1
LA BUONA NOVELL
GIORNALK DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità. ^ £fbs. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE ^ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione]____ £. 3 00 ' In Toeiso airUffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svizzera e Francia, id........... „ 4 25 ^ Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l’Inghilterra, id................... „ 5 60
Per la Germania id................... „ 6 50
Non si ricevono associazioni per meno di un anno.
Nelle Proviscib per mezzo di francobolli postali, che dovranno essere inviati franco al Direttore della B0ONA Novella.
AU’estero, a’ seguenti indirizzi ; Parigi, dalla libreria C, Meyrueis, rue Rivoli ;
Ginevra , dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMABIO
M il propagare in Italia il puro cristianesimo pregiudichi agl’ interessi politici della Nazione. —
Polemica. — Il risveglio religioso in Irlanda. — Cronaca della quindicina.
SE IL PROPAGARE LN ITALIA IL PURO CRISTIANESIMO
PREaiuDicni
AGL’INTERESSI POLITICI DELLA iiAZIONE
Nou è mia pretesa di 8\'iluppare a fondo questa questione, che
l)er essere svolta profondamente e con lucidezza, richiede lena maggiore di quella ch’io n’abbia; intendo solo accennarla, acciò altri si
accinga al lavoro con maggior corredo di dottrina, forza di argomenti e chiarezza d’idee.
Tutti, 0 pressocliè tutti gli uomini colti e gravi in Italia ravvisano la sovranità temporale del Papa incompatibile non solo col
progresso e civile sviluppo de’ suoi popoli, ma eziandio col buono
assestamento della nazione e cogl’interessi stessi della religione; onde
varj ne sono i propositi, e grandi i conati contro la temporale dominazione della romana chiesa ; ed è questa in oggi fra noi italiani una
questione della massima importanza, e di una vera attualità.
Che il dominio temporale dei papi sia un male politico e religioso
ne’ suoi effetti, tutti ne convengono di leggieri e da tutti si deplora;
2
ma non tutti si accordano sul modo di combatterlo, perchè forse non
tutti si accordano sulla vera natura ed origine del'male, cui lamentano, ed è funestissimo errore, per mio avviso, quello di voler assalir
il Papato soltanto sul terreno politico, mentre esso è principalmente
vulnerabile dal lato religioso, e ciò per guisa, che il danno politico
emerga per l’appunto dall’errore religioso come non mi sarà difficile
dimostrare.
Ov’è diifatto, propriamente parlando, che la signorìa temporale
della Chiesa romana trova il suo prestigio e il suo vero punto d’appoggio? E,ssa lo trova nell’asserto, e forse nella credenza che questo
fatto sia eminentemente provvidenziale per la conservazione e propagazione del cristianesimo ; ciò è quanto fu anche recentemente affermato dal regnante pontefice Pio IX nella sua ultima allocuzione concistoriale, e con mirabile coraggio ripetuto nella sua lettera enciclica.
Ora, se si provasse, come non è certamente arduo, che un tal fatto,
la sovranità temporale dei papi, ben lungi dal garantire gl’interessi
del cristianesimo, li pregiudica e li contraria non solo, ma si è anzi
un attentato al cristianesimo stesso, poiché lo spirito e la lettera
della cristiana legislazione lo riprovano e lo condannano, cadrà immediatamente tutto quel prestigio e quell’appoggio che esso ritrova
nell’usufruita ignoranza delle plebi cattoliche.
Che il Papato temporale nuoccia anziché giovare alla religione, è
tal cosa che si ammette oggidì dalla maggioranza degli uomini ben
pensanti ed illuminati ; e ciò mi dispensa dall’addurre le prove intrinseche e di fatto, cui se taluno per altro desiderasse conoscere,
troverà diffusamente prodotte dallo stesso cardinale Bartolomeo Pacca
nelle sue considerazioni sul dominio temporale dei papi.
Per verità non è questo ch’io intendo principalmente stabilire ; il
mio assunto si è quello di dimostrare che il Papato temporale è un
fatto anticristiano, e che perciò si dovrebbe porre al bando del cristianesimo, siccome una negazione del medesimo.
Dirò di più; questo fatto non è’una semplice anomalia quantunque
empia dessa si sia, ma si è- il legittimo e naturale risultato di un
diuturno sistema, ancor più empio ed anticristiano: accenno alla
supremazia spirituale del papa ed a tutte quelle altre usurpazioni,
che costituiscono, propriamente parlando, la Chiesa di Koma, di cui
il papismo è la vera incarnazione.
Ed in vero qual meraviglia che Colui, che si arroga onori e predicati divini, ambisca poi e si contenda onorificenze e prerogative
principesche?
3
Qual maraviglia che Colui, che si pone al posto di Dio, si segga
altresì sul trono dei Cesari?
Qual meraviglia che le moltitudini, fuorviate a segno da credere
che un uomo sia il rappresentante di Dio e il vicario di Cristo in
terra, Io acclamino poi il principe dei principi? Non è egli la santità e la beatitudine per eccellenza?
Or bene io dico che il dominio temporale del papa è dalla cristiana
legislazione apertamente riprovato; giacche il Divino Autore del
cristianesimo non venne fra noi a stabilire un ordine di cose mondane e caduche, sebbene un regno tutto spirituale ed immutabile
siccome Lui, quale si è quello della sua eterna giustizia e della sua
fede. Egli lo disse; il mio regno non è di questo mondo-, e questa
dichiarazione deirincarnata sapienza è così esplicita ed assoluta da
svergognare l’orgogliosa insipienza di coloro, che ravvisano provvidenziale all’incremento del cristianesimo la temporale signoria del
Papato. Se havvi intorno a questo fatto alcun chè di provvidenziale
quello si è che il cristianesimo perduri ad onta di tanta prevaricazione. Si è dunque dimenticato che Egli, il divino Legislatore costituì i suoi apostoli non siccome dominatori della terra, ma siccome
ministri e banditori del suo Vangelo? Non ha Egli voluto nella sua
divina sapienza che il cristianesimo emergesse dalla piuezza della
sua fede, e dalla santità della sua dottrina, anziché dalFinfluenza di
secolare possanza, o dal bagliore di terrene ricchezze?
