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DELLE
ütlMA
Casa Va Hese
OPRR ppfj
S e 11 i m a n a 1 e
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quoll\ayete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Ann« LXXXVIII - N. 8 ( Eco: L. 1.200 per I’interno Eco e La Luce: L.'%^00 per l*intemo Spediz. abb. postale • il Gruppo TORRE RELUCE — 21 Febbraio 1958
Una copia L. 30 / L. 1.600 per l’estero L. 2.500 pd^I’ettero ^^ Cambio d’indirizzo Lire 40,— Afnifiin. Claudiana Torre Pollice ■ C.C«P• 2-17557
UN PAESE SCONVOLTO DALLA GUERRIGÙA
—
Aspetti politici e religiosi deH’Hgeria
Da quasi txe anni e mezzo la
Francia conduce in Algeria una
guerra sanguinosa, costosa e rovinosa per il suo prestigio, contro quelli che, detiniti spesso come « ribelli », hanno assunto in realtà l’aspetto di un vero e proprio fronte di liberazione nazionale.
L’insurrezione, scoppiata nella
’ lolle dal 31 ottobre al 1 novembre
J9Ó4 si è trasformata in una guerra
cib ile, in una guerra cioè che oppo. ne due parti di una stessa popolaizione. lina guerra nella quale i « ribelli » non sanno forse neppure
esattamente quali siano i miglioramenti sociali per cui lottano, ma
vogliono l’indipendenza, che per loro significa essenzialmente la fine
! del regime coloniale. Tale è infatI ti il regime in cui vive il paese,
anche se dal punto di vista legale
! è considerato im dipartimento della
I Francia, parte integrante del territorio metropolitano. Il solo fatto
che. gli algerini di discendenza europea e quelli mussulmani non abbiano gli stessi diritti politici dimostra
che il nome di dipartimento dato
aU’Algeria è in realtà una finzione
giuridica.
Naturalmente dietro una guerra
(l* di questo - genorty—e’ò-ogni—sorta di
interessi politici ed economici in
giuoco, che noi non possiamo seguire in un breve articolo; cercheremo
soltanto di dare alcune informazioni sulla situazione algerina in generale, In quel paese vivono otto milioni e mezzo di mussulmani e circa 111! milione di « europei » i quali
sono, più precisamente, dei discendenti di europei (specialmente fran(csi, ma anche spagnoli ed italiani)
stalli lili in Algeria spesso da diverse generazioni. Essi sono dunque algerini da ogni punto di vista, ma
r8,T per cento di loro non parla nè
l araho nè il berbero, come il 90 per
cento dei mussulmani non sa il francese. Gli « europei » abitano per la
maggior jiarte nelle città, hanno un
livello di vita nettamente superiore
ai mussulmani, e tra loro si contano
quelle poche migliaia di persone
che possiedono gran parte e la parie migliore delle terre coltivabili.
Essi inoltre detengono il potere politico perchè nessuna legge, fino al
momento presente, consente che
nelle assemblee politiche i mussulmani abbiano più seggi che gli europei : sarebbe come dire che in materia di elezioni un europeo vale
nove mussulmani.
Vento
sul mondo coloniale
Sono dunque due popolazioni che
non si parlano, non vivono insieme,
hanno interessi diversi, la minoranza comanda e possiede, la maggioranza serve e spesso ha fame. Questo
significa che, anche se vi sono stati
occasionalmente degli sforzi di integrazione, in pratica la popolazione di origine europea ha considerato i mussulmani come gente inferiore, e lo si sente nei sofismi con cui
i coloni giustificano i salari da fame
che pagano ai braccianti: « L’arabe
( abituato a mangiar poco; l’arabo
è abitualo a dormire per terra ».
Il fatto grave è appunto questo ;
che la popolazione europea si sia
mantenuta separata per comandare
e sfruttare invece di trattare i mussulmani da eguali. Costoro, spinti
dallo stesso vento che agita ormai
tutto il mondo coloniale, reclamano
per sè la direzione ed il godimento
delle risorse del paese. E’ estremamente difficile attribuire a ciascuno
la sua parte di ragione e di torto;
certo la Francia ha fatto molto co
struendo strade, centrali elettriche,
e rendendo produttivo il paese, ma
la massa dei mussulmani è rimasta
povera. L’Algeria è stata valorizzata, sì, ma principalmente a favore
della minoranza europea la quale,
con il suo egoismo ed il suo concetto di superiorità ha suscitato con
tro di sè l’odio e l’insurrezione.
Anche qui non bisogna esagerare:
è certo cUe nop tutti i francesi sono
degli sfruttatori nè tutti i mussulmani delle povere vittime.
11 grande torto della Francia è
stato di non aver capito che l’insurrezione non era soltanto prodotta
da pochi scontenti facinorosi, ma
era il campanello d’allarme che indicava che tutta la situazione algerina doveva essere ristudiata e modificata. Non avendo inteso questo
allarme la Francia si è messa suUa.
via sbagliata ed invece di cercare
accordi, intese, trattative e riformo
è scesa sul sentiero di guerra.
Essa oggi mantiene in Algeria un
esercito di 600.000 uomini, più
l&h;000-membri delle forze di -pò ^
lizia, senza contare le squadre organizzate dai coloni. Le spese di questa guerra sono colossali (si parla
di un miliardo di franchi al giorno),
e i morti? le valutazioni sono imprecise: quando l’aviazione per rappresaglia distrugge un villaggio, ciii
va a fare il conto degli uccisi? Un
giornale prudente come « Réfornie»
si domanda se non siano già 300.00.)
o forse mezzo milione.
Gesù Cristo
riconcilia i popoli
La tortura nelle prigioni è diventata non l’eccezione, ma la regola e
poche sono le famiglie mussulmane
di Algeri che non ne abbiano fatto
l’esperienza nella persona di uno
dei loro membri. Il torto non è da
una parte sola e i ribelli non sono
meno crudeli dei paracadutisti, ma
è particolarmente scoraggiante il
fatto che la nazione dei « diritti dell’uomo », la nazione che ha più
sofierto deU’occupaziope hitleriana
stia ora rinnegando, per difendere i
suoi interessi, quei diritti dell uomo
e segua l’esempio della famigerata
polizia nazista.
Di fronte a questi fatti le considerazioni che si possono fare sono parecchie: si può osservare che, per
quanto la ragione non stia interamente nè da ima parte nè dall’altra, di fatto la Francia combatte una guerra reazionaria ed il fronte
di liberazione algerino è animato
da quell’entusiasmo che accompagna i movimenti di emancipazione
c risorgimento di un popolo.
Possiamo anche considerare che
c una grazia del cielo che l’Italiu
min abbia più colonie in Africa, altrimenti ci vedremmo anche noi invischiati in grossi guai.
Ma una riflessione più seria si
impone: guardiamoci dal prendere
l’atteggiamento del giudice perché
basta pensare a come Oraziani a
suo tempo pacificò la Libia e alle
rivelazioni di Danilo Dolci sui metodi nella polizia per toglierci ogni
illusione su quello che avrebbe potuto essere il nostro comportamento in una situazione simile a quella
algerina.
E non dimenticl^amo che anche
noi siamo un paesjs che ha goduto
o, per lo meno, tentato di godere
del sistema coloniale e che abbiamo
quindi anche ima parte di responsabilità morale.
Infine, come cri^ani, ascoltiamo
l’appello lanciato dal Sinodo delle
chiese riformate d’.^geria il quale,
dopo aver indicato ai credenti francesi le loro responsabilità, chiede a
tutte le chiese evangeliche di proclamare che Gesù Cristo riconcilia
gli uomini e di pregare per quelli
che hanno qualche responsabilità
nella situazione attuale.
Aldo Comba.
CHIESA VALDESE DI SAN GERMANO CHISONE
Abbiamo il piacere di annunziare che
Martedì sera 25 Febbraio
alla ora 20,30
il VESCOVO METODISTA BÀRBIERI
Presidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese
parlerà sul tema seguente:
(de nuove grandi possibilità del Prutestantesiino ))
Data la particolare importanza della visita la Commissione distrettuale rivolge un caldo invjilo anche ai Valdesi delle altre par
rocchie delle Valli e in modo particolare delle parrocchie limitrofe
(Pinerolo, Prarostino, Pramollo, Pomaretto), perchè intervengano
numerosi alla adunanza che si terrà nel tempio.
Politica umana e volontà di Dio
Appunti a Haarvo sul ** Massaggio ili un credenio al suo popola,, pubblicato
guintUol giorni or sono, con riferlmonto alla figura dal Presidento Eisanhower
E’ vero : i nostrr quotidiani non
sanno e non voglioi» riconoscere apertam.:nte nella persona del Presidente Eisenhower e nelle sue numerose
manifesazioni pubbfWse di fedef 1«
caratteristiche del credente, e, potremo aggiungere, le peculiarità del credente educato nel nostro occidente
cristiano.
Ma ci sono nell’articolo del pastore
P. Bosio delle affermazioni che mi
hanno lasciato molto perplesso, non
perchè esse non corrispondano a verità, ma perchè essendo troppo semplificate e « dogmatiche » perdono di
per sè verità e diventano pure e semplici « teorie ».
