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Anno V
numero 13
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Spedizione in a. p. comma 2
art- 2 legge 549/95 nr- 13/97 - Tori
In ca&o di mancato recapito
SI prega restituire al mittenti
presso l'Ufficio PT Torino CMP No
SK r riMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Bibbia e attualità
FARE COME
IL SAMARITANO
«Va' e comportati allo stesso modo»
Luca 10,37
CON queste parole si conclude la
parabola del buon samaritano,
che è la risposta di Gesù a una domanda insidiosa: chi è il mio prossimo? Nel contesto di Gesù era una risposta non facile. Se il mio prossimo
fosse qualunque essere umano, allora i
soldati deU’esercito dominatore, gli
oppressori e gli aguzzini del popolo,
dovevano essere ritenuti mio prossimo? Certo che l'amore per i nemici ha
conseguenze imprevedibili: chi è per
definizione l'altro, il nemico, l'odiato
straniero, diventa oggetto d'amore.
Nella parabola la logica amico-nemico viene rovesciata. Il samaritano diventa esempio del come possiamo diventare prossimo dell'uomo ferito e
abbandonato a se stesso. La parabola
è un esempio diretto della cultura della solidarietà che deve essere il tessuto
della vita e la prassi delle chiese cristiane. È necessario e urgente anche
per le nazioni procurarsi una cultura
della solidarietà perché la società in
cui viviamo non è solidale. La solidarietà è un frutto scarso, infrequente,
raro. Troviamo quasi sempre il suo
contrario, l'in-solidarietà, le logiche
dell'appartenenza, del nazionalismo o
delle identità esclusive e escludenti.
Lf ARRIVO di migliaia di albanesi in
Puglia nelle ultime settimane ne é
una riprova. La logica dello straniero
come «l'altro», come una minaccia al
turismo, all'ordine pubblico, alla salute o semplicemente all'estetica si è
riprodotto nella sua scarna potenza. Il
popolo albanese è stato depredato da
una banda di briganti, bastonato e lasciato in mezzo alla strada che porta
al progresso mezzo morto dentro, perché hanno ucciso il sogno di tre milioni di persone. Se pensiamo olfatto che
dal 1991 al 199'7 sono stati spesi 500
milioni di dollari in aiuti internazionali, e che le finanziarie piramidali
hnmio fatto .scomparire altri centinaia
di iiìilioni di dollari, non c'è dubbio
ci:c questo popolo ha subito un'immen.m tragedia. Il problema adesso è
la risposta che daremo alle urgenti necessita dei profughi e degli albanesi
che sono rimasti in patria. La mancanza di solidarietà crea emarginazione che consiste nel rimanere ai margini della partecipazione ai processi, beni, servizi, valori, prospettive del mondo in cui si vive. Il popolo albanese è
stato relegato alla povertà più estrema
e non potrà uscirne tanto facilmente.
La politica degli aiuti internazionali è fallita in Albania per due ragionifondamentali: la prima riguarda
il sistema albanese carente di una
struttura civile moderna ed efficiente,
la seconda per la pianificazione «caritatevole» della distribuzione degli aiuti
da parte dei paesi che l'hanno realizzata. Infatti è molto più semplice impostare la questione in termini statistici (quante tonnellate di burro, quante
confezioni di medicine per i bambini
che hanno la poliomielite...) che in termini di giustizia e di ridistribuzione
delle risorse. Sarà difficile che nel prossimo futuro la politica degli aiuti
umanitari cambi, ma le chiese possono
contribuire a creare una nuova cultura
della solidarietà con Tinformazione e
la formazione, che aiutino a capire i
problemi in una prospettiva di bene
comune globale, dando voce a chi non
ha voce; con la denuncia delle ingiustizie, delle mafie, delle inerzie, delle
complicità individuali e collettive; con
ia proposta di alternative, operando
per il cambiamento strutturale della
società. In una parola, bisogna fare
quello che fece il samaritano.
Martin Ibarra
Torna ad essere esplosiva la situazione in Israele e nei territori in Cisgiordania
Il filo esile della pace in Medio Oriente
Il processo di pace fra Israeliani e palestinesi è forse il più importante per la convivenza
tra le fedi e i popoli del nostro tempo. Le responsabilità del governo Netanyahu e dell'Anp
PAOLO NASO
IL processo di pace tra israeliani e
palestinesi è appeso a un filo esile che potrebbe spezzarsi nel giro
di qualche settimana: questa volta,
forse, irrimediabilmente. Tra i palestinesi il consenso al «processo»
negoziale le cui tappe erano state
definite a Washington e a Oslo è ormai sceso al livello più basso. Dopo
il faticoso compromesso raggiunto
in extremis e grazie a una strenua
mediazione americana sulla città di
Hebron, i palestinesi denunciano
che Israele si è ritirata solo dal 9%
dei territori della Cisgiordania destinati a finire sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese
(Anp); che nulla è sostanzialmente
cambiato rispetto alla politica degli
insediamenti dei coloni nei Territori; che le mspe che il 17 marzo hanno aperto il cantiere nel quartiere
di Har Homa a Gerusalemme, destinato a accogliere 6.500 abitazioni per la popolazione ebraica,
esprimono con drammatica durezza la ferma intenzione del governo
Netanyahu di affossare ogni vero
negoziato di pace.
A tutto questo si aggiungano le ricorrenti minacce di chiusura d’autorità delle sedi dell’Olp a Gerusalemme, prima tra tutte l’Orient
House, nella parte orientale della
città, che costituisce una sorta di
«ambasciata» internazionale dell’Autorità nazionale palestinese, il
frequente blocco dei Territori che
impedisce a migliaia di lavoratori
di raggiungere il proprio posto di
lavoro in territorio israeliano, e la
politica di frammentazione dell’unità territoriale delle aree già sotto il controllo palestinese nel nome
della sicurezza degli insediamenti
ebraici. «Che pace è questa?» è la
domanda insistente che ormai ritorna anche nelle parole di quelle
personalità «moderate» che si sono
spese con più coraggio e determinazione a sostegno del processo di
pace: tra gli altri Abu Mäzen, di fatto numero due delTOlp; Hanan
Ashrawi, la docente cristiana mini
stro dell’Anp che con più forza ha
posto il problema del rispetto dei
diritti umani anche all’interno della
società palestinese; Feisal Husseini,
l’intellettuale di Gerusalemme Est
che negli scorsi anni ha tessuto con
più determinazione la tela delle relazioni internazionali a sostegno
della politica negoziale della leadership palestinese.
La politica degli «strappi» alla pace perseguita da Netanyahu, oggi,
spiazza e penalizza proprio queste
personalità e addirittura rischia di
spazzarle via dalla scena politica
palestinese a tutto vantaggio dei
gruppi radicali del fondamentalismo islamico il cui programma
(con qualche citazione coranica in
più e qualche sottolineatura spirituale più marcata) non fa che riproporre le antiche parole d’ordine
del peggior nazionalismo degli Anni ’60 e ’70 con la sua scia di terro
re, di morte e di inefficacia politica
nei riguardi di una vera e di una
giusta soluzione della «questione
palestinese».
Usciti di scena i «moderati» che
hanno creduto nella possibilità di
perseguire gli obiettivi negoziali
stabiliti a Washington e Oslo, la società politica palestinese ha già
pronti i suoi nuovi leader: e non sono solo ragazzi sprovveduti cresciuti nella miseria dei campi profughi ma anche lavoratori e intellettuali, operatori sociali e insegnanti che hanno costruito un solido radicamento di massa grazie
all’azione e ai mezzi delle moltissime associazioni del radicalismo
islamico che si sono impegnate e
legittimate nelle fasce sociali più
povere e esposte al fascino della
propaganda integralista. Viene da
questo mondo l’attentatore che,
imbottendosi di esplosivo nel gior
no della festa ebraica di Purim, ha
provocato una strage a Tel Aviv; e
non era un disperato che non avesse «nulla da perdere» come altri uomini-bomba né era persona cresciuta in ambienti particolarmente
fanatizzati. L’Autorità nazionale
palestinese, che pure ha commesso
gravi errori nel sottovalutare l’importanza di un radicamento sociale
dei suoi quadri così da consolidare
il sostegno di base al processo negoziale, può ancora vincere la sua
battaglia culturale e politica contro
il radicalismo di matrice islamica e
la sua strategia di terrore esplicitamente tesa a far fallire ogni negoziato finché «la bandiera dell’Islam
non sventoli su tutta Gerusalemme
e su tutta la Palestina», come recita
la retorica corrente. Ma a una condizione: che trovi nel governo
israeliano un alleato e non un avversario, un partner per la pace e
non un nemico che punti a distruggere il suo disegno politico.
Netanyahu ha forse pensato che
alzare sistematicamente il prezzo
della pace gli avrebbe dato più libertà di manovra e lo avrebbe affrancato da un controllo troppo
stretto delle componenti più nazionalistiche e fondamentaliste
della sua maggioranza e del suo
governo. Oggi quel calcolo politico,
se mai tale è stato, si rivela sbagliato. Lo riconoscono anche ampi settori della società israeliana, feriti e
angosciati dalla ripresa degli atti
terroristici: e non a caso torna attuale, nel dibattito politico di Gerusalemme, l’ipotesi di un governo
di unità nazionale che, isolando le
componenti più estreme, rimetta
la barra al centro e persegua la
strategia del negoziato di pace forte di un ampio sostegno parlamentare. Altri si chiedono «che pace è
una pace che non fa cessare gli attentati» e non dà prova che è possibile vivere nella pace e nella sicurezza. Hanno ragione anche loro. E
proprio per questo è importante
riaffermare che giustizia, sicurezza
e pace sono fiori preziosi destinati
a vivere o a morire insieme.
Riforma della scuola
Il presidente Fcei scrive
al ministro Berlinguer
Il presidente della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia
(Fcei), pastore Domenico
Tomasetto, il 25 marzo
ha inviato una lettera
(che pubblicheremo sul
prossimo numero) al ministro della Pubblica
istruzione, on. Luigi Berlinguer, contenente alcune proposte del protestantesimo italiano in riferimento alla progettata
riforma della scuola. In
particolare si rammarica
per l’assenza di rappresentanti di cultura protestante nella Commissione costituita dal ministro
per impostare i nuovi
programmi e per la scar
sa attenzione data al
«complesso intreccio tra
fenomeni religiosi e
comportamenti umani».
Un sistema scolastico serio «non può esimersi
dall’includere, nei vari
saperi e nelle diverse
chiavi di lettura proposte
agli alunni, uno spazio
adeguato sui “fatti religiosi” e sulle loro implicazioni» a partire da una
adeguata preparazione
dei docenti delle varie
materie. Infine, Tomasetto esprime il dissenso
degli evangelici sulla prevista parità tra scuole
pubbliche e private e sul
finanziamento statale a
queste ultime. (nev)
OMAGQIO
PER
I NOSTRI
ABBONATI
E LETTORI
In questo
numero
troverete un
inserto molto
speciale: una
storia illustrata da
Umberto Stagnato sulla lotta
contro il nazismo del pastore e teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer, che per questo
fu imprigionato e poi ucciso nel campo di
Flossenbùrg il 9 aprile del 1945.
Il libretto, con una copertina a colori, sarà
successiuamente in vendita nelle librerie
a cura della Editrice Claudiana.
IL PROTESTANTESIMO NEL MONDO
CONTEMPORANEO. In un convegno
internazionale, tenutosi a Siena a
febbraio, studiosi affermati di varia
provenienza hanno affrontato l'eredità del pensiero della Riforma nelle
sue implicazioni sociali, politiche e
filosofiche attraverso i continenti, le
generazioni e i nodi cruciali della
storia più recente. (pag. 4)
L'EUROPA DEL «NON LAVORO». L'occupazione sarà il problema sociale
chiave del prossimo quarto di secolo.
Infatti, il progresso tecnologico e la
globalizzazione dei mercati, in particolare la concorrenza produttiva dei
paesi a basso salario, faranno ulteriormente ridurre i posti di lavoro
nell'Europa occidentale. (pag. 6)
SINDONE: NON COLTIVARE L'AMBIGUITÀ. In previsione della prossima
ostensione, a Torino nel 1998, la
«macchina» della diocesi subalpina è
in moto. In un opuscolo informativo
continuano ad essere presenti diverse ambiguità sulla questione dell'autenticità e della funzione spirituale
della Sindone. (pag. 6)
2
PAG. 2 RIFORMA
Della
_________VENERDÌ 4 APRILE Iq^mfrd
«Similmente, il
Signore ha ordinato
che coloro che
annunziano il
Vangelo vivano del
Vangelo. Io però non
ho fatto alcun uso di
questi diritti, e non
ho scritto questo
perché si faccia così
a mio riguardo;
poiché preferirei
morire, anziché
vedere qualcuno
rendere vano il mio
vanto. Perché se
evangelizzo, non
debbo vantarmi,
poiché necessità
me n’è imposta;
e guai a me, se non
evangelizzi)!
Se lo faccio
volenterosamente,
ne ho ricompensa;
ma se non lo faccio
volenterosamen te
è sempre una
amministrazione
che mi è affidata.
Qual è dunque la
mia ricompensa?
Questa: che
annunziando il
Vangelo, io offra
il Vangelo
gratuitamente,
senza valermi del
diritto che il Vangelo
mi dà. Poiché pur
essendo libero da
tutti, mi sono fatto
servo di tutti, per
guadagnarne il
maggior numero;
con i giudei, mi
sono fatto giudeo,
per guadagnare
i giudei; con quelli
che sono sotto la
legge (benché io
stesso non sia
sottoposto alla
legge), per
guadagnare quelli
che sono sotto la
legge; con quelli che
sono senza legge, mi
sono fatto come se
fossi senza legge
(pur non essendo
senza la legge di
Dio, ma essendo
sotto la legge di
Cristo), per
guadagnare quelli
che sono senza legge.
Con i deboli mi sono
fatto debole, per
guadagnare i
deboli; mi sono fatto
ogni cosa a tutti, per
salvarne ad ogni
modo alcuni. E
faccio tutto per il
Vangelo, al fine di
esserne partecipe
insieme ad altri»
FARSI TUTTO A TUTTI
PboIo ci presentd^ il suo ministero come unn nuovsi comprensione deiidi Legge
In questo brano Legge, Grazia e Libertà vengono incorniciate dalPagape
GIUSEPPE MARAZZO
(I Corinzi 9, 14-23)
, .TJ ARSI tutto a tutti!»: Paolo
" apostolo applicava a sé
questo principio fondamentale
per raggiungere gli uomini là
dove essi si trovavano. A prima
vista ciò potrebbe anche essere
compreso in senso negativo,
quasi come se il credente fosse
una persona accomodante e regolasse la sua vita in base al
vento che spira pur di «guadagnare» gli uditori. Ma Paolo non
era il tipo di persona che si prefìggeva di «piacere» agli uomini;
egli non si preoccupava né della
demagogia né di quegli strani
equilibrismi degli accomodanti. Non cade nella trappola del
qualunquismo né, tanto meno,
dà ragione agli uni e agli altri. In
questo ricco e denso brano della lettera ai Corinzi, Paolo ci
presenta il suo ministero come
una nuova comprensione della
legge, come un servizio impregnato della grazia di Dio, come
una vita, la sua e la nostra, vissuta nel senso della vera libertà.
Legge, Grazia e Libertà in questo brano vengono incorniciate
dall’agape, l’amore.
Paolo, la mente più geniale
della chiesa primitiva, presenta
il suo apostolato come conseguenza deU’esperienza della trasformazione avvenuta sulla strada per Damasco. La comprensione del suo mandato si concretizza attraverso un servizio
verso tutti, affinché la grazia di
Dio sia resa comprensibile agli
uomini. Per realizzare ciò, Paolo
cerca di ridurre al minimo l’attrito fra lui e i potenziali convertiti. La sua elasticità mentale gli
consente di essere flessibile verso le situazioni che richiedono
delicatezza e grande ingegno,
ma più di ogni altra cosa Paolo
tiene conto della complessità
della persona umana. Ogni disputa fra gli uomini, ieri e oggi,
ha ruotato e ruota intorno alle
idee. Nel nome di queste sono
stati, senza vergogna, elevati dei
roghi, si è mandato un popolo ai
forni crematori, non si è mai
smesso di fare la guerra. Nel nome delle idee sono stati odiati i
negri, i bianchi, i giudei, i capitalisti, i colonialisti, i comunisti.
Paolo, tra le idee e gli uomini, ha
scelto gli uomini. Questi sono
più importanti!
Per fare questo Paolo non
scende a compromesso né fa
delle facili concessioni, né negozia le proprie convinzioni. «Non
si potrà mai essere un apostolo
migliore se si predica una verità
svalutata, compromissoria, truccata. Il buon grano mescolato
con la zizzania non diventa migliore» (Norbert Hugedé).
ge di Cristo, a cui l’apostolo è
sottomesso non è un codice
scritto, misurabile, alla maniera
farisaica, ma è un principio normativo donato da Dio e, tramite
la grazia e Io Spirito Santo, viene
radicato profondamente nell’essere umano, per provocare un
radicale cambiamento di mentalità e il riconoscimento dell’ineluttabile fallimento di ogni
umanesimo, il crollo della superbia e dell’arroganza dell’uomo
che è e resta soprattutto «carne»,
vale a dire debolezza, fragilità.
La Grazia
Preghiamo
Signore,
Talvolta vorrei lasciare alle spalle
tutto ciò che mi sembra importante.
La mia professione, il lavoro incessante,
anche le persone più care
ed essere libero, per me e per te.
Poi vedo la tua strada:
ti sei rivolto alle persone,
affaticate e pazze, che rendono importanti
le cose futili,
rendendo difflcile la convivenza.
Vorrei percorrere la tua via
con la stessa libertà che avevi tu.
Non voglio più chiedermi
che cosa ci si aspetti da me,
ma solo più ascoltare che cosa vuoi da me.
Non mi avvince più il prestigio del presente,
10 spirito del mondo, a cui dovrei piegarmi.
Tu sei Io Spirito:
11 tuo Spirito mi dona libertà.
(Jörg Zink, Come pregare, Claudiana, p. 203)
La Legge
PAOLO dichiara di non essere
«soggetto alla legge», ma allo
stesso tempo afferma di non essere «senza legge». Non può mai
più essere «soggetto» alla legge
perché questa comanda sì cose
buone ma non offre la forza per
realizzarle. «I comandamenti ci
insegnano e ci prescrivono molte buone opere; ma esse non sono ancora compiute per questo.
Essi comandano, bensì, ma non
aiutano: insegnano ciò che l’uomo deve fare; ma non danno alcuna forza a farlo» (Martin Lutero, Libertà del cristiano, p. 32).
Solo per mezzo della fede in Gesù Cristo l’uomo potrà essere
riabilitato e riconciliato con Dio
(Romani 8, 1-4). Eppure Paolo
dichiara di essere sotto la «legge
di Cristo». Sembra una contraddizione, come conciliare la legge
e Gesù? Cristo è il compimento
della legge, alla luce della promessa, ciò implica non l’abolizione della legge, ma piuttosto la
sua conferma e il suo rafforzamento. Cristo è l’adempimento
della promessa, ma non per questo la elimina. Certamente la leg
CHE cos’è la grazia? Come si
presenta in questo brano?
Prima di tutto la grazia si presenta come un imperativo interiore. Colui che è stato accolto
dal Padre non può non portare
ad altri una parola di riconciliazione, di consolazione e di perdono. Colui che ha ricevuto da
Dio il dono gratuito della riconciliazione con se stesso e con gli
altri non può considerare la
missione come se fosse un «optional». «Perché se evangelizzo,
non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a
me se non evangelizzo» (I Cor. 9,
17). Tuttavia la grazia è soprattutto la centralità di Cristo Gesù.
Quell’uomo che è stato condannato al supplizio della crocifissione sulla collina fuori dalle
mura di Gerusalemme fra due
comuni delinquenti, ha sconvolto tutti i sistemi culturali. Paolo
realisticamente afferma che i sistemi culturali ellenistici e anche quello giudaico non erano
in grado di recepire l’evento Gesù senza considerarlo o uno
scandalo o una pazzia (I Cor. 1,
23). La completa rinascita dei
corinzi diventava sempre più
convincente se evitavano di cadere nelle distinzioni o particolarismi. Ellenisti e giudaizzanti,
deboli e superscrupolosi, potevano continuare a farsi del male
se non dimenticavano l’amore
di sé. Paolo nel dimenticare se
stesso «si fa tutto a tutti», nella
più totale e completa libertà.
La Libertà
//T 'BER'I'À, libertà, quanti
A^J_<crimini nel tuo nome!».
Solo dopo la grazia la libertà acquista il valore di liberazione. La
libertà, rivendicata dagli illuministi e dagli umanisti, lascia
l’uomo schiavo dei miti del pro
prio tempo: guadagno, proprio
interesse, proprie ideologie,
edonismo sfrenato, ecc. Paolo
«libero da tutti» si è fatto «servo
di tutti», perché solo chi è veramente libero può scegliere di
essere servo. E un paradosso
che Lutero ha reso così: «Un cristiano è un libero signore sopra
ogni cosa, e non è sottoposto a
nessuno. Un cristiano è un servo volonteroso in ogni cosa, e
sottoposto ad ognuno» (ibid. p.
25). «Cristo ci ha liberati perché
fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù»
(Calati 5,1).
Di fronte ai fanatismi integralisti del nostro tempo, di fronte
alla crisi delle ideologie laiche, di
fronte al trionfo di strategie totali e globali, la libertà del cristiano
viene intesa soprattutto come
un atto di indipendenza da ogni
tipo di imposizione politica, culturale e religiosa. Il credente, liberato soprattutto dall’egoismo
che lo incatena, può accettare di
non cantare nel coro dei vari
conformismi solo a condizione
che la propria libertà, voluta dalla parola di Dio e ad essa sottomessa, possa anche diventare
«volonterosamente» un servizio
verso tutti gli uomini.
