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Anno 120 - n. 6
10 febbraio 1984
L. 500
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Sig. Elio
Via Caiuti Liberta’ 3
10066 TCRRB PELLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
J
(ft
Punti
di vista
Se si persiste a considerare il
Concordato come un trattato internazionale malgrado il fatto
che incida direttamente su tanti
aspetti della vita quotidiana della stragrande maggioranza dei
cittadini italiani, può anche essere formalmente corretto il fatto che sia stato sottoposto al
Parlamento non già U testo del
nuovo Concordato bensì le linee
programmatiche (che tuttavia a
detta di un esperto come l’on.
Guerzoni potrebbero andar bene
per presentare’ indifferentemente qualsiasi delle 5 bozze conosciute). Se invece si considera la
sostanza della posta in gioco riesce molto più dìfflcUe ammettere
questa procedura, tanto più che
in sostanza con essa il Parlamento è messo di fronte ad un mezzo fatto compiuto. I gruppi presentatori dell’odg con cui il Presidente del Consiglio è stato autorizzato a concludere le trattative hanno infatti offerto al Parlamento una scatola chiusa che
si aprirà soltanto al momento
della ratifica del nuovo Concordato, quando un voto contrario
avrebbe un peso politico infinitamente più rilevante di quanto
non avrebbe avuto un voto contrario al momento del dibattito
sulle linee programmatiche e diventa perciò una pura ipotesi
teorica.
E’ quindi legittimo chiedersi
come mai questa procedura (per
non parlare dei contenuti del
« nuovo » Concordato), sia stata
accettata e anzi fatta propria
dal Partito comunista che ha assunto il ruolo di co-presentatore
dell’odg insieme ai partiti di governo, escluso il coerente PLI.
Questa domanda mi sembra avere solo due risposte possibili. O
i comunisti sono in ritardo di
quasi quarant’anni e non si sono
accorti che rispetto al 1947 il
paese è cresciuto tanto che un
voto contrario sul Concordato
non sarebbe più un trauma per
nessuno, o la loro scelta è conseguenza di un calcolo politico.
La prima appare francamente irreale e non resta che la seconda.
Se così è, ai comunisti è necessario ricordare in questa occasione che il calcolo politico
non può essere tutto per un partito politico. Vi sono lineamenti
ideali che sono parte della fisionomia di ogni grande partito e
ogni calcolo politico deve fare ì
conti anche con questi lineamenti che rappresentano l’immagine
e l’identità del partito stesso. Se
«n partito fa delle scelte che
contraddicono la propria immagine e identità potrà anche raggiungere qualche risultato neUo
immediato, ma alla lunga non
potrà non pagare un pesante
prezzo di appiattimento e sbriciolamento della propria realtà.
Per il PCI la laicità dello stato
è uno di questi lineamenti ideali irrinunciabili e l’incapacità dimostrata in questa occasione di
condurre una battaglia coerente,
come in altre occasioni aveva
fatto, per esempio sul tema del
divorzio e dell’aborto, dimostra
che il PCI sta perdendo la propria Immagine e identità. Non si
dovrà meravigliare se perderà di
conseguenza le adesioni di chi
non ha rinunciato a sperare e
lottare per la laicità dello stato
come condizione irrinunciabile
per una vera libertà.
Franco Giampiccoli
UN APPELLO A SOSTENERE UN POPOLO VERSO CUI SIAMO IN DEBITO
Eritrea, un paese dimenticato
Centinaia 6\ migliaia (Ji persone sopravvivono con una dieta ben al di sotto del minimo vitale
in una situazione resa ancor più precaria dalla repressione armata etiopica - Fino a quando?
Dire Eritrea oggi, significa pronunziare un nome pressoché dimenticato dalla maggior parte
degli italiani, e forse addirittura
sconosciuto a molti.
Eppure soltanto sei o sette anni fa i nostri maggiori quotidiani ne parlavano spesso, perfino
in prinia pagina. Era il momento'
ili cui il regime militare di Addis Abeba aveva perso terreno e
a mala pena controllava un paio
di centri maggiori della zona. Poi
c’è stato l'aiuto massiccio ricevuto dairURSS, l’interessato di
turno nella regione dopo gli USA
che con la rivoluzione del 1974
avevano perso il loro alleato
Hailé Selassié; e così la situazione si è volta in parte a favore
delle truppe governative.
Tuttavia scontri, bombardamenti, avanzate, ritirate, distruzioni, morti e profughi (un milione) si sono susseguiti ininterrottamente, eppure l’Eritrea non
fa più notizia, tanto che non di
rado mi son sentito dire: ma lì
tutto è finito vero? ed erano persone attente agli avvenimenti internazionali!
La carestia
In Eritrea sono tornato l'estate
scorsa, dopo sei anni, inviato dal
la Federazione luterana mondiale, come osservatore di un’attività di soccorso alle popolazioni
colpite dalla carestia. Perché, oltre alla guerra, in Eritrea da
ben tre anni c’è anche la siccità.
Purtroppo l’Eritrea non è sola
ad avere il triste privilegio di
scarsi'ssirhe piogge, le altre province limitrofe deH’Etiopia si
trovano nella stessa condizione.
Le stime ufficiali danno l’enorme
cifra di quattro milioni di persone colpite dalla siccità in Eritrea e nel Tigrai. La comunità
internazionale si è già mossa,
memore di quanto era successo
in quelle stesse zone dieci anni
fa, allorché il governo del deposto e ora defunto imperatore
aveva taciuto la portata della
tragedia (quattrocentomila morti per fame).
Oggi gli aiuti affluiscono, però
non sono adeguati e la situazione interna del paese non fa che
complicarne la distribuzione. Durante la mia permanenza ho tuttavia potuto constatare come fra
mille difficoltà, il vicariato apostolico (cattolico) abbia mobilitato le sue risorse per assistere,
nei centri sotto il controllo governativo, almeno cinquantamila
persone. Anche la piccola chiesa
evangelica (settemila membri),
che — se anche noi non abbiamo
Profughi per fame
arrivati dal Tigrat
Centrale presso un
punto di distribuzione
di viveri
dell’organizzazione
REST operante
nell’ovest del paese
la memoria corta — dovrebbe
ricordarci il nostro passato impegno con lei attraverso la presenza di quattordici missionari
GIOVANNI 3: 30
Diminuire^ perchè Cristo cresca
Un giorno alcuni giudei andarono da Giovanni Battista e
gli dissero: « Guarda, quel Gesù
di Nazareth che è venuto da te
per essere battezzato, ora egli
stesso battezza la gente ». E Giovanni Battista (che aveva riconosciuto in Gesù il Messia di
Israele, « l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo ») rispose loro con le parole che si
trovano in Giov. 3: 30: « E’ lui
(Gesù) che deve diventare importante. Io invece (Giovanni)
devo mettermi in disparte ».
Giovanni Battista, che Gesù
aveva indicato come il più grande dei profeti, aveva un compito
preciso: quello di « preparare la
via del Signore », di precedere il
Cristo, che era già in mezzo al
suo popolo. Aveva il compito di
aiutare i figli di Israele a confessare i loro peccati e ravvedersi per essere pronti ad accogliere
il dono della grazia di cui avevano bisogno per essere salvati.
E questo compito del Battezzatore ora, appunto, era giunto a
termine. Ora, il Messia che doveva venire era in mezzo al suo
popolo. Ora essi (tutti!) avevano bisogno di ricevere gratuitamente, mediante la fede, i doni
della grazia del Signore per avere in loro la pace e la gioia del
loro Salvatore e servirlo in novità di vita.
E perciò, ora era necessario
che egli, Giovanni, si mettesse
da parte e Gesù diventasse « importante », di fronte a chiunque
e qualunque cosa al mondo. Affinché nessuno e nessuna cosa
al mondo potesse privare gli uomini (i credenti) della gioia del
loro liberatore e Signore. E affinché nessuno e nessuna cosa al
mondo potesse impedire agli
uomini (ai credenti) di vivere la
vita della loro speranza e della
loro consolazione. « E’ lui, il Signore, che deve diventare importante. Io invece devo mettermi da parte ».
E oggi le cose non stanno diversamente. In Giov. 14: 18-19,
Gesù dice alla sua chiesa: « Non
vi lascerò orfani, tornerò da voi.
Fra poco il mondo non mi vedrà
più ma voi mi vedrete ». E in
Matt. 28: 20, il Signore risuscitato dice ai suoi, alla sua chiesa:
« Sappiate che io sarò sempre
con voi, tutti i giorni, sino alla
fine del mondo ».
Il Signore dunque, che al presente opera con la sua parola e
10 Spirito suo Santo, è presente
egli stesso nella sua chiesa. Egli
stesso è in mezzo a noi che
siamo chiamati ad edificare la
chiesa e a compiere l’opera di
evangelizzazione servendoci dei
doni che egli ci affida per tale
scopo. Secondo, appunto, corde
leggiamo nell’epistola agli Efesini (ma non soltanto lì): « E’ proprio lui (il Signore) che ha dato
diversi doni agli uomini: alcuni
11 ha fatti apostoli, altri profeti,
altri evangelisti, altri pastori e
maestri...» per « costruire il corpo di Cristo ».
Ebbene, se qualcuno di noi,
chiunque egli sia, dimenticasse
di essere un semplice servitore e
incominciasse ad usare il dono
ricevuto non per annunciare il
Signore ma per mostrare se
stesso come qualcosa di importante, di grande; e incominciasse
ad imporre agli altri la propria
autorità, ecc., priverebbe la chiesa del volto del Signore e dei doni della sua grazia.
Così pure, una chiesa in cui
ciascuno reclamasse per sé qualche primato, qualche privilegio,
rispetto agli altri fratelli, diventerebbe (o resterebbe) una chiesa divisa, e sempre minacciata
di essere anche completamente
dispersa.
Ma se al contrario, ciascuno di
noi serve il Signore con umiltà
e fedeltà, secondo il dono particolare ricevuto, allora il Signore
e lui solo resterà « importante »
in tutto e in tutti. Allora i doni
della sua grazia arriveranno agli
uomini ai anali sono destinati. .
Allora la chiesa sarà edificata.
Allora la chiesa ritroverà la sua
unità nella ricchezza della varietà
dei doni della grazia. Allora tutti
insieme innalzeremo la nostra lode a Colui che solo è il nostro
Signore e liberatore del mondo.
Alessandro Vetta
(Dalla predicazione tenuta nel
quadro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in una chiesa cattolica di
Susa).
nell’arco di ottanta anni, anche
questa piccola chiesa ha fatto degnamente la sua parte nella distribuzione scrupolosa di aiuti
affidatile dalla Federazione luterana mondiale, della quale la
chiesa è membro.
Ma quanti sono coloro che non
hanno ricevuto aiuto alcuno, o
l’hanno ricevuto soltanto saltuariamente (cosa direste se vi toccasse di mangiare un giorno sì e
cinque no)? Le cifre ufficiali dell’Agenzia etiopica di soccorso dicono che nel 1983 dei 535 mila
accertati, 106 mila o al meglio
160 mila avevano ricevuto Qualche forma di soccorso. E gli altri? E ancora, che cosa ne è dell’altro milione di persone colpite
dalla carestia secondo i dati dell’Agenzia di soccorso del movimento di liberazione eritreo? Durante il mio sopsiorno in Asmara
(la capitale delTEritrea), mi erano giunte voci di distribuzione
Bruno Tron
(continua a pag. 12)
SOMMARIO
□ Sette pregthiere, di F.
Giampiccoli, p. 3
□ Nel cuore della Ciociaria, p. 5
□ Discutiamo le linee
del nuovo Concordato,
pp. 6-7
□ Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, p. 8
n Riconquistare il lavoro artigianale, di G.
Platone, p. 10
□ Il volto di un paese
rinato, di E. Costantino, p. 12
2
2 fede e cultura
10 febbraio 1984
DUE OPERE RECENTI
Per capire Israele
La Storia del sionismo dal progetto di HerzI alla sua realizzazione nel
1948 - Lo stato di Israele spogliato dei suoi miti nel bene e nel male
Per chi intende affrontare il
problema ebraico suggerirei, in
successione cronologica, due recenti pubblicazioni entrambe realizzate da giornalisti. Ma non rappresentanti di im giornalismo
sensazionale o a rimorchio di
mode cultiu'ali. Si tratta di due
pubblicazioni serie e documentate.
Il primo libro è di Rosellina
Balbi dal significativo titolo
«Hatikvà (in ebraico "speranza”),
il ritorno deeli ebrei nella terra
promessa ». E nasce da una serie
di articoli apparsi su "La Repubblica” concernenti la storia del
sionismo e da ima conseguente
serie di approfondite conversazioni con studenti di un liceo
ebraico romano. La Balbi scrive
e discùte con gli studenti nei m^
si dell’attacco terrorista alla sinagoga di Roma. La tensione era
alle stelle e lo si avverte anche
tra le righe di questa vivace ricostruzione storica del sionismo,
una corrente di pensiero ebraico
che non si è esaurita con il ritorno degli ebrei a Sion d’altura
presso Gerusalemme) e senza la
quale tuttavia oggi non ci sareb1^ Israele.
L'opera in questione parte, con
im linguaggio vivo e coinvolgente, dalle vicende dell’ebraismo
ottocentesco. Dalla sua partecipazione attiva ai movimenti rivoluzionari europei (ecco un capitolo generalmente ignorato dal
grande pubblico) sino ai movimenti antisemiti anche di sinistra (si pensi alle parole (fi Pierre J. Proudhon: « l’ebreo è il ne
Gioventù
Evangelica
anno XXXIII - n. 84 - dicembre 1983
editoriale: Libano: la guerra dietro l'angolo. di Sergio Ribet
studio biblico: Ritorno dall'esilio, di
Francesca Spano
PROTESTANTESIMO
L'attualità di Lutero, di Giorgio Tourn
Il lucignolo fumante: una comunità battista nel Sud d'Italia, di Renato Malocchi
PACE E DISARMO
Speranza di pace e culture di guerra,
di Ezio Ponzo
CONGRESSO EGEI
Annunciare la Parola vivente contro gli
idoli di morte
Dalla relazione del Consiglio
Dalla relazione dei revisori
Il saluto della comunità cristiana di base di Pinerolo
Le mozioni del VII Congresso
gioventù evangelica, via Luigi Porro
Lambertenghi, 28 - 20159 Milano sottoscrizione per M 1984: annuale L,
12.000 - estero L. 15.000 - sostenitore
L. 20.000 - versamenti sul ccp 35917004
fughi palestinesi, ai confini di
Israele, al rapporto drammatico
e bellico tra due popoli cugini
che non riescono a trovare il necessario punto di equilibrio.
Qualche ora dopo le parole (fi
David Ben Gurion: « Tendiamo
la mano dell’amicizia, della pace
e del buon vicinato a tutti gli
Stati che ci circondano e ai loro
popoli e li invitiamo a cooperare per il bene di tutti con la nazione ebraica indipendente.;. »
scoppiò la guerra del 1948 contro l’«entità sionista». Doveva essere un secondo ol(x:austo. Ma
le sorti della guerra furono favorevoli ad Israele ohe da allora è diventato famoso come potenza militare di primo piano nel
quadro medio-orientale. La Balbi ci aiuta a ripercorrere le radici storiche e religiose del ritorno
di un popolo nella terra dei padri. « Erez Israel »; una soluzione che ha creato indubbiamente
nuovi problemi nel mondo arabo realizzandosi in un determinato modo ma che è pur sempre passibile di mutamenti di
rotta decisi col metodo democratico, dato che a Gerusalemme
c’è un parlamento e non un dittatore fanatico.
Lo ’’Stato di Israele”
mico del genere umano; bisogna
rimandare questa razza in Asia,
o sterminarla ») e all’affare Dreyfus ohe spingerà il trentacinquenne Theodor Herzl a scrivere « Lo
Stato ebraico » in cui si afferma
la necessità di arrivare a uno
Stato ebraico come soluzione del
problema ebraico.
Il sogno del «visionario» Herzl
si realizzerà molto tempo dopo
la sua morte: nel maggio 1948
David Ben Gurion proclamerà
l’indipendenza dello Stato di
Israele. Ma prima di allora
l’ebraismo conoscerà sofferenze,
stragi, tensioni anche al suo stesso interno per giungere ad un
risultato politico che a quaranta
^rrni di distanza continua a far
discutere per le sue tragiche implicanze; dal problema dei pro
L’altro libro parte da dove arriva il primo, è quello di Nicola
Garribba, « Lo Stato di Israele »
oggi al centro di molte polemiche. Perché? Forse perché per la
prima volta, con imo stile piano
e documentatissimo, una chiara
pubblicazione di sinistra (nella
stessa collana curata da 'Tullio
de Mauro ha trovato posto di recente anche il fortunato « Lutero » di Mario Miegge) sfronda i
luoghi comuni sull’ebraismo.
« Scopo di questo libro — dice
Garribba — è quello di arrivare
a smitizzare Israele nel bene e
nel male, considerarlo un paese
come tutti gli altri, un paese reale, con luci e ombre, un paese che
può essere visto di volta in volta,
come un paradiso o come un inferno ».
Ho letto questo libro e mi pare
che la novità maggiore stia nel
fatto che l’autore espone il caso
Israele precisando che le responsabilità non sono sempre e comunque di parte israeliana ma
anche araba e palestinese. Del
Giuseppe Platone
Insoma amor o güera?
’na sera, che passavo a l’Abazia,
posto caro ai morosi d’ogni età,
sentio ’na discussion go tra ’na fia
e sò moroso, frase butae là:
— Ti voi lasseume per im’altra tosa...
— Ma no, Catina, ti sarà mia sposa...
— Busiaro... — Cara... — Moro drento a sera...
E mi pensavo: Insoma, amor o güera?
Ma un'altra scena fra dei contendenti
se leze de continuo sui zornali:
Governi che voi far i prepotenti
proprio come i morosi, tal e quali.
— Ti voi armarte... — No, gnanca per sogno...
— Mi vogio pase... — E mi ghe n’o’ bisogno...
— Mi sò el più forte in cielo, in mar in tera...
E el mondo pensa: Insoma, amor o güera?
Una risposta a sta domanda qua?
Basta el Vangelo lezar ben pulito,
e in pratica po’ metarlo, se Sà,
là, dove che '1 Signor n’ha lassà dito:
« Amè ogni esser uman come un fradelo...
Amè anca el nemigo, sì, anca elo... ».
Alora sì, sarave pase vera!
Nessun dirave; Insoma, amor o güera!
Arturo Bogo
BIOGRAFIE
La Virginlana
resto — come ha notato lo stesso Garribba in una intervista che
gli ha fatto il GRI mercoledì 18
gennaio — anche in Italia le centrali sindacali (juando promuovono oggi un dibattito sui problemi medio-orientali non invitano più soltanto arabi o palestinesi ma anche israeliani. In
sostanza anche la sinistra sta rivedendo le proprie posizioni e
questo libro ne è un sintomo evidente. Dunque un libro che in
sostanza mancava nel panorama
im po’ troppo in bianco e nero
della letteratura e saggistica sui
problemi medio-orientali.
Ricchi di tabelle, dati, cartine,
i quattordici capitoletti del saggio di Garribba toccano i pimti
essenziali del giovane Stato di
Israèle. Alla fine della lettura,
credo, si dispone di elementi
obiettivi per esprimere una propria valutazione. E anche l’autore aspetta la fine del libro per
dire la sua. Quando lo fa, in poche righe, punta tutte le sue carte sul partito della pace. Sui
quattrocentomila che a Tel Aviv
scesero in piazza contro le frange terroriste palestinesi e il partito dei falchi israeliani. E’ la
ragione e il dialogo che debbono
trionfare, più delle bombe sugli
autobus o dei moderni carri armati, se si vuole davvero giungere al reciproco riconoscimento
dei diritti dei popoli.
Credo che il contributo di Garribba sia utile per capire il prò
blema. Non si tratta però di un
libro freddo e distaccato. E’
scritto dal di dentro, trapela una
simpatia per un popolo che ha
sofferto come pochi e che, pur
tra errori, ha diritto ad una sua
esistenza. Filosionismo? No,
piuttosto la dimostrazione scientifica che oggi in Israele la ragione non sta tutta da una parte o
daH’altra. Ed è quello che mi
aveva già detto un medico evangelico dell’ospedale arabo di Nazareth che vive da trent’anni in
Israele: « più vivo in questo Paese e meno ho voglia di giudicare. Mi è sufficiente capire e aiutare il prossimo di qualsiasi
"tribù” ».
Rosellina Balbi, Hatikvà, Laterza,
Bari 1983, pp. 167, Lire 10.000.
Nicola Garribba, Lo Stato di Israele,
Editori Riuniti, Roma 1983, pp. 157,
Lire 5.000. Serie « Libri di base ».
1802: lo scandalo di un’accusa
contro Thomas Jefferson, popolare terzo presidente dopo Washington e Adams, uno dei « padri fondatori » degli Stati Uniti
d’America, scuote la giovane nazione.
L’accusa che gli viene rivolta
dai giornali è grave, a quell’epoca e in quel luogo: Jefferson ha
trasgredito alle leggi non scritte
e spesso non osservate, ma tuttavia ipocritamente ferree, degli
stati schiavisti: da una quindicina d’anni, dopo la morte della
moglie, convive con una giovane
schiava mulatta, con la quale ha
fondato una famiglia illegale e
irregolare, clandestina ma in
realtà ben nota a tutti.
Lo scandalo per poco non costa a Jefferson la sua carica, ma
il presidente rifiuta di placare
Topinione pubblica vendendo
Sally Hemings e i suoi figli.
«La Virginiana » («Sally Hemings », appunto, il titolo originale) è la biografia in forma
di romanzo di questo personaggio storico poco noto, vittima
quasi di una congiura del silenzio
da parte di molti storici che preferiscono non offuscare con ombre di illegalità la figura dell’eroe
nazionale. L’autrice, una poetessa e scultrice americana eli colore , discendente a sua volta da
una famiglia di schiavi, ha esaminato numerosi documenti dell’epoca (memoriali, giornali, manoscritti di archivi e biblioteche
di stato) traendone materiale per
un libro interessante e talvolta
appassionante, che si legge volentieri.
L’autrice lo propone, e la presentazione editoriale lo conferma (ma attenzione alla prefazione sui risvolti di copertina: contiene parecchie imprecisioni) come un parallelo fra schiavitù e
condizione femminile, ma il libro può essere lètto secondo diverse chiavi di lettura: come una
storia d’amore pura e semplice,
un amore tale da superare differenze di età, di condizione, pregiudizi e ostacoli sociali; come il
ritratto di una donna e insieme
del suo difficile conflitto fra sentimenti personali e risentimento
di tutto un popolo ridotto in
schiavitù, del quale fa parte. Ma
anche come una colorita rappresentazione di ambiente nella descrizione della vita a Monticeli,
la tenuta di Jefferson in Virginia, in cui schiavi e padroni vivevano gomito a gomito e tuttavia divisi da una linea impercettibile ma ben netta, pur nell’intreccio fra bianchi e neri, fra
servi e parenti, una mescolanza
di colori e generazioni in cui solo l’anagrafe poteva distinguere,
giacché negli incroci di relazioni
e parentele alcuni « negri » avevano occhi blu e capelli rossi, e
gli ospiti erano serviti a tavola
da uno schiavo con i lineamenti
del presidente; Sally stessa era
sorellastra (illegittima, naturalmente) della moglie morta di
Jefferson, perciò zia — ma coetanea — delle sue figlie, compagna di gioco e insieme cameriera delle bambine bianche, poi
loro rivale, nella nuova posizione
di concubina, per il governo della
tenuta, poiché Sally, ufficialmente schiava, era anche in realtà la
riconosciuta padrona di casa.
