenata volontà
di offendere la gente corretta.
L’amore è una espressione
divina, che purtroppo non è
capita nel suo significato reale e profondo, per cui comunemente si confonde l’amore
vero con la sessualità umana.
È l’amore vero che non ha
paura di Dio, perché non è
desiderio carnale, non è godimento dei sensi, non è impudicizia. Si facciano pure
quelle sfilate carnevalesche,
ma, per carità, non si imbratti il candore e la purezza del
linguaggio spirituale della
parola del Signore!
Giuseppe Anziani
Verbania
Passatempo
Soluzione del cruciverba del
numero scorso
Al LETTORI
E LETTRICI
Riforma/L’eco delle
valli va in vacanza per
le prossime due settimane: sarà nuovamente nelle vostre case e nelle edicole venerdì 18 agosto.
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nune di
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I prossi’
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REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V. 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redaz@riforma.it;
REDAZIONE NAPOLI:
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REDAZIONEPINEROLO:
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A
L j )ESI
DIREnORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacpues Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
faderica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gar•tiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, MarM Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
“IRETTORA responsabile Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
*SSONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
ordinario: L. 105.000; ridotto: L. 85.000; semestrale: L. 55.000;
O sostenitore: L. 200.000.________________________________________
ordinario; lAto.OOO; v. aerea: L. 195.000; semestrale; L. 80.000;
sostenitore: L. 250.000.
Twiffe Inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm, Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
''«li valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 29 del 21 luglio 2000 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 19 luglio 2000.
, 1998
Astoclotoalla
ttnione atampa
¿«fodica Italiana
giudiziari da parte dei congiunti stessi con accuse tipo
sospensione di terapia, omissione di soccorso, ecc. Poiché
tali situazioni possono verificarsi anche all'interno dei nostri ospedali, è necessario che
il problema sia affrontato con
gli operatori sanitari, non per
imporre soluzioni, ma per
cercare insieme un orientamento corretto.
Gli interventi di tipo palliativo non si configurano come
una applicazione mascherata
della esecrata eutanasia, non
sono pensati per anticipare la
morte dei pazienti, ma per
consentire loro di morire nelle migliori condizioni possibili. L’uso proporzionato ed efficace della morfina, auspicato anche dal ministro Veronesi, non può più essere lesinato (l’Italia è uno degli ultimi
paesi in Europa nell’uso della
morfina a fini analgesici), ma
deve far parte di quel «prendersi cura» del soggetto, che
deve continuare quando la
«cura» non produce più effetti migliorativi. Tale linea di
comportamento è anche accettata dalla morale cattolica,
rigidissima contro l’eutanasia, ma consenziente all’uso
di calmanti anche quando
quésti «come effetto collaterale» conducono ad abbreviare la vita, purché l’intenzione
non sia quella di uccidere ma
di sopprimere il dolore.
Nel rapporto medico-paziente deve cessare l’atteggiamento autoritario-paternalistico del medico verso un paziente che tace e si sottomette, ma deve prevalere il rispetto della autonomia del malato, come soggetto che ha il di
Carta dei diritti
Chi sta morendo ha diritto:
1 ) a essere considerato come persona sino alla morte;
2) a essere informato sulle sue condizioni, se lo vuole;
3) a non essere ingannato e a ricevere risposte veritiere;
4) a partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto della sua volontà;
5) al sollievo del dolore e della sofferenza;
6) a cure e assistenza continue nell’ambiente desiderato;
7) a non subire interventi che prolunghino il morire;
8) a esprimere le sue emozioni;
9) alTaiutn psicologico e al conforto spirituale, secondo
le sue convinzioni e la sua fede;
10) alla vicinanza dei suoi cari;
11) a non morire nell’isolamento e nella solitudine;
12) a morire in pace e con dignità.
Il Comitato etico presso la Fondazione Floriani di Milano;
(Patrizia Borsellino, presidente; Giorgio Di Mola, Michele
Gallucci, Alessandro Liberati, Maura Lusignani, Valerio Pocar, Franca Porciani, Amedeo Santosuosso, Marcello Tamburini, Franco Toscani).
ritto di prendere le decisioni
che Io riguardano e che deve
poter diventare protagonista
anche del proprio morire.
