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Anno 112 - N. 5
7 febbraio 1975 - L. 100
Spedizione io abbonamento postale
I Gruppo bis/70
RÎR ; . T=^CA VALDESE
ìn06f> TOARE PEI LICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
il Concordato: una falsa strada
per la testimonianza cristiana
Una libera predicazione di Cristo non si serve del potere - La chiesa non deve chiedere
privilegi ma usare la possibilità del servizio - Solo così è libera e rende liberi gli uomini
concorrenza
Il concordato è una delle strutture portanti di una chiesa che ha come programma quello di « portare Cristo nel mondo ». L’immagine che questo programma fa venire in mente è quella di una processione in cui, tra la folla,
che è insieme chiesa e mondo, una immagine è portata in giro, onorata e riverita. Cosa occorre per una processione? Gente robusta che porti l’immagine;
una ricchezza di mezzi di tradizione e di ------------------------------------------
potere che affascini la gente; un accordo
col potere civile che riconosca la festività
del giorno in cui la processione ha luogo
e le garantisca uno svolgimento senza incidenti che ne lederebbero il prestigio.
Fuori deH’immagine, la chiesa che si
propone di « portare il Cristo nel mondo » è una chiesa che fatalmente si preoccupa in primo luogo delle sue strutture
portanti, di conquistare i posti chiave
della società per mezzo delle proprie organizzazioni; di curare lo spettacolo della propria autorità e unità per mezzo
del proprio sacerdozio gerarchico; di garantirsi — tramite per esempio il sistema
concordatario — i mezzi giuridici, economici, istituzionaU, perché il suo programma possa essere svolto, grazie alla
tutela del potere civile, a partire dal livello di privilegio più alto possibile.
Sappiamo che in questo complesso gioco di potere, lo stato è arrivato a rinunciare, in cambio di un avallo da parte
della chiesa, all’esercizio della sua sovranità su una parte dell’ambito che gli
compete cedendola alla chiesa.
Essere potente
Perché non è accettabile questo programma? Essenzialmente per tre ragioni :
a) perché una chiesa che intende
portare il Cristo nel mondo non può fare a meno del potere che, secondo la parola di Gesù (Me. 10: 42 s.), caratterizza non la chiesa che si dice seguace di
un Signore venuto per servire, ma le nazioni.
b) Perché di conseguenza la chiesa è
portata a porsi sullo stesso piano delle
nazioni, ad essere stato anziché chiesa,
come testimoniano i Patti Lateranensi
stipulati tra due capi di stato.
c) Perché in questa logica è inevitabile che la chiesa privilegi le strutture
portanti del proprio sistema ideologico e
giuridico, e cioè la propria istituzione, riducendosi quindi a portare nel mondo
non il Cristo ma se stessa.
Queste ragioni spiegano il motivo di
fondo della nostra opposizione al concordato: non sono semplicemente ragioni di .ordine morale. Non siamo contro il
còncòrdàto àolb perché è moralmente insostenibile che la chiesa non accetti di es
sere sullo stesso piano degli altri e ricerchi in tutti i modi di assicurarsi dei privilegi ottenendo di sancirli come diritti.
Siamo contro il concordato per delle ragioni di ordine teologico, per il fatto che
il concordato si inserisce coerentemente
in un programma ecclesiastico che per le
ragioni dette è inaccettabile dal punto di
vista evangelico.
Dire tutta la verità
L’alternativa a questo programma ecclesiastico può essere riassunta nella frase « testimoniare di Cristo nel mondo ».
L’immagine che qui viene in reente non
è quella di una processione ma di un processo. Nell’aula in ciii campeggia sul fondo, solenne e beffarda, la scritta « la legge è uguale per tutti », c’è il gudice, c’è
il potere impersonato, oltre che dal giudice stesso, dagli immobili carabinieri
col pennacchio, c’è un imputato, avvocati, uscieri, spettatori, e c’è il testimone
che è chiamato a dire la verità.
Di che cosa ha bisogno un testimone?
Di una buona conoscenza dell’oggetto
della sua testimonianza e di un alto grado di libertà, della possibilità cioè di dire
anche cose che dispiacciano a chi detiene
il potere. Fuori dell’immagine, una chiesa che si propone di « testimoniare di Cristo nel mondo » è una chiesa che si preoccupa in primo luogo del contenuto della
sua testimonianza, il Cristo, e non delle
strutture portanti della propria testimonianza e cioè del potere necessario per
far passare il proprio discorso. E questo
occuparsi in primo luogo del contenuto
della testimonianza non significa solo una
conoscenza intellettuale del messaggio
evangelico, ma soprattutto un essere simili a colui che si intende indicare nella
testimonianza. La chiesa che testimonia
di un Signore venuto non per essere servito ma per servire non può che essere una
chiesa che serve. Per questo non solo
non ha bisogno di dominare e di esercitare un potere per testimoniare ma anzi
può testimoniare veramente solo nella
misura in cui esclude dalla propria mentalità, il doimiiio e il potere e si adojtera
pCTché la sua èsisfenza nella società'civile comporti il minimo grado possibile
di legame col potere costituito.
Annunziare il senso dell’esistenza
Se la chiesa che intende testimoniare
di Chisto nel mondo è una chiesa che
serve, in che cosà consiste questo servizio? Non consiste nell’organizzare la società secondo un capitalismo o un socia
F. GiampiccoU
(continua a pag. 4)
DECRETI DELEGATI
la democrazia cristiana
ritenta il colpo
Le prassime domeniche vedranno i genitori italiani impegnati in votazioni scolastiche : il 9 per le elementari, il 16 per le medie e il 23 per le superiori. Ormai
le liste sono preparate e non resta che dare il proprio voto. In molte zone sono state preparate delle liste unitarie, dopo discussioni più o meno approfondite per la
formulazione del programma. In molte altre, sono invece state presentate due liste.
