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Nulla aia più forte della vostra fede! ^ ^
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Italia fino al 3i dicembre . i.* L. 75,— — Semestre L. —
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LA PAGINA DE
Il DiiiteFig della ilaiBdliaÉDe
di TULLIO VINAY
Quest’inverno un militare inglese, diletto
fratello in Cristo, stando con me vicino alla
stufa, mi parlava delle sue esperienze di credente in tempo di guerra. Fra le tante una
m’è rimrista impressa. Diceva: « Da quando
ho conosciuto una dopo' l'altra, risalendo la
penisola, le vostre chiesette, mi son reso conto che, p|er l’amore di Cristo, prima di essere inglesi e italiani sdamo credenti.e fratelli. Ecco dunque una divisione di popolo praticamente sormontata nella unità della fede.
Esperienza che moltissimi abbianio fatta in
quest’ultimo anno. L’essere inglesi, americani, italiani, francesi non ci divideva affatto, perchè prima, molto prima di questa delimitazione nazionale sentivamo il vincolo
potente deH’amore fraterno. E con tutti questi eravamo veramente uniti, talvolta forse
più che con altri etnicamente più affini, ma
separati in ciò che è la sostanza vera della
nostra vita. *
Tutto ciò ci indica la via della imità e della riconciliazione fra i popoli e nei siigli
popoli. Ma pel momento non guardiamo tanto lontano. Viviamo in .un popolo che pure
ha bisogno, urgente!Ì*bisogno, del mlnisterio
della riconciliazione. Questo, noi, come i 'credenti di tutte le chiese cristiane, non dobdiamo dimenticarlo. La gioventù nostra poi
che è entrata cosi vivamente nel travaglio
delia nazione ed ha con lei lottato %mtró
fo^ipressore e sofferto, deve qui pi^mderft piif
.........asw"
La guerra, le repressioni, gli odi per tanto tempo seminati hanno lasciato profonde
tracce che troppo spesso si crede poter cancellare nella vendetta e col sangue. Ed è qui
che dobbiamo insorgere per far conoscere ai
fratelli del nostro popolo la « riconciliazione » cristiana.
Abbiamo sempre predicato la riconciliazione con Dio, ora questa deve essere intesa nelsua pratica applicazione giornaliera ch’è riconciliazione con gli uomini. Molti giovani
oggi, non solo perchè cittadini ma perchè
credenti, si affannano a spiegare come essi
devono partecipare alla vita della nazione e
portare ad essa il sale deH’Evangelo di Cristo negli innumerevoli settori della vita in
cui sono chiamati a lavorare. Ma in nessun
modo essi porteranno meglio il sale delTEvangélo e in nessun altro modo collabòreranno meglio colla nazione ora, che essendo ministri della riconciliazione. .
Dopo così gran periodo di semina di odìo*e
di male, l’Italia ha bisogno prima di tutto
d’amore. L’Italia porta ora le conseguenze di [;
tale iniqua semina e sS è riuscita a liberarsi
da sistemi politici che la incatenavano ed asservivano, non è ancora riuscita a liberarsi
dallo spirito che quel sistemi animava, onde
la facilità con cui si ricórre alla vendetta, alle
azioni violente, mentre il perdono e l’amore,
come nei deprecati anni passati, vengono considerati segni di debolézza.
Quattro ai^ fa quando le autorità fasciste
diffidarono il nostro Comitato di assistenza
spirituale di continuare la sua attività, la
motivazione che il funzionaiio della questura
mi diede è questa: « In tempo di guerra non
si deve parlare d’amore ma di odio». Non
vorrei che questi pensieri ancora serpeggiassero nel nostro tempo colla considerazione che
questo momento è il momento, déùa rivalsa e
che è- fuor di luogo parlare di perdono.
Certo molti anch^ in buona fède vorranno
qui obiettàre portando sul tavolo ,la quistione
della giustizia. Ma se essi son credenti, ricorderò loro che la giustizia umana per esser
vera, deve essere ad Immagine di quella di
D;o, che è giustìzia giustiflcante, la quale non
vuole la porte del peccatore ma eh®, si converta e vivp Così noi dobbiamo far comprendere a tutti che non ci sono dei tempi in cui
è necessario porre da parte cóme diceva il
funàgnario fascista — la parola amqre, ma
che in ogni tempo solo coll’amore'e IÉbI perdono Si può ritrovare la via della-mrWk» del
ci gli uni con gli altri avrà pace la nostra
Patria.
Anche il dibattito dei vari partiti potrà essere molto utile e non lederà l’unità del popolo, se avverrà nell’atmosfera dell’amore e
della reciproca comprensione. Ma anche in
questo campo il ministerio della riconcUiazione non è secondario- e l’accettarlo da parte nostra, come nostro partloolare mandato,
smà indice della nostra miglore partecipazione allá vita dell^ nazione. E se i credenti
di tutte le chiese, anziché essere passivi o,
peggio, come tutti gli altri, non lo dimenticassero ma volessero tenere questo ministerio nel posto che veramente gli spetta, ben
potremo dire che l’Evangelo di Gesù Cristo
Influenzerebbe la vita di tutta la nazione.
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Che cosa è la Libertà ?
Appunti di G. BERTIN
Vinet ha detto: « Libertà è la parola più
bella, ma ve n’è un’altra che la supera: amore». Vedremo che la vera libertà è fatta di
amore.
Che cosa è la libertà? Questa domanda
sembra oziosa. Per noi ha avuto un senso
' ■ contingente: la fine dì una feroce oppressione. Ma questa deflnizione non può essere
completa e sufficiente. La questione è molto
importante, perchè la maggior parte degli Italiani, proprio quelli che hanno combattuto
per la liberazione e prendono parte alla vita
politica del paese non hanno conosciuto la
libertà. Chi è oggi sui trentacinque anni ha
visto da bambino la grande gurara ed è entrato quasi subito in un regime totalitario;
poi è venuta un’altra terribile guerra ed i
tempi che ora viviamo non sono ancora nori«' mali e non d è ancora dato di gustare i frutti dell’albero che è stato piantato. Che dire
dei più giovani? Non hanno mal respirato
l’aria della libertà.
Procediamo per esclusione e vediamo anzitutto cosa non è la libertà.
La facoltà per una categoria di cittadini di
esercitare il potere. Sia esso im partito o una
classe, degli Intellettuali, dei militari, della
grassa o media borghesia, degli agricoltori o
degli operai. La libertà per una categoria significa schiavitù per tutte le altre. Ne sappiamo qualche cosa. Anche se la categoria
che giunge al potere è opposta a quella che
esercitava l’oppressione, e sorge come rivendicazione della libertà, fatalmente soggioga
chi non rientra nel suol quadri.
La facoltà per l’individuo di fare ciò che
gli pare e piace.
Di pacare le trote con esplosivi, di far pascolare le sue oche o le sue mucche sul prato del vicino, di attraversare l’abitato in macchina a velocità pazzesca, di prendere a pugni 0 stendere a terra con una scarica di mi
tra chi professa altre idee politiche? Questo
sistema riduce la libertà a monopolio del più
scaltro, del più disonesto, del più forte e prepotente ò del più ricco. Ora, la libertà del
cittadino non può essere la facoltà di impiegare le sue capacità intellettuali, la sua posizione sociale, le sue forze fisiche e le sue
possibilità finanziarie come gli pare e piace,
perchè così facendo riduce gli altri alla condizione di schiavi e procura il danno del
prossimo. E ih ultima analisi non è libero
lui stesso perchè ubbidisce non a prindpi elevati ma al capriccio, si rende schiavo degli
istinti bassi della natura, Con questo sistema il disordine s’instaura in permanenza nella società e la vita diventa impossibile per i
tre quarti dei cittadini.
La vita associata comporta delle limitazioni alla libertà individuale. L’alimentazione, 1
salari, ristruzi'one pubblica, la morale, la religione stessa implicano dei regolamenti, delle leggi, del princìpi validi per tutti e che
tutti debbono osservare.
La libertà sociale, civile e politica appare
dunque come indipendenza misurata, limU
tata perchè presuppone resistenza non dell’individuo ma della collettività, e ogni libertà individuale è limitata dai diritto del
prossimo, cioè dall’ufruaglianza.
Ciò che è permesso all’uno sia anche pormésso all’altro, ciò che è punito in uno sia
punito anche negli altri: ecco l’égoagUanza.
