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Anno 113 - K. 39
30 settembre 1977 • L. 200
Soedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDE3S
10066 TORRE PEIL ICS
dette valli valdesi
IL PROF. H. GOLLWITZER SULLA ’’GUERRIGLIA” IN GERMANIA
Contro il
ma per i
terrorismo
terroristi
Al netto rifiuto, umano e politico, del terrorismo che si arroga il diritto di
"esecuzioni capitali", fa riscontro l'impegno per la legalità del loro trattamento
La presa di posizione del
professore evangelico di
teologia Helmut Gollw.itzer, che pubblichiamo
qui a lato, è stata scritta prima
del rapimento del presidente degli industriali M. Schleyer accompagnato dall’assassinio di 4 agenti. Ma seppur si riferisce agli atti di terrorismo precedenti, essa
acquista ancor maggior risalto
alla luce degli ultimi avvenimenti.
A prima vista può sembrare
una dichiarazione abbastanza comune. Molto tedesca (è densa e
difficile nel suo svolgimento), di
sinistra, esclusivamente politica.
Così in base a questa impressione, è facile che qualcuno si chieda in che cosa una dichiarazione
di questo genere è la dichiarazione di un cristiano. Non è ciò
che chiunque potrebbe dire? E
non è un discorso esclusivamente politico che non ha quindi nulla di evangelico? Dov’è dunque
lo « specifico » cristiano che dovrebbe distinguere i credenti?
A mio giudizio tuttavia, la pre
sa di posizione di Gollwitzer è
esemplare per definire in che senso i credenti sono chiamati a far
politica.
Lo « specifico » cristiano, o come lo chiamava Bonhoeffer, lo
« straordinario » che i credenti
sono chiamati a mettere in opera nel loro agire al di là dell’« ordinario » comune a tutti gli uomini, non consiste in qualche parola, in qualche citazione biblica,
in qualche menzione del messaggio evangelico, bensì in fatti. E
per ciò che si riferisce ai terroristi in Germania, Gollwitzer, insieme ad altri pastori e laici (Nie
moeller, Heinemann) ha dimostrato un comportamento fuori
deU'ordinario visitando in carcere esponenti del gruppo BaaderMeinhof, tra cui la stessa Ulrike
Meinhof.
Chi conosce anche da lontano
la situazione tedesca sa che in
una Germania resa quasi isterica
dal terrorismo passato e recente, questo gesto di umanità e di
solidarietà con delle persone di
cui pure non si condivide l’azione, ha rappresentato un compromettersi in maniera radicale, un
esporsi ad una squalifica senza
attenuanti. Visite di quel genere
non sono da paragonarsi neppure lontanamente ad una visita a
Renato Curdo (che comunque
(continua a pag. 8)
Franco Giampiccoli
È diventato necessario chiarire senza troppe preoccupazioni
— senza temere applausi dalla
parte sbagliata e senza diminuire con ciò la critica all’illegalità
dei processi contro « terroristi »
e alle condizioni in cui si trovano
coloro che sono stati arrestati
per azioni di carattere politico —
la nostra posizione:
La critica a questa illegaiità
deve continuare — e proprio partendo dallo stato di diritto borghese, ai cui principi essenziali il
movimento socialista è molto interessato —; non è però necessario che derivi una solidarietà con
coloro che sono colpiti da queste
illegalità.
Il movimento operaio ha sempre saputo perché si è sempre
trovato in prima fila tra coloro
che sono contro la guerra. Ogni
guerra scuote la situazione giuridica malferma della società
borghese e ne brutalizza le istituzioni e gli uomini che vi sono
attivi. I tentativi di imitare la
guerriglia urbana latino-americana nel nostro paese trasforma la
lotta antiimperialista nella forma sanguinosa di una guerra prima che questa forma di lotta sia
stata imposta da coloro che hanno il potere. Era da prevedere e
si è stati sufficientemente messi
in guardia: le istituzioni del diritto borghese e coloro che le sosten
gono non lo sopporteranno. Tutte le illegalità (comprese le ulteriori rappresaglie, la trasformazione in uno stato autoritario)
sono — accanto ad altre cause —
anche conseguenze delle azioni
di guerra, contro questo stato.
Lamentarsi di queste conseguenze dopo averle provocate è puerile.
Le azioni della RAF e dei suoi
successori ed imitatori dimostrano il loro carattere pseudorivoluzionario: Dalla liberazione di
Baader nel maggio del 1971 solo
due azioni rivendicate dal gruppo hanno avuto una motivazione
effettivamente politica: l’attentato a istituzioni americane a Heidelberg e a Francoforte nel 1972.
Tutte le altre azioni — rapine in
banche, presa di ostaggi, uccisione di poliziotti — hanno solo servito alla riproduzione del gruppo. Non è mai stato intrapreso
qualche cosa neU’interesse di coloro che sono oppressi da questa
società. Occupato soltanto dalla
riproduzione di se stesso, il gruppo ha compiuto àzfOni che non si
differenziano più da quelle di un
gruppo criminale. Questo vale
anche per quella che è stata chiamata la « punizione » di Buback.
II fatto che questo assassinio
sia stato chiamato « esecuzione
capitale » significa che questi « rivoluzionari » introducono nuova
mente la pena di morte, mentre
noi abbiamo da combattere una
dura battaglia in mezzo a questo
popolo diventato isterico per
causa loro e a causa di una propaganda che si serve delle loro
azioni come pretesto — e questa
battaglia deve far sì che il progresso deH’abolizi'one della pena
difcnorte rimanga. Il fatto che accanto a Buback siano stati abbattuti anche i suoi due accompagnatori o è espressione del disprezzo dell’uomo diventato totale oppure deve significare che la
« pena di morte » deve ora valere per tutti gli appartenenti all’apparato giudiziario e poliziesco.
La pazzia nihilista, che così si è
messa al posto della lotta antiimperialista, è ora chiarissima.
« Distanziarsi » non è più sufficiente a questo punto. Deve es
sere detto in modo molto chiaro:
Questi « Guerrilleros » che si autonominano così e che non praticano nessuna solidarietà con gli
altri socialisti, hanno smesso di
essere compagni. Essi sono oggettivamente diventati alleati e
strumenti della reazione. Questo
è quel che devono finalmente riconoscere, e questa ammissione
viene impedita se proclamiamo
di essere solidali con loro.
Perciò: Le condizioni del nostro sistema giudiziario penale,
della giustizia politica e delle nostre prigioni sono infinite volte
così miserabili che critica e protesta devono colpire queste condizioni con ogni forza. Con ciò
Helmut Gollwitzer
(da « Junge Kirche », luglio 1977)
(continua a pag. 3)
Discepolato
e rinuncia
Luca 14: 25-33
Quello che è necessario per
essere un discepolo di Gesù è
la rinuncia di tutto quello che
abbiamo.
Gesù specifica in termini duri, ma chiarissimi, quello che
s’intende per rinunciare. « Se
uno viene a me e non odia suo
padre e sua madre, e la moglie,
e i suoi figli, e i fratelli, e le sorelle, e finanche la sua propria
vita, non può essere mio discepolo ».
L’odio di cui parla Gesù non
è l’odio-umano che uno può avere verso qualcun altro, come
per esempio, quello che si ha
ALL’ORIGINE DEI CONGRESSI EUCARISTICI
Venite adoriamo (l'ostia)
La Conferenza metodista, a
cui si è associato il Sinodo valdese, ha preso posizione un mese fa (con due o.d.g. già pubblicati dall’Eco-Luce e di cui riproduciamo il primo in questa
pagina) nei confronti del Congresso Eucaristico che si è svol-.
to i giorni scorsi a Pescara.
Perché questo argomento « insolito » nelle nostre discussioni
sinodali? Non solo per la responsabilità che abbiamo come
evangelici di confronto con la
realtà cattolica nelle sue diverse forme, ma anche per il fatto
che al centro di questa manifestazione è stata inserita una
« giornata ecumenica » con inviti di partecipazione a personalità evangeliche.
Ma non è solo insolita la discussione su questo argomento:
il fatto stesso di un Congresso
Eucaristico è totalmete fuori
di ogni nostra esperienza, per
cui molti evangelici potranno
chiedersi: che cos’è in realtà un
grande Confraternita del SS.
origini, le motivazioni, gli scopi di questa prassi cattolica?
È proprio da un riferimento
ecumenico che vogliamo iniziare la nostra valutazione. Spesso, per comprendere la « divisione» fra cattolici e protestanti, animati dall’intenzione di
« gettare dei ponti » fra le confessioni, si risale al momento
storico della « spaccatura » della Chiesa, al momento specifico
della Riforma, alla figura di Lutero. E l’immediata constatazione storica è la seguente: da
quel momento, la Chiesa non solo si è divisa, fina le due confessioni, la cattolica e la protestante, si sono mosse su linee sem
pre più divergenti, sempre più
distanti fra loro.
La motivazione e l’origine dei
Congressi Eucaristici va ricercata proprio in una di queste
lìnee divergenti: in un processo cioè di progressiva « cattolicizzazione » della Chiesa cattolica.
« Nei primi tempi dell’era cristiana non si conobbe altra opera eucaristica che quella essenziale, la quale tutto riassume ed
alimenta: la messa, con la comunione... — Citiamo da un’opera prettamente cattolica: la
« Enciclopedia Eucaristica », un
passo relativo alle « opere eucaristiche » — Volute da Dio,
Una scomunica
che permane
« Se qualcuno dice che
Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio unico di Dio,
non dev’essere adorato con
un culto esteriore di latria nel sacramento dell’Eucaristia e quindi che
questo sacramento non
dev’essere onorato con solennità particolare, che
non lo si deve portare solennemente iq processione, secondo il rito e l’uso
lodevole e universale della
santa Chiesa, o che non
lo si deve esporre alla
pubblica adorazione del
popolo e che i suol adoratori sono degli idolatri :
sia anatema! ».
(Concilio di Trento)
che si manifestò mediante le
iniziative dei santi e i decreti
della Chiesa, richieste dalla devozione delle anime e dal bisogno dei tempi, le opere eucaristiche apparvero via via o come
un irraggiamento dell’amore acceso dalla messa e dalla comunione, o come un mezzo per
riaccendere questo amore intiepidito. Classificandole secondo
la data della loro fondazione,
queste opere si possono dividere in quattro correnti generali:
la prima fu quella delle Confraternite; vennero qualche secolo
più tardi, le opere di adorazione; poi, il secolo XIX produsse
i Congressi Eucaristici, ed oggi
assistiamo alla nascita e allo
sviluppo delle leghe e delle crociate » (l’opera è del 1964).
Dopo la descrizione delle varie Confraternite medioevali ci
colpisce una data: 1530. Siamo
nel pieno fervore della Riforma : a Roma nasce la prima
grande Confraternita del S.S.
Sacramento, approvata dal papa. « ...Addolorati di vedere troppo spesso le chiese solitarie e
il santo viatico portato senza
onore ai malati, vogliono tener
compagnia a Gesù nel tabernacolo e scortarlo attraverso le
vie, e fondano cosi un’associazione che realizzerà questo duplice desiderio e attenderà al
decoro degli altari. Nel 1539,
Paolo HI con la bolla Dominus
Noster Jesus Christus approva
i loro disegni, accorda loro una
costituzione canonica e li arricchisce di indulgenze. Non solo,
ma erige in arcìconfraternita la
Giuliana Gandolfo
(continua a pag. 5)
per un nemico. Matteo infatti,
che ricorda lo stesso detto di
Gesù, ha cambiato la parola
odio con le parole « chi ama più
di me ». Questo ci dà il senso
giusto del pensiero di Gesù, ma
viene anche attenuato il significato di rottura che deve esistere fra l’impegno che il discepolo ha per Cristo e qualsiasi altro impegno che egli può avere
nella vita.
Rottura
Essere discepolo di Cristo significa accettare questa rottura
fra quello che è di Cristo e tutte le altre cose; significa stabilire una vita nuova, mettere
l’impegno per Cristo su un altro
livello molto più alto. Quindi
non si tratta di non amare i nostri cari, disprezzare noi stessi;
ma di mettere tutte queste cose
nella luce dell’amore di Cristo.
Nel passo che abbiamo letto.
Luca non intende presentare le
rinunce del discepolato come cose che interessano solo una élite
fra quanti credono in Cristo;
non intende chiamare soltanto
gli apostoli, gli anziani, i diaconi, i profeti, ecc. della Chiesa
primitiva a rinunciare a tutto
per Cristo. Come Gesù che parlava alla folla, così Luca rivolge questo discorso a tutti i cristiani, ciascuno nella sua capacità di servizio per la Chiesa.
Cosi questo messaggio è rivolto anche a noi. Non è un monito che valga soltanto per quelli più impegnati nella chiesa, ma
per tutti coloro che vogliano
considerarsi discepoli di Cristo.
Ma in termini più concreti
cosa significa per noi « ognuno
di voi che non rinunzi a tutto
quello che ha non può essere
mio discepolo »? Dobbiamo forse trattare tutti meno bene per
dare più importanza ed onore a
Cristo nella nostra vita? Dobbiamo forse scegliere una vita
ascetica, monastica? Dobbiamo
separarci dal mondo e vivere
interiormente, misticamente, per
non essere distratti dalia nostra
meditazione su Cristo? Il messaggio neotestamentario non indica certamente un simile concetto della vita cristiana.
Dobbiamo intendere questo
passo sempre nel senso che il
discepolato è una scelta personale di chi crede nella salvezza
in Cristo, ma è anche un invito
a proclamare questa salvezza
agli altri, nella vita che si vive
ogni giorno; di predicare il Regno di Dio nelle situazioni conTom Noflfke
(dal sermone di prova tenuto al Ciabas il 20.8.77).
(continua a pag. 8)
2
30 settembre 1977
CONVERSAZÍONI CON I NUOVI MEMBRI DELLA TAVOLA
y Í ' I ' ; i l , - :
IO: come si può testimoniare
se non si rischia ni inlr^ncn 9
Parliamo con il pastore Alberto Taccia, a Lusema San Giovanni, nel suo studio. Gli ricordo
le sue esitazioni, durante il Sinodo, ad accettare la candidatura
per la Tavola.
« Certo che ho esitato — mi
risponde — qui la, comunità è
grande e non mancano le iniziative da seguire, entrare nella Tavola per me significa riorganizzare il lavoro in funzione di questo nuovo incarico. Alla Tavola
non si tratta solo di svolgere un
lavoro burocratico, è necessario
riflettere a lungo prima di ogni
seduta per cercare di portare un
contributo d’idee... »,
E Quali sono le tue impressioni
della,vostra prima seduta di Tavola? « Mi sono trovato di fronte
ad un ordine del giorno di otto
pagine. Su 124 punti abbiamo dovuto prendere una decisione; non
si trattava di grossi problemi ma
di una miriade ,di piccole questioni che prese nel loro insieme
danno un quadro abbastanza preciso della vita delle nostre chiese ». Scusa la provocazione, nia
ti senti dentro un centro di potere rispetto alla Chiesa? « Non ho
questa impressione. Son persila-:
so che la Tavola un luogo di
coordinamento e fs^rvizió. Da
questo punto di vista tutti i problemi locali vengono ridimensio
nati perché la loro importanza
viene; valutata rispetto alle esigenze generati dellq Chiesa ».
Risposte precise, senza fronzoli. Taccia ha 24 anni di pastorato alle spalle; ha cominciato a
Verona, dov’era segretario della
FUV, è stato poi ad Angrogna
per 11 anni e da 7 è a Luserna S.
Giovanni. Torinese di studi ma
buon conoscitore delle Valli si è
molto imnegnato, sulla fine degli anni ’60, sul piano dei servizi
diaconali. L’Asilo dei vecchi, di
Luserna San Giovanni; una costruzione moderna, concepita anche nel dettaglio per lè persone
anziane, è un po’ la sua opera
(ma non vuole che Io si dica).
Passiamo ad un altro argomento.
