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Anno 123 - n. 6
13 febbraio 1987
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A PROPOSITO DELL’ECCIDIO NAZISTA DI LEOPOLI
Massacro rimosso
e massacro annunciato
La memoria storica delle criminali nefandezze di una volta può evitarne di nuove? - Ne parliamo con due scrittori, Muto Revelli e Primo Levi
Ci sono battaglie antiche come quella di Meghiddo del 1458
a.C. combattuta dagli egiziani
nella fascia siro-palestinese, di
cui oggi sappiamo tutto. Ci sono
però guerre, combattute non
nell’« età del bronzo » ma soltanto quarant’anni fa, di cui si
sa ancora pochissimo. E le infoi-mazioni che si hanno sono
sempre quelle prodotte dagli alti comandi, quasi mai veniamo
a conoscere i fatti dalla parte di
chi li ha subiti. Faccio un esempio: sta arrivando in Italia il
film 'Platoon' sulla guerra del
Vietnam, che in America sta riscuotendo un successo enorme
perché pare essere il primo vero
film suH’imbecillità criminale di
quella guerra, ovvero la descrizione nuda e cruda di una sostanziale sconfitta. A scrivere il
copione e a dirigerlo ci si è messo un ex-rcduce, im soldato semplice che si è avvalso di attori
non proiVjssionisti. di finanziamenti limitatissimi e che ha raccontato tutta la vergogna bestiale di una guerra assurda e, per
certi versi, fratricida, dal punto
di vista di chi era in prima linea
e cercava soltanto di salvare la
pelle.
E’ raro che siano i soldati a
fare storia, a prendere la parola.
Ma quando lo possono fare anche la guerra, tutte le guerre,
appaiono diverse. C’è un’altra
pagina di storia ancora tutta da
scrivere dalla parte dei soldati
ed è quella di cui tanto si parla
in questi giorni a proposito dèi
prigionieri di guerra italiani trucidati nel Terzo Reich. Leopoli,
la località in cui dovrebbe essere avvenuta la strage di duemila
soldati italiani dopo l’8 settembre del '43, è solo la punta emergente di una realtà sommersa
molto più vasta.
« Ormai — mi dice lo scrittore Nulo Revelli a Cuneo, nominato dal Ministro della Difesa
Spadolini nella commissione di
inchiesta sull’ancora misterioso
massacro — è tardi. Queste ricerche si sarebbero dovute fare
negli anni '50. Anche per gli ultimi testimoni orali i ricordi si
annebbiano, diventano, ogni giorno di più, imprecisi e sfumati.
Le Università, i Centri di cultura hanno dormito negli anni preziosi deU’immediato dopoguerra.
Adesso si cerca di riguadagnare
il tempo perduto, ma siamo al
limite ».
Sull’episodio in questione alcuni giornali e un paio di libri
vent’anni fa offrirono una vasta
documentazione sulla guarnigione scomparsa, ma la cosa passò
quasi inosservata. Perché questa cortina di silenzio?
E’ sempre Revelli, i cui libri
— si pensi in particolare alle 500
pagine delle lettere dall'« Ultimo
fronte » — sono la testimonianza
vivente della ricerca appassionata e obiettiva della storia scritta
da chi ha sempre subito le scelte degli altri, a rispondermi:
« Finita la guerra ci fu un hiso
gno primario di dimenticare, di
voltare pagina. Nei primi anni
del dopoguerra quell’ondata di
rimozione fu comprensibile Ma
dopo quarantanni il silenzio su
taluni aspetti come quello dei
prigionieri di guerra suona come
un’offesa irreparabile ».
Ricostruire il massacro occultato di Leopoli e tutti gli altri
eccidi ancora da mettere in luce
potrà servire ad evitare nuovi
massacri già programmati?
Mentre stiamo andando in
macchina scade l’ultimatum degli sciiti sulla questione degli
ostaggi. Cosa succederà? La Nimitz bombarderà Beirut? Gli
ostaggi verranno riconsegnati?
Ci sarà un altro massacro?
« Informare l’opinione pubblica di come siano andate esattamente le cose intorno a una strage avvenuta ieri non garantisce
di per sé — risponde Primo Levi,
raggiunto nella sua casa torinese — che non avvengano domani
altri massacri. Ma noi dobbiamo
comunque conoscere la verità
storica dei fatti. Provo un profondo scoraggiamento quando,
tutte le mattine, apro il giornale e leggo i bollettini delle guerre che oggi si combattono in
molte parti del mondo. Il fatto
che noi europei non siamo più
stati vittime di una guerra negli
ultimi quarant’anni costituisce
un privilegio che non ci esime
dal sentirci comunque colpiti e
coinvolti dalla violenza bellica
ovunque essa si esplica ».
Far luce sull’armata dispersa
di Leopoli, certa ennesima strage nazista, appare, a quarant’anni di distanza, quasi un’impresa disperata. Neanche il principale imputato, l’esercito tedesco del Reich, potrà comparire
in giudizio.
Condividiamo la necessità di
far chiarezza su questo drammatico episodio di Leopoli e di allargare lo sguardo su quel capitolo (in parte ancora da scrivere), sui prigionieri di guerra, anche se tanto zelo, da parte del
Ministro, dovrebbe essere annlicato non solo intorno ad episodi in cui gli italiani sono stati
vittime ma anche in quelli in cui
sono stati carnefici. Penso qui in
particolare alle stragi compiute,
in epoca fascista, in Libia ed in
Etiopia e si potrebbero fare altri orribili esempi. Chiarezza sì,
ma allora su tutti i fronti. Emerga una buona volta, anche e soprattutto nelle scuole, la dimensione reale e tremenda del baratro in cui, vincitori e vinti,
buoni e cattivi, alti comandi e
soldati semplici entrano in ogni
guerra. Solo la completezza dell’informazione può garantire un
futuro migliore in cui non succeda più ciò che è già successo
e sta, ancora, succedendo. Perciò la ’memoria storica’ è importante per costruire il futuro.
Se ci sarà un futuro.
Giuseppe Platone
Il sogno
dell’invasione
sovietica del
Terzo Reich
lasciò dietro di sé
milioni di morti
anche tra
i prigionieri
di guerra.
Combattimento
in trincea
(inverno 1941-42).
ALLA FINE DEL QUADRIMESTRE
Si valuta r«ora»
Nuova circolare del Ministro Falcucci con le
norme per valutare il profitto in religione
E’ arrivata la circolare n. 11
del Ministro Falcucci. Ancora novità sull’ora di religione. Questa volta si tratta del problema
della valutazione.
Come si ricorderà, il Parlamento aveva approvato nel gennaio
1986 una risoluzione nella quale
il Ministro della Pubblica Istru
CIO’ CHE VALE
Faccia a faccia con Dio
« Esaù gli corse incontro, Pabbraccìò, gli si gettò al collo, e lo
baciò e piansero» (Genesi 33; 4).
Il nostro Dio è l’unico Signore che partecipa la sua gioia, perché quando incontra l’uomo è
capace di fame una nuova creatura. Ci sono nel N.T. molteplici
indicazioni di questa ri-creazione. Ma c'è anche un esempio bellissimo che può essere ricavato
dalla storia dei rapporti tra Esaù
e Giacobbe. Nei capitoli 32 e 33
di Genesi possiamo leggere un
episodio, quasi drammatico, in
tre atti. Nel primo atto: paura
di Giacobbe, preparativi per placare l’ira di Esaù, preghiera rivolta a Dio. Tutto è dominato
da una atmosfera di paura, di
violenza, di preoccupazione. Nel
secondo atto: la risposta di Dio
alla preghiera di Giacobbe. Non
è una sernplice risposta verbale,
ma un’azione che atterra e che
dà vita nuova. Dio non lascia
l’uomo così com’è, ma lo cambia, lo trasforma, gli apre nuove direzioni, nuove possibilità di
vita. Ma tra la preghiera e l’esau
dimento quante cose, quanti interrogativi, quanta lotta, quale
strano combattimento che dura
sino al levarsi dell’alba.
Non rientra forse anche questa lotta nell’esistenza della chiesa? Affrontare il proprio Dio faccia a faccia, anche nella consapevolezza di rimanerne “segnati"
per tutta la vita. Non si può invocare il nostro Signore con leggerezza e tranquillità, magari
nella celata speranza che egli ci
lasci in pace. Nel terzo atto ci
viene presentato l’incontro tra i
fratelli. Il piano di morte temuto da Giacobbe svanisce nel nulla. E’ il segno tangibile di quella
riforma che Dio opera: l’incontro con Dio ha la sua incidenza
sul piano dei rapporti umani.
Nel racconto non c’è alcuna spiegazione logica del rapporto intimo tra l’incontro con Dio e l’incontro con Esaù. A noi basta ricordare quanto Esaù aveva detto in precedenza: « I giorni del
lutto di mio padre si avvicinano; allora ucciderò il mio fratello maggiore» (Gen. 21: 41).
Ma ora le cose non sono più così: « Esaù corse incontro a Giacobbe, l’abbracciò, gli si gettò
al collo, lo baciò e piansero »; e
Giacobbe: « Io ho veduto la tua
faccia, come uno che vede la faccia di Dio » (Gen. 33; 10).
Quale impressionante corrispondenza con quanto Giacobbe
aveva già detto: « E chiamò quel
luogo Penici, perché disse: ho
veduto Iddio a faccia a faccia e
la mia vita è stata risparmiata »
(Gen. 32: 30). Quale significativa
corrispondenza con guanto è detto nella parabola del padre (Luca 15: 20): « Suo padre lo vide...
e corse, gli si gettò al colto, lo
baciò e lo ribaciò ». Corrispondenza forse solo verbale, perché
la differenza è enorme. Lì si tratta di un uomo, qui, di Dio, il padre nostro. Lì piansero, qui grande festa: << Bisognava far festa e
rallegrarsi ».
zione avrebbe dovuto provvedere a fornire alle scuole un modulo distinto dalla pagella normale, nel quale si sarebbe dovuto riportare la valutazione circa
l’insegnamento della religione
cattolica per gli alunni che se
ne avvalgono. Il ministero aveva adempiuto ed aveva fornito
le scuole di un apposito modulo.
Subito si è levata la protesta degli insegnanti di religione e delle associazioni cattoliche. Cosa
era successo? Il modulo era anonimo, non recava la firma nè
dell’insegnante, nè del preside
della scuola
Di qui il grido: « Siamo discriminati! ».
Il Ministro Falcucci accoglie
prontamente questa protesta e
norma ora diversamente la questione:
1) chi si avvale dell’insegnamento riceverà la valutazione del
profitto in religione cattolica su
un modulo timbrato dalla scuola e firmato dal preside, o solo
dall’insegnante per la scuola elementare;
2) chi frequenta le attività
alternative riceverà una « nota
informativa» sulla attività svolta che anch’essa sarà firmata dal
preside e dall’insegnante che ha
seguito il corso;
3) gli studenti delle scuole
superiori che hanno scelto lo
studio individuale o non hanno
fatto alcuna scelta riceveranno
un attestato di tale posizione rilasciato dal preside con tanto di
timbro della scuola.
Il tono dell’ufficialità, dato da
firme e timbri, è dimque assicurato, ma il gran pasticcio dell’ora di religione nella scuola
pubblica rimane. Non era meglio
la piena facoltatività?
Domenico Cappella
Giorgio GardioI
2
2 commenti e dibattiti
13 febbraio 1987
RIAPPROPRIARSI DELLA MARIA DELL’EVANGELO
Lettera a Maria
Cara Maria di Nazareth,
io non ti prego mai, proprio mai. Prego soltanto Dio, come ci ha insegnato Gesù, il più 'discolo'
dei tuoi figli. Dxmque, non mi rivolgo a te per invocarti, ma per un dialogo a cuore aperto.
Ho l’impressione, cara Maria, che da un po’ di
tempo gente troppa ’zelante’ ti stia facendo un
brutto servizio. Proclamano ai quattro venti che
tu sei apparsa qua, apparsa là... tanto da farti sembrare ora una maga, ora una fatina, ora una befana in vena di strane comparse. Qui sulla terra,
se sei un po’ informata, spettacolo ce n’è già fin
troppo. Con questo tuo supposto ed esagitato ’apparire’ qua e là, solcando i cieli ed attraversando
gli oceani, fai concorrenza a Wojtyla, imperatore
della chiesa cattolica, che va dicendo in giro di
essere il vicario di Cristo.
Qualche volta, quando leggo il tuo nome nelle
Scritture, penso a te, al tuo cammino di fede che
mi ha sempre interessato. C’eri anche tu, probabilmente, quel giorno in cui tentaste di « convincere » Gesù a starsene un po’ più tranquillo e ’prudente’, a non predicare certe verità scottanti che
potévano metterlo nei guai. L’evangelo (Marco 3:
20-34) ce ne parla con chiarezza. Come ti capisco!
Nemmeno per te fu facile discemere se quel figlio
che avevi generato con Giuseppe ora era imptizzito o se, invece, Dio lo stava guidando su strade
nuove e sconvolgenti. Anche tu, come lo stesso
Gesù, e come tutti noi, cercasti la via di Dio tra
luci ed ombre. Non posso non sentirti vicina a noi
in questa ricerca, affascinante e travagliata, della
volontà di Dio.
Per tutto questo mi spiace che la tua ’storia’
sia Stata usata e strumentalizzata. O Maria, ti abbiamo usato violenza teologica continuata schiacciandoti sotto una montagna di. dogmi, di reliquie,
di devozionalismi, di leggende, di superstizioni: il
tutto ad uso ecclesiastico. Abbiamo corso il rischio
di negarti come donna e come credente. Poi ti abbiamo trasportata in cielo proclamandoti madre
della chiesa, per coronare i nostri castelli dogmatici che ora cominciano a pesare come fardelli inu
tili ed ingombranti. Intanto tu, o Maria, bambola
di gesso in mano all’istituzione ecclesiastica, sei
diventata un sicuro investimento. Anche quando
il dollaro scende, le "azioni” mariane continuano
a salire. Sei addirittura diventata un’industria
redditizia che produce, nei grandi supermercati
che vengono anche chiamati santuari, un’infinità
di articoli di largo consumo: ricordini, statue, corone, acqua benedetta, quadri... Mi spiace per te.
Maria di Nazareth, ma molto di più per questo
commercio che rischia di travolgere e stravolgere
la fede dei più semplici. Probabilmente è la sfortuna che colpisce chi da donna diventa madonna.
Ora arriva l’anno mariano. Ne vedremo di cotte
e di crude. Le agenzie del sacro sono ormai a pieno ritmo in tutti i continenti. Lo so che non puoi
farci niente neppure tu, ma... quante stupidaggini
ti fanno dire in tutte queste supposte apparizioni!
Ti mettono in bocca messaggi di angoscia e di minaccia che non hanno nulla in comune con la gioia
e la speranza dell’evangelo. Non pensi che se si
dessero una « calmata » non sarebbe nemmeno
male? Qui, tra svolazzi di Satana, viaggi pontifici
a suon di miliardi, e tue apparizioni, la nostra fede rischia di superare in umorismo e fantasia anche Starno, Altan e Forattini. E non si dica che
questa è la stoltezza della croce.
Continuerò a pensare a te come donna e come
credente la cui storia ha molto da insegnarci. Tu
non sei la bambola di gesso che le nostre teologie
maschiliste hanno fabbricato. Solo restituendo a
te il tuo corpo, la tua sessualità, le tue emozioni,
la tua storia di donna e di madre, profondamente
inserita nella ’cultura’ di quella terra e di quel
tempo, potremo forse riscoprire la tua fede, la
chiamata che Dio ti ha rivolto e la risposta che tu
hai cercato di dare all’azione di Dio.
Ci sarà forse qualche dogma da archiviare e
qualche migliaio di santuari da chiudere e « riconvertire », ma l’evangelo può esigere da noi questo
e altro.
Franco Barbero
Comunità di Base di Pinerolo
A PROPOSITO DELLA MORATORIA ECUMENICA
Fu scorrettezza?
«Presentata in modo formalmente poco corretto, la proposta ha il pregio di costringere
a discutere nuovamente il problema del dialogo ecumenico ».
Così Luciano Deodato commenta su La Luce del 30 gennaio la
risoluzione sulla possibilità di
una moratoria dei dialoghi ufficiali fatta propria dalla giunta
della Fcei e dalla redazione di
Com-Nuovi Tempi al termine
del convegno su « Ambiguità e
speranze: problemi dell’ecumenismo oggi », svoltosi a Roma il
17 e 18 gennaio.
Più avanti nell’articolo si parla ancora di « modi in parte scorretti » e di « occasione poco opportuna ». Perché mai?
Ho ripensato allo svolgimento
del convegno e ho riletto Tarticolo di Deodato per cercare di
capire dove fosse Terrore. E l’ho
trovato: non certo nei commenti, tutti legittimi e seri, ma nella conoscenza carente che dei
fatti ha l’autore dell’articolo, assente al convegno di Roma. Il
fatto che le persone da lui intervistate non hanno partecipato
al convegno o sono stati presenti solo per poche ore non è in
discussione, perché è evidente
che tutti siamo tenuti ad espri
merci nel merito del documento, ma quello che mi sembra paco serio è criticare la procedura
di presentazione sulla base di
un’informazione superficiale e
pertanto inesatta.
1) Anzitutto non è vero che la
richiesta di moratoria sia emersa « alle ultime battute del convegno ». Questa è stata l’impressione della prof. Vingiani, relatrice alla tavola rotonda, che
non aveva partecipato ai lavori
della giornata precedente, quando si era iniziato a discutere l’argomento in seguito ad un intervento di Giovanni Franzoni (vedi l’articolo di C. Milaneschi sul
numero in questione de La Luce).
2) Il pastore Giorgio Bouchard,
cui era affidata domenica mattina la presidenza del convegno,
registrando l’opposizione della
segretaria del SAE al testo in
discussione, ha ritenuto opportuno di Mon mettere ai voti la
mozione, che è stata ritirata dai
presentatori.
3) I promotori del convegno
hanno poi deciso di fare propria
la risoluzione che invita le chiese a « studiare la possibilità » di
indire una sospensione dei dialoghi ufficiali e degli incontri di
vertice con la chiesa cattolica
romana, ribadendo per altro la
importanza dei rapporti ecumenici di base, occasione di incontro, di approfondimento teologico e di testimonianza cristiana.
