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Preño Llffi 13
fAnuo LXXVIII - N. 21 |
TORRE PELLICE. 21 Maggio 1948
i^Spedicione in abbonamento postale - I Grnppo
ELLE
SETTIMANALE DELLA
VERSO LA META
' I Filippesi 3: 13 1
^ ' Non moho teinpo fa, leggevo que*stc significative parale di un missionario {Paul Miuault) : « Quel che ci
-si richiede oggi dagli uo-mini del nostro tempo', non è tanto l’aiutoirità
dell a nostra posizione, il prestigio
»del nostro sapere, quanto' lai testiniioy
nianza di una vita logica, la vita di
fc una convinzione cristiana vissuta con
sinccTità eroicBi ».
Io nop so se queste parole furono)
dal missionario scritte in riferimento
diretto (M’opera che egli condusse al
Madagascar., dove è morto martire!
^•Sonito chdt si cdtanagìSUmo afP^pera
nostra, in un tempo in. cui il cristianesimo dlec'e dimostrare attraverso il
vivere ¿’efficacia della sua predicaci zione; nel vivere individuale C sodale. Si fa dall’apologetica, deEa polet
f mica., cose molto necessarie nel noi^tro
* paese; ma quanti elementi sono in
certe nostre Comunità cristallizzati
ili una apologetica e polemica di parola, senza che vi corrisponda un’Or
^^-pologetìcu vìvente nel ¡foro essere e
nel loro operare.
0ìalle^raievi del continuo nel Òignore
PAOLO
CHIESA VALDESE
Comprendo tanto bene un uomo (M
Dio y che, considerando la propria responsabilità nell’opera che il Signore gli aveva cèffidato di fronte ad, uria
àisarmonia ancor sussistente anche in
se stesso, scriveva queslle parole nel
suo diario : u Seigneur, qu’ai'-je fait
pour avoir un tel emploi? Oh! mon
Dieu, je gâterai tout, si vous ne dirir
gez vo'US-même touttes mes paroles et
toutes mes oeuvres ».
Vinet in un suto scritto pastorak.
dice: (( La severità diel mondo venso
di noi pastori è inesorabile; egli sa
quasi all’atomo, tutto ciò che noi! dovremmo essere .E’ spaventoso, ma è
giusto; possiamo tremarne, ma non
lamentarcene ».
Tuttavia ìE trovare in noi stessi n!mt
ancora acquisiti i frutti di una vita
nuova, non deve congelrisrci nella nostra missione. Anche l’apostolo Paolo, già inoltrato negli atìm scriveva:
«... non reputo di avere ancora ottenuto il premio», ma aggiungeva:
« proseguo il corso verso la mèta »
(Filip. 3: 13) e proseguiva il corso
aompienà\p in crescente devozione
Papera che ii Signore gli adeva affid(ito. E Così sia di noi .
(da una (Circolare d&l Signor AÌodera/
tore VIRGILIO SOMMA NI)
^CET IN
MI
sogno
di un tiomo onesto
’li’
m
l
La storia è vecchia, ma vale la pejrna d' liesum-ula oggi ancora
li signor E. *** viveva a T.
Era ricco e le sue oonidiísioni di vita erano quelle di una persona che
sa di potersi permettere una vita comoda, senza naturalmente eccedere.
La sua moralità era insospettabile;
qualcuno osservava, a bassa voce, che
egli non era dji una eccessiva genero^
sita, ma si era concordi nel riconoscere che egli era perfettamente giu>sto. Egli, notoriamente, prediligeva
questa parola : giustizia, che aveva un
6i'gni6cato un po’ vago se si vuole,
ma molto comprensivo e rispettabile ;
na aveva fattoi il fondianiento della
sua sicurezza nella vita preseinte e
della sua speranza per l’avvenire.
Se gli si fosse chiesto la ragione
della sua serenità, con calma egli avrebbe risposto : « Perchè dovrei temere la morte? Sono sempre stato
onesto ed ho pagato- tutti miei debitji », Onesto, cioè giusto. E quando si
è giusti si può anche vivere tranquilli e morire in pace, non vi pare?
Ma egli diventava vecchio-, il buon
E. ***, e cominciò a sonnecchiare volentieri, anche dii giorno ; e quandb
si destava dui suoi soimelliiu, non
gli era sempre facile dii renderai conto so egli aveva sognato, o se aveva
riflettuto senza accorgersene. Per i
bambini e per i vecchi non è semr
pre facile distinguerò tra sogno e
realtà, forse perchè gli um non hanno esperienza, e gli altri ne hanno
troppa. Co-munque, una volta, il sv
gnij, E *>!!* si trovò a non saper se eira sogno o realtà, ad accorgersi che il)
sogno era' realtà.
Un portone d’ingresso di una casa
signorile.. Sopra sta scritto: « Tu non
potreà entrare nella Casa del Padre
se non avrai dimostrato di aver pagato tutti i tuoi debiti y>.
(( Oh! oh ! — fece il signor E. ***
che era morto (o ohe dormiva?) —
oh! oh! Com’è facile entrar nei cielo. E dire che il pastore parlava sempre dii una via stretta, (& una lunga
preparazione. Basta aver pagato lutiti i suoi debiti! Ed io veramente dei
debiti non ne ho mai fatto, diinr
que... ».
La porta s’apri, e non un angelo,
non San Pietro con il mazzo di chia'vi apparve, ma un pover uomo, striminzito, pallido, malatucoioi :
(( Se permette, signor E. ***, forse
è ancora in tempo per pagare il suo
debito ».
« Ma come? Ma io non le devo
niente; anzi, a dir là verità, non mi
pare di averla mai veduto!».
« Oh ! forse la cosa è possibile, anzi è certissima; quel giorno faceva
•molto caldo, era un luglio aioso ; e lei
aveva molto sete e la sua vettura corr
reva veloce. Ricorda-? Lungo la strada provinciale, nelle vicinanze di
B***, improwisamente si è avvicinato un pover uomo, stanco, ammalar
to, che si recava aU’ospedlale di P***
E l’ammalato le chiese, per amor di
Dio, un posticino nella vettura. Lai
dòmandla non era proprio giusta, ma
io ero ammalato e chiedevo per amoT di Dio. E lei ha rifiutato: ora
lei mi deve una corsa in vettura per
amor di Dio, regolarmente registnnita
nel gran libro del Padre! ».
E il signor E. *** rimase interdetto: non aveva mai pensato che la giustizia secondò le leggi umane potrebbe anche non coinciderei con la giur
stizia secondo l’amore di Dio.
Le disgrazie non veitono mai sor
le! Dopo un creditore ,feoone un altro. Queisio però E. '‘**llo ricn-nobbe
subito. Era Un suo vlcmo, un jm-ve10 contadino che egli a^^a beneficato, se-corado la giustizi^ umana. Ma
ora, uh di bb -o- lo. ass:dcg ma secondo
la
stato, veramente onesto?:
Dunque le coso erano '^dlate così.
Gli affari del c-oiiiadSlSoi povero an
giustizia divina, ì’anjorc, era egli
davano- male: dapprima era vemitai
la gràndine; poi s’era ammalata la
moglie; c’erano diei vecchi debiti da
pagare ed egU dlovette vendlere una
ronoca; aveva urgielnte bisogno di danaro « qni|n(5i dbvette sviendetre* la
bestia ; il sig. E . *** la comprò per la
metà del sino valore, dichiarando che
10 faceva per rendere un servizio al
suo vicino; così egli avevai fatto uii
buon affare, ec) aveva acquistato la
riconioscenza del povero disgraziato.
Ma ora, dlava-nti alla Casia del Padlre,
11 povero diisgraziafto appariva alla coscienza dell’uomo ricco, come vivetitte rimprovero, Gome un altro creditore.
Come un creditore che dicesse:
« Tu, tu sapevi perfettamic^nte che
la mia situazione mi obbligava a vendere, accettando qjualsiasi condizior
ne; tu hai agito secondo la legge degli uomini, indiscutibilmente; ma ser
condio la legge deWemore dii Dio tu
hai approfittato della mia miseria; ora tu sei puramente e semplicemente
debitore, e, purtroppo, data l’ora estrema, un dbbitore insolvibile... ». >
* ★ *
n sogno era i-ealltà, tranne in un
particolare : che- l’ora non era troppo
tarda; E. *** non era ancora insoL
vibile. Sep-pe ilaprire la sua Bibbia
e leggervi le parole ohe stanno scritte : « Il sangue del Suo Figliuolo Gesù
Cristo ci purifica di ogni peccato ».
Cl
Felice Govean
sio dramma "I Valdesi
Nel 1852 in Tbrino venivano piuibhiliiicalti -i -due soH lavori teatr#-. di soggetto
valdese dòvhti alUa peimà |cfii autai- oait-toli'ci : l’uno era « I V-aAcfesi » di Govean, l’-àilitro « 1 Valdesijl' ossia Ciisto
e il papa »t due dlrantnirm bkiqeer-allii';sciittl con imltenzioTCìi opposte: '[’autore
del primo, infatti, muoveva dalla storia
valdese per una eseillt-azione dei valoridi una rdligionie n-on calttofiica, con spunti -anticlerlcaili ; mentre l’aultloire del secondo, (un certo Auiguisto Ziagnoni, conduceva ili suo lavoro con intente di apologia cattolica -e con- lo scopo di mettere
in -cattiva luce il nascente proseWlsmo
valdese nelllla capitale subalpina.