Cosa pensi deH’integrazione con
i metodisti? « Al Sinodo mi sono
accorto che siamo in fase avanzata e questo mi fa piacere. Per
esempio nella discussione che abbiamo avuto con loro sul problema del giornale Eco-Luce ho notato che sottolineano l’importanza della pagina sulle Valli, mentre mi sarei aspettato il contrario. Vuol dire che le Valli sono
un punto di riferimento del protestantesimo italiano, al di là
della denominazione valdese-.
Questo allarga i nostri orizzonti ».
Valdesi e metodisti, quest’inno, hanno consacrato un pastore
locale. Ritieni che sia una pista
da battere per il futuro? « Credo
che il pastorato locale sia un’interessante variazione sul tema
del pastorato. Tuttavia la pieria
disponibilità insieme alla regola
di un massimo di 14 anni di ministerio ih un luogo sono elementi centrati che non vorrei,
anche nel pastorato locale, vedere modificati. Il discorso è co-munque aperto, anzi da quest’anno è appéna iniziato ». i
Pongo anche a lui la Questione
della nostra dipendenza dall’estero, un punto che la commissione
d’esaine al Sinodo ha fortemente
sottolineato. Ci pensa un momento, poi aggiunge: « Noi dimentichiamo che la chiesa valdese rappresenta un fronte avanzato del
protestantesimo euroneo. Se le
chiese straniere ci esprimono la
loro solidarietà lo fanno in un
quadrai che vede una minoranza
di fronte a problemi enormi. La
nostra testimonianza interessa
perché può chiarire, gettare una
luce diversa su problemi comuni
a tutto il protestantesimo europeo. Basti pensare alle “intese”,
al rapporto cioè tra stato e chiesa come lo vediamo noi. È chiaro che le nostre relazioni con
l'estero meno carattere finanziario avranno e più d’informazione
o scambio d’esperienze e meglio
sarà. Ma auesto, si capisce, dipende da quanto noi sogniamo
dare alla chiesa. Comunque —
conclude Taccia — non è necessario farsi paralizzare da complessi 'di colpa. Vivere al disot
E’ nata una òomunità
di lavóro bibUcò e teoiogico
Non vi è alcun dubbio che il
problema centrale dell’esistenza
delle nostre chiese è la loro testimonianza nella situazione concreta in cui ci troviamo a vivere
in questa città. Gruppi di servizio e singole persone sono tra
noi impegnate a tal fine, sia sul
piano della costruzione della comunità, sia su quello della testimonianza esterna.
Altri, probabilmente, sarebbero lieti di mettere qualcosa del
loro tempo e delle loro capacità.
Dalle chiese
TRIESTE
Nel corso. di queste ultime
settimane abbiamo dato l’estremo saluto a tre nostri fratelli
che si erano fòrtemente impegnati nella nostra comunità :
Maria Romano ved. Zanella, Pietro Rozza e Umberto Bellizzi.
Essi hanno dato la loro collaborazione, per lunghi anni, qua;li membri, del Griglio di chiesa. La s,igndra Zanella "è' stata
monitricé della Scuola Domenicale ed i fratelli Rozza e Beilizzi hanno prestato il loro servizio quali predicatori laici.
Alla loro memoria mandiamo
un saluto riconoscente e chiediamo al Signore di suscitare,
fra i giovani, altri fratelli nel
servizio cristiano mossi dallo
stesso amore e dalla medesima
speranza.
SAMPIERDÄiftNA
Dipartenza. - Nel mese di luglio è mancato Salvatore Zaffanti, originario di Riesi. Il nostro fratello ha lasciato un ricordo di vivo attaccamento alla
comunità di Safnpierdarena ;
non è vissuto soltanto nel ricordo della comunità riesina
ma ha compreso che la comunità di Gesù Cristo si crea dovunque ci si incontra nel liome
Suo. Perciò Salvatore Zuffanti
e la sua famiglia hanno preso
parte attiva alla vita della nostra comunità. Inviamo allà cara hlària Ziuflarttl, a SàvèWo in
Canada, Calogero, Flora, Valdo,
Gaetano e famiglia il nostro
pensiero di viva simpatia.
Prossimamente: anche a Sampierdarena ripfehdiamo ; le attività il due Ottobre con uh culto
per piccoli e grandi. Le monitrici hanno già iniziato gli incontri in vista dell’attuazione
del programma di lavoro e di
incontri con le scuole, domenicali della città.
SEST R I
Professione di fede. - La comunità ha accolto quale membro di chiesa il fratello Alberto
Carrà, dopo un simpatico incontro col Consiglio; la testimonianza personale, ahimè tanto deprecata nei nostri ambienti, reca invece i suoi frutti, come nel caso di Alberto, condotto alTEvangelo dalla paróla di
una famiglia della chiesa; quanti di noi possono dii;e di essere
stati strumenti di Dio per una
conversione a Cristo d’un fratello o d’una sorella? Le chiesq
diminuiscono non tanto per motivi o pretesti « politici » ma p)er
la freddezza nostra nei rapporti con l’esterno e per aver bandito l’annunzio a distanza ravvicinata.
Che il Signore benedica il nostro caro fratello in fede.
Ripresa. - La Scuola domenicale riprende il 2 ottobre con
un culto mentre le monitrici
hanno già avuto i primi incontri con quelli di Sampierdàrena. Siamo lieti che Sandra abbia vinto il concorso per la
Scuola Materna, Sonia sta pèr
diventare assistente sociale ' e
Paola ha scelto medicina. Oltr?
alla collaborazione per la Scuola domenicale Sandra potrà, anche predicare ufficialmente avendo superato l’esame di predicatore laico.
Prossimamente si discùteranno ,i temi proposti dalla Conferenza e dal Sinodo.,
grandi o piccole che siano, a disposizione allo stesso fine.
Ma sappiamo poco gli uni degli
altri e non sempre abbiamo a
disposizione gli strumenti necessari per condurre avanti il, nostro impegno vocazionale. D’altra parte molte nuove possibilità di intervento e di azione si
prospettano oggi davanti a noi,
come per esempio lo sviluppo
della Libreria Claudiana, la partecipazione a trasmissioni radio,
la collaborazione con il servizio
radio-televisione della Federazione, la presenza nei comitati di
quartiere, la presenza nelle scuole, l’intervento nei dibattiti su
Questioni di importanza cittadina e nazionale.
Dobbiamo per questo essere
ben al chiaro sulla nostra identità protestante e suH’apporto che
un’alternativa di, fede può proporre in un ambiente di cultura
e religiosità cattolica. ,
Si rende necessaria dunque una
seria preparazione biblica e teologica che sia alla base di ogni
nostra azione all’interno. ,e all’eslerno della chiesa. Proponiamo quindi la costituzione di una
comunità di lavoro al fine di offrire a quanti sentono la loro re,§Ronsabilità ^Ùi .fedenti-, òvajjge
lici| la possibilità di un ripensamento della fede sulla base di Un
lavoro biblico teologico. Al tempo stesso» pensiamo che gli incontri periodici più avanti descritti possano offrire l’opportunità di un’esperienza di vita comunitaria che di’ perose stessa ci
consenta quello scambio e quel
confronto che rompa l’isolamento in cui ognuno di noi finisce
per trovarsi nella dispersione
della grande città. ’
Partendo da queste premesse
la Federazione delle Chiesp evangeliche, regione Lombardia e Piemonte orientale, promuove una
comuriità di lavoro biblico teologico aperta ai membri delle Chiese e delle Opere evangeliche della regione.
Gli incontri avverranno a Milano nei locali della Comunità
Battista in via Iacopino da Tradate n. 14. Pranzo in comune
presso-i locali di studio.
Orario: dalle 9,30 alle 17,30.
Quota di iscrizióne per i cinque incontri L. 3.000.
Per informazioni e prenotazioni: Loredana Calasso Via Labus
21, Milano, tei. 4153056 - Giorgio
Cavazzutti, Via Gallarate 131, Mi
a colloquio
con I lettori
to della nostra vocazione, cercando di non fare il ‘passo più lungo
della gamba, per non dipendere
dagli aiuti esteri non risolverebbe -la nostra testimonianza che
per esser vera, spesso diventa audace e rischia tutto».,
Come vedi i due fratelli che
son entrati con te per la prima
volta in Tavola? « Ascoltandoli
in seduta, mi son accorto di due
cose: della loro sensibilità evangelica e della loro competenza
specifica. Uno per i rapvorti col
personale, l’altro per i problemi
amministrativi e legali. Credo
che siano, in questo momento,
gli ingredienti adatti per riuscire
a-svolgere un buon lavoro insieme ».
E qui, la tua comunità ha accettato di vederti in Tavola? « Ieri uno mi ha detto: signor Pastore ora è salito più in su! No, gli
ho risposto, son andato più in
giù nerché è aumentato il peso ».
Sorride. Il pesò non gli ha tolto rallegria.
(fine)
G. Platone
MILANO
, tqL,.309^900,
le ,.'o
Programma
ari;«.
8/10/1977:
22/10/1977:
12/11/1977:
26/ll/I’977:
17/12/1977:
Lettura biblica (miracoli). Metodo delle leazioni, guidato dal Prof. Sergio Rostagno. .
Lettura biblica (miracoli). Idem.
Storia della Riforma (Calvinò-Sadoleto). Seminario guidato dal Prof. Paolo Ricca,
Stòria della Riforma (Libertà del cristiano)-. Seminario
guidato dal Prof. Paolo Ricca.
Incontro autogestito per verificare il lavoro svolto e porre le basi per la prosecuzione del programma.
Grazie, Ariette
Egregio Sig. Franco Giampiccoli,
La pregherei vivamente di pubblicare sul giornale che Lei dirige quanto
qui segue. Si tratta di ringraziamento
e gratitudine alla Sig.ra Arlette Armoni per quanto ha fatto per il Centro assistenza sociale di Coazze. Le parole
(per quel che valgono) sono mie, ma
il sentimento che le ànima (ed è ciò
che solo conta) è dì molti, frequentatori o no.
Altre addette al Centro hanno am
ch’esse assolto le mansioni loro affidate
con dedizione, più o meno quanto la
Sig.rà Arlette. Ma attualmente è questa che ci lascia a causa delle sue non
floride condizioni di salute. {Segue un
dettagliato resoconto- delVattività della
Sig.ra Armoni nel Centrò assistenza).
Ma ancor più che per il lavoro svolto dalla Sig.ra Arlette, rammiriamo
per le sue doti personali: semplicità,
grande cordialità, schiettezza e spontaneità. E son particolarmente le due ultime che ammiriamo. Tutti infatti sap*
piamo che sentir chiamare chiaramente ce riso » il riso e « |jula » la scorra
che ne copre i grani può sòvente spiacere, mentre un discorso mellifluo o
pavido evita guai ma non serve a nulla. Infine, dote veramente preziosa, la
grande umanità.
Ed ora il nostro saluto, Sig.ra Arlette.
Vogliamo in questa oecasionè anzitutto
ringraziarla per quanto ha fatto per
noi, per la sua dedizione e la cordialità
con la quale ci ha sempre trattati* Vedendola in non buone condizioni di
salute accolga il nostro augurio di ristabilimento e ritorno alla serenità.
Così che possa essere in grado di accettare gli incarichi che già le sono
stati offerti, di responsabilità e impegno ben maggiori di /quelli assunti
qui. Addio, o meglio arrivederci, Arlette; ne passerà del tèmpo prima che
ci si scordi di Lei, e ci lasci sperare
che qualche volta anche Lei si ricordi
di noi.
Emilio Bevilacqua
Oltre i diritti civili
(laro direttore, ' ‘
desidero ringraziare Berta Subilia
per avere affrontato il' nodo del problema che oggi affligge tante famiglie
evangeliche : Tindifferenza se non addirittura il rifiuto della fede dei propri figli.
Chiaramente la responsabilità ricade
prima sulla famiglia e poi sulla società. E’ troppo comodo addebitare la colpa della crisi di fede dei nostri ragazzi airinadempimento di questa o quella legge 9 a determinate situazioni ambientali per evitare di riconoscere che
i nostri figli sono spesso colpiti dall’incoerenza che esiste di fatto fra ciò che
• andiamo predicando e la nostra vita
? di tutti i giorni.
il E, forse, oggi, animati come siamo,
f dall’impegno ovviamente necessario,
I di vedere rispettate le leggi che garantiscono la libertà di coscienza del cittadino, non insegniamo abbastanza ai
nostri figli che solo Cristo ci libera dal
peccato e da ogni forma di condizionamento umano e sociale.
Penso che tutti coloro che credono
che « se Dio non edifica la casa invano si affatitene gli. ;c4ificatori » si uniranno alla preghiera di Berta Subilia
affinché : « qualche cosa che va oltre
i diritti civili illumini i nostri figli.».
Vera Velluto
Hanno collaborato a questo
numero: Eugenio Rivoir,
Umberto Bert, Gustavo Bouchard, Erica Gay Di Carlo,
Renato Coisson, Alberto Taccia, Ivana Costabel, Giovanni Conte.
Per i lettori delVEco
Il prossimo numero del giornale presenterà ùha novità per gli
abbonati delFEco residenti alle valli. La Conferenza Distrettuale
di S. Germano ha infatti deciso di inserire nel giornale la circolare
delle comunità, il cosidetto « Bollettone » orpiài Inviato a tuttq le
famiglie da alcuni anni. Gli abbonati all’Eleo lo ripeveranno per posta col prossimo numero del giornale, gli altri membri di chiesa
riceveranno a casa, a cura degli anziani come in passato, Bollettone e giornale. .. ' i ,
Proteatantesimo
TV
domenica 2 ottobre - rete 2
dopo il telegiornale della
notte
« I VALDESI, LA SINGOLARE VICENDA DI UN
POPOLO-CHIESA »
In questa trasmissione
viene presentato il recente libro di Giorgio Toum
in cui viene suggerita una
divisione della storia valdese diversa da quella tra.
dizionale.
Un’intervista con l’Autore chiarisce le ragioni di
questa proposta«
3
’Ti'f I ^ f*“ 5 f ^
settembre -1977
CEisiTElsÌARIO DELL’ALLEANZA RIFORMATÁ MONDIALE
Trionfalismo
due tentazioni
ed èvasióné:
da evitare
L'Alleanza Riformata Mondiale
compie quest’anno il suo primo
secolo di vita. Per celebrarlo ha
convocato un convegno che si è
svolto dal 22 al 28 agosto. Il primo progetto era di fare una grande assemblea, ma alla fine ner
ragioni economiche, è stato scelto il convegno, a cui ho partecipato quale rappresentante della
Chiesa Valdese dei due continenti su speciale invito dell’ARM.
Il convegno si è svolto a Saint
Andrews, distinta cittadina della
Scozia, ricca di suggestioni e ricordi, molti dei quali cari alla
Riforma. È una delle più vecchie
città della Scozia, come testimoniano le rovine di una antica cattedrale, le vecchie mura, i resti
del forte: testimonianze alcune
di prima del dodicesimo secolo.
Fu allora sede vescovile di primati di Scozia, uno dei quali fondò nel 1411 l’Università, che in
quei giorni è stata sede del convegno. Qui J. Knox ha predicato
la Riforma, che si è sviluppata
tempestosamente, con una furia
iconoclasta: tutte le nicchie dove
prima c’erano delle immagini ora sono vuote. Oggi l’Università
di Saint Andrews si distingue per
le scienze pure, soprattutto per
la scuola di Fisica.
Il turista è colpito a Saint Andrews dalla perfetta armonia del
vecchio e del nuovo, che si combinano senza nuocersi a vicenda:
qui il vecchio continua a vivere
e ha il calore — perfino il confort — del nuovo, mentre il nuovo segue le linee stilistiche dell’antico.
I partecipanti al convegno erano circa 200, la maggioranza di
lingua inglese. Di latini (europei
o sudamericani) eravamo poco
più di dieci, di j cui- soltantp t
sudamericani. 'Nùfne'fosa era la
delegazione africana, particolarmente la, sudafricana', e ncStevole
era quelìa, dell’^àìfemo orierite.
C’erano circa una àiecinà di rappresentanti delle chiese dei paesi del’Est. Tra gli osservatori ricordo Monsignore Moeller del
Vaticano. Di teologi conosciuti
c’erano Moltmann, Dumas e Me,
Cord, che del resto non hanno
avuto delle funzioni particolari,
ma hanno semplicemente lavorato come gli altri nelle loro rispettive commissioni e gruppi di
studi.
