1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE FELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X' III
Una copia
22
4 C
ABBONAME-Ml
L. 1,^ per rinterno
L. 2.ÍD0 per Testerò
(« hrn » e « Prpsenzo Evangelirn w
interno L. 2.500 - estero L. 3.700
Spediz. abb. poetale • I Gruppo
Cambio d*indírízzo Lire 50
! ^ >KKt f'H lJ *1 E — 31 Maggio 1963
Ammin. Clandìana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
Aperta al "culto In ¡spirito e
la cappella valdese di Villar
verità,,
Perosa
Giovedì 23, giorno deU’Ascensione, è
stata aperta al culto la nuova cappella di Villar Perosa. E’ una costruzione linda e graziosa, in materiale pre
fabbricato che sorge in un vasto ap
pezzamento di terreno, acquistato
qualche anno fa, prospiciente la via
« nazionale del Sestrieres », appena
fuori dell’abitato di Villar.
Sebbene il tempo non promettesse
rEM'E( nSTt 1963
«
Spirito creatore
»
Messaggio dei Presidenti del Consiglio Ecumenico
”E aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri...” (Luca 4: 17-18)
”Ma quando sia venuta lui, lo Spirito della verità, egli vi
guiderà in tutta la verità... mi glorificherà perchè prenderà del
mio e ve l’annunzi era' (Giovanni 16: 13-14)
AH’inizio ed alla fine del ministero terreno di Gesù Cristo, noi troviamo lo Spirito Santo, questa presenza di cui Egli ha costantemente vissuto. Il suo ministero ha inizio con la proclamazione di una grande novella: oggi, la profezia dell’Antico Testamento si è compiuta, il velari."'
si leva sul regno di Dio. Il suo ministerio si conclude con una promessa
l’assicurazione dei nuovi trioni! dello Spirito Santo I discepoli non debbono addoloraj-si per il fatto che il loro maestro li ha fisicamente lasciati :
la venuta dello Spirito Santo assicura che la conoscenza e 1 amore di Dio
fra gli uomini si accresceranno e si approfondiranno anno dopo anno e
secolo dopo secolo. Pentecoste ci ricorda in qual modo questa promessa ha cominciato ad adempiersi c noi pregustiamo qualcosa della « potenza del secolo a venire ».
Ecco quel che riguarda direttamente le nostre Chiese nell’ora attuale. Costitui.sce Io Spirito Santo il nostro inizio ed il nostro fine? Ovunque
i cristiani concordano su questo punto : essere cristiani significa av,,i
ricevuto lo Spirito; essere Chiesa significa, dopo la prima Pentecoste, essere ripieni di Spirito Santo. Noi abbiamo il diritto di affermare che mai
le membra di Cristo hanno cessato di « evangelizzare i poveri... di bandire liberazione ai prigionieri... di rimettere in libertà gli oppressi, di
predicare l’anno accettevole del Signore ». Ma noi non abbiamo il diritto di dirlo con compiacimento. Quante grandi oc^sioni di testimonianza
e di servizio cristiano noi negligiamo, non semplicemente perchè gli uomini o le risorse facciano difetto, ma essenzialmente perchè noi non
vogliamo « camminare per lo Spirito », ed esercitare il dono che abb.amo ricevuto!
Lo Spirito Santo costituisce, inoltre, il nostro fine? In altre parole,
sappiamo noi restare aperti, guardare innanzi.’ E con molta speranza eh..,
oggi si parla dell’unità cristiana e quel che formava lo sforzo di alcuni
oggi è diventata ricerca universale. Ma runità nello Spirito Santo esiger.r
certemente dei sacrifici su tutte le nuove vie che Esso, e non noi, ha
scelto. La nostalgia costituisce per le nostre Chiese una tentazione alla
quale esse soccombono spesso: nostalgia del primo secolo della nostra
èra, 0 del dodicesimo, o del sedicesimo, o anche dei primi cinquanta
anni del movimento ecumenico! Ora San Paolo ci esorta a dirnenticare
le cose che stanno dietro ed a proseguire il corso verso la meta della nostra vocazione. Ciò può dipendere dal fatto che anche i cristiani possono
scoraggiarsi. Ma ciò che è grave è il non proseguire il corso verso a me a
il che significa puramente e semplicemente negare fede allo Spinto Santo che sempre ci precede, desideroso di rivelarci sempre di nuovo .Cristo
e la sua opera. , , . ^ • j n j .
Noi siamo spesso trepidanti, oggi, per i fondamenti stessi della dottrina e della morale cristiana, noi siamo trepidanti per le nostre Chiese
ed il posto che esse occupano fra comunità cosi diverse^ Almeno, non
abbiati da essere trepidanti per lo Spirito di Dio poiché Esso non viene
mai meno. Esso non invecchia. In questo giorno di Pentecoste noi vi
esortiamo, come esortiamo noi stessi, a non essere trepidanti ma ad avere
fiducia in Colui che insieme abbiamo ricevuto e per il quale noi possiamo
offrire a Dio il nostro culto: amore in azione, fonte di venta. Signore
che dona la vita.
una bella giornata, tuttavia esso fu
ciemenie nei riguardi della grande folla di fedeli, venuti da ogni parte delle nostre Valli, nonché da Torino,
Biella, Ivrea. Aosta e da altre località
ancora. Numerosi anche i Pastori, dalle Valli e da fuori, tra i quali abbiamo notato il Pastore Paolo Marauda
di Aosta. Giorgio Bouchard di IvreaBiella.
Alle 10, quando inizia il culto di dedicazione, la cappella è più che stipata di una vasta assemblea; forse la
metà dei convenuti è ccstreita a rimanere fuori, ove però un impianto
di altoparlanti permette di seguire la
funzione. Un Anziano della Comunità
rivolge un breve indirizzo, ed invita
quinai il Signor Moderatore, Pastore
Ermanno Rostan, a salire sul pulpito
per presiedere il culto. La liturgia valdese per la dedicazione di un, locale
« al culto in i spirito u verità » è molto
semplice, come si addice apipunto a
questa espressione dell’Evangelo ; essa
culmina con la deposizione della Sacra Bibbia sul tavolo della Comunione e di un’altra sul pulpito, per significare che « la santa Parola di Dio sia
sempre fedelmente predicata in questo luogo e, per la potenza dello Spirito Santo, faccia sorgere e crescere, in
coloro che l’ascolteranno, una vita
nuova nella fede, nella speranza e
nella carità, alla gloria di Dio e de’.
Signore nostro Gesù Cristo ».
La predicazione del Signor Moderatore prende le mosse dal racconto del
1'« Evangelo annunziato ad Antiochia »
(Atti ii: 19-26)). Molte volte, nella
storia della Chiesa, rEvangelo è stato
predicato in deternunate località in
seguito a persecuzione, a « dispersiore ».. Lo fu per Antiochia, lo fu anche
per i Valdesi che, r/fel passato, abitavano su questa riva sinistra del Chisene... Il Moderatore ricorda come, nel
1698, in seguito alla revoca deirEdifcto di Nantes, circa tremila valdesi
(tanti erano allora nei paraggi di Villar) furono costretti a prendere la via
aeU’esilio, perchè quella riva del Chisone era terra di Francia; questi esuli
andarono a costituire delle cospicue
colonie ne: Wùrtemberg e nel Badén
Nella dispersione i Valdesi non dimenticarono -la loro fede... Oggi torniamo
EU questa riva..., grazie a Dio, non più
per la dispersione di persecuzione, ma
portati da nuove esigenze di vita economica e sociale. Voglia il Signore che
questo ritorno dei Valdesi sulla riva
sinistra del Chisone avvenga nella pacifica operosità, neH’onesto lavoro che
l.'i zona offre in questo nostro tempo. Ma si ricordino anche i Valdesi
che qui si sono stabiliti o si stabilirannc nel futuro, del « nome » che portano. (Fu ad Antiochia, si legge nel libro degli Atti, che per la prima volta
i discepoli di Gesù si chiamarono « cristiani»). Il «nome» non è qualcosa
che si porta come una piuma sul cappello o un fiore alTocchiellO', ma è tutte un programma di vita cristiana,
nelle párele e negli atti di ogni giorno. In questo senso è, deve essere, compresa la nostra presenza a Villar Perosa.
{continua in 4.a pag.)
Breviario
per
Vunità
Il valore ecumenico della Riforma
protestante è fondamentalmente uno:
Vaver affermato e concretato storicamente in un settore della cristianità
di quel tempo Vantorità sovrana della
Parola di Dio sulla Chiesa. Anche oggi la norma della Parola di Dio è e
deve restare Vunica norma del movimento ecumenico. La Parola stessa è
ecumenica^ ed è ecumenico solo quello che nasce dalla Parola di Dio. Su
questo punto non ci possono essere
concessioni di alcun genere. Certo,
nessuna Chiesa, se misurata col metro
della Parola di Dio, potrà sentirsi immune da peccato: perciò il cammino
ecumenico comincia necessarirmiente
con una confessione di peccato. Questo non significa che dobbiamo confessare' i peccati degli altri ('*il peccato
dei nostri padri*\ come ci è toccato
sentire), nui i nostri; e non significa
neppure che dobbiamo confessare un
generico peccato della divisione*^ : il
peccato, nella Bibbia, non è mai qualcosa di generico, ma sempre una infedeltà precisa. Significa invece che
ogni Chiesa deve lasciarsi provare dalla Parola di Dio ed essere ubbidiente, e sinceramente disposta a pentirsi
e a, cambiare, unifornumdosi alla Pa
a cura Paolo Ricca
rota di Dio, che supera tutte le realtà
ecclesiastiche attuali.
Ridimensionare la Riforma? Questo
mai, nella misura in cui la Riforma è
stata un atto di ubbidienza alla Parola
di Dio. Ma nello stesso tempo non fare di Luterò' o di Calvino dei papi
protestanti. Su questo anche bisogna
essere al chiaro. E su questo certamente erano al chiaro i Riformatori
stessi, come dimostra Ulrico Zivingli.
il Riformatore della Svizzera tedesca,
contemporaneo di Lutero, nel brano
pubblicato qui appresso, tratto dalla
**Spiegazione delle Tesi** del 14 luglio 1523.
Col testo odierno sospendiamo la
pubblicazione di questo **Breviario*’,
sperando di riprenderla più in là, specialmente se la situazione ecumenica
lo consiglierà. Vero è che a qualche
lettore questa rubrica sarà, parsa untiecumenica ; riteniamo invece che la
Riforma ha avuto una dimensione
ecumenica e che richiamarsi ad essa
non significa frenare od ostacolare il
cammino dell’ecumenismo ma orientare quest*ultimo nella direzione giusta. Riforma ed Ecumenismo costituiscono un binomio indissolubile e irrinunciabile.
