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ANNO LXXVI
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Torre Pelli ce, 17
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1940-XVlIl
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Riguardate alla roccia onde foste tagliati!
f (Isaia LI, 1)
ABBONAMENTI
S«»Mi «nia *■«■!«
Italia e Impero . . . . Anno L. 15 - Semestre L. 8
Parrocchie dei Primo Distretto . . » 12 — . » 7
Estero » » 25 — » » 15
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Nulla sia piü forte delia vostra fede l
- (Qianavello)
Diratlerai Prof. OINO COSTABiL
AMMINISTRAZIONE; Via Carlo Alberto, 1 bis - Toau Pixlice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pblucb
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Gent. 30 la copia
Vn detto di Cristo ritennto paradossalo
Atti 20: 35.
Non c’è da fare le meraviglie che
questo detto_ non si rinvenga nei quattro Vangeli; essi, infatti, non pretendono di avere raccolto tutte le parole
che uscirono dalla bocca del Maestro;
basti a dimostrarlo l’iperbolica asserzione che chiude il Vangelo di S. Giovanni (21: 25).
Non potendosi, a quei tempi, trovare
uno stenografo e meno ancora un fonografo che registrassero ogni suo
esplicito insegnamento, questi rimasero impressi nella memoria degli uditori più attenti, a Lui devoti, che li
trasmisero, poi, per tradizione orale.
Fu per tal modo che S. Paolo dovette tesoreggiare, nei suoi contatti cogli apostoli e coi più intimi seguaci di
Cristo, parecchi detti Suoi che non trovarono posto, più tardi, nei resoconti
degli Evangelisti.
Uno di questi egli ricorda, in Mileto, nella sua intervista cogli anziani
di Efeso ed è di tale valore che la sua
perdita supererebbe quella delle più
preziose fra le gemme di qualsiasi tesoro regale:
« Più felice cosa è il dare che il ricevere ». Un tal detto riassume, in sè,
l’essenza del genuino sentire cristiano,
quale si manifestò in Gesù ed in ogni
suo fedele imitatore. Chi ci tramanda
questa eletta massima, non solo , ne
aveva afferrata colla mente l’eccelsa
bellezza e nobiltà, ma ne aveva gustata
l’intrinseca bontà, traducendola fedelmente in pratica.
Il fatto che, guardandosi attorno,
può apparire che, fra i nominalmente
cristiani, la comune pratica contraddica appieno a questa sentenza, non
può invalidarne la reale verità. Nè meglio devesi, da chissisia, insinuare che
Gesù, a disegno, si valse d’un parlare
paradossale, che esagerò il suo insegnamento coll’intento di chiedere molto
per ottenere almeno un poco.
Grave e dannoso andazzo è il volere
lumeggiare i passi scritturali con la
prassi mondana, che ne ha oscurati gli
insegnamenti e deviate le rette applicazioni.
Forse, perchè il disordine morale e
la corruzione dilagano nella società, si
vorrà sentenziare che il richiedere santità di vita e di perfezione di carattere
è utopia? Forse, perchè la delinquenza
infittisce nella compagine umana, si
negherà l’ideale di giustizia? Parimente, perchè si sono, in pratica se non
in teoria, invertite le parti dell’insegnamento di Cristo, capovolgendolo
in: « E’ più felice cosa il ricevere che
il dare », quell’insegnamento ha cessato di proclamare la più profonda, la
più purar sensazione dell’anima umana?
Non lo si dimentichi, l’essenza del
Cristianesimo è l’amore, spinto fino al
sacrifizio di sè, con santa allegrezza.
Per vero, di Gesù Cristo l’Epistola agli
Ebrei (12; 2), ci dice: « Per la gioia
che gli era posta dinanzi sopportò la
croce ». La sua gioia fu più che di dare
qualcosa di suo e di sè, il dare tutto sè
stesso per il bene presente e futuro dei
suoi fratelli.
Già in seno al paganesimo la voce
di Orazio aveva proclamato che era
« cosa dolce e nobile il morire per la
patria », ma mentre per la sicurezza e
la grandezza del suolo natio si era
pronti a fare sacrificio della propria
vita, si incrudeliva contro i simili, in
mille guise, fossero schiavi o no; la
pietà verso il misero o il sofferente appariva debolezza per l’egoismo d’un
Quirita.
E’ lo spirito rinnovatore di Cristo
che ha raffigurato nel Buon Samaritano quello che implica l’amore fraterno, senza distinzione di razza e di
religione; che ha forgiata l’anima caritatevole di Tabita (Dorcas); che ha reclutato quell’esercito di militi della
carità, che attraverso i secoli e fino a
noi hanno, come Francesco d’Assisi, illustrato la gioia del dare e del darsi a
prò del prossimo.
Che vi sia già, in certe relazioni
particolari della vita familiare, una naturale inclinazione a provare intima
gioia nel volere prima del proprio il
bene altrui, lo si vede nelle tenerezze
della genitrice a prò delle sue creaturine. Non l’avete mai colto a volo quel
lampo d’ifitens^ gioia sul vulto sereno
d’una madre che priva sè stessa del
riposare, di cibarsi, di ricoprirsi se
occorre, per tutto donare al frutto delle
sue viscere? Una simile gioia l’avrete
notata sul viso raggiante di bambini
che riescono a fare un regalino alla
mamma, privandosi forse di qualche
leccornia! Belle disposizioni, che andrebbero coltivate, e portate dall’istinto sentimentale di consanguineità sul piano dell’educazione cristiana, che le raffermerebbe e darebbe
loro un sicuro e più esteso indirizzo,
allorquando, fatti adulti, le baratterie
di interessi svariati possono soffocare
quelle generose inclinazioni.
Quanti genitori, senza rendersene
conto, educano all’egoismo i figli, facendoli centro chiuso d’ogni sollecitudine e benefizio. Questi, insensibilmente, s’abituano a sempre ricevere,
provandone sommo piacere; diventano
nel proprio economato come dei contabili che avessero aperta una sola colonna del loro bilancio, quella delle
entrate. Fatti uomini e donne, se sarano chiamati a dare, lo faranno per
convenienza sociale o per ostentazione,
ma a malincuore, quasi per forza, grettamente; mostrando, per tal modo,
d’ignorare che « Dio ama un donatore
allegro » (II Cor. 9: 7), cioè che esterna
tutta la gioia che riempie il suo cuore
nell’alienare qualcosa di suo per altri.
Non si tratta, adunque, di dispensare il superfluo, di lasciare cadere le
bricciole d’una tavola d’epulone, ma
di privarsi di qualcosa che sia cara,
puranco preziosa. Dio, pel primo, ne
ha dato eccelso esenipio col donare
quanto aveva di più prezioso: TUnigenito Figliuolo. Maria di Betania, per
onorare Gesù, che cotanto ama, gli ha
offerto quel nardo schietto di gran
prezzo, che per lei, o donna, era di
tanto valore.
Non mancano, anche oggi, di tali
che pur non chiamandosi Giuda, tengono i suoi razionamenti utilitari, in
se
circostanze; perchè, nella
fredda avarizia del loro cuore, non
ivlhanno mai lasciato passo à un palpito
della gioia che si prova nel fare altri
, felici.
>1;.