Anche in Italia come in Europa stiamo vivendo una stagione
di crisi della libertà, la sua contraffazione oggi si esprime con
insensibilità e indifferenza verso
i reali bisogni dell’uomo, soprattutto dei più deboli, dei meno
garantiti, dei senza voce, indipendentemente dal colore della
pelle o delle differenze di cultura. In una parola la libertà del
credente, come anche la legge di
Gesù e la grazia, devono essere
inglobate dall’agape, l’amore responsabile e creativo.
Essere cristiani, oggi, alle soglie del terzo millennio, significa
«farsi tutto a tutti», senza perdere la propria identità e senza
scendere a compromessi con la
propria coscienza, ma significa
soprattutto non perdere di vista
il valore della legge di Gesù, della
grazia e della libertà e essere la
coscienza critica e Tautorità spirituale capace di rinunciare a
tutti quei conformismi culturali
e religiosi che mettono le idee al
di sopra degli uomini e dei loro
bisogni.
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
Per
approfondi
Coi
Si tratta di un tei
missionario, indica la J
occupazione fondartij
tale dell'apostolo Pad
la salvezza degli uon\iCCU j
per «guadagnarli a c onf/
sto» e in questo branoi iTISriU
dica il suo metodo dii
voro, la sua disponibili pp^l
e la sua capacità di adj________
tarsi alle idee altrui.
a) «Kerdano»: «Guaijf A *Coi
gnare» è un verbo tecniLi^,^*®
lo ritroviamo più voltejvaa) vive g
che associato a «sozei^ione fiit'
(salvare). Il servizio ephiese chi
missione per Paolo haOwianieni
scopo di guadagnaretecipa in
uomini a Cristo, non ¡proprie pc
legarli a sé stesso, fac^ormate (
done dei seguaci di^aSvizzera
cento dei 1
b) Il suo metodo di^odiUre c
voro è illustrato nel prijiiando ar
cipio «a tutri mi factj^ciiieset
ogn, cosa». Il gemo
I apostolo consiste nCL qfi n
identificarsi con gli aP°
senza cedere suini»®**
dei principi, ma «rnntn^S'
«moff .
abilità nel trovare
punti di contatto nellai
ta degli altri, con coilanciorien
prensione e sirnpatiiborsisti e
(Paul W. Marsh, A /Vimissionai
Testament Commentaiinentre un
p. 393, 394). Questo nima è invia
vorrà dire che per idei! finanziare
ficarsi con chi è tossicoffatti tutte
pendente uno debba adel mond
cessariamente fare usolComunità,
sostanze stupefacenti, anche dell
c) La disponibilità dlyarrgono g
l'apostolo (vv. 20-221inbase alle
«Coni giudei mi sono ¿i
to giudeo». I giudei eraifdji tori
scrupolosi verso le prescijyA ,
zioni legali e ”3010!^ ,. ,
adatta alla loro mental^ ™ °
e perfino accetta praticPP. ®
che non compromette«^^1
no la grazia gratuita (#onameni
16, 3; 18, 18; 21, 21#®de pari
23, 1-6). «Con quelli dP®'^®nnale
sono sotto la legge...», ¿lei Consi
sere sotto la legge Piissioni) (
un'espressione tìpica iÌS% del tc
Paolo, ma qui ìndica ! ài enimazi
sottomissione a una\eg}e%àójii apo
di autogiustificazione bilie visite da
comunque egli rifiuta, ttl’iofoonaz
se vuole far conoscere Cjio, in pero
feo diteti
sto a questo gruppo deinon, le altr
usare un linguaggiorigi]
essi familiare. «Con e del fui
che sono senza legge».
«Anomoi» in Atti 2, 23^°^!**?,*
senza legge» sono i romu *
ni che hanno eseguito^’®
condanna a morte di rie
sù. Nel brano dei Corinff’
«senza legge» non haF'^iprifi c
senso peggiorativo É^sriche
spresso in Luca 22, 37 c
ve sono indicati i malfai
tori, ma si tratta dei pagi
ni che non conoscono!
Torah. Paolo ad AteiJ
(Atti 17, 15-34) ha prei
cato ai greci mettendof
sullo stesso loro piano, liesso in e
tando autori e poeti delriterio del
loro cultura (Tito 1, Uldei fondi s
«Con i deboli...». I coijperché non
mentatori sono unanilsono in gj-g,
nel riconoscere qui progetti snei
Qti.ani nr>/-r\ c\/i I m nnatìi*-.^ __ .A
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Wislribu?
stiani poco sviluppatimo semnlir^
cenza e nella fdOupüto c
(1 Cor. 8, 7,10). Si trag“®®‘®®°vv
conoscenza e nella
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che si astenevano da ci “ d®sidt
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idoli. Paolo in questo di* .®®una chi
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1 (1954-1955) pp261;2^ezzir^'2S
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Torino, 1976. ®Ue situazir
- Norbert Hug^ oha™
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Genève 1966 p. lO-U; , lecessa«- Vittorio 5ubilia, ad
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o».'^«Gual A «Comunità evangelica
'erbo tecnAjdi azione apostolica» (Cepiù volteé) «ve grazie alla contribu> a «sozejzione finanziaria delle 47
•ervizio echiese che la compongono.
Paolo haOwiamente ogni chiesa pardagnaretecipa in proporzione alle
ito, non ¡proprie possibilità: le chiese
:esso, fac^ormate della Francia e delguaci di (a Svizzera coprono il 95 per
cento dei tre miliardi e mezetodo di^o di lire che costituiscono il
Ito nel pn(jijancio annuale della Cevaa.
' chiese valdesi e metodiste
I genio du ¡talia nel 1996 hanno racinsiste ni^olto 36 milioni, mentre la
-on gli si era impegnata per
^'^*39. Questa cifra corrisponde
"vr acircal’1% del totale,
tto nella!
, con coflancio rientra nel capitolo dei
simpatiiborsisti e degli «inviati» (i
'sh, A A/finissionari di un tempo),
immentamentie un quarto della somquesto «ma è inviato alle chiese per
per idei! finanziare le loro attività. Inè tossicofatti tutte le chiese del sud
i debba udel mondo ricevono dalla
fare usoiComunità, oltre agli inviati,
fseenti. anche delle sovvenzioni che
libilità divengono gestite localmente
'V- 20-22)^base alle necessità: si tratta
ni sono li;^volta di pagare gli stipendi
ludei erañdgj pastori o degli insegnanti
0 e prese ijgjjg gnuole evangeliche, al
1 ™°*°i>tre volte di ristrutturare un
■ta
rometteviì sono poi le spese di funatuita (Aponamento della Comunità
21. parigina, stipendi del
quelli diPersonale, viaggi, riunioni
!gge...»,¿el Consiglio e delle ComI legge Piissioni) che ammontano al
e tipica d28% del totale del bilancio,
i infl)«/4’animazione teologica, le
I una\e^^e tóotù apostoliche comuni,
azione ént le visite da chiesa a chiesa e
rifiuta, ij'infonnazione costituiscoloscere Cjio, in percentuali molto miuPP°. -noli, le altre voci in uscita. I
della «vita delle chie
tti 2 231 sono i più di
,nr^ dalle chiese europee
le, come si è cercato di eviine di usi precedenti arti
lei CorinH’ stanno tendendo ad una
non haF'tzione delle sovvenzioni
rativo j^neriche per privilegiare
2, 37
liuto diretto.
I I malfi
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piano,
I criteri di
fdistribu?ione dei fondi
Durante i Assemblea della
ivaa di i on e Pellice è stato
esso in evidenza come il
)oeti detriterio dell ; distribuzione
51, 12).dei fondi si.s troppo vago,
..». I cojperché non sempre le chiese
’ unantsono in grado dì presentare
'^^' '■i^Ptogettì specifici, ma chiedofeo° ®®®Plicemente di vivere.
' Si trau*^^®^® sovvenzioni sulla fiscrupoli, contrastano in parte
IO da £1 desiderio di trasparen
a mangi ? giustamente emerso nella
■¡caie a! '®otunità. D’altra parte, se
cesto ca*’ '?®®una chiesa europea forconiii'' isce alla Cevaa i suoi conti,
ì d otta** on si vede perché lo dovrebidotta 4' ®to fare le chiese del Sud!
upoli £i* in secondo luogo l’aiuto al' chiese perché possano viè sì un aiuto in parte «al
“>o», nel senso che è diffìci, esercitare un vero controlindlf^ I ^il’utilizzo corretto dei
lidi, tna è anche l’aiuto più
fono'’’* gente e più richiesto. Le
ila ?ese con scarsissime dispolannis*' oilità finanziarie sono da
tare nei loro lavoro di teniii 5°i^innza quotidiana: se si
in^ annunciare l’Evangelo
Cristo nel mondo, in
lek,
fj sfruttato e contrastato
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261 A f zz
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1985'Nan
soli
ad assicurare il soniento degli operai.
Animazione teologica
Inviati
Borsisti
Visite da chiesa a chiesa 1,0%
i i Ammortamenti 1,3%
Bollettino Cevaa 2,7%
Hi Assise 2,9%
^®AAC 3,0%
CD Animazione teologica 4,4%
b±!^ Consiglio 4,4%
^3 Borsisti 12,8%
L \MVita delle chiese 21,9%
i t -I Segretariato 22,0%
E3 Inviati 23,4%
Segretariato
Vita delle chiese
Ripartizione degii impegni finanziari delia Cevaa nel 1995
Predicazione e diaconia
Certo, in una situazione di
miseria la predicazione evangelica si accompagna ad un
servizio diaconale che tenda a dare dignità alla persona umana. E allora servono
scuole e ospedali, centri di
accoglienza e progetti di sviluppo agricolo o industriale.
La Cevaa segue anche questo
aspetto della testimonianza evangelica per mezzo di
quelli che vengono chiamati i
progetti raccomandati. Si
tratta di progetti presentati
dalle chiese e approvati dalla
Comunità (attraverso i suoi
organi di controllo, come il
Comitato esecutivo e il Consiglio) che li rimanda alle
chiese membro perché possano impegnarsi per un finanziamento. Questi progetti
non rappresentano cifre
enormi se rapportati alla nostra economia europea (un
trattore per una azienda agricola, una tipografia per il
giornale della chiesa, lo scavo
di pozzi per la raccolta dell’acqua, ecc.), ma per le chiese africane sono talvolta dei
veri e propri «sogni», purtroppo in parte mai realizzati. E in questo settore che anche la Chiesa evangelica valdese potrà intervenire grazie
agli introiti dell’8 per mille.
Spese di funzionamento
Per quanto riguarda il problema delle spese di funzionamento è persino ovvio, e lo
sanno bene tutti i membri dei
Concistori o dei Consigli, che
ogni chiesa per agire debba
affrontare delle spese di gestione, che possono essere
più o meno ingenti in dipendenza dei fronti di impegno
ma anche del «tenore di vita»
che localmente si mantiene.
La Cevaa, rispetto a molti organismi ecumenici internazionali, riesce, certo con sforzo notevole, a mantenere le
cosiddette spese di funziona
mento a un livello decisamente basso. Un esempio per
tutti: la sede della Cevaa si
trova nel centro di Parigi in
un appartamento in affitto di
centocinquanta metri quadrati, in cui lavorano quattro
segretari esecutivi e quattro
segretarie. Da alcuni anni,
con grande fatica e oculatezza, si accantonano fondi per
permettere uno spostamento
di sede, forse nella periferia di
Parigi, in modo che chi vi lavora abbia spazi sufficienti e
vi si possano tenere riunioni,
senza chiedere ospitalità ad
altre organizzazioni.
Infine la Cevaa vive nella
misura in cui i membri di
chiesa, e non solo i funzionari, si incontrano: è dunque
gioco forza mettere a bilancio cifre congrue per i viaggi.
Anche i giovani del Madagascar che torneranno in Italia
nel 1998 usufruiranno di un
piccolo finanziamento della
Cevaa.
(3-fine)
Per il suo forte impegno a favore della riconciliazione
Premio Niwano alla Comunità di Corrymeela
Il 14° Premio delia pace
della Fondazione Niwano per
l’anno 1997 è stato assegnato
alla Comunità di Corrymeela,
in Irlanda del Nord. Il premio
Niwano viene conferito alle
persone e alle organizzazioni
che giocano un ruolo importante nella promozione della
pace e della cooperazione interreligiosa e consiste in una
medaglia e in una somma di
20 milioni di yen (170.000
dollari). Fra i precedenti laureati troviamo Philip Potter,
ex segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), l’arcivescovo
brasiliano cattolico romano
Helder Camara e il Congresso musulmano mondiale.
Fondata nel 1965, la Comunità di Corrymeela gestisce due centri, uno a Belfast e
l’altro a Ballycastle. Corrymeela, in gaelico, significa
«collina dell’armonia». L’obiettivo primario della comunità è di eliminare la paura, i
pregiudizi, l’ignoranza e di
instaurare rapporti di fiducia
e di rispetto reciproco. Da
trent’anni la comunità porta
avanti programmi rivolti alla
base e miranti alla riconciliazione nelle situazioni di conflitti. Tra l’altro, offre un luogo di incontro neutro in cui i
membri dei due campi possono incontrarsi.
Ballycastle è anche un
centro di riunioni, di confe
renze e di colloqui sulla riconciliazione, che accoglie
più di 6.000 persone ogni anno. Trevor Williams, direttore della comunità, si è detto
«esitante» a «ricevere questo
premio in quanto noi rappresentiamo solo una piccola parte di tutti coloro che lavorano per la pace in Irlanda
del Nord».
«Dopo il cessate il fuoco
[oggi parzialmente terminato] il settarismo si è manifestato in modo più aperto
perché c’era più libertà di
espressione. Sbagliano coloro che pensano che con la fine degli scontri Corrymeela
dovrebbe smobilitare; finché
non cambieranno i comportamenti, avremo molto da fare». Nell’accettare il premio,
Trevor Williams ha riconosciuto che la città di Belfast
«è nota in tutto il mondo per
le sue bombe e le sue pallottole. Ciò che ci spinge ad andare avanti, è la nostra esperienza in quanto comunità...
Abbiamo intravisto la possibilità di un’altra Irlanda del
Nord, in cui le differenze non
sono più fonte di minaccia,
ma motivo di celebrazione».
Philip Potter, insignito del
Premio nel 1986, si è congratulato per la scelta di Corrymeela. In occasione dell’annuncio fatto a Londra il 21
febbraio scorso ha sottolineato: «Se, dopo 30 anni, il con
flitto dell’Irlanda del Nord
non è cessato Corrymeela,
questa “collina dell’armonia’’, è stata per lo meno una
comunità di guarigione e un
segno di pace e di giustizia, in
Irlanda e nel mondo intero. È
più che mai indispensabile
avere un luogo di dialogo per
far cessare e calmare i conflitti, ed è lì che dobbiamo essere. La Comunità di Corrymeela offre questo luogo e
questo spazio di dialogo».
Corrymeela è stata scelta
fra molti candidati da un comitato di selezione di sette
membri in rappresentanza di
diverse religioni: buddismo,
cristianesimo e islamismo. La
Fondazione Niwano finanzia
le proprie attività, che comprendono l’assegnazione di
doni, la ricerca e gli scambi
internazionali, grazie a un
fondo di 3,8 miliardi di yen
(32 milioni di dollari). È affiliata al movimento laico buddista giapponese Rissho Kosei-kai, che conta 6,5 milioni
di membri nel mondo.
Nel congratularsi con la
comunità per il suo lavoro in
Irlanda del Nord, la Fondazione Niwano ha sottolineato che per decenni Corrymeela era «diventata anche
un modello di ispirazione e
di speranza». La cerimonia di
conferimento del Premio
avrà luogo a Tokyo il prossimo 8 maggio. (eni)
^ Geneviève Jacques: sarà molto lungo il
viaggio verso la riconciliazione in Ruanda
RIGALI — «Quello verso la riconciliazione in Ruanda sarà un
viaggio molto lungo»: così ha dichiarato Geneviève Jacques, responsabile per i rapporti internazionali del Consiglio ecumenico delle chiese, di ritorno da un viaggio ufficiale in Africa, nel
corso del quale ha partecipato alla Conferenza panafricana per
la pace e ha incontrato rappresentanti del Consiglio protestante
del Ruanda. Uno dei problemi principali, ha specificato Jacques, è paradossalmente quello della forte pressione internazionale per una immediata riconciliazione. Ciò comporta continue
richieste per una amnistia generale e il fatto è considerato un
sopruso dalle tante vittime del genocidio del 1994. (nevleni)
> Canada: un grande passo avanti
nelle relazioni ecumeniche
OTTAWA — Dopo dieci anni con lo status di «membro associato», la Conferenza episcopale canadese (Cccb) entra a
pieno titolo nel Consiglio nazionale delle chiese canadesi
(Ccc), decisione che sarà resa nota ufficialmente all’apertura
dell’Assemblea triennale del Ccc nel prossimo giugno a Ottawa. La Cccb rappresenta oltre 12 milioni di cattolici, circa la
metà della popolazione canadese. In una dichiarazione, il segretario generale del Ccc, Robert Mills, ha specificato che «...0
Cotisiglio, sia pure così potenziato, non sarà una «super chiesa» ma piuttosto un’organizzazione che, come il Consiglio
ecumenico, faciliterà la cooperazione nella testimonianza comune all’Evangelo». (nev/eni)
^ La Chiesa ortodossa russa ha deciso
di rimanere membro del Cec
MOSCA — La Chiesa ortodossa russa resterà membro del
Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), nonostante alcune
dure critiche all’impegno ecumenico del Cec, all’ordinazione
pastorale delle donne e all’adozione del linguaggio inclusivo
nelle traduzioni della Bibbia. La decisione, presa alla fine dello
scorso febbraio nel corso della riunione biennale del Consiglio
dei vescovi della chiesa ortodossa russa viene considerata come una vittoria personale del patriarca Alessio IL (nev/eni)
Siria: primo convegno internazionale
di donne cristiane delle chiese d'Oriente
DAMASCO — Anche nelle chiese d’Oriente le donne cominciano a chiedere maggiori diritti e un più ampio coinvolgimento. Come riporta il periodico francese «L’actualité religieuse» si è svolto a Damasco un primo convegno internazioiiale di donne cristiane dei patriarcati di Costantinopoli, Antiochia e Alessandria e delle cinque vecchie chiese orientali.
Nel corso di questo incontro è stata chiesta una maggior corresponsabilità delle donne nella chiesa e la reintroduzione
del diaconato femminile. (Reformierte Presse)
Belgio: chiese evangeliche discriminate
BRUXELLES — Nonostante esistano da oltre un secolo e
contino migliaia e migliaia di membri le chiese evangeliche in
Belgio non hanno ancora ottenuto alcun riconoscimento da
parte del governo. La Federazione delle chiese evangeliche in
Belgio, costituitasi nel 1994, raccoglie 150 comunità di lingua
francese e 100 di lingua fiamminga e costituisce il gruppo cristiano più numeroso nel paese, dopo la Chiesa cattolica. «Il
ministro della Giustizia ha riconosciuto già da alcuni anni la
piccolissima Chiesa ortodossa del Belgio, ma si rifiuta di riconoscere il maggior gruppo cristiano non cattolico. Questa è discriminazione» dice Samuel Verhaeghe, segretario generale
dell’Unione dei battisti in Belgio. Tanto più che anche la Chiesa protestante unita del Belgio che conta 104 comunità ha ricevuto il riconoscimento governativo ufficiale. (ebf)
Usa: è morto il pastore Mac Charles Jones
EL PASO — È morto a E1 Paso, Texas, a 47 anni, stroncato da
un infarto, il pastore battista Mac Charles Jones, vicesegretario
generale del Consiglio nazionale delle chiese Usa e paladino
delTintegrazione razziale. Jones era anche membro del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese e nel ricordarne la figura il segretario generale, Konrad Raiser, ha sottolineato
come in ogni occasione Jones «...si è sempre battuto affinché la
proclamazione dell’Evangelo non fosse mai separata dalla lotta
per la giustizia e la dignità di ogni essere umano». (nev/eni)
La Bibbia tradotta in 2.167 lingue
LONDRA — L’Alleanza biblica Universale (Abu) ha comunicato recentemente che l’intera Bibbia, o parti di essa, è disponibile in 2.167 lingue diverse. La Sacra Scrittura è quindi di
gran lunga il libro più tradotto, più diffuso e più letto del mondo. La Bibbia completa è stata tradotta in 355 lingue, il Nuovo
Testamento in 880. Le ultime edizioni complete della Scrittura
sono apparse nelle lingue Hiri Motu (Papua-Nuova Guinea),
Lengua (Paraguay), Quiche (Guatemala), Edo (Nigeria),
Giphende (Zaire) e Nyakyusa (Tanzania). (epd)
Pastore anglicano afferma:
rubare non è un delitto
LONDRA — Governo, supermercati e polizia in subbuglio a
Londra dopo una sorprendente dichiarazione, trasmessa dalia
Bbc, del pastore anglicano John Papworth, che si è detto favorevole a quello che in anni passati veniva chiamato «esproprio
proletario». «Non considero un crimine rubare nei supermercati - ha detto Papworth si tratta piuttosto di una necessaria
ridistribuzione delle risorse economiche». Sconfessato subito
dal vescovo di Londra, Papworth ha replicato che la sua posizione non contraddice il comandamento di «non rubare» perché «...non si può applicare un criterio morale a cose (i supermercati) che sono nemiche della civiltà». (nev/eni)
4
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PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 4 APRILE] spedii'®'
Si è svolto a Siena, lo scorso febbraio, un convegno internazionale organizzato dall'Università per stranieri
Il protestantesimo nel mondo contemporaneo
art.2leg!
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L'Editore
Studiosi affermati di varia provenienza hanno affrontato l'eredità del pensiero della Riforma nelle sue implicazioni
sociali, politiche e filosofiche attraverso i continenti, le generazioni e i nodi cruciali della storia più recente
PIERA ECIDI
La riflessione collettiva si è
basata sull’apporto di due
conferenze più strettamente
teologiche, che segnavano
quei punti di resistenza e di
svolta, quelle «voci profetiche»: Karl Barth e Dietrich
Bonhoeffer, presentati rispettivamente da Paolo Ricca e
Emidio Campi: «L’esperienza
di Barmen - ha concluso
Campi ripercorrendo la lotta
della Chiesa confessante contro il nazismo - è stata un
modello per le chiese nella
Corea del Sud, nelle Filippine, in America Latina, costituendo un riferimento per
delle chiese in ricerca di una
testimonianza in materia sociale e politica».
