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ECO
DELLE VALU VALDESI
Sp3t t.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE FELLICE
(Torino)
S e 11 i m a n s I e
della Chiesa Valdese
1 Anno xeni - X um. 27 ABBONAMENTI Eco: L. 1.500 per rinterno (t Ero » e « Presenza Etfang^ica » | Spediz. abb. poMale - 1 Grappo 1 TORRE PELLK E - 5 Luglio 1963
1 Una copia Lire 40 L. 2.200 per reitero interno L. 2.500 - L. 3.700 1 Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Clandiana Torre FeUice - C.C.P. 2-17557
L'EMIGRAZIONE
un fenomeno nuovo
Può sembrare strano che si chiaimi
!( nuovo » un fenomeno che ha caratterizzato, aJmeno, gli ultimi lOO anni
della vita nazionale, e con il quale
non solo i nostri padri, ma anche i
nostri nonni hanno avuto a che fare;
ma è necessario che ci rendiamo conte che neH’ultimo decennio Temigrazione ha assunto caratterestiche tali da presentarsi ormai come un fatto, non solo quantitativamente ma anche qualitativamente, senza preceden
ti
Il nomadismo di massa
La società medioevale era una società statica: gli uomini, salvo rare
eccezioni, vivevano e morivano' nel
posto e sovente nel tipo di attività
economica in cui erano nati e vissuti
i loro padri; non per nulla le Crociate, questo raro esempio medioevale di
movimento di masse, hanno destato
allora una impressione tanto profonda. Con il Rinascimento sono entrate
in moto' le classi, economicamente e
intellettualmente parlando, più evolute, ma la maggioranza della popola
zione ha continuato a restare legata
' a un posto geografico definito e a tra
i smettere di padre in figlio un tipo di
attivila. L’avvento della civiltà industriale ha segnato invece rinizio della
emigrazione popolare, di quella emigrazione che fino a poco tempo fa abbiamo considerato « classica », fatta di
lavoratori agricoli e industriali che,
il più delle volte spinti da condizioni economiche disastrose, cercavano
un lavoro purchessia e in qualunque
situazione, nei Paesi industrializzati
Senonchè questi gruppi di uomini, di
donne e di bambini che si spostano
spesso senza alcuna protezione, senza,
alcuna coscienza socia-le, senza alcuna
preparazione, sono divenuti ormai un
aspetto marginale o, almeno, secondario della emigrazione, perchè da una
parte, remigrazione si è organizzata
8 almerio parzialmente pianificata e,
dairaltra, si è inserita in un fenomeno più ampio, che potremmo chiamare nomadismo di massa.
Certo sopravvivono ancora alcuni
degli a,f:petti tradizionali della emigrazione « classica » e 1 vari « treni del
sole» continuano a scaricare gruppi
di persene non molto diversi da quelli che sbarcavano in America alla fine
del secolo scorso ; ma, accanto ad essi, vi sano i sempre più numerosi gruppi di operai specializzati o non specializzati, di tecnici e di soienzàati che
si spostano con frequenza, ma anche
con piena coscienza dei propri doveri e dei propri diritti e con la ferma
intenzione di farli rispettare, vi sono
i sempre più numerosi addetti alle
svariate branche delle relazioni commerciali e sociali, che si può dire vivano in permanenza sulle linee aeree
intemazionali, e vi sono i turisti a
lungo o piccolo raggio che costituiSMno l'espressione più caratteristica
di un nomadismo volontario dlvenutn nece.ssità sociale.
In realtà è l’intera società, almeno
nelle zone geografiche economioamente progredite, che è entrata in movimento e questo nuovo nomadismo di
massa è destinato, a meno di imprevedibili orisi, ad aumentare sempre
più rapidamente.
Le cause
Le cause di questa nuova situaziohe possono venire individuate nell’aumento massiccia delle distanze e delle barriere sociali e nazionali, e nella
sempre più estesa disponibilità di tem^ libero. Inoltre i cambiamenti di
base vanno rapidamente riducendo,
in tutti i settori, gli impieghi statistici e quelli di pura manovalanza, rendendo così necessaria una continua
ridistribuzione e una radicale modificazione delle caratteristiche delle forze di lavoro.
Per esempio, mentre nel 1950 molti
economisti ritenevano che, sotto il
doppio effetto dell’afflusso dei rifugiati e della introduizione della automa
rione, si sarebbe prodotta in Europa
e altrove una ¿soccupazione massiccia, le previsioni della Comunità Economica Europea valutano, per il periodo 1961-64, la domanda di forze di
lavoro in 4,5 milioni di ijersone, con
una offerta di soli 2 milioni, il che si
gnifica che, anche dopo avere assorbito tutte le riserve di disoccupazione,
resteranno disponibili circa un miliohe di posti di lavoro non occupati. Si
deve quindi prevedere che, esaurite
le riserve europee, si assisterà ad uri
afflusso massiccio di lavoratori asia
tici e africani, afflusso che è già ini
ziato in Francia, Germania e Gran
Bretagna e che determinerà dei problemi sociali ed ecclesiastici interamente nuovi.
D’altra parte l’accelerato svi'luppo
tecnico non ha portato soltanto a una
progressiva riduzione deH’im,piego dei
non specializzati e quindi alla necessità di una adeguata preparazione per
ogni tipo di attività, ivi comprese
quelle svolte dalle varie Chiese, ma
anche a un rapido cambiamento delle tecniche di base e degli stessi sistemi concettuali e matematici che vi
presiedono.
Si può dire che io stesso sviluppa
scientifico sia lin pieno mavimenito.
non solo, come si riteneva, sotto l’aspetto quantitativo, ma soprattutto
setto quello qualitativo, richiedendo di
volta in volta, una trasformazione radicale della preparazione delle persone impiegate. E questo ha riproposto
la necessità di una istruzione umanistica fondamentale, atta ad assorbire
il mutevole a,spetto della scienza ed a
valutarlo esattamente e ciò proprio
nel momento in cui in Italia ci si
orienta verso il suo abbandono.
Siamo dunque di fronte a problemi
insieme «morali» e «materiali» e a
una situazione che va divenendo sempre più ampia e complessa e ohe tutti
gli economisti si accordano nel ritenere permanente; occorre dunque decidersi ad affrontarla con soluzioni a
breve e a lunga scadenza, cercando
intanto di individuarne le caratteristiche principali.
Pierluigi Jalla
Questa relazione — leggerne il seguito in 3“ pag. — è stata presentata
dal Fast. Jalla e discussa alla Conferenza del III Distretto, tenutasi a
Como il 28-29 giugno.
Gesù (¡risto
è il solo Signore
Laudetur Jesus Cìwistus, sia lodato Gesù Cristo, così la sigla di chiusura della cronaca della cerimonia
di incoronazione di. Paolo VI, trasmessa in diretto dblla Radio Vaticana la sera di doménica 30 giugno
e ripresa dalla RAI-TV, come dalle
stazioni radio di malte nazioni. Ma
il nome di Gesù Cristo, in quel contesto, è veramente ridotto ad una sigla radiofonica. Cpèu Cristo non
c entra, con quello >JSie è avvenuto
in Piazza S. PietrOi, domenica sera :
non parliamo tanto della pompa,
della coreografìa, mìi del cuore stesso della cerimonia, del significato
stesso dell’incoronazione : ’’Ricevi la
tiara adorna di tre corone e sappi
che tu sei il Padre dei principi e
dei re e che in terra sei il reggitore
del mondo, il vicario del Salvatore
nostro Gesù Cristo, cui spettano l’o
nore e la gloria nei secoli dei seco
li Amen”.
I\o, Gesù Cristo, il Servo sofferente dell’Eterno non ha nulla a che
fare con il Pontefice romano adorato dai grandi della religione e della
politica e dalla folla osannante; paganesimo fanatico, collusione politica fra i grandi della terra, questo i
stato lo spettacolo di Piazza S. Pietro, e che lo si sia fregiato del noma
di Cristo è un abtiso e una bestemmia ; con angoscia ci chiediamo se
non sia la bestemmia che non viene
perdonata, la bestemmia dell’indurimento contro lo SpiAto Santo, la cecità volontaria di frónte alla Parola
di Dio.
Gesù Cristo e il 'Signore; ma è
Z’ujiico Signore un Signore geloso,
che non cede ad altri la sua gloria,
e il suo regno non e di questo
mondo”.
La E. P. I.
e la testimonianza
evangelica in Italia
Il 21 giugno u. s. a Firenze abbiamo
avuto un incontro di vivo interese, organizzato dal grupi» dirigente svizzero della EPJ. (Elmittente Protestante Intemazionale). Si trattava di offrire una informazione approfondita
sullo stato della iniziativa, e di formare un comitato italiano provvisoErano presenti i rappresentanti di
tutte le-Ghiese facenti parte del Consiglio Federale, e di chiese e movimenti evangelici vari; dalia Svizzera, col
presidente past. H. Parli ed i suoi col
dei lavoro della trasmittente. Due
punti preliminari: sulle quattro lunghezze d’onda a disposizione, i’EPI
non vuole essere' l’espressione di un
particolare gruppo evangelico svizzero ma dare la voce dell’Europa protestante, e servire l’Europa ed oltre;
ogni paese è chiamato a partecipare
allo sforzo finanziario, ad elaborare i
programmi nella propria lingua.
Proprio per la esigenza di fornire
ai radioascoltatori di c^ni lingua un
programma autenticamente loro, è essenziale che vi sia in ogni paese un
gruppo respon-sabile della elaborazione del materiale.
Corrispondenza da 110 na
zioni negli uffici dell’EPl.
Il bollettino d’informazioni (V. sotto) esce in sei
lingue.
laboratori, era venuto il Dr. Dobeli,
vicepresidente della Federazione Protestante elvetica.
Il progetto di una emittente protestante è giunto ad una fase importante: si attende di giorno in giorno
Tapprovazione dei Governo Federale
Svizzero, sono stati scelti la località
per gli impianti (nell’Emmental), i
piani di costruzione e finanziamento;
si va elaborando un primo abbozzo
A proposilo della ”ilecinia cristiana”
Siamo in periodo di bilanci, tutti, non solo gli amministratori
Non si può dire che la proposta della « Commissione sinodale per le contribuzioni», riguardante l’adozione di
un metodo di offerta proporzionale
alle entrate, abbia molto agitato le
acque della nostra tranquilla vita ecclesiastica. Certo: qua e là abbiamo
udito critiche e consensi, previsioni
pessimistiche ed ottimistiche, ma un
vero e proprio dialogo, tale da mettere a fucco il problema, a mio parere, è finora mancato. Lo stesso termine di « decima », con tutto il suo
potere evocativo di antichi legalismi
— appena temperato dall’aggettivo
« cristiana » —, è stato forse causa di
poco meditate reazioni ed ha contribuito ad ostacolare l’esatta comprensione della proposta.
Un ritorno
al legalismo farisaico ?
Alcuni hanno infatti obiettato : « come potete pensare di far risorgere oggi forme di un legalismo cosi, tipicamente farisaico? » E altri, ironizzan
do : « pensate, che successo veder sorgere nelle nostre Comunità una nuova ’’casta”, quella dei... ’’giusti che pagano la decima” ! ! ». Esiste veramente un pericolo del genere? A mio avviso questi timori provano solo fino a
qual punto sia stato frainteso lo spirito della proposta.
Penso perciò che non sia inutile
riassumerne il contenuto : per « decima cristiana » si intendé che ogni
membro* di Chiesa assuma liberamente un impegno a versare ogni mese
un’offerta che sia proporzionale alle
pioprie entrate, secondo una percentuale di sua scelta. E’ chiaro dimque
che: 1) si tratta di un impegno personale assolutamente volontario; 2)
le percentuale potrà essere liberamente scelta fra quelle proposte dal Consiglio di Chiesa (ad esempio: 5%, 7%,
10%) e potrà rimanere segreta.
