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Casa VaTdesf»
PFf.f.rCB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quoH^avete peccoto, e latevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
rtnne LXXXVIII - N. 9
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
}
£co: L. 1.200 per Pintemo
L. 1.600 per l’eatero
Eco e La Lucei L. |i.800 per Tilrtemo | ^>ediz. abb. postale • li Grappo
L» 2.500 pi# testerò | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLIC'E - 28 Febbraio 1958
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
La saggia forza della Verità
Dice l’Ecclesiaste ; « Se il ferro perde il taglio e uno non l’arrota, bisogna che raddoppi la forza; ma la sapienza ha il vantaggio di sempre riuscire ». Qui parla uno scettico che,
nonostante il suo freddo e amaro pessimismo, non aveva totalmente perduto la sua fede nell’Eterno. Ed è proprio questa fede latente che gli permette di esaltare una sapienza che potrebbe rendere l’uomo capace di contrapporre alla follia umana una forza
mite, ma sicura e tenace, sempre vittoriosa sul caos delle passioni.
Questa sapienza che, secondo l’Ecclesiaste, sembra dileguarsi nel soggiorno dei morti, mentre durante la
vita è spesso più utile agli altri che a
chi la possiede, è pur sempre un bene
da cui, in ultima analisi, deriva quel
poco di felicità che l’uomo non può
trovare nel dominio delle ricchezze
durante la sua effimera esistenza terrestre. Perciò la sapienza che sgorga
dalla fede in Dio « vai meglio degli
strumenti di guerra ».
Oggi gli uomini che apparentemente reggono le sorti del nostro mondo
semDrano ragionare diversamente
quando, consiüerando la drammatica
alternativa della pace e della guerra,
non trovano miglior rimedio a tanto
male che quello della forza materiale
e vanno ripetendo la celebre frase di
un grande statistaT « a armiarho
per poter discutere ».
E’ profondamente umiliante il dover
constatare che l’uomo primitivo, compagno dell’orso delle caverne, possedeva già questa forma di sapienza.
Perciò non c’è davvero di che andare
orgogliosi della nostra sì brillante civiltà, erede di millenarie esperienze
umane e culminanti nella luce del cristianesimo.
Questo significa che la saggia forza
derivante dalla verità è tuttora posta
in quarantena di fronte a quella forza
bruta che sembra presiedere subdolamente i solenni consessi degli uomini
politici di tutto il mondo. Brutto segno e cattivo presagio, quando due
contendenti si lasciano scivolare in tasca il coltello e la pistola, prima di
recarsi ad un abboccamento con l’avversano vero 0 supposto: il loro modo di ragionare ne sarà fatalmente
compromesso in partenza. I chilometrici discorsi per la convivenza pacifica, che dovrebbero preparare la via
ad una fraterna collaborazione, finiscono per prendere troppo spesso la
forma di serpenti sibilanti e pericolosi.
11 ferro salutare, che dovrebbe tagliare decisamenie il duro nodo formato dagli interessi contrastanti, dalla volontà di potenza e di dominio,
si smussa con l’uso ed obbliga chi l’adopera a raddoppiare di forza, senza
mai raggiungere lo scopo. E così l’umanità consuma le sue energie fìsiche
e mentali per preparare i congegni d.i
guerra, là dove sarebbe urgente consacrarle tutte quante a benefiche opere di pace, per combattere l’ignoranza, la miseria e la corruzione.
Per arrestare il gioco maligno che
dilania il corpo deH’umanità sarebbe
necessario ricorrere ad altre armi,
troppo raramente adoperate dagli uomini. anche quando si dichiarano credenti in Dio e nella sua Legge d’amore e di giustizia. Si tratta di quelle armi silenziose e poco appariscenti che
costituiscono « la completa armatura
di Dio » descritta da Paolo nella sua
lettera agli Efesini. La prima arma
fondamentale, per chi s’impegna a
combattere per il Regno dei cieli, è la
verità che deve cingere i suoi fianchi,
cioè costituire la saggia forza che pro
tegge e nobilita tutto il suo essere. Chi
non ama la verità sopra ogni altra
cosa, a costo di qualsiasi sacrificio,
non può indossare le altre armi descritte daH’apostolo, senza renderle
inutili. Soltanto a questa condizione,
tutte le altre armi, e specialmente lo
scudo della fede e la spada dello Spirito, diventano efficaci nella lotta per
la pace e la salvezza del mondo.
Amare la verità significa aver fede
nella sua forza vittoriosa, perchè la
verità della vita è Dio stesso. Su quella Verità riposa tutto il peso ed il valore dell’Universo; è per la sua divina
virtù che l’uomo animale diventa uomo .spirituale, e che il Regno della
giustizia, dell’amore e della pace si
afferma nel seno dell’umanità.
Ma i formidabili problemi posti dal
rapporto di potenza fra i popoli impegnati nell’attuale dramma del mondo non si possono risolvere con atteggiamenti mistici, dicono quasi in coro
gli uomini responsabili del governo
delle nazioni. Avvertiamo anche noi
la tragica necessità di dover opporre
la forza a chi crede soltanto nella forza per dirimere e dirigere le competizioni ideologiche verso un fine prestabilito. E tuttavia non possiamo esimerci dal pensare che i popoli devono diventare liberi nella ricerca della
verità e'della'giustizià.'fila'm rèiigio-'
ne che in politica, l’uso della forza
ema ideologico è
paradiso delle
ì fl benessere dei
essere il fruito
Ila violenza. Chi
della giustizia
via che quella
su quel sen
per unporre uno si
sempre da deprecar«
.anime, non meno ci
corpi, non può
della costrizione e
vuol essere l’aposK
non può scegliere al
percorsa dal Cristo;
fiero stretto e diffidi l’amore fioris;
e fruttifica nel solco ^el sacrificio.
La storia ci dimos|ta che nelle lotte
di stile religioso o pdiitico — che spesso si sono intreccile e confuse in
guerre di sterminio -i- il trionfo della
verità non è mai dipeso dalla violenza
esercitata sui corpi, |jna dalla lenta
persuasione delle ^scienze operata
dallo Spirito di vit§ che chiama gli
uomini alla libertà dei figli di Dio. Se
il nostro mondo è d^astato da quelle
che Paolo chiama « le opere della carne », è evidente che Dinianità può soltanto sperare di essere redenta dai
frutti dello Spirito : » amore, allegrezza, pace, longanimità^'“ benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza».
Tale è la saggia forza della verità
che potrebbe dirimere-tutte le controversie fra gli individM e fra le nazioni. Noi crediamo chélciò potrà avvenire in un futuro più^ meno lontano,
perchè Dio regna nefeieli e sulla terra, Ma chi è già m frado di udire la
sua voce, non deve indurire il proprio
cuore per conformaj^ alla legge della giungla. ~
G. Francesco Peyronel.
WÈÈÈm^’ ■'!*' 1' : • - '. ' A ■
Á’-.-.iii-t. '.OsV
Càndide cuffie vaffieid .al-àdla iidl'eór ìéd'dèl 'XVIi FelSfiraio a Poniaretto.
V (Foto Costantino — Porosa A.)
NUOVA INIZIATIVA ALLE VALLI VALDESI
Una bella settimana nella Chiesa del Serre di Angrogna
Lunedì 24 u. s. erano riuniti a Torre Penice i Pastori Roberto Nisbet,
Franco Sommani, Bruno Tron, Gustavo e Giorgio Buocbard e i Signori
Daniele Costabel, Emanuele Bosio
(da Torre Pelliee), Edgardo Pascnetto (da Bobbio), Aldo Tourn (da Bora) e lo scrivente; mancavano’alcuni, trattenuti dal loro lavoro: il Pastore Arnaldo Genre, l’avv. Ettore
Serafino e il Sig. Giovanni Frache
(dal Villar). I lettori della Chiesa dei
Serre avranno riconosciuto i membri dell’équipe di pastori e laici delle comunità della Val Pelliee che per
iniziativa della Commissione Distrettuale hanno visitato durante una
settimana, di quartiere in quartiere,
anzi di casa in casa i fratelli dèi
Serre.
Erano riuniti, per mettere in comune le loro esperienze e discuterne insieme; ma soprattutto per ringraziare insieme il Signore di tutto
ciò che avevano ricevuto nell’opera
di questa settimana, con in cuore
un poco della gioia apostolica, al ritorno dalla prima tournée, a due a
due, predicando l’Evangelo.
Ma di cosa si è trattato, insomma?
Ecco.
