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l.nNiiii n.FTL!A
Casi Valiese
ÎOHHE PELLICE
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DELLE VALLI VALDESI
S e 11 i m a n a 1 è
della Chiesa Taldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per te quali avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Ann. LXXXVIII - N. 27
Una coì>ia L. 30
ABBONAMENTI
Í
Eco: L. 1.200 per l’intemo
L. 1.600 per Testerò
Eco e La Luce: L. 1.800 per Tintemo
L. 2.500 per Testerò
Spediz. abb. postale ■ li Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 4 Luglio 1958
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Acca de, osai
LA TORTURA
In questi giorni ha luogo, a Torino,
un festival che raccoglie i migliori film
del cinema italiano, che aveva conosciuto una rinascita così fiorente nelrimmediato dopoguerra e che sembra
purtroppo intristire nel comico-patetico-folkloristico, quando non dà decisamente nel cattivo gusto.
Fra questi film era « Roma città
aperta », di Rossellini, che certo molti lettori ricordano, e che ho visto per
la prima volta con viva ammirazione
per l’arte di cui dà prova, ma sopratluUo con profondo turbamento: come si sa, vi è riportato un episodio
della resistenza clandestina ai nazifascisti, a Roma, « città aperta » a
tulle le violenze di coloro che avevano la forza in mano; del resto tutti i
paesi erano così « aperti », campo di
battaglia in cui unica norma è ormai
la legge brutale del più forte. La seconda parte del film è un’unica sconvolgente scena di tortura: di una sobrietà che non dà mai nel macabro,
ma che ci fa un poco vivere, durante
mezz’ora, il martirio di una delle innumerevoli vittime. Che vince, perchè
resiste, fino alla morte. Sono scene che
non si possono dimenticare. Si ha la
i mpressione conturbante di « averne
seiiiito parlare », e di esserne di colpo
diventato testimone oculare.
l.a tortura... Jt Qu®et-abttso-ne«-dovrebbe essere tollerato nel secolo deciinottavo » scriveva Cesare Beccaria.
Era uno scandalo assurdo, nell’era
umanitaria dei « lumi », residuo retrogrado di oscure epoche primitive, di
cui si servivano spudoratamente le polizie segrete degli Stati autoritari. Ma
noi sappiamo oggi che la tortura si
annida nel cuore dell’uomo: troppo
si è diffuso il morbo. Migliaia di uomini hanno torturato, nel passato che
tutti possiamo ricordare; milioni di
uomini sono stati — di fatto — consenzienti coi torturatori; ed abbiamo
anche visto che il torturato poteva diventare torturatore.
Avete letto certe pagine di « Buio
a mezzogiorno » di A. Koestler? di
« Scritto sotto la forca » di Fucik? de
« L’ultima scintilla » di Remarque?
avete sentito un fremito dell’immensa
sofferenza fisica e spirituale che gli
uomini si sono inflitti gli uni gli altri,
perchè erano di idee diverse, di razze
diverse, per tentare di estorcere un tradimento, o una confessione falsa che
valesse a « legalizzare » un’esecuzione
capitale? La più perversa inquisizione
religiosa è diventata inquisizione politica; perchè la religione, oggi, è il Potere, lo Stato, il Partito, la Razza.
E non crediamo di aver sistemato
le cose perchè a Norimberga sono stati solennemente giudicati e puniti i
principali sadici responsabili di questi orrori (non tutti...). Lo spettro odioso della tortura non è scomparso dal
nostro mondo. Non sappiamo esattamente cosa succeda oltre cortina, anche se le confessioni dei « transfughi »
(Koestler era uno di questi) ci permettono di pensare che la Ghepeu sovietica — e le sue succursali negli stati
satelliti — non siano certo migliori
della Gestapo e dei repubblichini. Così si « interrogavano », ieri, nelle prigioni di Nasser, uomini politici che
poi sono stati, con qualche cicatrice,
elevati a cariche eminenti. In certe
colonie inglesi questi metodi sono stati usati : perchè non dovremmo credere al film, tratto dall’omonimo romanzo, « Qualcosa che vale », che
mostra i coloni sconvolti ricorrere anche alla tortura per fronteggiare l’offensiva dei Mau-Mau? Coloro che so
no stati in Etiopia dicano se, in casi
di emergenza (naturalmente, sono
sempre casi di emergenza!) abbiamo
conservato le mani più pulite.
E c’è l’Algeria. E’ antipatico parlarne, perchè sembra di far la morale
ad un altro. Credo però che se avessimo ancora la Libia, e ci trovassimo
nella stessa situazione oggettiva in cui
è la Francia, non saremmo in condizioni migliori. Molto si è già parlato
dello « scandalo » algerino. Anche i
lettori dell’Eco ne sono stati sommariamente informati. Di fronte all’inafferrabile e deliberata guerriglia dei
fellagha e degli aderenti del FLN, la
polizia politica e quella militare —
dei « paras », le truppe « dure » — non
esitano a ricorrere sistematicamente
alla tortura per estorcere preziose informazioni.
Vi consiglio vivamente, a questo riguardo, la lettura di una testimonianza che non vi lascerà tranquilli. Si
tratta de Lm Question, di Henri Alleg,
tradotta in italiano sotto il titolo La
tortura, nelle edizioni Einaudi, preceduta da un saggio introduttivo di
Jean-Paul Sartre. Per quanto quest’ultimo ci ponga di fronte a gravi riflessioni, ed introduca bene la lettura del
breve testo, ne è distante quanto, appunto, una meditazione a tavolino da
una testimonianza di vita vissuta e
sofferta. Di questo volume, pubblicato in Francia nel febbraio scorso, si
sono già vendute settantamila copie,
malgrado le autorità abbiano prima
fatto distruggere il piombo già composto del saggio di Sartre e poi abbiano ordinato il sequestro del libro stesso... che però si può trovare quasi
ovunque.
Dalla prefazione italiana, stralciamo: « Henri Alleg è stato direttore
di « Alger républicain », quotidiano
algerino d’opposizione, dal 1950 al
settembre 1955, quando il giornale
venne proibito. Da allora H. Alleg si
battè per ottenere l’annullamento di
questa interdizione, che venne infatti
riconosciuta illegale dal Tribunale di
Algeri. Le autorità continuarono però
ad opporsi alla riapparizione del giornale, e arrestarono e fecero internare
molti dei suoi collaboratori nei campi di concentramento. Per sfuggire a
questo provvedimento (che in Algeria
può essere preso dietro un semplice
ordine amministrativo, senza specifica
imputazione), Alleg condusse vita
clandestina dal novembre 1956 al 12
giugno 1957, giorno in cui fu arrestato dai paracadutisti e tenuto prigioniero per un mese a El-Biar, un quar tiere alla periferia di Algeri. Questo
libro è il resoconto di tale prigionia.
Poi fu trasferito in un campo di concentramento, da cui « riuscì a far pervenire in Francia una copia della querela da lui presentata al procuratore
generale di Algeri, nella quale denunziava le torture di cui era stato vittima. Questo documento destò nella
stampa francese e internazionale una
larga eco... Solo una vasta campagna
di stampa riuscì ad ottenere che in
agosto si aprisse un’istruttoria sulle
denunce di Alleg. Da allora, egli è stato trasferito al carcere civile di Algeri, sotto Timputazione di attentato alla sicurezza esterna dello Stato e di
ricostituzione di associazione disciolta (Alleg è membro del Partito comunista algerino) ». L’inchiesta condotta, con i numerosi confronti, ha confermato la deposizione, convalidata
del resto da certificato medico particolareggiato.
E non è che un caso fra molti. Alcuni ne vorranno fare un caso politi
co, perchè Alleg è comunista, e non
è un mistero che la politica sovietica
soflìa sul fuoco della lotta del FLN
nelTunico intento di creare noie all’Occidente e di atteggiarsi a f^ladina
di libertà conculcate (!). Ma non è un
caso politico; è un caso umano. Manca totalmente, in queste sobrie, scarne pagine la polemica partigiana ed
astiosa; si sente perfèttamente che Alleg non è un agit-prop, ma un uomo
che — sia pure in mixlo discutibile —
lotta per lo stabilirsi di una vera comunità franco-algerina nella parità e
nella fiducia. E’ un uomo che guarda
i suoi torturatori (urt mese può essere
lungo, eterno; anche una settimana,
anche un giorno) e si chiede com’è
possibile che degli uomini « normali »
giungano a questo; ci sono gl’incalliti, ci sono i giovani ancora turbati ma
già segnati, come quel biondino del
Nord che dopo una « seduta » particolarmente atroce viene a congratularsi con lui con l’entusiasmo « sportivo » di un ammiratore che si congratula con un campione dopo un
match particolarmente duro; sono i
giovani di Francia, -gettati in quel
mondo satanico; uno solo esprime
chiaramente il suo orrore e la sua pietà umana — e viene trasferito. E ci
sono i musulmani, gli algerini con cui
scambia uno sguardo affettuoso, fraterno, di comune speranza al di là
della morte che pesa su tutti. Ci sono
i canti della libertà che nessuna cella
riesce a soffocare. C e l’uomo che, con
una semplicità meravigliosa, resiste,
non si lascia strappare la propria dignità di libera creatsrg,^- che non tradisce. Non una parola d’odio, ma una
grande speranza. Sono 70 pagine, ma
è un mondo da cui non ci si può più
liberare. Possano essere feconde in
Francia, impegnata com’è in una lotta sorda fra il governo De Gaulle sostenuto da buona parte dell’opinione
pubblica e alla ricerca di una soluzione giusta, e i a duri » algerini, militari
e civili che non vogliono mollare le
posizioni raggiunte. Possano essere feconde anche per noi, perchè è una
realtà che non può esserci estranea, e
che potrebbe sempre riprodursi da noi
pure. Comunque, accade, oggi.