Una che rifacendosi alla battaglia che '
Commento all'epistola d>
Giacomo
Nuova presa di posizione
del C.E.C. a favore del
Mensajero Vaidense
A 46 anni dal Concordato
tra il Vaticano e lo Stato
fascista
Incontri teologici a S. Fedele Intelvi
Il problema dell'ecumenismo nella diocesi di Pinerolo
P- 2
p. 6
ha "costretto” la democrazia cristiana a
"concedere” i decreti delegati si batte
per una scuola nuòva, ^stita dalla base,
antiautoritaria, antifascista, che valorizzi
le capacità dello scolaro, lo aiuti a crescere libero e responsabile.
L'altra lista invece è fappresèntata dai
genitori i quali sperano si càmbi 'il meno
possibile e ciò che deve essere càmbiato
viene inteso come un «ritorno» su posizioni tradizionali, difese fino- ad oggi
dalla scuola democristiana.
Gli equivoci presenti in queste votazioni imminenti sono diversi: sia in ordine
al modo con cui sono stati propagandati
certi programmi, sia in ordine alle votazioni che potranno dare delle sorprese;
infatti si hanno programnìi simili, pur
essendo presentati da liste opposte, in
base a valutazioni politiche divergenti. Il
solito trucco per ingannare la gente onesta non politicizzata. Non osando sostenere un programma proprio, chiaro, i difensori della scuola così com’è, autoritaria, classista, hanno pensato bene « copiare» i programmi presentati dai genitori
che vogliono una scuola diversa: gratuita.
antifascista, anticlassista, antiautoritaria.
Dietro la parvenza della neutralità, dell’imparzialità, della democraticità, del
non introdurre la politica nella scuola,
usando buona parte ■ degli. stessi programmi delle liste di genitori che vogliono mutare la scuola italiana, la democrazia cristiana ed i, suoi alleati politici tentano la loro ultima carta per impedire
mutamenti nella scuola italiana. Raggirando i genitóri non informati, 'cercando
di mantenere il potere nella scuòla perché
cambi solo ciò che può, avere un riporto
di potere, la DC gioca 'in queste prossime
elezioni, la sua carta decisiva tanto più
importante dopo la netta sconfitta del Referendum sul divorzio.
È bene che si denimci ajjertamente
questa manovra di mimetizzazione, che
fa vedere rosso ciò che è riero, che ti
S'còmunica la politica che non si è fino ad
oggi potuto attuare, con l’àiuto di concordati vari, per santificare e sacralizzare
la politica democristiana (questa si, è stata attuata!).
E. Genre
sleale?
(MARCO 9: 38-41)
Uno sconosciuto caccia i demoni
nel nome di Gesù senza essere stato
autorizzato, senza averne avuto vocazione. I discepoli sono agitati e
vogliono che questo abuso cessi immediatamente. Gesù non è dello
stesso avviso: chi non è contro di
noi è per noi.
La storia della chiesa è piena di
tali pretese da parte dei discepoli,
perché cessi la predicazione di chi
non è a ciò autorizzato. I valdesi
medievali non sono forse stati scomunicati prima e perseguitati poi
proprio per questa ragione?
Oggi il problema sembra essersi
di molto attenuato per quel che riguarda la chiesa, ma è improvvisamente emerso per quel che concerne persone o gruppi che alla chiesa
sono del tutto estranei, gruppi che
cercano di liberare l’uomo dai suoi
demoni (e qualche volta vi riescono
assai meglio della chiesa), pur non
avendo alcun contatto con la chiesa.
Paolo Ricca scriveva recentemente che il tribunale Russel 2° ha fatto
quello che la chiesa avrebbe dovuto
fare e dovrebbe continuare a fare:
ha smascherato i potenti e la loro
ingiustizia perché gli oppressi fossero liberati. Non è questo che avviene nella nostra predicazione domenicale, non è questo che avviene
quando ascoltiamo l’annunzio che i
nostri peccati sono perdonati?
E allora, perché tutto va bene se
avviene nel raccoglimento di un ternpio e non va più bene se avviene in
altra sede? È la forma o la sostanza
che ha più importanza? Gesù non ha
paura della concorrenza: per lui la
vita di un uomo è più importante di
ogni altra considerazione.
Il fatto che oggi ancora persone
che non hanno ricevuto una vocazione secondo la consuetudine, che
non hanno ricevuto una consacrazione dalla chiesa operino in quel senso é un segno che Gesù Cristo è il
Signore del mondo.
Con questo non intendo affatto
sminuire l’importanza delle precauzioni che la chiesa prende nel suo
interpò perché l’ànnunzio evangelico venga portato avanti con serietà,
non intendo- proclamare l’anarchia.
Vórrét solo esprimere l’augurio che
ánchela chièsa si preoccupasse più
della vita dell'uomo che non delle
forme, più della sostanza che delle
regole.
L’augurio è che tutti i demoni che
oggi opprimono l’uomo vengano resi impotenti e cacciati, sia dentro la
chiesa, sia iuori della chiesa. L’augurio è che il NO di Dio possa risuonare contro ogni ingiustizia e che la
chiesa ìmpari a dire il suo modesto
sì là dove si fa qualcosa per la giustizia.
Bruno Bellion
2
a.,
a , ■
a colloquio
con / lettori
Con il n. scorso si è conclusa l’operazione di propaganda e di lancio, iniziata
col nuòvo anno, presso molte comunità
metodiste e valdesi. I risultati possono
dirsi nel complesso buoni, anche se non
folgoranti. Il numero dei nuovi abbonati
è di alcune decine di fratelli ed il loro
numero continua a progredire con regolarità; si tratta per tutti di fare opera di
perseverante convincimento presso amici
e fratelli di chiesa perché si avvalgano di
questo strumento di contatto e di formazione, modesto, ma quanto mai necessario in una situazione di diaspora come la
nostra in Italia.
