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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VAI.DESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Tonno.
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'tMcio PT Torino CMP Nord
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Anno IX - numero 20 -18 maggio 2001
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EDITORIALE
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
IL PROGRAMMA
DI GESÙ
«Prendete su di voi il mio giogo»
Matteo 11,29
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HO fatto un sogno, strano e irreale, come sanno essere certi sogni. Sognavo che nell’appena trascorsa e aspra campagna elettorale, i poli
in competizione non fossero due, ma
tre. Ce n’era uno strano, con un simbolo strano e un programma da pazzi. Era il cosiddetto Polo del regno di
Dio. Il suo simbolo era un giogo, il
suo programma l’amore di tutti, per
tutti. Incuriosito, chiedevo informazioni a una gentile signora con al petto un distintivo raffigurante un giogo. «Il regno di Dio - mi spiegava non è un’utopia. È il mondo visto
con gli occhi di Dio, è il rovesciamento di ogni realtà naturale individuale e collettiva. Il regno di Dio è la
possibilità di Dio di ricreare il mondo, di far sì che la sua volontà sia fatta sulla terra come in cielo, che ogni
ginocchio si pieghi nel nome di Gesù,
che nessun altro signore governi
l’umanità. Il regno di Dio è Cristo,
non noi. È in Cristo che il piano di
Dio si incontra col piano della storia.
È lui il punto di riferimento per comprenderlo. Noi possiamo annunciarlo, indicarlo, accennarlo, ma mai realizzarlo compiutamente».
I^ERCHÉ un giogo?», chiedevo,
''ir E lei mi rispondeva: «Perché è
Gesù a proporcelo. È il suo progetto
di vita. Contrariamente ai politici
che, pur di sollecitare le persone ad
aderire al loro programma, offrono
condizioni di profitto e di benessere
a costo praticamente zero, Gesù propone invece di prendere il peso della
croce, mette cioè davanti alla possibilità di vivere la sua umanità, vera e significativa, contro l’umanità-schizoffenica e suicida che abbiamo al di
fuori di lui. Prendere il giogo di Cristo significa rinnegare noi stessi, dire
no a un progetto di vita centrata sul
nostro egoismo e sulla nostra paura e
imparare a seguirlo non come una
dura esigenza, ma come dono di una
comunione e di una condivisione che
nessuna forza esterna potrà mai rompere». «Non le sembra - insistevo che il vostro programma sia una pazzia?». «Certamente - mi rispondeva
sorridendo - ma sappia che l’amore è
1 unica arma vincente contro il male
che domina questo mondo. Quando
parliamo di amore, non intendiamo
1 amore umano, corrotto, interessato
e discontinuo che pratichiamo tutti i
giorni. Intendiamo l’amore di Dio
che non verrà mai meno. Quello vero, vissuto prima di noi e per noi da
Gesù Cristo suo figlio. È un amore
particolare, a fondo perduto, che si
rr^Para alla scuola del Signore. È la
Wa maestra della vita. Senza quel tipo
di amore, non siamo nulla. Potremmo avere tutto e non esistere».
MI sono svegliato. Il sogno mi
sembrava così vero che sono
stato tentato di cercare fra i manifesti
quello col simbolo del giogo. Non
ho trovato, né lo troverò mai; Nessun politico chiederà di caricarci del
giogo. E d’altra parte, il regno di
IO non è un polo che si afferma per
olontà umana, anche se espressa democraticamente col voto. È invece
0 che «vota» noi, ci sceglie per fare
noi uomini e donne rinnovati dal
uo amore e progetto di salvezza.
Francesco Casanova
IFDEBHHBBHHI ■■■■■iECUMENISIVK
Il Manifesto dtíle donne La Otaría oecuaienica
protestanti in itaiia approvata a Strasburgo dalle cinese europee
Dopo una campagna elettorale «cattiva», la massiccia partecipazione al voto si è svolta con code e ritardi
Verso un secondo governo Berlusconi
Dalla politica istituzionale gli evangelici si aspettano un miglioramento delle grandi scelte di libertà
e di garanzia dei diritti fondamentali, più verità, più dirittura morale e più attenzione al bene comune
EUGENIO BERNARDINI
CON una massiccia partecipazione al voto, che ha messo a dura
prova i seggi elettorali e soprattutto
la pazienza di tanti elettori ed elettrici, gli italiani hanno dato la maggioranza parlamentare alla Casa delle lihertà. Dunque, Silvio Berlusconi guiderà (di nuovo) un governo di centro-destra che aspira a rivoltare fi
paese come un calzino, ammodernandolo e dando quelle libertà e benessere che i governi precedenti non
avrebbero saputo dare. Il suo compito non sarà facile perché l’opposizione farà naturalmente il suo mestiere
di opposizione (e dopo una campagna elettorale cattivissima, di
profonda «disistima» dell’avversario,
non c’è da aspettarsi sconti) perché
la sua maggioranza, come ogni maggioranza di coalizione, scoprirà ben
presto i propri interessi particolari e
ciascuno farà di tutto per guadagnare le posizioni più favorevoli, perché
il sistema istituzionale attuale non dà
al presidente del Consiglio quei poteri che Berlusconi vorrebbe («Il presidente del Consiglio non può neppure dimissionare un suo ministro»
ha lamentato ripetutamente nelle ultime fasi della campagna elettorale).
La cultura di governo di Berlusconi
Ma non sarà facile soprattutto per
la cultura di governo che il leader
della Casa delle libertà ha portato
sulla scena politica italiana. Oltre
all’uso (per noi-esasperato ed esasperante) dei mezzi tipici della pubblicità e della promozione di un certo «culto della personalità», Berlusconi si rifà radicalmente alla cultura
della moderna azienda privata capitalistica, che è drasticamente antagonista non solo alla cultura di governo «comunista», ma anche a
quella che ha sempre governato
l’Italia moderna e buona parte degli
stati europei, con coalizioni moderate o progressiste. Il rispetto delle
procedure, la collegialità, il controllo
e i contrappesi e bilanciamenti istituzionali di un sistema seriamente
Le elezioni politiche
Gli evangelici
in Parlamento
Sono tre i candidati evangelici
eletti alle elezioni politiche nazionali. Si tratta dell’on. Valdo Spini, valdese, presidente della Direzione nazionale dei Democratici di sinistra e
presidente della Commissione Difesa della Camera, eletto nel collegio
uninominale della Camera di Firenze 3; Lucio Malan, valdese, già deputato dal 1994 al 1996, eletto nel collegio del Senato di Piemonte 9 (Pinerolo-Bussoleno-Giaveno) per la Casa
delle libertà: Riccardo Illy, di famiglia valdese, sindaco di Trieste, eletto nel collegio uninominale della Camera di Trieste 2 per la lista UlivoCon Illy per Trieste. Nella scorsa legislatura i parlamentari evangelici
erano cinque, tutti eletti alla Camera
nelle file deU’Ulivo (due Laburisti,
due Verdi e uno Cristiano-sociali).
democratico, e quindi inevitabilmente anche le sue lentezze, sono
altrettanto antagonisti alla cultura
aziendale rappresentata da Berlusconi di quanto lo sia la cultura «comunista» (che comunque non c’è
più, né in Italia né in Europa).
L’«economia sociale di mercato»,
che a suo dire sta alla base del programma berlusconiano, vedrà ben
presto interpretazioni divergenti
nella sua stessa coalizione, tra chi
vorrà sottolineare il termine «sociale» e chi il termine «mercato», né basterà chiamare col nome di manager
un alto funzionario pubblico per trasformarlo nel dirigente di una grande azienda privata. D’altra parte governare un grande paese (e l’Italia,
nel suo piccolo, è un grandé paese)
non è come governare una grande
Avviate due Intese
Soka Gakkai e
Unione induista
Presso la presidenza del Consiglio
dei ministri sono state avviate le trattative per due nuove Intese che riguardano la Soka Gakkai (una confessione buddista di origine giapponese) e l’Unione induista italiana
(che riunisce gli aderenti alla tradizionale religione indiana). Con queste due ultime, sono ora cinque le
trattative avviate presso la presidenza del Consiglio: sono infatti in corso
gli incontri con le rappresentanze
della Chiesa di Gesù Cristo dei santi
degli ultimi giorni (Mormoni), della
Metropolia ortodossa d’Italia e della
Chiesa apostolica in Italia. Mentre
due Intese già firmate, Congregazione dei Testimoni di Geova e Unione
buddista d’Italia, erano all’esame del
Parlamento al momento dello scioglimento della legislatura. (nev)
azienda. Speriamo che Berlusconi
non incominci a lamentarsene troppo presto: queste sono le regole del
gioco democratico, e meno male.
L'Europa e gli Stati Uniti
Forse è anche per questa sua particolare cultura politica che in Europa il capo della Casa delle libertà suscita qualche inquietudine (oltre,
naturalmente, alle perplessità derivanti dalla coalizione con un partito
non europeista, o europeista «a suo
modo», come la Lega di Bossi). Più
inquietudini di quelle che, nel 1996,
poteva suscitare un Romano Prodi,
solido e affidabile grand commis di
stato, anche se alleato degli ex comunisti di D’Alema. Non c’è da stupirsi, invece, che Berlusconi raccolga
maggiore consenso negli Stati Uniti,
dove c’è una cultura politica a lui più
vicina. E infatti è al modello istituzionale americano, con la grande
concentrazione di potere nelle mani
del presidente degli Stati Uniti, che il
leader della Casa delle libertà si ispira (un presidente eletto dal popolo e
con pieni poteri di governo). Non bisognerebbe dimenticare, però, che
negli Usa sono in vigore anche rigorose norme sui conflitti di interesse e
solidi sistemi di «controllo e bilanciamento» del potere del presidente.
Libertà e i diritti fondamentaii
E qui tocchiamo un punto sensibile
per noi evangelici: le garanzie costituzionali di libertà e del godimento
dei diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione...). Dal secondo dopoguerra, la minoranza evangelica italiana è stata più vicina all’orizzonte
politico del centro-sinistra che a
quello del centro-destra (per usare
una terminologia politica semplificata e impropria fino a pochi anni fa),
anche perché il centro-destra italiano
ha tradizionalmente proposto una visione più clerico-fascista e autoritaria
della società e del costume nazionale
che una visioni di tipo liberale.
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Questo non significa che non ci siano stati, e non ci siano oggi, evangelici di centro-destra, né che siano solo
una sparuta minoranza (lo ha dimostrato anche il nostro dibattito preelettorale su Riforma). Né significa che
il centro-sinistra abbia sempre dato
alle minoranze religiose italiane quelle risposte, quel rispetto e quella dignità che ci siamo sempre aspettati e
che abbiamo sempre richiesto con
forza. Basterebbero a dimostrarlo la
vicenda dei privilegi concordatari,
ammessi nella Costituzione del 1948
e confermati nel nuovo Concordato
del 1984, e i ritardi delle leggi di Intesa con le minoranze religiose e di una
legge generale sulla libertà di coscienza e religione. È un fatto però,
che il patrimonio spirituale del protestantesimo italiano ha trovato tradizionalmente una maggiore rispondenza nei «valori», nella sensibilità e
nei linguaggi della politica di centrosinistra che di centro-destra.
Il nostro impegno
Per questo, pur accettando con
convinzione la dichiarazione del
presidente Ciampi che tutte le attuali
forze politiche italiane garantiscono
il patto democratico costituzionale, e
augurandoci un periodo di stabilità
pplitica ih cui, senza faziosità ma
con lealtà e rispetto reciproco, chi
deve governare governi e chi deve fare opposizione faccia opposizione,
come giornale non potremo che vigilare ogni giorno, come d’altronde
abbiamo sempre fatto, perché le
grandi scelte di libertà e di garanzia
dei diritti fondamentali siano confermate e migliorate. E come sempre
daremo spazio, laicamente e democraticamente, alle diverse opinioni
che inevitabilmente si esprimeranno
sulle prossime azioni del governo e
dell’opposizione. Continueremo a
farlo nel nostro linguaggio, franco ma
rispettoso delle opinioni e della dignità altrui, e seguendo il metodo che
ci ha insegnato Gesù: «Li riconoscerete dai loro frutti» (Matteo 7,16).
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 18
MA^2oo]
«^Non conformatevi
a questo mondo,
ma siate
trasformati
mediante il
rinnovamento della
vostra mente,
affinché conosciate
per esperienza
quale sia la volontà
di Dio, la buona,
gradita e perfetta
volontà.
^Per la grazia che
mi è stata concessa,
dico quindi a
ciascuno di voi che
non abbia di sé un
concetto più alto
di quello che deve
avere, ma che
abbia di sé un
concetto sobrio,
secondo la misura
della fede che Dio
ha assegnato a
ciascuno.
^Poiché, come
in un solo corpo
abbiamo molte
membra e tutte
le membra non
hanno una
medesima
funzione, ^così noi,
che siamo molti,
siamo un solo corpo
in Cristo, e,
individualmente,
siamo membra
l’uno dell'altro» (...)
(^L’amore sia senza
ipocrisia. Aborrite
il male e attenetevi
fermamente al
bene» (...)
Siate allegri nella
speranza, pazienti
nella tribolazione,
perseveranti nella
preghiera,
^^provvedendo alle
necessità dei santi,
esercitando con
premura
l’ospitalità.
'“Benedite quelli
che vi perseguitano.
Benedite e non
maledite.
'^Rallegratevi con
quelli che sono
allegri; piangete
con quelli che
piangono» (...)
«'^Non rendete a
nessuno male per
male. Impegnatevi
a fare il bene
davanti agli
uomini.
"Se è
possibile per
quanto dipende
da voi, vivete
in pace con tutti
gli uomini»
(RomaniT2,1-18)
LO SPAZIO DELLA NOSTRA VITA
È in Cristo che troviamo lo spazio per scoprire la bellezza di essere fighe e figli di Dio
La grazia ci dà allora quella intelligenza per rendere visibile Dio nella nostra vita
DANIELA DI CARLO
13ELL hooks» è una scrittrici Jjce nera americana, nostra
contemporanea. Nei suoi scritti
ci parla della sua affaimosa ricerca che la vede intenta a trovare
nella negritudine, quella bellezza, da sempre negata o ignorata
dai popoli bianchi; «bell hooks»
ha bisogno di trovare una misura
alla propria esistenza che le permetta di amarsi e questa misura
lei la trova insieme ai suoi fratelli
e alle sue sorelle nere. La trova
soffermandosi a parlare con loro,
della realtà della sua vita e di
quella dei suoi antenati costretti
a vivere in stanze buie, senza illuminazione, in cui venivano stipati dai padroni demo il duro lavoro dei campi. E proprio in
quell’oscurità che lei scopre la
bellezza delle tenebre, perché in
quelle tenebre, a notte fonda, lei,
le altre, gli altri, parlano del bisogno di vedere diversamente la
vita. Proprio in quello spazio inciso nell’ombra, si dicono il desiderio di una bellezza della negritudine. È lì che trovano l’amore
di sé, l’amore per gli altri e altre,
l’amore per il mondo.
Dove trovare il nostro spazio?
E noi dove troviamo il nostro
spazio inciso nell’ombra?
Dove troviamo lo spazio per
scoprire la bellezza di essere figlie e figli di Dio? Quali sono i
nostri luoghi, deputati a rinforzarci, a offrirci una misura della
nostra esistenza, a raccontarci
lo splendore della speranza, la
forza della grazia, l’energia della
fede, la gratitudine del perdono?
Dove troviamo quel desiderio
di trasformarci che ci rende disobbedienti verso il senso comune che ci vuole abbarbicati
alle regole di un mondo patetico
che risolve ancora i conflitti con
le guerre, che distribuisce in
maniera iniqua le ricchezze della terra, che tollera i grandi traffici di droga, che alimenta il
commercio di corpi di bambine
e bambini per soddisfare appetiti sessuali; dove troviamo quel
desiderio di trasformarci che ci
rende obbedienti verso quel
senso, che comune non è ma
che, se accolto, irrompe nella
nostra vita offrendoci l’inaudito?
fa sì che Dio trovi in ogni singola
donna e uomo qualcosa di particolare ma anche eccezionale capace di irradiare lo spazio che li
contiene e li circonda.
Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non
farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle
cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di
accettare tutto e nel modo migliore. Ma concedimi dì
tanto in tanto un breve momento di pace. Non penserò
più nella mia ingenuità, che un simile momento debba
ritornare in eterno, saprò anche accettare r|rreqùietez:ra
e la lotta. H calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi
ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi
prenda per mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò
di non avere paura. E dovunque mi troverò, io cerdierò
di irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore
per gli uomini che mi porto dentro... Dio mio, fi ringrazio perché mi hai creata così come sono. Ti ringrazio
perché talvolta posso essere colma di vastità, quella vastità che non è poi nient’altro che il mio essere riconoscente di te. Ti prometto che tutta la mia vita sarà un tendere verso quella bella armonia, e anche verso quelTumiltà e vero amore di cui sento la capacità in me stessa, nei momenti minori...
Etty Hillesum
L'esperienza di Saul-Paolo
Quel desiderio di essere disobbedienti a questo mondo lo troviamo dove lo ha trovato Paolo, lo troviamo in Cristo.
Grazie a Cristo, Saul il persecutore diventa Paolo l’apostolo.
Grazie a Cristo, Saul non solo
ebreo, ma anche fariseo, non solo fariseo ma anche shammaita,
si trasforma, si converte, cambia
segno alla sua esistenza.
Quel Saul che ricercava lo zelo
in Dio, interpretando severamente la Torah anche attraverso
il coltello, lascia il posto a Paolo
che annuncia la grazia tra i
goyim, quei pagani che lo avevano governato e che egli stesso
aveva odiato con tutta la sua forza; quel Saul che aveva discusso
e sostenuto la linea dura rispetto all’osservanza della Mishnah,
codice indiscusso della legge
mosaica, lascia il posto a Paolo
che abbatte ogni legge passata
in favore dell’unico comandamento d’amore ricevuto da Cristo. Paolo è per noi un orizzonte
di possibilità, quella possibilità
offerta a ciascuna e ciascuno di
noi di non «conformarci a questo mondo», di non mimetizzarci. Una possibilità che ci invita a
conoscere per esperienza quale
sia la volontà di Dio.
Ma come si fa a conoscere per
esperienza la volontà di Dio? Come può la volontà di Dio attraversare i nostri corpi, la nostra
storia individuale? Anche in questo Paolo ci aiuta: basta essere
consapevoli della grazia che ci fa
essere con Cristo un unico corpo. Di quella grazia che ci rende
speciali agli occhi di Dio, che ci
rende creature amate e degne di
appartenerle. Quella grazia che
La grazia di Dio
La grazia è ciò che ci permette di pensarci in modo diverso, di immaginarci la possibilità
del bene che può circolare fra
noi e fra Dio e noi; quel bene
che dà maggiore realtà agli esseri umani e àie cose, dice Simone Weil. Spesso non siamo in
grado di vedere il bene che circola fra noi. Abbiamo coltivato
nel corso del tempo un’attitudine a concepire il nostro presente
quasi privo di bene. Sappiamo
riferirci al bene vissuto in passato, legato alla memoria prossima o remota, a quel bene nostalgico vincolato ai ricordi oramai mitizzati; o a quel bene che
vivremo in futuro, quasi certamente nel regno di Dio, ma siamo incapaci di individuare
quelle relazioni in cui il bene si
incarna già nel nostro presente.
In ciò, come dice Paolo, ci siamo perfettamente «conformati a
questo mondo» dal quale abbiamo imparato ad apprendere
qualsiasi notizia terribile rimanendo in silenzio e trovandoci
nell’incapacità di trovate azioni
intelligenti, oppositive, di resistenza. Ci siamo abituati, insomma, al male che circola fra
di noi, al male delle guerre, al
male degli attentati contro gli
ebrei o contro i palestinesi, al
male della violenza, eccetera, «fi
male non è né la sofferenza né il
peccato - dice Simone Weil - è
Luna e l’altro insieme, è una
realtà comune all’uno e l’altro,
poiché sofferenza e peccato sono strettamente collegati: il peccato fa soffrire e la sofferenza
rende l’uomo cattivo: questa
unione indissolubile di sofferenza e peccato costituisce il male,
quel male in mezzo al quale
dobbiamo vivere...».
Ma noi siamo figlie e figli di
Dio e non possiamo arrenderci
di fronte all’evidenza del male,
noi dobbiamo ricominciare a saper guardare al bene, al bello, al
buono che c’è dentro e fuori di
noi, citandolo ripetutamente affinché diventi, questo, l’orizzonte npl quale ci muoviamo e verso
il quale tendiamo. Citare è un
modo per rinforzare una parola
che qualcun altro ha detto ma è
anche un modo per appropriarci
Note
omiletiche
Molto probabilmente I
lettera ai Romani è stat
scritta nel periodo dei tr
mesi di prigionia di Pani!
nelle provincia dell'Acaij
11 contenuto della lette,,
fa presupporre che i
chiesa di Roma avesse
suo interno sia cristiani !
origine giudaica sia di ori
gine pagana. I capitoli ds
12 a 15 sono prevalente
mente dedicati alle conse.
guenze etiche della graaij
mentre il tema generale
dell'epistola è quello della
giustificazione per fede
di quella parola facendola aderire alla nostra esperienza. Imparare a citare il bene significa allora accorgerci che esso esiste ma
anche lasciarlo agire in noi affinché altre e altri possano a loro
volta citare il bene che è in noi.
Né il passato, né l’avvenire ci
porteranno il bene di cui abbiamo bisogno. È nel presente che
dobbiamo nutrirci di quel bene
di cui ci parla Paolo, quel bene
che scaturisce dall’attenzione
reciproca, dalla sorpresa dell’incontro dell’altra/o, dall’affetto
che possiamo donarci, dalla
consapevolezza di essere accompagnanti da Dio. L’incarnazione del bene è uno dei frutti
della grazia che possiamo già
scambiarci perché ne siamo già
portatrici e portatori.
Vivere in Cristo
La grazia ci dà allora quell’intefiigenza per rendere visibile Dio nella nostra vita, una
visibilità che rende sensata la
nostra quotidianità dove la tristezza, lo scacco, il dolore, l’infelicità, certo, sono presenti ma
vengono ridimensionati per lasciare spazio all’allegrezza, alla
speranza, alla pazienza, all’attenzione, alla preghiera: per lasciare spazio a Dio.
Vivere in Cristo, significa quésto, in fondo: guardare alla vita
con intelligenza, lasciandosi
guidare da quel legame forte che
abbiamo stabilito con lui, che
continuamente ci rimanda le
nostre parole e i nostri gesti dopo averli misurati con le sue parole e i suoi gesti. Vivere in Cristo significa lasciarsi guidare da
quel legame che d proibisce di
chiuderci nella depressione o
nel delirio annichilente in favore
di una curiosità e un’apertura
che è simile a quella che Dio ha
nei nostri confronti.
Vivere in Cristo significa lasciarsi guidare da quel legarne
che ci spinge ad amare la vita in
presenza delle più profonde
contraddizioni e che soprattutto
ci spinge a rendere viva quell’energia di legame che si sprigiona tra noi quando ci scopriamo intenti a realizzare un piccolo o grande progetto. L’energia di legame che incarniamo
quando siamo all’opera è il bene che trasforma il mondo e che
lo restituisce nelle capienti
braccia di Dio affinché possa essere benedetto e accompagnato
nella sua crescita.
Per
approfondire
VENERE
UnO(
qu
Lag
svo,
sono er
me cor
sament
nanziat
la Gerì
Prassi!
riuniti 1
lasecoi
- «bell hooks», scrittrice
afroamericana, è nata nel
Sud rurale e segregato degli Stati Uniti negli Anni
50. Il suo nome anagrafico
è Gloria Jean Watkins, sostituito negli Anni 70 con
lo pseudonimo con cui è
diventata famosa: Beli,
preso dal nome della madre e Hooks, preso dal nome della nonna materna.
In italiano possiamo leggere Elogio del margine.
Razza, sesso e mercato
culturale, Feltrinelli, Milano, 1998 e Tutto sull'amore. Nuove visioni, Feltrinelli, Milano, 2000
«bell hooks» ha ricevuto
nel 1999 la laurea honoris
causa in lettere dall'Università di Ferrara e attualmente occupa la cattedra
di Distinguished Professa
di inglese al City College
di New York. È una delle
principali figure del femminismo e del pensiero radicale nordamericano.
- Simone Weil, nata a
Parigi nel 1909 da una facoltosa famiglia ebrea, è
una delle maggiori filosofe del Novecento. Oltre ai
suoi Quaderni segnalo,
tra le numerose pubblicazioni: L'ombra e la grazia,
Rusconi, Milano, 1996; attesa di Dio. Obbedire al
tempo, Rusconi, Milano,
1996; La prima radice.
Preludio a una dichiarazione dei doveri verso
l'essere umano, Leonardo, Milano, 1996.
- Etty Hillesum, nata
nel 1914 a Middelburgda
una famiglia delia borghesia intellettuale ebrea,
muore ad Auschwitz nel
1943. Ci lascia il suo Diario. 1941-1943, Adelphi,
Milano, 1996, e le Lettere.
1942-1943, Adelphi, Mila,;
no, 1990. Entrambi gl|
scritti, ma in particolare
primo, rappresentano un
cammino esistenziale
anche di fede che terca
resistere e offrire signifr
cato ai «tempi scatenati»
in cui essa vive.
- Su Paolo, le sue origini, la sua identità, le soe
trasformazioni, è certa;
mente utile legger®
Tom Wright, Che cosa 1“
veramente detto Paof
Claudiana, Torino, 19“
- Per uno approccio
segetico sull'intera leW'
ai Romani si possono 0»
re i due volumi di C. E J
Cranfield, La
Paolo ai Romani, Claudi
na 1998-2000, oltre nai»
raímente al classico cori
mento di Karl Barth.
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Concluso a Nicolosi il Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi)
La Celi tra autodefinizione ed etica
Una dichiarazione ufficiale sull'ora di religione, una sulla pena di morte e una sullo Statuto:
questi i temi salienti del XVIII Sinodo della Celi che si è svolto dal 29 aprile al 2 maggio
ANNA BEILI
La Geli si trova oggi a una
svolta. I luterani in Italia
sono entrati nel XX secolo come comunità straniere scarsamente collegate tra loro, finanziate esclusivamente dalla Germania (o prima dalla
Prussia) e lo hanno chiuso
riuniti in una chiesa che, nella seconda metà del secolo, è
passata anch’essa dalla comprensione di sé come chiesa
straniera all’estero a chiesa
dotata di due anime, due lingue, un’intesa con lo stato e
una quota di otto per mille.
Lo Statuto della Celi
Per la Celi è arrivato il momento di interrogarsi su
quanto lo Statuto attuale corrisponda alla sua realtà e sul
slgWicato dell’Intesa sulla
propria concezione di sé.
Proprio «Lo Statuto della
chiesa, un’autodefinizione
confessionale e giuridica» è
stato U tema trattato dal primo dei due relatori ospiti che
ha preso la parola, Burkhard
GUntau (Wcc). Dopo un excursus storico-giuridico sul
diritto ecclesiastico in Germania e sulla nascita della
CeU, parlando della posiziouedelle comunità nella struttura della chiesa, le ha pre
sentate come la base della
chiesa, con cui costituiscono
un’unità.
La seconda relazione, sul
«Diritto ecclesiastico in Italia», è stata svolta da Gianni
Long, presidente della Fcei,
che si è soffermato sulla storia della libertà religiosa in
Italia dal 1861 ad oggi. Secondo Long lo strumento dell’Intesa «si è dimostrato flessibile
e rispettoso dell’identità delle
singole confessioni: la scelta
del tipo di Intesa è stato sempre lasciato dallo stato alla
rappresentanza confessionale e la differenza degli strumenti adottati costituisce
una prova tangibile del pluralismo a cui ha portato l’applicazione dell’art. 8 della
Costituzione».
L'ora di religione
Il rispetto della diversità religiosa è stato oggetto di una
dichiarazione sinodale sulla
lezione di religione nella
scuola pubblica in Italia {firmata dal past. Uhi). La Celi
chiede quattro cose: 1) di non
fare pressione a favore dell’insegnamento cattolico: 2) che
l’insegnamento cattolico non
dia un’immagine negativa degli altri; 3) che, se possibile,
l’insegnamento religioso sia
esercitabile anche da altre
confessioni o religioni. Inoltre, chiede 4) «di istituire una
commissione che esamini i
materiali didattici e i temi,
elabori proposte per l’insegnamento religioso e sia punto di riferimento in caso di
problemi e discussioni» in
quest’ambito. Perché l’integrazione europea comporta
anche «il dovere e il compito»
di comunicare l’identità europea anche nella sua natura
pluriconfessionale e culturale.
Pena di morte e eutanasia
Altro tema affrontato, la
pena di morte. Il Sinodo si è
espresso contro la pena capitale. Il documento (presentato dal past. Goeden) è stato
rimandato alla Conferenza
pastorale per alcune limature. Senza essere oggetto di
deliberazione sinodale, è stato distribuito un lavoro della past. Kramm sul tema dell’eutanasia. La relatrice fa
una panoramica delle argomentazioni dei favorevoli e
dei contrari. Come criterio
orientativo ha citato una frase di Kant: «Soltanto le cose
hanno un valóre, gli esseri
umani hanno dignità». Ha
osservato che, dove esistono
centri di assistenza ai moribondi «nella maggior parte
dei casi, l’accompagnamento
La pastora Almut Kramm
umano, la solidarietà e un’attenta terapia del dolore fanno sparire il desiderio di
morte. In Italia, la fondazione
di tali centri è tuttavia ancora
agli albori».
