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ECO
DELLE mLLT VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
torre PELUCB
_ SejUimanale
dèlia Chièsa Valdese
At.no XC;V!I - N. 10
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TORRE PELLICE - 10 Marzo 1967
Ammin. Claudiana Torre PeUiee . C.CJ. 2-17557
qui MB II chicco di
La rga eco ha suscitato, giovedì
scorso, la trasmissione tv della ru
brica settimanale « Giovani », dedi
cata questa volta al problema dei
bambini e adolescenti che lavorano
sono almeno mezzo milione, in Itii
lia. In un ottimo articolo di 3“ pagi
na, su « La Stampa » (4.3.’67), Ni
cola Adelfi analizza il quadro nazio
naie in cui si inserisce questa paten
te, rivoltante e dolorosa violazione
della legge italiana, che in modo
preciso e severo vieta di « adibire al
lavoro i minori di ambo i sessi, ivi
compresi gli apprendisti, di età inferiore ai 15 anni compiuti », e che
statuisce j.er tutti i piccoli italiani
l’obbl igo di frequentare la scuola
almeno fino al 14” anno di età.
E Nicola Adelfi si domanda:
« Non esistono carabinieri, magistrati, sindaci, autorità scolastiche,
ispettori del lavoro e sindacati in
grado di impedire violazioni così
palesi e diffuse delle leggi? » Purtroppo, « la risposta dobbiamo cercarla fuori delle leggi e di coloro
che hanno il compito di farle rispettare. Tanto più ci avvicineremo alla
verità, quanto più saremo capaci di
persuaderci che in Italia la giustizia
sociale resta ancora un’esercitazione
rettorica priva di ogni contenuto
reale ». Infatti, « l’Italia è il paese
dove il Parlamento tiene una volta
il mese un’ampia e fervida discussione sulla guerra nel Vietnam, ma
dove solo occasionalmente si hanno
fugaci ìwtizie sulle centinaia di migliaia, di bambini svegliati nel cuore
della notte e mandati a guadagnarsi
quel tanto che basta a far sopravvivere i loro genitori inetti o malati
o disoccupati, e i loro fratellini ».
Ma la cosa forse più grave è che,
mentre un secolo fa proprio il lavoro, sj.esso bestiale, cui lo sviluppo
industriale costringeva donne e bambini (oltre che uomini, s’intende),
ha scatenato la giusta lotta sindacale, nei paesi anglosassoni in primo
luogo, oggi il movimento sindacale
pare largamente conquistato alla
ideologia del benessere e dei consumi; dagli Stati Uniti airEuropa, e
anche alEItalia, i sindacati sono lungi dall’essere sempre centri pulsanti di una lotta ideale in cui l’attenzione sia sempre e anzitutto rivolta
ai più diseredati. Le debite e belle
eccezioni non mi paiono sensibilmente mutare questa linea di fondo.
Il caso in questione, dei bimbi costretti al lavoro molto anzitempo (1),
persino a 5-6 anni, fino a dodici ore
al giorno, è sintomatico, e l’Adelfi
ha ragione di scrivere: « In pratica, chi non ha dietro di sè una forza sindacale o politica bene organizzata, viene considerato come materiale umano irrilevante. A chi volete che interessi il mezzo milione abbondante di bambini che. gemono di
sonno e di stanchezza nei cantieri
edili di Catania o in un opificio di
Settimo Torinese, dal momento che
non haìino rappresentanti di categoria e non sono in età per portare
voti a un partito o a un .sindacato?
La loro sorte è analoga a quella dei
vecchi pensionati, dei mutilati e invalidi di guerra, in genere di tutti
coloro i ad lamenti sono soffocati
dal vociare altrui ».
Le divisioni partitiche, ideologiche, etniche si stanno spesso relativizzando; e come su scala mondiale
la grande divisione del mondo è
quella fra j.aesi ricchi e paesi pove
(1) Un’eco ce ne viene da varie comunità
nostre, specie nel Meridione; ricordiamo, uno
per tutti, l’esempio di Palermo con le noti
zie dateci dal past. Panascia su una situazio
ne dolorosa, cui le nostre opere non possono
che offrire un rimedio estremamente modesto, per quanto molto significativo, anche co
me sensibilizzazione al problema e come appello alle pubbliche istituzioni.
ri, lungo i paralleli del planisfero
della fame, così su scala nazionale
v’è da un lato questa Italia negletta,
umiliata e offesa e dall’altra « l’Italia dei ’diritti acquisiti’ », come la
definisce acutamente Nicola Adelfi.
« Non importa sapere con quali sistemi o compiacenze o collusioni un
certo funzionario con pochi anni di
servizio effettivo sia riuscito a lucrare una liquidazione di 150 milioni o
una pensione di 10 milioni l’anno;
egli ha diritto di mettersi in tasca
tutto quel denaro in virtù dei ’diritti acquisiti’. Questa è diventata
ormai un espressione intangibile,
limi specie di dogma. Se una categoria di lavoratori ha il coltello dalla
parte del manico, nel senso che svolge servizi pubblici essenziali per la
vita del paese, il fatto che guadagna
molto o moltissimo di più delle altre
categorie non si vuole che sia messo nemmeno in discussione: sono
’diritti acquisiti’. E alla prima occasione quella stessa categoria così privilegiata non esita a ricorrere allo
sciopero allo scopo di rendersi ancor
più privilegiata ».
(c In questo modo — continua il
giornalista — sempre più si allarga
la distanza tra l’Italia povera fino
alTiruligenza, umiliata, muta, e
quella motorizzata, villeggiante, fornita di elettrodomestici e lacrimante per la mancata maternità della
regina Fabiola o dell’attrice Sophia
Loren. (...) Gli stessi comunisti, li
vediamo quotidianamente impegnati
a battersi per l’Italia dei ’diritti acquisiti’ e per acq tastare altri diritti
alle categorie politamente interessanti. A loro, come ai democristiani
0 ai socialisti, interessano i voti, solo
1 voti. A nessuno viene in mente che
una patria è verafitente una patria
solo quando sta attenta a ripartire
le sue risorse ecoripmiche nella misura più equa posmbile ».
Lo sentiamo, manca qualcosa, in
questa bella preditSa laica, stona una
nota. Il nostro giolÉnaMsta forse pensa, ma « La Stamjia » non lo dice,
che dalla parte dell’Italia dei ’diritti
acquisiti’ ci sono anche, altri, i quali
i vóti li desiderano e li cercano pure
loro, e se li cercarto meno è perchè
hanno da tempo appreso l’arte di
esercitare il potere anche senza i
voti e le maggioranze; e che fra il
molto ’borghese’ rùa limitato benessere dell’utilitaria,,; degli elettrodomestici, della modesta vacanza annua ,e le fuoriserie a rotazione, i
pacchetti azionari, le residenze estive e invernali, c’è pur sempre un
abisso, come fra la manovrata passione di massa per i 45 giri, gli sport
commercializzati e i rotocalchi da
un lato, e la dolce vita ma soprattutto l’esercizio del potere dall’altro.
Nella migliore ipotesi, possiamo
dire che il sistema in cui viviamo in
Italia fomenta con singolare intensi
CONTINUA
IN POTAVA PAGINA
UN APPELLO PRESSANTE
Salvare l'occupazione
alla "Talco e Grafite
IN VAL GERMANASCA
Costituito un comitato
per la difesa delle miniere
Una cinquantina di persone si sono
riunite ad Agape nel pomeriggio di
domenica 5 rispondendo ad un invito
per la costituzione di un Comitato per
la difesa delle miniere.
Alla base di questa riunione, e dei
suoi favori, non c’era un tentativo di
mediazione tra le parti in causa (questo avrebbe significato uria grave interferenza nelTazione dei sindacati e degli altri organismi competenti), nè la
volontà di occuparsi della gravissima
situazione determinatasi con i lOO licenziamenti alla Talco e Grafite rimanendo in una impossibile quanto generica neutralità. C’era invece una precisa valutazione della situazione e delle responsabilità implicate e il preciso
scopo di trovare una via per sostenere
dall’esterno la giusta lotta che i minatori conducono daH’intemo della
vertenza in corso. C’era anche l’intenzione di esprimere questa esigenza att raverso la costituzione di un Comitato per la difesa delle miniere sulla base di un manifesto concordato in comune
È necessario chiarire brevemente le
motivazioni di questa iniziativa. Il sistema politico in cui vivamo non consente a chi non è direttamente parte
in causa, ma ohe in quanto cittadino
di questo paese e abitante di questa
zona porta la sua parte di responsabilità di esprimere un’opinione e un azione diretta. Opinioni e ^ioni yenL'Ono portiilp avanti dai sindacati e
dalle altre organizzazioni che rappresentano le parti in causa, dai partiti
politici che rappresentano solo indirettamente i loro elettori. Oggi al cittadino qualsiasi che vede il progressivo
smantellamenlo industriale della zona
in cui vive e lavora, non è dato se non
di leggere, informarsi, discutere privatamente di questi problemi, ascoltare
ciò che dicono i sindacati e gli apparati dei partiti ; ma non gli è data la
possibilità di parlare e agire pubblicamente in modo diretto. Nel caso che
non condivida le impostazioni di alcun
partito non gli è neppure dato di agire indirettamente attraverso lezione
dei partiti. Dove sta allora la sua Responsabilità? Dove sta in modo particolare, che ci interessa più da vicino,
la sua responsabilità se queste cittadino è un credente a sente come imr
pegno vocazionale il condividere con
chi vive accanto a lui la responsabi
lità, i pesi, le lotte, le speranze e soprattutto un impegno concreto? Gli
Stati Uniti, con le multiformi iniziative di dissenso che si sono sviluppate
in questi ultimi anni, ci hanno indicato, pur nella loro frammentarietà e
spesso in una certa confusione di impostazioni, la possibilità di una azione
diretta da parte di privati cittadini al
là dell’ azione ufficiale dei partiti.
Ecco ciò che si è inteso fare con la
costituzione del Comitato per la difesa
delle miniere, sulla base di una precisa valutazione della situazione dare
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
Plaiiisfeto
della fame
Questa illustrazione è tratta
dairullimo opuscolo della collana « Attualità protestante » edita dalla Claudiana, che Bruno Costabel ha dedicato a a La
fame nel mondo ».
In questo scritto, conciso e
vivace, dopo aver esaminato la
situazione del globo, con la
grande fascia nera della fame
cronica, B. Costabel delinea le
iniziative che il protestantesimo nel mondo ha preso per
cercare di aiutare direttamente
e soprattutto per destare l’attenzione dell’opinione pubblica
e cosi premere sui governi, i soli che possono
efficacemente intervenire in problemi di scala così gigantesca. Il past. Costabel insiste
in modo particolare, e con ragione, sulla
« proposta Biéler », di cui abbiamo in passato parlato a più riprese. Tale proposta, presentata lo scorso autunno aU’assemhlea annua della Federazione protestante svizzera,
non era stata accolta in toto; o meglio, era
stato respinto il a clou », cioè lo storno del
3 per cento dei fondi destinati airarmamento
federale, in favore deH’aiuto ai paesi in fase
La situazione già grave del Pinerolese si
è ora acutizzata con i 100 licenziamenti di
dipendenti cui la direzione della Società
Talco e Grafite ha dato corso, e con la minaccia di altri 100 e più, che hanno concluso amaramente la fase delle trattative sindacali.
Non pochi sono rimasti interdetti di fronte al fatto che la direzione abbia opposto il
suo rifiuto finale non a stravaganti e assurde
rivendicazioni, ma alla richiesta di sostituire
ai licenziamenti la ricerca di un numero di
dimissioni accompagnate da un’equa buonuscita, mentre si profilava l’eventualità di un
aumento degli aiuti governativi.
Questi fatti lasciano prevedere che se non
si giunge ora ad un chiarimento definitivo,
il futuro vedrà prolungarsi la lunga e monotona serie di attacchi ai diritti dei lavoratori.
Dal 1954 quasi ogni anno si sono avuti
lunghi e ripetuti scioperi. I lavoratori non
hanno scioperato per nuove rivendicazioni
economiche ma per la difesa del salario, per
la conservazione dei diritti acquisiti e per
l’osservanza dei contratti di lavoro.
In questa lotta di difesa i lavoratori hanno
perso centinaia di milioni. D’altra parte negli
ultimi anni gli utili della Società hanno superato il miliardo.
Ora di fronte alle prime difl&coltà commerciali, la direzione, malgrado le agevolazioni
fiscali già ottenute, benché nessuna gestione
sia mai stata in passivo, vuol far cadere il
peso di queste difficoltà unicamente sulle
spalle dei lavoratori.
La fase delle agitazioni è iniziata. I lavoratori hanno dato e daranno una chiara risposta a questo statò di cose. Ma mentre i
lavoratori, sostenuti dai sindacati, portano
avanti la lotta dall’interno, è necessario che
un vasto movimento di opinione pubblica,
prenda posizione dall’esterno in appoggio e
sostegno della lotta dei minatori, al di fuori
di ogni limitazione partitica o confessionale.
Per questo noi rivolgiamo un pressante appello alle amministrazioni comunali e provinciali, ai consigli di valle, ai partiti, ai parlamentari della zona, alle comunità ecclesiastiche, a tutti coloro che ritengono giusto e
possibile dare alla crisi denunciata dalla direzione della Talco e Grafite una risposta diversa da quella che è stata data attraverso i
licenziamenti, affinchè diano con ogni mezzo
il loro apporto di solidarietà alla lotta dei minatori, rivendicando in particolare per la soluzione della vertenza la revoca di tutti i
licenziamenti.
Rivolgiamo inoltre un fermo appello al
Governo perchè risolva in modo definitivo
una annosa situazione che si è fatta insostenibile. Poiché lo sfruttamento di una miniera
è sfruttamento di un bene nazionale e non
privato, ciò potrà realizzarsi attraverso un
pubblico intervento atto a risanare questo
settore tuttora ricco e vitale, salvaguardare i
livelli di occupazione, garantire la valorizzazione del patrimonio pubblico e promuovere
il progresso della vallata.
fi
Il comitato per la difesa delle miniere;
Raimondo Amato, Assessore P.S.U. del Comune di Pomaretto; Adolfo Avaro, Parroco
di Prali; Giuseppe Borgaro, Segretario Prov.
minatori FILIE-CGIL; Aldo Bosio, Segretario
di zona del PCI; Raimondo Genre, Sindaco
di Perrero; Franco Giampiccoli, Direttore di
Agape; Ettore Merlo, Sindaco di Roreto Chisone; Aldo Peyran, Sindaco di Massello;
Giuseppe Salvai, Sindacalista CISL; Carlo
Travers, Vice-Sindaco di Pomaretto, Segretario PSIU di Perosa; Mauro Ughetto, universitario, membro Azione Cattolica.
Hanno dato la loro adesione; Ettore Bert,
Consigliere Provinciale PSU; Luciana Bertalmio, impiegata; Silvio Bertrand, Parroco di
S. Martino di Perrero; Severino flessone. Par.
roco di Perrero; Gustavo Bouchard, Pastore
di Pomaretto; Carlo Borra, Deputato DC al
Parlamento; Claudio Canal, Insegnate, membro Azione Cattolica; Gabriele Canal, Bancario, membro Azione Cattolica; Silvio Ceteroni. Coadiutore del pastore di S. Germano
Chisone; Ilario Coucourde, Consigliere comunale di Inverso Pinasca, membro C.I.
Riv-SKF; Valdo Coucourde, Membro Direttivo del PSU di Perosa; Franco Davite, Pastore di Prali; Aldo Farina, Segretario PSU
sez. Pinerolo; Pino Ferraris, Segretario Provinciale del PSIUP; Pierluigi JaUa, Pastore
di S. Germano Chisone; Domenico Libralon,
Consigliere com. e Segretario Sez. PSU di
Villar Perosa; Carlo Mussa Ivaldi, Deputato
PSU al Parlamento; Frida Malan, Assessore
PSU del Comune di Torino; Mario Nebiolo,
Consigliere PCI del Comune di Pinenolo;
Gustavo Pascal, Vice Sindaco di Salza; Luigi Poet, Senatore della Repubblica del PSU;
Teofilo Pons, Pastore di PramoUo; Osvaldo
Richard, Consigliere Comunale di Prali;
Franco Sibona, Studente, membro Azione
Cattolica; M. Grazia Sibóna, Maestra, membro Azione Cattolica; Egidio Sulotto, Deputato PCI al Parlamento; Cipriano Tourn,
Pastore di Chiotti; Bernardino Trombotto,
Parroco di Pomaretto; Arnaldo Tron, Consigliere Comunale di Massello; Aldo Trucco,
Parroco di Trossieri; Pietro Vitelli, Segretario PCI di Pinerolo.
PROSSIMAMEHTE
NELLE COMUNITÀ
— A Milano, domeiiica 12 marzo. Convegno dei Cònsigli di Chiesa dei
Presbiterio Lombardo e della Svizzera.
— A Torino, domenica 12 marzo, Cònvegno Interdenominazionale femmimle della Regione Ligure-Piemontese su «I matrimoni misti».
— A Roma, domenica 12 marzo, Convegno Interdemonimazionale dei
Monitori SS. DD.
— A Bergamo, giovedi, 16 marzo, Concerto vocale e d’organo in preparazione alla Pasqua, con partecipazione di Comunità viciniori.
2600 calorie giornaliero nono il minimo
indicoens-.'oile per l'essere ujnano.
C A L 0 R I S
Meno di 2200 | ;,. .1 2600 - 3000
2200 - 2600 I |Più di 3000
di sviluppo. La proposta non è però ricaduta
nel vuoto. Infatti, almeno nella Svizzera
francese, le organizzazioni giovanili protestanti (anche là, i giovani aH'avanguardia)
l’hanno fatta propria. In gennaio il mensile
giovanile « Jeunesse » ha lanciato un referendum di questo tenore:
« Noi, giovani del 1967, desiderando con
tutte le nostre forze un mondo di giustizia
e di pace, dichiariamo di appoggiare la proposta di André Biéler, tendente a vincere
parallelamente la fame e la guerra. Siamo
pronti a sostenerla davanti al nostro governo
e dedichiamo già il 3% del nostro bilancio
personale alVaiuto ai paesi in fase di sviluppo. Preghiamo con insistenza il Consiglio
ecumenico delle Chiese di dar seguito a questa proposta e la Divisione della Gioventù di
questo Consiglio di destare l’attenzione di
tutti i giovani cristiani in vista della sua
pratica attuazione ».
Si raccolgono firme, fondi; con la collaborazione del past. Biéler si tengono, ad esempio a Ginevra, grandi riunioni d’informazione.
2
pag. 2
10 marzo 1967 — N. 10
redenta
UNA PAGINA DI KARL BARTH
aauarr lih-ov
Malattia, sofferenza e morte superate in una visione cristiana... o neo-gnostica ?
« Chi è Stato ad immergermi in questo
mondo pieno di dolore, senza avermi consultato? Perchè, io che porto in me uno spirito
immortale, sono stato legato alla condizione
del corpo, alla caducità, al decadimento? Perchè Tuomo, rimmagine di Dio, deve essere
tormentato dalla malattia e dalla miseria?
Perchè amarezza, desolazione, tenebre? ».
In questi termini Ladìslau Boros, neirintroduzione al suo volumetto « Esistenza redenta » (1) getta sul tappeto i problemi più
cocenti della nostra vita.
L’atteggiamento interiore, dice l’Autore,
col quale dobbiamo affrontare tutti i problemi della vita è quello della a gioia ». « Ma
gioia si verifica nella esistenza cristiana nel
momento in cui essa si apre, nella sua totalità, a Colui il quale è venuto a noi -’perchè la sua gioia sia in noi e la nostra gioia
divenga completa”. Solo Cristo può portare
luce nella nostra oscurità. Quindi noi non
possiamo cercare la gioia cristiana nel chiudere gli occhi davanti alla necessità umana,
nel distrarre il nostro sguardo dal buio che
avvolge gli uomini, ma soltanto nella esperienza dell’assurdità della sofferenza fin nel
profondo del suo abisso e nell’apertura di
questo abisso alla luce del Redentore ». Perciò, dice il Boros « le domande ultime della
vita — a queste appartengono senz’altro malattia, sofferenza e morte — devono ricevere
una risposta a partire dalle visioni fondamentali della nostra fede, altrimenti la risposta non sarà soltanto insufficiente, ma sempli.
cernente falsa ».
Sono premesse entusiasmanti, che spingono
a leggere con partecipazione questo breve ma
densissimo libro, scritto con linguaggio nuovo, esistenziale, incisivo e bello, anche se talvolta un tantino manierato; sono premesse
che ci fanno dimenticare — o meglio, ecumenicamente parlando, apprezzare — il fatto
che l’autore è un giovane sacerdote cattolico,
un gesuita.
Ma l’entusiasmo col quale, sinceramente,
un protestante può affrontare la lettura di
questo libro, soprattutto se sensibile ad una
riformulazione moderna ed esistenziale del
messaggio cristiano, nel corso delle sei meditazioni (su: creazione, corporalità, malattia,
sofferenza, morte, vita eterna) in cui l’autore
risponde ai quesiti posti, subirà degli arresti
e si trasformerà anche in deluso e profondo
dissenso.
Quando sotto questo nuovo linguaggio vi è
un adeguato e nuovo ripensamento dei motivi della fede in coerenza con la Sacra Scrittura — e questo, a dire il vero, nel corso della trattazione avviene sovente — l’espressione
dell’Autore è di un’incisività e di una forza
notevoli. Quello che colpisce è la positività
della sua fede, ricerca del valore, del senso,
della gioia anche in situazioni paradossali.
Ma proprio attraverso questo paradosso l’autore riesce a dire qualcosa di nuovo all’uomo
di oggi, cui manca la gioia ed il senso della
vita. « Dio parla mediante la rivelazione alla
tua concreta esistenza vissuta : Io ti ho creato. Tu sottostai alla mia potenza; Io ti ho
regalato a te stesso, così come tu sei... Datti
alla tua propria vita; donati a me mentre accetti la tua vita». E più oltre: «Calcare
l’assurdità di una vita immersa nel dolore e
tuttavia vedere un senso in questa vita, questa è la risposta alla sofferenza del mondo. In
una frase : tu ti devi perdere completamente
ed allora Dio ti darà per pura misericordia
ciò che altrimenti mai ti avrebbe dato... Il
cristiano dovrebbe testimoniare che la vita
va incontro ad una felicità eterna. La missione carismatica del cristiano nel mondo consiste proprio nel mostrare al mondo che vi è
un cielo ».
La positività del messaggio cristiano, il
senso che la nostra vita acquista nella fede,
si traduce nel servizio: «Cristiani si diventa
nel servìzio disinteressato e quotidiano al
fratello abbandonato... Beato, cioè degno del
cielo, è colui che ha servito il fratello, che si
è caricato della sofferenza dell’altro, che si è
donato, chi è diventato piccolo nel servizio e
nella donazione... La vita si atrofizzerà in te
se tu la vorrai conservare solo per te, se tu
non sei pronto a donare ».
Di intonazione barthiana la risposta ultima per l’uomo cui non rimane più alcuna
speranza : « Esiste ancora una risposta a questo? Si! Dio è il totalmente altro. E il totalmente altro comincia lì dove noi finiamo.
Con lui noi ci possiamo incontrare solo alla
fine delle nostre forze, in ciò che per il
mondo è insostenibile, in ciò che è assurdo
per la nostra comprensione. Prima di li l’uomo potrebbe scambiare Dìo con qualcun
altro, con i suoi desideri, con il suo sentimento vitale, con la sua gioia di essere. Ma
lì ove non resta più niente all’uomo, sta Dio
nella sua forma più pura ».