Come possiamo per es. affermare
con tanta sicurezza, che il Presidente
Eisenhower e gli altri « leaders » degli Stati Uniti, sono dei « credenti sinceri »? Sfletta a noi di giudicare in
questo senso o non sarà piuttosto il
Signore che « giudicherà i segreti degli uomini? » (Romani 2: 16). Poiché,
non basta citare in un discorso la Bibbia (vedi r interpretazione piuttosto
dubbia del Salmo 23!) nè basta raccogliersi in preghiera di fronte agli uomini; nè basta andare in chiesa per essere dei « veri credenti ». Anche Satana sa citare la Bibbia (cfr. Matteo 4:
6) e anche i Farisei sanno fare delle
preghiere in pubblico (Matteo 6; 5)
e vanno in chiesa molto regolarmente
(Luca 18: 9-12). Dico questo, non
per negare la fede del Presidente o dei
leaders degli Stati Uniti, ma al contrario : per lasciare a Dio soltanto il giudizio che a noi in questo campo non
appartiene.
Questa difficoltà da parte nostra di
definire la fede del Presidente e dei
suoi collaboratori, appare ancora più
reale quando esaminiamo nell’ articolo suddetto, il modo in cui questa fede verrebbe messa in pratica. Essa infatti pone il Presidente di fronte a un
« ideale », ossia, dinanzi alla « volontà di Dio » che egli, con la « guida sicura della Rivelazione » — dovrà
mettere in pratica. Ma questa « guida
sicura » si dimostra molto diffìcile,
perchè non è « agevole sapere che cosa Dio richiede ai suoi figli ». Anzi,
possiamo dire che a causa degli ostacoli posti dal peccato, questa « guida
sicura » appare alquanto insicura almeno per l’oggi! Scrive infatti il Pastore Bosio che « ...i principi della Rivelazione... potranno, nel tempo, ope
rare come lievito che a poco a poco
trasforma la mentalità umana e crei
situazioni meno tragiche. Ma si tiatta
di sapere che cosa si debba far^ oggi
nel mondo, così com’èf'per evitare il
peggio ». E di fronte alla realtà della
« misera vita terrena » di oggi, tutti
gli « ideali » magnifici della Rivelazione ser/ono attualmente ben í»oo.
C’è solo una cosa che il Presidènte,
come credente sincero, deve fare « prima di tutto » : egli deve, come dice
sempre l’articolista, « evitare che una
parte delFumanità atea e violenta si
impadronisca del dominio del mondo,
riducendo in schiavitù i figli di Dio e
annullando la libertà e la giustizia ».
E come fare ad evitare questo grave
pericolo? Grandi sacrifizi finanziari,
per provvedere agli armamenti...!
Suvvia: nessuno si crede più savio
del presidente! No! Ma siamo veramente realisti: possiamo in coscienza
chiamare in causa la fede e la guida
della Rivelazione, là dove opera un’evidente politica umana di forza e di
potenza militare? E’ infatti solo la
sapienza umana che trova la sapienza dell’ Evangelo un’ ideale troppo
alto per questa « misera vita terrena »!
E’ la sapienza umana che stima (giustamente dal suo punto di vista) come
primo pericolo da evitare, il dominio
di una parte dell’umanità « atea e violenta ». E’ la sapienza politica ed umana che tende a dividere l’umanità
in « nazioni credenti » che ricevono
da Dio i suoi doni, vita e libertà; ed
in « nazioni atee » che impongono
schiavitù e ingiustizia.
La sapienza dell’Evangelo di Cristo proclama invece a tutte le nazioni,
sia in occidente che in oriente, che
« chi vuol salvare la sua vita la perderà, ma chi avrà perduto la sua vita per
amor di Cristo la troverà » (Matteo
16; 25). La sapienza dell’Evangelo
non conosce la politica « dell’evitare il
peggio » e tanto meno conosce la difesa dei credenti contro gli atei. La sapienza dell’Evangelo sa questo soltanto: che la nostra civiltà occidentale
non ha grande speranza di sopravvivere, a meno che non la smetta di
chiamarsi « credente » e « cristiana »
e non si ravveda sinceramente dal suo
ateismo e dal suo evidente materialismo finanziario. La sapienza dell’Evangelo sa questo soltanto : che la nostra civiltà occidentale non ha grandi
speranze di sopravvivere, a meno ch«
non apra gli occhi sull’immenso gemi
to di soffei-enza che la circonda e non
si getti subito al accorso, prima che
il gemito non si trasformi in grido d.
vendetta! Perchè non sta a noi dfi giudicare ^ fi nàondo così com^è oggi,
sia veramente diviso fra ¡credenti ed
atei (divisione sómmamente teorica!)
Invece il mondo è diviso oggi fra gen,
te con la pancia piena e gente con la’
pancia vuota. Il « Libro nero della
fame » del prof. Josuè De Castro, premio Nobel per la pace, afferma fra
l’altro che il 16% della popolazione
mondiale usufruisce del 70% della
rendita del mondo intero; mentre il
50% della popolazione, cioè i più poveri, vive con meno del 10% della
rendita complessiva. Questa situazione porta, in parole povere, alla morte per scarsa nutrizione da 30 a 40 milioni di figli di Dio all’anno! Possiamo
noi, occidente cristiano, sentirci ancora tranquilli e soddisfatti, quando sappiamo che siamo proprio noi a trovarci tra quel 16% di popolazione che
consuma il 70% della rendita mondiale? Avremo il mostruoso coraggio di
affermare che Iddio ci dà tutte queste
grazie perchè abbiamo una fede obbediente in Lui?
Qual’è il vero « peggio » qui da
« evitare »? Stiamo in guardia: la sapienza dell’Evangelo di Gesù Cristo
ci indica chiaramente la via; rinunciare a seguire la via del proprio interesse e della propria convenienza materialistica, attaccandosi a degli ideali e
principi inutili, perchè irreali ed impraticabili; rinunciare al proprio
egoismo ed ascoltare il grido : « scendi da noi e soccorrici! » (Atti 16: 9);
Cosa che l’occidente e per di più cristiano, può e deve fare.
E se non lo fa? Si continuerà allora
a seguire la sapienza umana e politica
che confonde la Chiesa con lo Stato,
Dio con Cesare; che divide l’umanità
in credenti ed atei; che difende se stessa ed i suoi egoistici interessi e privilegi, con la scusa di difendere Gesù
Cristo.
Ma chi allora ci assicura che Iddio
non si servirà proprio degli atei, contro di noi, come « verga della sua ira »
(Isaia 10: 5-6)? Il rimprovero di Cristo cadrà proprio là dove maggiori sono state le sue opere, ma dove anche
non v’è stato ravvedimento (Matteo
11: 20-24).
Thomas Soggin.
2
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. ” 11 I «^lid I ~ ..
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il:
tTsm nKLLF V4ixr VALDESI
IN TEMA DI STORIA VALDESE
Otto secoli di lotte
e di contrasti
A quest’ora i dipendenti cattolici delia KJ.V avranno letto il lussuoso volume che il Vescovo di Pinerolo na valuto offrire ai a carissimi
Dirigenti, Impiegati e Operai dello
StatìUimento di trillar l'erosa », con
la « generosa comprensione » della
Direzione generale stessa.
D volume ha un titolo; « Pinerolo e le sue Valli » ed uno scopo: a
conclusione delle Celebrazioni giubilari vuol essere un ricordo cne
faccia a rivivere a grandi linee, nei
suoi molteplici appetti, la vita secolare di quella terra in cui La Diocesi è inserita qual centro di diffusione dello spirito cristiano ».
Un capitolo è dedicato al cc movimento Valdese in otto secoli di
lotte e contrasti »; non poteva non
esserci, sia per il posto che il movimento Valdese occupa nella storia del Pinerolese, sia come risposta a quanto è stato pubblicato e
documentato dalla RIY l’anno scorso, in occasione della celebrazione
del cinquantenario, sulla storia della Valle.
Otto secoli in cinque pagine, è
un po’ poco indubbiamente; U compilatore delle note, pertanto, non
sfugge agU inconvenienti della superlicialità e alla tentazione della
parzialità.
Il problema della storia valdese
c visto quasi tmicameute sotto l’aspetto di una « ribellione » all’autorità costituita; si sorvola sulla
realtà d’una secolare persecuzione
dovuta innanzi tutto alla intolleranza della chiesa e all’azione del suo
8. braccio secolare », lo Stato, per
mettere in rilievo gh eccidi, le violenze, gli incendi compiuti dai Valdesi. Noi crediamo che nello sviluppo
della storia valdese c’è una « ribellione » ma è per motivo di coscienza, a causa dei principii religiosi determinanti per la fede dei
Valdesi, ieri e oggi; perseguitati prima di tutto per questi motivi, e non
per delle ragioni politiche (per quanto le vicende politiche si siano inserite nella trama degli avvenimenti) essi hanno dovuto difendersi, difendendo la loro fede e le loro terre. Avrebbero potuto non adoprar
le armi, lasciarsi imprigionare e
massacrare; non furono capaci di
tanto e, nell’uso delle armi, commisero anch’essi violenze e crudeltà.