Gino Conte.
Giugno elettorale
Nel mese ora conchiuso si sono avute
consultazioni elettorali in vari paesi d’Europa e del mondo. Può essere interessante
ricordarle brevemente tentando qualche
previsione su quelle che ne potranno essere
le conseguenze.
Particolarmente clamorosa, nelle elezioni
generali svoltesi nel Belgio, è stata la vittoria del Partito cristiano-sociale (Dii belga), dopo quattro anni di governo socialistaliberale; la vittoria, però, è tale che per ottenere la maggioranza utile saranno necessari accordi, non facili, con gli altri partiti.
La campagna elettorale è stata assai vivace;
preceduta del resto da mesi di polemiche,
in modo particolare sul problema della
scuola di stato e dede scuole confessionali
cattoliche (così attuale anche da noi!): si
sono avuti a più riprese incidenti, in segui,
to a dimostrazioni e l’atmosfera è stata
assai lesa. Forse il Sinodo della Chiesa
Evangelica Belga, che ha avuto luogo in
giugno, avrà affrontato la questione; sarebbe interessante che il Pastore Valdese che
ha rappresentato la nostra Chiesa a quel
Sinodo ci esponesse più dettagliatamente il
problema. Rimane preoccupante il diffondersi della De a tinta più o meno cleril ale nella Piccola Europa.
In Svezia^ invece, il partito socialdemocratico ha ancora rafforzato la sua posizione
ottenendo una vittoria decisiva: con i 5
voti dei comunisti, esso ha al Parlamento
la maggioranza assoluta, ed il primo ministro Erlander ha detto che queste elezioni
equiva'gono ad « una attribuzione dei pieni
poteri per proseguire le riforme sociali ».
La situazione in Portogallo, dopo 32 anni
di dittatura più o meno esplicita (iniziò nel
1926 con un pronunciamento militare) non
è ancora mutata, dopo le ultime elezioni:
il regime di Oliver Salazar — il Franco por.
toghese, al governo dal 1932 — è riuscito a
mantenersi al potere. Però, a differenza dei.
le precedenti sedicenti « elezioni libere »,
si è avuta, quest’anno, una campagna elettorale assai vivace e ben due candidati si
opponevano alTormai tradizionale unico
candidato salazariano ; in particolare, il
gruppo di indipendenti che sosteneva il
gen. Delgado aveva proclamato nel manifesto elettorale di voler garantire a tutti i
cittadini la libertà di pensiero e di parola,
¡1 divieto degli arresti senza motivo e del
confino. Arhilrìi, minacce, intimidazioni,
arresti, hanno portato alla vittoria del « regime »; e il risultalo delle elezioni non è
certo libero dalle riserve che è logico fare
in paesi a regime totalitario. Ma forse comincia a mostrarsi qualche crepa... Vi è
in Portogallo una piccola minoranza evangelica che certo soffre nella sua libertà per jl
permanere di questo regime, per quanto la
dit'.atura portoghese sia forse menu clericale di quella franchista.
Infine, nc’la Rhodesia «ffef Sud (.Africa
Merid.) si sono avute le elezioni per il
rinnovo deU’Assemblea legislativa: le citiamo come esempio della situazione di
molti stati sudafricani. In questo paese che
conta una popolazione di 200.0(10 bianchi e
di 2.000.000 di negri il diritto di voto è
ancora assai ristretto: hanno votato infatti
5.S.OOO bianchì e 1.600 negri; la vittoria, assoluta è stata conquistata dal partito che
sostiene una politica di discriminazione razziale. Qui come nell’Unione sudafricana c
in molti paesi ex-coloniali, per non parlare
della posizione cristiana, c’è da chiedersi
se i bianchì non stanno commettendo un
colossale errore politico. Le Missioni europee e le Chiese indigene hanno un duro
compito in questi paesi.
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Così J. Ellul intitola su Réforme un
amaro articolo di una lucidità non comune. Dopo aver giustamente stigmatizzato l’ipocrisia comunista della « legalità » — che vale almeno quella borghese occidentale — per cui Nagy e i
suoi compagni sono diventati dei « criminali » giustamente puniti, Ellul constata con costernazione l’inumana
freddezza dei rapporti fra « compagni », per cui dopo aver sperato, lavorato, lottato per anni insieme, di colpo la fraternità può essere abolita, ed
il compagno diviene il nemico da eliminare. Agli occidentali che deplorano virtuosamente la condotta degli
orientali, e agli orientali e filorientali
che con ima serenità impudente accusano Timperialismo occidentale, egli
ricorda che, ovunque e in qualunque
situazione, il fine non giustifica i mezzi : ciò che è mostruoso resta mostruoso, a Budapest come in Algeria.
Agli occidentali che, come Poster Bulles, dichiarano solennemente che
« questa esecuzione è una prova di
più della debolezza dei governi comunisti » Ellul risponde: Niente affatto!
Si tratta al contrario della più spavalda affermazione di forza e di sicurezza, com’era già stato al tempo dello schiacciamento dell’Ungheria insorta. L’Occidente (TONU insegni)
non ha forza da opporsi alTimperiallsmo sovietico poiché, prima che di
forza militare, si tratta di forza morale. Ed infatti, anche questa volta,
dopo il chiasso dei primi giorni, si ritorna alTipocrisia delle mani tese, dei
sorrisi (vedi quelli che gli scienziati
atomici delle due parti si stanno dispensando — o meglio dispensano a
noi, sotto i flashes dei fotografi — nella Conferenza di Ginevra). L’URSS
sapeva bene che anche stavolta sarebbe finita così...
Perciò : « Le ripercussioni della morte di Nagy? Nessuna. E nelTopinionc
pubblica molto meno ancora che al
livello dei governi. Dopo lo choc prodotto dalla questione d’Ungheria si
era visto gli intellettuali di sinistra
inquietarsi e Sartre fare delle forti dichiarazioni contro il regime sovietico,
Si era vista l’opinione pubblica levarsi, in generale, contro il comunismo:
gli operai uscire dal PC e dalla CGL.
Un anno dopo gii intellettuali hanno
ripreso il dialogo interrotto coi comunisti, il PC ha sempre lo stesso numero di elettori e Sartre è tornato al
suo vomito. Il dramma dell’Ungheria
non ha avuto alcun effetto, non ha
significato nulla. I fatti si dimentica
no presto. Un dramma caccia l’altro.
E i morti passano vertiginosamente.
Questo dovrebbe insegnarci che le ingiustizie ed i crimini commessi da un
regime non l’indeboliscono affatto, e
che non è a causa di questo che gli
uomini possono rivoltarsi. Non ^perchè il capitalismo è ingiusto, che il
comunismo si sviluppa; non è perchè
il comunismo è ingiusto, che degli
uomini si aggrappano ai « valori » dell’Occidente. Tutto questo non è che
lotta di interessi, di egoismi, di spirilo di potenza e di paura. Da una parte come dall’altra. E colui che accarezza meglio i vizi dell’uomo meglio riesce.
In presenza di un movimento sociologico, della scossa delle masse che
avanza ineluttabilmente, inconscia
mente ( il comunismo è di questo tipo )
che volete che significhi il crimine
commesso contro Nagy? Coloro che
l’hanno sentito violentemente non
hanno alcun potere ; coloro che hanno
il potere (governanti e masse) obbediscono alla paura o alTincoscienza.
Un’ingiustizia di più non li risveglia
che un attimo, per ricadere subito nell’oblio. Bisogna darci pace: siamo in
un tempo in cui la morte dei martiri
non significa più niente, e in cui colui
che muore, qualunque sia la sua causa, deve sapere che muore PER NESSUNO ».
Amarissima conclusione. Non dobbiamo farla nostra con rassegnato
scetticismo, ma serbarla in cuore come un fermento di verità e d’impegno,
poiché Dio, per mezzo della Chiesa,
di qua e di là, ha da dire e da fare
quaicosa nel notro mondo inumano di
miti e di blocchi ; il NO chiaro del suo
giudizio, il SI’ intenso del suo perdono e dell’amore operante che viene da Lui.
esìi vedendo tutti i suoi amici addormentati e i suoi nemici svegli, si rimette interamente al Padre.
Gesù in Giuda non vede Fostilità,
ma l’ordine di Dio, che Egli ama; e
lo manifesta chiamandolo amico.
Gesù si strappa dai suoi discepoli, per entrare in agonia; bisogna
strapparsi dai nostri pro.ssimi e dai
nostri intimi per imitarlo.
B. Pascal
2
I —
L'ECO DEUÆ VAUJ VALDESI
La Parole de la Vie
Préparer le chemin
du Seigneur
Les hommes de l'Avent, comme Jean, nous placent devant une
question: qu'est<e qui compte avant tout dans la vie? Que tu aie le
maximum de nourriture, de satisfaction et de bonheür? Que beaucoup
d'autres avec toi, qu'un troupeau de gens comme toi, vivent satisfaits
de leur sort et soi-disant heureux? Que le monde enfin prenne l'allure
qu'on s'est figurée en Amérique, un monde ou chacun possède sa maison, cultive son jardin, a sa voiture et ses titres en banque et réussit
sa vie? S'il en était ainsi, les hommes de l'Avent auraient manqué leur
vie! Mais ce n'est justement pas là ce qui compte! Ce qui compte, n'estce pas, c'est que le salut et la vérité de Dieu se manifestent dans ta
vie, dans celle de ta famille, de tout un village, une ville, un peuple.
