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ECO
©ELLE VALLI VALPESI
Spstt.
Ei’QliOwSca VatiQse
(Torino)
PSLLiCI
Quindicinale
delia Chiesa Valdese
"Gettate lungi da voi tutte le vostre ;trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LX^CXII — Num. 1
Una copia L. 20
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Í
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25 Dicembre o ó^Gennaìo ?
i
Da molti secoli la Cristianità, salvo rare eccezioni, celebra la nascita
di Gesù Cristo a Betleem il 25 dicembre di ogni anno. Nel calendario ecclesiastico Natale è diventato
a poco a poco la data più cara ai piccoli ed ai grandi, la festa più attesa
c forse anche più popolare.
Non c’è, però, festa cristiana che,
più del Natale, sia minacciata dal
pericolo di leggende e di superstizioni pagane, di celebrazioni popolari fatte apposta per • colpire lo
sguardo a danno dei sentimenti più
profondi dell’anima, da tutto un
contorno di esteriorità, di godimenti e di lusso che nulla ha a che vedere con il fatto del Natale cristiano. Le reazioni che abbiamo lette
in questi ultimi giorni da parte di
alcuni esponenti del clero francese
contro tutto ciò che a Natale vi è di
« fiabesco » e di « pagano » sono
pienamente giustificate; e le nostre
chiese protestanti hanno anche il
dovere di vegliare affinchè il significato vero e proprio del Natale non
abbia ad essere contaminato da nozioni o da tradizioni estranee allo
spirito dell’Evangelo.
E tutto ciò sia detto con la massi..ma comprensione per quanti, e sono ancora molti, vogliono che Natale sia il giorno della adorazione e
della carità, nella Chiesa, nella famiglia e nel mondo.
Origine della festa di Natale
Oggi, nella quasi totalità del Cristianesimo, la data del Natale non è
più controversa; è entrata intimamente nella coscienza popolare oltre che nel calendario ecclesiastico.
Ma non è sempre stato così; ed è interessante conoseere, in base agli
studi fatti da vari cultori di storia
della Chiesa primitiva, specialmente dal prof, O. Cullmann, attraverso a duali vicende la festa del Natale
è stata fissata il 25 dicembre, giorno, beninteso, che ricorda la nascita di Gesù Cristo e non corrisponde con esattezza storica alla sua venuta nel mondo.
Infatti, gli evangelisti non indicano la data della nascita di Gesù Cristo e noi non disponiamo di altre
fonti. Molte speculazioni sono state
latte per derivare dai racconti biblici una data precisa, ma senza risultati convincenti e mai ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa antica.
Inoltre è degna di nota la notizia che
la nostra festa di Natale del 25 dicembre fu sconosciuta ai cristiani
dei primi tre secoli. Essi celebravano
specialmente la morte e la risurrezione di Cristo, ma non provavano
il bisogno di festeggiare la sua venuta sulla terra fissandola ad una
data particolare dell’anno. Del resto, anche il giorno natalizio degli
Apostoli e dei martiri passava in
sott’ordine di fronte al ricordo del
dCERMANNO ROSTAN
giorno della loro morte. E, nel caso
dei singoli credenti, si ricordava facilmente la data del loro battesimo
a preferenza del giorno della nascila, perchè il battesimo era, secondo
l’insegnamento apostolico, il sacramento della morte del vecchio uomo
e della nascita del credente ad una
vita liuova nella realtà della fede.
Dall’Epifania al Natale
A poco a poco, però, anche l’incarnazione del Cristo fini per essere
ricordata con una data particolare.
1 primi a festeggiarla — si noti la
stranezza dei fatti — furono in
Oriente i seguaci di un certo Basi'
lide, gnostico di Alessandria d’Egit
to, i quali, secondo un concetto ere
tico e oggi non ammesso dalla Chie
sa cristiana, affermavano che la di
vinità (il Cristo divino) si era incar
nato nel corpo dell’uomo Gesù sol
tanto nel momento del battesimo,
cioè all’età di 30 anni, quando si
udì una voce dal cielo che diceva:
« Questo è il mio Figliuolo diletto
nel quale mi sono compiaciuto ». Si
cominciò, dunque, col celebrare non
la nascila vera e propria del Salvatore, ma « l’apparizione » o la « manifestazione » del Cristo divino nella umanità di Gesù : quella festa
venne chiamata per l’appunto Epifania (apparizione), fu collegata col
battesimo di Gesù Cristo e fissata il
6 gennaio. Prima che si celebrasse
la nascita di Gesù Cristo il 25 dicembre, si commemorava questo
evento, specialmente nelle chiese di
Oriente, nella notte dal 5 al 6 gennaio.
Come e per quali ragioni il Natale cristiano venne ad esser celebrato
il 25 dicembre, in relazione diretta
con la nascita del Salvatore a Beìleem?
Ragioni di carattere teologico e
ragioni di carattere storico hanno la
loro parte eminente nella fissazione
della nuova data. All’inizio del IV°
secolo (ai primi del trecento d. C.)
i problemi cristologici erano ampiamente discussi nella Cristianità e
Ai lettori
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perciò anche il fatto della nascita
del Figliuol di Dio (Parola di Dio
fatta carne) assumeva tutto il suo
significato sul piano della fede cristiana. L’incarnazione non doveva
esser mal compresa o sottovalutala;
occorreva ricordarne il carattere unico e sovrannaturale con una festa
particolare e ciò fu fatto con tutta
probabilità ai tempi dell’imperatore
Costantino il Grande, sostituendo volutamente alla grande festa pagana
del dio Sole, il 2.> dicembre, il ricordo della venut.t di Gesù Cristo,
il « nostro nuovo sole » com’era chiamato da Ambrogio di Milano, il
« sole della giustizia », la vera « luce
del mondo ». Si hanno testimonianze che nel 336 a Roma il 25 dicembre era considerato giorno della nascita di Cristo.
La nuova festa si diffuse da allora
in poi neUa cristianità, non senza incontrare nelle Chiese d’Oriente, abituate a celebrare l’Epifania, notevoli difficoltà. Riuscì ad essere accolta, anche grazie all’opera dei
grandi padri della Chiesa del IV secolo; ma oggi ancora la Chiesa degli Armeni continua a celebrare la
nascita di Gesù Cristo non il 25 dicembre, ma il 6 gennaio.
Non una data, ma un fatto
E’ chiaro che tutte le discussioni
e tutte le speculazioni sul tempo
della nascita di Gesù hanno un valore assai secondario per la fede cristiana. Importa alla Cristianità non
la conoscenza di una data che continua ad essere ignota, ma la certezza
di un fatto, attestato dalla testimonianza degli apostoli e dalla fede
della Chiesa e cioè che Egli è veramente venuto in mezzo a noi, « splendore della gloria di Dio », Parola
(( piena di grazia e di verità », Figliuol di Dio che si è fatto Figliuol
dell’Uuomo per essere simile a noi
sulle vie di questo mondo, in cerca
delle creature perdute.
« Quel che era dal principio, quel
che abbiamo udito, quel che abbiamo veduto con gli occhi nostri, quel
che abbiamo contemplato e che le
nostre mani hanno toccato della Parola della vita, noi Vannunziamo anche a voi, affinchè voi pure abbiate
comunione con noi, e la nostra eomunione è col Padre e col suo Figliuolo, Gesù Cristo ».
La data del Natale può avere un
interesse storico e, per noi, ha oggi
^che un interesse spirituale non
indifferente. Ma, in fondo, questo
interesse spirituale, questa gioia natalizia che percorre l’umanità il 25
dicembre sono intimamente connessi
con 1 annunzio ed il messaggio • del
Cristo che è nato e poi si è dato per
la salvezza dell’umanità. Aspettare
una data come quella del 25 dicembre e non coglierne l’intimo significato vuol dire non aver compreso che
a Natale è veramente apparsa per
noi una luce, « la luce del mondo »,
affinchè chi la segue non cammini
nelle tenebre, ma abbia la luce della vita.
Lo scenario natalizio può esser
più o meno attraente, più o meno
veritiero, più o meno fiabesco. La
realtà del Natale è un’altra ed è afferrata soltanto dalla fede, nell’umiltà dei cuori.
Poi, dopo averla afferrata, è necessario che compenetri ed illumini
sempre maggiormente i giorni della
nostra vita e quello della nostra
morte.
Messaggio
del
Moderatore
(Dagli Stati Uniti ci è giunto troppo tardi questo messaggio per il numero di
Nata.e. Lo pubblichiamo sul primo numero dell’anno nuovo nella certezza che
molti lo leggeranno e ne saranno beneficati. Red.).
