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Anno III«
Venerili 1# novembre tSftS.
IV» 3
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO n’A«isociAzio;vE
(j1 domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 1 L.7,00
— per sei mesi « 4,00 ( >< 4,50
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai conlini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A5y,0£'jo»Ti{ (Js £v
Soguendo la verità nella carità
Efes. IV. (5.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberto,
dirimpelto al Caffè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino alio
slesso Ufficio.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Il «alarlo del peccato ed il dono d! Dio. — L’Assemblea religiosa di Berlino.
{hirchefllagj. (coni, e fine). — Le letture cattoliche. — Lettere intorno òlio spirito religioio in Italia. XII. — Notizie religiose. — Cronachetta politica.
IL SALARIO DEL PECCATO ED IL D0\0 DI DIO
« Il salario del peccalo è
la morte; ma il dono di
Dio è la vita eterna , in
Crislo Gesìi, nostro Signore «. {Rom. VI, 23).
1.
Quanto son poclii coloro che pensano d’esser peccatori ! Se l’iodiiTerenza degli uomini a questo riguardo
potesse prendersi per pace di coscienza, la terra si crederebbe davvero la
sede della santità! Eppure importa
moltissimo di riconoscere che l’uomo
è peccatore; chè, senza di ciò, l'opera
della redenzione cade affatto e Cristo
diventa un’ inutilità. Del che non si
darebbero pena i razionalisti; ma dovrebbero allora spiegarci come è avvenuta l’esistenza del male nell’universo , posta la non colpabilità del
genere umano. Una voce autorevole
sorge dal fondo de’ secoli, prorompe
da tutta la storia, risalta nella Bibbia,
e l’esperienza la conferma e la ragione
se ne persuade : l’uomo è peccatore !
Questa persuasione è come la prefa-
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sii —
zione deU’Evangelo, il quale senza di
essa sarebbe o inutile o inintelligibile.
Cristo stesso ha detto : « I sani non
« hanno bisogno di medico, ma i ma« lati: io non son venuto per chiamare
* i giusti, anzi i peccatori, a penitea<1 za {Marc. II, 17) ». E la necessità
di quella persuasione è specialmente
rappresentata da Giovaoui Battista, il
cui ufficio fu di precorrere al Cristo
col gran grido: Ravvedetevi] Quindi
è che, secondo queste idee, bisogna
racconciare un po’ le definizioni che
si danno dell’incredulo e dell’indifferente. Incredulo si dice chi non crede
a Cristo; sta bene, ma aggiungete;
l'incredulo non crede d’esser peccatore. Ed allorché dice ironicamente
che non crede, perchè Dio non gli ha
dato la sua grazia, rispondetegli; A
che parlare di Dio? La quistione dee
cominciare nella vostra coscien!>a; è li
che dovrete ripiegarvi per trovarvi
quella condizione 'preliminare, senza
cui non v'ha nè grazia, nè ragionamentopossibile. E l’indifferente è certo
chi non si cura di religione, ma ancora chi evita di sentirsi peccatore, e
l’uno come l’altro han bisogno di credersi innocenti, affìn di starsene sonnacchiosi lungi dal Vangelo.
2.
Ci pare incredibile che l'uomo, nato
re deU’universO, fornito di ragione e
di coscienza, con un tipo in mente di
una virtù naturale sì, ma pur grande,
possa giugnere a scancellare in sè il
sentimento d’esser peccatore! La cosa
però è spiegabile. Dio ha congiunto
allo stato di peccato uno stato di dolore, di noia e di scoraggiamento:
senza di ciò non ci sarebbe stato mezzo
d’educar l'anima nostra per condurla
a Cristo. Or chi non ha veruna speranza nel Salvatore, o niuna voglia di
accostarvisi, ha un interesse di tutti
i momenti a togliere da sè il sentimento del peccato per evitare il sentimento della miseria e dell’infelicità.
Quindi sì mette tutto in campo per
riescirvi. Il peccato è la trasgression
della legge: se questa è distrutta, l’altro scompare. Perciò si fa di tutto con
sofismi, e giovandosi di scuse e degli
esempi altrui, per toglier forza alla
legge; la si oscura e si debilita di
giorno in giorno. Poi si cercano divagamenti d’ogni specie, il passato
s’obblia, e si sdrucciola di tanto, che
il peccato diviene una seconda natura;
inconscio di sè, ma padrone del campo. Allora gli spiriti meno ignobili si
contentano di non far male altrui,
senza comprendere che in tal caso è
sempre per timore dell'umana giustizia 0 dell’opinion pubblica che si tien
presente nell’anima la legge che dice:
Rispetta i diritti altrui. Ma se oltre
gli uomini si ammettesse un essere
creatore e giudice, che ha pure una
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giustizia e una volontà, potremmo
contentarci di quella legge così ristrella? Se non fate male, gli nomini
forse non avranno che dirvi, nè possono farsi giudici del vostro interno;
ma se v’è Dio ? La virtù dev’ essere
solo esteriore? e l’interiore l’avete
tutta e l’avete sempre avuta?— Gran
male è il peccato : doloroso è sentirlo,
ma quanto è nobile di riconoscerlo !
Chi dice d’esser peccatore in cosa stimata minima, mostra almeno d’avere
nell’anima un tipo altissimo di virtù.
E giacché il peccato è in noi, riconosciamo che la nostra dignità può esser solo rappresentata dal pentimento.
Tra un peccatore che vive senza coscienza del suo stato, benché non
abbia mai tocco l’altrui, e il ladrone
che confessa giusto il suo supplizio,
ove si troverà maggior dignità? Se il
confessarsi reo accenna da un lato
che siam caduti, svela dall’altro che
ci stimiamo nati per la virtù: il peccato è conseguenza della caduta, ma
il pentimento indica la nostra nobilissima origine. L’orgoglio lo impedisce; ed è l’orgoglio che in tal caso ci
mette sotto i bruti, perchè pecchiamo,
e non ci solleva sopra di quelli, perchè non permette di pentirci.
5.
Però si senta o no il peccato, egli
ha con sè la pena. Non parlo deH’inferno, cui gl’increduli e gl’irtdifferenti
non pensano, parlo di questa vita.