Una parola vorremmo dire oggi non ai
lettori, o non ad essi in primo luogo,
quanto ai collaboratori del giornale, i vecchi, perseveranti, affezionati collaboratori e quelli occasionali. Anzitutto ci scusiamo con voi se non pubblichiamo i vostri manoscritti integralmente: cercando
di non tradire il pensiero dobbiamo purtroppo contenerli nei limiti del nostro
modesto spazio, esercizio doloroso e faticoso ma necessario. In secondo luogo vi
chiediamo insistentemente di comunicare alla redazione ogni notizia sia pur breve, comunicato, avvenimento, pubblicazione suscettibile di arricchire la nostra
pagina. Il giornale non lo facciamo noi
del comitato ma voi che lo seguite. Risulterà tanto più interessante quanto più
sarà ricco e vario e la cosa risulta tanto
più importante considerando l’esiguità
del nostro tempo e delle nostre forze.
Lettere
Ringraziamo il fratello Mario Desana di
Torino per la sua lettera che, pensiamo,
troverà conferma in questo nella pagina
di questo numero consacrata al Concordato, la sorella Sandra Giordina di Noto
per le sue parole di solidarietà: vorremmo dirle che la sua promessa di pregare
per noi non è l’ultima cosa che possa fare ma la prima, l’essenziale. La sorella
Enrichetta Clot di Villasecca ci ha espresso il suo profondo dolore per il caso, ricordato sul giornale (n. 51), della domestica evangelica sepolta cattolicamente
dai suoi datori di lavoro (“padroni” in
senso proprio!). « Chi ha osato assumersi una responsabilità simile dovrà renderne conto davanti a Dio », scrive e conclude: « Quanto siamo ancora lontani nel
realizzare il comandamepto d’amore del
Signore di amarci tutti come fratelli ».
Una abbonata di Torino chiede una precisazione sul trafiletto del n. 3 dedicato
alla vertenza Giitermann; abbiamo comunicato il suo scritto a S. R., autore del
pezzo e pubblicheremo domanda e risposta a suo tempo.
Il fratello Ugo Tomassone ci invia invece una serie di osservazioni circostanziate sulla traduzione della lettera di Giacomo di cui abbiamo dato alcuni estratti
nel n. I. Precisando che né il commento
del prof. Corsani è condotto su quella traduzione né l’abbiano adottata come
assoluta, la sua lettera ci invoglia a pubblicarla, perché tutti i lettori possano averla sott’occhio. Al termine del commento
riprenderemo le osservazioni pertinenti
che ci invia, e quelle che fossero giunte
nel frattempo, per riesaminare tutto il
problema della nuova traduzione.
libri - recensioni
* LA SCUOLA DOMENICALE anno 81, gennaio '75.
Al sommario: E. Ricco, i decreti delegati: un'ulteriore valutazione; D. Tommasetto, Atti fra Storia e teologia; il bambino 1975; chi è come impara di R. Eynard; la dislessia di Rita Gay; lezioni preparatorie sul programma della Scuola
Domenicale in corso (da marzo a giugno); biblioteca e recensioni.
’t' DIAKONIA, la rivista iniziata ad Agape 13 anni fa per presentare i problemi della testimonianza,
o come dice 11 sottotitolo'illustrativo, « il servizio
dei credenti nel mondo », ha subito una ulteriore
trasformazione passando alle dirètte dipendenze
del Servizio di Azione Sociale della Federazione
di cui diventa organo ed espressione. Nel n. di
novembre, uscito recentemente, che corrisponde al
2-3 del 1974, viene offerto un documento interessante sul Convitto valdeso di Pomarotto redatto da
due educatori come loro relazione finale di tirocinio.
Utile strumento per completare la discussione in
corso nelle comunità valdesi sul tema dell'assistenza ai minori.
GIOVENTÙ' EVANGELICA, anno 35, febbraio
1975. Al sommario: S. Rlbet, cristiani per il socialismo, dentro e oltre la questione cattolica; sul
rapporto evangelo e marxismo scrivono S. Restagno e F. Spanu; sulla lettura biblica G. Sciclone e
B. Roftagno illustrano due documenti della FGEI
In proposito; il problema della scuola è oggetto
dei contributi di G. Bleynat, N. Regoli, G. Cavazzani e ,A. Rollier.
Dalla sig.ra Hedí Vaccaro riceviamo
questa precisazione: ‘
Ho visto con ritardo il numero di dicembre
nel quale è stato pubblicato il nostro materiale
sui pentecostali, vorrei fare qualche correzione:
1) Nella conferenza del prof. Hollenweger
è stata dimenticata una riga (parole in corsivo)
4” colonna; 25“ riga: ...uù film ohe mostra la
passione e la risurrezione di Cristo attraverso le
sofferenze di un clown...
2) Nella relazione « I pentecostali e le ingiustizie nel mondo oggi p. 2 1* colonna 18“ riga leggere... parola delle persecuzioni ohe soffrono molti cristiani in America Latina, della tortura nel Brasile; nell’Uruguay, dello Spirito Santo che dice « Non temete io sono con voi e che
dà una grande forza per un’opposizione che può
e deve essere guidata da Lui ».
3) Forse per ragioni di spazio è stato abbrevviato l’intervento del pastore Howells che
vorrei riprendere. Dopo aver detto di essere
preoccupato in cuor suo domandondosi perché in
questi ultimi 10-15 anni ci sia stata questa particolare effusione dello Spirito Santo egli ha detto: K Penso che Dio abbia dato questo alle chiese in questo periodo con uno scopo particolare ».
Si domanda quale sia e dice di aver sperato che
il nostro dibattito avrebbe potuto contribuire a
risolvere questo problema.