Epperò una tale e così perseverante infedeltà della Chiesa romana
ai precetti del cristianesimo, don-ehbe bastare a rendere sospetta la
prerogativa, che essa si arroga, di essere la sola e la fedele depositaria degl’insegnamenti divini. E come mai sarà dessa la sicura custode della cristiana fede quella Chiesa che rinnega Cristo ed il suo
Vangelo?
Uu tal fatto dovrebbe aprire una volta gli occhi a noi poveri italiani, e iiirci conoscere che il male del Papato temporale, cui tanto
deploriamo, è nato,,e si alimenta dai funesti errori del romanesimo,
di cui il papismo è la pili concreta appellazione.
Credere che uu uomo, un miserabile peccatore come ogni altro,
sia il vicario di Dio, infallibile siccome Lui ; credere che una chiesa
colta in flagrante e sistematica infedeltà, sia ciò nulla di meno la
fedele custode della cristiana dottrina, è tale un ammasso di assurdità, che rende inqualificabile il lamento di coloro che poi denunciano
il Papato avverso alla civiltà ed al progresso, mentre che essi si dichiarano apertamente avversi ai divini insegnamenti, e al senso comune.
4
lo dirò dunque francamente a costoro: se non volete che un Papare comandi sui vostri corpi a dispetto della ragione, della civiltà e
della giustizia, sappiate anche non sottoporvi ad un Papa, sedicente^
vicario di Cristo, il quale comandi sui vostri spiriti a dispetto del
Vangelo.
Se non che pochi sono veramente iu Italia coloro che accettino di
buona fede il romanesimo in tutta la sua integrità. I più lo ripudiano
e non lo accettano che in apparenza, hen convinti che esso sia una
antitesi del Vangelo. Eppure, se si dice a costoro, siate coerenti a
voi medesimi; ripudiate recisamente quella religione che condannate
nella vostra coscienza; ritornate al puro e vero cristianesimo, che col
garantirvi beni imperituri, è altresì fecondo di quei beni morali e
civili, a cui anelate, poiché esso propugna con la verità e la giustizia
la santa libertà dei figliuoli di Dio, eglino rispondono, che a cagione
dei pregiudizj e dell’ignoranza delle masse rifuggono da un cotale
espediente, poiché nou vorrebbero che le loro aspirazioni a civili
franchigie fossero contrastate per effetto di religioso pretesto o dissidio, sapendo eglino benissimo, che sarebbero denunciati alle plebi
siccome nemici della religione, e che per tal modo si usufruirebbe
l’ignoranza di quelle al loro danno.
Questo asserto, che non manca di verità, è evidentemente sofistico
nella pratica conseguenza che se ne deduce, perchè io dico: se temete
l’ignoranza delle plebi, date opera a dissiparla proclamando precisamente quella religione, che credete e sapete esser vera; eliminate
l’errore che travaglia e fuorvia le nostre moltitudini da tanti secoli,
e così operando voi renderete omaggio a Dio ed alla verità, e renderete più sicuro il trionfo della giustizia sulla perversità umana, e se
tale è il vostro nobile intento, tale altresì deve esserne l’espediente,
perchè il solo nobile e sicuro, siccome giusto e leale. Se poi sarete
denunciati nemici della religione romana, convenite francamente di
esserlo, ed al vostro torno con moderazione sì, ma con coraggio denunciate voi pure questa Chiesa di essere la vera nemica di Cristo ;
voi avete buono in mano per provarlo in modo irrefragabile, poiché
avete il Vangelo. Appellatevi a questo tribunale solo e veramente
infallibile e il romanesimo ne sarà debellato e confuso.
E molti accetterebbero questo mezzo finalmente, se si potessero
ripromettere un risultato immediato o almeno non remotissimo. Che
cosa risponder loro intorno a tale contingenza? I consigli della Provvidenza sono certamente imperscrutabili, ma io penso che il buon
successo sarebbe più pronto di quello che per avventura eglino si
5
credessero. L’Italia ha il beneficio d’una più matura esperienza, ed
ha sott’occhio i grandi beni e vantaggi che riportarono dal cristianesimo le più felici nazioni del mondo. Che non sapesse approffittarne ? L’odierna civiltà poi è tale da rendere effimeri i pericoli d’intestine discordie e conflitti per cagione di religione. Volendo libertà
religiosa per noi, dobbiamo pure accordarla pienamente agli altri e
per tal modo non v’ha alcun rischio di perturbazioni. L’intolleranza
religiosa è oggi al bando della civiltà ed il solo e vero male che ne
avviene alla religione, procede da indiffei'enza piuttosto o scetticismo
anziché da zelo eccessivo o fanatismo.
Del resto nou vuoisi proclamare il cristianesimo principalmente
pel conseguimento dei beni passeggieri di quaggiù, sebbene per
quelli che sono eterni ed imperituri. Sarebbe far discendere la religione troppo basso, l’acclamarla con tale intendimento. I beni civili
6 materiali dei popoli sono la legittima conseguenza del Vangelo, e
noi per convincercene anche praticamente, non abbiamo che a riguardare quelle più avventurose nazioni che lo proclamarono e l’accettarono.