Cosa c’è di scorretto in tutto
questo?
Con molta fraternità.
Franca Long
per la stampa di
biglietti da visita, carta e buste intestate,
locandine e manifesti, libri, giornali, riviste,
dépliants pubblicitari, pieghevoli, ecc.
coop, tipografica subaipina
vìa ARNAUD, 23 - © 0121/91334 - 10066 TORRE RELUCE
QUESTA PAGINA
è dedicata ai commenti evangeiici su fatti di attualità e non, ed
ai dibattito dei lettori.
Preghiamo i lettori che desiderano intervenire di contenere i loro
scritti (dattiloscritti con interlinea
2) ad una cartella se lettere, ed
a due cartelle se interventi per II
dibattito.
A colloquio con I lettori
RICORDANDO IL
PAST. ENRICO TRON
Mah, ti dirò francamente che
la tua lettera mi solleva non poche perplessità, tuttavia non voglio addentrarmi in una discussione a parer mio sterile. Ci tengo tuttavia a precisare che nel
mio articolo ho riportato una
serie di opinioni favorevoli o
contrarie. Non ne posso nulla
se ad alcuni la procedura adottata per far passare la mozione
è parsa scorretta. E’ un'opinione. Non credo che dobbiamo
aver paura delle opinioni, neanche di quelle contrarie, e non
credo che il giornale renderebbe un buon servizio se tacesse
alcune cose, e ne accentuasse solo altre. Io mi auguro vivamente che la mozione, o proposta, o
comunicato emerso alla fine del
convegno, sia discusso nella sua
sostanza, per le implicazioni che
esso ha per quanto riguarda il
proseguimento o meno del dialogo ecumenico.
L. D.
Lo rivedo a S. Germano Ohisone,
ii suo camminare fermo e ritto come
un uomo che sa dove va e queilo che
vuole, molte volte accompagnato dalla sua signora. Gentile, sorridente sempre, come lo si vede nella fotografia
su L'Eco del 21 novembre ultimo scorso. Mi piaceva accompagnarlo certe
sere quando andava a presiedere riunioni di quartiere, perché non solo
parlava, insegnava. La sua conversazione era sempre Istruttiva, sempre
elevata. Non ero io solo ad accompagnarlo, eravamo diversi i giovani (avevo
22 anni, ora ne ho 85) ad ascoltarlo
e qualche volta a fargli delle domande. Le sue risposte erano sempre gentili, cortesi ma soprattutto piene di
bontà.
Nel 1927 sono partito per l'Argentina ed ho ricevuto da lui, dalle sue
mani, una Bibbia in francese colla sua
firma che conservo quasi un po' gelosamente accanto a quella in italiano che mia madre mi regalò.
I suoi sermoni? Li qualificherei ottimi. Insomma era il nostro Pastore,
forse più amico che Pastore. Sono
sempre stato un semplice operaio,
quindi non ho le parole più adatte a
quanto ricordo e vorrei dire a suo riguardo, ma una cosa è certa: le riunioni della domenica sera nella « Grande École » erano vere e proprie conferenze. Ricorderò una sola su Savonarola, parlò su quella vita durante
70 minuti. Se so qualche cosa in più
di quanto ho imparato alle elementari,
10 devo a lui, così come ad altri Pastori: Silvio Long, Ernesto Tron, Emmanuel Galland ecc. della nostra Chiesa qui in America e ad altri Pastori
metodisti. L'ho poi rivisto 35 anni dopo, cioè durante il Sinodo del 1962
con mia moglie Nahomi Dalmas, quando ho avuto la grande benedizione
di condurla alle Valli (che mai ho dimenticato) perché conoscesse I luoghi della mia infanzia e gioventù, insieme con i miei parenti, proprio quando è stato consacrato Pastore il signor Paolo Ricca, attualmente professore alla Facoltà Valdese di Teologia a
Roma. Non so come dovrei dirlo, ma
11 signor Enrico Tron (che ho visitato
un'altra volta a Torre Pellice insieme
con mia figlia Ada nel 1975) ha lasciato in me, in quei pochi anni (dal 21
al 27) ricordi incancellabili di una coscienza responsabile (anche se non
tocca a me il giudicarlo) di molte cose, amare il prossimo per esempio.
Vorrei dire tante cose ma non mi permetto di prendere troppo spazio sul giornale. Le ho scritto queste cose, signor Direttore, perché non ho saputo
né potuto resistere alla tentazione di
dare la mia pubblica testimonianza
nei confronti di quel Pastore che certamente mi ha indicato il miglior cammino (T Cor. 12: 31) verso quel Cristo del quale è stato un vero ambasciatore.
Ringrazio Iddio di avermi messo,
per un tempo, nelle mani, nella fede
e nella costanza del signor Enrico Tron.
Clemente Beux,
Jacinto Arauz - Argentina
L’ANNO MARIANO:
GESÙ’ IN SACRESTIA
lari, come la pace e l’amore per il
prossimo, ma non ci potrà mai essere
un punto di incontro per una utopistica
fusione.
Forse non si ricorda che l'anno santo del 1950, che fu fallimentare per
le casse del Vaticano, fu salvato in
estremo (giorno di Ognissanti, cioè
alla chiusura) con la promulgazione
del dogma dell’assunzione in cielo
del corpo di Maria, madre di Gesù?
Forse non si ricorda che per incentivare ancor più il culto mariano fu inventata, un paio di anni dopo, la Madonna pellegrina? Cioè una statua
della Madonna che ogni diocesi fece
circolare in tutte le chiese con grandi cerimonie, festeggiamenti e spese
dei fedeli cattolici?
Forse non si ricorda ohe proprio a
motivo di alcune affermazioni unitarie espresse dal Concilio Vaticano il,
si corse ai ripari eleggendo a sommo pontefice il cardinale polacco Carlo Wojtyla? E’ risaputo infatti che in
Polonia il culto alla Madonna è più
forte che in qualsiasi altra località
del mondo, compresa la stessa Spagna.
Ed il Wojtyla si è messo subito a
peregrinare per tutti i santuari mariani, per dare l'esempio ai suoi fedeli.
Quindi quella cattolica è una religione molto lontana da quella cristiana. E mi pare che ci secchi il riconoscerlo.
Basterà ricordare la preghiera più
importante del cattolicesimo, l'Ave Maria, in cui si recita: « Santa Maria,
Madre di Dio ». Perciò sopra tutto o
al di sopra di tutto c'è questa divi
nità ben lontana dallo spirito del cristianesimo.
E non ci sarà da meravigliarsi se
per mettere a tacere i denigratori della Madonna, nel corso dell'anno ma
riano, verrà proclamato il dogma che
« Maria è effettivamente madre d.
DioI ».
Molto più chiaro e significativo è
stato invece l'articolo di Valdo Benec
chi (La Luce del 23.1.1987) « Ruminare l'Evangelo », posto però in seconda pagina, in cui è illustrata chiaramente la diversità di opinione, tra
evangelici e cattolici, verso la figura
di Maria, madre di Gesù, in esso e
evidenziato, infatti, il rispetto che gli
evangelici nutrono per questa grande
figura di madre.
Purtroppo il capoverso conclusivo
di questo articolo è un po' fuori tono in quanto così recita: « La Maria
dell'anno mariano del papa divide
credenti... ». Ciò non è assolutamente vero, in quanto servirà a rinsaldare
ancor più le masse dei credenti cattolici che vedono in Maria la « corredentrice >, la «madre di Dio», la
« regina del mondo ».
E riallacciate le file che stavano per
strapparsi, Gesù sarà ridotto ancor più
in secondo piano, se non addirittura
collocato in « sacrestia », perché il
suo messaggio fa troppa paura per
essere ascoltato e divulgato.
Edoardo Travi, Savona
RINUNCIA
Mi ha meravigliato moltissimo il
risalto dato all'articolo, in prima pagina su « La Luce » del 16 gennaio
1987, a firma di Alfredo Sonelll, dal
titolo « Più Cristo, meno Madonna ».
Il perché della mia meraviglia è
presto detto. Avreste pubblicato in
prima pagina e con lo stesso risalto
la notizia di un anno che l'islamismo
volesse dedicare a Cadigia? Oppure
un anno che il brahmanesimo volesse
dedicare a Visnù o a Siva? Penso che
ve ne sareste ben guardati!
Ed allora perché tanto interesse
(mal riposto) verso l'anno mariano
che papa Giovanni Paolo II vuol lanciare in onore di Maria?
Effettivamente non ci slamo mai accorti che ci troviamo di fronte ad
una religione completamente diversa
da quella cristiana.
Il cercare un dialogo con il cattolicesimo è come volerlo fare con qualsiasi altra religione. Ci sarà sempre
un punto di incontro su temi partico
Caro direttore,
per contribuire al miglioramento
del livello morale della rubrica « lettere al direttore » rinuncio a replicare agli insulti del signor Renato Paschetto.
Cordialmente,
Giorgio Rochat, Milano
OLIVETANO
A BUON MERCATO
Cara signora Lidia Cicchese,
a proposito della Sua lettera del
30 gennaio 1987 Le suggerisco una
strenna natalizia di buon livello culturale e al tempo stesso economica:
la brochure, in francese, « Olivétan.
Celui qui fit passer la Bible d’hébreu
en français », pubblicazione che, a
mio parere, ogni famiglia valdese dovrebbe avere.
Così saprà « tutto » su Luigi Olivier
detto Olivetano e sulla traduzione della Bibbia da lui fatta nel 1535.
« Olivétan » (42 pp.) è stato pubblicato dalla Società Biblica Svizzera
nel 1986 ed è certamente reperibile
presso le librerie evangeliche.
Ferruccio Jalla, Torre Pellice
3
f
13 febbraio 1987
fede e cultura 3
UN OPUSCOLO DELLA SOCIETE BIBLIQUE SUISSE
Olivétan: celui qui fit passer
la Bible d’hébreu en français
PER IL CENTRO DI STUDI «G. GANGALE »
La parlata dei
calabre - valdesi
Esattamente 452 anni fa, ai
primi di febbraio, Olivetano scriveva in calce alla prefazione della sua traduzione della Bibbia:
Des Alpes ce XII février 1535.
A commemorazione deH’awenimento, anche se, per vari contrattempi, con un anno di ritardo, la Société Biblique Suisse di
Bienne ha pubblicato, nel 1986,
un elegante opuscolo di 40 pagine, in 4", illustrato, col titolo di
cui sopra.
Dopo rintroduzione del pastore Jean Claude Dony, della Soc.
Biblique Suisse, il volume inizia
con uno scritto postumo; « Louis
Olivier, dii Olivétan » di Henry
Meylan, scomparso alcuni anni
fa, ben noto anche fra noi per
aver spesso fatto parte del Comitato organizzatore dei Convegni di Studi sulla Riforma e i
movimenti religiosi in Italia patrocinati ogni armo dalla Società di Studi Valdesi.
Segue il testo introduttivo di
Calvino a questa traduzione, il
così detto « privilegio », in latino neU’originale e qui tradotto in
francese a cura di Bernard Roussel, indi, sia in facsimile in caratteri gotici che in una trascrizione in caratteri romani con note
a margine per la comprensione
delle parole cadute in disuso, la
prefazione dell’Olivetano: « P.
Robert Olivétanus Vhumble et
petit translateur, à l'Eglise de
Jésus Christ. Salut ».
Quindi un approfondito studio
di Dominique Berthélemy di Friburgo sulla traduzione, sulle
fonti, sulla personalità di Olivetano e sulle vicende relative a
questa prima edizione del 1535.
Infine, Bernard Roussel in « Un
Chant du Serviteur dans la Bible d’Olivétan » esamina il me
todo di lavoro e le particolarità
della traduzione.
Chiude il libro una sinossi
comparativa del testo di Isaia
52: 13-53 nelle dodici traduzioni
francesi apparse fra il 1530 e il
1983 (cioè dalla traduzione di
Jacques Lefèvre d’Etaples, che
Olivetano utilizzerà nel 1535, fino alla attuale « traduzione in
francese corrente »).
O.C.
PER CAPIRE MEGLIO
Lo Stato d'Israele
Sulle vicende che riguardano
lo Stato d’Israele, la questione
palestinese e il conflitto medioorientale, « chi legge è sempre
coinvolto sia dal punto di vista
politico che emotivo ». A partire
da questa constatazione, non ovvia, Nicola Garribba ha pubblicato, a fine 1983, uno strumento
di comprensione « al di là dei
pregiudizi ». Certamente l’autore ama Israele, ma non si nasconde contraddizioni e difficoltà, non ignora il problema
palestinese, non rinuncia alla
speranza.
Soprattutto, molte schede, mol
ALL’UNIONE CULTURALE DI TORINO
Dialogo tra
cristiani e marxisti
Presso l'Unione Culturale Franco Antonicelli, a Torino, giovedì
29 gennaio, vi è stato un incontro
sul tema -« Un confronto tra marxismo e cristianesimo — l’uomo,
il lavoro, l’etica, l’individuo », riflessione sul colloquio organizzato a Budapest dalT8 al 10 ottobre
1986 dall’Accademia Ungherese
delle Scienze e dal Segretariato
Vaticano per il Dialogo con i Non
Credenti.
Ha presieduto il dibattito Gian
Mario Bravo, delTUniversità di
Torino.
Sono intervenuti Vittorio Possenti, deirUniversità cattolica, relatore a Budapest; Aldo Zanardo,
dell’Università di Firenze, direttore di Critica marxista; Sergio
Ribet, pastore valdese, direttore
del Centro Ecumenico di Agape;
Giovanni Franzoni, redattore di
Com-Nuovi Tempi; Giuseppe Pirola, S.J., dell’Aloisianum di Gallarate.
Possenti ha dato un rapido
quadro dei lavori di Budapest:
importanti perché coinvolgevano
marxisti dell’est, facendo riferimento all’etica, senza tentazioni
manicheiste, e lavorando sulla
comune filosofia europea, terreno
d’intesa non indifferente.
Per i vostri acquisti
Librerie Claudiana
• TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, 7
Tel. (0121) 91422
• TORINO - Via Principe Tommaso, 1
Tel. (Oli) 66924S8
• MILANO - Via Francesco Sforza, 12/A
Tel. (02) 79.15.18
te informazioni, molti dati, perché il lettore possa districarsi
nella complessità della situazione senza semplificazioni controproducenti.
Un altro dei bei libri degli
Editori Riuniti, nella collana
« Libri di base », che dovrebbe
essere letto e meditato, anche
da chi non dia interpretazioni
completamente coincidenti con
quelle dell’autore.
S.R.
* NICOLA GARRIBBA: Lo Stato d'Israe.
le. Nascita, istituzioni e conflitti dai
1948 a oggi. Editori Riuniti 1983, pp.
160.
E' la relazione presentata dal
prof. Genre al Convegno di Catanzaro (11-14 ottobre 1985) su
« Valdismo e Valdesi in Calabria » organizzato dal « Centro
di Studi Giuseppe Gangale », relazione che figurerà anche negli
atti di questo congresso, in corso di pubblicazione, ma che è
intanto apparsa sul Bollettino
dell’A.L.I. dato il suo preminente interesse linguistico.
Genre passa in esame le varie
ricerche che sono state fatte ormai da oltre un secolo sulla parlata di Guardia, la cui matrice
occitana viene riconosciuta da
tutti, ma la localizzazione dell’origine dà luogo a controversie. Mentre una prima ipotesi la
collegava con Angrogna, altri
propendono per Bobbio, oppure
Val Chisone.
Né d’altra parte l’onomastica
può essere di aiuto poiché anche
se una buona parte dei cognomi
guardioli corrispondono a quelli
delle Valli Valdesi, molti altri,
anche se di derivazione occitana, appartengono ad aree più
vaste.
Anche nel costume quello guardiole non ha analogie né somiglianze con quello delle Valli
Valdesi e, se mai, ha qualche cosa in comune con quello dell’alta Val Varaita.
Una raccolta sistematica del
lessico, uno studio delle regole
morfosintattiche e del sistema
fonologico e un inventario toponomastico potranno forse permettere di risolvere in avvenire
il problema.
Che non tutti i valdesi di Calabria provenissero dalle Valli
Valdesi risulta anche da una postilla che Genre appone a questo
suo studio, per segnalare quanto scritto in proposito da G. Audisio nel suo volume « Les Vatidois du Luberon » apparso troppo tardi perché egli abbia potuto avvalersene nella sua relazione.
A questo proposito segnalerei
anche una pubblicazione che
sembra da pochi conosciuta, del
prof. Ernst Hirsch nel « Theologische Zeitschrift » di gennaiofebbraio 1983 (pp. 35-41) intitolata: « Naulisamentum navigii
pro Valdensibus » in cui ripiorta
e commenta il testo latino di un
contratto di noleggio da Marsiglia « ad partes regii Neapolis et
aia ad dictum locum de Paulo... »
di un gruppo di Valdesi provenzali.
Osvaldo Goisson
ARTURO GENRE; A proposito degli
studi sulla parlata e l’origine dei Caiabro-Vaidesi, in: Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano, Ili serie, dispensa n. 8-10, Torino 1986, pp. 5-25.
NEL MESE DI GENNAIO
Novità in libreria
Zanardo ha per parte sua rilevato l’importanza di questo dialogo
tra cattolici e marxisti, insistendo sul fatto che una visione realistica impone di parlare sempre
di più di una cultura comunista
piuttosto che di una filosofia marxista, nel tentativo di defilosofizzare il marxismo.
Nell’intervento di padre Pirola
è stato sottolineato il valore del
tema « coesistenza e cooperazione sociale », parole soppesate, di
fronte al crescente bisogno di etica che si dimostra importante anche per la politica: tema relativamente nuovo per il marxismo.
Per Franzoni, si trattava essenzialmente di relativizzare l’incontro di Budapest, tardivo ner certi
aspetti, e di interrogarsi sul come poteva essere recepito questo
dialogo tra protagonisti del
« nord » del mondo dai rappresentanti del « sud ».
L’intervento di Ribet ribadiva,
accanto ad alcuni aspetti positivi,
anche le ambiguità del dialogo:
spesso i cattolici si sono posti come interpreti di tutta la cristianità, abbondando in ottimismo antropologico, ignorando la cristologia e la storia della chiesa al di
fuori dei propri confini.