Essere Protestanti
I grandi di questo mondo hanno cominciato a perseguitare e a
far disprezzare la dottrina di Cristo sotto il nome di Lutero, in modo
che cliiain.ano « luterana » ogni dottrina evangelica... Lutero, mi pare, è un soldato di Dio eccellente, un interprete della sacra Scrittura
serio e degno di ammirazione, quale non ve n’è stato sulla terra da
mille anni a questa parte — e non mi turba il fatto che i papisti gli
danno dell’eretico. Nessuno, da quando esiste il papato, ha attaccato
i! papa di Roma con un coraggio così virile e con tanta fermezza,
senza che con questo intenda rimproverare gli altri. Ma chi ha fatto
questo? Dio o Lutero? Chiedetelo a Lutero stesso! Vi risponderà:
Dio! Lutero non vuole introdurre alcuna novità, ma solo insegnare
quello che è scritto nelTeterna e immutabile Parola di Dio. E’ questo che egli proclama, è questo il tesoro celeste e inesauribile che
egli presenta .ai poveri cristiani, per così lungo tempo indotti in errore...
Perciò, o pio cristiano, non permettere che ti si imponga il nome di un uomo, qualunque esso sia, e tu stesso non imporre questo
nome a nessuno. Non chiedere al tuo vicino: « Sei anche tu luterano? », ni.a chiedigli fino a che punto egli si attenga alla dottrina di
Cristo, quanto ami la Parola di Dio, se — insomma — è un cristiano,
cioè un fedele esecutore del bene verso Dio e verso il prossimo. E se
i papisti vogliono anch’essi passare per cristiani, dì loro: « Che ciascuno porti il nome di colui per il quale combatte o del quale è servitore. Se siete servitori di Cristo e combattete unicamente per la
sua gloria e la sua Parola, allora siete cristiani. Se invece combattete
per il papa, per il suo onore e la sua parola, allora siete papisti ».
Perciò, o pii cristiani, non scambiamo il glorioso nome di Cristo con
quello di Lutero; poiché Lutero non è morto per noi, ma ci insegna
a conoscere Colui dal quale otteniamo tutta la nostra salvezza. E neppure concedete che i papisti si diano il prezioso e salvifico nome di
« cristiani », finche essi non confessino il nome di Cristo e non più
quello del papa. Allora essi saranno nostri cari fratelli e figliuoli di
Dio. Cosi io pure non voglio portare altro nome che quello del mio
capitano Gesù Cristo, del quale sono il soldato e che, secondo il suo
beneplacito, mi ha incaricato di questo ministero. ZWINGLI
La ”Claudiana,, a Firenze
La ^ astra stampa alla 37"^^ Mostra dell’Artigianato
Esfiiiplf^ro collahorazionc degli evangelici fiorentini
.un’ultima edizione — la 37“ — della Mostra Internazionale deU’Artigialìato, a Firenze, anche la Claudiana è
stata presente con un suo stand. Infatti, se il gross.q dell’area della Mostra era occupato da stand artigianali — fra cui quello dell’« Artivalli » di
Torre Pellice — un settore era state
riservato a case editrici e librarie, e
facendo uno sforzo considerevole per
le nostre forze, aiutati dalla Commissione distrettuale e in particolare dalla Chiesa di Firenze, abbiamo tentato
questa prova, che, come tutta la nostra
attività, non ha finalità commerciali
ma di testimonianza.
Tengo subito a dire la mia e nostra
gratitudine più viva alla Commissione distrettuale, che ci ha dato un
buon aiuto finanziario per l’aflìtto e
l’allestimento dello stand, memore di
quanto il 4l° distretto, attraverso le sue
conferenze, si sia dimostrato sensibi
le alle possibilità della nostra stampa e dell’evangelizzazione per questo
mezzo; sia all’evangelismo fiorentino,
che in simpatico spirito di collabora
zione, senza alcuna prevenzione denominazionale, ha collaborato: sia soprattutto alla nostra comunità fiorentina e ai suoi giovani: chi ha dato il suo contributo in danaro, chi ha
fornito un camioncino per il trasfiorto dei libri e del materiale; im membro del Consiglio di Chiesa, il signor
Giovanni Ribet, si è assunto l’onere
assai pesante della direzione e della
a.mministrazione dello stand, prima
durante e dopo la manifestazione, ha
passato la quasi totalità dei 20 giorni
della sua durata al nostro stand, dalle 9 del mattino alle 23,30, ha curato,
con il Past. Santini, un perfetto tur{corUinua in pag.)
Offrendo le nostre pubblicazioni.
2
pas- 2
31 maggio 1963 — Jf. jj
MELLO SPIRITO
è vivara na! Ragno til Ola
Vr^telli miei, non so se faccio torto gli ultimi giorni. Non importa se doa voi, ma confesso ohe per parte v ranno durare dei secoli. Queiio che
mia talvolta Im qualche difficoltà a j importa è che siamo neli’età solenne.
sottrarmi alla tentazione di dare, nel
l'acconto della Pentecoste, l’importanza maggiore agli aspetti più dramma
tici, iMù spettacolari. Ecco, gli apostoli riuniti, il vento, le fiamme di fuoco. Poi ecco queli’entusiasmo che li
afferra e che li fa parlare tutti insieme. E poi, quel grande fatto simbolico
del dono delle lingue, fatto d’un significato profendo poiché intorno al
messaggio dell’Evangelo si riforma la
unità del genere umano. Ma bisogna
pensarci per intederlo e, intanto, colpisce lo spettacolo inumtato. E poi si
pensa alle altre manifestazioni estatiche della I Corinzi: quel dono delle
lingue, che S. Paolo rivendicava anche
per sé, ma in fondo disapprovava. E
allora, ripeto, noi sappiamo di che si
tratta, ma quando leggiamo che gli
e.stranei ebbero _ l’impressione che
c erano ebbri di vin dolce » siamo quasi prcmti a pensare che gli aspetti
esterni, quel calore di entusiasmo, que:
gesticolare concitato, dovevano dare
qualche ragione di pensarlo.
Quale triste errore e quale sciagura
per la Pentecoste di essere interpretata così!
E, se ci pensiamo, quella interpretazione si estende sovente a tutta la dottrina dello Spirito Santo. Sembra che
nel dono dello Spirito Santo l’essenziale sia proprio quell’aspetto anormale : eccitazione, entusiasmo, rapimento, gente che parla fuori di sé e
che se non si perde un po' la ragione
non può esserci lo Spirito Santo. E
purtroppo nella storia del Cristianeamo, il fatto si è ripetuto tante volte. Dove ci sono le grandi ispirazioni,
c è anche un bricioloi di esaltazione.
Dove non c’è esaltazione non ci sono,
di solito, grandi ispirazioni. Purtroppo, molte volte, c’è resaltazione e non
c’è nessuna ispirazione. C'è soltanto il
fenomeno psicologico nervoso, talvol
ta anormale Ebbene non è giusto che
lo Spirito Santo sia confuso con quel
le manifestazioni morboise.
Basta passare dal racconto della co
municazione delle lingue al discorso
di Pietro per sentirci pienamente rassicurati. Il primo frutto dello spirito
benedetta in cui lo Spirito Santo è
sparso su ogni carne.
* Fratelli miei, chissà perchè tanti
cristiani di oggi ci fanno l’impressioiie di gente che non ha capito? Se ne
stanno 1;,, con la Bibbia, libro venerabile, e con le ioro nozioni di catechismo, di scuola domenicale, di qualche lettura pia, a fior di pelle, ma nessuna scintilla di luce ne sorge. Libro
venerabile la Bibbia, ma libro chiuso
e libro noioso. Perchè un libro chiuso
è un libro noioso. E come è chiuso il
libro della Bibbia così è chiuso anche
il libro della nostra vita. Vediamo
scorrere le pagine bianche, le vediamo coprirsi di caratteri, ma non sappiamo leggere. Vediamo tessersi la te
la. ne contiamo i fili, non ne vediamo
il disegno. Assediamo il oielo con i nostri «perchè?» e forse con le nostre
uomo accreditato da Dio... voi per mano d’iniqui, inchiodandolo sulla croce. lo uccideste! ». Pesate ogni parola
« Voi — lo uccideste — con un supplizio atroce; la croce — e per mezzo di
quei pagani lomani con i quali non
dovreste aver nulla a ohe fare! » E
dopo questo po’ di accusa che cosa
aspettereste? Per lo meno una malidizione. Per lo meno una minaccia.
Per lo meno Giacomo e Giovanni
avrebbero fatto scendere il fuoco del
cielo sul villaggio samaritano. E invece no: im cordiale appello, un caldo
invito al ravvedimento. « Uomini fratelli, ravvedetevi, e ciascuno di voi sia
battezzato nel nome di Gesù Cristo! »
Perchè questa insolita mitezza? Perchè questo appello fraterno? Evidentemente perchè gli apostoli hanno capito. Il piano di Dio si è svelato. Tutto ciò è accaduto «per il determinato
consiglio e per la prescienza di Dio».
Dio ha assunto la sua suprema re
Leggere:
Atti 2: 1-24; 36 - Calati 5: 22
Ed avverrà negli ultimi tempi...
(Atti 2: 17)
recriminazioni. Non comprendiamo
che ci stiamo a fare qui nè perchè ci
capitano queste cose. Non sarebbe forse perchè non cerchiamo la luce dove
SI trova? Quando le Spirito del Signore icende in un’anima il primo
dei suoi doni è l'intelligenza, queU’intelligenza rara, singolarissima, che
che non si trova nei libri, ma che tanti umili credenti possiedono, mentre
manca a molti sapienti.
f Sanno dove vanno. Sanno perchè
vivono. Conoscono il loro Salvatore.
sponsabilità, gli uomini sono stati soltanto comparse, tragiche comparse.
Tutti hanno messo la mano in quello
assassinio, hanno bagnato' la mano nia Pentecoste. Sono tempi di estreme
nel sangue del Santo. Anche i disce- decisioni e di scelte definitive. Nel
ta, quasi mai veramente fraterni. Se
la vostra religione non vi allarga il
cuore è segno che non possiede ie lu
minose visuali dello Spirito. Se la vo
stra religione non allarga il cuore, lo
Spirito de- Signore non è in voi e sa
pete quel che è scritto : « Se uno non
ha lo Spirito, di Cristo non è di lui ».
E allora a che serve celebrare la Pen
tecoste?