Riservandoci di parlare di quest’ultimo in altra occasione, v-edilaiiiio og|g|i brevemente chi fosse il Govean è con quali pensieri egli -scrisse il dramma che
tante volte è stato x-appresentato nelle
nostre valli...
0
Felice Govean fin da giovane, quando a Milano era inserviente di una compagnia comica, sognava dii diverftaite
l’autore di dtianuni possenti oome quelli
dello Sclhiller: si dovette accontenlllare
invece di essere compositore e tipogialfo
almeno per qualche anno.
'Ma, venuto a Torino nel* 1846 e,
messosi in contatto con i circoli di lett
terati e di politici del tenrqx), dimoslttrò
effettivamente una certa vena giamaMsbica, e nel 1848, con G. B. Bottello,
fondò la Gazzetta del Popolo », gioTr
naie libeialle e nemico dei due ostacoli
pninoi-palLi -deH’unità d’Italia: la dominazione austriaca ed il cleri-oalismo lear
zionario.
Govean, col suo giornale e con le sue
' produtóetlt teatrali ,’*'11- prese dii ittira’: a-"*
vuto un -certo successo con- ((L’assedio di
Alessandria m dramma antl-austriato,
nwse m-ano a (( I Valdesi », -che doveva
essere nel -suo proposito una battaglia
contro il clero ed in particoliaire conltlro
le compagnie di S. Pàolo. Il copione,
presenWo -alla Questura, fu passato alla revisione, i cui censori giudicarono il
dramma pemicoloso e capace di turbare
Tordiine pdbUico: il miniistio degjii Intemii ne vietò perciò la rappresentazione. n G-ovean non si scoraggiò : pubblicò
il lavoro dopo averlo corredato di fittissimie note, che dòvevano gjiustiiìoaiie
tutto r-and-amenlo della vicenda dirammaiti-ca, e Io dedicò ironiiicamente proprio al ministro che ne -vietava la lapr
presentazione.
0
Erano gM anni in odi il parlamento
piemontese lottava -aocaniltamente per la
supremazia del potere civile su quello
ecclesiastico : si era avuta la leggie Sicoaxdi per l’abolizione del Foro -ecclesiastico , ed ora si stava lottando per la
soppressione delle Compagnie di- San
Paolo, che furono effettivamonlte soppresse, ma risorte poi col nome di « Opera pia di S. Paolo ».
Il dramma di Govean doveva servi
Giovedì 27 maggio, nei Templi di Torre Pellice e di S. Ger
mano avranno luogo le Feste di canto delle Scuole Domenicali. •
l> R O C R milfl A S
Ore 10,- Inizio delle Feste di canto nei templi -,
Ore 12,— Pranzo al sacco ;
Ore 14,30 Canti e giochi all'aperto.
N.B. Si raccomanda di essere puntuali nei Templi all’ora indicata —
In caso di cattivo tempo la manifestazione avrà luogo ugualmente, e per il pranzo sarà indicato il giorno stesso il luogo — 11 pubblico è cordialmente
invitato. jPer la Commissione Canto Sacro-: E. AIME 1
li
re, tea l’-aJibro, a indirizzare l’opinione
pubblica, ed egli non desistette dagli
sforzi tesi ad ottenere la licenza di r-apr
presentazione. Mia invano. Il miniistero
degli Intèrni fu iinremovibffleì:lp fu per
motivi pr^uàdbwaffi,'^cbmè quaiche lin-* "
no dopo lo -stesso Cavour, che rifiutò recisamente ad un’attrice la rappresentar
zione al Carignano de-1 (( I Valdesi )>.
Un paiticolsue interessante di questa
vicenda fu l’intervento di Gustavo Modena, cèlebre attore dell’epoca e -fervente patriota liberale, d quale aveva
accettato di leciitare egli- stesso il dra-mr
ma, non evidentemenlBe per i suoi pregi
cutistioi, ma per il suo spirito.
0
Citiamo, terminando, alcune parole
di una lettera del Govean ad un amico,
cui egli si r-accomanck/a per il permesso di liqDpiesentaziooe, parole che
gettano un po’ di luce sull’autore e sulla vicenda : (( Ti mando una copio del
dramma peccatore, dramma che mi ha
costato sei mesi di lavoro e trecento
franchi spen in libri, viaggi e ricerche.
Questo dramma è storico interamente e
non vi ha parola che non aia giustificata
dalla storia e dalle noie. I duchi di Savoia vi sono più che onestmiente trattati. E’ cerio che eptando i Veddesì vi
parlano del Papa, non ne pmlano come
cattolici, altrimenti non sarebbero più
in carattere. A questo proposito eravi
molto di più nell Assedio di Alessandria, il quale si rappresenta tuUora.
(( JJunico ordine religioso che vi faccia triste ma sempre storitxi figura, è la
compagnia di Gesù e questa fu espulsa per legge.
(( ...D’una sola cosa ti prego formalmente: non farmi passare per il tribunale dei he della Revisione; piuttosto non parliamone nemmeno».
L’intento patriottico -che la storia dei
Vai-desi doveva avere nel pensiero di
Govean non fu esaudito : ma il dr-anuna
incontrò invece favore negli lambienti "
Valdesi e protestanti e fu anche tradotto e pubblicato in francese e in tedesco.
2
=*ÌSf^
-óltre
xl;'
II »tpario dl ferro
Cecoslovacchia
Sidlia siitmaziioiie. reilligiosa ân Ceco^ dovacchût, iit periodiico fraimoese c( Ré' fommè» {n. 160, 10 apaile) dà i segiienltâ
, raggiuaigli :
(( Pour Ites chrébem de îTchécoaliovaqiuie, ille 2 février 1946 restera utje
¿idiate 'historiqu; . Eïi effet, après six sîè•fS ''V- presq « de sépiration, les E( lises se Mjn' miiBes d a <■ rd pour inviter les hotnnies dIEitea: et tous les hommes de bomaie ■volbnité ri se mettre au
service dé la paix. Dans une réunion
publique due à l’ieitiaitiye de M.
Fiançois Bediiar,' de la Faouilté Jean
SGIUARDI
Huss, les répreseaiitan)te des di'fféren'tes déniominiaitioins — et parmi eux l’archevêqiue dé Pkague, Mg.r ¡Joseph Beran, l’eivfecjue de l’Eglise dultjhéirileninœ
en Slovaquie, le docteur Fédor Riupr
peldt, et le modérateur de l’Eglise
protestante des Frètes tchèques, le
docteur Jos^ih Kienek —ont proclamé que la tâche la plus angente est de
conoüier les idéologies opposées, de
détruire les préjugés qui font souffrir
lé monde, et de se placer sous la souveraineté uniii&caftBice de Jésusi-Christ.
Cette maniifestatîon susciiSa le pllus viif
intérêt. Qle lattira une telle assistance
dans l’une des plus grandes salles
Prague qu’on dut fermer lies portes u^
ne heure avant l’ouverture de la séance. Des hauthpaœleurs transmirent à la
foule massée à l’extérieur, sous la pluie, les paroles des orateurs. La radio
diffusa ces messages é les quotìdiens
de tous les partis en ont donné dé longs
comptes rendus ».
¡Datilo stesso periodico (n. 163, 1
maggio) straliciamo ancora le notkie seguenti :
- «'Y une utilité quelconque à
parler ? Certes, ont ne peut arrêtler une
avisdanche, mais l’a-vallanche est un fait
matériel, alors qu’un mouvement d’or
pîmoti dépend de ceux qui pensent et
réflédiîsseot... Saint Paiit a écrit: Je
vous supplie, lau nome de Dieu, et du
Christ, de proclamer la vérité, défenr
dez-ila toujours, que cela vous paraisse
Utile ou non... C’est poudiquoi je n’ai
pas gardé le süenœ ».
La Chiesa Ussita ha pubblicato il 2
marzo una dichiarazione intesa a sottolineare la sua posizione al di sopra dei
partiti ; in essa la Chiesa si pronuncia
«per la hatematà nazionale e contro la
lotta di classe ».
iDal cartto suo la Chiesa Ortodossa
« sa'Iuta con gioia il ritorno della nazione ai suoi ideali slavi ed il rafforzamenito dèlia democrazia popolare, gar
ranzia di felice evoluzione dello Stato
e della Chiesa ».
Infine riproduciamo qui una parte della lettera inviata dal Consiglio sinodale
della Chietói dei Fratelli al primo ministro Gottwald, secondo la redazione
del S. OE. P. I. ;
(( Face aux récents événement, le
Conseil synodal, au nom de i Eglise,
tien# à dire que rien n’a changé dans
l’attitude positive de l'Eglise envers le
peuple et gouvramement en tout ce qui
touche les efforts faits, dans le domaine social et politique, pour établir un
système social basé sur des }MÌncipes
d’humanaté, de liberté et pour assurer
à tous des moyens d’existence suffisanJ». Notre 'Eglise est ¡profondément
attachée aux principes chrétiens qui dès
le temps des apôtres, ont inspiré une
lutte ardente pour faire régner dans le
monde l’ordre de Dieu, un ordre de
vérité, de justice, de respect de l’homme, de liberté et de v^itable fraternité...