E fortemente ancorato all’Evangelo quando espone come si realizza in noi questa
« gioia essenziale » : « Al centro della predicazione di Cristo vi è il principio fondamentale di tutta la realtà umana: ’’Chi vuol guadagnare se stesso, si perda”. Non esiste nessun’altra strada per la felicità, nessun’altra
possibilità per il superamento della sofferenza, che attuare in maniera radicale in noi
questa legge fondamentale della ’’nuova
creazione” ».
Le citazioni positive, bibliche del libretto
potrebbero continuare ancora a lungo. Ma,
leggendo delle espressioni, delle pagine come
quelle che qui sopra abbiamo citato, siamo
ben lungi dall immaginare che vi possa essere, come filo conduttore di tutto il libro, un
pensiero teologico che non può trovare assolutamente rispondenza scritturale; che addirittura nega le bellissime affermazioni cristiane, bibliche espresse in altre pagine; e ci
delude profondamente il fatto che, in fondo,
sotto una nuova formulazione esistenziale ed
un ripensamento che — ripetiamo — è molto positivo, rimangono intatti tutti i concetti fondamentali del cattolicesimo romano
tradizionale. E vi è ancora di più: nello sforzo di dare al cristianesimo romano una eccettabilità per l’uomo moderno, nel processo
di modernizzazione non solo del linguaggio,
ma della formulazione concettuale, anziché
avvicinarsi alla Sacra Scrittura e purificare
il cattolicesimo dalle sue storture secolari,
vengono avanzate delle congetture puramente
gratuite, che salvano in qualche modo il
dogma, lo rendono moderno, ma accettando
una visione gnostico-evoluzionista, lontana
dalle posizioni neotestamentarie, eretica anche per lo stesso cattolicesimo nelle sue linee
più fedeli alla tradizione autentica dell’Evangelo.
In definitiva, le meditazioni del Boros si
potrebbero definire più « antropologiche » che
« teologiche ». Anche se vi è della teologia,
della cristologia, questa è sufficiente solo a
produrre sìngole espressioni, ma non a dare
una visione ed un’impronta generale; anche
le pagine citate sul nostro essere nulla davanti a Dio, non riescono a smuovevo la convinzione che l’uomo è al vertice dell’universo : « Nella ricerca verso Dio, io soiio, per
la mia parte, la punta più avanzata della
evoluzione cosmica. Con questa ricerca di
Dio io faccio il più grande dono a coloro
che amo. Per essi io mi trasformo in cielo...».
Per l’autore il significato della testimonian.
za cristiana è « la restaurazione dello stato
dell’universo, così come è stato progettato
da Dio ».
In questa visione la sofferenza ha un valore particolare di spiritualizzazione cosmica : « Noi dovremmo essere veramente felici
di poter soffrire cristianamente. In questa
maniera eliminiamo il dolore del mondo (sic!)
noi ce lo prendiamo su di noi (sic!), lo annulliamo ed andiamo cosi incontro ad una
gioia eterna... Attraverso l’accettazione della
sofferenza il mondo raggiunge la sua spiritualizzazione. Se noi vogliamo trasformare
il mondo in cielo, dobbiamo caricarci le necessità e le preoccupazioni degli uomini perchè esse vengano portate fuori, fatte fuori
dal mondo... Se noi prendiamo su dì noi
stessi la sofferenza, salviamo (sic!) gli altri
dal naufragio, portiamo il cielo più vicino
al mondo ». L’uomo, come risulta evidente,
prende qui il posto che la testimonianza biblica, profetica ed apostolica, assegna a Cristo soltanto : di portare il peso della nostra
sofferenza e della nostra miseria; è lui solo
che ci può salvare. Di conseguenza l’accento
della « glorificazione » cade sull’uomo anziché su Dio.
Il nostro dissenso dalle posizioni dell’autore si accresce negli ultimi due capitoli : le
meditazioni sulla morte e sulla vita eterna.
Infatti l’autore attribuisce un valore particolare per la nostra salvezza alla morte, in
quanto egli pensa, appoggiato da una corrente teologica cattolica moderna, ma non
per questo in modo meno arbitrario, gratuito
e biblicamente infondato, che la decisione
sulla nostra vita si compie nel momento della morte. Secondo l’autore fra il momento
della morte ed il momento del giudizio vi è
un istante di tale lucidità per cui « la morte ci offre la prima possibilità di prendere
di fronte a Cristo una decisione definitiva,
nella libertà più completa e con la coscienza
più chiara... nella morte avviene l’autentica
decisione vitale dell'uomo... ».
E perchè questa posizione? Per dare « ad
ogni uomo la possibilità di incontrare almeno una volta Cristo, il risorto, di conoscerlo
personalmente; persino i pagani, quei miliardi che non hanno ancora sentito parlare di
Cristo; persino i cristiani divenuti pagani ai
quali noi abbiamo forse predicato un Dio
no’oso ed estraneo alla realtà, che quindi
non potevano imparare ed amare esattamente; persino quegli uomini che sono rimasti
allo stato di bambini dal punto di vista re
Dall’afflizione alla speranza
(1) Ladìslau Boros: Esistenza redenta.
Meditazioni teologiche N. 1, Queriniana, Brescia, la ed. gennaio 1966, 3« ed. gennaio ’67.
ERMANNO
ROSTAN
Conosciuto è l’Autore di questo « piccolo libro... scritto per quanti sono o
saranno nella prova, in modo speciale
per gli ammalati ». Quasi nessuno nell’ambiente Valdese ipora il periodo
non breve di malattia e di « prova »
che egli ha attraversato recentemente.
Questa è senza dubbio la ragione che
ha spinto il Pastore Rostan a fare par.
tecipi altri della ricchezza di consolazione e di speranza che la Parola di
Dio offre al credente quando è letta e
meditata nel dolore e nella sofferenza,
ed è anche la ragione intima del pregio essenziale dei libro; la sua totale
assenza di retorica. Nulla è più facile
che indulgere a frasi pie e consolanti
spaventosamente vuote e stonate (si
ricordino gli amici di Giobbe ! ) quando la sofferenza è vista dal di fuori.
Ma tutto cambia quando la prova è
vissuta intimamente dal di dentro di
una particolare situazione umana : allora il discorso (anche il discorso religioso e « edificante » ! ) diviene per forza più scarno, le parole sono meno
fluenti, diminuiscono di numero ma si
caricano di significato umano profendo.
È questo senza dubbio ancora il motivo della sobrietà delle riflessioni che
accompagnano i vari testi biblici citati. Ed ancora per questo sembra che
nella veste tipografica l’aspetto stesso
del libro sia decisamente riuscito. Vengono infatti presentati sulla pagina si
ligioso e morale, sebbene le loro restanti facoltà si siano sviluppate del tutto normalmente, e i quali si possono raccapezeare con
successo nella complessa struttura della vita
di oggi; persino quegli uomini che hanno
odiato Dio, perchè essi hanno visto, ad esempio, in lui un mezzo dello ” sfruttamento capitalista ” e quindi mai hanno conosciuto la sua vera essenza; persino i bimbi
morti nel seno materno e senza battesimo;
e finalmente persino noi che siamo troppo
deboli per compiere il bene e il cui cuore
rimane sempre così freddo e vuoto; tutti
nella prospettiva della ipotesi sovraesposta,
hanno la possibilità di pervenire alla loro
salvezza in un incontro del Cristo, veramente e del tutto personale ».
Questa posizione svaluta la vita, proprio
la vita del credente, contraddice le affermazioni precedenti, nega proprio quell’« esistenza redenta » che qui ed ora deve esprimere
la decisione della fede; la nuova nascita di
cui (3esù parla a Nicodemo, 0 morire a noi
stessi, il decidersi per Cristo, hanno un valore ed un’attualizzazione nel nostro tempo,
nella vita attuale. La morte non è più decisione. Cristo ci salva dalla morte se avremo
avuto fede durante la nostra vita terrena.
E’ una pura congettura, questa espressa dal
Boros; è un voler salvare dopo la morte
quello che la Chiesa non può salvare sulla
terra; è una posizione di reazione estrema
al vecchio principio cattolico della santità
e della perfezione totale nel « qui ed ora »;
ma è una posizione molto ambigua, eretica,
perchè contraria ad ogni testimonianza biblica, ad ogni tradizione autenticamente cristiana.
Chi avrà pazienza di leggere il libretto
del Boros, incontrerà a questo punto strane
congetture sul purgatorio che viene mantenuto ma ridotto all’istante della morte, cioè
dell’incontro con Cristo; sull’inferno che
cambia totalmente aspetto; sulla validità dei
suffragi ...salvati nonostante queste posizioni! E noi, a tutto questo, diciamo una sola
cosa ; perchè non aver il coraggio, se cambiare si vuole, di affrontare direttamente il
messaggio della Parola di Dio, senza affliggere la povera chiesa cattolica con nuove
storture?
L’ultima eresia espressa nel libretto riguarda il ritorno di Cristo. E’ detto : « Cristo è
venuto ma tuttavia fino alla fine del mondo
è sempre sul venire ». Fin qui siamo d’accordo. E’ l’attesa del ritorno di Cristo, l’escatologia neotestamentaria. Ma poi l’autore prosegue : « Cristo rimane in divenire ancora
fino alla fine dei tempi. I cristiani stanno
edificando il suo corpo... Noi, per il latto di
essere cristiani, ci inseriamo in Cristo, cresciamo assieme a lui^ diventiamo cristiani ».
Ed infine : « Quando allora la misura di
Cristo sarà piena, quando tutti coloro i quali dovranno realizzare la sua pienezza, il suo
pleroma, saranno morti in lui, allora il Cristo cosmico sarà nato, allora egli apparirà.
E con lui appariremo anche noi... Un giorno, quando Cristo avrà raggiunto ”la pienezza della sua età cosmica ” si scaricherà
la tensione tra Dio e il mondo. Il Cristo totale, il sole della promessa eterna, si alzerà
sopra l’universo. In questo momento Cristo,
il quale ha raccolto in sè l’umanità tutta
e mediante essa l’universo, si consegnerà all’abbraccio del Padre... ».
Queste non sono più posizioni cristiane,
siamo in pieno gnosticismo, siamo in piena
eresia, se il metro della verità resta la Parola di Dio. Non è questa la strada che
può portare il cattolicesimo ad una vera « riforma », non è questo il cattolicesimo nuovo,
della nuova Chiesa che cerca la fedeltà a
Cristo, della autentica speranza ecumenica,
perchè la base della ricerca non è la Parola
di Dio, e senza di essa anche le riformulazioni nuove, moderne, incisive nel linguaggio,
diventano vane.
Giuliana Pascal
In questa pagina, in cui parliamo del problema della sofferenza, e del modo con cui il
cristiano è chiamato ad affrontarla, ci è parso
utile riportare due passi da « L’Epistola ai
Romani » di Karl Barth, nella traduizone di
Giovanni Miegge.
Romani 5: 3 : « Poiché noi sappiamo: I afflizione produce perseveranza, la perseveranza confermazione, la confermazione speranza ».
Non ci gloriamo soltanto nelle afflizioni, ma delle afflizioni.
Come è possibile questo? « Perchè sappiamo », perchè in un modo
o in un altro possiamo spingere lo
sguardo attraverso le realtà e i valori del momento, perchè sappiamo
distinguere, in ogni dato presente,
il suo significato originario e finale.
Veramente lo conosciamo? No, non
10 conosciamo. Sappiamo che non lo
conosciamo. Ma Dio lo conosce. E
in quanto crediamo, osiamo sapere
quello che Dio sa.
E così sappiamo quello che è impossibile sapere: il significato e la
potenza dell’afflizione nella quale
stiamo. Essa ha quasi la forza e il
significato della morte. Essa sembra
presentarsi a noi (1: 18) come l’ostacolo, la distruzione, la negazione
della nostra vita, come l’enigma tremendo della nostra esistenza concreta, come la maledizione gravante
sulla nostra creaturalità, come l’annunciazione deU’ira di Dio, come
dispensazione del non-Dio, del Dio
di questo mondo. Ma noi contempliamo l’invisibile: neU’ira di Dio
la giustizia di Dio, nel crocifisso il
risorto, nella morte la vita, nel
« No » il « Sì », nel limite la via di
uscita, nel giudizio il giorno della
salvezza che viene. La negazione
della negazione nella sofferenza di
Cristo (5: 6) che è la nostra posizione, cambia il segno algebrico anche della nostra afflizione : il semplice soffrire dell’uomo diventa una
azione di Dio creatore e redentore,
l’inibizione della vita diventa la
preparazione della vittoria della vita, la distruzione edificazione, le delusioni e i rovesci un attendere e
tendere verso il futuro del Signore,
11 prigioniero diventa sentinella
(1: 16). « Le tenebre son come la
luce » (Salmo 139: 12).
Noi intendiamo la problematica
della vita come tale, noi siamo coscienti della nostra limitatezza e
transitorietà come di una necessità
non soltanto contingente. Noi facciamo nostro il « No » che ci viene
opposto nel fatto della nostra creaturalità, noi ci appropriamo, nella
« visione razionale » (1: 26), la protesta della creazione contro la sua
esistenza così come è (8: 19 sgg.),
noi riconosciamo che è sottoposta ad
un giudizio, e noi amiamo il Giudice
appunto perchè, come Giudice, non
si identifica col Dio di questo mondo, perchè egli si fa conoscere come
Giudice come il totalmente altro nei
confronti di noi e della nostra vita.
Ma appunto in questo la nostra
afflizione si trasforma senza cessare
di essere afflizione e di essere sentita come tale da noi. Noi soffriremo,
sì, soffriremo dopo come prima; ma
la nostra non sarà più l’afflizione,
l’angoscia passiva, pericolosa, velenosa, dissolvente, che viene a sopraffare l’uomo che non ama il suo
giudice (2: 9), ma l’afflizione, l’angoscia creatrice, feconda, forte, piena di promesse, dell’uomo che sa di
essere annullato da Dio, tenuto prigioniero da Dio.
L’afflizione diventa corroborante,
offensiva, la suprema prohlematicità
si fa cc perseveranza », la difensiva
della nostra situazione diventa la
dimostrazione dell’idea che da parte di Dio, ai fini della salvezza, latto deve essere così, e non altrimenti (8: 28). Noi dubitiamo — ma in
Dio. Noi naufraghiamo — ma in
Dio. Anche la bestemmia contro
Dio, alla quale può giungere un
Giobbe, è e rimane bestemmia contro Dio. La pressione alla quale siamo sottoposti produce, in quani.i è
conosciuta come pressione di\ina,
una contropressione divina, gen u à
Ita reazione di Dio che toglie dia
morte la sua potenza, che attir;! ; sè
la violenza del male che ci a.s.s.è;c e
la rivolge contro il nemico.
Ma se sappiamo che è in Di<, Le
soffriamo e periamo, che siamo o ttati sopra Dio, legati a Dio, e pr . iò
tolti e portati da Dio, appunlr. -pu*sto fatto è la « confermazione >. tidla fede, che attende tutto da />'o e
da Dio tutto, la dimostrazione <■ :iiplificata, l’incoraggiamento a are sempre di nuovo, che ci vieiir offerto proprio a quella porta si
perde ogni speranza. Poiché no conosciamo questa via (che non è na
via), pensando in presenza del rocifisso e del risorto quello che jomo non può pensare, perciò ci ioriamo delle afflizioni.
Rom. 12:12: a Siate ptizit nti lelVafflizione! ».
L’afflizione come ethos? Sì, L ive
e come potremmo dare la glorè; a
Dio, se non come afflitti? a Nu ci
gloriamo nella afflizione» (I ¡èor.
5: 3). Essere afflitti è un’azione positiva dell’uomo. Essa significa he
l’uomo è respinto indietro e D - si
spinge avanti. Ma neppure q. sto
avviene direttamente, senz’altre. La
afflizione viene anzitutto «su gni
anima d’uomo che fa il male » ( ;9).
L’affllizione è il correlato neg iivo
dell’impulso vitale naturale, èssa
diventa una protesta contro la ¡endenza di questo mondo per n> zzo
della pazienza. La pazienza sigili fica: amare colui che ci affligge, significa: nella afflizione, senza s dere, riconoscere Dio ed essere conienti di ciò. In tal modo la pazien;<;'. fa
della afflizione un atto etico. Pa.' ìi litare significa credere in Dio (¡ni e
ora.
"Il tempo (della prova
a
Una testimonianza preziosa di come la Parola di Dio
possa veramente parlare all’uomo credente che soiFre
nistra del volume del tesli biblici, traiti in prevalenza dai Salmi, dai Profeti
e dal Nuovo Testamento. Nella pagina
di destra vien riportato un commento
sobrio, spesso limitato ad altre citazioni bibliche che integrano il testo
riferito, o qualche passo di Riformatpri o Testimoni dell’Evangelo (come è
opportuna la citazione di Carlo Lupo!). Ciò che indubbiamente colpisce
maggiormente (e certo favorevolmente) il lettore è la impressionante lucidità e validità (veramente ispirata)
con cui sono stati scelti i vari testi biblici; direi che proprio in questa scelta si esprime molto bene la conoscenza e l’amore per la « Parola » propri
dell’Autore. E la migliore «testimonianza» è offerta dalla notevole incisività dei brevi titoletti che contrassegnano ogni passo scelto. Indice scarno, essenziale, già in sè pienamente
sufficiente per orientare il lettore nella lettura. Qui ancora risulta evidente
che questi passi biblici sono stati scelti dal di dentro di una situazione di
sofferenza e di attesa, e sono apparsi
carichi di un significato preciso.
Sono convincenti, efficaci, non hanno nulla di una scelta arbitraria o let
teraria. Qui dunque è un pregio ancora
essenziale del libro.
Ciò detto, ci pare che basti per invogliare chiunque, credente, intenda leggere la Parola nella prospettiva particolare della prova e della sofferenza,
alla lettura commossa di queste pagine. Esse colmano una lacuna, costituiscono una testimonianza preziosa,
di cui avevamo veramente bisogno,'di
come la Parola di Dio possa veramente parlare all’uomo credente che soffre.
La nostra critica, e il nostro rammarico, del resto piuttosto marginali dopo quanto .si è detto, sono altrove Si
appuntano sullo stile e sul tipo di linguaggio chiaro, efficace, ma comprensibile solo per l’uomo credente, in certo senso « chiuso » per l’uomo di fuori,
un lingu.aggio ohe pur escludendo la
piova, presuppone la fede in ogni occasione. E in que.sta prospettiva, certo
vera e preziosa, .sembra di avvertire
talvolta una certa coartazione rispetto
alla dimensione più profonda, più ampia del testo biblico che resta come
confinato alla pietà religiosa dei credenti senza risuonare più ampiamente
anche per rincredulo, per chi, al di
fuori, soffre angosciosamente senza sa
pere perchè, senza senso. Poiché, se è
vero che la sofferenz.a avvicina il credente al suo Signore, è pur vero che
il peso della s.ua umanità sofferente,
della sua « carne » lo avvicina anche
all’uomo, ad ogni uomo
Ma, a parte questo rilievo, si deve
ringraziare l’Autore per la sua testimemianza di fede impegnata, che ci
guida alla riscoperta di molte delle
più belle e ricche pagine della Bibbia,
dal momento iniziale della prova (« fino a quando? ») ai pensieri più angoscianti ( « il pensiero della morte »,
«i silenzi misteriosi»), sino alla «risposta di Dio » e seguendo « la via della croce » ci conduce alla « pace interiore », alla « consolazione del credente » sino aH’impegno riconoscente del
servizio, di « un nuovo servizio » : « Se
Dio ci concede di superare la prova, è
bene che ciò avvenga in vista di un
più fedele servizio. Non bisogna considerare la guarigione come una grazia a buon mercato ; è una grazia che
esige da noi gratitudine e vigilanza ».
Enrico Pascal
ERMANNO ROSTAN : Il tempo della
prova - Meditazioni per l’ora della
prova e del dolore, p. 80, L. 500.
3
10 marzo 1967 — N 10
pag. 3
A Cannes, l’8° Congresso medico-sociale protestante di lingua francese
La dinamica della guarigione
A metà iebbraio si è tenuto a Cannes l’8" Coasresco
medico-sociale protestante di lingua francese. Ecco ha
riunito medici, infermiere, cappellani, assistenti sociali
dei vari paesi francofoni. Come i precedenti, il Congress3
ha trovato un’eco assai larga sulla stampa protestante
francese e elvetica, e pensiamo che un po’ di quest’eco
possa interessare anche i nostri lettori. In questa pagina
pubblichiamo quindi in parte alcuni articoli riprendendoli
da « Reforme » ( 18-2-’67 : un articolo del direttore, pastore
A. Finet, e di un medico partecipante, il dr. E. Martin) e
dà «La Vie protestante» 24-2-’67: un’intervista concessa
a una redattrice del settimanale romando dal dr. Paul
Tournier, il noto psichiatra protestante svizzero, che ha
presentato una delle relazioni al congresso).
Il tema del congresso era : « La dinamica della guarigione » ; vi hanno partecipato, con relazioni e interventi,
personalità sanitarie, sociologhi, tecnici dell’assistenza sodale, uomini e donne impegnati neU’assistenza fisica e
spirituale agli ammalati.
A nostra conoscenza, nessun italiano ha partecipato a
questo congresso. E ci chiediamo se, parallel^ente a ciò
che avviene per i nostri insegnanti eva»gelici,_nomsarebbero possibili e desiderabili più stretti contatti dei nostri
« La ilinaniica della guarig'one », iJ malato nel mondo odierno, tale il lema generale deri’8° congresso medico-sociale proleelanle di lingua francese. « Dinamica » è
termine di moda. Taizé .si propone di illuslrarlo nella ricerca teologica; perchè non
lo farebbe pure la ricerca medica?
È quasi euperfluo sottolineare che questi
lavori si svolgevano aill’insegna della « medi,
cina della iinrsona ». dato che la conferenza
ronclu.siva era affidata al doti. Paul! Tournier
e che 1 medici e professori eminenti cui erano affidate le tre magistrali conferenze -Jean de Rougemen': «Responsabilità del
maialo»; Jacques Bllnl: « Reaponsabililà
della Società»; Paul Sivadon: «Responsabilità dciréquipe medico-soiciale u — sono
più o meno seguaci dele tesi tdie il doti.
Tournier difende da circa treIl^’anni.
Una medicina arislocralica? Questa definizione mi è venuta in mente asicoltaudo la
siig.na Brow de Conlslon descrivere con inleèligenza, fondandosi su casi documen'.ati,
tome il 1' servìzio sociale » può essere un
fattore di auionomìa e non di dipendenza
per il maialo e per i suoi familiari.
Pen-avo a un’assistente sociale, mia amica, nel “Uu ufficio comunale, sommersa ogni
setliui.isia da una cinquantina di « casi » ingoluibiii, sempre di corsa da un quartiere
airalli'o. annegala fra le carte. Come potrebbe, al suo livello, vivere veramente la
preoccii.paziGne per le « persone »?
E ro'.mirendevo FinleiTcgativo di Daniel
Galiland: » Come si può essere medico personaii-la mdrepoca della medicina di mas
sanitari infermieri, assistenti sociali con i colIegM transalpini. L’A.I.C.E. attraversa, specie nella zona pieinontese
per ovvie ragioni, un periodo di particolare vitalità. Anni
fa v’era stato un tentativo parallelo di avviare una attività d’insieme, di studio e discupione, fra medici eyangelici. Pare che... esi superino in individualismo i pastori,
il che è tutto dire! Scherzi a parte, e pur comprendendo
ir loro lavoro assorbente, non sarebbe possibile, e doveroso, un certo coordinamento o alnicno^ un cUegamento,
specie là dove la « identità » di medici, infermieri e assistenti sociali evangelici lo permetterebbe? In particolare
nella zona Valli-Torino abbiamo tutta una sena di istituzioni sanitarie e assistenziali, e al personale che vi lavora
c le anima potrebbero aggiungersi i non pochi liberi professionisti (medici, infermieri, assistenti sociali) operanti
nella medesima zona. Non sarebbe fecondo ]>er tutti che
questa grande équipe prendesse coscienza dtí problem
comuni, professionali e di fede, li discutesse insieme, insieme li approfondisse? Questa pagina ha anche il senso di
una proposta; o, se volete, di una sfida. Si parla sempre
più di lavoro in équipe, di gmppi di ^ servizio. Ecco un
campo ricce di possibilità, e quasi vergine.