Que’ signori pensano, che non potremmo ragionar di cristianesimo
senza ragionare di vita avvenire ; e
dicon vero ; ma non pensano che gli
argomenti a favore dell’Evangelo si
trovano anche quaggiù, che se Cristo
è venuto dal cielo sulla terra, è però
dalla terra che l’uomo deve salire al
cielo. — Se il peccato non si sente, è
certo la più gran pena che possa produrre; l’uomo che non sente la sua
miseria è l’essefe più abbietto che si
possa concepire. L’è questa un’indifferenza così completa, che rende l’uomo indegno del nome che porta. Se
poi il peccato si sente, produce primieramente il disprezzo di sè e la coscienza ci toglie la pace. Quindi ne
proviene la nullità del proprio spirito.
Incapace di santità, manca dell’unico
mezzo per giugnere al suo fine ; non
ha Dio e perciò è fuori quel fine ; nè
può aver felicità, perchè è fuori del
suo centro. E questa nullità è così
completa, che giustamente è detta
morte dall’aposlolo. Un albero tolto
alla terra, ha ben la vita del legno,
ma come albero non vive più ; tale è
dell’ uomo. Egli perde le attitudini
necessarie ad eseguire le funzioni per
cui è stato creato, e quindi come spirito nato per unirsi a Dio è morto.
Il salario del peccato adunque è la
i morte: massima vera, dimostrabile
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anche colla ragione, e resa terribile
dalla dichiarazione stessa di Dio.
In un secondo articolo ragioneremo
suH’altra parte del versetto che abbiamo posto in cima di queste poche
parole.
L’ASSEMBLEA RELIGIOSA DI BERLINO.
{Kirchentag).
{Continuazione e fine).
Affinchè i noslri lettori conoscano thè
sebbene nel Nord dell’Europa la libertà
religiosa non sia generalmente ben compresa , l’Assemblea religiosa evangelica
di Berlino si mostrò superiore ai suoi
compatriotti. Citeremo alcune espressioni
tratte dai discorsi di vari oratori pronunciati in delta Assemblea. Uno di essi
diceva ; « Nella Chiesa stessa e nella sua
vita, là soltanto deve cercarsi rimedio
alle separazioni». Un altro diceva: »Lo
spirito di setta e di separazione deve essere combattuto daU’amore, non già dal
teocratismo, molto meno dalle armi carnaliu. «La vera separazione, diceva un
altro, è quella che separa dalla verità,
non quella che separa dalla Chiesa nazionale ». « La verità di Dio, diceva un
quarto, trionferà senza l’intervento delia
forza materiale; la Chiesa non deve indirizzarsi allo Stato per reprimere le
riunioni religiose ». « I separatisti, diceva un quinto, se sono uomini di pietà
fanno del bene ; per opporsi a loro bisogna tare più di loro, meglio di loro,
ed essere più pii, più caritatevoli di
loro. Vi sono dei pastori che per la
loro durezza, la loro intolleranza, il loro
spirito di persecuzione favoriscono le
separazioni ».
Cinque ore l’Assemblea si occupò di
un tale soggetto ; e senza votazione, tale
era l'unanimità, furono ammessi i principii di tolleranza formolati dal dottore
Snethlage.
La terza e la quarta seduta furono
occupate nella discussione della Missione
interiore. Allora si vide qual’è la vita
del protestantismo nell’Alemagna. Sarebbe cosa assai lunga descrivere tutte
le opere nelle quali si occupano i Pastori evangelici: ne indicheremo soltanto alcune che formarono l’oggetto di
molti rapporti nell’Assemblea. L’unione
dei giovani, specialmente operai, formò
il soggetto di molte comunicazioni interessantissime. Queste società di giovani
cristiani sono destinate alla istruzione
civile e religiosa degli operai, ed hanno
una influenza grandissima suH’avvenire
sociale e religioso dèli’Alemagna.
Gli Asili infantili, che da qualche anno
per cura degli Evangelici si sono così
moltiplicati in Aiemagna, occuparono altresì l’Assemblea la quale cercava il come
sarebbero potuti giungere a dare alla
nazione ed alla Chiesa tanti membri attivi e religiosi, quanti erano i fanciulli
affidati alle loro cure, e togliere cosi
all’influenza della miseria e dei vizi e
dei delitti dei loro parenti tanti esseri
incolpabili. Non dimenticò l’Assemblea
di occuparsi della letteratura religiosa
onde renderla più svariata, più popolare,
più adattata al genio della nazione.
Le società della temperanza e della
emigrazione fornirono anch’esse materia
di occupazione all’Assemblea.
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I prigionieri e coloro che sono liberati dalie prigioni diedero airasseiublca
l’occasione di occuparsi di loro. La carità evangelica guarda con occhio fraterno il prigioniero, e cerca di restituirlo
alla società migliorato, e ¡’Assemblea
prese delle misure lodevolissime a tale
effetto.
Finalmente l’Assemblea si occupò del
modo di migliorare la condizioue morale delle grandi città e la condizione
morale dei loro compatrioti dispersi nei
vari paesi del mondo.
NcH’ultimo giorno delle riunioni il Re
accompagnato da qualcuno dei suoi consiglieri, volle assistere alla seduta. Tutto
si passò nella più grande calma, e lo
spirito di carità evangelica sempre vi
trionfò. Non mai una dissensione, non
mai una parola amara o pungente, impercioccbé lo spirito di Gesù Cristo era
in mezzo di loro. Al finire della sessione
si decise di fare una colletta, che riuscì
abbondantissima, per gli Alemanni poveri che si trovano fuori di patria, e
l’Assemblea si sciolse colla coscienza di
aver fatto opera utile e crisliana.
Ecco quale è stata quell’ assemblea
contro la quale i fogli clericali hanno
tanto gridato. C’indichino il più piccolo
scandalo in essa avvenuto , c’indichino
qualcuna di quelle cose che sogliono
continuamente accadere nelle assemblee
clericali. Ma l’Assemblea di Berlino non
era presieduta da uomini che si arroghino autorità infallibile; ciascuno era
libero, ciascuno aveva il suo volo, ma
uno era lo spirito che animava tutti,
cioè lo spirito di Gesù Cristo. Una era
l'autorità infallibile che tutti riconoscerano, l’autorità della Bibbia,
.Apprendano dunque da questa Assemblea i clericali, che il protestantismo non
è moribondo, com'essi vogliono far credere, ma è in tale stato di vita e di robustezza da turbare ragionevolmente i
loro sonni.
