1
Anno 121 - n. 11
15 marzo 1985
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
17-24 MARZO: UNA SETTiMANA Di iNiZiATiVE CONTRO iL RAZZiSMO iN SUD AFRiCA
In una città come Roma, che
sforna convegni a getto continuo
come una fabbrica di biscotti,
si sta preparando un’iniziativa
che è quanto meno un segnale
di autentica attenzione alla novità e al cambiamento.
Si tratta naturalmente di un
convegno ma che, almeno nelle
intenzioni di chi lo promuove,
non è un’occasione dei tanti addetti ai lavori per parlarsi addosso in politichese o in sindacalese.
E’ invece il tentativo di mettere
a confronto, per la prima volta,
la città p'iù complessa e controversa d’Italia con le diverse realtà religiose che agiscono al suo
interno.
Il titolo del convegno di cui
si sta parlando è : « Realtà religiose: quale impegno per la
città? ».
Si parte dai radicali mutamenti che si sono registrati negli
ultimi decenni con il passaggio
dall’idea di ’’città sacra” del cattolicesimo romano a quella d'i
città in cui coesistono e tentano
di conoscersi direttamente gruppi e persone della più diversa
origine e dei più diversi orientamenti religiosi.
Il primo motivo di interesse
di questo confronto nasce dalla
accentuata diversificazione della
stessa realtà cattolica, del suo
modo di intendere il rapporto
con gli altri, dei nuovi orientamenti che emergono anche all’interno degli ordini religiosi,
delle nuove forme che, in positivo e in negativo, va assumendo l’associazionismo cattolico e
della spregiudicata indagine sociologica che alcune parrocchie
cattoliche hanno condotto nella
capitale. Tutte questioni di forte
interesse. Ci saranno dunque i
cattolici accanto agli esponenti
della comunità israelitica romana e accanto alla nuova e composita rappresentanza islamica,
proveniente da diversi Paesi del
Medio Oriente e dall’Africa e
ora, sia pur tra mille difficoltà,
integrata nella città.
Gli evangelici romani non soltanto intendono dare testimonianza del loro modo di capire
il rapporto con la città, aperto
al dialogo e sensibile alle profonde trasformazioni in atto, ma
ospitano il convegno nell’aula
magna della Facoltà Valdese di
Teologia. E’ una occasione preziosa per dare senso e concretezza ai documenti sinodali e alla
volontà di incontro non soltanto
con le realtà religiose ma anche
con le forze politiche e sociali
che operano per la crescita civile della città.
Il fatto che l’idea di un slmile
convegno sia partita dalla federazione romana del P.C.I. ha causato non poche perplessità e anche opposizione all’interno delle
nostre comunità.
Sono scontri, questi ultimi, a
mio avviso, salutari che servono
a tutti per riflettere, in modo serio ed approfondito sulle esigenze d'i cogliere — al di fuori deUe
occasioni offerte dalla ’’routine”
ecclesiastica, sempre più spesso
esposte al rischio di una stanca
ritualità — le opportunità d'i testimonianza evangelica che una
grande città ci mette dinanzi.
Fulvio Rocco
Fine deirapartheid: dipende da noi
L’opinione pubblica mondiale può risultare decisiva per mettere fine ad un sistema intollerabile - Le chiese evangeliche in Italia chiamate a documentarsi e a dare il proprio apporto
« Un giorno noi saremo liberi,
non c’è alcun dubbio. Ci domandiamo soltanto: come? e quando? ». Queste domande di Desmond Tutu, leader nonviolento dell’opposizione al regime razzista sudafricano e premio Nobel 1984 per la pace, potrebbero
ricevere presto una risposta. E’
possibile che una spallata decisiva al governo di Pretoria, in
Sud Africa, che ha fatto del razzismo una legge dello Stato e
una regola fondamentale di vita,
venga data a tempi brevi dalla
settimana di iniziative contro il
razzismo prevista tra il 17 e il 24
marzo. Al centro di questa settimana si colloca la data del 21
marzo che l’ONU ha solennemente dichiarato : « Giornata internazionale contro il razzismo ».
A fine gennaio a Roma si è costituito il Coordinamento Nazionale di Lotta contro l’Apartheid
(in lingua afrikaans significa
« separazione » ; oggi designa il
sistema politico di Pretoria che
segrega, discrimina, i diversi
vrunpi razziali che vivono in
Sud Africa) che ha lanciato un
appello : « a tutte le forze poli
tiche e sindacali, alle associazioni e agli organismi democratici,
agli esponenti del mondo politico e religioso, dell'economia, della cultura e dello spettacolo perché diano' la loro adesione alla
campagna promossa contro l’apartheid in Sud Africa ».
All’appello hanno aderito alcuni esponenti del mondo politico (dal comunista Pajetta al
democristiano Zaccagnini) e culturale. Tra le firme figura anche quella del pastore Aurelio
Sbaffi, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia (FCEI).
Cosa possiamo fare
Sempre dalla FCEI è partita
l’idea di dedicare, lunedì 18 marzo, buona parte di ’Protestantesimo’ in TV al problema del
Sud Africa e un dossier dell’agenzia NEV comunicherà, nei
prossimi giorni, il calendario
delle iniziative a livello nazionale. Anche le nostre chiese sono invitate a partecipare alla
campagna contro il razzismo in
i t
Il vescovo anglicano O. Tutu, simbolo della lotta all'apartheid.
Sud Africa. Ma come? « Dalle
nostre chiese, come sempre —
dice il pastore battista Saverio
GIOVANNI 1: 35-51
Sei verbi per incontrare Gesù
Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due de’ suoi
discepoli; e avendo fissato lo sguardo su Gesù che stava passando,
disse: Ecco l’Agnello di Dio! E i suoi due discepoli, avendolo udito
parlare, seg;uirono Gesù. E Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: Che cercate? Ed essi gli dissero: Rahhì (che,
interpretato, vuol dire: Maestro), ove dimori? Egli rispose loro: Venite e vedrete. Essi dunque andarono, e videro ove dimorava, e stettero con lui quel giorno. Era circa la decima ora. Andrea, il frateUo
di Simon Pietro, era uno dei due che aveano udito Giovanni ed avean
seguito Gesù. Egli pel primo trovò R proprio fratello Simone e gli
disse: Abbiam trovato il Messia (che, interpretato, vuol dire: Cristo);
e lo menò da Gesù. E Gesù, fissato in lui lo sguardo, disse: Tu sei
Simone, il flgliuol di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa (che significa
Pietro). Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò
Filippo, e gli disse: Seg;uimi. Or Filippo era di Betsaida, deUa città
d’Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele, e gli disse: Abbiam
trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge, ed i profeti:
Gesù figliuolo di Giuseppe, da Nazaret. E Natanaele gli disse: Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret? Filippo gli rispose: Vieni a
vedere. Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro, e disse di lui:
Ecco un vero israelita in cui non c’è frode. Natanaele gli chiese: Da
che mi conosci? Gesù gli rispose: Prima che Filippo ti chiamasse,
quand’eri sotto il fico, io t’ho veduto. Natanaele gli rispose: Maestro,
tu sei il Figliuol di Dio, tu sei il Re d’Israele. Gesù rispose e gli disse: Perché t’ho detto che t’avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste. Poi gli disse: In verità, in verità vi dico
che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra
il Figliuol dell’uomo.
Ciò che proponiamo ai nostri
figli e ai nostri giovani, ciò che
proponiamo a chi si accosta alle
nostre comunità per conoscere
la predicazione evangelica, ciò
che riproponiamo continuamente a noi stessi — dato che non è
mai qualcosa di acquisito una
volta per tutte — è /’incontro
con- Gesù. £redo che sei verbi
del brano che, nell’evangelo di
Giovanni, racconta l'esperienza
dei primi discepoli dicano anche
a noi l'essenziale di questo incontro.
1. UDIRE. Due uomini seguo-.
no Gesù avendo udito Giovanni
Battista che dice di Gesù: « Ecco
l'agnello di Dio ». Ancora, per designare uno dei due, Andrea, Giovanni dice: « Era uno dei due che
aveva udito Giovanni ed avevano seguito Gesù». Tra il seguire
(che vedremo dopo) Gesù e l'udire c’è dunque un nesso molto
stretto. Ma non è necessariamente un udire direttamente
Gesù. Dei cinque primi discepoli uno solo ode Id'chiamata diretta di Gesù: Filippo. Altri due
odono la chiamata di un fratello
o di un amico e i primi due odono Giovanni Battista.
E’ quindi raro, è un’eccezione
la chiamata diretta. La normalità è l’udire la parola del testimone. E Giovanni Battista è la
figura tipica del testimone: non
attira l’attenzione su di sé, ma
su Gesù: indica e poi si ritira;
non "dirige" come fa un direttore spirituale. E’ necessario
perciò valutare la testimonianza
e non svalutarla mai rispetto a
Qualche illuminazione interiore.
E' necessario di conseguenza valutare bene i momenti del nostro
essere chiesa in cui si ode la pa
rola. E' importante fare, è vero;
ma ancor più importante è /’udire che è essenziale, originario,
indispensabile: la fede viene dall’udire, ci dice Paolo e ci ripete
la Riforma.
2 SEGUIRE è il verbo dell'uhbidienza di chi ha udito. Si può
udire e non seguire, non ubbidire. Come dice Gesù nella parabola di Matteo 7, tanto l'uomo
che fonda la sua casa sulla roccia tanto quello che la fonda
sulla sabbia hanno udito. Ma solo il primo mette in pratica e
cioè segue Gesù.
Per capire il seguire, ora che
Gesù non è fisicamente tra noi,
è bene osservare cosa significhi
questo nel Nuovo Testamento
per i primi discepoli, per tutti i
discepoli che incontrano Gesù.
Significa un lasciare. Negli altri
evangeli alcuni discepoli sono
pescatori che lasciano le reti;
ad un altro Gesù dice: lascia i
morti seppellire i loro morti, tu
vieni e seguimi; qui i discepoli
di Giovanni Battista lasciano un
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 6i
Guarna, portavoce del coordinamento di lotta contro l’apartheid
— ci aspettiamo molto. La nostra opposizione alla segregazione razziale del governo sudafricano è un’opposizione che nasce
dalla nostra confessione di fede
in Cristo. Le chiese evangeliche
sono invitate, particolarmente
nel periodo tra il 17 e il 24 marzo, a redigere mozioni di solidarietà verso le chiese sudafricane, a inviare cartoline postali
con frasi tipo: ”No alTapartheid”, ”No al razzismo in Sud
Africa” presso la sede della
FCEI (Via Firenze 38 , 00184 Roma) che verranno recapitate, in
maniera pubblica, all’ambasciata del Sud Africa a Roma oppure al Presidente Pertini. Noi
chiediamo a tutte le chiese evangeliche che aderiscono alla Federazione di impegnarsi a fondo, nel periodo dal 17 al 24 marzo, riflettendo nella predicazione, nei dibattiti, nelle preghiere
di interces.sione, nelle veglie
notturne, sul crimine del razzismo, sentendosi solidali con
chi lotta per la fine del regime
segregazionista sudafricano che
ha già mietuto troppe vittime ».
Da sedici anni il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha messo al
centro, come punto qualificante
del proprio impegno, la lotta al
razzismo. E su questo problema
molte chiese all’estero, come
avrà notato chi legge questo
giornale, si sono impegnate generosamente sviluppando un
grande lavoro di informazione
capillare, di sensibilizzazione e
di lotta. In Italia, per le chiese
evangeliche, è la prima volta che
esse sono chiamate tutte insieme a documentarsi a fondo e a
promuovere iniziative, da sole o
con altri organismi, contro il
razzismo in Sud Africa. « Noi, in
Italia, lavoriamo molto per difendere la nostra identità di minoranza protestante — osserva
Gianna Urizio del Servizio Stampa della FCEI che ha già pronta una scheda con tutti i dati
sulTapartheid in Sud Africa da
Giuseppe Platone
(continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
15 marzo 1985
TEOLOGIA PROTESTANTE E MINISTERI - 4
Bonhoeffer;
la riscoperta
della chiesa
Quando, nel 1930, fu pubblicato uno studio di Bonhoeffer sulla chiesa, con il titolo « Sanctorum Communio », quasi nessuno
si accorse che qualcosa di nuovo
si era prodotto nella teologia
protestante. La pubblicazione era
il testo della tesi di laurea approvato tre anni prima, nell’agosto del 1927, quando Bonhoeffer
aveva solo 21 anni, risultato di
im lavoro condotto a termine in
meno di due anni, contemporaneamente ai normali studi universitari, che sotto professori
come Hamack, Holl e Seeberg
non dovevano essere imo scherzo. Il libro sarà ripubblicato più
volte a partire dal 1954, ora esiste anche in traduzione italiana
(Edizioni Herder - Morcelliana,
1972).
Si tratta, è chiaro, di uno scritto che presenta ancora le incertezze, lacune, tecnicismi tipici di
un lavoro universitario; tuttavia
nell’essenziale il pensiero è stupefacentemente maturo, e anticipa tutti i maggiori temi dell’ecclesiologia protestante sviluppati nei due decenni successivi, tanto che non si fa fatica a comprendere il giudizio dato da
Barth nel 1955, all’inizio della
seconda parte della sua ecclesiologia: « Mi domando se io stesso
riuscirò a restare almeno al livello attinto allora da Bonhoeffer; se, nel terreno e nella
lingua che sono miei, non dirò di
meno e non parlerò più fiaccamente di quanto ha fatto questo
giovane al suo tempo »; per
Barth l’opera di Bonhoeffer è
« più istruttiva, più stimolante, più chiarificatrice e veramente, più ’’edificante” di ogni
sorta di libri più conosciuti e
più celebri che sono stati scritti
dopo sul problema della chiesa ».
Crisi della chiesa
1930! E’ l’anno in cui in Germania si prende piena coscienza
della crisi della chiesa. L’antico
sistema legato all’autorità dei
principi anche negli affari ecclesiastici è caduto con la sconfitta
del 1918; da allora la chiesa cerca ancora la sua via. Vari scritti
denunciano una situazione caotica, i giovani pastori sono disorientati, non trovano né una teologia né una chiesa che indichi
loro chiaramente un senso preciso al loro impegno. Di lì a poco
sorgerà il movimento dei cristiani tedeschi, che proporrà una via
di salvezza attraverso la rinascita del popolo germanico; ma intanto c’è chi, come Althaus, in
un libro dal titolo simile a quello di Bonhoeffer, Communio
Sanctorum, propone di contrapporre alla crisi delle chiese nazionali la parrocchia, riorganizza
ta in modo conservatore intorno
aH’autorità del pastore.
Per Bonhoeffer non si tratta
di cercare la salvezza in nuove
alleanze o in vecchie strutture,
si tratta di riscoprire il vero centro dell’esistenza della chiesa. La
chiesa non è una realtà invisibile, è una comunità che si forma
per azione dello Spirito Santo e
assume così il carattere di una
realtà visibile, storica: è riconoscibile nell’assemblea dei credenti, ha un suo ordinamento giuridico, sviluppa una sua attività,
ha delle linee di lavoro che la distinguono. Agisce dunque nella
storia umana come un gruppo
sociale, che può essere studiato
anche con criteri scientifici; ma
ciò che la rende chiesa, corpo di
Cristo, presenza di Cristo sulla
terra, è il fatto che Dio si serve
di questo gruppo sociale per
« diffondere la sua sovranità ».
La chiesa, come gruppo umano,
è imperfetta e peccatrice, ma in
essa Cristo agisce con la sua parola; Cristo vuol anche esistere
« come comunità », attraverso la
comunità terrena dei credenti.
Per quanto riguarda i ministeri, ne deriva che essi devono
essere compresi in stretta connessione con il servizio di tutta
la comunità: « La sanctorum
communio può istituire un "ministero” della predicazione e dell’amministrazione dei sacramenti, che come tale è totalmente
sostenuto da essa, mentre nel
suo conferimento personale è
TARANTO
Apprezzabile
o preoccupante?
Il grande interesse che sta suscitando nell’opinione pubblica
lo sviluppo delle tecnologie per
la fecondazione artificiale, ma,
soprattutto, l’invito del Sinodo
1984 alle Chiese Valdesi e Metodiste a studiare il problema
della sessualità, ha indotto il
gruppo F.D.E.I. di Taranto ad
FIRENZE
L’Ospedalino Meyer
e il prof. C. Comba
L’Ospedale infantile « Anna
Meyer », che i fiorentini chiamano affettuosamente « l’ospedalino Maier », ha festeggiato
i suoi cento anni di vita. In
un secolo è cresciuto, non è invecchiato, ed è oggi fra le più
avanzate cliniche medico-pediatriche del nostro paese.
In una pubblicazione si è voluto raccontare la storia dello
sviluppo di questa istituzione,
raccogliere le testimonianze sul
personale, su quanti hanno contribuito a tanto — dal personale
paramedico, ai medici, ai direttori e maestri. Il prof. Carlo
Comba (Venezia 1870 - Firenze
1951) fu direttore dell’Ospedalino dal 1911 al 1941.
Alcune pagine del piccolo libro-ricordo sono dedicate a C.
Comba, che in un trentennio di
intenso servizio stimolava su tanti settori la crescita della istituzione. Per i suoi interessi
scientifici dava impulso a una
scuola medico-pediatrica che forniva suoi allievi alle cattedre di
Roma, Pisa, Bologna, Bari. Il
suo allievo prof. C. Cocchi gli
succederà alla direzione dell’Ospedalino. Con le sue iniziative,
il Comba fu uno dei precurso
ri della pediatria sociale, aprendo alla città un efficiente consultorio. Va ricordato anche il notevole sviluppo organizzativo ed
edilizio che si registrò nel suo
trentennato : nuovi padiglioni
per i bambini, il convitto-scuola
per 60 infermiere, i reparti della chirurgia. Per il consultorioambulatorio è passata una media di 7.000 bambini ogni anno:
non è difficile renderci conto
dell’affetto dei fiorentini per il
loro Ospedalino.
Di Carlo Comba — che fu anche diacono nel Consiglio di
Chiesa di via Manzoni — leggiamo questa testimonianza di un
suo allievo : « ...un uomo rigoroso, distaccato con gli allievi ma
sereno nel giudizio, anche se severo. La sua dirittura non appare dunque soltanto formale ma
come una vera e propria abitudine di vita, probabilmente ispirata anche da una sua decisa
osservanza religiosa (era infatti
di confessione valdese).
Questa coerente precisione
era divenuta proverbiale tanto
che si racconta come aneddoto
che quando il prof. Comba entrava in clinica si potevano rimettere gli orologi ». L. S.
organizzare una conferenza pubblica sull’argomento, a cui si è
gentilmente prestato il Dr. Giuseppe Barbalucca, noto biologo
locale. Tema della conferenza ;
« Inseminazione artificiale e fecondazione in vitro ».
Dopo un’ampia relazione che
ha visto l’autore impegnato in
una precisa e chiara illustrazione delle varie tecniche in uso per
la procreazione artificiale, nonché delle conseguenze che tali
tecniche possono provocare nei
rapporti etico-sociali, si è sviluppata una proficua conversazione che ha coinvolto quasi tutti
i presenti.
In particolare, nella discussione, oltre alla richiesta di opportuni chiarimenti su alcuni punti della relazione, sono emersi,'
anche se sommariamente accennati, gli aspetti più scottanti che
l’introduzione sempre più generalizzata della materia certamente comporterà nei rapporti
umani: i problemi di coppia,
una diversa concezione della famiglia, l’introduzione di nuovi
strumenti giuridici a salvaguardia di possibili ma inevitabili
abusi; insomma una vera e propria rivoluzione sociale e culturale che investirà anche l’aspetto religioso.
Anche se di anni ne passeranno ancora molti prima che tutta la materia sulla riproduzione
artificiale raggiunga una diffusione apprezzabile o preoccupante (secondo i punti di vista),
è necessario affrontare fin da
ora i problemi ad essa connessi, cominciando subito a discuterne, a prepararci ad approfondire ogni aspetto della questione.
Con questi propositi, accettati da tutti — buona la partecipazione, specialmente di donne,
delle quali quasi la metà estranee al nostro ambiente — si è
conclusa la riunione che ha avüto luogo sabato 16 febbraio nei
locali della biblioteca della Chièsa Valdese. P. C.
completamente indipendente da
essa ». Questa apparente contraddizione si spiega con il fatto
che la vita e la salvaguardia della chiesa dipendono interamente
dall’iniziativa di Colui che è il
suo capo e il suo centro: Gesù
Cristo. Il ministro non è un « dipendente » della chiesa, anzi, a
causa dell’evangelo può anche essere necessario che si contrapponga alla chiesa, come Paolo ai
Galati. Tuttavia il ministro non
può agire senza la chiesa: « Il
ministero si basa sulla comunità;
in tal modo, è resa impossibile
l’assunzione di qualsiasi posizione autonoma da parte di colui
che ne è rivestito ».
L’autorità
come servizio
Bonhoeffer svilupperà questo
pensiero in due opere scritte durante il periodo della resistenza
al nazismo: Nachfolge (tr. it.
« Sequela », Queririiana) e Gemeisames Leben (tr. it. «La
vita comune », Queriniana Bre
Musica
nella chiesa
La Alleanza Evangelica Italiana invita gli evangelici italiani
al 1” convegno sulla musica. A
Poggio libertini, dal 1” al 5 maggio 1985, un nutrito programma
viene proposto, non solo agli
specialisti, con relatori italiani
e stranieri. E’ prevista anche
una tavola rotonda sul tema « La
musica nella chiesa », coordinata da Franco Santonocito.