La libertà senza l’eguaglianza di tutti 1 cittadini dinanzi alla legge non è la libertà del
popolo ma il dominio di una classe, l’eguaglianza senza la libertà è la prerogativa di
un governo assoluto e dispotico.
Se esaminiamo in dettaglio la libertà politica fonata sull’eguaglianza vediamo che
essa è:
la libertà di parola e di stampa;
il diritto di associazione;
■ il rispetto della persona e l’inviolabilità d'd
domicilio. •*
Ma questi diritti, affinchè siano esercitati
■da ogni cittadino per il bene della comunità
fC non diventino dei pericoli per 11 ben^^ere
collettivo devono essere regolati e tutelati
. dalla legge, emanazione della volontà di tutti
ri cittadini. Questa è democrazia,
ji- Ora, queste leggi saranno buone e giuste
ise buoni e giusti sono i cittadini. Poiché la
democrazia è l’addizione delle coscienze individuali.
Una faazione retta da leggi buone e giuste,
prospera e s’innalza se la maggioranza del
suoi cittadini sono .onesti e animati da sen
COMUNICJtTO
La pl^ìssitna Sessione Sinodale si
'aprirà D. v. Lunedì 3 Settembre, alle
: ore 15.30, nei Tempio Valdese di Torre
Peilice, con un culto presieduto dal
"Pastore Paolo Bosio.
Tutti i Membri del Sinodo, Ministri
e Deputati, sono’convocati per le ore
ns.15 precise nell’Aula Sinodale della
tCasa Valdese per i preliminari* d’uso.
Immediatamente dopo il culto, Mi*
^nistri e Delegati si recheranno nell’Aula
E Sinodale per costituirsi in assemblea,
r-pFesidoitóàreteh
età tra i Ministri in attività di servizio
presenti, e procedere alla nomina del
Seggio definitivo.
Roma, Agosto 1945.
Il Moderatore :
* VIRGILIO Sommami
timenii elevati. In caso contrario si avrà
ugualmente la democrazia, ma la nazione non
godrà vera libertà. Perchè la vera libertà regni in una nazione bisogna ch’essa sia formata da cittadini interiormente liberi. A che
serve che la Patria sia libera se i cittadini
che la compongono hanno l’anima di schiavi?
Che cosa, chi può fare i cittadini veramente
iioeri?
* ♦ ♦ *
Gesù ha detto: «La verità vi farà liberi».
Ecco a grandi tratti la verità della Rivelazione.
Dio ha creato il mondo. Ha posto l’umanità m una terra benedetta dandole la libertà
che è la facoltà di scegliere ü bene o ñ male!
^umanità ha fatto cattivo uso di questa libertà, ha rotto l'armonia.che regnava nel1 opera di Dio. Colla sua rivolta a Dìo s’è
resa schiava del maligno. La rivolta a Dio ha
prodotto nella vi^ associata funeste consefratricidio (ogni uccisione è fratricidio) s’è insedilo nel cuore dell’uomo e
nell 1^0 dei clan e dei popoli. La catena della schiavitù del peccato s’è fatta sempre più
pesante, ma l’amore di Dio s’è manifestato
sempre più chiaramente agli uomini, attira-,
vèrso ai profeti sino a Gesù, venuto,,, sulla
terra per ripr'stìnare nel. cuori e nella società umana il trionfo della volontà di Dio e
dare alle anime la salvezza etema," strappandole alla schiavitù del peccato:
Gesù ha detto; « Lo vertià vi farà liberi Io sono la verità ».
« Se il Figliuolo vi farà liberi, sarete veramente liberi ». E l’apoBtolo Paolo: « Cristo vi
ha affrancati affinchè foste liberi». Cristo ha
appunto perchè la vera
libertà è quella interiore, l’opera dì libérazione di Cristo per essere reale e effettiva
neila^cietà bisogna che i cuori degli uomini
accettmo quest’opera di salvezza, e facciano
posto al s^timentb che solo deve regnare
nei cuori ùberi ; l’AMQRE.
La libertà vive solo nel clima dell’amore
Come 11 ppoe e libero solo nelTacqua che è
U suo elemento, l’uccello neU’aria così
.'^«’^amente libero solo nell’amore.
Le léggi per quanto perfette non potranno
mai assicurare la libertà politica e
ima trwnfare, senza l’amore come legge suprema del vivere sociale. ‘
rittadino deve sentirsi membro di una
g^de famiglia, vedere nel prossimo un fratello. mche e specialmente se hiW^S^o di
eiezione. sua attività dev’essTIto ?un^
zione non solo del suo bene particolare e famigliare ma della società umana, seguendo
Cristo che non è venuto afinonB WS ^ servjù-e. La vera
nazione quando ‘tutti’
autorità e semplici cittadini mettono la lAm
sano cosi le condizioni della verf
un’anima di liberi cioè di
flgiuoli ^ Dio che essendo stati' affrancati da
^1 ^lavffù interiore hanno ritrovato l’ar
dun°n„“° ® fratelU.
®he ha detto Charles
^mrTchlY politica non può prS
PC We che in un popolo religioso » ^
Valdesi che mettono la religlona
^ primo posto, che si professano credentT a
rivono la fede delTEvangelo nella loro fami
già e nella sodetà sono di <msegu^za
Doil liievitj dal v. cuiian!
dalla lanía laldeia
PER COLLEGIO:
In memoria del prof. Mano Falchi:
iYanco © Pia Falchi. L. 2000 - Long Eugenio. San Giovanni. 100 - Jahier ©rotearle Eugenio. 100 - Onorina Odin
Gay, 100.
PER SINISTRATI:
In memoria di Jenny Cardón Pèyronel: Popolazione di Torre Peli., L. 2000.
RORJIà*
La domenica del 29 luglio, vissuta a
Rorà, è stata una giornata veramente,
benedetta e piena di santa esiiltanza. La
F.U.V. aveva indetto un Convegno Giovanile nella piccola roocaforte valdieise
che conobbe le gesta di Gianavello e dei
suoi prodi.
Ogni cosa, fin nei suoi più piocold particolari, fu magnifìcamente preparata
dal pastore Enrico (Teymet e dalla sua
Compagna, aiutati egregiamente dai faoenti parte l’U.G.V. di Rorà, per ricevere i partecipanti al Convegno.
Sin dal sabatqi 28 luglio frotte di gioe giovanotte, e persone anche non
più tali di anni, per le pendici dell’Invierso Torre salivano la montagna verso
Pian Prà, arsa dal sole, e scendevano
verso Rorà, adagiata maestosamente sul
versante di mezzogiorno.
La sera del 28, quei primi convenuti,
aibbastanza numerosi, si sono ritrovati
saletta di culto, à piano a terra del
Presbiterio dove il pastore Seiflfreido Colucci li ha intrattenuti sul testo: « ...dondod dii essere chimmti figlivoU di Dio E
tali siarm» (Giov. 3: 1). Ci à preparò
cosi aH’adunata ed alla festa del domani.
La domenica mattina, ancora .per tempo. le vie della ridente , ed accogliente
Rorà incominciarono a popolarsi di bele forte gioventù. Una larga striscia
di tela bianca, su cui spiccava in caratteri cubitali la scritta « BenvenuU », aco^lieva quanti si dirigevano al Tempio, già adornato di fiori e di verzura.
Alle 10,30 la chiesa rigurgitava, mol
•I.
2
M \
ti dov<étteìro oocont^tarsi^ staile fu<^
ri e seguire, per quanto era p<^bdle, il
.culto pràsieduto dai pastee Eyna’rd,^''
della Chiesa di‘Tarine. 1*^1 píese come “,
testo dei suo dire le parole deli’Evan- '*
gelo di Giovanni 10: 10: « Io sono uenuto perchè abbuanio vitaJ e Vahbvano ad
esuberanza ». Parlò in maniera tutta
.partìcòlare ai giovani che son-chiamati
a vivere l’ora presente. Il forte discorso raggiunse il cuore di "tutti. Due. « a '
solo » del signor Carlo Eynard. di Toriie Péllice, rallegrarono la li'Cta e raccolta assemblea. i
Terminato il culto, la gioventù, venuta da tutte le U.G.V. delle Vaili, si
sparse per i .prati e per i boschi per...
vuotare il sacco a spalla portato ben
pieno il mattino.