E il libro può anche essere letto come la storia di un’incoerenza; quella di Jefferson, uno dei
fondatori dei liberi Stati Uniti,
uno degli estensori della Costituzione, che in varie occasioni si
era pronunciato contro la schiavitù, ma che non aveva liberato
la sua donna nemmeno nel testamento; che a Monticello aveva
creato una comunità nel cui clima familiare tutti avevano parte,
ma che aveva permesso che alla
sua morte — e anche prima, per
salvare la proprietà — gli schiavi
fossero venduti e le famiglie divise; che aveva permesso ai figli
e li aveva aiutati ad andarsene
al nord, dove alcuni si sarebbero
fatti passare per bianchi, ma senza liberarli ufficialmente, inserendoli anzi per la forma nell’elenco degli schiavi fuggiti.
Il libro è a volte un po’ contorto nella forma, ma volutamente. E’ scritto ora in terza ora in
prima persona (l’io narrante è in
questo caso Sally), talvolta anche nello stesso capitolo si intrecciano tempo nresente narrativo e tempo dei ricordi; l’azione
inizia nel 1830, dono la morte del
presidente, ed è introdotta dalla
presenza di un personaggio —
l’ufficiale del censimento — non
si sa se storico o immaginario,
per tornare indietro nei ricordi
fino al 1787, e anche prima, nelle
memorie della madre di Sally,
poi prosegue fino al 1835. Tuttavia la forma di romanzo lo rende di facile lettura.
Da questo pregio però deriva
il suo difetto principale; non è
chiaro infatti dove finisce la ricerca storica documentata e dove comincia la rielaborazione, o
meglio, l’invenzione, dell’autrice;
dove finisce la realtà e dove comincia la fantasia; non si tratta,
insomma, di una biografia «scientifica», o almeno, non si presenta come tale anche se parte da
una seria ricerca.
Si può comunque consigliarlo
a chi ama una lettura non eccessivamente impegnativa che però
non sia di semplice evasione e
che sollevi dei problemi.
Roberta Colonna Romano
Barbara Chase-Riboud, La Vireiniana, ed. Rusconi, 1982, pp. 376,
12.000 lire.
URGENZA DEI TEMPI
Caro Direttore,
(da A. Bogo, Girando per Venezia, 1972, Gastaldi Editore, L. 1.500).
con la presente desidero anzitutto
ringraziare, per mezzo del nostro giornale, il pastore sig.ra Giuliana Gandolfo per l'articolo pubblicato sul numero
del 20 gennaio u.s. dal titolo « GII inizi deirUna Sancta », articolo che ho
trovato molto interessante e particolarmente utile in questo periodo in cui
stiamo esaminando il famoso documento B.E.M.. Conoscevo quella pagina di
storia della Germania del 1934, anno In
cui cpn la Confessione di Barmen nasceva la Chiesa Confessante, ma non
sapevo che in quello stesso anno per
iniziativa di alcuni vescovi, gruppi di
cattolici e protestanti, che fino allora si
erano considerati nemici, si trovarono
uniti per combattere l'ideologia hitleriana, In particolare per c|uel che riguardava le questioni teologiche e la
fede della chiesa.
Desidero sottolineare la conclusione
dello scritto, in cui la sorella Gandolfo
si augura che anche ai nostri giorni
possa sorgere (e, forse, non è già sorto col S.A.E.?) un movimento simile
all’« Una Sancta » perché • tutti I credenti possano crescere nella fede ed
essere di aiuto reciproco » per una comune conversione al Cristo.
Anche se oggi non ci troviamo a
combattere l’ideologia hitleriana o qualcosa di simile, dobbiamo, però, lottare
contro l’ateismo e il materialismo imperanti e anche contro l’indifferenza e
l'immobilismo di molti credenti ohe
sembra dimentichino l'urgenza dei tempi e credano di poter vincere II buon
combattimento della fede, ritornando
alle vane polemiche di un tempo passato e trascurando i segni che ci provengono da tante parti, sciupano ore preziose nelle assemblee inceppandosi sul
senso di un nome o di un verbo {parole umane = lettera) e dimenticano che
nell'assoluto di Dio ciò che conta è lo
spirito che vivifica.
Vittoria Stocchetti, Genova
V
3
lo febbraio 1984
prospettive bibliche 3
#
>• .-fV., '
Catecumeni e monitori, predicatori e uditori, anziani e bambini, pastori e laici, tutti abbiamo bisogno di imparare a pregare. Se per questo ci volgiamo
alla Bibbia per interrogarla, incontriamo una quantità di preghiere diverse (basta pensare al
libro dei Salmi che è il libro delle preghiere del popolo dell’Antico Patto). Per non perderci in
una serie interminabile di esempi, limitiamoci a 7 preghiere indicate da altrettanti passi biblici.
1. La preghiera
del l’adorazione
UNA TRACCIA PER UN DIALOGO CON DIO
TORINO
Sette preghiere
, Signore, tu sei stato ver noi
un rifugio d’età in età. Prima
. che i monti fossero nati e che tu
9 avessi formato la terra e l'universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio (Sai. 90: 1-2).
La preghiera dell’adorazione è
fatta di confessione della fede.
In questo salmo chi prega è por; ■ tato all’adorazione dal sentimento dell’etemità di Dio che da ogni
,"i eternità e per ogni eternità è
Dio. Più avanti, nello stesso sal■i. mo, l’eterno presente di Dio ri
-;ì;5 salta di fronte alla consapevo
' - lezza della vita umana così bre
ve e transitoria. Può darsi che a
qualcuno questi pensieri diano
‘ Animatori
•• biblici
■Ìfi'
' Con l’aiuto di alcuni « esperti »
■jv. cattolici e valdesi, le comunità
' di base hanno deciso di avere
nei mesi prossimi una serie di
, yL incontri per animatori biblici e
hanno cominciato uno studio
•!>£. sull’Antico Testamento. Gli in
■ contri hanno luogo nei locali del
i ;w la chiesa valdese di Via Pio Quinto, generalmente con scadenza
quindicinale. Il primo studio ha
avuto luogo il 21 gennaio con una
introduzione curata da Franco
Barbero.
un senso di angoscia. Non è così
per il salmista che prega. Per
lui l’eternità di Dio rappresenta
un rifugio, un punto di sicurezza
proprio nel quadro dell’esistenza
umana in cui tutto, persone e
cose, passa e nulla è in grado
di dare una stabilità permanente all’uomo che ne è costantemente assetato. Nella nostra vita spesso agitata e povera di preghiera abbiamo bisogno di cominciare dall’adorazione, di porci di fronte a Dio lasciandoci invadere dal sentimento della sua
incrollabile saldezza ohe per generazioni e generazioni è stato
un rifugio e ohe può esserlo anche per la nostra, anche per noi.
2. La preghiera
della riconoscenza
Benedici, anima mia, l’Eterno;
e tutto quello che è in me benedica il suo santo nome. Benedici,
anima mia, l’Eterno e non dimenticare nessuno dei suoi benefìci (Sai. 103: 1-2).
Se c’è una cosa che è spontanea è la riconoscenza per ciò
che sì è ricevuto. Eppure non
possiamo trascurare di osservare che chi prega in questo salmo — avendo ricevuto come è
detto subito dopo, una quantità
di doni e, probabilmente, una
guarigione che gli ha dato una
seconda giovinezza — sente il
bisogno di esortare, di spingere
se stesso alla preghiera della riconoscenza. E’ come una disciplina che il credente dà a se stesso di ricercare i motivi della riconoscenza in ogni tempo. Non
solo nel tempo in cui ciò che si
riceve appare un beneficio, ma
anche nel tempo in cui si rischia
di dimenticare ciò che si è ricevuto in passato o addirittura si
ha l’impressione di ricevere malefici, disgrazie, punizioni. Solo
grazie a questa disciplina, seguita con perseveranza e fiducia
anche là dove incontriamo gli
ostacoli più gravi per la nostra
vita e la nostra preghiera si fa
stentata, faticosa, auasi muta,
possiamo finalmente prorompere
nella riconoscenza. Allora gli occhi della nostra anima possono
vedere e riconoscere tutti i benefici del Signore, senza dimenticarne neppure uno, e la nostra
vita ne è enormemente arricchita.
3. La preghiera
della confessione
Se tu tieni conto delle colpe,
Signore, chi notrà resistere? Ma
presso di te è il perdono aHinché
tu sia temuto (Sai. 130: 3-4).
Se siamo tentati di pensare che
in fondo non siamo tanto male,
soprattutto di fronte aU’ingiustizia di tanta gente di cui si legge
sui giornali o che si incontra in
giro, è sufficiente che noi ci misuriamo col Cristo e con qualcuna delle sue parole (per es.
Luca 18: 9-14) per essere confusi.
Davvero se Dio misurasse la nostra ingiustizia nessuno di noi
potrebbe restare in piedi.
Ma Dio invece di esercitare la
giustizia del giudizio dona la giustizia del perdono. Ci sono tanti
passi del Nuovo Testamento che
lo annunciano in modo anche
più esplicito, ma oui confessione di peccato e annuncio della
grazia sono sosniro e respiro
dell’esistenza, due momenti inseparabili ohe formano un tutto
unico. Sé c’è solo la consapevolezza del peccato non si può resistere. E se si pensa che vi sia
solo perdono non c’è timore dell’Eterno. Il timore nel linguaggio della Bibbia non è paura. E’
un misto di vicinanza e distanza,
di amore e di rispetto per il Si
gnore. Ohi nella preghiera impara a seguire il binario della con' fessione e del perdono non è
mosso dalla paura ma è spinto
avanti dall’amore e rispetto per
il Signore: impara il timore delTEtemo che è il principio della
sapienza.
4. La preghiera
della richiesta
Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi (Matt. 8: 2).
La preghiera della richiesta
può avere mille contenuti. Può
essere la richiesta, talvolta angosciosa, del pane quotidiano o
quella della giuda del Signore
quando si è di fronte ad una
scelta difficile; può essere un’invocazione al Signore perché ci liberi dalla tentazione o perché
renda utile e fruttuoso il nòstro
lavoro. Sono legittime queste
richieste? Certo alcune sono legittimate dalla Parola di Dio e
ci sono insegnate nel Padre nostro. Ma altre? Qual è il criterio
per conoscere se una richiesta
che rivolgiamo a Dio è legittima?
Questi problemi si presentano
in modo particolarmente forte in
una richiesta speciale che le riassume tutte: la richiesta della
guarigione quando sperimentiamo la malattia che minaccia la
nostra vita. Abbiamo diritto di
chiedere per noi la guarigione?
La preghiera di un lebbroso
sconosciuto che incontra Gesù è
la risposta più semplice e immediata. Anzitutto è un’affermazione di piena fiducia: Signore, tu
puoi guarirmi! Ci può essere
guarigione senza fede, ma non ci
può essere richiesta di guarigione senza questa fede semplice e
fiduciosa. In secondo luogo però
è una subordinazione della nostra volontà alla sua: Signore, se
vuoi. Non perché Dio vuole il bene degli uni e non degli altri, ma
perché la volontà di Dio per la
nostra vita non corrisponde necessariamente alla nostra volontà. Abbiamo da scoprirla e talvolta ci vuole una vita. A volte
cì è dato di guardare indietro e
intrawederne la trama riconoscendo richieste giuste e richieste sbagliate che abbiamo rivolto a Dio. Il modo più giusto di
muoverci lungo la via della vita
non con fatalismo ma col desiderio di imparare è quello dì
fare nostra la preghiera del lebbroso per ogni nostra richiesta.
Franco GiampiccoU
(continua)
Per la diffusione della Bibbia
La Società Biblica Italiana —
informa il Notiziario evangelico
della Federazione — sta mettendo a punto un piano per la _diffusiane della Bibbia, in particolare nei paesi dell’Est europeo
e in alcuni stati africani per i
quali si stanno preparando dei
sondaggi preliminari su vasta
scala.
La Società Biblica Italiana è
un organismo interconfessionale
formato da evangelici battisti,
metodisti, valdesi, avventisti,
apostolici, membri dell’Esercito
della Salvezza e da rappresentanti della chiesa cattolica.
Per permettere una collaborazione continuativa con le chiese,
il nuovo organismo ha istituito
tre comitati consultivi: uno per
le chiese di lingua straniera, uno
per le chiese cattoliche, uno per
le chiese evangeliche.
Il bollettino « La Parola » già
periodico della Libreria Sacre
Scritture diverrà organo ufficiale di collegamento della Soc. Biblica Italiana.
n't.:.
'-"f'-e.
L’AMORE, CARATTERE
DELLA CHIESA
I CORINZI 12: 31 . 13: 13
L’amore, dunque, è l’essere della Chiesa.
Solo una Chiesa che ama, esiste. Una
Chiesa che non ama, è inesistente. Può essere una grande possidente, e allo stesso
tempo una grande inesistente.
Ma che cosa significa amare: è la domanda che non ci stanchiamo di porre, e
alla quale non finiamo mai di rispondere,
anche perché le uniche risposte convincenti, le uniche risposte che contano, sono
quelle vissute. Ma succede che quanto
più uno ama, tanto meno sente il bisogno
di parlare dell’amore, appunto perché l’amore vissuto rende superfluo l’amore parlato. Su chi parla molto di amore, c’è
sempre il sospetto che lo viva poco. La
Chiesa parla molto di amore, il mondo ne
parla poco. Ma questo non è necessariamente un sintomo rassicurante per la
Chiesa. Noi sappiamo bene quanta ipocrisia si nasconda in tanti discorsi sull’amore, o anche solo quante pie bugie. Sappiamo bene, a cominciare dalla nostra vita
personale, che è pur sempre il luogo dei
tests veri non trasfigurati, sappiamo bene
quanto sia difficile essere veraci quando
parliamo di amore. Ogni volta che diciamo
p qualcuno: ti amo, ci sembra di aver detto troppo, di aver evocato una realtà più
grande di noi, di aver detto una cosa che,
appunto, non sappiamo bene che cosa significa. Si potrà dire solo dopo che cosa
significa.
Alla domanda: che cosa significa amare?
si può rispondere solo dopo aver amato.
Nei versetti dal 4 al 7 del nostro capitolo,
l’apostolo Paolo dà delle linee di risposta,
che vogliamo mettere in luce.
Un ’’negativo” positivo
. - —-- ^ ^
a) Anzitutto colpisce la lunga serie di
negazioni che compongono questi versetti.
L’amore « non invidia, non si vanta, non
si gonfia, non si comporta in modo scon
a cura di Gino Conte
Continuiamo la pubblicazione dello studio biblico sull’inno paolinlco all’agape,
tenuto da Paolo Ricca al convegno 1981 del SAE, alla Mendola. Nel n. scorso si è visto come alla chiesa più carismatica, apostolica, libera e colta fra quelle del Nuovo
Testamento, dev’essere però indicata una via poco battuta, che pure è la via maestra,
sulla quale appare non quello che si ha, ma quello che si è.
veniente, non cerca il proprio interesse,
non s’inasprisce, non sospetta il male, non
gode dell’ingiustizia ». Non è che l’apostolo parli dell’amore in negativo, dicendo
quello che non è. Paolo non dice quello
che l’amore non è, dice quello che non fa.
Amare significa non fare tante cose.
Immediatamente pensiamo: Ma è troppo poco, amare significa anzitutto farei
No, amare significa anzitutto non fare
certe cose. L’amore non è solo slancio verso l’altro, è anche e prima di tutto controllo di sé; è una specie di opposizione
a noi stessi, di lotta contro noi stessi. Per
amare l’altro, devo anzitutto disciplinare
me stesso. E a che cesa tende questa disciplina su se stessi per poter amare l’altro? Tende in fondo a una cosa sola: a
non strumentalizzare l’altro. Questa è la
prima indicazione; amare significa non
fare tutto ciò che strumentalizza l’altro.
In termini positivi diremo: l’amore è l’accettazione radicale dell’altro, e il contrario dell’amore è la negazione dell’altro.
I molti nomi dell’amore
b) La seconda indicazione viene dalie
affermazioni in positivo del v. 7: l’amore
« gioisce con la verità, soffre ogni cosa,
crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta
ogni cosa». Qui quello che colpisce è la
straordinaria varietà delle manifestazioni
dell’amore. L’amore gioisce, l’amore soffre. L’amore crede, l’amore spera. L’amore è paziente, l’amore è impaziente. L’a
more è benigno, l’amore è esigente. Sembrano termini perfino in opposizione tra
loro ma Paolo ci vuole sottolineare con
questo una seconda indicazione dell’amore: l’amore ha mille nomi, il suo nome è
sempre un altro. L’aniore cambia nome,
questa è la sua caratteristica fondamentale. La debolezza del nostro amore è
che non cambia mai nome. Si chiama forse pazienza, ma mai impazienza. Si chiama forse sofferenza, ma mai gioia. Si
esprime come benevolenza, ma mai come intransigenza. I nostri amori sono deboli perché sono monotoni, ripetitivi,
sempre uguali a se stessi. Imparare ad
amare significa imparare i molti nomi
dell’amore. L’amore non è né cieco né neutrale: sa distinguere la verità dalla menzogna, l’iniquità dal diritto, la libertà dall’oppressione, la giustizia dall’ingiustizia.
L’amore sopporta ogni cosa, ma non approva ogni cosa; è paziente e benigno, ma
non è qualunquista, non accetta ogni cosa. Ecco quello che la Chiesa dovrebbe
essere e fare, essere la scuola di questo
amore.
L’amore come lotta
Secondo la situazione, l’amore sceglie il
suo nome, vorrei dire il suo nome di battaglia, perché su questa terra amare significa lottare. In cielo no, ma sulla terra
sì. E questo certamente è quello che manca di più nelle Chiese: l’amore come lotta. C’è l’amore come dono, c’è l’amore co
me accoglienza e comprensione, ma c’è
pochissimo l’amore come lotta. E’ nel contesto della lotta che l’amore prende i suoi
vari nomi di battaglia. Così, dove c’è oppressione, l’amore si chiamerà resistenza.
Dove c’è tirannia l’amore si chiamerà libertà. Dove c’è menzogna, si chiamerà verità. Dove c’è fame, il nome dell’amore
sarà pane. Dove c’è esclusione, il nome
deH’amore sarà comunione. Dove c’è solitudine, l’amore si chiamerà compagnia.
Dove ci sono blocchi militari, l’amore si
chiamerà disarmo. E così via.
Ed ecco allora la domanda che emerge
da questa seconda indicazione: Se amare
significa lottare qual è il nome di battaglia del nostro amore?
Come amare
c) Terza indicazione su che cosa significa amare. La illustrerò con un breve ar
pologo tratto dai Racconti dei Chassidìm,
raccolti da Martin Buber. Un giorno (lo
cito come me lo ricordo) un rabbino chiese a un ebreo: « Mi ami? ». Quello rispose: « Sì, certo che ti amo ». Il rabbino
chiese ancora: « Sai qual è il mio dolore? ». « Come faccio a sapere qual è il
tuo dolore », replicò l’altro. « Allora —
concluse il rabbino — non è vero che mi
ami. Non mi puoi amare, se non conosci
il mio dolore ». Cosa significa amare? Non
lo possiamo decidere noi, non lo possiamo
sapere noi. E’ l’altro che ce lo deve dire,
è l'altro che ce lo deve insegnare. E’ l’altro
che mi deve dire quale nome dovrà prendere il mio amore. E’ l’altro che, solo, mi
può insegnare il nome dell’amore. Ed è
ancora l’altro che mi dirà se amo oppure no. Tutto questo significa che per imparare ad amare bisogna dare la parola
ai non amati. Nella Chiesa, mi pare, risuona solo la voce di quelli che amano o
credono di amare. Non si sente mai la voce dei non amati, e invece proprio questi
dovrebbero avere ascolto. Per imparare
ad amare bisogna prima imparare ad
ascoltare il non amato.
(continua)
Paolo Ricca
4
4 vita delle chiese
10 febbraio 1984
TEOLOGIA SOMMERSA
Per una vita nella libertà
Alcune settimane or sono notavamo in un articolo « Alle Valli oggi » che esiste probabilmente una teologia sommersa che ha
fatto sì ohe membri impegnati
nelle nostre chiese, pur avendo
ascoltato una predicazione infuocata contro il ballo e le canzonette frivole nella loro gioventù, ne siano oggi i testimoni
spesso più informati e più attendibili. Questi divertimenti, dicevamo, erano stati per loro non
solo passatempi consumistici, ma
esperienze culturalmente rilevanti.
Forse sarebbe opportuno indagare su questa teologia sommersa. E’, anzi, probabile che le
teologie sommerse che hanno
permesso il fenomeno ricordato
siano addirittura due che, pur
essendo opposte tra di loro, hanno registrato ima paradossale
convergenza su un simile risultato.
C’è, infatti, probabilmente una
teologia sommersa positiva, che
potrebbe essere riassunta nella
parola di Paolo: « Siete stati
chiamati a libertà » (Calati 5:
13). Di fronte a una predicazione legalista, che tendeva a ridurre la vita cristiana all’obbedienza a precetti per di più poco biblici, il popolo credente si è ricordato che l’obbedienza della
fede non consiste tanto in piccole rinunce, ma nel seryizio
gioioso di Dio e del prossimo,
così come lo ha vissuto Gesù,
anche partecipando alle gioie
dei suoi fratelli tanto da passare agli occhi di alcuni come un
« viveur » (Matteo 11: 19). Questa è buona teologia.
Ma c’è stata anche, forse, ima
teologia sommersa negativa, una
cattiva teologia, che Paolo indica, sempre nel versetto già citato dell’epistola ai Calati con
l’espressione « fare della libertà
un’occasione alla carne », cioè,
come dice la TILC, fare i propri
comodi. E’ la teologia di chi si
accontenta di qualche cerimonia, di un’adesione formale alla
vita ecclesiastica, mentre nella
vita personale fa le scelte che
gli convengono di più. All’insegna del rifiuto del bigottismo una
simile teologia finisce col rifiutare anche la fede. Una simile
teologia oggi non paga più, perché l’abbandono della vita ecclesiastica non fa più scandalo e
non compromette più il prestigio morale e sociale di una persona. Ma in passato, quando invece queste cose avvenivano,
non è da escludere che questa
cattiva teologia che ascoltava i
sermoni contro il ballo e poi faceva i suoi comodi abbia avuto,
come dicevamo, una strana convergenza con una fede che viveva la libertà della grazia anche
nei momenti di festa paesana,
sapendo guardare a questa realtà forse col distacco con cui sappiamo guardarci oggi che non
esiste più.
