1
numero
del 22 agosto 1997
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LA VOLONTÀ
DI DIO E LA MIA
«La tua volontà sia fatta anche in
terra come è fatta in cielo»
Matteo 6,10
SIAMO alla terza richiesta della preghiera, l’ultima (a parte la dossologia finale) con la quale ci si rivolge a
Dio con il pronome «tuo». «La tua volontà sia fatta» certamente non implica
l'accettazione fatalistica e silente di
ogni situazione che ci troviamo a vivere. né richiede la rassegnazione passiva.
Dinanzi alle situazioni difficili, di dolore, di sofferenza o di malattia, il credente urla e si ribella a Dio (come nel
caso di Giobbe) e nessuno è autorizzato
dall’Evangelo a dire all’altro che quanto gli accade è volontà di Dio (come gli
«amici» di Giobbe) e, perciò, deve accettarlo con rassegnazione. Non identifichiamo Dio con il destino e il fatalismo:
questo sarebbe una bestemmia, anzi,
meglio, una giustificazione blasfema
delle contraddizioni della vicenda
umana e storica, non una preghiera.
CON la terza richiesta si vuole semplicemente chiedere a Dio che la
sua volontà si manifesti pienamente,
si dispieghi senza alcun ostacolo, in
modo che egli possa regnare liberamente come Signore del cielo e della
terra, e quindi possa essere riconoscìuw e oDOeatto in quanto tale.' T credenti
allora chiedono a Dio di agire in base
a quel che è per sua natura, e di farsi
riconoscere come tale anche da noi
nella sua opera. Per obbedire nella libertà, l’unica forma di obbedienza
compatibile con l’Evangelo, occorre essere consapevoli. Ciascuno deve riconoscere per sé l’azione di Dio e viverla
come volontà di Dio. Ma nessuno è autorizzato a dire all’altro: devi accettare
la tua condizione perché questa è la
volontà di Dio. Dove avviene questo riconoscimento vuol dire che c’è stata
una elaborazione teologica della propria vicenda umana, letta alla luce
dell’Evangelo e dettata dalla fede. Accettare la volontà di Dio, dopo tutto il
travaglio indicato, è una scelta di vita
personale, ma non può mai diventare
una imposizione verso altri.
/N questa richiesta abbiamo anche
una modalità di adempimento: anche in terra come è fatta in cielo. Che
fosa significa questo? Innanzitutto che
’è un luogo in cui la volontà di Dio è
iconosciuta e vissuta integralmente,
tanto da diventare una cosa normale.
’è un luogo in cui non esiste contrad' izionefra Dio e l’uomo, in cui il desiMcrio deU’uomo corrisponde alla vojo/rtó di Dio e quindi la volontà di Dio
i può dispiegare liberamente e Dio
uò regnare liberamente come Signore.
Quindi si prega che la stessa cosa acca^ fra di noi, qui sulla terra. Allora la
^chiesta vuol dire che la volontà di Dio
ìia fatta da noi, diventi la nostra vohntà. E questo può avvenire solo con il
pentimento, come indica la parabola
due figli (Matteo 21,-28-32). Ma la
^chiesta potrebbe anche voler dire che
finterò cosmo, cielo e terra, devono ri^onoscere e obbedire alla volontà di
f^io, perché l’intero cosmo appartiene a
^io. In questa lettura non prevarrebbe
‘idea della corrispondenza, del paral^^io, ma quella della completezza,
quindi dell universalità della sovranità
^i Dio. In questo caso il tutto si riversa
^i rapporti: da una parte fra persone e
^ii'altra fra persone e creato. Là dove,
^iie relazioni umane, si vive l’esigenza
Primaria di riconoscere e cogliere la
'volontà di Dio, l’incontro è più facile e
tapparti sono sveleniti dalle tante
‘^ttntraddizioni umane. Similmente,
tei rapporto con il creato, la salvaguardia e l’integrità diventano le contanti di riferimento di ogni agire.
Domenico Tomasetto
SETTIMANALE DELLE CHIICSi: EN ANi.ELICÌIE BATTIS I E, VIE LODIS I E, VALDESI
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Si cerca una soluzione dopo il veto di Eltsin alla legge sulle associazioni religiose
^identità religiosa della Russia
7 presidente russo ricuce lo strappo con la Chiesa ortodossa, anch'essa divisa sulla nuova
legge, e recupera la Chiesa cattolica. A spese del Parlamento, in particolare della Duma
FERDINANDO PELAZZO
:SCA — La decisione del 21 lu1 presidente Eltsin di porre il
l^ulla legge inerente «la libertà
cienza e le associazioni reliè stata definita «difficile» dalso presidente e «coraggiosa»
^ppresentante diplomatico del
no a Mosca, soprattutto pertesto era stato votato quasi
rianimità da entrambe le Cadel Parlamento (Duma e Condella federazione),
udendo spunto dal fiorire di
menti e organizzazioni religionieri (ma anche la Chiesa ora è cresciuta passando da 67
i e 6.900 parrocchie nel 1988
i tuali 124 diocesi e 18.000 parie), si è innescato un processo
compattato alcune istituziogiose, le forze nazionaliste e
comuniste e che è sfociato
legge approvata dal Parlao, che da un lato ribadisce
^glianza delle religioni di fronstato, ma dall’altro identifica
ortodossa parte ifrihunciàbTpatrimonio spirituale, cultustorico di tutta la Russia,
tn, fatto salvo il riferimento alalità del paese, viene posto
stesso livello dell’ortodossia,
e sono considerati «degni di
o» il buddismo e l’ebraismo,
ijedette confessioni vengono
e «tradizionali», quelle, Inven meno di 15 anni di presenza
erritorio russo sono private di
fondamentali.
ste restrizioni avrebbero poihfluire anche sulla Chiesa catche, già il 24 giugno, si è pre:a di inviare una lettera persoGiovanni Paolo II a Eltsin
e, dal canto suo, il presidente
cano ha scritto personalmen«Dear Boris» onde incoraggiarifendere la libertà di coscienà come già fece nel confronti
analoga Iniziativa nel 1993.
fjreghiera di Clinton è seguita
più concreta decisione del
americano (95 voti a favore
4) di minacciare il taglio di
alla Russia per 200 milioni di
Il segretario generale della Kek, Jean Fischer, con Alessio II a Graz
dollari. Le pressioni estere possono
quindi aver influito sul presidente
russo ma, tenuto conto dei problemi interni che il veto ha sollevato,
non si può non riconoscere a Eltsin
il «coraggio» di una scelta sicuramente anche personale. Oltre al
fatto che la legge è stata ritenuta
contraria a parecchi articoli della
Costituzione e del codice civile russo, della Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e della Convenzione del
Consiglio d’Europa, in particolare il
presidente ha rigettato la norma
sull’aiuto finanziario all’attività
scolastica degli enti religiosi «tradizionali» perché non è possibile
concedere, con i soldi dei contribuenti, dei privilegi ad alcune organizzazioni rispetto ad altre.
Subito dopo il veto, sono iniziati
incontri tra esponenti dell’amministrazione presidenziale e i vertici
della Chiesa ortodossa. L’avvicinamento delle posizioni è poi proseguito con l’intervista del patriarca
Alessio II al quotidiano Isvestya in
cui ha dichiarato di essere stato
contattato da Eltsin in persona e,
pur ritenendo la legge non discriminatoria verso le altre religioni, si
è reso disponibile a modificare il
testo legislativo approvato dal Parlamento. L’incontro dei due leader,
il 6 agosto, ha confermato la volontà del presidente di firmare la
legge ma con alcune modifiche che
saranno concordate da una speciale commissione composta da membri della Chiesa ortodossa (delle altre chiese non è stata fatta menzione), dell’amministrazione presidenziale e del governo, nonché della Duma. La formazione della commissione conferma l’impressione
che tra la presidenza e la Chiesa ortodossa lo «strappo» si stia ricucendo a spese del ruolo del Parlamento
e in particolare della Duma (controllata dai nazionalisti e dai comunisti). Da questa vicenda si possono
trarre alcune considerazioni:
1) La Chiesa cattolica ha tenuto a
sottolineare prevalentemente il suo
ruolo di chiesa «tradizionale» in
terra russa più che a difendere la libertà di coscienza di tutti. Quale
sarà, ora, il suo atteggiamento dopo che lo speaker della Duma ha
dichiarato che la Chiesa cattolica
sarà considerata religione tradizionale russa?
2) La Chiesa ortodossa è spaccata
al suo interno tra la maggioranza
fortemente conservatrice e la minoranza dichiaratasi apertamente
contro la legge. Inoltre la legge colpisce i gruppi «protestanti» nati
dalla stessa Chiesa ortodossa, spesso perché disgustati della politica
collaborazionista condotta dall’ortodossia con il regime sovietico.
3) Alessio II, pur nella durezza
dei toni, appare più aperto di quanto non lo siano stati altri esponenti
della Chiesa ortodossa. Non va dimenticato che il patriarca ortodosso, pur presiedendo il Santo Sinodo, ha diritto a un solo voto, come
gli altri 11 membri del collegio, ed
è tenuto a ratificarne le decisioni
(parrebbe che non abbia il diritto
di «veto»), ma è anche un uomo il
cui fine più alto consiste nel mantenere l’unità della chiesa, fine che
non lo porta certo a precipitose fughe in avanti verso un atteggiamento più liberale.
4) Il popolo russo è sostanzialmente indifferente al problema religioso, ma se deve identificarsi in
una qualche confessione si riconosce in quella tradizionale ortodossa. L’atteggiamento occidentale,
fortemente critico verso la nuova
legislazione religiosa russa, unito al
recente allargamento della Nato,
può creare dei risentimenti da parte della popolazione; infatti ci si
chiede perché non si critichi altrettanto paesi come Israele o la Grecia
dove esistono norme molto limitative delle religioni o chiese «straniere». Non va dimenticato, infine,
che il veto presidenziale, per quanto all’Occidente sia parso necessario, ha scavalcato il volere di un
Parlamento che è la libera espressione politica del popolo russo.
Conclusione sostanzialmente positiva della «Missione Alba»
Al^nia, immigrati e assunzione di responsabilità
EUGENIO BERNARDINI
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mi sono stati riiiaturalmente, ma
a essersi rimesso
0 il processo poliIbanese, l’unico
che può portare il paese
fuori dalla difficile transizione in cui si trova.
Questa esperienza ci
pone due ordini di riflessioni. La prima è che
il ruolo crescente, e credo positivo, di interposizione tra contendenti
armati di forze militari
internazionali richiede
una nuova cultura dello
strumento militare. Anche se le violenze gratuite commesse dai militari, anche italiani, nella missione internazionale in Somalia sono
state circoscritte ad alcuni episodi, si tratta
comunque di episodi
gravi, che non sarebbero
accaduti se nella cultura
militare non fosse presente un radicato e pre
potente «machismo», un
concetto di gerarchia
deresponsabilizzante
per i sottoposti, uno spirito di corpo che può
stingere nell’omertà e
un certo senso di superiorità nei confronti dei
civili, soprattutto se di
colore e di cultura diversa. Il passaggio da «macchina da guerra» a «forza armata di interposizione» non è solo questione di regole di ingaggio e di addestramento,
ma anche e soprattutto
di nuova cultura.
La seconda riflessione
è che si può e si deve
tentare di governare le
crisi internazionali e i
processi migratori dei
popoli assumendosi delle responsabilità, senza
rinchiudersi nel proprio
guscio pensando cosi di
salvaguardare il benessere acquisito. In primavera c’era chi pensava e
diceva che l’unica cosa
da fare era buttare a mare quelle migliaia di profughi e lasciare gli albanesi cuocere nel loro
brodo. Oggi c’è chi dice
lo stesso di fronte al crescere della criminalità di
segno extracomunitario:
' buttiamoli fuori, blindiamo l’Italia. Noi, invece,
continuiamo a sostenere
che abbiamo bisogno di
una nuova legge, come
quella che giace in Parlamento da sei mesi, e soprattutto di una nuova e
diffusa cultura della legalità e della responsabilità. Di tutti verso tutti.
IL SINODO DELLE CHIESE VALDESI E
METODISTE. Il 24 agosto si apre a
Torre Pellice II Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste. I temi principali in
discussione sono la riforma della scuola italiana e la cultura in generale,
l'ecumenismo, le finanze e la destinazione dell'otto per mille, la riorganizzazione della diaconia, la vita delle
chiese e la responsabilità delle comunità locali. Per la prima volta saranno
ufficialmente presenti dei rappresentanti cattolici e ortodossi. (psg. 3)
LE RIFORME COSTITUZIONALI. La Com
missione bicamerale ha concluso la
prima parte del suo lavoro tra critiche
e polemiche. Tra queste che i risultati
sarebbero frutto di un compromesso.
Ma in una società democratico-pluralista è necessario che sia così. (pag. 6)
IMMIGRATO, CLANDESTINO, DELINQUENTE? È l'equazione che va più di
moda in questo ferragosto. Ma anche
se è vero che una parte degli immigrati delinque, non si può negare che
l'immigrazione sia una realtà della società dei 2000. Per questo bisogna uscire dalla logica dell'emergenza, (pag. 6)
2
l
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto
,LA Parola
VENERDÌ 22 AGOSTO I997 • VENI
«Sei giorni dopo,
Gesù prese con sé
Pietro, Giacomo
e Giovanni suo^
fratello, e li
condusse sopra
un alto monte,
in disparte.
E fu trasfigurato
davanti a loro;
la sua faccia
risplendente come
il sole e i suoi vestiti
divennero candidi
come la luce.
E apparvero loro
Mosè ed Elia
che stavano
conversando
con lui. E Pietro
prese a dire a Gesù:
“Signore, è bene che
stiamo qui; se vuoi,
farò qui tre tende:
una per te, una
per Mosé e una per
Elia”. Mentre egli
parlava ancora,
una nuvola
luminosa li coprì
con la sua ombra,
ed ecco una voce
dalla nuvola che
diceva: “Questo è
il mio Figlio diletto,
nel quale mi sono
compiaciuto;
ascoltatelo”»
«Quando
(Matteo 17, 1-5)
tornarono tra
la folla, un uomo
gli si avvicinò,
gettandosi in
ginocchio davanti
a lui, e gli disse:
“Signore, abbi
pietà di mio figlio,
perché è epilettico
e soffre molto (...).
L’ho condotto dai
tuoi discepoli ma
non l’hanno potuto
guarire”. (...) Gesù
sgridò il demonio
e quello uscì dal
ragazzo, che da
quel momento
fu guarito.
Allora i discepoli,
accostatisi a Gesù
in disparte, gli
chiesero: “Perché
non l’abbiamo
potuto cacciare
noi?”. Gesù rispose
loro: “A causa della
vostra poca fede;
perché in verità
io vi dico: se avete
fede quanto un
granello di senape,
potrete dire a
questo monte:
Passa da qui a là,
e passerà; e niente
vi sarà impossibile.
Questa specie
di demoni non esce
se non per mezzo
della preghiera
e del digiuno”»
(Matteo 17, 14-21)
L'AUTORITA CHE VIENE DALLA FEDE
Di fronte ai gravi problemi (jell'umanità Gesù invoca una fede anche minima
e ci invita a guardare serenamente e consapevolmente alle nostre capacità
GREGORIO PLESCAN
Concludiamo questa serie di
meditazioni sul ruolo della chiesa nel mondo con un testo che
affronta direttamente quel fenomeno complesso, affascinante e
contraddittorio che è l’incontro
come credenti, con gli altri. Potremmo anche riallacciare questa tematica a quella dell'evangelizzazione.
Il contesto
Guardiamo innanzitutto ai
contesto nel quale avviene
la trasfigurazione di Gesù, secondo la descrizione che ne offre questo brano del Vangelo di
Matteo:
- Gesù, di fronte a tre dei suoi
discepoli più cari, Pietro, Giacomo e Giovanni, è stato trasfigurato. Sul monte ha mostrato in
maniera imprevedibile e inarrivabile la sua autorità, ratificata
dalla presenza al suo fianco di
Mosè, il grande legislatore, e di
Elia, il precursore del Messia;
- La scena della trasfigurazione non è però isolata e fuori dal
tempo: in contemporanea, infatti, i tre discepoli rimasti ai
piedi del monte vengono interpellati da un uomo, disperato
per la malattia di suo figlio epilettico. L’uomo chiede loro
un’azione specifica del loro ministero (la guarigione del figlio),
ma essi falliscono miseramente
e senza spiegazione.
- A questo punto Gesù, sceso
dalla montagna, interviene in
due forme: nei confronti del figlio malato, guarendolo (da no
tare un particolare interessante:
Gesù guarisce «facendo uscire il
demonio») e verso i discepoli,
redarguendoli per la loro poca
fede. Se nel confronti di chi ha
bisogno Gesù agisce rispondendo positivamente alle loro necessità, ai discepoli sembra dire:
«Se aveste (avuto?) più fede, ci
sareste riusciti anche voi».
Questo brano può creare diverse reazioni nei lettori. Potrebbe essere uno del tanti che vuole
sottolineare l’incomparabile distanza fra Gesù che può compiere dei grandi gesti (qui, guarire)
e i discepoli che non possono
compierli. Ma questa interpretazione è limitativa, forse non è
l’unica. Le parole del Messia non
sembrano, in questo caso specifico, puntare il dito su un’impotenza umana radicale, ma piuttosto su una possibilità ancora
da scoprire e da accettare.
Le folle chiedono
guarigioni e miracoli
Le folle chiedono guarigioni
(
Preghmmo
Signore, quante volte abbiamo risposto alle richieste pressanti che ci venivano dal mondo con un dibattito o una conferenza? Quante volte abbiamo
pensato che i racconti che ci parlano di miracoli,
guarigioni e prodigi fossero solamente una maniera
un po’ semplicistica di esprimere concetti che noi,
moderni e smaliziati, chiarifichiamo in maniera molto migliore? Ti preghiamo di aprirci gli occhi e le
orecchie: di aprirci gli occhi all’umanità che bussa alle nostre porte e le orecchie alle grida che giungono
fino a noi. Ti preghiamo di fare di noi delle persone
capaci di appassionarci per la sorte del prossimo, capaci di innamorarci di te e delle tue creature al punto
da credere che il nostro contributo sia decisivo.
La tradizione:
preghiera e digiuno
Gesù invoca una fede anche
minima (il «granello di senape») e un modo di comportarsi conseguente, riassunto dalle
parole della tradizione giudaica:
preghiera e digiuno. Ricordare
preghiera e digiuno senza chiarirle può farci pensare a un invito a estraniarci dal mondo, per
qualcosa di più alto, ma qui si
sta parlando di pregare e digiunare per agire in un contesto attivo, non contemplativo. Questo
brano pone l’esempio delle due
opposte maniere di confrontarsi
con la propria autorità:
- quella di Gesù è riconosciuta
da tutti (pensiamo all’«incoronazione» sul monte, da Elia e
Mosè) ma non sbandierata;
- d’altro canto i discepoli non
capiscono la loro autorità (invocata da parte degli amici del malato), e quindi l’annullano, la
rendono inutile e inefficace. Potremmo dire che questo miracolo, con la relativa critica ai discepoli, presenta la reazione e la
critica di Gesù nei confronti di
una grande tentazione delle
chiese e dei singoli cristiani:
quella di «chiamarsi fuori», invocando come scusante la propria incapacità, incompetenza,
debolezza insuperabile.
I da demoni invincibili e dolorosi (il ragazzo epilettico che
viene buttato nel fuoco e nell’acqua), e non siamo capaci di
rispondere. Forse tentiamo di
guarire, forse nemmeno... comunque sia lasciamo le persone
a bocca asciutta, invocando la
nostra debolezza. Gesù non è
d’accordo con questo nostro
modo di comportarci, e sembra
dirci: non è vero che non potete;
il nodo della questione è piuttosto la vostra scarsa fiducia in voi
stessi e, in ultima analisi, nella
forza di Dio. Non è vero che non
riuscite ad essere vicini a chi vi
cerca perché siete poveri e deboli; non ci riuscite perché siete
convinti in partenza di fallire.
Gesù propone ai discepoli, e
non solo a quelli suoi contemporanei ma anche a noi oggi, di
guardare serenamente e in modo consapevole alle proprie capacità, mettendole in relazione
alle richieste della «folla», alle
domande di chi chiede aiuto,
guarigione, liberazione. Schermirsi dietro alla propria debolezza e impotenza non è più una
corretta confessione della distanza incolmabile tra gli esseri
umani e Dio, spesso diventa
piuttosto una pericolosa scusa
per fermarsi e compiangersi.
Misurare la qualità
della nostra fede
È possibile superare lo stallo?
Si, è possibile; attraverso la fede
ed i suoi atti: la preghiera e il digiuno. Occorre però spostare il
baricentro dalla fotografia di
quello che è alla visione di quello che potrebbe essere. Oggi una
comunità è composta da una
ventina di persone, e per giunta
con up’età media piuttosto alta?
Beh, domani sicuramente sarà
composta da cento persone almeno, e dovremo trovare altre
monitrici, perché le dieci non
basteranno.
Questo non avverrà in virtù di
un pastore brillante, oppure di
un Consiglio di chiesa lungimirante, ma semplicemente per il
fatto che Gesù stesso l’ha promesso, e noi abbiamo preso sul
serio le sue parole!
Spostare le priorità
del rapporto di fede
Fare questa operazione di
«spostamento delle prio
QUl arriviamo noi. Se ci guar
'
diamo in giro, non siamo
cosi diversi da questi discepoli
che stanno ai piedi del monte.