Alle 14 precise, radunati in una magnifica pineta a Pian Prà. oltre 600
unionisti ascoltano, sotto la presidènza
del pastore Roberto Nisbet. *i vari mes" saggi sul tema centrale: « La vocazione
dei mestieri e delle professioni dinanzi
al giovane credenabe ».
Il latore Arnaldo Comba, il giovane
operaio Coisson. il colportore , Paolo
Musso, il geometra Gardiol. la, signorina Dolores Durand. impiegata a Milano, la rondinella Elsa Gelso, la suora
diaconessa Angiolina Santacroce, il pastore Roberto Jahier, l’insegnante Edgardo Paschétto. han fatto sentiré l’un
dopo l’altro il loro vibrante • messaggio
di testimonianza parlando ognimo della
esplicazione della loro vocazione nel
campo ove essi lavorano. Due messaggi
•vengono lètti: imo del .giudice Angiohl¡ío, l’altro del dott. G. Delbettini. assenti
per ragioni del loro lavoro. Entrambi ci
parlano, còme i precedenti, della possibilità di testimonianza cristiana evangelica nel proprio campo di lavoro.
•Tutti questa massai^, brevissimi,
sono stati ascoltati con vivo interesse
assieme ai quattro messaggi dei fratelli
sud-africani, venuti da Torino, per dividere la nostra gioia: il cappellano
Young, il maggiore Greenwood. il capitano Feinauer, ü soldato Irons.
Ha chiuso il Convégno, riuscitissimo
in ■vero, un messaggio -vibrante di fede
del pastore Seiffredo Colucci in-vitante
tutti a una « conversione reale e profonda », isenza di che non è possibile
nessuna solida ricostruzioné. « In Cristo
ogni cosa è possibile, fuor di Cristo
è fòìUa ». , - ,, ... „
Sono stati, a chiusura del Convelo,
distribiáti dei doni, consistenti in libri,
che ia U.G.V. di Rorà aveva destinati
quali premi a quelli che venuti dal fondo Valle di Lusiema, di' Villar PelKoe,
di Torre PeUice o di Bobbio, averto
trovato in alcuni rifugi ben nascosti che
servirono di nasccoidàiglio sicuro nella
guerra dèi partigiani e néU© persecuzioni. im mazzo di verdura ivi nascosto in
precedenza, accompagnati da un dono
premio.
Non mancarono le fotografi^, i giochi.
Funzionava un servizio di buffet caldo.
Interessante la mostra di lavori della
Chiesa e U.G.V. di Rorà.
A pomeriggio inoltrato, dopo aver
passato una bellisisima igiornata, ricca di
benedizioni e gioie spirituali, la gioventù riprese la via del ritorno portando
nel cuore, siamo sicuri, un ricordo benefico. Voglia Iddio benedire quanto abbiamo fwtuto fare nel Suo Nome.
Uno ohe fera
e che ha partecipato col cuore.
OA,LlflOtJNT
Più raccolto e più breve di altri precedenti Convegni, ma forse ancora più
apprezzato, è stato quello di Galmount.
Già verso mezzogiomo, si sentivano i richiamo degli unionisti che da Massello,
da Rodoretto e da Frali, raggiungevano
il colle.
Presiiede fi pastore Genre, che inizia
leggendo due passi della Scrittura. Dopo
la preghiera del pastore Mathieu. prenle la parola il pastore Paolo Maxauda,
il quale ci presenta i pericoli che la libertà, tanto sospirata e finalmente ottenuta, può portarci. Ci parla di due
aspetti della libertà: libertà per il cristiano e libertà nella •vita sociale, Quest’ultima può e deve esistere, ma la condizione lessenziale della sua esistenza, è
la sua in<hssolubiMtà con l’amore per il
prossimo.
« La grazia del nostro Signor Gesù
Cristo sia semipre con voi*»: prendendo
lo spunto da questo versetto, ü militare
sud-africano André J. Germonid, ci rivolge il suo breve messaggio in francese. Le parole che il Pastore pronuncia ogni domenica, benedicendoci alla
fine del culto, ci accompagnano nella
settimana, come una promessa di pace e
di serenità.
L’ECO DELLE ALLÍ . VALDUSf
w -0_ t **4£v;. "S
X.
... h 'ili' ,-'v; $ - ^ ' = T f. ty
, f Í - A L i ?
.< ■
fi!!.»
« La nostra Gioventù in tempo di guer,jra». di Thumeysen. ,
" Nessun giovane valdese può ignorarlo ! Acquistatelo all’uscita dal tempio,
alla Claudiana, al Sinodo ! v
Scuola di Quartiere
dell'alta Val Peilice
colpita dalle cannonate
tedesche
La parola -viene quindi data al signor
EmiUo Jourdan. presidente dell’Unione
di S. Germano. Egli ci parla delle speranze. dei sogni, dei progetti fatti da, lui
e dai suoi compagni partigiani nelle tregue della loro movimentata e rischiosa
vita di patrioti. La lib^azion? li ha rimessi .quasi improwisamiente in un ambiente al quale non erano più abituati e
sul quale si erano fatti ‘tante illusioni.
Illusioni perchè avevano sperato di trovare •un ambiente pieno di entusiaano,
di buona volontà le di fattiva operosità,
invece hanno trovato, molto sovente, invidia. orgoglio, incomprensione, che partano a di-visiOni e disorientamenti nel
lavofo; perchè dunque si è tanto lottato per la libertà se di questa sappiamo
fare solo un r^o così j>ooo cristiano? Se
vagliamo che il nostro lavoro àa proficuo, .impariamo imaantìitutto , ad,
harcif'umili in ogni cosa, sappiamo^ a^
Gettare qualsì^i compito ci venga asségnato, in qualsiasi campjo: solo con questo spirito le nostre Unioni potranno essere viventi.
Il pxastore Ooiisson, di Felonica Po,
porge q-uindi il saluto fraterno della sua
Chiesa e della sua Unione. Egli ci dice
la sua commozione e la sua Riconoscenza nel ritrovarcsi alle VaUi dopo la lunga separazione imposta dalla guerra.
Anche nel mantovano si sono dovuti attraversare momenti duri, ma quanto più
alimentavano l’angoscia e la sofferenza,
tanto pdù si sentiva potente l’aiuto di'
Dio e il conforto delle preghiere dei fratelli lontani.
L’ultimo messaggio ci viene rivolto
da un Cappellano sud-af ricano, il signor
Pons. Egli ci rivolge due domande :
« Abbiamo noi uno scopo nella nostra
vita? »; « Se rabbiamo, consìste, ed- in
quale misura, nel desiderio di seguire la
volontà di Dio? ». Il cristiano deve accettare la volontà di Dio: solo così egli
potrà dimostrare di tendere alla meta
più alta e di possedere ciò che oggi il
mondo cerca e di cui ha bisogno, la sottomissione a Dio e la pace in Lui.
In sostanza il Convegno è stato buono
sotto ogni aspetto; imico appunto che
giustamente si è sentito fare in giro, riguarda la mancata puntualità nell’inizio del Convegno, e non di questo soltanto. Se non si può incoindnciare alle 14
0 14.30 come molti desidererebbero, non
sarebbe almeno possibile iniziare all’ora
stabilita ? Bisogna ¡ptensare che molti
partecipanti vengono da Chiese lontane
e devono percorreirie, pel ritorno, molti
chilometri a piedi o in bicicletta, e non
hanno tutti i torti se, -vierso le 17, per ripartire, sono costretti a turbare il raccoglimento del Conveigno. n.
i»EitsoN;^Li;^
Al pastore Roberto Nisbet e Signora
i nostri più ■vivi rallegramienti per la felice nascita del loro Renato, avvenuta a
Torre Peilice il 24 corrente.
£4
Jl »«nero nnko
del dopo guerra
edito in occasione del XV agosto, con
tiertó 7 fotografie e gli articoli seguenti:
« Ripresa » e presentazione delle pagine, di G. Ber%i;;
« Probleanà di ieri e di oggi ». del Moderatore V. Sommani; ^
« Il mònito dell’ora che volge », di Ettore Serafino;
« n Reduce », poesìa di Viribus Unitis;
« Le vie di Dio e le nostre vie », del
Caif^ellano A. Deodafo ;
« Ritorno dalla Gtermania ». di Giorgio
M. Girardet;
«'Apatia», di P. Bosio;
«Eglise et Jeunesse», di Armand Payot;
CONCORSI DEL XV AGOSTO
POESIE
il° premio; Risveglio, di Mirella Beili
Arigentierd.