Ce qui compte, c'est qu'au milieu de la détresse et du désordre de notre
temps surgissent les signes du grand changement et renouvellement de
l'univers, que Dieu opérera un jour. Ce qui compte, c'est qu'il y ait des
hommes profondément insatisfaits, qui se réjouissent et qui attendent
que ça et là, dès aujourd'hui, quelque chose s'effondre et quelque chose s'édifie, attestant le grand salut à venir — mais qui souffrent quand
tout reste immobile.
Il est tout prêt, le salut à venir. Car Jésus-Christ a vécu dans le
monde et prononcé sa Parole. Cela, le monde ne peut plus l'oublier.
Mais nous savons aussi qu'elle est si bien cachée, dissimulée, enfouie,
cette Parole, qu'il faut l'extraire comme un trésor du fond d'une mine.
Il y faut des ouvriers, des hommes qui veuillent la chercher et creuser
pour la trouver, les chiens de chasse de Dieu qui se laissent mettre sur
la piste et qui ne s'en écartent plus. Tels sont les hommes qui préparent le chemin du Seigneur.
Ils n'ont pas la vie facile, mais peut-on avoir la vie facile dans un
monde qui ne cesse de donner à Dieu tant de difficultés? Peut-on vouloir
vivre son petit bonheur personnel, tant que Dieu ne reçoit pas des
hommes l'honneur qui lui est dû? N'est-ce pas bon signe — le signe
que Dieu sait nous employer dans son travail — quand nous rencontrons quelque difficulté? La croix appartient déjà à l'Avent. Heureux
ceux qui sont persécutés pour la justice, car le royaume des deux est
à eux.
Seigneur, nous sommes faibles, craintifs, tout petits. Mais peutêtre veux-tu quand même nous employer. Fais-nous entrer dans ton
travail, ne permets pas que nous ayons vécu pour rien. Tu sais ce qu'il
en est de nous. Nous avons tous soif de toi, de la vie, du salut que tu
nous offres. Donne nous d'être forts en toi. Amen.
Eduard Thurneysen
Méditations..., Neuchâtel 1956, p. 10 s.
NOTIZIE IN BREVE
II numero del 7 giugrno di REFORME è stato sequestrato in Algeria,
senza che la direzione del ottimanaie protestante Mippia quale articolo
abbia motivato questa misura.
In un messaggio ai protestanti d’Algeria, l’ufiacio del Consiglio regionale
della Chiesa riformata di Francia in
Algeria ricorda che questa chiesa non
ha mai cessato di esortare alla riconciliazione gli abitanti del paese. Nel
momento in cui, da ogni parte d’Algeria, si fanno udire degli appelli alla riconciliazione fra Nord-africani
ed Europei, il C^siglio rionale,
« che si rallegra di questi segni di avvicinamento, domanda ana>ra una
volta ai fedeli di consacrarsi ai compiti della riconciliazione e di ricercare
senza stancarsi una pace ed una giustizia uguali per tutti.
In_ Svizzera trentotto obiettori di
coscienza, fra cui quattordici ’’Testimoni di Geova”, sono stati condannati l’anno scorso. Di questi, sei
hanno invocato ragioni « religiose »,
quattro delle ragioni «morali e ideali » e quattordici delle ragioni « var
rie ».
Il Sinodo delia Piata, in Argentina,
si lagna della mancanza di pastori,
che si fa sentire'sempre più. I futuri
pastori, che studiano attualmente nelle due facoltà protestanti d’Argentina, non potranno essere consacrati
che fra alcuni anni. Perciò, per il
momento, non può esser provveduto
ad alcuni posti vacanti.
Da qualche tempo remittente di
Santa Cruz (Brasile) trasmette ogni
domenica una predicazione protestante, alternativamente in portoghese e
in tedesco. Le spese di questa trar
smissione sono sostenute dalle parrocchie evangeliche del distretto di
Alto Jacui.
A proposito dei violenti disordini a
Cipro, il segretario del Consiglio Ecumenico, Dr. Vis^’t Hooft, ha inviato all’aroivescovò; di Atene un telegramma in cui esprime la simpatia
delle Chiese ai cristiani che soffrono
in questi disordini ed ha assicurato
che i responsabili del Consiglio Ecumenico continueranno a fare tutto
quanto è in loip potere affinchè la
pace possa presto ristabilirsi.
IL PASSATO CI PARLA
Evangelizzazione... “ a tempo e fuor di tempo „
Nei primi tempi della nostra opera
di evangelizzazione in Italia, i pastori
che vi lavoravano erano designati col
nome di « pastori-evangelisti ».
Ed infatti, la loro prima e maggiore preoccupazione era quella di evangelizzare, di far conoscere l’Evangelo
della grazia a chiunque venisse a
contatto con loro: in viaggio, nell"
case, nei luoghi pubblici, non trala
sciando nessuna occasione, facendola
sorgere, se necessario.
Eccone alcuni esempi:
Brescia (1873-74)
Scrive il pastore evangelista Gio
vanni Pons Karrer (caduto sulla breccia appena trentenne):
«E’ talvolta diflicile, in diligenza,
con ogni specie di persone, di far cadere la conversione sulle cose della
religione, ma ora ho trovato un buon
mezzo; eccolo: il sig. Brace mi mandò im libriccino nel quale si trova il
V 16 del 3« cap. del Vangelo di S.
Giovanni («Iddio ha tanto amato il
mondo...») tradotto in 134 lingue e
dialetti. Come cosa nuova, lo faccio
esaminare al mio vicino, questi lo
passa ad un altro, e cotì via, finché,
fatte il giro, il libro mi ritorna nelle
mani. Se^e come cosa tutta naturale la spiegazione di quel lavoro, la
importanza sua, e la questione religiosa viene così sul tappeto come da
sè e senza che nessuno possa avere
prevenzioni contro di me o quanto
sio pei dire».
Guastalla (1874-75)
«Il fratello Calvino (pastore Paolo
Calvino) sapeva farsi im uditorio dovunque e quando voleva. Quasi ogni
giorno accadeva che dicesse: Andiamo ad evangelizzare un poco. Si entrava in una osteria qualunque, dove
si bestemmiava, dove c’era gente ragionevole ed irragionevole, mercanti
ed ubriachi, religiosi ed empi, e s’intavolava presto una discussione religiosa; si confondeva imo, si sgridava
l'altra; tanto si fece che in due osterie dove s’andava più spesso, quando
s’entrava, subito si stabiliva un bel
silenzio; nessuno osava bestemmiare
per tema di sentirsi una predica... Il
nostro amico è conosciuto come il
lupo bianco, e Padre Calvino è rispettato quale un uomo pieno di vero zelo... ».
Questo spiega il numero degli « uditori occasionali» nelle statistiche di
quell’anno (400), non proporzionato
al numero degli intervenienti ai culti (15-25).
Trabia (1874-75)
Anche qui la relazione segnala lOOJ
« uditori occasionali », e soltanto' 8-10
partecipanti ai culti. Ecco come l’evangelista (S. Trapani) spiega la cosa. Mentre egli ha facile accesso in
un gran numero di famiglie che lo
povera, piccola Chiesa Valdese..., questa Parola... contiene
tutto il tuo patrimonio : per la fede e per la certezza che tu in essa
riponi, nella tua povertà ti rende grandemente ricca, nella sventura,
beata; nel pericolo, sicura; nella prova, alleggerita; nella avversità,
prospera; nella malattia, sana; nella morte, vivificata. Accetterai
quindi, o povera piccola Chiesa, questo segno di tanto gioioso affetto
che dal fondo del cuore ti è inviato e consacrato. Cristo non è. forse.
Egli dato a gente piccola e limile; non ha Egli famigliar mente rivelato i grandi segreti del Regno che Egli proclama appartenere a loro?
E’ un piccolo esercito vittorioso, al quale, come vero capo in battaglia, Egli dona coraggio ed ardire con la sua presenza scacciando
ogni timore per la Sua Parola vigorosamente viva.
Non è egli tempo, o povera piccola Chiesa Valdese, che tu a.scolti il tuo Sposo, Cristo?. . Non porrai tu forse tutta la tua attenzione,
sui preziosi gioielli che Lui stesso, se tu sai comprendere, ti manda
come pegno di sposalizio?... Non vuoi tu forse dargli il tuo amore
e la tua fede? Che aspetti ancora? Non tmoi tu avere, fiducia in Lui?
Or dunque, o nobile e degna Chiesa, felice spo.sa del Figliol del
Re, accetta e ricevi questa Parola; promessa e testamento... in essa
tu potrai ritrovare la volontà di Cristo il tuo Sposo e di Dio Sur,
Padre, il quale, o povera piccola Chiesa, ti conserva la Sua grazia.
Dalla prefazione della Bibbia di Olivetano
ascoltano volentieri e vengono a sentirlo quando predica il Vangelo, solo
pochissimi entrano nella sala di culto. Gli altri stanno fuori della porta
e sotto alle finestre che del continuo
sono lasciate aperte. In questo modo
quasi rintera popolazione di Trabia,
che ammonta a oOOO anime, ha udito
una o più volte l’ambasciata di Cristo.