Io credo che il Signore abbia dato questo segno ai credenti per donare loro nuove forze nella lotta contro le ingiustizie, le guerre, le torture,
credo che le forze spirituali siano chiamaie a
irrompere nella lotta politica e sociale cpme lo
vide già Leonhard Ragaz decine di anni fa.
Hedí Vaccaro
COMMENTO ALL’EPISTOLA DI GIACOMO 2
poveri e ricchi
nella comunità cristiana
^Fratelli, voi che avete la fede in Gesù Cristo, nostro Signore glorioso, dovete comportarvi allo stesso modo con tutti, senza ingiuste preferenze. ^Facciamo un esempio: un uomo ricco viene ad una delle nostre riunioni, con anelli
d’oro ed abiti di lusso; e alla stessa riunione viene anche uno che è povero e
vestito male.
’ Voi vi mostrate pieni di premure per quello che è vestito bene e dite: « Siediti qui, al posto d’onore». Al povero, invece, dite: «Tu rimani in piedi, oppure siedi in terra, qui accanto al mio sgabello ». * Se vi comportate così, non è
forse chiaro che fate delle differenze tra di voi e che ormai giudicate con criteri malvagi?
^ Ascoltate, fratelli carissimi; Dio ha scelto quelli che agli occhi del mondo
sono poveri per farli diventare ricchi nella fede e dar loro quel Regno che egli ha
promesso agli uomini che lo amano. ® Voi, invece avete disprezzato i poveri! Eppure, non sono forse -i ricchi quelli che vi trattano con prepotenza e vi trascinano davanti ai tribunali? ’’ Non sono loro, i ricchi, quelli che bestemmiano il bel
nome di Cristo che Dio ha dato a tutti voi?
* Una cosa è certa: se voi rispettate la legge del Regno di Dio così come la
presenta la Bibbia, « Ama il tuo prossimo come te stesso », voi agite bene. ® Se
invece fate della preferenze tra le varie persone, voi commettete peccato e la legge di Dio vi condanna, perché avete disobbedito.
società
di studi
valdesi
È in coso di stampa l’opuscolo edito
dalla Società in occasione del 17 Febbraio ; il fascicolo, a cura del -prof. E. Baimas, è consacrato quest’anno al vallone
di Pramollo.
In poche pagine, dense di dati e documenti, viene presentata la storia di questa zona delle Valli in un linguaggio semplice ed immediato. L’opuscolo è in vendita al prezzo di L. 400. Rivolgersi alla
Società o alle librerie evangeliche.
RAI-TV
Il n. della rubrica Protestantesimo in
onda giovedì 30 illustra, con un filmato
realizzato a Pinerolo, l’attività delle scuole domenicali con una mattinata consacrata alla riflessione sulla lebbra.
Il secondo brano dell’epistola di Giacomo ha una struttura chiaramente didattica. I lettori sono subito afferrati e
messi davanti a un’esortazione precisa:
non possono credere nel glorioso signore Gesù Cristo e poi avere verso le persone un modo di fare differente, sepondo se sono ricche o povere! Dovete comportarvi allo stesso modo con tutti, senza ingiuste preferenze. La nuova traduzione mette in evidenza la concretezza
dell’esortazione biblica. Il testo ha appunto in vista la condotta concreta, non
gli aspetti dottrinali della fede: la prova
è data dall’esempio portato nei vv. 2-4.
La vivacità dello stile è tipica della filosofìa popolare (diatriba); anche Paolo
adopera spesso le personificazioni, i dialoghi: basta guardare i capp. 2, 6 e 10
di Romani! Qui la lettera dì Giacomo
accoppia alla vivacità il rigore di una critica graffiante, e la descrizione del pastore o del diacono ossequioso con i ricchi
e disinvolto con i poveri a tutta prima
fa ridere ma poi fa sentire l’amaro in
bocca. La resa di questi vv. è efficace sia
nella Riv. che nella nuova traduzione,
che si limita a svecchiare alcune espressioni, come raunanza (incidentalmente: il
greco dice «sinagoga»). Su un punto pe
Dl AKONIA
una rivista alla ricerca
dei suo pubblico
Il servizio di Azione Sociale della Federazione Evangelica Italiana, assume dal 1975 la gestione e la redazione
della rivista DIAKONIA
Cosa conterrà la rivista
DIAKONIA si offre come strumento di
riflessione, dibattito, informazione e aggiornamento sui problemi relativi al servizio diaconale dei credenti e delle Chiese, di studio e analisi critica dell'evoluzione legislativa dei programmi assistenziali nel nostro paese, mantenendo un
costante riferimento alla Parola del Signore, da cui nasce il nostro impegno di
servizio.
A chi si rivolge la rivista
DIAKONIA, pur trattando in particolare i problemi di carattere diaconale, intende mantenere il dialogo con tutti i
membri delle nostre comunità evangeliche italiane che devono sentirsi coinvolte nella comune vocazione al servizio. In
particolare DIAKONIA sarà lo strumento di informazione, formazione e collegamento tra tutti, coloro che nei nostri
Istituti e fuori di essi operano nel campo diaconale, assistenziale e sociale.
I numeri del 1975
DIAKONIA-pubblicherà quattro quaderni all'anno. Il piano per il 1975 è il seguente :
1 ) Documentazione richiesta dal Sinodo Valdese sul problema dei minori
in vista del dibattito nelle Comunità e
nel Sinodo stesso. La redazione ha accolto volentieri la pubblicazione di questo materiale di estremo interesse per
tutte le Comunità Evangeliche.
2) Materiale preparatorio in vista
del Convegno di aprile sui problemi del
l'assistenza delle Chiese Evangeliche nel
contesto italiano. Vi saranno relazioni
sulla situazione di istituti evangelici italiani non compresi nel I fascicolo e i più
significativi progetti^ di legge parlamentare di riforma dell'assistenza.
3) Risultati e mozioni del Convegno, nonché articoli di interesse generale a carattere informativo, di collegamento ecc.