Cari frafelli e sorelle nel Signore
alcuni giorni fa, mentre viaggiavo per spostarmi da un luogo al1 altro di questo vasto paese, meditavo sulle circostanze che mi hanno
portato qui e che mi hanno impegnato in una così ardua missione. Consideravo la critica situazione nella quale è venuta a trovarsi la nostra
Chiesa, e mi sembrava tanto difficile, per non dire a viste umane impossibile, la soluzione dei nostri gravi problemi. Aprii la mia Bibbia
e la mia attenzione fu attirata da questa affermazione della Scrittura
(2 Pietro 1: 3): « La Sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che
appartengono alla vita... mediante la conoscenza di Colui che ci ha
chiamati... ». Non potei fare a meno di rilevare il contrasto tra questa
affermazione e le circostanze che mi hanno condotto qui. Tutte le cose
che concernono la vita ci sono state donate dalla Sua potenza divina!
Quindi anche i mezzi per assicurare la nostra esistenza e la nostra opera che è di importanza vitale! Eppure mi vedevo costretto ad andare
alla ricerca dei mezzi necessari ed indispensabili per gli impegni vitali cui dobbiamo far fronte.
Strano contrasto invero; e nondimeno, l’affermazione deUa Scrittura mi ha rianimato. Essa è imperniata sopra una condizione essenziale ed indispensabile: « la conoscenza di Colui che ci ha chiamati ».
Conoscere Gesù Cristo, Colui che ci ha chiamati, porta come conseguenza la conoscenza della Sua potenza divina, e la conoscenza della
Sua potenza divina ci apre l’animo alla fiducia che tutte le cose che
concernono la nostra vita sono garantite da Lui, per Lui ed in Lui.
L’uomo si affatica, si preoccupa e si affanna, ma quando ha conosciuto la potenza divina di Colui che lo ha chiamato, sa che deve
fare semplicemente e serenamente la sua parte, perchè tutte le cose
che concernono la vita gli sono state donate.
Ho ripreso il mio compito con animo più sereno e con la certezza
che anche quello che concerne la vita della nostra Chiesa ci è donato
dalla Sua potenza divina, nella misura nella quale conosciamo il Signore e riponiamo riconoscenti tutta la nostra fiducia in Lui. E mi è
parso che questo dovesse essere il messaggio di questo tempo particolare.
Ancora una volta il lieto annunzio della grazia è proclamato e
riecheggia nel mondo e nei nostri cuori: Il Signore è venuto per darci
la vita, mediante la Sua potenza. Noi celebriamo la Sua apparizione
su questa terra, la celebriamo nelle nostre Chiese e nelle nostre case.
Oh, volesse il Signore metterci in grado di renderci conto, in tutta la
sua pienezza, della profondità e della ricchezza della buona novella
della Sua apparizione. Voglia il Signore metterci in grado di conoscere appieno Colui che ci ha chiamati, affinchè possiamo vedere la
Sua potenza divina operante nella nostra vita e nella vita della nostra
Chiesa !
E’ questo l’augurio che faccio per voi e per me, mentre col pensiero e con la preghiera vi sono vicino: che il nostro cuore si apra alla
comprensione di quello che il Signore ci ha donato con la Sua venuta,
affinchè ognuno di noi risponda alla Sua chiamata e metta a Sua disposizione quanto ha ricevuto.
Il Moderafore ACHILLE DEODATO
CULTI RADIO
Comunichiamo al pubblico che
l’orario del Culto Evangelico alla
Radio ha subito un nuovo spostamento e che la trasmissione avverrà
dalla prima domenica di gennaio
alle ore 7.30
invece che alle ore 8,15.
Prendiamo nota con rincrescimento del nuovo orario dovuto, si dice,
a ragioni di carattere tecnico e ci
sottoponiamo a un ennesimo cambiamento certamente non gradito al
pubblico evangelico; il quale pubblico, pur rappresentando una piccola minoranza, si permette di chiedere alla Radio Italiana che i pochi
minuti dedicati agli Evangelici d’Italia e, oltre a ciò, ad un messaggio
fondamentalmente cristiano, non siano del continuo bistrattati e relegati
nei momenti meno favorevoli alla
audizione.
Le ragioni di carattere tecnico
hanno la loro importanza; ma le esigenze di carattere spirituale, sia pure di una minoranza, debbono essere apprezzate e rispettate.
E’ forse chiedere troppo? oppure
dobbiamo semplicemente ringraziare e rallegrarci perchè il Culto Evangelico non è stato' anticipato alle 6
del mattino o addirittura soppresso?
La Radio Italiana, con il Culto
Evangelico, rende un servizio che
noi apprezziamo e di cui le siamo
grati. Le chiediamo semplicemente
che questo servizio ci sia reso in uno
spirito di comprensione, di rispetto
per la libertà e di solidarietà in
un’opera di edificazione cristiana di
cui nessun ascoltatore della Radio
ha mai dovuto vergognarsi. (Red.).
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Da due giorni — nel corso delle vacanze estive — pioggia ostinata in
montagna. Per combattere la noia rimangono soltanto la corrispondenza e
la lettura. Cerco in un mucchio di
vecchi libri e mi colpisce a un tratto
il titolo di un volume sgualcito : Nelle
Alpi Cozie — Gite e Ricordi di un bisnonno — per Amedeo Rert^ pastore
emerito Valdese. Il libro risulta pubblicato nel 1884.
Vediamo un po’ di che cosa si tratta !
Leggo i brevi Conni Biografici, sciitti con devoto e tenero affetto dal figlio — Amedeo anche lui — poi una
arguta Introduzione stilata, con la data del 23 ottobre 1882, dall’Autore.
« Secondo il dire dogli intelligenti, a^^rei dovuto scrivere la presente opera
in lingua francese, che è l’idioma quasi universale ; ma — Italiano dì nascita
e di cuore —^ non ho voluto far uso
in una lingua forastiera ed ho scritto
in italiano, sebbene io non sappia toscaneggiare, ma solamente far uso dello idioma semplice e modesto dei nostri antichi, che parlavano col cuore
sulla mano, anziché avere sempre in
bocca vocaboli e frasi risonanti ».
Stile ameno, lingua gustosa e saporita ! Sono passati 70 armi. Di quel
libro che ho tra le mani, ben pochi
certamente si ricordano ancora. Dò
un’occhiata aÌ sommario e l’interesse
aumenta. L’Opera è divisa in tre parti :
PARTE PRIMA: Terre Mediate,
Val Rerosa, Val Chisone, Val S. Martino. Vi si parla, in tanti capitoli di
S. Secondo, Bricherasio, Prarostino,
Pramollo eco.
Pastore Amedeo Beri
PARTE SECONDA: A Monviso. I
capitoli sono intestati a Cavour, Bibiana. Bagnolo, Barge, Saluzzo. Poi ■—
su, su per la valle dei Po — Paesana,
Crissolo e finalmente il Viso.
PARTE TERZA : Val Pellice. San
Giovanni, Luserna, Vailetta della Luserna, Vailetta di Rorà, Angrogna —Vari capitoli su Torre Pellice e poi
Villar, Bobbio e il Prà.
Leggo il Cape primo, poi il secondo... o vado avanti. Nono .silo perchè
la pioggia continua, a tenermi tappato
in casa, ma perchè la lettura mi t.ene
avvinto al lihif>. r.', nasi? presto
nella mente e ;>él cuore — 1 :dea d'
cavare il megu i dal ^vetiisU vulinoe e
di far rivivere — - ! po quaii 1-d auni
— gli avvenimenti e i volti rievocati
dall’autore.
Faccio la proposta al nostro Direttore e ne ottengo il consenso. Inizio cosi
— con questo numero deH’Ii/'oo — - la
mia piacevole fatica parlando di una
nobile figura Valdese il pastore Amedeo Bert (1809-1883).
Poi seguirà il sunto del Capo I di
cui dò sin d’ora — cosi e come lo ha
redatto l’autore — d pittoresco Sommario : S. SECONDO : Aspetto e Positura — Stoviglie — Lunediate — Il
maestro viaggiatore — Ceròidi e Diritti feudali — Pi-voira e Lombarda.
Giovanni E. Meille
CONSIDERAZIONI
sull'apostolato laico
Cenni biografici sullautore
Il Volume « Nelle Alpi Cozie —
Gite e Ricordi di un Bisnoimo per
Amedeo Bert, pastore emerito valdese » si apre con una partìcolareggiata Biografia dell’Autore scritta amorosamente da Amedeo Bert figlio.
Ne ricaviamo rapidamente i punti salienti, citoado testualmente alcuni brani. G.E. M.
