1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
valdese
torre pìllics
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVJ - Num. 30 1 -ABBONAMENTI Eco: L. 2.000 per Tinterno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis TORRE PELLICE - 5 Agosto 1966
Una copia Lire 40 L. 3.000 per Testerò Cambio di indirizzo Lire 50 Ammin. Claudiana Torre PeUice . C.C.P. 2-17557
IL CONGRESSO « CHIESA E SOCIETÀ » A GINEVRA
E’ mezzanotte, dr. Martin Luther King!
Il pulpito vuoto - L’azione non violento - L*un^
decimo comandamento - Aspetta, negro! ^ Non
aver paura ideilo rivoluzione " E le comunità?
Martin Luther King non ha predicato a Ginevra domenica 17, nel quadro del Congresso sulla Chiesa e la
Società, indetto dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. I disordini razziali
scoppiati proprio in quei giorni a Chicago lo hanno costretto a rimanere
là dove la sua presenza era più necessaria. Sabato sera il suo sermone è
stato registrato e filmato ; il film giunto in aereo nella notte è stato trasmesso in eurovisione mentre la sua
predicazione veniva ascoltata nel culto della domenica mattina nella cattedrale di S. Pierre.
Così il pulpito era vuoto quella mattina, perchè il predicatore d’ufficio era
occupalo in faccende di carattere politico; a Chicago egli non stava cercando di calmare una folla scatenata,
ma domandava per i negri quella giustizia che è fondamento della pace.
Questo rientra esattamente nelle linee già enunciate e discusse nel congresso ginevrino. La sua assenza dal
pulpito non era soltanto giustificata,
essa era un atto di coerenza.
Difatti il congresso, che termina il
26 luglio, ha confermato Timpressione
che un consenso nuovo si sta creando
fra i cristiani di tutto il mondo per
quanto riguarda la necessità di vivere in modo responsabile, prendendo
parir';o coraggiosamente per le cause
della giustizia e della pace. Fra i 400
delegati provenienti da 80 paesi sembra finito il tempo della chiesa ripie^
gata su se stessa, sulla vita spirituale dei suoi membri, sui problemi organizzativi e sociali delle proprie comunità. Sono laici per due terzi (gli italiani sono Mario Miegge e Mario A.
Rolliei ), provenienti dal terzo mondo
per più di metà, e questo fa comprendere il clima di questa ricerca di una
nuova e precisa fedeltà a Cristo nelle
conaizioni attuali della società.
Nella cattedrale protestante di Ginevra piena dei delegati delle chiese
di tutto il mondo e della popolazione
ginevrina, la parola del pastore Martin Luther King riusciva a comunicare
la passione contenuta di quest’uomo
che nel più grave conflitto razziale del
nostro lempo sa conservare la fiducia
nel metodo non violento. Si dimenticava la catena di mezzi tecnici che
permettevano di ascoltare la voce di
uomo ohe aveva predicato a 8000 Km.
di distanza, per riceverne il messaggio diretto, .senza mezzi termini: una
parola che richiamava i cristiani alla
loro vocazione di annunziare l’aurora
nelle tenebre della mezzanotte. Lo
spunto della predicazione era preso
dalla parabola dell’amico importuno
che sulla mezzanotte picchia alla
porta per chiedere tre pani (Luca 11:
5-6), immagine della chiesa che spesso è addormentata mentre il mondo
bussa alla sua porta.
« È mezzanotte nell’ordine sociale,
personale, morale». Il predicatore rileva il disordine di una società che ha
conosciuto due guerre mondiali in
una sola generazione, che può distruggere il mondo in pochi secondi e che
fa dei negri americani degli stranieri nel loro paese. La scienza, che aveva date tante speranze, non offre soluzioni perchè anche lo scienziato è
un uomo che si trova nelle medesime
tenebre. È mezzanotte per l’individuo
in cerca di un senso per la sua vita,
che vorrebbe che l’Evangelo gli annunziasse una felicità facile, come se Gesà avesse detto : « Andate, controllate
la vostra pressione e farò di voi delle
personalità ben adattate». È rnezzanotte anche perchè si è perduto il senso del bene e del male, e l’unico comandamento che viene osservato è
l’undicesimo che dice ; « Non farti
prendere ! » ; pur di farla franca tutto
diventa lecito.
Ma il mondo, continua M. L. King,
bussa alla porta della chiesa domaridando tre pani: la fede per avere il
coraggio di vivere, la speranza per superare la più grande disfatta dell’ottimismo che la storia abbia conosciuto, e l’amore in questa società dove gli
uomini sono stati spersonalizzati e sono divenuti numeri. «Vi sono ancora
molti che vengono ai cristiani con la
persuasione che essi hanno da dar loro del pane».
Ma la risposta non viene ; Tuomo
nella casa non vuole essere disturbato. « Milioni di africani, che stanno
pazientemente bussando alla porta
della chiesa dove cercano il pane della giustizia sociale, sono stati ignorati
oppure gli è stato detto: aspetta, che
quasi sempre vuol dire: mai. Milioni
di negri americani muoiono per la fame del pane della libertà! ». Ma le
chiese non rispondono ; l’ora del culto
in America è l’ora della più grande
separazione fra bianchi e negri, che
lavorano spesso insieme e si incontrano sulle stesse strade, ma vanno poi
in chiese differenti.
Vi è poi la guerra. « Nella tremenda
mezzanotte della guerra gli uomini
hanno bussato alle porte della chiesa,
chiedendo il pane della pace, ma le
chiese li hanno delusi ». Hanno soltanto saputo approvare o al massimo
tacere. Esse sono state solidali con le'
classi privilegiate, come in Russia, al
punto che non è stato possibile liberarsi di quel sistema corrotto senza
perseguitare la chiesa. Questo succede
ai cristiani quando essi si alleano con
lo stato presente delle cose, dimenticando di essere la « coscienza dello
stato ». « Se la chiesa non partecipa
attivamente alla lotta per la pace e
per la giustizia economica e razziale,
perderà la fiducia di milioni di uomini; se invece saprà liberarsi dai legami dello ’’statu quo” e ritrovare la
sua grande missione storica, parlando ed agendo senza timore, insistendo
sulla giustizia e sulla pace, infiammerà di nuovo rimmaginazione degli uomini e ne accenderà gli animi, rieiìipiendoli di amor ardente per la verità, la giustizia, la pace ».
Ai molti uomini che bussano insistentemente bisogna annunciare il Figlio di Dio, Gesù Cristo, speranza degli uomini e risposta ai loro problemi individuali e sociali. Bisogna annunciare che l’aurora viene, che non
è più mezzanotte.
« Questo lo sapevano, conclude M.
L. King, i nostri antenati schiavi
quando vivevano sotto la frusta del
sorvegliante o nelle baracche del mercato in attesa dell’asta dove le famiglie attendevano di venire separate.
Nelle angoscicse tenebre della mezzanotte cantavano lo ’’spiritual”; ’’Nessuno conosce il tormento che ho visto,
ma Gesù soltanto” e che terminava:
’’Sono felice, il tormento non dura per
sempre”. Aspettando l’aurora che vedevano già rischiarare l’orizzonte, rimanevano nella fede. Se crediamo che
Dio è buono e giusto sappiamo che le
contraddizioni di questa società non
sono l’ultima parola: la mezzanotte
più oscura annunzia l’aurora del più
grande adempim.ento ».
Questa predicazione e i recenti tatti di Chicago ci ricordano il dissenso
tmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitMiiiKiiiiiiiiiiiiimiu
profondo sui metodi che divide coloro
che lottano per i diritti dei negri ; non
sono pochi coloro che ritengono non
efficace l’azione non violenta; a Ginevra appare chiaramente che anche i
cristiani sono divisi sulle questioni di
metodo; queste però vengono superate dinanzi all’esigenza ripetuta e sottolineata di una presenza attiva nella società quando non ci si spaventa di
collaborare con le rivoluzioni in corso
in alcune parti del mondo. Soltanto
neH’interno di date situazioni sarà
possibile indicare i metodi.
Dal congresso di Ginevra giunge un
appello alle chiese perchè si ritrovi e
si esprima, al livello delle nostre comunità, questo senso più chiaro di
una vocazione del cristiano nella società presente.
Giorgio Girardet
:t==:=
Il pulpito della
Cattedrale di St.-Pierre, a Ginevra, la domenica 17 luglio, è
rimasto vuoto: doveva occuparlo il pastO‘
re battista nordame-„,
ricano Martin Luther
King, ma i disordini
causati proprio in
quei giorni a Chicago dalla tensione razziale lo hanno costretto a rimanere in
patria, quale leader
riconosciuto del movimento non violento contro la segregazione. Ma i delegati alla Conferenza
^’Chiesa e Società”
insieme a molti Ginevrini, hanno ugualmente udito la sua
predicazione ( ne ri
portiamo il testo in
//« pog.) registrata
su nastro e portata in
volo (foto J. Taylor)
iiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiii
Intervista con uno dei nostri due delegati a Ginevra, il professore Mario Miegge
è
I cristiani nelle rivoluzioni
tecniche e sociali
dei nostro tempo
Il nostro giornale ha già fatto
menzione nel suo ultimo numero della conferenza organizzata
a Ginevra dal Consiglio Ecumenico delle Chiese ed avente come tema « Chiesa e Società ». Il
prof. Mario Miegge ha partecipato alla preparazione di questa
Conferenza e ne ha seguito i lavori; la sua partecipazione aUa
Assemblea di Evanston (1954)
e a numerosi incontri ecumenici gU permette di fare il punto sulla problematica attuale
del Movimento Ecumenico in
questo settore. Gli abbiamo posto alcune domande al suo ritorno da Ginevra e siamo lieti
di presentare le sue risposte ai
nostri lettori.
1. — La Conferenza di Ginevra e la
problematica della « Chiesa nel mondo » sono nuove nel movimento ecumenico o hanno una lunga tradizione?
— Si deve notare che fin dall’inizio
il Movimento ecumenico ha avuto una
delle ■ sue componenti fondamentali
nella esigenza di una attiva presenza
dei cristiani nella società. Il movimento «'Vita e azione» (Life and
Work) ha espresso questa esigenza in
diverse assemblee, fra le quali rimane
fondamentale quella di Oxford, nel
1937, di cui l’attuale conferenza può
considerarsi in una certa misura la
continuazione. Ma è ovvio ohe, a distanza di trent’anni e in seguito alla
radicale trasformazione della situazione mondiale, i problemi si pongono in
modo profondamente diverso. Fra
l’altro, nel 1937, le Chiese dovevano
affrontare una situazione caratterizzata dall’aggressività dei regimi rea
GLI EMIGRATI
IV
Quando parliamo di Chiese italiane
che operano tra gli emigrati dobbiamo evidentemente citare in primo luogo la Chiesa cattclica, non solo perchè è più direttamente interessata, ma
anche perchè, ormai da moltissimi anni, ha compreso la importanza di
questo settore della vita moderna e
vi ha dedicato mezzi imponenti: solo
da parte italiana, 180 «missioni» in
Europa e 680 oltremare, una decina
di settimanali in lingua italiana in
Europa e alcune decine oltremare, oltre le rappresentanze locali e nazionali delle AGLI e della Caritas. Si
aggiunga ohe l’opera della Chiesa cattolica è spesso sostenuta direttamente e indirettamente dal Governi, sia
dei Paesi di emigrazione che di quelli
di immigrazione, è diretta da un Comitato centrale, cui lo stesso Pontefice ha tenuto a dare le sue direttive,
e si esprime attraverso centinaia di
sacerdoti e laici, generalmente assai
ben preparati al loro compito.
Eppure, di fronte a questo impegno
massiccio ed efficiente, sta una risposta limitata da parte degli emigranti,
una risposta, come lamentano gli ambienti cattolici, inferiore di gran lunga agli sforzi fatti.
Che cosa fanno
le Chiese italiane
Credo che sia opportuno esaminare
brevemente i motivi di questa risposta
inferiore alle aspettative, perchè non
possiamo semplicemente dire che essa dipende dalla scristianizzazione o
XV Agosto valdese
EVASGELISMÖ ITALICO
L’
fra EoDgresso e
Le riunioni si terranno quest’anno nelle seguenti località:
— Porte di Angrogna
— Riclaretto
Il culto del mattino sarà presieduto dal Moderatore Neri
Giampiccoli nella prima località, dal Dr. Fulvio Rocco nella
seconda; nel pomeriggio vari
oratori parleranno sui temi seguenti: Collegio Valdese e istruzione secondaria - « Uliveto » Claudiana.
Al prossimo num. i particolari.
dalla laicizzazione del mondo moderno : gli emigrati hanno, lo abbiamo visto, bisogno di aiuto;, questo aiuto
viene offerto largamente e concretamente dalle missioni cattoliche; perchè gli emigrati non lo apprezzano e
non lo utilizzano a sufficienza?
Io credo che la risposta vada allora cercata nelle direttive di base dell’azione cattolica e che possa, per questo, interessare anche alcuni tipi di
azione delle Chiese evangeliche.
Infatti, anche se si possono citare
innumerevoli casi di missionari cattolici che agiscono in modo veramente
fraterno e cristiano, non si nuò dimenticare che la direttiva di base deli’opera della Chiesa cattolica è sempre condizionata dall’interesse della
Chiesa stessa e si svolge nello spirito
della « Mater et Magistra ».
Questo interesse della Chiesa corrisponde, secondo la dottrina cattolica,
a quello di Die e quindi a quello delle singole persone: così nel nostro caso, gli emigrati, secondo le direttive
pontificie, debbono venire salvagi.iardati dal pericolo di perversione, deter
CONUNUA
IN SESTA PAGINA
zionari e totalitari che si erano affermati in Europa. Oggigiorno i problemi non sono più centrati sulla politica degli stati europsi ma hanno una
dimensione mondiale- si tratti del
problema della pace o di quello della
decolonizzazione e della rivoluzione
dei popoli di colore.
2. — Quali sono gU elementi che a
tuo giudizio differenziano questa conferenz_a dalle precedenti Assemblee
moiidiaU del Movimento ecumenico?
Innanzi tutto è chiaro che, data
n&turiì CÌ6Ì t6ini 3;ffrontsti, I0 qugsioni di « fede e ordine » sono rimaste
nettamente in secondo piano e gli abituali schieramenti confessionali apparivano assai meno rilevanti Di fatto le divergenze e le fratture che si
sono manifestate nella conferenza
non coincidevano affatto con le demarcazioni ecclesiastiche.
In secondo luogo la conferenza era
caratterizzata da una forte e spesso
qualificata presenza di laici (molti
giuristi, uomini politici talora in posizioni di responsabilità, economist
scienziati, ecc.).
E d altra parte si è notata una minore incisività degli interventi propriamente teologici, non tanto per
1 assenza dei teologi quanto per una
certa carenza di elabrrazione in rapporto alle questioni che si ponnvauo
coP^«'t° t^ “ particolare
impostazione teolortoi crstituito la spina dorsale
^30 ecumenico negli anni
30 e fino ah Assemblea di Amsterdam,
sia m via di esaurimento e si ponga
pertanto con urgenza il compito di un
ripensamento teologico.
u corso dei lavori e dei di
attiti quali fatti ti hanno maggiormente colpito e ti sembrano caratterizzare l’atmosfera di questa conferenza?
È indubbio che in questa conferenza, per la prima volta, il cosiddetto
«Terzo mondo» (Asia, Africa, America Latina) ha potuto far sentire il
pso della sua presenza e dei suoi problemi. Giustamente, per la composizione numerica della conferenza non
si è se.^ito un criterio rigidamente
proporzionale nella rappresentanza
delle chiese. In questa situazione vengono modificate le linee di divergenza
« politica » a cui eravamo abituati negli ultinrii 20 anni All’antica tensione
tra Occidente « liberale » ed Oriente
« socialista » si sovrappone il crescente divario tra i paesi industrializzati
CONTINUA
IN SESTA PAGINA
2
r*^g. 2
N. 30 — 5 agosto 1966
L/l PREDICAZIONE DI MARTIN LUTHER KING
ALLA CONFERENZA «CHIESA E SOCIETÀ'»
Il tor.co di mezzanotte
GIORNO DI FIERA
Un Colportore fra gli operai italiani in terra Svizzera
Se uno fra voi ha un amico
e va da luì a mezzanotte e ^li
dice : « amico, prestami tre pani,
perchè m*è s^iunto di viaggio in
casa un amico, e non ho nulla
da mettergli davanti... ».