Venendo ora al concreto della questione, parmi siasi evidentemente
dimostrato, che la promulgazione e l’accettazione del puro cristianesimo anziché nuocere agl’interessi civili d’Italia, sia al contrario il
mezzo più sicuro per conseguire stabilmente e compiutamente quei
politici vantaggi, che si temerebbe di pregiudicare. 0.
POLEMICA
Ilice\àamo ancora da un amico nostro comunicazione di un brano
di lettera scritta da giovane prete, nell’animo del quale ha posto radici profondo l’insegnamento religioso succhiato nei seminarj papali,
sino dai più teneri anni.
Possano le brevi nostre parole, con cui esaminiamo le sue, essere
un mezzo della grazia e bontà divina, per aprirgli alquanto mente e
cuore, e perchè abbia da fariseo di buona fede, pio e zelante, divenire, quando piacerà al Signore, un caldo banditore del Vangelo.
..... Se nei membri componenti il Sacerdozio cattolico ve ne fossero dei
men degni del Sacerdozio stesso, sarebbe ingiustizia di attribuire ed estendere
i difetti, le colpe di alcuni aU'intero corpo, all'istituto, tuttoché .santo, al
6
quale appartengono. È troppo manifesta ed evidente nella religione cattolica
la santità del suo sacerdozio, quantunque alcuni individui potessero anche
essere contaminati dallo spirito farisaico. Per giudicare con giustizia il Sacerdozio cattolico, convien contemplarlo nella vera sua istituzione ed in quei
ministri che lo fanno risplendere colle opere loro, col loro esempio, dando così
luminosamente a conoscere di non aver essi Cristo soltanto nell’intelletto, ma
profondamente altresì nel cuore. Se fra gli Apostoli vi fu un Giuda traditore,
non furono e non doveano essere giudicati tali tutti gli Apostoli. E se fra
essi un Pietro, tanto amato da Cristo, il rinnegò tre volte, non pertanto non
lasciò Cristo di accogliere nuovamente Pietro pentito, e di riguardarlo quale
pietra angolare del grande edifizio della sua Chiesa. La carità c'induce ad
essere più circospetti, più benigni, più giusti nei nostri giudizj. Starà alla
ecclesiastica disciplina di togliere gli abusi, di correggere i difetti, di prudentemente provvedere ai disordini “ Potremo cercare di divenire perfetti
siccome il Padre nostro che è nei cieli; ma pretendere d’esservi riusciti,
non mai. ” Anche i santi medesimi, per sentimento di S. Agostino, debbono
dire coll’apostolo S. Giovanni —• Se diciamo di essere senza peccato, noi
seduciamo noi stessi, e la verità non è in noi. (Epistola 1. cap. i, 9) — La
navicella di Pietro non percorre già un mare pacifico, ma burrascoso, fra
scogli e pericoli di ogni specie; sicura però e protetta daU'immanchevole
promessa dell’uomo-Dio, sortirà sempre fra gl’imprescrutabili consigli
della Provvidenza, da ogni esterno cimento, vittoriosa, ed in ogni interno
essenziale bisogno, con provvida discrezione opportunemente sovvenuta.
Qual maraviglia? La parola di Dio, dall’eternità discesa nel tempo, non
può non sentire le conseguenze della nostra infermità, ed originale decadenza, Non v’ha dubbio, in questo punto da noi considerato, rimangono
desiderj a compiersi, opportune misure ad attivare, abusi a reprimere. —
Iddio prowederà a vantaggio d’un’ istituzione, che, per se stessa, è d’altronde santa, e destinata al vero bene della umanità! Proteggerà Dio
sempre più l’opera sua I.........
Si certamente. — Dio proteggerà sempre più l’opera sua! — Ma
diciamo alcune parole sui desiderj a compiersi, sulle opportune misure ad attivare, sugli abusi a reprimere, con clic date fine alla
vostra lettera?
Voi scrivete ch’è troppo manifesta ed evidente nella religione cattolica la santità del sacerdozio: ed io non mi oppongo, intendendo
così la proposizione; cioè, che santo è il sacerdozio nella religione di
Gesù Cristo, la quale dev’essere cattolica os.sia universale.
Mi oppongo in seguito però, quando vedo che restringete l’idea
di sacerdozio, limitandolo ad una piccola parte di cristiani ; confondendo il sacerdozio colla clerocrazia: amico mio, bisogna distinguere
7
l’uno dall’altro, se vogliamo cernere l’errore dalla verità, se non volete che ponga voi stesso nel novero dei teologi volgari o maligni, i
quali o per ignoranza o per astuzia amano tenere in confuso le idee
e le cose.
Santo è il sacerdozio; la clerocrazia, in se stessa, non ha santità
veruna; non è altro che una casta privileggiata, prepotente, politica;
un’istituzione paganica rinnovata, ovvero giudaica, trasportata nel
cristianesimo; ammetto chetale clerocrazia possa divenir santa, colla
dovuta restrizione accennata da voi medesimo e contenuta nell’epistola di Giovanni. — Se diciamo d’esser senza peccato, noi seduciamo
noi stessi e la verità non è in noi. — La clerocrazia può divenir santa
col diventar sacerdozio, ossia coll’entrare a far parte dei veri cristiani
senza distinzione di laico e di chierico.