Questo obiettivo dovrà essere
il risultato di un lungo processo di sensibilizzazione dei potenziali pazienti e dei medici.
In questa direzione acquista
valore il «consenso libero e
informato» che non può risolversi in un mero atto burocratico, ma deve scaturire da un
dialogo chiaro, anche se condotto con la debita discrezione, tra il medico e il «cliente»
(secondo la nuova terminologia aziendale) che discutono
assieme i comportamenti da
assumere, le prestazioni da
applicare e le possibili alternative da considerare.
Un altro documento che
dovrebbe ricevere riconoscimento ufficiale è il «testamento di vita» o «carta di autodeterminazione» in cui Ü soggetto dichiara la propria volontà,
che deve essere conseguente
ai diritti a lui riconosciuti, per
quel che concerne il comportamento da assumere nella fase terminale della sua vita.
Tale testamento può essere
modificato dal soggetto in
qualunque momento, ma deve essere osservato nella fase
in cui il paziente non è più in
grado di esprimersi.
Alberto Taccia
QUEST’Ot it>l approfilteremo dei pot Iti miniiii linali delia traM1li^slolll’ pei
dare alcune iiulica/ioni piatiche ai molti che t i chiedono
qualcosa di .'■imilc tilla signora Alia dalla piovine iti di B:ivenna. Scrive la sigiioia .Mia:
«All’inizio di iiiicsi anno ho
sentito, alla rubrica "Ascolta,
si fa sera” della radio, alcuni
interventi che mi sono piaciuti veramente molto per il
contenuto e per come venivano espressi. Vorrei sentire
se vi fosse possibile inviarmi
una cassetta, oppure i testi
scritti, o l’eventuale indirizzo
della pastora». La stessa cosa
ci viene chiesto spesso a proposito della trasmissione del
culto evangelico.
Risponderò brevemente: 1)
la cassetta è di proprietà della radio e non siamo in condizione di poterla inviare a
.Gù/0:
J ÍÜJÍJ
EUGENIO RIVOIR
nessuno; 2) quando ci si
chiede un testo di una trasmissione trasmessa, è importante segnalare la data
della trasmissione e, se possibile, chi ha predicato: in
questo caso manderemo il
testo scritto della predicazione avvenuta; 3) se qualcuno
fosse interessato a ricevere
regolarmente i testi delle
predicazioni domenicali, ce
lo faccia sapere (dietro un
modesto rimborso delle spe
se sostenute potrà ricevere
per tutto l’anno i testi scritti'
di ogni domenica).
Per il momento tutto questo vale per il culto evangelico della domenica mattina;
non è invece ancora possibile
organizzare una spedizione
dei testi di «Ascolta, si fa sera» del martedì sera.
(Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione «Culto
evangelico» curata dalla Fcei andata in onda domenica 23 luglio)
SUI GIORNALI
Valdesi e dialogo
All’indomani del corteo
del Gay Pride Andrea Malan, nel supplemento domenicale (9 luglio) alla cultura, pone all’attenzione
dei lettori alcuni episodi
che testimoniano delTapertura al dialogo da parte
della realtà valdese. Franca
Long commenta con una
dichiarazione: «La chiesa
valdese di piazza Cavour a
Roma è rimasta aperta per
tutta la settimana, e abbiamo avuto anche un culto
tenuto da omosessuali credenti. Dopo un dibattito
anche acceso all’interno
della nostra comunità, abbiamo preso all’unanimità
posizione in favore dell’accoglienza». Più avanti si
parla di Giubileo; «Abbiamo deciso di partecipare
alla Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani, sia
pure con una dichiarazione
esplicita di dissenso nei
confronti della pratica delle
indulgenze». Il moderatore
Gianni Rostan enuncia un
«catalogo delle divergenze»
con la Chiesa cattolica.