Il nostro problema è di sapere guardare alle nostre cose di
oggi, ai nostri interessi, alle nostre feste, ai nostri divertimenti,
alla nostra cultura col distacco
con cui li guarderanno domani i
nostri figli investigando quello
che di valido si potrà ancora
trovare, in modo che possano
trovarci una teologia, espressa o
sommersa, tale da generare una
vita nella libertà della grazia che
si esprima nel servizio e non nei
nostri comodi.
Collegio Valdese
Avviso
Sono aperte le iscrizioni alle cinque classi del Liceo Classico Pareggiato ed alle prime tre classi del
Liceo Linguistico.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al
COLLEGIO VALDESE
via Beckwith, 1
10066 TO R RE PELLI C E (To)
Telef. (0121) 91.260
Orario segreterìa:
Lunedì-sabato ore 8.30-11.30
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
I programmi del XVII Febbraio
Culla
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Nel ciclo delle manifestazioni dell’anno luterano si è inserito anche il nostro Gruppo filodrammatico del XVII che ha
preparato un’opera teatrale tratta da una elaborazione di John
Osborne dal titolo « Lutero ».
Il lavoro, allestito sotto la regia di Alberto Revel, ha già avuto nei mesi scorsi im lusinghiero
successo in altre parrocchie delle Valli e sarà presentato nella
nostra comunità la sera del XVII
febbraio, nel tempio dei Bellonatti, alle ore 20.30, con una replica sabato 18 c.m. alla stessa
ora.
Siamo certi che anche questa
volta i sengianini sapranno apprezzare con la loro presenza ed
i loro applausi la fatica dei bravi attori.
adulti, L. 8.000 bambini fino età
scolare.
• Nella comunione di fede nella resurrezione la comunità
esprime la propria solidarietà
cristiana alla famiglia Peyronel
per la morte della loro cara Marie.
• Un fraterno benvenuto a
Carla Bortuzzo e Clodina Baima - dot elette a far parte del
Concistoro. Il loro insediamento
è avvenuto durante il culto del
giorno 8/l/’84.
• Domenica 26 febbraio, ore
10, assemblea di chiesa. O.d.g.:
Discussione della Relazione finanziaria 1983 - Varie eventuali.
PINEROLO — La comunità
si è rallegrata per il battesimo
di Daniela Berger, figlia di Mauro e di Anna Maria Poèt.
• Le prenotazioni per la cena
del 17 febbraio vanno fatte entro martedì 14 corr. a Vera
Long, tei. 71.597 e quelle per il
pranzo comunitario alla Foresteria di Torre Pellice per domenica 26/2 p.v. a Regina Costantino, tei. 73.237. In quella
occasione verranno salutati i
membri del Concistoro uscenti
e quelli nuovi eletti.
POMARETTO — E’ nata Lara, figlia di Roberto Ribet e Lorena Meytre. Ai genitori ed a
Ruben, residenti ai Masselli di
Pomaretto, gli auguri della comunità tutta ed un benvenuto
alla piccola Lara.
• E’ deceduta all’età di anni
80 la nostra sorella Revel Adele
(Delinno) di Pomaretto. Ai familiari in lutto la simpatia cristiana della comunità tutta.
Visita CED
• L’Anziano Enrico Malan,
presidente dell’AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi)
che ultimamente si è costituita
in Val Pellice e di cui abbiamo
già parlato a suo tempo da queste colonne, sarà presente domenica pomeriggio, 12 c. m. alle
ore 14.30, durante l’incontro dell’Unione Femminile. Parlerà sugli scopi dell’Associazione e presenterà il programma di lavoro
che essa si prefigge.
• Per la sera dei « falò » che
avrà luogo giovedì 16 c. m., l’Unione Cadetti ha organizzato
una grande fiaccolata che partirà dal piazzale del tempio dei
Bellonatti e si snoderà su per i
sentieri della collina fino a Ciò
d’Mai.
La partenza è fissata per le
ore 19 e sarà preceduta da un
breve culto.
Le fiaccole si possono acquistare al tempio prima della partenza.
VILLASECCA — Questo il
programma del XVII febbraio:
venerdì 17, ore 10: culto con celebrazione della Cena del Signore nel tempio di Villasecca. Il
culto sarà presieduto dal past.
Giulio Vicentini; ore 12.30: Agape al Chiotti. La colletta andrà a favore delle chiese rioplatensi.
Sabato 18, ore 20,30: Serata
comunitaria a Villasecca con la
rappresentazione della commedia : « Adamo, ovvero il sogno
di un povero impiegato ».
Domenica 19, ore 14,30: Replica della commedia a Villasecca.
I biglietti per l’agape sono In
vendita soltanto presso Linda
Benech e Laura Massel : L. 10.000
ANGROGNA — Per cinque
volte neH’austero Tempio è risuonato, durante il culto di domenica 5 scorso, il « sì con l’aiuto di Dio » all’impegno nel servizio come Anziano nel Concistoro. !■ neo-eletti sono: Armando Bertalot (Jourdan), 42 anni,
operaio; Marina Bertot (Baussan), 23 anni, insegnante; Adriano Chauvie (Odin-Bertot), 45 anni, operaio; Eldina Long-Sappé
(Pradeltorno), 30 anni, insegnante; Bruno Rivoira (Martel), 40
anni, operaio.
Nel canto e nella celebrazione
della Santa Cena la comunità e
la corale si sono rallegrate di
questa nuova immissione di forze nel prezioso servizio del Concistoro che ha visto cosi abbassare notevolmente la propria età
media. Con i ’vecchi anziani’ (tra
quest’ultimi ricordiamo anche
Levi Buffa degli Odin il cui nome ci era rimasto nella penna la
volta scorsa) si è già svolto un
Concistoro congiunto e per marzo è prevista un’agape dei vecchi e dei nuovi per un approfondimento su senso e scopi del ministero d’Anziano oggi.
• Il programma del XVII prevede durante il culto che inizia
alle ore 10 una drammatizzazione su Zwingli e un saluto al pastore Kuntz di «Brot flir die
Welt» (pane per il mondo) che
è l’ospite della giornata. Dopo
il culto, che sarà allietato dai
canti della Corale, si terrà la
tradizionale agape nella Sala
(quest’anno l’Unione femm. propone 7.500 lire a persona) con
un intervento sul problema del
Terzo Mondo che oggi vive anche in Europa. La serata alle
20,30 è organizzata dalla Corale
che a metà del programma prevede un film inedito in Italia sull’Uruguay e sull'America Latina
di grande interesse. La serata,
ovviamente, è aperta a tutti.
VILLAR PEROSA — Le prossime riunioni: 14 febbraio: riunione per la zona Tupini (presso Ettore Ghigo); 15 febbraio:
incontro con Gianna Sciclone
(al Convitto).
• La sera del 17 febbraio, alle
20,30, la Filodrammatica rappresenta : « Il medico e la pazza »,
commedia in 3 atti. Partecipa
l’Unione Musicale di Inverso Pinasca.
Consuntivo '83
BOBBIO PELLICE — Il mese di gennaio appena trascorso è
stato ricco di esperienze per la
nostra comunità. Il giorno 8 abbiamo celebrato la domenica
della CEvAA in un culto nel corso del quale abbiamo avuto il
piacere di avere l’accompagnamento musicale fornito dal nostro gruppo di giovani fiautiste
guidate dalla signora Lazier. La
domenica 16 gennaio sono stati
battezzati Valeria e Massimo
Artus; ai genitori dei due fratellini giungano i migliori auguri di tutta la comunità.
TORRE PELLICE — Domenica 12 avrà luogo un’Assemblea
di chiesa dedicata alla presentazione dei consuntivi finanziari
1983 e alla situazione degli stabili. Dovranno anche essere eletti i deputati al Sinodo e alla Conferenza Distrettuale e i Revisori
dei conti. La riunione mensile
deirUnione Femminile si terrà
domenica 12 alle ore 15 alla Casa Unionista. Sarà ospite il pastore Erica Tomassone.
• La Società di Cucito apre
una sottoscrizione a favore della famiglia Eynard Levi, la cui
casa è stata molto danneggiata
da un incendio. Come la comunità sa il fatto è accaduto la
stessa notte in cui all’ospedale
decedeva la compagna del nostro fratello. Le offerte dovranno essere indirizzate alla cassiera del Cucito, sig.na Diomlra
Moretti (tei. 91.809).
• Il pomeriggio dei Cadetti di
sabato scorso è stato animato
da una bella proiezione di diapositive suH’Himalaya, presentate
dalla signorina Annelise Rochat,
che ringraziamo.
• I biglietti per il pranzo del
17 febbraio presso la Foresteria
sono in vendita a L. 10.000 presso il negozio Pellegrin elettrodomestici. Una serata fraterna con
partecipazione di Corale, Coretto dei piccoli e Cadetti è in programma alle ore 20,45 ancora
nel salone della Foresteria.
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Sabato 11 febbraio
Claudio 'Tron
n TELEPINEROLO
CANALE 56-36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con TEvangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attillo Pornerone e Paolo Ribet).
Domenica 12 febbraio
a RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
□ PRESENTAZIONE DEL
PROGETTO DI S. SALVO
POMARETTO — Alle ore 14.30 al Teatro del Convitto si incontrano le Unioni femminili del Distretto per analizzare il pregetto del Centrò comunitario
di San Salvo e dell'azione evangelica
nei meridione. Introduce il past. Gianna Sciclone.
□ INCONTRO MONITORI
Il E III CIRCUITO
FERRERÒ — Il 2° e 3“ circuito organizzano presso la Chiesa Valdese di
Ferrerò un incontro di Monitori con 11
seguente programma:
— Introduzione sul 3° ciclo: « La nuova Pasqua »;
— Lavoro in gruppo;
— Animazione e discussione generale.
'L’incontro avrà inizio alle ore 14.30 e
terminerà per la cena.
Lunedì 13 febbraio
□ INCONTRO PASTORALE
S. SECONDO — Il prossimo incon
tro pastorale del r Distretto avrà luogo presso la chiesa, con inizio alle
ore 9.15.
— Riflessione biblica (P. Ribet);
—■ Tema della giornata: I ministeri (con
riferimento al B.E.M. e al dibattito
sul ministero pastorale);
— Parteciperanno all'incontro il Moderatore, il Prof. Corsani e Gianna Sciclone.
□ ASSOC. EVANGELICA
DI VOLONTARIATO
TORRE PELLICE — Alle ore 15 nella
sala del Consiglio CIOV, via Beckwith
3 si terrà una riunione con gli enti interessati all’Impiego di volontari.
Sabato 18 febbraio
• La settimana dal 16 al 22
gennaio è stata invece importante per la visita di chiesa che
la CED ha fatto alla nostra comunità. I fratelli della Commissione Esecutiva Distrettuale hanno visitato due nostre riunioni
di quartiere, hanno incontrato il
concistoro per uno scambio di
informazioni ed hanno partecipato al culto domenicale, presieduto da Andrea Ribet, al quale
ha fatto seguito una Assemblea
di chiesa informativa sul lavoro
delle chiese valdesi del I distretto.
□ CONVEGNO
FGEI -PIEMONTE
TORINO — Inizia alle ore 14.15 presso i locali della chiesa valdese di Corso Oddone II convegno della EGEI (Valli e Torino) sul tema « Riflettiamo teologicamente sul problema dell’identità».
Al convegno che si concluderà domenica 19 febbr. partecipa Yann Redalié.
Giovedì 23 febbraio
• Domenica 29 gennaio infine
abbiamo celebrato la domenica
della missione evangelica contro
la lebbra. Ringraziamo il past.
Giorgio Resini per aver celebrar
to il culto in questa occasione.
□ RIUNIONE
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione dei collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Plnerolo, con inizio alle ore 20.30.
Domenica 4 mariÉb
□ GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA
BOBBIO PELLICE — Le Unioni Femminili delle Valli terranno la- Giornata
Mondiale di Preghiera quest’anno presso la Sala valdese di Bobbio con Inizio
alle ore 14.30.
La liturgia è stata preparata dalle
donne svadesi ed è centrata sul racconto dell’incontro di Gesù con la donna samaritana.
Prossimamente daremo informazioni
più dettagliate sull’incontro. Chi avesse
bisogno di altre copie della liturgia
può farne .richiesta a; Katharina Rostagno, Villar Perosa, Tel. 51372.
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lo febbraio 1984
Vita delle 4:hiese 5
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IMPARIAMO A CONOSCERCI: CHIESA VALDESE Dl FERENTINO
FIGURE DELL’EVANGELISMO ITALIANO
Nel cuore della Ciociaria
“La Gina
II
*5. fi-:/
Talvolta nell'informazione dei lettori manca uno sfondo
su cui situare le singole notizie della vita delle chiese che appaiono nella rubrica « corrispondenze ». Riteniamo quindi
utile un’autopresentazione dei lineamenti essenziali delle nostre chiese. Iniziamo una prima serie con Ferentino.
II
fe'.
MÏ-
Ferentino, antichissima città
ernica, preromana, con una attuale popolazione di circa 18.000
ab., posta sulla via Casilina a 15
Km. dal capoluogo Frosinone e
a circa 70 Km. dalla capitale, è
nella sub-regione denominata
Ciociaria.
Dal 1950 circa vi si è costituita
una comunità valdese, grazie alla evangelizzazione di alcuni fratelli di Anagni e Colleferro guidati dai proff. V. Vinay e G.
Gönnet ed alcuni studenti della
Facoltà Valdese di Teologia.
La Comunità è attualmente
formata da 97 membri comunicanti tra cui solo la famiglia pastorale ed altre quattro persone
risiedono nel paese. Per il resto
tutti sono disseminati nelle campagne attorno o in altre località
vicine come Frosinone, Alatri,
Anagni.
Fanno parte della comunità un
generale in pensione, tre professori di scuola media, un impiegato, un negoziante, un ferroviere, ed altre due insegnanti;
per il resto sono tutti operaicontadini e qualche studente.
»
Nella disseminazione
Il Culto domenicale difficilmente raccoglie la maggioranza
della comunità, tranne a Natale,
Capodanno, Pasqua e ultimamente per la festa del 17 febbraio. Comunque si sono intraprese delle iniziative per sovvenire alla carenza di contatti comunitari, in vari modi:
— Gruopi di studio quartierale nelle famiglie, seguiti da agapi fraterne, molto spontanei e
ben frequentati (metà della comunità).
— Educazione cristiana alla
fede (scuola domenicale e catechismo) che per la speciale situazione è sempre stata difficile
e che ora avviene al centro (chiesa) con un’ottima frequenza dei
circa venti alunni.
— Raduno degli anziani ogni
quindici giorni; sono preleva
ti e riaccompagnati con l’automobile da alcuni fratelli. Questi
anziani (circa una ventina) venendo al centro per un lungo
ne inoltre, da alcuni mesi, hanno luogo ogni sabato degli incontri domestici di studio biblico, voluti da un ex sacerdote,
con una decina di persone simpatizzanti, ai quali si alternano
il pastore valdese di Ferentino
e quello battista di Sant’Angelo
in Villa (Veroli).
sono stati tra i primi ad emigrare) è stata la prima possibilità di cambiare la situazione
economica. In Svizzera in particolare, ma anche in Germania
e negli Stati Uniti ed alcuni
evangelici nelle Valli valdesi:
una famiglia ha lavorato all’Asilo dei Vecchi di San Germano,
altre due ad Agape, per alcuni
anni.
La Ciociarìa
La Ciociarìa da sempre è stata considerata la regione dalla
quale si traevano i servi per la
città di Roma. Definiti nella capitale come « burini » dal latino
bur = manico dell’aratro, fino a
pochi anni or sono cuochi, manovali, domestiche e balie erano i lavori che permettevano ai
ciociari di emigrare stagionalmente nella capitale. Ancora negli anni sessanta, quando non
era stata costruita l’Autostrada
del Sole che attraversa, costeggiandola ad ovest, la regione, le
condizioni di vita erano tra le
più povere d’Italia.
La guerra che qui è passata
nel modo più disastroso (ricordiamo le battaglie di Cassino e
di Anzio tra le più cruente del
secondo conflitto mondiale), le
aveva ulteriormente peggiorate.
Molte testimonianze raccolte
illustrano che la fame era generale, le case di chi viveva in
campagna spesso non erano che
capanne di pietra senza infìssi
nelle finestre per permettere al
fumo dei focolari di fuoruscire,
gli indumenti scarsi, le scarpe
quasi sconosciute: si calzavano
le cioce, cioè suole di pelle (o
di copertoni di pneumatici) legate con stringhe alle caviglie,
che hanno dato da sempre il nome agli abitanti di questa terra
(ciociari).
L’emigrazione (i protestanti
Con l’autostrada l’isolamento
si è infranto. Sono sorte molte
fabbriche che hanno permesso
a molti di rientrare come: la
Henkel (Ddxan), la Winchester
(munizioni), Prinz-Braii (birra),
Valeo-Sud (radiatori), Cloppman
(filati), Italfornaci (laterizi), Cemamit (cementi), Fater (manufatti di carta). Castelli (mobili),
Comefer (case prefabbricate),
ecc...
I contadini si sono cosi trasformati in operai, che ritornano all’antico mestiere il sabato e
la domenica. Questo sviluppo industriale ha fornito a molti la
possibilità di costruire una casa decorosa e di allargare o comprare il proprio appezzamento
di terra. Ciononostante attualmente è notevole la disoccupazione, specie nell’ambito giovanile.
Dal punto di vista religioso
nel cattolicesimo vige il conformismo con molte feste frequentatissime, ma con pochissimo
impegno di rinnovamento. L’integralismo è la forma ufficiale
del cattolicesimo. L’ecumenismo
ha visto timidi accenni a contatti, quasi subito naufragati.
Da non dimenticare che Veroli
ha dato i natali ad uno dei riformatori italiani del cinquecento, Aonio Paleario, morto martire a Roma.
Ottimi i contatti e la collaborazione tra la comunità valdese
e quella battista di Sant’Angelo
in Villa (a volte anche con quella di Isola del Liri). Pochi sono
i Pentecostali e gli Avventisti.
La setta più diffusa è quella
dei Testimoni di Geo va.
« Il 5 gennaio, nel cimitero di
Viareggio, è stato fatto il funerale della sorella Maria Adelaide
Sabatini Silvestri ». Cosi la circolare della chiesa di Pisa. Chi era
costei? Per molti di noi, per i
membri della Chiesa Valdese di
Firenze, per Tullio e Fernanda
Vinay era « la Gina ». La numerosa famiglia Sabatini-Biondi era
approdata all’evangelismo italiano dopo contatti avuti in Francia nel tempo dell’emigrazione. Il
ceppo era di Frassignoni, presso
Pracchia in provincia di Pistoia.
E Frassignoni fu per molti un
centro di fraternità e di accoglienza in tempo di guerra e in
tempi di pace.
scenti. Nelle case del Gignoro,
prima della grande trasformazione in comunità per Anziani, e
nelle faihiglie comuniste di Bellariva, fra i ferrovieri. e i loro figliuoli io la rivedo amata da tutti, rispettata da tutti per la sua
coerenza. Aprì la sua casa e i
suoi prati in montagna, senza temere che fossero calpestati.
Piccola, bruna, sempre sorridente, la giovialità e l’allegria
della Gina erano la cornice del
coraggio e dell’allegrezza della
fede. Essa fu la coraggiosa accompagnatrice di Tullio Vinay
nel salvataggio dei perseguitati
per le leggi razziali. Sfidò le strade e viuzze pericolose, frequentò i treni con documenti e spiritosaggini amene senza chiedere
a nessuno tessere di partito per
dare una mano agli abbandonati,
ai profughi, aali « emarginati ».
Visse la solidarietà lunana con
tutti, piccoli e grandi.
Negli ultimi anni si ritirò a
Viareggio e fu decisa sostenitrice della « cappella evangelica »
da innalzare nel cimitero evangelico di Viareggio per i Protestanti della zona, con il consenso
della « Misericordia » (l’antica associazione per assistenza ai malati, pronto soccorso ecc.). La
« Gina » è passata oltre la frontiera, ma il suo volto sorridente
e la sua voce calda e suadente ci
ricorderanno ohe non esiste tempo, che non sia fertile per l’annunzio delTEvangelo e non sia
utile per vivere nella speranza e
nell’agape.
C. G.
Negli anni dopo la guerra continuò la sua testimonianza evangelica. E avvertì nell’Evangelo
un annunzio di amore, capace di
dare una luce e una forza nuova
a tutti i tentativi popolari pCT un
mondo più libero e più giusto.
Quando l’intolleranza divenne
più accesa e in Toscana sorgevano in città e villaggi le Case del
Popolo, la Gina animò, stimolò
i suoi amici pastori a prendere
contatti, a tenere studi, conferenze evangeliche. Conosceva il
valore delle porte aperte e sapeva che la stanchezza e l’indifferenza sono spesso così forti da
soffocare presto il favore dell’istante.
La sua forza di animatrice si
espresse in una presenza serena
nelle famiglie e presso gli adole
PORTICI — Organizzato dal
Consiglio del XIII circuito (Campania) si terrà nei giorni 3 e 4
marzo un Seminario di formazione teologica aperto a tutti i membri delle chiese del circuito sul
tema « Quale Cristo, per quale etìca? ». L’incontro, che avrà come
sede Casa Materna, si aprirà sabato alle 16 con una priina relazione del prof. Sergio Rostagno
della Facoltà valdese di teologìa
sul tema « La risposta attraverso
i secoli alla domanda ’’Chi dite
voi che io sia?” ». La seconda relazione del prof. Rostagno sul
tema «Fede in Cristo e prassi
cristiana » è prevista per le 9.30
della domenica.
CORRISPONDENZE
Lutero e la pace nella Bassa Padana
pomeriggio discutono temi vari
in quello che è chiamato «il Tè
dell’Età d’oro».
— Unione Giovanile, non ancora federata alla FGEI raccoglie ogni settimana una quindicina di evangelici dai 14 ai 21
anni e una decina di simpatizzanti cattolici. Il gruppo intende svolgere un’attività di tipo
formativo sul piano culturale e
sociale. E’ denominata « La Palestra» per indicare che l’obiettivo è quello di esercitarsi a
parlare, ascoltare, discutere su
determinati argomenti scelti secondo l’interesse dei giovani
stessi.
Tentativi di apertura verso il
paese si sono avuti recentemente con l’organizzazione di incontri-dibattito su alcuni temi particolari, originali per questa località, quali quello della pace
e quello della droga (molto
diffusa nella provincia), che
hanno raccolto un notevole favore (una decina d’incontri negli ultimi due anni).
