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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verilà iit:IU ruriU
Kfes. IV. i:,.
Si distribuisce opi Venerdi. — l*er cadun \umero centesimi <0. — Per caduna linea d’inserzione centesimi 2tl.
C^oiidizioiii d’Associazione t
Pet Tokiso — L'u Anno L. S. — A domicilio L. V •
Sei mesi >3. — ‘SS«
Tre mesi • *. — > t *S
— Provincie L. M »O.
— • 3 »».
Per FrauciK e Srizzeva franco a deBtinazioiie, e per l’Ingliilterra franro al contine lire » *•
per un anno, e lire * per sei mesi.
Le \Sf^iazioiii fti ricevono: in Torino airunislo ilei Uiornalc,via Valentino,i
Bello N" 12, 3» piallo; e Hai Fralolll Pluuca librai, via II. V. degli Angeli, t « Pomha.
— A l'iwva, alla Cappella Valde«««, mnra di S. Chiara.
Nellpp. uifinc'ie, presso tutli gli Vffirii poittnli |»er mezzodì Vaglia, che dovranno ersero inviati
franro al Direttore della Bi osa Xovklla e non altrimenti.
AU’estero, ai seguenti iiidirizii: Lo?inRA, dai aigg. Nissbett p C. librai, i\ Bernerft-itre’ii;
P.tmci, dallalibreriaC. .Meyrucis, rop Troiicbel, 3; Nime», dal MÌg. Peyrot-Tinel libraio; Lif ■;
dai sigg. Denu el Petil Pierre librai, ine Neuve, 18; (ìinevka, dal sig. E. Beroud libraio
Losaiina dal sig. Delafontaine libraio.
IL REDENTORE
annunziato neirAntico Testamento.
III.
Per istudiaro l’Autico Testamento con frutto
bisogna riconoscere in Cristo il Salvatore degli
uomini, il Redentore promesso e lungamente
aspettato ed universalmente desiderato; altrimenti è diiTicile, anzi impossibile intenderlo ed
apprezzarlo ; un volo oscura la mente Iinchè
non hai conosciuto Colui che è la luce del
mondo. Conviene osservare come tutto intero
l’Antico Testamento si riferisca a Gesìi Cristo,
come egli vi si trovi annunziato da capo a fine;
quella veduta d’insieme è la chiave dei particolari. D'altra parte certamente sono poi le
profezie speciali che rivelano l’alto e generale
significato di tutto l’Anfico Testamento.
Sin dal secondo capitolo della Genesi, immediatamente dopo il racconto della creazione,
v’è quello del fallo primiero coll’annunzio della
redenzione, la quale trovasi in quella promessa
fatta ad Èva , che la sua progcm'e (non quella
d’Adamo) schiaccerebbe il capo al serpente.
Per fare intendere quel passo nel suo retto
significato, poniamo qui alcuni appunti :
I® Non è ammessibile una interpretazione
che non mantenesse la realtà storica del fatto,
che non vedesse altro che simboli, allegorie o
leggende. Il racconto è semplice e preciso, come
lo è in tutti i libri di Mosè; nessuna interpretazione è piU naturale di quella che sta nella
semplicità del fatto.
2“ Il Nuovo Testamento comprova il racconto
della Genesi. Nell’Apocalisse il diavolo è chiamato il gran dragone, l’antico serpente (12 V. 9;
APPENDICE
CENNI STORÌCI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
VII.
Non istareino or noi a ricordare la storia delle
cause che accelerarono in Germania l’introduzione della Riforma e de’ rapidi progressi che
questa vi fece per opera di Martino Lutero. Notiamo soltanto che l’Italia, anziché rimanersi
estranea a siH'atto movimento religioso, lo segui
attentamente nelle sue fasi, ne studiò il carattere, e fini per associarvisi in un modo che un
celebre scrittore, Voltaire, nel suo Saggio sui
costumi, sconobbe.
Malgrado il terrore che si voleva ispirare colle
bolle pontificie, gli scritti di Melantone, di lìu
20 V. 2). S. Paolo dice che il serpente colla sua
astuzia sedusse Èva (2 Cor. II. V.3); egli intende
letteralmente o non allegoricameiite tutto quel
passo delle Scritture; egli luicia neH’ombra,
come Mosè, l’invisibile seduttore, o nomina
quello che apparve como strumento visibile;
egli ammette però che ragenti* vero della tentazione, colui che deve essve spccialmento
colpito dalla sentenza di Dio b Satana, dicendo
altrove che il Dio della pace lo schiaccerà in
breve sollo i piedi dei fedeli {Rom. 15, V. 20).
Finalmente Gesii medesimo indica Sat<ma come
quello che portò la morto nel mondo, ingannando i nostri primi parenti con menzogna e
artifizio, ed inducendoli al peccato, che trae la
morte dietro a sè (Id. 8, V. ii'.
3” È pure da notarsi che ima tradizione costante fra i Giudei e fra i Pagani s’appoggia
alla narrazione biblica. Dice il libro della Sapienza che per l’invidia di Satana venne la
morie nel mondo (II, 2i). Iii altri scritti giudaici il capo dei maligni spiriti è chiamato
l’antieo serpente, perché egli ha sepolto Èva.