Siccome non vengono al cùlto nella sala delle radunanze, l’evangelista
va lui nelle case a predicare Cristo
crociiisso e cosi egli ne ha quattro
in cui, una volta la settimana, egli
porta l’annunzio di pace e di salvezza. Questa è l’evangelizzazione che
l'evangelista chiama « ufficiale » ; ma
egli lavora anche al di fuori, « spesso
e quasi ogni giorno, in tutte le ore,
si fanno conferenze e culti privati
occasionali in ogni dove».
E questo stesso zelo missionario si
ritrova non di rado anche nei fratelli di Chiesa.
In tempi più vicini a noi, nella relazione della Chiesa di Catania dei
iyw>-1901, si legge:
« Un fratello, in un ritrovo suburbano, parlò oltre due ore, ritto in
piedi sulla tavola di una bettola.
Al capezzale di malati e moribondi
cattolici, portano le promesse oi Cristo, fratelli e sorelle...
Un fratello, di Domenica, si ferma
in talune piazze e si pone a leggere
ad alta voce la passione e morte di
Gesù Cristo e talune paraooie... tgi,
ha così, spesso, im uditorio' che noit
si radunerebbe certo in si gran nu
mero in un tempio.
Un altro, temuto prima come « mañoso», ora porta dovunque la parola
di Cristo».
Questi esempi non hanno bisogno
di commento: parlano da sè!...
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ìl levitici
E’ un fatto che, pur insistendo sul valore normativo di tutte le Scritture,
spesso la conoscenza che abbiamo di esse è assai ridotta: episodi sparsi della
storia dei patriarchi, dei giudici e dei re, alcuni oracoli profetici particolarmente noti, un certo numero di Salmi, gli Evangeli, alcuni passi caratteristici del1 epistolario di Paolo... E tutto il resto? Anche se alcune parti hanno un’importanza particolare, pure il libro che ci pare meno « importante » offre un’insostituibile contributo alla comprensione del tutto. La Bibbia non è, certo, un
tutto omogeneo," un unico volume dai molti capitoli dovuti alla stessa penna; ma
è un mondo, e per comprenderlo meglio abbiamo bisogno della voce di ogni
testimone. Per questo cercheremo di presentarvi brevemente alcuni dei libri meno
noti dell’Antico e del Nuovo Testamento.
onosciamo abbastanza i primi due libri del Pentateuco, la Genesi
e 1 fisodo; ma se ci allacciamo al terzo, il Levitico, la prima
impressione è quella; piuttosto respingente, di una sfilza di preset i
zioni assai antiquate. Il giudizio corrente, poi, che Gesù abbia et. ,eluso il tempo della legge e delle pratiche cultuali dell’Antico Palio
Ci mette il cuore in pace, chiudendo questo libro. Eppure è un libro
ricco — è una delle testimonianze più chiare che l’Antico Testamento
rende al Cristo — ed è anche profondamente umano.
Due parole — necessariamente molto brevi sulla coinpo i
/ione. Nel suo stato attuale esso è opera di un gruppo sacerilot;,/.
che durante l’esilio babilonese, nel momento dello sfacelo d’IsraeJe,
scelse e trascrisse antiche tradizioni, che portano il segno di ejiodiverse e che in parte possono risalire a quella mosaica.
11 nome del libro deriva^ evidentemente, dalla tribù tli Lini,
incaricata di tutto quanto riguardasse il culto dell’fiterno. Non s,
tratta però di un manuale di leggi e prescrizioni ad uso interno di
una casta sacerdotale; gli ordini di Dio riguardano tutto il .-iuii
popolo.
Le leggi cultuali, i costumi religiosi, le prescrizioni morali,
che possono avere punti di contatto con quelli dei popoli pagani’,
sono costantemente riferiti alla loro del tutto originale sorgerne:
l’Iddio del Patto; si spiega cosi il martellare che chiude insistente
lunghe serie di ordini: Io sono l’Eterno... Io sono l’Eterno, il vostro
Dio (si pensa immediatamente alle prime parole del Decalogo, .
ne sono anche la motivazione). Già questo elemento mantiene Unto
il suo valore per la Chiesa del nuovo Patto: anche per noi ia ^!t¿ì
cultuale come quella morale sono la risposta alla voce di Cohd riie
in Cristo ci dice: Io sono l’Eterno, il tuo Dio.
Il secondo pensiero che intrecciato a quello del Patto, don.iii.i
il libro, è quello della santità di Dio, intesa sempre nella Bìì;,.,,.
come gloria (cfr. ad es. Is. 6: 3), onnipotenza, maestósa sovraini.i
sulla creazione e anche naturahngnte. r=._Ciane.jejniMle_Presw
in mezzo aH’umanità ribelle e peccatrice. Colui che non sol
santo ma è il Santo si è legato al popolo che ha scelto, è il Santo
diSraele: ha stabilito la sua dimora fra i peccatori; percliè questa
sua presenza non li annienti, Dio stesso dà ordini affinciiè questa
singolare comunione che ha voluto istituire nella sua grazia pos.sa
esser preservata.
Uno dei modi essenziali con cui Dio fa sentire al suo popolo la
propria santità, e lo lega ad essa, è il sacrificio, che ha senqire
costituito il centro del culto del patto ed a cui anche il piti pove.o
è tenuto, secondo le sue possibilità. I primi 7 capitoli trattano
appunto dei sacrifici, che possono essere diversi, ma sono tutti dominati dall’idea deU’espiazio/ie : la vita nel popolo del Patto nim .
possibile che per il perdono dei peccati; anche e soprattutto per i
sacerdoti, naturalmente, posti nella temibile vicinanza del Santo
(8-1Ü). La festa più importante dell’anno è proprio il gran giorno
delle espiazioni (cap. 16), in cui il popolo tutto è posto di fronte
alla propria condizione impura e riceve con cuore riconoscenti- i’
miracolo dell espiazione dei peccati per mezzo di una vittima sostiuniva; è già una profezia della Croce.
Sempre in relazione alla santità di Dio, abbiamo (11-1.3) leggi
lelative alla purità: la distinzione di animali puri ed impuri, itli
stati fisici la cui impurità esclude temporaneamente dall’accesso ai
luoghi santi; se molte di queste prescrizioni sono di origine pagana,
magica o igienica, la motivazione biblica è sèmpre diversa, riferita
alla santità di Dio, dinanzi al quale ogni forma di impurità, difformità, malattia sono un segno del peccato e della maledizione, contrari alla volontà prima e buona del Creatore; e l’espresisone più
completa dell impurità, nell’uomo come negli animali, è la morte.
Il salario del peccato è la morte. Anche per noi, oggi.
^ Infine, (cap. 17-26) abbiamo la cosidetta elegge di santità»:
1 accentramento del culto a Gerusalemme, poiché Dio non è solo il
Dio di una famiglia o di una tribù, ma il Signore del popolo, e del
mondo; il riconoscimento del « prossimo », nell’ambito del patto
d amore di Dio, amore che varca le frontiere naturali, ma non esclude la disciplina comunitaria; la necessità di sacrifici che non siano
elemosine che non costano nulla; le feste dell’anno liturgico che
hanno 1 unico senso di ricordare le grandi gesta di Dio nella storia;
la legge del taglione, quale limite allo scatenarsi della vendetta;
infine delle importantissime leggi sociali: quella sulla terra, che
rimane sempre proprietà dell’Eterno, per cui ogni sette anni (anno
sabbatico) deve poter riposare, mentre ogni cinquantesimo anno
(giubileo) scade ogni « proprietà » e la terra viene ridistribuita,
protezione contro la capitalizzazione e il servaggio; il divieto esplicito del prestito ad interesse. Tutte queste misure sociali devono
esprimere concretamente la fede d’Israele e la sovranità di Dio. fi
poiché nessuna misura sociale abolisce ogni povertà, Dio ricorda a
tutti il loro stato perenne di poderi schiavi liberati. Tutto questo
perché. « Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro... E mi sarete santi, poiché
io, l’Eterno, sono santo, e v’ho separati dagli altri popoli perché
foste miei ».
In un modo estremamente concreto e vivo il Levitico oggi ancora
ci fa sentire la grazia di appartenere al popolo che si raccoglie intorno all’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, al puro sacerdote che offre a se stesso, e l’impegno grave della it santità », della consacrazione al Signore.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— I
La ^^Gianavella„
Domenica 22 Giu^o rappresentanze delle comunità di Torre, San Giovanni e Bora si sono incontrate nei
pressi della casa di Giosuè Gianavello, allo scopo di ravvivare il ricordo
della testimonianza dell’eroe del 1655 ;
messaggi opportuni del Pastore Franco Sommani e del Pastore di Bora,
ispirati alla Bibbia ed alle pagine della storia valdese hanno tenuta desta
l’attenzione del modestissimo numero
di partecipanti; poi è seguita la simpatica presentazione dei singoli intervenuti, in chiusura di riunione.
La casa del « leone di Bora », circondata da vetusti castagni, sembra
adagiarsi in un piccolo ripiano, lungo
il costone che da Eric Talapa si uistende verso il fondo valle, rotto a
tratti da altri ripiani dove sorgono
case isolate o villaggi, come ad esempio: Monforte, Ca' Brusa, in alto,
mentre verso il basso la Mouiassa, il
Peui ed i Gay. Al dolce declivio che
muore verso la provinciale fa contrasto la zona aspra, selvaggia, dirupata
del Eric dei Banditi e più in alto, a
mo’ di prodigiose scogliere Bocca Be
ra e Bocca Boudet testimoni silenti
delle gesta di Gianavello.