II Convegno ha lavorato divi
Contro
il terrorismo
(segue da pag. I)
però non si deve trattare di una ■
richiesta' di condizioni speciali
per i prigionieri politici né di giustificaziofte delle loro azioni e
della loro strategia perniciosa.
Deve ‘ setnpre trattarsi di una
azione in favore di tutte le Vittime di (queste condizioni della
giustizia. ■ ■
I tre prigionieri di Stammheim
sono giunti a questa strategia
falsa per motivi politici. II mio
rispetto delle, loro persone e della loro lotta per sopravvivere
non è diminuito nonostamte le
critiche. Questo rispetto può so,tanto esprimersi nel fatto che
noi non li facciamo oggetti della nostra compassione ma li teniamo in considerazione --come
soggètti reSfionSabili. - Per questo
essi da noi ora devono sentirsi
dire soprattutto questa sola cosa: Basta con lo slogan senza
senso: « Armiamo la resistenza »! che essi hanno ancora recentemente diffuso! Al posto di
questo essi devono' finalmente
ingiungere ai loro simpatizzanti
dentro e fuori le prigioni di
smettere con le uccisioni perfide
ed idiote, da respingere sia uma-t
namente che politicamente, e con
il giocherellare infantile con gli
attentati; al posto di queste azioni essi devono prendersi il compito di un duro lavoro politico.
Questo è l’unico contributo per
la lotta antiimperialista, che essi, dopo i danni che hanno provocato, possono dare in questo
momento dalla loro cella. .........
so in 3 gruppi di studio e 5 seminari, alcuni dei quali si sono divisi per lavorare meglio. Ci sono
state anche due tavole rotonde:
una su « Situazione e problemi
delle chiese di rninoranza » (a cui
ho partecipato) e l’altra su « Cosa significa essere riformati in
un’era ecumenica ».
I grupjji di studio hanno trattato i seguenti argomenti: 1) la
Parola fatta carne: la gloria di
Dio in Gesù Cristo; 2) la Chiesa:
la gloria di Dio nel suo popolo;
3) la Creazione: la gloria di Dio
nel suo mondo. I seminari si sono occupati dei seguenti argomenti: 1) culto e testimonianza
della Parola nel mondo di oggi;
2) la Chiesa e il senso della comunità; 3) dialoghi interconfessionali; 4) teologia e diritti dell’uomo; 5) culto, canto e adorazione. Quest’ultimo seminario ha
preparato il canto e delle altre
manifestazioni per il cultp di
chiusura tenutosi a Edimburgo
nella chiesa di Greyfrias.
Dato il carattere dell’incontro,
che non era un’assemblea ma un
convegno, non si trattava,di preiidere delle decisioni a maggioranza, ma di accogliere i lavori
dei gruppi e dei seminari, che
penso saranno presto pubblicati.
Alcuni di essi hanno un reale valore come frutto dello scambio
di esperienze, aspirazioni e. progetti di chiese impegnate che operano in situazioni molto differenti, certamente, , ma che pure
affrontano problemi e difficoltà
in molti sensi comuni. Valga co-*
me esempio il fatto che il problema maggiore che si trovano davanti le chiese sia orientali sia
occidentali, non è tanto quello
relativo alle condizioni sociopolitiche dei loro paesi, quanto piuttosto quello che deriva dalla secolarizzazione del presente secolo.
Il nostro è stato un incontro
sereno, senza esaltazioni né dichiarazioni clamorose, senza divergenze irriconciliabili anche se
con evidenti differenze. Il clima
è stato fraterno, aperto, sincero
—caldo, direi (anche se non* metereologicamente). I documenti
esporranno forse in un modo un
po’ sincretistico le differenze di
prospettiva —. differenze non
sempre risolte — su varie questioni. In ogni momento era però vivo l’interesse mutuo per la
situazione delle chiese degli uni
e degli altri; per i loro problemi,, per i modi rispettivi di affrontarli, per le loro vittorie. E
c’era certamente , una ampia
gamma di situazioni e di .problemi, da quelli del Sudafrica a
quelli dei paesi socialisti dell’Europa delTEst, passando per quelli dei paesi musulmani e per
quelli non meno problematici
dell’Europa occidentale tanto
fortemente secolarizzata.
' “Là nostra '.tematica — usando
le parole del prof. Lochman
poteva dar luogo a due tentazioni: prima, il trionfalismo. Facilmente leghiamo la gloria di Dio
alle nostre realizzazioni e a quelle della chiesa: ma la gloria di
Dio non è né la nostra né quella
della nostra società. Gli studi biblici ci hanno ins^nato a fare
questa imprescindibile distinzione e a non valorizzarci troppo.
L’altra tentazione era l’evasione:
parlare della gloria di Dio per
eludere la nostra responsabilità
nella società degli uomini. Le discussioni hanno superato questo
pericolo e la gloria di Dio è stata
messa in rapporto con la sorte
dell’uomo.
La relazione dei gruppi di lavoro si riferiscono ai problemi
— politici, individuali e doxologici — dell’uomo in funzione della gloria e della conoscenza di
Dio. Nella discussione che ha ab
frontato i più terribili problemi
del mondo contemporaneo, ci si
è occupati anche dell’adorazione,
della liturgia e delTeVangelizzazione. Non sono State date delle
risposte basilari e generalizzate
facilmente identificabili ideologicamente e teologicamente, ma si
da esse risulta che la nostra storia è parte della storia del patto
di Dio con gli uomini.
Ricardo C. Rìbeiro
DOCUMENTO DEL COMITATO CENTRALE DEL C.E.C.
Il nuovo ordine economico
cammina cop “passi da lumaca,,
L’organismo nato in seno aH’ONU, per un nuovo modo di concepire i rapporti economici,
stenta a crescere - il dramma dei paesi poveri - Il ruolo delie chiese nella lotta per lo sviluppo
Concludiamo la pubblicazione dei testi principali del Comitato Centrale del CEC con questo documento la cui genericità e assenza di analisi sui motivi dell'attuale ordine economico internazionale- ci haAasciati perplessi. Riteniamo .tuttavia
che- questo > documentai vada portatola, cpnoscepza ^edettori
nell'intento di'Capir e da politicai perseguita dal: CEC.r ,ì,
Nel 1974 l’ONÙ prese una coraggiosa iniziativa lanciando un
appello per la creazione di un
Nuovo Ordine Economico Internazionale (NOEI). Questa
iniziativa emergeva dal riconoscimento che l’ordine attuale è
ingiusto, discriminatorio e svantaggioso per i paesi poveri che
raggruppano circa i due terzi
della popolazione mondiale. Lo
attuale sistema è quindi riconosciuto come una delle cause
della povertà endemica e della
continua dipendenza- di molti
dei paesi poveri. Le chiese che
vivono, in paesi poveri o ricchi
sono parte del sistema attuale
con tutti i suoi meccanismi di
dipendenza.
L’appello tìell’ONU era più che
un generico appello a operare
cambiamenti nell’attuale ordine
economico. In due documenti
(la Risoluzione della VI Sessione speciale e la « Carta dei diritti e doveri economici degli
Stati » votata dall’Assemblea generale nel 1974) sQhb stati, fissati determinati elefiiéfiti* che devono caratterizzare il NOEI.
L’obiettivo consiste nel mutare
elementi dell’attuale rapporto esistente tra gli Stati. Fondamentalmente gli scopi, allora come
oggi, sono la partecipazione e la
giustizia basata sull’indipendenza. Gli Obiettivi sóno connessi
ad alcune questioni fondamentali; produzione mondiale, proprietà, controllo e distribuzione
delle risorse naturali e del surplus economico; controllo sulla
formazione, comunicazione e applicazione della conoscenza e
della tecnologia ; rappresentanza adeguata nelle strutture del
processo decisionale che regolano Tordine, l’organizzazione e il
funzionainento mondiale.
. .i,, ‘
Partecipazione
internazionale
Bisogna precisare che il NOEI
è centrato sui rapporti di potere
e sui rapporti economici, sulla
politica statale a livello dei rapporti tra gli Stati e che quindi
è incompleto. La natura stessa
della partecipazione a livello dei
rapporti internazionali tra gli
Stati non risponde alla domanda
sùlla natura della partecipazione
all’interno di una singola nazione. Le caratteristiche della, comunità internazionale e interstatale non possono corrispondere alle caratteristiche delle
comunità di tipo primario che
trovano posto aH’interno di uno
Stato (villaggio, vicinato, posto
di lavoro). Non è sufficiente che
i livelli di produzione créscano,
lo scopo essenziale è che di qualsiasi créscita venga raggiunta una più equa distribuzione; Tuttavia, per quanto limitato sia il
NOEI, finché non saranno definiti modi -alternativi per realizzare un ripensamento strutturale fondamentale e cambiamenti
negoziati. Ci sono buone ragioni
per continuare a perseguire la
sua realizzazione. •
L’abisso
tra paesi poveri
e paesi ricchi
'Tre anni sono passati da quando l’ONU ha lanciato un appello per il NOEI. Finora molto
poco è stato realizzzato. Alcune
delle misure, immediate previste
allora sono ancora nella lunga
fase delle trattative. Altre finora non hanno neppure' raggiunto questo stadio. Nel frattempo
la situazione penosa dei paesi
poveri' va peggiorando di’ giorno in giorno. Il péso dei loro
debiti è in aumento. La foro bilancia dei pàgamenti si sta deteriorando sempre più. La loro
partecipazione nel commercio
mondiale sta declinando. Per alcuni paesi le multinazionali dominano interi settori dell’economia senza un adeguato cofitfòllo. La popolazione di questi paesi continua a soffrire di un male che Nyerere ha definito
« vendere a poco e comprare ad
alto prezzo ». I passi da lumaca
con cui avanzano i negoziati sollevano forti dubbi sull’intenzione di alcuni paesi industrializzati di stabilire im nuovo ordine economico internazionale. Davanti a noi sta un' periodo' critico.
Durante i prossimi 12 mesi sono previsti stadi cruciali per i
negoziati, tra cui il «fondo per
i prodotti di prima necessità »,
il problema dell’indebitamento,
la legge sul mare. Un successo
in quésti incontri è di vitale
importanza per;, recuperme . la
spinta iniziale nella creazione di
un nuovo ordine ecorfomicoi internazionale, . '
Le chiese, le organizzazioni
non governative e altre organizzazioni volontarie di chi ha accettato la lotta per lo sviluppo
come parte della propria testimonianza e servizio, hanno a
questo punto un ulteriore contributo da dare. Esse devono
mobilitare l’opinione pubblica
ed esercitare pressioni sui centri di potere per muovere verso
una veloce e felice soluzione dei
problemi che saranno affrontati
durante il prossimo anno. Alcune Chiese in paesi industrializzati hanno preso - l’iniziativa di
influenzare il loro governo per
l’applicazione della risoluzione
dell’ONU sul nuovo ordine economico internazionale. Alcune
chiese nei paesi poveri hanno
anché cominGiato a discutere le
possibilità di usare i vantaggi
di un nuovo ordine economico
internazionale per ridurre il fossato che separa ricchi e poveri
aH’iriterno del loro paese e di
impedire che esse contribuiscano ad acuire questa contraddizione. '
La sfida che sta di fronte alle
chiese non è tuttavia limitata
alle misure immediate. Un sisterna economico internazionale
più giusto dovrèbbe'essere considerato cònie parte della vocazione dellè chiese a ricercare
una società giusta, partecipata
e autosùfftciehte a livello locale, naziondlè e globale. Richiède un ripensamento della giustizia, déU’autosufficienza e della partecipazione al loro livello
nazionale. I sostenitori del nuòvo ordine economico internazionale nei paesi industrializzati sono più vicini alla richiesta
di, una società giusta, partecipata e autosufficiente di quanto
non siano i suoi oppositori. Ma
non tutti i sostenitori del nuovo ordine economico internazionale sono interessati a ridurre
lo scarto tra ricchi e poveri perché alcuni sperano in vantaggi
di gruppo. Per questo alcuni critici temono che la possibilità di
autonomia possa essere danneggiata se questo fosse il risultato di un’applicazioné del nuovo
ordine economico internazionale. Autonomia e nuovo ordine
economico internazionale devono essere visti come strategie
complementari adattate alle' pós
sibilità delle singole nazioni e
al loro posto all’interno delTordine economico mondiale.
A questo scopo le chiese dovrebbero incoraggiare la riflessioné e, la ; discussione sul nuovo ordine éconòmico intefhàziohale e promuovere con rinnovato vigore dei programmi educativi per costruire consapevolezza da parte dei loro membri
e del pubblico in generale. Il
presente sistema ingiusto sopravviverà fintanto ché la gente gli permetterà di esistere. Un
ordine nuovo e giusto emergerà
solo se la gente- sarà convìnta
dei cambiamenti richiesti e se
verrà mobilitato il loro sostegno
politico.
Gli interrogativi
posti alle chiese
G’è urgenza per la discussione nelle chiese centrata, tra l’altro, sulle seguenti questioni in
riferimento al nuovo ordine economico internazionale;
1) Quali passi dovrebbero
essere compiuti dalle chiese, nei
rispettivi paesi, per influenzare
i loro governi a dare una risposta positiva alla proposta delrONU su un programma integrato per i prodotti di prima
necessità?
2) Come Si può regolare il
trasferimento di tecnologie irx
modo che non crei schemi di
dipendenza e di dominio?
3) Qual è il' ruolo delle Centrali termonucleari? Come si
può prevenire il pericolo di un
abuso del loro enorme potere?
4) Quali sono i cambiamenti nei rapporti politici internazionali che sono necessari per
produrre un ordine economico
più giusto e sistemi migliori di
collaborazione interstatale?
Il Consiglio Ecumenico delle
Chiese intende servire le chiese
nel loro impegno in questa discussione procurando materiale
informativo. Intende anche promuovere un proseguimento del
dibattito ecumenico sul nuovo
ordine economico internazionale
ricevendo indietro dalle chiese
dai gruppi nazionali e continentali i risultati di questa discussione.
Il nuovo ordine economico internazionale è un aspetto della
pressante domanda di una maggiore giustizia delle nazioni, tra
di loro e al loro,interno. La discuèsioné è perciò ùrgéhte e deve condurre a decisioni pratiche da parte delle chiese.
4
30 settembre 1977
INTERVISTA ALL’EQUIPE CHE TRADUCE LA BIBBIA IN LINGUA CORRENTE già collaudato da centinaia di
--------------------—---———____________________-_____________________________________traduzioni. Ma anche se il me
Uscirà tra cinque anni
l’Antico Testamento TILG
« approvato dalle chiese », questo non è ancora avvenuto. D’altra parte, nell’Alleanza Biblica
Universale, che promuove l’iniziativa, le chiese sono rappresentate.
-i- Quando pensate di iniziare
e di concludere la versione dell’Antico Testamento?
— Iniziamo ora e pensiamo di
terminare tra cinque anni.
— Che diffusione ha avuto il
NT interconfessionale?
— Mezzo milione di copie sono state stampate, molte di più
di quanto pensassimo all’inìzio.
Quante di queste siano state
vendute non è possibile saperlo. Né è possibile sapere quale
sia stata la diffusione rispettivamente fra cattolici e protestanti. Sappiamo invece che il
NT è stato venduto più attraverso le librerie che attraverso
le chiese locali (nella proporzione di tre copie a ima) ma speriamo che in avvenire questa
proporzione venga capovolta.
Negli ambienti fondamentalisti
la nostra versione si diffonde
poco perché non è formalmente
letterale.
Si è riunito nei giorni scorsi
a Roma il comitato interconfessionale che nei prossimi anni
lavorerà alla traduzione dell’Antico Testamento, dopo aver portato a termine lo scorso anno
quella del Nuovo. L’operazione
è patrocinata dalla Alleanza Biblica Universale. Il metodo
adottato per la traduzione è
quello detto delle « equivalenze
dinamiche», che si propone di
trasmettere il contenuto (più
che le parole) del discorso biblico nel linguaggio di tutti i
giorni, quello vivo e familiare
che tutti intendiamo. Nel mencio intero sono ben 500 le traduzioni della Bibbia in corso col
metodo delle « equivalenze dinamiche»; di queste, 150 sono interconfessionali (come quella
italiana). Sono già ultimate 150
traduzioni del Nuovo Testamento e 2 dell’intera Bibbia (si tratta della versione spagnola fatta
in America Latina, e della versione inglese).