LE LETTURE CATTOLICHE
Non vi aspettate, caro sig. don Bosco,
che noi vi facciamo l’onore di entrare con
voi io una discussione completa. Noi conosciamo bene che uu uomo il quale ha
ardilo di mettere il suo nome in fronte a
quei libretti, che forse per ischerno,
chiama Letture Cattoliche, non può essere trattato come si tratterebbe un teologo. Noi non entriamo a discutere sul
fondo delle vostre dottrine, rileviamo soltanto alcuni dei vostri errori. Voi dite
che sono quattro i caratleri che ci fanno
con certezza conoscere la divinità della
vera Chiesa di Gesù Cristo; noi però che
vogliamo credere a Gesù Cristo piuttosto
che a voi, crediamo che sia uno solo il
segno per conoscere la vera Chiesa, e
questo alla portata di tutti, e senza bisogno di tanti raziocinii e di tante cognizioni che supererebbero la capacità
deH’operaio e della donnetta. Aprite dunque il Vangelo, e leggete nel capo ottavo
di s. Giovanni al versetto trentuno, e vedrete che Gesù Cristo dà per segno, onde
riconoscere i suoi discepoli, ia perseveranza nella sua Parola. Passate più innanzi , e nel capo decimo dello stesso
Evangelo troverete che le pecore di Gesù
Cristo, che sole formano la vera sua
Chiesa, sono quelle che ascoltano la sua
Parola. Perchè vi siete voi allontanato
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dalla dottrina di Gesù Cristo ? Perchè
non avete detto, com’egli diceva, che il
segno di una vera Chiesa è quello di ritenere pura la Parola di Dio? Noi Evangelici, sappiatelo, diciamo ai nostri Catecumini che in fatto di religione non si fidino
mai alle parole degli uomini ; imperciocché ogni uomo è bugiardo, ma gli esortiamo a riconoscere per vera (juella
Chiesa che ritiene solo la Parola di Dio,
e che non altro insegna che la Parola
di Dio.
Voi però non indicando per nulla questo segno caratteristico della Chiesa dite
invece, che per conoscere la vera Chiesa
bisogna conoscere se essa è Una, Santa,
Cattolica, Apostolica ; e poscia come
trionfante, dite che la sola Chiesa Romana ha questi caratteri. Felice voi, caro
don Bosco, se siete tanto semplice per
credere che i poveri contadini, che le
povere donne del volgo abbiano tanto
ingegno e tante cognizioni per riconoscere la vera Chiesa da questi caratteri.
Essi bisognerebbe che st persuadessero
deirt'mtó della Chiesa Romana, a dispetto di tante divisioni che la lacerano:
della sua Santità a dispetto della storia e dei fatti che parlano: della sua
Cattolicità a dispetto della geograOa:
della sua Apostolicità a dispetto degli
Apostoli che la condannano. Ma, torniamo a ripeterlo, non entriamo in questa
discussione se non che per rilevare qualcuno dei vostri errori.
Voi dite, pag 12 : n Che la Chiesa Romana è Una perchè tutti i veri caltolici
anche sparsi nelle varie parti del mondo,
professano una medesima fede, una medesima dottrina, e dipendono lutti da un
solo capo che è il romano Pontefice, il
quale, a guisa di padre universale, regola e governa tutta la cattolica famigliali. Due semplici osservazioni faremo
su qi;esta vostra dottrina: la prima è la
seguente; se i soli veri cattolici fanno
parte della vostra Chiesa, la vostra tanto
vantata Cattolicità dove va a finire ?
Quanti sono al giorno d’oggi quei veri
cattolici che ritengono il Papa siccome il
loro padre, e cbe si uniformano a tutte
le sue leggi e a quelle dplla sua Chiesa?
L’altra osservazione è forse la più semplice. Se VUnità della Chiesa è tale
quale voi la definite nelle parole sopraccitate, poi vi diremo che questa Unità
»pparticne alla Chiesa Greca-Russa, appartiene alla Chiesa Nestoriana, appartiene anche meglio, se volete, all’islamismo. Come dunque volete fare di questa unità un carattere per conoscere ia
verità ?
Ma se non siete stato molto felice nel
discorrere del primo carattere della vostra Chiesa, Vunità, sarete forse più fortunato nel parlare della santità che, secondo voi, è il secondo? vediamolo. « È
santa, voi dite, per U santità del suo capo
e suo fondatore che è Gesù Crislo » Questa, caro D. Roseo, si chiama prudenza !
Vi sarestecerto trovato un poco imbarazzato se aveste dovuto prendere la santità
della vostra Chiesa da alcuni papi.......
perciò ora il capo della Chiesa è Gesù
Cristo. Ma come va che solo tre righe di
sopra il solo capo della vostra Chiesa era
il Romano Po»<e/?ce? « È santa, voi continuate, la fede e la legge che professa ».
Ma piano, mio caro reverendo, non confondiamo le cose. Sapete voi quale è la
tede e la legge santa ? È quella che emana
da Dio fonte di santità, non quella che
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enisoa dagli uomini, si chiamiDO pare
concilii, padri, papi, o come meglio volete. Ciò posto vi diremo die se la fede
e la legge della Ciiiesa romana è quella
che si trova nella Parola di Dio, allora
sarà santa: ma in questo caso la Chiesa
romana sarebbe una Chiesa evangelica
come la nostra ; e si contenterebbe come
ci conteofiamo noi di ritenere quello che
insegtiava Gesù Cristo, quello che insegnavano gli Apostoli senza aggiungere a
questi insegnamenti quelli dei concilii,
dei papi ecc. « Molli santi, aggiungete,
con luminosi miracoli la illustrarono in
ogni tempo ». E qui siamo veramente desolati per voi, ma dobbiamo dirvi francamente che questa vostra dottrina è in
opposizione completa colla dottrina del
Vangelo. E i vostri libretti sono approvati dalla curia arcivescovile? E voi rappresentate il clero torinese nell’esposizione delle dottrine? Povera curia! povero clero ! Fate dunque bene attenzione
alle vostre parole, e poscia rispondete se
ne avete il coraggio. Voi date i miracoli
per segno della Chiesa vera, e sono molti
i casi in cui il Vangelo li dà per segno
della chiesa falsa. Leggete, se vi piace,
il capo XXIV dell’Evangelo di S. Matteo
e al v. 2t troverete queste parole di
Gesù Cristo : « Falsi cristi e falsi profeti
sorgeranno e faranno gran segni e miracoli; talché sedurrebbero, se fosse possibile , eziandio gli eletti ». Leggete
nel capo VII dello stesso Vangelo, ai v.
