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Spfltt.
BIBLIOTECA VALDESE
TQBBE PELLICB
(Torino)
DELLE valli VALDESI
Settimanale
delia Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 12
Una copia Lire 4C
ABBONAMENTI / Eco: L. 1.500 per l’intenio R Eco se« Presenza Emngpliea » \ Spediz. abb. poatale - I Grappo TORRE PELLICE - 22 Marzo 1963
\ L. 2.200 per l’e«ero intemo L. 2.500 - e®ter#'L. 3.700 j Cambio d’indirizzo Lire 50 Ammin. Claudiana Torre PeUice • C.CJ*. 2-17557
In servizio negli Stati Liiiti
Riflessioni e sogni del Moderatore della Chiesa Valdese
Nel momento in cui scrivo questo
articolo sono assai lontano dalle località da me visitate e di cui intendo
parlare. Difatti, mi trovo a Los Angeles, in California ; ho raggiunto questa città dopo un lungo volo su vari
Stati nordamericani, particolarmente
sugli immensi altopiani che separano
il Texas dall’Oceano Pacifico e ohe poco più di 150 anni or sono furono percorsi da colonne di pionieri alla ricerca di nuovi territori da sfruttare. Dall'aereo che pur volava ad alta quota
potevo scorgere in basso i segni delle
antiche strade ora abbandonate, in
terreno generalmente privo di vegetazione. Dagli Stati deU’Est i pionieri si
avviavano con le loro masserizie verso l’Ovest, prima ancora che vi fossero strade ferrate, e attraversavano
paesi abitati dagli Indiani o colonizzati da gente di cultura spagnolo-messioana. in particolare gli Stati del
New Mexico e dell’Arizona. Quanti
film sugli « Apaches » e sui « Comanohes» hanno riportato sulle scene la
storia avventurosa della conquista dei
territori dell’Ovest, fino all’estremo limite deila California meridionale che
oggi ancora conserva molti ricordi del
passato collegati al dominio messicano: San Pedro, Santa Monica, Sierra
Madre, Bella Vista, San Marino e via
di seguito!
Ma non posso dilimgarmi oltre e sono costretto a riandare indietro nel
tempo e nello spazio j)er riferirmi alla
mia partenza da Valdese (Nord Carolina) la mattina di 19 febbraio. Con
una macchina gentilmente messa a
mia disposizione dal Sig. Jean Pierre
Rostan ho raggitmto l’aeroporto di
Charlotte e quindi, dopo im breve vo, lo, la città di Atlanta nella Georgia.
Mi attendeva il Prof. Puhrmann del
Columbia Theological Seminary di
Decalur dove ero chiamato ad assolvere alcuni impegni. A Decatur esiste un grande Seminario Teologico
apparlenente alla Chiesa Presbiteriana degli Stati del Sud. Come sempre,
questi istituti di cultura hanno una
bella clotazione di edifici e di mezzi.
Ero già stato a Decatur due anni or
sono," nel mio primo viaggio negli Stali Uniti. La conoscenza della Chiesa
Valdese è stata faovrita, oltre dalla
I presenza del Prof. Purhmann, docente di Storia ecclesiastica, anche dal
Pastore Elio Eynard di cui molti ricordano il recente soggiorno per un
periodo di insegnamento. Ho parlato
ai professori ed agli studenti in occasione del culto antimeridiano nella
Cappella della Facoltà, successivamen
ttì no avuto ima riunione con i proiessori e la sera stessa predicavo in
una grande chiesa presDiteulana di
Atlania, accolto anche dal Pastore Di.
Turner, ex Moderatore della Chiesa
Presbiteriana Unita, che a.vevo conosciuto a Roma alcuni aniu or sono.
il soggiorno a Decatur è stato breve; la mattina seguente ripartivo in
aereo per il Nord e giungevo a Filaaelfia ; di li con un viaggio di due ore
Ü1 un vecchio treno dell’inizio del secolo-, attraverso campagne coperte da
uno strato di neve, arrivavo a Bethlehem, nella Pennsylvania, ben nolo centro dei Fratelli Moravi e della
industria dell’aociaio. Sono stato ospi
le per un giorno e mezzo del Prof
Haupiert, Presidente del Collegio Mo
ravo ed ho presieduto due riunioni
una per gli studenti destinata a presentare la nostra chiesa nell’attuale
situazione ecumenica. Sabato mattina, 23 febbraio, riprendevo il vecchio
fieno per Filadelfia, con un programma di lavoro assai impegnativo.
Nella grande metropoli della Pennsylvania ho ritrovato e riveduto con
piacere il Pastore Mariano Di G^gi.
due anni or sono Pastore a Hamilton
nel Canada. Egli è stato chiamato ad
occupare il posto del famoso prettoatore Dr. Bamhouse neUa 10 Chiesa
i'resbiteriana di Filadelfia; si tratta
di una delle più vaste chiese della
città, con ima fisionomia dottrinale
ed un impegno evangelistico forgiati
dalla personalità del Dr. Bamhouse,
predicatore e commentatore della
Bibbia. Il Pastore Di Gang! è di origine italiana per quanto nato in Amerlca; suo padre proveniva da Palermo, uno dei numerosissimi emigrali dell’Italia Meridionale che hanno
dato il loro contributo alla causa dell’Evangelo negli Stati Uniti. La sdj
gnora Di Gangi è figlia di genitori
provenienti da Valtoumanche, nella
Valle d’Aosta.
Nessun Pastore di origine italiana
era mai stato Pastore in quella chiesa e nessun Pastore Valdese vi aveva
mai predicato. Ho avuto il privilegio
di rivolgere il messaggio della Parola
di Dio e della Chiesa Valdese ai due
culti, mattutino e serale. Due imponenti assemblee costituenti una ohie
sa maggiormente sensibile all’esigenza missionaria che non al problema
ecumenico; anche se, la sera, ho praticamente dovuto parlare del Concilio Vaticano, alla presenza di varie
persone provenienti da altre comunità Qui le grandi chiese sono frequentate da persone che vengono da lontano, naturalmente tutte in macchi
na. Sono stato colpito dalla generosità di quella Chiesa e dall'ammonta
iiiliimiiiimiiiimimiiiiiiiii
SEONALAZIONE
Nel iiiiuinieiro 938 (9 marzo 1963) di Réfomiie, no-tiaim-o uiiia iutereasante pireseutaziome (ledila Chi-esa Va-Mese. Il titolo della
pagina potrà fonse amaregigi-are qualche...
benpenjsainte : Les Vaudois du Piémont ;
ma il «oljtotitolo : Une communauté dynamique malgré des siècles de persécutions^
dà il tono della pagina, iijella quale la storia vaiMesie ha il; posto d’onore, ma l’-impegino dell’annunzio della Parola è posto
in evidenza. Ne siamo grati a Marc Langereau.
miiiiiiiiiiiiiiimiiiii
re delle sue contribuzioni. Il rapporto annuo segnalava un elenco di 741
membri ed im totale di contribuzioni
che ammontava a 173.000 dollari di
cui 99.650 per le missioni e le opere
di beneficenza! Lascio fare ai lettori
i calcoli ed i commenti; se non sbaglio, 173.000 dollari equivalgono su per
giù a 107 milioni di lire: l’equivalente di quanto la Tavola Valdese deve
spendere annualmente per gli stipendi e le pensioni di tutti i suoi operai!
Potete immaginare le mie riflessioni
ed i miei sogni!
La mattina seguente era già in giro
per la città; dovevo parlare ad una
assemblea di Pastori, parecchi dei
quali di origine italiana. Non si poteva terminare la mattinata se non
in un ristorante piemontese, precisa
mente aostano, dove sono stato accollo dal proprietario con la ben nota
cortesia degli albergatori nostrani.
Poi ho avuto alcuni incontri con amici della Chiesa Valdese ed il giorno
seguente ho concluso la mia visita a
r'iiadelfia con una piccola riunione
di oriundi valdesi alla presenza del
Pastore Janavei. Piccola riunione di
famiglia, anche a causa del freddo,
in una accogliente atmosfera valligia
na, ricordo i nomi delle Signore Eie
na Bouissa Reithaar, Aline Bouissa
enristie. Hall Jan-avel, Cecile Davit,
Alno Casella, quasi tutte di Villar Pel
lice, se ben ricordo, e alcune del villaggio del Teynaud. Quanti ricordi sono affiorati e passati dinanzi a noi in
quei brevi istanti! Ho dato notizie
nelle Chiese Valdesi, ho parlato specialmente di Villar Pellice e di Viliar
Perosa, senza dimenticare i Pastori di
quelle comunità e i Valdesi stabilitisi
m Germania dopo il 1698, i cui discendenti ho avuto il piacere di vedere
due anni or sono nelle regioni dei
Württemberg da loro abitate. Andiamo avanti con fiducia verso l’avvenire e preoccupiamoci di lavorare per il
Regno di Dio e per la testimonianza
della nostra Chiesa anche a Villar
Perosa, in mezzo ai nostri fratelli vaidesi, con uno spirito sereno, fraterno,
costruttivo.
Il 27 Febbraio riprendevo le mie valige o mi rimettevo in viaggio; dovevo giungere verso sera a Pittsburgh,
grande città industriale in cui le mie
giornate sono state bene occupate.
Le sera stessa del mio arrivo ho tenuto una conferenza nella Prima
Chiesa Presbiteriana, dopo aver partecipato alla cena con una parte della comunità. Le agapi fraterne sono
una istituzione comune a quasi tutte
le chiese e, per questa ragione, esse
godono di una splendida attrezzatura.
La mattina seguente, verso mezzogiorno, uno dei Pastori della Chiesa
mi accompagnava alla televisione per
una intervista di otto minuti. Non me
l’aspettavo ed ero, più che perplesso,
impreparato. Sono stato inserito in
un programma che era ogni ^omo
in onda verso le 13 e nel quale si fanno delle interviste. Una gentile signora mi ha intervistato sulla Chiesa
Valdré e sul mìo lavoro; prima di
giungere al termine della trasmissione, la signora mi ha ¡ legantemente
posto una domanda stilla situazione
della donna in Italia, pon particolare
riguardo all’apertura vfaxt i problemi
sociali. Era difficile aftrontare il problema in pochi istanti; me la sono
sbrigata con alcuni accenni alla situazione del Nord e del Sud e con un
complimento alle donne americ^e,
la cui presenza nella Chiesa costituisce una forza ed una garanzia di servizio. L’intervista è steta apprezzata
e poche ore dopo ricevere per telefono varie espressioni di ringraziamento. Alle ore 14 ero già in una chiesa
della città per presiedere la riunione
degli amici della nostra chiesa. Il
giorno seguente, alle 10 del mattino,
presiedevo il culto nella Cappella del
Seminario Teologico di Pittsburg, alle 13 parlavo ad una riunione di studenti, alle 14,30 presiedevo il culto in
una grande chiesa in occasione della
« Giornata Mondiale della preghiera » affidata alle organizzazioni femminili; effettivamente Tassemblea era
formata da signore provenienti da
varie chiese della citt¿ Sabato, finalmente, un po’ di riposo; poi, domenica mattina 3 marzo, lieccoml al lavoro con un culto nella Sesta Chiesa
Presbiteriana alle ore 10 e con un culto serale nella Prima Chiesa Presbiteriana di Pittsburg, il cui Pastore, Dr.