Nessun pericolo, dunque, di ritorno
a forme superate di contribuzione obbligatoria. Sembrerebbe anzi, a prima
vista, che la «novità» della proposta
si riduca in sostanza a ben poca cosa :
invece di chiedere genericamente ai
membri di dare « di più » questa volta
s; chiede loro un impegno a dare con
regolarità una data cifra, liberamente scelta.
Un mutamento
radicale
Eppure i proponenti sono convinti
che l’accettazione cosciente di questo
metodo, anche da parte di un piccolo gruppo di membri in ogni Comunità, può determinare un mutamento
radicale nella concezione tradizionale della contribuzione alla Chiesa e —
più ancora — può restituire all’offer
ta, tutto il suo valore religioso di atto
di consacrazione personale a Dio, secondo la prospettiva bìblica.
Naturalmente la « decima cristia
na » non sarà il « toccasana » del nostro sistema contributivo; sono convinto però che raccettazione spontanea di tale « disciplina » sarà imo strumento che si rivelerà estremamente
utile per aiutarci a cogliere il vero significato dell’offerta cristiana. Certo:
le modifiche formali di un sistema
non creano dall’oggi al domani una
nuova mentalità ed un nuovo spirito; esse incidono però più di quanto
non si pensi, lentamente ma in profondità, sulla coscienza dell’uomo.
Una questione
di coscienza
Non è certo questa la sede per esaminare quale sia la prospettiva biblica dell’offerta cristiana, anche perchè
essa è comunemente ben nota in linea teorica. Il pensiero biblico è infatti chiarissimo a questo riguardo :
Dio è il Signore di tutte le cose; Dio
è Colui che ci dona tutto ciò che possediamo; Dio è il Redentore di ciascuno di noi. Perciò : « rendete a Dio
quel ch’è di Dio» (Marco 12: 17). Chi
non ha ascoltato queste verità fin dai
primi anni della .sua vita di credente?
Non abbiamo forse, noi evangelici, la
usanza di rendere grazie al Signore,
prima di ogni pasto, per il « dono »
dei cibi che pur abbiamo acquistato
con la nostra quotidiana fatica?
Ciò che molto spesso ancora ci fa
difetto è la consapevolezza di tutte le
implicazioni contenute in quella affermazione di fede, implicazioni che toccano da vicino la nostra vita d’ogni
giorno, i nostri affari, il nostro dena
ro. Se veramente crediamo che Dio è
il Signore della nostra vita (di tutto
il nostro essere e non solo della no
stra « sfera spirituale »), se veramente crediamo che tutti i nostri beni,
per quanto frutto del nostro lavoro,
appartengono a Dio che ce li affida,
se sinceramente^ diciamo con il Salmista: «tutto viene da Te; e noi ti
abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto» (I Cron. 29: 14),
noi dobbiamo sapere che questa fede
non può rimanere pura astrazione spirituale, ma deve tradursi in atto nella vita di ogni giorno, deve manifestarsi in un comportamento che sia
coerente con la nostra professione dì
fede.
In Israele, perchè il popolo non dimenticasse che ogni capo del gregge,
che costituiva tutta la sua ricchezza,
apparteneva a Dio, i Profeti chiesero
che ogni primo nato fosse offerto a
Dio, in riconoscimento del diritto di
prcprieià. Oggi, sotto il nuovo Patto,
lì senso dell’offerta a Dio non trova
il suo fondamento solamente sulla
proprietà divina, ma su qualcosa di
infinitamente più grande: sulla gioiosa riconoscenza per il dono supremo che Dio ha fatto di se stesso in
Cristo Gesù.
Necessità
di un impegno
Anche noi, oggi, abbiamo bisogno di
un « segno », affinchè questo nostro
moto di gratitudine per un dono tanto grande possa esprimersi concretamente ed abbracciare tutto l’essere
nostro. Certo quello che sotto l’antico patto si presentava come «legge»
non potrà ora non assumere l’aspetto
di un libero e gioioso impegno della
coscienza. Anche noi dobbiamo impegnarci a «mettere da parte» per il
Signore parte del nostro guadagno.
Alcuni potrebbero obiettare : « per
quale motivo l’attuale forma di contribuzione — assolutamente libera —
sarebbe inadatta ad esprimere questa
fede e questi sentimenti che stanno
alla base dell’offerta cristiana? ». Non
c’è dubbio che per coloro che compiono regolarmente la loro offerta in
questo spirito di rendimento di grazie e con pieno senso di responsabilità non vi è alcun bisogno di un nuovo metodo. Ma per quanti ancora la
Cario Papini
(continua in 2.a pag.)
A Firenze, si è delineata in un primo momento la preoccupazione delle
Chiese facenti parte del Consiglio Federale, le quali hanno avanzato una
tesi tendente a chiudere nella loro orbita il compito della programmazione. Non scopriamo rAmeriea, proprio
cosìi, se infatti rileviamo che oggi l’Italia è... bombardata da radiotrasmissioni che esprimono punti di vista,
preoccupazioni proprie ^ generosi
gruppi di rottura, o addirittura di
’’missionari” venuti al seguito della
guerra, con mentalità, metodi, ecc.
che non rispecchiano affatto la realtà del protestantesimo italiano. D’altra parte, la sincera buona volontà,
la passione evangelistica di taluni
gruppi (i Mennoniti, per es.) sono
fuori di dubbio, ed una loro esclusione sarebbe stata ingiusta ed ingiustificata.
Saggiamente, dopo una lunga discussione chiarificatrice, siamo giunti alla costituzione di un comitato
provvisorio, per due anni, che ha fra
i suoi sette membri rappresentanti di
varie confessioni e movimenti. Anche
questo fatto ha la sua Imiwrtanza,
nel quadro di una effettiva conoscenza e collaborazione all’Opera comune.
Al comitato è affidato il compito di
popolarizzare TLniziativa nelle comunità, gettare le basi concrete del lavoro ohe svolgerà remittente. Senza
tema di esagerare, riteniamo che questa iniziativa ha un valore enorme,
superiore ad ogni altra presa in que^
sto secolo per la testimonianza evangelica in Italia. Per questo va seguita
con appassionato fervore, ed assecondata in ogni modo.
La giornata fiorentina dell’E.PJ. si
è chiusa con una conferenza del dinamico, vivacissimo past. H. A. Parli
l’animatore di « Radio Risveglio »— il quale per il Centro Ev. di Cuitura ha esposto ad una sala gremita
di giovani la storia e le prospettive
dell’miziativa. l. Santini
2
pa«. 2
5 luglio 1963 — N 27
Tra p ex-valdesi di Calabria
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ili
Per il turista-fotografo che giunge
a Guardia Piemontese il problema più
arduo, anzi insolubile, è quello di fotografare una donna in costume. Esso è di evidente origine piemontese:
la cuffia, diversa comunque dalla nostra e appena accennata, un vestito
a corpetto di colore vario (ne ho visti a sfondo rosso e a sfondo verde),
e il grembiule ohe è tenuto alto sotto
Ifc ascelle; le donne in lutto coprono
le parti a colori con una stoffa nera.
Lo portano soltanto più le donne anziane, comtmemente; sembra perchè
esso costi fatica e denaro. Cos'i abbiamo assistito ai vari tentativi, del
tutto inutili, dei vari fotografi del
gruppo; non appena appariva qualcuno, le donne in costume si ritiravano precitosamente in casa, sbarravano liusdo, e tutt’al più stavano a
guardare dietro lo spioncino di cui in
genere le porte sono munite. I più intraprendenti dei fotografi si videro
anche minacciati dagli uomini presenti!
Perchè?
Interessante udire le spiegazioni
raccolte qua e là. Alcuni dicono che
le donne ohe si fanno fotografare,
muoiono presto : così è successo a quella che ha posato per la cartolina che
si può comprare (assai brutta, in bian
co e nero, non lucida) ; altri chiedono
« che necessità c’è? », e non aggiungono altro; ed altri ancora, spiegando forse il vero motivo, dicono che
non sta bene per ima donna farsi fotografare da uno sconosciuto, ohe poi
avrà sempre con sè rimmagine di una
donna ohe non è la «sua»!
Rimane però il fatto che le donne,
non in costume, si lascerebbero fotografare: e allora come si spiega questa straordinaria ritrosia all’obbiettivo da parte delle donne rivestite delrantico costume valdese? Per avere
una risposta, bisognerebbe poter stare più sul posto, © far parlare più a
lungo...
Via Pascale, via Ussegli, piazza Chiesa Valdese, Porta del sangue... Quanti ricordi si affollano nella mente del
visitatore..., e di quante meditazioni
è fecondo questo colle di Calabria!...
Antichi Valdesi di questi luoghi, è
possibile che il vostro sacrificio e la
vostra testimonianza siano stati inutili?
Fuscaldo: altra colonia valdese, a
qualche chilometro da Guardia. Anch’esso sorge su una collina, faccia
ai Tirreno, con tutte le case a ridosso, che sembrano sorreggersi a vicenda. Qui del valdismo nessuna traccia
visibile: ma era terra di Valdesi anche quella, ed elevata a Marchesato
per compensare il signore di Guardia
Salvatore Spinelli, che si era « adeguato » al regime inquisitorìale a danno dei suoi sudditi.
La strada per Cosenza sale, sale, fino a l.(XX) metri; poi scende verso la
città, in mezzo a castagneti che ricordano bene quelli delle Valli. Ed ecco
Vaocarlzzo, altra colonia valdese; ecco S. Sisto dei Valdesi, chiamata ancor oggi cosi quasi a monito del passato; e poi Montaldo Uffugo. Ci fermiamo suH’ampia piazza del paese:
in fondo, il Castello e la Chiesa di S.
Domenico. Un professore universitario di Genova, studioso di questo suo
paese natale, mi indica : « Vede, là
davanti a quella chiesa, furono scannati il 5 giugno 1561 gli ottantotto
valdesi prigionieri». Mi toma in mente l’orrenda descrizione di un testimone Dculare : « ...eran tutti serrati in
una casa e veniva il boia e li pigliava uno a uno, e gli legava una benda
davanti agli occhi e poi lo menava in
un luogo spatioso poco distante da
quella casa, e lo faceva inginocchiare e con un coltello gli tagliava la
gola e lo lasciava così,, di poi pigliava
quella benda così, insai^uinata e col
coltello insanguinato ritornava a pigliare l’altro, e faceva il simile, ha seguito questo ordine fino al numero
di 88... ».
Cose spaventevoli, purtroppo documentate anche da altre fonti, a eterna vergogna dell’umana intolleranza...
A destra della piazza, via Borgo Oltremontani, e il borgo stesso : così erano chiamati i Valdesi, e in quel quartiere della cittadina si erano riuniti.
Il nome rimane a ricordarli, come
anche la Piazza dei Valdesi nella città di Cosenza (ridotte purtropp>o, almeno sulla guida telefonica, a Piazza Valdesi).
Ho avuto il privilegio e il piacere
di parlare dei Calabro-Valdesi in quel
la città, nella grande sala del Consiglio Comunale; c’era un bel pubbli
co, attento, c’erano il sindaco, il Presidente della Provincia, il presidente
dell’Ente Prov. del Turismo (rArc.
vescovo se n’era andato poco prima!).
Ho cercato di sottolineare, sul piano
storico, alcuni aspetti del messaggio
che i Valdesi di quattrocento anni fa
avevjino recato in questa regione; e
il prof. Pontieri, dell’UniversLtà di Napoli, presidente della Deputazione
storica calabrese, ha commentato la
relazione con dei precisi richiami,
inusitati certo a quell’ambiente, alla
necessità della tolleranza religiosa e
alla macchia indelebile lasciata nella
storia dalia crociata anti-valdese.