Abbiamo conosciuto il Gesù
grande, quello della Croce e della Risurrezione, quello che vince
e ribalta il tentativo umano di
scacciarlo dalla Storia; all’atto
pratico, però, quando ci viene
chiesto di sporcarci le mani, di
lasciarsi coinvolgere da quelli
che incontriamo sul nostro
cammino... la nostra fede rischia
di squagliarsi come neve al sole,
oppure di diventare una grande
costruzione, che forse ci consola, ma allo stesso tempo lascia
«malati», «indemoniati» quelli
che ci chiedono una mano.
rità», dalla questione del rapporto tra fede e noi, alla nostra fede
per gli altri, comporta una revisione decisa del nostro rapporto
con il mondo nel quale viviamo
e nel quale ci è chiesto di testimoniare la fede che confessiamo. Dobbiamo per esempio
renderci conto che abbiamo già
a disposizione una certa autorità. e dobbiamo smetterla di
nasconderci dietro a un dito, facendo i falsi modesti.
Certo, la forma con cui autorità e potere sono gestiti non è
indifferente: pensiamo alle parole che Gesù pronuncia, quando parla dei discepoli che vogliono il primo posto: «I re delle
nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia
come il pili piccolo, e chi governa come colui che serve» (Luca
22, 25-26); d’altra parte tra gestire le proprie potenzialità in maniera elastica e far finta di non
gestirle affatto, c’è una differenza abissale. Questo è il punto del
racconto, ed è là dove Gesù (ma
non solo lui, anche molti fratelli
e sorelle) ci trova mancanti.
Note
omiletiche
La predicazione su
sto brano potrebbe inizij,
re con una statistica: quj,,
ti abitanti ha il nostro pj, !
ese o la nostra città? Co^ '
quante persone siamo vf.
nuti in contatto, negli an- 1
ni (attraverso conferenze |
o occasioni di vario gene,
re)? Probabilmente tantenon certo migliaia di pe,.
sone, ma decine sì. Ma
con quante siamo rimasti
in contatto? Poche? Que.
sto può essere accaduto '
perché il nostro volto non
è piaciuto a tutti, certo, e
se ne sono andati sbattem
do la porta sdegnati. ,
Probabilmente è succes- j
sa un'altra cosa: non li ab.
biamo seguiti, non ci sia.
mo preoccupati di farsapere loro come prosegui-!
va la vita della nostra co-munità. Eravamo troppo
convinti che le nostre attività non attirassero abbastanza, da scrivere 0 te-1
lefonare a ciascuno, perf
comunicare che lo studio'
biblico era alla tal oraoia'
corale teneva un concerto
tal giorno (lasciamo stare’
poi invitarli tutte le domeniche al culto: forse noncii¿
andiamo nemmeno noi...)ì
Dobbiamo ammettere die’
le nostre chiese, sia a liveir
10 nazionale, sìa locale,|
godono di un certo «cre[
dito» di autorevolezza'
talvolta sprecata.
Guardiamo ora alla pii
ma parte del brano, li
trasfigurazione: i discepol
vedono il Gesù grandis»
mo che però non si accot
tenta della sua grande»
za, di essere una specie d
«affresco vivente», ma
vuole essere vivo e vero,*
scendere a terra. Il para-^
dosso è che sono i discepoli a voler mantenerti
Gesù fuori dalla realtà (le
tende di Pietro) mentre
lui non vuole. L’episodit
che accade parallelameri_
te, ai piedi del monte, 1
l'opposto della trasfigura
zione; è il risultato de
modo di pensare di quel
11 che vogliono solamen
te un dio da adorare. EÍ
risultato non è entusia
smante, perche alle di
mande concrete delle per
sone che hanno bisogna
alcune risposte non basta
no. A chi chiede simpatii
e vicinanza non basta diri
«Dio ti ama», oppurt
«guarda Protestantesimo
ascolta il culto radio»; e
stanno chiedendo cura,o
stanno domandando d*
noi ci appassioniamo alt
loro sorte.
A questo punto possi*
mo accostare la nostri
esperienza a quella dei®
scepoli che non riescono'
guarire l'epilettico. K
trambi sentiamo delle w
mande, forse abbozziaii»
delle risposte ma non rii
sciamo (nota bene, no
stiamo dicendo non p®
siamo!) a guarire.
Spostiamo il proble
ma... ma vi sono dei &'■
in cui questo non è po*
bile senza tradire in qo*
che modo la nostra m|
sione. Gesù offre una »
per superare lo stallo: pr
gare, capire quello c
siamo già e viverlo.
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re. Gl
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approfondii
Per quanto rigo
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(Ultima di una serie
di tre meditazioni)
rei t^uaiiLv-r i-r»
delle meditazioni sui f |
coli di Gesù suggerì
di A. Maillot, / miraco»
Gesù, Claudiana, i™
a cura di X. Léon-Dut“;
miracoli di Gesù, Qu®^''^
na, 1980.
Rispetto al tema
... „Me r
cari!'
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nostra risposta alle n*;,.
ste, suggeriamo S. .
metodisti nell'InÇf j,
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della rivoluzione
le, Claudiana,
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di M. Bubboli, «5oò^.,
spel». Il movimer
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1997 • venerdì 22 AGOSTO 1997
Vita Delle Chiese
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Intervista al moderatore della Tavola valdese
I temi del prossimo Sinodo
Riforma della scuola italiana, ecumenismo, finanze e otto
per mille, riorganizzazione della diaconia, campo di lavoro
A pochi giorni dal Sinodo
chiediamo al moderatore, Gianni Rostan, quali sono,
secondo la Tavola, i temi
principali da discutere.
«Come ogni anno ci sono
molti temi che meriterebbero
una discussione approfondita. Per noi uno del temi principali dovrebbe essere quello
della scuola perché siamo in
un periodo di cambiamenti,
forse profondi, di cui noi
dobbiamo renderci conto e
in cui dobbiamo far presenti
le nostre idee. La Federazione delle chiese ha operato
bene in questo senso tanto
da avere ottenuto la nomina
di una rappresentante protestante nella commissione di
consulenza del governo, la
professoressa Elena Bein Ricco. Una discussione sinodale
è dunque molto opportuna.
Un secondo punto è quello
dei rapporti ecumenici, sia
con il cattolicesimo sia con
l’ortodossia, come seguito
dell’assemblea di Graz ma
anche come seguito e applicazione del documento sui
matrimoni interconfessionali
in Italia recentemente sottoscritto tra noi e la Chiesa cattolica. Quest’anno, inoltre,
avremo al Sinodo una rappresentanza ufficiale della
Chiesa cattolica italiana e
una dell’Arcidiocesi grecoortodossa d’Italia».
- Noi abbiamo dato un certo rilievo alla visita fatta in
occasione del XVII Febbraio
alla nostra chiesa di piazza
Cavour a Roma dai rappresentanti della Conferenza epi^rnpalp it.alinnn, mantre ci
sembra che non si sia fatto altrettanto da parte cattolica...
«Forse. È un fatto però che
i rapporti ufficiali con i vescovi italiani sono molto migliorati di recente, c’è una
volontà di dialogo nuova, abbiamo avuto riconoscimenti
importanti sulle sofferenza
che abbiamo dovuto subire
nel passato per responsabilità della Chiesa cattolica, un
fatto come l’acquisto di una
piccola chiesa a Oipignano
che il vescovo di Cosenza ci
ha venduto, soltanto 30 o 40
anni fa non sarebbe stato
neppure concepibile; la stessa firma del documento sui
matrimoni interconfessionahi che è stato approvato pre«minarmente anche dal Vaticano, è un fatto di grande rinevo. Sarà per le esperienze
ecumeniche locali che sono
m grande crescita, sarà perché dall’alto ci si è aperti un
Po di più, di fatto oggi viviajjo una situazione nuova,
on ci si deve però stupire se
Interviste a cura di
EUGENIO BERNARDINI
ci sono resistenze al dialogo e
all’apertura, sia in casa cattolica che da noi».
- E altri argomenti?
«Poi abbiamo temi più interni, come quello delle finanze. Quest’anno abbiamo
un certo deficit, che non è
spaventoso e che, tra l’altro, è
in concomitanza con un aumento sensibile delle contribuzioni (più 9% nelle chiese
valdesi e più quasi il 13% nelle chiese metodiste), segno di
grande responsabilità da parte delle chiese. Resta comunque una certa contraddizione
tra quello che il Sinodo decide approvando il preventivo
dell’anno successivo e poi
quello che si realizza tutti i livelli della chiesa. Qui c’è una
contraddizione che il Sinodo
deve affrontare e sperabilmente risolvere quest’anno.
Poi c’è tutta la questione del
riordino giuridico del settore
della diaconia, che sta procedendo ma che attende ulteriori decisioni e indirizzi da
parte del Sinodo», —
- Ormai sta per giungere il
primo contributo dall’8%o.
Nelle chiese locali ci si chiede
se ora si potranno concentra
re maggiormente le energie finanziarie sulle attività di culto e evangelizzazione...
«Prima di tutto i soldi
dall’otto per mille non sono
ancora materialmente arrivati, certo stanno per arrivare. Si tratta comunque di circa 5 miliardi e 200 milioni
con cui faremo molto, ma
molto di più resta da fare.
Molte opere e istituti sono in
grande sofferenza finanziaria, o perché stanno affrontando spese di ristrutturazione molto ingenti, o perché
necessitano di aiuti significativi per mettersi in condizione di poter continuare a offrire il loro servizio alla società. I doni dall’estero, inoltre, sono in calo progressivo.
Non credo quindi che sarà
possibile ridurre l’impegno
finanziario delle chiese locali
verso queste opere e la diaconia in generale. Ma la diaconia è anche testimonianza,
non dimentichiamolo».
- E per quanto riguarda il
campo di lavoro?
«Siamo vicini all’obiettivo
di garantire un servizio pastorale a tutte le chiese. Certo
le situazioni di sofferenza ci
sono, con problemi vecchi e
nuovi. Soprattutto mi preoccupa il fatto che troppo spesso emerga una eccessiva conflittualità che aggrava problemi già complicati. Magari dipende anche dal clima litigioso che viviamo in generale
nel nostro paese. Ma forse
non bisogna essere troppo
pessimisti. La Tavola ha il dovere di soffermarsi sulle situazioni problematiche, ma
ci sono molte cose che vanno
bene nelle nostre chiese, dovremmo riconoscerlo di più e
più spesso».
La Commissione d'esame sull'operato della Tavola
Un'«istruttoria» approfondita alla base
di un dibattito sinodale utile e fraterno
UN mese di lavoro a Torre
Pellice immediatamente
prima del Sinodo, più alcuni
giorni a Roma in primavera
per verificare l’amministrazione della Tavola valdese,
deirOpcemi (l’ente patrimoniale metodista) e della Facoltà valdese di teologia, più
una visita all’opera prescelta
tra quelle che rispondono direttamente al Sinodo. Montagne di carte, documentazione, bilanci, diversi incontri e
poi la stesura della relazione
e la partecipazione da protagonisti al dibattito sinodale.
Ècco che cosa attende le
quattro persone che vengono
nominate ogni anno dal Sinodo come Commissione
d’esame dell’operato dei
quattro organismi su indicati.
«Per me - dice Pier Valdo
Durand, della Chiesa valdese
di Aosta -è un lavoro interessantissimo, prima di tutto
perché mi consente di conoscere meglio la mia chiesa.
Che è anche la condizione per
svolgere bene questo servizio.
Mi chiedo se non si potrebbe
facilitare la partecipazione
dei membri laici per più di un
anno di fila cambiando il metodo di lavoro, evitando cioè
di concentrarlo in un mese e
mezzo, cosa che mette in difficoltà coloro che hanno un lavoro secolare».
«Anche per me - dice Alessandra Trotta, della Chiesa
metodista di Palermo - è
un’esperienza preziosa anche
se faticosa. Mi sono veramente
resa conto di avere una conoscenza parziale della vita della
chiesa, e che nella nostra chiesa ci sono tante esperienze diverse. Inoltre, oltre che la lettura della documentazione
scritta, ho trovato molto utile
avere alcuni incontri col moderatore, col presidente dell’
Opeemi e con diversi altri».
La Commissione d’esame
Proprio per la complessità
e delicatezza del lavoro che la
Commissione deve svolgere,
anche in sede di discussione
sinodale, il suo regolamento
prevede che uno dei suoi
membri deve avere già svolto
questo servizio almeno una
volta. Quest’anno il membro
«anziano» è il pastore Luciano Deodato, che lo ha già fatto altre quattro volte. Quali
saranno i temi su cui vi soffermerete maggiormente? «Li
abbiamo decisi insieme. Si
tratta di rispondere prima di
tutto alle questioni del momento: la scuola e l’educazione, per esempio, e non solo
perché anche noi gestiamo
delle scuole. La questione della cultura più in generale e
dei giovani. E poi la questione
ecumenica. Non ci sono solo i
cattolici, ma anche gli ortodossi, e soprattutto ci sono gli
altri evangelici o evangelicali.
Il documento che viene presentato al Sinodo dall’apposita commissione della Tavola è
stato scritto prima dell’assem
blea di Graz; è adeguato alla
situazione del momento? Bisognerà discuterne».
Anche il pastore Giuseppe
Platone ha già avuto una
esperienza come membro
della Commissione d’esame.
Quali sono i temi «interni»
più impegnativi? «Noi abbiamo deciso di non fare solo il
“controcanto" della relazione
della Tavola, per cui abbiamo
toccato anche altri temi come
una certa spinta all’autonomia e alla responsabilità locale che ci sembra di intravedere, alcuni problemi che soprattutto alcune comunità
hanno dovuto affrontare quest’anno, la questione delle
nuove chiese etniche (coreani,
africani, latinoamericani): ci
va bene questa separatezza o
dovremmo puntare su una
maggiore integrazione?».
Insomma, come sempre
tanti temi per un appuntamento annuale che attira
l’attenzione delle chiese e anche, un po’, dell’opinione
pubblica italiana.
Intervista al presidente della Commissione sinodale per la diaconia, pastore Paolo Ribet
La diaconia può vivere solo se è cosciente del senso della propria azione
Anche quest’anno in Sinodo si parlerà di ristrutturazione della diaconia. Si
tratta di un argomento importante, già affrontato in
passato ma difficile da afferrare nei dettagli. Per comprendere meglio di che cosa
si tratta, abbiamo rivolto alcune domande al presidente
della Commissione sinodale
per la diaconia (Csd), pastore
Paolo Ribet.
- A che punto siamo di questa «storia infinita»?
«Direi che siamo alla penultima puntata. Ma forse è
bene cominciare ricordando
la strada che abbiamo percorso fin qui. Sei o sette anni
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TAVOLA VALDESE
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Sinodo, secondo quanto disposto dall’Art.
Ì22/SI/96, è convocato per
domenica 24 AGOSTO 1997
^ fflembri del Sinodo sono invitati a recarsi nell’Aula
^’■lodale della Casa valdese di Torre Pellice, via C.
^^ckwith 2, alle ore 15.
Inculto di apertura avrà inizio alle ore 15,30 nel tempio
lorre Pellice e sarà presieduto dalla pastora Maria Bo"®fede.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
fa, la Tavola chiese al Sinodo
di aumentare il numero dei
suoi membri a nove in quanto, affermava, sette persone
non possono seguire e controllare tutte le materie che
vengono loro sottoposte. Il
Sinodo rispose proponendo
che, invece di aumentare il
numero dei membri della Tavola, si studiasse il modo di
diminuirne il lavoro, affidando alcune competenze ad altri istituti della chiesa. Nei Sinodi seguenti l’idea di decentrare alcuni compiti alle commissioni distrettuali non passò; passò invece la proposta
di creare una Commissione
sinodale amministrativa (la
Csd) per coordinare le opere
diaconali. Ora, a distanza di
alcuni anni, si è verificato che
questa soluzione non è sufficiente in quanto, se dal punto di vista ecclesiastico dà
una struttura precisa al “pianeta diaconia”, non riesce a
risolvere tutta una serie di
problemi amministrativi e fiscali e non dà chiarezza dal
punto di vista giuridico».
- A questo punto, qual è la
proposta che porterete in Sinodo?
«Il documento che presenteremo non è altro che l’approfondimento di quanto già
deliberato lo scorso anno. Se
posso spiegare il progetto
con un’immagine, direi che
la Commissione sinodale per
la diaconia diventa un contenitore nel quale vengono poste tutte le opere diaconali
che il Sinodo decide di affidarle. Questo contenitore si
presenta davanti agli organi
statali come un ente unico,
con un solo libro matricola e
un bilancio unico. Ma noi
sappiamo che dentro questo
involucro sono contenute
realtà diverse, tutte con la loro autonomia prevista dai
nostri regolamenti e con la
loro capacità di gestirsi. Nasce una realtà a due facce:
all’esterno siamo una realtà
unica, all’interno siamo un
corpo formato da molte
membra. La “Csd magnum”,
come la chiamo io, avrà il
compito di coordinare e controllare le opere, rispondendone in Sinodo, e di rappresentare verso l’esterno, verso
lo stato, questo ente unico».
- La «Csd magnum» avrà
dunque anche la responsabilità amministrativa di fronte
alla legge: questo fatto non
porterà a un accentramento
riducendo fortemente i compiti dei singoli comitati?
«Io dico di no. Innanzitutto
ricordo che già oggi, secondo
i nostri regolamenti, esistono
dei controlli sugli istituti (dal
bilancio al personale) la cui
responsabilità ricade sulla Tavola. La nostra proposta cerca
di scaricare la Tavola di alcune incombenze e di un certo
numero di rischi (anche se la
Tavola manterrà il controllo
generale sulla Csd) e di dare
maggiore solidità al "pianeta
diaconia”, pur mantenendo ai
comitati la capacità gestionale che hanno già oggi. Per citare un esempio usato dal
moderatore, la Csd convoca
ogni comitato al momento del
preventivo, per verificare i
programmi, e al consuntivo,
per vedere se ha gestito saggiamente. Per il resto il comi
tato è libero di agire, all’interno, ovviamente, dell’ordinaria
amministrazione».
- Quali sono i vantaggi della nuova organizzazione?
«Il primo vantaggio sarà
dato da una maggiore chiarezza nei rapporti con lo stato. Oggi ci si muove spesso in
una grande incertezza. Il secondo sta nel fatto che le varie opere, unite in un unico
corpo, saranno più solide e
potranno gestire meglio i loro soldi e il loro personale
operando dei risparmi significativi e potendosi aiutare
nel momento del bisogno.
Noi non vorremmo, però,
che si finisse col dimenticare
che siamo una chiesa. Una
chiesa con responsabilità
amministrative, ma sempre
una chiesa. E allora dico che
è tutto il corpo ecclesiastico
che si avvantaggia con questa riforma, in quanto la diaconia ritornerà di fronte al
Sinodo nella sua interezza e
complessità. Mentre in Europa stanno cambiando i sistemi di protezione sociale
messi in piedi negli ultimi
vent’anni, è tempo che la
chiesa si interroghi sulla sua
diaconia, sulla funzione che
essa può svolgere e sul messaggio che può dare. È tempo che il Sinodo prenda sul
serio la sua diaconia. La mia
amarezza sta nel fatto che, in
genere, in Sinodo si è discusso di diaconia soltanto quando si è trattava di soldi (“ma
quanto ci costano le opere!”)
o di problemi personali (“che
scandalo: tizio ha chiesto
tanti milioni di risarcimento
alla Tavola!”). Noi vorremmo
che si arrivasse a discutere su
ciò che stiamo facendo, perché la nostra diaconia può
vivere soltanto se è sempre
cosciente del senso della
propria azione».
- Ma non ci sono anche dei
rischi nel progetto che presentate?
«In questo, come in tutti i
progetti, ci sono dei rischi. Io
ne vedo tre. Innanzitutto c’è
la possibilità che le opere e i
comitati si sentano defraudati della loro autorità e si
chiudano a ogni dialogo. In
secondo luogo, il sistema potrebbe rivelarsi molto rigido,
poco elastico. In terzo luogo,
un futuro presidente della
"Csd magnum” potrebbe rivelarsi troppo autoritario... è
possibile. Ritengo, però, come sempre, che tutto dipenda dalle persone che il Sinodo chiamerà a far funzionare
questa macchina. Non dimentichiamo, infatti, che
tutte le cariche, nella nostra
chiesa, vengono elette ogni
anno. E poi ricordiamo sempre che siamo una chiesa e,
anche se amministriamo patrimoni ingenti, i nostri rapporti interni non possono
che essere di fiducia e di fraternità».
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Uomo
Donna
2 - Quanti ANNI HAI?
318
242
56,5%
43%
Tra 20 e 30 anni 29 5,1%
Tra 31 e 40 anni 74 13,1%
Tra 41 e 50 anni 63 11,1%
Tra 51 e 60 anni 119 21,1%
Tra 61 e 70 anni 112 9,9%
Tra 71 e 80 anni 84 14,9%
Oltre 80 anni 36 6,4%
Non risponde 46 8,1%
~ Quale attività svolgi?