Non è un capriccio del mio cervello; è la storia che parla. Trovatemi, vi prego, nella Chiesa primitiva uu qualche ecclesiastico o
clericale nel sen.so romano, cd uua clerocrazia; trovatemi alcuno che
dicesse, io sono laico, io sono chierico? Noi potete; che cosa trovate
in vece? Che tutti^ componenti le assemblee cristiane si considerano
sacerdozio, dietro gl’insegnamenti degli Apostoli. Che dice Pietro ?
a tutti i fedeli indistintamente. — “ Voi siete la generazione eletta,
“ il reai sacerdozio, la gente santa, il popolo d’acquisto; acciocché
“ predichiate le virtù di Colui che vi ha dalle tenebre chiamati alla
“ sua maravigliosa luce. ” — Vedete adunque che per questa dottrina di Pietro, ch’è la dottrina di Gesù Cristo, Vite et docete fu detto
ai laici, perchè tutti erano laici, e tutti doveano poi essere sacerdoti;
ma nessuno era chierico.
Amico mio, uella vostra lettera asserite, con Koma, che Pietro è
la pietra angolare; lo battezzate pel primo clericale, e considerate i
preti come continuatori dell’edificio o susseguenti creatori della
Chiesa. Ma che dire di voi? Dov’è l’ingegno che pur mostrate iu
tante opere vostre? È singolare davvero che nello studio religioso e
principale che faceste nel Seminario, appunto nelle cose a quello appartenenti, vi mostriate piccino, piccino! Sapete che cosa prova ciò?
Prova l’importanza e l’arte che pongono i vostri dottori, nel tirocinio
dei giovani chierici, ad abituarli alla cieca obbedienza verso un’autorità tirannica, instillandovi il terrore nelle coscienze, e paralizzando
gl’ingegni.
Pietro battezzato pel primo clericale!... Povero Pietro!... Pietro,
la pietra angolare!... Fargli dire ciò che non ha detto. P]gli chiama
Cristo, com’è infatti, non lui, la pietra angolare. Certo, anche Pietro
8
è una pietra; non basta; tutti i cristiani veri sono pietre, com’ei li
appella; e perchè? per “edificare la casa spirituale, per essere un sacerdozio santo, per offerire sacrificii spirituali, accettevoli a Dio per
Gesù Cristo. ”
Intendete, o amico, come parla Pietro?
Ah ! davvero che non parla come i clericali.
Osservate, giudicate da voi una v'olta; non siate schiavo di pochi
uomini corrotti come tutti gli altri ; non giurate in verha magistri,
quando il maestro è un’uomo, quando quest’uomo può avere dei motivi malvagi per ingannare; giurate bensì in verba del vero maestro,
e non temiate di errare ; ma è d’uopo che esaminiate da vicino le sue
parole.
Giacché sembra che l’ignoriate, sappiate che nelle chiese primitive lo Spirito Santo n’era il creatore. E in qual maniera? Mediante
lo spirito di pietà, d’amore, di fratellanza ch’Egli stesso infondeva
nei membri, e mediante i doni differenti che a loro conferiva; una
scintilla di fuoco spirituale accendeva lo spirito del fedele. Voi trovate gli apostoli, i profeti, i ministri, gli anziani, Ldiaconi: gli apostoli ed i profeti sono quegli uomini straordinarj, eccezionali, proprj
della prima epoca nella quale si tratta di attuare una grande idea ;
e sublime, la più sublime, la più importante, anzi la sola importante,
la sola necessaria era l’idea, era il fatto della redenzione di tutta
l’umanità. E l’apparizione d’uomini straordinarj in epoche straordinarie, con proporzioni corrispondenti, voi l’ammirate costantemente
anche nella sfera degli ordini civili.
In quanto ai doni pei quali altri sortivano ministri del Vangelo,
anziani ecc. questi erano di natui’a da rinnovellarsi lungo i secoli ; ma,
notate bene, sempre per opera del S. Spirito, non dell’uorao, anzi di
un’uomo solo in tutto l’orbe terráqueo, non del Papa infine, come ostinatamente seguitano ad insegnare i papisti. Non esisteva l’idea di
dignità, di gradi, di gerarchia, almeno nel senso clericale. Gli anziani vegliavano al mantenimento dell'ordine nelle riunioni ed alla
conservazione dei buoni costumi: i diaconi distribuivano ai poveri i
prodotti delle collette. La sovranità dogmatica, per così esprimermi,
resiedeva nella pura dottrina del Vangelo; la sowanità disciplinare,
governativa, nell’assemblea.
A quanto si stendesse la sovranità del popolo cristiano ne avete
l'esempio nell’elezione di un’apostolo in sostituzione di CHuda. (Atti
I, 23-26).
Per chiudere questi pochi cenni che vi mando, o amico, a riscontro
9
della vostra obbiezione, quali sono ora i desiderii a compiersi ? Che
la Chiesa di Roma tomi ai dogmi evangelici perchè, avendoli alterati, è diventata eretica; ed essendo poco per volta, senza voler incolpare nessuno, divenuta eretica, ha fatto eretici gl’italiani, o peggio,
li ha fatti miscredenti. Che la Chiesa di Eoma torni umile, tollerante, povera: sì povera, nel temporale, per essere ricca nello spirituale: non vedete che per conservare una striscia di terra che le è
sempre contrastata dalle popolazioni, per conservare uno splendore
cd un fasto principeschi e mondani, manomette le cose le più sacre
e le rende ridicole, pur troppo, agli occhi degl’italiani, resi altresì da
lei medesima indifferenti ed inerti?
Cotesti desiderii a compiersi accennano pure alle misure opportune pel loro soddisfacimento ed agli abusi da reprimere: ma siccome
non è sperabile che Roma da se stessa si pieghi alla verità, così non
resta se non che altri faccia per lei. E quale ne sarà la regola di
condotta? Anche in questo, come in ogni altra cosa, la Parola di
Dio ci ammaestra. Non colla forza, non colla violenza morale, non
col pregare il Signore che mandi il fuoco dall’alto, ad esempio di
quanto dissero in una circostanza gli Apostoli, quando erano ancora
carnali, quando aveano le menti chiuse allo Spirito di Dio: bensì
colla predicazione del puro Vangelo, coH’irradiazione di cotesto sole
maraviglioso, colla diffusione di utili operette, e col buon volere,
coll’energìa e sopratutto coll’esempio della moralità nella vita pi-ivata
e publica di tutti coloro che professano la vera dottrina di Gesù
Cristo.