(Luca 11: 5-6)
Sebbene scopo di questa parabola sia quello
di affermare la forza della preghiera perseverante, può pure servire di base alla nostra
riflessione su numerosi problemi contemporanei e sul compito della Chiesa nel ricercarne la soluzione. Nella parabola, è mezzanotte; è mezzanotte pure nel nostro mondo,
in cui l’oscurità è tale che non vediamo da
che parte volgerci.
E’ mezzanotte nell’ordine sociale. Sull’orizzonte internazionale, le nazioni sono impegnate in una lotta aspra e colossale per
la supremazia. Vi sono state due guerre mondiali nel corso di una sola generazione e le
nubi annunciatrici di un nuovo conflitto planano minacciose sul nostro mondo. L’uomo
possiede oggi armi atomiche e nucleari che
potrebbero distruggere nello spazio di pochi
secondi le più grandi metropoli. Eppure la
corsa agli armamenti continua e continuano
gli esperimenti nucleari nell’atmosfera, lasciando la cupa prospettiva dell’aria avvelenata dal fall out radioattivo. Si giungerà alla
distruzione delle specie umana?
Colti in piena notte nell’ordine sociale, in
passato ci siamo volti alla scienza, e la scienza ci ha tratti d’imbarazzo in innumerevoli
occasioni. In piena notte d’impotenza fisica
€ di privazioni materiali, la scienza ci ha
schiuso l’aurora del confort fisico e materiale.
In piena notte d’ignoranza e di superstizione,
la scienza ci ha portato l’alba della libertà e
dell’apertura dello spirito. In piena notte di
piaghe e malattie, la scienza ci ha proiettati
nel giorno pieno della salute del corpo mediante la chirurgia, l’igiene, farmaci straordinari. La scienza ha- prolungato le nostre
vite, accresciuto la nostra sicurezza e il nostro benessere fisico ; con quale naturalezza
ci volgiamo alla scienza ogni volta che i problemi del mondo si fanno troppo terribili e
minacciosi!
Purtroppo, però, questa volta la scienza
non può cavarci d’impaccio, poiché lo stesso
uomo di scienza è immerso nella notte profonda della nostra epoca. La scienza, di fatti,
ci ha donato gli strumenti che minacciano
il mondo di un suicidio universale. E l’uomo
si trova nell’oscurità sinistra e terribile di
una notte senza luna nell’ordine sociale.
A questa notte della vita collettiva esteriore dell’uomo corrisponde una notte altrettanto
oscura e densa nella sua vita interiore. E’
mezzanotte nell ordine psicologico. Dovunque
timori paralizzanti assalgono l’uomo di giorno e lo perseguitano la notte. Pesanti nubi
di ansietà e di depressione gravano sul nostro orizzonte mentale... Le divisioni psichiatriche dei nostri ospedali sono sovraffollate e
gli psicologi più popolari del nostro tempo
sono gli psicanalisti (...)•
Ma è mezzanotte pure nell’ordine morale.
A mezzanotte i colori perdono la loro intensità, non sono più altro che sfumature d un
grigio scuro. I principi morali hanno perso
il loro carattere netto. Per 1 uomo moderno,
l’assoluto nel bene e nel male è ciò che fa
la maggioranza, 0 bene e il male dipendono
dalle preferenze e dalle abitudini di una data collettività. Abbiamo inconsciamente messo
in pratica la teoria di Einstein sulla relatività applicandola al campo morale, mentre
concerneva quello fisico. Mezzanotte, è 1 ora
in cui l’uomo cerca disperatamente di osservare l’undicesimo comandamento : a Non farti cogliere », la morale di mezzanotte (•••)•
Questa mentalità ha portato a uno sfacelo
dei principi morali e l’oscurità della degenerazione morale diviene sempre più profonda...
Come nella parabola, nel nostro mondo attuale l’oscurità profonda di mezzanotte è turbata dal rumore di un colpo battuto : alla
porta della chiesa, milioni di uomini battono.
Continuano ad avere l’impressione che la
chiesa offra una risposta alla profonda confusione della loro vita; è ancora il punto di
riferimento familiare in cui il viaggiatore
spossato viene a riposare a mezzanotte; e la
sola casa che sia ancora al posto di sempre,
la casa in cui il viaggiatore di mezzanotte
decide di entrare o rifiuta di entrare. Ve ne
sono che rifiutano di entrare; ma coloro che
vengono a picchiare cercano disperatamente
un po’ di pane per sostentarsi.
Il viaggiatore domanda tre pani.
Ha bisogno del pane della fede. In una
generazione così formidabilmente disillusa,
gli uomini hanno perso la fede in Dio, negli
uomini e nell’avvenire Immersi in una
disillusione così costernante, molti sono quelli che invocano pane, il pane della fede.
V'è anche una profonda fame di speranza.
Nei primi anni di questo secolo, la maggior
parte degli uomini non aveva appetito per
questo pane. L’epoca dei primi telefoni, delle prime automobili, dei primi aerei dava
loro un radioso ottimismo. Si prosternavano
davanti all’altare del progresso inevitabile.
Credevano che ogni ulteriore acquisizione
scientifica elevasse l'uomo di un altro gradino sulla scala della perfezione. Ma da allora
una serie di eventi tragici ha rivelato l'egoismo e la corruzione dell’uomo, illustrando
che fredda crudeltà il verdetto di lord Acton :
« Il potere tende a corrompere l'uomo e il
potere assoluto a corromperlo in modo assoluto ». Questa scoperta terribile ha provocato
uno dei più tremendi sfaceli deH’ottimismo
nel corso della storia. Per moltissimi uomini,
giovani o meno, la luce della speranza si è
spenta e hanno cominciato a errare nella camera oscura del pessimismo. Hanno concluso che la vita è senza senso (...). Ma anche
nei momenti inevitabili in cui tutto pare disperato, gli uomini constatano che senza speranza non possono sopravvivere, e nella loro
angoscia supplicano che si dia loro un po
di speranza.
Vi è poi una profonda fame del pane del
l’amore. Tutti desiderano amare e essere
mali. Colui che constata che nessuno gli
vuole bene, constata di non contare nulla
Nel mondo contemporaneo sono successe mol
te cose che hanno dato all’uomo il sentimen
to di non esistere. Vivendo in un mondo di
venuto pesantemente impersonale, la maggior
parte si è convinta di non essere altro che
dei numeri (...). Disorientato da questa tendenza a ridurre l'uomo a una scheda perforata di un immenso schedario, l’uomo cerca
disperatamente il pane dell’amore.
^ H: *
Quando l'uomo della parabola battè alla
porta dell’amico e chiese i tre pani, ricevette
questa risposta impaziente : « Non mi seccare; la porta è già chiusa, i mici figli sono
con me a letto e non posso alzarmi a darti
i pani ».
Quanti uomini hanno già fatto questa triste esperienza picchiando a mezzanotte alla
porta della chiesa. Milioni di Africani hanno
picchiato pazientemente alla porta della chiesa cristiana cercando il pane della giustizia
sociale. Sono stati ignorati, oppure è stato
detto loro di attendere un po’ più tardi, il
che vuol quasi sempre dire che non si darà
mai risposta. Milioni di negri americani, in
via di deperimento per mancanza del pane
della libertà, hanno battuto e ribattuto alla
porta delle chiese dei bianchi e sono stati
accolti con fredda indifferenza o stridente
ipocrisia. Anche i dirigenti religiosi bianchi
che desiderano in cuor loro aprire la porta e
dare questo pane, sono spesso più prudenti
che coraggiosi e più pronti a seguire la via
dell'opportunismo che quello dell’etica. Una
delle tragedie più vergognose della storia è
costituita dal fatto che proprio le istituzioni
Sebbene il past. Girardet, nell’articolo di prima pa^na abbia
già riferito sulla predicazione di
M. L. King a St-Pierre, pensiamo far cosa gradita ai lettori
pubblicando il testo quasi integrale. In realtà, più che di predicazione si dovrebbe parlare di
conferenza; il discorso del King,
infatti, contraddice formalmente alle più elementari regola
omiletiche, che vietano di valersi di un testo biblico come semplice pretesto allo svolgersi di
un discorso sia pure sostanzialmente e sostanziosamente evangelico come questo.
M. L. King stesso lo riconosce
con candore nel suo esordio.
Questi versetti, nel più ampio
contesto di insegnamenti sulla
preghiera, sono parte integrante
di una parabola, che il King non
ha affatto tenuto presente nel
suo discorso; e mi pare che in
questa parabola la chiesa è raffigurata dalFamico « che sta in
mezzo », fra il viandante che capita a chiedere ristoro e Tamico
abbiente (chi è se non il Signore, che fa il sordo, talvolta a
lungo, come il giudice iniquo
deH’altra nota parabola?); sicché l’intenzione della parabola
non è puntualizzata sulla necessità del « servizio sociale » della
chiesa ma piuttosto sul fatto
che per compiere questo atto
(doveroso!) di solidarietà, essa
non può contare che su Dio, e
deve chiederlo a Lui, senza stan
carsi nella lotta della preghiera
Questa nota affiora soltanto nel
la bella conclusione, direi la so
la parte cristianamente originale. Non dunque un sermone, ma
una conferenza, sostanziata di
un contenuto di fede, di coscien
za di peccato, di speranza che
indubbiamente affondano nell’Evangelo le loro radici, e che ci
toccano tutti profondamente.
Queste due note non sono pigne
lo (e geloso?!) puntiglio di scriba, ma piuttosto preoccupazione
per la genuinità della Parola,
nella sua originafità assoluta e
inconfondibile. Gino Conte
che avrebbero dovuto fare uscire l’uomo dalle tenebre della segregazione razziale contribuiscono a creare e a perpetrare queste tenebre di mezzanotte.
Nella notte terribile della guerra, degli uomini hanno picchiato alla porta della chiesa
per chiedere il pane della pace, ma la chiesa
li ha spesso delusi. V’è qualcosa che riveli
in modo più drammatico l’incapacità della
chiesa nelle questioni del mondo contemporaneo, che la testimonianza che essa rende
riguardo alla guerra? In un mondo divenuto
completamente pazzo in fatto di armamenti,
di passioni campanilistiche -e di sfruttamento
imperialista, la chiesa ha sottoscritto queste
attività o ha serbato un silenzio sconcertante.
Durante gli ultimi due conflitti, anzi, le
chiese nazionali hanno agito come premurosi
lacchè dello stato, irrorando di acqua benedetta le navi da guerra e associandosi alle
potenti armate : « Lodate l’Eterno e fate largo alle munizioni ». Un mondo prostrato, che
desiderava disperatamente la pace, ha spesso
incontrato una chiesa che sanzionava moralmente la guerra.
E coloro che si sono rivolti alla chiesa per
cercarvi il pane della giustizia economica
sono stati abbandonati alle tenebre disperanti
delle privazioni economiche. In innumeri
casi la chiesa si è talmente allineata alle
classi dominanti e ha difeso in modo tale lo
statu quo, che non ha voluto rispondere al
colpo battuto alla sua porta a metà notte.
La Chiesa russa era così inestricabilmente
legata al regime zarista e al suo dispotismo,
che è stato impossibile uscire da questo regime politico e sociale senza combattere anche contro la chiesa. Tale è il destino di
ogni organizzazione ecclesiastica che si associa intimamente alle cose-come-stanno.
Bisogna ricordare alla chiesa che non è
nè padrona nè schiava dello stato, ma che ne
è piuttosto la coscienza. Deve essere la sua
guida e il suo critico, mai il suo strumento (...). Se la chiesa si libera dagli impacci
dello statu quo e ritrova la sua missione
storica, se parla e agisce senza paura e con
perseveranza in favore della giustizia e della
pace (...) vicino e lontano gli uomini sapranno che la chiesa è una grande comunità d’amore, che dà la luce e il pane ai viaggiatori
solitari nelle tenebre di mezzanotte.
La parabola ci dice che, dopo la prima delusione, l’uomo ha continuato a picchiare alla porta dell’amico; con la sua importunità,
con la sua perseveranza, ha finito per persuadere l’amico ad aprirgli la porta. Vi sono molti uomini che continuano a battere alla porta
della chiesa in mezzo alla notte, anche dopo
la grande delusione che essa ha causato loro,
perchè sanno che lì si trova il pane della
vita.
Oggi la chiesa è tenuta a proclamare che
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è la speranza
degli uomini in tutti i loro così complessi
problemi personali e sociali. Essi continuano
a venire numerosi a chiedere una risposta ai
problemi della vita. Molti giovani che battono alla sua porta sono tormentati dalle incertezza della vita, disorientati dalle disillusioni quotidiane, delusi dalle ambiguità della
storia. Ve n’è che sono strappati ai loro studi o al loro lavoro, per diventare soldati.
Dobbiamo dare loro il pane fresco della speranza e riempirli della convinzione che Dio
ha il potere di fare scaturire il bene dal
male. Ve ne sono che vengono tormentati
da un lancinante senso di colpa, determinato
dal loro andare a tastoni nelle tenebre del
relativismo morale e dal loro abbandonarsi
alla dottrina dell’autonomia personale. Dobbiamo condurli a Cristo che offrirà loro il
pane fresco del perdono. Alcuni di quelli
che battono sono tormentati dalla paura del
la morte a sera della loro vita. Dobbiamo
fornire loro il pane della fede nella vi’a eterna, in modo che comprendano che questa
esistenza terrestre non è che il preludio embrionale dì un nuovo risveglio.
Mezzanotte è l’ora crìtica in cui è difficile
essere fedeli. La parola più stimolante che
la chiesa possa pronunciare è questa : Torà
di mezzanotte è un’ora che passa. Il viaggiatore stanco che domanda a mezzanotte del
pane, cerca in realtà l’aurora. Il nostro messaggio eterno di speranza è : il mattino viene! I nostri avi, schiavi, lo sapevano. Non
hanno mai cessato di sapere che era mezzanotte, poiché la frusta di cuoio verde del sorvegliante e il mercato degli schiavi, dove le
famiglie erano lacerate, erano sempre li a
ricordarlo loro. Quando pensavano aH'atroce
oscurità di mezzanotte, cantavano:
Nessuno conosce le sofferenze che ho
veduto^
Gloria a Dio, alleluia!
Talvolta lieto, talvolta spezzato.
Sì, Signore, sì,
Talvolta mi trascino per terra.
Sì, Signore, sì,
Nessuno conosce le sofferenze che ho
veduto.
Gloria a Dio, alleluia!
Avvolti dalle tenebre terribili di mezzanotte, ma convinti che il giorno stava per apparire, hanno cantato :
Sono felice che la sofferenza tio?i
duri per sempre.
Dio mio^ Dio mio, che devo fare?
La loro positiva certezza della venuta dell’aurora è stata il raggio di speranza che ha
conservato fedeli gli schiavi, nelle circostanze più penose e più tragiche.
La fede nell’aurora nasce dalla fede nella
bontà e nella giustizia di Dio. Quando si crede questo, si sa che le contraddizioni della
vita non saranno nè definitive nè vittoriose.
Si può camminare in piena notte con la convinzione luminosa che tutto concorre al bene
di coloro che amano Dio. Anche le tenebre
dì mezzanotte, in una notte senza stelle, possono proclamare l'aurora di un grande adempimento.
Ieri era giorno di fiera, a Bienne, grazio'
sa cittadina svizzera rinomata per il suo
bel lago.
Le strade del centro sono affollale di
gente che compra e che mang.a... / vari arti,
coli sono esposti su tavoli g ne.le verrine
dei negozi. Fa molto caldo, moda gente è
seduta attorno i tavolini dei vari Bar alVaperto. Si sente nell’aria un buon profumo di salsicce arrostite preparate sui fornelli, anche questi alVaper.o, e la gente
mangia e beve.
Strada facendo mi accorgo di un banco
dove sono esposti libri familiari... mi avvicino, e infatti non mi sbaglio', es¡:os.zione di libri evangeiici. Scambio qualche parola con i rivenditori, sono de la Ch.esa dei
Fratelli, mi dicono che hanno fat o una buona vendita, hanno pure libri in italiano.