Iniziamo con questo numero
una nuova rubrica di segnalazione delle novità librarie. Si tratta di un elenco dei libri disponibili nel mese nelle principali librerie. Chi fosse interessato all'acquisto e non li reperisse nella propria città può anche rivolgersi alle librerie Claudiana.
NARRATIVA
Sven HASSEL: Il coimmissario. Longanesi, L. 20.000
Emilio RAVEL; Il diavolo a Firenze.
Mondadori, L. 18.000
Piero CHIARA; Saluti notturni da Passo della elsa. Mondadori. L. 19.000
Ray BRADBURY: Morte a Venice. Rizzoli, L. 22.000
Ingeborg BACHMANN; Malina. Adelphi,
L. 20.000
Francesca DURANTI: Lieto fine. Rizzoli, L, 20.000
Stan LEE: L’enigma. Rizzoli, L. 24.000
Aldo BUSI: La delfina ibizantina, Mondadori, L. 22.000
Harold ROBBINS: La passione di Joe
Crown. Mondadori, L. 22.000
Antonio AMURRI: Più di là che di
qua. Mondadori, L. 18.000
William MASTROSIMONE: Estremi.
Guanda, L. 12.000
Giovanni RUFFINI; Il dottor Antonio.
Sellerio, L. 15.000
Fred UHLMAN; Niente resurrezioni
per favore. Guanda, L. 12.000
SAFFO: Frammenti. Guanda, L. 22.000
Marguerite DURAS: Testi segreti. Feltrinelli, L. 9.000
Jorge DE SENA: Il medico prodigioso.
Feltrinelli, L. 13.000
Paul ERDMAN: Il panico dell’89. Mondadori, L. 22.000
Kitty KELLEY: A modo suo (autobiografia di Frank Sinatra). Longanesi, L.
25.000
PU Yl: Sono stato imperatore. Bompiani, L. 20.000
Anita BROOKNER: Guardatemi. Serra
e Riva, L. 18.000
Ingeborg BACHMANN: Poesie. Guanda,
L. 18.000
Peter HEIN: La clinica della Foresta
Nera. Rizzoli, L. 22.000
Nicholas FILEGGI: Il delitto paga bene.
Rizzoli, L. 22.000
Clive CUSSLER: Missione « Eagle ».
Rizzoli, L. 25.000
D. KINCAID: Nonostante l’evidenza
delle prove. Rizzoli, L. 23.000
Guido CERONETTil; Compassioni e disperazioni. Einaudi, L. 20.000
Marina JARRE: I padri lontani. Einaudi,
L. 18.000
Primo LEVI: Vizio di forma. Einaudi,
L. 16.000
Claude SIMON: La battaglia di Parsalo. Einaudi, L. 14.000
Umberto SABA: Antologia del « Canzoniere ». Einaudi, L. 14.000
NARRATIVA - Edizioni economiche
Wolfgang GOETHE: Faust e Urfaust.
Feltrinelli, 2 voli., L. 28.000
Jorge AMADO: Terre del finimondo.
Bompiani, L, 7,500
Hermann HESSE: Gertrud. Mondadori, L. 7.000
Saverio STRATI: il selvaggio di Santa
Venere. Mondadori, L. 7.000
Stephen KING; La zona morta. Mondadori, L. 8.000
Marie CARDINAL: La trappola. Bompiani, L. 6.000
Joseph ROTH: Confessione di un assassino. Bompiani, L. 6.000
Heinz G. KONSALIK: Dieci vite vendute. Rizzoli, L, 9.500
SAGGISTICA varia
Elisabeth BADINTER: L’uno e l’altra
Longanesi, L. 20.000
Umberto GALIMBERTI: Gli equivoc
dell’anima. Feltrinelli, L. 30.000
Rossana ROSSANDA: Anche per me
Feltrinelli, L. 20.000
Paolo VALORI; Il libero arbitrio. Riz
zoli, L. 18.500
Harold S. KUSHNER: La felicità gior
no per giorno. Rizzoli, L. 18.500
Ludwig WITTGENSTEiN: Diari segre
ti. Laterza. L. 14.000
Enrico BAJ - Renato GUTTUSO: Fanta
sia e realtà. Rizzoli, L. 20.000
Antimo NEGRI: Hegel nel Novecento
Laterza, L. 15.000
Stephan KORNER: Kant. Laterza, L
15.000
FILORAMO: L'attesa della fine. Storia
della gnosi. Laterza, L. 25.000
Henri-Charles PUECH: Le religioni del
mondo classico. Laterza, L. 35.000
Walter BURKERT: Mito e rituale in
Grecia. Laterza, L. 35.000
John ZIMAN: Il lavoro dello scienziato. Laterza, L. 28.000
Guido GEROSA: Il generale. Eri-De
Agostini, L. 25.000
Sofia VANNI-ROVIGHi: Introduzione a
Anseimo d'Aosta. Laterza, L. 15.000
Etienne GILSON: Eloisa e Abelardo.
Einaudi, L. 20.000
Jean BAUDRILLARD: L’America. Feltrinelli, L. 10.000
Paul BOUISSAC: Circo e cultura. Sellerio, L. 20.000
Silvio CECCATO: La fabbrica del bello. Rizzoli, L. 20.000
Paul FROLICH: Rosa Luxemburg. Rizzoli, L. 10.000
Roberto FIESCHI: Scienza e guerra. Editori Riuniti, L. 15.000
Rudolf ARNHEIM: La radio. Editori
Riuniti, L. 12.000
Ernesto RAGIONIERI: Storiografia in
cammino. Editori Riuniti, L. 22,000
Ugo RUBEO: Mal d’America. Editori
Riuniti, L. 16.500
Cesare CASES: Patrie lettere. Einaudi, L. 18.000
Werner BEIERWALTES: Platonismo e
idealismo. Il Mulino. L. 24.000
Claudio FICOZZA: La moneta. Editori
Riuniti, L. 8.500
Henri FOCILLON: Vita delle forme. Einaudi, L. 8.500
Alberto COSTA - Maria PACE: I tumori, Editori Riuniti, L. 8.500
Giuseppe PALLADINO; Il capitalismo
vincerà? Ediz. Sole 24 ore, L. 30
mila
Franco MORGANTI: fi paese di Brambilla. Ediz. Sole 24 ore, L. 18.000
Vittorino COLOMBO: La Cina verso il
20CO. Ediz. Sole 24 ore. L. 28.000
Eadmero di CANTERBURY: Vita di
Sant’Anselmo. Jaca Book, L. 19.000
W.G.L. RANDLES: Dalia terra piatta al
globo terrestre. Sansoni, L. 18.000
Matteo VERCELLONI: Il paradiso terrestre. Jaca Book. L. 42.000
Vladimir JANKELEVITCH: fi paradosso
della morale. Hopelfulmonster, L.
25.500
RELIGIONE
I Vangeli Apocrifi. Einaudi, L, 55.000
(Collana Millenni]
Albert SCHWEITZER: Storia della ricerca sulla vita di Gesù. Paideia,
L. 70.000
Il libro Resonance di Rina L, Caponetto (recensito sul n. 3 dell'Eco-Luce)
è distribuito dall'editrice Claudiana ed
è disponibile presso le Librerie Claudiana di Milano, Torino, Torre Pellice.
A cura della
Libreria Claudiana di Torino
4
4
ecumenismo
13 febbraio 1987
IN MARGINE AL COMITATO CENTRALE DEL CEC
FRANCIA
L’impegno ecumenico
dei cristiani di Ginevra
Rinnovo delle
cariche alla
Federazione
Solenne scambio di impegni tra le chiese di
testimonianza - Adesione della chiesa valdese
Ginevra nel campo della solidarietà e della
- Un passo in avanti su un cammino comune
La cattedrale di St.-Pierre a Gine<vra era gelida la sera del 18
gennaio, ma l’atmosfera snirituale che vi regnava era tra le più
fervide ecumenicamente di questi ultimi anni. Diversi elementi
hanno concorso a dare alla lunga celebrazione di quella sera
una particolare solennità.
Si era all’inizio della settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani; il Comitato Centrale del
Consiglio Ecumenico delle Chiese
sedeva in quei giorni a Ginevra
ed era presente in massa con i
suoi 150 membri di tradizioni e
paesi diversi; si ricordava l’anniversario del primo culto ecumenico tenutosi in quella stessa cattedrale 41 anni fa; infine si trattava di dare una risposta alla sfida lanciata pochi mesi prima da
Franz Murbach a tutte le chiese
cristiane di Ginevra.
Murbach è prete della piccola
comunità « vecchio-cattolica » di
Ginevra, ed è al tempo stesso il
presidente del « Btassemblemént
des Eglises et Communautés
Chrétiennes de Genève » (RECG),
l’organismo consultivo di tutti i
grulli cristiani presenti sul suolo ginevrino.
Proiettati verso
il futuro
Nel novembre scorso, come abbiamo raccontato su questo giornale poche settimane or sono, si
concludevano al Palazzo delle E- ’
sposizioni le celebrazioni del 450°
anniversario della Riforma a Ginevra con un grande culto e una
serie di studi e di lavori proiettati verso il futuro: « cristiani per
il 2000 » ne era infatti il titolo generale. In quella circostanza Murbach aveva lanciato un appello a
tutte le chiese ginevrine: i« Quale seguito pratico volete dare alle
aspireizioni profonde che abbiamo vissuto insieme...?».
Il culto ecumenico del 18 gennaio era l’occasione per dargli
una risposta. Infatti il punto centrale è stato appunto la lettura
delle dichiarazioni delle varie
chiese. Se tutte e ciascuna avessero dovuto fare un intervento
sarebbero stati più di venti, perciò sono state raggruppate per
famiglie confessionali, e la chiesa
valdese di Ginevra aveva aderito
alla dichiarazione elaborata dalla
Chiesa Nazionale Protestante gi
AVVIATO UN LUNGO CAMMINO
Ecumenismo
in Basiiicata
E’ stata una battaglia vinta.
Dopo anni di presenza e di testimonianza, anni caratterizzati
da una fede ecumenica che più
volte ha sollecitato la diocesi di
Melfi-Rapolla-Venosa a non vivere più per se stessa e a non considerare Dio e la chiesa come
proprie prerogative, finalmente il
muro dell’indifferenza tra cattolici e protestanti è stato in più
punti perforato.
Che cosa si può dire di questa
terra di Basilicata, dove ognuno
— associazioni, partiti e singoli
cittadini — procede per sé, dove
il dibattito e il confronto tra
forze sociali, politiche e religiose
stenta ad avviarsi? In un ambiente culturale ancora così
chiuso un ecumenismo che non
attende, ma che, anzi, sollecita,
bussa e sprona, è non solo una
carta vincente nei rapporti tra
chiese cristiane, ma anche un
punto di rottura del quadro culturale dominante. In una diocesi come quella in cui sorgono le
chiese metodiste di Rapolla e Venosa, chiusa in se stessa e sbilanciata a risolvere questioni interne, l’invito espresso dagli evangelici a cercare di rifondare
in Cristo il rapporto tra le chiese, è stato significativo.
Si sono gettate le basi per un
cammino ecumenico tra la genie e per la gente, voluto, ricercato, costruito e per molti cattolici novità assoluta. Sono state vive infatti le domande e la
curiosità di fronte ad una semplice diversità architettonica, un
tavolo con al centro una grande
Bibbia.
Quale meraviglia nell’incontrare chi per anni hai considerato
aderente ad una setta, fratello
separato, ed ora si rivela invece
chiesa vivente nella forza dello
Spirito Santo, del canto, della
preghiera, dell’evangelo annunziato, dell’ecumenismo, vissuto
secondo un’impostazione che non
nasconde le diversità esistenti,
ma le evidenzia e per questo
crea confronto, dibattito.
Anche in ambito evangelico si
sono riscontrati i frutti di una
comune edificazione. Nell’uscire
dal proprio orticello non solo si
è riflettuto sulle possibili strumentalizzazioni, ma anche sulla
necessità di essere meno superbi, nel lasciarsi rifondare dall’incontro con l’altro.
E’ difficile dire quanti frammenti di umanità si sono incontrati: dopo una serie di incontri, in modo particolare a Venosa, si sta per costituire un
gruppo interconfessionale di studio biblico; inoltre, in assemblea,
è stata ravvisata l’esigenza di
formare un comitato per esaminare le questioni politico-amministrative del comune.
Nell’ambito delle iniziative da
avviare è prevista l’organizzazione comune di manifestazioni contro il regime sudafricano dell’apartheid.
Siamo certi che questo inizio
di rapporti tra cattolici e protestanti in questa parte della Basilicata non verrà bloccato dal rilancio della mariologia in ambito cattolico, anzi sarà previsto
un riesame comune del ruolo di
Maria nel contesto della storia
di Dio in mezzo agli uomini.
Occorrerà non sottovalutare eventuali difficoltà di percorso,
l’ecumenismo in questa zona interna del meridione è tutto da
costruire, ma tra 1 vari fronti
in cui da anni ci si trova impegnati con riflessione teologica e
crescita comunitaria, quello ecumenico, da tempo sollecitato, è
oggi avviato.
Francesco Carri
Ginevra — Aldo Comba e Marc Winiger.
nevrina, non senza aver suggerito
qualche elemento di contenuto
universalista.
« Siamo d'accordo di sentirci
solidali con le altre chiese — ha
zioni inter comunitarie che possiamo far nostre in uno svirito realmente fraterno ». Aldo Comba
La Federazione protestante
francese ha provveduto al rinnovo delle sue cariche. Il pastore Jacques Maury, attuale
presidente, rimarrà in carica fino a luglio, quando verrà rilevato da Jacques Stewart; di ascendenza scozzese da parte di
padre, ma valdese da parte della madre, Stewart è nato a Cannes ed ha studiato a Montpellier
e negli USA prima di esercitare
il proprio ministero a Strasburgo
e a Nancy oltre che come cappellano in carcere. A 50 anni,
Stewart è il più giovane presidente della Federazione, e ancora più giovane (35 anni) è il
nuovo segretario, Louis Schweitzer, che succede al pastore Pierre Chrétien. Battista della Dordogna, Schweitzer ha studiato
a Vaux-sur-Seine e a Parigi, per
occuparsi poi della chiesa battista di Lille. Ultimamente tuttavia era tornato come professore alla facoltà di teologia evangelica di Vaux. Conoscitore
di L. Boff e di altri teologi della liberazione, si ispira anche
alla vita delle comunità di base: «La situazione di dispersione — ha detto — ci obbliga a
considerare delle nuove forme
di Chiesa... Una situazione che
permette l’espressione più concreta del sacerdozio universale ».
detto solennemente Marc Winiger, presidente del ’’Conseil Exécutif” della Chiesa di Ginevra —
e vogliamo favorire la testimonianza comune, camminare insieme verso l'unità che ci è promessa, aprirci a tutti quelli che hanno fame e sete di giustizia,
d'amore e di pace ».
Poi ha aggiunto: « In concreto,
con l'aiuto di Dio e in uno spirito
di rinnovamento, voeliamo vivere la realtà dell'Evangelo in mezzo alla povolazione di questa regione, senza dimenticare il contesto della Chiesa universale... ».
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Susamie Labsch
Spagna: unica intesa
per le chiese
protestanti
Comprensione,
concertazione,
apertura
Con accenti diversi tutte le altre chiese ginevrine, i luterani,
gli anglicani, i vecchio-cattolici, i
cattolici romani, gli armeni, gli
ortodossi, gli evangelici fondamentalisti, si sono in vari modi
impegnati alla collaborazione e
aH’informazione reciproca, a lon
prendere delle iniziative unilaterali senza previa concertazione
con gli altri. Le comunità più piccole hanno reclamato massiore
comprensione, le più grandi hanno voluto in qualche modo uscire dal chiuso dei problemi puramente ecclesiastici, per aprirsi al
contatto con la cittadinanza in
generale, una cittadinanza oggi
molto largamente secolarizzata.
Non si è trattato di una pura
e semplice lettura di nove dichiarazioni una dopo l’altra. Ciascuna di esse era solennemente ricevuta da un qualificato rappresentante ecumenico che ne prendeva
atto, rendendo l’ecumene intera
testimone di onesta volontà di
collaborazione tra le chiese locali.
La celebrazione si è conclusa
con un ricevimento offerto a tutti
gli ospiti ecumenici dalle autorità civili di Ginevra. Il significato
della cerimonia si potrà valutare
solo fra nualchs mese: si potrà
vedere allora se si è trattato di
un atto formale senza conseguenze, oppure se effettivamente le
varie comunità cristiane di Ginevra avranno dimostrato la capacità — come ha suggerito Marc
Winiger — di « rafforzare tutti
quei contatti e quelle concerta
(nev) — In Spagna le intese
delle chiese evangeliche con lo
Stato non avverranno con ciascuna chiesa presa singolarmente, ma con un unico organismo
che le raccoglie; è ciò che il governo spagnolo ha comunicato
alle chiese protestanti, giuridicamente indipendenti.
Tale organismo sarà la «Federazione degli enti religiosi evangelici di Spagna », costituita
il 12 novembre 1986 davanti ad
un notaio, che ha chiesto al Ministero della giustizia spagnolo
il suo riconoscimento legale, secondo i termini della legge sulla
libertà religiosa del 1980. In
senso stretto, non si tratta di
una Federazione di chiese, ma
di uno strumento giuridico per
permettere alle chiese di stipulare accordi con lo Stato. La
legge sulla libertà religiosa precisa che deve trattarsi di chiese
che abbiano un « radicamento
notorio » nel paese.
La nuova Federazione succede
alla vecchia Commissione di difesa evangelica spagnola, che
per più di trent’anni ha coordinato gli sforzi delle chiese evangeliche del paese in difesa dei
loro diritti e delle libertà religiose. Ne fanno parte chiese riformate, battiate, dei Fratelli,
pentecostali, indipendenti e avventiate.
olandese raccoglie circa il 65“/
dell’intera popolazione bianca
sudafricana, e ha dato un con
tributo per giustificare teologicamente la politica della segregazione razziale. A lei si deve se
si sono formate quattro chiese
riformate: una per i bianchi,
un’altra per i neri, una terza per
i meticci, ed una quarta per gli
indiani.