Scenda sopra noi tutti, e sopra di voi pure, o amico mio, il di lui
Spirito; c’infonda Egli una fede operosa, ed una carità ardente, la
quale in fin dei conti è la prima base della Chie.sa cristiana.
O.
IL RISVEGLIO RELIGIOSO IN IRLANDA
Villar, luglio 1859
Caro sig. M.....
Vengo ad adempier la promessa ohe le feci, di darle alcuni ragguagli sul
risveglio religioso che stà ora operandosi nella parte settentrionale dell’Irlanda. f?on persuaso che leggerà con piacere quei fatti in cui si manifesta in
10
modo così evidente l’opera dello Spirito Santo e che meglio di qualsiasia
ragionamento ci dimostrano la sua personalità e la sua presenza nella Chiesa.
V’ha un fatto speciale che distingue il Risveglio irlandese dagli altri risvegli
simultanei in America, in Scozia ed in Inghilterra; ed è che il corpo ne
subisce l’influenza come l’anima. Spesse volte mentre il predicatore spiega,
nel modo più piano e pacato che gli sia possibile le sublime verità del Vangelo, si vedono persone cader prostrate e dimostrar un profondo dolore, una
convinzione così intima de’ loro peccati che gridano per ottener misericordia.
Dopo qualche tempo di agitazione si vedono diventar tranquilli poco a
poco, ed allora il lor viso, fedele specchio della lor mente, riproduce la
dolcezza interna proveniente dalla lor riconciliazione con Dio per mezzo
del Salvatore. — Quei fatti sono autenticati in modo tale, che chi è scettico della propria esistenza può solo dubitarne. Gl’increduli non potendo
capire come ciò avvenga, rimangono a bocca chiusa e non possono che
guardar stupefatti. In una lettera scritta da uno studente di Teologìa il
sig. W. Craig, ad un suo aniico in Dublino e stampata nel Dublin Daily
Express quel corrispondente ci dà un sunto del principio dell’opera in Ballymena. “ Signore, scrive egli, io son felice di potervi mandare una lettera
per narrarvi il principio della gi-and'opera che ha quasi totalmente cangiato
il carattere della religione e della morale in questo paese.
C. (signora inglese) avendo tempo e danaro da spendere per Dio,
venne in Irlanda,nella primavera dell’anno 1856, e passò l’estate e l’autunno
nella città di Ballymeua. Essa vi trovò il popolo freddissimo ed indiflFerente
per la religione ; e molte sere se ne tornava a casa scoraggita alla vista del
loro stato di morte spirituale. Essa visitava i poveri nelle lor capanne, leggeva loro le Scritture, pregava con loro; ma poteva facilmente accorgersi
che i più consideravan quel tempo come tempo sprecato. Qualche volta
essa visitava i ricchi coll’intenzione di parlar loro di religione personale,
ma poco dicevan su tal soggetto, e sposso tentavano di cangiare il tema della
conversazione ; di modo che i ricchi la ricevevano eon maggior freddezza
ancora che non i poveri. La sua pazienza fu così messa a duro cimento, ma
essa perseverava ed aspettava la benedizione che dovea seguire i deboli suoi
sforzi. Nell’estate, un suo amico il luogotenente A., che spende tutto il suo
tempo ed avere per l'opera di Dio, venne a Ballimena e vi predicò con gran
zelo. Esso vi fu ricevuto favorevolmente dal ministro presbiteriano, ma
specialmente dal sig. M... di Balljmena, che non solo gli aprì la sua chiesa
ma l’ajutò pure a formar riunioni altrove. Le predicazioni di quel signore e
la visita della sig.“ C. terminarono in novembre 1857. Quando ambedue
partirono per l’Inghilterra, la signora C. era molto abbattuta credendo che
Iddio non avesse gradita l’opera che essa avea fatta con tanta ansietà; poco
pensava allora ad un granello di semenza che avea lasciato cadere pochi
giorni prima della sua partenza da Ballymena. In fatti essa visitò qualche
11
t€mpo prima due signore che si compiacevan nel parlare di cose religiose,
ma specialmente si dilettavan in quelle questioni di controversia che non
finiscono mai con edificazione. Un giomo, il 3 novembre, essa andò a far lor
visita e le trovò che discutevano sulla questione della preordinazione, della
volontà ecc. con un giovane chiamato J. M. Q. Avendoli ascoltati per qualche tempo, essa ne prese occasione per far loro vedere l’assurdità d’una tal
discussione e disse loro che credeva non disputassero che per veder qual di
loro fosse il migliore argomentatore. Essa non conosceva punto quel giovane
e perciò si rivolgeva specialmente alle sig.® , insistendo sull'importanza di
ricercare un'interesse personale nel Salvatore. Le sue parole non andarono
dove essa le dirigeva,ma Dio lo pose là dove Ei voleva che portassero frutto.
Esse gittarono profonde radici nel cuore di J. M. Q. il quale se n’andò meditando sulle cose che gli erano state dette. Ei deoise di menar una nuova
vita e pregò Iddio perchè lo assistesse. Egli era un povero operajo con
moglie e due figliuoli; impiegato in una fabbrica nelle vicinanze di Conner.