« Aujornd hui que le nouveau gouvernement se met au travaiil, nous vous
assurons vivre et vouloir continuer à
vivre selon ces principes du Christ.
Nous sommes prêts à vous aider dans
la lutte contre le mal et le péché sous
toutes ses formes, pour former par l’éducation un peuple discipliné et conscient de ses respcn^abiliités. et nious
offrons à k nation et à l’Ejtat l’apport
de ces hautes voleur» spirituelles, mo
m
monoo
■'"W‘
?• J'
da cattedrale Nieuoe Kerk mi pomeriggio di domenica 22 agosto. I dncpie
presidenti del comitato ftrootdsorio del
Consiglio Ecumenico .con i delegati
della Chiesa Riformata dei Paesi Bassi
e un delegato delle giovani Chiese, presiederanno il seroizio.
Allo scopo di permettere a tutti i
pariecipanti di partecipare alla Santa
Cena, dei culti di cotmmione saranno
organizzati secondo quattro diverse tradizioni: riformata, anglicana, ortodossa e luterana. C^uesti culti avranno luogo durante quattro giorni a partire dal
29 agosto; il sabato sera 2S agosto avrà
luogo un culto dì preparazione alla S.
Cena. Ogni mattino Verranno pure celebrati dei cvdti mila chiesa che si trova presso al Concertgebeuw ; i culti serali, dhe termineranno ogni giornata, avranno earattére meno ufficiale e si i
FUOR
rales et cutoiarelles qui, à tlravers tous
les changements, doivent rester les
fondements de k vie de l’individu', de
k nation èli de l’humaniité. Telle a été
et telle sera toiqours k mission de l’eglise du Christ. Nous croyons fermement qu’une entière liberté nous sera
accordée pour l’exercise de œ miinisrtere et, .compilant sur votT¡e coinpKj!''..einsion, nous croyons que vous accepterez
notre sincère confcrîbution en vue d’un
travail constructif ».
S.OE.'P.I. Genève.
Germania
La cancelleria deèk Chiesa evsmger
lica in Germania ha redatto’ úna lista dei
pastoiii scomparsi nella zona russa, come pure delie loro famiglie, per fodfr
tare le ricerche.
Tale lista comprende 176 scomparsi ,
tra cui 40 con le loro mogli e la famir
u. R. s. S.
L’arcivescovo Luka di Crimea______che
nella vita civile è il prof. Vaina-Yasenetzky diplomato nel 1945 con il premio Staliki a causa dei suoi lavori sulle
mailattie e le ferite suppuranti — scrir
ve nel Giornale del Patriarccito di Mosca, organo ufficiale della Chiesa ortod<^ russa, un orticolo in cui chiede ai
cristiani « dei paesi anglo-seissoni » di
rendCT vara i « piani sanguinari dei loro militaristi ». Affermando che gli siati Ulniti « temono l’inevitabile sopravvento del socialismo e del comuniSmo»,
l’arcivescovo Luka {fficKiara die «questa pai^ è ben fondata, pwchè se dl
comuniSmo im gcn^se ddk ainmatk
di milioni di uomini, i suoi nema non
avrelAero bisogno délk bomba atomb
ca ».
Per quanto riguarda le relazioni della Chiesa ortodossa con il governo so
La più gran parte degli scomparsi erano d kvoro iim Prussia orientale ( 107
e 16 mogli di pastori) ; nella regione di
Danzica si' contano 11 scomparsi, ¡in
quella di Posen 21, in Polonia 13. Gli
altri scompars.i erano in attivitlà in Pomerania, in Bucovina, nelle antiche
proviincie ¡Baltiche e in Lituania (El.
P. D.).
Jugoslavia
Un carico di 665 balle di vestnario e
615 colli di cailzature è stato spedito in
Jugoskvia, annuncda il Church World
Service, per aiutare le Chiese ortodosse e protestanti. La distribuzione di tarli oggetti sarà fatta sul posto a cura
delk Chiesa. Tale aiuto è destinato m
particokire agli studenti e alk facoltà
teologita otltodossa di Belgrado, come
pure ai pastori, ai preti ed ai fedeli in
ogni ¡parte del paese.
Questo invio è il primo fatto secondo i termini di un accordo tra il governo jugoskvo e il Dipiartimento di ricostruzione del Consiglio ecumenico delle
Chiese (S. OE. P. 1).
^ viet'ico, l’arcivescovo dichiara- che il
clero russo « vive in pace con il governo perchè quest’ultimo ha dato alla
Chiesa completa lobeità e non isi cura
dei suoi affari interni... Il materialismo,
che 'è il foindameinito ideolc.gico dii comiunismo, è 'COimpletiamente esltter eo alla
Chiesa ortodossa, ma ciò non ci impedisce di vedere ilI bene e la verrtà scr
-Oíale che il muovo sistema ci ha portato
e dhe -ndi accogliamo con cuore
(S. OE. P. I.).
Cina
L azione cristiana può continuare
nelle zone contrelate Cai ccenunisti ?
NoiraUluinno deirann-o 1947 in
fomazioniiH,.á:áL».ptena mano diimciiìrano che là dove i comuniati esercitano
un contTolfo effettivo la Chiesa non può .
sussistere. Però in certi luoghi iT cullo
pubblico è autorizzato e delle istituzioni
cristiane ¡sono anche state incoraggiate
a continuare ,k loro attività. In generale, quando i comunisti si impadronnscono di una zopa, i rxiatSani, indigeni o
stranieri, non sono molestati. Ma quaiv
do sopraggiùngono gli organiizzatori politici, raiamei^ k Chiesa continua a
godere ddk sua ¡libertà. Talora i suoi
stabili sono réquisiti -per servizio cavile.
i cristiani sono sottoposti a lunghi interrogatora, il cua risultato può essere la perdita dei loro bera, qualche
volta la tortwa, e spessa ì cristiani sono messi a morte per aver rifiutato di
abbandonare k loro fede (S.OE.P.I.).
Verso la---------
conferenza
de
yìriìsferdan
La preparazione della conferenza ecumenica di Amsterdam, che avrà luogo nell’agosto prossimo. Va sempre più
intensificandosi. Il "Service Oecuménique de presse et d'information" fornisce i seguenti particolari sull’organizzazione della cx^erenza:
Radio, stampa e cinemate^afo : le
notizie relative afl’assemblea saranrw
radiodifiuse qttx^dianamente nel mondo
intero, in fatto le Ungue. Durante la conferenza verrà pahUicaia una serie di sei
articoli, in certo modo il giornale
dell'Assemblea, che darà ai delegati il
sommario degli aooenimenti più notevoli
in inglese, fraise e tedesco. Un bollettino cpioUdùMm informerà i parteàipanti di ogni dettaglio necessario al
buon andameirto di una conferenza così Vasta. E' in preparazione un film sonoro di 16mm. Indine sarà cdlestita una
esposizione della storia e dell’opera
del Consiglio Ecumenico; essa ùoVerà
ospitdità in una delle sale del "Concertgebeu”, lo stcdùle in cui avrà luogo i Assenddea.
I culti : an odio solenne è previsto nel
spirerarmo ad un apposito progetto preparato a tale scopo dal comitato dei
culti.
Il Comitato provvisorio del Consiglio
ecumenico delle Chiese ha rivolto alle
Chiese che prenderanno parte all’Assemblea il seguente appello, firmato dai
cinque presidenti del Comitato, il pastore Marc Boener, presidente delta
Federazione protestante ,di Francia;
l’arcivescovo Erling Eidem di Upsala;
l 'arclvescooo Geoffrey Fischer di Caniobery; l'arcivescovo S. Germano di
Tiatka e il dr. John R. Moti:
Ea première Assemblée du Conseil
oecuménique des Eglises se tiendra à
Amsterdam en août 1948. Nous sommes profondément reconnaissants que
cette manifestation de l'unité spirituelle des Eglises chrétiennes du monde
entier soit possible si peu de temps apres la plus terrible des guerres de l’histoire et de longues années de séparation.
Par la grâce de Dieu une telle dssemblée pourra être une manifestation
nouvelle de Sa glcnre et marquer l’obéissance des dhrétiens et des Eglises
qui, acceptant leurs responsabilités,
cherchent sans cesse à soumettre toute
la oie de l'homme et celle du monde à
la royauté du Christ. Ee-ihème proposé
à l Asemblée est "Désordre de l’homme et dessein de Dieu,,. Dieu règne,
même au milieu de la confusion humaine. La Vie nouvelle en Christ, voilà le
dessein de Dieu à notre égard. La vie,
la mort, la résurrection de Jésus-Christ
et l’avenement de son Eglise marquent
un commencement nouveau dans l’histoire du monde. Les choses anciennes
sont passées, voici toutes choses sont
devenues nouvelles. Mais, dans la crise actuelle de l’humarrité nous devons
confesser qu’un douloureux contraste
existe entra la haute vocation de l'E.plise et les institutions terrestres qui portent ce nom. Nous, peuple de l’Eglise
nous avons échoué parce que nous aVons été complices du désordre humain.
Nous n avons pas tant bescim d une
réorganisation que d’un réveil ou. plus
exactement, d’une nouvelle naissance
des Eglises actuelles. Que Dieu nous
fasse la grâce d’entendre l’appel Je
l’Esprit.