Problemi
nelle chiese africane
(soepi) — La Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa
(CCTA), con sede a Nairobi, e
nella quale sono presenti 137 denominazioni diverse, è in difficoltà. Il suo segretario generale, Maxime Rafransoa, ha dato
le dimissioni per divergenze col
Comitato esecutivo. Al suo posto il Comitato generale ha nominato James Kangwana.
Fine ai processi
contro i torturatori?
Chiesa riformata
olandese:
crisi in Sud Africa
(soepi) — La chiesa riformata
olandese (NGK) bianca del Sud
Africa è in grave crisi: una parte dei suoi membri minaccia la
scissione se sarà consentito a
negri, meticci ed asiatici di farne parte. La chiesa riformata
(soepi) — Il Movimento Ecumenico per i Diritti Umani
(MEDU) in Argentina ha dichiarato la propria contrarietà nei
confronti del progetto di legge,
presentato recentemente dal governo di Alfonsin, che vorrebbe
chiudere i processi contro i responsabili di torture e sparizioni durante il regime militare. Secondo il MEDU in tal modo si
violerebbe la Costituzione, perché si stabilirebbe una diversità
di trattamento tra cittadini. Non
solo, ma si finirebbe cosi per
« premiare » responsabili di atroci delitti e, inversamente, per disprezzare quanti hanno avuto il
coraggio di portare una testimonianza autentica per scoprire
la verità sulle migliaia e migliaia di persone sparite, torturate, assassinate, sul rapimento
dei bambini, compiuto durante
gli anni della dittatura.
5
F
13 febbraio 1987
prospettive bibliche 5
SAPIENZA
DEI PROVERBI a
Banali, questi
Proverbi?
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Malgrado i reiterati consigli
dei Proverbi, mi sono appena
preso un’ arrabbiatura nera.
Nessuno si preoccupi, però, ero
solo nel mio studio, e nessuno
ne ha fatto le spese. Stavo appunto leggendo un commento
ai Proverbi. E l'autore non si
accontentava di dire che alcuni
di essi erano poco originali — il
che è vero —, ma aggiungeva,
con un certo disprezzo, che questi (tanto per fare un esempio
di... testo-pretesto: Prov. 10: 4)
contenevano la « religione del
”st” ». So fin troppo bene, da
vecchio pastore, ciò che spesso
si nasconde dietro il « si », per
non reagire e per non aver voglia di scrivere a quell'esimio
esegeta qualche riga virulenta...
Poi, calmandomi, mi son detto che forse era peccato che non
approfittaste, con minore rabbia, di ciò che avrei voluto scrivere a lui.
Crede forse — sapiente ed
erudito com'è, del resto — di
non essere mai, anche lui, quel
« si » che disprezza un po', o
molto? Non ha forse mai riportato, anche lui, un « si dice »
senza verificarlo, nella sua chiesa, nella sua famiglia, nel suo
paese? Non c’è forse sempre in
noi tutti, senza scampo, una
parte di « si », nella quale « si »
condividono le parole, le idee,
il modo di vedere le cose, di pensare del « si », cioè dell'Homo
vulgaris, dell'uomo qualunque,
di me e di te?
Oppure crede forse che la
sua scienza o la sua comprensione, la sua perspicacia o le sue
virtù lo facciano sempre sfuggire al gregge di pecore del « si » ?
[La cosa mi stupirebbe, perché
l'ho spesso sorpreso — e va benissimo — a ripetere ciò che gli
altri esegeti — il « si » — avevano detto].
Ancora, crede forse che un testo, per essere buono, debba
trasportarci sulle vette, sfuggire
sempre all'evidenza, celare nuove sottigliezze accessibili ai soli
sapienti (e per di più esegeti)?
Condanna dunque a priori quel
che è banale?
Ecco la parola fatale: banale.
« Si » è in molti a credere che la
salvezza, la Bibbia, la fede non
riguardano la banalità. E « si » è
pure in molti a torturarci le me
Se avete gustato, la scorsa settimana, alcuni spunti che l’esegeta e predicatare riformato francese trae da testi dei Proverbi, ecco un’altra ”portata , che ancora riprendiamo dal settimanale francese « Réforme ». Ricordiamo che ri-traduciamo dal francese la traduzione originale che
1 autore dà dei testi biblici; i lettori la potranno utilmente confrontare
con le traduzioni, in italiano o in altre lingue, delle quali dispongono: un
confronto che è sempre molto utile e interessante e forse, talvolta, sconcertante.
a cura di GINO CONTE
ningi e a ingegnarci a tirar fuori qualcosa di « non banale »,
di straordinario, di « super »,
di... etc. etc. Il che, data l'usura
delle parole e delle idee, è il
modo migliore per ritrovare la
banalità, sul pulpito o in un
giornale.
Vorrei predicare qui affinché,
di tanto in tanto (non ho scritto: « sempre »), « si » ritrovi
con piacere il banale, anche sul
pulpito, Fordinario, anche negli articoli, persino il « volgare »
(nel vero senso del termine, che
non è esattamente il suo senso...
banale). Perché la salvezza portata da Gesù Cristo è la salvezza dell’uomo banale, per l'uomo
di tutti i giorni, nella vita di tut
ti i giorni. Ci rassicura e conforta — « noi-tutti-i-”5Ì” » che costituiamo la folla (vulgus) di
quelli ai quali Egli parlava... e
parla ancora — il fatto che Gesù comincia sempre a parlare a
« si » e di « si »: « Che cosa si
[la gente] dice di me? » (Marco
8: 27). Non lo « si » deve dimenticare!
Dopo, ma soltanto dopo... le
cose si guastano: « Ma voi, chi
dite che io sia? ». Il cristianesimo è lì, in questo passaggio dal
« si » al « ma voi...? ». E continua e si compie, chiaro come le
trombe del giudizio, nel « Tu, tu
sei il Cristo » (Marco 8: 29).
« Si »... Ma voi...? Tu!
Ed è detto tutto.
Il grande perdono
« Nascondere un'offesa, è
volere l’amicizia; tornare
su una questione, divide i
compagni »
(Proverbi 17: 9)
Se c’è un gesto sul quale la
Sapienza insiste, è questo: « gettare il mantello di Noè ' sugli
errori degli altri » (cfr. Prov.
10: 12 e parecchi altri, vedere
anche l’enigmatico 25: 21-22,
che Paolo riprenderà... a modo
suo in Romani 12: 20). Ma questo gesto è interessante per un
altro motivo, perché uno dei
grandi messaggi della Torah è
che Dio, anche lui, copriva, nascondeva le nostre offese, al
punto di seppellirle nel perdono. E il Jom Kippur è il giorno
del grande Perdono, del grande
seppellimento delle colpe del
popolo d'Israele. Facendo, questo, Dio « voleva l’amicizia (del
suo popolo) ».
Notiamo che è singolare vedere coincidere a tal punto la Sapienza e uno dei momenti essenziali della fede israelita (è
del resto lo stesso versetto che
si trova nel Salmo 32: 1 c). Ma
vi è anche coincidenza con il
Nuovo Testamento e in particolare con Luca 16, dove 1’« economo ingiusto » nasconde e dimentica (parzialmente!) i debiti
(offese) per « farsi — anche lui
— degli amici ». La stessa cosa
ritroviamo in Paolo, in I Corinzi 13: 7a dove la cosa più semplice è leggere: « l’amore nasconde tutto». E in I Pietro 4: 8.
In ogni caso l’amicizia, e l’amofe, non possono vivere che di
perdono. Che non vuol sempre
dire il silenzio assoluto.
Allora la seconda parte del
versetto c’illumina. Non si possono seppellire le cose, e anche
gli errori, così, come se nulla
fosse. Bisogna sapere che cosa
si seppellisce! Perciò l’Israelita
faceva una confessione (probabilmente semi-pubblica) dei suoi
errori (cfr. ancora il Sai. 32). E
in certe circostanze possiamo
essere spinti a rivelare un errore. La colpa non sta nel portare
alla luce, la colpa starebbe nel
ritornarci e nel ripeterla. Proprio come Dio mette in luce una
volta per tutte ciò che vuole
seppellire nella morte definitiva,
quando muoviamo un rimprovero dev’essere per seppellirlo
una volta per tutte.
L’amicizia e l'amore più grandi non resisteranno mai alle recriminazioni senza fine. La domanda è dunque una sola:
« Vuoi essere amato? ».
^ C’è qui un riferimento a Genesi 9: 23 (n.d.r.).
C'è un limite
anche al limite
« Non spostare i confini
che son sempre stati fissati, perché i tuoi antenati
li avevano stabiliti »
(Proverbi 22: 28)
I confini che delimitavano i
campi e le proprietà erano sacri,
e in Mesopotamia addirittura
divinizzati. Questo carattere sacro dei confini (che facevano
pensare a quelli che Dio aveva
posto al mondo per interdire all’uomo di « divagare ») impediva agli uomini senza scrupoli di
spostarli a proprio profitto:
avrebbe voluto dire attentare
alla divinità e attirarsene la maledizione. Si noterà però che nel
nostro proverbio non si parla
di Dio, ma degli antenati, i quali
nella loro saggezza hanno assicurato la tradizione catastale,
l’ordine sociale e il rispetto delle
proprietà.
E’ chiaro che questo proverbio, con la magia che vi soggiace (e che esso rivela), era destinato a proteggere l’uomo pacifico e onesto, e forse i deboli, contro i violenti e i ladri. Ma
questa intangibilità dei confini
(che un giorno si chiamerà « laproprietà-di-diritto-divino ») si
trasformerà nella protezione dei
ricchi proprietari e dei loro latifondi (Isaia 5: 8, che del resto
protesta, eccome!).
Sicché questo proverbio si rovescerà nel suo opposto. Nato
per garantire una certa « uguaglianza » di chances, di possibilità, servirà a giustificare, addirittura a « divinizzare » e a coprire col diritto divino le peggiori disuguaglianze. Sorte strana della parola, e forse di ogni
parola, che può, un giorno, servire a rendere giusto ciò che in
origine denunciava come ingiusto. L’uomo riesce sempre a rovesciare la parola nel suo contrario. E’ per questo che deve
sempre essere ripresa, restituita
a se stessa, « ricompresa ». Ed è
per questo che ho ripreso questo detto: ciò che hanno detto o
fatto gli « antenati » dev'essere
rispettato, mai congelato, tanto
meno divinizzato.
« Il ne faut pas dépasser les
bornes, ni être borné ». Non bisogna superare i limiti, né essere limitati, gretti, coi paraocchi.
Alphonse Maillot
6
6 obiettivo aperto
Solidali
nelle
promesse
di Dio
di Frank G. Gibson
« Nella rinascita spirituale che è in corso, non sarà questa volta il messaggio di Paolo a galvanizzare gli animi, come
nella Riforma e nel revival di Wesley, ma la figura umana di
Gesù. Il suo insegnamento sulla non-violenza e sull’amare i
nemici avrà rilevanza preminente, non perché esso sia più
vero di qualunque altro, ma in quanto tale insegnamento è
la nostra migliore occasione di trasformare la corsa suicida
dell’umanità verso un genocidio globale.
La più importante domanda per un credente, oggi, non
dovrebbe più essere: ’’Come posso trovare un Dio clemente?”, ma: ’’Come posso trovare Dio nel mio avversario?”.
Quello che la colpa rappresentava per Lutero, per noi lo rappresenta il ’’nemico”: la sfida che può condurci a Dio.
Ciò che prima era un problema puramente privato — la
giustificazione per fede attraverso la grazia — è ora cresciuto nel nostro tempo fino ad abbracciare il mondo... La bomba può essere il solo stratagemma in tutto l’universo di Dio,
che sia in grado di costringerci a superare il nazionalismo e la
difesa contro gli altri, ed operare per la comunità globale ».
Walter Wink, Union Theological Seminary,
New York
(Tratto da Sojourners, novembre 1986).
Il punto di Walter Wink è questo: l'umanità è indivisibile; conoscere Dio include l’atto di abbracciare tutte le sorelle e i fratelli che ci fanno violenza e « minacciano la nostra sicurezza ».
Amore radicale. Discepolato « folle ». Mi ritornano alla
mente le parole dello scrittore americano nero: « Troveremo il coraggio di abbracciare il miracolo della nostra fratellanza globale, o periremo tutti? ».
Il discepolato ci lega al regno di Dio, che significa conversione dall'esistenza privata alla responsabilità pubblica
nella solidarietà, con i fini della giustizia e della pace di Cristo. Questa conversione non accade a individui isolati uno
dall’altro, ma nella solidarietà, facendosi gli uni agli altri
promesse che sono costituite dalla promessa di Dio (Efesini 2) che Cristo stesso è divenuto la nostra pace, rompendo
le barriere dell’estraniamento e coltivando una nuova umanità, per la quale conoscere Dio significa agire per il regno
di Dio e per la giustizia (Matteo 6).
In questo contesto l’AWS aiuta ad ampliare l’interesse
verso la pratica valdese-metodista del discepolato e ad avanzare una solidarietà nella missione tra le chiese americane e
le chiese valdesi e metodiste.
I punti chiave della spiritualità valdese e metodista —
la libertà di Cristo è adempiuta nella responsabilità, la speranza di Cristo è adempiuta nella solidarietà, la fede biblica
e la coscienza politica appartengono l’una all’altra — sono
una sfida ed una intuizione di una chiesa minoritaria a tutta
la chiesa, nel momento in cui essa lotta per discernere la via
di Cristo, in un mondo sconvolto dalla paura ed affascinato
dalle forze nefaste dell’età presente preda delle tenebre.
L'American Waldensicn !
Il bollettino diffonde notizie sui temi di discussione sinodaleanche
dei volontari in Italia e Uruguay e gli ormai numerosi genK)! dell
Il past. Frank G. Gibson è per
molti una faccia nota. Negli ultimi
anni è venuto spesso al Sinodo e la
sua presenza fattiva, la sua cordialità, la sua propensione ad ascoltare
ed a capire non sono certo passate
inosservate nei convulsi giorni sinodali. Frank Gibson è « executive director » dell’« American Waldensian
Aid Society » (AWAS = Società americana per l’aiuto ai valdesi). Ci tiene subito a dire che questa sigla,
coniata 80 anni fa, non la ritiene più
attuale, visto che il secondo A
( = Aid) suggerisce un paternalismo
che i membri dell’associazione ormai rifiutano. La vera sigla è dunque oggi AWS.
E infatti, sulla testata del bollet- ,
tino della Società che ho ora tra le
mani (8 pagine sobrie, ma di una
certa eleganza, fitte di notizie, fatti
e anche di foto significative sul Sinodo, sul nuovo moderatore, sui servizi di volontariato) non compare la
parola « Aid », anche se da ogni pagina traspare un interesse, una partecipazione, una comprensione per
la vita della Chiesa valdese che stanno a significare ben più di un aiuto.
— Pastore Gibson, qual è la funzione di questo bollettino, o, come
dite voi, « newsletter »?
— Il bollettino, pubblicato duetre volte l'anno, è il più importante
collegamento per raccontare le vicende valdesi e metodiste (VM), con
particolare riferimento all’oggi. Cerchiamo di fare in modo che anche
l’area rioplatense riceva una giusta
attenzione. Di tanto in tanto poi ci
ricordiamo anche che l’AWS è un
membro aU'interno della famiglia
delle associazioni che sostengono la
Chiesa valdese al di fuori dell’Italia.
Nel bollettino cerchiamo di alternare notizie sul Sinodo (di carattere nazionale o internazionale, quali
ad es.: pace e disarmo, solidarietà
verso il Terzo Mondo, Sud Africa,
immigrati, nuove chiese in sviluppo.
Mezzogiorno, Facoltà, educazione alla fede di comunità locali, ecc.) a notizie più specificamente locali o di
vita delle opere (quali l’ospedale di
Torre Pellice, la chiesa-santuario di
Catania, Radio Trieste Evangelica,
INTANTO PER IL 1989...
L’anno che segnerà il 300° anniversario del Glorioso Rimpatrio vedrà
probabilmente delle manifestazioni
anche negli Stati Uniti.
L'AWS sta infatti studiando di organizzare, in parallelo alle rievocazioni storiche che si svolgeranno in
Italia, una o più conferenze a livello
locale e nazionale sul significato che
ha l’eredità valdese per il discepolato
ed il ministero cristiano oggi. Per
questa ragione ha inviato pochi giorni fa a tutti i membri e simpatizzanti
statunitensi una circolare-questionario
per mettere meglio a fuoco quelli che
potrebbero essere i temi ed il programma degli incontri, le date e gli
aspetti logistici delle manifestazioni.
Un simile fervore di idee ed iniziative per il 1989 è uno sprone in
più per le celebrazioni che avranno
luogo al di qua dell’oceano!
Vasto e la sua diaspora, il S.A.S. della F.C.E.I., la vita delle chiese rioplatensi ecc.). Il nostro progetto è insomma quello di mettere a fuoco
una Chiesa, la cui realtà va ben oltre le sole Valli Valdesi.
— Come scegliete le notizie da
pubblicare?
— Noi cerchiamo di mettere in
luce sia le attività tradizionali, sia
quelle non tradizionali, e lasciamo
che ognuno poi si faccia la propria
idea del ministero VM, che comunque non è univoco.
Non vogliamo cioè restringere la
visione, limitandoci a dire agli americani che l'orientamento della maggioranza della chiesa VM è a sinistra, nel contesto della cultura italiana. La politica del consiglio direttivo dell’AWS è che compito dell'associazione sia quello di sostenere
una Chiesa che stabilisce da sola il
proprio orientamento; secondo questo punto di vista, dunque, il consiglio ritiene che l’AWS debba presentare un panorama completo di quelle che sono le priorità e le scelte
della chiesa VM.
— Ma l’AWS non fornisce solo notizie sulla Chiesa valdese, la sostiene anche con iniziative finalizzate e
con l’invio di volontari...
— Sì. L’apporto dei volontari AWS
nel 1986 è stato notevole, sia in Italia, sia in Uruguay. Ben 32 persone
sono venute chi alle Valli, chi a Napoli, Firenze, Trieste, Torino, Catania, Monteforte Irpino; altri sono
invece andati a Colonia Vaidense, in
Uruguay.