Prima
Da tempo si era parlato di questa
missione: l’idea era sorta, in una
riunione del Corpo Pastorale delli
Valli, dopo il Convegno di Pinerolo
dello scorso autimno. Si è pensato
che sarebbe stato un bene per ognu
na delle nostre comunità se, a tmmo.
avesse potuto essere visitata, di casa in casa e in tutti i quartieri, da
un gruppo di fratelli delle altre comunità, pastori 6 laici, rappresentan
ti in qualche modo tutta la nostra
Chiesa in queste Valli. E si è cominciato visitando la Chiesa del Serre
non perchè (come forse qualcuno,
prima, ha pensato!) avesse più bisogno di un’altra di questa missione!
ma semplicemente perchè si è voluto
attuare questa nuova iniziativa in
una delle nostre comunità numericamerite minori. E forse pure perchè,
data la sua posizione geografica, è
una di quelle che si sentono più dimenticate.
Questa visita è stata accuratamente preparata, in uno spirito di preghiera e di fraternità di cui l’équipe,
riunitasi tre volte, ha profondamente goduto, essa per prima. Si è scelta proprio la settimana del XVII
febbraio, la settimana in cui più forte si sente vibrare la solidarietà valdese, per ripensare e risentire insieme che la vera solidarietà delle nostre Valli è e rimaiie la comunione
fraterna dirmanzi al comtme Signore e Liberatore. Questo messaggio di
fraternità cristiana e l’umile ricerca,
alla pari, della grazia del Signore,
dovevano esser portate di quartiere
in quaritere, di famiglia in famiglia.
Durante
Così, domenica 16 febbraio il Capo
distretto, Past. R.-Nisbet ha aperto
la nostra « settimaina » presiedendo i
culti a Pradeltomo ed al Serre; lasciando da parte il 17, giornata già
abbastanza piena per le celebrazioni
locali, da martedì a sabato sono giunti fra noi ogni giorno, a due a due,
un pastore ed im laico, che scn pas
sati di casa in casa in ogni quartiere, i^r prendere un primo contatta
in vista della riunione serale; è stato pure distribuito ad ogni famiglia
l’opuscolo « Chi fermerà la tua fuga?», scritto dal Past. Gustavo Bouchard quale appello ad un ritorno a
Dio di cui la partecipazione al culto
è segno. Sono così state visitate tutte le famiglie della nostra comunità ;
esclusi soltanto gli appartati casolari di Serre Malan, per assoluta mancanza di tempo, ma con vero rincrescimento.
Alle riunioni serali, svoltesi in ogni
quartiere, abbiamo avuto una partecipazione particolarmente numerosa, attenta, in certi casi anche un
poco di conversazione. Lo scrivente,
ha udito le impressioni dei visitatori,
e già alcune dei visitati, ed esse sono
state assai liete. I neutri ospiti non
hanno sentito intorno a sè quel muro di silenzio e di riserbo, che forse
ci sarebbe stato da aspettarsi di
fronte a gente estranea e per lo più
sconosciuta, ma sono invece stati
concordi nel rallegrarsi con ricono
scenza, dell’accoglienza veramente
fraterna e senza impaccio che è star
ta loro riservata, ovunque.
D’altra parte le nostre famiglie
hanno ricevuto con gratitudine le visite, sensibili al modo in cui sono state fatte. Non ci nasconderemo che al
cuni, al sentir parlare di questa visita, hanno forse im po ariicciau> u
iia.so, e SI son detti: Ecco la solita
gente di fuori che viene a farci u.*
predicozzo, senza conoscere nulla delia nostra vita, magari dall’alto di
qualche cattedra... Questo timore e
stato del tutto fugato. Coloro che
sono passati fra noi non sono stati
dei maestri saccenti ma dei fratelli;
si scmo interessati alla nostra vita
ecclesiastica quanto sociale ed economica; hanno cercato di vedere e,
di capire la nostra situazione, per
quanto è possibile così, in una brev.,
visita. E quel che (A hanno d^tto,
non loro ma la Parola di Dio per
mrazo loro, se è stato anche xm gra
ve richiamo ed appello alla nostra
fede, non ci è stato detto dall’alto
di una pretesa superiòrità, ma ne;
senso doloroso di una comunion
fraterna che è comunione di peccato
di tiepidezza, di indifferenza, di stan
chezza; su cui però è sempre sovra
nc il Signore, con la potenza della
sua Parola di verità e del suo tìp
rito di vita. Così ci siamo racco.ti
insieme, nel nostro peccato, nel sen
timento di quanto abbiamo bisogna
della Grazia petente e linnovatiice,
'nella speranza viva che Dio voglia
tesi operare fra noi ed in noi.
Sp^so, al termine delle riunioni
serali c’è pure stato uno scambio di
idee su vari problemi anche economi
ci e sociali defia nostra comunità,
di cui è stato rilevato, purtroppo,
una volta ancora il basso livello ma
teriale: la vita della fede e la vita
quotidiana non sono due vite distinte, ma costituiscono la nostra vita
tutta quanta: ogni problema spirituale ha un riflesso sul piano ec >no
mico e sociale, e viceversa. Però,
quanti sono intervenuti nella discussione hanno riconosciuto, più o me
no apertamente, che alla radice sta
un problema di fede o di tiepidezza
che a poco a poco, quasi senza accorgersene, porta all’incredulità di fatto. Il Signore può far sì che questo
sincero riconoscimento non si riduca
ad un’accettazione, triste e stanca,
dello stato sincero riconoscimentc
non si riduca ad un’accettazione, tri
ste e stanca, dello stato di fatto, mpj
si manifesti in una lotta ed in un
impegno quotitliani contro lo stato
di fatto.
Domenica 23 corr. i culti sono stati
presieduti a Pradeltomo dal Past
Franco Sommani e al Serre dall’Avv
Ettore Serafino. Cosi si è chiusa la
nostra «settimana», ed è con proi
fonda gratitudine al Signore che ripensiamo ad essa; mentre esprimiamo la nostra riconoscenza fraterna
a quanti sono venuti fra noi nel Suo
nome, per ricercare con noi la Sua
grazia e la Sua volontà.
Dopo
L’équipe si è riunita, dopo, per cercare di fare il punto della situazione,
in vista del ripetersi di questa missione, in futuro, nelle altre comimfi
tà. I «risultati» non sono (per fortuna!) nelle nostre mani; noi non
possiamo che rallegrarci di esser stati chiamati, e ringraziare. Ed ora?
Il Signore solo è colui che fa germogliare a crescere, che scava e matura. Ma che valore ha l’allegrezza che
è rimasta in tutti noi per la visita
ricevuta? Non è stato, certo, il simpatico diversivo della visita di sim:
patica gente. Siamo stati tutti di
nuovo di fronte al distacco che ci
separa da ciò che il Signore si attende dalla comunità dei suoi figlioli redenti. E se abbiamo saputo che «altrove non va poi meglio che da noi »
non vale qui la morale del «mal comime, mezzo gaudio»: abbiamo sentito il profondo disagio della Chiesa
corpo dalle molte membra, e forse
più profondo il dolore di Dio per
ogni posto vuoto nei nostri tempi)
(s’intende, vuoto non per ragioni d.
forza maggiore, ina per mancanza dj
desiderio di Dio, 'dell’Iddio vivente)
come per ogni posto occupato fisicamente ma senza fede viva e consacrata .Chi di noi, dinanzi a questo, può tener alta la fronte?
Ed allora, perchè la nostra alle
grezza? Perchè abbiamo sentito, nella comunione fraterna, raccolti dinanzi a Lui, che il Signore non spezza la canna rotta, non spegne il lucignolo fumante; che la Sua Parola,
se è più affilata di ima spada a due
tagli che penetra ed incide nell’intimo, è e rimane la Parola delTinstancabile e fedele amore: Venite a m
voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo.
Gino Conti-
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3 —
t.’ECn DELLR VALLI VALDB8I
ORIENTilIVIEnTI SOCIALt
Una conferenza
a Pinerolo
Nella nuova sala aperta al pubblico dal Movimento Comunità a Pinerolo abbiamo partecipato, lunedi
sera 24 corrente, ad una simpatica
riunione a carattere informativo e
dedicata particolarmente ad un pubblico Valdese accorso dai vari Comuni delle Valli.
La riunione è stata aperta dal prof.
Silvio Baridon, originario della Va!
Penice, con un breve messaggio di
presentazione dell’oratore ufficiale,
ing. Adriano Olivetti, e di orientamento sulle finalità dell’incontro.
Dopo di che, l’ing. A. Olivetti ha
preso la parola per esporre i motivi
ideali e le realizzazioni pratiche dei
gruppi comunitari; e lo ha fatto, o.
tre che con profondità, di dottrina,
anche con la dociunentazione ricca ed
interessante di un’esperienza ormai
ben nota tanto ad Ivrea, quanto nel
Canavesano e in alcune località della Lucania dove i gruppi di Comunità sono all’opera per tm rinriovamento economico, sociale e politico che
parta dal basso, cioè dall’uomo e alla
misura d’uomo.
