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( Torillo)
VALLI V
FELLICZ
Settimanale
della Chiesa Valdese
' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Ann» LXXXVII - N. 28
Una copi
30
ABBONAMENTI I P«’’ l’eterno | Eco e La Luce-. L. 1.500 per rintano | Spediz. abb. postale - II Grappo
/ L. 1.500 per l’estero I L. 2.000 per l’estero_____| Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 12 Luglio 1957
Anunin. Claudiana Torre Pellice ■ C.C.P. 2-1755^
Dopo la Conferenxa del Primo Distretto
UN SERENO DIBATTITO
§
■ ' ' ♦
►
L’avv. E. Serafino, Vice Presidente della Commissione Distrettuale eommenta il nostro
ultimo articolo e risponde ad alcune obiezioni ■ Siamo lieti di ospitare il sUp scritto
La conferenza del I» Distretto, tenutasi a S. Germano il 20-6-57, ha
dunque avuto un seguito, quasi inconsueto. Diciam subito che il venir meno ad una consuetudine, quale quella purtroppo invalsa, di tacere tutto
delle nostre conferenze distrettuali,
tolta la cronaca ufficiale, è fatto nuovo che merita di essere simpaticamente salutato e che non può non lasciarci soddisfatti. Ne siam grati dunque
al Pastore Rostan, che. infrangendo
la... barriera del silenzio, ha nell’ultinso numero dell’Eco delle Valli, parlato abbastanza diffusamente della
nostra ultima conferenza, non più in
termini di cronaca (al che aveva già
provveduto nel numero precedente,
forse, ce lo consenta, contrariamente
a quel che egli scrive, con una relazione troppo concisa), ma esprimendo con aperta franchezza il suo pensiero sulla conferenza stessa e sul modo con cui è stata preparata, condotta, e sui suoi risultati.
E’ davvero tempo che i membri delle nostre comunità si rendano conto
di quel che si fa o si dovrebbe fare
nelle nostre conferenze distrettuali,
la cui importanza è sottovalutata ; non
si accontentino di inviare in loro rappresentanza uno o due delegati, che
nella maggior parte dei casi non riferiran nulla ai loro mandanti di quel
che hanno udito, meditato, deciso. A
render più difficile il contatto tra i
delegati e le rispettive comùnità cò'ntribuisce certo anche la data in cui
cade consuetudinariamente la conferenza, al termine di un anno eccl^
siastico, quando non si tengon più
assemblee di chiesa. La ripresa delle
attività ecclesiastiche troverà le comunità più propense a discutere sulle, più vicino nel tempo, e,^ spesso solo apparentemente, più importanti
decisioni sinodali e la conferenza di
giugno non sarà più ricordata.
A questo preoccupante inconveniente ben si può ovviare aprendo sulla
conferenza un sereno dibattito attraverso la stampa, come lodevolmente
ha fatto Ermanno Rostan. Egli ha rilevato taluni aspetti positivi e taluni
lati negativi (anzi, per dirla con lui,
« difettosi », termine usato certo nei
senso di « deficenza », « carenza »,
«mancanza»). Gli impegni assunti
dalla conferenza coi due ordini del
giorno ricordati dal pastore Rostan
pongono le comunità di fronte ad una
responsabilità morale oltre che materiale : lo sforzo finanziario che le Chiese saranno chiamate a sostenere (parallelamente a quello in atto e
che non deve subir certo rallentamenti _ per sopperire alle ^ necessità di
ordine generale) per costituire un fondo «borse di studio» deve essere il
riflesso di una vigile coscienza sulla
necessità della nostra testimonianza
cristiana nelie attività « responsabili » della nostra vita sociale, pubbli
ca e di relazione, e soprattutto sulla
davvero drammatica urgenza di assicurare alla chiesa degli operai pronti
a totalmente e fedelmente servire m
essa il nostro Signore. Giustamente
poi Ermanno Rostan passa a considerare gli aspetti meno positivi della
conferenza: solo attraverso tina meditazione di quel che si sarebbe dovu
to — e forse potuto — fare, e non si
è fatto si può positivamente imposta
re il lavoro futuro. La critica serena,
che in fondo (tutti siamo egualmente responsabili e quindi « corresponsabili») è autocritica, non può che
far del bene, ed è perlomeno sintomo
di vitalità, è uno stimolo benefico. I
richiami di E. Rostan non sono nuovi ma non per questo divengono meno seri e severi, anzi! Non foss’altro
perchè «reperita juvant » (almeno vi
è da sperarlo) occorrerà spesso ritornarvi.
Vi sono alcuni mali tra noi,^ che
paiono inguaribili: chissà perchè, sino aU’ultimo, la commissione distrettuale deve star col cuore sospeso in
attesa delle relazioni delle singole
Chiese (e ne manca sempre qualcuna); chissà perchè, l’elenco dei delegati proviene solo in extremis; e perchè poi i delegati della conferenza al
Sinodo non possono essere preventivamente compresi in una lista che
ogni comunità potrebbe già predisporre. Il tutto semplificherebbe il compito della Commissione Distrettuale,
i lavori della conferenza, e sarebbe
segno di più cosciente serietà. Bene
ha fatto E. Rostan a ricordare queste, solo apparentemente, piccole cose.
E così giustamente lamenta la scarsità di tempo a disposizione per la
conferenza. Ma per ovviare a questo
inconveniente egli non indica, a mio
avviso, rimedi precisi: si limita a dire che compito della Commissione distrettuale sarebbe quello di precisare
gli argomenti da discutere, indicandone, imponendone uno o due per volta, così che non si ritorni ogni anno.
« con pesante monotonia » sugli stessi
problemi. Ora, mi consenta l’amico
Rostan di dirgli che non mi pare che
la commissione distrettuale, di cui
faccio parte, abbia commesso questo
errore, lasciando alla conferenza di
chiacchierar di quel che le piacesse
senza avere un programma.
Sempre, e da qualche anno a questa parte certo, per quel che mi ricordo, la conferenza è stata posta di
fronte a dei precisi problemi: il problema del ritorno alla Bibbia, o il
problema finanziario, o il problema
sociale delle Valli; e quest’anno due
problemi erano posti in modo particolare aU’attenzione dei delegati: il
culto pubblico della domenica, _e_ i
rapporti coi cattolici. Eran ripetizione di vecchi argomenti di ogni anno,
forse? No di certo. Che colpa ne ha
la Commissione se il tempo è limitato e impedisce di discutere bene anche solo uno di qu^ti problemi, a
non consente di trattarne altri di pari importanza? « II problema della
gioventù è trascura^ », dice_ E. Rostan, ed ha ragione. 'Ma il richiamo
può servire, e certo servirà, a fare di
questo problema il centro di una prossima conferenza.
La verità, almeno mi pare, è che:
i delegati che intervengono nella discussione devono autodisciplinarsi e
controllare in lunghe^a, e in aderenza ai problemi discussi, il loro intervento; ma soprattutto, che una sola
conferenza praticamente di sei ore,
in un anno, è poca cosa. E visto_ che
le difficoltà di indirla per due giorni
consecutivi, per ovvie ragioni, son
troppe, non resta che l’elementare rimedio di indirne due, come si era già
suggerito in passato, e come si era
cominciato a fare. In tal modo si potranno ulteriormente limitare gli ai^
gementi di ogni singola conferenza.
Una conferenza alla chiusura dell’anno ecclesiastico, dunque; una seconda poco dopo la ripresa, prima
della fine dell’anno solare: qualcosa
di più si potrà certo fare. Altri rimedi francamente non mi par di vedere: ma su questo argomento come su
tutti gli altri che l’articolo di E. Rostan e questo mio breve scritto _ la;
scian intravedere c«3»>e meritevoli di
discussione, la parola è libera. E’ più
che mai necessario, come ricordato
nel versetto di Malachia citato da E.
Rostan, parlarci gli uni agli altri, certi dell’attenzione, dell’ascolto e della
benedizione deU’Eterno.
Ettore Serafino
Vanità di Cristo ?
Ho letto con piacere Vavvincente
Apologo della vita e della morte dì
G. F. Peyronel, nelVultimo numero
dell’Eco; ma anche con un crescente
senso di perplessità. Pienamente d’accordo sull’attualità bruciante del ” mito” babelico (che dimostra del resto
quanto il ” mito ” sia in realtà concreto e aderente alla vita umana!). Ma la
presa di posizione non mi è parsa cristiana; profondamente religiosa, sì, ma
non cristiana, non biblica. Mi j>erdoni
l’articolista queste affermaziéni, dettate solo dal vivo desiderio di non vedere aumentare la confusione che, a
questo riguardo, è spesso già assai
grande.