4) Documentazione su eventuali
problemi che nel frattempo dovessero
sorgere nel settore diaconale e ripresa
della discussione generale secondo le
linee programmatiche su esposte.
Invitiamo tutti, personale e membri
del Comitato dei nostri Istituti, membri
dei Concistori e Consigli di Chiesa, gruopi giovanili e femminili, membri delle
Comunità ad abbonarsi a DIAKONIA per
portare avanti la riflessione comune su
uno dei temi più vivi nella vita delle
Comunità, in un momento particolarmente delicato nel confronto con la situazione che il nostro paese attraversa
nel settore assistenziale.
Quale via scegliere? Surroga, stimolo,
autonomia, promozione, cogestione, collaborazione, comoetizione? Quale spazio ci concederanno le legislazioni future? Quali saranno le nostre scelte, quali
oli orientamenti che le Chiese assumeranno? Quale la vocazione che il Signore
ci indica?
DIAKONIA: abbonamento L. 2.000 annue da versarsi sul c.c.p.'2/20554 intestato a Agape, 10060 Frali (To)
A. Taccia
rò traduce meglio della Riv. il testo originale, dove parla alla fine del v. 5 delle differenze tra di voi (anziché « nella
vostra mente»). Porse sarebbe ancora
meglio dire: avete delle divisioni tra voi.
Martin Dibelius ci ha resi attenti a
non pensare che le comunità conosciute
da Giacomo si comportassero a quel modo: Giac. 2: 3-4 non fa riferimento a
fatti accaduti nella comunità (come p. es.
I Cor. cc. 5 e 6). Sono esempi di « riguardi personali » che non si devono verificare nella chiesa (anche il comportamento del fariseo della parabola di Luca 18
è un esempio negativo raccontato da Gesù nel modo più « caricato » possibile per
mettere in luce gli aspetti paradossali
della pietà farisaica).
All’esempio negativo seguono, nei vv.
5-9, tre motivazioni dell’ordine dato nel
V. 1. La prima è teologica: Dio, nella sua
sovrana grazia e libertà, ha scelto i poveri (cfr. Le. 6:20; I Cor. 1: 16-29). Quelli che erano ultimi, li ha fatti diventare
primi. La seconda motivazione per non
essere più riguardosi coi ricchi che coi
poveri è che i primi, occupando posizioni di potere, spesso opprimono i cristiani che sono quasi sempre poveri e indifesi e li fanno perseguitare dai tribunali,
e così contristano — nella persona di
questi suoi minimi fratelli — Cristo stesso ( molto opportunamente la nuova traduzione rende chiaro che il « bel nome »
dato ai credenti o pronunziato su di loro
al momento del battesimo è quello di
Cristo : perciò sono Cristiani, cfr. Atti
11: 26).
Il terzo motivo per l’ordine del v. 1 di
non fare ingiuste preferenze, è un motivo biblico. La Legge dice «Ama il tuo
prossimo come te stesso ». Chi trasgredisce questo comandamento — fosse anche questo soltanto — diventa trasgressore di tutta la Legge : non possiamo
considerare la nostra condotta rispetto
ai singoli comandamenti isolatamente,
perché essi formano un tutto inseparabile. Perciò alla fine del v. Il dobbiamo
immaginare questa conclusione sottintesa: anche voi fate così, (cioè andate contro tutta la legge di Dio) quando osservate gli altri comandamenti ma con la
vostra condotta discriminatoria, col vostro disprezzo dei poveri, trasgredite il
comandamento dell’amore del prossimo.
La conclusione (vv. 12-13) mostra ancora una volta la concretezza della nuova traduzione ; al posto dei termini
astratti e impersonali della Riv. « il giudizio è senza misericordia » e : « la misericordia trionfa del giudizio» vediamo
apparire concretamente Dio e l’uomo:
Dio sarà senza misericordia quando giudicherà... Chi invece è stato misericorso... : la Bibbia ci parla sempre di Dio e
dell’uomo, più che di concetti astratti.
B. Corsani
segnalazioni
♦ A. VON SPEYR, Esperianxe di pr^ghìtra. Strumenti per un lavoro teologico num. 19, Jaca
Book, 1974.
+ J. CHRYSOSTOMUS, OS8, La atoria dalla Chiesa
russa nei primi anni della rìveluKiene, Archivi
per la Russia e per l'Europa Orientale n. 7, Jaca Book, 1974.
Questo ampio saggio di oltre 350 pagine getta
una luce chiarificatrice sulle vicende della chiesa
russa e del patriarcato moscovita durante gli anni
drammatici del 1917-1925.
+ Liturgia delle chiese evangeliche di lingua italiana, Chiesa evangelica riformata del canton Gri
gionl.
Una commissione di pastori del cantone ha apprestato questo ricco volume utilizzando materiale
preesìstente delle chiese riformate svizzere ed Italiane. Sono qui raccolte le liturgie delle domeniche del mese, dell'anno ecclesiastico e dì diverse ricorrenze nonché quelle di confermazione, battesimo, matrimonio e servìzio funebre.
3
AMERICA LATINA
il continente dalle vene aperte
L’incontro con le comunità valdesi d’Uruguay - Tradizione e libertà evangelica - Pastori
senza toga e culti con chitarra - Essere radicati nella realtà
Per un « valdese delle Valli », inutile nasconderlo, questo incontro costituisce
un’emozione profonda. Mediocre sciovinismo d’una sottocultura al tramonto?
Può darsi. Ma i giorni passano e l’emozione non diminuisce, anzi contagia anche chi, di noi due, di « valligiano » ha
ben poco. Partecipiamo al culto a Vaidense, a San Pedro, a riunioni quartierali a La Paz, a Rincon del Rey, poi anche
a Montevideo.