La dimensione internazionale della testimonianza cristiana è stata quindi ripresa
dai successivi relatori, a cominciare da Milán Opocenskij, segretario generale dell’Alleanza riformata mondiale
e professore di Etica cristiana
all’Università di Praga, che ha
ripercorso criticamente, facendo perno sulla data «storica» del 1989 la presenza protestante nell’Europa centrale.
Valutando in modo molto equilibrato la teoria marxista,
Opocenskij si è chiesto: «Dove ha sbagliato il comunismo? Filosoficamente la sua
principale debolezza è stato il
suo infondato ottimismo e
addirittura la sua ingenuità
nei confronti del male radicale». Le chiese cristiane dell’
Est, in quegli anni, vissero a
lungo in una società secolare
e in un ambiente ostile, «senza privilegi né potere»: ma fu
esattamente questo che le
portò a divenire fonte di autorità e di nuova fiducia. Oggi
ci sono nuovi pericoli e tentazioni che dobbiamo identificare e scoprire. Dobbiamo
imparare a riconoscere la differenza tra il Dio biblico e gli
idoli del consumismo. Affermiamo la libertà, la democrazia e la partecipazione ma
questioni come la disoccupazione, lo sfruttamento, la violenza, la carestia e la fame in
patria e nel mondo non possono scomparire dall’agenda
delle nostre chiese.
La riflessione si è quindi
dilatata sulle esperienze del
protestantesimo a livello
mondiale: Henry S. Wilson,
segretario esecutivo del Dipartimento di teologia del’Alleanza riformata, ha illustrato i principali sviluppi
delle teologie protestanti nel
subcontinente indiano. «Le
espressioni teologiche - ha
detto - non sono statiche, e
perciò parlo di sviluppi-, nuove sfide e nuove situazioni
contribuiscono a modellare
le affermazioni teologiche».
Wilson ha individuato sei argomenti: teologia della sintesi religioso-filosofica; della liberazione; Dalit (cioè «dei
paria»); delle donne; teologia
tribale Adivasi (cioè «dei primi abitanti»), tenuti in schiavitù a lungo dalla comunità
induista dominante e poi anche dalla comunità cristiana;
teologia delle religioni: «Tuttavia - ha concluso - un’espressione teologica autentica emergerà solo quando la
comunità protestante si mostrerà pronta per immergersi
nella spiritualità della maggioranza delle persone del
subcontinente indiano, senza compromettere i fondamenti della fede cristiana. Il
viaggio lungo questo sentiero
non è molto semplice».
Seon Won Park, della Chiesa presbiteriana coreana, ha
poi ripercorso la storia e le linee culturali, i rapporti con
Siena, piazza dei Campo
gli stati, del protestantesimo
in Cina, Giappone e Corea,
individuandone con grande
lucidità apporti, difficoltà e
fallimenti. Il mondo religioso
degli afroamericani e l’eredità di Martin Luther King è
stato quindi affrontato da
Peter Paris, professore di Etica sociale cristiana a Princeton. A sua volta Giorgio Bouchard ha illustrato la situazione generale del protestantesimo italiano, mentre Julio
de Santa Ana, docente di Teologia presso l’Università di
San Paolo in Brasile, ha valutato le linee storiche del protestantesimo nell’America
Latina e la sua attuale grande
espansione (protestantesimo
«risvegliato» e soprattutto
oggi pentecostale). Infine la
teologa Nyambura J. Njoroge, coordinatrice della com
missione «Donne e uomini
nella chiesa e nella società»
dell’Alleanza riformata, si è
soffermata sull’attuale ricerca teologica delle donne africane, che è «una critica del
cristianesimo missionario,
della teologia e del potere
degù uomini africani».
Queste donne stanno sfidando il fatto reale che il cristianesimo legalizza e rinforza l’oppressione delle donne
e la loro sottomissione agli
uomini in tutti gli aspetti della vita, e ricercano nelle Scritture una propria identità data
da Dio. Su questi temi ha
concluso Debora Spini, già
presidente della Federazione mondiale studenti cristiani: «Le donne sono un problema di giustizia, c’è una
femminilizzazione della povertà ovunque. Poi c’è un
problema di giustizia delle
donne entro le chiese: le chiese possono essere un problema delle donne. C’è infatti un
problema di occupazione dei
luoghi di potere e decisionali.
Poi ci sono le questioni teologiche, poste dallo sviluppo
delle teologie contestuali, e
delle teologie femministe. Poi
c’è un problema storico: bisogna riscrivere la genealogia
delle donne: vogliamo lavorarci sopra? E infine c’è un
problema etico: bisogna riscrivere l’etica cristiana che
parta dal punto di vista “di
genere”. Da ultimo: le donne
che fine fanno nel dialogo
ecumenico? Penso all’appuntamento di Graz e la mia sensazione è che quando si arriva a dei punti scottanti le
donne sono la prima zavorra
che si butta fuori».
Spini: l'affermazione delle idee protestanti
Giorgio Spini ha aperto i
lavori del convegno con un’
introduzione generale sul
protestantesimo nel mondo
contemporaneo: «Abbiamo
assistito, dal 1989 in qua - ha
detto - al trionfo delle idee di
Locke e di Rousseau, dei
principi liberaldemocratici e
della democrazia, principi
che risalgono da un lato al
retaggio storico protestante
delle rivoluzioni inglese e
americana, dall’altra senz’altro alla cultura di Ginevra, la
città di Calvino. Contemporaneamente però oggi è un
tempo di trionfo dell’immagine, della televisione: tempi
difficili, dunque, per una fede interiore come quella
evangelica, che pare fatta apposta per non “dare spettacolo”, e in cui contano tanto
poco le celebrazioni liturgiche e le celebrazioni dell’autorità visibile».
Spini ha poi citato i fatti
storici del protestantesimo
del secolo, non esente da gravi responsabilità, come il terribile bagno di sangue della
prima guerra mondiale, conflitto che fu «anche una guerra civile fra protestanti». Nel
secolo però ci furono anche
voci e momenti «profetici»,
come quelle di Barth, Tillich,
Bonhoeffer, come l’appello
all’ecumenismo di Soderblom; come il rifiuto, da parte dell’Assemblea ecumenica
di Amsterdam del 1948 (protestanti e ortodossi) di associarsi alla scomunica papale
del comuniSmo, decisione
che rese particolarmente ar
dua, in tempi di guerra fredda, la situazione delle chiese
evangeliche americane.
Con la «rivoluzione del
1989» invece, e la fine della
guerra fredda, «certamente la
cristianità evangelica provò
un senso gioioso di liberazione: era la patria stessa di Lutero che finalmente era libera
e ritrovava la propria unità».
Ma le chiese evangeliche, che
avevano sempre sognato la
riconciliazione tra Oriente e
Occidente, si trovarono davanti «il crollo verticale dell’Oriente comunista», la sua
sconfitta, la sua umiliazione:
«Si sentivano già risuonare le
fanfare trionfali dei più ottusi
e tracotanti fautori della guerra a oltranza al comunismo,
dei più chiusi fondamentalisti, di coloro che non avevano
sognato altro che rimettere
indietro le lancette della storia» afferma Spini, che nota
come «la grande frana a destra non c’è stata neanche
nel protestantesimo americano», l’ondata fondamentalista della «destra religiosa» è
stata contenuta «in una vittoria silenziosa, senza ombra di
teatralità, da parte di coloro
che hanno continuato a seminare, magari fra le lacrime,
magari fra le spine degli anni
bui di Me Carthy, il seme
evangelico. Il modesto pastore di una cittadina qualsiasi
dello lowa o della Georgia, e
la sua modesta chiesetta battista o metodista hanno retto
all’ondata molto meglio di
quel che si potesse temere».
In questo quadro però, ha
Giorgio Spini
concluso Spini, rimangono
da risolvere per il protestantesimo contemporaneo una
serie di questioni come l’espansione delle chiese evangeliche in Africa, Asia, Centro
America, in Brasile e l’apertura del dialogo con i pentecostali, parallelamente al dialogo ecumenico con ortodossi,
cattolici e anglicani. Ma al
primo posto, come problema
dei problemi, «la questione
femminile. I protestanti non
possono illudersi di averla già
risolta, e con poca spesa, includendo un certo numero di
donne nel ruolo pastorale. Le
teologhe femministe possono
magari avere un linguaggio
troppo provocatorio ma il
fatto resta che questa è una
questione “stantis aut cadentis ecclesiae”; non la si affronta senza una seria meditazione teologica e un serio
ripensamento delle strutture
ecclesiastiche tradizionali».
Voci di alto livello
Dispiace sempre che in Italia i mass media siano così
tenti alle occasioni autentiche di cultura: l’importante è
cosa «faccia notizia», e fin qui bene, quando la notizia m
ne gonfiata ad arte, ma quando la notizia c’è, è anzi
cum, ma in un campo che non rientra nelle coordinate
li dell’italiano medio, che è poi il singolo giornalista ad5
quel determinato settore, puoi star certo della distrazioii
rantita. Tale è stato il caso dell’importante convegno di^
del 13-14 febbraio «Il protestantesimo nel mondo contea
raneo». Un convegno internazionale organizzato dall’Uiiì
sità per stranieri, con il patrocinio del Comune, sponsoj
ospitalità munifica insieme alla Provincia e allo storico Mi
dei Paschi, e ospitato nello stupendo palazzo che erat
dell’Accademia degli Intronati, una delle varie accademie
terarie che fiorirono alla fine del ’600 dopo la perdita del
bertà dei senesi a causa della conquista da parte di Firenze
Nel salone centrale affrescato si sono alternati nomi pj
giosi del protestantesimo internazionale che hanno diai»
con relazioni di alto livello. «L’Università per stranieri - li
cordato il prof. Massimo Corti, organizzatore - accoglie e
1.500 studenti da tutto il mondo, in gran parte dagli Usa
anche dalla Corea, dal Giappone, dall’Africa, molli dei^
protestanti, e abbiamo voluto offrire questa occasiot
scambio culturale. Abbiamo anche altri programmi qualii
per il futuro: l’Università quest’autunno, infatti, promuoi
un’indagine storico-culturale sui riformatori senesi del ’J|
Siena infatti è la città di Lelio e Fausto Socini, nobili, nel
palazzo oggi è ospitata questa Università, e anche di Berni
no Ochino, non nobile, il cui soprannome deriva da unaii
famose contrade in cui è divisa la città, quella dell’Oca,
L’i
elette
MasS'
urne
mezz
Piero
liste (
daco
menti
mane
sto. f
nata ¡
ricevi
glieli
solo (
no c(
Etica e protestantesimo
Trattando il rapporto protestantesimo-etica il prof. Eric
Fuchs, docente presso l’Università di Ginevra, molto noto e
amato anche in Italia, ha rilevato la relazione storicamente
«ambivalente» tra l’uno e l’altra: «L’affermazione della salvezza per sola grazia - ha detto
- ha portato la Riforma a concepire la morale come espressione per eccellenza delTorgoglio umano; ma, dall’altra
parte, per non incorrere nell’irresponsabilità morale, essa ha
incessantemente ricordato che
la fede non può sussistere senza le opere, poiché esse ne sono
la conseguenza, frutto della riconoscenza del credente. Lutero pone l’accento sulla giustificazione, Calvino sulla santificazione». Riportiamo una sintesi della conclusione dell’intervento di Fuchs.
«L’etica protestante si trova
oggi di fronte a due difficoltà.
La prima dipende dalla sua
insistenza sul valore e la responsabilità della persona:
l’etica protestante ha contribuito sì allo sviluppo dell’individualismo moderno, ma
oggi essa è imbarazzata di
fronte alle derive del liberalismo (...). All’interno del dibattito teologico-protestante
l’etica, prettamente di ispirazione kantiana, ha diificoltà a
confrontarsi con una teologia, più hegeliana, non disposta a rinunciare al compito
speculativo consistente nelle
riflessioni sul mistero della
fede nella signoria di Cristo
sulla storia. Bonhoeffer appare ai miei occhi un esempio
significativo di questo dibattito interno.
La seconda deriva dal suo
rapporto con la Sacra Scrit
tura: la critica modernal
testo biblico ha posto la
stione ermeneutica. Ti
reazione fondamentalistil
conformismo liberale èf
cessarlo ripensare allaqi
stione dell’autorità scritta
le nei termini delle condiz
ni di possibilità delTem&
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L’Accademia fondata da Calvino a
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APRILF ) soodizione in a.p- comma 26
^ legge 549/95 - nr. 13/97 - Torino
in caso di mancato recapito si prega restituire
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Fondato nel 1848
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L’uovo pasquale ha portato una strana sorpresa agli 89
elettori che il 27 aprile dovranno eleggere il sindaco di
Massello, unico Comune delle valli valdesi ad andare alle
urne in questa tornata. A pochi minuti dallo scadere del
mezzogiorno di sabato 29 marzo i rappresentanti di An e di
Piemonte nazione d’Europa hanno presentato delle proprie
liste di candidati, che vanno ad affiancarsi a quella del sindaco uscente, Willy Micol. La lista di An è stata successivamente stoppata dalla commissione mandamentale in quanto
mancante di un candidato rispetto al numero minimo previsto. Assente alle ultime elezioni, una seconda lista è destinata ad ottenere, indipendentemente dal numero di voti che
riceverà, almeno la minoranza costituita di quattro consiglieri. Massello, un bilancio di circa 150 milioni, ha oggi un
solo dipendente in condominio con Ferrerò, oltre al segretario comunale che è impegnato anche a Salza e Frali.
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venerdì 4 APRILE 1997
ANNO 133 - N. 13
LIRE 2000
In politica, in linea generale, chi detiene il sapere è
notoriamente avvantaggiato
nella lotta per il potere ed è
altrettanto importante il saper
informarsi, in particolare
quando si è stati eletti e si
amministra. Questo principio
vale a tutti i livelli, e ovviamente anche nella nostra
realtà pinerolese. Il sapere di
cui parliamo si allarga in tutte
le direzioni; non basta il sapere «puramente politico» o la
semplice conoscenza del territorio e dei suoi problemi,
bisogna acquisire conoscenze
anche sulla burocrazia e sui
suoi cavilli; nelle regole, per
esempio, che governano le
«macchine comunali» bisogna imparare a districarsi.
Un po’ di anni fa il profes
1 MECCANISMI DELLA POLITICA
SAPERE E POTERE
DAVIDE ROSSO
sionismo politico era più diffuso, a tutti i livelli, e quindi
chi amministrava o faceva opposizione aveva spesso più
esperienza sul campo; oggi
sono sempre di più le forze
fresche, alle quali occorre
però un po’ di tempo per ambientarsi, per imparare a conoscere a fondo tutti i meccanismi (importante in quest’ottica dovrebbe essere il ruolo
di aiuto giocato dai funzionari
e per questo sarebbe utile lavorare per una loro buona formazione). Capita che in alcuni Comuni, dove recentemente è stato forte il ricambio di
persone, i progetti fatichino a
procedere, che in altri si creino problemi formali per nomine e bilanci, che la minoranza non riesca ad avere in
tempo le notizie o addirittura
capita che a non averle sia
una parte della maggioranza.
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Regione Piemonte
Sostegno
alle piccole
imprese
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Le piccole e medie imprese
piemontesi potranno ottenere
contributi per circa 25 miliarI di di lire per investimenti riguardanti l’introduzione di sistemi di qualità, di certificazione aziendale e la sicurezza
dei luoghi di lavoro. Ciò potrà
accadere in base a due programmi operativi, il «Fmi 9699» e il «Retex 95-99», approvati dalla giunta regionale.
Del primo programma (oltre 9 miliardi di fondi pubblici a disposizione) potranno
essere beneficiarie le imprese
con meno di 250 addetti e un
fatturato non superiore ai 76
miliardi localizzate nelle aree
del Fiemonte a declino industriale (dunque anche l’intera
provincia di Torino). Le speseprese in considerazione sono quelle effettuate a partire
dal ¡“gennaio 1996 e dovranno concludersi entro il 31 dicembre 1999.
Per Retex 95-99 è a disposizione un contributo pubblico di oltre 15 miliardi e mezzo; possono accedervi le imprese con meno di 250 addetti
c 76 miliardi di fatturato, localizzate nelle zone tessili anche nella provincia di Torino.
Sono considerati ammissibili
al finanziamento i progetti di
produzione e servizi alla produzione per l’adozione di sistemi di qualità volti ad incrementare la competitività.
Gli investimenti devono
mirare alla riformulazione
della gestione aziendale in
chiave di qualità totale e
comprendere procedure e sistemi che devono obbligatoriamente concludersi con la
certificazione di un ente accreditato. Fer entrambi i programmi gli interventi potranrro ottenere un contributo
massimo del 50% sulla spesa
Con un limite massimo di 100
milioni. Le domande devono
essere inviate alla Regione
Piemonte, settore Industria,
entro il 30 giugno prossimo.
Le festività pasquali non impediscono il primo intervento multiplo al Civile di Pinerolo
Espiantati cuore, reni, fegato e cornee
PIERVALDO ROSTAN
Pasqua e Fasquetta hanno
portato quest’anno un
impegnativo intervento all’
ospedale Civile di Finerolo;
per la prima volta si è infatti
verificato un caso di prelievo
multiorgano da una giovane
della vai Fellice la cui morte
cerebrale era stata ormai decretata. R. S., queste le iniziale della giovane 32enne, aveva avuto nei giorni precedenti
un incidente da sola nella zona di Cavour, secondo i medici a causa di una probabile
patologia circolatoria.
Dopo alcuni giorni, malgrado le cure prestate alla ragazza, nella giornata di sabato le
sue condizioni si sono ulteriormente aggravate tanto da
far dire ai medici che le speranze erano ormai nulle. E
stata convocata allora la commissione composta da tre medici incaricata di «osservare»
per sei ore la paziente, atto
necessario prima di poter avviare qualunque pratica di
prelievo. Nel frattempo è stata chiesta l’autorizzazione alla mamma della sfortunata ragazza: «Abbiamo ottenuto il
consenso della mamma senza
la minima obiezione - spiega
il dott. Giovanni Vilianis, primario di Anestesia e Rianimazione -; ad aiutare in questa decisione c’era anche una
volontà espressa in vita dalla
ragazza a favore del trapianto
dei propri organi in caso di
morte». Un segno forte dunque, un segno prima di tutto
culturale, ma anche «di fiducia verso i medici che hanno
curato la propria figlia», aggiunge il dott. Vilianis.
Ottenuto il consenso della
famiglia, valutata l’irreversi
bilità delle condizioni della
ragazza, dall’ospedale Civile
è partito il segnale della prossima disponibilità di organi.
Dal Centro dell’ospedale Molinette di Torino sono arrivate
le équipe del prof. Salizzoni,
che si è occupato del fegato, e
del prof. Ronzio, chirurgo vascolare, che ha lavorato sui
reni. Con un aereo delTAreonautica è giunto da Siena il
gruppo dei cardiochirurghi
che hanno prelevato il cuore;
infine il prof. Cardona, del
l’ospedale Agnelli, si è occupato delle cornee. Alle 8,30
del lunedì di Fasquetta è così
iniziato il prelievo degli organi, operazione che è andata
avanti per tutta la mattinata
con un rapido alternarsi delle
équipe mediche affiancate da
infermieri, chirurghi, urologi,
anestesisti dell’ospedale di Finerolo. La puntuale scorta di
polizia e carabinieri ha consentito un celere trasporto e
nel pomeriggio fegato e cuore, giunti alle rispettive destinazioni, erano già nel corpo di
due nuovi pazienti che dal sacrificio di R. S. hanno ottenuto nuove speranze di vita.
«Non è in assoluto il primo
caso di prelievo - commenta
il dott. Vilianis -; già Tanno
scorso, con la rimessa in funzione del pronto soccorso, era
stato effettuato un prelievo di
reni da una donna sessantenne. Siccome il caso era meno
eclatante poco se ne parlò, eppure per noi fu un segnale altrettanto forte delle potenzialità del nostro ospedale. Certo
questo prelievo multiplo, realizzato non in un giorno qualunque ma nel giorno di Fasqua, ha messo in risalto anche l’impegno organizzativo e
pratico di tutto il personale».
Nella prima metà del secolo scorso il
vescovo di Finerolo, Andrea Charvaz, manifestava legittima preoccupazione per V escalation istituzionale valdese
in vai Fellice («un collegio che assomiglia a una università, un ospedale, un
pensionato femminile ecc.»), mentre la
chiesa cattolica di San Martino «insufficiente e indecente, si presentava in uno
stato non confacente alla dignità del culto cattolico». Nella già citata lettera del
18 gennaio 1838, mentre esprimeva al re
Carlo Alberto «profonda e religiosa riconoscenza per la benevola disponibilità» da lui manifestata a favore della religione cattolica nelle valli valdesi, suggeriva la costituzione di una solida parrocchia a Torre Fellice come «il luogo
più in vista, più popolato dai valdesi e
più frequentato dagli stranieri». Si tratta
di costruire qualche edificio cattolico
«che non sia troppo inferiore a quelli dei
IL FILO DEI GIORNI
CONCORRENZA
ECUMENICA
ALBERTO TACCIA
valdesi perché, bisogna dirlo, vedendo il
numero e lo stato degli stabilimenti di
questi ultimi, si sarebbe tentati di credere che siano essi la chiesa nazionale dominante e noi una religione appena tollerata». Inoltre «all'ingresso della vai
San Martino essi hanno costruito un altro grande e bel Ospedale e ovunque si
trovino quattro o cinque case dei valdesi
hanno scuole costruite a nuovo conve
nientemente attrezzate». Il riconoscimento è bello, ma la concorrenza deve
essere battuta. Fer ristabilire un equilibrio, così gravemente compromesso, ecco il progetto: trasformare in priorato
commendatizio dell’Ordine di san Maurizio e Lazzaro la attuale parrocchia cattolica, affiancare il priore con cinque ecclesiastici di cui quattro con funzione di
missionari, facendoli però dipendere dal
vescovo, ad evitare spiacevoli conflitti
«che alle Valli produrrebbero effetti più
funesti che in ogni altro luogo». Il tutto
con una spesa di 5.000 franchi all’anno.