Oggi non ci gloriamo affatto di
quelle violenze, siamo anche pronti a deplorarle, a cc non ricordar le
offese o raccoglier incitamento ad
orgogli od a vendette », come dice
la prefazione di Eugenio Minoh. La
storia, però, rimane e non può essere cancellata; non è onesto ridurre la storia delle lotte in Val Chisone ad un elenco di profanazioni
e di usurpazioni di templi cattolici,
senza dire apertamente in quali condizioni di vita i Valdesi eran tenuti,
perchè allora siamo costretti a domandarci: 8 Come mai quella Valle
è stata totalmente abbandonata dai
Valdesi? Sono andati di lóro spontanea volontà a fare un viaggio turistico in Germania o hanno dovuto
decidersi all’esilio per non abiurare
la loro fede? ». E non è neppure onesto sorvolare sui vari editti ducali o dei re di Francia che intimarono la distruzione dei templi Valdesi
in Val Pragelato o la loro trasformazione ip chiese cattoliche.
Parlando delle Pasque Piemontesi, è giusto riferirsi soltanto^ ai racconti delle efferatezze attribuite dal
Leger ai soldati ducali per poi concludere con il Morlapd, ambasciatore di Cromwell, che quei racconti
sono « storpiati in molti particolari ed in molte cose non conformi alla verità? » Si legga in questa stessa pagina la 8 Lettera autografa del
gesuita Fabrizio Torre, al seguito
delle truppe ducali », nel 1655, e
Venuta testé alla luce in un manO'
scritto inedito conservato nella Bi
blioteca Nazionale Braidense di Mi
lane, gentilmente inviatoci dal prof
Enea Balmas; ci si farà un’idea di
una « delle più formidabili tragC'
die che si siano vedute da molto tem
po in qua », perchè 8 si tratta non
di guerra, ma bensì di esterminare
una moltitudine di nemici di Dio,
e ribetii al suo Principe e si
vedrà come i soldati dei Marchese
di t'ianezza, dopo molte comunioni
e orazioni davanti al santissimo, corressero a per queste Alpi caricne di
neve alla caccia di pere d’inferno,
con tanta strage cne nel medesimo
tempo, per sjugir la morte ael ferro, si precipitavano con le mogli e
i pgiiuoiini nelle y ahi, aove non si
vedeva cne fuoco e sangue ».... e
non ci SI stupirà cne passassero
a perpetuanienie li bottini in tanta
quantità cne è uno stupore, bestiami senza pne, altre robbe d’ogni
sorte.... ». La relazione, lo si ricorai, e ai un gesmta, fonte non
dubnia! E In parola a estei minare »
è cniara assai e quanto mai signilicativa nella sua bocca!
E' comodo accusare i Valdesi di
aver fatto più volte ricorso a a governi protestanti d’Europa per averne un appoggio contro il loro legittimo sovrano, il Duca di Savoia »
quando questi Duchi, per i quali i
Valdesi diedero tante volte la vita,
li braccavano su per i monti perchè
fautori di eresia nei loro domini, e
tutto ciò alla maggior gloria di Dio
e con piena soddisfazione dei suoi
rappresentanti in terra!
iNessun Valdese sente la nostalgia
di quei giorni e nessun onesto Valdese vuol servirsi della storia passata per render più difficile la vita
presente. Abbiamo ben altro da fare; e se un’ispirazione ci viene dal
passato, non è certo tale da spingerci aU’orgoglio o all’ipocrisia, bensì
alla fedeltà alla Parola di Dio, sola
luce di verità per le coscienze degli
nomini, f tempi oggi sono diversi e
ne ringraziamo Iddio; cessate le violenze, ci auguriamo vengano giorni
di libertà scritta non soltanto nei
codici, ma nel costume dei cittadini. E, con la libertà, tempi di cristiana testimonianza, senza vederci
sempre associati in certe zone d’Italia ai perturbatori dell’ordine pubblico, soltanto perchè appartenenti
ad un culto diverso della religione
ufficiale dello Stato.
V engano soprattutto per gli uni e per
gli altri, diciamo col Minoli, tempi
in cui subentri 8 una valutazione più
pacata, un più esatto apprezzamento delle reciproche posizioni, una
coscienza più profonda delle indicazioni che alla coscienza di ognuno
pone, attraverso gli evidenti segni
dei tempi. Iddio, autore della storia e Salvatore degli uomini attraverso il Cristo Gesù ».
Ermanno Rostan.
■£a {ßde
In un museo si può ammirare l’opera di un pittore celebre che rappresenta la guarigione del cieco nato.
Un giorno, due eruditi sperano fermati davanti a questo quadro e ne esaminavano tutti i particolari. Uno di
essi, che conosceva da tempo questo
capolavoro, chiese all’altro che cosa
trovasse di più bello.
— Certamente il volto del Cristo —
rispose.
— Infatti è bella, ma non è quella
la cosa più ammirevole.
— Sono allora gli Apostoli, in gruppo, attorno a Gesù?
— Non lo credo.
— O forse la commovente espressione del povero cieco?
—' Neppure. Guardi, questo bastone in terra. Senza dubbio è un bastone
assolutamente ordinario, rozzo e nodoso. Ma è in terra! Il cieco lo ha abbandonato là, prima ancora di aver
recuperato la vista, tanto è sicuro di
non averne più bisogno. Non vuole
più nessun appoggio; la sua attesa è
in Cristo.
Consideri come tende le sue mani
verso di Lui, come tutti i suoi pensieri sono concentrati in Lui!
In questo bastone abbandonato sulla via, l’artista ha magnificamente espresso la nalura della vera fede.
La fede abbandóna, senza ancora
vedere, gli appoggi naturali che presenta la ragione ed attende il soccorso
dall’Iddio invisibile e da Lui solo.
LA PAROLA DELLA VITA
Cosforo che hanno messo
sossopra il mondo...
(Atti 17: 6)
Di chi mai si tratta? Chi può essersi meritata una così superba
apostrofe? Erano i propagandisti dell’Evangelo, gli annunziatori di
Cristo di duemila anni fa. Tali li vide il mondo pagano, che si senti
accusato, negato, attaccato, sconvolto dalle sue stesse basi dall’annuncio e dalla pratica di una verità rivoluzionaria. Proprio i .cristiani furono i sovver.sivi, i rivoluzionari, gli estremisti della società
di allora, che li trattò come dei fuori legge, dette loro la caccia come
ai più pericolosi nemici, tentò con folle accanimento di sradicarli dalla
terra. Ed effettivamente i ” cristiani ’’ erano gli incendiari che appiccavano ad un mondo decrepito quel fuoco che il Cristo era venuto
ad accendere in terra per purgare e rinnovare l’umanità.
Ahimè, noi constatiamo con amarezza come oggi questo onore
di essere considerati gli sconvolgitori del mondo noti tocchi davvero
ai cristiani. Le parti anzi si sono stranamente invertite. Sono proprio
1 cristiani che pretendono di difendere, di conservare, di salvare: che
cosa? l’ordine sociale? la civiltà cristiana? Ma se il mondo è lurido,
marcio, decrepito quanto duemila anni or sono se non più!
L’iniziativa di una più larga giustizia, di una più estesa fratellanza umanOi, di una più autentica libertà, è passata ad altri che non
si fregiano del nome di Cristo. Ma i crenlenti dell’Evangelo, coloro
che sono in marcia non verso un qualsiasi avvenire, ma verso le gloriose dimore della città di Dio, non dovrebbero essere anche in testa
a tutti i progressisti ed i rivoluzionari di que.sto mondo? E’ ora che
coloro che dicono di essere di Cristo si scuotano dal loro sonno, aprano bene gli occhi alfa luce solare dell’Evangelo, arrossiscano di vergogna per tutto quello che non fanno, .si sentano mossi a gelosia per
tutto il bene che gli altri vorrebbero realizzare .senza Cristo, e prendano finalmente quel posto cui Cristo li chiama; non alla retroguardia,
ma all’avanguardia dell’umanità. (Il Libero Vangelo)
Un importante documento storico
sulle Pasque Piemontesi del 1655
Lettera autografa del gesuita Fa
brizio Torre, al seguito delle truppe ducali, al Padre Antoniotti,
della Compagnia di Gesù.
Carissimi Fratelli in Christo
Iiensavo a queSfhora di fare a bocca e di presenza la relatione di una
delle più formidabili tragedie che si
siano vedute da molto tempo in qua,
e se bene nè abbia già scritto a cotesti Padri qualche ombra del segguito, non si può però di gran longa farne formar il concitto; come chi di
presenza vede quello che successivamente va seguendo di giorno in giorno, e perchè si tratta non di guerra,
ma ben si di esterminare una moltitudine di nemici di Dio, e rebelli al
suo Prencipe, e per essere tanto giusta la causa, è ben ragionevole si come io ne godo tanta buona parte di
presenza, che li miei carissimi fratelli anche essi per mia semplice relatione ne godano parte, acciò possino
participare delle vittorie che senza
altro con le sue • divote orationi havranno aiutato ai combattere la causa del suo Signore.
Che però gli dico che per troncar
il capo a quést’Hidra dell’Hsresia di
queste valli non vi andava altro con
Un pasteur impossible
Une paroisse cherchait un pasteur.
