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Eibl lotica Valioso
Ina) TOIRS PSLLÎ
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
ABBONAMENTI |
Eco: L. 1.300 per l’interno
L. 1,800 per l’estero
Eco
La Luce: L. 2.000 per l’interno
L. 2.800 per l’estero
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TORRE PELLICE — 8 Gennaio 1960
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
VtAGGI A MOSCA
i Diplomaticamente, il 1960 inizia, con
la visita che, partendo da Ciampino
il 7 gennaio, il Presidente Gronchi
; compirà in Russia accompagnato dal
^ ministro degli esteri on. Pella e da
una numerosa delegazione. Com’è stato scritto, «egli è il primo capo di
Stato di una grande potenza, che si
rechi al Cremlino dopo l’avvento del
bolscevismo ». A parte la « grande potenza», che poteva forse esser lasciata da parte dato che la nostra situazione nel confronto internazionale
non è precisamente tale, e forse un
nostro errore è proprio il voler giocare un gioco più grande di quale che
^ siamo in realtà in grado sostenere
' possiamo rallegrarci dell’evento.
Questa visita — che è stata preceduta e preparata dalla missione, nell’ottobre scorso, del ministro Dei Bo,
con il raggiungimento di accordi economici e soprattutto dell’accordo per
la ricerca dei dispersi con l’aiuto della Croce Rossa Italiana — si compie
avendo dietro di sè l’eco non dimenticata anche se assai affievolita delle
polemiche sorte nell’autunno scorso
quando fu progettata. Si potè vedere
allora, in Italia, come una parte dell’opinione pubblica continuasse a non
essere per nulla toccata dal nuovo
spirito di distensione, e guardasse
sempre con buona coscienza di giusti
all’ingiusta società d’oltre cortina, con
cui bisognava evitare ogni contatto.
Ma si potè anche notare, e con gioia,
che tale settore dell’opinione pubblica non era la maggioranza, ma una
minoranza, per quanto forte e com; battiva. La maggioranza, ci pare ave; va compreso che la via era quella di
una coesistenza ricercata con perseveranza, senza rosee illusioni e senza
perdere di vista i profondi dissensi
^irituali, ma anche senza giudizi preconcetti, senza rendere più spessa la
cortina. ’ ' ' '
E’ triste che il settore ostile sia stato rappresentato, in buona parte, dalla Chiesa cattolica ufficiale, nel suo
timore cieco del comunismo, cui la
distensione potrebbe giovare, almeno
in Italia. Passano gli anni, si moltiplicano gli esempi, ma il dogmatismo
romano non comprende che il comunismo non si combatte dall’esterno,
ma affrontando i punti dolenti che
esso rivela: fame, disoccupazione, analfabetismo, ingiustizie sociali; solo
m queste basi la critica, non violenta,
della visione comunista della vita potrà avere una onesta validità.
I Chiese, guidati dal Segretario genera^
le Dr. W. A. Visser’t Hooft, ha compiuto nel corso di dicembre nell’U. R.
S. S., su invito del Patriarcato di Mosca. Benché negfi. ultimi anni si siano
già évolte spesso visite ufficiose o pri
vate di delegazioni di Chiese na
zia^aU. è stata questa la prima delegazione ecumenica interamente in
temazionale, costituita com’era dal
Pastore Visser’t Hooft (riformato olandese), dal Past. Francis House
(anglicano), dal Dr. Nissiotis (ortodosso greco), dal Dr. Frederick Nolde
(luterano americano) e U Kyaw Than
(battista birmano).
All’arrivo all’aeroporto di Ginevra(^intrin, il Dr. Vissert Hooft ha fatto queste dichiarazioni ai numerosi
giornalisti che attendevano: Più strette relazioni si stabiliranno fra le Chic,
se deirunione sovietica e il Consiglio
ecumenico; non si sono avuti nego
Dal 18 al 24 gennaio avrà
luogo a Torre Pellice una
Settimana di visita fraterna e
di appello. Ne daremo prossimamente il programma, che
sarà centrato su una rivalutazione della vocazione di ogni
membro di chiesa : è un appello che il Sinodo aveva rivolto
a tutte le Chiese; leggete in
3*< pag. il primo dei tre studi
sul laicato, a cura del Past. H.
R. Weber, direttore del Dipartimento dei laici del Consiglio
Ecumenico.
Vogliamo qui ricordare un altro
¡ viaggio recente, meno importante certo sulla scena internazionale, ma spi'ritualmente di grande rilievo: la visita che la delegazione di cinque membri del Consiglio ecumenico delle
ziati ufficiali con il patriarcato di Mo.
sca della Chiesa ortodossa russa, nè
con i luterani, con gli armeni, con i
battisti, pure visitati in occasione del
viaggio, ma conversazioni centrate
« sull’avvenire dei nostri rapporti ».
Il movimento verso una migliore conoscenza reciproca, cominciato in occasione del primo incontro, fra rappresentanti del Consiglio ecumenico
e della Chiesa di Mosca, a Utrecht,
nell’agosto 1958, condurrà a visite più
frequenti e a scambi d’informazione
più seguiti, per quanto si sia proprio
all’inizio di queste relazioni.
Il Segretario generale del Consiglio
ecumenico rilevò che la delegazioiie
Corrispondenza
da Mosca
Ecco il testo del discorso di saluto rivolto dal Patriarca Alessio ai delegati del
Consiglio ecumenico:
Siamo felici di accogliere sul suolo russo, agli altari dei nostri venerabili samtuati ottodossi, i cari ospiti della Chiesa ortodossa russa, nostri fratelli in Cristo, rappresentanti le Chiese cristiane unite nel
Consiglio ecumenico delle Chiese
La Chiesa ortodossa russa considera con
simpatìa gli sforzi dei nostri fratelli crist.ani per sormontare divisioni pluricenietiarie e unire fra loro uomini che adorano
010 in modi diversi, perchè lavorino insieme all'opera di Dio. La nostra Chiesa
11 sosterrà in questo compito.
Lo studio dei risultati considerevoli che
Pvete già ottenuti in questo campo è stata
Per noi fonte di consolazione e di profonia soddisfazione spirituale. Invocheremo
la benedizione di Dio sul proseguimento
iei vostri sforzi. Renderemo più stretti i
legami della nostra amicizia spirituale,
¡forzandoci di rivelarvi ì tesori della no*tra antica fede, tra.smessaci dagli apostoli e dai padri della Chiesa.
Avete potuto rendervi conto di persona
iella pietà e dello zelo dei fedeli che riempiono le nostre chiese. Avete potuto veiere l’importanza che lui per noi ortodosli la vita liturgica e la preghiera in cornute. Troviamo la nostra forza nei sacrarienti della Chiesa, attraverso i cui miste'i il Signore, benché invisibile, è presente.
Questo rimane forse incomprensibile a
iuegli osservatori che, guardando la Chicla russa dalTesterno, si stupiscono della
Pia vitalità. Questa forza rum ci viene da
W)ì; procede dalla grazia vivificante dello
Spirito Santo, è dovuta all’azione della Di
vino Provvidenza che conduce la Chies-t
di Cristo per vie insondabili conosciute n
Dio solo; perciò crediamo che è per il suo
bene che la nostra Chiesa sia separata dal
lo Stato.
Le relazioni della Chiesa russa con il
mondo cristiano al di là delle frontiere
del nostro paese si sorw consolidate negli
ultimi armi, e legami di fraternità e di amicizia si son fatti più stretti con i cristiani
di tutte le denominazioni. Attualmente la
rwstra Chiesa accoglie e sostiene tutto ciò
che contribuisce a consolidare la pace ne!
mondo, a migliorare l’intesa fra gli uomini e ad edificare la società umana sull’amore, la libertà e la giustizia. Constatiamo con soddisfazione che molto si j
compiuto in questo campo. Ida si potrebb :
fare arutor più In futuro se tutti gli uomini di buona volontà unissero i loro sfor
Restando anzitutto uniti nella preghiera
e nel dogma ai rami autocefali rutzionaìi
della Chiesa ortodossa universale, preghia
mo per la rt-untone di tutte le Chiese cri ■
stiane. Cosi ci sforziamo nell’amore di
mantenere fra noi ” l’unità dello spiriUi
col vincolo della pace .
Ecco lo scopo supremo del Consiglio eco
menico delle Chiese: non è una ” China
mondiale ” e U suo fine è di jrromuoven
l’unità esclusivamente con mezzi spiritua
li, riconoscendo l’indipendenza e il cari
sma proprio di ogni chiesa e di ogni con
fessione. Crediamo che verrà il giorno ii
cui tutti saranno uno, quando sarà reali i
zata la promessa del Salvatore: non ri
sarà che un solo gregge e un solo pastore "
(Giov. 10: 16).
ricevette ovunque uii’accoglienza
«molto cordiale», e eh» al loro ingresso nei templi i fedeli si mettevar
no a « cantare, a lanciare grida di
benvenuto, i fazzoletti si, agitavano e
la gioia (fi trovarsi con.- cristiani di
altre Chiese si mostrava iji tutti i mo.
di ». Oltre a conversazioni nella sede
moscovita della Chiesa rtoa e ad un
culto celebrato in comune nella città,
il piccolo gruppo prese parte a culti
e visitò- le accademie teològiche di Leningrado e Zagorsk. meiitre un delegato, U Kyaw Than, predicò nella
Chiesa battista di Mosca. A Riga i de.
legati poterono pure incontrare gli
arcivescovi delle Chiese ¡luterane eli
Lettonia e d’Estonia, mentre a Mosca
sL ebbe un incontro con i dirigenti
della Chiesa battista; infine si ebbe
il primo incontro con il katholikos
della Chiesa armena, aE piedi del
Monte Ararat. durante ima sosta di
due giorni e mezzo a Etdimiadzin,
neU’Armenia sovietica.
Il Dr. Vissert’t Hooft fece notare ai
giornalisti che non era piossibile analizzare, in pochi minuti, «la situazione molto complessa della Chiesa in
Russia. In un paese cainùnista, la
Chiesa si trova costantemente messa a confronto con una Società che
non è affatto cristiana tkinsì basata
EU un’ideologia interamente diversa.