La giornata è invece piut osto magra per
me, parecchie persone non le trovo a casa
perchè uscite a causa della fiera, altri lavorano, altri mi accolgono con un’aria piuttosto seccata.
Nella casa di un operaio calabrese sono
accolto con una certa gentilezza, ma non
appena si capisce che desidero dar Coro la
Bibbia: Oh, la Bibbia, veramente la Bibbia
a noi non interessa, oLretutto non abbiamo
il tempo per leggere (solita scusa). No'o su
un tavolino uno dei soliti fumetti...
— Però un po’ di tempo per leggere questi, lo trovate.
— Sì certo lo irovinmo, ma non è che
abbiamo particolare interesse per ques o genere di letture, lo facciamo solo perchè non
è così difficile da capirsi...
— Bè, allora un po’ di tempo per leggere
lo trovate, no? Ora se trovate il tempo per
leggere i fumé, ti, non dovreste trovare a
maggior ragione il tempo per leggere la
Parola di Dio? Adesso vedo che mi si
ascolta con interesse, parlo loro della Bibbia, del Signore Gesù, delta speranza del
cristiano. Mi ascoltano, sì, mi ascoltano,
posso dare la mia testimonianza di credente; alla fitte vado via. La Bibbia non
l’ìumno presa, anche perchè è difficile che
dicano di sì dopo aver detto di no, ma credo che adesso hanno veramente interesse
per la Bibbia e che alia prima occasione
la prenderanno.
Devo dire che circa il 98 per cento deg'i
italiani che visito non conoscono !a Bibbia
e spesso (il che e più tragico) non desiderano conoscerla! Adducendo spesso il pretesto che non possono capirla! Ma quante
volte mi sento anche dire: La Bibbia?
Grazie non mi interessa. Il fatto tragico è
che queste persone apparterrebbero a una
Chiesa cristiana: senza conoscerne la base
ed il fondamento. Paolo De Caro
ridalo forte.
Tensione razziale ed esperienza pentecostale neU'ultimo romanzo di James Baldwin
Leggendo questo romanzo (1) del negro
americano James Baldwin (già no.o in Italia specie per il volume di saggi « Mio
padre doveva essere bellissimo », Rizzoli
l964j ci si rende conto, da una parte, die i
problemi di fondo dei « neri » non sono
diversi da quelli dei « bianchi », riducibili tutti allo stesso tema; salvezza e epccato; ma, d’altra parte, si notano in modo
mollo evidente le caratteristiche razziali e
le particolarità psicologiche, storiche, culturali che determinano la soluzione stessa
dei prciblemi.
Siamo nel Nord, a Harlem: un gruppo di
tipo pentecostale si definisce la comunità
dei « .santi ».
La descrizione fin nei particolari, del loro
culto, dei loro canti, delle loro preghiere,
ci lascia un po’ sconcertati. La « Forza » si
impossessa di qualche membro, che, con un
« Urlo », dà il via al canto-gridato e all’espressione sfrenala, direi sensuale, della
fede del gruppo; i fedeli seguono il canto di
lode a Dio con il battito dei talloni e il
pestar dei piedi e con dan.za esaltata e
l’alzar le braccia e gettar la testa all’indietro : sudore e tremore c cadere a terra fra
gemiti.
Questa espressione « corporale » della
fede, attribuita dai pentecostali all’azione
dello Spirito Santo, prende fra questi negri delle proporzioni gigantesche: è solo
una forma diversa di espressione della fede,
o non è piuttosto il dare un contenuto religioso a forze sovrabbondanti della propria natura umana?
Possiamo considerare il gesto, la danza,
la partecipazione « totale » dell’uomo al
culto come un’espressione primitiva della
fede, che riscontriamo in moltissime pagine dell’Antico Testamento; ma qui sembra
che tutta la vita cristiana del gruppo si
risolva in un « pathos comunitario ». E
frutto di una teologia revivalista, o è il
modo caratteristico di espressione di questo popolo ?
Anche il fat:o « centrale » della vita di
questi credenti, cioè il « sapere di essere
salvato », e quindi l’appartenere di fatto al
grupp-o dei « santi », viene descritto unicamente come un fatto psicologico: un rotolarsi a terra con la faccia nella polvere e
tremare per delle ore in -preda aU’angcscia
della morte, e un risollevarsi, liberati, sicuri del perdono di Dio.
Quando però davanti all’altare, mentre la
comunità canta e prega, alcuni membri ripensano al proprio passalo ( nella prospettiva particolare di considerarlo davanti a
Dio, in termini cioè di peccato e di perdono, di .giudizio, disobbedienza e liberazione
e salvezza«, ecco che ritroviamo in questi
negri .gli stessi motivi della nostra esistenza, anche se vissuti con diversa intensità
ed in condizioni diverse: peccato e sul
pentimento del proprio peccalo il perdono
e la pace di Dio.
Non è mollo semplice conciliare resse":
« santi » con la vita, in ogni momento s-c;getta a tentazione: nella concezione ■ '<
questa setta la « santità » del « salvalo » nc:i
dev’essere più macchiata da peccato. Ma )!
è il perdono, la salvezza, la san ità una
cerca ed una lotta giornafiera ed un g: .
naliero dono della grazia divina?
La vita di questa setta è mollo chiusa :
mondo è di Satana; ma fra la ristrettezza : :
un’esis.enza condotta fra casa e chiesa pi ■
penetra il peccato e la purezza della sr
è contaminata dall’ipocrisia, da.lo scanda
del male, da.la natura umana che manti
i propri odi, le ire, le debolezze. E, ■
negli altri si tratta di un «cadere» e i
un «risollevarsi», un prostrarsi pentiti ? ■
vanti al trono deli’Elerno, non è così par
il predicatore che « non può » perdere :1
prestigio della propria «santità»: lui < t
all’inizio del ministero considerava i pv dicatori anziani a pastori senza santità Ju- .
servitori senza fede » e pregava Dio < ;
non farlo diventare mai così grasso e < i
lascivo, ma di compiere, attraverso la na
persona, una grande opera», lui stc i
copriva ora il proprio peccato con il m' stero, n.ascondendo la sua vita peccamino i,
ipocritamente, die ro ad una predicazit , e
da « santo ».
Ed è proprio lui, questo predicatore lu' vaio dal peccato, che non si arrende p ù a
facili esultanze: mentre gli altri fede'i tsplodono in giubilo per il fatto che il g: •
vanissimo figlio (adottivo) del predica : i
è « stato salvato », dirà, in modo molto i A
realistico: «John (suo figlio) imparerà he
i canti e i gridi non sono tutto: la via di (a
santità è una via dura. Deve ancora sca'a c
il ripido fianco della montagna ».
Non è semplice la lo ta per il neiro
americano: vi sono difficoltà ambientali e
psicologiche da superare che si aggiungorio
alle normali difficoltà della vita. Affio’-a
spesso nel romanzo un complesso di inferiorità razziale, superato solo da un serio
impegno culturale; affiora l’avversione per
i bianchi, talvolta in parte superata, altre
volte persislen:.e, giustificata da violenze e
ingiustizie subite.
Possiamo così comprendere il valore che
la « comunità » assume per questo gruppo :
essa è il segno di una vita «libera»: e
spiritnalmenle e umanamente; comuni'à di
credenti, uniti dalla fede e da un pathos
comune, insieme rifugiai «fuori dal mondo di Satana », nel quale la loro fede non
riesce ad inserirsi.
Ma per questo non c’è bisogno dei problemi particolari della « négritude » : molte
nostre comunità settarie vivono nel.a stessa
realtà.
GiulUina Pascal
(1) James Baldwin ■ Gridalo ¡orle - Rizzoli, Milano 1966, p. 2,')3, L. 2.200.
novità Claudiana
W. A. VISSER'T HOOFT
La fede cristiana dinanzi ai sincretismo
Verso l'unione di tutte le religioni?
(Collana «nostro tempo» n. 3, pag. 144, L. 1.300).
« La Chiesa si è sempre preoccupata molto di quelli che
pensano che le Religioni siano tutte ugualmente false;
dovrebbe cominciare a preoccuparsi di quelli che pensano che le Religioni siano tutte ugualmente vere ; tanto
più che è ragionevole pensare che non pochi dì questi
si trovino fra i suoi stessi membri... ».
3
5 asrosto 1966 — N. 30
pag. 3
Rischi confessionali e illusioni laiciste
SCUOLA FORMATIVA
0 scuola informativa?
È il problema di fondo che è stato
affrontato dagli studenti del Collegio
Valdese dialoganti con la delegazione
della Commissione Sinodale che si occupa del problema dell’istruzione secondaria. E la posizione assunta dagli
studenti è stata chiaramente indirizzata nella linea della Scuola informativa: è bene che studenti cattolici
e valdesi affrontino assieme i problemi religiosi, ma «è necessario che i
professori non finiscano per esercitare, essi stessi, una influenza sugli
elementi cattolici ».
Evidentemente, alla base di questa
posizione vi è una preoccupazione che
tutti condividiamo. Tutti abbiamo incontrato atei e anticlericali divenuti
tali per la pressione religiosa, soprattutto sotto forma di pratiche religiose,
che è stata operata nella loro giovane
età su di loro, negli istituti cattolici
che li volevano, a tutti i costi, plasmare in buoni religiosi ; siamo pienamente d’accordo nel considerare questa
come una via assolutamente da evitare per il bene della nostra opera
sia nel Collegio di Torre Pellice che
nella Scuola Latina.
Si può anche comprendere come i
nostri giovani nel loro desiderio di
accentuare la libertà e responsabilità
personale, abbiamo rigorosamente
escluso ogni intervento del corpo insegnante nella vita religiosa degli studenti: informino i professori i loro
alunni nelle materie di studio, ma lascino che essi, come vogliono, si orientino nei grandi problemi alla vita,
della vita religiosa innanzi tutto!
Forse però il problema va posto su
di un altro piano, può esistere una
scucia puramente « informativa »? può
un professore non influire in modo
assoluto sulla visione religiosa di un
giovane quando egli conversa e insegna per varie ore settimanali in una
classe di cui il giovane stesso è parte
integrante? Mi ricordo di un esempio
che il prof. Giovanni Rostagno citava
abbastanza spesso: un professore cristiano si presenta in una scuola giapponese per esser assunto come insegnante di matematica. Ottiene il posto, ma a condizione di non parlar
mai di religione ai suoi alimni, ed egli
mam la promessa, ma dopo un
ai alunni si sono avvicinati
ai simo : istintivamente han
no voluto scoprire donde provenisse
Il fascino che emanava dalla personalità di quei giovane insegnante di matematica e lo scoprirono nella sua
fede cristiana.
Porse i giovani che vogliono escludere ogni influenza religiosa dei professori sui loro studenti, non si sono
resi conto che un professore che non
agisce sui suoi alunni positivamente,
nella linea della fede, non può che agire negativamente sulla loro formazione religiosa, sia esso un professore
che parla di problemi religiosi coi suoi
studenti, sia esso un professore che
non affronta mai in modo e^licito
quei problemi. SuH’anima giovanile
degli studenti delle scuole statali, nella
ricerca deH’orientamento religioso, agiscono non solo il professore di religione, ma il professore di filosofia, cattolico o marxista o indifferente ohe
sia il professore di storia che presenta
loro i latti come un riflesso di una
storia sacra o come l’applicazione di
ferree leggi economiche, e influisce il
professore di italiano che commen
Culto radio
ore 7,40
Domenica 7 Agosto
Pastore SERGIO AQUILANTE
Parma
Domenica 14 Agosto
Pastore SERGIO AQUILANTE
Parma
è l’Apostolo Paolo : « Come dunque
invocheranno Colui nel quale non
hanno creduto e come crederanno in
colui del quale non hanno udito parlare? » (Rom. 10: 14).
Del resto coloro che in nome della
libertà e autonomia del giovane vogliono escludere la testimonianza cristiana dalla scuola vogliono anche, o
pensano almeno che sia possibile, si
escluda dalla scuola, in nome della
stessa libertà la testimonianza che l’ateo, il marxista, l’indifferente, il cattolico rendono alla loro fede insegnando? E non a caso parlo di «testimonianza»; il cristianesimo non è
qualcosa che si impone in formule
come quelle algebriche o chimiche, o
con una successione di date o di regole grammaticali, ma è essenzialmente una testimonianza : « questo è
il Cristo nella mia vita », e questa è la
testimonianza evangelica che noi ci
aspettiamo dall’insegnante dei nostri
asili, delle nostre scuole elementari,
dai professori di Torre Pellice e Pomaretto.
Per questo non solo non si è «salvato in angolo», ma ha fatto pieno
centro quel giovane F., che nella riunione di Torre Pellice ci ha posto ancora una volta abbastanza chiaramente il problema che voci autorevoli avevano già posto al Sincdo l’anno scorso : se il « Collegio Valdese » cessa di
essere «Valdese» quale è ancora la
sua ragione di essere? Al prossimo
Sinodo e al Collegio stesso la risposta !
Alberto Ribet
niovità Claudiana
I primi tre opuscoli della collana « Attualità protestante »
(L. 100 cad., L. 850 per l’abbonamento annuo a 10 numeri):
ALFREDO SONELLI - La messa in italiano.
LUIGI SANTINI - I protestanti
e il comunismo.
FRANCO GIAMPIOCOLI - Cosa
vuol dire essere santi?
ANDRÉ DUMAS - Il controllo
delle nascite nel pensiero protestante, L. 1.500.
Nella « Piccola Collana Moderna» è uscito rii« volumetto (L. 500) :
WILHELM VISCHER - L’Evangelo secondo il profeta Giona
- L’Ecclesiaste testimone di
Gesù Cristo - Il significato dell’Antico Testamento per la
vita cristiana.
Ordinazioni alla Claudiana,
Via Principe Tommaso 1, Torino, c.c.p. 2/21641.
NOTERELLE ESTIVE
La eaDipaoa della Scuola Latina
La campana della Scuola Latina
torna a far udire i suoi rintocchi per
invitare tutti i suoi amici a ritrovarsi
a Pomaretto il giorno 11 settembre.
Il pranzo avrà luogo nei locali della
ex-scuola elementare valdese.
Inviare le prenotazioni a Pc mare ito
al past. Gustavo Bouohard oppure
alla sig.na Germana Costantin e a
Terre Pellice alla sigma Speranza
Tron presso la Claudiana.
II Comitato
Amici Scuola Latina
Fotografìa
ufficiale
Con firma deU’onorevole sottosegretario Elkan è stata emanata una circolare da cui si apprende che il Ministero dell’ Interno ha scoperto che
« non sempre le aule scolastiche sono
fornite del ritratto del Capo dello
Stato »... Le svariate « SS. LL. » esistenti in Italia sono pertanto invitate a
provvedere a « dotare tutte le aule di
detto ritratto, tenendo presente che la
riproduzione ufficiale del Capo dello
Stato è affidata all’Istituto Poligrafico
dello Stato, cui dovranno, pertanto, essere indirizzate tutte le richieste delle
copie necessarie ».
Nulla da eccepire!
Il viso sorridente e fraterno del
Presidente Saragat si troverà a suo
agio nelle aule scolastiche.
E nulla da eccepire per quanto si
riferisce al monopolio dell’Istituto Poligrafico dello Stato. In questi tempi di
nazionalizzazioni e di scioperi del Poligrafico, benvenuto anche questo nuovo cespite!
Quello che non ci persuade è la modvazione che abbiamo omessa e che
qui riproduciamo testualmente, nella
quale si fa ricorso alla « disposizione
contenuta nell’art. 118 del regio decreto 30 aprile 1924 n. 965 ».
