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NUOVI CIELI
«Negli ultimi tempi... una nazione
non alzevci più la spada contro l altra e
non impareranno più la guerra»
Michea 4, la-3c
Le parole iniziali del 4° capitolo di
Michea contengono un «Manifesto
escatologico» che rivela una visione
salvifica universale. L'esperienza del
giudizio e della salvezza di Dio rielaborata teologicamente al ritorno
dall’esilio ha creato un affresco poetico
carico di tensione emotiva, aperto fiduciosamente al futuro di Dio. Dopo
25 secoli queste parole hanno conservato tutta la loro carica perché toccano i problemi irrisolti dell’umanità.
Letto con le parole di oggi questo «Manifesto» ci propone alcune riflessioni
La costruzione di una cultura di pace. La comprensione del fqtto che la
violenza non paga, che la guerra è stupida e dannosa. Non vale la perla impararla, non ha diritto di cittadinanza
tra le materie di studio. La pace non la
si aspetta né la si subisce, non la si fa
nascere educando al buonismo, ma la
sì costruisce giorno per giorno con impegno, fatica e sojferenza.
La riconversione industriale. L’immagine delle armi che vengono forgiate in attrezzi di lavoro suggerisce che il
potenziale scientifico e tecnologico, la
fantasia e la tenacia per raggiungere
gli obiettivi devono essere indirizzati
verso progetti di vita, operando su scala mondiale una correzione degli
obiettivi della produzione.
Una nuova filosofia del lavoro. Progettare, trasformare, spendere in modo
diverso richiede fatica: per Israele il
guadagno facile non era concepibile;
campo e vigna andavano lavorati. Occorre ripartire dal progetto di Genesi 2,
15: il lavoro non è sfruttamento e distruzione della natura finalizzato al
profitto, ma attività dove l’essere umano è gratificato e sa custodire e far
fruttare la creazione.
Un arbitrato indiscusso. Anche in un
mondo senza guerra non mancheranno
divergenze e conflitti che richiederanno
un giudice le cui sentenze vengano accettate da tutti. «Saliamo al monte del
Signore... egli ci insegnerà le sue vie e
noi cammineremo nei suoi sentieri»
presuppone un accordo tra le nazioni,
una volontà precisa che sceglie un luogo deputato all’incontro e alla trattativa e un giudice cui rimettersi.
Una vita realizzata. La visione finale
dove ognuno ha la sua vigna e il suo
fico sotto cui riposare senza spavento
indica le speranze cui tutti anelano.
Un mondo in cui c’è rispetto per la
persona e per la cultura di ogni etnifl^
equità nelle relazioni, in cui non si è
costretti ad emigrare per vivere. Dove
ogni individuo e ogni nazione possono
essere se stessi senza sopraffare e senza
il timore di essere sopraffatti.
OGNI epoca, ogni civiltà ha sognato le sue Repubbliche, le sue Utopie 0 Città del sole. Noi, come cristiani, dovremmo sottoscrivere questo
manifesto, farlo conoscere, impegnarci per la sua realizzazione. Essa infatti
non è garantita dalla nostra buona
volontà, ma dalla volontà di Dio, che
si attuerà negli ultimi tempi, i suoi
tempi. La sua parola, i suoi insegnamenti, il suo giudizio guideranno questa rivoluzione. Pregare «Venga il tuo
Regno» (perché del regno di Dio qui si
tratta) significa lavorare per esso: annunciarlo, testimoniarlo, viverlo, manifestarne i segni, quelle opere che Dio
ha preparato perché noi le compiamo
alla sua gloria. Eacciamo in modo che
nel XXI secolo la chiesa, tutta la chiesa, riporti al centro del suo annuncio e
della sua vita il regno di Dio e lavori
per esso, senza dimenticare che solo
Dio può realizzare «nuovi cieli e nuova terra dove abiti la giustizia».
Emmanuele Paschetto
Tre autorevoli Rapporti evidenziano le cause della povertà nel mondo e in Italia
Lo sviluppo cresce con la democrazia
Il rispetto dell'individuo è fondamentale per la crescita economica che nella società attuale
richiede anche strumenti nuovi, occasioni di formazione e valorizzazione delle risorse umane
DORIANA GIUDICI
U
N brusco risveglio, quello a cui
__ ci obbligano i risultati di tre
recenti Rapporti di centri di ricerca
internazionali e nazionali, cioè il
Rapporto dell’Onu sullo sviluppo
mondiale, il Rapporto dell’Istat per
il 1998 sull’Italia, il Rapporto dello
Svimez (Istituto di ricerca per lo
sviluppo del Mezzogiorno). Siamo
stati strappati dai sogni e dalle illusioni che ci ammanniscono giornali e televisioni (crociere, viaggi in
paesi esotici, sfilate di abiti per
multimiliardari, ecc.) per farci conoscere, invece, attraverso la crudele aridità dei numeri, la vita della
maggioranza degli abitanti di questo pianeta, dove dominano, ancora, ingiustizia, egoismo e miseria.
Nell’arco di pochi giorni ci è stato ricordato che il 20% dell’umanità possiede l’86% delle ricchezze
e i tre uomini più ricchi nel morido
hanno quanto seicento milioni di
altre persone (Rapporto Onu); che
il 4,4% degli italiani sono «molto
poveri», cioè hanno meno di 500
mila lire al mese e il 13% è povero,
cioè può contare su meno di un
milione al mese (Rapporto Istat);
che il Sud d’Italia è ancora il fanalino di coda dell’Europa, per quanto
riguarda occupazione e sviluppo
(Rapporto Svimez). Molte, ovviamente, sono le cause dirette o indirette di questi squilibri: mancanza
di lavoro, insufficiente preparazione professionale, cattivo uso delle
risorse (umane, naturali e econoI miche). Va ricordato che l’ingiusta
I distribuzione della ricchezza segna
migliaia di vite umane e le condanna a grandi sofferenze.
Ciò che colpisce, leggendo i tre
Rapporti, è la «forbice» esistente,
nel mondo, fra chi abita nei paesi
democraticamente più evoluti e coloro che sono dominati da oligarchie o da dittature. Vi è uno stretto
legame fra organizzazione sociale,
scelte politiche e equanime diffusione del benessere. Anche in Italia
continua a permanere una «storica»
distanza fra Nord e Sud (secondo
l’analisi Svimez, nel 1999 il Prodotto
L’economia italiana contempla vecchie e
interno lordo. Pii, aumenterà nel
Centro-Nord dell’1,5%, mentre nel
Sud solo dello 0,9%) : segno che ancora troppe sono le inefficienze
complessive dello stato democratico (infrastrutture carenti, disparità
di opportunità per studio e lavoro,
organizzazioni malavitose padrone
del territorio, amministrazioni pubbliche obsolete, ecc.).
Dalle analisi dei tre Rapporti, seppure trattino temi diversi e considerino aree geografiche diverse, però
si può evidenziare lo stretto rapporto esistente fra sviluppo socio-economico e crescita democratica. Il rispetto dell’individuo e dei suoi diritti, con il riconoscimento dei doveri di ciascuno verso la società, va
di pari passo con una giusta redistribuzione della ricchezza. Ecco
nuove povertà
perché ci sembra illusoria e inutile
l’affermazione, avanzata nel Rapporto Svimez, che occorrano per il
Mezzogiorno più stanziamenti economici (lo si fa da anni e tutto ciò
non ha cambiato la realtà della disoccupazione meridionale); più
flessibilità nel mercato del lavoro
(ce n’è già moltissima nel Sud, dove
invece occorrono occasioni di lavoro e professionalità adatte) o, addirittura, che occorra ricreare le «gabbie salariali» (oggi, nel Sud, la maggior parte delle aziende «regolari»
applica il minimo salariale, le altre
usano moltissima manodopera «in
nero»). La realtà è che nel Sud si lavora sì ma male, cioè in condizioni
difficili (sia per l’imprenditore sia
per il dipendente) e con salari più
bassi che al Nord. La perversa logi
11 governo non si insedia
Ulster: nuovi ostacoli
per il processo di pace
Sono di nuovo crollate
le speranze di vedere una
svolta positiva nei rapporti fra repubblicani cattolici e unionisti protestanti in Irlanda del Nord.
Giovedì 15 avrebbe dovuto tenersi la riunione di
insediamento del governo «bipolare» (presidente il protestante David
Trimble, vicepresidente il
cattolico moderato Seamus Mallon), ma Trirnble ha decretato che fin
quando l’Ira, l’esercito repubblicano irlandese,
non deporrà le armi, non
potrà essere attribuita alla sua ala politica, il Sinn
Fein di Gerry Adams, la
necessaria legittimità a
governare. Trimble, che
con i suoi uomini non si è
presentato alla riunione
del governo al castello di
Stormont, per alcuni «forza» l’interpretazione del
relativo articolo contenuto nell’«accordo del Venerdì Santo» dell’anno
scorso; la sua decisione
ha fatto mancare il numero legale. In questa situazione di nuovo pericolosa, che potrebbe spingere i più oltranzisti di
entrambe le parti a nuovi
atti di violenza, il premier
inglese Blair resta fiducioso e cercherà di riavvicinare le parti confidando
nell’appoggio del premier
dell’Eire, Bertie Ahern.
Visita del segretario Raiser
Cec incontra
le chiese congolesi
ca del mercato fa sì che a fronte di
grande richiesta di occupazione si
abbassi la qualità del lavoro offerto,
così molto lavoro è sottopagato.
L’altra grande sfida, ancora in atto, è l’incapacità di offrire occasioni e possibilità per chi nasce in famiglie non agiate. I dati dicono
chiaramente che chi nasce in famiglie povere si prepara a creare
un’altra famiglia povera. È possibile, all’alba del XXI secolo, spezzare
questa spirale che condanna migliaia di persone nel ghetto dell’emarginazione e della povertà?
Perché, come ci dice il Rapporto
Istat, le famiglie con a capo una
donna presentano incidenze di povertà costantemente superiori rispetto a quelle con a capo un uomo? Dov’è finita la battaglia per le
pari opportunità, all’istruzione e di
lavoro, fra uomo e donna? I dati dicono anche che se il capofamiglia
non ha titolo di studio, o la licenza
elementare, l’incidenza di povertà
è molto alta; se il capofamiglia ha
la laurea il dato è molto più basso
(0,9% al Nord; 3,1% al Centro; 8,2%
nel Sud). Dare istruzione vuol dire
diminuire la possibilità di essere
poveri. Uno stato democratico deve garantirlo a tutti e a tutte. •
Alla luce delle analisi conseguenti a questi Rapporti, è utile quindi
ricordare che, in questi giorni, il
Parlamento italiano sta discutendo
il «Documento di programmazione
economico-finanziaria» per il prossimo triennio, cioè le proposte del
governo per la spesa pubblica. Se
povertà si coniuga con scarsa formazione, occorre con forza chiedere stanziamenti specifici per aumentare nel nostro paese le occasioni di crescita culturale e professionale. Questo è il primo passo
per uscire dtdla povertà. E uno stato democratico deve investire il
massimo nella valorizzazione delle
risorse umane. Ma le cifre riportate
dai Rapporti sono anche un severo
monito per i cristiani e per le chiese (cominciando da quelle più potenti e ricche) ; quei dati ci interpellano fortemente sulla nostra fedeltà all’Evangelo.
¡MEDITAZIONE»»-^
Non siote sleali con Dio
di ARRIGO BONNES
Il segretario generale
del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), pastore Konrad Raiser, ha svolto nei giorni scorsi una visita nella Repubblica democratica del Congo, accompagnato da due rappresentanti della Conferenza delle chiese di tutta
l’Africa (Ceta): il segretario generale Clement landa e il presidente Kwesi
Dickson. La visita, che si è
conclusa TU luglio, ha
avuto l’obiettivo di «rinnovare i contatti fra il Cec
e le chiese congolesi», ha
dichiarato Konrad Raiser
all’agenzia ecumenica
Eni. Dai colloqui con i
rappresentanti delle chie
se della zona orientale del
paese, Raiser ha ricevuto
informazioni sulla situazione della guerra nell’area di confine con il
Ruanda, Burundi e Uganda. «Intendiamo inoltre
comprendere come le
chiese possano contribuire alla risoluzione del conflitto nell’Est del paese»,
ha detto Raiser, il quale ha
aggiunto che ogni iniziativa di questo tipo dovrà
svolgersi in stretta collaborazione con la Chiesa
cattolica romana. La delegazione ha incontrato anche esponenti del governo
di Laurent Kabila e delle
forze democratiche di opposizione del paese, (nev)
CULTURA!
Bibbia e mondo pagano
A PAGINA 4
di EUGENIO STRETTI
Valori per i non credenti
di CLAUDIO TRON
30 anni fa la Luna
di ALBERTO BRAGAGUA
^VILLAGGIO GLOBALE«
I profughi in Puglia
di GRAZIA RITA PIGNATELLI
2
VENERDÌ 23 LUGLIOiq^
vener
°Non abbiamo
forse tutti un solo
padre? Non ci ha
creati uno stesso
Dio ? Perché dunque
siamo perfidi l’uno
verso l’altro così che
profaniamo il patto
dei nostri padri?
"Giuda si è
dimostrato infedele
e l’abominazione è
stata commessa in
Israele e a
Gerusalemme;
perché Giuda ha
profanato ciò che è
santo al Signore, ciò
che Egli ama, e ha
sposato figlie di dèi
stranieri. colui
che fa questo, il
Signore sterminerà
dalle tende di
Giacobbe chi veglia
e chi risponde, e chi
offre l’oblazione al
Signore degli
eserciti!
'^C’è un’altra cosa
che voi fate: coprite
l’altare del Signore
di lacrime, di
pianto e di gemiti,
in modo che egli
non badi più alle
offerte e non
le accetti con
gradimento dalle
vostre mani.
^‘’Eppure dite:
“Perché?” Perché il
Signore è testimone
fra te e la moglie
della tua
giovinezza, verso la
quale agisci
slealmente, sebbene
essa sia la tua
compagna, la
moglie alla quale
sei legato da un
patto. ^^Ma, direte
voi, non ce n’è uno
che fece così? E
tuttavia, lo spirito
rimase in lui. Ma
perché quell’uno lo
fece? Perché cercava
la discendenza
promessagli da Dio.
Badate dunque
al vostro spirito
e nessuno agisca
slealmente verso
la moglie della sua
giovinezza.
“Poiché io odio
il ripudio”, dice
il Signore, Dio
d’Israele; “chi
ripudia copre di
violenza la sua
veste”, dice il
Signore degli
eserciti.
Badate dunque
al vostro spirito
e non siate sleali»
(Malachia 2,10-16)
«NON SIATE SLEALI CON DIO!»
Al tempo del profeta, i sacerdoti e il popolo di Giuda stanno tradendo il «patto»
che Dio ha stabilito col suo popolo. Malachia cerca di indicare il nuovo cammino
ARRIGO BONNES
Quando nella nostra vita le
cose vanno male cerchiamo
in primo luogo di capire quali
sono le cose che non vanno, in
secondo luogo le cause che hanno prodotto la situazione di malessere e, in terzo luogo, le soluzioni per venirne fuori. Leggendo il libro del profeta Malachia
avvertiamo che le cose in Israele, nella metà del V sec. a.e.v.,
non vanno bene.
Una società in crisi
P'
della insoddisfazione tra la
popolazione, o in una parte di
essa; la gente dice «In che modo
il Signore ci ha amati?» (1, 2).
Molti o pochi ritenevano che le
promesse non fossero state interamente (?) mantenute da
Dio. Nel «paese ove scorre il latte e il miele» ci sono stati periodi di siccità e di carestia e la
gente che abitava nella città che
era la «casa del pane» (Bet Lèhem) era stata costretta ad andare nella campagne di Moab
(Rut 1, 1). Israele non era più
uno stato indipendente: da almeno tre secoli i grandi imperi
degli assiri, dei babilonesi, dei
persiani la facevano da padrone: Giuda è stato prima vassallo, poi semplice provincia. L’
istituto monarchico, con tutte le
belle e solenni promesse di un
casato (quello di Davide) che
non avrà mai fine, è soltanto un
pallido e indifferente ricordo.
La legislazione mosaica che doveva costituire lo scheletro per
il nuovo tessuto sociale non trovava il suo sbocco applicativo. Il
tempio, fortemente voluto dagli
Preghiamo
Dio onnipotente, ricordaci sempre che nessuno può
mai far del male agli altri senza far male a se stesso, e
mille volte di più, davanti a Te.
Fa’ dunque che siamo portati a perdonare più che a
colpire, ad avere pietà più che odio.
Insegnaci, Padre, a non confidare in noi stessi o nelle
nostre belle imprese, bensì a tutto aspettarci dalla tua
inesauribile bontà.
La tristezza di vivere, spesso in disaccordo con la tua
volontà, non ci sommerga mai;
ma piuttosto la Tua misericordia si estenda a tutta la
nostra vita e la renda fruttuosa. Amen
Martin Lutero
(tratto da Méditations et prières. Librairie protestante,
Paris, 1983 - citato in Preghiere dell’umanità, Queriniana, Brescia, 1993)
esuli che si erano radicati nella
diaspora e «imposto» dalla minoranza di esuli che erano rientrati, non raccoglieva l’attesa
adesione religiosa.
Il «male» denunciato da Malachia investe la classe sacerdotale
e la popolazione. Gli esegeti tendono a distinguere i peccati dei
sacerdoti da quelli della popolazione; personalmente sono convinto che siano invece strettamente intrecciati. Una volta reintrodotto il culto «sacrificale»
(in assenza del tempio possiamo
pensare a una sua sospensione
sia per gli esuli deportati a Babilonia, che per il residuo rimasto) esso doveva essere vissuto
come momento fondamentale
della relazione tra l’uomo e
Yhwh, ma la popolazione da
una parte, con «offerte» decisamente modeste di animali ammalati, ciechi, zoppi e la classe
sacerdotale dall’altra volutamente rassegnata e incapace a pretendere quanto disposto dalla
legge rituale, hanno reciprocamente dimostrato il loro estraniamento nei confronti di Dio.
Come Samuele è l’espressione
della fase di passaggio dall’epoca dei giudici a quella della monarchia e con lui nasce la figura
del «profeta» in qualche modo
istituzionalizzato, così mi pare
che Malachia sia l’espressione
del passaggio dalla fine della
monarchia, già sancita dalla dissoluzione dello stato, alla nuova
condizione di «provincia» in cui
sta per nascere un nuovo «centro di potere» che sarà rappresentato, fino a Gesù, dalla classe
sacerdotale. Malachia quindi si
assume il compito di indicare il
nuovo cammino e, come dicevamo la settimana scorsa, per
lui è il rilancio del «rito».
Il peccato del popolo
E quando si vive una fase di
transizione, si sa ciò che si è
lasciato alle spalle ma non si sa
ancora quello a cui si va incontro. La classe sacerdotale che vive a Gerusalemme nella metà
del V séc. a.e.v. è una classe che
non ha ancora potere: non ha
una forza economica in quanto
non ha accesso alla proprietà
terriera, non ha un esercito ma
non ha ancora neanche un potere morale: «Le labbra del sacerdote sono le custodi della
scienza e dalla sua bocca si ricerca la legge... ma voi vi siete
sviati, avete fatto inciampare
molti nella legge» (2,7-8).
Per molti esegeti, con questo
nostro brano, Malachia vuole
denunciare il peccato della comunità: il popolo sposa donne
straniere, il popolo divorzia. È
in crisi anche l’istituto familiare!
A orecchio ricordiamo che in
quel periodo il popolo viene invitato a «rispedire» a casa le
donne straniere ma, nello stesso
tempo, ricordiamo anche che il
libro di Rut ci presenta positivamente la donna straniera: anche lei può fare la scelta «il tuo
popolo sarà il mio popolo, il tuo
Dio sarà il mio Dio» (Rut 1, 16).
Siamo davanti a due scuole di
pensiero che si contrappongono? Penso che il problema sia
più sottile: certo anche una parte del popolo avrà contratto
«matrimoni misti», certo il matrimonio monogamico avrà indotto degli uomini a volersi separare dalle loro mogli, sono
però convinto che la denuncia
di Malachia non sia generalizzata: l’oscuro versetto 15 rimanda
a un tentativo coscientemente
fatto: come Abramo si è unito
ad Agar l’egiziana per avere la
discendenza promessa da Dio,
così i sacerdoti si sentono autorizzati di lasciare le loro mogli
per contrarre matrimoni convenienti con le figlie dei proprietari terrieri ancorché non ebree. Il
fine giustifica i mezzi. Come lo
Spirito rimase su Abramo, perché non dovrebbe rimanere sui
sacerdoti i quali cercano di acquisire un «potere» (economico) non per loro stessi, ma per
poter «guidare» il popolo alla fedeltà verso Dio?
È interessante notare lo slancio universalistico delle prime
parole: «Non abbiamo forse tutti
un solo Padre? Non ci ha creati
uno stesso Dio?» (2, lOa). Perché
elevare barriere, tirare confini,
distinguere in indigeni e stranieri? Rut la moabita non è forse la
bisavola del re Davide? E Ninive,
la grande città, non si è forse
convertita davanti alla predicazione di Giona? Malachia però
non abbocca, dietro all’universalismo così palesemente professato c’è il reale disprezzo del
prossimo e di Dio: «Perché dunque siamo perfidi l’uno verso
l’altro così che profaniamo il
patto dei nostri padri?» (2, lOb).
Nel caso di Rut la moabita,
Boaz esercita nei suoi confronti
il ruolo del «go’el», del riscattatore e mette in pratica la legge di
Dio portandola alle sue conseguenze più estreme, dilata la
legge del levirato ben al di là
della norma scritta per facilitare
l’applicazione della legge relativa al riscatto della terra e quindi
restituirla alla famiglia di appartenenza. Boaz non è solo agli
antipodi rispetto a coloro che
«comprano con denaro i poveri
e l’indigente se deve un paio di
sandali» (Amos 8, 6), ma è anche
totalmente alternativo rispetto
ai sacerdoti e quegli altri giudei
che, attraverso il matrimonio
con donne non ebree, vogliono
impossessarsi di una proprietà
che nessuna legge del giubileo
(fintanto che non verrà realmente applicata) potrà loro dare. Se
il libro del profeta Malachia stigmatizza e condanna il tentativo
in atto, il piccolo libro di Rut indica la strada da percorrere:
l’applicazione della legge cbe
Dio ha dato al suo popolo.