M Un celebre scrittore antico (Cicerone) già avéva detto: «in nulla s’assomigliano gli uomini agli dei come
nel fare del bene ai loro simili »»
Non difettano nell’Antica Economia
■gli incitamenti alla liberalità, cosi
rMosè: « Apri liberalmente la tua mano
al tuo fratello povero e bisognoso, nel
tuo paese» (Deut. 15: 11); Davide
. esalta nei suoi carmi il largo donatore
e Salomone, assicura che « chi ha pietà
del povero presta ali’Eterno » (Prov.
19: 17). In questi vari casi la liberalità
Viene presentata qual’osservanza d’un
i comandamento, quàl corrilipettivo delle
godute larghezze di Dio, qual compassione verso i sofferenti e Infine qual rimunerativo investimento d’un capitale
fruttifero.
.. Non è che nella Nuova Economia
H:he riveste il carattere di gioioso sa. orifizio di sè e del proprio, per cui la
■norma del cristiano diventa quella
Espressa da Paolo ai fratelli di Roma:
, fi chi fa opere pietose le faccia con allegrezza.». (12:.8).^ ....„
Può essere probante e d’incitamento,
ad im tempo, l’esemj)io d’una persona
che fu cotanto pervasa da questo principio cristiano, da informarne tutte le
sue benefiche attività.
Suora Rosa di Friedenshort, superiora di questa comunità di diaconesse,
portava diffuso sul suo viso la raggiante gioia di spendersi a pro’ di chi
abbisognava della sua pratica simpatia. Costretta a viaggiare del continuo,
sceglieva la 4® -classe (in uso allora in
Germania,) scomoda e affollata sempre
di gente rozza e vociferante. Essa trovava modo di venire incontro alle loro
miserie morali e fisiche con tanta dol. cezza di modi e serenità di sguardi,
che tosto conquistava quella poco riducibile compagnia. Nelle varie sue
gite sarebbero innumerevoli i casi da
riferire, in cui si privò delle sue provviste di bocca, dei suoi indumenti
caldi, di sua scorta di denari a pro’ di
infelici sprovvisti del necessario. Se
amici le procuravano un buon posto
nel vagone o la provvedevano di fiori,
di frutta fresche, di generi di conforto,
poco tempo scorreva che distribuiva
ogni cosa a chi reputava di potere arrecare sollievo e piacere. La sua gioia
era raddoppiata dal potere fare godere
ad altri quello che aveva prima, momentaneamente, rallegrato lei stessa.
Con infinito tatto sapeva, illuminata
dal benevolo sorriso della fraterna carità, andare incontro a chi, mostrandosi ostile, rifiutava l’offerta d’un trattatello o di una cartolina biblica, di
cui era sempre provveduta.
L’addimostrata irradiazione di gioia,
‘che la non facile pratica del precetto
di Cristo: « Tutte le cose che voi volete che gli uomini vi facciano fatele
ancora voi a loro » (Matt. 7; 12), era
la prova che suora Rosa ne aveva assimilata l’infinita bellezza. Infatti, per
la sua educazione evangelica sapeva
che questo suo comportamento non le
conferiva merito alctmo agli occhi di
Dio, che non vi era interesse di sortada ritrarne per le sorti eterne deil’anima sua, già redenta dal Salvatore. Perchè Gesù s’era sacrificato
per lei, voleva sacrificarsi pei suoi simili, in potente slancio di grato
amore verso di Lui, che aveva accertato i suoi discepoli: che tutto il bene
fatto a uno di quei minimi suoi fratèlli era fatto a Lui stesso (Matt. 25:
34-40).
L’avere scelto l’esempio d’una diaconessa forestiera non significa che
identiche disposizioni d’animo non
s’abbiano a rinvenire fra quelle nostrane. Qualora fra le gentili lettrici si
trovasse qualche giovane accesa dal
desiderio di gustare appieno la gioia
di consacrarsi a prò dei suoi simili bisognosi di aiuti, di cure, di conforti,,,
non occorre di recarsi alla casa di
Friedenshort,, ma volga i suoi passi
verso la Casa Valdese delle Diaconesse
a Torre Pollice, dove troverà acconcio
ambiente per ima adeguata preparazione al santo apostolato di fraterna
carità. Ao. Mn.
Liceo-6iQnasio Valdese Pareggiato
ANNO SCOLASTICO 1939-40
Sessione estiva di Esami.
Le domande di ammissione a qualsiasi tipo di esami, redatte su carta da
bollo da L. 4, devono essere presentate
alla Presidenza entro il 31 Maggio,
unitamente ai documenti di rito; entro
tale data deve pure essere effettuato,
presso la Presidenza, il versamento
della tassa di esame.
Per l’ammissione alla prima classe
del ginnasio i documenti da allegare
alla domanda sono:
a) atto di nascita in carta legale
da L. 4 legalizzato dal Pretore competente per i nati fuori comune di Torre
Pollice;
b) certificato di rivaccinazione o
sofferto vaiolo, in carta libera, legalizzato dalla R. Prefettura per i nati fuori
comune di Torre Pellice;
c) documento di identità per coloro che non sono personalmente conosciuti.
I candidati a qualsiasi esame (escluso
l’ammissione alla prima ginnasio) devono dimostrare di essere in regola col
pagamento della Tassa di Educazione
fisica per gli anni precedenti. In caso
contrario sono tenuti al versamento
della tassa per tanti anni quanti sono
quelli di scuola media precedenti
l’esame.
NB. Sulla domanda di ammissione
all’esame dovrà risultare che il candidato appartiene alla razza ariana, e la
dichiarazione che « non ha presentato
nè presenterà istanza presso altri Istituti, e che è a conoscenza che la presentazione di altre domande rende
nullo Vesame ».
Per ulteriori informazioni rivolgersi
alla Presidenza.
Errata-Corrige. NeU’articolo « Vita
animale » (Pagina della Gioventù), del
n. 18, alla seconda colonna, ottava linea) dovevasi leggere come segue:
« ...tanto nelle manifestazioni di vita
moralmente buona, auanto in quelle di
vita moralmente opposta alle leggi di
Dio... ». '
2
1
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Òpere noitrc
Il RifQgio Re Gfiflo Alberto
Luserna San Giovanni
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II.
Incominciamo la visita ai locali.
Vi aspetterete, come me, di vedere
ampie corsie grigie, con tante file di
letti dalle coperte oscure (vi si vede
meno il sudiciume!) e col mobilio ridotto ai minimi termini; vi aspetterete
di sentire vagare per l’aria quell’indefinibile odore che è proprio dei luoghi
dove sono ammalati vecchi e poveri;
nulla: vi colpisce subito,, nelle scale,
l’estrema pulizia e, negli ampi corridoi,
il profumo dei fiori e la vista di grandi
vasi di piante ornamentali.
Entro in una cameretta linda,
bianca, ridente per i fiori che ornano il
canterale e le consolles; le pareti sono
bianche, i letti sono bianchi, come
bianca è la vacchina che, appoggiata
ad “un cumulo di cuscini, legge una
grande Bibbia: mi dice che ha 86 anni
e che non può più alzarsi, ma la donna
che divide con lei la camera è in migliori condizioni, è sua buona amica, ed
ha per lei tutte le cure: le due donne
sono felici nella loro cameretta che è
tutto un sorriso: infatti anche i cartigli con i versetti che pendono alle pareti sono illustrati a mazzi di fiori.