22, 23 la sentenza di Gesii Cristo intorno
alla santità degli operatori dei miracoli ;
« Molti mi diranno in quel giorno Signore,
Signore, non abbiamo noi profetizzato in
nome tuo, ed in nome tuo cacciati demoDii, e fatte in nome tuo molte potenti ope
razioni ? Ma io allora protesterò Idro : iò
non vi conobbi giammai ; dipartitevi da
me voi tutti operatori d'iniquità ». Se
poi desiderate uno schiarimento maggiore, leggete il capo li della seconda lettera
di S. Paolo ai Tessalonicesi e specialmente dal v. 9 al '12, e vedrete che i
miracoli anziché indicare la vera Chiesa
di Gesù Cristo, indicano....... ma lo vedrete là cosa indicano. Noi evangelici
crediamo che i miracoli furono necessari
al tempo di Mosè per ¡stabilire la Legge;
fiirono necessari ai tempi di Gesù Crislo
e degli Apostoli per ¡stabilire il Vangelo:
ma stabilita una volta la divina rivelazione,
i miracoli non han più luogo : quindi se
ci parlate dei miracoli di Gesù Cristo e
degli Apostoli saremmo con voi, ma se
ci parlate di certi altri miracoli..... vi
rimandiamo ai passi citati.
Mae i milioni di martiri? dice D. Bosco, non sono un segno della santità di
nostra Chiesa? A noi evangelici sarebbe
facile di dimostrare che i martiri dei primi tre secoli di cui si fa tanto vanto, appartengono alla chiesa evangelica, e non
già alla Chiesa romana quale essa è ora.
Noi diffalti potremmo sfidare D. Bosco a
provare che uno solo di quei martiri sia
morto per sostenere le tradizioni, la supremazia del vescovo di Roma, il purgatorio, la messa, le indulgenze ecc. : e ci
sarebbe facile dimostrare lino all’evidenza
che essi sono tutti morii per sostenere
quelle stesse identiche dottrine che noi
sosteniamo ; quindi quei martiri appartengono alla nostra Chiesa piuttostochè
alla sua. Ma non vogliamo entrare in lunghe discussioni ; e perciò diciamo che i
martiri nou possono essere un segno caratteristico della verità di una Chiesa; im-
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perciocché il segno caratteristico deve essere continuo acciò la vera Chiesa possa
essere distinta dalle false. Ma ti martirio
fu nella Chiesa romana fino a che essa fu
evangelica; quando però divenne Chiesa
dominante, quel martirio che essa riceveva dai Gentili, incominciò a darlo agli
Evangelici, dei quali essa ha trucidati parecchi milioni. Posto ciò, noi faremo una
rispettosa interpellanza al nostro D. Bosco, e gli domanderemo: quale è la vera
Chiesa di Gesìi Cristo, quella che è perseguitata , 0 quella che perseguita ? E
quando egli avrà risposto, allora gli faremo vedere chi sono i perseguitati, e chi
sono I carnefici.
Il terzo carattere della vera Chiesa, voi
dite, è di essere cattolica; ma la Chiesa
romana lo è : dunque voi conchiudete
essa sola è la vera. Noi vi facciamo osservare in primo luogo che nella Bibbia
noi troviamo il nome di Cristiani e non
mai il nome di Cattolici: quindi amiamo
piuttosto chiamarci Cristiani che Cattolici.
Vi facciamo osservare in secondo luogo,
che non basta appropriarsi un nome per
assumere realmente le qualità della cosa:
voi, a cagion d’esempio, potreste chiamarvi re 0 papa senza perciò cessare di
essere Bosco. Così non basta che la vostra Chiesa si chiami cattolica, cioè universale, ma bisognerebbe che lo fosse. E
qui, caro D. Bosco, togliete pure di mano
ai vostri lettori non solo la Bibbia, ma
anche la geografia ; imperciocché con
questa alla mano, anche un fanciullo vi
direbbe che mentite, non essendo tutto al
più i Cattolici che un quindici per cento
su tutta la popolazione del globo. Che se
volete voi calcolare i veri Cattolici, non
quelli di solo non\e pe avrete sì e no uno
per ogni mille : e dov’è la ¡vostra cattolicità?
Ma voi dite che la Chiesa romana è
cattolica perchè si estende anche a tutti
i tempi. Vi prendiamo in parola. Anche
noi diciamo che la vera Chiesa è di tutti
i tempi perchè Iddio non si cambia : e da
questo principio ne viene che i patriarchi incominciando da Abele appartenevano alla vera Chiesa. Noi non troviamo la
minima dilTicollà in questo; imperciocché
la promessa del futuro Redentore essendo stata fatta subito dopo il peccato di
Adamo {Gencs. III. IS), i patriarchi ed i
giusti dell’Antico Testamento sono stati
salvati come noi nella fede del Redentore. Ma secondo i vostri principii Abele
apparteneva alla Chiesa romana, in conseguenza credeva al papa, alle tradizioni,
si confessava, adorava le immagini e credeva e faceva tutte quelle altre cose che
nella Chiesa romana si devono credere e
fare per essere salvati. Che ne dice il caro
D. Bosco?
Finalmente ci venite a parlare del quarto
carattere di divinità della Chiesa romana
che sarebbe, secondo voi, l’essere apostolica. Su questo punto noi non vogliamo dir nulla, vedete quanto siamo generosi. L'apostolicità in una Chiesa può esservi 0 per la successione continua delle
persone, o per la pura dottrina apostolica
che in essa Chiesa si conserva. Riguardo
alla successione la B. N. ha fallo nel1’ anno scorso nove lunghi articoli, che
potete provvedervi stampati a parte nella
Libreria Evangelica al tenue prezzo di 4
soldi : e siccome nè voi nè i vostri colleghi han nulla risposto all’evidenza di quei
fatti, così non crediamo doverli ripetere.
Per quello che riguarda l’apostolicilà delia
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dottrina, noi atteadlamo che abbiate risposto al nostro gentile invilo, fattovi nel
Dumeru primo pag. 10, col. 2, nel quale
vi pregavamo di dimostrare cbe « la
Chiesa romana non ha nulla aggiunto nè
tolto alla Divina Parola ; ma che es.sa è
tale quale fra ai tempi degli Apostoli ».
Quando avrete falto ciò, allora soltanto
potremo entrare in discussione intorno
airaposlulicità della Chiesa romana.
LETTERE
nmm ìlio spirito religioso
IN ITALIA.
Xll.
Corruzione clericale.