Abbiamo posto alcune domande al comitato riunito a Roma.
— Ci sono delle novità nella
impostazione del lavoro o nella
équipe dei traduttori per la versione dell’Antico Testamento rispetto a quella del Nuovo?
— L’impostazione è identica.
Le norme che ci siamo date e il
metodo adottato per il Nuovo
Testamento determinano -anche
il lavoro sull’Antico. I traduttori sono, come per il NT, cattolici e protestanti.
— Chi sono i protestanti?
— Alcuni valdesi, due battisti, un membro della Chiesa di
Cristo. Comunque non ci preoccupiamo tanto degli equilibri
denominazionali o confessionali
quanto della competenza specifica. I traduttori sono cooptati
dall’Alleanza Biblica e in qualche caso messi a disposizione
dalle chiese cui appartengono. I
consulenti sono nominati dalle
chiese rappresentate nella Alleanza Biblica.
— Si può dire che la TILC
( Traduzione Interconfessionale
in Lingua Corrente) è una versione «ufficiale»? Qual è il suo
grado di ufficialità?
— In generale si può dire che
le chiese hanno approvato il
progetto di questa traduzione.
Per la chiesa cattolica italiana
il progetto è stato approvato
dalla Conferenza Episcopale
stessa. .La Chiesa valdese, dal
canto suo, ha messo a disposizione, per un certo tempo, un
suo pastore. Questo però non
significa che la nostra versione
sia stata o debba necessariamente essere approvata dalle chiese. Se per « ufficiale » si intende
CREDIBILITÀ'
La credibilità della Chiesa non dipende dalla sua neutralità (questo vogliono darcelo a intendere soltanto coloro i cui
interessi sono colpiti in modo sensibile dal « st » e dal « no »
della Chiesa), ma dalla sua indipendenza; dipende cioè dal
fatto che essa prende partito ma non ha un partito preso. La
vera « differenza tra i cristiani e il mondo » si palesa allora di
volta in volta-come una realtà e non come una mera affermazione dottrinale. Pensare che la Chiesa sia al di sopra dei partiti e una chimera onorando la quale noi serviamo noi stessi
ma non serviamo coloro cui siamo mandati.
Per quel che riguarda una legittima presa di posizione
politica da parte della Chiesa (ossia dei suoi organi e rappresentanti ufficiali) si può dare, secondo me, la seguente indicazione generale: tale presa di posizione non deve essere determinata dall’interesse per la conservazione della Chiesa stessa
o dei suoi privilegi, bensì dall’interesse della pace (ossia della
cooperazione e della prevenzione della violenza omicida), dall’interesse di coloro cui viene negata la giustizia terrena (cioè
l’eguaglianza dinanzi alla legge e l'equa partecipazione ai beni
prodotti dalla società) e dall’interesse di quelli che sono privi
di libertà civile (ossia dello spazio sufficiente per autodeterminare responsabilrnente la propria attività e il proprio contributo alla formazione della società); quella presa di posizione
non deve diventare un’alleanzà permanente con certi gruppi
politici o sociali, né un inserimento in un fronte determinato,
ma deve avvenire di volta in volta, concretamente, ora a favore
ora contro qualche decisione che deve essere presa.
Helmut Gollwitzer
— Terrete conto delle crìtiche
che, oltre ai numerosi consensi,
sono state mosse alla vostra traduzione del NT?
— Prevediamo di raccogliere
le critiche e di tenerne conto
per una seconda edizione. Naturalmente terremo conto delle
critiche che a loro volta tengono in debito conto le due scelte
fondamentali — per noi irrinunciabili — che presiedono al nostro lavoro: 1) la scelta del destinatario della nostra versione,
che è l’uomo contemporaneo non
abituato al linguaggio biblico;
2) il metodo delle «equivalenze
dinamiche». Molte delle critiche che ci sono state rivolte non
tengono conto dell’interlocutore
principale al quale ci siamo proposti di rivolgerci oppure rivelano una scarsa conoscenza dei
problemi della linguistica moderna e del metodo delle equivalenze dinamiche. Naturalmente le critiche possono esserci di
grande aiuto, soprattutto quelle
(molto rare, finora) corredate
da proposte alternative.
Avete pensato alia possibilità, in una prossima edizione,
di scompagnare la vostra traduzione con un commento illu
strativo delle vostre scelte? Non
potrebbe questo evitare incomprensioni o equivoci?
— Negli Stati Uniti s’è già
fatto qualcosa del genere. Non
come appendice alla traduzione
ma a parte è stato pubblicato un
volumetto che spiega come è
nata questa versione e perché
certe parole bibliche (ad es.
« giustificazione ») non sono
semplicemente riprodotte ma
tradotte in modo nuovo.
— Sapete già »come tradurre
il nome di Dio (Jahvé) n<^’Antico Testamento?
— Non lo sappiamo ancora.
La Bibbia di Gerusalemme, come è noto, non ha tradotto ma
solo riprodotto questo nome. La
Riveduta traduce con « l’Eterno ». Bisognerà anche tener conto del nome di Dio nel Nuovo
Testamento e di come il problema è stato risolto nelle altre
traduzioni come la nostra. Probabilmente tradurremo con « Signore ».
— La TILC italiana pùò essere definita una traduzione di
avanguardia?
— Il metodo non è nuovo, è
RIFLESSIONI IN MARGINE AL CONGRESSO DI PESCARA
Quale cattolicesimo?
Ridefinire la cultura cattolica da combattere e gli interlocutori con
cui dialogare - Due opposte previsioni del giornalista G. Zizola
Sul « Giorno » del 19 Settembre ’77 Giancarlo Zizola (studioso di problemi religiosi, apparso
anche in una recente trasmissione di « Protestantesimo ») presenta un bilancio del Congresso
eucaristico di Pescara — di cui
si parla più diffusamente in altra
parte del giornale — fornendo
elementi di giudizio interessanti,
ai quali l’autorità del testimonio
giornalista dà un indubbio valore. Argomento centrale del Congresso era « il recupero della
messa festiva » e, secondo lo Zizola, la discussione si è svolta
non già sul rilancio deH’obbligo,
ma, sulla base di una nuova piattaforma « con nuove motivazioni
bibliche e persino sociali », permettendo così al giornalista di
affermare che « il Paese cattolico
sta consumando la propria agonia » e che « la libertà religiosa
comincia a funzionare anche da
noi ». E, sempre secondo il giornalista, ciò deriva dal fatto che
il cattolicesimo « non è più mo
nolitico » ma è ormai « un cattolicesimo a più strati », davanti.
al quale si pone per la'gerarchia
il problema di « come disciplinare e incorporare nella istituzione questo mareggiare di sacro
spontaneismo ».
La diffidenza verso gli atteggiamenti della Chiesa Romana, lar
gamente giustificata da una storia plurisecolare, lascia tuttavia
adito a due diverse conclusioni:
La prima può far sperare che
« questa concentrazione nella
scelta religiosa da parte della
Chiesa significhi liberazione dalle preoccupazioni politiche per la
riconquista del potere, un tempo
egemoni ».
La seconda, più pessimista,
« vede invece un rischio di integrismo più aggiornato, il chiamare a raccolta intorno agli altari
più seguaci possibile per creare una alternativa da spendere a
tempo opportuno come forza politica nella società civile ».
La scelta tra queste due conclusioni tiene evidentemente alla
maggior accentuazione che ognuno di noi dà piuttosto ai valori
« religiosi » o ai valori legati alla
testimonianza « politica » che il
cristianesimo può dare oggi in
presenza di quello che lo Zizola
chiama « il vento della crisi di civiltà ». Ma indipendentemente da
una scelta difficile e comunque
sottoposta a un forte rischio di
errore, mi pare che almeno due
considerazioni si possano fare.
La prima si è che oggi come
non mai, occorre ben identificare
che tipo di « cultura cattolica »
vogliamo combattere. Non si dovrebbe creare in astratto un modello teorico di tale cultura, col
rischio di combattere qualcosa
che più non esiste o comunque è
in evidente fase di trasformazione, ma piuttosto confrontare il
nostro modo di essere nella pratica cristiani con quello degli altri e definire esattamente quali
sono gli atteggiamenti da rifiutare e quali quelli con cui farebbe
bene anche a noi un confronto
piuttosto che una lotta aprioristica.
La seconda si è che vai la pena
di riflettere sui modi i tempi e i
luoghi nei quali conviene intervenire per aiutare il processo di
trasformazione in corso nella
chiesa romana. Da tempo i cattolici del dissenso e le comunità di
base sono, da molti fra noi, con
siderati gli unici possibili interlocutori per tali interventi. Ma
l’area ove l’intervento può essere cristianamente utile è in progressiva espansione e, almeno
sembra, va ben oltre le comunità di base e i cattolici dichiaratamente del dissenso. È u'na
riflessione non facile c che ha
forse bisogno di tempi lunghi,
ma dovremmo cercare di svolgerla prescindendo da quella
sorta di complesso di inferiorità per il quale dubitiamo sulla
nostra capacità individuale e
collettiva ad affermare in qualunque tempo e luogo i principi
che sono i nostri, e per il quale siamo condizionati nella nostra azione che spesso limitiamo
al reagire a quelle che sono, vere o supposte, le iniziative o le
intenzioni dei nostri... fratelli
separati.
Niso De Mlchelis
todo è lo stesso, il risultato non
è mai lo stesso. C^ni traduzione occupa un posto a sé. Va da
sé che facciamo tesoro dell’esperienza acquisita nel corso delle
traduzioni precedenti: ci siamo
via via perfezionati non solo sul
piano della trasmissione dei
contenuti del messaggio biblico
ma anche sul piano della forma.
La prima versione interconfessionale in lingua corrente è stata quella spagnola (per l’America Latina), seguita da quella
inglese, poi da quella francese
e da quella tedesca. La versione
italiana può dunque beneficiare
di tutto quello che abbiamo imparato realizzando le altre traduzioni.
(intervista a cura di
Paolo Ricca )
Le Azioni
Apostoliche
comuni
diventano del
tutto africane
Iniziata prima ancora della costituzione della CEvAA e forza
motrice di essa, l’AAC di Bohicon ha terminato con il primo
luglio la sua attività autonoma
per passare in modo completo
alla dipendenza della Chiesa locale.
Questo lavoro si svolge nel
Sud-Ovest del Benin (ex Dahomey) in una zona poco evangelizzata, dove le forme del paganesimo Woodu sono in pieno sviluppo.
Un centro sanitario ed uno per
la gioventù sono i poli del lavoro che si svolge in questa zona
assieme ad un lavoro di alfabetizzazione e di evangelizzazione.
Il primo gruppo comprendeva,
oltre che africani, anche malgasci, polinesiani ed europei, orn i
collaboratori sono tutti africani
tranne un’ infermiera europea,
sposata ad un africano. Inoltre,
com’era nei progetti fin dall’inizio, la chiesa beninese ha assunto ora la responsabilità del lavoro con un contributo finanzi?rio della CEvAA che andrà riducendcsi di anno in anno fino
al 1982.
L’esperienza di Bohicon ha dato indicazioni utili per il nuovo
lavoro AAC in Zambia, a Kaputa.
In questa regione immense paludi si stanno trasformando in un
grande lago molto pescoso. Questo fatto determina spostamenti
di popolazione verso la r--ova
area con grandi problemi sociali,
sanitari, urbanistici ecc. Il Governo zambiano ha lanciato una
campagna in questo senso ed ha
chiesto la collaborazione della
Chiesa Unita di Zambia. La
CEvAA parteciperà a questo lavoro con un gruppo di Azione
Apostolica Comune, lasciando
però subito la responsabilità del
lavoro alla chiesa dello Zambia.
SVIZZERA
Voto sull’aborto
Più di due terzi dei membri della
società pastorale svizzera hanno sottoscritto la seguente presa di posizione
sulla votazioné federale a proposito dell’aborto che ha avuto luogo il 25 set
tembre. La proposta di liberalizzare
l’aborto nei primi tre mesi è stata bocciata.
(( Riconosciamo che fattuale legistazione non è più sufficiente e che non
è applicata in modo uniforme nei diversi cantoni. Come cristiani ci sentiamo responsabili non solo verso noi
stessi ma anche verso Dio, fonte di
ogni vita. Per questo salutiamo la recente presa di posizione della Federazione delle Chiese protestanti della Svizzera che reclama dal corpo sociale un
senso maggiore delle responsabilità tanto verso il neonato che verso l'essere
in gestazione.
Siamo del parere che in tutti i casi
in cui ciò è possibile questa responsabilità deve essere portata in primo
luogo dalla coppia.
A Dio solo appartiene il segreto di
una vita umana ai suoi inizi. Per questo il periodo di tre mesi entro
faborto sarebbe liberalizzato ci
bra arbitrario. E' ugualmente
CUI
ser
per
questo che contestiamo la libertà asso
luta di cui Vuomo pretende di disporre nei riguardi della vita come della
morte.
Riconosciamo che una vita in gestazione non si possa proteggere in tutti
i casi e in ogni situazione. Quando la
vita della madre è in gioco, è a questa urgenza che deve essere accordata
la priorità. Se fosse prevedibile che il
nascituro presentasse delle lesioni gravi, unHnterruzione della gestazione potrebbe essere presa in considerazione.
Ma nessun aborto dovrebbe mai essere
deciso senza il parere di un’autorità
imparziale e competente in materia.
Desiderala o meno, ogni gestazione
può avere per conseguenza delle difficoltà di ordine sociale. Siamo convinti. per parte nostra, che uno Stato
come il nostro dovrebbe offrire sufficienti possibilità per superare le distrette così causate. Disgraziatamente
siamo costretti a constatare che esistono ancora da noi gravi lacune quanto
ai mezzi per ottenere aiuto e consiglio
in molti casi dolorosi.
Il nostro dovere, ne siamo persuasi,
consiste in primo luogo nel promuovere tali strutture assistenziali, piuttosto
che nel cercare la soluzione nell’aborto ».
5
30 settembre 1977
La mistica inaccettabile
dei congressi eucaristici
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia riunita in Torre Pellice dal 20
al 27 Agosto 1977,
— presa visione del programma del XIX
Congresso Eucaristico Nazionale che avrà luogo a Pescara dall’ll al 18 settembre 1977,
— constata che esso non offre la possibilità di un fraterno confronto ecumenico attorno ad uno dei problemi che maggiormente separano cattoiici e protestanti creando cosi una
immagine faliace di unaniipismo,
^— ritiene che nel contesto storico sociale
nel quale il Congresso si celebra, per i suoi
contenuti e per U suo programma, esso diventa
di fatto strumento di restaurazione del consenso popolare in funzione del perpetuarsi di rapporti egemonici del tutto estranei allo spirito
dell’Evangelo e, peraltro, rifiutati da una parte
degli stessi cattolici italiani:
— esprime la propria solidarietà alle comunità evangeliche deOa zona, impegnate in
una doverosa opera di chiarimento.
(Il Sinodo valdese ha condiviso gli intendimenti di questa delibera con l’atto 47/SI/77).
La processione del Santissimo Sacramento
esposto all'adorazione dei fedeli in un’incisione del Barocci.
Adorazione deirostia
INTERVISTA A PAOLO RICCA
Assenti per chiarezza
Essere ecumenici non
insieme le cose che 1’
Sessantamila partecipanti agli
incontri quotidiani, trentamila
pellegrini ogni giorno, personaggi di risonanza mondiale che si
sono avvicendati nelle celebrazioni. Queste le cifre da ricordare nel tentare una valutazione del 19“ Congresso eucaristico che si conclude oggi a Pescara. Assenti gli evangelici italiani, anche alcuni invitati a titolo personale. Le comunità
evangeliche locali inoltre hanno
contestato il Congresso distribuendo volantini e organizzando dibattiti pubblici. Una battuta d’arresto nei rapporti ecumenici, un rifiuto deH’ecumenismo, oppure l’evidenziarsi di alcune contraddizioni non completamente risolte? Ne parliamo col pastore Paolo Ricca, professore di teologia pratica alla
Facoltà Valdese di Roma.