Inoltre la propaganda Ati-religiosa
è assai attiva ». Però, tenete conto di
questi fatti « siamo statj impressionati da tutto quello che Cuesta Chie
sa è e fa. In questo quaciro si manifesta una vita spirituale mo-ito intensa, una fede convinta; ulta cultura
sviluppata, e i culti sonai spesso impresàonanti ». Confermo*, i rapporti
di altri osservatori secondo cui le
chiese erano «piene, non «solo per la
nostra visita, ma ogni itoraenica e
spesso in settimana»; '
Rispondendo ad una domanda, dichiarò ancora che le accademie teologiche avevano numerosi studenti, e
che « vi sono ammessi solo i candidati il cui livello di studi è sufficiente
.oer divenire .sacerdoti».
Un altro membro della delegazione
ecumenica, il Dr. O. Frederick Nolde,
direttore della Commissione delle
Chiese per gli Affari intemazionali
(organo comune del Consiglio ecumenico e del Consiglio Internazionale
delle Missioni), ha sottolineato che
la visita non aveva «nessun intento
politico ». « Nondimeno abbiamo sta
bilito delle relazioni personali in una
atmosfera di calda amicizia e sulla
base della fede cristiana comune; in
sè, ciò è già una base sufficiente per
migliori relazioni intemazionali» —
affermò il Dr. Nolde, che aggiunse
che problemi intemazionali, compreso quello del disarmo, sono stato l’oggetto di conversazioni non ufficiali
fra dirigenti ecclesiastici e rappresentanti governativi del dipartimento de.
gli affari di culto. «Abbiamo insistito sul fatto che non è sufficiente dire
che siamo per la pace e contro la
guerra; è alle radici stesse che bisogna attaccare la guerra e prevenire o
fermare i conflitti militari limitati
che minacciano di degenerare in conrtitti generali».
« Abbiamo pure fatto notare che
con basta reclamare l’indipendenza
dei popoli colonizzati, poiché certi
popoli, senza esserlo, vivono sotto il
giogo straniero che impedisce loro di
pronunciarsi con un libero voto popolare sulla scelta del loro governo»
Il Dr. Nolde affermò che ci vorranno
maggiori contatti per giungere a una
intesa su questo, e fece notare che
nelle conversazioni moscovite la dele
gazione sosterme l’atteggiamento costante del Consiglio ecumenico: «la
libertà è indispensabile allo stabili
mento di posizioni costmttive e alla
franchezza di critica verso i governi
quando minacciano la pace, la giusti
zia e la libertà».
Come segno della fraternità dell’incontro pubblichiamo qui accanto il di
scorso di saluto del Patriarca Alessio
agli ospiti ecumenici. G. C.
Al momento di andare in macchina si
apprende che. per malattia del Presidente
Gronchi, il viaggio in U.R.S.S. deve essere rimandato.
Ricordiamo a tutte le Chiese
che per decisione della
Tavola Valdese la colletta di
domenica 10 gennaio sarà dedicata all'opera delle Missioni.
li
Negli ultimi giorni i quotidiani hanno riportato notizie
di gravi episodi di
d/itisemitismo u n
po’ ovunque nel
mondo. Dopo che, nella notte di Natale, i muri della sinagoga di Colonia
sono stati coperti di svastiche e di
scritte naziste, in varie città tedesche
(anche all’Est), ma pure a Vierina e
altrove in Austria, a Copenhaghen, a
Oslo, in Svezia, a Bordeaux, Bruxelles, Ginevra, a Londra e Glasgow, in
California, nel Cile, in Sud Africa, e
pure in Italia, a Milano e a Parma,
sinagoghe e case ebraiche sono state
coperte di simboli nazisti, di scritte
minacciose, mentre ebrei venivano insultati per le strade o ricevevano lettere o telefonate minatorie. Una vergogna internazionale, contro cui si è
levata un’ondata di sdegno, in tutti i
paesi; il governo di Bonn intende
mettere nettamente fuori legge le organizzazioni neonaziste, che purtroppo
reclutano soprattutto fra i giovani.
Pur senza drammatizzare (ma non si
diceva lo stesso, forse, ai primi segni
dell’antisemitismo hitleriano?), bisogna cogliere seriamente l’avvertimento: reprimere, nei modi costituzionali
- tutte le nuove Costituzioni del dopoguerra portano, marcata la nota antirazzista - questi movimenti sovvertitori; ma anche, coeréntemente, opporsi ad ogni forma di razzismo, etni
Una buona
falce...
*ir
co o spirituale; e soprattutto non trascurare di informare
seriamente le nuove
generazioni, nella famiglia, nella scuola, nella chiesa: e questo è stato fatto
troppo poco! La reazione è stata
recisa. Ma questo non ci deve impedire
di vegliare. Ricordiamo queste parole
scaturite in cuore ebraico, in campo
di concentramento: ’’Nel ricòrdo dei
nostri nemici, non dobbiamo più essere le loro vittime, dei fantasmi orribili per loro, ma piuttosto un aiuto,
affinchè abbandonino la follia... Questo solo si chiede loro, e che quando
tutto questo sia passato, possiamo vivere come uomini fra uomini, e ci sia
di nuovo pace su questa terra per gli
uomini di buona volontà, e che pace
venga anche sugli altri”. E’ meraviglioso che queste parole, questi sentimenti abbiano potuto sgorgare anche nell’abisso oscuro della sofferenza
ebraica; che alcuni alméno abbiano
saputo superare il ben comprensibile
odio e rancore, e guardare oltre, al
frutto della sofferenza. Ma su questo
frutto spetta a noi vegliare, con riconoscenza e con fermezza, con una
buona falce in mano — come scriveva Aibrecht Goes—- per stroncare intorno a noi e in noi là mala pianta
rinascente dell’odio e della violenza.
Gino Conte.
la situazione presente
delie Missioni cristiane
Uno dei problemi più vivi e più discussi, negli ultimi anni, sul piano missionario, è quello della possibilità d’integrazione del Consiglio Internazionale delle
Missioni e del Consiglio Ecumenico delle Chiese; ne abbiamo pure parlato a più
riprese. Come contributo alla discussione, il Past. Lessile Neivhigin, a lungo
missionario e poi vescovo della Chiesa dell’India del Sud, membro del Comitato
centrale del Consiglio Ecumenico, attuale segretario generale del Consiglio Internazionale delle Missioni, ha pubblicato una breve opera, in inglese e recentemente
tradotta in francese a cura della Société des Missions Evangéliques di Parigi:
”La Mission mondiale de l’Eglise” (1). E’ un volumetto di divulgazione, ma della
ricchezza e della profondità degli spunti che presenta potranno giudicare i lettori
dalle pagine che qui riportiamo.
Molti possòno forse pensare che la
accennata discussione sulla possibilità
d’integrazione del Consiglio delle Missioni e del Consiglio ecumenico si
trascini in modo esasperante. In realtà, non si tratta di u'na questione esteriore, organizzativa; si procede lentamente perchè in tutto il mondo sia la
Chiesa sia la Missione, e quindi anche i loro reciproci rapporti, sono oggetto di un profondo ripensamento, e
in certi casi di una radicale revisione.
Il Newbigin afferma, iniziando, che
la situazione attuale delle Missioni
cristiane, malgrado indubbi segni di
vitalità, è una « situazione di crisi » :
A dispetto della crescita vigorosa che
si manifesta in certe regioni, rimane
(1) La Société des Missions Evangéliques
di Parigi sta pubblicando una serie di
agili volumetti nella collezione « Présence
de la Mission » (275 fr. fr. il volume) ;
sono finora usciti :
André Roux - La prière pour la Mission,
à l’origine de la Société des Missions
Evangéliques de Paris et aujourd’hui.
Hébert Roux - Eglise et Mission. — Chiesa e Missione non sono due realtà distinte o, peggio, lievemente antagoniste: la
Chiesa è la Missione.
Roland de Purï - Les Eglises d’Afrique
entre l’Evangile et la coutume. ■— Il
Past. De Pury, che ha insegnato per un
anno al seminario teologico del Cameroun, affronta qui uno dei problemi gravi della vita delle giovani chiese africane: quello dell’atteggiamento cristiano
di fronte al costume secolare della poligamia.
Lesslie iNewbicin - La Mission mondiale
de TEgUse.
Queste pubblicazioni possono essere richieste alla Claudiana; e ricordiamo pure
che la Société de Paris pubblica Le Journal des Missions Evangéliques (abboname.nto annuo L. 900) e Le petit Message!
des Missions tabb. annuo L. 600): gli
abbonamenti possono essere versati alla
Sig.na Lily Coïsson, Appiatti, Torre Pellice; offerte pro Missioni al Past. E. Ayassot. Via Pio V, 15 - Torino, che è il rap
presentante della Société de Paris per l’Italia.
il fatto che le Chiese d’Asia si reclutano quasi intieramente nelle frange
della società asiatica e non sono penetrate in modo afficace nelle antiche
culture religiose; che l’Islam — salvo
qualche eccezione — è sempre quasi
completamente impermeabile all’Evangelo, e in certe regioni progredisce più rapidamente del Cristianesimo; che il comunismo mondiale si
oppone alle missioni cristiane con una
aggressività che non si sarebbe iriimaginata cinquant’anni fa (è da ricordare che il Newbigin conosce a fondo la
situazióne indiana, dove ad esempio
nello Stato di Kerala il governo comunista ha dichiarato lotta ad oltranza alie scuole delle Missioni, rendendo necessario, ma non ancora decisivo, l’intervento del Parlamento federale indiano, n.d.r.); e che è estremamente probabile — considerando il
rapido accrescersi della popolazione
mondiale — che la proporzione dei
cristiani in rapporto a questa diminuisca anziché aumentare, (p. 17).
Queste non sono però le più profónde ragioni della crisi attuale. A
parte il fatto che la ” scristianizzazione ” in corso in tanti paesi tradizionalmente ” cristiani ” ha comportato
una caduta dell’interesse per l’opera
missionaria, vi sono mutamenti profondi che barino trasformato il quadro tradizionale: l’apparire delle giovani nazioni, e delle giovani chiese; il
fatto che ormai l’Europa non è più il
centro indiscusso del mondo; le tensioni oriente-occidènte, bianchi-gente
di calore. Dietro a tutti questi fatti
nuovi, che rappresentano spesso dei
problemi oggettivamente gravi, c’è il
problema: è stata ed è oggi fedele,
la Chiesa, nella sua Missione? il Newbigin afferma che le Chiese e le Missioni hanno bisogno di un profondo
ravvediménto.
(Continua in 2> pagina)
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pag. 2
L’ECO VALLI VALDESI
8 Gennaio 1960 — N. 2
La buona novella
La buona novella di una grande allegrezza
(Luca 2: 10)
Gli angeli di Natale annunciano ai pastori, e per mezzo loro a tutti
gli uomini, una grande e gioiosa buona novella.