Nous confessons caxssi que les divisions de l’Eglise nous ont emoêchés de
rendre au Christ le témoignage que
nous lui devions. Nous ne cessons d’appeler le jour où les Eglises accepteront
de se soumettre à nouveau à la Seigneurie de Jésus-Christ et, manifestant sa
gloire, proclameront d’une seule voix
son Evangile et agiront dans une totale
consécration à son service.
Le Conseil oecuménique des Eglises
est à la fois une mamfestiMon de l’mité spirituelle des Eglises membres et
un rnoyen qu'elles ont de mette cette
unité en prcdUque. Plus d’une centaines
d Eglises de l’Ancien et du Nouveau
Monde, de rOrieni et de l’Occident
y sont affiliées, prouvarü ainsi qu’elles
aspirent à une plus grande communton^
en Christ. . nk
Le, Conseil est fondé sur la foi
notre Seigneur Jésus-Christ, commeDieu et Sauveur. Il se met au service
des Eglises et ne cherche ni à les régiri
ni à les contâler. M veut exprimer
nité Cfue dhrétiens et F.<gkses, coni- ^
dents de leur communion en Jésus; 'W
Christ, cherchent à manifester toujours
plus pldnement, en s'entréidant dans'i
la détresse et en s’exhortant en toup
temps à être dignes de leur commun^'M
appartenance au Corps du Crist. 1'%^
C’est pourquoi nous appelons
les chrétiens à se joindre à notre prière î
ardente: que ,1a première Assemblée '0
du Conseil oecuménique soit utilisée 'M
par Dieu pour amener les Eglises à «- 3
ne nouvelle naissance et, dans l’unité M
de la foi, à une consécration renouvelée à leur tâche commune: annonceJ%i
sa Parole et accomplir son oeuvre par^,^
mi les nations. j
PRIÈRE POUR L’ASSEMt.ÉE - O
Dieu qui as répandu ton Esprit SU|.
ton Eglise, daigne accorder à tes en-iants, que tu as rassemblés de toutes
les parties du monde, d’entendre ensemble ta Parole et de s’y soumettre. Donne-leur, par l’action vivifiante de ton Esprit, de rechercher le
renouveau et l’unité de l’Eglise et
de rendre, au sein de l’immense désordre du monde, un témoignage
clair de ton dessein de salut envers
les hommes, tel que Tu nous l’as
révélé en Jésu-Christ, notre Seigneur
et Sauveur. Amen.
Comunicato
Anche questo estate, come lo scorso
anno, i Menzioniti avrainno a TorrèL
Pelltoe (Convitto Valdese) una Colo- |
aia Estiva per bambini evangelici. ,
Abbinati ai due turni della Colonia
stessa ci saranno- due corsi di ]>crfe-''
zicnaineiito tooTico-pratieo j>ci* iiioiii"
tori e monitrici di Scuole dbmetiicali
Il corso pei- Monitrici sarà dal 24 giu-i‘4
gito al 17 luglio e quello per i Monitori dal 22 luglio al 14 agosto. Ai si ;
possono iscrivere giovani e giovsnette
tra i 18 e i 25 anni che comjiiatio o “¡l
diano promessa di voler compiere in
effettivo lavoro nelle nostre Scuole ^
Domelniicaljii. Vitto ed alloggio sono''^
offerti gratuitamente dai Menno-uiti, i ^
corsi teorici e. pratici saranno lirelti
da Pastori Valdesi.
Possono concorrere alla iecriznme 3
Monitori e Monitrici di ipiaUiasi .
Chiesa Valdese di’ltalia. ohe iuvii-no la^
loro domandia non diopo il 1.5 giiiirno J
pei' il primo corso (Monitrici) c i on j
dopo il 10 luglio per il secondo (Alo- M
nitori).
l’er informazioni sul corsi rivai i^r- ¡4
si al Pastore Ayassot Chiesa V^al lise 'l
Torre Pellice, per le is-criar) li al' '?i
Centro Mermonita (Mcmnet di Laserna San Giovanni - Torino). Le <-cri- -ì
zioni debbono giungere tramite il Pastore Valdese della Oiiesa di cui U Ì?!
candidato- è membro ed esser© corrediate dia una lettera di presentazione
del medesimo che assume la responsabilità sulle qualità ed altitudini del*candidato- che presenta. ? ^
Il Vice-MmierntorV, ^
P. jVisbet
{ABBONAMENTI À
"LIO OEllE Villi VILDESL
ANNUALE SEMESTR.
Italia ,
Estero
L. 500
L. 900
280
500
Ogni cambiamento d’indirizzo
costa Lire DIECI
3
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3^ vauesl
DISTINGUO
I’
».
Si è già palilato «uUe pagine dell’'Eco
deH’opustjoli) di Paolo Bosio che tnalBtla
degli “ obieUftodi di 'coscienza )) ; ma non
-cuedlamò inutile rkoinaire suU’airgomienr
to, ila cui importanza è capiitalle ed afetiuale, e che linveste i, ptiinicipi fondaimentali della vita cristiania.
E poiché il Bosao, la caii sincenità e
fedeltà evangelica sono fuori' di ogni dir
scu'ssione, si avvenltuira sul peiracoloso
ieriieno dei ((distinguo», ve lo segunremo dicendo subito che le sue eccezioni al contegno degli obiettorii inon convincono pienamente, anche se aiwalota»te dairopinione di eminlenlti' personalità cmistiane. Anzitutto la taglione esposta dal Prof. Berthoud e riportata dal
Bosio che giustifica la violenza a dife»sa da unàgressione, se può vaillere nel
caso del singolo 'individuo lagigredito lui
o i suoi da mialvivenltli, non può tanto facilmente estendersi al fatto dellà guerra. In primo luogo 'è pacifico che il cirir
Stiano, che un qualunque oneist’uomo nel
di. fen derisi da una vicilenzia p'rivata, cen>
oberà di farlo nel modo meno cruento,
si accontenterà di mettere llTaggressote
in condizione di non nuocere ed eviterà
di ucciderlo, e la leggi stessa che punisce l’eccesso'di difesa, sancisce quer
sta nc'rma di' miorale corrente. Avviene
rjuesto in guerra ? Si cerca forse, specie
dopo l’adozione del printoip'io dàlia
guerra totale, di risparmiare II nemico?
M'cno che mai nella guerra modbma
dalla quale è scomparsa quasi la vralen-za diretta ed in cui, grazie ai sempre più
perfezionati mezzi di offesa, non. si
oompi'oino più gesti direttamente micidiali e cruenti 'ocme il colpire di spada>
ma la manovra sci'enti'ficam'enltte calcolata, da parte di pochi individui, di una leva o di alltre simili congegni, provoca 'iragi m'aggiori che non 'il lancio
di giavellotti da parte di- un’intera airtìa'ta dei tempi passati. Certo, non solo
•il cristiano, ma quallsdasi uomo dotato di
■sente-menCi p'iietosi non si 'adàtterà ad abbattere con un colpo di rivolhelila’ alla
nuca, uno dopo l’altro, sch'iere di pri- gionieri di guerra, niè capi intrililigenlti
esiigeriannO' tanto 'da luii, ma l’uo'm'O più
mite e ailieno dal sangue dèi m'ondo può
trasformarsi in artig|liere o in aviatore, e
in tale qualità porre la massima cuna
nel centrare iFobiettivo, provocando
■così immani ecat'omlj'i umane, senza alcun rimorso, anzi con la sodidiisfazione
del dovere compiuto. E quanti di colo^
TO che nell’ultima guerra compivano gli
af-roci bom'barda'meRti e miiitragliamenti
(più immediatamente feroci q.uesti) saranno stati buoni ed affettuosi figtiuoli
incapaci di <( far male ,id una mosca »
nella vita civile !
iMa be-n 'di rado l’uomo, anche migliore. T'fle'tte alle conseguenze 'me'.no
immediate delle sue azioni! E 'forse è
un bene.
campo economico, è il vero ed il solo
logico .atteggiamento cri'Stiano. Ed è
l’unico che potrebbe indurre i Governi
a rinun’ciare alla' guerra qua'e stuumento
poli'ri'co qualora 8Ì estendesse, perchè in
fin dei conti, pur disponendo di mezzi
bellici potentiissimi, manovrabilli dia por
chissimi uomini:, i Governi noni pottebbero far la guerra senza le masse che periimettono di sfruttare l’effetto’ diistruttore di qiuei mezzii. E. qtialora gli obieittor
ri di coscienza si moltroliroassero in ogni paese, i governi dovrebbero fare i
conti con loro.
In 'fond'o oggi siamo tutti obiettori, alr
meno in potenza; ed i giovani, su cui
grava 'il maggior peso diellla guerra, in
modo particolare, avendo sperimentato
F'inUtilità sostanziale della guerra, e ciò
indipendentemente dalla loro eventuale
convinzione ■cristiana. Non manca che il
lievito di una potente fede per fare di
molti degli obiettori attiivi. Tali turono
i Valdesi primitivi che ritennero incompatibìlle con 'la fedeltà alFEvangelo
l’uff! ciò di soldiato e di giudice ; ©d erano coerenti nel pensiero e nell’azione.