Per le prenotazioni e ulteriori informazioni rivolgersi entro
il 20 aprile a Guido Moretti,
Via Orazio Vecchi 151, 50127 Firenze, tei. 055/434303.
E’ previsto anche un programma video (facoltativo) nel corso del quale verranno presentate videocassette inerenti al tema generale del programma.
scia 1969). Ormai non si trattava più soltanto di elaborazione
teorica, perché in quegli anni
Bonhoeffer stava organizzando i
suoi studenti e i pastori che uscivano dal seminario clandestino
di Finkenwalde come un collettivo impegnato nel duro lavoro
di costruzione di comunità confessanti. Contro la tentazione autoritaria, egli insiste fortemente
sul servizio; « Se oggi si sente
tanto spesso la necessità di ’’figure episcopali”, di ’’personalità
sacerdotali”, di persone che abbiano vera autorità lo si deve soprattutto al fatto che si prova il
bisogno di ammirare un uomo,
di imporre un’autorità umana
visibile, perché la vera autorità
derivante dal servizio sembra
troppo umile. E questo è segno
di malattia spirituale. (...) La
smania di autorità fittizia, in fondo, non cerca che di erigere nella chiesa una qualche immediatezza, un legame umano. La vera
autorità è consapevole che ogni
immediatezza proprio nel campo
dell’autorità è un male, che essa
può affermarsi solo nel servizio
di Colui che, unico, ha autorità.
(...) La comunità non ha bisogno di personalità brillanti,
ma di fedeli servitori di Gesù e
dei fratelli. E realmente essa non
manca delle prime, ma di questi
ultimi ». Bruno Rostagno
Diakonia
E’ in distribuzione il n. l/’85 di
Diakonia, la rivista del Servizio
Studi della Federazione delle
Chiese. In questo numero articoli sulla situazione degli stranieri in Italia, note bibliche sul
tema dello straniero a cura del
past. Casanova, note omiletiche
per Pasqua e Pentecoste.
I prossimi numeri saranno dedicati al tema della « pace nella
Bibbia » e all’etica sociale.
Un numero lire 2.500, abbonamento annuo lire 7.000 sul c.c.p.
20378105 intestato ad Agape, centro ecumenico - 10060 PRALI (specificando la causale).
PROTESTANTESIMO IN TV
La Irastnissione di lunedì 4
marzo era praticamente il resoconto di tre giornate passate da R. Maiocchi a contatto
con le comunità di Colleferro e Ferentino, nel basso Lazio. Le due chiese presentano
anzitutto la particolarità di
essere rette da due pastori,
marito e moglie, che riferiscono della loro esperienza
come positiva ed arricchente
per entrambi.
Dalle immagini ed intervi
tinente al lavoro e alla donna. Emerge la presenza dei
membri di chiesa nelle varie
attività del luogo (comitati,
dibattiti, interventi nelle
scuole). A Fresinone si partecipa ad un collettivo biblico ecumenico nel senso più
lato (cattolici, valdesi, battisti e avventisti). Non si teme
di affrontare le problematiche del “’sociale" con tavole
rotonde aperte alla cittadinanza. Il 17 febbraio la pre
Non provinciali
ste che ci venivano proposte
abbiamo potuto renderci conto della ricchezza di esperienze di fede espressa da queste
piccole comunità. C'è attenzione verso gli anziani e la
loro non infrequente condizione di emarginazione: in
una riunione settimanale essi si incontrano, dialogano, si
confrontano con l’Evangelo.
Da loro veniamo così a conoscere l’origine di queste chiese, nate anni fa da un lavoro
evangelistico di professori e
studenti in teologia (vien da
pensare se non sarebbe ipotizzabile oggi un'esperienza
di questo tipo \da parte della
Facoltà...).
Gli anziani ricordano le vessazioni subite in passato dall'ambiente cattolico ma vivono per il presente, discutendo ad esempio in anteprima
il testo su cui si predicherà
la domenica seguente.
C'è un gruppo di giovani:
attualmente sta preparando
una recita di argomento at
dicazione viene affidata ad
uno studente africano... Non
si riscontra davvero in queste chiese di provincia una
mentalità provinciale!
Volendo al termine esaminare la trasmissione in quanto tale e dato che la funzione
di “Protestantesimo" (come
è stato detto in un recente
dibattito sull’argomento) è di
offrire predicazione, informazione e cultura, possiamo dire che questo numero ha soprattutto predicalo ed informato. Personalmente troizo
che lo ha fatto in modo vivo
ed efficace. Non so come possa essere stata “vista" dal
pubblico non evangelico (verosimilmente formato per la
maggioranze di intellettuali,
data l'ora) ma penso che la
presentazione di una coppia
pastorale al lavoro in due diverse chiese costituisca di per
sé, in questa Italia, una sufficiente "provocazione" su cui
riflettere.
Mirella Argentieri Bein
3
15 marzo 1985
fede e cultura 3
IL TESTO DEFINITIVO DEI NUOVI PROGRAMMI DELLE ELEMENTARI
Tutto come prima?
Caduta la « conoscenza dei fatti religiosi », l'Intesa è strumentalizzata per dare una veste di pluralismo aH’insegnamento concordatario
Il 12 febbraio ultimo scorso il
Ministro della Pubblica Istruzione Senatrice Falcucci ha pubblicizzato in una affollata conferenza stampa a Roma il Decreto del Presidente della Repubblica avente per oggetto :
Programmi didattici per le Scuole Elementari della Repubblica
Italiana.
Detti programmi sostituiscono & pieno titolo i programmi
didattici per la scuola primaria
annessi al Decreto del Presidente della Repubblica del 14 giugno 1955, n. 503.
A poco meno di 30 anni la
scuola elementare, che rimane
la struttura portante della popolazione scolastica italiana, vede dunque i suoi programmi sostituiti nella forma e nei contenuti e si prepara ad affrontare
la novità dell’entrata in vigore
dei nuovi programmi nelle classi prime a partire dall’anno scolastico 1987/88 e, progressivamente, nelle classi successive
nei quattro anni scolastici seguenti.
Non ci è possibile affrontare
tutte le problematiche che emergono nel nuovo testo. Ci limiteremo ad un primo commento
e precisamente della parte riguardante la religione.
Ci piace comunque riferire come dopo un lavoro di un paio
di anni di una commissione nominata dal Ministro (una sessantina di esperti del settore) sotto
la presidenza dell’On. Piero Fassino e la vice-presidenza del
pedagogista Mauro Laeng, dopo
che il Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione ha espresso
un parere scritto, è stato il Ministro ad assumersi, avvalendosi della collaborazione di pochi
fedelissimi « addetti ai lavori »,
la piena responsabilità del testo
definitivo, con tagli, aggiunte,
modifiche rispetto ai documenti
prodotti dai dibattiti collegiali.
Ad una prima lettura di tutto
il testo si desume che parte
degli elementi di innovazione e
di rottura con gli schemi tradizionali sono stati annacquati e
che la vecchia visione del fanciullo « sentimento e fantasia »
è ritornata ad affacciarsi.
E si riaffaccia in noi, che viviamo in prima linea le contraddizioni del nostro sistema scuola, il timore che l’operazione
dei nuovi programmi rientri in
quella più generale che si connota con la raccomandazione
« che tutto cambi purché tutto
rimanga come prima » di gattopardesca memoria.
Il testo qui riprodotto, per
altro molto breve, si configura
in 3 punti assai distinti fra loro.
Tre punti
Dai Nuovi Programmi
La scuola riconosce il valore
della realtà religiosa come un dato storicamente, culturalmente e
moralmente incarnato nella realtà
sociale in cui il fanciullo vive.
— rispetto e garanzia della libertà di coscienza dei cittadini;
Partendo, perciò, dall’esperienza
comunque acquisita dall’alunno e
anche al fine di consentirgli un
rapporto consapevole e completo
con l’ambiente, è compito della
scuola promuovere, nel quadro degli obiettivi educativi e didattici
indicati dai programmi:
a) la conoscenza degli elementi
essenziali per la graduale riflessione sulla realtà religiosa nella sua
espressione storica, culturale, sociale;
b) la conoscenza e il rispetto
delle posizioni che le persone variamente adottano In ordine alla
realtà religiosa;
c) la consapevolezza dei principi in base ai quali viene assicurato nella scuola elementare lo
svolgimento di specifici programmi
di religione, nel rispetto del diritto dei genitori di scegliere se
avvalersene o non avvalersene.
— impegno dello Stato ad assicurare nelle scuole lo svolgimento
di specifici programmi di religione,
definiti con Decreto del Presidente
della Repubblica sulla base di intese tra io Stato e le confessioni
religiose riconosciute. Infatti, nel
nuovo accordo per la riforma del
Concordato stipulato tra lo Stato
e la Santa Sede, è stabilito, per
quanto riguarda la Chiesa Cattolica, che la Repubblica Italiana «riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del Cattolicesimo fanno parte
del patrimonio storico del popolo
italiano, continuerà ad assicurare,
nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole pubbliche non
uhiversitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a
ciascuno il diritto di scegliere se
avvalersi o non avvalersi di detto
insegnamento ».
Questi principi possono essere
così sintetizzati;
— riconoscimento dei valori religiosi nella vita dei singoli e della società;
— rispetto e garanzia del pluralismo religioso;
Lo Stato, inoltre, con le norme
per la regolazione dei rapporti con
le Chiese rappresentate dalla Tavola Valdese « assicura il diritto di
rispondere alle eventuali richieste
provenienti dagli alunni, dalle loro famiglie o dagli organismi scolastici in ordine allo studio del
fatto religioso e delle sue implicazioni ».
lori religiosi nella vita dei singoli e della società ».
La realtà religiosa per molti
sarà comunque sempre e solo
la religione cattolica apostolica
romana e si corre il rischio che
le altre religioni vengano inquadrate solo come « tollerate ».
Nella seconda parte si mette
a punto (persino con insistenza)
che ;
1) uno dei compiti della scuola è quello di promuovere la
« consapevolezza dei principi in
base ai quali viene assicurato
lo svolgimento di specifici programmi di religione » ;
2 ) è « impegno dello Stato
assicurare nelle scuole lo svolgimento di specifici programmi
di religione ».
Quasi a dire che non è scuola
quella dove non verranno attivati questa promozione e questo impegno.
La prima parte riporta in
qualche modo quello che la Commissione Fassino aveva tentato
di dire nel capitolo intitolato
« Conoscenza dei fatti religiosi ».
Tutto quel capitolo, per altro
molto sofferto all’interno della
Commissione e che trovò nei
laici attenti oppositori, è saltato: non ci sarà più accanto all’istruzione religiosa cattolica lo
studio dei tatti e fenomeni religiosi obbligatorio per tutti.
Quella prima parte, anche se
generica, però ci lascia perplessi. Ci si chiede come intenderanno i maestri d’Italia (cattolici
o comunque alquanto disattenti
su ouesto versante) le afterma
Le carte
imbrogliate
Í
ziom •
— « La scuola riconosce il valore della realtà religiosa come
un dato storicamente, culturalmente e moralmente incarnato
nella realtà sociale in cui il
fanciullo vive ».
— « La scuola riconosce i va
La terza parte si sforza di dire, in nome del pluralismo religioso, che a tutte le confessioni
viene concessa la possibilità di
far sentire la propria voce all’interno della scuola.
Con la menzione, per la prima volta nella storia dei programmi mini.steriali, delle Chiese rappresentate dalla Tavola
Valdese a me pare che si sia voluto imbrogliare le carte. Avrei
preferito che si riferisse la parte della Legge 449 dell’ll agosto
1984 che dice che per dare reale
efficacia al diritto di non avvalersi dell’insegnamento religioso
cattolico « l’ordinamento scolastico provvede a che l’insegnamento religioso ed ogni eventuale pratica religiosa, nelle
classi in cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di non
avvalersene, non abbiano luogo
CINEMA
“Amadeus” o
il potere deirinvidia
in occasione dell’insegnamento
di altre materie, né secondo orari che abbiano per i detti alunni
effetti comunque discriminanti ».
In tal modo il principio del
« fondamento e coronamento »
cattolico dell’opera educativa sarebbe stato intaccato in maniera inequivocabile.
Ora il Ministro sta lavorando alle Disposizioni applicative
dei nuovi programmi. Gli orientamenti che darà dovranno trovarci vigilanti e « protestanti ».
A mio avviso il punto su cui
convergere tutto il nostro impegno è quello per cui si rispetti
appieno il diritto dei genitori se
scegliere di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della
religione.
Questo rispetto andrà commisurato alle risposte che si daranno in merito a problemi aperti di grande portata civile:
1 ) l’incostituzionalità del principio secondo cui « la religione
cattolica apostolica romana è
fondamento e coronamento di
tutta l’opera educativa », principio che non è solo sancito dai
programmi ministeriali del 1955
(orm.ai decaduti) ma dal R.D.
del 1928:
2) l’abolizione della circolare
ministeriale del 1945 circa le venti mezze ore di religione nelle
classi del secondo ciclo ;
3) la collocazione dell’ora di
religione all’interno della giornata scolastica:
4) il fatto che all’alunno che
non si iscrive all’ora di religione
sia proposta una attività alternativa ;
5) la stesura dei testi di religione che andranno fascicolati
a parte e acquistati solo dagli
interessati.
Questo il mio primo commento a caldo che abbisogna di ulteriore riflessione e di confronto fra molti.
Non sono andato a vedere
« Amadeus » per conoscere la vita di Mozart, né per capire chi
era Mozart, tutte cose che un
film non può dare. Sono andato
con la curiosità di vedere quali
aspetti della vita umana possono essere colti e comunicati da
un'opera cinematograflca, quando questa vita, come per Mozart,
è totalmente assorbita dall’arte,
in questo caso dalla musica.
Milos Forman, artista cecoslovacco attivo nella primavera di
Praga, profugo e oggi felicemente operante negli Stati Uniti,
dice di essersi immerso per sei
mesi nello studio di Mozart e
della sua musica; il suo film,
candidato a undici Oscar, miete
consensi anche fra i critici.
Il film è ingarbugliato e si offre a diverse chiavi di lettura.
Una prima chiave è il mistero.
Mistero Mozart, mistero musica
di Mozart. Ora, questo mistero
Forman non è capace di evocarlo, lo deve spiegare, e, da buon
americano adottivo, lo spiega
con l’aiuto del caro papà Freud.
Chi c’è dietro la figura del Commendatore nel Don Giovanni?
Ma il padre di Mozart, naturalmente, il povero Leopoldo, incombente da vivo e minaccioso
da morto, che finirà per portare
con sé nella tomba il Mozart-Don
Giovanni, impenitente cercatore
di vita oltre i confini del noto
e del convenzionale. Chi c’è dietro la figura della Regina della
Notte nel Flauto Magico? Eccola,
la suocera di Amadeus, la madre della tenera Costanza-Pamina, vanitosa e irascibile, delusa
del genero che non ha saputo
dare alla figlia lo splendore sognato.
Ma anche il mistero Mozart
non ha segreti; chi c’è dietro la
morte prematura del genio? O
romantico Puskin, pensavamo
che il tuo dramma, perfetto esempio di ingenuità ottocentesca,
sarebbe rimasto isolato nella
sua irripetibile mistificazione. E
invece no, ecco rispuntare la vittima designata, il capro espiatorio della telenovela musicale, il
cupo Salieri, sempre più invidioso, sempre più tetro.
Giungiamo cosi alla seconda
chiave di lettura: la funzione
del contrasto. Dallo sfondo grigio della mediocre quotidianità
deve sollevarsi miracolosa, irraggiungibile, l’arte sovrana di
Mozart. Intendiamoci, il contrasto tra vita e arte è un dato oggettivo della biografia di Mozart.
Nel film non è però questo il
contrasto più rilevante; anche il
turpiloquio, se lo confrontiamo
con quello effettivo che possiamo ricavare dalle lettere dello
stesso Mozart e dei suoi familiari, è un modello di buoni costumi. No, ciò su cui Forman
fa leva è l’uso massiccio della
Franco Calvetti
PROTESTANTESIMO
IN TV
LUNEDI’ 18 MARZO 1985
ore 23 - II Rete
In questo numero:
— i problemi dell’Apartheid,
prendendo lo spunto dalle
iniziative che si svolgeranno in tutta Italia nella settimana dal 17 al 24 marzo
p.v., a cui parteciperanno
anche le Chiese evangeliche;
— breve cronaca sul seminario sui mass media svoltosi al collegio valdese di
Torre Pellice;
— una riflessione su ’’Humour e Chiese”;
— la recensione delle novità
librarie concluderà il numero.
leggenda mozartiana, dell’aneddoto pseudobiografico; di fronte
a questo uso siamo indifesi, la
spregiudicatezza del regista è
senza limiti, siamo esposti agli
attacchi più proditori. Passi per
« Wolfi », il diminutivo affettuoso con cui Costanza si rivolge
al marito; un po’ più di pazienza ci vuole per digerire la scena
in cui il direttore del teatro imperiale strappa dallo spartito
delle Nozze di Figaro la musica
del balletto del terzo atto, provvidenzialmente ripristinata dall’intervento dell’imperatore in
persona: dove lo stomaco comincia a subire dei contorcimenti invincibili è nella scena finale,
quando siamo costretti a vedere
Salieri scrivere affannosamente
sotto la dettatura di Mozart agonizzante le ultime battute del
Requiem incompiuto. Eppure
questi mezzi discutibili fanno
parte del progetto d'insieme: restituirci qualcosa dell’incomparabile Mozart. Bisogna dire che
in parte Forman c’è riuscito,
grazie aH’interpretazione affascinante di Tom Hulce: il fanciullo
divinamente libero in un mondo di convenzioni asfissianti, che
affronta la vita come un gioco
con la sua eterna risata innocente e crudele e tutto trasforma in
musica, perché lui stesso è musica e solo musica, riesce effettivamente a comunicarci qualche
brivido di verità. Il fatto è che
il Mozart di Forman ha bisogno,
per esistere, del Salieri di Forman, figura ingigantita e invadente. E’ Salieri a farci partecipare al miracolo della creatività
mozartiana; è sempre Salieri a
commentarci i momenti salienti
della vita del compositore; come dire che questa esistenza,
senza il sale di Salieri, senza
questa saliera venefica, sarebbe
troppo insipida al palato dello
spettatore moderno, o del moderno neo-estimatore di Mozart.
Il centro del film, più che
il mistero Mozart, è il mistero Salieri, mistero di iniquità,
certamente : la cornice del film
è una lunga confessione di Salieri vecchio e impazzito per la
sua stessa insaziabile invidia, al
cappellano dell’ospedale psichiatrico in cui ormai è rinchiuso
come in un girone infernale, irrecuperabile per un’assoluzione,
lui che è condannato per l’eternità a nutrirsi di quel genio di
cui ha spente resistenza.
La terza chiave di lettura è
dunque questa tristissima morale: per capire il genio dobbiamo
invidiarlo, il genio non può sorgere e rivelarsi senza essere accompagnato, contemplato e infine distrutto dallo sguardo mortale dell’invidia. Una parabola
della burocrazia che ha soffocato
la primavera di Praga e costretto Forman all’esilio? O del business americano a cui Forman
è costretto a piegarsi se vuole
sopravvivere? L’autore sembra
non vedere spiragli di libertà:
l’inferno siamo noi, i mediccri,
a cui Salieri, che ha gettato il
crocifisso nel fuoco perché non
può sopportare la libertà di un
Dio che non premia i devoti, dà
la sua assoluzione: sì, a nei
schiavi della burocrazia o del
business, non resta che una consolazione: poter invidiare la libertà del genio e godere, consumandolo, la sua estinzione.
Ma Gesù non è un oggetto di
devozione che si possa buttare
nel fuoco; Gesù ci dice che
quando Dio dà un dono a uno
non lo sottrae agli altri, ma
ne rende tutti partecipi; Gesù
ci libera dall’invidia. Chi può annunciare questo? Nel film il cappellano non lo può annunciare.
Di fronte al potere della burocrazia o del business, la chiesa
se ne sta muta. Parlare qui significa rischiare resistenza.
Bruno Rostagno
4
4 vita delle chiese
15 marzo 1985
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Solidarietà coi lavoratori Filseta
VILXASECCA — Il Concistoro, rendendosi conto che il problema del mantenimento del posto di lavoro presso la Filseta
di Perosa Argentina diventa
sempre più grave, fa propri
l’ansia ed il timore del momento critico che operai e loro familiari stanno vivendo;
esprime la propria solidarietà con gli operai in lotta;
appoggia tutte quelle iniziative intese a tutelare il diritto
al lavoro.
• Il culto di domenica 3 marzo, da noi dedicato alla Giornata della Gioventù, è stato presieduto da due giovani della
FGEI/Valli. La celebrazione della Cena del Signore ed un vivo
scambio di idee centrato sul
grosso problema del rapporto
colpa - punizione - perdono, ha
portato i partecipanti a riflettere particolarmente su alcuni
aspetti importanti dell’etica alternativa che ci viene proposta
dall’Evangelo di Gesù Cristo.
• Indubbiamente ci sono riuscite nel dare il meglio di se stesse le nostre due giovanissime
ragazze che, affiancate da giovani di più lunga esperienza,
hanno presentato l’impegnativa
commedia in tre atti : « Due dozzine di rose scarlatte » e la farsa : « Il sacrificio di una primadonna ».
La colletta è andata a favore
dei lavori di restauro del tempio di Villasecca.
• Domenica 24 marzo, ore 10:
Assemblea di chiesa. O.d.g. : 1)
Esame della Relazione finanziaria 1984 : 2) Impegno finanziario 1985; 3) Elezione di due deputati alla Conferenza distrettuale e di uno al Sinodo; 4) varie eventuali.