Secondo il Zend-Avesta, Ahriman (Dio del male)
saltò dal cielo in terra in guisa di serpente
(III, 62). Or se nelle tradizioni antiche vi è
molto di assurdo, trovasi pure qualche brano
di vero, qualche filo prezioso, come l’oro nella
polvere; e quando s’accordano colla Bibbia,
esse sono pur sempre un filo che non inganna.
Risulterebbe che vi fu un vero serpente nella
tentazione, ma semplicemente come strumento
di Satana, il quale essendo uno spirilo non ha
nè lingua, nè alcuna forma sensibile, ma appunto perchè è spirilo è bensì dotato della facoltà di produrre pensieri e parole in altre
cero 6 di Zuinglio continuavano a circolare per
tutta l’Italia, ed erano cerchi e letti avidamente.
Alcuni di essi eran pure tradotti in volgare
idioma, e pubblicali sotto nomi supposti per eludere la vigilanza degli inquisitori. Per tal modo
venivano introdotti anche a Roma e persino nel
Vaticano; alcuni vescovi e cardinali, ignari dello
stratagemma librario,leggevanocon piacere colali
scritti e ne facevano gli elogi ; ma conoscendone
in seguito i veri autori, sia per tema, e sia per
incurabile fanatismo, cangiavano subito di parere, e condannavanli senz’altro alle fiamme, siccome libri eretici e pericolosi.—Questa sorte toccò
ad alcuni scritti di Melantone, pubblicali sollo *
il nome di Ippofilo di Terra Segra-, alla prefazione di Lutero suH’Epislola a’Romani, e al di
lui Trattato sulla giustificazione , attribuiti per
molto tempo al Cardinal Fregoso; alfe opere di
Zuinglio che circolavano sollo il nome di Coricio
creature, qualora lale facoltà non gli sia lolla
da Dio. Il serpente coi suoi modi pieghevoli,
insinuanti, astuti, poteva meglio di ogni altro
essere lo strumento del maligno, del perfido
spirito, da cui in realtà procede il funesto e
pravo consiglio di disubbidire a Dio. Tale fatto
non ci pare strano se non perchè ora, di nostra
esperienza, niuna consimile tentazione mai pili
avrebbe luogo; ma bisogna pur confessare che
pur troppi sono gli uomini di cui Satana può
servirsi [>er consigliarci male, senza che egli
faccia parlare animali che non parlano.
Essendo il serpente, all’occhio di Adamo o
d’Eva, auU)re dol male, conveniva che una pena
visibile lo colpisse, affinchè fosse avverato che
il male non va mai impunito. Lo strumento
del malo se nou è sempre reo, è pur sempre
inviso, e gli tocca, non di rado, patire per il
reo infausto servizio. Avvenne quindi che la
maledizione di Dio, sebbene fosse diretta contro
a Satana, dovea pur ferire il serpente. La pena
inflittagli fu ch’ei dovesse camminare sul suo
ventre, ed avere negli uomini nemici lihB di
lui provano orrore e gli schiacciano, se possono, il capo, ove risiede il suo veleno. Che
sia succeduta una trasformazione nel serpente,
non è cosa inammessibile : chi l’ha formato non
potrebbe egli ancora trasformarlo?
11 grande però della dichiarazione di Dio è
che al perfido vincitore d’Eva, in definitiva.
non rimarrebbe la vittoria, e che egli .sarebbe
sconfitto dalla posterità d’Eva in guisa d’un
serpente schiacciato sollo i piedi. Quivi sta la
promessa della redenzione. Intanto vi sarà lolla
incessante tra la posterità d’Eva e quella del
maligno. Quale è quella doppia posterità? Se
Cogelio; ai commentarii di .Martino Bucero, sui
Salmi, che si vendevano col nome supposto di
Orazio Felino; e ad altri scritti di diversi autori
propugnanti la Riforma.
Se grande era il numero degli Italiani che della
lettura di lai libri si occupavano, non tutti però
erano mossi dagli stessi divisamenti; imperciocché le mire di alcuni limilavansi a smascherare
ed abbattere gli abusi e gli errori della curia
romana, senza punto curarsi della restaurazione
pura e semplice delle dottrine evangeliche : era
un’opera utile si, ma incompleta, perchè distruggeva il vecchio edifizio, senza edificare il
novello come in Germania si praticava.
11 primo a seguire appo noi la Riforma in tutla
l’estensione della parola, fu, a quìinto pare,
Egidio della Porla, il quale spinto da profondo
sentimento religioso, aveva abbracciatala regola
dell’ordine agostiniano., in cui passò parecchi
2
Cristo è la posterità d’Eva, quale è quella del
maligno? E dove sta quella continua inimicizia?
Noi crediamo che la posterità d’Eva sia l’umanità abbattuta, aiìlitta, addolorata a cagione del
peccato; quindi Gesù Cristo pur esso (poiché
niuno neU’umana famiglia, cui egli si è associato nascendo dalla vergine Maria, fu piii di
lui), sofferse dolori ed ambasce a cagione del
peccato. La posterità del maligno può benanco
essere l’umanità, ma in quanto è orgogliosa,
ignara del suo peccato, empia, nemica della
verità, avversa aila gente bramosa di grazia ed
assetata di giustizia ; essa è un principio d’opposizione al suo i)one, alla sua distinazione
vera; e quel principio ogni uomo lo porla in sè,
sicché l’inimicizia trovasi in ogni inflividuo. Col
crescere delle generazioni grandeggiò quel principio maligno, ma quando sarà giunto all’apice
della sua potenza, riceverà il colpo che lo devo
atterrare. Gli ossessi dell’Evangelio sono la
prova dell’enorme potenza del maligno; ma i
medesimi son pure segno della prossima sua
sconfitta per la morie stessa di Gesìi Cristo.