Cd infine quello che impressiona nel
discorso di Pietro, anzi in tutto il
.gruppo di discorsi ohe segue questo, è
l’appello urgente, energico ad una de
cisione. Anche questa è la voce dello
Spirito. Anche questo si connette alla grande illuminazione della mente
Ormai, non c’è dubbio, il momento
della grande decisione è venuto. «Sap
pia tutta la casa d’Israele che Dio ha
fatto e Signore e Cristo (cioè Messia)
quel Gesù che voi avete crocifisso »
ECCO' il fatto. Non vi è nessuna possi
bilità di equivocare. E’ necessario prendere posizione di fronte ad esso, ricevere la consegna, assumere le proprie re.sponsabilità.
«Eravate nell’ignoranza» (Atti 3:
17). Ma ora sapete. Un’ultima occasione vi è offerta : « Salvatevi da questa perversa generazione» (Atti 240).
Fratelli miei, mi pare che vi siano
oggi per noi delle ragioni molto urgenti per ripeterci ed applicarci le parole deirApostolo. Non sappiamo che
cosa ci riserva ¡’avvenire : a viste umano soprattutto dei guai. Non sappiamo se questo è il tempo in cui Gesù
Cristo tornerà come lo ha promesso •
ciuesto è il segreto di Dio. Ma sappiamo che in un certo isenso questi anni
in cui viviamo .sono « gli ultimi tempi » in un modo altrettanto vero e impressionante che al tempo della pri
poli : Giuda che ha tradito, Pietro che
ha rinnegato, gli altri che sono fuggiti. Ma Egli è morto perchè tutti coloro che ¡hanno ucciso ricevessero la
vita, ecco il grande mistero che dissipa ogni accusa, ogni risentimento.
Fratelli miei, quando se'ntite parlare
di « popolo deicida » siate sicuri che
mondo intorno a noi vi è sempre me^
ne di quella luminosa certezza che lo
Spirito Santo spande nei cuori e vi e
sempre meno- di quella generosa cordialità, bontà, dolcezza che ne sono
l'effetto. E sempre meno pace ed allegrezza. E sempre più persone to'rmentate e sfiduciate che non hanno
pentecostale è un discorso lucido, ter- Sanno^ che in Dio le contrarietà e gli chi lo dice non parla per lo Spirito capito e perchè non hanno capito non
c/i -rvT /-> yj; ______ * PtTÌ'icr'mi Hollo Irvrr» cf £tir^ rrn .Q o »-«.■'-y-» ci__y. _ __ r. c-, -C___.
enigmi della loro esistenza si armo
nizzano : un piano si compie ed è un
piano d’amore. Lo Spirito ripete in
fondo ai loro cuori : « Abba, Padre »,
ed intercede per loro con sospiri ineffabili. Hanno capito.
Fratelli miei, in questa intelligenza
dello spirito vi è un aspetto' secondario, ma che vorrei additarvi bene: è
Santo. Lo Spirito Santo parla come
Pietro ha parlato nel giorno di Pentecoste. Intorno alla croce di Cristo
non vi è posto per le accuse, le recriminazioni. Troppo alto, tro'ppo augusto è il mistero che vi si compie. Attorno alla croce è possibile soltanto
l’appello alle coscienze, l’invito fraterno. Comprendete anche voi! Ri
so, pieno di buon senso e umano, prò
fondamente umano. Io vorrei oggi___
non dico commentarlo, sarebbe troppo limgo, ma sottolineare alcuni aspetti che mi sembrano assai istruttivi.
fa prima cosa ohe colpisce, in que
sto discorso, è appunto Tintelligenza. Il discorso è tutto pervaso dalla beta certezza di un uomo che ha
capito, capito una grande cosa. Accade talvolta che ci tormentiamo intorno a qualche cosa che non compren
diamo : un problema, per esempio, una
atuazione difficile, un contrasto di aftetti in CUI non vediamo via d’uscita,
G poi, senza sapere perchè improvvisaniente, la luce si fa. Nulla di mutato m noi, ma vediamo il filo-, vediamo la via, abbiamo compreso.
Un delitto orribile era stato commesso. Un omicidio legale — come ne
succedono — Gesù condannato per
un accusa falsa sulla deposizione di ___ __________
falsi testimoni. Conniventi le autorità libertà in una frase del discorso di la grande luce, che ha appreso a leg
civili e religiose. Per i discepoli era dietro. Dopo aver citato il Salmo 16 gere nel gran libro della vita e a di
possono fare altro che arrovellarsi in
sè e C'diarsi e ferirsi a vicenda. Noi
dobbiamo' scegliere tra queste ombre,
queste tristezze, queste durezze e la
luce intellettuale e il calore morale
dello Spirito del Signo're. Dobbiamo
decidere se cercare ai piedi della croco_ la chiave della nostra intelligenza
e il rinnovamenito del nostro cuore ( e
la libertà. E’ luogo comune contrappor- nunziate alla vostra ottusa opposi- cercare, badate bene è trovare ■ que
.QrviT-n-. .. ,,T„ zipne. Dio vi ama, Dio vi chiama. Ve- Pta è una promessa divina). O abban
ndte anche voi ai piedi del vostro Sai- donarci aH’infinito grigiore alla vuo
vatcre crocifisso e risorto. taggine, all’insulsaggine di’ quest’ora,
Que'Sta è la voce dello Spirito San- cioè al fallimento e aH’infelicità.
to. Sempre ed in ogni circostanza. Ri- Dobibiamo scegliere, insomma, tra
cordate i «frutti dello Spirito» in Ga- ’-i Regno di Cristo (il Signore) e il re
re lo Spirito e la lettera : « La lettera
uccide, lo Spirito vivifica », lo ha detto
S. Paolo (2 Cor. 3: 6). E anche Gesù« Lo Spirito è quel che vivifica, la carne non giova a nulla» (Giov. 6 63).
Ed è una profonda verità. La luce dello spirito illumina per noi le pagine
della Bibbia, ma non ci rende schiavi
della lettera della Bibbia. Lo Spirito
è una luce diretta, perenne, personale Guidati da lui impariamo a spaziare nelle pagine del Sacro volume sen
lati 5: 22? « Amore, allegrezza, P'aoe, gno di questo mondo. Noi non sa'P
longanimità, benignità, bontà, fedel riamo npì r.nri-ior-iovi — —„„ —i
tà, dolce'zza, temperanza» Quanti nomi e quanti simili! Bontà, bontà e
ancora bontà. Generosità fraterna,
'spirito di isopipcTtaziO'ne reciprc'Oa;
za ristrettezze mentali, senza timore, dolcezza e con esse pace e allegrezza'.
Mj pare di vedere un poco di quella Perchè un’anima che ha conosciuto
Luca 24; 21). Invece un fallimento
completo. La risurrezione, certo, era
stata una prima smentita. Ma anche
essa era un puro dato di fatto. Va bene : vive. E poi? Che significa? Ebbene, sembra che siano stati necessari
quei cinquanta giorni tra Pasqua e
Pentecoste perchè la luce si faccia.
Ec ora, ecco, improvvisamente la luce
si è fatta. Gli avvenimenti sconnessi,
scandalosi si riuniscono in una solenne armonia. Questa infame tragedia
hi. un senso profondo. Un piano divino si è compiuto. Gli uomini sono
cornparse, Dio trionfa. « Non era possibile» (Atti 2; 24). Da tutto quel male dovrà uscire im gran bene, un bene incalcolabile, per tutti i secoli. (Ecco, possiamo anche capire che una
tale certezza abbia dato agli apostoli
un po’ di eccitazione).
E guardate come allora tutto si illumina.
La Bibbia si illumina. Quel libro
misterioso, chiuso, improvvisamente
parla. Le citazioni si incalzano sulle
labbra di Pietro: Gioele, Salmo 16,
Salmo 110; i profeti parlano, Davide
parla e tutti insieme portano la loro
testimonianza a questo grande mistero centrale di tutta la storia umana :
Cristo crocifisso, Cristo risuscitato;
« dato per le nostre offese, risuscitato
per la nostra giustificazione». La storia si illumina. Ecco, tutto il lungo
travaglio di Israele trova il suo significato. Era dunque necessaria questa
lunga alternativa di attesa e di speranza, era necessaria questa lunga ricerca di Israele, questa educazione divina per arrivare a questo momento.
Davide l’ha annunziato, Gioele l’ha
profetizzato, gli apostoli lo vedono.
E s’illumina la situazione presente,
quella degli apostoli. «E avverrà, negli ultimi giorni, che io spanderò del
mio spirito su ogni carne ». Gli ultimi
giorni. Ecco, sono gli ultimi giorni.
Gli ultimi giorni sono cominciati da
quando Cristo è venuto. Noi siamo ne
beramente dirsi che il patriarca Davide morì e lu sepolto... » E’ il tono
che mi colpisce, quel « quel liberamente dirvisi », quel « patriarca. Davide ».
Potrebbe sembrare che quel buon pescatore di Galilea si prenda un po’
troppa confidenza con lo splendido
Sovrano d’Israele che fu ¡’eletto di
Dio e il tipo del Messia. E dopo tutto la sua interpretazione non era for
se, per il giudaismo di allora, perfet
temente ortodossa. E’ chiaro che nel
Salmo Davide parla di sè... Ma Pietre
spazia nelle pagine della B’bbia cor;
la libertà dello Spirito Santo e qui
vediamo sorgere una nueva interpretazione, quella cristiana, proprio la
interpretazione dettata dallo Spirito
del Signore.
Fratelli miei,_ non dimentichiamo
mai che lo Spirito Santo è intelligenza e libertà. Lo Spirito Santo non
restringe la nostra mente, la dilata,
la innalza. .Se la vostra religione ha
sulla vostra intelligenza razione di
uno spegnitoio', se limita l’arditezza
ael vostro pensiero ispirandovi pavidi
dubbi, timidezza o ristrettezza di men
te ci sono molte buone ragioni di temere che la vostra religione non venga dallo Spirito Santo. Lo Spirito San
to- non restringe le menti: le allargo!
* * *
C come allarga le menti, dilata an“ che i cuori.
La seconda cosa, infatti, che colpisce nel discorso di Pietro è la cordialità affettuosa con cui si rivolge alla
moltitudine fin dalla prima frase.
« Non sono ebbri perchè è la mattina »
Non s’indigna, rettifica tranquillamente e dà delle buo'ne ragioni. Ma è soprattutto la sostanza del discorso che
è piena di cordialità affettuosa.
Pensate: meno di due mesi prima
ncn è stato ucciso il Santo ed il Giusto? E quella stessa moltitudine o una
parte di essa ha gridato: «Crocifiggi!»