Il «patto» tradito
I sacerdoti e il popolo di Giuda
stanno tradendo la legge di
Yhwh, o meglio ancora il «patto»
che egli ha stabilito col suo popolo. Partendo quindi da una situazione reale, la crisi dell’istituto matrimoniale che viene
sottoposto alle leggi di «mercato» del suo tempo, Malachia si
riallaccia alla grande tradizione
profetica denunciando il comportamento «sleale» per il tradimento del «patto» che lega l’uoma alla donna, il popolo di Giuda a Dio. La risposta di Yhwh
per questo comportamento dei
sacerdoti e del popolo è il silenzio, il rifiuto dei sacrifici. Non è
un silenzio sdegnato: quello di
Malachia è l’ultimo, estremo
tentativo di ricondurre il popolo nell’alveo di un rapporto fecondo con il Dio che «ha amato
(eletto) Giacobbe e ha odiato
Esaù» (1,2-3).
11 male, all’epoca di Malachia,
visto esternamente, consisteva
nella crisi dell’istituto familiare
che non si fondava più sulla base di un patto stabile ma era
soggetto agli «interessi» economici del momento; in un’economia povera soggetta ai capricci
del tempo, all’abuso dei ricchi
proprietari terrieri e alle vessazioni di una potenza straniera;
visto internamente, cioè nelle
sue cause, era l’egoismo che
portava al comportamento sleale, la sfiducia nel Dio del patto e
la conseguente non applicazione delle leggi che producevano
giustizia e solidarietà.
(2 - continua)
Note
omiletiche
I commentatori diviri,
no generalmente il bra
in due parti: la primaj
10-12) dovrebbe essere
condanna dei «rnatrimrJ
misti», la seconda (v f
16) vorrebbe condannai
il divorzio. La pratica ¿
divorzio portava all'Ina
no della comunità giudi
ca un alto numero di doi
ne sole le quali per pot^
vivere dovevano
alla solidarietà del
ocorreii
gruppi
familiare. La pratica d(
matrimoni misti comporti
va che madri non giuda
fossero responsabili del
l'insegnamento verso i|
gli di padri ebrei. Le doi
ne straniere si caratteri!
zavano spesso per il lon
attaccamento alla loro re
liglone originaria e quint
i valori che trasmettevai*
non erano quelli propj
del mondo giudaico.
La giustificazione peri
matrimoni misti si manifesta esternamente con li
pretesa universalistica (*
IOa) che viene però stig
tnatizzata come perfidia i
"profanazione del pàtt(
(lOb). Le espressioni d
giudizio usate sono abba
stanza forti: infedeltà
abominazione, profana!
zione. Indubbiamente li
problema dei matrimoni
misti è un problema serio,
ma già il libro di Rut cl offre una soluzione al ri-;
guardo: non attraverso:
una scappatoia, una fin]
zione universalistica, ma'
testimoniando che solo vivendo la parola di Dio nel-1
le sue conseguenze piùj
estreme è possibile uscire'
dal ghetto della paura per
aprirsi alla libertà dei «figli di Dio».
Non viene data alcuna
giustificazione dei molti
casi di divorzio. Possiamo;
intuire che dietro ci possa’
essere la «voglia» di contrarre nuovi matrimoni, ir
questo caso «misti», per
probabili interessi economici. Il giudizio espresso
parla di slealtà. Una parola altamente in disuserei
nostro linguaggio odierno, ma che ritorna ben tre;
volte nello spazio di trei
versetti.
Anche il divorzio è un;
problema del nostro ternpo. L'idea che la società sia.
fondata sulla famiglia e la
nostra Repubblica sul lavoro è da una trentina d'anni in qua messa in discussione e non mi pare che, al
momento, siamo arrivati a
trovare una soluzione: ci
sono ancora persone che si
tolgono la vita perché non
trovano lavoro, ci sono ancora persone che perdono
la loro vita perché non si
sentono più amate. Anche
noi come Malachia stiamo
vivendo in un periodo ai
transizione. Il testo dice
che II Signore «odia» questo modo di fare e ci ammonisce a prestare attenzione. Lo faremo?
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glio se
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to per
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tro do
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selezi
que V
raccc
la no
Ne
nunc
mina
inten
Per
approfondire
III
- Giovanni Roggio, G/o
ete-Baruc-AbdiaZaccaria-Malachia, Gii ulti'
mi profeti, Queriniana.
Brescia, 1991.
- André Neher, L'essenza dei profetismo. Mane ti. Casale Monferrato, ’»A
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ron H. Ringe (a cura di), ^
Bibbia deiie donne - un
commentario, volume 2;
da Ester al Deuterocanom
ci (edizione italiana a cura
di Teresa Franzosi), Claudiana, Torino, 1998.
_ Mary Margaret PaZ'
dan, / iibri di Gioeie-AD_
dia-Aggeo-Zaccaria-M^[
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dei Secondo Tempio ■'
aei iecofiuu ,
sraeie tra Vi secoio a.C e
secoio d.C., Sei, Torin
1994, parte 2“.
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plf; È Stato eletto il 5 luglio scorso dal Comitato esecutivo dell'Arm a Taipei
Un africano a capo dell'Alleanza riformata
Il pastore Setri Nyomi, del Ghana, sarà il primo segretario generale dell'Arm
proveniente dall'Africa e il primo non europeo. Subentrerà a Milan Opocenskij
Dal Mondo Cristiano
Setri Nyomi, pastore del
Ghana, è stato eletto nuovo
segretario generale dell’Alleanza riformata mondiale
(Arm). Attualmente è uno dei
responsabili della Conferenza
delle chiese di tutta l’Africa
(Ceta) a Nairobi (Kenia). Non
sarà solo il primo segretario
generale dell’Arm proveniente dall’Africa, ma anche il primo segretario non europeo.
L’Arm, fondata nel 1875, ha
tenuto la sua prima Assemblea generale nel 1877. Oggi
conta 214 chiese membro
(presbiteriane, congregaziondiste, riformate e unite), la
maggior parte delle quali si
trova nell’emisfero Sud. All’inizio, l’Arm ha avuto la sua
sede centrale a Edimburgo fino al 1948, e durante quel periodo tutti i segretari generali
erano scozzesi. Dopo l’istituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a Ginevra, la sede dell’Arm è stata
trasferita a Ginevra. Da allora, l’Arm ha avuto due segretari generali svizzeri, quindi il
teologo ceco Milan Opocenskij, che andrà in emeritazione l’anno prossimo dopo
avere assunto l’incarico negli
ultimi dieci anni.
Il Comitato esecutivo dell’Alleanza, che ha tenuto la
sua riunione annua a Taipei
(Taiwan), ha annunciato la
nomina di Setri Nyomi il 5 luglio scorso. Secondo un rapporto presentato dal Comitato per le nomine, TArm ha ricevuto 31 candidature (quattro donne e 27 uomini). Dopo l’intervista dei candidati
selezionati (una donna e cinque uomini), il Comitato ha
raccomandato all’unanimità
la nomina di Setri Nyomi.
Nel discorso che ha pronunciato per accettare la nomina, Setri Nyomi ha lasciato
intendere che coniugherà la
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In primo piano il pastore ceco Milan Opocenskij, segretario generale
uscente dell’Alleanza riformata mondiale
riflessione teologica sul modo
di promuovere la giustizia sociale con un approccio pastorale basato sulla collaborazione con il personale dell’Arm.
Secondo alcuni membri delTArm, questa convinzione nel
valore del lavoro di équipe è
stata uno dei fattori determinanti nella scelta del nuovo
segretario generale. Il segretario generale è infatti il responsabile esecutivo dell’Arm
il cui staff è costituito di undi-'
ci persone, cinque al livello
esecutivo e sei al livello amministrativo. L’Arm, nella sua
fisionomia attuale, è frutto
della fusione realizzata nel
1970 con il Consiglio congregazionalista internazionale.
Setri Nyomi ha 45 anni. È
sposato con Akpene Esther;
hanno tre figli. Inizierà a lavorare a Ginevra nei marzo
prossimo. Il suo mandato è di
cinque anni, rinnovabile. In
un’intervista concessa all’agenzia Eni poco prima dell’annuncio della sua nomina
Setri Nyomi, che è pastore
della chiesa evangelica presbiteriana del Ghana, ha dichiarato di non essere semplicemente cristiano perché
nato in una famiglia cristiana, ma perché aveva deciso,
in gioventù, «di far parte della comunità cristiana». ,
Il metodo di lavoro di Setri
Nyomi si può spiegare, tra
l’altro, con i suoi undici anni
di studi universitari superiori: ha ottenuto un master in
teologia dell’Università di
Yale (Usa) e un dottorato in
teologia pastorale al Seminario di teologia di Princeton
(Usa). Alla domanda su ciò
che'avrebbe fatto per risolvere le tensioni e le frustrazioni
che potrebbero derivare dai
rapporti con membri di altre
organizzazioni religiose. Setri Nyomi ha risposto: «Senza
minimizzare le sfide che mi
attendono, ed è una grande
sfida, la mia formazione in
teologia pastorale mi ha insegnato ad ascoltare le persone, e a lasciarle essere
quello che sono. Questo mi
nimizzerà i conflitti». Setri
Nyomi apprezza la collaborazione con altre tradizioni
cristiane. «Parlando nel 1999,
sono felice di dire che assistiamo a una mescolanza e a
uno sviluppo in tutte le tradizioni, e ciò che abbiamo in
comune sta aumentando.
D’altra parte, e me ne rallegro, noi riformati siamo stati
fra i primi ad avviare una riflessione teologica approfondita per migliorare la nostra
efficacia sul piano del culto e
dell’azione sociale».
Circa il suo ruolo attuale
presso la Ceta, Setri Nyomi
ha precisato che il suo cornpito principale è di «mobilitare le chiese insegnando loro ad adattare la nostra fede
di fronte alle sfide attuali,
aiutandole a rispondere ai
problemi socio-economici e
a migliorare la formazione
per rafforzare il loro impegno
di fronte a queste sfide». Una
delle sue principali mansioni
è stata di coordinare la settima Assemblea della Ceta,
svoltasi nella capitale etiopica, Addis Abeba, nel 1997.
Da molti anni Setri Nyomi
si interessa all’ecumenismo e
ha potuto acquisire una «prospettiva mondiale» quando
era vicepresidente del gruppo
di lavoro dei giovani del Cec
tra le Assemblee di Vancouver
(1983) e di Canberra (1991).
Circa lo statuto presente e
futuro dell’organizzazione.
Setri Nyomi riconosce che
«l’Arm ha avuto una certa influenza sul mondo, rimettendo in discussione alcuni dei
sistemi più perversi, come
l’apartheid e l’ingiustizia economica. Ma questo aspetto
non è abbastanza conosciuto.
Dobbiamo fare di tutto per
adattarci a tutte le nostre comunità, questa è la sfida che
dobbiamo raccogliere».
Capo spirituale dei buddisti tibetani, vive in esilio in India dal 1959
Il Dalai Lama invitato a predicare nella cattedrale Saint-Pierre
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La cattedrale Saint-Pierre
di Ginevra si prepara ad accogliere il Dalai Lama, capo
spirituale dei buddisti tibetani, il quale predicherà durante il culto domenicale delT8
agosto prossimo. Tra 5.000 e
15.000 persone sono attese
per questo culto nel cuore
della città vecchia. Questo
avvenimento è l’ultimo di
una serie di manifestazioni
che sottolineano il ruolo
sempre più importante della
cattedrale, uno degli alti luoghi della storia dei riformati,
come centro di dialogo interreligioso. Intervistato a TaiPei durante la riunione del
Comitato esecutivo dell’Alleanza riformata mondiale
(Arm), il decano della cattedrale, pastore William McConiish, ha precisato che un
comitato interreligioso era
stato creato con l’appoggio
della cattedrale per organizzare la visita del Dalai Lama.
«Il Dalai Lama sarà accolto
nella cattedrale da un comitato non politico presieduto
dal principe Sadruddin Aga
Khan. Questo comitato comprende rappresentanti delle
grandi religioni».
Il Dalai Lama, la cui autorità spirituale è rispettata in
tutto il mondo, è a livello politico una figura controversa
perché simboleggia l’aspirazione di molti tibetani di liberarsi dal dominio cinese. Dal
VII secolo la storia del Tibet è
stata strettamente legata a
quella della Cina e nel 1950 le
forze comuniste cinesi riven
II Dalai Lama
dicarono il territorio. Nel 1959
il Dalai Lama che, secondo i
tibetani, è la 14« incarnazione
di Budda, è andato in esilio in
India. Da allora, viaggia molto
per parlare del buddismo e
per fare campagna per l’indipendenza del Tibet.
La cattedrale ha una lunga
tradizione di cooperazione
con i buddisti di Ginevra, che
hanno già partecipato a culti
a Saint-Pierre. «Noi riconosciamo la spiritualità del Dalai Lama e riteniamo che il
condividere le sue convinzioni si iscrive nella libertà riformata o presbiteriana, e questo nella speranza che il nostro incontro e la nostra celebrazione comune ci perrnetteranno di capire meglio il
nostro cristianesimo». William McComish ha ricordato
l’impegno di lunga data della
cattedrale al servizio del dialogo e i buoni rapporti con la
moschea, con la comunità
ebraica liberale, con la gerarchia cattolica, con i buddisti
e con altri gruppi di Ginevra.
La cattedrale, ha sottolineato McComish, sta diventando «il cuore di un nuovo
centro religioso che permetterà di approfondire la comprensione tra le grandi religioni di questo mondo. Con il
termine “centro” intendo dire un terreno di intesa fra tutti gli estremi, un luogo in cui
la gente ordinaria di tutte le
religioni possa sentirsi a casa
propria». Ora, ha proseguito
McComish, «in ognuna delle
nostre tradizioni, siamo oggetto di pressioni da parte di
gruppi estremisti o conservatori o fondamentalisti, come
per esempio l’estrema destra
ebraica in Israele o le posizioni estremistiche in Irlanda
del Nord». Qualcuno ha chiesto perché è stato invitato un
pagano: «Non possiamo permetterci di lasciare prevalere
gli estremisti religiosi. Questo
non ha nulla a che vedere
con il sincretismo - ha proseguito McComish riferendosi
a coloro che rimproverano al
dialogo interreligioso di essere un miscuglio di religioni
che indebolisce il cristianesimo -. Non c’è alcuna perdita
di identità. Noi invitiamo la
gente così com’è, non la invitiamo a “certe condizioni”».
William McCormish ba ricordato che il ruolo della cattedrale come centro di dialogo interreligioso è strettamente connesso al suo pas
sato. Nel XVI secolo fu la
chiesa del riformatore Giovanni Calvino. Nel XVIII secolo, lo scrittore e filosofo
Jean-Jacques Rousseau vi fu
battezzato. Lo statista americano Thomas Woodrow Wilson e il fondatore svizzero
della Croce Rossa, Henri Dunant, frequentavano la cattedrale che appartiene alla
Chiesa nazionale protestante
di Ginevra.
McComish, 56 anni, è originario dalTIrlanda del Nord
dove è stato consacrato pastore della Chiesa presbiteriana d’Irlanda. Vent’anni fa,
dopo essere stato cappellano
in un carcere dell’Irlanda del
Nord, venne a Ginevra per
motivi di sicurezza. È diplomato in scienze politiche al
Trinity College di Dublino ed
è titolare di un dottorato dell’Università di Ginevra. Le
sue posizioni sull’importanza
della tolleranza si sono sviluppate molto durante quel
periodo in Irlanda del Nord.
«Mi sono reso conto che la
“religione" veniva sempre
più utilizzata per dividere
l’umanità. È essenziale che i
membri visibili delle grandi
religioni mostrino di essere
capaci di avvicinarsi, e di pregare insieme. È l’unica dinamica per aiutare una grande
parte dell’umanità a percepire la ricchezza altrui, anziché
vedere nell’altro una minaccia. Dobbiamo cominciare da
qualche parte. Esiste un luogo più simbolico della cattedrale Saint-Pierre?». (sni)
? Svizzera: Heidi Hadsell rimane a Bossey
GINEVRA— Il 9 luglio scorso il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Konrad Raiser, ha annunciato che il McCormick Theological Seminary di Chicago ha
accettato di prolungare di altri due anni il distacco di Heidi
Hadsell presso l’Istituto ecumenico di Bossey. La notizia è
stata accolta con grande sollievo negli ambienti del Cec a Ginevra. Due mesi fa infatti la Hadsell aveva annunciato che sarebbe dovuta tornare a Chicago per reintegrare il suo incarico
di decano del Seminario teologico McCormick. Nominata direttrice dell’Istituto ecumenico di Bossey nel ’97, Heidi Hadsell aveva intrapreso un vasto programma di ristrutturazione
degli studi che ora potrà portare a termine. La Lladsell ha
espresso i suoi «speciali ringraziamenti» al Consiglio ecumenico delle chiese e al Seminario McCormick. (Cec-info)
Guatemala: la Chiesa presbiteriana
esce dall'Alleanza evangelica nazionale
CITTÀ DI GUATEMALA — La Chiesa presbiteriana del
Guatemala ha deciso di ritirare la propria adesione aH’Alleanza evangelica nazionale, di cui faceva parte fin dalTanno della
fondazione, nel 1937. «Sono emerse alcune contraddizioni specifica un comunicato - specialmente per quanto riguarda
l’impegno delle chiese nella società: dalla partecipazione al
referendum costituzionale, al lavoro in favore dei minori abbandonati: campi nei quali i presbiteriani non intendono rinunciare alla loro testimonianza, come invece vorrebbe l’Alleanza evangelica nazionale». (nev/alc)
La Federazione protestante di Francia
afferma: non ci sono luoghi sacri
PARIGI — «Per le chiese riformate, anche se vi sono luoghi
carichi di storia e di significati, non vi sono luoghi che vanno
considerati sacri». È la posizione del Consiglio delia Federazione protestante di Francia (Fpf) che, con un comunicato alla
stampa, ha preso posizione sul problema dello status della città
di Gerusalemme. «La fede cristiana non deve essere legata a un
luogo, ma solo ad una persona: Gesù Cristo», dice il comunicato, che conclude auspicando una Gemsalemme «aperta a tutti,
dove razze e religioni convivono in armonia». (nev/fpf)
r Indonesia: visita di una delegazione
di donne del Consiglio ecumenico
GINEVRA — Guidata da Aruna Gnanadason, coordinatrice
della Commissione «Pace, giustizia e salvaguardia del creato»
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), è rientrata a Ginevra una delegazione di donne che, su invito della Conferenza
cristiana dell’Asia (Cca) e della Comunione delle chiese in Indonesia (Cd) ha compiuto una lunga visita pastorale alle comunità evangeliche dell’Indonesia. Nel corso di una conferenza stampa, la delegazione ha espresso forte preoccupazione per le persistenti violenze che vengono inflitte (e non adeguatamente represse dal governo) specialmente a donne e
bambini delle famiglie cristiane in Indonesia. (nevlcec)
Usa: la «chiesa virtuale» su Internet
STATI UNITI — Qualche sconcerto anche nella tecnologica
America per i risultati di una ricerca condotta tra i giovani statunitensi dal Barna Research Group sull’uso di Internet per
scopi religiosi. Secondo la ricerca, il 4% dei giovani americani
sono «navigatori religiosi» e di questi il 16% desidera usare Internet come sostituto della normale vita ecclesiastica e si aspetta di farlo entro i prossimi cinque anni. Questa tendenza a una
«chiesa virtuale» trova riscontro anche tra gli adulti: oltre il 12%
del popolo di Internet già utilizza la rete per scambi di riflessioni, commenti ed esperienze di tipo religioso. (nev/alc)
^ Germania: una nuova targa
al campo di sterminio di Bergen-Belsen
BERGEN-BELSEN — All’ingresso di quello che fu il campo
di sterminio di Bergen-Belsen, dove morì anche Anna Frank,
verrà posta una nuova targa di bronzo, in aggiunta all’attuale,
a ricordo delle vittime. Lo ha deciso il governo del Land della
Bassa Sassonia, specificando che la nuova targa indicherà,
differenziandoli, i vari gruppi di internati morti o uccisi all’interno del lager. La targa è stata preseritata ufficialmente dal
ministro per la Cultura del Land, Renate Jùrgens-Pieper, in
occasione del 54° anniversario della liberazione dei detenuti
dal lager. Questa tavola si aggiungerà ad una già esistente nel
cimitero la cui iscrizione ricorda le vittime ebree, dei Sinti e
dei Rom e i prigionieri di guerra. La nuova tavola ricorderà sei
altri gruppi di internati, tra cui i perseguitati politici, gli omosessuali e i testimoni di Geova. A Bergen-Belsen morirono circa 50.000 internati e oltre 30.000 prigionieri di guerra. (epd)
Chemnitz: costruzione di una sinagoga
nella città della «notte dei cristalli»
CHEMNITZ — Chemnitz, importante città dell’ex Repubblica democratica tedesca, nota allora come Karl-Marx-Stadt, inizierà quest’anno la costruzione di una nuova sinagoga. Nell’inaugurare, lo scorso 7 marzo, al municipio cittadino, una
mostra dal titolo «100 anni della sinagoga di Chemnitz» il sindaco della città ha detto: «Questa costruzione è un atto di giustizia e di solidarietà verso i nostri concittadini ebrei». La vecchia sinagoga, in stile romanico, inaugurata il 7 marzo 1899
dopo un lavoro durato due anni, fu incendiata e distrutta dai
nazisti nella famigerata «notte dei cristalli» (9-10 novembre
1938). La comunità ebraica di Chemnitz conta attualmente 290
membri. La nuova sinagoga avrà 220 posti a sedere e sarà solo
una parte del «Centro ebraico» progettato, il quale cornprende
sale e salette varie, per le prove dei cori, le attività giovanili,
l’insegnamento dell’ebraico, ecc. Ci saranno anche una biblioteca e la piscina per i bagni rituali. 1 costi ammontano a circa 8
miliardi e saranno coperti in buona parte da offerte. (epd)
4
PAG. 4 RIFORMA
A
VENERDÌ 23 LUGLIO 19qq
Un libro di Giancarlo Rinaldi su influenze e conflitti tra due mondi diversi
I primi cristiani e il mondo classico
In due tomi si parla delle confutazioni delle Scritture e delle controdeduzioni da
parte dei Padri della Chiesa. Uapostolo Paolo al centro delle polemiche più accese
EUGENIO STRETTI
//T ^ imperatore Teodo
''sio vuole che tutti i
popoli sui quali esercita il suo
dominio seguano la religione
che il divino apostolo Pietro
insegnò ai Romani e che è seguita dal papa Damaso e da
Pietro vescovo di Alessandria» (Editto di Tessalonica,
28 febbraio 380). Con questo
editto il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’impero romano; la battaglia
con il pensiero e la religione
pagana è vinta sul piano politico-militare.