Gesù inaugura il suo ministero di Salvatore dicendo: Credete alla
buona novella.
San Paolo caratterizza tutta la sua attività esclamando: Guai a me
se non annunzio la buona novella.
Cos'è la predicazione cristiana, cos'è l'evangelizzazione, cos'è l'opera
delle missioni, se non la proclamazione di una buona novella? Cos'è
l'Evangelo stesso, per definizione, se non una buona novella?
E' una grande cosa, nella vita, una buona notizia.
Mi ricordo la giornata dell'l 1 novembre 1918. Stavamo mangiando
la zuppa quando arrivò il furiere portando la notizia che era nell'aria,
ma che non era ancora scoppiata : che l'armistizio era stato firmato. Ci
fu allora un momento di silenzio più che oppresso. Poi, sempre senza
parlare, ci stringemmo la mano fra camerati; non sono nemmeno sicuro
che non ci siamo abbracciati come fratelli, tanta era la nostra giòia, dopo
aver penato insieme, di apprendere insieme la buona notizia che non
ci si batteva più.
Quale sarà, allo stesso modo, il nostro sollievo, quale sarà la nostra
allegrezza quando, fórse fra poco, apprenderemo la buona notizia che,
anche in Algeria, non ci si batte più, non ci si scanna più, e che infine
la concordia soppianterà, laggiù, l'odio omicida !
E come sarà grande, allo stesso modo, la gioia « di tutto il popolo »,
il giorno in cui si diffonderà con certezza la buona notizia che si è trovato Il modo di guarire il cancro! Davvero si comprende, anche se non
si approva, l'atteggiamento di quanti all'annuncio che un passo è stato
fatto verso la scoperta del rimedio tanto atteso, si affrettano a proclamare che il fine è stato raggiunto. Ognuno vorrebbe essere il primo a
diffondere la buona notizia che questo terribile nemico degli uomini
è vinto.
Ora, l'Evangelo e anche la buona notizia di una pace, di una pace
più preziosa di tutte le paci umane, e anche più solida perchè non riposa
su compromessi e negoziati, ma sull'amore e la buona volontà: la pace
che Dio dona ai suoi figliuoli, in loro e fra di loro ; la pace che sorpassa
ogni intelligenza; che, simile ai fiumi che scendono dalle alture, irriga
con un'acqua che viene da più in alto che la terra.
E l'Evangelo è pure la buona notizia di una guarigione. Ci propone
— e, di fatto, è il solo a proporci — un rimedio che non si limita a medicare una piaga o a sdpprimere un sintomo ma che attacca il male alle
radici e muta lo stato generale del peccato riconciliandolo con la legge
del suo essere, con la sorgente del suo essere, con Dio.
Questa buona novella della pace infine trovata, questa buona novella
della guarigione possibile, non la diffonderemo? Non la proclameremo
ad ogni eco? Il furiere dell'l 1 novembre poteva forse non annunciarci
che l'armistizio era firmato? E che pensare di un medico che avesse trovato il segreto del cancro, e che lo conservasse per sè... o per la clinica
di cui è primario?
Si parla di dovere missionario. Ma non si tratta di un dovere. Si
tratta di una costrizione interiore, di non poter fare altrimenti.
Delle due cose, l'una : o si crede alla buona notizia e la si proclama,
o ,non.la si proclama e allora significa che non vi si crede veramente. Se è
vero che la parola: Evangelo è. la traduzione di: Buona notizia, dirsi credente evangelico e non lavorare con tutte le proprie forze a diffondere
la buona notizia, è una contraddizione di termini.
Non tutti sono chiamati a proclamare la buona notizia nello stesso
luogo, con lo stesso linguaggio, secondo io stesso metodo, ma tutti sono
chiamati a proclamare la buona notizia. A. Aeschimann
Ravvedersi, dalle due parti
(Da Le Journal des Missions Evangéliques, Noël 1959).
Le « missiom » hanno bisogno di
pentirsi. Tuttodì! movimento missionario moderno'è pieno dei segni della
grandezza e della miseria dell’uomo.
Quando si evoca Timmensa espansione del movimento nel suo insieme
(...), la parte che ha avuto nella rinascita di tante nazioni,’'i pionieri intrepidi che hànnó ' coraggiosamente dato
la loro vita,, gli uomini e le donne che
hanno sopportato il pericolo, la solitudine, le prove del còrpo e più ancora
dello spirito, fondata" di preghiere, di
gpnerosità e. di consacrazione che ha
sostenuto tutto questo, e la grande famiglia delle Chiese che, ora, ne per
petua il ricordo, si deve certo dire che
è uno dei ^tùndi atti di'Dio nel,!a storia. Ma noi che vi partecipiamo come
missionari, ; sappiamo che c’è un altro
aspetto del: quadro. Quando riflettiamo ad afcuni problèmi scoraggianti
che incontriamo nel nostro lavoro, come abbiamo potuto tanto facilmente
cancellare la parola di Gesù agli uomini di chiesa del suo tempo : « Attraversate il mare e la terra per fare
un solo prdsehta, e poi ne fate un figlio dell’inferno peggiore di voi»?
Quando ci lamentiamo di alcuni problemi delle giovani Chiese, non dobbiamo essere abbastanza onesti da riconoscere che vi vediamo riflessa la
nostra immagine; che è il nostro amore dell’autorità, la nostra concezione
del « successo », la nostra fiducia nella carne piuttosto che nello 'Spirito
che abbiamo di fronte? Il missionario distrettuple ha spesso detenuto un
potere spirituale ed economico sui
suoi convertiti tale che poteva generare, anche-in uomini santi e tementi
Iddio, i mali a cui sempre conduce il
potere assoluto. E chi può negare che
l’insieme della testimonianza che abbiamo collettivamente portato al mondo con il ihovimento missionario dei
due secoli passati sia stato profondamente infettato dalla dominazione
culturale ed economica, dal paternalismo, da tuttò ciò che ha screditato il
sistema coloniale in tante regioni del
mondo, al punto che si dimentica quel
quel che ha realizzato di positivo?
(...) In grandi régioni d’Asia e d’Africa la parola « missione », in opposizione alla 'parola « chiesa », significa
il luogo in cui si trova la potenza e il
denaro, il luogo in cui il vecchio sistema coloniale si mantiene, dopo
esser stato cacciato dal campo politico. Ma questo aspetto del quadro non
appare sullo scrermo nelle riunioni
A ttuatità missionarie
Camernan inquieto
La situazione politica nel paese Ba^
mileké, inquietante da diversi mesi,
si è bruscamente aggravata negli ultimi tempi.
Nella notte dal 29 al 30 novembre
la stazione missionaria cattolica di
Bafàng è stata attaccata da bande
terroriste: due religiosi sono stati assai^inati e due feriti, mentre gli edifici sono stati incendiati o saccheggiati.
L’indomani un centinaio di uomini ha attaccato il centro di Bangou,
sulla via che conduce da Bafang alla
grande stazione missionaria evangelica di Bangangtè. Le scuole protestanti di questa località sono state
attaccate, le case incendiate, un certo numero di allievi e molti degli insegnanti condotti prigionieri.
Contemporaneamente, un po’ dap
pertutto nel paese si sono moltiplicati i disordini contro i capi e contro
gli Europei.
Messo al corrente della situazione,
rufììcio del Consiglio delle Chiese bat
tiste ed evangeliche del Cameroun ha
subito inviato nel paese Bamilekè,
per studiare sul posto la situazione,
una delegazione, che ha incontrato
la maggior parte dei missionari e,
constatata l’estrema gravità della situazione. ha immediatamente deciso
la chiusura di tre stazioni: Bangangtè con le sue scuole importanti e il
suo centro di educazione femminile;
Bafou.sam con la sua scuola per insegnanti ed il suo dispensario; ed infine il grande ospedale di Bangwa
che, già da parecchi mesi, date le circostanze, lavorava a ritmo ridotto.
Tutti i missionari sono ripiegati sulle
altre stazioni.
Dopo aver sopportato per mesi la
situazione di giorno in giorno più
esposti, hanno dovuto abbandonare
le loro stazioni per evitare in particolare che la loro presenza attiri sui
loro fratelli africani, sui bambini o
i malati che erano loro affidati rappresaglie sanguinose: non è difficile
misurare la prova che tale partenza
rappresenta per loro.
Quanto alla Chiesa del paese Ba
milekè, entra con tutto il suo popolo
in un periodo di sofferenza e di prova in cui si impone la nostra intercessione per lei, per i suoi pastori,
per i suoi catechisti, per i suoi maestri e tutti i suoi fedeli.
(da La Vie protestante)
La scorsa settimana sono scoppiati altri
torbidi sanguinosi. Una situazione simile
si era determinata nel Congo, Ruanda,
Niassaland, Rhodesia, n. d. r.
I Piipna turbati
Rabaul — Una delegazione rappreS6;ntante 50,000 Papua della Nuova
Guinea ha rivolto una richiesta allo
autorità australiane, domandando
che si moderi rondate- di missionari
che entrano nel loro paese. Pur esprimendo la riconoscenza dei Papua per
tutto il lavoro compiuto fra loro dai
missionari, la delegazione ha afferma,
to cho c’è un così gran numero di
delegazioni diverse aH’opera fra loro,
che ne risulta una grande confusione
nello spirito dei Papua. (S.OE.P.I.)
Cuntunariii protustantc
Tokio — In novembre è stato celebrato il centenario dell’introduzione
del protestantesimo in Giappone. Delegati di Chiese protestanti del mondo intero si sono uniti ai cristiani
giapponesi in queste celebrazioni commemorative dell’arrivo di missionari
episcopali, riformati olandesi e presbiteriani. Oggi le varie Chiese sorte
da quella missione sono unite nel
Consiglio cristiano nazionale (nella
sola Tokio vi sono oggi 4(X) chiese
protestanti): in questa occasione collaborano nella distribuzione di onere
religiose, sotto gli auspici della
« World Literature Crusade ». In una
mezza dozzina di altre città saranno
organizzati riunioni e manifestazioni
simili.
L’anno del centenario sarà caratterizzato dall’esecuzione di un piano d’
evangelizzazione da parte di nove
équipes di trenta studenti dei collegi
cri.stiani giapponesi, in cui collaborano dodici diverse denominazioni :
queste équipes lavoreranno in 48 regioni isolate. (S.OE.P.I.)