Nelle più recenti raccolte di leggi e
regolamenti scolastici questo articolo
iiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiihiiii
{iiiimiKiiiiiimiiiiiiiiiiiiitimiiim
luiiiimiiiimiiiiiiiiiiii
iiiiiiiiiiimiiiiiiimiiiimiiiiiiiiiiiimi
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
QUELLO CHE PENSA UN EX-ALLIEVO
'’Confessionalità” delie nosire scoole
ta i testi classici o lo sviluppo della
letteratura, e influiscono, più o meno
a seconda della potenza della loro
personalità, il professore di scienze, di
matematica e persino il professore di
storia dell’arte ! Non esiste una scuola puramente informativa, la scuola
è sempre formativa e pur troppo più
di una volta, dal punto di vista religioso negativamente formativa. E più
di una volta le scuole più negativamente formative sono proprio le scuole in cui si evita di parlare di problemi religiosi 1
Anche noi proclamiamo la libertà
di scelta del giovane di fronte al problema religioso, anche noi vogliamo
che egli si formi religiosamente attraverso la personale esperienza, ma appimto per questo non neghiamogli
quell’aiuto di cui ha bisogno: se abbiamo sperimentato ohe l’ùltima soluzione del problema della vita si ha
in Cristo, non neghiamogli la possibilità di incontrarsi con Cristo! Il farlo non è rispettare la sua personalità,
ma calpestarla, è limitare la sua Ih
bertà di conoscere ! Giustamente ci
ammonisce quel filosofo della vita che
Ho letto con interesse, misto a un
certo stupore, l’artioolo « Quel che ne
pensano loro» sul numero dell’l-7-’66:
con interesse, per lo scambio di pensieri fra studenti e membri della Commissione Istruzione Secondaria intorno a problemi di varia natura come
la scelta della carriera, il valore degli
studi umanistici, eoe.; con vivo stupore, invece, per le considerazioni che
si sono fatte in riferimento alla funzione del Collegio Valdese. Sembra che
la ragione principale della scarsità di
alunni sia aserivibile alla mancanza
di «coordinamento con altri centri
culturali » e perchè questo avvenga occorre rinunciare alla « prerogativa »
del nome « valdese » che sembra costituire una remora al maggiore ampliamento deiristituto. C’è quindi un intoppo, uno scandalo nel senso originale del termine, in quel nome «valdese ».
Difatti « i contatti e gli scambi fra
studenti sono proficui»; ma (quod
Deus avertati i professori non devono
interferire nel dialogo, « perchè verrebbe a mancare queU’equilibrio che dev’essere salvaguardato e il Collegio
assumerebbe carattere confessionale ».
Tale pericolo sembra però, Deo gratias, felicemente scongiurato, perchè
« il carattere è tutt’era inesistente » e
si sottolinea, per ammissione dei giovani, che «non si è avvertito sin qui
il peso di un’influenza da parte dei
professori valdesi, segno dello scrupolo (sic) che essi hanno di non far
trapelare il proprio convincimento affinchè la personalità dell’alunno possa svilupparsi unicamente in base alle
proprie convinzioni e reazioni personali ».
Sic stantibus rebus, non c’è più alcun senso vietato, c’è via libera alla
apertura culturale perchè il nome valdese è solo più scritto sulla facciata
del Collegio, tranne il culticino del
lunedi mattina e quell’ultima oretta
del sabato per la religione (per gli
studenti del ginnasio liceo), quando ormai si sogna la fuga verso casa.
Nel dibattito sul Collegio c’era comunque un dissidente, un eretico, un
valdese la cui opinione, in clima di
ecumenismo, è stata ritenuta « rispettabile ».
Orbene, sullo sfondo di questo dibattito c’è un problema essenziale, indicato nel resoconto : « il Collegio deve
scegliere chiaramente la sua strada,
senza equivoci : cosa vuole essere? vuole rinunciare alla sua prerogativa in
vista di un maggiore ampliamento oppure vuol mantenere un carattere tipicamente valdese?».
Sembra quasi che il nome « valdese »
voglia esprimere qualcosa di retrivo,
conservatore, gretto. Eppure proprio i
termini « laico », laicismo, che indicavano, in senso spregiativo, il popolo
di contro al clero monopolizzatore delle cose sacre e profane, sono stati v alorizzati da! movimento valdese, come
dichiarava il prof. Alessandro Passerin
d’Entrèves alle giornate teologiche di
Agape (1959) su «Protestantesimo e
laicismo» (le relazioni erano state
pubblicate sulla rivista « Protestantesimo»). Il d’Entrèves dice difatti che
« la rivalutazione del laicismo era
ascrivibile alla trasformazione sociale
ed economica della società medioevale
e al progressivo affermarsi dei movi
menti di riforma religiosa di cui voi
valdesi siete stati fra i maggiori antesignani e i soli sopravvissuti, ma a
quale prezzo, alle vicende dei secoli».
Il prof. E. Balmas, jwi, per conto suo,
in occasione delle giornate teologiche
del Ciataas (1950) ricordava che «il
nome ’’laico”, fondamentalmente spregiativo, viene rivendicato dalla Riforma, trasformato e» arricchito da un
potente contenuto umano e religioso ».
Difatti, prosegue il Nostro, « il momento culminante che realmente decide le
sorti della Riforma è l’appello di Lutero al ’’laicato” : la scoperta cioè che
il popolo sinora subordinato a una casta infallibile è in realtà il buon popolo di Dio, la chiesa, con conseguente ristabilimento della dignità del credente. L’evoluzione ulteriore del valore
del termine ’laicismo” prende lo spunto dalla Riforma, poi si accentua
l’aspetto umano, e sfocia nella glorificazione deH’autcnomia e sufficienza
umana. Laicismo diventerà perciò sinonimo di lotta per l’affrancamento
dello spirito umano da ogni impaccio
e subordinazione dottrinale, tradizionale, dogmatica ».
Quindi il movimento valdese, la Riforma hanno conferito un senso, un
valore al termine « laicismo », mentre
si vorrebbe prcprio da parte di una
corrente laica liquidare nei ncstri Istituti ogni presenza e testimonianza valdese, confondendole con il confessionalismo cattolico: questi proclama la
subordinazione deH’ordine civile, laico
a quello religioso, per cui attualmente,
ad esempio, con l’art. 7 della Costituzione la scuola è praticamente sotto il
controllo clericale, mentre nella linea
del pensiero valdese-protestante si forma, proprio nel dialogo ispirato all’Evangelo', una personalità libera da
tutti i giochi, le servitù, i miti, aperta
a tutti i problemi umani : si forma una
coscienza responsabile davanti a Dio
ohe giudica, ama e redime. Ed è l’Evangelo di Gesù Cristo ohe può evitare al
laicismo di diventare — come precisava il prof. d’Entrèves — una specie di
religione a rovescio, altrettanto fanatica e intollerante quanto ha potuto
talora dimostrarsi la religione cristiana.
Orbene, dovrebbe il nostro Collegio
Valdese bandire sic et simpliciter il
iiiimiiiitiiriiiiiiiiriM
iiiiiiimiimiitiiiiiiiimiiiMiMii
I lavori di rinnovamento
del Convitto di Pomaretto
Nei primi giorni di luglio sono iniziati dei
radicali lavori di rinnovamento nel Convitto
di Pomaretto. 1 lavori sono stati resi possibili dal fatto che POrfauotrofio maschile, in
seguito ad un accordo tra Tavola e CIOV,
verrà trasferito a Torre Pellice e, nel frattempo, i ragazzi vengono associati al Convitto.
Il nuovo Convitto disporrà così di tre piani : al piano terreno vi sarà la Direzione,
una saletta per le riunioni, la biblioteca, la
sala da pranzo e una infermeria moderna;
al primo piano Talloggio della Direttrice, delle ragazze e di una vigilatrice, con servizi
dialogo ispirato aU’Evangelo tra studenti e professori in omaggio alla libertà laicista, lasciando i giovani in
balia di loro stesso, nell’illusione che
possano formarsi da soli (e come?),
oppure « catturati » da qualche partito politico, finendo nel totale agnosticismo?
Il prof. d’Ehtrèves ricordava ancora
ad Agape : « Non attenuate troppo,
per Un puro spirito irenico, la vostra
protesta, in modo ohe i valdesi ”sint
ut sunt aut non sint”, — siano cioè ciò
che il loro nome significa, o scompaiar
no. — In un paese e tra uomini portati anche troppo al compromesso e
all’accomodamento, è importante la
presenza protestante... ».
Credo perciò che la nostra testimonianza evangelica valdese, al Collegio
come nei convitti, ospedali e opere
varie, non deve essere limitata all’opera del pastore^prete, ma deve
esprimersi in modo da creare un clima
morale e spirituale atto a richiamare
evangelici, laici e cattolici, in vista
della ricerca e dello studio in comune,
alla luce dell’Evangelo dei molti proDlemi che turbano la nostra gioventù.
Que,sta via è forse la migliore per attirare gli studenti.
Non dimenticherò mai Tinfluenza
spirituale ricevuta da un docente del
Collegio, che nel dialogo aperto su
temi religiosi e profani ci arricchiva
senza che la parte cattolica ne soffrisse; anzi ne era riconoscente. Non dimentico una gita della nostra classe
in un luogo .storico delle Valli, dove il
professore ci invitò al canto degli inni
e alla preghiera. Quel clima spirituale
fu per noi molto benefico e stimammo
ancora di più il nostro professore.
Spero che la linea indicata dalla
Commssione Istituti Secondari, nella
relazione al Sinodo dello scorso anno,
e fatta propria dal Sinodo stesso, nonché la collaborazione con docenti e
la ricerca di vocazioni per Tinsegnarnento nei nostri Istituti siano studiate, meditate e attuate in uno spirito di preghiera. Il Sinodo, con questo spirito, darà il suo contributo efficace per orientare i responsabili delle
varie opere sociali e degli istituti di
istruzione secondaria in particolare,
in vista di una precisa testimonianza
evangelica valdese. un ex-allievo
MimiiiiiitiiimiiiiiiiMiiiitiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiimiiitiiiiMiiiiiiuiiiimiimiiiiiiiiiiniiiimiiiiiimmmiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
completi e moderni e sale di studio; al secondo piano una analoga sistemazione per i
ragazzi; nel sottosuolo verrà sistemata una
sala per i giuochi, l’impianto di riscaldamento centrale( per tutto il fabbricato), la pompa
deU’acqua e una cucina completamente rinnovata.
Questi lavori sono finanziati con aiuti venuti dall’estero e con fondi che il Convitto
cercherà di raccogliere progressivamente. Resterà così da fare ancora qualche lavoro e
in particolare la sistemazione di un campo
di giuoco esterno; ma intanto il Convitto
sarà, con l’inizio dei nuovo anno scolastico,
uno degli Istituti più moderni ed effieienti
di cui disponiamo, sia sotto l’aspetto, ormai
ben noto, della cura offerta ai giovani da un
Personale efficiente ed impegnato, sia, ora,
sotto 1 aspetto edilizio. E’ bene ehe i genitori
e le Chiese ne siano informati, per collaborare a questa opera e per utilizzarla.
è generalmente riprodotto in forma
compendiaria : « Ogni istituto ha la
bandiera nazionale; ogni aula l’immagine del crocifisso ». Accando alla
« immagine del Crocifisso », ci doveva
essere la fotografia del Duce!
Caduto il Duce, caduta la fotografia; ma fa caldo a Roma, ora; il fosforo dei cervelli risplende di strana
luce. Un solerte funzionario ha rispolverato l’antico articolo 118: Ogni
aula abbia il ritratto ufficiale del Cajx)
dello Stato!
Liguitiaiione
sportiva
La squadra italiana è stata ingloriosamente liquidata aUe prime battute della sua avventura londinese.
Anche qui, nulla da eccepire!
I nostri plurimilionari giocatori sono ritornati stanchi e delusi. Un autorevole personaggio ha proclamato che
« ci dobbiamo cospargere il capo di
cenere »; numerosi deputati hanno
presentato interpellanze al competente ministero; si cerca, come sempre, il
capo espiatorio per non affrontare il
vero problema, il solito problema nostro. C’è un po’ di mare mosso, ma
fa caldo; e tutto ritornerà come prima,
meglio (o peggio) — il che è poi tutta
la stessa cosa) di prima.
I.e abbiamo prese, si, ma abbiamo
visto gli altri giocare, e, siccome da
cosa nasce cosa, non si sa mai... Abbiamo udito, durante una trasmissione, un radiocronista fare l’elogio di
un giocatore straniero: Rocha se ho
ben capito; e lo abbiamo udito sussurrare che due squadre italiane sarebbero interessate all’acquisto di detto giocatore.
Gli altri giocano; noi troviamo centinaia di milioni per comprare gli
altri!
La scala
a chiocciola
In questa nostra romana Italia, sempre più progressista e conformista,
è scomparsa una scala a chiocciola.
Ce lo ha annunziato un diffuso rotocalco.
Come è noto, a Roma di divorzio
non si deve parlare, perchè sacro è
l’istituto familiare e sacra è la sacra
famiglia italiana e romana.
Orbene, due note personalità del
mondo nostro cinematografico che da
non pochi anni lavoravano insieme.
Avvertiamo fin d’ora i lettori
e i collaboratori che, mentre il
prossimo numero uscirà regolarmente la prossima settimana, vi
s^u'à poi l’usuale sospensione di
metà agosto; il numero successivo recherà la data del 26 agosto. A tutti coloro che partono
per le ferie o sono in procinto
di farlo, auguriamo di cuore un
sereno e benefico periodo di riposo. red.
Past. Pierluigi Jalla
vivevano anche nello stesso palazzo,
ma in due appartamenti separati, uniti però da una scala a chiocciola. Ora,
a quanto pare, la convivenza è stata
sciolta e la scala a chiocciola, c’informa il rotocalco, è stata annullata!
Divorzio?
Andiamo! Basta una semplice scala
a chiocciola; quando non serve più, la
si annulla!
Mi pare che questa modesta scala a
chiocciola sia un po’ il simbolo della
nostra Italia, che ride grassa e scettica dietro la facciata severa del palazzo antico. Quello che importa è che
la facciata sia dignitosa, severa e polverosa.
Morale^.m
...non molto morale.
In questa nostra Italia c’è sempre
ancora una legge fascista disponibile,
ed un autorevole funzionario per reperirla.
In questa nostra Italia mancano le
attrezzature indispensabili per uno
sport di massa, ma si trovano tutti i
milioni necessari per comprare un
divo.
In questa nostra Italia ci sono sempre i problemi di struttura da risolvere, ma c’è sempre, comoda e non
costosa, una scala a chiocciola disponibile. L. A. Vaimal
4
pag. 4
N. 30 — 5 agosto 1966
La Chiesa di Grotte
ospita ia Conferenza
del Sesto Distrotto
Una Conferenza Distrettuale è generalmente un avvenimento di ordinaria amministrazione sia per ia vita
di una singola comunità sia per ii
Distretto. Non è stato cosj per Grotte,
chè, dal momento in cui si seppe che
la Commissione Distrettuale la designava quale sede della Conferenza,
un gioioso fervore di preparativi invase ogni membro della comunità. Ho
detto che la designazione fu fatta
dalla Commissione Distrettuale e
questo perchè ia sede ufficiale che la
Conferenza dell’anno precedente aveva scelto, era stata quella di Agrigento. Ma a motivo del perdurare della
incresciosa situazione di inabitabilità
dei nostri locali, p>er delle lesioni apparse sui muri, è stato necessario ripiegare su Grotte, che da questo capoluogo non dista che venti chilometri.
Grotte è una delle più antiche comunità della Sicilia. Da quasi novant’anni l’Evangelo vi viene pubblicamente predicato, ha dato diversi pastori alla chiesa ed un tempo essa lu
fiorente grazie anche alle scuole evangeliche, ohe erano già allora un’opdra di servizio cristiano che i nostri
antenati praticavano un po’ dovunque in Sicilia. Poi la crisi delle miniere di zolfo che vi fu prima della
Grande Guerra e il successivo spopolamento dovuto all’emigrazione diretta soprattutto negli UJ5.A., indebolirono questa chiesa nel numero dei
suoi membri. Non diminuì pero l’amore per l’Evangeio, perchè ovunque 1
grottesi andarono seppero inserirsi responsabilmente nelle comunità o
crearne delle nuove (U.S.A.) e a Grotte stessa, i fratelli ridotti di numero,
non hanno mai rinunciato alla testimonianza della loro speranza nel Signore della resurrezione.