Dopo di avere esaminata la condizione
relativa del clero come si trova disposto sopra la scala della gerarchia, di
averne studiati i principii educativi, ed
osservata la dannosa influenza cbe esso
esercita sulla moralità c sulla intelligenza dei popoli Italiani, si può a buon
dritto domandarsi quale debba essere lo
stato morale di questa grande corporazione. Non si sostiene l’errore, non si
divulga l’ignoranza, non si perpetuano
superstiziose credenze, senza che colui
il quale si costituisce stromento di sì bassi
interessi non partecipi nel più alto grado
alla corruzione che egli difende.
La religione è la verità disinteressata,
il retaggio di eguali dinanzi a Dio e di
fratelli sulla terra, essa è proprietà dell’individuo; ma qualora essa nel mondo
prenda un assetto che da questi suoi caratteri essenziali discordi, allora essa diviene fonte di speculazione e di corrom
pimento ed il santuario profanato si converte in bottega. Questa parola ha un
grave significato, poiché essa trova un
riscontro nel decadimento della legge
ebraica, e ne’suoi dottori quando già
pendeva su di essi il flagello del Cristo
indignato.
La Chiesa romana si trova in condizioni che per moltissimi aspetti si possono a quelle del giudaismo di quel tempo
paragonare. La corruzione clericale è un
fatto che non può venire impugnato;
essa dura da secoli, ma nelle forme esteriori non fu sempre eguale, quantunque
il fondo che la ingenera rimanga immutato. Fra i mezzi con cui fu posta a
profitto la fede dei credenti, il più scandaloso fu quello delle indulgenze. È un
fenomeno sociale che gli antichi notarono
come la corruzione morale non si disgiunga mai dal lusso smodato e da sconfinata avarizia. Queste due passioni promossero il traiTico delle indulgenze e lo
scisma di Germania. Il concilio di Trento
vi pose un riparo, ma conservò come in
ogni cosa la radice del male; esso vietò
che le indulgenze si vendessero, ma i
papi continuarono a concedere gratuitamente quello che prima si accordava a
danaro, per cui il danno morale rimase
tutto intero. Tuttavia questo privilegio
dell'indulgenza ora locale e permanente,
ora temporaria ed universale sotto l’apparenza di gratuità, continua a portare
ricca messe d’oiTerte, di largizioni e di
elemosine. L’indulgenza attira il credente nel santuario onde partecipare di
sì facile beneficio, ed è ben a credere
che egli si farà uno scrupolo di uscirne
senza aver prima versato il suo tenue tributo in danaro, il quale è con apposite
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scritte pomposamente e piamente destinato a soccorrerei poveri ospiti, e lo splendore dei tempio, o ad alleviare infine le
pene degli spiriti purganti. Questo atto
esterno di pietà giova mirabilmente per
tener luogo della tìiorale nell’individuo
che con una indulgenza plenaria purga
le brutture di una vita colpevole, e mantiene ricchi nello stesso tempo i ministri
deH’altare.
Ma i preti posseggono molti altri segreti onde impedire che loro venga meno
una larga agiatezza, e sono mirabili
nell’arte di utilizzare i peccati e le paure
religiose dei fedeli. La vecchiaia trepida
e superstiziosa ed il ricco morente vengono da essi assediati e posti a profitto.
È vero che oggidì le guarentigie della
legge, i scemati terrori, gli interessi degli credi contribuiscono ad impicciolire
d’assai l’azione del prete, ma anche in
più ristrette proporzioni le seduzioni non
mancano ed i lucri non sono cessati. Se
non è possibile ghermire l’eredità, si otterrà il legato che produrrà un pingue
compenso di messe e di solennità mortuarie. Uno ha egli con mezzi pravi ed
iniqui ammassate straordinarie ricchezze? ebbene egli riscatterà la malvagità
passata con un più abbondante tributo
espiatorio; il prete ne magnificberà il
pentimento e la pietà filiale; la moltitudine rimetterà del suo severo giudizio,
ed una colpa sarà così suggellata con
una vergogna.
Questi raggiri per impinguare con pii
legati 0 con eredità le chiese o le società
ecclesiastiche durano tuttora in Italia, e
là maggiormente dove numeroso è il
clero, frequenti gli ordini monastici, e
quanto è più favorevole ad essi il governo del paese.
Questi abusi continueranno fino a tanto
che un bisogno religioso porrà a discrezione del prete, mediante la confessione,
il credente prossimo a morire; poiché
egli sarà naturalmente indotto a rendere
proficui alla chiesa od aU’ordine questi
estremi momenti di debolezza, di tema
e di ansiose speranze. Che se il morente
per forza di voler proprio resistesse alla
seduzione e deludesse l’aspettativa delle
offerte sperate, allora si aggirerà l’erede
e si porranno in moto a vicenda i sentimenti della gratitudine, del dovere, della
pietà verso il defunto onde scorra abbondante l’obolo mortuario. La pietà non
persuade ella nemmeno quest’ultimo a
circondare dei dovuti onori gli estremi
ufficii che si tributano agli estinti? Allora ai falliti argomenti verranno in soccorso te tasse ecclesiastiche, i diritti di
tumulazione, ed il prete se non è prima
pagato rifiuterà alla morta salma la seiwltura. Questi scandali non sono egualmente comuni a tutte le provincie d’Italia,
ed allatto infrequenti sono nelle provincie soggette all’austriaco dominio, ove
l’eguaglianza perfetta del clero coi laici
davanti alla legge, e la comune oppressione contribuì a renderlo più morale e
meno ardito alle prepotenze di sacristía.
La ricchezza tuttavolta idei clero italiano è ancora considerevole. Non mi appartiene il dimostrare di quanto danno
essa torni alla economia degli Stati; ma
ì danni che ne derivano allo spirito religioso eguagliano, se pure non sorpassano i danni economici. Non è a dire
che tutti gli ecclesiastici sieno egualmente ricchi; nelle loro file s’incontra
11
anche il povero, ma la ricchezza degli
uni è incitamento e lusinga degli altri.
La radice però del morale sta in duelcause
che sono a tutti egualmente comuni, l’ozio ed il celibato, i quali congiunti alla
quasi generale agiatezza de’clericali vi
portano quella intcriore corruzione che
essi non valgono a nascondere per astuzia d’artificii aU’occbio della società civile. Due danni frattanto ne derivano al
popolo, il quale informando il proprio
costume dalle idee e dal costume del
prete, acquista un falso concetto Intorno
ai doveri di famiglia ed all’importanza
del lavoro. Il prete che vive nella soliudine domestica non può apprezzarne
le virtù e gli onesti piaceri; egli non può
porgere avviso, nè dare giudizio su
quanto vi è di virtuoso in queste dolci
relazioni di rispetto e di amore che legano i figli al padre, il marito alla moglie.