Ei fece progressi nelle cose spirituali leggendo la Bibbia e ala vita e lavori
di Giorgio Muller in Bristol », sino alla primavera. In quel tempo due ragai/.i della sua scuola della domenica furono convertiti a Dio. Egli allora
spese molto tempo in preghiere domandando a Dio un compagno che l’ajutasse. Uno gli fu dato nella persona di J. 51. W. Essi si riunivano spesso in
Kells per preghiera speciale, essi domandavan semplicemente quel che abbisognavano e Dio si compiacque graziosamente di udirli. Un membro della
lor scuola della domenica venne a prender parte alla lor piccola e solitaria
riunione di preghiere. Eran tre; poco dopo due altri trovarono il Salvatore
e si riunirono a loro. Così il loro numero cresceva poco a poco. In gennajo
1858,un ragazzo, in una delle classi della lor scuola,fu così sopraifatto dallo
spirito, che il suo corpo fu prostrato e ne sofferse molto in conseguenza.
Essi ne rimasero stupefatti, essendo il primo caso di quel genere che aves sero visto, ma pure essi andarono avanti colle loro riunioni di preghiere, e
scuole della Domenica; ed Iddio li benedì in modo notevole. Nel mese di
maggio 1858, essi potevan contare 10 o 17 che aveano esperimentato il
felice cambiamento della conversione. Ciò diede lor gran coraggio e malgrado qualche piccola opposizione che si manifestava con beffe ecc., essi
continuarono a domandare ed a ricevere.
— Circa a questo tempo il rev. sig. M. di Cannon, fratello del sig. M. di
Ballymena cominciò ad ajutarli.
Il 9 dicembre 1858, un giovane fino allora vagabondo e di pessimi costumi
fu perco.sso in una di queste riunioni dalla potente mano d’iddio, e cominciò
a gi'idar per ottener misericordia. Egli era il secondo che fosse così fisicamente affetto, e quando ei trovò pace seppe appena quel che si faceva per
la gioja. Egli andò dalla madre che dimora presso al villagio di Agohill e
le disse come pure a suoi fratelli ijuel che il Signore avea fatto all’anima
12
sua, e li pregava di venh-e a Cristo per essere salvati. Il suo fratello J. il
primo cominciò ad essere anzioso per il ben’essere dcU’anima sua e la convinzione di peccato diventò così forte in lui, che sopraffatto dal dolore ei
corse quasi fuor di sè dal suo pastore, parlandogli della sua ansietà e del
suo timore che per lui non ci fosse salute. Piacque à Dio di dargli la pace
circa due settimane dopo. La sua madre, il suo fratello e le sue sorelle furon
tutti convertiti e cominciarono a parlare ai loro vicini della salute delle
lor anime, e così ebbe principio una piccola riunione di preghiere che divenne vieppiù numerosa sino a tanto che dovettero riunirsi nella Chiesa del
sig. B. in Agohill.
“ Dacché lasciai Belfast per venir qui sono stato occupato a visitare ed a
predicare in riunioni che si fanno nei campi, giacché niuna casa potrebbe
contener l’uditorio : io vi ammirai il fervore e la divozione del popolo in
generale. Lo spirito dell'iddio vivente stà operando con forza, sì in modi
ordinarj come in modi straordinarj. 3Iolti che non furono fisicamente affetti
ricevettero profonde impressioni e menano una vita nuova.
“ L’altra sera assistevo ad una riunione molto interessante. H servizio
fu cominciato da un giovane cieco , educato nell’ istituzione di Belfast.
Ei conosce bene le Scritture, ha il dono di preghiera, e par molto zelante
per trar peccatori a Cristo ; sebbene i suoi genitori sieno molto poveri
pure lavorano volentieri, con gran fatiche, perch'ei possa venire a sei o sette
riunioni per settimana. Egli pure è spesso chiamato a confortare coloro che
sono sotto il peso dei loro peccati, egli canta bene e gode della confidenza
del popolo...... V’è un’altro lato della medaglia che non vi presento che
con tremore, ma sento che non farei il mio dovere se lo tenessi nascosto. Vi
son qui tre o quattro persone che sono ancora sotto il peso della convinzione
di peccato e sono maniaci furiosi. Non posso guardarli senza fremere. Essi
rassomiglian molto agl'indemoniati del Nuovo Testamento. Questo anche è
opera misteriosa d'iddio, non posso investigarla.
“ Il popolo è qui in generale molto ignorante ma bramoso di essere istruito
nelle Scritture e di leggere trattati religiosi. Jlolti ancora non sanno leggere,
eppure vanno alle riunioni e de.siderano di conoscere lo cose d'iddio. Molti
fra loro vi posson ripetere centinaja di passi scritturali, mentre non conoscon
una lettera dell’alfabeto. Io mi trattenni jer sera con un cattolico romano di
questa classe e vi son molti altri casi simili al suo. «Tutto vostro W. Craig.
Limeraherry, Agohill 29 giugno 1859.
— Il rev. sig. W. Gibson professore di teol. in Belfast è stato nominato
moderatore della Chiesa presbiteriana d'Irlanda. Questa notizia sarà grata,
nc són certo, a tutti coloro che hanno il piacere di conoscerlo. È inutile di
dirle quanta simpatìa ed amor, non in parole ma infatti, ha sempre dimostrato alla nostra chiosa prima e dopo la visita che ci fece alcuni anni fa.—
Se lo credo utile ho ancora una lettera che mi diresse il mio amico signor
13
Craig sul Risveglio in Agohill, mentre ero in Scozia e che mi pare interessante assai. — Gradite signore i rispeti d'un vostro allievo,