Lamont, è affezionato alla Chiesa Valdese per via della madre, oriunda di
Villar Pellice.
« « V
11 mese di febbraio è giunto al termine dopo una lun^ serie di impegni: 40 culti e riunioni in un mese
costituiscono un servizio talvolta anche un po’ gravoso, specialmente
quando si è in terra straniera e si
debbono percorrere distanze notevoli Il continente nord-americano è vasto e, per rendersene conto, basta paragonarlo sulla carta geografica con
l’Italia, daH’Alpi alla Sicilia. Non potrei percorrere certe distanze e svolgere il mio programma di lavoro se
non mi servissi d’oia innanzi quasi
esclusivamnte delTaereo. _ Da Pltts
burg ho raggiunto Louisville, sul fiume Ohio, nel Kentucky, ed ho rivolto il mio messaggio agli studenti di
quel grande Seminario teologico. Il
vecchio edificio sarà tra pKXX) abbandonato; il Presidente Dr. Caldwell mi
ha fatto visitare in un magnifico terreno il complesso edilirio del nuovo
Seminario: edifici confortevoli, alloggi per studenti con famiglia, una cappella che è un gioiello, il tutto per
una somma di più di 4 milioni di dollari. Moltiplicate per 620 e vi renderete conto delle spese che si fanno
da queste parti per gli studenti in
teologia. Che beila cosa se le Chiese
Presbiteriane di maggioranza fossero
più sensibili alle necessità delle chiese minoritarie in Paesi Latini e ^
aprissero il loro cuore ad una più
grande solidarietà! Invece c’è chi ha
troppo e chi troppo poco anche tra
Chie.se sorelle!
Da Louisville eccomi in viaggio verso Oklahoma City, grande centro petrolifero del Sud. Rivolgo il mio messaggio ad un’assemblea presbiteriana,
poi mi portano a pernottare nella car
sa di una famiglia della comunità. E
ohe casa, che dovizia di mezzi e di
« confort » ! Riesco a mala pena a
dormire perchè penso a tante altre
case ed a tante altre situazioni in Colombia ed in Sicilia o altrove. Al mattino presto, i miei ospiti mi trasportano gentilmente all’aeroporto per il
lungo balzo da Oklaoma fino a Los
Angeles sul percorso di cui ho già
parlato.
Per circa due mesi ho vissuto nel
freddo e qui, in questa immensa città,
ho deposto il mantello ed il cappello. Il sole risplende come nella prima
vera avanzata; i giardini sono in fiore: azalee, camelie, viole, rose un po’
dovunque. Sono stato accolto ed aiutato ad ambientarmi dalla Signora
Beattie, già Miss Anderson e segretaria dell’AWAS, e da M. Sartell Prentice, la cui piccola bambina fu sepolta
anni fa a Lusema S. Giovanni (saluti ai Pastori Carlo Lui», Lorenzo Rivoira ed altri ancora). Ho avuto una
giornata ben ripiena ieri 10 marzo:
al mattino culto nella grande Chiesa
Congregarionalista di Los Angeles,
nel pomeriggio alle 17 messaggio ad
un gruppo di una cinquantina di nuovi membri della Chiesa Presbiteriana
di San Marino, alle 19 conferenza ad
un’assemblea di giovani, alle 20,30
Breviario per VUnità
Uno dei punti cruciali del dissenso
cattolico-protestante è senza dubbio la
Cena del Signore o Eucaristia (= preghiera di rendimento di grazie). Oggi
tutte le confessioni cristiane sono d’accordo neir affamare che la Cena non
è solo un memoriale evocatore di avvenimenti passati, ma un atto di presenza di Cristo nella sna Chiesa e una
particolare forma di comunione che
Egli stabilisce con i suoi. Tanto che
si sta delineando ”la possibilità di un
consenso ecumenico sulla presenza reale” del Signore nella Cena {V. Subilia,
Il Pirobleina d«! CaMolicesinio, Clan
diana 1962, pp. 117-118). Tale consen
so ecumenico potrebbe crearsi intor
no alla interpretazione della Cena da
ta da Calvino, che evita quasi mira
colosamente (tanto delicata è l’opera
zione teologica da lui tentata) da un
lato quella intollerabile oggettivazione
e manipolazione di Dio che, attraverso l’ostia, ha luogo nella messa cattolica, e dall’altro quella illecita vanifi
a cura di Paolo Ricca
cazione del sacramento che si registra
in molte celebrazioni, anche protestanti, della Cena.
Come si vede dal brano pubblicato
qui appresso, tratto dal ’’Petit Traicté
de la Sainete Chie”, che apparve a
Ginevra nel 1541, Calvino afferma vigorosamente la realtà della presenza
di Cristo nella Cena, senza peraltro
materializzarla negli elementi di quesl’ultima. In modo che nella celebrazione della Cena del Signore, Cristo
resti il Signore della Cena e, parallelamente, la fede resti fede e non decada al livello della magia e della superstizione o addirittura della idolatria.
Quello che chiameremo il realismo
cristologico di Calvino ci pare essere
lo strada maestra per giungere a una
dottrina ecumenica della Cena, che
consenta alla Chiesa tutta di raccogliersi intorno al tavolo del Signore
e di manifestare così la sua unità.
La Cena del Signore
Tanto secondo l’anima quanto secondo il corpo siamo più che
miserabili se dimoriamo in noi stessi; e non possiamo non provare
una grande tristezza e angoscia essendo coscienti di una tale miseria.
Ora, il Padre celeste, per ovviare a questa situazione, ci dà la Cena,
come uno specchio nel quale contempliamo il nostro Signore Gesù
(tristo crocifisso per abolire le nostre colpe e offese e risorto per liberarci dalla corruzione e dalla morte, restituendoci alla celeste
immortalità.
Ecco dunque una singolare consolazione che riceviamo dalla
Cena, che ci guida e conduce alla croce di Gesù Cristo ed alla sua
resurrezione, per renderci certi che, qualunque iniquità vi sia in noi,
il Signore non cessa di riconoscerci ed accettarci come giusti; e qualunque motivo di morte ci sia in noi. Egli non cessa di vivificarci; e
qualunque sventura ci avvenga, Egli non cessa di colmarci di ogni
felicità.
...Perciò possiamo dire che il Signore, nella Cena, manifesta tutti i tesori delle sue grazie spirituali, in quanto ci fa compagni di tutti
i beni e di tutte le ricchezze del nostro Signor Gesù. Ricordiamoci
dunque che la Cena ci è data come uno specchio, nel quale possiamo contemplare Gesù Cristo, crocifisso per liberarci dalla dannazione e risuscitato per acquistarci giustizia e vita eterna. E’ ben vero
che questa stessa grazia ci è offerta dall’Evangelo : d’altra parte, siccome nella Cena ne abbiamo una più grande certezza e un più pieno
godimento, è a buon diritto che riconosciamo un tal frutto venirci
da essa.
Ma poiché i beni di Gesù Cristo non ci appartengono per nulla
se in primo luogo Egli non è nostro, bisogna innanzitutto che Egli
ci sia dato nella Cena, affinchè le cose che abbiam detto siano veramente compiute in noi. Per questo son solito dire che la materia e la
sostanza dei sacramenti è il Signor Gesù.
...Se dunque vogliamo comunicare degnamente alla santa Cena
del Signore, bisogna che con ferma fiducia di cuore consideriamo il
Signor Gesù Gesù come nostra unica giustizia, vita e salvezza, ricevendo ed accettando le promesse che ci sono date da lui come certe
e sicure, e rinunciando d’altra parte a porre altrove la nostra fiducia, affinchè, non fidandoci nè di noi stessi nè di ogni altra creatura,
ci riposiamo pienamente in lui e ci contentiamo della sua sola grazia.
...E quando sentiremo di avere una fede imperfetta e di non
avere una coscienza tanto pura che non ci accusi di molti vizi, questo non deve impedirci di presentarci alla tavola santa del Signore,
purché in mezzo a questa infermità sentiamo nel nostro cuore che
senza ipocrisia e senza finzione speriamo salvezza da Gesù Cristo e
desideriamo vivere secondo la regola dell’Evangelo. Calvino
messaggio ad una riunione di adulti.
Domani mattina dovrò parlare In
una Scuola Teologica ned dintorni della città; oggi ho avuto alcuni incontri con amici ed ho pranzato coi Rev.
Frank Scorza, fratello del sig. Scorza
della nostra chiesa di Catanzaro.
L’ideale sarebbe di rimanere un po’
più a lungo in questa zona e di prolungare anchf i benefici di un soggiorno primaverile. Purtroppo domattina ripartirò da Los Angeles per il
Nord e per l’Est; mi attendono vari
impegni a Chicago dove, D. v., mi
troverò domenica prossima al servizio della Chiesa Valdese negli Stati
Uniti. Ma il viaggio verso l’Est è anche significativo: significa un riawicinamento alla famiglia, alla Chiesa
Valdese, agli ambienti più modesti e
più piccoli che costituiscano il quadro della nostra attività giornaliera
etì il luogo dove il Signore ci chiama
a servirLo con perseveranza, affinchè
la testimonianza della nostra chiesa
e del nostro popolo non venga meno.
I,os Angeles, 11 marzo 1963
Ermanno Rostan
'NKIIIIHIIIIIIIMimi’lll
Monitori !
Monitrici !
La Casa Valdese di Vallecrosia ha
bisogno della vostra collaborazione
per le colonie estive che essa organizza ogni anno per i bambini delle nostre comunità.
Chi è libero per imo dei due turni?
(27-6 - 18-7 o 20-7 - 10-8).
E’ un servizio che richiede impegno
c capacità, ma che può dare anche
molta gioia.