• Quasi un simbolo di debolezza fisica e di mitezza d’ani
mo, Lidia Peyrot, la decana della nostra comunità, è vissuta tra
noi per circa 95 anni con una fede semplice ed esemplare ad un
tempo.
Pochi giorni prima, un’altra
figura dello stesso tipo di credente ma di circa 20 anni più
giovane, ha concluso il suo cammino con noi; Alessandro Àbramo Ferrerò. Ai familiari di chi
ci ha lasciati rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia fraterna e della speranza cristiana
nella resurrezione dei morti in
Cristo.
• Accompagnati da uno stuolo di familiari di oltre trenta
persone tra nove figli e figlie
con rispettivi coniugi e nipoti.
Lidia Masse! e Cesare Giacomino hanno voluto esprimere al Signore la propria riconoscenza e
la propria lode in occasione del
50“ anniversario del loro matrimonio.
Alla loro gioia per essere vissuti insieme fino ad oggi si aggiunga l’allegrezza nel Signore
di tutta la nostra comunità.
Salmi ugonotti
VILLAR PEROSA — L’indifferenza è oggi una delle maggiori forme di peccato; la parola
di Dio ci chiama alla solidarietà nei casi in cui la giustizia non
è realizzata: disoccupati, immigrati, popoli del Terzo Mondo.
Partendo da Leviticc 25 (il giubileo), Isaia 58 (il vero digiuno), Matteo 25 e Galati 3, il
gruppo EGEI di Villar Perosa
ha sviluppato questo messaggio
durante il culto del 10 marzo.
• Nel culto del 17 marzo il
« Gruppo di studio corale Villar
Penice », diretto da Dino Ciesch,
ci inviterà a una riflessione sui
Lealtà critica
Etica della trasgressione : un
tema difficile e imbarazzante. Se
ne è parlato anche all’ultimo
colloquio pastorale ripercorrendo tratti di storia valdese e cercando di cogliere aspetti di attualità. Obbedire alla volontà di
Dio può significare, in talune
precise situa.zioni, disobbedire
alle leggi dello Stato. Si pensi
per esempio alle non lontane
battaglie per l’obiezione di coscienza e alle recenti prese di
posizione di alcuni credenti e
non credenti, che non intendono versare quel 5,5% allo Stato
dell’imponibile fiscale poiché è
noto che quella parte viene destinata agli armamenti. La disobbedienza civile in nome di
VASTA PRODUZIONE
croci
ugonotte
in
oro e argento
da
Orefi
iceria BORNO
di TESI e DELMASTRO
Via Trieste, 24 - PINEROLO - Telefono 3117
e presso le Librerie ’’Claudiana”
Salmi sulla base di letture e del
canto di alcuni Salmi ugonotti.
Testo del sermone sarà il Salmo 138.
• Martedì 19, ore 20.30, riunione ai Tupini (Pam. Ghigo). Mercoledì 20, ore 14.30, Unione femminile al centro.
• Con il 31 marzo si chiudono
le iscrizioni al soggiorno per
famiglie a Vallecrosia (15-29 giugno); chi è mteressato si affretti a iscriversi.
Gioia e dolore
S. GERMANO — Domenica 10
marzo, nel corso del culto è stato battezzato Sammy Pagetto,
di Claudio e Daniela Boaglio. Alla giovane famiglia va il nostro
augurio più sincero.
• Mercoledì 6 marzo è stato
celebrato il funerale di Walter
Long, di anni 76. Un gran numero di persone si è stretto con
la sua simpatia attorno alla famiglia così colpita. Ad essa va
anche il nostro pensiero.
battaglie legate ai temi della
giustizia e della pace e in nome
di una nuova, ritrovata, obbedienza alla volontà di Dio può
essere motivo di crisi, riflessione e azione per molti credenti.
Da Gandhi a Martin Luther
King gli esempi di trasgressione nonviolenta sono di fronte a
noi come segnali di una coerenza che affonda le sue radici nell’Evangelo e non si ferma di
fronte alla legge comune. Siamo
leali nei confronti dello Stato.
Questo è chiaro. Ma la nostra
lealtà non impedisce la critica
e il vivere un’etica nuova. Un
tema dunque di interesse che,
andrà ripreso, (g. p.)
POMARE'rTO — Ancora una
volta abbiamo dovuto recarci al
cimitero per accompagnare la
salma della nostra sorella Pons
Margherita ved. Genre, deceduta all’età di anni 81. Alla figlia
ed ai familiari tutti la simpatia
cristiana della comunità.
• Gioia in tre famiglie della
comunità per la nascita di; Alex
Lantebne di Ivano e di Ghigo
Donatella, di Perosa Arg.; Roberta Sanmartino di Franco e
Anna Lageard di Inverso P. ;
Valentina Giaìero di Paolo e di
Anna Bounous di Inverso Pin.
Un cordiale benvenuto a questi tre neonati e tanti auguri ai
rispettivi genitori.
Culto FGEI
VILLAR PELLICE — Dome
nica 10 marzo il culto è stato
presieduto dai giovani della
EGEI Marco Pasquet e Paolo
Varese della chiesa di San Giovanni, che ringraziamo vivamente per lo stimolante messaggio rivoltoci.
• Nel corse del culto è stato
battezzato Dimitri di Charbonnier Roberto e di Barolin Marina; il Signore accompagni con
la sua grazia questa famiglia ed
aiuti i genitori a mantenere le
promesse fatte.
• Gli ospiti della Casa Miramonti sono profondamente grati al gruppo dell’Unione Femminile della Chiesa di Torre
Penice ed alla Corale della Chiesa dei Fratelli di Torino per la
loro visita, per i canti ed i messaggi ricevuti nel nome del Signore.
Nuovi anziani
SAN SECONDO — Domenica
17 marzo il culto inizierà alle
ore 10, indi si avrà l’assemblea
di Chiesa con all’o.d.g.; 1) Relazione finanziaria 1984 e impegno 1985; 2) Elezione anziani
quartieri : Paglierini e Colombini.
Al termine dell’assemblea avremo un’agape fraterna (prenotarsi al più presto) e il gruppo che andò in Sicilia parlerà
delle esperienze del viaggio.
• Giovedì 28 marzo alle ore
18.30 vi sarà rincontro del catecumeni di IV anno con il Concistoro.
Assemblea
TORRE PELLICE — L’Assemblea di chiesa dopo animata
discussione avvenuta sulla base
di un documento preparato dal
gruppo di studio apposito, ha
rinviato ad altra data una presa
di posizione sulla questione del
la sessualità. Sono stati presentati tre ordini del giorno non
messi in votazione. L’Assemblea
di febbraio aveva eletto i deputati al Sinodo nelle persone di
Gianfranco Mathieu e Roberto
Giacone, e quelli alla Conferenza Distrettuale nelle persone di
Piervaldo Rostan, Naivo Ratsimba e Anna Bosio.
• I 31 catecumeni che hanno
fatto domanda di ammissione
in chiesa incontreranno il Concistoro sabato 23 marzo alle ore
20.45 alla Casa Unionista.
• Si sono svolti i funerali di
Coppola Pasquale, Jourdan Giulio, Eynard Oreste e Daniele Michelin Salomon (maggiore dell’Esercito della Salvezza). A tutte le famiglie colpite dal lutto
la comunità esprime la sua simpatia cristiana.
I nostri stabili
RORA’ — Domenica 17.3, ore
10.30, nel contesto del culto, avremo un’Assemblea di Chiesa.
All’ordine del giorno, il problema degli stabili (gli stabili della
chiesa: case di tutti, o di nessuno?), e l’elezione dei deputati alla Conferenza e al Sinodo. Seguirà un pranzo comunitario, e,
nel primo pomeriggio, assisteremo alla proiezione di un audiovisive sulla ristrutturazione dell’Ospedale di Torre Pellice.
• Ringraziamo Marco Pasquet
e Paolo Varese che, in occasione
della domenica della FGEI, hanno predicato a Rorà il 3 marzo,
sul testo di Isaia 44; 9-22, analizzando i rischi di idolatria sempre presenti anche nel nostro
tempo.
Confermandi
LUSERNA SAN GIOVANNI
— I catecumeni confermandi avranno sabato sera 16 c.m. alle
ore 20.30, al presbiterio, un incontro con i membri del concistoro che prenderanno in esame
le singole domande di questi giovani per l’ammissione a membri
comunicanti, dopo un colloquio,
in vista della loro confermazione.
Data l’importanza e la serietà
di questo appuntamento è auspicabile anche la presenza dei
genitori.
• Domemea 17 c. m., subito
dopo il culto, è convocata nel
tempio l’Assemblea di chiesa per
la nomina dei deputati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo. Tutti i membri elettori sono
cordialmente invitati ad essere
presenti.
Gita a Milano
ANGROGNA — Le prossime
riunioni di marzo sono al Serre
lunedì 18 e a Buonanotte martedì 19 con il film ’Profezia’ in videotape.
• Il Concistoro si incontra sabato 16 alle 20.30 con la Commissione Stabili per la prima
parte della seduta.
• Segnaliamo che sabato 23 si
svolgerà una gita dei catecumeni a Milano, con visita alla chiesa valdese. Iscriversi entro sabato 16.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Giovedì 14 marzo
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Presso la Chiesa Valdese alle ore 20,45 si tiene la riunione del Collettivo Biblico Ecumenico. Sul tema de « I ministeri ne!
Nuovo Testamento » parlerà il teologo
cattolico Severino Dianich, parroco a
Caprona (Pisa) e autore di un volume
sull’argomento (ed. Paoline).
Venerdì 15 marzo
□ DIPARTIMENTO
DIACONALE
LUSERNA SAN GIOVANNI — Presso
Villa Olanda [via Fuhrmann 25) alle
ore 15 si riunisce il Dipartimento Dia
conale dei 1“ Distretto,
Programma deH'incontro:
— Relazione del past. Alberto Taccia
su « La diaconia segno di speranza: il ruolo delle opere nella chiesa valdese »;
— Discussione su: Organizzazione
del lavoro nelle nostre opere e nelle nuove situazioni di case ristrutturate; inserimento dei volontari; inserimento di lavoratori stranieri;
programmi futuri.
L'incontro proseguirà anche dopo la
cena che è prevista a Villa Olanda.
Domenica 17 marzo
n INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
PINEROLO — Alle ore 15 presso
la Casa della Giovane, Via Silvio
Pellico 40, il past. Sergio Carile, del
gruppo SAE sulla catechesi, parlerà
sul tema « Per una catechesi ecumenica ».
Oltre alle coppie interconfessionai:
l'incontro è aperto a tutti gli interessati.
Lunedì 18 marzo
□ COORDINAMENTO
FCEI-VALLI
PINEROLO — Alle ore 20.30 presso
i locali della Chiesa Valdese (via dei
Mille 1) si tiene il coordinamento
mensile dei gruppi Egei delle Valli
Valdesi. All'o.d.g.:
— valutazione convegno del 19-20 gennaio scorso;
— organizzazione del convegno di aprile sui tema del « culto evangelico »;
—■ incontri con la comunità di base;
— varie.
Giovedì 21 marzo
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
PINEROLO — Con inizio alle ore 17
e termine alle ore 22 si tiene presso i
locali della chiesa valdese [via dei
Mille 1) rincontro mensile dei collaboratori dell'Eco delle Valli Valdesi.
Cena in comune. Annunciare la partecipazione al past. Giuseppe Platone,
tei. 944144.
IflAURINO
IL CORRIERE DEL SESTRIERE
SERVIZIO GIORNALIERO
MILANO - TORINO - PINEROLO
VALLI CHISONE ■ PELLICE - GERMANASCA
AUTOCARRI TUTTE LE PORTATE PER
ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA
10063 PEROSA ARGENTINA - VIA ROMA, 33
TEL. (0121) 81242 - 81046
5
15 marzo 1985
vita delle chiese 5
IL 26 MAGGIO A GUARDIA PIEMONTESE
TORINO
Pentecoste '85 nel Sud un servizio diaconale
a pieno tempo
In Sinodo, due anni fa, il problema del Mezzogiorno è stato
oggetto di una ampia ed articolata discussione. Lo scorso
anno un documento di analisi
sulla questione meridionale è
stato ugualmente presentato all’assemblea sinodale, anche se
poi non c’è stato il tempo per
valutarlo e studiarlo.
La Commissione Esecutiva del
IV Distretto, dopo tante parole,
ha ritenuto importante di passare ad una fase operativa rispetto al problema del Mezzogiorno.
Così nella circolare di febbraio
i suoi membri hanno scritto ;
« Siamo convinti che nello sfacelo in cui vive la società, promuovere incontri socializzanti è
non soltanto auspicabile, ma urgente e produttivo. A ben più
ragione quando questa necessità la sentiamo all’interno delle
nostre chiese, deve diventare
pressante il desiderio di ritrovarsi e gioire per e con l’intento di ricostruire con amore e tenacia quella fratellanza che sembra oramai sconosciuta al mondo e purtroppo anche alla chiesa di oggi.
Tanti secoli addietro, non aveva il salmista (salmo 133: 1) intuito e forse sperimentato la
bontà e la piacevolezza dello
stare assieme?
Non vogliamo rivivere una
esperienza passata ma valida e
vitalizzante?
Ebbene fratelli, è quel che vi
proponiamo mediante un grande raduno di massa, con piccoli
e grandi, uomini e donne provenienti da ogni dove del IV di
Scambio di dichiarazioni in occasione del gemellaggio tra Torre
Penice e Guardia Pieniontese realizzatosi il ,24-25 settembre 1983.
stretto ed anche dal III.
Una specie di « Kirchentag »,
una giornata della Chiesa, di
quella del meridione. Non sarà
certamente un Kirchentag dalle dimensioni, dalla durata e dai
contenuti di quello tedesco, ma
potrà essere un grande giorno
per il popolo evangelico meridionale che vive nella dispersione.
La scelta del tempo è caduta
su un giorno significativo e pregnante per tutta la Chiesa; Pentecoste, 26 maggio 1985.
Ci piacerebbe poter leggere di
tutti noi quel che Luca scrisse
della prima Pentecoste cristia
na: ”E come il giorno di Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo”
(Atti 2; 1) ».
L’appuntamento è quindi stabilito a Guardia Piemontese
Terme, con l’invito a tutte le
comunità di organizzarsi per
facilitare una vasta ed ampia
partecipazione.
La scelta di Guardia non è casuale, ma risponde ad una precisa esigenza logistica. Infatti
rappresenta il centro geografico di quel vasto territorio che
è l’area meridionale; le distanze tra Guardia e le comunità più
lontane superano i 500 km.
Una comunità vasta, numerosa e differenziata come quella di
Torino, evidenzia ad ogni pie’ sospinto una serie di problemi
umani, legati a situazioni di salute, età, solitudine, tensioni
psicologiche e familiari, disadattamento, ansia, indigenza economica, ecc., la maggior parte dei
quali passa, come è naturale, in
modo più o meno diretto, attraverso l’attività pastorale.
In considerazione di questa situazione e del diversificato livello e campo di interesse e di comnetenza dei vari casi, è emersa
la proposta di differenziare i servizi nella chiesa, ponendo accanto al ministero pastorale un
servizio diaconale a pieno tempo, La specificità di questo ministerio rimane neH’ambito pastorale, come espressione di solidarietà umana ispirata alTEvangelo e riferita alla comunità
dei credenti, sia nel rilevare le
situazioni di bisogno, sia nel
cercare le possibili soluzioni.
Queste possono essere trovate a
seconda della natura del problema, nell’attività pastorale
stessa, nelle strutture della chiesa, ovvero nelle strutture sanitarie o socio-assistenziali del
territorio.
Non si tratta quindi di proporre una surroga ad una attività di assistenza sociale, né di
istituire una semplice azione di
filtro e smistamento di casi verso altre persone o altre istituzioni, ma di un servizio integra
to e coordinato con gli altri ministeri della comunità per favorire la soluzione di sempre più
complessi problemi umani e familiari, che la chiesa non nuò
ignorare.
L’interesse della chiesa di Torino, recentemente manifestato,
per i problemi dell’immigrazione dal Terzo Mondo e per un
suo inserimento in un comitato
cittadino contro la droga e Tindifferenza, accentua questa responsabilità sociale, non vista fine a se stessa, ma come occasione e possibilità di presenza e
testimonianza in situazioni concrete.
Già lo scorso anno l’Assemblea di Chiesa di Torino aveva
dibattuto il problema e chiesto
alla Tavola l’istituzione di questo posto diaconale, avendo già
identificato in Elena Vigliano la
persona che avrebbe potuto ricoprire Questo servizio, avendone i doni e la sensibilità necessaria. Avendo ricevuto l’assenso
della Tavola e avendo Elena lasciato. con la fine di dicembre,
il lavoro della Claudiana presso
cui era impiegata, dal 1° febbraio essa ha iniziato questo servizio presso la nostra chiesa di
Torino, per un anno di prova.
Ci sembra importante segnalare questo esperimento che valorizza e rende concreta la articolazione dei ministeri (da anni
teorizzata!l nell’ambito di una
comunità locale.
A. Taccia
CORRISPONDENZE
XVII febbraio a New York
NEW YORK - La comunità ricorda con riconoscenza la visita
del pastore Frank Gibson direttore della Waldensian Aid Society che oltre al messaggio della
Parola ci ha dato in visione,
con diapositive, alcune scene di
vita valdese sia alle Valli sia nel
campo dell’Opera.
Ricordiamo pure la gradita visita ed il messaggio della studentessa in teologia Silvia Ruti
PORDENONE — Nel quadro di un
convegno promosso dalla Federazione
triveneta delle Chiese evangeliche, sabato 16 marzo con inizio alle ore 9.30,
nell’aula magna del Centro Studi il
pastore prof. Domenico Maselii dell’Università di Firenze terrà una conversazione sul tema « Cristianesimo
e nonviolenza ».
TORINO — Martedì 19 marzo alle
ore 21 nel tempio di C.so Vittorio, 3”
concerto della Corale evangelica di
Torino per il ciclo di celebrazioni bachiane nel quadro dei programmi dell'Accademia corale Stefano Tempia:
« I Corali della Risurrezione e della
Pentecoste». Ingresso L, 6.000.
MESTRE — Domenica 24 marzo con
inizio alle 9.30 si svolgerà in via Castellana 16/A il 24° convegno dei
Gruppi Ecumenici del Triveneto. Dopo
la meditazione del past. F. Roch, esame del documento ARM « Chiamati
ad essere testimoni dell’Evangelo oggi » introdotto da mons. L. Sartori e
dal past. A. SonelM.
OMEGNA — Martedì 2 aprile, al
Centro evangelico d'incontro di via
F.lli Di Dio 64, alle ore 20.30 « Processo a Gesù », analisi del testi e riflessione, con I pastori R. Di Lorenzo e
A. Garufi e Don G. Zolla.
gliano, che da Dayton (Indiana),
per l’anno all’estero, è venuta a
New York per le vacanze di Natale, ospite dei Sigg. Gibson.
Infine ci piace ricordare con
riconoscenza l’ispirato messaggio del past. Laura Jervis, vice
presidente delTAWAS, in occasione del 17 febbraio, presenti pure
suo padre Dr. Jervis e la famiglia. Nel corso della celebrazione abbiamo ricordato l’infausta
data della Revoca dell’Editto
di Nantes e le sue conseguenze
anche per i valdesi. Al pranzo
tradizionale dopo il culto il Sig.
Marc Meyer e la Dr. Cristine ci
hanno portato i saluti ed alcune
notizie della comunità di Pisa,
saluti che fraternamente vogliamo contraccambiare.
Sono deceduti in queste ultime settimane la Sig.na Fernanda
Durand Cantón, che ancora durante Testate malgrado il suo
grave handicap ha visitato le
Valli e l’avita casa in Rorà, ed il
Sig. Paul Charbonnier della Piantà di Villar dopo lunga malattia. Ai parenti ed agli amici in
Italia esprimiamo la nostra simpatia fraterna.
Solidarietà
PORDENONE — I problemi
e la situazione politica del Sud
Africa sono seguiti con particolare attenzione anche da numerose chiese evangeliche italiane.
La chiesa evangelica battista di
Pordenone, sul caso dell’arcivescovo cattolico Denis Harley,
oppositore al regime razzista di
Pretoria, che verrà prossimamente processato, ha espresso
la seguente presa di posizione;
« La Comunità Cristiana Evangelica di Pordenone, riunita
per il culto domenicale del 17
febbraio 1985 :
— denuncia gli atti d’intolleranza e di discriminazione mes
si in atto nei confronti di grandi masse di popolazioni nel
mondo ed in particolare nel Sud
Africa ;
— esprime la propria fraterna
solidarietà all’arcivescovo di
Durban, Denis Harley, che verrà ingiustamente processato a
causa del suo impegno per la
lotta pacifica di liberazione delle popolazioni negre dalla inumana condizione di apartheid in
cui vengono tenute dai governanti bianchi;
— intercede perché il Signore
provveda a smascherare coloro
che con calunnie e menzogne
formulano accuse atte ad impedire il diritto alla libertà ed
alla sovranità di quelle popolazioni ;
— chiede che sia resa giustizia
a chi è oppresso e sfruttato ».