Anzitutto, se la minaccia mortifera
dell’era atomica pare farsi sempre
più atroce, non credo si possa in alcun
caso parlare di una ” morte benigna
e saggia”. La morte è il .salario del
peccato, è la maledizione di Dio, l’ultimo nemico. ” .Sei polvere, e in polvere ritornerai ”. Non è il passaggio obbligato che schiude un nuovo orizzonte al viandante, ma è la fine radicale e
tremenda dì tutto l’essere nostro, giudicato da Dio nella sua folle presunzione d’autonomia. Per questo la
” morte pazza, figlia dell’odio e della
paura ” di Hiroscima e delle eventuali future Hiroscima è in realtà dello
stesso ordine della morte che giudica
la vita di ogni migliore membro di
Chiesa. Una morte serena e saggia,
come quella di Socrate, non è che nobile illusione; nella passione della sua
vita e della sua agonia Gesù Cristo ha
preso più sul serio di Socrate la vita e
la morte degli uomini: perchè ha preso sul serio la Parola del Padre. Cer
I campi giovanili ad Agape
L’inizio pieno delle attività ad Agape si ha, da alcuni anni ormai, in
primavera; il periodo delle vacanze
pasquali mette in movimento gruppi
di giovani dai vari paesi, ed il mese
di aprile in generale vede l’awicendarsi di tali gruppi nel villaggio. Quest’anno si sono avuti campi per tutta
la durata di aprile — provenienza:
Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra. Accanto ai campi vale la pena
di notare il numero dei visitatori ed
ospiti, per lo più stranieri in visita
alle chiese in Europa.
Dal 7 al 12 aprile, campo-retraite
dei catecumeni di Losanna-Ouchy, diretto dal past. G. Paschoud (del Comitato Generale di Agape) e da due
suoi colleghi. Una cinquantina i partecipanti; il programma era organizzato dal gruppo dirigente del campo,
con la partecipazione del direttore di
Inulto agli operai
delle 'Valli
Dal 12 al 18 agosto avrà luogo ad
Agape il « campo internazionale di
ferie per operai edi operaie ».
Gli operai delle Valli sono cordialmente invitati; il prezzo è modesto
(lire 5.000 per l’intero campo). Per
chi desidera trascorrere in famiglia
le ferie ad Agape, >vi è la possibilità
di far partecipare al campo anche la
moglie.
Durante il cam;^ si avranno ; conversazioni sui p^blemi della famiglia, gite, ampi periodi di libertà, serate ricreative, ecc.
11 campo sarà diretto dal past
Franco Davite (Riclaretto).
Agape per la presentazione dell’opera
ed alcuni studi e culti. Per Agape, un
campo di ospitalità e di collaborazione.
Dal 15 a 23 aprile, l’annuale campo
gioventù del Viirttemberg, dove Agape conta numerosissimi ex-campisti,
lavoratori, amici fedeli e buoni. Come
sempre, un campo serio e vivo; i partecipanti sono quasi tutti elementi
attivi nelle locali organizzazioni giovanili, per lo più impiegati e studenti
universitari. E u’n momento di contatti personali, di colloquio, di simpatica vita in comime; nello svolgersi dell’attività di Agape, una pausa
di serenità. Pensiamo sempre a questi amici con un senso di gratitudine
per la loro presenza ed interesamento.
Dal 22 al 28 aprile: breve campo di
giovani della comunità riformata di
Grenoble; anche questa, un’attività
che si rinnova da circa tre anni. Piccolo e compatto il gruppo d-2i partecipanti. La comimità di Grenoble, assai attiva in una città in fase di rapido sviluppo, si appoggia in buona
parte su una popolazione di operai
specializzati, di tecnici, di intellettuali (industria elettronica. Università),
con problemi nuovi di predicazione e
di testimonianza. Per Agape, un contatto utile e vivo.
Domenica 26 maggio, giornata delle
madri. Dal 1955 Agape invita ogni anno, a quest’epoca, le madri delle Valli
Valdesi per una giornata di distensione; l’invito è sempre accolto con
entusiasmo, ed il numero delle partecipanti aumenta ogni volta. Dopo il
grande affollamento dell’anno scorso
(410 madri) si è pensato di rivolgere
l’invito ad ima parte soltanto delle
comunità della zona (le altre saranno invitate nel ’58). Ma anche così,
nonostante il cattivo tempo, il salone
di Agapie ha accolto oltre 250 intervenute.
Ancora in aprile per alcuni giorni
(19-22) un gruppo di studenti inglesi
da Leicester, in viaggio di contatti
con scuole e istituti italiani.
Campo lavoratori. — Si è iniziato
nella seconda metà di maggio, con
un numero ristretto di partecipanti;
in giugno questi sono aumentati rapidamente. In programma quest’.anno; a) la sistemazione dei terreni intorno alla nuova costruzione degli
uffici (opera del campo lavoratori dell’anno scorso); b) la sistemazione definitiva dello spiazzo antistante la cucina centrale di Agape (con magazzino deposito per la legna, etc.); c) la
revisione della strada da Ghigo ad
Agape.
to, un cristiano puù morire serenamente, ma soltanto in quanto crede in Cristo, e sa di andare sulla via che Cristo
ha aperta. Per lui l’ultima nemico ha
perso il suo dardo, spuntato su Colui
che ha ricevuto il colpo al nostro posto.
Per questo, d’altra parte, il cristiano, oggi, deve sapere (e saper confessare) che la morte, anche la spaventosa morte atomica, non è una potenza
autonoma ma deve fare i conti con la
signoria di Cristo, come ogni potenza
satanica. Associandosi perciò al coro
di coloro che lanciano grida d’allarme, e predicando la riconciliazione, la
Chiesa ed il singolo credente non devono però perdere il loro ” sapore ”
particolare, non devono dare l impressione che, per loro come per tutti gli
altri, la morte e la morte atomica sono delle potenze che non sono meora
state vinte e che possono ancora strap- ■
porci aH’operante amore di Dio in Cristo.
Infine, la conclusione dell’apologo
mi pare contraria a tutta la prospettiva biblica. Il rinnovamento di tutte le
cose, la realizzazione della profezia
biblica del regno dì pace non saranno
affatto il frutto di un comune accordo
degli uomini, saggezza scaturita da
lunghe e dolorose esperienze, ma saranno l’opera sovrana del Signore che
ritornerà fra i suoi, a regnare in modo manifesto a tutti. Gli ” ultimi giorni ” in cui '"delle loro spade fabbricheranno vomeri d’aratro... una nazione non si leverà più contro l’altra e
ru>n impareranno più la guerra’’ (Is.
2: 4), non sono il termine radioso di
una lenta e dolorosa evoluzione, ma il
momento dell’intervento sovrano di
Cristo il Signore, promesso nelle beatitudini e nelle parabole evangeliche;
non dipendono dunque dalla buona
volontà degli uomini, ma dd buon volere di Dio che in Cristo è amore. Nell’attesa, questo nostro tempo non è il
tempo dello sviluppo e del perfezioìiuiticnio delle possìbilitu wficiiief ftici
il tempo della pazienza di Dio, che
chiama tutti gli uomini dia fede in
Cristo, affinchè si convertano a Lui e
vivano della Vita che è in Lui.
Forse, più che unendo la sua voce
a quella, pur autorevole, di Schweitzer
e Einstein, del gruppo dì Goettingen
e così via, la Chiesa adempirebbe la
sua vocazione se sapesse vivere nella
preghiera della Chiesa primitiva: Vieni, Signor Gesù!
Gino Conte
Per le fìlodrammatiche
Dal 31 agosto al 10 settembre « Campo dell’arte drammatica» ad Agape.
E’ una buona opportunità per i
membri delle filodrammatiche delle
Valli di conoscere un repertorio nuovo, seguire delle esercitazioni pratiche di recitazione, messa in scena, ecc.
a cura di esperti.
Il programma sarà diretto dal past.
Daniel Atger e dalla sua équipe di
specialisti; comprenderà studi, esercitazioni, preparazione di dramma.
Lingua; francese.
Corso dell’intero campo; lire 8.000.