Figlio del pastore di Torre PeUice,
Amedeo Bert vi nacque il 9 febbraio
1809 e vi morì il 14 marzo 1383.
Terminato il Corso preparatorio
nell’antica Scuola Latina di forre
Pellice, egli si recava, a 15 anni, al
Collegio e poi all’Accademia di Ginevra dove compiva gli studi teologici e veniva consacrato al Ministero Evangelico, a 23 anni, nel 18,32.
Fu mandato a Rodoretto; ma vi
rimase un anno soltanto. Già nel
1833 lo troviamo a Torino in qualità di Cappellano delle Ambasciate
profestanti d’Inghilterra, Prussia e
Olanda e fino al 1864 coprì quella
difficile ed importante carica, circondato dalla considerazione di tutti e personalmente benvoluto dal re
Carlo Alberto. « Fino alle riforme
del 1848 egli fu così il rappresentante naturale e il difensore continuo
degli oppressi Valdesi, in faccia al
Governo assoluto allora dominante
in Piemonte ».
Testimonio personale in troppe
occasioni dei tristi abusi che, sotto
pretesto di religione, si commettevano negli Spedali Civili egli
1843 — fondava a Torino un Rifugio
destinato ad ospitare i poveri suoi
correligionari ammalati. Veniva
quell’ospedaletto aperto in un appartamento della casa dello stesso
Bert abitata e si trasformò a poco a
poco in un vero Ospedale che è 1 attuale Ospedale Valdese di forino.
Aumentando l’emigrazione di famiglie. Valdesi dalle Valli verso Torino, cresceva il numero dei Membri della Chiesa Protestante della
Capitale. Per l’educazione dei loro
figli, il Bert apri — e mantenne aperta nonostante tutte le opposizio:ìì incontrate — una piccola Scuola
Protestante, stabilita in un altro locale della casa da lui abitata e che
diventò la florida e bella Scuola esistita per tanti anni nella Casa
parrocchiale Valdese di via Pio
a Torino.
Quando infine, il 17 febbraio 1848
Carlo Alberto si decise a emanare il
Decreto di Emancipazione, Amedeo
Bert per il primo si adoperò per far
giungere la grande notizia alle Valli e largamente contribuì a far conoscere il suo popolo sia con gli articoli che allora scrisse in vari giornali cittadini, sia specialmente per
l’opera sua (di cui forse esistono an
cora alcuni esemplari): I Valded ossia i Cristiani-Cattolici secondo la
Chiesa Primitiva.
Nella Chiesa di Torino
e poi alle Valli
In seguito alla riconosciuta libertà di culto la Chiesa Protestante di
Torino — già organizzata sotto gli
auspici delle Ambasciate estere
veniva ufficialmente costituita in
Parrocchia Valdese e il Bert, pur
conservando il titolo di Cappellano
onorario delle Ambasciate stesse, veniva nominato Pastore della nuova
parrocchia.
Nacquero purtroppo da questi avvenimenti ecclesiastici dissapori e
dissidi e quindi penose discussioni.
Nel 1864, — dopo varie gravi malattie già anteriormente sofferte — colpito da un insulto apoplettico che
per qualche mese gli tolse la libertà dei suoi movimenti — egli sentì
che l’ora era venuta di ritirarsi dalla
carriera « attiva » e — dopo 31 anni
di servizio a Torino — egli si ritirò
a Torre Pellice, nella sua cara villetta di S. Margherita.
Ma non cessò per questo di lavorare.
« Nell’mverno del 1866 egli intraprese un corso di Conferenze popolari su vari temi di storia patria •
di scienze naturali che dedicò spe
cialmente alla classe operaia dei comuni di Torre Pellice e di S. Giovanni ».
Venne poi chiamato dal Governo
alla carica ili Delegato scolastico e
a quella di Giudice Conciliatore per
il Mandamento di Torre Pellice. Si
adoperò a migliorare le scuole affidate alla sua sorveglianza « e si fu
a tal uopo che egli dettò il Piccolo
vocabolario Italiano Francese, oggi
usatovi, e destinato a diffondervi
sempre più la conoscenza delle due
lingue ».
Fu poi eletto Consigliere Comunale a ’forre Pellice c a S. Secondo.
Il Comizio Agrario di Pinerolo lo
annoverò tra i me.mbri del suo Consiglio Direttivo.
« Le ore poi che i pubblici uffici
gli lasciavano libere, egli le passava
o nel seno della propria famiglia o
nel suo studio ove, fino dalle prime
ore dei mattino, si era certo di trovarlo leggendo, scrivendo o ricevendo i numerosi visitatori. Si fu in quel
piccolo e caro studio, frammezzo ai
libri d’ogni genere ch’egli vi aveva
raccolti, che la morte lo colpì improvvisamente — a 74 anni — il 14
marzo 1883 mentre — seduto al suo
scrittoio — terminava una lettera a
favore d’un povero orfanello che raccomandava ad un pio benefattore ».
Genova, li 30 Maggio 1884.
Amedeo Beri, figlio
Con la spinta data all’apostolato
laico la Chiesa Cattolica continua la
sua politica di un colpo al cerchio e
l’altro alla botte. Dopo il colpo al cerchio del Cattolicesimo tradizionale dei
paesi latini, dato lo scorso anno con
la proclamazione del domma dell Assunz.one, ecco il colpo alla botte del
cattolicesimo che diremo progressista
quale ò concepito nei paesi cosidetti
« protestanti », dato appunto con l’accettazione (termine forse più esatto
che approvazione o istituzione) dell apostolato laico. Che la Chiesa romana
noti si nasconda i pericoli inerenti a
questa istituzione lo ha dimostrato
ralloouzione del Cardinale Caggianc
;d recente Congresso di Roma.
Evidentemente la Chiesa romana
deve accettare come minor male gli
mllussi del pensiero e della tecnica
protestanti sulle istituzioni nei paesi
ove esse operano a contatto con quelle delle Chiese evangeliche. E’ indubbio che qualcosa dello stile « protestante » è penetrato in quelle istituzioni
e di riverbero, necessariamente, anche
nel Cattolicesimo in generale.
La Chiesa si ripromette molti vantaggi da questa novità deli’apostolato
iaico e non senza fondamento. Ma ne
avrà senza dubbio anche molti dispiaceri. Ha del resto una vecchia espar'enza in materia. Tutte le volte che
la Chiesa ha permesso a ordini monastici, a congregazioni e confraternite
di agire con una certa indipendenza
si è trovata ben presto a dover combattere eresie o per lo meno deviazioni dalla rigida ortodossia. Onde la sua
tradizioiiaie politica di alternative, di
irrigidimenti e di concessioni.
Ad Diamo una prova evidente dei
pericoli che l’azione laica comporta
per la disciplina ecclesiastica nei Corsi di Studi Cristiani di .Assisi, dei quali si è tenuto il IX quest’anno e nei
quali le « lezioni » sono state per lo
più tenute da laici. Lo scorso anno
assistemmo alle pittoresche Í untasi e
del Pàpini, di discutibile ortodossia e
criticabili anche da un punto di vista
semplicemente cristiano. Chi scrive
richiese allora alla « Pro Civitate Christiana » il testo di quella lezione. Gli
fu risposto che gli atti del Corso uoii
si pubblicavano. Non so se quest’anno
si è fatto lo stesso. Saremmo lieti di
vedere rese di pubblica ragione queste
lezioni che sarebbero nel loro eclettismo una preziosa testimonianza del
reale pensiero cattolico odierno.
Sembra che le gerarchie ecclesiastiche si compiacciano di sfidare questo
pensiero col moltiplicare i dorami che
più ripugnano al buon senso ed allo
spirito critico. Due anni fa, in un
convegno tenuto a Natale della gioventù cattolica fu difeso il domma
della Transustanziazione con argomeiit' scientifici, giuridici, fisiologici, relig'osi, da eminenti specialisti tutti laici.