Ultimamente dal locale Liceo
Classico, su iniziativa degli studenti, è stata richiesta una lezione sulla Riforma e su Martin
Lutero. Nel capoluogo Frosino
CREMONA — La nostra Chiesa
in occasione del V centenario luterano ha organizzato una serie
di tre conferenze: 1) Past. Luigi
Santini: « Lutero in una prospettiva contemporanea »; 2) Prof.
Mario Miegge: « Lutero, la Riforma e la nascita del mondo moderno»; 3) Prof. Ugo Gastaldi:
« Lutero e la guerra dei contadini ».
E' il nostro privilegio, e il nostro peso se non lo vogliamo accettare come privilegio, l’essere
messi tra la verità e l’inquietudine.
ALESSANDRO MANZONI
Le conferenze hanno avuto luogo in una sala pubblica nel centro storico; la partecipazione è
stata molto buona, il pubblico interessato ha partecipato attivamente al dibattito.
Ringraziamo gli oratori per il
loro impegno.
Il pastore Antonio Adamo ha
tenuto due conversazioni su Lutero e la Riforma presso il liceo
classico di Casalmaggiore, su invito dell’insegnante di filosofìa.
Il predicatore locale Leonardo
Casorio ha predicato in occasione della domenica del predicatore locale, desideriamo ringraziarlo per il forte messaggio che ci
ha rivolto.
Alcuni fratelli sono attivamente impeimati nel movimento per
la pace. Provvisoriamente il Centro di iniziativa per la pace di
Cremona tiene le sue riunioni nei
locali della nostra Chiesa.
Il Prof. Franco Duprè deH’Università di Roma e membro della Chiesa di piazza Cavour è stato nostro ospite; in occasione
della settimana della pace, orga
nizzata dal Centro di Iniziativa
per la pace di Cremona, egli ha
tenuto una conferenza in un cinema cittadino aeli studenti del Liceo scientifico di Cremona e si
è anche recato a Piadena per
una conferenza dibattito presso
la Biblioteca comunale. Il suo
contributo è stato molto apprezzato, soprattutto per l’intelligente e scrupolosa documentazione
fornita. Ringraziamo il prof.
Franco Dupré per la sua generosa disponibilità.
Domenica 8 gennaio ha avuto
luogo l’ormai tradizionale Bazar
e giornata comunitaria. I presenti, circa un’ottantina, hanno trascorso un sereno pomeriggio ed
una preziosa occasione di incontro comunitario.
Ringraziamo le sorelle, i fratelli e gli amici che hanno contribuito alla riuscita di questo simpatico appuntamento annuale.
Ogni venerdì alle ore 19 va in
onda sui 102 di Teleradiopadana
la nostra rubrica « Alternativa
Evangelica ».
R. Avanzi e G. Velo
VENEZIA E MESTRE — Due
gravi perdite in poco più di due
mesi i>er la comunità di Mestre.
Il 20 Ottobre è deceduto Renato
Avanzi di 69 anni, di Mogliano
Veneto (Tv), per una malattia di
cuore che lo aveva colpito qualche mese prima. Era un credente
interessato alle attività della
chiesa, pimtuale con la sua famiglia, finché la salute gliel’ha
consentito, ai culti e alle riunioni, appassionato lettore della Bibbia. I funerali si sono tenuti nella chiesa del paese, messa a disposizione per l’occasione dal
parroco e affollata di membri
della chiesa evangelica e di amici e conoscenti cattolici.
Il 26 dicembre, a Caerano S.
Marco (Tv), dove era andato a
trascorrere le vacanze con i familiari, è scomparso improvvisamente Giorgio Velo, di 59 anni.
Il suo impegno nella comunità,
il suo carattere pacifico e il suo
atteggiamento fraterno insieme
alla prontezza nel rendersi utile,
lo rendevano caro a tutti. Nonostante la distanza, al funerale
erano presenti parecchi membri
di chiesa, oltre a un grande numero di persone del paese dove
era nato e ben conosciuto. Anche
in questo caso, il parroco ha
prestato la chiesa per il funerale
evangelico, al quale anzi ha voluto partecipare con la lettura
di un brano biblico.
La comunità è vicina alle famiglie colpite così duramente.
• Sabato 3 dicembre, a Venezia, si sono uniti in matrimonio
con rito civile Daniele Busetto, di
Treviso, e Franca Bortolan. Il
giorno seguente gli sposi hanno
partecipato al culto nella chiesa
valdese di Venezia e hanno incontrato la comunità. Il pastore
ha invocato su di loro la benedizione del Signore.
• Alcune novità, quest’anno,
per la tradizionale festa natalizia
dei bambini e dei ragazzi. Invece del consueto incontro pomeridiano, i ragazzi del precatechismo e della scuola domenicale
hanno tenuto il culto domenica
18 dicembre a Venezia, portando un loro messaggio centrato
sul tema dell’emarginazione, e
cantando due canti, « Sta’ con
me » e « Alleluia », accompagnati
dalla chitarra. Le riflessioni dei
ragazzi — più profonde naturalmente quelle dei più grandi, più
brevi e semplici quelle dei piccoli — sono partite per lo più
dalla loro esperienza personale;
da quelle dei più giovani è risultato che i più facilmente emarginati nei gruppi dei coetanei non
sono i bambini handicappati, ma
quelli grassi. E’ seguita poi una
agape con un buon numero di
partecipanti nel salone della foresteria, con buffet preparato
dall’unione femminile; più tardi
c’è stato un momento ricreativo
con giochi di prestigio del fratello Sandro dell’Aquila e una
lotteria, organizzata anche questa dall’unione femminile.
• Nel mese di dicembre il pastore è stato invitato dai responsabili del Centro civico di Dolo
(Ve) a tenere una conferenza
sulla Riforma. I partecipanti, sia
pur non numerosi, l’hanno seguita con interesse.
>"
y
6
6 obiettivo aperto
10 febbraio
SULLA BASE DEL DISCORSO DI CRAXI AL SENATO E ALLA CAMERA
Dibattiamo le linee
del nuovo Concordato
Dedichiamo due pagine di questo numero ad im
argomento dibattuto che ci riguarda sia come citi| ladini delio stato contraente del nuovo Concordato,
sia come evangelici dai momento che si è voiuto
saldare la stipula della nostra Intesa alla revisione
del Concordato.
Abbiamo raccolto la valutazione di un evangelico, Paolo Gay, che sta, lavorando ad una tesi in
membri della delegazione che sta discutendo con
lo stato l’Intesa che riguarda TUnione delle comunità Israelitiche.
giurisprudenza sui rapporti tra chiesa e stato e di
un ebreo, l’aw. Guido rubini, che è uno dei tre
Dal dibattito parlamentare abbiamo estratto una
sintesi della posizione dei vari partiti e presentiamo ampi stralci di due interventi, uno di un valdese, Valdo Spini, vicesegretario del PSI, e uno di un
cattolico, Ettore Masina, della Sinistra indipendente.
Il Concordato è arrivato in Parlamento?
Penso che la domanda sia legittima, poiché il Presidente del Consiglio on. Craxi si è limitato ad
esporre a Deputati e Senatori i
« principi fondamentali » in base
ai quali il Governo ritiene di poter
concludere la questione, « anche
per ottenere dal dibattito (...) utili puntualizzazioni per la deiìnizione del testo conclusivo del negosùato » (dal discorso dell’on. Craxi
al Senato, riportato su 1’« Avanti! »
del 26 gennaio).
Dunque, un testo definitivo del
Concordato non c’è ancora.
Possiamo allora rallegrarci che
l’Intesa, pronta per la firma fin dal
febbraio 1978, giimga finalmente all'ultimo stadio del suo iter formativo, avvicinando il momento della
abrogazione delle leggi « sui culti
ammessi » del 1929?
Anche qui dobbiamo essere cauti, ed aspettare a rallegrarci quando l’Intesa recherà in calce le firme del Moderatore della Tavola
Valdese e del Presidente del Consiglio.
Certamente il momento finale
sembra essere vicino, ma non mostriamoci impazienti; tutto può ancora succedere.
Dobbiamo comunque rammaricarci nel constatare che anche per questo Governo, come per tutti quelli
che l’hanno preceduto dal 1948 ad
Oggi, i cittadini che riconoscono la
propria convinzione di fede in una
confessione religiosa diversa dalla
cattolica romana sono considerati
cittadini di serie B.
Il motivo è chiaro: l’Intesa tra
Stato e Chiese valdesi e metodiste,
testo convenuto dalla commissione
mista, testo per noi definitivo, aspetta da sei anni di essere firmato e
ratificato dal Parlamento, ma ciò
non può avvenire perché condizionato alla firma del testo del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica. Se la firma di un documento è
condizionata alla firma di un altro,
significa che un documento è di serie A e l’altro di serie B, e che i
cittadini che si riconoscono in uno
0 nell’altro documento saranno rispettivamente di serie A e di serie B.
Quale differenza c’è tra le due forme di regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa? A partire dai
testi finora prodotti, si possono
schematizzare le due posizioni.
Il Concordato è un patto per la
regolamentazione di rapporti tra
Stato e Chiesa, soggetti indipendenti l’uno dall’altro per sfere di influenza, ma in qualche modo ciascuno sovraordinato all’altro, che presuppone un reciproco scambio di
privilegi, intesi questi come situazioni di favore che ciascuno dei due
soggetti accorda all’altro e nega a
soggetti simili.
Nel nostro caso lo Stato assicura
alla Chiesa cattolica un trattamento particolare per determinate materie che invece non garantisce ad
altri soggetti analoghi.
Dal canto suo, la Chiesa cattolica
fornisce allo Stato servizi che, in
mancanza di Concorde to, non sarebbe tenuta a gar iitire.
L’Intesa invece presuppone una
regolamentazione dei rapporti tra
Stato e Chiesa senza che nessuno
dei due rivendichi o accordi particolari situazioni di favore all’altro.
1 due soggetti con l’Intesa, stabiliscono alcuni principi che regolano
le materie in cui le rispettive sfere
di influenza possono incontrarsi e
venire in conflitto, e nulla più.
Ciascuno dei due soggetti, dopo
l’Intesa, dovrà muoversi, nelle materie oggetto del patto, tenendo conto deH’esistenza e delle esigenze dell’altro.
Che dire del nuovo Conoòrdato?
Si può dare una valutazione dei
principi espressi dal Presidente del
Consiglio, ma per giudicare la reale portata del patto bisognerà aspettare di avere un testo in mano.
I nodi della nuova regolamentazione rimangono le questioni del
matrimonio, degli enti ecclesiastici,
dell’insegnamento della religione.
II matrimonio è una questione delicata nei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, che però non ci riguarda particolarmente perché partiamo da basi diverse.
Il nuovo Concordato accoglierà gli
orientamenti espressi dalla Corte
Costituzionale, negando la competenza esclusiva dei Tribunali ecclesiastici per lo scioglimento dei matrimoni celebrati con rito cattolico.
Si possono esprimere riserve di carattere teologico nei confronti di un
tale matrimonio, ma in questo discorso l’interlocutore è la Chiesa
cattolica, e non lo Stato. Lo Stato
qui si comporterà come si comporta nei confronti di una qualsiasi altra sentenza emessa da un tribunale
straniero.
Molte riserve si possono esprimere su come il Presidente Craxi ha
trattato il problema degli enti ecclesiastici. Al Parlamento non ha
praticamente detto nulla.
Una commissione mista dovrà riferire al Parlamento entro sei mesi, ma non è stato detto alcunché
sui principi che dovranno regolare
i lavori di questa commissione.
Si sa benissimo che quello degli
enti ecclesiastici è il problema chiave nei rapporti tra Stato e Chiesa,
e che qui si sono manifestati i maggiori privilegi verso la Chiesa cattolica quanto a finanziamenti e ad
assoggettamento alle leggi tributarie.
Craxi ha detto che gli enti « con
fine diverso da quello di culto o religione » saranno sottoposti al regime tributario previsto dal diritto
comune. Ma quanti enti ecclesiastici
potranno mascherarsi dietro questa
facciata?
Quanto ai finanziamenti, fonte tradizionale di trattamento privilegiario nei confronti della Chiesa cattolica, nulla è detto. Il silenzio al riguardo lascia intendere che qui forti si manifestino le resistenze da
parte cattolica. Quanto rimarrà del
Zanone e Spini hanno consigliato a Craxi di non firmare il nucm
Concordato VII febbraio. Ma basterebbe la non coincidenza della dati
a togliere da questa firma l’ombra di quella del 1929?
trattamento privilegiarlo ad essa
accordato? Aspettiamo a dirlo quando avremo un testo in mano, ma
cominciamo a stare in guardia: le
premesse non promettono nulla di
buono.
Altro nodo è l’insegnamento della
religione nelle scuole.
L’on. Craxi afferma che il nuovo
Concordato dovrà muoversi secondo
il « riconoscimento dell’impegno
dello Stato di continuare ad assicurare la presenza dell’insegnamento
religioso autonomo nelle scuole non
universitär'e di ogni stato e grado »
e « la garanzia della piena libertà
nell’esercizio del diritto di scelta,
senza ledere principi costituzionali
di uguaglianza e di libertà religiosa ». Che significa « insegnamento
autonomo della religione »? Si testimonia una fede, non si « insegna
una religione ». La religione cattolica non sarà più « fondamento e coronamento delTistruzione pubblica»,
però lo Stato continua ad assicurare ad una confessione religiosa la
possibilità di « insegnare religione »
nelle scuole, subordinando la nomi
na degli insegnanti ad un riconosci '
mento di idoneità da parte delle a»
torità ecclesiastiche competenti, It ;
quali dovranno anche essere consul.
tate per la determinazione dei prò
grammi e delle modalità dei corsi
E’ un continuare a piegarsi fj
fronte alle richieste della Chiesa ' cattolica. E’ un accordare ad essa
un chiaro trattamento di favore, riconoscendo ad essa un qualcosa che g
va ben al di là di quanto garantito
come diritto dall’art. 19 della Costì
tuzione.
I problemi che rimangono aperti
sono molti e di varia natura, e de
sta perplessità che la soluzione di
parecchi di essi sia demandata a
commissioni miste delle quali l’oa Craxi non ha precisato né i modi £l •
composizione, né i principi cui do- J
vranno attenersi, se non in modo
alquanto generico. ’
Una cosa è certa: le vicende del
Concordato (nonché dell’Intesa)
non paiono così vicine alla fine ce i
me sembra. ;
Paolo Gay
Le posizioni dei gruppi parlamentari
La discussione sulle comunicazioni del Governo in materia di Concordato si è tenuta mercoledì 25
gennaio al Senato, giovedì 26 e venerdì 21 alla Camera. Queste le posizioni sostenute dai vari partiti:
— Democrazia Cristiana (DC):
esprime il suo consenso alla conclusione della trattativa per la stipula
del Concordato sulla base dei principi espressi dal Presidente del Consiglio e rileva (nell'intervento dell’on. Giovanni Galloni) che « il senso del Concordato... è tutto racchiuso nella nostra Costituzione e non
solo nelVart. 7, ma nel contesto complessivo del nostro ordinamento costituzionale, talché l’art. 7 ed il complementare art. 8 non rappresentano altro che la specificazione normativa di un principio... Per abolire
il principio che i rapporti tra lo
Stato e la Chiesa cattolica, ma anche che i rapporti tra Stato e confessioni religiose diverse dalla cattolica, siano ordinati su base pattizia, non basta abrogare l’art. 7 e
neppure l’art. 8 ma occorre abrogare anche l’art. 2 dal quale si ricava
il principio fondanrentale e pluralistico del riconoscimento dello Stato
e del suo rispetto verso le comunità, cioè gli ordinamenti sociali in
cui si svolge la persona. Occorre
abrogare il principio stesso della
libertà religiosa costruita non solo
come diritto individuale, ma come
diritto sociale della comunità religiosa a garantirsi rispetto ad interferenze istituzionali statali. A garantirsi come, se non pattiziamente ?».
Per la DC esiste dunque parallelismo tra art. 7 e 8 della Costituzione con trattamenti differenziati tra
la chiesa cattolica e le altre confessioni per ragioni « storiche ed effettuali ».
Circa il problema del Concordato
K quadro » la DC osserva che questo può significare soltanto che
« il Concordato si muove entro prin
cipi fondamentali che comporteranno leggi e procedure di esecuzioni »
e che non si può attribuire « all’attuale revisione il ruolo di cornice
per altre successive revisioni, perché in tal modo verrà vanificato il
carattere di stabilità della legislazione ecclesiastica... ».
— Partito Comunista Italiano
(PCI): si rammarica che il dibattito
avvenga su una nota informativa e
non su una bozza come già avvenne
in passato e ritiene «di grande rilievo che si possano creare condizioni che rendano ancora più sicura la
pace religiosa e che possano meglio
consentire la convivenza nel segno
della libertà e dell’eguaglianza di fedi religiose e di opinioni di non credenti, di strutture ecclesiastiche e
dello Stato ».
Per questo il PCI, nell’intervento
dell’on. Spagnoli dà un giudizio positivo sul fatto che il « nuovo Concordato » definisca « in una cornice
i principi fondamentali cui riferire
la regolamentazione dei rapporti, e
cioè porre i principi della nostra
Costituzione come base per il nuovo patto. Ciò deve significare che
sin dalla prima norma occorre dare
un segno di radicale capovolgimento, di una rottura integrale col vecchio... e che la prima norma deve
recepire e contenere il principio costituzionale ver cui lo Stato e la
Chiesa cattolica sono, ciascuno nel
proprio ordine, indipendenti e sovrani... Da ciò deriva la cancellazione di tutte auelle norme in cui l’impronta confessionalista e statualista
è più evidente..., respingendo ogni
soluzione che faccia risorgere privilegi ».
Il PCI rileva inoltre che va evitato il rischio presente nella intenzione di estendere « la guarentigia dell’art. 7 della Costituzione oltre il suo
ambito naturale, che è quello dei
patti e non quello di ogni altro accordo settoriale. C’è il rischio che
si invadano campi riservati esclusi
vamente all’ intervento legislativo
dello Stato ».
Per quanto riguarda l’insegnamento religioso nella scuola il PCI
è per la « piena facoltatività ». Sulla questione dei « beni ecclesiastici »
il PCI è per il rispetto dei tempi
previsti per il lavoro della commissione mista (sei mesi) e auspica
una sollecita definizione della questione lOR-Banco Ambrosiano.
Il PCI considera la revisione del
Concordato come « un passo avanti
verso la concreta affermazione di
principi di laicità, libertà e pluralismo ».
— Partito Repubblicano Italiano
(PRI): per il PRI Chiesa cattolica e
Stato sono profondamente mutati
tra il 1929 ed oggi; si impone quindi la revisione del Concordato. Revisione che ha avuto un apporto decisivo dalla presidenza Spadolini.
Questo nuovo Concordato è positivo
perché perviene ad « un reciproco
riconoscimento di principi ineludibili » e permette il « superamento
di un accordo rigido e puntuale su
tutte le materie ». I conseguenti rinvìi ad accordi particolari « sono
certamente la formula più adatta e
più idonea a consentire un più rapido adeguamento della regolamentazione alle esigenze di mutamento
della realtà sociale italiana ».
Il PRI è anche per una sollecita
definizione dell’Intesa con la Tavola
valdese e per quella con la Comunità
Israelitica e per il superamento della legge sui culti ammessi.
— Partito Liberale Italiano (PLI):
per il PLI è intervenuto nel dibattito alla Camera il suo segretario nazionale, Valerio Zanone il quale si
è detto per « il superamento del sistema concordatario ». Per il PLI
« non siamo di fronte ad una modifica del Concordato ma ad una
sua nuova formulazione » ma il
PLI ritiene « che oggi per regolare
i rapporti con una democrazia lihe
ra e garantista la Chiesa non abbia bisogno di concordati ». Inoltri
il PLI ritiene un « assurdo » che l’Intesa coi valdesi debba essere subordinata al Concordato prima di essere firmata.
— Democrazia Proletaria
per l’on. Pollice « DP si batte come
coerente forza laica e di sinistre
contro il regime di privilegio
del quale si avvale la Chiesa catto
lica». Piena libertà di coscienza e lotta alle discriminazioni religiose che
ci sono «si attuano con il superamen
to dell’art. 1 della Costituzione e U
modifica dell’art. 8 che regoli i raf
porti con le confessioni religiose
sulla base dell’uguaglianza e tuté
la libertà di coscienza. In quesk
senso si è mossa DP presentando
una legge di modifica costituzionale.
Quindi è contro il progetto di con
cordato che sancisce nuovi privile^
(in materia fiscale, matrimoni, enti
ecclesiastici). Per DP la ragione pel
cui l’Intesa con la Chiesa valdese
non è stata portata in Parlamento
è « per i problemi di contenuto che
essa pone al nuovo Concordato ». 1
— Partito di Unità Proletarii
(PdUP): Ton. Crucianelli non ride,
ne necessario lo strumento concaff
datario e pone problemi di proce
dure ( discussione senza bozze) e di
contenuti (insegnamento religioso,
enti ecclesiastici, matrimonio) e pte
senta una mozione per la fine delU
trattativa (simile a quelle di DP <
della Sinistra Indipendente) che otterrà, unica mozione alternativa, di
voti. I
— Partito Radicale (PR): per l’oHGiovanni Negri bisognerebbe faf‘
i
più attenzione al trattato che ^
------------------t.x .....jl
Concordato perché altrimenti si
schia un «pateracchio pericoloso
chiede un preciso testo su cui d)
scutere, ritiene che il privilegio Ò
manga nel Concordato e che dovrei
be essere realizzato solo un nuon
trattato per regolare i rapporti c4
(continua a p. iD
7
10 febbraio 1984 oMettìvo aperto ^
ART. 8 E LIBERTA’ VALDO SPINI, VICESEGRETARIO DEL PARTITO SOCIALIST
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diritto di essere se stessi, come af^®™azione del carattere collettivo
delle esigenze libertarie. Come scrive U Peyrot, «le intese significano
partecipazione delle componenti diverse da quella maggioritaria alla
vita pubblica del paese... La varietà non si pone più come un errore
od Un pericolo, ma come un arriccnimento che offre il suo apporto
alla partecipazione di tutti. Tutti
ugnali perché tutti diversi ». Tale
principio pluralistico è stato fatto
"fieramente proprio dal Presidente
i-raxi e gliene va dato atto. La società politica ha finalmente accolto Il modello prefigurato dalla Costituzione.
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' Ciò non significa che nelle comujucazioni di Craxi non vi siano delrf riferimento ai
oubbi espressi sulla natura delle
JMrese, sia con riferimento ai pro” A™* rimasti aperti.
A chi avrebbe desiderato uscire
dal quadro costituzionale e ritorprincipio cavouriano « Libera Chiesa in libero Stato » giova ricordare che, già prima del 1929, tare principio si era tradotto in « Lioera volpe in libero pollaio ».
C art. 8 della Costituzione è volto ad as.sicurare la libertà dei polli.
E’ utile che si faccia un passo avanti
Una valutazione delle comunicazioni al Parlamento del Presidente
del Consiglio Craxi sulle prospettive di revisione del Concordato
non può prescindere dal quadro costituzionale, che il Governo è tenuto istituzionalmente a rispettare.