È merito di un metodista,
Giancarlo Rinaldi, se il mondo del cristianesimo primitivo, nel suo rapporto con il
pensiero e le religioni nel
mondo classico, ci è stato
ampliamento disvelato con
passione esegetica ed erudizione storico-critica. Dieci
anni fa l’autore, membro del
Consiglio direttivo della Società biblica, ci aveva offerto
un ricco volume di testi e dati
in merito al conflitto tra paganesimo e cristianesimo nei
secoli II-IV dell’Impero: Biblia gentìum, pubblicata dalla
benemerita «Società biblica
in Italia». L’opera aveva avuto
autorevoli recensioni; basti
citare, tra gli italiani, J. A. Soggin in «Henoch» 12 (1990), M.
Simonetti in «Augustinianum» 30 (1990), M. Pesce in
«Annali di storia dell’esegesi»
7 (1990), D. Maselli in «Fedeltàapostolica» 10 (1989).
Il conflitto ebbe come base
la confutazione delle Scritture ebraico-cristiane quale
fondamento della predicazione evangelica. I tre principali pensatori pagani Celso,
Porfirio e Giuliano furono
esegeti attenti della Bibbia e
proprio per questo fu dura la
reazione del cristianesimo
vincente. La «damnatio memoriae» ha funzionato solo
in parte ed è merito degli
eruditi protestanti liberali,
un nome per tutti Adolf von
Lindos, nell’Egeo. Qui si dice che sia sbarcato l’apostolo Paolo alla
metà del I secolo
Harnack, se questi autori ci
sono noti, almeno nei frammenti sfuggiti all’ira dei cristiani vincitori. Conosciamo
dunque il pensiero pagano
attraverso l’opera di confutazione degli apologeti, difensori della fede evangelica. A
Origene, esegeta di chiara fama della Chiesa di Alessandria, dobbiamo la ricostruzione, seppure per frammenti, dell’opera di Celso, primo
pensatore pagano esegeta
delle Scritture ebraico-cristiane: Discorso veritiero. Sull’identità di Celso si sa poco,
forse era un filosofo epicureo
che all’inizio del II secolo
aviebbe scritto ad Alessandria
la sua contestazione del cristianesimo. Origene replica a
Celso quando questi è morto
da tempo (248). Celso fonda
la sua critica sulla Bibbia:
«Tutto questo vi diciamo sulla
base dei vostri scritti oltre ai
quali non abbiamo bisogno di
nessun’altra testimonianza,
perché vi mettete in trappola
da soli» (pag. 115).
Per quanto riguarda la Genesi, Celso secondo Origene
contesta il concetto di un dio
personale che privilegia un
popolo di oscure origini (cfr.
cap. 12, vocazione di Abrahamo, e cap. seguenti) che non
può competere con la cultura
greca. Celso notò, per quanto
riguarda il Nuovo Testamento, le diversità esistenti tra i
quattro Evangeli e le attribuì
ai cambiamenti effettuati dai
cristiani sul testo originale
nel tentativo di ovviare alle
obiezioni dei pagani (pag.
117). Spostandoci di un secolo in avanti (III), troviamo
l’opera del filosofo Porfirio di
Tiro; Contro i cristiani. Il canone biblico si andava chiudendo e contro questa fede
«recente e barbara» occorreva
equipaggiarsi con argomenti
fondanti e stringenti. È significativo che il primo tentativo
di raccogliere frammenti superstiti dell’opera sia stato
compiuto dall’erminiano filosofo del diritto Ugo Grozio
(pag. 137 e ss.). A differenza
di Celso, Porfirio esprime
una valutazione positivo del
Dio professato dagli ebrei ed
effettua per esempio, per
quanto riguarda l’esegesi del
libro di Daniele, delle considerazioni condivise dalla
contemporanea esegesi: il
corno che proferisce bestemmie (7, 8) non è l’anticristo
ma il nemico del culto giudaico: Antioco IV Epifane.
L’oggetto degli strali di Porfirio è Paolo, uomo infido e
mutevole nelle sue opinioni
su Dio (pag. 168 e ss.). Interessante la figura dell’imperatore Giuliano (360-363), in
gioventù lector delle Scritture
e poi apostata ed estremo difensore del paganesimo in
declino. La sua opera in tre
volumi. Adversas Galileos è
stata distrutta dai cristiani e
conosciuta attraverso la confutazione di alcuni padri della
Chiesa. Si veda nel II volume
(Testi e documenti), a mo’ di
esempio il commento a I Corinzi 9,16-23, pagg. 459 e 481.
Il lavoro accurato di Giancarlo Rinaldi è utile per l’esegeta dell’Antico Testamento
ma anche del Nuovo: ad
esempio l’esegesi di Galati 2
di Porfirio sembra che abbia
condizionato l’esegesi cristiana orientale del brano (II,
pag. 488 e pag. 493). In secondo luogo, come osservava
il noto esegeta Eberhard Nestle (1909), la conoscenza dei
frammenti pagani è indispensabile per sapere quale
testo biblico possedevano
Celso, Porfirio e Giuliano (la
Bibbia dei Settanta, le versioni di Aquila e Teodozione). In
terzo luogo lo storico della filosofia e del cristianesimo
contemporaneo può rintracciare antiche obiezioni pagane nel pensiero moderno e
contemporaneo. Infine per
chi scrive, che deve confrontarsi quotidianamente con la
necessità di predicare la Parola, uno stimolo nella ricerca e nella confessione della
fede evangelica.
Giancarlo Rinaldi: La Bibbia
dei pagani; I quadro storico; II
Testi e documenti. Bologna, Edizioni Dehoniane, 1998.
Prosegue la rassegna integrale proposta dai «Concerti del Quartetto)
Un'esecuzione italiana per alcune Cantate di Bach
PAOLO FABBRI
IL Vangelo di Giovanni è il
più profondamente escatologico dei quattro e, così
proiettato alle «cose ultime»
che finalizzano il piano di
salvezza di Dio per il mondo,
più di ogni altro si presta a
mettere in evidenza il cardine su cui poggia questo piano, che è la misericordia
(Esodo 34, 6-7) e quindi il
perdono come frutto di misericordia, di grazia, che libera gli esseri umani dall’ansia
di raggiungere la salvezza
con le proprie forze, cadendo
in un angoscioso cerchio vizioso per il confronto offerto
dal modello Gesù rispetto alle nostre limitate capacità di
amore, che solo Dio può potenziare. Non c’è da meravigliarsi che questo punto cardine della Riforma, sola gratin, sia stato il tema trattato
da Lutero nel Lied utilizzato
da Bach per la Cantata Bwv 7
Christ unser Herr zum Jordan
kam (Cristo nostro Signore
venne dal Giordano, 1724)
La cantata inizia con un
coro potente, sostenuto dal
pieno organico orchestrale
con due oboi d’amore e due
violini concertanti, archi e
basso continuo per evidenziare la grandiosità dell’opera salvifica del Signore. L’aria successiva trova nell’ac
compagnamento del solo
basso continuo una maggiore autorevolezza e forse anche l’afflato per divenire metafora dello stesso Spirito vivificante di Dio. Attraverso il
recitativo si perviene all’aria
del tenore, dove i violini
concertanti riportano tutto il
pathos della misericordia calata dal Signore sugli uomini,
con le loro cascate di terzine.
Il recitativo del basso invita i
credenti ad annunciare la
buona novella e apre all’aria
del contralto in cui riemerge il tema della salvezza dal
Maligno. Infine, nel corale
conclusivo, si sente nella forza di tutto l’organico, come
all’inizio, un’altra delle grandi affermazioni della Riforma, il sola fide, accompagnato dal solas Christus.
La Cantata Bwv 167 Ihr
Menschen riihmet Gottes Liebe (Uomini celebrate l’amore
di Dio, 1723) prende spunto
invece dal Vangelo di Luca e
precisamente dalla nascita di
Giovanni Battista (1, 57-80).
la composizione si apre con
un’aria «pastorale» che disegna subito il quadro di lode a
Dio per l’invio di Gesù, che
caratterizza tutta la cantata.
Il recitativo conduce all’ariaduetto con un contrabbasso
che, quasi come voce di Dio,
conferma e assevera la voce
del contralto. L’aria-duetto
che segue, in cui oboe da
caccia e basso continuo sostengono due voci femminili,
esprime con straordinaria intensità la fedeltà di Dio nella
sua promessa di dare all’
umanità una possibilità di
salvezza. L’andamento ostinato del basso continuo rafforza tale promessa. L’ultimo
recitativo si chiude con un
arioso che ha nell’ultimo verso un invito alla lode, sviluppata poi in forma di danza
nel corale conclusivo, in cui
gli archi tormentati invitano
al fiducioso abbandono nelle
mani del Signore.
L’ultima cantata di questo
gruppo, la Bwv 30 Freae dich
erlöste Schar (Rallegrati redenta schiera, 1738-1743) è
di vasta portata e deriva dalla
parodia di un dramma per
musica scritto nel 1737. Il
primo coro si apre con un
ritmo sincopato in cui si alternano interventi vocali e
strumentali con insistita ripetizione dei primi due versi
a evidenziare subito la lode
del Signore. Dopo il recitativo del basso la lode riprende
con l’aria in cui la voce insiste sul Name, il nome del Signore. Il recitativo del contralto prepara la bella aria seguente in cui ricompare il ritmo sincopato del coro iniziale, mentre il pizzicato degli
archi e lo staccato di flauto e
organo esprirhono la combattività con cui si deve affrontare l’insidia del maligno. Il corale centrale, dolcissimo, corrisponde a un inno dell’Innario cristiano utilizzato dalle nostre chiese. La
seconda parte prosegue nel
pensoso richiamo al piani di
salvezza divino, poi il recitativo del soprano, con la sua
intensa forza dichiarativa,
prepara l’aria seguente in
forma di giga rigorosa, che si
chiude con un bel pezzo
concertante. Gedald, pazienza, esorta il tenore nell’ultimo recitativo, richiamando
Formai vicino giorno della
morte liberatoria, preparando il bel coro finale in cui
l’assemblea dei credenti fa
esplodere la propria gioia.
L’orchestra «Vincenzo Galilei» ha fornito una prestazione rigorosa e di eccellente
livello, mentre la «Schola
Cantorum Francesco Landini» della Scuola di musica di
Fiesole, diretta dal maestro
Rinaldo Alessandini, ha dimostrato che cosa sia il bel
cantare, come del resto i solisti Patrizia Biccirè, Sara
Mingardo, Carlo Allemano,
Carlo Lepore. Su tutta l’esecuzione ha comunque aleggiato una dolce atmosfera
tutta italiana, un po’ lontana
da quelle dei complessi nordici a cui siamo abituati.
Un libro di don Vittorio Morero
Una ricerca di valori da fare
in comune con i non credenti
CLAUDIO TRON
PER un bel po’ la lettura
dell’ultimo libro di don
Vittorio Morero* è corroborante e affascipante per almeno due motivi. Innanzitutto
per il suo spessore biblico: in
un libro di un sacerdote cattolico trovare così poche citazioni di documenti conciliari
e pontifici e così frequenti e
penetranti riferimenti biblici
fa veramente piacere e produce un consenso che fa del
libro, se non un catechismo
per non credenti (impresa
abbastanza difficile per uno
che non credente non è mai
stato) almeno un catechismo
ecumenico.
In secondo luogo ci sembra cbe, a dispetto del sottotitolo poco invitante per un
protestante, il dialogo di
frontiera sia svolto meno
all’insegna dei «valori» che
della ricerca fiduciosa. Per
noi i «valori» rischiano troppo facilmente di essere sentiti come «meriti» e quindi come deviazione rispetto all’
annuncio della salvezza per
grazia. È vero che anche autori protestanti (in particolare, nella seconda metà del
nostro secolo, Gabriel-Ph.
Widmer e Roger Mehl) hanno cercato di delineare un significato teologico della nozione di «valori». Ma in genere il perseguimento di questo
concetto non è adatto a un
ecumenismo non solo tra
credenti e non credenti, ma
nemmeno tra le varie confessioni cristiane. L’autore non
è reticente su questo punto e
ammette onestamente che
l’organizzazione sociale avviene, secondo i non credenti, più spesso sulla base di accordi condivisi che sulla base
di valori universali difficili da
delineare.
Il libro è invece costruito
per almeno due terzi sulla
proposta di una ricerca comune in cui i non credenti riconoscano quella dei credenti e viceversa. Tale ricerca deve avvenire nella consapevolezza che il dogmatismo non
è appannaggio dei credenti,
come non lo è l’intolleranza.
Tutte le espressioni di pensiero hanno gli armadi pieni
di scheletri. In questo dialogo
di ricerca i credenti devono
forse fare il primo passo abbandonando la presunzione
di possedere la verità e mettendosi umilmente all’ascolto anche dei non credenti,
cioè di tutta l’umanità creata
a immagine di Dio. D’altra
parte i non credenti sono Invitati a verificare se per caso
la loro non fede non sia soltanto non fede in un Dio annunciato male dai credenti. È
possibile che quando si accorgano che il vero Dio è altro da quello saccentemente
annunciato dai credenti possano accorgersi che la fede,
tutto sommato, è più interessante di quanto avessero immaginato. Dialogo e cammino comune in una ricerca fiduciosa, dunque, non in una
ricerca scettica.
Don Vittorio Morero, direttore de
«L’eco del Chisone» e editorialista del quotidiano «Avvenire»
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Don Morero è molto efficace nella descrizione di questa
ricerca che vorrebbe essere
disinteressata e non volta all’aggregazione furbesca di chi
proprio non ne vuol sapere.
Ci sembra di scorgere toni
decisamente meno integristi
di quelli proclamati dal Concilio Vaticano II e ripresi dal
Catechismo della Chiesa cattolica: «L’ufficio di interpretare autenticamente la parola
di Dio scritta o trasmessa è
stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui
autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo» (§ 85). Per
don Morero il popolo di Dio
si estende oltre i confini della
chiesa e la parola del Signore
può essere sentita anche
contro la chiesa.
Non ci sentiamo, purtroppo, nella stessa sintonia con
l’autore nelle ultime pagine
del libro, quando tra i «valori» ispirati all’amore emerge,
sia pure con tono garbato,
l’arsenale delle battaglie pontificie e dell’episcopato cattolico degli ultimi anni contro
divorzio, aborto, coppie di
fatto, scuola senza insegnamento religioso cattolico eco.
Un capitolo è intitolato «Il
vero concordato; la laicità»,
ma poi don Morero non esita
ad affermare che in Italia per
ottenere la laicità c’è voluto
un concordato. Siamo d’accordo che lo stato fascista era
tutt’altro che laico nel senso
della tolleranza e del rispetto.
Tuttavia il Concordato del
’29 e la sua riedizione attualmente in vigore non possono
apparire come laici nemmeno ai più sprovveduti tra i
non credenti, né tanto meno
ai credenti. Perciò, quando il
catechismo passa dai temi
della ricerca a quelli dei «valori», diventa problematico
non solo per i non credenti
ma anche per i credenti di
impostazione diversa da
quella dell’autore. L’impressione un po’ deludente è che
il catechismo dei non credenti serva a raggiungere i
«valori» stabiliti dal magistero cattolico per una via diversa dall’obbedienza a questo
magistero, ma mantenendo
inalterati i «valori» stessi.
(•) Vittorio Morero: Il CatechF
smo dei non credenti. Dialogo di
frontiera per Tecumenismo laico
dei valori. Ed. Esperienze, Possano, 1999, pp 317, £22.000.
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VENERDÌ 23 LUGLIO 1999
ANNO 135 - N. 30
Sono stati definiti dalla Regione Piemonte i criteri e le modahtà di sostegno per gli interventi di riqualificazione alle attività commerciali e ai servizi in vari centri montani con non
più di 3 esercizi commerciali attivi e meno di 3.000 abitanti.
Le domande dovranno pervenire in Regione entro il 30 ottobre; i fondi disponibili ammontano a circa 12 miliardi e potranno essere erogati sia alle imprese commerciali che agli
enti locali, ad esempio per incrementare, nel caso dei Comuni, servizi di uso quotidiano quali ambulatori, uffici, telefoni
pubblici. Verranno concessi contributi a fondo perduto fino
all’80% del progetto. Nel Pinerolese sono interessati dal
provvedimento Angrogna, Massello, Lusernetta, Pramollo,
Prarostino, Usseaux, Salza, Rorà, San Pietro Val Lemina.
C9 è un paradosso nell’agricoltura delle nostre
valli. Abbiamo davanti almeno due e ben diverse attività
legate alla terra: la zootecnia,
fatta sempre meno da aziende
molto piccole, che richiede un
impegno totale ed esclusivo, e
la frutticoltura, ieri legata alle
coltivazioni sperimentali di
piccoli frutti e domani, come
l’altro ieri, forse alla castanicoltura, alla coltivazione dei
noccioli 0 dei mirtilli, all’apicoltura, tutte attività capaci di
produrre un certo reddito, ma
raramente esclusive. È destinata a diffondersi e crescere
un’agricoltura che vede operatori part time, un’agricoltura
che può contare anche su sovvenzioni europee o nazionali
che sempre più riconoscono a
AGRICOLTURA NELLE VALLI VALDESI
IL PARADOSSO
PIERVALDO ROSTAN
chi opera su un territorio
montano quel ruolo di presidio di cui si parla da anni.
In ogni caso è un’agricoltura che deve interagire con il
turismo, col mondo della cultura e dell’artigianato: i prodotti della terra, interessanti e
appetibili sotto il profilo della
qualità, devono essere presentati e conosciuti fra quanti
scelgono le valli alpine per i
loro soggiorni, più o meno
lunghi. Anzi vi sono, e non
solo in Italia ma in tutta Europa, intere famiglie che si muovono anche alla ricerca di cibi
genuini, di cui si conosce non
solo la provenienza ma anche
direttamente il produttore.
E qui veniamo al paradosso.
Ci sono nelle valli pinerolesi
molte cooperative; alcune sono nate una ventina di anni fa
sulla spinta che le Comunità
montane cercarono di dare al
LIRE 2.000 - EURO 1,03
mondo agricolo locale, altre
hanno alle spalle decenni di
attività. Ma la maggior parte
delle cooperative è in crisi:
c’è chi ha chiuso e chi sopravvive ma il grave è che spesso
nelle cooperative sono rimasti
solo gli anziani, mentre i giovani che hanno un po’ di spirito imprenditoriale se ne vanno e provano a farsi strada da
soli, a volte con brillanti risultati. C’è un però; mentre alcune forme associative sembrano aver davanti un futuro a
tinte fosche saranno i singoli
da soli a garantire un futuro
al settore o si scoprirà presto
la necessità di aggregarsi di
nuovo, per distribuire ciò che
si è prodotto e dunque «fare
sistema», proporre marchi di
prodotti e di aree?
Regione Piemonte
Internet: aiuti
per le aziende
Per coprire parzialmente i
costi dei servizi telematici delle aziende, come il collegamento a Internet o alle banche
dati, sono stati assegnati dalla
Regione contributi per complessivi 16 miliardi di lire a
oltre 700 piccole e medie imprese piemontesi (di cui 669
nella sola provincia di Torino)
che operano nelle aree a declino industriale. «Si tratta - dice
l’assessore all’Industria e artigianato, Gilberto Pichetto dell’attuazione di una specifica misura finanziata con i fondi strutturali europei, finalizzata allo sviluppo dei servizi
telematici, per consentire anche alle aziende di minori dimensioni di usufruire della rivoluzione informatica».
I finanziamenti sono stati
assegnati ad aziende che avevano previsto di sostenere
spese dal 1° agosto ’98 fino al
31 dicembre 2000 riguardanti
l’acquisizione degli strumenti
informatici (ad esempio computer) necessari per utilizzare
i servizi telematici di rete, e
hanno riguardato anche i costi
per il collegamento a Internet
per il primo biennio di attività. Il contributo della Regione, che è a fondo perduto, è
assegnato nella misura del
50% della spesa ammessa, e
non può superare il massimo
di 30 milioni di lire per azienda che ne faccia richiesta..
C’è poi in cantiere un secondo progetto, «Merchant
bank», che dovrebbe garantire una maggiore capacità finanziaria alle aziende andando a colmare la loro cronica
mancanza di risorse da destinare agli investimenti «Si
tratta - ha detto l’assessore
Pichetto - di selezionare le
imprese più meritevoli, partecipare al loro capitale, aiutarle nel processo di sviluppo e
disinvestire quando sono stati
/aggiunti gli obiettivi prefissati». Un progetto innovativo
che la Regione intende rendere subito operativo mettendo a disposizione per gli investimenti 51 miliardi.