Clandestini
TRIESTE — Nell’ambito delle manifestazioni indette per la
settimana della libertà, sabato
23 febbraio, sotto l’egida del VII
Circuito, a cura delle locali chiese valdese e metodista, si è tenuta, nei locali della Comunità
Metodista in Scala dei Giganti,
una tavola rotonda che ha visto
la partecipazione della Senatrice
comunista Gabriella Gherbez,
del Segretario provinciale della
CISL Bruno Degrassi, dei pastori Cortes e Martelli. Era stato invitato anche il deputato democristiano Coloni il quale dopo aver accettato, in un secondo momento ha ricusato di parlare sul tema e in una sede protestante senza la presenza di
altri oratori cattolici. La tavola
rotonda, che è stata seguita da
numeroso pubblico soprattutto
di estranei alle Comunità Triestine, ha presentato gli aspetti
legislativi, sindacali, politici del
problema dei lavoratori clandestini nel nostro paese. Il pastore Martelli ha tracciato un quadro biblico-teologico inerente la
questione.
Tra gli altri hanno assistito
al dibattito anche studenti stranieri e un lavoratore egiziano
clandestino che la Comunità
Metodista di Trieste sta assistendo per una sua possibile integrazione.
Risposta del sindaco
SERRAVALLE SESIA — Ri
spendendo alla lettera della Chiesa metodista di Vintebbio che
gradiva gli au^ri per il nuovo
anno ma non l’invito ai cittadini
a celebrazioni religiose (vedi Eco-Luce 6/8.2.85), il sindaco del
Comune di Serravalle Sesia ha
risposto con una lettera riportata dall’ultimo numero della
circolare « Presenza evangelica »
di Vercelli-Vintebbio. Vi si precisa che l’Amministrazione ha
messo di suo nel manifesto solo
l’augurio e non il programma
aggiunto, essendo il ruolo dell’Amministrazione quello di
« coordinamento nel recepire le
istanze che Enti e Associazioni,
tra loro diversissime, hanno richiesto ». Si riconosce tuttavia
che il manifesto « conteneva anche annotazioni non propriamente esatte » e, nella disponibilità a
recepire ogni critica costruttiva,
si ritiene comunque corretto il
richiamo ricevuto interpretandolo « come un serio atteggiamento di crescita collettiva ».
Predicazione e
diaconia
La Commissione del II Distretto organizza per sabato 13
aprile dalle ore 10 alle 17, a Milano, presso la chiesa metodista
di Via Porro Lambertenghi un
convegno dal titolo: Predicazione e diaconia; vocazione delle
chiese e delle opere. Parteciperà il nastore Alberto Taccia, presidente della Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi. I partecipanti disporranno di ’schede’
per ogni singola opera del Distretto. Le iscrizioni si raccolgono entro mercoledì 10 aprile
presso il past. Gianni Bogo, Como (031/273440).
NOVITÀ’ SERGIO CARILE
IL METODISMO
Sommario storico
pp. 216, 8 tav. f. t., L. 12.000
Finalmente una storia completa e sintetica di una delle chiese cristiane più diffuse nel mondo. Il libro sottolinea il ruolo del metociismo nella storia della cultura europea e americana di questi ultimi tre secoli e in molte conquiste politico-sociali del mondo moderno. Un capitolo è dedicato all’Italia.
CLAUDIANA Via Principe Tommaso, 1 - 10125 TORINO c.c.p. 20780102
6
6 prospettive bibliche
15 marzo 1985
Sei verbi per incontrare Gesù
(segue da pag. 1)
maestro, una scuola di religiosità, una certezza!
Non si segue Gesù se non sì
lascia qualcosa, talvolta qualcosa di grande importanza o valore. E’ necessario che noi esaminiamo noi stessi e il nostro
lasciare o non lasciare, per controllare se il nostro seguire Gesù è autentico.
Non facciamolo con senso di
impoverimento, di privazione, di
sacrifìcio: ^ chi si è messo a seguire Gesù ha ricevuto con gioia
la promessa: « non v’è alcuno
che abbia lasciato casa o fratelli, q sorelle, o madre o padre, o
figlioli o campi, per amor di me
e per amor delVevangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne
riceva cento volte tanto: case,
fratelli, sorelle, madri, figlioli,
campi, insieme a persecuzioni;
e nel secolo avvenire la vita eterna » (Marco 10: 30); « chi perderà la sua vita per amor di me
e del vangelo, la salverà » (Marco 8: 35).
3. VEDERE, E’ unito a venire:
«Venite e vedrete» dice Gesù ai
due che gli chiedono: dove dirnori? Vieni a vedere, dice Filippo allo scettico Natanaele.
Vedere vuol dire conoscere, ma
un conoscere che implica un mo
vimento, un impegno, un andare, non un rinchiudersi in sé e
nel cerchio chiuso del proprio
pensiero. Vedere-conoscere: non
si può dire se prima si segue e
poi si vede, se prima si ubbidisce e poi sì conosce o viceversa.
I primi due discepoli prima seguono e poi vengono a vedere.
Natanaele prima viene a vedere
e poi segue Gesù. Ma in generale noi prudentemente diciamo: prima dobbiamo conoscere
tutto per bene, essere preparati,
poi potremo ubbidire. Cosi, ha
osservato più di 40 anni fa Bonhqeffer nel contesto di una società protestante, il momento di
ubbidire non viene mai, non si
è mai pronti, non si è mai visto
abbastanza. Per questo Bonhoeffer ha insegnato a rovesciare i
termini, anche se — eretta a regola generale — questa può essere una forzatura: ubbidire, dire sì, seguire; e poi — anzi, nelV ubbidir e, nel dire sì — capire e
conoscere. Non è stato così per
i discepoli? Solo alla fine, a Pasqua, forse solo a Pentecoste
hanno capito. Ma se non avessero prima ubbidito sarebbero
rimasti alle loro reti e famiglie.
Venite e vedrete, è così la sfida
a conoscere nelVubbidire. Con la
promessa: vedrai cose maggiori
di queste.
4. CERCARE. Che cercate?
Questo verbo compare una sola
volta ma in una domanda fondamentale che Gesù rivolge a
chi lo segue. Che cercate? Perché mi seguite? E voi oggi, perché siete all’ascolto del Signore?
Cosa vi aspettate? Cosa sperate?
Le nostre risposte sono spesso ingenue, inadeguate, un po’
“accanto”, non centrate. Prendiamo questa risposta dei due
primi discepoli. Non trovano di
meglio che rispondere con una
domanda: Maestro, dove abiti?
Sembra una risposta a casaccio,
come potrebbe essere: « quanti
anni hai? » o « hai famiglia? ».
Ma non è così. La domanda dei
discepoli contiene il verbo dimorare che nell’evangelo di Giovanni indica il legame permanente e vitale col Cristo. E’ la
sete di questa comunione col
fondamento dell’esistenza dò
che è nascosto nella domanda
dei discepoli e nelle domande
con le quali anche noi rispondiamo al « Che cercate? » di Gesù. Ed è Gesù stesso che et invita a cercare in questa direzione.
E il dimorare dei discepoli con
lui per un giorno è simbolo e
anticipazione della sua promessa: dimorate in me e io dimorerò in voi (Giov. 15; 4), pegno
di una comunione che nulla al
mondo può sciogliere e annullare.
5. TROVARE. E’ il verbo che
ricorre di più, forse perché vuol
dire due cose. Da una parte significa trovare ciò che si cerca
con tutto il cuore, colui che dice: « io mi lascerò trovare da
voi, dice l’Eterno » (Ger. 29: 14).
Così Andrea dice a Simone: « Abbiamo trovato il Messia » e Filippo dice a Natanaele: « Abbiam
trovato colui del quale hanno
scritto Mosè nella legge ed i
profeti ». Ma dall’altra significa
trovare un fratello o un amico a
cui portare questa notizia. « Andrea trovò suo fratello... Filippo
trovò Natanaele ».
Non si trova davvero Gesù se
non si cerca e non si trova qualcuno a cui dirlo. Eppure... Noi
che pure abbiamo trovato Gesù,
quanto temiamo la risposta sarcastica di Natanaele: « Può forse venir qualcosa di buono da
Nazaret? ». A noi questa risposta suona oggi: « Può forse venir qualcosa di buono dalle chiese? », Ma noi non abbiamo da
convincere la gente che le chiese, o Nazaret, non sono poi tanto male (impresa che potrebbe
essere disperata): abbiamo solo
da dire con gioia e riconoscenza:
abbiamo trovato, vieni a vedere.
E’ Gesù che sa convincere il fratello che gli portiamo, non noi.
6. CREDERE. Il grande verbo,
il verbo del dilemma moderno,
credere o non credere, viene alla fine. Noi lo mettiamo sempre
in principio, ma forse è bene che
sia alla fine. Non che non ci sia
fede nell’udire e seguire, nel vedere, nel cercare e trovare. Ma
il credere in senso pieno, senza
dubbi, senza contraddizioni, viene alla fine, vuole il tempo futuro: « Vedrai cose maggiori di
queste... Vedrete il cielo aperto... ». Questo credere è connesso con Dio e finora abbiamo parlato di Gesù. Che rapporto ha
con Dio? Potremmo dare risposte teologiche, ma la risposta
più diretta è quella che viene
da questo testo, dalla promessa
finale di Gesù ai suoi discepoli:
« Vedrete il cielo aperto e gli
angeli di Dio salire e scendere
sopra il Figliai dell’uomo ». Per
l’uorno di oggi è una strana immagine incomprensibile. Ma per
l’ebreo_ a cui Gesù parlava era
un chiaro riferimento alla « scala di Giacobbe », al sogno del
patriarca in fuga a cui Dio aveva promesso la discendenza, il
paese, la benedizione simboleggiata dagli angeli che salgono e
scendono per la scala che unisce
terra e cielo. Ebbene: è Gesù il
compimento di quella promessa,
è _ lui la scala che unisce terra e
cielo, che ci porta a Dio e che
porta Dio a noi.
Udire, seguire, vedere, cercare, trovare, credere: possano essere questi gli aspetti del nostro
incontro con Gesù perché è in
lui che Dio ci incontra e si lascia trovare da noi.
Franco Giampiccolì
FANTASIA PER LA VITA - 1
Fantasia per la vita: un bel tema! Forse non c’è tema più bello, sia per dei cristiani sia per dei non cristiani. Un tema
che, anzi, non è soltanto umano, o cristiano: è addirittura divino. La fantasia
a servizio della vita è infatti, per così dire, una specialità di Dio.
Specialità di Dio
Iniziando le nostre riflessioni non possiamo sorvolare sul fatto che « vita » è
la quintessenza delTintero messaggio biblico. La prima pagina, anzi la prima parola della Bibbia suona: « In principio
Dio creò i cieli e la terra ». L’attività
prima e fondamentale di Dio consiste nel
creare la vita. Quando compare Dio, ecco
apparire la vita. Il principio di Dio coincide con il principio della vita. E nell’ultimo libro della Bibbia, in uno degli
ultimi versetti delTultimo capitolo leggiamo: « Chi ha sete, venga: e chi vuole,
prenda gratuitamente dell’acqua della vita » (Apoc. 22: 17).
Se la vita è l’essenza deH’interc messaggio biblico, vuol dire che « vita » è
la parola di Dio, in assoluto. Dio parla,
e dice « vita »; la sua parola è creatrice
perché è, nel suo contenuto, piena di vita. «In essa era la vita» (Giov. 1: 4):
essa crea vita perché contiene vita. In
Dio, infatti, « è la fonte della vita » (Salmo 36: 9). La sua parola è dunque il
ponte fra Dio fonte della vita e l’uomo
figlio della vita. La storia della vita comincia in Dio e sfocia nell’uomo. La fantasia di Dio ha ideato questa storia, il
suo amore possente l’ha realizzata. La
fantasia per la vita è, in realtà, divina;
la fantasia di Dio è, in realtà, volta alla
vita.
Fantasia per la morte,
quella delTuomo
Con Tuemo è tutt’altra cosa. Occasionalmente l’uomo conosce e mette in atto fantasia per la vita, ma è assai più
impegnato nella fantasia per la morte. Al
principio c’era Caino: egli « colpì a morte » Abele, suo fratello (Gen. 4: 8). Secondo la Bibbia la prima morte di un
uomo non è stata una morte « naturale »
bensì innaturale in sommo grado: il primo decesso è stato un assassinio. Fin
dal principio la fantasìa dell’uomo, riguardo al suo prossimo o al suo fratello, ne include anche la morte c l’assassinio. Una fantasia davvero crudele, fin dal
principio. Eppure l’assassinio originario
di un uomo è stato ancora, per così dire, del tutto primitivo. Con il tempo e
con lo sviluppo (!) dell’umanità l’arte
dell’assassinare si è terribilmente affinata. In questo campo la fantasia dell’uomo si è mostrata inesauribile. Si pensi
soltanto ai tipi e modi innumerevoli di
applicazione della pena di morte, che oggi continuano o riprendono ad essere
praticati nel mondo. Che straordinaria
fantasìa! Ed essa non si sviluppa soltanto nella direzione dell’uccisione del sin
a cura di GINO CONTE
Dedichiamo soiitamente questa rubrica all’ascolto di un testo biblico particolare
o di uiw serie testi biblici; di tanto in tanto,, però, esaminiamo anche qualche
tema biblico più ampio, E in questo senso siamo lieti di poter pubblicare in versione italiana una riflessione — la cui robusta sostanza biblica i lettori avvertiranno facilmente — ehe U prof. Paolo Ricca aveva presentato a una sessione del Gustav
Adolf Werk della Renania, neU’Accademia evangelica di Mulhebn/Ruhr. Pubblicato
nell’Annuario 1984-85 del GAW (Die evangelische Diaspora), siamo grati di poter
riprendere questo testo ricco di originalità.
golo individuo umano, ma più ancora
nella pianificazione e nella preparazione
della morte o dell’assassinio di massa. In
questo campo la scelta è incredibilmente
ampia.
Una fantasia
orribilmente inesauribile
— La morte atomica. Essa è già in atto. La fantasia dell’uomo ha già prodotto la morte atomica. « The day after »
era ieri! — cioè il 7 agosto 1945: il 6 la
prima bomba atomica della storia umana cadde su Hiroshima. Oltre 90.000 uomini persero la vita in pochi minuti. La
morte atomica rappresenta il culmine
spaventevole della fantasia umana volta
alla morte.
— La « morte -alimentare », se così possiamo chiamarla. E’ l’ultima invenzione
dell’uomo in questo campo, l’ultimo prodotto della sua fantasia per la morte.
Con i cibi che mangiamo e che sono stati prodotti con determinati fertilizzanti
artificiali, molti uomini sono avvelenati
in misura più o meno grave e spesso
si ammalano. E’ notorio che la terribile
diffusione odierna di certe malattie —
ad esempio il cancro — è strettamente
legata all’alimentazione. I cibi [Lebensmittel, letteralmente « mezzi di vita, di
sussistenza »] si stravolgono paradossalmente in mezzi di morte! Nel mondo
odierno noi non conosciamo dunque soltanto la morte per fame, ma anche la
morte per alimentazione — una contraddizione assoluta! Il mezzo essenziale che
Dio ha creato per conservare la vita è
diventato un mezzo che diffonde la morte. Così facendo l’uomo si rivolta direttamente contro Dio. L’una e l’altra morte — quella per fame e quella per alimentazione — sono le due facce di una
unica bestemmia.
Uccidere l’ambiente
— La morte ecologica. Il mare, il terreno, l’aria, il bosco, il mondo animale
— tutto questo vive in estremo rischio
di morte. Questa situazione è nota, non
è necessario illustrarla. Ci si può limitare a ripetere una cosa: le grida di avvertimento che si sono fatte udire non sono
esagerate, anzi, le cose stanno, sotto questo aspetto, assai peggio di quanto di solito si supponga. La fantasia con cui
l’uomo si volge alla morte s’impadronisce
di tutto ciò che vive ancora. L’uomo è
« un essere vivente » (Gen. 2; 7), ma anche mortifero. Subisce la morte, ma la
genera pure. La morte, per lui, non è solo destino, ma è anche scelta. Egli teme la propria morte, ma può approvare
la morte dell’altro e causarla egli stesso.
— In tal modo la fantasia mortale
delTuomo non è ancora esaurita. Non c’è
soltanto la morte fisica, c’è anche la
morte sociale, politica, spirituale. Quanti uomini vivi sono ammazzati, in termini socio-politici, nel mondo d’oggi! (guanti uomini vivi si sono lasciati morire
spiritualmente oppure vivono prefondamente alienati da se stessi, dal mondo, da
Dio. Noi uomini viviamo « nell’ombra
della morte» (Luca 1: 79); vuol dire che
ne siamo al tempo stesso le vittime e i
collaboratori.
Nell’uomo ci sono dunque entrambe
le fantasie: quella per la vita e quella
per la morte.
La meravigliosa
unilateralità di Dio
Ed ecco qui la grande differenza fra
Dio e l’uomo: Dio è, per così dire, unilaterale, in lui troviamo soltanto il lato
della vita, la sua fantasia si sviluppa unicamente nella direzione della vita. « Credi
forse che io goda della morte dell’incredulo — dice il Signore Iddio — e non,
invece, del fatto che egli si converta dalle
sue vie e rimanga in vita? » (Ezech. 18:
23). Causando la morte non si può mai
fare la volontà di Dio. Dio non può mai
riconoscersi nella morte: egli ha creato
ogni cosa, la morte no. Egli crea soltanto vita, perché egli è vita. « Io sono la
vita» (Giov. 14: 6), è «il principe della
vita» (Atti 3: 15). Dio dà vita perché ha
vita. « Il Padre ha vita in se stesso »
(Giov. 5: 26). Gesù fa vivere perché è, lui,
vivente. « Io vivo e voi vivrete » (Giov.
14: 19). Potremmo citare centinaia di testi biblici che appoggiano univocamente
questo annuncio: la fantasia per la vita
si può trovare nella sua forma più chiara
e più forte soltanto in Dio. Lo illustreremo con l’aiuto di due indicazioni.
...nel risanare la vita
a) Anzitutto, le guarigioni operate da
Gesù. Esse costituiscono una parte essenziale del messaggio cristiano, anzi un
pezzo del regno di Dio. Il Salvatore salva,
il Guaritore guarisce [in tedesco Heiland,
Salvatore, deriva dalla radice verbale
heilen, guarire; la salvezza è dunque concepita come « guarigione », e le guarigioni
ne sono segno significativo]. Se si togliessero dal Nuovo Testamento tutti i
racconti che presentano l’attività risanatrice di Gesù, il Nuovo Testamento sarebbe del tutto diverso. I miracoli di Gesù e soprattutto le sue guarigioni non
hanno lo scopo di dimostrare che Gesù
è Dio, ma piuttosto di illustrare quale
Dio egli è: un Dio che ha fantasia per
la vita. Un Dio che non si limita a crea
re la vita, ma che la ama, un Dio che
s’impegna a favore della vita. Non solo
a favore della vita eterna, ma anche e
con altrettanta decisione a favore di
quella mortale, effimera. Le guarigioni
di Gesù hanno chiaramente il senso di
mostrare che agli occhi dell’Iddio eterno
proprio la vita effimera è di sommo valore. Potremmo pensare il contrario e
supporre che l’eternità svaluti il tempo.
Ma l’Evangelo va in senso esattamente
inverso: sebbene tutti i malati che Gesù
ha guarito sono indubbiamente morti,
più tardi, a giudizio di Gesù valeva la
pena di guarirli, sia pure provvisoriamente, di restituire loro per un poco la gioia
di vivere. La vita eterna non è il surrogato della vita terrena, limitata, mortale
e un giorno definitivamente passata, ma
è la luce, la forza, la salvezza della vita
quotidiana. La vita eterna è la mano che
tiene e sostiene la vita quotidiana. Le
guarigioni di Gesù mostrano quale alto
valore avesse per lui la fragile vita quotidiana. Egli non dice: non vale la pena,
tanto l’uomo deve comunque morire. Al
contrario, egli non lascia perdere la vita
effimera.
...nel resuscitarla
b) La seconda indicazione è la più importante. La fantasia di Dio per la vita raggiunge il culmine quando Dio risuscita la vita. La risurrezione della vita è
la prova indiscutibile che la fantasia di
Dio a favore della vita è assolutamente
irresistibile. Egli non abbandona alcuna
vita, non quella ammalata e meno ancora quella morta. Sì, questo è il miracolo: Dio non rinuncia, semplicemente,
nemmeno alla vita morta, come se essa
fosse ormai senza speranza. Molti penseranno che ha poco senso ricominciare
o riformare una vita vecchia e che sarebbe meglio ricominciarne una del tutto nuova. Ma Dio la pensa altrimenti.
Egli fa runa cosa e l’altra, perché è Creatore e ri-Creatore. Non crea soltanto
la vita, ma risuscita la vita morta. La
risurrezione è, in questo senso, il culmine della fantasìa di Dio per la vita,
perché in essa viene attestato che Dio
non abbandona mai la vita.
Paolo Ricca
(continua)
7
r
15 marzo 1985
obiettivo aperto 7
LA FAME NEL MONDO
TOGLIERE Al POVERI PER DARE Al RICCHI
Dopo l'approvazione della legge contro la fame nel mondo crescono le proteste delle organizzazioni della cooperazione internazionale - Gli aiuti alimentari servono solo in condizioni di emergenza e non per lo sviluppo dei paesi
Dieci anni fa i sottoalimentati,
coloro che soffrono la malnutrizione, erano 400 milioni di persone in tutto il mondo cioè 111%
della popolazione. Oggi i malnutriti sono più di 800 milioni su
una popolazione di 4,850 miliardi
cioè quasi il 17%.