Il Sinodo ha approvato fra
l’altro la nuova agenda liturgica, la chiave per la ripartizione dell’otto per mille e un
finanziamento di 1 miliardo
di lire in vari anni a favore
dell’Ospedale evangelico di
Napoli. È stata approvata
l’agenda liturgica e l’istituzióne di una commissione
storica che raccolga le testimonianze della storia recente
dei luterani in Italia.
Nei cantoni di Basilea e Zugo l'attuale imposta potrebbe essere sostituita
La «Mandatssteuer» al posto della tassa ecclesiastica?
PAOLO TOCNINA
nenf»
L 10.0<*
L. 20.0«
L. 20.0«
Nei cantoni di Basilea e
Zugo l’attuale imposta
ecclesiastica potrebbe essere
sostituita da una nuova imposta, la «Mandatssteuer».
mposte in tal senso sono al
v^io del Consiglio costituzionale di Basilea-città e del
parlamento cantonale di Zugo. n principio su cui si basa
la «Mandatssteuer» è semplice:! contribuenti devono poter decidere se destinare i
propri soldi allo stato, a una
diiesa 0 comunità religiosa o
3 un organismo umanitario.
'Una simile imposta esiste già
in Italia: si tratta dell’ormai
collaudato «otto per mille».
11 Consiglio costituzionale
ili Bitóilea-città ha incaricato
una speciale commissione di
elaborare, entro l’autunno
uell’anno in corso, un pro^tto in vista della possibile
nitroduzione di questa nuova
•®posta. La commissione,
che ha proceduto a consultate le comunità religiose e le
utganizzazioni umanitarie
che potrebbero entrare in liUea di conto quali beneficiari
nella «Mandatssteuer», ha
espresso, nella sua maggiora, una valutazione posila nei confronti della nuova
uuposta. Nel canton Zugo è
invece tuttora pendente la
mozione del consigliere cantonale losef Lang (Grüne Alternative). La direzione amministrativa sta elaborando
un rapporto da presentare al
Consiglio di Stato.
I vantaggi della nuova tassa
secondo i politici
Il presidente della commissione basilese, Hans Georg
Signor (Partito socialista), sostiene che la «Mandatssteuer» presenti notevoli vantaggi rispetto all’attuale imposta ecclesiastica. A Basileacittà è solo più il 47% della
popolazione a pagare l’imposta ecclesiastica mentre le
chiese svolgono, con i fondi
ricevuti, un servizio di utilità
pubblica diretta a tutti i cittadini. In questo senso, ha dichiarato Signor, la nuova imposta contribuirebbe «a contrastare il declino della solidarietà nella società e a rafforzarne la coesione». A Zugo, Josef Lang sostiene che
anche chi, per motivi etici o
confessionali, non paga oggi
un’imposta ecclesiastica, dovrebbe «versare un contributo equivalente a favore di un
ente religioso diverso da
quelli finora riconosciuti o a
un’ente di aiuto umanitario».
Le reazioni a queste propo
icora rioj
bbonai^Jl
IO di
Graz"
conto
le n“'
testato
3»,
!4
Il pastore Georg Vischer
ste non si sono fatte attendere. Markus Sahli, membro del
direttivo della Federazione
delle chiese evangeliche in
Svizzera (Fces), si è dichiarato cautamente favorevole.
Tramite una simile imposta,
ha detto, anche quei contribuenti che non sono più
membri delle chiese riconosciute possono sostenere
«determinati servizi pubblici
non garantiti dallo stato».
D’altro canto, ha aggiunto
Sahli, le chiese devono poter
garantire, nello svolgimento
dei loro servizi, una continuità che difficilmente potrà
essere assicurata sulla base
di un finanziamento come
quello che è previsto attraverso la nuova imposta.
Le riserve della Chiesa
cattolica romana
Sulla questione è intervenuto anche il professore di
diritto Felix Hafner, delegato
della Chiesa cattolica romana
di Basilea-città, membro di
una commissione che ha elaborato una prima valutazione del progetto «Mandatssteuer». In un’intervista al
mensile cattolico «Aufbruch»,
Hafner ha ricordato che questa imposta sarebbe riscossa
dallo stato, il quale non avrebbe tuttavia voce in capitolo riguardo all’uso dei fondi: «Verrebbe a cadere il controllo democratico sulTutilizzo di quel denaro. E si andrebbe semplicemente verso
l’introduzione di un contributo obbligatorio». Hafner ha
inoltre messo in guardia dal
creare un clima di concorrenza tra le chiese e le organizzazioni umanitarie costrette, a suo parere, dall’introduzione della «Mandatssteuer», a disputarsi il favore
dei contribuenti.
Più in generale, in alcuni
ambienti cattolici si teme che
gli introiti della «Mandatssteuer» potrebbero essere
versati dallo stato alla Conferenza episcopale determinando conseguenze nefaste
sulla democraticità all’interno delle chiese cattoliche
cantonali.
La posizione
della Chiesa riformata
Il presidente del consiglio
ecclesiastico cantonale della
chiesa evangelica riformata di
Basilea-città, pastore Georg
Vischer, pur condividendo le
osservazioni di Hafner, ha tenuto a sottolineare alcuni
aspetti positivi della proposta.
Per Vischer è importante sottolineare che la proposta di
sostituire l’attuale imposta
ecclesiastica non viene dalle
chiese (quasi fosse un tentativo di raggiungere comunque
chi, per non pagare più le imposte ecclesiastiche, ha lasciato la chiesa) ma dalle autorità politiche. Ciò significa
che «è stato riconosciuto il
positivo lavoro svolto dalle
chiese nella società, anche attraverso la predicazione di un
messaggio che offre orientamento e un senso alla vita».
Prima di esprimere una valutazione definitiva sulla nuova imposta, Vischer intende
tuttavia aspettare che siano
resi noti gli elenchi delle chiese, delle comunità religiose e
degli enti umanitari che potrebbero beneficiarne e siano
elaborati modelli di funzionamento della nuova imposta.
L’attesa non sarà forse lunga:
Hans Georg Signor ritiene che
il popolo basilese potrebbe
essere chiamato a esprimersi
sull’argomento già nella primavera del 2002.
Intervista al maggiore Marcia Vanover
L'azione dell'Esercito
della Salvezza in Russia
FERDINANDO PELAZZO
IL maggiore Marcia Vanover è responsabile della Regione della Russia centrale.
-A quando risale la presenza dell’Esercito della Salvezza
in Russia?
«L’Esercito della Salvezza
(Eds) è giunto in Russia 91
anni fa. Nel Í910 il colonnello
Jens Povlsen, proveniente
dalla Danimarca, iniziò l’attività missionaria, ma fu costretto a ritirarsi dopo solo 18
mesi. Nel 1913 l’Eds ritornò
in Russia, precisamente a San
Pietroburgo, quale estensione delTattività svolta in Finlandia. Dopo la rivoluzione
del febbraio 1917 il lavoro
dell’Eds in Russia aumentò
immensamente e dei rinforzi
giunsero dalla Svezia. Tuttavia, dopo la rivoluzione d’ottobre, tutti gli ufficiali svedesi
furono obbligati a lasciare il
paese. Rimasero in Russia 40
ufficiali, russi e finlandesi,
ma le condizioni di lavoro furono sempre più dure e nel
1923 TEds fu definitivamente
proibito. Nel luglio del 1991
l’Esercito è ritornato a S. Pietroburgo, a Mosca nel 1992,
in Ucraina e Georgia nel ’93,
in Moldavia nel 1994 e in Romania nel 1999. Attualmente
il Comando delTEds in Russia e Comunità degli stati indipendenti (Csi) conta 93 ufficiali, 32 cadetti, 1.969 soldati senior, 546 soldati junior e
359 impiegati».
- Che cosa fate in Russia?
«Gestiamo 61 chiese, 18
punti di ristoro, 6 centri di
accoglienza, 9 centri per anziani, 1 villaggio per senzatetto e 18 centri di distribuzione
alimentare. Soltanto a Mosca, l’Esercito della Salvezza
ha 6 Corpi (chiese), un ufficio
per il servizio sociale, un ufficio regionale e un comando
per tutta la Russia e Csi. Con
l’aiuto di impiegati, volontari
e dei ministri vengono nutrite circa 300 persone senza dimora (uomini, donne e bambini) 5 giorni la settimana
presso due stazioni ferroviarie e inoltre viene loro fornito
abbigliamento di seconda
mano. In aggiunta i giovani
dell’Eds trascorrono tre venerdì notte al mese nelle stazioni ferroviarie a distribuire
tè e panini ai senzatetto.
Molti di questi hanno perso o
hanno subito il furto dei documenti, così c’è un impiegato ebe li aiuta ad ottenere
nuovi documenti in modo da
permettere loro di tornare alla loro città nativa e/o di essere ricoverati nelle strutture
pubbliche. Particolare attenzione è rivolta agli anziani.
Amicizia, allegria e cibo sono
forniti a circa 25-30 anziani,
che frequentano il Senior
Club quattro volte la settimana. Per quanti non possono
più lasciare la loro casa, TEds
fornisce loro assistenza domiciliare. L’assistenza si sostanzia nel pulire le abitazioni, fornire il cibo, aiutare
l’anziano a lavarsi, ecc. A 200
pensionati è assicurato un
pasto caldo durante i mesi
invernali in un ristorante.
Esiste, inoltre, un fondo medico che fonisce medicine e
visite mediche gratuite a
quanti necessitano di cure. Il
ministero nelle carceri si sostanzia nell’invio di 700 lettere e pacchi ai carcerati e alle
famiglie di questi ultimi con
cibo e vestiario. Una volta la
settimana è previsto un momento di incontro per ex carcerati in cui viene fornita assisteiiza spirituale e materiale. Il programma sociale fornisce a 85 persone settimanalmente cibo e abbigliamento. I veterani di guerra ricevono aiuti alimentari due
volte al mese e pasti sono forniti a 50 persone portatrici di
handicap psichici. Oltre 100
bambini sono visitati mensilmente nei centri di riabilitazione, ospedali e orfanatrofi.
Quando a Mosca si verificarono attentati terroristici,
TEds di Mosca offrì cibo, abbigliamento e aiuto alle vittime e ài loro familiari».
- Perché lo fate?
«Il nostro lavoro sociale'
trova ispirazione dal nostro
amore per Dio. Ogni domenica TEds tiene dei culti aperti
al pubblico. Il culto è piuttosto informale ed è caratterizzato da canti, preghiere, lettura delle scritture e dall’opportunità di condividere le
varie testimonianze».
- Qual è il vostro status in
Russia?
«Nonostante la mancata registrazione a Mosca, TEds va
avanti. La buona notizia consiste nel fatto che alTEds è
stato riconosciuto lo stato di
“gruppo religioso centralizzato” il 20 febbraio da parte del
ministero federale della giustizia. La cattiva notizia è che
a Mosca TEds non è ancora
registrato; lo scorso anno, infatti, il Dipartimento per la
giustizia di Mosca rifiutò la
registrazione dicendo che
TEds costituiva “una minaccia per la sicurezza nazionale”. Attualmente TEds sta cercando di ribaltare detta sentenza al fine di difendere la
propria reputazione ed evitare analoghi problemi in futuro; non è ancora stato stabilito quale sarà il tribunale di
competenza per il ricorso, ma
la speranza è che avendo ottenuto la registrazione a livello federale anche Mosca si
adegui. In base alla legge, infatti, le chiese registrate come
strutture “centralizzate” possono fornire dei certificati alle
loro filiali regionali, che permettono di fàcilitare il processo di registrazione locale.
Già oggi TEds è registrato in
importanti città russe, quali
San Pietroburgo, Vyborg, Petrozavodsk, Volgograd e Rostov sul Don. Non è noto a
nessuno il futuro delTEds in
Russia 0 in altra parte del
mondo, ma i cuori a Dio e le
mani agli uomini continuano
a fare il lavoro che William
Booth iniziò a Londra più di
cento anni fa. La missione è
sempre la stessa: “predicare
TEvangelo di Gesù Cristo e
andare incontro alle umane
difficoltà nel Suo nome e senza discriminazioni”».
Mosca: la Piazza Rossa
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ! 8 MAGGIO
VENE
Il centenario del pastore riformato che fu commentatore della Divina Commedia
Scartazzini, «uomo di Dio e di Dante»
Cobriele d'Annunzió definì Ciovanni Andreo Scortozzini «uomo di Dio e di Dante vissuto
predicando il Vangelo e commentando il Poema». Un'interpretazione filologica ed esegetica ^ ^
PAOLO TOCNINA
Giovanni Andrea Scartazzini nacque il 30 dicembre 1837 a Bendo, villaggio della vai Bregaglia, nel
Cantone dei Grigioni e crebbe
in una famiglia contadina,
protestante. Nel 1856, consigliato e aiutato dal pastore del
villaggio, entrò nell’Istituto
d’educazione della Missione
evangelica di Basilea. Terminato il liceo, tra il 1863 e il
1865 Scartazzini frequentò i
corsi della facoltà di Teologia
deU’Università di Basilea. Fu a
Basilea che il giovane bregagliotto acquisì le basi della
sua formazione teologica, linguistica e letteraria e fu in
quella città che egli entrò in
contatto, rimanendone profondamente segnato, con la
cultura di espressione tedesca. In quegli anni Scartazzini
assimilò i principi del metodo
■ storico critico applicato alle
discipline linguistiche, storiche e bibliche e subì l’influenza del clima, ricco di idee
nuove e caratterizzato da vivaci dibattiti critici, suscitato
dalThegelismo. Nel corso degli studi teologici lesse avidamente, tra l’altro, gli scritti di
David Friedrich Strauss, autore di una Vita di Gesù di forte
impronta razionalistica che
suscitò un intenso dibattito,
intorno alla metà dell’Ottocento, e di Ferdinand Christian Baur, promotore della
piena affermazione del metodo storico critico nel campo
degli studi teologici.
Nel luglio 1865 Scartazzini
fu consacrato pastore della
Chiesa riformata del cantone
di Berna. Quello stesso anno
iniziò la propria attività ecclesiastica come aiuto pastore nella comunità bernese di
Twann. Più tardi fu pastore
nelle comunità bernesi di
Ricorre quest’anno il centenario della scomparsa di Giovanni
Andrea Scartazzini (1837-1901), grigionese, di Rondo in vai
Bregaglia, pastore riformato e studioso della figura e dell’opera
di Dante Alighieri. La Divina Commedia riveduta nel testo e
commentata. Edizione minore, principale opera di Scartazzini
in.italiano, riedita a cura di G. Vandelli e pubblicata da Hoepli
nel 1903, hà costituito un imprescindibile punto di riferimento
per i dantisti del ventesimo secolo. Giovanni Andrea Scartazzini non è stato soltanto un grande commentatore della Commedia, ma anche uno studioso che ha cercato di dare un immagine di Dante al tempo stesso attendibile dal punto di vista filologico e moderna dal punto di vista esegetico. Gabriele d Annunzio lo definì «uomo di Dio e di Dante vissuto predicando il
Vangelo e commentando il Poema».
Abländschen (1867-1869) e di
Melchnau (1869-1871). Risalgono a quel periodo alcune
opere* polemiche, frutto dell’impegno profuso da Scartazzini nella difesa dei principi della teologia liberale:
Streitblätter zum Frieden,
pubblicato a Basilea nel 1866;
Giordano Bruno, ein Blutzeuge des Wissens, edito a Bienne nel 1867 e Die theologisch-religiöse Krise in der Bernischen Kirche, pubblicato lo
stesso anno pure a Bienne.
Scartazzini rientrò nei Grigioni nel 1871 e fu nominato
professore di letteratura italiana alla scuola cantonale di
Coira. Insoddisfatto della
scuola, abbamdonò Coira nel
1874 per trasferirsi a Walzenhausen, in Appenzell,
quale rettore di un istituto
privato. Dopo pochi mesi decise tuttavia di rientrare nei
Grigioni e riprendere l’attività pastorale. Fu eletto pastore a Soglio, nella natia
Bregaglia, e nel luglio 1876 fu
accolto nel Sinodo della
Chiesa riformata dei Grigioni.
Partecipò con passione ai
dibattiti teologici, sociali e
politici del suo tempo ed entrò spesso in conflitto con le
direzioni ecclesiastiche e con
i membri delle comunità di
cui fu pastore. Nel 1880 fu inviato in Canton Ticino, a Sta
dio, quale corrispondente
della Neue Zürcher Zeitung,
incaricato di seguire i lavori
del processo istruito dopo i
fatti di sangue provocati dalla
lotta tra liberali e conservatori. In breve Scartazzini da cronista neutrale divenne commentatore di parte e non nascose la propria avversione
nei confronti dei conservatori.
Bandito dall’àula del processo
e relegato in tribuna si attirò
numerose critiche. Quello
stesso anno diede alle stampe
la raccolta degli articoli scritti
da Stadio (Der Stabio-Prozess!, edito a Zurigo da OrellFüssli). In seguito a divergenze con la comunità di Soglio e
ad attriti con un pastore valdese pure al servizio di una
comunità della vai Bregaglia,
nel 1884 si trasferì a Fahrwangen, nel cantone di Argovia,
dove rimase, come pastore, fino alla morte, sopraggiunta il
10 febbraio 1901.
Già durante i suoi studi
Scartazzini si avvicinò all’opera di Dante. In occasione
del sesto centenario della nascita di Dante, nel 1865, il
neolaureato teologo esordì a
Bienne come dantista con alcune conferenze pubbliche.
Nella stessa città vide la luce
la sua prima opera dedicata
alla figura di Dante, Dante
Alighieri, seine Zeit, sein Le
ben und seine Werke, pubblicata nel 1869. Seguirono
collaborazioni con riviste di
studi danteschi in Germania
e in Italia e un’intensa produzione di studi e commenti
pubblicati da editori come
Brockhaus e Hoepli.
A Lipsia, da Brockhaus,
uscirono i quattro volumi del
grande commento scartazziniano alla Divina Commedia
(1874-1900), Inferno, Purgatorio, Paradiso e Prolegomeni
della Divina Commedia. Introduzione allo studio di
Dante Alighieri e delle sue
opere. Con l’editore milanese
Ulrico Hoepli Scartazzini intrattenne legami di cordiale
amicizia tradottisi nella pubblicazione del Dante in Germania (1881), di unà Bibliografia Dantesca (1883), della
Dantologia (1894), dei due volumi della Enciclopedia Dantesca (1896-1898) e della riduzione del grande commento
tedesco La Divina Commedia
riveduta e commentata. Edizione minore (1893) la cui
quarta edizione, curata da G.
Vandelli (1903), conobbe un
grande successo in Italia.
Per lungo tempo, fino all’importante studio di Reto
Roedel (Scartazzini, Chiasso,
Elvetica, 1969), sullo Scartazzini non è uscito nessun contributo significativo, né in
Svizzera né in Italia. In anni
più recenti un numero monografico della rivista «Quaderni Grigionitaliani» (luglio
1991) e il volume, curato da
Michelangelo Picone e Bartuschat, Giovanni Scartazzini,
Scritti Danteschi, Pro Grigioni Italiano, Armando Dadò,
Locamo 1997, hanno contrihuito a richiamare l’attenzione sul contributo intellettuale e spirituale di questa grande personalità del mondo
riformato grigionitaliano.
....Sul quotidiano rinnovato maggiore attenzione alle religioni
Nella nuova veste «l'Unità» è più plurale
MARCO ROSTAN
COME credo molti altri,
non soltanto persone di
sinistra, ho atteso a lungo la
ricomparsa di una delle testate storiche del nostro paese, quella fondata da Antonio Gramsci il 12 febbraio
1924. Mi aveva accompagnato, molte volte anche con
critiche da parte mia, per
tanti anni: da quando, studente liceale al Mamiani di
Roma, avevo cominciato a
comprarla portandola piegata nella tasca della giacca in
modo che si vedesse un po’
della testata: un modo per
far sapere agli altri da che
parte stavo.
Da circa un mese, dopo
non facili vicissitudini, l’Unità è tornata in edicola, e non
ne ho perso un numero. La
dirige Furio Colombo, uno
dei migliori giornalisti e
scrittori, già professore alla
Columbia University di New
York, esperto della comunicazione di massa e gran conoscitore degli Stati Uniti,
ebreo: alcuni di noi ebbero il
piacere di conoscerlo e di
ascoltarlo in un seminario
organizzato dalla Fcei a Ecumene, parecchi anni fa, su
iniziativa, credo, di Fulvio
Rocco o di Roberto Sbaffi.
L’Unità di Colombo è un bel
giornale, anche con qualche
tocco di rosso che, di questi
tempi, non guasta. È decisamente un giornale di sinistra, e speriamo continui a
esserlo anche quando saranno passate le elezioni. Ma
soprattutto è un giornale
con dei contenuti, che fa
pensare: un giornale con poco bianco e nero ma molta
dialettica; un giornale assai
meno «vaticanocentrato» di
quando gli articoli in materia
erano affidati all’amico Alceste Santini ma, almeno da
questi primi accenni, attento
anche al pluralismo religioso
e alla laicità.
Sono già comparsi alcuni
articoli di Amos Luzzatto,
presidente dell’Unione delle
comunità ebraiche in Italia,
e, piacevole sorpresa, sul numero di giovedì 3 maggio,
troviamo un articolo di Paolo Ricca dal titolo: «Valdo,
dalle valli un evangelo annunciato al popolo». Occhiello: «La chiesa riformata
dei Valdesi rappresenta la
più antica dissidenza da Roma in Europa. Un’esperienza che ha arricchito e reso
plurale il messaggio cristiano in Italia». Già questo è un
bel messaggio: Paolo Ricca,
bravo com’è quando vuole, è
riuscito in uno spazio relativamente ridotto a dare un
quadro significativo della
nostra presenza in Italia, e
soprattutto a renderlo leggibile anche a un pubblico
ignaro. Anziché puntare, come spesso facciamo, su un
sunto di storia valdese con i
barba medioevali, Chanforan, le persecuzioni, il ’48,
ecc. ha puntato sulla diversità valdese nel corpo cristiano, una diversità irriducibile
nei confronti della chiesa di
Roma, ricollegandola con la
II
chi
D!
rene)
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escat
verso
gliul
primi
epov
re, in
Un ritratto di Dante nei Duomo di Firenze
LIBRI
Mappe rubate
Quando nel 1999 la Società di studi valdesi organizzò la mostra estiva sulla cartografia non si poteva immaginare che
mappe, atlanti e cartine potessero diventare oggetto di un libro a sfondo poliziesco. L’isola delle mappe perdute, invece, di
Miles Harvey (Rizzoli, 2000, pp. 399, £
32.000, con sottotitolo «Una storia di cartografia e di delitti») narra in modo giornalistico di amatori, collezionisti che imperversano nelle aste e nelle gallerie, ma anche di
professionisti del furto in biblioteche e musei, evidentemente al servizio dei primi. Al
di là dell’impianto narrativo, vero argomento è l’evoluzione del pensiero cartografico e delle rappresentazioni del mondo.
popo
fécui
riore,
ria re
all’in
7cui si
di fai
umar
fumi.
biblic
modi
fantai
[TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24 circa e
alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 27 maggio, ore
23,50 circa,andrà in onda: «Le vie della spiritualità: dibattito
in studio con contributi filmati». La replica sarà trasmessa lunedì 28 maggio alle ore 24 e lunedì 4 giugno alle 9,30 circa.
I Associazione 51 ottobre: una serata d'attualità a laranto
Il nodo dei rapporti tra scuola e laicità
pluralità già vigorosa nel cristianesimo dei primi secoli e
negli stessi Evangeli.
Questo serve a mettere in
crisi l’idea, assai diffusa, che
ci sia stato un lungo periodo
storico unitario e che il pluralismo cristiano (ortodossi,
protestanti, cattolici) sia un
fenomeno tardivo. In un
paese che continua a identificare cristianesimo e cattolicesimo è molto importante
spiegare che ci sono tanti
modi di vivere il cristianesimo, e che questo pluralismo
non riguarda solo la sfera religiosa, ma anche quello etica e culturale. È bene che
queste diversità e tensioni si
manifestino, dice Ricca, e
che diventino, come le chiamava Martin Luther King,
delle «tensioni creative».
«Che si tratti di una delle
tante questioni aperte dalla
bioetica o di quelle più tradizionali di etica familiare, o
sessuale o politica (dalla procreazione responsabile e metodi contraccettivi ai contenuti sociali di una vera democrazia, dall’uso del denaro pubblico ai diritti delle
minoranze, dalla salvaguardia della laicità dello stato e
della scuola alla promozione
di una cultura di pace e di difesa non violenta) su queste
e molte altre questioni rilevanti per tutti, i valdesi hanno qualcosa da dire e desiderano contribuire alla ricerca
comune di soluzioni condivise». Grazie a Paolo Ricca per
averlo scritto e all Unità per
averlo pubblicato.
Attuali come non mai le
brillanti relazioni della prof.
Rosanna Ciappa, presidente
dell’Associazione 31 ottobre,
e del prof. Nicola Pantaleo,
responsabile della commissione «Rapporti chiesa-stato»
della Federazione delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania, proposte alla cittadinanza tarantina sabato 21
aprile nella biblioteca comunale del Palazzo della cultura.
Questo primo incontro, sul
tema «Laicità e scuola: dall’ora di religione alla parità
scolastica», coordinato dall’ing. Nicola Perchiazzi, presidente del Centro culturale biblico «Ruah» e dall’insegnante Thea Sarritzu, responsabile
locale dell’associazione, ba
visto fra le altre la presenza di
una classe di un liceo classico
tarantino accompagnato dalla sua docente di filosofia.
I problemi della laicità «minacciata», come i segnali di
neointegralismo dell’appello del cardinale Biffi contro
l’immigrazione islamica, la
cristianizzazione della società
ebe sembra volersi tradurre
in legge di stato, le consultazioni politiche fatte dall’esaminatore Sodano, le dichiarazioni di Ratzinger secondo
cui non c’è salvezza fuori dal
canale del cattolicesimo, l’accademia della vita voluta da
Papa Woytila che vigila sui temi che attengono alla bioetica come la pillola del giorno
dopo, la regolamentazione
dell’intera procreazione umana, sono stati approfonditi
dalla prof. Ciappa che, con ri
flessioni personali e acute, ha
parlato di due dimensioni
della laicità a livello politico e
di fede, laicità intesa come
spazio pubblico dove possano convivere diversi stili, e
laicità come metodo, patto,
che porta a riconoscere e a
condividere dei valori.
La relazione prpposta da
Pantaleo, che ha catturato
l’attenzione dei simpatizzanti
presenti e soprattutto dei giovani studenti, è partita da origini storiche, dal periodo post-risorgimentale al periodo
conflittuale fra fascisti e cattolici e alla fine del laicismo fascista maturato poi con scambio di favori nella nascita del
primo Concordato mussoliniano dell’11 febbraio 1929.
La religione cattolica fu considerata l’unica religione dello
stato e la normativa fascista e
il Concordato stabilirono
«l’obbligo» del suo insegnamento nella scuola pubblica;
per non frequentarlo bisognava chiedere l’esonero all’autorità scolastica. Pantaleoha
parlato poi della nascita®
secondo Concordato (18feobraio 1984) secondo ilquató
non esiste più la religioni''*
stato e prevede accordi con
forza di legge che, in base
all’art. 8 della nostra CostiWzione, regolano i rapporti®
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venerdì 18 MAGGIO 2001
PAG. 5 RIFORMA
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Il pittore tra la forte tensione escatologica e le tradizioni ebraiche familiari
Il mondo poetico di Marc Chagall
Il messaggio biblico è fondamentale per comprendere l'opera pittorica del celebre artista
che riesce a fondere la cultura razionale occidentale con quella più spiritualmente orientale
PAOLO FABBRI
■jrfc UE sono le chiavi di letiJ tura principali per entrare nel mondo poetico di Marc
Chagall: la fortissima tensione
escatologica, che lo proietta
verso un riscatto finale in cui
gli ultimi saranno uguali ai
primi, in cui le categorie ricco
e povero cesseranno di esistere, in cui Dio tornerà fra il suo
popolo che è l’umanità, e il
recupero di un mondo interiore, un mondo della memoria reiteratamente condotta
all’infanzia-adolescenza, in
cui si è verificato V imprinting
dì fatti, emozioni,‘rapporti
umani, musiche, favole, profumi, parole di un messaggio
biblico, incisi a fuoco nell’animo delicato, sensibile, aperto,
fantasioso del giovane Mojsej.
Una spiritualità complessa
La cultura artistica occidentale gli fornisce gli strumenti
per elevare il livello espressivo
della sua pittura, ma non lo
coinvolge mai in modo totale.
Anche l’allegoria gli fornisce
elementi di linguaggio attraverso cui parla di Dio, della
sua fede nell’Eterno che, nei
modi più misteriosi e imprevisti, assiste gli esseri umani;
ma l’allegoria non diventa
mai surreale, né tantomeno
surrealismo, essa si inserisce
piuttosto nel suo mondo senza stravolgerlo. In Chagall la
cultura occidentale razionale
si fonde con quella orientale,
pittoricamente rappresentata
dall’icona, tenendo ben presente che per lui la cultura
orientale non è mistica e
nemmeno soltanto immaginifica, ma essenzialmente spirituale. Una spiritualità in cui la
profonda umanità del mondo
ebraico chassidico si unisce
alla tradizione cristiana a formare una mitologia dove, accanto ai profeti, a Mosè, a Davide, sta il Cristo come simbolo di resurrezione, dei deboli
che lottano con i potenti per il
proprio riscatto, ma anche dei
deboli che attendono un riscatto futuro dal ritorno di
Dio e ne vedono l’anticipazione in alcuni eventi della storia, come la travolgente Rivoluzione russa di ottobre.