A questo proposito vorrei dire una
cosa che ritengo importante: le chiese e le opere che desiderano verificare la possibilità di avere con loro
dei volontari provenienti da chiese
americane, per l’estate o anche per
periodi più lunghi, sono pregati di
farlo sapere al moderatore.
Tra le iniziative finalizzate ricorderei, negli ultimi anni, quelle relative ad alcuni studenti della Facoltà
valdese di Roma che hanno studiato negli USA, in università episcopali, presbiteriane, metodiste.
Noi pensiamo che gli Stati Uniti
siano un posto interessante per studiare teologia, in quanto le teologie
della liberazione, delle minoranze,
della resistenza al militarismo e quella femminista sono tutte presenti. E
gli studenti possono trovare un ampio spettro di ministeri specializzati. L’AWS è costantemente alla ricerca di identificare seminari o università che possano offrire borse di
studio per studenti VM. Colgo l’occasione per rivolgere un caldo invito agli studenti stessi di prendere in
seria considerazione l’opportunità
di passare il « quinto anno » negli
USA.
D’altra parte l’invito non è solo
rivolto ai futuri pastori. Nel 1987
Giorgio Bouchard, Claudio ed Elsa
Martelli, Giuseppe e Daniela Platone verranno negli Stati Uniti. E l’anno che passerà il past. Platone rappresenta un’iniziativa comune dell’AWS e della Chiesa valdese di New
Pagine a cura di Roberto Giacone
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obiettivo aperto 7
INTERVISTA AL PAST. FRANK G. GIBSON
sia Society ha 80 anni
lodaleanche sugli avvenimenti a carattere locale e le opere - L’opera
i gemmi delle chiese italiane con le congregazioni statunitensi
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York. E noi siamo molto riconoscenti alla chiesa VM che ci invia queste sorelle e questi fratelli.
— Vi sono attività in cui sono impegnate ad un tempo comunità VM
e congregazioni d’oltreoceano?
— Circa 30 comunità VM sono
« gemellate » con chiese statunitensi, attraverso la Riverside Church
di New York (riformata e battista),
su problemi di pace e giustizia. Il
programma ha forse bisogno di es^
sere rafforzato da ambo le parti, ma
almeno Vintenio è chiaro, per lo
scambio di riflessioni ed azioni su
temi complessivi.
Ad es., lo scambio di considerazioni sull’inequivocabile 'no’ espresso dai vescovi metodisti americani
al deterrente nucleare o i documenti di studio presbiteriani sulla resistenza al militarismo: o ancora, da
parte VM le azioni sul disarmo, sul
Sud Africa e sui rifugiati saranno di
grande valore per le comunità « gemelle ».
Ciò naturalmente richiede un qual
che sforzo e una grande disponibilità al rischio. Ma questo è proprio
di ogni solidarietà significativa.
— Forse prima di chiudere questa breve intervista, Lei vuole aggiungere qualche parola personale,
a quanto ci ha già detto.
— Sì. Vorrei dire che è per me una
gioia lavorare con una Chiesa che
desidera pregare « ciò che lo Spirito
dice di dire », vivere una semplicità
personale e collettiva, praticare la
solidarietà con i poveri di questo
mondo.
Apprezzo la vostra battaglia per
portare sostanza nella retorica dell’evangelizzazione e per « costruire
una nuova speranza nel Mezzogiorno ». Spero che troverete tempo ed
energia per lavorare insieme e per
aiutare gli americani che verranno
in Italia a lavorare come volontari
o semplicemente come studenti e turisti. Si dovrà « scuotere » qualche
fastidioso preconcetto. Ma una solidarietà significativa nella missione
non richiede anche questo?
Chicago.
La chiesa di
Kenilworth
Union,
membro
deU’AWS.
A.W.S.: una sigla da ricordare
Nuove aree di intervento (problemi interni agli USA e Terzo Mondo) hanno parzialmente limitato il lavoro con le chiese europee - Nel progetto di rilancio sono previsti ulteriori scambi con volontari e con le comunità americane
L’American Waldensian Society
(AWS) venne fondata 80 anni fa. Oggi conta centinaia di membri attivi
tra individui e comunità. Negli anni precedenti la 2“ guerra mondiale
gli aderenti raggiunsero la eifra di
5.000, mentre le comunità assommavano a qualche centinaio.
L’avventurismo fascista, il declino delle « società missionarie » nell’America degli anni post-bellici, la
scomparsa delle tendenze anti-cattoliche, il coinvolgimento in problemi interni americani e soprattutto
il maggiore interesse per il Terzo
Mondo hanno fatto declinare, so
prattutto a partire dagli anni ’60,
l’interesse americano per le chiese
europee.
Di questi fattori anche l’AWS ne
ha risentito: il risultato è stato una
radicale contrazione dei membri della Società.
Attualmente il gruppo dirigente
dell'AWS sta attivamente lavorando
per un rilancio dell’associazione, ed
i suoi sforzi sono soprattutto diretti a:
— ampliare la solidarietà denominazionale con le opere valdesi e metodiste (VM);
— stabilire dei legami tra comu
nità protestanti americane e speeifiche opere VM;
— inviare giovani volontari a lavorare nell’ambito delle chiese VM,
nella speranza che al loro ritorno in
USA essi diventino a loro volta punti di riferimento per il lavoro dell’AWS;
— assistere i turisti americani
(molti dei quali sono protestanti e
più specificamente riformati e metodisti) nella scoperta della chiesa
VM, mentre sono in vacanza in Italia;
— rintracciare discendenti di origine valdese, residenti negli Stati
Uniti.
I membri dell’AWS — persone fisiche e comunità — contribuiscono
regolarmente all’associazione. Le
quote dei membri ed i proventi dei
fondi investiti dall’AWS permettono
all’associazione di inviare alla Tavola Valdese una somma consistente
per progetti finalizzati.
Molti membri dell’AWS sono vaidesi o di discendenza valdese, rintracciati un po’ in ogni parte degli
Stati Uniti. Alcuni sono invece approdati all’AWS dopo esperienze/
contatti con il mondo VM: Agape è
il luogo più comune di incontro.
Altri ancora hanno aderito all’AWS in quanto si identificano col
« taglio » della testimonianza VM e
desiderano aiutare una chiesa minoritaria, proprio perché essa possa
essere in grado di vivere nella coerenza della fede.
Programma deH'A.W.S.
Il comitato AWS in riunione. Da sin.: F. Gibson, L, Haines, G. Bowen, L. Jervis (v.-presidente), M. Robson, A. Janavel, P. Davit, M. Smith, R. Lamont (pres.).
E’ continuamente aggiornato, secondo le linee e le necessità più attuali. Le linee presenti riguardano
soprattutto :
— interpretare la visione e la pratica valdese del ministero durante
j secoli e oggi, attraverso articoli, pubblicazioni, conferenzieri
americani e italiani;
— promuovere un servizio volontario e stipendiato in alcune opere
della Chiesa valdese;
— organizzare prograimmi congiunti tra denominazioni americane
e chiese VM;
— favorire legami tra comunità
americane e valdesi in aree di
comune interesse, quali l’evangelizzazione, giustizia - disarmo.
opere (ospedali, scuole, case per
anziani) ;
generare interesse verso la formazione teologica valdese, incoraggiando rapporti tra seminari teologici americani e la Facoltà valdese di Roma ed assicurando borse di studio negli
USA per l’anno all’estero degli
studenti delia Facoltà stessa;
interpretare la testimonianza
delle chiese americane nei confronti delle chiese VM;
incoraggiare visite e soggiorni di
studio negli USA di pastori o fratelli impegnati nelle chiese VM
per esporre alle chiese d’oltreoceano problemi e prospettive sul
discepolato.
8
8 vita delle chiese
13 febbraio 1987
CORRISPONDENZE
Attività cuiturali
e testimonianza
MILANO — Nel pomeriggio di
domenica 25 gennaio in via Sforza si è tenuta la seduta congiunta delle assemblee della chiesa
valdese, di quella metodista e
della comunità battista di via
Jacopino da Tradate, per discutere l’attività svolta nel 1986 e
il programma per il corrente anno del Centro Culturale Protestante.
La relazione presentata dal Comitato del Centro ha evidenziato
il valore del lavoro compiuto,
dieci conferenze pubbliche, tre
cicli di studi biblici, un corso
nelTambito di « Milano per voi »,
il concerto a favore di Amnesty
International. In generale, si può
affermare che si sono seguiti due
indirizzi: manifestazioni mirate
a presentare aspetti storici e tematiche proprie al pensiero protestante con un occhio rivolto
anche al discorso ecumenico, e
incontri volti a trattare problemi etici e scientifici in un’ottica
aperta al dialogo tra fede e scienza. Il riscontro nel pubblico che
ha seguito il programma non è
mancato.
Così anche il piano per il 1987
si inserisce in tale filone: alcune
conferenze (scienza e pace, la
Bibbia è im messaggio ecologico?, il cervello umano. Agostino
e la Riforma, la vita eterna nel
Cristianesimo primitivo), i consueti cicli di studi biblici (da segnalare, in particolare, quello iniziato in gennaio nella prospettiva del dialogo cristiani-ebrei) e
il corso di « Milano per voi »
che, alTinizio della primavera,
presenterà quattro figure importanti nella storia del protestantesimo: Oliviero Crcmwell, Giovanni Wesley, Albert Schweitzer
é Martin Luther King. Secondo
uno schema proprio al Centro
dalla sua origine, gli oratori saranno specialisti delle varie materie.
cordare il dott. Teofilo e il pastore Emanuele Santi, deceduti
in quell’anno. L’idea del CBC fu
proprio di Teofilo, il quale gli
dette vita pochi giorni prima
della sua dipartita. Nel corso
del primo anno, incontri e relazioni mensili hanno visto la partecipazione di personalità importanti in diverse discipline,
con la presenza di un pubblico
mediamente quantificabile intorno alle 50 unità. Alla ripresa
dopo la pausa estiva il prof. Domenico Maselli ha parlato sul
rapporto tra Valdo e Francesco,
e in novembre il vicepresidente
del OEC, prof. Elio Rinaldi, ha
affrontato il tema « Rembrandt
e la Bibbia». La rivoluzione pittorica del Caravaggio, per la singolarità della tecnica e della tematica religiosa, fu conosciuta
in Olanda, in particolare da Rembrandt van Rijn (1609-1669). In
quest’ultimo la luce trasfigura
la realtà in un’intuizione mistica, come in im invito alla medi. tazione della Parola. E tra gli
studiosi del pittore fiammingo
va annoverato il pastore Willelm
Visser’t Hooft, che scrisse proprio sulla spiritualità dell’arte
di Rembrandt. Nella ricerca di
esprimere l’inesprimibile, egli
rivelò la lotta tra l’angoscia umana e la sublimazione della Parola: nelle opere dì Rembrandt
(oli, disegni, acqueforti) non vediamo, come nel barocco, la glorificazione dell’uomo e della
Chiesa, ma quella dell’Iddio che
si è fatto carne.
Centenario
TORINO — Diamo alcune notizie delle prime settimane di
quest’anno.
Ne è seguito un dibattito vivace, nel quale si è sottolineato il
ruolo che il Centro svolge nel
panorama culturale cittadino come servizio reso agli studiosi e
al pubblico interessato, e l’importanza che il medesimo riveste
per una formazione dei membri
delle nostre chiese in vista della
comime testimonianza.
L’assemblea ha infine approvato il consuntivo finanziario 1986
e il preventivo 1987.
Centro culturale
PORTICI — L’attività del
Centro evangelico culturale «Emanuele e Teofilo Santi », sito
presso Casa Materna a Portici
è iniziata nell’ottobre ’85 per ri
Dopo la riconferma del pastore Alberto Taccia a Torino (nel
dicembre scorso) l’assemblea di
chiesa si è ritrovata a metà gennaio ed ha discusso il tema dell’ecumenismo a Torino, sulla base di due relazioni dei pastori
Taccia e Rivoir: una équipe di
lavoro, nominata dal concistoro
a partire dalle conclusioni dell’assemblea, lavorerà nei prossimi
mesi precisando linee di lavoro
e mantenendo i contatti con responsabili delle altre chiese torinesi. Una tavola rotonda, organizzata dal Centro evangelico di
cultura (CEO in collaborazione
con altri gruppi di credenti torinesi, ha presentato — in colloquio con l’autrice — il libro di
Maddalena Masutti: « Tornerò
fra la gente », argomento ecumenico per eccellenza (il rapporto
della donna con la chiesa).
CHIESA EVANGELICA VALDESE - TORINO
COMMISSIONE per L’OPERA BALNEARE VALDESE
G.P. MEILLE - BORCIO VEREZZI (SV)
Via S. Pio V n. 15 - 10125 TORINO - tei. 011/669 28 38
Sono stati fìssati i turni della colonia marina anno 1987 a
Borgio Verezzi (Savona) per i ragazzi di ambo i sessi nati dopo
il 1.1.75 e non oltre il 31.5.1981 (6-12 anni).
1“ turno dal 15 giugno al 06 luglio 1987
2° turno dal 06 luglio al 27 luglio 1987
3" turno dal 27 luglio al 17 agosto 1987
4“ turno dal 17 agosto al 07 settembre 1987
I moduli per le iscrizioni possono essere richiesti o direttamente presso la commissione a Torino o presso i pastori delle singole chiese ai quali verranno inviati su richiesta. Termine
delle iscrizioni: 15 maggio 1987.
Si accettano anche domande per personale addetto ai turni
di colonia (monitrici/vigilatrici, infermiere, personale per i
servizi) di età superiore ai 18 anni (compiuti). Per ogni informazione rivolgersi alla Segreteria della Chiesa Valdese di Torino,
Via S. Pio V n. 15 - tei. 011/669 28 38.
Altro tema ecumenico sarà affrontato nel prossimo incontro
del CEC che prenderà come
spunto il libro del Gilles sui fratelli e le sorelle di Gesù. Occasione di incontro e di dibattito
interessante sono pure le discussioni delle mattine dei primi tre
giorni settimanali con ragazzi e
ragazze di molte scuole torinesi,
in visita guidata alla nostra chiesa di Corso Vittorio, secondo un
piano elaborato insieme ai responsabili del comune. Segnaliamo ancora tra le cose interessanti del mese di gennaio, il momento di festa e di riconoscenza organizzato per salutare i
cento anni di Adele Tron vedova
Ribet nella accogliente casa di
Piazza Peyron: si tratta della seconda centenaria nel gruppo legato alla chiesa di Corso Oddone. Infine ricordiamo che il 15
febbraio, in occasione del culto
nella chiesa di Corso Oddone,
sarà ammesso in chiesa quaie
membro comunicante il frateUo
Enrico Piana proveniente dal cattolicesimo. Lo stesso giorno, dopo i culti nelle 4 chiese di Torino e un’agape comunitaria, l’assemblea di chiesa ascolterà una
conferenza di Giorgio Toum su:
« Il 1687: l’anno deUa dispersione
valdese» e procederà all’elezione di 5 membri del concistoro e
dei rappresentanti di Torino al
sinodo e alla conferenza distrettuale.
Consacrazione
Mutterstadt: è una bella città
del Palatinato, alla periferia di
Ludwigshafen, piena di lavoratori della BASF e di altre grandi aziende renane.
Nella sua chiesa, gremita di
giovani, di parenti e di amici,
la sera di sabato 31 gennaio è
stata consacrata Dorothea Müller che da oltre un anno lavora
come coadiutrice nella chiesa
valdese di Firenze. Alcuni splendidi cori e una cordialità tutta
renana hanno sottolineato il significato interecclesiastico e intemazionale deH’awenimento.
La nostra chiesa era rappresentata da Giorgio Bouchard e
da Marco Jourdan i quali hanno portato un saluto da parte
della Tavola. E ora, al neopastore Müller, ormai quasi
interamente italianizzata e fiorentinizzata : benvenuta !
Incontri sulla
storia valdese
Le vicende valdesi negli anni
1686-87 verranno presentate a cura della Società di Studi Valdesi
dalla prof. B. Peyrot nel corso
di tre incentri su guerre, prigione, esilio.
Verona, venerdì 13 febbraio alle 21 presso i locali della chiesa
valdese.
Brescia, sabato 14 alle ore 17
presso la sala della chiesa valdese di via dei Mille 4.
Felonica Po, nei locali della
chiesa valdese, nel pomeriggio di
domenica 15 febbraio.
# Hanno collaborato a questo
numero; Domenico Abate, Lucio Baglio, Adriana Bellion,
Ivana Costabel, Gigi Eusebi,
Grazia Fuhrmann, Dino Gardiol. Giorgina Giacone, Vera
Long, Luigi Marchetti, Anna
Marnilo, Sergio Ribet, Marco
Rossi, Eugenio Rivoir, Aldo
Rutigliano, Franco Taglierò.
OMEGNA
No airapartheid
Il problema dell’apartheid e le
condizioni della gente di colore
in Sud Africa sono stati per 2
giorni al centro di iniziative nella nostra zona, grazie a Benny
Nato, rappresentante per l’Italia delTAfrican National Congress, che ha tenuto una conferenza mercoledì sera 14 gennaio
ad Omegna, organizzata dalla
Chiesa Metodista e dalla Chiesa Cattolica della zona di Omegna, nel quadro di una serie di
iniziative sul problema del rapporto Nord-Sud nel mondo, ed
un’altra nella mattinata di giovedì nell’aula magna deH’Istituto Tecnico Cobianchi dì Intra,
a cui hanno partecipato circa 350
studenti delle scuole superiori
verbanesi.