I principi generali della Costituzione, giova ricordarlo, sono diametralmente opposti a quelli dello
Statuto Albertino che fornirono il
quadro del Concordato del 1929. Là
dove lo Statuto del 1848 affermava;
«La religione cattolica apostolica
romana è la sola religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono
tollerati conformemente alle leggi »,
la Costituzione repubblicana afferma: «Tutte le confessioni religiose
sono egualmente libere davanti alla
legge » (art. 8, 1" comma), e ancora:
«I loro rapporti con lo Stato sono
. regolati per legge sulla base d’in%tese con le relative rappresentanze »
(art. 8, 3° comma).
L’art. 8, 1° comma, ha introdotto
un fenomeno che per certi aspetti
potrebbe qualificarsi « clausola della _ confessione più favorita»: il
principio di eguale libertà importa
infatti la conseguenza che quando
lo Stato riconosca un diritto di libertà ad una qualsiasi confessione
religiosa, dello stesso diritto possono valersi egualmente tutte le altre
confessioni religiose. Tate principio,_ che è volto all’abolizione di
ogni privilegio a favore di un qualsiasi culto, è stato recepito nella
bozza d’intesa in corso di trattativa fra lo Stato e le Comunità israelitiche e sembra sia stato fatto proprio dal Presidente Craxi.
L’art. 8, 3” comma, è fondato sul
riconoscimento della pluralità degli ordinamenti giuridici, costituiti
dalle confessioni religiose organizzate, e prevede un incontro di volontà fra lo Stato ed i rappresentanti di tali ordinamenti. E’ la fine
del regime giurisdizionalistico posto dalla legge del 1929 sui « culti
ammessi », la fine del « coacervo
anonimo degli indistinti » più volte
denunciato da Giorgio Peyrot, e la
introduzione del pluralismo. La stipulazione di intese fra lo Stato e
le diverse confessioni religiose va
vista insieme come strumento di
Noi non siamo fra quelli che si
pongono di fronte alla fede religiosa con lo spirito di compatimento
di chi la considera come una sorta
di residuato storico o, più benevolmente, come uno stadio intermedio
per arrivare ad una conoscenza più
scientifica della realtà; ci poniamo
con serietà, al di fuori quindi di ogni estremismo ma anche di ogni
opportunismo compiacente, il problema del rapporto tra Stato e Chiesa, o meglio fra Stato e Chiese. (...)
Da un principio infatti dobbiamo
partire, e cioè che il combinato disposto degli articoli 7 ed 8 della Costituzione sta a significare che lo
stato democratico riconosce come
in materia strettamente religiosa
non si legiferi in modo unilaterale,
ma sulla base di convenzioni tra le
due parti; e ciò per la particolare
delicatezza di questa sfera.
Nutriamo una storica diffidenza,
non lo nascondiamo, verso il termine assunto dalla convenzione con
la chiesa cattolica, il Concordato,
se non altro per motivi storici. Ma
non ci fermiamo alle formule: guardiamo alla sostanza. Ed è alla sostanza che bisogna guardare per
una decisione meditata. La revisione di uno strumento giuridico come
il Concordato si è rivelata cosa molto difficile e complessa, tanto da
generare intorno ad essa molto scetticismo.
Merito del Presidente del Consiglio Craxi è stato quello di assumersi personalmente la responsabilità
della trattativa, al tempo stesso nel
coraggio deiriniziativa e nella chiarezza dei risultati da raggiungere.
Ho detto infatti che noi socialisti
siamo revisionisti, ma non certo revisionisti superficiali o qualunquisti.
Ci siamo sempre in questi anni, dopo avervi contribuito, sentiti legati
ai risultati del dibattito parlamentare del dicembre 1978 ed alle condi
zioni allora poste dai Parlamento
per il proseguimento della trattativa. Nel dicembre 1978 erano rimasti aperti punti scottanti e decisivi
su cui si sono cimentati — e di questo li ringraziamo — i governi che si
sono succeduti in questo lasso di
tempo.
Rispetto ai problemi rimasti aperti, il negoziato sembra oggi, come
riferisce il Presidente del Consiglio,
avere fatto sostanziali passi avanti.
Il negoziato è andato avanti sui problemi delTistruzione religiosa, configurando, in luogo dell’umiliante
prassi dell’esonero che chi vi parla
ha vissuto anche personalmente fin
da bambino, il diritto di scegliere
se ricevere o meno l’educazione religiosa cattolica, secondo un’uguaglianza di trattamento per tutti gli
alunni che costituisce un punto imprescindibile della trattativa.
Essa è andata avanti — anche in
conformità con la sentenza della
Corte costituzionale il cui intervento
noi abbiamo sempre avallato — sul
problema del matrimonio e su quello degli enti, ponendo un termine
certo e politicamente incidente alla
commissione che dovrà riferire in
tema di enti ecclesiastici. Come è
noto, tale termine scadrà prima dello scambio delle ratifiche e — come sanno bene i colleghi più addentro di me nella materia — questo
scambio è il presupposto per la
esecutività del nuovo Concordato.
Ma non è nemmeno vero che il Parlamento verrà emarginato da questa discussione, perché la nuova disciplina degli enti verrà esposta dal
Governo nel corso del dibattito sulla ratifica dal momento che nel periodo intercorrente tra la firma e
la costituzione della commissione
paritetica sarà pronrio quest’ultima
ad elaborare i punti e la disciplina
generale sulla quale si baserà nel
suo lavoro. Questa materia verrà
sottoposta alle Camere per l’autorizzazione alla ratifica.
Ancora, il testo del nuovo Concordato rinvierà ad intese tra Stato e
Conferenza episcopale italiana su
molte materie, che vengono così tolte dal Concordato. Sarà allora possibile arrivare ad accordi più fiessibili su tutta una serie di materie,
chiaramente incongrue col carattere addirittura di trattato internazionale del Concordato. Si tratta di una
impostazione (quella di un Concordato-quadro e di intese con la Conferenza eniscopale italiana sul resto
delle materie) che il partito socialista aveva auspicato già nel comitato
centrale del novembre 1976 (e Franco Bassanini dovrebbe ricordarlo)
e che sono state elaborate teoricamente da studiosi come Francesco
Margiotta Broglio.
Per quanto attiene all’intervento
delle Camere, registriamo il consolidamento della prassi della « parlamentar izzazione » della trattativa.
Facendo un passo indietro, oggi si
dice che questo principio delle intese [tra Stato e Conferenza episcopale italiana, n.d.r.] potrebbe violare la potestà legislativa. Penso che
in nroposito il Governo fornirà un
chiarimento in sede di replica, anche se mi sembrava chiara la dichiarazione del Presidente del Consiglio secondo la anale ci muoviamo, nell’ambito di provvedimenti
che i tecnici chiamano sublegislativi e non legislativi.
Le Camere avranno la possibilità
di una molteplice riflessione su tutta la materia concordataria: in primo luogo, quando il Governo comunicherà loro i princìpi sui quali la
commissione paritetica ha convenuto di basarsi per riformare la legislazione sugli enti ecclesiastici di
derivazione lateranense; poi, quando
le Camere si troveranno, ai sensi
dell’articolo 80 della Costituzione, a
partecipare alla conclusione del
vicenda, autorizzando o meno la i
tifica al' testo convenuto, in tal ni
do verificando la rispondenza
quel testo alla dichiarazione cl
Presidente del Consiglio.
Per tutti questi motivi, per il cc
testo storico in cui il problema ^
pone e per l’Emalisi delle altre
spettive abrogazioniste o di que
che tendono a lasciare le cose cor
stanno, noi siamo portati a rispcj
dere positivamente al quesito che
nonevamo alTìnizio. E’ utile per
nostra democrazia che si vada ava
ti, perché una positiva conclusìo:
dei negoziati può sprigionare tut
quelle conseguenze di fatto, di <j
stume e di prospettiva (e raccol;
quanto diceva il segretario del pi
tito liberale, onorevole Zanone) c!
vanno al di là delle stesse formu
giuridiche.
Ma in Parlamento, dopo Punii
dibattito specifico svolto su ques
tema (quanta avarìzia; la discussi
ne delle interrogazioni socialiste
radicali del 17 marzo 1980 alla C
mera), il Presidente del Consigi
riferisce anche sulla predisposizi
ne, ormai ultimata, del testo dell’!
tesa con le Chiese evangeliche, vi
desi e metodiste, che rappresente
così il primo caso di applicazio:
dell’articolo 8 della Costituzior
nonché sull’avvio del processo cl
dovrà portare all’intesa con Pimi
ne delle comunità israelitiche i1
liane.
Verrà così abrogata verso le Chi
se valdesi e metodiste la legislazioi
fascista sui culti ammessi (e i
compiaccio che il Governo abbia a
nunciato di voler fare altrettan
per tutte le altre confessioni religi
se) e verrà così realizzato, anche
campo religioso, un principio
pluralismo particolarmente impd
tante in un paese come il nostro.
Valdo Spi
ETTORE MASINA, DEPUTATO DELLA SINISTRA INDIPENDENT
Milioni di cattolici non vogliono più
Guido rubini
Se in passato gli accordi tra Stato e Chiesa — ma io preferisco dire,
per migliore verità, tra Stato
e papato — hanno ridotto frizioni,
discriminazioni, lacerazioni e addirittura persecuzioni, e perciò tanti
uomini illustri li hanno cercati, accolti, considerati e onorati come
strumenti di pacificazione nazionale, i concordati rivelano oggi alla
nostra sensibilità una loro fisionomia deteriore: sono inevitabilmente
accordi tra vertici politici e vertici
ecclesiastici, in cui si ribadisce una
situazione di sudditanza dei singoli
cittadini. Non sempre, e neppure
spesso, per la verità, strumenti di
progresso civile, di elevazione religiosa, di crescita morale di un’intera nazione, i concordati sono invece stati sempre, e talvolta soltanto,
distribuzione di diritti tra due poteri monarchici, hanno gara,ntito una pace religiosa più apparente che
reale. (...)
Ma nei paesi in cui la fede non è
più superstizione clericale, nei paesi in cui lo Stato non è più occupato da una classe schiava del bigottismo o dell’anticlericalismo, la pace religiosa si fonda non sui concordati ma sull’esercizio della dertiocrazia. Lo dico con la fierezza di
chi sa di appartenere ad un popolo
assai più maturo e tollerante, dal
punto di vista religioso, di certi salotti chic in cui il cattolico viene
considerato per definizione un sottoprodotto culturale. E lo dico anche per vissuta esperienza. Io, cattolico, sono approdato a questi banchi dopo una campagna elettorale
svolta nel territorio di dieci provincie italiane come candidato indipendente nello liste di un grande partito popolare, quello comunista, colpito da scomunica nel 1949 dalla
Chiesa pacelliana due anni dopo che
la Costituente aveva dato prova della sua volontà di mantenere nel
paese la pace religiosa.
Ebbene, la primavera scorsa e nei
mesi che sono seguiti ho avuto conferma di una realtà che avevo già
colta negli anni precedenti; cioè che
a mano a mano che l’intervento dei
vescovi, dei parroci e delle organizzazioni cattoliche, a fianco della
DC, è andato cedendo il passo al pluralismo politico dei credenti in Cristo, sono caduti antichi pregiudizi
che il Concordato non aveva affatto
spento ma anzi consolidato con il
suo regime di privilegi; i rigidi
dogmatismi hanno ceduto ad una
impostazione laica della politica e
la fede religiosa è finalmente apparsa anche agli occhi degli atei e degli agnostici non come una sovrastruttura di classe ma come una almeno possibile spinta interiore alla
costruzione di una umanità più libera e più giusta.
C’è stata nel mondo laico e soprattutto in quello proletario — a
me pare — una maturazione, una
sorta di crescita culturale, ma non
solo culturale, cui corrisponde una
a,naloga crescita dei cattolici, i quali oggi, dopo il Concilio sanno quanto sia difficile giudicare chi è vicino
al Cristo e rileggono con inquietudine o, come capita a me, con gioia,
quel brano del Vangelo in cui è detto che vi saranno un giorno giusti
che chiamati nel regno dei cieli per
avere onorato il figlio di Dio domanderanno « quando mai ti abbiamo visto. Signore? » e si sentiranno
rispondere che ogni atto di liberazione dei poveri Cristo lo considera fatto a sé.
Noi non abbiamo più bisogno, cari colleghi dì concordati per lavorare insieme, per sentire religiosamente il dovere nel senso più ampio della parola religiosa, cattolici,
protestanti, ebrei, atei, agnostici,
per sforzarci di fondare insieme finalmente una civiltà della pace che
ponga la parola fine a tutte le guer
re e a tutte le divisioni tra gli uomini. Di fronte ai problemi di unità
che l’avvento nucleare ci impone, i
concordati, così come le intolleranze religiose, appaiono cosa antica,
patetica, quanto le guardie svizzere
e i reduci garibaldini.
Mentre io affermo queste cose non
nego certo la generosità e neppure
ia saggezza di certi comportamenti
del passato. Penso, ad esempio, con
infinito rispetto al profondo travaglio interiore di quei compagni comunisti che, consapevoli della delicatezza del momento, approvarono
l’articolo 7 della nostra Carta Costituzionale. Paimiro Togliatti motivò
allora questo voto, dicendo che la
classe operaia non voleva una scissione per motivi religiosi. Sono passati da quel giorno 37 anni e credo
di poter dire con sommessa certezza
che la classe operaia italiana, il movimento dei lavoratori italiani, la
democrazia italiana non potrebbero
più scindersi per motivi religiosi,
tanto meno a proposito del Concordato, perché accanto ad una vastissima e crescente parte del popolo
italiano che, con grande pena per
noi credenti, non accetta più di dirsi cattolica e per la quale il Concordato è ormai e rimarrà ininfluente
— guardate il vuoto di queste tribune —, vi sono milioni di cattolici
che non vogliono più sentire squilli di trombe militari nelle loro chiese, che non vogliono più nelle scuole
di Stato sacerdoti pagati dallo Stato come insegnanti ma collocati in
cattedra dai vescovi e da questi rimossi a piacimento quando diano
un segno di indocilità; e vi sono milioni e milioni di cattolici che non
vogliono più che enti religiosi, le cosiddette opere di bene, coprano speculatori edilizi, trafficanti di valuta,
cavalieri di industria, evasori fiscali. (...)
Certo, questa Chiesa conciliare,
non più piramide di poteri, ma po
polo in cammino, è ancora piena
contraddizioni. (...)
Non è un mistero per nessuno cl
oggi la Chiesa cattolica ha due ar
me; una è quella conciliare, che 1
scolpito nel cuore ciò che il Coni
lio ha proclamato, e cioè che
Chiesa riconosce nei poveri e n
sofferenti l’immagine del suo fo:
datore; l’altra è quella di una par
sempre più esigua del potere eccl
siastico che sogna di poter conia;
tra pochi giorni, come TU febbrai
1929, una medaglia d’oro con Teffig:
del Cristo, ed è magari disposta
riconoscere anche al signor Près
dente del Consiglio italiano Tattribi
zione di un uomo fatto incontrai
dalla provvidenza. Noi avremm
creduto — noi cattolici che cerchi;
mo di essere fedeli al Concilio che un Presidente del Consiglio s
cialista, per una qualche affinità eh
i lavoratori colgono subito tra ce
te scelte politiche e certe scelte r
ligiose, avrebbe scelto tra quelle du
chiese quella dei nreti operai eh
rifiutano di incassare la congrua,
che preferiscono guadagnarsi il p;
ne con le proprie mani; quella di
vescovi che, invece di sfilare nell
cerimonie accanto ai prefetti o
popolare i salotti di certi députât
sfidano la mafia e marciano con
disoccupati in lotta per il posto *
lavoro; quella degli intellettuali, eh
cercano di far chiarezza sulla necei
sità che la Chiesa sì liberi delle su
ricchezze; quella dei giovani eh
vogliono celebrare il loro sacrarne
to nuziale senza che al rito sia ai
piccicata la lettura del codice civili
Avremmo sperato che un Preside!
te socialista lasciasse che i mori
seppellissero i morti e non che tei
tasse di restaurare una costruzion
giuridica che, dopo tutto, apnartw
ne ad un traditore del socialism
e ne porta largamente Timprontì
Ettore Masin
8
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8 ecumenismo
10 febbraio 1984
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G. BOUCHARD E G. PATTARO NELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Due interpretazioni di Vancouver
Da parte protestante si segue con attenzione la spinta verso una più decisa democratizzazione
interna: da parte cattolica si contrappone ancora la dimensione verticale a quella orizzontale
VENEZIA — Il giorno 18 gennaio il moderatore Giorgio Bouchard è venuto a Venezia per
presentare la ’sua’ testimonianza e interpretazione di Vancouver. H colloquio era innestato
nell’ambito della ’settimana di
preghiera per l'unità dei cristiani’; relatori il moderatore e don
Germano Pattaro, che a Vancouver non c’era, ma che aveva
lavorato con la componente cattolica per preparare la parteciPMione dei cattolici, partecipazione particolare, poiché, come si
sa, la Chiesa Cattolica ^mana
non è membro del CEC.
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r-tó
- Si“;
Le conferenze si sono tenute a
Venezia, sala di S- Basso, presso la basilica di S. Marco, e a
Mestre, nell’aula della Scuola
teologica del Laurentianum, istituto teologico per la formazione
dei laici. La partecipazione è stata buona, per ciascuna sede oltre duecento persone. Tra i presenti alcuni avevano ima buona
informazione circa l’assemblea
di Vancouver, ciò vale sia per i
nostri membri di chiesa, almeno
per quelli che seguirono le informazioni sulla "Luce", che per
il gruppo del SAE locale che di
Vancouver aveva avuto una prima informazione, relativa ai lavori e ai documenti, dal pastore
A. Berlendis. Nonostante ciò il
dibattito non c’è stato, forse
perché le due relazioni occuparono oltre un’ora, forse perché,
in ambedue le sedi, si era già
fatto tardi. La discussione è
dunque restata per lo più confinata a dialogo tra i due relatori.
■'Í4
G. Bouchard ha presentato i
lavori e il ’clima’ dell’Assemblea,
ovviamente aU’intemo della sua
sensibilità protestante e della
sua personale partecipazione.
Don Pattaro, com’era ovvio,
guardava ai fatti di Vancouver
dall’estemo (da ’lettore’ disse)
e da cattolico. Il confronto per
chi voleva seguire con attenzione doveva risultare molto istruttivo. Mentre il moderatore G.
Bouchard illustrava i temi vivi
di una assemblea preoccupata
della comprensione della chiesa
come realtà in cambiamento verso una più decisa democratizzazione interna e verso un più efficace servizio nel mondo, dentro le grosse questioni della pace, della giustizia, del femminismo, dell’attenzione agli emarginati, della partecipazione pa
ritaria dei giovani e degli handicappati, il teologo cattolico riprendeva la distinzione tra ’orizzontale’ e ’verticale’, tra prassi
e teologia. Una lettura e una
tensione presente nel CEC da
sempre, ma ci pare, non più
proponibile come opposizioni
bensì come settori non separati
che si intersecano e vanno ridiscussi insieme. Insomma, la critica all’ala ’protestante’ del CEC
di essere più attenta all’azione
che alla teologia è vecchia e
inadeguata. La ’teologia’ tradisce sovente di essere legittimazione ideologica di un’azione ecclesiastica e sociale.
sulla necessità di considerare la
chiesa con più distacco e autoironia e ad abbandonare le dispute sulle ’decananze e il potere’ al suo interno il teologo cattolico ribadiva : « Cos’è il vescovo? cos’è il papa? un masso erratico, un impiccio? Sono un
dono di Dio alla chiesa ! ». Sicura e sana teologia cattolica. Almeno per l’ecumenismo locale il
teologo cattolico non ci lascia
nel vago circa la comprensione
’ecumenica’ della gerarchia romana nella sua massima espressione. Del resto ciò non è stato
taciuto, da parte cattolica, neppure nel dialogo con gli anglicani, si riveda in proposito il documento del card. Ratzinger in
merito. Papato ed episcopato
cattolici non sono oggetti ’ecumenici’ misteriosi bensì, e in tal
senso, esaurientemente illustrati
a tutti i livelli, espressione della
concezione di quel ’carisma del
potere clericale’, ridefinito, com’era logico e consequenziale, dal nuovo codice di diritto
canonico, che, tra l’altro, parla
anche di ecumenismo. Quel carisma a noi continua a sembrare abusivo e oppressivo.
I partecipanti dovrebbero avere compreso dalle due voci, Bouchard e Pattaro, che cattolicesimo e protestantesimo restano
due diversi e ancora inconciliabili modi di essere chiesa. Su
questo tema, per la verità non
centrale, si è un po’ troppo ridotta l’attenzione ai grandi temi di Vancouver, poteva essere
un’occasione per confrontarci,
cattolici e protestanti, sulla pace, la giustizia ecc... per approfondire l’ecumenismo della testimonianza cristiana nel mondo contemporaneo.
Alfredo Berlendis
Uscire insieme dal tempio
LIVORNO -T- ir 24 dicembre,
una fiaccolata e una riunione di
canto e di preghiera per la Pace, ha raccolto evangelici e cattolici di base in una comunione di
intenti e di impegno, conclusa
con la frazione del pane.
Il 31 dicembre alle ore 20 credenti e non credenti hanno dato
un segno di buona volontà per
la Pace con una luminaria e sirene spiegate.
Dal 18 al 25 gennaio, cattolici
ed evangelici, impegnati in una
ricerca comune della vera volontà di Dio nella rivelazione di
Cristo, hanno cercato anche dentro di sé e nell’apertura all’altro
e dell’altro, di avvicinarsi ulteriormente alla Croce.
In ciò sono stati aiutati dal
contributo del pastore Santini,
oltre al vescovo di Livorno, Ablondi, e da Zervos, vescovo ortodosso, il 18; dallo studio sul
problema della riconciliazione
di Maria Vingiani, presidente
del S.A.E., il 19; dalla panoramica aggiornata della situazione
ecumenica della Vingiani, il 20;
da una rassegna di testimonianze sulla pace del Centro Artistico del Grattacielo con testi di
Don Corso, e dalla serata musicale offerta dal Centro Mondialità e dal Centro Evangelico il
21; dal culto, tenuto nella Chiesa Evangelica Valdese da Giovanni Carrari il 22; dalla medi
tazione tenuta da chi scrive in
un incontro di preghiera sulla
Parola, nella Pieve di S. Lucia
ad Antignano il 23; dalla carrellata storico-critica di Domenico
Maselli sulla Teologia della Croce da Lutero ad oggi, il 24; dalla
riunione di preghiera con i giovani nella Chiesa di S- Giovanni
e, più tardi, dall’agape fraterna
presso il Centro Mondialità, il 25.