Tradizionalisti senza toga
E intanto notiamo una cosa: in questa
chiesa che qualcuno considera tanto tradizionalista, i pastori predicano normalmente senza toga (invano ne pretendo
una, per rivestire un po’ il miserabile castigliano con cui massacrerò il testo di
una predica pazientemente tradotta da un
amico: i trentadue anziani di Vaidense
fanno orecchio da mercante); il culto è
più snello, più sciolto che da noi. A San
Pedro, comunità di campagna, i giovani
cantano, accompagnandosi alla chitarra,
un paio di inni modernissimi ed efficaci,
e gli adulti si sforzano di seguire il canto
con l’aiuto di fogli ciclostilati: il vicemoderatore della Mesa assiste senza batter
ciglio (oppure ammicca un po’?) a questa novità liturgica che da noi provocherebbe perlomeno una convocazione straordinaria del consiglio di chiesa.
Visitiamo Vaidense: vicino al Rio de la
Piata (quello delle « Brezze », suppongo),
vi è il vasto centro d’incontri estivi che
risponde al nome di « Parco XVII Febbraio ». Più in là, un modernissimo centro di ricupero per ragazzi ritardati: edifici semplici, ariosi, disegnati da un ottimo architetto, armonicamente disseminati nella stupenda campagna uruguaya
na. « Chi paga? » chiedo. « La chiesa », mi
risponde il pastore Delmonte, che da due
giorni ci sta spiegando pazientemente,
appassionatamente questa realtà valdese
sudamericana. È a lui che siamo debitori
d’uno visione d’insieme della chiesa oltre
che di un’ospitalità limpida e fraterna.
Dunque: « Paga la chiesa »: ma noi sappiamo che qui il trattamento pastorale
è circa la metà di quello italiano.
Altri istituti, invece, sono stati passati
allo stato. La chiesa ne apre alcuni di
nuovi: a Colonia c’è un Convitto-orfanotrofio in comune con la chiesa metodista.
A Rosario c’è il « Pastoreo », un tentativo di intervento a favore di un quartiere
di miserabili che vivono nelle baracche.
A Vaidense, si sente il bisogno di sviluppare ulteriormente la Casa di Riposo (Rogar para ancianos), che ha 110 ospiti ,(di
cui solo una parte valdesi) e ottanta persone sulla « lista d’attesa »; un’opera sociale non superata, si direbbe.
Uomini d’Uruguay
Qui incontriamo il pastore Juan Tron,
e la sua sposa sofferente: rievochiamo
insieme le battaglie del passato, le tempeste del presente. Ma cos’è la commozione che ci prende alla gola di fronte a
quest’uomo forte e austero, che ha lasciato le sue montagne per predicare ih
queste terre piatte e fiorenti, e ha finito
per amarle in modo appassionato? Che
cos’è che ci lega a quest’uomo, da cui
pure ci dividerebbero mille opinioni sulla chiesa e sul mondo? Possibile che sia
solo il « senso della tribù », la tradizione
culturale, il ricordo del Ghinivert e della
Giana velia? Abbiam visto cose altrettanto interessanti in questa e altre parti del
mondo: abbiamo incontrato uomini al
IL CASO MENSAJERO VALÚENSE
nuove prese di posizione
Il CEC ribadisce la sua protesta - Anche I’« Espresso » si
è interessato alla situazione dei Valdesi in Sud America
Ginevra (soepi) - Il Consiglio Ecumeni- Il settimanale L’Espresso del 26 genco delle Chiese ha nuovamente prote-naio 1975 ha pubblicato nelle rubriche di
stato contro il decreto del governo uru-politica internazionale un articolo dal tiguaiano che ha vietato la pubblicazionetolo lievemente scandalistico: « Spezzedel Mensajero Valdese (cfr. i numeri pre-remo le reni ai Valdesi »; il sottotitolo,
cedenti dell’Eco/Luce). più pacato, illustra invece chiàramente il
In una lettera inviata all’ambasciatore problema: Bordaberry ha lanciato l’anauruguaiano a Berna, e indirizzata al pre-tema contro i cittadini di religione
sidente J.M. Bordaberry, il C.E.C. prote-valdese (e di origine italiana).
sta vigorosamente contro le «dichiara- Prpcrinrlpndr) dalla « rplifflonp valde
zioni inesatte e false», contenute nel de- ^^rescindendo _ dalla < religione valde
creto del 6 dicembre scorso, qualificando-!®*’ 1 impostazione dell articolo e corretlo come «una violazione del diritto m e coghe forse un aspetto del problema
libertà religiosa». La soppressione dellastato sufficientémente sottolipubblicazione, fondata su falsità e calun-'^®^“ nei precedenti numeri del nostro
nie, rappresenta, dice la lettera del C.E.C.,®®^H™^”® ®" spirituale della vi
un atto offensivo nei riguardi del normale
funzionamento di una organizzazione in- Ne offre lo spunto una espressione del
ternazionale non governativa, riconosciu-moderatore Aldo Sbaffi, riguardo alle cota dalle Nazioni Unite. Il C.E.C. inoltremunità valdesi sud americane: « Ho avus’indigna per le affermazioni ingiuriose to la netta percezione di una comunità
nei confronti dei suoi attuali o preceden- oppressa ma non rassegnata. Dalla perseti dirigenti. Infatti condanna come falsa cuzione sta nascendo una chiesa rinnol'affermazione secondo cui il Past. E. C. ■ ^ "
Blake, ex- segretario generale del CEC,
avrebbe ricevuto dall’URSS il premio Lenin, e respinge come diffamatoria l’affermazione secondo cui l’attuale segretario
generale, il Past. Philip Potter, sia il « propagandista del caos e dell'anarchia ». Si
tratta, dice la lettera, di « spudorate menzogne »,• '
Il decreto del governo uruguaiano è un
attentato alla libertà religiosa non soltanto perché ha' vietato la pubblicazione
del Mensajero Vaidense, ma ariche 41
qualsiasi-scritto ^avente una politica o uh
orientamento simite: Si défè qùihdì'* supporre che ogni persona od organismo legato direttamente o indirettamente al
CEC e che abbia nei suoi confronti un
atteggiamento neutro o corhunque non
critico, potrà essere accusato d’aver commesso un grave crimine.