2° premio: A un seddato tedesco, ^
Laurenzia Comba.
Le due poesie saranno pubblicate sull’Eco. • I
CORALI
Secondo i termini del concorso dovevano, ¡essere dirette da un giovane dell’Unione e non dal Direttore della Corale di Chiesa. Hanno risposto a questa
condizione le seguenti Corali:
1° premio: Angrogna; 2° premio; San
Giovanni; 3° premio: S. Germano.
Come riconoscimento per lo zelo dimostrato dalle altre Corali che hanno
cantato ottimamente scelti canti giovanili e contribuito lal successo del pomeriggio unionista, .pubblichiamo la seguente graduatoria:
1° premio; Torino, Pinerolo. Torre
Peilice; 2° premio: Pomaretto. Prarostino.
I due poieti e le otto Corali riceveranno i premi alla ripresa delle .attività invemali dopo la prima seduta del Comitato di Gruppo.
Vivi ringraziamenti alle due Giurie.
Il Capo-gruppo.
F. 6. V. - Adorata Giovanile
Domenica 9 settembre, alle ore 16,
a'yrà luogo, D. v.. una grande adunata
giovanile in località Eicimsie, a metà
strada tra Pomaretto e Riclaretto.
L’adunata sarà caratterizzata da uno
spiritò giovanile e altamente cristiano.
H pubblLcia. che ci auguriamo sia numeroso, udrà i messaggi di alcrniL oratori,
tra i qiuali i pastori Tullio Vinay, Paolo
Bosio, Gustavo Bertin^ Teodoro Balma.
La gioventù valdese e i membri delle
nostre comunità accorrano compatti a
questa riunione di appello e dì testimonianza cristiana. i
laST'
STATUTO-REGOLAMENTO
DELLA FEDERAZIONE DELLE DNIONI VALDESI
Stimiamo aom uiHe metterlo alla pestata di tutti. N.on è utì « tabù » che' noni
si possia toccare. I suoi articoU hanno
avuto lai funzione di paracarri o meglio
di viatico. suUa strada che abbiamo pernorso e che percorreremo ancora. Tutte
le Unioni fanno bene ad attenersi ad
essi (siamoi democratici ma non anarchici) in attesa dt un Congresso al quale
siano grado di partecipare i rappresentanlti di, tutte le Unioni d’Italia.
Art. I - La Gioventù di ogni Comunità Valdese è organizzata per cura del
Consiglio di Chiesa in una UNIONE
GIOVANILE VALDESE che può essere maschile, fèmminile o mista.
Lo scopo delle U. G. V. è di riunire
la gio"ventù delle Chiese (e la gioventù
aderente), in un ambiente sano e rehgioso in cui essa possa progredire spiritualmente e trovare ispirazione ad una
costante attività per l’opera del Sigtiore, e dove possa dEratemizzare le curare
la propAà cultura religiosa e morale.
Art. 2 - Ogni Unione Giovanile Valdese è diretta da im Comitato o da
Commissioni di attività. Il Pastore della Comimità sovraintende all’attività
déJJ.’Unione e fa parte ex officio del
Comitato.
Art. 3 - Le Unioni Giovanili Valdesi
formano nel loro insieme la Federazione delle Unioni Valdesi (F.U.V.) che ha
lo SKtopo di stabilire il collegamento delle Unioni stesse fra loro e di promuoverne e dirigerne le atti-vità collettive.
Art. 4 - L’attività della F.U.V. è diretta da un Comitato di almeno otto
membri, composto di Capigruppo e di
Consiglieri e presieduto da im Segreta'rio Generale eletti tutti dal Congresso
della F.U.V. che si riunisce possibilmente una volta all’anno e ad ogni
modo -una volta ogni tre anni. I membri del Comitato della F.U.V. i quali
teessasisero p|er qualsiasi motivo dalla
carica nel corso dell’anno verranno sostituiti dal Comitato previa intesa con
la Tavola.
Arfe. 5-11 programma della F.U.V.
viene presentato ogni lanno a settembre'
dal Comitato della F. U. V. all’esame
dèlia Tavola Valdese, le deve essere da
qu^ta approvato. La Ta-vola Valdese sopraintende al buon andamento deiflia
F.U.V. Il Segretario Generale della
F.U.V. ne dirige le attività, d’intesa col
Moderatore, ed i Capigruippo prendono
volta per volta accordi coi Sovraiiictendenti ¡per le attività collettive da svolgérsi nei loro distretti.
Art. 6 - Al fine di valorizzare la collaborazione giovanile, ogni Capo Gruppo formerà, d’accordo col Comitato,
una Commissione di non più di quattro
membri, che lo coadiuverà nello svolgimento delle atti-wità del gruppo.
Art. 7-11 Congresso è convocato dal
Comitato della F.U.V. d’intesa oon la
Tavola. Ne fanno parte, con voto deliberativo, i rappresentanti deli© Unioni,
i membri del Gomitato Direttivo le della Tavola. L’Un’one di ogni Chiesa Valdese sarà rappresentata nel Congresso
dal suo Pastore (o da tm suo sostituto)
e da un delegato. Inoltre le Unioni tìie
abbiano più di 50 membri avranno diritto ad un altro rappresentante per,
ogni successiva cinquantina di membri,
o frazione di essa. Possono assistere ail
Congresso tutti i membri regolari della
F.U.V.
Art. 8 - La F.U.V. afferma il suo vivente desiderio di staibilire. con ia gioventù delle altre Ohiese Evangeliche all’opera in Italia, legami di fratellanza
cristiana. A tale scopo prenderà accordi con le altre Chiese Evangeliche d’Italia che desiderino questi fraterni contatti per la costituzionie d’un Organo di
collegamento, sarà il titolo riconosciuto dalla Chiesa Valdese ¡per coordinare le manifestazioni di fratellainza
della sua gioventù con la gioventù delle altre Chiese Evangeliche in Italia II
^gretario General© d^la F.U.V. sarà
in detto Organo di collegamento il rappr^entante della gioventù della Chiesa
Valdese.
3
€
;T*‘
Ari. 9 - La F.U.V. afìierma di oondi■ vid€ire. gl’ideali cxistiami eaumenici che
spingono la gioventù delle Chiese Evan:geliche di tutto il mondo a stringerà in
un fascio pottente nel nome del comune
Salvatore. - _
La F.U.V., pur rimanendo organizzativamente e amministrativamente dipendente dalla sola Chiesa Valdese e
non appartenendo quindi a nessuna laltra organizzazixjne di' ness\ma specie, dà
mandato al proprio Comitato di stuidiare, d’accordo con la Tavola, quali reliaf
zioni possano essere étalnlite con ì movimenti ecumènici mondiali, affinché la
■gioventù valdese possa prendere parte
attiva alle grandi aduniate di detti movimenti ecumenici.
Art. 10 - Ogni U.G.V. contribuirà mnualmentè* secondo le proprie possibilità per 1^ 'Spese della F.U.V. e per l’attuazione del suo progrmnma di attività
■(Campi, Congressi. Convegm, stampa,
ecc.).
Art. 11-11 presente StatutO-Biegolajnento non potrà essere modificato che
dal Congresso, con voto favorevole dei
due terzi dei suoi memlbri le con l’approvazionie della Tavola.
Il perìodo storico che attraversiamo
imipone a tutta la Gioventù Valdese un
dovere assoluto;
L’UNIONE.
Dobbiamo formare i6ri frortte attico
per resistere alle forze che minacciano
' le nostre Valli: * '
la mondanità
le passioni politiche
il Cattolicesimo.
per reagire contro lo spirito demolitore
dei valori della Chiesa,
per Eissolviere verso la Patria la nostra
missione secolare.
Senza imione dei cuori e fini concor•di non c’è vittoria.
Ogni movimento giovanile che non si
armonizza icol corpo della Chiesa è:
dispersione di forze
concorrenza nefasta
« ecclesiola in Ecclesia »
perchè nel nostro ambiente valdese, ristretto ed omogeneo, vi è una sola possibilità di vita unionistica piena, e feconda.
* LA FEDERAZIONE i,.
DELLE UNIONI VALDESI
vuole tessere l’organismo che riunisce
tutta la gioventù valdese.
Non ha 'ambizioni per se stessa.