• • *
Per iscriversi, rivolgersi alla Segrettria di Agape, Frali (Torino), accludendo lire 1.000 di caparra più lire
600 dì iscrizione.
Per la nonoseenza
della Sacra Bibbia
La « Claudiana » vi segnala e vi raccomanda i seguenti libri;
Bonnard - Masson
L’EPITRE AUX GALATES
L’EPITRE AUX EPHESIENS
L. 2.040
Charles Masson
LES DEUX EPITRES AUX
THESSALONICIENS
L. 1.360
Jean Héring
LA PREMIERE EPITRE AUX
CORINTHIENS
L. 1.520
Jean Héring
L’EPITRE AUX HEBREUX
L. 1.550
Edmond Jacob
THEOLOGIE DE L’ANCIEN
TESTAMENT
L. 2.000
Ordinazioni alla Libreria Claudiana — Torre Pellice.
2
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Il Profeta Osèa
La Casa Editrice Claudiana ha dato alle stampe un nuovo opuscolo della serie biblica, intitolato: Il profeta
Osea e il suo messaggio (pagg. 28 prezzo L. 85).
L’opuscolo è dovuto alla penna del
Past. Enrico Corsani il quale ha riassunto in poche pagine quanto è utile
che noi sappiamo per conoscere
il profeta d’Israele ed il contenuto
disi suo messaggio, antico e sempre
ancora attuale. E lo ha fatto con un
linguaggio semplice, chiaro, adatto alla comprensione di tutti i lettori, anche senza una particolare cultura
teologica.
Forse più di qualsiasi altra parte
della Bibbia, quella profetica ha bisogno di essere inquadrata nei tempi
e negli avvenimenti. Anche il messaggio di Osea non è facile da comprendere .se non si tiene conto delle
situazioni storiche o spirituali in cui
Dio lo ha chiamato a profetare.
Perciò l’opuscolo del Past. E. Corsani è non soltanto buono, ma opportimo; è im aiuto di cui tutti i nostri membri di chiesa possono giovarsi per la lettura e la meditazione
della profezia antica che ad Israele e
a noi proclama ancora la giustizia e
la misericordia di Dio. Il profeta « lo
sentiamo vivo in mezzo a noi, e se
apriamo il suo libro esso si mostra
stranamente aderente alla realtà attuale... ». Di fronte al formalismo re
ligioso che s’appaga di riti e di ipocrisia, Osea ci dice da parte di Dio:
« La vostra pietà è come una nuvola
mattutina, come la rugiada che di
buon’ora scompare. Io amo la pietà
e non i sacrifizi e la conoscenza di
Dio anziché gli olocausti».
Il prezzo dell’opuscolo è accessibile
a tutti. Acquistatelo e diffondetelo.
e. r.
UNA DIACONESSA VALDESE
Suor LidiafPasquet
Molti Valdesi ricordano quel nome
ed hanno conosciuto Suor Lidia Pasquet negli anni della sua fervida ed
operosa attività terrena. Essi apprenderanno con un senso di tristezza la
notizia della sua dipartenza, avvenuta a Torre Pellice, la sera dell’8 luglio, presso la Casa Madre delle Diaconesse, dove in questi ultimi anni si
era ritirata e dove ha sopportato con
animo credente il peso della sua infermità.
Suor Lidia Pasquet era nata nel
villaggio dei Gay di Prarostino
73 anni or sono. Giovane diaconessa
aveva prestato servizio presso la Casa Materna di Napoli; successivamente fu suora visitatrice per dieci
anni e infine, per ben 18 anni, fu direttrice dell’Ospedale Valdese di Torino, dove ebbe modo di esplicare la
sua intelligente attività a beneficio
di queirtstituto e di quanti vi furono
accolti e curati.
Il suo nome è legato a tutto un periodo di vita della nostra Chiesa e
del nostro O.spedale torinese, prima
degli anni tragici della seconda guerra mondiale. Suor Lidia Pasquet lascia dietro a sé il ricordo di una donna Valdese consacrata al servizio del
Signore e del prossimo nelle schiere
del diaconato femminile ormai fattesi così sottili. Nel rievocarne la me
moria, le dobbiamo una parola di ricono,scenza per quanto ha fatto in
un servizio che rimane pur sempre
imperfetto a causa delle debolezze di
ogni natura umana, ma che è stato
uno sforzo sincero per operare le opere della fede e della carità nella più
o meno lunga giornata terrena.
I funerali ebbero luogo mercoledì 10
corrente partendo dalla Casa delle
Diaconesse. Un lungo corteo di persone, preceduto dal gruppo delle nostre Diaconesse accompagnò il feretro nella chiesa di Torre Pellice, dove
il Pastore R. Nisbet, Direttore della
Casa Madre, presiedette il culto funebre, ricordando e commentando le parole del Signore all’Apostolo Paolo:
« La mia grazia ti basta », parole che
Suor Lidia volle pronunziare poche
ore prima della sua morte.
II saluto riconoscente della Chiesa
di Torino e dell’Ospedale Valdese fu
recato dal Pastore E. Ayassot, mentre
il Pastore G. Peyrot recò il saluto della parrocchia di Prarostino.
Nel chiaro tramonto della giornata
estiva, la salma è stata deposta nel
cimitero di Torre Pellice, in uno spirito di profonda fiducia nelle promesse di Cristo.
11 Signore assista col messaggio dell’Evangelo i parenti colpiti dal lutto
e susciti nel nostro popolo altre vocazioni al ministero della diaconessa
Valdese. Red.
MISSIONE. E CHIESA NEL CAMEROUN
Vi diamo alcune informazioni di caratfere storico e ecclesiastico su di un grande paese dell’Africa Equatoriale
Il Cameroun è un paese piuttosto montagnoso deii’Africa equatoriale. Esso ho la
forma di un triangolo irregolare che termina al nord col lago Tchad, alVest con
l’Africa Equatoriale Francese e il Congo
Belga, a sud col Gabon, e all’ovest con la
Nigeria e l’Oceano Atlantico.
“^Questo immenso territorio è, sin dalla
fine della prima Guerra Mondiale sotto la
tutela della Francia e dell’Inghilterra. La
parte francese ha per capitale Yannde,
quella inglese, Buea.
Questo paese è, geograficamente e etnograficamente, molto vario: la parte meridionale ha un clima caldo e umido con la
sua foresta vergine, le sue culture di palma ad olio, cacao, banane, heveas (albero
della gomma caucciù). La sua popolazione
principale è composta di tribù Bantu, animista, cioè che dà un’anima ad ogni cosa,
sia essa animata o no. Questa popolazione,
però, si volge sempre più decisa verso il
cristianesimo.
La regione occidentale è molto montagnosa, ha un clima fresco ed umido ed una
densa popolazione di contadini Bamileke
che coltivano il grano turco, l’arachide, il
caffè, ecc.. I Bamileke sono pure animisti.
Il centro è occupato da altipiani erbosi
che nutrono numerose mandrie di bovini.
Ha una popolazione poco densa di bovari
Fulbe musulmani.
Infine, la regione settentrionale è una
pianura molto calda e secca ma con un suolo molto fertile che permette la coltura del
miglio, dell’arachide, del cotone, ecc. Ha
una folta popolazione Fulbe mescolata con
gli autoctoni pagani, (i Kirdi e i Mandata).
I Portoghesi, nel 1472, entrarono nell’estuario del fiume Wuri che chiamarono:
” Rio dos camaroes ” cioè: fiume dei granchiolini. Poco alla volta questo nome si trasformò in « Cameroun » e si este.se a tutta
la regione.
Fino alla fine del XVI./no secolo, i navi
gatori portoghesi, fecero commercio del sa
le, delle stoffe, degli utensili di rame, del
le armi da fuoco e delle bibite alcooliche
barattandoli con pepe, olio di palma, avo
rio, legno di tintura, perle celesti e soprat
tutto schiavi.
Gli Olandesi presero il posto dei portoghesi durante i secoli XVII c XVIII ; poi
alla loro volta furono soppiantati dagli Inglesi che si apprestavano a mettere il paese
sotto la loro protezione ma furono preceduti dai Tedeschi che conclusero un trattato d’amicizia col re di Duala, e di li, partirono alla concjuista di tutto il paese.
Nel 1916 però, dovettero a loro volta abbandonare il Cameroun alle armate alleate;
è così che il Cameroun cadde sotto la tutela della Francia e (fp/ringhilterra.