Passiamo in un’altra cameretta, ed
in un’altra: le visitiamo tutte: hanno,
tutte, una doppia entrata: daU’ampio
corridoio, e dalla veranda che lascia
entrare l’aria e il sole e permette di
passeggiare all’aperto; sono a due, a
tre, al massimo (poche) a quattro letti;
in ognuna un infermo che abbia bisogno di assistenza speciale ha per compagno quello dei ricoverati che più gli
sia amico e sia in grado di soccorrerlo.
Ma tanto nel reparto degli uomini
come in quello delle donne, le persone
che debbano stare costantemente a
letto, sono, relativamente, poche. Citeremo Magna Maddalena Morglia, di
Rorà, novantenne, che rammenta con
gioia profonda, come l’anno scorso, i
suoi compaesani siano venuti a prenderla in automobile per portarla a visitare, dopo diciannove anni di Rifugio, il paese nativo, ricolmandola di
cure e di amore, la cui eco non Si A
ancora spenta nel suo cuore; molte, anche tra le più vecchie, si alzano, per
andare a godersi il sole sulla veranda.
In una cameretta, tanto graziosa
che per un attimo... me la sono desiderata, una vecchia, dall’aria signorile e
dignitosa, si alza - dalla macchina da
cucire - e mi si fa incontro salutandomi con gentile e pura favella toscana: è di Rio Marina, e, giacché lo
può un po’ ancora, cuce nella stanzetta che è la sua casa; ma la màcchina da cucire è anche in altre camere; perchè il Rifugio è una grande
famiglia e, chi lo può, richiede il lavoro come un passatempo e, sopratutto, come un dovere. Se non si lavora, si prega: pregano più che per sé,
che non hanno quasi più desideri, per
il mondo e per i benefattori e per dar
lode a Dio, il che è la forma più alta
di preghiera. Anche gli uomini che lo
possono ancora cercano di rendersi
utili, e vi riescono: come è possibile
un evangelico, cui l’amore insegnato
da Cristo ha offerto, nella distretta,
una casa, che non cerchi di rendersi
utile? Anche gli uomini lavorano, pregano, sorridono...
Sorridono con gratitudine alla Direttrice e alle altre Suore che hanno
per tutti una parola buona; sorridono
all’Avvocato che li saluta ad uno ad
uno e li ascolta paziente e paterno,
sorridono anche al visitatore che, se è
lì, è un amico che è venuto per loro,
per vederli, per salutarli, per dare
loro il conforto d’una parola fraterna,
per ricevere il conforto che viene dal
vedere sopportare con fede e speranza
la sofferenza.
A' >>■
...Perchè conforto maggiore di quello
che potresti ricevere donasti tu, o
grande invalido di guerra del Villar,
al quale un compagno imboccava il
cibo che non avresti potuto prender da
solo e che ti dichiarasti felice di avere
la Fede e delle persone che ti amano,
e tu, povera sordomuta semi-idiota
che trovai raggomitolata vicina ad un
radiatore del riscaldamento, e pur nell’innata tristezza avevi nello sguardo
tanta rassegnazione e pace! E tu, povera ammalata di petto, alla quale un
forte mal di denti aggiungeva dolore a
dolore, e che tuttavia avevi nel viso
dolcissimo tanta bontà, e nello sguardo
tanta fede!
E come dimenticherò te, povera paralizzata, sorda del tutto, alla quale
una compagna solo un po’ meno infelice di te parlava a segni, e tu le rispondevi con lo sguardo? Si, certo! la
vista di alcuni dei ricoverati fa soffrire, ma siamo noi forse di quelli che
hanno paura di contemplare il dolore
umano, e negano per evitarvi un po’
di solidarietà nel dolore, di visitare i
proprii fratelli infelici, e di portare ad
essi un po’ di conforto?
Infatti le visite, mi dice la suora,
rallegrano i ricoverati: sono per essi
un po’ di varietà nella vita di ogni
giorno; sono la prova che qualcuno
pensa ad essi, che li ama: ogni visita è
una festa e l’ho inteso io che non ho
potuto fare a meno di promettere che,
se Dio permetterà un mio ritorno alle
Valli, farò ad essi alcune visite, dove i
parlerò a loro, riuniti nella Cappella.
La Cappella del Rifugio: modesta e
solenne insieme, dove fino a pochi
mesi fa essi si recavano ad ascoltare il
loro cappellano: un pastore emerito,
di 92 anni, il venerando G. B. Gardiol:
ve la immaginate voi, la mistica potenza di quei culti? Un nonagenario
che parla di Dio a chi attende la morte
come una liberazione...
Ora il pastore Gardiol ha dovuto,
per salute, rinunciare ai suoi cari fedeli, e lo supplisce il Pastore di San
Giovanni: ma chiunque si sente dì
parlare, lassù, a quell’adunanza eccezionale, sono sicuro che farà un dono,
oltre che a loro, a sè stesso.
Ma sia per parlare ad essi dal pulpito, sia per portare un fraterno saluto
individuale, amici, i Ricoverati, i nostri fratelli più miseri secondo il giudizio del mondo, vi attendono.
Nella vostra visita al Rifugio, vedrete, come ho veduto io, il suo funzionamento, e lo troverete ottimo; ma
vedrete anche, come ho veduto io, le
cose delle quali il Rifugio ha bisogno.
Anzitutto (ma questo non dipende da
noi) occorre un accrescimento del personale: le tre suore compiono miracoli
di attività, ma non bastano, perchè, se
anche i più validi dei ricoverati si prestano a fare quanto possono per i loro
compagni del tutto inabili, ciò è sempre poco ed è sopratutto alle suore che
incombono la sorveglianza, l’assistenza,
la cucina e tutte le altre opere per le
quali occorrono salute ed esperienza:
tre sole suore anche se, in omaggio
alla loro vocazione, accettano la fatica
e il sacrificio con gioia, sono insufficienti.
Un uomo che sorprendiamo nell’orto
ci colpisce per la bontà serena che ha
nel volto e per la luce che gli brilla
negli occhi azzurri: è Augusto, il contadino, l’ortolano, il. giardiniere e l’infermiere, che, quasi dalla fondazione,
ha dato tutto sè stesso al ricovero: anche lui, anche se non lo chiede, avrebbe bisogno di aiuto: perchè è lui che
sa coltivare i campi con tanta sapienza, che vuole che l’orto abbia primizie
abbondanti, che il giardino produca
fiori per tutti; è lui che guida il cavallo, è lui infine che è l’infermiere
quando le suore hanno bisogno di chi
le aiuti.
Con quelle suore e con Augusto si
comprende come il Rifugio non possa
essere se non una grande famiglia di
cui Dio è il Padre. Ma, se per aumentare il personale non possiamo fare
nulla, per altro sì, possiamo fare.
Ecco: dal primitivo corpo di fabbrica
al padiglione Arnaud ed alla Cappella
si stende l’ampio cortile; vi immaginate
voi, d’inverno, quando la neve copre
ogni cosa e soffia il vento delle Alpi,
che voglia dire per gli ammalati e per
le suore andare da un luogo all’altro?
Ed è impossibile evitare quel percorso: anche se gli ammalati, nei giorni
più freddi, resteranno a letto, vi sarà
sempre qualcuno che non potrà restare, nè rimanere al chiuso, perchè le
esigenze del Rifugio, richiederanno che
esca; per le suore poi sarà sempre necessario.
