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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
{A domicilio
Torioo, per un anno !.. 0,00 I L.7,00
— per sei mesi » -4,00 ( « 4,60
Per le provincie e l’eslero franco siuo
ai eonlìoi, un anno . . !.. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A)r,OeiovT£{ Sì ¿u
ScgHcnilo Is verità nelli r.ariti
Efes. IV, 4S.
L'Vmdo della BUONA NOVLLLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
(li GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberto,
dirimpello ul Caffè Dilei.
I.,« 8ssucia7.ioai si ricevono in Torino allo
slesso Ufficio.
Gli Associai» delle Provinciejiotranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria lìiava.
I ConfeiiSori di Gesù Cristo in Italia nel secolo XIX, Pietro Paolo V«rgerÌ0 VII.
— Corciipondenza : Lettera della V. Tavola Valdese al Direttole della B. W.
— Notizie religiose — Cronachetta politica.
1 CONFESSORI DI (i. C. IX ITALIA NEL SECOLO XVi
Pie(ro Paolo \ergciio.
VII.
Giunto a queli’elà in cui gli uomini cominciano a vedersi innanzi la
morte, Vergerio si risovvenne dei
suoi scritti, e concepì il disegno di
raccoglierli insieme e farne completa
edizione, A tale oggetto chiese ed ottenne facoltà di stabilirsi a Coira, ma
prima volle visitar di nuovo la Vaitellina e soccorrere di consigli i seguaci del Vangelo.
L’arrivo di Pietro Paolo diede oc
casione a diverse e strane dicerie:
Marcantonio Quadro cbe vi esercitava
ruiTicio di segreto inquisitore, ne temè
fortenjente, e non polendo ajlro, tentò di farlo cogliere per via. 3Ia l'insidia non ebbe segretewa pari alla
scelleraggine di chi l’ordiva, per cui
Vergerio, in lempo avvisato, ebbe
agio di evitarla e ridursi a Lindò per
diverso cammino,
Fratlanlo l’età, le fatiche e Je fre-
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quenli amarezze ivan consumando il
suo corpo ; ed egli come presago di
sua prossima fine, volle riveder la
Chiesa dei Grigioni e quella di Vurtemberg; ma giunto a Tubinga, non
polè più ripartirne, imperocché assalito da male incredibile, vi lasciò la
vita. Furono splendidi gli estremi
onori resi alla di lui memoria. Martino Cruzio lesse un funebre discorso
scritto in greco linguaggio, e l’esaniaie spoglia ebbe tomba onorevole
nel tempio di s. Giorgio.
Il sepolcro di Vergerio era decorato della seguente iscrizione :
Hac ego sum Petrus Paulus cognomine gaudens
Vergerà sancta coniumulaius humo.
Hic Jusiinopoli dicebar Episcopus
olim
Legatus fueram regna per ampia
Papa.
Atiamen abiecto mundus quem quarit,
honore,
Cum vera amplexus sum pietate
fidetn.
Sic vaiui paliens pius exul in orbe
vagati.
Quam prasul patriis impius esse
locis:
Petrus eram primo, quia te, bone
Chrisle, negabam,
Petrus eram pascens post Tibi ;
Chrisle, gregem.
Paulus eram, quia Te contra, bone
Christe, fremebam.
Paulus eram pro Te, Christe, ferendo crucem.
Vergerius merito vergens dicebar ad
or cum,
Vergerius vergens dicar ad astra
Poli.
Quisquís es in meritum Christi qui
fidis, ad unam
Accedens nostram talia nota feras.
Vergerius fuerat qui clarus Episcopus olim
Ex Jusiinopoli vivai in arce
Poli.
Questo epitaffio dopo alcuni anni
fu cancellato per ordine del pontefice,
ma un secolo appresso restaurato per
decrelo del uuovo duca di V^urtemberg.
Molti scrissero di Pietro Paolo Vergerlo e quasi tutli lo giudicarono
male, alcuni per odio implacabile,
allri per cieca amicizia, di modo chc
la sua memoria è segno in pari tempo
a’ biasimi non meritati ed a sciocche
adulazioni; ed il suo nome ora levato alle stelle ed ora gettato nel
fango. Monsignor della Casa fu a lui
implacabile nemico e qualche volta
sino alla calunnia: e lo storico Schelhorn per lo contrario fu il suo più
sperticato apologista.