Quella sua morte, che è il gran sacrifizio di
riscatto, non è per Gesù Cristo, come spesso è
stato osservalo, che una ferita nelle calcagna,
menlre è la rovina del seduttore, cui sono
strappate le anime illuse.
Tale è l’idea generale di quel famoso passo;
e tanto basta per dimostrare come il male sia
venuto da fuori nell’umana famiglia, e come
fin da princi[)io sia siala annunziala la liberazione, che dal seno dell’umanilà, ma senza
operazione dell’uomo, deve sorgere con divina
possanza.
La profezia è certamente ancora un po’ oscura
e poco precisa. Sarebbe impossibile con essa
sola indovinare in quale maniera dovesse compiersi la redenzione. Non v’è l’annunzio d’un
redentore personale. Ma altre profezie, ulteriori
indizii pili precisi vengono a dilucidare quella
prima promessa o quel primo Evangelio.
Nello stesso libro della Genesi,, al penultimo
cai>ilolo (49, IO), v’è una profezia di già piìi
precisa. Ve n’è una poi neH’ultimo libro di
Mosè 18, 15-18), per non dire d’altre
meno rilevanti. D’ambedue le profezie diremo
qualche cosa per dimostrare come in Cristo si
sieno avverale, prima di passare a quelle più
numerose dei Salmi e dei profeti. (Continua)
anni Iranquillaniente. Ma venutegli fra le mani
alcune opere de’ promotori della Kiforma, la sua
mente si aperse alla luce delle nuove dottrine,
e da una parte si mise in segreta corrispondenza
coi principali riformatori, s dall’allra incominciò a fare clandestinamente de’ proseliti fra’monaci del convento. Ci restano tuttora parecchie
lettere di questo religioso, in una delle quali
prega Zuinglio di scrivergli una lettera, onde
poter meglio con essa illuminare i suoi compagni. «Scrivetela con prudenza, diceva Egidio;
peiocchè essi sono pieni d’orgoglio e d'amor
proprio. Mellele davanti a’ loro occhi qualche
passaggio della sacra Scrittura, che faccia loro
comprendere come Dio ami di vedere predicala
la sua parola, puramente e senza veruna alterazione, e come l’offendan lulti quelli che spacciano le loro opinioni siccome tinti oracoli del
cielo *.
QUESTIONI CLERICALI DEL GIORNO.
IL
Non contenti d’aver date tante e si diverse
pruove di contraddizioni e d’impotenza, i clericali hanno voluto coronar l’opera col ridicolo.
Basterebbe riscontrare i loro periodici pubblicati da duo mesi a questa parie, [ler accertarsi
di quanto diciamo. A sentirli, gli agenti del
Governo incaricati d’eseguire la legge de’ conventi , hanno commesso tali atti di crudeltà e
di barbarie da superare quelli de’Vandali. Cominciano col fare un quadro spaventevole delle
orde armalo spedile dal Governo per es[iugnare
a viva forza i con,venli e i monasteri ; proseguono con una enfatica descrizione di scassinamenti e scalate, di furori e di pianti, d’opprossioni e di martirii, come se Attila in persona fosse andato alla tosta de’ suoi barbari
per fare carnificina de’ frati e delle monache ;
e finiscono col solito ritornello, divenuto ormai
vieto per troppa ripetizione, della depravazione
sempre crescente in questo Regno.
I titoli e le qualificazioni poi dati da’ fogli
clericali agli agenti del Governo, sono così
strani ed involgono lale contraddizione colla tradizionale politica del partilo clericale, che persino un giornale austriaco, non sospetto al
certo nè di libertinaggio, nò d’eresia, ne fa
grandi meraviglie. — Ecco infatti ciò che si
legge, sul proposito, nella Gazzetta u/Jiziale
di Venezia del 7 agosto :
« La bile d’alctini giornali dell’opposizione
(qui si parla evidinlemenle de’ fogli clericali
od amici del clero) è al colmo per veder mandata ad elTetlo cott tanta l'acilità la legge sulla
soppressione dei conventi. Hanno trovalo un
epiteto (BerliiidotJ da darsi agli esecutori delle
disposizioni, che suona birro, e così tentano
di denigrare alla riputazione di onesti impiegali. Che ii nome di birro suonasse motto infamante , non potevamo immaginarcelo dalla
bocca degli uomini di quel partito, che per^far
eseguir la legge, allorché era al potere, si va»
leva di uomini con quel titolo. Or se li tenevano in questo pregio, perchè atildar loro il
più ditllcile ministero d’un Governo? Ma se tali
erano considerali in que’ tempi, gli è cerio che
il torto era di chi comandava, e deve essej
così, poiché da gran tempo appunto i birri sono
Anche Baldassarre Fontana fu nno de’primi
a pronunziarsi per la dollrina riformala. Di lui
abbiamo sott’occhio una bellissima lettera indirizzata alle chiese evangeliche di Svizzera ; né
sappiamo resistere al desiderio di pubblicarla.