^
Non preleiiderò vhe Jacques Ellul abbia
rispo»ìij Í'. ques'o ìinterrogativo. Del resto,
non t !<ii me lico, è un giurista e uu sociulo.
go; e crisi lano, non dimentichiaimolo. Trattamlo lieila « responsabilità della società »
nelbi l'inaniica della guarigione, ha avuto
il mento di mettere in evidenza d problemi
postici dalle strutture nelle quali viviamo,
volenli o nolenti.
Sono noie le idee di Ellul .sull «diritto^»
degli liidividiii e sui « doveri » della società^;
come (iues'a distinzione delle responsabilità
indiini [’individuo alla passività, alla rivendicazio.n: . lo .-ipersonalizz'; come, pure, la
ricen c, deila fe'.icilà, del benessere, eoe. lo
esteriorizzi, o piuttosto lo renda Imcapace di
interioi'ià.
La iniiìa'.lia lo trova tanto più disarmato,
ridotte a se stesso, eioè a poco o nulla, poiebè il MIO « 'o », la sua persona non trovava la sua foruta ebe neirambieute in cui viveva.
11! ¡irobloma non è di camb are le s rntture .sociali, clip non sono cattive in se, e 'cbe
liauno cause più profonde dei vari regimi
o delle ideologie oggi in corso. Res a, In
seno a tali slrui tire, il problema di cambiare, pei dir co ì, l’irid'vldùo in «persona
'e »
^
Daniel Galland lamentava che nel programma 'del e: ngresso in cui erano cdtìamati a comnarire l’ammalato, la società, 1 equipe mediro-socìa’e, si era dimen icata la
Ohiesa. Vorrei rassicurarlo: (...) è esalto che
Tarlicolazione « Chiesa » - « dinamica idoUa
guarigione» non è stala tra.taa in qu-sto
congresso, malgrado fosisero presenti vari
pastori e caippellani ; .così .come non era .convoca'o « rOr.line dei med ci » c qualsiasi
altra « Isti uzione ». Dopo lutto, non s amo catlolico-roniani, ma cristiani r.formati
e « la Gliresa » ncn ha esistenza e realtà se
non ne’.l’asicollo della « Parola dì Dio ».
Orbene, eia la prima volta che, in una
carriera già lunga, assistevo a un congresso
profe.ssiou.ale, elle raccoglieva mediei, assistenti sociali, assi‘Slenti di cdiie'sa, infermiere, che fosse cosi dominalo, ispirato dalla
« Parola di Dio », .soltome,sso a questa « Parola ». Non scio perché A. de Robert, ogni
mattina, dava una buona spiegazione dell Evangelo in rapporto con le preoccupazioni
dell congresso, e che non si ira.taya .come
capita snesso, di in«er i artificiosi; bensì
perchè le tre oUime conferenze eaprimevauo
queslo riferimenlo alPEvangelo, sia che P.
iSivadon trallasse di un tema in fin dei conti
tecnico quale l’équipe medico-sociale, o che
Ellul irallasse di sociologia, senza couformi.
stili con la corrente del secolo, o che .lean
de Rongeinont desse voce al a sua ©sper enza di malato.
sH *
Quando un uicdico è colto, in modo brutale, dalla mala tia, ridotto all’impotenza,
incapace di dominare i’awenimento, s© ue
slupi,se© forse più dell’uomo della Btrada.
Egli passa la sua vita a curare ¡ malati;
pur conoscendo i propri limiti, sa di «ssere
il guaritore, appare ai pazieute come una
provvidenza e ee la sua professione lo porta a sfiorare cjuotidianamente la eoffereuza
che si sforza di alleviare, tale esperienza è
pur semipre esterna alla sua esistenza. Per
fortuna, forse, altrimenti non vi resisterebbe. iMa eccolo ricondotto alla sorte comune; carne sofferente da cui lo spirilo
tfuigige.
Questa è l’avventura vissuta da J. de
Rougemont e ,dhe porta a riflettere sulla
relazione fra corpo e spirito, senza per
questo disgiunigerli ; oppure sulla ròlazione
fra iciò che è « corpo » (ed è molto di più
di ciò che pensano gli idealisti) e ciò òhe
è «spirito», costituisce lo spirito, glld da
potenza, influenza sull corpo e che indubibia.men.le ha altra origine che non questo
assembramento di cellule destinalo alla
polvere. Non riassumerò qui questa splendida conferenza, mollo troppo sellile e
comiplessa per poter essere condensala in
podhe righe; dirò piultosto la riflessione
che mi ispira o la .gratitudine che ha provocalo in me, poiché mi pareva ammirevole, in quella prima giornata del congresso, il vincolo profondo fra l’Evangelio
che presenta quel grande terapeuta ohe era
Gesù, e l’esperienza personale di un medico del XX secolo che emerge dalla narcosi
e supera i poslumi di un’operazione.
Ma allora, mi si dirà, ohe cosa deve fare
«la .Chiesa»? Ebbene, presentare e spiegare 'senza requie, con la massima fedeltà
poissibi’-e, Tautenliciilà profonda e universale de’la « Parola fatta carne », manifestata in Gesù Criis o.
Albert F.net
Quando il malato
aiuta il medico
(...) In che cosa questo congresso ha
portato constatazioni o elementi di riflessione nuovi? , n- . .1
Ognuno dei vari relatori ha attron'ato ili
problema della « dinamica della guarigione da questi ire punti 'di vista:
— modificazione deila personalità dell’uomo ammalato ;
— comipilo del medico, dell’equi.pe curante
o della 'Società nell’iinduzione e nell’installazione dela guarigione;
— partecipazione attiva del malato alla
sua guarigione e funzione de la malattia
come fallore di rinnovamento.
La malattia, cioè la mod ficazione brutale di un equilibrio apparentemente
normale, comporla quasi forzatam.©nte presso la maggioranza degli uomini ima fase
regressiva o il ritorno a uno s.ato di minorità, fatto di timore o d’angoiscia e di un
bisogno di protezione. L’intensità di questi fenomeni non corrisponde sempre alla
reale gravità dell’agigressione.
Il prof. Sivadon Ita analizzato minuziosamente e con grande chiarezza i meccanismi pisicologioi di queste turbe regressive,
che egli 'considera come un ritorno o una
resiurgenza di atteggiamenti della vita infantile. Questa regressione, in genere inconisicia e più o meno accettata dal malato.
Io mei'te immediaiamente in uno stato di
dipendenza nei confronti di coloro che ne
assumono la cura.
Ogni milatlia, al di fuori dei sintomi
caratteriistici clinicamente identifiicaibili, può
dunque comportare tutta una 'serie di modi'ficazio.ni affettive, psicologiche, ^ intePetluaili e sipiriluali, die, già di per ,sè, possono aggravare e perturbare, o ai 'contrario
migliorare, la sintomatologia e 1 evoluzione di una malattia. ^
Uno degli aipporli positivi principa.i di
questa riunione è stata dunque questa analisi minuziosa e precisa degli intimi meccanismi che scatenano queiste turbe; e il
fatto di aver ricordato che, accanto a ogni
malattia « visibile », identifi'cabile, v’è tutta una sequela di modificazioni affettive e
psicologiche, che tutti coloro che, in un
modo o nell’altro, hanno missione di curare, devono eoncscere, studiare e comprendere.
IL BISOGNO
DI PROTEZIONE
Il malato, in seguito a queste modificazioni regressive, ha hiso.guo anzit'uitto di
essere acco'lto, raissicurato. I modi .con cui
avviene questa semplice a.ocog'lieuza, hanno
già di per sè virtù terape.utiche : è l’azione
diretta e immediata del medico, di cui il
solo arrivo, la sola presenza allevia; è la
qualità particolare dèll’aocoiglienza e delle
cure di un’infermiera; è l’importanza delTambienle e il carattere rassicurante di un
quadro o'sp'edaliero rinnovato ; è, infine, il
modo con 'cui gli organismi di assicurazione e di assistenza sociale si assumono
la restonisabllilà dei problemi materiali e
familiari.
La condizione essenziale della guarigione, senza 'di cui ‘tutti gli a.ltri sforzi resterebbero vani, è con tutta evidenza, in misura sempre crescente, una riigorosa e scrupo’osa cono'scenza tecnica, a'S.solulamente
inid’speuisahi'le a tutti coloro .(be in un
modo modo o nél’allro hanno la responsabilità di curare.
UN LAVORO IN ÉQUIPE
I malati, soprattutl-O quelli gravi o cronici, sono iufine isempre più fra le mani
non di un solo medico curante, ma di una
vera équip'e nella quale ciascuno ha la sua
parie nelle .cure dirette o neR evoluzione
del malato (...). La creazione e il coordinamento di queste équipes, le difficoltà di
relazione e .di articolazione 'dei loro vari
membri, nella varietà del a loro .specializzazione e delle loro prerogative, sono problemi relativamente nuovi, e vari relatori
vi hanno insistito.
IL RISCHIO
DI REGRESSIONE
II terzo tema, che di fatto era il centro
di riflessione del nostro congresso, concerneva la partecipazione del malato al a sua
guarigione.
iiiiiiiiiiiiiitiiimiiMiiimmi>iMi'iii»ii‘<>i"<i"ii"‘"""""""
Ma in una società che in misura crescente si assume la responsabilità dei rischi
— medianite un’organizzazione progressiva
e auspicabile — il malato non risch'a forse
di essere, a tutti gli stadi della sua malattia e della sua guarigione, aesolulamente
pa,s'SÌvo e di restare quindi in modo proluuigato in questo s alo di dipendenza o di
regressione ?
Occorre quindi aiutare il mala o a uscire
appena possibile da questa fase regressiva,
e prepararlo al suo stato futuro. (Juesta
fase di rcupero attivo, dinamico, progressivo, caratterizzerà infatti una vera guarigione, qualunque s’ano la ma’attia iniziale
e i suoi postumi.
In molte malattie gravi, la guarigione
non potrà mai essere un ritorno allo stato
di prima, bensì un essere .condotti a un
nuovo stato. Questa vera rigenerazione sarà
talvolta più morale, affettiva e spirituale
che fisica, e sarà faivorita da tutti coloro
che, pazientemente, rifaranno di questo
ex-malato un uomo o una donna di nuovo
adulti, usciti di minorità, reaponsab li (...).
Etienne Martin
COMMISSIONE I DISTRETTO
h film sull’opera per i lebbrosi
Programma della tournée del sig. Toureille,
che presenterà un film suWopera per i
lebbrosi:
10 marzo Venerdì: San Secondo
11 » Sabato: S. Giovanni
12 » Domenica : Pinerolo
13 » Lunedì : Rorà
li )) Martedì: Torre Pellìce
15 )) Mercoledì: Villar Pellìce
16 » Giovedì : Bobbio Pellice
17 » Venerdì : Perrero
18 i) Sabato : Pomaretto
19 » Domenica, pomeriggio : Massello
19 » Domenica, sera : Prali
21 » Martedì : Torino.
iiiiiiiiiiiiiiiii’imiiiii
iiiiimmmiiMmiiitiK"»'"
llll■lll■lll■MIIIIII"l■RI■l■'l"""l"
................ninni..............Min...........
Il “fissato,,
della “medicina
personalista,.
Soro il « fissato » della medicina della persona, e quand’anche non volessi più esserlo, mi
ci obblighereste. Un’etichetta
può servire da stimolante, può
arche all’improvviso diventare
una prigione. Sembra che ieri
qualcuno dei giovani abbia detto: «Siamo stufi di questa medicina della persona. È storia
vecchia, bisogna andare oltre ».
Trovo che questi giovani confratelli hanno ragione. Il mondo non andrebbe mai avanti se
rimanessimo sempre fermi a
idee di vent’anni fa. Sono per
il cammino in avanti, e non
tengo assolutamente alla medicina della persona. Cm che conta, è che si curi sempre meglio
il malato, che lo si aiuti a raggiungere una certa pienezza di
vita, che cerchiamo noi stessi
di raggiungere questa pienraza,
che conosciamo Gesù Cristo,
per aiutare altri a conoscerlo.
Paul Tournier
LIIN’IINTERVISTA del dottor TQÜRNIER
1/ medico o la morie
In margine al Congresso medico-sociale
protestante di lingua francese, tenutosi
a Cannes a me à febbraio U doti. Paul
Tournier ha concesso a una del e redattrici de «L« Vie protestane»
(24-2-’67), Marie-Clttire Lescaze, la seguente intervista. Ringraziamo il confratel'o maggiore della Sv. zzerà romando per la generosità con cui ci me.te a
disirosizsione il suo materiale sempre
buono, spesso ottimo. red.
_ La malattia e la sofferenza hanno qualche significato per 1 uomo.
____ Dx Fraenkeil, viennese, ha scritto di recente: «La grande idea di
Freud è che l’uomo cerca il piacere,
la grande idea di Adler è che l’uomo
cerca la potenza. Quanto a me, penso
che egli cerchi la significanza ». Sotto
una fllC'SOifla dell’asprdo vi è, infatti,
una ricerca di significato.
Quando si dialoga con 1 uomo, si
scopre che egli si pone un numero incalcolahile di problemi e che si mspera di non avere risposte. Ha perso
il senso della vita. Allora legge con
passione Camus. H suo giusto dell as
11 problema del significato è il problema spirituale per eccellenza. Jumg
affermava di non aver trovato alcun
uomo al di sopra dei 35 anni ohe non
SI ponesse il problema della morte e
del suo siigniflcato, e quindi quello
della vita e del suo si,gniflca,to. L’est
sere umano è dunque essenzialmente
spirituale.
— Che cosa pensa deU’evoluzione
attuale della medicina? Non si va
troppo oltre, talvolta, nel prolungare
la vita?
— Il problema del rispetto della
vita è stato il tema di uno degli ultimi congressi medico-sociali protestanti. In quella sede avevo affermato, in
una relazione, ohe il dovere del medi
co è sempre quello di cercare di prolungare la vita. Appena ci si allontana da questo imperativo professionale, si cade nell’anarchia; ogni volta
che il medico ha una nuova arma per
prolungare la vita umana, è tenuto a
valersene. Non siamo forse i custodi,
i servitori della vita?
Eppure, ho qualche scrupolo ad
avere sostenuto pubblicamente una
pensi. Ho un amico che vive da anni
in tale paura, divenuta davvero ossessiva. « Scoppia » di quest’angoscia. Ma
sono incapace di aiutarlo, malgrado
colloqui lunghi e frequenti. In fondo
nessuno è perfettamente cosciente
delle paure profonde che cela nell’animo.
Avrei sempre desiderato studiare, a
questo riguardo, la differenza di mentalità fra rOocidente e l’EBtremo
Oriente, poiché è indubbio che l’Orientale ha più di noi familiarità con
l’idea della morte. Si pensi al vecchio
cinese che, sentendo prossima la sua
fine, pone la sua bara nella saia di
casa sua. Non è un modo bello di avvicinarsi alla morte?
— Come prepararsi a morire?
— Ciò che conta è vivere! Preparare un malato alla morte è un concetto
quasi magico ; non corrisponde comunque assolutamente allo spirito
deH’Evangelo, che proclama ch3 il Regno di Dio comincia qui, ora. Bisogna
riconoscere che vi sono grandi cre^
denti, che hanno vissuto una vita
nassione Camus. H suo gusto aenas- avere sostenuto pubOiicamenie una ueuti, cne nanne vissuto una vita
surdo — che può diventare ossessi- posizicne cosi, categorica, che può por- « santa », e che pure sono atterriti alvo — è come un’immagine negativa tare, oggi, con le tecniche moderne di l’idea di morire. Altri, invece, se ne
Hot «un p-rande bisogno di significanza. rianimazione, a situazioni non prive vanno senza inquietudine, malgrado
del suo grande bisogno di significanza,
— L’uomo cerca dunque di dare un
senso alla propria vita. Ma che cosa
rappresenta la malattia, questa parentesi nell’esistenza umana,? una purificazione? un tempo di riflessione,
o altro ancora?
— Sovente il problema religioso si
pone all’uomo moderno nella prospettiva della malattia e della sofferenza. Molti mi chiedono come posso
parlare di problemi religiosi con i
miei pazienti, specialmente con gli increduli. Ma per me la religione supera
di molto il quadro dei credo e degli
articoli di fede ! Ecco un esempio : un
uomo cade ammalato improvvisamente e si accorge, con altrettanta brutalità, che sino a quel momento la sua
vita non è stata costituita da altro
che da automatismi privi di un reale
significato. Non è forse questo un
problema essenzialmente religioso?
Questo prova, grazie alla malattia, il
bisogno di rifarsi a un qualche significato del mondo.
rianimazione, a situazioni non prive
di assurdità. Ciò che m’inquieta, nel
problema dei rispetto per la vita, è il
fatto che noi medici ubbidiamo a un
principio, non a un pensiero riflesso
e sfumato.
— L’uomo della seconda metà del
XX secolo ha timore della morte
più che in altri tempi, oppure, inversamente, essa gli è divenuta più familiare?
— Un secolo fa, la morte di un
bimbo era cosa abbastanza naturale.
Oggi la morte prematura, di un bimbo come di un adulto nella forza degli
anni, appare rivoltante, scandalosa.
Quanto al timore della morte « quasi
normale», cioè concepita come conclusione dell’esistenza umana, non ne
so nulla! Sono un lavoratore individuale, non uno studioso di statistica
e non posso quindi esprimere un parere generale, in base ad alcuni colloqui ptersonali. Ciò che tuttavia posso
dire, è che vi è molta più angoscia di
fronte alla morte di quanto non si
vanno senza inquietudine, malgrado
un’esistenza senza Dio... Penso quindi
che occorre distinguere bene, nel problema della morte, fra la coscienza e
l’inconscio.
Certe dottrine cristiane, anche certe sette « colpev'olizzano » perioolosamènte le persone angosciate e aggravano in loro la paura di morire. Un
membro della mia famiglia, ad esempio, considerava a torto la propria angoscia della morte come una mancanza di fede. Ma non dimentichiamo
che il Cristo, nel Getsemane, ha vissuto persino lui un’angoscia da sudar
sangue !
— Lei, personalmente, ha paura di
morire?
— Quando ho avuto coscienza, a
varie riprese, di essere più vicino alla
morte che alla vita, ho trovato l’idea
piuttosto simpatica. Non sono un uomo che tiene molto alla vita, « il mio
tesoro è nei cieli».
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pag. 4
N. lû — 10 marzo 1967
IL PROTESTANTESIMO NEL MONDO : panorama 1966
Quest’anno ancora la rivista «International! Review of Missions», organo della Divisione Missione ed
Evai^elizzazione del Consiglio ecumenico delle Chiese, dedica il suo primo numero a im quadro della situazione mondiale del protestantesimo
nel 1966. I dati sono attinti direttamente dai vari paesi, ma vi sono di-.
vergenze abbastanza notevoli sul modo in cui sono presentati, e sulla scelta dei fatti d^ni di menzione. In linea generale^ i resoconti mettono in
rilievo gli avvenimenti ohe si riferiscono ai contatti ecumenici, alla collaborazione fra le chiese, e alle loro
relazioni coi rispettivi governi. In questo periodo post-conciliare vengono
pure sottolineati particolarmente i
rapporti dei protestanti colla chiesa
cattolica.
Data la brevità delle note dedicate
ad ogni paese U rapporto non ha potuto evitare certe omissioni e lacame
che le persone direttamente interessate osserveranno con dispiacere, e
alle volte i giudizi espressi su certi
atteggiamenti o azioni delle chiese sono così sommariamente espressi, che
manca una loro chiara giustificazione. A questo riguardo mi sembra tipico l’esempio del breve paragrafo
concernente l’Italia, ohe cito qui testualmente.
« Tra i protestanti in Italia continuano le discussioni tanto sul significato pratico dei Concilio Vaticano II, quanto sui suo ruolo nei rispetti deH’aggiornamento e della libera
a cura di Roberto Coìsson
Un quadro così vario, alle volte così sconcertante, con le sue ombre oscure e i
suoi sprazzi di luce : specchio fedele del travaglio di una chiesa, che, indebolita
dalle sue divisioni e incomprensioni, esposta a mille tentazioni e opposizioni,
riesce a dare, in un mondo sconvolto dalle passioni umane, una testimonianza
efficace al Vangelo, soltanto nella misura in cui accetta di essere un umile strumento del Santo Spirito dell'Iddio Onnipotente.
lizzazione della Chiesa Cattolica. Due
punti di vista si puecisano sempre più.
Mentre alcuni giudicano gli avvenimenti attuali alla luce della storia e
della politica della Chiesa Cattolica
Romana, altri desiderano considerare
quella càidesa, non alla luce del suo
passato e in relazione alla sua gerarchia, ma come un popolo che è all’ascolto della voce dello Spirito Santo. La discussione fra i sostenitori di
questi due punti di vista minaccia alle
volte di diventare una disputa ». Questa valutazione della nostra situazione, e in particolare la motivazione
dell’atteggiamento del primo gruppo,
appaiono quanto mai superficiali, essendo omesso tutto il problema della
dottrina cattolica su aspetti fondamentali della fede cristiana, come la
cristologia e la ecclesiologia.
Le chiese nel mondo
Ciò nonostante le notizie contenute in questo rapporto oi danno un
panorama vivo e interessante della
situazione del protestantesimo nel
mondo, purché si tenga conto delle
deficienze inerenti a una simile compilazione.
SITUAZIONE NUMERICA
La prima domanda che si potrebbe
fare all’inizio di un simile studio è la
seguente : È il numero dei protestanti
nel mondo in aumento o in regresso?
I compratori del rapporto non hanno cercato di dare delle statistiche, e
parlano pochissimo di processi numerici : forse perchè in molti casi non
ci sono stati, o perchè considerano
che le statistiche hanno un valore
molto relativo nel valutare l’efacienza vera di una chiesa. Vi sono però
alcune eccezioni.
In Algeria vengono segnalati i primi battesimi di convertiti, da quando
è stata proclamata l’indipendenza del
paese nel 1962. A questi pochi corivertiti in un paese dove la predicariOM
del Vangelo è particolarmente dimcile, si contrappongono le 20.000 conversioni nella Corea del Sud, dopo
una campala evangelistica in cui 17
denominazioni hanno collaborato armoniosamente durante tutto ranno, i
1.S00 del Togo dovuti a una campagna in cui nuori metodi sono stati
sperimentati da una equipe di pastori
e laici, e le 50.000 decisioni per Cristo
durante una missione promossa in
tutto il Brasile dalla Chiesa Battista.
Altre chiese invece segnalano aumenti graduali su periodi più estesi.
A Hong-Kong si parla di un aumento
del 12% annuo; nell’Alto Volta il numero è raddoppiato in 4 anni, nel Cile
esso raddoppia ogni 10 o 11 anni; nel
Perù, durante gli ultimi 20 anni il
numero dei protestanti è cresciuto di
100.000 imita, e in Colombia dell’11,5%
in 6, anni. In questi ultimi paesi sono
specialmente i movimenti pentecostali che hanno contribuito ai progressi
segnalati.
EVANGELIZZAZIONE
Poche sono le regioni dove nuovi
campi missionari sono stati aperti
dalle chiese ; sono segnalate soltanto
ima missione anglicana e una metodista (con partecipazione dei Valdesi)
fra gli Indios dell’Argentina, e una
missione interdenominazionale nella
Colombia.