S. G. P.
CRONACA DELLA QUINDICINA
Uno dei più grandi bcnefizj che la guerra attuale abbia prodotto all’Italia,
è certamente quella tale libertà di coscienza,che regnava in Piemonte, estesa
ora alla Lombardia, ed alle provincie dell’Italia centrale. Questa tal libertà
è bastante per abilitare ogni uomo ad adorare Iddio secondo il suo proprio
conoscimento in ispirito e verità. Ognuno può attingere le sue cognizioni
religiose al vero fonte, da cui derivano, e conformando alle medesime la
sua morale, vivere da buon cristiano. Questo stato di cose che mai più si
vide in Italia, da chè lo varie republiche italiane del medio evo persero la
loro libertànon piace al certo al gesuitismo ed all’ultra-romanesimo, il
quale, riguardando il Papa infallibile e fonte d’ogni vero e d'ogni autorità,
pensa che l'uomo non può nè agire nè pensare se non secondo le membra e la testa papale. Ogni libera discussione secondo quella torbida
setta è uu’-empietà, e figliuolo del Diavolo chiama chiunque non si rimette
ad essa e non soggiace alla sua autorità. Per tal piotivo i fogli clericiili,
che sono tutti diretti da quella sètta, sono pieni d’ira e livore contro
l'attuale stato di coso in Italia, sempre calunniando e calpestando tutto
ciò che nou sia del loro colore. La rabbia gli consuma perchè le legazioni
non ritornano ancora sotto il dominio papale, o perchè i ducati sono tutt’ora
privi dei loro rispettivi sovrani. Nè questa bile domina solo i fogli clericali
italiani, ma quelli pure di Germania, di Francia e d’Irlanda. Il dottor Collen arcivescovo cattolico di Dublino mandò lettera pastorale al suo clero
dicendo; “ Le preghiere per la pace debbono continuarsi fino a nuovo ordine. La pace non è del tutto conclusa, e l’Italia 6 sempre in commozione.
Tentativi del più maligno carattere fannosi dai rivoluzionarj e società segrete
come pure da infedeli uomini di stato per ispogliare il Papa della sua temporale potestà, che gli è tanto necessaria per il libero esercizio del suo spirituale potere. Se fosse il Papa soggetto a qualunque sovrano, sarebbe costretto a cedere negli afi'ari di religione secondo i voleri di quel sovrano, o
sofi'rire continue persecuzioni come lo sappiamo dalla storia dei primi sette
secoli della Chiesa, quando innumerevoli pontefici erano martirizzati dagl'imperatori pagani, ovvero esiliati ed afilitti dai dominatori sì deU’Occidente
14
che deU'Oriente. '’ H dottor CuUen pare che poco si occupi della Storia e
specialmente della Storia italiana. Se ciò non fosse, saprebbe che nel sesto
secolo l’impero dei Goti fu distrutto in Italia per intrigo e congiura dei
papi, chiamando i Greci dell’imperator Giustiniano in loro soccorso; che lo
stesso accadde ai Longobardi per mezzo di Pipino e Carlo Magno chiamati
al di qua delle Alpi per lo stesso maligno influsso dei romani pontefici ; che
finalmente Gregorio VII per le sue guerre intorno alle investiture e pretesi
dritti della curia romana vide Roma stessa in fiamme e ridotta alVestrema
miseria. Però non furono papi i perseguitati ma persecutori. Che poi il principato fosse stato necessario per istabilire e conservare la Chiesa di Cristo,
bisognerebbe dire che LI suo divino fondatore sbagliasse venendo in terra in
così umile attitudine, e menando una vita sì misera, che dovè esclamare :
“ che il figliuolo dell’uomo non avea nemmeno dove posare la testa. ” Invece di affidare le sue dottrine a 12 pescatori ed uomini volgari, avrebbe
dovuto affidarle a 12 re, i più potenti della terra. Ma tali sentimenti sovvertirebbero tutta la divina economia del Cristianesimo, se avessero qualche appoggio di verità, e la fratellanza evangelica sarebbe una menzogna.
Il gesuitismo non curandosi nè di Cristo, nè del suo Vangelo, va dietro alle
grandezze del mondo, e guai a quei re e popoli che non s’inchinano alle sue
volontà e non eseguiscono i suoi desiderj. Le guerre piii crudeli, le battaglie
più sanguinose gli servono di sollazzo, quando trattasi di acquistare dritti
immaginarj o difendere la sua pretesa infallibilità. La battaglia di Solferino
in cui caddero almeno 50 mila Austriaci e 20 mila alleati non basta ancora
per saziare la cupidigia di sangue dei fautori del potere pontificale ; si eccitano nuovi furori, e si aguzzano nuove ire contro i popoli dell’Italia centrale,
che chiedono leggi e buon governo, e rigettano i principi spergiuri che
sempre Io han loro ricusato. In prova di ciò i giornali di questa quindicina
riferiscono, che il tribunale militare di Perugia condannò a morte sette cittadini di quella città, perchè ne- formavano il governo, quando venne assalita
dai satelliti del Papa, dopo d'averne confiscati i beni e saccheggiate le loro
case; e molta maggior rovina sarebbe caduta sopra le rimanenti città ribelli,
se fossero per disgrazia cadute sotto quelle mani spietate. Ed il vezzo dell’infallibile di sciogliere dal giuramento i principi, e di proteggerli a danno
del ben essere e della morale del popolo, non che quello delle sue continue
novità religiose, ridusse il culto cristiano ad un tal grado di feticismo, che
fa maraviglia a qualunque anche imparziale osservatore. Ecco come un
giornale di Torino dipinse pochi giorni fa la religione attuale in Italia :
“ Purché vi siano delle chiese, processioni, riti e cerimonie pompose, e
preti per eseguirle, tutto il resto è un pleonasmo. Di Dio nessuno si ricorda,
anzi il cattolicismo pratico lo ha messo in disparte, e vi ha sostituita la madonna. Si vogliono di tempo in tempo dei miracoli, che solletichino l’immaginazione ai quali si crede oggi nel volgo con entusiasmo, per esser poi
15
dimenticati o screditati domani. In nessun paese del mondo il prete ha
meno influenza sul popolo quanto in Italia; o se lo mena non è forza del
sentimento religioso, che manca generalmente, ma perchè il prete sa muovere altre passioni, altr’interessi più materiali. I vescovi vivono separati
dal popolo, non di rado in contradizione con lui, sono poco istrutti, e non
pensano che ai loro comodi. In generale U clero conosce poco la religione
di cui è ministro, e la confonde quasi sempre coi suoi interessi temporali.