« Salute a voi che siete fedeli a Gesù Cristo,
diceva il buon frate. — Pensale, deh pensale al
Lazzaro del Vangelo, ed a quell’umile Cananea
che voleva nutrirsi de’ bricioli che cadevano
dalla tavola del Signore. Nel modo che David
andò umilmente e senz’armi a’ministri, io vengo
da voi per ottenere il pane di propiziazione, e
le armi deposte nel santuario. Nell’ardore di mia
sete, io corro alle fontane dell'acqua viva, e
come il cieco in mezzo alla via, chiamo ad alta
voce Colui che dà la luce. Ed è piangendo e sospirando che uoi, viventi fra le tenebre, scongiuriamo umilmente voi [che avete familiari gli
autori de’libri della scienza e che avete la for
stati soppressi dovunque, e venne loro sostituito il corpo de’ gendarmi o de’ carabinieri, i
quali per prima qualità essenziale devono almeno aver la moralità. Il ministero dunque
dei Berlindot (birri) è finito, ed è finito appunto
perchè più non esiste qui il dominio di quel
partito ».
Queste osservazioni si leggono in un foglio
austriaco, amico del clero ed avverso al noslro
Governo. Chi poi volesse esaminare il linguaggio triviale di cui fanno uso i clericali in questa
polemica, gli argomenti storti ed immorali a
quali ricorrono, la rabbia che li accende e le
imprecazioni che avventano , non durerebbe
fatica ad accorgersi che la causa della religione
non è il principale scopo de’loro sforzi; imperciocché chi ha vera fede e profonda nella
religione, chi combatte per essa, usa modi,
parole ed argomenti degni della religione, senza
ricorrere agli insulti, alle calunnie, alle inique
suggestioni e a tutto quel corredo di male arti,
che sono il piatto forte de’ fogli clericali. Hanno
uu bel dire che difendono i diritti della religione, quando senza avvedersene si smentiscono
da per loro stessi.
Ma la pruova maggiore dell’impolenza alla
quale il parlilo clericale è ridotto, della contraddizione nella quale è caduto, e del ridicolo
di cui ha voluto colmarsi, emerge chiara « limpida dal modo com’esso ha Irallata la questione
delle congrue.
Ritenuta la legge de' conventi siccome un
furto sacrilego, l’alto clero impose a’ poveri
parroci di non accettare il prodotto di codesto
furto sacrilego, che^ veniva loro sommiaislralo
dalla Cassa ecclesiastica a titolo di congrua.
Ma se era facile a’ capi del clero di comandare
a’ parroci un rifiuto di tal fatta, non riusciva
altrettanto facile a questi ultimi di eseguirlo,
giacché si trattava della loro sussistenza; il
bivio era crudele : o morir di fame per obbedire al papa ed a’ vescovi, ovvero accettare la
congrua e per tal modo riconoscere la legge
eretica de’ conventi.
Se l’alto clero avesse avuto un po’ di abnegazione e di carità pel clero bisognoso, se fosse
stato di buona fede, o per lo meno un po’ conseguente, avrebbe dovuto somministrar egli
stesso a' parroci codesta sovvenzione, e così
luna di conoscere i misteri del regno di Dio)
d’inviarci gli scritti de’ grandi maestri, e specialmente le opere di Zuinglio, di Lutero, di Melanlone, di Ecolampadio. Fale di tutto perchè
la Lombardia, presentemente schiava di Babilonia, pervenga al godimento di quella libertà
che viene dal Vangelo, e da cui ella si è molto
allontanata. Noi qui non siamo che Ire alleati
per la difesa della verità; ma la ribelle Madian
cadde sotto i colpi ¡d’un piccolo numero d’uomini eletti da Dio, non colla forza di migliaia
di Gedeoni. Chi sa che d’una favilluzza Dio non
vorrà far nascere un grande incendio? »
Nè il volo dell’umile frale di Locamo tardò
lungo tempo a realizzarsi.
[continua.)
3
incoraggiarlo a tener fermo contro le tentazioni
del bisogno. Per altro sono così vistose le rendite dell’episcopato, che esso solo avrebbe potuto farlo senza soffrirne.
I clericali invece pensarono di aprire una
soscrizione, sperando che i fedeli avrebbero
appoggiato con le loro offerte la resistenza del
clero, e por tal modo si sarebbero ottenuti duo
scopi.