Le case ed i villaggi menzionati qui
sopra fanno parte del quartiere delle
Vigne, dove, nel secolo XVII si stabilirono varie famiglie, i cui nomi sono
ricordati particolarmente nel 1664 allorquando 35 nuclei familiari, pari a
163 persone dovettero abbandonare
quella terra, a seguito delle cosidette
« Patenti di Torino » che posero fine
alla guerriglia condotta dai gloriosi
« Banditi » valdesi a tutela della libertà del loro popolo; si la menzione
infatti di nomi noti nella storia nostra: Bevel, Gamero, Morglia, Gras.so. Gay, Melly, Benecchio, Pavarino,
Marauda ecc. Queste famiglie furono
espulse dal quartiere delle Vigne, che
da allora fu staccato dal comune di
San Giovanni e unito al cattolico Co>
mune di Lusema. Sotto il profilo ecelesiatico le Vigne hanno sempre fatto parte della parrocchia di Borà, sep
pure idealmente, e sono state aggregate alla parrocchia di San
Giovanni soltanto sotto il regime di
Napoleone Bonaparte. La casa del nostro eroe passò per varie mani fino a
■ he nel 1913 la Tavola Valdese acquistò la stanza dove Gianavello scavò
una galleria nella roccia, rimasta inlompiuta e dove figura la sigla W.
(.1. G. 1660 ( Viva Giosuè Gianavello
i660) ; im tempo essa era meta di pellegrinaggi, specialmente degli studenti di Torre Pellice ed era motivo di
viva ispirazione per la vita, mentre
attualmente nel clima dei motori i
luoghi cari riella. rtcMstra, storia sono
lasciati neU’oblio.. Il nome del
la famiglia del nostro è quello di
un ramo della famiglia Gignous, numerosissima a quel tempo e con delle
varianti, a seconda dei luoghi dove
risiedeva come ad esempio: Gignoso,
■l'iinosius, Enginosius, nomi che si trovano in Francia ed in Italia e questo
ultimo potrebbe spiegare l'origine del
nome. Tra il Payant ed il Laus si
trova una casa- isolata che porta ancora il nome Gignous. Nel secolo XVI
molte famiglie Gignous per distinguersi le une dalle altre avevano' dei
nomignoli che poi, in prosieguo di
di tempo, sono diventati cognomi, a
tutti gli effetti ed hanno perso Fanti
co autentico cognome dei « Gignous ».
Si conoscono infatti dei Gignous Gay,
Barolin, Melli, Janavel, Grant che
più tardi ometteranno il vecchio cognome per assumere semplicemente
il nomignolo come nome ai famiglia
e che oggi sonO' diffusi nelle nostre
valli.
Per quanto concerne il nome Gianavello esso corrispondeva al nome
d’un uccello, piuttosto raro nelle valli chiamato in alcuni comuni Giavanel ed in altri, come a Prarostino
Gianavel e che porta due grossi ciuffi sulla testa, chiamati in diletto
« giavanna ». Pare che a Bobbio si
dia ancora lo . stesso appellativo alle
ragazze dalla capigliatura scarmigliata... Altri nomi d’uccello sono stati applicati a famiglie, sempre per distinguerle le une dalle altre, come:
Griva, Pie, Merlo, ecc.
Il primo membro della famiglia Gignous Gianavello che è ricordato quale cittadino' delle Vigne è Giovanni
Gignous Gianavello staUilitosi col
padre in quella terra, verso il 1608
il quale lasciò tre figli ed una figlia:
Giuseppe, Giacomo, Giosuè e Margherita. Quest’ultima è ricordata per
la sua nobile testimonianza data ai
Bumè, durante la strage dei primi di
maggio del 1655 allorquando, colpita
da un’archibugiata e col bambino ancora poppante mentre stava per spirare gridò al marito Gamier, pure
delle Vigne di non rinnegare il nome
del Signore Gesù Cristo.
Giosuè Gianavello è il più illustre
cittadino del quartiere delle Vigne:
frequentò probabilmente la scuoletta
locale ch’era tenuta in tma stalla e
poi « l’università » di Borà ; nell’una
e nell’altra scuola il libro di testo era
la Bibbia, dove imparò i rudimenti
del leggere, mentre soltanto più tardi
imparò a scrivere. Era membro e poi
anziano della chiesa di Borà dove si
recava tre volte alla settimana per i
servizi religiosi, non temendo la distanza nè la strada impervia (non lo
dimentichino i miei parrocchiani delle Fucine) sapendo che nella comunione con Dio e con i fratelli trovava
la sorgente della sua forza spirituale
e della sua tenacia. Egli ebbe tre figli ed un figlio da Caterina Durand,
sua diletta sposa; durante la strage
dei Bumè la famiglia fu fatta prigio
niera, tranne il figlioletto di 8 anni;
furono re,stituite dopo le « Patenti di
Grazia», in ordine di tempo la mo
glie e Margherita, poi più tardi le al
tre due figlie, inviate per un certo
temiw presso famiglie per essere cat
tolicizzate. Alla Gianavella, chiam.»
ta in quel tempo Liorato, dal nome
d’una famiglia che vi abitò prima
del nostro Gianavello, attendeva ai
lavori della sua terra specializzandosi nella produzione del miele e dellacera nonché nel taglio della legna
nella zona dei «Banditi». La vita
spirituale era intensa, fondata luiica
mente sulla Bibbia alla quale le famiglie del tempo attingevano come alla
pura sorgente di acqua perenne, e
atta a formare il carattere di quei testimoni della fede dei quali un Pastore francese venuto alle Valli qualche
decennio prima dava ima testimonianza commovente ; « quelle persone
sono diverse da noi tutti sia per la
pietà che per i costumi. Sono dotati
d’una semplice e rara docilità... a tal
punto che ci sentiamo trasportati in
un altro mondo. Se poteste notare lo
zelo e la passione che essi hanno per
la Parola del Signore e quali distanze e quali sentieri percorrono per re
carsi al culto ne rimarreste stupiti...
Rifuggono dal lusso, dalla bestemmia
e dagli scandali riponendo la loro felicità nella conoscenza della Volontà
di Dio. Non credevo che il Padre celeste avesse nascosto in quelle montagne dei tesori così grandi. Con fatica e sudore si procurano il nutrimento, ma Dio li benedice a tal pun
to che il raccolto abbonda anche nei
luoghi rocciosi e nei precipizi... Volete
che ve lo dica? Non vorremmo rinun
ciare alla nostra vita frugale di frante a tutte le delizie d’Italia e dì
Francia ».
Gianavello rimane vivo nella no
stra memoria non tanto per le sue
imprese leggendarie quanto per la sua
commovente umiltà e fedeltà a Dio
talché nelle sue Istruzioni scritte pe'..'
i componenti del « Glorioso Bimpatrio » diceva : « Rassicuratevi che Dio
è sempre con voi e siate certi che non
non vi abbandonerà mai e sarà per
voi una muraglia di fuoco...».
Queste note spigolate qua e là nelle pubblicazioni dei Prof. Giovanni
e Attilio dalla ed esposte alla Già
navella la domenica 22 Giugno spero siano utili ai lettori perchè non
dimentichino la Gianavella, i luoghi
storici delle Valli, le memorie dei testimoni della lede e ad essi si ispirino nella quotidiana urgente testimo
nianza del tempo presente. od.
PERSONALIA
Siamo assai spiacenti che, a causa
del passaggio di redazione, soltanto
ora esprimiamo la nostra viva sim
patia ai Pastori Arnaldo e Guido
Comba per la perdita del fratello
Dr. Giulio, come pure alla famiglia
del Colonnello Enrico Melile, tragi
camente scomparso.
Ci congratuliamo con la Signorina
Lilly Franca Castiglione che si è lau
leata, con 110 e lode, in Lettere Classiche presso rUniversità di Bari, discutendo la tesi : « La tecnica scenica
di Eschilo » ; relatore il prof. Carlo
F'. Russo.
Teologo valdese onorato
dairUniversilà di Ginevra
Nel numero scorso abbiamo dato
annuncio del nuovo Dottorato conferito al prof. Giovanni Miegge dalrUniversità di Ginevra. Riceviau.o
ulteriori notizie.
Ogni anno, ai primi di giugno, la
Università di Ginevra celebra il suo
« Dies académicas » (Giornata accademica) conferendo il titolo di « Dottore bonoris causa » a personalità
che si siano particolarmente distinte, in campo mondiale, nei vari rami
del sapere. Quest’anno i dottorati
conferiti sono stati quattordici, di
cui tre della Facoltà di Teologia. Fra
questi è stato il Prof. Giovanni Miegge della nostra Facoltà di Teologia
di Roma, accanto al Prof. W. Niesel
della Kircbliche Hochschule di Wup
pertal e al Decano J. Mac Cord, Professore allo Austin Presbyterian
Theological Seminary del Texa.s
(U.S.A.).