Las d’entendre les exigences des
paroissiens au sujet des candidats
inscrits, un conseiller de paroisse sortit de sa poche une lettre, en laissant
entendre qu’elle émanait d’un nouveau
candidat, capable de rallier tous les
suffrages. Il en fit lecture devant le
conseil assemblé:
« J’ai entendu dire que votre paroisse cherche un pasteur et j’aimerais
me proposer comme candidat. J’ai
quelques qualités, me semble-t-il, que
vous pourriez apprécier. J’ai reçu la
grâce de pouvoir prêcher avec puissance et conviction, et j’ai obtenu
quelques résultats avec ce que j’m
écrit. Certains disent que je sais bien
organiser. En effet, j’ai toujours donné une ferme direction dans la plupart
des endroits où j’ai été.
« D’autres cependant formulent des
objections contre moi. J’ai déjà les 50
ans passés; nulle part je n’ai servi une
paroisse plus de trois ans de suite. J’ai
dû quitter quelques-unes de ces paroisses après y avoir amené la mésentente. Je dois aussi admettre que j’ai
été en prison trois ou quatre fois, mais
pas parce que j’avais fait quelque chose de vraiment faux. Ma santé laisse
à désirer, et pourtant je travaille en
core beaucoup. De temps en temps, je
dois faire du travail manuel pour pouvoir manger.
a Les paroisses que j’ai servies
étaient en général petites, tout en se
trouvant dans de grandes villes. A plusieurs endroits je ne me suis pas très
bien entendu avec les chefs d’autres
sociétés religieuses. Pour dire la vérité, quelques-uns m’ont menacé, m’ont
treûné devant le juge et m’ont même
battu. Au point de vue administration, je ne suis pas spécialement fort.
Je suis connu comme celui qui oublie
parfois qui il a baptisé. Néanmoins, si
je puis vous être utile, je ferai de mon
mieux pour servir votre paroisse, même si je devais de nouveau travailler
de mes mains pour nouer les deux
bouts ».
Ce fut un tollé. On se demandait,
dans le conseil, comment un tel candidat, ex-délinquant, maladif, querelleur, perdant la mémoire et semant
la discorde, pouvait penser être agréé.
C’était tellement extraordinaire
qu’on voulut connaître le nom de ce
mauvais coucheur.
Et le conseiller répondit: ’’Messieurs, c’est l’apôtre Paul”.
—». " (La Vie Protestante).
dottiero che un General Santo, come
è il Signor Marchese di Pianezza, il
quale combatte li nemici niente manco con l’oratione che coll’armi, et ho
ra mai al suo essempio, e li capi, e li
soldati si armano del medesimo sen
timento. E chi potrà narrare le divotioni pubbliche, e di confessioni, e
communioni, et orationi avanti il
Santis,simo, che poi, animati dalla fede e dal valore, correvano per questa
Alpi cariche di nevi alla caccia di fle
re d’inferno, con tanta strage che nei
medesimo tempo, per sfugir la morta
del ferro, si precipitavano con le mogli e figliuclini nelle valli, dove non
si vedeva che fuoco e sangue, conspirando contro di essi tutti gli elementi, giusto castigo del Cielo a simid lei
Ioni. E se pure qualche catolico vi restava, che non son stati in molto nu
mero, .speriamo, dalla buona dispositione che havevano, siano tutti a que
st’hora, coronate le loro vittorie, nei
Cielo.
Periti qua in un Hospitale ve ne
sono vari), quali andiamo spesso a
soccorerl) et a consolarli; ma indarno, perchè le loro ferite li sono pia
pretiose che se lusserò gioie e stano
molto allegri lodando il suo Signore
Passano perpietuamente li boLt.ni in
tanta quantità che è un stupore, be
stiami senza fine, altre robbe a’ogm
sorte. Tutti li soldati, e di ordinanza
e volontari, che son venuti dal Pie
monte a stroppe come fanno le ron
dini, non ho mai visto tanta gente e
tante armi, sono venuti acidentalmente in soccorso, senza quelli chi
erano destinati a questa impreza, irj
regimenti, del Granze, Irlandesi e Marignano. Questa è provisione del Cielo, perchè hano messo tanto terrore
a questi miserabili, che non sano trovar il miglior scampo che amazzarsi
do se medesimi. Altri che s’appigliano a miglior partito, pentiti e humiliati se ne vengono a chiamar la Santa Fede Chatoiica, e vengono a centinaia insieme, e ve ne sono de principali, tanto huomini che donne e
figlioli ; il Signor Marchese con la sua
innata benignità li accoglie, li consola e gli fa provedere nel suo proprio aloggiamento e di pane e di vino, e questa è cura che il Signor Marchese ha adossato a me, che non ho
puoco che fare, portando anche la
servitù de Padre molte incomodità,
perchè siamo in questo povero convento gente infinita, una confusione
perpetua e giorno e notte.
Noi alla mattina mangiamo con li
frati in Reflettorio alla meglio, alla
sera a due hore di notte si cena nel
nostro camerino, che è alla cima di
casa, e pigliando le nostre provisioni
da diversi, non è puoco fastidio sin
hora, però non habbiamo patito di
niente, è ben vero che l’essere un
puoco pratico di queste faccende mi
fa servitio. Il Paese è bellissimo di
sito, abondante di ogni cosa, ricchezze senza fine ve ne erano, ma hora
tutto è ridotto in esterminio, et è
stata previdenza grande del Signore,
perchè questa razza si sentiva polzo
e a puoco a puoco andavano a mira
di farsi Republicanti e ricalcitrare
contro il suo sovrano.
Questi Padri missionanti sono huomini di molta edifica tiene e con tutte
le confusioni che hano in convento
se la passano con osservanza, modestia e carità, massime del Padre Prefetto Superiore che certo è un Angelo. Alla mattina alla tavola sempre
SI legge il P. Rodrigues, beneditione,
attiene di gratie con molta divotione, .s’impiegano . poi.-peipetiiamente
in chatechizare questi novelli Chatolici, e compatiscono grandamente alle miserie di tutti, e patiscono anche
essi molte incommodità. Il Sig.r P.
Beletia è gionto con buona salute e
si aspettava da s. c. (sottoscritto?)
con molto desiderio perchè vi resta
molto che fare. In tanto me la vo
passando alla meglio, e mi rincresce
di non poter essere a Torino ad adorare humilmente il Santissimo Sudario et c.
dalla Torre di Lucerna e dalle Valli restituite alla Santa fede Chatoiica li 2 di maggio 1655
D.C.V. Indegno servo et affano
in Christo fratello
Pabritio Torre
A] mio Car.mo Fratello in Xto
il Padre Carlo Antonioti della
Compagnia di Giesù — Torino.
Libertà
religiose
Vi sono dei popoli che si credono
degni del Governo democratico, ma
non conoscendo la libertà religiosa,
confinata dal monopolio di un solo
culto, hanno le apparenze costituzionali e l'essenza della servitù.
Questo solo silenzio è la prova
maggiore della loro inettitudine a sostenere il peso glorioso di un reggimento popolare. Se una nazione perdesse la coscienza di tutte le altre
guarentigie politiche e civili e le rimanesse illesa la libertà religiosa, ricostituirebbe spontaneamente tutte le
altre condizioni essenziali di un Governo democratico.
Ma se pur godendo il pieno esercizio di tutti gli altri diritti pubblici, non
ha conseguito quello della libertà di
coscienza e della scienza, perchè non
ne sente ¡I bisogno, a poco a poco
l'animo suo si essiccherà maturandosi per ogni forma di servitù.
Luigi Luzzatti.
3
i/KCn DFIX.S V«UJ VAT.nKSI
— s
NOTIZIE DAL MONDO
EVANGELICO
CECOSLOVACCHIA
« Le Chateau de Bossey »
cecoslovacco.
Il Centro di Studi Protestante di Belo,
presso Trebechovice, costituisce oggi nell’Europa orientale quello che è l’Istituto
Ecumenico di Bossey per l’Europa occidentale. Anche quest’anno vi si sono tenuti
corsi estivi per laici per un periodo complessivo di nove settimane. Ogni corso era
della durata di una settimana, ma qualche
volta due o tre corsi venivano tenuti contemporaneamente. La maggior parte di essi
è stata tenuta sotto gli auspici del Consiglio Sinodale della Chiesa Evangelica dei
fratelli di Cecoslovacchia. Detti corsi sono
stati organizzati soprattutto per coadiutori
• evangelisti, addetti alle opere sociali (Servizio Cristiano), monitori delle Scuole Domenicali, giovani appena confermati, anziani e predicatori laici e amministratori
delle Chiese. Un corso di studi indipendendente fu promosso dall’Unione di Costanza
(nerbo del Protestantesimo cecoslovacco)
e dalla Unione dei Fratelli cechi. — (Protestant Churches .
GRAN BRETAGNA
« Coesistenza o co-sterminazione » dichiara l'arcivescovo di Chichester.
Il Dr. G.K.A. Bell, vescovo di Chichester, la sera del 31 dicembre, in una emissione televisiva della BBC, ha lanciato un
appello perchè scompaia la separazione fra
i paesi dell’Ovest ed i paesi comunisti.
” Sul piano internazionale, ha detto il
vescovo, una grande barriera è posta fra
le Potenze dell’Ovest è le Potenze comuniste. Noi dell’Ovest dovremmo dare prova
di assai maggior coraggio ed immaginazione.