Ancora duntrn l’apartheid
Città del Capo — La legge detta
Group .4reps Act, che ordina la segregazione in zone separate e stagne
dei differenti gruppi etnici viventi nel.
l’Africa del Sud. è stata denunciata
dal Sinodo anglicano del Capo come
« anticristiana, crudele, ingiusta e tirannica ».. Proponendone l’abrogazione, il past. F. J. Rumsay disse che la
Chiesa dovrebbe parlare in questi termini al governo : « Vi consideriamo
responsabili della crudeltà di questa
legge, della sofferenza di cui è causa,
dei suicidi che pro voca » ; domandare timidamente al governo di applicare «umanamente queste misure inumane » non è che derisione, « Osareste dire: sgozzerò con molta umanità »?
Nel corso di un’altra sessione farei vescovo anglicano Joost de Blank
ha affermato davanti al Sinodo che
con il Group Areas Act è impossibile
creare scuole plurirazziali e accogliere bambini di colore nelle scuole
anglicane. Pur continuando la lotta
per l’abolizione di quella legge, la
chiesa farà tutto quel che può per costituire almeno una scuola non bianca che abbia gli stessi vantaggi di
una scuola della Chiesa per allievi
bianchi. (S.OE.P.I.)
«Lr niissiuni cristianR
nBll’età écuniRiiica»
Greenwich, Conn. — Si è tenuta in
iiovembre la prima di una serie di
riunioni consultive su « Le missiom
cristiane nell’età ecumenica». Tali
riunioni sono e saranno organizzate
in America, Asia Africa e Europa nel
corso dell’anno 1959-1960, a cura del
Consdgitio Intemazionale delle Missioni. Fanno parte di uno studio generale sulla teologia della missione
e serviranno di preparazione all’integrazione progettata fra il C.I.M. e il
Consiglio ecumenico delle Chiese, che,
in caso sia accettata, diverrà effettiva quando fra due anni si terrà, a
Nuova Delhi la terza Assemblea del
Consiglio ecumenico. (S.OE.P.I.)
Duo piccolo ospiti di una stazione missionaria del Gabon
ove lavora la sig.na Anita Gay che molti lettoti ricordano
missionarie che teniamo in Europa...
C’è però senza dubbio un’uguale
necessità di pentimento da parte delle Chiese. E’ lecito dubitare che le
reali implicazioni dell’integrazione siano, state fin qui guardate in faccia
dalle Chiese a livello parrocchiale.
Non si tratta del problema della struttura del Consiglio ecumenico nè della
struttura interna di ogni denominazione: il problema, ad esempio, se le
missioni debbono essere intraprese
dalle denominazioni in quanto tali o
da società missionarie distinte. Questi sono problemi importanti ma non
di fondo. Il problema fondamentale è
sapere se la Chiesa còme tale è una
missione. E’ il problema di sapere cosa significa essere membro di Cüiesa.
L’idea di Chiesa che regna, ancora indubbiamente nella maggior parte delle comunità è che è il luogo in cui si
raccolgono i risultati dell attività missionaria. Non la SI considera essa stessa un organismo missionario. II lavoro missionario, nel paese o in terre
lontane, riguarda specialisti a pieno
tempo. E’ naturalmente il dovere di
tutti i membri di chiesa, sostenere il
loro lavoro con i loro doni e le loro
preghiere, ma il lavoro in sè è nelle
mani di individui specializzati, pagati
per questo. Non è la ragion d essere
di tutto il corpo. Se si accettasse di
vedere nella missione la ragion d’essere della Cniesa, ci sarebbero delle profonde trasformazioni nella concezione
corrente della vita parrocchiale, del
ministero, dell’azione cristiana nel
mondo (p. 21 ss.).
Insistendo più oltre sulla necessità
che Chiesa e Missione siano sentite
dai credenti come una cosa sola, il
Newbigin scrive ancora: Ci siamo
abituati a pensare che la Missione
della Chiesa deve essere compiuta da
quel che chiamiamo « le Missioni » ; e
quando circostanze politiche o d’altro
genere impediscono il lavoro « delle
Missioni », perdiamo coraggio quanto
all’avvenire della missione della Chiesa. Potrebbe darsi che quel che è già
avvenuto e avviene anche oggi, sia
la situazione normale dei prossimi decenni, cioè che la missione della Chiesa non sia compiuta anzitutto da organismi importanti che impiegano
professionisti in istituzioni perfezionate, ma piuttosto da una moltitudine
di cristiani anonimi e volenterosi:
commercianti, viaggiatori, soldati,
braccianti, mendicanti anche. Molte
chiese in India sono nate così. Pare
che in questo momento l’Islam si diffonda così in certe regioni. E’ probabilmente così che il Cristianesimo è
giunto in molti paesi. Dev’essere certamente il modo normale attraverso
cui il disegno totale di Dio potrà essere compiuto. (...) Uno dei compiti
principali delle Chiese nell’immediato
futuro potrebbe esser quello di trovare il modo di utilizzare lo spostamento crescente di uomini e di donne cristiani, da una regione del mondo ad
un’altra, per il compimento della missione mondiale della Chiesa, (p. 48)
Una nuova
prospettiva
Il dualismo creatosi per ragioni storiche {ma non giustificato biblicamente) fra Chiese {in « patria ») e Missioni {in terre lontane) viene comunque
rivoluzionato, oggi, da nuove situazioni storiche: il comandaménto di
essere testimoni « fino alle estremiti
della terra » non può non esser visto,
nella situazione attuale, ih una prospettiva del tutto nuova. Questa di
mensione delle « estremità della terra » era presente semplicemente nel
fatto che i missionari partivano dall’Europa o dall’America per andare ii
paesi che erano — dal punto di vista
delle Chiese che li mandavano —
« oltre i mari ». Dobbiamo guardare
in faccia il fatto che questo periodo è
veramente terminato. I fatti ci obbli
gano oggi a considerare l’impresa missionaria da un punto di vista del tutto nuovo, dal punto di vista della
Chiesa mondiale. (...) Sarebbe insensato suggerire che sia facile di passare
a questo nuovo punto di vista. L’idea
che le vecchie Chiese si fanno delle
« missioni lontane » è sempre stata
modellata dal fatto che le « estremità
terra » erano sempre « laggiù » e noJ
« qui ». Ma dal momento in cui la
Chiesa diviene una fraternità mondiale, questo punto di vista diviene falso. Non ci sono più, ormai, per la
Chiesa che manda, regioni lontane.
Dal punto di vista di una comunità di
Boston, ciò che avviene a Tokio è ancora « le estremità della terra »; ma
non dal punto di vista dei cristiani di
Tokio. Siamo entrati in un periodo in
cui dobbiamo semplicemente abbandonare l’idea che la nostra terminologia è determinata dal punto di vista
di Boston piuttosto che dal punto di
vista di Tokio. Dobbiamo considerare
che Boston è altrettanto quanto Tokio « le estremità della terra ». (p
50s). £’ chiaro quale profondo, e difficile, cambiamento di prospettiva ciò
significhi nel modo di considerare sii
le Chiese sia le Missióni.
Che questa accettazione degli elementi nuovi della nostra situazions
possa condurci non a diluire la nostra
passione missionaria ma al contrario
a vedere più chiaramente gli obiettivi
missionari, e a concentrare di nuovo
le risorse della Chiesa intera sul com
pito inadempiuto di far conoscere Cri
sto a tutte le nazioni come il Salvato
re del mondo. La Missione non ci ap
partiene, è la Sua Missione. Affretti
Egli il giorno del suo adempimento.
Lesslie Newbigin
Mercoledì 6 gennaio ha avuto luogo
a Pomaretto. organizzata dalla Commissione Distrettuale, una riunione
dei Concistori deUe Valli, sul tema:
«L’istruzione alle Valli», dal punto
di vista culturale e da quello religioso. La cronaca al prossimo numero.
3
N. 2 — 8 Gennaio 1960
L’ECO DELIE VALLI VALDESI
pag.
¡¡' Processo all’obiezìooe di cioicieoza
0 ‘'t.
!■
C
Anche LA STAMPA ha dato ripetutamente notixìa de! processo,, dì Prati
Eccone ia cronaca ” Sarebke interessante se ne venissero puttlicati gli aiit
TRE STUDI SUL LAICATO
L’apostolato laicc
Il processo all’obiettore di coscienza era quest’anno il centro del campo invernale di Agape, il punto culminante delle ^.ornate di studio e di
discussione preliminari che hanno oc.
cupato i primi giorni del campo* stesso. In realtà più che di un processo
all’obiettore si deve parlare di un prow
cesso all’ob’ezione di coscienza stessa
in quanto robiettore in causa rappresentava in quella sede più che se stesso, ben più che il solo problema personale della sua opinione : rappresentava il grave problema della posizione del credente di fronte alla guerra
moderna. Il grande interesse del dibattito. è stato dato, come già annunziava il programma, dalle personalità
laiche che intervennero al processo,
dal Dott. Peretti Griva, primo presidente onorario della Corte di Cassar
zione, esponente illustre del nostro
diritto noto in sede nazionale ed internazionale, all’on. L. Passo, noto
esponente del mondo politico dalla
lotta antifascista alla attuale legislatura. La presenza e presidenza del
giudice Peretti Griva hanno significato per tutti noi l’apporto di quanto
di più vivo era desiderabile in sede
giuridica. Molto della riuscita del di
battito si deve alla sua persona ed
al modo con cui egli ha saputo aderire alla mentalità particolare di un
campo di giovani, mantenendo viva
rattenzione di tutti.
La parte introduttiva costituita da
gli studi del past. A. Comba e del prof.
M. Tassoni, rispettivamente sul concetto di .guerra nella Bibbia e sul concetto della non-violenza hanno permesso di situare esattamente il problema della guerra e dell’opposizione
alla guerra stessa e perciò al servizio
militare, che può nascere da una
con.siderazione cristiana del mondo,
da una visione evangelica delle cose
o da un semplice concetto umanità
rio della vita. Si può rifiutare la guerra per posizione cristiana o per sem
plico rifiuto deH’uso della violenzain questo duplice contesto si è si
tuato' il processo che contrariamente
al programma non ha potuto svolgersi che in tre giornate : giovedì 31 : interrogatorio dell’imputato e primo te
ste; venerdì 1: 2« e 3« teste ed accusa ; sabato 2 : difesa e sentenza.