Ora chi ha ragione di frequentare
cattolici che pensano, può facilmente
constatare che quel dogma, il quale
ha fatto spargere tanto sangue cristia
no, è accettato dai più per disciplins,
non per convinzione. L’uomo moderno non erede più alla magia delle parole. Se gli si dicesse che gli Elementi diventano il corpo del Signore in
virtù di procedimenti chimici o fisici,
siano pure arcani e trascendentali, lo
crederebbe più facilmente. Le supreme Autorità della Chiesa romana si sono decise a proclamare il donamà dell’Assunzione per cedere alle insistenze di una parte del mondo cattolico c
probabilmente hanno dispiaciuto ad
un’altra parte. Non sarebbe da stupirsi se domani rinnegassero qualche altro domma dietro le insistenze di una
altra frazione, malgrado la riluttanza
di Roma a confessarsi nell’errore. Tutti ) tentativi fatti sin qua in questo
òen.so si sono invariabilmente concluusi coU’aifermazione di una maggiore
intransigenza. Tutt’al piu Roma può
lasciar cadere per esaurimento qualche pmnto secondario delle sue dottrine in modo più o meno completo secondo i luoghi. Ma il complesso dottrinano della Chiesa di Roma è un edifizio in cui le aggiunte e le sopraelevazioui superano le demolizioni ed i
ripristini, per cui le- fondamenta sono
di meno in meno visibili. Così l’apostolato laico che potrebbe rappreseti
t.are un ritorno alle origini è coiitrabilanciato da maggiori progressi nel senso deir allontanamento da esse.
Staremo ora a vedere che tipo di
cattolicesimo sarà quello che l'apostolato laico propaganderà. C’è da prevedere che sarà una specie di catl,olic:>
simo semplificato, popolarizzato (e
speriamo non nello stile paganeggiante del cattolicesimo meridionale), certo non perfettamente ortodosso. Eiuirà per prevalere o dovrà sottouiettersi
presto o tardi aH’Autorità superior -?
Se dovessi scommettere punterei su
i|uest’ultima probabilità.
M. Eynard
A che punto
LA PACE
PRIERE
O Eternel, Refuge immense et
doux, nous, venons de Toi et nous allons a Toi. L’amertume d’être seuls
nous l’avons savourée, quand nos
fautes nous séparaient de Toi, quand
l’orgueil nous entraînait sur des routes lointaines, quand, brusquement
durcis, nous n’avons voulu entendre,
ni la plainte du pauvre, ni celle, indicible de notre âme négligée, et cependrmt Tu étais- là. Une larme a suffi, un soupir de regret, un pauvre
dé.sir de redevenir ton enfant, et tes
bras se sont ouverts pour nous recueillir.
Désormais nous voulons te garder
avec naus. Notre pensée, devant^ le
monde déconcertant, n’est qu un
pauvre lumignon qui vacille i- chaque
battement de nos artères nous achemine vers le départ, et nous, sentons
planer une tenace mélancolie sur toutes nos joies, sur le cercle de famille où déjà tant de. chaises sont vides, sur notre travail où notre idéal
apparait travesti et défiguré. Oh!
Quand rodent autour de nous ces funestes présages, quand nous saisit la
langueur de vivre, prends-nous, o
Dieu de Ut Vie. Insuffle-nous ton cou
rage, ranime notre foi, et montrenous dans, le devoir quotidien Ta volonté.
A l’heure où la ville se tait et où
montent tes étoiles, assieds-toi près
de nous, joins nos mains, et verse ta
grande paix dans nos âmes. Nous avons besoin d’un Ami, sévère à nos
fautes, mais doux à notre misère.
Apprends-nous à nous connaître, à
nous discipliner; révèle-nous les
forces cachées que tu as mises dans
nos âmes comme une veine de diamant. Et dis-nous une de ces fortes
paroles qui puisse enflammer le
coeur et nourrir notre esprit.
Voici nos coeurs pour t’aimer, nos
mains pour te servir en la personne
des hommes, nos âmes que nous voulons faire nettes pour Te recevoir.
Garde-nous dans ces dispositions.,
dont nous connaissons la fragilité. Et
si nous devions les oublier, préservenous du désespoir et donne-nous, la
force de recommencer, o Dieu qui
toujours recommences. De telle sorte
que nous puissions nous associer à
ceux qui peinent, chancèlent, luttent
pour la liberté morale ou pour le
pain et qui croient malgré tant de
démentis, que le dernier mot t’appartierulra. A. Vautier d’Ajrgallieri
CONFESSIONE
« Tu solo, Signore, ci conosci perfettamente, come l'operaio conosce l’opera sua;
Tu so^o penetri nei meandri più nascosti
dell’an'Lina nostra. Quale sia il nostro stato,
Tu lo sai. Eppure, bisogna che ti apriamo
i nostri cuori. Non potremmo del resto nasconderti nulla. I tuoi occhi penetrano fin
nell'abisso delle coscienze e vedono tutto
u nudo.
Non potremmo nasconderci che a noi
stessi, ma non a Te.
Sebbene la nostra confessione ti sia superflua, tu la gradisci. Signore, perchè i
nostri gemiti dicono quanto noi siamo Scontenti di noi stessi e quanto, malgrado tutto.
Tu risplendi nelle nostro anime...
Ciò che Ti diciamo con parole sensibili... non dice tutto. Ascolta le parole segrete che l’anima nostra forma dentro di
noi. Ascolta, accetta, esaudisci il grido che
prorompe dal fondo del nostro cuore e di
cui il tuo orecchio solo può comprendere
il linguaggio.
O Dio, noi vogliamo conoscerti come
siamo da te conosciuti. Entra nella nostra
anima, unica forza dell’anima nostra, bendila così pura... che... posseduta da Fé....
essa non abbia più nè macchia nè ruga. Tale è la nostra speranza; tale è il movimento che anima le nostre parole ”■
Amen. (Da Sant’Agostino).
Se la guerra non verrà (noi speriamo
coutra speni e fiduciosamente preghiamo)
non sarà merito degli uomini: i quali,
mentre dicono di non volerla, la preparano
con tutti i mezzi.
Quando si tratta di guerra non c’è più
nulla di criminale: tutto viene giustiiicato:
nel momento della preparazione, la scusa
di evitarla: nella guerra guerreggiata, raggiungere la vittoria.
E il mondo rimane indifferente! o se
protesta, protesta soltanto contro la parte
avversa che fa quello che facciamo noi.
In questa condizione si può pensar bene e aver fiducia dell’uomo? Più cho una
revisione dei mezzi o un controllo sugli
armamenti (ciò che uccide, fosse un sa.sso,
è sempre un mezzo cattivo) s’imponc la
revisione di noi stessi, che siamo cosi poco
sicuri di volere la pace che ce ne offendiamo appena uno osa guardare sotto le nostre parole.
Inutile fare proposte di disarmo: non
vedete come proposte e controproposte si
rincorrano da anni senza raggiungersi?
In Corea dopo mesi e mesi di parlamento non hanno trovalo il luogo sicuro per
avviare le trattative d’armistizio. )' che
faceva dire argutamente a un contadino che
quando la gallina ha l’uovo da fare, se
non ha un nido pronto, lo depone ovunque,
anche nel campo. « Il guaio — concludeva
sconsolato — gli è che tutti quei che parlano a New A’ork, Londra, Parigi, Mosca,
ccc. ecc. son tutte galline senza uovo ».
Per queste vie che per ironia si chiamano
concrete non si fa un passo verso la pace:
si accelera piuttosto la guerra.
Non tengono nè tre nè cinque « punti »,
nè tre nè cinque « grandi », se prima non
spacchiamo il cuore degli uomini scoprendo il peccato in ogni pensiero di odio e
in ogni mano che per qualsiasi mezzo si leva contro l’uomo.
Viscinski ha riso una notte intera sui
punti di Truman. Senza toccare il cinismo
del diplomatico russo, ogni proposta del
genere lascia ormai freddi anche gli onesti e i puri di cuore.
Pur stimandone lo sforzo, « Adesso » non
intende associarsi a nessuna intesa e a nessun movimento per la Pace che si conclude con le solite proposte pratiche. Questa
concretezza non basta a fermare la storia
di oggi; come non basta a fermarla la nostra
follia che chiama omicida chiunque vuole,
prepara, ordina e fa la guerra.
Ma la storia di domani — ne siamo sicuri per fede — cambierà rotta sotto la
forza di questo fermento divino, più forte
di qualsiasi forza.
La guerra non è soltanto una calamità,
è un peccato, il peccato. Se non avremo
orrore di afferrare il senso del peccato che
c in ogni guerra, l’amore vincerà la pace.
(Da a Adesso »},
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Domenica 6 gennaio a Domenica 13 gennaio 1952
Settimana Universale di Preghiera
ARGOMENTI DI PREGHIERA
Domenica, 6 Gennaio 1952
Testi suggeriti per sermoni ed appelli:
Matteo 16: 18; Efesini 5: 25-27; Calati
4: 19; Romani 8; 31.
Lunedi, 7 Gennaio
LA CHIESA CHE ADORA
Letture Bibliche: Colossesi 1: 3-20; Matteo 28: 16-20; I Corinzi 1: 20 — 2: 5.
Preghiere di
Lode e ringraziamento
Lode al Signore della Chiesa, al Cristo
di Dio, vero Uomo e vero Dio.