” Io spero che nel corso del nuovo anno, i nostri uomini di Stato occidentale
diranno ai comunisti: Noi ammiriamo il
genio che ha prodotto gli Sputnic, ma noi
non amiamo il modo con cui voi trattate
il problema dei vostri satelliti. Facciamo
cadere il sipario di odio e di sospetto che
ci divide. Con degli stocks di bombe ad
idrogenjo e .di .bomhe. atomiche che .si accumulano continuamente dalle due parti,
noi camminiamo sul filo di un rasoio. Presto o tardi, se riusciremo a sopravvivere,
noi dovremo vivere insieme. Si tratta di
coesistenza o di co-sterminazione. E’ ora
che noi dobbiamo affrontare i nostri problemi politici e del disarmo, uno ad uno.
” Se occorre, facciamo appello ad un ar
bitro, indipendente dai due blocchi, per
presiedere i nostri incontri, e non riteniamoci paghi finche non saremo giunti ad
una intesa nel nome della giustizia, della
pace e del bene dell’umanità P.
(S.OE.P.I.)
SPAGNA
Chiusura di una Chiesa Battista a Madrid.
La seconda chiesa battista di Madrid è
stata chiusa per la seconda volta per ordine della polizia ed il suo pastore è stato
arrestato.
I membri della Seconda Chiesa battista
cominciarono ad avere delle difficoltà nel
1954 allorché la loro chiesa, proprietà della
Società missionaria per l’estero della Con
venzione battista del Sud, venne chiusa senza alcuna moti^fazione dalla polizia. Questa pose i sigilli del governo snU’edificio
interdicendo così l’ingresso in esso. Ai
primi dell’ottobre scorso, i parrocchiani si
avvidero che i sigilli erano stati tolti dalle
intemperie. Essendo ancora in possesso di
un permesso valevole per l’uso dell’edificio, i parrocchiani cominciarono a riparare l’edificio e vi potettero celebrare tre
culti prima che la polizia si facesse nuovamente viva per porre nuovamente i sigilli sullo stabile ed arrestare il pastore
della comunità. I fedeli attendono con impazienza che il processo nei confronti del
loro pastore venga celebrato nella speranza di conoscere finalmente quali sono i loro diritti legali. .
Attualmente vi sarebbero in Spagna 2.630
battisti spagnoli e 42 chiese. Nel 1957 sono
stati celebrati 503 battesimi.
(S.OE.P.I.)
TAILANDIA
Donazione dei beni delle
missioni estere.
La Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti ha annunciato che trasferirà in donazione alla Chiesa di Cristo della Tailandia
tutti i beni che attualmente possiede in
quel paese. Il campo missionario della Tailandia è il quinto ad essere integrato in
una chiesa nazionale indigena da parte dei
presbiteriani in questi ultimi anni. Durante
e-intmedialamente dopo la seconda guerra mondiale essi si ritirarono dal Giappone, dalle Filippine e dal Cile, lasciando alle chiese locali la proprietà di tutti i loro
beni. Così avvenne anche l’anno scorso,
quando le missioni presbiteriane dell’India
divennero parte integrante della Chiesa
Unita dell’India del Nord. — (Christian
Advócate).
Chaque fois que vous remarquez les péchés et les fautes de vos frères
ou d’autres, rappelez-vous qu’ils ont été tentés. Regardez-les avec sympathie comme on regarde des blessés sur un champ de bataille. C’est notre
Ennemi commun qui les a fmt tomber. Vous serez ainsi gardés aussi bien
de l’esprit du monde qui ignore le péché, que de l’esprit du pharisien qui
rend grâces de ce qu’il n’est pas comme les autres hommes. Que ceux qui
sont forts viennent en aide avec amour et tendresse à ceux qui ont été
vaincus par le mal: dest ainsi que vous accomplirez la loi de Christ.
Fr. Thomas.
Dal Rifugio Cario Alberto
Domenica 9 Febbrmo, verso le ore
quattro e mezza, stavo per far visita
ad una compagna malata, quando a
un tratto sento uno scalpiccio di passi
e un cinguettar di voci. Cosa sarà?
M’affaccio al balcone e... oh che bel
quadro! La nostra cara Direttrice
Suor Susanna con Ut Pastore Sig. Geymet, circondati da tanti bambini. La
Scuola Domenicale di Villar Pellice,
con il pastore, monitori e monitrici,
volle portare un po’ di allegria ai tanti ricoverati e sofferenti del Rifugio.
Mi avvicinai per sentire quello che
il Pastore stava dicendo, ma troppo
ISTITUTI OSPITALIERI
VALDESI
La Presidenza degli Istituti Valdesi ha ii piacere di notificare ai numerosi amici delle sue opere, con sentimenti di particolare riconoscenza,
che anche quest’anno, rinnovando, una apprezzata tradizione, la Direzione del Cotonificio Vittorio Widemann
di S. Germano e la Direzione delle
Officine Riv di Villar Perosa, oltre a
sospendere il lavoro nella giornata
dell’Emancipazione dei Valdesi, hanno fatto pervenire in segno di solidarietà le seguenti offerte raccolte nei
rispettivi stabilimenti:
Sig. Vittorio Widemann, Dott. Carlo Gutermann, Dirigenti, impiegati e
maestranze del Cotonificio Vittorio
Widemann di S. Germano Chisone
Lire 65.000 per Asilo dei Vecchi.
Impiegati e maestranze delle Officine Riv di Villar Perosa: L. 67.200 per
l’Asilo dei Vecchi di S. Germano Chisone ;L. 82.500 per l’Orfanotrofio Femminile di Torre Pellice; L. 69.100 per
il Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna S. G.; L. 42.200 per l’Orfanotrofio
Maschile di Pomaretto; di cui 100.000
come dono della Direzione Officine
Riv. *
Rinnoviamo i nostri più sentiti ringraziamenti ai singoli contribuenti
per il valido aiuto morale e materiale
offertoci.
tardi per afferrar qualche cosa. Dopo
il discorso ed una breve preghiera,
ognuno ricevette urut grossa pagnotta
di pane e cioccolata, che in un momento fu divorato.
Belli e commoventi i tre inni cantati da loro, e che tutti poterono udire, grazie al microfono.
Per far conoscere meglio il Rifugio,
in ultimo furono condotti a visitarne
una parte, affinchè vedessero le sofferenze che vi sono, e chissà? se a suo
tempo, fra le tante ragazzine, non vi
sarà chi voglia dedicarsi come assistente fra gli ammalati! Che il Signore ispiri, guidi e benedica ogni cosa.
Alla sera, nel mio letto, stavo meditando su questo quadro sopra citato, e pensai ad un altro quadro ancora più bello, quando i redenti saranno davanti cd trono dell’Agnello, ove
non vi sarà più pianto nè cordoglio.
Come sarà bello!
Oh! beata, eterna vita!
Oh! riposo al nostro piè!
Aurei campi della pace.
Diva patria della fè!
Che il Signore attiri molti a Sè!
Un grazie di cuore al Pastore, ai
monitori ed ai bambini, da tutti noi,
nella speranza di un nuovo non lontano arrivederci.
Maria Grande.
Vali! Nostre
1959
La Commissione Editoriale della
Claudiana si è riunita in data 7 febbraio 1958 per esaminare le risposte
Referendum «Valli nostre» 1959. La
partecipazione al Referendum è stata incoraggiante, e la Commissione
ringrazia tutti coloro che hanno voluto dare questa forma di collaborar
zione e di critica costruttiva. Ecco i
risultati:
Domanda 1: preferiscono fotograr
fie artistiche, cioè riproducenti particolari soggetti belli ed interessanti,
ma non strettamente congeniali ed
esclusivi delle nostre valli, 51 risposte; foto documentarie, che riproducano determinati luoghi, edifici, fatti e persone, 50 risposte.
Domanda 2: sono disposti ad una
spesa maggiore che permetta un miglioramento tecnico, 71; sono contrari 19.
Domanda 3: gradiscono una fotografia almeno, dedicata ad ima chiesa o attività valdese fuori delle Valli, 89; contrari 4.
Offrono infine la propria collaborazione con fotografie, o con l’indicazione di altri collaboratori, 19 persone.
(Siccome alcuni hanno risposto
« tutt’e due » ad alcune domande ovvero non hanno risposto ad altre, la
somma dei voti non sempre corrisponde al totale delle schede ricevute).
Fra le 93 schede pervenute, sono
state quindi estratte due schede alle
quali viene assegnato il premio di volumi edizione Claudiana per un ammontare di L. 5.000. Si tratta delle
schede n, 9 e 24 rispondenti ai seguenti nomi : Società Missionaria
«Fra del Tomo» (Torre Pellice); Signorina Lina La Rocca (NapoliL II
premio può essere ritirato alla Claudiana ovvero ordinato per corrispondenza sulla base del Catalogo 1958.
Prossimamente illustreremo, in un
articolo più diffuso, le proposte varie
presentate dai nostri corrispondenti
che ringraziamo ancora vivamente.
La Commissione Editoriale
della Claudiana.