Riconosce la sua fallibilità.
Non deflette dai suoi principi.
E’ disposta a tutte le rinunce, pur di
tenere saidàmente unite le due forze
che disgiunte, anche se non opposte, si
sfibrano e illanguidiscano:
la Gioventù Valdese e la Qiiesa dei
Padri.
Non dà rostradsmo a nessun uomo e
a nessuna idea generosa,
E’ aperta ad ogni riforma «ab intra ».
Nei Congressi che saranno convocati
non appena sarà 'possibile riunire le rappresentanze di tutta l’Italia, la gioventù
stessa deciderà le modifiche da apportare ai regolamenti, si elegigerà i suoi
■capi, sceglierà a quale o a quali movimenti mondiali vorrà essere associata,
per rendere più visibili e ipiù saldi i già
esistenti rapporti ecumenici.
GIOVENTÙ’ VALDESE !
Stando (fivisi o indifferenti facciamo il
gioco di chi ha interesse a che la fiaccola valdeise diventi un lucignolo fumante e si spenga.
Bandlo 'alle discussioni !
L’ora è giunta di agire, di lavorare, di
testimoniare, di lottare, in ginocchio nella pace della cameretta e delle nostre
Chiese e Unioni, in piedi nel mondo !
Per l’avvento del Regno di Diio !
g. b.
610RNÌTE TE0L061GHE AL GUBAS
1-2 sattembra 1945
m «ava» 9 *
Prima giornata (1* settembre) Giornata del Federalismo
Mario A. Rollier. Saluto ai convenuti
Tina Rieser. Presentasiono del Federalismo
Francesco Lo Bue. Condizioni religiose del
Federalismo
■ Seconda giornata (2 settembre) Giornata dell’Ecnmenismo
Vittorio Suhilia. Unità e varietà nella Fede
e nella Chiesa
Giorgio ^ini. Aspetti e postulati politici
delFEcamenismo
Gli studi saranno preceduti da un breve culto
■(presieduto dai Pastori Mlegge e Aime) e seguiti, nel pomeriggio da una discussione cbe
-avrà luogo nella Biblioteca Valdese.
L’EOO DELLE VALDESI
PRAVO V L’UNIONIòtA „ |
, 'if
due 'bella sorpresa ! Un foglio mensile. giovanile al 100 ®/o ! ■
Spira nielle quattro fitte facciate ..una
aria «li iniziativa, di freschezza, di, autonomia che ti rìstoqra.
Che cosa è dunque questo « Unioni-,
sta »? Il bdllettinq di qualche nuoya super-aiSBociazion© indipendente?
Nient’affatto. Esce bello bello dai locali della Chiesa Valdese di Via Pio
Quinto. ,v
E come fa a non puzzare di sacrestia?
Gli è che a Torino c’è la sacrestia, ma
senza la puzza, loome è da sperare in
ogni altra chiesa valdese.
Dvinque i giovani dell’U.G.V. di Torino stanno aprendo al 'pubbJioo ima libreria evangelica, fanno móstre d’arte,
senza contare tutte le altre attività religiose e sociali, e fra poco ci porteranno
il 'cinema a Bobbiè, a Pra diel Tomo, a
Rorà, a Prali. ecc., ecc.; e non pellicole
da strapazzo nla peHicoÌie di valore.
Viva gli Unionisti di Torino !
X. y.
Dalla Svizzera
Dal signor'Jacques Pioot, giovane dirigente di un Circolo parrocchiale di Ginevra. grande ammiratore della Storia
VaWese '(per conoscerla oneglio ha studiato l’italiano) ricevo una lettera in
data 25 luglio, ■dalla quale stralcio le notizie seguenti: , i
« La vostra letttera-dircolare (pubblicaifia in maggio nel Semeur Vaudois di
Losanna) è stata letta da molti com una
cónmiovenste simpaitia cf ìstiana. Ho pure
avuto 'l'mdUmenticàbile sorpresa di leggere di nuiouo, dopo dtue anni di silenzio,
il vostro caro Eco deRe Valli e proprio
la pagina dove si parlava di voi e dei
vostri giovani. E’ diffieile di esprirrtervi
bene tutti i miei pensieri dvyrante questi liinghti, mesi di siepairazione. ma siamo staiti sempre con voi uniti nello spirito cristiano e nella preghiera d’intercessione. Un ainno fa abbtemo fondato
un’opera per tutti voi e credo che Iddio
d ha-aiutati. Ora speriamo di mandarvi 50 cosse per % siriisStratì; non è focale
perahè tanti hanno bisogno di soccorso,
md faremo tutto dò che sarà possibile
per,, aiutarvi. Speriamo di far venire qui
alcuni aniembri deUe vostre Uaùoni che
hanno bisogno di riposo, però bisogna
ancora aispettctre. Leggendo l’Eco vedo
che avete molti bei contoitti' con altri
fratelli, ma non vi dimentichiamo, soltanto bisogna otuer pazienza e fìdìucial
Due volte abhkimo avuto dèi culti d’interoes^otne per i vostri giovani, l’uitimo
il 4 marzo éi quesVamno. poi V8 gnigno
è stato célebrato nella chiesa di Gianaveilo (credo la chiesa della Madeieine)
un culto per la vostra liberazione, e una
campana ha suonato per voi ! Ora siete
più conosciuti che nei ’39 (quando sono
staibo miondeto dolila Tavola a fare un
gtro di conferenze in Isvizzera) ma pare
bisogna lavorare sempre per mantenere
la riostra amioiá.ia e dopo vent’anni di
difficoltà rion è sempre facile...
« Il mesie prossimo. ¿1 12 saremo uniti tutti insieme pensando ccj, padri che
hanno sofferto per la libertà di cmdenza 0 oil figli che spno ooid«,ti¡ per lo stesso
ideale. Dunque vi prego di salutare caramente tatti quelli che si ricordano, di
noi ».
Grazie, signor Picot, per la vostra, fraterna simpatia ! Sarà un bel giorno
quando i nostri Unionisti potranno partecipare ai vostri Campi e quando i gior
vani svizzeri potranno venire a visitar-,
ci. Abbiamo bisogno di conoscerci meglio e di stringere legami ,di affetto cristiano. Grazie anche a tutti quelli che
hanno pensato a noi, pregato per noi, le
lavorato per noi ! Gustavo Bertin.
Benvenuto Celli
Passano gli anni, passa il fragore della tempesta, ed ogni tanto, scompaiono
persone amate, venerate, talvolta dimenticate; così è dei pastori lemeriti; alcuni dei quali restano sempre figure di
primo piano, anche dopo la cessazione
del loro lavoro effettivo; altri si ritirano
nell’ombra, quasi desiderosi dì non attirare su se stessi queU’attenzione di cui
erano fatti oggetto 'allorquando salivano
regolarmente sul pulpito. Una di queste figure semplici e modeste è quella
di Benvenuto Celli, 'che all’età di 84
anni ha lasciato' à Milano la patria terrena, per salire più m alto in una Patria più ¡pura, ove risplende il sole della
fede e dell’amore.
.■•Nato a,Torino, dopo aver compiuto
gli studi teologici a Firenze, iniziò lé sua
carriera 'pastoràle a'Rio Marina, pbi ^
a Bresèia, a Revere, yeseroLtandó il suo
Bainisterio fra gli umili làvóriatori: poi
per diversi asmi a Rc»na,*quale direttore .della Luce; indi a Verona per quattordici anni, poi a Milano per un anno,
e.finalmente concluse la"sua carriera attiva ancora a Viérona. ■ ■ '>
"Emieritato nel .1931, ritornò a Mila-"
no, in s^plicità di vita, nè Volle,più
predicane, quasi .che. lemeritato, non si
sentisse degno 'di salire il pulpito, <he
pur sempre occupò degnamente e.valentemente. A causa della guerra pa^
■quasi due anni a Varese,'ma il sub cuò'^
re anelò al ritorno a Milano; dove poteva esser meglio circondato dall’affetto
dei suoi cari. Il suo voto potè essere
adempiuto, ed egli tornò pochi giorni fa
in casa del figlio; egli non era più vegeto e robusto, ma sempre nel pieno
possesso delle sue facoltà mentali. Dieci minuti, prima del passo estremo chiese ancora ideila cpria per scriviére parole
di com,miato, poi si addormentò tranquillo le sereno k mattina del 22 agpsto.