S’impone un passaggio chiuso, una
pensilina coperta che unisca i corpi di
fabbrica: sia pure costruito con economia, non può vernirne rimandata la
costruzione all’epoca deirampliamento
del Padiglione; poi mi si dice che il denaro, con tanta sapienza amministrativa economizzato, sarà appena (se lo
sarà!) sufficiente a tale scopo.
E dunque? Dunque... Ecco... M’è venuta!... Una visita al Rifugio mi ha
spinto ad ammirarlo... e l’ammirazione
si risolve in un appello.
Ma non me ne pento.
I. LOMBARDINI.
Dal CATALOGO della
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
Torre Pellice
C. C. P. 2Ì17557
Edificazione-M editazione
A. Rostagno: Consolate, consolate il mio popolo L. 3,—
E. Giampiccoli: Discorsi Religiosi » 7_
J. H. Jowett: Luci d’amore preghiere mattutine » 2,—
G. Rostagno: Le meditazioni
del Tramonto » 8,—
D. Bosio: Pane quotidiano per
l’anima » 5^—
Eiso: Preghiere di famiglia » 3,50
G. Rostagno: Più presso a Te,
Signor » 8,—
V. Sommani: La santificazione
della Domenica » 0,50
E. Tron: Lo spirito di forza
discorso » 1,—
P. Bosio: Sabato o Domenica » 1,50
A. Taglialatela: Alla porta del
cuore » 0,50
T. A. Sparks-U. Janni: Incorporazione in Cristo » 1,—
Comba E.: L’onnipotenza della
fede » 1,—
B^ergemcinde
1
cosa significa questo vocabolo
2b che rileggiamo ogni settimana
in testa alle meditazioni per il culto
di famiglia?
Comunità’ dei Fratelli ed è precisamente il nome col quale vien chiamata in Germania la piccola Chiesa dei
Fratelli Moravi, che è una delle più
viventi del protestantesimo e che ha
comuni le origini con la nostra Chiesa
Valdese. Basti dire - per caratterizzarla - che questa piccola Chiesa che
conta, si’ e no, un quindicimila membri, ha creato qua e la’ per il mondo
un’opera di più di centocinquantamila
convertiti. Dieci volte tanto!
— Ma che c’entra, tutto questo, col
nostro culto di famiglia?
— Presto detto! La Chiesa Morava,
che ha sempre dato grande importanza
al culto individuale e di famiglia usava, anticamente, nei suoi villaggi,
mandare ogni mattina i suoi anziani
di casa in casa per ripetere ad ogni
famiglia il passo della Sacra Scrittura
che era stato scelto come parola d’ordine della giornata, A partire dal 1731
questi passi vennero raccolti in una
specie di pane quotidiano stampato,
che subito acquistò larghissima diffusione in .tutto il mondo evangelico e
che oggi si pubblica in ventisei lingue
ed è letto da centinaia di migliaia di
credenti. Per redigerlo viene estratto a
sorte un passo dell’Antico Testamento
per ogni giorno dell’anno ed in armonia con quello, se ne sceglie uno del
Nuovo; due strofe di cantici servono
di commento ad entrambi.
Nel desiderio di offrire un aiuto ai
nostri lettori per il loro culto di famiglia, offriamo loro sul nostro giornale - ogni giorno - il passo del Nuovo
Testamento dei « Testi Moravi » del
1940 e, con esso, una breve meditazione scritta appositamente da uno dei
nostri collaboratori.
In tal modo essi vengono a godere di
un duplice vantaggio: Possono sentirsi
ogni giorno in comunione di spirito e
di meditazione con un gran numero di
credenti lontani che leggono il medesimo testo sacro; nello stesso tempo è
eliminato l’inconveniente di quei pani
quotidiani dalle meditazioni scritte una
volta per sempre, che, pur essendo ottime, dopo lette la prima volta, ci dan •
l’impressione di non parlare più per
noi, ma per qualche generazione passata. Abbiamo voluto offrire ai nostri
fratelli lettori del pane fresco, delle
meditazioni scritte apposta per loro.
Domandiamo loro, in cambio, di voler diventare nostri collaboratori e di
aiutarci a perorare in mezzo al nostro
popolò la causa del culto di famiglia.
Fu il segreto della nostra vitalità’ religiosa in passato; oggi si sta perdendo
del tutto, insieme con le migliori tradizioni valdesi; bisogna assolutamente
che sia ripristinato in ogni casa!
E. GEYMET.
QRON/IQfl V/ILDESE
ANGROGNA (Capoluogo). Sabato
11 corrente, nel Tempio del Capoluogo,
hanno invocato la benedizione di Dio
sul loro matrimonio: Monnet Luigi Giovanni fu Giovanni, della parrocchia del
Serre, e Monnet Ida di Adolfo. La
sposa, graziosamente vestita del costume valdese, è stata, in questi ultimi
anni, uno degli elementi più attivi della
nostra Chiesa, sempre pronta a offrire
la sua collaborazione. Nella circostanza,
una unionista dell’Unione Giovanile del
Vernet ha offerto alla sposa, a nome
dell’Unione, una copia del « Più presso
a Te ».
Ci rallegriamo per questa nuova famiglia e rinnoviamo agli sposi i nostri
cordiali auguri cristiani.
— Ci viene annunziata la nascita,
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
j avvenuta ai Jourdan il 10 corrente, di
un niccolo Gianpiero, figlio di Saccaggi
Francesco e Bertalot Anna Maria. Lo
accogliamo con gioia, con l’augurio di
una lunga vita cristiana.
— Per Domenica prossima, alle ore
3 p. m., rUnione delle Madri invita
•tutti i parrocchiani a visitare una piccola esposizione di lavori, pazientemente preparati durante l’inverno.
Speriamo che vi sarà grande concorso
di pubblico.
— Se qualcuno, per caso, avesse di’ menticato di versare la sua offerta per
l’opera del Signore, oppure si accorj gesse di poter fare un piccolo aumento,
li si ricordi che tra pochi giorni chiudiamo i cónti della Chiesa per l’anno amministrativo in corso. R. N.
i ANGROGNA (Serre). E’ stata ^ri^ chiamata dal Signore, dopo una breve
degenza all’Ospedale Valdese, la nostra
sorella Gaydou Giulia, del quartiere di
Buonanotte. Aveva 72 anni, ed ha laf sciato il ricordo di una credente fedele.
— Il culto di Pentecoste, a Pradeltorno, ha riunito una buona assemblea.
Incoraggiante pure la partecipazione
alla Santa Cena.
— Il 20 Aprile è stato celebrato, nel
Tempio del Serre, il matrimonio di
Co'isson Alberto, del quartiere dei
■Coissons, con Sarà Olga, del quartiere
■del Serre.
A questi sposi, rinnoviamo l’augurio
di benedizioni celesti. A. D.
BUENOS-AIRES. Sotto gli auspici
della Chiesa Evangelica diretta dal pastore Emanuele Galland, si organizzò
■una Serata ■ Valdese, il Lunedì 15
-Aprile. Era presente il pastore Giovanni Tron. I pastori Ernesto Tron,
Silvio Long e Emilio Ganz, che avevano ognuno la loro parte nel programma, non poterono assistere per ragioni di forza maggiore.