La famiglia, questo santuario dei più
umani sentimenti, non può da lui giudicarsi senza pericolo, e stimerà più prossima a virtù la monacale freddezza, che
la facile ed ingenua espansione degli affetti. In Italia s’incontrano le conseguenze
di questa falsa maniera di giudizio che
neU’inlerno della famiglia ingenera il
sospetto e la divisione. A questo travolto
giudizio devesi pure attribuire la perdita
di quella onesta libertà che per molto
tempo in Italia godette la donna, e che
difendeva assai meglio il di lei pudore
che non la torta idea di castità che vi
successe, la quale per ordinario non è
che utt velo ipocrita con cui nasconde
delle mende, che ella ha interesse di togliere alla pubblica conoscenza.
11 prete inoltre è naturalmente portato
all’oiio dalla sua condizione, la quale
mentre non gli permette di occuparsi
nei lavori di mano, non richiede d’aU
tronde una seria occupazione della mente,
nè ricchezza di cognizioni; per cui egli
riguarda il lavoro come un peso, la
scienza come un pericolo, o almeno siccome cosa inutile all’acquisto della felicità immortale.
Non è certo intenzione di muovere calunnia ad uno dei ceti sociali d’Italia
quella che mi fa asserire, che i preti sono
fomiti d’improduzione e d’ignoranza; le
statistiche vengono in mio appoggio e
depongono contro essi colla infallibilità
delle cifre. Nelle provincie ove maggiormente abbondano questi uomini che si
sacrarono al ministero sacerdotale, ivi
più scarsa è la popolazione, morta o languente l’industria, degenerato il sentimento della giustizia; maggiore di rincontro il numero degli analfabeti e de’
giudiziarii processi.
Gli ultimi avvenimenti politici, e le
aspirazioni a quella libertà di coscienza
che è il più sacro ed il più importante
degli umani diritti finirono, di porre in
chiaro la gravità di questa clericale corruzione italiana, ed a quante basse arti
sia capace di ricorrere questo partito
che ha smarrito il più ovvio e comune
senso del retto. Que’ rivolgimenti infatti
che furono rivelatori di nefandezze, come
quelle aspirazioni di libertà di coscienza
ci provano che essi a nuH’altro intendono
fuorché a salvare un’autorità, in cui non
hanno fede siccome in inviolabile diritto,
ma che riguardano quale causa feconda
di guadagno, di godimento e dominio.
12
IVOTIZIE RElilGlOSE
I^G^II,TEP.RA. — Fra i differenti progetti deW’Jlleanza protestante, vi è quello
di dare delle letture, tanto in uso nella
Inghilterra, in siile popolare sugli errori
della Chiesa romana. Le letture sarebbero
date in varii paesi dell’Inghilterra, ed
avrebbero per iscopo principale d’illuminare i poveri Irlandesi che sono in gran
numero per tutte le città inglesi ; a Londra solamente se ne coniano 200,000.
Casada’—Il Canadá francese non conta
che 700,000 abitanti. La Società francese
evangelica che, data la sua esistenza dal
1839, vede sempre più crescere le benedizioni di Dio sulla sua opera. 700 persone
hanno abbandonalo il cattolicismo per
professare la fede evangelica. Iddio si è
servilo in gran parte dei preti cattolici
per un tale movimento verso il Vangelo.
Ai primi progressi del protestantismo i
preti canadesi stabilirono delle conferenze
nelle quali denigravano in ogni maniera
la fama dei protestanti, e travisavano orrendamente le loro dottrine. 11 popolo canadese vedendo che i pastori protestanti
erano migliori dei loro preti, non credeva
facilmente a quanto da costoro si diceva;
vollero andare alla sorgente, e scoperta
l’impostura molti si sono dati al Vangelo.
Un altro aneddoto contribuì moltissimo
all’avauzamento del Vangelo. Io una chiesa
di Monreal due preti facevano un dialogo;
uno dei preti recitava la parte del protestante, ed era sempre battuto dall’altro
che recitava la parte del dottore cattolico.
Un giorno il popolo domandò che invece
del finto protestante si chiamasse un pro
teslante vero; e il popolo s’intestò talmente che il Parroco fu costretto a chiamare il Ministro protestante. Questi andò
airistante, e colla Bibbia alla mano domandò al Parroco perchè la sua Chiesa
avesse tolto dal Decalogo il secondo comandamento di Dio che vieta il culto delle
immagini. (Esodo XX,4,6). Il Parroco negò
da principio, ma il Ministro falta portare
una Bibbia cattolica fece leggere ad alta
voce da un prete i dieci comandamenli
come sono nel capo XX dell’Esodo, ed i
preti restarono confusi, e il popolo fece
le sue riflessioni, e molti abbracciarono il
Vangelo. Fino che si fanno dialoghi da
commedia i preti avran sempre ragione,
ma se alla commedia subentra la realtà,
le cose cambieranno di molto.
Nuova Yorck. Annunciammo già nel
N” 30 della Buona Novella come il nunzio papale M. Bedini avesse portato io
America una nuova industria, facendo
pagare uno scudo a chiunque voleva assistere alla consecrazione della chiesa di
Saratoga. Sembra che una tale industria
sia piaciiila al clero cattolico americano.
Domenica 30 ottobre vi fu nella cattedrale di Nuova York la consacrazione di
tre nuovi vescovi. Il nunzio apostolico
Bedini funzionava, e l’arcivescovo nei
giorni innanzi pubblicò un manifesto che
noi riproduciamo come è pubblicato nelr Eco d'Italia del 29 ottobre.
Spettacolo clericale in Saii Patrizio.
Programma Arcivescovile.
Domani domenica 30 corr. avrà luogo
nella Cattedrale la consacrazione dei seguenti signori: il rev. John Loughlin, il
rev. James R. Bayley, ed il rev. Louis
13
de Goesbriand. Sua eccellenza monsignor
Bedioì, nunzio apostolico al Brasile, il
quale trovasi tuttora negli Stati Uniti, è
stato pregato dal rev. arcivescovo di agire
qual prelato consacrante in quest’occasione, ed egli vi ha acconsentito.