E Pietro non nasconde affatto quella
tragica realtà: «Gesù il Nazzareno,
te, non è forse un triste segno che nella vita di tanti cristiani questi doni,
proprio questi siano così scarsi? Che
siano così pronti al giudizio reciso,
malevolo, inescrabile. Così meschini
nel valutare i moventi delle azioni del
prossimo, così pronti a sospettare il
male, così pieni di propria giustizia e
di severità? Piccoli inquisitori talvol
piamo. nei particolari, che cosa sarà
il Regno di Dio nella sua ultiima manifestazione gloriosa. Ma sa'ppiamo
che fin da ora esso è il Regno dello
Spirito Santo, « La terza età » vaticinata dai profeti medioevali. L’età dello Spirito dopo quella del Padre (la
legge) e del Figlio (la croce). L’età
della illuminazione delle menti e del
cuori, della cordialità fraterna e della
perfetta letizia che sgorga da una vita
rinnovata e santificata.
Vivere così nello Spirito è vivere nel
Regno di Dio e per il Regno di Dio
fin d’ora. Questo, fratelli miei, è il
messaggio di Pentecoi,ste. Amen.
Ringraziamo vivamente la Sig.ra
Lina Miegge che ci ha trascritto
e permesso di pubblicare questo sermone del Prof. Giovanni Miegge.
della llliiesa
di Ilio Marina
Diamo seguito a quanto comunica
to nel n. 19 del periodico Eco-Luce
dare alcuni chiarimenti d’ordine
rico in merito alla celebrazione h!;
Centenario della Chiesa Valdese d‘
Rio Marina a quanti intendono r»,
teciparvi (29-30 Giugno p. v.).
U biglietto ferroviario va fatto
a Piombino Marittima, quello del n?
roscafo' fino a Cavo.
Il pir^cafo utile è quello in parten
za da Piombino Maritrima alle
11,15 di sabato (festivo) 29 Giugno
La Conferenza Distrettuale avi-^
iiiizio alle ore 14 a Rio' Marina che «sa
ra raggiunta m pullman dopo av^'
consurnato il pranzo a Cavo. ^
Per il resto del programma vi h.
niandiamc a quanto già comunicatn
sul n. 19 dell’Eco-Luce.
Chi dovrà fare ritorno la Domeni
ca sera potrà partire da Portoferrain
eve saremo di P'assaggio dì ritorno
dalla visita all’isola d’Elba, col nim
scafo delle ore 17; gli altri potranno
partire da Rio Marina il lunedì mat
tina, !=> Luglio.
Il costo della partecipaztone con-,
piendente i pasti, il pernottamento p
li giro di visita all’Isola è previsto sulle 5 mila lire a persona.
Diate le limitate possibUità legisti
che locali è indispensabile prenotarsi
prenotazione va fatta entro il 15
Giugno p. V. scrivendo a; Cemmiisin
ne Distrettuale Valdese - Via IV No
vembre 107 - Roma, indicando; nomi
e cognome’ età e il grado di parentela
con altri partecipanti.
In attesa di incontrarvi, vi porgi!),
mo con « quei di Rio Marina » un fra
terno saluto. "
La Commissione Distrettuals
del IV Distretto
Offerte per i restauri del Tempio
e della Tasa Valdese di Rio liariaa
in occasione del primo ceoleiiario
{Secondo elenco)
Coi-sani Emilio, Genova, L. l.i.OOO ■lai'« e Anlonieliiti Pyles, U.S.A.. i,.il3fl _
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Velia, Rio Marina, 10.000 Uannone
(JiK’lia, Iti., .ì.ono — Cini bailo, ì!., .S.OOO
— Ivo Miele, in meni, del l'iate!!,, Alher‘U), Piombino, 10.000 - Guerrini Eil'ba,
Rio Marina, l.OOo — iM. Ni, Bolo'ma. 5.000
— »Ignora Frieidli, Berna, 7.1(1() - Pasto
re D. Neiidliain, Berna, 7.100 — In mem.
di Cos!.an'tiino e Caterina Dane.s,i ib-I Portlreiolo nell’Elba, i ni,poti 125.000 — Babboni Revel Bm'i'iia, Roma, 50.000.
Ri'!'onoi.sii'enli verso i generosi donatori,
oo.mun'i,("biaim.o die le offerte no-.-„no es'sere fatte perven.ire o Ira.m'ite la Tavola
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al Capo Drétirelto Pias'.ore G. Mallii.eu . Via
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Centenario ».
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del IV Disirctto
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Nella
Val Chisone
Scuole Domenicali canore
Le Scuole Doimenicali della Va] Cliisone .si sono riunite a S. Germano il 19 corrente per Paninuale festa di canto. Ln incontro ben riuscito a giudiirare dal numero dei partecipanti, die lian .stip'alo i posti loro riservati. Lo li-i fallo notare il
pastore lora-le, in anerlura della festa,
dando i] benvenuto ai bambini di Pomare-lilo, Villar Perosa ( pire,sen'ti per la prima volta), S. Secondo, Praro'Stino e Pinerolo; cini-a duecenlncinquanla baimbimi in
'.ulto. Senza di'seonsi ecressivi, ma con
P'ircoli arrenn'i inlrodutlivi, ¡1 pastore.
Big. Beri, ha p'r-eisiedulo lo svoilgimenlo
del programma, cosi come .si addice ad
Una festa di bambini. Sono slaili cantati
Uil'ti gli inni di assieme indicali dalla
Co'mmi.ssione di canto sacro, ed ogni s'Cuola domenicale lia presentato una 0 due
esecuzioni propr'ie. Ci rallegra il fatto che
tutte le scuole doniienicali si siano impegnate nello sludio degli inni di aiisieme,
die sono stali eseguiti abba.s'tanz'a bene e
ringraziamo sincerauienle, non per dovere di cronaca, sia le direttrici, sia i monitori die seguono i bambini durante
tulio l’anno.
Se le impressioni provate sono buone,
'pur lutilavia ci permcuiaino di scrivere
alcune riflessioni, derivale da questo incontro. Riteniamo che lo 'SCO'po della scuola domenicale, per ciò die riguarda il
canto, sia di insegnare gli inni die si can
tano in chiesa, perchè i bambini, diventati adulti, pois,-ano partecipare al'tìvamente ai culti con la loro voce. 1,1 nastore,
B.g. Ben, ha soit'tolinea,lo, e siamo d’accordo con lui, la scelta felice fatta dalla
aiuola di Prarostino che, da sola, ha cantalo Linino nu.mero quaranta; rono,sriiilissinio, die si canta quaisi sempre e die è
quindi neces,sario .sia insegnalo ai bambini. La festa di can'to rap,pres.enta il frullo
di quanto si è fatto, durante ranno, in
questo campo ; frut'to che si pre,senta se,mplice,mente e uiiiiiJnienie alla gloria di
Dio, senza l’a.nibizione di confrontarlo
«oli quello degli altri. Qu; non c’è folclore, non ci sono numeri di varietà, non c'è
competizione: c’è solamente la lode di
Dio esipre.ssa dal canto dei bambini. Sembrerà strano ripetere que'ste cose, ma ogni
tanto fa bene ricordarle. Ed è apipunlo
ricordando questo die notiamo con raiiiinari'co Lasseiiza della .scuola domenicale
di Prainollo, unica mancante. Perchè non
venite a'udie voi? Non vi diiefliamo nulla
di .speciale: vi diiedia.mo sollámente die
veniate a rafforzare i nostri cori d’insieme.
Pensiamo die lo potete fare e vi diamo
aippunlamenito per ranno prossimo.
Commentando l’esecuzione degli inni e
facendo una piccola inchiesta tra i bambini, il sig. Ben è venuto alla conclusione die quello eseguito meno bene sia stalo if numero 224 francese e die il difetto
possa essere, appun-lo, addebitato a.da lingua meno conosciuta. Ripensando a questo Gito e nieltendoilo in ra,p'porlo con
l esecuzione ‘degl-i inni in francese dc'lla
"està delle coralli a .S. Secondo, noi poniamo in quesito alla Commissione di can
lo sacro, se è proprio necessario e utile
die due dei cinque inni in prograiimia
debbano essere in francese. Pensiamo clic
¡a pro.poisla poissa .sollievarc non una, ma
molle oli'biezioni ; riteniamo però die in
certi casi, Irai a sci a lido i sentimentalismi,
sia bene porsi il probleima e valutarlo.
Infine ci è rincreisiciuto di notare che
I inno n. 151 sia stato eseguito a due voci
da una sola scuola domenicale e die D
seconda voce fosse, non di bambini, ma
di signorine. La seconda voce, scritta dal
prof. Corsani, era faeili'ssinia e poteva e®'
sere lantata da quei bambini «•.ile non
riescono nelle note alte e stanno sempre
zitti. Lo scopo primo era appunto di aiutare questi bambini ad esercitare la voce
e rorecchio nei limiti delle proprie possibilità. Si dovrà insistere su questo punto
o sarà meglio abbandonare l’esperimento?
A parte queste rifle'ssioni più o meno
negative rimangono le buone impressioni
di cui si è già detto, alle quali aggiungiamo un ringraziamento ai sigg. Ben e alle
loro monitrici per l’organizzazione della
festa.
M.
3
T
22 ’ SI maggio 1963 — N. 22
P««. 3
La «Claudiana»
a Firenze
t segue dalla l.a pug.l
no di collabcratori che scattava come
un meccanismo d’orologeria; e infine
tengo a sottolineare la simpatica, volenterosa ed efficace collaborazione
che un folto gruppo di una trentina
di giovani e meno giovani ha dato, alternandosi alla vendita, a cogliere le
opportunità di conversazione, a distribuire il nostro materiale pubblicitario, insieme a quel po’ di stampa d’evangelizzazione di cui disponiamo.
E’ stata per tutti — e per me in
particolare — un’esperienza veramente bella e corroborante. Abituati come
siamo, alla Claudiana, a sentirci un
po’ staccati dalla vita di molte e molte comunità, è stato un gran riconforto sentire che revangelismo fiorentino, e i suoi giovani in particolare,
hanno sentito come cosa loro il nostro sforzo. Non ci hanno... lesinato
giuste critiche e richieste, ma proprio
nella loro sincerità ci hanno fatto sentire che considerano la nostra umile
stampa come un mezzo di grande importanza, una possibilità di testimonianza troppo trascurata, forse perchè aU’interno stesso di molte nostre
comunità e famiglie non se ne avverte e non .se ne apprezza la forza formativa. Una collaborazione data, da
tutti, in modo assolutamente gratuito,
rosicchiando sulle ore di riposo dal
lavoro e dallo studio, con allegro entusiasmo. Ricorderemo- tutti le... copicise sudate, nelle ore meridiane, sotto la trasparente tettoia di plastica
che faceva dello stand un piccolo forno; ricorderemo soprattutto le conversazioni, talvolta accese (quel frate
che inveiva : « Chi vi ha fatti entrare
qui con il vostro veleno?!») ma per
lo più serie, amichevoli, in uno spinto distensivo ohe si notava in parecchi sacerdoti, in un maggiore interes
.se per i problemi della fede e del confronto confessionale, in un maggiom
se pur lento diffondersi della conoscenza della Bibbia; in un confronto
frequci-iie, pure, con rantiolericalesimo che serpeggia sempre da noi. e in
modo oa.rticolare fra la gente toscana.