Ma non tardarono ad accorgersi che i fedeli
al tocco di quel tasto non rispondevano punto;
per cui, non essendo disposti a sostenere coi
fatti e a costo di qualche sagrifizio il loro principio, i vescovi pensarono di ricorrere al così
Inetto Santo Padre, perchè desse facoltà a’ parroci* d’accettare lo congrue dalla Cassa ecclesiastica. Or noi domandiamo : si può dare un
irgomento piti chiaro deU’impotonza de’ clericali, che dovettero piegare, a loro malgrado,
la cervice? Si può dare prova piìj evidente della
ijontraddizione cho esiste tra le loro parole ed i
loro fatti, accettando il frutto di ciò ch’essi
chiamavano ladrocinio e sacrilegio, ed accettandolo per pura avarizia? Si può dare infine
una farsa più ridicola di questa? Al ridicolo
però va congiunta una buona dose d’immoralità
e di più strana contraddizione; dappoiché i clericali nell’atto che accettano con una mano le
congrue dal Governo, coll'altra intendono stendere una protesta contro la legge de’ conventi ;
protestare contro un atto di spogliazione e di
eresia, e in pari tempo intascare il frutto della
spogliazione e dell’eresia? — E ciò per autorizzazione del papa e dietro consiglio de’ vescovi...ì. Ma dov’ii la buona fede? dove la logica, dove il buon senso ? E \'Armonia ci veniva
parlando ne’ giorni scorsi di coscienza, e del
debito di obbedire più agli uomini che a Dio;
ma in questo caso non è a Dio ch’essi hanno
obbedito, ma alla loro avarizia, la quale li ha
consigliati a far cosa dalla quale rifuggivano.
CABATTERI DEI RIFORMATORI
e della Riforma.
AI vedere i riformatori stendere una mano ardita sulle istituzioni religiose del loro tempo, al
vederli, essi che a principio non miravano che
alle indulgenze , dirigere tosto i loro attacchi
sopra tanti altri punti, abbattere dalle fondamenta
tutto l'edifizio della dottrina consacrata, si può
esser trascinati a prima vista a non iscorgere iu
loro che un’opera di distruzione. Quanto fecero,
si dirà, non l'avrebbero.forse fatto gli increduli
e gli empi ? Ponete al loro posto uno di que’ scettici , uno di que’ beffardi profani che vivevano
allora, anch’essi avrebbero riso delle indulgenze
e del purgatorio; anch’essi avrebbero rifiutato
l’incenso all’ostia, il culto aila Vergine e ai santi :
anch’essi avrebbero condannato i voti e le astinenze, distrutto i conventi, abolito la legge del
celibato e ridotto il clero alla più scarsa misura
d’onori e di prerogative.
fi verissimo ciò; ma dopo d’aver demolito,
questi uomini avrebbero lasciato campagna rasa;
la sauta verità, la pietà sincera uon avrebbero
trovato altra grazia al cospetto loro, se non che
il fanatismo e la superstizione. Riguardo ai nostri
Riformatori, essi non distruggevano che in vista
di ricostruire, atterravano un edilìzio rovinoso
per innalzare in sua vece un santuario duraturo.
Eglino abolivano il culto de’santi e delle imma
gini per ristabilire quello del Dio eterno ; toglievano Dio dall’ostia per farlo ricercare nel cielo ;
assalivano l'autorità della tradizione per sostituirvi quella del Vangelo; detronizzavano i papi
per rimettere il regno di Gesù Cristo; toglievano
al clero i suoi perigliosi privilegi, per rendere
più reale e più salutare la di lui influenza sopra
le anime..... Il loro punto di vista dunque è
tutto religioso, serio, spirituale. Una santa gelosia per l’onore di Dio, uno zelo ardente pel suo
culto, ecco ciò che li anima, ecco il sentimento
che fa vibrare la voce loro, ecco il principio e il
movente di tutte le loro riforme.
E infatti senza tale stimolo sarebbero stati essi
da tanto? Per affrontare questo colosso della
potenza romana, per isfidare i pericoli di tale
impresa, credete voi che a riformatori cosi deboli basti una conoscenza esatta degli abusi, o
nutrire quell’odio per la tirannide, di cui sono
capaci gli uomini i meno religiosi? No, mai degli
increduli o degli indifferènti si sarebbero posti
all’impresa.
I nostri Riformatori seppero imprimere alle
Chiese che fondarono il carattere di pietà che li
distingue così eminentemente; il Cristianesimo
fatto puro colle fatiche loro, riusciva venerando
e caro ai lor discepoli: l’Evangelo, purgato dalle
nebbie della tra<lizioiie, eccitava il medesimo entusiasmo che ai primi giorni, nei quali, come
sole, s’era levato sul mondo. Percorrendo gli
dnnali delle antiche Chiese protestanti, sovente
voi credereste leggere quelle dei primi cristiani.
Vi è nei pastori la medesima abnegazione, il
medesimo zelo infaticabile; vi ha nel gregge il
medesimo fervore pel culto, la medesima sete
della parola di Dio, la stessa risoluzione di soffrir tutto per la professione deli’Evangelo. In
ogni luo);o ove la Riforma si stabilisce, ella arresta il torrente della corruzione, rende alle virtù
private e pubbliche il loro impero legittimo.....
Il protestantismo riformò persino la sua mortale
nemica, egli richiamò Roma all’osservanza delle
leggi eterne e sacre ch’ella aveva avuto l’inso
leuza di calpestare..... I beni che la Riforma ha
prodotto sussistono:,il Cristianesimo è reso puro;
l’Evangelo è nelle mani dei fedeli ; le dottrine
immorali sono cadute in discredito; i lumi non
cessano di brillare e di espanderai.....
(Conferenze sulla Storia del Criitianetimo, per
Chatlel:. {Le Temoin de la Vérité).
.NECROLOGIA.
GIUSEPPE CEREGHINI.