Mi è giunta notizia che qualche ambiente, ben definito e circoscritto, ha
reagito anche velenosamente : segno
della necessità di lottare ancora per
la comprensione e raffratellamento
umano. In questo senso speriamo che
possano anche servire gli opuscoli che
l’Amministrazione Provinciale e l’Ente del""Turis.mo di Cosenza hanno deciso di pubblicare sui Valdesi di Calabria...
Augusto Armand Hugon
POMARETTCr
— La domenica 16 giugno la nostra co
rale ha visitato la comunità di Aosta, accolta con molto affetto, dal Pastore Marauda, la signora e tutta la comunità. Al culto, e dopo il culto nel pomeriggio di ritorno da Courmayeur i nostri coiradisti hanno
dato la loro testimonianza canora; una visita al castello di Sarre ha completato la
giornata. Serbiamo tutti un caro ricordo
delle ore trascorse insieme alla chiesa aostana e aspettiamo con gioia i nostri amici per quest’autunno a Pomaretto. Ringraziamo caldamente il nostro collega © la sua
comunità per l’accoglienza che ci ha riservato.
— Nella stessa domenica il culto a Ponjaretto è stato presieduto dal signor Giosuè
Ribet che noi ringraziamo di cuore per il
suo caldo, fraterno messaggio.
— Nella nostra parrocchia abbiamo avuto ospiti un gruppo di tzigani di Francia
della tribù dei Roms e siamo lieti di averli
cspitati; daremo prossimamente un resocento intorno alla loro visita alle Valli.
— Domenica 30 giugno il culto è stato
presieduto dal Pastore Gino Conte diretto
re della Claudiana; lo ringraziamo di cuore per il suo profondo messaggio; in tale
occasione abbiamo inviato nelle famiglie
due giovanette per la vendita di libri: grazie alle famiglie che hanno bene aecolto
Paola e Lelia e che hanno collabarato per
1 acquisto di libri. Anche questa è una missione.
BOBBIO PELUCE
— Venerdì 28 giugno abbiamo deposto
nel cimitero di Bobbio Pellice la spoglia
mortale del nostro fratello Mondon Giu
seppe fu G. Pietro (Cooperativa) deceduto
dopo lunga e penosa malattia, in seguito
ad intervento chirurgico, all’Ospedale Civile di Pinerolo all’età di anni 63. Ai familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressio.oe della nostra viva e fraterna simpatia
cristiana.
— Sabato 29 giugno abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di Binella Secondo Bartolomeo e Cocco Bruna
Vanda, ambedue residenti in Asti. Il Signore circondi ed accompagni sempre con la
sua grazia questo nuovo focolare e ne sia
rospite costante. e. a.
iiiiiiiimiiiiiiiimiiimmiKiiiMiiiiiMiliimi
aiiiliiliiiimiiiiiiiiiKiiii
NAPOLI (via dei Cimbri)
— Due volte, a breve scadenza di tempo, cioè il 19 maggio e il 9 giugno, la Comunità è stata convocata in Assemblea. Argomento principale della prima: la proposta di richiesta di autonomia, presentata
dal Consiglio. Su 65 membri elettori presenti 59 hanno dato voto favorevole, 1 contrario e 5 .si sono astenuti. La Comunità di
Via dei Cimibri altende ora fiduciosa dal
prossimo Sinodo che si realizzi il suo desiderio di diventare Chiesa Autonoma.
Nella seconda Assemblea è stata presen
lata alla Comunità la relazione finale del
Consiglio per la sua approvazione. Dopo
una breve discussione, specialmente sul
puovo progetto di organizzazione della
Scuoila Domenicale per il prossimo autunno, progetto aipprcivato nelle sue grandi linee, la Rellazioue ha ottenuto rapiprovazione deirassemblea. La Cassiera ha fatto poi
un rapido riassunto della situazione finanziaria alla chiusura dei bilanci; è stato
n'esso in risalto un notevole aumento su
tutte le entrate, ohe ci ha permesso di au
mentare il nostro contributo alla Gassa Centi ale e di pagare tutte le spese speciali sostenute in oocasiou^ della celebrazione del
Centenario della d^esa Valdese di Napoli
Si è poi proceduto alla votazione per la
nomina di due delegati della Comunità per
La Conferenza Distrettuale di Orsara. Sono
stati eletti i fratelli: Paolo Olivieri e Litig' JazeoJla, supplente: Eraldo Pagano.
— Con la fine di maggio sono stati sospe
si per il periodo estivo i culti settimanali
eJ ha chiuso la sua attività l’Unione Giovanile che ha fatto quest’anno, nel suo insieme, un buon lavoro. Vi è stato un no
ievole affiatamento fra i giovani, ai quali
si sono aggiunti nuovi elementi. Vario Far
gomento degli studi svolti, fri i quali una
serie .sui vari movimenti e chiese evangeliolle nel mondo, e, nel quadro delle celebrazioni del Centenario, uno studio sulla
situazione religiosa a Napoli 100 ^nni fa e
altri su alcuni personaggi storici ohe in
qualche modo hanno avuto un’influenza
religiosa in quel tempo. Cerne gli anni
scorsi, vi sono state anche riunioni in co:imne con i giovani delle altre denominazioni. E’ raliegranite di vedere i nostri cari
giovami presenti ai culti e partecipanti in
vari modi alla vita della Chiesa.
— Al culto del 16 giugno, presieduto dal
Pastore lufelli deUa Chiesa Metodista, por
il periodico scambio di pulpito fra la Chiesa Valdese e quella Metodista, è stato battezzato il piccolo Salvatore Carlo Maria
Ranchetti, secondcgenilo della nostra sorella Carla Lingria in Ranchetti.
— Le Scuole Domenicale e Biblica hanno
terminato l’anno scolastico il 16 giugno. La
domenica seguente, nei nostri locali, ha
avuto luogo per gli alunni deUe due scuole
a cui si sono aggiunti alcuni della Scuola
Domenicale del Vomero, un piccolo trattenimento. Molta allegria; giochi vari, e alla fine distribuzione di gelati, non solo ai
ragazzi ma anche ad alcuni membri di Chie.
st che avevano voluto intervenire.
— L’U. F. continua ancora le sue sedute
per una distribuzione dei lavori, che le so
eie eseguiranno durante i mesi estivi, in
vista del prossimo Bazar. Si sta studiando
un nuovo sviluppo di attività per il pros
simo anno di lavoro. F. F.
A proposito della "decima cristiana
II
[segue dalla l.a pag.)
offerta alla Chiesa è solo un « dare
ciò che avanza, quando avanza », senza troppi sacrifici, Fultima voce delle
uscite nel bilancio casalingo, quella
che più di tutte risente degli alti e
dei bassi della « borsa » familiare?
Non vogliamo certo esprimere un
giudizio verso i nostri fratelli che cosi organizzano la loro vita finanziaria, ma solo diciamo loro in tutta
franchezza: voi avete bisogno di un
impegno preso in tutta libertà di co
scienza davanti a Dio e alla Chiesa.
Ne avete bisogno perchè la fede nella Signoria di Dio sulla vostra \ ita —
fede che, come credenti, certameitte
avete — possa manifestarsi con segni
concreti quando disponete del vostro
denaro e dei vostri beni. Solo un impegno preciso potrà permettervi di ritrovare la piena coerenza fra la vostra professione di fede e la vostra
vita. E allora l’offerta a Dio della primizia dei vostri beni sarà la prima
vostra preoccupazione, non l’ultima!
L’impegno alla decima cristiana sarà
per voi come la preghiera che innal
zate a Dio prima di prendere cibo:
un ringraziare Dio- per il dono del sue
amore infinito mediante l’offerta di
una parte di ciò che Egli stesso vi ha
donato.
* * 4
Eccoci dunque giunti al nocciolo
della questione ; che valore ha per
noi l’affermazione della Signoria di
CAMPO INTERNAZIONALE
PER GIOVANI
(Unione Cristiana Biblica)
età dai 14 ai 21 anni
dal 16 agosto al 6 settembre 1963
a Champfleuri (Grenoble - Francia).
Retta giornaliera: 6,50 franchi (L.
800 circa) e al momento dell’iscriziont inviare 5 franchi (L. 650 circa).
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Dio sulla nostra vita? Non è altro che
una di quelle proposizioni teologiche
formalmente perfette nella loro astrattezza ma intraducibili nella vita di
tutti i giorni © perciò condannate a
suonare « belle e di giusto peso dal
pulpito », come diceva il Manzoni, purché restino rinchiuse nel recinto sacro del Tempio? Oppure siamo noi
che sbarriamo la strada a questi principi di fede perchè non danneggino la
nostra vita « dei giorni feriali », sconvolgendone radicate consuetudini?
Qui, con la decima crisUana, ci è offerta — una volta tanto — la possibilità di tradurre una affermazione di
fede dal puJpHo alla nostra vita di
ogni giorno. Che ne faremo di que
sta proposta''
Altre obiezioni
Certo le obiezioni ohe. sono state fatte vanno' considerate attentamente.
Una delle più cemuni è la seguente;
« il metodo della decima va bene per
le Chiese ricche, come quelle ameri
cane; non può essere adottato dalla
grande maggiora.nza delle nostre Comunità che ricche non sono ».
Il vescovo indiano V. S. Azariah, che
fu il primo vescovo indigeno della
Chiesa Anglicana in India, racconta,
i:e] suo interessante studio sulla offerta cristiana (1), quali enormi difficoltà egli dovette superare per far
nascere anche solo un barlume di
mentalità contributiva nel suo popolo estremamente povero ed abituato
dai missionari europei ad attendere
ogni aiuto daH’estero. Egli non si lasciò convincere che era inutile chiedere a chi non poteva dare e volle
parlare anzitutto alle donne del suo
popolo. « Domandò loro che, ogni volta che esse preparavano il pasto, mettessero in serbo per Dio un pugno del
grano che versavano nella pentola;
questa offerta sarebbe passata praticamente inosservata al momento, ma
ripetuta per delle settimane e per dei
mesi, avrebbe rappresentato una somma considerevole. Questo metodo fu
adottato e io spettacolo delle donne
che venivano una volta al mese alla
Chiesa con il loro sacco di grano di
venne familiare in moltissimi villag
gi indiani ».
Proprio in questo spirito : chi di noi
e tanto povero da non poter mettere
da parte per Dio ogni giorno l’equivalente di un pugno di grano?
Un’ultima obiezione che merita di
essere attentamente considerata è la
seguente ; « come potere pretendere
che un padre dì famiglia, con tutti
gl.’ imprevisti ed i rischi della vita moderna, possa assumere un impegno finanziario per un intero anno? ».
Nessuno vorrà certo negare che la
insicurezza economica sia ancora una
dura realtà di tut'.i i giorni per molte famiglie della nostra società. Ed è
vero anche che la vita moderna sembra moltiplicare ogni giorno nuove e
impreviste fonti di spesa.
Ed allora come rispondere a parole
dettate da tanto buon senso? Vivono
proprio fuori dalla realtà del mondo
coloro ohe propongono' un impegno
annuale? Forse si, anzi oertamente lo
seno, come era fuori della realtà (e
dallo spirito) di questo mondo Colui
che diceva : « non siate con ansietà
solleciti per la vita vostra di quel che
mangerete o di quel che berrete... Ma
cercate prima il regno e la giustizia
di Dio e tutte queste cose vi saranno
sopraggiunte» (Matteo 6: 25-33). Anche di fronte a questa obiezione sia
mo perciò ricoiiidotti al problema di
fondo che è problema di coerenza alla nostra professione di fede.