Pensionato/a 251 44,6%
Impiesato/a 64 11,4%
Insegnante 49 8,7%
Casalingo/a 40 7,1%
Libero professionista 36 6,4%
Pastore/a - diacono/a 33 5,9%
Funzionario settore pubblico 22 3,9%
Quadro superiore sett. pubbl. 12 2,1%
Studente/ssa 11 1,9%
Operaio/a 7 1,2%
Quadro superiore ind. priv 6 1%
Commerciante 5 0,9%
Imprenditore 5 0,9%
Disoccupato/a 5 0,9%
Agricoltore 4 0,7%
Funzionario industria privata 4 0,7%
Artigiano/a 3 0,5%
Parroco 2 0,3%
Artista 1 0,1%
) - Livello di studio
Università 242 43%
Media superiore 204 36,2%
Media inferiore 69 12,2%
Elementare 47 8,3%
5 - Residenza
A - ITALIA-REGIONI
Piemonte
Val d’Aosta
Lombardia
Liguria
Emilia Rom
Toscan
Lazio
Abruzzo
Molise
Basilicata
Calabria
Sicilial
Trentino
Veneto
Pugli
Umbría
Marche
Campania
Sardegna
Friuli-Ven. Giulia
198
5
69
36
20
38
40
6
4
2
8
8
2
22
21
4
4
11
6
18
3 5,1%
0,9%
12,2%
6,4%
3,5%
6,7%
7,1%
1%
0,7%
0,3%
1,4%
3,2%
0,3%
3,9%
3,7%
0,7%
0,7%
1,9%
1%
3,2%
Le 563 risposte, giunte da circa il 12% degli abbona^
I risultati del questionario
La stragrande maggioranza degli abbonati è membro dell(,
religiosa da giovane e frequenta regolarmente la chiesti
B - ESTERO
Svìzzera
Francia
Germania
Inghiltterra
Uruguay
Usa
Giappone
Belgio
Indonesia
12
1
5
2
5
1
1
1
1
2,1%
0,1%
0,9%
0,3%
0,9%
0,1%
0,1%
0,1%
0,1%
6 - Abitanti del comune
Oltre 100.000
Tra 20.000 elOO.OOO
Tra 2.000 e 20.000
Meno di 2.000
248 44%
134 23,8%
120 21,3%
42 7,4%
In merito al sondaggio proposto all’inizio dell’anno abbiamo ricevuto 563 risposte, cioè più del doppio rispetto al questionario di dicembre 1992 (226), il che equivale al 12% del totale degli abbonati nel
1996 . Certo, non si tratta di un sondaggio
scientifico, per cui le risposte vanno
vagliate con una certa prudenza (ad esempio, è probabile che i pensionati abbiano
avuto più tempo per rispondere al questionario e non è detto che la maggioranza dei
lettori siano pensionati).
Si tratta però di un campione estremamente significativo, che intanto dimostra
il grande interesse che Riforma, impresa
comune delle chiese battiste, metodiste e
valdesi, suscita all’interno delle nostre
chiese. In base a questo campione possiamo provare (con tutte le dovute cautele) a
delineare l’identikit del lettore medio di
Riforma e, per estensione, anche del membro medio delle nostre tre chiese. Infatti,
la stragrande maggioranza (90,7%) è
membro delle nostre chiese, ha ricevuto
un’istruzione religiosa da giovane (88%) e
frequenta regolarmente la chiesa (75,6%).
Un primo dato che può stupire è che gli
uomini (56,5%) prevalgono sulle donne
(43%). Stupisce nel senso che probabilmente i membri di chiesa donne sono più
numerose degli uomini, ma sicuramente
rispecchia il fatto che nelle sedi decisionali o di responsabilità (Concistori, comitati,
commissioni. Conferenze distrettuali.
Sinodo, ecc.) prevalgono ancora nettamente gli uomini.
Sulla base delle risposte pervenuteci, l’i
Raccolta dati, elaborazione e commento di
JEAN-JACQUES PEYRONEL
dentikit del nostro lettore medio risulta
essere il seguente: una persona ultracinquantenne (62,3%), di cui il 21,3% hapìij
di 70 anni. Tra i 20 e i 50 anni sono poco
più del 29%. Nulla di strano quindi chela
maggioranza (51,7) sia formata da pensionati e casalinghe. Fra gli attivi (44,7) pre.
valgono gli impiegati (11,4%), gli insegnanti (8,7), i liberi professionisti (6,4) ej
pastori/diaconi (5,9%). Pochissimi gli
operai (1,2%), i contadini (0,7%), i coitimercianti (0,9%) e gli artigiani (0,5%).
Il livello di studio è decisamente alto:
79,2% tra laureati e diplomati. '
II luogo di residenza rispecchia la pre.|
senza geografica delle nostre chiese: valli,
valdesi e Piemonte (35,1%), Lombardia(12,2), Veneto e Triveneto (7,1%), Lazio
(7,1%), Toscana (6,7%), Liguria (6,4%),|
Puglia (3,7%), Emilia Romagna (3,5%),
Sicilia (3,2%).
Il nostro lettore medio è un cittadino: il
44% vive in una città di oltre 100.000 abitanti e il 23,8% in una città tra i 20.000 ei
100.000 abitanti.
Essendo una persona colta e i:-,truita
non desta meraviglia il fatto che il nosta
lettore medio legga regolarmente lime«
un quotidiano (74%) e una rivista mensili
o settimanale (68%L Tra i quotidiani, h
Repubblica (27,7%) supera nettamente ù
Stampa (18,4%) e il Corriere della seri
(11,3 per cento).
Sempre per lo stesso motivo (alto livello di istruzione), il nostro lettor-' medif
legge molto: oltre l’83% legge legolai)
mente libri, con una media di uno o duca
mese (58,4%), e guarda molto la televi
sione (91,2per cento).
Spi
art.
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15 - Di «Riforma» apprezzi 16 - Di «L’eco delle valli valdesi» apprezzi
N. pasine molto % poco abbas molto % rispetto molto % poco abbas molto %
al 1992
1 Prima pagina 211 37,5 81 147 358 Ó3,6
1 Pagina biblica 309 54,9 36 138 447 79,4 + 11,2%
2 Bibbia e attualità 288 51,1 29 170 458 81,3 + 18,1% 2 Informazioni utili 146 25,9 146 135 281 -19,9
3 Pagina dei lettori 259 46 70 166 425 75,5 -F 25,9% 3 Dibattiti 113 20 115 187 300 53,3
4 Vita delle chiese 246 43,7 70 189 435 77,2 + 10,0% 4 Politica locale 76 13,5 164 115 191 33,9
5 Cultura 228 40,5 68 187 415 73,7 + 9,5%
6 Articolo di apertura 215 38,2 62 192 407 72,3 — 5 Sporte spettacoli 26 4,6 245 97 123 21,8
7 Editoriale (pag. 10) 179 31,8 63 189 368 65,3 + 9,2%
8 Attualità/società 182 32,3 84 198 378 67,1 + 9,3%
9 Spiritualità 176 31,2 73 192 368 65,3 — 17 - Ritieni che alcuni TEMI SIANO ASSENTI?
10 Pagina commenti 166 29,5 68 195 361 64,1 —
11 Ecumene 158 28 91 198 356 63,2 + 3,9% si 175 31,1%
12 Villaggio globale 122 21,7 117 175 297 52,8 + 15,7% NQ 245 43,5% —
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cistica
È uscita l’ultima novità della Claudiana Editrice
Giovanni Miegge
Al principio, la Grazia
Scritti pastorali
a cura di Claudio Tron
pp. 320, L. 34.000
Quest’antologia di scritti «pastorali» di G. Miegge raccoglie una quantità di testi che spaziano dal racconto per bambini alla «Guida per
l’anziano» (di cui ogni Consiglio di chiesa dovrebbe avere una copia...), meditazioni bibliche, prediche, articoli («Gioventù cristiana»,
«Conscientia» ecc.) il cui filo conduttore può essere comunque sintetizzato col titolo della seconda meditazione^.
«Al principio, la Grazia», Il tatto che Dio
ci ama e chiama precede veramente
ogni cosa. Al principio, per Miegge come
per la Scrittura, c’è l’Evangelo, prima
della legge, persino prima della fede.
Molti dei temi trattati da Miegge, con effetti dirompenti all’epoca, hanno fatto
scuola e sono sempre più spesso trattati
nella predicazione odierna, il degno e
doveroso complemento del precedente
libro sugli «scritti teologici» di Giovanni
Miegge per permettere una conoscenza
del pensiero del grande teologo direttamente attraverso le sue opere.
filOVANM
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http://www.arpnet.it/~valdese/claudlan.htm
Nella collana della Facoltà Valdese di Teologia è uscito il n.21
F. Bisconti, J. Cottin, O. De La Brosse
E. Fuchs, B. Neipp, P. Prigent
B. Reymond, P. Ricca
Arte e teologia
Relazioni della «Rencontre des Facultés de théologie
protestantes des pays latins», Roma, sett. '95
a cura di Ermanno Genre e Yann Redalié
112 pp., leill.ni, L. 24.000
Nel mondo riformato la relazione arteAeologia è stata conflittuale
fin dalTinizio non perché l'iconoclastia
riformata fosse di natura antiartistica
ma per evitare un’intromissione umana
nel luogo dove solo Dio ha posto. La
teologia della croce può costituire il
fondamento di una estetica che si riferisce a Dio, Un primo gruppo di interventi riflette sul tema teologia/arte contemporanea, mentre il secondo gruppo
si incentra sull’arte funeraria paleocristiana (soprattutto catacombe) e
sull’arte barocca. Per finire viene esaminata l’importanza da dare all’arte
nella formazione teologica.
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.it/-valdese/claudian.htm
Nella «Piccola collana moderna» è uscito il n. 77
John Polkinghorne
Quark, caos e cristianesim(j
Domande a scienza e fede
pp. 108, L. 16.000
Un libro lucido e originale per chi crede e non crede, .
scienza e religione sono «cugine» da un punto di vista m
lettuale. Ambedue sono alla ricerca di un «credere» che
motivato. Nessuna delle due può pretendere di possedere
conoscenza assoluta perché ambed^
fondano le proprie conclusioni sul
ruolo reciproco che giocano interpretazione ed esperienza. Un ex
docente di Fisica matematica a
Cambridge e ora teologo anglicano
invita a riflettere, in modo semplice
e chiaro anche per i non specialisti,
sul modo in cui procedono la scienza e la fede religiosa in vista del superamento di barriere e schemi precostituiti, tipici del nostro tempo.
Nessuna delle due sì basa solo su
puri fatti 0 su mere opinioni.
m mmeditrice ^
claudianB
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.PJ^'
http://www.arpnet.it/~valdese/claudian.hti'
5
Spedizione in a.p. 45%
art. 2 comma 20/B iegge 662/96 - Fiiiaie diTorino
In caso df mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere ii diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Domenica 24 agosto si apre a Torre Pellice il Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste. Il culto, in cui saranno consacrati
i nuovi pastori, sarà presieduto dalla pastora Maria Bonafede.
I temi principali di cui si occuperà il Sinodo saranno; la riforma della scuola italiana e la cultura in generale, l’ecumenismo, le tinanze e la destinazione deir8%c, la riorganizzazione della diaconia, la vita delle chiese e la responsabilità delle
comunità locali. Per la prima volta saranno ufficialmente
presenti dei rappresentanti cattolici e ortodossi: monsignor
Alberto Abiondi, vicepresidente della Conferenza episcopale
italiana e vescovo di Livorno, e l’archimandrita Policarpo
Stavropoulos delI’Arcidiocesi greco-ortodossa d’Italia.
venerdì 22 AGOSTO 1997
ANNO 133 - N. 31
La discussione sui diversi
aspetti della realtà occitana è proseguita durante le
giornate di Radio Beckwith a
cura della redazione de La
beidana. Dopo la bella introduzione di Gino Lusso, si sono confrontate posizioni differenti e a volte contrastanti,
soprattutto per quel che riguarda l’idea di «nazione».
Che dire in conclusione?
Innanzitutto: è positivo che
il mondo valdese, nelle sue
espressioni importanti, come
il Centro culturale e la Società di studi, si occupi più
esplicitamente di Occitania.
Anche se non è vero che questo tema sia stato «snobbato»
(proprio nella prossima serata
della Società di studi sarà
presentato il nuovo dizionario
A PROPOSITO DI OCCITANIA
VALDESI DOC
LIRE 2000
MARCO ROSTAN
del dialetto della vai Germanasca curato dal prof. A.
Genre), l’attenzione che La
beidana ha riproposto in merito risponde a un’esigenza
diffusa e sollecita anche le
chiese a seguire quanto avviene sul loro territorio.
In secondo luogo si ha però
l’impressione che tutto il gran
discutere sull’Occitania, se sia
nazione o regione, se sia soltanto lingua comune o anche
cultura, mentalità, identità, .se
debba organizzarsi politicamente, non porti a gran che.
Anche se, proiettata nel futuro
europeo, questa consapevolezza potrebbe contribuire a
costruire con maggiore impegno un’Europa dei popoli e
delle culture e non soltanto
un’Europa dei governi centrali, dei mercati e delle merci.
Assai più utili sarebbero, come ha ricordato il presidente
della Comunità montana vai
Maira, progetti e iniziative
che permettano non solo di
parlare patuà e di ballare le
varie «courento», ma di continuare a vivere, possibilmente
meglio, su queste montagne.
Infine, se è sbagliato contrapporre identità valdese e
occitana perché i valdesi sono
dei credenti che vivono su
questo territorio, è giusto ribadire il forte radicamento
popolare e la necessità che i
valdesi condividano problemi
e prospettive da costruire insieme per il futuro positivo di
queste valli, senza nascondere il loro vero fondamento e
la forte rocca che li ha sostenuti e li sosterrà, che è il Signore, non la lingua, l’etnia,
la cultura o la tradizione.
livek
ned/
golail
due a
elevi
Consiglio regionale
Approvato
il piano
per i rifiuti
Il Piemonte ha un nuovo
piano regionale per i rifiuti; lo
ha approvato il Consiglio regionale poco prima della pausa estiva; il piano vuole essere
uno strumento tecnico, operativo e organizzativo per la gestione dei rifiuti nei prossimi
anni che demanda alle Province di definire programmi più
dettagliati a seconda del territorio. Il Piemonte è stato suddiviso in Ambiti territoriali ottirnali, coincidenti con i territori provinciali; ognuno verrà
suddiviso in bacini ognuno dei
quali deve avere un ente di riferimento per raccolta trasporto ed eventuale smaltimento,
sia con raccolta differenziata
sia con compostaggio che con
1 incenerimento. Saranno costmiti nuovi impianti per 832
miliardi di investimento nella
sola Provincia di Torino.
Il piano regionale è articolato in sei sezioni, in base cioè
3lle tipologie di rifiuti. Si parte dai rifiuti urbani; è stimato
che nel 2001 il Piemonte produrrà 1.905.300 tonnellate
t anno e si punta al recupero,
mediante raccolta differenziaJu di 583.000 tonnellate, mentre 633,000 dovrebbero andare
pia termodistruzione e altret^ti in discarica. Superiore ai
milioni di tonnellate prodotannualmente la quantità di
rttiuti speciali, 343.000 delle
quali tossiche. Anche per
quanto riguarda gli inerti i
quantitativi sono elevati; si
»«ma un totale di 1.767.000
nneliate l’anno per cui, an
tie^rt'*! attcsto caso, la questio„ del recupero va posta con
ann Il documento
Pprovato è di notevole im^rianza e consente anche ato„ d Valutazioni ambientali;
apr,*|T®rà valutare, in sede di
t,r^'dazione, se si intende
del ^®d're nella necessaria via
nella®dupero e prima ancora
Durp '^'‘^d^'orie dei rifiuti, op^drrà scelta la .sempliu via dell’incenerimento.
La proposta di legge sul diritto allo studio e sulla «espansione e diversificazione dell'offerta formativa»
Che cosa cambierà per le scuole private del Pinerolese
CARMELINA MAURIZIO
Sono quattro gli articoli
che compongono le recenti «disposizioni per il diritto allo studio e per l’espansione, la diversificazione e
l’integrazione dell’offerta formativa nel sistema pubblico
dell’istruzione e della formazione», poco più di due pagine dattiloscritte che potrebbero cambiare decisamente il
mondo della scuola italiana
ridisegnando, con l’obiettivo
della parità, la mappa delle
istituzioni scolastiche pubbliche e private.
Nel Pinerolese le scuole
private, laiche e religiose, sono numerose; si tratta soprattutto di scuole materne, situate in vai Chisone e Germanasca (a Rinasca e Perosa Argentina), a Pinerolo e dintorni
(San Secondo, Villafranca
Piemonte, Cumiana e Buriasco) e in vai Pellice (a Torre
Pellice, Bibiana, Bricherasio,
Luserna San Giovanni, Luserna Alta), con un’utenza
complessiva di quasi 800
bambini e un corpo insegnante, quasi tutto laico, che raggiunge quasi i 40 docenti. Le
scuole elementari e le medie
inferiori, a Pinerolo e a Torre
Pellice, contano quasi 300 allievi e una ventina di insegnanti e sono gestite dalle
suore dell’Ordine Mauriziano
e dalle Giuseppine. Tra le
scuole superiori ci sono il liceo europeo di Torre Pellice,
gestito da un comitato proposto dalla Tavola valdese, con
circa 100 alunni, e il liceo linguistico e quello pslcopedagogico delle suore deH’Immacolata a Pinerolo (frequentato da un centinaio di studenti), e infine la scuola professionale delle salesiane a
Perosa Argentina.
Sino ad oggi l’offerta formativa di queste scuole è stata caratterizzata da elementi
qualitativi e quantitativi mol
to diversi tra loro; non c’è
uniformità per esempio nel
numero di allievi per classe,
varia anche, soprattutto alle
elementari e alle materne,
l’orario di entrata e uscita,
molto soggettivi sono i criteri
per l’assunzione del personale, sia laico che religioso,
nessun controllo e nessun intervento di enti pubblici in
modo assoluto sulla qualità
della didattica. Dal punto di
vista economico quasi tutte le
scuole si autofinanziano con
le rette che le famiglie pagano all’atto dell’iscrizione e
poi mensilmente, con quote
che in generale non superano
i quattro milioni annui. Fino
ad oggi solo alcune scuole
materne hanno usufruito di
contributi pubblici; si tratta di
quelle sedi presenti su un territorio comunale che non può
garantire il servizio pubblico
e che, in base a una legge di
circa trent’anni fa, sono sostenute dal Comune interessato, come è il caso per esempio della materna Umberto I
di Pinerolo.
Una legge della Regione
Piemonte del 1996 consente,
sempre alle materne, di avvalersi di un contributo regiona
Nell’anno 1866 ebbe luogo un avvenimento che a noi oggi può apparire di
poco conto ma che costituì il segno di
una svolta importante per la nostra chiesa; per la prima volta dalla sua costituzione, avvenuta sei anni prima, il Comitato
di evangelizzazione presenta al Sinodo la
sua relazione in lingua italiana. E naturalmente lo fa in un italiano ricco e forbito,
in bello stile ottocentesco, leggermente
to.scaneggiante. E dell’avvenimento sono
date alcune interessanti giustificazioni.
La prima riguarda l’evidente anomalia
di presentare in lingua francese «a gente
italiana, raccolta in terra italiana, intorno ad un’opera che conipie.ù es-tenzialinente in Italia a beneficio di popolazioni
italiane e con la strwnentalità dell ’italiana favella». In secondo luogo, «durando
IL FILO DEI GIORNI
L'ITALIANO
ALBERTO TACCIA
nell’antico andamento (cioè di pubblicare in francese) .sarebbe per parte nostra,
e ciò senza neces.sità alcuna, darla vinta
a quegli .schiamazzatori nostrani ed esteri i quali, da anni, vanno su tutti i tuoni
ripetendo che i valdesi non sono italiani
e quindi non panno, all’evangelizzazione
d'Italia, adoperarsi con vera efficacia e
fondata speranza di buon successo».
E in terzo luogo; «Un rapporto dettato
nella nazionale favella riuscirebbe mezzo potentissimo di edificazione e tra le
varie chie.se vincolo altrettanto potente
di fratellanza e cristiana simpatia e diventare co.sì per l’opera stessa uno dei
suoi più validi puntelli, più atto di ogni
altro a dare a quell’opera stabile e inconcusso fondamento».
E infine l’ultimo argomento è tratto
dall’urgente necessità di rispondere «alle
preghiere che da parecchi anni ci vengono rivolte dai nostri agenti (pastori,
mae.stri, evangelisti) affinché il rapporto
a! Sinodo, anziché in francese fosse dettato in italiano. Si avranno così motivi
più che sufficienti, noi lo .speriamo, come
a giustificare, agli occhi della Venerabile Assemblea, questa nostra innovazione,
così fors’anche a rendergliela accetta».
le, quando vengano stipulate
delle convenzioni con la Regione stessa. Cosa potrebbe
cambiare se le sopracitate disposizioni del ministro Berlinguer diventassero legge
dello stato? «Per rimanere pareggiati - dice Elio Canale,
preside del Liceo europeo di
Torre Pellice - dovremo comunque adeguarci agli standard previsti dal sistema pubblico e questo secondo me
può significare comunque un
miglioramento della qualità
dell’offerta formativa da parte delle scuole private. Nel
caso della nostra scuola molti
di questi standard sono già
acquisiti da tempo e quindi
saremmo quasi pronti per entrare nel sistema paritario, così come viene disegnato dalle
disposizioni del ministro Berlinguer. Ci saranno certamente dei nodi da sciogliere; mi
riferisco per esempio al discorso dell’inserimento di
alunni portatori di handicap e
alla necessità di avere insegnanti di sostegno qualificati,
penso al modo troppo vago in
cui all’articolo 3 si parla di
sostegno alle famiglie per le
rette, le spese per i libri e altri
oneri. E tutto aperto poi il discorso sulla formazione degli
adulti, settore al quale una
scuola come la nostra è molto
interessata».