Le vendite hanno- ammontato a oltre I. 20-0.C00 somma evidentem-ente mo-desta, se si considerano le spe
/ maligni ci chiederanno se la nostra
è una produzione
artigianale...
se, ma nient’affatto modesta se si considera il tipo della nostra « merce » :
sono stati distribuiti centinaia di cataloghi e di opuscoli illustrativi del
nostro lavoro, della nostra presenza
evangelica ir. Italia, della Bibbia. De
cine e decine di persone si sono soffermate a parlare con noi.
A Milano, ora pure a Firenze: questa presenza alle Mostre, nelle maggiori città, si rivela un elemento estremamente importante sia per la
nostra testimonianza, sia per il nostro impegno editoriale. Anche in que.
sto campo facciamo l’esperienza, im
po’ triste e un po’ stupenda, che se
molti dei primi invitati non hanno
appetito il Signore manda per le strade e per le piazze a divulgare il suo
invito, e c’è chi risponde, con la trepida sorpresa di chi vede dischiudersi
una prospettiva assolutamente ignorata e insperata.
Grazie, cari amici fiorentini, di tutto cuore, per ciò che avete offerto e
per come l’avete offerto! E arrivederci, se Die lo vorrà, all’anno prossimo,
Gino Conte
La Corale Battista
del Sorth Carolina
ospite a Roma
Lunedì sera 29 aprile, nel tempio valde«
8? di Piazza Cavour, la Corale battista della Carolina del Nord ha offerto alle eomu«
nilà evangeliche di Roma che gremivano il
vasto tempio un culto tutto particolare nel
quale gli elementi liturgici erano presenta«
ti attraverso il canto intercalato da In^evi
dizioni di passi biblici, motivi di pregliiera, invili alla meditazione. Un’ora e mezzo di vera gioia dello spirito che ci ha ricordato ancora una volta come il messaggio
cristiano non debba necessariamente ed
linicamenle essere proclamato attraverso la
predicazione dal pulpito.
La « North Carolina Baptist Chorale »
che è diretta da Joseph 0. Stroud sta com
piendn un giro in Europa e prima di giungere a Roma aveva cantato in Scozia, in
Inghilterra, in Svizzera ed in Olanda. Si
recherà ora, prima di far ritorno negli StaC Uniti, a Barcellona, Valenza, Madrid
L’ottima esecuzione dei corali, degli inni e degli spirituals era resa estremamente
efficace dairalTlato religioso trasfuso in essi (lai coristi e dai solisti.
(da f oce Metodista)
IL NOSTRO LIBRO
CIRCOLA FRA LA GENTE
Quest’anno per la prima volta la no
stra casa editrice Claudiana si è presentata alla Mostra dell’Artigianato.
Così, accanto alla vasta produzione
editoriale di un Mondadori, Feltrinelli 0 Sansoni, abbiamo presentato la
nostra produzione estremamente specializzata. Molte persone sono rimaste sconcertate, qualcuna scandalizzata dalla nostra presenza, ma in genere. soprattutto col passare del tempo
si è visto che i visitatori s’interessavano maggiormente, qualcuno è anche
tornato per comperare soprattutto
Bibbie.
Certo il compito è stato difficile perchè i volontari per questo servizio
molto numerosi e pieni di entusiasmo
non avevano però una preparazione
per 0 contatto col pubblico, nè d’al
/.' F:ist. Santini e il Sig. G. Ribet
Anche scamiciati si danno spiegazioni
tra parte avevano avuto la possibilità
di una conoscenza precisa del materiale da offrirgli. Per quanto riguarda
il contatto col pubblico, ha rimediato
l’esperienza acquisita col tempo, per
quanto riguarda la conoscenza del
materiale, abbiamo cercato di indivicÌEiare i problemi trattati nei libri.
Ci sono capitati anche casi curiosi:
ciibiamo visto avvicinarsi al nostro
tavolo, dove era esposto « Il Mandorlo in flore » di Moreschini, un contadino, evidentemente molto interessato all’argomento annunziato dal titolo ma non altrettanto, purtroppo, a
quello del testo. Comunque, abbiamo
i-ofato molta simpatia, anche da parte di coloro che ner esigenza di servizio sono stati niù a contatto con noi,
e cioè gli altri standisti. E' notevole
constatare, che per la massima parte i compratori e i visitatori più interissati erano estianei aU’ambtente
evangelico; il che fa pensare che la
diffusione della stampa evangelica
possa avere in futuro un più ampio
sviluppo.
Riteniamo che questo esperimento
sia riuscito bene, anche se non sono
mancati punti deboli. Gli improvvisa
ti standisti si sono riuniti, ricchi del
la loro esperienza, in seduta collegia
le, per tirare le somme e, in vista del
l’anno prossimo, hanno notato quell
che sono stati gli elementi favorevoli
a un più largo interessamento del
pubblico. Cosi abbiamo constatato che
i libri più venduti o che comunque
hanno maggiormente colpito l’attencione dei visitatori, sono stati quelli
li che meglio si presentavano dal punto
di vi,ita editoriale: le Bibbie con le
cojrertine colorate dell’edizione genovese, il Medico della Jungla, e i volumi della Piccola collana moderna;
quindi pensiamo che sarebbe opportuno dare una veste più efficace alle
nostre edizioni. Inoltre sarebbe bene
intensificare e rinnovare la produzione nel settore della narrativa sia per
l’infanzia che per gli adulti. Sono stati distibuiti moltissimi opuscoli; abbiamo potuto avere opuscoli del tipo
« Chi sono i Valdesi » o « Chi sono gli
evangelici », molto utili a farci conoscere, nella distribuzione dei quali tuttavia dovremo tener conto delle possibili difficoltà derivate dal fatto che
siamo autorizzati a far propaganda
editoriale, ma non religiosa.
Le molte idee che sono affiorate durante la nostra discussione lasciano
sperare che, se potremo avere il mattriale per tempo, l’anno prossimo la
nostra organizzazione sarà migliore, e
potremo fare molto di più. In ogni
modo lino da ora è confortante pensare che al termine di questo esperiniento,_ in tante case è ora présente
una Bibbia acquistate presso di noi,
alla Mostra deU’Artiglanato, ed il nostro libro circola fra la gente.
Daisy Mazzetti
Innario Cristiano
40 Inni nuovi in appendice
(con musica)
Ediz. 1962, L. 1.000
Editrice Claudiana
libri
Vieni
Spirito creatore
Non è fuori luogo ri-cordare, in questo
tempo di Pentecoste, che la prossima Assemblea generale dell’Alleanza Rìfonnata
Mondiale — si terrà a Franeoforte sul Me.
no dal 3 al 13 agosto 1964 — avrà come
tema generale: « Vieni, Spirito Creatore! »
Come per le grandi assise ecumeniche,
anj-he per le grandi assemblee riformate
è essenziale che i loro lavori siano preceduti e preparati da un intenso impegno
di studio, di meditazione, di intercessione da parte delle chiese-membri e di tutti
i membri delle medesime. Allo scopo
T. N. Nice, segretario del Dipartimento
leologi<-o dell’A.RJVI., su incarico della
stessa, ha preparato una guida di studio,
destinala ad essere utilizzala in tutte le
chiese, senza distinzione di confessione o
di tradizione; destinato pure a tutti coloro che pensano di essere « fuori » della
Chiesa. Tuttavia il suo scopo essenziale è
quello di far partecipare i membri delle
Chiese riformate e i loro pastori ai problemi che sono alTorigine della formulazione del tema: « Vieni, Spirito Creatore! » Non si vergogna quindi di pre
seiitare un punto di vista riformato, pur
sperando che non si tratti di un punto di
vista soltanto riformato, a proposito di
tutti i problemi essenziali relativi al rinnovamento della Chiesa di Cristo tutta,
ossi.
Sebbene quest’opuscolo possa esser letto d’un tratto solo, è stato pensato in vista dello studio personale e a gruppi. Per
metterlo pienamente a frutto non basta
leggere il testo, bisogna darsi la pena di
considerare i questionari e i passi biblici
ai quali Fautote fa riferimento.
L’opuscolo, in francese (pp. 36, piacevole presentazione tipografica, L. 100),
può essere richies'o affa Claudiana, Via
Principe Tonran.aso 1, Torino (c.c.p. nmn.
2/21641) oppure a Torre Pellice.
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può giocare tutto l’anno, un campo da
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palla-volo e pattini a rotelle, una la'
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sportive già pronte per l’anno scola'
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Informazioni dettagliate subito scrivendo al Convitto Maschile Valdese
- Torre Pellice - (Torino).
I LE¥YOItl CI SCRIVONO
Sanremo, 17 maggio ’63
Caro Signor Conte,
Ilo lello su] numero del 10 maggio, in « Tribuna libera », rarlicolo d(.-i pastore Geyinet. Consento,
di nia-sima, su .lultii i punti di esso. Ma (omprenido anche la passione (]I Giorgio Spini per l’unione
delle cliiese evangeliche italiane.
Davvero, è troippo tempo che se ne
parla, s^pecialmente tra Melodisti e
Valdesi; e temo proprio che le « tigri di (‘.aria » siano più potenti e
paurose di quello che meriterebbero. Che cosa aspettiamo ad ucciderle, anzi a strapparle?