A dii' vero, se nella vita del Ver-
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gerio v’hanno molte cose degne di
lode, non per queslo può conchiudersi che la sua condotla fu del tutlo
irreprensibile. J’erò, volendo essere
giusti, bisogna confessare che gran
parte de’ suoi difetti erano in lui funesta eredità dell’educazione e delle
abitudini contratte sotto il caltolicismo. Infatti, avvezzo al fasto ed alla
boria episcopale, difficilmente poteva
accostumarsi alla semplicità ed alla
modestia d’ un pastore evangelico ;
talché nell’ uflicio di sovrintendente
delle Chiese italiane, anche senza volerlo, atfeltava una ccrt’aria di superiorità che molto dispiaceva agli altri
pastori. ¡Velie sue prediche poi e nei
Fuoi opuscoli contro gli abusi e la
corruzione cattolica, il suo linguaggio
ricco di dottrina e di possenti ragioni
perdeva sovente ogni effetto per la
virulenza ri l’odio ond'era informato.
Nessuno potrà negare al Vergerio altezza di mente ; ma il suo cuore non
si mostrò sempre eguale, uon sempre generoso, e se lo spirito di parte
conoscesse le leggi di una delicata
lealtà, dovrebbe molto biasimare un
ex-nunzio rompere gelosi segreti a lui
affidati e tradire quella fiducia che la
Curia romana aveva in lui riposto.
Comechè la sua andata sia stata
qualche volta versatile e leggiera, ciò
nondimeno i protestanti avrebbero
potuto testimoniare più di ricono
scenza alla memoria di quesl’uomo,
il quale col suo nome e colle sue
opere contribuì molto ad accreditare
e diffondere la loro causa, e che avea
con raro esempio sacrificato onori e
fortuna alle sue convinzioni religiose.
Cataloyo degli opuscoli di P. P.
Vergerio. P Sulla Creazione del romano papa Giulio III, e ciò che di
lui sperare si possa. ■— In queslo
opuscolo l’autore parla della violenza
e del lusso di Giulio III, non che
delle scelleraggini con cui cercava
spegnere in Italia ogni germe della
religione evangelica : svela le mene
e colpe papali intorno al Concilio di
Trento e mostra quello che se ne poteva sperare. Quest’operetta un anno
dopo fu tradotta in francese.
11° Dodici trattatelli [aiti da P.
P. Vergerio, vescovo di Capo, poco
amnti il suo partire d'Italia. — A
questo libercolo è unila una prefazione in cui l’autore dà ragione del
suo passaggio dalla Cattolica alI’Evangelica Chiesa.
111° Esposizione o parafrasi sopra
il salmo cxii.
IV° La forma delle pubbliche orasioni e della confessione ed assoluzione la quale si usa nella Chiesa
de'forestieri, che è nuovamente stata
insiituita in Londra. — L’autore ^dedicava codesta operetta a’ ministri e
predicatori delle chiese dei Grigioni,
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onde potessero cavarne lume e prefino nell’caerciiio del loro ministero.
V° Del battesimo e dei fiumi che
nascano mi paesi dei signori Grigioni.
VI° Epistola del Vergerio nella
quale sono descritte molte cose della
città e chiesa di Ginevra.
VII” Dichiarazione del giubileo
per l'anno 1550. — In questo trattato Vergerio espone 1’ origine del
Giubileo, e dimostra lepidameule che
lo scopo di questa istiluxione, íia
l’avarizia della Chiesa romana.
Vlir Al serenissitno duce Donali
et alla eccelsa Repubblica di Venezia
orazione e defensione del Vergerio.
— A questa orazione diede causa la
voce sparsa da’ romanisti d’un invasione meditata dal Vergerio in Istria.
IX“ Bisogna fuggire il Concilio di
Trento. — È questo forse il suo più
bel trattato, e io esso parla del salvocondotto, delle letlere d’invito, della
formola del giuramento e delle mene
pontificie. A questi tengono dietro
allri 18 trattati scritti in latino, e
molle epistole anch’esse pubblicate,
eorae pure l’operetta sulla morte del
giureconsulto Spira di cui facemmo
parola.