Nel novembre del 1974 alla conclusione della Conferenza Mondiale dell’Alimentazione promossa dalla FAO (organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura con sede a Roma ), e che aveva raccolto rappresentanti dei governi, delle agenzie ufficiali, dell’ agrobusiness
mondiale, Henry Kissinger affermava: « ...tra dieci anni nessun
bambino si addormenterà con la
pancia vuota, nessuna famiglia
temerà per il pane quotidiano... ». Non solo queste speranze
non si sono realizzate, ma la situazione è peggiorata e davanti
ai nostri occhi scorrono le immagini televisive, impietose, della morte per fame di migliaia e
migliaia di uomini, di donne, di
bambini in Africa, Asia e America Latina.
La morte per fame è la punta
dell’iceberg, l’aspetto più immediato del vastissimo fenomeno
della sottoalimentazione che è
la realtà quotidiana di una per
sona ogni sei abitanti il nostro
mondo. La fame per cui ogni
anno muoiono almeno trecentomila persone è indotta da una
improvvisa carenza di alimenti
che fa aumentare il tasso di mortalità. E’ stato il caso della siccità nel Sahel (1973), nell’Uganda, nell’Etiopia, nel Mozambico
(1983), nel Ciad, nel Mali, e ancora nell’Etiopia e Somalia oggi.
E’ l’aspetto acuto del male che
affligge gran parte degli abitanti
dei paesi sottosviluppati: la sottoalimentazione e la malnutrizione. Questa si manifesta in carenza quotidiana di cibo che genera sensibilità alle infezioni ed
alle malattie e quindi riduce la
speranza di vita. E’ stato calcolato che l’apporto calorico necessario per vivere è in una persona
adulta di 1900-2200 calorie, molti
abitanti dei paesi sottosviluppati
sono sotto questo livello, come
si può vedere nella tabella che
indica le calorie mediamente a
disposizione degli abitanti.
Ma « la produzione mondiale
di cereali — afferma il rapporto
della Banca Mondiale del 1980 —
basterebbe a fornire a ciascun
abitante della terra più di 3.000
calorie e 65 gr. di proteine al
giorno, ossia un nutrimento quotidiano superiore al minimo in
calorie
al giorno
per
persona
(1980)
Etiopia
India
Indonesia
Nigeria
Cina
Brasile
Italia
Giappone
URSS
USA
Africa
Asia
Sud America
Europa
Nord America
Oceania
Mondo
1.838
1.949
2.115
2.291
2.439
2.522
3,462
2.847
3.443
3.537
2.307
2.277
2.565
3.410
3.215
3.403
2.590
Fonte: ONU e Banca Mondiale.
dispensabile ».
La Banca Mondiale non smentisce l’ottimismo di Kissinger di
dieci anni fa. Le risorse ci sono
ma sono mal distribuite. La coscienza di queste contraddizioni
ha indotto i governi dei vari paesi ed anche il nostro ad entrare
in programmi di aiuti allo sviluppo e di lotta alla fame nel
mondo.
Gli aiuti italiani allo sviluppo
La consapevolezza della situazione ha spinto per primo il Partito Radicale a mobilitare l’opinione pubblica contro « lo sterminio per fame » e si è così arrivati ad una proposta di legge appoggiata dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista sugli aiuti straordinari e di emergenza ai paesi del Terzo Mondo.
Sono note le vicende di questa
proposta di legge che approvata
dalla Camera a maggioranza
(astenuti solo Sinistra Indipendente e Democrazia Proletaria) è
stata trasformata dal governo in
decreto legge, poi bocciato dalla
Camera per mancanza dei « presupposti di urgenza », e poi nuovamente approvato nei giorni
scorsi (con lo stesso schieramento) dalla Camera.
Se in campo politico c’è quasi
l’unanimità dei partiti per approvare il progetto, sul lato di chi
opera in organizzazioni che si
occupano concretamente dei problemi del Terzo Mondo, vi è
molta perplessità su questa legge. « Giudichiamo quanto meno
demagogica la legge — sostiene
Marcella Marchioni del Molisv
(Movimento liberazione e sviluppo) —. Chiunque si intende di
Terzo Mondo sa bene che i soldi
stanziati (1,900 miliardi in 18 mesi, n.d.r.) resteranno nel Primo
a soddisfare gli interessi di qualche gruppo ».
Non diversa è la reazione di
Alessandro Zanotelli, direttore
della rivista dei Padri Comboniani, « Nigrizia » che scrive;
« appare sempre più chiaro che
le ìiostre forze politiche niù che
agli affamati guardano al proprio
tornaconto... E' risaputo che i
soldi destinati contro la fame e allo sviluppo vengono usati oer altri fini, persino nel giro delle armi... più analizziamo questa faccenda degli aiuti e più ci convinciamo che servono innanzitutto
a noi e poi alle élites borghesi dei
paesi poveri per mantenerle al
potere ».
Più moderati ma egualmente
critici sulla legge sono anche
Mani Tese, che scrive: « 1.900 miliardi sono tanti e non è facile
spenderli... accanto alla ben nota
assurdità dei liofilizzati nel Sahel
abbiamo saputo in Burkina Paso
di altre assurdità quali progetti
tecnici messi lì senza il coinvolgimento delle popolazioni. Speriamo che i nuovi fondi servano
a non ripetere gli errori delle
grandi "cattedrali nel deserto”
che passano sopra la testa dei
più poveri. Se si vuole promuovere lo sviluppo occorre sempre
più che i progetti si facciano con
le popolazioni interessate » e
mons. Nervo, presidente della
Caritas italiana: « £’ un intervento una tantum destinato ad
aree di grave sottosviluppo, che
non sostituisce la riforma della
legge 38/1979 sulla cooperaz,ione
internazionale, che è ormai una
cosa urgente ».
In effetti la cooperazione italiana verso il Terzo Mondo è sotto accusa da molto tempo. Chi
opera sul campo si rende conto
delle molte contraddizioni che vi
sono.
Ad esempio è ormai documentato che i fondi previsti per la
cooperazione internazionale servono a pagare l’addestramento
di militari stranieri nelle nostre
scuole militari. Il governo italiano usa dei fondi per la cooperazione per fare un piacere ai
militari al potere nei paesi sottosviluppati che in questo modo
hanno assicurata la formazione
tecnica indispensabile al ricambio della classe dirigente. Che
dire poi delle vendite di armi a
due paesi belligeranti tra di loro,
la Somalia e l’Etiopia le cui
spese militari sono una delle
cause dirette dei mancati investimenti nel settore alimentare?
Inoltre, la vendita al Sud Africa
della licenza Aermacchi per la
costruzione in loco dell’aereo Impala 2 (il nostro MB 326) serve
al regime razzista per bombardare in Mozambico le stesse realizzazioni civili che la cooperazione italiana ha costruito in
quel paese.
In altri casi l’aiuto allo sviluppo viene affidato ad imprese die
hanno per scopo il profitto. 'Vi
sono ditte come la Fiat, imprese
alimentari e farmaceutiche che
hanno nei loro programmi pro
duttivi prodotti per la cooperazione. La Confagricoltura ad
esempio ha chiesto ai propri associati (grandi produttori terrieri) di aumentare le produzioni di riso e di liofilizzati, paste,
biscotti per destinarle agli aiuti
alimentari. La fame rischia di diventare — se non lo è già —
un enorme business. L’invio di
questi prodotti (oltre al burro e
al latte in polvere) è concepibile
solo in una fase di emergenza
per far fronte alle necessità immediate di sopravvivenza, ma
quando diventa — come nelle
proposte dei Ministeri dell’Agricoltura e dell’Industria — un metodo per risolvere i nostri problemi di mercato diventa dannoso per le stesse economie dei
paesi che vogliamo aiutare.
L’aiuto alimentare prolungato
provoca una diminuzione dei
prezzi del mercato locale, quindi
dell’incentivo a produrre. Introduce nuovi alimenti a detrimento delle culture locali e, in definitiva dell’autosufficienza alimentare; crea nuova dipendenza e
nuovi bisogni, provoca l’abbandono delle terre e l’inurbamento.
Crea in ultima analisi più problemi alle economie locali di
quelli che risolve.
Questi 1.900 miliardi da spendere in 18 mesi per forza di cose andranno essenzialmente in
gran parte in questo tipo di aiuti se si vuole spendere i soldi in
un breve lasso di tempo.
Si tratta così di aiuti paracadutati dall’estero senza che la
struttura economica locale ne
tragga benefici.
Facciamo un esempio concreto. Nel Gabon, grazie agli aiuti
alimentari, il pane è meno caro
della manioca o della banana. Si
è così registrato un consumo di
200 gr. al giorno per abitante, un
consumo maggiore che nella
media dei paesi europei. Il pane
è consumato dalle popolazioni
urbane ed i governi tengono basso il prezzo per mantenere tranquille le città. Tuttavia la produzione di grano è praticamente
inesistente perché la terra non è
favorevole a questo tipo di cultu
Un bambino africano *
può finalmente
combattere la sua
fame con una tazza
di latte. Ma il suo
futuro è legato ad
uno sviluppo agricolo
autocentrato, cui
anche noi possiamo
contribuire tramite
aiuti da versare ai
programmi delle
chiese.
ra. La gente è però orientata verso questo tipo di consumo e i governi sono costretti ad indebitarsi per acquistare all’estero la
farina necessaria. L’aiuto si traduce in guadagno solo per i paesi
del nord del mondo produttori
di grano.
L’aiuto alimentare deve perciò
essere profondamente modificato; si devono costruire riserve di
prodotti locali nei paesi più esposti ai rischi di carestie, siccità
ecc. Bisogna inoltre riconvertire
gradualmente i fondi spesi in acquisto di derrate alimentari in
soldi spesi direttamente per acquisti necessari nei paesi che si
vogliono aiutare e spenderli nello
sviluppo dell’agricoltura locale.
Bisogna poi evitare che questi
aiuti vengano utilizzati politicamente dalle élites per mantenere il potere localmente discriminando chi si vuole aiutare, come
sta avvenendo in Etiopia dove gli
Eritrei non ricevono che le briciole degli aiuti governativi.
L’azione delle chiese
Di fronte a questa situazione
che il commissario per l’aiuto
allo sviluppo della CEE, Edgar
Pisani, ha definito come il modo
di togliere ai poveri del Nord dei
beni per darli ai ricchi del Sud,
le chiese cattoliche e protestanti
hanno iniziato in proprio una loro politica di aiuti allo sviluppo.
Il Consiglio Ecumenico delle
Chiese ha un suo programma di
aiuto che si articola in tre fasi;
l’emergenza, la creazione di infrastrutture necessarie all’economia locale, piccole realizzazioni
con l’impiego di tecnologie appropriate (adeguate cioè alla cultura locale) per la produzione alimentare. Analogo progetto è portato avanti da molte organizzazioni cattoliche. Un principio è
al centro dell’azione delle chiese:
l'autosufficienza a livelli minimi,
lo sviluppo autocentrato in agricoltura prima e poi nell’industria. Il modello sul quale agiscono le chiese è quello del rifiuto dei modelli economici di importazione e l’enorme importanza data alle condizioni locali.
Ciò permette di coinvolgere le
popolazioni nei problemi del loro
sviluppo, di evitare che si formino artificialmente classi legate
ai problemi della distribuzione
dei beni che traggono enormi
profitti dal commercio di prodotti importati. Il lavoro diventa
poi concretamente un atto di solidarietà e di responsabilità sociale e politica e pone la necessità di una pianificazione democratica e controllata. E’ in definitiva una sperimentazione concreta dell’etica ecumenica « di
una società più giusta, vivibile, e
partecipata ».
Potrà essere una soluzione utopica, ma è l’unica in grado di
contrapporsi alle logiche o del
mercato delle grandi multinazionali agro-alimentari («Trade not
aid », scambio non aiuto è la loro logica) o della pianificazione
centralizzata che fissa obiettivi,
ma non coinvolge le popolazioni
nella discussione degli stessi.
Le esperienze fatte con i denari che i credenti, le parrocchie, le
chiese hanno raccolto dimostrano che molto può essere fatto ed
anche con efficacia. E’ per questo che le chiese sono estremamente critiche verso una decisione come quella italiana ampia,
ma incapace di affrontare alla
radice i problemi del sottosviluppo.
« La fame è oggi un fenomeno
di cui l'uomo è largamente responsabile — afferma Susan
George, una ricercatrice che collabora coi programmi del CEC
—. Essa è creata dagli errori o
dalla negligenza dell’uomo. La
complicità e la sete di profitto
rischiano di perpetuarla e dijifonderla. Un atteggiamento risoluto
dell’opinione pubblica può servire a fermarla a patto però che si
cambi l'ottica nella quale si interviene ».
Di questa preoccupazione si è
fatto carico la Commissione Europea per Chiesa e Società, che
raggruppa le chiese protestanti
dell’Europa occidentale (di cui
fa parte anche la FCEI), che in
una lettera al presidente della
CEE Jacques Delors ha chiesto
una modifica dei programmi di
aiuto allo sviluppo che vada nel
senso indicato.
Giorgio Gardioi
8
8 ecumenismo
15 marzo 1985
CONVEGNO DELLE CHIESE DI SICILIA
Il nuovo si fa strada nei Essere chiesa oggi
cattolicesimo romano
«UNA PRESENZA PER SERVIRE, le chiese di Sicilia a vent’anni dal Concilio verso il 2000 »,
è stato il titolo del Convegno di
tutte le 20 Diocesi cattolico - romane nella fastosa cornice di un
complesso turistico, con 1500 delegati di parrocchie e organismi
ecclesiali.
E poiché siamo alla vigilia delle elezioni l’aspetto politico della relazione di apertura del cardinale Pappalardo — in cui il
card. Pappalardo ha definito la
gestione del potere in Sicilia:
« spettacolo sconsolante offerto
dal partito di ispirazione cristiana e dal suo malgoverno » — ha
dato fuoco alle polveri. Così della relazione del cardinale i giornali hanno colto prevalentemente l’aspetto di denuncia, ma la
relazione del cardinale di Palermo, coraggioso operatore sociale contro la mafia, aveva altrove
i suol punti di forza. Essa teneva conto che per la prima volta
nella loro storia le chiese di Sicilia si ritrovavano in un Convegno non settoriale, ma di tutte
le chiese, non solo di preti e/o
religiosi/e, ma di moltissimi laici, donne e uomini. Il Convegno, che aveva visto un lungo
lavoro preparatorio, non è un
punto di arrivo, ma piuttosto una
tappa di un cammino che avrà
momenti di verifica nel convegno nazionale di Loreto ad aprile.
La relazione del cardinale Pappalardo ha avuto il pregio di
esaminare la realtà della vita
ecclesiale nei suoi aspetti anche
negativi, nella non attuazione
delle direttive del Concilio Vaticano IL E’ stato certo liberatorio per molti il sentire affermare che «la civiltà dei consumi
trasforma » le feste religiose « in
festivals della canzone profana
e in mere occasioni di commercio » (e che non è sufficiente la
devoluzione obbligata del 15% del
bilancio delle feste patronali ai
poveri). E’ stato detto che nelle
scuole cattoliche « non emerge
la loro reale capacità di costituire un ambiente culturale sia
al loro interno sia intorno a sé ».
Sui rapporti « fra componenti
ecclesiali » si è affermato che
« spira un’aria di maggior semplicità... in sintonia con le esigenze conciliari, più evidente
nei vescovi e laici ma meno nei
presbiteri » (sacerdoti)! Si è lamentato che « gli organismi sinodali sorti dopo il Concilio »
non sempre funzionano.
Variamente interpretabile è
quanto detto sulla pace. Il cardinale Pappalardo ha dichiarato
che è « giusto mostrare preoccupazione e desiderare che vengano smantellati » i missili di
Comiso « insieme a tutti gli altri », si è mostrato preoccupato
per la possibile strumentalizzazione e ha concluso dicendo che
le « suore di clausura che pregano per la pace sono più utili
di quanti soltanto schiamazzano ». Si tratta di capire chi il
cardinale considera soltanto
schiamazzatori! Certo è mancata una parola sulla obiezione di
coscienza (pur così rilevante nel
lavoro della Caritas), l’educazione alla pace e la non violenza.
Per il resto, la relazione del
card. Martini, sintetizzata a parte, ha mostrato di essere distante le mille miglia dalla ecclesiologia tridentina e dalla prassi
della chiesa imperante fino a
qualche decennio fa. E d’altra
parte il lavoro di discussione dei
gruppi, che pur raccoglieva tutte le componenti della chiesa, è
passato poi attraverso il filtro
di una tavola rotonda di esperti
e una riunione dei vescovi per
essere poi presentato l’ultimo
giorno dal vescovo di Caltanissetta in forma molto appiattita e
riduttrice dell’innovamento.
Va anche detto che i pastori
valdese e battista presenti sono
stati ascoltati non come fratelli
separati o ospiti illustri, ma come fratelli con cui confrontarsi
in piena sincerità e onestà, senza nascondimenti.
La domanda centrale
La domanda che a questo punto sorge spontanea è; ci troviamo di fronte a un cattolicesimo
romano diverso? Diffìcile dare
una risposta univoca.
Chi volesse sostenere che teologicamente, ecclesiologicamente, eticamente non è cambiato
nulla, avrebbe materiale per dimostrare questa tesi, spulciando
negli Atti del Convegno e ascoltando anche voci critiche nello
stesso cattolicesimo romano. Chi
volesse dire che è cambiato tut
to avrebbe, sempre negli Atti,
ma anche negli interventi spontanei, nei commenti di partecipanti, nello stile, una messe ampia di prove a sostegno.
Diciamoci la verità: noi protestanti italiani siamo un po’
sclerotizzati nelle nostre analisi
del cattolicesimo romano.
Abbiamo ricevuto l’analisi critica del cattolicesimo fatta da
Vittorio Subilia ( « La nuova cattolicità del cattolicesimo ») insistendo soprattutto sull’aspetto
per noi deteriore del cattolicesimo romano. Forse dovremmo,
pur- in questo quadro di analisi,
soffermarci sul nuovo e capire
come effettivamente il vecchio
venga superato e come sorga il
nuovo.
Percepiamo che l’immagine
esterna è cambiata, per larghi
settori e in settori emergenti:
l’assise di Loreto sarà un test
più importante delle prese di
posizione pontificie. E’ tutto da
scoprire questo cattolicesimo romano in Italia, nella sua dialettica interna fortissima, con punte avanzate equamente sparse
nei vertici e nella base, nella
immagine che si va formando
sia pure a vent’anni dal Concilio.
Ed è un cattolicesimo non solo
da scoprire, ma con il quale dobbiamo sapere dialogare senza remore e con volontà di partecipazione.
Prima di dare una risposta affrettata sui cambiamenti teologici-ecclesiologici di fondo è utile vedere che il cattolicesimo romano — pur sottolinéando sempre la sua unità interiore, elemento imprescindibile e costitutivo — ha una ricchezza di sfaccettature e volti nuovi di estremo stimolo.
Ed infine se è giusto ricordare che l’ecumenismo è conversione a Cristo, se è giusto ripetere che è un principio sanamente protestante il mettere in discussione tutto, forse è anche
ora di interrogare noi stessi e
discutere le nostre false sicurezze, le analisi stereotipate che
ci portiamo dietro, l’immagine
pubblica che dà la vita interna
delle nostre comunità. Rallegriamoci che lo « Spirito Santo soffia
dove vuole » e preghiamo che
soffi anche in mezzo a noi.
Mario François Berutti
Il cardinale C. M. Martini ha
affrontato il tema dell’ecclesiologia cattolica alla luce dei dati
biblici, delle indicazioni del Concilio Vaticano II e del contesto
storico-culturale della metà degli anni ottanta.
I dati biblici sono stati ricavati quasi esclusivamente dal libro
degli Atti degli Apostoli. La Chiesa di Atti, è stato detto, è una
Chiesa che non vive solo di memorie, ma che ha la sua origine
nel Cristo morto e risorto. Essa
incarna il Cristo che continua a
vivere negli uomini e nelle donne che credono. Si ha così un
Evangelo incarnato che continua a fare la storia della salvezza. I credenti, portatori dell’Evangelo, si moltiplicano, si
propagano, ma non si dividono.
Essi formano il corpo di Cristo
in continua crescita.
L’unità del corpo è data dallo
Spirito che garantisce l’identità
di tutti i cristiani in ogni luogo.
Sotto la spinta dello Spirito la
Chiesa si organizza e si ordina
in forma gerarchica. Secondo il
libro di Atti, viene ancora detto, lo Spirito non solo costituisce il cemento per la coesione
interna della Chiesa, ma dà anche la spinta missionaria per la
propagazione del messaggio cristiano.
Le indicazioni ecclesiologiche
del Concilio sono state riassunte
sotto le voci: comunione e missione. A sostegno di queste direttrici viene citata la similitudine della vite e i tralci (Giov.
15). Lì la comunione, comunione con Cristo, è ben evidente
dall’essere i tralci dimoranti nella vite. Allo stesso tempo, con
quella similitudine, viene illustrata la missionarietà della
Chiesa che, come i tralci, si propaga e porta frutto. La Chiesa
acquista così una fisionomia dinamica.
Se, tuttavia, il dato biblico e
quello conciliare suggeriscono
comunione e missione, quest’ultima, ammette Martini, ha ricevuto, a venti anni dal Concilio,
scarsa attenzione e scarsa elaborazione. Viene ammesso che
gli sforzi missionari sono stati
un po’ pietosi, anche se la giustificazione di ciò viene trovata
nella mole di lavoro ecclesiastico locale che molti preti sono
costretti a svolgere. In tema di
missione, prosegue Martini, c’è
spazio per una grossa elaborazione. Le Chiese sono invitate
a dare il loro contributo tenendo
ferma l’indicazione che la mis
Burundi: missionari
espulsi
(SNOP) — Il governo militare dello stato africano del Burundi ha nuovamente espulso
dal paese 2 missionari europei.