Altre sono le preoccupazioni della preside della scuola
media «Immacolata» di Pinerolo, suor Claudia, e della responsabile delle scuole mauriziane di Torre Pellice, suor
Silvina; «Siamo molto interessati alle disposizioni del
ministro Berlinguer, e al tempo stesso abbiamo molte perplessità - spiega la religiosa a
capo delle medie di Pinerolo
- ci chiediamo per esempio in
che modo salvaguardare il
nostro progetto educativo
globale, se il corpo insegnante dovrà essere reclutato in
base a graduatorie pubbliche.
D’altra parte entrare in modo
paritario nel sistema scolastico italiano è molto importante per scuole come le nostre».
6
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PAG. Il
Cronachje
TRE GIOVANI FUORI STRADA ALLE FUCINE — Tre
giovani lusernesi, Francesco Marinaro e i fratelli Eric e
Dennis Cairus, hanno sfiorato il dramma lungo la strada di
Rorà poco sotto la località Fucine. Erano da poco passate le
16 di domenica scorsa quando l’auto con a bordo i tre giovani (alla guida c’era Marinaro), in fase di sorpasso ha
sbandato sulla strada viscida per la pioggia finendo nella
scarpata . Dopo una caduta di diverse decine di metri l’auto
si è fermata prima di finire nel torrente sottostante e i tre
ragazzi hanno potuto risalire lungo la scarpata con l’aiuto
dei vigili del fuoco di Luserna, prontamente intervenuti sul
posto (foto). Le condizioni più gravi sono parse subito
quelle del guidatore trasportato all’ospedale di Pinerolo.
ANZIANA DONNA SCOMPARSA A LUSERNA —
L’hanno cercata per diversi giorni squadre di volontari,
unità cinofile, protezione civile, carabinieri, elicottero dei
vigili del fuoco; di Elsa Miegge, scomparsa dalla propria
abitazione di Luserna San Giovanni presumibilmente nella
giornata di venerdì 15 agosto, non si sono trovate tracce
(almeno al momento di andare in macchina col giornale,
martedì 19). Elsa Miegge viveva da sola; un nipote che abita al piano superiore si è accorto della scomparsa.
QUATTRO MUCCHE UCCISE DAL FULMINE — Il for
te temporale che ha colpito le vallate pi nerolesi nella sera
di venerdì 15 agosto ha causato anche l’uccisione di quattro mucche dell’agricoltore Lino Benedetto all’alpeggio
della Sella vecchia, in alta vai d’Angrogna. Le carcasse degli animali sono state sepolte sul posto, secondo le indicazioni delle autorità veterinarie.
«ASSOCIAZIONI IN FESTA» — Si svolgerà dal 22 al 28
agosto a Luserna San Giovanni la 2“ edizione di «Associazioni in festa». Il programma si presenta molto vario e propone iniziative per tutti i gusti. Tra gli altri segnaliamo; domenica 24 alle 10 dimostrazione delle Associazioni vigili
del Fuoco, Cri, Aib, Protezione civile. Croce Verde di Bricherasio, in piazza Partigiani; martedì 26, alle 15, nella sala
mostre, la conferenza sul tema «Assistenza domiciliare», a
cura dell’Auser. Sono numerosi gli appuntamenti sportivi;
gare di pesca sabato 23 a partire dalle 14, alle 16 esibizione
di parapendio, staffetta podistica delle Tre frazioni mercoledì 27 alle 18,30. Non mancheranno le serate danzanti, con
esibizioni di ballerini della scuola di ballo «A. Tron» di Pinerolo domenica 24 alle 21, e la musica per tutti i gusti;
danze eccitane (venerdì 22 alle 21), liscio, discoteca e anche un concerto Reggae lunedì 25 alle 21 a cura della Scuola di musica della vai Pellice. Sarà inoltre possibile osservare il cielo dal parco della Rimembranza, grazie al telescopio
messo a disposizione dall'Associazione astrofili Urania.
CONCERTO DI MUSICA POPOLARE — Appuntamento
estivo con la musica popolare a Torre Pellice; mercoledì 27
agosto, alle 21, nel suggestivo piazzale davanti al tempio
valdese, per l'organizzazione di Radio Beckwith in collaborazione con la Provincia di Torino, si svolge un concerto
del trio «Sharadì». Il gruppo eseguirà brani della tradizione
popolare europea (canzoni, arie e balli provenienti da Francia, Irlanda, Italia e Scozia), composizioni orginali e pezzi
di musica classica indiana-ragas. Sharadì si avvale di strumenti quali flauti, fisarmoniche, violino, sitar, percussioni.
L’ingresso è libero; in caso di maltempo il concerto si terrà
nel tempio. Nell’occasione verranno estratti i biglietti vincenti della sottoscrizione e premi di Radio Beckwith.
SETTIMANA BIBLICA — Dal 25 al 29 agosto la Casa alpina Don Barra di Pragelato ospiterà la tradizionale settimana
biblica che avrà per tema «L’incontro del cristiano con Cristo nell’Eucarestia; memoriale della sua morte e della sua
resurrezione». I lavori si apriranno lunedì 25 agosto alle 16,
sotto la direzione del professor Romano Penna, interverranno inoltre J. A. Soggin e monsignor Pietro Giachetti, vescovo di Pinerolo. Informazioni e iscrizioni presso don Giuseppe Alluvione, tei. 0122-78949-78931.
Delle Yaui ^àldesi-------:
VENERDÌ 22 AGOSTO 1997 *\/eNER
Prarostino ha ospitato un incontro di un migliaio di persone, ricco di fraternità
Un XV Agosto ricordando il 1848
PIERVALDO ROSTAN
Il popolo-chiesa si è ritrovato, ancora una volta,
all’ombra dei castagni in un
XV Agosto ricco di momenti
di incontro, di festa, di ricordo, di sole. Prarostino ha accolto con grande fraternità il
migliaio di persone che si è
recata venerdì scorso ai B adoni, luogo importante della storia partigiana della zona; a far
da cornice rassicurante, oltre
all’efficace ombreggiatura offerta dal bosco, anche la presenza di un valido servizio di
emergenza, i consueti stand
con l’aggiunta questa volta dei
prodotti agricoli locali, un
piatto caldo sapientemente cucinato, Fimmancabile fresca
fontana, un palco, una volta
tanto ornato di fiori. E stata
per molti la solita «rimpatriata»; ci sono volti che si vedono soltanto in questa occasione; magari non al Sinodo né
alla Conferenza distrettuale,
ma al 15 agosto sì. Un insieme di fratelli e sorelle venuti
dalle Valli e anche da fuori;
un numero elevato di famiglie
al completo con una moltitudine di bambini che si vorrebbe vedere più di frequente anche ai culti domenicali.
In ogni caso abbiamo visto
persone capaci di appassionarsi al mattino durante il
culto del pastore Claudio Pa
UNA PANTERA IN ALTA VAL CHISONE? — La descri
zione è precisa, il numero di testimoni elevato; la fantomatica pantera nera che in passato è stata segnalata in vai Susa
potrebbe trovarsi in alta vai Chisone, negli alpeggi di Roure. Il grosso felino dagli occhi gialli sarebbe stato visto lo
scorso fine settimana nei pressi di un'abitazione; il sindaco,
Barale, ha avvisato ufficialmente Ausi, carabinieri e forestale che il giorno dopo ha iniziato le ricerche in zona.
Qualche giorno prima alcuni agnelli erano stati trovati dal
proprietario sgozzati a un alpeggio in quota.
TAVOLE IMBANDITE PER LA CROCE ROSSA — La
sezione femminile del Sottocomitato Croce Rossa italiana
di Torre Pellice organizza fino al 29 agosto, nei locali del
Collegio valdese in via Beckwith 1, la mostra delle tavole
imbandite dal titolo «La natura è servita». L’esposizione è
aperta al pubblico le giornate di sabato, domenica e festivi
dalle ore 16 alle 22, i giorni feriali dalle ore 16 alle 19. Le
offerte raccolte saranno destinate all’acquisto di un'ambulanza attrezzata per la rianimazione.
squet con la partecipazione
del coretto di Torre Pellice e
del gruppo ottoni di Villar
Perosa, di seguire in silenzio
un’ora di rievocazione storica
del pastore Giorgio Tourn sugli anni che precedettero il
1848, più in difficoltà invece
nel recepire un canto di allegrezza proposto, prima in
spagnolo e poi in una vivace
traduzione in italiano, dal
moderador della Mesa vaidense, pastore Delmo Rostan.
C’è stato anche spazio per un
saluto del moderatore della
Tavola valdese, Gianni Rostan, e per una presentazione
della recente assemblea ecumenica di Graz da parte del
pastore Giuseppe Platone.
La Chiesa valdese si prepara a ricordare i 150 anni dalla
Un esposto di Legambiente
Centrale di Frali
Un’ipotesi di illegittimità
pende sulla concessione edilizia del Comune di Prali relativa alla costruzione di una
centrale idroelettrica e relativi
impianti compresi fra la captazione delle acque in località
Miande Giò del Sap e la centrale a Giordano; Legambiente ha infatti presentato un
esposto alla Procura della Repubblica di Pinerolo e di Torino, nonché al Servizio vigilanza urbanistica dell’assessorato Urbanistica della Regione Piemonte ricordando
fra l'altro che la zona dove
sorge la centrale non potrebbe, ai sensi del piano regolatore di Prali, ospitare infrastrutture del genere.
La storia di questa centrale
è probabilmente da letteratura essendo iniziata circa 14
anni fa con la richiesta di
sfruttamento di un salto della
Germanasca da parte di un
consorzio denominato Bò da
Col. Del progetto e dell’ipotesi non se ne fece nulla finché nel 1992 subentrò la
Elettrica italiana di Genova
che riprese in mano il progetto su cui la Provincia di Torino ha espresso, ben prima di
Legambiente, un chiaro parere negativo in considerazione
delle sperimentazioni in atto
nella Germanasca sul piano
della valorizzazione del patrimonio ittico autoctono. L’autorizzazione regionale ha come base un progetto redatto
dall'ing. Garrone nel 1983
tendente a sfruttare un salto
di 174 metri con una potenza
nominale media dell'impianto di 342 kw; un affare quantificabile in circa 25()-300 milioni di lire l'anno, dei quali
circa 5 dovranno essere versati allo stato per la concessione.
Le prescrizioni riguardanti
la costruzione della condotta
se da un lato potrebbero apparire restrittive, da una verifica sul campo si dimostrano,
dice Legambiente, ampia
mente disattese; «Variazioni
del percorso di restituzione
della condotta, aumento del
diametro dei tubi della condotta che facilita il prelievo
idrico oltre quanto autorizzato, abusi dei movimenti terra», si accusa. Su tutto pende
però un ulteriore dubbio;
mentre la concessione parte
da un progetto dell’Ing. Gianfranco Garrone (che fa parte
integrante del disciplinare redatto dalla Regione e approvato dalla Società elettrica
italiana) la concessione comunale riguarda un successivo progetto del geometra
Giorgio Rostan, vistosamente
diverso dal precedente per il
percorso, la lunghezza e il
salto d’acqua.
Queste difformità preoccupano non soltanto gli ambientalisti ma anche una parte di
cittadini di Prali di cui si fa
interprete il sig. Gino Peyrot
che osserva come le recenti
piogge abbiano in più punti
dato vita a pericolose frane
derivanti dal movimento terra
effettuato per costruire la pista di servizio. «La zona è
molto franosa e instabile - lamenta Peyrot - e più volte
abbiamo visto gravi dissesti
idrogeologici; è naturale che
opere come questa siano motivo di forte preoccupazione
per la sicurezza della stessa
Prali». A confermare queste
preoccupazioni ci sono anche
studi geologici che evidenziano la zona come «dissestata e potenzialmente dissestabile»; la località della captazione idrica viene indicata
come «alvei di piena e alluvioni attuali dei fondovalle,
soggette a fenomeni di esondazione per piene eccezionali», mentre la condotta e
l’edificio motori risultano
collocati in «settori di versante che denotano condizioni di
stabilità insufficiente per scadenti caratteristiche del substrato roccioso e per diffusi
fenomeni franosi».
concessione delle Patenti di
grazia; ci saranno manifestazioni in tutta Italia nel 1998.
Gli anniversari sono occasioni per riaffermare una presenza, per farci conoscere, per riflettere come valdesi sulla
propria realtà; la giornata del
XV Agosto a Prarostino ha
rappresentato una delle prime
occasioni per farlo, a partire
dalla predicazione mattutina
sul primo libro di Samuele.
«Il 1848 - ha detto Claudio
Pasquet - è stato il simbolo di
un innalzamento che il Signore dava alla sua chiesa. I nostri padri e le nostre madri
hanno letto in questo un dono, un segno che il Signore
sapeva quel che faceva anche
quando i valdesi erano perseguitati e che quello era il mo
mento dell’innalzamento della chiesa. I valdesi scelsero di
mettere la loro libertà al servizio della predicazione in
molti modi diversi. Alcuni
hanno tutt’ora una grande attualità; la libertà come occasione di impegno nella società e di lavoro, a loro volta
spazio di possibile testimonianza. Ma la libertà va anche
vissuta come occasione per
porre ovunque la questione
della libertà, per tutti ed in
tutti i contesti».
Il pastore Claudio Pasquet
ha anche ripreso il tema della
«libertà di emigrazione»; ci
sono state centinaia di persone emigrate da queste valli,
che dopo pochi anni hanno
saputo riedificare, ad esempio
nel lontano Sud America, un
luogo di culto. Oggi vi sono
persone che semplicemente
andando ad abitare nella pianura pinerolese sembrano
perdersi se non hanno più un
tempio e un pastore vicino.
Dunque libertà nella responsabilità e nell’impegno verso
gli altri, nella chiesa e nella
società; questo in sintesi il
messaggio che proviene dal
XV Agosto 1997 che ha lanciato le celebrazioni del
1998; temi attuali, sfide da
cogliere, impegni da concretizzare nell’oggi e che le
chiese del I distretto si troveranno presto di fronte.
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sapere si
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fede «fas
veva esse
giani; stej
sendomi :
La buona
volontà c'è
Quando si hanno problemi
con le tubature ci si rivolge a
un idraulico, quando si vuole
fare il pieno di benzina si va
dal benzinaio, quando si vuole comperare il pane si va dal
panettiere, ecc. Se però si
vuole qualcosa di diverso per
il paese ci si rivolge a quelle
associazioni che, senza pretese di fare cultura o chissà che
altro, si adoperano affinché
sia il residente che il «turista»
possano trascorrere qualche
ora in allegria.
Personalmente non sono
d’accordo con il discorso delle singole competenze, che
inevitabilmente criptano in
molti casi le iniziative; ad
esempio, se si organizza una
serata danzante, si deve per
forza essere dei ballerini? Al
di là di questo banale esempio, non sarebbe meglio pensare un attimo prima di criticare associazioni che da anni.
invece
iperta ai
buiva
le se ta
vitarli
Ìireoccupi
resaglie
E se m
senza distinzioni politiche né
di credo, si prodigano e si impegnano per lo sviluppo economico e, pcicue no. aiicVic jarinaiaii
ricreativo del paese? per farlo
Ritengo altresì importante ivrebber
che, quando si verificano del- lon giust
le carenze di servizi o di or- Ihe veder
ganizzazione, ci sia qualcuno pione; e
che supplisce; forse non avrà fesse accr
tutta la competenza nccessa- «con n
ria o non avrà ì\ fìsique du rô- f|o») imp
le, ma almeno la buona vo- liiche sar
lontà la mette tutta! I#o«moti\
Mi scuso per questo sfogo, Quel c)
ma faccio parte da anni di nu- avere, nej
merose associazioni presenti guerra, be
sul territorio e ne ho già viste ta«pastor
di tutti i colori; se non si fa collaborât
nulla si viene criticati, se si fa lato denoi
qualcosa il risultato non cam- di cui era
bia, per cui resto de 11’idea fore e, pe
che sia meglio qualcosa fatto partigiano
con scarsa competenza che il avvertito t
nulla assoluto. Concludo non di critica i
con un proverbio ma con un ostilità ve
detto che ormai è diventato di mento. Cc
uso comune; «Stiamo lavo- del pasto
rando anche per voi...». Weemode
Framo a
(Associazione eoinmercianu.jj ,
di Torre
essend
Asilo dei Vecchi
Via C. A. Tron, 13
10065 S. Germano Chisone (TO)
Domenica 7 settembre, alle ore 14,30, apertura
del bazar dell’Asilo dei Vecchi di San Germano
Chisone. Verranno esposti i lavori eseguiti dagli
ospiti e dairUnione femminile di San Germano e
i lavori provenienti dal Bangladesh; non potraO'
no mancare il banco dolci, la pesca, la lottetia
con ricchi premi e il buffet.
In concomitanza con la giornata del bazar verrà
aperta, nei locali dell’Asilo dei Vecchi, una
stra di lavori eseguiti dai ragazzi di alcune scuoia
elementari e medie a conclusione della merstra
oggetti e scenette create con la carta; «Ritagli"'
La mostra rimarrà aperta fino al 20 settembre da
le ore 14,30 alle ore 17.
11 direttore
«tutto di
può dire),
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'/FNERDÌ 22 AGOSTO 1997
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DIBATTITO
Resistenza
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ETTORE SERAFINO
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cino.
-.ponverso
Un lettore del libro, di recente uscito, di Roberto
I [dalan sul periodo della ResiIstenzae successivo, mi ha seignalato alcune pagine (59-62)
idove si parla della nostra
’(Jiesa valdese in quel torijientato periodo. Ho scorso
Ijllora quelle pagine e non
(posso nascondere il senso di
accorato stupore che me ne è
derivato. Non ho elementi per
giudicare con serietà storica
come si comportarono i pastonvaldesi in vai Pellice, fino a
che punto sia giusto affibbiare
loro la patente di conservatori
antipartigiani; se sia vero che
l’autore del libro «rappresentava la Resistenza» e i pastori
«ce l’avevano con la Resistenza, perché fautori deH'autoritarismo, che è caratteristico
anche del fascismo».
Non ho conosciuto allora
nella : (essendo io in vai Chisone) il
pastore di Rorà (di cui si sottace il nome, ed è bene invece
essere chiari e dire che era il
pastore Geymet) e non posso
sapere se lo stesso facesse
«apertamente» professione di
he le fede «fascista», tanto che do
;rove
veva essere fucilato dai partigiani; stento a crederlo, ed essendomi informato, ho appreso invece che la sua casa era
Iperta ai partigiani a cui diibuiva medicine e aiuti, ansile se talora interveniva per
ivitarli alla moderazione,
ireoccupato per eventuali rapresaglie sulla popolazione.
E se mai fosse vero che «i
sfogo,
he né
si im) eco
aiictic Jarioaiainl ai Fetraiia stavano
per farlo fuori» ritengo che
(tante Avrebbero compiuto un atto
|on giusto che nulla aveva a
[he vedere con la lotta di libe(ione; e dire poi che se ciò
«se accaduto, lo sarebbe sta«con motivo» (e cioè «giuto») imporrebbe di spiegare
che sarebbe consistito que0 «motivo»!
Quel che posso dire è di
di nu- avere, negli anni seguiti alla
esenti guerra, ben cono,scinto l'alloi viste ra «pastore di Rorà». di aver
1 si fa eollaborato con lui nel Comie si fa lato denominato «Pro Valli»
1 cam- di cui era presidente e animaI idea iore e, pur essendo io stato
a latto partigiano, di non avere mai
che il avvertito alcun atteggiamento
lo non 01 critica e men che meno di
:on un ostilità verso il nostro movitatodi mento. Co,sì come posso dire
lavo- el pastore Roberto Nisbet
Weemoderatore di allora) col
^ intesi perfettamente
erciantiL ®nni nei quali io fui
Pellice)Ì3Ìco della Commiste distrettuale (I distretto),
11 essendo presidente: uomo
'111''*!? pezzo» (così si
^dire), rigoroso (Pautoritaè tutt’altra cosa) ma
j ®’’^3niente dedicato alla
do valdesi*'*’
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icini a noi partigiani.
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'Sempre qualificati)
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Purte mia non ricor
espitati. Altro che
SI ri
I
^ttme Ha costituito
Oreste ì^j'^ittidi
Peyronel,
me I pastori
Guido Ma
thieu. Gustavo Bertin, Gustavo Bouchard e altri? E così
come non ricordare con affetto i nostri pastori, cappellani
alpini, Ermanno Rostan e Alfredo Rostaing, che ci furono
accanto nella «brutta» guerra
che si fu costretti a combattere
sino all’8 settembre 1943?
Non capisco perché l’autore
insista tanto sull’ambiente
«clericale» valdese, che (sic)
«non lo voleva» e sul «clero
valdese»; ma cosa significa
«non lo voleva»? Forse che
non erano del tutto condivise
le ideologie o le iniziative
dell’allora giovanissimo partigiano? E con ciò? Non rientra
nel diritto di ognuno di esprimere talora un ragionato dissenso, dei dubbi? O lo si nega,
questo diritto, perché la verità
e la giustizia la possiedo solo
io? Quel che mi pare doveroso
ricordare, a proposito del giudizio negativo espresso sulla
Chiesa valdese, è che per noi,
né in passato, né allora, né
poi, né oggi la chiesa è identificabile solo nel corpo pastorale: è, per noi valdesi e riformati, qualcosa di più, è l’insieme della comunità dei credenti .Questa chiesa è stata
nelle nostre valli, nel non dimenticato solco delle lotte secolari condotte per la libertà
di fede, tutta con i suoi figli
partigiani. Sono esistite forse
due chiese, una dei pastori e
una della gente?