La Evangelizzazione del Cameroun
fu intrapresa dalla «Missione Battista di Londra» che, nel 1845, vi mandò uno dei suoi missionari, il Signor
Alfredo Saker.
Nel 1886, a causa dell’annessione tedesca, la « Missione Luterana di Ba
silea», prese il posto della «Missione
Battista di Londra », e continuò l’opera di evangelizzazione verso l’interno
del paese. La Missione di Basilea, fondò un seminario che fu un vivaio di
Evangelisti africani molti dei quali
sono tutt’ora al lavoro.
Però, molti cristiani di Daula non
ammettendo le forme e la disciplina
della nuova Missione, sopratutto il
battesimo dei bambini, la Missione
luterana di Basilea chiamò in suo
aiuto la Missione Battista di Berlino.
Essa rispose alla chiamata e venne
nel Cameroun.
Durante la guerra 1914-1918, le Missioni di lingua tedesca avendo dovuto
abbandonare il paese, l’Islamismo, che
fino allora era poco esteso, fece
innumerevoli proseliti, sopratutto tra
i Capi, e sollevò cruenti persecuzioni
contro i cristiani, specialmente nel
Nord del paese presso i Bamum. Ecco
qual’era la situazione che la « Missione di Parigi» trovò quando, nel
1916, fu pregata, dalle Missioni di Basilea e di Berlino di prendere il loro
posto per continuare l’opera di evangelizzazione del Cameroun.
Lavoro ecclesiastico
Il primo impegno della Missione di
Parigi, fu quello di riorganizzare le
Comunità scosse dalla guerra, rag
gruppandole nuovamente attorno alle loro antiche sedi: Duala, in riva
al mare; Yabassi, sul fiume Wouri;
Ntolo, nel centro del Paese; e Pumbam, nel Nord.
In un secondo tempo, la Missione
di Parigi, organizza e fonda nuovi posti di evangelizzazione. Tre sono le
lingue principali del Cameroun usate
nelle scuole e nelle Cihese accanto alla lingua ufficiale, il francese. Queste
lingue sono: il Duala, nella regione
meridionale; il Bamilekè, in quella
centrale; ed il Bamum, nella settentrionale.
Il Cameroun possiede 4 Scuole B'
bliche per la formazione dei Catechisti e degli Evangelisti che sono a capo
delle piccole Comunità sparse nei
paese. Possiede inoltre, una Scuola di
Teologia a Ndunue, che accoglie non
solo i Candidati in teologia delle
Chiese della « Federazione » del Cameroun, ma anche quelli delle Chiese
del Gabon e del Togo. Due missionari
europei ed un pastore africano svol
gono, in francese, un corso di 3 anni,
dopo di che i migilori di questi Candidati, vengono mandati in una delle
Facoltà in Francia, per terminarvi i
loro studi.
Sin dalle origini, le Missioni Evangelihce, curarono l’istruzione affinchè
le popolazioni verso cui andavano, po
tessero leggere e meditare nella prò
pria lingua la « Parola di Dio ».
Oggi, il Cameroun non possiede so
10 il ciclo delle Scuole Elementari o
primarie, ma bensì anche le Scuole
Secondarie e Superiori come in Francia, le Scuole di ^avviamento professionale di vario tipo.
Scuole dì ogni tipo
e opere assistenziali
Grandi « convitti » per maschi raccolgono gli alunni dai villaggi più
remoti per permettere loro di proseguire i loro studi una volta terminato
11 ciclo primario. Anche le ragazze
hanno i loro « convitti ». Il più importante, per ora, è quello di Bangangtè
nella regione dei Bamilekè fondato
nel 1947 e che, nel 1956, conteneva
già 140 alunne. Oltre agli studi di cultura generale, le allieve ricevono un
accurato insegnamento di Economia
Domestica e di Puericultura con pra^
tica presso il « Nido » o Asilo pei lattanti, annesso alla Scuola.
Un centro di Artigianato o di Av
viamento Professionale di vario tipo,
rilascia un diploma statale per i vari
rami scelti dagli allievi, così abbiamo :
periti in falegnameria, in meccanica
in commercio, ecc., ecc.
Accanto a questa Scuola, pure a
Ndongue, vi è una grande tipografia
che prepara buonissimi tipografi che
forniscono non solo il fabbisogno in
letteratura cristiana e scolastica, cioè
Bibbia, cantici, libri di cultura reli
giosa, ma anche giornali, studi scientifici, ecc., ecc.
Nell’opera medica, Duala occupa il
primo posto col suo modernissimo
grande opedale ove lavora uno stuolo
di Diaconesse e di infermiere e dottori europei coadiuvati da infermiere
e infermieri africani e dottori pure
africani. Tutti i reparti dei più moderni ospedali europei vi sono rappresentati. Dopo Duala, la formazione
medicale più importante è l’Ospedale
di Bangwa, nel centro della regione
Bamilekè. Esso conta una sessantina
di padiglioni: alloggi pei dottori, per
le infermiere e gli infermieri, maternità, Nido o Asilo pei lattanti, reparto medico, reparto chirurgico, padiglioni per malattie infettive, ecc.
Vi troviamo perfino come a Duala,
ma in più piccolo, il padiglione di radiologia.
Tutte le Stazioni missionarie hanno un ambulatorio spesso fiancheggiato da una Maternità.
Veduta generale del « Foyer de la
Duala.
Jeunesse Protestante » a
AVVENIRE!
Il travaglio non è una particolarità
dell’uomo moderno o dell’uomo
che non ha la fede: è cosa dell’uomo,
E di ogni tempo, poiché sgorga dalla nostra natura e può divenire affanno e disperazione, come può contenersi in una fiduciosa e operosa
attesa.
Dopo la fine di questa seconda
gVAìrra mondiale, uno sforzo speciale è fatto per l’evangelizzazione della gioventù. Questo sforzo si svolge
specialmente: nelle città dove tutte
le ideologie straniere si urtano contro le tradizioni antiche del paese,
e pongono dei problemi tali che e
urgente aiutare i giovani a risolverli. Per questo, un posto di Segretariato di Gioventù è stato creato per
tutta la Missione del Cameroum. Un
’■ Foyer ” è stato inaugurato a DuaId nel 1954.
Parimente, il lavoro per le donne e le giovanette prende uno sviluppo sempre più grande grazie all’arrivo di una specialista in materia.
Dopo gli anni di evangelizzazione,
ove il cristianesimo ha preso uno
sviluppo considerevole, le Chiese del
Cameroum devono, ora, dedicarsi al
doppio compito di rafforzare ciò che
esiste per arginare le influenze deleterie del paganesimo materialistico
europeo e continuare l’Opera di evangelizzazione del paese.
Se la missione ha già, nel passato,
condotto la Chiesa sulla via della autoìwmia finanziaria, essa deve oggi
continuare il suo sforzo per condur
la all’autonomia totale, integrandosi nella vita stessa di questa chiesa.
Benché le giovani chiese assumano delle responsabilità spirituali e
materiali sempre più grandi, la presenza dei missionari è ancora necessaria per certi posti speciali ed il
compito delle chiese d’Europa non
(' finito, più che mai la missione ha
bisogno di tutta la vostra generosità,
di tutta la vostra fede, di tutte le
vostre preghiere.
Aiutateci! Lavoriamo insieme!
(Su nostra richiesta, la Signora Emilie Lily Coìsson, ha tradotto in italiano per il nostro giornale, un volantino della « Société des Missions de
Paris ». Le siamo sinceramente grati
del lavoro compiuto e ringraziamo
anche la « Société des Missions » per
averci inviato alcuni «clichés»)
Red.
Ogni uomo è in travaglio, perchè
non può bastargli ciò che è tangibile. In ognuno c’è uno strano pel
legrino : il pellegrino dell’assoluto.
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Il Messaggio della Parola
Ministero della Preghiera
Il ministero della preghiera è forse il più importante nella Chiesa
cristiana. Diceva Lutero nel suo Grande Catechismo : « Chi ha riportato queste grandi vittorie... se non le preghiere di alcuni prodi le
quali si sono elevate come un muro di bronzo per proteggerci? I nostri
nemici possono beffarsi di noi. Noi li sfideremo, essi e il diavolo, se ci
manterremo nella preghiera e persevereremo in essa. Poiché noi sappiamo che quando un cristiano prega dicendo; «Padre mio, sia fatta
ia tua volontà » Dio gli risponde : « Figlio mio, sì, essa sarà fatta a
dispetto del diavolo e del mondo intero ».