— Il fatto che nessun partecipante italiano sia intervenuto
al Congresso eucaristico di Pescara, non segna una battuta di
arresto dei rapporti ecumenici
nel nostro paese. Al contrario
direi che la nostra assenza da
Pescara è stata- un atto di chiarezza ecumenica: essere ecumenici non significa fare insieme
qualunque cosa, ma fare insieme le cose che l’Evangelo comanda. Una nostra presenza a
Pescara non sarebbe stato un
gesto ecumenico ma soltanto
un gesto equivoco, per almeno
due motivi.
Il primo è che i Congressi eucaristici, centrati come sono
sull’Eucaristia, danno una visione non esatta di quello che è
veramente il Cristianesimo al
cui centi» secondo noi non c’è
l’Eucaristia ma la Parola di Dio
e una vita conforme ad essa.
Il secondo motivo è che, come tutti sanno, noi non condividiamo la concezione cattolica
significa fare insienne qualunque cosa, ma fare
Evangelo comanda.
dell’Eucaristia ; in particolare
non condividiamo la dottrina
della transustanziazione e quella dei poteri attribuiti al sacerdote che la celebra. Questi dissensi non possono e non devono essere ignorati.
— Ecco, pastore Ricca, ma allora cosa significa la parala ecumenismo?
— Ecumenismo appunto, non
significa ignorare le divisioni
ma affrontarle insieme. Se a Pescara si fosse trattato di confrontarci con i fratelli cattolici
sull’Ei’.caristia e dialogare con
loro su questo tema ancora controverso alla luce dell’Evangelo,
naturalmente ci saremmo andati. Ma non si trattava di questo:
si trattava di associarci o di essere associati ad una sorta di
esaltazione liturgica dell’Eucaristia cattolica senza neppure
metterla in discussione e questo non è il metodo ecumenico
che noi auspichiamo. Noi desideriamo un ecumenismo che
non nasconda i problemi coprendoli col manto delle cerimonie religiose ma li metta sul
tappeto e li affronti col metodo
del dialogo fraterno.
Potrei illustrare questo punto
di vista con un altro esempio,
prendendo un altro tema controverso : il papato. Noi siamo
pronti a confrontarci con i fratelli cattolici sul papato alla luce dell’Evangelo ; ma non siamo
pronti a fare dei pellegrinaggi a
Piazza S. Pietro o a chiedere
udienze in Vaticano.
(intervista a cura del Servizio Radio-Televisione della
PCEI, radiodiffusa nel corso del « Notiziario evangelico » di domenica 18 settembre).
¡segue da pag. 1)
loro nascente società e, per suscitare degli imitatori, estende
a tutte le confraternite che si
formeranno con lo stesso piano
i favori spirituali conferiti ai
primi» (op. cit. cp. 446).
Qualche anno più tardi, contro gli attacchi dei protestanti,
il Concilio di Trento definisce
il culto pubblico dell’« Ostia » e
la scomunica di chi non l’accetta (vedi il «canone» riportato
nel riquadro a pag. 1).
Risale ancora al periodo della Riforma l’istituzione cattolica delle Quarantore, cioè una
forma di esposizione del SS. Sacramento per l’adorazione, durante 40 ore o continue (giorno
e notte) o interrotte (soltanto
di giorno). Questa innovazione
fu introdotta per la prima volta
a Milano nel 1534, dove ebbe
molto seguito, e pochi anni dopo a Roma.
A distanza di qualche secolo,
agli inizi del 1800, assistiamo ad
un nuovo risveglio di fervore
eucaristico; viene creata a Roma la Confraternita dell’adorazione notturna ed a Parigi viene
istituita l’adorazione notturna
del SS. Sacramento a domicilio.
Un santo francese, Pietro Giuliano Eymard, costituisce l’opera dei Sacerdoti Adoratori; a
Torino nasce l’arciconfraternita
dell’« Adorazione quotidiana Universale Pernetua » con lo scopo di promuovere la visita quotidiana del SS. Sacramento, in
LA SETTIMANA DI PESCARA
Folklore e rinnovamento
Seguendo i vari resoconti giornalistici e televisivi sul 19° Congresso Eucaristico nazionale, celebrato a Pescara dall’ll al 18 settembre, abbiamo avuto l’impressione che in esso fosse rappresentato nel modo più totale il
cattolicesimo italiano nelle sue
profonde contraddizioni: da una
narte una messa in scena di folklore ed esaltazione, culminata
con la visita del Papa, e dall’altra
la proposta di un tema di fondo
che voleva invitare al rinnova
Mario
perchè ho
Il GRl e alcuni giornali hanno dato rilievo alla notizia secondo cui il pastore evangelico Mario Sbafi; avrebbe partecipato ufficialmente alla preghiera ecumenica prevista nel
corso del Congresso eucaristico
di Pescara.
La notizia è destituita di
ogni fondamento. Il pastore
Sbaffi, attualmente a Roma, ha
dichiarato al Servizio stampa
della FCEl: «Personalmente
vado ovunque mi chiamano a
predicare l’Evangelo; tuttavia,
la Chiesa metodista di cui faccio parte, nel corso della sua
Conferenza annuale, e le chie
Sbaffi:
rinunciato
se evangeliche della zona di
Pescara hanno giudicato una
qualsiasi partecipazione di evangelici nel contesto del Congresso eucaristico inopportuna
e contraria ad un ecumenismo
correttamente inteso. Poiché
ovviamente nelle chiese evangeliche non esiste autorità gerarchica che possa imporre dall’alto le scelte dei singoli credenti, mi sentivo comunque libero anche in questa circostanza; ma per solidarietà con
l’opinione della mia Chiesa e
in particolare degli evangelici
di Pescara, ho preferito non
creare disagio, rinunciando alla mia partecipazione ».
mento. Da una parte il vecchio
rituale della celebrazione eucaristica notturna, dall’altra un susseguirsi di convegni collaterali
che prendevano in esame problemi di attualità e di impegno sociale.
Il tema generale del Congresso
era « Il giorno del Signore è la
Pasqua settimanale del popolo di
Dio ». Ogni giornata era dedicata
ad un argomento particolare: la
giornata della letizia, quella ecumenica, missionaria, della promozione, della donna alla luce di
Maria, della sofferenza, della
chiamata e infine, domenica 18,
deW eucaristia.
In occasione del Congresso Eucaristico sono stati organizzati i
Pescara anche otto convegni collaterali: il convegno liturgico;
dei « Dueri cantores »; dei ra'^azzi e giovani dell’Azione Cattolica; il convegno missionario; il
convegno della « Charitas »; il
convegno canonistico-nastorale; il
convegno biblico; e il conve no
turistico.
Erano presenti a Pescara, giornalmente, oltre 200 mila nartecipanti: una grande folla di pellegrini, sacerdoti, vescovi, frati,
suore, giovani deH’Azione Cattolica e di Comunione e Liberazione (ma anche degli « autonomi »); intellettuali e « mistici »;
malati in attesa del miracolo e
studiosi; turisti stranieri ed « entusiasti »...
Nonostante fosse indetta una
« giornata ecumenica », i noncattolici non sembrano essere
stati particolarmente attratti dalla grande sagra eucaristica di
Pescara: ci risulta la presenza di
un pastore tedesco, di un archimandrita ortodosso, e dell’ immancabile Roger Schiitz, priore
di Taizé, ormài più legato al cattolicesimo che al protestantesimo dal quale proviene.
È stato messo ampiamente in
risalto il fatto che auesto Congresso Eucaristico veniva organizzato in una delle regioni più
povere d’Italia, nroprio per una
presa di coscienza dei problemi
sociali, di disoccupazione e di
sottosviluppo della zona... ma
poi, soltanto l’immenso palco che
si affaccia sull’Adriatico, costruito a Pescara per l’occasione — e
che, naturalmente, verrà demolito — è costato 50 milioni...
Durante la settimana di celebrazioni sono stati raccolti 400
milioni di lire per la costruzione di un ospedale nell’Alto
Volta, una delle zone più depresse del Sahel africano, che porterà ir nome di «Camillo De Lellis », un santo abruzzese.
Però, per ricordare il Congresso Eucaristico, nella Piazza 1°
Maggio di Pescara, nel luogo dove è stato allestito l'immenso
palco per la celebrazione eucaristica, verrà eretta una statua di
Paolo VI, alta otto metri, che rinrodurrà il Papa in atto benedicente. La statua porterà la data
del 17 settembre, giorno in cui il
Papa è stato presente al Congresso, e sarà fornita di un orologio,
fermo alle 18, ora in cui il Pana
Paolo VI ha impartito la benedizione al Congresso
Come si può osservare, le contraddizioni si concretizzano 'in
cifre...
G. G. P.
riparazione delle bestemmie che
l’oltraggiano e della trascuratezza di cui soffre in tante chiese;
a Bruxelles viene creata l’Arciconfraternita della adorazione
perpetua del SS. Sacramenta e
Opera delle Chiese povere.
In quest’atmosfera sorgono i
Congressi Eucaristici. Ne è fondatrice, ancora in Francia, una
giovane di Tours, Emilia 'Tamisier, discepola del santo Pier
Giuliano Eymard, devota della
adorazione notturna del SS. Sacramento a domicilio.
Dal 1874 al 1878 quattro pellegrinaggi eucaristici trascinano
migliaia di fedeli ad Avignone,
Paverney e Donai : vengono organizzati incontri e studi, intercalati dalle cerimonie religiose,
che li trasformano già in piccoli congressi: questi congressi dovranno assumere un carattere
universale.
Infatti a Lilla, nel 1881, viene
organizzato il primo Congresso
Eucaristico internazionale. Papa
Leone XIII gli conferisce l’approvazione. Si riimiscono 800
membri di confraternite, rappresentanti dieci nazioni, 4.000
persone seguono la processione... Il giorno di chiusura si costituisce un « Comitato Permanente» dei Congressi Eucaristici internazionali. Da allora questi hanno luogo con una frequenza quadriennale.
Nel 1950, Pio XII rivendica alla S. Sede sia l’elezione del Consiglio decennale di presidenza,
che la scelta del luogo dei Congressi Eucaristici internazionali,
mentre vengono istituiti equivalenti congressi a livello nazionale. Per l’Italia questi sono affidati ai Padri Sacramentini di
San Giuliano Eymard, con sede
a Roma.
Questa mistica eucaristica si
spinge ancora oltre i Congressi: viene promosso l’apostolato
della Comunione, e la Crociata
Eucaristica. Queste sono rivolte
soprattutto ai fanciulli, semplici
crociati o piccoli apostoli: viene chiesta loro l’offerta della
giornata all& intenzioni dell’Apostolato defia^Preghiera, una decina di rosario, la comunione
settimanale o almeno mensile, e
soprattutto vengono esortati a
vivere la loro comunione con
sacrifici quotidiani e con le parole d’ordine : « Comunicati, prega, sacrificati, sii apostolo ».
Ai tempi di Lutero la polemica con la Chiesa cattolica sull’Eucaristia era già forte, nella
contrapposizione della « presenza reale » di Cristo, alla transustanziazione, cioè alla trasformazione magica degli elementi,
■■■' vera carne e vero sangue di
Cristo. Ma allora l’Eucaristia,
nella Chiesa cattolica, aveva ancora il suo posto nella Messa.
Oggi la distanza è accresciuta. Questa nuova « mistica » eucaristica che si esprime in sagre popolari, esaltazioni e crociate, sembra aver perduto ogni
riferimento alla « Cena del Signore », per acquistare un carattere autonomo, magico : si
tratta più dell’adorazione deifi« Ostia » che della « comunione col Cristo ».
Per questo, se ad altri livelli
possiamo discutere con i cattolici anc'^e sul valore ed il significato dell’« Eucaristia », questo
tipo di prassi eucaristica esclude ógni possibilità di colloquio
o di confronto. Si tratta di un
cattolicesimo che ci è totalmente estraneo.
La spaccatura si è tanto allargata che il fosso è divenuto invalicabile.
6
■í ; I
'í
t. t
30 settembre 1977
cronaca
INTERVISTE NEUE „VAiLI CHISONE-GERMANASCA
In questa breve indagine condotta xia Liliana Viglielmo, emergono le
contraddizioni e le situazioni della « materna », ancora in mano (ma
sempre meno) alle congregazioni religiose
L’apertura ^ settembre della
scuola .maièrrlà statale tìl San
Germano Chisòne, ehe subentra
alle scuole materne private, cattolica e valdese*, prima esistenti,
ha portato a 4 il numero, delle
scuole materne pubbliche funzionanti sul territorio delle valli Chisone e Germanasca. ,Dtie
anni fa-era diventata statale anche la scuola valdese di Pomaretto, ora rirnpegno d,elle nostre chiesa, per questo ' servizio
è. finito, soltanto X locali e le attrezzature vengono concessi in
affitto ai due Comuni che non
ppssiedono strtitture adhguaté.
La situazione delle scuole materne nelle due .vàlU è attualmente questa:
— statali: a S. Germano, Porte, Pomai’etto, Roure;
— aziendali: a yillar Perosa
(RIV) e Perosa Argentina
(Filsetà);
— private cattoliche: a Penestrelle. Ferrerò, Pinasca, Pragelatp, Perosa Argentina.
Non hanno scuole materne i
Comuni di Inverso Pinasca,
Frali, Pramollo, Salza, Usseaux
e Massello.
Come si può notare, è rilevante la presenza ■ delle istituzioni
cattoliche, e va tenuto presente
che fino al primo settembre ■ di
qliest’anno anche le materne
aziendali avevano personale appartenente a congregazioni religiose.
Tuttawai mentre a'Villar Pè^
rosa la situazione è rimasta immutata, a Peipsa Argentina ; vi
sono stati negli ultimi mesi alcuni cambiamenti nelle strutture della Filséta’e si è fatta strà-'
da, in mezzo ad accese ■polemi-'
che, la prospettiva della statalizzazione della’scuola materna
aziendale.
Abbiamo chiedo alcune informazioni su questo argomento al
sindaco di Perosa, Renato Calzi,
impiegato alla Filseta.
— Qual è attualmente la situazione delle scuole materne di
Perosa Argentina?
— Le scuole materne sono
due: una aziendale della Filseta
(ex-Gtìtermann) e una privata
cattolica gestita dalle suore salesiane, Quella aziendale aveva
fino al primo Settembre du’e sezióni e, cpme le altré strutture,
asilo, nido e dòpòscuólà, .serviva ai’figli dei dipendenti e dei
nòn dipehdenti. ,
— E ora che cosà è cambiato?
■— Per capire bene la questione bisogna risalire al ’74, quando il consiglio di fabbrica e i
sindacati inserirono nelle loro
rivendicazioni la pubblicizzazione ideile stimtiuré aziendàli,’,pei
estendere il servizio à'tutta là
cittadinanza. .È, chiaro che la
G;iitermaiin usaya scuola e ' asilo chine st’iqmentp paternalistico, per òstacòlàrè gli scioperi e
le jìyendicazip^i, .degli operài,
però,’ volendo liquidare tutto il
complesso, li avrebbe lasciati in
gestiòhe al Còmùne con un fitto
simbolico. L’amministrazione democaistiana di' aJlora. ha •‘rifkfc
tato. Ora la Filseta vuole sbarazzarsi di ' queste strutture
troppo costose e ce le offre gratis. Noi siamo ben disposti ad
accettare, se lo stato paga le insegnanti, come nelle altre scuole materne; penso che il Comune se la caverebbe spendendo 20 milioni l’anno.
— La polemica però sì è accesa a proposito delle suore...
— La'parrocchia e là DC locale hanno strumentalizzato la
questione dicendo che volevamo
mandar via le suore a tutti i costi. Ih tóàltà é"lA fctfri^regààlònè
che le ha ritirate perché c’è una
grande carenza di vocazioni. È
successo anche qualche anno fa
quando si è chiuso il Collegio
salesiano é àìlora' fion Ò’éra ima
ammifiistrazione di sinistra. Certo, là DO- trovava -In qtieste per
sone xm grosso appoggio, soprattutto in periodo elettorale.