Qualche anno fa il tempio e i locali
sociali si mostravano in condizioni
tali di abbandono che se fossero stati
lasciati così ben presto sarebbero rovinati. Ma ecco che l’amore che nutrono ancora i fratelli di Grotte, emigrati negli UH.A., per la chiesa « madre», ha permesso ohe i necessari restauri fossero fatti.
Colui che si è fatto promotore di
questo servizio è stato Giuseppe Salvaggio, che partj ancora ragazzo per
gli UH.A. e che là, dopo aver compiuto i suoi studi, fu consacrato al Ministero pastorale.
Il Rev. Salvaggio, che è un valente
pittore, è in pensione da qualche tempo e ogni tanto ha organizzato e organizza delle mostre nel giardino del
la sua casa a beneficio della chiesa di
Grotte. Questo ci ha permesso già da
qualche tempo di rimodernare l'interno del Tempio, che oggi si presenta
decoroso nella semplicità del suo aspetto. Proprio quest’anno nuovi restauri sono stati compiuti grazie al
personale contributo del Rev. Salvaggio in memoria di suo fratello Calogero, che fu diacono della nostra comunità, e così anche la facciata della
chiesa, che dà sulla piazza principale
del paese, si presenta tutta rinnovata.
La Conferenza Distrettuale, che ha
raccolto a Grotte pastori e delega; i,
è stata dunque come un’occasione
propizia per inaugurare il rinnovamento delle strutture e la Conferenza
ha voluto ufficialmente dire grazie al
Rev. Selvaggio. Le sorelle di chiesa ia
primo luogo, alcuni giovani, quelli anche meno giovani, hanno saputo tutti
rimboccarsi le maniche e mettersi a
dipingere ad aggiustare, a preparare
tavoli e tutto ciò ohe era necessario,
affinchè l’ospitalità jKJtesse essere decorosa. Tutto, e ne ringraziamo il Signore, è andato molto bene. Ma se
i nostri locali sono stati rinnovati, l’e
sigenza che sentiamo impellente è il
rinnovamento della nostra testimonianza. È stato proprio il delegato di
Grotte alla Conferenza che ha affermato che la testimonianza oggi non
può essere disgiunta dall’opera di servizio verso la città.
L’ampio giardino, i locali scolastici,
il piccolo appartamento « pastorale ».
dovrebbero permettere, grazie ad altri
aiuti che speriamo di ricevere, di creare un asilo infantile o un dop: scuola.
Inoltre speriamo di poter adattare
questi locali, durante il periodo estivo, come luogo di vacanza per famiglie che volessero fare l’esperienza di
vita comunitaria. Questo non solo perchè è famosa rospitalità dei grottesi
o perchè il nostro giardino che si affaccia su una piccola valle circondata
da dolci colline, darebbe possibilità di
respirare aria pura, ma anche perchè
l’altezza del paese (550 mt.) permette
Il tempio valdese di Grotte, urm delle nostre cornunilà sieilhine più antiche, ora total
mente rimesso a nuovo.
d’avere un clima temperato nelle calde estati siciliane.
Servizio cristiano, testimonianza
comunitaria, gioia e speranza della
fede, ecco le prospettive di questa no
stra piccola comunità di Grotte che è
riconoscente al Signore per il Suo sostegno quotidiano e che guarda al suo
domani con piena fiducia sapendo che
Cristo non l’abbandonerà. O. L.
imiiumimiiiiiiij niiiHiimiiimiiiiiiiiiiiiniiKii
iii'iiiiiiiiiniimniiiiiuiiMiiiii
iiiiiiiiiiiiiiMiiiiiimiiiiiiiiii
la Chiesa: Gonventicola o comunilà?
Pensieri in margine alla
Conferenza Distrettuaie di
San Giovanni in Lipioni
Da Bari a Còrato a Cerignola col
collega Corsani ohe ci ha dato un passaggio (siamo in cinque sulla 1100 del
Maesjtro AbbattSsta) viaggiamo alla
volta di S. Giovanni in Lipioni.
Su sei ore di macchina, quattro le
trascorriamo su strade collinose e di
montagna, sempre più in su, in una
cornice di campi biondeggianti di spighe attraverso un paesaggio ricco di
vegetazione: alberi di ulivi, festoni di
uva promettente, (die lasciamo alle
spalle. Pregustiamo a ricompensa del
caldo della ubertosa tavolozza del Tavoliere pugliese la frescura delle colline del Molise e dei monti abruzzesi.
E l’aria fresca la troveremo in certi
ptmti boschivi, per cui ci sembrerà di
viaggiare tra S. Secondo e Bobbio
Penice.
Finalmente eccoci., con un ritardo
di tre ore, a causa di una panna, sulla
piazzetta di S. Giovanni in Lipioni,
letteralmente occupata da un circo
equestre ; ma in quell’emiciclo si eleva
il Tempietto dall’umile insegna scolpita su un pilone del cancello d’ingresso: «Chiesa Valdese».
La nostra chiesetta è un vero capolavoro di architettura moderna. L’ele
vazione e il raccoglimento qui sono facilmente rag^imgibili per via di una
intelligente disposizione degli elementi
strutturali tipici del Tempio riformato. La luminosità dell’ambiente è semplicemente meravigliosa.
Ho ringraziato il Signore per la scoperta della Chiesa di S. Giovanni in
Lipioni, la cui storia travagliata mi
era nota. Dentro quelle mura mi sentivo in seno alla Comunità da me apprezzata. Da ora in poi potrò essere
con il Pastore che vi predica ogni domenica, con quei fratelli e quelle sorelle dal volto segnato dalla fatica,
che sono il popolo di Dio, sarò in una
parola colla Comunità che cessando
di essere gruppo' clandestino... ha la
sua dignità, la sua responsabilità di
fronte all’ambiente in cui vive.
Oh se i credenti ricchi delle grandi
città e delle grandi nazioni Evangeliche potessero sempre valutare quanto
donano a cotesta parte della famiglia
spirituale quando l’aiutano ad innalzare le mura di una sala, di una chiesetta! La aiutano a dare alla fede con
sistenza, forza e dinamicità.
Vero è che non sono le pietre a compiere il miracolo di una presenza evangelica in un dato luogo. È lo Spirito
che crea la vita, che suscita il credente, che unisce col vincolo dell’amore i
credenti, chiamati ad annunziare il
Regno.
Le mura semplici o artistiche sono
tuttavia un mezzo, un avvio suscettibile di grandi cose, se dentro vi circola
la vita che Dio stesso dona alle creature. Porse ohe non c’è il jjericolo che la
vita venga meno e la comunità si sgretoli in seno alle chiese che non difettano di strutture? Quando non è
più sentita la gioia della comunione
fraterna, e la fede nella presenza misteriosa eppur reale di Cristo vien
meno, quando non è più avvertita
quella tremenda possibilità che se
« Tu nascondi la tua faccia, essi sono
smarriti’»; quando vien meno la carità, cemento di ogni comunità, restano solo le pietre... resesi inutili.
(Consistenza formale o presenza reale e autentica? A S. Giovanni in Lipioni il dilemma fu per noi materia di
angosciosa riflessione. Lo fu durante
l’ottimo messaggio del collega E. Naso,
al culto di apertura. Se la nostra predicazione non suscita più il tumulto
come ad Efeso, non crea una reazione,
non suscita una problematica, non
potrebbe essere ciò dovuto, lo chiedeva il collega ai colleghi, al fatto che
la Parola del Vangelo si è banalizzata
in noi e, perdendo in noi della sua
Il Corpo pastorale è convocato alle
seguenti date :
— Gioved, 4, ore 10, nella Casa valdese di Torre Pellice, per l’esame di
fede del candidato Bruno Bellion.
— Giovedì 11, presumibilmente, per il
sermone di prova del suddetto candidato.
— Venerdì, 19, ore 9,30, nella Casa valdese di Pinerolo. Tema del Convegno :
« Il problema del cattolicesimo romano nella prospettiva della nostra responsabilità missionaria ».
carica di giudizio e di liberazione, non
riusciamo più a convincere?
E così quando si è parlato dello
Studio biblico. Qualcuno disse : Se
l’in(X)ntro coll’Iddio Vivente non avviene per quella fame e quella sete per
cui la Parola studiata diventa nutrimento e determina decisioni precise
si ricade nel rito a ripetizione infinita. Ed è poi vero che la si studia,
oggi, la Bibbia?
Accanto a me siede un vecchio predicatore laico che tanto apprezzo, egli
vorrebbe ch’io introducessi l’argomento della trasmissione della fede;
la sua idea è questa: vorrebbe riunioni che non siano monologo ; dai fratelli evangelizzati si deve pretendere che
tirino fuori dal cuore «le cose ohe
hanno veduto ed udito sotto la potenza dello Spirito Santo », se no quando
saranno mai dei testimoni? e la Chiesa è morta.
L’anziano di Campobasso è un pentecostale, ritengo che ha colto nel
segno.
L’alternativa : consistenza formale
o presenza autentica, si chiarisce vieppiù man mano ohe si viene a trattare
di Evangelizzazione, di testimonianza
intesa come inserimento nel concreto
contesto popolare in seno al quale viviamo. Siamo discepoli di un Signore
che è anche Signore della terra oltre
che del cielo, e in tal caso ci troviamo nel luogo stesso di quel processo
che continua, perchè non si chiuderà
che alla fine, nella venuta del Suo Regno... C’è dunque un oggi e un qui che
devono vedere impegnato il discepolo
testimone, il quale esce, rischia, e pur
di rimanere dalla parte del Maestro,
vive in quel contatto umano per il
quale Maestro e discepolo sono uno,
in quello stesso mondo della lotta e
della sofferenza che è il Suo mondo
fino alla fine (Matteo 25).
L’incontro di S. Giovanni in Lipioni ci ha mostrato chiaramente tutta
l’urgenza della tremenda alternativa:
conventicola, consistenza formale o
comunità vivente, che vive il messaggio con cosciente coerenza e pertanto
lo annunzia. Comunità che non si
preoccupa di ima lenta sopravvivenza che non è vita. Non si vive del
passato. Quando non abbiamo più
nulla da dire agli uomini in mezzo ai
quali Egli ci ha messo, come una città posta sul monte, che non deve rimanere nascosta, la comunità decade... a conventicola e il discepolo è un
discepolo di un Signore che non è
più il Signore del Cielo e della terra.
G. E. C.
Il bcitd
di Jean Jacques
Altri hanno parlato e scritto degnamentc
di questo nostro giovane fratello di cui pochi giorni or sono abbiamo accompagnato al
cimitero le spoglie mortali. Mi siano permesse ancora poche parole per dire che la sua
vita è stata come offerta in olocausto per
una causa importante per la nostra chiesa.
Ricordo una conversazione tra noi di più
di venti anni or sono quando mi ero stupito
un giorno di vederlo seduto ad una linotype
della nostra tipografia perchè lo sapevo studente universitario.
K Un po' di cultura è necessaria per un
linotipista della chiesa — mi rispose —. La
chiesa deve poter stampare in molte lingue,
antiche e moderne e deve rispondere alle necessità di ogni classe sociale, stampare per i
bimbi e per i filosofi. Io credo che i miei
studi saranno utili qui e sono contento di
impegnarveli ».
Non era questa una frase buttata a caso,
era Fespressione di una vocazione alla quale
egli doveva restare fedele fino al martirio.
Presto cominciò a provare i primi sintomi
dell'avvelenamento da piombo^ ma non volle
abbandonare il suo lavoro e lottò strenuamente finche le forze lo abbandonarono dei
tutto... Lasciò allora la linotype ma lottò ancora e cercò di servire la tipografia della
chiesa come contabile, finche cadde per non
più rialzarsi. E allora, allora soltanto, pian.se
lacrime amare sulla sua vocazione spezzata...
E non è certo stato il solo a servire con
eroica abnegazione la causa della Tipografía
Valdese di Torre Pellice: altri valorosi compagni lo circondavano e continuano oggi co
me prima il loro servizio della chiesa in
mezzo al rumore delle macchine ed al veleno del piombo, ma a lui è toccato di cader-'
e di illustrare questo servizio con Tolocausl ;
della vita.
La Tipografia di Torre continua regolarmente il suo lavoro. Lo ha interrotto appeu.i
qualche ora per partecipare ai funerati ilJean Jacques, eppoi lo ha ripreso... Ika ..
ora innanzi essa avrà ai miei occhi un
più grande, come quello di uno strumento
servizio del Signore, santificato dal sacrifu' dei suoi servitori, così come è avvenuto u.
:^raverso i secoli per questi nostri Monti I ;
desi.
Questo valore più grande è cpiello che /;
chiamato sopra: all lascito di Jean Jacques ■,
E sento di dover insistere su questa par>-ìA
quando vedo ora la sua giovane Compagun.
estenuata ancora dalle cure prestate gio/’./u
e notte al marito durante lunghi mesi, ol¡-:
quale giungono contemporaneamente due ■
ferie di famiglie amiche: l una di trascon re al mare un periodo di riposo e l altra i ^
venire a curare un amica gravemente ami i-i
lata, che rinuncia al mare e parte per curare Vainica...
Si, io dicOj questi lasciti, anche se bagnati
di lacrime, fanno del bene, tanto bene e ni--.tano a prestar fiducia a questa cara giove(:<ii
valdese che ci circonda. Enrico Geynit-.
r \ r r
E PESE.
L’Assemblea della Federazione delle dii' •
se prolestanU svizzere ha nominato Presidente delt’lJffiicio esecutivo della Federazione il Signore Robert Hoerni, di Ginevra,
e Presidente della Assemblea il Pastore
Lavancby di Losanna.
La stessa Assemblea si è occupata attentamente della situazione che va determinandosi in molte scuole statali svizzere, in
particolare nei Cantoni cattolici. Mentie
infatti l’articolo 27 della Costituzione federale s;abilisce la assoluta neutralità religiosa dello ‘icuolc di Stato, si nolano sempre più frequenti casi di manifestazioni
confessionali cattoliche ne! locali scolastici, nel corso di gite scolastiche e simili. Ini
Chiesa evangelica del Vallese ha presentato
un ordine del giorno in proposito, che è
stalo discusso e accettalo dalla Federazione.
(Tribune de Genève, 24 giugno)
I LE ¥¥OR I CI SCRIVONO
Lettera aperta sulla confessionalità
dei nostri istituti di istruÆione
Caro direttore,
vorrei esprimere la mia perplessità
alla lettura dell’articolo « Quel che ne
pensano loro » comparso sul n. 26 del
tuo giornale. Anzitutto, per quello che
ne ho saputo, la stragrande maggioranza degli studenti partecipanti alTincontro di cui si parla erano di fede
.jattolico-romana e provenivano da località fuori delle Valli Valdesi: in
altre parole erano del tutto estranei
alla problematica di un « Collegio
Valdese » e poco orientati ai problemi sociali ed economici delle nostre
Valli. Per questa ragione sono rimasto stupito sia del rilievo dato dal
giornale a quella manifestazione sia
deirimportanza che Tarticolo stesso
le dà.
Ma più stupito e perplesso sono rimasto alla lettura delPultima parte
dell’articolo ove si esprimono alcuni
pareri dei membri della Commissione
sinodale per Tistruzione secondaria. Se
ho capito bene qui si descrive il professore ideale del nostro Collegio (e
di conseguenza la « linea » del Collegio stesso) come quello che non soltanto rispetta la coscienza e le opinioni degli allievi (cosa chiaramente doverosa), ma che nel suo insegnamento
come nel suo rapporto cotidiano con
gli studenti, per la preoccupazione di
rispettare la coscienza altrui, riesce a
nascondere la sua convinzione personale e la sua fede; in una parola il
suo insegnamento dovrebbe essere di
una obbiettività disancorata dalla realtà della sua vita di credente.
Ora queste affermazioni sono gravi
proprio perchè l’artìcolo è firmato da
Membri di quella Commissione, che
ha presentato alle Chiese e al Sinodo
un rapporto, dove si leggevano affermazioni come queste: «Nel campo
della formazione spirituale e religiosa
(l’Istituto di istruzione secondaria evangelico) ponga ai giovani e li prepari ad affrontare il non sempre facile
problema dei rapporti tra l’Evangelo,
preso nel suo senso meno dogmatico
e confessionale, e la cultura profana,
con tutte le sue implicazioni tecniche,
scientifiche, letterarie, filosofiche, ecc.
problema che sempre ha ispirato e
impegnato gli educatori sorti dalla Riforma e che non può non essere una
preoccupazione fondamentale di un
istituto protestante di istruzione.