Egli è stato un ottimo servitore, ohe
adempì i suoi doveri ' con fedeltà .led
umiltà; si può dire 'Che questa fu una
delle sùie precipue caratteristiche; anche quando — raramente — inteireniva
ai nostri Sinotìi| amava,,si può dire, restare fra gli ultimi, schivo di mettersi in
vista e di prender parte aUe discussioni
.sinodali.
Qui a Milano trascorse solO' un' anno,
ma ebbe tempo ugualmente di lasciare
in quanti lo loonoìbbero profondo ricordo
per la sua equanimità e per la sua fedele, profonda e sentita 'predicazione.
AÌ figlio Teodoro, alle fighe Ester Fasanari, lima Givri, GrazieUa Bogoni
vada il tributo sincero di affetto di
quanti conobbero, apprezzarono ed amarono Benvenuto Celli. A. G.
Milano, agosto 1945.
ie di l[l!
Domemca 26 lagosto. Tempto di Torre
Penice. Ore 15. Folla numerosa, in prevalenza femminile. Ambiente intimo,
raccolto. ÀI suono tìeirorgano. mentre
TAssemblea sorge in ipiedì, fa il suo ingresso il corteo delle Diaccmesse guidate dà! loro Direttore, piastore Roberto
Nisbet, e dalle tre giovani consacrande.
Dopo il canto di due inni, la preghiera
e la lettura di alcuni passi biblici 'appropriati alla circostanza (Matteo 25:
31-46 e II Cor. 6: 1-*10), il pastore Nisbet commieinta con efficacia e forza co■municatìva le parole di S. Paolo; « Contristati. eppur sempre allegri; poveri,
eppure arricdienti molti; non avendo
nulla, eppure possed'enti ogni cosa ».
Povertà, ansie, preoccupazioni per le
chiese' ostilità dei pagani e dei giudei,
tale il qiuadro .esteriore dell’attività missionaria dell’apostolo. Il quale, lungi dal
contestare questa realtà.i se ne giornea. anzi diventa per lui una necessità
interiore, una condizione di solidarietà
con i sofferènti. La sohdariètà è il fondamento dell’opera di redenzióine di
Cristo che ha ¡condiviso la nostra sorte,
che si è fatto povero perchè, spiritualmente, potessimo diventare i^hi.
Il mondo confonde l’auBterità del cristiano con la tristezza perchè è incapa^
ce di riconoscere e di comprendere la
gioia del servizio.
E voi, domanda il predicatore rivolgendosi alle diaconesse, conoscete la
gioia del servizio? Sì, Tavete sperimentata negh anni di preparazione, a contatto con la sofferenza negli ospedali, al
capezzale dei morenti. Sì, e, per tramite mio, rivolgete in questo momento
alle giovani qui predenti un appello urgente ad unirsi a voi, a dare alla loro
vita uno scopo ed il più elevato: quello
del servizio nel nome del Signore !
Dopo il canto di un inno, segue l’atto
commovente, nella' sua 'austera semplicità, diella consaicraizione al diaconato
femminile di Vera Vmgon, Erméllina
Pons, Ernesta MossotU.
Dopo rimposizione delle mani, viene
eseguito con finezza da un gruppo di
diaconesse, insieme alla Corale di Torre
Pelhice. il canto deU’Iajjao delle Diaconesse di Saint Loup.
Un inno, la preghiera e la benedizione concludono il bèl culto di consaicrazione. L’assemblea sfolla lentamente. Le
diaconesse si sentono idroondate dell’affetto e della simpatia di tutti quanti.
Hanno scelto « la buona parte ». La loro
stessa debolezza umana sarà trasfigurata dalla potenza del Signore che opera
in noi « infinitamente al di là di quel
che domandiamo o pensiamo ». R.
WILLY JCRVI5
■A' - ■
(31 idioenteè 1901-b agosto 1945).
E’ passato un anno ¡da quando W. Jiep- ^
vis ¡ci è stato tolto: e ned vogliamo riebrdario, non per edébrane nè per inveii^
ma per ritemprarci Tanima. i , i--1
Se dovessimio definire il nostro amicò
con.una parola, dovremmo idìre: Wilty,
4-era un carattOTo. Non iena un^ politico
nel seoisb usuale biella parola e neppure
uno spirito tormentato da prbbleim
complicati. Se la parola non fosse svalorizzata dalla ventennale nefasta esaltazione dell’aziQne pura, si dovrebbe dire:
era un uomo ■di azione — ma nel senso
che egli era l’uomo dell’azione obbligata, l’uomo chi. in .presenza idi un chiaro
dovere indicatogli dalle ■circostanze, non
esitava, lo faioeva e lo faceva fino in fondo, con una coscienza dell’asspluto che
era un frutto della vsua fede cristiana.
Così egh insorse fin ■dal mattino del 25
luglio ilQ'iS e poi prese parte alla gu'erra' partigiana. Per conrinzione'pohtica,
certo, ma sopratutto coi sentìmeinto che
qU'd.ilo fosse il « servizio » a lui richiesto,
a lui giovane, forte e temporaneamente
libero da altre obbligazioni. Mentre altri. nelle stesse circostanze si sarebbero
domandati perichiè dovessero, proprio
loro, lassum'en&i quei rischi e quelle responsabilità, egli sembrava considerare
naturale che. trovandosi in presenza di
quelle responsabilità e di quei rischi ed
avendo la capacità <h assumerli, h assu■mèsse lui. ; ’)
E quel servizio lo svolse con tutta:
ranima. Ricorderò sempre l’ultima volta che lo vidi, pochi igiomi prima del
suo arresto: rinvemo volgeva al termine, razione partigiana riprendieva. Egli
era pieno di speranza: « La valanga ri
mette in moto », furano le sue ultime
parole: una fliducia assoluta. Nessun presentimento dei durissimi mesi che dovevano venire nè dieUa sorte che doveva toccare a lui, personalmente. Lo preoccupavano tuttavia le condizioini spirituali dei pariigianì. in montagna: ¡avrelíbe voluto che tutto fossie alto, puro:
come ima crociata ideale.
La riia audacia e àlcufie~ circostanze
fortuite determinarono il suo arresto.
Queste furono per i suoi amici, nell’ansia 'per la sua sorte, un tormento di- più.
Egli non avrebbe dovuto esser preso :
come tanti, altri, icsorae quasi tutti, i capi.
Egli accettò il suo niiovo « servizio »
con la stessa fermezza e semplicità con
cui aveva compiuto l’altro. Non fu tosafacile: accettare la responsabilità e i rischi dell’azione, per un uomo forte edi
energico, può essere una gioia, ma accettare la tremenda passività del carcere,
delle torture, del martirio, non è cosa
che va da sè. Noi non possiamo immaginare che in minima parte i conflitti interni che furono il prezzo di quella accettazione; essi ebbero un solo testimonio: Dio. E le pagine della Bibbia a cui
Willy chiedeva la forza morale e la serenità. Ma conosciamo; il risultato di
quel conflitto interiore: Accettare il destino come una decisione divina; non
tormentarsi con inutili perchè; cercare
di ricavare dal dolore un profitto spirituale: perdonare. Willy Jervis è tutto
intero in queste 'brevi decisioni, attraverso le quali egli veniva a poco a poco
Eamigliarizzandosi con la sua nuova imprevista vocazione: il martìrio. Dopo
cinque mesi di duridfeimo carcere, sfigurato dalle privazioni e dai maltrattamenti. egli viene condotto icon altri quattro
compagni, tuttora ignoti. daUe Nuove di
Torino a Villar PeiMice senza che. neppure all’ultimo momento 'gli valga concesso di' vedere la famiglia, nem lontana, e (fucilato' e impiccato coi quaftro
compagni suda pubblica piazza il 5 agosto 1944.
La sua memoria rimase come un monito a noi che portiamo la responsabilità
degli ideali per i quali egli è morto, affinchè i vivi non sieno troppo inferiori a
coloro che han dato la vita perchè qiuegli i'deali ■divenissiero realtà.
Gio. Miegge.
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Sei* *
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; tsOCIEIA’ M STUDI TALDBSl
''■'fc' ea^s,-«i«,< »r “ i --T'f'
ASSEMBLEA ^Al^NUAÌ ■- 'jgfWi?