E veramente impiossibile riassumere in una breve relazione giornalistica questi interventi, tutti estremamente dccumentati e di eccezionale
valore dati gli oratori. Al past. Girardet si deve una esauriente e lineare
sintesi del pensiero protestante moderno da cui si è chiaramente rilevato come nelle nostre chiese protestanti si stia in questi ultimi anni ripen
sando seriamente il problema della
obiezione di coscienza. Egli ha giustamente notato che non sono solo le
sette ed alcuni rari individui ma molti teologi e fra i maggiori come K.
Barth che hanno criticato molte delle idee ricevute sulla guerra e sull’armamento moderno. All’aw. B. Segre,
specialmente ferrato in questa delicata materia in quanto è stato in mol,
ti casi difensore di obiettori, si deve
la presentazione della situazione degli
obiettori nelle nazioni occidentali. Àll’Inghilterra, agli Stati Uniti. all’Olanda ed a una quindicina di altre
nazioni si devono leggi che riconoscono al cittadino di obiettare al servizio militare. L’oratore ha giustamente rilevato che queste nazioni sono fra le più progredite e certamente
fra le più democratiche del mondo e
hanno ritenuto di poter concedere
questo diritto all’obiezione senza rinunciare alla loro sovranità naziona
le ed alla loro difesa. In modo brillante ed avvincente egli ha saputo
far sfilare davanti all’uditorio i casi
dei maggiori processi avutisi in ItaLa negli ultimi anni sull’obiezione di
coscienza a partire da quello di Pietro Pinna, Giustamente egli ha sottolineato* che moilte e diverse possono essere le ragioni che spingono un
uomo a rifiutare il servizio armato e
che sempre si tratta di motivi altamente inorili ed umanitari anche
cuando non vi sono precise motivazicni spirituali.
I punti di maggiore interesse si sono avuti però nelle due conferenze,
se così possono chiamarsi, dell'on.
Basso, giovedì pomeriggio, e del past.
Vinay, sabato mattina. L’on. Basso
ha tratteggiato con calore che spesso suonava patetico la situazione in
cui si trova la nostra nazione nel gioco delle potenze mondiali. Egli ha notato come allo stato attuale l’armamento di una nazione, sia pure una
grande nazione, è im vero assurdo in
quanto non esiste con le armi moderne e con le nuovissime scoperte possi
bilità di difesa. Nei tempi antichi i
popoli si armavano perchè ritenevano possibile difendere la propria esistenza dall’attacco di un invasore, e
spesso ciò era anche possibile; oggi
però è diventato impossibile ed è perciò assurdo armare una nazione in
quanto queste armi non potranno servire a salvarla. L’assurdità di un armamento, risulta nella situazione o*
dierna da un secondo fatto: il costo
delle armi moderne è tale che nessun
bilancio può reggere al loro accrescersi pauroso. Le somme spese nel mon
db per gli eserciti raggiungono cifre
vertiginóse e sono somme gettate al
vento poiché nel volgere di pochi anni, spesso di pKXJhi mesi, questi armamenti sono superati e vanno perciò
d.istrutti. L’on. Basso ha nel suo intervento sollevato in modo esplicito
i due maggiori problemi del tempo
moderno: il pericolo atomico e la crisi della fame nel mondo. Gli esperimenti riucieari effettuati con bombe
A o H negli ultimi anni seguenti la
fine della guerra hanno provocato
rinquinamento dell’atmosfera e oggi
diecine di migliaia di individui ne
portano le conseguenze: sono le vittime della guerra fredda combattuta
follemente negli ultimi 15 anni fra
gli uomini bianchi. A questa guerra
assurda e criminale fa riscontro la
tragedia della fame nei 2/3 dell’umanità. Da queste considerazioni politiche ed umane può nascere una volontà di obiezione giustificata.
Altre considerazioni però, e per noi
assai più valide e serie, sono quelle
che il past. Vinay ha elencato* sviluppando la testimonianza dell’imputato. Il credente si dichiara obbedien
te alla legge di Cristo e vincolato alla sua parola, non può perciò avere
altra legge che quella deU’evangelo.
La legge di Dio vissuta e predicata
da Gesù Cristo è essenzialmente la
legge deU’amore e della riconciliazione. L’obiettore si richiama a questa
legge, si dice sottomesso all’ordine di
Cristo come al suo Signore vivente,
occorre perciò ripensare al problema
della propria fede di fronte all’evan
gelo ed alla legge della carità di Cri
sto. Si può anche rifiutare questa leg
ge, ha giustamente. affermato il past
Vinay, si p*uò anche dire che nel caso deH’obiezione non si vuole sentire
altre ragioni che quelle della legge e
dell’ordme pubblico, ma sono le stesse ragioni che hanno condotto alla
morte Gesù. Egli è stato crocifisso
per rcrdine pubblico del suo tempo e
per la stessa ragione ima obiezione
che si richiami a lui può essere condannata ma lo deve essere coscientemente. L’ordine del mondo, i sistemi
del mcndo non sono quelli di Dio il
regno di Dio e di Gesù non sono di
questo mondo, e noi, come figliuoli di
Dio, non viviamo secondo i sistemi
i- '^ mondo.
La sentenza è stata letta sabato nel
tardo porneriggio alla presenza di tut.
ti i campisti e di numerosi amici saliti appositamente e che sarebbe lungo elencare. Alla sentenza che condannava l’imputato al minimo della
pena facevano seguito le motivazioni
molto iriteressanti. Con queste motivazioni i giudici hanno* inteso spiegare il perchè del loro giudizio. Nel
la legislazione attuale, dice la senten
za, non esiste alcun elemento che
permetta di considerare e giustificare una obiezione di coscienza. Ma non
è scio questo fatto che conduce alla
condanna dell’obiezione è il latto che
è inderogabile diritto dello stato di
tutelare la sua sicurezza e come tale
^gli ha necessità di richiedere ai cittadini il loro servizio anche di natura
militare. Se lo stato rinunciasse a
questo suo diritto di pretendere la
ccllaborazione fiel cittadini per la sua
difesa, rinuncerebbe alla sua ragion
di vita.
Ha latto seguito un interessante referendum fra i presenti, in cui si è
rivelato che per la grandissima mag
g’cranza robiettore di coscienza è
considerato un nobile precursore della negazione della violenza e della
solidarietà fra i popoli, come diceva
la domanda; la grandissima maggioranza perciò auspicava l’emanazione
d’una « legge che stabilisse l’esenzione
dal servizio militare agli obiettori allo scopo di salvaguardare il principio,
del rispetto della personalità».
Spiacevole è solo il latto che si sia
dovuto sospendere a questo punto il
campo e che non sia stato possibile
mettere in raffronto l’opinione del
campo e la sentenza dei giudici e
non si sia potuto prolungare il dibattito*. rep.
E’ stato detto che il movimento ecumenico aiuta le chiese a se
prire la loro cattolicità (cioè, nel senso originale del termine, la loi
universalità. E ciò è vero. Ma altrettanto vero è l’altro aspetto di d
che accade nel movimento ecumenico : Dio ci conduce ad una più pn
fenda comprensione e ad una più completa manifestazione della ap<
stolidtà della Chiesa. Questo articolo riassumerà ciò che molti credon
essere l’apostolicità della Chiesa, e quale parte vi ha il laicato.
]. Gli apusliili
K la chiusa apustolica
acquistata alla Croce, e i segni dell:
venuta del Regno.
Richiesta di tessitori
e tessitrici
L’Ufficio (li collocamento della Chiesa
Evangelica di lingua italiana in Zurig-j
comunica che da ;una importante ditta tes.
sile tedesca sono richiesti duecento tessi,
tori e tos-sitrici. Possono esisere celibi, nubili e nel caso fii candidati ammogliati
vengono assunti marito e moglie. E’ au
torizzata la presenza dei figlinoli, che saranno debila nenle assistiti.
La mano d’opeisa eventualmente non ancora qualificata verrà preparata sul posto
a spese della Ditta assuntrice. Salari elevati, vitto e alloggio assicurati dalla Ditta
stessa e prezzi modici. Cucina italiana.
Precedenza offerta a candidati evangelici, debitamente raccomandati dai signori
Pastori. Località Germania meridionale
(Wiirltemberg e, Baviera). Possibilità di
costituire nuclei , compatti di evangelici
con l’assistenza di Pastori tedeschi e con
visite periodiche di Pastori di lingua italiana. Assunzione immediata, non appena
esperite le pratiche inerenti.
Per informazioni e trattative, rivolgersi
esclusivamente a: Ufficio di collocamento^
presso Adolfo Hodel - Seminarstr 113 •
Zurigo 6.
Gesù «ne costlttii dodici per tenerli con sè e per mandarli...» (Marco
3: 14). Comunque si considerino i
rapporti fra apostoli e Chiesa apostolica. questi due elementi — l’essere
con Cristo e l’essere da Cristo mandati — determinano le caratteristiche
essenziali e degli apostoli e della
Chiesa apostolica. Gli apostoli hanno visto ed udito Cristo; essi sono
realmente con Cristo, sono i suoi discepoli. E’ tuttavia egualmente essenziale che gli apostoli siano stati mandati da Cristo ; hanno ricevuto un
mandato particolare, un incarico ; per
questo motivo non sono solo discepoli, ma anche missionari. Lo stesso dicasi per la Chiesa apostolica: diventa
Chiesa per mezzo della sua comunione con Cristo e della sua partecipazione alla missione di Cristo. I due
elementi sono intimamente legati l’uno all’altro : « Più la Chiesa si avvicina al suo Signore, più essa si avvicina al mondo... Non v’è comimione
in Cristo senza impegno nella sua
missione nel mondo». (Rapporto Wil.
lingen, 1952).
Questo rapporto fra i due elementi
essenziali del ministero degli apostoli e il ministero della Chiesa apostolica non è statico, ma dinamico : gli
apostoli sono chiamati ad essere con
Cristo, per essere mandati, affinchè il
mondo possa credere; e Dio vuole in
ultima analisi fare « ogni cosa nuova ». La stessa teologia caratterizza
la Chiesa apostolica: continuamente
Dio chiama i cittadini del Regno a
formare la sua assemblea per mandar,
li npl pieno della lotta della civitas
mundi, la nostra città terrena. Continuamente Cristo, il grande seminatore, prende a sè, nella sua mano, dei
figli del Regno, affinchè stiano con
Lui, onde seminare il buon seme nel
campo, nel mondo.