— Quindi la Filseta si è trovata in difficoltà per il personale.
— La Filseta ha escluso i figli
dei non .dipendenti e ha assunto personale non specializzato.
Cos;i l’asilo nido è rimasto vuoto a metà ed è grave se si pensa che è l’unico asilo nido per
lavoratrici madri, da ÌPinerolo
in su.
— Ma ì bambini dei non dipendenti possono frequentare
l’altro asilo.
Infatti è successo questo e le
suore salesiane trovandosi con
100 iscritti hanno dovuto istituituire un’altra sezione oltre alle
due già esìstenti. Perciò ci hanno chiesto un contributo annuale dì 7 milioni, più un’insegnante laica allineata con il loro
orientamento pedagogico. Finora ce la toglievamo con -5 milioni e mezzo, perché le famiglie pagavano ima retta di 17.000
lire' al mesé. Però, se avessimo
una scuola materna pubblica,
l’asilo cattolico perderebbe il
contributo comunale.
— E che cosa prevedete per
il futuro?
— Noi vogliamo che la scuola
materna sia aperta a tutti, quindi pubblica. Abbiamo nominato
una comri'ssione per studiare il
costo deH’operaziohe, ma ritengo che la decisióne Spetti al Con
siglio comunale e alla popolazione tutta intera. '
Il passaggio dall’ente privato
a quello pubblico presenta solo
vantaggi o anche alcuni inconvenienti? Abbiamo interpellato a
questo proposito Paola RevelRìbet, residente p Pomaretto e
madre ' di -ÌheV bambini che han■ no frequentato ■' la scuola materna prima e dopo il passaggio
allo Stato. - - , . • ; > .
— A distanza di due anni dalla statalizzazione della, scuola
materna .valdesie, potresti dare
un giudii^o sugli aspetti positivi e negativi di questo cambiamento?
Un aspetto positivo è. che
i genitori non hanno più dovuto pagare la retta e- anche le insegnanti sono retribuite ih modo equo. Prima non era sempre
facile chiedere aiuti e contributi alla popolazione valdese e ipolte famiglie non avrebbero potuto versare una retta più alta.
Per i cattolici è un bel vantag-,
gio perché molti di loro prima
portavano i figli a Perosa aU’àsilo delle suore. C’è anche molta più disponibilità di materiale
didattico.
— E i lati negativi? ’
Nella scuola statale c’è un
avvicehdariiento troppo frequente delle insegnàriti che sappiamo benissimo do^tó alle nomine e alle complicazioni ' burocràtièhe, oltre ai legittimi ’ periodi
di congedo per ihatérnità. Però
a Pomaretto la gènte può essér
si fatta l’idea che vada sempre
così.
—•* Ti sembra diminuito L’ipteresse dei genitori per una
scuoia aila gestione della quale
non partecipano più direttamente? 4
— Non é vero che i genitori
non partecipino più alla gestione della scuola: anzi un gruppo ha portato avanti l’organizzazione della mensa chiedendo al
Comune una cucina attrezzata e
la fornitura completa del pasto.
C’è un comitato che si occupa
degli acquisti e prepara 11 me:
nu. Come succede sempre e dappertutto, la partecipazione totale dei genitori si rà'ggiunge solo quando si tratta di questioni
finanziarie e di interesse immediato.
— Possono anche intervenire
su questioni educative?
i — Certo, ma in questi Casi solo un gruppetto partecipa alle
riunioni, forse perché ritengono qhe sia compito degli addet. ti ai laì^Óri educare i bambini.
Per mólti genitori la scuola materna non è che il parcheggio
dove si lasciano i bambini tutto il giorno é si riprendono'la
seya. «
— L’obiezione più' frequente
è che le scuòle matèrne sOiid
troppo condizionate dai programmi di stampo cattolicò. Avete discusso ii problèma a Pomàrétto?
— Si, l’abbiamo discusso, ma
prima della statalizzazione, perché intendevamo, non certo con
l’appoggio della legge, poter discutere con le insegnanti i piani di lavoro. Ci è andata bene
perché erano tutte valdesi, perciò ' hanno presentato il programma in un’assemblea di genitori e hanno deciso di non dare insegnamenti religiosi di nessun tipo. I genitori cattolici non
hanno preso, néssunà' iniziativa
in questo senso. Ma penso che
questo non sia soltanto un problema nostro, ma di tutta la
scuola stàtale in Italia.
,1.
PERRERO
r\-
A scuola sotto la frana
Mentre di solito i due problemi chiave legati al buon funzionomento della scuola sono quelli
della mensa e dei trasporti, a
Ferrerò, giovedì scorso i genitori
degli alunni della media si sono
riuniti per discutere della mensa
e dei rischi che può correre la
scuola di essere trasportata via
dalla 'ormai ben nota frana.
Su quest'ultimo problema i presenti sono, sembrati abbastanza
soddisfatti dalle comunicazioni
del Sindaco Jahier, che-ha esposto i risultati dei sondaggi effettuati nel corso dell’estate e
appena. conclusi. 'Non i sembra
che ci siano grossi -pericoli -di
sinottamenti nella zpna dell^
scuola né in quella sovrastanfe*
La situazione sarà comùnque fe
nuta sottq ’ controllo da speciali
amarecchlaturé, i cui dati verranno esaminati quotidianamente da un tècnico..-Se il, pericolo
dovesse nuò-vamente superare il
livello di guardia nei prossimi
mesi, prima che siano state effettuate opere di protezione e di
incanalarpento delje acque, si
prospetta" la soluzione d,i qn’utilizzaziòné almeno temporanei di
un altro, edificio situato in Perrero: l’ex-albergo, « Regina ».
Qualcuno tri i prèsenti ha prospettato l’ipotesi di utilizzare le
altre ■ scpole xlel cpmujie, ,ma il
trasporto degli.alunni ih. una frazione è apparso più' complicato'
dell’uso dell’alljqrgo Regina. Iholfre fé aule delle scuolette di Maniglia, ■ Faetto ecc. non sono in
Si è svolto al Castagneto (Villar Pellice), lunedì- 26 settembre-,
l’annunciato incóntro - pastorale
riguardante il primo Distretto;
Nel salone del céntio'la discussione ha cercato di definife ufi
possibile programma di istudio
per i • prossimi mesi. Si è raggiunto l’accordo., di esaminare
alcune « schede » teologiche, redatte da alcuni ■ pastori in vista
della realizzazione di un dizionario di voci bibliche, su temi
divèrsi. Il 10 ottobre, al .prossimo incontro (vedi la comunicazione in questa pagina) l’attenzione si concentrerà sui seguenti temi: predestinazione e giustificazione,.
I pastori G. Tourn e E. Genie
presenteranno una loro scheda
che servirà per avviare, il dibattito. La proposta di affrontare
alcuni capitoli del recente libro
degli scritti di Giovanni Miegge
(Claudiana) non è caduta, la si
è tuttavia rinviata all’inizio della
prossima primavera, quando il
lavoro di analisi delle schede potrà diidi concluso.
^ Oltre alla definizione del programma, i pastori presenti alt’inconfro hanno discusso della
utilità di un documento che pos
pastorale
sa chiarie, i termini della secolarizzazione della chiesa. Rifacendosi al materiale preparatorio- del Sinodo della Chiesa Rifomiata fptfncese'IWO), Giorgio
Tóùrri ricaverà una ' sintesi che
potrà essere utilizzata anche a
livello catechetico. ,,
Il past. Gino tonte di Torino,
presente allfincontrq, ha forbito
ampi dettagli sul seminario internazionale della CEvAA che si
svolgérà nei locali dellp Eoresteria di Torre dal 28 novembre al
7 dicembre. Su ' questa interessante iniziativa torneremo in seguito. Si è trovato anche un po’
di tempo per discutere sul matrimoniò nella prospettiva delle
intese. Si è affermato l’importanza dele due cerimonie distinte (Municipio è thiesa) senza
precludere l’altra ipotesi (solo
in chiesa) ponendo cosi una alternativa la cui scelta tocca in
fondo ai soli sposi. Infine si è
parlato del nostro giornale: molte critiche, alcunè interessanti,
che la'redazione dovrà prendere
in esame. ^
Ai due nuovi candidati in teologia (Berlendis, Adamo) presepti nel Distretto ' i pastori hanno
rivolto un fraterno benvenuto.
grado di ospitare le classi numerose della media.
Più calda è stata la discussione sulla mensa. Le richieste della
trattoria che la gestiva sono apparse eccessive ai gènitori e all’amministrazione, per cui è risultato chiaro che si deve trovare
una soluzione alternativa. Le la-,
mentelej di qualcuno;..che pure
sono apparse, spropositate alla
maggior parte dei presenti, hanno finito per assorbire il dibattito, per cui non si è -potuti giungere ad alcuna conclusione opeK
rativa. È stato proposto un menu
che sia abbastanza vario da garantire "Un apporto equilibràtò
delle principali sostanze di cui
abbisogna l’organismo degli àdolescenti' e sufficiente come quantità. Non si è, comunque, giunti
ad una definizione del prezzo che
questo menu avrebbe potuto ragionevolmente 'avere. Il Consorzio della Scuola Media -sj trova
così a .dPtier affrontare il problema isenza indicaziqni ’ chiare delle famiglie. Qualcuno si ,è. anchè
lamentato dèll’istituz.ione del
tempo pièno a,fferinan4o, che tutto sarebbe stato più semplice se
i ragazzi fossero usciti..alle.tredj*
ci e fossero andati a- casa a imparare ..a. mungere, e. a, custodire
il bestiame. Come l’istruzione ob^
bligatoria per tutti fu una grande conquista ma fu vista da quah
còno come un sopruso,- soprattutto per le donne che non avevano bisogno di saper tante cose,
così il tempo pieno che .è uba
delle richieste più importanti del
movimento dei lavoratori, è ritenuto da qualcunp come superfluo
e buono solo per i benestanti che
non hanno niente da fare a casa. Per fortuna anche quest’opinione è abbastanza poco condivisa in Val Germanasca.
SAN SECONDO
Un ringraziamento particolare ai predicatori (Roberto Vicino, Edoardo Aime, Dino Gàrdiol) e alle sorelle di Pinerolo
che hanno accompagnato i c.anticì aH’armonium, durante il periodo di ferie del óastore.
Comunità Montana
Val Pollice
j.
Contro
rimmobilismo
del
post-alluvione
La Giunta della Comunità Montana
e tutti i Sindaci della Valle, riuniti
per l’esame della situazione post-alluvionale :
approvato con soddisfazione li
jj^ano d’interventi regionale concordato con gli Enti Locali riguardante le
opere realizzabili a breve termine mediante i fondi in corito capitale previsti dalla legge;
constatato che in questa fase di'
elaborazione di piani e di intervènti è
mancato l’indispensabilê appòrto del
Magistrato del Po per quanto riguarda
gli interventi sull’asta del Pellice;
rilevato che runico intervemto pre
visto dal medesimo a difesa della pubblica incolumità è assolutamente iiisufficientè (arginatura a difesa delPabitato di Torre Péilice) se si considera
che tutto il còrso del torrente si presenta in fragili^sinio equilibrio idrogeologico e che quindi una piena ánche di modesta entità (quale quella
verificatasi il 29 agosto c.a. o quelle
facilmente prevedibili còh le normàli
piogge autunnali) oltre a vanificare
qualsiasi tipo di intervento strutturale
già eseguito o in progrrmnia, provocherebbe danni incolmabili alle per
sone oltre che* alle cose:
preso atto della fondatezza delle
pressioni che continuamente vengono*
dalla popolazione valligiana a fronte
della situazione denunciata;
constatata Pinefficacia dell« azioni
sinora intraprese;
, DECLINANO OGNI RESPONSA
BÌLITA’ POLITICA, CIVILE" E PE
NALE>" ^ ■■■
INVITANO
la Rfigàgne Piemonte e tutte le forze
politiche 6’sociali, interessate ad assumere „tutti. L provvedimenti ritenuti
efEicgcL è,::dichtaraiu3;ia propria massima disponibilità, r - . : ìj:
: Per .r'preseiitiíf
■ .'.■.c x i - 'r i. , H Presidente ■
: : 'P: Li«^o ';Arc.h. Piercarlo
Comunità Montana
Val Chisone
e Germanasca
Comunicato, agli
agricoltori di valle
Anche quest'anno, .per
ogni viféllo maschio o férnmina, fiato dal 3-3.77 al
2.3.78'è prévistp'.dalla CEE
un premio di L, 36.,0Ò().
Per'avere diritto" ab premio, il vitello' deve essere ,
.nàta nella.stalla ed allevato per . almeno 6. mesi.) .,
‘ Al, momento della) pfe-,,.
sentazionè della domanda";
è quindi necessario i’impe.gno ad,,.allevare, it vitello
.fino a), 6° mese. di,yita.,. , Presentar^ la domanda al
più presto (entrf).lil mese
della nascita). Per i vitelli
.nati da marzo ad oggi pre
sentarsi subito.
Nel ;Ca-sq ì fossero .necessarie, •saranrió date ulterióp
ri ' inforWàrioaX presso il
Servizio* di Gòòrdinamento
ed Incentivazione Agricola
della Comunità, Mqntana,
I ncontro a ‘ Pomaretto
sulla nutrizióne invernale
delle api
Sabato 15 ottobre ’77 alle ore 20,45 presso il Teatro Valdese di Pomaretto
(di fronte alla Comunità
Montana) il Dott.„ Franco
Marletto deiristitutó di
Apicoltura dell’ Università
di Torino parlerà sul. tema: « Nutrizione di sostegno e nutrizione stiifioldnte in apicoltura ».
Invitiamo gli apicoltori
interessati a partecipare all’incontro. Saranno proiettate diapositive per illustrare Taraomento. « < >
Il Presidente . ,
(Maccari dr. Eugenio)
7
30 iselt&tìbré. lof?
'fi - , i ‘VI'
CRONACA DELLE VALLI
•ANGROGNA - POMARETTO
Cos’è la “diakonia”?
Incontro di catecumeni
Lunedì 19 settembre, la seconda giornata del quarto anno di
catechismo della comunità di
Pomaretto, l’abbiamo trascorsa
ad Angrogna, con alcuni catecumeni di quella comunità. Il mattino è stato dedicato alla riflessione e dopo un’agape, fraterna
abbiamo percorso la storica
valle.
Il tema più importante che ab
biamo trattato durante la giornata è stato quello dei « Servizi
della Chiesa» ovvero la diakonia
Ci ha aiutato a sviluppare l’ar
gpmento il Direttore del Convitto -Valdese di Pomaretto che si
è fermato con noi parte della
giornata.
I servizi principali che la Chiesa Valdese ha istituito sono:
Convitto Valdese, Scuola Latina, Ospedale, Asilo Infantile
(ora passato sotto la Direzione
statale) (in Pomaretto).
: Inoltre, sempre per iniziativa
della Chiesa Valdese è stato costruito l’Asilo dei Vecchi a San
Germano. Le domande, che ab-,
biamo posto al signor Longo
sono state: quale è stato il mo^
tivo dell’istituzione di Collegi
per i minori e quali problemi
pone oggi il Convitto di, Pomaretto.
Per quanto riguarda lo studio
biblico abbiamo esaminato il
passo di Giovanni 13 da 1 a 20.
Dovevamo capire quale significato avesse il gesto di .Gesù di
lavare i piedi ai suoi discepoli.
Questo significa . che ognuno
di noi deve sèntirsi sùllo stesso
piano di qualsiasi altra persona,
dévé essere insonama umile.
Il brarió inoltre ci insegna a
sforzarci di aiutare il nostro
prossimo uscendo dal nostro
egoismo, vedendo nel servizio
per il prossimo, uno, dèi segni
dèi Regno di Dio che; viene.