Il Cristianesimo, trasformato in morta retorica, in una confessione
di riti astratti e senz'anima, imbastardito dal clericalismo, non può essere una forza rigeneratrice. Nondimeno è da esso che debbono sorgere
la rigenerazione ed ii rinnovamento dello spirito. Esso deve diventare la
religione del tempo nuovo che sorge, se è veramente la religione eterna. Un movimento creatore deve nuovamente sorgere da esso, tale che
da molto tempo il mondo non ha veduto l'eguale. N. Berdiaeff.
a
Più si dona e più si riceve, più grandi sono i bisogni e più grandi possono essere gli aiuti „
Tutti sapevano, quella domenica mattina,
che qualche cosa sarebbe accaduto. Nella
piccola chiesa metodista di Wilson, a quaranta miglia da Buffalo, sulle sponde del
lago Ontario, ogni posto era occupato quando il pastore Walter Kingsley — un uomo
di sembianze scure, e con una voce chiara
e profonda — indicò un inno, poi disse una preghiera, dopo di che fu fatta la colletta.
Vassemblea fu come percorsa da un fremito, I membri del consiglio passavano lungo i banchi portando dei vassoi colmi di
carte bianche. Dal pulpito si udirono queste parole’, « Questa è una colletta speciale. Ogni domenica, fino ad oggi, cari fratelli, voi avete dato qualche cosa alla chiesa; oggi le parli sono invertite. Oggi la
chiesa dà a voi qualche cosa ». Ognuno prese per sè una carta bianca, e vide che, sopra di essa, era appuntito un biglietto nuovo fiammante, di dieci dollari. Tutti si
guardavano in faccia, sussurravano frasi di
stupore; era chiaro che molti pensavano a
uno scherzo di quel buontempone del pastore. Altri guardavano il biglietto in tralice, aspettandosi di riconoscerne la fahità.
Ma nessun biglietto era falso.
Il pastore proseguì: Naturalmente, voi
vi chiedete come sia possibile che umi chiesa come la comunità di Wilson, che è piegata dal fardello del suo grave debito, possa dare ai suoi membri dei biglietti da dieci dollari... Ebbene, noi copriremo il nostro debito mettendo in pratica la parabola dei talenti. Voi sapete che in quella parabola un possidente partì per un viaggio,
e prima di partire diede ad ognuno dei
suoi servitori una moneta d*oro. Uno dei
suoi servitori, lavorarulo assiduamente, guadagnò con quella moneta altre nove monete, che potè dare al suo padre quando questi ritornò dal suo viaggio. Un altro, invece, aveva conservato la moneta affidata
Sulle rive del lago cresceva il denaro
gli, senza guadagnare nulla. L’evangelista
chiama quelli che avevano fatto fruttare il
loro denaro dei buoni e fedeli servitori.
Miei cari fratelli, oggi applicheremo a noi
stessi quella parabola. Ogni membro di
chiesa che ha ricevuto qui dieci dollari, li
porterà a casa, e cercherà di far fruttare il
denaro ricevuto. Fra sei mesi io chiederò
ad ognuno di darmi la somma raccolta. Sono sicuro che il totale che verrà ricavato
sarà più che sufficiente per pagare i debiti
della nostra chiesa ”.
a
Con queste parole ebbe inizio, nella chiesa metodista di Wilson, una delle più straordinarie imprese del nostro tempo. Il rischio che il pastore Kingsley affrontava era
veramente grande: aveva dovuto fare un
prestito di mille dollari ad una banca, con
gli interessi del 5 per cento. Il banchiere
aveva trovato insensata l’idea del pastore,
ed i membri di chiesa più devoti erano del
parere che una dolce pazzia avesse preso il
loro conduttore. Gli scettici dicevano:
” Potrà ritenersi soddisfatto se riuscirà a
ricuperare la somma prestata ’.
Il tempo diede loro torto. Sei mesi dopo
il pastore Kingsley poteva comunicare alla comunità che i 920 dollari dati alla cocomunità erano aumentati fino all incredibile somma di 7.420 dollari! Un ammontare che superava le piu rosee previsioni, e
che di colpo tolse ogni fastidio alla comuunità di Wilson.
Come poi i metodisti di Wilson siano riusciti a raccogliere tutto quel denaro, è una
altra storia. Si trattava di rendere nel miglior modo produttivo il denaro ricevuto.
Buri Jannings, per esempio, stette per
ventiquattr’ore a riflettere, poi andò dal ve
terinario e gli tenne questo discorso: ” Qu.
ci sono dieci dollari. Voglio i migliori preparati ormonici del mondo. Voglio provare a fare un allevamento con la nostra
cagna tedesca ”. La cosa ebbe successo.
Nacquero sei cagnolini, e Jennings potè
venderli trenta dollari ognuno.
La signora Salisbury investi i suoi dieci
dollari nell’acquisto di un vitellino di venti dollari (gli altri dieci li ebbe ancora dal
pastore Kingsley). Nella sua fattoria, cominciò ad allevare il vitellino con il latte
scremato. Dapprincipio, tutto andò bene,
poi il vitellino rifiutò il latte e cominciò a
dimagrire. Allora, la signora Salisburf diede al vitellino del latte intero, che presto
tornò ad essere tondo e grasso. Giunto il
momento di venderlo al macellaio, sorsero
due diffcoltà: la carne di vitello costava
troppo poco per ottenerne il guadagno sperato; e, del resto. Ut figlioletta della signora Salisbury non voleva separarsi dal vitello a nessun costo! Cosi fu deciso che la
signora Salisbury si sarebbe tenuto il vitello, e l’avrebbe pagato al pastore Kingsley:
settanta dollari.
La signora Glenn Stimson aveva preparato con le sue mani un grembiulino per sua
sorella, impiegata a Buffalo in una grande
azienda. Pensò che le colleghe di sua sorella avrebbero gradito un grembiulino analogo; comperò perciò per dieci dollari di
stoffa e cominciò a ritagliare e a cucire.
Quando la cosa fu risaputa a Buffalo, le
ragazze dell’azienda dove lavorava la sorella della signora Stimson organizzarono una
vendita in grande di quei grembiulini. Ma
la signora Stimson non si fermò qui. Essa
pensò di fare dei ” coke ”, ossia delle torte, per cui aveva una certa particolare abiità. Coadiuvata dai suoi figliuoli, fabbricò
’ coke ” per clienti che abitavano lontano
ia Wilson, e ai quali le torte erano recantate in bicicletta. Alla fine dei sei mesi,
a somma raggiunta era di 209 dollari.
Anche il bollettino della chiesa ebbe la
sua parte nella raccolta del denaro. Vi furono pubblicati diversi avvisi economici,
in cui i membri di chiesa offrivano in vendita i loro articoli: ” Comperare bicchieri e stoviglie da Bob Baule vuol dire cancellare i debiti della chiesa ”. Oppure:
” Lora Sage ricama i vostri monogrammi
a beneficio della cassa della comunità ”.
Oppure ancora: ” Avete assaggiato i dolci
di Bessie Cole? I dieci dollari che essa ha
ricevuto dal pastore stanno dando il loro
frutto! ”
Il signor Fenn che in gioventù era stato
un appassionato di meccanica, comperò con
i suoi dieci dollari un rimorchio destinato
ai rottami e ne fece un trattore agricolo.
Ne ricavò 60 dollari. La signora Albright
che da bambina voleva fare la cuoca, si
mise a fare del pane con l’uvetta, e riuscì
a guadagnare 30 dollari.
Erano specialmente le donne che dimostravano il loro ingegno nel trovare nuovi
modi per far ” crescere ” il denaro a Wilson. La signora Smith, originaria della Nuova Scozia, fece annunciare nel bollettino
di chiesa che nella sala delle attività della
chiesa avrebbe organizzato un gran pranzo,
a base di frutti di mare e di telline (quasi
sconosciute sulle mense della cittadina di
Wilson). Il successo del banchetto fu enorme. La signora Smith mise da parte 24
dollari per la chiesa.
Alcuni mariti non erano soddisfatti dell’entusiasmo delle loro mogli. Alcuni avrebbero preferito dar di tasca propria dieci dollari, perchè le loro compagne rinunciassero al loro entusiasmo. Ma le signore
non l’intendevano così. ” Noi raccogliamo
molto di più se lavoriamo ”, dissero, e
raddoppiarono d’energia e di zelo.
Neppure i bimbi rimasero inoperosi. Un
ragazzo fabbricò gabbie per uccelli, un altro modellò statuine. Una bambina di otto
anni comperò per un dollaro della lana e
fece delle manopole per cucina, che poi
vendette a familiari ed amici, guadagnando così dieci dollari.
La chiesetta di Wilson non era mai stata
tanto affollata come in quella domenica
mattina in cui, sei mesi dopo il memorabile
prestito della parabola, il pastore Kingsley
annunziò dal pulpito il risultato dell’operazione. ” Un brivido percorse la comunità.”
disse più tardi il pastore. ” Nessuno avrebbe osato sognare un simile risultato. Ma
più comico che meravigliato era il viso del
banchiere che aveva trovato una grande
sciocchezza il nostro progetto. Non volle
credere al risultato prima d’aver contato
tutta la somma raccolta! Anche i creditori
della chiesa erano stupiti. Alcuni erano così commossi dal racconto della parabola
moderna, che rinunciarono addirittura al
loro credito, o lo diminuirono della metà.
Dappertutto si parlò di un miracolo finanziario. Ma il miracolo accaduto a Wilson
dimostra che, più si dona, e più si riceve,
e piu stringenti sono i bisogni, piu presto
e meglio possiamo essere aiutati ”.