Sale così a 160 il numero dei
missionari cristiani espulsi negli ultimi 5 anni.
In Burundi è proibito ai cristiani di celebrare feste religiose nei giorni feriali e i ministri
di culto possono visitare gli ammalati solo il sabato pomeriggio
e la domenica- Ultimamente il
governo ha anche impiegato dei
soldati per rimuovere dalle porte delle chiese le croci che erano state erette.
No alla centrale
elettrica in Austria
(SOEPI) — Trentacinque pastori e catechisti della chiesa
evangelica (luterana e riformata) d’Austria si sono uniti alle
proteste contro la centrale elettrica che dovrebbe essere costruita nel delta del Danubio e
che comporterebbe la distruzione di una delle ultime antichissime foreste europee.
Le autorità austriache, non
badando alle proteste e facen
-j- Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
do evacuare con la forza le migliaia di persone che protestavano pacificamente, avevano abbattuto 3 ettari di foresta provocando così un coro di proteste e reazioni negative in tutta
Europa. Ora la situazione è statica, il governo ha arrestato i
lavori ma non si sa per quanto tempo.
Dichiarandosi solidali con la
resistenza non violenta, i teologi di Vienna chiedono la definitiva chiusura dei lavori e rimproverano alle forze dell’ordine
il loro brutale intervento.
Giappone: stranieri
discriminati
(Perspectives Réformées) —
Il movimento contro la legge
di registrazione degli stranieri
in Giappone, legge che prevede
che agli stranieri siano prese le
impronte digitali al momento
della loro richiesta di soggiorno
nel paese, sta crescendo. L’opposizione contro questa pratica
discriminatoria e poliziesca sta
avendo un seguito sempre più
grande anche perché l’80i/o degli stranieri residenti in Giappone (circa 700.000 persone) sono coreani della 2” o 3' generazione (cioè figli o nipoti di coreani immigrati), nati, educati e
cresciuti in Giappone, i quali
però debbono, quando richiedono periodicamente il rinnovo del
permesso di soggiorno, farsi
prendere le impronte digitali
come se fossero dei criminali.
In novembre, nella chiesa di
Ogimachi a Osaka, un centinaio
di cristiani, cattolici e protestanti, si sono ritrovati per continuare la lotta contro questa
pratica. Il pastore Munetoshi
ha significativamente aperto rincontro con una riflessione su
Galati 3: 28 : « Non c’è né giu
deo né greco, né uomo, né donna , poiché siete tutti uno in
Cristo Gesù ».
Luterani
ad Hong Kong
(FLM Information) — Dopo
la firma del trattato cino-britannico concernente il futuro di
Hong Kong, la chiesa evangelica
luterana locale ha ribadito con
forza il suo impegno a rimanere al servizio degli abitanti di
Hong Kong anche quando questa sarà tornata sotto la sovranità cinese. Il vescovo luterano
John Tse ha dichiarato: «La
chiesa è chiamata a servire gli
uomini di tutta la terra. Prevediamo che il 95% dei 5,5 milioni
di abitanti resteranno ad Hong
Kong anche dopo il 1997 (anno
in cui i cinesi riprenderanno
possesso del territorio). La chiesa evangelica non li abbandonerà certo ». Anche il seminario
luterano rimarrà dove è ora.
Benché il trattato preveda
che il sistema economico, lo stile di vita e le libertà siano garantiti ancora per 50 anni dopo
il 1997, rimangono dei dubbi circa il rispetto da parte cinese
di questo impegno. I cristiani,
in particolare, temono restrizioni alla libertà di religione.
sione va svolta nella comunione.
Il contesto storico-culturale è
stato tenuto presente, dal cardinale, tanto all’inizio, quanto alla fine del suo discorso. E’ stato
notato che la Chiesa oggi vive
in un’epoca di rapido sviluppo
tecnologico ricco di contraddizioni: all’accresciuta capacità e
velocità di comunicazione e di
possibilità di superamento delle
barriere culturali fa riscontro
la minaccia della distruzione per
l’umanità; alla facilitazione del
lavoro fa riscontro l’incertezza
deH’cccupazione e la realtà della
fame nel mondo. I capovolgimenti e le contraddizioni, poi. non
sono meno rapidi e dolorosi in
campo culturale e politico. Dall’ottimismo pre-sessantctto si è
passati al pessimismo e alla crisi; dal disgelo in politica internazionale, dalla cooperazioiie, si
è passati rapidamente alle tensioni nucleari.
Il cardinale ha poi parlato di
una mentalità laicista, non meglio identificata, che spesso è aggressiva nei confronti della Chiesa, ma che richiama la Chiesa
stessa a un ripensamento e a
una attenzione verso il mondo
esterno. Egli aggiungeva: « Più
la Chiesa sarà libera, più saprà
dare ascolto ai giusti richiami
del mondo laico ».
La missione della Chiesa in
questo contesto, prosegue Martini, va vista alla luce della Parola e nel quadro di una antropologia cristiana. Sin dall’inizio
del suo discorso, il cardinale
si è posta la seguente domanda:
« Come essere Chiesa fondata
sulla Parola? ». La Parola crea
la Chiesa, aggiungeva, la Parola
chiama la Chiesa a ravvedimento e la guida. Parallelamente, è
a partire dalla Parola che Martini cerca di individuare un rinnovato stile evangelico dell'essere Chiesa. Questa non deve dare per scontata la sua aderenza
alla Parola. Anzi, la Parola chiama la Chiesa ad un ravvedimento per farla più libera, più povera, più disponibile alle richie
ste del mondo esterno. La forza
della Parola viene vista in tutta
la sua radicalità: « La salvezza
passa per la croce, i primi cristiani hanno sopportato prove e
persecuzioni per l’Evangelo, l’ansia del successo immediato può
portare a frustrazioni». Compito
della Chiesa che vive sotto la
Parola è quello di cambiare gli
atteggiamenti prima che le cose.
Al di là dei risultati, l’impegno
cristiano ha valore in se stesso,
se è dettato dall’amore, dall’amore per i poveri e per gli emarginati.
Come la Chiesa e la sua missione vengono visti alla luce e
sotto la signoria della Parola,
cosi l’antropologia vuole essere
una antropologia cristiana: « La
fede in Cristo è la giusta interpretazione dell’uomo ». Tuttavia,
come già a proposito della missione, Martini individua nel tema dell’antropologia cristiana
un campo di lavoro abbastanza
inesplorato in cui le Chiese sono
chiamate a cimentarsi. Si tratta,
egli ha detto, di sciogliere le contraddizioni di una società che
da un lato fa grossi sforzi per
combattere la fame nel mondo
e dall’altro convive con gli aborti, le violenze quotidiane, la droga e la minaccia di distruzione
atomica. Vi è, ha proseguito, un
substrato culturale cristiano nella società di oggi, ma questo deve essere richiamato alla luce
nell’ubbidienza alla Parola.
Salvatore Rapisarda
O Hanno collaborato a que.sto
numero: Archimede Bertolino, Tavo Barai, Pasquale
Consiglio, Dino Gardiol, Alfred Janavel, Teofilo Pons,
Paolo Ribet, Bruno Rostagno, Aldo Rutigliano, Luigi
Santini,- Franco Taglierò,
9
p
15 marzo 1985
cronaca delle Valli 9
VILLAR PELLICE: CASO CRUMIERE
Crisi
E’ risaputo che la situazione
occupazionale nel pinerolese è
particolarmente grave. Son poche le aziende operanti in zona
che non ricorrano alla cassa integrazione o non minaccino licenziamenti e chiusure definitive.
Agli incontri tra operai, sindacalisti. amministratori pubblici,
qualche volta pastori e preti,
vengono snocciolate cifre riguardanti la cosiddetta manodopera
esuberante, o vengono annunciate perdite secche di posti di lavoro in seguito a fallimenti, ridimensionamenti causati da innovazioni tecnologiche o trasferimenti di produzione.
Oggi la disoccupazione nel pinerolese rischia di attestarsi intorno alle diecimila unità, cioè
il 14-15% della popolazione del
nostro territorio non ha di fronte a sé alcuna prospettiva lavorativa, contemporaneamente però
si sa che il numero delle ore di
straordinario richieste nei vari
stabilimenti ancora in attività è
andato progressivamente aumentando: solo alla RIV di Villar Perosa si è calcolato che ogni mese
si fanno come minimo ottomila
ore di straordinario, corrispondenti più o meno a sessanta posti di lavoro.
L'elenco delle cifre potrebbe
continuare per pagine e pagine
e con esse potremmo tracciare
un quadro molto preciso di questa realtà, ma ben difficilmente
saremmo in grado di proporre
delle soluzioni convincenti e soddisfacenti per tutti. Viviamo un
tempo di difficoltà oggettiva sia
da parte delle forze sindacali, sia
da parte di quelle forze politiche
che da sempre si sono collocate
in una prospettiva di sinistra; è
evidente ancora una volta la
mancanza di una cultura che sappia porre al centro delle sue elaborazioni le necessità ed i problemi delle trasformazioni produttive, economiche e sociali di
un sistema complesso come il
nostro.
Speculare a questa situazione di
impreparaz.ione ed immobilismo
politico è l’atteggiamento individuale che porta il singolo a pensare unicamente al proprio tornaconto spinto o dalla paura di
iosere il primo a perdere il posto
di lavoro o daU’iììdilferenza sciocca di chi pensa ingenuamente che
i "mali" del mondo non lo votranno mai riguardare. Ed allora
è facile, considerandosi forti perché privilegiati, sorridere ironici
a quel gruppo sparuto di persone che un sabato mattina alle
cinque si presenta ai cancelli di
una fabbrica, non per impedire
a qualcuno di entrare, ma semplicemente per ricordare che
quelle ore di lavoro "in più” sono "rubate" a qualcun altro.
■Altrettanto preoccupante è
l'atteggiamento di chi, come nel
caso di una fabbrica destinata alla chiusura definitiva, è già pronto a "mollare” tutto, perché intanto runica prospettiva di soluzione alternativa, la cooperazione, iìtiplica uno sforzo creativo,
una disponibilità alla collaborazione ed un impegno che va
ben oltre alle otto ore di lavoro.
Ogni proposta di soluzione al
problema della disoccupazione è
e deve essere ben accetta: la lotta contro il ricorso indiscriminato ed incontrollato agli straordinari. la lotta per la riduzione dell'orario di lavoro, il part-time;
ma senza un impegno che sappia
proporre i valori della solidarietà e della condivisione come polo per la costruzione anche di
una nuova etica del lavoro tutto
sarà vano.
Mauro Pons
Se la fabbrica chiude
la soluzione è ia cooperazione
Problemi e prospettive nell’assemblea pubblica della Crumière
« La nostra attività è tipicamente industriale nell’organizzazione e nella strutturazione della produzione, ma per quanto
riguarda il lavoro dei nostri dipendenti ci muoviamo ancora
ad un livello di artigianato altamente meccanizzato : siamo dei
sarti che rivestono macchine ».
Questa definizione è stata fatta
dal geometra Bertin, direttore
tecnico della Crumière di Villar
Penice, aH’assemblea pubblica
organizzata il 9 marzo u.s. dai
lavoratori della fabbrica, a cui
erano stati invitati gli amministratori degii enti pubblici locali, per discutere sulle prospettive e sulle possibili alternative
produttive in vista della prossima chiusura dello stesso stabilimento.
C’è molto orgoglio in questa
affermazione, ma c’è anche la
coscienza dell’alta professionalità raggiunta dagli operai e la volontà chiara e netta di non lasciare disperdere un patrimonio
non solo economico e sociale,
ma anche culturale, che ha inciso profondamente sulla vita
del paese nei costumi e nella
mentalità, ma soprattutto impedendo uno sgretolamento pro
gressivo di quel suo tessuto umano costitutivo che ha potuto
così resistere allo spopolamento
ed alla conseguente dispersione
nelle città e nelle zone di pianura.
Ma quali sono state le condizioni che hanno portato ad una
situazione di crisi dello stabilimento?
La Crumière, insediata a Villar Penice dall’inizio del secolo,
è stata sempre inserita in un
settore produttivo particolare,
quello dei feltri per le cartiere.
A partire dal 1980 il settore
della produzione della carta è
sottoposto ad una pesante crisi,
la quale per riflesso viene ad
incidere in misura notevole anche sulla situazione produttiva
della Crumière. Se ad una situazione di crisi strutturale si
aggiunge poi il fatto che, a causa della dicotomia tra la proprietà francese e la direzione
italiana dell’impresa, nessuno si
è mai preoccupato di fare degli
investimenti tecnologici che permettessero un ricambio progressivo dei macchinari, si capisce
come mai alla fine si arriva, poco prima delle ferie dello scorso anno, ad una situazione dram
FERROVIA PINEROLO - TORRE PELLICE
Un ramo secco
da tagliare?
PINEROLO — E’ possibile
che ai sensi dell’art. 8 della legge finanziaria per il 1985 il tratto dì ferrovia da Pinerolo a Torre Penice venga soppresso. E’
quanto si può leggere in ima nota del direttore generale del Ministero dei Trasporti, Misiti, al
ministro on. Signorile. La nota
è stata trasmessa dallo stesso
ministro al comune di Pinerolo
che chiedeva di modificare la
proposta di costruzione di un
sottopassaggio per il passaggio
a livello di Corso Torino.
Come si ricorderà la proposta di costruzione di un sottopassaggio in Corso Torino aveva creato molto malcontento in
città soprattutto tra gli abitanti del quartiere San Lazzaro per
la soluzione tecnica che veniva
proposta. Di qui due proposte
alternative: una che vedeva possibile la installazione di passaggi a livello automatici che rendessero più brevi i tempi di attesa, l’altra più radicale che vedeva la necessità di abbassare il
piano dei binari di alcuni metri
sì da rendere possibile il passaggio del treno in trincea e la
costruzione di un ponte alla
stessa quota della strada. Su
quest’ultima proposta il capogruppo socialista Arione aveva
chiesto l’interessamento del ministro.
Ora sì apprende che non solo
il progetto del sottopassaggio
era stato approvato dalle ferrovie, ma che sì era anche individuata un’impresa per l’esecuzione dei lavori. Vista l’opposizione
dei comune il direttore generale
ritiene che non sia più fattibile
il sottopassaggio e nemmeno
possibile accettare la soluzione
del treno in trincea perché di
difficile realizzazione tecnica e
oltremodo costosa (decine di
miliardi). Non resta che la soluzione di sopprimere il treno.
Una soluzione questa che era
stata già suggerita dalla Democrazia Cristiana pinerolese, ma
che aveva trovato l’opposizione
dei viaggiatori e di molti partiti
e di alcune associazioni naturalistiche quali la Pro Natura.
Nella nota si può anche leggere che per il momento non vi è
alcuna intenzione di procedere
al più volte promesso raddoppio dei binari tra Pinerolo e Torino.
Non si fa inoltre nessun cenno alla possibilità di automatizzare i passaggi a livello, ma soltanto che è allo studio la trasformazione della stazione di Pinerolo, in stazione passante.
Brutte notizie dunque sul piano dei trasporti per i pendolari
e per gli altri viaggiatori.
Giorgio Gardiol
Ex deportati
ITIyosofis' GIANNI GAY
di Carla Gay • Casalinghi • Articoli per regalo
Decorazione e cottura • Forniture alberghiere e per comunità
PORCELLANA
CERAMICA E VETRO LISTE SPOSI
Piazza Cavour, 22
Corso Torino, 146 Via Savoia, 45
10064 PINEROLO 10064 PINEROLO
matica.
I prodotti della Crumière hanno, come si dice, un mercato;
cioè sono prodotti validi e richiesti. Inoltre in questi ultimi
anni un’accorta politica di diversificazione della produzione
per il settore alimentare e tessile, ha portato ad una diminuzione della dipendenza dal settore delle cartiere, così da garantire uno spazio produttivo
non indifferente. Ma oggi il vero
problema è rappresentato dalla
situazione creditizia in cui versa la Crumière. La società attualmente responsabile dello stabilimento di Villar Pellice ha
pensato di chiuderlo, vendendo
quindi i beni immobili ed i macchinari in modo da poter coprire con la somma ricavata tutti
i crediti bancari.
Di fronte alla decisione dei
proprietari dello stabilimento di
chiudere, l’unica alternativa possibile è la rilevazione delle attività della fabbrica da parte degli operai attualmente impiegati: alla crisi di questa industria
si può tentare di rispondere attraverso la cooperazione.
E’ questo il nodo di fondo che
l’assemblea riunita doveva sciogliere : sindacalisti, amministratori pubblici, ma in modo particolare le maestranze si sono trovati per interrogarsi sulla concreta possibilità di avviare una
esperienza di cooperazione che
sappia affrontare e superare felicemente l’attuale crisi.
Appurato che l’attività produttiva è di per sé garantita dalla continua richiesta dei manufatti attualmente prodotti, è necessario ora capire come procederà il passaggio da quella che
è la gestione amministrativa controllata a quella che sarà la gestione cooperativistica ; informarsi sulle agevolazioni previste
dalle varie leggi regionali e nazionali che dovrebbero incoraggiare e finanziare in vario modo
la nascita della cooperativa ;
creare i presupposti che stimolino l’adesione e la simpatia di
tutta la popolazione verso una
iniziativa che vuole contrastare
un andamento generale e delle
scelte che vogliono colpire indiscriminatamente un territorio
già duramente provato dalla disoccupazione.
In questo senso si è parlato
della possibilità di forme di azionariato popolare a sostegno della cooperativa, così come si è
pensato ad una richiesta di lavoro volontario al momento dell’avvio della nuova attività produttiva, quando si renderà necessario ristrutturare almeno in
parte alcuni reparti.
Ogni proposta od iniziativa che
serve ad impedire la chiusura
della Criunière deve essere attivata in tempi brevi, perché non
è possibile accettare passivamente la chiusura dell’unica attività industriale presente nell’alta Val Pellice, tanto più che
il mercato del lavoro proprio nel
pinerolese non ha più niente da
offrire in questo momento.
M. P.
La Sede Regionale dell’Associazione Nazionale ex Deportati
politici nei campi nazisti, ci comunica che in occasione delle
solenni celebrazioni del 40“ anniversario della Liberazione,
verrà effettuato un viaggio culturale dal 2 al 6 maggio prossimi in Austria con la visita ai
campi di sterminio nazisti di
Ebensee, Harteim, Mauthausen.
E’ un’occasione per meglio conoscere ed approfondire la storia dell’immediato passato e per
meditare sulla violenza e sulla
sofferenza che i campi di sterminio nazisti hanno significato,
al fine di riconfermare un serio
impegno per la pace oggi. Quanti sono interessati al viaggio
possono mettersi in contatto con
l’Agenzia Frejus Viaggi C.so Susa 20 - Rivoli (Torino) - tei. 011/
958.78.57 - 958.78.59 - 958.47.06, entro il 31 marzo prossimo.
Impegno sindacale
PINEROLO — « Impegno sindacale » è il titolo di un nuovo
periodico mensile che la OISL
di Pinerolo ha deciso di pubblicare. Nei due numeri finora usciti oltre a notizie sull’azione del
sindacato nel pinerolese, si possono leggere schede di formazione sindacale, informazioni
sulla possibilità di impiego del
tempo libero (un po’ commerciali per la verità: viagp e crociere a prezzi contenuti), informazioni di carattere economico
generale e percorsi di lettura sul
tema del tempo di lavoro e di
vita. Copie del periodico possono essere richieste a CISL, corso Torino 50, 10064 Pinerolo.
Trasporti
S. Secondo
Pinerolo
SAN SECONDO — Se la Regione darà la prescritta autorizzazione, verranno intensificate le
corse di autopullman tra S. Secondo e Pinerolo. Lo hanno deciso i consigli comunali di Pinerolo e S. Secondo aderendo ad
una richiesta in questo senso degli utenti e della impresa di autotrasporti Cavourese. Vi saranno 10 corse al giorno (una ogni
ora) in andata e ritorno tra le 7
e le 19. In Pinerolo è previsto
un tratto urbano tra l’Ospedale
Civile, la stazione, il cavalcavia
di via Martinat, corso Torino
(scuole superiori). Il costo del
biglietto sarà di 600 lire per il
viaggio San Secondo-Pinerolo,
500 lire per il solo percorso urbano in Pinerolo.
Manifestazione
per ITndesit
TORINO — Lunedi 11 marzo
si è svolto un corteo dei lavoratori Indesit davanti alla Prefettura e alla sede dell’INPS. Alla
base della protesta il fatto che
l’accordo del 1983 che prevede la
cassa integrazione a rotazione
non è stato applicato. 2.300 lavoratori sono adesso in cassaintegrazione a zero ore e sono minacciati di licenziamento.
Inoltre percepiscono le indennità con molto ritardo.
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
ARREDAMENTI
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
10
10 cronaca delle Valli
15 marzo 1985
DIBATTITO CON GLI ESPERTI DELLA COMUNICAZIONE
8 MARZO A PINEROLO
L’informazione reiigiosa in Italia
Come si è sviluppata, in questi ultimi anni, l’informazione religiosa in Italia? E quali sono i
principali problemi del settore?
A queste e altre domande ha risposto la tavola rotonda di martedì 5, a Torre Pellice, organizzata da Radio Beckwith nell’ambito del seminario sui mass-media allestito dal Collegio Valdese.