Il tutto accompagnato da una
mostra ispirata ad Efesini 4 ; 3
circa l’unità dello Spirito nel
vincolo della pace. Su questo tema si sono sbizzarriti i bimbi
di varie scuole, che hanno inviato centinaia di disegni molto significativi, ed hanno contribuito
con quadri e disegni alcuni pittori: intere scolaresche hanno
visitato la mostra, allestita presso il Centro Mondialità e organizzata da Piera Ratti, che ha
permesso di diffondere idee di
pace e di solidarietà fra gli uomini, a partire dai cristiani, fra
molte giovani individualità.
La pace, l’ecumene, la fratellanza, la solidarietà, la comprensione, la pietà, l’intelligenza dèi
cuori, in altre parole l’amore,
possono muovere i primi passi e
poi benedétti da Dio crescere,
uscendo insieme a Lui dal Tempio per andare incontro alla gente, e far sì che la gente vada al
Tempio.
Davide Melodia
Il compito della base
Prevedibile la posizione del
teologo cattolico circa la ’tirata’
di Philip Potter sul dovere di
’esorcizzare l’eresia del potere e
dell’autorità magisteriale nella
chiesa’. Il teologo cattolico non
ha compreso che si trattava di
un richiamo ai protestanti stessi (cfr. articolo di A. e F. Comba
- su La Luce del 20/1 c.a.). Don
Pattaro ha sostenuto che il segretario generale non aveva il
diritto di parlare in quel modo
perché nel CEC ci sono anche
, gli Ortodossi. L’incontro è servito a rendersi conto ancora del
modo fortemente diverso di con. siderare la chiesa in campo riformato e cattolico. Ad una pre■ cisazione del pastore Berlendis
SCIGLI — « Ècco quanto è
buono e quanto è soave che i
fratelli vivano insieme» (Salmo
132), così ha esordito il presidente cattolico della celebrazione comune di preghiera per l’unità dei cristiani fatta il 19 gennaio c.a. nella chiesa parrocchiale del SS. Salvatore del Villaggio Jungi di Scicli.
In questa celebrazione dell’Ottavario ci è sembrato di cogliere qualcosa di indefinibile molto vicino alla speranza e molto
significativo è stato il fatto che
i due presidenti (il vicario foraneo P. Corrado Carpenzano e il
pastore Pino Arcangelo) abbiano preso posto alla sede lasciando vuoto lo scanno centrale. Momenti forti sono stati l’abbraccio cordiale e fraterno dei presbiteri fra loro e col pastore metodista, l’abbraccio generale tra
cattolici ed evangelici, il canto
della preghiera del Signore (il
Padre nostro) mentre le mani
del partecipanti formavano una
espressiva catena umana.
Ci eravamo preparati perché
questo incontro ecumenico riu
evangelico di Giovanni (3: 1417) sull’amore di Dio per il mondo, che si è rivelato nella sua pienezza con il sacrificio di Cristo
sulla croce. «Il serpente innalzato da Mosè fu un segno di salvezza, che acquista senso pieno
e totale in Cristo: guardando
Gesù e credendo in Lui, si ottiene la salvezza, la vita nella
sua pienezza, la vita eterna. Sia^
mo qui perché crediamo in Lui
e speriamo in Lui contro le mille difficoltà che ogni giorno vorrebbero incrinare questa nostra
fede. Guardiamo alla Croce, speriamo dalla Croce, attingiamo
dal Crocifisso-Risorto, in Lui
troveremo la salvezza».
Purtroppo sappiamo che ancora sussistono parecchie divergenze dottrinali tra cattolici e
protestanti, ma siamo fortemente convinti che, mentre le commissioni di teologi delle rispettive chiese studiano e discutono,
noi della base possiamo e dobbiamo spingere le nostre comunità verso l’unità con la preghiera éomune, con la meditazione comune della Parola di
Dio, con l’impegno comune nelle opere al servizio dell’uomo.
D. Sebastiano Vizzini
ÌEchi dal mondo
_____ cristiano
a cura di Renato Ooisson
Egitto: impegno di
cattolici e protestanti
delle. Nazioni Unite di inviare
una commisàione di inchiesta.
(Terre Nouvelle) — La chiesa
cattolica romana e la chiesa evangelicà d’Egitto hanno deciso
di dare vita ad un programma
che sarà diretto, amministrato e
finanziato congiuntamente dalle
due chiese. Si tratta di un progetto di sviluppo nel villaggio
di Zaraby nella provincia dell’Asyut. Il lavoro si è avviato
con l’organizzazione dei servizi
medici e l’apertura di una clinica. Ora le due chiese sono impegnate in un piano di diffusione delle conoscenze sanitarie di
base, realizzato da un gruppo di
suore cattoliche e di laici protestanti.
Taiwan: attacco alla
libertà religiosa
Vietnamiti schiavi
in Cecoslovacchia
(Terre Nouvelle) — Operai
vietnamiti lavorerebbero in condizioni simili alla schiavitù in
Cecoslovacchia per un salario
inferiore al minimo previsto e
senza la possibilità di organizzarsi. Questo grazie ad un contratto fra i due paesi che prevede l’invio di parecchie migliaia
di vietnamiti in diverse fabbriche cecoslovacche in cambio di
forniture militari.
La Federazione internazionale
dei diritti dell’uomo, che ha diffuso queste notizie, ha incaricato la Commissione contro la
schiavitù ed il lavoro forzato
(Terre Nouvelle) — Il Governo
di Taiwan ha recentemente messo a punto un « progetto di legge per la protezione della religione ». Di fatto si tratta di una
grave restrizione della libertà di
religione.
Già nel 1978 il governo aveva
cercato di fare passare una legge sulla religione. Le proteste
sia interne che internazionali lo
avevano però indotto a rinunciarvi. Questa legge viene ora ripresentata in forma leggermente
diversa.
Tutti i templi, i santuari ed i
luoghi di culto dovranno essere censiti. Dovranno essere consegnate le liste dei membri ed
il governo si riserva il diritto
di controllare la qualifica dei
servitori della chiesa, le pratiche religiose ed in modo particolare la predicazione che dovrà
essere in accordo con « la politica nazionale attuale ».
In caso di violazione di questi
principi il Ministero degli Interni ha la facoltà di prendere misure amministrative fino alla dissoluzione della comunità.
La Chiesa Presbiteriana di Taiwan ha protestato molto energicamente contro questa legge
che violerebbe il diritto alla libertà religiosa garantita dalla
costituzione del paese.
scisse nel migliore dei modi:
abbiamo deciso infatti di evitare
il minimo cenno di polemica dottrinale, come pure qualsiasi falso atteggiamento di superiorità
o di sufficienza, che hanno contribuito efficacemente a far pregare con cuore fervido é libero.
S.O.S. Mozambico
Il pastore Pino Arcangelo ha
proposto all’attenziorie dell’assemblea un magnifico commento sul brano della lettera ai Romani (5: 6-11), puntualizzando
che la posizione protestante della ’sola fide’ vuole sottolineare
fortemente la preminenza assoluta dell’amore gratuito e infinito del Padre, che ha preso l’iniziativa della nostra salvezza
quando ancora eravamo peccatori, prima ancora della nostra
giustificazione ’de facto’, e ci ha
invitato a essere riconoscenti a
tanto amore con l’impegno concreto di fratellanza reciproca a
servizio del mondo.
Il segretariato della CEvAA
ha trasmesso alle chiese un appello urgente di aiuto pervenutogli dal segretario sinodale Amosse Baltazar Zita della chiesa
evangelica del Mozambico.
L’appello dice ; « A causa della grave situazione che esiste nel
nostro paese e di cui siete à conoscenza — siccità, carestia,
mancanza di quasi tutto nel paese, guerriglia — siamo stati avvicinati dal Dipartimento della
Cooperazione internazionale del
Ministero della Sanità lo scorso
dicembre. Questo Dipartimento
chiede aiuto, almeno per quanto
riguarda i medicinali per gli
ospedali, perché le riserve sono
quasi del tutto esaurite.
L’arciprete P. Concetto Di Pietro, subito dopo ha proposto un
commento sobrio, ma ricco dì
contenuto spirituale, sul brano
Sapete che non abbiamo più
come chiesa un servizio sociale
proprio, ma bisogna che qualche cosa venga intrapreso per
venire in aiuto ai nostri concittadini che muoiono di fame, di
mancanza di medicine negli ospe
dali ed a causa della guerriglia.
Le informazioni che riceviamo
dai nostri colleghi che si trovano nelle regioni più colpite sono drammatiche: migliaia e migliaia di persone muoiono ogni
mese nelle provincie del Centro
e del Sud».
Il Segretario della CEvAA, Samuel Ada, aggiunge : « Questo
appello internazionale rivolto alla nostra comunità per aiutare
una chiesa sorella nella sua testimonianza nel proprio paese
verso i malati, gli affamati e coloro che sono nel dolore per
aver perduto o per veder morire i propri parenti, incontrerà,
ne siamo persuasi, una risposta
pronta e favorevole anche da
voi. Se in questa situazione
drammatica tutto diventa necessario, ciò che è prioritario sono
i medicinali».
Le offerte devono essere inviate al Cassiere della Tavola Valdese con la menzione « Appello
urgente Mozambico ».
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lo febbraio 1984
cronaca delle Valli 9
SICUREZZA E PREVENZIONE
Pinerolese senza cinema
, La commissione di vigilanza ha fatto chiudere quasi tutti i cinema:
UlDGTltiH*f^ finora non si era accorta di nulla? - Disagi e speculazioni possibili
Intolleranza
vecchi
Ho davanti a me la « mappa
delle case per anziani del Pinerolese» pubblicata dall'«Eco del
Chisone » del 12 gennaio u.s.
Sono 41 centri dislocati in tutta la zona con un totale di 2263
posti letto quasi completamente
occupati alvi/1/84: da un minimo di 7 letti nella comunità alloggio di Pragelato ad un massimo di 200 nella casa di riposo
Mad. della Misericordia di Pinerolo.
In quasi tutti i centri vi sono
camere singole, in tutti camere
a 2 o 3 letti ed in parecchi camere con oltre 3 letti.
E’ giusto che il vecchio, fin che
lo può, rimanga nella sua casa
aiutato, quando ne ha bisogno,
dall'assistenza domiciliare o da
qualche altro intervento, ma molto sovente non è in grado di rimanere solo e deve essere ricoverato.
Da quìndici giorni ai pinerolesi
che vogliono andare al cinema
non è concessa alcuna alternativa: devono accettare di andare
all'unico cinema rimasto aperto,
il cinema Italia a Pinerolo. La
programmazione cinematografica
di questo cinema non è tra le
migliori, quindi ai cultori del cinema non rimane che andare a
Torino o contentarsi di vedere i
films alla televisione. Né in Val
Pellice è meglio: cinema tutti
chiusi anche anelli di proprietà
comunale.
Motivo di tutto questo l’inosse)*vanza di alcune norme di sicurezza che la commissione di
vigilanza si è decisa a far risnettare dopo i gravi fatti di un anno fa al cinema Statuto di Torino, dove erano morte alcune decine di persone in seguito ad un
incendio.
A parte alcuni cinema in cui
Finosservanza delle norme di sicurezza è particolarmente grave
(mancanza di sufficienti uscite di
sicurezza) in altri casi si tratta
di prescrizioni di lavori che comportano pochi giorni per l’adeguamento od anche di « mancanza di cartellonistica di sicurezza ». Lavori che forse con un
po’ di buon senso non avrebbero
dovuto comnortare la chiusura
ma solo la prescrizione di farli
entro alcuni mesi pena la chiusura.
L’eccessiva fiscalità nrodurrà
il fatto che — anche se i proprietari si metteranno sollecitamente in regola — i locali rimarranno chiusi per molto tempo visti i
tempi impiecfati dalla commissione di vigilanza per fare i controlli. Un’altra considerazione è noi
da fare: perché finora nessuno si
è accorto di nulla? Le norme ci
sono da decenni, perché allora le
Le rette mensili sono molto
varie: in alcuni vengono stabilite
dalle pensioni dei ricoverati o
dalle loro possibilità, in altre
vengono fatte agevolazioni per i
residenti nel comune. Alla Casa
Turina di S. Secondo possono
anche venire ammessi gratuitamente i residenti se bisogno.si.
Si parte da un minimo di L.
160.000 mensili all’ Istituto S.
Gaetano di Pancalieri e si arriva
alle L. 35.000 giornaliere a Villa
Santina di Volverá.
In molti pensionati vengono
ammesse solo persone autosufficienti che potranno poi continuare a rimanere anche quando
non lo saranno più, talora con un
supplemento di retta.
Scorrendo questi dati sembra
che la situazione nel Pinerolese
sia molto buona e che tutte le
persone che cercano una sistemazione, in istituto, per la vecchiaia possano essere accontentate, visto che oltre a tutto quello esposto prima alcuni di questi
centri dispongono anche di miniappartamenti.
Eppure, tenendo conto che,
molto sovente, persone residenti
altrove sono costrette, per mancanza di altri centri a cercare
una sistemazione nel Pinerolese,
tutti questi centri non sono ancora succienti e molto sovente
la persona anziana deve aspettare a lungo il suo turno per il
ricovero.
commissioni precedenti non si
sono mai accorte di onesto? Ed
i comuni, che sono anche proprietari, perché non hanno mai
osservato le norme?
I soldi spesi per la sicurezza
sono soldi ben spesi, ma oggi
queste norme possono diventare
fonte di speculazione per cui
quello che costa 100 facilmente
viène a costare 200, creando fonte di facili guadagni.
Per i cultori del cinema non
rimane che sperare in un sollecito adeguamento e riapertura
delle sale.
Ma se ciò non avvenisse perché
magari qualctmo pensa che è più
redditizio fare altri lavori e cambiare destinazione ad alcuni locali — come si dice a Pinerolo —
allora la situazione sarà grave e
nel Pinerolese rimarrà aperto un
solo cinema, magari con programmazione « a luci rosse ».
G. G.
Un grave fatto di intolleranza
è successo durante il consiglio
comunale di lunecfi, 30/l/’84 a
S. Secondo.
In apertura di consiglio il sindaco dichiarava di voler trattare un argomento che non era all’o.d.g. : la lettera che un consigliere aveva inviata ad tm settimanale per protestare contro la
poca considerazione in cui era .
tenuto il consiglio da parte della giunta. Senza entrare in me- * •
rito ai contenuti della lettera che
era senz’altro discutibile, il grave consiste nel fatto che il consigliere comunale non ha avuto
la possibilità di rispondere al
travisamenti della sua lettera
essendo stato più volte interrotto dal sindaco, da alcuni consiglieri e quel che è peggio anche
dal segretario. ,
Impedire di parlare a chi la
pensa in modo diverso denota
ima tendenza pericolosa^ e anti- '
democratica che ha indignato 1
pochi osservatori presenti ma è
molto grave che nessun consi- ^
gliere l’abbia rilevato.
VALLI CHISONE E GERMANASCA
I servizi alle persone
PINEROLO
Nuovo orario
della Biblioteca
Il servizio socio-assistenziale e
il progetto obiettivo per la tutela della salute degli anziani sono stati i due temi proposti dai
responsabili dell’USSL 42 nella
riunione del 31 gennaio scorso,
aperta alla popolazione.
mente. Perciò il Convitto di Pomaretto per i minori, il Centro
socio-terapico per gli handicappati, le varie case di riposo per
anziani rispondono a queste esigenze.
Società
Storica
Pineroiese
TORRE PELLICE — Si rende noto che la Biblioteca Valdese osserva ora il seguente orario: dal lunedi al venerdì ore
16-18.
Comitato pace
L’assistente sociale Margherita Bruno ha riassunto in una
esposizione globale i vari servizi che vengono svolti a favore
dei minori che non hanno una
famiglia in grado di assisterli
convenientemente, degli handicappati e degli anziani. Ha ricordato come sia obiettivo degli interventi socio-assistenziali il mantenimento per quanto è possibile delle persone in difficoltà nel
proprio ambiente, evitando il ricovero in istituto.
Il dott. Paolo Laurenti ha invece elencato i servizi che permettono alle persone anziane
(anche se non destinati esclusivamente a loro) di trascorrere
gli anni della vecchiaia in buone
condizioni di salute.
Quando questo non si può ottenere, è per lo meno necessario
che siano presenti sul territorio
le strutture abitative dove il rapporto con i familiari e i conoscenti non si interrompa brutal
La discussione, a volte accesa,
che è seguita alla presentazione,
si è rivolta a deplorare la carenza del servizio di logopedia che
causa seri disagi nelle famiglie
in cui vi sono bambini che non
parlano correttamente. Le motivazioni burocratiche di tale carenza, anche se possono apparire giustificate, non fanno che
aumentare la gravità del problema.
L. V.
Nasce il Comitato pace
In occasione del convegno sul tema:
« Fuoco, Acqua, Aria e Terra » tenutosi
sabato 28 gennaio al Castello di Macello, la Società Storica Pinerolese ha
presentato ii bollettino n. 1 dell'associazione, che contiene, oltre al saluto del
Presidente, l'organigramma del Comitato di Redazione, del Consiglio di Amministrazione della Società, del Comitato Tecnico-Scientifico, oltre a numerosi articoli, di Cesare Giulio Borgna,
Ugo Cervellati, Ernest Hirsch, Mauro
Parrot ed Ermanno Silecchia.
Elio Biaggi illustra il sigillo di Filippo D’Acaia, che è stato assunto quale
contrassegno della Società Storica Pinerolese.
I presenti hanno dimostrato di gradire lo sforzo effettuato dalla Società
Storica Pinerolese.
II bollettino verrà distribuito gratuitamente ai soci, mentre può essere
richiesto, con spesa di L. 6.000 alla segreteria, via Archibugieri di San Giorgio, 23.
PINEROLO — Il Comitato
per la pace e il disarmo si riunirà venerdì, IO febbraio, alle ore
20,45, presso la Camera del Lavoro (via Demo, 8 - Pinerolo).
Boxe sì o no?
PINEROLO — La consulta
dello sport ha discusso se permettere l’organizzazione di incontri di boxe in città. Di fronte due tesi. La prima — sostenuta dalla Orbassano-boxe —
che ritiene la boxe uno sport come tanti altri e nemmeno il più
pericoloso. L’altra sostenuta dal
consigliere DC, Seri, e dal comumsta prof. Losano, docente di
fisiologia umana alla Università
di Torino, ritiene che la boxe
sia uno sport intrinsecamente
violento, che provoca microtraumi che alla lunga possono essere anche letali. Il match — se
così si può dire — è stato in parità : deciderà perciò la giunta.
E le richieste di ricovero aumenteranno nei prossimi anni
con l’aumento della popolazione
■anziana. E' necessario quindi
provvedere a creare nuovi posti
■anche per chi, dimesso da un
ospedale, non sa proprio dove
andare, perché i parenti, se ci
sono, non sono capaci di curarlo
in modo conveniente.
E in ultimo è molto importante che tutti noi, di ogni età, impariamo ad invecchiare bene per
non venire erparginati, alla fine
dei nostri giorni, sia in casa propria che in casa di riposo, rendendoci conto dei limiti che
l’età pone alla nostra salute ed
alle nostre attività. E’, importante evitare di chiedere troppo al
proprio fisico quando incomincia ad essere più debole, ma è
importante anche non abbandonarsi e rinunciare a svolgere per
sé e per gli altri ciò di cui s'è
ancora capaci.
Vera Long
Il 24 gennaio scorso, su iniziativa di alcuni gruppi evangelici,
si è tenuto a Pomaretto un primo incontro ner la costituzione
di un « Comitato Pace Val Chisone e Germanasca ».
La nutrita presenza, circa trenta partecipanti, di persone provenienti da tutte e due le valli ci
fa pensare ad una reale volontà
e sensibilità di impegno sul problema della pace radicato sul nostro territorio.
La discussione si è articolata
su due grandi filoni; il primo,
che potrebbe sembrare più operativo che di contenuto, è quello
riguardante l’adesione ai comitati stessi, individuata a livello nazionale dal « Coordinamento nazionale dei comitati pace », come
un’adesione individuale.
Questa decisione è stata presa
per evitare innanzitutto delle facili strumentalizzazioni e per dare la possibilità al movimento di
avere una reale rappresentanza
di tutte ouelle persone che, al di
là della loro appartenenza a partiti, organizzazioni sindacali, religiose o culturali, ritengono la
pace un impegno prioritario per
la loro esistenza.
In secondo luoao si individuava il problema « Pace », e quindi la creazione di un comitato.
non finalizzato esclusivamente
alla installazione o no dei missili a Comiso ma come un momento teorico e pratico di condanna delle ingiustizie esistenti
sia nel nostro paese che più specificatamente sullo stesso territorio valligiano.
Nessuno di noi può non vedere
il degradamento sempre più
avanzato dell’assistenza sociosanitaria del nostro paese, mentre le spese per acquistare un’immagine di Stato garante della
politica colonialista della Nato
nell’area mediterranea (vedi Libano) hanno avuto negli ultimi
due o tre anni delle crescite esponenziali.
Per questi ed altri mille motivi riteniamo non solo possibile
ma « indispensabile » la nascita
di questo « Comitato Pace » per
far crescere anche nelle nostre
vallate una reale cultura di pace
che si possa tradurre in azioni
concrete sul territorio.
Invitiamo "uindi tutte le persone di « buona volontà » a partecipare alla prossima riunione
di costituzione che si terrà venerdì 10 febbraio alle ore 20,30
presso il Convitto Valdese di Pomaretto.
Gruppo F.G.E.1. di
Villar Perosa e San Germano
PERRERO
No ai loculi
La proposta dell’ amministrazione comunale di Perrero di ampliare il cimitero del capoluogo
con la costruzione di una serie di
loculi fuori terra non ha incontrato il favore della popolazione
interessata. In una riunione presieduta dal sindaco la sera del
primo febbraio, i presenti hanno
espresso una serie di critiche e
di riserve al progetto, proponendo in alternativa lo spostamento
del cimitero in una zona meno
centrale.
Il cimitero di Perrero, un tempo circondato da prati, è ora al
centro di una zona abitata ed è
facile capire come alla gente faccia un po’ ribrezzo l’idea di queste sepolture a mezz’aria. Lo spostamento del cimitero nella zona
di Faetto è un vecchio progetto
mai attuato per una serie di motivi legati a ouel miscuglio di credenze in parte superstiziose che
da sempre ha accompagnato i
seppellimenti: avere i propri
morti vicino a casa, andare a far
loro visita, ornare le tombe, ecc.
Ma i tempi cambiano ed è possibile che ora le resistenze risultino minori.
Tutto sommato, il Comune di
Perrero, con i suoi dieci cimiteri,
non dovrebbe soffrire di penuria
di alloggi per i defunti: quella
che manca è una sistemazione
razionale dello spazio e un controllo severo: le tombe vengono
scavate come capita e ogni famiglia tira su a suo piacere lastroni di marmo ancorati con cemento senza preoccunarsi se invade
il poco spazio disponibile. Egoismo ed esibizionismo, sia nei cimiteri comunali che in quelli a
gestione ecclesiastica, faimo sì
che una popolazione in costante
diminuzione arrivi all’assurdo di
prospettare proprio la cosa meno utile e cioè un ampliamento
cimiteriale e loculi fuori terra ad.
im milione l’uno.