Oggi, nella chiesa di Wilson, non c’è più
nessuno che ponga in dubbio questa verità.
n. V. a.
4
Ernesto Comba
BREVE STORIA DEI VALDESI
L. 300
L'Eco delle Valli Valdesi
^¿dina Rostain Ribet
C’E UNA VOCE
NELLA MIA VALLE
L. 500
Celebrazioni del XVII Febbraio
PimEROLO
Le celebrazioni commemorative della Emancipazione dei Valdesi sono
state precedute e preparate quest’anno da una conferenza del Prof. A. Armand Hugon, Sindaco di Torre Pellice, il quale ha parlato ad un attento uditorio su « Funzioni e limiti della Storia Valdese dal Sinodo di Chanforan al 1848». La conferenza che, in
chiara sintesi, ha fatto rivivere momenti e farti importanti della nostra
storia, è stata vivamente applaudita.
Ringraziamo sentitamente l’oratore
per la sua visita.
La storica data è poi stata ricordata durante il culto del 16 febbraio,
nel messaggio biblico rivolto all’assemblea sulla « gioia del credente nel
partecipare al culto domenicale ». La
celebrazione della Santa Cena ci ha
ricondotti tutti a meditare sulle cose
veramente grandi ed eterne davanti
a Dio e nel ricordo del sacrifìcio di
Cristo. La Corale ha cantato l’inno:
« Terra dei Padri ».
Nel giorno del 17 febbraio, i Past.
Rostan a Pineroio e Marauda a San
Secondo hanno centrato il loro messaggio alle due numerose assemblee
su di una commemorazione storica
dell’avvenimento. Due gruppi di Vaidesi si sono riuniti per le agapi tradizionali a mezzogiorno a S. S.,condo e
la sera a Pineroio. Il Pastore Rostan
ha ricordato, al levar delle mense, il
quarto centenario del martirio di Gicffredo Varaglia ed ha letto la lettera
autografa del gesuita Fabrizio Torre,
testimone oculare delle Pasque Piemontesi, scritta al Padre Antonioti
della Compagnia di di Gesù, dalla
Torre di Lusema il 2 maggio 1655.
L’avv. A. Pittavino ha efficacemente
sottolineato il significato della libertà religiosa in senso generale e del
la libertà che è il frutto della Verità
e dello Spirito del Signore.
La vigilia del 17 febbraio la gioventù dell’Unione giovanile di Pineroio
si è recata all’Abbadia per l’accensione del tradizionale falò di gioia ed
ha trascorso alcune ore in fraterna
compagnia, generosamente accolta in
casa dalla famiglia Bertalot.
La serenità di quei giorni è stata
purtroppo turbata da due lutti. Domenica, 16 corrente, un lunghissimo
corteo lasciava l’Ospedale Civile per
accompagnare prima in chiesa e poi
al cimitero la salma di una cara giovanetta di 19 anni, Clara Costantino,
richiamata da questa vita dopo breve malattia. L’eco della dipartenza di
questa giovane sorella è stata vasta
e molti hanno partecipato al dolore
dei genitori e dei fratelli. Prima di
lasciare l’ospedale, il Past. G. Peyrot
ha innalzato a Dio una preghiera. Il
Pastore locale ha rivoltoi il messaggio della speranza cristiana ad una
imponente assemblea accorsa da molte località, specialmente da Prarostino, per esprimere ai familiari la propria simpatia cristiana. Da queste colonne vogliamo ancora far giungere
alla famiglia nel lutto i nostri fraterni pensieri di profonda comprensione e di viva solidarietà nella pena e
nella fiducia in Colui che è la nostra
speranza in vita ed in morte.
Esprimiamo anche la nostra cristia
na simpatia alla famiglia del nostro
fratello in fede Federico Paschetto
di Pineroio, deceduto all’ospedale Cottolengo il 18 corrente all’età di 75 anni.
L’8 febbraio è stato celebrato il ma
trimonio di Antonio Ghibaudo con
Laura Rostan (Frossasco) ambedue
risiedenti in Svizzera. Agli sposi rinnoviamo i nostri cristiani auguri di
bene.
Fuochi
sulle alture
Le celebrazioni del XVII febbraio
hanno avuto quest’anno un inizio,
per così dire, anticipato a causa della partenza del Pastore per una missione nel Cantone di Berna.
Il pomeriggio e la sera di domenica 9 u. s. il ^ppo filodrammatico
composto dai sigg.; Carlo Griglio, Enrico Costantino, Giosuè Pons, Aldo
Clot, Elda Clot, Ines Barai, Odetta
Peyronel ha presentato a Villasecca
«La boina» della signora Ada Meille, ed un divei+ente atto brillante.
Buona la presentazione e la partecipazione degli invitati. Desideriamo
ancora ringraziare i nostri attori che
con la serietà del loro impegno hanno assicurato il successo del pomeriggio e della serata.
Domenica 16 il culto solenne di ringraziamento e di S. Cena è stato celebrato nel Tempio dei Chiotti con
la partecipazione della Corale.
Alla sera i tradizionali fuochi di
gioia si sono accesi in tutti i quartie
Le rapport complet de: La III Conference Internationale de Guérison Divine sort
de presse sons ce titre:
Cahier de Versailles
Volume de 130 pages, avec deux illustrations, broché, il parait sons la forme d’un
N» spécial de la Revue « Le Portail ».
n peut être obtenu an prix de 375 Fr.
(Franco 425 Fr.), auprès du Secrétariat du
« Portail », Thonon-Les-Bains (H.te Savoie).
La réduction habituelle est consentie aux
libraires et aux comptoirs d’Eglises. Prix
exceptionnel pour les pasteurs et les abonnés du Portail: 300 Fr.
Ce cahier qui reproduit in-exlenso la
plupart des exposés présentés du 4 au 11
Septembre à Versailles, apporte les dernières données et découvertes recueillies
par les autorités ecclésiastiques et laïques
des chercheurs internationaux dans ce Domaine de la Guérison Divine, Un retour à
ce Ministère, on ne peut plus biblique, apparait de plus en plus dans une optique
nouvelle aux yeux de l’Eglise, et son importance n’est plus discutée. L’expérience
Anglo-Saxone, en particulier, vieille déjà
de 50 années est d’une valeur exceptionnelle pour nos chrétiens de langue française, une préparation sûre et indispensable au Synode 1958 des E.R.F.
di gioia
di Riclaretto
ri e villaggi, dai Chiotti a Bovile e
dall’Albarea a Roccia, fra il sibilo dei
fuochi artificiali ed i canti di allegrezza. Il vento, che ha ostacolato le
varie accensioni, ha anche impegnato alcune persone che fino a tarda
sera hanno avuto cura di assicurarsi che tutti i fuochi fossero spenti e
che nessun tizzone potesse poi, col
vento, provocare dei danni.
La mattina del XVII, il corteo dei
bambini delle scuole ha risalito, qp
me tutti gli anni, la strada che porta
al vecchio e storico tempio di Villasecca dove, dopo la meditazione della
Parola di Dio ed il canto degli inni
di riconoscenza e consacraz’one a Dio
i bambini hanno espresso la loro gioia e la loro riconoscenza con poesie e
recite.
Il Concistoro si è anche quest’anno
incaricato della preparazione del pranzo fraterno, sotto la direzione del
Diacono Levy Peyronel e Signora, ricreando quella atmosfera di servizio
e di comunione fraterna tanto simpatici e necessari in una manifestazione come questa.
Fra gli ospiti ché hanno voluto dividere con noi queste ore di letizia
fraterna, quest’anno abbiamo avuto
il piacere di annoverare il Senatore
Castagno. Al levar delle mense il Pastore, nell’ormai tradizionale messaggio, ha chiarito la nostra posizione
di Evangelici fra clericalismo e anticlericalismo in Italia. Edoardo Massei ha letto un brano di storia valdese.
Desideriamo ancora ringraziare i
fratelli e le sorelle di chiesa che in
diversi modi hanno collaborato per
la buona riuscita di questo XVII febbraio.
Due famiglie della nostra Comunità sono state visitate dal lutto in questi ultimi giorni: Il 13 u. s. un mesto
corteo accompagnava alla sua ultima
dirtiora terrena il fratello Alessandro
Ghigo di Pian Faetto, deceduto a 55
anni, dòpo aver serenamente sopportato lunghe sofferenze ed una infermità di molti anni. Lo stesso giorno
nella ricorrenza del suo quarto compleanno, una tragica disgrazia troncava la tenera vita di Ido Peyronel
del Reynaud. Tutta la Comunità ha
seguito con affetto e nella intercessione l’ansia dei genitori, Marta e Renato Peyronel, che all’ospedale di Po
mai-etto prima, e poi al « Civile » di
Pineroio, hannq, dovuto assistere impotenti al progressivo aggravarsi delle condizioni del loro bimbo in se
güito alle gravi scottature riportate.
Sabato 15 febbraio numerosi fratelli ed amici hanno ancora testimoniato il loro affetto ai genitori cosi
duramente provati.
Ad essi, ed alla famiglia Ghigo,
giungano ancora i sentimenti della
affettuosa solidarietà della Chiesa di
Villasecca.
PRdROSTlAIO
Il XVII febbraio, la festa cara ad
ogni cuore valdese, è stata da questa
noscra Comunità ricoraata con immuiaoiie entusiasmo e lervore.