Ai collaboratori, oltre al vitto ed alloggio, rimborsiamo le spese di viaggio e offriamo un piccolo argent de
poche.
E’ previsto un incontro a Vallecro
ria, durante le vacanze pasquali.
Per ogni altra infoimariane, scrivete subito al direttore della Casa
Valdese, pastore Giovanni Bogo —
Vallecrosia (IM).
2
pag- 2
JJj
22 marzo 1963 — N. U
LiXiAV ;.oHroK!3ie
NiDDa ’ wi
alla bambola
Caro Marco, ho letto con vivo interesse
(come tutti i suoi articoli) il suo ’’Abbiamo ucciso le bambole”. Bello! così bene
scritto fervido vero, doloroso. Quasi troppo doloroso! Ma non mi permetterei di
aggiungervi una parola se non terminasse
con una frase atroce-, « ... finché di piccoli
innocenti ce ne sarà ancora. Poi sarà la
fine ».
Oh permetta a una mamma... no. no!
perdonate: la parola ’’mamma” ha creato
la beffarda parola ’’mammismo”; dirò: a
una donna... ma con tutti questi ’’sexy” attorno... lasciamo stare; dirò: permetta a
un essere umano, cristiano, di dire qualcosa, fare una piccola rivista d’ottimismo.
Nella torbida fiumana che su questa nostra terra si avvolge e si dibatte con urla
belluine c’è però una corrente d’acqua limpida; in questa infetta coorte da lei così
ben descritta c’è però un manipolo fresco,
puro, sana; fra tanto buio c’è un lucore
che preannuncia l’alba. C’è fra gli uomini
una sete di giustizia anche se talvolta cerchino acqua inquinata di egoismo; c’è un
ansito d’amore che si volge generoso appena abbia la certzza di non essere deluso o
tradito (vedi le sottoscrizioni anonime per
casi accertati); c’è ancora un residuo di
umana fraternità che si china quasi istintivamente sul caduto per rialzarlo: c’è ancora della gente in cui vive Cristo! E anche
PASQUA 1963
Campo internazionale
di formazione biblica
Agape 6-15 aprile 1963
Frantco Giamipiecoli.
Direttore pa&t. Pierre Niardin; vice direttore past.
Per la prima ivolla Agape organizza un campo initernazìonale a Pasqua volendo rispondere a due necessità del liavoro giovanile:
1) Dare alle unionà e ai giovani la poissibilità di un caimpo di formazione
biblica in cui si studi il metodo dello studio biblico e della lettura comunitaria
della Parola, e in cui si segua una serie completa di studi bibHei: l’argomenito
biblico del campo sarà la Passione, con studi su Maitt. 21: 1-17; 26: 36-46; 27: ISSI; 27: 45-54; Luca 24: 13-35 e Atti 2: 42-47.
2) Dare alle (unioni e ai giovani la possibilità di un incontro con la gioventù
evangelica di altri paesi la cui situazione, cìotme Chiesa di minoranza, non è mollo diversa dalla nostra: Fran>oia, Belgio, Spaigna, Portogallo o forse Svizzera francese. Si tratterà quindi di un campo di paesi latini e alcuni studi generali tratteranno della presenza evangelica nei paesi a maggioranza cattolica: la gioventù
protestante latina, il suo modà dì vivere, la sua ¡teslimonìanza; il significato del
lavoro giovanile; presenza nel mondo moderno; presenza nelle chiese.
Il programma dettaglialo verrà invialo agli iscrìtti e a chi ne farà richiesta.
Iscrizioni e informazioni presso la segreteria di Agape, Prali (Torino).
Quota: L. 9.000 per tutto il campo (quota proporzionale per partecipazione
parziale) + L. 1.600 di itscrizione. La FUV mette a dis^posizione delle unioni i4ie
volessero usufruire di questo ¡strumento di preparazione di quadri giovanili, inviando uno o più delegati a questo campo, un certo numero di borse campo parziali, riservate a coloro che ne avessero veramente bisogno.
i tentativi di pace, di unione di tutti i popoli, di ravvicinamento di religioni cri
IH MEMORIA
Paolo Paschetto
A 78 anni ha terminato la sua
esistenza il pittore Paolo Paschetto.
Di Lui è stato ricordato l’attività
pili specificamente professionale. A
Lui si deve infatti lo stemma della
Repubblica Italiana, i disegni di alcune serie di francobolli della nostria patria. La sua attività pittorica troverà certamente una obiettiva valutazione; qui ci sia soltanto
concesso di sottolineare in questa
sua attività di pittore l’amore commosso e commovente che lo legava
ai nostri monti ed alle nostre valli.
Egli era un pittore, ma anzitutto
un credente; e la sua arte era uno
strumento, il talento che Dio gli
aveva dato. Ed egli ha eantato la
pace, la bellezza, la grandezza dei
nostri monti, come un riflesso di
quella pace interiore che gli veniva
dalla comunione vissuta col suo Signore. Come Pascoli cantò le cose
umili e piccole dei campi. Paolo
Paschetto ha dato vita di colori a
questi quadri dei campi, alle baite
(lei monti, alle ombre delle viuzze
miiiiDlUKlttiiiiiitiimimiHlliiM miiimiHHiiii
iimiliiiiiiiiiiiiiiiiliiimiiii
stiane e non cristiane, non sono sintomi?
E, badate — in quanto a ecumenismo —
non credo che noi potremo accettare mai
nr il mistero della Messa, nè l’assunzione
della Vergine, nè il volo della Casa di Loreto, uè la recita del rosario; ma una ricerca sereno, di comprensione reciproca, di
sopportazione, è già qualcosa.
Forse un cataclisma, una giustizia immanente, un giudizio improrogabile richiamerà da un momento all’altro alle leggi che
non invano s’infrangono e forse l’umanità
ne uscirà decimata; ma Dio regna Padre
d’Amore, e lasciatemi credere che nella
marcia fatale verso il nuovo Regno promesso un battaglione sopravviva! e che vi
siano i nostri figli... SE avremo saputo prepararli.
Sì! come lei. Marco, ben dice, lavoriamo
per questo: vinciamo le nostre timidezze,
inibizioni, paure difficoltà d’ogni genere:
non abbiamo timore di esprimere i nostri
sentimenti anche se saremo tacciati di sentimentalismo, le nostre convinzioni anche.
se ci diranno illusi, i nostri giudizi anche
se ci chiameranno incoscienti-retrogradi, le
nostre speranze anche se rideranno del nostro ottimismo; e per animarci all’opera
chiamiamoci ancora ’’fratelli”. Ora questo
non usa più nemmeno fra i membri di una
stessa chiesa. Chissà perchè?! Si è tanto
blaterato contro la retorica che per distruggere il vestito abbiamo distrutto anche ciò
che rivestiva: fraternità, patria, idealità
virtù-. Un po’ di beninteso retorica non
appartiene forse alla poesia? non è un profumo che può far dimenticare tanto tanfo
di dissoluzione?
La mia nipotino di tredici anni per Natale ha chiesto una bambola; e non una
di quelle bambole prostituite, che seggono
sontuosamente abbigliate nei salotti di cattivo gusto; ma una bambola come una neo
nata, cosi bruttina come bambola, ma così
commovente come neonata, che fa venir le
lacrime alle mamme. E la mia nipotino dice che anche le sue amiche amano bambole così.
Oh, cantale sì! la ninnananna, bambina
mia: è questo un canto di speranza e non
solo per me! Ada Melile
La Chiesa Valdese di Pachino rende visita
alla Chiesa Metodista di Scicli
Dcinenica 10 marzo nel tempio valdese
di Pachino non si è celebralo il (mito. La
Comunità tutta intera, a mezzo di un grosso pullman e alcune automobili «i è trasferita a Scicli, nella Villa deU’Avv. Schirò a Cava d’Aliga. dove ha incontrato la
Comunità Metodista.
L’incontro era stato lungamente preparali' I due Consigli di Chiesa si erano accordali sulla data, sul luogo della riunione e sul tema : « La santificazione del
giorno del Signore ». L’argomento era stato
già discusso in isede di Consiglio e di Assemblea di Chiesa, nell’Unione Giovanile,
il' riunioni quarlierali. E’ stato anche distribuito un questionario ai membri ed ai
catecumeni delle due Chiese.
11 cullo del mattino è stato presieduto
dal Pastore Samuele Giambarresi di Pachino, il quale ha predicato sul testo di
Bs. 20: 8:« Ricordati del giorno del riposo per santificarlo ». Di quale riposo ci
dobbiamo ricordare? Del riposo cihe ci
possiamo dare da noi stessi, sedendoci o
mettendoci a letto, o prendendoci una va(anza, o appartandoci per meditare in solitudine, o dandoci ad opere di pietà? Il
riposo che ci possiamo dare da noi stessi
è relativo. Anche i pagani si riposano
quando sono stanchi. Ma il riposo di cui
dobbiamo ricordarci è quello che Dio ci
dà per mezzo di Gesù Cristo, il quale perdona i nostri peccati, guarisce gli infermi,
risuscita i morti. Ogni domenica noi non
solo commemoriamo questo riposo quasi
fosse un paradiso perduto. Ma lo invochiamo, ripetendo la preghiera: «Venga il tuo
regno ». Il Signore ogni domenica ci dà
una caparra di questo riposo. Gli eletti sono convocati da ogni parte della terra, Ge
F. U. V. - Gruppo Valli
COAH/EfilVia (IIVIIOIVISTA
al Castagneto di Villar Pelliee
Sabato 30 — Domenica 31 Marzo
PROGRAMMA
SABATO, 30 Marzo:
ore 20: apertura del Convegno con una cena in comune al Casta
gneto del Villar.
ore 21: serata ricreativa con canti, giochi e presentazione di scenette.
ore 23: breve cultO' serale di chisura della giornata.
DOMENICA, .31 Marzo:
ore 8: colazione in comune al Castagneto.
ore 9 : discussione su « Il riarmo nucleare e l’avvenire deH’umanità »
introdotta da Giergio Gardiol e Claudio Tron.
ore 10,30 culto in comune con la Comunità di Bobbio Pellioe.
ore 12,30: pranzo al Castagneto.
ore 14: tavola rotonda .sullo studio della mattina e conclusione della discussione.
ore 15: giochi (.trganizzati all’aperto e canti,
ore 17,30 tè e chiusura del convesno.
Portare la Bibbia, l’Innario e il « Cantiamo insieme ».
Prezzo comple.ssivo di tutto rincontro L. 1.500.