Il re magnanimo ed equanime accede
con decreto nel maggio del 1840 e nel
1844 è presente all’inaugurazione della
nuova chiesa cattolica di Torre Fellice.
Quattro anni dopo firmava le lettere patenti a favore dei valdesi. Come si addice a ogni saggio e prudente governante:
un colpo alla botte e l’altro al cerchio!
Non è un problema di impreparazione: il problema è
spesso doversi confrontare
con meccanismi che sono
troppo spesso «ricchi» di una
burocrazia che non regala
informazioni a nessuno. In
questi anni si è parlato spesso
delle spettro del vecchio in
politica e di come superarlo,
ma si è fatto troppo poco per
semplificare il mare di norme
che esistono. Il sapere avvantaggia nel conseguimento del
potere, ma il non sapere e soprattutto non riuscire a informarsi, o a farlo in tempo utile
limita l’esercizio di esso e
quindi anche della semplice
amministrazione o il ruolo di
controllo che l’opposizione
deve giocare in una situazione di civile democrazia.
¡N Questo
Numero
Incendi
In queste settimane tutta
la regione Piemonte è da
considerarsi a rischio di incendi; il tempo secco e il
vento rendono facilmente
infiammabili piante e arbusti. Ma a dare il via ai
fenomeni di combustione è
quasi sempre la mano delTuomo, come è già accaduto in alcuni casi anche
nel Pinerolese.
Pagina II
Università estiva
Una settimana di studio
su tematiche linguistiche e
culturali a carattere transfrontaiiero: questa l’idea
di fondo alla base dell’accordo tra Provveditore agli
studi di Torino, Académie
di Grenoble e Prefetto
delTIsère. AlTorigine del
progetto è stato determinante il costituirsi parte attiva del Collegio valdese.
Pagina II
Roberto Malan
Un’analisi delle strategie
della lotta di Liberazione
alle valli valdesi e in particolare in Giustizia e Libertà in un incontro con un
capo partigiano che ha raccolto i suoi ricordi in un
recente libro-intervista.
Pagina III
Rifiuti
Da Rorà una riflessione
su sprechi, smaltimenti e
senso di responsabilità di
fronte a un problema forse
ancora trascurato dalla nostra cultura.
Pagina III
Ecomuseo
Documenterà l’attività
estrattiva delle miniere e
quella delTindustria tessile
la nuova struttura voluta
da un’associazione di Perosa Argentina che ha già
raccolto vari materiali.
Pagina IV
6
PAG. Il
E Eco Delle \àlli Iàldesi
VENERDÌ 4 APRILE 199?
Il Collegio dei barba a Pradeitorno
APERTO UNO SPORTELLO DI CONSULENZA DEL SISTEMA SPORTIVO PROVINCIALE — Il 18 marzo, a
Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria 12 a Torino, è stato
inaugurato lo Sportello di consulenza e assistenza tecnicoamministrativa del sistema sportivo provinciale, a favore
dei Comuni e degli altri enti pubblici, delle associazioni
sportive e di tutti i cittadini. Con questa iniziativa, realizzata con la collaborazione del Coni provinciale e del Comitato
di coordinamento degli enti di promozione sportiva, la Provincia cerca di dare una risposta all’esigenza di governare
territorialmente il fenomeno sportivo e di formulare ipotesi
di gestione degli impianti, anche in virtù dei nuovi compiti
di programmazione e di assistenza ai comuni conferiti alle
province dalla legge 142/90.
PIAZZA VITTORIO VENETO AI BAMBINI — A seguito
di un’ordinanza del sindaco di Pinerolo la parte nord della
piazza Vittorio Veneto a Pinerolo è stata transennata per
permettere il gioco dei bambini. Questo spazio sarà d’ora in
avanti a disposizione dei bambini durante le giornate festive
dalle ore 8 alle 22 nel periodo in cui vige l’ora legale e dalle
ore 8 alle 21 nei giorni in cui invece si osserva l’ora solare.
ESENTATO DALL’AUTODICHIARAZIONE CHI SI
SCALDA CON LEGNA E CARBONE — Come si legge
in una comunicazione al sindaco di Pinerolo dell’assessore
all’Ambiente, Gamba, a norma della Dpr 412/93 i proprietari o responsabili dell’esercizio e manutenzione o gli utilizzatori a qualsiasi titolo di impianti termici alimentati con
combustibili solidi non sono tenuti a presentare l’autodichiarazione, perché non è possibile effettuare le prove di
combustione e di rendimento, ma sono tenuti a far effettuare sugli impianti la manutenzione ordinaria e straordinaria.
INCONTRO ECUMENICO DELLA EGEI VALLI IN VISTA DI GRAZ — Una delle ultime iniziative della giunta
Egei Valli è stata quella di invitare giovani di altre chiese o
gruppi, operanti nel Pinerolese, per organizzare insieme una
giornata di incontro ecumenico. L’entusiasmo per l’iniziativa ha fatto sì che agli incontri di preparazione partecipassero rappresentanti di comunità di base. Coordinamento giovani cattolici, animatori di San Lazzaro, Taizé e Ictus. Domenica 13 aprile, giorno previsto per rincontro, sarà divisa
in un momento di conoscenza e scambio tra le differenti
realtà e uno per riflettere sulla riconciliazione, argomento
attualissimo in vista dell’Assemblea di Graz. La giornata
comincerà alle ore 9 e si svolgerà presso l’oratorio di San
Domenico in via D’Osoppo a Pinerolo. Per informazioni telefonare allo 0121-598194 oppure 500621.
STAGE SULLA COMMEDIA DELL’ARTE A PINEROLO — Il «Teatro in cantiere» propone dal 16 al 20 aprile
uno stage di primavera dal titolo «L’oggi della commedia
dell’arte. Maschere e personaggi della vita quotidiana» con
Paul-André Sagel, attore, autore e regista, docente presso
l’École nationale supérieure des arts et des techniques du
théâtre di Parigi. Il corso è aperto a tutti e costa 220.000 lire; si svolgerà presso la palestra Sportica, in strada Santa
Caterina 1 a Pinerolo. Le iscrizioni si possono fare presso la
Libreria Volare di Pinerolo e «11 colore» di Abbadia Alpina.
Per ulteriori informazioni tei. 0121-374840.
ANCORA SUPERPHÉNIX — Il 28 febbraio il Consiglio di
Stato francese ha dato per la seconda volta ragione agli oppositori del surgeneratore italo-francese Superphénix, annullando il decreto di riattivazione del luglio 1994, già annullato nel ’91. Ciononostante il governo francese sembra ora voler cassare la decisione del Consiglio di Stato e mantenere in
funzione la più pericolosa centrale nucleare dell’Europa occidentale, con le sue 5 tonnellate di plutonio e 5.000 di sodio, in un’area in cui vivono milioni di persone.
«PROGETTO RONDINE» SULLA DOMICILIARITÀ —
Il 18 e 19 aprile presso la Bottega del possibile in viale
Trento 7, a Torre Pellice, si terrà un seminario di ricerca
nell’ambito del «Progetto rondine» sul tema «La struttura
residenziale per anziani al servizio della domiciliarità». Si
parlerà dell’accoglienza temporanea programmata nelle case di riposo, del centro diurno, della fornitura pasti e servizi
a domicilio in collegamento con l’abitazione della persona
anziana o invalida come utili sostegni alla domiciliarità. Per
iscrizioni e documentazione tei. e fax 0121-953377.
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Aziende ma anche il Comune di Pinerolo promotori del servizio
Intech: un consorzio di imprese
per rilanciare Parea industriale
DAVIDE ROSSO
A ottobre dell’anno scorso
a Pinerolo, sotto la spinta dell’amministrazione comunale di allora, si costituiva
il Consorzio Intech che si poneva sostanzialmente come
obbiettivo quello di fornire
servizi tecnologici all’area pinerolese. Nel consiglio di amministrazione del Consorzio,
che è composto da più aziende e dal Comune di Pinerolo,
siede anche un rappresentante
della città di Pinerolo che viene nominato dal Consiglio
comunale. Proprio nella sua
ultima riunione, il Consiglio
di Pinerolo ha dovuto nominare, in sostituzione del dimissionario ex assessore Elvio Rostagno (che aveva ricoperto la carica fin dalla nascita del Consorzio), un nuovo
rappresentante. La scelta è
caduta sull’attuale assessore
al Lavoro del comune di Pinerolo, Antonio Bruno, che in
questi mesi aveva già seguito
le vicende Intech. Ma cosa è
di preciso Intech, quante sono
le aziende che vi operano e
quale può essere il senso della partecipazione al Consorzio del Comune di Pinerolo?
«Lo scopo del Consorzio è
sostanzialmente quello di offrire servizi alle altre aziende
- dice l’assessore Bruno è
nato sull’onda della legge
317/91, ed è composto da 6
aziende, per la maggior parte
con 5 o 6 dipendenti, provenienti dall’area pinerolese,
(solo una però è di Pinerolo),
di Orbassano e di Giaveno.
Per quel che riguarda il senso
della partecipazione del Co
La formazione dei nuovi manager ha bisogno di specifici momenti
mune di Pinerolo a Intech è
ovviamente quello che esso
agisca in favore dell’area pinerolese ma è chiaro che è un
consorzio di aziende che può
decidere di agire anche in altre aree fuori zona».
- Esiste un nesso tra Intech
e la futura nuova area industriale ?
«All’inizio le due cose sono state tenute distinte, anche
se fra le righe dello statuto
costitutivo dell’Intech si poteva già leggere un qualche
nesso. Ovviamente, in quanto
fornitore di servizi, Intech è
interessato al futuro polo integrato di sviluppo. Inoltre il
progetto Intech dovrebbe caratterizzare la nuova area industriale con servizi aggiuntivi rendendola quindi più appetibile».
- Il progetto presentato a
dicembre dello scorso anno
dal Consorzio ha ottenuto in
febbraio un finanziamento di
circa un miliardo dalla Regione. Quali sono le tappe di
questo progetto?
Un progetto dì università estiva
«L'école du voisin»
Non tutti i grandi progetti
nascono necessariariamente
dall’alto. È quanto devono avere pensato molte delle persone facenti parte delle delegazioni italiane e francesi che
hanno assistito alla firma del
protocollo d’intesa tra il provveditore di Torino, il rettore
della Académie di Grenoble e
il prefetto dell’Isère il 6 marzo
scorso a Grenoble. Oggetto
del protocollo l’Università
estiva «L’école du voisin» o
«La scuola del vicino», seminario residenziale di studio rivolto a insegnanti italiani e
francesi operanti in zona interfrontaliera, avente come finalità la diffusione della conoscenza della lingua italiana e
francese, la valorizzazione del
patrimonio ambientale, culturale, e artistico del Piemonte e
della regione Rhône-Alpes, la
conoscenza dei reciproci sistemi di istruzione e il rafforzamento dei legami di amicizia
esistenti tra le due regioni.
Nel presentare il protocollo
d’intesa il rettore dell’Académie di Grenoble ha ritracciato
il percorso che ha portato
aH'istituzionalizzazione
dell’Università estiva «Scuola
del vicino». In particolare ha
messo in risalto il contributo
dato dal Collegio valde.se nella fase di ideazione del progetto, in cui l’esperienza di
una scuola per tradizione
proiettata oltre confine e con
la nascita del liceo europeo
nel 1994 attivamente impegnata in scambi di classi e
soggiorni di studio all’estero,
che fu messa a frutto con il
sostegno del Centro culturale
francese di Torino.
L’idea iniziale di organizzare una settimana dedicata
allo studio e alla discussione
di tematiche linguistiche e
culturali di interesse transfrontaliere, ha progressivamente coinvolto, sia da parte
italiana che da parte francese,
enti scolastici quali la Sovrintendenza e il Provveditorato
di Torino, i loro corrispettivi
francesi: Inspections Académiques e Académie de Grenoble, ed enti amministrativi
quali la Comunità montana
vai Pellice, la Provincia di
Torino e, in una seconda fase
di espansione geografica, il
Liceo sperimentale «L. Des
Ambrois» di Oulx e le Comunità montane della vai di Susa. Questi enti amministrativi
hanno garantito finora la copertura finanziaria del progetto, per i cui sviluppi futuri si
prevede l’inserimento in un
programma Interreg.
Le prime due edizioni,
svoltesi nel 1995 a Torre Pellice e nel 1996 a Annecy-leVieux nell’Alta Savoia, sono
state frequentate rispettivamente da 40 e 80 insegnanti
di scuola elementare, media e
superiore. Il terzo seminario
su «11 patrimonio comune»
avrà luogo a Sauze d’Oulx
nel luglio prossimo e coinvolgerà 120 partecipanti. Gli
obiettivi immediati per cui lavorerà il gruppo di coordinamento previsto dal protocollo
di inte.sa concemonotra l’altro
la messa in atto dei prossimi
seminari estivi.
«All’ottenimento del finanziamento (circa 700 milioni
reali) ha contribuito, oltre ad
altri fattori, anche il fatto che
nel consorzio fosse presente
un ente pubblico. Il progetto
comunque si basa sullo sviluppo di più sottoprogetti collegati fra di loro; si va dalla
costituzione del consorzio
(che è già avvenuta) alla costisuzione di un centro informatico, di mostre e fiere per arrivare alle videoconferenze. Ora
il consorzio Intech deve cominciare ad agire, ha un finanziamento, deve utilizzarlo al
meglio, passare dalla fase progettuale alla realizzazione».
Realizzazione, ne deduciamo, che porterebbe sicuramente vantaggi alla causa
della nuova area industriale
per la quale ora ci sono dei
problemi dal punto di vista
dei finanziamenti. Il Comune
di Pinerolo sta valutando la
possibilità di accedere a un
mutuo per poter finanziare
una parte del progetto e poterlo così portare avanti.
Piemonte
Tempo secco
rischio
di incendi
In questi giorni le particola,
ri condizioni climatiche che
interessano il Piemonte favoriscono lo sviluppo di incendi
boschivi. Dall’inizio dell’anno alla metà di marzo si sono
verificati 225 incendi che
hanno danneggiato una superficie boscata di 525,86 ettari e
987,99 ettari di pascoli e incolti. Per 17 di questi si è dovuto impiegare l’elicottero del
servizio regionale antincendi
boschivi e in 3 occasioni si è
fatto ricorso ai Canadair gestiti dal Centro operativo aereo
unificato di Roma. Il numero
di incendi giornalieri si aggira
attualmente intorno ai 20-30:
per questo motivo la giunta
regionale ha emesso il decreto
di massima pericolosità, che
fa scattare una serie di severe
restrizioni per le attività a rischio di incendio.
L’attività di estinzione degli
incedi boschivi viene spesso
attribuita ai soggetti più disparati, come i vigili del fuoco, la protezione civile, le forze dell’ordine o l’esercito, e il
Corpo forestale, mentre i reali
fautori delle operazioni sonoi
Volontari antincendi boschivi,
gli oltre 6.500 volontari dell’Associazione regionale volontari antincendi boschivi e i
400 dipendenti del Corpo forestale dello Stato.
Secondo un’indagine del
Corpo forestale dello Stato, le i
cause di incendio in Piemonte
dal 1985 al 1995 .sono perii
43% volontarie, per il 20%
sono involontarie, 1% naturali
e 36% non classificabili. ;
Il numero verde da chiaimre in caso di incendio, attivo
24 ore, è 167-807091.
Aperta la stagione alla Foresteria dì Torre
Aumento di presenze
Far convivere un cantiere e
un’attività regolare è quanto
sono riusciti a fare in questi
giorni i responsabili della Foresteria valdese di Torre Pellice. In questi ultimi mesi ben
7 ditte diverse hanno lavorato
contemporaneamente per apportare alla Casa per ferie importanti novità tecniche. Ma
nel week-end pasquale, tradizionale avvio dell’attività ricettiva, una parte importante
del cantiere è stata chiusa, i
lavori ultimati, e i primi gruppi di ospiti tedeschi sono entrati nella casa. «La ditta si
era impegnata a consegnarci
un primo lotto di lavori entro
il 18 marzo - dice il direttore.
Marco Bellora - e ciò è avvenuto alle 17,45; alle 18 è arrivato il primo gruppo...». Quali sono le novità che si stanno
realizzando? «Si è intervenuto soprattutto a livello di servizi - aggiunge Bellora da
quelli di supporto, alla cucina, al riscaldamento. In sostanza ci saranno spazi migliori e più funzionali per cucina, dispensa, cantina e lo
stesso ufficio avrà una sua
vera “reception”. Per quanto
riguarda il riscaldamento avevamo in precedenza ben sette
diverse centraline; ora ce ne
sarà una sola a gas con impianto a cascata in modo da
riscaldare e dare l’acqua calda ai diversi corpi della foresteria a .seconda delle esigenze. Successivamente installeremo anche dei pannelli solari che andranno ad integrare
rimpianto a gas».
Sostanzialmente i lavori
hanno portato alla costruzione
di un terrazzo all’interno della
vecchia cascina sotto ii quale
si trovano cucina e pertinenze: «A quel punto - aggiunge
Marco Bellora - abbiamo deciso di valorizzare anche que- '
sto spazio, creando una zona;
verde con fioriere, offrendoi
un punto in più per il relax
degli ospiti». Dopo le vacanze
di Pasqua il cantiere verrà riaperto: «La ditta Rivoira, vero,
esempio di puntualità e di de-,
dizione - commenta soddi-k
sfatto Bellora - si è impegnata ad ultimare i lavori entro la
fine di aprile. Voglio sottolineare l’importanza di avef
avuto come “capocantiere”
una persona che conosce la
casa in ogni particolare cowa
Adriano Longo, il cui impegno di coordinatore è risultato
spesso decisivo».
Passo importante questo,
dal costo non indifferente: dai
250 ai 300 milioni: del resto
la casa registra costantemente
un aumento di presenze arnvando nel 1996 a superare le
12.700 giornate. In Foresteria
lavora un buon gruppo di pet'
sone, una decina in tutto; da
poco ci sono un nuovo aiuto
cuoco e una responsabile di
sala, presto arriverà anche ui|
nuovo manutentore. 1 lavori
influiranno in qualche modo
sui costi del soggiorno? «D'.'
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direttore della Foresteria
tariffe attuali variano da 46 a
52.000 lire per la pensione
completa, con riduzione a
28.000 in occasione di riunioni 0 attività ecclesiastiche».
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’incubo delle amministrazioni
lubbliche, non esisteva fino a
iO anni fa: c’era poco da butjre via, passava tutto alle berle, nella concimaia, nella
tufà. Oggi le tariffe sono in
umento, le discariche sono
liene (quella del Torrione di
»inerolo sarà colma fra uno o
lue anni) e la gente continua a
»uttare. Da un’inchiesta conlotta dall’Acca, il consorzio
;he gestisce i nostri rifiuti, risultano dati interessanti. Per
quel che riguarda Rorà, con
una popolazione di 267 abitanti riusciamo a produrre
59.190 kg di rifiuti che fa la
beila quota di 227 kg a persona, quasi mezzo kg al giorno,
due 0 tre volte il pane che
mangiamo. Non siamo, è vero, fra i più mal piazzati, anzi
siamo fra i più economi in
pateria di rifiuti. Nella valle
too battuti solo da Luserptta, che dà un 182 chili a
sona; Bibiana ha 228, Bobe Villar circa 240, Torre
ilhce 316, Luserna 490, Brilasio 286. Nelle valli Chine e Germanasca hanno naalmente indici molto più ali le località di villeggiatura:
frali 851 kg, Roure 395, Feestrelle 669, Pragelato addiittura 1.500, Pinerolo con i
uoj circa 35 mila abitanti
|®àuce 14 milioni e mezzo di
kg: una bella montagna!
11 problema è dunque frenare la produzione e riciclare
,y. L’epoca dell’usa e getta
ùigo la strada è finita; ma è
fche finita l’epoca dei cassoètti butta tutto? Il vetro e la
irta, la plastica e il ferro non
•no roba da buttare ma mateìda utilizzare che invece di
endere dal suolo, dal petroi, dagli alberi si prendono
ve sono già state utilizzate
a volta. Andare in Europa
a è questione di lira che si
egua a Maastricht, come
ntinuano a ripetere i nostri
ivernanti, ma di mentalità,
fiitti siamo stati in Europa e
fcbiamo visro come si effetha la raccolta: il vetro diviso
per colori e le bottiglie lavate
prima di essere buttate, la carta impacchettata dalle scuole,
le lattine compattate. E, si noti bene, non sono i paesi poveri che riciclano e utilizzano
tra i paesi ricchi, gli Stati
Initi, la Svizzera, la Germaia, la Svezia; chi butta sono i
aesi poveri, poveri di matee e poveri di istruzione, perite hanno l’illusione che se
no butta via roba vuol dire
Ite è ricco. Si tratta dunque
t educare i nostri figli a fare
®ehe noi uno sforzo, perché
nn è che i genitori siano
tolto più attenti dei figli, per
tt'entare un paese civile.
Incontro con Roberto Malan, comandante partigiano, tra ricordi del passato e attualità
Valdese radicato e cittadino del mondo
FEDERICA TOURN
^serna San Giovanni
Nere la cometa
Sabato 5 aprile, dalle 21 al23, Comune e Associazione
®frofili Urania organizzano,
parco della Rimembranza,
«Notte della cometa»; gran alla sospensione parziale
illuminazione pubblica
1“ possibile ammirare con
1 i^*'ll telescopi la cometa
®'®t)pp. In caso di malPo, al mercato coperto,
lezione di filmati sul tema.