L’assemlbliea annua ideili Società « di
Studi Valdesi avrà luogo'nell’aula $iu.odale dalla iCasa Valdese in Torre RelÌ3oe lubiedi 3 settembi'e 1945, alle « ore
20.30, ^1 Quante Ordiine 'dtel'’giorno:
]^lazlo!ne niidrale die! Presidente; R^ar>
adone finanziaria del Caasieèe; Ralariatìe sul liitrovamento d’im relitto fossile
Diej! torrente Pelldoe e la paleontologia
nella Valle del Penice (dott. Peyronel);
Nota cronologica rigiiardairte i massacri
del 1655 e diel 1686 (prof. Rivoir).'Nella
parte anmiinistrativà. riservata ai sodi,
smrà letta e discussa la relazione presentata dalla Oommissione ' per^ l’allargamento dell’attività sdentifica dellai Società; dopo proposte varie, si procederà
all’dezione del Sie^io.
I,,S(^i sono convocati aU’aseemblea,
tutto il pubblico amico vi è cordialmeinte invitato. ,
"L’ECO DELL® VALLÍ VALDESI
BOLLETTINO.
Il Bollettino della Società di Studi
Valdesi sarà pubblicato nel prossimo
mese di ottobre. Esso contierrà anzitutto
una serie di brevi monògitafie sulle Distruzioni nelle Vaili Valdesi durante il
periodo déll’oppreseeone tedesca (8 settembre 1943-27 aprile 1945), Seguirà la
- pubblicazkjne della seconda parte della
Relaikone del Capitano RobeH svi Rimpatrio (dopo l’assedio della Balziglia);
ed im breve studio del prof. A. Armanid
Hugon sviUa. Repubblica di S. Martino.
Il Bollettino si concluderà con alcune
oomunicazicoii. notizie, segnalazioni di
carattere storico e sodale.
Dato renoraie aumento del costo della pubblicazione. ad ogni sòdo sarà richiesto, oltre alla quota annua dì L. 10,
un’ofSerta integrativa di L. 20. con cui
potrà avere l’interessante volume.
naca
Valè^i
•se
BOBBIO PBLLICE
Il 20 agosto decedeva, ai Rostagni,
dopo lunga e penosa malattia. Arma RostagruA, di 30 anni. Al marito e ai faminostre sentite Condi^liahzé.**
H 21 agosto, il ragazzo Roberto Bertinat, di 8 anni, rinvenuto rm ordigno
esplosivo, ne provocava lo scoppio e rimaneva ucciso sul colpo, con il corpo
orribilmente straziato.
Alla madre, già privata del marito in
tragiche circostanze ed ora dell’undco figlio. l’espressione della nostra più profonda simpatia cristiana.
— Sono felicemente tornati dalla
Germania, dalla Svizzera e. dalla Croazia i seguenti militari: Artus Giovanni,
Mondon Stefano. Geymonat Giovanni,
Croi Daniele, Geymonat Giov. Giacomo, Charbomnier Aliberto. Gönnet Stefano, Catalin Pietro, Catahn Alberto,
Rostagnol Paolo, Caìrus Paolo.
Ad essi il saluto fraterno della Chiesa.
— Un buon gruppo di giovani, grazie
al camion gentilmente concesso dalla
« Pmerolese », hanno partedpato alla
festa di Pragiassaut. R,
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il 16 agosto si è addormientato serenamente nel suo Signore il venerato signor Diodato RosaU, evangelista emerito. all’età di 80 anni. Dopo olti« quaranr
Il 1° agosto ha avuto luogo il fuñera- 1
le della signor a Maria Long in Agli, de- !
ceduta ai Frache in età di anni 66. Al
marito, ai figliuoli ed ai parenti tutti le
nostre sentite condoglianze.
Il 7 agosto im lungo corteo accompagnava al campo dei riposo la spoglia
mortale della sig.ra Margherita Gay
natta Gaydou, deceduta ai Gay dopo
brevissima malattia, in età di anni 57.
AH’anzàano Carlo Gay. ai suoi figliuoli,
due dei quali hanno avuto il privilegio
di rivedere per qualche tempo dopo lunghe e penose assenze la loro diletta
mamma, a quello che ancora attendiar
mo, alla veneranda miadre. ai parenti
tutti colpiti da questo doloroso lutto,
rinnoviamo l’espressione della nostra
profonda simpatia invocando su di loro
le consolazioni divine.
t’anni di servizio ' attivo,^ quaile fedele
predicatore dell’Evai^gelo od insegnante,
egH sì era ritirato colla sua Si^iora nella nostra parrocchia.. Le loro condizioni
di salute li avevano costretti da qualche
tempo ad andare al Rifugio; ora, ad aP
cuni mesi di distanza, sono saliti entrambi alla Casa del Padre. I funerali
' ebbero luogo il giomo. seguente nel nostro tempio. Hanno preso parte alla solenne cerimonia, oltre .il Pastore locale,
i pastori E. Tron junior, E. Geymet e
G. Moggia. Alle figlie ed ai figli del nostro venerato collega, le nostre profonde sentite condoglianze.
MASSELLO
Commemorazione. Domenica 19 agosto, una folla di valligiani era convenuta sulle alture del vallone del Ghinivert
per ricordare, nel primo anniveiaario
della loro morte, due valorosi ivi caduti per la causa partigianar il dott. Enrico
Gay e Dario Caffter, ambedue di Perosa
Argentina, e per inaugurare una targa
sul luogo in cui caddero da prodi.
Nel decoro imponente di monti memorabili. la cerimonia, presieduta dal
pastore di Pomaretto. sdg. G. Mathiieu,
si svolse con tutta rausterità dovuta al
momento solenne. Con parola che l’occasione rendeva più indsi-rci. l’oratore
prese à t^to ü passo di II Pietro 3: 13:
secondo ìa promessa del Signore, noi
aspettiamo nuotai deli e nuova terra, net
quali abiti la giustizia, esortando con
forza Tuditorio a non aspettare quel
giorno nella passività, ma in una feconrda attività per le opere di bene e per
lo stabilimento di im’èra di maggior
giustizia sociale e di maggior benevolenza fra gli uomini.
Seguì il Ten, Ettore Serafino, portando alla memoria dei Caduti la sua fraterna testimonianza e quella di tutti i
commilitoni che ricordano il loro eroico
sacrificio per la causa comime.
In una aìtmosfera di profonda commozione furono cantati in coro ìTini
evangelici esaHmiti la pietanza e la beatitudine dei credenti, ai quali seguirono
nostalgiche canzoni partigianie. |
— Visite. La nostra Chiesa è stata
particolarmente privilegiata durante il
corso di agosto per le gradite visite dei
signori pastori Lamy Coisson, di Felónica Po (12 agosto), Carlo Lupo (19 agosto) e del prof, Giovanni Miiegge (26
agiosto), i quali si sono rivolti ad' essa in
culti solenni ed impressivi.
La Chiesa, riconoscente, ringrazia vivamente per i fraterni messaggi.
Pinasca), Roberto Bertetio di Renzo e
' ;’tdi j^?en)e Barai (Id.), Renza BertaÀmio di
Ernesto e di Natalina Giacomino (Id.),
Si^vam Costabel di Aldo e di Argentina
Artero (M.). La grazia del Signore ripoI si sopra questi teneri agnelli del Suo
-gregge.
^ Si sono uniti in matrimonio: ümr
berte Long di Luigi (FaioJia) con Ivetta
i, Oliva di Ferdinando (Clos Beiran), Aldo
Oriset, della parrocchia di S. Germano
.. (Pian dei. Mourini) con Rina Coàtabei di
^ Giovanni (Chianavaaso), Gustavo Griglio
di Alessandro i(Pierosa). con Lw’u Costabel di Carlo (Viyian). Rinnoviamo a
questi sposi i nostri migliori auguri,
mentre diamo il 'bei^venuto nella nostra
parrocchia, proveniente da quella di Pinerolo, alla sig.na Yvonne Godano, unitasi in matrimonio con Edoardo Costabel di Giovanni (Chiana'rasso).
Siamo stati dolorosamente colpiti
dalla morte del giovane Gudo Ribet di
Federico (Clot Boulards). avvenuta a Pinerolo in se;guito ad un intervento chirufg’oo;, all’età di soli 20 anni. La nostra simpatia è assicurata .alla famiglia •
così dolorosamente colpita nei suoi affetti.