C01ÌR1SP0M>EXZA.
Signor Direttore delia Buona Novella,
nosiro caro fratello in Gesti Cristo !
Permettete che ci vagliamo dei vostro
periodico per adempire ad un dovere,
che nella nostra qualità di componenti
rautorità amministrativa della Chiesa
Evangelica Valdese stimiamo c’incombi,
quello cioè di dichiarare a chiunque
spetti, che detta Chiesa, come tale, ed
all'infuori dei vincoli di carità fraterna,
ehe uniscono gli uni agli altri, ovunque
6i trovino, i credenti ad un medesimo Redentore , non ha assolutamente niente
che fare colle Socielà teste stabilitesi in
Torino ed in Genova, sotto il titolo di
Socielà Evangelica ilaliana di Torino e
di Genova.
E mentre godiamo che ci venga porta
quesfoccasione per ringraziarvi e per
lodarvi del contegnodignitosoe cristiano
che nel vostro foglio avete serbato a
fronte delle ingiurie e dei vituperii, cosi
contro di voi come contro di noi scagliati dal Giornale che s’intitola la Luce
Evangelica , contegno che vi scongiuriamo a serbare sempre lo stesso in avvenire, permetteteci ancora—a disinganno di coloro, che dall’articolo in tre lingue stampato nell’ultimo numero del
suddetto Giornale, intorno a ciò ch’egli
chiama la destiluzione del sig. Desanctis,
avrebbero potuto indursi a credere che
la Tavola, neiradenipiere ad un suo dovere, si sia scordala verso il sig. Desanctis
di quei riguardi che gii sono dovuti come
Cristiano, come Ministro deH'Evangelo e
come uomo che molti servigi! ha reso
allarerità in mewo di noi — di portare,
per me^zo del vostro Giornale, alla co-
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noscenza df! pubblico la lettera con cui
essa Tavola partecipava al sullodalo sig.
Desanctis, suo agente in Torino, la determinazione che avea creduto di dover
prendere a suo riguardo.
Da questa lettera emergerà, noi lo speriamo, che se la Tavola si è creduta di dover riciiiamare il sig. De.sanctis dal posto
ohe gli aveva affidato in Torino, essa l'ha
fatto dietro una necessità dichiaratale dal
sig. iìesanctis medesimo; e che nell'atto
che lo richiamava da tal posto, essa lien
lungi dal non aver preso iu considera*
zione la situazione del sig. Desanctis,
come padre di famiglia, o di non aver
usato verso di lui quei riguardi che gli
erano dovuti Csecondo lo darebbe ad intendere il suddetto articolo della Luce],
coirofTrirgli un posto di professore di
teologia nel collegio di Torre, con stipendio uguale a quello di tutti gli altri
professori di detto collegio, ha fatto per
il sig. Desanctis quanto era uelle suo
facoltà di fare c quanto le imponerano
carità e giustizia.
Se il sig. Desanct's ha creduto di do-l
ver rifiutare, come infatti ha rifiutato con
lettera del 3 corrente una tal profferta,
questo poi è cosa lutta sua, e su cui noi
non abbiamo nè il diriito, neanche il desiderio di sentenziare.
Aggradite, sig. Direttore e caro fratello, coi nostri voli più sinceri pel sem¡>re più prospero andamento dell'opera
cui Iddio vi ha chiamato, la testimonianza
della nostra stima e sincero affetto in
Cristo Gesù.
Addì C novembre d 851.
/ membri della Tavola Valdese
G' P. Revel Mod.
P. Lantaret Mod, aggiunto
G. G, Diirand Pastore, seg.
Stefano Gay M. Laico
G, Mal™ M. Laico.
Per copta conforme G. Malan.
Al signor Desauclis Eviìiigelisla
in Torino.
Torre, 51 ottobre 1854,
Signore e caro fratello in G. C.