Secondo Gregorio Donato del
GRl l’informazione religiosa in
Italia con il Concilio Vaticano II
ha subito una svolta radicale. Da
allora il "vaticanista” non è solo
più il cronista del Palazzo ma deve tenere conto di elementi nuovi quali l'ecumenismo o la dimensione internazionale della
chiesa. Dopo il Concilio i problemi religiosi, in genere, vengono
affrontati, sugli organi di informazione, con maggiore competenza e sensibilità. Non è un caso che il "vaticanismo” (con questo termine gergale e restrittivo
si designa tra gli addetti ai lavori il settore religioso) in questi
ultimi anni non appare più sui
giornali come un genere minore,
ma si valuta la serietà di un
giornale dalla capacità di sapere
affrontare i problemi religiosi.
Alcune testate — dice Donato —
si occupano del problema religioso in modo discontinuo, episodico, superficiale. Altre, per
esempio « Il Corriere della Sera » o « La Repubblica », in modo continuativo ed approfondito.
Il dibattito ha quindi spostato
il tiro sulla nostra realtà specifica, cercando di analizzare il nostro impegno di chiesa a livello
di mass-media.
Renato Maiocchi, del Servizio
Stampa della Federazione delle
Chiese, ha precisato che, contrariamente a quanto in genere
si crede, la trasmissione "Protestantesimo” non rappresenta un
nostro diritto acquisito, né uno
spazio concesso a fronte delle
nostre insistenze, bensì "Protestantesimo” in TV è segno di
una crescita reale di apertura,
da parte della RAI, verso le minoranze nel nostro Paese. Anche
se ovviamente non tutto è rose
e fiori a cominciare dall'orario
in cui vanno in onda le trasmissioni. Non per nulla, scherzosamente, c’è già chi parla di: "notturno evangelico ’’.
Riguardo al tema dell’emittenza privata (un punto importante
del dibattito anche perché la serata era organizzata da Radio
Beckwith) Claudio Martelli, pastore e giornalista a Trieste, ha
raccontato in "presa diretta” le
vicende che hanno portato "Ra
Rivenditore autorizzato macchine per
cucire
SINGER - PFAFF
VENDITA E ASSISTENZA
Personal computer
COMMODORE
— MATERIALE ELETTRICO - ELETTRO
NICO
— ELETTRODOMESTICI
— LAMPADARI
ASSISTENZA ED ESECUZIONE
— IMPIANTI ELETTRICI CIVILI E
INDUSTRIALI
Via Arnaud, 3b - Tel. 932647
10066 TORRE PELLICE
dio Trieste Evangelica” al servizio della città, con 40 programmi
la settimana e con una ’audience’
di tutto rispetto. « Attraverso la
radio — ha detto Martelli — molte persone si sono avvicinate alla
nostra chiesa. Noi non ci vergogniamo di fare del proselitismo
in un quadro di impegno civile e
democratico immersi nella quotidianità della vita cittadina ».
11 dibattito, condotto con rara
competenza da Fulvio Rocco, capo del servizio RAI del TG2 e responsabile del Servizio Stampa
della FCEI, ha ripercorso le diverse fasi del nostro impegno
nel settore dei mass-media a partire dal dopoguerra. Un settore,
anche al nostro interno, enormemente cresciuto e di sempre
maggiore importanza. Oggi abbiamo un’efficiente agenzia di
stampa (NEV) che tiene i contatti con il mondo dell’informazione. Il culto radio domenicale
e "Protestantesimo” in TV (che
ha ormai 12 anni di vita) raccolgono insieme un pubblico di
ascoltatori che supera i due milioni. Siamo cresciuti noi ed è
cresciuto l’interesse del Paese nei
confronti delle minoranze religiose. In particolare poi, pare
essere notevole l’attenzione dedicata dai mass-media alla minoranza valdese, anche se non è indicativa — suggerisce Donato —
dell’attenzione generale nei confronti delle minoranze. I Testimoni di Geova o i Baha’i, tanto
per citare due esempi, meriterebbero molto più spazio data
anche la loro effettiva consistenza.
Ma da cosa nasce il forte interesse per il Valdismo? Il Maidismo rappresenta il protestantesi
mo storico che l’Italia non conosce, ma intuisce essere un grosso
fenomeno internazionale. Dall’altra — dice Donato — alcuni personaggi del mondo protestante storico hanno fatto, in questi anni,
notizia. Sono stati insomma, nella loro diversità, abbastanza comprensibili al grande pubblico italiano che ha così potuto gettare
uno sguardo all’interno della famiglia evangelica italiana. Non
si dimentichi poi l’avvenuta Intesa tra la Repubblica italiana e
le Chiese Valdesi e Metodiste che
ha costretto i mezzi d’informazione di massa ad interessarsi
del mondo protestante italiano.
Detto questo diciamo anche
subito che il panorama dell’informazione religiosa in Italia è
dominato dal papa. E’ sufficiente seguire, sulle pagine dei giornali, in TV o alla Radio, uno solo dei viaggi papali per rendersi
conto di come il papa occupi uno
spazio eccessivo, sproporzionato,
nella dinamica dell’informazione religiosa. Sicché ridimensionare a livello d’informazione il
protagonismo del papa, dare nuova "audience" alle diverse esperienze di fede che maturano nel
Paese, concentrare Taftenzione
meno sui personaggi e più sulle
scelte comunitarie, collettive, potrebbe essere il compito nuovo
del cronista di fatti religiosi. In
questa direzione Gregorio Donato è stato un "battipista". Non
c’è che da augurarsi che altri giornalisti seguano la direzione critica di essere sempre meno succubi di San Pietro e sempre più
attenti a ciò che di nuovo emerge nella vita religiosa del nostro
Paese.
Giuseppe Platone
Comunità Montana Chisone-Germanasca
Sviluppo nonostante
la disoccupazione
Il piano di sviluppo economico-sociale è tornato all'esame del
Consiglio della Comunità Montana Chisone e Germanasca per
l’approvazione definitiva, nella
seduta delT8 marzo.
Alcuni rilievi sono stati mossi al documento — o meglio alla
raccolta di documenti che si propongono di fotografare la realtà
locale e di fornire indicazioni
per il futuro — sia da destra che
da sinistra. E' stato lamentato
un troppo scarso interesse per
la difesa dell’ambiente, da un lato, e l’eccessiva lungaggine della
preparazione e la mancanza di
un dibattito in Consiglio, dall’altro. La stesura del piano, tuttavia, secondo gli amministratori,
è l’atto di partenza per chiedere
il finanziamento CEE a favore
dell’occupazione. L’obiettivo è la
creazione di nuovi posti di lavoro o almeno il mantenimento di
quelli che ancora vi sono.
In questa prospettiva, si è discusso su una iniziativa per l’occupazione, che prevede l’istituzione di un cantiere di lavoro,
della durata di tre mesi, con l’impiego di dieci disoccupati. Non si
tratta di un lavoro molto redditizio, dato che l’indennità è di
sole 30,000 lire giornaliere, inoltre il cantiere può essere destinato solo a lavori aggiuntivi, quali il ripristino dei sentieri di
montagna e la ripulitura delle
aree attrezzate. Il Consiglio ha
deciso che si darà la precedenza a disoccupati che dimostrino
di non avere alcun reddito, indipendentemente dalla posizione
Il ruolo politico
delle donne
nelle liste degli uffici di collocamento di Perosa, Villar, Roure e
Fenestrelle, fino a raggiungere il
numero richiesto.
In questa linea di appoggio alle iniziative che danno lavoro alla gente, è stato deciso un contributo di 6 milioni alla Cooperativa agricola montana che ha sede
a Perosa Argentina, per l’acquisto di nuovi refrigeratori per il
latte.
Nella parte della seduta dedicata airUSSL, è stato dato parere favorevole al progetto di ristrutturazione dell’Asilo di San
Germano e all’ampliamento della
pianta organica dell’ospedale di
Pomaretto e sono state fissate le
modalità di erogazione dei vari
sussidi che l’USSL attribuisce alle persone il cui reddito non raggiunge il minimo vitale.
Liliana Viglielmo
La sera dell’S marzo, nelTAuditorium di Corso Piave a Pinerolo, le donne comuniste hanno voluto ritrovarsi con le compagne
e gli amici per fare una specie
di bilancio dell’anno trascorso.
Cercando di mettere bene in
chiaro qual è il senso che si vuole dare alla « giornata della donna », si sono ricordati brevemente quali sono gli impegni che si è
cercato di portare avanti, qui nel
pinerolese, come nel resto del
paese.
Innanzitutto la lotta contro
l’attacco alla legge sulla violenza sessuale e parallelamente l’impegno per la difesa dell’occupazione e dei servizi sociali. Nel primo caso non si può non vedere
un tentativo di rendere insignificante il ruolo politico delle donne e di chiudere una stagione
aperta dalle battaglie per il divorzio e l’aborto. Nel secondo caso, la donna è ancora sempre la
più colpita e la meno tutelata,
perché, anche se il governo aveva lasciato credere a una nuova
sensibilità verso la condizione
femminile, in pratica lo stesso
governo continua a bocciare proposte che sarebbero tutte a favore dell’occupazione femminile.
A tutti quelli che sono intervenuti a questa serata (e bisogna
dire che eravamo abbastanza numerosi; c’erano anche molti giovani) si è poi presentato il film
« Anni di piombo », scelto perché
realizzato da una donna, la bravissima M. von Trotta, con delle
donne per protagoniste e che si
rivolge ovviamente anche alle
donne. Infatti si è visto che non
è difficile vedere « al femminile »
questo film e che sono numerosissimi gli spunti per una discussione sulla condizione della donna.
PCI - elezioni
primarie
PINEROLO — Anche il PCI
avrà le sue elezioni primarie. Il
15, 16, 17 marzo gli iscritti al
PCI dovranno votare sui candidati da immettere nelle liste elettorali per i comuni sopra i 10.000
abitanti, alla provincia ed alla
regione. Nelle liste che vogliono
garantire il rinnovamento dei
gruppi consiliari sono candidabili tra i pinerolesi Rinaldo Bontempi (capogruppo consiliare
uscente), Marisa Mottura, operaia Indesit, Epifanio Guarcello,
cassaintegrato Fiat per la Regione, Alberto Barbero, capogruppo al comune di Pinerolo,
Franca Coisson, presidente della Comunità Montana Val Pellice, Giovanni Laurenti, sindaco
di Perosa, per la Provincia.
Gli iscritti indicheranno complessivamente i 3/5 dei componenti le liste, per gli altri 2/5 le
liste saranno completate dagli
organi competenti del PCI.
CASALINGHI ROMAN
• Cristallerie - Porcellane
• Articoli regalo
9 Vasto assortimento porcellane e
ceramiche per decorazione
• Prodotti deWArtigianato
• SCIALLI DIPINTI A MANO
Via Roma, 16 - Tel. 909012 ■ LUSERNA S. GIOVANNI
Anche se molti l'avevano già
visto, il film è stato seguito con
molta attenzione e molto « pathos ».
Al termine si è cercato di a\
viare un dibattito che però non
è stato molto vivace, data l’ora
abbastanza tarda (il film in effetti è molto lungo) e data la dit
ficoltà che si ha sempre a sviscc
rare lì per lì i problemi che la
proiezione di un film fa saltare
fuori.
In ogni caso, si può dire che la
serata è stata molto positi\a,
perché è stata la prova che persone molto diverse tra loro pe:
età, cultura, interessi possono ri
trovarsi insieme e sentirsi unite
di fronte a problemi che le accomunano.
Nella Grill
Oggi
e domani
Gli avvisi da pubblicarsi in questa rubrica debbono pervenire in tipograìfa
entro le ore 9 del lunedì precedente
la data di pubblicazione del giornai!,.
Conferenze
PINEROLO —• L'assessorato alla Cui
tura del Comune organizza per giovedì 28 marzo alle ore 20.30 presso
il centro sociale di Via Lequio 36 una
conferenza sul tema « Esperienze mo
nastiche nel pinerolese medioevale
Relazioni di Marina Coppa (sull'Ai'
bazia di Cavour), Pier Carlo Pazi
(esperienze monastiche in Val Chisone) Grado Merlo (enti monastici n-:l
pinerolese).
PINEROLO — La CGIL Scuola dol
comprensorio pinerolese organizza por
martedì 19 marzo alle ore 21 presso
l'Auditorium Comunale di Corso Piave
una conferenza di Carlo Pitocco, docente di Storia delle Religioni all'Llniversità di Roma, sul tema « L'insegnamento della religione, problemi nuovi
per una questione vecchia ».
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 14 marzo
alle ore 17 si terrà la riunione del
gruppo Val Pellice presso il centro di
incontro.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Venerdì 22 marzo alle ore 20.30 si terrà
presso l'Auditorium comunale (via Internati e deportati) una conferenza
pubblica sul tema - Amnesty International, un movimento in difesa dei diritti umani ».
Comitati per la pace
POMARETTO — Venerdì 15 marzo
alle ore 21 si tiene presso il convitto
valdese la riunione del comitato Val
Chisone e Germanasca sul tema - Le
centrali nucleari ».
TORRE PELLICE — Lunedi 18 marzo alle ore 21 presso il centro d’incontro si tiene la riunione del comitato
della Val Pellice. Tra gli argomenti
in discussione un manifesto dei comitati pace, la manifestazione in programma per il 25 maggio, l'organizzazione di un incontro con le forze politiche in valle.
Segnalazioni
PINEROLO — Democrazia Proletaria
organizza un pullman per la partecipazione alla manifestazione antinucleare
di Trino Vercellese del 24 marzo. Per
informazioni telefonare a Alberto
(78.369), Egle (21.393) o alla sezione
di DP (73996 il martedì sera dalle 21
alle 24),
11
f
15 marzo 1985
cronaca delle Valli 11
Le lettere a Magna Linota, vanno indirizzate a Eco delle Valli Valdesi, caselia postale, 10066 Torre Pellice (To).
Cara magna Linota,
leggo spesso la sua rubrica ed
apprezzo sempre le risposte che
dà ai suoi interlocutori. Oggi sono stato colpito dalla lettera di
Marinella B. e in particolare mi
ha sconcertato il fatto da lei riferito sulle sue compagne che
«quasi tutte » la prendono in giro perché lei... non si adegua ai
tempi ed ai costumi moderni e
spregiudicati, come invece sanno
fare loro! Mentre ho provato
tanta simpatia fraterna (direi
quasi «paterna», data la mia
non più giovane età) per questa
povera figliola esposta a queste
tentazioni senza avere o trovare
persone vicine che la consiglino. la guidino e la sostengano
evangelicamente, mi ha sconvolto profondamente il pensiero che
almeno alcune di quelle beffe le
saranno state rivolte da compagne « valdesi », come suppongo,
dato che alle Valli quelli che portano questo nome sono in molti.
Non sto qui ad esprimere la mia
amarezza nel constatare quanto
certi « valdesi » di oggi sono ben
lontani dallo spirito di quell’Evangelo per il quale i loro padri sono stati pronti a dare la
vita e come si lasciano compenetrare ed ispirare dalla mentalità
■corrente più che dalla Parola di
Dio. Mi limito soltanto a ricordare a Marinella, sperando che
questo possa esserle di aiuto, alcune parole che proprio oggi,
senza cercarle di proposito, mi è
capitato di leggere in quel Libro
che è sempre stato una luce ed
una forza per i credenti di ogni
tempo e nel quale Gesù stesso
ha trovato le indicazioni chiare
per respingere ogni tentazione.
Le prime parole le ho lette nel
Salmo n. 1, dove è scritto fra
l'altro: « Beato l'uomo che non
cammina secondo il consiglio degli empi..., ma il cui diletto è
nella legge dell'Eterno! »... Le altre si trovano nella 1“ epistola di
Pietro, cap. 4: « Basta col tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle
dissolutezze...! Per questo essi
trovano strano che voi non corriate con loro agli stessi eccessi
di dissolutezza e parlano male di
voi. Ne renderanno conto a Colia che è pronto a giudicare i vivi
ed ! morti ».
l-i\fio Marinella a voler prendere e leggere la sua Bibbia. L'ho
fatto anch'io da quando avevo la
sua età e questa Parola è sempre
stata la mia luce, la mia guida
e la mia forza in ogni tempo!
Che il Signore guidi ed aiuti anche lei e quanti vogliono vivere
secondo la Sua volontà.
Cordiali saluti, con sincera stima.
Agostino Garufl, Intra
Non ho nulla da aggiungere alla lettera del sig. Garufì a Marinella. Sono parole piene di affetto, che non danno consigli dall’alto, ma testimoniano un’esperienza vissuta: « Alla tua età io
ho trovato una guida e un aiuto
nella Parola di Dio ».
Non so se Marinella abbia delle compagne valdesi, e la cosa
non mi sembra molto importante. A me fanno pena tutte queste
ragazzine, cattoliche, valdesi o
indifferenti, a cui noi più vecchi
non sappiamo dare un esempio
utile, mentre intorno a loro tanta gente le esorta a cercare di
divertirsi e a « fare come gli altri », come se pensare ed agire di
testa propria fosse un delitto, o
una debolezza.
Mi spaventa anche l’idea di
quel padre troppo « serio », che
vuole cancellare sotto i maglioni
senza forma il corno della figlia
e che con la sua severità le impedisce di parlare tranquillamente
con lui dei suoi problemi, sicura
di essere capita e guidata.
« Dio li creò maschio e femmina e Dio vide che questo era bene »; invece troppe persone religiose non sembrano d’accordo
con Dio e guardano con sospetto il corpo e il sesso come creazioni del maligno.
Non vorrei neppure che ci facessimo un’idea troppo rosea del
passato nelle nostre Valli. Certo
mia nonna non ha avuto problemi di contraccettivi: si è sposata a quattordici anni, l’età di
Marinella, ed è morta a ventidue, dopo aver avuto cinque figli
e averne visto morire quattro.
Non posso credere che questa
fosse la volontà di Dio; a me
sembra che sia stata vittima di
egoismi umani, quanto lo sono
oggi, in modo diverso, le ragazzine come Marinella e i loro
compagni maschi.
Magna Linota
STRANIERA
SENZA PROBLEMI
Mia cara collega,
cara perché sei una sorella in Cristo
e collega perché anch'io sono moglie
di pastore, straniera, con istruzione
universitaria e dedicata a pieno tempo al lavoro nella Chiesa accanto a
mio marito.
Ma lì finisce la somiglianza, perché
la mia situazione mi appaga pienamente e non vorrei davvero che ci
fosse di mezzo qualche « ricompensa »
fissa. Temo che subentrerebbe una
mentalità di calcolo là dove regna una
mentalità di dono nell'amore.
Come te condivido la vocazione di
mio marito e gioisco nella possibilità
di essergli « un aiuto convenevole »
non solo in casa ma anche nella comunità.
Considero il mio posto di grande
privilegio, creatività e soddisfazione.
D'accordo che a tutti possono capitare dei periodi quando sembra che nessuno apprezzi ciò che fai, anche se
tutti sono sempre pronti ad approfittare del nostro senso di servizio; ma non
credo che una « ricompensa » finanziaria (quasi garanzia di valore?) risolva
un problema di relazioni umane.
Come tante altre tu esprimi il desi
derio di maggiore autonomia « ...per
potere testimoniare la liberazione in
Cristo ».
Le due cose non mi sono mai sembrate concomitanti. Neppure il nostro
Liberatore agiva in modo « autonomo »
ma in totale e sofferta ubbidienza al
Padre.
0 forse non capisco bene quello
che intendi per autonomia!
Poi menzioni il — già discusso —
disagio di dover « elemosinare » qualcosa dallo stipendio del marito: personalmente ho sempre considerato ciò
che ci è dato come sostentamento di
tutta la famiglia e non certo appartenente solo a mio marito da cui dovrei elemosinare una parte. (Come
quello che io cucino è per la famiglia
e nessuno deve chiedermi se gentilmente lo condivido con lui!).
Quanto all'* essere straniera » (ed
essere cresciuta con tutt'altra mentalità) io non mi sono mai sentita trattata diversamente dalle altre mogli di
pastore che sono italiane.
Il problema del non riconoscimento
dei titoli di studio ai fini di un impiego è una faccenda a parte.
Mi rattrista moltissimo leggere tra
le tue righe un senso di insoddisfazione e vorrei esserti vicina. Ti farai
viva?
Peggy Bertolino, San Secondo
Pro Asilo Valdese
di San Germano Chisone
Pervenuti nel mese di febbraio 1985
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
L. 1.545.800; N. N., per acquisto due
carrozzelle e 15 sedie.
L. 1.450.000; Direzione e maestranze
RIV-SKF, Villar Perosa, in occasione
del 17 febbraio.
iL. 500.000; Comunità Elvetica Valdese
di Trieste, in memoria di Hanny Rapisarda.
L. 200.000; istituto Bancario S. Paolo
di Villar Perosa.
L. 150.000; I bambini dell'Oratorio di
San Germano.
L. 140.000; Componenti Coro Bric
Bude, in mem. di Pozzi Maria v. Galeasso madre di un componente del
coro, Pinerolo.
L. 129.240; Vendita carta.
L. 120.000; I nipoti Avondet, Rivolta,
Durand, in mem. dello Zio Silvio Durand; I vicini di casa in mem. di Barba
Silvio, S. Germano.
L. 100.000; Unione Femminile San
Germano, in occasione del 17 febbraio: in mem. del Fast. Ermanno Gente, deceduto a Pramollo nel 1932, la
vedova Hìlda Gente Bertin, Pinerolo.