A tutti sarà facile il capire che dovransi adottare dei regolamenti onde pel
buon ordine impedire l’eccessiva folla che
sì importante cerimonia è atta a radunare. Quindi il Comitato vedesi con rammarico costretto, retro il parere del rev.
arcivescovo di metter in forza i seguenti
ordini :
1“ Saranno dispensali biglietti ad uno
scudo l’uno, e niuno potrà essere ammesso nell’occasione della consacrazione
se non è munito di un biglietto.
2“ Se qualche proprietario di sedile
obbiettasse a questa disposizione (il che
non credesi) è pregato di far noto il suo
rifiuto al sagristano della chiesa prima di
venerdì mattina, e gli sarà dato un biglietto eccezionale col quale potrà esser
ammesso gratis.
30 L’ urgenza di questo regolamento
deve essere evidente ad ogni cattolico, il
quale riflette per un momento che le dimensioni della Cattedrale non sarebbero
sufficienti per contenere una decima parte
di coloro I quali gradirebbero assistere
a quest’interessantissima, e (pella nostra
religione) gloriosissima solennità. Dall’altro canto se tutti vi fossero ammessi indistintamente, la folla delle persone ansiose di vedere la cerimonia, guasterebbe
il decoro della solennità. Per cui conviene
che si facciano delle distinzioni : nè sarà
ammesso un numero maggiore di quello
che può ragionevolmeate entrare nella
Cattedrale per non cagionare disturbi nè
disordini.
S. IIiiGUES, Arciv. di New-York.
È nella Chiesa di Dio 0 nel teatro che
si fanno tali cose? E gli autori di simili
azioni inqualificabili sono arcivescovi e
nunzii del papa !
Leggiamo nello stesso giornale :
— Giusta i rapporti presentati all’ adunanza della Compagnia della Società £•
vangelica degli opuscoli religiosi della
città di Nuova York, è evidente che
detta Società è della massima utilità: e
che, con modo quieto ed umile , possiede un’ estesa influenza.
Quasi ogni bastimento cbc parte da
questo porto è provvisto di libri religiosi pei marinai ed altri acciò possano
leggere durante il viaggio ; ed in questa
Città vi è una disposizione sistematica
per le visite ai poveri , ai maiali , agli
orfani ed invero a tutte le classi accessibili, diffondendo l’istruzione pegl’ ignoranti ed aiuto pei bisognosi. Dal compendio de' risultati , sembra che negli
ultimi dieci mesi trascorsi sono stali impiegati fra noi 26 missionari assistiti dai
servigi volontari di 1,H0 visitanti , ed
il loro rapporto è il seguente :
Opuscoli distribuiti. . . . 1,080,833
Bibbie date agli indigenti . . 8i9
Testamenti dati agli indigenti. 1,100
Volumi imprestati dalle scuole
partimentali..... 4,331
Fanciulli raccolti nelle scuole
Domenicali...... 1,739
Fanciulli raccolti nelle scuole
Pubbliche 197
Persone raccolte in classi Bibbliche....... 101
14
Persone indotte a frequentare
la Chiesa...... 1,526
Affiliati alla Temperanza . . 422
Apostati cattolici ritornati alla
fede Evangelica .... 23
Caltolici convertiti .... 157
Convertiti addetti a Chiese Evangeliche..... 137
Nuova Granata. La nuova Granata
è una repubblica composta di circa due
milioni di abitanti. Questa popolazione
era condannata alla più grossolana ignoranza ed alla superstizione la più degradante fino a che riceveva la sua educazione da quei zelanti preti e frati cbe
gli mandava la catlolicissima Spagna.
Ma scosso appena il giogo Spagnolo, entrò in relazioni commerciali cogli eretici
Stati-Uniti, e conobbero allora quale era
il loro abbrutimento. In conseguenza di
chè i buoni Granadioi pensarono che più
allontanavano i clericali, più si sarebbero
avvicinati verso la civiltà : non ba guari
i gesuiti furono legalmente scacciali dalla
Nuova Granata. Il fatto seguente farà
conoscere quali sieno su tale proposito
i sentimenti dei Granadioi.
In quest’ anno l’ambasciatore Granadino agli Stati-Uniti, il sig. Vittoriano de
Paredes, assisteva alla festa dell’anniversario della Società dei trattati americana. In (ale occasione la Società fece
dono aH’ambascialore di una collezione
dei trattati pubblicati dalla Società in
lingua spagnuola: Ecco la risposta cbe
l’ambasciatore comunicò in iscritto alla
stessa Società.
« La Nuova Granata si trova presentemente in uno stato di transizione , e
dfevo anche dire ohe il paese cararaina
verso una rigenerazione. Il paese si occupa in particolar modo a sradicare quel
fanatismo, frutto degli abusi, per i quali
la Chiesa romana ha gettato il nostro
bel paese in un abisso di miserie. Essa
chiama tali cose la sua podestà spirituale ; ma in realtà è una podestà quanto
grossolanamente temporale, tanto oppressiva ed indegna di un popolo illuminato.
« Per tale motivo non ha guari che
alcuni vescovi che ricusavano di obbedire alle leggi della nazione, ed alla suprema autorità del Congresso, sono stati
costretti ad abbandonare il paese, conforme alle leggi già esistenti che condannano ad una tale pena tutti i nemici
della Costituzione dello Stato. Non si
creda che I’ esilio dei vescovi sia avvenuto, perchè fra noi sieno perseguitati
i cattolici : do, tanto essi come i membri di qualunque altra setta sono liberi;
perchè la libertà religiosa è proclamata
dell’ opinione pubblica e confermata dalle
leggi : ma ciò è avvenuto perchè la Roma
fanatica e gesuitica, si sforza dappertutto, onde esercitare il supremo dominio, e gettare a terra tutto quanto le fa
di ostacolo, e gli uomini della Nuova
Granala non vogliono più soffrire tal
cosa.
« È dunque possibile ; e^ anche verosimile che la religione del nostro popolo subirà dei cambiamenti essenziali ;
ma per far ciò è cosa della più alta importanza che la gioventù in particolare
sia istruita nella sana morale del Vangelo , siccome in tutte le altre dottrine
del vero cristianesimo ».
fSemaine religieuse).
15
CRONACHETTA POLITICA
Piemonte. — La Camera dei Deputati
ha speso le sue prime sedute alla formazione dei suoi uffizi, alla verifica de’ poteri di vari! deputati o nuovi o rieletti ed
alla elezione del Presidente, e di uno dei
Vice-presidenti. Alla prima di queste cariche fu nominato l’ex-ininislro di Grazia
6 Giustizia Boncompagni, ed alla seconda
il deputato Lanza.