I giornali svizzeri hanno dato risalto i,lla celebrazione accademica e
quelli ecclesiastici hanno, naturalmente, posto in particolare rilievo i
riconoscimenti onorifici concessi ai
tre teologi. Del Prof. Miegge vengono ricordate le numerose pubblicazioni, alcune delle quali, tradotte in
varie lingue, hanno contribuito a dare al suo nome fama mondiale,
c Giovanni Miegge — scrive la Vie
I lettori et scrivono (ma non mollo J
Quindici giorni or sono, avevamo pubblicato una serie di domande
ai lettori, a proposito dei nostri giornali. Dire che ci aspettassimo che la
cassetta postale traboccasse, è forse troppo... Ma le risposte che abbiamo
avute (due) sono veramente troppo poche! Non avete proprio niente da
dirci? siete tutti così soddisfatti di com’è il giornale? oppure è una cosa
tanto indifferente o, peggio, noiosa, da non veder la pena di prendere la
penna in mano? Forse, semplicemente, vi sono sfuggite, quelle domande,
e perciò ve le riportiamo, in questo rmmero, rimanendo (n fiduciosa attesa. Contiamo sulle risposte non soltanto per i consigli, le'critiche di cui
possiamo far tesoro, ma anche per ricavarne spunti per un benefico dialogo coi lettori, e magari dei lettori fra loro. Perciò, per ora, ci limitiamo
a pubblicare le due risposte pervenuteci — tanto più lodevoli! — che.
vedi caso, provengono entrambe almeno geograficamente da fuori delle
Valli; e ci riserviamo di rispondere quando, come speriamo vivamente,
altre saranno giunte. La redazione.
Signor Redattore
” Eco delle Valli Valdesi ”
Rispondo subito alle domande rivolteci nel numero del 20 Giugno:
1“) Meno si parla sui nostri giornali di attualità politica ed anche
sociale e meglio è : ci sono organi
appositi per svolgere i temi relativi.
La politica soprattutto è un terreno
malfido e, parlandone, si corre sempre il rischio di dispiacere a qualcuno. Ai tempi del vecchio « le Témoin » qualche informazione politica poteva anche essere giustificata,
perchè molti lettori di esso non leggevano altri periodici; ma oggi i lettori dell’fcEco» hanno altre fonti di
informazione nei giornali, nella radio, nei circoli ed ognuno può scegliere quella conforme alle sue idee.
Ed a questa crederanno sempre più
che non ai nostri giornali.
2") Le notizie sulla Chiesa dovrebbero essere più sviluppate e costituire forse la parte più estesa del giornale.
.3“) Le notizie delle Comunità che
sono certamente una delle prime ragioni di essere dei nostri giornali,
hanno grande interesse, ma è naturale che ogni comunità ricerchi
quelle che la riguardano e si interessi meno di quelle relative ad altre
comunità; è quindi opportuno distribuirle con un certo equilibrio e
che non siano prolisse.
4") Le meditazioni sono opportune e specialmente utili agli isolati
per i tpiali il giornale è spesso l’unico collegamento con la loro Chiesa.
Brevi e succose possono fare un
gran bene.
i») Non ci si può scandalizzare delle polemiche, purché contenute in
termini di carità e cortesia, e l’esposizione di opinioni opposte può essere utilissima alla chiarificazione
delle idee anche degli stessi polemizzanti. Tuttavia,- data la limitazione dello spazio, non ritengo sia
------ f
bene moltiplicare il numero delle
polemiche. ’
6“) La corrispondenza coi lettori è
stata ripetutamente da me suggerita
e richiesta alle direzioni dei nostri
fogli religiosi; la ritengo molto produttiva e atta ad accrescere l’interesse nel giornale. Purché i.rlirettori di essi non si dimostrino apodittici e sentenziosi come quelli di certo riviste italiane ed estere. Quella
rubrica è il veicolo più adatto a formare correnti d’opinione ordodosse
secondo lo spirito informatore del
giornale. Nel caso nostro può essere
utilissima a risolvere dubbi, a rettificare giudizi errati, a soddisfare legittime curiosità. E perciò ne sostengo caldamente l’opportunità.
Spoleto, 24 giugno 1958.
Max Eynard
Rispondo all’invito ed alle domande contenute nell’ultimo numero dell’ ’’Eco”.
Mi piace sempre più l’impostazione che state daiuìo al giornale.
Condivido in pieno i concetti espressi dal Past. Conte nel suo articolo
sulle funzioni e le caratteristiche
della stampa cristiana, che sono certo seguirete sempre più: è necessario,
Porrei poi che .si arrivasse finalmente ad avere un solo giornale
valdese, il quale dovrebbe avere la
testata presente dell’ ’’Eco”, con la
sola correzione: ’’Settimanale delle
Chiese valdesi”, in base a un mio
vecchio chiodo. Non possiamo permetterci il lusso di avere due giornali, tanto più che uno, ben fatto,
sarebbe sufficiente ed efficace.
Sono d’accordo sul fatto che l’attualità politica, sociale e qualunque
altra che sia seria trovi posto nel
giornale. E’ questa una delle vostre
recenti innovazioni che mi à più
gradevolmente sorpreso. Non credo
che articoli del genere possano es
ser trovati tal quale su qualunqu altro periodico.
M’interessano le notizie d^L.t.
Chiesa nel mondo, perchè quello
che accade agli antipodi avviene anche fra noi. ’* Se un membro gode,
tutti .si rallegrano; se è afflitto, tutti. .soffrono con lui”.
Seguo volentieri la cronaca di iu:
te le comunità, purché non sia un e.sibizione di personalismi.
Penso sia bene che ogni numero
del giornale contenga una breve nu
ditazione, ma la preferirei sempre
nello stile di quella dell’ultimo numero. Il fatto che si affrontino opi
ninni anche radicalmente opposte,
fino a che non penseremo tutti ahistesso modo, mi sembra necessario.
Coi più vivi auguri per un’opera
sempre più potente.
Sanremo 23 giugno 1958
Lino De Nicola
___Siete d'accordo sul fatto che l'attualità politica, sociale, ecc. trovi
posto sui nostri giornali? Troppo poco? Quando leggete uno di questi
articoli, vi pare che potreste trovarlo tale quale su un qualunque giornale?
___ Vi interessano le notizie della Chiesa nel mondo? Le leggete
come delle curiosità o sentite che fanno parte della vita di quel corpo
di cui siamo membra noi pure?
— Seguite volentieri la cronaca delle altre comunità?
___ Pensate sia bene pubblicare più o meno regolarmente delle
brevi meditazioni? Quelle che compaiono rispondono ai vostri desideri?
— Vi scandalizza o v'interessa il fatto che si affrontino opinioni
anche radicalmente opposte?
— Qausi tutti i giornali, ormai, fanno largo posto alla corrispondenza dei lettori : perchè non ci scrivete le vostre critiche, le vostre domande, le vostre proposte e richieste? Non credete che il giornale ne
acquisterebbe vivacità?
A voi rispondere.
Protestante — è attualmente uno dei
maestri del pensiero riformato italiano. Pastore a Massello, Aosta e
Como, poi Professore alla Facoltà
Teologica Valdese di Roma dal 1952
egli ha costantemente militato per la
diffusione della teologia riformata
nel suo paese. Alle difficoltà dovute
al carattere minoritario della sua
chiesa in paese cattolico ha risposto
con studi sui problemi teologici ¿Fattualità... Per edificare la fede riformata italiana, e per raggiungere il
grande pubblico degli intellettuali
abbandonati al conformismo o all’indifferenza religiosa, egli si è fatto
l’avvertito traduttore della teologia
di M. Lutero e di quella di K.
Barth... ».
Dopo aver esaminato la figura degli altri due Dottori, l’articolista si
compiace di notare in loro, provenienti da ambienti umani e teologici
diversi, una certa unità. « Anzitutto,
con il loro atteggiamento sembrano
dare l’esempio del servizio che il teologo è chiamato ad adempiere nel
corpo della Chiesa. La ricerca teologica o dogmatica che richiede -una
assai seria specializzazione tecnica,
non è tuttavia un’occasione d’isolamento o di fuga lontano dalla vita
concreta della Chiesa. Al contrario,
tutti e tre sembrano aver tratto dallo
studio il motivo profondo di un impegno diretto nella vita delle comunità cristiane. E inversamente, la solidarietà negli impegni sociali, politici o confessionali delle comunità
sembra aver motivato Fapertura verso nuovi obiettivi di lavoro ». Unità,
ancora, nella preoccupazione di penetrare e far conoscere il pensiero
dei Riformatori. Unità, infine, nel
servizio al .Signore della Chiesa.
« Alla nostra Chiesa, questi esempi
ricordano opportunamente il posio
che conviene dare alla funzione di
” dottori della Chiesa ” nelle comunità cristiane, come nell’ orientamento concreto della loro testimonianza ».
Il riconoscimento che l’Università
di Ginevra ha voluto dare al Prof.
Giovanni Miegge, già dottore « honoris causa » di altre due Università,
dà nuovo lustro non solo alla nostra
Facoltà di Teologia ma a tutta la
Chiesa Valdese. Ancora ci congratuliamo vivamente con lui, con l’augurio più vivo per il suo futuro lavoro teologico.
E’ uscita la « Confessione di fede »
della Chiesa Evangelica Valdese, corredata dai passi biblici riferentisi ad
ogni articolo.
Prezzo L. 50 la copia. Per ordinazione superiore alle 5 copie, sconto
del 20%.
Per prenotazioni rivolgersi al Pastore Thomas Soggin — Via Tomaso
Grossi, 17 — COMO.