La direzione dei canti e degli inni
venne affidata al sig. Clemente Beux,
•di San Germano, che da qualche tempo
si è stabilito in questa città, dove, dopo
il ritorno in Italia dell’ing. Cougn, organizzatore e direttore della Corale
della Chiesa Evangelica, è stato chiamato a dirigere la Corale. Il sig. Clemente Beux, già a Colonia Iris ha
reso importanti servigi alla causa del
canto nel nostro Distretto, rivedendo i
testi musicali per la nuova edizione del
nostro Innario.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Martedì dopopranzo, 5 Maggio, un lungo
•corteo di parenti ed amici accompagnava al campo del riposo la spoglia
mortale della nostra veneranda sorella
sig.ra Elisa Goss vedova Revel, deceduta dopo una lunga infermità, accet-.
tata con sottomissione fiduciosa, nella
sua casa, in Viale dei Tigli, N. 7, in
i età di 80 anni.
Ai figli, vicini e lontani, a tutti i parenti, inviamo l’espressione della no. stra profonda simpatia.
» — Al Rifugio Re Carlo Alberto è de
ceduta, in età di 67 anni, Pons Jenny,
‘. vedova di Janavel Enrico.
Ai parenti, le nostre sincere condoglianze.
f. MASSELLO. Martedì, 7 Maggio, è
Ì-; deceduto il nostro fratello Pons Giulio,
di anni 75, della Balziglia. Egli ha finito la corsa terrena, dopo una prova
lunga e penosa, ed è entrato nel suo
riposo.
Sostenga Iddio e fortifichi nella fede,
il figlio, la figlia e tutti i familiari.
%• POMARETTO. Sabato mattina, 4
corrente, una mortale disgrazia occorsa
alla piccola Long Edda di Davidè e di
Gardiol Onorata (Fleccia dì Inverso Pìnasca), di appena 22 mesi, ha piombato
:j' in un dolore indicibile i suoi genitori
ed i suoi parenti.
; I suoi funerali hanno avuto luogo
Domenica pomeriggio, con il concorso
di numerosi fratelli e sorelle, i quali
hanno preso viva parte al dolore della
famiglia Lóng privata, con'una morte“^
tanto tragica e repentina, di un sì caro
angioletto.
— Mercoledì scorso, 8 corrente, abbiamo ripreso la via del cimitero per
accompagnarvi la spoglia mortale di
Long Enrico, dei Masselli dì Pomaretto,
spentosi serenamente dopo una infermità che da qualche tempo lo aveva
fermato nella sua attività, all’età di
78 anni.
A tutti coloro che questi lutti hanno
lasciato nell’afflizione, assicuriamo la
nostra viva simpatia cristiana additando le dimore celesti.
— Domenica prossima, 19 corrente,
al mattino, nel Tempio, celebreremo,
D. V., la Domenica delle Madri. Tutte
le Madri della nostra comunità ed i
loro figliuoli sono caldamente invitati a
parteciparvi.
Fra i libri
Camillo Fresia: Baròn Litròn (Federico
Leutrum). - Ist. Graf. Bertello, Borgo S. Dalmazzo (Cuneo), 1940, in24.0, pp. 94.
E’ una interessante e passionante
monografia del celebre generale tedesco, Federico Leutrum, il quale fu per
oltre quattro decenni (sec. XVIII) al
servizio dei Duchi di Savoia e si segnalò per le sue singolari imprese militari, legando indelebilmente il suo
nome all’eroica difesa, che Cuneo oppose alle truppe di Francia nel 1744.
Con nuovi documenti, l’A., colto ricercatore delle memorie cuneesi, illustra
l’opera del militare Barone nel memorabile assedio, la sua vita pubblica e
privata e la sua indomabile fede luterana, riportando parecchie strofe della
famosa canzone composta in occasione
della sua morte.
La figura del Leutrum è spiritualmente e religiosamente legata alle nostre Valli, perchè sappiamo che il Barone spesso vi si recò per assolvere i
suoi doveri religiosi e sopratutto perchè tra i Valdesi egli volle essere sepolto, nel tempio del Chiabazzo, dove
la sua tomba fu recentemente restaurata.
Siamo certi che molti Valdesi vorranno procurarsi la interessante monografia, la quale è in vendita a Torre
Pellice, presso la Libreria H. Hugon, al
prezzo popolare di L. 2,50. A. P.
4: *
Arturo Muston: P. Geymonat - 18271907 (L. 1,50). - Libreria Editrice
Claudiana - Torre Pellice.
Segnaliamo ai nostri lettori questa
pubblicazione, estratto dal Bollettino
della Società’ di Studi Valdesi, N. 75.
E’ una interessante rievocazione degli
inizi della nostra opera di evangelizzazione, in cui rivive un cinquantennio di
storia e di apostolato in uno dei periodi più interessanti dei movimenti
politico-religiosi della nostra patria.
Conoscere questi fatti è necessario per
giudicare serenamente l’opera della
nostra Chiesa, per imparare, e, forse,
evitare giudizi affrettati ed incompleti.
Dalla Vie Protestante apprendiamo
che uno studente della Facolta’ di Teologia dell’Università’ di Neuchâtel, il
signor. Giov. Stalé, figlio del pastore signor Stalé, originario delle nostre Valli,
e già’ amato pastore della parrocchia
nazionale di Goffrane, ha discusso con
successo la sua tesi su : « Neuchâtel e
i Valdesi del Piemonte al XVII secolo ».
-T—
HI un VAISI
Susanne Chambon, Nizza, L. 203 - La
famiglia, in memoria del pastore Louis
Appia, Parigi, 100 - Hélène R. R. Grimes, Quarthorpe, 50 - Prof. J. Jones,
Tiffin (Ohio), 50 - D.r Teofilo D. Malan, pastore emerito, 1000 - Vincenzo
Grimaldi, in memoria, Baltimore, 20,50
- Maria Pasquet Gönnet, Id., 31 - D.r
Heron, Omaha, 75 - Adelina A. Parise,
in ricordo della mamma, New-York,
200 - M. Rivoire, La Haye, 25 - Louis
Jourdan, Colonia Vaidense, 100.
Collcttato dal Comitato di Ginevra:
Sig.ra Ed. Archinard, franchi svizzeri 5
- Anonimo, 50 - Sig. Alexandre Aubert,
2 - Dott. H. Andéoud, 1 - Anonimo, 3 Sig.ra Binet R. 3 - Sig. Paul Balmer,
.1 Eamiglia
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedi
29
Lettura: Salmo 82.
< Li ho custoditi e nessuno di
loro è perito, tranne il figliuol,
di perdizione, affinchè la Scrit^ tura fosse adempiuta ».
- : Glov. 17, 12.
« Il Figliuol dell’uomo è venuto per
cercare e per salvare ciò che era perito ». Tale è stato il mandato che
Gesù aveva ricevuto da parte del Padre e che si è sforzato di assolvere durante gli anni del suo ministero. Ora,
giunto al termine della sua carriera.
Egli depone il mandato ricevuto e lo
«depone con la santa soddisfazione di
chi ha compiuto la missione affidatagli,
con fedeltà e con successo...
Abbiamo tutti una missione da compiere quaggiù! Per molti questa missione consiste appunto nel custodire
quelli che sono loro affidati affinchè
nessuno di loro perisca.
...La sentite, padri e madri cristiani,
l’importanza di questa sacra missione'
verso i figliuoli che vi sono affidati e
che devono essere da voi moralmente
e religiosamente custoditi?