Ripartire il corico
Ma vi è ancora un aspetto in questa obiezic-ne che deve essere ben considerato. E’ vero ; la condizione umana è una condizione di continua insicurezza. Solo lo_ stolto può dire:
« anima mia mangia bevi e godi » ; il
credente sa che ’ogni cosa che ha può
essergli tolta in un momento. E questo stato di insicurezza grava e graverà sempre tanto sul singolo, quai;to sulla Chiesa.
Ora questo è il punto : vogliamo che
il tormento dell’insicurezza continui
a gravare totalmente sui nostri amministratori o riteniamo invece nostro
preciso dovere, come membra respon
sabili di un unico corpo, ripartirci almenci in parte questo pesante fardello? Perchè questo e non altro è lo
scopo della « decima cristiana » : che
ognuno prenda su di sè il carico di
una parte — grande o piccola — dei
peso finanziario della Chiesa, ne sopporti gli eventuali sacrifici, fino a sentire la responsabilità finanziaria della Chiesa come una propria responsabilità, con tutte le ansie, ma anche
con tutte le esortazioni e le gioie che
ciò ccmpcrta.
Non più come ora: da un lato un
esiguo numero di amministratori, post: ogni giorno di fronte alle drammatiche esigenze di un bilancio dalle uscite assc-lutamente certe e dalli-,
entrate altrettante meerte; e dall’altro una massa di contribuenti da stimolare e da esortare, che risponde in
certi settori in medo ammirevole, in altri meno, sempre però con offerte variabiliss’me. Ma invece un’unica famiglia in cui ogni membro assume un
impegno personale, assicurando ùna
offerta regolare e partecipando cosi a
sostenere il carico comune.
Come giudicheremmo un padre di
iam’glia che per sostenere il proprio
« ménage »... facesse un’offerta di quando in quando, magari cospicua, ma...
senza impegno?
E non diciamo forse che la Chiesa
è la nostra « famiglia spirituale »?
Carlo Rapini
(l'i V. S. Azariali: L’offrande cltrétienne
E. Deladiaux et Niestlé — pag- 20 s.
«MNiiiiiiimiiitimimiiiiiMMiiritiiiiiiiiiimiMimiiiiiiiiiiiiiiiiiiNiiiiMiiiiim tMtKiiHHitHMtmiMttMiiiiMiHimiiiiiHHiimii
Per il Rifugio C. Alberto, in memoria
del Prof. Giovanni Twin:
Gli amici Giuffrida (Torino) L. 5.000;
Cecilia Besozzi (Luserna S. Giovanni)
L. 500; V’ittcrio Ros-tagno (Milano) 10.000;
Insegnanti e Alunni della Scuola M. S.
a C. Balbo » (Torino) L. 26.5000; W. B.
M. 20.000.
Per il Rifugio C. Alberto, in memoria
delia Sig.ra Jenny Revel:
W.B.M., L.20.000.
Per il centenario di Rio Marina:
Cecilia Besozzi (Luserna S. Giovanni)
1. 500.
— Il 18 giugno ci ha lasciato, per rispondere alla chiamata del Padre, Cordin Stefano, di anni 74, di Mausa. Dopo una vita
di intenso lavoro j suoi ultimi anni sono
stati caratterizzati da una grave infermità
chi lo faceva soffrire non solo fisicamente
nir anche moralmente, ma che egli aveva
accettato con quella forza c quella sereni,
tà che solo la fede può dare.
Abbiamo pure accompagnato al campo
deH’ultimo ripeso terreno la spoglia inor
tale di Chnrbonnier Caterina ved. nata Ro.
stan, di anni 85, del Teynaud, serenamen.
te addormentatasi nella mattinata del 27
giugno.
Le numerose persone die — malgrado
l’intenso lavoro di questo periodo — sono
intervenute all ’accompagnamento funebre
di questi compagni di viaggio scomparsi,
hanno testimoniato dell’affetto e della sii!
ma di cui erano circondati e della viva
parte che la Chiesa prende al lutto delle
loro famiglie.
Rinnoviamo a tutti i familiari l'espres.
sione della nostra sincera e fraterna simpalla.
— Sono stati uniti in matrimonio: Giotanni Catalin (Bobbio Pellice) e Laura
Collet (Centro). Numerosi parenti ed amici si sono stretti intorno a questi due gin.
vani sposi per prendere pane alla loro
gioia e per presentare loro le loro felicitazioni ed i loco voti augurali.
A questi due sposi — che si stabiliscono
rei territorio della parrocchia di Bobbio
Pellice — auguriamo una lunga vita felice,
vissuta sotto allo sguardo del Signore.
— Il nostro Asilo Infantile ha terminato
il suo anno di lavoro. A roncluBione d;
esso i bimbi, egregiamente diretti dalle Signorine Iolanda Davit, Insegnante, > Paola
Dalmas, Vice-Insegnante, hanno dal(> ai loro genitori e ad un numeroso pubbbeo accorso ad ascoltarli, una prova deiia loro
bravura e delle loro indubbie doti artistiche ccn un « saggio i> finale, svolto- : nella
■sala delle at'.ività la domenica 23 giugno.
Essi hanno presentalo tutto un vasto prò
gramma di canti e di recite die hanno entusiasmato i presenti e che hanno faiìo loro
trascorrere alcuni lieti momenti.
Un plauso ai piccoli artisti ed un grazie
molto vivo alle due Insegnami per iutto il
lavoro da esse svolto.
— Diamo il più cordiale salmo d) iienvenulo ai Villaresi lontani ed agli amici che
si apprestano a tornare in mezzo a noi per
le loro vacanze estive.
-Menni sono già giunti in questi giorni,
altri certamente arriveranno tra breve. Ci
auguriamo che il tempo, finora sempre molto capriccioso (a giornate di scie splendente e caldo, se ne alternano altre piovose
ed umide), metta alfine giudizio e permetta loro di avere un buon soggiorno ed un
buon riposo in mezzo a noi. Ci rallegra
molto il pensiero di poterli incori rare e
di poterci ritrovare con loro nel nostro
tempio in occasione del nostro cidlo domenicale.
Domenica 23 giugno una trentina di gio
vani unionisti del Centro e dei Coppieri
accompagnati dal Pastore S. Rostagno bau
no fatto una interessante gita a Courmayeur. Al loro arrivo ad Aosta li aspettava
un simpatico gruppo di giovani di quella
comunità die li ha guidati attraver.sa la
città per una breve visita aj luoglii storici:
Fanfiteatro romano, la Porta Pretoria, l’arco di Auguste, la Collegiata d| Sant’Orso
separata di qualche metro dal campanile,
il suggestivo chiostro delFanno 1133, le mura romane, la Torre del Lebbroso e di Bramafam. Malgrado il tempo un po’ imbronciato (pieggia e nuvole si altema-cano ad
ampie schiarite) le oro trascorse a Courmayeur con i giovani di Aosta, le loro famiglie ed una rappresentanza della gioventù di Ivrea sono stale molto belle. Allegria,
canti, raccolta dj fiori ai piedi del Mente
Bianco! Di ritorno ad Aosta una gradita
tazza di thè è stata offerta nei locali della
Chiesa.
Ringraziamo vivamente la Comunilà di
.Aosta e l’Unione Giovanile per la loro cordiale ospitalità ed il presidente Attilio ribilie infaticabile organizzatore della gila
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
Una piscina coperta e riscaldata (m13x6), un campo da tennis in cui si
può giocare tutto l’anno, un campo da
gioco in asfalto per la palla-canestro,
palla-volo e pattini a rotelle, un laghetto per il pattinaggio su ghiaccio,
sono queste le nuove installazioni
sportive già pronte per l’anno scolastico 1963-64 al
CONVITTO MASCHILE VALDESE
TORRE PELLICE
Le iscrizioni per una ventina di pO'
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3
5 luglio 19M — N. 27
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1 I
1 i
ANCHE LE CHIESE COMINCIANO A PREOCCUPARSENE
L'emigrazione, un fenomeno nuovo
I problemi
Facciamo un esempio; il saldo netto della immigrazione a Torino negli ultimi 10
anni è pari a 450 mila persone circa, per
la maggior parte meridiomali, su una popolazione complessiva di circa un milione di
abitanti; questo significa ohe non si può
più pensare di « integrare » i meridionali
nel modo di agire e di vivere dei torinesi,
ma che bisogna considerare la necessità del
reciproco adattamento di persone provenienti di ambienti diversi; l’esempio J!
Torino vale non solo per il nord Italia, ma
anche per la maggior parie dell’Europa
occidentale.
Nell Europa centro-settentrionale, anche
per I influenza del protestantesimo, gli
uomini sono abituati da secoli e a tutti
i livelli, alla autodecisione e a una certa
responsabilità sociale; per contro nel1 Europa meridionale le condizioni istoricbe ed economiche hanno wrodotto un
senso quasi patologico della autorità, accompagnalo da paure e riverenze formali e, quindi, da scoppi rivoluzionari indiscriminati. Ora, qualunque cosa si pensi di questi due sistemi, ci si deve rendere conto che non è possibile trasferire
una peraona, condizionata per secoli da
uno di essi, a un altro, senza un reciproco adattamento, adattamento che per piccoli gruppi e nelle migliiori condizioni
dalle due parti, si ritiene ricbiedia non
meno di 5 anni. Quando poi i gruppi diventano, come accade attualmente, più
massicci, si deve parlare di permanenza e
coesistenza dei due sistemi, cioè di una
civiltà piuraliistica, di fronte aUa quale la
Chiesa può e deve svoilgere un compito
caratlini-tico ed essenziale di conciliazione. Por esempio il recente forte afflusso
di op. lai greci in Germania ha prodotto,
propri,) per iniziativa delle Chiese evangeliclio tedesche, un fiorire di studi sulla
Grecia sulla sua lingua e sulla sua cultura. c incile sulla vita e dottrina della
ortodossia. Ora se questo fenomeno fosse
limitai., alla sola Europa occidentale poIreniiii! , parlare di una riproduzione fondameiMiiliiuente analoga di quanto è avvenuto al pirincipio del secolo negli Stati
Lniti. oj;, poiché il fenomeno ha ormai
assumo ima portala mondiale ci si deve
render conto che ci avviamo verso una
civiltà pluralislica generalizzata.
Al problema dell’adattamento è legato
quell.;, ilei reclutamento dell’emigrante e
del sii , eventuale ritorno in Patria dopo
un petiodo di emigrazione. Per una piccola percentuale questo reclutamento è
pianilicato, sia nei luoghi di emigrazione
olle in quelli di immigrazione, ma statisticamente risulta che nella maggior parte (1,1 (,t,i essa si svolge in un modo che
non , ,.into libero o liberale, quanto totalni. ,i,if disordinato; ne consegue che
,,pt Ja presenza dell’immigrato non
tori i,[,,,,idc iiinmediatameinte ad una nece.,,11.. ..Itale e che le provvidenze eventualii., ,i,e eiSislenti per la «ua accoglienza
ginn ( Il amente e in ritardo. In
que.ta i.uazjone la Chiesa non può fare
altro , i,c eseicitare una intensa azione di
ioti.„Upli emigranti o aspiranti tali,
unita . una energica pressione sugli Enti
ain.nii .-„¡alivi ed economici affincliè si
di. .d,,.,,) a pievedere e organizzare questo . laiiu.iiiLo massiccio de| lavoratori,
60.11,1. .„dolo alla influenza e agli intrallazzi 'Jfci reilutatori « paesani ».