Ultimi arrivi alia Claudiana
L’EPISTOLA AI GALATI
Commento esegetico di
Giovanni Miegge
(Dispense)
L. 800
TESTI SCELTI DELLA GENESI
Commentati da
Giovanni Miegge
( Dispense)
L. 600
CONFESSIONE DI FEDE DELLA
CHIESA EVANGELICA VALDESE
L. 100
Christian Keller
OR NOIR
Un récit passionant tiré du film
de Billy Graham
L. 500
Frédéric Hoffet
L’EQUIVOQUE CATHOLIQUE
L. 1.200
Ed. Thumeysen
LE SERMON SUR LA MONTAGNE
L. 600
Peter Greave
LE DOUBLE MIRACLE
L. 1.000
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino)
c.c.p. 2/17557
4
il cristiano è un « uomo di
pace », non un « uomo in pace»: fare la pace è la sua vocazione.
L'Eco delle Valli Valdesi
La pace comincia in noi... in
me e da me, da te, da ciascuno... Come la guerra.
NOTIZIE DALLE COMUNITÀ’
AlVGROGlM (Capolaogo)
Malgrado la stagione inoltrata, il
nostro Bazar ha avuto, anche questo
anno un buon risultato. Ringraziamo
sentitamente tutti coloro che hanno
collaborato in vario modo alla sua
buona riuscita e particolarmente coloro tutti che in Angrogna e Torre
Penice ci hanno offerti doni per il
banco della pesca e per la lotteria,
e uova e derrate per la confezione dei
dolci.
Domenica 29 giugno, nel corso dei
nostro culto nel Tempio del Capoluo
go è stato presentato al santo Battesimo il bambino Ricca Eros di Silvio
e Bertot Anita (Martel). La grazia e
la benedizione del Signore circondi
no ed accompagnino sempre il bimbo ed i genitori.
Riunioni domenicali pomeridiane
ali’aperto : Domenica 6 luglio ; ai Malans Inferiori; domenica 13 luglio:
Rougnousa; domenica 2Ó luglio: ai
Pons. Le riunioni hanno luogo alle
ore 15. e. a.
ADIGROGiVIA (Serre)
Un simpatico incontro di un buon
gruppetto di ragazzi del Serre, di Cacet e di Pradeltorno, a Pradeltorno,
ha chiuso l’anno scolastico, ed è star
ta pure la passeggiata conclusiva
della Scuola domenicale, sempre rimandata a causa del tempo. Peccato
che, a causa della data tarda, alcuni
ragazzi non abbiano potuto parteciparvi, già impegnati nei lavori intensi, o saliti agli alpeggi.
Ci siamo rallegrati di vedere ormai
all’opera, anche sui pendi! del Serre,
una motofalciatrice! Tempo permettendo, fervono i lavori di fienagione.
Ma la domenica è bello raggrupparsi
per i culti agli alpeggi. Particolar
mente frequentato e gioioso è stato,
domenica 29 giugno, il culto al Bagnau: Enrico e Clelia Chiavia, dei
Coulege di Pradeltorno, hanno presentato i loro quattro figlioli più giovani, Cesare, Mauro, Marco ed Eric,
ed è stato loro amministrato il batte
timo, nella lieta comunione delia co
munità che si rallegra di questi nuovi
agnelli che il Signore aggiunge al Suo
gregge. Li conservi Lui nella Sua gra
zia, e dia ai genitori, ai padrini ed
alle madrine di esser per loro 1 primi
testimoni del Signor Gesù a cui ap
partengono.
Accanto alla gioia, il dolore. Il 28
giugno, improvvisamente, è mancato
mentre era al lavoro nei campi il nostro fratello Jean Pierre Frache, di
anni 72. Un folto gruppo di parenti e
di amici si è fraternamente raccolto
intorno alla famiglia in lutto, il 30 u,
s., i)er il servizio funebre. «Vegliate,
perchè non sapete in qual giorno il
vostro Signore sia per verùre. Beati
quei servitori che il padrone, arrivando, troverà vigilanti. Ora quel che dico a voi lo dico a tutti: Vegliate».
Consoli il Signore, con la Sua pace e
la speranza che è in Lui coloro che
piangono la separazione.
Ecco il CALENDARIO DEI CULTI
delle prossime domeniche:
6 luglio: ore 10 Sap; ore 14 Barfè
13 luglio: ore 10 Serre; ore 14 Bagnau
20 luglio' ore 10 Pradeltorno; ore 14
Barfè
UNA LODEVOLE INIZIATIVA
DELLA « PRO VALLI »
Non tutti i lettori sapranno
che delle 140 famiglie che costituiscono la nostra comunità sì e no ima
trentina hanno la luce elettrica. Ci
rallegriamo perciò vivamente per la
iniziativa della « Pro Valli » che ha
chiesto alla PCE di fare un sopraluogo nella zona oltre il Serre (dove
muore la linea) e di preparare un
preventivo. Per il momento il prolungamento della linea è progettato
per le famiglie delle borgate Coissons,
Ricca, Cougn, Cròi e Buonanotte. Il
contributo fissato per l’allacciamento
è stabilito in L. 50.000 per ciascuno
degli utenti, che sarà ridotto proporzionalmente alla fornitura di pali.
Sperando in un eventuale contributo
del Comune, e... contando su di un
aiuto della « Pro Valli », ci auguriamo
vivamente che questa iniziativa possa giungere a termine, il primo di
passi successivi. Comunque, fin d’ora
esprimiamo molto calorosamente alla « Pro Valli » la nostra riconoscenza
per il suo fattivo interessamento.
PHUEROLO
Sulla collina dell’Abbadia, dove si
era trasferito da alcuni armi con la
sua famiglia proveniente dalla Valle
Germanasca, è deceduto Poet Enrico
all’età di 71 anni, dopo lunga malattia. Il servizio funebre è stato presieduto sul iKJsto dal cand. Giorgio
Bouchard ed a Faetto, dove la salma
è stata trasportata, dal Past. L. Rivoira. Inviamo alla famiglia colpita
dal lutto il nostro pensiero di simpatia e di cristiano incoraggiamento.
Domenica 15 giugno è stato battezzato in chiesa il piccolo Luigi Grill,
la cui famiglia, oriunda di Praly, risiede a Cantalupa.
Lunedì sera, 7 luglio, alle ore 21,
avrà luogo nella sala delle attività
a Pinerolo la riimione mensile di
preghiera.
Giovedì, 10 luglio, con il solito orario avrà luogo una distribuzione di
viveri per le famiglie della chiesa.
Concorso Borse di Studio
«Valli Valdesi»
Sono messe a concorso tre Borse di studio di L. 100.000 caduna a javore di studenti residenti nelle Valli Valdesi,
Le domande, ai termini del Regolamento approvato dalla Conjerenza distrettuale,
debbono pervenire al Sovrintendente del
lo Distretto non oltre la fine del mese di
Agosto,
La Commissione distrettuale rivolge una
preghiera a quanti sono sensibili alla necessità di aiutare gli studenti Valdesi bisognosi, perchè vogliano partecipare con un
dono alla costituzione del fondo. Qualora
questi doni raggiungessero la somma voluta, la Commissione aggiudicatrice si riserva di assegnare una o più Borse in aggiunta alle tre ora messe a concorso. Gli eventuali doni saranno pubblicati sui giornali.
La Commissione distrettuale
REGOLAMENTO
1. Per deliberazione della Conferenza distrelluale delle Valli Valdesi sono islilnile delle Borse di studio a favore di giovani residenti nelle parrocchie delle Val.
li Valdeii, i quali intendano proseguire
negli studi secondari, particolarmente in
vista del ministero Pastorale.
2. 11 fondo sarà costituito mediante:
a) versamenti dei Concistori, per permettere la costituzione di almeno quattro
borse annuali di L. 190.000 caduna;
questa somma verrà versala dai Concistori dietro indicazione della Commissione distrettuale, proporzionalmente ai contributi alla Cassa CentraIrale;
b) da offerte volontarie.
3. Ogni anno, al principio di Luglio, la
Commissione distrettuale pubblicherà il
bando di concorso a dette Borse. Le domande dovranno pervenire al Sovrintendente entro il mese di Agosto.
4. L’esame delle domande verrà fatto inappellabilmente da una Commissione com
posta dai membri della Commissione distrettuale, dal presidente della Pro Valli,
dai Presidi delle Scuole Medie di Pomaretto e di Torre Pellice e dal Preside
del Ginnasio Liceo di Torre Pellice.
.3. I candidati dovranno corredare le loro
domande dei seguenti documenti:
a) raccomandazione del Pastore della
propria parrocchia;
b) certificato degli studi compiuti;
c) stato di famiglia;
d) dicliiarazione della persona che esercita la patria potestà, da cui risulti di
quali altri sussìdi o Borse di studio il
candidato eventualmente fruisce.
6. Il candidato sa di assumere il serio impegno morale di reintegrare anche ratealmente, a favore del fondo, le somme
di cui ha beneficiato, qualora, al termine degli studi e successivamente, avesse
la possibilità di farlo.
7. In ogni caso s’intendono esonerati dall’impegno di cui all’articolo precedente
quei candidati che proseguiranno gli studi come Pastori o Missionari.