Ricordo struggente
Mi si consenta di chiudere
con uno, ancora struggente, ricordo persoiiale: quando il 5
novembre 1944 mi pervenne
all’Inverso Pinasca la notizia
che il giorno prima mio fratello era caduto, con cinque altri
partigiani, combattendo contro i nazifascisti a San Martino di Cantalupa, non rimasi
solo con il mio dolore, la mia
angoscia; mi raggiunse poco
dopo, accompagnato dal l’amico avv. Cesare Gay, il pastore
di Pinerolo, Luigi Marauda.
Vennero in bicicletta (mi chiedo ancora come fecero a saper
dov'ero) passando oltre i posti
di blocco nemici. E nel pastore, che con me pregò, che mi
lesse qualche passo della
Scrittura (sola vera arma era
la Bibbia che estrasse dalla tasca e non quella di ferro che
pendeva al mio fianco) incontrai la presenza della mia chiesa e. attraverso essa, del mio
Signore. Non mi chiesi certo
se la chiesa «mi volesse o
no», ero io parte non scindibile della chiesa, della comunità, della quale il pastore era
venuto a portarmi il fraterno
abbraccio.
AlEamico Roberto Malan
(spero mi consideri sempre
tale) voglio, concludendo, dire che non mi muove intento
polemico, considerando che
il suo libro è comunque il
frutto di un impegno non lieve di ricostruzione di un passato e la manifestazione di
una sincerità non finta, collegata a quanto egli .seppe fare
e rappresentare in allora. Ho
solo voluto esprimere dei
miei pensieri, delle mie riflessioni, sostenute da non
ancora spenti ricordi, e difendere la memoria di chi può
essere ingiustamente accusato, o anche solo sospettato, e
che non può più farlo personalmente, perché da tempo ci
ha lasciati: mi lascia perplesso che si volga l’indice accusatore contro chi non può più
esprimersi, far sentire la propria voce, e presentarsi qual è
e non quale viene, magari
non fedelmente, descritto.
Delle Valli \àd )esi
PAG. Ili
Le proposte del ministro della Pubblica Istruzione, Berlinguer, sulla parità scolastica
r LLI* • i I / • T
Fra pubblico e privato quale formazione?
All inizio dell’estate il governo Prodi (non tutti i ministri risultano aver concordato su questo testo) ha reso note edeune
linee su cui intende muoversi in materia di integrazione puhhlico-privato nel settore della formazione scolastica. In prima
pagina affrontiamo l’argomento visto da alcune esperienze pinerolesi; qui di seguito presentiamo il testo che dovrà essere
esaminato dal Parlamento dal titolo «Disposizioni per il diritto cdlo studio e per l espansione, la diversificazione e per l’integrazione dell offerta formativa nel sistema pubblico
dell’istruzione e della formazione».
ART. 1
(offerta di istruzione
e formazione)
1. La Repubblica individua
come obiettivi prioritari la
generalizzazione della domanda di istruzione dalla prima infanzia lungo tutto l’arco
della vita e la corrispondente
espansione dell’offerta formativa e, in relazione a tali
obiettivi, riconosce il valore e
il carattere di servizio pubblico delle iniziative di istruzione e formazione, promosse da
enti e privati, che corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione e della for
mazione e sono coerenti con
la domanda formativa.
2. Entrano a far parte del sistema pubblico dell’istruzione e della formazione e si definiscono scuole pubbliche
paritarie, con conseguente
idoneità a rilasciare titoli di
studio aventi valore legale e
attestati di qualifica professionale, le istituzioni scolastiche e formative non statali,
comprese quelle degli enti locali, che ne facciano richiesta
e la cui offerta formativa è
caratterizzata dai livelli di '
qualità ed efficacia di cui 1
all’articolo 2.
stiche e formative con risorse
proprie, con le risorse iscritte
nel bilancio dello Stato e con
risorse comunitarie.
3. Gli oneri connessi con
l’attuaz’ione della complessiva offerta formativa sono sostenute dalle istituzioni scola
ART.2
(requisiti dell'offerta
formativa)
1. L’offerta formativa di
cui all’articolo 1, coerente
con i valori della Costituzione, è caratterizzata, nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, da livelli
di qualità ed efficacia adeguati al conseguimento del
successo formativo.
2. Nelle istituzioni di cui
all’articolo 1, comma 2, l’offerta formativa si attua garantendo, con un processo di
gradualità da verificare anche con strumento convenzionali e secondo standard
stabiliti per le corrispondenti
istituzioni pubbliche statali e
regionali, spazi, sedi, strutture e attrezzature adeguati; fini e orientamenti didattici
conformi a quelle delle corrispondenti istituzioni pubbliche statali; l’accoglienza di
chiunque intende iscriversi
accettando il progetto educativo ivi compresi gli alunni e
gli studenti con handicap;
idonea qualificazione professionale dei dirigenti, dei docenti e dei formatori, nel rispetto della identità culturale
dell’istituzione; organizzazio
ne improntata ai principi della democrazia e della partecipazione; disponibilità a possibili collaborazioni a progetti
per l’integrazione dell’offerta
formativa sul territorio; trasparenza e pubblicità di gestione e di bilancio garantiti
anche mediante controlli amministrativi.
3. Le istituzioni di cui
all’articolo 1, comma 2, sono
soggette alla valutazioni dei
processi e degli esiti da parte
del servizio nazionale per la
qualità dell’istruzione, e delie
apposite strutture per la certificazione e l’accreditamento
degli enti di formazione professionale, secondo gli standard stabiliti dagli ordinamenti vigenti per le scuole statali
e sono tenute al rispetto dei
contratti collettivi di lavoro
diritto privato del settore. Tali
istituzioni nella misure non
superiore a un quarto delle
prestazioni complessive possono avvalersi di prestazioni
volontarie di personale docente fornito di titoli scientifici o
professionali adeguati ai compiti affidati, ovvero ricorrere
anche a contratti di prestazione d’opera di personale fornito dei necessari requisiti.
4. Lo Stato e le Regioni,
nell’ambito delle rispettive
competenze, definiscono con
appositi regolamenti le modalità per l’accertamento dell’
originario possesso e della
permanenza dei requisiti di
cui al comma 2, ai fini dell’inserimento e del mantenimento nel sistema pubblico
dell’istruzione e della formazione. I regolamenti prevedono tempi di attuazione rapportati alia definizione e alla
attuazione degli interventi di
cui all’articolo 3.
Iniziate le attività scoutistiche delle chiese valdesi nelle Valli
Una divertente settimana in tenda
Vi piacerebbe una settimana in tenda con un gruppo di
ragazzi e ragazze della vostra
età? È quello che abbiamo
fatto e, per chi ancora non lo
sapesse, da qualche tempo
hanno avuto inizio le attività
scoutistiche con alcuni gruppi
formatisi in alcune chiese
delle Valli. Forse non siamo
organizzati come gli altri
scout, non abbiamo divise, né
gradi, né fazzoletto al collo,
ma per ora ce la stiamo cavando piuttosto bene.
La mattina del 13 luglio i
nostri genitori ci hanno accompagnato sopra Pramollo,
al Pian del Coulet. Una volta
piazzate le tende e pranzato
(ognuno con il proprio piatto
sulle ginocchia, visto che non
c’erano né tavoli né sedie),
abbiamo cominciato a organizzarci e ci siamo divisi i vari compiti. Nel pomeriggio
abbiamo costruito le panche e
i tavoli da soli (ci sta crescendo il naso, ma pazienza); la
sera, dopo cena, gli animatori
ci hanno mostrato una vecchia pergamena che indicava
dov’era na.scosto l’antico diario della famiglia Long (che è
anche il cognome di alcuni di
noi). Dopo averlo cercato per
un buon quarto d’ora lo abbiamo trovato, ben in vista,
sotto un mucchio di pietre.
Qualche sospetto sulla sua
autenticità c’è stato, dato che
abbiamo visto alcune correzioni fatte col bianchetto, i
fogli a quadretti, i punti di
pinzatrice e i fori di bucatrice... Comunque abbiamo deciso di leggere un capitolo
ogni sera (che strano! pareva
fatto apposta per una settimana); infatti i giochi di ogni
giorno erano quasi sempre legati al capitolo letto la sera
prima; la vita di questa famiglia, qualche leggenda...
Abbiamo imparato a lavorare il talco grazie all’aiuto
del pastore Sergio Ribet che
ha saputo intrattenerci un’intera mattinata insegnandoci a
intagliarlo. Gli animatori, che
non volevano es.sere da meno
dei pastore, ci hanno invece
fatto costruire una «taccula»
di legno, oggetto che serve a
legare i fasci di fieno, anche
se molti di noi l’hanno usata
come barchetta!
Un altro giorno siamo andati a vedere come si fa il formaggio, al pomeriggio abbia
rochet
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mo provato a farlo anche noi
e, miracolo, era proprio buono. Oltre al formaggio abbiamo anche visto infornare il
pane dal nonno di uno di noi;
non abbiamo partecipato al
momento dell’impastatura
perché alle quattro del mattino avevamo altro da fare.
L’ultimo giorno, dopo una
rinfrescante battaglia con
l’acqua del «bacias», abbiamo espresso pareri positivi e
negativi sul campo che stava
finendo e abbiamo fatto proposte per i prossimi campi.
Divertenti sono stati i giochi
notturni, i bagni alla cascata,
cucinare la pasta alla Carbonara da soli, dormire una notte al Laousun e il gioco fatto
per arrivare sin lassù: divisi
in due gruppi, contrabbandieri e guardie, avevamo una
cartina col percorso da seguire, i primi partendo un’ora
prima e con la consegna di
non farsi prendere. Ci siamo
divertiti un sacco e la nostra
speranza è di fare altri campeggi come questo, possibilmente più lunghi.
Federica, Micol, Silvia,
Jenny. Peppe (Pinerolo)
ART. 3
(diritto allo studio )
1. Lo Stato predispone e attua, tenendo conto degli stanziamenti previsti negli attuali
capitoli di bilancio per la
scuola non statale, interventi
in favore dei genitori dei
bambini e dei giovani in età
scolare, a partire dal terzo anno di età, ivi compresi i genitori degli alunni che abbiano
completato la scuola dell’obbligo e intendano proseguire
negli studi o nella formazione
negli istituti statali o paritari.
2. Gli interventi di cui al
comma I sono determinati
con la legge finanziaria e sono volti ad alleggerire, anche
mediante sgravi fiscali, gli
oneri sostenuti dai genitori
per il costo dei libri di testo,
dei sussidi didattici di uso
personale e delle rette e a sostenere gli alunni in condizioni economiche disagiate.
3. Le somme destinate agli
alunni delle scuole pubbliche
paritarie sono accreditate
presso le scuole stesse, che
attestano la frequenza degli
alunni.
4. Lo Stato assicura gli interventi di sostegno previsti
dalla legge 5 febbraio 1992,
n. 104, nelle istituzioni scolastiche paritarie che accolgono
alunni con handicap.
ART. 4
(interventi)
1. La scolarizzazione e la
formazione sono incentivate,
nei limiti degli ordinari stanziamenti regionali per il diritto allo studio, anche mediante
la corresponsione, agli alunni
capaci e meritevoli o che versano in disagiate condizioni
economiche, che abbiano
completato la scuola dell’obbligo, di borse di studio, contributi o altre provvidenze per
la prosecuzione degli studi o
della formazione anche negli
istituti di cui all’articolo 1,
comma 2.
2. I criteri di erogazione
delle borse di studio, contributi o altre previdenze sono
stabiliti dalle Regioni anche
in riferimento alla programmazione dell’offerta formativa territoriale.
3. Le Regioni possono istituire borse di studio anche
per l’istruzione e la formazione degli adulti.
4. E data priorità alle iniziative volte all’acquisizione
da parte degli adulti delle
competenze di base e alle iniziative a forte contenuto specialistico nei settori trainanti
dell’economia nazionale e nei
settori di nuova espansione,
nei quali si preveda una crescita dell’occupazione e un
forte fabbisogno di quadri
tecnici, anche attraverso
l'istituzione di scuole tecniche superiori.
5. Al fine di sostenere la
crescita di una cultura europea
del lavoro, sono favorite le
esperienze di formazione professionale in istituti di formazione professionale o in imprese della Comunità europea
di accertata idoneità. Tali
esperienze possono essere realizzate anche mediante scambio temporaneo di maestranze,
di quadri e di dirigenti.
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8
PAG. IV
IMS
E Eco Delle "^lli ¥vldesi
VENERDÌ 22 AGOSTO 1997
Il cantautore in concerto a Torre Pel lice
Pierangelo Berteli
Sabato 23 agosto, alle
21,15, tornerà a Torre Pellice
Pierangelo Bertoli già ospite
due anni fa nel tempio vaìdese; dopo il «principe» De
Gregori a Salza a fine luglio,
un mese dopo arriva un altro
nome illustre della canzone
italiana che da un paio d’anni
non pubblica nuovi dischi ma
che è sempre piacevole riascoltare. Si tratta di una delle
poche date del tour estivo del
cantautore di «Eppure soffia»
ma anche di «Spunta la luna
dal monte», delle canzoni
piene di rabbia ma anche di
testi di grande dolcezza; la
sera dopo Bertoli e la sua
band saranno in Sardegna. A
proporre il concerto è ancora
una volta Radio Beckwith,
questa volta con l’associazione «Luna che ride»; il luogo
dello spettacolo sarà il palazzo del ghiaccio coperto, capace di garantire lo svolgimento
della serata con qualunque
clima. Si consiglia comunque
di arrivare nel luogo del concerto un’ora prima; sarà possibile parcheggiare, oltre che
nella vicina piazza Cavour,
anche nelle adiacenze del palazzo del ghiaccio.
Il costo del biglietto è di lire 22.000. Prevendite presso
Foto ottiea Ganglio di Perosa
Argentina, Bonetto dischi e
Rogirò di Pinerolo, Sibille Hifi di Torre Pelliee, Top Sound
Saluzzo, Birreria Ca’ Piana
Villar Pellice, Britannia pub
Torre Pellice, Teleimpianti
San Secondo, Gelateria Oasi
Villar Perosa, Punto musica
Bagnolo Piemonte, Edicolandia a Lusema San Giovanni.
Pubblicati due libri di storie locali
La vai Germanasca
Chi ama le letture semplici
e un po’ nostalgiche di ambiente valligiano può trovare
nelle edicole due recenti pubblicazioni dell’editore Alzani,
che soddisferanno certamente
i suoi gusti.
Facendo seguito al volume
di ricordi scolastici / racconti
(li Crosetto. ambientato nel
piccolo paese della vai Germanasca, Lina Dolce rievoca
gli anni di insegnamento trascorsi in vai Chisone. alle
prese con tutte le difficoltà
dei lunghi inverni nevosi. Infatti è «Il silenzio della neve»
il protagonista delle storie
minime che l'autrice riporta
sul foglio quasi più per se
stessa che per gli eventuali
partecipi lettori.
I ricordi d'infanzia di cinque sorelle, Elena, Piera. Rosita, Ines e Luigina Breusa,
costituiscono il tema del libro
La bella lavanderina, ambientato nel vallone di Rodo
RADIO BECKWITH
EVANGELICA
FM 96.5CXD e 91.900
tei. 0121-954194
retto, paese di minatori e di
agricoltori. In miniera andavano gli uomini ma il lavoro
dei campi e la cura del bestiame coinvolgevano le donne e
i bambini, appena erano in
grado di tenere un bastone in
mano e di mettersi una piccola gerla sulle spalle. Nelle pagine dei ricordi c’è tutto questo, ma anche il divertimento,
i parenti affettuosi o severi, i
duri giorni dei rastrellamenti
e delle fughe deU'ultima
guerra.
A distanza di pochi decenni
il mondo rievocato nei due
racconti risulta profondamente cambiato; per questo si
scorge tra le righe una vena
di malinconia: sono scomparse persone care, un padre, un
marito, le .scuole sono chiuse
e le famiglie scese a valle.
Ma i ricordi di alcuni sono in
fondo i ricordi di tanti altri,
nati e vissuti nei villaggi
sperduti delle valli.
Lina Dolce: Il silenzio della
neve, Pinerolo, Alzani, 1997,
112 pag. £ 20.000.
Elena, Piera. Rosita. Ines e
Luigina Breusa: La bella lavanderina. Pinerolo. Alzani.
1997. 189 pag. £28.000.
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(gioielli)
via trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
Comunità alloggio - Uliveto
Fusione fra istituti?
Fra tanti «colossi» rappresentati dalle case di riposo
per anziani e dagli ospedali,
la diaconia della chiesa valdese alle Valli si concretizza
anche e non da oggi in due
istituti decisamente più piccoli, come numero di ospiti e di
personale impiegato; la Comunità alloggio via Angrogna
di Torre Pellice e l’istituto
Uliveto di Luserna San Giovanni per gravi portatori di
handieap. Se ne discuterà
nell’imminente Sinodo, ma in
qualche modo già lo si sta
sperimentando: le due Case
potrebbe unirsi sotto il profilo
operativo ed amministrativo.
«Come Uliveto stiamo portando avanti da un po ’ di tempo una riflessione sul possibile mutamento della casa - dice la direttrice, Claudia Jalla
-; con il Comitato si stava discutendo della possibilitc) di
aprirsi al territorio, offrendo
risposte non solo a quanti già
sono ospiti da noi. Si parlava
di palestra per fisioterapia, di
piscina. Contemporaneamente la Comunità alloggio si è
trovata senza direttore per cui
mi è stato chiesto, insieme al
responsabile amministrativo,
di occuparci anche di questa
struttura. Si è fatta allora
strada l’ipotesi di rispondere
alle esigenze del territorio anche per quanto riguarda il
problema minori».
Le due opere hanno personale simile (si tratta in ogni
caso di educatori), lavorano
su progetti similari e perciò i
due comitati hanno preso a riflettere sulla fusione; una ipotesi in tal senso verrà presentata al Sinodo. Le risorse,
specialmente quelle umane,
potranno essere messe in comune. Ma intanto, come vivono la situazione finanziaria
le due case? Quale è il rapporto con gli enti pubblici?
«Nell’ultimo quinquennio spiega il responsabile amministrativo, Guido Genre - si è
assi.Ktito, rispetto ad entrambe le opere, a un calo di impegno degli enti pubblici rispetto ai servizi erogati. Si
potrebbe dire che questo atteggiamento è in linea con
l’attacco allo stato sociale
che si è andato evidenziando.
L’unificazione in questo senso consentirebbe di contenere
al massimo i costi di gestione
utilizzando al massimo le
professionalità esistenti; nello stesso tempo si avrebbe un
maggior peso contrattuale
nei confronti degli enti pubblici».
Oltre la metà degli ospiti
dell’Uliveto provengono dal
territorio dell’Ausl 10; due o
tre ragazzi della Comunità alloggio provengono dalla vai
Pellice: «Se ci sono i bisogni
vi facciamo fronte - puntualizza Claudia Jalla -; in caso
contrario restiamo una risorsa del territorio vai Pellice e
siamo a disposizione di chi
viene da fuori».
E fuori, in zona, ci sono
giovani con mille problemi,
con speranze, con la ricerca di
spazi per loro; come le due
Case potrebbero concretamente rispondere a richieste esterne? «Per quanto riguarda
rhandicap la riflessione va
avanti da tempo: ipotizziamo
laboratori che hanno anche
funzione riabilitativa. Stiamo
poi pensando - aggiunge la
Jalla - all’accoglienza temporanea per il pronto intervento.
Per i minori le idee sono da
definire: c’è bisogno di un’attenzione particolare verso chi
ha più di 18 anni e dunque
deve abbandonare la comunità alloggio. Ha poco senso
porre un limite temporale alla
presenza in comunità: a 18
anni difficilmente si ha trovato un lavoro».
Al di là della scelta del Sinodo, per realizzare determinati progetti occorre disporre
di strutture adeguate come
sono quelle di Torre Pellice e
San Giovanni. «Non è facile
dare gambe economiche alle
idee che ci vengono - conclude Guido Genre -; un eventuale nuovo comitato unico
potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di individuare
un 'area dove costruire una
comunità alloggio e.x novo
per superare vari problemi
logistici che abbiamo in via
Angrogna».
Convocazione
L’Assemblea ordinaria della Società di studi valdesi, a
norma di statuto
è convocata sabato 23 agosto 1997
alle ore 9 in prima convocazione e alle ore 16,30 in seconda
convocazione, presso l’Aula sinodale in Torre Pellice.
Ordine del giorno
- elezione del presidente e del segretario dell'Assemblea
- relazione del Seggio sull’attività 1996-97
- relazione finanziaria del Seggio per l’anno 1996
- relazione dei revisori dei conti per l’anno 1996
- illustrazione dell’attività del Centro culturale nel 1996-97
- discussione
- approvazione dell’operato del Seggio 1996-97
- approvazione del bilancio della Società 1996
- elezione del Seggio 1997-98
- elezione dei revisori dei conti per l'anno 1998
L'ordine del giorno può logicamente essere modificato e
integrato dall’Assemblea, fermo restando l'obbligo dell’approvazione (o meno) dell'operato del Seggio e del bilancio7
nonché l'elezione del nuovo Seggio e dei revisori dei conti.
Il Seggio, 5 luglio 1997
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - 0121/201712
ABBADIA ALPINA • PINEROLO
14- 29 agosto — TORRE
PELLICE; Presso il Liceo
europeo tradizionale esposizione delle «Tavole imbandite» dal titolo «L’espressione
della natura: fiori e frutta in
tavola».
15- 31 agosto — PINEROLO; In piazza III Alpini è
aperto il parco divertimenti.
22 agosto, venerdì —
BOBBIO PELLICE: Alle
21,30 nel prato adiacente la
chiesa valdese o nella sala polivalente in caso di pioggia
sarà proiettato «La tregua»;
ingresso lire 5.000, ridotti lire
3.000.