I motivi del movimento ora conosciuto sotto il nome di Comunità sono il frutto di una pensosa meditazione sulla crisi economica e politica
che, da anni o da decenni, travaglia
il nostro paese. I problemi sociali ed
economici, riflesso ben visibile di
aspetti spirituali della vita, sono da
molto tempo all’ordine del giorno
nel nostro paese. Il movimento di
Comunità ne ha affrontato decisamente e concretamente alcimi, sia
pur su scala ancora ridotta, con l’intento umano di servire gli uomini invece di servirsene e di aiutarli nella
attuazione delle fondamentali esigenze del vivere sociale. La linea su cui
Comunità orienta il suo lavoro rimane quella della libertà e della democrazia, nello sforzo di conciliare il
progresso sociale con la libertà, contro ogni forma di paternalismo governativo o di totalitarismo religioso
e politico.
Su quella linea è opportxmo indicare alcune tappe raggiunte e alcuni
ideali verso cui bisogna protendersi.
Comunità crede e opera per la formazione di una coscienza democratica nei piccoli gruppi prima ancora
che nelle grandi assemblee o mediante la pomposa retorica dei nostri
tempi; essa intende diminuire l’influenza dei partiti politici nella vita
del Paese a vantaggio dei singoli cittadini e dello sviluppo della loro personalità nella solidarietà umana; lo
Stato deve essere il risultato di una
opera comunitaria in basso, non il
campo d’azione e di dominio di alcune categorie privilegiate.
Comunità intende realizzare e instaurare un’amministrazione corretta moralmente e amministrativamente, sul tipo dei cantoni svizzeri, anche se adattandolo alle esigenze della collettività nazionale; si occupa di
creare nelle città, nelle campagne e
nelle valli dei corsi di educazione democratica; unisce i Comuni di certe
regioni con interessi solidali in una
lega; crea delle comunità di fabbrica
e degli uffici di assistenza sociale per
i Cornimi costituenti la lega. Lotta
contro la disoccupazione aumentando
le possibilità di impiego nelle valli e
nelle campagne e per mezzo dell’IRUR
(Istituto per il rinnovamento urbano
e rurale), considera i problemi della
vita alla misura d’uomo, non in modo massiccio e spesso contrario agli
interessi dei piccoli operai o dei pie
coli proprietari. Alla corruzione che
caratterizza molti aspetti della vita
pubblica. Comunità intende opporre
un’opera di rinnovamento basato sul
rispetto della giustizia e dei valori
spirituali che si trasferiscono poi
concretamente sul piano della vita
materiale.
La piccolezza numerica di fronte
alla imponenza di certe masse umane ha un valore molto relativo; la rinascita in molti momenti della storia è stata affidata all’opera ed alla
testimonianza delle minoranze. Comunità intende essere un lievito nella massa e. gradualmente, a beneficio della nazione.
L’oratore, che è stato seguito con
molta attenzione, è stato anche caldamente applaudito. Dop>o due richieste di schiarimenti da parte dei
presenti ed alcune parole riassuntive
del prof. Baridon, la riunione si è
chiusa. In un altro locale i convenuti
hanno avuto modo di conversare e di
concludere la serata in amichevole
compañía.
In piena libertà di giudizio riteniamo opportuno segnalare l’interesse sociale di questa riunione.
E. Rostan
SS Cuiiiobità SS
II più grosso libro, del mondo è
una Bibbia stampata in due anni
di lavoro, da una tipografia svedese.
Pesa 3,"12 chili. Ha 8.000 pagine
che pesano 66 grammi ciascuim. I
suoi caratteri si leggono benissimo
da dieci metri di distanza.
Il pubblico attorno al pulpito nel tempio di Pomaretto il XVII Febbraio.
(Foto Costantino — Perosa A.)
Importanle riunione a S. Germano
La visita e il messaggio del vescovo metodista Ugo Barbieri,
alta personalità del mondo ecumenico, ad una vasta assemblea
Un grande pubblico ha totalmente
riempito la Chiesa di San Germano
Chisone la sera di martedì 25 corrente
per partecipare alla riunione indetta
dalla Commissione Distrettuale in occasione della visita del vescovo metodista Ugo Barbieri, accompagnato dal
rev. Kissak, Pastore metodista inglese. Oltre ai sangermanesi che costituivano naturalmente la parte più notevole dell’assemblea si notavano, nel
tempio, numerose persone accorse dalle parrocchie viciniori, talché la serata
ha avuto un carattere interparrocchiale veramente simpatico.
La riunione, preparata dai canti e
dalla lettura della Parola di Dio, è stata presieduta dal Pastore Umberto
Beri in assenza del Vice Moderatore
per impegni precedentemente assunti.
Dopo alcune parole di presentazione
e di benvenuto a nome della parrocchia di S. Gerrnano Chisone e delle
Chiese delle Valli, nella loro totalità,
il Pastore Beri ha invitato l’oratóre a
rivolgere il suo messaggio all’assemblea.
Il vescovo Ugo Barbieri, uno dei
sei presidenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese, attualmente in Italia
in visita alla Facoltà Valdese di Teologia ed alle Chiese evangeliche, ha
parlato con profonda convinzione cristiana e con molto vigore, ed è stato
ascoltato con attento interesse durante tutto il suo messaggio. Nato in Italia, ma emigrato in Brasile in giovanissima età, ha conservato il pieno
possesso della lingua italiana; ha imparato a conoscere e ad amare le chiese valdesi e la loro storia durante una
lunga permanenza a Buenos Aires,
dove è stato per dieci anni Decano
della Facoltà Evangelica di Teologia.
E, nella sua qualità di Presidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha centrato il suo messaggio sul
lavoro, sugli ideali, sul programma
d’azione del Consiglio stesso, nell’atmosfera della solidarietà e della collaborazione ecumenica, al servizio di
Gesù Cristo, il solo Capo della Chiesa
e la sola speranza del mondo.
Nel suo messaggio, caratterizzato
da una nota di chiara e coraggiosa testimonianza cristiana, abbiamo notato
alcune dichiarazioni che intendiamo
ricordare e sottolineare per i nostri
lettori.
Il movimento ecumenico è uno dei
fatti più notevoli del nostro secolo,
forse il più notevole dal punto di vista ecclesiastico cristiano; questo è e
sarà ricordato come il secolo dell’ecumenismo, cioè della costante e comune tensione delle Chiese per meglio
compiere nel mondo l’opera che Dio
ha loro affidato, al di là delle rivalità
confessionali e, anche delle discordie
che, talvolta, .hanno ostacolato quell’opera.
Nessuna chiesa può vivere per sè,
soddisfatta di essere l’unica depositaria della verità eterna di Dio. E di
fronte al grande compito della evangelizzazione dei mondo, le Chiese debbono essere sensibili alla esigenza della collaborazione, in uno spirito di carità. Oggi, nel mondo, su 4 persone
3 non sono cristiane, il che significa
che i 3/4 della popolazione mondiale
non sono ancora stati toccati dal messaggio dell’Evangelo. C’è più da fare
oggi per evangelizzare gli uomini di
quanto non si sia fatto nel 19® secolo,
perchè la popolazione mondiale è in
aumento in modo sproporzionato agli
sforzi attualmente compiuti dalle Chiese e dalle missioni. Non siamo che al
principio di una lunga strada che bisogna percorrere in ubbidienza all’ordine di Gesù Cristo e in una situazione talvolta completamente nuova, specialmente in Asia e in Africa dove la
evangelizzazione è chiamata ad inserirsi nel risveglio politico ed economico dei popoli.
E su quella strada molte cose si
sono scoperte e si sono fatte in uno
spirito nuovo, veramente ecumenico.
1) Nei campi di missione si è molto
spesso compreso che le rivalità denom inazionali costituivano un ostacolo
fra le chiese e i popoli che si volevano
salvare; e si è màggiormente sentita
l’esigenza fondamentale di creare degli uomini liberi in Cristo e a causa
di Cristo, invece di aggiogarli semplicemente a delle ideologie economiche,
politiche 0 religiose.
2) Nel campo teologico ed ecclesiastico, il Dipartimento « Fede e Costituzione » ha favorito ravvicinamento
di uomini e di comunità, senza imposizioni che venissero dall’alto, ma nel
rispetto della libertà e in una comune
ricerca della verità in Cristo.
3) Il movimento eciunenico non s’identifica con una « super chiesa » o
con una cattedra da cui procedono
norme infallibili in campo teologico e
ecclesiastico. Esso è im luogo d’incontro e di ritrovo, opera nel costante
sforzo di stabilire fra i cristiani, al di
là delle differenze confessionali, una
comunione nella fede e neU’amore. La
Chiesa Valdese partecipa a questo incontro insieme con 170 altre organizzazioni ecclesiastiche per un totale di
circa 180 milioni di fedeli in 50 paesi
diversi.