Culti e incontri comunitari si susseguono nelle parrocchie
In estate le chiese delle Valli
si riuniscono all'aperto
CARMELINA MAURIZIO
E consuetudine e tradizione
nelle valli valdesi ritrovarsi d’estate con la propria
comunità in riunioni di quartiere, che richiamano nelle
piccole borgate montane non
solo i membri di chiesa residenti ma anche coloro che ritornano ai monti solo per le
ferie e i valdesi (a Massello
anche una nutrita colonia di
battisti) della diaspora in giro
o in villeggiatura nelle Valli.
Le riunioni estive si svolgono prevalentemente di domenica, prevedono riflessioni e
momenti liturgici, quasi sempre vi si svolge la Santa Cena,
e non manca l’aspetto conviviale; c’è poi sempre qualcuno
che porta dolci, bevande e in
alcuni casi si conclude la riunione estiva con piccole ma
sentite e allegre agapi di fraternità. La partecipazione a
questi appuntamenti è ovviamente legata alle condizioni
climatiche e il numero dei
presenti è variabile, dieci.
venti persone ma a volte anche cinquanta tuttavia, proprio
per la loro specificità, sono in
media più frequentate che
quelle invernali. «Spesso alle
riunioni estive oltre agli abitanti delle singole borgate,
prendono parte anche quei villeggianti che, proprio perché
ospiti delle valli valdesi - dice
il pastore di Bobbio Pellice,
Donato Mazzarella - sono stimolati a voler sapere di più
sul passato delle nostre chiese
o sugli aspetti teologici che le
contraddistinguono, sulle differenze con i cattolici soprattutto».
A volte le riunioni estive
hanno l’intento di riunire nello
stesso luogo più di una comunità, proprio per promuovere
incontri e occasioni di fraternità meno facili durante la stagione invernale, come è avvenuto proprio recentemente a
Las Ara, dove si sono ritrovate le chiese di Pramollo e Villasecca; in altri casi alcune
piccole comunità fanno della
riunione estiva un momento
significativo e non solo consuetudinario della vita della
propria chiesa, come avviene
a Rodoretto, che concentra in
estate gran parte dei propri incontri e delle proprie attività.
A differenza delle riunioni di
quartiere che si svolgono durante l’anno, quelle estive non
sempre riguardano un tema
specifico o sono dedicate a cicli di argomenti; molto spesso
infatti «sono anche occasioni
per presentare libri, per chiamare ospiti a parlare di esperienze o di opere e istituzioni
della chiesa valdese», spiega
Claudio Tron, pastore a Villasecca e Massello.
Alcune comunità, come avviene per esempio a Torre
Pellice, organizzano invece
dei pomeriggi comunitari, che
si svolgono a settembre nelle
piccole scuole di quartiere, e
diventano un’occasione di
fraternità ma anche contemporaneamente un momento di
collegamento tra la fine delle
attività estive e l’inizio di
quelle dell’anno. L’incontro
più noto e che naturalmente è
largamente il più frequentato
è rincontro all’aperto del XV
agosto. È lì che si incontra
davvero il popolo-chiesa; una
volta intere famiglie, partendo
anche all’alba, facevano chilometri a piedi per raggiungere il luogo prescelto; oggi non
è più così eppure in nessun altra occasione come al 15 agosto si trovano insieme i nonni
e i nipotini, insomma tutte le
generazioni della stessa famiglia. Quest’anno sarà la volta
di Perrero, che domenica 15
agosto riunirà nell’area dell’ex Pro Loco valdesi e amici
per trascorrere insieme una
giornata di fede e amicizia e a
Proseguiamo la rievocazione del Simposio svoltosi a Torre Pellice nel
1874 sulle scuole evangeliche. Tocca al
signor P. Fomerone di Susa leggere (alle
2 del pomeriggio) la relazione avente per
tema l’interrogativo Le nostre scuote sono esse all’altezza delle comunali? Quali
le loro pecche e quali i rimedi da proporre?. Interessantissima relazione; sembra di sentire riecheggiare certe considerazioni sul confronto fra scuole statali e
scuole private! Il maestro inizia col dire
che si è trovato in gravi difficoltà non
potendo rispondere in modo assoluto, atfermativamente o negativamente. Da abile oratore rivolge la domanda ìu suoi colleghi: «La vostra scuole è essa all altezza
della comunale in loco?».
Che cosa occorre a una scuola per essere considerata buona? Prima di tutto
dei locali idonei, «un bel locale, situato
in una piacevole posizione», degli arredi
confortevoli, «tavole e panche comode».
Segue un elenco di scuole dove secondo
IL FILO DEI GIORNI
RAFFRONTI
_____________FRANCO CALVETTI______________
lui i locali sono rispondenti alle esigenze
dei bambini: «scuole di Torino, di Livorno, dell’Elba, di Guidizzolo, di Venezia,
di Guastalla, di Pinerolo». Ma oltre
aH’edificio occorre che «il maestro sia
capace, sia sufficientemente istruito e segua un buon metodo».
Più avanti Fomerone spiegherà che il
maestro o la maestra deve essere coscienzioso nel suo compito e «deve preparare
fedelmente tutte le sue lezioni onde renderle interessanti». Mette in guardia dai
maestri mercenari, mentre tutta la sua approvazione va ai credenti che hanno la
meglio sui «maestri governativi increduli
sfegatati e si dicono liberali». Per la prima volta si parla con toni maschilisti delle
maestre: «Conviene adunque che [la maestra] si adorni di abito onesto, con verecondia, e modestia, non di trecce, o d’oro,
0 di perle, o di vestimenti preziosi (I Timoteo 2, 9)». Lasciando questa caduta di
stile apprezziamo quanto dice il. Fornerone a proposito della possibilità «di unire i
maschi e le femmine che appartengono
alla stessa classe». 1 valdesi sono stati anticipatori della formazione delle classi miste in un secolo rigorosamente credente
nella separazione dei sessi.
Dopo avere sparato sull’inefficienza di
certe scuole, l’oratore finisce con un contentino per tutti: «Il sig. Berchet, ispettore delle scuole governative nella provincia di Venezia, riguardo alle .scuole evangeliche di quella città: “Non voglio adularvi, ma vi dirò che queste scuole, in generale, sono superiori alle nostre, e la terza elementare corrisponde a un dipresso
alla quarta elementare regia’’».
partecipare all’organizzazione
dell’incontro non è solo la comunità di Ferrerò, infatti nello spirito della riunione vi è
proprio l’invito alla collaborazione di tutto il circuito.
Il tradizionale incontro del
XV agosto 1999 si terrà in località Cialancio (vicino all’area attrezzata) a monte dell’abitato di Ferrerò. Si troveranno in zona, oltre alle tradizionali vendite per beneficenza, un buffet e un piatto caldo
a £ 12.000, servito su prenotazione da effettuare al momento dell’arrivo. L’animatore del circuito e un gruppo di
monitrici si occuperanno delle bambine e dei bambini presenti. In caso di pioggia il
culto si terrà nel tempio e il
pranzo e gli interventi pomeridiani nel Centro culturale di
Penero.
Programma
ore 10: culto a cura delle pastore e dei pastori del 3° circuito. I membri delle corali
presenti sono invitati a radunarsi nelle vicinanze del
palco per guidare il canto.
Al termine del culto seguiranno vari messaggi.
Ore 14: Giorgio Tourn riprenderà il suo ormai atteso racconto... a seguire intervento
di Daniele Tron su «L’esodo dei valdesi della vai Pragelato alla fine del 1600».
Verranno esposti i pannelli
della mostra preparata in
Germania da Albert de Lange, per ricordare il 33° anniversario dell’emigrazione
valdese in Germania.
6
PAG. Il
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RONACHE
CONTROLLO SUI FUNGHI — L’Asl 10 ha deliberato
l’istituzione di un Ispettorato micologico per il controllo
della qualità e della commestibilità dei funghi raccolti dai
privati nel Pinerolese. Il servizio, gratuito, sarà a disposizione a Perosa Argentina, via Roma 22, il martedì dalle 14
alle 16 e a Torre Pellice, il mercoledì, in corso Lombardini
2, dalle 14 alle 16. Per informazioni telefonare alla dott.
Paltrinieri, 0121-2331-235407.
ASSOCIAZIONE DIVERTIMENTO: UN NUOVO STATUTO — L’associazione musicale Divertimento, che gestisce la scuola di musica di valle che ha sede a Lusema San
Giovanni, avrà presto un nuovo statuto. Ciò è dovuto al
cambiare delle normative e in^articolare a quella sulle Onlus (organizzazioni non lucrative); i Comuni faranno parte
organicamente dell’associazione. Oggi la scuola di musica
conta su 120 iscritti contro i 45 di cinque anni fa.
DIECI ANNI DI CORSI MUSICALI — Da dieci anni si
svolge, al Collegio valdese, un corso musicale estivo per
violino e musica da camera tenuto da Daniele Gay;
quest’anno un gruppo di ex allievi ha dato vita a una vera
e propria «orchestra da camera» diretta dal maestro Alessandro Crudele che esordirà domenica 25, nel tempio valdese di Torre Pellice, con replica lunedì 26 a Lusema sotto
la loggia dei mercanti. Nei prossimi giorni prenderanno il
via anche i consueti corsi.
LO SPETTACOLO DELLA MONTAGNA — È questo il titolo di una rassegna itinerante di teatro, musica e cinema
che coinvolge i Comuni della vai Pellice insieme alle valli
Susa e Cenischia; la rassegna verrà presentata in anteprima
martedì 27 luglio alle 21,30 al Museo nazionale della montagna presso il Cai di Torino in via Monte dei cappuccini.
INTERVENTI SUI CORSI D’ACQUA — Con i primi lavori a Bricherasio sono iniziati gli interventi previsti in tutta
la vai Pellice lungo i corsi d’acqua minori, da tempo abbandonati e capaci, in caso di piogge abbondanti, di causare danni anche ingenti sul territorio. Interventi di alcune
decine di milioni possono, in molti paesi, dare un contributo risolutivo. I lavori, su progettazione degli uffici tecnici
della Comunità montana vai Pellice, sono stati in larga parte affidati ad agricoltori della zona: è previsto il taglio della
vegetazione nell’alveo dei rii periferici per una distanza di
circa tre metri in modo da consentire il buon deflusso delle
acque ed evitare il formarsi di pericolose dighe.
L’ASL 10 CONFERMATA ISO 9002 — Il 9 luglio l’Asl 10
è stata sottoposta a ispezione da parte della Certiquality
settore Certimedica di Milano onde verificare la qualità
dei servizi resi ai cittadini. Il certificato Iso 9002 è stato
ottenuto nel 1998 e le ispezioni di controllo vengono effettuate periodicamente come verifica e momento di stimolo
al miglioramento dell’azienda sanitaria.
HOCKEY GHIACCIO: LA VALPE IN A CON 16 SQUADRE — È ormai confermato: la prossima serie A vedrà al
via tutto il meglio dell’hockey su ghiaccio nazionale (dai
campioni d’Italia del Merano alle varie Cortina, Bolzano,
Milano, Varese, Gardena, Asiago) in un solo campionato;
sabato scorso nei pressi di Bolzano i rappresentanti delle società hanno trovato un accordo con la Federazione ghiaccio.
La prossima serie A, al via il 2 ottobre, vedrà la partecipazione di 16 squadre (17 se anche le resistenze del Courmaosta cadranno) con un solo straniero, o oriundo, in organico.
CONTRIBUTI PER LE FIERE — La Regione Piemonte ha
deliberato i contributi per le rassegne fieristiche più importanti a livello piemonte.se; ben 35 milioni sono stati assegnati alla rassegna dell’artigianato di Pinerolo, 18 milioni a Barge per la fiera del riso e 20 milioni per Tuttomele di Cavour.
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A colloquio con Michele Bruno, allevatore di Bibiana
Struzzo^ la carne del Duemila
INCONTRO AL COLLE DELLA CROCE — Solo qual
che goccia d’acqua nel primo pomeriggio ha abbreviato il
consueto incontro di domenica 18 luglio al Colle della
Croce (nella foto) che ha visto la presenza di oltre 300 italiani e francesi saliti dai due versanti e l’esecuzione di numerosi inni da parte di una corale olandese durante il culto
presieduto dal pastore Donato Mazzarella, nel quale il pastore Gianni Genre ha predicato sulla condivisione. Solo
quando si condivide il pane con gli altri ci si accorge che
può bastare per tutti, come av.venne con la moltiplicazione
dei pani e dei pesci. Non c’è Evangelo senza condivisione;
non c’è pane della Santa Cena senza il pane per il pranzo.
In questo spirito i convenuti hanno condiviso il pane e il
vino, i canti, la gioia dell’incontro.
FEDERICA TOURN
Per la prima volta, l’anno
scorso, il dato sulla consistenza degli allevamenti di
struzzi ha fatto capolino nelle
statistiche regionali: ad inizio
’98 erano 1.367 gli struzzi allevati in Piemonte, di cui 620
in provincia di Cuneo, 300 ad
Alessandria e 80 nel Torinese.
Chiunque sia passato almeno
una volta dalla stazione di Bibiana, ne avrà sicuramente notati all’arrivo del treno:
dall’alto dei loro tre metri di
altezza osservano attenti tutto
quello che succede al di là
della rete di protezione.
Si tratta degli struzzi
dell’allevamento «Bi Bip Valpellice» di Michele Bruno,
che quattro anni fa ha deciso,
da attento conoscitore della
carne di struzzo, di comprare
quattro capi di razza «Blue
neck», costruire i recinti per
accoglierli e favorirne la riproduzione. «Mi avevano
venduto gli struzzi ancora piccoli garantendomi che si trattava di due maschi e due femmine e invece una volta cresciuti si sono rivelati tutti dei
maschi - racconta - ma erano
talmente belli che li ho tenuti
e ho comprato delle altre femmine». Un investimento:
qualche anno fa un animale
adulto già in grado di riprodursi costava anche 10, 12
milioni; oggi chi voglia tenere
struzzi al posto delle più placide mucche può cavarsela
con 4,5 milioni per un adulto
e un milioncino per un piccolo. Per il resto, non ha da
preoccuparsi: la famigliola
crescerà in fretta, se si pensa
che oggi l’allevamento di
Bruno conta circa 40 capi,
senza contare i piccoli, gli implumi e naturalmente le uova
fecondate. «Da febbraio ad
agosto le femmine depongono
le uova un giorno sì e uno no
per un totale di circa 40-60
uova schiuse l’anno - dice ancora Bruno -. I piccoli nascono solo d’estate perché patiscono moltissimo il freddo e
devono quindi essere già abbastanza grandi per affrontare
Tinverno senza pericoli». Allo stato brado il maschio prepara il nido nella sabbia e cova l’uovo insieme alla femmina, ma in allevamento l’uovo
appena deposto viene preso e
messo in un’apposita incubatrice a 36°, dove rimane per
42 giorni, finché si schiude.
«Al momento della nascita, il
piccolo struzzo non può mangiare, deve stare 4 giorni in
un’altra macchina ad asciugarsi e a “sgonfiarsi”», spiega
Bruno. Soltanto dopo questo
breve periodo in «camera di
decompressione», viene trasferito in un ambiente in cui
ci siano almeno 30° e può cominciare a becchettare un po’
di erba medica. «Allevarli
non è semplice - spiega Bruno - appena nati sono delicati
e hanno bisogno di cure, bisogna tenerli sul cemento perché non possono ancora mangiare direttamente dal terreno,
dividerli quando crescono e
selezionare il mangime a seconda dell’età o dell’opportunità di produrre uova». Una
femmina comincia a fare uova
a tre anni, ma un maschio raggiunge la maturità sessuale
solo a quattro; fino a quel momento i giovani struzzi stanno
tutti insieme in un recinto, in
attesa di essere destinati a una
compagna o al macello.
A questo proposito, la situazione è ancora in sospeso:
«Perché vengano predisposti
dei luoghi di macellazione
degli struzzi, bisogna cercare
di far conoscere la carne di
Allevamento di struzzi in vai Pellice
tei. 0121-323422, fax 0121- 323831
Consiglio comunale a Torre Pellice
Variazioni di bilancio
Quasi 200 milioni di avanzo
di amministrazione sono stati
destinati dall’ultimo Consiglio
comunale di Torre Pellice per
coprire i costi di diversi interventi. La cifra più alta (31 milioni) è stata inserita sulla manutenzione delle strade, una
voce prima senza disponibilità
economica; va però segnalato
che stanno iniziando proprio
in questi giorni lavori di ripristino strade e muri, decisi nello scorso autunno, per un importo di 200 milioni. Nell’avanzo di amministrazione
troviamo altre spese importanti: 42 milioni per il rifacimento esterno della torre civica e ritinteggiatura parziale
esterna, 30 milioni per adeguamento degli edifici scolastici, 10 milioni per la pubblicazione del catalogo dell'archivio storico. Quest’ultimo
intervento consentirà, grazie
anche all’accordo con una ca
sa editrice, di rendere pubblico l’interessante lavoro di catalogazione e riscoperta dell’archivio dei Comune messo
in atto negli ultimi anni.
Sono anche state apportate
variazioni al bilancio comunale per un importo di 109
milioni; la cifra più significativa sono i 55 milioni assegnati dalla Regione per il rifacimento di un ponticello sul
combai Fresco a seguito di un
evento alluvionale dell’agosto 1997. Per il resto il Consiglio ha provveduto alla nomina dei propri rappresentanti
(due di maggioranza e uno di
minoranza) nelle varie commissioni consultive e alla
creazione di una commissione di amministratori per i giochi olimpici del 2006 che potrebbero vedere Torre Pellice
coinvolta a livello di stadio
del ghiaccio (allenamenti o
gare è ancora da definire).
struzzo sul mercato - afferma
Michele Bruno - per ora
l’unica ad avere provato a macellarli è un’azienda agricola
di Susa, che nel giro di pochi
giorni dovrebbe avere il beneplacito della Regione. A quel
punto si potrebbe fare una
cooperativa di allevatori e organizzarsi per il trasporto, la
macellazione e la vendita».
Finora, infatti, tutta la carne di
struzzo consumata da noi era
carne congelata, proveniente
dalla Francia o da Israele; lo
stesso Bruno, che è anche proprietario del ristorante «Ponte
Nuovo» di Bibiana, la serviva
ai suoi clienti^ cucinata in diversi modi. «È carne buonissima - assicura - sembra di
vitello, ma non ha grassi: per
questo va fatta cuocere poco». Dalla carne di struzzo si
può ottenere filetto (costa
30.000 lire al chilo), spezzatino, arrosto, prosciutto cotto
ma la specialità di Bruno sono gli agnolotti di struzzo,
con il ripieno di carne e la pasta fatta con l’uovo. Dall’animale non si prende d’altronde
solo la carne, ma anche la
pelle per trasformarla in borsette e portafogli.
Se è vero che «la carne di
stmzzo è la carne del 2000»,
è probabile che nei prossimi
anni vedremo sempre più
spesso il curioso uccello dalla
vista acuta, il collo lungo e
l’andatura dondolante, data
dalle zampe capaci di farlo
correre a 80 chilometri all’ora
ma anche di ricordare a chi
voglia ricordarselo che lui, lo
struzzo, di domestico non ha
proprio niente.
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dea è partita nel ’97 quando il
Comune partecipò a un bando
indetto dal ministero dei Lavori pubblici per progetti che
mirassero a interventi nel settore dell’edilizia residenziale
sovvenzionata e ad azioni di
riqualificazione della qualità
della vita nei quartieri. Il prògetto inviato ha ottenuto recentemente 9 miliardi di fj.
nanziamento ministeriale, a
cui se ne aggiungono 3 messi
a disposizione dalla Regione
e può ora partire. «Il contrattò
di quartiere - dice Giulio
Blanc, assessore ai Lavori
pubblici ai Pinerolo - prevede
ia ristrutturazione (con creazione di ascensore, nuovo im-|
pianto di riscaldamento, mi-,
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stabili demaniali. Al posto!
dell’ex macello verrà realizzata edilizia pubblico-privata,
con creazione di una piazza ^
che favorisca la socializzazio- ‘
ne. Come incentivo aU’offerta
culturale, ricreativa e assistenziale del quartiere è previsto
uno stanziamento cospicuo e
il coinvolgimento dell’associazionismo per favorire una
ricucitura di quest’area con il
resto della città». La fase progettuale intanto continua e
giovedì 15 luglio Blanc e alcuni tecnici hanno incontrato
gli abitanti del quartiere pei
un confronto sugli interventi
da fare sugli stabili esistenti e
sull’area circostante.
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Allarme cibo dal Wwf di Pinerolo
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Lo scorso anno il Wwf svizzero ha pubblicato opuscolo
sulle manipolazioni genetiche
a cui sono sottoposti i cibiCrediamo sia importante divulgare queste informazioni.
La soia, per esempio, è
molto presente nella nostra
dieta, sia nell’alimentazione
vegetariana sia in quella delle
persone che mangiano carne,
perché la lecitina (che è estratta dall’olio di soia) è anche usata come sostanza legante nell’industria alimentare. Grazie a essa il cioccolato
ha una consistenza appropriata, la margarina e i gelati diventano soffici e lisci, è anche
presente nel pane, nelle torte,
nei biscotti, praticamente in
tutti i prodotti in polvere. Il
gruppo statunitense Monsanto
ha sviluppato un tipo di soia
transgenica introducendo un
gene che la rende resistente
all’erbicida «Roundup». Con
questa sostanza le «malerbe»
muoiono mentre la soia non
subisce alcun danno. Il problema è che la soia crescendo
può assimilare questi erbicidi
e attualmente nessuno conosce gli effetti a lungo termine
sulla salute umana e animale.
Altro caso di manipolazione
genetica è quello del salmone:
vista la considerevole richiesta di tale prodotto alimentare,
esso viene ora allevato in fattorie marine lungo le coste.
Essendo il costo del nutrimento per questi pesci alto rispetto al loro tasso di crescita, le
uova vengono trattate in modo tale da far nascere soltanto
femmine, poiché aumentano
di peso più velocemente dei
maschi. Inoltre, per poter installare allevamenti anche
nelle zone più fredde, è stato
introdotto nel patrimonio ge
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una sostanza antigelo. 1 salmoni transgenici potrebbero
sfuggire alle fattorie e mescolarsi alle popolazioni selvatiche con il pericolo che le popolazioni naturali spariscano.