« Non vi farà meraviglia il sentire che
la Tavola ba preso una finale determinazione in riguardo ai fune.‘;li dissidii che
hanno gravemente compromesso l’opera
di evangelizzazione che la Chiesa valdese
ha missione di proseguire, ipecialmente
in Torino, dissidii che avrebbero per ultimo ri,suliato di rovinarla, ove non vi si
rimediasse prontanienteed energicamente.
Tale determinazione vi concerne in modo
affatto sjieciale, e senza nutrire speranza
ehe abbia il vostro pieno afsenlinicntn,
A îl.r Desauclis, Evaiigéiisle
à Tiirio.
La Tour, le 31 octolirc <854.
A/onsi'eur et cher frère en J. C.
iiVou.s ne serez pasétonné en apprennant
que la Table a pris une détermination finale au sujet des funestes divisions qui
ont gravement compromis l’œuvre d’évangélisatioD que l'Eglise Yaudoise est
appelée à poursuivre, particulièrement à
Turin, et qui finiraient par la ruiner s’il
n’y était porté romède avec promptitude
et énergie. Celte déterminalion vous conecrne d'une manière spéciale, et sans
nourrir l’espoir qu’elle aura votre pleine
approlmlinn, nous devons être persuadés
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tiobbiamo essere persuasi che neil’interesse stesso dell’opera, e come MÌBÌstro
delia Chiesa cui è siala provvidenzialmente
affidala, voi non vi rifiuterete a conforinarvici.
« Più d’una volta voi avete esternata la
convinzione che non potevate lavorare
con fruito unitamenle alTevangelista Mei Ile; voi l'avete leste dichiarato in termini
che non ammettono nè mitigamento, nè
pnssiiiililà di riirattazione.
« Il sig. Meille ha incomincialo l’opera
in Torio« ; sopra lui solo essa ha poggiiilu
per mollo tempo; e noi dobbiamo alia
verilà di dichiarare, cbe ad onta delle
miserie inerenti alla nostra nalura, e a
cui sappiamo bene che anch’egli va soggello, quest’operaio ha avuto e seguita
ad avere lulta la nostra fiducia ; e le accuse mosse contro di lui nella conferenza
del 15, lungi dal colpirlo, hanno sortito
un effetto affatto contrario , talché non
può essere quislione di rimuoverlo.
« Da un altro lato noi siamo giunti alla
convinzione ben fondala, che i vostri
doni speciali, le vostre abitudini ed il voslro carattere, vi chiamano ad altro che
a quella cura d’anime, che è pure la parte
essenziale dell’altivilà di un missionario,
anche il meglio fornito per la predicazione; indipendentemeule delle ragioni
prudenziali che non permetterebbero alla
Tavola di affidar a voi solo la direzione
di un posto qualunque di evangelizzazione (1).
« Egli è dunque a fronte di tulte quesle impossibilità che abbiamo deciso con
(l). Coloro chc sono a giorno del vero stato
JoIIe C03C in Piemonte, cajiiraano benissimo clic
queslo ragioni prudenziali a tutl’altro si ril'pkiwino i-hr non alla persoHftlifd I*
que dans l’intérêt même de l'œuvre, et
comme Ministre de l’Eglise à laquelle elle
a été providentiellement confiée, vous ne
refuserez pas de vous y soumetire.
Vous avez plus d’une fuis manifesté la
conviction que vous ne pouviez travailler
avec fruit de concert avec l’Évaugélisle
Meille; vous l'avez récemment déclaré en
termes qui n’admettent ni adoucissement,
ni possibilité de rétractation.
Monsieur Meille a commencé l’œuvre
à Turin; c’est sur lui seul qu’elle a reposé pendant longtemps, et nous devons
déclarer que malgré les misères inhérentes à noire nature, et dont nous savons
bien que lui aussi n’est pas exempt, cet
ouvrier a eu et conlinue à posséder toute
noire confiance; et les accusation, lancées
contre lui dans la conférence du 1o, loin
de le frapper, ont produit un effet lout
contraire, de sorte qu’il ne peut être question de le déplacer.
D’un autre côté, nous sommes parvenus à celte conviction bien arrêtée que
vos dons particuliers, vos habitudes el
votre caractère vous appellent à autre
chose qu’à cette cure d’àmes qui est
pourtant la partie essentielle de l’activité
d’un missionnaire, même du mieux doué
pour la prédicatian; indépendamment des
raisons de prudence qui ne permettraient
pas à la Table de confier à vous seul la
direction d’un poste quelconque d’évangélisalion (1).