L. V.
10
10 cronaca delle Valli
10 febbraio 1984
BORA’
TORRE PELLICE
Riconquistare
Vita della Pro Loco
ii iavoro artigianaie
La vecchia cultura delle mani rivive nel nuovo laboratorio artigianale
Panorama di Rorà negli anni '50, prima dell’emigrazione e del nroliferare delle seconde case.
« Se fossimo nel Medioevo,
quello sarebbe certamente un
Barba valdese itinerante ». Il
personaggio, anni fa, me lo aveva già schizzato un amico. E
non aveva tutti i torti. In effetti
Robert Morel, se non proprio
tm Barba la stoffa del laico impegnato ce l’ha davvero.
« Faccio il muratore — racconta Robert nella sua bella casa di Rorà, che si è costruita
da solo, pezzo per pezzo — ma
appena finito il lavoro studio,
leggo, insomma m’interesso di
tutto ». La moglie, un’angrognina, annuisce. E non fa in tempo
a piazzar parola che già Robert
mi trascina con entusiasmo a
vedere il Museo, il nuovo laboratorio artigianale e poi mi parla di una prossima mostra che
bisognerà allestire da qualche
parte. Ma c’è ancora qualcuno
— chiedo — che sale a' Rorà?
Un po’ risentito Morel mi sbatte sotto il naso il registro dei
visitatori. Ci sono, per il 1983,
seicento firme. Ma non tutti
quelli che visitano si ricordano
di apporre il proprio autografo.
Facciamo cifra tonda ; almeno
mille hanno visitato il Museo di
Rorà nell’estate 1983. Adesso la
stagione è morta. E si approfitta dei mesi irvemali per restaurare tre ni’Ove salette del Museo. Ci lavorano anche due obieb
tori di coscienza, Walter e Ivan,
che dividono la loro giornata
tra la cura al Museo e il lavoro
al laboratorio.
« Il Museo e il laboratorio artigianale — spiega Marianne arrivata qui dalla Svizzera col pianoforte, un telaio, una scatola
di pennelli e una gran voglia di
fare — sono ambienti diversi,
lontani ma pur collegati. Nel
primo ci sono attrezzi e documenti del passato, nel secondo
il passato rivive nella riappropriazione delle antiche regole artigianali ».
Pupazzi, cestini di tutte le forme, attrezzi agricoli testimoniano della fatica che si svolge su
questi vecchi banchi da lavoro,
rimessi all’onor del mondò. In
legno massiccio, segnati da un
lavoro centenario, questi banconi farebbero la gioia di qualche
antiquario di Torino. « Ma non
li mettiamo lì per bella vista —
afferma Ivan — ci lavoriamo,
anche se non sappiamo più lavorare bene come i vecchi del
paese ».
Il sabato mattina vengono al
laboratorio una ventina di bambini delle elementari, al pomeriggio i ragazzi delle Medie per
vedere come si lavora e provare
direttamente a far qualcosa. Ma
cosa? « Ci sono oggetti tipici di
questo vallone — spiega Marianne — che è divertente provare
a fare, per esempio il bènoun
(una gerla a manici usata per il
trasporto del letame, n.d.r.) o
particolari lavori in cesteria. Il
punto saliente però non è tornare al passato ma riconquistare dal passato l’antica tecnica
artigianale per insegnarla ai più
giovani. Il laboratorio, in fondo,
vive per questo scopo ».
Una ragazzina mi mostra un
grosso burattino con tanto di
barba e capelli, mantello e manine. E questo chi è? «E’ Naboth, quello che Achab, re di
Samaria, ha fatto ammazzare
ner prendergli la vigna». Per
fare i capelli a Naboth il fratellino della bimba che mi sta parlando, ha tentato di conciare le
pelli dei conigli. L’esperimento è
riuscito solo a metà. Ma intanto anche la concia delle pelli è
una riconquista di una pratica
vecchia, in disuso.
Oggi la meta più ambiziosa,
visto che il laboratorio è parecchio spazioso, è quella di piazzare tra i banchi di lavoro un
grande telaio per tessere. Ne è
stato scoperto uno, tutto da
montare, che è grande come
ouello che occupa un’intera stanza del Museo. Non si tratta di
lavorare soltanto il legno — tradizionalmente una lavorazione
molto sentita — ma anche la
stoffa e tante altre cose. «Insomma se ce la facciamo, per il
bicentenario della scuola valdese vorremmo — confessa il pastore Sergio Ribet — allestire
in una stanza tutta nuova e luminosa l’esposizione dei prodotti artigianali che verranno fuori
da questo lavoro che è anche
una ricerca».
Se il laboratorio (grazie all’aiuto della Comunità Montana
che fornisce gli attrezzi necessari) è proteso sui legno, la stoffa, la pittura e la cesteria, la presenza dell’antica industria di Rorà, che è la lavorazione della
pietra, trova posto in ima sala
del Museo riproducente una
cava.
Usciamo. Dal Presbiterio vengono fuori le note della piccola
scuola di flauto. Fuori, nelle stradine del villaggio, anche se fa un
freddo cane, sì sentono le grida
di bambini che giocano. Nel piccolo Municipio la luce è ancora
accesa. Morel mi offre una grappa ’fatta da lui’. Mentre la mando giù penso che ’quei quattro
gatti di Rorà’ stanno veramente
lottando per il proprio futuro
(che è anche il nostro). Intanto, per tutto il pomeriggio, sì
sono susseguiti ininterrotti i tiri
dell’artiglieria. Quasi un sinistro
invito a sloggiare.
Giuseppe Platone
Tempo di consuntivi e di nuovi progetti per la Pro Loco Tórrese che ha visto la sera del 2
febbraio u. s. i soci riuniti in assemblea. Nutrito e molto articolato è stato il programma ’83
nonostante che i noti problemi
tecnici riguardanti l’agibilità delle strutture abbiano fatto cancellare alcune proposte. Dai vari concerti al concorso pianistico, dalle attività di tempo libero
alle attività folcloristiche e sportive, dalla riedizione ed aggiornamento della apprezzata « Guida della Val Pellice» alla partecipazione alla mostra « Comptoir» di Payerne (Svizzera).
Una Pro Loco impegnata a fornire all’esterno una immagine di
Torre come cittadina che in tempo dì crisi, valorizza la sua vocazione turistica, affinando gli
strumenti. Non tutte le iniziar
tìve hanno avuto un successo
proporzionato all’impegno profuso, alcuni obiettivi dovranno
essere ridiscussi o meglio precisati, comunque, nel dibattito vi
sono state parole di apprezzamento per la tenacia e l’estro
del consiglio.Nell’anno che verrà
ed in quelli futuri, le prospettive
di finanziamento non sono cosi,
rosee, ricordava il sindaco a
proposito dei cospicui tagli agli
Ehti Locali, ne deriva quindi che
è dalla maggior collaborazione e
coinvolgimento di tutti coloro
che operano in zona, associazioni, club, gruppi, che potranno
avvenire fatti nuovi.
Su questo problema è stato
richiesto che già a partire da
quest’anno si trovi o una sede
o alcune occasioni di confronto
e si cerchino date adeguate al
fine di evitare l’accavallarsi di
iniziative in alcuni periodi dell’anno e grosse carenze in altri.
Nel dibattito è anche emersa
una valutazione cautamente ottimistica della zona pedonale
che al suo sorgere aveva creato
notevoli contrasti. Altro problema, la necessità di una più aperta collaborazione e disponibilità
nel settore dei commercianti ;
non tutti si sentono coinvolti in
questo processo che deve portare
ad una trasformazione dell’apparato distributivo per adeguarlo alle nuove esigenze che si van
SOCIETA’ DI STUDI VALDESI
L’opuscolo del XVII
E’ in avanzata fase di preparazione ed uscirà in questi giorni
l’opuscolo della Società in occasione della ricorrenza del
XVII febbraio.
Il tema affrontato esula un
po’ da quelli consueti; si tratta
infatti di uno scritto di Giorgio
Girardet dal titolo ; « La chiesa
al bivio, Barmen 1934 » sulle vicende che portarono alla nascita della Chiesa Confessante in
Germania in opposizione al Nazismo.
Il testo analizza i motivi alla
base della crisi, anche ideologica, che portarono all’ascesa e
presa di potere del Nazionalsocialismo, il tentativo del regime
di ridurre sotto il suo controllo
le Chiese Evangeliche, ed i contrasti teologici e politici dentro
queste fino al Sinodo di Barmen.
Successivamente viene messo
in luce come in Italia una rivista
evangelica. Gioventù Cristiana,
sia riuscita per un certo periodo a far filtrare tra le maglie
della censura le notizie sulle vicende delle chiese tedesche. Conclude il testo la dichiarazione
teologica di Barmen.
no delineando. Le leve più giovani erano rappresentate e sono
disponibili; di questo ne ha tenuto conto l’assemblea al momento delle votazioni per cui il
nuovo Consiglio eletto dispone
per un quarto di volti nuovi.
A. L.
PEROSA ARGENTINA
Attività
AVIS
Domenica 29 gennaio 1984 si è
tenuta l’annuale assemblea dei
soci AVIS della Sezione Comunale di 'Perosa Argentina. Nel 1983
c’è stato un aumento nelle donazioni grazie ai prelievi in sacche raggiungendo il buon traguardo di 121,500 litri complessivamente donati ma si è lanciato
un appello a tutta la popolazione e ai giovani soprattutto per
aver sempre ■mac'giori donazioni.
I prossimi prelievi collettivi saranno il 27 febbraio e il 30 marzo.
Per il prop^ramma 1984 queste
le novità: tra breve saranno inaugurate le nuove i^oltrone prelievo acquistate grazie a generose
offerte della famiglia Prot Bruno,
banche, Comune e popolazione
tutta e che rendono la sede AVIS
di Perosa fra le più modernamente attrezzate del Piemonte.
Numerosi consensi ha già raccolto una prossima gita in Sicilia in aereo con giro turistico
dell’isola dal 25 aprile al 1° maggio. Il pranzo sociale sarà il 6
maggio a Laghi e Baite con trasporto organizzato in autobus
per tutti gli avisini. Probabile
un’altra gita nell’albese. Sono
seguite le votazioni per il rinnovo
delle cariche sociali. Nella successiva riunione consiliare sono
state affidate le cariche per il
triennio 1984-86: presidente onorario Mario Galbiata, confermato presidente Gino Bertalotto,
vice-presidenti: Angelo Armarmi,
Chiaffredo Vaira, cassiere Nemo
Luigi, consiglieri: Bertalotto Piero (organizzazione e sviluppo)
Bertalot Oreste, Bertalotto Amore, Bertalmio Loremina, Campanaro Ernesto, Cianalino Emilio,
Gratis Mario (stampa e propaganda) Marengo Carlo, tinetto
Leandro (segretario).
no disponibili presso la Società
alcune copie dell’opuscolo « Resoconti delle giornate teologiche
dedicate al tema: Concordato e
separazione nei rapporti tra chiesa e stato », tenutesi al Ciabàs
nel 1943.
Si tratta di un documento di
notevole interesse, sia per il periodo e il clima nel quale si ténne il convegno, cinque giorni prima dell’armistizio dell’8 settembre, sia per l’attualità dei problemi trattati.
Incontri
PINEROLO — La comunità di base
organizza per domenica 12 febbraio
(mattino all'auditorium di via Serafino
e pomeriggio presso la chiesa valdese)
un incontro sul tema « dobbiamo ancora confessarci? ». Intervengono Giuseppe Barbaglio e Bruno Corsani.
Vi compaiono interventi e relazioni tra gli altri, di V. Vinay,
V. Subilia, G. Miegge, G. Spini.
PINEROLO — « Il battesimo nella tradizione ortodossa » è il tema dell'incontro del collettivo biblico ecumenico che
si terrà giovedì 9 febbraio alle ore
20.45 presso la chiesa valdese. Introduce padre Georgiu Vasilescu,
A proposito di revisione del
Concordato segnaliamo che so
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
FABBRICA
ESPOSIZIONE
Via S. Socondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
, (di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
§ '
à'
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11
lo febbraio 1984
cronaca delleVallI 11
I
IL PRESIDENTE
DELLA COMUNITÀ’
MONTANA
VAL CHISONE
SU ANZIANI
E STANGATA
Egr. Sig. Direttore,
Con riferimento aiia lettera di un
gruppo di anziani pubblicata sul Suo
giornale sotto il titolo Gli anziani: primi a pagare » per una completa informazione del lettore e degli scriventi
mi corre l’obbligo di effettuare le seguenti precisazioni:
— gli interventi nei centri d'incontro
sono sulla base delle ultime disposizioni regionali considerate non di stretta
competenza dei servizi socioassistenziali, la Comunità altro non ha fatto
che adeguarsi a questi indirizzi mantenendo tuttavia il servizio sociale e di
pédicure e non prevedendo invece cicli d'animazione nel 1984; occorre inoltre ricordare che il blocco delle sostituzioni del personale ha determinato
nel 1983 non poche disfunzioni nei servizi;
— la partecipazione ai soggiorni marini per anziani non è ancora definita e
si sta esaminando l'opportunità di organizzarli assumendone a carico della
Comunità Montana le sole spese di
organizzazione e di trasporto: per i casi bisognosi la Comunità Montana già
interviene con l'erogazione del minimo
vitale che si ritiene abbia priorità assoluta:
— la Comunità Montana non ha
« ...altrettanti impiegati quante sono le
16 Giunte comunali messe insieme »,
ma 10 impiegati. Se si considera la
quantità di servizi resi si può ben dire
che si tratta nel campo degli enti sovracomunali di una eccezione sia sul
piano della produttività sia sul piano
del livello di disponibilità e capacità
degli operatori impiegati; è quindi ingeneroso ritenerli eccedenti rispetto alla mole di lavoro esistente.
Analogo discorso può essere fatto per
il personale U.S.S.L., a cui forse la lettera si riferisce, che ha dato prova, in
generale, di estrema disponibilità al
cam'aiamento di mansione e di ritmo
connesso con il superamento della
struttura ospedaliera di « Prà Catinat »;
— i circa 60 milioni sui tesserini per
la raccolta dei funghi sono destinati
per legge ad interventi finalizzati sui
boschi ed il relativo provvedimento è
stato assunto, come il 95% dei provvedimenti in questi 3 anni, all'unanimità;
— la Cooperativa Agricola Valli Chisone e Germanasca è una cooperativa
tra agricoltori ed opera con propri organismi direttivi ed è cosa ben distinta dalla Comunità Montana. Essa quindi fissa i suoi prezzi di acquisto e di
vendita e a fine anno ripartisce gli utili. come ogni cooperativa a sana gestione finanziaria, tra tutti i soci conferenti il latte.
Tutto ciò premesso, ringrazio gli scriventi ed il Suo giornale per avermi consentito di spiegare alcune cose, e vengo ad assicurarli dell’interesse con
cui questa Comunità Montana segue,
pur con le ridotte disponibilità finanziarie messe a disposizione da Regione e
Comuni, il problema degli anziani: ne
è testimonianza lo stesso Incremento
della spesa sul progetto anziani passato da L. 80.000.000 nel 1980 ad oltre
270.000.000 nel 1983.
P. G. Daviero
LA VERA PACE
Da 70 anni vivo tra queste belle montagne e non nascondo che quando ricevo l'Eco delle Valli il mio occhio
corre subito alla Cronaca delle Valli.
Mi ha colpito l'articolo del pastore Platone sull’Eco n. 3/84 ("Il pastore, questo sconosciuto”) quando rievoca il
passato e poi chiede alle comunità di
esprimersi.
Se debbo dire la mia ritengo che almeno su un punto la Chiesa valdese
è cambiata rispetto al passato, e non In
meglio. Anche una volta c'erano molti
problemi materiali e sociali da risolvere, ma lo si faceva senza sacrificare
l'ora del culto o quella della riunione
quartlerale. Oggi, forse, contiamo troppo sulle nostre sole forze dimenticando
che — come mi hanno insegnato alla
Scuola Domenicale — l’unico che può
aiutarci a risolvere I nostri veri problemi personali e collettivi è l’Iddio
della Bibbia. Non vorrei parere troppo
critico ma credo ohe più che andare
in piazza a protestare per la pace potremmo riscoprire nella preghiera e nell'intercessione per i fratelli la vera
pace di Dio. Anche al culto e alla
riunione quartierale.
Alfredo Monnet, Angrogna
PENSIERI CONTRO
LA CRISI
SPIRITUALE
Nel maggio prossimo l'Unione Femminile di S. Germano festeggerà il centenario della sua fondazione. Quale anziana unionista mi torna alla mente un
ricordo e lo espongo.
Le attività delle nostre comunità attraversano dei momenti facili e anche
dei momenti difficili. Anni or sono la
nostra Unione attraversò un momento
particolarmente difficile: era il periodo
della contestazione. Come lo superammo?
Un fratello della Chiesa Valdese di
Milano ci diede — con gesto tutto fraterno — una copia di <■ Schema di pensieri di carattere orientatore per il dibattito nelle riunioni sinodali del 1956.
al fine di promuovere una più larga e
consapevole attività di gruppi dei vangelo nel seno della Chiesa Valdese »
scritto dal pastore Carlo Lupo.
Riportiamo alcuni brani di quei Pensieri:
« nei Gruppi bisogna incontrare l'uomo nella sua poverissima fede, rispettarlo ed ascoltarlo per quello che sa,
per quello che non sa ed a vicenda
sostenersi, scambiando le espressioni
reciproche sulla presenza del Signore e
della sua Parola nel dramma di ogni
vita. Qui e solo qui si manifesta la
realtà della Chiesa, corpo vivente in
Cristo »;
« è sufficiente e necessario che anche solamente due o tre, convinti di
verità e di necessità, si raccolgano in
questo spirito comunitario perché s¡
realizzi la divina e formidabile promessa della presenza del creatore e
rinnovatore della vita: dovunque due o
tre sono radunati nel mio nome, quivi
10 sono. Da un nucleo siffatto nasce
una potenza di rinnovamento nelle comunità di cui è difficile misurare i limiti ».
Lo Schema venne letto e commentato ne.irUnione. Valeva la pena di tentare e tentammo: in modo molto imperfetto, certamente. Oggi, a distanza di
anni, sono fermamente convinta che se
l'Unione ■■ ha tenuto » lo deve al Signore che si è servito di quei pensieri per
aiutarci a capire quello che non riuscivamo a capire in quel periodo di scontro fra tradizione e testimonianza.
Possa la ricorrenza del centenario
aiutare l'Unione a perseverare nel suo
impegno di servizio affinché, come scrive ancora il pastore Carlo Lupo, « possiamo riconoscere — anche se costa —
che vi è un sacrosanto dovere di testimonianza della realtà del proprio Signore (quando veramente se ne possiede uno nella vita) e non solo al mondo, ma innanzitutto al proprio fratello in fede ».
Nelly Rostan, S. Germano
LE LEGGI ED
IL LORO RISPETTO
Prendendo lo spunto da un articolo
pubblicato sull'Eco della scorsa settimana, In cui si parla anche delle case,
vorrei esprimere il mio perrslero In merito. La legge sembra considerare una
colpa possedere una casa.
Faccio un esempio; due persone di
pari reddito fisso vengono tassate in
uguale misura alla fonte, se poi una
di queste facendo una scelta di risparmio e sacrifici riesce ad avere una casa, continuerà sempre a pagare altre
tasse su questo risparmio, pur avendo
già pagato una volta alla riscossione
dello stipendio. Si può anche obiettare che nessuno obbliga a risparmiare,
ma c’è chi cerca di evitare in caso
di bisogno di essere di peso alla collettività. Una volta le tasse sugli immobili erano stabilite d'ufficio, poi con
11 « progresso » si è trovato la bella
idea che il proprietario doveva stabilire lui cosa doveva pagare, (e guai a
sbagliare), e con un sistema così complicato, che pochi riescono a compilare
questi « modelli » da soli per cui si devono rivolgere a persone competenti
con ulteriori spese.
■Certo che in questo paese si adottano i sistemi più facili per raccogliere
denaro, sono molti gli esempi: si fa
pagare sulle case (quelle non si possono nascondere). Il prezzo della benzina
è costitu to in gran parte da tasse, anche se ormai non è più un lusso, ma
per la maggior parte dei possessori un
mezzo di lavoro, ma è un sistema facile, decidono l'aumento, la decorrenza è
immediata e la riscossione facile!
Fioccano le multe per divieto di sosta, I veicoli sono fermi e la procedura facile, ma sarà più complicato fare
l’ammenda a chi attraversa un centro
abitato a 80 km. l'ora, e così si lascia
andare, anche se questa infrazione risulta molto più pericolosa, e gli esempi potrebbero continuare.
Leo Coissoi», Angrogna
LA RELIGIONE
A SCUOLA
Caro direttore,
nel giorno stesso in cui il Presidente
Craxi illustrava alla Camera gli indirizzi del « nuovo Concordato » non avrei
mai pensato di trovarmi di fronte a
fatti che dimostrano l’esistenza di mentalità cattòliche pre-ooncilio di Trento,
e ciò a Pinerolo.
I fatti sono questi. L'insegnante, suppiente, della Ili elementare frequentata
da mia figlia alla fine della lezione dice a tutti i ragazzi di fare il segno
della croce, recitare il padre nostro, e
poi rifare il segno della croce. A quest’ordine che scompiglia un po' una
classe dove ci sono 6 esonerati dall’insegnamento della religione, mia figlia
osserva che è <■ valdese » ed esonerata.
La maestra insiste e obbliga.
All'uscita mia figlia mi racconta l’episodio, ed io interrogo la maestra la
quale conferma la circostanza e giustifica il suo operato dicendo che, pur
avendo creduto a quanto diceva la bambina perché ne conosceva il padre che
una volta aveva spiegato ad altre classi la storia dei valdesi a Pinerolo, non
aveva ritenuto di aderire alla sua richiesta, perché ne andava di mezzo l'autorità dei suo insegnamento.
Aggiunge la maestra che aveva poi
detto alla bambina che «non sarebbe
successo nulla, perché non avrebbe
commesso peccato mortale grave, perché era stata costretta a fare il segno
della croce» (testuale).
Di fronte al mio sbigottimento ripeteva anche a me che era una imposizione e ohe quindi la bambina non aveva
commesso alcun peccato, ed inoltre che
« sarebbe stato brutto in una classe
dove tutti facevano il segno della croce che una bambina non lo facesse ».
L'episodio si è chiuso con una protesta presso il direttore e con l’assicurazione formale che non si sarebbe ripetuto e che la libertà di coscienza sarebbe stata rispettata.
Tuttavia desidero portarlo a conoscenza dei lettori affinché non ci sia troppo
entusiasmo sui « nuovi programmi di
religione ». 1 programmi magari saranno nuovi, ma alcuni insegnanti — anche se giovani — sono vecchi, pretridentinl.