Citiamo ancora il cacao, la
cui pianta è delicata e predisposta alle malattie che ne influenzano i raccolti. I grandi
fabbricanti di dolci hanno fatto modificare geneticamente
questa pianta e ora c’è un ca
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produrre un veleno insetticida. Negli Stati Uniti è stato
introdotto un gene che contiene un edulcorante, così che il
cacao è stato snaturato al
punto da fargli perdere il suo
caratteristico sapore amaro.
Anche da un punto di vista di
equità sociale ed economica a
livello mondiale queste manipolazioni possono avere conseguenze devastanti, infatti la
Nestlé ha prodotto in laboratorio colture di cellule che
producono cacao e che rendono così superflue le piantagioni del Terzo Mondo.
Come consumatori dobbiamo agire subito richiedendo
esplicitamente prodotti aln
mentati senza manipolazioni
genetiche e facendo pressione
su distributori e prodqttori affinché si impegnino a far si
che i loro prodotti siano garantiti in questo senso. A tal
fine presso la sede del Wwt
sezione pinerolese è istituita
una raccolta firme per una
tizione che, tramite la sede di
Roma del Wwf Italia, sarà in'
viata ai ministeri competenti,
con questa petizione chiediamo die siano varate leggi contro l’ingegneria genetica applicata ai prodotti alimentari.
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Una nuova legge di sostegno approvata dalla Regione
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Prima delle Olimpiadi
invernali del 2006 il
Piemonte avrà un’industria
turistica degna di questo nome»- Con queste parole, l’assessore regionale al Turismo,
Ettore Racchelli, ha presentato alla stampa la nuova legge
regionale per il sostegno all’offerta turistica approvata il
2 giugno dal Consiglio.
La legge stanzia 61,5 miliardi di lire per le piccole e
medie imprese a favore di investimenti nella ricettività
tradizionale e familiare, per la
ristorazione e l’agriturismo,
per gli impianti di risalita e le
fatture per il tempo libero
dei turisti. Una somma ripartita su un triennio ( 1,5 miliardi nel 1999, 40 nel 2000 e 20
nel 2Ó01), che metterà in moto altri finanziamenti dei privati. Entro il 31 ottobre di
ogni anno la giunta definirà
un piano contenente gli obiettivi di sviluppo dell’offerta
turistica, le iniziative oggetto
di finanziamento, le priorità
degli interventi, gli ambiti
territoriali e i criteri per la
presentazione delle domande.
Il turismo in Piemonte è
stato considerato sino agli
Anni 80 l’ultima delle proposte in grado di produrre reddito, per cui si investiva nel settore quanto la Valle di Aosta
impegnava nella sola battitura
delle piste. La scarsa attenzione posta sino allora a questa risorsa e la mancanza di
strategie di intervento, aveva
portato all’estensione a dismisura della costruzione di
seconde case a discapito del
recupero per finalità turistiche del patrimonio esistente.
Sì è avuta così, come conseguenza, la «banalizzazione»
delle località e delle risorse
La «Ciabranda» a Pomaretto
ambientali più vicine al luogo
di residenza dell’utenza, e si
è andata riducendo la fruizione del bene turistico a periodi
sempre più brevi o al pendolarismo di giornata.
Nel tempo solo la zona dei
laghi, che aveva una vocazione turistica già da lunga data,
ha saputo rinnovarsi mantenendo così le posizioni, mentre dopo il boom degli Anni
70, le stazioni sciistiche sono
entrate in crisi e il turismo
estivo, tolte poche eccezioni,
non è stato in grado di esprimere proposte vivaci. A partire dagli Anni 80 vi è stato invece l’emergere di una richiesta di turismo più qualificato
e rispettoso della natura e
dell’ambiente che ha portato
alla ricerca di cibi genuini e di
una alimentazione sana, per
cui vi è stata un’espansione
sia della proposta agrituristica
che del settore enogastronomico. Per questo tipo di risorse, secondo l’assessore, il Piemonte può offrire grosse potenzialità di sviluppo.
La legge concede contributi
per creare nuova ricettività e
ampliare quella esistente, per
l’acquisto di immobili e per la
loro ristrutturazione con incremento di posti letto, per l’adeguamento di dimore storiche,
l’esercizio dei servizi di affittacamere nelle case private (i
bed and breakfast diffusi in
tutto il mondo), la creazione
della «ricettività di atmosfera», la certificazione di qualità
delle stmtture, la realizzazione
e la riqualificazione di attrezzature per il turismo gestite da
imprese, come impianti di risalita e parcheggi. I finanziamenti prelevati da un apposito
fondo regionale saranno erogati da Finpiemonte e dagli
istituti di credito con i quali
verrà stabilita apposita convenzione. Gli interventi saranno di due tipi: finanziamenti
agevolati di durata massima di
18 anni, e contributi in conto
capitale nella misura massima
consentita dalla Commissione
europea. I Comuni dovranno
poi coordinare e sostenere la
riqualificazione primaria e secondaria delle aree interessate
e la Regione potrà intervenire
in loro sostegno.
Pinerolo: biblioteca
Libri in lingua
originale
Costruire una biblioteca interculturale raccogliendo all’estero testi bilingui o in lingua originale che trattino temi
deH’interculturalità. È questo
il progetto messo «in cantiere» recentemente dal 4“ Circolo didattico di Pinerolo, dalla
biblioteca civica Alliaudi e dal
Servizio bibliotecario territoriale. Vista però la non facile
reperibilità sul mercato di testi
in lingue straniere poco diffuse nel nostro paese i promotori dell’iniziativa hanno lanciato un invito a tutti i pinerolesi
che si recheranno prossimamente all’estero per lavoro o
in vacanza affinché si portino
a casa un libro e lo donino alla
nascente biblioteca.
«Facciamo appello - dicono
Isa Demaria, direttrice della
biblioteca Alliaudi di Pinerolo, e Laura Gallina, direttrice
dell’elementare Parri - a chi
ama viaggiare: fate un salto in
una libreria nei posti che visiterete e acquistate uno o due
libri, magari uno per ragazzi e
uno per adulti. Sarà anche un
modo per capire meglio la
cultura della nazione di cui
siete ospiti, un’occasione di
arricchimento personale da affiancare a momenti di svago».
È poi prevista, in un futuro
prossimo, la creazione alla biblioteca «Alliaudi» di una sezione dedicata all’interculturalità. La biblioteca intende in
questo modo proporsi come
riferimento anche per i cittadini di origine straniera. «Leggere e avere la possibilità di
conservare un legame con il
patrimonio culturale del proprio paese originario - dicono
all’Alliaudi - rappresenta sicuramente un valido stmmento a disposizione dei cittadini
immigrati per integrarsi nella
comunità pinerolese».
50 anni dopo
Un film-tv sul
Grande Torino
La storia del «Grande Torino», la leggendaria squadra di
calcio scomparsa 50 anni fa a
Superga, sarà prossimamente
ripresa in un film per la tv
che sarà trasmesso da Raiuno.
Le riprese del lungometraggio, che sarà prodotto con il
contributo della Regione Piemonte, inizieranno ad agosto
e il film dovrebbe essere presentato in autunno a Torino.
La narrazione ha come protagonisti due giovani, un
giornalista praticante alla radio, tifoso del Toro, e una ragazza figlia di immigrati, che
vivono una storia d’amore
mentre Valentino Mazzola e i
suoi compagni concludono la
loro esistenza nello schianto
dell’aereo contro la collina di
Superga. La storia del «Grande Torino» riproposta attraverso la ricostruzione del
viaggio da Lisbona a Torino,
viene nella trama del film a
intrecciarsi con le vicende
sentimentali dei due giovani,
facendo emergere quali furono i sentimenti di un’«intera
nazione» per quei campioni.
L’annuncio dell’inizio delle
riprese è stato dato dal presidente della giunta, Enzo Ghigo, che ha dichiarato che «la
Regione è lieta di offrire il
proprio sostegno alla realizzazione del progetto, coerentemente con la politica di incentivazione della produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva sul proprio territorio
di questi ultimi anni. A poche
settimane dall’anniversario
della tragedia di Superga, girare questo film è forse il miglior modo per onorare la memoria di giocatori che hanno
portato il nome di Torino in
Europa e nel mondo, legandolo a immagini e ricordi di
grandi imprese sportive».
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Nelle
Chiese
Valdesi
AGAPE — Dal 27 luglio al 3 agosto campo
donne su «Tra appartenenza e nomadismo».
BAGNOOU (CA D’LA
PAIS) — Da lunedì 19 a
lunedì 26 luglio si svolge
un campo estivo con il
gruppo dei grandi sul tema
«Ca d’ia pais».
ANGROGNA — Domenica 25 luglio alle ore
10,30, alla Ca d’ia pais al
Bagnòou, giornata comunitaria con culto, pranzo al
sacco, carne alla griglia,
giochi, caccia al tesoro.
PRALI — Domenica 1°
agosto riunione all’aperto
a Villa di Frali alle 15.
PRAROSTINO — Gio
vedi 22 luglio, alle ore 16,
riunione ai Gay. Domenica 25 luglio, alle ore 10,
culto nel tempio di Roccapiatta e giornata comunitaria a Pralarossa con pranzo
al sacco.
RODORETTO-FONTANTE — Domenica 25
luglio riunione quartierale
a Campo Clot alle 15.
FESTA
DEL RIFUGIO
RE CARLO ALBERTO
Domenica 25 luglio
Al culto di apertura della giornata (ore 10,30)
seguiranno il pranzo
con i residenti, momenti
di svago e il consueto
bazar. Parenti e simpatizzanti sono invitati a
trascorrere con noi un
momento di gioia.
Ferrovia Torre Pellice - Torino - Torre Pellice — Orario estivo
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8
PAG. IV
^LLI ^LDIESI
venerdì 23 LUGLIO 1999
Una rassegna di notevole livello organizzata dall'Associazione musicale «Divertimento)
Dieci giorni di grande musica da camera
Prosegue in vai Pellice la
rassegna dedicata al repertorio di musica da camera promossa dall’associazione musicale Divertimento. 1 prossimi incontri vedranno esibirsi,
giovedì 22 luglio, nel tempio
valdese, alle 21,15, il Quartetto d’archi di Torino composto da Giacomo Agazzini,
violino, Umberto Fantini,
violino, Andrea Repetto, viola, Manuel Zigante, violoncello e Valentin Berlinsky,
violoncello che proporranno
musiche di Sostakovic, Kurtag e Schubert.
Il «Quartetto d’Archi» di
Torino nasce nel 1988; nel
tempo ha ottenuto vari riconoscimenti, premi e menzioni
in Concorsi intemazionali. Il
Quartetto si è esibito per le
più importanti stagioni concertistiche in Italia e all’estero. Ha collaborato con artisti
quali Piero Farulli, Giuseppe
Garbarino e Aldo Ciccolini,
con il quale ha registrato per
la Phoenix un Cd dedicato a
Il «Quartetto d’archi» di Torino
Guido Alberto Fano. È stato
trasmesso da radio e tv di
mezza Europa. Gli strupienti
del Quartetto sono stati costruiti appositamente per loro
dai liutai Arnaldo Morano e
Roberto Collini.
Valentin Berlinsky ha stu
Riflessioni delle chiese
[^etìope sul carro
È arrivato il momento anche per me di scrivere questa
lettera che è ormai una consuetudine per chi deve confermarsi. A differenza dei
miei amici ho scelto di non
fare la confermazione e tenterò di spiegarne i motivi.
Innanzitutto ritengo che
questo sia un passo importante da non prendere alla leggera, infatti ci sto riflettendo
dall’autunno scorso. Con il
passare del tempo mi sono
accorta di avere più dubbi di
quanto pensassi; probabilmente negli anni passati non
me ne rendevo conto perché
avevo ancora del tempo davanti a me, che la scadenza
della confermazione sia a 17
anni proprio non mi va giù, in
quanto penso che a questa età
la persona non abbia le idee
sufficientemente chiare sulla
fede. Ammiro comunque i
giovani che sono pronti a
confermare le scelte dei loro
genitori e ancor più chi chiede di farsi battezzare. Penso
però che molti giovani facciano la confermazione senza
capire il significato, dando a
essa un’importanza relativa.
Come sappiamo tutti ci sono
persone che non vedono l’ora
di finire il catechismo, fare la
confermazione e poi «scappare» dalla chiesa, facendosi rivedere dopo anni, quando sono già adulti. Non penso di
dire cose sconosciute, anzi,
tutti ne siamo consapevoli,
sia i giovani che fanno la
confermazione, sia i membri
di chiesa. Non so a che cosa
sia dovuto ciò, se è uno sbaglio fatto dalla comunità, oppure se riguarda solamente il
singolo individuo; probabilmente dovremo mettere insieme queste due cose.
Ho scelto di non fare la
confermazione per una serie
di dubbi che mi sono presentati davanti, più che dubbi
domande senza risposta. Credo che esista un’entità superiore ma non che abbia capacità e potere di influire nella
mia vita, mi sento lontana, se
non contraria, al concetto di
Dio come entità influente
sulla vita delle persone, sulla
mia in particolare. Al momento non sento il bisogno di
credere, benché io abbia il
presentimento, quasi la certezza, che un tempo futuro,
quando sarò adulta, si dile
guerà la confusione che è
presente in me in questa età e
in questo momento della mia
vita. Anche per impartire una
educazione religiosa ai miei
bambini, se ne avrò, sentirò il
bisogno di credere fermamente in qualcosa di superiore, ehe sia Dio chi fino a ora
è stato presentato come tale o
che sia qualcosa o qualcun
altro. A differenza dei miei
amici non mi presenterò nei
primi banchi il 23 maggio,
non leggerò alcuni passi biblici, non dirò la fatidica frase: «Lo confermo», non farò
tutte quelle foto, neanche i
megapranzi, e non riceverò i
famosi regali che molti aspettano. Ho solamente 17 anni e
di tempo ne ho ancora!
Ho cercato di spiegarvi un
po’ i motivi della mia scelta,
anche se so che per alcune
persone sarà un colpo al cuore, essendo abituati a vedermi
in chiesa la domenica mattina, essendo abituati a sentirmi e a vedermi al coretto, alla
Fgei, alla scuola domenicale.
Con questa scelta colgo un
po’ di sorpresa alcuni e faccio
restare male alcune persone
che credevano in me e che mi
vedevano già in chiesa con il
costume valdese...
Voglio ancora dire una cosa. Nel mio cammino fatto finora ho imparato tante cose,
ho trovato amici, ho appurato
quanto la comunità sia fantastica, sono cresciuta spiritualmente e ho trovato un testo
biblico in cui mi ritrovo. Si
trova in Atti 8 dal versetto 26
al 40 e il titolo è «Filippo e il
ministro etiope». Spero ne ricordiate la storia perché ne
vale la pena.
Io mi sento un po’ come
l’etiope seduto sul carro che
sta leggendo il profeta Isaia.
Sta facendo un lungo viaggio
e cerca di capire quello che
legge ma non ci riesce. Incontra Filippo per strada che gli
spiega la profezia e poi lo battezza nel fiume. Io spero di
continuare questo viaggio e di
incontrare qualcuno o qualcosa che mi faccia capire la Bibbia. Per adesso sono sola sul
carro e guardo davanti a me
dando uno sguardo distolto alla Bibbia, non capendo bene
oppure non volendo capire...
Susanna
(da il Vincolo, notiziario della
Chiesa valdese di Pinerolo)
diato violoncello al Conservatorio di Mosca e, nel 1946,
mentre era ancora uno studente, ha fondato il quartetto
d’archi che è diventato famoso in tutto il mondo con il nome di Quartetto Borodin. Il
Quartetto Borodin ha eseguito e inciso tutto il più importante repertorio per quartetto
d’archi, al culmine del quale
c’è il ciclo completo dei quartetti di Beethoven. Berlinsky
si è anche esibito come solista e, in ambito cameristico,
come partner di Svyatoslav
Richter e di molti altri grandi
interpreti.
Sabato 24, alle 21,15, sempre nel tempio valdese, si esibiranno «Xenia Ensemble»
composto da Eilis Cranitch,
violino, Christine Anderson,
violino e viola. Michèle Minne, viola, Elizabeth Wilson,
violoncello e Alfonso Mosesti, violino. Insieme eseguiranno musiche di James MacMillan, Dmitri Yanov Yanovsky, Piazzolla, Sostakovic e
Mozart.
Xenia Ensemble è un gruppo cameristico formato da
musiciste di differenti nazionalità, che risiedono in Italia
e che condividono una lunga
esperienza solistica e cameristica e la conoscenza di un
ampio repertorio, con una
predilezione per la musica del
novecento. Dopo il debutto al
Festival Settembre Musica di
Torino (nell’edizione del
1995) in un concerto dedicato
al Futurismo russo, l’Ensemble è stato invitato da festival
prestigiosi sia in Italia sia
all’estero. Conosciute come
eccellenti interpreti della musica contemporanea, le musiciste del Xenia Ensemble
hanno partecipato a numerosi
Festival di musica contemporanea e hanno suonato inoltre
in numerose stagioni musicali
italiane; ritornerà a Torino
per un concerto dedicato alla
musica dell’americano Steve
Mackay, nella prossima edizione di Settembre Musica.
Alfonso Mosesti, violinista:
formatosi a Trieste alla scuola di Cesare Barison, già allievo di Sevcik a Praga, dopo
aver frequentato i corsi di
perfezionamento dell’Accademia Chigiana con maestri
Remy Principe e Georg Enescu, inizia la carriera di solista. Trascorre un periodo intensissimo (1949-1954) nell’
Orchestra Filarmonica di
Trieste, dove ha modo di «far
musica» con maestri come
von Karajan, Dobrowen, Albert, Hindemith e Honegger.
Appassionato di musica da
camera, ha fondato vari complessi sino ad affermarsi in
campo internazionale con il
Quartetto di Torino.
Sabato 31 luglio, nel teatro
del Forte, alle ore 21,15, sarà
la volta dei giovani allievi del
«Corso estivo europeo di musica da camera» del Centro di
Pracatinat (Fenestrelle), a ingresso gratuito.
Sono in svolgimento i campi di luglio
Bambini e ragazzi
al Bagnòou
Alla Ca d'Ia pais, al Bagnòou di Angrogna, nei pressi della
Vaccera, sono in corso di svolgimento in questa seconda metà
di luglio i campi per bambini e ragazzi divenuti ormai una tradizione e un appuntamento quasi irrinunciabile per molte famiglie. I campi, che durano da cinque ai sette giórni, sono suddivisi per fasce di età e riguardano un tema; quest’anno in particolare i bambini e i ragazzi, guidati dai monitori e dalle monitrici, alcuni dei quali ex frequentatori del Bagnoòu quando erano più piccoli, hanno riflettuto, giocato, recitato, cantato e disegnato sulla .storia della Ca d'Ia Pais; bambini e ragazzi hanno
così imparato che la bella casa (con circa 20 posti letto) che li
sta ospitando in questi giorni estivi è stata realizzata ristrutturando una vecchia abitazione, divenuta punto di incontro dei
partigiani di Jacopo Lombardini durante la Resistenza e poi
bombardata, è dal ¡986 una casa per vacanze per gruppi e dal
¡987 la Chiesa valdese di Angrogna vi organizza campi.
22 luglio, giovedì
BIBIANA: Alle 21, serata cinematografica con il film «Matrix», ingresso lire 5.000.
FENESTRELLE: Alle 21, alla chiesa del Forte, musica da camera con l’associazione Xenia
Ensemble.
23 luglio, venerdì
POMARETTO: Alle 21,30,
musica e cabaret con il gruppo
«Insomnia» e con Marco Carnea
che presenta «Quanta... nel mondo». Ingresso lire 12.000.
ANGROGNA: Nel tempio del
Serre, alle 21, conversazione storica del pastore Emanuele Fiume
su «Scipione Lentulo pastore di
Angrogna nel XVI secolo*.
PINEROLO: Dalle 20, nel
parco di villa Prever, festa finale
a sorpresa per bambini a conclusione dell’iniziativa «L’isola dei
bambini». Ingresso lire 3.000.
VILLAR PEROSA: Festa del
paese fino al 27 luglio con gare
di ballo e serate danzanti.
24 luglio, sabato
MASSELLO: Alle 15,30, nella scuola di Campolasalza, inaugurazione dell’l r mostra dal titolo «Dieci anni di mostre a
Massello».
POMARETTO: Dalle 14,
«Pomaretto in festa» con grande
gara bocciofila, inizio di torneo
di green volley; alle 14,30, giro
musicale del paese; alle 21 serata
danzante.
BOBBIO PELLICE: Gara di
pesca per il campionato sociale
alle 15, lungo il Pellice.
25 luglio, domenica
BOBBIO PELLICE: Alle 8,
in piazza, inizio delle iscrizioni
per l’8° Raduno in Mtb «Da
Bobbio al Pra», pedalata non
competitiva di circa 18 chilometri: quota lire 30.000, ristoro a
Villanova, grigliata al Pra.
POMARETTO: Prosegue
«Pomaretto in festa» con torneo
di green volley, gara bocciofile a
coppie; alle 15 giochi per bambini; alle 16,30, pomeriggio musicale con Bandamania e esibizione del gruppo Jazz Dance; alle
19, coro campagnolo; alle 23,30,
elezione di Miss Pomaretto.
PRALI: Alle ore 21, nel tempio valdese, il gruppo teatro della
Chiesa metodista di La Spezia
presenta uno spettacolo per i
bambini.
TORRE PELLICE: Alle ore
21,15 concerto del decennale
dell’orchestra da camera di Torre
Pellice nel tempio valdese, direttore Alessandro Crudele. Ingresso libero.
TORRE PELLICE: Al circolo Mûris gara a bocce a partire
dalle 14.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 17, nell’ex cinema Santa Croce, premiazione della mostra fotografica; alle 21 serata
danzante in piazza Cañavero con
l’orchestra «Stella del Monviso».