Cose semplici che tutti sanno,
o tutti dovrebbero sapere, dette
dalla sua voce, sono apparse a
tutti nella loro enormità; Benny Nato ci ha ricordato come nel suo paese una minoranza di 4 milioni di bianchi opprima — sotto tutti i punti di vista
— una maggioranza di 29 milioni di neri, meticci ed indiani;
l’apartheid, ci ha ricordato Benny Nato, è un sistema di discriminazione razziale riconosciuto
nella Costituzione del Sud Africa, cosicché il razzismo è legale
e l’elementare principio di eguaglianza è un reato; in Sud Africa alcuni sono uomini, con diritto di voto, libertà di decisione e
di movimento, altri — ì non
bianchi — non hanno alcun diritto, alcuna libertà; Benny Nato ci ha fatto esempi precisi, rac
contato episodi da lui direttamente conosciuti, alcuni assolutamente raccapriccianti, di torture, maltrattamenti, ingiustizie
inimmaginabili; ma la cosa che
più ci interessa e che è uscita
con chiarezza dalle risposte che
Nato ha dato agli studenti giovedì mattina, è che noi Italiani
siamo direttamente coinvolti nel
sistema dell’apartheid; le nostre
banche finanziano il regime sudafricano, le nostre fabbriche di
armi esportano nel Sud Africa,
il nostro paese è il primo im
portatore di carbone dal Sud
Africa.
Che fare allora? E’ stata la
domanda spontanea uscita sia
dall’assemblea di Omegna che
da quella di Intra; noi póssiamo
fare qualcosa per il Sud Africa,
possiamo boicottare le banche
coinvolte in finanziamenti al regime di Botha, ritirando i nostri
risparmi; possiamo, e dobbiamo, chiedere al nostro Governo
di interrompere il traffico d’ar
mi col Sud Africa, di interrom
pere l’importazione di carbone
possiamo sostenere politicamen
te e materialmente la giusta loi
ta del popolo oppresso che s>
batte contro il regime razzista
e per un Sud Africa libero, in
cui bianchi e neri possano con
vivere pacificamente, liberi fra
liberi, uguali fra uguali, senza
discriminazioni di razza, religio
ne, cultura; dove viga il princ;
pio elementare « un uomo un
voto » e dove ciascuno possa decidere liberamente del proprio
destino indipendentemente dal
colore della pelle. G. F.
CAMPO INVERNALE DI ECUMENE
La politica degli anni '80
(nev) — Si è svolto al centro
evangelico di Ecumene (Velietri), dal 27 dicembre al 2 gennaio il tradizionale « campo politico invernale ». Quest’anno non
è stato dedicato ad un unico tema, ma a diversi problemi di
attualità, ognuno dei quali ha
occupato una giornata di lavoro; la questione nucleare, il socialismo e l’Europa, il problema
palestinese.
Sulla questione nucleare è
stato relatore il fisico prof. Giorgio Cortellessa, dell’Istituto Superiore della Sanità, il quale con
argomenti scientifici, tecnici e
politici ha cercato di mostrare
l’inutilità e la pericolosità della
scelta a favore del « nucleare ».
Sul socialismo e l'Europa, Mario Telò, responsabile del settore « Europa » del Centro Riforma Stato diretto dalTon. Pietro Ingrao, ha delineato un complesso panorama di problemi e
di prospettive che fanno nuovamente diventare attirali sia la
parola « Europa », sia la parola
« socialismo » in una fase nella
quale il logorio delle politiche
neo-conservatrici (e in generale
di tutto il fenomeno politico
culturale del reaganismo) comincia a incontrare difficoltà e
forse un vero e proprio declino.
Infine, la questione palestinese è stata trattata da Anna Bozzo, che insegna all’Istituto universitario orientale e da un rappresentante dell’OLP di Roma.
Si è trattato di una giornata
particolarmente importante per
tutto il lavoro del campo. La
testimonianza del rappresentante palestinese ha restituito l’immagine di un popolo che, pur
minacciato da un vero e proprio genocidio, mantiene un livello di lotta politica e ideale
attento alle linee di sviluppo di
una lotta nazionale per la democrazia e lo Stato, oltre i fanatismi religiosi e mettendo ai
margini il terrorismo come metodo di lotta politica.
Una fittissima discussione ha
fatto seguito alle diverse relazioni, accolte con interesse da
un pubblico dove prevalevano
giovani e giovanissimi.
CASA BALNEARE VALDESE
Borgio Verezzi (Sv)
Si comunica che sono aperte per l’anno 1987 le nrenotazioni per un soggiorno marino presso la Casa Balneare Valdese
di Borgio Verezzi. Le tariffe giornaliere prò capite fissate dalla
apposita commissione sono le seguenti:
periodo invernale fino al 31 marzo L. 27.500
periodo primaverile (1 aprile - 31 maggio) L. 31.000
(1 giugno - 30 giugno) L. 35.000
periodo estivo (1 luglio - 15 settembre) L. 39.500
periodo autunnale (16 sett. - 20 ottobre) L. 35.000
sconto bambini: fino a 3 anni 50“/b - da 3 a 8 anni 20%
sconto famiglia dal 1/7 al 15/9 L. 1.000.
Per gruppi possibilità di ulteriori facilitazioni.
Per ogni informazione; Direzione della Casa, C.so Italia 110
17027 PIETRA LIGURE (Savona) - tei. 019/ 611 907.
I
9
13 febbraio 1987
vita delle chiese 9
A PROPOSITO DELL’ANNO MARIANO
Lettera aperta ai cattolici
della diocesi di Pinerolo
Il 18 gennaio la chiesa valdese
di Pinerolo discuteva in assemblea il problema della proclamazione dell’anno mariano da parte della chiesa cattolica di Roma. Emergeva la preoccupazione
per la ripresa di tutta una devozione mariana che semìjrava ormai superata dal Concilio Vaticano II in poi.
L'assemblea decideva allora
di rivolgersi direttamente ai cattolici pinerolesi ed incaricava il
Concistoro di scrivere una lettera, invitandoli ad un dialogo.
Ecco di seguito il testo di questa lettera aperta.
Care sorelle e cari fratelli cattolici della diocesi di Pinerolo,
non vorremmo apparirvi inopportuni, ma sentiamo il bisogno
di manifestarvi alcune nostre
perplessità riguardanti il clima
ecumenico attuale.
Siamo riconoscenti al Signore
perché, guardando indietro, ci
accorgiamo che è stato fatto un
lungo cammino. Non molti anni
fa tra le nostre due chiese
sembrava esistere un fossato insuperabile. In questi ultimi 2-3
decenni, invece, questo fossato
ha cominciato ad appianarsi; abbiamo iniziato ad avere degli in
contri, a conoscerci ed anche ad
apprezzarci reciprocamente, a
studiare insieme problemi comuni e ad intraprendere anche alcune azioni che ci hanno visti
fianco a fianco (manifestazioni
per la pace, solidarietà coi lavoratori alla FIAT di Villar Perosa, ecc.).
Pur avendo idee diverse per
quanto riguarda la questione dell’unità della chiesa, e pur non
minimizzando le cose che ci dividono, abbiamo anche avuto
beri presente che le cose che ci
uniscono (la croce, la resurrezione di Cristo...) sono di gran lun
ga quelle più importanti. Questa è la base che ci ha permesso
di cominciare a costruire rapporti di fraternità, e su questo
cammino desideriamo inoltrarci
ancora nel futuro.
Ma ora temiamo che si profili
davanti a noi un tempo difficile
per il dialogo ecumenico. Diciamo subito che il rinnovamento
di cui è stata capace la chiesa
cattolica dal Vaticano II in avanti ci ha profondamente rallegrati e stupiti. E' stato un avvenimento che, rimettendo, fra l’altro, al centro la Bibbia, ha liberato energie fresche, aperto orizzoriti nuovi, acceso speranze, facilitato la comprensione reciproca. Tuttavia noi assistiamo con
preoccupazione' oggi ad una ripresa della mariologia e ad una
concezione dell’ecumenismo di
tipo "tolemaico”, orientato cioè
verso Roma.
Non sappiamo se quella che ci
pare una tendenza in atto riuscirà ad avere una reale consistenza; ma qualora le previsioni dovessero risultare conferrnate dai
successivi sviluppi, è chiaro che
riemergerebbero in primo piano
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Prime risposte all’appello della Tavola
SAN GERMANO — Domenica
1° febbraio una assemblea di
chiesa ha esaminato la richiesta
della Tavola di un contributo
per sanare il deficit dell’anno
1986; dopo un attento esame della situazione a maggioranza è
stato deciso di inviare subito 5
milioni quale contributo speciale. Questo impegno, oltre al versamento già effettuato della prima rata ’87 di 15 milioni, dimostra la sensibilità della comunità eli fronte ai problemi della
chiesa: naturalmente molti sforzi restano da fare.
La stessa assemblea ha anche
discusso dei limiti del Concistoro e dell’uso della nuova traduzione della Bibbia durante i culti. In merito alla TILC è stata
rimarcata una apprezzata conoscenza del testo ed un suo utilizzo: resta, comunque, la validità della « Riveduta », di più facile consultazione per molte persone, in particolare gli anziani.
• La comunità è stata rattristata dalla dipartita del fratello
Attilio Ruggero Raimas di 80 anni, ospite da tempo dell’Asilo. Al
familiari l’espressione della fraterna simpatia della comunità,
• La prossima riunione quartierale è prevista per il 19 febbraio ai Chiabrandi con un incontro col Moderatore.
Fiaccolata
POMARETTO — Nella serata
de] 16 febbraio, neve permettendo, si svolgerà in contemporanea coi falò una fiaccolata con
partenza dalla borgata dot Boulard ed arrivo al Gran Fra.
• La nascita di Sheila Beux è
venuta a recare gioia a papà,
mamma e sorellina, cui giungano le felicitazioni della comunità.
Serata comunitaria
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Organizzata dai cadetti, la sera
del 16 febbraio è in programma
una « fiaccolata » che raggiungerà il falò di Ciò d’Mai.
Tutti i coraggiosi che hanno
il desiderio di fare una bella camminata prima di scaldarsi al fuoco del falò sono cordialmente
invitati. La partenza è fissata
alle ore 19 dal piazzale del tempio dei Bellonatti. I cadetti provvederanno, dietro modico rimborso, le fiaccole necessarie, anche per risparmiare a molti la
fatica di cercarle qua e là.
• L’agape fraterna del XVII
febbraio, curata dalla nostra
Commissione Ricevimenti, si ter
rà alle ore 12,30 con una quota di
partecipazione di L. 15.000 per gli
adulti e lire 10.000 per i bambini.
Per facilitare l’organizzazione,
prenotarsi al più presto presso
l’edicola giornali Malanot-Meynet
agli Airali o presso l’Asilo Valdese.
Alle ore 20.30, negli stessi locali, il Gruppo Filodrammatico
organizza una « serata comunitaria » con la proiezione di un
film presentato da una riflessione e seguito da interventi sul
tema delTimpegno per superare
l’emarginazione.
• « Donne di oggi incontrano
donne di ieri... ». Così si potrebbero titolare le riunioni degli ultimi mesi dell’Unione Femminile. Questi « incontri » sono stati
introdotti da una presentazione
della prof. Bruna Peyrot, che ha
presentato una figura di donna
delle nostre Valli, vissuta a cavallo tra ’800 e ’900, che per l’accentuato anticonformismo e la
spregiudicatezza del suo vivere
ha fortemente interessato il
gruppo. E’ stata poi la volta
del past. Erika Tomassone che,
con calore e vivacità, ha presentato la vicenda della figlia di
Jefte, questa giovane donna di
cui il libro dei Giudici non ricorda neppure il nome, vittima
del suo stesso padre, che prima di affrontare la morte chiede del tempo per piangere con
le sue amiche sulla brevità della sua vita.
”11 prezzo
delia libertà”
ANGROGNA — Per la giornata del XVII avremo ospiti
con noi al culto e all’agape Franco Taglierò e famiglia e Stephan
Mùhiich, studente in teologia
della Facoltà Valdese. In serata
alle 20.45 nel Tempio del Serre
la Corale presenta : « Il prezzo
della libertà», canti e testimonianze sulla storia valdese.
Mercoledì 18, alle 20.30, nella
scuoletta di Buonanotte la riunione di quartiere sarà presieduta dal Moderatore della Tavola Valdese, Franco Giampiccoli.
XVII Febbraio
VILLASECCA — Martedì XVII
Febbraio, ore 10, vi sarà il culto
con celebrazione della Cena del
Signore nel tempio di Villasecca.
La predicazione sarà tenuta dalla sig.ra Febe Rossi Cavazzutti,
che si occupa del problema della pace nel mondo con particolare conoscenza diretta della
condizione dell’apartheid in Sud
Africa. La colletta del culto sarà
devoluta alla chiesa valdese del
Rio de la Piata.
Alle ore 12.30, ai Chiotti, vi
sarà l’agape, preparata anche
quest’anno dal « Gruppo di Servizio XVII Febbraio », guidato
da Clodina Balma. Subito dopo
l’àgape vi sarà un momento di
scambio di informazioni sull’attività della sig.ra Febe. Sia al
culto, sia all’àgape parteciperà
anche la Corale.
I biglietti per l’àgape possono
essere ritirati presso Laura Massei, dietro versamento di L. 13
mila per gli adulti e L. 6.000
per ragazzi fino età scolare.
• Sabato 28 febbraio, ore 20.30,
nel tempio di Villasecca, la nostra Filodrammatica presenterà
la brillantissima commedia in 3
atti: « Il padre della sposa » e
la farsa « Pierino tutto gas ». La
replica delle due pièces avverrà
domenica 1° marzo, ore 14.30.
• Riunioni quartierali. Calendario: Febbraio: 10 Roccia - 13
Pian Faetto - 24 Bovile - 27 Giulberso. Marzo: 6 Trussan - 10
Villasecca - 13 Trossieri - 17
Chiotti - 20 Roccia - 24 Pian
Faetto.
• Le signore delTUnione femminile sono convocate per giovedì 12 marzo e giovedì 9 aprile,
ore 14.30, nella saletta.
• La Corale trascorrerà il pomeriggio di domenica 22 febbraio con gli ospiti dell’Asilo di S.
Germano.
• La prossima seduta del Concistoro è stata fissata per sabato 7 marzo, ore 20, nella saletta.
Nuovo anziano
PRAMOLLO — Durante il
culto di domenica 8 febbraio ha
avuto luogo l’insediamento del
nuovo anziano del quartiere Pellenchi, eletto dall’assemblea di
chiesa del 25 gennaio: si tratta
di Franca Griglio Menusan che
sostituirà Franca Peyrot Long;
ad entrambe un grazie sincero
per la disponibilità dimostrata
al servizio della comunità.
• Lunedì 16 febbraio riceveremo la visita del Moderatore che
nel pomeriggio si incontrerà con
il Concistoro, mentre la sera
prenderà parte ad alcuni falò,
per incontrare un po’ della nostra comunità. Lo ringraziamo
di cuore per questa sua gradita
visita. Il giorno seguente, 17 febbraio, il culto sarà seguito da
un’agape comunitaria nella sala
delle attività; la sera, alle 20,30,
la Pilodrammatica presenterà :
« Terra lontana », una commedia in tre atti che verrà replicata sabato 21, sempre alle 20.30.
• Il 28 febbraio e il 1” marzo
sarà la CED a farci visita: il sa
bato ci sarà un incontro con il
Concistoro e la domenica con
la comunità, durante il culto, nel
corso del quale si terrà im’assemblea di chiesa per discutere
la proposta di modifica al preventivo finanziario approvato
nell’assemblea del 25 gennaio, in
seguito alle richieste pervenute
dalla Tavola Valdese : due motivi validi ner essere presenti !
Falò
PINEROLO — Come di consueto, alle ore 20 del 16 febbraio
verranno accesi i falò ad Abbadia e al Besucco seguiti da riunioni in casa Bertalot - Boimous
e Long.
Il giorno dopo alle 10 culto
con S. Cena e colletta a favore
dei fratelli valdesi del Rio de la
Piata e alle 19.30 la cena comunitaria a cui seguirà un breve
momento di riflessione storica.
Per la cena prenotarsi da Vera
Long (tei. 71.597).
• Le collette dei bambini della Scuola Domenicale per Tanno 1986-87 saranno versate alla
«Missione contro la lebbra».
• Il 15 febbraio l’assemblea di
chiesa esaminerà la relazione finanziaria dell’anno 1986.
• Il 23 febbraio inizierà il 2“
ciclo di studio biblico sulle lettere di Paolo ai Tessalonicesì,
ai Pilippesi ed a Pilemone.
'• In queste ultime settimane
sono deceduti, dopo limga malattia: Irma Fomerone FioriUo,
Elena Schaeren ved. Godìno e
Jules Grill. Rinnoviamo le condoglianze ai familiari.
Assemblea
e Concistoro
torre PELLICE — La chie
sa di Torre Penice, nel corso
dell’Assemblea delT8 febbraio,
ha deciso di ampliare numericamente il Concistoro e di lisuddividere i quartieri in modo
da permettere agli anziani un
lavoro più agevole e proficuo.
C’erano da eleggere gli anziani
di tre quartieri (Chabriol, Inverso, S. Margherita I), scegliendo tra una rosa di candidati abbastanza ampia: sono così stati
eletti ben cinque nuovi membri
di Concistoro, nelle persone di :
Ferruccio Bellion, Ferruccio
Jourdan (rieletto), Silvio Avondetto. Guido Malan e Antonio
Kovacs. A questi fratelli, che, insieme ad altri, avevano nei mesi
scorsi partecipato ad alcuni incontri di formazione al lavoro
del Concistoro, auguriamo un
impegno nella chiesa ricco di
benedizioni.
quegli elementi che per secoli ci
hanno divisi. In tal caso l’attuale clima di dialogo subirebbe
una grave battuta d’arresto e ci
troveremmo a dover rivivere situazioni e contrapposizioni che
pensavamo facessero parte di un
passato ormai remoto.
E’ chiaro che non vogliamo,
né sarebbe giusto, interferire in
quella che è la vostra libertà di
esprimere, sentire, vivere la fede cristiana, per cui ci guardiamo bene dal darvi suggerimenti
o addirittura dal sindacare i vostri atteggiamenti.
Ma non possiamo d’altra parte fare a meno di esprimervi tutta la nostra perplessità circa la
proclamazione, da parte di Roma, dell’anno mariano e quindi
delle celebrazioni connesse; Ci
domandiamo preoccupati che cosa accadrà nel pinerolese, e temiamo che vi potrà essere la
ripresa di vecchi irrigidimenti
confessionali.
Non sappiamo cosà suggerire,
né ci permettiamo di dare consigli. Forse però dovremmo trovare il modo di avere un chiarimento su come si intenda proseguire il dialogo ecumenico e
su cosa si intenda per dialogo.