Fra esse, la p'iù riisibile mi sembra quella del nome. Già, perchè
se ci 'nniamio quale nome daremo
all’unica grande « chiesa » che risullerà ('omposta da tutli gli evangelici d’ilalia, o datila maggior parte di essi? Questa grave difficoltà
mi sembrava riisibile, ma ora, ripensandoci, trovo che è ¡agrimevole. perchè esiste solo in quanto,
ancora una volta, e sia pure per teterci fedeli alle tradizioni, non ci
preoccupiamo di essere infedeli alla Parola di Dio. Chi ci ha insegnato, a tutti quanti, a chiamare
« rIncisa » quella elle dovrebbe essere solo l’unione di tante chiese locali? Per noi Valdesi, lo scandalo
fu introdotto dallo sconsigliato, o
mal (onsigliato, Sinodo del 1839:
invece di continuare a chiamare le
comunità locali col loro vero nome
di ( Illese, Ita incominciato a parlare
di !< paroisses », intitolando sttlennemente il Sinodo « Synodo de l’Eglise Vauidoise », cosa che fino allora non era mai stata fatta. I nostri padri avranno creduto di avere le loro buone ragioni nell’attuare qiuesto infelice cambiamento, ma
mi semibra ohe dobbiamo dir loro
Con molta franicliezza, e con più fedeltà alla Parola, che hanno sbagliato; e che dobbiamo correggere
Sullunità dellevangelismo italiano
lo sbaglio, anche indipendentemente dall’unione con le altre denominazioni. Quando poi questa finalmente sarà pronta, potremo agevolmente intitolarla in modo analogo all’art. 1 della « Eiisciipline
Ecclésiastique des Vallées Vandoises du Piémont adoptée par le Synode tenu à Saint Germain les 3,
4 et 5 déceinlbre 1833 » (fra parentesi: in tre giorni quel Sinodo approvò un lesto di ben 271 articoli,
e che articoli. Quanti Sinodi occorrerebbero adesso?) L’art. 1 suona
co'SÌ: (( Les Eglises Evangéliques des
Vallées du Piémont... ne forment
enlr’elles qu’un même Corps et
professent la doctrine de leurs ancêtres, basée uniquement sur la Parole de Dieu, contenue dans les
Saintes Ecritures ». Sostituiamo il
nome d’ilalia a quello di Vallées
du Piémonl, chiamiamo il « Corps »
Federazione, o Confederazione, o
Unione, e lasciamo che ogni comunità locale s’intitoli, seKomio la
Scrittura, ’’chiesa evangelica metodista, o valdese, o battista, o quello che si vuole, in Firenze, od in
Torre Pellice, od in Bari, e così
via”.
E’ difficile? Non è conforme alle
tradizioni? Non ’’salvaguarda abba
stanza i caratteri peculiari, eco.
ecc.”? Ed allora seguitiamo pure
a discutere, ma non ci meravigliamo poi e non piangiamo sulle nostre difficoltà. E voglia il Signore
continuarci la sua misericordia e
non aipplicarci la sanzione di « rimuovere » il nostro candelabro, come Ella bene avverte che può accadere.
Con affetto fraterno
Lino de Nicola
Firenze, 17.5.1963
Caro Conte,
in un articolo pubblicato il 10
c. in. su questo giornale, sotto il
titolo « Dalle tigri di carta alle
unioni di carta » si leggono affermazioni e giudizi assai pesanti del
past. Enrico Geyinet.
Poiché legalmenle, e per ragioni
che è inutile spiegare, risulto ancora diretitore responsabile del periodico « La Luce », sono indirettamente chiamato in caitsa: desidero che sia chiaramente e.spresso i’
mio dtsis-enso da quello scritto, che
nella sostanza e nella forma va
contro ogni consuetudine di leaPà
giornalistica, e oltre. Mi risulta
che: 1. il past. Geymet non è stalo
al convegno di Intra e non ha udito personalmente il pensiero del
prof. Spini; 2. la parte sostanziale
delle affermazioni attribuite allo
stesso non ('orrisponde a verità;
3. il past. Geymet attribuisce al
prof. Spini opinioni addirittura contrarie a quelle realmente da lui
espresse; 4. nello scritto del past.
Geymet diversi fatti sono stati presentati in senso affatto diverso da
quello voluto dall’autore.
Nel momento in cui segnalo questo grave svarione giornalistico, non
posso lacere la sorpresa e Tamarezza provati per il tono usalo, per le
e.spressioni incontrollate dell’articolo: il prof. G. Spini è vice presidente della Chiesa Evangelica
Metodista, è quello il modo di mettere in causa il vice-moderatore di
una Chiesa sorella? è giusto che
l’organo ufficiale della Chiesa Evan.
gelica Valdese dia libero sfogo a
questo genere polemico che umilia
i problemi e le aspettative dell’Evangclismo italiano, e li riduce a
mF.-rhine beghe strapaesane?
Ti prego, caro Conte, di dare
lapazio a questa motivata protesla.
Ricordandoti con affetto,
Past. Luigi Santini
F accio notare che l’articolo del
Past. Geymet è comparso sotto Toccliiello ’’Tribuna libera”; la noterella redazionale appoggiava es.senzialmente la parte di tale articolo
in cui si contestava che i valdesi
si fossero disinteressali delTevangeiizzazione italiana: forse la mas•sa se n'è disinteresstila — come in
ogni chie.sa, del resto, gii ’’evangelizzatori” sono sempre individui afferrati da questa passione-minisie''io — tuttavia i sinodi valdesi un
pm'o acmeno compresero l’importanza della testimonianza nella nuova nazione, e non pochi valdesi legarono il loro nome, accanto a molli altri, alla storia dell’evangelizzazione risorgimentale.
Comprendo la sorpresa e l'amarezza di fronte all’intervento del
P/i.si. Geymet (quanto ai vicemoderalori, anche quello valdese è stato
poco fa rudemente attaccato...), nm
si può anche compremlere, se non
l’amarezza, il sernso di disagio per
ccrtn liquidazioni' un po’ troppo
garibaldine. Personalmente ho tetto con vivo interesse, e direi quasi
con diletto il vivacissimo e feroce
quadro tracciato da Giorgio Spini
al convegno di Intra e pubblicato
su Gioventù Evangelica — e indubhimnente Tintenzione fondamentale
di esso è .stata unilateralmente presemata nell’articolo del collega
Pastore Gsymet; concordo piermmente con molte linee della sua
analisi; ma di fronté al ripresentarsi — e ben venga / — del pro
hlemu dell’unità dell’evangelismo
italiano, ¡senso che si debbano tener chiari alcuni punti:
1) Non bisogna insistere, con un
pizzico di demagogia, sulle divisioni come trasposizione ecclesiastica
delTiniquità sociale (chiede tradizionali = borghesi; chiese ’risvegliate = proletarie) : vi sono comunità ’tradizionali’ tutt’altro che
borgbe.si. sia come costituzione sociale, .sia come spirilo; e vi sono
comunità ’risvegliale’ in cui lo spirito di Tartuffe è attii'amente all opera e che sono o .stanno diventando borghesi della più bell’acqua.
Mi pare che l’appellativo 'borghese — in un giudizio giustamente
negativo sulla chiesa — non ha un
senso classista ma un senso spirituale. D'altra parte quello che divide comunità riformate e. ad esempio. comunità pentecostali non è
Silo un fattore culturale e sociale
( non contesto che esso concorra
sciagurnlameme alla separazione )
ma il modo stes.so di intendere la
vita cristiano; tradizioni diverse
profondamente radicate in diverse
cani prensioni delTEvangeìo.
2) Penso che, ad esprimere una
fondamentale unità, abbiamo campo per un’ampia collaborazione, e
che dobbiamo imi>egnarci in essa
con una passione che finora, con
ogni evidenza, è cosa di pochi. Ma
anche qui dobbiamo, a min avviso, evitare ogni demagogia ; evitare di rifare un tentativo chiaramente fallito in passato, non tanto per
cattiva volontà ma perchè era inficiata alla radice: il tentativo di
costituire una 'chiesa evangelica italiana’ tipo calderone, in generoso
ma .superficiale dispregio di ogni
fondamento seriamente teologico. E
credo che siama in diritto di chiedere che cessi il ritornello contro
il provincialismo valdese: o piuttosto, c è un provincialismo valdese
da cui dichiaro anch'io il mio netto dis.'ienso': ma non è fair play far
passare sotto questa etichetta tutto
Taueggiamento valdese, e in particolare la posizione di molti che.
in oeccsiine del famoso voto .sinodale, dichiararono di non poter rinunciare al nome ’valdese’. Personalmente, qualora si costituisse una
’’Chiesa Riformata d’Italia”. non
avrei nulla in contrario a che il
termine ’valdese’ divenisse per noi
sinonimo di quel che ’ugonotto’ e
'cévenoV significa in Francia; ma
vo-rei esser ben sicuro che si traila.s.sp di que.sta chie.sa riformala. Se
si mette il problemn in questi termini — e sono convinto che questi
sono i termini veri — non è più
pos.nbile il superficiale "piantiamola ron ie divisionil”. che non è
c -to nella mente di Giorgio Suini
ma elle potrebbe essere il frullo
non vo'ii'o deìTimpegno generoso
con cui mo'li lottano oggi per l'unione dell’evnngelismo italiano.
D'.atogo aperto e senza mezzi terniini. dum¡ue. ma toccando davrern i problemi di fondo, che del resto lo Spini affronta chiaramente
nella .sua analisi e ne! suo auiipllo:
(he ho sentilo, iiersona’mrn'e. co■«" '"I appello alla mia chiesa ad
cf-'-erc con piu ridire unu chiosn
reloniia'a se.n;j'n* reíormanila. Per
¡ucl po di esperienza ecumpiiica
che ho, è rfuesio il segno che si
iranava di un buon articolo ecumpriico. Gìno Com£
Abbiamo ricevuto
Per il piccolo profugo romano
ustionato: N. N., Torino, L. 1.000.
Per il Collegio t 'aldese:
Tinetta Goss, Luserna S. Giovanni, L. 1.000.
4
pag. 4
31 maggio 1963 — N.
Í
BOBBIO PELUCE
LUSERHA S. GIOVANNI
— La Comunità ringrazia il sig. Aldo
Varese ohe le ha rivolto il messaggio della Parola di Dio dotnienioa 12 maggio.
— .Sabato 25 maggio è ©tata invo*cata la
benedizione di Dio sul matrimonio di
Bertan Giuse^ype (Perla) e MoìidQn~^Mariri
Emnia (Podio superiore). La Chiesa tutta
formula gli auguri più affettuosi per questi sposi, mentre domandiamo al Signore
di oireoindarli sempre con la Sua grazia.
— Domenica 26 maggio nel corso del
nostro -culto è stato presentato al Battesimo il bimbo Gönnet Silvano di Stefano e
Mondon-Marin Maddalena (Pautas&et). Il
Signore benedica sempre il bambino -ed
i suoi cari.
— Domenica 26 maggio il Pastore ha
letto, nel coreo del culto, la relazione morale e fìnanziaria del Concistoro per l’anno eoclesiastico 1962-63 che è stata approvata dall’ass^nblea. Sono state nominate
a rappresentare la nostra Cliiesa alla Conferenza Distrettuale le nostre sorelle Geymonat Lina ed Aime Frida; delegata al
Sinodo è stata eletta la signora Geymonat
Lina (supplente il sig. Charbonnier Giovanni fu Davide (Abses). Quali revisori
dei conti sono stati rinonrinali i signori
Pontet Aldo (Via Boschetti) e Negrin
Stefano (Costa). e. a.