Favale. — La famiglia Cereghini ha perduto
uno de'suoi membri, e l’Evangelio un forte campione nella persona di Giuseppe Cereghini, il
quale passò a miglior vita il di 15 agosto 1855,
consumato da una febbre etica che lo condusse
alla tomba neH'anno 24® di sua età. La sua malattia ebbe origine dai patimenti sofferti nel duro
carcere di Chiavari, in cui per causa delIEvangeJio fu rinchiuso nel 1853, ed ove stette colla
catena al piede per quattro mesi. Nell'istesso anno
in cui usci dalle carceri entrò nella leva, e gli
convenne lasciare la famiglia e la moglie, e partire por la milizia; ed anche sotto le bandiere
fu sempre esemplare la sua condotta, cosicché in
breve venne promosso al grado di caporale. In
mezzo alla soldatesca non si rallentò il suo zelo
ed il suo amore alla parola di Dio, ed invece di
abbandonarsi ai piaceri ed ai trastulli, trovava il
suo piacere nel ritirarsi solo a leggere e meditare
le Sante Scritture. Ma aggravandosi vieppiù ii
male, chiese ed ottenne da’suoi superiori il con
gedo. accompagnato da un ampio certihcato di
buona condotta, e cosi potè ritirarsi in seno alla
sua famiglia, la quale però ebbe il dispiacere di
perderlo molto presto. Vedendo avvicinarsi il
termine del suo penoso pellegrinaggio, chiamò
ai letto la desolata sua moglie insieme al piccol
suo figlio, e cosi le parlò: « Mia moglie, io mi
vedo ormai vicino a chiudere l’ora estrema, io
non posso lasciarti nè oro, nè argento, né ricchezze terrene, perchè son povero; ti lascio però
un gran tesoro nel libro della Bibbia, nella quale
potrai trovare ogui bene, come essa ha consolato
me nei travagli della vita, consolerà ancora fi;
nella tua vedovanza. Poco dopo passava a miglior
vita, assistito dalla famiglia e specialmente dall’ottimo suo fratello Stefano, maestro di scuola,
il quale spesso andava a pregare al suo letto, e
a leggergli quei passi della Bibbia in cui trovava
maggior conforto. Molti cattolici-romani erano
accorsi alla sua camera per veder come muoiono
i protestanti, giacché i preti danno loro ad intendere che quando sono vicini aila morte cercano
il prete per confessarsi, e se non possono averlo
danno in ismanie e muoiono disperati; ma dovettero disingannarsi nel vedere quel fortunato cristiano chiedere a Dio, anzi clie agli uomini, il
perdono de’ suoi peccati, e spirar l'anima sua
lieto e tranquillo nel bacio del Signore e nella
pace de' giusti ; cosicché molti piangevano per
tenerezza. Arrivata in Genova la notizia di una
tal morte, alcuni fratelli evangelici in compagnia
del sig. Morelli evangelista, si trasferivano in
Favaie, affine di prestare gii ultimi servizii alla
salma del trapassato , portando seco una bella
ghirlanda di fiori, che il sig. Cury donava per il
defunto, essendo il primo della famiglia Cereghini
che sia morto dopo abbracciato ii Vangelo. Non
ostante le minacce e le proibizioni dei preti, pure
alcuni cattolici-romani accompagnavano il feretro, mentre altri più timidi si contentavano di
guardare da lungi. Giunta la comitiva all umile
cimitero, che la famiglia ha principiato a fare in
un suo terreno, il sig. Borelli pronunziò un analogo discorso, in cui dopo aver parlato delle virtù
del defunto, delle sue sofferenze per l’Evangelio,
della sua costanza nel resistere a tutte le prove
a cui fu esposta la sua fede, diresse un’esortazione agli astanti per impegnarli all’imitazione
di si nobili esempi e generosi ; una fervente preghiera ponea fine alla funebre cerimonia.
Si vuol notare che Giuseppe Cereghini fu il
primo della famiglia che sposò nella chiesa valdese, il primo che battezzò in essa chiesa il suo
figlio ed ii primo ad essere tumulato nel nuovo
cimitero. Possano gli esempii di quest’ottimo
giovane trovar eco nel popolo favalese, oosicchè
spezzi una volta quel giogo di servitù, sotto cui
é tenuto dalla sferza del prete, e si unisca ai
Cereghini nella professione della vera e primitiva
religione di Gesù Cristo.
1.
CONSOLAZIONE DALL’ALTO.
Eccu mi ^ giunta aniariiudine amarit*
sima; ma tu hai amata l’anima mia,
per trarìa fuor della foAsa della cor
ruzione: percioccliè tu hai gittati dietro alle tue spalle lutti i miei peccati.
Isaia XXXVIII, i7
La moglie di un pio maestro di scuola di campagna in Sassonia, essendo stata istantaneamente
colpita da una malattia infiammatoria, comprese
che non aveva più ohe poco tempo da vivere. La
certezza della vicina sua morte la strinse di spa-
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vento, e la sua anima fu in preda alle più crudeli
angoscie al riguardo della sua eterna salute. Parole consolanti, passaggi della Bibbia, cantici
pieni di unzione, niente poteva dissipare le sue
apprensioni.