I prodi cui Lutero si riferiva ci sono rimasti sconosciuti. Sui loro
nomi, come su tutto ciò che essi hanno fatto di bene e di male, si è
steso il velo dell’oblio. Solo le loro preghiere sono state ricordate, a
motivo delle grandi vittorie che da esse furono riportate.
Ai nostri giorni sono pochi quelli che attribuiscono ancora tanta
importanza al ministero della preghiera. La grande maggioranza dei
cristiani non prega e quelli che pregano non hanno coscienza di svolgere, così facendo, un ministero della Chiesa.
Più che un’arma di lotta per il conseguimento di determinate vittorie, la preghiera viene considerata dal lato liturgico, come un rito
ecclesiastico. Sì discute allora per stabilire se la vera preghiera dev’essere estemporanea o se deve seguire un formulario, se vale di più la
preghiera individuale fatta nel segreto della propria stanza o se vale
di più la preghiera comunitaria fatta in pubblico nella chiesa, se si
deve pregare in ginocchio o seduti o all’impiedi... Tutto ciò è indice di
decadenza del ministero della preghiera e sopratutto di debolezza spirituale.
Ma la potenza della preghiera non risiede nella sua forma. Si sa
che la forma ha una grande importanza negli atti di magia. Nessuno
però sostiene che la preghiera sia un atto magico. Di conseguenza le
polemiche sul modo della preghiera dovrebbero essere lasciate da parte
e si dovrebbe riprendere in seria considerazione la promessa divina
che costituisce la vera potenza della preghiera cristiana.
Non si tratta di far un maggior numero di preghiere nel corso
della giornata. La preghiera è senza dubbio un’arma potentissima messa da Dio nelle mani della Chiesa. Essa non va usata inutilmente per
battere l’aria a ore Asse del giorno e indipendentemente dalla missione della Chiesa nel mondo. Le grandi vittorie si possono conseguire
solo quando si ha avuto il coraggio d’imbarcarsi in una grande lotta
con la sola arma della preghiera.
Si obbietterà che è difficile pianificare l’uso della preghiera. Molti
infatti sono ribelli a qualsiasi disciplina e pregano solo quando ne
hanno voglia o meglio quando si « sentono » di pregare. La preghiera
però non nasce da un impulso naturale del nostro cuore. Essa non
viene da noi, non viene dalla terra, ma è un dono dì Dio. Nella sua
grande misericordia, Dio ci ha concesso di pregare e ha promesso di
esaudirci. La potenza della preghiera risiede precisamente in questo
dono e in' questa promessà. n ’hostrò Iràspórlò sentTmènìàTe non è
essenziale nella preghiera ed è inutile perciò aspettarlo a lungo o magari provocarlo con mezzi esteriori.
Dio vuole che nella Chiesa ci siano i prodi, quelli che combattono
vincono le loro battaglie pregando. E noi tutti siamo chiamati ad
essere prodi, impegnadoci nel ministero della preghiera, anche contro
voglia. E’ la sua volontà infatti che dev’essere fatta, non la nostra
s. g.
LA DONNA CHE LAVORA
## sesso più forte
Pubblichiamo questo articolo che ci
pare interessante per il problema che
pone e per le idee che suscita, anche
se su alcuni punti si potrebbero fare
delle osservazioni o esprimere pareri
diversi. Red.
Non è questo « giornale » sede alle
facili malignità; non è quindi per
fare una delle suddette malignità che
io vorrei osservare che se venisse di
moda tingersi in verde la punta dei
nasi, noi vedremmo per le vie della
città donne giovani e vecchie, belle
e brutte, sposate o zitelle ostentare
sui loro nasini tutte la gamma dei
verdi di una foresta, in primavera.
La moda è veranante il sesso più
forte, non il maschio o la femmina,
poiché solo la moda aggioga onnipotentemente al suo carro ogni essere
umano.
Per moda però non intendo solo il
trucco e ciò che riguarda il vestire o
Tornare la persona : esso è della moda l’aspetto più innocente, non solo.
ma oserei dire ancora comprensibile... La moda rovina le famiglie con
ben altro, le rovina con le tendenze
che riesce a insinuare nelle coscienze e nelle volontà; le rovina con le
profonde mutazioni che opera nelie
anime e che hanno .una tremenda rispondenza nei successivi aspetti del
costume e deli’etica sociale.
Oggi è moda che la donna lavori»
intendiamoci, da che il mondo è
mondo la donna ha sempre lavorato.
Non per nulla la natura a lei, non al
maschio, ha affidato il peso della maternità. E qual lavoro esiste al mondo più di esso totalitario?... poiché
per la donna la maternità non si esaurisce nel fatto di partorire, ch’esso è il meno, ma si ingrandisce prodigiosamente nelle molteplici cure che
crescono con il crescere stesso dei figli, cure che non sono soio di carezze e baci, ma richiedono l’impegno
assoluto di tutte le ore del giorno e,
bene spesso, molte persin della notte,
soltanto che questo suo lavoro la donna non era allora persuasa dalla mo
La Chiesa Battista in Italia
L’assemblea generale dell’Unione
Cristiana Evangelica Battista d’Italia si è tenuta a Roma alla fine di
Maggio, nella Chiesa di via Teatro
Valle.
Ebbe inizio la sera del 27 maggio
con un culto presieduto dal Past. M.
Ronchi e con la predicazione del Past.
Dr. Carmelo Inguanti, in sostituzione del Past. Ernesto Corsani, Presidente dell’Unione, impedito d’intervenire a causa di una infermità.
L’Assemblea ascoltò quindi varie
reiazioni e contro relazioni ; ricevette la visita dei delegati di altre denominazioni ed ope*e evangeliche esistenti in Italia. Tutti ebbero espressioni felici e accenti particolari che
misero in rilievo molteplici legami di
affinità, pur nella diversità della testimonianza specifica.
Sotto l’aspetto organizzativo, il risultato più notevole è costituito dalla creazione del Comitato di Evange
lizzazione che assorbe una buona parte dei compiti dei passato Comitato
Direttivo dell’opera Evangelica Battista d’Italia. A Segretario di quel
Comitato è stato eletto il Past. Vincenzo Veneziano, Rettore della Scuola di Rivoli.
Durante l’Assemblea si sono tenuti quattro studi biblici: La prova della nostra fede (Past. L. Cartone); La
Chiesa missionaria (Past. E. Mattone); Il potere delle chiavi (due studi
del Past. M. Ronchi).
Nelle votazioni finali è stato proclamato Presidente dell’Unione Battista il Past. Manfredi Ronchi della
Chiesa di Roma e Vice presidente il
Past. Dr. Carmelo Inguanti della
Chiesa di Milano.
Il Signore conceda alle Chiese sorelle dell’Unione Battista la forza e
la gioia dello Spirito Santo nell’opera che svolgeranno per il progresso
del Vangelo di Cristo. Red.
IO li
Ili Eli
L’une des qualités que l’apôtre
Paul considère comme élément essentiel du grand TOUT de l’amour,
au chapitre 13 de sa première épiire aux Corinthiens, est LA BONNE HUMEUR. ’’L’Amour ne s’aigrit point”. Rien ne saurait être
plus surprenant pour certaines personnes qu’une telle affirmation!
Nous sommes généralement disposés à considérer la mauvaise humeur, ce qu’on appelle avec indulgence un ’’caractère difficile”, comme une faiblesse très pardonnable.
Nous en parlons comme d’une
simple infirmité naturelle, une disposition héréditaire, une affaire
de tempérament à laquelle il ne
faut attacher qu’une importance
relative. Et cependant c’est au milieu même de l’analyse de l’amour
que l’apôtre nous signale ce défaut et la Bible en parle, à diverses reprises, comme l’un des plus
actifs dissolvants de tout ce qui est
bon. Ce qu’il y a d’étrange c’est
que la mauvaise humeur est le vice
des gens vertueux et souvent l’unique tache dans une nature qui, à
d’autres égards, est noble et élevée. Vous devez certainement connaître des hommes et des femmes
qui seraient bien proches de la perfection, s’ils n’avaient un caractère
prompt à s’offenser ou susceptible
à l’excès.
En fait, il existe deux sortes de
péchés: les péchés matériels et les
péchés moraux. L'enfant prodigue
de la parabole illustre les premiers
et le frère aîné les seconds. La société n’hésite pas à déclarer lequel
est le plus coupable des deux: son
verdict condamne impitoyablement
l’enfant prodigue. Mais, est-elle
dans le vrai? Où est la balance capable de peser le poids des fautes
d’autrui?