«Nonostante tutto, però scrive Malan - il filo del
dialogo non si è spezzato. Il
Sinodo valdese 2000 discuterà per esempio, alla presenza di monsignor Chiaretti, delegato della Gei,
l’applicazione di un documento comune sui matrimoni misti. Si parlerà anche di scuola privata (...):
“La Costituzione va rispettata - spiega Rostan - anche se è giusto che lo stato
intervenga a sostegno delle
famiglie bisognose”».
il Griornale
Quale chiesa?
Due giorni prima della
manifestazione (6 luglio), lo
scrittore e critico Luca Doninelli, dalla prima pagina
riporta l’esempio di colui
che considera suo maestro,
il grande scrittore e drammaturgo Giovanni Testori:
«Giovanni Testori (...) era
omosessuale. Non lo nascose mai, pur essendo
sempre stato cristiano». E
più avanti giustamente nota: «È di un dramma che si
tratta. E qui non bisogna dimenticare (...) che il cristianesimo nasce dentro l’esperienza, è un incontro, un
accento di vita più umana,
non innanzitutto una dottrina. La Chiesa è “cattolica”, ossia raccoglie, chiama
a raccolta i figli di Dio da
tutti i lati dell’universo».
anfho
i
7/8
LUGLIO/AGOSTO 2000
Evangelici
Più protestanti, più laici. Intervista al moderatore
Società
E il volontariato finì in politica
America Latina
Pericolo Colombia o Colombia in pericolo?
Buddismo
Il primo Vesak dopo l’Intesa
Islam
Seduti nella moschea insieme all’imam
Confronti: una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ecp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38,00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio
telefonando allo 06-48MS03, fax 4827901,
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«L'anima mia s’acqueta
in Dio solo»
Salmo 62, 1
Il papà, la mamma, il fratello
Gianni e tutti I familiari del caro
Federico Paschetto
di anni 19
riconoscenti, ringraziano di cuore tutti coloro che con parole di
conforto, fiori, offerte, scritti e
presenza alle esequie hanno
partecipato al loro immenso dolore.
Un ringraziamento particolare
alla pastora Lucilla Peyrot, al
personale dei diversi Uffici postali che sono stati loro vicino in
questa dolorosa circostanza,
agli amici e coscritti di Federico,
ai compagni di scuola di Gianni,
al FC Perosa, alla Croce Verde
di Perosa Argentina e al servizio
118, al Pronto soccorso dell’Ospedale civile di Pinerolo, ai colleghi di lavoro della mamma, al
padrino e alla madrina, a Danilo,
Alex e Milena, agli amici di Pomaretto, ai parenti e ai vicini di
casa tutti.
Pomaretto, 13 luglio 2000
RINGRAZIAMENTO
«lo ho combattuto il buon
combattimento, ho finito la
corsa, ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
Il figlio e familiari tutti della
cara
Lina Agli ved. Buffa
riconoscenti per la dimostrazione di affetto e di stima tributata
alla loro cara, ringraziano tutte
le gentili persone che con la
presenza, scritti, parole di
conforto e offerte hanno preso
parte al loro grande dolore.
Si ringraziano in modo particolare la dottoressa Miozzo, il
dottor Bevacqua, il personale
tutto dell’Istituto San Giuseppe
di Torre Pellice e il pastore Bruno Rostagno.
Torre Pellice, 20 luglio 2000
I necrologi si accettano
entro e non oltre le ore 9
del lunedi. Telefonare al
numero 011-655278 - fax
011-657542.
m mmedHrice
jj Claudiana
via Princ. Tomaso, 1 - Torino
tei. 011-6689804 fax 6504394
http://www.claudiana.it
16
PAG. 12 RIFORMA
venerdì 28 LUGLIO 2000
f > i Si è svolto a Gerusalemme un Colloquio teologico panortodosso
I cristiani di fronte ai pericoli della mondializzazione
I delegati al Colloquio teologico panortodosso, che si è
svolto a Gerusalemme nello
scorso mese di giugno, hanno messo in guardia contro i
rischi che potrebbero porre
alla chiesa la mondializzazione e la scienza.