Però il problema della evangelizzazione è sentito in tutti i continenti e
le chiese si preoccupano di trovare
nuovi metodi per pr^entare efiBcacemente il Vangelo all'uomo moderno,
nella grande varietà delle situazioni
locali. Spesso esse sono ancora allo
stadio degli studi, fatti generalmente
in comime con altre denominazioni o
confessioni; ma qua e là vari esperimenti sono già stati intrapresi, specialmente nelle zone industrializzate
e nei paesi deve la secolarizzazione
delle masse è più avanzata. Questi si
svolgono su due piani : all’interno
delle chiese per una preparazione alla testimonianza nel mondo; e fuori
delle chiese per mezzo di nuove opere.
1. - Airinterno delle chiese, si cerca di trasformare delle «comunità
autosufficienti » in « comunità per gli
altri». Questo cemporta la forinazione di pastori e laici preparati per
portare il Vangelo di Cristo ai loro
contemporanei ohe vivono fuori della
comunità. Ecco per esempio nel Canada, da una parte un prog;etto per la
modifica radicale dei corsi della Facoltà Teologica, ohe dovrebbero comprendere dei periodi di preparazione
pratica, e d’altra parte la moltipli
cazione dei corsi di preparazione per
i laici. Accanto al pastore tradizionale a capo di una congregazione si
cerca di creare dei ministeri specializzati: consulenza matrimoniale, centri per alcoolizzati, centri di ritrovo
per giovani, ecc. In molti paesi i corsi
per laici danno una preparazione generale come ad esempio nel Malawi
(dove in un armo l.(K)0 laici hanno seguito corsi di durata variabile), nell’Uganda, nel Marocco, nell’Uruguay e
nel Cile; e ancora nell’Australia dove
10.000 « leaders » preparati a questo
scopo hanno diretto, p>er la durata di
sette settimane, e con la partecipazione di 80.000 i^rsone, dei corsi in
cui è stato studiato il prcbleina dell’impegno e della responsabilità dei
laici.
In altri paesi, invece, i corsi hanno
avuto uno scopo specifico. In Grm
Bretagna si cerca di preparare i giovani che vanno a lavorare nei paesi
indipiendenti del terzo mondo, per
una testimonianza cristiana effettiva; in Scozia si pensa alla testimonianza presso i vicini di casa ; in Norvegia dei corsi speciali sono offerti ai
membri dei concistori, e in Grecia ai
monitori delle scuole domenkiali ed
ai laici che dirigono delle classi di catecumeni. Nella Germania Occidentale i pastori di un medesimo distretto
lavorano assieme, ognuno esercitando
una attività particolare in tutte le
parrocchie, secondo le sue capacità e
i suoi doni particolari, mentre in un
altro distretto cinquanta pastori lavorano insieme, cercando di trasformare le congregazioni di cui sono responsabili in comunità viventi, attivamente missionarie e impegnate ned
servizio per il mondo.
2. - Fuori delle chiese. Abbiamo
già menzionato alcune campagne
evangelistiche che hanno avuto risultati incoraggianti in Asia, Africa e
America, però sembra che in generale
la preoccupazione principale sia di
rendere una testimonianza concreta
aira-vangelo dell’Amore per me^o di
opere sociali varie. Gli aiuti ai profughi per ragioni politiche sono menzionati in tutti i continenti: incoraggiati e sostenuti finanziariamente dal
Cìonsiglio Ecumenico, sono stati organizzati dalle chiese locali, unite insieme in questa opera di solidarietà
cristiana. Così, nellTndia e nel Pakistan, nella Tanzania (per i profughi della Rhodesia), nel Burundi (per
quelli del Ruanda), nel Congo (per
quelli deH’AngoIa), nella Nigeria (da
provincia a provincia) e net Messico
(per i profughi di Cuba). Spesso non
si è trattato soltanto di un aiuto temporaneo, asi>ettando un probabile ritorno dei profughi nella loro patria,
ma bensì di una loro sistemazione definitiva nei paesi ohe li hanno accolti, il che implica la costruzione di
nuovi villaggi e l’organizzazione di
scuole, servizi sociali e sanitari, eoe.
Altri aiuti sono stati largiti a popolazioni colpite da calamità naturali:
carestie in India e Rhodesia, terremoto in Turchia, alluvioni in Argentina e Italia; o dalla guerra, nel
Vietnam.
Ovunque le chiese hanno continuato a partecipare attivamente alla
educazione delle popolazioni sottosviluppate, alla cura dei malati, alla
soluzione dei problemi locali particolari. Si segnalano nuove scuole secondarie nel Congo, nella Zambia, un
nuovo convitto per studenti nel Surinam ; nelle Filippine il Consiglio
Nazionale delle Chiese organizza dei
corsi per pastori e laici in vista del
miglioramento delle condizioni di vita
dei contadini e l’incremento della
produzione agricola. Molte delle opere sociali nei paesi sottosviluppati
sono finanziate dalle chiese dell’occidente: per esempio dalla Svizzera per
mezzo della campagna «pain pour le
prochain», ohe ha prodotto 10 milioni di franchi, e dàlia Svezia dove
governo e chiese coUaborano per raccogliere i fondi necessari. L’appello
lanciato dalle chiese ha riscosso l’interesse di milioni di svedesi normalmente neutri o tiepidi verso la Chiesa, e si può dire càie molti sono ora
più consapevoli della missione della
chiesa nel mondo, mentre in Svizzera
è detto ohe malgrado il successo apparente deU’appello, è evidente che la
maggioranza dei cittadini continua a
non interessarsi all’aiuto da dare a
quei paesi, e tocca al movimento
« pain pour le prochain » educarli a
questa responsabilità.
Negli Stati Uniti prevale nelle
preoccupazioni sociali delle chiese il
problema delle relazioni fra bianchi
e neri. La Società Missionaria della
citta di Chicago ha promosso la formazione della « West Side Organisation », una associazione di neri poveri
e disoccupati, abitanti in una specie
di ghetto. Questo gruppo, che sotto
molti aspetti lancia una sfida al modo
tradizionale in cui gli aiuti ai derelitti sono stati fin’ora concepiti nelle
chiese, è un gruppomilitante che cerca di spingere i poveri del ghetto ad
affermarsi prendendo l’offensiva, e
ha chiesto la collaborazione del pastore Martin Luther King. Le rivendicazioni di questi neri hanno incontrato ropposizione dei bianchi delle
classi sociali inferiori. I dirigenti delle chiese di Chicago si sono schierati
dalla parte dei neri, ma la grande
maggioranza dei membri di chiesa dei
sobborghi, non li seguono e sono
spesso apertamente ostili. Le Clhiese
hanno anche agito attivamente in favore degli operai stagionali che si
recano m California per la vendemmia, sostenendoli durante il loro sciopero, come pure in favore della campagna dei neri degli Stati del sud che
lottano per ottenere la integrazione
sociale e politica.
LETTERATURA
A proposito della evangelizzazione
bisogna pure dire una parola sulla
letteratura cristiana, che è una delle
attività normali di tutte le chiese.
Ecco a questo riguardo alcuni fatti
nuovi. Nel Giappone 120.000 copie di
un volume di « Storie della Bibbia »
sono stati venduti. In India si sta
creando una letteratura teologica. In
Algeria è terminata la traduzione della Bibbia nel dialetto arabo locale,
mentre nel Messico è stata pubblicata una versione del Nuovo Testamento, per opera della Società Biblica
Messicana, costituitasi nel corso dell’anno. NellTran la vendita della Bibbia è in continuo aumento: nel 1955
ne erano state vendute 27.0(X), nel
1965, 67.000 e nel 1966 80.000.
Due sole novità sono menzionate
nel campo dei giornali religiosi. Il
« Christian Tribune » del Taiwan
(Formosa) pubblicato in comurie dagli ESpiscopali, Luterani, Metodisti e
Presbiteriani, ha avuto un buon successo localmente e in altri paesi del
Sud-Est Asiatico. In Italia viene segnalata la prossima pubblicazione di
« Nuovi Tempi ».
CORSI
PER CORRISPONDENZA
I corsi biblici per corrispondenza
hanno avuto un notevole successo in
alcuni paesi dove altri metodi ne hanno poco, o sono proibiti. Nel Nepal si
parla di 3.(K)0 iscritti negli ultimi anni: 600 persone hanno completato il
corso di un anno e dei contatti personali sono stati possibili con molti
degli iscritti. Nell’Iran 30.000 iscritti
fra cui 15.000 nuovi arruolati nel 1966.
In Algeria il numero degli studenti è
in aumento. Nell’Africa del Sud rnolti
dirigenti e pastori delle sette indipendenti seguono i corsi biblici organizzati dal pastore Bùohler di Pretoria, che stabilisce cosi un contatto
nuovo ed utilissimo con quei movimenti ohe rischiano di c^ere in. un
sincretismo, che di cristiano non
avrebbe più ohe il nome.
SITUAZIONI
PARTICOLARMENTE DIFFICILI
Nella maggioranza dei paesi del
mondo le attività delle chiese si svolgono in condizioni favorevoli. Ma vi
sono parecchie eccezioni come la Cina
e la Corea del Nord deve i governi
continuano ad essere ufficialmente
contrari al cristianesimo. Nella Cambogia le chiese evangeliche sono state
sospettate di favoreggiare gli americani : in tutte le provinole eccetto due
le chiese sono state chiuse, come pure
la Scuola Biblica. Le cose sono un po’
migliorate nella seconda metà dell’anno. Nel Ceylon il governo ha deciso che il giorno del riposo sarà d’ora
innanzi quello corrispondente al quarto della Luna e non più la domenica.
Le chiese stanno cercando il modo
migliore per adeguarsi a questa nuova situazione. Nel Nepal le leggi restrittive sono tuttora in vigore, ma
ciò nonostante si sono verificati alcuni modesti progre^i : la chiesa
conta 105 membri indigeni e 200 immigrati. Molti cristiani sono emigrati dalla Giordania a causa delle difficoltà create per loro dal governo.
Nel Sudan e nell'Angola si può dire
che esistono tre chiese cristiane : quella che gode del favore del governo e
sussiste nelle città, la chiesa clandestina fra i resistenti nascosti nelle
foreste, la chiesa in esilio, formata
dai profughi rifugiati nei paesi vicini. In Turchia la legge garantisce
la libertà religiosa per i turchi, ma
non è chiara nei riguardi degli stranieri. Ultimamente un giornale ha
attaccato violentemente i missionari
stranieri.
SITUAZIONE
DEI MISSIONARI OCCIDENTALI
Tutti i missionari hanno lasciato
la Birmania per ordine del governo;
c’erano 20 battisti, 3 anglicani e 239
cattolici. Al momento attuale vi sono
nella chiesa battista 600.000 membri
con 2.500 pastori ed evangelisti birmani, e 184.(XK) cattolici. Le circostanze politiche in Aden hanno costretto
i missionari ad abbandonare i quartieri arabi dove abitavano. Nell’Angola il governo continua a sospettare
i missionari protestanti di complicità
coi ribelli e nessun permesso di entrare nella colonia è rilasciato a nuovi missionari o a quelli che vorrebbero tornare dopo un congedo in patria. Quelli che sono sul posto rinunciano al congedo finché la salute lo
consente, ma dei 258 ohe erario all’opera 5 anni fa, soltanto 70 rimangcno ancora.
Viceversa nel Congo i missionari
sono tornati nelle regioni che avevano abbandonato durante la ribellione
e hanno ripreso la loro attività. Nel
Camerún, in seguito aH’assassinio di
due missionari, il Sinodo della Chiesa Evangelica ha votato un ordine
del giorno che domanda ai missionari
di non temere e li prega di continuare il loro servizio nella chiesa.
CHIESA E STATO
Le relazioni fra le chiese e i nuovi
stati indipendenti variano da paese a
paese per fattori storici e contingenti.
Citiamo anche qui alcuni casi che offrono un interesse particolare. In Indonesia la nuova situazione politica
ha portato i cristiani in una posizione di comando abbastanza forte. Non
è certo ohe essi possano mantenersi
in questa posizione dopo le elezioni
previste per il 1968. La chiesa si è associata alla popolazione nella ricerca
delle soluzioni dei gravi problemi tìell’ora presente. D'ora innanzi il suo
dovere sarà di esercitare una critica
sempre più avveduta a proposito della concezione ottimistica deH’uomo e
della storia sulla quale si vogliono
basare le soluzioni future. Il Consìglio delle Chiese deU’Indonesia, i n
scio di questo suo dovere, ha in: ,*apreso uno studio teologico dei ciincetti di legge, ordine, giustizia, po.. -e
e comunità. In Australia, come iiegh
Stati Uniti e nel Canada, le cl;
hanno spesso insistito presso i iispettivi governi perchè vengano avviati negoziati di pace nel Vietii>,,ai
Nella Rhodesia i dirigenti euini.ei
delle chiese si sono schierati ap. " imente dalla parte dei neri, in opi , dizione al governo di Smith, riia la i
gioranza dei membri di chiesa ■ .
chi sono in suo favore. Nel Le^c
divenuto indipendente da poco. i
difficoltà sono sorte perchè m ^ ¡
generale i cattolici sostengono il ■ tito che è al potere, mentre l’oo
zione, che vorrebbe conservart al
Capo tradizionale una maggiore > orità, è sostenuta soprattutto dai , otestanti.
Mentre in Grecia esiste una ti.
tensione perchè il governo ha rifito di approvare la nomina di
vescovi, nelle Isole Bermude la C
sa Anglicana vuole sottrarsi all’ai
rità dello stato, ma il governo no.i
disposto a concederle il sussidio
nuale che essa vorrebbe contimi
a ricevere, pur essendo indipendei- e.
Nel Nicaragua il governo ha de., o
di ammettere l’insegnamento nv e
scuole statali, ma da parte protes
te vi sono molte esitazioni per pin
che i cattolici ne abusino, e i bai i
rifiutano assolutamente di partee
re a un tale insegnamento per i:
questione di principio.
1 i
1
1
l
Relazioni ecnmenich
Il movimento ecumenico di Ginevra, con la sua larga base ohe permette tanto agli ortodossi ohe ai inovimenti pentecostali americani di aderirvi, ha però suscitato una viva opposizione in molte coniunità che teologicamente sono classificate in America come «evangeliche». Esse hanno organizzato una conferenza nell’aprile 1966 a Wheaton negli Stati
Uniti, che ha approvato una lunga
dichiarazione, in opposiziorie al Consiglio Ecumenico delle Chiese. Queste comunità sono molto attive nel
campo missionario, e lavorano specialmente in Africa e nell’America del
Sud. Però la loro presenza è in molti
paesi un grave ostacolo ad una azione comune delle chiese protestanti,
(Mozambico, Kenya, Chad, Dahomey,
ecc.). In alcuni paesi i consigli o le
federazioni locali hanno deciso di
non affiliarsi al Consiglio Ecumenico,
lasciando libere le singole chiese di
aderirvi o meno '"Ecuador e Costa
Rica).
In tutti i paesi dei mondo vi sono
delle attività e iniziative alle quali
coUaborano varie denominazioni. Non
possiamo fame qui una completa enumerazione, ma. eccone alcune ohe misembrano particolarmente interessanti. In altri articoli abbiamo già parlato ampiamente della Azione Apostolica Comune promossa dalle giovani chiese fondate dalla Società delle Missioni di Parigi. Nel P-aciflco è
stata inaugurata una Soimla di Teologia comune alle principali chiese
della Polinesia, come pure nella Giamaica per quelle delle Indie Occidentali. Nel Messico, dove non è possibile creare una sola scuola, le varie
denominazioni stanno raggruppando
in una medesima località le loro scuole teologiche per facilitare i contatti
e una cooperazione sempre più efficace, mentre nel Madagascar la creazione di una Facoltà di Teologia comune è considerata come un primo
passo verso l’unione delle tre chiese
più importanti nel Nord dell’isola.
Nel Ruanda si sta creando, nella
capitale Kigali, un centro interdenonazionale che comprenderà una libreria, una associazione giovanile, un
convitto, una biblioteca e una cap
pella. Nella stessa città una gra-^ae
scuola secondaria protestante : a
ammesso i primi studenti.
Nel Nicaragua, nel Panama e -al
Botswana (ex Bechuanaland) soyo
stati costituiti per la prima volta c i
consigli nazionali che raggruppano
le chiese protestanti.
Cattolici e protestanti
All’indomani del Concilio Vaticano II la rassegna deH’International
Review of Mission dà un rilievo particolare al riawicinamento delle dc'maggiori confessioni cristiane. J n
molti paesi il 1966 ha visto i loro
primi contatti ufficiali: nel Mozambico i protestanti ,si sono incontrati
per la prima volta con l’arcivescovo,
come pure nel Cile e nella Bolivia,
dove rincontro è avvenuto nella sede
dell’ambasciata degli Stati Uniti. Nel
Nicaragua l’occasione del primo incontro è stata un culto di ririgraziamento per la felice conclusione
del Concilio, al quale ha assistito una
piccola delegazione protestante. Però
nella massa dei fedeli, tanto protestanti ohe cattolici, vi sono state delle
reazioni negative e un risveglio del
fanatismo religioso.
In due paesi le relazioni ufficiali
fra cattolici e protestanti sembrano
essere tuttora inesistenti: nellEcuador, dove la gerarchia cattolica è nettamente coiìservatrice, e nella Colombia. In questo ultimo paese sono
i protestanti che hanno rifiutato. di
collaborare coi cattolici per la preparazione del Congresso Eucaristico
previsto per il 1968.
La nota generale, però, è che gli
incontri e le iniziative in comune vengono moltiplicati in tutti i continen
ti: ci si incontra per lo studio in comune dei problemi del mondo nioderno (Giappone, Malesia, Pakistan,
Uganda, Honduras Britannico, Giamaica), per una azione comune nelle
attività sociali e per vari interventi
presso i governi (Cerea, Hong-Kong,
India, Iraq, Francia, Zambia, Uganda, Venezuela) e per le riunioni di
preghiera della settimana deH’unità
(quasi ovunque). Accanto a queste
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
5
10 marzo 1967 — N. IC
pag. 5
A proposito della “letteratura di edificazione,, LA claudiahà peu voi
(e di altre cose ancora)
La modesta e pur rigogliosa attività
editoriale dei protestanti italiani mette in evidenza una fioritura di pub"blicazioni che, pertinente o meno che
sia la sigla, almeno a catalogo si segnalano come « letteratura di edificazione». Ultime forse in ordine di
tempo, ma cospicue anche per contenuto, le traduzioni di testi di Oswald
Chambers (Ed. Claudiana) e di Watchman Lee (Ed. Battista). Il classico
italiano del genere resta comunque
quel « Più presso a Te, Signor » di G.
Bostagno (Ed. Claudiana) che passa
da una generazione all’altra di credenti nonostante tutte le dichiarazio. ni di morte del risveglio, del pietismo, ecc.
Un genere letterario?
La sigla «letteratura di edificazione»
è di comodo, sostanziatoiente, perchè
ognuno di noi fa — o.gni volta che
nn testo scritto diventa parlante —
una esperienza: letture toste, rigoroTose, di qualsiasi disciplina teologica,
nutrono in profondità, edificano, hanno uno straordinario potere stimolante. Lo storico della chiesa o resegeta,
il dogmatico o l’omileta non si propongono di edificare, si guardano bene dal confondere le carte, eppure
possono nutrire la vita intima del lettore, offrire un testo capace delle suggestioni e delle risonanze meno pre-■disposte.
Vi è invece un genere letterario-religioso che si classifica da sè, perchè
l’autore si propone di edificare, e lo
fa scavando nei dati della propria
esperienza religiosa Laddove il teologo cerca di approdare sull’isola (ancora assai malnota...) della oggettività, del rigore scientifico, lo scrittore
di testi d’edificazione si rifugia nella
letteratura dichiaratamente soggettiva, passionale. Si va dalla autobiografia al diario, dalla meditazione rapsodica a quella pianificata, dalla biografia alla testimonianza: al centro
sta comunque re.sperienza che ruomo
credente ha fatto della presenza di
Dio nella propria esistenza.
Una teologia superata?
È un fatto che la lettura di certi
testi introduce subito in ambienti religiosi facilmente identificabili: credenti dalla preghiera facile e dalia testimonianza finente; clima di sospetto o disprezzo per chi pensa, teologi
in testa; pessimismo biblico controbilanciato dalla affiorante certezza d’essere comunque i primi della classe;
candido abbandono a una sortà di
autobiografismo testimoniale che trova appunto nella letteratura di edificazione uno specchio e un incentivo.
Naturalmente, negli ultimi decenni
s’è fatto strame di tutto ciò che sapeva di edificazione. S’è parlato di
sentimentalismo religioso e di revival,
s’è fatto il processo aH’esperienza e
si sono isolati gli epigoni piagnoni del
iiberal-protestantosimo... E poi? Poi,
come usa in ogni reazione, siamo forse andati oltre gli intenti, ed abbiamo
proposto un evangelismo tutto di testa, attento agli ultimi sommovimenti della ricerca teologica d’Oltrailpe,
severo giudice della eredità ottocentesca e, per finire, intento a sterilé^are
le comunità con una critica masochistica.
Oggigiorno sembra perfino che la
Bibbia sia osservata col fastidio che
provoca un logoro vecchio libro di
pietà, ed intanto la preghiera stOTta
a fiorire nelle chiese, e la testimonianza — che pute di volgare proselitismo — è volentieri affidata unicamente allo Spirito Santo. Nelle famiglie è raro trovare una bibliotechina di libri evangelici, le persone non
trovano tempo per dedicarsi a letture capaci di aiutarle a camminare
sulla sempre « nuova via ». Una situazione cos', non la si raddrizza
«propinando» libri di edificazione, è
ovvio; ma il fatto ohe questa letteratura sia divenuta impopolare è indicativo : sembra ormai improrogabile
Una riconciliazione col nostro maltrattato Ottocento e, soprattutto, una
equilibrata rivalutazione dd una parte della eredità del « risveglio ». Mi
sembra che la « letteratura di edificazione » risponda — proprio come
«genere» letterario minore — a una
necessità, a una richiesta: se l’eccesso
I di intellettualismo, che ci travaglia,
ci rendesse incapaci di fornirla, vorrebbe dire ohe siamo in un vicolo
( cieco.
i Uno strumento
di comunicazione
L’uomo contemporaneo si interessa.
Si appassiona per ciò che è successo
davvero, per la vita vissuta: esperienza e testimonianza — notate: due
realtà che noi abbiamo esorcizzato e
Sterilizzato — sono le cose che colniscono l’uomo qualunque. Film, TV,
settimanale e libro forniscono la trascrizione visiva o letteraria di una
realtà vissuta da qualcuno; perfino
la proliferazione di memorie e memoriali, diari e interviste, proclama
questa richiesta mai sazia di esperienze e testimonianze. Lo sipettatore
e l’uditore assorbono sempre, inconsciamente almeno mettono in moto
qualcosa nella loro intelligenza della
vita, e stimolano gli istinti di identificazione, di emulazione...
Ecco, le biografie delle personalità
cristiane come i loro diari, le appassionate meditazioni-testimonianze e
le « spigolature » di esperienze... tutta
qu^ta umile letteratura che diciamo
« di edificazione » ha nella comunità
credente una fimzione, un utile, è
strumento di comunicazione. Se la testimonianza resa all’Evangelo è il motivo dominante della nostra vita, dobbiamo accettare con umiltà mtellettuale talune indicazioni del nostro
tempo, ed incoraggiare la creazione e
la diffusione di una letteratura che
può essere utile all’interno delle comunità com,e sul piano della propagazione della fede. Avremo sempre
delle pregiudiziali di fronte a queste
letture, certo, allo stesso modo che
ne abbiamo nei confronti di testi
teologici a livello diverso, ma non dispiezzeremo uno strumento di comunicazione che può rivelarsi più efficace, formativo, di tanti trattati
scientifici.
Ma non confondere
le carte!