Pour abreuver la vie d’amertume, pour désorganiser les sociétés,
pour rompre les liens les plus sacrés, pour enlever la foie à la jeunesse, en un mot pour produire,
avec une puissance sans égale, l’angoisse et la misère, et cela sans
aucun motif sérieux, il n’est rien
de tel que la mauvaise humeur.
Souvenez-vous du frère aîné de
l’enfant prodigue. Il est moral, travailleur, patient et soumis. Il possède, sans contredit, bon nombre
de vertus. Cependant, regardez-le,
cet homme d’âge mûr, refusant,
dans un accès de bouderie puérile,
d’entrer dans la maison paternelle.
”Il se mit en colère”, nous dit l’Evangile, ”et ne voulut point entrer”. Songez à l’effet qu’une telle
conduite dut produire sur son père,
les serviteurs, les invités et l’enfant
prodigue lui-même! Réfléchissez
au nombre ’’d’enfants prodigues '
éloignés du Royaume de Dieu par
des accès de mauvaise humeur ou
le manque d’amabilité chez ceux
qui font profession de Lui appartenir! Examinons avec attention le
sombre nuage qui couvre le front
du fils aîné. Que renferme-t-il? de
la jalousie, de la colère, de l’orgueil, de la cruauté, de la propre
justice, de la susceptibilité, de l’entêtement et de la bouderie! Voilà
les sentiments qui agitent avec plus
ou moins de violence cette âme
dont l’amour est absent et qui se
traduisent normalement par cet accès de mauvaise humeur. Jugez
donc vous mêmes si de tels péchés
n’ont pas de plus sérieuses conséquences que ceux que l’on a l’habitude de considérer comme grossiers et dégradants. Jésus n’a-t-Jl
point réglé cette question quand II
s’est écrié: ”Je vous dis que les
péagers et les gens de mauvaise vie
vous devancent dans le Royaume
des deux?” Le ciel ne peut s’accommoder de telles dispositions:
elles assombriraient la joie des
élus. C’est pourquoi ”Si un homme ne naît de nouveau, il ne peut
entrer dans le Royaume des deux”.
La bonne humeur est le thermomètre qui indique notre état spirituel. Ce qui fait son importance
c’est quelle révèle nos sentiments
les plus intimes. Voilà pourquoi je
crois devoir insister là-dessus. Elle
est la pierre de touche du véritable
amour. Son absence est la preuve,
la révélation d’une nature qui, au
fond, n’est ni aimable ni aimante.
La mauvaise humeur est en effet
une fièvre intermittente qui trahit
un mal intérieur continu. C’est la
bulle d’air impur qui, venant éclater à la surface de l’eau, trahit la
pourriture du fond; c’est l’échantillon des souillures cachées qui
échappe de l’âme sans qu’on y
pense. En un mot, c’est l’éclair qui
nous révèle une multitude de péchés hideux: le manque de patience, de bonté, de générosité, de
courtoisie soudain démasqués par
tel accès de mauvaise humeur.
Il ne suffit donc point de la combattre; il faut remonter à la source et changer le fond même de notre nature, alors les mauvaises dispositions périront d’elles-mêmes.
On adoucit les âmes en faisant pénétrer en elles un grand amour, un
nouvel esprit: L’Esprit de Christ.
Le Saint-Esprit nous pénétrant tout
entiers adoucit, purifie et transforme toute chose. Voilà l’unique remède au mal, voilà ce qui seul peut
produire un changement radical,
renouveler, régénérer, réhabiliter
l'homme intérieur. Ce n’est pas la
force de notre propre volonté qui
pourra nous transformer, le temps
n’y réussira pas davantage. Seul
Jésus peut accomplir cette oeuvre
au-dedans de nous, demandons-le
Lui. Quelques uns d’entre vous
n’ont pas de temps à perdre, souvenons-nous que c’est ici une affaire de vie ou de mort. ”Si quelqu’un
scandalisait un de ces plus petits
qui croient en moi, il vaudrait
mieux pour lui qu’on suspendît à
son cou une meule de moulin et
qu’on le jetât au fond de la mer”.
Ce qui revient à dire — et le Seigneur l’affirme solennellement ■—
qu’il vaut mieux ne point vivre que
de ne point aimer.
(L’Appel du Maître)
da ad esibirlo, a farlo pesare; era logico per lei il compierlo, cosi com’era
logico che per vivere dovesse respirare. Oggi non è più così ; oggi la donna lavora in gara con l’uomo e spesso
in sciocchissima gara. Essa agg essivamente invade di sé ogni luogo, si
impadronisce di ogni attività, esige
una parità che la saggia natura le
negò, e perde cosi il senso non .¿olo
di se stessa, ma addirittura il senso
della vita, perchè la vita contempla
il lavoro come attività peculiare dell’uomo, ma lo distingue nei tempi e
rei modi.
La solennità della genesi stabilisce
che l’uomo maschio guadagnerà il
pane con il sudore della fronte e che
la donna partorirà con dolore.
.A me pare che queste parole siano
sufficientemente esplicative, ima volta infatti era così.
Ben s’intende, vi possono essere situazioni in cui anche ia donna deve
per forza di cose decidersi a lavorare
fuori di casa e fa bene a farlo quando
deve sostentare genitori vecchi e inabili, o provvedere a fratelli minori rimasti ad essa affidati, o quando l’impreveduta sventura o la malattia, o
la cruda disoccupazione ha privato
il capo di casa della sua attività e
Tha costretta a prenderne coraggiosamente il posto. Ciò non è moda, è
dovere, è sacrosanto dovere! Quante
madri rimaste vedove debbono nel
lavoro trovare non solo il conforto,
ma l’indispensabile sussidio alla vita!
Non è di que.ste donne ch’io intendo parlare; esse sono le gemme preziose della corona umana. Parlo di
altre donne... ossia della signora che
per capriccio o per esibizioni smo apre un laboratorio; della moglie il
cui marito porta a casa un buon stipendio e che in sciocca gara con lui
vuole guadagnare pur essa. Della figlia di buona famiglia o di ricca famiglia che s’impiega togliendo un posto e un pane ad un padre di famiglia o ad un figlio che deve provvedere a seri bisogni, e anche della borghesuccia, discretamente benestante
anche se il marito non fa dei lauti
affaroni (tanto che in quella casa
non si parla di figli perchè « i figli costano») ma che vuol lavorare per
comperarsi vestiti, per sfoggiare una
eleganza ingiustificata senza chiedere nulla al marito, soprattutto senza
dare spiegazioni, trattando anzi con
allegria perchè « faccio con i soldi
miei »... Poi ci si stupisce di tanti matrimoni che vanno a rotoli!
La dipendenza economica della
donna dal marito e dal padre è una
dipendenza che, non solo non Turni
lia, ma che lega proprio a lei le premure più affettuose proprio del marito e del padre.
L’uomo che sa che il suo lavoro deve servire a sostentare la famiglia, a
procurare ad essa qualche onesta gio
ia lavora con rinnovata forza e ignora la fatica, non sente il sacrifizio
perchè sa che a casa vi è chi Tattende, chi dipende da lui come il frutto
d all’albero.
Oggi il sesso più forte, la moda onnipotente è entrata nelle case come
un turbine strappandone la donna e
cacciandone l’uomo. Oggi la casa è
un albergo dove due estranei di sesso diverso convivono fra di loro ; qualche volta per sbaglio si affacciano altri estranei « i figli non voluti » i figli che non vedono l’ora di andare e
venire a lor volta in un albergo consimile. .
Un « frigidaire » pieno di scatolame è sufficiente ai vari bisogni; un
televisore tien luogo di familiare conversazione, il mobile bar giustifica
con le malattie di fegato i caratteri
impossibili dovuti all’insoddisfazione
che procura il lavoro fatto per (moda) la distruzione del vincolo familiare... Poi il marito esce per andare
con gli amici, e la moglie per fare un
salto dalle colleghe, e i figli se ve ne
sono... già, i figli... essi andranno ai
cinematografo a imparare la nuovissima grammatica italiana!