Nella lettera, il C.E.C. chiede con^ insistenza al presidente Bordaberry e alle
autorità competenti d’intervenire « il più
rapidamente possibile » affinché « siano
presi prontamente dei provvedimenti in
merito ». Ciò eviterà di « prolungare una
situazione le cui possibili conseguenze...
non corrispondono allo stile e alla vita
del C.E.C., il cui scopo costante è di ricercare la riconciliazione e la giustizia ».
vata, veramente libera di fronte al potere... ».
Si può dunque pensare che l’esperienza
di questo atto di repressione, sia pure
modesto paragonato ad altre violenze assai più gravi nel paese, condtu-rà molti
credenti a prendere coscienza della loro
missione, li aiuterà ad uscire dalla vita
religiosa un tantino privata delle vecchie
comunità campagnole per aprirsi a nuovi
problemi' di testimonianza.
, In questa riflessione non possiamo che
affiancàpci ài nostri fratelli del Sud Am^
ricà, ' nòn da fratelli maggiori, mà alla
pari'.' ■' ,
■ ■L’articolista sottolinea altresì- ' giustamente il legame strettissimo che unisce
le comunità valdesi sud americane e
quelle italiane, anzi europee ed americane. Il caso del Mensajero non ha la dimensione di un piccolo sopruso nella provincia uruguayana, ma ha carattere moltó più vasto, sia per il modo con cui è
stata effettuata la soppressionte dèi giornali, sia sopratutto per le accuse lanciate contro gli organismi ecumenici.
Nel corso del suo viaggio negli Stati
Uniti jl moderatore Sbaffi avrà modo di
rendersi conto della solidarietà di cui
può essere oggetto la piccola chiesa valdese d^ Rio de la Piata.
dal mondo cristiano
trettanto vivi. Questo legame è qualcosa
di diverso.
Pranziamo in casa di un contadino valdese di Pramollo: ci avevano detto che
qui la chiesa valdese è una chiesa di Kulak. Può darsi: ma qui ci sono quattro
mura, la cantina sotto il tavolo, volti scavati dalla fatica: chissà se gli intellettuali sono stati invitati anche da contadini
di questo tipo? Forse no: hanno perso
un’occasione di capire (e anche un buon
pranzo).
Il giorno dopo, ci invitano alla riunione
del corpo pastorale: ci ospita il centro
Ecumenico « Emmanuel », fondato dalla
mamma di Valdo Galland: di nuovo architettura di ottimo gusto, una cappella
che vorrei averla a Milano invece di quel
tempione, una sala semplice e familiare.
Conosciamo i pastori valdesi dell’Uruguay: e di nuovo, si ripropone insistente
l’impressione di prima. Ma cos’è che ci
lega a questi uomini?
In maggioranza sono giovani: 30-40 anni. Si vede chiaramente che non soffrono
di sovra-alimentazione. Anche come vestiti, non sembrano inclini al lusso. Hanno
uno stile di discussione secco, rapido: sorridono un po’ della nostra eloquenza mediterranea. Non sono dei piemontesi in
esilio: sono degli uruguayani di confessione riformata e di denominazione valdese. Non risparmiano le critiche, e fanno un sacco di domande; in compenso,
chiedono poche cose: che li si aiuti a
pubblicare in castigliano il libro di Molnar sul Medioevo valdese, che si mandi
un pastore che li aiuti nell’opera e nella
riflessione teologica ed ecclesiologica, che
si mantengano tutti i contatti possibili:
la visita del moderatore Sbaffi ha lasciato
una traccia profonda e costruttiva. Tutto
ciò che accade alla chiesa in Italia li'interessa (citano correntemente Tourn, i
due Giampiccoli, Ricca, Rostagno e tanti
altri come se gli avessero telefonato il
giorno prima), ma non si considerano
mia colonia: sono la chiesa valdese nel
Rio de la Piata, e basta.
Si sente che portano sulle loro spalle
la responsabilità d’una chiesa che ha attraversato momenti tremendi, che ha di
fronte a sé un futuro pieno di trasformazioni dolorose e impegnative. Ma affrontano questo presente e questo futuro con
coraggio e semplicità, possiamo dire tranquillamente: con fede.
Presenza nella realtà
E allora di colpo ci viene in mente un
pensiero: che avesse ragione il nostro
amico luterano? Che questa piccola «. chiesa di ijopolo » abbia nella sua apparente
« arretratezza » contadina il segreto d’una
presenza profonda nella realtà di questo
paese? Una presenza che non si ferma davanti alle soglie delle carceri, come non
si arresta alle soglie dell’avvenire? Che il
nome « valdese » possa essere assunto
anche qui, non come stolido blasone di
un orgoglio da piccoli borghesi dì provincia, ma come bandiera d’una testimonianza popolare e internazionale?