Ingresso libero.
26 luglio, lunedì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella loggia dei mercanti, alle 21,15, concerto dell’orchestra
da camera di Torre Pellice.
30 luglio, venerdì
FENESTRELLE: Alle 20 serata gastronpmica e concerto del
gruppo «Deriva».
31 luglio, sabato
VILLAR PELLICE: Pomeriggio in gioco con i bambini e
serata danzante in piazza Jervis
organizzata dalla Pro Loco.
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telefono 167-233111
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DOMENICA 25 LUGLIO
Bricherasio: Farmacia Ferraris - via Viti. Emanuele 83/4,
tei. 59774
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 167-233111
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 22 e venerdì
23, alle 21,15, La fortuna di
Cookie, di Robert Altman;
sabato 24, domenica 25, lunedì 26, ore 21,15, Terapie e
pallottole (con Robert De Niro e Billy Cristal); mercoledì
28, ore 21,15, Z la formica.
BARGE — Il cinema Comunale in luglio è chiuso per
ferie.
BIBIANA — Giovedì 22
luglio, alle 21,30, nell’area di
villa Bodo, proiezione di Matrix.
BOBBIO PELLICE —
Sabato 24 luglio, alle 21,30,
al campo sportivo, Shakespeare in love.
SAN SECONDO — Venerdì 23, in piazza Europa,
ore 21,30, proiezione di
Train de vie.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma
alla sala «5cento», da giovedì
a domenica Cose molto cattive; feriali e festivi 20 e
22,20, sabato 20 e 22,30; da
lunedì 26 al 19 agosto chiuso
per ferie. La sala «2cento» resterà chiusa per ferie fino al
20 agosto.
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Si è svolta il 13 giugno la festa dei bambini di «Casa materna» a Portici
Venti di pace per tutto il mondo
Un3 giornata coinvolgente che ha permesso di valutare le nuove prospettive per
questa importante struttura: le ristrutturazioni e il progetto delle cooperative sociali
PAG. 5 RIFORMA
UARTA D’AURIA
fi sempre una gioia partecipare alla festa che ogni
no si svolge a «Casa mana», a Portici (Na).Sopratmtto per chi ha trascorso aiuni anni della propria inezia tra i viali del hellissino parco a pochi metri dal
ji^re, in cui è immerso lo
stabile metodista.
Domenica 13 giugno i festeggiamenti del 94° anniversario hanno avuto inizio con il
culto mattutino a cui hanno
jartecipato la comunità metodista e riformata di Portici,
[membri del Comitato generale (Cg) di Casa materna e
alcuni ospiti americani. Di
rande edificazione per tutti è
tata la partecipazione attiva
Iculto dei ragazzi della scuoa domenicale e del catechismo (circa una ventina) che
iaimo condiviso parte del lavaro svolto durante l’anno
aon la pastora Elisabeth Löh,
ìappellana dell’istituto. In
particolare i più piccoli hanno
riproposto la storia di Giona
uffizzando un teatrino di legno e dei pupazzi di cartone
aostniiti da loro stessi, mentre
i più grandi hanno scritto delle preghiere e una confessione di fede. Nel pomeripio la
festa è continuata con il programma preparato dalle diverse classi della scuola elementare. in apertura il reverendo Derryck Evans, presi
dente del Cg della Casa, ha
ringraziato tutti coloro che
hanno contribuito al lavoro di
testimonianza. In particolare
unanime è stato il ringraziamento rivolto ai giovani volontari stranieri che, nonostante le oggettive difficoltà
dovute alle differenze linguistiche e culturali, offrono un
considerevole sostegno alla
vita dell’istituto. Ha avuto,
dunque, inizio lo spettacolo
«Venti di pace», un programma di canti, danze e poesie,
curato dalle insegnanti. Con
le loro voci squillanti i bambini hanno ricordato ai numerosi adulti presenti che le nubi nere dell’egoismo e della
violenza umana possono e
devono essere spazzate via
dai venti forti della pace, che
possono soffiare, trasformare
e «sanare le ferite del mondo».
Presente alla festa anche il
sindaco di Portici, Leopoldo
Spedaliere, che a nome di tutta la cittadinanza ha ringraziato Casa materna, che da
anni offre un importante contributo al miglioramento del
tessuto sociale. È in quest’ottica che si inseriscono due
progetti specifici che il Cg di
Casa materna sta sviluppando: la casa famiglia e la cooperativa sociale. «Le nuove
norme legislative, l’evolversi
della società e dei principi socio-educativi - ha detto la direttrice, Rosaria Vincenzi hanno posto i tradizionali isti
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31
409
il Conferenza a Gioia del Colle
l'eredità dì M. Luther King
i EDOARDO ARCIDIACONO
1^ ENTRE nella nostra soIVlcietà le azioni nonvio*nte sono molto rare, mente alla violenza si risponde
con la violenza, mentre era in
corso nei Balcani una drammatica guerra, la Chiesa battista di Gioia del Colle il 29
maggio ha organizzato una
conferenza pubblica sul tema: «Martin Luther King:
profeta della nonviolenza», di
cui è stato relatore il pastore
Martn Ibarra. Erano presenti
>1 sindaco di Gioia, che ha
portato il saluto della cittadinanza alla comunità battista,
alcuni consiglieri comunali, i
responsabili di partiti, i rappresentanti di associazioni e
movimenti sensibili al tema
della pace e della nonviolen^a. nonché alcune comunità
evangeliche vicine.
Dopo la visione di un filmalo su M. L. King, il pastore
marra con estrema chiarezza
e competenza, ha tracciato il
profilo di King partendo dalla
descrizione del suo pensiero e
della sua azione nonviolenta.
Irnetodo della nonviolenza si
compone di vari livelli, «dalmtervento sul piano legislado, dagli appelli al governo te detto Martin Ibarra - altepinione pubblica, ai corsi
•lormazione al metodo nonlp°fi nei ghetti, nelle scuoI fino al canto e alle preghie
re, necessari strumenti per
fortificare la capacità di resistenza». Dopo una prima fase
in cui la protesta dei neri ebbe come obiettivo l’acquisizione dei diritti civili, il movimento di M. L. King spostò il
suo intervento anche sul piano sociale ed economico: occorreva con urgenza fornire
risorse economiche e sussidi
per l’istruzione ai giovani che
vivevano nei ghetti in condizioni degradate, occorreva assicurare l’assistenza medica ai
poveri, ai disoccupati e favorire l’occupazione dei neri. Nel
1968, anno del suo assassinio,
King, organizzando una marcia contro la povertà, chiedeva al sistema americano cambiamenti profondi, radicali e
strutturali per una società più
giusta ed equa.
Il messaggio di M. L. King è
più che mai attuale, anzi bisogna confermare che il metodo nonviolento di King per
la giustizia, come dice Ibarra
in una sua nota biografica, «è
la sintesi tra fede evangelica,
problemi sociali e azione di
massa, perché conduce la ribellione per la via della pace,
rispetta l’assetto democratico, spezza la catena dell'odio
che genera violenza e libera
la potenza redentrice dell’agape, che è l’amore evangelico, quell’amore disinteressato, spontaneo che crea
convivenza pacifica».
Una immagine di repertorio di un festa dei bambini a Casa materna
turi dinanzi alla necessità di
un cambiamento. È per questo che, nonostante i mille
dubbi e la consapevolezza dei
nostri limiti, abbiamo elaborato il progetto della casa famiglia attualmente affidato al
dori. Gianluca Barbanotti, segretario generale della Federazione internazionale delle
comunità educative (Bice).
Grazie al contributo delT8%o
della Tavola valdese sono state realizzate due case famiglia, ristrutturando i vecchi
ambienti dedicati al convitto.
È previsto che ogni “casa” sia
dotata di tutti i comfort necessari a ricreare in tutto e per
tutto l’ambiente familiare».
La cooperativa sociale, invece, è una società con personalità giuridica ohe affianca
Casa materna, e ne è una diretta emanazione. L’idea ispiratrice del progetto è che il lavoro cominciato con i ragazzi
socialmente svantaggiati venga continuato dalla coop fino
al loro inserimento nel mondo del lavoro. L’attività principale dovrebbe essere quella
agricola e di trasformazione
dei prodotti. Anche questo
progetto, ottenuto il parere
favorevole del Cg, sarà presentato alTOpcemi.
La sfida è grande. E altrettanto grande, per coloro che
lavorano a Casa materna, è il
desiderio di continuare a sostenere, con l’aiuto di Dio e
l’impegno di tutte le chiese,
l’opera di testimonianza evangelica che da quasi un secolo viene compiuta a Portici.
Le chiese battiste di Milano
L'attività ecumenica nel 2000
La comunità battista di via
Iacopino da Tradate, a Milano, riunita in Assemblea ordinaria il 9 giugno, ha discusso sul Giubileo cattolico-Anno santo 2000 e ha votato un
atto che vuole portare a conoscenza delle altre comunità evangeliche. L’assemblea era stata preceduta da
una riflessione sul tema articolatasi in due riunioni in cui
sono state presentate diverse
opinioni, e la comunità ha
potuto approfondire questo
spinoso problema del Giubileo cattolico e le sue implicazioni sul piano ecumenico
nella città di Milano in particolare, dove esiste già da anni un intenso dialogo ecumenico che ha portato alla costituzione del Consiglio delle
chiese cristiane. La comunità
battista (a Milano esistono
due chiese battiste), da sempre impegnata nel cammino
ecumenico, intende rendere
noto il proprio dissenso in
merito alle celebrazioni indette per il Giubileo-Anno
santo, ma non vuole porre
ostacoli al dialogo ecumenico e, a questo fine, si fa promotrice di una proposta,
contenuta nell’atto votato,
che spera sia accolta nell’ambito del cattolicesimo milanese e che potrebbe evitare
Chiesa battista di Firenze
Un culto battesimale
e un'agape comunitaria
'festanti neri e poiiziotti bianchi
9b
gioventù evangelica
ABBONAMENTI
normale.......................L. 45.000
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estero...........................60.000
«3 copie al prezzo di 2».........90.000
cumulativo GE/Confronti..........90.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28
20159 Milano
PASQUALE lACOBINO
Ayr A che... è tutta acqua
ii]\l santa!?». I diaconi
stanno riempiendo la vasca
battesimale e lo stupore di
Claudio è davvero disarmante. Giovanissimo cuoco provetto, cattolico, Claudio ha
dedicato un paio di pomeriggi a preparare pietanze gustose e originali per i cento
commensali dell’agape fraterna. Insieme a lui c’è Laura,
un’altra adolescente aspirante cuoca professionale, tirriida ma operosa frequentatrice
delle iniziative della Chiesa
battista di Firenze.
Il «gruppo cucina» guidato
da Clara Manfredi era molto
più numeroso, ma questi due
ragazzi testimoniano delle
tante energie «insieme interne ed esterne» agli schemi
dell’appartenenza comunitaria che hanno dato vita alla
grande giornata di festa tenutasi in Borgognissanti domenica 27 giugno, in occasione
dei battesimi di Rosita Tonarelli e Alberto Zaccagnini.
Una opportunità speciale per
testimoniare pubblicamente
la fede in Cristo ma anche
per rinnovare un impegno
già preso, quello di voler «stare dalla parte della giustizia
contro Tingiustizia, dalla parte della verità contro la menzogna», secondo le parole del
pastore Piero Bensì. «Non è
stato facile arrivare a questa
decisione - ci ha detto Rosita
-. Alti e bassi, riflessioni, paure, domande e perplessità:
rotture difficilmente sanabili.
«L’Assemblea, in vista delle
celebrazioni connesse al Giubileo cattolico-Anno santo
del 2000, dopo aver attentamente valutato le possibili
conseguenze sul piano dei
rapporti ecumenici nella città
di Milano, esprime il proprio
profondo disagio e la propria
estraneità nei confronti di
questo evento: ma, nonostante questo, conferma l’impegno della comunità battista verso il cammino ecumenico; esprime la propria solidarietà verso quei cattolici
che insieme a noi intendono
dar voce al loro disagio nei
confronti del clima giubilare;
propone, al fine di sostenere
e rafforzare i rapporti ecumenici nella città di Milano, di
spostare l’inizio delle celebrazioni liturgiche per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2000 al
19 gennaio: decide, nell’eventualità che questa proposta non sia accolta, di non
partecipare ad alcuna celebrazione ecumenica il 18
gennaio 2000, giorno d’inizio
ufficiale della settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani e giorno in cui il Pontefice romano aprirà la porta
della Basilica di San Paolo
fuori le mura».
sono giunta così fino a oggi,
giorno in cui ho la gioia di
dare la mia testimonianza
con il battesimo». E Alberto?
È uomo di gesti schietti e
spiazzanti; «Pastore, tienimi
immerso nell’acqua il più a
lungo possibile... per lasciare
annegare nell’acqua il mio
egoismo e far emergere una
persona nuova in Cristo».
Numerosi talenti musicali
hanno sostenuto la liturgia,
mentre i giovani di due cori
diversi hanno dato ritmo
all’adorazione. La predicazione del pastore Raffaele
Volpe si è basata sull’episodio del battesimo dell’etiope
(Atti 8, 26-39). «Dopo decenni in cui era di moda essere
atei, ora gli italiani riscoprono il bisogno di Dio. Oggi
l’italiano è molto simile a
quell’etiope - ha detto il pastore Volpe - né pagano, né
ebreo; né carne, né pesce;
cerca Dio ma sente che malgrado la sua ricerca non lo ha
ancora trovato. Filippo gli
parla di Gesù Cristo. C’è bisogno di conoscere Gesù Cristo
per conoscere Dio, altrimenti
saremo dei buoni ricercatori
di un Dio che non troveremo
mai. Oggi Rosita e Alberto vogliono testimoniare la loro fede immergendosi nell’acqua... Ci rivolgono un appello: siate come l’etiope, credete in Gesù Cristo e battezza^
tevi». Certo, l’acqua battesimale non è «santa»; ma recuperiamo lo stupore di ragazzo nel vedere fratelli e sorelle
nascere a nuova vita.
Chiese evangeliche del Nord-Est
Incontro degli adolescenti
«Insieme e diversi: giovani
in ricerca della diversità religiosa» è il titolo del 4° incontro degli adolescenti che la
Federazione delle chiese evangeliche del Nord-Est organizza a Venezia nei giorni 1819 settembre prossimi alla Foresteria valdese. Dopo il raduno alle 16 alla stazione Santa
Lucia, sono previsti giochi e
laboratori in campo al Ghetto
Nuovo e cena al sacco a Palazzo Cavagnis. L’indomani
è prevista una visita al Ghetto ebraico e dopo pranzo valutazioni, giochi e saluti. L’incontro è guidato dai pastori
Letizia Tomassone e Andreas
Kohn; per il pernottamento è
prevista una quota scontatissima. L’invito degli organizzatori è di prenotarsi prima di
partire per le vacanze.
TORRE PELLICE — Si sono uniti in matrimonio Giorgio Bonnet e Cristiana Arraand-Hugon, Marco Palladino e Barbara Palmitessa: a queste coppie va l’augurio della comunità.
• Un augurio anche alla piccola Asja Casini, di Marco e di
Anna Rita Basile, che è stata battezzata domenica 4 luglio.
• Si sono recentemente svolti i funerali di Guido Ricca,
Franco Filippo Gay, Edmea Giili ved. Paschetto e Ruben
Armand Bosc. Alle famiglie rinnoviamo l’espressione della
fraterna solidarietà cristiana.
SUSA — Lunedì 26 luglio, alle ore 21, nella chiesa battista
(Lungodora Abegg 22) si tiene un concerto del coro gospel
«Bob Jones University Choir», dell’Università della Carolina
del Sud (Usa) in Italia per una tournée europea.
MEANA — Martedì 27 luglio, alle ore 21, nella chiesa evangelica, viene replicato il concerto gospel del coro «Bob Jones
University Choir».
COAZZE — Venerdì 23 luglio, alle ore 17, nella chiesa valdese
si inaugura la mostra della pittrice Mauruzua Testa «Sguardi alpini», che resterà aperta dal venerdì alla domenica fino
al 15 agosto con orario 16-20.
La scuola
domenicale
Abbonamento per l’interno ......................L. 30.000
Abbonamento sostenitore per l’interno............L. 50.000
Abbonamento per l’estero .......................L. 34.000
6 0 più abbonamenti
alio stesso indirizzo (i’uno)...................L. 27.000
da versare sul c.c.p. n. 18345223 intestato a «Comitato Scuole Domenicali», via
Porro Lambertenghi 28 - 20159 Milano
10
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 23 LUGLln
Riforma
Ricordare la Lima
con i piedi per terra
Alberto Bragaglia
Trent’anni fa, il 21 luglio 1969, il primo uomo metteva
piede sulla Luna. Evento storico, epocale, forse il successo
più eclatante e scenograficamente suggestivo della scienza e della tecnica umane. Allora ero solo un bambino, affascinato e trascinato da quella sorta di entusiasmo collettivo che aveva circondato tutta la missione dell’Apollo 11,
culminata nelle passeggiate sul satellite compiute da
Armstrong e Aldrin. Ma per me realtà e fantasia si sovrapponevano: quegli uomini in buffe tute (a scuola la maestra
ci aveva fatto raccogliere quante più informazioni potevamo: come erano fatte le tute, perché gli astronauti saltellavano invece di camminare, che cosa cercavano sulla Luna, come era fatto il «razzo vettore» e così via) erano in
fondo una sorta di continuazione dei telefilm di fantascienza già popolari allora. Certo, mi sentivo anche intimamente orgoglioso di quello che l’uomo in generale e la
nostra «nazione-guida» in particolare era riuscita a conquistare. Ero convinto che fosse una grande conquista,
anche se non avrei saputo dire di che cosa.
Passati tre decenni, le cose mi appaiono (e forse sono)
ben diverse. Nulla può scalfire il fascino di quell’avvenimento, soprattutto visto con gli occhi di un bambino. Ma
la famosa corsa allo spazio, da tempo immemorabile favoleggiata dagli esseri umani e che con quelle passeggiate
sulla sassosa superficie del nostro satellite era diventata
una realtà, non pare essere riuscita a tenere dietro alle
aspettative e all’immaginazione popolare. Nell’impresa
dell’Apollo, la componente propagandistica fu un impulso forte qutmto quella scientifico-sperimentale, con l’ulteriore spinta che quest’ultima poteva avere da un punto
di vista bellico. Non possiamo dimenticare che le grandi
missioni spaziali, dal primo volo dello Sputnik all’Apollo
nelle sue varie versioni, sono coincise con lo sviluppo
massimo dei grandi razzi vettori multivalenti, sulla cui
testa potevano starci indifferentemente navette spaziali,
satelliti spia o per telecomunicazioni, testate nucleari di
vario tipo e distruttività.
Lo sforzo per visitare la Luna è stato considerevole, per
alcuni addirittura eccessivo, visto retrospettivamente. La
conquista dello spazio, con i suoi problemi tuttora non risolti è ben più lenta di quello che ci si aspettava. Ma questo solo se la si vuole intendere nel modo tradizionale:
muoversi fisicamente, prendere possesso di un terreno {o
di una porzione comunque fisicamente definibile di spazio). In realtà, in termini di conoscenza, la conquista dello
spazio è continuata in modo quasi tumultuoso. Nuovi
strumenti e nuove teorie hanno fornito immagini più precise e più coerenti dell’universo. In orbita sono andati telescopi e radiotelescopi in grado di fornire immagini sempre più interessanti dell’universo che ci circonda. Si susseguono esperimenti e progetti che coinvolgono navette
spaziali o stazioni orbittmti, chiamate a sfruttare in modi
variamente vantaggiosi il lavorare in assenza di gravità,
senza aria e senza lo schermo dell’atmosfera.
Però la grande metafora del partire, dell’andare «verso
nuovi mondi» sembra aver perso il fascino popolare che
ancora aveva con le missioni dell’Apollo, innegabilmente
ben più che semplici missioni scientifiche. Il nostro mondo continua ad essere tormentato da gravissimi problemi,
guerre, catastrofi naturali, incoscienza ambientale, squilibri economici. I progetti spaziali sono stati molto ridimensionati, la potenza della tecnologia ha scelto altre strade
per mostrarsi. Ma esplorare non interessa più, anche perché sembra che la tendenza a chiudersi verso l’esterno aumenti visto che, tra l’altro, la tecnologia offre mezzi sempre più raffinati per comunicare, limitando i contatti fisici.
Qui allora varrebbe la pena, senza chiedere la Luna,
esplorare di più, esplorare non per dominare ma per capire, non per distruggere ma per conoscere, non per isolare ma per entrare in sintonia, non per ostacolare ma
per aiutare, non per sprecare ma per «fare tesoro», non
per accumulare ma per distribuire equamente. Potrebbe
essere questa una delle sfide del 2000?
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Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce,
Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI,
Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nini, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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1998
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1' gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 29 del 16 luglio 1999 è stato spedito dail'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 14 luglio 1999.
Dalle chiese di Genova Sestri e Sampierdarena
Sui nuovi problemi di bioefica
La riflessione promossa dal «Gruppo di lavoro» è preziosa
per le chiese e la diaconia, ora va «ufficializzata» dal Sinodo
Come gruppo di studio biblico della Chiesa metodista
di Genova-Sestri e della Chiesa valdese di Genova-Sampierdarena abbiamo dedicato
cinque incontri alle problematiche proposte dai testi del
«Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza».
Alla fine della nostra riflessione ci sentiamo di sostenere
alcuni punti fondamentali.
1) Viviamo un clima segnato dai rischi di «restaurazione», in cui la cultura cattolica
tende a (ri)occupare ogni
spazio visibile, sui temi della
bioetica e non solo, con scarsa, in verità, resistenza da
parte dei laici. Non possiamo
fare a meno di prendere posizione in quanto chiese valdesi e metodiste sia riguardo ai
vari problemi di bioetica e
sia, nello specifico, sull’eutanasia. Nel nostro paese non è
attualmente possibile, da
parte di un malato terminale,
compiere scelte personali.