C’est donc en présence de toutes ces
impossibilités que nous avons arrêté par
(I) Ceux qui sont au courant du véritable état
des affdirt's en Piémont, Comprendront fort bien
que ct s raisons de prudence ont irait h tout
autre tliose qu'it la perxunnlitè de W. f>.
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deliberazione di questo giorno di ritirarvi,
^ome vi ritiriamo fin da oggi ii mand'.ilo
d’evangelizzare a servizio della nostra
Chiesa, conservandovi fino alla fine dei
venturo novembre lo stipendio assegnatovi in talequalilà; e'di chiamarvi a dare,
fin dal principio di dicembre, uel nostro
collegio di Torre, un corso pubblico di
storia ecclesiastica , a prò specialmente
degli studenti più avanzali, i quali non
sarebbero troppo aggravati di lezioni per
seguirlo.
« Voi sapete cbe Io stabilimento di una
facollà di teologia è stato deliberato ; e le
vostre lezioni ne sarebbero l’avviamento
e come un saggio così per voi come per
noi.
Il Dobbiamo tuttavia osservarvi, quello
che d’altronde non ignorate, cioè non essere menomamente in facoltà della Tavola il conferire in modo definitivo una
caltedra di professore di teologia, il Sinodo non avendola incombenzata se non
che del materiale del futuro slabilimento,
e la nomina o la fis.-iazione del modo di
nomina essendo riserbate ad una prossima assemblea sinodale.
« f.o stipendio di vari altri professori
essendo di L. ISOO, più l’alloggio, e non
avendo la Tavola alloggio da offrirvi, vi
saranno corrisposte come agli altri professori che trovansi in questo medesimo
caso all’insopra dello stipendio ordinario, f.. 300, a titolo d’indenoilà per questo
oggetto.
« Vi compiacerete di prendere immantinente le occorrenti disposizioni per trasferirvi nel vostro nuovo campo di lavoro,
c di crederci i vostri ecc. »
(Seguono le firme dei membì't
Mia V. Tavola).
délibération d’aujourd’hui de votis retirer,
comme nous vous relirons de ce jour le
mandat d’évangéliser au service de notre
Eglise, vous conservant jusqu’à la fin de
novembre prochain l’honoruire qui vous
a élé assigné en celle qualité, et de vous
nppeller à donner dès le commencement
de décembre, à notre collège de La Tour,
un cours public d'histoire ecclésiastique,
au profit surtout des étudiants les plus
avancés qui ne sont pas trop chargés de
leçons pour le suivre.
Vous savez que l’établissement d’une
facu'llé de théologie a élé résolue, et vos
leçons y seraient comme un »cheminement et comme un essai pour vous et
pour nous.
Nous devons vous observer, ce (]ue
d’ailleurs vous n’ignorez pas, que la Table ne peut en aucune manière conférer
définitivement une chaire de professeur
de théologie, le Synode ne l’ayant chargée que du miitériel du futur établissement, ct la nominalion ou fixation du
mode de nomination étant réservée ù une
prochaine assemblée synodale.
L’hoBoraire de plusieurs autres professeurs étant de loüO fr. avec un logement, et la Table n’ayant pas de logement
à vous oiTrir, il vous sera alloué, comme
aux autres professeurs qui se trouvent
dans le même cas, outre l’honoraire ordinaire, 300 fr. à titre d’indemnité pour
votre logement.
Vous voudrez bien prendre immédiatement vos mesures pour vous transporter
dans votre nouveau champ de travail, et
nous croire vos etc. ».
(Suivait les signatures des tnemires
de la I'. Table).
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NOTIZíK UFIIGIOSK
Ingiiii.teiira. Pielà crisliana di signore inglesi protestanti e catloliche. —
La guerra d'Oriente ha dato campo uon
solamente alla munifestazione del valore
dei soldati, ma ancora a quella della carità
cristiana del sesso femmmiie. Cinquanlacinque signore catloliche, dette saoriì di
carità, passarono da Marsiglia, per recarsi
in Oriente alla cura dei furiti, cd hanno
prodotio in quella cillà una profouda emozione. Molti giornali religiosi d’Inghilterra
lamentavano, già da ijtialche tempo, che
sì noliile esempio non fosse seguilo colà.