Il trionfo dell'allegoria
Questo trionfo dell’allegoria è anche un elemento che
connota fortemente l’arte del
pittore di Vitebsk nel contesto
P un ambiente che, dal tardo
•®pressionismo in poi, la rifiutava decisamente. Di nuo'“0 si torna al razionalismo
pcidentale e al senso del di^0 dell’ebreo Chagall, che
dice: «Noi rifiutiamo ogni ditanità, parliamo persino della
stia decadenza. Ma facciamo
ttrt errore; cerchiamo qualcoSa in grado di sostituire questo ^nso divino. Ci occupia®o freddamente, attraverso il
^«colo, di migliorare la situatone materiale dell’uomo e il
no destino. Con questo,
poro, spesso distruggiamo in
jj°*?tos8i e negli altri l’Amore,
Divino, chiamatelo come
lete. Ma come non è possi., 0 creare un dipinto senza
«nore, nel senso pieno della
P"Ola, anche una costruzio
®°niale dell’uomo non può
rfA tireata senza questa
amore»*.
siw tieleberrimo trittico Re^^^urrezione, Liberavjn”® tjuesto elemento del dlDarf ^»»''n'^crso l’allegoria è
[,r|~^°tnrmente evidente. Nel
cua?“ un Cristo ar
0, sofferente sulla croce,
Dj, con intensa partecipanti®
rjj,!. u a un plotone di aguzdon. ^®"ti; sotto di lui una
a riversa, un uomo che
alza la mano disperato, in alto
la solita coppia di innamorati
che sfuma nel rosso sangue in
cui è immersa la parte superiore del quadro, con una fascia gialla ad accentuare il
senso del tragico, mentre alla
sua destra una donna in blu
con il bambino in braccio si fa
metafora dell’amore materno
che resiste a tutto, così come
la memoria del paese natio,
immerso nella penombra, con
la pendola verde a disegnare il
tempo del dramma e il pittore
che striscia sul fondo quasi a
voler uscire dal quadro per
sfuggire l’orrore di cui lui
stesso è mediatore, pur collocando nell’angolo in basso a
sinistra un minuscolo ma
splendente volto di sposa,
metafora della speranza.
Il Cristo in croce
Nella seconda tela di nuovo un Cristo in croce, che
campeggia su tutto; al suo
fianco destro il rabbino che
regge la Torah e una lampada
che potrebbe essere allegoria
della fede; al fianco sinistro il
pittore capovolto, che scende
umilmente lungo il corpo del
Messia e la solita donna con
il bambino, che si protende
verso il crocifisso e contemporaneamente verso il rabbino, con gesto di esultanza;
sotto la croce Vitebsk (la memoria); in alto, nel rosso del
sangue, l’esercito sovietico
con le bandiere rosse, teso alla liberazione del popolo oppresso. Nel terzo quadro tornano i simboli cari al pittore:
il violinista ebreo girovago,
che campeggia sull’arena del
circo, una struggente sposa
biancovestita, quasi un angelo, con lo sposo accanto, sotto un accenno di baldacchino
rosso, un mazzo di fiori, i
suonatori del circo, l’isbà non
più scura ma solare, il pittore
lanciato a riprendere la vita
intorno a sé. Tre quadri esplosivamente allegorici, in
cui entra la lezione luministica dei fauves, come in qualche misura la scansione cubistica delle forme e, nell’assoluta libertà di prospettiva,
potrebbe intravedersi un lontano riflesso di Kandinskij.
Il re Davide
Non meno potente è l’allegoria del re Davide nel quadro
omonimo in cui, accanto al re
con il mantello rosso sgargiante e il volto raggiante, che
canta i Salmi a Dio, sta la
«donna sdoppiata» a rappresentare il peccato di David
con Betsabah (la donna dal
seno nudo, mentre l’altra, col
volto della moglie Bella è la
coniuge idealmente legittima); sotto in un verde drammatico, Geremia piange davanti alle mura di Gerusalemme, scure come il futuro di
Israele. Molti altri simboli
compaiono costantemente
nei quadri di Chagall (la capretta, il somaro, il violinista,
la coppie di innamorati, la
donna che frigge come Maria
con il bambino, ecc), ma tutti
sono funzionali alla sua personale mitologìa, assumendo
significati volta a volta un po’
diversi, ma sempre in sintonia
con il suo mondo, nella ricerca di un linguaggio primigenio, verso cui tende inesorabilmente la sua ricerca.
In termini letterari ci sovviene la lezione di Proust o
forse ancor più quella di
Saint-Exupéry. Pensando al
cinema l’ironia e la satira chagalliana ci fanno ricordare
Charlot. Un linguaggio che in
termini poetici ricorda la ricerca del gruppo della rivista
Anterem, mentre la sua applì
«La guerre», 1943
vin distribuzione il numero 175
[¡(primavera 2001) di «Gioventù
evangelica». In questo numero pubgioventù evangelica blichiamo uno^udio biblico in for^ ^ ma narrativa (Nico Ter Linden),
due interviste sulla globalizzazione,
dopo il vertice europeo di Nizza
(Marita Rampazij e il Forum sociale mondiale di Porto Ale^re
(Jasè Luiz Del Rata); un articolo sull'autonomia scolastica (Tiziana Calasanti, Emanuele Crisciane), una riflessione sulle chiese
nelle aree metropolitane (Samuele Bernardini), due interventi sul
Forum della Cultura (Pawel Gajewslci, Manuel Kramer), appuntamenti e segnalazioni, più il consueto inserto «Theologica» a cura della Libreria Claudiana di Milano.
ABBONAMENTI 2001
- normale...............................L. 50.000
sostenitore........................ 100.000
estero...............................65.000
«3 copie al prezzo di 2».......... 100.000
cumulativo GE/Contronti............ 100.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 Intestato a:
gioventù evangelica - via Porro LambertenghI, 28 - 20159 Milano
e-mail: giorguel@interfree.it
cazione al messaggio biblico
ci dona uno straordinario elemento per capire come gli
strumenti per la comprensione del linguaggio poetico possano e debbano essere applicati all’esegesi biblica, così
come gli stmmenti della critica d’arte aiutano a comprendere la poetica del pittore russo. Una poetica che va al di là
dello specifico religioso ebraico per assurgere a messaggio
universale, come dimostrano
le splendide vetrate dell’austera chiesa riformata di
Fraumunster a Zurigo. Infatti
quando la rappresentazione
riguarda l’essere umano, questo diventa apparizione, diventa metafora dell’esistenza,
forma ieratica talvolta, che attraversa la vita quasi al di sopra della vita stessa.
Lugano, Museo
• di arte moderna
(*) Conferenza del 1958 (dall
Catalogo della mostra, pag. 102:
«M. Chagall e il messianismo», di
Jean-Michel Foray).
«Résurrection», 1937-48
Dalla precoce vocazione artistica al successo mondiale
La vita di Mojsej Segai, in arte Chagall
Mojsej Segai, in arte Marc
Chagall, nasce a Vitebsk, cittadina della Bielorussia, il 7
luglio 1887 da genitori ebrei.
La sua ■vita è inizialmente costretta rigorosamente nell’ambito della località natale,
in quanto proprio in quella
località lo zar aveva prescritto il ghetto degli esuli ebrei,
impedendo loro di muoversi
aU’intemo dell’impero. La famiglia del giovane Marc è
povera e la sua infanzia-adolescenza trascorre in un
quartiere misero, tra piccoli
negozi, botteghe artigiane,
suonatori ambulanti, la sinagoga, dove era diffuso il movimento chassidico che dava
della fede un’interpretazione
appassionata ed emotiva
piuttosto che razionalistica.
San Pietroburgo
In questo ambiente la sua
precoce vocazione artistica
non può permettersi altro
che un po’ di scuola presso
un pittore di genere e presso
un fotografo come ritoccatore, finché un amico ricco lo
porta con sé per proseguire
gli studi a San Pietroburgo,
dove frequenta i corsi della
Società imperiale per la promozione-delie arti e della
Scuola d’arte «Zvantseva»,
lottando sempre con la miseria. In casa di un’amica conosce Bella, figlia di un ricco
gioielliere, di cui si innamora
subito, ricambiato. Bella lo
induce a frequentare teatri,
mostre, musei, con un influsso notevole sulla sua arte,
che inizia a esprimere ritratti
e vivaci scene di vita comu
nitaria e rurale. Una mostra
di art nouveau gli procura i
primi apprezzamenti e una
preziosa borsa di studio di
un estimatore.
La rivoluzione russa
Chagall parte così per Parigi, dove frequenta le avanguardie di più alto livello, visita i musei scoprendo gli impressionisti, Van Gogh, Gauguin, Matisse, Delacroix, poi
incontra Fernand Léger, Archipenko. Max Jacob, Modigliani, Soutin. Il fauvismo e il
cubismo lo influenzano in un
primo tempo, ma poi si afferma in lui un personalissimo
stile in cui si fondono cultura
russa, tradizione ebraica, folclore popolare. Durante la
sua prima personale in Germania torna in Russia per il
matrimonio di una sorella,
ma lo scoppio della guerra gli
impedisce di rientrare a Berlino dove resta la maggior
parte delle sue opere.
Inizia la rivoluzione russa, a
cui Chagall aderisce entusiasticamente. Nel 1915 sposa
Bella e nel 1918 viene nominato «commissario governativo per le Belle Arti» e fonda a
Vitebsk una sua accademia,
riappropriandosi della sua
Russia popolare, da cui d,eriva
simboli che non lascerà più,
come la capretta, il gallo, la
coppia di amanti, il suonatore di violino. Nel 1922 lascia
nuovamente la Russia per
tornare a Berlino e a Parigi,
dove si dedica in particolare
alla illustrazione di alcuni capolavori della letteratura russa e francese, pur continuan
do a dipingere quadri a olio e
gouaches. Nel 1930 riceve
l’incarico di illustrare la Bibbia e questo incarico lo spinge a visitare Gerusalemme, da
cui riceve stimoli che lo influenzano fortemente. Le acqueforti bibliche saranno terminate solo nel 1956. Conosce Picasso mentre questi sta
dipingendo Guernica e subisce l’influenza del cubismo. ’
Il secondo dopoguerra
Le persecuzioni naziste lo
spingono a fuggire negli Stati
Uniti nel 1941, dove trova
amici esuli, riprende a lavorare dedicandosi anche alla
scenografia con enorme successo. Nel 1944 muore Bella
e l’artista entra in grave crisi,
da cui esce con l’aiuto della
figlia Ida. Nel 1948 Chagall
rientra definitivamente in
Francia, stabilendosi a SaintPaul-de-Vence, attratto dalla
luce del Midi, dove svilupperà una produzione pittorica ricchissima, particolarmente dopo il matrimonio
con la russa Vava Brodskij,
che lo riporterà spiritualmente vicino alle fonti originarie della sua ispirazione.
Da segnalare in questa fase il
ciclo monumentale di 17 tele
denominato Message Biblique, ora nel museo Chagall
di Nizza. Oltre alla pittura
sperimenta altre forme espressive, come la ceramica,
la scultura e le vetrate, fra cui
le 5 vetrate della chiesa riformata Fraumiinster di Zurigo,
ricevendo vastissimi riconoscimenti. Muore a 97 anni
nel 1985. (p.f.)
«Libération», 1937-52
La scuola
domenicale
Abbonamento per l’interno ....................L. 35.000
Abbonamento sostenitore per i’interno.........L. 50.000
Abbonamento per i’estero .....................L. 40.000
6 0 più abbonamenti
aiio stesso indirizzo (i’uno).................L. 30.000
da versare sul c.c.p. n. 18345223 Intestato a «Comitato Scuole Domenicali», via
Porro Lambertanghi 28 - 20159 Milano
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 18 MAGGIO 2001
Si è riunito a Roma il Comitato nazionale della Fdei
Provocazione al dialogo
Il Manifesto vuole costruire un «ponte» fra le esperienze e sensibilità
delle donne di generazioni diverse. I ruoli nella società odierno
Lo scorso 26 aprile si è riunito a Roma, nella sede della
Federazione delle chiese evangeliche, il Comitato nazionale della Federazione
delle donne evangeliche in
Italia (Fdei). È stato esaminato il lavoro svolto negli ultimi
sei mesi ed è stata sottolineata l’importanza del Convegno
nazionale svoltosi a Milano il
18 marzo scorso per la stesura definitiva del «Manifesto
sul dialogo donna-uomo alFinizio del terzo millennio».
Il testo, con le riflessioni, le
analisi, gli interventi che si
sono succeduti nell’arco
dell’anno 2000, sarà raccolto
in un libro che la Fdei intende presentare nel prossimo
congresso. Il Manifesto raccoglie le elaborazioni della
realtà delle donne evangeliche sul ruolo tradizionale
della donna e dell’uomo, nella cultura italiana e anche
nelle chiese protestanti.
«Obiettivo del Manifesto spiega la presidente della
Fdei, Doriana Giudici - è costruire un “ponte” fra diverse
sensibilità e esperienze di
donne, dalle più anziane che
hanno vissuto gli anni dell’emancipazione e poi della
liberazione femminile a quelle più giovani che già vivono
in un mondo più rispettoso
dell’identità femminile ma
dove ancora la violenza e
l’emarginazione puniscono
chi nasce donna. Il Manifesto
Doriana Giudici, presidente Fdei
vuole essere anche una “provocazione” al dialogo fra
donna e uomo una richiesta
agli uomini perché si chiedano, come hanno fatto le donne, se il ruolo loro assegnato
dalla cultura e dalla tradizione è ancora adatto o condiviso da loro».
Il Comitato nazionale Fdei
ha deciso di convocare il
prossimo Congresso dal 31 ottobre al 3 novembre 2002 e di
organizzare la prossima Giornata mondiale di preghiera
per il venerdì 1“ marzo 2002.
Il testo della Giornata di preghiera è stato preparato dalle
donne cristiane della Romania e ha come titolo «Chiamate alla riconcUiazione».
Il Comitato nazionale ha
inoltre messo a punto il programma del Campo studi in
ternazionale che si svolgerà
dall’8 al 15 luglio di quest’anno ad Adelfia (Vittoria) per affrontare il tema delle diverse
sensibilità di fede nella preghiera e nella meditazione su
Dio e il creato. Il corso si intitola «Mediterraneo; un mare
di spiritualità». Sono previste
relazioni di cattoliche, di
ebree sulla «cabala», di islamiche sul sufismo. Prenderanno parte ai lavori anche
donne francesi e spagnole.
Una parte importante sarà
svolta dalle luterane e dalle
ortodosse presenti in Sicilia.
Il Comitato,nazionale della
Fdei, infine, dando seguito
all’apertura dell’Archivio delle donne nell’agosto scorso,
dedicato a Miriam Castiglione presso l’Archivio di Torre
Pellice, ha nominato un
gruppo di lavoro per l’elaborazione di propost? atte a valorizzare il materiale già raccolto e a sensibilizzare tutte
le donne per tramandare la
memoria e il ricordo. In questo mese di maggio si svolgono inoltre due importanti
convegni: sabato 12, nella
chiesa metodista di Udine un
convegno regionale Fdei dal
titolo: «Nord-Est; le donne
migranti e i diritti dei soggetti più deboli»; sabato 19 a
Genova, neUa chiesa battista,
un convegno interregionale
(Piemonte, Liguria, Val d’Aosta) sul «nuovo Decennio
contro la violenza». (nev)
mm Un testo elaborato collettivamente nel corso dell'ultimo anno
Manifesto delle donne protestanti in Italia
Il Manifesto delle donne protestanti in Italia,
a cura della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) è stato definito nella sua
stesura finale il 18 marzo a Milano, dopo un
lavoro durato più di un anno a cui hanno collaborato, insieme alla Fdei, molti gruppi e
unioni femminili evangeliche.
Il dialogo donna-uomo
aU'inizio del terzo millennio
Le donne protestanti italiane, premesso
- che la fede in Dio, la ricerca del significato
della sua Parola attraverso le Scritture e la
chiamata di Cristo sono il fondamento della
vita dei credenti, oggi come già lo furono per
le donne e per gli uomini delle generazioni
precedenti;
- che il senso della loro fede prende forma
nella vita quotidiana, dentro tutte le relazioni
che la caratterizzano;
- che rincontro e il confronto con l’altra e
l’altro fanno parte del loro cammino spirituale;
dichiarano
- di riconoscere il valore e la forza espressi
dalle donne delle generazioni che le hanno
precedute nell’impegno sociale fuori e dentro
le chiese;
- di riconoscere la diversità e la molteplicità dei doni che hanno contraddistinto le
donne, ieri come oggi, nei loro compiti svolti
in famiglia, nelle chiese e nella società;
- di impegnarsi a rendere visibile la presenza delle donne protestanti sia nella storia delle chiese sia nella società italiana ed europea,
dove esse sono state attive nella diaconia e
nella cura, soprattutto negli ambiti missionario, educativo e formativo. E che ciò avvenga
attraverso la costituzione di archivi della iriemoria (con fonti orali, epistolografiche, bio
grafiche e autobiografiche), nonché con Tatti,
vazione di ricerche storiche, convegni e sentinari interdisciplinari che restituiscano la consapevolezza di una memoria comune;
- di valorizzare e sostenere ogni forma di associazionismo femminile, dalle storiche
«Unioni» ai gruppi e alle commissioni di lavo,
ro, dai bazar alle mostre, affinché il sapere delle donne (manuale e intellettuale) abbia pati
dignità e possa entrare a far- parte del comune
e riconosciuto patrimonio culturale delle chiese e delle società in cui esse risiedono;
- di impegnarsi nella promozione e nel sostegno di campagne di sensibilizzazione su
temi e problemi relativi alla condizione deUa
donna nel mondo, sia come soggetto creativo,
sia come oggetto di discriminazione;
- di adoperarsi affinché donne e uomini, in
vista del terzo millennio, trovino nuovi modi
di comunicare la loro reciproca differenza e
nuovi modi per trasformarla in progetti condivisi di unione, affinché ognuno impari a
uscire dalla propria identità senza perderla, a
riconoscere il proprio ruolo senza imporlo, a
capire che le posizioni del maschile e del femminile cambiano nel corso della storia e che i
più alti valori del genere umano sono raggiungibili insieme, nel reciproco, costante e impegnativo riconoscimento;
- di vivere il sentimento dell’amicizia che
rappresenta, fra tutti i sentimenti, quello della parità fra uguali, il sentimento dell’amore
che rappresenta il ponte per superare ogni
confine supposto e ogni barriera data e di
praticare la giustizia per rimediare alle subalternità politiche e sociali;
- di confessare, infine, la loro fragilità umana, affinché da tale confessione, sia possibile,
per dorme e uomini, trarre la forza per cambiare e percorrere insieme un lungo cammino di libertà.
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Assemblea dei predicatori locali valdesi e metodisti
La condivisione dell'Evangelo
MAURmO PALLADINI
lira il 28 aprile e il 1“ maggio al Centro «Bethel»
Quattro giorni di intensa attività
ATTIUOSCAU
Dal 28 aprile al 1“ maggio
il Centro evangelico di
Bethel, nella Sila Piccola calabrese, è stato teatro di una
serie di appuntamenti. 11 1“
maggio a Bethel è ormai una
tradizione per i protestanti
calabresi e delle chiese vicine: un appuntamento offerto
ogni anno in collaborazione
dal Consiglio del 15“ circuito
valdese metodista e dal Comitato del Centro di Bethel.
Si tratta sempre di un’apprezzatissima occasione di
incontro per sorelle e fratelli
in un luogo incantevole, ma
anche dell’opportunità di
partecipare a iniziative interessanti con la presenza,
l’animazione, il contributo di
relatori di prestigio.
Quest’anno, però, l’occasione era particolarmente
ghiotta perché gli incontri
erano più d’uno, anche per la
possibilità di sfruttare il vicino fine settimana. Domenica
sera il pastore valdese Jens
Sielmann ha tenuto una conferenza sulla situazione della
tratta delle schiave e del lavoro a favore delle donne costrette alla prostituzione dando un’ampia base per riflettere sul progetto Ruth del Servizio rifùgiati e migranti (Srm)
della Fcei. Lunedì mattina il
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14Ar, tei. 055-282896
ROMA: Lit»<etia di cultura
religiosa piazza Cavour, 32;,
tei. 06/3225493 , -.- ì ì
pastore battista Salvatore Rapisarda ha condotto un seminario di studio sul tema «Gli
evangelici e la politica». Al seminario hanno partecipato
numerosi membri delle chiese battiste e valdesi della Sicilia orientale e della Calabria.
Nel pomeriggio di lunedì
30 aprile i giovani del circuito
hanno partecipato al catechismo animato dal pastore valdese Dino Magri. Contemporaneamente Daniele Garrone, professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese
di teologia, ha condotto un
seminario per i predicatori
locali del circuito e dell’Associazione delle chiese battiste
di Calabria e Sicilia. 11 seminario faceva parte di un ciclo
di appuntamenti riservati appunto ai predicatori locali e
aveva come tema l’approccio
omiletico all’Antico Testamento. 11 prof. Garrone, dopo
un’interessante introduzione
di carattere generale, ha concentrato l’attenzione sul Salmo 22 e sul capitolo 31 del libro del profeta Geremia per
evidenziare i rapporti, i nessi
e le relazioni, ma anche le distanze, esistenti tra i testi veterotestamentari e quelli
neotestamentari.
Martedì 1“ maggio, infine,
il prof. Garrone ha tenuto
una conferenza sul tema dei
rapporti tra l’ebraismo e il
protestantesimo. La conferenza è stata seguita con
grande attenzione e partecipazione da un uditorio numerosissimo, al limite delle
capacità di accoglienza del
centro. Domande e interventi
stimolanti hanno contribuito
a chiarire il tema e sono stati
la prova concreta del notevole interesse suscitato dalla
conferenza. Garrone ha, tra
l’altro, fatto notare come la
chiesa cattolica romana, per
bocca del papa, abbia di recente fatto pubblica dichiarazione di pentimento nei confronti de^i ebrei.
Qualche giornalista disinformato ha lamentato che
le chiese protestanti non
hanno saputo o voluto seguire tale nobile esempio, nonostante, ad avviso del cronista,
le colpe del protestantesimo
nei confronti degli ebrei siano ben più gravi di quelle del
cattolicesimo romano. Tali
colpe sarebbero da individuare principalmente, ma
non esclusivamente, nel feroce antisemitismo di Lutero. Il
prof. Garrone ha ampiamente dimostrato, invece, che le
chiese protestanti, soprattutto quelle tedesche, hanno
fatto ben di più di una generica dichiarazione di pentimento. È ben vero che, nei
confronti dei propri fratelli
maggiori, l’intera cristianità
ha sulle spalle gravissime responsabilità per aver creato i
presupposti religiosi delTantisemitismo, per aver diffuso
idee e immagini quasi caricaturali dell’ebreo che hanno
anzi alimentato nel corso del
secoli l’antisemitismo e giustificato moralmente le persecuzioni.
Di fronte a queste terribili
responsabilità una dichiarazione di pentimento pura e
semplice ha quasi il sapore
delle banalità e dei generici
inviti alla pace che si pronunciano di fronte alla violenza
negli stadi: parole di circostanza che non affrontano i
nodi dei problemi. Le chiese
protestanti hanno invece
esaminato sotto il profilo teologico e scritturale tutte le
posizioni e dichiarazioni antisémite a partire dalla Riforma e ne hanno motivatamente dichiarato l’infondatezza. Ciò è stato fatto pubblicamente e molto tempo
prima che il problema fosse
preso in considerazione dalla
Chiesa cattolica romana.
Un’agape fraterna in una
sala da pranzo traboccante di
commensali ha quindi concluso la serie di incontri.
VIT I A Hilda ad Anpillara
Sabazia, splendida località sul lago di Bracciano, ha
ospitato anche quest’anno
l’assemblea dell’Unione dei
predicatori locali delle chiese valdesi e metodiste. Al di
là degli adempimenti statutari (il Comitato composto
dal segretario Mario Cignoni, Luigi Di Somma e Piero
Imazio è stato confermato fino all’anno prossimo), l’adunanza ha rappresentato un
notevole momento di comunione e di condivisione, grazie al quale le predicatrici e i
predicatori laici hanno avuto
l’autentica possibilità di recare la propria testimonianza a favore dell’annuncio
dell’Evangelo.
I lavori sono stati aperti
dal culto presieduto da Ennio Sasso il quale, in primo
luogo, ha dato prova della
grande accuratezza con la
quale era stata preparata la
liturgia. Il sermone, incentrato sui capitoli 3 e 4 dell’Esodo, ha efficacemente illustrato il significato più
profondo della predicazione:
«i nostri limiti umani (esemplificati dall’incapacità retorica di Mosè) diventano per
il Signore l’occasione di rivelare la propria grazia, anche
se a noi ciò appare incomprensibile». Successivamente il prof. Yann Redalié, della
Facoltà valdese di teologia,
ha tenuto una splendida lezione al fine dell’aggiornamento teologico dei predicatori, che hanno partecipato
con numerosi interventi e
domande.
L’incontro con il Risorto
(Giovanni 20) è stato oggetto
di una lettura interpretativa
sia sotto l’aspetto letterario
sia sotto quello simbolico:
prendendo le mosse dalle
suggestioni offerte dalle opere di Giotto e Caravaggio, le
parole del testo evangelico
sono state analizzate rnettendo in luce le dinamiche
che coinvolgono i protagonisti del racconto. Movimento,
vedere, credere. Secondo Redalié Io scopo dell’evangelista è quello di far progredire
il credente: il discepolo che
Gesù amava. Maria Maddalena, i discepoli riuniti e nascosti e, ultimo, Tommaso
rappresentano i diversi momenti della fede pasquale.
Nel pomeriggio di sabato
l’assemblea ha discusso la
situazione delTUpl con particolare attenzione alla preparazione dei nuovi candidati e alle decisioni sinodali
in materia, argomenti sui
quali si è sviluppato un ampio dibattito. I presenti hanno manifestato il loro compiacimento per la nuova locandina dei predicatori laici
che, cosa abbastanza inconsueta per le nostre chiese, ripropone un dipinto di Kandinskij intitolato Cerchi: sfere di diversa dimensione e
colore che vogliono rappresentare l’unicità dell’annuncio evangelico recato da
donne e uomini di varia cultura ed estrazione sociale
quali sono i predicatori.
Gianni Long, presidente
della Fcei e predicatore locaha tenuto il culto domeni
le
-------— u ou &1JII
cale con il quale si sono
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spedale <
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* difficili
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alitativa
Dii, il fin]
lathibui
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jscono e
chiuse le due giornate ^ Vii- ^
la Hilda. Collegandosi ideal- jjoilser
mente alla lezione del prof, jj
Redalié, Long ha invitato i
predicatori ad annunciare la
Resurrezione senza per questo dimenticare il Gesù secondo la «carne». Il credente
non è il sapiente proprio
perché il primo è morto e re- !
suscitato con Cristo. Pertanto anche il predicatore, es- |pugn
sendo una «cosa nuova» in nfergnj
quanto credente, deve rin- feitali
novare la propria vocazione ¡_g
e anche il proprio servizio a
favore del Signore. Il Conu- «Snai
tato, dopo aver celebratola ^junaii
^or
Santa Cena, ha voluto in&e
rivolgere una parola di ringraziamento alle sorelle che
si sono prodigate per la preparazione degli ottimi prana
comunitari.
Chiesa metodista di Padova
Idee diverse sulle quote
Irpef non espresse
ttnade
Intualri
hscim
içalio
«iposi
!^e, V
nfeiem
^balene
OLCABRACACLIA
IL6 maggio si è tenuta TAs
! ............... ‘
_ semblea della chiesa metodista di Padova con alTordine del giorno, fra l’altro, la
questione delle quote non
espresse dell’otto per mille.
L’Assemblea si è pronunciata
con la seguente votazione: 7
favorevoli, 6 contrari, 2 astenuti. Le dichiarazioni di voto
a favore hanno messo in risalto la necessità di utilizzare
tali quote in quanto, a causa
dell’ultima legge finanziaria,
è diminuito il numero delle
dichiarazioni dei redditi e in
conseguenza sono diminuite
anche le quote espresse a
nostro favore; e anche l’opportunità di usufruire di una
legge dello stato che ci permette di accedere a ulteriori
somme di denaro. Le dichiarazioni contrarie hanno sottolineato il fatto che la non
accettazione rappresente
Cor
le chies
Tmtii
rebbe un gesto siinbolico
grande significato, in qu^n
rifiuto di un privilegio concordatario (studiato ad
per la Chiesa cattolica), a
vore della laicità dello stara
in un momento di grave c
della stessa. Inoltre, la ^
accettazione confermere
il rifiuto di una scelta di 0“
bio contenuto „S'
cioè di appropriarci di den^
ro non espressamente oc ■
nato a noi dalla volontà »
cittadino. È stato fatto P.