4) L’ora che volge è altamente imX>egnativa per i laici delle chiese e il
movimento ecumenico, mediante un
suo particolare Dipartimento, si occupa della preparazione dei laici al loro
apostolato. Non è possibile pensare
che, nella Chiesa di Gesù Cristo, il
clero solo abbia una vera e propria
responsabilità; anzi, il « sacerdozio
universale », come ha detto l’apostolo
Pietro, chiama tutti ad un ministerio
cristiano di preghiera, d’azione e di
testimonianza. Nella Chiesa siamo tutti, al tempo stesso, ascoltatori e predicatori.
5) Le persecuzioni contro i cristiani
non sono soltanto un fatto del passato; oggi si calcola che in 40 regioni
del mondo ci sono delle limitazioni o
delle persecuzioni contro i cristiani
ed è chiaro che non tutti quei paesi si
trovano al di là della cosidetta a cortina di ferro ». Intanto il Consiglio
Ecumenico ha già svolto e svolge tuttora un’opera altamente benefica in
favore dei profughi di molti paesi
sconvolti dalla guerra. L’anno scorsò
sono stati sistemati in varie parti del
mondo disposte ad accoglierli ben
28.000 profughi; e quali difficoltà bisogna talvolta superare prima di poter
trasportare e alloggiare in nuovi paesi
tante persone senza patria, ammalate,
anziane o che nessuno più vuole!
6) Infine, si tratta di collocare di
nuovo le Chiese davanti all’esigenza
dell’opera missionaria, non in funzione di una conquista denominazionale,
ma in vista di Cristo e nel nome di
Cristo. L’Evangelo deve esser predicato fino agli estremi confini della
terra. Nessuna Chiesa può sottrarsi a
quest’obbligo, perchè tutte le comunità fanno parte della Chiesa universale
che ha una responsabilità universale.
I Valdesi, che hanno combattuto nel
passato per la loro libertà, devono dare il loro contributo a questa crociata.
La fede in Cristo non deve esser sepolta nelle loro Valli; deve estendersi
altrove affinchè si possa dire di noi
che non vogliamo sapere altro « se non
Cristo e Cristo crocifisso e risorto ».
La missione è sempre davanti a
noi: bisogna intenderla e impegnarsi
con essa. Non per la gloria del nostro
nome, ma per la gloria di Gesù Cristo, dalla cui potenza noi ed il mondo
possiamo essere salvati.
E su questo tema degno di riflessione da parte di tutti, la serata si è chiusa. Il Pastore Bert ha ringraziato il
vescovo Barbieri, pregandolo di recare
i saluti delle Chiese Valdesi ai membri del Consiglio Ecumenico ed alle
Chiese sorelle del Sud America.
Poi l’assemblea si è sciolta; ma nel
pensiero di tutti rimarrà il ricordo di
una bella visita e di una preziosa occasione offerta alla meditazione comune per una sempre più coerente e
coraggiosa professione di fede cristiana, nella Chiesa e nel mondo, al servizio di Gesù Cristo.
Ermanno Rostan.
Il 17 Febbraio a
Bobbio Pellice
Il tempo quasi primaverile ha grandemente favorito lo svolgimento delle celebrazioni commemorative della
nostra Festa. La sera del 16, numerosi fuochi di gioia hanno illuminato
il nostro vallone, mentre attorno al
monumento di Sibaud si è data appuntamento una gran folla, soprattutto di giovani; da quel poggio sono
partiti 'numerosi i razzi multicolori
che, con il loro scoppiettio, hanno rero più allegra la serata. I canti di
gioia si sono protratti fino a tardi
nella notte stellata, finché a mezzanotte, il suono della campana ha annunziato alla popolazione che già si
era giunti al XVII. Al mattino, il
corteo più numeroso del solito, si è
recato, come di consueto, fino al ponte del Subiasco, per poi fare ritorno
nel tempio, dove si svolgeva la commemorazione della storica data. Ben
preparati i canti e le recite dei bambini.
I giovani dell’Unione del capoluogo, efficacemente coadiuvati dalla
competenza dei coniugi Maghit, si
sono incaricati, anche quest’anno,
della preparazione del pranzo, apprezzato da tutti. Al levar delle mense, i 90 e più commensali, hanno
ascoltato con vivo interesse i messaggi appropriati del Sindaco Abele Geymonat, del Brig. Vacca, Comandante
la Brigata Guardia di Finanza, del
Brig. Malacarne della Guardia Forestale, del Medico condotto Dottor Alberto Coucourde, del Geometra Dante Geymonat, dei Maestri Baridon e
Paschetto, del Signor Paolo Favout e
del Pastore. Poi, per alcune ore si son
cantate le antiche e sempre nostalgiche canzoni e complaintes francesi.
Quando già incominciava ad imbrunire abbiamo avuto la gradita visita
di un gruppo di amici di Lusema S.
Giovanni. La serata ricreativa è stata allietata dalla rappresentazione
di una bella commedia di G. Zorzi;
« Con loro ». Tutti bravi gli attori, alcuni dei quali calcavano le scene per
la prima volta. La Corale, egregiamente diretta, come nel culto del
mattino, dal M.o Paschetto, ha dato
il suo efficace contributo alla buona
riuscita della serata.
Le celebrazioni del centodecimo anniversario della nostra Emancipazione hanno lasciato in tutti un ottimo
e benefico ricordo.
Dipartenze. — Il 12 febbraio una
grande folla ha reso gli onori funebri a Pontet Evelina Costanza, del
Podio, di anni 22.
Il 22 c.m., abbiamo accompagnato
al oamoo del riposo Bonnet - Favai
Lidia, dei Giraudin, all’età di anni 66.
Alle famiglie nel lutto esprimiamo
la nostra simpatia cristiana.
Battesimo — Domenica, 23 l®b
bralo, è stata presentata al Santo
Battesimo la piccola Alma di Mondon-Mariu Giovanni e di Rostagnol
Giuditta, del Centro. Il Signore accompagni con la sua protezione e
con il suo aiuto questa cara bimba.
Visite — I culti del 26 gennaio e
del 16 febbraio sono stati presieduti
rispettivamente dal Pastore Bruno
Tron di Torre Pellice e dal Pastore
Lazier del Castagneto. Ringraziamo
sentitamente i nostri fratelli per i loro efficaci messaggi.
Padre Nostro
E rimettici i nostri debiti come
anche noi li abbiamo rimessi
ai nostri debitori.
Matteo 6: 12.
Con queste parole chiediamo che ci
sia fatta grazia e remissione dei nostri peccati, che è necessaria a tutti gli
uomini senza eccezione. E chiamiamo
le nostre offese debiti, in quanto ne
dobbiamo a Dio la pena come il pagamento di un debito, e non potremo
soddisfarlo in nessun modo se non
venissimo assolti per questa remissione, che è un perdono gratuito della
sua misericordia. Chiediamo che ciò
ci sia fatto come lo facciamo ai nostri
debitori, cioè come noi perdoniamo a
quelli che ci hanno offesi in qualsiasi
modo o iniquamente oltraggiati con
atti od offesi con parole. Però questa
condizione non è aggiunta come se
perdonando agli altti meritassimo il
perdono di Dio, ma è un segno datoci da Dio per assicurarci che il Signore ci fa grazia in un modo così certo
come siamo certi della nostra coscienza di aver fatto grazia agli altri, se il
nostro cuore è ben purificato d'ogni
odio, invidia e vendetta. E viceversa,
per cancellare dal numero dei suoi figliuoli tutti quelli che sono inclini alla vendetta e restii al perdono e conservano le inimicizie radicate nel cuore ; così anch'essi non si mettano ad
invocarlo come Padre ed a domandare che l'indignazione che nutrono verso gli uomini non ricada su loro.
Calvino ( 1509-1564 )
3
Litro niCLUB TALLI TAI.OICRI
— s
La testa deU’Emancì|:^ione in Val Pel lìce
Circa duecento persone
all'agape di Torre Pellice
Domenica 9 Febbraio ha avuto luogo una Assemblea di Chiesa importante ed interessante. Importante in
quanto si trattava di eleggere tre
Anziani e i delegati alla Conferenza
Distrettuale di Giugno, interessante
in quanto nella seconda parte veniva
trattato l’argomento: Catechismo e
confermazione.
Sono stati rieletti i tre Anziani che
avevano terminato il loro quinquennio! Per l’Inverso Roland! il Sig.
Adriano Eynard, per S. Margherita
il Sig. Carlo Eynard ed il S'g. Domenico Abate. Auguriamo a questi nostri fratelli di poter compiere per un
altro quinquennio un lavoro efficace
e benedetto nel loro Quartiere e per
tutta la nostra Chiesa.
Sono stati nominati delegati alla
Conferenza Distrettuale i Sig.ri: Co
corda Arturo, Hugon Carlo e Varese
Aldo.
L’Assemblea si è poi assai interessata alle tre brevi relazioni sul tema :
Catechismo e Confermazione; abbiamo sentito la voce di un giovane
(Franco Giacone) di una madre
(Sig.ra Erica Cavazzani) di un pastore (Past. Franco Sommani) che hanno cercato di pimtualizzare, ognuno
dal suo punto di vista, l’importanza
sia dello studio catechetico sia dell’atto della Confermazione.