23 agosto, sabato — TORRE PELLICE: Per via Repubblica esposizione quadri e
aperitivo vegetariano.
23-25 agosto — PEROSA
ARGENTINA: Festeggiamenti patronali.
23-27 agosto — CAVOUR: Festa patronale San
Giacomo 1997 su due padiglioni Summer Dancing e Val
Sangone. Apertura sabato 23
alle 14 con gara di bocce alla
baraonda, alle 20 grande gara
a scala 40, alle 21 serata danzante e penne all’arrabbiata
gratis; domenica 24 alle 14
gara a bocce alla baraonda, alle 21 inizio danze con «I caravan», ingresso gratuito. Lunedì 25 sempre alle 14 bocce
alla baraonda e alle 21 serata
danzante con «Folklore del
Monviso». Martedì 26 alle 14
gara a bocce per bambini, alle
20 cena campagnola, alle 21
danze con il trio folk «I Sonor». Mercoledì 27 alle 21 serata danzante con «Ciao
pais», alle 22,30 sfilata di moda e alle 23,45 elezione di
Miss Agosto.
24 agosto, domenica —
TORRE PELLICE; Alle 21
al palazzetto del ghiaccio
«Giornata di attenzione all'Aids e sieropositività»; in
concerto Limite, Disco Inferno, Sogno, May be all. Ingresso lire 5.000.
24 agosto, domenica —
ANGROGNA: Festa al colle
della Vaccera.
FA VIVERE LA TUA CASA
24 agosto, domenica —
FENESTRELLE: Mercatino
delle pulci per le vie del paese.
24 agosto, domenica —
TORRE PELLICE: Alle
20,45 nell’Aula sinodale, serata culturale della Società di
studi con la presentazione del
volume «Dizionario occitano
della vai Germanasca». nuova
edizione del dizionario di Teofilo Pons, riveduta e ampliata
da Arturo Genre.
25 agosto, lunedì — VILLAR PEROSA: Presso la Società operaia, alle 21,30, l'Assemblea teatromusica presenta
«Si va leggeri in certi viaggi»,
musica, immagine e parole di
Gabriele Romagnoli. Ingresso
gratuito.
25 agosto, lunedì — FENESTRELLE: Festa patronale con serata danzante.
25-28 agosto — LUSERNA SAN GIOVANNI: L’istituto per anziani Pro Senectute
festeggia i suoi 25 anni con
una serie di manifestazioni
aperte a tutti.
28 agosto, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle 21,30 nell’area del mercato coperto (in caso di pioggia nella palestra comunale)
film di fantascienza «Mars attacks». Ingresso lire 5.000, ridotti lire 3.000.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo
tei. 0121-323422: fax 323831
redazione Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa: La Ghisleriana Mondovi
Una copia L. 2.000
CORALI VALDESI —
I coralisti che desiderano
cantare al culto di apertura
del Sinodo possono incontrarsi presso la Casa unionista a Torre Pellice domenica 24 agosto alle 14,30
per provare insieme «Le
Sauveur est ressusité» e
l’inno 103.
CAMPO 11-13 ANNI
— «Rocco, Antonia e Orzowei» è il titolo del campo che si svolgerà ad Agape dal 24 al 31 agosto.
BOBBIO PELLICE —
Domenica 31 agosto, alle
15, riunione quartierale alla borgata Campi.
POMARETTO — Venerdì 29 agosto, alle 16,
avrà luogo il culto presso
il Centro anziani.
PRAMOLLO — Fino
al 26 agosto sono in visita
una trentina di ragazzi e
ragazze da 'Wittenberg, la
città di Lutero, accompagnati dal loro pastore.
PRAROSTINO — Domenica 24 agosto alle 9
culto al Roc, alle 10,30
culto a Roccapiatta.
RODORETTO — culto
estivo alle 9 del 24 agosto.
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 21, ore 20.10,
Mars attacks!; ore 22.10. Il
bagno turco; venerdì 22. ore
21.30 Romeo e Giulietta, sabato 23, ore 21,30, Hamlet,
domenica Z4, ore zu,io, space Jam, ore 22,10 Spiriti nelle tenebre; lunedì 25, ore
21.30 II ciclone; martedì 26,
ore 21 II paziente inglese;
mercoledì 27. ore 21.30, Il
professore matto.
BARGE — 11 cinema Comunale ha in programma, venerdì 2 2 Koiya. sabato 23
L’amore a due facce: domenica 24 Hamlet; lunedì 25
Ransom; martedì 26 Lilli il
vagabondo (ore 20 e 21.30),
mercoledì 27 The rock; giovedì 28 Potere assoluto.
Spettacolo unico ore 21.15.
I
29 agosto, venerdì —
TORRE PELLICE: alle
21,15 in piazza Muston il Teatro delle trasmigrazioni presenta «S’ode un galoppo a
dritta». Ingresso gratuito.
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CHISONE * GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 81151
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 AGOSTO
Villar Perosa: Farmacia De
Paoli - via Nazionale 29, tei.
51017.
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei, 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
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VAL PELLICE
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Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva,
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 AGOSTO
Bibiana: Farmacia Garello
Via Pinerolo 21, tei. 55733.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei
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PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, testi''®'
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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VENERDÌ 22 AGOSTO 1997
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‘febattiste, metodiste e valdesi, ha ricevuto un'istruzione
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Valutazione del giornale
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5.
Una netta maggioranza ritiene che il
«ornale rende correttamente conto dei
religiosi (89,3%) e delTattualità
172,1%), anche se in questo ultimo caso la
(aliitazione positiva è un po’ meno ampia.
, Per quanto riguarda i contenuti del glorie, arrivano nettamente in testa la rubrica
Ijibbia e attualità» (81,3%) e «All’ascolto
jella Parola» (79,4%); va rilevato che la
pagina biblica» è particolarmente apprezijta nella fascia di età tra i 30 e i 60 anni,
Aggiungendo l’87% di consensi. Seguono,
tonoltre il 70%, «Vita delle chiese»
j/7,2%), «Pagina dei lettori» (75,5%),
mura» (73,7%) e «Articolo di apertura»
|/2,3%)- Anche le altre pagine ricevono un
jppiezzamento comunque superiore al
P. Fra queste però va rilevato che sia
'editoriale sia la pagina dei commenti, cioè
juelleche esprimono la «linea politica» del
(iomale, sono meno seguite, così come l’eamenismo, la spiritualità e «Villaggio gioiate». Questo tenderebbe a dimostrare che
(lettore medio, così come il membro di
;hiesa medio, è ancora un tantino «introno» rispetto a ciò che succede nelle altre
fce e nel mondo. Oppure siamo noi a
pn saperlo accattivare.
Jdati riguardanti L’eco delle valli si rifekcono all’insieme delle risposte. "Fuori
I Piemonte pochi lo leggono, comunque
(prima pagina (63,6%) e i dibattiti
1,3%) sono molto apprezzati,
lusinghiere puree le risposte sulla legpilità (67,5%) e sull’informazione data
Iper cento).
hfine, per quanto riguarda la cosiddetta
nea politica» del giornale, il 64,6%
ritiene che vada bene così, rispetto al
14,7% che la ritiene troppo a sinistra.
Quest ultimo dato, anche se nettamente
minoritario, è comunque significativo ma
anche questo probabilmente rispecchia la
realtà delle nostre chiese che, grosso
modo, sono prevalentemente su posizioni
politiche di centro-sinistra.
In conclusione, l’identikit del lettore
medio che emerge da questi dati ci sembra
coincidere perfettamente con la figura tipica del protestante; una persona colta e
istruita, del ceto medio, che partecipa attivamente alla vita della chiesa, che nutre la
sua fede nell’ascolto della Parola e nello
studio della Scrittura, che si interessa alla
vita culturale, politica e sociale del suo
tempo e che si impegna in prima persona
sia nella chiesa che nella società. Risulta
una netta predilezione per gli aspetti biblico-teologici e culturali e per la vita delle
chiese. Anche questo probabilmente fotografa la realtà delle nostre chiese dove l’eredità del Pietismo e del Risveglio è ancora
molto forte, specie nelle generazioni più
anziane, e dove la figura del protestante
barthiano, con la Bibbia in una mano e il
giornale nell’altra, è ormai nettamente presente fra le generazioni fra i 30 e i 60 anni.
Inoltre emerge abbastanza chiaramente che
il nostro lettore medio, da buon protestante, ragiona con la propria testa ed è insofferente verso ogni tipo di magistero, ivi compreso quello giornalistico. Ci chiede dunque formazione, approfondimenti, informazione ma non direttive. Infine viene chiaramente confermato che Riforma è prima di
tutto il giornale delle nostre chiese e solo
secondariamente, o implicitamente, la voce
del protestantesimo in Italia.
RISPOSTE
7 - Confessione RELIGIOSA LE PIÙ LETTE
Protestante 511 90,7% Espresso 55 9,8%
Cattolico 29 5,1% Confronti 31 5,5%
Altro (evangelico) Nessuna 6 5 1% 0,9% Panorama Avvenimenti 30 23 5,3% 4,1%
Agnostico 5 0,9% GE 16 2,8%
Libero pensatore 2 0,3% Protestantesimo 15 2,6%
8 - Frequenti la CHIESA 12 - Leggi regoi .ARMENTE LIE íRI
Regolarmente 426 75,6% si 469 83,3%
Saltuariamente 107 19% NO 90 16%
Mai 27 4,8%
9 - Educazione religiosa QUANTI AL MESE?
Da giovane 1 201 35,7%
496 88,0% 2 128 22,7%
Da adulto 58 10,3% 3 54 9,6%
4 24 4,2%
10 - Leggi regolarmente Più di 4 49 8,7%
UNO 0 PIÙ quotidiani
13 - Guardi la televisione
si 417 74%
NO 146 25,9% si 514 91,2%
NO 47 8,3%
I PIU IETTI
La Repubblica 156
La Stampa 104
Corriere della sera 64
Quotidiano locale 57
L'Unità 35
Manifesto 32
Il sole 24 ore 22
27,7%
18,4%
11,3%
10,1%
6,2%
5,7%
3,9%
11
SI
NO
Leggi regolarmente
UNA 0 PIÙ RIVISTE
383
175
8%
31,1%
QUANTE ORE AL GIORNO?
1 ora
2 ore
3 ore
Più di 3 ore
196
203
82
31
34,8%
36%
14,5%
5,5%
14 ~ Il giornale rende
CORRETTAMENTE CONTO
Dei fatti relisiosi
Dell’attualità
Sì % NO %
503 89,3 25 4,4
406 72,1 81 14,4
I TEMI PIÙ CITATI
Chiese non storiche (Pentecostali, ecc.),- più notizie dalle chiese locali; confronto teolosico
con le altre relisioni; rapporto tra fede evangelica e mondo contemporaneo; evangelizzazione;
spiesazioni bibliche,- assenza di critica nei confronti di Roma,- teolosia,- musica e canto nella realtà
^angelica; Identità protestante, radici del protestantesimo,- giovani,- dialogo redazione/lettori; politica europea nell ottica protestante,- troppo spazio dato all’ecumenismo; testimonianze di vita
vissuta neH'Evangelo; storia locale e storia valdese,- ebraismo/lslam,- rapporto Bibbia/attualità e società,- più spazio a Villaggio globale. Vita delle chiese. Cultura; Scienze naturali; Attualità.
67,5%
51,0%
33,0%
15,8%
6,2%
6,0%
“ Complessivamente, gli articoli di «Riforma» ti sembrano
Facili da leggere..................................................... 380
Sene informati .....................................(Poco informati: 6) 287
............................................................... 186
J^'^inali...........................................(Non originali: 7) 89
toppo lunghi..............................................(Alcuni: 20) 35
toppo difficili..........................................(Alcuni: 23) 34
19 - La tua impressione su «Riforma» sul piano politico
Va bene così....
Troppo a sinistra.
Non mi interessa.
Troppo al centro.
A sinistra ........
64,6%
14,7%
11,9%
3,2%
1,0%
0,3%
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1 Nella collana «Studi storici» esce
Debora Spini
Diritti di Dio,
diritti dei popoli
Jurieu e il problema della sovranità (1681-1691)
Prefazione di Giorgio Tourn
pp. 232, 19ill.ni, L. 33.000
tfeTn ® tino dei personaggi centrali nel contesto
Prote i tjgonotto (l’esilio dei
ca dopo la revo
Nantes) che è un
die a P^°Pne laboratorio di idee
dej I P'’'(9nno la strada al secolo
anni '“’etitrice esamina i 10
pjgrrg della produzione di
do dei ponendoli sullo sfon
dei tem'°^**'*' ® teologici
pa nel ricostruire una tappensjg ’^^'^^n/fo di formazione del
Pità Pelitico moderno (sovrapopolare eccetera).
¡stiva'
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Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 -C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.H/~valde8e/cIau(Jian.htm
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LUGLIO-AGOSTO 1997
Graz
Luci ed ombre della II Assemblea ecumenica
Somalia
Forze armate sotto accusa
Politica
L’Europa fa i conti con la questione sociale
Convegni
Le religioni tra integralismo e riconciliazione
Confronti: una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet: Http;//heUa.stm.it/market/sct/home.htm)
Borsa dì studio
Rosina Pavarin
e Arnaldo Gardiol
La Tavola valdese indice un bando di concorso per l’assegnazione di una borsa di studio intestata a Rosina Pavarin e Arnaldo Gardiol, di
L 2.000.000, nell’anno accademico 1997-98.
La borsa sarà destinata prioritariamente a
uno studente o a una studentessa di teologia,
proveniente dalle valli valdesi, che frequenti la
Facoltà valdese di teologia. La domanda per la
borsa deve essere debitamente motivata; indicare le condizioni economiche personali e familiari, l’anno di iscrizione alla Facoltà valdese
di teologia, la chiesa di provenienza, se si fruisce o si è fruito di altre borse di studio, se si è o
non si è in regola con gli esami da sostenere, e
quante altre notizie si ritenga possano essere
utili per l’assegnazione della borsa.
Consegnare a mano o inviare la richiesta
presso gli uffici della Tavola valdese - via Firenze, 38 - 00184 Roma, entro il 30 novembre
1997. Fa fede la data del timbro postale.
10
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 22 AGOSTO y^NEl
Le riforme
c ostituzionali
Stefano Sicardi
La Commissione bicamerale per le riforme costituzionali ha concluso la prima parte del suo lavoro tra critiche
di ogni genere e difese più prudenti e articolate, provenienti non solo dal mondo politico ma anche da commentatori e studiosi preoccupati per il carattere equivoco
di certi attacchi. È impossibile qui sintetizzare il lavoro
svolto dalla Bicamerale. Si tratta per certo di un prodotto
su cui occorre ancora lavorare molto: l’insieme presenta
gravi difetti di senso e di coerenza dell’impianto e, in più,
insufficienze dovute alla fretta e all’improwisazione. Ma
detto ciò e riservandomi, più in là nel tempo, di chiarire
queste disarmonie e carenze in un’apposita scheda; occorre anzitutto far giustizia di critiche che ritengo scorrette sia nel metodo che nel merito.
Si è anzitutto corrivamente ripetuto che il prodotto della Bicamerale è scadente (e da rinnegare) perché frutto di
un compromesso. Che cosa replicare? Anzitutto che ogni
riforma costituzionale propria di una società democratico-pluralista è frutto di un compromesso. L’alternativa è
infatti una riforma imposta da chi è così forte da dettare
agli altri le sue regole del gioco. È questa la coerenza che
si vuole? Il problema è piuttosto di dar vita ad accordi dotati di una coerenza di fondo e in grado di rispondere ai
bisogni che affliggono le istituzioni da riformare. Da questo punto di vista la partita è ancora aperta. Solo l’immediato futuro potrà dirci se andremo in tale direzione.
Un secondo motivo di polemica, prospettato dai critici
più feroci dei compromessi della Bicamerale, è che l’unica
alternativa stia nell’Assemblea costituente. Ma le Assemblee costituenti degli stati democratici contemporanei sono per antonomasia sedi di compromesso: lo è stata la Costituente italiana del 1948 e lo sarebbe una nuova Costituente, che si vorrebbe eletta con sistema proporzionale;
un sistema che, nelle attuale condizioni politiche deU’Italia, frammenterebbe la rappresentanza oltre ogni limite,
rischiando oltretutto più che mai di portarci alla paralisi.
Si è detto, ancora, che la colpa dell’insoddisfacente
prodotto della Bicamerede deriva dalla logica di partito
che l’ha caratterizzata. Senza, nel modo più assoluto,
prender per buono tutto ciò che i partiti fanno, non si
può dimenticare, però, in ogni luogo e in ogni tempo, il
sostrato politico (potrebbe essere diversamente?) di ogni
processo di riforma costituzionale; il diritto costituzionale non può che essere, in particolare per quanto riguarda
la forma di governo, almeno anche il «diritto della politica», condizionato quindi dalle forze che la incarnano (comunque le si chiamino).
Destano quindi forte preoccupazione quelle tendenze
che cercano di accreditare come positivo e realistico un
Capo dello Stato eletto «contro» i partiti o che gridano allo scandalo per una possibile normativa costituzionale
secondo cui le candidature alla presidenza della Repubblica sarebbero da essi troppo condizionate se presentate
da parlamentari europei e nazionali, o da consiglieri regionali e slndacl. Ogni norma può essere, sia chiaro, rimodellata e perfezionata, ma prima occorre chiedersi: da
chi si vorrebbe che fossero presentate le candidature alla
massima carica di garanzia (e, in parte almeno, di governo) del nostro stato? Da gruppi di interesse e di pressione? O vogliamo in campo avventurieri come il birraio miliardario che si oppose a Walesa o magari un nuovo Masaniello? O, più realisticamente, si punta alla costruzione
di nuove forze politiche negando che siano tali, si vogliono proporre nuovi partiti «anti-partito»?
Ancora una volta, senza alcuna indulgenza per le colpe
dei partiti ma pure consapevoli della loro insostituibilità
nelle democrazie contemporanee, va detto che chi nega il
loro ruolo o è troppo ingenuo o è troppo furbo. E in ambedue i casi non merita la nostra fiducia.
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
ViaS. PioV, 15-10125Torino-tel.011/655278-fax011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo-tei. 0121/323422-fax 0121/323831
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Emmanuele Paschetto. Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c, Mondovi - tei. Ot74-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
PabUìcazìone setOmanèle unibiria con L’èco delle valli valdeaì:
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Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30 000. Partecipazioni: millimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è ii nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 30 del 1® agosto 1997 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 30 luglio 1997, _______________
Considerazioni sulla base di una categoria economica
La propensione airecumenismo
Più che in ogni altro continente, è in Europa che si
giocheranno le sorti dei rapporti fra le chiese e le religioni
PAOLO FABBRI
Lf ECUMENISMO presenta
molti aspetti, intricatamente connessi fra loro, alcuni basati sull’umile sottomissione al Signore, altri basati sull’orgoglio o su ancor
meno nobili interessi. Senza
avere la pretesa di fare un
esame approfondito, mutuando da J. M. Keynes una
nota categoria del pensiero
economico, vorremmo esprimere alcune considerazioni
sulla «propensione all’ecumenismo» nelle grandi aree
geografiche del mondo. Nel
Nord America ci sembra piuttosto bassa. Al di là del confronto teologico pare che protestanti e cattolici si muovano nel contesto di una struttura statuale di derivazione
protestante, laica, che consente pochi spazi alla chiesa
romana per influire sull’impianto legislativo e in generale sul «pubblico». Il confronto
avviene a livello di movimenti
di opinione sul alcuni grandi
temi, come il diritto all’aborto, assumendo spesso caratteri di estremizzazione, che
rendono il dialogo più difficile. I tentativi del Vaticano di
costituirsi come autorità morale «super partes», come nel
recente caso O’Dell, non
sembrano sortire effetti significativi. Si verificano piuttosto momenti di incontro fra
la destra fondamentalista
protestante e settori del cattolicesimo su questioni politiche ben precise che non dimostrano comunque una
reale volontà di dialogo.
In Sud America la Chiesa
cattolica gode da sempre di
un predominio assoluto e di
un rapporto privilegiato con
gli stati. 11 confronto con il
mondo protestante è soprattutto con il movimento pentecostale, che ha assunto un
peso così rilevante da non
poter essere trascurato, ma la
propensione all’ecumenismo
appare anche qui piuttosto
bassa. Diverso è l’atteggiamento dei teologi della liberazione ma le autorità cattoliche hanno, come è noto,
messo il bavaglio a questa
corrente teologica. Di fatto la
Chiesa cattolica opera per
mantenere ben saldo nelle
sue mani il controllo del rapporto con gli stati, senza una
seria volontà di dialogo con il
movimento pentecostale. Le
chiese protestanti storiche risentono l’influsso del movimento ecumenico internazionale, ma sono sostanzialmente marginali e non hanno concrete possibilità di influire significativamente sulla
bassa propensione all’ecumenismo.
In Africa, il Nord e altre
aree del Centro sono dominio assoluto dell’Islam. L’unica presenza cristiana veramente significativa è nel Sud
Africa dove il mondo protestante è troppo impegnato
ancora nella difficile impresa
di consolidare l’enorme risultato raggiunto con l’eliminazione dell’apartheid e l’avvio
di un processo di pacifica
convivenza fra le diverse
componenti etniche (bianchi
inclusi), per dedicare energie
rilevanti aH’ecumenismo;
tuttavia la propensione all’ecumenismo è potenzialmente elevata. Il resto dell’Africa è in buona sostanza
terra di missione dove ognuno fa i suoi ospedali, i suoi
ambulatori, le sue scuole; il
vero problema è il dialogo fra
cristiani e Islam, le cui difficoltà sono ben note.