Una notte ella lece chiamare il suo manto. Gli
dipinse lo stato dell’anima propria, e lo supplicò
a farle sentire una parola, uua sola parola di
consolazione e di vita. Il maestro di scuola, uomo
istruito nelle verità della salute, le rammentò le
rallegranti promesse deli’Evangelo, le grazie assicurate al peccatore che si pente, le speranze
proposte al fedele. Tutto questo non potè consolarla.
« Queste cose non riguardano me. Queste promesse non possono applicarsi a me. Tutto ciò
che tu dici è vero, ma questo non mi serve a
niente, perchè io non ho la vera fede ».
Il maestro di scuola, profondamente afflitto si
ritira nella sua camera da letto, si getta ginocchioni, e prega Iddio ad aver pietà della sua
povera moglie. Essa, da parte sua, geme, si lamenta, supplica il Signore di ogni misericordia
a liberarla dal fardello che la opprime.
Tutt’ad un tratto un raggio di luce penetra
Qell’anima sua. «Non temere, — tal e la voce che
le sembra sentire nel suo cuore, — non temere,
perciocché io son teco; perciocché io sono il tuo
Dio; io t'ho fortificata, anzi aiutata, anzi sostenuta con la destra della mia giustizia (Is. XLI,
10) ». — Questa parola di pace rialza i suoi spiriti abbattuti e la riempie di una forza e di una
gioia ineffabile. I suoi dubbi sono svaniti. Ella
crede adesso, crede che per lei pure è scorso il
sangue del Salvatore del mondo, che per la giustizia di Lui ella è stata giustiiicata. All’angoscia
ud alia disperazione succedono l'allegrezza e i
canti di trionfo. Ella fa richiamare il suo marito,
e gli racconta con trasporto di riconoscenza il
bene che il Signore ha fatto all’anima sua. — La
sua pace non l’abbandonò più, ed essa mori felice
in Cristo.
L'Eterno che ha stabilita la regola è altresì
quegli che se ne allontana ogni volta che gli
piace. Ordinariamente l’iddio, il quale converte
i cuori dalle tenebre alla maravigliosa sua luce,
si serve, per salvare i peccatori, di altri peccatori
già lavati, giustificati, santificati per Cristo. Ma,
affinché noi sappiamo che ciò è una grazia che
Egli fa a noi, e non una grazia che noi facciamo
a Lui, allorché si degna sceglierci per essere gli
strumenti delle sue vedute di misericordia; affiuchè noi non c’immaginiamo che siamo a Lui
indispensabili, e ch’Egli abbia bisogno della nostra assistenza, Egli trova buono di agire qualche
volta senza di noi, e di compire da sè solo e
senza intermediario la più maravigliosa delle sue
opere; la rigenerazione delle anime peccatrici.
II.
LA CAPPELLA DI SPAFIELD.
Ora, 0 Dio mio, »ieiio, ti prego, gli
occhi tuoi apeni, e le tue orecchie
attente airorazioiie fatta in questo
luogo. 2 Cro;<. vi, 40.
Un pastore di Edimburgo, traversando una
delle vie di questa città, gli si accostò un giovine
ch'egli non conosceva.
« lo credo, dice il giovane uell’avvicinarsi a
lui con pulitezza, io credo avervi sentito predicare una volta nella cappella di Spafield.
.< É possibile, vi ho predicato molte volte.
« Vi ricordate del biglietto di una vedova afflitta, cho sollecitava le preghiere della Chiesi'
per la conversione dell’empio suo liglio?
« Me ne ricordo perfettamente.
« Ebbene! questo figlio per cui voi avete pregato, son io. La vostra preghiera è stata miracolosamente esaudita. Io passava per Spafield, per
recarmi ad un’orgia con alcuni dei miei compagni
di depravazione. Era una domenica. La cappella
Wesleyana si trovava sul nostro passaggio. Risolvemmo di entrarvi per beffarci del pastore e della
docile sua greggia. Voi davate in quel momento
lettura *di un biglietto che vi era stato rimesso.
Era quello di una madre afflitta che domandava
le preghiere della Chiesa per la conversione del
suo figlio. Invano tenterei di dipingervi ciò che
ebbe luogo nel mio iuterno. Tutta la mia anima
era sconvolta. Io non aveva sentore che si trattasse di me, m^ comprendeva il dolore che aveva
dettato quel biglietto. Io pensava a mia madre,
alla mia empietà, alle lagrime che le faceva spargere la mia condotta. La mia folle gaiezza mi
aveva abbandonato. Io non rivoltava più gli occhi
dal pastore che predicava, io ascoltava le sue
parole con la più profonda attenzione, ed uscii
dalla chiesa altrettanto serio, altrettanto raccolto,
quant’io vi era entrato empio ed incredulo.
«L'Evangelo aveva spezzato il ghiaccio del mio
cuore. Io mi associai alla chiesa Wesleyana; mi
prosternai dinanzi a Dio per domandargli, piangendo, il suo perdono e la sua grazia, e trovai
per la fede in Gesù Cristo il riposo dell’anima
mia. Altra volta la disperazione di mia madre,
io fui d’allora in poi la sua consolazione e la sua
gioia.
« Fin qui la misericordia del mio Signore mi
ha mantenuto nella buona strada. Noi viviamo
insieme gioiosi e lodando Iddio delle manifestazioni incessantemente rinnovate del suo amore.
Penetrato di riconoscenza, io benedico ogni mattina la fedeltà di Colui che mi condusse nella
cappella di Spafield ».