In particolare si è notato come in
questi ultimi anni la Confermazione
sembri perdere il suo contenuto religioso per acquistarne sempre più uno
mondano (vedi feste, pranzi, regali
ecc.) e si è messo in risalto la gravità di questo fatto.
Una interessante discussione ha
chiuso TAssemblea. Nella discussione
si è sottolineato sopra tutto la funzione insostituibile della famiglia
nella formazione religiosa dei bambini e dei ragazzi.
Una novantina di membri hanno
partecipato all’Assemblea, un numero incoraggiante, e ci siamo ralle
grati molto nel vedere presenti anche molti giovani.
La celebrazione del 17 Febbraio ha
avuto il consueto svolgimento di tutti gli anni. La sera del 16 i falò sono
stati numerosissimi ed alcuni veramente imponenti!
Il programma svolto dai bambini
delle Scuole Elementari, il 17 mattina, ci è parso particolarmente ben
riuscito: cose brevi, incisive, preparate con particolare cura e compe
tenza dalle nostre brave Insegnanti,
che vogliamo qui ringraziare vivamente.
Al culto abbiamo avuto una affluenza maggiore che negli anni passati. Al Pranzo poi siamo saliti a 191
partecipanti mentre ne erano stati
previsti al massimo 170. Molti dicevano ,nei giorni precedenti, che es
sendo quest’anno il 17 di lunedi non
avremmo avuto molta affiuenza al
pranzo, invece... la Direzione del
Convitto, che ci ospitava, ha dovuto
far fronte a questa situazione imprevista e ci è riuscita nel modo migliore.
Alla fine del pranzo vi sono stati
brevi messaggi del Prof. A. Jalla, dei
due Pastori, dell’Avv. Pittavino, del
Rag. Abate, mentre il Prof. Augusto
Armand Hugon ci ha dato una interessante rievocazione storica sulle diverse manifestazioni" di gioia per il
dono della libertà, svoltesi a Torre
Pellice fra il 1798 ed il 1848. La Corale ha cantato ripetutamente e molto bene ed infine ha chiuso la riunione cantando il Giiux) di Sibaud.
La Serata, dopo non poche difficoltà di organizzazione, ha potuto
avere uno svolgimento soddisfacente.
Malgrado la preparazione sia stata
affrettata i tre atti unici rappresentati sono stati recitati veramente
molto bene da tutti gli attori. Una
menzione particolare va fatta per il
Prof. Casini che ha sostenuto nei
tre lavori le parti di maggior peso
con una sensibilità artistica veramente rilevante.
Il pubblico però, almeno in buona
parte, è rimasto perplesso di fronte
ai lavori dati, è rimasto in parte disorientato, in parte deluso, solo una
minoranza è stata soddisfatta. Porse questa reazione è indicativa: nella serata del 17 si vorrebbe qualche
cosa che avesse un significato costruttivo ed incoraggiante, un messaggio positivo e anche di facile comprensione. D’altra parte vorremmo
dire a tutti che è estremamente diffìcile trovare qualche cosa che abbia
un contenuto vivo e positivo, che sia
rappresentabile sui nostri palchi dalle risorse minime, che abbia un minimo di azione scenica, sì da non
stancare lo spettatore, e chi si occupa di queste cose sa quanto e quanto tempo si perde inutilmente alla
ricerca di qualche lavoro adatto e
bello.
La Corale era presente anche alla
serata ed ha cantato alcuni canti
La serata è stata ripetuta il Sabato
22 con la partecipazione della Corale di S. Giovanni e la Domenica 23
con la partecipazione delle Orfanelle.
Domenica 23 ha avuto luogo la
riunione della Enrico Amami. Il Sig.
Italo Hugon ha presentato un interessante studio sul problema del Turismo a Torre Pellice. Lo studio è
stato seguito da un’ampia e vivace
discussione nella quale sono apparse grandi e belle idee, ma fino a che
punto realizzabili? Altri suggerimenti invece potranno essere ripresi dagli organi competenti non senza frutto.
Corteo, canti e recite
a Luserna San Giovanni
La centodecima celebrazione del
XVII Febbraio si è svolta, anche qm,
con la generale entusiastica partecipazione delia comunità e dei suoi
amici, malgrado la giornata lavorativa nei tre grandi opinci cntaauii.
Magniiica la corona degli alti fuochi ai gioia accesi Domenica sera sulle alture; i falò tradizionali del Sarei
sulla direttrice visuale della valle e
della Banchina, il belvedere già caro
al generale Beckwith, il giovanissimo
falò unionista dì Castelùsèt d^ quale echeggiavano lontano i canti delia
fede e nella montagna., il falò di Ciò
d’Mai e quello della Scuola Agricola
ai Monnet, e altri e altri ancora.
Il giorno seguente, la festa si è
svolta nell’ordine consueto. Alle 9 ;
corteo esultante delle scolaresche—
riconoscenti per le vacanze concesse
dairAutorità Scolastica — e celebra
zione a loro dedicata nel tempio gre
mito.
Sobrio ma ottimo programma di
lecite e canti accuratamente preparato e diretto dai nostri 13 insegnan
ti valdesi.
Culto celebrativo, presieduto dal
pastore locale con l’efficace concorso
della Corale, diretta da Gustavo Al
barin. Alle 12,30 nel grande salone
della Casa Valdese, l’agape tradizio
naie con 130 partecipanti. Pranzo
^mpre aU’altezza del nostro fedele e,
impareggiabile « Chef » Charletou Albarin cne, insieme alla bella équipe
di valdesine in servizio volontario e
ad alcuni instancabili collaborator,
di cucina, ha raccolto i consueti fragorosi ed imanimi elogi.
,Ospiti graditi alla mensa commemorativa: il Sindaco Avv. G. Creste,
accompagnato dal Vice Sindaco Sig.
Franchino, dall’Assessore Sig. Gar
nero e dal Segretario Cav. Doglio.
Al levar delle mense, il pastore locale, dopo aver rivolto un breve benvenuto augurale ad alcuni ottagena
ri veterani presenti al nostro XVII:
Sigg.re E. Revel-Miravalle, M. Turin,
Sigg.ri G. Gönnet e G. Malanot e
data lettura dei fedeli ed applauditi
messaggi di Alberto Malan e Luigi
Caffarel da oltre Manica, della Sig.na
Mira Gay da Genova, del Cav. Fre
zet, dà la parola al Capo del Comune
al quale rivolge il ringraziamento
della Comunità Valdese per la graziosa offerta della illuminazione della facciata del tempio.
Il Sindaco Avv. Creste, in sobrie,
vibranti parole rivolge il cordiale sa
luto della sua Amministrazione a
tutti i presenti, e mette in risalto il
valore civile e nazionale della celebrazione Valdese.
La parola è data quindi al nostro
caro ed apprezzato collega Dott. G.
Bouchard il quale prendendo lo spunto dalla bella monografìa del prof.
Pascal su Galeazzo Caracciolo, espo
ne con chiara ed efficace parola il
significato e la portata dell’espansio
ne evangelica in Italia.
Ultimo, ma sempre ascoltatissimo
oratore, è il prof. G. Costabel che ci
recita e argutamente commenta una
quarantina di articoli dei seicento
nari Statuti di Luserna, i quali tutti
si iniziano con la parola « multa ».
La serata valdese con la rappresen
tazione, da parte della filodrammatica unionista, del dramma di G. Cesare Viola « Poveri davanti a Dio » —
regista il Sig. Em. Beux — ha avuto
un meritato e crescente successo nella Sala Albarin tre volte gremita.
La Corale diretta da Gustavo Albarin ha date il suo sempre atteso
ed applaudito concorso alla serata.
Assai gradito pure ed apprezzato il
fraterno scambio della Corale di Torre e di S. Giovanni ad una delle ripetizioni.
In occasione della celebrazione del
XVII, abbiamo ricevuto con viva gratitudine, a favore del nostro «Asilo
per i Vecchi», dei generosi doni in
denaro dalla locale Sezione della
C.I.S.L. e dagli Impiegati e Maestranze delle Officine Biv di Villar Perosa.
lift Voce idei Moì^ti
r
Perchè, viandà'hte che alle vette aneli
ora ti fermi e ucolti?
— Odo un sussurro:
d'acque e di l^chi o d'esseri a noi ignoti?
Vien dalla terr^ o viene dall'azzurro?
Donde non so^ia in me commove un'eco
di cose che giu^ppi e non compresi.
Lo so, fratello,%uel che ascolti, voce
Ìè dei Monti valdesi !
e sofferenze
nsanguinata esprime;
rute la ripetono ;
vento, nelle cime ;
dolce legge dice
perchè il dolori; i propri frutti ha resi
Diciassette Febbraio ! Questa la voce
è dei Monti valdesi !