Riuniti sul tema «Testimonianza della chiesa nel terzo
millennio dopo il Cristo», i
circa cento partecipanti hanno espresso i loro timori e le
loro speranze riguardanti la
chiesa in un mondo in piena
evoluzione. Il punto forte
della Conferenza è stata la
concelebrazione dell’eucaristia di Pentecoste, la domenica 18 giugno, presieduta dai
prelati ortodossi nella chiesa
del Santo Sepolcro. Nel pomeriggio, il patriarca grecoortodosso di Gerusalemme,
Diodoros, ha guidato una
processione di prelati, di religiosi e di laici ortodossi dal
Patriarcato, situato nella città
vecchia, fino al monte di Sion
dove sono state recitate preghiere in più lingue.
«Il confronto con i problemi del nuovo millennio è
molto serio», ha dichiarato
Ilias V. Oikonomu, presidente del comitato organizzatore
del Colloquio. Per Oikonomu, membro del dipartimento deirUniversità di Atene, la
chiesa deve dare risposte
chiare a questioni etiche «alle
quali si trova confrontato
Gestiti dall'agenzia awentista Adra
Brasile: aperti due nuovi
centri per bambini a rischio
Con l’apertura di due nuovi
Centri, che si aggiungono agli
altri dieci esistenti nel Brasile
centrale, Adra offre a oltre
750 bambini a rischio e alle
loro famiglie assistenza educativa e medica. Il nuovo
Centro educativo a Cuiba,
nello stato del Mato Grosso è
stato inaugurato il 28 maggio
scorso mentre il Centro di
Goiania, nello stato di Goias,
il 25 maggio. Entrambi i Centri sono stati costruiti grazie
alle donazioni provenienti
dai sostenitori di Adra in Irlanda. A ogni centro di Adra è
stato conferito, dal governo
locale, un premio di servizio.
Bambini di età compresa
tra i 7 e i 14 anni frequentano
le lezioni che favoriscono la
loro integrazione nella società, anche attraverso la formazione in arte manuale, coro e, in alcuni Centri, corsi
d’informatica. In alcune regioni il governo locale considera le strutture educative
del Centro come un esempio
per gli altri. «Ad Adra è stato
richiesto da alcuni governi
dello stato di essere responsabile dei bambini devianti.
Questo è un riconoscimento
del fatto che Adra sta facendo
un lavoro di prevenzione
molto buono», dice dos Santos, direttore di Adra Brasile.
La maggior parte delle famiglie in Brasile vive nelle
aree dei bassifondi delle grandi città. 32 milioni di persone,
di cui la metà sono bambini,
vivono al di sotto della soglia
di povertà. Alcuni bambini
sono costretti a lasciare la
scuola per lavorare. Il governo assiste Adra nell’apertura
dei Centri, mettendo a sua
disposizione il terreno e finanziando le spese di gestione. L’apertura di altri due
Centri è prevista nel corso di
questo anno. Il 6 agosto un
altro Centro sarà aperto ad
Apiai, nello stato di San Paolo
e.un altro ancora Verrà aperto
il 19 settembre a Brasilia. Altri progetti che Adra sta realizzando nel Brasile centrale,
comprendono assistenza medica e avviamento professionale per 2.000 carajàs indiani
negli stati di Tocantìns e Mato Grosso. Il Centro ricreativo
Adra di Vila Matilde opera,
ormai da dieci anni, tramite
corsi di formazione nel Brasile centrale, puntando sull’istruzione professionale per
adulti e adolescenti. (Adn)
l’uomo moderno (...). Abbiamo un futuro ignoto chiamato mondializzazione. Come
fenomeno economico, questo non sembra essere un
problema, ma quello che sta
per succedere è motivo di
preoccupazione per la Chiesa
ortodossa». I responsabili di
chiesa temono infatti che la
mondializzazione provochi
una nuova forma di schiavitù
attraverso l’utilizzo generalizzato di mano d’opera a
buon mercato che serve i bisogni delle compagnie internazionali.