Possiate voi, deponendo un giorno
il ^ vostro mandato, provare la medesima santa soddisfazione di Gesù: li ho
custoditi e nessuno di loro è perito ».
Marfedi
21 iaogi
Lettura : Atti 4, 24-37.
« Corriamo con perseveranza
Tarringo che ci sta dinanzi».
Ebrei 12, 16.
Atleta dello spirito, il cristiano è,
lanciato nell’arringo che ha per meta
la gloria dei cieli e per premio la corona- della vita. Ma tale corsa non è facile e l’immagine stessa con la quale
l’autore sacro la presenta lo dimostra:
La vedi la stanchezza delinearsi sul
volto dell’atleta? lo vedi il sudore rigargli la fronte? li vedi gli ostacoli
che gli si parano dinanzi? lo vedi il
sole cocente dardeggiare su di lui aumentando il tormento dell’arsura? lo
vedi il nuvolo di polvere che lo avvolge da ogni parte e quasi lo acceca?...
Questi non sono che i simboli delle
difficoltà, delle prove, delle fatiche,
degli ostacoli che il cristiano incontra
correndo l^arringo che gli sta dinanzi.
Dovrà egli lasciarsi abbattere, fermarsi, tornare indietro, desistere? No,
ma correre con perseveranza, non
ostante tutto, lo sguardo proteso verso
la meta e verso il premio della superna vocazione di Dìo in Cristo Gesù.
Ti riconosci tu nell’immagine dell’atleta cristiano? Se sì, persevera nel
correre l’arringo che ti sta dinanzi.
Mereoledì Lettura: Atti 5, 1-16.
« Il Padre vostro sa le cose
77 Milnnifl óI cui avete bisogno, prima che
iliOyyiU gliele chiediate».
Matteo 6, 8.
Non ho mai compreso come questo
versetto abbia potuto raffreddare molti
nello spirito di preghiera: essi ragionano così: « Poiché Dio sa le cose di
cui abbiamo bisogno prima che gliele
chiediamo, è inutile che preghiamo ».
Per me invece questo pensiero è sempre stato quanto mai incoraggiante a
perseverare nella preghiera sia perchè
mi dimostra che Dio si occupa ìntimamente di me e mi segue da vicino, sia
perchè mi dice che Egli conoscendo i
miei bisogni può essermi d’aiuto nelle
mie stesse richieste.
Se Dio non sapesse prima ch’io
gliele domandi le cose di cui ho bisogno, come potrei fargliele conoscere
tutte nella mia limitatezza? I miei bisogni non sono dessi infiniti? E se
Dio, non sapendo ciò di cui ho bisogno, si limitasse a concedermi soltanto
quello che io gli chiedo non è forse
vero che rischierei di morire di fame
in mezzo all’abbondanza e di soffrire
la sete alle sorgenti delle acque?
Sii tu, dunque, benedetto, o Padre,
per la tua Provvidenza fatta di sollecitudine per me; e per la conoscenza
che tu hai dei miei bisogni, la quale
sovviene alla mia debolezza, perchè io
non so pregare come si conviene.
Giovedì Lettura : Atti 5, 17-28. .
«Anche noi, poiché siam dr
71 Millinill <^o”óati da si gran numero di
liJ inayyiU testimoni, deponiamo ogni peso
ed il peccato che cosi facilmente
ci avvolge». Ebrei 12, la.
A sbarrarci il passo o a ritardarci
nella corsa cristiana concorrono due
specie di impedimenti, quelli che sono
indipendenti da noi e quelli che da
noi dipendono. Gli uni dobbiamo cercare di evitare e sormontare, gli altri
dobbiamo sforzarci di eliminare. A
questi ultimi allude il testo invitandoci a deporre ogni peso ed il,peccato
che così facilmente ci avvolge. Non è
possibile avanzare quando il peso delle
sollecitudini, delle ansietà e dei mille
assilli della vita gravano sulle nostre
spalle ed a quel peso s’aggiunge quello
più pesante ancora del peccato del
quale così facilmente si caricano e la
coscienza ed il cuore. E’ dunque necessario innanzitutto liberarcene deponendoli ai piedi del trono della grazia
divina e ai piedi della croce reden-)
trice.
Abbiamo per essere incoraggiati a
farlo il gran numero di testimoni della
verità, che, prima di noi, hanno corso
nell’arrin^o cristiano ottenendo il premio.
Venerdì Lettura : Atti 5, 29-42.
« Gesù discese con i suoi geli Hiinnin nitori.evenneaNazaret, e stava
¿4 nidyyiu loro sottomesso».
Luca 2, 51 a.
Gesù aveva allora 12 anni. A 12
anni i fanciulli sognano l’indipendenza
e cominciano a sentire pesante il giogo
dell’autorità dei genitori; non così il figlio del falegname di Nazaret, il quale,
essendo sceso a Nazaret con i suoi genitori, stava loro Sottomesso.
Di quanti fanciulli potrebbe dirsi altrettanto, oggi?
Ho più di una volta raccolto il vostro lamento, o infelici genitori, e vi
ho compatito: « il mio figliuolo è un
ribelle, non ubbidisce, risponde male,
e... dire che non gli ho risparmiato le
correzioni! ».
Ma, avete voi mai rifiettuto sul fatto
che la sottomissione la si ottiene meno
con l’uso della coercizione che coll’ispirarla neH’anìmo dei fanciulli? Avete
cercato di ispirarla con tutte le facoltà
che Dio ha messo a vostra disposizione: la dolcezza, la pazienza,, la condotta ed il parlare cristiano, lo spirito
di preghiera, il senso di giustizia,
l’ascendente morale?
Gesù era sottomesso ai suoi genitori, ma è certo che Giuseppe e Maria
avevano saputo ispirare quel lodevole
atteggiamento del figlio!
Sabato Lettura: Atti 6, 1-14.
« Gesù si recò in Galilea, pre7C Hannifl dicando l’evangelo di Dio e diLi mOyyiU cendo : Il tempo è compiuto e
il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo •.
Marco 1, 14-15.
La compiutezza dei tempi e la vicinanza del regno di Dio non sono i soli
motivi che ci devono fare ammettere
la necessità del ravvedimento; ma sono
bensì quelli che ce ne devono fare
comprendere l’urgenza. Il messaggio
recato da Gesù nel giro missionario in
Galilea non era dunque soltanto necessario, ma era urgente; non solo si
trattava di ravvedersi, ma di ravvedersi quanto prima.
Strano! il messaggio che era urgente
venti secoli or sono, è urgente ancora
oggi! Sì, perchè non sono mutati i
due motivi che gli conferiscono questo
carattere particolare: la compiutezza
dei tempi e la vicinanza del regno di
Dio! Se i tempi erano compiuti all’epoca di Gesù, tanto più lo sono ora:
rincalzare degli avvenimenti non ne è.
una prova? E sq il regno di Dio allora era vicino, per quanti oggi quel
medesimo regno è ancora e soltanto vicino, ma non dentro di loro!
Quando sarà compresa da tutti l’urgenza del messaggio cristiano: Ravvedetevi e credete all’Evangelo?
G. MATHIEU.
Domenica 26 Maggio
Leggere la meditazione in prima pagina
Lettura: Luca 16, 19-31.
10 - Sig.ra M. Badocco, 40 - Sig.ra H.