Il servizio che la Chiesa rende al
mondo consiste;
_d) ed infine nel ministero del sei’
frire con Cristo per amore del mondo
a) nel rappresentare nel mondo che
il nemico occupa ancora, il Signore
dei Signori e il Re dei Re, che già
vittoric'so, non è ancora appieno manifestato*.
b) nel ministero di annunciare la
vittoria del Signore e il suo prossimo
ritorno trionfale nel suo Regno, il
mondo.
c) nel ministero di mettere in evidenza i segni della riconciliazione
Questi ministeri della Chiesa ape!
stolica derivano dalle quattro funzic
ni degli apostoli, come si leggono ne
Nuovo Testamento.
E’ lecito però applicare le due di
mensioni e le quattro funzioni del mi
nistero degli _ apostoli sopra menzio
nate, al rmnistero della Chiesa apo
stolica? Il ministero degli apostoli en
unico. Noi non siamo però apostoli
e già nel Nuovo Testamento solo ur
nrnnero limitato di persone sono chia
mate « apostoli » nel senso stretto de
termine, probabilmente solo i dodic:
e Paolo. Essi stanno fra Cristo (l’A
postolo di Dio) e la Chiesa non ap
partengono di conseguenza nè alla
cristclogia, nè all’ecclesiologia. La
Chiesa orientale aveva però ragione
quando nel quarto secolo cominciò a
chiamarsi Chiesa « apostolica ». Cristo nominò dodici apostoli (anche
Israele aveva dodici tribù); in queste
modo prefigurò che la Chiesa, il «vero Israele », fosse « costruita sul fondamento degli apostoli e dei profeti ».
Ciò che allora era il diretto ministero degli apostoli, è ora il ministero
indiretto della Chiesa apostolica.
I! numero degli apostoli ci rivela
anche altre cose sulla Chiesa apostolica. Gesù ne nominò dodici, ma imo
di loro* tradì; non fu perciò più con
Cristo, ma contro Cristo, mentre gli
undici fuggirono al momento decisivo! Se uno degli apostoli che furono
scelti tradì il suo Signore, a maggior
: ag one i membri e le parti della
Chiesa apostolica corrono ancor più
facilmente il pericolo di diventare tra.
ditori. Se gli undici rimasti erano deboli. tanto più debole è la Chiesa apostolica sia nei suoi membri come discepoli di Cristo, sia nella sua missione, che è il secondo elemento costitutivo della sua apostolicità. Già j
dodici — avendo* Mattia occupato il
posto* lasciato vuoto da Giuda Iscariot — furono tardi nel comprendere
questo secondo element-s;. fondamentale del loro apostolato. Cristo* dovet
tè chiamare il tredicesimo. Paolo, il
nemico e colui che non era iniziato,
affinchè mostrasse ai dodici e all’intera Chiesa apostolica il significato
pieno dell’apostolato. Cristo ha sempre agito così nella storia della Ghie
sa apostolica.
Hans Ruedi Weber
(continua)
nella svizzera alemannica
Vita e testimonianza delle Chiese di lingua italiana
Le due Comunità di Basilea e di Zurigo
da lunghi decenni hanno sFolla la loro
opera a favore degli italiani ivi residenti.
Ma solo da un ventennio circa le relazioni
con la Chiesa Valdese sono diventate più
strette, ed oggi le due Comunità fanno
parte della Chiesa Valdese e ne son-o le
estreme scolte sui limiti settentrionali del
suo campo di lavoro in Europa. Agli amici
svizzeri, ch-e fanno parte delle nostre c-omuniià, pur continuando ad esser membri
delle locali chiese riformate, si sono uniti,
in questi ultimi anni specialmente, gli italiani qui giunti in cerca di lavoro. Queste comunità, alle quali si son-o aggiunti
negli anni recenti i gruppi promettenti di
Lucerna e di JUinlerlhur, hanno una peculiare fisionomia; svizzeri tedeschi, seriamente e gioiosamente impegnati nel lavoro a favore dei confratelli di lingua italiana, ticine.si, grigionesi di lingua italiana
(Bregaglia e Poschiavo), giovani lavoratori
di ambo i sessi e giovani famiglie costituitesi a Zurigo, con forte prevalenza di
elementi provenienti dalle varie t-hiese
evangeliche dell’Italia Meridionale.
E così, all’uscita dai culti si intrecciano
e confondono le conversazioni in dialetto
zurighese o basilese con le più tipiche
parlate pugliesi o napoletane e focosi interventi siciliani... In questa attività fraterna la cordialità e la comprensione sono
grandi, segno evidente che l’evangelo e
potenza che unisce e fonde temperamenti,
per natura contrastanti.
L’attività più notevole ed intensa si svolge a Zurigo: in città e nei dintorni gli
italiani sono valutati a circa 30.000, vale
a dire la popolazione di una modesta città
di provincia. Nel seno di tale vasto agglomerato di popolazione italiana la nostra
Chiesa ha la sua missione e solo la mancanza di uomini e di tempo pone un limite alle grandi possibilità di penetrazione.
L’Lfficio di collocamento, diretto dal
sempre solerte e gioviale Adolfo Hodel,
vice-presidente del nostro Consiglio, stabilisce contatti essenziali e proficui per i
nostri lavoratori, che tanta assistenza, morale e informativa, richiedono, non appena
giungono, ignari come sono delle consuetudini, delle leggi, della lingua. L’Unione
femminile ha organizzato, recentemente,
la sua annua Vendita di beneficenza. Sotto
la direzione delle signore Lydia Eynard ed
Elena Fischli-Dreher, coadiuvate da un
gruppo molto attivo di sorelle, un vasto
salone è stato preparato con notevoli tavoli di vendita e di ristor-o. L’affluenza è
stata elevata, occasione ottima per stabilire (contatti con amici, forse sconosciuti,
ebe vengono per dare il loro appoggi-o alla
iniziativa a favore degli Istituti di educazione e di assistenza della nostra Chiesa
in Italia. Il risultato contabile è staio di
circa 4.500 franchi (630.000 lire), i quali,
poi, al momento della assegrtazione si limiterann-o ad una modesta offerta per i
singoli Istituti, ma saranno il segno tangibile, per i dirigenti e per i ricoverati
dei nostri Istituti, della concreta e perseverante collaborazione della piccola comunità di lingua italiana di Zurigo e dei
suoi amici.
*L Unione giovanile vive un periodo di
notevole attività e di eccezionale affluenza
(talvolta fino a 40-50 presenti). Ha espresso dal suo seno un com i lato affiatato e zelante, nel quale si fondono temperai'nenti
zuria;hesi, ticinesi, fiorentini, napoletani,
nugliesi ed abruzzesi sotto la vigile e bonaria direzione del Pastore.
Il Cenacolo di cultura è diventato un
centro di incontri culturali, ormai caro a
molti ed apprezzalo in città.
Nel corso delle conferenze e delle animate discussioni sono generalmente studiati problemi concernenti la situazione
sociale, spirituale, politica, educativa del
popolo italiano, e non mancano mai i rilerimenti alle pubblicazioni più recenti nei
vari settori della letteratura, della storia
e della politica.
1^ penetrazione evangelistica si attua
con rastrellamenti che si effettuano nelle
ore di punta nelle stazioni ferroviarie, classico salotto gratuito dei nostri emigrati...
Gli osservatori elvetici credono di individuare nella predilezione degli italiani pei
le stazioni ferroviarie un’inconscia, struggente nostalgia del paese lontano... non
credo che ci sia lavoratore italiano senza
famiglia che, in giorno di domenica, ometEa il pellegrinaggio alla stazione ferroviaria. Li sul primo binario, è in partenza il
treno per il Gottardo... e poi Milano... e
che si
fossero
poi ancora fino a Lecce... o ad Agrigento!
E 1 occasione migliore per offrire ìa no
stra letteratura evangelica popolare (ahimè
cosi scarsa...) Tutti ricevono con riconoscenza un foglio, un evangelo in italiano
E così si inizia la conversazione,
protrarrebbe a lungo... se non ci
altri che attendono il loro foglio. E così
per ore ed ore. Un gruppo, esiguo ancora, della nostra comunità svolge quest’importante missione di accostamento. E
ai culti ci sono sempre degli uditori occasionali, che noi verranno ancora, e forse richiederanno di iscriversi ad uno dei
corsi di formazione evangelica.
A Basilea, l’opera è più limitata: il
sintomo più rallegrante in questo autunno è rappresentato dalla notevole ripresa
deU’Unione Giovanile. E’ difficile dire se
sarà un’attività duratura, dato il carattere fluttuante di tanti nostri italiani^
aggravato dalla situazione particolare nella quale si trovar o gli stagionali: oggi
qui, domani di ritorno in Italia.
Ora sì sono svolte le manifestazìoTi* na
talizie. Data la vastità della Diaspora af
fidata al Pastore di Zurigo, egli è costret'
10 ad iniziare la spola delle feste di Na
tale fin dal orincipio di Dicembre. Così
già ¡1 6 Dicembre si sono svolle due fe
ste di Natale a Lucerna ed a Winlerthur
A Lucerna, la bella città sul lago, sono
convenuti, dopo i culti celebrali nelle
rispettive cliiese al mattino, 35 giovani
di Zurigo e 15 di Basilea per associarsi
al gruppo di Lucerna. Culto natalizio precoce I !), messaggi dei Pastori che hanno cura del gruppo Alder, Rossier ed
Eynard, canto di inni e di cori, piacevole
e ricco trattenimento intorno alle tavole
preparale dalle signore di Lucerna, presenza con i gruppi di giovani dei cand.
teol. B. Roslagno, da Zurigo, e P. Ricca,
da Basilea. Ritorno in sede a sera inoltrala...
A imerthur, il fiorente centro industriale la cui popolazione è per un decimo italiana (6000 su 60.000), alla stessa
ora del 6 Dicembre, identica manifestazione con la partecipazione dei Pastori
Arsuffi e dell’Anziano Hodel, da Zurigo:
nessaggi, capti, iraitenimento fraterno,
cardiale saluto agli stagionali, vicini alla
partenza, in attesa del loro ritorno a
marzo...
Ed ancora a Prntteln, centro industriale
nei dintorni di Basilea, visite e adunanze Ira i 900 italiani. Si dedica a tal lavoro
11 cand. P. Ricca da Basilea, che visita
.1 gruppo ogni Lunedì sera, guidato ed
appoggialo dal Pastore Hardmeier, al qua
le tanti italiani si rivolgono, fidando nella sua grande bontà e nella sua perfetta
conoscenza delPitaliano e... degli ilarani.