Ilias Oikonomu ha fatto
notare che alcuni commentatori, in particolare negli Usa,
suggeriscono che «il libero
mercato potrebbe essere accettato come Dio», pur ricordando l’episodio dell’Antico
Testamento durante il quale
alcuni israeliti hanno voltato
le spalle a Dio e si sono inclinati davanti a un idolo in forma di vitello d’oro. Alcuni ortodossi, ha aggiunto Oikonomu, si chiedono se il mondo
non si stia incamminando di
fatto verso una nuova era di
tenebre. «Naturalmente, speriamo che questi timori siano
senza fondamento e che la libertà degli esseri umani prevarrà - ha detto -. Il valore
umano va protetto». Mentre
non molto tempo fa, il socialismo e il comuniSmo venivano
visti come le più grandi minacce alla libertà dell’individuo, oggi c’è da temere che la
libertà umana venga intralciata dal capitalismo per via della potenza considerevole delle
società multinazionali. Bisogna resistere a questo movimento, ha affermato Oikonomu: «L’umanità deve essere
libera, perché il Cristo ha fatto
di noi degli esseri liberi».
Un altro teologo di Atene
però, il professor Constantine Scouteris, ha dichiarato
che la mondializzazione non
viene vista come un fattore
totalmente negativo da tutti i
delegati. La comunicazione
mondiale ridà alla Chiesa ortodossa l’occasione di trasmettere le sue credenze a
nuove audience. I media
mondiali hanno inoltre permesso alla Chiesa di lanciare
avvertimenti ai quattro angoli della terra sui peritoli del
materialismo. «La nostra vita
non è denaro», questo il messaggio che andrebbe proclamato, ha detto il professore
Scouteris; per lui, qualunque
siano i timori espressi, è incoraggiante il fatto che il Colloquio abbia potuto dibattere
delle evoluzioni future: «Se
tali temi sono estremamente
importanti, è perché noi ortodossi parliamo di solito di
questioni storiche, della situazione presente, ma raramente del futuro».
Scouteris si è poi detto intrigato dal dibattito controverso sulla genetica: «Da un
punto di vista generale, noi
incoraggiamo la ricerca sui
misteri dell’universo di Dio.
Ma non possiamo semplicemente produrre nuovi esseri
umani in laboratorio, dobbiamo rispettare la dignità degli
esseri umani». Ceni)
* In Perù un altro programma gestito dall'agenzia awentista
Progetto a favore dei bambini di strada
«Quando si vedono questi
bambini che vivono nelle
strade, non si può fare a meno di fare qualcosa per loro»
dice Maria-Elena Villasante,
coordinatrice di un programma di aiuto ai bambini di
strada di Lima. Preoccupata
per le condizioni tragiche vissute da questi bambini la
Chiesa awentista, attraverso
la sua agenzia di aiuto Nuevo
Rumbo (Modo Nuovo) creata
nel 1998, cerca di offrire una
via d’uscita dalla povertà,
dalla malattia e dalla morte.
Il progetto, gestito dalla
agenzia Adra, si awale della
collaborazione di 50 volontari
di età compresa tra i 15 e gli
80 anni, in gran parte provenienti dalle 16 chiese awentiste di Lima. I volontari hanno
scoperto che il loro coinvolgimento con i bambini di strada
ha cambiato anche le loro vite. «Quando andammo per la
prima volta nelle strade, i
bambini o scappavano via per
paura o erano violenti - spiega Villasante -. Il nostro primo passo è stato quello di
creare in loro fiducia. Ora,
non appena ci vedono arrivare con le nostre magliette di
Adra, ci corrono incontro». I
bambini di strada sono a elevato rischio sociale, il 99% di
loro fa uso di droghe e sniffa
addirittura la colla. Circa il
10% delle bambine si prostituisce. Un caso recente è
quello di una ragazzina di 15
anni che all’ottavo mese di
gravidanza stava ancora lavorando nelle strade; ora è assistita col suo bambino grazie
al programma Nuevo Rumbo.
«Una coppia venne da noi
con un bambino molto ammalato di nome Brian - racconta Villasante La madre
aveva appena 15 anni. Tutti e
tre avevano bisogno di aiuto.
Cosi è nato, grazie al finanziamento di Adra Norvegia, il
Progetto Brian, un progetto
che sostiene le giovani fami
La crisi internazionale del debito - 3
Quali soluzioni alla crisi?