L’eutanasia è respinta dalla
legislazione attuale; la cultura
cattolica la «categorizza» in
genere come omicidio. Il nostro impegno può essere volto a creare le condizioni perché, in un preciso quadro di
garanzia, si faccia spazio a
una possibile autodeterminazione personale.
2) La questione eutanasia
si inquadra in un monopolio
delle coscienze da parte di
una visione cattolica (e/o
pseudo-cattolica) che valorizza la sofferenza come elezione, privilegio; il dolore come momento salvifico (Colossesi 1, 24 è puntualmente
citato in questi casi, anche se
con un’esegesi molto discutibile) per cui sarebbe degno
di lode rinunciare ad analgesici e antidolorifici. Altra è la
nostra comprensione; Dio
non è un Signore sadico che
si compiace della sofferenza
(D. Solle, Gesù lotta per la liberazione dalla sofferenza, la
morte è l’ultimo avversario,
nel Regno non sarà più il dolore). Al di là di questi spunti,
appare certo ineludibile la ripresa di una riflessione biblica e teologica su dolore e sofferenza e sul loro senso per
l’attuale umanità.
3) È importante sostenere
gli operatori (medici e infermieri) e, più in generale, le
persone che sono accanto a
chi si trova al confine tra vita
e morte. Anche nell’ambito
dell’attuale legalità, gli opera
NEL periodo estivo, domenica dopo domenica,
se appena si potesse non ci
sarebbe da fare altro che rispondere a lettere che, una
dopo l’altra, arrivano e si ammucchiano sulla mia scrivania soprattutto su due temi
importanti; il confronto fra
modi diversi di pensare e lo
scontro fra i popoli. È chiaro;
sono i temi della scoperta di
un mondo diverso da quello
che si era imparato a conoscere. Ognuno di noi, a un
certo punto della sua esistenza, si guarda intorno e scopre
che c’è gente che pensa e vive in modo diverso da come
pensavamo noi.
Le lettere che ci arrivano
parlano dello scontro di idee e
parlano dello scontro fisico, il
dibattito delle idee (chi ha ragione, chi è dalla parte della
giustizia), ma anche la violenza che nasce dall’incapacità
di discutere. La guerra ha forme diverse, tutte terribili. Uno
ti aggredisce, un altro ti disprezza. Quando non si è più
capaci di parlarsi, qualunque
siano i motivi, la convivenza
si è trasformata in disastro, in
tori si trovano a prendere decisioni che prolungano o meno l’esistenza del paziente,
che riducono o meno la sofferenza; a tutto ciò può essere necessario prepararsi, con
una formazione alla comunicazione e all’ascolto; si apre
inoltre tutto il campo delle
cure palliative. Inoltre, se
l’eutanasia è Vextrema ratio,
si apre tutta la questione del
mantenimento di un quadro
di relazioni intorno alla persona, ciò che significa da un
lato umanizzazione dei luoghi di cura, dall’altra il ruolo
della comunità, accompagnamento pastorale, ecc. Gi
siamo anche chiesti se non
sarebbe possibile ipotizzare
una rete, una forma di collegamento, una sorte di «fronte» in cui medici, infermieri,
operatori possano sostenersi
anche di fronte a pressioni
per esempio da parte cattolica, che rendono difficile la
stessa applicazione di una
legge, e che potrebbero farsi
ulteriormente stringenti Se la
legislazione in materia di
bioetica consentirà una pluralità di opzioni.
4) È necessario costruire
«sbocchi» alle nostre riflessioni. Riteniamo che la questione della presenza di una
pluralità di voci nei comitati
di bioetica sia questione «italiana» e non solo da affrontare a livello locale. Per altro
verso, gli ospedali evangelici
devono essere interlocutori
privilegiati della riflessione;
anche a loro potrebbe essere
in qualche modo «dato mandato» di diffondere elementi
di discussione e conoscenza
(andrebbero anche verificate
le esperienze già in corso o
possibili di cappellania).
5) Ci confrontiamo, a conclusione, senza facili certezze, sull’idea di una distinzio
ne tra vita bioiogica e biografica, tra pura esistenza e vita;
in questo quadro, fortemente
problematico, è possibile a
nostro avviso prendere in
esame l’opzione eutanasia,
che solo il malato può formulare e chi è con lui in una relazione personale e specifica
è in grado di ascoltare, riconoscere, discernere, eventualmente accogliere in un’
ottica di amore.
6) Siamo infine riconoscenti al «Gruppo di lavoro
sui problemi etici posti dalla
scienza» per il lavoro fin qui
svolto. Vorremmo che il prossimo Sinodo lo «ufficializzasse» trasformandolo in una
Commissione che riferisce
annualmente al Sinodo stesso e che sia, nello stesso tempo, di stimolo e di riferimento per le chiese e per la diaconia investita dai problemi
della bioetica.
Radio & Televisione
CULTO EVANGELICO; ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO; rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a domeriiche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della
settimana seguente alle ore 9,45 circa. Domenica 25 luglio
(replica lunedì 2 agosto) andrà in onda; «Vedi alla voce amore; la questione dell’omosessualità nella riflessione degli
evangelici; Topaza, una casa per sperare; l’esperienza di una
casa di accoglienza per minori a rischio in Madagascar».
uiiv /<Cxiaic I
EUGENIO RIVOIR
tragedia. Lo vedi anche dal tono delle lettere; ti sembrerebbe di dover dire che se delle
lettere arrivano, questo significa che c’è spazio per la discussione. Ma a volte le lettere sono talmente dure che
non sai bene come muoverti,
che cosa dire, come rispondere. Succede però anche che,
in mezzo alle difficoltà, ci si
sforzi di ragionare, di dire le
proprie ragioni, di obiettare;
allora il dialogo può diventare
un momento importante,
perché è sempre importante
dirsi che non si è d’accordo.
Nelle domeniche che verranno ascolteremo alcuni
esempi, in senso buono e in
senso cattivo; sarà un po’ una
presentazione della difficoltà.
ma anche della possibilità,
della comunicazione. Ecco il
primo esempio; «Una pastora
ha parlato e ha detto cose interessanti; ma dato che il
santo padre Giovanni Paolo
li non riconosce le donne
prete, anche se dite cose vere
alla radio non potete parlare». È una lettera di quest’inverno, non del secolo scorso.
Avete sentito bene; «Anche se
dite cose vere, non potete
parlare!». Si potrebbe fare un
piccolo esercizio; che cosa risponderebbe ognuno di noi a
una lettera di questo tipo?
(Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione «Culto
evangelico» curata dalla Federazione delle chiese evangeliche
andata in onda il 18 luglio)
TiffTO/poig
Basket e Bibbia
Fa scalpore, in marginei
■vittoria italiana al r"-.—^ “
Campii
to europeo, 1 atteggiamei
del nostro capitano italo-j
maicano Carlton Myers. j
dopo la partita, scrive Pi!
Guerrini (4 luglio) «...con
prendere un libro, legger,
voce grave; “Fratelli i*
quando dovrete affronti,
prove tremende, rallegrati
se la fede ve le farà superj.
diventerete più forti, perfij
e completi, acquisterete
pre maggiori sicurezze", i^
puntiamo; è ia lettera di
corno. Nuovo Testamento,
legge nei momenti di sci s
forto. “Perché Dio ha del i
se i vostri cari vi abbandoi !
ranno io non lo farò’’», T
Sport e Bibbia
Sulla scorta delle dichiai y
zioni di Myers, Darwin Fasi i
rin, giornalista sportiva
scrittore, interprete dei vai#
umani che circoiano (mi!
grado tutto) intorno a|
sport, riporta lo stesso gionip,
.................. ;vi;
altri casi di atleti consapevi
mente credenti. «Carlos R« fportiere del Reai Mamn e
(squadra rivelazione delia ; r
ga spagnola e deirultim« ^
Coppa delle Coppe) e
nazionale argentina. Caili|À "
ha deciso di abbracciai,
completamente, senza
dubbi o reticenze, Dio.Ei.
farà diventando pastore de
Chiesa awentista del settiii
giorno. Basta con le lucide!
ribalta, gli autografi ai tifa
le trattative di mercato. Ba^
con avversari, dirigenti, p«
curatori e giornalisti. La si^
porta diventerà un pulpito;
il suo pubblico sarà compì
sto di fedeli». E più avail
«Ne ho conosciuti, di gioo
tori-pastori di anime. Upt
mo fu Joao Leite. Gennaioi
1981, Mundlalito in Urugtii
Joao Leite è il portiere*
Brasile. Un ragazzo alto, di ‘
occhi stellanti, dall’abbracii
coinvolgente. Firma l’au>
grafo con nome e cognotnf
sotto mette “Gesù vi ama'
un atleta di Cristo. 1 campii
calcio diventano la sua n*
sione; non solo parare rigS
ma redimere compagnie*
versari (soprattutto i pr®
denti...). Amarildo (ex Lazi»
Cesena) regalava la BiW
ogni domenica al suo avvi
sario diretto, mentre MuH
un tempo sconclusionato'
belle, uno che a Torino 1chiudeva le discotechei^
deciso di seguire il richia*
del Signore e non quelle
esagerate e improbabili bio
de in minigonna».
7.001
II
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paz
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Spiegazione
Un giorno dopo
confessa; «Dopo ìa finales
detto ’98 persa (...) - o“':
Giorgio Viberti - mi sono.
volto a Dio, chiedendogli
lU»
aiutarmi, e sono stato esa
to. Ho sempre avuto timei^
rispetto del Padreterno,.
ora mi sento più tranq^'L
Preferisco piacere a Lui ,
agli uomini. Bisogna aver
de
credere e credere anon’Ì
le, cieueie e up#
I frutti arriveranno, ^ncn i
vincere non è tutto». Ln ?
se è per questo che il cow
gno della Nazionale M jj
ghin dice di lui; «Da un
vedo più sereno, forse a ^
per questo ha giocato un •
ropeo super, sacrificati
molto per la squadra».
SI
Bi
va
ce
11
23 LUGLIO 1999
LI
PAG. 7 RIFORMA
L'attività del servizio rifugiati e migranti Fcei
Kosovo: educazione alla riconciliazione
Bibbia
I marginev
il Campii^
teggiamei
ino italo-.'
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ìnti di SCI
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iornamentò sulle atti3el Servizio rifugiati e
anti (Srra) a favore dei
del Kosovo.
“^Iniziative in Italia
Oltre al lavoro che viene
swlto dal «Centro di inforinazione e orientamento»
^Ìrifogìati di Bari, sta per
^rtire il progetto «Azione
comune», finanziato dalla
commissione europea (Ce).
IBSrm partecipa al progetto,
del quale il Consiglio italiatt|)er i rifugiati è il capofi^rhsieme ad altre 11 organizzazioni italiane. Il progetto prevede quattro azioni
principali.
- Individuazione, creazione e utilizzo di strutture di
accoglienza di dimensioni
medie e piccole, in parte appartamenti, distribuite su
stamentoi, [ aree del territorio itamti Hi c.«. (circa 900 beneficiari);
accoglienza materiale,
con soddisfazione di necessità primarie, servizi e attiSi> a u utà di sostegno, presso le
llcSwLIpsirutture alloggiative in fa' rvnre dei gruppi più vulneralibbia Wii (circa 1.000 beneficiari);
’ - creazione di una banca
ìlle dichiai (j ¡dati nella quale vengono
larwin Pasi i ’ raccolte tutte le offerte di di1 sportivo^.- isponibilità da parte dei vari
ete dei v# „soggetti;
olano (mi _ realizzazione di una sentorno all»- di attività trasversali tra
stesso gior|i assistenza psicologica e
consapevp ^medico-sanitaria, orientaL 1 M ^ mento sociale e legale per le
;al Malore ft|ipj.^riche relative al ricon^ungimento familiare, serizi di interpretariato e meìdiazione culturale (circa
7.000 beneficiari).
IlSrm garantisce l’ospitalità e l’assistenza a circa 50
persone grafie alla partecipazione delle seguenti strutture evangeliche; Casa della
pace a San Marzano Ollveto
(At) (8-10 persone); casa di
proprietà deU’Opceml a Rapolla (Pz) (5-6 persone);
Cèntro evangelico battista
jtpampi di Annibaie» a Rocca di Papa (Roma) (15-20
persone); centro «Pietro An^eetti» a San Fedele Intelvi
(Co) [10-12 persone) in fase
di inserimento; «Villaggio
i^ngelico» a Monteforte Irptao (Av) (10 persone).
In particolare il numero di
famiglie ospitate dal Centro
lottista «Campi di Annibaie»
è salito a quattro per un to; #e di 17 persone. Il Centro
ha occupato tutta la disponiihilità alloggiativa offerta al
ífíogetto. Numerose richieste dì assiàtenza sono pervenute allo sportello di ascolto
Srm di Roma e si prevede
nel corso dei prossimi
mesi si possa verificare un
turnover delle presenze nel
Centrò: le famiglie ospitate
si iòno ben integrate è parÍ Mipano alle attività estive,
jn, particolare 1 più piccoli.
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Il Centro evangelico di
Monteforte Irpino ha invece accolto una famiglia di
cinque persone alla quale è
stata assegnata una casetta,
vengono attualmente garantiti un corso di lingua
italiana e un contributo per
il cibo e il vestiario. Nei
prossimi giorni una seconda
famiglia di 5 persone dovrebbe essere trasferita ad
Avellino dal campo profughi
di Bari-Palese.
Iniziative in Albania
Continua l’attività di assistenza ai'profughi del Kosovo che il Srm sta svolgendo
insieme alla Fondazione
battista di Tirana (Bft). Il
Srm ha a disposizione fondi
ricevuti grazie alle offerte
delle comunità evangeliche
e di singoli cittadini. Il Srm
ha inoltre ricevuto, per le attività in Albania, un finanziamento da parte del Commissario delegato dalla presidenza del Consiglio dei
ministri, alla gestione dei
fondi privati devoluti per la
Missione arcobaleno. Questi fondi, raccolti grazie alle
offerte dei singoli cittadini,
sono stati messi interamente a disposizione di associazioni e organizzazioni non
governative che operano a
favore dei profughi del Kosovo. In seguito alla cessazione del conflitto nei Balcani 1 profughi rifugiatisi in
Albania stanno facendo progressivamente ritorno in
Kosovo. Per questo motivo
anche le attività di assistenza materiale si stanno spostando in questa regione. Il
Srm e la Bft opereranno
probabilmente nelle zone di
Gjakova e Peja.
Volontari
Il primo gruppo di tre volontari del Srm ha terminato
il periodo di servizio di 3
settimane presso la Bft e ha
fatto rientro in Italia. I volontari sono stati impegnati
nelle attività di distribuzione degli aiuti umanitari, di
individuazione e verifica dei
bisogni delle famiglie di
profughi oltre che nella realizzazione di alcune attività
socio-ricreative rivolte ai
giovani. Due volontarie sono partite a fine giugno e si
prevede che vengano coinvolte anche nelle attività di
organizzazione del prossimo intervento in Kosovo.
Aiuti materiali
Due fratelli della comunità battista di Mortola, il
pastore Nunzio Loiudice e
Nicola Lanicci, si sono recati in Albania con un pulmino, a metà giugno, per portare aiuti umanitari per i
profughi del Kosovo. La comunità di Mortola ha risposto all’appello della Bit* arri
vato attraverso il Srm e del
past. Saverio Guarna consegnando in particolare scarpe e indumenti intimi per
bambini e adulti. Durante il
■viaggio e per le operazioni
di sdoganamento i due volontari hanno beneficiato
dell’assistenza degli operatori dell’Ics presenti a Durazzo. Il Srm ringrazia la comunità di Mortola per la
perseveranza e l’entusiasmo
con cui hanno portato a termine il loro progetto.
Progetto di «Educazione
alla riconciliazione»
Il progetto, di cui è responsabile il past. Saverio
Guarna, prevede la realizzazione di corsi di formazione
linguistica, attività socio-ricreative, attività sportive,
campi estivi per minori e
giovani in difficoltà sia albanesi che kosovari.
• Corsi di lingua straniera;
nel mese di giugno si sono
conclusi quattro corsi di lingua italiana e inglese per ragazzi dai 12 ai 18 anni. Tcorsi sono stati svolti da insegnanti locali, presso il centro della Bft, e vi hanno partecipato complessivamente
circa 80 ragazzi albanesi e
kosovari.
• «Punto verde» cittadino:
il progetto è stato realizzato
a Tirana, presso il centro
della Bbt dal 18 al 26 giugno.
Vi hanno partecipato 40 giovani tra i 14 e i 18 anni di etnia, fede, cultura, età e genere diversi. È stata inoltre
organizzata un’operazione
di raccolta dei rifiuti nella
piazza principale di Tirana
con l’esibizione di cartelloiii
con slogan ambientalisti per
sensibilizzare la popolazione sul tema della tutela ambientale. Il programma si è
concluso con la premiazione del miglior racconto e
della migliore poesia scritti
dai ragazzi sui temi discussi
durante i seminari.
• Campo ragazzi in Albania: si svolgerà dal 5 al 19 luglio in una località di mare,
«Shkembi i Kavajes» nella
città di Kavaja, a circa 15
chilometri a sud di Durazzo.
Per lo svolgimento del campo è stata presa in affitto
una pensione capace di accogliere i 40 partecipanti.
Il gruppo organizzatore è
composto da sei giovani
della Federazione giovanile
evangelica italiana (Fgei)
che verrà affiancato da un
gruppo di animatori locali
con lo scopo sia di assistere
gli organizzatori che di apprendere le tecniche di animazione giovanile e gestione di campi. Una troupe
della trasmissione «Protestantesimo» si recherà in Al
bania per documentare le
attività del campo.
Il «Decennio»
e le donne
nella Bibbia
Nel momento in cui si
chiudeva il «Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne» mi sono
capitate tre le mani alcune
copie del libro di Bruno Ciccarelli Le donne della Bibbia,
Aldo Marino editore, Catania,
1992. Nella comunità battista
di Mottola da alcuni anni mi
occupo della «libreria», cioè
curo i contatti con la Società
biblica italiana (Sbi) e ciò che
riguarda la diffusione di Bibbie, libri e mensili. Posso dire
che oltre a stimolare le vendite mi piace molto sfogliare libri, darne una prima lettura
per poi presentarli alla comunità, con la frase «pubblicità progresso» o, nel caso del
nostro settimanale, «Riforma:
informa e forma».
E così è successo che mi
sono state consegnate alcune
copie di quel libro da un fratello che le aveva ricevute
dallo stesso autore per venderle. L’ho trovato molto interessante perciò voglio ringraziare il fratello Bruno per
la sua sensibilità verso le
donne delia Bibbia e verso
noi donne di oggi, perché attraverso il loro vissuto e la loro testimonianza noi ora troviamo stimolo, coraggio e
saggezza.
Il «Decennio» non è finito,
la solidarietà verso le donne,
l’uguaglianza dobbiamo ancora conquistarle nella società, ma soprattutto nelle
nostre comunità, perché, lo
sappiamo, «davanti a Dio
non esiste né maschio né
femmina». Per raggiungere
questo abbiamo bisogno che
anche i fratelli ci aiutino e ci
diano maggiore visibilità nel
Fiocco azzurro
«Dice il Signore: “Egli mi
invocherà, e io gli risponderò: sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò e lo
glorificherò’’» (Salmo 91,15).
Daniela Santoro e Davide
Ollearo annunciano con gioia
la nascita di Andrea.
Foggia, 1 ° luglio 1999
Laurea
Il giorno 15 luglio presso
l’Università degli studi di Pavia alla facoltà di Giurisprudenza si è laureata Elena Pezzinl discutendo una tesi in diritto ecclesiastico dal titolo «
La Chiesa evangelica battista
nel diritto italiano»; relatore
prof. Luciano Musselli.
Gli amici porgono alla neodottoressa infiniti affettuosi
auguri.
Lodi, 15 luglio 1999
IMF)
ione
TAVOLA VALDESE
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto
daH’art. 117/SI/98, è convocato per
domenica 22 AGOSTO 1999
I membri del Sinodo sono invitati a recarsi nell’Aula
sinodale della Casa valdese di Torre Pellice, via C.
Beckwith 2, alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15,30 nel tempio
valdese di Torre Pellice e sarà presieduto dalla prédicatrice Maddalena Giovenale Costabel.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
TAVOLA VALDESE
Corpo pastorale
Per giovedì, venerdì e sabato
19-20-21 AGOSTO 1998
è convocato il corpo pastorale, col seguente ordine del giorno:
giovedì 19
ore 15-19: Sessualità, inquadramento e piste di riflessione.
venerdì 20
ore 9-13: Commissione liturgia e Commissioni permanenti per la formazione pastorale. Testo del Padre Nostro;
ore 15-19: Pomeriggio a cura del Centro culturale valdese.
sabato 21
ore 9-13: esami di fede dei candidati al ministero pastorale Emanuele
Fiume, Monica Michelin Salomon, Davide Ollearo. Varie ed everituaii.
Tutte le pastore e i pastori sono tenuti a partecipare alla riunione del
corpo pastorale (prenotarsi per tempo presso la Foresteria). Notare
che quest'anno le sedute iniziano il giovedì pomeriggio e non il venerdì mattina. Le sedute del corpo pastorale, salvo particolari momenti, sono aperte a tutti i membri delle chiese valdesi e metodiste.
// moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
le chiese. Concludo con una
frase tratta dalla presentazione del libro fatta dal pastore
Lello Volpe: «...il libro [è] un
efficace sussidio per coloro
che intendono porsi all’ascolto del grido di liberazione
delle donne, del loro cammino di fede e di rilettura della
Bibbia».