L9 infanzia e l’adolescenza trascorse tra Palermo, Pisa e Como, gli studi al
Collegio valdese di Torre Pellice e l’amicizia con Lombardini e Francesco Lo Bue, la
Resistenza; poi il matrimonio
e il lavoro all’agenzia di viaggi, il rapporto con la Chiesa
valdese e le Valli e naturalmente riflessioni, pensieri, ricordi. Pubblicato di recente dall’editrice «L’arciere» di
Cuneo, il libro di Roberto
Malan Amici, fratelli, compagni: memorie di un valdese
del XX secolo ha origine da
33 interviste registrate da Erberto Lo Bue fra la primavera
del ’92 e l’estate del ’93.
- Come è nata l’idea di fare un libro dalle conversazioni con Erberto Lo Bue?
«Spesso mi è stato richiesto
di scrivere di alcuni periodi
della mia vita: ho sempre rifiutato perché non è nel mio
carattere parlare del passato
ma piuttosto cercare di analizzare il presente in vista del futuro. Quello che mi ha convinto a fare un libro delle mie
chiacchierate con Lo Bue è
stato il fatto che a suo padre
Francesco, grande amico,
avrei voluto promettere che
sarei sempre stato per i suoi
figli un punto di appoggio ma
all’ultimo, sul suo letto di
morte, non ne ho avuto l’occasione. e mi è rimasto a lungo questo rammarico. Adesso
sono piuttosto contento di
questo libro, perché mi ha dato l’occasione di raccontare
dei fatti e di mettere in chiaro
dubbi e crisi che ho avuto.
Parlando delle mie esperienze
mi sono rivolto solamente ai
miei valligiani e valdesi, a
quelli che portano ancora le
mucche ai pascoli alti d’estate, che non sono sprovveduti
ma hanno bisogno di parole
chiare e semplici».
- Gran parte del libro tratta del periodo della Resistenza, che lei ha vissuto in prima
persona come comandante
della V Divisione alpina Gl.
Come reagì la popolazione
delle Valli al fascismo prima
e alla guerra partigiana poi?
«Io credo che nei valligiani
ci fosse una grande preparazione all’antifascismo incapace di manifestarsi per vizio
borghese: in questo senso T8
settembre ’43 ha dato la possibilità anche ai pavidi di pronunciarsi e schierarsi. Penso
anche che allora fosse più facile scegliere rispetto ad
adesso, perché era chiaro da
che parte stessero il bene e il
male, la generosità e l’egoismo. Io stesso vedo oggi cose
in gran parte negative da tutte
le parti: diciamo che constato
che in questo momento non
esistono uomini politici di
una certa statura, se si eccettuano Kohl e Clinton e senza
considerare il mondo orientale che non conosco bene».
- Pur dicendo con Gobetti
che in Italia è mancata la
Riforma e per questo l’italia
no non sa che cosa sia la democrazia, lei si mostra fiducioso verso il futuro. L’Italia
diventerà più protestante?
«Credo che questo scandalizzarsi di tutti per la corruzione generale dello stato sia
in un certo senso “protestante” e possa finalmente cambiare la mentalità in Italia».
- Torniamo ai gruppi partigiani. Come vi finanziavate?
«Ci siamo autofinanziati
mettendo una tassa in valle ai
più ricchi, secondo le indicazioni dateci da un banchiere e
due volte ci siamo impossessati delle buste paga dei lavoratori della Riv. Alle grandi
aziende e ai ricchi proprietari
di bestiame lasciavamo dei
buoni dicendo loro che alla
vittoria il nuovo governo ne
avrebbe riconosciuto il valore,
cosa regolarmente avvenuta».
- Lei ha avuto più volte occasione di dire che i gruppi
partigiani della vai Pellice
erano diversi dagli altri per
mentalità e cultura: che cosa
intende ?
«I nostri gruppi, formati da
gente di questi luoghi, hanno
avuto indubbiamente una preparazione culturale specifica: si tratta di quel pezzo di
Occitania che ha sposato la
Riforma protestante e che in
certi periodi ha riconosciuto
l’organizzazione ecclesiastica
come guida amministrativa e
sociale. Non bisogna dimenticare inoltre i rapporti avuti
dalla gente delle nostre valli,
e non parlo solo di teologi o
filosofi ma di tutti i lavoratori, con paesi di più sperimentata democrazia, in primo
luogo l’Inghilterra. Da questa
cultura viene per esempio il
mio non accettare una distinzione tra partigiani e “partigianelli” e il combattere senza sentimenti di odio o di
vendetta, presenti invece in
altri gmppi in Italia non meno
valorosi di noi».
- Perché il Partito d’azione
attecchì così bene alle Valli?
«Proprio perché enunciava
un programma di idee congeniale alla mentalità e alla cultura di queste valli. Il Partito
d’azione aveva due componenti, una liberal-socialista
del gruppo toscano dei fratelli
Rosselli, vicina ai gruppi di
Giustizia e Libertà piemontesi attraverso la figura di Aldo
Garose!, e l’altra era il risultato di un superamento dei
vecchi partiti socialista e repubblicano che non avevano
dato la sicurezza di essere aggiornati ai problemi del momento».
- Che rapporto avevate con
i comandi alleati?
«Non avevamo nessun rapporto con i russi, se non attraverso alcuni commissari politici garibaldini istruiti a Mosca e alcuni prigionieri russi
venuti a fare i partigiani con
noi. Gli americani ci fornivano aiuti sostanziosi in armi,
gli inglesi ci fornivano quello
che potevano, come a dire che
i primi ci davano i bazooka e
gli altri i fucili della prima
Bianca e Roberto Malan
guerra mondiale. Conoscevamo gli orientamenti alleati
prima di Yalta e sapevamo
che Churchill avrebbe voluto
un’Italia monarchica con l’influenza dell’Inghilterra sul re,
quindi un parziale asservimento, mentre Roosevelt voleva un’Italia non comunista
ma in possesso di tutte le prerogative di un paese democratico e in piena autonomia».
- Come ha conciliato il suo
essere credente con la responsabilità di prendere decisioni di vita e di morte?
«Non si può conciliare la
fede, che è un bene, con la
guerra, che comporta anche il
provocare la morte e che è
sempre un male. È una questione di corresponsabilità,
concetto caro alla cultura
evangelica: il fatto che in quel
momento non potessi evitare
di commettere il male, che
fosse quindi inevitabile, non è
una giustificazione e non toglie all’uccidere un uomo la
sua dimensione di male».
- Nel libro accenna spesso
al suo essere valdese, anche
se critico della chiesa.
«Per la chiesa mi sono prodigato fino alla Resistenza;
dopo avrei frequentato la
chiesa a condizione che fosse
chiaro che si tratta di un gruppo di uomini come un altro in
cui non si deve limitare gli altri. Oggi vedo i valdesi che si
cattolicizzano sempre di più:
sembra che la differenza tra
cattolici e valdesi si trovi solo
nel culto di Maria e nell’infallibilità del papa, e allora non
sono d’accordo perché penso
di nuovo al mio uomo che va
al pascolo alla Gianna e che
ha ben altri motivi culturali
che lo contraddistinguono,
perché è il territorio che crea
l’uomo. Bisogna fare attenzione a mantenere saldi i valori della Riforma, perché ci
sia un ecumenismo rispettoso
delle reciproche differenze e
non l’assimilazione dei valdesi alla cultura cattolica. Non
ho nemmeno apprezzato
l’unione valdometodista: questo mettere insieme due culture diverse per fare entrare in
Italia la Riforma non mi convince e anzi penso che non
giunga a nessun risultato, se
non a quello di perdere le peculiarità positive delle rispettive origini in cambio di un
infruttuoso appiattimento».
- Valdese e valligiano...
«Sì, io mi sento un valdese
molto radicato. Vede, quello
che mi interessa soprattutto di questo libro è l’ambiente delle mie valli: vedo delle possibilità per il futuro di
questa gente, a condizione
che riesca a essere universale
incominciando con Tessere
europea più che nazionalista,
e con questo io non sono affatto anti-italiano. Come cantava Mireille Mathieu interpretando parole di non so chi,
“qui aime son clocher, aime
le monde entier”».
Assistenza domiciliare e servizi tutelari
Corso dì formazione
per gli operatori
La giunta clandestina di Luserna San Giovanni (imm. tratta dal libro)
La Regione Piemonte ha autorizzato l’avvio di un corso
di prima formazione per assistenti domiciliari e dei servizi
tutelari (Adest). Il corso intende fornire gli strumenti per
l’acquisizione e l’approfondimento di una professionalità
polivalente nel settore soeioassistenziale, che metta in grado l’operatore di far ottenere
il massimo recupero dell’autonomia al destinatario delle sue
prestazioni, nonché supplire
alle carenze di autonomia nelle sue funzioni personali essenziali igienico-sanitarie e
relazionali.
I posti sono 30 e le condizioni di accesso al corso sono
la maggiore età, la licenza
della scuola delTobbligo e il
superamento di una prova di
ammissione (prova scritta e
colloquio). La durata del corso è di 900 ore, di cui 380 di
attività teoriche, 380 di attività pratiche e 140 di attività
di rielaborazione e sintesi, e la
frequenza è obbligatoria per i
4/5 delle ore. Al fine di individuare le aspettative dei candidati e fornire loro informazioni relative allo sviluppo del
corso, alla professionalità e
agli sbocchi professionali, e
per agevolare la partecipazione del maggior numero di persone, sono previsti due incontri preliminari presso la sala
consiliare della Comunità
montana vai Pellice in corso
Lombardia! 2 a Torre Pellice,
lunedì 14 aprile dalle ore 9 alle 11 e mercoledì 16 aprile
dalle ore 14 alle 16. I moduli
per la domanda saranno distribuiti invece a partire dal 21
aprile presso il servizio socioassistenziale in corso Lombardini 2 a Torre Pellice (lunedì e
mercoledì dalle ore 9 alle 11 e
dalle 14 alle 16) e dovranno
essere consegnati entro le ore
11 del 14 maggio 1997. Il corso si concluderà con una prova finale di fronte a una eommissione, ai sensi di legge.
INCONTRO CATECUMENI
I catecumeni del 3° e 4°
anno del primo distretto si
troveranno ad Agape nel
week-end del 5 e 6 aprile
I CULTI ALL'OSPEDALE —
«I culti in ambito ospedaliero» è il titolo di un incontro
organizzato dal 1° circuito
per le 20,30 di venerdì 11
aprile alla sala Albarin di Luserna San Giovanni; introduce il past. Vito Gardiol.
INCONTRI TEOLOGICI —
Alle 17 del 6 aprile, alla Casa
unionista di Torre Pellice, si
riunisce il collettivo teologico
Miegge che affronta il saggio di Gianni Vattimo «Credere di credere».
INCONTRO PASTORI I DISTRETTO — Martedì 8 aprile
dalle 9,15, nei locali della
chiesa valdese di Villar Porosa, si svolge l'incontro dei pastori del primo distretto.
BOBBIO PELLICE — Martedì 8 aprile riunione quartierale al Podio, ore 20.
LUSERNA SAN GIOVANNI
— A partire dal 9 aprile, in vista di Graz inizierà uno studio biblico ecumenico. Il primo appuntamento, alle ore
20,45, si terrà alla sala Albarin e sarà introdotto da don
Grietti su Genesi 3, 6-19.
MASSELLO — Domenica 6,
ore 11, assemblea di chiesa.
PERRERO-MANIGLIA — Il
9 aprile, ore 15, riunione alla
Baissa. L'Unione femminile si
riunirà invece il 15 alle 14,30.
POMARETTO — Domenica
13 aprile è convocata un'assemblea per informazioni re
lative alla conclusione del
primo settennato e a un e
ventuale secondo del pastore
Sergio Ribet; parteciperà un
membro della Tavola valde
se. Le prossime riunioni quartierali saranno il 7 aprile, ore
20, ai Masselli, il 9, ore 20,30,
alla Lausa, il 10, ore 15 a Inverso Paiola e l'il, ore 15, a
Inverso Clot.
PRALI — Riunioni quartierali giovedì 3 aprile, 19,30 a
Orgiere; venerdì 4, ore 19,30
a Pomieri-Giordano; giovedì
17, ore 19,30, a Ghigo.
PRAROSTINO — Domenica 13 aprile, alle 10, culto nel
tempio di San Bartolomeo
curato dai ragazzi della scuola domenicale. Prossime riunioni quartierali l'8 aprile,
ore 20,30, al Roc e il 10, ore
20.30, a San Bartolomeo.
RORÀ — Sabato 5 aprile,
alle 21, nella sala, un gruppo
di giovanissimi presenta lo
spettacolo teatrale dal titolo
«La fortuna si mette gli occhiali». Riunione quartierale
giovedì 3 aprile alle 21 alle
Fucine. Domenica 6 aprile si
riunirà l'assemblea di chiesa
per l'eventuale rielezione di
due anziani e la designazione
dei deputati al Sinodo e alla
Conferenza distrettuale
SAN SECONDO — Domenica 6 aprile culto presieduto
dal predicatore locale Sergio
Turtulici. Martedì 8, ore
20.30, studio biblico. Domenica 13, durante il culto, alcuni membri del comitato
della Casa delle diaconesse
daranno alcune informazioni
sui lavori di ristrutturazione.
TORRE PELLICE — Riunio
ne quartierale venerdì 4 aprile alla Ravadera. Venerdì 11
aprile, ore 18, culto serale alla Casa unionista. Domenica
6 aprile, ore 15, alla Casa
unionista. Erica Correnti, su
iniziativa dell'Unione femminile, presenterà alcune diapositive su un suo viaggio in
Palestina. Da lunedì 7 aprile,
ore 20,45, al presbiterio, inizia uno studio biblico a cura
di Massimo Marottoli sull'Evangelo di Giovanni.
VILLAR PELLICE — Sabato
5 aprile alle 20,45 un gruppo
filodrammatico della comunità presenterà la commedia
«L'importanza di chiamarsi
Ernesto» di Oscar Wilde. Domenica 6, ore 14,30, l'Unione
femminile incontra i neoconfermati e le loro famiglie.
VILLASECCA — Prossime
riunioni quartierali; 8 aprile
ore 20 a Villasecca, 9 aprile,
ore 14,30 a Trossieri e ore 20
a Trussan, 11 aprile, ore 20, a
Serre Giors. L'Unione femminile si riunisce il 10, alle 14,30.
20
I
PAG. IV
Una nuova stagione di spettacoli folk
«Cantavalli» al vìa
Inizierà sabato 5 aprile,
partendo da Pinerolo, l’undicesima edizione di Cantavalli, la rassegna di musica popolare che annualmente percorre le valli Chisone e Germanasca portando ogni sabato in una località diversa
gruppi fra i più affermati in
Italia e all’estero nel panorama della musica folk. La rassegna terminerà il 7 giugno a
Massello.
Come è consuetudine le
serate si dividono in due parti, una propriamente di ascolto e una seconda con ballo
occitano guidato dal gruppo
ospite della serata o da formazioni locali. Il programma
di quest’anno propone numerosi gruppi dalla Francia, altre proposte da Stati Uniti,
Germania, Gran Bretagna oltre che da alcune regioni italiane; tutto fuori dai soliti
schemi musicali proposti dai
principali mass media. Ci
sarà così la possibilità di ascoltare musica klezmer e
jiddish lieder originari delle
comunità ebraiche dell’Europa orientale, danze e canti
occitani del Quercy e del
Delfìnato, raffinate esecuzioni polifoniche in lingua fran
Promozione turistica
A Parma
le «bellezze»
del Pinerolese
L’Azienda di promozione
turistica di Pinerolo e le Comunità montane valli Chisone
e Germanasca, Pinerolese e
Pedemontano, vai Pellice e i
Comuni di Pinerolo, Sestriere,
Cavour, Prali e l’associazione
Pinerolo Sì hanno presentato
dal 20 marzo al Salone della
montagna «Quota» di Parma
le bellezze del Pinerolese, per
far conoscere il patrimonio del
territorio. Buono l’afflusso del
pubblico, che ha gradito le novità presentate, ma soprattutto
positivo il bilancio ottenuto
dagli operatori. Secondo un’
indagine svolta dell’Enit, risulta che il segmento più richiesto è l’agriturismo, che è
aumentato del 4%, mentre i
flussi turistici sono passati dal
1994 a oggi da 24 milioni a
28 milioni, con un incremento
del 16%. Pertanto ha buone
possibilità il Pinerolese, visto
che a livello del Piemonte è il
bacino che ha il più alto numero di aziende agrituristiche. In questa direzione da
anni l’Apt si batte per sfruttare al meglio i cosiddetti «modelli originali dell’ospitalità»,
per potersi confrontare con il
mercato e senza farsi influenzare dalle mode.
cese, musiche piemontesi tradizionali. Il biglietto di ingresso costa 10.000 lire.
Si comincia dunque da Pinerolo, sabato 5, ore 21,15.
All’auditorium del liceo
scientifico arriva Louisiana
Red. Nato nel 1936 a Vicksburg, l’ospite della serata è
uno dei più grandi bluesman
neri di stampo tradizionale
viventi. Due grandi tragedie
segnano la sua vita: la morte
della madre durante il parto e
l’uccisione del padre da parte
del Ku Klux Klan; cresce così a New Orleans presso una
zia e ben presto inizia a suonare chitarra e armonica, scegliendo di guadagnarsi da vivere proponendo la sua musica. Dopo i primi successi
sceglie di ritirarsi a lavorare
la campagna col fratello ma
nei primi anni ’80 torna alla
ribalta iniziando un’intensa
attività dal vivo che lo porterà a partecipare ai principali festival americani ed europei. Louisiana Red è specializzato nella musica blues del
Delta del Mississippi; col suo
stile sobrio e incisivo saprà
imporsi anche all’attenzione
del pubblico competente del
Cantavalli.
Coro in tournée
Repertorio
corale del
Nord Europa
Lo «Studenter-Sangforeningen University Choir», coro maschile a quattro voci,
terrà in occasione di un viaggio in Italia alcuni concerti,
due dei quali in vai Pellice: a
Torre, domenica 6 aprile alle
ore 21, nel tempio valdese, a
Bricherasio venerdì 11 aprile
alle ore 20,45 nella chiesa di
Santa Maria Assunta.
Il coro di Copenaghen è
stato fondato nel 1839 ed è il
più antico coro maschile esistente in Europa. Ha effettuato numerose toumées in tutto
il mondo: Isole Faroe, Groenlandia, Finlandia, Irlanda, Inghilterra, Francia, Austria,
Lussemburgo, Ungheria, Canada, Israele. Il loro viaggio
in Italia, organizzato con il
patrocinio del Consolato di
Danimarca a Torino e con la
collaborazione del Centro
culturale valdese di Torre
Pellice, ha lo scopo di divulgare la musica e le tradizioni
danesi. Per questo il loro repertorio comprende musiche
di autori e compositori nordici dal Romanticismo tedesco
al Modernismo danese sia sacre che profane, molte delle
quali sono partiture originali
scritte appositamente.
Lionello Gennero
LA FESTA E IL TEATRO
sei conversazioni su drammaturgia e architettura.
QUARTA SERATA:
«Corrai e playhouse sulle orme del Medioevo»
Giovedì 3 aprile, ore 20,45
QUINTA SERATA:
« Lo spirito barocco e il teatro deH’assolutismo»
Giovedì 10 aprile, ore 20,45
_______________Ingresso libero ______
PINEROLO, CSO TORINO 44, TEL. 0121-393960
E Eco Delle ìàlli moEsi i
L'Ecomuseo della vai Germanasca
I luoghi del lavoro
SERGIO RIBET
Le valli Chisone e Germanasca, a differenza di diverse altre vallate alpine, hanno conosciuto per oltre un secolo un’industrializzazione
che ha segnato profondamente la vita dei suoi abitanti.
Dalle miniere di calcopirite
del Beth alle cave di marmo
di Rocca Bianca, alle notissime miniere di talco, ora concentrate in una piccola area
della vai Germanasca, per terminare con la fabbrica di cuscinetti a sfera della Riv di
Villar Perosa e le industrie
tessili di Perosa Argentina e
San Germano Chisone, le attività industriali hanno dato
lavoro a migliaia di persone.
Ora che la crisi ha colpito tutti i settori con un drastico taglio ai posti di lavoro, si cerca di conservare queste esperienze del passato e di renderle accessibili a chi desidera
praticare un turismo di tipo
culturale.
E già in fase di realizzazione il progetto miniere che
prevede un centro di documentazione sull’attività estrattiva e l’apertura di un
tratto di galleria ai visitatori,
ma anche il settore tessile ha
destato l’interesse di un gruppo di persone che ha deciso
di tentarne la valorizzazione.
E nata così a Perosa Argentina l’associazione «Ecomuseo», che si propone di racco
gliere e conservare tutta la
documentazione possibile su
un’attività che è ancora praticata nelle due fabbriche locali
ma che ha già dietro di sé una
storia molto particolare.
L’associazione ha già raccolto una certa quantità di
materiali, di documentazione
e di macchinari tessili, ha
partecipato a mostre locali e
alla stesura del libro I luoghi
del lavoro nel Pinerolese. I
fondi a disposizione non sono
cospicui, più che altro si tratta delle quote dei soci, quindi
uno degli obiettivi più immediati è trovare dei finanziamenti adeguati per il progetto
del museo, che richiede anche
una sede dove possano trovare posto delle macchine di
una certa dimensione. Questa
realizzazione non dovrebbe,
ovviamente, essere fine a se
stessa ma inserirsi nel progetto turistico che prevede il collegamento tra tutte le iniziative già presenti sul territorio
(musei valdesi, forte di Fenestrelle, parchi naturali, centro
di educazione ambientale di
Pracatinat, ecc.), con le altre
ancora da organizzare, per offrire ai visitatori delle due
valli degli itinerari molto vari, adeguati sia alle esigenze
di chi vuole soltanto passare
una giornata piacevole in un
ambiente riposante, sia a chi
desidera informarsi sui modi
di vivere del passato che meritano la nostra memoria.
A Pinerolo dal 19 aprile al 4 maggio
Liarte dì Lodigiani
Dal 19 aprile al 4 maggio
nelle sale di Palazzo Vittone
a Pinerolo si terrà la XIII edizione della Biennale nazionale «L’arte e il mistero cristiano», che presenterà le sculture di Guido Lodigiani in rapporto con lo spazio architettonico sacro e liturgico, urbanistico, pubblico e privato.