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dell’Assemblea la scor
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informazione da parte
Caaf di Padova riguardo
ripartizione delT8 per mi
7
2001
«ERDI 18 MAGGIO 2001
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
no F^n Convegno promosso a Torino dagli ospedali valdesi e dal Gruppo di bioetica
lia pperatori e pazienti nella nuova realtà ospedaliera
fi quantità e qualità
BMHEUBUSEnO
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PsTudiele esperienze sui
^sanitari si basano sulla
quantitativa Se per
Sipio si esamina 11 proble
Tdel sovraffollamento di
n reparto ospedaliero di meLa generale ai giorni no^ si vedrà che nella ricerca
i tipo quantitativo vengono
eaWate le caratteristiche
.mografiche e cliniche dei
denti ricoverati e si calcola
numero dei pazienti. Ven5,0 analizzati anche i tempi
attesa, la quantità di persole in rapporto ai posti letto
1 reparto, la disponibilità di
stiletto, i rapporti di conenza cori il pronto soccorcome numero di prestazioche incidono sui ricoveri,
ri fattori ancora e poi si
agono le conclusioni,
ostesse problema può ese però analizzato con me1 qualitativi che si concenno su una più precisa
^ nprensione di ciò che acs di le: le decisioni e le motivasubal- (jgj pazienti nell’uso dei
vizi, il gradimento o meno
i urna- |g prestazioni erogate nel
ssibile, le interazioni tra par cam- „d p j loro familiari e il
sunni- [sonale del reparto (infersristico, tecnico ausiliario,
_____ dico), i criteri di ragiona
ento di chi amministra
spedale e deve tener d’ocio 1 bilanci, e altri elementi
cora che aH’inizio può es» difficile definire, ottenee quantificare. La ricerca
alitativa aiuta a chiarire i
mente pn, ¡1 linguaggio e i signifire loca- ¡sdribuiti ai soggetti coinomeni- g su entrambi i fronti del
1 sono sbièca; coloro che usu
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iscono e quelli che forni
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3ve rinnazione
;rvizio i
1 Coroibrato la
;o infine
ì di rin■elle che
r la pre;
li pranzi
titativa i risultati attesi sono
definiti in anticipo, nella ricerca qualitativa l’intero
spettro dei risultati (desiderati 0 indesiderati), così come
un eventuale danno in rapporto a benefici attesi, non
sono noti in precedenza o fin
dall’inizio. La ricerca qualitativa quindi consente un’ulteriore comprensione delle domande. Così, sul problema
dell’esempio iniziale: Quali
sono le difficoltà di gestione
del reparto, particolarmente
nel caso di sovraffollamento?
era stata prevista questa possibilità nel progetto originario? perché si è giunti ad un
sovraffollamento? quali problemi sono stati risolti e quali
no? quali cambiamenti sono
stati apportati (o sono apportabili) per migliorare la situazione?
I risultati della ricerca qualitativa contribuiscono a mettere più chiaramente a fuoco
la ricerca quantitativa per
sviluppare messaggi nelle
campagne di informazione e
negli interventi educativi.
L’approccio qualitativo è raccomandato quando il livello
di incertezza è elevato e le situazioni in esame sono nuove e complesse. In questo
contesto di ricerca qualitativa
si situa il convegno «Nuovi
rapporti tra operatori e pazienti nella realtà ospedaliera» promosso a Torino per il
25 maggio dal «Gruppo di lavoro sui problemi etici posti
dalla scienza» della Tavola
valdese e dal Coordinamento
evangelico ospedali (Geo). Si
tratta di un momento di confronto pubblico da tempo
pensato per arricchire e approfondire il dibattito su temi
ed esperienze che toccano in
profondità il vissuto di cittadini e credenti.
SA EVANGELICA VALDESE
qe delle chiese valdesi e metodiste)
nferenze distrettuali
‘ pugno, nelle chiese valdesi e metodiste, si svolgono le
leren/e distrettuali: una per le valli valdesi, una per il
¿Italia e Svizzera, una per il Centro e una per il Sud
I erenze, sulla base di una relazione della
SBÌssione esecutiva distrettuale (Ced) e di una relazìo® ùna Commissione d’esame sull'operato della Ced,
Binano: l’andamento della vita spirituale e amminiha delle chiese e delle opere del distretto, le questioni
litu^ente sottoposte o da sottoporre al Sinodo, il rii''iiciiiieato o la revoca della costituzione di nuove chieicali 0 in formazione, eventuali relazioni di commlssioÌ^sitamente nominate nella sessione precedente. Al
1^, viene eletta la nuova Ced e un/a deputato/a deUa
________ al Sinodo.
sslendario delle quattro conferenze è il seguente:
I
* I distretto 9-lOgiugnoaPomaretto
j U distretto 22-24 giugno a Torre Pedice
* i ni distretto 9-10 giugno a Firenze
« ^ IV distretto 8-10 giugno a Bethel (Cz)
l^^^erenze partecipano come invitati anche membri
battista e di tdtre chiese evangeliche dei tefritoboiico di ^ f membri delle chiese valdesi e metodiste possono
n Quanicpw^ ai ¡avori delle Conferenze.
‘giO COD'
0 ad hf :
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reJ (X’ovnxAXi' £ hO.ooo £ 55.000
uardo s® P. LowWgrt«wi,^VM zs
er miri®'
PII PAMOlUm
Professionalità e umanità
GIANNI FORNARI
SERGIO ROSTACNO
La necessità di costruire
nuovi rapporti nell’ospedale tra medici, infermieri,
tecnici, ausiliari e cittadini
malati si fa sentire ogni giorno di più. Modelli di organizzazione tendenti a superare
la tradizionale gerarchia di
ruoli sono alla prova in numerosi istituti di cura. A detta
di molti, gli ospedali evangelici sono all’avanguardia nella capacità di unire il rigore
della cura all’umanità del
trattamento, ma non possono restare a quanto già si fa
spontaneamente in corsia o
in ambulatorio. Lo scopo del
convegno è dare a operatori
diversi, pazienti e persone interessate la possibilità di confrontarsi su quanto si fa e su
quanto si dovrebbe ancora
fare per migliorare il rapporto del paziente con la cura,
l’istituzione, il personale e
per riformulare i rapporti dal
punto di vista degli stessi
operatori. Quali ruoli sono da
riconfigurare e quali elementi sono da approfondire?
Il programma del convegno
prevede l’intervento di parti
diverse, in modo da favorire
la conoscenza e il confronto
fra esperienze e tentativi già
in corso. Il convegno si svolge
in tre sessioni: l’informazione
e il consenso, la cura del malato terminale e la terapia del
dolore. L’autonomia della
persona come principio, base,
in che modo può essere riconosciuta? Che cos’è in pratica
il diritto della persona a essere accuratamente informata?
Fino a che punto il consenso
agli atti medici è veramente
informato e consapevole? La
scelta degli esami diagnostici
e degli interventi terapeutici è
particolarmente difficile nel
caso di malattia terminale.
Quali sono gli interventi di
diagnosi e cura doverosi e che
cosa invece si deve considerare futile e pertanto evitare?
Ecco i temi sui quali il convegno dovrà pronunciarsi.
Due immagini di interventi all’ospedale Villa Betania di Ponticelli
Chiese battiste della Toscana
Una «scampagnata per
la fraternità» Il 1 ° maggio
PASQUALE lACOBINO
CULTO, giochi e danze: la
scampagnata del 1° maggio promossa dall’Associazione delle chiese battiste
della Toscana (Acebt) ha
coinvolto circa 70 partecipanti provenienti dalle chiese
di Livorno, Pistoia e Firenze.
Lo scenario naturale ha favorito relax e divertimento: ì
prati delle cosiddette «ghiacciaie del Reno», sui colli pistoiesi, in località La Piastra:
un posto ben frequentato ma
non affollato; famigliole,
gruppi e comitive di giovani.
La lunga carovana battista
arriva a metà mattinata. I pistoiesi hanno predisposto tavoli e sedie trasformando un
fazzoletto di prato in una piccola area per il culto. Canti di
lode e una breve riflessione
biblica del pastore Jaime Castellanos (sul tema «camminare con Dio») danno il tono
alla giornata. Un pie nic, e poi
ci si tuffa nel pomeriggio: c’è
chi si appisola e chi si dedica
alla lettura: è anche l’occasione per conoscersi meglio. Ci
sono amici e amiche, nuovi
frequentatori delle nostre assemblee; c’è chi proviene
dall’America Latina, c’è una
bella pattuglia di ragazzi e ragazze che si incontrano forse
per la prima volta. Un improvvisato quanto accanito
torneo di volley impegna giovani e senior; poi arriva il momento delle danze di gruppo:
si comincia con una danza
celtica, si termina con una
danza ebraica, con pochi
semplici passi ritmati dal battito di mani, marcati da giravolte e inchini. Non c’è limite
d’età che tenga, tutti partecipano: «Giovani e vecchi si rallegreranno e insieme alle fanciulle danzeranno...» dice la
canzone. Camminare con
Dio, danzare con il prossimo.
¡CRONACHE DELLE CHIESE!
PRAROSTINO — La comunità porge sincere condoglianze
alle famiglie di Emilio Fornerone e Davide Edmondo Avondet
che ci hanno lasciato nei giorni scorsi.
Esercito della Salvezza
a Bobbio Pellice (To)
Colonia estiva con campo diurno (6~12)
14-18 luglio 2001
Per inhrmazioni e iscrizioni:
Cap. M. Bochicchio - E.d.5. Torre Pellice (To)
Tel. fax 0121/932388
Torino 25 maggio
Nuovi rapporti tra operatori
e pazienti nella realtà ospedaliera
Si svolgerà il 25 maggio a Torino, al Centro congressi Torino
incontra (v. Nino Costa 8) un convegno organizzato dal Gruppo
di lavoro sulla bioetica della Chiesa valdese e.dal Coordinamento evangelico ospedali sul tema «Nuovi rapporti tra operatori e
pazienti nella realtà ospedaliera». I lavori si aprono alle 8,45 con
interventi di Franca CoTsson, presidente della Commissione istituti ospedalieri valdesi e del prof. Sergio Rostagno.
La prima sessione di lavoro, sul tema «Informazione e consenso», presieduta dal magistrato Marco Bouchard, prevede interventi di S. Spinsanti, D. Coen, P. Di Giulio, F. Gilardi. A seguire la
seconda («La cura del malato terminale», moderatore la genetista
Anna Rollier), con interventi di G. Fornati, R. Satolli, G. Casanova.
Nel pomeriggio le altre due sessioni, dedicate rispettivamente
al tema «Sono possibili nuovi rapporti? Sperimentazioni in corso» (moderatore Gianni Fornari, relazioni di D. Busetto, G. Sacchetti, M. Aprile) e alT«etica nella terapia del dolore» (moderatore G. Fornari, interventi di P. Vineis e M. Eandi). In ultimo le
conclusioni del past. Giorgio Bouchard.
La segreteria organizzativa del convegno è attivata dalla Maf
servizi, v. G. B. Vico 7, 10128 Torino; tei. 011-505900; fax 011505976; e-mail: momiglia@mafservizi.it
Carlo Rapini
Valdo di Lione e i «poveri nello spirito»
Il primo secolo del movimento valdese (1170 -1270)
520 pp., L. 38.000, Euro 19,63, cod. 378
Vita e pensiero di Valdo e del suo movimento risorosamente evanselico che ha anticipato molti temi che affioreranno solo secoli dopo (nonviolenza, «no» alla pena di
morte e alla suerra...). Presentazione e analisi delle fonti e dei documenti.
La sfida di Babele
Incontri e scontri nelle società multiculturali
183 pp., L. 25.000, Euro 12,91, cod. 377
a cura di Elena Bein Ricco
Prefazione di Laura Balbo
Le attuali società sono sempre più caratterizzate da molteplici appartenenze culturali, etniche e religiose. Come far sì che
il pluralismo delle differenze diventi
un’occasione di arricchimento per tutti?
Marcella Fanelli
Passessiata lungo il XX secolo
631 +40 Pòi f.t. di fotografie
L 40.000, Euro 20,66, cod. 960
Edizioni GBU
L’autobiografia della fondatrice delle Edizioni GBU ci conduce lungo un secolo pieno di sconvolgenti mutamenti visti nell'ottica della simpatia per il prossimo.e della
gioia di vivere rafforzata da una fede in Dio
esercitata con costanza e provata dalla vita.
m mmeditrìce
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.claudiana.it
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 18
Una serie di iniziative messe in atto dal Gruppo giovanile valdese di Milano
Il dialogo non prescinde dalla memoria
Significativo incontro-testimonianza con vittime e testimoni dell'universo della deportazione
Sono previsti altri incontri sulle varie discriminazioni, in particolare sulle carceri e sui nomadi
FABIO BONVINI
VENERDÌ 27 aprile il gruppo giovani della Chiesa
valdese di Milano si è interrogato sulla relazione che esiste
tra memoria e discriminazione; lo ha fatto ascoltando le
testimonianza degli ex deportati, in un frammento di
storia rimossa, quella degli
operai italiani che nel marzo
del 1944 hanno detto no alla
dittatura e alla guerra, incrociando le braccia. Si sciopéra,
hanno urlato al regime: non
produciamo più bombe, hanno detto ai loro padroni. Uomini e donne, ragazzi poco
più che bambini si sono fermati, perché la guerra è ingiusta, perché bisogna finirla.
Una sera di aprile questi
giovani hanno ascoltato la
storia di un ragazzo di 17 anni: una sera, che come questa
profumava di primavera, è
stato preso dalla polizia fascista e arrestato. Angelo Signorelli, 17 anni, operaio, ammanettato e deportato in un lager del Reich, ha raccontato
che cosa è successo in 17 mesi di campo di concentramento. La fame e le botte e la
morte. La strada che porta
all’orrore passa per i campi in
cui crescerà il frumento, accanto ai frutteti, su in alto fino a quel campo che si chiama Mauthausen, quel sentiero è occhi di gente diventata
un numero schiacciato dall’odio e salito in cielo attraverso un camino. La strada,
lastricata di sangue e di lacrime, che Angelo ha percorso
adesso è libera, è la nostra
Europa. Ci hanno lasciato in
eredità il coraggio e non la
vergogna, ha un prezzo il nostro libero presente, è la vita
offesa di milioni di persone.
L’incontro è stato possibile
grazie alla disponibilità dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati politici) di
Sesto San Giovanni, che è intervenuta con Angelo Signorelli e con figli e le figlie di chi
nel lager ha perso la vita ma
non la dignità. Sono state ricordate le storie dei martiri.
C’erano anche loro quella sera: Angelo Biffi, morto a Gusen. Guido Valota, morto durante una marcia di trasferimento, Cesare Lorenzi morto
a Mauthausen. C’erano anche gli altri, ci saranno sempre. Quel bambino ucciso era
ebreo, la donna impiccata.
staffetta partigiana, sono lì
con noi quegli zingari, presi
ancora oggi a bastonate, e
quel ragazzo che amava gli
occhi verdi dell’amico, deportato perché omosessuale.
Dopo la disperazione, c’è la
vita. Hanno vinto gli operai
che nel ’44 hanno fermato le
fabbriche, hanno vinto le donne che portavano il pane ai
partigiani, la mondina che ha
preso in mano il fucile per fermare i nazisti e i repubblichini. Ha vinto la vita, ha perso la
morte, ogni ideologia della
morte. Le memorie scomode
sono le prime a essere rimosse, ma non dimentichiamo
che la pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra
angolare e lo sarà per sempre.
Il gruppo giovani della
Chiesa valdese di Milano ha
scelto di approfondire, nel
corso di quest’anno, il difficile tema della discriminazione. La candidata Claudia Lupi, che ne coordina le attività,
ha messo a disposizione la
propria abitazione che è diventata così il punto di riferimento per incontri e momenti di riflessione. Si tratta
di un gruppo eterogeneo, per
storie e per età, che sta af
i Chiesa valdese di Torino
L'impegnativa eredità
del fratello Nino Rostagno
GIUSEPPE PLATONE
Nel corso della sua ultima
riunione mensile il sodalizio «Amici dell’ospedale valdese di Torino» ha ricordato
la figura di Giovanni (Nino)
Rostagno, che per oltre trent’
anni è stato anima e motore
infaticabile di questo attivo
gruppo di visitatori. Nino ha
diretto l’azione di accompagnamento e cura spirituale
dei malati in ospedale con
un’incredibile forza spirituale. Era pur sempre un capitano degli alpini e ha portato
un po’ di questo spirito, riservato e dinamico, in tutto ciò
che faceva. Si vantava di avere fatto la guerra senza aver
ucciso nessuno. Anzi più di
una volta, come amava ricordare, sostituì il cappellano
nel presiedere funerali di soldati uccisi dagli eventi bellici.
«In quelle tristi occasioni ho
cercato di attirare gli sguardi
dei miei soldati suU’orizzonte
nuovo della risurrezione ma
- diceva evocando quelle tristi circostanze - la realtà durissima che vivevamo contraddiceva le mie parole».
Sino alla fine della guerra
non perse occasione di indicare l’Evangelo come risposta vera ai problemi che lo
scontro bellico poneva. E
questa profonda attitudine
missionaria non lo abbandonò più. Fu anche, successivamente, predicatore nelle
chiese battiste della vai di
Cercasi materiale
fotografico
In occasione del 100®
anniversario dell’inaugurazione del tempio valdese di corso Principe Oddone, a Torino, cerchiamo del materiale per organizzare una mostra fotografica. Rivolgersi alla
segreteria della Chiesa
valdese di Torino (0116692838).
Susa. Al suo funerale (aveva
da tempo scelto il testo della
predicazione: «Dio è amore») una folla commossa si è
stretta intorno alla moglie
Nelda e ai figli Luigi, Giulio,
Anna e ai loro congiunti. Gabriella Casanova, diacona
all’Ospedale valdese di Torino, ha portato il saluto della
presidenza e del personale
medico e paramedico del
nosocomio.
Sino all’ultimo (aveva più
di novant’anni) si è impegnato, con tutte le sue forze,
nel lavoro di organizzazione
e animazione del sodalizio
degli «Amici», che riteneva
svolgere una funzione essenziale nei confronti dei pazienti purché non vi fossero
forzature di nessun genere.
Teneva moltissimo a che il
nostro ospedale, accanto alle
cure mediche necessarie
esprimesse un calore, una
umanità che in qualche modo rinviassero alla speranza
della comunità evangelica.
Ora il suo difficile compito
è stato raccolto da Lilia Rivoiro Pellegrini che oggi presiede con dinamismo il gruppo
degli Amici (vicepresidente è
la diacona Alga Barbacini)
della Chiesa valdese. Trent’
anni di impegno di Nino rappresentano una preziosa eredità che va portata avanti con
altrettanta fiducia e determinazione. Ricordiamo il fratello Nino Rostagno nella riconoscenza per ciò che abbiamo ricevuto. Il suo esempio,
per chi l’abbia ben conosciuto, interroga a fondo la nostra
coscienza di protestanti.
Che cosa diamo di nostro
alla causa di Dio nel mondo?
Nessuno si senta giudicato
ma piuttosto incoraggiato a
spendersi senza risparmio,
perché se Dio è amore allora
per amore possiamo amare
senza risparmio le persone
che ci stanno intorno. Prima
l’amore, poi viene tutto il resto. E questo amore cammina anche con le nostre gambe, vive delle nostre giornate,
dei nostri cuori e della nostra
generosità.
frontando un percorso di crescita e che si arricchisce parlando e discutendo di temi
spesso oggetto di dibattiti per
dotti accademici. Questa volta però loro non ci sono, sono stati i ragazzi a organizzarli e a gestirli, protagonisti
di un’esperienza diversa. Il
tentativo è quello di dare vita
a un gruppo che nelle diverse
attività, anche ludiche, sappia essere protagonista della
propria storia. È un’impresa
difficile, l’attualità ci propone
l’immagine di giovani sempre più chiusi e incapaci di
comunicare e di comunicarsi. L’attività di una ventina di
ragazzi può sembrare cosa da
poco ma in realtà non lo è;
questo gruppo è una scommessa e la posta in gioco è
l’apertura al mondo, il proprio futuro da inventare e da
costruire; ognuno di noi è
tutti gli altri e il mondo è
ognuno di noi.
Tra i temi infine che il
gruppo ha affrontato o affronterà a breve ricordiamo
la situazione carceraria in
Italia, un confronto con le
comunità Rom e un incontro
per scoprire la realtà dell’immigrazione a Milano.
I Chiesa metodista di Milano
Un culto bilingue per
inaugurare il «Decennio»
GIOVANNI ANZIANI
La Chiesa metodista di Milano, nell’ambito dei culti
mensili bilingue (italiano e
inglese), ha organizzato domenica 6 maggio un culto
con liturgia particolare per
dare inizio al programma del
Cec riguardo al Decennio
«Vincere la violenza». Formata da una folto gruppo di anglofoni (filippini e ganaensi),
la comunità metodista ha accolto con grande impegno
l’appello per il Decennio, anche perché da tempo svolge
la propria missione nell’ambito della questione immigrazione offrendo accoglienza fraterna nella vita della
chiesa e attività di assistenza,
unitamente alle altre chiese
evangeliche milanesi, e partecipando all’associazione
«Diaconia» che gestisce una
casa di seconda accoglienza.
La liturgia utilizzata per
questo culto speciale si è
ispirata a quella usata dal Comitato del Cec domenica 4
febbraio a Berlino, per il culto di apertura del Decennio:
molti sono stati i presenti,
con una significativa parteci
pazione di anglofoni. I due
pastori (Giovanni Anziani e
Bill Smith) hanno predicato
sul testo di Matteo 5, 43-48 (il
comandamento di Gesù per
l’amore per i nemici). Il pastore Anziani ha più volte ricordato, nella predicazione,
l’opera del pastore battista
Premio Nobel per la pace
Martin Luther King, citando
brani dal famoso sermone:
«Amare i nemici». Il pastore
Smith si è maggiormente soffermato sulla figura di Bonhoeffer indicando la via dell’impegno per l’amore all’interno delle contraddizioni
della vita odierna.
La corale della comunità
metodista ha accompagnato
il culto con alcuni brani del
proprio repertorio, contribuendo in modo efficace alla
conduzione del culto. Dopo
questo culto, la comunità si
sta interrogando sulle prossime azioni da compiere in
questo «Decennio» affinché
l’Evangelo predicato sia anche praticato e l’annuncio
ascoltato divenga un vissuto,
perché la violenza nella nostra generazione e nella nostra città sia sconfitta.
Evangelici tra Voila e Napoli
Osservatori sulla famiglia
Un gruppo di una ventina
di membri della Chiesa libera
di Volla (Na) e della Chiesa
apostolica italiana di Napoli
costituirono il 9 aprile dell’anno scorso un osservatorio
permanente sulla famiglia che
prevedeva fra le sue finalità la
ricerca, lo studio, la consulenza di psicologi, sociologi e
teologi su tematiche familiari
fra le quali il disagio giovanile,
i problemi di coppia, il matrimonio. «È giusto parlare di
crisi ed emergenza famiglia, si legge in un comunicato
stampa diffuso dall’osservatorio il 24 marzo scorso in occasione di una riflessione sui
noti eventi di Novi Ligure -.
AGENDA
18
maggio
CINISELLO BALSAMO (Mi) — AUe ore 21, al Centro
cultu.
rale «Jacopo Lombardini» (via Monte Grappa 62/b), sitie
l’ultimo studio biblico sul tema «Viaggio fra le leggi sociÌ
dell’antico Israele» dedicato alla natura. ^
PALERMO — Alle ore 17,30, al Centro evangelico di cultu^
«G. Bonelli» (via Spezio 43), il past. Fulvio Ferrario tie?
l’ultimo incontro del ciclo «Da Martin Lutero a M. L. ìòn!
parlando sul tema «Alle origini dell’ecumenismo». ^
PAVIA —Alle ore 21, nei locali della chiesa valdese (viaRQ|
la), si tiene un convegno sul tema «Anomalia etica e norma
lità di costumi nel confronto fra le generazioni». Intervengo!
no i proff. Silvia Larizza (criminologia) e Luca Fonnesu
losofia morale) della locale università.
TORINO — Alle 17,30 alla libreria Campus (via Rattazzi 41
Franco Barbero, il past. Gregorio Plescan e Enzo Cucco di!
sentono il libro «Il posto dell’altro. Le persone omosessual
nelle chiese cristiane» (ed. La Meridiana)
MILANO — Alle 9,30, alla chiesa metodista (via P. Lambertenghi 28), a conclusione del corso di aggiornamento dei
predicatori locali dedicato alla liturgica, la past. Ursel Koerdgsmann parla su «Innologia e musica nel culto riformato».
BOLOGNA —Alle 17, alla chiesa metodista in via Venezian
1, per l’organizzazione del Centro culturale protestante «A,
Gavazzi», Giancarla Codrignani e Raffaella Lamberti discutono il tema «Ritratti d’autrice» a partire dai libri di Piera
Egidi, che sarà presente.
AGRIGENTO—Alle 17,30, nella sala della parrocchia Madonna della Provvidenza (accanto Stadio Esseneto), il past.
Fulvio Ferrario parla sul tema «Dietrich Bonhoeffer: vita,
opere e attualità di un cristiano protestante ecumenico».
FIRENZE — Alle 17, al Centro culturale protestante «P.M.
Vermigli» (via Manzoni 19/a-21), il past. Gino Conte parla
sul tema «Chiese e sette»; modera il past. Raffaele Volpe.
TORINO — Alle 16, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11), a conclusione del ciclo di incontri «Le chiese cristiane si
incontrano», padre Traian Valdman, il past. Alberto Taccia,
il prof. Aldo Moda e la prof. Elena Covini parlano sul tema
«Alcuni frutti del cammino ecumenico».
20 maggio
SANT’ANTONINO DI SUSA (To) — Alle ore 15,30, nell) t
chiesa battista si tiene il culto di ringraziamento per ricor-*
deue l’anniversario della fondazione.
MILANO — Alle ore 18,15, in piazza San Fedele 4, a conclusione del ciclo Sae su Legge e Grazia, Gianfranco Bottoni r
Norbert Denecke parlano sul tema «La dichiarazione con
giunta luterana-cattolica firmata il 31 ottobre 1999: quali
passi concreti per le nostre chiese?».
22 mas
TORINO — Alle 20,45, nel salone di via Pio V 15 (I p.). Pia ;
Cesare Bori parla su «Perché sono diventato quacchero».
MILANO — Alle 18, nella sala della Claudiana, il Cenno culturale protestante organizza il terzo incontro di studio a cura del past. Paolo de Petris sull’Apocalisse (capp. 4-7).
24 maggio
SIENA — Alle ore 18,30, nel tempio valdese, si tiene un concerto della Corale dell’Università battista di Oklahoma CityIntroduzione biblica del past. Eugenio Stretti.
FIRENZE —Afie ore 18, al tempio valdese di via Micheli, p»
la serie «Appuntamento con l’organo», l’organista Simone
Ori esegue musiche di Johann Sebastian Bach.
MILANO — Alle 18, alla libreria Claudiana (v. Sforza 12/a)i [
rav Elia Richetti, il past. Fulvio Ferrario e Ali Nur d '
Patema discutono il tema «La libertà nelle religioni del ubi - >
Ebraismo, cristianesimo e Islam a confronto».
CINISELLO BALSAMO — Alle 21, nei locali del piano terra no del Centro culturale evangelico «Jacopo Lombardini» ! 1
Monte Grappa 62/b), la bioioga Monica Fabbri e il meu» |
anestesista Stefano Guidotti introducono una serata di
battito sul tema «Libera scienza in libero statai?».
25 maggio
La famiglia rimane tuttora il
modello fondante di ogni società nonostante le trasformazioni cui è andata incontro
negli ultimi tempi». L’osse^a-torio invita pertanto «tutti gli
organi istituzionali a impegnarsi di più nello scorgere e
denunciare quei piccoli segnali di malessere che comunque lasciano tracce nell’animo dell’adolescente, dell’adulto, della coppia e della
famiglia, onde evitare ulteriori tragedie». 11 28 aprile è stata
presentata nella sala di culto
della chiesa di Volla dal pastore Giuseppe Vernilo una relazione sul rapporto fra genitori
e figli adolescenti.
SONDRIO — Alle 21, al Centro evangelico di cultura,
serata dedicata al tema «Fede e immagini», il |
Berlendis parla sul tema dell’iconoclastia e il prof. L
Mola sull’opera di Masaccio, con l’ausilio di diapositive.
UDINE — Alle 18, alla chiesa metodista, Christina Sloabi'^
sponsabile per l’Italia della «Christian Science», :
«Mary Baker Eddy (1821-1910) pioniera rivoluzionane »
stiana nei campi di medicina, teologia, giornalismo».
25-26 mai
RlESI — Al Servizio cristiano si tiene un seminario del c _
di aggiornamento per predicatori locali dedicato
del Nuovo Testamento con lezioni del prof. Yann R®
Per informazioni tei. 0934-928123 oppure 0934-928139.
26 ma
TREVISO — Alle 18, al ristorante Quality (v. IV Novel»^ ^
93/a), si tiene il culto di ringraziamento e consacra
della Chiesa battista «Agape» con predicazione di Waio,.
ro Tymchak, segretario della Giunta di Missione moni
27 maggio
TORINO — Alle 17,30, nel tempio di corso Vittorio 23J^ ^
serie «Musica e preghiera», l’organista Massimo Gah
gue musiche di Bach, Buxtehude, Bruhns, Mozart.
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PAG. 9 RIFORMA
• ■ Continua il dibattito sulle scelte non espresse dell'otto per mille dell'lrpef
Il rapporto con lo stato e le nostre opere
Oggi, 0 fianco dello stato, ci sono sempre più soggetti che assicurano servizi ai cittadini
è il cosidetto terzo settore, il non-profit, in cui operano a buon diritto anche i nostri istituti
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Due temi riaffiorano di
continuo nel dibattito sull’otto per mille (Opm): i rapporti
con lo stato e l’azione delle
nostre opere. Tra quelli contrari ad accettare le quote
non espresse vi è chi sostiene
che questa scelta inquinerebbe i rapporti con lo stato (al
punto di doversi scusare per
aver presentato la Chiesa valdese come modello su questo
argomento) e che, se queste
quote andassero a finanziare
le nostre opere, vi sarebbe
una sorta di appropriazione
indebita (al punto che i sensi
di colpa, già presenti nella situazione attuale, crescerebbero a dismisura).