Barbier, 10 - Sig.ra Battelli, 5 - Sig.ra
E. Borei, 5 - Sig.ra A. Bertrand, 50 Sig. e Sig.ra Wm. Borei, 3 - Sig. Ed.
Boissier, 30 - Sig.ra E. de Beaumont, 2
- Sig.na Breting, 2 - Sig. F. Chenevière,
5 - Sig.na Madeleine Chenevière, 5 Profitto della Conferenza del sig. Gousy, 147,90 - Sig.na Gaby Darier, 5
Sig.ra Emile Darier, 50 - Sig. A. Des
Gouttes, 50 - Sig.na E. Dunant, 5 Sig.ra H. Darier, 30 - Sig. Jean Des
Gouttes, 40 - Sig. e Sig.ra Paul Des
Gouttes, 20 - Sig.ra Oswald Ehny, 5 Sig.ra Ed. Favre, 20 - Sig.ra Favre de
Murait, 20 - Sig.ri J. e A. Gardiol, 10 Sig. e Sig.ra Léon Gouy, 5 - Sig.ra F.
Grüner, 5 - Sig.ra Ad. Gans, 5 - Sig.ra
4
L’ECQ jpSipjl „^ALLI VALDESI ^
ni.
fc.
E. de Haller, 10 - Sig. Aloys Hentsch,
20 - Sig.ra Hdfï Goui, 20 - Sig.na M.
Krentel, 5 -'Sig.na M. Léchaud, 3 Sig. Pierre Lombard, ^10 - Sig.i^a Malan
Chaix, 10 - Sig.na MaHa Maggiore, 5Sig.na Maurice, 5 - Sig.ra Martin Le
Port, 5 - Dott. R. Mittey, 5 - Sig.ra
Jean Mirabaud, 10 - Sig.ra Victor Martin, 5 - Sig.ra Je^ Morin, 5 - Sig.ra
B. Naef, 5 -,,Sig.rà Aloys Nayille, 20 Sig.ra Ed Olivier, 2 - Sig.ra G. Pictet,
5 - Sig. e Sig.ra Ed. Patry, 10 - Dott.
Pallard, 10 - Sig. Georges de Planta, 5
- Sig.ra Gaston Pictet, 2 - Sig.ra Perrot
Vernet, 3 - Sig.na L. Ramu, 10 - Sig. F.
Reverdin, 6 - Sig.ra Marie Rappard, 10
- Sig,ra Suce, 10 - Sig.ra Mary Rossi, 5
- Sig. J. E. Siordet, 2 - Sig.na H.
Sautter, 5 - Sig. e Sig.ra Charles
Soutter, 5 - Sig.na M. Turettini, 5 Sig. Pastore L. Vallette, 2 - Sigj-a A.
Vaucher, 3 - Sig.ra O. de Watteville, 10
- Sig.ra Wartmann Perrot, 5 - Sig.na
de Wesdehlen, 3. - Totale franchi svizzeri 906,90 - Sig.ra Emilie Soutter Talmonè, L. 100.
Collettato dalla Colonia Valdese di Gi-'
nevra: Sig.na Alessandrina Long, franchi svizzeri 3 - Sig. Malan, 1 - Vendita
opuscoli 17 Febbraio, 14,20 - Sig.ra
Berthoud Pasquet, 25 - Sig.ra BoeriCmrus, 3 - Sig. Alfredo Rossier, 5 Sig. Beux, 2 - Sig.ra Maddalena Chanforan, 5 - Sig.fa Brandt-Chanforan, 5
-"Sig. Emilio Pasquet, 10 - Sig.ra Gris,
0,40 - Sig. Paolo Beux, 2 - Sig.ra Kunz,
2 - Sig.ra Pozzi, 2 - Sig. Coucourde, 5
- Sig.ra vedova Elpidine, 0,50 - Sig.ra
Elpidine, 0,30 - Sig.ra Hussy, 3 - Sig.ra
Reymond, 1,50 - Sig.na Andrion, 5.
Il Presidente:
Aw. STEFANO PEYROT.
Le famiglie GRILL e MANSUINO,
profondamente commosse per la dimostrazione di simpatia ricevuta in occasione della dipartenza del loro amato
GRILL GIACOMO ENRICO
ringraziano vivamente tutte le persone
che, in diversi modi, presero parte al
loro dolore.
Pinerolo, 15 Maggio 1940-XVIII.
Prof. Gino Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPJNA. - Torre Peliice
lizzi li [hi
le Viiii(!»
Angrogna — Pastore: Roberto Nisbet,
Angrogna (Serre) — Pastore : A. Deodato.
Bobbio Peliice — Pastore : Alberto Ricca.
Luserna S. Giov. — Pastore : Lor. Rivoira.
Massello — Pastore: Enrico Tron.
Penero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : O. Mathieu.
Prali — Pastore : Lamy Coisson.
Pramollo — Pastore Erm. Rostan.
Prarostino — Pastore Umberto Beri.
Piclaretto — Pastore A. Janavel.
Rodoretto — Cand. Theol. A. Genre.
Rorà — Pastore E. Geymet.
5. Germano Chisone — Pastore G. Bertin.
Torre Peliice — Pastore Giulio Tron.
VillarPenice — Pastore Roberto Jahier.
■■ ♦ ’
* *
Abbazia — «Chiesa di Cristo». Culto
a^lle ore 16. Pastore Valdo Vinay, da
Fiume.
“ Chiesa: li, Via Croce'di Città
- C. Th. Neri Giampiccoli.
Barga (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese : Pastore A. Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa; Viale Vitt. Em., 4
-Pastore Arn. Comba,Viale Vitt. Em.59.
Bicllù Chiesa i Piazza Funicolare Culto la 1», 3» e 5* Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia - Pastore Davide Pons - Istituto Valdese - Piani di Vallecrosia.
Borrello (da Carunchio).
Brescia —• Chiesa ; Via dei Mille 4 - Pastore Rob. Comba, ivi.
Brindisi —Chiesa : Via Congregazione
(da Taranto).
Caltanissetta ~ Chiesa : Via Maida, 19.
Campobasso (da S. Giacomo).
Carema — Scuola Valdese.
Carunchio — Chiesa - Pastore L. Naso.
Castelvenere — (da Napoli).
Catania Chiesa : Via Naumachia, 20
- Pastore T. Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa*- ^Via Regina Mar. gherita, 17 - Pastóre E. Pascal.
‘ Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 - Pastóte Carlo Lupo, Via T. Grossi, 7.
. Coazze ^^ Chiesa - C Th. Lo Bue. ■
Corato — Chiesa: Corso Mazzini, 27 ^ da (Bari). f
, Courmayeur — Chiesa (da Aosta).
Felónica Po — Cand. Theol. E. Corsani,
ì Firenze — Chiese: Via Serragli, 51 - Pastore Emilio Corsani,— Via Manzoni, 21
- Pastore Tullio Vinay.
F/ume — Chiesa : 6 e 8 Via Pascoli;
(Culto ore 10) - Pastore Valdo Vinay
presso Sig. Wiltsch, Via Baccich, 5.
Forano — Pastore A. Alessio.
Genoya — Via Assarotti - Pastore F.
Peyronel, Via Curtatone, 2.
Grottagtie (da Taranto).
Grotte (Agrigento) (da Palermo).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 - Pastore
- Arturo Vinay, Casa Pavera, Piazza
d’Armi. • .