'Vorremmo capire meglio quale
posizione occupi Maria nella dottrina della salvezza, e della chiesa e perché in questo momento
voi sentiate la necessità di riproporla al centro dell’attenzione del mondo e della fede dei
credenti.
Fraterni saluti in Cristo.
La chiesa valdese
di Pinerolo
Calendario
Sabato 14 febbraio
□ TESTIMONI DI CEOVA
E RIFORMATI
A CONFRONTO
TOflRE PELUCE — Alle 20.45 presso l’hôtel Gilly si tiene un incontroconfronto fra Testimoni di Geova e
Riformati con la partecipazione di Alberto Bertone, responsabile del servizio stampa dei Testimoni di Geova
e di Domenico Abate della Commissione evangelizzazione della chiesa valdese di Torre Pellice; modererà la
serata Giorgio GardioI, direttore de
« L'Eco delle valli valdesi ».
Domenica 15 febbraio
n ASSEMBLEA AMICI
OSPEDALE VALDESE
DI TORRE PELLICE
TORRE PELLICE — Alle ore 15 presso la Casa Unionista si tiene la sesta
Assemblea Annuale dei soci dell’Associazione Amici dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice.
Martedì 17 febbraio
□ IL SAPORE
DELL’ACQUA
LUSERNA SAN GIOVANNI — La Filodrammatica valdese propone alle ore
20.30 presso la Sala Albarin, via Beckwith 49, il film; « Il sapore dell'acqua ».
Intervengono alla serata: Mariena
Gaietti, coordinatrice dei servizi sociali della USSL 43, e Claudia Jalla, psicoioga dell'Istituto Uliveto.
n IL SAPORE DEL SALE
TORRE PEUICE — Martedì 17 febbraio, alle ore 21 presso il Tempio
valdese, l'Unione giovanile dei Coppieri presenta un libero adattamento del
dramma di Edina Ribet R'ostain: Il sapore del sale. Partecipa la Corale di
Torre Pellice; tutti sono invitati.
Giovedì 19 febbraio
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
TORRE PELUCE — Presso II centro
d'incontro di via Repubblica alle ore
20.45 prosegue lo studio sul problema
della pace secondo la Bibbia.
Domenica 22 febbraio
n ASSEMBLEA TEV
TORRE PELUCE — Alle ore 14.30
presso la Casa Unionista si tiene
l’Assemblea mensile del Movimento
di Testimonianza Evangelica Valdese.
10
10 valli valdesi
13 febbraio 1987
TORRE RELUCE
EDUCAZIONE SANITARIA
Ristrutturazione
nel centro storico
La storia di un convento costruito per convertire i valdesi - Saranno
mantenute le caratteristiche architettoniche dello storico edificio
Per anni è stato chiamato, nella tradizione popolare, « il convento »: parliamo dell’edificio situato all’angolo fra via Arnaud
e viale Rimembranza a Torre Pellice, in un’area che alcuni armi fa
il Comune ha individuato come
area urbana a forte degrado, prevedendone ima radicale ristrutturazione. Ora la prima parte del
blocco edilizio è stata ristrutturata, cercando di mantenersi fedeli
alla precedente struttura architettonica.
Rileggendo alcune pagine del
libro su Torre frutto della ricerca del prof. A. Armand Hugon,
traviamo alcune note storiche
sull’edificio.
Esso ebbe la propria origine
quando il priore di Lusema, Marco Aurelio Rorengo regalò ai frati Minori Osservanti di S. Francesco una delle case paterne; altri terreni adiacenti furono in seguito donati al convento ed anche il consiglio comunale di Pinerolo fece dono di 259 lire per
Oggi
e domani
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 12 febbraio, ore 16.30, al Centro d'incontro
avrà luogo una riunione con il seguente o.d,g,: a) analisi dell’iniziativa
del 31 gennaio; • una candela alla finestra per un prigioniero per motivi
di opinione »; b) informazione e propaganda per raggiungere varie categorie di persone, come i settori professionali; c) audizione di programmi di
Amnesty trasmessi a Radio Beckwith;
d) varie.
Tapera di conversione degli eretici.
Per altro i francescani non
svolsero mai a Torre una vera
azione di conversione, vivevano
di elemosina e non furono mai
più di quattro o cinque; nel
1655, durante le Pasque Piemontesi il convento divenne centro
di raccolta dei valdesi neo-convertiti, ma di lì a pochi anni venne, dagli stessi valdesi, saccheggiato. Alla fine del 18° secolo
i frati erano ridotti ad tmo solo e
la proprietà fu incamerata dal
regime napoleonico, che poi la
vendette a privati: così ebbe termine la storia del convento a Torre Pellice.
Gli anni sono passati, ma poco
è cambiato nei decenni scorsi se
non un progressivo deterioramento della struttura.
Così, a metà circa della scorsa
legislatura, venne presentato un
progetto di ristrutturazione edilizia: abbinare la necessità di
rendere abitabile la struttura restituendole un certo decoro e tenendo conto della tipologia di
quella zona, era l’obiettivo.
Così, studiate le varie ipotesi,
sono passati alcuni anni ma alla
fine, per quanto riguarda la prima parte siamo in presenza di un
edificio ristrutturato che ben si
inserisce nei centro storico cittadino; anche alcune caratteristiche interne sono state mantenute.
La disposizione ad arco caratteristica degli accessi di tutta la
zona, ad eccezione di un nucleo
costruito negli anni sessanta, è
stata rigorosamente ripresa.
« Per quanto ritarda l’ultimo
lotto, i cui lavori sono iniziati
recentemente — ci ha detto il
Sindaco M. Armand Hugon — il
progetto prevede la costruzione
di un porticato nella zona della
strettoia, ciò per tentare un col
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Difficile gestione di una « condizione di vita »
legamento ideale fra la piazzetta a monte e la parte dell’isola
pedonale dove già esiste uno
slargo evitando un vero e proprio allineamento ».
Al termine della ristrutturazione saranno disponibili una
ventina di alloggi e cinque abitazioni mansardate; le parti ad
uso commerciale del primo lotto
sono già in fase di utilizzo.
« Questo — prosegue il Sindaco — è solo il primo episodio di
ristrutturazione di parti di centro storico di Torre; altri sono
già partiti o sono alla fase di studio, in corso Gramsci, in via Cavour, in via Caduti per la libertà ».
Un’ultima notizia: proprio per
favorire la volontà di ristrutturazione di vecchi stabili Tamministrazione ha deciso di limitare gli
oneri di costruzione sui recuperi
edilizi mentre finora erano avvantaggiati coloro i quali intendevano costruire nuovi edifici.
Piervaldo Rostan
Supplemento doni
• L’offerta di L. 400.000, pubblicata
sul supplemento doni dell’Eco delle
Valli del 6-2-87 n. 5 intestata a « Associazione italiana Donne Medico Sezione Piemontese di Torino », deve intendersi come offerta da » Daniele,
Stefano, Alice e Agnese » in ricordo
dei nonni Lidia e Francesco Valerio
(pro Asilo dei Vecchi di Luserna S.
Giovanni).
Nel dono in memoria di Long Albertina pro Asilo di S. Germano pubblicato sul supplemento n. 5 del 6
febbraio (Gustavo Balmas ricordando i
cugini Lidia, Albertina, Richetu, Pietro
e Bertu) va inteso invece di Albertina,
Ernestina,
PINEROLO — Sabato 24 gennaio la Sezione A,P,I.D. ha ripreso la sua attività organizzando una assemblea nella quale
sono stati trattati argomenti di
grande interesse per i diabetici.
Ancora una volta si è riparlato di educazione sanitaria del
diabetico utilizzando Tesperienza del Centro Karen-Bruni che è
alTavanguardia In questo campo. L’istruzione mediante videocassette, adottata dai medici di
detto Centro, ha contribuito
senza dubbio ad aumentare la
quantità ed a migliorare la qualità delle informazioni fornite
alla popolazione diabetica. E’
stato trattato l’argomento riguardante il diabete mellito tipo II.
Da anni si ribadisce che la malattia diabetica, proprio perché
intesa come condizione particolare di vita, deve essere gestita
dai pazienti in stretta collaborazione col medico.
Questo è possibile solo se il
diabetico conosce cosa è il diabete, quale è la sUa terapia e come questa deve essere modificata durante stress o malattie.
Un grazie particolare va al
prof. Bruni e ai suoi collaboratori dott. Barbero e dott. Blatto
che hanno cortesemente prestato il loro tempo ed i loro audiovisivi.
La casa farmaceutica NOVO
ha successivamente presentato
al pubblico un nuovo apparecchio per facilitare la somministrazione delTinsulina.
Il dott. Lombardi, Presidente
della Federazione Nazionale, ha
illustrato la funzione della As
sociazione Diabetici, nell’azione
di sostegno ai cittadini colpiti
dalla malattia diabetica, con
particolare riguardo alla legge in
favore dei diabetici, in corso d:
approvazione al Parlamento, il
cui obiettivo è di ottenere dalle
istituzioni sanitarie una migliore assistenza e di rimuovere le
discriminazioni che attualmente
limitano ai diabetici l’inserimento negli impieghi e nelle attività
lavorative e sportive.
Infine la sig.ra Cinzia Pranzi,
segretaria della FAND, ha dato
lettura del decalogo sull’etica
della Federazione Associazioni
Diabetici per la valorizzazione
del volontariato al servizio del
la collettività.
RICORDO
Mario Jouve
L’avevamo visto fare la sua
solita passeggiatina per via D’Azeglio e, dopo una breve sosta
davanti al monumento di Arnaud,
salire per il viale Dante per poi
lentamente ritornarsene a casa.
Ecco che la sera di domenica 8
c. m., colto da improvviso attacco cardiaco, ha chiuso la sua
giornata terrena a 77 anni.
Mario era di buona razza, di
quei Jouve già noti in Val d’Angrogna nel 1232 che ritroviamo
in Val Queyras e a Saint Verán
e poi nella vasta diaspora valdese sempre fedeli alla loro chiesa. Il padre di Mario, Luigi, era
un artigiano noto in tutte le Valli; faceva il sarto, era lui che,
con molta cura, confezionava le
« toghe » pastorali. Luigi Jouve
fu, assieme a Teodoro Revel, il
promotore, nel 1904, della rac
colta dei fondi per la costruzione della Casa Unionista: un fervente ucidigista. Come il pa
dre anche Mario fu impegnato
nelle attività giovanili sia al
« Ciabot » che nella Corale valdese. Mario era d'indole cordia
le, un uomo integro. Dopo la li
berazione entrò a far parte della prima Amministrazione Comunale socialista a Torre Pellice, mandato che tenne con se
rietà sino al 1975. Pino a qualche anno fa lavorava ancora
mantenendo la notorietà di « sarto delle toghe pastorali », come
l’indimenticabile Luigi. I vecchi
amici e la gente lo ricorderanno
sempre per il suo buon animo
e l’onestà del sano e vigoroso
ceppo dei Jouve. Ai congiunti
la più viva solidarietà cristiana.
d. a.
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Sappè Ezio
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11
13 febbraio 1987
valli valdesi li
POMARETTO - INTERVISTA A GUIDO BARET
Perosa Argentina — Il gruppo di ostaggi di turno nel periodo 9-14
novembre 1944. Fra loro il vicario della Parrocchia di S. Genesio,
don Falco, ed il pastore Guido Mathieu (da sin. 2° e 3° della 2“ fila).
La nostra storia
Emergono da diari inediti le paure e le speranze di una comunità durante l’ultimo conflitto - La storia deU'oggi e la nostra responsabilità
Con il titolo « Un museo scritto », apparso sul numero 49 del
19-12-86 Osvaldo Coìsson recensir
va il nuovo libro pubblicato a
cura del concistoro di Pomaretto « Pomaretto in Val Perosa »
(voi. 2°). Questo titolo stuzzicava l’interesse, per cui siamo andati ad intervistare il Sig. Guido Baret, che è autore del primo volume apparso nel 1979 e
che ha coordinato il gruppo di
lavoro per la stesura del secondo apparso recentemente.
— « Dopo il primo volume, cosa vi ha spinto ad affrontare questo secondo impegno? ».
— « Terminata la stesura del
primo, mi sono accorto che vi
era ancora molto materiale che
non aveva potute essere collocato. Inoltre vi potevano essere dei
testi e delle spigolature interessanti per la conoscenza della
storia di Pomaretto e della valle
che forse valeva la pena di mettere insieme e di riproporre all’attenzione dei nostri parrocchiani. Cosi, di ricerca in ricerca, sono emersi nuovi filoni che
sono parsi interessanti... ».
— « Da alcuni anni a questa
parte sono apparse delle monografie per illustrare la storia e
b vita di alcime comunità: Roccapiatta-Prarostino, Pramollo, S.
Germano, Pomaretto e Pinerolo.
Con questo secondo volume ci
pare abbiate voluto tentare anche altri approcci... altri metodi... ».
— « Le monografie delle comunità delle valli hanno una rassomiglianza in quanto hanno in comune l’intreccio coi fatti della
storia valdese. Questo secondo
volume su Pomaretto ha alcuni
elementi innovativi nel modo come è sorto e si è sviluppato. Anzitutto, grazie alla collaborazione di un centinaio di persone che
hanno fornito notizie, documenti, fotografie, diari e materiale
vario; in secondo luogo perché
tutti i testi scritti sono stati letti e discussi dalle cinque persone del comitato nominato dal
concistoro prima della stesura
definitiva; in terzo luogo, e mi
pare una notizia degna di nota, si
è dato un certo spazio alla rievocazione di figure del passato,
oltre una trentina, e questo mi
pare non esista in nessuna monografia apparsa in precedenza ».
— « Circa queste figure di pomarini, quale era l’obiettivo che
volevate cogliere nel presentarle? ».
— « Noi ritenevamo che fosse
giusto che le nuove generazioni
sapessero come agivano, cosa
pensavano, cosa facevano in un
determinato momento queste
persone, anche se tali situazioni non sono più attuali al momento presente. L’importante è
che possano comprenderle nel
loro preciso contesto storico ».
— « Il fatto di evocare avvenimenti di storia passata ma anche altri più recenti, non vi ha
posto problemi? Riguardo alla
scelta stessa delle persone,^ al
criteri di priorità, come vi siete
comportati? ».
— « In effetti quello è stato il
capitolo del libro di cui si è
maggiormente discusso nel gruppo di lavoro. Un rischio c’era ed
era quello di rifare la storia a
partire dalle persone importanti, i notabili, se pur a livello
locale, il cui ricordo era ancora
grande fra la popolazione: mentre in realtà alla storia ed_ agli
avvenimenti concorrono tutti, anche coloro che sono umili e non
sempre compaiono. Per tentare
di superare queste difficoltà abbiamo invitato, tramite il nosrtio
bollettino « La Lucerna », le persone della comunità a fare delle
proposte, poiché in effetti senza
la collaborazione di chi poteva
portare dati e testimonianze sarebbe stato difficile trovare del
materiale in archivio, poiché praticamente non ne esiste.
E qui è venuta la sorpresa anche per noi. Tutte le figure che
sono state suggerite e di cui naturalmente ci è stato fornito del
materiale e delle notizie sono
state inserite nel libro ».
— « Avrete già avuto occasione di ricevere deile impressioni
da parte dei lettori. Quali sono
le pagine che più sono rimaste
impresse? ».
— « Abbiamo avuto molti consensi in generale e questo anche
da persene di recente inserimento in Pomaretto che trovano il
libro un utile strumento per capire la realtà nella quale si sono inseriti. Ma le pagine più toccanti sono quelle del diario di
Laura Micci (è la narrazione delle ultime giornate che hanno
preceduto l’esecuzione dei due
fratelli Genre, 1-11 marzo 1945,
n.d.r.). Quelle pagine hanno
una immediatezza e coinvolgono
emotivamente il lettore anche
ora, come d’altra parte fu grande in quel momento l’emozione
provocata nella comunità che
già aveva subito parecchi altri
lutti.
E’ stata anche apprezzata la
collocazione di queste pagine dopo la cronistoria dei fatti tratta
dal diario del pastore Guido Ma
thieu. In esso sono registrati
puntualmente gli avvenimenti
che si susseguivano; il momento
era difficile; lui stesso ha fatto
il suo periodo come ostaggio a
Perosa in una settimana che poi
si fece critica. Dalle sue pagine
balza in evidenza che ciò che
ha scritto è stato fatto in una
chiara scelta pastorale».
— « Terminato questo impegno, vi sono nuovi obiettivi nella sua ricerca? ».
- — « Indubbiamente si è messo
in moto un meccanismo per cui
le persone ritrovano parte della
loro storia; si è rilanciato così
un interesse. Dopo la consegna
delle bozze alla tipografia mi è
giunto dell’altro materiale. Ho
scoperte che vi sono i diari di
Mimi Matthieu scritti nello stesso periodo. E’ tutto un materiale che deve essere letto, rivisto
e catalogato. A proposito, ho
proprio in tasca una fotografia
che riprende il gruppo degli ostaggi a cui prima accennavo.
Se fosse giunta in tempo l’avremmo inserita nel libro ».
Ed infine, al pastore Renato
Coi'sson: «Al termine dì queste
due ricerche, patrocinate dai
concistoro, quale significato, quale scopo ritenete che possa avere quest’opera? ».
— « La finalità che abbiamo
via via riscoperto nel corso della ricerca è quella di far riflettere la gente, i membri della nostra comunità sulla propria storia di individui e di famiglie legati strettamente gli uni agli altri. La storia va comunque avanti giorno dopo giorno, i segni di essa vengono, spesso, troppo rapidamente cancellati; ciò
che si vive a volte non lo si
classifica come storia, per cui
si rischia di dimenticare. Ma chi
non ha storia rischia di essere
senza radici, in un ambiente che
muta notevolmente nel breve
volgere di anni. Ci auguriamo
quindi che tramite la lettura di
questi libri si possa meglio comprendere che la storia ha un
passato ma anche un futuro e
questo ci può spingere ad ima
maggiore coscienza e responsabilità ».