L’Estremo Oriente è un
pianeta a sé. Nonostante la
notevole espansione numerica del cristianesimo in Cina e
in Corea del Sud, questa area
geografica resta ancora caratterizzata dalle grandi religioni orientali, da una cultura
profondamente diversa da
quella occidentale e non viene scalfita dalla religione cristiana. Anche in Giappone la
presenza cristiana, dopo
mezzo secolo di occidentalizzazione, è ancora ben poco
significativa. In generale la
propensione ecumenica, soprattutto intesa come propensione al dialogo, è abbastanza alta.
L’Europa è il terreno su cui
si giocheranno le sorti dell’ecumenismo più che in ogni altro continente. La costruzione dell’Unione monetaria finirà per trascinare anche una costruzione politica
e quindi per porre ai tre
gruppi di chiese presenti
nell’area (protestanti, cattolici, ortodossi) un problema di
rapporti con la Ue. La Chiesa
cattolica sarà costretta a confrontarsi in modo più stringente con la teologia protestante, con la sua cultura,
con la sua concezione laica
dello stato, con l’etica della
responsabilità, con il senso
dello stato che deriva dalla
concezione ecclesiologica comunitaria dei riformati.
Di fronte a questo problema la chiesa di Roma potrà
reagire in due modi: riaffermando con tutti i mezzi la
propria concezione controriformistica del rapporto
chiesa-stato oppure accettando un confronto ap.erto
con il mondo protestante, disposta a mettere in discussione alcuni dei punti cardine
della propria dottrina (prima
di tutto l’uguaglianza uomodonna) per accettare quel
«moderno» che ha rifiutato
con la Controriforma. La
Chiesa ortodossa russa si è
già chiusa, arroccandosi nel
tentativo di difesa delle proprie posizioni. Che cosa farà
la Chiesa cattolica ancora
non è chiaro. Per ora con modi diversi continua a sostenere le posizioni di sempre sulla
scuola, sull’aborto, eccetera;
qualcosa però si sta muovendo. La situazione è ancora incerta, la valutazione sulla
«propensione all’ecumenismo» in Europa per il momento rimane in sospeso.
L'immigrazione, non emergenza ma realtà del 2000
Immigrato, clandestino, delinquente?
GIORGIO GARDIOL
IMMIGRATO, clandestino,
delinquente. È l’equazione che più va di moda in
questo ferragosto: anche il
giornalismo «importante»
contribuisce a divulgarla. Se
si verifica un omicidio non si
esita a titolare a tutta pagina
che gli assassini sono da ricercare in una banda di «ladri albanesi». Poi si viene a
scoprire che non è così e che
la storia è ben altra e riguarda italianissime persone, ma
la notizia corretta va nelle
pagine interne...
Non che gli immigrati non
delinquano. Le nostre carceri
ospitano (fonte ministero
Grazia e Giustizia) poco più
di 10.000 stranieri: il 31% di
questi sono imputati di violazione alla legge sulla droga, il
24% per reati contro il patrimonio (furti e rapine), il 17%
per reati di violenza contro le
persone, il 5% per il reato di
sfruttamento o esercizio della
prostituzione; il 5% per resistenza, oltraggio e i restanti
per reati minori. Si tratta però
di 10.000 delinquenti su un
totale di circa 1 milione e
mezzo di stranieri presenti in
Italia tra regolari (1.072.000
secondo il ministero dell’Interno) e 400.000 clandestini
(secondo il ministero del Lavoro). Si tratta dello 0,7% del
totale degli immigrati presenti nel paese. Una cifra percentuale analoga, se non più
bassa, di quella di altri paesi
europei a forte immigrazione.
Se poi si guardano i rapporti
tra questi immigrati e le forme di delinquenza autoctona
diffuse nel paese, si constata
che gli immigrati delinquenti
sono i manovali, i pesci piccoli, della grande criminalità
organizzata, della mafia, della
sacra corona unita, della camorra, che rimangono nel
paese le forme di delinquenza più pericolosa.
Non siamo dunque all’emergenza come si vuol far
credere da molte parti. Dobbiamo far fronte a una situazione grave, ma che va combattuta con gli strumenti legali ordinari della lotta alla
criminalità organizzata. Con
questi numeri e con questa
tipologia di reati non può esistere un diritto penale speciale per gli immigrati.
Sull’enfasi dell’emergenza
si sta giocando un’altra partita che è politica e culturale.
Politicamente c’è chi sfrutta
la situazione per rilanciare
l’idea dei «campi di lavoro»
per immigrati e la secessione
del Nord. Il filosofo lacques
Darrida propone le «città etniche», una diffusione a livello europeo delle «città
ghetto» dove sarebbe più fa
cile il controllo poliziesco
daH’esterno.
Se la destra vuole gestire
l’immigrazione puntando sul
numero programmato degli
accessi, sul controllo delle
frontiere, sull’espulsione di
tutti i clandestini e dei delinquenti, la sinistra dice di voler coniugare solidarietà e legalità. Di questo si tornerà a
parlare il 9 settembre nella 1
Commissione (Affari costituzionali) della Camera che dovrà continuare a esaminare
le varie proposte di legge in
materia. Sotto la guida del
relatore, il pastore valdese
on. Domenico Maselli, qualche passo in avanti è stato
fatto: l’emigrazione non è
una emergenza, ma la realtà
della società del 2000. L’economia italiana ha infatti
molto bisogno degli immigrati. Perciò vanno loro riconosciuti i diritti e richiesti i
doveri di tutti gli altri cittadini. Se risiedono stabilmente
va riconosciuto loro il diritto
di concorrere con il voto al
governo delle città e delle regioni. Insomma il problema
dell’immigrazione non è tanto un problema di legalità o
di solidarietà: è un problema
di diritti e doveri della persona. Un impostazione che viene dalla Bibbia, come ricorda
spesso Maselli ai suoi colleghi di commissione.
Sul monte Athos
Ampio reportage, sul numero del 17 luglio, sulla locj.
lità simbolo dell’ortodossii
Un articolo centrale a firmi
di Sandro Magister è corredato di schede informative,!
un intervento del filosofo
Massimo Cacciati e di una
nota sulle ultime burrascosi
vicende nel dialogo cattolicoortodosso. Cacciati individin
due parole chiave nell’orto,
dossia: «sinfonia», cioè «coj.
cordia di distinti |il monti
Athos comprende monastef
di varie tradizioni: greca, set
ba, russa...], unità essenzia)
dei molti. Ma questa unità]
raggiungibile perché ciasctj ¿gUa di
no sa essere “in quiete” c(i| ¿Que d
se stesso (...) L’Athos è lata-; spetto a
ra della “hesykia”. Difficaé tendere
parola greca, dall’etimo ini ^
certo, ancora ignota nel li». „
guaggio del Nuovo Test( P •
mento, che qui diviene ilsM ‘
bolo della mistica ortodos» ‘
(...). Essa indica uno statol * j ^
quiete, ma di una quiete di
è attività incessante del cm L
re». Un’intervista con paà
Nikolaos Hatzinikolaou chii
risce invece i termini deÌ^„
concezione ortodossa del*® '
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fede: «Ortodossia - dice-^p
umiliare se stessi e lasciar
re a Dio ciò di cui non s'ai»
capaci. L’ortodossia nonmirPP jj
a fare buoni gli uomini.
fine immediato non è
fazione etica, ma il rivelarsir
Dio nelle nostre vite. La pi
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fazione etica verrà; con^ _
trutto naturale ueiia
di Dio in noi». Quanto oU’Ojjjgjjjj ^
cidente, continua il pad» ’
«...nel suo sforzo di lanciat
un ponte tra Dio e l’uomo,l
apparire Dio troppo similtl
un essere umano. L’Orieii
ortodosso, invece, crede nf
l’uomo divinizzato. Nonp
opera sua ma per graziali
Dio». E sul dialogo ecumei5*‘^’;‘oln v
co: «...c’è un tipo di ecumet|J*^ln nf
smo che non ci appartiem,«®™eli
Noi non possiamo dubitai*“
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Noi non possiamo accetti .. ^“Uc
compromessi al fine di ait».
d’accordo con gli altri. Qf
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debolisce la verità e c,,suo significato. La verità«
è relativa, è assoluta».
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il manifesto pÌSi
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Riconciliazione
In vista della visita delf È vero
prevista per il mesa' “Cons
agosto, l’arcivescovo di Pa* ““yenu
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a protestanti ed ebrei '
atti di intolleranza “vvej pot
nel secoli passati e nel W
do bellico. Ne dà conto j ®“del
servizio dell’ll ItigliO',
data per le «scuse» «potd ^ ““u
essere in occasione
commemorazione dello, „ .
tuto degli ebrei (del 3 ott« ^ ®
’40) oppure per il cinquJèvolSs
nario della conferenz
Seelisberg, dal nonte ^ “
cittadina svizzera dove^
rimrnedìato dopoguerfO
tolici e protestanti si rio
no per prendere cosci,
delle rispettive responso
neU’olocausto». Altro op
dio che pesa nella md"
«La strage di San
ha segnato la storia: a
nella notte del 24 ago*'
1572, su ordine di Cat',
taeml
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convinto dalla madre
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di un “complotto ugo“^|
vennero massacrati :
protestanti, tra cui tu ,
pi. In provincia le strag
tinuarono per mesi»
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11
v/ENERDÌ 22 AGOSTO 1997
IMI
INA Dei
PAG. 7 RIFORMA
Riconciliazione
e perdono
)S
1
I. Per scelta basata su motivi
personali e di ordine teologi^non ho fin qui voluto intervenire in merito agli artieeli e alle lettere apparse su
(Sforma e che hanno avuto
per oggetto la mia persona.
Desidero dichiarare, e ritengo di averne il diritto, che
il documento di riconciliazione delle memorie preparato
(pn tanta pazienza dal modefetore risulta essere tutto meitive.d' no che un compromesso meilosofj (jinnte il quale coprire o maunjf jcherare colpe reali o presunte come duramente accusa il
Consiglio di chiesa di Trieste
nella lettera pubblicata il 1“
agosto. Basta leggerlo per coglierne il senso. Esso si limita
sul nu.
Ila lotj,
idossii
a firmi,
:orreda.
rascosi
ittolicoI dividili
iH’orto.
•è «COI).
roont| va a fotografare i fatti accaduti tenendo conto, ove necessario e lasciando la più totale
libertà a tutti di dichiarare
tutto ciò che desideravano,
della diversità di interpretazione delle parti in causa rispetto alla questione del contendere.
Tale documento non è nato pertanto come parto di
fantasia o di interpretazioni
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ou eli ™tieratore ha raccolto nelle
ni drf sue visite in zona e del pastosa dei^e^^urtelli. Ben diverso inveri comportamento del
asciar DUiiulglif’ di circuito e della
in sia^®^ hanno ritenuto
lon avere un incontro
lini pastore Martelli e con
è lapa^^®^ fratelli di Trieste, Udine
velarsi^ che non si ricono
scono affatto nei comporta
La pi
menti e nelle decisioni as
a graz e portatn avanti, anche
0 alT0*'°” l’awallo di questi orga
1 padf
lancial
pismi, dal Consiglio di chiesa
di Trieste né, ed è ancor più
grave, prendere visione dei
documenti e dei verbali come ha fatto la Tavola.
11 maldestro tentativo di
invitare la controparte a
un’assemblea di chiesa con
un preavviso per posta celere
di un solo giorno, la visita a
titolo personale fatta in nome di un’antica amicizia nel
mese di maggio {quasi tre
mesi dopo i fatti) dal presidente della Ced, non possono obiettivamente coprire la
carenza di informazioni in
presenza della quale Taver
emesso pareri e interpretazioni risulta estremamente
superficiale. Forse, se invece
di procedere artatamente in
contumacia, si fossero voluti
appurare i fatti e visionare i
documenti, il caso Martelli
non esisterebbe e si sarebbero evitate nella chiarezza e
nella carità tante sofferenza
inflitte con una durezza e
una leggerezza incredibili. E
si sarebbero evitati tanti pettegolezzi e dicerie che i soliti
«beninformati» a Trieste e in
ogni parte d’Italia si sono
preoccupati di diffondere e
di raccogliere via cavo e viva
voce come purtroppo accade
spesso nel nostro ambiente
dove c’è sempre qualcuno
pronto a dire la sua per mettersi in mostra.
Il disgusto per ciò che è accaduto è grande tuttavia
continuo a credere che nella
nostra chiesa ci sia ancora
spazio per la verità, per la
giustizia, per i diritti della
persona e che la riconciliazione e il perdono siano beni
senza i quali nessun forma di
vita evangelica sia possibile
al di là delle facciate e del potere che si vuole gestire.
Nella certezza di essere
pieno di limiti e difetti ma
nella consapevolezza di avere sempre amato e servito assieme, alla mia famiglia verso la quale è stato tenuto un
comportamento indegno, la
chiesa di Trieste e altrove in
Italia e all’estero (anche se
oggi risulta comodo aver la
memoria corta), grato per le
tante attestazioni di solidarietà, di stima e di affetto che
mi sono giunte, resto a disposizione di chiunque abbia
l’onestà intellettuale di voler
vedere chiaro in questa vicenda prima di emettere
frettolosi giudizi e desideri
prendere visione della documentazione contabile, dei
verbali e della corrispondenza sulla mia attività di pastore e di direttore di Radio
Trieste Evangelica.
Copia di questa documentazione è in possesso della Tavola. A mani della stessa ci sono anche le mie dimissioni
che, se lo ritiene, può accogliere; agli atti delle chiese di
Trieste, Gorizia e Udine quelle di altri fratelli e sorelle che
non sono disposti a subire
passivamente azioni che vanno contro la loro coscienza di
credenti. Umanamente mi
auguro che la Tavola sappia
dire una parola definitiva che
stronchi chi ama spettegolare
e ponga fine a un linciaggio
morale indegno in una chiesa.
In ogni caso il tempo è galantuomo e il Signore, il quale è giusto giudice, paziente e
benigno, che offre grazia e
perdono, saprà condurre
fuori da questa strettoia coloro i quali confidano in lui.
Demonizzare i fratelli e le sorelle non giova e non accresce le proprie ragioni. Per ciò
che mi riguarda, lo ripeto,
continuo e continuerò a credere alla misericordia che
TEvangelo mi propone come
modello di vita. Per questo
perdono.
pastore Claudio H. Martelli
Trieste
Dato che diversi protagonisti di questa vicenda si sono
espressi e che l’ordinamento
delle chiese valdesi e metodiste prevede procedure e sedi
proprie di verifica dell’operato dei vari ministri e organismi ecclesiastici, questa è l’ultima lettera che pubblichiamo sull’argomento.
uomo,:
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graziai
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tutti*
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Consultazione
delle scuole
¿La Consultazione delle
Scuole valdesi e metodiste a
«tifariferimento la lettera di
Carmela Bozza, pubblicata
TU «Riforma» del 1" agosto,
Mn era un convegno aperto
stutti bensì, appunto, una
consultazione dei responsaoili delle nostre scuole. Si è
comunque voluto dare spazio alla partecipazione di
inombri delle nostre chiese
nella prima parte della consultazione, riservando la seconda parte (con decisione
che risaliva alla settimana
procedente) a un discorso
più interno, secondo la richiesta avanzata da alcune
Cile scuole partecipanti.
E vero che nelTannunciare
n Consultazione si dava il
onvenuto a chi, pur non es.p ° iihpegnato direttamenj. riostre scuole, ritenet p poter dare un contribu■ irmela Bozza, invece, nel
Consultazione evimemente non si è sentita
come ho riledeli ®*P^iriitamente nel corso
gyj ® *i}attinata dopo il suo
darp ° **^*®r'ronto, un conto è
è vni^ contributo e un altro
come^iniP'?'’''® dall’esterno
Ih^orlocutore permadella Consultazione,
f Ptanco Giampiccoli
ombro dei Comitati geneio e esecutivo del Centro
diaconale «La Noce»)
il; La scomparsa
di Sara
Begnamino
Martedì 8 luglio le comunità di Cuneo e Mondovì si
sono raccolte attorno ad Angelo, Mimma e Daniela Begnamino e ai loro parenti colpiti per la improvvisa e tragica dipartita della loro Sara, di
28 anni appena compiuti,
che lavorava in Francia come
tecnico radiologo in una clinica privata di Nizza.
Uno sconosciuto si era infilato furtivamente nell’auto di
Sara che, accortasi del balordo, si aggrappava alla macchina per far recedere il malvivente, ma inutilmente. Trascinata per alcuni metri è rimasta schiacciata contro un muretto. Immediatamente soccorsa e trasportata all’ospedale è stata tenuta in vita
artificialmente per alcuni
giorni, poi i familiari hanno
autorizzato l’espianto dei reni, del fegato e delle cornee;
un concreto gesto di amore
cristiano che permetterà ad
altri di continuare a vivere e
vedere. Sara era una ragazza
felice e dall’animo buono.
Non era cristiana solo di famiglia, ma aveva una fede vera nel Signore Gesù Cristo e si
cibava del continuo della parola di Dio: chi è entrato per
primo nel suo alloggio dopo
l'incidente, ha potuto vedere
Rimma
JT/^a
ni’itinario
fidotto
ABBONAMENTI 1997
ESTERO
ire
105.000
85.000
200.000
55.000
- ordinario
- via aerea
- sostenitore
- semestraie
145.000
190.000
250.000
75.000
Cumular ^ 55.000 -semestraie
“'Stivo Riforma + Confronti £ 145.000 {so\o Italia)
intesi ^^bonarsi: versare l'importo sul ccp n. 14548101
~____° ^ Edizioni Protestanti s.r.i., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
sul comodino la Bibbia ancora aperta alle ultime pagine
lette. Ora Sara si riposa delle
sue fatiche (Apoc. 14, 13) e
gode già dell’eredità pura, incorruttibile e inalterabile (1
Pietro 1, 4), col Signore Gesù
Cristo nel quale credeva.
Al funerale officiato dai pastori Michele Foligno e Emmanuele Paschetto la famiglia Begnamino è stata circondata dalla solidarietà cristiana di fratelli e sorelle delle
nostre chiese del Cuneese, da
altri evangelici e da tanti cattolici guidati da don Romano
Marchisio: un abbraccio ecumenico intorno ad Angelo,
Mimma e Daniela.
Toccante in modo particolare l’intervento del papà di
Sara, Angelo, anziano della
Chiesa battista di Cuneo, che
prendendo la parola anche a
nome di Mimma e Daniela,
ha pregato per chi ha causato
la morte di sua figlia affinché
tutti cambino i proprio risentimenti e rancori in sentimenti di amore e di perdono.
Una testimonianza di grande
fede, davanti alla salma della
propria figlia, e di amore verso chi causa dolori così irreparabili. 11 Signore continua a
indicarci la fede operante e
l’amore fraterno e questo
esempio ci spinge ancora di
più a stringerci intorno a
questa famiglia così tristemente colpita negli affetti più
cari. Chiediamo al Signore di
saper testimoniare con altrettanto coraggio una fede autenticamente cristiana.
Le chiese evangeliche di
Cuneo, Mondovì, Alba e Bra
rinnovano le più sentite condoglianze ad Angelo, Mimma, Daniela e ai loro parenti,
assicurando loro l’affetto fraterno e la preghiera e invocando su di loro quella forza
che può venire solo dalle
consolazioni divine.
Emanuele Lacci - Cuneo
In vista del 150° anniversario dell'Emancipazione del 1848
Il restauro del monumento a Henri Arnaud
Fra le molteplici iniziative dedicate alle celebrazioni del 150“ anniversario dell’Emancipazione del 1848, la Tavola valdese ha programmato i restauri di quattro monumenti,
e cioè quelli funerari del generale Charles
Beckwith, del conte Ludwig von WaldburgTruchsess e del conte russo Alexander Alopaeus e, infine, particolarmente importante,
del monumento a Flenri Arnaud.
I primi tre lavori sono già stati eseguiti a
cura del restauratore Axel Nielsen di Genova
sotto il controllo e con il collaudo della Soprintendenza ai Beni artistici e storici della
Regione Piemonte e con un notevole contributo dell’amministrazione comunale di Torre Pellice.
Henri Arnaud, pastore valdese, anima
dell’organizzazione del Rimpatrio e poi guida spirituale della spedizione, si trovò a vi\
re tra la fine di un periodo di cruente persecuzioni e Tinizio di un altro, caratterizzato
da pesanti limitazioni delle libertà civili, periodo che ebbe termine soltanto con le Lettere Patenti del 1848.
Dal bozzetto del celebre scultore Davide
Calandra, ideato nel 1886, Emilio Musso, suo
allievo, preparò nel 1925 il modello per la fusione in metallo e nel 1926 il monumento fu
eretto nel giardino della Casa valdese. Il
bronzo, sottoposto per anni all’usura del
tempo, ha sensibilmente sofferto negli ultimi tempi per l’accrescimento delTinquinamento atmosferico e necessita con urgenza
di un adeguato intervento di restauro e di
protezione.
Non potendo la Tavola valdese coprire interamente le spese di questo lavoro, altamente specializzato, si è ritenuto opportuno,
data Timportapza storica del personaggio e
quella artistica del monumento, aprire una
sottoscrizione per il reperimento dei fondi,
augurandosi che tutti, in modo analogo al
1926, rispondano con entusiasmo e partecipazione a ricordare un personaggio che ancora oggi appartiene a tutti e alla storia.