ERIC TOUSSAINT
glie disagiate nel mantenimento dei loro piccoli o, dove ciò non è possibile, che affida i bambini alle cure di famiglie volontarie. Riteniamo
che per i bambini di strada il
migliore appoggio sia quello
di una famiglia, di un ambiente al quale essi possono
realmente appartenere. Negli
istituti si offrono loro vestiti,
medicine, libri e denaro, ma
ciò di cui hanno realmente
bisogno è amore e comprensione. La nostra gioia è sapere che il piccolo Brian, come
tanti altri, muove ora i suoi
primi passi ed è sano all’interno della sua stessa famiglia... Noi siamo per loro come una famiglia».
Con oltre mille bambini di
strada solo a Lima, il progetto
Brian dovrebbe essere esteso
ma necessita di donazioni
pubbliche. Infatti il budget
disponibile per il momento
ha permesso di aiutare solo
50 bambini. (Adn)
La garanzia dei diritti
umani, del diritto alla
sovranità degli stati, del diritto allo sviluppo umano
duraturo presuppone alcune misure d’urgenza quali
l’annullamento del sistema
dell’indebitamento e l’abbandono delle politiche di
aggiustamento strutturale.
Rifiutare di annullare il debito estero e accettare di imporre politiche di aggiustamento, equivale a rifiutare
aiuto a persone e a popoli in
pericolo. Certo, l’annullamento del debito e l’abbandono delle politiche di aggiustamento costituiscono
solo condizioni necessarie e
molto insufficienti. Certo,
bisogna andare più lontano
per impedire che il meccanismo dell’indebitamento si
rimetta in moto dopo l’annullamento dei debiti. È indispensabile rilanciare, a livello locale e mondiale, la
creazione di un «nuovo ordine economico» e umano
più giusto. Nel corso dell’anno 1999, una grande cam-_
pagna mondiale a favore
deU’annullamento dei debiti
si sta sviluppando su iniziativa di numerose associazioni cittadine dei paesi della
Periferia e del Centro, ci si
può solo rallegrare dell’esistenza di un tale movimento
ed esigere le decisioni politiche che si impongono per
mettere in pratica soluzioni
che vadano alla radice. Quali sono le differenti proposte
che vengono fatte?
Le proposte del G7 del
Fmi e della Bm
Capi di stato del G8, ministri delle finanze e dell’economia, dirigenti del Fmi e
della Bm... tutti hanno fatto
proposte circa il debito dei
paesi più poveri. Che cosa è
emerso? Ci sono tre grandi
categorie di detentori del
debito estero dei paesi della
Periferia: le istituzioni multi
laterali (principalmente il
Fmi e la Bm), il settore privato (banche, fondi pensioni...) e gli stati (si tratta principalmente degli stati più industrializzati).
I membri del G8 non intendono affatto orientarsi
verso un annullamento dei
debiti dovuti al Fmi e alla
Bm. Nel caso della stragrande maggioranza dei paesi
dell’Africa subsahariana, il
debito nei confronti del Fmi
e della Bm oscilla tra il 30% e
il 75% del debito estero totale. Il Fmi e la Bm non rinunciano mai a un credito. Lo
sforzo massimale che essi
consentono, consiste nel
creare un fondo (chiamato
Trust fund o fondo fiduciario) alimentato dai paesi
membri e al quale il Fmi e la
Bm attingono per rimborsarsi. Per quanto riguarda il
debito estero detenuto dalle
istituzioni private dei paesi
più industrializzati, nessun
capo di stato propone misure di annullamento. Ora, oltre il 50%) del debito dei
principali paesi dell’America
Latina e dell’Asia del Sud
Est sono detenuti da istituzioni private (banche, fondi
pensioni). Le eventuali mi
sure di annullamento riguardano solo i debiti tra
stato e stato. Il debito di uno
stato della Periferia nei con
fronti di uno dei paesi più
industrializzati si negozia
con il Club di Parigi il quale
agisce come un cartello dei
creditori di fronte a stati dominati i quali devono presentarsi separatamente. Dal
1996, si è fatto molto rumore
circa un possibile annullamento fino all’80%) (opzione
presa dal G7 nel giugno 1996
a Lione). Nel 1999, l’even
tuale annullamento verrà
portato fino al 90%o. Di che
cosa si tratta in realtà? Un
paese indebitato che vorreb
be usufruire di un simile
prowedimento deve essere
(molto) povero e molto in
debitato. (3 - continua)
Documento pubblicato il 9 giugno 1999 alla vigilia del Vertice dei paesi del G8 a Colonia
Dichiarazione del Consiglio ecumenico delle chiese sulla crisi del debito
Bambino di strada in Brasile
«Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), è del parere che le diverse
proposte in vista di risolvere la crisi
del debito, formulate dai governi del
G8, siano insufficienti; chiama i responsabili politici ad adottare un approccio molto più radicale in occasione del loro incontro a Colonia. Il Consiglio ritiene che le difficoltà incontrate per trovare una soluzione duratura al problema del debito dipendano più dalla mancanza di volontà politica che non dalla mancanza di risorse finanziarie.