SuirOpm mi colpisce che
si parli dei principi, mentre sembra non interessare
quanto avviene in realtà. Parlandone con varie persone ho
trovato poca conoscenza di
come funziona il meccanismo. Pochi sanno che l’Opm
è uguale per tutti i contribuenti in quanto si conta a
persona e non in base al reddito individuale, e pochi sanno che se non si firma le quote non restano allo stato ma
vengono distribuite in base
alle scelte espresse e, di conseguenza, chi non sceglie, di
fatto dà l’80% del suo Opm
alla Chiesa cattolica. Inoltre
stanno rapidamente cambiando le modalità del rapporto dei cittadini con il fisco:
meno persone devono presentare la dichiarazione dei
redditi e chi compila il modello 730 lo fa tramite i Caf,
centri di assistenza fiscale. Si
sta progressivamente automatizzando tutto il processo
per cui poco per volta tutte le
operazioni facoltative quali la
firma dell’Opm diventano
sempre più optional che vengono presi in considerazione
da chi è interessato e convinto, ma ignorati dalla massa. Il
calo delle scelte espresse proporzionalmente superiore al
calo delle dichiarazioni è un
indicatore in tal senso.
Più firme meno soldi
Per quanto ci riguarda si
produce il seguente effetto
distorsivo (si riportano i dati
degli ultimi due anni disponibili, le dichiarazioni 1996 e
1997): a fronte di un aumento
delle firme per la Chiesa valdese (da 1,48% a 1,58%) si è
registrata una riduzione della
quota Opm assegnataci (da
8.328 milioni a 8.224) dovuta
al calo delle scelte espresse in
complesso da tutti i contribuenti (da 45,48% a 39,21%1.
E presumibile che le firme
per rOpm siano ulteriormente diminuite negli anni successivi dove più consistente è
Stata la spinta alle innovazionifiscali. Mi viene da dire che
il meccanismo delle scelte
espresse si stia progressivamente svuotando. Non vi sono forse più motivi «tecnici»
che di principio alla base delia riduzione delle scelte espresse? Possiamo non cambiare nulla e continuare a
ntllizzare solamente i fondi
assegnati direttamente. Ma
se scegliamo di accedere alla
suddivisione delle scelte non
espresse andiamo proprio
*^nntro i principi dei nostri
rapporti con lo stato? Ma in
'luanti casi non lo abbiamo
Sta fatto accettando contributi specifici dall’Italia e
dall’estero? Non conta di più
'^niiie li utilizziamo questi
snidi? Le persone che firman per la Chiesa valdese pur
iftì? Addendone parte (circa
80.000) pensano che utilizcorrettamente questi
idi, non per nostri fini ma
progetti di servizio merirevoli di attenzione.
Un gruppo di ospiti di una casa
di riposo deile Vaiii in gita
Come utilizza lo stato il suo
Opm (costituito anche dalle
quote non espresse cui la
Chiesa valdese ha finora rinunciato)? Le regole che si è
dato (DPR 76/98) prevedono
di destinare le somme per i
seguenti scopi: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali. Restando agli ultimi due anni
[Riforma ha già riportato gli
utilizzi più in dettaglio) va
detto che i 2/3 delle somme
sono state stornate per le missioni internazionali di pace
(era questo l’utilizzo che volevano i cittadini che hanno firmato per lo stato?) e che per
la fame nel mondo i progetti
non sono stati analizzati per
«gravi e oggettive difficoltà
per il ministero degli Esteri
nel valutare 1 progetti» (sic!),
senza contare che le parrocchie ottengono finanziamenti
statali per conservare i beni
culturali. Con un po’ di ironia,
cosa avrebbe scritto una commissione d’esame sulla gestione dei fondi statali?
Sono convinto che lo stato
stia facendo passi da gigante
nello sforzo di cambiamento
verso il nuovo: meno burocrazia più responsabilità,
meno carte più informatica,
meno privilegi più coscienza. A fianco dello stato esistono altri soggetti che assi
curano servizi ai cittadini, il.
cosiddetto terzo settore o
non-profit, che rivendica autonomia senza cercare privilegi (però neanche penalizzazioni come avviene in
molti casi). Penso che oggi
vada rafforzato il pluralismo
dei soggetti operanti nel
campo sociale, per mobilitare risorse e capacità.
Servizi di qualità
Le nostre opere fanno parte di questo filone a buon diritto. Bene ha detto il presidente della Csd che il peso
delTOpm per i bilanci delle
opere è basso (2-3%), perché
le opere si battono per vedere
riconosciuta la remunerazione dei servizi forniti e utilizzano tutte le occasioni possibili che le normative di settore offrono per finanziare la
loro attività e gli investimenti
connessi (e quindi si sporcano già le mani). Ma non è
sufficiente perché, da un lato,
le risorse per i servizi sociali
sono in calo e gli investimenti non si possono finanziare
solo con contributi volontari,
mentre, dall’altro lato, si
moltiplicano le regole che
impongono consistenti interventi strutturali e organizzativi. E vorrei sottolineare che
queste regole devono essere
seguite da tutti (pubblici, privati profit, terzo settore non
profit) ma i primi due settori
dispongono di risorse che il
terzo settore di solito non ha
e deve reperire attraverso finanziamenti misti, sicuramente mettendoci del «suo».
Servono risorse per qualificare il nostro intervento che,
qualcuno sembra dimenticarlo, non è rivolto al nostro interno, ma alle persone che vi
accedono: qual è la percentuale di evangelici che accede
ai servizi degli ospedali di Torino, Genova e Napoli? Quale
è la percentuale di bambini
evangelici disagiati che usufruisce dei servizi della Noce a
Palermo? E se finora abbiamo
ricevuto aiuti dall’estero, ora
questi non arriveranno più (il
Diakonisches Werk destinerà
le somme ai paesi dell’Est e
del Terzo Mondo) e dovremo
trovare risorse altrove. Utilizzare rOpm per sostenere progetti delle nostre opere ha un
senso, può aiutare a dare servizi di qualità in tempi dove
questa sembra l’ultima preoccupazione a fronte dei tagli di
spesa. Altrimenti ripensiamo
seriamente il nostro intervento, limitiamolo agli ambiti in
cui lo stato è assente e poniamoci come chiesa il compito
di sostenere questi oneri, che
sono consistenti anche limitandoli a certi ambiti. Altri
soggetti come noi non hanno
TOpm, è vero. Alcuni hanno
molte risorse più di noi, altri
meno. Teniamo presente che
una parte delTOpm affidato
alla Chiesa valdese finanzia
interventi di associazioni laiche che operano in Italia e nel
Terzo Mondo. Abbiamo molto da imparare da questi contatti, estendiamo l’informazione sui progetti in corso.
«La diaconia si fa con i soldi, le persone non contano».
Ma chi lo dice? Non certo chi
lavora nella diaconia e cerca
di stabilire contatti con le
chiese e avverte una certa distanza anche se poi tutti dicono che le opere vanno tenute
e guai a chiuderle. Le persone
sono il fulcro del servizio:
vanno cercate, aiutate nella
formazione, indirizzate. Da
poco la Csd si è seriamente
impegnata su quesfo fronte,
sia favorendo la formazione
degli operatori già inseriti sia
stimolando la formazione di
chi dovrà assumere responsabilità nel futuro. Ma non mi
pare che la generazione che
mi ha preceduto questo lo abbia fatto, c’era più separazione tra chiesa e opere e il Sinodo ha trattato poco i temi di
fondo della diaconia.
Sono convinto che accedere alla quota non espressa
non serva a «risolvere» dei
problemi, ma a creare nuove
opportunità. Vi sono rischi,
né siamo più bravi degli altri.
Ma penso valga la pena di rischiare.
Silvio Vb/fl- Pinerolo
Bisogna rispettare il principio di separazione chiesa-stato
Questi sono soldi che non ci spettano
Sono recentemente giunto
a conoscenza delle problematiche relative alla condivisione delle quote residue
dell’otto per mille Irpef. Se
un qualunque cittadino che
non è più obbligato per legge
a compilare i moduli di dichiarazione dei redditi, vuole
destinare l’otto per mille alla
nostra chiesa, non ha che da
procurarsi una busta apposita presso un rappresentante
di essa: cioè, in modo piuttosto agevole e rapido, egli se lo
ritiene giusto può contribuire
al sostegno economico della
nostra comunità religiosa. E
allora, che bisogno c’è di accaparrarci una parte di una
quantità di denaro che la
gente ha deciso di non darci?
È anche inutile nascondersi
dietro a delle scuse come il
fatto che il denaro ricavato da
questo ingiusto prelievo sarebbe utilizzato per opere di
sostegno e di solidarietà ai
paesi in via di sviluppo: se
raccogliamo una parte delle
quote residue dell’otto per
mille è perché abbiamo un
urgente bisogno di liquidi per
la sussistenza della nostra
chiesa, non perché il nostro
spirito di carità si è fatto più
ardente. Perfino il fatto che le
chiese estere ci inviino sempre meno fondi non è una ra
gione sufficiente; nessuno
mette in discussione la crescente riduzione delle entrate
della Chiesa valdese, ma questo assolutamente non giustifica il venire meno ai nostri
principi morali: una volta
eravamo i «poveri» e ora, seppure per necessità, dovremmo diventare chiesa che si fa
finanziare dallo stato?
Trovo tutto questo assurdo
e ingiusto non solo perché ci
ritroveremmo tra le mani dei
soldi che non ci spettano, ma
anche perché in questo modo
ci equipareremmo alla Chiesa
cattolica: una chiesa che risulta molto coinvolta nelle
politiche finanziarie di quest’ultimo e quindi molto legata a esso. Così si perderebbe
inevitabilmente la necessaria
separazione tra la chiesa e
l’amministrazione della cosa
pubblica: Tuna deve riguardare solamente la vita privata
dei cittadini, la seconda invece buona parte di quella pubblica. Confondendo o mescolando le due cose, ognuna
delle due istituzioni sconfina
nel campo di competenze
dell’altra, e allora soprattutto
la chiesa si occupa sempre
meno dei suoi compiti «naturali» per interferire impropriamente con quelli dello
stato. In nome della rappre
SUI GIORNALI I
IL FOGLIO
Coscienia del singolo
Rendendo conto delle forme di protesta «estreme» di
Emma Bonino e Luca Coscioni, un articolo del 27
aprile riporta le posizioni di
alcuni editorialisti e politici
sul problema dell’anticlericalismo. «Secondo E. Galli
della Loggia - dice l’articolo
non firmato - si può essere
laici senza essere anticlericali. “E invece l’anticlericalismo - ribatte Bandinelli [Angelo Bandinelli, già parlamentare radicale, ndr] - è un
dovere essenziale per l’uomo
di fede. Il quale non può non
avvertire un dissidio (...) tra
il suo credere, che è un fatto
appartenente all’intimità
della coscienza, e l’istituzione che mondanamente governa questa fede e ne detta
le norme per i suoi affiliati.
Non c’è istituzione sacra che
non debba fare i conti con
l’anticlericalismo dei suoi
adepti, come suo unico,-possente e indispensabile correttivo”». E più avanti: «La
Riforma protestante riteneva
che il dissidio fosse incolmabile e che la fede del singolo
dovesse liberarsi dalle pastoie dell’istituzione».
COBRIEBE DELLA SERA
Missionario tollerante
L’inviato speciale Ettore
Mo dalla Terra del Fuoco
racconta (22 aprile) degli ultimi superstiti di una popolazione indigena. Fra le tante
incursioni di conquistadores
che gli indios dqvettero subire, si registrò anche la presenza del pastore anglicano
Thomas Bridges che laggiù
sbarcò nel 1871: «Il reverendo Thomas - scrive Mo - si
lancia in una frenetica campagna evangelizzatrice fra le
tribù degli Yámanas e degli
Onas (...). Gli indios finiscono con l’affezionarsi a questo
missionario disinteressato,
che non li sfrutta o li perseguita come avevano fatto le
prime orde dei colonizzatori
bianchi (anche in nome della
Santa Croce), ma al contrario
impara la loro lingua e ne redige un dizionario con oltre
32.000 vocaboli (...). Riesce
anche ad appianare i conflitti, spesso sanguinosi, fra i
due gruppi indigeni e il governo argentino lo ricompensa offrendogli 20.000 ettari di terra sulla sponda occidentale del Beagle [il canale a cui approdò Darwin per
lavorare alla propria teoria
dell’evoluzione, ndrj».
ilmanifesto flAiità
Identità italiana
Nel giorno di Pasqua la rubrica di Filippo Gentiioni
(«Divino») è dedicata a una
sortita del card. Biffi di Bologna, che invitava i ragazzi
stranieri a frequentare l’ora
di religione. «La posizione di
Biffi - commenta Gentiioni ribadisce (...) un vecchio e
sempre nuovo equivoco: la
religione cattolica farebbe
parte integrante della “identità” italiana. Come la letteratura, la storia, la lingua: “i
musulmani [frase attribuita
al cardinale, ndr] dovrebbero
approfittare dell’insegnamento della religione cattolica per una vera comprensione delTitalianità”. Un equivoco grave: chi non è cattolico non sarebbe quindi pienamente italiano. Lo imparino,
a loro spese, ebrei, protestanti, ecc. Sappiamo bene quali
ambiguità abbia prodotto
questa identificazione fra religione, etica, lingua, etnia».
Errori sui protestanti
Un articolo del pastore
Valdo Benecchi, presidente
delTOpcemi (19 aprile), denuncia la scarsa informazione sul mondo protestante in
Italia. «Per molti nostri concittadini, forse la maggioranza, non è facile accettare
l’idea che si possa essere cristiani e non cattolici. Spesso
cattolico e italiano sono sinonimi. C’è chi ritiene che le
chiese evangeliche siano
una specie di scheggia da ricondurre nel suo alveo naturale, la Chiesa cattolica romana oppure una variante
della Chiesa cattolica stessa». E più avanti: «L’ignoranza della cultura o della religione di chi ci vive accanto
non è più consentita. Solo la
corretta informazione ci permette di contribuire alla crescita di una società armonica, rispettosa degli altri, capace di tradurre le diversità
in una ricchezza condivisa».
sentanza di tutti i cittadini, di
qualunque confessione essi
siano, è bene che le autorità
religiose si occupino di ciò
che devono, consentendo allo
stato di mantenersi neutro, e
quindi di tutelare al meglio gli
interessi di tutti senza interazioni tra le due istituzioni.
Inoltre, se accettassimo denaro pubblico, lo sottrarremmo
ad altri progetti o necessità
dello stesso ai quali è giusto
che sia destinato.
Insomma, basta accettare
passivamente le decisioni
delle nostre assemblee; partecipiamo al contrario attivamente alla vita amministrativa della nostra chiesa, mettendo in pratica i nostri ideali
di democrazia e rappresentatività: nessuno ci impedisce
di tentare di cambiare quello
che non ci piace, che non riteniamo giusto. Io, a 17 anni,
ci ho provato con questa lettera. Ora, se condividete le
mie posizioni, potete provarci
anche voi. Fate sentire in
qualche modo la vostra voce.
Se_credete ve ne sia motivo,
lanciate provocazioni costruttive, critiche pungenti e
intelligenti in grado di smuovere le coscienze e di migliorare la chiesa di cui fate parte.
Daniele Meytre S. Germano
L) amico dei fanciulli è una
' pubblicazione rivolta a
bambini e bambine che ha una
storia molto lunga: il primo numero infatti risale al lontano
maggio 1897. Pochissimi erano
in Italia, in quell’epoca, i giornalini per bambini. C’era stato
un Amico dei fanciulli nato a
Milano nel 1812 e uno a Prato
nel 1840 con lo stesso titolo,
ma ebbero una breve durata.
L’amico dei fanciulli uscì con
regolarità fino al 1944 e al
1945, quando la sua pubblicazione venne sospesa per mancanza di carta. Fu ristampato
nel dopoguerra e da allora è
stato letto da bambini e bambine valdesi, metodisti, battisti e
di altre chiese.
I lettori di oggi possono trovare nei vecchi numeri racconti, poesie e disegni dei loro bisnonni, nonni e genitori di
quando erano bambini. Ancora
oggi L’amico riceve racconti
poesie e disegni che vengono
pubblicati. Questa «storia» evidenzia che le nostre chiese
hanno sempre avuto una particolare attenzione per il mondo
dei bambini, per la loro educazione morale, civile e religiosa.
Ancora oggi crediamo sia importante che una forma di testimonianza, adeguata all’età dei
nostri lettori, giunga nelle loro
mani. Se pensiamo alla prevalenza dei mezzi di comunicazione visiva, possiamo comprendere quale valore assuma leggere
un piccolo giornale che, insieme a tanti argomenti, propone
l’appuntamento con la lettura e
la conoscenza della parola del
Signore. Il nostro sforzo in questi anni si è concentrato nella
ricerca del giusto modo di raccontare i brani della Bibbia, affinché i nostri lettori potessero
scoprire il messaggio evangelico
attraverso le parole di tutti i
giorni, con uno stile narrativo
adeguato alla loro età.
11 titolo del giornalino oggi
può sembrare antiquato: la parola «fanciulli» non si usa più,
ma è nato 129 anni fa, la sua
storia è il suo pregio.
la redazione de
ttL’amico dei fanciulli«
L’amico dei fanciulli è nato
nel 1870
11 Corriere dei Piccoli è nato a
Milano nel 1908
'Topolino è nato nel 1932
I direttori dell’Amico:
1870-1881: Augusto Melile
1881-1913: Bartolomeo Pons
1914-1925: Odoardo Jalla
1926-1951: Selma Longo
1952-1988: Berta Subilia
1989-1999: Floriana Bleynat
dal 2000 a oggi: Monique Messina (direttrice responsabile Floriana Bleynat).
La prima tiratura (presso la Tipografia Claudiana di Firenze)
è stata di 2.000 copie.
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 18 MAGGIO 20Qi
UNA STORIA DI
ORDINARIA VIOLENZA
ANNAMAFFEI
L’altra sera ero nervosa. Ho ripensato alla giornata appena
trascorsa per rintracciare le ragioni del mio malumore. Avevo
avuto una giornata intensa, come mi capita sempre più spesso.
Ero stanca. In serata ero stata
più di due ore in questura per un
episodio che invano avrei cercato sui quotidiani. Un giovane
africano della mia chiesa, venditore ambulante, è stato nel primo pomeriggio assalito alle spalle, sulla so^a del negozio da cui
abitualmente si rifornisce di piccoli articoli per la casa, da otto
giovani nei pressi della stazione
centrale. Le ragioni dell’aggressione particolarmente futili, inesistenti Il ragaz
alla ■*•****■*
le». «Vengo subito» gli ho detto.
L’agente alla porta vedendomi
arrivare mi dice che la denuncia
andava fatta a un altro commissariato. È chiaro che hanno cambiato versione. Non discuto, non
ho voglia di litigare. Ci avviamo
a piedi a un commissariato vicino. «Dobbiamo fare una denuncia», dico al primo agente che vedo. «Chi è lei?». «Sono una pastora protestante». «E lui?». «Lui è
membro della mia chiesa» «Ha il
permesso di soggiorno?». «Sì».
«Accomodatevi». L’agente è disponibile, amichevole, quasi premuroso. E se non avesse avuto il
permesso di soggiorno? mi chiedo fra me. e me, sedendomi Ma
___________ non dico niente.
L’agente si mera
zo, grazie
sua corporatura /\ l\lQpolÌ UH QlOVOne cambia
robusta e agli al- mento di commis
africano evangelico
viene aggredito. Ma
al monnento in cui
denuncia il fatto...
lenamenti di autodifesa a cui era
stato sottoposto
in Nigeria al
tempo del servizio militare, non
si era fatto che
delle contusioni
ed escoriazioni
non gravi essendo riuscito a divincolarsi e a fuggire rifilandosi in un vicino hotel L’aggressione, premeditata, per la dinamica
con cui si è consumata davanti a
numerosi testimoni avrebbe anche potuto risultargli fatale, dato
che quattro o cinque dei giovani
inseguitori erano armati di
spranghe e bastoni. Eppure Wilson, questo il nome del giovane,
non mi era apparso spaventato
quando, dopo la breve sosta al
pronto soccorso, era venuto a
trovarci per raccontare l’accaduto. Provato, dolorante sì, ma non
spaventato. Aveva parlato piuttosto di tentazione, forse quella
di cedere al suo naturale temperamento passionale, tentando di
aggredire a sua volta. Ma era stato invece calmo e aveva anche
cercato in un primo momento di
rabbonire quello che poi sarebbe
stato il più violento fra i suoi aggressori. E io avevo ammirato la
sua fierezza, il suo coraggio,
mentre si avviava, dopo una preghiera insieme, in questura a
sporgere regolare denuncia.
Ma la denuncia non ha potuto
farla. «Qui non vogliono che io
faccia la denuncia - mi ha detto
al telefono in inglese, in tono,
questa volta, risentito - non capisco perché; non mi credono,
mi hanno quasi cacciato fuori.
Dicono che se fosse tutto vero
avrei dovuto già essere morto.
Eppure quando è successo il fatto, quasi subito sono arrivate sul
posto ben sei volanti e una mi ha
sanato, ma non
commenta. Capisco che la cosa
l’avrebbe affrontata dopo. Nel
corso della trascrizione del nostro racconto, si
interrompe spesso, ci parla di quanto sono bravi
questi africani e di come lui ci fa
amicizia, ci va anche in palestra
insieme. «Non tutti però sono
così», aggiunge, proponendoci le
sue personali strategie per sconfiggere la criminalità. Anche
questa volta non discuto. Quelle
teorie vengono da un poliziotto
della zona della stazione di Napoli, giornalmente esposto a
stress e a pericoli che io posso
solamente immaginare. No, non
voglio discutere. Riesco solo a
dire quanto vado ripetendo dovunque, che a Napoli la criminalità può essere sconfitta dalle radici solo nel tempo e con la prevenzione. Non eserciti di poliziotti nelle strade autorizzati a
sparare con le pallottole di gomma, ma eserciti di assistenti sociali nelle case e di insegnanti in
scuole, questa volta, decenti.
Ero nervosa quella sera. Eppure io ero stata personalmente
trattata bene e anche Wilson
con me, alla fine. Tutto sta in
quel con me, alla fine. Wilson
era stato malmenato senza ragione, aveva rischiato di finire
cadavere sulle pagine di cronaca
nera, medicato alla meglio, da
solo, non era stato capace di farsi ascoltare da chi avrebbe dovuto tutelarlo, non era stato creduto, era stato mandato via senza avere la possibilità di denun
ciare i suoi aggressori. Poi tutto
si era risolto. Io non avevo avuto voglia di litigare con nessuno.
Forse avrei dovuto. Quella notte
anche accompagnato all’ospeda- non ho dormito bene.
LECODEU|J|^;^Sl
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15-10125 Torino, tei. 011/655278 -lax
011/657542 e-mail: redazione.torino@rilorma.it;
REDAZIONE NAPOLI;
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Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D’Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
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Mio t:i> sostenitore: L. 200.000. _______
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valli valdesi) E 30.CW. Partecipazioni: mm/coionna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 19 del 11 maggio 2001 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 9 maggio 2001.
2001
Associato alle
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psttoJica Italiana
Questo sistema di governo fa parte del patrimonio storico originario dei cristiani
Alle radici della democrazia
L'insegnamento di Cesò, la fratellanza delle prime comunità il pensiero della Riforma
ALBERTO ROMUSSI
Apprendo con piacere
che questa estate a Santa
Severa si discuterà di «democrazia». Dal testo di presentazione del campo studi di cui
si parla sembra però di evincere l’impressione che la «democrazia» non venga intesa
dagli organizzatori del campo
come un qualcosa di congenito con la nostra fede cristiana, ma semplicemente come
(cito) «l’ideologia del nostro
tempo»: cioè quasi come un
prodotto (definito addirittura
«ambiguo») della cultura laica, nato «fiaori» dal cristianesimo e «penetrato» poi infine
anche all’interno della vita e
dell’ordinamento delle nostre
chiese attraverso un tipico
processo di secolarizzazione
(il testo si chiede infatti quali
strumenti di democrazia le
chiese «utilizzino», sembrando così dare a priori per scontato che la democrazia non
faccia parte della natura e
della storia della chiesa stessa, ma sia un qualcosa nato
da un Dna diverso, e del quale oggi le chiese si limitino
semplicemente a «prendere
in prestito» alcune singole
fattispecie).
L'unica guida è Cristo
Dietro questa concezione
(cattolica) della democrazia
sembra di intravedere (come
anche dalla vignetta raffigurata nel testo) il pieno persistere nel nostro pensiero
dell’intoccabile «dogma di fede» dell’intero sistema educativo scolastico italiano (al
quale la dottrina cattolica ha
fatto e continua a fare da
«fondamento» e «coronamento») secondo cui la «democrazia» sarebbe «un’invenzione pagana» dell’antica
Grecia. È senza dubbio una
soluzione eccellente per la
cultura cattolica continuare a
spacciare la democrazia per
una «ideologia pagana» di
matrice precristiana, perché
in questo modo il cattolicesimo romano non ha bisogno
di giustificare gli ordinamenti
tipicamente assolutistici della propria ecclesiologia.
La nostra democrazia politica occidentale ha in realtà
le sue vere radici storiche
nell’insegnamento di Gesù
Cristo sulla «fratellanza» tra
gli uomini e le donne nella
comunità cristiana, come è
stato riscoperto della Riforma protestante e posto da essa a base della chiesa e della
società moderna; insegnamento del quale possiamo
citare numerosissimi passi
biblici, anche se ci limiteremo a uno solo, scelto per la
sua completezza, Matteo 23,
8-10: «Ma voi non vi fate
chiamare "Maestro”: poiché
uno solo è il vostro Maestro,
e voi siete tutti fratelli. E non
chiamate alcuno sulla terra
vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello
che è nei cieli. E non vi fate
chiamare guide, perché una
sola è la vostra guida, il Cristo». L’affermazione non può
essere più chiara.
La democrazia protestante
Per Gesù Cristo sulla Terra
non ci sono «maestri», «padri» o Fùhrer: l’unico modello che Gesù ci indica per la
costituzione delle nostre società è soltanto quello del
«...voi siete tutti fratelli». La
Chiesa primitiva ha invece rifiutato nel giro di poco tempo il «principio fraterno» a
fondamento della propria ecclesiologia e ha adottato al
suo posto l’istituto pagano
(questo sì, veramente pagano
e definitivamente antievangelico) della famiglia, istituto
portante della società romana, costruito sulle funzioni di
un pater familiae dei clientes.
Di conseguenza tutto il Medio Evo ha concepito la sua
chiesa e la sua intera società
come fondata sulla proiezione del rapporto di potere e di
sottotiiissione «padre-figlio».
È invece la Riforma protestante che, in opposizione a
questa concezione medievale
dell’ordine religioso, politico
e civile, e in coerenza con il
riscoperto principio della fraternità cristiana, «rifonda» la
Chiesa e la nostra società
moderna ricostruendole sulla
base della proiezione del rapporto evangelico «fratellofratello». Soprattutto per il
calvinismo l’insegnamento di
Gesù Cristo sul dover essere
«fratelli» e «sorelle» è stato
l’imperativo che ha costretto
comunità protestanti di mez
za Europa fin dal XVI secolo a
dover «inventare», immaginare dal niente (anzi, dalla Parola di Dio) nuove forme e
strutture di governo delle
proprie chiese che fossero in
coerenza con l’enunciato
evangelico della «fraternità»,
e che non potevano pertanto
essere altro che quelle del
suffragio universale tra tutti i
membri di chiesa, del Parlamento ecclesiale (il Sinodo) e
dell’esecutivo parlamentare
(il «governo») posto dal Parlamento alla gestione amministrativa della vita della chiesa.
bunque tutti e tre gli istituti fondamentali costitutivi
della nostra democrazia politica moderna (suffragio universale, Parlamento e governo nominato dal parlamento) prendono corpo e forma
per la prima volta nella storia
europea direttamente in seno
agli ordinamenti propri delle
chiese riformate. La «forma
repubblicana» moderna debutta in Europa in modo perfetto e su dimensioni nazionali (anche se applicata per
ora soltanto in campo ecclesiale) al Sinodo di Nantes del
1559, creata e adottata'dagli
ugonotti francesi per il governo della Chiesa riformata di
Francia. E a seguito della
Riforma non tardano a nascere anche in campo statuale le prime vere repubbliche
politiche: le città-stato della
Riforma (Ginevra in testa).
Sarà poi la teologia calvinista dei puritani inglesi a compiere per la prima volta nella
storia del pensiero politico
europeo il pieno superamento del concetto di «monarchia» anche sul piano politico-nazionale (con la conseguenza della fondazione della Repubblica inglese) e, si
badi bene, non come si tende
Il Campidoglio a Washington
Finalmente siamo giunti
al termine di questa campagna elettorale dai toni virulenti e sovente velenosi. Sarebbe interessante sapere
quanti minuti i candidati presenti in televisione o alla radio hanno dedicato a illustrare i propri progetti e quanti a
insultare gli avversari. Credo
che avremmo un risultato
molto deludente. Nessuno
(per quanto ho potuto vedere)
si è presentato con quel senso
di sana trepidazione di chi è
cosciente che, qualora eletto,
lo attendono cinque anni non
di privilegi ma di servizio, di
dedizione, di sacrificio per il
bene degli altri. Mai si è udito
questo pensiero.