Qii, I lio poi l’emigrato ritorna nel suo
I-IC.'C ih origine si verifica una crisi non
Slave (Il quella determinata dalla
sua partenza ; sotto molti aspetti egli .
cainhialo c non può più a'datlarsi al siste
nia originario, specialmente quando s
tratta di un sistema ancora statico, e, d’al
tra parte, egli si sente inevitabilmente le
gaio all anibiente di provenienza. Vi è al
lora il rischio di vedere trasformarsi que
sta crisi in rivolta, sovente meondiziona
ta, e quindi in una crisi di tutto Pambiente l'irrostanle. Ancora una volta la Chiesa
può qui intervenire, per esempio, mantenendo attraverso le Chiese nazionali al1 estero, una forma di continuità e di autorispetlo per remigrante, almeno nella
prima faiSe della emigrazione.
Altro probleima, direttamente legato al
precedente, è quello della famiglia, e famiglia vuol dire abitazione, scuole, provvidenze sociali. Uno degli aspetti più strani, e diciamo pure più deplorevoli, della
emigrazione attuale è costituito dalla man.
canza di abitazioni e quindi dalla pratica
tnipossibilità per molte persone in nioviiiuento di portare con aè le loro famiglie o di alloggiarle in modo conveniente, con tutte le conseguenze di instabilità
psicologica e sessuale che ne derivano.
Ora, mi pare che il problema edilizio sia
stalo impostalo in modo quanto mai ègoislM'o ; se p. es. una industria acquista
delle merci deperibili o del macchinario,
provvede, prima deirarrivo dell’acquisto,
ad assicurare il modo di immagazzinarlo
e proteggerlo conveniemlemente. Se invece un’industria si iserve di mano d’opera
o di tecnici immiigrati, benché questi siano ormai un elemento essenziale del suo
sviluppo economico, fa poco o nulla per
assicurare loro una abitazione conveniente, pensando che sia compilo dell’emigranle stesso quello di trovare casa per sè
e per la famiglia e che l’industria abbia
già fatto tutto il suo dovere quando (il
che non sempre succede) ha pagato all’immigrato lo stesso salario che al lavoratore
locale. Se vogliamo trasferire il paragone
ne] campo bancario, potremmo dire che
le industrie usufruiscono spesso di un capitale, per il quale pagano interessi che
non tengono conto nè della sua formazione, nè della sua nrogressiva svalutazione.
Se invece, come è giusto, abbandoniamo
<?uesto tipo di paragoni, dobbiamo ancora renderci conto che, mentre rindustria
alberghiera, per molivi, ha tro
valo modo di costruire le abitazioni necessarie, le altre industrie, non curandosi sufficientemente della mancanza di abitazioni per i dipendenti e per le loro famiglie, provocano delle crisi, che poi sfociano in reazioni di rivolta, quanto mai
attuali.
Questi sono solo alcuni dei problemi
pratici che presenta il fenomeno del nomadismo moderno; putreamno pc^* es. ancora parlare della necessità di un sistema
assistenziale, scolastico e sindacale differenziato, die tenga conto del citato pluralismo delle situazioni esistenti, ma ritengo che anehe questi accenni siano stati
sufficienti a dare il senso della vastità e
del.a complessa novità del fenomeno, per
cui è venuto ¡1 momento di c-hiederci, in
modo più organico die con gli accenni
precedenti, quale debba -essere il nostro
compito, come Chiesa, in quetsta particolare situaziune.
Il compito della chiesa
Credo ohe a questo punto occorra fare
una considerazione di indole generale. La
Chiesa, tutte le Chiese, hanno perso il
eonta-Uo con il mondiO-.digl lavoro, aiuniesso che lo abbiano mai avuto ; e questo
per la perniciosa idea di marca liberale,
ma non solo liberale, che la Chiesa serva
per lo spirito mentre il corpo farebbe
parte del « mondo »; poiché questo corpo, nei periodi di crisi, come l’attuale,
richiede un sempre maggiore impegno,
ne consegue che la Chiesa e il suo spirito
restano al margine della vita sociale. Ora
la Chiesa non è fatta solo per lo spirito,
ma per portare a tutto ruomo, nella sua
comiplessiità, una parola di salvezza che
non viene da lei, ma che le è «tata affidata; ed è necessario, allora, che la Chiesa, anziché starsene trincerata nei suoi
Templi e nelle sue istituzioni, vada verso
gli uomini e vada verso di loro là dove
essi si trovano. Gesù non aveva aperto a
Nazareth un ufficio parrocchiale con tanto di ore di visita, nè aveva istituito dei
centri di assistenza e distribuzione di vi
veri, ma andava egli stesso verso gli uomini, salendo sulle barche di pescatori,
cenando con i peccatori, visitali^ i malati. La Chiesa, tutte le Chiese, hanno una
struttura essenzialmente statica, fatta per
una sacietà statica; ora che la società è
entrata in movimento, occorre idie la
Chiesa nuova con essa, che cerchi l’operaio nella fabbrica lavorando accanto a
lui, il tecnico nel suo laboratorio condividendone le ansie della ricerca, l’emigrato nella sua crisi emigrando con lui.
Abbiamo detto tutte le Chiese, ed è un
fatto che il fenomeno del nomadismo interno ed intemazionale ha ormai assunto
una proporzione tale che nessuna Chiesa,
neppure quella romana, può più pretendere di risolverlo da sola. Alla recente
Conferenza sulla emigrazione, delle Chiese eurapee, organizzata dal Consiglio Ecumenico, questo fatto è. apparso con assoluta chiarezza e gli stessi osservatori romani hanno dovuto ammettere che se la
maggioranza degli emirati è cattolica, la
maggioranza degli amhienti di emigrazione è protestante, per cui è necessaria una
sempre più stretta collaborazione. E non
solo « tutte le Chiese », ma tutta la Ghie
sa. E’ interessante notare che tanto più
una Chiesa è istituzionale, cioè tanto più
distingue fra clero e 'laici, tanto maggiori difficoltà incontra a far fronte al problema del nomadismo. E’ sempre più evidente infatti che non basta ormai l’azione
di un « clero », per quanto devoto e preparato esso sia, ma che in primo luogo
sono chiamati ad affrontare la nuova situazione proprio i cosidetti laici; i direttori di industria, sui quali, abbiamo visto, ricade la responsabilità di agire affinriiè l’emigrazione non produca un nuovo sottoproletariato, I medici, che sono
i primi e veri consiglieri del nomade, i
maestri, che devono ritrovare un sistema
scolastico che unisca, alla semipre più necessaria formazione umanistica, la elasticità necessaria per fare fronte a gruppi
non omogenei, gli operai e i tecnici che
sono in diretto coiilatto con i lavoratori
immigrati, i sindacalisti, che devon decidersi a pensare in termini economicamen
m'iiiiiiiiiiiiiiitiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiimiiiimiiii
'iiimiiiiiiiMiiimiiiMiii
DAL 10 AL 15IGIUGNO AD ARNOLDSHAIN
Conferenza delle Chiese Europee
sui problemi della emigrazione
Dal 10 al 15 giugno si è riunita ad
Amoidshain, presso Prancoforte, la
Conferenza delle Chiese Europee, dedicata ai problemi della emigrazione
in Europa. La Conferenza, cui hanno
partodpato ottanta rappresentanti
delle Chiese riformate, ortodosse, luterane e anglicane, delle Organizzazioni sindacali, del Mercato Comune
e osservatori cattO'lici ed extraeuropei, è stata organizzata dal Consiglio
Ecumenico e preceduta, durante l’invemo, da due prenconferenze a Gine
vra e ad Atene e da un intenso lavoro
di studio.
Prima deU’indzio delle riunioni ho
partecipato, a Francoforte, ad una
conferenza stampa, mentre la radio e
la televisione tedesche hanno seguito
tutti i lavori. Ho potuto cosi illustrare
l’opera fin qui svolta dalle Chiese
evangeliche italiane in Sivizzera, Germania e Francia e dare qualche notizia deirattività cattolica, governativa
e di partito nel campo della emigrazione italiana, all’intemo e alTestero,
Sono stati inoltre presi dei contati’
diretti con gruppi di eniigrati e con
tìdrigenti industriali della regione,
mentre le di'seussioni vere e proprie
sono state condotte da riimioni plenarie e di comitato. Le conclusioni
raggiunte mi paiono interessanti e, in
attesa della traduzione e della distribuzione del testo ufficiale, cercherò di
riassumerne almeno i punti più importanti.
In primo luogo ci si è reso* conto
che il fenomeno della emigrazione doveva venire studiato e compreso dalle
Chiese come un fenomeno « totale »,
cioè non solo sotto l’aspetto liturgico
e di cura d’anime, ma anche in tutti
i suoi addentellati sociali ed economi
ci. fatto, per molti di noi, non nuovo,
in teoria, ma non semptre applicato
nella pratica. Ci si è reso altresì cento che il fenomeno attuale e lo sviluppo prevedibile della emigrazione
hanno, per dimensioni e continuità,
caratteristiche nuove che occorre tenere presenti. Una delle espressioni
caratteristiche del rapporto finale dice infatti « le Chiese sono spesso accusate di fare troppo poco e troppo
tardi ; è, ora, necessario che esse "si
LE¥Tom
Avvertiamo che U settimanale non
uscirà, la prossima settimana. Il prossimo numero, a 6 pagine, uscirà il 19
luglio. Il materiale dovrà pervenire
alla redazione entro il lunedì 15.
Ci dispiace di dovere, per mancanza di spazio, rimandare la pubblicazione di vari articoli e corrispondenze.
rendano conto non solo della situazione attuale, ma anche di quella che
si manifesterà, prevedibilmente, nei
prossimi anni, nonché deUe linee ge
nerali di sviluppo del problema».
Sono state cosi, redatte una serie di
informazioni relative alla individua
zione e preparazione degli emigranti,
sia nei Paesi di partenza che in quelli di arrivo, ai loro problemi familiari,
ai matrimoni misti, airimpiego del
tempo libero, ai problemi sindacali,
assistenziali ecc., aflemiazioiii ohe potranno servire dì utile guida alle Chiese nella loro azione diretta e in quella indiretta di consulenza e di ispirazione delle istituzioni esistenti.
Sono state egualmente rilevate le
insufficienze della attuale struttura
parrocchiale, la necessità della differenziazione, anche liturgica, della attività ecclesiastica, la opportunità delle « Chiese-ponte » di lingua nazionale, intese, secondo resempio di quelle
valdesi all’estero, a facilitare il primo
periodo di adattamento degli emigranti, la necessità di una predicazione rivolta a tutto il mondo del lavoro, operai e tecnici, e quella di una stretta
collaborazione ecumenica.
Le risoluzioni finali prevedono tra
l’altro :
— la istituzione di corsi nazionali e
internazionali per la preparazione del
personale che lavora tra gli emigranti (pastori, medici, legali, gruppi di lavoro, capi-gruppo locali, assistenti sociali, eoe.).
— la preparazione e distribuzione,
su scala nazionale e intemazionale,
di stampa, trasmissioni radio, biblioteche per gli emigranti, e per le persone ohe lavorano tra di loro, direttamente curate dagli interessati, nonché di testi guida (Handbooks) e di
elementi di studio.
— la formazione di Comitati nazionali incaricati di coordinare tutto il
lavoro svolto dalle singole Chiese, di
attuare i punti precedenti nei vari
Paesi, continuandone lo studio e ricercando, al tempo stesso, i mezzi occorrenti.
— la formazione di un Consiglio Europeo, nel quadro del Consiglio Ecumenico, con TOmpiti di consulenza e
aiuto ai Comitati nazionali e di contatto con le altre organizzazioni, ecclesiastiche o no, che si occupano del
problema.