La sera di üumenica 16 na visto
brillare ai nuovo su tutta l’ampia cerchia della montagna e della nostra
collina 1 traaizionaii « faió », sempre
meglio preparati e sempre più alti,
quindi sempre più belli.
Lunedi rnattii,a, ancor molto presto, i bambini delle scuole hanno cominciato a circolare con la coccarda
tricolore al petto, dirigendosi verso le
rispettive scuole: al Koc, ai Ros„an
di Boccapiatta e a S. Bartolomeo.
Poi verso le 10 ecco formarsi il corteo
di tutte le scolaresche riunite e muovere verso il tempio, ove intanto una
larga assemolea era raccolta (sembra
che da noi i grandi non amino unirsi nel cortei dei piccoli!).
Inizia il culto, seguito da grandi e
piccini in una acmosiera di raccoglimento e di preghiera. Il Pastore, nella predicazione, puntualizza quale è
li vero senso della ceiebraziune di
questa data oggi, per noi Valdesi e
per il popolo ii.aiiaiio: non semplicemente esaltazio^.e di un passato gl..,
rioso, non s.uaisiazione per la Lber
tà acquista, non euforia nè ansia pei
il presente come per il ruturo, nep
pure progetti per il futuro, ma impe
gno a servire il Signore nella testi
monianza umile e ferma all’Evange
lo di Cristo, il quale Evangelo oggi
come ieri, come domani è « la luce
che risplende nelle tenebre». Buona
la colletta per la «settimana valdese ».
All’uscita i bambini hanno ricevuto una buona brioche (che hanno consumato subito poiché l’appetito già
faceva sentire i suoi stimoli!).
Alle 12 una cinquantina (non molti in verità, ma bene affiatati) di commensali si è riunita nella sala del
presbiterio per l’agape fraterna ottimamente servita dall’aibergatore Forneron Oreste. Il pomeriggio è trascorso in gioiosa e sana allegria.
La sera: recita, offerta dal gruppo
filodrammatico della nostra Unione
Giovanile. E’ stata rappresentata la
commedia « L’avvocato difensore »
(soggetto non precisamente valdese,
ma che tuttavia’ci ha fatto riflettere e che ci ha portato un buon messaggio). Numeroso il pubblico, e molto bravi i nostri, giovani attori, che
ringraziamo.
Ed ora l’augurio che formuliamo
per tutti è questo : la celebrazione del
XVIi febbraio, che ci ha trovati tutti
pronti a manifestare nella gioia la
nostra riconoscenza e la nostra lode
a) Signore per le liberazioni da Lui
accordate alla nostra amata Chiesa
possa ora trovare tutti pronti anche
a testimoniare, per mezzo di una vita
autenticamente cristiana, dell’Evan
gelo e di Cristo che ci ha « chiamato
a libertà».
Dipartenze. Un lungo corteo di pa.
renti e di conoscenti ha accompagna^
to al campo del riposo il nostro fratello Odino Luigi, dei Cardonatti, deceduto il 18 gennaio, dopo pochi giorni di malattia, all’età di 63 anni.
Gran parte della nostra Comunità
di Prarostino ha preso parte ai funerali, svoltisi a Pineroio dcmenica 16,
della nostra giovane sorella Clara Costantino, del Collaretto, deceduta in
età di 19 anni. Fino al mese di ottobre scorso, la famiglia Costantino faceva parte della nostra parrocchia,
poi si era trasferita a Pineroio. Conserviamo buon ricordo di tutta la famiglia, e perciò anche di Clara (che
abbiamo avuto al catechismo, che abbiamo confermata quattro anni fa, e
che era anche affezionato membro
della nostra corale).
A queste due famiglie in lutto, vogliamo ripetere la nostra viva simpatia cristiana.
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pineroio
lei 2nnq
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellire - ’-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina • s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Prof. Dr. A. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'llniversità
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Elenco di offerte ricevute
per l’Eco delie Valli Valdesi
( seguito )
Long Alice (200); Griva Elisa (100); Long
Edmondo (150); Bessone Ida (200); Durand Celestina (200); Vola Adolfo (150),
Subilia Bartolomeo (200); Gardiol (Giacomo (100); Forueron Oreste (100); Paschetto Federico (300); Robert Lidia (100);
Coisson Guido (100); Virginia Pons (200);
Girardi Bruno e Rita (luO;; Travers Stefano (200); Cendola Leonardo (200); Aido
Poet (300); Balmas Cario Alberto (100);
Martinat Luigi (100); Raima Arturo (200);
Forneron Elda (lOO); Rivoira Giacomo
(100); Cordin Luisa (100); x (100); Faveliini Angelo (100); Famiglia Balmas (200;;
Albarin Amato (100;; Rertin Lina Jourdan
(luO;; Jourdan Enrico (lOO;; Reux Susanna (100;; Rounous Anita (iOO); Luigi Cairus (300); Pagliano Rellion iVlatiltìe (lOO);
Priore Alberto (400); Pini G. Ernesto
(360); Fratelli Luzzani (luO); Renato Paschetto (100); Revelli Antonio (100);
Chiappelli Vito (lOO); Bartoietti Cornelio
(lOU); Garrou Emilio (300); IVlartoglio Luigi (100); Cisternesi Paola (300;; Caiamita
Luciano (200); Giorgi Giovanni (350;; Angelo Messa (200); Micol Paimira (200;;
G. J. Portire, Geref, Pred. (5u0;; Micol
Giovanni (100); Long Attilio (3u0).
( continua )
Una visita
alla Latteria Sociale
di Bobbio Pellice ,
Entrando in Bobbio, una di queste
sere, mi son trovato di ironie ad un
edificio nuovo, che non conoscevo. La
luce flit! ava dalle finestre e son salito. Ho trovato alcuni montanari riuniti per discutere della loro cooperativa. L’edificio difatti appartiene
alla Latteria Sociale Alta Val Pellice. Accanto a loro il presidente che li
consiglia ed il maestro, come ben si
addice ad un vero educatore che si
occupa dei bimbi ma incoraggia ogni
progresso sociale. Ho potuto visitare
Teaiflcio accompagnato dal tecnico
sicuro e padrone del suo compito. Ho
ammirato le belle forme di burro centrifugato e pastorizzato, ho potuto
gustare il saporito formaggio tipo Tilsiter. Una iniziativa che fa onore alle nostre Valli. Mi son rallegrato vedendovi riuniti, montanari miei fratelli, dal volto ruvido, discutendo di
cooperazione. Dunque non è vero che
srate sempre contrari, come si dice
ad ogni idea di cooperazione. Ho sentito parlare di cooperazione in Rorà,
ora anche voi a Bobbio- smentite con
i fatti i pessimisti. Coraggio ed avanti. Le difficoltà degli inizi sono sempre grandi, vi è spesso uno spirito di
incomprensione verso i pionieri, ma
avete imbroccato la giusta via. Perseverate in attesa che si uniscano a
voi le persone intelligenti e soprattutto non egoiste. Aiutarsi a vicenda
è la salvezza del piccoli proprietari,
è rallentare lo spopolamento dei mon
ti, è anche, mi pare, dovere del Cristiano che al di sopra dell’io vuol
mettere il noi. Avanti pionieri della
cooperazione a Bobbio.
Guido Rivoir
lireUore: Prof. Gino C-'^'abel
"’ii’-blicazione autorizzala R"! Trif-’-nale di
l*T -»r-ilo < 011 ilecreto dui --“nnaio 195R
Renato e Marta Peyronel, commossi e riconoscenti per la manifestazione di affetto e di solidarietà loro dimostrata in occasione della tragica
dipartenza del loro piccolo
Ido
ringraziano quanti sono stati loro vicini in questa tremenda circostanza.
« Lasciate i fanciulli venire a Me
e non glie lo vietate, perchè di
tali è il Regno di Dio ».
(Marco 10: 14)
Reynaud (Riclaretto) 15 febbraio ’58
La famiglia, profondamente commossa dalla grande manifestazione
di simpatia ricevuta nella triste occasione della immatura dipartenza di
Clara Costantino
di anni 19
ringrazia di tutto cuore le numerose
persone intervenute ai funerali e
quanti, in qualsiasi modo, si sono prodigati per esprimere la loro fraterna
comprensione e per offrire il loro apprezzato aiuto in occasione della dolorosa circostanza attraversata.
« Il suo sole tramonta mentre è
giorno ancora ». « Spera in Dio..
Egli è la mia salvezza e il mio
Dio ».
Pineroio 16 febbraio 1958
Via Riccardo Gatto, 8
Iddio ha chiamato a Sè, il 14 c. m.
dopo breve malattia
Luigia Martinat
veld. Constantin
di anni 89
Ne danno il triste annuncio, a funerali avvenuti, i figli: Maria,^Adolfo
e moglie, Evelina con il marito ed il
piccolo Gianfllippo; i nipoti, i cugini
ed i parenti.
« La tua grazia mi basta »
(2 Corinzi 12)
La famiglia riconoscente, ringrazia
quanti di presenza e con scritti hanno preso parte al suo lutto, ed in particolare i vicini di casa che tanto si
prodigarono, il sig. Dott. Lanza ed il
sig. Pastore Aime.
Angrogna (Raggio) 16 febbraio 1958
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