Benedetto
(La Città delTUomo)
4
Ernesto Comba T f T'
I PROTESTANTI: L Eco (
SPIEGAZIONI E DIFESE
Claudiana — L. 60
L'Eco delle Valli Valdesi
Giorgio Girardet
XjA fede
CRISTIANA EVANGELICA
Claudiana — L. 400
Ecumenica
SCOZIA
La Chiesa Riformata di Scozia possiede una libreria evangelica ambulante in forma di un’automobile che
va in posti che si trovano fuori mano; in questo modo facilitando agli
abitanti di località distanti ed isolate l’acquisto di letteratura religiosa
e teologica.
La gioventù della Chiesa di Gavin
ton presso Diuis che ha le sue riunioni nel presbiterio, ha organizzato
un servizio per aiutare le persone anziane le quali, per causa della loro
età o qualche infermità, non sono
più in grado di fare certi lavori, come per esempio pulire le finestre,
battere i tappeti, spaccare la . legna e
così via. Questi giovani s’impelano
di fare regolarmente tali lavori per
chi ne avesse bisogno.
I PROFUGHI IN JUGOSLAVIA
Cinque collaboratori del Consiglio
Ecumenico si sono recati recentemente in Jugoslavia per dare il loro
valido appoggio nella sistemazione di
17.000 profughi ungheresi, che hanno cercato asilo in questo Paese.
INDIA
La principessa Amrit Kaur, ministro della Sanità pubblica e solo
membro cristiano del Ministero indiano, ha affermato che il governo
dell’India non intende limitare l’attività, spirituale e sociale, dei missionari cristiani. Il ministro, nel corso
della conferenza, ha espressa la sua
gratitudine per l’opera compiuta dai
missionari cristiani in India.
Ed ha concluso: «la sola preoccupàzione del Governo è questa: che i
missionari si astengano da ogni interferenza politica e si dedichino interamente all’attività spirituale e sociale ».
Madame Marthe Richard-Romano
al Cairo (Egitto) et les familles PeterRomano à Perosa Argentina et Avondetto-Peter à Milan ont la douleur de
faire part aux parents et amis le
décès Imprévu de
Mr. Edouard Richard
leur bien aimé époux, beau-frère et
oncle survenu au Caire le 27 Juin 1957.
L’ensevelissement a eu lieu le 28
Juin au cimetière anglais au Caire.
J’ai combattu le bon combat, j’ai
achevé la course, j’ai gardé la foi.
Ho Timothée IV - 7
Travaille, ô mon enfant, le travail est si beau
Que Dieu nous Va donné pour adoucir les maux
Qu’hélas tu trouveras dans ta course éphémère;
Par lui te nimberont d’innombrables lumières.
Regard du Créateur sur ton esprit penché.
Mais si la tâche est lourde et te fait trébucher.
Forte d’un tel amour que rien ne fera taire.
Tu sais l’unique appui: une simple prière.
Un regard sur la croix et le fardeau est doux.
Ah! qu’il te sera bon de ployer les genoux
Et de voir lentement que le port s’illumine
Pour se montrer bientôt dans sa splendeur diiAne.
Georgette Boem.
Gioventù
della
al servizio
Chiesa
Il 27 maggio ’56 la Chiesa Unita di Glencoe, un sobborgo di Chicago, festeggiava
la 30ma domenica della gioventù, organizzata da giovani membri della parrocchia,
in collaborazione colla corale della Scuola
Superiore. In sostituzione della predica del
pastore, quella domenica parlarono 5 allievi delle classi superiori, presentando ognuno un breve studio sugli argomenti seguenti: « Il bene ed il male esaminati dal punto di vista cristiano », « Il comandamento
dell’amore del prossimo », « La speranza
cristiana della vita eterna », « Il cristiano
e le ricchezze », « La sorgente cristiana della forza ». Fu un pieno successo di aver
affidato alla gioventù questa responsabilità.
Un membro della Chiesa esprimeva la sua
opinione dicendo: « i pensieri espressi dai
nostri giovani valgono la pena di essere
ascoltati ».
Il sobborgo di Glencoe è una parrocchia
dell’alta borghesia, i cui figli sono dei privilegiati. E’ un fatto che in generale i privilegiati sono facilmente portati a soccombere alla tentazione di non dare ascolto al
messaggio e alla chiamata di Cristo. La
Chiesa quindi cerca di avvicinarsi a loro
e di suscitare il loro interesse affinchè si
impegnino. Ciò che si tenta di fare a Glencoe è un esempio tra molti per quello che
si cerca di realizzare un po’ dappertutto
in America, specialmente durante la settimana defila gioventù. Ragazzi e ragazze
Per l'arpedamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Grìva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pinerolo •
strada per Mlradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
(Ca.erma Berardi)
hanno l’occasione di svolgere la loro attività cristiana in ambienti ricchi e poveri
di ogni razza, nazionalità e cultura, un’ottima scuola per esercitare i loro doni e
capacità al servizio del prossimo.
Nella Chiesa Battista di Chicago l’educazione per tale servizio comincia già nelle
scuole elementari. I maestri riuniscono i
bambini per fare delle visite presso persone che non sono in grado di partecipare
alla vita comunitaria della parrocchia. Vanno in casa di ammalati e di convalescenti e
cantano gli inni che hanno imparato nella
scuoia domenicale. E’ un’attività molto apprezzata da coloro che si sentono isolati,
siccome privi della vita comunitaria.
Lo sforzo fatto dalla Chiesa allo scopo
di guadagnare la gioventù per una vita migliore fu seguito anche da ambienti diversi. 35.000 giovani furono invitati ad una
manifestazione culturale che si svolse nel
più grande anfiteatro di Chicago. Si terminò
colla promessa solenne di divenire dei
buoni cittadini e di combattere i delitti
giovanili.
Viario in Svizzera in visita
a congiunti ed amici
Sotto l’egida dell’Agenzia Malan
Via,ggi di Torino si sta organizzando
un interessante viaggio Turistico attraverso la Savoia con mèta Ginevra e Losanna: scopo un breve
incontro con i congiunti ivi residenti per ragioni di lavoro e ad Amici.
Il viaggio avrà la durata di tre giorni (14 - 15 e 16 settembre p. v.) e sar
rà effettuato, qualora si raggiunga il
numero indispensabile di partecipanti, in comodo autopullman e con l’assistenza di un incaricato dell’Agenzia. Coloro cui interessa l’effettuazione del viaggio, sono pregati di rivolgersi quanto prima possibile al Sig.
Silvio Rivoir in Torre Pellice (presso
Municipio) N. B. — Probabilmente
in quegli stessi giorni ci sarà in Losanna la Fiera Campionaria ossia il
famoso « Comptoir Vaudois ».
Dalla Ohiesa di Dora
Recentemente la scuola domenicale di San Germano Chìsone ha fatto
visita a Rorà: siamo riconoscenti al
Pastore Bert per il suo messaggio che
egli ha rivolto alla Chiesa rorenga e
ci rallegriamo che ìa scuola domenicale abbia potuto passare una giornata nel clima della gioia e della comxmione fraterna.
In tale occasione il Pastore Bert
ha battezzato Vilma e Walter Moui>
glia Martina di Malvina e Renato.
Che il Signore benedica le creature
che hanno ricevuto il segno della
Sua Grazia e conceda ai genitori la
forza d’essere di esempio e di luce
per una sana educazione cristiana.
Il Prof. Giovanni Gönnet ha presieduto il culto e la riunione alle Fucine il goimo 7 Luglio dinanzi ad
una numerosa assemblea: siamo lieti di dare il benvenuto in mezzo a
noi al nostro fratello in fede ed amico della comunità rorenga e deside
riamo di ringraziarlo di cuore per
gli ottimi messaggi ch’egli ci ha rivolto da parte del Signore.
Annunziamo che domenica 14 Luglio la riunione in montagna si terrà
alla Costa alle ore 15 del pomeriggio:
udremo alcuni messaggi di evangelizzazione.
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DIMANCHE
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Torre Pellice
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - '-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Cosiabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955
F. Servetti
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S. Germano 4.54 5.03 6.10 /.15 1 8.22 8.42 9.55 10.42 11.58
VUar P. 5.25 5.20 6.17 7.22 7.25 8.30 8.50 10.03 11 — 12.06
Pinasca 5.35 5.30 6.27 7.32 — 8.40 9— 10.10 11.10 12.16
Perosa 5.45 5.40 6.37 7.40 — 8.50 9.10 10.20 11.20 12.25
fest. fer. fest.
11,40 12.40 13.10
11.58 13.02 13.29
12.05 13.10 13.36
12.11 13.40 13.45
12.20 13.50 13.55
12.30 14— 14.05
fest. fer.