« Tale azione, ispirata ad una approfondita e aggiornata conoscenza
della Bibbia, base fondamentale delle
culture che il protestantesimo ha storicamente, e più o meno profondamente ispirato, influenzato o determinato, dovrebbe preparare i giovani ad
affrontare in modo più consapevole e
più maturo la civiltà del nostro tempo, troppo spesso livellatrice e spiritualmente mediocre, e potrebbe orientare alcuni di essi verso più precise
vocazioni, non solo pastorali, ma anche e forse soprattutto laiche, per il
servizio della Chiesa.
(( Tali finalità sono realizzabili mediante un serio impegno vocazionale
del corpo insegnante, in vista dei particolari fini di testimonianza evangelica dei nostri istituti. Tale impegno
implica non solo l’azione individuale
degli insegnanti, ma anche una loro
organica collaborazione, un comune ripensamento della loro azione didattica educativa e formativa sui giovani,
per un inserimento di questi, sempre
più vivo e fattivo nella comunità
scolastica » (Relazione al Sinodo Valdese 1965 su gli Istituti Valdesi di
Istruzione Secondaria pag. 21).
Le affermazioni delParticolo in questione sono rese ancora più gravi dal
fatto che tutte le Assemblee di Chiesa, che hanno sostenuto la necessità
di mantenere i nostri Istituti di istruzione secondaria, si sono espresse a
chiare note sulle necessità che tali
Istituti svolgano una funzione evangelistica e dopo che gli interventi sinodali hanno ripreso ampiamente e chiaramente questa tematica.
Si pensava che la Commissione, avendo avuto così chiare indicazioni,
avrebbe lavorato nel corso dell’anno
per uno sviluppo dei nostri Istituti in
queste linee.
E’ uscito il pregevole film sul Collegio ma, mi sia permesso dì dissentire dalla Prof. A. Marnilo, il messaggio del film ha un sapore essenzialmente sentimentale, ma non dice
niente sulla funzione evangelistica delITstituto stesso.
Ora poi la prima presa di posizione,
se cosi si può dire, della Commissione sembra aver dimenticato sia le proprie affermazioni sia il mandalo ricevuto per seguire delle linee che io (e
credo che con me molti altri) non mi
sento nè di approvare nè di seguire.
Data la ufficialità deH’articolo in questione ritengo che sia desiderio di molti avere una chiarificazione di questo
problema che è di una importanza essenziale.
Personalmente desidero ringraziare
vivamente quel giovane che, solo, ha
sentito così chiaramente il problema
vocazionale delle nostre Istituzioni di
istruzione secondaria.
Molti cordiali saluti.
Franco Sommani
Per Anna
Per Anna abbiamo ancora ricevuto;
Elena Cbiavia (Torino) Lire 1.000
Grazie.
Cercansi libri...
Sarei molto riconoscente se qualcuno dei lettori del nostro settimanale
potesse fornirmi o procurarmi i seguenti volumi:
Miegge G.: Pietro a Roma.
Gorresio V.: Risorgimento scomunicato.
Ringrazio, con fraterni saluti
Italo Jazeolla
Commissariato P. S.
Mirandola (Modena)
...e filmine
Sarebbe po.ssibilc avere filmine (8
mm.), evangeliche o no, per bambini
e per adulti? Ho un proiettore, e sarei contento di poter far conoscere
cose buone, specie se sono evangeliche. So che qualche chiesa evangelica
mette in circuito alcune di queste filmine, ma a 16 mm. Sarei molto riconoscente di avere qualche indicazione
al riguardo, o qualche indirizzo a cui
rivolgermi; naturalmente pagherei le
spese per il nolo e il porto.
Grazie, con i migliori saluti
Federico Urbani
S. Martino
Fermo (Ascoli Piceno)
5
5 agosto 1966 — N. 30
pag. 5
MANTOVA
Un anno di servizio
e di testimonianza
Bilancio positivo del primo anno di attiiiità
della neonata fra le nostre istitnzìoni
Le novità positive de'J’anno sono da registrare parlieolarmente nel settore del
giovanile.
In seguilo ad una ricerca, a cui ciascun
giovane ha partecipato con una relazione in
cui si è nresentata una analisi della situazione di lavoro, e con Findicazione di richieste precise di solidarielà e di presenza
fatte al gruppo giovanile stesso, in relazione a precise situazioni concrete ed attuali,
si è presa coscienza più definita dellla propria responsabilità di gruppo — conseguenza
c banco di prova della approfondila preparazione biblica che negli ultimi anni era s'ata seguila con particolare impegno.
Si sono cosi presentate aU’impegno dt'l
gruppo giovanile due linee di ricerca nella
testimonianza: il mondo operaio e il caitolicesimo.
La presenza nel mondo operaio: una via
precisa di servizio non si è ancora delineata
con esattezza, dato die abbiamo rifiutato
praticamente rimposlazione caritativa. Pare die in questi ultimi giorni si stia precisando una possibilità nuova.
Si è invece chiarita subito, anche perchè
presentata in termini subito net i, quella
dell’irtconfjo di testimonianza coi giovani
universitari cattolici (F.U.C.L): dopo una
serie di presenze ed interventi individuali a
riunioni della F.U.C.L, si è preparato in comune un incontro di lettura biblica, preghiera e predicazione in occasione della set.
Umana di iireghiera per Funilà della Ghiesa;
quel che più conta, questo incontro non è
restalo un’isola sperduta nel mare dell’indifferenza, ma il gruppo F.U.C.L ha subito
accolto la nostra proposta di avere degli
incontri periodici di lettura e studio del
Vangelo, secondo il metodo dei « Gruppi
del Vangelo n: riunioni mensili ben preparate e ben seguile, nel corso delle quali
ci siamo accorti di poter andare molto al
di là di ogni più ottimistica previsione,
per una impostazione di lavoro molto chiara
e onesta che ha consentito assoluta libertà
di espressione e di precisazioni. Abbiamo
scoperto una vera possibilità di predicazione dell’Evangelo, e una realtà di rapporti
fraterni non vanificati da qualunquismo teologico Q da generico sentimentalismo, perchè fondati siiH’Evangelo sinceramente e
genuinamente inteso e servilo.
Siamo convinti di aver prestalo un utile
servizio ai nostri fratelli della F.U.C.L, ma
anrbe d! averlo ricevuto, essendoci stali ripropflsU lumvi orizzonti e necessità di chiarifi( azo j noi stessi, che altrimenti avremmo t< ‘ con pigrizia, evitati.
X c>re.am intendono proseguire su questa
linea .u -crvìzio, che è stala riconosciuta
perletlaaiicnte valida e fedele al mandalo
ricevuto da Gesù Cristo — e pur valutando
al loro giusto valore le opposizioni che, non
sempre frutto di esperienza diretta, leggiamo
sulla nostra stampa — e intendiamo associarci, in Clinilusione, a quanto un giovane
della F.U.C.L di Mantova ha detto a chi
lo inlerpeli.ava: «abbiamo ricevuto una
vera grazia di Dio ».
È imiporlanle notare che questa conclusione dei giovani, è appoggiata dal Consiglio di Chiesa e dalla Comunità; la quasi
totalità si è espressa in termini chiaramente
positivi in merito a questa esperienza, sia
pure con luolivazioni diverse; alcuni sono
in posizione di attesa; nessuno, a quanto
ci risulta, si è espresso in termini sfavorevoli.
L’ isolamento intellettuale e c( ghetitistico »
(Í evangelico », sembra che si stia spezzando, e — ne siamo convinti — grazie ad
un’azione di forza determinata dalla potenza deirEvangelo, che abbiamo attentamente ascoltalo con responsabilità e disponibilità.
Abbiamo inoltre potuto e&perimentare la
« responsabiiilà di gruppo » e « l’imipegno
di gruppo », fondamenti per qualunque
servizio.
Il gruppo giovanile, inoltre, ha acquistalo alcuni libri per iniziare la costituzione
di una « Biblioteca » a disposizione di tutti,
I culli domenicali non sono stati affollati;
ma anche qui si è nota'o un maggiore impegno di ricerca; ne fa testimonianza il fatto che il gruppo giovanile ha deciso di discutere periodicamente la predicazione della
domenica mattina (proponendone poi la
partecipazione anche alla comunità) con lo
scopo di approfondirne il contenuto e trarre
il maggior numero di conclusioni e conseguenze di carattere prat co, in vista del servizio della comunità nella settimana, dall’Evangelo come è stato presentalo nella
predicazione domenicale.
Accogliendo la segnalazione della Commiseione Distrettuale, anche a Mantova ci
siamo proposti il metodo contributivo già
attualo da diverse comunità nel nostro
III Distretto. Dopo lunga e approfondita discussione, il metodo è s alo accolto in via
sperimentale. Al termine del primo anno
di esperimento, ci sentiamo autorizzali a
raccomandarlo di nuovo a lutti. Non tutti
quest’anno hanno sottoscritto un impegno;
ma comunque molti sono stati riportati alla
realtà dell’attuale situazione finanziaria della Chiesa, e specialmente la presentazione di
un bilancio preventivo è stata accolla favorevolmente. C’è stata una maggiore regolarità mensile nei versamenti, e da parte di
alcuni anche un aumento nelte offerte individuali; sicché quest’anno, aumentando del
26,31%,abbiamo potuto inviare la somma
che ci era stata richiesta.
Il convitto psico-medico^pedagogico
per ritardati, che il Concistoro di Torino ha installato a Luserna S. Giovanni, come reparto distaccato dipendente dall’Ospedale Valdese di Torino, hr terminato il suo primo anno di
attivil à.
È bene che se ne riferisca sul nostro giornale, anche allo scopo di eliminare talune prevenzioni che il termine tecnico « ritardato », come del
resto quelli che qualificano il nostro
Istituto, ha potuto ingenerare nell’opinione di molti.
Questo termine si riferisce infatti a
bambini che hanno difficoltà, molte
volte solo iniziali, ad imparare e ad
inquadrarsi nella vita normale: una
educazione speciale, classi scolastiche
appositamente per loro, un particolare atteggiamento educativo, sono molto spesso sufficienti per riportarli alla
pari con i bambini della stessa età.
Si aggiunga ancora l’accurata sorveglianza dal punto di vista sanitario
che permette di curare o di prevenire
carenze organiche. In altre parole, il
bambino ritardato, attraverso le lezioni impartite in classi differenziate
e seguito come doposcuola e per le
altre ore del giorno in un convitto
adatto, è in grado di poter essere inserito naturalmente nella vita normale come qualunque altro.
L’esperienza realizzata nell' anno
scolastico 1965-1966 all’Uliveto ha confermato quanto più sopra è stato
esposto. I quattordici bambini, di cui
la m.età evangelici, hanno regolarmente frequentato le classi differenziate
istituite a Luserna S. Giovanni, dal
L’ULIVETO
Il gruppo dei piccoli ospiti con le loro insegnanti.
Provveditorato, su interessamento dei
Professori Bermond e Vignetta e sano stati tutti promossi. Alcuni di loro
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
SAN SECONDO
Funerali. ■ Martedì 12 luglio una numerosa folla ha partecipato ai funerali del ragazzo Paschetto Duilio di anni 11, co’pito
dieci mesi or sono da un male inesorabile.
Da qualche anno viveva a Pinerolo con i
genitori ed una sorellina, ma era solito trascorrere lunghi periodi deH’anno a San Secondo coi nonni.
Domenica, 24 luglio, sono stati resi gli
onori funebri a Roman Anna Maria in Gardiol deceduta a Cavorelto, all’età di anni
59. Le sue spoglie riposano nel cimitero di
San Bartolomeo. Alle famiglie in lutto rinnoviamo l’espressione della nostra s ncera
simpatia cristiana.
Battesimo. - Domenica, 10 luglio, è stato
amministrato il battesimo alla piccola Ornella Ricca di Valdo e di Gardiol Elda.
Il Signore benedica questa bimba ed i
suoi cari.
BAZAR. - Nel pomeriggio di domenica 7 agosto, sul piazzale del tempio,
avrà luogo un grande bazar, il cui
provento andrà in favore della costruzione della sala.
In queU’occasione, saremmo lieti di
poter salutare, oltre ai membri della
nostra Comunità, molti amici.
Comunicato della Pro ialli
La « Pro Valli » ringrazia i Concistori delle Valli Valdesi i quali tutti hanno versato
il loro contributo annuo, rendendo cosi possibile il regolare funzionamento di questa
Commissione. Si esprime pure una parola di
gratitudine ai signori insegnanti che hanno
impartito lezioni di francese nell’anno scolastico decorso. Fa Pro Valli
Per la Gianavella: Sig.ra Ugolini Vittoria,
insegnante, L. 1.000. La « Pro Valli » ringrazia.
PERSONALIA
Apprendiamo con vivo piacere che
il Prof. Remigio Baldoni, docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, è stato nominato
membro del Consiglio Superiore della
Pubblica Istruzione. Ci rallegnamo
molto cordialmente con questo membro della nostra Chiesa per il riconoscimento conferitogli.
Presso l’Istituto Sommeiller di 'Torino ha conseguito il diploma di abi;
litazione a geometra Sergio Bertin di
Luserna S. Giovanni.
Al neo diplomato formuliamo i migliori auguri per la sua futura carriera.
BORA
Domenica 17 luglio veniva richiamato dal
Signore Rivoira Bartolomeo, noto a tutti come « barba Netu ». Pur improvvisa la sua di
partenza non è stata inaspettata a causa del
la sua lunga malattia durata oltre 23 anni
Tutta la comunità ha manifestato la pro
pria simpatia cristiana alle famiglie Rivoira
Pozzi, ed ancora una volta ripetiamo qui la
affermazione di Gesù Cristo che « anche se
uno muore vivrà ».
Abbiamo con noi come ospiti al « Camoscio » un gruppo di giovani inglesi provenienti da Sheffield. E’ da notare con particolare attenzione che lo scopo che i responsabili di questi gruppi si prefiggono non è soltanto turistico, ma soprattutto spirituale. La
grande maggioranza di questi giovani (ragazzi e ragazze) è fatta oggetto di particolare
cura spirituale perchè sono giovani che vivono lontani dalla vita della chiesa cui appartengono e dal Signore. I responsabili di
questi gruppi s* riuniscono infatti parecchie
volte al giorno per innalzare al Signore p^ticolari preghiere per particolari giovani affidati alla loro cura d'anime e che « non sono
ancora cristiani » — come usano esprimerg¡ ___ cioè giovani che non sono affatto cri
stianamente impegnati nella loro vita coti
Da mercoledì 3 a mercoledì 17 il Camoscio ospiterà un gruppo di giovani provenienti dal Sarre-Union (Francia).
Ed ecco ora alcune date da ricordare:
Domenica 7 agosto, ore 10,30: Culto con
S. Cena in comune cogli Amici francesi.
Domenica 7 agosto, ore 16: Riunione quartierale alle Fucine (Muraiun).
Domenica 14 agosto, ore 15 : Bazar di benefacenza al Centro.
Ringraziamo tutti quelli che ci aiutano
con doni ed offerte a rialzare questa attivila.
BOBBIO PELLiCE
Lunedi 18 luglio ha avuto luogo il servizio funebre del nostro fratello Geymonat
Giovanni Giacomo fu Abele deceduto domenica mattina, 17 luglio, dopo lunga e
penosa malattìa, alla età di anni 42.
La folla che gremiva il nostro tempio ha
testimonialo, con la sua presenza, quanto il
nostro fratello fosse conosciu.o, stimato ed
amato da noi tutti. Lo abbiamo visto accettare e sostenere la sua lunga e dura prova
con umiltà, con pazienza e con fede; e di
questa sua fede egli ha resa così tes iminianza, attraverso le sne^sofferenze, sino alla fine. Non dimentichÀ’emo la sua testimonianza e ricordiamo anche con viva riconoscenza il servizio che egli ha volonterosamente prestato per molti anni con competenza e fedeltà nella nostra comunità
quale Cassiere del nostro Concistoro.