Il numero dei partecipanti, per i pasti e il j>emottamento, non è illimitato: affrettatevi dunque a mandare la vostra adesione, telefonando
o scrivendo al Past. Alberto Taccia, Angrogna (TO) tei. 94.444, non oltre
il 25 Marzo.
All’atto della prenotazione ogni unione dovrà precisare il numero dei
ragazzi e delle ragazze che prenderanno parte airincontro.
Per la buona riuscita del Convegno tutti sono invitati a parteciparvi
fin daU’inizio. Come l’anno scorso, per i giovani della Val Chisone e
Germanasca è previsto un pullmann speciale.
per il Comitato di Gruppo
Past. Alberto Taccia
sù Cristo è nel mezzo di loro per parlare
con loro, per mangiore e bere con loro
proprio come sarà un giorno nel suo regno.
Non solo nel cullo, ma in tulio quello ohe
facciamo e diciamo in quel giorno, noi annunziamo e anticipiamo questo ripo.so, recando sollievo nel nome di Cristo ai poveri. agli ammalati, ai carcerati.
Dc'po il pranzo in comune, hanno avuto
luogo le relazioni sul questionario e la discussione generale. E’ emerso die la questione del riposo coinvolge due problemi,
uno di carattere sociale, e uno di carattere
teologico. Nei paesi più progrediti la settimana lavorativa è «lata ridotta a meno di
cinque giorni. Le Chiese potrebbero mettersi aH’avanguardia di un movimento che
si balta per una conquista di questo genere
anche in Italia. Ciò perchè alla domenica
sia restituito il carattere di giorno interaluenle consacrato al Signore. La società
moderna impone a molti cristiani il lavoro
domenicale (medici, addetti ai servizi pubblici, operai di certi settori deH’industria,
ecc.).
Il Pastore Filippo Cangemi della Chiesa
Metodista di Scicli' ha sostenuto che nel
Nuovo Testamento il Comandamento del
riposo viene svincolato dall’osservanza del
sabato e non viene vincolato a nessun altro giorno. Nulla esclude perciò che, chi
non può, per motivi di forza maggiore,
santificare la Domenica santifichi un altro
giorno. Il Pastore Giambarresi ha ricordato alcuni esempi neotestamentari. San Giovanni si trovava in carcere in giorno di domenica. Non poteva perciò unirsi alla Comunità per il Culto. Ma ciò non gli impediva di essere nella Comunione dei Santi
e di scrivere il libro dell’Apocalisse. I discepoli di Emmans erano in viaggio in
giorno di domenica. Ma questo non impediva loro di parlare di «Gesù Nazareno...»
(Luca 24: 19 e segg.). La presenza del Cristo risuscitato non raUegra solo la Chiesa
raccolta per il Culto ma anche gli eletti
obbligali a lavorare come i discepoli sul
Mar di Tiberiade (Giov. 21). Nella Chiesa
primitiva il culto domenicale era spesso
celebrato di sera. Ciò forse perchè di giorno i credenti erano costretti a lavorare. In
Alti 20: 7 e segg. si parla di un giovane
che, forse perchè stanco di un lungo lavoro giornaliero, fu preso da profondo
sonno e cadde già daUa finestra del primo
piano durante il sermone di S. Paolo che
andava oltre la mezzanotte. La morte di
questo giovane non è presentata come un
giudizio di Dio perchè si addormenta durante il cullo, magari per aver lavorato
nel giorno di domenica. Anzi la potenza
del Cristo risuscitalo si manifesta in favore di questo giovane che viene risuscitato
dai morti. Non si pone dunque il problema di una disoccupazione domenicale comandata da Dio e sopportata a malincuore
dalla Chiesa, oppure, peggio, praticala dalla ChicJia per guadagnarsi dei meriti davanti a Dio. .Si pone invece la realtà della
presenza del Cristo risuscitato in mezzo ai
suoi dovunque si trovino e qualunque cosa facciano. Questo non svaluta il culto
domenic.ile anzi dà ad esso il suo vero significato. Esso è l’assemblea degli eletti
che hanno goduto della presenza del Cristo risuscitalo durante lutto il giorno,
ognuno per conto proprio o in piccoli
gruppi. Nel culto tutti sono attivi, perchè
Gesù Cristo con la Sua presenza ha rallegrato e rallegra la vita di tulli. Non ci si
raccoglie per ascoltare un discorso commemorativo 0 per celebrare il rito funebre
del Signore morto, bensì per rallegrarsi insieme e per festeggiare ravvenimento che
si ripete tutte le domeniche, « ubi et quando visuin est Deo : il Cristo risuscitato è
presente in mezzo ai suoi eletti per consolarli ed esortarli ad aspettare ancora un
poco fino al giorno del Suo ritorno glorioso.
La discussione generale non ha ponto
comludersi con una dichiarazione comune
volata dalle due Chiese. L’argomento è
troppo vasto e richiede assai più tempo
per la trattazione. E’ stato comunque un
giorno che rimarrà memorabile. La Chiesa
di Pachino ringrazia ancora la Chiesa di
Scicli per la cortese e fraterna ospitalità
dalle colonne di questo giornale.
S. G.
Casa Valdese [Vallecrosla]
per la gioventù evangelica
Colonia marina 1963 per bambine e
bambini dai 6 ai 12 anni
1° turno: 27 giugno - 18 luglio
2o turno: 20 luglio - 10 agosto
Tema delle lezioni biblicbe:
«Le parabole di Gesù» (1° turno)
« I miracoli di Gesù » (2“ turno)
Quota: L. 600 al giorno più L. 1.000
di iscrizione.
Saranno concesse facilitazioni economiebe dietro raccomandazione dei rispettivi pastori.
Iscriversi entro il 31 maggio, versando la quota di iscrizione e ima caparra di L. 5.000 sul s.s.p. 4/15506
intestato a « Casa Valdese » —
Vallecrosia (IM).
Documenti sanitari e corredo: obiedere informazioni dettagliate alla
Direzione della Casa Valdese —
Vallecrosia (IM).
PERSONALIA
Con vivo dolore abbiamo appreso
che la piccola^ Grazia, secondogenita
del P^sL GiuUo Vicentini, di Carunchio, è improvvisamente mancata, dopo appena alcuni giorni d’esistenza.
A' genitori così provati esprimiamo
la nostra fraterna simpatia e l’augu
rio affettuoso che il Signore dia loro
forza in questo duro momento.
Siamo lieti di comunicare che il sig.
Antonio Gay ha^ ultimamente conseguito^ a pieni voti, presso l’Università
di Firenze, la laurea in economia c
commercio. Al neo-dottore, figlio dei
Past. Carlo Gay di Roma, esprimiamo
le nostre più cordiali felicitazioni, con
l’augurio di una attività professoinale
ricca di soddisfazioni, in uno spirito
di servizio.
iiiiiiiiiiiiMimiiiiiiiJi
In memoria
di Roberto Revel
.Abbiamo ricevuto: Pro Collegio:
Albina e Riccardo Pellenc L. 5.000.
I doni si ricevono con gratitudine alla
Claudiana o alla Direzione del Collegio.
Nella Chiesa Metodista di Buenos
Aires il sig. Gianfranco Quattrini si
è unito in matrimonio con la sig.na
Ileana Barresi, il 16 marzo 1963. La
famiglia dell’Eco, ed in particolare le
Comunità della Val Germanasca, dove il padre, Dr. Emanuele Quattrini,
svolge da un trentennio la sua attività di medico, inviano agli sposi ì loro
più vivi rallegramenti con l’augurio
di una vita serena sotto allo sguardo
del Signore.
remote che s’inerpicano per le
« brue » deUe Valli.
Ma il poeta di Mirycae, partito
da iin cimitero, all’alba della sua
vita, si ritrovò, senza fede, al tramonto della sua giornata terrena,
sulla soglia dello stesso cimitero.
Paolo Paschetto ha compiuto il
cammino della sua operosa giornata terrena sorretto, illuminato dalla
fede. E la sua opera rimane viva
anche per questo. L.A.V.
Lujneidì, 11 coirr., ha avuto luogo, nel
tempio valdese di Torre Pellice il servizio funebre del pittore Paolo Pasclietto,
presieduto dal pastore Franco Somimani,
che ha annunzialo l’Evangelo- della Ri,
surrezione e deMa vita eterna. Il pastore
Carmelo Mollica, della C-hiesai Battista di
Lurento, ha portato il «aiuto commosso
e reverente della Chiesa Battista; di questa Chiesa infatti il nostro fratello era
stato anziano, nella comunità di Via Teatro VaUe (Roma); ed in cpiesta Chiesa
aveva opierato con umiltà di spirito e totale dedizione in varie Commissiioni ecclesiastiche. AI Campo del Ripoiso- il nipote
del defunto, pastore Enrico PaBoheilo (Firenze), Ila rievocato la personalità artistica del defunto.
Congresso
evangelico
Sono un diacono della Comunità
Valdese di Firenze, affezionalo Icttore de « La Luce ».
Leggendo neJd’ullimo niuiuuiio
pervepuloimi (8-3-’63) il notìziiario
Metodiisita, ho rilevalo che il Co-iiaig;Mo Federale, in una sua riunione
nei primi giorni dello iscorso gennaio, Ila accolto la proposta fatta
a SUO' tempo dalla Gioventù Evangelica Italiana di convocare un
Congresso Nazionale Italiano.
Ho riguardato lutti i numeri de
«La Luce» di gennaio e febbraio
ma non ho visto, salvo errore, la
coimunicazione di una notizia cosi
liiinportaule. Come mai?
Non ritiene il responsabile del
nostro settimanale, die tratta con
tanta ampiezza i rapporti fra le
Chieise evangelidie e la Chiesa romana, elle « La Luce » debba inleressarsi in egu.al misura dei rapporti fra le diieise evangeliche in
Italia?
Credo che i proWemii inerenti Ja
quesiioue della creazionie di una
Federazione del protestantesinio
italiano, debbano interessare non
solo i membri detEa Tavola, ma anche la grande famigtliu dei lettori
de « La Luce ».
Per trasformare in realtà il desiderio di itaniti, di veder realizzala
l’unionie deU'e chiese evangeliche
in Italia non bastano, almeno così
ritengo, gli studi di una commis■sione ma è necessaria la spinta, lo
interessamento, la conisapevole volontà di tutti gli evangelici italiani.
Come premiessa per un proficuo
dibattito sul problema dell’unione
delle chiese evangeUche ritengo indispensabile la pubblicazione del
comunicato emesso dal Consiglio
Federale in merito alla convocazione del Congresso Nazionale Italiano e del Proigetlo di Federazione
approvalo dal Comitato Permanente della Ohiesa Metodista.