La Maddalena (da Roma).
Latiano (da Taranto).
Livorno — Chiesa: Via G. Verdi, 3 Pastore: A. Ribet, ivi.
Lucca - Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Mantova — Via Bacchio, 5.
Messina — Via Laudamo, 16 - Pastore
Seiffredo Colucci, ivi.
Milano — Piazza Missori, 3 - Pastore E.
Tron, jun. - Via Euripide, 9.
Napoli — Via Duomo, 275 - Pastore M.
Moreschini, Via Cimbri, 8.
New-York — Prima Chiesa Valdese 405, West 41 st St — Culto principale
3.30 pom. - Pastore Pietro Griglio 30 West, 94 th Street.
Orsara di Puglia (da Cerignola).
Pachino.
Palermo — Via Spezio, 43 — Pastore :
V. Subilia, ivi.
Pescolanciano (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons, Istituto Femminile Valdese.
Piazza Armerina (da Catania). .
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto
- 2* Domenica del mese (da Ivrea).
Piombino (da Livorno).
Pisa —Chiesa: Via Derna, 15 — Pastore: Attilio Arias, Viale Giovanni
Pisano, 33.
Pont Canavese (da Ivrea).
Reggio Calabria — Chiesa Rione S.
Marco : Via Possidonia, 4 (da Messina).
Riesi — Pastore Carlo Gay.
Rio Marina (da Livorno).
Rocchenere (da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre Pastore : V. Sommani, ivi — Chiesa
di Piazza Cavour - Pastore : Paolo
Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle (da Carunchio).
Sampierdarena — Chiesa: Via A. Cantore, 16 — Pastore V. Panasela, Via
S. Bartolomeo del Fossato, 14/4.
San Giacomo degli Schiavoni — Evangelista G. Scarinci.
Sanremo — Chiesa; Via Roma — Pastore : G. Bonnet, ivi.
S. Lucia di Quistello (da Felónica).
S. Maria di Licodia (da Catania).
Schiavi (da Pescolanciano).
Siena — Chiesa : Via S. Dom., 5 - Past.
em. E. Meynier (da Firenze).
Susa — Chiesa : Via Umberto, 14 (da
Torre Peliice).
Taranto — Chiesa : Via Pupino, 16-20
(angolo Via F. Di Palma) — Pastore :
G. Castiglione, Via Crispi, 28.
Torino — Chiese : Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 73
— Pastore ; Elio Eynard, Via Pio V, 15.
Tramonti di Sopra (da Venezia).
Trieste — Chiesa : Via S. M. Maggiore
— Pastore : G. Del Pesco, P. della
Libertà, 5.
Venezia — Chiesa : Palazzo Cavagnis
(S. M. Formosa) — Pastore : Ernesto
Ayassot, ivi.
Verona — Chiesa: Via Duomo (angolo
Via Pigna) da Brescia.
Viering (da Aosta).
Vittoria — Pastore : Arturo Mingardi,
Via Garibaldi, 60.
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua
italiana (Waldenserwerk) - Bethaus
Wiedikon (Schlossgasse) — Pastore:
Alberto Fuhrmann, Steinstrasse, 28.
Addis Abeba (A. O. I.) — Cav. Uff. Cap.
G. Bertinatti, Comando di Piazza. ;
Altri gruppi di fedeli sono regolarmente
visitati dai pastori delle Comunità vicine.
' ♦
* ★
Ufficio di piesidenza della Tavola Valdese — Prof. Ernesto Comba, moderatore - Past. Guido Comba, cassiere
— Via IV Novembre, 107, Roma(lO).
Facoltà di Teologia — Via Pietro Cessa
42, Roma (126)fe proi^^^^^^ Ernesto Comba, Davide Bosio, Giovanni
. Miegge.
Liceo-Ginnasio Pateggiatò Totre Pollice — Preside : Prof. A. Tron. '
Libreria Editrice Claudiana — Torre Pellice — Direttore : Past. Paolb Coisson.
Commissione delle Pubblicazioni : Prof. D.
Bosio, presidente ; V. Sommani, Tcod.
Balma, M. Moreschini.
Convitto Maschile — Torre Peliice — Direttore : Pastore Davide Forneron.
Istituto Femminile Valdese — Valleerosia
— Direttore : Pastore Davide Pons.
Orfanotrofio Femminile — Torre Peliice
— Direttrice : Sig.na Lidia Fini.
Istituto Evangelico Femminile — Via del
Gignoro, 14, Firenze - Direttrice: Signorina Maria Coucourde.
Orfariotrofio Maschile (Istituto Gould) —
Via Serragli, 51, Firenze — Direttore:
Pastore Emilio Corsani.
Orfanotrofio Maschile — Pomaretto —
Direttrice : Sig.na Adele Pons.
Istituto Artigianelli Valdesi — Tonno —
Direttore : Enrico Bounous, Via Berthollet, 34.
Ospedali Valdesi — A Torre Peliice, a
Pomaretto, a Torino (Via Berthollet, 36).
Casa delle Diaconesse — Sede : Torre
Peliice (Torino) —Direttore: Pastore
Roberto Nisbet, Angrogna.
Rifugio Re Carlo Alberto, per incurabili
— Luserna San Giovanni.
Asilo per Vecchi, Luserna San Giovanni.
Asilo pei Vecchi, San Germano Chisone
Direttore : B. Soulier, past. emerito.
Asilo peri Vecchi, Vittoria.
Colonie Yaldesi nell’Anierica del Sod
URUGUAY
Colonia Vaidense (Dep.to Colonia) —
Pastore : Ernesto Tron.
Colonia Cosmopolita - Via Rosario
(Dep.to Colonia) — Past. ; Em. Ganz.
Tarariras e Annessi (Dep.to Colonia) —
Pastore: Daniele Breeze.
Ombùes de Cavalle (Dep.to Colonia) —
Pastore : Carlo Negrin.
Colonia Miguelete (Dep.to Colonia) —
Pastore Carlo Negrin, da Ombùes.
San Salvador (Dep.to Soriano) — Pastore :
Giovanni Tron (residenza: Dolores).
Nueva Vaidense e Nin y Silva — Visitate periodicamente.
ARGENTINA
Colonia Belgrano (Prov. Santa Fe - Estación Wildermuth F. C. C. A.) — Evangelista: Carlo Alberto Griot.
Colonia Iris (Pampa Central) Pastore Silvio Long, Est. Jacinto Araúz - F.C.S.
Colonia El Sombrerito (Prov. Santa Fe :
Est. Paul Groussac - F.C.S.F.) e Calchaqui (Prov. Santa Fe - F.C.S.F.) —
Visitate periodicamente.
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Giorni festivi 9-12 — Feriali 9-12- 14-18
Il Venerdì a Torre Peliice
Torino N. 0015 — 12-3-1928.
POMPE-rUTRI
per Acqua, Aceti, Vini, Liquori, Sciroppi^
OHI, Medicinali, Profumi, Colle«
IMPIANTI PER CANTINE
per Vini Spumanti, per Acque Qeeeoae
e Seitz - Catalogo pratla.
BELLAVITA - VIA PARINI, 1
fli P.to PARINI 3
La Ditta non ha dopoaKI nn rappmáantanU.
If. Ä.
ERCOLE MARELLI & C- - S.A.
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MILANO
POMPE
CENTRIFUGHE