Le esperienze fatte dell’ambito
dell’iniziativa a favore dei paesi poveri
fortemente indebitati (Hipc) dimostrano che questa non risponde adeguatamente ai problemi dei paesi che
adempiono alle condizioni richieste
per ottenere una riduzione del loro
debito. In queste circostanze, l’incontro di Colonia sfocerà verosimilmente
su un allargamento dell’iniziativa, ac
compagnato da un lieve miglioramento delle condizioni richieste. Questo
non rappresenta un grande progresso
rispetto alla proposta originale, nella
misura in cui l’annullamento del debito è legato ai programmi di stabilizzazione economica e di aggiustamenti
strutturali imposti dal Fondo monetario internazionale (Fmi).
La Vili Assemblea del Cec, che si è
riunita ad Harare nel dicembre 1998,
ha affermato l’importanza della visione biblica del giubileo che dà un mandato cruciale: lottare periodicamente
contro l’ingiustizia strutturale e la povertà attraverso la liberazione dal debito e dalla schiavitù e con il ripristino
di rapporti equi. L’Assemblea di Harare non ha soltanto aderito agli obiettivi delle coalizioni che partecipano
all’iniziativa «Jubilee 2000», ha anche
lanciato un appello ai dirigenti dei
paesi del G8 affinché riconoscano la
necessità dei seguenti prowedimenti:
a) annullare il debito dei paesi più
poveri, al fine di permettere loro di
prendere una nuova partenza all’alba
del terzo millennio;
b) ridurre considerevolmente il debito dei paesi con reddito intermedio,
con la stessa scadenza;
c) accettare che per annullare il debito non sia necessario aspettare che
vengano soddisfatte le condizioni fissate dai creditori;
d) avviare un processo di arbitraggio indipendente e trasparente in vista di negoziare e di mettersi d’accordo suH’annullamento del debito internazionale;
e) attuare misure miranti a promuovere la responsabilità dei paesi
debitori dopo la remissione dei debiti; tali misure devono essere determinate e controllate dalle organizzazioni comunitarie locali, comprese le
chiese e altre organizzazioni rappresentative della società civile, al fine
di GIUS
IB
di far sì che l’annullamento del debito sfoci su una ripartizione equa delle ricchezze;
f) usare il loro potere per far sì che i
fondi trasferiti illegalmente su conti
bancari all’estero vengano restituiti ai
paesi debitori;
g) lanciare, in concertazione con la
società civile, un processo di riforma
economica mondiale in vista di garantire la ripartizione equa delle ricchezze e di prevenire nuovi cicli di indebitamento.
Il Cec continuerà a fornire appoggio e collaborazione alle proprie
chiese membro e alle organizzazioni
e gruppi ecumenici nella loro ricerca
di soluzioni giuste e durature. La^'
sione biblica del giubileo va ben ^ di
là degli obiettivi di tale o talaltra
campagna. Essa è una speranza per
quelli e quelle che lottano a favore
della giustizia economica e dell’affermazione della vita».
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