Nella Bibbia si parla sovente di elezione, cioè di chiamata (da parte di Dio) a un
servizio particolare. Dal punto di vista umano, l’elezione
PIERO bensì
non è mai un privilegio, ma
un impegno carico di severi
sacrifici. Abramo, l’amico di
Dio, è stato scelto da Dio e
ha dovuto abbandonare la
sua città per andare in una
terra sconosciuta, dove ha rischiato di perdere il suo unico figlio, avuto dalla moglie
Sara. Mosè, chiamato contro
il suo volere per liberare il
popolo d’Israele, ha dovuto
lasciare la vita comoda della
corte egiziana, per subire
comunemente a pensare in
base a un rifiuto «laico» dell’idea di monarchia in sé, ma ’
paradossalmente proprio in
base alla sua più piena professione, correlata però ora
dalla consapevolezza del fatto che esiste una sola e unica
monarchia in questo mondo,
e cioè il regno di Dio, vale a
dire quelTunica e sola monarchia in cui Dio stesso è il
re («Not man, but thè Lord is
thè King») e del quale unicamente noi siamo i sudditi.
La fedeltà a Dio
Dunque è proprio la piena
e convinta professione di fede nella sudditanza e fedeltà
soltanto alla monarchia di
Dio, che elimina per la prima
volta nell’animo dei calvinisti
inglesi (e rende più tardi del
tutto inimmaginabile ai calvinisti americani) la possibilità di essere «sudditi» di
un’altra monarchia, e con
questo getta le prime fondamenta al concetto politico di
repubblica nella nostra società. La storia dello sviluppo
della democrazia politica
moderna passa più tardi in
Europa per la vittoria insieme
alla seconda Rivoluzione inglese, del modello protestante del «costituzionalismo parlamentare» (e quindi il rigetto
del modello cattolico di assolutismo politico di Luigi XIV)
e approda sulle coste presbiteriane del Nord America,
dove i coloni americani adottano il principio democratico
di governo delle loro chiese
quale forma di governo degli
Stati Uniti d’America.
Gli esempi potrebbero continuare a lungo, passando dal
pensiero filosofico del ginevrino Rousseau alle analisi
del Tocqueville sulla sopravvivenza della democrazia
americana (protestante) e sul
precipitare invece dell’esperimento repubblicano francese
nel bonapartismo, alla vita e
all’opera di Voltaire e di Mazzini (che si dice essere stato
addirittura di origini familiari
valdesi), ma la conclusione
rimane inevitabilmente la
stessa: immediatamente dietro al pensiero politico democratico e repubblicano delle
nostre società contemporanee non c’è nulla dell’antica
Grecia (salvo l’adozione della
terminologia linguistica) ma
c’è sempre e dappertutto la
Riforma protestante: la democrazia non è un’ideologia
laica, «moda del nostro tempo», ma è una teologia protestante; è la forma di governo
che ci insegna Gesù Cristo, e
con la quale la parola di Dio
ci chiede di governarci rifiutando, insieme a Matteo 23,
ogni altro «re», «padre» o
«Fùhrer» su questa terra
all’infuori di Dio stesso.
ogni sorta di umiliazioni e
combattere una lotta sempre
più dura e straziante. Elia, il
grande profeta eletto per distruggere l’idolatria in Israele, giunge a tal punto di stanchezza e delusione da chiedere al Signore di farlo morire (forse la prima richiesta di
eutanasia della storia).
«Sono io che ho scelto voi,
perché andiate...» dice Gesù
nel momento in cui mette da
parte i suoi apostoli e da quel
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*troppi i
momento la loro vita cambia:
da tranquilli pescatori diventano dei predicatori ricercati
per essere picchiati, torturati,
uccisi. Saulo da Tarso, un giovane rabbino avviato a una
brillante carriera, diventa
Paolo l’apostolo e per lui reiezione significherà (per usare
le sue parole) «afflizioni, necessità, angustie, battiture,
prigionie, digiuni». Donne e
uomini che oggi sarete eletti,
non considerate mai la vostra
elezione come un vantaggio
personale, ma come una chiamata a porre al servizio del
popolo che vi ha eletti il vostro impegno e la vostra vita,
senza accettare condizionamenti o limitazioni.
(Rubrica «Un fatto, un commento» della trasmissione di Ro-'
diouno «Culto evangelico» curata
dalla Federazione delle chiese
evangeliche del 13 maggio)
I
orologei
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15
PAC. 11 RIFORMA
M Verso la Conferenza distrettuale
Assemblee di circuito
Mentre si avvicina la data della Conferenza distrettuale (prevista per il 1 distretto a Pomaretto nei giorni 9 e 10 giugno) alle
Valli, ma non solo, si stanno tenendo le assemblee di circuito.
L’il maggio è toccato al 2° circuito, che ha tenuto la sua riunione nei locali della chiesa di Villar Perosa. All’odg, oltre alla relazione del Consiglio sull’anno ecclesiastico 2000-2001, anche il
nuovo progetto di catechismo che prevede, oltre a un programma unico di catechismo per tutte le chiese del circuito anche un
anno, il terzo, in cui i catecumeni verrebbero radunati in
un’unica classe. Venerdì 18 maggio invece sarà la volta delle
chiese del 1° e del 3° circuito che rispettivamente a San Giovanni e Prali terranno, a partire dalle ore 20,30, la loro assemblea.
M Nel centro storico di Torre Pellice
Si rifanno i selciati stradali
Continua a ritmi serrati il lavoro dei selciatori nel centro di
Torre Pellice. Nei giorni scorsi è stata completata la prima metà
di piazza Libertà verso via Roma, proprio di fronte alla libreria
Claudiana: una fase portata a termine nonostante il maltempo
che spesso ha ritardato la posatura dei blocchetti, rendendo
quindi necessario l’utilizzo di grandi ombrelloni per ripararsi
dalla pioggia. Entro questa settimana l’operazione dovrebbe essere terminata e i selciatori si sposteranno in direzione di via al
Forte e piazza San Martino. Per Testate di quest’anno si sperimenterà la possibilità di pedonalizzazione dell’area, con la sistemazione di un arredo urbano adatto al nuovo rivestimento
che in più punti ha sostituito il vecchio selciato ormai logoro.
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Fondato nel 1848
Elezioni politiche del 13 maggio nel Pinerolese: tre eletti in Parlamento, 2-1 per l'Ulivo
Con Merlo e Malan anche Passone
Il deputato uscente trionfa soprattutto nelle Valli e a Pinerolo; Malan, in difficoltà nel Pinerolese
ribalta e vince grazie alla vai Susa. Passone «recuperato» al Senato grazie all'elevato consenso
naVALDO ROSTAN
IL Pinerolese avrà ben
tre rappresentanti nel
prossimo Parlamento;
dalle urne sono infatti
stati prómossi alla Camerali deputato uscente
Giorgio Merlo dell’Ulivo
e al Senato il rappresentante della Casa delle libertà Lucio Malan. Quest’ultimo però viene eletto con un margine esiguo
(1.200 voti in più) rispetto al senatore uscente
dell’Ulivo Elvio Passone
che nei recuperi è fra i
migliori delle singole forze politiche e tornerà a
Palazzo Madama,
n confronto per il Senato è stato indubbiamente
1 più serrato, con Fassoleavanti di oltre 2.000
oti nel Pinerolese e Main che recupera e vince
pazie alla vai Susa. Buon
laccesso personale per
Wo Ferrerò di Rifondasone che ottiene nel PiKolese più di 4.000 voti;
Bn gli serviranno, somiati ai voti ottenuti in vai
asa, a entrare al Senato
Bri per Rifondazione
Bn ci saranno senatori
lai Piemonte. E così,
aentre Passone non può
lon rimarcare con amaazza che «La sinistra
Bntoua a farsi male da
'dividendosi» schieranlasi apertamente con
|iMti ritengono che una
Me cause della sconfìtta
^ centro-sinistra sia staJ presenza dei candi“Bh di Rifondazione, lo
IJasso Ferrerò ribatte
*®Bppi a sinistra hanno
pensato di votare Ulivo
sulla linea del "voto utile”
e così Rifondazione è stata senza senatori». «Mi.
sarei atteso un risultato
più ampio - commenta
Lucio Malan - anche perché l’Ulivo nei cinque anni passati non ha certo
reso un buon servizio al
Pinerolese; prendo comunque atto e vedremo
di dimostrare le nostre
capacità con la politica
del fare e deU’agire». Soddisfatto ovviamente Giorgio Merlo, eletto con un
vantaggio di diverse migliaia di voti rispetto al
candidato di Forza Italia
“^Mogerla - oreficeria - argenteria
•mio - perle australiane
gioielli
Croci
ugonotte
Mito,fi tes tedeìmastrogìOìcIl i . .'om
l10064 Pinerolo TO tei 0 1Z139 ,^SSO
Paolo Vigevano: «Ricordiamoci che questo era
un collegio considerato
sicuro per il centro-destra
- sottolinea Merlo - e
l’Ulivo, grazie a un lavoro
di squadra non solo ha
vinto ma ha stravinto. 1
cittadini hanno dimostrato di capire quando la politica è legata al territorio
e ai suoi problemi e non a
migliaia di telefonate fatte per “vendere” un prodotto elettorale».
Dunque il Pinerolese e
più in specifico le valli
valdesi si confermano
atipiche rispetto al panorama nazionale; è pur
vero che la provincia di
Torino ha espresso dati
contrastanti rispetto a
molte tiltri parti del Nord
Italia e tuttavia la vittoria
dell’Ulivo è un dato quasi costante nei paesi dove si trova una significativa presenza valdese,
con la sola eccezione di
San Secondo. Diverso il
discorso sul proporzionale, dove Forza Italia ottiene un successo notevolissimo, sottraendo vistosi consensi alle altre
forze del centro-destra e
segnatamente a quella
Lega Nord che fino a pochi anni fa era spesso il
primo partito. Sconfitte,
e questo è un dato nazionale, le proposte di Democrazia Europea, Girasole e Nuovo Psi; successo infine per la Margherita, addirittura primo partito a Bobbio Pellice.
Pinerolo, Massello e Cumiana
Vincono i sindaci
del centro-sinistra
In tre Comuni del Pinerolese, Pinerolo, Massello e Cumiana, domenica 13 maggio si è votato anche per l’elezione
dei Consigli comunali e
dei sindaci. A Pinerolo
Alberto Barbero, primo
cittadino uscente, a capo
di una coalizione di centro sinistra, è stato riconfermato sindaco al primo
turno con più del 54,4%
dei voti. A Maria Cristina
Maurino, candidata di
Forza Italia e di alcune liste civiche è andato il
33,2% delle preferenze
mentre il 5,3% è andato a
Davino Fazia, candidato
da Alleanza Nazionale, e
il 4,9% a Tullio Cirri, sostenuto dal Centro liberale, e infine Tl,9% a Giovanni Nebbia che era a
capo della Lista Di Pietro.
Tra i partiti il numero
maggiore di preferenze
è andato a Forza Italia
(30%) seguito da Margherita (21,49%) e Democratici di sinistra (17,28).
Il nuovo sindaco di
Massello è Daniela Libralon che, alla guida della lista «Montagne con
Quadrifoglio» che si col
loca in continuità con il
sindaco uscente Willy
Micol, ha ottenuto 28 voti. Con il nuovo sindaco
entrano in Consiglio Roberto Tron, Gualtiero
Sanmartino, Daniela
Strepparava, Silvia Boetto, Cenzo Tratzi, Elena
Jahier, Enrico Boetto ed
Emanuele Galbiati. La
minoranza se Tè aggiudica Rifondazione comunista che con 19 voti porta
in Consiglio, oltre al candidato a sindaco Paolo
Ferrerò, Davide Tron,
Carmen Moiani ed Ezio
Feroldi. La lista capeggiata da Di Silvestro ha
ottenuto 4 voti e nessun
seggio; zero assoluto per
la quarta lista del candidato a sindaco Pinoia.
A Cumiana infine Roberto Castelli ha ottenuto con 2.316 voti la maggioranza delle preferenze
dia guida della lista «Per
Cumiana», che si pone in
continuità con l’operato
del sindaco uscente Poli.
In minoranza sono invece finite le liste «Cumiana per la libertà», con
1.704 voti, e «Cumiana ci
piace così» con 794 voti.
ICONTRAPPUNTOI
LE CHIESE
E LA PARTECIPAZIONE
DAVIDE ROSSO
Il nostro è un mondo
fatto di tante cose. Si parla
e si dice che siamo ormai
parte di una realtà globale,
in cui realtà più piccole si
aggregano in realtà superiori. Si dice però anche
che la realtà di oggi tende a
non creare più centri culturali e ideologici forti in
grado di unire intorno a
sé. Vi è quindi
la tendenza a
contemporaneamente non
dedico un minimo di tempo
alla mia chiesa perché tutto
sommato ci sono già queUi
che lo fanno», con un tipo
di partecipazione tutta inserita nel rituale e lontana
dalla dimensione che dovrebbe essere più propria
alla nostra chiesa.
A livello di circuito e di
... distretto in
trovarsi soli di L'adesione alla vita
fronte a quan
comunitaria
richiede una
maggiore
consapevolezza
to CI circonda e a riversare sull’esterno
i propri problemi interni.
Le chiese in
questo periodo, stando alle
relazioni che ...........
vengono presentate alle assemblee di chiesa e, in questi giorni, ai Consigli di circuito delle Valli, sembrano
essere attraversate dalla
spinta da un lato a ricercare
maggiormente la partecipazione dei membri di chiesa,
dall’altro a cercare di essere
più còmunità. C’è la necessità, pare, di sentirsi più
gruppo compatto che si aiuta e si sostiene, a essere
membra uniche con un solo
capo come dovrebbe essere
nella nostra concezione di
chiesa, a non a tendere alla
delega, al demandare a chi
ha deciso di impegnarsi, di
essere militante.
Niente di nuovo, si dirà,
sono anni che ci si lamenta
per la scarsa partecipazione, per la necessità di coinvolgere anche chi sta ai
margini delle nostre comunità (io stesso un anno fa
circa da queste stesse colonne ricordavo la necessità di «evangelizzare i vicini prima che i lontani») ma
qui il discorso, su cui probabilmente dovrà riflettere
anche la prossima assemblea di distretto, a mio parere si sposta un pochino e
tocca tutta la comunità nel
suo insieme, vicini e lohtani, militanti e non. La partecipazione non può essere
imposta dall’alto, né nessuno di noi se lo augura. Ma
anche le basi della nostra
chiesa non possono essere
imposte dall’alto soprattutto a chi non ha più l’età del
catechismo. Tutti insieme
occorrerà riflettere insieme
su che cosa sta capitando,
se è la secolarizzazione che
incalza o se ci stiamo «cattolicizzando» con sempre
più persone che come atteggiamento assumono
quello del «aumento, o almeno mantengo, la mia
partecipazione al culto ma
questi anni
qualcosa si è
fatto «per chi
è lontano e
per chi è vicino» per esempio con l’attivazione del
progetto di
evangelizzazione portato
avanti da un
gruppo del distretto oppure
con il tentativo di studio biblico comune a livello di
circuito. Tra le novità più
recenti il progetto di mettere dal prossimo anno in
piedi un catechismo unico
per i catecumeni del 2® circuito che frequentano il
terzo anno. Al di là delle
difficoltà, anche logistiche,
che potrà avere la realizzazione di quest’ultimo progetto, è sicuramente un mo
do per far sì che i ragazzi si
sentano comunità, conoscano la realtà del vicino e
magari anche la loro, visto
che forse qualcuno dei
compagni farà loro delle
domande e saranno costretti a dare delle risposte.
Soprattutto potrà essere
un modo per ricreare quella fiducia che a volte vedo
mancare in molti di noi. Si
tende a rinunciare piuttosto che a spingere, magari
non si dice nulla in assemblea di chiesa per paura di
essere in minoranza e poi si
parla fuori con gli amici e
qui si potrebbe aprire un
intero altro capitolo sulla
partecipazione e sulla delega. Ma non è qui il caso anche perché cominciando a
trattare questi argomenti
ero consapevole che inevitabilmente più temi si sarebbero incrociati, più
aspetti della vita della comunità sarebbero emersi.
In ogni caso oggi non si può
sperare di risolvere tutti i
problemi lavorando solo
sui giovani (anche se è già
un buon partire), esistono
le persone di mezza età, gli
anziani, la comunità con le
sue esigenze e i bisogni che
occorre riprenda per intero
le sue funzioni e il suo motivo d’essere. Di qui bisogna
partire per una riflessione
che coinvolga tutti e sia
produttiva per la chiesa.
16
PAC. 12 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli ^desi
VENERDÌ 18 MAGGIO 2oj| ! VENERI
COMUNITÀ VAL CHISONE: NUOVA GUIDA PER
GLI OPERATORI TURISTICI — La Comunità
montana valli Chisone e Germanasca ha recentemente presentato una nuova guida turistica
indirizzata agli operatori turistici. AH’interno
della pubblicazione tra l’altro si possono trovare, oltre a una presentazione delle principali attrattive turistiche valligiane e a chi rivolgersi per
organizzare un viaggi alle Valli, anche notizie
sulla gastronomia e alcune proposte di visita.
MISURE PREVENTIVE IN BIBLIOTECA — La biblioteca comunale «Alliaudi» di Pinerolo, ha deciso di fornirsi di un impianto di antitaccheggio,
per la tutela dei volumi conservati negli archivi.
Si è aggiudicata l’appalto la ditta Master Security di Torino, e il costo totale dell’impianto si
aggira sui 26 milioni.
FUGA DI GAS IN VAL PELLICE — Venerdì 11 maggio la strada che collega Pinerolo con la vai Pellice è stata chiusa per una fuga di gas metano
che si è verificata nei pressi del supermercato
Iperbasko di San Secondo. Il tubo per il trasporto del metano è stato danneggiato dai lavori di
scavo che erano in corso in quel punto. La circolazione stradale per Pinerolo è stata deviata
per la maggior parte verso il ponte sul Chisone a
San Martino; il supermercato ha fatto evacuare
le persone presenti al suo interno ed è rimasto
chiuso fino a pericolo passato.
RAPINA A PINEROLO — La tabaccheria di via Podgora a Pinerolo stava per chiudere, alle 19,30 di
sabato 12, quando due malviventi con il volto
coperto da un passamontagna si sono introdotti
nel negozio facendosi consegnare il passaporto
da una cliente e rubando un milione in contanti
e un milione e mezzo in valori bollati. Sono fuggiti su un’auto guidata da un complice.
Hugo Armand-Pilon visita le comunità delle Valli
Moderatori a colloquio
L'area europea e quella rioplatense della Chiesa valdese
unite nell'esaminare e affrontare i comuni problemi
MASSIMO CNONE
SIAMO una chiesa,
sola, serve una co
mumcazione permanente». Sono parole di Hugo
Armand-Pilon, moderatore delle chiese valdesi
del Rio de la Piata, in visita questa settimana alle
Valli. Nell’intervento alla
fine del culto di domenica 13 maggio a Villar Pellice, il moderador ha puntato l’attenzione dell’assemblea sulla necessità di
cambiamento nei paesi
dell’America Latina: una
missione che investe anche e soprattutto le chiese. «Sempre più spesso
nei nostri paesi i giovani
vogliono emigrare in Italia, negli Stati Uniti o in
Spagna», ha raccontato
Armand-Pilon. La storia
si ripete, mai nella stessa
forma, verrebbe da pensare. E il cerchio si chiude. 11 moderatore della
Tavola valdese, Gianni
Genre, evoca le immagini
dei nostri antenati, costretti all’emigrazione
dalla fame e dalla precarietà delle condizioni sociali e lavorative: profili e
ombre che si ripetono
quasi identiche nella vita
dei nuovi poveri e dei
nuovi migranti. Ecco l’appello del moderador. «1
problemi sono dappertutto, ma dobbiamo affrontarli insieme, con i
doni che Dio ci ha dato».
Proprio da Villar Pellice,
nel 1856, partirono le prime 11 persone verso il
nuovo mondo: la meta è
il Sud America, la terra
dove «basta gettare un seme e subito abbiamo il
raccolto», come ricorda la
prima delle tante lettere
scritte dai Planchón e dai
Baridon ai propri cari rimasti a casa. Oggi, nella
«terra dei miracoli» di allora, dove già nel 1857
erano ormai decine le famiglie valdesi trasferite, il
75% delle terre coltivabili
è in mano al 2% della popolazione. «Bisogna interrogarsi su quali siano i
meccanismi alla base di
questa povertà», ha sottolineato Gianni Genre.
Nel corso del culto il
moderador Armand-Pilon
ha predicato sul testo di
Giovanni 20: l’annuncio
della resurrezione e della
Pasqua. L’inizio è significativo: «Per gli italiani
dice Armand-Pilon - oggi
(13 maggio, ndr.) è una
giornata molto speciale,
per noi ogni domenica è
importante perché ci ritroviamo nel nome del Signore». Gianni Genre introduce l’assemblea al
momento della Santa Cena, ricordando la figura
di Elia, rimasto solo ad
annunciare la caduta di
Israele e la promessa di liberazione: la volontà del
popolo di ucciderlo, perché colpevole di schierarsi, di «distruggere la grande illusione» della prosperità a fronte delle grida dei falsi profeti. Come
Elia anche le donne argentine di Plaza de Mayo,
per anni lasciate sole. Tra
i banchi del tempio di Villar c’è Gisella Bein, di Assemblea teatro, protagonista di «Più di mille giovedì», applauditissa denuncia dello scandalo dei
desaparecidos.
I due moderatori, Hugo Armand-Pilon e Gianni Genre
Morto improwisamente a Torre
Giovanni Mourglia
Un laico con una grande capacità di impegnarsi
no ad arrabbiarsi, per le cose in cui credeva. Sono',!
role udite giovedì scorso nel tempio valdese di Tq^ ^
Pellice in occasione dell’ultimo saluto a Giova?* ■
Mourglia, scomparso improvvisamente due sere?!
ma. Il suo impegno, concretizzatosi alle Valli inJJ I
dedizione con pochi pari a favore deU’ospedalevi |
se di Torre Pellice e del Collegio valdese, dopo unv i
stenza che lo aveva fra l’altro portato in Francia e
Toscana, è stato ricordato sia dalla presidente del
Ciov, Franca Coisson, che dal moderatore;, GiamJ
Genre. Proprio poco prima del decesso il profeZi
Mourglia era stato a lungo al telefono col moderatotjl
«Accadeva spesso - ha ricordato il pastore Genre
ché amava far sentire la sua vicinanza al lavoro dAi
Tavola e nello stesso tempo ragionare sulle prospettive
degli ospedali». Infatti Mourglia fu uno dei proniotoS^
dell’associazione «Amici dell’ospedale», che dedic)
tutte le sue energie e le sue iniziative al sostegno dell
l’ospedale. 11 suo impegno nell’associazione lo ponj
quasi naturalmente a ricoprire ruoli importanti all’in.
terno del comitato di gestione dell’ospedale e della
Ciov. Durante il culto di commiato è stato cantato i
«Giuro di Sibaud»; un bel modo di legare autentica féde cristiana e concreto impegno nella società.
"Mi Nonostante il problema afta
Pascoli praticabili
C’erano forti preoccupazioni per la monticazione visto il prorogarsi
dei decreti legati all’epidemia di afta che da mesi impedisce lo svolgersi
di mercati di bestiame e
più in generale lo spostamento fra aree geografiche diverse degli
animali. La stagione del-,
la transumanza, la salita
all’alpeggio, si avvicina e
sarebbe stato assai pesante non poter utilizzare i pascoli di alta montagna nel periodo estivo.
L’ultima formulazione
del decreto in materia
annulla però le paure; il
movimento degli arrimali legato a esigenze di alimentazione è ora concesso e pertanto le attese
degli alpigiani sono andate a buon fine. Lo stesso dicasi per lo spostamento fi"a aziende diverse, considerando che
molti fra gli allevato
ri salgono aH’alpeggiii
aggiungendo ai propri
greggi anche quelli di altri allevatori di pianuri
che non possono prati
care la monticazione,
risultati elettorali del 13 maggio 2001 nel Pinerolese per il collegio 9 del Piemonte
Senato uninominale
&
BriS
StS
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Campiglione Fenile
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Luserna San Giovanni
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Aerosa Argentina
Perrero
Pinerolo
Piscina
Porte
Aragèiato
Prall
Ihramollo
Prarostino
Rofotto
Rorà
722
2253
Salza di Pinerolo
San SoTRHMo Cliisofts
San Pietro Val Lemina
Ideando dtFÌMrafo
Torre Pellice
fJsaoaÉi
Vìllafranca Piemonte
VWMto ' - '
Villar Perosa
Totali
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999
999
1731
4247
5293
530
2117
409
525
6486
412
877
73
725
3068
717
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27450
mm
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762
371
282
262
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1489
227
82i
74
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1258
278f
4104
179
3824
1237
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3483
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345
5169
325
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52
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2495
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22720
10748
1982
763
643
309
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724
1310
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52
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72
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49
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797
1332
3171
4329
402
1648
314
413
4793
301
688
48
571
2344
484
1817
21295
10277
1826
714
595
285
186
172
691
1246
147
634
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2860
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Alba
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0
1
1
1
1
1
1
1
Padania
Franco
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Voti
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2
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3
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14
Casa
delle libertà
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Voti
144
835
99
1205
359
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1649
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139
%
34
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46
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Lista
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52
43
35
10
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382
185
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10
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14
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0
19
47
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31
0
26
24
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4
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2
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15
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808
159
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176
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447
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62
1414
211
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31
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31
33
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Voti
9
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32
17
111
195
20
81
16
6
157
4
26
1
26
75
13
44
■ 668
%
2
3
3
3
82
16
13
12
5
2
19
41
2
24
0
28
34
73
73
1
124
29
66
2726
4
5
5
5
5
1
3
1
4
2
5
3
3
2
3
4
4
2
2
4
3
1
3
3
1
4
0
Democrazia
Europea
Alberto Trazzi
Ulivo
Elvio Passone
Partito della
Rifondazione
Comunista
Paolo Ferrerò
Lista Bonino
Dominique
Velati
Fiamma
Tricolore
Felicita Dolio
Voti
3
19
0
19
21
4
12
38
5
19
8
16
40
4
11
0
3
152
42
77
229
122
26
27
6
2
3
0
13
0
18
2
7
15
19
30
3
39
5
34
1134
17
Torrç
a
I risultati elettorali del 13 maggio 2001 nel collegio 19 circoscrizione Piemonte 1
Camera uninominale
PAG. 13 RIFORMA
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2
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Bricherasio
^l^lione Fenile
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Cavour
Camiana
Féneslrelle^
Garzigliana
¡nverso Rinasca
Luserna San Giovanni
iaMkAMtttIta
Macello
Messe o
Osasco
iKOsaArgentlna
Ferrerò
HhbSCS
Pinerolo
ttflccjgrn
Piscina
Porte
Pragelato
Frali
Pramollo
Prarostino
Hóretto
Borà
Salza di Pinerolo
^ Germano Chisone
San Pietro Val Lemina
San Secondo di Pinerolo
Torre Pollice
iSseaux
Villafranca Piemonte
igigr Penice
Villar Porosa
Aventi Schede Voti validi
diritto Votanti bianche
al voto 0 nulle
757 482 50 432
2450 2053 193 1860
656 409 38 371
3487 2917 255 2662
1087 938 122 816
1081 949 75 874
1748ss^ 1550 133 1417
4650 3820 334 3486
5768 5059 425 4634
567 467 45 422
2342 1958 149 1809
449 381 39 342
583 490 48 442
6986 5574 510 5064
449 354 31 323
960 834 80 754
73 55 9 46
792 672 50 618
3308 2740 262 2478
762 557 59 498
2585 2114 190 1924
29896 24858 2091 22767
13594 11800 677 11123
2530 2179 192 1987
961 815 56 759
817 685 53 632
395 328 29 299
282 21? 5 207
262 194 21 173
1063 780 56 724
1653 1454 92 1362
261 179 23 156
887 749 88 661
82 59 9 50
1551 1235 125 Ilio
1258 1058 63 995
2985 2451 169 2282
4104 3184 206 2978
192 134 12 122
4224 3368 283 3085
1237 825 83 742
3653 3063 248 2815
112772 93983 7678 86301
Casa Delle Libertà
Movim. per l’aboliz. scorporo
Paolo Vigevano
Lista Di Pietro
Giovanni Nebbia
/'
Ulivo - La Margherita
Giorgio Merlo
voti 1 % voti % voti %
152 35.2% 27 6.3% 253 58,6%
945 50,8% 97 5.2“» 818 44,0%
107 28.8% 14 3.8% 250 67.4%
1369 51,4% 114 4.3% 1179 44,3%
397 48,7% 40 4,9% 379 46,4%
407 ! 46,6% 38 4,3% 429 49.1%
680 48.0'‘.-o 96 6,8% 641 45.2%
1807 51 8% 245 7,0% 1434 41,1%
2224 48.0% 347 7.5% 2063 44.5%
153 36.3'^n 31 7,3% 238 56,4%
897 49.6% 149 8,2% 763 42,2%
163 47,7% 27 7,9% 152 44,4%
141 31.9% 14 3.2% 287 64.9%
1835 i 36,2% 311 6.1% 2918 57,6%
157 48,6% 13 4,0% 153 47.4%
460 61,0% 50 6.6% 244 32,4%
16 34.8% 1 2,2% 29 63.0%
272 ' 44,0% 38 6,1% 308 49.8'L.