Miss Nightingale, figlia di M. -Nightingale,
d’Einly-Park, presso Southampton, gentiluomo di primo rango, dopo aver fondata in Londra, nolia sanzione <Jel governo, e col concorso di pie persone, una
istituzione di guardd-malali, destinala a
procurare un’ahiiazione convenevole a
persone poco comode e sofferenti; questa
medesima signor.na, beila, ricca, padrona
di una fortuna di Irenlamila lire sterline,
dopo aver creata un’islituzione di tal fatta,
una di quelle istituzioni, di cui ii solo
cristianesimo ispira l’idea, ba lascialo
liondra, ed ora il l'cc/;> la trasporta con
le sue degne compagne in Oriente, in
questo terreno il più pericoloso, testimoDe
dei più grandi dolori e delle più penose
privazioni, in mezzo a circostanze che ingrandiscono il carattere eroico di simili
opere, e cbe non hanno potuto distog ierla. Dodici religiose di un convento
per gli orfani, slabiliio a Norwood, presso
Lnndra, condotte da una superiora irlandese, si sono unile a miss Nightingale.
La carità, meglio di qualunque altra cosa,
come riflette un giornale catlolico di Marsiglia, fa scomparire quelle diWereaze di
opinioni religiose, il cui ardore si estingue
quando si traila di sollevare l’umaniià
soffrente: al capezzale del dolore, nell'almosfera delle stanze degli ospedali, è appunto il terreno neutrale ove una lolla
onorevole per Unti i culti sta per impegnarsi fra le religiose di Norwood e le
compagne di miss Nightingale.
Il Veclis, nave che nou si adopera ordinariamente che pel trasporlo detla valigia delle Indie, è stato messo a disposizione di quesle signore, per le cure della
Compagnia peninsulare . e le trasporterà
fino a Costantinopoli. Il signor caiiitaco
Puwel, comandante del Vectis, le ha accolte lienevobnenle, e con lutti i riguardi
dovuti al loro sesso ed alla loro missione,
ed ha loro promesso che tulio si farà per
addolcir loro le fatiche di uu penoso tragitto.
Le compagne di miss Niglbingale portano UD vestilo bruno, uno sciallo grigio,
un cappello nero ed un maniello grigio ;
costume di una certa severilà che armonizza col servizio crisliano della loro mis»
sione. Le dame cattoliche hanno uu costume più monacale ; nn vestilo iiianro,
una l)erretla nera che incornicia Ja loro
cuffia bianca.
(:R0>ACI!ETTA politica
Torino. Il cliolcra può dirsi scomparso
dalla nostra città ; il totale dei casi non
essendo stato ieri l'altro che di 8 e quello
dei decersi íá.
— Ieri l'altro è mancato repentinamente ai vivi il marchese Maurizio Lucerna di Rorà Senatore del Pregno.
— Giovedì 16 corrente alle ore 7 1|2
di sera la Società d'istruzioni' militare «
di benpficetìza, in occasione della riapertura delle scuole di essa Società, darà
un’accademia di scherma nella solita sala
via dell'Arco n° 8.
Crimis.i. Nella giornata del 25 p. p;. i
Russi in numero di circa 30,000 si spinsero alla sprovveduta sui ridotti turchi
in vicinanza di Balaklava. I turchi doTettero cedere davanti ai russi ; ma la cavalleria inglese tenne ferino, talché alla
fine ebbe la peggio il nemico, che dovette
ritirarsi lascianÜo circa i(ìOO morti sul
terreno.
— Seguita il bombardamento di Sebastopoli con grave danno d’ambe le parti.
11 generale Canroi>ert, nel suo dispaccio
del dice, che le difficoltà incontrate
nel suolo, e la forte artiglieria nemica,
fanno delTassedio di Sebastopoli un’operazione assai faticosa e lenta.
Direttore P. G. MLILLE.
Gnosso Domenico gerente.