Noi valdesi abbiamo fatto ima esperienza particolare: per un secolo la
nostra storia ecclesiastica è stata usata come strumento di edificazione;
poi, nella scia del rinnovamento teologico, è affiorata la esigenza d’una
ricerca obbiettiva, idemitizzante, e proprio nella misura della -demitizzazione s’è creato un vuoto che non siamo
riusciti altrimenti a colmare. Ora, io
credo che anche la storia valdese sia
letteratura di edificazione, cosà, come
l’Antico Testamento lo è stato e lo è
per il popolo d’Israele. Ma questo può
essere fatto solo perseguendo una
onesta ricerca scientifica, da storici
credenti: in altre parole, non si può
scrivere una pagina storica proponendosi di edificare, ma solo cercando umilmente di rendere omaggio a
Dio, che è Verità, con ricercare cosa
veramente è stato.
Storia ecclesiastica, biografia, tutto
ciò che conceme la vita delle creature in determinati contesti sociali ed
economici, rischiano di diventare vere
trappole nelle quali si cade ogni volta
che la preoccupazione edificante prende il sopravvento sulla probità scientifica della ricerca: si montano dei
miti, si propongono d^li idoli. Ma,
d’altra parte, non possiamo rinunziare a narrare l’opera di Dio fra gii
uomini, nel mondo, e facendo questo
siamo certi che la pagina scritta avrà
un potere edificante, comunicherà
Qualcosa di positivo al lettore. Pur
che questa pagina sia leggibile, s’intende.
Inizi da incoraggiara
La maggiore Libreria Editrice protestante italiana, la Claudiana di
Torino, da qualche anno sembra che
si intere.s,si dello spazio editoriale offerto da questa letteratura. È intuibile la difficoltà e le resistenze che
trova a riprendere quella iniziativa
che nel secolo scorso ha fatto la sua
fortima; ed è significativo che diversi titoli esauritissimi a catalogo dalla
Claudiana siano ristampati, e con
successe, da coraggiose imprese minori.
Non sembra che la Claudiana abbia trovato ancora la formula letteraria per un testo che si affianchi al
« Più presso a Te » ; i tentativi delle
annuali « Meditazioni Bibliche » non
convincono, ma costituiscono peraltro una utile esperienza preparatoria.
La collana « I Testimoni », alla quale
s’aggiunge una recente bella biografia di J. Wesley, sa anch’essa di incerto: troppo nutrita per i ragazri,
scarna per gli adulti, sembra apunto
cercare una strada. Le meditazioiii di
O. Chambers hanno tutta Tarla di
una felice « intrusione ». Comunque,
questi sondaggi in varie direzioni, su
piani diversi, dicono d’un fervore di
lavoro e d’una sensibilità davvero incoraggianti.
Il giorno in cui la letteratura di
edificazione avrà ripreso il suo posto
anche nelle famiglie valdesi potremo
dire davvero di avere ritrovato la
strada alla evangelizzazione popolare,
alTanimo della gente qualunque ohe
delTesperienza e della testimonianza
vissuta dal prossimo non può fare a
meno.
L.S.
GEORGES CASALIS
Ritratto
di Karl Barth
Nella collana di biografie, ecco un quarto « ritrailo », dopo que.lli di Albert
N'hweitzer (E. Ayassot), di Calvino (J. Cadier) e di Wesiley (R. K.ssaok). Questo
profilo del massimo teologo protesiante
contemporaneo —- ebe .siamo felici di veder
apparire in itailiano, nella traduzione di
Rciberto Iseniburg, quale omaggio un po’
tardivo a Bartb nel suo 80° ann.versano —
ha già avuto larga fortuna fra i lettori di
lingua francese, e senza alcun dubbio rappresenterà anche per noi, in Italia, negli
ambienti più diversi, « una utilissima introduzione al ipensiero e alT oipera di
K. Barili, in quanto riesce a sintedzzare in
peehe pagine (p. 132, L. 900) le tappe essenziali della biografia e della produzione
barthiana, collocando ogni opera nel suo
contesto storico; e, d’al.ra parte, espone
sinteticamente i pensieri ispiratori e le
linee direttrici delia vas.issima produzicne
bairtliiana, guidando con mano sicura il
lettore » (della prefazione di Giorgio
ToumJ.
L’edizione ita-liaina — nella quale le ampie citazioni dalle opere di Barth sono siale tradotte sulla base degli oriiginaii tedeschi — è integrata da una rioca e aggiornata
bib iografia barthiana (di e su Barth), ed
è rallegrante notare come il grande teologo, no.o fino a poco fa al pubblico latino
solo attraverso le versioni francesi, comincia ad essere tradotto e studiato in misura
considerevole pure nella nostra lingua. Il
vivido « profilo » del Casalis costituisce
senz’altro una buona tappa in questo rallegrante processo ; e non possiamo raccomandarlo abbastanza, alle nostre comunità in
primo luogo.
ERMANNO ROSTAN
/# tempo
della prova
Un uomo, un pastore ohe ha allraversalo
in modo particolare l’ora della prova e della sofferenza, offre qui ai suoi fratOili delle
brevi meditazioni su .lesti biibliici — .per lo
più tratti dai Salmi .— inquadrate da alcune lemure e da alcune preghiere. Il volume (p. 80, L. 500) è isuddiviso in tre parti:
11 tempo della prova . La via della croce .
L’ora del servizio. « Questo piccolo libro
— nota Tautore — è stato scritto per
quanti sono o saranno nella prova, ¡n modo speciale per gli ammalali: possa esso
recare a molti xma parola di speranza e
■iiiiiiiMimiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiJliiiiiiiimiiiiiii
UNA TESTIMONIANZA AFRICANA.
Alla ricerca di un amore vero
Alcuni mesi or sono abbiamo presentato
Tedizicne francese (Labor et Fides) di que&t,’oiperetta fortunata (molteplici edizioni
in 54 lingue), costituita dalTepistolario di
due giovani africani: lettere che si sono
scambiate, ntìl loro travagliato fidanzamento, e che hanno scambiato con una
coppia di missionari, i Trobisch a,ppun o.
Non ripetiamo quanto già abbiamo scritto
su questo piccolo libro che si .egge come
un rimanzo pur essendo molte tnegìio di
un ro'manzo; esso racconta infal.i una storia reale, fatta di ombre e di luci, in cui
oigni personaggio cerca e scepre a poco a
poco il cammino della Libertà e della
verità, sul prob’ema così intimo dell’amore umano, in cui tanti giovani sono lasciali
solfi o abbandonati a cognizioni esclusivameme biologiriie. Avevamo segnalato il
valore, a ncslro avviso, di questo volumetto. ed ecco Paideia tempestivamente nubblicare la versione italiana, in una nuova
« Collana di attualità r, in cui è pure uscito: S. LiLAH, L’amore. Storia e prob.emulica.
Alcuni giudizi della stampa : « Queste
lettere, oltre che convincere il lettore europeo delTinadeguatezza della cousue a
educazione sessuale, gli danno andie una
idea delle enormi difficolità ohe incontra
la nuova generaziione di giovani nei paesi
in vìa di sviluppo; essi devono affrontare,
insieme con la cr .si di crescenza, aniclifc
Tinevitabile peso ImpoBlo dala crisi della
ciiviità. Si esprime in questi documeiUi
un’altissima concezione etica e umana, un
atteggiamento «pàrituale che colpisce il
lettore dal princ'pio alla fine». «Questo
carteggio interessa i giovani di mito il
mondo. Che affa lettura esso appaia avvincente come un romanzo, dipende dalTiulelfigenza nativa degli allievi e dall atteggiamento del maeo ro, comprensivo e, con
loro, alla riioeroa della via giusta »
Questa ricerca è compiuta esplicitamente nella fede, alla luce della Parola, lo
dimostra la lettera condusiva, che la ragazza sc.rive al padre, oppostosi alle nozze
in quanto il giovane non poteva pagare la
forte dote richiesta; Cécile è fuggita da
casa e si è sposala con Tamato, François.
Due giovani africani, una coppia di missionari europei,
un pastore indigeno hanno dato vita a un epistolario in
cui affiorano i prohlemi della gioventù nell’Africa in crisi
di crescenza aspetti particolari di problemi universali ■
Costume in trasfonnazione disciplina ecclesiastica, ricerla della voce liber.atrice delTEvangelo.
Caro jtaph,
non ti ho scritto meri \una lettera p-inia
(fora. Mi riesce molto difficile iarlo. Ma
(incora più difficile sarebbe parlarti. Perciò ti prego di leggere queste righe, come
se. ti parlassi.
Voglio tentare di spiegarti perchè amo
f'rani^ois.
C’è una fotografia di lui che preferisco:
in essa egli tende la mano. Su queliti mino
IO posso contare. Mi immagino Iranqds
che cammina davanti a me, a qualche passo di distanza, ma di tanto in tanto si ferma, si volta verso di me e mi tende la
mane per aiutarmi a superare i punti dif
ftcili. In quel momento posso raggiungerlo
ed egli mi conforta.
Sa confortarmi in modo unico, perchè io
gli posso rispondere quando mi parla. Posso afferrare la sua mano, perchè non ho
paura quando le. tende verso di me. Egli
non usa della ma forza, e perciò non mi
morlifica. E tuvavia, quando ho bisogno
di aiuto, mi fa capire che è più forte di
me. Vicino a lui mi piace essere debole,
perchè egli non ne ride.
Ma anche lui ha bisogno di me, e non
si vergogna di mostrarlo.
Forte e virile com’è può anche essere
indifeso come un bambino. La sua mano
forte può anche essere una mano aperta,
che chiede. Allora non c’è per me felicità maggiore che riempirla.
Ques'o in'endo, quando dico: amo Fran(;ois.
So che mi consideri una mezza bianca
perchè ti scrivo queste cose. Tu mi rimproveri di sdegnare i nostri costumi africani. perchè voglio sposare un uomo che
amo, e non uno che possa pagare per sposarmi.
Ma il prezzo nuziale non è un costume
esclusivamente africano. C’era anche in
Europa, perfino in Israele. Ma sempre,
dove gli uom’ni .scelsero Cristo, divenne
inutile e disparve. Noti ti scrivo come una
africana europeizzata, ma come una cris iana d’Africa.
Come cristiana, credo che Dio m’ ha
crea'a. A lui solo devo la mia vita. Nessun jiadre in terra ha mai pagato niente
a Dio ¡1er la sua figlia. Perciò nessun padre in terra ha diritto di guadagnare denaro da sua figlia.
Come, cristiana credo che Gesù Cris'o è
morto ¡1er me. Egli ha ¡mgato Tunica
prezzo che per me possa essere pagato: il
suo sangue. Ogni altro prezzo è il prezzo
di una schiava.
Come cristiana credo che lo Spirito Santo mi guida e mi dirige. Ma non mi può
guidare se non mi è dato di scegliere liberamente.
Poiché ho scelto François liberamen e.
gli rimarrò fedele. Credi davvero che il
prezzo nuziale impedisca a una m:gl'e di
abbandonare il marito?
Ho un’amica il cui padre ricevette novecentomila lire quando la sposò. Ella si
dis.se: se il mio corpo vale tanto, anch’io
posso trarne profitto. Cominciò dunque a
darsi per denaro ad altri uomini. Ecco
quindi: se il prezzo nuziale è cosa buona.
allora lo è anche la pros ituz'.one!
Oppure pensi che François mi tratterebbe meglio se avesse pagato qualcosa per
me? Se per lui questo fosse un motivo
d’aver rispetto per me, allora preferirei
non sposarlo. Perchè in lai caso sarei un
oggetto per lui. Invece sono una persona
umana.
Non è vero che il denaro renda la moglie più ubbidiente e il marito più fedele.
Nel migliore dei casi il denaro è una catena che tiene insieme, là dove manca l’amore. Ma una catena si può spezzare. Il
demiTO e le cose si possono restituire.
L'amore, che ha scelto liberamen e è un
legame indissolubile.
Caro papà, non pensare, ti prego, che
non' ti siamo riconoscenti. Noi ti vogliamo
bene. Sappiamo quali sacrifici hai fat o per
me. specie quando andavo a scuola. Conosciamo le tue difficoltà economiche. Non
voghiamo abbandonarti.
Ti chiediamo solo una cosa: lasciaci cominciare senza debiti! Lasc aci fondare un
focolare nostro! Solo in queso caso potremo davvero aiutarti, mostrarti davvero
quanto ti siamo riconoscenH.
François ha propos'o che prendiamo in
casa i miei tre fratelli, quando andranno
a scuola qui a Y. Non è questa per me
una prova d’amore maggiore che se egli
li desse ora denaro che non gli appartiene?
Caro papà, dacci questa possibi'ità. lasciaci cominciare!
WALTER A. TROBISCH - Ho amato
una ragazza. Epistolario. Paideia,
Brescia 1967, pp. 128, L. 7(K).
Una versione ecnmenica
delt’Epistola ai Romani
L’Epìtre aux Romains. Traduction
oecuménique de la Bible. L’Alliance
Biblique Universelles e Les Editions
du Cerf, Paris 1967, pp. 110, L. 1.000.
Si tratta del faBciicolo iniziale, recentemente preiseutato alla Sorbena, della versione cumienica della Bibbia, curata congiuntamente dalTA.B.U. (proies an e) e
dalle Editions du Cerf (icattolidie).
Il bel volumetto, di .piacevole e solida
pre&netazione, co.n.I,iene una inlrod.uziìone
su « sipirito e metodo delia traduzione ecumenica », quindi il testo concordato della
di consolazione ». Tali meditazioni otre
ad offrire una guida al eidto personale,
potranno pure essere assai ufili a quanii,
fratelli e sorelle, esercitano nelle nostre comunità un ministero, « ufficiale » o meno,
di assistenza fraterna verso quanti soffrono.
RENZO BERTALOT
I# mandato
protestante
Una raccolta di .brevi saggi (p. 88, L. 500)
che toccano problemi di attualità: Precipitiamo verso la toliludine? - Quali saranno gli aspetti del cristianesimo nell’èra
post scristiana? . La rivoluzione seolastica
contemporanea è d’ispirazione protestante?
- Il segreto protestante deH’autorità nella
Chiesa e nel mundo . La spontanellà della
missione • I ministeri delle varie denominazioni protestanti.
* * »
Ricordiamo poi che la Claudiana diffonde una ricca serie di studi Sfiorici valdesi,
frutto di pazienti e accurate ricerche del
prof. Abiuro Pascai.; Tultxmo di tali studi,
già annunciato : ^
Le Valli durante la guerra di rimpatrio dei Valdesi. Voi. I, Dalla conquista del Colle del Pis al ritiro sul
castello della Balziglia (3 settembre13 novembre 1689), p. 454, L. 2.500.
Apparsi precedentemente (L. 2.000
cad.):
La prigionia dw ministri valdesi'
Le Valli durante la prigionia dei Vaidesi (1686)
Le Valli durante l’esilio dei Valdesi (1687-1689)
libri
La Bibbia
e le origini
FEiSTORAZZI F. - Il problema deUe
origini. L’inizio della storia d^la
salvezza (Associazione biblica italiana, esegesi biblica n. 3). Brescia
1966, Paideia editrice, pp. 385, Lire
2.500.
Ai lettori del nostro settimanale non
può non essere piresentat.o quest’àlegante ©d
originalissimo libro, il quale, partendo dalTosogesii di Gen. 1: 11, prende lo spunto
per la trattazione di rana serie di .problemi
di teologia biblica: l’uomo e il peccato,
relarioni Ira storia, mito e leggenda, la
« storia della salvezza » e molti altri ancora. Il coU'egamenito tra esegesi e teologia bilWica eostituisee Telemen o più originale e fruttifero dell’opera, e ri dà una
lezione di metodo che gioloBamente accettiamo. H 'lettore evaragelioo non deve stupirsi, naturalmente, del cairalitere « cattolico » !dell’o.pera, con riferimenlti cos anti
ad enciicliche o a dottrine tradizionali ebe
i testi biblici do.vrebbero dimostrare. È qui
per noi il suo punto debole, anche se forse inevitabile, data la gran maggioranza
del pubblico, al quale il libro si rivolge.
In ogni caso, il carattere del contributo
offerto non dev’eis-sere oscurato da queste
criti.cihe: aperiamo anzi che il volume tro'vi
il suo posto melila bib’ioteca di ogni pastore
e di ogni laico teo.lo.gicamen.le impegna o.
Una volta superato l’elemento negativo segnalalo, esso è una; mliniera di soluzioni
valide a problemi antichi e moderni.
/. A. S.
Luci
dell’Apocalisse
CHARLES BRUTSCH - La clarté de
TApocalypse, 5“ edizione, Labor et
Fides, Genève 1966, p. 503, L. 6.700.
(Questa quinta edizione, arricchita e completala rispetto alla prima (1940) da decenni di riicerche, costiitulisce rana vera
summa sul gra.nde libro concusivo della
Bibbia.
Su « Réforme », è sala cosi presentata:
a Clarté de TApocalypse è frutto di una
riflessione personale e ecstante, risulta.o di
rana ricerca basata su puibblicaziioni nuove
o finora ignorale. Nec'o e sobrio nel e sue
spiegazioni, Ch. Briitsclh dà prova di una
onestà e di uu’obiell.ÌY.ità ohe lo onorano;
egli affronta i punti controversli con tratta
chiarezza, senza per questo volerti risolvere a Latti i costi certi lati oscuri mediante ipotesi personalli ingeniose, ma ffagifi ».
E su «La Vie protestante»: «Leggano
questo libro soprattulto gd amanti della
Parola di Dio, nel senso pieno eh® questo termine aveva nel xvi sec. Vi troveranno un commentario assai fedele dèlia
Apocalisse: l’autore segue passo passo lo
svolgersi delle grandiose visioni dhe si
succedono ned ventidue capitoli. Un commentario accessibile a tulli, anche ai non
teologi ».
Oscar Cullmann ha scritto aiU’antore:
« In tutta sincerità, La ringrazio per Teeceliente commentario sulTApocalisse. La
ringrazio e mi felicito con Lei. Renderà
preziosi servizi ».
versione francese e un ricco apparato di
note, anch’esse concordale (dove v’è divergenza, essa è chiaramen e indicata).
Quanti leggono il francese, non dovrebbero mancare l’occasione di rileggere l’Epistola, e valu'.are personalmen.te la validità di questo «storico» volumeHo, di
questo primo passo di .un’impresa che farà
storia in campo esegetico e nella vita della
chiesa.
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pag. 6
N. 10 — 10 marzo 1967
TORRE PELLICE
La commemorazione del 17 febbraio, ha
avuto inizio la domenica precedente, con un
culto di S. Cena presieduto dal pastore Sonelli. La sera del 16, malgrado la neve che
cadeva in abbondanza, si sono accesi i falò
nei dintorni di Torre Pellice e tutte quelle
fiamme che apparivano fra la nebbia e nel
biancore della campagna offrivano uno spettacolo di grande bellezza.
La mattina del 17, gli alunni delle Scuole
elementari hanno svolto un ricco programma
di canti e recite nel nostro tempio. Il pastore
Sonelli ha rivolto a tutti gli insegnanti il vivo ringraziamento di tutta la Comunità.
Al culto delle ore 11, presieduto dal pastore Sommani, la corale diretta dal prof.
Corsani ha cantato « il Giuro di Sihaud » ed
un inno per il 17 febbraio armonizzato dal
direttore : « Pour tous les Saints près de toi
recueillis — Pour les Martyrs que ta Sion
compia — Christ, nos coeurs chantent à ton
nom beni — Alleluia! Alleluia! ».
L’agape fraterna ha riunito nella sala da
pranzo del Convitto Valdese, un gran numero di commensali. Al levar delle mense hanno rivolto il loro messaggio il signor Italo
Hugon, presidente del Comitato organizzatore, i pastori Sonelli, Sommani e Berutti, il
prof. Augusto Armand-Hugon, il senatore
Rotta ed il Sindaco di Torre Pellice avv.
G. Cotta Morandini. Hanno mandato la loro
adesione Tavv. Oberto, presidente della Provincia, e Tavv. Ettore Bert.
La nostra Corale ha intercalato" i vari discorsi con alcuni inni vivamente applauditi
ed ha continuato la sua attività cantando ancora tutti gli inni preparati per il 17/11 ai
ricoverati della Casa delle Diaconesse.
La sera nell’Aula Magna del Collegio Valdese, rUnione Giovanile ha presentato un
dramma di grande attualità : « Dentro di
noi » di Siro Angeli. Preparati dal prof. Giuseppe Gisini con la competenza, l’amore e
l’entusiasmo che tutti gli riconoscono, i giovani attori hanno riscosso vivissimi applausi.
Essi sono: Giorgio Mathieu, Adriana Gardiol
Perotti, Loredana Buffa, Roberto e Enrico
Charbonnier, Speranza Benech, Mario Sibille, Nadina Long, Marcella Bonjour, Renato
Eynard, Marco Pontet e Paola Gallo. Alcuni
di questi attori hanno anche interpretalo la
farsa : « Un invito a pranzo » di A. Novelli,
coadiuvati spiritosamente dal bimbo Marco
Grani. La Corale ha cantato negli intervalli
ben nove inni la sera del 17 e la sera del 18
febbraio durante la prima ripetizione.
Negli intervalli della terza ripetizione hanno cantato le bimbe del nostro Orfanotrofio
sotto la gentile direzione della signorina
Miki Cesan.
Sabato 4 marzo alle ore 21 nella Sala dei
Coppieri l’Unione Giovanile di Prassuit Vernò ha presentato al folto pubblico il dramma
di Cesbron : « E’ mezzanotte dottor Schweitzer » e la Corale diretta dal pastore Alberto
Taccia ha cantato tre inni molto apprezzati.
A loro tutti giunga l’espressione della nostra
viva riconoscenza. Lina yarese
BOBBIO PELLICE
— Sabato 25 e domenica 26 febbraio abbiamo avuto il piacere di ospitare il Missionario signor Farelly: egli ha rivolto il sabato
appropriati messaggi ai 3 corsi di catechismo
ed alla Unione Giovanile dove una serie di
interessanti diapositive è stata proiettata; la
domenica mattina egli ha parlato ai bambini
della Scuola Domenicale, ha dato il messaggio al nostro culto; il pomeriggio, dopo aver
parlato ai catecumeni del IV anno egli ha interessato vivamente le nostre sorelle di Chiesa con una « causerie » sulla condizione della donna nel Cameroun e su varie usanze
curiose praticate in quel lontano paese.
Ringraziamo vivamente il signor Farelly
per i suoi ottimi messaggi che ci hanno fatto
sentire molto vicino il campo della missione;
ci auguriamo che queste visite così interessanti si verifichino più di frequente nella nostra comunità.
— Sabato 4 marzo abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di Bandiera Sebastiano Antonio (Orbassano) e Charbonnier Liliana (via Molino). La comunità
tutta rivolge il suo augurio affettuoso a questi sposi che si stabiliscono a Bobbio, mentre domandiamo al Signore di essere l’ospite
costante del loro focolare.
— Sabato 4 marzo, in serata, abbiamo ricevuto la visita della UGV e della Corale di
Villar Porosa, guidate dai signori Geymet.
Davanti ad un folto uditorio che gremiva la
nostra sala, i nostri ospiti hanno recitato con
bravura la commedia in 4 atti del Pastore
Cipriano Tourn « La casa del Padre y>, rievocazione della nota parabola del figliuol prodigo, mentre la Corale eseguiva con impegno
il canto di alcuni inni deirinnario e deH’inno della comunità di Villar Perosa. Nutriti
applausi hanno manifestato ad attori e Coralisti la viva approvazione del pubblico.
Ringraziamo vivamente i membri della Chie.
sa di Villar Perosa ed i sigg, Geymet per la
loro molto gradita visita dicendo loro un cordiale « arrivederci ».