Quando gli obiettori costituiscono vr
ma intera popolazione, i Govèrni se ne
preoccupano e tradisoono la loro pxeoc
oupazione con M solite sistema della persecuzione. Così avvenne per i << Oukobon » tessi, quella strana fiiliazione caur
■casica dell’anabattismo, emigrati poi in
massa nel ((più spirabil aere » dtìll'Afmelica Settentrionale.
se la conviinziione eocepita sia sincera e
non sia ^nmtalta oppoitunalmiente al' momento di compiiene qfuanto è considerato
dai più un d'avere, j>er quanto penoso,
Abbiamo ■visto troppi'che, convanlti Or
biettori della propiiìià coscienza, son divenuti oombaitténti e ban meritato l’appellativo di eroi' e d’altra parile tsmlbii die
mai si eran pos^ alcun problema dell ’opportunità della guerra, anzi ne sostenevano ila legittimità, divenire -ove era
loro concesso, obiettori onde assicurar
si un posticino llonlano dal perico'.o.
iPeocairono i primi ? Certo il dubbio
sulla peccaminosità delle oroprie azionii
deve averli spesso tormentati . Dio conceda riposo aljfe loto coscienze, non in
■una casieitioa sapienitem'enlte dosata in
cui il peccato varia con le circostanze,
ma nella certezza che (( dove il peccar
to abbonda, là .Grazia sovrabbondà ».
M. Eynard
Perchè io non sono
" obiettore
coscienza „
di
Crediamo poi 'fermamente che sia
conforme ai principi criistlani come a
quelM democratiai il nOn ooslingeie alcuno a commettere azioni contrarie alla
propria coscienza. E pertanto vorremmo vedere nel nostro paese, riguainio agli obiettori di coscienza .la legislazione
da tempo in vigiore in Inghilterra, e tiprodotta negli Stati Uniti, pur accompaignata dalle misure necessarie a stabilire
Come crlistiiano,' la mia unica regola
di condot ta è la Parola di ¡Dio. A me
pòco importa quello che su qpalsiasi argoraenltio, — .anche se di tanta importanza qual’è quello della così detta obbiezione di coscienzà,— possono aver
pensato, detto, o scritto Papi, Cardinali, iRiiformiatorii, Doitcai' in Teologia, Fir
losofi, ecc. Ho, —è vero — d dovere
di stimare tutti costoro più di me Stesso ; ma la norma dellà mia vita mi è tracr
ciala, — lo ripeto ~ soltanto dàllà Parola di Dio e aid essa mi atterrò nell’èsporre le mie idee!
La Itettiura degli’ Evangeli è molto i
sftruitt'iva anche In quanto ci presenta là *
condotta di Giesù e df^li ApottoU a^e
loro relazióhà con •oòloio che ,og^giori<
no, noi chiameremmo i rappreseiiicitlli
dèlie forze armate. Corniiniciàintei dàl^
l’Araldo di Gesù, il fiere battezzàtore.
Persone di ogpi dategoria accorrevano a
lui, attirate dalla sala jnfiaminallà predicazione. AocorsieiO anche dea solldaii.
Se il Battezzatore avesse avuto la minima 'idea della obbiezikme di posdenza, una magnifica, unica occasiloine gli'
era offerita di esporre le sue idee esortando quei soildìati a cambiare al più pr^
sto 'mestiere, ecc., ecc. Giovamni' si limitò ad «sortarlii : siate contenti del vostro rrtagm soldo : non commettete delle
rapine.
Ammettiamo pure che il Bàttezzatore, benché mandalo da Dìo e tatto pervaso dallo Spirito di Dio abbia potuto
male iinterpretare là volontà di Dio. Con^
aideriamo Colui che tutti noi, — spero
—- riteniàmo il perfetto ed il santo ÌMàer
stro, il veritieio, anzi la incaitnazione
stessa dlelilà Verità. I VàngcM' ci. presentano dèe occalsi'oni in cui Gesù ebbe
a che fare con dei militari. Ascoltò non
scilo con pazienza ma con ammirazione
la ptov'a dello spirito di disciplina datar
gli con commovente ingenuità da un
centurione. iSè Gesù fosse stato il precursore degli, obiettori di coscienza non
si Sarebbe certo làsciata sfuggire la meravigliosa opportunità di'... trasformare
il disciplinato militare 'in un ribelle alfe 'autorità del suo temipo.. Non diversamente Gesù sa comportò verso un ufficiale regio: nion disse una sola parola
che suonasse biiaisimo o 'condanna o dCr
plorazione per il mestiere delle armi eserciMo dalFuifficiàìe : gli guarì il figlio
ammalato e basta.
Forse Gesù non' si opponeva, in mancanza di megl'io, a cbe i Sucm' discepoli
si astenessero dal pagare le tàsse, visto
che buona .parte del danaro ricavato dai'
tributi, audàva. ian>che in quel tempo per
prov vedere i popoli degli armamentt. ne,»
cessari per le guerre. No! Gesù pagò
le tasse e per iboooa di San Pàolo esortò i cristiani a pagarle essi pure.
Questa mancata presa di posizione di'
Gesù e degli Apostoli neii riguardi del
Il Prof. Doti Arnaldo Malan
In secondo luogo, se nel campo dèi
diritto pri'Vato é facile definire l’aggresisore, non così nel diritto internoZ'ionale.
ove è sempre difficilissimo lo stabilire
il provocatore. In ogni guerra l’aggressore, mediato od immediato, è sempre
il nemico ed il nostro paese e la n.ostrai
fazione non fanno che difenderfeii e combattono una guerra giusta, anzi, {.oh sacrilegio !) santa.
L’altro distinto fondato sul VeCr
eh io Testamento, oi appare mólto debole ed inopportuno. Il Cristianesimo ha
■confermato l’Antico Patto, ma ne ha elimiinato gli aspetti ikumanii,, ala Giustizia che ispirava quello ha sostituito là
Carata. A parer nostro, che non è
q.uelJo di un teologo, gli insegnamenti
dell’Antico Testamento vanno sempre
lumeggiati con questa premessa se non
vogliamo Cadere nell’errore di certe
Chiese ufficiali che si arrogano gli oWirir
buti del tempo. Lungi da noi ogni, duar
lismo mianicheo, ma, pur ritenendo in
piena ortodossia, l’ispirazione divina an'che del Vecchio Testamento, crediamo
che la Rivelazione d’un Assolato immutabile sia avvenuta, (e sia ancorain atto ?)
secon.do la capacità ricettiva di una
creatura in evoluzione, evoliuzione che
dovrebbe esse.re un .miigli.or.ameinto e for
se lo è, ma così lento che stentiamo ad
accorgercene.
Secondo la nostra modesta opinione,
l’atteggiamento degli obiettori pure nel
suo estremismo che fa riscóntro a quello di Valdo e di Frances o d’Asinài nel
Lia sera del 3 maggio corr. un improvviso malore
ha spento in pochi minuti a Torino la nobile esistenza
terrena del Prof. Dott Arnaldo Malan. Nessuno aVrebhe potuto prevedere quel colpo, tmto più doloroso in quanto del tutto inaspettato. Il prof. Mahn godeva di una invidiabile salute. Le sue giornede si svolgevano d'intenso ininterrotto lavoro: Visite ed interventi chirurgici all’ambulatorio, nelle cliniche ch’egli dirigeva. al domicilio dei pazienti; rapride e pur profonde
ricerche e letture scientiiic'he, che lo tenevano serrtpre
aggiornato per la cultura e per la professione; preparazione accurata per le lezioni universitarie, per gh' articoli e le memorie da pubblicarsi, profonde e tecnicamente pratiche ad un tempo; corrispondenze numerosissime di carattere professionale, tecnico, culàmde; insomma quella Sua abituale mirabile attività che si svolgeva normalmente, in un atmosfera di calma, di serenità, dì cordiale simpatia. Tale era stata la sua ultima
giornata.
Stava per rientrare per cena nell’affettuoso ambiente famigliare in cui il suo spirito si ricreava. Ed in quel
punto, il colpo duro e subitaneo l'ha fermato. Così
è caduto sulla breccia. Iddio, nel quale credeva, con
una fede semplice e profonda, l’ha chiamato a sé, per
un servizio superiore, nell’iniegrità delle forze spirituali, intellettuali e fisidhe che Egli gli aveva concesso.
Nobile conclusione d'una nobile vita.
Nacque nel 1885,da una famiglia originaria d’Angrogna. Suo padre. Giovarmi Augusto Malan, pastore
Valdese e membro autorevole del Comitato d’Evangelizzazione, dopo un efficace lavoro a Torino ed a Milano. iniziava in quell’anno il suo lungo ministero nella Chiesa Valdese di Nizza, ove lasciò di. sè tracce
incancellabili. In quell’ambiente semplice, serio, improntato a sensi di probità e di solidarietà umana, il
giovane formò l’integrità del suo temperamento, e sviluppò la suo alacre intelligenza. Si laureò in medicina
nel 1906, e subito si consacrò a quella spedalità della
otorinolaringoiatria, che gli doveva dare fama europea,
ed in cui doveva acquistare una competenza ed un’autorità non superata, con le numerose pubblicazioni note
nei più cospicui ambienti scientifici del mondo e ricercate dalle migliori riviste, con l'esercizio professionale,
in cui dimostrò un acume ed un’abilità straordinaria e
per cui fu ricercato in Italia e fuori da ima vastissima
clientela. Dal 1927 insegnava all'Università di Tori
no, circondato da una profonda stima ed ammirazione.