Ringraziamento per l’opera di redenzione per mezzo della sua morte espiatoria.
Per la promessa della sua presenza in seno alla Chiesa.
U miliazione
Per avere con false dottrine o con la nostra condotta, rimosso il Cristo dal Centro
della vita della Sua Chiesa.
Per esserci vergognati di confessare Cristo quale nostro Signore.
Per tutto quello che ha usurpato il posto
di Cristo nei nostri cuori.
Intercessione
• Affinchè sappiamo prendere umilmente
la nostra vera posizione di fronte al nostro
Signore.
Affinchè possiamo esperimentare le imperscrutabili ricchezze di Cristo, per mezzo
della nostra comunione con Lui.
Martedì, 8 Gennaio
LA CHIESA MILITANTE
Letture Bibliche: Giovanni 17: 5-21; I Corinzi 3: 1-11; 12: 13-31; Efesini 4: 1-16.
Preghiere di
Ringraziamento
Perchè sappiamo che, se la Chiesa è chiamata a vivere nel mondo, essa però non è
dei mondo.
Per questa grande famiglia in cui non vi
è nè Giudeo nè Greco, ma in cui ogni distinzione razziale o sociale è abolita nella
nostra unione in Cristo.
Per la promessa che le porte dell’Ades
non prevarranno contro la Chiesa, per la
speranza della gloria e la certezza della vittoria finale.
Li miliazione
Perchè nel suo sforzo di correggere i
mali sociali nel mondo, la Chiesa ha trascurato qualche volta il Vangelo della Croce.
Perchè ha troppo spesso permesso che le
sue tradizioni erigessero dei muri di separazione.
Perchè non ha sempre aperto il cuora
alle direzioni di Dio.
Intercessione
Affincliè la Chiesa possa acquistare una
nuova concezione della sua dignità, quale
risultato di una più profonda fedeltà al suo
Signore.
Affinchè tutti i cristiani sappiano coltivare il senso della loro unità in Cristo.
LA CHIESA CHE PREGA
Letture Bibliche: Genesi 18: 16-33; Luca
21: 5-28; Matteo 22: 15-22.
Preghiere di:
Ringraziamento
Perchè sappiamo che gli avvenimenti della storia umana concorrono all’adempimento dei piani di Dio.
Per la certezza che l’attuale condizione
del mondo, con i suoi timori e i-rudeltà,
sarà sostituita dal Regno eterno di Dio.
Umiliazione
Per il nostro egoismo, il nostro orgoglio,
la nostra cupidigia, che sono stati la causa
de'le guerre e oppressioni.
Per i grandi peccati delle nazioni contro
i quali la Chiesa non ha saputo abbastanza alzare la voce.
Intercessione
Affinchè un respiro di pace sia dato a
questo mondo affranto dalla guerra, in modo che la Chiesa possa predicare con nuovo vigore l’Evangelo del Principe della
Pace.
Affinchè la Chiesa, in ogni paese, possa
adempiere alla sua missione di « sale della te~ra » e « luce del mondo ».
Affinchè i responsabili delle nazioni abbiano il senso della loro dipendenza da
Dio e della loro responsabilità verso di
Lui, nell’esercizio della loro autorità.
Giovedì, 10 Gennaio
LA CHIESA CHE TESTIMONIA
Letture Bibliche: Giovanni 4: 31-38; Isaia
52: 1-10; Luca 10: 1-9; 17-20.
Preghiere di
Ringraziamento
Per il grande privilegio di essere coope
ratori di Cristo nella grande opera della
redenzione, quali membra del Suo Corpo,
la Chiesa.
Per la certezza che la Parola di Dio non
ritornerà a Lui a vuoto, ma porterà frutto.
Umiliazione
Perchè troppo spesso non ricercliiamo la
potenza dello Spirito Santo nell’adempimento del nostro ministerio.
Per la ristrettezza dei nostri orizzonti in
relazione all’opera del Signore.
Intercessione
Per una più chiara visione dei campi
già pronti per la mietitura.
Affinchè tutti gli ostacoli alla libera distribuzioiie della Santa Scrittura in tutti ì
paesi, pos.sano essere superati.
Affinchè lo Spirito Santo rimuova dalla
vita della Chiesa tutto ciò che le impedisce
di compiere la sua missione nel mondo.
LA CHIESA DOCENTE
Venerdì, 11 Gennaio
Letture Bibliche: Matteo 19: 13-15; 2 Timoteo 2: 1-15; Proverbi 4: 20-27.
Preghiere di
Ringraziamento
Per i genitori cristiani che hanno consacrato la loro vita di famiglia alla gloria
dì Cristo e al servizio della Chiesa.
Per i predicatori e gli insegnanti fedeli,
che onorano Dio e la Sua Parola nel loro
ministero.
Per il lavoro compiuto fra i giovani in
ogni chiesa particolare e dalle varie organizzazioni che onorano Cristo.
Umiliazione . _
Per la neg’igenza del culto di famiglia
in molte famiglie cristiane.
Per lo spirito di mondanità e di umanesimo che si è infiltrato in molti istituti
missionari di educazione.
Intercessione
Affinchè i genitori cristiani siano condotti ad una nuova visione deUe loro grandi opportunità.
Affinchè i responsabili cristiani ricevano saviezza e grazia nel dirigere la gioventù e i suoi problemi.
In alcune Chiese, la Domenica 13 Gennaio
sarann.i pronunziati sermoni sulla Unità
Cristiana e sarà celebrata la Santa C<na.
a Che siano tutti uno.... aRinche il mondo conosca che Tu mi hai mandato ».
DA UN CONTINENTE ALL'ALTRO
Spagna
L’attività della Società Bìblica Britannica e Forestiera continua ad essere implacabilmente sorvegliata dalle forze di polizia
ostili alla divulgazione della Sacra Scrittura. Gli uffici della Società, a Madrid,
continuano ad essere chiusi e le 10,000 Bibbie in deposito sono state sequestrate dalle
autorità spagnuole.
La realtà, purtroppo, è questa: che nella cattolica Spagna esiste un regime poliziesco, negatore della libertà. D’altra parte, ragioni politiche ed esigenze di strategia bellica inducono la democrazia americana, assertrice della piena libertà di coscienza e di religione, ad avvicinarsi alla
■Spagna.
Sappiamo che delle personalità cattoliche,
come l’abate Couturier, hanno condannato certe manifestazioni di violenza antiprotestante in Spagna. Altri cattolici, però, come il gesuita Jesus Simon, nel suo recente libro « Protestante? » munito dell’imprimatur del vescovo di Barcellona, continuano ad adoperare l’arma della menzogna e
della violenza.
A proposito delle origini del Protestantesimo, egli scrive: «Sebbene tutto sia uau
seabondo:, non possiamo fare altro che
smuovere il fango per parlare delle origini
del Pi'otestantesimo... E’ nato dalla corruzione e fu esclusivamente il figlio delle più
basse passioni, della lussuria, dell’orgoglio
e dell’avarizia (p. 9).
« Lutero aveva da lungo tempo premeditalo nel suo spirito l’apostasia; questa era
stala preparata dalia sua cattiva condotta
quando era in convento, particolarmente
dalle difficoltà a realizzare la continenza
■nella sua natura sfrenata e brutale ip. 10).
« Non possiamo seguire Lutero nello scatenamento delle sue follie e delle sue temerarietà (p. 11),
« Lutero diceva: l’uomo deve bere, godere, darsi a.la lussuria per evitare le tentazioni di Satana. Se qualcuno può scartare 1 pensieri che il demonio gli ispira
contro il Nuovo Evangelo pensando a una
bella ragazza, al denaro, all’ubriachezza,
gli consiglio di fare cosi » (p. 12).
nosco nè il greco nè l’ebraico; sono come
i pescatori dell’antica Galilea. Cristo ha
bisogno di me. Egli m’invia ed io vado e
pesco per Lui nelle Nicobar ».
Quando il giudizio dei nostri simili ci
pare ingiusto e ci ja soffrire, pensiamo che
Dio sa quante volte abbiamo emesso dei
giudizi ingiusti e che dobbiamo sempre
perdonare tutto, se vogliamo che Egli non
tenga conto della nostra ingiustizia.
F. M.
LIBRI
Lo zuffolo smarrifo
Primo gennaio 1952. Ho incominciato bene il nuovo anno! Ho
raccattato per la strada un semplicissimo zuffolo di bimbo sul quale
avevo quaci messo il piede. Meno male che non l’ho appiattito!
Lo zuffolo era nuovo di zecca: molto grazioso, di latta dipinta a
vivaci colon. Si vedeva ch’era caduto da poco. Nessun passante ancora
aveva avuto il tempo di schiacciarlo.