— Domenica 5 marzo nel corso del nostro
culto nel tempio è stato presentato al Battesimo il bimbo Geymonat Adriano di Paolo e
Cocco Marita (Vicolo Cortili). Il Signore benedica sempre il bimbo e tutti i suoi cari.
e. a.
LÜSERNA S. GIOVANNI
La Domenica delle Palme, 27 giovani catecumeni confesseranno davanti alla Comunità la loro fede nel Signore Gesù Cristo,
impegnandosi a partecipare attivamente alla
vita e alla testimonianza della Chiesa. Nello
stesso giorno, quattro catecumeni riceveranno il battesimo, segno del patto di grazia che
Dio ha stabilito con noi. Affinchè tutta la
comunità possa prepararsi e intercedere per
questi giovani, ne diamo i nomi :
Dina Albarea, Jolanda Bertinat (Ciaperassa), Amilda Buffa (Bellonatti), Rosy Catalin (Fondo S. G.), Marisa Chiavia (Bellonatti), Maria-Carmen De Rosa (Airali), Wilìana Gönnet (Airali), Nadia Malan (Nazzarotti), Lily Malan (Ciaperassa), Bruna Monne! (Bibiana), Nella Monnet (Bibiana), Lillina Mourglia (Fondo S. G.), Rosalba-Laura
Odino (Airali), Bruna Peyrot (Bellonatti),
Giancarla Tourn (Luserna).
Ferdinando Barolin (Nazzarotti), Gianni
Benecchio (Peyrot), Danilo Beux (Luserna),
Walter Costantin (Bellonatti), Giorgio-Daniele Gaydou (Nazzarotti), Marco Gaydou, Dario Giordan (Danna), Mario Girardon (Bellonatti), Enrico Goss (Ponte vecchio), Silvio
Pons (Airali), Walter Pons (Peyrot), Sergio
Peyrot (Cartera), Enzo-Alfredo Rovara (Bellonatti), Aladino Rivoira (Ponte vecchio),
Claudio Vittone (Ponte vecchio), Giancarlo
Zibellino (Nazzarotti).
ATTIVITÀ’ DELLA SETTIMANA
Serata missionaria: sabato 11, il Missionario sig. Toureille parlerà dell’opera della
Missione fra i lebbrosi e presenterà un interessante documentario (a colori e parlato)
sul lavoro di questa missione. La serata si
svolgerà nella Sala Albarin. Tutti sono cordialmente invitati. (Ingresso libero).
Riunioni quartierali: martedì 14 a Mourcius, mercoledì 15 alla Ciaperassa (casa Favatier), venerdì 17 a Fondo San Giovanni.
Atti liturgici. — All’ospedale civile di Bagnolo è improvvisamente deceduto il sig.
Prospero Hugon, di Torre Pellice. Il servizio funebre ha avuto luogo sabato 4, a Bagnolo e a Torre Pellice. Esprimiamo la nostra cristiana simpatia ai familiari, e in particolare alle famiglie Legger e Rivoir.
Martedì 6, abbiamo accompagnato al campo del riposo la nostra sorella Anna Benech,
n. Buffa, di anni 67, di Ciot’mai, improvvisamente tolta all’affetto dei suoi cari. Il Signore fortifichi la nostra fede in Lui, il Risorto e ci consoli.
Nel corso della prossima settimana, gli
Anziani e i Diaconi dei vari quartieri distribuiranno l’c( Impegno » di Pasqua, insieme
con una circolare della Commissione Stabili,
da parte del Concistoro.
FRALI
Sebbene quest’anno non si riesca a vedere
una nevicata « seria » a Prali, il bianco manto non ha mancato per il 17 febbraio, secondo le più autentiche e antiche tradizioni!
Ha nevicato la sera del 16 sui falò che
ardevano lietamente presso a tutte le borgate
della zona e sul corteo che la Comunità, la
Corale, il Concistoro, i ragazzi delle scuole
hanno formato al mattino del 17 per recarsi
al tempio dove, rievocando il passato e considerando le attuali difficoltà di lavoro esistenti nella Valle, è stato predicato sul testo
di Matteo 6: 33 : « Cercate prima il regno
e la giustizia di Dio e tutte le altre cose vi
saranno sopraggiunte ». Più tardi un nutrito
gruppo di Fratelli, assieme al Sindaco ed il
Segretario Comunale di Prali ed al Pastore
Bruno Rostagno di Rodoretto, hanno consumato insieme un pranzo fraterno ed hanno
trascorso il pomeriggio nella sala della Comunità discutendo di vari problemi e cantando insieme le vecchie a complaintes » di
Frali.
Ringraziamo di cuore l’anziano Filippo
Berger e la sua famiglia, che hanno diretto
la preparazione del pranzo e tutte le Sorelle
che hanno attivamente collaborato alla buona riuscita di questo incontro.
Rinnoviamo il nostro ringraziamento alla
Union Vaudoise di Marsiglia che ci ha inviato il suo pensiero augurale.
La sera del 19 i ragazzi delle scuole hanno organizzato una serata con la presentazione di due lavori, scritti e diretti con perizia
dalla Sig.na Liliana Viglielmo, insegnante a
Ghigo. Si trattava di un lavoro rappresentante una pagina di storia di Prali e precisamente un episodio situato al tempo della
« guerra dei banditi » del 1661-62 e tratto
dai documenti esposti al museo di Prali.
L’altro lavoro, dal titolo : « I folletti », presentava una piacevole favola per bambini.
A questa serata, come anche al culto del 17
ha partecipato la Corale.
Un numeroso gruppo di Sorelle di Chiesa
ha partecipato alFincontro di Massello organizzato per' la a giornata mondiale di preghiera delle donne », internazionale ed interdenominazionale, assieme alle sorelle dell’alta Val Germanasca. Ringraziamo sentitamente l’Unione delle Madri di Massello che ha
così fraternamente ospitato questo incontro.
Assieme a tutte le altre Comunità della
Valle, Prali sta vivendo giornate di preoccupazione 8 di tensione. Anche se i minatori
di Prali sono stati proporzionalmente meno
toccati dai massicci licenziamenti effettuati
dalla « Talco e Grafite », parecchie famiglie
vivono nel timore dei futuri licenziamenti
che si prospettano ancora numerosi e tutti
vivono nella tensione della lotta che i licenziamenti han determinato.
Mentre la Comunità esprime la sua solidarietà a quanti si trovano in difficoltà, domanda al Signore che le sia dato di esprimere una chiara e precisa testimonianza cristiana ed evangelica in questo momento ed
in questa difficile situazione.
PINERQLO
La sera del 17 febbraio la Corale e alcuni
membri dell’Unione Giovanile si sono recati,
non senza qualche difficoltà a causa della neve, sulla collina di Costagrande, ospiti della
famiglia di Mario Benech e hanno cantato
inni attorno a un magnifico falò. Il giorno
seguente, benché molti membri della nostra
Comunità fossero impegnati nel lavoro, abbiamo avuto una buona assemblea al culto,
presieduto dal Past. Roberto Jahier. L'àgape
fraterna, preparata nella cucina del Convitto, e servita nella nostra sala da un buon
numero di giovani sorelle della Comunità e
del Convitto ha raccolto oltre 80 parlecL
panti. Abbiamo avuto la gioia di a\ercy
quali graditi ospiti, il Moderatore Neri Gìainpiccoli e la sua Signora, reduci dalla celebrazione del 17 febbraio a S. Germano. E' stata
notata con piacere la presenza di parecchie
giovani coppie di sposi che speriamo \«‘der
partecipare anche ad altre nostre mani fi-stazioni, superando il non facile problema della
custodia a casa dei loro bambini.
La serata è proseguita lietamente con
canti e con la proiezione di interessarli' ed
artistiche diapositive dovute al talento del
Past. Jahier. Lo ringraziamo ancora .-cìiUtamente. Ringraziamo pure la Corale o\-y ha
cantato al culto della domenica siu * \ a,
nel corso del quale, a conclusione de.fi. settimana valdese, è stata celebrata la t cna.
Domenica 5 maggio l’Ing. Luigi bcriiruio
e la sua gentile compagna Itala Barber;: 'anno celebrato le loro nozze d’oro. I/cvio’ ) è
stato ricordato nel corso del culto e la
Comunità si è stretta con affetto atlu-rno a
loro e ai loro figlioli.
Ricordiamo che domenica pressi nu; 12
marzo alle ore 21 avrà luogo nella .-.'ira
sala la proiezione di un documentari ■ ’die
Missioni fra i lebbrosi. Speriamo di ere
una buona partecipazione di pubblico, lonostante le numerose influenze che contiii ìano
a imperversare in molte famiglie.
I LET¥ORI CI SCRIVONO
Fissi pissi, bao bao
(Titolo del lettore...)
Premessa n. 1. ■ Nel cors« della
discussione al Sinodo 1966 sni tema
della « stampa » il prof. R. Jouvenal —' a conlduBione di nii suo intervento a favore delle « linee di
fondo» di questo igiomale — el«bc ad
esprimersi press’a poco in questi
termini: « ... insoiuma, questi critici, questi oppositori alla linea politica del giornale, anziché limitars'
ad una sporadica quanto sterile azione ,protestataria, farebbero meglio
ad accettare aiperlamente la discussione, il dibattito, il « confronto delle idee » 8ui grandi temi politici, sui
problemi "vivi ed attuali ohe travagliano la nostra società. È possibile — soggiungeva testualmente —che non vi sia fra di loro qualcono
che sappia tenere la penna in mano? ».
Sono passati sei mesi tondi, ma
sembra che quanti « sanuo tenere la
penna in mano » (nel campo di...
Agramante!) non ardiscono raccogliere l’invito-«fida del Jouvenal e...
continnane a lacere, caparbiamrate,
forse iper coerenza ad una pregiudiziale che essi accampano volentieri:
La Chiesa — dicono — non deve
« fare della politica » (e neppure la
staniipa che della Chiesa è emanazione e «voce») perchè tale non è il suo
compito, la sua missione, il suo
campo di attività; inoltre, la ipolitica divide anziché unire, tanto p;ù se
fatta a senso unico, lunilateralmenle, occ.
Tuttavia io credo che, al punto
(di rottura?) in cui siamo giunti
gli... assenti hanno torto.
Premessa n. 2. - Durante U tegime fascista, un settimanale umoristico romano soleva pubblicare una
vignetta stramibamente intitolata (come questo articolo) (c Pissi piasi,
hao hao », nella quale si me.levano
alla berlina i mormoratori, i fifoni,
gli aUarmisU (parte dei quali, probabilmente, cercava di attuare cosi
una sia pure prudentissima forma di
opposizione al regime imperante, avvalendosi cioè dello « jus inurmurandi », unico mezzo di « pro'.esla »
disponibile per ehi non volesse correre grossi rischi : galera, confino, ecc.).
Ora io non vorrei che anche fra
noi, oggi, in campo valdsse, l’azione critica alla linea « politica » prevalente nella Ghiesa — e nella nostra stampa in particolare ' avesM
a decadere a cosi basso livello ! Già
troppa gente, purtroppo, in questi
tempi assai meno « calamitosi »,
suole avvicinare amici e conoscenti
per « cbuèhoter » ai loro accoglienti
orecchi :
degli ultimi tre anni, dalle quali ri
sulla ohe ha pagato, complessivamente, la... modica cifra di 1.392 milioHai saputo che la Tavola., nissi ! "i di tasse (iche è cosa diversa dal
pissi, bao bao... reddito). E bensì vero che, nel 1966,
— Euh, si capisice, il Moderatore... Agnelli ha pagato solo 384 milioni
pissi pissi, bao bao... (h« bratto queste cifre da « L’Espres
— Diamine, mi hanno detto che , so » de 18 genna oj... ma, come an« La Luce »... pissi piasi, bao bao... | ehe i lettori de « L Unità » sanno,
— Non parliamo deUa FUV che... ciò è po.uto avvenire semplicenien(in erescende)... pissi pissi pissi, hao j ie perchè ha potuto optare per la
_ « cedolare secca» (pari al 30% del
T'Ad Agape poi (ritmo yé-yé)... reddito azionario), optazione perfelpissL bao bao, piasi pissi bao bao lamento legitt.ma contemplala cioè
bao... dalle leggi vigenti.
Vediamo dunque, seriamente, se ci Aocuisare - quinidi il presidenriesce di dire una buona volita e te dèlia FIiAT di « evasione focale »
l’on tutta franchezza « eoinie la pen- come, in buona soistanza, ha fallo il
siimi-o » su qualcuno, almeno, dei nostro giornale isignifiica non solo
principali «temi» a isfondo politico «aiterare la verità» (discreo eufetraltaiti dal giornale, precisando an- mismo) per il proprio gioco pole
òhe le « motivazioni » della nostra mico, ma sigmifica anche correre il
opposizione alle tesi ohe sono state rischio di buscarsi una robusta quequi sostenute e proipuguate e che ' rela per diffamazione!
dovrebbero quindi coLimare con i ^ leciito a chiunque, in un paese
quelle famose « linee di fondo » che libero, di trarre dai fatti le il
tocoipie delle sue cartelLe esa.toriali cielà » della estate scorsa; leggaisi, co, cosi icom’è, con tutte le sue stor- e cosi trasformare società e
in merito, la relazione di M. Mieg- ture, i isuoi difetti, le sue iniquità ture sociali.
ge su « Pro'.estantesimo » 4-66. Nello sociali, il marciume dilagante, le , è inutile — e sciocco
slesso fascicolo, è stato pubblicato sperequazioni abissali esilienti non ci si venga a raccontare, per ur
anche un interessante articolo di G. solo fra .gl individui, ma fra i popoli meramente politico, che fin da
Girardet: « Sul problema delila rivoluzione nella teologia cristiana ». Na.
tnralmente, sulla citata rivista, il tema è trattato cun ben altro « stile »
c con un certo rigore scientifico).
Qualcuno — a questo punto ^ potrebbe pensare ohe io voglia indossare la toga di « difensore d’ufficio »
dei capitalismo e di Agnelli e com
e le nazioni?
Niente affatto. Non lo accetto
COSI’ COM’È. Sono però convinto che questo sistema è suscettibile
di tali e tanti mutamenti e modificazioni, anche radicali e profonde,
da consentire, con un processo evolutivo lento e faticoso, ma progres
'U-
. he
ne
I-'i'iino
ino
ino
noci »
» e
SIVO e sicuro, di giungere alla grapaigni. Non è cosi. Sofo vorrei che duale eliminazione dei più gravi
— prima di dar màno al piccone de- malanni che oggi ancora iravaghano
molitore (o ai ,mi-ra ed alle bombe la nos* ra socie à.
a mano) — si avesse ben chiaro in Del resto chi potrebbe paragonaniente « che cosa » si vuole co&.ruire re lo sialo — davvero m serando
dopo. e le aibielle ctnidizioni di vita di un la fede » su tutti i fronti, ¡nlor: ed
Può darsi che mi sbagli, ma ho operaio italiano di 60-70 anni fa con esterno, senza per questo leu ih . ad
il fonrlalo co nvincimeinto che i fau- quellle dei « meai'meccanic: » dèlia alcun « juste milieu», ad i."'ma
FIAT o dei « pelroilchimici » della equidistanza, ad alcuna foriiUi di
¡mi secoli I veri «cristiani» i
i chiamati « atei » nel mondo p;
tcercando così un falso paralh
con gli « atei » odierni, di c'it
ne marxista o non). Quegli «
« confessavano il nome di Crisi
non lo rinnegavano!
Lo so, lo so iche anche fra ■
che « vanno in chiesa » vi son
gli uomini sostanzialmen e atei
se peggiori di quegli altri: ¡’idi,
egoisti, insensibili, idolatri, lec' Per
questo credo ohe la Chiesa i eve
!( combattere :1 comba 1 .àmenlo lìel
oro
dell, r
furono approvate dal Sinodo dopo
una diiscussione che — almeno a
tratti — parve giustiificare la ben nota espressione guicciardiniana sui
« sinodi procellosi ».
Constatiamo, innanzi lutto, òhe
quelle « linee » sono andate via via
approfondendosi, dilatandosi, esasperando sempre più marcatamente, ossessivamente, la « politicizzazione »
(a senso unico) di « Eco-Luce » (e di
altri organi di stampa iche si richiamano ai nome « evangelico »).
In secondo luogo, ci duole dover
notare una vera e propria degenerazione del linguaggio, dello stille. Abhiam letto, infatti, arlicoili che fanno trasecolare per la loro « impostazione » non-evangelica (anche se
conditi con citazioni biiM ohe di eomodo), ispirali ad evidente faziosi.à,
impastati di deniagcgia giacobina,
irti di invettive... dantesche, distribuite a piene mani a quanti hanno il
torlo di pensarla diversamen e dal
loro autore.
Alludo — in particolare — agili
scritti pubblicali in serie, sotto il ti
lolo: «Il dito nella piaga», firmati
da M. Gardella.
È lecito — a questo proposito —
pregare i responsahilli del giornale
di vagliare meglio gli .ìrticoli dei
loro collaboratori e corrisponden'i
(più o meno « fissi »), che non si
fanno neppure scrupolo di alterare
la «verità dei fatti » pur di dare addosso al « sistema nel quale viv amo »?
Nel numero del 6 gennaio u.s. —
per esempio — il signor Lardella
afferma, fra l’altro, che... «Gianni
Agnelli, presidente della FIAT,... ha
dichiaralo 82 milioni di reddito contro i 900 accertati ». Ora. perfino i
iet'ori de 1’« Unità » sanno ehe ciò
è falso. Agnelli ha inviato infat
lazioni e valutazioni più disipara e,
anche cervelloti'che e stupide, ma
ncn è lecito a nessuno (tanto più a
chi si richiami all’Bvangelo di Gesù
Cristo) inventare « dati di fatto »
sballati.
Ma tulio questo, ci si domanda,
perchè avviene? Cui prodesl?
Avviene perchè, dovendo d 8 ruggere « il sistema », non si bada più
ai mezzi iper conseguire lo scopo.
Ogni fatto, ogni evento — vero o
falso che sia — che faccia gioco,
dev’essere strumenilalizzalo (chiedo
scusa)... a quello specifico fine.
H « grande inimico » da abbai ere
è, dunque, il sistema. 11 sistema è la
fonile di tutti i mali ohe travagliano
l’umanità, il mos ro nefando, « schifezza delle ischifezzo ». iLo affermano,
con catoniana iattanza, con ossessiva insistenza, con i più frenetici barbugliamenti gli scrivitori di cose po'dtiche da « L’Uni à » a... « Eco-Luct « iyslema dè'eiidium, delendum »!
II « pislema » — ovviamente — è
quello socio-pèlilico-economiico vigente nel nostro Paese ed in quasi
tutto l’Ocicidenle. Le sue compoiienti primarie e fondamentali sono:
la democrazia politica e il capitalismo.
Bisogna — dicono — distruggere
questo s’.sleiiia, fare tabula rasa per
lasciar posto alle «strutture» del'a
nuova società. Per ottenere questa
fine «upremo ogni mezzo è buono,
ivi cominresa la... rivoluzione mondiale! (Se nè parlato anche a Ginevra, alla Conferenza « Chiesa e So
luti del « delendum systenia », della
rivoluzione integrale, vogliano ser- Montedison del 1967?
barri una « sorpresina » piu tos o Si può — e si deve in uno
sgradevole ai più: vogliano cioè ri- Stato moderno ed efficiente che difilarci, poi, « tout douicemenl » il... sipone dei mezz. necessari per conslslema marxista (leninista e aliniista seguire tale in'ento ( buone leggi
o maoista,'* titillo, o castrista che e itoro giusta applicazione) ridurre
sia). Perchè — cosa strana... ma non entro bmiti regionevoli le « spere
lanto !
1 _________
non si
al qnoitidiano comunista le fo'
dice mai chiarauien- quaz'on! » economiche e soiciali, con
te, per quanto riguarda la stampa una « pcili'ica » avveduta e giU'S’a in
« evangelica », quale altro « sete- lutti i settori della vita economica,
ma» dovrebbe eoslituire quello che sedale, assis enz'a e, tribù ar a, eoe.
si intende distruiggere. Eppure — che A mio avviso, poi, non è al rin
10 sappia — non esistono alterna- uovamento delle strutture che dolitive, se si eccettuano quelle salu- h'amo tendere, ma al rinnovamento
zioni a tipo « corporativo » ohe lut- deilTitouio, alla sua trasformazione
11 respingono aprioristicamente (e a spirituale, alla formaz'one di una
buon diritto) dopo le prove faulimen. sua vera coscienza morale e sociale,
tari delle quali siamo stati testimoni. Anche — e sopiatlutto ■— come
A co so di passare non solo per un cristiano, a me non interessa (o inte« conserva"ore » (retrivo s’inteinide), ressa solo relalivamenlel il «sistema per un amimuffito « matusa », an- ma », perchè l’Evangelo di Cristo
zi per un brontosauro dèi pleistocè- non postula rabbaltimen.o dei « sine, devo precisare, a questo pun.o, sterni » e delle strutture, ma il ravche dovendo fare una « «cella », pre- vedimento degli uomini e la loro
ferisco ancora il « sistema » a tua- conversione.
le ad ogni altro. " È vero che Gesù disse: «Beai
voi che siete poveri »... ma non
agaiunse « perchè verrà ,1 giorno in
cui potrete arraffare le ville e le
cose lussuose dei signori, dei polenti” dèlia terra e sollazzarvi a vostro piacimento... ». Nè mi cons a
(ina io sono ignorante in teologia e
ignoranlissiiiio in esegèsi biblica)
(he egli abbia guidato qualche parlilo pclii’co del suo tempo — o lo
Porre l’alternativa marxistica, infatti, significa accettare il marxismo
« in loto », con tutte le sue implicazioni di ordine ideologico e fideistico e con tu te le sue conseguenze di ondine pratico.
Ed allora opiponiamo una ferrea
« pregiudiziale ». 11 marxismo, tanto nelle sue enunciazioni dogmatiche quanto nel le sue « attualizza- .......... ^
zioni » (scusale) storiche, nei suoi abbia « fiancheggiato » in qualche
melodi, è incompatibile con la fe- modo. Ma forse come dice lo
de cristiana e con il principio fon- Jung —• Gesù Cristo era appena ap
damenlale e irrinuniciabile dèlia li- pena un « filantropo »!
Lettori, scriveteci,
ina siate brevi!
1 « mali » della isocicta umana, ad
(■gni latitudine cd in qualsiaSi « sis’cnia », sono essenzialmente la « volontà di potenza » e regoismo. Questi mali sono inguaribili, ®e non con
l’auto della Grazia divina, che
« crea » uomini nuovi, « in Cristo ».
S lo allora questi uomini «rinnovati» e trasformati dallo Spirilo posMa allora - «i purebbe obietta- ¡sono diventare «Lievito» per far lie— tu accetti il isistema capitalisti- vitate la pasta (« sale » 1 ondo)
ber à politica.
Per mio conto, questa è una verità assi0malica, che non occore dimostrare tanto è evidente.
Si dirà che tutto questo è « banale » tritume anticomunista, semplicismo dialettico ecc. Accomodatevi
pure, « eccepite » tutto ciò che volete, ma la verità resta verità.
qualuiiquismo.
Nuiìa di peggio per la veri ¡he
cadere nelle mani del'.’integri.'nni e
del fanal'smo » dice Roland de Piiry (ciitato da « La Luce n del 17 febbraio 1967).
Giustissimo. Cerchiamo dunque,
"uni quanti, di etsere meno « ianalici » e più s neeramente aperti al
soffio polente dello Spirito, cl'c è
spirito di verità e di cari à.
Roma, febbraio 1967
Aldo Lnng
Un consenso
Un lettore, da Roma:
Caro Direttore,
Ho ricevuto, proprie- il 17 lehhraio, di ritorno dalla manifestazione in onore ed in memoria di Giordano Bruno, « La Luce », che seguo
da circa Ire anni — ed altra volta le
dirò quanto di serenità e di maggior
rigore io tragga, da ateo quale sono,
mollo spesso, dalle vos re pagine.