La Conferenza ha dunque cercato dt
individuare i probl«ni, di segnalare
le linee generali per la loro soluzione
e di creare i mezzi necessari per la
prosecuzione del lavoro. Ora spetta a
ciascuno di noi e, in particolare, agli
organi dirigenti della nostra Chiesa,
di fare sii, che questo lavoro sia condotto a buon fine, sviluppando le attività esistenti e adottando, di volta
in volta quelle soluzioni, concettuali
e pratiche, che sono emerse dai recenti lavori. Pierluigi Jalla
le e socialmente piuralisti-ci, anziché erassámente egoistici, come spesso accade.
Per es. è stato rilevato che la « azione morale » esercitala dalle pamtcchÌCTe, etti le
donne sotto ogni latitudine si affidano e
si confidano, è spesso più importante di
quella esercitata dalla Chiesa ufficiale,
per cui sembra sia più necessario preparare delle buone parrucchiere cristiane,
che dei « direttori spirituali ».
Ed è proprio in questo ordine di idee
che ¿1 cosi detto clero ritroverà allora la
sua reale funzione, è quella di ispira*
re, attraverso una tw^icazione biblicamente attuale, e nella esperienza vissuta
dei problemi, la molteplicità e la diversità dell operare della Chiesa cristiaiM.
Per cui, dalla crisi del nomadismo, può
nascere per molle Chiese la riscoperta della realtà del sacerdozio universale dei
credenti, la abolizione della differenziazione tra clero e laici, direi dei nomi stessi di queste categorie, ueirtmità di un lai
cato inteso biblicamente come popolo di
Dio, nell ambito del quale ad ognuno è
data dallo stesso Spirito una particolare
vocazione per il bene comune.
Una nuova visione
del servizio
E questa, per molte Ohieee, nuova vi
sione del servizio dovrebbe condurre al
Tabbandono dell’atteggiamento paternali
stico delle così dette oipere di aissistenza
Vi è in tedesco una parola quasi intradu
cibile, « Betreuuiiig », che serve ad indi
care la assistenza, sìa privala che go-ver
nativa, sia sindacale che padronale. Kb
bene, nonostante ohe questa narola ve
nisise a «uo t€impo im-pieigata flai nazist
per definire l! attuazione dei loro xirogram
mi nei riguardi degli Eirrei, essa è anco
ra noimnalimente impiegata da alcune Ghie
se nella loro opera per gli emigrali.
La questione non è solo terminologica,
ma il concetto indicalo dalla Betreuung
(.beilreuen regge l’aceusativo) implica il
considerare la persona come un oggetto
dell assistenza, cioè come un « minus habens », da guidare e trattare eo-nvenevolmenle, e questo concetto, se n-on il termine, è deplorevolmente diffuso anòhe
fuori dai Paesi di lingua tedesca.
Occorre a questo punto dire ehiaramente che 1 nuovi nomadi non desiderano affatto essere « assistiti » e se, per la mentalità eventualmente esistente nei loro
Paesi di origine, dovessero anche trovare
ciò normale, è proprio una tipica responsabilità della Chiesa, di tutta la Chiesa e
di .tutte le Chiese, quella di considerarli
e di insegnare loro a -considerarsi non coime oiggeliti o come tmin-òrati, nia come
persone che hanno dei diritti e dei doveri ben precisi, non integrabili spesso in
quelli delle eomunità residenti, ma altrettanto validi e rispettabili. E’ dovere
della Chiesa quello di comprendere, condividere e vivere le pene e le gioie particolari degli emigrati, dei lavoratori, dei
diimenticati, esattamente come è suo dovere quello di condividere le pene e le
gioie dei residenti. Ciò facendo, la Chiesa avrà la possibilità di conoscere i problemi dall’interno, anziché, come spesso
accade, dal di fuori, realizzerà e dimostrerà .con i fatti quella unità del corpo
di Cristo, che essa afferma, ma nella quale, non a torlo, la maggioranza degli uomini non crede più; si metterà in grado
di dire ai governi e agli altri organi pubblici una parola di avvertimento concreta
e fondata sui fatti.
Ma occorre che in tutto questo la Chiesa realizzi la sua particolare vocazione;
poiché essa è stata costituita gratuitamente, per grazia, occorre che la sua azione
sia chiaramente ed effettivamente gratuita, senza sottintesi di interessi politici,
economici o numerici, anzi con la certezza di dovere, proprio essa, affrontare il
periodo più difficile della reciproca incomprensione, della crisi, dell’adattamento,
pronta a trasferire ad altri i problemi
temporaneamente affrontati quando la soluzione sia stata avviata e la coscienza
delle Istituzioni risvegliata. E la Chiesa,
cioè ancora una volta lutti i credenti, ha
il .preciso dovere di indicare in- questa
come, credo, in ogni altra circostanza,
qualcosa di più essenziale e valido, dei
fini particolari e spesso egoistici perseguiti da molle organizzazioni, sia governative, che sindacali!, che di partito.
Giustizia secondo verità
Uno dei lesti dei così detti « Canti del
Servo deirEterno », nel Libro di Isaia,
dice; « Egli insegnerà la giustìzia secondo
verità» (Is. 43: 3).
Ora, questa giustizia consiste nel fatto
che siciliani e svizzeri, afriicani e tedeschi,
sono stati resi ugualmente giusti, non
certo per merito loro, ma per l’opera di
Cristo nella loro particoilare situazione.
Questa verità consiste nel vedere le cose
come esse sono, nella realtà totale dell’uoano, corpo e spirito, e dell’uomo davanti al suo Dio. Cosi facendo la Chiesa
avrà assolto il servizio particolare e insosluihile che le è richiesto neiramnito
della società moderna.
Io non so se con ciò abbia risposto alla
domanda su quale sia la visione particolare delle Chiese evangeliche nei riguardi della emigrazione, ma credo che questo punto di vista sia apparso lungo tutto il mio discorso e si possa sintetizzare
nella affermazione che le Chiese evangeliche non si considerano madri e maestre
di nessuno, e tanto meno dei nomadi
moderni, ma piuttosto chiamate a percorrere con loro la loro strada sapendo
di essere esse stesse nomadi e forestiere,
ma sicure e capaci di annunciare la certezza della affermazione finale della giustizia e della verità. Pierluigi Jalla
Precisazione
A proposito del trafiletto dì £. A. Beox
apparso suik rubrica « I lettoci ci scrivono » del 23 giugno 1963, lasciando da parte
la questione dì come si debba intridere la
<- democrazia » m una comunità cristiana
in cui il Signore non è ili popolo, ma Gesù Cristo, la cui volontà possiamo soltanto riconoacere nella ubbidienza, vorrei fsre una precisazione a proposito ddUa liMa
dei ddL^ró della conferenza al ^nodo.
n famoso fo^o è stato fatto circolare fra
i m^nbci delia Conferenza e non tenuto a
dl^Miràzione d« Pastori (che non pre<^dono di essere migliori degli altri!) ed i
nemi che sono stati raccolta sul foglio sono
stati letti alla assemblea perchè li approvasse. C e quindi stata una elezione regolare e non una proclamazione arbitraria.
Succ^e effettivamente che i nomi dei
delegali siano indicati dai Pastori che, ge
neralmente, faticano non poco a trovare il
laico disposto ad accettare e sono sienrj
se un laico della ‘Comunità accettasse
di fare lui stesso queste consultazioni i Paslcri glie ne sarebbero riconoscenti.
Quanto alla modifica della struttura (delegati elètti per 5 anni) nulla vieta che la
stessa persona (se vuole o può accettare)
sia eletta, come succede spesso, per diversi anni di seguito .proprio p«rhè sia al
torrente delle questioni che si dibattono
nella Chiesa; ma se l’interessato non vuole o non può accettare non c’è barba di regolai^ntì che possa farglielo fare, tutto
al più avremo maggior difficoltà a trovare
dei delegati che si impegnino per cinque
anni invece che per uno.
Franco Davite
VILLASECCA
Il 12 giugno sono aiweniuti a Pian
Faetto i funerali d'cl nostro Fratello Guido Poet dod Grò, doooduto il giorno precedente in seguito a luuga malattia. Alla
moiglSe ed ai giovani figli giunga ànicora
1 espressione dello nostre sincere e fraterne condoglianze.
— 11 Pastore sarà assente dalla Pairocchía da.f 8 al 28 lùglio; per qualunque
neeessità basterà rivolgerai agli anziani
e diaconi d'eia Comunità. I culli di questo periodo saranno presieduti dal Maestro Raimondo Genre (14 luglio), Past.
Franco Giampiccoli (21 luglio) il quale
curerà pure la riunione alla SeUelta il pomeriggio, e Sig. Giosuè Ribet (28 luglio).
Come è stato deciso nell’ultim'a Assemiblea di Chiesa, le bustine di contribuzione saranno dà quest’anno distribuite a luglio (I- Contribuzione^ dicembre
(II” Contribuzione) e febbraio (Rinunzia). Nel corso della prima settimana del
mese i mem'Bri di Chiesa riceveranno
quindi le buste che sono pregati di restituire ai Membri del Coneistoro o di mettere nella borsa all’uscita del tempio. In
questa occasione saranno pure distri'buite
le relazioni annue 1962-63.
iiiiiMiiimitiiiiimiiiMiimuii
MULI I.11Ì.M DI FOHUrau
ISCRIZIONI
Gli alunni ohe desiderano iscriversi alla
D media unificata (a. s. 1963-1964) devono
presentare, entro il 20 luglio p. v-, i seguenti documenti:
1) Certificato di nascita in bollo da L. 200;
2'i Certificato di rivaccinazione antivaiolosa e antidifterica in carta libera ;
3) Documento di riconoseimento ;
4) Domanda di iscrizione in bolla da Lire
200;
5i Pagella di V® elementare.
Domande e documenti possono essere inviati alla direzione anche a mezzo posta.
La Scuola Latina serba da ormai
lunga data un insegnamento serio e
profondo: l’ambiente morale e spiri
tu ale ne è la principale caratteristica
sia alla Scuola che al Convitto; molti
alunni serbano un ricordo indimenticabile. Anche quest’anno pur essendoci il nuovo programma della scuola
unificata le materie saranno insegnate con il consueto scrupolo e serietà
da parte del valentisrimo corpo docente. Siamo fiduciosi che molte famiglie evangeliche delle Valli e fuori
delle Valli invieranno i loro figlioli a
questo benemerito istituto in vista di
una formazione culturale e spirituale
dei loro ragazzi.
Promossi alla II Media: Arlus Angioletta; Barai Claudio; Baret Mauro; Bounous
Loris; Bounous Maura; Bouchard Eliana;
Coppolino Sergio; Léger Riccardo; Micol
Annalisa; Miilhmann Rainer; Peyran Nicoletu; Peyronel Ettore; Pons Carla; Richard Mariella; Richiardene Renzo; Thel
ler Paolo; Tron Marisa.
Promossi alla IH Media: Alessio Leila;
Raima Ebe; Barai Franco; Bernard Clan
dio; Bertalot Laura; Bertalot Lio; Breuza
Italo; Genre Amato; Laurenti Lanra; Long
Carla; Long Livio; Micci Paolo; Pascal
Adriana; Peyrot Guido; Ribet Filiberto:
Ribet Walter; Tron Bruno; Tron Giovanni.
Licenziati dalla Scuola Media: Bosco
Elia; Breuza Arturo; Breusa Franco; Grill
Franco; Grill Pierino; Léger Franco; Peyrot Ezio; Pons Ezio; Richard Ida; Romano Daniela; Rostan Orietta; Sappè Diego;
Tron Giuliano.
personalia
Si sono sposati, a Torre Pellice, la
Sig.na IJdia Nlsbet e il Sig. Pierre Olsen. Agli sposi 1 nostri auguri più cor
diali.