I catecumeni presenti
LUSERNA
SAN GIOVANNI
• Giovanni Danna di Angrogna
si è sposato con -Tiziana Di Palma di Torino nel Tempio del
Ciabas. La giovane coppia risiederà a Luserna San, Giovanni:
L’Evangelo che è stato loro annunziato rimanga come costante punto di riferimento in ogni
circostanza della loro vitó<
• Tutti coloro che intendono
collaborare coro®, monitori nel
lavoro della Scitpaa Domenicale,
sono convocati pqr lùnodi, 3 ottobre, alle óre 20,30, id Presbiterio. , (
PEROSA ARGENTINA
Gli argoménti di Paolo
al collettivo biblico
Prosegue anche quest’anno —
come abbiamo già scritto su
questo giornale — il Collettivo
di ricerca biblica di Perosa Argentina. Conipostò da cattolici
e da evangelici questo gruppo
ormai da. un paio d’anni porta
avanti il s.uo , lavoro di stùdio
biblico nella volontà di costituire anche un momento di vita
veramente comunitaria, nel confronto sulla Parola di Dio. Sulla scorta delle indicazioni emerse alla fine dello scorso anno, il
gruppo ha deciso di studiare
nel periodo fino a dicembre, la
prima lettera di Paolo ai Corinti; il materiale non verrà però
diviso- per -capitoli, seguendo nel
Da San Germano Chisone
• La Scuola materna valdese
ha cessato la sua attività dopo
ben sessant’anni di onorata carriera. La decisione è stata présa non per « stanchezza » della
comimità ma per permettere la
apertura di una scuola materna
statale che, per -ora; si trova nei
locali affittati della nostra ex
scuoletta. Speriamo di poter
pubblicare un opuscoletto che
permetta a tutti i sangermanesi di seguire la storia assai interessante di quello che si chiamava un tempo « Asilo ».
Intanto, ricordiamo con grande riconoscenza le maestre che
si sono succedute nel tempo : la
signora Ilda Long, le signorine
Elvire Grill, Lisette Rostan (per
ben 22 anni!), le signore Marisa Pons Bounous (18 anni), Ebe
Pons Bouchard e le due ultime:
Ivana Costabel e Loredana Beux,
oltre ad alcune supplenti. Così
come siamo riconoscenti alle sorelle che hanno, per alcuni anni, curato la mensa ed alla signorina Amilda Rostan che ha
tenuto la scuola sempre linda e
accogliente negli ultimi anni.
Pensiamo anche all’apposito comitato che, per, molti anni ha
saputo validamente -collaborare
col concistoro in questo servizio
a favore del più piccini e alla
sig.na Nelly Rostan, che ha curato l’amministrazione.
SERVIZIO MEDICO
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Alle due nuove maestre ed ai
28 frugoletti che hanno da poco
cominciato un nuovo anno di
«tscuola », auguriamo che sia sereno e proficuo.
• Vogliamo ricordar^ qui i fratelli che pi hanno lasciati : Giulio Cornila è Gaiio,. ringraziando il pastore Ayassot che ha annunziato in quelle occasioni di
lutto l’Evangelo della resurrezione.
• Abbiamo battezzato Ornella
Massel, Massimo Roccia, Daniele Godino, Debora e Dafne Pons.
Che il Signore vegli su questi
piccoli e sui loro genitóri.
• Si sono uniti in matrimonio
Moris Griot e Mara Bert; li abbiamo rivisti con gioia, insieme,
al culto domenicale e ci rallegriamo con loro per l’aiuto reciproco che il Signore li ha
chiamati ad essere l’uno per l’altro:
• Abbiamo avuto in mezzo a
noi, al culto deH’ll/O, un gruppo di giovani evangelici di Stoccarda che hanno cantato alòuni
inni e rivolto un messaggio fraterno. Pensiamo a loro, nel loro
ministero di evangelizzazione,
specie tra i giovani.
• Domenica 25/9, ha avuto luogo l’assemblea di chiesa per
ascoltare le relazioni del delegati alla Conferenza distrettuale ed al Sinodo. Li ringraziamo
per questo servizio.
• Ecco alcune date da ricordare: a partire da domenica % ottobre i culti inizieranno alle ore
1».30.
Sabato -1° Ottobre, riunione
concistoro.
Sabato 15 ottobre,, ore 14,30,
inizio catechismi.
Domenica 16 ottobre. Scuola
domenicale (culto di inizio coi
genitori).'
suo procedere il pensiero di Paolo, bensì verrà diviso per argomenti. Gli argomenti che saranno trattati sono i seguenti: la
predicazione, la teologia della:
croce, l’etica: la santa cena, i
rapporti interni alla comunità,
l’agape e la resurrezione.
Gli incontri sono quindicinali
e i prossimi avranno luogo mercoledì, 12 e 26 ottobre presso la
sala Jacopo Lorhbardini di Pe^
rosa, ore 20;45. *
Parallelamente I a questi hanno luogo, a Pomaretto, gli iircontri della EGEI. Ogni riimione si apre CMi uno studio biblico : il tema di quésto primo ciclo è fede e politica, che da una
inchiesta fatta è parso il più richiesto. Il procedimento qui
adottato è simile a quello dèi
CoUettiyo di Perosa- si affronterà infatti questo tema preridendo esempi dal vecchio e dal
nuovo Téstainientó. Nella seconda parte della serata gli argomenti trattati sono vari. Prossima riunione, giovedì, 6 ottobre
presso le scuole vecchie di Pomaretto, ore 20.45.
Incontro
pastorale
Il prossimo incontro pastorale del 1° Distretto
avrà luogo lunedì 10 ottobre, nella Bibliotèca Valdese di Torre Pèllice (mattina), e a Villa Olanda
(pranzo e pomeriggio) con
il seguentè programma:
ore 9.15 (Biblioteca):
Discussione degli ‘ articoli
predestinazione e giustificazione dèi nuovo « ABC
della fede evangelica» (in
preparazione);
ore 14 (Villa Olarida):
Il problema delle intese
con lo Stato - Comunicazióni della Tavolas e dèlia
CED - i/arie..
POMARETTO
Dòmenicà 25 nel pòmeriggio
si è svolto il funerale di Massel
Levy, oriùrido di Ròccia (Paet1;ó)^ di à7 anni, deceduto per le
conseguenze di una caduta. Egli
era da pochi giorni in pensione
dal lavóro della miniera e non
ha potutó approflttaré del meritato riiiosò. Che ' l'annunzio
dèli’Evangelo posSa essere la
fòrza e. là Sperapzà della famiglia nel' lòtto.
Circuito
Val Pellice
" ' ' ' ; ..I
L’Assemblea di Circuito; i
è convocata per Domenica
2 ottobre alle 14,30 presso
la-Sala di attività a Torre
Ìéllice, con il seguentè
: ò.d;g.:
1 - Breve culto.
2 * Programma di attività
per Tanno 1977-78 (vedi
, relazione di chiusura
dello scorso anno e atti
délT ultima assemblea).
3 - Adempimenti sinodali.
4 -'Modificazione della re
gólamentàzione dei Circuiti.
5 - Elezione del Consiglio
di Circuito.
6 - Varie,,
Tutti i mercoledì alle ore
9,30, ad eccezione della settimana in cui ha luogo Tin■ contro pastorale distrettuale, avrà luogo presso il presbiterio di San Giovanni un
incontro aperto a lutti i
Pastoni in attività di servir
zio o meno, ai predicatori
laici e a quanti, potendovi
partecipare, he sono interessati, in vista di un- lavoro biblico per la predicazione doihenicale.
Mercoledì S ottobre il'Pastorè Tourn introdurrà
uno Schema di predicazioni sulla figmà di Abranio. ,
PRAROSTINO
ANGROGNA
• Sabato 1 ottobre alle 15.00
(Presbiterio) sono’ convocati tutti i monitori per la definizione
del programma e degli orari delle scuole domenicali. ■
• Il Concistoro, riunitosi saba
to 17 sera, ha fissato — tra le altre cose — la domenica d’inizio
delle attività per il 23, cjn.: rriaggiori particolari verranno segna-,
lati sul « Bollettone » che verrà
distribuito dagli anziani ai primi
d’óttobre. Gli abbonati all’Eco riceveranno il « Bollettone » ben
presto. --
• Prossimo culto a Pradeltorno, domenica 9 ottobre alle 10,30.
Dàlia'•■settimana successiva il
culto si terrà ogni sabato sera
alle 19,30. '
• Il Tempio di Pradeltorno, domenica 25, si è riempito per assistere al matrimonio — durante
il culto — di Eldìna Long e Piermario Sappé. Ai due giovani angrognini TauguriO affettuoso di
tutta la Comunità.
PRAMOLLO
TORRE PELLICE
Si è tenuto venerdì sera all’Asilo l’incontro del concistoro
e dei responsàbili'delie diverse
attività della nostra- comunità.
Sono state illustràte le diverse
attività in cui si struttura la nostra vita comunitaria èd i partecipanti, oltre una trentina di fra"
telli e sorelle, hahno avuto urto
scambio di vedute molto fraterno e costruttivo sulTimpostazipnè del lavoro futuro. I diversi
punti del p’rogramrna saranno
pggetfo di dibattito nelle future
assemblee.
Il programma delle attività
sarà distribuito prossimamente
col Bollettone di ottobre.
Si ricordano sin d’ora le due
date di domenica 9 ottobre con
TAssèmblea di Chièsa per il resoconto dèlia Commissione dei
restauri al presbiterio e di domenica 16 ottobre per l’inizio
della Scuola Domenicale.
o Domenica 11 settembre è stata battezzata la piccola Cinzia
Long di Vanda e Armando (Pellenchi). Ai genitori l’augurio sincero di saperle dare un’educazione che sia sempre alla luce
della Parola di Dio.
• La comunità esprime un vivO
ringraziamento ai fratelli Roberto Vicino e Ugo Zeni, al pastore Silvio Long e al diacono
Osvaldo Piscini per i messaggi
rivoltici, durante- i culti da loro
presiedùti rispettivamente il 28
agosto, TU, il 18 e il'25 settembre.
• Un pensiero di sincera e fraterna solidarietà e simpatia fi
Marcella e Ettore Long (Pellenchi) per la per-dita della piccola
Tamara, certi che il Signore
accorderà loro in futuro quella
gioia che ora è stata loro negata.
VILLAR PEROSA
• Si è svolto sabato 10 settèmbre ' il matrimonio di Cécèhi
Marcello con Usseglio Uva. Il
Signore benedica la giovane
coppia.
• Hanno ricevuto il battesimo
domenica 11 i gemelli Mark e
Andrea di Collet Ugo e Massel
Ines; auguri ai genitori di saper
esprimere un’educazione fondata sulla Parola. . ,
• Dorhenica 11 sett. ir evito è
stato presieduto dal past. 'Silvio
Long, attualmente residente' a
Lugano.
» Domenica 18, in óccasipnè dell’assemblea del movimento «'Testimonianza Evangelica ’Valdese», il dott. Guido Ri,bet,rta rtréi
siedutó il culto.
Domenica 9 ottobre - ore 8,30 ;
Culto al Roc; ore 10,30: Culto
a S: Bartolomeo (pastore Marco AyàssotlL ore, 15: Culto a
RoOcapfeàa tBbstagni). ' f
PEROSA ARGENTINA
Ecologia
per tutti
La Pro Loco Perosa Argentina, In
collaborazione -con' là Comunità‘ Montana Valli Chisone e Germanasca, il
Centrò Studi e Museo d’Arte' Preistorica di Pinerólp, il Griippo Archeologico Torinese, TAèsociaZione Là Vàladdo Vi Roure, il Centro Studi’ Tradizioni Popolari di Pinérólo, il Gtuppo
Sportivo Culturale E. Àrmanni è là
Pro Natura Torino, orgànica nei giorni dal 25 settembre al 2 ottobre p,v.
una rassegna su « Natura e ambiente
nelle Valli Chisone é Germanasca » in
Perosa Argentina, nella- palestra della
Scuola- Elementare, con il seguente
orario : giorni feriali dalle 20 alle
22,30; sabato e domenica dalle ,15 alle
18 e dalle.20, alle 22,3Q; alunni .delle
scuole ed insegnanti anche nel normale orario scolastico previo, accorào ’con
la Pro Loco (proL Maurino, tei. .0121 81545 oppure 81305)
La mànifesfàliionè si articolerà in
una rassegna espositiva con fotografie,
grafici^ libri, rnariifèsti, oggetti ’ dell’arte popolare alpina nonché in una
serie.di conferenze-iuconlri con proiezione di diapositive. Prossimo e ultimo incontro : Domenica 2 ottobre. Ore
20,45 Musica - popolare (conversazione. con audizione dii brani originali).
Le visite di alunni delle scuole e insegnanti saranno particolarmente gra^
dite.
Pro restauro organo
tempio dì Torre Pellice
Offerte dal ,5.10.1976 al
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lo scorso pnno della sua attività
L- 206.000; ^Concerto della dorale di
Kassel 60.150; -.Gruppo . Signore Alsaziane 100.000; Poet Dina 5.000; Ronian Pietro e Erica 8.000; per matrimonio Paschetto Rivoira, Valdesina
Luisa e Enrico 5.000; Geymonat Daniele 10.000; Jalla Graziella lÓ.OÒO;
Benedetto Enzo e Susy in memoria di
Bertin Margherita ved. Roland 10.000;
Concerto Corale Valdese di Torre Pellice (26.12.1976) 200.500-f-Fr. Svizzeri 2; Fratelli Tomasini, Orologeria
10.000; Bellion Eliana e Ferruccio
5.000; Paschetto GÌiulia 4.000; N.N.
lO.ÒOO; Recita 17 febbraio 1977
85.000; Lilia Malaerida Rocchi, Como
10.000; Associazione A.C.L.I. Torre
Pellice 50.000,; i figli in memoria di
Lageard ,Amalia 50.000; M.C. 10.000;
Concerto Corale di Essen 70.000; Concerto Fracassi (del 20.8.1977) 149.180,
+ Fr. Francesi 10 e Marchi tedeschi
0,50; Venturi Liliana 10.000; Concerto Corale « La Vigneronne » (del
17.9.1977) 67.700-4- Pr. frane.’’1.
Errata Corrige: nel 4° elenco pubblicalo sul n. 42 del 29.10.’76 di una
colletta del 21.8.1976 leggasi L. 500
anziché.-5:000.
AVVISI ECONOMICI
Chiunque fosse in possesso di materiale riguardante la 1 guerra mondiale (lettere di parenti dal fronte, cartoline,, opuscoli, giornali eec.) è pregato
di mettersi in contatto con il Candidato in Teologia Antonio Adamo - Via
Beckwitb, 4 - 10066 Torre Pellipe Tel. (0121) 91305.
■ «La forza m’è venuta a mancare
per la mia afflizione »
. (Salmo 31: 10)
1 familiari del compianto
Giulio Castagna
commossi per la grande dimostrazioriè
di stidia e di affetto al lóto Caro, sentitamente ringraziano quanti hanno
partecipato al loro dolore con scritti,
fiori e presenza.; ■
Inverso Pinasca, 17 séttembre 1977
I familiari di
Giovanni Frache
qpmntossi .ringraziano quanti cqn 1®
presenza ai funerali o cop scritti hanno partecipato al loro cordoglio.
In modo particolare ringraziano il
Personale dell’Ospedale Torre. J’ellice e i .vicini di còsa. - . •;
• T(wre. Pelliice, 27 settfemhre ,^977.,
8
8
30 settembre 1977
DIBATTITO SULL’ENERGIA NUCLEARE
L’ascolto della Parola
è il fattore decisivo
Discepolato
e rinuncia
Credo che qualche cosa deve
ancora essere detto su quello che
l’Eco-Luce del 16 settembre scrive a proposito dell’atteggiamento
del nostro Sinodo di fronte allo
sviluppo dell’energia nucleare. È
un problema sul quale parlano
tutti i giornali, ma ciò non toglie
che la Chiesa, qualunque Chiesa,
debba occuparsi a fondo di tali
cose, perché ciò che noi facciamo
o faremo nel campo deH’energia
nucleare avrà delle ripercussioni
che dureranno cinquecento o mille anni. La Chiesa non può considerarsi estranea a questi fatti,
perché ne va. del futuro dell’umanità stessa, e della sua capacità
a scegliere la soluzione migliore
che le converrà. Ciò detto, si può
tranquillamente dire che ciò che
scrive Roberto Peyrot nel suo articolo è interamente da approvare;
gli articoli di Denis de Rougemonte e di Martin Niemoeller
sono puramente « poetici », e quindi non hanno una importanza decisiva in questa nostra discussione. Ma, in ciò che è stato detto,
sono stati lasciati da parte fattori
importanti a proposito dell’energia nucleare. Considerando per es.
questo problema nella sua totalità, non sembra che l’abitazione
nelle vicinanze di un reattore rappresenti un pericolo immediato
per gli interessati. Tuttavia questa
dichiarazione non è assolutamente
provata.