Renata Proohet, Pinerolo
INTERESSA GLI
AGRICOLTORI
Si informano tutti gli allevatori interessati che si terranno una serie di riunioni nel corso delle quali verrà trattato
in particolare il tema: ,« Criteri generali
nell’aiimentazione dei bestiame » a cura del Veterinario Dott. Stefano Gatto,
Incaricato dalla Comunità Montana Val
Pellice dell'attuazione del Piano di Assistenza Zootecnica.
Si precisa che le riunioni saranno tenute con il seguente calendario;
— Per gli allevatori del Comuni di
Bibiana e Bricherasio: Venerdì 10 febbraio alle ore 21 presso il Salone della
Scuola Media di Bricherasio - via Vittorio Emanuele II, 79;
— Per gli allevatori del Comuni di
Luserna San Giovanni, Lusernetta e
Rorà: martedì 14 febbraio alle ore 21
presso il Bocciodromo di Luserna San
Giovanni, corso Matteotti 29.
BOLLO AUTO
Entro il 29 febbraio si deve pagare
il bollo auto per le autovetture sino a
9 CV di potenza. Dopo tale data scatterà una penale che varia da un minimo
del 10% ad un massimo del 100% a
seconda dei mesi di ritardo.
Chi non lo avesse ancora fatto ed è
proprietario di un’auto di potenza superiore a 10 CV, se pagherà il bollo entro questo mese deve pagare la somma aumentata del 10%.
PATENTE AUTO
Entro il 29 febbraio va applicata la
marca sulla patente, dopo tale data
si è passibili di ammende da parte della Intendenza di finanza.
TARIFFE POSTALI ESTERO
Dal r gennaio sono aumentate le tariffe postali per l'estero mediamente
del 10%.
LE PENSIONI NEL 1984
Sulla base dell’accertamento della variazione del costo della vita, a decorrere dal 1“ gennaio 1984 le pensioni
hanno subito le seguenti variazioni.
Lavoratori dipendenti L. mensili
Pensioni al minimo 320.200
Pensioni con oltre 781 contributi 340.900
Pensioni sup. al minimo -f 10.880
+ 0,2% dinamica salariale
Inf. al min. e supplementari
-F 0,2% dinamica salariale
Lavoratori autonomi
Inferiori a 60 e 65 anni 239.700
Superiori a 60 e 65 anni 268.250
Pensioni sociali 191.700
Invalidi civili
Totali e parziali 187.300
Ciechi assoluti 202.600
Sordomuti 187.300
Ciechi con residuo visivo non
superiore ad 1/20 187.300
Ciechi con residuo visivo non
superiore ad 1/10 139.000
Limiti di reddito per pensione sociale;
Singolo L. 2.492.100 coniugi 7.592.600
massimo 10.084.700 annue.
Limiti di reddito per Assegni ftmriiliari:
1 persona L. 450.950 mensili; 2 persone L. 789.150 mensili.
Limiti di reddito per prestazioni assistenziali:
Invalidi civili e sordomuti L. 9.742.000;
Invalidi civili parz. L. 2.927.500 annue.
Indennità irrtegrativa spec. pensionati
ex dip. pubblici; L. 522.344 mensili.
Gruppi parlamentari
(segue da pag. 6)
Vaticano e riafferma con Calamandrei: «noi siamo contro e voteremo contro. Lo dico per distinguermi da coloro che si dicono contro e voteranno a favore.
E’ un errore storico, giuridico e
politico ».
Poi il PR sulla base di un proprio codice di comportamento
non parteciperà alla votazione.
Altri interventi del IVlovimento
Sociale (favorevole ai principi
del vecchio testo) e della Sud Tiroler Volkspartei (la soluzione
concordataria è voluta dalla mag
RINGRAZIAMENTO
« La mia grazia ti basta » '
(II Corinzi 12: 9)
I familiari di s
Adele ReveI (Delinno)
ringraziano tutti coloro che con la
presenza, con l’aiuto e con le parole
di conforto sono stati loro vicino. Un
ringraziamento particolàre ai pastori
RUiet Paolo e Coisson Renato, medici
e personale deH’Ospedale Valdese, nonché alla Banda Musicale di Pomaretto.
Pomaretto, 1 febbraio 1984
RINGRAZIAMENTO
« ..JVore temere, perché io ti ho
riscattato, ti ho chiamato per
nome; tu sei mio! »
(Isaia 53: 1)
I familiari di
Marie Peyronel ved. Vers
di anni 83
ringraziano il personale medico è pa»
ramedico dell’ospedale di Pomaretto, il
past. Rutigliano, il dr. Vivalda per
l’assistenza prestata con tempestività,
e tutti coloro che hanno manifestato
la propria simpatìa cristiana in occasione della morte della loro cara.
I funerali hanno avuto luogo nel
tempio dei Chiotti della comunità di
Villasecca il 21 gennaio 1984.
RINGRAZIAMENTO
" « UEterno e la mia luce e la
mia salvezza » (Salmo 27: 1)
Le nipoti ed i parenti tutti deUa
compianta
Maddalena Michelin
deceduta a Parigi il 27.1.1984 all’età
di anni 94, ringraziano sentitamente
la Casa per persone anziane <c Lambrechts » di Chatillon S/s Bagneux
(Parigi) ed in modo particolare la famiglia Appia, che per lunghi anni ha
seguito la loro cara.
Bohbio Pellice, 31 gennaio 1984
AVVISI ECONOMICI
AFFITTASI in S. Giovanni Via Beckwith, aUoggetto con giardino per coniugi residenti, referenze. Telefonare 900227 ore serali.
FAMIGLIA evangelica cerca nelle Valli Valdesi rustico in buone condizioni, almeno 6 camere e servizi con
terreno circostante, luce, acqua vicino al centro urbano. Trattasi solo
con privati. Telefonare ore pasti al
n. 011/29.95.97.
gioranza degli italiani) e della
Liga Veneta ( « il nuovo Concordato è una mala copia giacobina
dei primo; sono su^icienti pochi
articoli sulla libertà di coscienza;
dovrebbero essere garantite anche le feste religiose nelle Valli
Pellice, Chisone e Germanasca;
istituzione della facoltà di religione statale »).
Per gli interventi della Sinistra
Indipendente e del Partito socialista Italiano rimandiamo agli
interventi degli onorevoli Spini
(PSI) e Masina (SI) pubblicati
a pag. 7.
USL 42 - VALLI
CHISONE-CERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verdel
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 12 FEBBRAIO 1984
t/Hlar Perosa; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale. 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tal. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINEROLE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza: .
Croce Verde ' Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei 932433 (Ospedale Vif
dese]
Prefestlva-festlva: tei. 90884 (Ospedale Maurtziaiiol
Guardia Farmaceutira;
DOMENICA 12 FEBBRAIO 1984
SAVELLONI - Via F. Blando 4 • Luserna Alta - Tel. 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pollice; tolefeno 91.996.
12
12 uomo e società
IO febbraio 1984
REPORTAGE DAL NICARAGUA
DISUBBIDIENZA CIVILE
Il volto di un paese rinato
Le vaste riforme avviate dal governo sandinista sono le armi pacifiche
date al popolo per combattere contro oppressione ed emarginazione
Cosa comporta
l’obiezione fiscale
In Nicaragua il 17 luglio è il
« giorno dell’allegria », tutti lo ricordano come il giorno in cui,
nel 1979, Somoza fugge da Managua. Due giorni dopo il F.S.L.N.
proclama la vittoria del popolo
sulla tìranriia: la rivoluzione ha
trionfato, ma la lunga lotta è
costata 55.000 morti. All’indomani del trionfo si pensa subito a
ricostruire questo paese, sfruttato per decenni e ora devastato
dalla guerra di liberazione. Parte
il programma del Governo Sandinista su diversi fronti: alfabetizzazione , sanità, riforma agraria e opere di ricostruzione.
Alfabetizzazione
La campagna di alfabetizzazione è una gremde vittoria sociale
e politica della giovane democrazia nicaraguense. Dal marzo
all’agosto del 1980 niù di 100.000
giovani dai 13 ai 20 anni « combattono » l’ignoranza soprattutto
nei paesini isolati della campagna e sulle montagne. Il loro
motto è: « in ogni angolo liberato, rm cittadino nicara^ense alfabetizzato ». Per la prima volta
s’incontrano le diverse culture
della città e della campagna, i
giovani lavorano, cantano, mangiano, ballano assieme e discutono del proprio futuro di cui possono finalmente essere protagonisti.
E’ tm’esperienza indimenticabile, come racconta Fior Lopéz,
ora ventenne, che alfabetizzò
sulle montagne del nord: « ...Lunedì 7 aprile 1980 si può dire che
iniziò la lotta contro l’ignoranza... La prima settimana fu la più
dura, i contadini con le loro mani indurite dal lavoro rompevano le matite e i quaderni, si stancavano facilmente e non riuscivano a leggere le prime sillabe...
Già la seconda settimana fu di
progresso e allegria. Alla settimtma si vedevano i risultati dei
. L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Valdo Benecchi, Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio Gardiol, Marcella Gay, Adriano Longo, Claudio H. Martelli.
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglieimo.
Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPiCCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
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. 10125 Torino.
Regisfo nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
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Decorrenza r genn. e 1° luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato « L'Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 9.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 180.
Economici 200 e partecipazioni personali 350 per parola, i suddetti
prezzi si intendono esclusa IVA.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V. 15 ■ Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
nostri sforzi: già sapevano scrivere il loro nome... A volte mi ricordo come se fosse ieri e divento triste perché sento ancora le
risate dei miei alunni e penso
che mai più ci sarà una Campagna di Alfabetizzazione come
quella! ».
Dal 50% l’analfabetismo viene
ridotto al 9%. Ora si costruiscono scuole e si preparano i maestri a livello universitario. Viene
data a tutti anche la possibilità
di esprimersi con la pittura, la
poesia, la danza e il canto, nei
vari « laboratori » appositamente sorti (pittori-contadini a Solentiname e poeti a Monimbò).
Bambini, ragazzi e adulti esprimono la loro nuova gioia di vivere con semplicità, come donni
Chavarria, 11 anni, che scrive:
Felice mi sento per i miei ge{nitori.
Felice mi sento perché ormai
[so leggere.
Felice mi sento perché sono
[poeta.
Anche la Costa Atlantica, popolata da indios « Misquitos »,
ha avuto la sua campagna di alfabetizzazione, più difficile perché la lingua misquita era sconosciuta nel resto del paese, ora
esiste un vocabolario misquito.
Riforma agraria
Sanità
le più alte del mondo), nessim
tipo di educazione sanitaria. La
Giunta di Ricostruzione stanzia
subito il 16% del bilancio nazionale per il settore sanitario (prima
era il 5%). Si costruiscono i centri di salute (specie di ambulatori
dove un medico visita e dà medicine, ma fa soprattutto opera di
informazione e prevenzione). La
riforma sanitaria si basa infatti
sulla medicina preventiva privilegiando la salute di bambini,
donne e lavoratori. Si promuovono campagne di educazione
alimentare rivolte a quel 60% di
bambini al di sotto dei 4 anni
ohe soffre di denutrizione; parte
la campagna di vaccinazione di
massa e un primo risultato è la
riduzione al 9% della mortalità
infantile.
Il nostro settimanale ha dato
notizia, nel n. del 16 dicembre
scorso, dell’assemblea piemontese degli obiettori fiscali. Si è così fra l’altro appreso che il numero di questi obiettori è sensibilmente salito, come pure è salita la cifra da essi detratta dal
pagamento delle imposte (da L.
13 milioni del 1982 ai ca. 90 milioni del 1983).
Abbiamo già avuto in passato
occasione di scrivere su questo
argomento ma riteniamo opportuno riprenderlo, in accordo con
la Commissione pace e disarmo
allo scopo di approfondire la riflessione sulla questione della
disubbidienza civile, cui viene
fatto riferimento nell’atto 22 del
Sinodo 1983.
Edilizia
La riforma agraria, tuttora in
fase di realizzazione, è basata su
un progetto di economia mista.
Non tutto viene nazionalizzato,
esistono le proprietà private, purché siano produttive. La 1“ fase
è stata la confisca delle terre che
Somoza e la sua famiglia avevano rubato al popolo. Più di un
milione di ettari (cioè 1.600.000
« giornate n. », la 5® parte delle
terre coltivabili) sono trasformati in grandi imprese statali in cui
lavorano da 500 a 2000 contadini.
Anche le grandi proprietà poco
sfruttate da chi le possiede, vengono espropriate e distribuite ai
contadini senza terra, organizzati in cooperative: altri 600.000
ettari (1.500.000 giornate) sono
recuperati alla produzione. In poco tempo si formano 2.500 cooperative in cui sono impegnati più
di 60.000 contadini.
Dice uno dei soci della cooperativa di Chaguitillo: « Siamo 32
soci, ci riuniamo una volta al
mese in assemblea per discutere
dell’organizzazione del lavoro, dei
problemi della comunità e del
paese. La terra e il macchinario
sono collettivi, la produzione si
raccoglie insieme, si vende al
mercato e si divide il guadagno.
E’ meglio il lavoro collettivo e
non c’è stata difficoltà a lavorare
uniti; coltiviamo 650 ettari. Il sistema cooperativo ha fatto uscire il ’’campesino” dal suo isolamento ».
Così, mentre prima della Rivoluzione 2.000 proprietari possedevano il 50% delle terre e 120.000
contadini ne avevano solo il 3%,
adesso i proprietari ne hanno
solo il 13%, lo Stato il 23% e le
cooperative ne controllano il 20
per cento. I medi e grandi proprietari privati coltivano le loro
terre con sistemi moderni e quindi sono utili all’economia del
paese. Jaime Weelock, ministro
per lo sviluppo agricolo, dice:
« Molto resta da fare, non solo
per la trasformazione delle strutture agricole, ma nel delineare il
nuovo sviluppo economico ».
Le conseguenze del terremoto
del 1972 sono ancora ben visibili
a Managua malgrado i numerosi
interventi del Ministero per la
Costruzione che in tré anni ha
realizzato acquedotti, strade, ponti, scuole, edifici pubblici. A livello nazionale la legge casa sta
realizzando migliaia di progetti,
uno dei quali è la costruzione di
1.700 abitazioni a Tasba Fri, per i
Misquitos, da sempre isolati dal
resto del paese. Anche le telecomunicazioni hanno avuto un
grande sviluppo, specie nelle zone agricole. Per una risolutiva ricostruzione mancano i mezzi finEmziari ma anche la manodopera, che ora dev’essere usata per
produrre di più e per difendere
il paese dagli attacchi delle bande di antisandinisti. Questi « nemici della rivoluzione » che distruggono i raccolti, incendiano
le case dei contadini e li massacrano, rendono più difficile la
costruzione di im « Nuovo Nicaragua », e allontanano il giorno
in cui anche la casa (come già
la terra, la cultura, la salute),
sarà un’« arma » per il popolo
del Nicaragua.
Enrico Costantino
(2 - continua)
Premesso che l’obiezione fiscale è un atto di disobbedienza civile in quanto chi la pratica disobbedisce ad una legge dello
Stato, vediamo in che cosa consiste. Questo genere di obiezione
si può definire una riduzione volontaria — e resa pubblica — di
una parte delle imposte pagate
dai contribuente, corrispondente
percentualmente alle spese militari del Ministero della Difesa.
Detta percentuale viene approssimativamente calcolata nella misura del 5,5%. Con questa riduzione il contribuente intende dire
allo Stato che non condivide la
sua politica di riarmo, ritenendo
invece che col disarmo ed una
vera politica di pace si può evitare una tragedia forse irreversibile. Il danaro trattenuto verrà utilizzato (l’obiettore fiscale
non è un evasore) per progetti
di sviluppo, aiuti alimentari, appoggio alle lotte nonviolente, finanziamento per studi e ricerche,
istituzione di im fondo per la difesa giuridico-legale degli obiettori, ecc.
Si è già accennato che la pratica dell’obiezione fiscale è contro la legge, allo stesso modo come gli obiettori di coscienza al
servizio militare — prima della
sua regolamentazione — erano
« fuorilegge » e pagavano col carcere il loro rifiuto di indossare
la divisa militare. Di conseguenza. l’obiettore fiscale corre il ri
Doni Eco - Luce
DONI DI L. 4.000
Pellice: Sappè Ermanno — Collegno:
Aprà Armando — Ivrea; Durio Arnoldo.
Se ranalfabetismo era una grave piaga, la situazione sanitaria in
cui si trovava il paese al tempo
di Somoza non era migliore. Pochissimi ospedali e medici, una
mortalità infantile del 12% (tra
Pomaretto: Micol Antoinette, Marchetti Luigi, Balma Enrico, Pascal Emma,
Peyronel Levi, Ferrerò Eli, Peyronel Olga ved. Massai, Meytre Maria ved. Peyran, Pascal Aldo — Perosa Arg.: Marchetti Silvana, Corsani Paolo, Peyronel
Valdo, Micol Edwin, Charrier Elvina —
Torino; Giampiccoli Luisa, Bruno Elodia, Romagnani Matilde, Crespi Felice
— Perrero: Tron Dario, Micol Tron Paolina, Pascal Alda, Tron Milena, Peyran
Emanuele — Torre Pellice: Rostan Yvonne, Beux Tullio, Eynard Reinaudo
Laura, Comba Elvira — Luserna S. Giovanni: Gaydou Gay Emma, Benech Mery. Lodi Laura, Jourdan Luisa, Bertalot
Emilio, ReveI Cesare, Bensì Giordano,
Alliaud Elisa, Bouchard Bianca, Odetto
Yvonne, Jourdan Luigi — Pinerolo:
Griot Alfredo, Rivoira M., Roccione Davide, Tron Enzo, Bertalot Gina, Genre
Campase Mary, Mazumder Marcella,
Gay Ida, Barus Franco, Giai Resiale
Piera, Montaldo Pietrina — S. Secondo:
Camera Alfredo, Longo Pietro, Codino
Livio, Dardanelli Anita — Pramollo: Costabel Silvio, Long Enzo, Long Ernestina, Menusan Renato, Sappè Carlo, Travers Leontina — Inverso Rinasca: Lageard Osvaldo — Massello: Tron Enrichetta — Olbia: Pascal Arnaldo — Carignano: Sappè Silvano — Roma: Duprè Franco — Laigueglia: Marchiano
Mario — Imperia: Comba Rinolfi Lidia
— Pietrasanta: Biondi Laura — Bobbio
DONI DI L. 9.000
DONI DI LIRE 10.000
schio di una duplice sanzione,
penale ed economica.
Sotto il profilo penale, l’art.
415 prevede per l’obiezione fiscale (o la sua istigazione) da sei
mesi a cinque anni. Un recente
processo — il primo del genere
— sia in prima istanza che in sede di appello, ha però assolto
un gruppo di 14 persone incriminate di questo reato con formula
piena tenendo certamente presenti i « motivi di alto valore
sociale e morale » che hanno ispirato la loro azione.
L’altro aspetto è quello fiscale: anche se l’obiettore ha versato in altro modo (naturalmente
documentandolo) la somma trattenuta, viene considerato dal Fisco come evasore e quindi il Ministero delle Finanze gli potrà richiedere non solo quanto dovutogli, ma pure i relativi interessi e una soprattassa, ricorrendo
anche al pignoramento.
Non ci pare questa la sede per
addentrarci sui modi tecnici per
la pratica dell’obiezione fiscale.
Gli organizzatori di questa campagna hanno provveduto a redigere una « Guida pratica », che
può essere direttamente richiesta ai seguenti indirizzi: MIR, via
delle Alpi 20, Roma; Mov. Nonviolento, casella postale 201, Perugia; Lega ob. coscienza, corso
Sempione 88, Milano; Lega disarmo unilaterale, casella postale
252, Livorno.
Con queste prime informazioni (cui ne seguiranno altre) intendiamo ripresentare ai singoli
ed alle comunità questo aspetto
di disubbidienza civile. Si tratta
di problemi di coscienza molto
importanti ed anche molto difficili. In definitiva, sarà ognuno
di noi a doversi sentire interpellato da questi problemi, per poi
agire secondo le proprie conclusioni e convinzioni.
Roberto Peyrot
Eritrea
(segue da pag. 1)
Torino: BandizioI Germanet Annita,
Bensa Giulia, Giavara Raimondo, Pascal
Elena, Bertinatti Costa Lea — Firenze:
Fontana Delia, Innocenti Sergio —
Chiavari: Prassuit Camilla — Ivrea:
Marangoni Caterina — Genova: Biglione Eunice — Inverso Pinasca: Baret
Cesare, Costabel Ernesto — Pomaretto:
Genre Bert Pietro, Poèt Maria Lina, Tron
Alberto, Baret Guido — Ferrerò: Pons
Luigi (Maniglia), Masse! Maria, Poèt
Enrico — Torre Pellice: Meynet Emmanuelli Giuseppina, Tourn Flora, Rochat
Daniele, Rivoira Olga — Rivoli: Giaiero
Adriano — Venezia: Fortunato Zanchi
Eunice — San Secondo di Pin.: Paschetto Gino ■— S, Germano: Bertalot Emma — Milano: Podio Lidia, Scuratti Valentino — Verrayes: Monaya Wanda —
Perosa Arg.: Griglio Livia — Pinerolo;
ReveI Silvio, Ribet Paolo, Marino Tiziano, Boccassini Nora, Grill Elio Luciano, Duo Ugolino — Luserna S. Giovanni; Gai Pio, dalla Margherita.
anche nei territori controllati dal
movimento di liberazione. Tornato in Europa ne ho avuto la conferma; ma anche lì quali enormi
difficoltà dovute ad un’orografia
tormentata e ad una situazione
politica ancor più tormentata. .
Così, centinaia di migliaia di
persone sopravvivono con una
dieta che sta ben al di sotto (¿el
minimo giornaliero di 1750 calorie stabilito dagli esperti, ma
con quali conseguenze e fino a
quando?
Non ci dimenticatei
Svizzera: Fuhrmann Jolanda, Costabel
Eli, Moret Emilia, Muston Jean Pierre,
Gianield Gertrud — Ferrerò: Pascal Alba — Pramollo: Long Oreste, Sappè
Ernesto — Nichelino: Long Dante.
Molte agenzie delle chiese
evangeliche europee hanno lanciato intorno a Natale campagne
di raccolta fondi per nutrire i
molti, troppi, che non hanno ancora ricevuto aiuti, o ne hanno
ricevuti in maniera del tutto insufficiente. E se facessimo anche
noi qualcosa? Sarebbe un gesto
concreto di solidarietà, « dato il
debito sostanzioso che abbiamo,
come cittadini di una potenza
che fu coloniale, verso il popolo
eritreo che merita tutto il nostro
sostegno » (Lelio Basso).
Direi di più, sarebbe per noi
particolarmente un gesto di fraternità verso la niccola chiesa
evangelica che vive in prima
persona tutto il dramma che colpisce il suo popolo.
Non ci dimenticate! mi hanno
detto come saluto l’ultima domenica che ero lì, e si riferivano a
noi.
Bruno Tron
'(
ai