Alla sua compagna che sempre lo assistette con tanta affettuosa abnegazione, alla
sua mamma, al fratello, alla sorella ed ai
parenti lutti, afflitti dalla sua dipartenza,
ridiciamo la nostra fraterna, commossa simpatia cristiana, invocando su loro le consolazioni del Signore il quale in quest’ora
dolorosa ci ripete: «Io sono la rssurrez one e la vita: ohi crede in me, anche se
muore, vivrà; e chi vive e crede in me non
morrà giammai in eterno ».
e. a.
POMARETTO
Ricordiamo la visita dei fratelli e sorelle
di origine valdese di Waldensberg, fissata per
il 4 agosto (giovedì). Circa 39 nostri confratelli deU’antica colonia valdese saranno ospiti nelle famiglie per la notte. Saremo grati
a quanti ci aiutano per dar loro l’alloggio per
una notte. La gioventù provvederà per la cena
ed il pranzo per il giorno 5. Al pranzo ci
sarà pure una seconda comitiva della stessa
zona. In tutto saranno 70 per il pranzo. Ripartiranno nel pomeriggio del venerdì.
La sera del giovedì 4 agosto al teatro offriranno una interessante serata di diapositive e piccole recite, illustrate dal Pastore.
Tutta la comunità vi è caldamente invitata.
Sarebbe simpatico se la corale fosse presente.
Il pomeriggio della domenica 7 agosto
avrà luogo una riunione aH’aperto a Co’
Ciauvin (Inverso Pinasca). Tutti sono invitati a prendervi parte.
Collegio Valdese di Torre Pellice
La biblioteca della Scuola Media rimane aperta per il prèstito, martedì
e venerdì, dalle 16 alle 17. Sono ammessi al prestito anche i nuovi iscritti
in prima.
NAPOLI (via dei Cimbri)
Bilancio di fine d anno
MASSEL
/Uibiamo avuto il piacere di accogliere
fra noi il campo cadetti domenica 3, e un
gruppo di giovani provenienti da una comunità alsaziana in visita alle val i domenica 10. ,
Dopo aver partecipato al nostro «'uRo **
sono recali in visita ai luoghi storici della
Balziglia. Ringraziamo il sig. Claudio Inm
che ha presediito il nostro cubo domenica
17 in assenza del Pastore.
Con l’arrivo dell’estate avviene, come
tutti sanno, la sospensione di tutte le attività della Comunità, compresi gli studi biblici del mercoledì sera.
La Scuola Domenicale e la Scuola B.blìca hanno chiuso il loro anno scolastico con
una piccola riunione nel pomeriggio del 19
giugno. I ragazzi presenti hanno prima risposto ad alcune domande sul progranuna
svolto, rivolle loro dal Pastore e da alcune
insegnanti; è seguita poi la distribuzione a
tulli di un ottimo gelalo e liberi giochi.
Il 12 giugno Si è riunita l’Assemlilea di
Chiesa per l’approvazione della relazione
finale presentata dal Concistoro. La relazione passa in rassegna lui a la vita del a Comunità nel decorso anno ecclesiastico, con
le sue ombre e le sue luci; le prime ci devono essere d’incitamento a far meglio, le
seconde a perseverare nel nostro dovere di
fedeli membri di Chiesa per un sempre
maggiore progresso della nostra Comunità.
Riguardo alle finanze abbiamo potuto registrare un aumento nelle contribuzioni,
collette, e sottoscrizione per la festa di Natale. La sottoscrizione in favore deU’India
ha fruitalo più di 200.0'00 lire e abbiamo
potuto mandare alla Tavola Valdese la somma che ci era stata richiesta con regolari
versamenti mensili, agevola i in questo dall’impegno preso e mantenuto da molti membri di Chiesa che versano mensilmente le
loro offerte. Non ci stanchiamo d’insistere
su questo importante modo di contribuire
alla vita della Chiesa. Dopo l’inevitabile
periodo di siasi dei mesi estivi, ognuno di
noi prenda Fimpegno per il nuovo anno ecclesiastico di una maggiore fedeltà, rinnovato zelo nel frequentare le comuni adunanze, nei versamenti regolari delle offerte per l’opera del Signore, chiedendo a
Lui di benedire il nostro lavoro.
La relazione è stata approvata dall’Assemblea dopo una breve libera discussione
sui vari paragrafi. È stato deciso, in via di
esperimento, che la prossima Assemb’ea abbia luogo la mattina della domenica, anticipando per quelFoocasione Fora del culto,
al fine di poter avere u.i maggior numero
di partecipanti.
Prima di chiudere l’Assemblea sono stati
eletti i delegati al Sinodo e alla Conferenza
Distrettuale: rispettivamente il fratello R.
Caccaviello per il Sinodo e i fratelli L. lazeolla o P. Olivieri per la Conferenza Distrettuale la quale ha avuto luogo il 29
giugno a S. Giovanni Lìpioni.
Al Convegno per il cinquantenario della
Chiesa di Pescolanciano, dì cui il nostro
giornale ha dato ampie notizie, hanno preso parte numerosi membri della Comunità.
11 nostro Pastore è partito per la Sicilia
con tutta la sua famiglia per una breve vacanza. Gli auguriamo un felice periodo di
riposo. Ai culli del 24 e 31 luglio è stalo sostituito dai fratelli Raffaele Caccaviello e
Elio Rinaldi; i loro messaggi sono sempre
apprezzati e gradili dalla Comunità.
Al culto del 26 giugno è stato battezzato
il piccolo Danilo, di Paolo e Rita Criscuolo.
Su questo bambino, sui suoi genitori e su
tutti i familiari invochiamo le benedizioni
divine.
Nel Tempio della Comuni à Elvetica, il 2
luglio è stalo benedetto dal nostro Pastore
il matrimonio del nostro giovane fratello
Ferruccio Simeone con la signorina Maria
Luisa Morante. Auguri agli sposi a alle
loro famiglie.
Continua l’attività evangelistica a Cbiusano San Domenica e a Ponticelli, favorita
anche dalla buona s'agione, che rende più
agevole recarsi a Cbiusanc, piccolo comune
nella zona montuosa dell’Avellinese. Il Signore voglia benedire la predicazione della
Sua parola in queste due locali à
F. F.
ripetevano le classi nelle scuole normali da parecchi anni.
Il Convitto, riconosciuto ufficialmente come doposcuola, ha completato egregiamente Fazione delle scuole
pubbliche e creando un simpatico ambiente familiare, è stato determinante nel conseguimento dei risultati ottenuti.
La salute dei bambini è stata molto
buona durante tutto l’anno : essi sono
stati seguiti e visitati con grande frequenza dalla Dott. Marone del Centro
psico-medico-sociale della Provincia
e dal Dott. Enrico Gardiol che spontaneamente e in forma del tutto gratuita si è offerto di essere il medico
dell’ Istituto.
Il doposcuola e la sorveglianza diurna e notturna è stata affidata a due
giovani Maestre Valdesi, le Signorine
Erika Malan e Wanda Peyrot, che
hanno saputo creare un ambiente scolastico e familiare che certamente non
poco ha contributo allo sviluppo dei
ragazzi.
Tutte le attività dell’Istituto sia dal
lato morale e religioso; sia dal iato
educativo, sia da quello amministrar
tivo, sono state coordinate dalla giovane direttrice Signorina Giovanna
Garnìer che, essendo tra l’altro infermiera, ha potuto seguire i bimbi anche nelle cure che venivano prescritte.
È stato questo un anno di ambientazione e di esperienza : vi sono state
difficoltà e forse anche qualche inconveniente dovuto all’inesperienza, ma
nel complesso è stato anche un anno
in cui si sono viste realizzazioni notevoli.
La nostra riconoscenza deve pertanto andare a tutte le persone del
nostro ambiente che hanno egregiamente lavorato nell’opera e pertanto
a tutta la simpatica équipe — nessuno escluso — che ha reso possibile
la creazione di un’atmosfera veramente familiare, sulla quale abbiamo
avuto significativi apprezzamenti.
La nostra riconoscenza deve pure
andare alle Autorità della Provincia
che ci hanno facilitato in ogni modo
il compito, alla Direzione del Servizio
psico-medico-sociale e alle Assistenti
sanitarie e sociali ohe ci hanno aiutati coi loro consigli.
Ora ITstituto entrerà nel suo secondo anno di attività: finora ha voluto limitare le presenze nell’attesa
che, vinto l’inconscio senso di diffidenza verso ogni cosa nuova, le famiglie Valdesi ohe ne avessero bisogno
ne vogliano approfittare. L’Istituto è
stato creato per i bimbi Valdesi e pertanto saremmo molto lieti di porre a
disposizione di essi quest’opera che ha
costato fatica e danaro. Rivolgiamo
pertanto vivo appello ai signori Pastori e ai signori Medici delle Valli
perchè ci segnalino i casi bisoignosi e
facciano opera di persuasione presso
gli esitanti onde approfittino, per il
bene dei loro figli, di questa iniziativa.
La Commissione
delFOspedale Valdese di Torino
NORME DI ACCETTAZIONE
ALL’ULIVETO
Possono essere ospitati all’Uliveto i
bambini necessitanti di una educazione speciale, di età compresa fra i 6 e
11 anni. L’accettazione è subordinata
al parere del Servizio psico-medico
sociale della Provincia, dopo visita
specialìstica. Le domande debbono essere indirizzate alla Direzione dell’Ospedale Valdese di Torino, via Silvio Pellico 19, che darà agli interessati
ogni informazione. La permanenza all’Uliveto è gratuita tranne un ccntributo di circa L. 5.000 a;l mese, richiesto
dalla Provincia.
Per i casi veramente bisognosi l’Istituto prende a suo carico anche questo
contributo.
6
pag. 6
N. 30 — 5 agosto 1968
1 cristiani
tecniche e
del nostro
nelle rivoluzioni
sociali
tempo
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
(ivi compresa l’Unione Sovietica) e i
paesi in via di sviluppo. Si deve subito notare ohe questa spaccatura
non coincide con linee razziali, poiché
TAmerica latina, malgrado la preponderanza di ima popolazione «bianca». si colloca accanto ai paesi afroasiatici. D’a’tra parte taluni rappresentanti del « terzo mondo » rivolgono
crescente attenzione aU’esperimento
della « rivoluzione ininterrotta » cinese, che appartiene interamente, nella
sua problematica e nelle sue realizzazioni, aH’area dei paesi emergenti.
E proprio collegandoci a quanto
stiamo dicendo, nella conferenza si
avvertiva in modo acuto l’assenza dei
cristiani cinesi, che avrebbero probabilmente segnalato alternative alquanto diverse da quelle solitamente espres.
se nel quadro del dialogo ecumenico
tra « Oriente e Occidente ». Si deve
apprezzare la costante preoccupazione dei cristiani giapponesi di farsi por.
tavoce del punto di vista del « grande
assente». E infine occorre pur dire
che in questa conferenza ecclesiastica
si è potuto parlare della Cina e della
influenza che essa esercita sul Terzo
mondo con maggiore libertà di quanto non avvenga in sedi politicamente
qualificate!
Infine, in questo quadro, si è particolarmente notata la presenza di una
forte e omogenea delegazione latinoamericana. Infatti negli ultimi anni le
Chiese sudamericane hanno condotto
innanzi con molto impegno il lavoro
del dipartimento « Chiesa e società »,
stabilendo un collegamento a livello
continentale, che ha permesso ^ giungere a una comime ■ formulatone di
programmi e anche ad alcuni sintomatici esperimenti.
D’altra parte si avvertono delle novità anche nelle chiese dell’America
settentrionale. La numerosa delegazione statunitense rifietteva un ventaglio di posizioni sia teologiche sia
politiche, con rma notevole presenza
di elementi giovani e intransigenti,
formatisi nei conflitti per l’emancipazione della gente di colore, nelle cosiddette «rivolte» delTOruversità e nei
recenti movimenti per la pace: è sintomatico che proprio sul piano teologico le voci nuove che si sono udite
nella conferenza provengano in larga
misura da questo ambiente.
4. — Quali erano i problemi di fondo su cui si è concentrata l’attenzione
dei partecipanti?
— Il tema generale della conferenza
era « I cristiani nelle rivohizioni tecniche e sociali del nostro tempo »
La formulazione stessa di questo tema indica che le chiese partecipanti
aH’incontro di Ginevra considerano
l’inserimento dei cristiani in un mondo secolarizzalo come un dato di fatto
indiscutibile. Questa considerazione è
espressa per esempio nel rapporto della commissione n. 4:
« In una società secolarizzata la
Chiesa non può più cercare di essere
l’istituzione governante e dominante
l’ordine sociale. Questo non è certo da
deplorare: al contrario ce ne dobbiamo rallegrare. La veccliia Chiesa ha
ora una nuova opportunità di ristabilire uno dei caratteri essenziali della
Chiesa di Cristo cioè di essere una
comunità di servizio nel mondo».
Ma è anche vero che questo tema
si prestava ad interpretazioni e sviluppi profondamente diversi. Infatti
la maggior parte degli Occidentali
erano portati a considerare la «rivoluzione » sotto il profilo delle trasformazioni tecnologiche e dei loro rifiessi
nel campo sociale e politico. I rappresentanti dei paesi in via di sviluppo assumevano viceversa la rivoluzione come mutamento radicale delle
strutture sociali e politiche. Non sono
quindi mancati equivoci e incomprensioni. Alcuni delegati ( deH’America
Latina, per esempio) hanno insistito
sul fatto che i cambiamenti tecnologici possono aver luogo in una situazione che, dal punto di vista sociale e
politico, è del tutto conservatrice. Ma
se variano le risposte alla domanda
« Che cos’è la rivoluzione? », variano
di conseguenza anche le indicazioni
sul compito che i cristiani devono assumere nelle « rivoluzioni del nostro
tempo ». E infine per coloro che assumono la rivoluzione come fatto eminentemente politico - come cambiamento radicale delle strutture del po
imiiMiiimiMiMimiimimiiiiiiii
iimimiimitiiiimmi»
Gita a Freissinières
Si avvertono i partecipanti alla gita
a Freissinières (domenica, 7 agosto)
che la partenza è fissata per le ore 6
dal monumento Amaud in Torre Pellice; fermate agli Airali (Piazza dei
Partigiani - Peso pubblico) e a Pinerolo (Piazza Barbieri). Pranzo al sacco. Raccomandiamo la puntualità;
e non dimenticate i documenti d’identità (basta la semplice carta d’identità) ! La « E. Arnaud »
tere - si pone il problema del tipo di
azione a cui i cristiani sono chiamati :
la questione dell’ « azione non-violenta» (come sperimenta,ta negli ultimi
anni nei conflitti razziali degli Stati
Uniti) o della violenza rivoluzionaria
è stata posta in maniera niente affatto accademica poiché non mancavar
no nella conferenza uomini impegnati
nella vita politica e sociale.
Va peraltro detto ohe i documenti
finali della conferenza rispecchiano
solo in parte la vivacità del dibattito
e non rendono completamente ragione dei problemi affrontati. Infatti per
un verso tali documenti sono ancora
molto vincolati a schemi di analisi
economica e sociologica tipici della
tradizione « liberale » deiróccidente e
per un altro verso sono condizionati
dalla volontà di giungere a im minimo
común denominatore (per esempio tra
le chiese che vivono nei paesi socialisti e quelle che vivono nei paesi canitalisti), attenuando gli elementi più
decisamente critici nei confronti delle
rispettive strutture sociali e politiche.
Personalmente non ritengo che questo tipo di procedura sia soddisfacente ma si tratta anche di vedere se le
nostre chiese sono attualmente in
grado di recepire delle parole più taglienti ! Rimane comunque il fatto che
i problemi sono stati sollevati e - come
diceva il pastore Lochard, del Movimento del « Christianisme social » « Non è più possibile tornare indietro I ».
5. '— Hai l’impressione che in un
dibattito di questo tipo la nostra Ghie.
Sa possa inserirsi recando un contributo costruttivo?