Nel Senato del Regno seguita la discussione sul progetto di legge portante affidamento alla Banca Nazionale della tesoreria generale dello Stato, e stabilimento
di una banca di sconto e circolazione in
Sardegna.
— l lavori della strada ferrata da Torino a Pinerolo sono finadesso abbastanza
innoltrati perchè l’appaltatore possa ripromettersi di aprirla al pubblico servizio
prima del prossimo maggio.
— Da un rendiconto deWAmministrazione delle Poste pubblicalo dalla Gazzetta
Piemontese, si ricavano i seguenti dati ;
Prodotti operati nello spazio di 9 mesi
Nel 1851 L. 1,972,870 03
Nei 1852 « 2,163,927 45
Nel 1835 » 2,324,948 66
aumento quindi nel 1833 rispetto al 1831
L. 352,078 65.
Lo smaltimento dei francobolli d’ogni
prezzo nel medesimo spazio di 9 mesi è
stato
Nel 1851 num. 173,821 del valore di
L. 52,575, 95.
Nel 1852 num. 301,335 del valore di
L. 55,471 40.
Nel 1855 num. 505,273 del valore di
L. 93,738 30; onde aumento nel 1853,
rispetto al 1851, di francobolli smaltili
329,434.
Francia. Tutti I giornali hanno testé
pubblicato, premettendovi i loro commenti, il Manifesto dell’imperatore di
Russia, col quale egli cerca di giustificarsi agli occhi de’ suoi sudditi e dell’Europa per la guerra intrapresa contro
i Turchi. Il linguaggio del Moniteur è
specialmente significante, sovralluttose si
badi al suo carattere ufficiale. Egli non
oppone nientemeno che una smentita urbana si, ma molto energica alle principali asserzioni del Manifesto. Il linguaggio dei fogli ministeriali è più ancora di
quello del foglio ufficiale ostile alla Russia, a tale segno che si pretende abbiano
provocato lagnanze per parte dell’ambasciatore di questa potenza, signor de
Kisseleff.
Lsghilterra. a fronte di questo linguaggio cosi bellicoso, ha fatto un certo
senso nel mondo politico il discorso del
tulio pacifico di lord Aberdeen nel pranzo
dato a cagione della inaugurazione del
nuovo lord Mayor di Londra, ed il discorso quasi insignificante o tutt’al più
galante di lord Palmerston in questa medesima circostanza. Non mancano tuttavia coloro i quali, ai discorsi o innocui
0 galanti di questi due uomini di Stato
attribuiscano maggiore importanza che se
avessero parlato molto chiaro e non tuono
molto bellicoso.
Aì.emag.na. — È comparsa un’ ordinanza sovrana concernente la quistione
dell’arcivescovo di Friburgo (Gran Ducalo
di Baden), colla quale gli viene addetto
in qualità di commissario speciale il direttore di città, Bargel, senza la cui sottoscrizione non verrà riconosciuta, nè
16
eseguita alcuna disposizione arcivescovile. Qiiest’ordiüanza era del 9 novembre; il 15 l’arcivescovo ba pubblicato una
diuhiarazioDe indirizzata al ministero,
colla quale respinge l’opinione eh’ egli
debba soltoporsi alle leggi del paese; si
dichiara deciso di persistere nella via seguita finora, e protesta contro l’accusa
di avere mancato di fedeltà al sovrano.
Notizie d’Oriente. Si conferma vieppiù la notizia d’una vittoria riportala dai
Turchi a danno dei Russi. La perdita di
questi ultimi è valutata a 1200 tra morti
0 feriti : quasi tiiit’i capi di battaglione e
parecchi colonnelli sono fra i feriti.
— Notizie giunte per via privata portano che i Turchi abbiano perfino occupato Bukarest; ma questa notizia merita
conferma, tanto più che è posta in dubbio in tutti quei luoghi in cui si è generalmente bene istruiti. Si parla anche
di battaglia vinta io Tzica per parte dei
Turchi.
— Scrivesi da Kalafat che il fanatismo
de’militi turchi aumenta ogni giorno più.
Le vittorie riportate li resero ebbri. Non
vogliono sentir parlare di trattative, ed i
capi devono servirsi di tutti i mezzi di
cui dispongono per impedire che attacchino il nemico a loro capriccio.
— I banchieri greci si offersero di somministrare al governo, in caso di necessità,
delle considerevoli somme a conto del
prestito che il Divano ha intenzione di
contrarre.
Presso la Libr. Evangelica di G. BIAVA,
via Carlo Alberto, in faccia al caffè Dilei.
lIVffiCllE IT LE STATUT
ou
MA CO\DAMNATIO*\
PAR LA COUR D’APPEL
DE CHAMBERY
Plaidoyer de M. VAvocat Eugène CourtComte, publié par Houdry-Ménos. —
Opuscolo di 54 pag.
Prezzo cent. 20.
ALIA STESSA IIBRERTA
si trovano pure le seguenti Opere
Bibbia italiana di varie grandezze,
legata elegantemente da L. 2 a 6 »
Nuovi testamenti in italiano ben
legati di varie grandezze . » 1 »
Biblia Sacra vulgatae editionis Sixti V et Clementis Vili jussu recognita atque edita — Elegante edizione tascabile con forte e bella
legatura in pelle .... « 5 »
Bibbia in varie lingue da . « 3 a 8 «
Lucilla, ossia la lettura della Bibbi“ ....... » 0 80
Regula Fidei (Regola della fede) » 0 80
Sei conferenze sulla fede dei rifor
mali evangelici . , . . » 1 20
La successione apostolica . . n 0 20
La confessione (L. Desanctis) . » 0 25
Trivier, esposto dei motivi per cui
l’autore ha abbandonatola Chiesa romana......» 0 50
Addio al Papa.....u 1 ii
Paleario, il benefizio della morte
di Cristo......» 0 40
Tesoretto bibblico . . . » 0 20
Compendio della dottrina cristiana .......» 0 30
Preghiere di famiglia . . . » 0 25
Esercizii di pietà per la comunione ........11 0 20
Guida alla lettura della Bibbia u 0 20
La credulità degli increduli . u 0 20
Oltre questi ed altri libri italiani, vi è
una raccolta abbondantissima di libri
evangelici francesi a modico prezzo.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP. SOC. BI A. PONS E COMP.