Guido Lodigiani è nato a
Milano nel 1959, ha studiato
scultura con Manfrini all’Accademia di Brera, storia dell’arte con Caramel e incisione con Ceci all’Accademia
«Raffaello» di Urbino; attualmente è titolare della cattedra
di Plastica ornamentale alla
Accademia Albertina di Torino. Vive e lavora a Milano;
le sue opere, realizzate in legno, in marmo o in bronzo,
hanno riscontrato unanime
consenso tra il pubblico e la
critica più autorevole. Molti
suoi lavori fanno parte di importanti collezioni private e
sono presenti in numerosi
spazi pubblici.
La mostra di Palazzo Vittone, curata da Mario Marchiando Pacchiola, sarà corredata da un catalogo con
presentazione di Rossana
Bossaglia e Roberto Gabetti e
con un’introduzione di Giancarlo Santi. Negli scritti
l’esperienza dell’artista viene
analizzata attraverso l’esame
delle sue opere realizzate dal
1988 al 1997 e documentate
da disegni preparatori nel
contesto dell’ambiente, da
bozzetti in gesso e in bronzo,
con riferimento anche alle
opere eseguite per la nuova
chiesa Beato Cardinal Ferrari
di Parma, per la chiesa Gesù
Salvatore di Milano e per il
chiostro di Badia a Passignano presso Firenze.
Le opere Candida rosa per
la direzione del ministero del
Tesoro a Milano, L’aquila osserva Giovanni per un plesso
scolastico di Pantigliate alle
porte di Milano, il Gioco di
bimbi per il Centro sportivo
Poppino Vismara a Milano,
Grande cascata per l’edicola
Preti al cimitero monumentale di Milano, completano il
panorama del lavoro di Lodigiani, che ha saputo affrontare il tema dello spazio con
grande rigore artistico e tensione interpretativa.
La mostra è aperta (feriali)
dalle ore 15,30 alle 18; festivi
ore 10,30 alle 12 e dalle ore
15,30 alle 18; lunedì chiuso.
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Corso Gramsci, 2 - Torre Pellice - Tel. 0121-91820- Fax 932063
4 aprile, venerdì — PINEROLO: Al tempio valdese, alle 21, concerto del coretto per
raccogliere fondi per la ristrutturazione del tetto di Agape.
4 aprile, venerdì — TORRE PELLICE: Presso la Bottega del possibile, alle 21, dibattito con Giancarlo Pace,
membro del Consiglio nazionale di Amnesty International,
sul tema «I diritti umani in Palestina».
5 aprile, sabato — RINASCA: Nel salone parrocchiale
in frazione Dubbione, alle 21,
spettacolo teatrale con la compagnia «Renato Clot» dal titolo «Na giornà grama».
5 aprile, sabato — PINEROLO: All’Auditorium di
corso Piave, alle 14,30, i circoli di Rifondazione comunista di Pinerolo, valli Chisone e
Germanasca, Piossasco e None organizzano un convegno
dal titolo «Il lavoro che cambia, il lavoro che manca».
5 aprile, sabato — PEROSA ARGENTINA: Presso la
sede della Comunità montana,
alle 20,30, secondo incontro
per il corso di aggiornamento
per agricoltori e hobbisti su
«Lezioni pratiche di potatura».
5 aprile, sabato — CAVOUR: «Agricoltura: arriva la
ripresa» è il titolo del convegno organizzato dai Popolari
del Pinerolese che si terrà alle
ore 15 presso il salone della
Bocciofila in via Vigone. Interverranno l’on. Giorgio Merlo, Beppe Andreis, segretario
regionale del Ppi, Carlo Gottero, presidente regionale della
Coldiretti, l’on. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della
Commissione agricoltura della
Camera; sarà presente il senatore Elvio Passone.
6 aprile, domenica —
TORRE PELLICE: Dalle
10,30, presso la Foresteria
valdese, la Lega per la difesa
dei cani abbandonati organizza un «Bazar di primavera»,
con possibilità di bere un tè e
mangiare torte casalinghe, con
estrazione dei premi della lotteria alle 17. I fondi raccolti
saranno destinati al canile per
cani abbandonati di Bibiana.
7 aprile, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Alle 17
presso la sede dell’Istituto
comprensivo «C. Gouthier»
incontro di aggiornamento del
gruppo Lend in lingua francese con la prof. Muriel Augry
del Centre culturel Français
sul tema «Stratégies de lecture: comment lire un texte à
l’école primaire et au collège».
8 aprile, martedì — PINEROLO: Forza Italia e Udc organizzano, alle 21, al teatro incontro di via Caprini, un dibattito sul tema: «Zona industriale di Pinerolo: realtà e
prospettive». Intervengono
Roberto Rosso, coordinatore
regionale di Fi, Antonio Bruno, assessore al Lavoro di Pinerolo, l’ex assessore al Lavoro di Pinerolo Rostagno, Mauro Zangola dell’Unione industriale di Torino, il responsabile della CisI Franco Agliodo.
8 aprile, martedì — TORRE PELLICE: Presso la biblioteca della Casa valdese,
alle 15,30. per l’Unitrè, conferenza del professor Enrico De
Maria sul tema «Romanticismo musicale salottiero», con
esempi eseguiti con violino
(Enrico De Maria( e chitarra
(Giorgio Mirto).
10 aprile, giovedì — TORRE PELLICE: Presso la biblioteca della Casa valdese alle 15,30, per l’Unitrè, concerto con Ciro Noto e Simone
Samo, pianoforte a 4 mani,
musiche di Dvorak e Brahms.
12 aprile, sabato — VILLAR PELLICE: Alle 21, nel
tempio, concerto del coro polifonico Turba Concinens.
venerdì 4 APRILE 1%
LVIZI
VALLI
CHISONE-GERMANAS
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 8115^
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 6 APRILE
Perosa Argentina: Farmacia
Bagliani - Piazza Marconi 6
tei. 81261.
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
/ave
UNA
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VAL PELLICE j
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 6 APRILE
Luserna San Giovanni: Far
macia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei, 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Cspedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERIS
presso
dalle ore 8 alle 17,
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBUl A^
telefono 118
TORRE PELLICE -II
cinema Trento ha in programma, giovedì 3 e venerdì 4, oit
21,15 Un testimone a rischio
con F. Benti voglio e Margherita Buy; sabato 5, ore 20 e
22,10, domenica 6. ore 16, 18,
20 e 22,10, lunedì 7, 21,15.;'
Un uomo d’acqua dolce
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 4, ore 21,15, Versoi!
sole, sabato 5 aprile, ore 21,15
L’agguato; da domenica 6
(16,15, 18,45, 21,15) a giovedì 10 Jerry Maguire: feriali spettacoli ore 21,15. chiuso
il mercoledì.
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tei. 0121/933290; fax 932409
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Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
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La Chiesa battista di Mortola di fronte all'esodo dell'Albania
Una settimana di emergenza
Arrivati dopo un drammatico imbarco, i missionari battisti hanno ribadito
la volontà di ricominciare appena possibile la testimonianza nel paese balcanico
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^ DOMENICO D’ELIA____________
UNA settimana di emergenza e accoglienza ha
caratterizzato ultimamente la
comunità battista di Mortola.
La mattina di mercoledì 12
marzo una telefonata da parte dei coniugi McFarlane,
missionari della Bms a Barletta, dai toni preoccupati, ci
informava suU’imminente arrivo in Puglia di 16 missionari
americani della Cooperative
Baptist Fellowship (Cbf), evacuati dall’Albania. La sera
stessa, durante lo studio biblico settimanale, informavamo a nostra volta la comunità di tenersi pronta a ricevere i missionari evacuati.
Una seconda telefonata dal
porto di Bari verso le 22,30
fatta dal pastore David McFarlane ci avvisava che gli
americani non erano riusciti
a imbarcarsi sul traghetto appena giunto in porto e che
probabilmente sarebbero arrivati il giorno successivo a
Brindisi. Venerdì 14 per tutta
la giornata siamo rimasti in
«fibrillazione» aspettando
nuove notizie. Verso le 23,30 i
McFarlane ci informavano
delTawenuto arrivo della nave militare «San Giusto» a
Brindisi, con a bordo tutti i
missionari battisti operanti
in Albania, tra cui il pastore
Saverio Guarna. Ci facevano
sapere, inoltre, che i missionari americani sarebbero forse stati trasferiti direttamente
all’ambasciata statunitense a
Roma con mezzi propri.
La mattina del 15 il gruppo
Scene dall’esodo di Tirana
incaricato dell’accoglienza
era ormai certo della scampata emergenza quando, verso le 12, una nuova telefonata
10 rimetteva in agitazione; i
missionari americani erano
stati fatti sbarcare da un’altra
parte e il pastore McFarlane
non era stato in grado di contattarli. Con una loro telefonata da Brindisi, dove avevano pernottato presso un centro di prima accoglienza,
chiedevano allo stesso McFarlane di essere ospitati per
11 giorno successivo. Domenica 16 pomeriggio, a bordo di
tre auto noleggiate, i missionari giungevano a Mortola.
Abbiamo così ospitato per
una settimana i coniugi Ayers
Smith e Shaw con i rispettivi
■ Chiesa battista di Cagliari
stato insediato
il pastore Herbert Anders
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MARGHERITA CARLONE
IL presidente dell’Ucebi,
Renato Maiocchi, affiancato dall’anziano Stefano
Meloni e dalla decana della
chiesa, Teresa Piras, con un
culto solenne e molto sentito
ha formalmente insediato il
16 marzo il nuovo pastore
Herbert Anders. Di origine
tedesca, Anders ba conseguitola laurea in teologia presso
la Facoltà di Riischlikon a
Zurigo e ha arricchito la propria esperienza lavorando
nell’ambito dell’assistenza
sociale e con brevi stage nel
campo dell’industria. In Italia ha finora ha curato le
chiese evangeliche della provincia di Cuneo. Il Signore lo
ha ora chiamato a operare in
una delle prime comunità
protestanti della Sardegna,
dove infatti si conduce l’annuncio della Parola fin dagli
ultimi decenni dell’800 per
opera di molti pastori, fra i
quali Lo Bue, Ronchi, Inguanti, Bensi, Chiarelli, Marziale e altri, fino al pastore
Giuseppe Mollica.
Il testo della predicazione,
tratto da Atti 6, 1-7, e le parole del presidente Maiocchi
hanno sottolineato che il Signore non ha vedove da trascurare e sempre ci esorta a
privilegiare, prima di ogni
cosa, l’annuncio della Parola. Anche nella chiesa di CaBliari si sono trovate, dopo la
scomparsa del pastore Mollica, sette e più persone «piene
oi Spirito e di sapienza» alle
quali il Signore ha affidato i
noni necessari per portare
svanti la predicazione, gli
studi biblici, la scuola dometucale, le visite agli anziani.
Herbert Anders
agli ammalati e alla diaspora,
le riunioni interconfessionali
e tutte le altre attività.
Al culto di insediamento
hanno partecipato il pastore
Miglio, che ha voluto portare
il saluto e l’augurio della
chiesa di Carbonia; rappre-sentanti della diaspora di
San Vito e Muravera, numerosi simpatizzanti e alcuni
rappresentanti di altre fedi,
che hanno testimoniato lo
spirito di ecumenismo interconfessionale che distingue
la comunità battista. Isola
nell’isola, la Chiesa battista
di Cagliari non è sempre vista come sede pastorale molto comoda: il pastore Anders
ha dichiarato invece di essersi innamorato della comunità e della città fin dalle prime visite fatte. La chiesa si
prepara quindi con molto
fervore e impegno a continuare il compito che il Signore le ha affidato, invocando con le parole dell’inno
276: «Per chi in quest’ora
giunge nel nome del Signor
vogliamo con fervor il Padre
supplicar».
figli, i coniugi Buesing, McNeely e la giovane insegnante Katie Dobbs. Bert Ayers e
Darrell Smith, esperti in agricoltura, operano in Albania
rispettivamente dal giugno
1993 e dall’agosto 1996. Ride
Shaw (parente del drammaturgo George Bernard Shaw)
si occupa di predicazione,
musica e canto. I coniugi Buesing sono insegnanti (l’inglese è seconda lingua per gli
albanesi) e Katie Dobbs si
occupava dell’educazione
dei figli degli Ayers. Don e
Helen McNeely sono invece i
coordinatori europei della
Cbf, vivono a Berlino ed erano in Puglia per assistere e
soccorrere i missionari provenienti dall’Albania.
Da tutti è emerso il racconto drammatico della loro avventura. Dopo varie vicissitudini e difficoltà erano riusciti
a raggiungere il porto di Durazzo passandovi l’intera
notte sotto il fuoco di pallottole vaganti (una delle quali
ha colpito accidentalmente e
di striscio il capo della moglie
di Ayers, Debbie) prima di essere soccorsi dai reparti del
battaglione San Marco. In
tutti però è rimasto vivo il ricordo della loro esperienza in
Albania e il desiderio di ritornare al più presto a lavorare il
campo del Signore nel «Paese
delle aquile». Nonostante le
difficoltà iniziali e la precaria
situazione economica e socio-politica, i missionari battisti (della Cbf, Bms e di altre
agenzie missionarie) sono
riusciti nel giro di alcuni anni
a condurre un buon lavoro e
a far nascere comunità di
credenti motivati e di una
certa consistenza numerica.
Per la comunità di Mortola
è stato importante ospitare e
ascoltare questi nostri fratelli
e sorelle. Da loro abbiamo tra
l’altro appreso che cosa significa lavorare in missione,
quali sono i pericoli ma anche le gratificazioni. In questa settimana, infine, abbiamo sperimentato concretamente l’azione di Dio nelle
nostre vite. Senza il suo aiuto
sarebbe stato difficile se non
impossibile trasformare una
situazione tragica di emergenza in una occasione di incontro, di reciproca conoscenza, di vera agape.
MONACHE
NEW YORK — Grazie all’ospitalità della Jan Hus Church abbiamo potuto celebrare la ricorrenza del XVII Febbraio a
New York centro, con la partecipazione di oltre 40 persone
di New York, del New Jersey e della Pennsylvania. Il culto è
stato caratterizzato dagli inni in francese, la meditazione su
spunto storico è stata tenuta dal pastore Alfred Janavel
couadiuvato dalla pastora Laura Jervis per la liturgia e dalla
pastora Gabriella Lettini che ha parlato di una sua recente
missione in Messico. Gradita la visita dei coniugi Dario Barolin e Carola Tron del Rio de la Piata (Argentina), entrambi candidati al pastorato, per un anno a Princeton. «L’amore delle nostre chiese per le valli valdesi - hanno detto non viene mai meno: prova ne siano i nostri frequenti “pellegrinaggi”». L’immancabile fraterno pranzo al vicino ristorante ha suggellato la celebrazione: purtroppo la tragedia
del non lontano Empire State Building ci ha ricordato che
la libertà non è mai priva di rischi. Oggi come allora e sempre, ci guidi l’ispirazione dall’alto, (a.j.)
SONDRIO — Il 23 marzo nella chiesa di Brusio hanno fatto la
confermazione la giovane Erika Franchetti, di Gestione
Andevenno, e il giovane Fabrizio De Monti, di Tirano.
• Sabato 22 marzo è stato celebrato a Tirano, nella chiesa di
Sant’Agostino gentilmente concessa dal parroco don Tullio, il funerale della sorella Flora Semadeni vedova Merizzi,
residente a Tirano e membro della chiesa evangelica di
Sondrio. Al figlio Enzo, alla nuora e al nipote porgiamo le
condoglianze della comunità, invocando la consolazione
del Risorto.
• I culti a Sondrio si celebrano ogni 15 giorni, la domenica
dalle ore 15 dopo lo studio biblico. Domenica 27 aprile la
comunità si incontra con la Chiesa riformata a Brusio: culto alle 10, partecipazione del coro Santa Caterina di Albosaggia: segue un pranzo comunitario.
PRAMOLLO — Ringraziamo di cuore il fratello Franco Siciliano per il culto di domenica 23 febbraio e per la sua costante disponibilità.
• Ci ha lasciati all’età di 77 anni il fratello Rinaldo Sappé. Ai
familiari e in modo particolare alla moglie vadano la simpatia e la solidarietà cristiana di tutta la comunità.
- ordinario
- ridotto
- sostenitore
- semestrale
£ 105.000
£ 85.000
£ 200.000
£ 55.000
■ ordinario
- via aerea
- sostenitore
- semestrale
£ 145.000
£ 190.000
£ 250.000
£ 75.000
■ cumulativo Riforma + Confronti £ 145.000 (solo Italia)
Per abbonarsi: versare l'importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., vìa S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
Agenda
ROMA — In occasione dell’assemblea annuale dei soci, la Società biblica in Italia organizza alle ore 18, presso l’aula magna della
Facoltà valdese di teologia in via Pietro Cessa 40, la tavola rotonda «“La parola di Dio:
vita per tutti”, le chiese a confronto con il
documento finale dell’Assemblea mondiale delle Società
bibliche, Canada ottobre 1996». Partecipano don Cesare
Bissoli, coordinatore del Settore apostolico biblico della
Conferenza episcopale italiana, il pastore Stefano Bogliolo,
della Chiesa cristiana evangelica di Roma, e il pastore Domenico Tomasetto, presidente della Fcei: presiede il prof.
Paolo Ricca, presidente della Società biblica in Italia. Per
ulteriori informazioni tei. 06-69941416.
TORINO — «Stato e istruzione religiosa
nell’Europa unita e interculturale» è il titolo
del corso di formazione per insegnanti, promosso dalla Biblioteca Peterson dell’Università di Torino e dal Centro teologico, che si
svolgerà dalle ore 9 alle 18 presso il Centro
congressi Torino incontra in via Nino Costa 8. Tra i relatori
il prof. Paolo Ricca della Facoltà valdese di teologia. E richiesta una quota di partecipazione di 10.000 lire: per gli
studenti (fino a un massimo di 100 posti) l’ingresso è gratuito. Per informazioni tei. 011-5214466.
UDINE — In occasione del ciclo di conversazioni bibliche
sul libro dell’Esodo proposte dal Circolo culturale evangelico «Guido Gandolfo», alle ore 18 nella sala della chiesa
evangelica metodista in piazzale D’Annunzio 9, il pastore
Claudio H. Martelli parlerà su «La generazione nel deserto». Per informazioni tei. 0432-522434.
MESSINA — Alle ore 17,30, nella sala delle attività sociali
della Chiesa valdese, in via Laudarne 16, il pastore Bruno
Gabrielli terrà una conferenza dal titolo «Anno 2000, tempo di conversione», organizzata dal Consiglio di chiesa.
Per informazioni tei. 090-40098.
SANTA MARGHERITA — Alle ore 16,30, presso la bibfiocteca civica «A. Vago» (via Cervetti Vignolo 25), per il ciclo
di conferenze «Protestanti perché?», il pastore Franco Becchino parla sul tema: «Protestantesimo oggi».
PADOVA — In occasione del ciclo di incontri sul tema «Lunedì con il Sud del mondo» promosso dal Centro missionario diocesano, alle ore 20,45 presso il Cuamm in vìa San
Francesco 126, Antonio Nanni parlerà su «Convivialità delle differenze: strategie per una società multiculturale».
MONTESPERTOLI — Per il ciclo di conferenze sul tema «Le confessioni cristiane presenti
in Europa» organizzato dal Comune in collaborazione con l’associazione Auser Verdeargento, alle ore 17,30 nella saletta Machiavelli
in piazza Machiavelli 13, l’arciprete Petre Coman, parroco della Comunità ortodossa romena di Firenze,
parlerà sul tema «La spiritualità dell’ortodossia»».
PAVIA — Nell’aula magna della Camera di Commercio, alle ore 15,30, per il ciclo «Momenti essenziali della storia
delle chiese riformate» proposto dall’Unitrè, il pastore Salvatore Ricciardi parlerà su «Il movimento ecumenico».
PESCARA — Alle ore 18, nella sala consiliare del municipio,
in piazza Italia, si terranno due conferenze sul tema «La
Bibbia come testo di studio e come libro sacro». Parleranno
il prof. Ignace de la Porterie del Pontificio istituto biblico di
Roma e il prof. Bruno Corsani della Facoltà valdese di teologia di Roma. Organizzano la Chiesa metodista e la parrocchia «B.V. Maria Regina della Pace» di Pescara. Per
informazioni tei. 085-4912314.
BARI — Si svolgerà presso il Liceo scientifico
«Scacchi» dalle ore 16 alle 20 il terzo incontro
del corso di aggiornamento per insegnanti
organizzato fra gli altri dalla Federazione delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania sul
tema generale «Emigrare, immigrare, convivere: viaggio verso la multietnicità». All’incontro intitolato
«Viaggio contro... integralismi e fondamentalismi, convivenza» interverranno il pastore battista Massimo Aprile, la
mediatrice culturale senegalese Bintu Lo, la sociolinguista
Patrizia Calafato e il magistrato Nicola Colaianni.
TORINO — Per il ciclo di incontri «Identità,
differenza, riconciliazione... verso l’Assemblea ecumenica di Graz», a cura del Gruppo
«Davide e Gionata», alle ore 17 in via Giolitti
21a parlerà la pastora valdese e teologa Letizia Tomassone.
MESTRE — 11 7° circuito e la Federazione
delle chiese evangeliche del Nord-Est organizzano il 3° incontro di formazione sul tema
«La comunicazione nell’evangelizzazione»:
relatrice la pastora Adriana Gavina. Alle ore
10 nella chiesa valdese di via Cavallotti 8.
AGAPE — A partire dalla cena di venerdì 18
fino al pranzo della domenica, si svolge un
convegno di animazione teologica sul tema
«Amare la fede». Il costo del campo è di
90.000 lire: è previsto un rimborso per i viaggi. Per le iscrizioni (entro il 7 aprile) e ulteriori informazioni rivolgersi a Francesca Cozzi, corso Mameli 19,28044 Verbania (tei. 0323-402653).