L ho raccolto e ho ripreso la via tenendolo in mano. Non avevo
fatto cinquanta passi che m’è corso incontro un grazioso bimbo di sei
o sette anni, il volto ad un tempo preoccupato e raggiante. Ha afferrato il suo zuffoh, me lo ha quasi strappato di mano. Ha detto con
un ansioso sorriso degli occhi:
— E’ mio! L’avevo così, sotto il braccio. Mi è cascato.. Vero che
me lo dai?
— Certo che te lo dò. Anzi, fammi subito una bella suonatina.
Lentamente il bimbo — molto esperto — ha messo con cura le
dita SUI cinque buchi e mi ha fatto la suonatina. Poi è scappato via,
senza salutare e senza dir grazie.
* * *
E noi, quante volte, nella nostra esistenza, perdiamo il nostro
flauto: la serenità, la fiducia, la gioia del lavoro, la sete di fare
qualunque co.sa di bene con la nostra vita. Addio suonatine!...
Com’è andato smarrito il nostro flauto? Dove può essere? Chi
lo avrà ritrovato? Sarà ancora in grado di suonare? Chi ce lo renderà?
Forse il flauto che avevamo una volta — le ragioni miglioii per
« andare avanti » — non è stato e non .sarà da noi ritrovato! Forse
nessuno ce lo riporterà!...
Ma verrà Qualcuno — il solo che può farlo — il quale ce ne darà
un altro. E questo nuovo flauto suonerà, più del primo, delle dolci
armonie. Sarà il flauto magico che doma tutte le belve del deserto e
ammansisce tutte le bestie selvagge della foresta. Sarà il flauto che —
anche nella tempesta — suona la canzone della Speranza immortale.
E non lo perderemo mai più!...
Diremo grazie al Donatore che ha ristabilito l'equilibrio nella nostra vita.
E staremo sempre con LUI!
Giovanni E. Meille.
E continua di questo passo, affermando che « il Protestantesimo è una merce
avariata e marcia » (p. 20), che i Protestanti sono praticamente « senza culto, senza vita religiosa, senza pietà... perciò nei
paesi protestanti regna l’indifferenza » (p.
105).
Meno male che il pio gesuita nella prefazione al suo libro dice ; « Le mie sole
armi nella polemica saranno le armi molto
nobili della verità fondata sui fatti, la limpidezza degli argomenti e la persuasione
comprensiva; mai Tesagerazione, meno ancora l’impostura o la calunnia, cojì spesso
adoperate dai nostri avversari nei loro scritti contro la Chiesa cattolica ».
Gli studiosi cattolici seri ed obiettivi ragionano diversamente quando giudicano il
Protestantesimo. Al pio gesuita spaglinolo,
il cui linguaggio suscita il disgusto per le
sue falsità e le sue volgarità, bisogna semplicemente dire che: ovvero egli mente
sapendo di mentire oppure ha bisogno di
una istruzione sia pure elementare sulle
origini storiche e teologiche del Protestantesimo c allora si aggiorni e, prima di
scrivere, impari.
La prima ipotesi, però, è di gran lunga
la più verosimile.
Gran Bretagna
La gioventù della chiesa Anglicana ha
celebrata il suo 250® aimiversario deUa fondazione della Società missionaria anglicana
per la propaganda del Vangelo.
In un’adunanza alla Central Hall di Londra, il 22 ottobre u. s., un vescovo anglicano, nativo delle Isole Nicobar (Baia del
Bengala, in Estremo oriente) ha reso la
sua testimonianza cristiana ricordando che,
50 anni fa, nessuno, in quelle isole sapeva
leggere. « E’ stato Cristo che mi ha liberato — ha detto il vescovo Rìchardson —
Cìnqnant’anni fa nessuno sapeva leggere
nell’arcipelago delle Nicobar. Io fui il primo nicobarese a essere inviato a Rangoon
per esservi istruito; il primo ministro (del
Vangelo) ed il primo vescovo. Ed ora sono
il primo nicobarese che ha messo piede in
Inghilterra ».
Il ve-covo ha confessato che quando, cinquant’anni fa, il Salomon, sbarcò in quelle
isole e organizzò una scuola, egli era un
selvaggio e viveva in mezzo a superstizioni
e stregonerie. L’Evangelo fece grandi progressi; oggi la gioventù ha comprato una
vedetta (piccola nave) da usare per l’evangelizzazione delle 19 isole dell’arcipelago.
« La conversione del mio popolo — ha
detto Ricliardson — è opera di Dio, non
mia. lo sono un uomo semplice, non co
Emma Forti Cabdoso Laines: Vita di Gesù
Cristo e i suoi insegnamenti attraverso
i quattro Evangeli ■ Claudiana - L. 50().
pag. 350.
Pubblicando questo libro di Emma Forti, la Claudiana ha reso un buon servizio
alla diffusione della conoscenza dei Vangeli ed ha perciò anche voluto contribuire
allo sviluppo della sana pietà.
E’ un libro semplice, senza speciali pretese, eppure molto utile: utile agli isolati,
agli ammalati, a quanti comprendono l’utilità del culto di famiglia e personale. Utile perchè contiene in ogni suo capitolo
una breve lettura del Vangelo seguita da
un commento spiegativo ed edificativo fatto
con chiarezza, a beneficio di molti.
Dice la prefazione di M. Moreschini:
« Nel nostro tempo agitato e torbido, non
si ama la semplicità; e tutta la vita dello
spirito è avvolta in un fumicume che stanca
e smarrisce... L’Evangelo, che è chiarezza
luminosa, dev’essej-e proclamato nel nostro
tempo; ma in termini semplici, che riportino l’anima all’insegnamento cristiano ».
Crediamo che questo libro abbia raggiunto lo scopo di essere chiaro, semplice, utile
alla fede ed al a pietà. E perciò lo raccomandiamo vivamente ai lettori, specialmente a quelli che sono lontani da una
chiesa. ». p.
M.lle CELINE GAY
Le jour de Noël, dans sa 86.me année,
M.lle Celine Zulma Gay est paisiblement
entrée dans son repos.
Depuis longtemps souffrante, elle avait
supporté avec résignation les infirmités inévitables de l’âge avancé et la solitude, après
le départ de ses soeurs Elisa et Eva, qui
avaient passé avec elle les dernières années
de leur vie.
D’un esprit très alerte et indépendant,
M.llc Gay avait été dans sa jeunesse pro-'
fesseur d’ang ais, à Rome et ailleurs, et
s’était ensuite retirée à la Tour, dans la
maison que son grand père maternel, M.
Antoine B anc, y avait construite dans la
première moitié du siècle passé.
Constante dans ses amitiés, M.lle Gay a
manilesté jusqu’à ses derniers jours une
profonde gratitude envers tous ceux qui l’avaient aidée à supporter les épreuves de la
vie et lui avaient témoigné en quelque sorte de l’affection.
Nous exprimons à sa soeur qui reste,
M.me Odoardo Jal'a, a scs neveux, en branco et ailleurs, et à ses nombreux amis notre sympathie chrétienne.
LA CHIESA CONQUISTATRICE
Sabato, 12 Gennaio
Letture Bibliche: Atti 2: 1-12; Giovanni
15: 1-16; Romani 11; 13-27.
Preghiere di
Ringraziamento
Per il risveglio in alcune parti della Chiesa universale.
Per il compimento delle promesse di
Dio al suo antico popolo, gli Ebrei.
Per la gloriosa prospettiva del tempo in
cui la Chiesa militante diventerà Chiesa
trionfante.
Umiliazione
Perclié non sappiamo avere sempre dinanzi allo sguardo l’unico compito della
Chiesa
Per la grande responsabilità del mondo
cristiano nelle sofferenze degli Ebrei.
Intercessione
Per un nuovo battesimo dello Spirito
Santo in tutte le nostre Chiese.
Per l’avvento del tempo in cui il ramo
d’olivo che e stato staccato dal popolo di
Dio sia di nuovo innestato in esso.
Rodoretto
Visite d’Eglise. La paroisse a en le privilège d’avoir la visite dn Vice-Modératenri
le pasteur E. Rostau, ainsi que celle d’nn
de ses anciens bergeis en la personne du
pasteur G. Bouchard de Rorà. Une série de
réunions dans les principaux quartiers ainsi
que quelques visites ont permis à nos paroissiens de prendre contact avec un des
membres de la Table Vaudoise, d’entendre
un message qui fu un entretien fraternel et
un appel à une nouvelle consécration.