Onde di pianto e onde d'esultanza
e d'immense speranze un mormorio :
ove crebber gli spini sbocceranno
poi le rose. E' così ! legge d'iddio !
Verrà, verrà di novi giorni l'alba !
Verran, verranno i novi cieli attesi !
e già sono in virtù : questa certezza
sta nei Monti valdesi.
E poiché qui, fra le rupestri case
e rocce e prati e vette, io prima intesi
il mormorio dell'universa vita
e le sue leggi, a voi. Monti valdesi
così eloquenti e fieri e consacrati,
sempre col cuor ritorno e sempre anelo
al mio dolce pianoro di Piamprà !
E t'amo, cara terra di Rorà... !
ADA MEILLE.
Nella Storica valle di Angrogna
Le celebrazioni del .17 febbraio hanno avute inizio la dòmenica 16 febbraio con un culto nel corso del quale il Pastore ha messo in rilievo qual’e la vera e la solar,libertà secondo
l’Evangelo. La Santa,,Cena ha avuto
un buon numero di partecipanti. La
Corale ha eseguito lodevolmente due
inni di circostanza.
La sera del 16 febbraio sono stati
accesi svariati « falòs » che risplende
vano vividi in tutta la valle: dalla
zona dei Jourdans, dtì Malans e delle
Porte d’Angrogna a quella delle Bariole, degli Odins, dej Serre, dall’Arvura, di Sere Malan. Anche al Capoluogo due « falòs » sono stati accesi ;
nè vogliamo dimentidbre quello della
Cassetta.’ ' ■ nTr-'
La mattina del 17; il corteo delle
scolaresche della Chiesa del Capolucgo, formatesi sulla piazza, muoveva
incontro alla scolaresca ed ai fratelli
e sorelle della zona i del Serre e dì
Òacet-Rivoires tra lo sventolio delle
bandiere e le grida di « W il 17 febbraio». L’incontro aiiveniva presso il
noto torrente Vengie, donde le scolaresche riunite accedevano al tempio
de! Capoluogo tm lo scoppio dei mortaretti e precedute, dal tamburino
che faceva rullare con potenza il suo
tamburo. Abbiamo notato con tristezza e preoccupazione la forte diminuzione del numero dei .bambini dovuta
allo spopolamento ed alla denatalità
della nostra valle. Che debba proprio
sorgere il giorno in cui non si potrà
più formare il corteo per la troppa
esiguità del numero dei bambini? Ci
auguriamo sinceramente di no!
Nel Tempio, gremito, il messaggio
della Parola di Dio veniva rivolto
agli adulti ed ai bambini dal Pastore
G Conte il quale spiegava il salmo
46. In seguite, un nutrite programma
di poesie, dialoghi, canti, rondes ed
inni d’insieme veniva esegifito sotto
la guida delle nostre solerti insegnanti. La Corale eseguiva un inno di circostanza. La festa terminava con la
distribuzione del tradizionale dono
ai bimbi delle due Chiese.
Alle 12,30 una sessantina di commensali si riuniva nella nuova sala
unionista al Capoluógo per consumarvi il pranzo organizzato questo
anno dalla Corale. Qttimo ed abbondante il pranzo; ottimo pure il servizio e lo spirito di fraternità vera
regnante tra i partecipanti. Al levar
delle mense i due Pastori prendevano
la parola, l’uno per. tratteggiare la
storia della costruzióne del Tempio
del Serre (1555) e la vita di quella
Comunità, l’altro per rivolgere un
pressante appello alla imione ed alla
consacrazione di tutti ì Valdesi al Signore. Il nostro grazie sincero a tutti
coloro che hanno fattivamente collaborato alla organizzazione del pranzo, alle nostre cuoche costrette per
varie ore nel caldo torrido della cucina, alle giovani che hanno assicurato un servizio inappuntabile. A
tutti diciamo un arrivederci all’anno prossimo!
La sera del 17 nella nostra nuova
sala gremita di pubblico, la UGV di
Prassuit-Vernet ci dava un’ottima
recita: «Il vecchio caporale Simon»
in 5 atti, di Dumanoir e Dennery
preceduta da un magnifico bozzetto
in un atto di Renzo Perotti : « In
giardino ». Tutti gli attori e tutte
attrici, sia quelli ormai abitua-ti alla
ribalta e sia i debuttanti hanno
adempiute in modo encomiabile al
loro compito meritandosi pienamente i nutriti applausi coi quali la loro
non lieve fatica è stata premiata. La
Corale ha partecipato alla serata eseguendo un inno di circostanza e
due cori folkloristici. La ringraziamo
per la sua partecipazione alle celebrazioni.
Ci sembra che questo 17 febbraio
sia state contrasse^ato da un vivo
senso di responsabilità e da un simpatico spirito di collaborazione e di
servizio. Ne ringraziamo il Signore e
ci auguriamo che tale spirito continui a manifestarsi nelle varie attività della nostra vita ecclesiastica.
Domenica 16 febbraio abbiamo accompagnaco alla sua ultima dimora
terena la spoglia mortale della nostra sorella iVlartinat Luigia vedova
Costantin deceduta alla borgata Raggio alla veneranda età di anni 89.
Era la decana della nostra Comùnità. Ci lascia l’esempio di una fede
serena e forte tesa verso il Regno di
Dio e di un carattere dolce ed amorevole.
Martedì 18 febbraio ha avuto luogo il servizio funebre del nostro fratello Pons Stefano deceduto improvvisamente, quando tutto, a viste umane, lasciava presagire invece la
sua guai igiene, alla età di anni '78,
alla trazione uiamogna del quartiere dei Pons. Per un certo periodo
aveva rivestito la carica di Anziano
nella nostra Chiesa.
Martedì 18 febbraio il Pastore avventlsta sig. Verona presiedeva il
servizio funebre del fratello Moin
raoimo Giovila decedute ai Jourdans alla età di anni 75.
A tutte queste famiglie provate dal
lutto esprimiamo ancora la nostra
viva, profonda simpatia cristiana,
raccomandandole a Colui che veramente ci consola in ogni nostra afflizione. e. a.
Atmosfera di famiglia
nella Comunità di Korà
Ringraziamo l’anziano Aldo Toum
per il messaggio rivolto la domenica
2 febbraio alla comunità nostra nel
segno d’una sempre preziosa collaborazione.
Le celebrazioni del XVII febbraio
sono state allietate dalla presenza di
molti rorenghi lontani e sopratutto
da tutti i bambini della parocchia.
Ricordiamo innanzitutto il culto di
Santa Cena con un messaggio ispirato al salmo 84 e intonato alla circostanza quale monito a camminare
verso il tempio per ascoltare il messaggio della speranza cristiana. Dopo
il culto, un corteo di bimbi con canti
c l’agape fraterna con 60 commensali.
Al levar delle mexise il Pastore ha salutato i rorenghi lontani che iniquesta circostanza hanno desiderato ritrovarsi al loro paesello nonché amici
affezionati della comunità. Successivamente hanno preso la parola il
Prof. Sari, il dr. Meynet a nome del
sindaco Morel ed il dr. Dario Varese.
I vari messaggi hanno toccato le situazioni presenti e passate del Comune di Rorà e sono stati particolarmente utili a richiamare la comunità
rorenga alla sua missione sociale e
1958
...Tanno
delle migliori uova pasquali
Guper
• LA CONVENIENZA NELLA QUALITÀ •
spirituale ad un tempo. La corale ha
felicemente collaborato alla buona
riuscita deU’incontro cantando il coro del Mattino ed altri cori di circostanza. Un ricco buffet ha allietato i
commensali.
La sera recita di « La boina » di
Ada Meille con una farsa ottima:
mente presentata ha rallegrato il
pubblico rorengo. Un grazie particolare agli attori e alla Pr. A. Meille.
Il giorno del XVII i bambini hannc celebrato festosamente la giornata con canti, cortei, giochi e merendina e regali vari. La sera un grandioso falò attorno alla,storica palma
ha rallegrate i convenuti. Anche alle
Fucine ed al «bric» i falò hanno
fatto corona al falò del centro.
Noi ringarziamo di cuore quanti
hanno collabcrato alla buona riuscita delle due giornate, segnatamente
le unioni delle Madri, in particolare
la presidente Morel Mary del Centro,
la filodrammatica e la corale. A tutti un grazie di cuore. Per interessamento del dr. Meynet la signora Clelia Viglieno ha fatto pervenire al par
t renato rorengo pacchi dono per i
bambini del Comune di Rorà da parte della direzione del Partito Liberale di Torino. Il presidente del patronato Tourn Oreste ringrazia, a
nome dei bambini, i generosi donatori.
Consiglio comunale: Nel pomerig
gio 16 Febbraio il Consiglio comunale
ha discusso alcuni argomenti: ha u
liberate di aumentare di 3.000 lire il
contributo al Patronato, ha discusso
la sistemazione della pubblica piazza, ha assegnato la cifra di L. 5.000
al Sindaco per spese di ufficio, ha
discusso la possibilità di avere le se
Qute nei giorni festivi infrasettimar
nali, ha concesso un aumento per
le trasferte per il segretario comunale.