Le offerte possono essere versate, specificando la causale «Restauro Arnaud», sul cc
bancario n. 56750 (codici Abi 0607 - Cab
31070) dell’agenzia Cariplo di Torre Pellice,
sul ccp n. 27964105 intestato alla Tavola valdese, oppure presso l’Archivio della Tavola
valdese.
Antonietta
Verdelocco
Conti
È troppo forte in me il desiderio di ricordare Antonietta
Verdelocco Conti, che ci ha
lasciati il 6 luglio dopo una
lunga malattia, confortata
amorevolmente dal marito e
dalle figlie che le hanno prestato un’assistenza continua
e instancabile.
Mi piace ricordarla soprattutto per la sua bontà; è stata
una persona totalmente disinteressata nel donare e nel
donarsi agli altri. Incapace di
serbare rancore, ha trovato
sempre la forza, anche nelle
avversità, di ringraziare il Signore. Aveva perso il padre a
quattro mesi rimanendo sola
con la mamma e conducendo, per questo, una vita modesta ma sicuramente più responsabile e sotto certi aspetti più libera. Con la venuta dei protestanti a Villa San
Sebastiano, nel 1931, esse furono tra quelli che li accolsero con fervore ma, come i
tanti che, dopo il primo euforico entusiasmo, ritornarono
al cattolicesimo.
In Antonietta però il «richiamo dei protestanti» fu
troppo forte e, senza alcuna
occasione particolare, qualche tempo dopo tornò a far
parte della comunità, rico
prendo durante la seconda
guerra mondiale il ruolo di
maestra d’asilo. A soli 22 anni
aveva perso anche la madre,
poi si sposò con Fiore nel
1947, dopo la prigionia di
guerra di quest’ultimo, durata sei anni. Quando nel 1955
Villa fu investita dall’alluvione, Antonietta visse in prima
persona una terribile esperienza, che la provò molto;
anche in questa occasione
però seppe trovare la forza
per ringraziare il Signore.
Possa egli dare ora ai familiari
e a noi consolazione per la
sua dipartita.
Vittorina Valente
Villa San Sebastiano
Appuntamenti
COAZZE — Mostra documentaria sulla condizione degli stranieri in Italia, dalle ore 16 alle 20. Domenica 31 agosto, alle ore 17, incontro con l’imam Buchta Boriqi, della moschea
di corso Giulio Cesare a Torino su «L’Islam
religione e civiltà spiegate ai cristiani dell’Occidente».
PIEDICAVALLO — Come è ormai lunga consuetudine in questo paesino montano nei
pressi di Biella, i culti estivi nella piccola
chiesa valdese si chiuderanno con il culto in
lingua piemontese alle ore 17.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche, trasmessa a domeniche alterne
alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore 9,50 circa. Domenica
13 luglio (replica il 21 luglio) andrà in onda:
«Le chiese americane contro il razzismo»; «Persecuzioni e libertà religiose: le vicende di Sonnino»; «Terza di copertina».
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
«lo ho combattuto
I buon combattimento,
ho finito la corsa,
ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
I figli e i parenti di
Grazia Carco
ved. Pellenco
neH’impossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che
con presenza e scritti li hanno circondati con affetto.Si ringrazia
inoltre tutto il personale medico e
paramedico degli ospedali valdesi
di Torino e Torre Pellice.
Un ringraziamento particolare
ai dottori Ferrari, Laterza e Michelin-Salomon, al pastore Marottoli
e alle affezionate amiche della
Unione femminile.
Torre Pellice, 1 - agosto 1997
RINGRAZIAMENTO
I nipoti e i familiari tutti
della cara
Costanza Bertinat
ved Rivoira
di anni 92
riconoscenti, ringraziano quanti in
qualsiasi modo sono stati loro vicino in questa dolorosa circostanza.
Un ringraziamento particolare
alla direzione e al personale tutto
della Casa Miramonti di Villar Pellice e ai pastori Genre e Bellion.
Rorà, 22 agosto 1997
RINGRAZIAMENTO
«lo mi coricherò in pace
e in pace dormirò: poiché
tu solo. Signore, mi fai
abitare in sicurtà»
Salmo 4, 9
I figli e i familiari della cara
Agnese Capello ved. Robert
di anni 96
riconoscenti, ringraziano di cuore
tutti coloro che hanno preso parte
al loro dolore, e sono stati loro vicini in questa circostanza.
Un ringraziamento particolare
al personale tutto del reparto Medicina dell’Ospedale civile di Pinerolo, al pastore Luciano Deodato e al dott. Della Penna.
San Germano, 27 luglio 1997
RINGRAZIAMENTO
«E questa è la promessa
che egli ci ha fatto; la vita eterna»
I Giov. 2, 25
La moglie, i figli e i familiari del
caro
Paolo Malan
ex internato
riconoscenti, ringraziano quanti
con telefonate, scritti e presenza
sono stati loro vicino in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
ai medici e al personale tutto del
reparto Rianimazione dell’Ospedale civile di Pinerolo e all’Associazione ex internati.
Angrogna, 22 agosto 1997
RINGRAZIAMENTO
«lo ho combattuto
I buon combattimento,
ho finito la corsa,
ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
La moglie, i figli e i familiari tutti
del caro
Pietro Malan (Pìerrùcciu)
commossi per la dimostrazione di
stima e di affetto tributata al loro
caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che, in ogni modo, hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
alle dott.sse Seves e Miozzo, al
personale infermieristico e al Centro di riabilitazione della Ausi 10
distretto vai Pellice, al personale
medico e paramedico del Centro
di terapia antalgica dell’Ospedale
civile di Pinerolo, ai volontari dell’associazione«Mai soli», alle assistenti domiciliari, al pastore Berutti e a tutte le persone che lo
hanno confortato e aiutato durante la malattia.
«L’onestà è il mio ideale, il lavoro la mia vita, la famiglia il mio
affetto (Pietro Malan)».
Luserna San Giovanni
22 agosto 1997
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì.
Telefonare al numero
011-655278-fax 657542
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PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 22 AGOSTO 199?
Si celebra quest'anno il quinto centenario della nascita del più stretto collaboratore di Martin Lutero
Melantone, riformatore e umanista
Con la sua immensa cultura fetteraria, fiìosofica, teologica e scientifica e con la riforma degli studi universitari
ha contribuito più di chiunque altro^ dopo Lutero^ alta formazione della cultura e della civiltà del popolo tedesco
Filippo
SALSATORE CAPONETTO
SI eelebra quest’anno il
quinto centenario della
nascita di Filippo Melantone,
nato a Bretten il 16 febbraio
tfel 1497. Il giovane umanista,
schieratosi con Lutero nel
1519, dopo la disputa di Lipsia con Giovanni Eck, ha
giustamente meritato il titolo
di Praeceptor Germaniae.
Melantone, con la sua immensa cultura letteraria, filosofica, teologica e scientifica,
e con la riforma umanistica
degli studi universitari, ha
contribuito più di qualunque
altro, dopo Lutero, alla formazione della cultura e della
civiltà del popolo tedesco.
Professore a Tubinga a 17 anni, chiamato poi a insegnare
ebraico e greco a Wittenberg
(fu collaboratore di Lutero
per la traduzione in tedesco
della Bibbia), rivolse le sue
straordinarie capacità didattiche a rendere morale la vita
del popolo tedesco, travagliato da una crisi profonda di
identità e di costume per
mancanza di unità politica e
morale.
La purificazione
del mondo
«A questa dottrina egli
giunse muovendo da una
considerazione teologica universale, che gli faceva vedere
nel mondo la casa di Dio: e lo
scopo deH’ammaestramento
era appunto la graduale purificazione del mondo. Questa
era la forma, in cui l’anima
sua fu riempita dal nuovo
ideale di vita del protestantesimo tedesco, dall’idea della
presenza di Dio nella vita e
nella persona operante e padrona di sé», afferma Wilhelm Dilthey, uno dei maggiori interpreti del Praeceptor
Germaniae'. «Io sento - scrisse Melantone a Gioacchino
Camerario il 22 gennaio 1525
Confessione Augustana fu
certo un compromesso, ma i
principi essenziali della nuova fede vi furono chiaramente affermati. Con Lutero, posto al bando dell’impero, con
il fanatismo degli iconoclasti,
dopo la tragedia della guerra
dei contadini, e il pericolo
incombente dell’invasione
dei turchi, arrivati sotto Vienna nel 1529, occorreva salvare a tutti i costi le conquiste
della riforma luterana, estesasi ormai in buona parte
della Germania. Anche la
Concordia di Leuenberg,
conclude Scheible, è un compromesso che potrebbe risalire a Melantone.
Che cosa ha rappresentato
Melantone nella diffusione
delle idee e delle dottrine della Riforma protestante in Italia? Si conosce ormai assai
bene la diffusione in tutti i
ceti sociali dell'immagine di
Lutero dopo l’affissione delle
95 Tesi e la distruzione della
bolla di scomunica. Non sono soltanto i predicatori e i
contoroversisti a evocarne il
fantasma, ma anche scrittori
e poeti, e perfino i cantastorie
nelle piazze durante le fiere.
Nell’immaginario collettivo
Melantone è sopraffatto dalla
immagine dell’Èrcole tedesco. Tuttavia sarebbe assai
difficile capire la grande conoscenza nel nostro paese
dei principi fondamentali del
luteranesimo senza la lettura
dei Loci communes theologicorum (1521) e della Confessione Augustana (1530). Almeno fino all’uscita dell’edizione francese della Istituzione della religione cristiana di
Giovanni Calvino (1541).
Il primo dei teologi cattolici
a scrivere contro il mite e giovanissimo professore di Wittenberg fu il domenicano
Tommaso Radini Tedeschi.
Costui aveva presentato Lutero come sovvertitore politico, ignorante della Sacra
Cristo (1544): «Seguita questo
uomo (l’autore del Beneficio
di Cristo) la dottrina di Melantone,, un retoricaccio, un
ingannatore degli uomini poco prudenti e poco dotti ne te
fallacie retoriche, e costui
usurpa le sue parole, distinguendo la fede isterica, de la
sua fede, che ci predica di
tanto valore, come se e’ cattolici non intendesseno la
differenza de le fedi e le diffinizioni de l’Apostolo e de’
santi: ma non sono queste
cose da trattarle con le plebi,
né possiamo con loro in queste difficili speculazioni, che
presuppongono molte notizie, così esplicitamente mostrare gli errori e gli inganni
di questi meschini». Giudizio
significativo per Timplicito
elogio alla straordinaria chiarezza ed eleganza degli scritti
latini dell’ormai famoso professore di Wittenberg e per la
sottolineatura della rivoluzione sociale della Riforma, che
ha messo nelle mani «delle
plebi» la Sacra Scrittura.
«Un uomo rarissimo
ai tempi nostri...»
Nel versante degli ammiratori, fra i quali non mancano i
cattolici, più disponibili alla
riconciliazione di tutti i cristiani, come il card. Jacopo
Sadoleto, si potrebbe spigolare a lungo. Mi limiterò a ricordare la vicenda del giovane studioso perugino Pietro
Bizzarri che nel 1545, a venti
anni, lasciò l’Italia per andare a studiare a Wittenberg,
«mosso dalla fama di Filippo
Melantone, uomo rarissimo
a’ tempi nostri»^. Purtroppo
per la vigilia della guerra fra
la lega di Smalcalda e la lega
cattolica e il giovane fu costretto a lasciare la Germania
con una lettera commendatizia di Melantone. Iniziò una
lunga e inquieta peregrinazione europea di cortigiano.
Una veduta di Wittenberg nel ’500.
- di non essermi mai occupato di teologia per altro motivo, se non quello di render
morale la vita».
Non è possibile in questo
articolo descrivere che cosa
abbia rappresentato Melantone, a fianco di Lutero, per
l’affermazione della causa
della Riforma in Europa e per
l’organizzazione della chiesa
evangelica tedesca: egli è
troppo spesso ricordato come l’uomo del compromesso, ma come ha scritto in un
recentissimo articolo Heinz
ScheibIeL uno dei maggiori
conoscitori del riformatore,
l’editore degli otto volumi del
carteggio di Melantone, occorre capire il significato storico del compromesso. La
Nella chiesa del castello (A) sono
Scrittura, coprendolo di una
serie di insulti. Nel 1522 rispose duramente a Melantone chiamandolo «mostro orrendo che in greco si firma
Filippo Melantone e in latino
Didimo Paventino», che aveva scritto in difesa di Lutero
una prima elegante esposizione della sua dottrina, in
questo modo a partire degli
Anni Venti, cioè alle origini
della propaganda dei principii riformatori, Melantone
comincia ad essere conosciuto fra gli umanisti e le
persone che conoscono il latino. Tra le citazioni non va
dimenticato il giudizio di frate Ambrogio Catarino nel sua
Compendio di errori e inganni luterani nel Beneficio di
sepolti Lutero e Melantone
di letterato e di spia per l’Inghilterra di Elisabetta, durante la quale non dimenticherà
mai la scelta della sua vita e la
lezione del maestro di Wittenberg.
Per rispondere alla domanda che mi sono posto, occorre andare oltre le citazioni e
individuare i centri di conoscenza e di smistamento delle opere di Melantone. Sicuramente se ne possono indicare tre per quel poco che
sappiamo dai processi inquisitoriali e le rarissime notizie
delle cronache cinquecentesche: Venezia, Modena, Napoli. 11 documento più eloquente dell’ambiente veneziano e patavino è la lettera
del sacerdote e scrittore Lu
cio Paolo Rosello, spedita a
Melantone da Venezia il 26
luglio del 1530 durante i lavori della Dieta di Augusta. In
essa si esprime l’ammirazione per i Loci communes la cui
appassionata lettura gli ha
fatto superare la distanza dei
luoghi. A Melantone si rivolge
Ktanquam evangelicorum caput», come capo di tutti gli
evangelici, affinché egli difenda ad Augusta la libertà di
professare la nuova fede in
tutte le province dell’impero.
Questa era l’attesa di tutti gli
italiani. II Rossello, nato a Padova, dottore in utroque, era
in rapporto con molti simpatizzanti della Riforma e ne
esprime l’ansia di una grande
attesa per le decisioni della
dieta di Augusta.
I «cristiani nuovi» si resero
subito conto dell’enorme valore didattico dei Loci communes, la prima geniale sintesi della dottrina luterana.
Dovette circolare prestissimo
la prima edizione del 1521, la
quale ebbe in quattro anni 17
ristampe. Fino alla metà del
secolo, e oltre, i libri proibiti,
provenienti dalla Germania,
da Ginevra, da Basilea, dalla
Francia, si vendevano a Venezia e a Firenze liberamente. Certamente nella vicina
Padova gli studenti tedeschi,
avvalendosi dei loro privilegi,
facevano circolare opere di
Melantone e in particolare la
Confessione augustana assieme ad opere di Lutero. Nel
’48 Pier Paolo Vergerlo, l’ex
vescovo di Capodistria, ornai
fuori della Chiesa sebbene
continuasse a vestire l’abito
vescovile, spiegava a Padova
agli studenti, passeggiando
sotto i portici dell’Università,
il commento di Melantone
alla lettera di Paolo ai Romani (1532), testo di straordinaria chiarezza per capire la
giustificazione per la sola fede nel sacrificio di Cristo.
A Venezia fra il 1530 e il
1533 fu stampata anonima
traduzione dei Loci communes con l’estroso titolo: I principi! de la theologia di Ippofilo di Terra Negra. 11 traduttore
ne fu il grande critico Ludovico CastelvetroL Su questa traduzione dei Loci il filologo e
umanista francese Giuseppe
Giusto Scaligero, convertitosi
al calvinismo nel 1562, narrò
un gustoso episodio romano.
Venuto in Italia per un viaggio di studio nel 1565-6 si incontrò a Roma con il card. Serafino Olivario Rezalio, nato a
Lione ma da quarant’anni al
servizio della curia pontificia.
Costui gli rivelò che parecchi
anni prima era circolato per
la città del papa un libretto di
«Messer Philippo di terra negra», letto con entusiasmo fino al punto da non trovarne
più una copia. Quando un
francescano rivelò che l’autore di quel libro era Filippo
Melantone, ne furono distrutte tutte le copie.
Letterature della Riforma
Lo studio di Melantone a Wittenberg
zione del dissenso religioso.
Nonostante l’immenso fascino di Lutero, e poi la forte
personalità di Calvino, Melantone fu studiato a lungo e
contribuì alla formazione
delle comunità dei «fratelli»,
cioè di chiese alternative alla
chiesa di Roma. Non per nulla nel 1547 il medico Paolo
Rocaciolo, il quale assieme
ad altri libri proibiti aveva
portato testi di Melantone
dopo un viaggio in Ungheria,
ebbe a dire che «egli era il più
dotto omo che avesse l’Ala
tersi. Un grande messaggio
melantoniano, purtroppo ancora sconosciuto, di uno dei
maggiori protagonisti della
riforma italiana.
magna».
La diffusione in Italia
Con la presenza del Castelvetro fino alla chiamata a Roma dei giudici del Sant’Ufficio nel 1560, Modena è, dopo
Venezia, il secondo centro di
traduzione, di divulgazione e
di smistamento della letteratura della Riforma. Da qui
passano e si diramano opere
di Lutero, di Melantone, Il beneficio di Cristo, 1/ Sommario
della Santa Scrittura, ecc. Indubbiamente Melantone attraverso i membri dell’Accademia alle cui letture di testi
latini e greci accorrevano
molti giovani desiderosi di
aprirsi alla cultura, ebbe un
ruolo decisivo nella forma
11 terzo centro fu Napoli e
la vicina Caserta. Prima a Napoli, dove insegnava in un
orfanotrofio, e poi a Piedimonte, vicino a Caserta, l’ex
agostiniano Lorenzo Romano spiegava i Loci communes
ai molti gentiluomini, accorsi
alle sue lezioni. Questa scorribanda semplifica il discorso
sull’influenza in Italia del
grande collaboratore di Lutero, nonostante la diversità
del carattere e della diversa
formazione culturale. Si riferisce alla diffusione delle sue
opere nelle città italiane fino
a Messina, dove le portò il
mercante padovano Francesco Vicino, condannato al rogo a Palermo nel 1561. In
realtà si può andare oltre. I
Loci si conoscono dieci anni
prima del Beneficio di Cristo
e del Sommario della Santa
Scrittura. La conoscenza di
Benedetto Fontanini e di
Marcantonio Flaminio è innegabile. Se ne accorse l’occhio linceo di Ambrogio Catarino. Ma prima ancora dei
due autori Melantone fu studiato e amato da Aonlo Palearlo. Egli, come il Castelvetro e altri umanisti, seguì lo
stesso itinerario spirituale del
praeceptor Germaniae: da
Erasmo a Lutero, dall’amore
per i classici latini all’amore
per la Sacra Scrittura’
Un esame puntuale dell’Actio in pontifices romanos,
pubblicata postuma, ma iniziata nel 1536, dimostra che
una delle fonti, se non la
maggiore sono i Loci melantoniani. Certamente la sua
lettera-testamento, inviata a
Theodor Zwingler, rettore
dell’Università di Basilea, per
pregarlo di conservare l'Actio
fino a quando si riunirà un
concilio libero e universale, è
l’auspicio di una chiesa cristiana unita e riformata dalla
parola di Dio, alla qtiale tutti i
credenti dovranno sottomet
Un intervento personale di
Melantone nel programma di
azione politico-religiosa dei
riformatori tedeschi per l’Italia, si ebbe nel 1539. Quell’anno il riformatore inviò
una lettera al Senato veneziano®. Un sacerdote veneziano.
Michele Brazetto, recatosi a
Wittenberg l'anno precedente per motivi di studio, gli
aveva riferito la buona disposizione di alcuni signori veneziani a conoscere il significato della Riforma tedesca.
Con notevole acume politico
chiariva come la Riforma luterana avesse cercato di riportare la Chiesa alla purezza
«della Chiesa primitiva» rigettando le superstizioni e le
deformazioni dottrinali «in
modo da far luogo al beneficio di Cristo e alle vere condizioni della remissione dei
peccati». Faceva appello ai signori veneziani, custodi della
vera aristocrazia, affinché
fosse tutelata la libertà di
insegnamento e di opinione,
respingendo l’ingiusta crudeltà esercitata altrove contro
i dissidenti. Indicava per un
esame spassionato i suoi Loci
communes, dove egli denunciava nel culto dei santi tali
abusi da non distinguere la
differenza dai culti pagani.
Una lettera pacata, rassicurante per la nobiltà veneziana, «che fu sempre nemica
della tirannide», riluttante ad
accettare il controllo ecclesiastico nella vita culturale e
religiosa della repubblica, da
aggiungere alle posteriori
esortazioni di Bernardino
Ochino e di Pier Paolo Vergerlo. La sconfitta della lega
protestante di Smalcalda del
1547 distruggerà per sempre
quelle tenui speranze di H'
bertà per la predicazione
dell’Evangelo.
(1) W. Dii thi-y: L’analisi dell
uomo e l’intuizione delia natura.
Firenze, Nuova Italia, 1974, I. P210.
(2) H. Sc.tiKiHi.K: Mann der
Kompromisse. «Evangelisch®
Kommentare», 2/1997.
(3) M. Firpo: P. Bizzarri. Tori"
no, Giappichelli, 1971, p. 22.
(4) F. Mhi.anionI'.; I principe
della teologia, a c. di S. Capone
to. Roma, Isi, 1992,
(5) cfr. S. Caponp.tto; Aonio P“'
leario e la Riforma protestant
in Toscana. Torino, Claudian ’
n.e
(6) E. Comba: I nostri
stanti, Firenze, Claudiana, 1"“ '
pp. 186-188.
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