15.05 15.05
15.22 15.24
15.28 15.32
15.35 15.40
15.45 15.52
15.55 16.05
fer. fest. fer. fer. fest. fer. fer. fest. fer. fest.
Perosa 4.45 4.50 5.55 7 — 7 — 8 — 8.10 9.35 9.45
Pinasca 4.55 5.01 6.05 7.11 7.10 8.11 8.20 9.45 9.55
VUlar P. 5.25 5.20 6.15 7.21 7.19 7.30 8.21 8.30 10 — 10.04
S. Ger. 5.32 5.27 623 7.28 7.25 8.28 8.35 10.10 10.10
Porte 5.39 5.32 6.29 7.35 7.32 8.35 8.42 10.20 10.1?
Pinerolo 6 — 5.50 6.45 7.55 7.50 8 — 8.55 9 — 10.40 10.40
fer.
11.45
11.57
12.07
12.15
12.28
fest.
11.50
12 —
12.09
12.15
12.22
fer. fest.
13 — 13.25
13.10 13.33
13.40 13.45
13.47 13.51
13.54 13.58
fest. fer.
14.10 16— 16.15
14.18 16.10
14.28 16.33 16.55
14.34 16.29
14.41 16.36
fer.
16.02 17.50
16.22 18.09
16.29 18.17
16.55 18.25
17.07 18.35
17.20 18.45
fer.
fer.
19.25 20.55
19.47 21.17
19.55 21.25
20.02 21.55
20.11 22.05
20.20 22.15
12.52 12.40 14.15 14.20 15 — 16.55 17.18
fer.
17.25 19— 21.15
17.35 19.10 21.25
16.55 17.45 19.20 21.55
17.03 17.52 19.28 22.03
17.11 17.58 19.35 22.10
17.35 18.16 19.55 22.30
Sapav autoservizio Torino - Pinerolo - Perosa - Pragelato - Sestriere
fer. sab. sab. fer. fer. fest. fer. fer. fer. sab.
7— 8.30 11.30 12 — 13.10 16 — 17.30 19— 20.15 0.15 P- Torino a. 6.35 8.15 9.10 14.10 14.40 15.40 18 30 20 —
1 — 11.55 12.25 13.35 1 17.55 19.25 1 0.40 Airasca 6.15 7.45 8.45 13.45 1 15.15 1 1
7.45 9.15 12.10 12.40 13.50 16.40 18.10 19.40 20.55 0.55 Pinerolo 6 — 7.30 8.30 13.30 14 — 15 — 17.45 19.15
8.05 9.30 12.30 13 — 14.10 17 — 18.30 20— 21.15 1.15 Villar P. 5.40 7.05 8 — 13.05 13.35 14.40 17.25 18.55
8.15 9.40 12.40 13.10 14.20 17.10 18.40 20.10 21.25 1.25 a Perosa 5.30 6.55 7.50 12.55 13.25 14.30 17.15 18.45
fer. fer. fest. fer. sab. fer. fer. fer. fer. fer. fer.
5.50 8.15 9.40 12.35 13.20 14.15 17.10 17.30 20.25 22.20 P- Perosa a. 4.35 5.45 6.40 12.50 13.45 17.15 18.45 21.05
6.14 8.35 10 — 12.59 13.45 14.47 17.30 17.55 20.57 22.44 Villaretto 4.12 5.22 6.15 12.20 13.22 16.50 18.20 20.37
8.45 10.10 14 — 15.05 17.40 18.10 21.15 23 — Fenestrelle 3.55 4.55 5.55 12 — 16.35 18.10 20.20
9.10 10.40 18.05 21.50 Pragelato 5.35 16.10 17.50
9.45 11.05 18.30 Sestriere 15.45 17.30
Autoservizio Pinerolo - S. Secondo e viceversa
fer. (=) fest. fer. fest. fer. fest. fest. Pinerolo - Airasca Torino e viceversa
S». Secondo Pinerolo 6 — 7.50 6.10 8 — 11.45 13.40 16.45 18— 19.45 20.30 0.15 11.55 13.50 16.55 18.10 19.55 20.40 0.25 Pinerolo 12 — Torino (*) (X) 18— 18.30
fer. ( = ) fest. fer. fest. fest. Riva 12.05 Airasca 18.30 19 —
Pinerolo 5.55 7.40 11.30 13.30 16.30 19.30 20.15 24 — Airasca 12.15 Riva 18.40 19.10
S, Secondo 6 — 7.50 11.40 13.40 16.40 19.40 20.25 0.10 Torino 12.45 Pinerolo 18.45 19.15
(=) Solo al mercoledì e sabato (*) feriale (X) festivo
Autoservizio SATTI
Autoservizio - Tramvia
Pinerolo - Orbassano - Torino e viceversa
(-hi
Pinerolo 6.13 11.35 12.5018.13 19.15 20.10
Frossas. 6.25 11.47 13.02 18.25 19.22 20.17
B. Cum. 6.37 11.55 13.10 18.33 19.28 20.23
Piossas. 6.45 12.05 13.18 18.41 19.35 20.30
Orbass. 6.57 12.17 13.30 18.53 19.43 20.38
Torino 7.35 12.55 14.08 19.36 20.05 21 —
Torino
Orbass
Piossas.
B. Cum.
Frossas.
Pinerolo
(X) (•) (X)
6.05 7.10 7.05 14.25 18.20 18.40
7— 7.32 7.45 15— 18.58 19.15
7.12 7.40 7.57 15.12 19.10 19.27
7.20 7.47 8.05 15.20 19.18 19.35
7.28 7.53 8.13 15.28 19.26 19.43
7.40 8 — 8.25 15.40 19.38 19.55
(-h) Sabato, (*) Feriale, (x) Festiva.
Autoservizio Torre Pellice Bobbio Pellice e viceversa
(*)
Torre P. 8.30 12— 19.15
Bobbio 9— 12.30 19.45
(*) (X) ( = )
Bobbio 5.50 7.30 15.30 17 —
Torre P. 6.20 8— 16— 17.30
(*) Solo ven. (x) fer. escluso sab.
(=) sab. e festivi.
Nei giorni di mercoledì e sabato si effettua da Bobbio a Pinerolo un autoservizio col seguente orario: Bobbio
P. 7.30 con arrivo a Pinerolo alle 8.30 ;
partenza da Pinerolo 12.30 con arrivo
a Bobbio alle 13.30.
FF. SS, - Bricherasio
Brich.
Barge
Barge e viceversa
5.03 5.55 8— 9.33 13.18 15.18 16.52 19.07 20.14 21.25
5.21 6.13 8.18 9.50 13.37 15.59 17.10 19.27 20.33 21.44
Barge
Brich.
4.35 5.27 6.27 8.30 12.16 14.50 16.08 17.53 19.37 20.57
4.54 5.45 6.46 8.48 12.34 15.07 16.29 18.12 19.55 21.16
Autoservizio
Perosa - Perrero - Prali e viceversa
9.20 20.20
9.50 20.45
10.30
Perosa
Perrero
Prali
6.50 18.35
6,25 18.10
17.30
FF. SS. - Torino - Pinerolo - Torre Pellice e viceversa
Torino 4.28 6.15 8.12 12.23
Airasca 5.12 7.07 8.52 1
Pinerolo 5.32 7.39 9.14 13 —
Brich. 5.53 7.57 9.29 13.15
Torre P. 6.06 8.10 9.43 13.34
Torre P. 3.44 4.44 5.36 6.36
Brich. 3.59 5.09 5.52 6.51
Pinerolo 4.17 5.27 6.15 7.09
Airasca 4.35 5.47 6.47 7.26
Torino 5.20 6.27 7.34 7.56
(•) Feriale.
13.44 15.22 17.26 18.29 18.34 19.26 23.48
14.32 16.06 18.13 1 19.22 20.09 0.29
14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32 0.51
15.12 16.50 18.59 19.28 20.07 20.47 1.07
15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21 — 1.20
T*)
8.38 12.24 13.25 16.32 18.03 19.50 21.06
8.53 12.39 13.40 16.48 18.19 20.06 21.21
9.11 12.58 13.56 17.06 18.38 20.30 21.40
9.28 13.19 1 17.35 18.59 20.59 22.10
10.05 14.01 14.47 18.25 19.44 21.42 22.52
Per li) vostra villej|iatura
venite alle
HUI VALDESI