4
Nell» cote necectarie, UNITA'; nell» dubbie, LIBERTA';
in tutte, CARITÀ'.
L'Eco delle Valli Valdesi
Agli occhi del cristiano e per
quanto lo riguarda, nessun diritto è diritto se non è al tempo
stesso dovere. A. Vinet.
Echi del XVII Febbraio nella Valle Germanasca
Il Vice-Moderatore
al tradizionale corteo di Pomaretto
Ancora una volta è stata solennemente ricordata la storica data della
Emancipazione dei Valdesi. Un nutrito gruppo di giovani aveva voluto
preparare la comimità tutta alla celebrazione della Pesta Valdese, aiutando il pastore nell’effettuazione di
una ilunione quartierale a ciò dedicata in ognuno dei quartieri in cui
è divisa la comunità. Già la domenica 16 febbraio si respirava l’esultanza diffusa nell’aria e nei cuori, me
scolatasi la sera al crepitio dei divampanti magnifici falò. La mattina
del 17, dopo il tradizionale corteo, in
cui spiccavano numerosissime le fre
sche e candide cuffie, nel tempio gremito il Vice-Moderatore past. Roberto Nisbet, che ancora una volta ringraziamo sentitamente, ha portato
un forte messaggio in cui ha posto
l’accento sulla «libertà in Cristo»
dei nostri padri piu: non ancora
emancipati. Dopo il saluto affettuoso delle comunità svizzere madrine,
di cui è stato latore il past. E. Champenda! della chiesa di Onex, e la rievocazione storica fatta dal prof. Silvio Tron della Scuola Latina, è stata la volta dei bambini con dialoghi
e poesie di circostanza. La cerimonia si è conclusa col Giuro di Sibaud
cantato da tutta l’assemblea.
Alle ore 13 c’è stata l’agape fraterna con circa 200 convitati : molta
allegria, bei canti, vari messaggi tra
cui quello del past. Paolo Marauda,
che la comunità è stata felice di rivedere in quest’occasione. La serata
infine è stata allietata da una riuscita recita dei nostri bravi filodrammatici, e da intermezzi musicali della banda locale.
Un grazie di cuore a quanti, e sono molti, si sono adoperati per la
buona riuscita della bella giornata
di festa, favorita anche da uri tempo
primaverile. Ringraziamo il past. Luigi Marauda e per la sua predicazione
del 2 febbraio, e per il saluto inviatoià in occasione del 17 febbraio.
Si sono recentemente uniti in ma^
trimonio nel nostro tempio Giovanni
Bertelo ed Iris Giaiero; agli sposi,
che si sono stabiliti a Torino, rinnoviamo il nostro augurio per la vita
in comune che hanno iniziato sotto
lo sguardo del Signore.
la Patria Celeste: Bartolomeo Collet,
Margherita Bleynat, Luigi Ribet, Giovanni Ribet; alle famiglie nel lutto
rinnoviamo la nostra simpatia sincera, ricordando le promesse di vita
eterna che il Signore ha fatto ad
ogni credente.
MASSËLL
L’impression que ce XVII février
nous à laissée à tous, grands et petits,
est des meilleures que l’on puisse évoquer: une belle journée calme et sans
neige, une atmosphère simple d’une
gaité sans excès, ime cordialité fraternelle. On n’a pu allumer tous les
« falò » à cause du vent, et ceux qui
ont osé le faire ont dû prendre toutes les précautions qu’il se convient;
les fusées par contre n’ont pas manqué, on dirait même qu’elles augmentent chaque année.
La journée du XVII débute par la
cérémonie au temple ordonnée selon
le plus traditionnel des protocoles :
cortège, allocution historique et religieuse. chants et récitations des enfants. Nous regrettons peut-etre l’ab
sence presque totale de costumes vaudois dans le cortège. Ce n’est qu’un
élément du décor, si l’on veut, et
nous n’oserions en réclamer la consécration officielle, mais le costume
du vieux temps demeure malgré tout
attachant. Pendant le culte la chorale a eu l’occasion de se faire apprécier et son succès est le couronnement bien mérité de ses efforts.
Pour la deuxième fois une « agape »
a eu lieu à la pension «Stella Alpina»
avec succès. La traditionnelle soirée
a complété cette belle journée. Les
laborieuses et patientes démarches
ainsi que la bonne volonté de tous
nous ont permis de créer ex novo
une équipe et le tout a très bien marché. Nous étions un peu émus et
sans doute un peu fiers de voir la
pièce jouée par des masselins. Le
public et les acteurs furent exemplaires. Nous exprimons notre reconnaissance à Madame A. Meille qui nous a
fourni les exemplaires nécessaires de
sa pièce « La boina » qui constituait
le clou de la soirée et qui a été fort
appréciée.
Le Consistoire a décidé d’offrir a
toutes les familles de la paroisse la
biochure du pasteur G. Bouchard
« Chi fermerà la tua fuga? » Nous
souhaitons vivement que cette brochure, qui résume en quelques pages
le problème fort grave de nos assemblées dominicales, trouve dans nos
familles l’accueil qui lui est dû.
UNA BUONA NOTIZIA
per la strada di Pramollo
La Comunità è stata provata da
numerosi lutti. Ci hanno lasciati per '
Come ogni anno, anche quest’anno
la ricorrenza del XVII febbraio è stata ricordata con grande entusiasmo.
Già la vigilia i diversi « falò », accesi
accanato ad ogni villaggio, ed i numerósi fuochi di artificio, avevano
ricordato ad ognuno la grande data.
Un tempo magnifico, quasi primaverile ,ha favorito lo svolgimento delle
varie manifestazioni: corteo fino a
Ciatèl, culto di ringraziamento nel
tempio, pranzo in comune e serata
ricreativa, offerta dalla gioventù.
Al pranzo in comune, ottimamentr
servito dai Signori Attilio e Elvira
Jahier della Ruata, hanno preso parte una settantina di commensali.
Fra di essi, ospite di onore, il Sindaco di Pramollo, Cav. Isidoro Rosia,
salito a portarci, oltre che i suoi sa
luti personali, una lieta notizia: lo
RECENTI PUBBLICAZIONI
Philippe Maury
Evangélisation
politique
Editions Labor et Fides, Genève
e presso la Claudiana, Torre Pellice
L’autore, Segretario Generale della Federaz.one Universale Associazioni Studenti Cristiani, ha raccolto in un volume questi studi sulla base di un corso di lezioni
dato pochi mesi addietro al Centro Protestante di Studi di Ginevra. l,e sue conclusioni sono il risultato di anni di lavoro e
d’esperienza nel campo deli’evangelizzazione e della politica. Non si può vivere
tra i giovani, specialmente in mezzo agli
studenti universitari, senza condiv.dere i
loro problemi politici, senza aiutarli nelrincertezza. nelle ansietà, nello scoraggiamemo provocati dalla tensione internazionale, dalle criSi economiche, e dalla confusione ideologica del nostro tempo. D’altra parte, viviamo in un’epoca in cui la
Chiesa riprende coscienza del suo compito
evangelistico e missionario; dovunque ci
sj preoccupa di formulare una dottrina e
di studiare con quali metodi si deve rendere testmonianza alla verità dell’Evangelo
nel mondo moderno, senza affiancare la
Chiesa a qualche partito politico e farle
perdere la sua originalità, inconfondibile
con qualsiasi sap enza e con qualsiasi politica terrena.
Questo libro è un’ottima guida per lo
studio di un problema estremamente attuale. I capitoli dedicati a; « Les obstacles
politiqnes à l’évangélisation — La confusion théologique, obstacle majeur à l’évangél salion — Le magistère politique de
l’Eglise — La portée missionnaire de l’engaseinent politique » ed altri ancora invitano alla lettura ed alla riflessione quanti
sentono l’esigenza di una testimonianza
cristiana nel mondo polit co. c. r.
Suzanne De Diétrich
Hommes libres
Editions Dclachaux et Niestlé, Neu
châtel, fr. sv. 3,50 e presso la Claudiana, Torre Pellice
stanziamento, da parte del Governo,
per la ormai famosa strada carrozzabile S. Germano-Ruata, di 50 milioni e di altri 10 milioni da parte
del Ministero del Lavoro. Questa njtizia, che ha riempito il cuore di tutti di una grande gioia, ha fatto si
che il XVII febbraio 1958 rimanga
una di quelle date che non sarà dimenticata da alcuno.
Finito il XV 11 ieooraio e trascorsa
la gioia del momento, i Pramohini
hanno ripreso le doro normali occupazioni ed allettano ora fiduciosi,
ed un pò impazienti, l’arrivo delle
dragne e delle perioratrici e... l’assaito alle roccie del Preinas. Essi esprimono pure la loro riconoscenza a
quanti si sono finora adoperati alla
soluzione deH’importante problema
della strada ed a quanti hanno collaborato alla buona riuscita del XVII
leooraio 1958.