Fu membro delle più importanti accademie scientifiche
europee. Semplice e modesto com’era, interamente
consacrato alla sua missione scientifica e pratica, alieno
da ogni ostentazione, rifiutò numerose cariche onorifiche
di carattere civile e politico, ed a due riprese rifiutò la
nomina a senatore.
Nel prossimo settembre avrebbe dovuto presiedere
a Torino un importante congresso della sua specialità
per le nazioni latine.
Aveva un cuore generoso e largo, sempre pronto all’assistenza in favore dei meno abbienti a cui offriva
con spontaneo disinteresse l’ausilio prezioso della sua
competenza professionale. Chiunque ricorresse a lui,
ricco o povero, nobile o popolano, trovava in lui la stessa simpatia, la stessa inalterabile comprensione e cordialità. Ma particolarmente Vigoroso egli conservò il
legame che lo univa al popolo ed alla Chiesa Valdese,
l’affettuoso attaccamento per le sue Valli e pei suoi
convalligiani, la coscienza profonda del valore della
fede dei padri, ch’egli aveva fatto propria e dimostaio apertmiente con la pratica della vita. TxÉte le istituzioni valdesi perdono in lui un amico fedele e generoso; ed in particolare pensiamo alTOspedale Valdese di Torino di cui fu sempre valido ed autorevole
sostenitore.
Un’espressione caratteristica di cfuesta sua coscienza
fu il profondo amore per la libertà e per le istituzioni
democratiche, per cui non si piegò mai a nessuna lusinga fascista, e per cui, nel periodo dell’oppressione,
seppe svolgere un’attiva, coraggiosa opera di resistenza patriottica. Ma andhe nei momenti più duri nessuno
osò toccarlo, tanto era il rispetto di cui era circondato.
Al servizio funebre, che ebbe luogo il 5 corr. nel
Tempio di Torino, intervenne un’immensa folla di autorità, di colleghi, di studenti, di popolo. Il pastore E.
Eynard con ispirate parole rievocò la sua bella indimenticabile figura di uomo, di cittadino, di profesNonista, di cristiano.
Alla sua memoria esprimiamo la più Viva riconoscenza ed il più doloroso rimpianto di tutta la popolazione Valdese. — Alla vedova ed alla famiglia così
duramente provate vada l’espressione della nostra solidale simpatia.
la obbiezione di coscienza, mi pieocctti^.-:
perebbe molto; non ci capireii più ttulr'
k ddk paioik <fi tXo àe.5. te^pon ià‘
fosse queste parola di Pa.010, il grande
Apòstolo di poi pagani : Qoel che importa, è la ¡nuova ereatara. ìRilfonnare
una parte deM’uomo, educarlo a othare
k guerra e lasciiargli' nel cuore titttt gh'
àltìi demoni edenioaibi con ttagteo verisnto.
da Gesù ( in iMatt. VII : 21) è coiOter
voler costruire up solo muro sullè rovine
di' un grande palàzzo dèmolito dal telr
i^noito o dai bombardamenti. E’ bÉttò
il cuore deU'’uomo che va rinnovato e
que8t’'opera. Iddio solo può compierla e
vuole compierla : ka benedetto il suo no
-'■SJ
A. J.
'Î
' '«mi
me !
A tutti coloro che ih buona fede danr
no tutto sé stessi con aitiimirevolè spirir
rito di saCrifiiaiO per preparare una umairiità nuova, noi ricordiamo il detto di
un antico Prof eto : Non è tjfui (su questa terra) il luogo del riposo; levatevi e
camminate verso i nuott' Cicli e la nuova Terra dove, —■ finàlmkte ! ■— abiterà la giustizia e dove entreranino soltotito soloTo i cui nomi' sono scritti' nel Lk
bro dèilik. Vite,
Ernesto Buffa
In ginocchio
Recentemente i giornali hanno recato la notizia della morte dei sig.
JOHN OARROU
nella lontana cittadina di VALDESE
nel Nord Cctro&ina.
EglS era uno ¡dèi ppchi superstiti
fondatori di queSa fiorente etìfemita
valdese, i quaM 'lasciarono, molti an- *
ni or sono, le natie Vaili Valdesi per
recarsi al costruire un niwpo viMaggiof-^^
oltre l’Oceano: e la sua tenacia e *1!
suo spirito d’iniziativa concorsero potentemerlte (Mo sviluppo di quella, v
colonikt valdese, oggi epsì. prospera, s i
Ricordo (M over passato diverse ore nella, sua acoo^Henté casa, durante
una visita a Valdese, intento ctd interrogare il caro fratèllo e ad ascoltare §e sue reminiscenze.
Egli mi racconìma con il suo stile conciso di vero ” PraUn ” la par- o.tenza dofile VcUli, il viaggio lungo e
penoso attraverso l’Oceano. Mi raccontava i dettagli dlel loro insedikir
mento sul territcsrio per loro acquistato nel Nord Carolina. Il treno sul
quale magavano si era fermato in
mezzo alla foresta: poi il treno si era mosso, salutandoti con uìt lungo fischio... ed essi erano rimasti soli e
come sperduti in quella grande foresta disabitata.
Non jìotevai parlare dèi primi giorni e dei primi anni di quèlfikt nuova
vita senza che gli occhi si riempissero S lacrimie. Per prima cosa avevun
dovuto abbattere degli alberi per costruirsi delle cadette di legno: poi,
mentre una parte degli uomini lavorava a sgombrare il terreiio per farsi
dei campi, gli altri andavano in cerca di cibo o si recavano nei lontani
villaggi in cerca di lavoro per guadagnare quedehe soldo. Fu così che i
fratelli Garrou, eppoi altri^ divennero aMU Operai in una fabbrica Idi
calze e, successivamente, misero su
per conto proprio, lai pìccola fabbrica di calze, che, sviluppandosi^ doveva dare lavoro e prosperità a molti
dei col'oiii valdesi.
Fra i ricordi di quei primi tempi
narratimi da John Garrou, non posso dimenticare éiò che mi dissfe delt’angosda che gli stringeva iH cuore
nel periodlif ^niXale quando essi fà
nutrivano dii scile patate doici scavate nel bosco, e guardavano aiPavvenire oscuro, domandandosi se avrebbero potuto resistere.
a Quante volte, mi disse egZÌ, non,
poteïidlo dormire, la notte, io mi alizavo dal ■mia giaciglio, © ingitìiocchiato accanto ad esso, sul pavimento dtì
terra battuta della capanna, io grir
davo al Signore che avesse pietà dì
noi e non ci abbandbnasse... Il Signore ha risposto alle nostre preghiere e ci ha benedétti »,
Valeva Ha pena di varcare l’Oceano
solo per fare quella espprienea benedetta che ha àluminato il nostro frur
fello durante tutta la sua vita terrer
na, e lo ìBumina epstantemetitè ancora, oltre la tomba, là dove le prom^
se dèi Signore hanno il loro pienaf
adempimento.
PAOLO BÓSIO
fe.
4
'^^7.mm
L;ECC DELLÎ VAÚá-tALDÉSI
i' ’■ '-.O
Abbastaeiza bon niusciiiteL la Festa <Ü
I.ÜMI*.** . »wutavu»wi. u<a il csua CD
Canto delle CoeaiE dletUa Val S. Martino. donjenica 9 inaigigio nel teiuMo di
Sm Gennano gieinito dS^copaJislii.e pub*
bilico, yii partecipmo le Cotoli dì To>,MiK> (dir. ;Euig. Troni) Poinaietto,(dir.
M* iBazzeWa), Flmetolo (siia., Balmas),
Pif3io6itiino {siig.Bna O. fliev-d qìi sosbitur
zjone disila Oireittnce sig.ra Oelia Bert)
S. Gesmano (dir, past. G. Beitm).
Larghe le lappresenitainze di altre Corali
valdesi e segnat ámente quelle di Torre
Pellice e Lusema S. Govanni, nonché
comiiBive^ di visitatori provemiienti dalle
parrocchie della vallata. lAissente solo
PramoHo che oi auguriamo di vedere
l’anno pirosisiino.
Govaru, giovan/i, e giovani dappertutto : una vera consoOazaone per l’aivvenire della Chiesa !
Con oj^xMtune parole di benvenuto e
di augurio apre il Convino d pastore
OMtan; segue d past. Aime Plresidente
della Commiissiohe del Canto Sacro con
una impressila mediitazione sottolieando la necessità di Cantioii nuovi' da offrire a Dio; canti ^oia, ¿ fede e con^
sacrazione ; canti di servizio aJllELtemo
^ dopo giorno ci of
fre inmite possibilità di redenzione.
Indi le Coralli si avvicendano: Torip
m esegue abbastanza bene Qio^ de
'^®cent): Pomaretto — una
mUa) solida Corale — eseguisce in mor
do wmW'^ovqlie m Coro di Pasqua, del
Bink ; Plmerolo ài esibisce cori Pensieri'
della sera (iNaegieli) —< ha fatto bene
ma ci aspettavamo di più ; Praiosilino dà
una buona esecuzione con Pasqua (del
Gìuck) ; ed infine chiude bene la corale
di S, Germano con il JV^agnifioat del
Grtinzeler,
Negli int^alK, fra un Coro e Paillro,
ecco potenllit c ben fusa, i Cori d’assieme sotto ila direzi'One dd M .o F. RSvoir ;
le varie eseonziooa diroostiano il notevole gradb di diligenza ed il senso azr
ttóco ideMè cinque Corali alle quali va
tributato un vivo elogio.