NOTIZIE RELIGIOSE.
Toriko. — Corre voce che il Ministero sia
disposto a proporre una nuova legge sul matrimonio civile. Speriamo che questa notizia abbia
fondamento nella'verità, e che il nuovo progetto
sia tale da corrispondere al voto ed a' bisogni
del paese, per modo che tutti gli inconveifienti
che emergono dal presente ordine di cose abbiano un termine, e che l’influenza de’ clericali,
in ciò che riguarda la parte civile di questo importantissimo contratto finisca una volta per
sempre.
Roua. — Si assicura che fra pochi giorni.>i
sarà concistoro. Il cosi detto Sauto Padre farà
una nuova infornata di vescovi e cardinali ; crescono i pastori nell’atto che il gregge va mancando!
— Il Giornale di Roma ha voluto rispondere
alle giuste e meritate accuse che lord Palmerston
fece in pieno Parlamento contro lo sgoverno del
papa ; ma detto foglio non ha avuto il coraggio
di nominare nè il ministro inglese, nè la nazione
alla quale appartiene, e uon ha prodotto verun
argomento per ribattere codeste calunnie, come
esso dice. È una difesa di poche parole, scritte
prò forma. E ciò nonostante VArmonia le dà il
titolo di nota nobile e dignitosa'. Chi sa cosa intenda VArmonia per dignità?
Franxia. — Il celebre abate Laborde, ii quale
ebbe il coraggio di recarsi a Roma per protestare
contro il nuovo domma àeiWImmacolata Concezione, e di pubblicare parecchi scritti su questo
argomento, ai quali la curia romana rispose col
farlo mettere alla frontiera, ha cessato di vivere.
Prima di morire ebbe tempo di correggere le
stampe dell’ultimo suo scritto, tendente a smascherare le imposture che si sono spacciate sulla
cosi detta madonna della Salette
S. Gallo. — Leggesi nella Semaine Religieuse
del 25 agosto: « Il sinodo protestante di questo
Cantone si è occupato, nelFultima sua sessione,
del sollievo de’poveri. Esso ha deliberato di provocare in tutte le parrocchie la formazione di
Società volontarie pel soccorso de' poveri.
Spasna. — I fogli esteri sono concordi nel dire
che l’ultima allocuzione del papa sugli affari della
Spagna produsse nella popolazione di Madrid
una generale irritazione, per modo che organizzavasi una imponente dimostrazione contro la
curia romana e contro il papa. Trattavasi di abbruciare in pubblica piazza una copia dell’ultimo
concordato con Roma. Il governo spagnuolo ha
preso le sue misure per impedire tale dimostrazione.
Crimea. — L’Archivio del Cristianesimo pubblica una serie di corrispondenze intorno alla
pietosa missione che parecchi pastori e fedeli
evangelici esercitano presso l’armata d’Oriente.
Per opera loro in mezzo al fragore delle armi ed
all’orrore delle stragi, i soldati che professano le
dottrine evangeliche sono in grado d’ascoltare la
parola del Signore, e i poveri ammalati possono
godere di quei conforti che sono salutari allo spirito non meno che al corpo.
I principali di questi buoni servi di Dio sono
i signori Meinadier. Roehrig, Costabel, Bobut,
Roser, Gerlinger, Reichard, Vallette ecc.
Ecco un fatto interessante raccontato da quest'ultimo;
« Un inglese ammalato , apprezzando da se
stesso le consolazioni del Vangelo, ha desiderato
di contrib'oire per parte sua all’opera di consolazione cristiana, intrapresa a favore de’ feriti e
degli ammalati della nostra armata. Egli volle
ad ogni costo il permesso di mantenere a sue
spese uno de’vice-cappellani ».
E molti altri fanno a gara nel dar prove di
carità, sia apprestando le loro cure a’poveri feriti, sia provvedendo all’occorrente e sia parlando
a’ sofferenti la consolante parola del Signore.
BOLLETTINO POLITICO.
Cl giungono dalla Crimea i particolari del combattimento avvenuto nel giorno 16 lungo ia Cernaia. Essi confermano la notizia che ci trasmise
il telegrafo della splendida parte che vi prese
l’esercito Sardo, al quale furono indirizzate le
più lusinghiere felicitazioni dalle truppe alleate.
Le perdite de’ Russi, a quanto dice il generale
Pelissier, ammontarono a6,000 uomini; i Piemontesi non ebbero che 300 soldati fuori combattimento.
— E ormai deciso che Omerpascia andrà a comandare le truppe dell'Asia Minore.
— La regina Vittoria lasciò la Francia.
— Il iloming Chronicle annunzia che nel prossimo ottobre il FÌe di Sardegna andrà a fare una
visita alla Regina d’Inghilterra; e la Patrie
soggiunge che probabilmente si recherà anche a
Parigi.
— La Regina di Spagna ha firmato il decreto che
abolisce il famoso tribunale della Sacra Rota.
I fogli esteri parlano d’una cospirazione che
avrebbe luogo all’Escurial in senso ostile al presente ordine di cose; ma il governo ha dichiarato
che il tutto si riduce a meschinissimi intrighi di
gente nera, cui non vale la pena dare la benché
mìnima importanza.
(■ro«Mo Domenico gerente.