Gli studi contenuti in questo volume
sono cenlrati sull’idea della libertà: non
in modo astratto o filosofico, ma nella
concreta realtà della vita e deU’nomo.
L’autrice, ben nota nel mondo ecumenico
per i suoi lavori di indole b blica, parte
dalla affermazione che nessuna libertà terrena può creare da sola degli uomini veramente liberi. Quest’ultima libertà, per esistere e manifestarsi, ha bisogno dj certe
cond zioni esterne e soprattutto interne,
ben note ai filosofi ed agli psicologi. La
Bibbia, però, ci annunzia che la vera libertà dell’uomo non è data dalla politica,
dalla filosofia o dalla psicologia, ma da Dio
in Gesù Cristo. E’ la libertà gloriosa dei
figli di Dio. Vivere « in Cristo ’ significa
crescere in una libertà che nessuna forza
umana ci può strappare.
La storia di questa libertà che ci emancipa dalla schiavitù del peccato per il servizio di Dio è V sta innanzi lutto sullo
sfondo di alcuni avvenimenti e di alcuni
personaggi dell’Antico Testamento. Poi
ecco l’opera del Liberatore e il grande
messàggio uscito dalla Sua bocca : « la ver.là vi farà liberi». Infine, in un terzo ca
pitolo, la libertà del cristiano si attua
nelle realtà della vita quotidiana: con fermezza, con disciplina, con carità, nel servizio dei fratelli.
Il volume sj presta efficacemente per
studi biblici e per vari ministeri nella
vastità della vita ecclesiastica. Alla Casa
Editrice Claudiana ne consigliamo la traduzione ad uso soprattutto della gioventù.
c. r.
Sabato, 15 febbraio, abbiamo accompagnato al campo del riposo le
spoglie mortali di Jahier Alessandrina Marta Ved., Bosi, di anni 93. Questa vecchia sorella ha terminato la
sua lunga giornata terrena uopo molte sofferenze, sopportate con cristiana rassegnazione e con grande feae
Essa ha trascorso gli ultimi sei anni della sua vita terena quasi completamente immobilizzata nel letco.
AI figlio, alla figlia, e rispettive famiglie ,e a tutti i numerosi parenti
vana l’espressione della nostra viva
simpatia e della nostra fraterna solidarietà.
Da qualche giorno l’orologio del
nostro campanile, pur camminando
benissimo, batte le ore faise. Quaicuho ha detto che forse pensa ad alno.
Senza dubbio qualche ingranaggio
dei suoi congegni non va. Faremo
di tutto per rimediare al deprecato
inconveniente. Ma questo ci fa pensare ad un altro inconveniente: alla
campana che ogni domenica mattina suona per ricordare a tutti l’ora
della comune adorazione ed ai posti
vuoti che rimangono nel tempio. Che
non siamo anche noi alle volte indotti a pensare ad altro? Il Signore
ci aiuti a non dimenticare mai «la
sola cosa veramente necessaria ».
Elargizioni
All’elenco dei doni già pubblicati e
generosamente raccolti tra gli Impiegati e le Maestranze della Riv di
Villar Perosa a favore degli Istituti
di assistenza Valdesi in occasione del
17 febbra.io, ci si prega di aggiungere
le seguenti cifre:
L 16.300 per l’Asilo dei vecchi di Luscrna S. Giovanni;
L 38.400 per l’Istituto Artigianelli
Valdesi di Torino;
L 30.000 per famiglie bisognose.
Siamo lieti di render noti questi
doni ed esprimiamo ancora ai numerosi donatori la nostra sentita riconoscenza insieme a quella degli Istituti beneficati. red.
direttore: Prof. Gino
fili caz ione autorizzata J"! Trib"nale di
Pi-enlo con decreto del ’c "“nnaio 1955
Numerosi i falò
sulle alture sovrastanti Rodoretto
•>n
Anche quest’anno un tempo primaverile ha favorito la celebrazione della ricorrenza del XVII Febbraio. Do
menica sera, la vigilia, nonostante le
forti folate di vento numerosi « falò »
e razzi multicolori hanno illuminato
à lungo le pendici dei monti del no
stro vallone: gioia dei grandTe dei
piccoli che nel giorni precedenti avevano alacremente lavorato ad accatastare legna e ginepri. Il XVII, verso le 8 e mezza, gli scolari di Rodoretto e di Campo Clot, con coccarde
e bandiere, accompagnati dal tradizionale tamburino che faceva rullare
a tutto spiano il suo tamburo, salivano fino agli Amaud dove, con i bambini ed 1 membri di chiesa delle Rimas e delle Coste, si formava il corteo che si ingrossava scendendo verso Rodoretto. Dopo una breve sosta
sulla piazza davanti alla lapide dei
caduti il corteo si inerpicava lungo
la strada di Serre vecchio per incontrare gli scolari ed i membri di chie
sa di Fontane, quindi alle 10 faceva
il suo ingressa nel Tempio.
Il Pastore, dopo la lettura della Parola di Dio e la preghiera, rivolgeva
un messaggio ispirato dalle parole
del primo comandamento. La Corale
diretta dall’iiisegnante sig. E. Tron,
ha eseguito gli inni 135 e 299 della
raccolta « Psaumes et cantiques » ed
i bambini dei vari quartieri hanno
svolto un ricco programma di poesie
e di dialoghi con pande impegno.
Un plauso ai ragazzi, al maestro- sig.
Tron ed alla signora E. Breuza che
li hanno preparati con cura. Dopo
ii canto del «Serment de Sibaud»
eseguito dall’assemblea in piedi seguiva la distribuizione di un pacco a
tutti i bambini mentre i fratelli e Is
sorelle che avevano gremito il tempio si avviavano aH’uscita. Quest’anno, grazie ad alcuni volenterosi, ben
due agapi fraterne sono state preparate nella nostra Parrocchia: una a
CEtnpo Clot che ha riunito quasi la
totalità dei membri di quel quartiere
e di Villa ed un’altra a Pontone con
una trentina di commensali. Ottima
l’atmosiera regnante tra i convenuti
di ambedue le agapi ed ottimi e ricchi i pranzi, quello di Fontane preparato dai coniugi Meytre e servito
dalle giovani e quello di Campo Clot
dalle signore Genre Dorina e Tron
Irene. A tutti ancora il nostro grazie
è uscito
La bestia che vien
dalla terra
Romanzo di
STEFANTA DELLE SELVE
Edizioni (V.H.E.T.E. - Roma
Prezzo L. 900 — 370 pagine
Un volume di attualità. Vera protagonista della paradossale vicenda
è Nuova .Atomik, la città del futuro, cioè un momento della storia
deU’umanità, in cui particolarmente amaro e disgustoso è diventato il
fruito delValbero della conoscenza
del bene e del male. Vuole essere.
UH appello a coloro che, accecati
dall’umana sapienza, non sanno più
neanche di essere perduti. Indirizzare le ordinazioni a; Mario Bianconi - Via IV Novembre, 107
Roma.
molto cordiale per la collaborazione.
Tutti i partecipanti hanno avuto il
senso dell’atmosfera di fraternità serena e gioiosa che la collaborazione,
permette di avere e di cui abbiamo
goduto per tutto il pomeriggio ed ancora alla sera. Ci auguriamo che l’anno venturo questa esperienza positiva
possa essere ripetuta.
Iddio benedica per tutti il ricordo
di questa bella festa.
UN PO DI STORIA
I Valdesi a Ginevra
Leggiamo in un-libro delia ” Société de
secours mutuels des Vaudois du Piémonl
de Genève ”, scritto nell’anno 1911 : ” La
più antica delle società italiane di mutuo
soccorso è quella tra i Valdesi del Piemonte residenti a Ginevra. La prima assemblea
costitutiva della Società ebbe luogo la do
menica 16 marzo 1845 ed il sodalizio riusc
composto da 32 membri fondatori. Di que
sti, nove erano studenti universitari, sei
commercianti e diciassette operai o dome
stici, fra questi ultimi due donne. La co
Ionia l aldese era composta di studenti chi
erano obbligati di iscriversi in una univer
sità straniera, quelle italiane essendo ad es
si chiuse per i motivi religiosi... Già verso
il 1820 o il 1830, i Valdesi avevano cercato
di unirsi in società come ne fa fede una
tabella portante l’indicazione: « Société
dea Vaudois du Piémont » e con una ventina di nomi valdesi. La nostra Unione Val
dese sorse nel 1947 riunendo i giovani Vaidesi e tutti quelli che accettano le regole
della nostra Società.
Prof. Dr. di, Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
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Redattore; Ermanno Rostan
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Editrice Claudiana
Torre Pellice - - e.p. 2/17557
Tipografia Subalpina ■ s. p. a.
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