Fraterni saluti.
Raffaele Balenci
Il comunicato in questione non
ci è pervenuto in redazione. Lo
pubblichiamo qui sotto, come l’abbiamo letto su ’’Gioventù Evangelica” :
Il Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d’Italia,
riunito a Roma nei giorni 8 e
9 gennaio 1963,
preso atto dell’ordine del giorno inviatogli dal Congresso della Gioventù Evangelica Italiana,
convinto della utilità di un
Congresso che raduni i rappresentanti delle Chiese e Opere
evangeliche italiane onde esprimere la loro fondamntale unità e studiare problemi vitali
dUa testimonianza evangelica in
ItaUa,
dà incarico alla Giunta del
Consiglio Federale di nominare
una commissione che collabori
con la Giunta stessa alla preparazione dei Congresso tanto
in merito al suo programma e
al suo svolgimento per i necessari contatti con le Chièse e le
Opere interessate,
auspica che il Congresso Evan
geUco Nazionale abbia luogo entro il 1964.
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22 marzo 1963 — N. 12
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A RIEHEN IN SVIZZERA
Conferenza della Casa delle Diaconesse
Si discute sugli impegni di povertà, celibato ed ubbidienza
L’incontro annuale delle 12 Case
delle Diaconesse della Svizzera <che
raccolgono più di 2.000 diaconesse) si
è svolto quest’anno alla Casa di Làndli.
Alla Conferenza è stata gentilmente invitata anche la nostra Casa Valdese delle Diaconesse.
Nel corso di questo incontro, vis.suto nella comune vocazione e nella co
tnune ricerca della via che il Signoriindica oggi all’opera diaconale, c’è statata, fra l’altro, una reciproca, semplice e sincera informazione della siluazione di ogni Casa, delle sue gioie
e dei suoi dolori, delle difficoltà in
centrate, delle nuove vie seguite ecc.
Il Pastore Hoch della Casa di Hiehen (Basilea), uno dei maggiori conoscitori dei problemi della tìiacoma,
aveva preparato im’ampia ed interessantissima conferenza sul tema : « Come stiamo di fronte agli impegni
evangelici di povertà, celibato ed ubbidienza? »
XI Pastore Hoch ci ha donato un
quadro storico assai ampio risalendo
■ai tempo del primo cattolicesimo, ove
i! sorgere della distinzione fra comandamenti (praecepta) e consigli evangelici (Consilia) portò un po’ alla vol„a allo sviluppo di un impegno cristiano fondato sul concetto della « vi,a santa» e quindi di una vita di mento e di maggior merito di altre. Nel
monacheSimo cattolico-romano questo concetto è fondamentale.
Contro di esso è insorto violentemente Lutero. Il messaggio evangelico della giustificazione per grazia mediante la fede non dà adito a classiflcazioni di vita più santa e meno
santa, a maggiori o minori meriti.
La critica di Lutero non investe la
possibilità di una vita comunitaria,
ma il fondamento che essa aveva nei
monasieri cattolici-romani.
uà vita comunitaria risorge nel protestantesimo ed ha avuto un suo sviluppo particolare nel secolo scorso coi
sorgere delle Case delle Diaconesse.
Nel nostro tempo si manifestano numerose Comunità evangeliche, spesso
molto discusse, e sempre ritornano
1 temi della povertà, del celibato e
della ubbidienza.
Se in apparenza questo può sembrare un risorgere, in seno al protestantesimo, delle posizioni del monacheSimo cattolico-romano, in realtà il fondamento e il senso dell’impegno alla
povertà, al celibato ed alla ubbidienza è radicalmente diverso; non v’è
più il motivo della «vita santa», ma
quello del « servizio » e della « disponibilità ». Un servizio particolare,
certo, perchè vissuto e sostenuto da
una vita comunitaria.
Gli impegni di povertà, celibato ed
ubbidienza non debbono dunque essere visti come valori in sè, ma come
;'i' V -ì:»
-4ÍÜ» u, '
In un paesaggio invernale, a Riehen, un’accogliente Casa delle Diaconesse
mezzo per attuare una .particolare,
fra le molte vocazioni cristiane. Per
esempio, per quel ohe riguarda il celibato, il Past. Hoch ricorda la chiara
esposizione fatta da Max Thurian di
Taizé nel suo libretto « Celibat et
Mariage» dove le due possibilità (sia
di celibato che di matrimonio) sono
considerate alla luce dell’Evangelo
come due vie equivalenti, ma diverse,
che sono date all’uomo per un impegno di servizio cristiano. Quel che
conta è che sia l’una che l’altra sia
vissuta come una via di servizio data
dal Signore.
Così negli altri impegni non dobbiamo vedervi una legge obbliganto,
ma piuttosto la libertà dell’Evangelo
che ci dà dì scegliere la nostra propria via di servizio e di rimanervi fedeli.
Nella discussione che è seguita
qualcuno ha detto che siamo tutti
«per natura» cattolici-romani e quindi il pericolo di ritrasformare gli impegni di povertà, celibato e ubbidion,a in valori di santità e di conseguenza di orgoglio religioso sovrastano
sempre sulla vita delle nostre Case
delle Diaconesse ed è necessario vigilare su noi stessi per vivere mantenendo questi impegni nel loro vero
senso di doni di servizio nella libertà dell’Evangelo. D’altra parte la vita di ogni credente si muove in questa continua possibilità di fraintendimento, ogni atteggiamento vissuto
nella libertà doU’Evangelo, ohe è ubbidienza a Cristo, può essere capito
come legge, e quindi come opera dell’uomo. Ogni credente (non solo le
Diaconesse) si ritrova tutti i giorni
espK>sto a cadere dalla libertà dei figliuoli di Dio alla schiavitù della legge ohe uccide. Questa però non è una
buona ragione per rifiutarci di vivere
la nostra avventura nella fede e nella libertà dell’Evangelo.
Altri ha sottolineato il fatto che,
soprattutto nel passato, le Case delle
Diaconesse hanno avuto im timore
sbagliato delle critiche aspre che sono state loro rivolte da molte parti,
quasi che esse ricreassero in seno al
protestantesimo un nuovo monacheSimo. Le Case delle Diaconesse non
hanno sostenuto con sufficiente chiarezza la totalità della posizione evangelica ed il valore della libertà evangelica degli impegni che le Diaconesse liberamente hanno preso su di sè.
Molte voci si sono levate per sottolineare che questi impegni rimangono oggi totalmente validi come mez
zi essenziali per la manifestazione di
una vita comunitaria di servizio. Occorre ohe la Chiesa comprenda che
qui v’è soltanto uno dei molti aspetti
vocazionali che si possono manifestare nella Chiesa di Cristo. Questo
aspetto particolare poggia sul binomio' seiyizio-vita in comime. Questo
secondo aspetto è in qualche modo
in funzione del primo perchè, nella
nostra debolezza, è un dono grande
il poterci sostenere gli uni gli altri.
La conferenza del Pastore Hoch
era estremamente ricca di motivi interessanti e di informazioni preziose.
Abbiamo la speranza di averne il testo e non è escluso che la nostra Casa delle Diaconesse ne curi la tradu
zione e la divulgazione.
Franco Sommani
LE MANI SPORCHE
Lunedì 11 marzo, alle ore 6,43 è
stato fucilato, in Francia, il colonnello Bastien-Thiry. Come i nostri
lettori sanno, egli era un esponente deirO.A.S.; aveva preso parte
all’organizzazione di un complotto
contro il dittatore francese; la legge è stata applicata inesorabilmente; il « generale » non ha creduto
di dover intervenire.
« Nell’alba grigia e piovigginosa
un uomo è caduto, colpito dalle salve di un plotone d’esecuzione regolamentare ». La stampa è stata
invitata a non occuparsi dell’episodio, in conformità alle leggi della
V” repubblica. Del resto non si
trattava forse di un uomo che aveva « sporcato » le sue mani di onesto, capace, integerrimo ufficiale in
uno « sporco » affare di ribellione
alle leggi dello Stato? E le cronache
della V" repubblica sono ricche, di
questi giorni, di altri « sporchi »
affari.
C’era stato, alcuni giorni prima,
« l’affare » Argoud : un colonnello
anche lui; anche lui un autorevole
«esponente» dell’O.A.S.; anche
lui un nemico del « generale » (forse sarebbe opportuno di scrivere
« Generale » con la maiuscola?).
Un « affare » veramente molto
sporco, nel quale tutte le mani sono « sporche ». Non occorre infatti
ricordare che il suddetto colonnello, rifugiato in Baviera, è stato « rapito », contro ogni legge umana e
portato a Parigi, dagli agenti del
Servizio Segreto della V” repubblica. Ora, in carcere, aspetta la sua
condanna per aver violato le leggi
della sua patria; quella patria che
per punirlo ha violato leggi sacrosante.
Questi fatti hanno suggerito a
Pierre Denfer, in « Réfornie », un
commento che trascende la cronaca
arida dell’« affare » e può essere
utilmente meditato in questa nostra
patria, dove non si odono le salve
dei plotoni di esecuzione, ma certi
« affari », troppi « affari », sono all’ordine del giorno e riempiono le
cronache dei nostri giornali.
Tribuna Politica è esemplare, a
questo proposito. Doveva essere una
esposizione di programmi, un dibattito di princìpi, un contrasto di
orientamenti, appassionato...: è diventato una tribuna dove si denun
ziano « affari » poco politi e mani
sporche...
Ma lasciamo la parola a Pierre
Denfer :
« Questa strana”cattura” dell’excolonnello Argoud, responsabile militare dell’O.A.S., ci pone di fronte
ad un grave problema, sempre lo
stesso; quello del fine e dei mezzi.
Indubbiamente — e non voglio
di nuovo incorrere nel pericolo di
esser accusato di ’’angelismo” —
un governo, quale sia il suo orientamento, se vuole esser efficiente,
non può rinunziare a sporcarsi le
mani. Indubbiamente, è giusto di
cercare, con qualsiasi mezzo, di impadronirsi di un nemico pericoloso
e irreducibile. E questo, per lo Stato, forse è anche un dovere.
Le giustificazioni esistono: sono
forti e valide. Ma penso che non mi
si potrà tacciare di faziosità se temo
che, a lungo andare, col difendere
le mani sporche, non finisca con lo
sporcarsi l’anima ».
E’ sempre lo stesso problema: il
fine giustifica i mezzi. Si condanna
Machiavelli, ma i sistemi del duca
Valentino fanno ancora e sempre
scuola.