11 numero di cui le parlo, cosi a’iipiamente allento al ncslro sforzo, lo
precisa e lo rende più compiuto e
iiiigiore: es&o basterebbe da solo t*
renderci lieti d’aver preso questa
iniziativa. E non v’è enfasi ue retorica in questo mio comunicarglielo.
Vorremmo comunque diffonderlo
quanto più possibile fra i nostri
isi ritti ed i nostri militanti: non
scio per quanto di consenso c di
incoraggiamento ci viene in questa
cccasionc diret'ameute da voi, ma
arfche perchè in questa circostanza
essi possano più facilmente riconoscere c ricordare l’inis.iistituihile
valore, per il laicismo, della vostra
testimonianza civile e religiosa.
La prego di accogliere, con i suoi
collaboratori, il noistro e mio fiatenio sentimento di stima.
Marco Pannello
Segretario Nazionale
del Partilo Radicale
7
10 marzo 1967 — N. 10
pag. 7
Ancora una velia alihiamo potalo celelirare nella gioia ranniversario della nostra emancipazione. La neve eailiila dnTanle la g'crna'a del 16 febbraio ci ha
permesio di accendere senza inquietadine i
nostri falò. La mattina seguente il corteo
di Ferrerò sale incontro a quello di Maniglia, per recarsi poi insieime al tempio
del Capoluogo per iil culto solenne, al quale dà un vaii'ilo contributo la nostra corale
con J’accurata esecuzione di alcuni nni;
partecipano pure i nostri banibini con un
bel programma di recile e di canti.
L’agape fraleina ci trova quindi riuniti
alla Serenella di Frali. Siamo lieti di avere, alleile qui con noi, il Sindaco ed i
comandanti le stazioni dei Carabinieri e del
Corpo forestale. Ci hanno Invialo i loro
fraterni messaggi il presidente de'l’Unione
di Mar.sigilia sig. E. Foòt ed il sig. O. Canal degli Stali Uniti.
La sera i giovani dell’Unione banno offerte ai membri della Comunità una o tinta riunione famigliare. Ad essi talli per il
loro lodevole impegno ed in modo particolare alla Sig.ra E. Quattrini, per la sua
valida e generosa collaborazione, i nos'ri
ienlitji ringraziamenti e la nostra viva riconoscenza.
Due lutti hanno profondamente colpito
la nostra comunità. L’8 febbraio il Siignore
richiamava subitamente a sè la nostra sorella sig.ra Adele Tron, nata Micol, all’età
di 78 anni alla Baissa di Manìglia; ed il
21 febbraio dopo brevissima malattia decedeva, presso il figlio a Ferrerò, la nostra
sorella sig.ra Enrichetta Coslantin veti.
Poet, dì Traverse, all’età di 79 anni.
Alle famiglie così duramente provate da
queste dipartile rinnoviamo l’espressione
della nostra profonda simpatia e soliclarietà.
Terminato il pranzo rivolse'o messaggi
di circostanza: il Sindaco Sig. Eugenio Mac.
cari, il Sig. Emilio Travers che ci recò i
saluti del S'gnor Moderate re e quelli della
toinunilà di Villar Ferosa ed il Fattore,
che, doipo aver salutato il gruppo di Framollinj ora membri della Chiesa di Villar
Ferosa, ;por|ò ai cenvenuti ì salu'i della
Union Vaudoise di 'Marsiglia, ilie ringraziamo vivamente.
La giornata si concluse nella sala delle
attività con una serata ricreativa preparala
ed offerta dalla gioventù, con la collabc razione dei coniugi Ada e Guido Feyronel
(Tournim), di fronte ad un buon pubblico
che, con la sua presenza od i suoi applaus ,
rìcompenifò gli attori della loro fatica non
lieve.
Ringraziamo sentitamente quanti in vario
modo banno collaborato alla commemorazione di questa giornata ohe ci ha lasciato
un buon ricordo insieme all’invito ad essere
fedeli a Dio nella Chiesa e fuori di essa.
Te&filo Pons
MANTOVA
Lunedìi 30 gennaio hanno avuto Luogo i
funerali della .sorella Long Dina (PtìHencihi) deceduta alireià di 57 anni. Ail fig'lio,
alle sorelle, al fraleillo ed ai parenti tutti
rinnoviamo la nostra fraterna solidarietà
nel dolore e nella speranza cristiana.
La ricorrenza del XVll Feibbraio è stala
celebrala con gioia ed fcn.ns asino nonoBtante rinclemenza del temipo ed il dixagare deireipidemia di influenza ohe ha colpito- uu po’ tutta le nos re famiglie. La sera
della vigilia numero®! falò » sono stali
accesi sulle alture dei vari quartieri in mezzo al nevischio che cadeva e che ìoglieva
la visibiLià dei fuochi oltre il nostro vaiione.
Al mattino, causa la neve, non ha avuto
luogo il solilo corteo; ma una discre.a asfitmblea si è raccolta nel tempio per il
culto di adorazione e di ringraziamento,
nel corso del quale il isignifiicato della ricorrenza li stalo sottolineato alLa luce della
libertà ' he Dio )ia accordato al Suo popalo
in Ge.sù Cristo; libertà che non può venir
resa inoperante da alcuna forza o volontà
umana, ma che rimane ancora essenziale
per vivere in un tempo come il nostro, in
cui il nostro liberatore vuole la nos'ra riconoscenza e ci chiama ad amarLo ed a servirLo con impegno e con fedéltà.
Al termine del culto i bambini hanno
ricevuto uiì piccolo idono e la iradizicnale
« brioche » oiicrla dal Sigg. Blanc, proprietari della panetteria della Rua, ai quali
va il nostro grazie.
Una sessantina di commensali sì sono poi
riuniti n.d salone del Risioran'.e Gran Torre {BoeeliiardoT.i} per il tradizionale pranzo in comune, ottimamente preparato dai
Il gruppo giovanile continua a porsi con
serietà l’esigenza di intensificati contatti con
gruppi cittadini : il gruppo deU’Astrolabio e
la FUCI.
Martedì 14 febbraio è stata fra noi la
sig.na Romagnoli, consigliere comunale, per
presentarci un quadro della situazione sociale e politica mantovana. Con la FUCI abbiamo ripreso il 25 febbraio le riunioni di studio biblico, interrotte da una serie di contrattempi.
Il 21 gennaio abbiamo avuto una riunione con gruppi cattolici, per la lettura biblica,
la preghiera e la predicazione dell’Evangelo.
La partecipazione, quest’anno, è stata scarsa
sia da parte nostra che da parte cattolica.
Ma il significato delFincontro non è per
questo inferiore : vi riconosciamo essenzialmente una possibilità offerta alla proclamazione deH’Evangelo.
Il 21 febbraio ci siamo riuniti per il
dibattito preparatorio al prossimo convegno dei Consigli di Chiesa, a Mestre, sul tema : « Il Consiglio di chiesa nella Chiesa
missionaria »; uno studio del past. R. Bertalot, di recente pubblicato, accompagnato
da un questionario, guidava la discussione.
POMARETÏ^
Recentemente è stato celebrato il servizio funebre di Ribet Alberilo deceduto in
tarda età ai Masselli. Ai Reynanid dell’Inverso è pure deeed'Uilo il fratello Alber o
Giaiero, per iiuiighi anni anziano del Concistoro e pariticoi’-armente affezionato alla
sua icbiesa, fedele nel suo servizio di anziano e prolungato dal figlio Valdo, pur
lunghi anni prezioso collaboratore del Concistoro quale viice-presidente e dalla sorella
Ilda attiva nell’opera della nostra chiesa;
purtroppo e l’uno e l’altra trasferitisi altrove. Desideriamo ringraziare il Fastore
Rositagno di Rodorello per aver presieduto
il servizio: inviamo alle fami^l.e un pensiero di viva simipatia crisiana.
Anche quest’anno le celebrazioni del
17 si sono svolte regoarmeni’e; al culto con
predicazione, qualohe poesia in francese
dirette dalla sig.na Beri Paolina, qualche
poesia in italiano e canti della corale diretta dalla sig.na Speranza Grill.
All’agape organizzata dalla commissione
con molta diligenza e curata dal sindaco
Andrea Oliverc, abbiamo ricevuto i mes
A ICE Tutti a Napoli
col campo latino 196? !
L’impegno deT’organizzaz one del Campo latino 1967 tocca quest’anno al.’ltaLa ed
è 'Con piacere cl’e il C.IN. cle..l A.I.C.E. annuncia elle la sede prescelta è quella di Napo.li-Purlici. Il Campo la ino avrà luogo dal
22 al 28 flug io p. v., secondo il pregramma sono indicato. È stato scelto, come tenia del Campo, « Travail et loiair » e si
cercherà di nieltere in luce, aecondo una
prospeltlva protestante, questi fat ori fondamentali della problema ica pedagogica
conleniporanea.
Il programma sarebbe cosi concepito:
Sttbnio 22 lug.io: pomeriggio: arrivo a
Napoli-Fonici (Casa materna del doti. Santi) presentazioni.
Domenica 23 luglio: mattino; icn'.lo con
la comunità metodista di Portici; pomeriggio lìbero (possibilità dì usare la spiaggia privata e le cabine di Casa Materna):
1“ conferenza; « Il senso del lavoro nd
piano di Dio » (Fast. Vinay o collaboralore
a Riest); serata: (conversaz'one sull’opera
dì Portici.
hiinein 2‘i luglio: mattino; »lud o biblico (Fast. Oscbwald); possibilità di escursione ad Ercolano; pomeriggio: visita dì
Napoli e Pozzuoli (iSolfalara e antro della
Sibilla cumana) - aerala: conversazione sn
Riesi.
Mnrledi 25 luglio: mattine: audio biblico (Fast. Oscbwald); spiaggia; pomeriggio: 2" conferenza: «Il lavoro e la gratuità» (Prof, .louvenal) . serata: ¡nfcrmazione
sulla Spagna (past. Heras).
Mercoledì 26 luglio: mattino e pomeriggio: esenraione a Sorrento, Capri e Anacapri.
i «indaci dell’Inverso e di PomareBo, LI
eomandante della .Stazione Carabimeri di
Ferosa ed il segretario comunale di Poniarello, i si‘gnori Gaydon di iLìmone.
Siamo graitii alle due bande dirette da
Arturo Bernard per Pomaretto e Arturo
Couconrde iper l’Inverso per la loro collaborazione; le scr:rte preparale con cura dal
signor Bosco ed il Gm,ppo Filodrammatico.
Ringraziamo molto il maestro Gianni
Jahier per la sua predicazione del 12 febbraio neU’assenza del Pastore, sempre molto apprezzata dalla eomnni'à.
— Ringraizaino di cuore il candidato in
teologia Silvio Ceteroni per il suo profondo
messaggio rivolto alla nostra comunità il 5
marzo, nonché i catecumeni di IV anno per
aver presieduto il culto al Clot Inverso in
forma comunitaria e con viva gioia della
comunità locale.
— Recentemente è stato celebrato il servizio funebre di Alberto Refourn. Alla famiglia la nostra viva simpatia.
— Riunioni e manifestazioni speciali —
Mercoledì 15 marzo, alle 20,30, nelle exscuole elementari avrà luogo la riunione biblica (anziché il venerdì), diretta da Franco
Giampiccoli.
Sabato 18 marzo un missionario di Parigi
presenterà al teatro un magnifico film missionario intitolato « Un lebbroso in India »,
premiato al concorso internazionale d’Olanda.
Domenica 19, ore 10,30, ricevimento dei
catecumeni.
AOSTA
La ricorrenza del XVII Febbraio è stata
ricordata ed esaltala, nella nostra Comunità,
domenica 19 Febbraio.
Innanzi tutto con uu culto di adorazione e
rendimento di grazie al Signore, che non ha
permesso che la sua Chiesa fosse compietamente distrutta e dispersa, ma l’ha conservata, rba difesa dagli assalti congiunti dei poteri civili e religiosi del mondo... Nella predicazione, fatta dal nostro Pastore sul testo
di Apoc. 3: 7-12, é stato giustamente fatto
rilevare che « alla chiesa, che serba la Parola del suo Signore e che non rinnega il Suo
Nome, prostituendosi con le potenze del
mondo, il Signore apre, in ogni tempo, deUe
porte, che nessuno può chiudere... ». Il compito della Chiesa è oggi quello che è sempre
stato (che avrebbe dovuto sempre essere),
cioè « conservare la Parola di Cristo », non
come una reliquia o cimelio da museo, ma
come Parola vivente, capace di trasformare
la vita degli uomini in tutti i settori e a tutti
i livelli del vivere sociale... e <t non rinnegare il Nome di Cristo accomunandolo con
altri « nomi » (perchè il Nome di Cristo è
inconfondibile!). Se la Chiesa è oggi capace
di fare questo, il Signore stesso le aprirà delle porte per la sua testimonianza nel mondo
in ogni settore della' vita, nessuno escluso.
Queste porte nessuno le chiuderà, nessuno
potrà chiuderle perchè Gesù Cristo ne detiene le chiavi; eventualmente solo l’ignavia dei
cristiani potrebbe determinarne la chiusura.
Ciò non sia mai!
Fece seguito la celebrazione deUa Santa
Cena a cui prese parte la Comunità al completo. Quindi ci fu un’Agape fraterna preparata nella Sala delle Attività Ecclesiastiche; ad essa presero parte oltre trenta commensali. Il pomeriggio trascorse in una sana atmosfera di fraternità e di gioia. Purtroppo la Corale, che si era preparata con
impegno sotto la guida della Sig.ra A. Peyrot, non potè cantare a causa dell’influenza
che aveva colpito diversi dei suoi membri.
Speriamo di udirla per Pasqua.
Due giorni avanti, il nostro Pastore si era
recato a far visita al Sindaco della Città per
fare la sua conoscenza c porgergli in omaggio il libro di Storia dei Valdesi del Prof. Ernesto Comba. Il Sig. Sindaco gradi molto
Tomaggio librario e la visita.
Giovedì 27 luglio: matildno s.udio biblico (Past. Osibwald); spiaggia o visita a
NaipoCi (libero) - pomeriggio: 3“ conferenza- « I divertimenti ed 1 loro problemi
neila società d’oggi » (prof. M. Miegp) seta a: informazioni sullo stage in Africa.
Venerdì 28 luglio: mattino: Culto finale
con Santa Cena - pomerigigio; esoursione a
Pompei e al Vesuv'o - serata ricreativa con
!a ctnmnilà di Portici.
Saba'o 29 luglio: mattino: partenza del
gruppo francese; per il gruppo italiano,
escursione facoltativa a Paestam e costiera
i inalfitana.
L’ospila'.ilà per tutta la durata del Campo è stata offerta dal doli. Santi di Casa
Ma erna (30 box e 30 camere); la spesa
giornaliera per vitto e pernollainento è di
L. 2.000. Per le restanti gite, l’ammontare
delle .spese potrà essere definito soltanto
ccno'Sicendo ¡1 numero dulie adesioni; -comunque la spesa individuale per le escursioni non dovrebbe superare le 20.000 lire.
Ci siamo già messi in conta to con un’agenzia dì viaggio clic pratica prezzi favorevoli.
1 partecipanti raggiungeranno Na-poli con
mezzi piupri (è prevista la formazione di
niKi comitiva per il viaggio in treno da
Torino).
M C.N. delTA-I C.E. prega tu li ci-loro
( Ite sono interessati al Campo che, quest ati.
no, si preannuncia particolarmente interessante -S'O'.to ogni aspetto, di -mette-rsì in contatto con Roberto Eynard (via Provinciale 27 Torre Pelliee - lei. 91.622), che cura
rorganizzazione pratica del Campo stesso.
Tutti a Napoli col Campo latino 1967!
Il C.N. delL’A.LC.E.
Culto radio
Domenica 12 marzo
Pastore F. GIAMPICCOLI
P r a 1 i
Domenica 19 marzo
Pastore PIERO BENSÌ
Firenze
AGAPE, 23 - 27 MARZO 1967
La critica aita reiigioae
Campo - incontro della gioventù evangelica dei paesi latini d’Europa
Direttori: Giorgio Bouchard e Jean Tritschler
Lingue: italiano e francese
Nessuna epoca come la nostra ha mai avuto una posizione così ambigua nei
confronti del fenomeno religioso. Da una parte, infatti, il nostro è un tempo di
diffusa seicolarizzazione: sia la borghesia sicura di sè (gli iBumlmisti), sia il movimento operaio rivoluzionario (Marx, Lenin), sia la stessa teologia (IBartli, Bunlioeffer'
e perfino la medicina (Freud) hanno accumulato e sviluppato un’amplissima serie
di critiche contro la religione. D’altra parte il fenomeno religioso sembra rinaEcere -so-tto mille volti diversi, con forze e in modi che sembrano sfuggire alla crìtica tradizionale: nelle chiese, nei parliti, ne-glli stati, una forma di «religione»
risolleva tenacemente il capo. Il « dialogo » poi, tra « atei » e « religiusi », regna
sovrano. Dobbiamo rallegrarci di queisto fatto? In qual modo dobbiamo criticarlo?
Che valore attuale hanno le grandi critiche del passato: Marx, Barth, Freud? lu
ohe misura le chiese di cui siamo membri sono semplicemente delle risposte ai
bisogni religiiosi degli individui e della società? Come si definisce in questo quadro la nostra posizione di uomini di Cristo?
Questo problema sarà al centro delle discussioni del campo latino di Pasqua,
a cui il Couisiglio della Gioventù Evangelica Italiana e il Movimento Cristiano Studen-lì invitano caldamente tatti coloro che hanno a cuore il problema dela testimonianza cristiana nella presente generazione.
PROGRAMMA
Giovedì 23 marzo - Mattino: arrivo e sistemazione. Pomeriggio ore 16:
apertura della diseussione : « Perchè noi critichiamo la religione? ».
Venerdì 24 marzo ■ Mattino : introduzione e discussione sul tema : « Quali sono gli elementi attualmente validi della critica marxista
alla religione?».
Pomeriggio ore 17 : introduzione e discussione sul tema : « Attualità dell’analisi freudiana dei fenomeni religiosi ».
Sabato 25 marzo - Mattino : introduzione e discussione sul tema : « Portata e limiti della critica di Barth alla religione».
Pomeriggio ore 17 : discussione : « Le nostre chiese sono una
semplice risposta ai bisogni religiosi della nostra civiltà? ».
Domenica 26 marzo - Mattino : culto a Ghigo. Pomeriggio ore 17 : discussione ; « Le nostre chiese possono essere considerate come delle
religioni dell’ordine costituito?».
Lunedi 27 marzo - Mattino : Conclusione : « La nostra pcsìzione di credenti di fronte ai fenomeni religiosi contemporanei ».
Pomeriggio : partenza.
Quota del campo: Lire 5 400-1-1.600 d’iscrizione.
Iscrizioni: presso la Segreteria di Agape ■ Prali (Torino).
Nota sul clima di Prali ; a fine marzo di solito Prali è piena di neve.
Perciò i pomeriggi sono’ stati lasciati liberi fino alle 17, in modo da permettere agli sciatori di approfittare dell’occasione. Viceversa qualche serata sarà dedicata alle discussioni, data la brevità del tempo disponibile
Inoltre tutti sono pregati di portarsi un completo equipaggiamento
da montagna: scarponi, maglioni, giacclie a vento ecc.
LETTURE UTILI
Chi desidera giungere preparato al campo, può scegliere le sue letture preventive tra i seguenti testi, ohe sono stati scelti col criterio della
taievità e dell’utilità.
Karl Barth - L’^istola ai Romani (Feltrinelli, Milano). Soprattutto i
capitoli sette e otto.
Max Strauch - La teologia della crisi (Doxa, Roma): soprattutto il capitolo « La religione come legge ».
Karl Marx - Le Tesi su Feuerbach : l’introduzione e la « Critica della fìlosofla del diritto di Hegel». (Ambedue questi testi sono stati
recentemente ripubblicati dagli Editori Riuniti, nel volume :
K. Marx-F. Engels, Opere).
Sigmund Freud - L’aweni're dì una illusione (reperibile per ora solo in
edizioni francesi).
PensioDe alle coltivatrici dirette
e mezzadre a 61 anni
Si ricorda a tallii i coltivatori diretii e ai
tnozzadri iit-teressati ebo a partire dal 1*
gennaio 1967 le denme co'itiva'rici dirette e
mezzadre ohe aibbiano coanpirato i 61 anni
possono beneficiare della pensione di vecchiaia.
Oltre all’età gli altri requiisi'ti necessari
per aver diritto alla pensione a 6l anni
sono :
1) Iscrizione in'nterrolla all’aesicnrazione
I.V. dal 1957 in poi, con un acoredlto minimo annuo di 104 conlributi;
2) Essere stata coltivatrice diretta o mez.
zadra -per cinque anni precendenti il 1957.
(Per gii iscritti regolarmente alla mutna c.
d. a partire dall’1-1-1955 il requisito si intende già assolto senza bisogno di alcuna
altra certificazione).
Nulla di variato per gli uomini coltivatori diretti o mezzadri per i quali l’età pensionabile di vecchiaia rimane quella dei
65 anni.
ÏÏII février à Paris
Pour noius, le 17 février fut commémoré le
dimanche 19. Nous étions une quarantaine
(ibez Madame Appia; corne toujours, Tambianice était sympathique et pour une fois,
il y avait des représenlanls de nos trois
Vallées.
Le Coiiisnil d’Italie à Mullhouse Monsieur
Vicari, venu spécialment .pour présider notre
assemblée, nous fît un compte-rendu isur le
Synode où il exposa les problèmes que pose
I oecuménisme pour l’Eglise Vaudoise. Puis
Monsieur le profesiseur Henri Appia nous
tappela comment lurent fondées les communautés Vaudoisers de Calabre, leurs vies,
leurs témoignages.
Pùis, ayant appris la présence à Paris de
Monsieur Tullio Vinay, après nombreuses
diffiiculléis il put se joindre à nous et nous
parier de son oeuvre de Riesi: ce qui a été
lait, ce qu’il esipère faire avec l’aide de
Dieu.
iiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiniimiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiiii
iiiiKiimiiiiiiiiiiiM II
LE DONNE IN VAL GERMANASCA
La Giornata Mondiale di preghiera
Con due giorni di rilardo rispetto alla
data fissata per la Giornata di Preghiera, si
è slolla domenica 12 febbraio la riunione
delle Sorelle della Val Gernuinasca.
Le par taci ¡Minti, una settantina, affluite
da tutte le parrocchie a partire da quella
di Pomaretto, si sono date convegno quesVanno n Massello, nella sala ¡nirrocchiale
che conserva nelle linee del suo soffitto
a volte una suggestiva reminiscenza di tempi antichi.
Il tema della riunione era: « Il Suo Regno non avrà mai fine » (Luca 1: 33) e la
l iturgia preparala, qualche mese prima del.
la sua morte, da Salole Tupou, regina delle
Isole Tonga.
Presiedute dalla signora Maria Lu-sa Dnvite. alcune Sorelle appartenenti alle va
rie. Unioni hanno letto alternandosi la Liturgia, mentre l’Assemblea che ascoltava
in raccoglimento le parole delle Invocazioni, partecipava al canto degli inni. In mezzo a un silenzio attento e ricettivo la signora Carmen Ceteroni Trobia, membro del
Comitato F.F.V. ha parlalo con chiarezza e
semplicità del Regno, dei Suoi attributi,
della Sua ¡rresenza nel mondo; presenza
reale, anche se non molto spesso ancora
riusciamo a percepire quei' a « dimensione »
del Regno, che non può essere collocato
in un « luogo », bensì in un modo di essere.