L. 55.000; Chiesa Evangelica dei Fratelli, Collegno.
L. 50.000; Balmas Giovanni e Rina;
Andrea e Ester Morina, Pinerolo; Ribet Marcella e fam., S. Secondo; Comba Arnaldo e fam., ricordando i loro
cari; Comba Arnaldo e fam., ricordando I cari cugini Comba Attilio e Evelina; Codino Edoardo e Elda, in mem.
di Durand Silvio, S. Germano.
L. 25.000; Nydia Long Marey, Roma;
llda e Elda, in mem. della zia Nelly
Bertalot v. Prandino.
L. 20.000; I cugini Comba, in mem.
di Livio Bouchard; Anita e italo Massei, un fiore in mem. di Silvio Durand,
S. Germano; Rivoiro Alessandro e Ma-,
falda, in mem. dei genitori Alessandro e Federica, Villar Perosa.
l. 15.000: Beux Franco, S. Germano.
L. 10.000: In mem. di Fiorentino Rlvoira, la cognata e i nipoti; Ricordando il marito Aldo Rivoira, sorella e fratello Albertina e Clemente e i genitori Luigia e Alberto Martinat, Pinerolo;
Un fiore in mem. di Silvio Durand:
Rina Damiano Salaria; Franca e Renzo
Maldi; Germana e Luciano Gaydou;
Laura e Beppe Benso, S. Germano;
Peyronel Enrica in Galliano, Villar Perosa.
Inoltre N. N. offre 107 copriletti.
ENTRO MARZO
Ringraziamo i molti abbonati che hanno già rinnovato
il loro abbonamento.
L’amministrazione chiede a
tutti di rinnovare l’abbonamento entro marzo. Chi per
qualsiasi motivo non può farlo ora ci mandi due righe di
impegno per l’85 e l’invio non
gli sarà interrotto.
grandi cucine dal 1919
frigoriferi
self-service
snack- bar
lavastoviglie
lavabiancheria
s.n.c.
concessionaria MARENO
PROGETTAZIONE - FORNITURA - ASSISTENZA
GRANDI IMPIANTI
PER ALBERGHI E COMUNITÀ*
bilance elettroniche
misuratori fiscali
strumenti per pesare
macchinari per l’alimentazione
Via Buniva, 31 - Tel. 0121/74435 - Pinerolo
RINDRAZIAIMENTO
« Credi nel Signore Gesù Cnisto
e sarai salvato -a
(Atti 16: 31)
I congiunti della cara
Luigia Lidia Peyrot
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutte le persone che
hanno parteeipato al funerale; un grazie particolare alla Direzione e Personale deirAsilo dei Vecchi di S. Germano, ai Pastore Aldo Rutigliano, alle
gentili signore e signorine Che Phanno amorevolmente assistita.
S. Germano Chisone, 26 febbraio 1985.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno conosce i giorni degli uomini integri e la loro eredità durerà in perpetuo ».
Nel momento del dolore per la scomparsa di
Aldo Rostali
Nella, Roberto, Enrico e Nicoletta ringraziano tutti coloro ohe sono stati
loro affettuosamente vicini.
Milano, 28 febbraio 1985
RINGRAZIAMENTO
« Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati ed
io vi darò riposo »
(Matteo 11: 28)
I familiari del compianto
Giovanni Durand-Canton
profondamente colpiti per la grande
dimostrazione di affetto ricevuta in
questa dolorosa circostanza, ringraziano quanti hanno preso parte al loro
dolore. Un grazie particolare ai medici, al personale deU’Ospedale Valdese
di Torre Pellice, e ai pastori BeUion e
Pasquet.
Bobbio Pellice, 5 marzo 1985.
« Cercate Colui che muta l’ombra della morte in aurora »
(Amos 5: 8)
Con animo sereno e con ferma fede il giorno 4 marzo 1985 ha chiuso
la sua esistenza terrena
Olimpia Ravazzini ved. Rossi
Lo annunciano la soreRa Giulia, il
nipote Gianni Koenig ed i familiari
tutti.
Firenze, 10 marzo 1985.
AVVISI ECONOMICI
SAN GIOVANNI vendesi ultimo alloggio "via Ai Vola, mutuo, IVA 29^,
vero affare, tei. 0121/201460.
VENDONSI garages San Giovanni,
via Ai Vola, tei 0121/202040.
PRAMOLLO Ruata condominio L’Abetaia vendesi alloggetto arredato, occasione, telef. ore pasti 0121/58620.
LA COMMISSIONE degli Istituti
Ospitalieri valdesi ricerca in Pomaretto per conto di un professionista
locali da affittare ad uso ufficio. Per
informazioni telefonare allo 0121/
91606 - 91536 - Sig. Armand Hugon.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 17 MARZO 1985
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale, 29 - lei. 51017.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese),
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 17 MARZO 1985
Lusema San Giovanni: FARMACIA
GAIETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
12
12 uomo e società
15 marzo 19G5
TENDENZE MOLTO DIVERSE IN NUOVA ZELANDA E GIAPPONE
NICARAGUA
Pacifico: area
di tensione o di pace?
Di fronte al pericolo di un processo di nuclearizzazione è sperabile
che abbiano il sopravvento il buon senso, la pace e l’ottimismo
Trattative di pace
tra governo e indiani
E’ nota la posizione nettamente antinucleare assunta dal Primo Ministro neozelandese David
Lange, col rifiuto di ospitare nei
porti del Paese le navi statunitensi con armamento nucleare.
La presa di posizione del governo neozelandese non può che
rallegrare, tanto più che è condivisa dalla grande maggioranza
dei cittadini. Essa è un contributo significativo al vasto movimento in corso per far del Sud
Pacifico una zona denuclearizzata.
Non va infatti dimenticato che
in questo Oceano sono localizzate alcune delle principali e più
vaste basi delle forze statunitensi, nelle Hawaii, nelle Filippine, a Okinawa (il Giappone si è
autodefinito la portaerei inaffondabile degli USA!), cui fanno
fronte le basi sovietiche delle
coste siberiane e di Sakhalin.
Considerata l’importanza economica e strategica che l’area sta
assumendo, è prevedibile che la
stessa diventi nuovo teatro di
tensioni e di competizione tra i
due Grandi, anche se il Pacifico
è ancora sotto il totale controllo statunitense.
Ciò che va quindi evitato è un
processo, né necessario né inarrestabile, di nuclearizzazione
Apartheid
(segue da pag. 1)
inviare alle chiese — ma dobbiamo imparare anche a lavorare
per difendere i diritti degli altri.
Le chiese, come tutta l’esperienza sudafricana di lotta in questi
anni dimostra, possono, se vogliono, fare moltissimo ».
Il momento per promuovere
una campagna di lotta decisa
contro il regime di Pretoria è
favorevole. Le manifestaziorù internazionali si stanno intensificando. Lo stesso modello di sviluppo basato sull’apartheid, malgrado le forti connivenze commerciali con molti Paesi occidentali, scricchiola sempre più
forte. La situazione politica è
complessa (vedi Eco-Luce del
22.2.’85) ma è fuor di dubbio che
l’opinione pubblica mondiale
può infliggere al regime razzista
di Botha, presidente della Repubblica del Sud Africa, la spallata decisiva. Nessuna azione,
piccola o grande che sia, è inutile se protesa a porre fine al
crimine istituzionalizzato del
razzismo.
« E’ inaccettabile la violazione
dei diritti umani che viene perpetuata in Sud Africa» ha scritto l’onorevole Valdo Spini al
Nobel Desmond Tutu. La protesta di Tutu, nel frattempo, si è
moltiplicata, insieme ai rischi,
mille volte. « Voi potete sbarazzarvi di me — ebbe a dire Tutu
in occasione dell’ultima assemblea ecumenica di Vancouver rivolgendosi al governo sudafricano — ma il soffio della liberazione, voluto da Dio nell’Africa del Sud, non si disperderà ».
Se il soffio della liberazione diventerà un vento impetuoso capace di spazzare i ’detriti della
storia’ sarà anche per l’impegno
di giustizia dell’opinione pubblica mondiale. Non perdiamo dunque tempo e prendiamo le nostre responsabilità affinché, pacificamente, e non con un bagno di sangue, venga rimossa
al più presto una delle più forti
minacce alla pace nel nostro
mondo.
Giuseppe Platone
che inevitabilmente susciterebbe le apprensioni e la reazione
sovietiche.
Per questi motivi la decisione
neozelandese va approvata e sostenuta.
Purtroppo a questa posizione
fa riscontro la politica del Giappone in senso nettamente opposto, malgrado tutte le dichiarazioni governative a favore della
distensione e contro il riarmo
del Paese.
Nel 1984 sono iniziati i lavori,
ormai quasi completati, per il
ripristino della base aerea nelTatollc di Iwo Jima. Questo nome è rimasto famoso nella storia per essere stato teatro di
uno degli scontri più duri e
cruenti fra giapponesi ed americani durante l’ultimo conflitto.
I militari e gli operai tornati sull’isola per i lavori hanno trovato nei cunicoli che avevano costituito l’ultima struttura difensiva nipponica non solo residui
bellici, armi, gavette ed oggetti
vari, ma anche alcuni resti dei
difensori. Ma l’esperienza passata, l’insegnamento della storia
non viene purtroppo mai ascoltato.
Seconde le dichiarazioni ufficiali la base avrebbe la sola finalità di addestramento (non si
spiega perché così lontano dal
suolo metropolitano — Iwo Jima
è infatti situata a 1200 km. a sud
di Tokyo), ma nei giorni scorsi
rispondendo ad una interrogazione parlamentare, il responsabile delle Forze di Difesa (come
noto manca in Giappone uno
specifico dicastero) ha affermato che nel futuro la base potrà
essere resa strategicamente operativa ed a tal fine munita anche di un porto. La portaerei
giapponese avrà così una nave
appoggio facente rotta verso il
centro del Pacifico, contribuendo alla progressiva militarizzazione dell’area.
Oltretutto, come sempre gli interessi militari e strategici vengono pagati dai cittadini. Molti
ex abitanti dell’isola, attualmente in Giappone, vanno richiedendo dalla fine del conflitto mondiale, di poter tornare sulle loro
terre, ottenendo sempre il netto
rifiuto da parte delle autorità
motivato dall’impossibilità di lavorare il terreno e dalla mancanza d’acqua. Eppure 40 anni fa le
stesse persone vi vivevano senza problemi.
E’ sperabile che in questo
confronto di posizioni e di politiche abbia il sopravvento il
buon senso, il rispetto per la
giustizia, l’amore per la pace e
tutto sommato l’ottimismo.
Ma occorre la vigilanza e l’impegno di tutti. I neozelandesi
hanno dimostrato che è possibile imbeccare una strada diversa ed in Giappone, pur nell’indifferenza diffusa, le Chiese
cristiane si mantengono vigili e
attente all’evoluzione della situazione e consapevoli del loro
ruolo di testimonianza.
Carlo Vicari
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 6.000
Collegno: Maccarino Gioele — Torre
Penice: Coreani Ferruccio; Sibille Mario — Luserna S. Giov.: Jourdan Luigia;
Bonnet Franco; Pasquet Anita; Gaydou
Ada — S. Germano: Valente Elvira —
Torino: Proietti Bounous Irene; Scroppo Ulrico; Riehie Riccardo; Dormelandi
Peyronel Odette; Ranieri Edmondo —
Milano; Roscio Bruno, Remelli Giuseppe — Pinerolo; Grill Elio Luciano; Godino Sergio; Campese Genre Mary —
Perrero: Massel Enrico — S. Secondo;
Paschetto Ugo — Bergamo; Conconi
Carlo — St. Vincent: Treves Mario —
Perosa Argentina: Rostan Gino — Cividate Camuno: Baj Stampa Gaspara
— Imola: Camerlata Leda — Ostia Lido:
De Angeli Stefano — Ravenna: Colizzi
Antonio — Ouingentole: Raffaldi Grusi Regina — Redondesco: Convertito
Maria — Como: Lupo Graziella —
Coazze: Rosa Brusio Lidia; Boero Allea Nella — Angrogna: Giordan Giovanna — Porto Val Travaglia: Maghenzani Maria — Cusano Milanino: Ranzani Gigi — Riclaretto: Perro Elvira:
Clot Alberto — Leinì: Marchini Ismaele — Roma: Sciarra Isabella; Girardet
Evelina; Villa Giovanni — Prarostino:
Avondetto Bruno; Godine Alessandra:
Forneron Iolanda — Carunchio: Loreto Eliseo — Firenze; lurato Guglielmo;
Massa Francesco — Piombino: Banchetti Giuseppe — Chivasso: Sassi Ivana
— Serravalle Sesia: Deivecchio Alessandra — Vintebbio: Piasio Iginio —
Mad. di Tirano: Scopacasa Franco —
Cremona: Orlandelli Mario — Introd:
Prisant Giacinta — Chambave: Monaya Wanda — Reggio Calabria: Pozzanghera Ercilia — Verona: Menegatti Elena.
SOSTENITORI
Torre Pellice: Geymonat Gabriele
Godine Poèt Giulia; De Bettini Ada —
Pachino: Giardina Maria — Savona
Chiesa Ev. Metodista — Luserna S
G.: Girardon Ferdinando; Benech Ser
gio — Pomaretto: Laetsch Giovanni —
Crema: Artus Martinelli Susetta —
Collegno: Magnano Mario — Cinisello
B.: Rostan Marco — Como: Zuffanti
Elena — Padova: Baldi Gianfranco —
Torino: Pons Carlo; Peyrot Roberto;
Monge Serafino Maria; Bottazzi Emanuele — Pinerolo: Coucourde Ernesto;
Borno Emanuele; Canal Brunet Pasquale — Rodano: Durand Piervaldo
-— Rovereto: Sfredda Emidio — Prarostino: Bleynat Mariuccia; Long Tuliio
— Pordenone: Cognonato Edda — Napoli: Nitti Anna; Fiorio Marco Tullio:
Scorsonelli Mirella — Roma: Gönnet
Giovanni; Michelangeli Franco: Girardet Evelina: Messina Giovanni — Angrogna: Ricca Silvio: Musso Rolando —
Milano: Gay Franco; Gay Sergio; Marcheselli Miriam; Cervi Claudio; Mauri
Ada; Rochat Renata; Ferrare Giovanni; Vidossich Bona: Pinardi Ezio; Musatti Claire; Cerrina Peroni Gianfranco; Rostan Gianni; Penna Aurelio: De
Ambrosi Sergio — Firenze: Rossi Olimpia; Bartoletti Cornelio — Felonica
Po: Natali Valdo — Rivalta: Cianci
Aldo — Bergamo: Steiner Tita; Tosi
Giuseppe; Frizzoni Sandra; Gay Luciano; Zavaritt Carlo; Eynard Giancarlo:
Zavaritt Silvia; Tschudi Matilde; Rivoir
Alma; Eynard Elena — Vittoria: Mingardi Arturo — Campalto: Falbo Dario
— Chiavari: Martini Armand Pilon Erica — Luino; Perego Lidia — Corsico:
Masnada Giorgio — Alessandria: Jouve Elsa; Salviate Egisto — Forano: Balducci Franco — Sarre: Henriet Oriana
— Palermo: Pasquini Filippo — Bassignana: Cartella Dario — Coltodino:
Dessi Evardo — Pieve Ligure: Gay Lili — Bologna: Postpisch Umberto —
Inverso PIn.: Long Umberto — Mestre: Fara Bogo Ada — MIrabello: Zarotti Luca — Vintebbio: Del Vecchio
Cornelio — Busto Arsizio: Fornerone
Attilio — Rivoli; Pavarin Rita — Trieste: Cassano Tito; Cartari Laura — Sesto Fiorentino; Spini Bruno — Mestre:
Colonna Romano Roberta.
Un’iniziativa di pace importante e di vasto consenso è attualmente in corso per porre fine
alla guerra, che dura da tre anni, tra l’esercito sandinista ed il
Misurasata, l’organizzazione indiana più antica e più rappresentativa della Costa Atlantica.
Le altre due organizzazioni sono il Misura, che fu strumento
di Steadman Fagoth, strettamente legata alla C.I.A. e sostenuta
dal FDN; tuttavia Fagoth dal
gennaio 1983 ne ha perso il controllo a causa delle azioni repressive da lui compiute nei confronti dei suoi stessi partigiani.
La terza organizzazione è il Misatan, nata nel luglio 1984 su
iniziativa del comandante William Ramirez del Fronte Sandinista (FSLN), responsabile della
sicurezza sulla Costa Atlantica;
il Misatan è composto da quasi
due dozzine di persone, tra Indiani e non che, secondo Brooklin Rivera, leader del Misurasata, sono « agenti della polizia
sandinista o comunque loro
stretti collaboratori ».
« Delle tre organizzazioni, soltanto il Misurasata, afferma Rivera, è creato e composto soltanto da Indiani, ed ha sempre
mantenuto una posizione rigorosamente pro-indiani, per i nostri diritti, per la nostra terra,
perché i metodi contro di noi
erano inaccettabili, brutali. E’
per questo che il Misurasata
continua ad aumentare. Perché
gli Indiani capiscono ogni giorno di più. Essi vogliono la pace
nella giustizia, ed il rispetto dei
loro diritti ».
Rivera ha incontrato il neo
eletto presidente Daniel Ortega
ed altri comandanti sandinisti a
New York, nella sede dell’ONU,
e poi ancora ai primi di novembre quando è stato ufficialmente ricevuto a Managua, sempre al fine di raggiungere il
« cessate il fuoco ». Questo viaggio in Nicaragua è stato il primo soggiorno ufficiale nel suo
paese, da quando nel 1982 partì
in esilio per il Costa Rica. In
quest’occasione. Rivera e Ortega
hanno concluso lo scambio di
tre prigionieri: nel viaggio Rivera era accompagnato da una delegazione internazionale composta di collaboratori del sen. Kennedy, di rappresentanti del governo francese, di giornalisti osservatori di Survival International e dell’Indian Law Resource Center, e ha rilevato le condizioni di vita « peggiori del previsto » nei campi dove gli Indiani sono stati concentrati, ed in
particolare a Matagalpa, dove
gli Indiani del villaggio di Walikitan sono sistemati negli antichi ghetti degli schiavi, e piantano caffè in esecuzione di un
progetto governativo; in questi
campi il disorientamento degli
Indiani e la loro miseria risultavano molto preoccupanti a detta della commissione.
La missione di Rivera si effettuò a quattro condizioni: che
il Misurasata riottenesse il riconoscimento ufficiale; che a Rivera fosse concesso di visitare la
sua gente; che il governo accet:
tasse di parlare dei diritti indiani alla terra ed all’autonomia;
che i prigionieri miskitc fossero
rilasciati. La prima tappa delle
trattative, il 31 ottobre, ebbe
successo: le condizioni furono
praticamente accordate e rincontro fu possibile.
Dopo il viaggio a Managua di
Rivera, era progettato un terzo
incontro con Daniel Ortega per
il 23 novembre nei campi di rifugiati in Honduras, ma non fu
permesso dalle autorità militari
di colà che trattennero le delegazioni internazionali per 30 ore
a Tegucigalpa per rimandarle
poi in Costa Rica. Le trattative
di pace sono riprese l’8 dicembre a Bogotá (Colombia), dove il
Misurasata ha presentato un documento in cui si riconoscono
le stesse richieste che in tutto il
continente americano gli Indiani
formulano per il riconoscimento,
la tutela e la promozione della
loro identità nazionale e culturale, e per la rivendicazione del
diritto alla terra ed all’economia
tribale. Si chiedono inoltre la
libertà religiosa e la cessazione
di ogni forma di repressione istituzionale verso gli indigeni, la
ricostruzione dei villaggi distruiti, il risarcimento dei danni subiti per la distruzione delle abitazioni, bestiame e culture, il ritorno della popolazione nei pr: pri territori tradizionali. Viene
infine proposta una commissione
mista di rappresentanti del Governo, del Misuras-ata e di garanti internazionali scelti di comune accordo per gli accertamenti e gli adempimenti.
Purtroppo il 4 gennaio 1985
Brooklin Rivera è rimasto ferito a seguito di un bombardamento dell’esercito sandinista effettuato su diverse comunità indigene della regione di Zelava
(Karawala, Sharon, Tasbapauni,
Sandy Bay Sirpe). C’è da augurarsi che questi incidenti non
rimettano in discussione l’iniziativa di pace e le trattative intraprese in tal senso dal Governo
nazionale del Nicaragua e dal
Misurasata.
T. B.
FONTI:
— J. Barreiro, membro dell’IPN
(Indigenous Peoples’ Network), in Akwesasne Notes
(inverno ’84), rivista della Nazione Mohawk (USA).
— Bulletin ArnéPique Indieniic.
n. 47 (Janvier 1985), Diffusici
« Inti », b. p. 29 - 75462 Paris
Cedex.
------------------------------------V
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori: Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
Pons, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione; i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Paolo Fiorio, Bruno
Gabrielli, Marcella Gay, Claudio H.
Martelli, Roberto Peyrot, Massimo
Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore; AiP, Associazione Infor
mazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Rrgist'-o nazionale della Stampa n
00961 voi. 10 foglio 481
Abbonamenti 1985; Annuo L. 24.000;
Semestrale 13.000; Estero 50.000 (posta aerea 74.000); Sostenit. 50.000.
Decorrenza 1“ genn. e 1“ luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato « L'Eco
delle Valli - La Luce - Cassila postale- 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 12.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna; mortuari
350 - sottoscrizioni 220.
Ogni parola; economici 250, partecipazioni personali 350 (oltre
IVA), Ricerche lavoro: gratuite.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a • Li Luce: fondo di solidarietà *. Via Pio V. 15 - Torino.
Stampai Cooperativa TIpogratIca
Subalpina ■ Torre Pellice (Torinol