Sous l’influence de la vie moderne et
par manque de vigilance trop de membres
d’Eglise oublient leur paroisse, oublient
leur Eglise et oublient leur Dieu. Cette
mission fut bienfaisante à tous. Le dimanche 2 décembre nous retrouvait tous dans
le temple pour la Sainte Cène et le message. Ce dernier fut un sermon sur le texte : « Si quelqu’un met la main à la charrue et regarde en arriéré, il est impropre au
Royaume de Dieu ». Les paroles incisives
du Pasteur Rostan nous ont rappelé l’exigence de l’évangile: tous doivent participer aux activités et à la vie de l’Eglise.
Dans les quartiers les messages ont été un
appel vibrant à un retour sur soi-même, à
un examen de conscience, à une nouvelle
consécration. Les thèmes ont été les suivants: «O uomo dove sei?» «Oggi se
udite la sua parola non indurate i vostri
cuori » « L’incontro di Nicodemo con Gesù ».
Cotte semaine paroissiale, appelons ainsi notre visite d’Egli.se. était attendue par
beaucoup. Elle a réveillé d’anciens sentiments; fait vibrer dans les coeurs la corde
sensible de l’attachement à l’Eglise, aux
vérités éternelles. Ceux qui ont semé espèrent des fruits.
Semaine du livre protestant. On a profité de cette visite d’Eglise pour l’exposition et la vente de nos livres publiés par la
Claudiana. Chacun a pu voir l’effort fait
))ar notre Eglise pour répandre le livre
protestant en Italie. Beaucoup ont aelicté.
Magnifique occasion pour eux d’approfuudir leur foi, d’étendre leur cullare religieuse.
Baptêmes. Tron Mirella de Enzo et I.ong
Ida à Villa di Rodoretto; Tron Vanda de
Renato et Raima Elda à Campo Clôt; Tron
Sergio de Gilberto et Pascal Julienne à Villa di Rodoretto; Tron Rosanna de Walter
et Meytre Rosalba à Villa de Rodoretto;
Pascal Sergio de Alberto et Richard Adèle
aux Fontaines.
A tous les parents, aux parrains et marraines, nous laissons la promesse de
Christ: «Je n’effacerai pas leurs noms du
livre de vie. Apoc. 3: 5.
San Germano Chisone
Visita di Chiesa. Ha avuto luogo dal 6 al
9 Dicembre. Siamo lieti di aver potuto legniit il programma prestabilito che comportava 4 giorni di intensa attività.
^ Sono »tati riuniti i catecumeni dei 1 anni,
visitata la Società di Cucito, tenute 6 riunioni serali nei quartieri periferici della
parrocchia ed un culto speciale all’Asilo
dei Vecchi. Messaggi sono stati rivolli ai
bimbi delle Scuole Domenicali, ai giovani
riuniti in occasioue di un convegno interquarticrale. Alcuni problemi speciali sono
stati toccati nel corso della riunione dell’Assemblea di Chiesa.
Qualche delusione ci è stata data dai cateci-meni. Peccato che al culto delia domenica mattina sia mancala l’imponente asscBiblea che avremmo desiderato (erano
presenti circa 300 persone soltanto). La frequentazione delle riunioni quartierali (con
una media di circa 5C persone per ogni riunione) ed al culto serale deUa domenica
(oltre 400 persone) è stata non solo pienamente soddisfacente ma anche (perchè non
dirlo?) superiore ad ogni aspettativa.
Siamo grati ai membri della Commissione Distrettuale (pastori E. Rostan, L. Marauda, doti. 1. Mathieu) ed al pastore P.
Marauda di Pomaretto per la loro visita e
l’apprezzata collaborazione che, ne siamo
certi, lascerà tracce profonde nel cuore di
molti.
Siamo anche riconoscenti alla nostra Corale per le sue apprezzate esecuzioni ai due
culti domenicali.
I restauri del centenario.
Si sono protratti per parecchie settimane e sono quasi ultimati. La facciata del
Tempio è stata modificata e resa più artistica, l’esterno è stalo completamente decorato a nuovo con un preparato speciale
che dovrebbe resistere al sole ed alle intemperie.
II campanile fortemente deteriorato, è
stato rimesso a nuovo all’esterno ed all’interno; l'orologio ha subito le dovute riparazioni ed un sistema razionale di illuininazidiie sara iQ6b6o a punto c darà a
tutti gli abitanti dì Villa e delle frazioni
circonvicine la possibilità dì leggere l’ora
durante la notte, cosa assai utile per tutti
gli operai che devono spesso alzarsi nel
cuore della notte per i vari turni di lavoro.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno
consig.iati e sostenuti in questa non facile
impresa. In modo partico-are esprimiamo
la nostra riconoscenza al sìg. V. Widemann e gentile signora che hanno completamente assunto a loro carico i restauri
del campanile. 11 nostro ringraziamento va
pure all'Amministrazione Comunale che ha
assunto a suo carico la rimessa a nuovo
dell’orologio e buona parte deUe opere di
p.-otezione del medesimo per un importo
di L. 100.000.
I lavori di restauro non di pubblica utilità ma riguardanti la chiesa vera e propria sono stati interamente pagati — come
era doveroso — dalla cassa della nostra
Chiesa, opportunamente rinsanguata dalI attività delle signore della Società di Cucito e delle Cadette.
4
4 —
T’F.m nKT.T.F. VALLI VALDESI
La settimana del Libro ha avuto luogo
^.1 2 al 9 Dicembre. In tutti i quartieri i
giovani unionisti hanno bussato alla porta
di ogni casa offrendo le nostre pubblicazioni e le cartoline del tempio restaurato
fatte stampare in occasione del 1 centenario
della nostra campana. ,
I risultali non ci sono ancora noti, ma
possiamo fin da ora ritenerli soddisfacenti.
Battesimi'. Griset Flavio di Aldo e di Co?tabcl Rina (Pian). Comba Claudia e Graziella di Giulio e di Martinat Irma (Corbiere).
Matrimoni: Alberti Pietro e Balmas Ida.
Balmas Renato e Soulier Yvona.
Funerali: Sappei Natale di anni 47 (Ronchi). Adorno Domenico, di anni 74 (Asilo).
Bouchard Olga, di anni IB (Sarei delle Vigne). Negrin Giuseppe, di anni 84 (Asilo).
Siate cdlegri nella speranza, pazienti nelVafflizione, perseveranti nella preghiera
(Romani 12: 12).
Il nostro Asilo infantile, per disposizione dell’autorità sanitaria, è stato chiuso
durante il mese di Novembre. Superata
ormai l’ondata epidemica, i bimbi sono
tornati a ripopolare la loro scuola. Ci sono
posti disponibili per altri bimbi ancora.
Ricordatevi di questa nostra istituzione
quando fate le vostre offerte.
La Settimana di Beneficenza ba dato L.
54.910 con un aumento di L. 1.695 (poco
in verità) sul risultato deU’anno scorso.
Abbiamo avuto inoltre un discreto numero di offerte in natura che sono state
devolute all’Asilo dei Vecchi.
Ringraziamo i collettori e tutti coloro
che hanno risposto al nostro appello.
La Corale ha assoluta necessità di procedere, al più presto, all’acquisto di un buon
pianoforte (anche di seconda mano) che
rappresenta un indispensabile strumento di
lavoro. Abbiamo già la metà della somma
necessaria. Facciamo un appèllo a tutti gli
amici del canto perchè vengano in nostro
aiuto, ondo il desiderio di lunghi anni diventi presto realtà.
Villasecca
Le Celebrazioni Natalizie, eccezionalmente favorite dalla mitezza dell’inverno,
si sono svolte con notevole affluenza di Fedeli: sia alle quattro «Feste dell’Albero»
presiedute dal Pastore (a Villasecca per
la Scuola Domenicale, a Bovile, all’Albarea ed al Trussan); sia al culto di Natale,
con l’apprezzato intervento della Corale.
Più che come lieti ricordi, rimangano in
santificazione !
Atti liturgici. — Sono stati battezzati:
Massel Anita Giovanna, di Adriano e Tron
Margherita; Peyronel Ettore, di Ces. Enrico e Ferrerò Anita; Viglielmo Rina, di
Ernesto e Peyronel Luigia.
Matrimoni celebrati: Gardlol Arturo, di
Emilio, con Gambino Rosa, di Pietro —
Peyronel Giovanni Emilio, di Giov. Francesco, con Peyronel Lidia, fu Giov. Pietro.
Sono stati richiamati dal Signore: Peyronel Enrichetta ved. Peyronel, di anni 77,
deceduta al Serre di Faetto; Tron Elia, di
anni 85 (Trossieri); Villielm Maria ved.