ANNUNZIO
Per fraterno accordo intervenuto
con i Concistori di Angrogna e di
Torre Pellioe, il culto nello storico
tempio del Ciabas, per la durala
del periodo estivo e a partire da
domenica 2 giugno alle ore 15, sarà presieduto la 1“, la 3» e la eventuale 5^ domenica del mese da un
pastore di S. Giovanni e la 2^ e la
4^ domenica rispettivamente dai
pastori di Torre Pellico e di Angrogna. Il CoTicis/oro
di Luserna S. Giovanni
POMARETTO
— Domenica prossima, giorno di Pentecoste, avremo il culle con Santa Cena alle
ore 10,30; nel pomeriggio alle 14,30 in occasione della chiusura dell’attività dell’unione delle mamme avremo il seguente jn’Ogramma- li saggio finale della nostra scuola materna ; 2) partecipazione della fanfara
di Pomaretto, Villar Pellìce e Villar Perosa con un gruppo della Germania; 3) con
vari del gruppo corale dei cadetti.
La colletta andrà a beneficio deirasilo
d’infanzia.
Tutta la comunità è cordialmente invitata
nonché gli amici vicini e lontani.
Dal Lemano alla Val Pellice
Serata veramente eccezionale, per la sana alleigria e armonia fraterna, quella che
si è «volta nella Sala Albarin di S. Giovanni sabato 25 c. m. per initraltenere gli
ospiti di Morges. Un numeroso gruppo
(3 pullman) di protestanti della Chiesa
Riformata Svizzera è giunto a Torre nella
giornata di venerdì 24, ospite delle comunità di Luisema S. Giovanni e Torre
Pellice. Il giorno suiocessivo è stato accomipaignato da nostri pastori in visita ai
luoghi storici delle Valli Valdesi. Quindi,
la sera, riunione a S. Giovanni nella Sala
Albarin, dove sono convenuti numerosi i
valdesi delle noiBtre comunità.
Il pastore di S. Giovanni, Sig. Jahier,
ha aperto la manifestazione con una breve preghiera. Dopo di che, la Corale di
Morges, diretta egregiamente dal Signor
Metzner, ha cantato in modo impeccabile
alcuni cori. La Corale valdese di Torre
PelUce, diretta dal prof. Ferruccio Corsani, ha cantato auch’essa alcuni cori. I signori Enrico Gay, Elda Caffarél e Edda
Bounous di S. Giovanni sono stati interpreti di tma breve farsa in francese (Rosalie); chi conosce la bravura di questi
attori Sa che quando recitano loro, l’interpretazione non può essere che eccellente e il successo sicuro. Alcuni Morgiens,
nuovamente di turno, ci hanno presentalo
alcuni sketches parlati e cantati, tra i qua.
li il maiggior suicicesso è stato ottenuto
dalla parodia al pastore Jahier quale accanito fotografo le cui fotografie non si
vedono mai.
La Corale Valdese di S. Giovanni, diretta dal Sig. Albarin, con una bella esecuzione, ha cantato l’inno Le Colporteur
vaudois. Il torrese Galletto Amonlet, accompagnato daUa chitarra di un giovane
studente del Liceo Valdese, del quale purtroppo mi sfugge il nome, ha cantato al
cune belle canzoni molto bene interpretate. Il pastore Jahier, vero animatore della serata, lia presentato il prof. Philippe
Motier di Morges, l’otiganizzatore della
gita alle Valli della sua comunità. Il prof.
Motier ha portato il saluto, oltreché dei
Morgiens che non hanno postulo venire,
delle altre comiinità svizzere vicine. Egli
ha poi rievocato la gita di tre anni or sono fatta dalle nostre comunità a Morges,
augurando di rivederci ancora in casa loro, perchè essi ci attendono sempre con
amore fraterno, e anche perchè, egli ha
detto, questi incontri dovrebbero essere
più frequenti, onde rinforzare sempre più
la fraternità tra le nostre e le loro comunità neU’amore di Cristo. Egli lia poi
presentato numerose diaiposkive a colori
per farci ammirare vedute di Morges e
dintorni. Il pastore Jahier, per non essere
da meno, e forse per smentire la parodia
di cui sopra, ha anch’egli presentato nu
morose diapositive a colori con vedute di
soggetto vario. Guido Odin di Torre Pel
lice, fine dicitore, ha presentato tm riu
acitiissimo ed applaudito monologo. Anco
ra la Corale di Morges ha cantato un can
to popolare al termine del quale il pasto
re Vouga ha porto i ringraziamenti, a no
me suo e di tutti i gitanti, per il modo af
fettuoso e sincero col quale sono stati ri
cevuti ed ospitati. Il pastore Tourn di
S. Giovanni ha infine ringraziato gli osipi
ti per la gioia che ci hanno portato con
la loro venuta tra noi, e ha detto la pre
ghiera di chinsiura; e gli unionisti di San
Giovanni, con un ultimo atto di cortesia,
e per chiudere in bellezza questa serata,
passata veramente nella gioia e fraternità
cristiana, hanno voluto, per tdtiima cosa,
offrire a tutti i presenti la tradizionale
tazza di te accompagnata da squisiti pasticcini. Giovanni Odin
21-30 giugno e 1-9 luglio
Campo cadetti
ad Agape
Tema: LA STORIA DELLA RIFORMA
Direttore: past. Franco Giampiccoli; vice direttore Sig. Riccardo Bensi.
Quota: per l’intero campo L. 18.900 più L. 1.600 di iscrizione; giornaliera ne:
partecipazione parziale L. 1.050. (A causa dell’aumento del costo della vita Agape
ha dovuto maggiorare le quote pubblicate sul programma generale in ragione di
L. 100 al giorno).
PROGRAMMA STUDI
l“ PERIODO:
Introduzione storica sulla Riforma — La Riforma in Germania: Lutero — I
punti centrali del pensiero di Lutero — La Riforma nella Svizzera tedesca :
Zwingli —■ Gli anabattisti.
2° PERIODO:
Calvino e la Riforma Ginevra — La diffusione del calvinismo
trali del pensiero di Calvino — La Chiesa di Calvino.
I punti cen
II programma prevede 3 gite di una giornata e con pemoltamento in un rifugio alpino; brevi passeggiate, giochi organizzati, ecc.
/VB: Abbiano diviso il campo in due periodi nella speranza che chi ha esami possa essere libero per la seconda parte c possa arrivare domenica 30 giugno. Preghiamo per quanto è possibile di evitare una partecipazione che inizi a metà del
primo periodo o dopo il 30 giugno.
Facilitazioni: la FUV dispone di alcune borse campo. Chi si trova nella necessità di chiedere un aiuto è pregato di richiederlo al past. Franco Gianrpiccoli,
Agape - Prali (Torino) tramite il pastore della Chiesa .
Per le iscrizioni indirizzare a « Segreteria di Agape » Frali (Torino) unendo
le 1.600 lire di iscrizione.
Villeggiatura estiva
a Rora
— Giovedì 23, giorno dell’Ascensione, un
buon gruppo di membri della nostra Chiesa si è recato a Villar Perosa per prendere
parie alla cerimonia di dedicazione della
nuova Cappella di quella Comunità Valdese. E’ stata una l>ella giornata in cui abbia
ino potuto partecipare alla gioia dei fratelli di Villar. L’augurio è che quel nuovo
locale sia per essi uno strumento prezioso
per l’edificazione deUa loro fede e per l’opera della testimonianza cristiana.
— Domenic.o 26, hanno avuto luogo i funerali del nostro fratello Avondet Giusep
pc, di Bosc Barbe, deceduto all’età di 82
anni. Rinnoviamo ai numerosi figliuoli e
parenti 1 espressione della nostra viva sim
patia cristiana.
— Fa-eiamo presente ai membri della
Comunità ohe il culto di domenica prosai
ma, Pentecoste, avrà luogo alle ore 10 e
sarà seguito dalla celebrazione della Santa
làna. Nel pomeriggio, aBe ore 15, il culto
SI terrà a Roccapiatta (con Santa Cena).
— 1 culti avranno luogo d’ora innanzi
alle ore 10, sino alla fine di settembre. I
<-ulti mensili avranno luogo: a Roccapiatta,
le seconda domenica del mese, alle ore 15 ;
al Roc, la quarta domenica, alle ore 8.
Tulli sona pregati di prenderne nota.
Sono ormai parecchi gli armi in cui
ogni estate a Rorà si realizza un incontro estivo con tutti quei villeggianti evangelici provenienti da ogni parte d’Italia
per godere con noi del dima sano e salubre delle nostre VaBi. E per clima, oltre a quello materiale, che è nur seniore
un dono del Signore, vogHamo intendere
anche quello spirituale: ritemprare infatti le nostre forze fisiche, soffocate dal clima soffocante delle città e dal ritmo incessante del nostro lavoro, a contatto diretto ed immediato con la superba vegetazione che ricopre le nostre alte vette,
è un dono che ci viene offerto. Oltre a
questo incomparabile dono abbiamo ciò
che forse nessun altro paese in Italia può
dare: qualsiasi persona voi incontriate
è certamente un Valdese, nostro fratello
in Cristo. E non è poco poter aprire il
dialogo prima ancora di essersi conosciuti sapendo che Paitro nutre con noi la
stessa fede e la stessa speranza in quanto
nich’egli è stato come noi conosciuto da
Cristo.
Il dima e la pace che si possono godere a Rorà sono incomparabili! Il canto
ddla natura spinge, l’uomo ad aprirsi e ad
uscire dal proprio isolamento per tuffarsi
in questo immeniso verde che ci circonda
e ci affascina!
Abbiamo ancora alcuni alloggi, rustici
s’intende, da offrire in affitto a villeggianti
evangelici e fomiti di lutto il necessario
per trascorrervi anche alcuni mesi.
Scriveteci e noi vi verremo incontro con
ogni possibile facilitazione.
Indirizzo: Past. Aldo Rntìgliano - Rorà
(Torino).
FORANO SABINO
Ecco in breve alcune notizie della nostra
Chiesa. Il 10 ci siamo recati a Temi, su invito della locale Chiesa Metodista. Abbiamo partecipato al cul o e nel pomeriggio
rUnione Giovanile ha rappresentato il
dramma « Piangi, terra amata », già recitato a Forano il XVII Febbraio. Abbiamo
cosi trascorso una intera giornata in fraterna comunione con gli evangelici di Terni: questi contatti fra comunità abbastanza isolate sono sempre benefici.