8. In vista dell’assegnazione delle Borse, la
Commissione dovrà valutare: a) lo stato
economico delle famiglie; b) la condotta e il profitto negli studi. La Commissione dovrà preferibilmente mantenere la
assegnazione delle Borse agli studenti che
ne avessero già usufruito, e che continuassero a soddisfare ai requisiti dei
commi a) e b). Terrà in particolare considerazione quei candidati che manifestassero l’intenzione di proseguire gli
studi in vista del ministerio pastorale.
9. Le eventuali modifiche di questo regolamento verranno deliberate dalla Conferenza Distrettuale.
Doni ricevuti
per «L’Eco delle Valli»
Ringraziamo vivamente : Bianchi
Ida (lOo); Albarin Ida (100); Concistoro Valdese di Pomaretto (10.000);
Leger Jenny (350).
S. GERMamiO CHISONE
Notizie scolastiche. I bambini delle
scuole elementari di Villa, ottimamente preparati dalle loro insegnanti, hanno trasmesso da S. Germano,
un programma radiofonico della durata di una mezz’ora.
I) 15 Giugno i bimbi del nostro Asilo Infantile hanno offerto, in presenza di un pubblico che gremiva la nostra sala, il saggia annuo ai loro parenti ed amici. Ci felicitiamo con coloro che hanno preparato un programma così indovinato e con tutti
i nostri piccoli attori per la loro buona interpretazione.
L’insegnamento religioso nelle pubbliche scuole di Villar Perosa ha avuto termine nella seconda metà del
mese di Maggio. Per molti bambini
il profitto è stato; soddisfacente.
Gite Sociali. La serie delle gite primaverili è stata iniziata dalTU. G.
che si è recata in Riviera. La Corale
è stata ad Ivrea ed ha preso parte al
culto della chiesa locale con l’esecuzione di due cori. 1 Le sig.re della Società di Cucito si sono recate ad Alessio e domenica 6 Luglio la nostra U.
G. si recherà a Cervinia. I nostri gitanti, prima della partenza, si riuni
scono nel tempio per un breve culto.
Crediamo che quelle gite abbiano la
loro importanza e siamo lieti che la
chiesa si preoccupi anche di questa
attività a carattere sociale e ricreativo.
Battesimi. Rochon Claudio di Amedeo e di Jahier Elma (Mondon). Bounous Roberto di Edmondo e di Bouvier Luisa (Gondini). Martinat Dante Alberto di Dino e di Sappei Marcella (Porte). Pons Mauro di Sergio
e di Bertramino Olga (Villar). Bouchard Aldino di Ernesto e di Soulier
Amilda (Balmas).
Matrimonio. Comba Emanuele e
Comba Frida (Martinat).
Funerali. Leger Enrico, di anni 7J
(Asilo). Malan Enrico, di anni 71
(Asilo). A sette giorni di distanza
l’uno dall’altro sono deceduti al Pian
i coniugi Maurin Anna Caterina n.
Grill e Maurin Giovanni Pietro. Si
erano sposati 56 anni fa a Pomaretto
e la domenica 22 Giugno il marito
aveva ancora seguito-, per un tratto,
la bara che racchiudeva i resti mor
tali della sua compagna. Il 29 Giugno, avevano luogo i suoi funerali.
A tutti gli afflitti esprimiamo- la nostra simpatia cristiana.
Nella Scuola 1 atina
di Pomaretto
ESAMI SESSIONE ESTIVA 1957 - 58
Annessi alla l’a Media; Balma
Claudio; Bernard Arturo; Coucourde
Ivano; Del Sette Massimo; Dosio Mirella; Grill Vera; Lawton Patrich;
Martinat Elfrida; Morello Guido; Pastre Iva; Peyran, Ferruccio ; Peyrot
Valdo; Pons Lelia.; Revel Paola; Richard Nadina; Tron Daniele; Tron
Orlando. ,
Promossi alla 2.a‘Media: Beux Gustavo; Ferrerò Aldo; Giordano Andreina ; MarcO'Z Marilena ; Molinari
Paolo; Tron Graziella; Tron Uva;
Villielm Roberto. ,
Promossi alla 3.a Media: Costantino Enrico; Ghigo Dino; Lawton Beniamin; Pascal Arnaldo; Peyronel
Silvio; Rostagno iVdele; Scarano Iole; Tron Edda; Tron Rolando.
Licenziati dalla Scuola Media : Gaydou Nicoletta; Giai-Checco Franco;
Godino Alba; Innocenti Sergio-; Menusan Aldo; Rostagno Mario.
Doni ricevuti con riconoscenza dalla Direzione dal 1<> Marzo al 30 Giugno 1958:
Maestro E. Jahier (S. Germano
Chisone) 2.(X)0 — Prof. Guido Bert
(Pragelato) 5.000 - Chiesa di Colleferro 1870 — Laetsch Giovanni e Margherita (Perosa A.) 2.000 — Pons Guglielmo (Pomaretto) 5.000 — Balmas
Giuseppina (Pomaretto) in memoria,
Dino 1.000 — Ribet Giosuè e famiglia
(Pomaretto) 3.0CK) — Bernard Giacomo e famiglia (Pomaretto) 3.0(X) —
Chiesa Valdese di Pomaretto colletta
albero di Natale 14.182 — Rostagno
Arturo e Irma (Pomaretto) 5.000 —
Concistoro chiesa Valdese Pomaretto
50.000 — Massel Valdo (Chiotti) 1.300
— Chiesa Valdese Ivrea 5.000 — Peyran Ferruccio (Perrero) 5.000 — A
mezzo dottor Teofilo Giraud (Troy USA): Teofilo Giraud (Troy) dollari
10 — Giovannino Tron (Bloomfield)
dollari 3 — Ulrico Gay (Pittsfield)
dollari 5 — Enrico Grill (Chicago)
dollari 5 — Emanuele Tron (Ultser
Park - N. J.) dollari 5 — Irma Rostan
(Valdese) dollari 10.
In memoria del maestro E. Balma:
Chiesa di Pinerolo h. 10.000 — Parió
re E. Rostan (Pinerolo) 1.000 — Ida e
Gina Bertalot (Pinerolo) 2.500 —
Grill Margherita e Speranza (Poma
retto) 1.000 — Rostagno Arturo e Ir
ma (Pomaretto) 2.000 — Amici exlatinisti (USA) dollari 10.
prima fissato (art. 1 D.L.L. 23-8-1917,
n. 1450) a sessantacinque anni.
(Art.- 7. Nel primo comma dell’articolo 1 del decreto legislativo luogo-te
nenziale 23 agosto 1917, n. 1450, e successive modificazioni, alle parole :
« dall’età di dodici anni ai sessantacinque compiuti » sostituite le seguenti :
« dalTetà di dodici anni ai settanta
compiuti »).
In conseguenza, a partire dalla data di ricezione della presente circolare le Casse Mutue per i Coltivatori diretti dovranno erogare Tassistenza di
malattia, per le conseguenze di infortunio sul lavoro, ai soli coltivatori diretti di età inferiore ai dodici anni e
superiore ai settanta.
ISCRIZIONE DEI NEONATI
negli elenchi degli assistibili
La Cassa Mutua Prcvinciale ha dovuto spesso negare la concessione delle prestazioni assistenziali in favore
di neonati, figli di coltivatori diretti o
di loro familiari aventi diritto all’assistenza di’ malattia a norma della
legge 22-11-1954 n. 1136, a motivo della
mancata iscrizione negli elenchi mutualistici.
Allo scopo di ovviare tale inconveniente, la Cassa Mutua Provinciale
ritiene opportuno dare la maggiore divulgazione della norma che impone
l’obbligo di presentare tempestivamente alTUfiìcio dei Contributi Unificati la richiesta dell’iscrizione dei
neonati corredati dai documenti di
rito.
In oigni caso- gli interessati potranno rivolgersi presso il Segretario ed
il Presidente delle singole Casse Mutue Comunali, oppure dal Delegato di
Zona, Corso Torino 18, Pinerolo.
Pinerolo 19-6-’58
Il delegato di zona
(Enot. Ernesto Casalis)
Giovanni e Ada Melile con tutta la
loro famiglia, commossi ringraziano
dell’affettuosa testimonianza ricevuta
al momento dell’umana separazione
dal loro figlio Enrico. Massimo conforto: la fraterna amicizia e la luce
della Fede.
Sanremo, 17 Giugno 1958
Via Roma, 152
Ai BAGNANTI
IN VERSILIA
Nei mesi di luglio, agosto, settembre, nella Cappella Anglicana di
VIAREGGIO (Via Leonardo da Vinci 55, in prossimità della parte centra
le della passeggiata a mare), è celebrato ogni Domenica, alle ore 17,30
il Culto Evangelico
a cura della Chiesa Valdese di Pisa.
Cordiale invito a tutti gli Evangelici.
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice ( Torino )
Prof. Dr. A. BonisRontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica aH'Università
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Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
Cassa Mutua Provinciale Malattie
per i Coltivatori Diretti
L’ASSICURAZIONE I.N.A.I.L.
Elevazione
a 70 anni dei limiti di età
La Gazzetta Ufficiale n. 126 del 27
maggio u. s. ha pubblicato la Legge
S aprile 1958, n. 499 concernente : « Miglioramenti delle prestazioni ecoiiamlche dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali ».
Sebbene la legge predetta riguardi
principalmente il problema delle prestazioni economiche, tuttavia la stessa interessa anche le Casse Mutue in
quanto, per effetto delTart. 7, viene elevato all’età di settanta anni il limite massimo di copertura assicurativa
per gli infortuni sul lavoro agricolo.
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