4
pag. 4
5 luglio 1963 — N. 27
Notizie da Villar Perosa
Ricevimento Autorità. Nel pomeriggio
di Pentecoste, al>biamo invitato le Autorità civili e religiose, i Sindaci, i Segretari Coanunali, i Professori, i Medici, gli
Insegnanti, i Carabinieri, gli Industriali,
ecc. ecc. dei Comuni di Villar Perosa, Pinasca e Inverso Pinasca a visitare il nostro tempio e a prendere contatto con il
nostro Concistoro. L’invito accolto-da una
numerosa e distinta Assemblea, fin come
la x>rima presa di contatto ufficiale nostra
con l’ambiente e fu pienamente cordiale.
Il Pastore potè esprimere la sua gioia riconoscente di poter servire la sua fede
protestante in un ambiente fraterno ed
amicn e ricordare con commozione le parole cordiali dettegli dai sacerdoti cattolici del luogo ed il loro augurio per il
suo ministero spirituale. I vivi applausi
dei presenti furono come il st^gello di
un patto di solidarietà e di amicizia.
Conferenza Distrettuale. Due delegati
della Chiesa di Villar Perosa hanno partecipato, accompagnati da altri fratelli e
sorelle, alla Conferenza Distrettuale di
PraM. Quantiunque non ancora rivestiti
dei carismi regolamentari, sono stati fraternamente accolti con facoltà di voce consultiva. Sul' tardo pomeriggio, giunta la
voce « Villar Perosa », hanno ascoltato con
animo trepidante e col fiato sospeso la
immancabile discussione stilla procedura
regolamentare e il timore angosciato di
alcuni ohe essa non fosse stata perfetta.
A un certo punto l’anziano Costantino Dino s’alzò e con la voce rotta per 'l’emozione disse:« A nome della Chiesa di Villar Perosa ringrazio la Tavola Valdese per
quello 'dhe ha fatto, la ringrazio i>er averci costituiti in Chiesa... ». Pochi istanti
più tardi, la Conferenza tutta, con un applauso prolungato, 'che non era solo di
prammatica ma proveniva evidentemente
dal cuore approvava un Ordine del Giorno chiedente al Sinodo la costituzione e
l’autonomia della Chiesa di Villar Perosa.
L’eco di quell’applauso è giunto fino al
Villar ed ha commosso i villaresi i quali
tutti, a mezzo dell’« Eico delle Valli », desiderano ancora ringraziarne i membri
della Conferenza.
Invito alle Chiese consorelle. La Chiesa
di Villar Perosa invita tutte le Comunità
consorelite ed i loro Pastori a farle visita
appena possibile. I Pastori sono invitati
a presiedere i culti; a mezzegiorno, la modesta attrezzatura della chiesa sarà messa
a disposizione degli ospiti. Nel pomeriggio si propongono gite nei dintorni del
luogo, generalmente ancora sconosciuti ai
Valdesi, ma ricchi talvolta — come per es.
Pramartino — di bellezze naturali stupende.
Una Scuola estiva. Per. rimediare all’abbandono in cui vengono a trovarsi alcuni bimbi per la dhiusura delle Scuole e
mentre i genitori sono impegnati in fabbrica il Concistoro progetta l’apertura di
un « Doposcuola » estivo che raccolga
questi figliuoli in un ambiente formativo
e riposante insieme.
L’insegnante è trovata e quasi tutte le
difficoltà della cosa sono ormai superate.
Manca soltanto qualche piccolo aiuto finanziario per coprire le quote di frequenza di qualche bimbo povero. Rivolgiamo
a questo fine un appello ai villaresi ed ai
nostri amici lontani e li ringraziamo an.
ticipataimente per quanto vorranno fare
per aiutarci.
Chiese e diaspora toscane
LUCCA
Culti per turisti e lavoratori
a Villar Perosa
Il Concistoro, per rispondere ad
up voto più volte udito neUe assemblee eeclesiasliche ed al desiderio espresso da alcuni fratelli di Chiesa,
ha deciso di celebrare durante i me
si di luglio ed agosto in più del culto domenicale consueto, anche un
breve culto mattutino, dalle ore 8,30
alle ore 9. Questo orario lo renderà
accessibile ad alcuni fratelli impegnati nell’industria alberghiera e jmtrà anche giovare ai fratelli turisti
di passaggio. Potranno anche approfittarne coloro che arrivano eoi puh
man gran turismo in partenza da
Torino alle ore 7.15 e in arrivo al
Villar alle ore 8.20. Un altro pulmann alle ore 9.35 permetterà loro
di proseguire verso Perosa.
Per felice coincidenza i restauri della
cappella sono stati fatti nel centenario del
primo culto evangelico celebrato in Lucca
dal tempo delli Riforma, e in prossimità
dell’inaugurazione dei luogo di cullo avvenuta nel 1864.
La Luce ha già parlato del Convegno
dell’Ascensione che ha visto riuniti nel
tempio rimesso a nuovo molti fratelli convenuti dalle chiese della Toscana per lodare il Signore della gloria e ascoltare il
messaggio dell’Ascensione annunciato dal
pastore dr. Ricca.
Altra occasione et:(*zionale, ma questa
volta per la comunità locale soltanto è stato
il culto presieduto dal Capo-Distetto piist.
Guido Malhieu di Roma, con l’intervento
anche del col. Aldo Long, che ringraziamo
vivamente.
L’ultima circolare pubblica la quarta lista dei doni per i restauri (totale L. 667.535)
e dà la buona notizia della incoraggiante
soltO'Scrizione fra le famiglie ginevrine discendenti dai profughi protestanti lucchesi
del sec. XVI. Non abbiamo ancora ricevuto questi doni, ma desideriamo fin d’ora
ringraziare tutti i Ginevrini di Lucca che
hanno contribuito iter il risanamento del
tempio, e insieme con essi il fedele amico
della Chiesa Valdese sig. Jacques Picot che
ci ha prestato il suo conto corr. postale e
la sua opera per la raccolta dei fondi e infine la Tavola che ce li trasmetterà. Siamo
ora in fase di studio per i lavori ancora da
compiere, e cioè; lo zoccolo (lambris) in
materiale adatto, per l’altezza di m. 1.05,
la sostituzione delle vecchie tende che separano il locale di culto dalla sacrestia, le
paretine deRa sacrestia stessa per nascondere e al tempo stesso aerare le pareti mac
chiate d’umido, la tinteggiatura della facciata. Vi è dunque posto ancora per eventuali doni da amici vicini e lontani. A tutti i donatori sarà inviata in tempo oppor
tuno relazione completa delle entrate e dei
lavori eseguiti.
.'iiNiiiHMiitimimiiiiiimMiimniiKin iiimiiiiiiiiiiiiir
iiiiiiiMimiiiiimiiiiliiiiiiiiii
Vita valdese a Palermo
Diamo Un noiliziario panoramico sulla
vita della nostra chiesa. Le attività ecclesiastiche hanno avuto il loro normale svolgiménto con una frequenza media abbastanza elevata. I culti domenicali e settimanali sono stati al centro della nostra vita
ecclesiastioa. Il numero degli operai ed i
mezzi impiegati sono considerevoli, ma anche i risultati sono stati buoni.
L’Unione Giovanile ha portato una bella nota di fervida attività nella vita della
chiesa. I giovani hanno dimostrato spirito
di affiatamento, di collaborazione, dì testimonianza icristiana. La corale ha preparato cori di circostanza e in occasioni speciaii si è recata a Trapani e Marsala.
La Scuola Domenicale è stata affidata a
6 monitori. E’ stata seguita una liturgia
che contiene gli elementi essenziali del culto. 11 ricreato-rio ha permesso alle famiglie
di partecipare al culto. L’autobus della
scuola ha prelevato ogni di>menica gli almi
ni a domieiMo.
Il consiglio di chiesa, scaduto per compiuto quinquennio, è staio rinnovato e il
numero dei suoi membri è stato portato
da 6 ad 8 in considerazione della espansione dell’opera e delle maggiori responsabilità che la chiesa ha assunto in seguito
alla sua autonomia.
Domenica 26 maggio abbiamo avuto un
raduno delle cinese del Trapanese a Palermo, allo scopo di inserire nella vita del
la Comunità questi gruppi che vivono nell’isolamento, facendoli partecipare al culto e alle varie attività ecclesiastiche. Con
due autopulman sono convenuti da Trapani, Marsala, Mazara, Campobello e Castelvetrano più di xento persone coi loro
conduttori, E. Del Priore, P. De Caro. Nel
pomeriggio ha avuto luogo un culto all’aperto alla Noce c la visita alla Casa del
Faneinllo.
Opera sociale
L’Ambulatorio Medico, diretto dal Dr.
M. Paratore ha continuato la sua apprezza
ta opera a favore delle famiglie sprovviste
dì assistenza medica. Abbiamo avuto alcuni casi di ricovero urgente in ospedale e
abbiamo fornito medicinali.
L’attività copisti Braille per la biblioteca circolante per ciechi evangelici è stata
compiuta in modo ammirabile dal prof. E.
Amoroso che c giunto in pochi anni alla
trascrizione del suo 67“ volume.
Nonostante l’emigrazione verso il nord e
verso l’estero di alcune famiglie che ha determinato una leggera flessione nel numero
dei membri di chiesa, le finanze hanno registrato un aumento generale sensibile.
L’« Istituto Valdese » oomprendente la
scuola materna e le prime 5 classi elemen.
tari, si avvicina al centenario della sua fondazione (1865). Gli ainnnd sono stati in
totale n. 116 e rispecchiano cosi la loro
provenienza denominazionale e confessionale: Valdesi, 32; Mennoniti, 24; Avventisti, 6; Metodisti, 4; Chiesa di Cristo, 2;
Testimoni di Geova, 1; Cattolici, 47. Le
insegnanti sono state 4: Cannizzo Letizia,
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
La Fata Lidia, Panascia Pina, Sammarco
Carmelina. IjC rette degli alunni ei hanno
permesso di far fronte alle spese ordinarie, ma non abbiamo avuto spese di locali
messici a disposizione dalla Tavola.
L’Istìmto Valdese e la Casa del Fanciullo alla Noce sono stati visitati quest’anno
daille autorità scolastiche che hanno espresso il loro vivo aipprezzamento.
La nostra chiesa è come un albero che
ha due rami o, se vogliamo, come un corpo con due braccia: la Nc-ce e Sferracavallo. Infatti non si tratta di opere autonome,
ma di propaggini della chiesa che da essa
devono essere alimentate e sostenute.
L’opera della Noce comprende: a) la
« Casa del Fanciullo » che ha avuto 12fì
iscritti. Gli alunni prevengono dal quar
tiere della Noce e di Cortile Cascino « dato che appartengono a famiglie estremamente bisognose, abbiamo dovuto dar loro,
oltre ad una assistenza scolastica (dopo
S(-nola) anclie alimentare. Durante l'estate
continuiamo ad occuparci di loro mediante il riereatorio estivo balneare. Abbiamo
avuto 4 insegnanti : Paterna Concettina
(Scuola Materna) Alecci Anna e Lagripanti Lina (Doposcuola), Margrit Buehlev
(Scuola Materna) Alecci Anna e Sagrìpan
Questa complessa attività è stata resa possibile grazie al finanziamento deU’HE-KS
e di amici all’estero, b) L’opera della Noce a favore dei fancitdli ha avuto come riflesso anche un’opera di testimonianza evangeBca. Le famiglie degli alunni hanno
vclnto conoscere la nostra fede e hanno
scoperto a loro volta l’amore di Gesù Cristo. Si è così costituita una nuova comunità evangelica alla periferìa delila città. Molte famiglie hanno acquistato la Bibbia, frequentano i culti, cantano i nostri inni. Ciò
è avvenuto senza un piano prestabilito ed
è opera dello Spirito. In sostituzione della
assistente Agathe Gaf di Berna che è stata
fra noi circa un anno e che ha compiuto un lavoro molto apprezzato di cui
le siamo moilto riconoscenti, è giunta recentemente suor Redi Brun, inviata dalla
Casa delle Diaconesse di Neumiinster (Zurigo) che ha iniziato già il suo lavoro, c)
Un terzo a^etto dell’opera della Noce è
costituito dalla scuola di cucito per giovi
nette. Abbiamo ricevuto dall'HEKS di Basilea n. 6 macchine P®r cucire Lo scopo è
di insegnare .a tagliare e cucire a delle ragazze che normalmente trascorrono il tempo senza fai nulla e di insegnare possibilmente un mestiere.