— 11 1“ maggio è stato richiamato dal Signore il fratello in fede Vittorio Claudi,
capostazione titolare. Lo ricorderemo per
la bontà ma più ancora per la fede nel suo
■Signore, che l’ha accompagnalo fino al
1 ultimo, e per l’amore che portava alrEvangelo e alla Chiesa evangelica. Il Pastore Gay, di Roma, in assenza del Pa
store locale, ha annunciato l’Evangelo della vita eterna a centinaia di amici, colleglli, conoscenti, fratelli di Chiesa dell’Estinto, i quali, con la loro presenza,
hanno chiaramente manifestato di quanta
stima e affetto il nostro fratello era circondato. Alla Famiglia, duramente provata,
rinnoviamo Pespressione della nostra simpatia. Vittorio Claudi ci lascia un ricordo
piezioso di fedeltà evangelica, mantenuta
costantemente attraverso gli anni, e anche
per questo pensiamo a lui, pur nell’afflìziione, con riconoscenza e gratitudine a
chi ce lo ha dato come fratello e amico
nella famiglia di Dio.
— Il 12 maggio oltre 50 membri della
nostra Chiesa ci siamo recati in pullmann
a Ferentino per l’inaugurazione della nuova cappella. Abbiamo preso parte al culto, contribuendovi in particolare con tre
cori cantati dalla nostra piccola corale. Lu
gioia dei fratelli di Ferentino era anche la
nostra e quella dì tutti i presenti — gioia,
come ha detto il Pastore Vinay, non tati
to per i muri (anche per quelli!) quanto
per la Chiesa luU-a raccolta nella lode di
Dio e neH’iinpegno evangelistico.
— 11 14 maggio, infine, abbiamo avuto
la gioia di riabbracciare il Pastore Jallà,
che per 5 anni ha condiviso con noi le
gioie, i dolori e le ansie di tutta la comunità. Dopo alcuni tocchi di campana, ci
siamo ritrovati alle 9 di sera nella sal.t
delle attività, puntuali come a-d un appuiitamentc. Dopo il benvenuto, anzi il bentornato, portogli dal Pastore Ricca a nome di tutti, il Pastore Jallà ci ha parlato
del suo lavoro sia nella Chiesa di Torino
sia nel campo degli immigrati. Egli era
lieto di rivedere la cemunità di Forano
! H il mio primo amore » ha aggiunto), dicendo di sentirsi come se fosse tornato a
a casa. E vero. Pastore Jallà: Lei stava
proprio a casa sua, anzi, dirò di più: ogni
nostra famiglia è casa sua. Non è retorica,
questa, ma è una verità che solo l’amoic
per il nostro comune Signore e Salvatore
può creare. L’affetto reciproco che ci lega gli uni agli altri rinsalda in noi tutù
e nello stesso tempo esprime i sentimenti
di amore fraterno che «siste nella Chiesa
c che non verrà mai meno.
Rocco Giuliani
CARUNCHIO
Un piccolo appartamento, sobria
mente ammobiliato, di proprietà della Chiesa Valdese, è a disposizione di
famiglie evangeliche che desiderino
trascorrere un periodo di vacanza a
CARUNCHIO. Tre stanze con 4 letti,
aumentabili più servizi; alt. m. 716 sul
mare; fitto, offerta libera alla Tavola; contributo, incontrare fratelli
isolati.
Iriformazioni : Past. Giulio Vicentini
Via S. Maria, 33 - tei. 95.201 Carunchio
(Chieti)
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Aperta al ’’culto in ispirito e verità,,
la cappella valdese di Villar Perosa
[segue dalla La pug.i
Il Pastore della nuova Comunità,
sig. Enrico Geymet, legge vari messa-ggi che sono pervenuti per la gioio
sa circostanza. Durante il culto, alcun: inni furono cantati da un gruppo
di Villar Perosa, accempagnati dalle
trombe.
Alle 11,30 fino alle 15 ha luogo l’intervallo per il pranzo. Mentre un cospicuo numero si reca all’albergo Olivero per un’agape fraterna, altri si
disseminano qua e là, sistemandosi alla meglio per la consumazione del
pranzo al sacco. Intanto un buffet ed
un bazar si mettono in funzione vicino alla cappella: tutto per le spese
certo non indifferenti della nuova costruzione.
Alle 15 riprendono le manifestazioni : la cappella è ancora più stipata di
gente, per il sopraggiimgere di numerosi gruppi. Canta la corale di S. Germano elusone, diretta magistralmente dalla Sig.ra Delia Bert, vengono
eseguiti vari inni e cori a quattro voci. intercalando i messaggi che sono
recati.
Il signor Moderatore parla della comunità di Ferentino (BassO' Lazio) e
de! suo locale di culto inaugurato domenica 12 maggio, poi di Campobasso,
ove il locale di culto sarà inaugurato
domenica prossima 26. La nascita e
la formazione di queste Comunità
Valdesi qua e là nella nostra patria
hanno spesso una lunga e travagliata
storia, qualche volta anche degli eipi
sodi un po’ comici per quello che riguarda il reperimento e l’acquisto del
locale di culto... ma, grazie a Dio, tutti finisce per il meglio quando la Comunità, che sorge, è edificata sullf.
salda Parola del Signore e nella fede
operante.
Il Pastore Bert, di San Germano, in
veste di Pastore che si è occupato sino all’autunno scorso della zona di
Villar, fa un breve quadro storico della presenza Valdese in questa zona.
Dopo aver ricordato i fatti salienti del
passato eroico .(persecuzioni ed esilio),
viene a parlare delle circostanze che
hanno portato- i Valdesi nella zona di
Pinasca, Dubbione e Villar. Sono ragioni eoGinomiche-sociali. Il fenomeno
na cominciato a manifestarsi tra le
due guerre mondiali, intorno al 1930 ..
Dapprima si trattò di poche famiglie
di contadini ohe acquistavano una cascinott-a o prendevano in fitto una piccola aziejnda agricola su verso la mezza montagna ; poi famiglie di operai
della RIV... Il numeroi dei Valdesi stabilitisi da queste parti andò rapidamente aumentando dopo l’ultima
guerra. D’altra parte, sulla riva destra del Chisone c’era, sin dai secoli
passati, una popolazione in gran maggioranza valdese, che faceva parte
della parroicchia di San Germano e di
Poimaretto. Da vari anni, nelle Conferenze Distrettuali e nei Sinodi, si parlava della necessità sempre più sentita di crepe a Villar Perosa un centro
parrocchiale che potesse unire e curare tutta questa popolazione Valdese
che si trovava da una parte e dall’altra del fiume. L’ultimo Sinodo ha invitato la Tavola ad adoperarsi affinchè questo avvenisse, nella misura del
possibile, durante quest’anno... Così
ur- Pastore (il Sig. Geymet) è stato
mandato sul posto : egli è stato- acco-!to come un messaggero del Signore.
Con la collaborazione molto attiva di
tutti, p-no state avviate e ben condotte varie attività ecclesiastiche, che salunno certamente potenziate in avvenire. Oggi la Comunità di Villar Pero-sa conta oltre trecento- membri comunicanti.
L’Avv.to Ettore Serafino-, membro
laico della Tavola, prendendo- la parola, si compiace per questa nuova
realizzazione (dopo San Secondo e
Frali, per non parlare che delle Vah
li!). Si compiace anche- per la larga
affluenza di pubblico, che è certo un
buon segno; c’è un sentimento buono
in questa massiccia partecipazione di
gente , si augura però che questo non
sia un fenomeno- di un mo-mento, di
una giornata... ma sia il sentimento
che spinge ogni domenica il Valdese
verso il tempio per « apprcvigio-narsi »,
per fare acquisto del pane che non
perisce ma che dura in vita eterna.
I! culto domenicale, nei nuovi come
nei vetusti templi, nelle piccole- cappelle di campagna come nelle grandi
chiese di città, alle Valli come altro
ve, sia sempre ben frequentato onde
tutti i Valdesi possano nutrirsi di questo pane della Parola di Dio, edificare la Icro vita in Cristo e testimoniare nel vasto mondo della loro fede
In fine ha la parola il Pastore Gu
stavo Bouchard, di Po-maretto, parrocchia dalla quale, come da quella di
San Germano, si stacca una parte della pcpolazicne che forma la nuova
Comunità. Egli rileva tre caratteristiche che furono dei Valdesi, che in altri tempi abitavano su questa riva; u
primo; un senso di vivo ed autentico
ecumenismo con la popolazione cattolica; la vita pacifica, i rapporti umani sinceri onesti nel rispetto delle diverse fedi sia pure nella fermezza delle proprie convinzioni. Secondo : uno
spirito di operante testimonianza resa all’Evangelo a quella popolazione
cattolica, tenuta nella ignoranza e
talvolta nella superstizione, tanto che
le autorità religiose diffidavano i loro
parrocchiani dall’avere troppi contatti coi Valdesi (succede ancora oggi in
qualche caso!). Terzo-: la lettura della Bibbia. Il sacro Libro non faceva
soltanto bella mostra di sè nelle case,
ma era letto e meditato giornalmente!
Ebbene possano i Valdesi di oggi caratterizzarsi cosi
Alle ore 16,30 terminano le manifestazioni di questa bella giornata, anche se il sole non ha voluto neppure
fare capolino tra le nuvole grigie.,
una bella giornata passata nella comunione fraterna e sotto la benedizione del Signore.
A Lui solo sia ia lo-de, l’onore e la
gloria. Amen. Giovanni Pcyrot
PRIMO DISTRETTO
Conferenza Distrettuale
La Conferenza è convocata per Giovedì 13 Giugno, alle ore 8 nel tempio
di Prali.
Un servizio di pullmann sarà organizzato per raccogliere i delegati del
le varie Parrocchie. Partenza alle 6 da
Bobbio Pellice.
Predicatore : Past. Seiffredo Colucci.
RIN GR AZIAMENTO
La famiglia Pascal dei Ro-ss-etti di
Pinasca desidera ringraziare per mezzo dell’Eco- de-lle Valli tutti coloro che
l’hanno assistita e- sostenuta in occa
sione- della repentina dipartenza del
suo capo:
Pietro Enrico Pascal
il 22 u. s. In medo- particolare ringra
zia: Il dott. Momigliano, il dott. Milanesi, la Direzione de! Cottolo] izo, i
pastori Renato- Coisson ed Enrico Geymet, i vicini di casa e gli am ei vicini
e lontani che in ogni modo si sono
prodigati per recare aiuto alla famiglia cosi dolorosamente colpita perchè : « il suoi sole- è tramontato- mentre era ancora giorno» (Ge-r. 15: 9).
RINGRAZIAMENTO
La famiglia -della compianta
Alasia Maria
ved. -Martinat
commossa per la dimo-strazione di affetto ricevuta sentita-mente ringrazia
tutti coloro che- gentilmente hanno
preso parte al suo grande dolore Un
grazie particolare a Suor Velia, alla
otgnora Susanna Long che tanto amorevolmente l’ha assistita; a tutto il
personale della Casa Valdese di riposo ; ai Pastori Bert e Geymet.
« L’anima mia s’acqueta in Dio
solo, da Lui viene la mia sai
vezza», (Salmo 62; 1)
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