E forse il merito maggiore del
film « Il processo di Verona » che
s’impone onestamente sui nostri
schermi è proprio questo: di renilerci attenti all’anima nostra (per
non parlare delle mani).
E’ tutta gente che ha le mani
sporche, in quell’aula sinistra, dove
si parla di giustizia e di onestà e di
fedeltà; è tutta gente che non si
accorge più di aver le mani sporche, perchè « l’anima » è irrimediabilmente « sporca ».
E’ una lezione tremenda : quanta « gente » ieri, a Verona, oggi in
Italia, sa ancora di avere un’anima?
L. A. Vaimal
LUCCA
1 lavori annunciati nella cronaca dello
scorso numero sono in pieno svolgimento,
e fra poco volgeranno al termine. Fra i
collaboratori per i lavori eseguiti all’esterno alcuni anni fa, oillre ai nomi già menidonati, dobbiamo ricordare anche il
Geom. Ernesto Tron da Livorno, al quali inviamo nella lontana Libia un grato
ealiUo.
I LETYORI CI SCRIVONO
Ancora e sempre
sui lavori del Sinodo
Un lettore da Roma:
Caro Direttore,
In una sua recente circolare, il
Modera ore Rostan manifesta preoccupazioni per l.aluni « aspetti negativi » del nostro Sinodo,... « i quali
ne intralciano la sana attività » e
ravvisa le cause fondamentali di tate stato di cose nel « numero eccessivo dei membri del Sinodo, nella
impreparazione, indisciplina e tendenza alla demagogia di molti delegati ».
Credo ebe questa diagnosi del Moderatore sia esatta e generalmente
condivisa, ma credo altresì che l’arSomento meriti di essere sottoposto
sUa attenzione ed alla riflessione dei
lettori, soprattutto allo scopo di aprire, su questo tema, un sereno dibattito inteso a ricercare fin d’ora
le vie ed i mezzi più idonei per ovviare agli inconvenienti lamentati.
Non basta, infatti, lanciare un sasso nello stagno ma, individuate le
cause del male, è necessario procedere alla formulazione dei rimedi
più appropriati per eliminarlo o ridurne al minimo gli effetti.
Esaminiamo, perciò, un po’ da vicino, la situazione.
1) Assemblee troppo numerose.
Pare che il numero dei delegali al
Sinodo (fra pastori, membri di di
tilto, delegali laici con diritto a volo e qui-ili con « voce consultiva »)
stia per toccare il traguardo delle
200 unità (con una spesa annua che
si aggira sul milione e mezzo).
E’ noto, d’altra parte, che la maggior parte deUe Chiese evangeliche
degli altri Paesi d’Europa, che pur
contano centinaia di migliaia, o anche qualche milione di membri di
chiesa, si accontentano di assemblee
sinodali numericamente più ridotte
delle nostre e — naturalmente —
assai più efficienti, ordinate e... conclusive.
L’ostacolo, tuttavia, non è facilmente sopprimibile, almeno per ora,
perchè qualsiasi innovazione, in merito, implica modifiche ai Regolamenti Organici, e queste possono
essere deliberate solamente dal Sinodo stesso. Vorrei, quindi, lanciare una proposta affinchè, già que
st’anno, il Sinodo possa esaminare
il problema ed avviarlo a soluzione.
La proposta è diretta aUa Tavola;
si faccia essa promotrice di un provvedimento di riforma dei RR.OO.
(d’initesa — s’m-tende — con l’apposita Commissione dei regolamentij e lo inserisca neUa Relazione annua al Sinodo onde questo non pos
sa sottrarsi alTobbligo (almeno morale, se non giuridico) di prendere
ir esame il problema che verrebbe
cosi posto subito e legalmente sul
tappeto.
Ho usato questo avverbio a ragion
veduta perchè non mancano, purtroppo, al Sinodo gli « oltranzisti
delia legalità » i quali, di fronte ad
interpretazioni forse un po’ elastiche, ma ragionevoli e utili, dei regelamenti, si ergono iniinancabilmenle a strenua difesa della « lettera » dei regolamenti stessi, insaldando così a monte le proposte più sane ed opportune.
Ad esempio, nel Sinodo 1961, se
non erro, in presenza di una saggia
proposta deUa « Commissione d’esame » che propugnava la necessità di
procedere subito — in quella stessa
sessione — al lavoro per Commissioni, l’opposizione legalistica fece
abortire il progetto sostenendo (tesi
formalmente ineccepìbile) che tale
procedura non era ammissibile in
quanto, dovendosi addivenire ad una
modifica dei regolamenti, si sarebbe
dovuto discutere la proposta solo
dopo l’esame del « rapporto » della
Tavola e quando l’ordine dei lavori
(fissato secondo i regolamenti!) lo
avrebbe consentito. Avvenne, naturalmente, che mancò il tempo, seguendo l’ordine dei lavori, di giungere all’esame della proposta e la
cosa venne così rinviata... alle solile calende! In altri termini, i nostri
bravi « giureconsulti », di cavillo in
cavillo, di eccezione in eccezione,
riescono sistematicamente a far bocciare, in partenza, le proposte più
sane, non so se per inveterato misoneismo 0 se per mero, e talvolta assurdo, rispetto della lettera delle
norme.
Sul come giungere airauspicata
riduzione numerica del Sinodo, sarebbe interessante sentire il parere
de! lettori. La Tavola, penso, sarebbe ben lieta di ricevere suggerimenti in proposito.
Dovremmo ora classare all’esame
degli altri «rilievi» del Moderatore ma credo che convenga, per ovvie ragioni, rinviare il seguito ad un
prossimo numero se Lei, caro Direttore, lo consentirà. Aldo Long
Volentieri!
Perplessità ecumeniche
Un lettore ci scrive da Nave (Brescia):
Signor Direttore,
ho tardato a riabbonarmi a « La
Luce », perchè mi sembra clie da
quando si è iniziato il Concilio Vatican-o II essa ha assunto un atteggiamento così irriguardoso da togliere ogni desiderio di leggerla.
Converrà con me, signor Direttore,
che ci vuole della virtù a versare
L. 1.500 per ricevere regolarmente,
ogni settimana, un elenco di contumelie.
E dire che ho sempre ricevuto e
letto volentieri il giornale, a cui
sono abbonato da anni, perchè mi
metteva a contatto con i problemi
di una rispettabile Chiesa cristiana,
talora Identici a quelli che noi cattolici dobbiamo risolvere, in questo
mondo rifattosi -pagano. Ora, invecci perchè un atteggiamento così
ostile verso i cattolici? Che direbbero i Valdesi se noi irridessimo
al loro culto, dispregiassimo i loro
sinodi, deridessimo le loro credenze?
Non è decoroso in pieno secolo
XX parlare e scrivere con la mentalità del secolo XVI. Il mondo ha
camminato.
Lo dica, signor Direttore, ai sigg.
Ricca e Marco che cerchino di vedere noi cattolici so-tto un aspetto
più umano; meglio ancora, se cristiano.
Penso che lo desiderino anche
tanti Valdesi, dall’anima sinceramente cristiana e quindi piena di
carità e di comprensione. Il prof.
Soggin (cfr. N“ del 18 gennaio ’63)
e Giorgio M. Girardet (cfr. N° 14 dicembre 1962) non devono essere gli
unici Valdesi che auspichino un
po’ di arcobaleno tra la Chiesa Val
Riforma e « curialismi »
Caro direttore,
rilevo con gioia quest’affermazione di una nostra corrispondente da
Londra: «Qui in lughilterra (dove
■risiedo da quasi undici anni) siamo
abituali all’idea che il pubblico è
sovrano e che i vari eserciti d’impiegati sono pagati per essere al
servizio del pubblico e questo ha
diritto di esigere una risposta soddisfacente in caso di reclami » (Luce. 15 febbraio 1963). Siamo qui di
fronte ad un classico esempio in
cui le strutture sociali non possono
nascondere l’influenza della Riforma. Come non vedere infatti in
quel « pubblico sovrano » un riflesso. sul piano sociale, deU’aulorità
nella Chiesa, rettamente intesa, nel
contesto del sacerdozio universale
dei credenti? Il «diritto ad una
risposta soddisfacente » non è for■se un commento, ««ul come viene
interpretata rautorilà non dimentica della dignità dei figliuoli di
Dio? Non possiamo non inchinarci
di fronte ad una società che si propone di non riconoscere tirannie
daU’alio. A giudicare da questo riflesso sulle strutture sociali si direbbe che l’Inghilterra non conosca
curialismi di nessun genere.
Ho sotto mano una lettera di risposta a-d un nostro evangelico che
inigennamente dimenticava di non
essere in Inghilterra : « Le ritorno
la sua lettera ricevuta in questo
momento. Finché sono a questo poso di responsabilità non accetto gratuiti giudizi sul mio e sul nostro
operalo... sempre pronto a rispondere a chi di dovere del mio e del
nostro lavoro, buono o cattivo che
sia, -ma che cerco e cerchiamo, Lei
lo creda o no, sia fatto con giustizia
e imparzialità. I suoi giudizi li po
trà Irasmeliere a... ma io devo pensare a lavorare e non alla sua opinione ».
Possiamo notare facilmente quanto il più degenere di tutti j curialisnii abbia deformale le strutture
del nostri rapporti reciproci. V’è
in tutto ciò una sottospecie di lievito dei farisei che svertebra e ridicolizza ogni riferimento ad un
influsso delTevangelo sulla società.
L’apporlo della Riforma alla miglior comprensione deUa nostra vita civile rimane una luce nascosta
sotto un moggio molto pesante.
Caro direttore, non le sembra
(he, come evangelici, dovremmo
preoccuparci seriamente di questa
situazione affinchè un po’ di luce,
civile ma non senza riferimento ad
valori della Riforma, brilli nelle
nostre tenebre? Che dobbiamo fare?
R. Bertalot
dose e la Chiesa Cattolica. In tal
modo « La Luce » collaborerà alla
unione tra cristiani, che è il supremo anelito del nostro Divin Redentore Gesù (cfr. Giov. XVU/II).