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 9 circa.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
22
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 4 APRILE
Riforma
L’Europa del «non lavoro
»
Paolo Fabbri
^ L’occupazione sarà il problema sociale chiave del prossimo quarto di secolo. Il problema è oggi più complesso
per due fenomeni concomitanti. II primo è la disoccupazione strutturale provocata dal progresso tecnologico degli ultimi trent’anni. L’automazione, il controllo numerico, la computerizzazione dei sistemi informativi sono tappe di un processo che ha liberato forze produttive in quantità rilevante. Per lungo tempo il settore terzieurio (i servizi
sia privati sia pubblici) ha assorbito gran parte di queste
forze, ma non tutte, e ora ne assorbe sempre meno. In 30
anni la disoccupazione in Germania è aumentata del 7%
nonostante il poderoso sviluppo economico, in Italia è aumentata del 6%. Le prospettive sono di un incremento delle mansioni tecniche di alto livello, svolte da un numero
più ristretto di persone con espulsione conseguente di ulteriore forza lavoro soprattutto poco qualificata.
Il secondo fenomeno è quello della globalizzazione dei
mercati. La globalizzazione ha fatto entrare nel mercato i
paesi emergenti dell’Asia, che ormai contribuiscono alla
produzione mondiale di beni e servizi in quantità fondamentale. Questi paesi hanno salari medi di 4 dollari l’ora
contro i 26 dell’Europa. La differenza è tale da indurre forti spostamenti di capitali e di produzione verso questa
area. Il dislivello tecnologico è l’elemento che finora ha
rallentato questo processo, che comunque va avanti.
Le due cause si intrecciano fra loro a determinare un
complesso e intricato periodo di transizione dai contorni
temporali non chiari ma certamente non brevi, durante il
qu^e ci sarà una forte instabilità sociale. Nei paesi orientali il sistema, basato sulla garanzia del posto a vita contro salan appena sopra U minimo vitale, incontra le prime
difficoltà derivanti dal livello avanzato di sviluppo ormai
raggiunto in economie orientate completamente all’esportazione. È sufficiente una recessione nel mondo
occidentale per creare problemi di sovraoccupazione.
Non ci si illuda però che qualche rivolta (vedi Corea) significhi che la sindacalizzazione e la democrazia occidentale siano alle porte, come alcuni politici affermano. I
conflitti si inaspriranno e la competizione intemazionale
pure, prima che si giunga a un nuovo equilibrio.
In Occidente l’unica risposta, peraltro vincente, è stata il
liberismo selvaggio di Reagan, ripreso dai conservatori in
Gran Bretagna. In questi paesi l’occupazione è aumentata
con un prezzo però molto elevato. Il rapporto fra lavoratore e imprenditore è sostanzialmente individuale, non esistono impedimenti alla riduzione di personale né tantomeno ammortizzatori sociali, il capitale circola rapidamente da un settore all’altro secondo convenienza. I posti
di lavoro sono aumentati, ma parallelamente è aumentato
il rischio dell’emarginazione dal livello sociale raggiunto e
dell’emarginazione tout-court. L’unica difesa del lavoratore è la sua professionalità, da vendere sul mercato.
In Europa (Gran Bretagna a parte) il modello americano
è entrato in modo strisciante, cozzando contro un mercato
del lavoro rigidamente regolamentato. Lo si vede soprattutto nell’avviamento al lavoro. Gran parte di loro trova
occupazione con forme di contratto al di fuori del lavoro
dipendente. Questo fenomeno, la cui portata deve ancora
essere adeguatamente analizzata, è il primo sintomo della
caduta di un mito: il posto di lavoro sicuro. Oggi sono a rischio tutti i posti in precedenza considerati più sicuri come
i bancari, che hanno 30.000 esuberi e il pubblico impiego.
Una strategia vera e propria per l’occupazione non esiste. Si celebra l’esperimento della Volkswagen di ridurre
l’orario a 28 ore settimanali, ma si dimentica di precisare
che alla riduzione di orario corrisponde la riduzione del
salario. Certo la via della riduzione di orario è una strada
da battere, ma non si può dimenticare la globalizzazione
che mette già oggi le imprese in difficoltà per il differenziale dei costi di lavoro. Da qualche parte i soldi bisognerà
pur trovarli, senza giochi dei bussolotti che producano disoccupazione uiteriore, amaro frutto deila demagogia.
Riforma
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Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino
Di Croce. Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan,
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DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 176 del 1* gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 12 del 28 marzo 1997 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Utficio
CMP Nord, via Reiss Romoli 44/t 1 di Torino mercoledì 26 marzo 1997.
La situazione delle chiese evangeliche in Italia
Omologati al mondo
La fede non è pregare nel buio della propria stanzetta ma
lottare per la salvaguardia del creato e la dignità dell'uomo
ERICA SFREDDA
HO letto con interesse
l’articolo di Giorgio Girardet apparso sul n. 9 di
Riforma, che ha immediatamente suscitato in me alcune
riflessioni. Prima di tutto: ha
senso interrogarci ancora sul
nostro ruolo come protestanti «italiani»? Ha senso, considerando i terribili drammi
universali di questo secolo,
rinchiudersi nel particolarismo delle chiese storiche italiane, sottraendosi quindi alla propria appartenenza al
mondo evangelico nazionale
nella sua totalità, al protestantesimo mondiale, e in ultima analisi al cristianesimo,
che ha prodotto la cultura
occidentale con i suoi valori e
disvalori?
In secondo luogo il pastore
Girardet afferma che il nostro
secolo «è passato per le prove
più severe della storia umana»: a differenza del pastore,
io temo che il nostro secolo si
differenzi dai precedenti solo
in quanto la moderna tecnologia ha reso possibile perpetrare dei massacri impensabili solo pochi decenni fa. Dal
punto di "rista della percezione degli avvenimenti da parte
del singolo, vedere il proprio
villaggio raso al suolo, le donne stuprate, gli uomini torturati e uccisi, i bambini trucidati dall’esercito di ventura di turno, non credo creasse una sensazione minore a
quella della catastrofe cosmica. E dal punto di rista politico generale alcuni episodi del
passato, come la tratta degli
schiavi d’America o lo sterminio dei popoli nativi nordamericani-non possono essere definiti meno «tragici» e
«amari» di quelli a cui allude
Girardet. Se pensiamo alla
vera e propria estinzione di
popoli come i Maya o gli Aztechi, ci rendiamo conto che
il termine genocidio non è.
Chiese del Sud del mondo aH'Assise Cevaa di Torre Pellice (1996)
purtroppo, una novità del
nostro secolo. E che dire dei
periodici pogrom contro gli
ebrei? E delle crociate?
Ha ragione Girardet quando afferma che noi evangelici
ci siamo secolarizzati, che ci
siamo mimetizzati come la
seppia sulla sabbia. Del resto,
non troveremo la nostra 1dentità e il nostro ruolo di
protestanti e di cristiani applaudendo insieme al coro la
caduta delle ideologie, aggregandoci con entusiasmo al
carro dei «progressisti» (intesi in senso lato, di destra o di
sinistra che siano, e cioè a
tutti coloro che proclamano
il culto del progresso per se
stesso); commuovendoci per
l’elezione di Clinton a presidente degli Stati Uniti, chiedendo uno sconto sulle tasse
per le nostre buone offerte (e
alludo alla defiscalizzazione,
non all’8%o). Al contrario,
ognuna di queste scelte ci ha
allontanato dalla strada che
avremmo dovuto percorrere.
Quando il pastore Girardet
parla di etica, in fondo dice
un po’ la stessa cosa; «Esiste
un modo cristiano di impostare la propria vita».
Ma il termine cristiano,
svincolato da una salda impostazione teologica e dalla
sua conseguente ideologia.
diventa a questo punto troppo vago, porge il fianco proprio a quelle generalizzazioni
che permettono di annoverare tra i cristiani evangelici i
Bonhoeffer e i nazisti. E così
qui in Italia, si è ceduto, improvvisamente, a coloro che
demonizzavano la politica,
che intendevano la fede come
preghiera nel buio della propria stanzetta e non come
battaglia sulle barricate, lotta
nonriolenta per la salvaguardia del creato, ma anche della
dignità dell’uomo, dei valori
che rendono possibile un’etica profondamente vissuta.
Finché ci omologhiamo al
mondo, e crediamo in quello
che il capitalismo ci ha fatto
credere essere il progresso,
l’automobile, il televisore, il
conto in banca, le vacanze, e
dimentichiamo quanto questi agi (perché di questo in
fondo si tratta) costino a milioni di uomini che vivono
poco distanti da noi, quando
non sappiamo nemmeno rinunciare ai prodotti della
Nestlé, perché ci costa troppo quel minimo di coerenza
che questo comporterebbe,
allora non stupiamoci se a
poco a poco abbiamo perso
di vista la direzione verso la
quale avevamo intrapreso il
cammino.
cattolici torinesi si preparano all'ostensione del 1998
sindone: non coltivare l'ambiguità
EUGENIO BERNARDINI
IN previsione dell’ormai vicina ostensione della Sindone del 1998 a Torino, il settimanale della diocesi cattolica ha pubblicato un supplemento «Informa Sindone»
per informare su come procede la macchina organizzativa e raccogliere «notizie e
suggerimenti pastorali per
comunicarli a ricini e lontani». Già l’anno scorso, a seguito di una riflessione a livello di pastori e chiese battiste e valdesi di Torino, avevamo chiesto ai responsabili di
questo avvenimento religioso
(e turistico-economico) di
non mettere tra parentesi
quanto fin qui maturato a livello di dialogo ecumenico,
in particolare a Torino.
E vero che se gli evangelici
non possono fare a meno di
dichiarare la loro radicale distanza e dissenso da pratiche
religiose basate su venerazione di reliquie (vere o false che
siano) e immagini in quanto
estranee alla lettera e alla spiritualità biblica; non possono
però pretendere che i cattolici rinuncino aH’improwiso a
pratiche religiose secolari,
popolari e sostenute da gerarchia e teologi. Così i cattolici, pur organizzando eventi
e pellegrinaggi come quelli in
occasione dell’ostensione
della Sindone, non possono
continuare a coltivare l’ambi
guità sulla datazione della
Sindone (nonostante tutti i
tentativi fatti non si è ancora
riusciti a dimostrare una datazione diversa da quella medioevale stabilita da prove
storiche e scientifiche come il
famoso carbonio 14) e sulla
vera natura della venerazione
delle immagini e delle reliquie (che, se non è idolatria,
non è neppure soltanto un
sussidio per lo sviluppo della
spiritualità cristiana, una ria
che porta a Cristo).
Ora, la pubblicazione di
questo opuscolo può essere
considerata una prima verifica, e la verifica è una conferma deH’ambiguità: da una
parte si usano tremini tipo «si
ha l’impressione», «quel piccolo segno che è l’immagine
sindonica» (p. 3), i pellegrini
«vedranno un’immagine e
dovranno essere aiutati a interpretarla come un “segno"»,
«la Sindone è un povero segno» (p. 4), «l’uomo della Sindone è stato crocifisso, come
Gesù» (p. 5), «va ripetuto con
chiarezza che la fede non si
fonda sull’autenticità della
Sindone e mai essa è stata citata come prova della verità
del cristianesimo» (il cardinale Saldarini, p. 10); dall’altra
parte, però, si afferma sbrigativamente che «la Sindone è il
sacro lino in cui, secondo la
tradizione evangelica, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, avvolsero il Corpo di Cri
sto» e «su cui si scorgono i segni della Passione di Cristo»
(p. 5), «le analisi più recenti,
eseguite dopo Tostensione
del 1978, hanno rimesso in
discussione la datazione della
reliquia, ma non sono tuttavia riuscite a dare risposte
pienamente convincenti al
problema» (p. 7), come se
l’onere della prova spettasse
a chi deve smentire e non a
chi deve provare che proprio
di reliquia si tratta, e infine, in
una didascalia di p. 7, l’immagine di un volto su vaso
d’argento della seconda metà
del VI secolo è «di evidente
ispirazione sindonica», dove
potrebbe essere pure evidente che un artigiano vi ha trovato ispirazione per fabbricare la Sindone vendendola poi
come reliquia.
Insomma, da una parte si
nota un reale sforzo di sobrietà e di sottolineatura del
percorso spirituale che la Sindone faciliterebbe, dall’altra
si continua a percorre la vecchia strada di ritenere provato ciò che non lo è affatto. Attendiamo con preoccupazione i prossimi materiali preparatori, e con ancor più preoccupazione attendiamo l’arrivo dei pellegrini e di quel che
sarà loro proposto. Al di là
delle intenzioni, sembra proprio che giubilei, anni santi,
mariani e estensioni debbano
costituire una dura prova per
il dialogo ecumenico.
Torre Pellice
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Siamo
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per conoscere il protesta^ sione, sop:
tesimo; questa la nuovi montaggio
iniziativa del Centro cultu, mente rep
rale valdese, che si propo. della sign
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modo diretto le diverse cu), ci siamo a
ture religiose del mondi piacere di
moderno, per una miglio^ dare una n
preparazione storica so. spiegare il
prattutto dei docenti dei presenza i:
scuole medie e superiori, i valli in pai
Si tratta di un’Universiti ovvio acce
estiva, che ha ricevuto il ri. Gettiamo c
conoscimento da parte del stia realtà
Provveditorato e quindi va; oppure ne
le ai fini dell’aggiornamenì negli ambi
to, dedicata a «Protestante- 2) Può c
simo ieri e oggi: Lutero, tempo «sp
Zwingli, Calvino e l’Italiani più diffici
che si svolgerà dal 30 giui definire ur
gno al 4 luglio, presso la bii do che i p
blioteca della Casa valdesi spettare. L
di Torre Pellice, via Bec nopressoc
kwith 3. Le iscrizioni (da ef noi, insien
fettuare su apposita schedi gli®- ' P™
da richiedere al Centro cul-i sta situazi
turale) vanno effettuate entro il 31 maggio, unitamente al versamento delia quota di £ 200.000 sul ccp. j,
34308106 intestato al Centro culturale valdese. Sono
a disposizione dei partecipanti 25 posti in camere a
due e tre letti, presso la Fo
può e si d
tutti insie
nità. I luog
|i giovani
«site e ca
^rrire a ;
di più i no
di colpa (g
lono leta:
resteria valdese, ai prezzo postre coi
nano Vati
tarri alcui
3) Cred
ver rispor
voro ai no
le nostre i
pevano d
di 50.000 lire a testa al giorno, che saranno assegnati
fino a esaurimento secondo l’ordine d’arrivo delle
prenotazioni.
Il corso, che si inserisce
nelle attività formatile e/e/A
Centro avviate da al curi y spegno a
anni in collaborazione con] smissione.
le scuole, è rivolto in parti- risponder
colare agli insegnanti ma è cansapevi
aperto a quanti voglionoj sovente a
approfondire la loro cono-pia quam
scenza sotto la guida di do- a predicai
centi particolarmente qua-iaio di ve
lificati, che svolgeranno ilKomenicc
loro compito con lezioni epatrimon
seminari su testi dei rifor-po chiarr
matori. È inoltre, per chilnolte alti
non conosce le valli valde-tommissic
si, una bella occasione dii 4) Non
contatto diretto con i'unica|ose che f
10, ma i tc
:ratico-an
abbiamo
te all’anne
ospedali, i
nelle care
zona dell’Italia caratterizzata da una significativa
presenza protestante chelarte cas
dura da secoli. palle dei
Questo il programma: lu- a signora
nedì 30 giugno, Lutero, le gufila: pei
origini della Riforma (Paolo
Ricca). Martedì 1" luglio:
Dall’Umanesimo alla Gemeinde (Fulvio Ferrario)
Mercoledì 2 luglio: La Ri- rnentabili
forma in Italia (Susanna
Peyronel). Giovedì 3 luglio:
visita ai musei e ai luoghi
storici delle valli valdesi-l
Venerdì 4 luglio: Calvino,
daH’evangelismo alla rei
publica cristiana (Giorgio
Tourn).
Ulteriori informazioni e piti
gheuoli illustrativi dell’Univeisita estiva si possono richiede^
al Centro culturale valdese, via
Beckwith 3, 10066 Torre Pellice, tei. e fax 0121-932566.
C(
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tel.0121/91422
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tei. 06/3225493
, Confi
'sostenitort
intesi
ùhiedet«
(in.
23
lì 4 APRILE 1997
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
Le critiche di una nostra lettrice hanno suscitato una vivace reazione
,j.a presenza dei pastori alla trasmissione «Linea verde
»
Siamo i due pastori (purtroppo non così giovani) che
sono stati coinvolti dal CenI la L culturale per collaborare
alla realizzazione della puntata di «Linea verde». Al di là
delle considerazioni che pos
icots, sono essere fatte sul «confe
: Pellitì zionamento» della trasmisResta« sione, soprattutto m sede di
nuovi montaggio, vorremmo breve
0 cultif mente replicare alla lettera
propoi della signora Rivoira, puna diffi, malizzando alcuni fatti,
scere il 1) Ci è stato chiesto (e non
irse cu], ci siamo autoproposti per il
mondi piacere di apparire in tv) di
niglioti dare una mano per cercare di
ica sot spiegate il senso della nostra
iti dellj presenza in Italia e in queste
riori. in particolare. Ci è parso
iversitj ovvio accottaro, così come acito Uril Gettiamo di parlare della noarte dà stra realtà a gruppi stranieri,
indi vali oppure nelle scuole o ancora
aarnew negli ambienti cattolici,
istante' 2) Può darsi che sia stato
.utero; tempo «sprecato», ma oggi è
’Italia« più difficile che in passato
.30 giul definire un mansionario rigiio labi do che i pastori debbono rivaldesi spettare. Le sollecitazioni soia Beci no pressoché infinite e siamo
1 (da eli noi, insieme alle nostre famischei^ ¿ie, i primi a soffrire di quello cul'j sta situazione. Di questo si
late em può e si deve discutere, ma
tameni tutti insieme e nella frateria quo-mtà. I luoghi comuni del tipo
ccp. aW giovani pastori non fanno
al Cen-wsite e catechismi» possono
?, SonoPrvire a alimentare ancora
sarteci-pi più i nostri personali sensi
mere ¡picolpa (già molto acuti), ma
) la Fo-feno letali per la vita delle
prezzoftostre comunità: ne aweleal gior-rano l’atmosfera senza por
segnati
secón□ delle
larvi alcun vantaggio.
3) Crediamo inoltre di dover rispondere del nostro lavoro ai nostri Concistori e alsensce le nostre chiese, le quali saivedelIwvaao del nostro piccolo
alcum\ impegno anche in questa träne coTv) smialone. Inoltre dobbiamo
I parti- risponderne a Dio e siamo
:i ma è, citosapevoli di non riuscire
glionol sovente a onorare la sua Pacono-fola quando siamo chiamati
idido-Upredicare quasi un cantile qua- laio di volte all’anno (culti
innofl omenicali e negli istituti,
rioni e natrimoni e funerali) esseni rifor- lo chiamati a fare anche
,er chi Bolle altre cose (comitati,
valde- ammissioni...),
one di 4) Non sono certo queste
l'unica ose che fanno perdere temtteriz- 0, ma i tanti problemi burocativa tatico-amministrativi che in
te che arte cascano anche sulle
palle dei pastori. Comunque
na: lu- la signora Rivoira stia tranero, le luilla: per quanto ci riguarda
(Paolo abbiamo fatto più di 350 visiluglio: te all’anno (domiciliari, negli
la Ge- ospedali, nelle case di riposo,
rario). nelle carceri). Sono docuLa Rh ntentabili, perché ne prendiasanna
luglio:
luogh
ildesi.
il vi no,
Ila rei
iorgio
li e pit
önive
hiedert
ese, vii
e Pelli
mo nota e sappiamo che sono
ancora troppo poche. Ma il
nostro tempo, come quello di
tutti, è limitato. E non crediamo che ci sia bisogno di dire
quante siano le nostre serate
libere così come molti sanno
che non abbiamo il «giorno
libero». Forse tutto questo è
dovuto alla sbagliata impostazione del lavoro, al nostro
scarso rendimento, ma non
alla nostra pigrizia. Questa è
l’unica critica che non potremo mai accettare.
5) Infine un invito; non una
provocazione, ma un serio invito: la signora Rivoira (e chi
eventualmente la pensa come
lei) venga da noi per una settimana e ci segua semplicemente dal mattino alla sera
(tardi). Dopo sarà più benevola nel parlare di noi.
6) Per concludere: a dire il
vero ci sono occasioni in cui
si perde del tempo... come
quello impiegato per scrivere
questa lettera, in risposta a
una missiva dove erano assenti la fraternità e la voglia
di capire che per fare del male al prossimo e alla chiesa ci
vuole proprio poco.
Gianni Geme
Villar Pellice
Claudio Pasquet
Luserna S. Giovanni
Non è stato
tempo perso
Siamo dei membri della
Chiesa valdese di Villar Pellice: sul n. del 21 marzo abbiamo letto la lettera sulla partecipazione dei pastori a «Linea
verde» e desideriamo esprimere alcune considerazioni
in merito.
Non crediamo assolutamente che i pastori in questione abbiano accettato di
apparire sul piccolo schermo
per dire poi «c’ero anch’io» o
perché abbiano voluto dimostrare di «potere e sapere fare
tutto» ma piuttosto per cercare di dare un’idea, il più
esattamente possibile, di ciò
che è ora e è stata nel passato
la realtà valdese.
Pensiamo che il tempo dedicato alla preparazione della
trasmissione non sia stato
«tempo perso» poiché, anche
se molti valdesi avrebbero
desiderato un maggior approfondimento degli argomenti trattati, abbiamo ricevuto telefonate da amici lontani che hanno apprezzato il
programma proprio per quello che i nostri giovani pastori
hanno saputo e potuto dire
senza, ne siamo convinti, far
fare «brutte figure anche alla
onfix). .d
iti,
ntl
ilici
lA
12/A;
), 1;
giosa
APRILE 1997
Dirlo con un velo?
Islam
Perché sempre più donne musulmane
indossano il chador?