926 i 37,4% 151 6,1% 1401 56.5%
159 I 31,9% 33 6 6'. 306 61,4%
732 38,0% 102 5.3% 1090 56.7%
9162 ! 40,2% 1386 6,1% 12219 53,7%
4562 41.0% 756 6,8% 5805 52,2%
985 49.6% 145 7,3% 857 431%
203 26.7% 36 4.7% 520 68.5%
236 37.3% 49 . 7.8% 347 54.9%
202 67 6% 24 8.0% 73 24.4%
57 27 5% 5 2,4% 145 70.0%
41 23.7% 2,3% 128 74,0%
283 1 39.1% 35 4 8% 406 56,1%
709 52.1% 95 7.0% 558 41.0%
35 22.4% 7 4.5% 114 73,1%
294 44.5% 40 6,1% 327 49,5%
23 1 46,0% 2 4.0% 25 50 0%
340 30.6% 56 5.0% 714 64.3%
535 53 8'ü 63 6.3% 397 39,9°1088 47.7% 144 6.3% 1050 46.0%
987 ! 33,1% 162 5,4% 1829 61,4°70 57,4% 4,9% 46 37,7-%.
1704 55.2% 249 8.1% 1132 36.7"o
248 33,4% 47 6,3% 447 60,2%
1060 37 7% 172 6.1% 1583 56.2°o
36823 42.7% 5421 6,3% 44057 51,1%
1 risultati elettorali del 13 maggio 2001 nel collegio 19 circoscrizione Piemonte 1
Camera proporzionale
amma
icolore
;ita Dolio
i ....1
Bibiana
pWPénK
MNrasìo
liriàsco
Camola
i8S‘
iUÉimxa
ffWo Ptnasca
Giovanni
feic^o
pÉ^no
fece
Pi» Argentina
Ebrrero
^Ülfineroio
no Chisone
432
1845
367
2657
847
848
1440
3421
4675
421
1812
341
459
5114
319
751
47
619
2469
506
1942
23048
11197
1979
753
628
307
204
170
725
1374
163
656
50
1117
998
2281
3007
130
3087
738
2821
86765
La
Margherita
Voti %
67 16
260 14
87 24
402 15
165 19
127 15
239 17
477 14
833 18
82 19
328 18
41 12
60 13
1125 22
7? 24
87 12
5 11
137 22
476 19
85 17
380 20
4628 20
2067 18
321 Í6
152 20
110 18
29 9
46 23
27 16
140 19
220 16
29 Í8
106 16
9 18
181 16
147 Í5
396 17
475 16
12 9
407 13
148 20:
521 18
15711 18
Partito della
Rifondazione
Comunista
Voti %
45 10
Ì1Ó 6
22 6
l'51 6
32 4
52 6
76 5
138 4
282 6
32 8
91 5
19 6
58 13
401 8
21 7
33 4
18 36
35 6
231 9
102 20
201 10
1751 8
884 8
162 8
129 17
75 12
8 3
22 11
24 14
66 9
81 6
25 15
58 9
5 10
142 13
42 4
135 6
262 9
12 9
142 5
59 6
326 12
inimm
Lista
Di Pietro
Voti %
12
85
12
93
47
20
67
151
29 7
111 6
16
10
221
10
30
0
37
99
17
64
925
570 5
102 5
23
21
20
10
2
24
60 4
3 2
31 5:
1 2
31 3
50 5
91 4
94 3
2 2
184 6
34 5
115 4
4
Alleanza
Nazionale
Voti %
31 7
Ì22 7
19 5
212 8
50 6
67 8
109 8
237 7
389 6
31 7
218 12
32
324
21
65
3
37
132 5
40 8
106 5
1686 7
859 8
163 8
28 4:
37 6
49 16:
5 2
10 6
32 4
116 8
5 3
45 7
4 8
58 5
107 11
170 7
185 6
9 7
162 5
41 6
170 6
6212 7
Lega
Nord
Voti %
33 8
137 7
22 6
233 9
84 10
102 12
142 10
444 13
317 7
29 7
117 6
47 14
34 7
375 7
20 6
73 10
3 6
54 9
166 7
30 6
184 9
990 4
438 4
142 7
39 5
63 10
33 11
17 8
5 3
45 6
109 8
13 8
55 8
3 6
89 8
80 8
162
149
24 18
363 12
56 8
244 9
5765 7
Verdi
Verdi
Voti %
ili
29
6
36 1
7 '1
10 1
19 1
35 ì
58 1
3 1
23 1
4 1
2 0
75 1
0 0
7 1
0 0
7 1
20 1
2 0
12 1
Í96 1
170 2
25 1
6 1
1 0
0 0
6 1
16 1
1 1
5 1
1 2
5 0
4 0
22 1
40 1
1 1
31 1
8 1
23 1
929 1
0
Comunisti
Italiani
Voti %
12 -3
17 1
2
1
o:
9
34
3
8 1
26 2
25 1
61
4
20 1
1 0
11
79
9
6
1 2
2 0
39 ¿
16 3
40 2
258 ì
175
Ì8
20
12
1
3 1
5 3
6 1
14 1
2 ì
10 2
2 4
24 2:
7 1
29 1
63 2
4 3
27 1
47
1159 L
Lista
Bonino
Voti %
35 8
61 3
12 3
90 3
31 4
22 3
41 3:
75
159
10
46,
18 5
18
223
9
16
0
13 2
74 3
12 2
58 3
622 3
3-11 3
45 2
27 4
10 2
15 5
3
' 0
1
0
5
•
7
3
2
36 3
38 4
93 4
160 5
4 3
38
43
11
22
1
92
37
77
2738 3
Democratici
di Sinistra
Voti %
61 14
188 iÒ
83 23
287 11
79 9
59 7
169 12
247 7
531 11
53 13
155 9
21 6
137 30
747 15
20 6
46 6
4 9
52....8
395 16
63 12
266 14
4176 18
1877 17
193 10
157 21
108 Í7
11 4
51 25
57 34
1Ì8 16
140 10
42 26
61 9
7 14
274 25
110 11
289 13
720 24
10 8
261 8
135 18
420 15
12880 15
Movim. per l'abollz. scorporo Nuovo P.S.I. C.C.D. C.D.U. Forza Italia Democrazia Europea Girasole
Voti % Voti % Voti % Voti % Voti % Voti %
0 0 2 0 5 1 112 •'26 2 0 8 2
3 0 10 1 43 2 752 41 16 1 12 1
0 0 5 1 4 1 83 23 0 0 3 1
1 0 8 0 47 2 1021 38 13 0 29 1
3 0 4 0 23 3 296 35 20 2 3
0 0 3 0 84 10 286 34 4 0 4 Ò
1 0 4 0 26 2 489 34 14 1 18 -1
4 0 15 0 96 3 1399 41 48 1 30 1
2 0 23 0 125 3 1568 34 20 0 68 1
0 0 1 0 4 1 130 31 3 1 10 2
0 0 8 0 38 2 610 34 20 1 27 1
1 0 1 0 17 5 116 34 5 1 2 1
0 0 7 2. 1 0 87 19 6 1 2 0
5 0 38 1 84 2 1294 25 29 1 94 2
1 0 0 0 5 2 117 37 3 1 6 2
0 0 3 0 26 3 343 46 10 1 6 1
0 0 0 0 0 0 11 23 0 0 2 4
0 0 2 0 25 4 203 33 2 0 13 2
1 0 20 1 64 3 685 28 40 2 27 1
1 0 10 2 21 4 96 19 9 2 2 0
1 0 15 1 62 3 482 25 39 2 32 2
11 0 64 0 370 ? 6944 30 180 1 247 1
11 0 71 1 177 2 3251 29 122 1 184 2
0 0 6 0 37 2 724 37 20 1 21 1
0 0 6 1 8 1 147 20 3 0 8 1
0 0 1 0 13 2 165 26 5 1 5 1
0 0 0 0 7 2 125 41 4 1 ? 1
0 0 3 1 5 z 35 17 0 0 3 1
0 0 4 2 0 0 31 18 2 1 3 2
0 0 9 1 13 2 212 29 2 0 14 2
0 0 5 0 21 2 525 38 12' 1 12 -1
1 1 5 3 0 0 14 0 0 3 2
0 0 9 1 16 2 225 34 6 1 7 1
0 0 1 2 2 4 14 28 0 0 0' 0
1 0 14 1 10 1 236 21 5 0 11 1
1 0 4 0 16 2 376 38 12 ) 4 0
2 0 13 1 37 2 800 35 16 1 26 1
1 0 25 1 31 1 708 24 29 1 65 2
0 0 1 1 . 2 2 46 35 0 0 3 2
6 0 13 0 80 3 1277 41 19 1 23 1
1 0 9 1 6 1 182 25 5 1 8 1
5 0 14 0 53 2 742 26 18 1 46 2
64 0 456 1 1704 2 26968 31 763 1 1093 1
18
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ^lli "\àldesi
SPORT
VOLLEY
Il Body Cisco Pinerolo fa valere
il fattore campo nella prima gara
di play off in B2. Contro i veronesi
del Monteforte i pinerolesi si sono
imposti subito nei primi due set,
subendo il ritorno degli ospiti nel
terzo e in parte dei quarto. Grazie
a un muro super comunque il
Body Cisco ha chiuso sul 3-1 in
attesa di gara 2.
In terza divisione femminile il
3S Pinerolo si è imposto sul campo della Nuncas Polimatica per 31; in terza divisione femminile junior il 3S Lusema ha vinto a Piossasco per 3-0. Nel torneo Monviso
under 15 maschile il 3S Pinerolo
ha superato la Libertas Busca per
3-2 mentre il Chisola volley ha
battuto per 3-1 sia il Busca che la
Noicom Alpitour e guida la classifica con 9 punti davanti ai cuneesi
a 6, Pinerolo 2 e Busca 1.
TENNIS TAVOLO
Si sono svolti lo scorso fine settimana i campionati pinerolesi;
ospitate nella palestra di Luserna
San Giovanni, le gare hanno visto
una notevole presenza di giovanissimi. Nella categoria under 14
Geuna ha superato Jouve fra i ragazzi e Cristina Chiri ha battuto la
Bertalot nel femminile. Il giovane
Geuna, che sarà fine maggio a
Terni ai campionati italiani, è poi
stato battuto nella finale under 18
da Simone Odino. Nella categoria
assoluti femminili Cristina Chiri è
arrivata prima davanti a Stefania
Chiri, mentre fra gli assoluti maschili ancora un trionfo per Davide Gay nel singolo mentre nel
doppio hanno prevalso Malano e
Ghirardotti che hanno battuto
Gay e Girardon. Successi anche
per Griotti-Culasso (doppio amatori), Culasso (singolo amatori).
CICLISMO
Successo straniero al giro del
Pinerolese, ottava edizione; sulla
rampa della collina di San Maurizio ha prevalso l’uzbeco Sergej
Krushewskj che dopo una fuga
solitaria ha tagliato il traguardo
da solo e con mezzo minuto di
vantaggio sul cuneese Balbis.
* Della Società di studi valdesi
L'ultimo bollettino
MARCO ROSTAN
L> ULTIMO numero
( del bollettino della
Società di studi valdesi
(n. 187), senza nulla perdere in qualità scientifica, si presenta in modo
particolarmente interessante e vario negli argomenti, quasi avesse tratto alcuni benefici insegnamenti dalla più giovane rivista La beidana,
ora edita dal Centro culturale valdese. Uno stu- '
dio di apertura di Pavel
Gajewsld, pastore nella
chiesa battista di Lentini
(Sr) è dedicato alla comprensione del concetto
di chiesa quale appare
attraverso le confessioni
di fede dei valdesi riformati: Gajewski ripercorre
gli studi di Valdo Vinay,
di Enea Balmas, di Albert
De Lange e propone anche un interessante quadro comparativo fra cinque diversi testi di Confessioni, dal 1559 al 1647.
«Michelin: voce del mito o mito di una voce?» è
il titolo della ricostruzione che Enrico Lantelme
presenta sul famoso cantastorie legato alla canzone dell’Assietta: si tratta di un intervento presentato in occasione del
convegno: «La musica, la
gente, i monti. Tradizioni
e presenze nel canto popolare» tenutosi a Torino
nel novembre 2000.
L’Inquisizione fu tremenda o garantista verso
le sue vittime? Si tratta di
un dibattito ripreso da
qualche tempo, anche in
relazione all’odierna
concezione del diritto.
Roberto Morbo ci presenta una polemica su
questo tema che risale al
momento in cui Joseph
de Maistre, nel 1892, aveva pubblicato le Lettres
sur l’Inquisition éspagnole e il pastore JeanRodolphe Peyran gli aveva indirizzato una risposta arguta e geniale, finora mai pubblicata, che
Morbo presenta nel testo
francese corredato da
note esplicative.
Fra le mbriche del Bollettino, da segnalare una
comparazione lessicale
fra termini biblici del
’500 volgarizzati in lingua italiana a cura di
Franco Piemo, una lettera del Comitato vallone
al Sinodo dell’agosto
2000, un intervento di
Mario Cignoni sulle Società bibliche e il Risorgimento letto il 20 settembre dell’anno scorso in
Campidoglio, e numerose recensioni.
Il Bollettino è inviato
gratuitamente ai soci della Società di studi valdesi:
la quota annua è di lire
50.000 da versarsi sul ccp
14389100 intestato alla
stessa. Il prezzo di questo
numero è di lire 20.000.
Un libro presentato a Pinerolo
Chiese della Riforma
Nel quadro delle manifestazioni pinerolesi di
Maggiolibri il Centro
culturale valdese organizza venerdì 18 maggio,
con inizio alle ore 20,45,
a Pinerolo al salone dei
Cavalieri, in via Giolitti,
una serata per la presentazione del libro, edito
dalle edizioni San Paolo
di Cinisello Balsamo, «Le
chiese della riforma, storia, teologia, prassi» di
Ermanno Geme e Sergio
Rostagno, professori rispettivamente di Teologia pratica e di Teologia
sistematica alla Facoltà
valdese di Roma, e Giorgio Tourn, pastore emerito e storico.
Il libro, pensato per il
grande pubblico, presenta in 280 pagine la storia
del protestantesimo (a
cura di Giorgio Tourn), la
sua teologia e il rapporto
con la cultura (a cura di
Sergio Rostagno) e infine
la sua liturgia e la spiritualità (a cura di Ermanno Genre). Attraverso
questi tre campi di analisi, viene presentato il
volto di quel protestantesimo che troppo spesso
in Italia viene citato senza adeguata conoscenza
e dunque in modo impreciso e viziato da stereotipi storicamente non
sostenibili. Concludono
il libro un dizionarietto,
che spiega brevemente i
«termini tecnici» e pre
senta alcuni dei personaggi più rilevanti del
protestantesimo, e il Documento sull’ecumeriismo e il dialogo interreligioso approvato dal Sinodo valdese del 1998.
«È un fatto significativo - sottolineano gli organizzatori - che una casa editrice cattolica pubblichi un libro sulle chiese della riforma, chiedendo a degli autori protestanti di scriverlo». Alla
presentazione pinerolese interverranno Giorgio
Grietti, sacerdote cattolico, professore di Liturgia, Paolo Ribet, pastore
valdese, presidente del
Centro culturale valdese
e Giorgio Tourn coautore del libro.
Giorgio Tourn
POSTA
Ci ha lasciato
Esterina Goss
Felici di apparire
Livia e io abbiamo conosciuto la
sorella Esterina nel 1952: faceva
parte della comunità pentecostale
di via Crissolo a Torino, noi poco
più che ventenni, lei un po’ più
avanti negli anni. Serbiamo di
questo gruppo un caro ricordo,
per il loro esempio e la loro testimonianza, la fede serbata fino alla
fine. Ester la incontravamo anno
dopo anno, quando faceva visita
alla comunità che aveva frequentato per decenni. In lei abbiamo
visto le caratteristiche di chi sa in
chi ha creduto e non dimentica la
vocazione ricevuta, facendo brillare la luce della fede ogni giorno
con la gioia sicura di chi ha fatto
di Dio la rocca eterna della propria vita. «Sappiamo chiaramente
qual è lo scopo della nostra vita, mi diceva - il regno di Dio è la nostra terra promessa, andiamo
avanti per questa strada sulla quale non ci sono né rimpianti, né ritorni. Viviamo i giorni degli uomini: essi passeranno, ma al di là di
loro noi attendiamo e aneliamo ai
giorni di Dio».
Mario e Livia Goletti
Villar Pellice
RADIO
BECKWrm EVAN6EUCA
. M 91.200 - 96.550
tei. 0121-954194
Quando ho letto su RiformaL’eco delle valli valdesi del 13 aprile
l’articolo «L’autobus valdese» mi
sono detta: «Ecco un modo simpatico e originale per essere, noi
evangelici, visibili “all’esterno”
mediante un mezzo pubblico, un
modo di dare testimonianza e far
conoscere le nostre chiese!».
Poi, sul numero del 27 aprile, ho
letto nello spazio della «posta» ciò
che ha scritto la sorella Tiziana
Bouchard di San Germano, rispondendo al sopraccitato articolo. All’inizio ella afferma quanto sia bello rallegrarsi per essere riusciti, dopo anni di lotte, a costruire un rapporto ecumenico tra i diversi credo
religiosi e, tra valdesi e cattolici,
aver trovato un punto d’intesa, ecc.
Poi, mentre si dichiara valdese, di
famiglia valdese, credente, fiera
della propria identità, si rammarica moltissimo dell’articolo in questione, dichiarando vergognoso il
comportamento dei valdesi (ma lei
pure lo è!). Li accusa di non essere
diversi dai cattolici e di essersi
messi al loro stesso livello, con il
culto delle immagini, ecc. Credo
proprio, anzi ne sono certa, che la
sorella Bouchard abbia frainteso
quanto di più semplice c’era in
quell’articolo di Longo, così duramente, troppo, colpito! «L’immagine» del tempio valdese sull’autobus è come una réclame, un
mezzo di informazione, di testimonianza e non certo di adorazione, o
culto delle immagini, come la Bouchard asserisce. Lo spiega bene Eu
17 maggio, giovedì
PINASCA: Dalle 8 alle 18, Fera d’ie capiine, rassegna zootecnica.
TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla biblioteca della Casa valdese, concerto con Laura Giordano, al pianoforte, musiche di Chopin, Listz, Albeniz e Schubert.
-TORRE PELLICE: j^le 21, nella sala consigliare del
Comune, corso su «Degustazione del miele», continua anche venerdì 18.
18 maggio, venerdì
PINEROLO: Al salone dei Cavalieri, alle 20,45, Paolo Ribet presenta il volume «Le Chiese della Riforma:
storia, teologia, prassi» di Ermanno Genre, Sergio Rostagno, Giorgio Tourn.
TORRE PELLICE: Alle 20,45, alla biblioteca della
Casa valdese, Aimaro Isola parlerà su «Architettura e
paesaggio».
OSASCO: Dalle 21 alle 23, incontro con i vini su
«Nebbioli... non solo Langa», all’istituto agrario.
PINEROLO: Nella parrocchia di Abbadia Alpina,
dalle 20,30 alle 22,30, incontro su «Riconoscimento e
utilizzo di erbe spontanee».
TORRE PELLICE: Alle 21, nella sede della Bottega
del possibile, a cura dell’associazione «Il Sassolino
bianco» e dell’associazione «Senza cònfini» vai Pellice, incontro su «Cernobil 15 anni dopo», verrà proiettato un video sulla situazione attuale e interverrà il
dottor Giovanni Mathieu.
19 maggio, sabato
PINEROLO: Alla biblioteca civica Alliaudi, dalle 15
alle 18,30, e domenica 20, dalle 10 alle 18,30, mostra
su «Re, Papi e Signori, tra pubblico e privato: pergamene e sigilli dell’Archivio storico di Pinerolo».
TORRE PELLICE: Nel tempio valdese, concerto
della corali valdese di Torre Pellice e Angrogna, a favore dell’associazione «Senza confini».
PEROSA ARGENTINA: Alle 16,30, nel salone della
Comunità montana. Silvana Marchetti e Alex Berton
presentano «La Castellania di vai San Martino» di Ettore Peyronel, con la presenza dell’autore e delle associazioni «La valaddo» e «Vallescura».
PINEROLO: Alle 17,30, nella chiesa di Sant’Agostino, inaugurazione della mostra «Antropologia e storia
della Pampa india nell’incontro con gli emigranti piemontesi in Argentina».
20 maggio, domenica
BRICHERASIO: Seconda edizione della Festa occitana, alle 10 ritrovo in piazza Giretti di musicisti e
danzatori, alle 10,15, ritrovo auto storiche. Musiche e
danze per tutta la giornata.
genio Bernardini in fondo all’articolo del 27 aprile (e condivido pienamente il suo pensiero).
A me non sembra che questa
notizia sia stata da lei interpretata
nel modo giusto, creando, lei,
confusione e non i valdesi che sono andati all’inaugurazione dell’autobus. Credo, invece, che la
sorella Tiziana si sia, forse, lasciata
un po’ prendere la mano, inorgogliendosi per il cognome che porta. Lei sostiene che è il «non apparire che contraddistingue i veri
valdesi», per me, invece, ciò che
contraddistingue i veri cristiani, di
qualsiasi denominazione essi siano, e a maggior ragione i valdesi
che hanno una grande storia alle
spalle, è il loro guardare avanti in
cammino con tutti i loro fratelli.
Felici di «apparire», felici di essere
«visibili», perché solo così si può
testimoniare l’Evangelo, con amore e comprensione (anche se per
noi qualcuno sbaglia); solo così si
può testimoniare la Grazia del Signore risorto!
E se «l’immagine» di una chiesa
su un autobus può suscitare curiosità anche in una sola persona,
spingendola a voler conoscere più
da vicino le nostre chiese, quell’immagine sarà il mezzo propulsore che potrà condurre a Dio e,
allora, ben venga! Non a noi Signore, ma solo a te e al tuo figlio
Gesù Cristo, nostro Salvatore, siano la lode e la gloria sempre... con
qualsiasi... «mezzo»!
Rosy Castelletti Balos
comunità valdese di Trieste
21 maggio, lunedì
PINEROLO: Al circolo sociale, alle 20,45, presentazione del libro «Los rostros de la tierra», con l’autore
Josè Carlos Depetris.
ROURE: Fiera primaverile in frazione Roreto.
VTl .i AR PELLICE: Fiera primaverile in piazza Jervis
PINEROLO: Nel salone del museo diocesano, alle
20,45, presentazione del libro «Il silenzio dei vivi», di
Elsa Springer.
24 maggio, giovedì
PINEROLO: Al circolo sociale di via Duomo, convegno di studi sahariani.
25 maggio, venerdì
PINEROLO: In via Vescovado 6, alle 21, incóntro su
«Il trauma cranico in età adolescenziale: possibilità di
prevenire alcuni dei fattori di rischio da parte della
famiglia e della scuola» con Elina Caminiti, terapista
dalla riabilitazione.
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CINEMA
NELLE CHIESE VALDESI
ASCENSIONE — Giovedì 24 maggio, culto unico
per tutte le chiese del 1“ circuito a Villar Pellice, alle
21, a cura dei predicatori locali. Culto per le chiese,
del 2“ circuito a Pinerolo, alle 20,45, con predicazione
del pastore Giorgio Bouchard.
1“ CIRCUITO — Venerdì 18 maggio, alle 20,30, assemblea di circuito a Luserna San Giovanni nei locali
della chiesa valdese.
3“ CIRCUITO — L’assemblea del 3“ circuito si svolgerà venerdì 18 maggio, alle 20,30, a Frali; all’odg elezione del Consiglio.
ANGROGNA — L’ultima assemblea dell’anno in
corso avrà domenica 20 maggio e sarà dedicata alla
discussione della relazione morale.
BOBBIO PELLICE — Incontro dell’Unione femminile, domenica 20 maggio.
PINEROLO — Giovedì 17 maggio, alle 15, incontro
dell’Unione femminile con la partecipazione della
professoressa Husak, che presenterà l’attività della
comunità alloggio di Rovigno.
POMARETTO — Incontro al Centro anziani di Porosa, venerdì 18 maggio, alle 16. Incontro dell’Unione
femminile dell’Inverso, venerdì 25 maggio.
TORRE PELLICE — Domenica 20 maggio, alle 10,
assemblea di chiesa, nel tempio del centro, con elezione di due anziani e un diacono e relazione annua
del Concistoro sull’attività della chiesa.
VILLAR PELLICE — Domenica 20 e lunedì 21 maggio, bazar organizzato dall’Unione femminile.
VILLASECCA — Bazar deH’Unione femminile, domenica 27 maggio, alle 14,30.
INFORMAGIOVANI VAL PELLICE i
Piazza Partigiani - Luserna S. Giovanni
0121-902603
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Dal lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 17
TORRE PELLICE ~
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19, ore 20,10 e 22,20, domenica 20, ore 18,2O,10(
22,10, lunedì 21, ore
21,15, The mexican.
BARGE — 11 ciriema
Comunale ha in programma per venerdì It
maggio, ore 21,15Together; sabato 19, ore
21.15, Le fate ignoranti;
domenica 20 ore 16,45,
19 e 21,15, lunedì, martedì, mercoledì e giovedì
ore 21,15, The mexican,
PINEROLO — La mul
risala Italia ha in programma, alla sala «5ceato» La mummia, il ritorno; feriali 20 e 22,20, sabato 20 e 22,30, festiiii
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Germanasca; sabato
maggio, alle 21,15 a Pi®
al Centro ecumenico
Agape, serata interam®
te dedicata alla ffios
occitana. È di scen
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gruppo «Roussinholi
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formazione occitana
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alla fine del 1998. sei
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mentale dove le son
tradizionali di
violino e organetto^
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di Rosella Pelletino l
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g II sindaco
di Pachino
Non è usuale scrivere degli
articoli perù nostro giornale
un sindaco dell estremo
embo della Sicilia, tra l’dtro
rattoUco. Per questo sindaco
invece l’eccezione va fatta,
net Ü tipo di persona e per i
narticolari rapporti che intercorrevano con la comunità
valdese locali. 11 21 aprile
Mauro Adamo è morto dopo
una lunga agonia all’ospedale Garibaldi di Catania, per
unamultiemorragia cerebrale Aveva solo 42 anni, ma ha
lasciato un vuoto profondo
nella collettività pechinese,
soprattutto tra le persone più
impegnate della città, che lo
conoscevano e lo apprezzavano per le sue doti di persona spirituale, molto disponibile, impegnata a dare delle
risposte concrete di tipo socitde, pronta all’ascolto e a rivedere le sue idee, aperto al
dialogo, vicino alle nostre
idee evangeliche, seppur cattolico mUitànte, convinto assertore dell’associazionismo
e del volontariato.
Già fin dal 1979, come responsabUe del gruppo locale
«Gen», ha collaborato alla
realizzazione di una mostra
sull’obiezione di coscienza e
sulla pace, allestita nella chiesa valdese e culminata con un
culto in piazza: nel 1981-84,
sull’onda dell’opposizione ai
missiU emise e alla base militare di Comiso, ci è stato vicino collaborando insieme nel
Comitato per la pace e il di, sarmo di Pachino e, ancora,
in un Gmppo ecumenico per
l’obiezione di coscienza (’8485), Tra i più tenaci militanti
del «Comitato prò Pachino»
(1988-1991), che tra l’altro si
occupava di malasanità, nel
1988 diventa tra i più autorevoli fondatori dell’Avis locale
che oggi è tra le sezioni più
attive ed efficienti della provincia di Siracusa. Adamo si
ritrova anche tra i soci fondatori delTApac (1992), una delle prime associazioni antiracket della Sicilia. E nel 1995
è tra i fondatori della sezione
Aido di Pachino, di cui è stato
convinto fautore.
L’attività che però lo ha impelato maggiormente negli
ultimi anni è stata la condurione di un movimento politico cittadino «Rinascita», na- ■
-al Chiso«
alii in'
sabato
,15aPt»
menie®
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11a musi®
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si est«”i
, all’OceaJ
a proP*^
0 inn®'
princiP
a musité
o di i
to nel 1993, sorto per dare
una risposta concreta ai politici mestieranti delia città.
Come esponente di questo
movimento, Adamo diventa,
nel 1998-99, assessore ai Servizi sociali e, fin dall’inizio, si
caratterizza per ii modo nuovo di amministrare: la gente
lo sente vicino, egli si preoccupa dei problemi concreti
delle persone, cercando però
dei metodi che non siano un
mero assistenzialismo, e si rivela un politico preparato,
consapevole dei compiti reali
di un Comune posto al servizio della collettività. Mauro si
dimostra particolarmente
sensibile al problema degli
immigrati extracomunitari ed
è proprio nei locali dell’assessorato che nasce l’Associazione «Insieme», da un
progetto maturato aH’interno
della Chiesa valdese e poi divenuto patrimonio cittadino.
Alla fine del ’99 Mauro
Adamo diventa sindaco di
Pachino: lavora con impegno
e dedizione e riesce ad allestire diversi progetti utili per
la città. Non lavora però soltanto per gli innumerevoli
problemi mai risolti della
città: ha problemi anche con
la coalizione che lo ha sostenuto e lo sostiene, con l’opposizione: appare stanco, ma
sempre più deciso ad andare
avanti. Adesso alcuni progetti seguiranno il loro corso,
ma altri forse saranno troncati con la sua morte improvvisa. Al suo funerale una folla
immensa è lì per dargli l’ultimo saluto. La grande chiesa
e il salone attiguo, con uno
schermo gigante non bastano. Questa morte inquietante
e improvvisa di un «discepolo di Cristo», che ha rischiarato per un attimo il buio come
la fredda luce di un lampo,
facendoci scorgere la situazione della nostra città e della nostra vita, potrà essere
occasione e strumento di riflessione e di conversione?
Nino Gullotta-Pachino
B Indirizzo e-mail
Il Villaggio evangelico di
Monteforte Irpino comunica
il nuovo indirizzo e-mail: villaggioevangelico@ildialogo.o
rg. Sono disponibili iinformazioni sul Villaggio stesso al sito: www.ildialogo.org.