Voglia gradire, signor Direttore,
i miei deferenti ossequi.
sac. Antonio Rabesco
Non comprendo quali ’contumelie’ abbiano rauristato il nostro lettore. Riconoscere e indicare certi
fatti non è offesa, a nostro avviso,
anche se si tratta di fatti negativi
o spiacevoli a riconoscersi. Nè ci
pare che il tono generale degli articoli relativi al Concilio Vaticano II sia stato inficiato da alcuna
biliosità; in particolare, le corrispondenze del Past. Paolo Ricca sono state giudicate da vari cattolici,
sia all’estero che in Italia, un sincero e simpatico sforzo di obiettività; mentre Z’Eco del Chisone, il
settimanale cattolico del Pinerolese,
proprio in questi ultimi tempi ha
definito nel complesso positivamente l’aUeggiamento elei nostro settimanale di fronte ai problemi e al
problema del Cattolicesimo. D’altra parte noi siamo abituati ad una
libertà di giudizi e di critica, anche all’interno della nostra chiesa
e verso le nostre stesse istituzioni,
che ci pare più che naturale, doveroso condurci nello stesso modo
verso gli altri. Nulla è più lontano
dalle nostre intenzioni che il diffondere ’contumelie’ ; ma Ut Parola
di Dio può essere singolarmente tagliente. Non la nostra reciproca
cordialità, ma questa Parola die ci
giudica e ci salva tutti, è il nostro
vero legame.
Diffondete
il nostro giornale
4
pag. 4
22 marzo 1%3 — N. 12
Disservìzio
postale
La nostra noterella sul ” disservizio postale ”, pubblicata alcuni numeri or sono in appendice
alla lettera di protesta di una lettrice, ci ha procurato un bel macchietto di lettere ( speriamo che
oÉnche alle Poste italiane ne siano
giunte alcune...); notevole è che
tutti (o quasi) quelli che ci hanno
scritto, in modo più bonario o
più aspro, ci comunicano che la
colpa è nostra: che le patrie poste
sono già fin troppo precise nel
consegnare i nostri periodici data
la nostra imprecisione neWinvio,
nella stampigliatura degli indirizzi, ecc.; che è bene ricordarci del
fuscello e della trave; che il difetto non è nella distribuzione ma
xe nel manego ” ; che infine soffriamo proprio di mania di persecuzione, ossia della ” simpatica
insinuazione di chi, in tutte le occasioni, ama atteggiarsi a vittima”.
Questo il succo.
Ora, siamo pronti a riconoscere
una cosa: che, cioè, gli indirizzi
non sono tutti perfettamente precisi, specialmente per quel che riguarda l indicazione del quartiere
postale delle città, indicazione
purtroppo quasi sempre mancante
(abbonati, comunicatecelo! ) ; che
la stampigliatura rivela a volte
targhette un po fruste (ma quanti
sono gli abbonati che, ad un cambio d’indirizzo, ci inviano le 50
lire richieste, che sono veramente
spese vive e non antipatica regalia?). Cercheremo di migliorare
q^sto lato, con l’aiuto dei nostri
abbonati che vorranno collaborare: chiediamo loro, intanto, di
comunicare ogni imprecisione o
variazione direttamente tóH’Aimiminàsfcraziooe ,peirio-dioi, Claudiana,
Torre Peltìce (Torino). Ma il problema non è tutto qui. Come spiegarè il fatto che una persona, con
indirizzo esatto, riceve regolarmente il giornale, poi non lo ric^e per 1-2-3 settimane, poi lo
ric^e di nuovo per un periodo, e
cosi via? Nella stessa città (Bergamo, in questo caso) la consegna è
diversissùna: nel giro di due giorni abbiamo ricevuto lettere di tre
abbonati, e chi riceve regolarmente e chi cronicamente no; lo stesso avviene in parecchie altre città,
mentre in alcune direzioni tutto
pare andare abbastanza regolarmente e celermente. Non ci sembra dunque giusto dire che il difetto xe nel manego”: che cosa si
intende? all’ufficio spedizione della Claudiana? all’Ufficio Postale di
Torre Pellice? ci pare di poter pienamente scagionare sia l’uno che
l’altro. Per i lettori che non ricordassero' quanto già scrivemmo alcuni mesi or sono, facciamo presente che la trafila deU’ECO-LUCE
è la seguente: il lunedi, presso la
Tipografia Subalpina di Torre Pellice, si procede all’impaginazione ;
il lunedì sera talvolta, e comunque il martedì la Tipografia starnila il periodico, che viene consegnato piegato verso la fine della
mattinata del mercoledì; alla Claudiana di Torre Pellice si procede
alla stampigliatura degli indirizzi
della LUCE prima, dell’ECO poi,
procedendo quindi alla confezione
dei pacchi secondo le ’’linee” postali; di regola la LUCE viene consegnata all’Ufficio postale di Torre
Pellice il pomeriggio del mercoledì, e parie con la posta serale, l’ECO viene consegnato il pomeriggio del giovedì, id. id. Poi... con
un tpo’ più di ritardo partono le
copie per l’estero, in quanto ognuna va piegata sotto fascia e affrancala. Questo ritmo settimanale viene rispettato in modo rigido — «
prezzo di non poca fatica da parte
del personale non .sempre sufficiente —; avverrà 3-4 volte all’anno
che, per cause di forza maggiore o
per il ricorrere di giorni festivi,
l invio venga leggermente postici¡Hito. Siamo pienamente d’accordo
con coloro che si lamentano perchè il giornale giunge ”a più di
una .settimana dalla diUa di pubblicazione” (che è già quella del
venerdì, mentre la LUCE viene
spedita il mercoledì e TECO il
giovedì). Ma oontinuamo a pensare che, quando e dove questo sì
verifica, ne debba esser chiesto conto ai competenti uffici di distribuzione po.stale. Va bene, non vogliamo pensare ad alcun malanimo nei nostri confronti; chiediamo
soltanto che il servizio .sia regolare, e abbiamo il diritto di chiederlo. red.
avvisi economici
Un i
3) Egli la morte soggiogò - e dal sepolcro si levò;
al del salì trionfator - Gloria ecc.
4) Se col Signor risuscitiam, - in vita nuova camminiam
e ad alte mete abbiamo il cuor! - Gloria ecc.
N.B. - Pastori, corali e privati che desiderino copie del presente inno che sarà
incluso nel nuovo Innario possono farne
richiesta alla « Claudiana », Via Principe
Tommaso, 1 . Torino; (per le Valli Valde
s! ; « Claudiana i
L. lo la copia.
Torre Pellice). Prezzo;
(Pu-hljlicato a cura della Commissione
del Canto Sacro).
11111111 iMiMiiimiHiiiii IMI iHiiiiimmiiiiiMiiiiiii
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiaii
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiim
LA VITA ECCLESIASTICA
nella comunità di Napoli
17 Febbraio. — La Comiiniità ha partecipato con gioioso spirito di riconoscenza alla celebrazione della festa dell’emancipazione valdese. La mattina, alle 11,
culto (Solenne, con la gradita partecipazione, anche quest’anno, dei rappresentanti delle altre Chiese Evangeliche della
città. Erano presenti i delegati delle due
Chiese Metodiste di Napoli e di Portici,
della Chiesa Battista, dell’Esercito della
Salvezza, della Chiesa Luterana e del
Centro Biblico e sono giunti anche affettuosi messaggi dai dirigenti di alcune Comunità sorelle. Il Pastore ha pronunziato
un elevato sermone d’occasione, prendendo come testo i primi versetti del
cap. 12 dell’Epistola agli Ebrei. AUa fine
del cnltoi è «tata celebrata la S. Cena, con
larga partecipazione della numerosa assemblea.
Nel pomeriggio dello stesso giorno,
dalle 16 alle 19, nei locali al prtao piano, un buon gruppo di fratelli e di amici
anche delle altre Comunità si è raccolto
intorno ai tavoli, consaimando thè, caffè e
dolci del Buffet appositamente allestito
dalle sorelle dell’U. F. Non mancavano
una ricca pesca gastronomica e la lotteria con, la tradizionale bellissima grande
torta, ornata dallo stemma valdese, opera
di una delle miigliori pasticcerie della città e offerta, come sempre, da un nostro ge
iieroso fratello. Alle 19, esauriti dolci,
pesca e lotteria, fra la viva attenzione e
rinteresse di tutti, il Pastore ci ha intrattenuti sui vari conduttori che si sono
succeduti nella Chiesa di Napoli in 100
anni e sui principali avvenimenti di questo periodo, ricorrendo quest’anno il centenario della Comunità Partenopea.
Giornata Mondiale di Preghiera della
donna. — Nella Cappella della Scuola
Americana, il 1° marzo, alle ore 19, ha
avuto luogo l’adunanza interdenoiminazionale per la giornata mondiale di preghiera. Vi è intervenuto un folto gruppo
di sorelle e anche di fratelli. La parte italiana è «tata (Svolta dalla prof. Anna Nltti,
della Chiesa Metodisita, la tedesca dalla
signora Ludemann della Chiesa Luterana,
ringlese da due signore della Comunità
americana. La riunione era stata organizzata dalle signore americane che, alla fine,
hanno voluto offrire un piccolo rinfresco
agli intervenuti. Anclie se le lingue erano
diverse, gli animi erano uniti dallo stesso
vivo calore fraterno che ha resa benedetta la bella riunione.
Conferenze domenicali. ■— in, questo
mese le riunioni interdenominazionali
della domenica sera, organizzate dal Consiglio dei Pastori, sono tenute nel nostro
Tempio, sul tema generale; « Il contributo del Pro(t©stantesimo alla formazione
:nillimiiiiiiiiiniiiimiiimiiiii
llllllKllllllmiUllllMIIIIIIIIIIII
Ricordando il Professore
Emilio Tron
E’ mancato, quasi aU’improwiso, il
Prof. Emilio Tron, ordinario di lingua
e letteratura francese in un ginnasio
torinese, ma residente a Vercelli, dov’era Assessore Comunale, oltre che
membro attivo di quella comunità
evangelica, il cui culto egli non di ra
do presiedeva.
La sua attività di studioso aveva
ricrevutoi vari riconoscimenti, sia in
Italia che all’estero. Egli era infatti
stato nominato Chevalier des Palmes
Académiques de France, e ultimamente Cavaliere al Merito della Repub
OSPEDALE VALDESE di Pomaretto offre
possibilità di impiego a cuoca capace. Per
informazioni e presentazione domanda, con
requisiti, rivolgersi alla Direzione dell’Dspedale o alla CIOV ■ via Roma, 3 ■
Torre Pellice.
Bollettino della Società
di Studi Ualdesi
n. 112, dicembre 1962. Dal sommario: la
continuazione dello studio del prof. Arturo Pastai : Le Valli Valdesi negli anni del
martirio e della gloria (1686-1690). Articoli di G. Arriglii, A. Molnar, Osvaldo
Co issou, note, do(Cium©nti.