Fra la prima e la seconda parte del
r^o repertorio, di past. U. Bert rivolge
alla massa .dei Coralisti ed al pdbblico
(rirca 600 persone) ima alloouzikine briosa ed augiiraite. Elevato die Ib Feste
di Caldo fanno ormai parte integiralte della vita d^e rmstre Comfunità, dice una
pa«^ di ammirazione per i Direttori
delle Corali che ri sobbarcano a n'on indifferenti sacrifici per la cultura del oanr
to; ed una parola di incoraggiamento e
plauso esprime aie Corali, thè divide
in due categorie : iq^lle piccole, mode^e, delle Chiese <Ì montagna che debbio superare difficoltà enormi, specie
nella ^tiva stagione per ritrov'arsi e ptcpa^ri; ■e le Cenali dei centri maggiiori
o delle cittadine. Coralli ìqueste con larr
^e pow^ità di riuscita. lA tutti il past.
raccomanda di amare ancora di più
e coltivare me^io la cultura murioale
oppercwsuggensce lo studio ideila vita,
dei motivi e temi' di- ispirazione di ciascun autore del quale una Corale ri occupa.
i^e se è vero che la iRiforma ha avuto il gran mento di aver ridato la Bibbia
^ popolo, ha altresì qU'cllo idii essersi afl^eraiata e propagata in virtù del TJainiir.
nostre Chiese debbono essere Comudi cred’etnifci die caiiiitiaino con lamoire,
feda, consacrazione. «La ou l'on chante prends fa place aoec joie, les méchanis ne <ihantent posi ».
Una festa ben riuscita per k quale Cr
i^primiiamo lode a tutta la CcHtimissione
<tol Cmto Sacro, ed in paiticolar modo
al suo Presidente past. Aime. Cèrto non
SI può pretendere da tutte le Corali lo
stesso rendimento ; ma è in^portante il
tatto che abbiamo potuto rikwe anche
in questo Convegno l'impegno, la diligmza ^ un vivo amore per il canto da
parte di ogni Corale, e l’dnieresse che
oias^ ha messo (qui come alle Festa
di Canto deia Val Pellice) per il bel
lavoro d^d IM-q 'Wvoir con Unno dtel
*^terMo; ed i cantii di insieme ci
hi^ off^ «Wle grandS pos
sibilità d^e Corali Valdasi strummtì
r^«kWi pw ri risveglio « l’edificai
zaone delle lanime.
(klorosa l’ospitalità della Chiesa di.
^ Germano, la <paJe in ultimo volle of5<®'^enirtii uni buon te ; al past
G. TOTtin ed alla sua Corale un vivo
grazie !
Critli^e ? Il aronista... non ri sente di
fame 'Ma una raccomandazione non ci
stancamo di ripetere : cantino con slanr
CIO le nostre Corali, e che ri canri. con
intelligenza e con tutta l’anima tarrto
quanto che con tutta k forza delle nostre
VX>01.
Aedo.
testimomainza cristiana non occorre,
iM, straidarsr da questotpoveto e glorioso mondo, e ladottarifr.iir dogma della
dttsadoma stamberga ; ma''bocoiire pruttorto domandare a Dio che ci preservi
dal male,
i/f '
'iVl'i creda, con llMttì^'qtidialità ■
G ìo0é^TB?Meille».
stori e deve essere oorredata dai seguenti
documenti:
Optra Bainea^’Valiltst
BOKGIO VERE-® (Savona)
.-ííT(|. .
La Coionia BailneaieWaMese sarà a
perta dai 20 gfuigno ai ^ ’tottembre per
^ ^ - —'T ■ —
puattlro tuma di 'gitomp^at: per bambikiii
bisognosi dii cure marine 6 ai 12 anni
compiuti. iriR''
L© domande per la partecipazione ai
turni va rivotta, entro ii ap maggio esclusivamente ai rispettivi Pastori e Conci.
1) certificato di nascita <i limiti di età so. no i-tderogabdii) ;
2) certificato di avvenuta vaccinazione antivaiolosa e mtMifterica;
3) certificato medico che attesti II bisogno
di cure marine e che garantisca che il
bimbo è immune da malattie contagiose.
Ulteriori informazioni concemnenti i turni, fe ■date, gli indumenti oooorirent'' le
tessere annonarie, possono essere assunte presso i pastori del.la Parrooch'ia.
La Commissione fa appedio alle famiglie,
perché, neffla misura delle 'loro possibiJità,
corLtrìbuisoatao con offerte volontarie alle
spese eievaie della coionia.
P. S. - Non sarà data evasione alle domande, rivolte direttamente alla Commissione.
PERSONALIA
E’ giunto.fra noi ili pastore EmUio Ganz
dalle nostre Colonie Valdesi dell’Uruguay,
per partecipare alle celebrazioni del cente-nano, A Lui ed aJk Signora il nostro cordiale , fraterno saluto.
Red.
SCUOLA LATINA
Per le ¿uole Domenicali
Lexione del 30 Maggio Ì9éSS
Il dubbio di Toma
Lettura S. Giovanni 2Ó: 19-29 Fmpawe 20; 24-29.
A tatti i cari fedeli di
A N G RO G N A
ringraziaudo di tutto l’amore fra/
terno iri ricevuto / Rimaniamo
uniti nell'intercessione reciproca.
Pastore HAROMEIER
e la sua Comunità Svizzera i
A COLLOQUIO
coi nostri Lettori
G. E.
Da Sanremo ci scriüe il doti.
Melile :
« CX>po aver letto quanto le ha scritto ri siig. G. P. a proposito delle due
opere d’arte {non mdto belle, ma molto... linnoque) da Lei pubblicate nel nur
mero di Piasqua dell’Eoo delle Valli,
ho constatato —' una volta di più — ocv
rae Io stesso fatto possa fare mpressioni
divCTgentt ed essere commentato nel più
vario dei modi.
i^ipena visto il... lomigierato numero
di Pasqua, sono stato sul punto di scriverle congraitulandomi con Lei che ha
provveduto quest’anno — come provvedono ic^i anno quasi ttrtli i giornalli protestanSu. del mondo, nelle grandi ricorr
renze diisltiiaín^e — a nifittetre lai ¡niilicvo il
valore spirituale della Crocifissione e
d^l'k Rjiswreztbno Mediante due sc'mplici iillustrazioni liiiyiiche.
Non 1 ho fatto p>ér negligenza e per
pigrizia. Ho fatto male. Come ha fatto
male il sig. G. P. a sariverle nel modo
in cui Le.ha scritto.
Le confesso che leggendo quelik prosa mi è parso di soginare !
A que^ punto siamo ancora in fatto
di irtonsigenza oonfessiionale o d’insensibiJità estetica ?
Il sig. G. P. mette forse nel novero
delle « limmagimi idi ogni specie che, atr
traverso le scucile colpiscono k fantasia
della nostra gioventù », anche gli
cenrissimi foglietti delle nostre Í
Donneali, che hanno purtroppo ri grave difetto di riprodurre, invece di capolavori d’arte, certi sgi^i d’origine aiv
glosassone assolut'amente inadeguati ?
Fara egli torto all’Amico dei Fan
ciulU pw l’ingenua riproduzione dii qua
dn biblici ?
E dicendo che « è necessario che i
nosft^ catecumeni non abbisognino di immagini di nessun tipo, eoe.»
msapproverà egli il dono ai- confermati
di un pio e artistico ricordò come, per
e^m^o, ma delle mirabili iillustrazior
na delle Parabole .di E. Bumond ?
ri^o ; mi par di sognare !
E più ancora mi par di sognare osservanao 'il tono col quale il' sig. G. P.
SI permette di scrivere : « Grlaichrei die
inconvenieró rimili non abbiano a ripetersa » viene legifeato, accennando
al « piano mclinato della condiscendenza con r valori di questo socdlp».
Ma vaa !
11 sig. G. P. è forse il padrone o ri
principale finanziatore del NOSTRO
giornale ?
N'on senza un' fine umorismo, Elia
commenta, sig. iDirettore: «Si poteva
scegliere ma natura morta, un paesaggio
alpino ; ci è Séftibrato quistione di opJtórtuniità ». Ma sicuro ! E Lei é davvero troppo buono quando si dà la pena
di soggiungere ; u comunque, staremb
in guardia per il’avvenire b.
^gua ri mio conriglio ; ri procuri dei
migliori clidiés e tiri dritto, senza preocoupMisii degli intlransigenti e degli insensibili alle intuizioni religiose dell’arte.
Siamo in molti che abbiamo ormai
compreso come — per dare una buona
La persona.
Pochi tratti sono bastati aTevc i^eiista per dipingere questo discopoio dal
oarattlep ombroso, incline al dujoi . al-H ortttca e allo sooraggiaintontD Anzitotto lo ttovaamo asserite alk rimion»
dei disc^wh quando Ges^' apparve lo^
to. Egli non aspettava più alcuna liberazione, e 81 era rinchauso rc'la soli*udiare per abbandonarsi' ai suoi tristi
pensieri, e ri era così privalo di una
grazia immensa.