Coll’offerta, destinala ques’’anno alla Società Biblica e Forestiera, e il Padre Nostro, si è conclusa la parte li'urgica di questa riunione, che sarà ricordata come un’ora
di raccoglimento benefico in cui tutti hanno ricevuto e da o qualcosa.
In seguilo, con impeccabile manovra, le
sorelle di Massello hanno trasformalo in pochi minuti la sala in accogliente « buffet ».
servendo a tu ie il thè; intanto ognuna delle presenti cercava e trovava qualche parente e amica, con grande scambio di saluti
e no izip. Troppo pres o è giunto il momon'n di lasciare quell’accogliente lepore
per affrontare la ge’ida « hise » che fuori
sterzava coi suoi vari gradi sottozero, e
macchine e pullman, risa’emlo o scendendo
la valle hanno defsosilalo qua e là gruppeili infreddoliti, ma riconoscen'i per questo buon incontro.
(E. T.)
8
pae. 8
N. 10 — 10 marzo 1967
Il chicco di frumento
SEGUE DALLA 1» PAGINA
tà la naturale corruzione deU’uorao
(o idillio della ’buona volontà’!),
scatenando quella corsa all’interesse
particolare, quella disintegrazione
nazionale, che malgrado momenti
felici e generosi ha costituito e costituisce il sottofondo della vita italiana; nella nostra civiltà di massa,
non è più solo l’individuo, ma ancor più il gruppo che cerca « lo particulare suo », direbbe il Machiavelli.
E’ chiaro che guardando solo a
chi ha di più, molto di più, le rivendicazioni non possono che salire a
spirale. E’ inutile attendere un
esempio daU’alto: la nostra classe
dirigente economica e politica, sai
vo eccezioni, è manifestamente inoa
pace di darcelo. Ma bisogna spezza
re l’ossessione di questo sguardo fis
so su chi ha di più; bisogna impara
re a rivolgerlo a chi ha meno, tal
volta infinitamente meno. Solo in
questo modo si potrà ridare carica
ideale, autenticità umana a una protesta che così spesso non è altro che
egoistica affermazione di gruppo.
Bisogna mettere in discussione i
« diritti acquisiti ». E si ha autorità
morale per discutere quelli degli altri, solo se si ha cominciato a discutere i propri.
* *
Gesù, figlio di Dio, Signore onnipotente, aveva dei diritti non « acquisiti » bensì intrinseci e inamissibili. Ma cc non ritenne di doverli tener stretti come una preda » (Fil.
2: 6). Alla vigilia della sua passione — e pensate quanta violenza, oppressione, menzogna, ipocrisia e vigliaccheria vi si scatenarono —. disse
ai suoi : cc In verità, se il chicco di
frumento caduto in terra non muore, rimane solo, ma se muore porta
molto frutto » (Giov. 12: 24). Di li
stava per passare^, con lucidità implacabile e con sofferenza inesprimibile. La via del Regno passa per la
croce. In cjuel momento in cui Gerusalemme gli parava contro una
parete di ostilità impenetrabile e irriducibile, un gruppo di proseliti
greci sembra offrirgli una via d’uscita, un nuovo campo di evangelizzazione. Ma egli respinge la tentazione. E’ venuta l’ora X, quella per cui
è venuto; l’ora del suo cc innalzamento »: sulla croce maledetta, e
solo dopo alla gloria. Cosi il mondo
è cambiato.
E’ cambiato? Certo che è ciambiato, e non saremo noi a fare che sia
o non sia c^ambiato. Ma ci siamo, in
cpiesto mondo cambiato? come resistenti o come renitenti? come tenebre o come luce? come chi vuol salvare la sua vita (e la perde) o come
chi la butta via, e la riceve, eterna?
cc Non sono venuto per essere servito, ma per servire e per dare la mia
vita come prezzo di riscatto per molti ». cc Chi vuole servirmi, mi segua ». Non abbiamo da ripetere la
sua redenzione, così come non possiamo infirmarla; ma dobbiamo riecheggiarla. Qui, ora, anche a livello
della vita associata del nostro paese.
A mo’ d’esempio, tanto per non
restare nel vago: mentre penso che
dobbiamo sostenere con forza i minatori della Val Chisone e Germanascja licenziati o minacciati di chiusura, credo che se fossi un previdenziale non avrei scioperato, e se fossi
uno statale non parteciperei al
cc grande sciopero nazionale » indetto per fine marzo. Quel giorno andrei a lavorare. Prenderei lo stipendio di (fuella giornata, e lo porterei
(se lo accetta) al più acceso di quelli che mi darebbero del crumiro e
cercherei di spiegargli che non mi
muove nè timore nè crumiraggio,
ma il senso di responsabilità e di solidarietà verso chi sta peggio, molto peggio di me (e che, al punto a
cui siamo, non potrei che attirare
sempre più vorticosamente nella spi
La bella Riviera Adriatica vi offre
liete vacanze a prezzi modici (da
L. 1.700 in bassa stagione a L. 2.500
nell’alta stagione).
Per informazioni e prenotazioni rivolgetevi al Sig. E. Revel, Hotel Elite
Miramare di Rimini il cpiale sarà
lieto di aiutarvi a scegliere il tipo di
pensione desiderata.
ra inflazionistica). Solo così mi sentirei di continuare il discorso sulla
riforma profonda di cui il nostro
paese ha dolorosamente e urgentemente bisogno.
Su questa nota, che gli uni compatiranno come deamicisiana e gli
altri respingeranno come facile e
gratuita, dato che non sono « in ballo » (i miei ’diritti acquisiti’ sono
comunque modesti...), vi lascio, cari
lettori, alla vostra personale riflessione su quella parola di Gesù, alla
vigilia della passione. Che ne è del
mio, del vostro chicco? Siamo nel
solco del nostro Signore? dietro di
lui, vivendo del suo sacrificio?
Gino Conte
iiiiimimmiuitiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
iiiiiHmniMiimnnniiiii iiiiiiiiiiimmijmiiiiuiimiiiiiiiiiii
Il protestantesimo
nel mondo
SEGUE DALLA 4=^ PAGINA
attività comuni ohe ormai diventano in molti paesi, particolarmente
dell'America del Nord, parte della
prassi normale (come pure lo scambio di delegati e osservatori ai sinodi,
assemblee eoe.), dobbiamo segnalare
alcune iniziative particolari. Nelle Filippine cattolici e protestanti hanno
preparato insieme una collezione di
documenti storici per le celebrazioni
del 4® centenario dell’arrivo del primo missionario cristiano. Questi documenti sono ora conservati nella Biblioteca Nazionale.
Nel Lesotho è stata costituita nella Università governativa di Roma
una Facoltà di Teologia, con 2 professori <attolici, un an^icano e nn
evangelico. A Dar-es-Salam (Tanzania) è prevista la costruzione di una
cappella in comune nella Università
ohe accoglierà fra pochi anni 4.000
studenti. In Costa Rica in fUm Martino Lutero, di produzione protestante è stato proiettato in un seminario .
cattolico. Nel Canada protestanti e
cattolici si sono impegnati per la costruzione di un unico Padiglione Cristiano per la Esposizione del 1967 a
Montreal ; la spesa prevista è di 3 milioni di dollari.
Unioni [di Chiese
Mentre vi è stato questo fiorire eccezionale di contatti fra cattolici e
protestanti, i pregressi verso nuove
unioni organiche di chiese protestanti sono stati molto inferiori a quelli
registrati negli anni scorsi. Vengono
segnalate due sole realizzazioni concrete: runione di due chiese luterane
in Australia, e la votazione unanime
dei delegati alla Conferenza Unita dei
Fratelli Evangelici del Canada in favore dell’unione con la Chiesa Unita.
Nel Cfeylon e nella Nigeria progetti
di unione che sembravano prossimi
alla loro attuazione dopo lunghi anni
di conversazioni, sono stati ritardati,
nel primo caso perchè le rispettive
assemblee non hanno tutte approvato il progetto elaborato dalla commissione preparatoria, nel secondo
perchè è apparso chiaramente che la
« base » non era ancora pronta. Si
spera che queste difficoltà saranno
eventualmente superate. Trattative
in vista di una unione futura vengono proseguite in vari paesi; Madagascar, Zambia, Tanzania, Camerún,
Inghilterra. Più vicino a noi la Federazione delle Chiese protestanti
della Svizzera ha ricevuto un progetto di costituzione di una Chiesa Riformata Svizzera, elaborato da una
Commissione dell’Associazione Pastorale. Esso prevede la trasformazione
dell’attuale Federazione in una sola
chiesa di cui le chiese cantonali attuali sarebbero delle sezioni sottoposte all’autorità di un Sinodo Generale.
CONCLUSIONE
Ci sarebbero ancora molti fatti interessanti da spigolare nelle 79 pagine
di questo resoconto mondiale, quali
gli esperimenti segnalati nella Germania Orientale per creare delle liturgie più moderne e per offrire ai
genitori, ai padrini e alle madrine,
dei corsi di preparazione prima del
battesimo dei loro bambini, ma è ormai tempo di concludere.
La rivista ecumenica ohe pubblica
questa rassegna non ci offre nessuna
conclusione, nè cerca di fare una sintesi della situazione mondiale del protestanteslmo. Essa si contenta di
offrire alla nostra meditazione questo quadro, così, vario, e alle volte
cosi sconcertante, con le sue ombre
oscure e i suoi sprazzi di luce: gii)ecchio fedele del travaglio di una chiesa, che, indebolita dalle sue divisioni
e incomprensioni, esposta a mille tentazioni e opposizioni, riesce a dare,
in un mondo sconvolto dalle passioni umane, una testimonianza efficace al Vangelo, soltanto nella misura
in cui accetta di essere im umile strumento del Santo Spirito dellTddio
Olmipotente.
R.C.
ir UN BREVIARIO
PER SPELLMAN
L’Accademia mi ilare di V'esl Point,
quella clic pos-iede una banda con lami
tromboni e che viene tanto spesso fotografala per i film rofa-azzurro-bianco-oro-patrioLlk'i-bellicoisi dove gli americani virteono sempre, ha ,premiato rineffabi'le cardinale Francis Spellman, arcivescovo di tutti
i igratlacieli di >iew York, perchè « ha esercitalo un’influenza estremamente benefica
suite forze annate americane ». Era logico.
Ricordiamo, a cO'Sto di apparire monotoni,
la frase saliente del discorso che Spellman
pronunciò alla vigilia dello scorso Natale,
che cioè la guerra del Vietnam non aveva
altra soluzione che la vittoria delle forze
armate americane. Tutto qui. Non la vittoria dell’amore suirodioi ma la vittoria di
Wall Street su Nazareth. Non il trionfo di
Cristo, ma quello di Satana; non il discorso
della Montagna, ma le direttive miopi e
reazionarie di Johnson, Tutto ciò non poteva non vellicare l’otlusa mentalità da sergenti di carriera e l’orgoglio militaresco di
chi porge attento e amoroso orecchio alla
voce del cannone. 11 « capipeiUanissimo » mi.
litare Spellman è degno del premio. Peccato
che gli giunga in ritardo: avrebbe ponto
attaccarlo air.alhero di Natale insieme con
un caricatore calibro 12 e un pugnale da
marine. Non sappiamo in che cosa consista
quel premio: forse è un «Oscar» vestilo
da colonnello o un teschio con i galloni dipinti sulC’osso frontale, o una bombole'.ta
di Napalim-,spray da usare contro i preti pacifisti tipo Don Milani. Comunque, per il
prossimo discorso del cardinale, consigliamo un dono che ci iseimbra apipropriato : un
breviario rilegato in .pelle. Pelle di Vietcong, naturalmente. La « ricetta » peroliè la
concia della pelle riesca alla perfezione è
in possesso di un ex-meidico di Auschwitz,
attualmente funzionario di un ministero
tedesco.
ir ASSOCIAZIONE DI IDEE
Leggo su « La Luce » un articolo, mollo
bello e interessante, di Mario GardeUa. Mi
colpiscono queste parole « ... Gesù che fu
veramente anticonfomiis'.a, impegnato contro il vecohiume e le cose malfalte e perciò
venne ucciso da coloro i quali non volevano
ohe il moindo cambiasse ». Giusliisslmo. A
quei tempi si andava per le spiccie. Un
breve processo, con Tawccato d’uffic o che
se ne lavava le mani (come ai tempi del
Tribunale Speciale fascista) e la immediata
condanna. Certa gente non ha mai volulo
che il mondo cambiasse, nè lo vorrebbe
ora. Non vcleva che il sole stesse fermo,
che Lutero predicasise, che la Bibbia fosse
letta, non vorrebbe che un cieco vedesse
con ,gli occhi di un altro, che alcune persone prendessero determinate pillole, eoe.
Più furbo mi appare, ne II GaUoiwda, il
vecchio conte Salina con la fra.se pronunciata davanti all’irruenza rivoluzionaria di
Garibaldi ; « Bisogno che qualcosa cambi
peiichè tutto rimanga come prima ». Saggezza soltilÌ3.sinia, diplomazia dellle più co
dine e gesuitiche, esca insidiosa e di sicuro
sncces.so .per i gonzi in aspetta'iva. Da jin
certo tempo desdieriamo capire qualcosa
circa i risultati del Concilio Vaticano. Confessiamolo: iiè noi nè i cattolici (mi riferisco alla truppa) ci abbiamo capito nulla.
Aspelliaiiio di vedere che cosa è « veramente » caimbialo in senso lato, profondo,
come era nei nostri voti e in qiieTi di
molti fratelli separa’i. Ma non possiamo ripetere che la sorniona frase del conte Salina.
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi della settimana
Da « Le Monde »
2 marzo 1967
ir In una chiesa cattolica di Madrid, mar.
tedi 28-2, ha avuto luogo una cerimon'a
cosiddetta « paraiiturgica », nella quale cristiani ed ebrei hanno pregalo insieme. Migliaia di fedeli delle due religioni salmodia,
vano ad una voce: « Qne;ili che seminano
in lacrime, mietono cantando ». Il sacerdote
cattolico padre Serrano ha detto; « Cristiani
ed ebrei, noi ci troviamo riuniti per ascoltare la parola di Dio che è il seme della
libertà ». Il presidente della comunità ehrai.
sa di Madrid, il sig. Max Mazut, ha ap ega o
il significalo .storico e simbolico della cerimonia dichiarando essere la prima voi. a che
« egli si rivolgeva a dei credenti in nn
tempio cattolico», ed ha aggiunto: «Un
altro giorno ci riuniremo, allo stesso scopo,
nella nostra sinagoga ». Infine il padre
Agostino Jesus Alvarez ha analizza.o la respoiisabililà .dei cristiani nel fenomeno delranlisemitismo condannato dalla Chiesa.
La cerimonia »’è conelusa con una preghiera in comune: « Fa, o Signore, che i
suoi figli si sentano fratelli ... ».
ir. Il governo svizzero (analogamente a quanta ha fatto, mesi fa, quello svedese) ha rifiutato al filosofo inglese Bertrand Russell l’autorizzazions di riunire a Ginevra il Tribunale Internazionale contro i reati di guerra
commessi nel Vietnam. Valendosi d’una disposizione di legge del 24-2-’48 riguardante
le allocuzioni politiche degli stranieri, il Consiglio Federale ha deciso di non concedere il
permesso neppure di parlare in pubblico, a
stranieri che intendano partecipare al detto
tribunale. Le autorità svizzere si sono testualmente così pronunciate : « 11 tribunale
di lord Russell non è affatto un’autorità giuridica internazionale, riconosciuta da qualche stato o istituita da un’autorità competente... D’altra parte è in ogni caso da respingere una presa di posizione, di fronte alla guerra del Vietnam, che non abbia alcuna
utilità pacifica ».
4 marzo 1967
ir I preti operai, che lavorano nelle fabbriche o nelle officine francesi a pieno tempo, sono oggi esattamente in numero di 51
(la notizia proviene dalle « Informations catholiques internationales »). Essi hanno seguito, nei mesi di settembre e ottobre ’66,
un corso speciale di « formazione », della du.
rata di cinque settimane, l’ultima delle quali in stretto « ritiro ». E’ prevista la preparazione d’un secondo gruppo d’ana cinquantina di preti operai, entro il 1968. Le autorità ecclesiastiche osservano il più geloso segreto suH’ubicazione dei preti operai, affermando di non voler « falsare il significato
del loro impegno ».
ir In febbraio ha avuto luogo il primo accordo industriale fra la C.F.T. (Compagnia
Francese di Televisione), e la Technopromimport (grande organizzazione commerciale
sovietica). L’accordo riguarda l’installazione e
lo sviluppo neirU.R.S.S. delle tecniche per
remissione e la recezione della televisione a
colori. La C.F.T., con un contratto firmato
a Mosca e che comporta una spesa di circa
20 milioni di franchi, s’è impegnata ad installare in U.R.S.S. delle ic officine pilota »
per la produzione di tubi catodici (le cosiddette « lampade-immagini »). Tali officine co.
stituiranno una prima fase di preparazione
di future officine per una vera e propria produzione in serie, officine la cui capacità, a
SEGUE DALLA 1= PAGINA
Direttore resp. : Gino Conte
Ree. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Terre PeUice (To)
una possibilità di parola e di azione
diretta a quanti ritengono giusto e nossibiie dare alla orisi denunciata dalla
direzione della Talco e Grafite una risposta diversa da quella che è stata
data attraverso i licenziamenti, e intendono manifestare la propria solidarietà piena con i minatori in sciopero.
Non sappiamo quali saranno le possibilità concrete di una iniziativa di
questo genere. Forse essa consente un
tipo di azione nuovo. Le adesioni che
sono state date a titolo personale al
manifesto presentano un arco assai vaste di posizioni. Certo una parte di
queste adesioni sarebbero mancate se
si fosse trattato di una presa di posizione, per esempio, dei tre partiti di
sinistra. Il sistema di un comitato di
persone e non di apparati di partito,
può forse superare lo schieramento
statico dei partiti nel tempo attuale,
i loro delicati equilibri, Timpossibilità
di alleanze al di fuori di determinati
-schemi, Tinquadramento di questioni
particolari come quella che ci interessa in una cornice di più vasti compromessi e contrattazioni politiche.
Inoltre razione di un comitato di
questo genere può avere una diversa
eco presso l’opinione pubblica. Le prese di posizione dei partiti sono scontate e del tutto prevedibili. Le iniziar
tive prese da un comitato di persone
che si impegnano direttamente e personalmente in una determinata direzione può forse scaricare alcune delle remore che pesano oggi sulla nostra vita politica.
Quanto detto non intende svuotare
sprezzantemente l’azione politica dei
partiti. È un tentativo di cercare nuo
quanto si assicura, dovrà essere superiore a
un milione di tubi alEanno.
E' noto che tutte le forze politiche francesi ostili a De Gaulle, hanno espresso viva
indignazione per quello che esse hanno considerato un abuso d’autorità: il fatto che
lo stesso De Gaulle si fosse riservato il diritto di pronunciare il suo discorso elettorale
la sera del sabato 4 corr., cioè il termine di
chiusura della campagna elettorale. Le dette
forze hanno ritenuto tale abuso come causa
d'un grave danno propagandistico, e perciò
si sono organizzate in modo da far diffondere dalla radio del Lussemburgo, subito dopo
Tallocuzione del generale, gli editoriali destinati ai loro rispettivi giornali della mattina seguente. Tali editoriali sono stati quelli
dei giornali Figaro, Paris-Jour, Paris Presse,
Combat^ UAurore, UHumanité e Le Monde,
Da « La Gazette de Lausanne »
27 febbraio 1967
Il Vaticano ha nominato il padre Enrico
de Riedmatten (0. P.), osservatore permanente presso rUfficio dell’O.N.U. a Ginevra.
Tale nomina è chiara dimostrazione dcli'importanza che viene attribuita, sia da Paolo VI
sia da V Thant, ad una più viva collaborazione della Chiesa Cattolica a certe aliività
internazionali. Il nuovo osservatore ix-rmanente discende da un’antica famiglia cattolica svizzera ed appartiene all’ordiue dei domenicani. Egli è ben noto all’O.N.U. ¡ler L
suoi contributi alla prima « Conferenza mondiale per il commercio e lo sviluppo industriale », ed apprezzato soprattutto negli ambienti latino-americani ed africani.
Tullio Viola
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ve vie per rinnovare la stanca vita politica del nostro paese non in modo
accademico, ma di fronte ad una grar
vissima situazione con l’assillo di trovare e inventare ogni mezzo possibile
per sostenere una giusta lotta e contribuire a trovare una soluzione stabile e soddisfacente.
Perchè Agape si impegni in iniziative di questo genere è già chiaro da
quanto detto, ma conviene precisare.
Nel nostro tempo la ricerca della fedeltà al comandamento dell’ amore
del prossimo non può essere confinata
alla sfera delle relazioni private e individuali. Questo significherebbe una
pesante limitazione imposta al comandamento stesso nella lettera e
nello spirito. Come le generazioni che
ci hanno preceduto non hanno agito
solo nella sfera privata e individuale
ma si sono impegnate sul terreno pubblico, per esempio nella costituzione
di scuole e di altre opere sociali, così
oggi la nostra generazione deve saper
impegnarsi sul piano delle relazioni
pubbliche nella ricerca di una serripre
maggiore giustizia sociale, testimoniando così, in modo concreto la vastità e la profondità dell’esigenza di
amore contenuta nella vocazione dei
credenti. Questa ricerca di una maggiore giustizia sociale non è certo facile e per nulla esente da errori poiché nessuna garanzia ci è data di
fronte alla possibilità di sbagliare. Impegnarsi su questa via significa rischiare di infilare strade sbagliate, di
cacciarsi in un vicolo cieco. Ma la
nostra fede evangelica ci insegna che
l’unico modo di uscire da un vicolo
cieco e dalle strade sbagliate non consiste nel non entrarvi, nell’evltare
sbagli e cadute, ma nell’essere disposti a riconoscerli, a confessarli, a ricominciare.
Franco Giampiccoli
RINGRAZIAMENTO
« Io ho lungamente e pazifiiìtemente aspettato il Signor ed
egli si è inchinato a me t‘*i ha
accolto il mio grido ».
(Salmo 40 : )
La sorella, i nipoti e i pr. tenti
tutti di
Alice Jahier
insegnante
ringraziano sentitamente quani i con
la loro presenza, con scritti e iìori
hanno voluto testimoniare la '.oro
simpatia durante la malattia e Lrondere parte al loro dolore per la dip.artenza della cara sorella e zia.
Un particolare ringraziameni,’ al
Pastore Sig. Pier Luigi dalla, alla Signora Ceteroni, al Dott. De Clemente,
alle Sig.re Ines Travers, Nini Goetabel, Siltria Ribet, Giuseppina Usseclio,
Enrichetta Bouchard, ai vicini di casa
ed alla rappresentanza delle Scuole
Elem,entari.
S. Germano Chisone 26 febbraio 1967
« L’anima mia s’acqueta in Dio
solo: da lui ■viene la mia salvezza» (Salmo 62, 1)
Il Signore ha richiamato a Sè, a
Sassari, nel suo 82° anno
Alberto Durand
Canton
Ne danno il triste annunzio la moglie Emilia Maniero, la sorella Emilia
vedova Albarin, i cognati Ferreccio e
Maniero, i nipoti Albarin, Perreocio,
Calaresu e Maniero, con le rispettive
famiglie.
I funerali hanno avuto luogo il 2S
febbraio a Sassari, presieduti dal Pastore Guido Mathieu, al quale la famiglia dello Scomparso esprime commossa riconoscenza.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Coisson ringrazia tutti
coloro che hanno preso parte al suo
dolore per la scomparsa del loro caro
Augusto Coisson
Un particolare ringraziamento al
Dott. De Bettini, al Pastore Sonelli,
alle Diaconesse e alla Signora Hilda
Simonid e famiglia.
Torre PeUice, 3 marzo 1967