Le emissioni di prodotti radioattivi sono assai lente e nello stato
attuale delle nostre conoscenze,
non dovrebbero essere nocive. Anche questa questione è ancora da
vedere a fondo.
L’uso, la manutenzione e i trasporti dei rifiuti dei reattori pongono ancora dei gravissimi problemi che non possono essere risolti per il momento in nessun modo. Lo « stockage » dei prodotti
radioattivi è e resterà per lungo
tempo un problema gravissimo e
non risolto.
Ancora di più, il grado di tecnicità necessaria per far fronte
agli inconvenienti che presenta un
accurato sistema di sorveglianza e
di mantenimento dell’ordine, dovrà essere molto rigoroso e non
può essere lasciato all’arbitrio di
una società. Occorre dunque un
governo « forte » e stabile, con
tutte le conseguenze che questo
comporta e che lascio alla mente
umana di pensare.
Infine l’utilizzazione dei reattori è associata con la produzione di
rifiuti, che sarebbero utili per la
produzione di armi nucleari, per
cui la soddisfazione della necessità di energia va d’accordo con
Segue da pag. 1
— che io sappia — nessuno di
noi ha fatto). È questo, insieme
all’azione a favore di un trattamento più umano di questi detenuti, atto e non semplicemente parola, che si avvicina allo
« straordinario » di cui parla il
sermone sul monte, all’« amore
per colui che non ama nessuno e
che nessuno ama», (Bonhoeffer).
Tenendo conto di questo sfondo, appare allora meno generica
la presa di posizione di Gollwitzer: non è la unanime presa di
distanza dai terroristi che insanguinano in modo inaccettabile la
scena politica, ma è una presa di
posizione contro il terrorismo e
per i terroristi, per un loro cambiamento di strategia, per il sostegno da dare concretamente alla lotta contro le illegalità che
caratterizzano da parte delle autorità tedesche sia i processi che
le misure detentive.
Una linea politica di questo genere, improntata alla più grande
libertà e scevra da qualsiasi condizionamento senza per questo
cadere nel comodo e facile neutralismo, costituisce per noi una
testimonianza concreta di ciò che
può significare un impegno poli
tico vissuto come credenti.
l’aumento dei pericoli di una guerra nucleare.
In senso positivo si può ora dire che la .fòrpitura di energia nucleare ha.ìin igfànde vantaggio rispetto alla utilizzazione di altri
minerali o di analoghi mezzi energetici. Questa fonte energetica è
molto meno inquinante che le
fonti convenzionali, non contamina con dei prodotti come l’ossido di zolfo o di azoto l’ambiente in cui funziona. L’eventuale
cancellazione delle riserve di idrocarburi priverebbe i nostri discendenti di una risorsa di grande valore per la chimica,di sintesi. In->
fine la possibilità di esercitare una
pressione politica sul controllo e
la fornitura di combustibile nucleare verrebbe ridotta in seguito
alla facilità di costituire delle riserve di energia primaria sotto volumi ridotti.
Come si vede, ci sono dei punti
che sarebbero a favore e altri contrari alle centrali nucleari. Noi
non abbiamo nessun mezzo, poeti a parte, di stabilire quali di questi problemi dominerà il futuro.
Per il momento, la maggior parte
dei paesi industriali è molto più
avanti di noi nella costituzione di
fonti nucleari.
Quale sarà dunque la soluzione
per noi? Non vi è nell’energia nucleare un argomento di fondo che
ne permetta sia l’abolizione sia la
continuazione, ma vi è qualcosa
che deve guidare i nostri destini:
l’ascolto della Parola di Dio. Con
che diritto possiamo noi permetterci di mettere le generazioni future di fronte ad una situazione
che potrebbe essere drammatica,
con che diritto possiamo noi togliere a queste generazioni ogni
spi..janza di libertà? Questo è il
punto. All’infuori di esso si hanno
soio discussioni senza termine e
nessuna conclusione. Noi dobbiamo con franchezza e decisione dire il nostro punto di vista.
1
Rerlulgi Jalla
(segue da pag. 1)
crete di crisi, di problemi, di
sofferenze e di ingiustizie che
incontriamo ogni giorno sul nostro cammino.
La rinuncia che siamo chiamati a fare non è negativa verso la vita che ci circonda, bensì,
invece una risposta positiva all’amore di Dio per noi. È una
risposta che mette questo amore sopra ogni amore umano in
cui pure riconosciamo un dono
di Dio.
Portare la croce
Portare la propria croce deve
essere considerato nella stessa
luce in cui abbiamo considerato
l’odio verso i nostri cari. Soprattutto, dobbiamo ricordare che
la nostra croce non è quella di
Gesù. La croce di Gesù è, e rimane, l’unica che ci ha portato
la salvezza; e la nostra croce
non è il mezzo per il quale siamo salvati.
Infatti, la necessità di portare la propria croce non viene interpretata come un richiamo da
Gesù ad andare in cerca di sofferenze, o che dobbiamo necessariamente soffrire. Ma nel nostro cammino nella via insegnataci da Gesù incontriamo dei
problemi, degli ostacoli, che
possono -essere persecuzioni, incomprensione, o anche la tentazione di seguire un’altra via. Accettare la propria croce significa sopportare le persecuzioni,
cercare di essere compresi, e,
soprattutto, di non deviare dalla via del Signore, di non confondere quello che è il messaggio di Cristo con quello che è
il messaggio del mondo. Perciò
portare la propria croce vuol
dire rinunciare alle cose che ci
impediscono di portare avanti il
nostro compito di discepoli, ed
accettare tutta la responsabilità
di essere discepoli di Gesù.
È facile fare la scelta per Cristo accettando il messaggio di
salvezza senza renderci conto
poi di quello che è la nostra responsabilità di credenti. Spesso pensiamo soltanto alla salvezza, alla gloria, aU’avvenire
del Regno di Dio, proprio come
la folla che seguiva Gesù, che
voleva un Messia vittorioso e
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
Dense nubi su tutto Torizzonte
L’apertura (mercoledì 21.9)
della 32“ Assemblea generale ordinaria dell’ONU a New-York, è
stata segnalata con la pubblicazione del rapporto nel quale il
segretario generale K. Waldheim
riferisce sulle attività deU’organizzazione stessa, nell’anno trascorso, ed esprìme la propria
valutazione d’insieme della situazione internazionale.
Comitato di Rodazione: Bruno Bellion, Ermanno Genre, Giuseppe Platone, Paolo Ricca, Fulvio Rocco, Sergio Rostagno, Roberto Sbaffi.
Direttore : FRANCO GIAMPICCOLI
Dirett. Responsabile; GINO CONTE
Redezionei Via Pio V, TS . 10125
Torino, Tei. 011/655.278.
Amministrazione : Casa Valdese 10066 Torre Pellìce (Torino) - c.c.p.
2/33094 intestato a « L'Eco delle Valli - La Luce » - Torre Pellice.
Abbonamenti ; Italia annuo 7.000 semestrale 4.000 - estero annuo
10.000 - sostenitore annuo 15.000.
Una copia L. 200, arretrata L. 250.
Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna commerciali
L. 120 - mortuari 220 - doni 80 economici 150 per parola.
Fondo di solidarietà : c.c.p. 2/39878
intestato a : Roberto Peyrot - Corso
Moncalieri, 70 - 10133 Torino.
Reg. Tribunale
8 luglio 1960.
di Pinerolo N. 175,
Cooperativa Tipografica
Torre Pellice (Torino)
Subalpina
« Il giudizio di Waldheim è
piuttosto pessimista (si legge
nell’art. di testa di « Le Monde »
del 10.9). Egli teme che il 1978
sarà “un’annata difficile e scossa da avvenimenti gravi e dolorosi per la comunità internazionale” (gli Stati membri deirONU
sono attualmente 147, cioè praticamente tutte le nazioni del
mondo).
Passando in rivista i grandi
problemi che minacciano la pace nel mondo, Waldheim confata che nessun progresso è
staio ottenuto nella ricerca di
risolverne qualcuno: anzi, . al
contrario, le posizioni delle singole parti tendono ad inasprirsi. L'Africa australe, il M. Oriente e Cipro sono tre regioni in
cui, secondo Waldheim, le poste
in gioco sono particolarmente
importanti e in cui, se gli sforzi
di pace non conducono ad alcun
risultato, "i rischi di cedimento
divengono sempre più inquietanti". (...)
A proposito del M. Oriente
(dice Waldheim), se Arabi a
Israeliani non danno prova di
realismo e non procedono a't
una revisione globale del problema, "noi rischiamo d’imme-gerci in una crisi internazionale
più grave, e in un avvenire relativamente vicino”.
Uguale campana d’allarme per
Cipro: Waldheim si dichiara
profondamente preoccupato dell'“inasprimento delle posizioni”
dopo la morte del presidente
Makarios, inasprimento che “rischia di compromettere addirittura l’idea d’un regolamento pacifico”. Infine egli è altrettanto
preoccupato dell’estendersi di
altri “conflitti aperti e latenti"
nel continente africano, conflitti che gravano tutti sulla pace
internazionale »
A nostro modesto parere, anche la nuova politica americana iniziata dal simpatico e mite
nuovo presidente, presenta, con
|e sue incertezze, dei seri pericoli. E se le oscillazioni pendolari di Carter dovessero prolungarsi ancora per molti, mesi, potremmo improvvisamente cadere in una situazione non più
sbloccabile: forse l’opinione di
Waldheim andrebbe meglio precisata proprio in questo senso.
« Non si può dire che, fino a
questo momento la politica estera di Carter abbia avuto qualche successo (scrive V. Odinzov
su « La Repubblica » del 9.9).
C’è stata una partenza folgorante e lastricata di buone intenzioni, ma manca ancora quel risultato che dia credibilità e “autorità” alla Casa Bianca ». A proposito del M. Oriente, l’articolisia esprime il parere che « esso
non è un banco di prova molto
agevole, ma sulla sua crisi Carter prese un preciso impegno
prima ancora di assumere la
presidenza.
Oggi, a pochi giorni dagl’incontri paralleli tra Vance, arabi e israeliani. Carter appare deciso a sbloccare un dialogo tra
sordi e la “disputa che si trascina da duemila anni", facendo
leva sulla potenza, intesa in senso assoluto, degli USA. La minaccia di disimpegno dall’area
non significa in effetti un disinteresse politico, bensì la libera
zione di quelle forze locali che
fino a questo momento sono state compresse, controllate e guidate dai paesi arabi moderati, i
cui governatori verrebbero quanto prima travolti dall’assenza di
una copertura americana.
Ma è un monito anche ad
Israele che, in questa crisi, vedrebbe calare a picco almeno
una parte delle sue relazioni
privilegiate con Washington e
comunque ogni prospettiva di
sicurezza, col ricrearsi di una
perenne frizione politica-milù
tare.
Sullo sfondo c'è naturalmente
l’incognita sovietica, ma fino a
che punto Mosca è disposta a
far.si trascinare in una' nuova
avventura la cui prima conseguenza sarebbe la degradazione
verticale dello stesso processo
di distensione con gli USA? Carter sembra giocare sul sicuro, e
in auest’ottica il suo monito agli
arabi e agli israeliani potrebbe
estendersi velatamente all’URSS,
sollecitata ad adoperarsi per
una maggior insistenza su quelle parti che gravitano nella sua
orbita, Siria e Olp in primo luogo ».
A noi queste « sollecitazioni »
americane fanno cattiva impressione. Gl’israeliani, esperti in
docce scozzesi, mandano il loro
ministro degli Esteri Moshe
Dayan a Washington, a dire il
loro « no » deciso alla presenza
palestinese al prossimo convegno di Ginevra. Gli Stati arabi
protestano contro Israele a parole, ma in realtà si disinteressano dei palestinesi. Quale il destino di questi derelitti?!
glorioso, che non era disposto
ad accettare la croce di Gesù.
Anche noi dimentichiamo la
nostra croce per seguire il Signore. Pensiamo soltanto a noi
stessi e alle nostre famiglie, e
non troviamo mai il tempo per
leggere e meditare la Bibbia,
non c’è mai tempo per impegnarci nella vita della chiesa.
Non siamo pronti a sostenere
delle posizioni impopolari; concentriamo tutta la nostra testimonianza su quello che sappiamo sarà accettabile agli altri.
Questi atteggiamenti di compromesso e la volontà di prendere soltanto la strada più facile non sono altro che dimenticare che il discepolato consiste soprattutto nell’accettare di
poetare la propria croce.
Le parabole
Certo Gesù ci ricorda che
tutti sono invitati a entrare nel
Regno di Dio, ma ci ricorda anche che il seguirlo è un compito immenso, rnolto superiore alle forze umane, molto al di so
pra della responsabilità dell’uomo che vuole costruire una torre, o del re che prepara la guerra contro un altro re più potente. Le due parabole attraverso le quali Gesù esemplifica il
suo pensiero mettono in evidenza che dobbiamo renderci conto dell’impegno che caratterizza
il discepolato. Non possiamo
prendere questo impegno nell’impulso dijan momento di fervore religioso ; l’impegno per
Cristo è un impegno per la vita. (...)
Come discepoli dobbiamo renderci conto della difficoltà dell’impresa. Non siamo in grado
di completare la torre che dobbiamo costruire. Il nemico è
troppo forte per i pochi soldati
che sono a nostra disposizione.
Allora dobbiamo forse rinunciare alla impresa perché non siamo capaci di portarla a buon fine? Finiremo sconfitti e ridicolizzati davanti agli uomini? Gesù non vuole certo che rinunciamo a questo nostro compito di
discepoli nel predicare il Regno, nel testimoniare l’Evange
10 in Italia.
Gesù ci chiede invece la rinuncia di noi stessi, a tutto
quello che riteniamo caro ed
importante nella vita, a mettere
dietro le spalle tutto quello che
ci ostacola nel portare avanti il
nostro compito del discepolato,
di portare la nostra croce, per
concentrare tutte le nostre forze su quello che decidiamo di
fare, in modo che la nostra decisione sia presa con piena coscienza della, nostra responsabilità di discepoli di Gesù.
Soltanto con questa rinuncia
11 Signore verrà in nostro aiuto,
soltanto così possiamo portare
a conclusione la costruzione che
vogliamo iniziare o continuare.
Questo naturalmente presuppone che le decisioni prese dalla chiesa siano basate sull’Evangelo, tutto quello che decidiamo
di fare, sia nei rapporti fra chiesa e stato, sia nel campo ecumenico, sia nell’evangelizzazione, sia .nella vita comunitaria,
sia nella attività amministrativa della chiesa. Rinunciare a
tutto quello che abbiamo significa allora avere- l’Evangelo per
nostra guida, che tutto quello
che non è dell’Evangelo assume
un’importanza secondaria.
Confessione
di peccato
In conclusione, questo passo
ci richiama ad una confessione
del nostro peccato, perché abbiamo messo in prima linea noi
stessi, le cose di questo mondo,
perché nel passato abbiamo rinunciato troppo spqsso a Cristo
e non alle cose di questo mondo; perché abbiamo fatto la pace con il mondo invece di seguire l’Evangelo.
Nel chiedere perdono al Signore, chiediamo anche il coraggio e la forza di rinunciare,
in futuro, a tutto quello a cui
non abbiamo saputo rinunciare
nel passato, e che più di una
volta ha permesso al mondo di
potersi beffare della Chiesa di
Cristo.