Léger, di anni 77 (Villasecca).
Mentre la Chiesa « si raUegra con quelli
che sono allegri e piange con quelli che
piangono », presentiamo con particolare
simpatia al Signore le famiglie afflitte, onde Egli si riveli sempre più a loro come
il Grande Consolatore.
pronunziato nel tempio, è stato ascoltato
con profonda attenzione.
Nel ricordare questo frateUo in fede,
passato al di là del grande velo, facciamo
giungere alla Vedova l’espressione della
nostra cristiana simpatia.
— Il battesimo è stato amministrato a:
Pons Giancarlo di Roberto e di Salvai Delfina, La Montagna Guido di Angelo e di
Bounous Gabriella, Pastre Delia di Remo
e di Gardiol Alda, Godine Franco di Virgilio e di Borno Albertina.
Villar Penice
Natale è passato. Tutte le sue manifestazioni si sono svolte con la più grande regolarità e, quel che più conta, con la evidente benedizione del Signore.
La festa dei bimbi nel pomeriggio del
24 dicembre ha riunito circa duecento fanciulli Villaresi nel tempio, attorno ad im
magnifico albero natalizio. Recito, cauti,
regali... E’ impossibile elencare la fatica
e i nobili sacrifici dei monitori, degli Insegnanti, dei Membri del Concistoro e di
molti cari Amici che si sono prodigati in
ogni modo per il Natale di una famiglia
cosi numerosa.
In margine a questa hanno avuto luogo
varie altre manifestazioni: al Serre la sera
di Natale, con accurato programma e folto
pubblico; lassù il regalino lo ricevono anche gli adulti! Alla Piantà, come al Sei re,
all’Asilo Infantile e in tutte le scuole.
Notevole il fatto che ora sta prendendo
voga anche da noi il presepio. Lo abbiamo
spesso notato a fianco dell’Albero di Natale.
Il culto di Natale è stato solenne e benedetto, L’esempio dello scoraggiamento di
un lontano precursore di Gesù ci ha aiutati a mettere i nostri scoraggiamenti ai
piedi di Colui che li trasforma in canti di
vittoria. Numerosi i presenti. In aumento
il numero dei partecipanti alla Santa Cena. In aumento pure la colletta alla porta
del tempio. Possente e bello il canto della
Corale.
Il 26 dicembre, nel pomeriggio, raduno
dei veterani per un breve culto nel tempio
e per un ricevimento con recite e té offerto
dalle Unioni cadette Magnifica manifestazione sotto ogni aspetto, i veterani presenti, malgrado la rigidità del tempo, erano
più di quaranta...
E’ questa ima forma di attività nuova che
incontra pienamente. Cari veterani! Li avevamo lasciati troppo m disparte. La loro
presenza reca quel carisma di pace e di
equilibrio di cui da tanto tempo si nota
la carenza in tutte le manifestazioni della
nostra vita ecclesiastica.
Il 30 dicembre, essendo il Pastore chiamato altrove dall’Amministrazione, il culto è stato presieduto dal Maestro Edgardo
Paschetto. Buona assemblea ed ottima predicazione. Grazie di cuore!
Pinerolo
L’attività ecclesiastica è stata particolarmente intensa in queste ultime settimane
e, grazie anche al bel tempo, si è svolta
con largo concorso di fedeli ai culti ed
alle celebrazioni natalizie per gli alunni
delle Scuole Domenicali. Il messaggio di
Natale ci ha posto di fronte a Colui che
rimane oggi ancora un « segno di contraddizione » o di « opposizione » nel mondo,
ma che pure è venuto per la redenzione
dell’umanità. La Corale ha cantato l’inno
di Natale: « Minuit, clirétiens! ».
A Pinerolo ed a S. Secondo le feste tradizionali dell’albero natalizio hanno lasciato in tutti un buon ricordo; diciamo la
nostra riconoscenza a quanti si sono occupati della loro preparazione.
— In assenza del Pastore impegnato in
altre attività del Distretto ecclesiastico, il
culto domenicale è stato, nei mesi di novembre e dicembre, presieduto dai Pastori V. Sommani, D. Argentieri di Zurigo,
E. Geymet, dal Prof. G. Costabel. Il culto
di Capo d’anno ha avuto luogo a Pinerolo
(Dott. I. Matliieu) ed a S. Secondo (Past.
Rostan).
A tutti questi collaboratori esprimiamo
la nostra riconoscenza.
—- La campagna libraria è stata effettuata con buoni risultati, per quanto la conoscenza e la lettura delle nostre opere di
cultura religiosa debba ancora fare dei sensibili progressi. Comunque l’inizio è stato buono.
— In seguito a lunga malattia, sopportata con grande forza d’animo e pazienza,
è deceduto il 23 dicembre il cav. uff. Sigurd Just, da molti anni Direttore dello
Stabilimento Mustad a Pinerolo.
Era nato 68 anni fa a Oslo (Norvegia) ma
aveva vissuto molti anni della sua esistenza a Pinerolo, dov'era largamente conosciuto e stimato per la sua dirittura d’animo e la sua comprensione, non solo nel
campo industriale, ma anche in quello
della pubblica assistenza.
Una vera folla di gente, accorsa da vicino e da lontano, ha partecipato ai funerali, rendendo così omaggio alla memoria
del defunto che aveva conosciuto ed apprezzato negli anni della sua attività pinerolese. E il messaggio della Parola di Dio,
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SelMmana Universale di Preghiera
Domenica 6 gennaio;
Predica: «CRISTO HA AMATO LA
CHIESA E HA DATO SE STESSO PER
LEI » (Efesini 5: 25).
ore 17: Tempio di Lucento (Pastore G.
Tron);
ore 17: Tempio di Via Passalacqua (Pastore G. Bertin);
ore 17,30: Tempio di Corso Vittorio (Pastore B. Saccomani).
Martedì 8 gennaio - alle ore 21;
Tempio di Corso Oddone. Tema: CHIESA CHE ADORA (Past. B. Saccomani).
Mercoledì 9 gennaio - alle ore 21:
Tempio di Via Passalacqua. Tema: CHIESA CHE PREGA (Past. G. Tron).
Giovedì 10 gennaio - alle ore 21:
Tempio di Corso Vittorio. Tema; CHIESA CHE COMBATTE (Past. E. Paschetto).
Venerdì 11 gennaio - alle ore 21:
Tempio di Lucento. Tema: CHIESA
CHE AMMAESTRA (Past. G. Berlin).
Le collette delle riunioni serali veri anno devolute al Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d’Italia, per l’importanle opera dei CULTI RADIO.
EVANGELICI DI TORINO!
All’inizio di un nuovo anno nel quale
dovremo tutti proseguire il corso verso la
mèta, combattere il buon combattimento,
serbare la fede, UNIAMOCI nella comune
adorazione del « Capo supremo della Chiesa » Cristo Gesù nostro Signore, nella gioia
della comunione fraterna, nella fervente
preghiera d’intercessione'
Il Consiglio dei Pastori.
Le famiglie Bertalot, Saccaggi, Giordan
ed i parenti tutti del compianto
Enrico Bertalot
commossi e riconoscenti per la grande di~
mostrazione di ajfetto tributata al loro caro, ringraziano di cuore guanti con la presenza, fiori e scritti Hanno preso parte al
loro grande dolore. Un particolare ringraziamento al pastore sig, Comba, al dottor
Lonza ed ai uicini di-casa.
Angrogna (Jourdans) 18 die. 1951
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Dott. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pollice, riale
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ'
dalle ore 10 alle 12.
a Torino ncere gli altrigiorni,
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Si è spenta dopo lungo soffrire
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Lo annunciano addolorati i figli: Cesarina, Lidia, Silvia, Adriano, Aldo; i nipotini Léger; i nipoti Revel, Favout, Tron,
Bleynat, Pastre.
Villasecca, 15 dicembre 1951.
A soli 51 anni di età, dopo lunghe sofferenze, terminava la sua giornata terrena
Guido Rostan
Addolorati, ma sorretti dalla fede in Colui che ha vinto la morte, ne danno d triste annunzio: la moglie Richard Celina,
la sorella Elda con il marito Edmondo
Grill e Figlie, il suocero Richard Giov.
Pietro, i cognati Richard Aldo e Maria,
le cugine ed i parenti tutti.
La famiglia esprime la sua sentita riconoscenza al pastore A. Lebet ed a tutti coloro che presero parte al suo grande dolore.
«E fattosi sera Gesù disse: Paseiasiamo all’altra riva ».
(S. Marco 4: 35).
Frali - Ghigo, 28 dicembre 1951.
Dir. Resp. Ermanno Rostan
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