A cura di Adriano Longo
ORA ALTERNATIVA:
DOMANDE DI
STUDENTI
AH’inizio dell'anno ci hanno imposto di fare una ricerca su un argomento a nostra sceita. Durante l'ora
« alternativa » non abbiamo alcun insegnante che ci sorveglia. La ricerca è
coordinata dalla professoressa di italiano, ma durante il quadrimestre non
se ne è mai interessata. Adesso, a fine quadrimestre, la relazione avrà un
giudizio. La domanda che ci poniamo
è: è giusto fare questa ricerca e che
adesso abbia anche un giudizio?
Elena Priarollo
Cinzia Avondet
Micaela Pittavino
Cristina Ughetto Monfrin
Daniela Long
Istituto Valentino Bosso
Coordinato di Torre Pellice
Classe II A
AGRICOLTURA: E’
QUESTIONE DI
QUALITÀ’
Lo scambio di idee sul nostro giornale prò e contro il campo da golf
in Val Pellice si sta facendo interessante, L'ultima lettera apparsa sul n.
4, dal titolo “ Golf o toma », pur essendo seria e ben motivata, tuttavia
leggendola mi spinge a fare tre considerazioni sperando che siano utili
al dibattito affinché non sia fatto sulla
testa dei più diretti interessati: gli
agricoltori.
1) Il magazzino del C.A.V.A. (Consorzio Agricolo Valli Alpine), il consorzio di cooperative della Val Pellice, è
traboccante di tome grana invendute
al punto che il responsabile del consorzio non ha più garantito di poter ritirare il latte, ma ha invitato i consorzisti a venderlo a privati, cosa che
pare stiano facendo alcune cooperative anche perché il C.A.V.A. è indietro quasi di un anno nel pagamento
ai conferitori. Non occorre essere degli
economisti per capire che queste cooperative sono destinate a fallire se
non si trovano altre soluzioni. Inoltre
la situazione lattiero casearia in Piemonte è disastrosa, difatti i caseifici
privati prima che iniziassero le trattative regionali per il rinnovo del prezzo del latte avevano inviato una lettera ai conferitori in cui annunciavano che era loro intenzione di diminuire il prezzo del latte di 40 lire al
litro dal 1.1.87,
2) L'agricoltura di collina-montagna,
anche per un disegno politico, non
sarà mai competitiva con le aziende
di pianura, né tanto meno con i prodotti caseari che si vendono nei supermercati, anche se magari sono fatti con il latte in polvere proveniente
dalla Germania o dalla Francia. La
via da percorrere della nostra agricoltura emarginata non può essere quindi quella della concorrenza ma della
qualità, deve cioè instaurarsi un rapporto di fiducia del consumatore verso il produttore singolo o la cooperativa e per tare questo il consuma
tore deve conoscere e per conoscere
deve venire in loco. Uno dei pochi
modi per fare conoscere la nostra
realtà (produttiva, paesaggistica e culturale) — là dove vi sono ancora delle forze giovani — potrebbe essere
lo sviluppo deH’agriturismo; io credo
che se fatto con intelligenza esso risolverebbe alcuni problemi.
lo non so assolutamente se un progettone come un campo di golf potrebbe integrarsi nel discorso di sopra, non l'ho capito ma mi piacerebbe capirlo,
3) lo rimasi scandalizzato quando si
coprirono con del cemento gli ultimi
prati irrigui del comune di Luserna
in località Bocciardino senza che si
gridasse allo scandalo, mentre ora
questo succede per un campo da golf
che dovrebbe essere meno inquinante
dei capannoni nel quali non si sapeva
cosa ci avrebbero fatto o messo dentro.
Per concludere dirò che non so se
sia giusto o opportuno fare un campo
da golf in Val Pellice, quello che però credo sia giusto e opportuno è che a
chi ha lavorato un anno intero pascolando, mungendo e facendo il fieno
sia garantito un salario minimo. Se io
fossi un agricoltore di quella zona
preferirei, magari controvoglia, tagliare l’erba per i signori del campo
da golf, sempre che questo sia possibile e mi permetta di riempirmi lo
stomaco, piuttosto che lavorare per
conto mio senza guadagnare nulla o
quasi.
Mauro Gardiol, agricoltore
San Secondo
Ci ha improvvisamente lasciati
Mario Jouve
Sarto di anni 77
Lo annunciano le sorelle Anita e
Olga, i fratelli Guido e Enzo con le
loro famiglie e tutti i parenti.
Torre Pellice, 8 febbraio 1987
Redattori e tipografi partecipano al
dolore di Enzo, Guido, Anita e Olga
Jouve e famiglie per la scomparsa di
Mario Jouve
e rinnovano da queste colonne la loro
simpatìa in Colui che è risorto dai
morti.
Torre Pellice, 9 febbraio 1987
RINGRAZIAMENTO
« Il mio aiuto vien dalVEterno »
(Salmo 121: 2)
La sorella LiRy ed Annetta ringraziano sentitamente tutti coloro che con
scritti e partecipazioni hanno preso
parte al dolore della dipartenza del
geometra e maggiore
Roberto Monnet
di anni 68
Si ringraziano: il doti. Scarognina,
il presidente degli alpini Martini, gli
alpini del Comando Battaglione Alpini
della Caserma Susa di Pinerolo, gli
artiglieri di Villafranca Piemonte, la
sezione di Brioherasio col cavaliere
Stringatti. Inoltre si ringraziano il pastore Platone di Angrogna, il pastore
Susanne Labsoh, di pastore Zotta e
in special modo Amalia, Ivana, Leo,
nonché gli ospedali Oftalmico e Molinette di Torino, reparto B neurochirurgia.
Angrogna, 30 gennaio 1987
RINGRAZIAMENTO
« Padre, non la mia volontà, ma
la Tua sia fatta »
(Luca 22: 42)
I familiari della cara
Monica Orselio
riconoscenti per la dimostrazione di
affetto tributata nella triste circostanza, ringraziano di cuore tutte le persone che con la loro presenza, fiori,
scritti, parole di conforto e opere di
bene hanno preso parte al loro grande dolore. Un ringraziamento particolare al prof. Valerio Gai, ai medici ed
al personale dell’Ospedale Valdese di
Pomaretto Che così amorevolmente
Thanno curata; ai medici ed al personale del reparto medicina delle Molinette, diretto dal prof. Cavaste; a
tutte le gentili persone c!he le sono
state vicine durante la dolorosa mailattia; ai past. Coìsson, Rostagno, Taccia, ed a Dario Tron; ai colleghi di lavoro del babbo e di Rosanna.
Inverso Pinasca, 5 febbraio 1987
« Oui, sois tranquille près de
Dieu, mon âme; car mon espoir
vient de lui. Oui, il est mon
rocher et mon salut, ma citadelle. Je suis inébranlable »
(Psaume 62: 5-6)
A la Paroisse de Rodoretto.
Nous avons le grand regret de vous
annoncer le décès du Pasteur
Alexandre Nicod
qui fut Pasteur à Rodoretto de 1947 à
1956.
Le Pasteur Nicod est décédé à la
suite d’une opération le 18 janvier
1987 à Page de 66 ans.
Poët-Laval (La Bégude de Mäzene),
le 23 janvier 1987
« Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito
figliolo, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia
vita eterna ».
All’età di anni 93 si è spenta
Judith Paschetto
Ne danno Tannuncio la cognata Virginia Fomeron ved. Paschetto, i nipoti
Ide con la famiglia, Dina con la famiglia (Losanna), Ilda e Elda, cugfiui
e parenti tutti.
Prarostino, 27 gennaio 1987
AVVISI ECONOMICI
SIGNORA offresi per assistenza persona anziana. Orario da stabiliiiidi. Disponibile Torre Pellice e dintorni.
Tel. 0121/91441.
12
12 fatti e problemi
13 febbraio 1987
DOCUMENTO DEGLI INDIOS
DOPO LA DECISIONE DELLA CEE
La conquista
dell’America
Vietati i nuovi investimenti
in Sud Africa
Noi, indigeni rappresentanti di
30 nazioni indios di 13 paesi delrAmerica Latina, approssimandosi le celebrazioni del 5° centenario della cosiddetta scoperta e della prima evangelizzazione dell’America, vogliamo manifestare il nostro ripudio totale verso queste celebrazioni
trionfalistiche per le seguenti
ragioni:
1 - La scoperta non fu se non
una invasione, con queste conseguenze:
a) sterminio a sangue e fuoco,
con malattie che colpirono 75
milioni di nostri fratelli;
b) usurpazione violenta dei nostri domini territoriali;
c) disintegrazione delle organizzazioni socio-politiche e culturali;
d) soggiogamento ideologico e
religioso, a detrimento della
logica interna delle nostre
credenze religiose.
2 - L’invasione di cui siamo
stati oggetto Ano ad oggi fu una
permanente violazione dei nostri diritti umani fondamentali.
3 - In tutto questo precesso
di distruzione e annichilimento,
in alleanza con il potere temporale, la Chiesa cattolica e, recentemente, sette e corporazioni religiose, sono state e sono strumento di sottomissione ideologica e religiosa dei nostri popoli. Di fronte a tutti questi fatti
di genocidio ed etnocidio di cui
siamo stati oggetto per 500 anni, esigiamo:
Dagli Stati:
a) la fine delle politiche integrazioniste e di assimilazione
RUANDA
300 religiosi
accusati di
sovversione
Circa 300 persone sono state
condannate dai 4 ai 12 anni di
carcere a causa della loro appartenenza a gruppi religiosi illegali.
Gli imputati sono membri di
quattro differenti sette religiose:
Abantu b'Imana Bihana (Popolo
Pentito di Dio), Abarokore (Gli
Eletti), Abatampara (Movimento
di temperanza) e Abayohova (Testimoni di Geova). Le prime due
fanno parte del Movimento delle
Chiese Protestanti dell 'Africa
Orientale, mentre la setta Abatampara faceva precedentemente
parte della Chiesa Awentista del
Settimo Giorno.
I 298 imputati sono stati accusati di aver diffuso notizie sovversive, incoraggiato la popolazione alla disobbedienza nei confronti delle leggi governative e
tenuto riunioni illegali. La maggior parte delle accuse rivolte
agli imputati sono derivate dal
loro rifiuto di partecipare a danze e canti in onore del Presidente
e del partito al governo e di prendere parte al lavoro comune,
chiamato umuganda. Queste attività sono state rese obbligatorie
dal Movimento Rivoluzionario
Nazionale di Sviluppo (MRND)
attualmente al governo, l’appartenenza al quale è obbligatoria
per tutti i cittadini ruandesi.
Le condanne più severe hanno
colpito i Testimoni di Geoya: i due imputati di maggior rilievo sono A. Murayi Nduhira,
ex direttore generale del Ministero dell’Istruzione e sua moglie,
arrestati nel mese di agosto per
aver rifiutato di firmare una
abiura delle proprie convinzioni.
folkloristica delle nostre culture;
b) rispetto, riconoscimento giuridico e reintegrazione degli
spazi territoriali che ci spettano da sempre e con diritto;
c) riconoscimento e rispetto
del nostro diritto di proprietà comune sulle risorse naturali, tanto del suolo come del
sottosuolo. Esigenza fondamentale è che i governi non
vendano più queste risorse
alle compagnie nazionali e
transnazionali;
d) riconoscimento delle nostre
organizzazioni e dei nostri
sistemi di governo come elementi fondamentali di autodeterminazione .
Dalle Chiese:
a) fine di una evangelizzazione
e di una pastorale di alleanza con il sistema dominante,
genocida ed etnocida verso
gli indigeni;
b) pratica di una autentica evangelizzazione; accompagnamento, dialogo e rispetto di
fronte alle nostre lotte e
credenze religiose;
c) unità delle Chiese per una
pastorale ecumenica, contro
la penetrazione delle sette religiose divisioniste che distruggono le nostre culture.
Proclamiamo la nostra speranza affinché solamente l’unità
nella diversità delle nazioni indigene ci porti, assieme agli
altri settori oppressi, alla vera
liberazione dei nostri popoli.
« Quando siete arrivati voi europei nel nostro continente noi
avevamo le terre e voi la Bibbia;
oggi, dopo l’evangelizzazione, voi
avete le terre e noi la Bibbia... »
(dichiarazione di un capo Indio).
E’ stato pubblicato sulla « Gazzetta Ufficiale » un decreto del
Ministero del commercio con
l’estero, in data 9.1 .’87, applicativo della decisione del Consiglio della Comunità Eùropea presa il 27 ottobre ’86 con la quale
si chiedeva la « sospensione di
nuovi investimenti diretti nella
Repubblica dei Sud Africa ».
L’attuale decreto si compone
sostanzialmente di un solo lungo articolo, che recita testualmente: «A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto sono sospesi i nuovi investimenti diretti nella Repubblica
del Sud Africa da parte di residenti in Italia.
Ai fini del presente decreto
per investimenti diretti devono
intendersi :
a) la creazione e l’ampliamento di filiali o di nuove imprese che appartengano esclusivamente alla persona che fornisce il capitale e l’acquisto in
blocco di imprese esistenti;
b) la nuova o accresciuta partecipazione ad imprese nuove o
esistenti ;
c) i prestiti a lungo termine
aventi carattere di partecipazione, definiti come prestiti aventi
durata superiore a cinque anni,
destinati a stabilire legami economici durevoli.
Fermo restando quanto stabilito dalle vigenti norme valutarie in materia di investimenti,
il divieto di cui ai precedenti
commi non si applica agli investimenti diretti effettuati al fine di mantenere il livello di una
attività economica esistente e a
quelli effettuati in esecuzione di
contratti conclusi anteriormente alla data di entrata in vigore
del presente decreto.
Eventuali deroghe potranno
essere accordate dal Ministero
del commercio con l’estero per
gli investimenti concernenti i
settori della formazione, della
sanità e sociale ».
Non credo ci sia bisogno di
molto acume per comprendere
che questo decreto non porta
sostanziali alterazioni all’attuale
interscambio tra il nostro paese
ed il Sud Africa. Praticamente
ciò che esiste continuerà ad esistere; non si chiede alle ditte o
alle persone impegnate nel Sud
Africa di ritirare i propri capitali, n decreto ricalca decisioni
già assunte, per es. da grosse
banche estere, come la Deutsche
Bank, o da banche italiane, come l’Istituto bancario San Paolo di Torino, di non procedere
a nuovi investimenti. L’entità
delTinterScambio rimarrà ai livelli già acquisiti. Non solo, ma
il decreto lascia delle porte aperte (formazione, sanità, sociale),
e si sa che molte volte « fatta la
legge, trovato l’inganno ». Sotto
un, aspetto umanitario, chissà
quante cose potranno trovare
ancora spazio. Sarà certo molto diffìcile vendere armi, ma
queste, salvo smentita, non sono mai state vendute direttamente al Sud Africa ! Dunque
nulla è cambiato? Proprio nulla, forse sarebbe esagerato ed
inesatto dirlo. Qualcosa, poco,
pochissimo se si vuole, ma pur
qualcosa! E questo qualcosa mi
sembra prodotto dall’opinione
pubblica da un lato e dalla situazione del Sud Africa dall’altro. Mi spiego: per una banca
è molto importante l’immagine
che essa ha nei riguardi dei
clienti. Non è quindi esagerato
ritenere che nelle decisioni interne della Deutsche Bank o del
San Paolo abbia svolto un cer
Un giornale è
anche lavoro. Lavoro
per redattori,
tipografi,
correttori di bozze,
spedizionieri.
Angelo Actis, nostro segretario
di redazione.
Unisce la sensibilità
di organista presso la chiesa
di Torino alla funzione di
interlocutore con i nostri
abbonati che a lui
possono rivolgersi fiduciosamente
per ogni problema.
Lo si trova dal martedì al
venerdì mattina al n. 011/655278.
ABBONAMENTI '87
Scegli subito fra tre possibilità
Abbonamento ordinario
lire 31.000
Abbonamento a ’costo reale’
lire 50.000
(è il costo del giornale
diviso per
il numero degli attuali abbonati)
Abbonamento sostenitore
lire 70.000
(con diritto a due stampe
di Marco Rostan raffiguranti
i templi di
Luserna S. Giovanni e di Pramollo)
Abbonamento estero lire 55.000 (via ordinaria), lire 84.000 (via aerea)
(GII abbonati esteri sono pregati di non inviare assegni bancari, ma di versare gli importi relativi a mezzo postagi
internazionale o vaglia da accreditarsi sul conto corrente postale 327106 intestato a Eco-Luce — casella postale
10066 Torre Pellioe).
Versare l’abbonamento:
~ tramite C.C. postale n. 327106 intestato Eco delle Valli-La Luce - 1006(5 TORRE PEJRJCE
— tramite le Librerie Claudiana di Torino, Torre l’ellice, Milano
— tramite l’incaricato della tua chiesa.
to ruolo la campagna per il ritiro degli investimenti. Se qualcosa si può dire è che essa deve venire intensificata e allargata. L’altro elemento è dato,
10 penso, dalla situazione del
Sud Africa stesso. Una decisione come quella della CEE e, per
conseguenza, del nostro Ministero per il commercio estero, non
è dettata da un puro e semplice
umanitarismo ; dietro di essa
possono esserci due spinte. Una
è data dall’opinione pubblica europea, sempre più largamente
contraria alla politica dell’apartheid, e l’altra può essere la situazione interna del Sud Africa, un paese sempre più soggetto al rischio di precipitare in
ima guerra civile vera e propria.
Un freddo calcolo di opportunità economica, prima ancora
che politica e umanitaria, può
suggerire una linea di progressivo sganciamento. Ritengo che
11 compito di quanti hanno a
cuore il problema dell’apartheid
non sia quello di pronunciare
giudizi morali sulla « immoralità» di un decreto come questo in esame, ma di allargare la
fessura che comunque c’è ormai
di fatto e premere affinché questo timido ed equivoco passo si
trasformi in una decisione chiara, priva di ambiguità, in una
presa di posizione avanzata, co
raggiosa, realmente a favore dell’uomo. L. D.
• L'Eco delle Valli Valdesi«: Rea. |
Tribunale di Pinerolo n. 17h.
Redattori; Alberto Gorsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
redazione: i redattori e: Mirella
Bein Argentieri, Valdo Benecchi,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi, Claudio H. Martelli,
Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Cesare Milaneschi,
Marco Rostan, Mirella Scorsonelli,
Liliana Viglielmo.
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011'/
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Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
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