Ed ancora ad IJrdof, nei dintorni di
Zurigo, dove si riunisce saltuariamente
un gruppo formato solo di simpatizzanti,
che, però, si muovono e vengono fino a
Zurigo per i culti o l’unione.
L’attività evangelistica è cosi una semina incessante, talvolta troppo affrettata, perchè maggiori impegni urgenti premono. iMa è, ovunque, un fermento di
vita, di contatti aperti e fraterni. Non è
vero, come si lamentano i pessimisti, che
la nostra generazione sia chiusa ai problemi della fede e della speranza. E’ forse, e giustamente e salutarmente chiusa
ai conformismi tradizionali, e chi lo vorrebbe rimpiangere? Ma anche questi nostri
(( braccianti » (tipica esportazione italiana della realtà e del vocabolo) e questi nostri « manovali » (altra sioecialità
italiana... mentre, ovunque, anche in
IsUzzera scarseggiano e sono ricercati i
« qualificati ») ascoltano l’evangelo e lo
ricevono come messaggio di novità e di
liberazione, interiore e sociale...
Ha poi avuto luogo una rinn'ono
natalizia ad Oerlikon il 12 Dicembre, a
Basilea la Domenica 13 ed a Zurigo il 17
ed il 20 Dicembre, per terminare con
la bella e sempre gioiosa festa dei bimbi
il 25. E quanti altri gruppi si potrebbe
ro formare, curare e visitare a Frauen
feld. Baden, Dietikon, Sciaffusa, Linthal
Schiinetiwerd e in tante altre località, dal
le quali giungono richieste ed inviti...
Ma per due soli operai, un Pastore con
molteplici incarichi ed un giovane candidalo, dilanialo daH’inipegno pastorale e
dalle esigenze di studio, il carico è troppo gravoso... Al Signore chiedono la grazia che Egli adempia la sua forza nella
loro debolezza e che l’evangelo della salvezza sia proclatnato per gli italiani anche in questa terra di lingua germanica.
E. Eynard
P. S. — Se i lettori de « L’Eco delle
Valli » desiderano informazióni più dettagliate dell’opera delle, Comunità di lingua italiana in Isvizzera possono chiedere
copie di a Voce Evangelica » scrivendo
alla redazione in Góldbrunnestr. 65 Zurigo 55 (carloline affrancate con L. 35,
lelirce con L. 60!!!p
4
Novità alla Claud^na!
I BAMBINI
DI PRATOFIORITO
I I : ' (Lire 200)
L'Eco delle Valli Valdesi
Np^tà alla Claudiana!
VIRGILIO SOMMANI
PROFETI E PROFEZIE
OEU^ BIBBIA, (L.,,60Q) y
0
RODORETTO
Quest’anno le celebrazioni natalizie sono state ostacolate dal cattivo tempo, come non si era più verificato da tanti, tanti
anni, secondo le affermazioni delle persone più anziane della nostra comunità.
Alla vigilia di Natale una bufera di vento
di notevole violenza ha imperversato durante l’intera giornata, fino al mattino
successivo, spazzando qua e là la neve caduta nel corso della precedente serata ed
accumulandola nelle strade e negli avvallamenti fino a raggiungere notevoli altezze che hanno interrotto ogni viabilità impedendo ai membri dei quartieri della
parrocchia l’accesso al Tempio il giorno
di Natale. Infatti solo alcuni pochi giovani erano presenti il mattino di Natale,
tutti gli altri uomini hanno dovuto sgomberare le strade lavorando ininterrottamente tutta la mattinata. Siamo stati cosi
costretti a rinviare il culto di Natale con
celebrazione della Santa Cena alla domenica 27 dicembre. In quella circostanza
una discreta assemblea, non paragonabile
però a quella degli anni passati, era preI sente nel nostro Tempio ed un buon numero di membri di chiesa si è avvicinato
al tavolo della Santa Cena, che l’amore di
Dio ha preparato per noi. La nostra piccola corale, diretta dall’insegnante di Rodoretto, sig. Enzo Tron, ha cantato due
inni di circostanza. La colletta fatta al
termine del culto sarà inviata per il costruendo Tempio di Frali quale segno
della nostra solidarietà fraterna.
Nel quadro tradizionale del Natale, oltre al culto, è doveroso ricordare anche
i momenti di gioia trascorsi attorno agli
alberi natalizi: a Rodoretto la sera stessa
di Natale ed a Fontane la sera di domenica 27 Dicembre. Nelle due località i
bambini delle nostre Scuole Domenicali
sono stati circondati da molta gente per
questa loro festa particolare e, dopo alcune parole introduttive del pastore, hanno
svolto un ricco programma di dialoghi,
poesie e canti, che ci hanno permesso di
trascorrere in fraterna allegrezza alcune
ore. Esprimiamo la nostra viva riconoscen
za a tutti coloro che hanno collaborato al
la buona riuscita di queste feste: alla Si
gnora Breuza Elena che si è prodigata an
che quest’anno nel preparare gli attori
deUe Fontane, al Signor Enzo Tron che
ha diretto la preparazione dei bambini di
Rodoretto, nonché a coloro che ci hanno
fornito ed addobbati gli alberi. Un grazie
particolare giunga anche aU’Avv. Ettore
Serafino che col suo dono ci ha permesso
di arricchire il tradizionale pacco di dolciumi dei nostri bambini.
Iddio ci conceda di conservare in cuori
riconoscenti e di vivere quotidianamente
l’annunzio del Natale.
PRAROSTINO
— Abbiamo celebrato il Natale e il
Capodanno con delle buone assemblee.
Particolarmente numerosi i fedeli al culto
di Natale (nel quale il Pastore ha condotto in meditazione i presenti sulla domanda dei magi: Dov’è il Re... che è nato? ■—
Dov’è Gesù Cristo, il Re... nella nostra
vita cotidiana? Domanda, alla quale tutti
siamo chiamati a rispondere). E’ stata celebrata la S. Cena, alla quale hanno partecipato molti dei presenti... ma non tutti
(eppure ognuno che ha creduto in Cristo
dovrebbe anche partecipare alla mensa del
Signore!)
La corale, ricostituita con vecchie e nuove voci, ha cantato un coro di Bach.
— La festa dell’Albero ha avuto luogo
domenica pomeriggio, 27 dicembre, con il
consueto programma di poesie, dialoghi
e inni da parte dei bambini. Ringraziamo
gli insegnanti che li hanno preparati (signora Rita Pons e sig. Levi Desio a S. Bartolomeo; sìg.na Laurenzia Forneron a
Roccapiatta). Un pacchetto di dolciumi è
stato dato ad ogni bambino da parte della Chiesa (ringraziamo le famiglie che
hanno partecipato alla colletta per l’Albero) .
Il Culto di Capodanno è pure stato ben
frequentato. « Ancora un anno » (Luca
13: 8) è stato il tema della predicazione
del giorno. E’ stata celebrata la S. Cena,
e la Corale ha cantato l’inno 78 dell’Innario Cristiano (« Quante volte all’incerta
coscienza... »).
— La sera dell’ultimo deU’anno il gruppo filodrammatico dell’Unione Giovanile
ha offerto una buona serata, recitando
« L’angelo caporale » di Vittorio Calvino.
La serata è stata ripetuta domenica sera,
3 gennaio.
—■ Che queste celebrazioni possano aiutarci a consacrare la nostra vita a Dio, in
Cristo, con un impegno sempre rinnovato.
Dipartenza. •— Il Signore ha richiamato
da questa vita terrena la nostra sorella
Bonnet Fanny ved. Bonnet, dei Codini
di Roccapiatta, all’età di 81 anni. I suoi
funerali hanno avuto luogo giovedì 31
gennaio. Al nipote Carlo e ai familiari
tutti, l’espressione della nostra simpatia
cristiana.
TOPONIMI
(delle Valli Valetesi
Buviel: piccolo ex comune all’entrata
della vai S. Martino, dopo Pomar
retto. Dal lat. bubile, bovile, dimora di animali bovini. 1239, serra que
dividi! Guarnerium et Bovilles. 1576,
Bovilium, 1600, Bovilli, 1655, Bovilij.
Gir. carta di V. Grosso; 1640: Bouil.
Cabito: casolare sul costone che so
para Massello da Salza, all’altezza
di Godissart. Significa casa di povera apparenza, miserabile, scavata nel terreno.
lì Caciet: villaggio di Angrogna, sopra i Rivoire. Gachet è nome di
fam. in Provenza, ove il termine
significa anche formaggio fermentato, analogo al « brus » nostrano.
In piem. «cacet» significa sigillo,
suggello. Forse col significato di nascosto, dissimulato.
lì Caffarel: case a S. Giovanni, sotto
i Vola. Nome di fam. ancor oggi
esistente a S. Giovanni. 1613, Giacomo Gaffarello, abitante Bobio. In
Francia si trovano pure le forme
Gapharel e Gafarel.
lu Caire : chiesa romana con canonica, all’estremità est del Giaberso,
territorio di Massello. Significa,
canto, lato, estremità. In Francia è
pure nome di fam, e di località.
1; Cairiis: villaggio in quel di Bobbio,
nel quartiere della Ferriera. Nome
di fam. ancor oggi esistente. Troviamo un Chyruci nella transazione del 15 nov. 1557, un Cheyruzzo
verso il 1574, a Bobbio. 1636. mata
de Gheiruzzi.
la Camussera: villaggio di Angrogna.
presso le Gasse, sotto la Vaccera:
località, pascolo di camosci. 1647, a
la Gamossera.
li Cardun: villaggio sulla d. del tempio di Roccaplatta. Nome di fam.
nel territorio di Prarostino, forse
d’origine provenzale, ove ha il significato di cardo, pianta ricca di
foglie a brattee aculeate Lo troviamo a S. Giovanni al principio del
400, e in un doc. del 1196. Martinus
Gardon.
ìd.: villaggio di S. Secondo, verso i
confini di Bricherasio. Johannes
Gardonis di S Secondo, notarius.
1476.
li Cardunat: villaggio di Prarostino.