Pinuccia De Crescenzo
Mottola
Un libro
che fa discutere
Via col vento in Vaticano è
il titolo satirico di un pamphlet, sorta di collazione di
pungenti e spesso amare riflessioni e memorie di un
gruppo di prelati vaticani che
si fanno chiamare «I millenari». Uscito nelle librerie ormai da quattro mesi, ha suscitato fin da subito numerose polemiche, tali da far sì
che anche i telegiornali nazionali ne dessero infine notizia domenica 27 giugno,
tentando peraltro di minimizzare il valore e la portata
delle critiche in esso contenute che, si è detto, non farebbero che evidenziare un
male inevitabile di ogni istituto organizzato: il carrierismo: e pure la curia romana
non deve essere del medesimo parere se si è parlato addirittura di un ritiro del testo
dalle librerie.
In effetti, se certo gli autori
non svolgono critiche dirette
agii «istituti» ma alla loro gestione, né ai «valori» ma alla
«cultura sui valori», mostrando così di voler rimanere fedeli alia chiesa di Roma, è indubbio che essi usano a tale
scopo espressioni e toni tutt’
altro che condiscendenti, dicendo ad esempio che «la
stessa nostra spiritualità va
detersa dalle incrostazioni
epocali e restituita alle fonti
del suo primitivo splendore
biblico-evangelico», o che
«riformare la chiesa del Duemila significa cambiare il suo
governo burocratico che non
le si addice più», e giustificando la veemenza di alcuni luoghi dello scritto con il dire che
«mancando il sistema democratico dell’opposizione, subentra la critica non facilmente controllabile».
Non sono quindi del tutto
infondati i timori delle alte
sfere della chiesa romana (soprattutto se si pensa che quei
dardi sono scagliati per così
dire dall’interno!), ma il cui
appello a che il libro venga ritirato non può non riuscire
tanto più stucchevole, quanto
più si rammentino le calunnie
che percorrevano, e temo percorrano ancora, altri libri in
cui autori di evidente ispirazione «cattolica» esponevano
«pseudostoricamente» il pensiero dei riformatori, propinando per lo più formi:iabili e
faziose travisature.
È comunque certo che alla
chiesa romana debba dare fastidio l’apparizione di un tale
libro, in un momento in cui si
prepara al «Giubileo» tentando di circondare se stessa di
un’aura di ritrovata santità, di
quietare gli animi (si pensi al
perdono chiesto all’ultimo
momento dal Papa un anno
addietro, durante il grande raduno di Parigi, nel giorno
dell’anniversario della strage
di san Bartolomeo), di accontentare tutti (beatificando padre Pio, per esempio!); un
tempo in cui si preferirebbe
insomma, per citare le parole
degli autori del libro in questione, che tutti si comportassero da «buontemponi» e dicessero: «Sì, la verità sarebbe
questa, ma non è arrivato il
momento di dirlo, si farebbe
più male che bene alle porte
dell’Anno Santo! Che bisogno
c’è di turbare le acque? perché
provocare scandali?». Ma, si
sa, che avvengano scandali è
spesso necessario (Mt. 18,27).
Luca Buschera - Villar Perosa
RTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti...
donde mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dalTÉterno
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121, 1-2
I figli e I familiari tutti della cara
Adelaide Pone
ved. Pone
riconoscenti, ringraziano di cuore tutti coloro che hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al past. Paolo Ribet, al medico curante dott. Antonio Nuzzi, al dott.
Alberto Lazzero, alla gentile sig.ra
Anna Mattalia, infermiera dell’AsI
10, nonché ai sigg. condomini delle ‘‘Rondini», via Santini 6A e 6B.
Le offerte saranno devolute all’Ospedale valdese dì Pomaretto.
Pinerolo, 10 luglio 1999
RINGRAZIAMENTO
La moglie del compianto
Bruno Besson
commossa e riconoscente ringrazia tutte le gentili persone che
in vario modo hanno preso parte
al suo dolore. Ringrazia in modo
particolare il past. Teofilo Pons, il
dott. Bevacqua, il dott. Medina e
la sua équipe, Valdo e Rosi, Tullio
Bertot e I colleghi ex carabinieri.
Torre Pellice, 15 luglio 1999
RINGRAZIAMENTO
«Ho combattuto il buon
combattimento, ho finito
la corsa, ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
Il giorno 14 luglio, alTAsilo dei
vecchi di San Germano Chisone,
è mancata
Lidia Micci
I funerali hanno avuto luogo nel
tempio di Massello venerdì 16 luglio. Un pensiero affettuoso a tutti
coloro che, in vario modo, le sono
stati accanto nel corso degli anni.
Massello, 16 luglio 1999
RINGRAZIAMENTO
«Siate allegri nella speranza,
pazienti nelTafflizione,
perseveranti nella preghiera»
Romani 12,12
A funerali avvenuti, I nipoti e I
pronipoti, con le rispettive famiglie, la cugina Liliina Bert e i parenti tutti comunicano la morte di
Amilda Rostan
di anni 97
avvenuta il 13 luglio 1999, e ringraziano tutti coloro che le sono
stati vicini negli ultimi anni della
sua esistenza.
In particolare ringraziano il direttore e il personale dell’Asilo di
San Germano, il personale dell’Ospedale valdese di Pomaretto, la
signora Emma Durand e le infermiere per la loro assistenza. Un
grazie anche al past. Paolo Ribet
per la sua disponibilità.
San Germano, 15 luglio 1999
RINGRAZIAMENTO
«Gesù disse: lo solo la
resurrezione e la vita;
chi crede in me, anche se muore,
vivrà, e chiunque crede e vive in
me, non morirà mai»
Giovanni 11,25
Il marito, le sorelle e i familiari
della cara
Marta Meynier
in GardioI
commossi e riconoscenti ringraziano tutti coloro che con presenza, scritti, fiori e parole di conforto
hanno preso parte al loro dolore,
11 presidente, il direttore e tutto il
personale dell’Asilo valdese di
San Giovanni per le gentili e affettuose prestazioni, il pastore Claudio Pasquet, il signor Livio Gobello e in modo particolare la nipote
Elda e la pronipote Barbara.
Luserna San Giovanni
12 luglio 1999
I necrologi si accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011 -655278 - fax 657542.
12
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 23 LUGLIO 199g
.■M
Relazione del Centro di informazione e orientamento per i rifugiati di Bari
L'accoglienza ai profughi che sbarcano sulle coste pugliesi
GRAZIA RITA PIGNATELLI
Relazione del 1 ° trimestre di
attività del «Centro di informazione e orientamento» per
rifugiati di Bari, attivato all'inizio del mese di aprile
nell'ambito di un progetto del
Consorzio italiano di solidarietà (Ics) finanziato dalla
Comniissione europea, e di
un progetto della Federazione
delle chiese evangeliche di
Puglia e Basilicata cofinanziato dal Comune di Ivrea.
Situazione generale
Dall’inizio della guerra la
Puglia ha visto transitare
quasi 20.000 persone, provenienti prevalentemente dal
Kosovo. I profughi sono stati
distribuiti in grossi centri
(ma anche in altri più piccoli) come quelli di Santa Foca,
Otranto e Squinzano (Le),
quello di Ortanova, (Fg) e
quello di Palesò, a pochi chilometri da Bari.
Dal 27 aprile scorso fino alla
metà di giugno nel campoprofughi di Bari-Palese, una
roulottopoli allestita all’interno dell’aeroporto militare, sono transitate circa 5.000 persone. Ogni 10-15 giorni si sono alternate dalle 1.000 alle
1.800 persone, ogni volta con
problemi ed esigenze diverse
da affrontare. Una parte di
queste persone è stata trasferita in altri centri italiani. In
particolare le città che hanno
offerto la loro disponibilità ad
accogliere profughi (da un
minimo di 30 a un massimo
di 300 persone circa) sono
stati Avellino, Salerno, Terni,
Bologna, Vibo Valentia, Peilermo, Crotone, Cosenza, Foggia, Livorno, Agrigento, Caltanissetta, Arezzo, Biella, Reggio
Emilia, Pisa, Brindisi, Venezia,
Cremona, Verona, Viterbo,
Ancona, Macerata, Campobasso. Le altre hanno lasciato
il campo a seguito del rilascio
di un permesso di soggiorno
della questura di Bari (i profughi ospitati a Bari, va detto,
non possono uscire dal centro
fino a quando non abbiano il
permesso di soggiorno).
La particolare situazione
del campo profughi di Bari ci
ha indotto a svolgere la nostra attività informativa all’interno del campo stesso.
Profughi albanesi del Kosovo
garantendo una presenza
stabile e continuativa. L’elevato numero di utenti ha reso
problematico l’intervento e
l’assistenza a casi singoli, bisognosi di particolare attenzione. Inoltre, la mancata
previsione, fino al 26 maggio
scorso, della protezione umanitaria per tutti i cittadini
provenienti dalla zone di
guerra ha reso ancora più
complicata la situazione.
Dati raccolti
Dalle testimonianze raccolte abbiamo potuto rilevare
alcune informazioni, che for^
niscono un quadro generale
della condizione dei profughi
provenienti dal Kosovo. A Bari sono arrivati per lo più nuclei familiari. Inizialmente il
mezzo di trasporto utilizzato
per raggiungere le coste pugliesi è stato il gommone.
Nelle ultime tre settimane,
invece, quasi tutti i profughi
sono arrivati con traghetti di
linea o con pescherecci. II costo del viaggio varia da uno a
due milioni e mezzo di lire (i
nuclei familiari più numerosi
usufruivano di «sconti»). Chi
è arrivato con i traghetti o
con i pescherecci ha comprato anche documenti falsi.
Molti hanno affermato che il
passaporto con cui si erano
imbarcati era originale e che
solo il visto (acquistato con
l’intenzione di raggiungere
un paese europeo) era falso.
Un dato raccolto in questi
mesi concerne la ferma intenzione di proseguire verso altri
paesi europei, in particolare
Germania e Svizzera, considerando l’Italia paese di transito. Ogni famiglia infatti ha
affermato di avere un parente
(spesso i genitori, il coniuge e
i fratelli), residente all’estero
da molti anni per motivi di lavoro. È quindi evidente che
solo chi ha potuto permetterselo, avendo riferimenti certi,
ha lasciato il Kosovo o i campi
profughi allestiti in Albania e
in Macedonia.
Le notizie diffuse dai massmedia sulla situazione in Kosovo e sui metodi utilizzati dai
militari serbi per costringere
le persone ad abbandonare le
case e i villaggi sono state
confermate dagli ospiti del
campo di Bari-Palese. Diverse
testimonianze hanno raccontato di case bmciate e rase al
suolo, di esecuzioni sommarie, di stragi e di violenze, di
richieste di tangenti e di furti.
Casi individuali
Non è stato semplice individuare nuclei familiari con i
quali intraprendere un percorso di integrazione in Italia. Malgrado le nostre ripetute raccomandazioni a non
uscire dal territorio italiano
(così come previsto dalla
normativa in vigore), quasi
tutti sono partiti verso le città
del Nord Italia (Milano prin
cipalmente), per poi oltrepassare la frontiera. Per molti
di loro ci è giunta notizia
dell’arrivo a destinazione
senza alcun problema.
Due nuclei familiari hanno
espressamente chiesto la nostra assistenza. Dopo aver
raccolto informazioni sulla
loro storia personale, ci siamo attivati al fine di trovare
innanzitutto una sistemazione alloggiativa: la prima famiglia è attualmente alloggiata a
Monteforte Irpino (Av), struttura gestita dalla Fcei. Sono
stati sistemati in un appartamento indipendente, viene
assicurato loro vitto e alloggio
gratuiti e, a breve, inizieranno
un corso di lingua italiana. La
seconda famiglia è attualmente alloggiata a Marano
Vicentino (Vi), in un appartamento concesso dall’amministrazione comunale. Il coordinamento locale di associazioni che segue la famiglia si
è già attivato per la ricerca di
un lavoro.
Il Centro di informazione e
orientamento di Bari sta seguendo anche il caso di un
cittadino iraniano di 38 anni,
rifugiato riconosciuto, in Italia da un anno e mezzo con la
figlia di 6 anni; sono ospitati
in un centro di accoglienza
della Caritas in provincia di
Bari e a breve si trasferiranno
in provincia di Udine, poiché
una ditta operativa nel settore delle sistemazioni ambientali e della manutenzione del
verde ba offerto la possibilità
di un lavoro a tempo pieno e
di un alloggio gratuito.
Abbiamo seguito, infine,
altri casi di profughi provenienti dal Kosovo che chiedevano assistenza giuridica al
fine di ottenere il permesso
di soggiorno e orientamento
sui diritti-doveri che il rilascio della protezione umanitaria concede loro (iscrizione
alla scuola pubblica, accesso
al Servizio sanitario nazionale, permesso di lavoro, circolazione sul territorio italiano,
ecc.). Alcuni fra questi, ospitati da parenti regolarmente
residenti in altre città italiane, sono stati indirizzati agli
sportelli Ics o ad altre organizzazioni locali in grado di
seguire da vicino il loro percorso di integrazione.
M Presso ¡1 Centro battista della città
«Punto verde» a Tirana
SAVERIO GUARNA
Dal 18 al 26 giugno è stato realizzato a Tirana,
presso il Centro battista, il
programma «Punto verde»
sotto gli auspici del Servizio
rifugiati e migranti della Fcei.
Scopo del programma era
quello di sensibilizzare i 40
giovani partecipanti di fede,
etnia e sesso diversi, e d’età
compresa fra i 14 e i 18 anni,
sui temi dei diritti umani,
della tolleranza e della risoluzione dei conflitti.
Si è avuto in pratica un vero e proprio seminario di studi con relazioni e discussioni
di gruppo su temi come il
razzismo, il ruolo della donna, l’ecologia, la tolleranza, 1
diritti dei bambini. Il punto
di partenza è stato la Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo, il cui testo è stato
letto, commentato e distribuito insieme ad altro materiale in lingua albanese. Le
sessioni si sono svolte dalle
ore 10 alle ore 13, con un intervallo di mezz’ora per i giochi di gruppo e di un’altra
mezz’ora per la merenda. I
lavori sono stati guidati da
chi scrive, da Pierluigi Polverari (volontario Fcei) e da alcuni giovani della locale comunità evangelica nei primi
quattro giorni, e da due operatori del Centro albanese
per i diritti umani nei giorni
successivi. Il canto «We shall
overcome» ha aperto e concluso ogni sessione. Sono
stati organizz.ati anche un
pic-nic nel parco di Tirana e
una gita al mare a Durazzo.
A conclusione del seminario è stato realizzato un piccolo progetto ecologico: i 4o
giovani hanno spazzato la
grande piazza Avni Rustemi,
al centro di Tirana, e hanno
raccolto e smaltito i rifiuti
mentre alcuni di loro esibivano cartelloni con slogan ambientalisti allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Un quotidiano locale ha pubblicato il giorno successivo
un buon articolo e alcune fotografie. L’iniziativa si è conclusa con una festicciola, durante la quale è stato rappresentato un dramma sulla risoluzione dei conflitti e sono
stati premiati i vincitori di
due concorsi; un ragazzo per
la migliore poesia, una ragazza per il miglior racconto,
sempre sui temi discussi.
La partecipazione è stata
completa, assidua e puntuale. Tutti hanno partecipato
all’iniziativa ambientalista,
che era stata suggerita dagli
stessi giovani. La collaborazione degli operatori del
Centro albanese per i diritti
dell’uomo è stata molto apprezzata. Un altro risultato
apprezzabile è stato il coinvolgimento nella conduzione del seminario del gruppo
dei giovani che avevano cogestito l’anno scorso il «Punto verde», e che quest’anno
hanno presentato le relative
relazioni, consolidando così
la loro preparazione per
questo tipo di lavoro.
Libero
Questa sera voglio essere libero
libero da ogni cosa
da questo vero caos di parole.
Questa sera voglio volare in cielo
come un uccello che ha appena trovato la libertà
sentire l’aria accarezzarmi il viso.
Questa sera voglio essere libero
come un gabbiano
e saltare in un mare ondeggiante
per essere sempre libero.
(Poesia scritta da Denis Tresovo, 13 anni, vincitore del concorso per la migliore poesia, organizzato nell'ambito dell'iniziativa «Punto verde», svoltosi a Tirana dal 18 al 26 giugno)
.y, ■:
m • . I -eH j. -S' 1 . i
Appello del segretario generale della Chiesa presbiteriana alTArm e al Cec
Gli abitanti di Taiwan vogliono l'indipendenza dalla Cina
Un responsabile di chiesa
di Taiwan ha chiesto alle
chiese di tutto il mondo di fare tutto il possibile per porre
fine all’«invisibilità» e all’«isolamento» di Taiwan. Infatti,
anche se Taiwan funziona
praticamente come un paese
indipendente, la Repubblica
popolare di Cina, che si trova
a soli 130 km di distanza,
considera l’isola come una
provincia rinnegata e spera di
ottenerne il controllo. Alludendo al rifiuto di tutte le
grandi potenze di appoggiare
le procedure perché Taiwan
venga riconosciuta come nazione indipendente e ottenga
un seggio airOnu, William J.
K. Lo, segretario generale della Chiesa presbiteriana di
Taiwan, ha dichiarato: «Noi
(il popolo di Taiwan) siamo
isolati dalla comunità internazionale. Soltanto 27 paesi
hanno rapporti diplomatici
con Taiwan. Ventidue milioni
di taiwanesi sono isolati dalla
comunità internazionale.
Questo somiglia a una nuova
forma di apartheid».
William Lo, diventato segretario generale della più
grande chiesa protestante del
paese lo scorso anno, si è espresso così il 1" luglio scorso
di fronte ai 35 membri del
Comitato esecutivo dell’Al
leanza riformata mondiale
(Arm), nel primo giorno di un
incontro di 11 giorni. La chiesa presbiteriana è una delle
214 chiese membro dell’Arm.
La chiesa, che è anche membro del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), gioca un
ruolo importante nella campagna per ottenere l’indipendenza di Taiwan.
Per l’Arm, il Cec e altre organizzazioni di chiese, compreso il Vaticano, lo statuto di
Taiwan è attualmente uno dei
problemi politici più spinosi.
Se l’Arm o il Cec dovessero
chiedere pubblicamente che
Taiwan riceva un seggio all’Onu, il che è uno dei più
grandi desideri della chiesa
presbiteriana di Taiwan e di
molti taiwanesi, essi metterebbero in pericolo i loro rapporti con il Consiglio cristiano della Cina, la principale
organizzazione protestante
della Cina. Dopo la privazione, nel 1997, della sovranità
di Hong Kong alla Cina, l’eventualità di una sorte analoga per Taiwan appare come la
più allettante per la Cina e
come la più terrificante per
molti taiwanesi. Il successo
commerciale di Taiwan che,
nonostante una superficie di
36.000 kmq, è un grande paese produttore e esportatore.
rende l’isola ancor più attraente agli occhi della Cina.
«Secondo informazioni recenti riferite dai giornali, 100
missili sono stati installati in
Cina meridionale e puntati
verso Taiwan - ha proseguito
William Lo -. C’è in molti un
sentimento di insicurezza».
Una dichiarazione ufficiale
di indipendenza provocherebbe probabilmente un’invasione dell’isola da parte
dell’esercito di liberazione
della Repubblica popolare di
Cina, e Pechino rifiuta di trattare con paesi che hanno una
missione diplomatica a Taipei. I 27 paesi che riconoscono Taiwan sono per la maggior parte piccoli stati, come
la Repubblica di Nauru e alcuni paesi dell’America centrale che ricevono aiuti da
Taipei. Anche il Vaticano riconosce Taiwan e ha una
missione diplomatica a Taipei, anche se informazioni recenti parlano dell’eventualità
di un trasferimento della missione diplomatica della Santa
Sede a Pechino, in vista di
rafforzare i contatti con i cattolici della Cina continentale.
Secondo William Lo, la posizione del governo taiwanese è
che c’è «una Cina, due paesi».
Diverse volte nel corso dei
secoli, Taiwan è stata sotto il
controllo di colonizzatori europei, della Cina e del Giappone. Dopo l’arrivo del comunismo nella Cina continentale
il Kuomintang nazionalista,
guidato da Ciang Kai-shek, ha
trovato rifugio a Taiwan alla
fine del 1949 e ha dichiarato
di essere il governo legittimo
della Cina. Alla fine degli Anni
40 circa 1,5 milioni di cinesi,
compresi 600.000 soldati, sono giunti nell’isola. Ma la
maggior parte dei cinesi originari di Taiwan discende da
persone emigrate nell’isola
centinaia di anni fa, la maggior parte delle quali ha sposato autoctoni che vivevano là
da migliaia di anni.
Nel corso di incontri con i
rappresentanti della Chiesa
presbiteriana di Taiwan, i
membri del Comitato esecutivo dell’Arm hanno potuto
rendersi conto che i taiwanesi non si considerano cinesi.
William Lo ha spiegato che
l’Arm aveva reso omaggio al
lavoro svolto dalla Chiesa
presbiteriana nel campo della giustizia sociale. La chiesa,
che conta 220.000 membri,
gioca un ruolo politico e sociale importante, al servizio
dei poveri, dei malati e degli
emarginati.
11 segretario generale della
Chiesa presbiteriana spera
Il centro cittadino di Talpel, capitale di Taiwan
che l’Arm e il Cec appoggeranno ancora di più Taiwan.
«Vogliamo che queste organizzazioni si pronuncino a
favore del nostro diritto di essere membri della comunità
delle nazioni. De facto, siamo
una nazione indipendente.
Ma a causa dell’isolamento,
Taiwan è concupita dalla Cina, come una giovane donna
che cammina sola di notte».
Come i suoi due predecessori
al posto di segretario generale, William Lo è stato iscritto
«su una lista nera» da Pechino e non può recarsi in Cina
continentale. Nel 1895, quan
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do perse la prima guerra sino-giapponese, la Cina cedette Taiwan al Giappone
«per sempre». Per i taiwanesi
questo significava che la Cina
ha perso i suoi diritti sU
Taiwan. William Lo è venuto
a sapere, da parte di alcuni
rappresentanti del Cec, eh®
sarebbe «imbarazzante» per
quest’ultimo appoggiare D
domanda di adesione di
Taiwan all’Onu e che il ptoblema era troppo «politico» e
si è chiesto: «Come può una
organizzazione ecclesiastica
separare politica e diritti della persona?».
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