L’abbonamento annuo al boUettino (2
numeri) è di L. 800, da versare sul cop.
2/4428, intestato alla Società di Studi Vaidesi — Torre Pellice (To).
blica. Ma la sua attività fondamentale era l’insegnamento, e quanto egli
fosse apprezzato e amato da alunni e
colleghi è stato dimostrato dalla partecipazione al servizio funebre, svoltosi a Vercelli il 14 u. s.
Noi lo ricordiamo, qui, anche per
un’altra sua attività, forse meno appariscente, ma preziosa nell’ambito
della Chiesa: egli era uno dei membri della Commissione per la revisione dell’Innario, a cui dava con entusiasmo e grande competenza la propria valida collaborazione; tra gli
<■ Inni nuovi » che cominciano ad essere conosciuti nelle nostre comunità, numerosi erano stati curati pure
da lui. E il Past. Ayassot, nel corso
del servizio funebre, ha potuto leggere la versione da lui redatta del testo
di uno di questi inni, una commovente confessione di fede.
Noi ricordiamo il suo spirito appassionato, il suo sorriso buono; e ringraziamo il Signore per questo fratello che non ha lesinato i suoi molti doni, nella Chiesa e nel mondo. E tanto più sentita la nostra simpatia fraterna segue coloro che così bruscamente sono stati posti dì fronte al
mistero della separazione.
del mondo moderno ». A differenza di
quelle già tenute nei mesi precedenti, gii
oratori sono dei laici e pre-cisamenle: il
prof. D. Maselli (Protestantesimo e mondo moderno), il prof. -E. Rinaldi (Prolestantiesim-o e ante), dott. E. Vicari (Pnotestantesiimo e politica) e il rag. E. Caputo (Protestantesimo e problemi sociali). La prima conferenza ha aviu(to luogo
il 3 c. m. con largo concorso di pubblico
delle varie chiese evangeliche della città.
Nozze. — Il 26 gennaio è stato benedetto, nel Tempio di Via dei Cimbri, il
matrimonio del nostro fratello Franco
Decker, di Bruno, con la signorina Maria Pia Tlioimas d’Agiout. Erano venirti
appoisitamente a Napoli il Pastore Neri
Giamipiccoli da Bergamo, e l’avv. Giorgio Peyrol, da Roma, entrambi zii dello
sposo.
Anche se in ritardo, molli auguri agli
sposi.
Funerali. — 11 22 febbraio ha -terminato
la sua brevissima vita terrena la piccola
Grazia, secondogenita -del Pastore valdese Giulio Vicentini, di Carunchio e della
signora Evangelina Incelli, figlia del Pastore Melodista di Napoli.
Davanti alla morie di un bambino restiamo muti e turbali. Perchè il Signore,
dopo avercele date, -ricliiama cosi presto
a sè queste nostre creatore? Di fronte a
questo doloroso interrogativo non c’è risposta se non con 1© parole bibliche pronunziate da Giobbe. Ai genitori e ai pa'renti così doloro-samente provati restano
la fede nelle promesse divin© © la certezza della risxu-rezione.
Il 4 (marzo si è svolto il funerale del
nostro fratello Gabriele Alfano, deceduto
i-mpro-wisamente all’età di 57 anni. Era
un credente sincero, molto -attaccato alla
sua chiesa e alla sua famiglia; lascia ai
suoi quattro figli un’eredità di fede, d’op-eroisità, di lealtà, più preziosa di ogni
altra.
Benvenuto. — Dia(mo un affettuoso benvenuto ai fratelli doti. Del Pesco, figlio
del defunto Pastore e Moderatore Guglielmo Del Pesco, e all’ing. Sznaliszlo,
rispettivamente direttore della figliale di
Napoli della Fiat e direttore della nuova fabbrica della Siemens di Capua.
F. F.
11 6 febbraio c deceduta a Farmington
(Michig-ain) la ino(Stra (sorella Bonjour Maddalena vedova Brooks, originaria della
nostra -pa-rrocdida, sorella del nostro Anziano di VilHa superiore Daniele Bonjour.
Da ormai molli anni -ella era residente in
Amerioai; si è spenta dppo po-cliii giorni
di malattia alla età di anni 72 lasciando
nella tristezza i isaioi sei figli. Al familiari -ed ai parenti tutti di qua e di là
dell’oceano la nostra viva e fraterna sianpatia ori-sliana iai queet’o-ra di lutto, invocando su loro tutti le consodazio-ni del
no'stro coanune Padre celeste.
e. a.
Il Pa«t. Giorgio Bouchard ha condneo la
serie — iniziata fai febbraio — di cinque
conferenze sulle grandi Chiese Evangeliche
nel mondo. Queste ottime presentazioni,
fatte nel corso del culto po-meridiano nel
tempio di Corso Vittorio, hanno avuto un
pubblico abbastanza numeroso, ma che avrebbe potuto esserlo assai di più, specie
considerando l’interesse dei temi e della
trattazione. L'esodo domenicale si fa sentire in modo massiccio. Ci rallegriamo comunque di questa collaborazione piemon
tese (che risponde al desiderio espresso nei
convegno di consigli di chiesa dello scorso
autunno, a Torino) e ringraziamo di cuore il Pasl. Giorgio Bouchard.
Le sere del 9 e del 10 marzo, nella Sala
di Corso Vittorio, l’Unione Giovanile ha
offerto, con replica, un’ottima serata ”In
nero e in rosa”; si è trattato di un programma assai originale: in due parli —
appunto, « il nero » e « il rosa » — sono
stati letti o recitati da un gruppo di giovani vari testi poetici, scelti con sensibilità e penetraizone, ad illustrare Q dolore e
la gioia, la disperazione e la speranza; i
nostri giovani hanno dato voce a Baudelaire e Carducci, Emily Diokinson e Anna
Frank, Quasimodo e Virgilio, Brecht e E.
L. Maslers, Carlo Lupo e Edna Millay, Tagore e Verlaine. Quale « intermezzo » dell’originale (programma è stato rappresentato un alto unico di Diego Fabbri: «Contemplazione ». Vogliamo esprimere ai giovani che si sono così impegnati i più cordiali rallegramenti per l’originalità del programma che hanno essi stessi preparato e
per la cura con cui l’hanno presentato :
sono state serate di notevole valore, anche
se non tutta la comunità -pare essersene resa conto...
Ottimo risultato avevano pure avuto, il
21 febbraio, le retile preparate dai ragazzi
delle Scuole Domenicali, che hanno svolto
un programma nutrito e accurato, grazie
all’irupegno solidale di monitori e monitri ci.
Domenica scorsa, organizzala dal Grup
po Missioni, ha avuto luogo una riunione
i'i cui lianno parlato le Missionarie Sig.ne
Graziella falla e Anita Gay, le quali, con
l’ausilio pure di diapositive, hanno dato
interessanti notizie circa l’attività missionaria di Africa, oggi. Gli intervenuti hanno seguito con vivo interesse l’esposizione,
e ringraziamo queste Missionarie.
Nei giorni 2 e 3 marzo le nostre comunità hanno goduto dell’attiva presenza del
Past. Roberto Nisbet, di Sampierdarena, il
quale, oltre a presiedere i culti, ha tenuto
un’interessante conversazione su « Esperienze e metodi di evangelizzazione ». B
past. Nisbet è uno dei più efficaci evangelizzatori attualmente all’opera nella Chiesa Valdese, e la su», parola ha dato mi
aiuto e u-n impulso a quanti hanno a cuore la testimonianza dell’Evangelo.
Per la fine di marzo si attende, «ia a
Biella che ad Ivrea, la visita della chiesa
di Torino, che parteciperà, anche con predicatori propri, al culto nelle due comunità. Nel pomeriggio tutti i torinesi, unitamente ai bieUesi e agli eporediesi che lo
vorranno, si ritroveranno nella chiesa di
Biella, per una pubblica conferenza che
vorrà rappresentare una nostra testimonianza di fronte alla città.
Direttore resp. ; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tin. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
Il figlio Augusto e parenti tutti annunciano la dipartenza del loro caro
Emilio Jalla
di anni 70
avvenuta dopo breve malattia in Pinerolo il 10 Marzo 1963.
Ringraziano riconoscenti quanti
hanno preso parte al loro dolore ed
il Pastore sig. Deodato per le parole
di conforto.
« Gesù Cristo ha distrutto la
rnorte e ha prodotto in Ilice la
vita e l’immortalità mediante
l’Evarigelo» (2 Timoteo 1: 10)
Pinerolo, 10 Marzo 1963
« L’anima mia s’acqueta i.vi Dio
solo» (Salmo 62: 1)
«Ho calmata e quietata i’anima mia, com’è quieto il bimbo
divezzato sul seno di sua madre » (Salmo 131: 2)
E’ mancato il
Prof. Emilio Tron
di anni 58
Chevalier des Palmes Académiques
Cavaliere al Merito della Repubblica
Affranti lo _ annunciano : la moglie
Atalia Gaietti; i figli Francesco Emilio e Margherita; la mamma Elena
Besson ved. Tron, fratelli, sorelle e
parenti tutti.
Vercelli, 13 marzo 1963
I funerali hanno avuto luogo giovedì 14 corrente mese.
ATTENZIONE!
Revelys lour Company
Per imia lieta vacanza, per ’e
vostre ferie o per soggiorni di
riposo, scegliete la spiaggia
Adriatica, dove i prezzi di pen
sione sono ancora contenuti. Il
sig. Egidio Bevel Direttore della « Revelys » sarà felicissimo di
prenotarvi presso la pensione
T.V. in Rivazzura di Rimini
(prezzi L. 1.6(X) bassa stagione e
in luglio-agosto L 2.050) oppure
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è: 2.050 e 3.150.
Il sig. Revel, dal mese di aprile a tutto settembre, risiede all’Elite Hotel, e visita frequente
mente gli Ospiti, affinchè possa
rendersi conto che ognuno sia
soddisfatto.
Per informazioni e prospetti
rivolgersi a: Gustavo Albarin Iiuserna San Giovanni - Torino,
eppure direttamente al Sig. Egidio Revel - Elite Hotel Miramare - Rimini, citando sempre questo giornale.
PROF. DOTT.
mmm «ioseppe
Docente in malattie
urinarie e genitali
PINEROLO
presso l’Ospedale Civile «E.
Agnelli » :
— martedì dalle 10 alle 12
— giovedì dalle 8,30 alle 10
— sabato dalle 10 alle 12.
TORINO
Corso G. Lanza 110 (su appuntamento telefonico) tei.
n. 653.563.