Nome di fam. oggi spento, derivato dal precedente. Si ha notizia di
im Michele Gardonatto nel 1612. Il
nome di fam. Cardonato si trova a
Pìnerolo già all’inizio del 500.
la Cardunera: case vm po’ sopra il
tempio di Roccapiatta: località di
provenienza o di disseminazione
dei Cardón.
la Cartera: borgo nel vallone della
Ciamugna, fra S. Giovanni e Bricherasio. Troviamo il nome nel doc.
del XV secolo concernente la « Bealera Peyrota». Fin dal 1467 si stabili a S. Giovanni ima famiglia
Carretto, che può aver lasciato il
nome alla località ove, nel 1594, Incontriamo un Pietro e Paolo Revelli, alias della Carretera. Può anche
derivare dal termine carrettiera, car
sa sulla strada carrareccia. 1644, mata della Carralera.
lu Cassarot: case del Villar, fra il
Ciavun d’villa ed i Gamìe. Cassa
ha da noi il significato di pietrame,
detriti di rocce, di cui « cassarot »
appare un semplice diminutivo.
le Casse: case d’Angrogna, sotto il
CastSlet, prima di raggiungere la
Vaccera. Località disseminata di
rocce detritiche.
la Cassetta: villaggio ad Angrogna.
ad occ. di S. Lorenzo. Luogo petroso, terreno detritico.
Cassülé : foresto di Rorà. Troviamo
un Cassoulié nel dipartimento di
Vaucluse. Forse derivato dal termine « cassa », pietrame, detriti di rocce.
Castiiliis: villaggio sulla collina di S.
Giovanni, posto su una eminenza
del terreno. Significa piccolo castel
lo, altura che rassomiglia ad un
castello; già registrato nel 1425.
1611, a Casteluzzo ossia al Roncho
id.: case sopra il Sèrre di Angrogna.
1674, Castellusso.
id.: case ai piedi del dimpo di Ga
stelluzzo, il caratteristico torrione
che domina, verso ponente, la cittadina di Torre Pellice.
è appena uscito
I bambini di Pratofiorito
Ecco un volumetto veramente bello, per i bimbi, anche per i più piccoli.
Ogni pagina, una bella illustrazione,
con un testo vivace, breve, composto
a grandi caratteri, scritto proprio per
i fanciulli, per dar loro un messaggio semplice e grande, per aiutarli a
guardare con uno sguardo di fede il
mondo meraviglioso che li circonda,
parabola vivente dell’amore del Padre
celeste. Genitori, fate questo bel dono
ai vostri piccoli; ne godrete voi pure.
RORRIO PELLICE
Le celebrazioni del periodo natalizio
hanno avuto inizio la domenica 20 dicembre con un culto seguito dalla celebrazione della Santa Cena. Numerosi i partecipanti al culto ed alla sacra mensa.
Il messaggio d’amore, d’allegrezza e di
pace del Natale è stato ascoltato con profondo raccoglimento da una assemblea
compatta che gremiva il tempio. La Corale ha eseguito lodevolmente un coro di
circostanza che è stato vivamente apprezzato.
Oltre agli alberi di Natale accesi a cura
delle Insegnanti nelle varie scuole di quartiere, abbiamo avuto la festa deU’albero
per tutti i nostri bambini il pomeriggio
di Natale nel tempio. Un magnifico abete
era stato portato nel Tempio con non poca
fatica dalla lontana Biava dai giovani dell’Unione di Campi-Cairus; le monitrici ed
un gruppo di Unionisti dell’Unione del
Centro lo avevano adornato con cura: esso presentava un magnifico .spettacolo, tut
to scintillante di luci. Il pubblico era accorso numeroso a condividere la gioia dei
più piccoli. Dopo un messaggio del Pastore, i bambini, preparati a dovere dalle
Insegnanti, svolsero un ricco programma
di canti, poesie, dialoghi e rondes. Anche
la nostra Corale eseguiva due inni e la
festa terminava con la distribuzione di circa 180 pacchi-dono ai bambini.
Domenica 27 dicembre nuovamente una
folla assemblea conveniva al tempio e nutrita era la partecipazione aUa Santa Cena.
Al culto del lo gennaio al quale pure
la Corale ha dato la sua apprezzata collaborazione con l’esecuzione accurata di nn
inno di circostanza abbiamo ricordalo commossi coloro che il Signore ha richiamato
a sè nel corso dell’anno testé trascorso.
La colletta effettuata al culto di Natale
per il nuovo Tempio di Frali ha dato la
somma di L. 9.550.
Desideriamo ringraziare vivamente tutti
coloro che in vario modo si sono adoperati e ci hanno dato la loro collaborazione
per la buona riuscita di queste manifestazioni e domandiamo al Signore di benedire i messaggi della Parola che nel suo
nome ci sono stati rivolti onde essi portino molto frutto alla sua gloria e facciano veramente di ognuno di noi una « nuova creatura » consacrata al suo Signore.
Domenica 3 gennaio la nostra Scuola
Domenicale é stata presieduta da un memmbra della « Pra del Torno » che ringraziamo per la sua visita e per il suo messaggio.
Ringraziamo pure l’Unione Giovanile
del Podio per il trattenimento familiare
offertoci domenica 27 dicembre e TU. S.
Angrogna per la sua gradita visita di domenica 3 gennaio.
Sono stati battezzati: il 9 dicembre, nel
corso della riunione a Perla: MichelinSalomon Pier Claudio e Michelin-Salomon
Simonetta Margherita di Giovanni Pietro
e Negrin Claudina; nel corso del nostre
culto nel Tempio del lo gennaio: Geymonat Editta di Giovanni e Pontet Annina
(Villa Inferiore).
La grazia e la benedizione del Signore
circondino ed accompagnino sempre i
bambini ed i loro genitori. e. a.
TURHt; MHI.I.ir.E
Il culto di fine d’anno é stato reso piuttosto movimentato da guasti all’:'mpianto
elettrico e da... raucedine pastorale; una
numerosa assemblea si era raccolta per il
culto liturgico, ascoltando la Parola del
Signore dell’etemkà e partecipando alla
Cena del Signore della Vita, nel volgere
dell anno vecchio e dell’anno nuovo : voglia Egli benedirlo, l’anno nuovo, per tutnostra Ch esa, darci una vita di fede
più ricca, più serena e fiduciosa.
Grazie alla Corale per il suo bel coro!
Un gruppo abbastanza ridotto di fratelli
sorelle si é, dopo il culto, raccolto nel1 Aula Magna, per attendere insieme secondo la tradizione l’anno nuovo. (Juesta
riunione, però, sembra diventare di anno
n anno meno sentita, almeno dalla maggioranza, ed è sempre pi7i diffìcile preparare un programma che faccia sentire gli
’ntervenuti vicini, e non solo compassati
spettatori che se ne stanno seduti accanto.,
Quest anno abbiamo avuto la proiez'one
di tre interessanti documentari dell’USIS.
Ma forse tutti i presenti hanno sentito che
non ha molto senso, proprio quella sera,
proprio fra fratelli, una « veglia » cosi impersonale. Non sì vede molto come uscire
dall mpasse, dato che i giovani sono quasi completamente assenti.
I culti, le scuole domenicali, le riunioni
quartierali segnano una certa diminuzione
di frequenza, alla ripresa postnalalizia. Ci
auguriamo che sia cosa passeggera. Ci prepariamo intanto con gioia a ricevere la
visita fraterna che nella settimana dal 18
al 24 gennaio tutti i quartieri della nostra
chiesa riceveranno da parte di pastori delle y®lli. Sarà quanto prima distribuito a
tutti il programma di tale settimana: intanto tutti coloro che hanno a cuore la v'ta
della nostra ch’esa sono vivamente invitati
a partecipare alla riunione introduttiva,
domenica lo alle ore 15 nell’Aula Magna.
II Past. Jahier ha reso un grande favore
all Unione de’le Madri, venendo a mostrare alle nostre sorelle diverse delle sue belle diapos live: lo ringraziamo di tutto cuore.
^ E’ stato celebrato il servizio funebre dì
Giovanni Caccianiga. Rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia fraterna ai familiar: in lutto, uniti nella fede in Colui
che é il primo e l’ultimo, il Vivente, il
datore della Vita.
Esposizione
" Artivalli „
La benemerita azienda locale «ARTI VALLI », che molti conoscono (alcuni pregevoli e ammirati lavori erano stati esposti a Torre Pellice nella
Mostra d’arte, durante 11 periodo sinodale) ancora recentemente ha ottenuto, a Monza, un notevole premio e
un diploma a seguito della partecipazione alla Mostra Nazionale del1 Art’gianato.
Ora, aderendo a numerose richieste del pubblico valligiano, I’ARTtVALLI, nei giorni di sabato 9 e domenica 10 p. V., esDorrà, nella vetrina del negozio Griglio, in Via della
Repubblica, alcuni pannelli artistici
tessuti a mano (che fanno parte di
una fornitura per l’addobbo del salone d’onore di una grande nave di linea di prossimo varo, che entrerà in
servizio sulle linee transoceaniche),
tappeti di lana, gonne fantasia ed altri lavori artigiani di propria produzione.
Mentre raccomandiamo caldamente questa bella iniziativa, cogliamo
l’occasione per esprimere alla Sig.ra
Ketty Gomba e alla sue coadiutrici
Sigg.re Elsa Rollier e Elsa Abate, del
Gomitato dell’U.G.D.G., il nostro più
vivo compiacimento per l’iniziativa
così felicemente avviata, e una lode
e un incoraggiamento particolari alle
giovani artigiane che lavorano con
tanta capacità ed entusiasmo, sotto
l’esperta guida della Sig.ra Paola Levi, nelle diverse produzioni dell’ARTL
VALLI.
avvisi sanitari
Cì
scrivono...
Verona, 30 Dicembre 1959
Lessi a suo tempo su « L’Eco » N. 49
dell’ 11 corr. (e mi fu motivo di consolazione) lo stelloncino concernente la Casa
di riposo voluta (e sognata!) dal Pastore
Paolo Bosio. Pur nelle modestissime ed
inadeguate possibilità veronesi plaudiamo
all’iniziativa assicurando nostra entusiastica e reverente solidarietà.
Fraterni saluti. Enzo Ferretti
« Beato l’uomo che si confida
nell’Eterno e cammina secondo le Sue Vie ».
Serenamente come è vissuto si è
addormentato nel Signore, all’alba del
30 dicembre
Domenico Giocoli
di anni 89
Angosciati, ma fidenti nell’Eterno,
ne danno il triste annunzio i figli Alfredo, Rosina, Ottavio, Giara, le nuore, il genero ed i parenti tutti.
Roma - Viale di Trastevere, 108
Prof. Dr. Franco Operti
Libero Docente
In Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
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Dottoressa
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Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955,
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