Primo Levi
Un’intervista a dieci anni dalla morte
Ebraismo
Pesach, festa della liberazione
Ecumenismo
Vescovi pellegrini in una chiesa valdese
Confmntv. tma copia Uro 8.000; abbonamento annuo lire 68.000;
'tótorélire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma,
biedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet: Http://hella.stm.it/market/scVhome.htm)
nostra chiesa». Per quanto riguarda la comunità di Villar
Pellice (ma siamo certi che la
stessa cosa vale anche per
San Giovanni) possiamo onestamente affermare che le
normali attività quali il catechismo e la scuola domenicale si sono svolte regolarmente e che gli ammalati
hanno avuto la visita del loro
pastore anche durante i giorni delle riprese di «Linea verde». Vogliamo ancora sottolineare che malgrado l’impegno di quei giorni, il nostro
pastore si è sempre preoccupato del verificarsi di situazioni particolari che richiedessero la sua presenza.
Lidia e Paolo Frache, Vanda
Michelin Salomon, Laura Michelin Salomon, Fiorella Davit, Ivonne e Giorgio Marletto,
Alma e Remo Dalmas, Silvia
Geymet, Ada e Italia Cairus
Le vere
brutte figure
Leggo sul n. 11 del 21 marzo la lettera della signora
Laura Rivoira di Angrogna e
subito rispondo: ha ragione,
signora Rivoira, quando parla
di necessità di coinvolgimento dei laici; auspicherei anch’io una maggior presenza
dei non pastori nelle attività
della nostra chiesa.
Però conosco molto bene
sia Claudio Pasquet sia Gianni Genre e posso dire, sfidando chiunque a smentirmi,
che se tutti i pastori, e non
solo quelli più giovani, facessero visite, catechismi, scuole
domenicali, come i due amici
sopracitati, le nostre chiese
sarebbero molto più unite
nel nome di Gesù Cristo. Se
talvolta i pastori si lamentano
di non avere tempo a sufficienza per il loro lavoro, la
colpa è propri di chi, laico,
non li aiuta, lasciando loro
tutte le rogne che noi non abbiamo voglia di affrontare.
Dove sono i laici? Nascosti
dietro l’ombra dei pastori.
E attenzione a parlare di
brutte figure; non le facciamo
con «Linea verde» che, a modo suo, è uno strumento di
dialogo con il prossimo, ma
le stiamo facendo con il nostro perbenismo che ci spinge a non vedere oltre il mondo in cui stiamo vivendo. Voglia il Signore sempre donarci modestia e spirito di comprensione verso il nostro
prossimo.
Tullio Parise
Luserna San Giovanni
Il parere
dei Concistori
1 Concistori di Luserna San
Giovanni e di Villar Pellice ritengono opportuno precisare
alcune circostanze circa la
partecipazione dei pastori alla trasmissione «Linea verde».
Siamo stati ampiamente
informati della richiesta rivolta ai pastori Genre e Pasquet
di essere parte attiva, pur
consapevoli che il tipo di trasmissione non era un ambito
particolarmente favorevole
per parlare della nostra storia
e della nostra fede. Avevamo
comunque espresso parere
favorevole e ci eravamo anzi
rallegrati di questa opportunità per farci conoscere.
1 Concistori ritengono infatti che, pur avendo le visite
e il lavoro con i giovani un
notevole posto con ottimi risultati nell’impegno dei loro
pastori, la risposta a sollecitazioni e domande dall’esterno delle chiese facciano parte
del ministerio pastorale, da
quando sono caduti i muri
del ghetto.
Inoltre ci rammarichiamo
che nessuna voce critica circa la partecipazione alla trasmissione sia emersa nell’
ambito dell’affollata riunione
di lunedì 17 marzo, indetta
proprio per una serena valutazione. In quella sede nessuno ha sostenuto che non si
dovesse partecipare alla trasmissione o che altri avrebbero dovuto impegnarsi in
essa.
I Concistori di Villar Pellice
e Luserna San Giovanni
«Getta il tuo /
pane sulle
acque...»
Quando domenica 16 febbraio a «Linea verde» ho seguito la trasmissione sui vaidesi, sono rimasta un po’ delusa. Il mio ragionamento
quasi immediato, però, vedendo che dominava il folclore, è stato che i registi e
conduttori avevano tagliato
gli interventi religiosi e storici
dei nostri pastori.
Comunque, qui desidero
ringraziare i pastori e tutti
quelli che hanno dedicato
tanto tempo per questa trasmissione che, proprio perché ridotta religiosamente,
mi ha fatto venire in mente il
versetto biblico «Getta il tuo
pane sulle acque perché molto tempo dopo lo ritroverai»
(Ecclesiaste 11, 1). A quanto
ho saputo più d’una persona
si è già interessata per conoscere meglio «questi valdesi»,
quindi non si è neanche dovuto aspettare molto tempo.
Ora tocca a noi, non solo ai
pastori, saper informare le
persone che ci chiederanno
delucidazioni sulla nostra fede e sulla nostra storia.
Edda Bounous
Luserna San Giovanni
Non sono io!
In riferimento alla trasmissione televisiva «Linea verde», e a seguito di alcune telefonate ricevute, tengo a
precisare che non sono l’autrice della lettera pubblicata
su Riforma del 21 marzo 1997
a firma Laura Rivoira di Angrogna.
Come vedova del pastore
valdese Lorenzo Rivoira desidero esprimere la mia solidarietà a tutto il corpo pastorale
della vai Pellice.
Con fraterni saluti
Laura Abbona Rivoira
Angrogna
Concludiamo con questo
numero il dibattito suscitato
dalla nostra lettrice. Rimane invece sempre aperta la
riflessione sul ruolo di laici
e pastori nelia vita e nella
testimonianza della chiesa.
cercate Riforma?
ecco gli esercizi commerciali che lo vendono
Librerie CLAUDIANA
Milano; via Francesco 6forza, 12/A; Torino: vìa Principe Tommaso, 1;
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Nei notiziari precedenti
abbiamo presentato il progetto Vitasoa, iniziativa di
promozione femminile nel
Sud del Madagascar, da sostenere per l’acquisto di 5
macchine per cucire e altro
materiale minore necessario
per iniziare l’attività. A gennaio eravamo giunti alla
metà della somma totale di 6
milioni che speravamo completare in questi mesi; in
realtà siamo solo a 3/4 (4 milioni e mezzo) che spediamo
subito per permettere l’avvio
del lavoro. Teniamo aperto
ancora per un paio di mesi
questo progetto contando
sulle vostre offerte per poter
inviare il saldo. Non mancano notizie che possono suggerire altre iniziative; ancora
una volta il Madagascar è stato colpito da un ciclone che
ne ha devastato il Sud-Est. Il
pastore Coìsson ci informa
che 1 destinatari delle mucche a Manzir nel Mozambico
hanno messo questa loro ricchezza a disposizione di tutto
il villaggio e non solo della
comunità evangelica; per
contro il numero dei capi si è
ridotto in quanto un bue è
annegato nell’ultima alluvio
ne e una mucca è morta di
parto. Probabilmente giungeranno altre segnalazioni
che valuteremo per proporre
un nuovo obiettivo, (f.d.)
SOMME PERVENUTE A
GENNAIO E FEBBRAIO 1997
£ 35.588; interessi 1996.
£ 400.000: Enzo Robutti.
£ 100.000: Olindo Bufalo; AG
San Germano; Maria e Lidia Vay; Mirella Argentieri
Bein; Mariella Bongardo.
£ 75.000: Sauro Gottafdi.
£ 50.000: NN Verbania.
£ 40.000: NNGG.
Totale £ 1.100.588
Totale precedente
£3.654.331
In cassa £ 4.754.919.
BILANCIO 1996
In cassa il 1-1-1996:
£3.620.413
Interessi 1995: £40.418
Offerte 1996: £ 12.493.500
Inviate a Agou-Gare (Togo):
£ 5.000.000
Inviate per risemina a Mazir:
£ 2.500.000
Inviate a Rijeka (Fiume):
£ 5.000.000
In cassa 1131.-12-96
£3.654.331
Totali a pareggio:
£ 16.154.331
;ta
:t Elena Vigliano e i
pastori stranieri
Vogliamo aggiungere ai
tanti altri il nostro lutto per la
perdita di Elena Vigliano. È
una perdita personale, perché Elena è stata una buona
amica, soprattutto durante i
nostri tre anni a Torino
(1985-1988). Negli ultimi anni era una voce familiare, rassicurante e utile quando abbiamo fatto delle telefonate
internazionali alla segreteria
di via Pio V.
Ma la sua presenza è una
perdita generale anche per la
Comunità di lingua inglese di
Torino, per TAmerican Waldensian Society e per la United Reformed Church Waldensian Fellowship di Inghilterra. Con i suoi doni nel
campo delle lingue Elena ha
aiutato tutti noi pastori stranieri in tanti modi, piccoli e
grandi. Aveva anche predicato molte volte per la Comunità di lingua inglese di Torino e per tutte le chiese locali
di Torino e della diaspora. Ci
sembra giusto dire (secondo
il senso deWhumour che era
di Elena stessa) che lei ha
meritato uno dei titoli solitamente attribuiti al papa: ministro dei ministri di Dio.
Donald e Elisabeth Fox
La Grosse, Wisconsin, Usa
M Candido
Da Pozzo
Lo scorso 18 febbraio, a 71
anni di età e dopo una lunga
sofferenza, è morto il domenicano Candido Da Pozzo,
già parroco della parrocchia
di Mazzetta, professore di
Teologia morale, delegato
diocesano per l’ecumenismo.
Insieme al pastore metodista Gino Manzieri, Candido
Da Pozzo iniziò per primo a
La Spezia riunioni regolari di
studio biblico ecumenico nel
1967. La sua azione ecumenica condusse alcuni spezzini a frequentare le riunioni
estive del Sae a La Mandola e
formò ecumenicamente giovani generazioni cattoliche
della città. I suoi contatti regolari con la comunità metodista apportarono significativi progressi nel dialogo ecumenico locale.
L’amicizia fraterna con il
pastore Mario Sbaffi e con altri pastori metodisti, avventi
sti e battisti si tradussero in
due importanti eventi. In occasione del Sinodo diocesano
(1985) avvenne quella che
oggi si chiama a giusto titolo
«riconciliazione delle memorie»; per la prima volta la locale Chiesa cattolica riconobbe l’importanza della presenza evangelica in una piccola
città che deve alle scuole e
all’azione sociale di avventisti, battisti, metodisti. Fratelli
e ultimamente pentecostali
una qualche gratitudine. Tale
riconoscimento fu possibile
anche per l’azione ecumenica di Candido Da Pozzo che
per primo, in ambito cattolico, ha compreso e valorizzato
le chiese evangeliche locali
nella diversità dei doni concessi dallo Spirito.
Il secondo evento è legato
all’insegnamento teologico di
Candido Da Pozzo: dagli anziani (la Liguria è anziana) ai
giovani incontrati all’oratorio
e alle scuole teologiche, un
unico insegnamento ecumenico. Il nostro fratello Candido ha molto sofferto, anche a
causa deH’ecumenismo che
gli costò la perdita della parrocchia e qualche anno di
emarginazione; la sua costanza sono il miglior ricordo che
ci ha lasciato (II Corinzi 6, 4).
Eugenio Stretti
Castel Gandolfo
Il pastore Emmanuele Paschetto comunica il suo
nuovo indirizzo: via Tiraboschi 20, 10149 Torino; telefono 011-259167.
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1997
normale £ 45.000
sostenitore £ 90.000
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«3 copie al prezzo di 2»
£ 90.000
cumulativo GE/Confronti
£ 90.000
versamenti da effettuare sul
ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via P.Lambertenghi, 28
20159 Milano
24
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 4 APRILE 1%
Prima del Congresso a Strasburgo
Le chiese d'Alsazia dicono no
alle idee del Fronte nazionale
I cattolici e i protestanti
d’Alsazia, nonché una sessantina di associazioni e movimenti, si sono mobilitati
per manifestare il loro disaccordo con le idee di razzismo
e di esclusione propagandate
dal Fronte nazionale, il partito di estrema destra francese
che ha tenuto il suo congresso nazionale a Strasburgo durante il week-end di Pasqua.
Dopo le elezioni presidenziali del 1995, nelle quali alcuni
villaggi del Nord dell’Alsazia,
in maggioranza protestanti,
avevano votato dal 25 al 30%
per l’estrema destra, è nato
«Comprendere e impegnarsi», un movimento di riflessione ecumenica lanciato da
laici e da alcuni pastori. Per il
week-end di Pasqua, «Comprendere e impegnarsi» ha
proposto un digiuno, dalle 8
del Venerdì Santo alle 15 della domenica.
Lo scopo dell’iniziativa comune era multiplo: «Denunciare pubblicamente l’ideologia di estrema destra del
Fronte nazionale», esprimere
il timore «di vedere svilupparsi [in Francia] un movimento fascista e neonazista»,
manifestare la «solidarietà
con le persone vittime» di
coloro che sostengono l’esclusione; ma prima di tutto,
ha spiegato il pastore Pierre
Kopp, uno dei promotori del
movimento, questo digiuno
voleva essere un segno di
pentimento: «Volevamo dire
che in quanto chiesa, fin
dall’inizio, abbiamo fallito,
perché il nostro messaggio
non è passato. Non siamo
stati abbastanza attenti alle
sofferenze della gente, che
ha dato il proprio voto all’estrema destra».
11 Consiglio pastorale cattolico e il Consiglio protestante della comunità urbana
di Strasburgo si sono fatti
promotori di due azioni: una
veglia ecumenica di preghiera, e la diffusione di un «dépliant» a colori che ribadisce
alcune convinzioni cristiane
contrarie alle tesi del Fronte
nazionale, tirato a 25.000 copie e distribuito all’uscita
delle chiese protestanti e cattoliche della regione. In un
messaggio pasquale comune,
i vescovi di Strasburgo e di
Metz, i presidenti della Chiesa della confessione augustana (luterana) e della Chiesa
riformata d’Alsazia e di Lorena nonché i due responsabili
delle comunità evangeliche
hanno ribadito: «Perché il
Crocifisso risuscitato si è fatto una volta per tutte il capro
espiatorio di tutti gli odi, di
tutte le esclusioni, di tutti i
disprezzi, il cristiano non
può più accettare che qualcuno (...) venga designato
puramente e semplicemente
come capro espiatorio».
D’altra parte una dichiarazione comune di ebrei e cristiani è stata resa nota il 27
marzo; sottoscritta dai tre
grandi rabbini d’Alsazia-Lorena, dai presidenti delle due
chiese protestanti e dai responsabili della Chiesa cattolica, essa ricorda che «le
grandi affermazioni del nostro Libro comune (...) sono
in opposizione assoluta con
qualsiasi affermazione di una
disuguaglianza delle razze,
fondamento del razzismo e
dell’antisemitismo». (eni)
Dichiarazione comune a Ginevra
No airantisemitismo
al razzismo e alla xenofobia
1 segretari generali di quattro organismi di chiese aventi
sede a Ginevra hanno condannato «il razzismo che esiste in Europa e nelle nostre
chiese» e messo in guardia
contro «lo spettro dell’antisemitismo» che «torna nuovamente ad aggirarsi per l’Europa». Jean Fischer, della
Conferenza delle chiese europee (Kek), il pastore Ishmael Noko, della Federazione luterana mondiale (Firn),
il pastore Milan Opocenskij,
dell’Alleanza riformata mondiale (Arm), e il pastore Konrad Kaiser, del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec),
hanno reso noto, il 19 marzo
scorso, una dichiarazione comune in occasione della
Giornata internazionale dell’Organizzazione delle nazioni unite per l’eliminazione
della discriminazione razziale, celebrata il 21 marzo.
L’anno 1997 è stato designato «Anno europeo contro
il razzismo» daH’Unione europea e «Anno ecumenico
della solidarietà delle chiese
con gli sradicati» dal Cec. «11
fatto che questo flagello continui ad esistere è un’offesa
fatta al ministero di Gesù
Cristo», hanno affermato i
quattro segretari generali.
Pur sottolineando che moltissime chiese «hanno dimostrato un grandissimo coraggio nelle loro azioni di solidarietà con le vittime del razzismo e della xenofobia», i
segretari citati hanno chiesto
di «rinnovare il nostro impegno nella lotta contro il razzismo e di raddoppiare gli
sforzi in questo campo».
«È con viva apprensione
che vediamo persone e partiti politici accettare con sempre maggiore facilità le organizzazioni che portano avanti
concezioni razziste - hanno
dichiarato i responsabili delle
chiese-. In tutta Europa, gli
immigrati e i rifugiati diventano capri espiatori e vengono resi colpevoli della disoccupazione, della delinquenza
e di un’infinità di altri problemi ma a preoccuparci non
è soltanto il razzismo che colpisce gli immigrati.
Molte persone nate in Europa da matrimoni misti sono anch’esse oggetto di discriminazioni per via del colore della loro pelle. Lo spettro dell’antisemitismo (...)
mette in evidenza una reticenza preoccupante nel
guardare al passato con piena franchezza e con spirito di
pentimento. È essenziale per
noi cristiani opporci attivamente alle azioni e ai discorsi
antisemiti, da qualunque
parte provengano».
Ricordando che «il razzismo è particolarmente perverso perché si infiltra nel più
profondo della nostra società» Jean Fischer, segretario
generale della Kek, ha esortato la chiesa a manifestare
«meno indifferenza e più impegno». La chiesa, ha detto
Jean Fischer, «dovrebbe presentare un volto umano a
tutte le vittime del razzismo e
della xenofobia... Vorrei che i
cristiani tendessero loro la
mano, che portassero loro
calore umano e li proteggessero quando vengono attaccati, aggrediti o trattati come
se non fossero del tutto degli
esseri umani». (eni)
Premio Templeton per la religione
India, premiato il fondatore
del movimento «swadhyayai
Il Premio Templeton per
l’anno 1977 per il progresso
in religione è stato assegnato
a Pandurang Shastri Athavale, fondatore del movimento
interreligioso swadhyaya, il
cui messaggio viene seguito
da milioni di persone, in India e in altri paesi.
Pandurang Shastri Athavale, nato nel villaggio di Roba,
a sud di Bombay, nel 1920,
abita e lavora a Bombay. I
membri del suo movimento
lo chiamano rispettosamente
«dada» («vecchio fratello»). A
New York, dove si è recato
per l’annuncio dell’assegnazione del Premio, era accompagnato dalla figlia unica,
Jayashree Athavale-Tawalkar, che viene chiamata
«didi» (sorella), che lavora
con lui e lo ha rappresentato
in varie occasioni, ad esempio nel 1993 in occasione del
Parlamento delle religioni
mondiali a Chicago.
Il Premio è stato creato nel
1972 da John Templeton (un
finanziere originario dagli
Usa che oggi vive nelle Bahamas e ha acquisito la cittadinanza britannica) per premiare le realizzazioni nel
campo della religione. Più
elevato di quello dei Premi
Nobel, l’ammontare del Premio Templeton, che lo scorso
anno era di 700.000 sterline, è
passato quest’anno a 750.000
sterline (1.207.500 dollari).
Pandurang Shastri Athavale è stato scelto da una giuria
internazionale, interreligiosa, che comprendeva il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli (ortodosso), l’ex
presidente Usa, George Bush
(Chiesa episcopale) e Ni
chiko Niwano, presidenti
dell’organizzazione buddisti
laica Rissho Kosei-kai.
Anche se proviene dam
ambiente indù e trae la prò.
pria ispirazione dalle Scritto.'
re indù, Pandurang Shasttj
Athavale considera tutte li
religioni e i loro membri si)
un piano di parità. «Vedo sol- #
tanto esseri umani» ha afferimato all’agenzia eni. Ha foti.^
dato il suo movimento nel
1954 insieme ad altri 19 collaboratori in alcuni villaggi vj.
cini a Bombay. Oggi i colla,
boratori sono 200.000 e il loro
messaggio viene seguito da
milioni di persone nella maggior parte delle province
dell’India e di altri paesi. Noni
c’è alcuna organizzazione uf-f
ficiale né impiegati salariati,Il movimento non ha mai ac-i
cettato denaro dallo stato. !
Il nome di Pandurang Shastri Athavale è stato fatto da
Betty Unterberger, docente]
di storia all’Università A. eM.
del Texas, specialista in stoiii
dell’Asia e dell’Europa orientale. Betty Unterberger, chej
è recata tre volte in India, ha
potuto constatare che «grazie
agli insegnamenti di “dada",
delle vite erano cambiate; le
barriere delle caste sono cadute, come sperava Ganàtó
che però non vi era i iuscito.
Nei villaggi, i giochi d’azzardo e le violenze familiari sono scomparsi, soprattutto
nelle comunità di pescatori*.
La cerimonia di conferimento del Premio avrà luogo
il prossimo 6 maggio a Lon
dra. Per festeggiare il 2-5" an
niversario del Premio, laceri-;
monia si svolgerà ne!l’abba-|
zia di Westminter. iemO
Perché forma donne e uomini
responsabili, capaci di
contribuire allo sviluppo del
proprio paese e di affermare i
valori della democrazia e della
persona umana.
Ma in Italia e nel mondo ci sono
oltre 130 milioni di bambini che
non hanno mai frequentato una
scuola o la devono abbandonare
prima del previsto. Così
sviluppo, democrazia, diritti
saranno per loro parole
prive di significato.
Per questo le chiese valdesi e
metodiste hanno deciso di
investire una quota dell’otto per
mille, a loro esplicitamente
destinato dai contribuenti,
per sostenere progetti di
cooperazione allo sviluppo, di
educazione di base, di
promozione della cultura della
pace da realizzarsi in Italia e nei
paesi del Sud del mondo.
Lo faranno in collaborazione
con organismi ecumenici,
istituzioni locali, associazioni di
volontariato che hanno maturato
significative esperienze in
questo campo.
Tutti i fondi
deli’8 per mille
destinati alle
chiese valdesi e
metodiste
saranno
investiti
esclusivamente
in progetti
sociali,
assistenziali,
umanitari e
culturali in Italie
e all’estero.
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-4743324
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