PRAROSTINO
PINEHOLO
In seguito ad operazione chirurgica
decedeva all’Ospedale Civile Agnelli la'^
signora Giuseppina Geymonat nata Forneron, della Gioietta, nella ancor giovane età di anni 53. Al marito, alle due fighe e ai parenti tutti dell’Estinta rinnoviamo l’espressione del nostro cordogho e della nostra simp>atia.
— Recentemente il nostro Pastore ha
uniti in matrimonio Edoardo Costabéllo,
di Inverso Pinasca, e Ivonne Godino, di
S. Secondo; e Ermanno Tron e Clelia
Griset, di Ponte S. Miartino, Voglia Iddio benedire abbondantemente questi
due nuovi focolari.
— Il nostro giovane fratello Gustavo
Tron, flgho del rimpianto pastore Emilio, ha ottenuto il diploma in agrimensufa presso Tlsti^to Tecnico della nostra
città. Al giovane studioso i nostri migliori auguri di brillante carriera.
Ci rallegriamo di sapere che. dopo
lunga e ansiosa aspettativa, la famiglia
della signora I^ura Tron e quella della
signora Paolina Bieynat 'hanno ricevuto, dai campi di prigionia delhi Germania, buone notizie sul conto dei loro
cari: ten. Shvio Tron e Dino Bieynat.
Battesimi. Dante Paschetto di Federico é Giuba Gay (Baravaiera). Padrini:
Guido e Clementina Gay. - Renato Gardioldi Amebe e Attilia Forneron (Tilla).
Padrini: Luigi Paschetto e Giulia Gardiol. - Enrico Arméllino di Michele e
Anna Chianforano (Ciabot). Padrini: Enrico Chlanforano e Ines Avondet. - Bruno ArmelUno di Id. Id. (Ciabot). Padrini Giuseppe Bordone e Rachele Godino.
' Matrimonio. Il 21' lugbo si sono
uniti in matrimonio Aldo Fomeron e
Giacolina Griglio (Roocapiatta). Auguri
vivissimi.
— Funercài. Anna Bcmin in Paschetto,
di anni 57, spsatasi alla Baracca il 20 lugbo. dopo poche settimane di malattia,
- Lorenzo Roman, di anni 87, deceduto
ai Vemei il 25 lugbo. Egli sentiva il peso
degli anni ed aspettava la chiamata del
Signore. - Anna Onorvna Courdin vedova R.voir, di anni 76, deceduta a Milun
dopo quasi diedotto mesi di penosa infórmità. - Fanny Godino ved. Costantino, di lanni 58, deceduta alla Massera
FU agosto, dopo poche ore di violenta
malattia. - Ilda Griglio nata Comba, di
anni 30. mancata ;m,prowisamente all’affietto dei suoi cari in Pinerolo, il 14
agosto. Completamente ristabibta, dopo
un intervento chirurgico essa, tutta felice . scendeva le scale dell'ospedale t>er
rientrare in famiglia, quando cadde fulminata da una sincope.
Siille famiglie in lutto invochiamo le
consolazioni del Signore.
— Quasi tutti i nostri militari deportati in Germania sono rientrati in seno
alle loro famiglie od hanno inviato notizie. Solo alcune famiigbie sono ancora
nell’attesa. Ci auguriamo che presto siano terminati, anche per loro, ’ i giorni
della preoccupazione e delFansìietà.
— Le riunioni lestìve, tenute durante
i meisi di lugbo ed agosto, sono state
molto ben frequtentate.
SAN GERMANO CHISO^E
POMARETTO
Sono stati, ultimamente, presentali al
S. Battesimo: Silvana Adelina Oowcour
de di Arturo e di Lucia POns. (Inverso
I primi matrimoni del dopo-guerra
sono avvenuti sabato 11 corrente. Gb
sposi EmUiìo Beux di PranaoHo e Simone Soulier, della Gostabella. Amedeo
peyronel, di Villa, e Ethél Balmas, dei
Ronchi, hanno fatto nel tempio le promesse sacre della fedeltà coniugale. Su
questi nuovi focolori imploriamo la benedizione deU’OnnijxJtente !
— Domenica 19 agosto, hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo Italo
Blanc di Guido e di Abce Long, Loris
Pons di Osvaldo e di Baobna Long,
Fiordalisa Tra/vers di Silvio e di Enrichetta Boxmo'US. Siano questi bimbi fonte di gioia perenne e santa per tutti
quelli che b amano.
— Sono tornati dalla Oennania
Adriano Riehiardone, Luigi Martinat,
Edmon'do Balmas. Alberto Pontet,
Barai. Godono tutti ottima salute.
Non è pririioppo tornato Enrico Long
di Giovanni,Giacomo, della Società di
Pramolló, deceduto a Bochum fi 12 febbraio del corrente anno. ' '
• Una giovane della nostra parrocchia,
Ilda Comba, andata sposa due a^uii or
sono ad Aldo Grigbo, di Roccapiatta, èmorta subitamente dopo aver superato
una operazione. *
AUie famigbe di questi due nostri parrocchiani. esprimiamo la nostra profonda simpatia cristiana, invocando sui
cuori affranti la pace delle consolazioni
divine! - *1
— li 2 settembre il culto sarà cele- '
brato in lìngua francese. Si canterà sull’Innario francese. La prossima Assemblea di chiesa dirà se è il caso dj: celebrare di tanto in tanto il culto in francese.
Da molti anni non vedevamo in
piena estate assemblee così oompaiie
come quelle di quesfanno, formate in ’
buona parte di giovani. E’ un buon segno. Ne sia lodato il Signore.
— E’ stata distribuita una Lettera
Pastorale. Oltre ad ima meditazione in
francese e notìzie varie, contiene i doni
per gli Istituti e i doni « in memoriam »
dall’ultima pubblicazione (marzo 1945)
al 15 agosto.
TORRE PELLICE
Il culto, domenica prossima, alle ore
10.30. sarà 'presieduto dai signor Sommañi. Moderatore.
— E’ stato amministrato il battesimo
a Litigi Cardón di lUer. Sul bimbo ed i
suoi genitori invochiamo le celesti benedizioni.
— E’ deceduta al Rifugio, dove da
qualche tempo si era ritirata, la signorina Maria Ribet, degli Appiotti. Esprimiamo la nostra viva simpatia a quanti
l’hanno amata.
VILLAR, PELLICE
Nozze. Sabato pomeriggio 11 agosto,
abbiamo ¡avuto la gioia di celebrare, nel
nostro tempio, il matrimonio del fratello Augusto Enrico Audisio di Angelo,
della Chiesa di Torino, con la nostra
giovane sorella Berta Baridòn fu Daniele, del Ciavoun d’Vila. Una folta ¡assemblea di ¡parenti e di amiche della
sposa assisteva alla cerimonia, esprimendo la propria simpatia alla felice
coppia. Il Signore benedica questo nuovo focolare e ne faccia un centro di luce
e di calore alla Sua gloria.
— 15 agosto. All’alba di quella stupenda giornata, una cinquantina di rappresentanti della nostra « squadra vo-^
Xante » preceduta e seguita da un grani
numero di appiedati o ippotrainati, partiva per Pragiassaut, per partecipare
alla bella festa valdese. E tutti di ritorno. a sera, portavano con sè il ricordo e
le impressioni di una giornata felice e
benefica per il corpo e per lo spirito.
— Dipartenza. Lo stesso giorno, un
gran numero di fratelli e sorelle si riunivano per prendere commiato dalle
spOgbe mortali della sorella Margherita
Davit ved. Dalviias, della Comba. che,
dopo lunghe sofferenze causatele da una
tragica caduta, il Signore aveva ripreso
con Sè il 13 agosto, in età di 72 anni.
Sul suo letto di sofferenze, la nostra sorella non aveva cessato di ripetere le parole che :— come l’apostolo — essa aveva ricevuto dal suo Signore: « La mia
Grazia ti basta ! ».
Ai filali, alla figlia lontana e alla sua
fanuglia, ai parenti tutti ridiciainoi la nostra fraterna simpatia-. ).
Dott. GIANCARLO DE BETTINI
MEDICO CHIRURGO
Via Umberto I, 8 (Casa Melica)
Riceve tutti i giorni dalle 14 alle Ifi
Venerdì e Domenica dalle 10 alle 12
Past. Dott. Alberto Ricca, Direttore
Arti Grafiche « L’Alpina » - Torre Pellice
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