Questo è anche lo spirito della corte di Roma. 11 Papa è convinto, che il
suo potere temporale e politico è un dogma, e che tre milioni di secolari
sono stati destinati da Dio a servire e formare la felicità di alcune migliaja
di chierici : e chi diversamente pensa è un eretico. Questa orribile pittura
della religione in Italia che pur troppo è vera, sconforta l’animo dei buoni
e veri cristiani, e se Iddio non provede colla sua soprabbondante grazia,
non 3 possibile all’uomo di rimediarvi. La cecità di tanti secoli è divenuta
una seconda natura, e se il dominio temporale dei Papi non si distrugge,
chi può dire dove l’attuale feticismo terminerà?
La Chiesa evangelica di Francia ha pagato essa pure il suo tributo alla
nobile causa dell'indipendenza italiana, nella persona del sig. Jliintz, elemosiniere evangelico francese, il quale nell atto che poneva il piede nell’ospedale di S. Francesco iu Milano, e si avviava verso i suoi cari ammalati, cadde colpito da un’attacco di apoplesia fulminante, e malgrado tutte
le cure, che gli furono aU'istante prodigate, non fu possibile di richiamarlo
più alla vita. Un’altra morte dobbiamo qui registrare quasi altrettanto repentina d’un nostro giovane fratello in Gesù Cristo, accaduta pure allo
spedale in Salò, dove trovansi i soldati feriti nella terribile battaglia di
Solferino. Un suo compagno d’armi, il caro fratello Bruno, ce ne dà il
trist’annunzio nella lettera che qui appresso trascriviamo, quale è scritta,
persuasi di far cosa grata ai nostri lettori.
“ La nostra piccola chiesa, egli dice, riceve in questi momenti dei duri
“ colpi dalla mano del Signore. Dopo che morìa sul campo il povero Gior“ dano, la sua morte fu tosto seguita da un altro dei Bersaglieri, ch’erano a
“ Chambery, e questi è Ribetdi Pramol. Grill, Revel, Pons, Beus,Bonnet,
“ giacciono malati jiegli ospedali, Bleynat non è punto ancor guarito delle
“ sue ferite, e per aggravarci viepiù il dolore quattro giorni fa Costabel di
“ S. Giovanni di Luserna, soldato nella settima compagnia entrava nello spe“ dale. Ei non aveva mai tralasciato di venire alle adunanze, quando poteva.
16
“ un libro di preghiere aveva sempre tenuto seco con un N. Testamento.
“ Dopo due giorni stava ancora bene; leggeva nel libriccino, quando tut“ t’ad un tratto un male forte gli prende, e scorre 24 ore in agonìa. I preti
“ gli si avvicinarono per amministrargli i loro sacramenti- ei disse di nò,
“ ed un soldato della sua compagnia disse che era evangelico, allora lo
“ lasciarono. Un’ora dopo non era più, ed il suo libro di preghiere per
“ tema che contaminasse qualcuno fu trovato in brani vicino al suo letto.
“ Non importa: ma quel che c’è consolante è che la preghiera era sul suo
“ labbro nei suoi ultimi momenti. Ei certamente diceva a Gesù “ vieni
“ Riconciliava l'animo suo col Signore. Mi duole assai di non aver nep“ pur saputo, che fosse ammalato, quando mi annunziarono la sua morte.
“ La Domenica 7 a sera fu trasportato in barca al cimitero, all’altra riva
“ del lago!...... I nostri amici sono tutti dolenti di si repentina morte.
“ Costabel era amato da tutti, e la nostra cerchia è piccola: ci conosciamo
“ ed amiamo tutti, di modo che più viva si sente la perdita. '
“ Ieri Domenica abbiamo fatta la nostra solita adunanza , leggemmo
“ il cap. XIX di S. ÌVIatteo: abbiamo pregato molto il Signore, ne sentiva“ mo tanto bisogno: afflitti di tante prove, domandavamo al Signore di
‘‘ rilevarci, e darci forza spirituale che ravvivasse la scadente carità, e ohe
“ ci arricchisse della sua grazia; che benedicesse i poveri nostri malati.
“ Noi ci raccomandiamo a tutte le comunità evangeliche del nostro paese
“ di voler esser benigne di preci al Signore per noi. Il tempo della prova
“ pare esser più ora, che nel giorno della battaglia. Ora siamo snervati
“ d’ogni vita spirituale ; non più coraggio di avanzare, ed U non avanzare
“ nell’Evangelio è retrocedere. I libri che vorrà mandarci saranno ricevuti
“ con sommo ringraziamento. V’i unisca 4 Bibbie, e 8 Testamenti. Noi le
“ saremo tanto tanto riconoscenti, ecc, ecc. ”
Questa lettera edificante scritta da un soldato evangelico italiano ci conforta l’animo, e lo nutrisce delle migliori speranze.
Domenico Grosso gerente.
TORINO — Tipogra'fia CLAUDIANA, diretta cìn II. Trombetta.