. ® ™ a<xadte «aloca di privar
ci volontariamente di vere beneiiz'ioni
spirito^ oi teniamo lontani dai
nostri frodili miniti k piperà e che
cerca,no k presenza di Gesù. Che cosa
OI avrà reso la nostra solitudine, comun^ motivata, quando ,là,- nelk casa dòl
ù'igncxre faveva al culto delLadorazÌG
^ e le ararne ri niutrivas}«.deJik Parola
^ Eterno ? Va sono forse dei dubbi,
delle oscumà e delle tristezze che non
M^b^ se fossimo più assidui a quel
culti ^ aantuaimo, ai quaiH, senza dubbio, L^o ha o^i^io delle partícakri
e granda, oenediziiona .
Eppure Toma era di mobilie natura,
girando il Maestro ri era diretto per k
ultima volta a Ge^-liemme, ben sapeiir
do k sorte che rattendeva, era stato
to, 1K^, ad esclamare ; Andiamo anche noi, per morire con lui !
^na parola dtiira o severa. Gli concede, sempliic^ente, la prova da loii pretesa; lo onvilla a mettere k mano nelle
sue piaghe. Quale condiscendenza,
quale esempio di ammirevole tolleranza, qualfe lezione per il cristiani di ogni
tempo ! Ed eg^i soggiunge, riempiendolo di oonfusione ; Non essere incredulo, ma credente !
La reazione di Toma.
« E Toma ^i rispose, e disse ; Signor miio e Dio mio ! ». E’ come una
viva divina luce che ionimantinente gli
^mpenetra l’anima. In un ibaleno tutte
le dichiarazioni di Grósto sulk sua persona, k sua oonniscienza, k sua carità,
k isua diviitats^ sltleiàsa, divengono
chiare, lò afferrano, lo prostrano, vinto
e -beato, ai- piedi dell suo Salvatore ; Signor mio e 'Dio mio !
■»■CCOLA. l»OSTAi
Giovane pramolUno ; abbiamo ricevuto la
sua lettera; ma;, anche se l’articolo può
essere p-ubb/Iicato con uno pseudonimo,
è necessario ohe iil nome deK’autore sia
conosci-uto dail direttore del giornale.
Qaseiffrò
Il suo dubbio.
Maji’enoxe, k colpa di Toma era di
Fetend^, per credè«, delle pmve
mat^li, ad^ittuira di toccare con maQuando j discepoli gli dissero • Abbiamo veduto il Signore! e gli ¿feri,
tono come egli avesse loro mostrato le
sue marna -ed ai costalto trafitti, egli aveva risposto iincredulo; Se io non vedo
nelle sue mora fl segno dei chiodi, e
non VI metto il mio dito, e se non metto
la mia mano nel suo costato, io non
ciredero,
pretesa, in verità, ed' anche
assurda. Se per credere dovessimo vedere e toora«, i’eaperienza e la teatir
momanra degli airi non d servirebbe a
nulla. IJovremmo «utto rifare da capo,
e imparare da noa, in è««!, i campii Noai
P^i^ credere neppure al drive«,
ne alk esistenza ddl’anima, nè alk vita ifutoa. nè a Dio. E Iterante ciedère
^e l AmCTica esiste, per^ non l’abbi veduta. E’ evidente che k maggior parte delle cose che s-qipiamo, le
abbiamo sapute e credute per un atta di
fede.
La promessa di Gesù.
G^ù ha letto nel cuore di Toma, lo
ha vasto levarsi d’un balzo alk pienezza dèli afede. Eid egli ne trae occasione
per una prriclainazione srilenne che è
una grande e luminosa promessa per ogni anima.
« Per-ebe m’hai veduto, tu hai creduto — dito egli a Toma — beajti quelli
toe non han veduto, e hanno credutta».
E' k pressa per ogni cercatore sincero deia verità che Dio gli farà trovare la verità, mediante k fede in Girto. E’ k promessa che coloro che credtoo in Cristo saranno beati ; beati pertoè la fede che a lui ci unisoe d mette
in possesso dei tesori di grazia, di par
to, d’amore, dei tesori di villa che sono
in lui-, e che soli assicurano all’auima
la torà -felicità. _ Signore, aumentad
a tede.
G- Bonnet
Durante- un rastrelilainento tedesco a Rov
rà un -gran numero di case è stato inoen.
diate, e fra queste k casa dii riposo per
Pastoni a Caseigrò. La casa è stata ora
riedificata, ma si trova senza arredamento. Avremmo bisogno di lietti, materassi,
armadi, -tavole, sedie, stoviglie, cucina economica, insom-ma tutto quello che occorre per -una -casa.
Se quafclh© letto-re avesse qualche oggetto da servire allo scopo, krebbe un’opera buona se n© facesse dono, ed è pregato di no-tifiicarJo al Pastore R. Nisbet
Torre Pel-Iioe.
Biblioteca Casa Valdese
1 bibliotecari sarebbero grati al lettore
che ha in lettura il II volume delVEnciclopedia pedagogica, se lo volesse restituire
con cortese sollecitudine.
I bib-lioteoari.
£>ir. Resp. ERMANNO ROSTAN
Arti Grafiche "L’ALPINA,. Torre Pellice
doni ricevuti
Come Gesù gli appare, e lo convince.
Otto giomi (appresso, Gesù apparve
nuovamente ai discepoli nello stesso
luogo; e vi era anche Toma. Gesù lo
apostrofa direttamente. Lo rampognerà
acerbamente ? No. Egli non rivolge
Al Cassiere della Tavola Valdese è giunta comunicazione dei seguenti doni fditti da
membri della Chiesa di New York per le
opere della Chiesa Valdese-.
Chiesa Valdese di New York io mem. del
Pastore Pietro Griglio per Teriigeinda Casa
delle Diaconesse, dollari 100 — Henry
Ghigo in meon. Blèn© Martinat -per la Casa
dcMe Diaconesse, 10 — Louis et Alexaudrine Martinat in mem. di Eiètie Martinat per
la Casa delle Diaconesse, 6 _________ La f-am.
in mem, di Marie Garrou, per l’Ospedal©
di Pomaretto, 100 — Marguerite Geymonat,
in mem. di -Marie Ga-rrou, per l’Ospedial© di
Pomaretto, 5 — Coletta per gl’lst. Vaidesi, 200 — Alcuni Valdesi deM’Utab per
Asiilo San Germano, tO — Alcune amiche
in itom. di Mari© Garrou, 38.
Esprimiamo la nostr.a riconoscenza a
questi Valdesi deg-Ii S. U. i-1 cui; dono è partìcolarmeaite -prezioso in questi tempi alle
istituzioni 'dèlia Chiesa.
La famiglia Revel e tutti j parenti, riconoscenti per le dimostrazioni di affetto
ricevute durante la lunga malattia e in
occasione della dipartenza della loro molto cara
LIDIA REVEL-BENECH
ringraziano tutti coloro che sì unirono a
loro di presenza e con scritti, ed in moda
particolare la sig.na Luisa Malan. il Doti.
Gardiol, il pastore sig. Bertinatti e l vicini
di casa.
Fondo S. Giovanni, 11 maggio 1947.
li annoScuole
Menage docteur u® bebé, village montagnes Queyras cherche bonne vaudoise
parlant français. Adresser au journal.
iimii-usodiii
II dr. DANIELE ROCHAT
visiia a TORRE PELLICE
iulti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. Gardiol Tel. 77
a TORINO gli altri giorni
dalle 14,30 alle 16,30,
presso l'ospedale valdese - via Berihollei 36
JVÌario Junior e
Accumulalori X I T A N O e lampade S R A
per ÀUTO - MOTO - CICLO ecc.
DINEROLO
Via Carlo Alberto, 4 y Telefono 61
Apparecchi Radio M39l|&ClÌll6 e / ÌQIf|Q||t
Astucci - Fanali - Pile I II P 6 f P Ì | 3
Si
Doni ricevuti con gratitudine dalla Di- razione dal 1 Gennaio al 31 marzo 1948.
Signore e Signori :
Giovanni Laetsch L. 1000 — Giacomo .
Beimard 500 — Giovanni Tron (Brancato)
3000 — Alinà Balma 100 — Enrico Artero 5000 Eniilíio Pons (iPerosa Angentìna)
1000 Gino Chambón, 2000 — Ettore
Masse-1 2500, — Lidia Ribet e fam. in m.
di Emma Micol-Ribet lOOO ________ Amedeo
Bartalmio 2000 — Liliana Chi trato 1000 '
Elvira Genre in m. del marito 300 — Ida
Rostan 500 — Mimi Matfiieu in mi. del
pade 500 —' Franca Meynier 1000 ______Elda
Jahier 1500 — Dante Gandioi (Pdnerolo) .
200 Ida Bessone (Pineroilo) 1000 •— Pastore Ermanno Rostan lOOO — Paolina Duchèn© 300 — Ugo Rivairo-Pellegnini <Torino) 1000 — Anita Charrier 600 — Paistte
Filiberto 500 — Proff. Erneisto Tron e Matilde 2000 — Tron Nella 2000,
La Direzione ‘
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