Testimonianza evangelica
L’altro ramo della attività della chiesa c
l’opera di testimonianza evangelica di Sferracavallo, ridente villaggio balneare che diviene sempre più centro di interesse turistico. Le cure del gruppo sono state affidale all’Anziano D. Scianna coadiuvato dai
past.ri P. V. Panascia e G. Resini. Dodici
famiglie hanno abbonato i loro figliuoli a
« L’Amico dei Fanciulli ». I fratelli hanno
dimostrato uno spirito di liberalità per l’opera del Signore e di testàmonianza.
Durante l’anno abbiamo avuto diverse
visite di amici dall’Italia e dall’estero. Vogliamo ricordare almeno le due visite del
nostro Moderatore, Dr. E. Rostan, dei
membri della Tavola quasi al completo, che
hanno visitalo l’opera della Noce, del past.
E. Santi della Casa Materna di Portici ohe
ha anche presieduto nn culto a Sferracavallo, del Dr. Julius Render, vescovo della
Chiesa Evangelica unita del Baden, del Sovrintendente, G. KuAlewein, del Dr. Loehr
che hanno visitato IVpera della Noce, e ri
volto anche dei messaggi alla nostra Comunità, nel culto domenicale, del capodistretto, Dr. E. Corsani, che ha presieduto
una seduta del Consiglio di chiesa, dei pastori, S. Briante e G. Scudieri che hanno
parlato ai giovani e dei pastori E. Del
Priore (Trapani) ed 0. Lupi (Agrigento)
ohe hanno presieduto dei culti.
Consapevoli della debolezza della nostra
opera chiediamo a Dio di volerla raffermare mediante il suo Spirito.
I nostri lutti
Durante il corso dell’anno abbiamo avuto alcuni lutti che hanno gettato un velo
di tristezza sulla vita della nostra Comunità. Vogliamo brevemente ricordare i nostri cari iscoimpansì.
In luglio è perito tragicamente Romeo
Ignazio di anni 43. Faceva parte della nostra chiesa da alcuni anni ed era un uomo
semplice e buono. Era soprattutto un buon
lavoratore che senza risparmiarsi portava
y peso di una numerosa famiglia. I funerali sono stati presieduti dal pastore G.
Resini.
Sabato 16 febbraio è stata chiamata nella casa del Padre, Merlo Giuseppina, dell'età di 23 anni. Quando ancora la 'vita le
sorrideva, una grave malattia l’ha strappata aU’affetto dei suoi cari che hanno sopportato con -spirito cristiano questo grave
lutto rendendo una fedele testimonianza.
Giuseppina sarà sempre ricordata dai
suoi compagni di catechismo, dai giovani
dell’Unione, dai bambini della Noce di
cui si occupò nell’estate del 1960.
Lunedi 18 febbraio si è addormentato >1
prof. Antonio Dotto. Era nato il 23 di apri
le del 1883 a Fiume. Insegnante di musica
e dì composizione, era molto conosciuto e
stimalo nell’ambiente scolastico. Da circa
due anni «ra stato -colpito da paralisi e la
visita del pastore era attesa e gradita. Spesso abbiamo avuto occasione di pregare con
lui, di leggere la S. Scrittura c di celebrare la Santa Cena al suo capezzale. La mo
glie, il figlio Aldo e la figlia, prof. Anna
con la loro assistenza assidua e amorevole
hanno alleviato le sue sofferenze e reso
più sereno il suo trapasso.
Il 3 marzo è stata chiamata da Dìo a più
alto servizio, Rosina Gcymet, sorella delle
Sig.re Rutelli e Bonci. Era nata a Torre
Pellice il 24 novembre del 1892. Un untile
spirito dì servizio e di dedizione agli altri
caratterizzò la sua vita. Fu crocerossina
durante la prima guerra mondiale. La sua
scomparsa ha lasciato un gran vuoto nel
cuore e nella casa della Sig.ra Rutelli con
la quale la scomparsa viveva da molti anni. Vogliamo esprimere le nostre condoglianze alle famiglie Rutelli, Bonci, Para
tore, Geymet.
Martedì 9 aprile si è spenta la sorella
Testa Giuseppina, all’età di 85 anni. Aveva qualche giorno prima pregato con noi e
la sua preghiera ei aveva profondamente
commossi per la fede e la serenità che la
ispirava. -Alle famiglie Testa, Carrozza,
Russo Eleonora, ad parenti lutti vogliamo
esprimere la nostra simpatia cristiana.
P. V. Panascia
PISA
— Il lunedì di Pasqua un buon gruppo
di membri della nostra comunità, giovani
e non giovani, insieme con qualche altro
fratello della diaspora, si è incontrato in
Iccalìtà MarineUa d; Marina di Massa, con
un gruppo di membri della comunità Metodista di Carrara guidati dal loro Pastoie
sig. V. Mo e con alcuni isolati di La Spe
zia. Il cullo sulla spiaggia di fronte all’incantevole paesaggio delle Bocche di Magra,
è stato presieduto dal Pastore di Pisa. Nel
pomeriggio i giovani delle varie chiese hanno fraternizzato in giochi animati.
E’ la prima volta da moltissimi anni ohe
le due comunità sì incontrano, e non c’è
dubbio che questo convegno del lunedì di
Pasqua metodista-valdese entrerà nelle consuetudini delle nostre chiese.
— Le Unioni Femminili di Pisa e di Livorno si sono reciprocamente visitate in
riusciti piccoli convegni.
— Dornenica 7 aprile è stato celebrato il
Santo Battesimo di Antonio Rodrigo Felidoli del doti. Romano e di Gordon Patricia, alla presenza dei nonni materni presbiteriani scozzesi, e di famigliari cattolici
che hanno assistito a lutto il culto. Domenica 5 maggio abbiamo avuto la gioia di
celebrare un altro battesimo: di Gabriella
Monti di Ivaldo e di Christa Branderburg,
di Ponte Buggianese, alla presenza di famigliari cattolici e dei nonni materni prò
testanti tedeschi. A questi dna bimbi e alle
loro famiglie gli auguri più vivi di benedizioni divine.
— Domenica 31 marzo, abbiamo espresso
al coniugi Sante e Iride Macchia ì più vivi
rallegramenti per le loro nozze d’oro e voti di allegrezza nel Signore!
— Attenzione! I culti dei mesi di luglio
e agosto, anziché alle ore 11, avranno inizio alle ore 10 precìse,
— La Società di Cucito ha allestito anche quest’anno un riuscito Bazar il cui provento è destinato a opere dì beneficenza e
a lavori di manutenzione del tempio e dei
locali, per non gravare sulla Amministrazione Centrale.
— L’Assemblea di Chiesa ha nominato
delegata alla Conferenza Distrettuale la signora Laura Bertin e supplente la prof.
Nelsa Giorgi. Dalla lettura della relazione
annua si è constatata la vita normale e tranquilla (troppo) della comunità e l’aumento
delle contribuzioni che ha permesso alla
nostra chiesa di far fronte a tutti i suoi
impegni.
—- Ringraziamo il Capodistretto sig, pastore Guido Mathieu e il col. Aldo Long
che hanno visitato la nostra chiesa, in qualità di presidente e vice-presidente della
Commissione Distrettuale.
VIAREGGIO
Nei mesi di luglio e di agosto, il culto
in lingua italiana della seconda e quarta
domenica del mese, ha inizio alle ore 18,30,
anziché alle ore 17,30, per favori-re i bagnanti. Informiamo inoltre che ogni dome
nica mattina alle ore 9,30 nella stessa cappella anglicana di Via Leonardo da Vinci
(non lontano dalla passeggiata lungo ii mare), è celebrato il culto in lingua tedesca a
cura della Chiesa Luterana.
— Il 9 maggio è stato celebrato il servizio funebre di Eleonora Naldi n. Petmcc.i.
L’Evangelo della pace e della risurrezione
in Cristo è stato annunciato in casa e al reparto protestante del Cimitero, ai famigliari, parenti e a gran numero di persone che
stimavano l’animo eletto e buono deMa defunta.
BARGA
Anche Barga ha avuto l’onore della visita della Commissione Distrettuale. Purtroppo il tempo inclemente ha impedito a
molte persone di accorrere al luogo della
riunione, sui monti, a Renaio. La comunità
è infatti disseminata su un territorio che
equivale alle valli d’Angroigna e di Pramollo messe insieme con la Vaccera nel mezzo. Per questo motivo la riunione mensile
di culto si tiene or qua or là per favorire a
turno le famiglie più isolate; ma ciò nonostante vi sono dei fratelli e delle sorelle e
dei catecumeni che fanno ore di cammino
per venire alla riunione.
Prossima riunione: a Fondamento, presse la signora Bice Artioli Diversi, mercoledì 10 lugRo ore 10,30.
— Il sig. Lino Gonnella di Palaia, membro del Consiglio di Barga, rappresenta
quest’anno Lucca e Diaspora alla Conferenza Distrettuale di Rio Marina. g. b.
LIVORNO
— Le Pentecoste è stata celebrata con un
culto solenne con la celebrazione della S.
Cena, presieduto dal Pastore Co-rsani, che
Ila sostituito il Pastore Carcò, il quale ha
dovuto interrompere, per motivi di salute,
la sua missione in Inghilterra, rientrando
in sede il 6 giugno.
Domenica 16 giugno ha avuto luogo la
Assemblea di Chiesa di fine anno ecclesia
stico. II Consiglio ha letto la relazione del
l'anno testé concluso, dopo di che si è ac
cesa la discussione. E’ seguita poi Felezio
m dei delegati alla Conferenza distrettuali
di Rio Marina, che si è tenuta nei giorn
29 e 30 giugno. Sono risultate elette: Te
resa Prando, delegata; Vailini Clara, supplente.
PIOMBINO e RIO MARINA
— Il culto mensile è stato regolarnien
te curato dal Pastore Corsani, il quale ha
inoltre presieduta l’Assemblea di Chieau
di fine anno a Rio Marina. In tale assemblea è stalo delegato alla Conferenza Distrettuale il fratello Carlo Alberto Acinelli.
— La Comunità si appresta a celebrare
degnamente il suo primo centenario di vita, con le manifestazioni aU’uopo organizzate, comprendenti ii Culto solenne, pubbliche conferenze in concomitanza con la
sessione estiva della Conferenza distrettuale.
In questa celebrazione centenaria vogliamo riconfermare la nostra fiducia in Dio
che ci ha protetti e benedetti per un secolo,
e rinnovare a Lui il nostro voto di completa ed aasoluta dedizione, per l’opera di
evangelizzazione ohe — ricordiamocelo —
non è limitata all’ambiente locale, ma si
estende a tutta l’Isola d’Elba.
Per cui ci sembra necessario, prima >
poi, un ministerìo regolare e continuo sul
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Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti i lunedi
dalle 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso Io studio del dott. Pelizzaro) tutti i venerdì dalle
13,30 aUe 15.
a TORINO (via Ristagno 20 S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.
visitate
ARTIVALLI
• TORRE PELEICE
rArtivalli
TESSITURA A MANO DI
TÀ^'ETTI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume, 6