Ricordo del ministero del pastore Gustavo Bouchard a Genova-Sampierdarena
Un esempio di consacrazione senza riserve
CIACOIIO E imifA QUARTINO
CHIAMATO aH’improwìso a recare
la testimonianza e il saluto della
Chiesa valdese di Sampierdarena al funerale del pastore Gustavo Bouchard,
sono riuscito a esprimere davanti alla
sua bara solo una minima parte dei
sentimenti che in quel momento assalivano me e i fratelli della mia comunità. Ora, a mente fredda, vorrei dalle
pagine di Riforma riprendere il discorso, insieme a mia moglie.
Per 14 anni, dal ’72 all’86, Gustavo
Bouchard ha servito fra noi il Signore ed
è stato per noi un esempio di consacrazione senza riserve, di preghiera continua, di ininterrotto, studio della Parola.
È stato per noi maestro di vita spirituale •
e di impegno personale nella chiesa. Gli
studi biblici fatti con lui e con altri grandi pastori, come Gino Conte, la cui collaborazione egli ricercava sempre, sono
stati decisivi per la nostra formazione
teologica. In diversi di noi ha suscitato
la vocazione alla predicazione della Parola, che egli ci raccomandava fosse
sempre ispirata alla semplicità.
Semplice e mddesto egli stesso, non
faceva mai pesare la sua cultura (forse
pochi sanno che si era anche laureato
in lettere a Roma), ma aveva con tutti
un'affabilità disarmante. Le sue visite
frequenti, le sue telefonate («Che avete
mangiato di buono a cena?», incominciava sempre, lui che viveva di insalata)
non si possono dimenticare, come si
tramandano ancora gli aneddoti sulla
sua dolce e temibile svagatezza di automobilista più attento alfe cose dello
spirito che alla segnaletica stradale e
sempre incredibilmente perdonato dai
vigili. Alla più grande umanità e bontà
egli univa, manifestandola quando se
ne presentava la necessità, la più grande fermezza: quei suoi occhi azzurri
come quelli di un bambino diventava
no allora severi: anche in riva al nostro
mare di Liguria egli è rimasto l’uomo
delle montagne da cui veniva e in cui
per tanti anni aveva servito. Aveva imparato presto a conoscere i sentieri del
nostro Appennino e ci trascinava spesso in scampagnate che cementavano la
nostra amicizia.
Venuto a Sampierdarena, Bouchard
aveva trovato una comunità ripiegata
su se stessa, che attraversava un periodo di sterilità. Quando egli si è presentato con le sue proposte di rinnovamento, che aveva già sperimentato con
successo a Pomaretto, il Consiglio di
chiesa gli ha opposto una netta chiusura. La «questione della toga», che egli
voleva abolire nei culti per rilevare la
laicità del ministero pastorale e il Consiglio all’opposto voleva tradizionalmente mantenere, fu solo il segno di
una più profonda divergenza di posizioni ecclesiologiche. Senza la sapiente
fermezza del pastore, questa divergenza avrebbe potuto portare a una vera
rottura. Ma in capo a due anni le cose
cambiarono: cominciarono ad avvicinarsi nuove famiglie e la scuola domenicale si riempì di bambini, la comunità,
mutò volto e divenne veramente una
famiglia spirituale riunita, dalle più diverse provenienze, intorno al Signore.
Bouchard sapeva coinvolgere tutti, i più
giovani come i più anziani, i più emarginati come i più inseriti nella chiesa, e
nessuno poteva tirarsi indietro.
Sarebbe troppo lungo ricordare le innumerevoli iniziative di evangelizzazione a tutti i livelli in cui egli si impegnava e impegnava la sua comunità.
Una, apparentemente modesta, ci
sembra significativa: sin dal primo anno, famiglie e persone isolate cominciarono a riunirsi il giorno di Natale in
agapi che volevano essere contestazione dei Natali borghesi, consumistici.
Questi «Natali poveri» che egli aveva
inventati con noi, sono proseguiti sempre nella nostra chiesa finché ci siamo
stati, cioè fino all’anno scorso, e appena potremo rientrare nei nuovi locali li
riprenderemo, non in nome di un altro
tradizionalismo, ma per non dimenticare appunto il valore della povertà
evangelica, che Gustavo ha saputo vivere e insegnarci.
Bouchard era, infatti, davvero un
«povero nello spirito» che conosceva
realmente la povertà e la condivideva
fiduciosamente con la sua famiglia: i
suoi figli, la sua Elsa, che abbiamo visto
sempre accanto a lui, compagna intelligente, attiva e discreta, sostegno efficace nel suo ministero. In quegli anni,
certamente, qualcuno se n’è andato via
da questa comunità di Sampierdarena,
troppo ugualitaria, dove non c’era più
il rispetto dovuto ai più abbienti, e
troppo mal frequentata («Siamo tutti
zingari» diceva Bouchard che, come
sappiamo, aveva un debole per gli zigani), ma molti si sono avvicinati e sono
entrati nella nostra chiesa. E ognuno di
loro oggi vorrebbe portare la sua testimonianza sulla eccezionale capacità di
accoglienza, di ascolto, di coinvolgimento che aveva trovato in questo pastore: egli veramente sapeva «farsi tutto
a tutti», sapeva esserci amico e renderci amici tra noi, sapeva evangelizzare e
darci il desiderio di evangelizzare.
Così è rinata la chiesa di Sampierdarena e, pur subendo anch’essa l’evidente logorio del tempo, pur attraversando momenti di crisi, ha mantenuto
vivo l’insegnamento di chi si è speso
senza risparmio per rinnovarla. Per
una nuova stagione di evangelizzazione, noi abbiamo ora affrontato la
scommessa dei nuovi locali di piazza
Settembrini. Quando usciremo all’aperto tra gli alberi di quella piazza per
annunciare la parola del Signore, il nostro Gustavo sarà con noi.
B Ancora
un compleanno
per Agape
Sul n. 18 di Riforma Silvia
Rostagno ha scritto, come
preludio all’anniversario dei
50 anni di Agape, un articolo
sobrio, lucido e non trionfalista. Agape e la comunità sono sempre vivi dopo 50 anni.
L’anima di Tullio Vinay ha
posto le fondamenta e ha dato ravvio, altri si sono poi avvicendati alla direzione e'come residenti, con varie fortune, in una sinusoide del tutto
Passatempo
(D. Mazzarella)
Orizzontali
che ricorda il dono
10 ß Spirito Santo
«• Recipiente usato nella
RiDnficazione di ingra
11
teologo autore
lo t.utero giovane”
|2’Üeti. festosi
no» ®®t3hno... anche
17 computer
ttiziall di Respighi
19. Una valdese è la Foresteria di Torre Pellice
20. Città natale di Giovanni
Calvino
23. Sigla di una versione
francese della Bibbia
24. Gli israeliti spesso invocavano Dio con questo
nome
26. Di notte sono piccole
27. Padre di due apostoli
29. Iniziali dello scrittore
Tassoni
30. Sono parenti
31. Il caprone è detto anche
così
33. Modo di esprimersi che
richiama l’intensità dei
sentimenti
Verticali
1. Pietro, pensatore modenese, esponente della filosofia rinascimentale
italiana
2. Curò la formazione del
profeta Samuele
3. Negazione russa
4. Termine citato nella Bibbia per indicare la logica
della giustizia retributiva
5. Pari in lettiga
6. Appartenente alla stessa
epoca
7. Adesso... in forma poetica
8. Quello messianico è una
caratteristica del vangelo
di Marco
9. La madre di Giovanni
Battista
13. Segue l’alba
16. Nota marca di carburanti
18. Spettacoli popolari americani con cowboys e cavalli
21. Corno di ariete suonato
per annunziare l’inizio
dell’anno del giubileo
22. Opposto allo zenit
25. Due giorni fa era domani
28. Occidentale in breve
32. Nella noia e nella soia
umanamente prevedibile.
Mi preme di dire qui quello
che Silvia forse non può dire,
cioè i frutti dell’albero Agape.
Per i frutti, non ci sono statistiche, eppure ci sono stati e
continuano a essercene perché Agape, grazie al succedersi di comunità residenti
responsabili, è riuscita a
mantenere un livello unico di
campi e di incontri. Nessuno
è partito indifferente da lassù, ve l’assicuro. La foto accanto all’articolo illustra bene l’intesa intergenerazionale: Oscar tredicenne, la sottoscritta settantenne, un uomo
di mezza età, due donne e
una bambina...
Ormai promossa nonna dai
cadetti, ricevo loro notizie regolarmente, per non parlare
degli amici che, dal 1977, mi
sono rimasti fedeli. I costmttori, tra cui ero dal 1947 al
1950, si sono fatti, per forza
di cose, più rari, ma mi capita
ancora di incontrarne facendo l’accoglienza ai visitatori,
un po’ nostalgici, un po’ critici: «I prati erano più verdi,
non c’era la biancheria distesa nel matroneo...». Anche
noi eravamo più verdi allora,
e le lenzuola tornavano stracciate da Perosa...
Agape, durante questi 50 e
più anni, ha ridato vita a molti, ha tracciato destini, ha
aiutato e illuminato tante esistenze. Ne ho le prove. È comunità animata e sorretta
dallo Spirito in cui, come diceva Franca Bezzi, talvolta si
incontra un campista speciale: Gesù.
Violetta Fasanari - Losanna
^ Il valore
del lezionario
Recentemente, la morte di
un’amica di tanti anni fa, Liliana Mentini Venturi, mi ha
permesso di rinnovare i legami con la figlia, Myriam Marcheselli, che nel ringraziarmi
per la partecipazione al dolore suo e della sua famiglia mi
scrive: «...la mamma si è
spenta velocemente dopo
avere, come sempre, letto al
mattino Un giorno, una parola, che per quel giorno (23
marzo scorso) prevedeva due
versetti tanto fidatti a lei che
ci ha insegnato a credere: la
trasmissione della fede alle
nuove generazioni (Salmo 78,
4) e la resurrezione (I Corinzi
15, 3-4)». Commossa, non
posso non pensare alla sensibilità e all’utilità del lezionario Un giorno, una parola,
come già scrivevo in una breve considerazione su Riforma
del 16 febbraio.
Liliana fliùei-Torre Pellice
^ Valdo e Valdés
Nell’articolo a firma «e. p.»
«L’arte italiana nell’età della
Riforma» (n. 18 del 4 maggio,
p. 4) è scritto che il grande
pittore del Cinquecento Jacopo Pontormo, realizzando il
famoso affresco nel coro della
basilica di San Lorenzo a Firenze (purtroppo perduto),
avrebbe «trasferito in immagini» il «catechismo di Valdo,
che in quegli stessi anni veniva messo all’indice dei libri
proibiti e condannati». Mi auguro che i lettori abbiano capito che non si trattava dell’iniziatore del valdismo, l’ex
mercante lionese Valdo del
XII secolo, bensì del riformatore spagnolo-partenopeo
Juan de Valdés del XVI secolo. Il prof. Firpo ha pubblicamente riconosciuto che il merito di quella scoperta va attribuito a Salvatore Caponetto,
nel suo La Riforma protestante neiritalia del Cinquecento
(Claudiana, 2® ed., 1997).
Carlo Papini - Genova
Per la pubblicità su
tei. 011-655278
fax 011-657542
L'incontro
con Zamboni
A proposito del resoconto
dell’incontro con il musicista
e scrittore Massimo Zamboni
(Riforma n. 19, p. 5) tenutosi
alla libreria Claudiana di Firenze il 21 aprile, si precisa
che esso è stato progettato,
organizzato e curato dalla libreria stessa e dal locale gruppo Fgei: questo è un doveroso
ringraziamento a un piccolo
gruppo di ragazzi e ragazze
che, per l’occasione e durante
tutta la sua lunga preparazione, si sono entusiasmati.
Pasquale lacobino - Firenze
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«...ma voi mi vedrete
perché io vivo e voi vivrete»
Giov. 14,19
I familiari di
Davide Edmondo Avondet
di anni 77
neli'impossibilità di fario singolarmente ringraziano tutti coioro che
in qualsiasi modo hanno preso
parte al loro dolore. Un grazie particoiare al pastore Ruben Vinti.
Prarostino, 1® maggio 2001
RINGRAZIAMENTO
«Se viviamo, viviamo nel Signore;
se moriamo, moriamo nel Signore.
Sia dunque che viviamo o che
moriamo, siamo del Signore»
Rom. 14, 8
La moglie, il figlio e i familiari
tutti del prof. dott.
Giovanni Mourglla
partigiano
commossi per la dimostrazione di
affetto tributata al loro caro, nell’Impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che
con presenza, parole di conforto,
scritti e fiori hanno preso parte al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al pastore Bruno Rostagno, al
moderatore past. Gianni Genre,
alla Ciov nella persona della presidente, prof.ssa Franca Coìsson,
all’Associazione Amici dell'Ospedale valdese di Torre Pellice nella
persona del presidente, sig. Sergio Nisbet, ai gruppi Anpi intervenuti e all’Ana.
Torre Pellice, 17 maggio 2001
20
PAG. 16 RIFORMA
BALE
VENERDÌ 18 MAGGIO 2001
Marinetta Gannito ha fatto parte di una delegazione di «Testimoni per la pace»
Colombia: lotta contro il Piano antidroga
Il Piano Colombia sta forzando i contadini a coltivare prodotti che non possono trasportare e a
partecipare a un'economia globale dove entreranno in una competizione perdente con gli Usa
MARINEnACANNITO
.T A mia scelta è la lotta
« J^l
_____I per la pace e la giustizia, la chiamata della parola
di Dio per la mia vita. Possono uccidermi, ma avverrà solo quando Dio deciderà che
ho portato a termine il compito che mi aveva chiamato a
svolgere».
Questa di Hector Mondragón, sociologo e difensore dei diritti degli indigeni,
torturato dai militari all’età
di 23 anni, è una delle tante
appassionate affermazioni
che ho sentito nelle due settimane trascorse in Colombia a metà marzo. Ero parte
di una delegazione organizzata da Witness for Peace,
(Testimoni per la pace o, come si chiama in Spagnolo,
Azione permanente per la
pace). La delegazione era
composta di 100 persone
provenienti da 29 diversi stati
degli Usa e ben 18 organizzazioni religiose, con una fascia
di età oscillante tra i 19 e gli
81 anni. L’obiettivo era quello di raccogliere informazioni
di prima mano sulle conseguenze della politica estera
degli Stati Uniti in Colombia
attraverso incontri con gruppi pacifisti, leader indigeni e
afrocolombiani, contadini,
organizzazioni di donne, profughi, membri dell’esecutivo
di imprese di commercio e
comunicazioni, sindacalisti,
pastori e sindaci locali.
Ne è risultato un quadro
estremamente complesso,
nel duro contesto di una
guerra civile che si protrae
ormai da circa 40 anni, con
multipli attori armati, guerriglia (Forze armate rivoluzionarie colombiane e Esercito
di liberazione nazionale), paramilitari (Autodifesa unita di
Colombia) ed esercito governativo. Noi delegati abbiamo
ascoltato storie di forzato abbandono della terra, di violenze e torture operate dalle
forze paramilitari con la
complicità dell’esercito che
riceve armi e addestramento
dagli Stati Uniti. Abbiamo
camminato attraverso metal
detector e vetri a prova di
proiettile per parlare con
membri di organizzazioni
che difendono i diritti umani.
Abbiamo mangiato sotto gli
occhi e le orecchie vigili di
guerriglieri e paramilitari e
abbiamo dormito in case
bruciate e mitragliate. Siamo
stati testimoni di una guerra
dove nessuna parte è vincitrice, e tutte le parti si macchiano di atrocità.
Il «Piano Colombia»
Al conflitto ormai consolidato si aggiunge la produzione e il traffico di droghe, il
commercio che finanzia sia
la guerriglia che le attività paramilitari. La portata del problema è enorme: la Colombia
produce attualmente l’80%
della cocaina che si consuma
negli Stati Uniti. Violenza e
crimine comune legati al
commercio della droga sono
in aumento. Contro questo
mercato è nata l’iniziativa
antinarcotica del governo colombiano per la regione andina, «Piano Colombia».
L’anno scorso l’amministrazione Clinton ha stanziato un miliardo e 300 milioni
di dollari in aiuto al «Piano
Colombia», per la maggior
parte sotto forma di aiuti militari all’esercito colombiano,
assumendo quindi una posizione di parte nel quadro del
conflitto che non giova al
processo di pace. Nonostante
le forze a. nate colombiane
abbiano uno del peggiori record di violazione dei diritti
é
waMumuvioiEW! !
UYIDIIYIIIEVEIIM2II
IO
Uno striscione deiia campagna contro la violenza e per la difesa dei
umani dell’emisfero, la condizionale riguardante il rispetto dei diritti umani è stata esclusa dal pacchetto di
aiuto statunitense al Piano
Colombia. Come se non bastasse, l’amministrazione Bush ha ora proposto un aumento di altri 400 milióni di
dollari a sostegno della recente «Iniziativa Andina»,
che in ultima analisi tende a
tenere sotto controllo i vari
movimenti populisti che si
stanno sviluppando nelTAmerica del Sud.
I danni delle fumigazioni
Dalla capitale, Bogotá, alle
quattro regioni più colpite
dal conflitto da noi visitate
sia nel Nord che nel Sud della
Colombia (Putumayo, Caquetà, Norte de Santander e
(Ìauca), persone appartenenti a diversi settori sociali hanno condiviso con noi la loro
valutazione sul Piano Colombia. Questo piano prevede
l’eliminazione delle piantagioni di coca attraverso fumigazioni aeree di un erbicida
tossico nelle regioni del Sud
produttrici di coca, e il ritorno dei contadini alle coltivazioni lecite. Durante un incontro cordiale, ma estenuante, i rappresentanti del
governo statunitense in Colombia hanno sostenuto che
le fumigazioni aeree avvengono in modo altamente accurato per colpire solo le
grandi coltivazioni di coca,
quelle a livello industriale.
In contrasto con queste affermazioni, noi abbiamo incontrato contadini le cui coltivazioni agricole legali e i cui
allevamenti di pesci sono stati ripetutamente fumigati,
con conseguenze dannose
anche per la loro salute. Tanti
bambini hanno ora la pelle
rovinata dall’acido delle fumigcizioni, e forse non riceveranno mai cure adeguate. Per
questo motivo i contadini
che coltivano coca sono propensi allo sradicamento manuale, che sarebbe molto più
economico, e meno dannoso
delle fumigazioni. Ciò che i
contadini chiedono in cambio, però, sono infrastrutture
locali di sviluppo. L’ironia è
infatti che il Piano Colombia
sta forzando i contadini a
coltivare prodotti che non
possono poi trasportare, a
vendere in mercati che non
esistono, e a partecipare a
una economia globale dove
entreranno in una competizione perdente con gigantesche industrie agrarie del
Nord America.
diritti umani (foto Jess Hunter)
grandi proprietari terrieri, a
Le principali vittime
È risultato chiaro che le
vittime più deboli sono i piccoli contadini, contro cui è in
corso una vera e propria
guerra per il possesso della
terra. Quando i terreni vengono fumigati e resi incoltivabili, i contadini si trovano
costretti a vendere le terre ai
spostarsi verso una nuova
zona con terreno incontaminato, o a migrare nelle città,
doVe vanno ad aggiungersi
alla gran massa di disoccupati senza tetto. La loro scelta è tra il morire di fame, diventare rifugiati nel proprio
paese, coltivare prodotti illegali, o unirsi all’unica risorsa
di impiego della loro zona; i
gruppi armati.
La politica attuale antinarcotica in Colombia ignora il
fatto che, secondo un recente
studio presentatoci da Sanho
Tree, esperto di politica sulla
droga, provvedere appropriati programmi di riabilitazione
per tossicodipendenti negli
Usa sarebbe, dal punto di vista finanziario, 23 volte più
effettivo che cercare di sradicare la coca all’origine. L’attuale situazione, invece, è
che milioni di tossicodipendenti negli Stati Uniti non
possono ricevere adeguate
cure, e le prigioni sono piene
di vittime della droga e della
politica punitiva che vuole
combatterla. Un agricoltore
colombiano ci ha detto: «La
comunità internazionale deve prendersi le sue responsabilità. La Colombia produce
la coca, ma se le altre nazioni
non diminuiscono il consumo di cocaina, i nostri sforzi
per sradicare le coltivazioni
di coca saranno inutili».
«Rete europea su lavoro ed economia»
Il futuro del lavoro oltre
l'impiego e il mercato
(1 - continua)
■ 5 anglicani dovranno comparire davanti a un tribunale
Nigeria del Nord, là dove vige la «sharia»
Cinque anglicani, due preti
e tre laici, dovranno comparire davanti a un tribunale del
Nord della Nigeria per avere
sequestrato due adolescenti
allo scopo di consentire loro
di sfuggire a un matrimonio
«combinato» in una regione
del paese in cui la legge islamica (sharia) viene rigidamente applicata. Il canonico
Musa Haruna, il sacerdote
Isiya Idi, e tre laici, che sono
stati detenuti per un certo
tempo dalla polizia, affermano che le due sorelle, cristiane praticanti, erano venute
per cercare rifugio nella loro
chiesa. Secondo la legge del
paese, il reato di sequestro è
passibile di una pena massima di 14 anni di prigione.
Kano è uno dei nove stati
del Nord della Nigeria che invoca il diritto costituzionale
di applicare rigidamente la
legge islamica in tutti gli ambiti della vita di un musulmano. Negli stati dove vige la
sharia dei gruppi di musulmani, gli «hisba», operano
parallelamente alle forze della polizia nazionale. Il Nord
del Paese è a maggioranza
musulmana, ma stati molto
popolati come il Kano contano anche importanti comunità cristiane, tra cui una comunità di circa 20.000 anglicani la cui vita è sempre più
segnata dalla sharia.
Il sacerdote Idi ha precisato che le due adolescenti,
Rekya e Dije Garba Chiroma,
che oggi hanno 16 e 17 anni,
sono cristiane praticanti della città di Tudum Wada, nel
Nord-Ovest di Kano. Quattro
anni fa il loro padre, un animista, si è convertito all’islamismo e ha voluto che le figlie, che allora avevano 12 e
13 anni, si convertissero anche loro per poter sposare
dei musulmani. Di fronte al
loro rifiuto, il loro zio le ha
portate dall’imam. Esse dichiarano di essere state trat
ANTOWELIAVISINTIN
Quattordici persone di
dieci paesi europei, gran
parte delle quali impegnate
in «Industriai ed Urban Missions», strutture diaconali rivolte ai problemi dei lavoratori e lavoratrici, dei disoccupati o al disagio urbano, per
due giorni hanno scambiato
analisi ed esperienze su come sviluppare un nuovo paradigma per il lavoro oltre il
modello attuale, su quali valori improntare le scelte politiche, su come separare il
reddito dall’attività lavorativa
ancorandolo alla cittadinanza, al fine di soddisfare i bisogni pressanti e dare alle persone maggiore sicurezza.
L’incontro si è tenuto a Parigi, in omaggio alla Francia,
paese nel quale in questi anni
maggiore è stato lo sforzo di
elaborazione di scenari e
proposte per rinnovare il rapporto fra economia e società
nell’era della disoccupazione
strutturale di massa, da parte
sia della società civile (fra cui
le chiese) che del governo
(fra i cui consulenti figurano
anche protestanti impegnati,
come Anne Fouquet).
Conferenza episcopale tedesca e «Quale futuro vogliamo?», a cura della Federazione delle chiese protestanti
della Svizzera e della Conferenza dei vescovi svizzeri.
Anche le chiese cercano percorsi efficaci di fi-onte alla domanda; come liberare il lavoro e restituirgli la capacità di
essere strumento per servire
il prossimo e partecipare alla
creazione di Dio? E, più a
monte, quanto è condivisa
l’opinione, anche fra i protestanti, che i cristiani hanno
responsabilità sociali? Compito della diaconia è fare la
carità o essere strumento per
il cambiamento?
tenute da lui per sei giorni.
Sono poi fuggite e sono state
portate da uno dei laici oggi
imputato in una chiesa della
parrocchia di Tudum Wada.
Poco dopo, secondo il canonico Haruna e il prete Idi, le
due sorelle sono state mandate dalla loro zia.
Il 27 febbraio scorso, alla
vigilia della prima udienza,
Rekya si è presentata aila polizia, ma quest’ultima l’ha riportata da suo padre: da allora, l’altra sorella ha lasciato
la casa della zia e non si sa
dove sia. I cinque anglicani
dovranno comparire davanti
al tribunale di Gyade il 17
maggio. Secondo il vescovo
Nyam, «la legge islamica è diventata molto difficile da
sopportare, e i cristiani della
regione hanno paura. Ho cercato, senza successo, di incontrare il governatore: la
mia sola speranza è di scrivere all’emiro di Kano, Al Hadj
Ado Bayero». (^ni)
La dignità del lavoro
L’economista Wassili Leontieff ha scritto qualche
tempo fa che il ruolo del fattore lavoro nella produzione
è destinato a ridursi come
quello dei cavalli in agricoltura in seguito all’introduzione
del trattore. Per ora assistiamo sicuramente alla sua prostrazione. La dignità del lavoro non è più un diritto, la tutela è diventata un privilegio
e il salario nella dottrina economica torna ad essere elemento di sussistenza, costo
di produzione e non più porzione del sovrappiù. Il tempo
di lavoro è uscito dal controllo: quante ore devo lavorare
per guadagnare un salario di
sussistenza?
Aumenta il gap tra ricchi e
poveri. All’Est c’è chi ricorda
che sotto il sistema sovietico
non c’era lavoro per tutti ma
c'era un posto per tutti. Eppure permane apparentemente inossidabile la centralità del valore del lavoro sia
nella definizione dell’identità
mdividuale che nella strutturazione della società: l’individuo che fa un lavoro precario
è una persona precaria, la
società precedentemente
coesa da comuni condizioni
lavorative ora è disgregata
dalla frammentazione del
mercato del lavoro. Si sgretola l’idea della cittadinanza
come un collettivo, come bene comune di cui si sostiene
una parte della responsabilità, a favore dell’individuo
solo con i suoi bisogni.
L'attenzione delle chiese
Anche per l’elaborazione
teologica protestante che
aveva applaudito e ora rimpiange la socialdemocrazia
la globalizzazione è un duro
colpo. In una prima fase essa
ha continuato a ribadire la
propria linea, l’idea e il mito
protestante del lavoro pur
essendo evidente e crescente
la sua inconsistenza di fronte all’alienazione, l’esplosione della flessibilità, della
precarietà.
Ne danno prova le valutazioni e le raccomandazioni
scaturite dalle consultazioni
effettuate nella seconda metà
degli Anni 90: «Lavoro, condivisione, esclusione», a cura
della Federazione protestante di Francia, «Disoccupazione e futuro del lavoro», a cura del Consiglio ecumenico
delle chiese inglese e irlandese, «Per un futuro di solidarietà e giustizia», a cura della
Chiesa evangelica e della
Ripensare la solidarietà
Si fa avanti l’idea che il concetto di lavoro vada decostruito e ricostruito. Il lavoro
non è tutto subordinato al
mercato, c’è il lavoro riproduttivo, il lavoro per sé, il lavoro volontario, il lavoro familiare... anche se quello remunerato e spesso alienato rimane perno degli altri. Sarà
sempre così? La loro valorizzazione comporta necessariamente una mercificazione?
Per arginare l’individualismo, secondo Alain Supiot,
professore a Nantes, la «reregulation» dev’essere basata
su una nuova comprensione
della solidarietà. Nella tradizione socialista essa era rappresentata dallo slogan «uguaglianza, unità e solidarietà». Ora, uguaglianza diventa equivalenza perché gli
individui non sanno riconoscersi simili nella diversità,
quindi il legame diventa «diversità, rete, solidarietà».
Peter Pavlovic, segretario
della commissione Chiesa e
società della Kek, ha illustrato l’agenda sociale europea
che verosimilmente sarà approvata entro Tanno. 11 programma quinquennale si basa su 6 pilastri; un lavoro più
abbondante e di migliore
qualità, un migliore bilancia. mento fra flessibilità e sicurezza, la lotta alla povertà, la
riforma della protezione sociale, la promozione della
uguaglianza fra i generi, l’allargamento dell’Europa.
Il reddito di cittadinanza
L’esplorazione dei possibili
cammini passa anche per
una proposta che in Italia
non si riesce neppure ad introdurre: il reddito di cittadinanza, un reddito di base indipendente dal lavoro incondizionato per tutti, altrimenti
definito reddito d’esistenza.
È un’idea avanzata fin dalla
fine del 1700 da Thomas Paine, giornalista e polemista
americano. I suoi sostenitori
ritengono che la capacita
produttiva di una società sia
il risultato di un sapere accu;
mulato per generazioni di
cui dunque tutti devono poter beneficiare, diritto legato
alla persona e non al nucleo
familiare.
La discussione è stata aperta da Wolf Dieter Just dell’Accademia evangelica di Mülheim, autore insieme a un
gruppo di studio della regione Nordrhein-Westfalen di
un’analisi «Verso una nuova
definizione di lavoro, reddito
e vita» che verrà discussa m
un ulteriore incontro fissato
per febbraio 2002. Il dibattito, appena agli inizi, è gl“
aspro intorno ad alcuni nodiin una società individualizzata che usa per sé il tempo liberato e non pensa a un ben
comune, che non sa veder
oltre la frammentazione, no
si rischia di produrre deg
eterni adolescenti senp r®'
sponsabilità? L’auspicio
che si allarghi il nurner9 y,
persone desiderose di mis
rarsi con questi temi.
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