— Ritengo che le questioni dibattute a Ginevra trovino ima corrispondenza puntuale nel tipo di riflessione
che da alcuni anni stiamo conducendo in Italia e che è stato largamente
presente nella preparazione del Con
L'imporsi dei Terzo Mondo — Il
«grande assente»: i cristiani
cinesi — Il vigoroso protestantesimo latino-americano — L'altra faccia degli U.S.A. — Che
cos'è « rivoluzione »? — Il nostro posto.
Amici nostri che partono
Suor Irma Groth
gresso evangelico dello scorso anno,
©d è pure documentata sulle colonne
di questo giornale. Talora non ci rendiamo sufficientemente conto che certe discussioni (che possono apparire
pericolose per l’unità della nostra testimonianza) non sono un fatto particolare della nostra Chiesa ma caratterizzano la cristianità odierna nel
suo complesso.
Sotto un certo profilo le nostre comunità evangeliche in Italia possono
considerarsi privilegiate in quanto
sono liberate dal peso di una eccessiva istituzionalità e si trovano inserite come minoranza in un contesto
sociale che presenta talune antitesi
tipiche di una situazione mondiale.
Questo ci consente di tentare esperimenti e forme di riflessione che ad
altre comunità cristiane appaiono
precluse. D’altra parte il nostro contributo potrebbe essere arricchito da
un richiamo costante alla sobrietà e
al senso critico, che sembrano talvolta fare difetto alla attuale ricerca
ecumenica.
La tradizionale riunione
al Colle delle Fontane
La tradizionale riunione del Colle
delle Fontane, che ha luogo ogni anno
la domenica seguente il 15 agosto, è
fissata per domenica 28 agosto, ore 14.
In caso di maltemix) la riunione ha
luogo nella scuola della borgata Fontane.
E’ un anno duro, questo, per il gruppo di
Amici che per primi han gettato un ponte
tra i confini di Germania e rital'ia dopo la
guerra. Le lettere con margine nero che si
sono scambiate sono numerose.
Recentemente, una di esse portava il nome di Schwester (Sorella) Irma Groth.
La Direttrice della Casa della Chiesa del
Baden in Herrenalb che da molti anni vi
accoglieva j pastori Valdesi invitati per un
periodo di riposo estivo. Non conosceva la
nostra lingua ma tanto più sapeva esprimere
nei suoi occhi profondi il suo grande affetto
per la chiesa nostra.
Gli ospiti italiani erano da lei circondati
di mille .premure, cercava di prevenire ogni
loro desiderio e non appena qua.cuno le
confidava di avere nella valigia qualche diapositiva o di poter parlare su qualche argomento particolare, convocava tutti gli ospiti
della Casa per una serata « Valdese » e convocava gente dai dintorni e faceva sempre
trovare per l’ora fissata una bella assemblea.
E la ricordiamo ancora quando più tardi o
il mattino dopo, con fare quasi intbarazzato
ci avvicinava e ci consegnava una busta con
del denaro : « ipermettete, alcuni amici presenti mi hanno pregata di conseignarvi questo per la vostra chiesa... «, oppure quando
all’atto della partenza chiedevamo il conto di numerose telefonate fatte a dei Pastori
tedeschi ed essa ci risipondeva : « Lasciate
stare, sappiamo che avete lavorato per la
Chiesa, questo piccolo conto lo pagherà la
nostra Casa... ».
Soprattutto ricordiamo il tono della sua
voce quando pronunziava la preghiera prima
dei pasti o presiedeva il culto della sera e
intonava gli inni circondata dalle 15-20 fanciulle in servizio volontario nella casa. Era
il tono di quella fede che penetra nel cuore
e ti edifica anche se tu non comprendi il
senso delle parole.
Non abbiamo mai visto altrove una casa
diretta come quella de-la Chiesa del Baden
in Herrenalb. Una casa in cui tutto era
bello e distinto come in un albergo di lusso
ma dove ispirava un’aria di intimità come
nella tua casa, dove difficilmente una persona che tu vedevi per la prima volta in vita
tua poteva restare a lungo un’estranea per
te: pochi momenti bastavano perchè tu scoprissi in lei un fratello e un amico.
iiiiiiimtiNiiiiiMiiiiiimmiii
iiiiiiimicitiiimiiiiiiji.
Che cosa fanno le Chiese italiane
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
minato dal comunismo, dall’eresia
(protestante) e dal laicismo: essi cioè
debbono venire mantenuti, nell’interesse della Chiesa, di Dio e loro stesso, sotto il controllo e nell’ambito delle istituzioni ecclesiastiche. Tipico il
caso di quel sacerdote addetto alla
emigrazione in una grande diocesi siciliana, che, nel corso dei suoi viaggi
nùssionari in Europa, ha ordinatamente schedato gii emigrati provenienti dalla diocesi e sulle schede ha
riportato se erano battezzati, cresimati e frequentatori della Messa, ma non
ha ritenuto utile riportare se sapevano leggere e scrivere o quali erano
state per loro le conseguenze dello
choc migratorio.
A questi emigrati, mantenuti nel
quadro della istituzione cattolica, la
Chiesa distribuisce come «Maestra»
insegnamenti e consigli morali e co“
me « Mater » aiuti e assistenza.
Ora, così facendo, la Chiesa cattolica non vede appunto il problema di
fondo: il fatto che questi emigrati
non vogliono carità, ma comprensione delle loro specifiche caratteristiche,
come uomini e come società, e il fatto che essi sanno di essere, nella loro
crisi, le vittime di un « sistema » che
li ha obbligati ad emigrare e ad emigrare in condizioni del tutto negative e che ritengono, a torto o ragione,
che di quel sistema la Chiesa cattolica
faccia parte integrante.
Per cui può darsi che accettino gli
aiuti in stato di necessità, ma ritengono, non a torto, essere quegli aiuti
un parziale indennizzo per le loro sofferenze e per il contributo che essi apportano alle economie dei Paesi industriali e soprattutto, cercano consciamente e inconsciamente, una alternativa al « sistema » che ha determinato
la loro situazione, una alternativa economica che permetta loro o di non
emigrare o di emigrare in condizioni
di reale libertà (in primo luogo libertà dalla fame) e una alternativa spirituale, cioè una Chiesa o un’idea che
sia criticamente non sottomessa al
« sistema » stesso.
Ora, è appunto questa alternativa,
che potrebbe e dovrebbe venire offerta dalle Chiese evangeliche, è questa
alternativa che gli emigrati pensano
di poter trovare e purtroppo non sempre trovano in esse, in quanto, anziché una alternativa di fondo, viene
loro spesso offerta soltanto una alternativa dì forma.
Comunque, come agiscono le Chiese evangeliche? Deve venire intanto
ricordato che, parlando di Chiese evangeliche, dobbiamo tener presente
non tanto la Chiesa-Organizzazione,
quanto i gruppi di credenti riuniti per
la loro fede.
Po^amo allora dire che vi siano
tre tipi di Chiese ohe agiscono tra gli
emigranti e che il loro tipo o, più generalmente, una mescolanza dei vari
tipi, determini il loro modo di agire.
Così, semplificando molto, possiamo
dire che vi siano Chiese dell’evento.
Chiese della istituzione e Chiese nazionali.
Le Chiese dell’evento sono quelle
che vivono giorno per giorno, composte in maggioranza di oonvertiti, e di
« simpatizzanti », di pellegrini nel senso conoreto del teimine-,cioè di gente
che va e viene. Chiese con un minimo
di strutture e un massimo di entusiasmo e di aspettativa. Pensiamo per
esempio a quegli innumerevoli gruppi,
difficili da censire, ancor più diffìcili
da definire denominazionalmente, che
sorgono continuamente in Germania,
che hanno forse un pastore titolato,
ogni 10 o 20 di essi, mentre il culto
locale è presieduto più spesso da un
laico. Queste sono Chiese che esprimono, in questo mondo confessionalmente e socialmente standardizzato,
tutta la freschezza e la vitalità e la
novità deirevento della grazia di Dio,
che chiama i Suoi figlioli dove e quando lo ritiene opportuno. Chiese che
hanno tutta l’energia e anche tutta
la confusione e la mancanza di diplomazia delle Chiese nascenti; esse non
aiutano gli emigrati, nè aprono per
loro « case » o « centri », perchè sono
esse stesse gli emigrati e l’aiuto è il
mutuo soccorso dei fratelli, che si trovano nella stessa crisi ed hanno conosciuto una nuova responsabilità e
solidarietà. Queste Chiese dell’evento
sono l’aspetto meraviglioso della emigrazione, il modo con cui Dio trae, da
un fatto in sè negativo, conseguenze
positive.
Vi sono poi altre Chiese più « rego
S’INAUGURA A TORRE PELLICE
Diciassettesima mostra
di arte contemporanea
Sabato 6 c. m. alle ore 18 sarà inaugurata
In XVII Mostra d'Arte contemporanea, nei
locali del Collegio Valdese ritornato ad essere la sede preferita dopo due anni di vacanza dovuta a lavori di restauri dello stabile.
Come al solito la formula della Mostra è
di carattere antologico, vale a dire vengono
raccolte opere di tutte le tendenze, ma naturalmente con firme nazionali e internazionali di valore indiscusso. Si calcola che le
opere saranno circa 200 e occuperanno il
piano superiore del Collegio.
Fra le firme più note di questa edizione
figurano quelle di Mastroianni, Garelli, Cherchi. Fontana (a cui è toccato il massimo
premio per la pittura alla Biennale veneziana ’66), Paulucci, Hartung e moltissimi altri
anche giovani e giovanissimi.
Organizzatore appassionato di questa ormai
affermata e valida manifestazione artistica è
il prof. Filippo Scroppo, e siamo lieti dell’attaccamento perseverante con cui egli la
inserisce nella vita delle nostre Valli.
lari », con i loro Pastori titolati, con i
loro Consigli, con le loro rappresentanze ufficiali. È evidente che queste
Chiese istituzionali corrono lo stesso
pericolo di quella cattolica; quello di
pensare alla loro esistenza, ritenendo
di pensare cos:, al bene dei loro membri e quello di fare la carità, come piccole «Madri e Maestre». Ma si deve
subito aggiungere che la grazia di Dio
può mostrare anche alle Chiese istituzionali la via di un reale aiuto ai fratelli emigrati e che, come abbiamo detto, evento e istituzione spesso convivono e i nuovi convertiti pervengono a superare i pericoli di sclerot;zzazione della Istituzione.
Vi sono infine le Chiese o gruppi
nazionali, il cui motivo fondamentale
di riunione è la appartenenza a un determinato Paese o Regione e il coltivarne la nostalgia e gli usi. Eppure
anche queste Chiese o gruppi (pensiamo a taluni esistenti in Francia, ad
esempio) non sono .senza utilità: permettono all’emigrato di riacquistare
per un tempo la dignità inerente alla
sua particolare civilizzazione, di conoscere in concreto la solidarietà fraterna, di associare il nome di Dio a questa nuova dignità e solidarietà.
Che cosa dobbiam dire di questi differenti modi di agire? Intanto che la
grazia di Dio è così potente da superare, quando lo crede opportuno, anche gli ostacoli che i sistemi umani
possono frapporre alla Sua azione;
cosi, è possibile che la grazia di Dio
agisca anche attraverso la Chiesa più
egocentrica e più burocratizzata, come nella confessione gioiosa e nella
superficialità teologica di quelle che
vivono dell’evento allo stato puro. La
fiducia nella potenza della grazia di
Dio non elimina però il nostro preciso dovere di evitare, per quanto sappiamo, di frapporre ad essa inutili
ostacoli, e quindi la necessità di prendere le parti di quei poveri del nostro tempo che sono gli emigrati, fino
ad immedesimarci con essi," di imparare a servirli nella comprensione delle loro reali necessità di fondo, anziché servirci di essi per le nostre istituzioni o il nostro benessere spirituale,
di opporci alla logica meccanica della
economia sociale contemporanea in
nome della illogicità della solidarietà
divina.
Può darsi insomma, anzi è certo, che
anche dalla emigrazione, come essa avviene attualmente, nasca qualcosa di
buono e di nuovo; ciò non toglie che
sta a noi renderci conto di questa novità e insieme far s:j che essa nasca, se
possibile, non da un nostro errore, ma
da una nostra più reale comprensione
del mondo moderno.
Nel prossimo ed ultimo di questa serie di articoli vedremo allora che cosa
sia ora possibile fare e che cosa concretamente si cerchi di fare per gli
emigranti, quale sia dunque la linea di
azione, che a livello locale, come a livello europeo, sia oportuno seguire
ed affermare. Pierluigi Jalla
Ma questa Casa, sopratlntto, per anni eri
anni, è stata per noi l oine una casa di complotti e di congiurali. Vi sludiavamo insieme, amici del Baden e noi col compiacen e
assenso di Schwester Irma, ins ancahilmente,
il modo di costruire un ponte tra il Baden e
la Chiesa Valdese.
Questo itonte ora saldamente cos ruito,
tu dovevi varcarlo per la prima volta questa
estate. Sorella Irma i>er venire nelle nostreValli ed invece, repentinamente sei partita.
Non ci è stato possibile di venire ai tuoi
funerali e neppure -di inviare un messaggio,
ma vorremmo pregare qualcuno di quelli
che avranno ancora il privilegio di andare
ad Herrenalb queist’anno, di portare un fiore sulla sua tomba e di scrivervi accanto
queste parole; Grazie Sorella Irma! 1 Vaidesi non sono ingrati e non ti dimenticano.
Enrico Geymet
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. a! Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellice (To)
avvisi economici
GIOVANE coppia evangelica con bimba cerca Torino stanza ammobiliata uso cucina
settembre-dicembre. Scrivere Segreteria valdese, Pio V, 15 - Torino.
GIOVANI architetti italiani in Tunisia per
lavoro cercano persona per bambino cinque mesi. Rivolgersi Jervis - Torre Pillice.
OSPEDALE Evangelico Valdese di Torii?o
cerca per servizio guardia medica notturna giovane medico evangelico dal Io si ttembre.
È piaciuto a Dio richiamare a
Tanima buona e cara di
Berta Meister
La piangono la sorella Ehima ed 1
parenti tutti.
« Signore, a chi ce ne andrerr,. i
noi? Tu hai le parole di vita
eterna» (Giov. 6: 68)
Brescia, 14 luglio 1966
RIN GRAZI AMENTO
La famiglia, profondamente coi:
mossa per la partecipazione di co;
doglio ed affetto tributata al suo i:
dimenticabile
Duilio Paschetto
ringrazia i sigg. Pastori Bellion di Fi
nerolo e Genre di S. Secondo, i dotto F
Demo e Geloso di Pinerolo e proli .
sor Anglesio di Torino, le Suore e 1
fermiere degli Ospedali di Pinerolo
Torino per le amorevoli attenzioni r- :
piccolo infermo, gli affezionati p-o
drini, le gentili pendone che haniM
inviato fiori, Commercianti di vi ;
Duomo e viciniori di Pineroloi g ;
amici di casa, la Scuola domen’icalr'
di Torino, la sig.ra Eynard, il si,«-.
Putzu; il .sig .Morello, «Specchio de:
tempi » e collaboratori ; e quanti, cor,
scritti e aiuti si prodigarono nella
penosa circostanza.
Pinerolo, 15 luglio 1966
RIN GRAZIAMENTO
La famiglia Geymonat, riconoscente ringrazia quanti hanno voluto prendere parte al suo grande dolore in
occasione della dipartenza del .suo
caro
Giovanni Giacomo
Un ringraziamento particolare rivolge al Dott. Enrico Pasquet, alle
Suore ed al Personale delTOspedale
Civile di Bagnolo.
Bobbio Pellice, luglio 1966
Dieu a tant aimé le monde qu’il
a donné son Fils unique, afin
que quiconque croit en lui ne périsse point, mais qu’il ait la vie
éternelle». (Jean 3: 16)
Lilette Albarin et tous le? parents
annoncent que le Seigneur a rappelée
à Lui
Pauline Peyrot
à l’âge de 90 ans
et expriment leur reconnaissance à
tous ceux qui l’ont entourée de leur
affection et leurs soins pendant ces
dernières années et durant sa maladie.
« Son grand amour a tout expié
sans retour».
« Agneau de Dieu, je viens, je
viens ».
Torre Pellice, 24 juillet 1966