Non sarebbe onesto dare una superficiale risposta affermativa a queste domande: ma certo, visitando gli « uffici »
della Tavola sudamericana (due stanze,
compresa quella in cui vive il Segretario), pranzando a casa del Moderador a
due passi dall’ostello studentesco creato
da pochi anni, incontrando i giovani medici e insegnanti che formano l’ossatura,
della nostra chiesa di Montevideo (i grandi professoroni si sono allontanati dalla
chiesa quarant’anni fa, dichiarandola
« arretrata », e passando alla cultura atea
e positivista: adesso ogni tanto si fanno
vivi per protestare perché la chiesa va
troppo « avanti »: sono àtei, ma esigono
una chiesa conservatrice; altrimenti tome fanno' a essere loro i progressisti?),
in queste e ih Cènto altre occasioni; àl>
biamo- avuto netta;..irrefutabile, l’impressione di. aver scoperto non dei parenti nel
sangue, ma dei fratelli nella confessione
della fede, nell’azione': ptaticà? nella responsabilità verso, il tempo presente, E
perché dovrerrimo vergognarci se questa
scoperta ci ha insieme rallegrati e Commossi? (continua)
T. G. Bouchard
Hanno colìaborato: Salvatore Briante, Giovanni Conte, Luciano Deodato,
Dino Gardiol, Raimondo Geme, Teofìlo Pons, Alberto Taccia, Claudio
Tron, Tullio Vinay.
aji
nca
Abidjan (soepi) — Il Sinodo della Chiesa Metodista della Costa d’Avorio, riunitosi dal 10 al 16 gennaio, ha votato la propria adesione alla CKVAA.
La Chiesa Metodista nella Costa d’Avorio conta circa 100.000 battezzati (la popolazione totale è di circa 5 milioni d’abitanti); ha 24 pastori, 18 missionari, 100
evangelisti, 1.200 predicatori laici e 560
locali di culto.
Dar-es-Salaam (spp) — Il Presidente
della Chiesa Presbiteriana del Mozambico, al termine di una visita fatta al quartier generale del FRELIMO (Pronte per
la liberazione del Mozambico), ha dichiarato ; « ...Abbiamo potuto constatare che
il Frelimo è un’organizzazione che si preoccupa di nutrire ed educare il popolo...
Possiamo dunque attestare che esso ha
compiuto un’azione sociale e umanitaria
nelle regioni liberate ed ha utlizzato a tal
proposito i doni che aveva ricevuto per
tale scopo ».
Nanchino (soepi) — Sebbene nessun
studente abbia più se^ito i corsi dal
1966 al Collegio teologico di Nanchino,
questo Istituto per la formazione cristiana, l’unico in Cina popolare, esiste ancora. Il personale docente, disperso nel paese, compie ricerche sui metodi d’insegnamento teologico d’applicare in futuro.
«È impensabile riaprire le nostre scuole teologiche ad un centinaio di studenti, per dar loro una formazione durante
cinque anni e mandarli a lavorare in seguito come un’élite ben formata in mezzo alla pòpolazione » ha dichiarato il vescovo protestante K. H. ’Ting. «Anzi, ha
aggiunto, l’insegnamento teologico dovrà,
forse essere dato tramite un dialogo fra
insegnante ed allievo, nel luogo dote uno
studente abita».
(y^efinicL
TAHITI
Due candidati al pastorato sono recentemente tornati a Tahiti dopo tre anni
di studio alla Facoltà teologica del Sud
Pacifico di Suva (Pigi). Si va precisando
il sistema di preparazione al ministero
pastorale adottato dalla Chiesa Evangelica della Polinesia Francese: ricerca di
candidati forniti di una preparazione generale e di un livello di studio sempre
migliori, alcuni anni di studio alla Scuola Pastorale locale e, ove questo appaia
utile, licenza teologica alla Facoltà di Suva. Tale sistema ha anche il vantaggio di
assicurare un contatto concreto con l’area anglofona del protestantesimo del
Pacifico e di non estraniare gli studènti
dall’ambiente.
Da sottolineare il fatto che anche le
mogli degli studenti ed in taluni casi i figli hanno l’opportunità di seguirli all’estero, con indubbio vantaggio per la formazione e per la coesione delle coppie
pastorali.
Cambio della guardia al Foyer per studentesse di Papeete. La direzione è passata dalle mani della Sigma Evelyne GaM,
missionaria francese, a quelle di una responsabile locale. Il Foyer funziona a pieno ritmo.
Cariò Magno
e l’Anno Santo
Sabato 1° febbraio, nel duomo di Francoforte gremito di fedeli. Ottone di Ausburgo, nipote dell’ultimo imperatore
d’Austria, ha tenuto una commemorazione di Carlo Magno, in occasione del 1161"
anniversario della sua morte.
La commemorazione, che è stata preceduta da ima solenne liturgia in latino,
faceva parte delle celebrazioni dell’anno
santo.
La riconciliazione significa, per una parte importante della chiesa cattolica, un
ritorno all’ispirazione dèi Medio Evo, nel
segno deirùnità cattolica dell’Euròpa.
4
il Concordato 46 anni dopo
dalla prima
per l’abrogazione dei patti lateranensi
La politica democristiana fra insabbiare ed aggiornare - La battaglia democratica per
l’abrogazione è la battaglia di oggi - Una frase di Benedetto Croce
Quasi mezzo secolo è trascorso da quel febbraio 1929 nel quale la siglatura
dei Patti venne annunciata con accenti trionfalistici dalla stampa ufficiale italiana come l'evento storico che avrebbe dovuto costituire agli occhi del mondo
intero l'avallo più qualificante per il consolidamento del regime fascista. Da allora
sono successe molte cose... ed i Patti Lateranensi sono rimasti intatti, inseriti nelrordinamento giuridico italiano attraver
laterali e la impossibilità di conoscere
con sufficiente precisione il contenuto di
tali eventuali accordi, è alla base di un’altra iniziativa, con la quale si imbocca
un’altra via, quella cioè della modificazione dei rapporti tra la Chiesa cattolica e
lo Stato da attuarsi con il procedimento
di revisione costituzionale. Trattasi della
proposta di legge costituzionale d’iniziativa del deputato L. Basso presentata alla Camera dei Deputati il 23 febbraio
1972, iscritta al n. 4033, ed intitolata « Modificazione degli articoli 7, 8 e 19 della
Costituzione ». La proposta non ha ancora varcato le soglie dell’aula.
so la nota formulazione delTart. 7 della
Costituzione.
Stanno e cadono insieme
« Simul stabunt aut simul cadent », e
cioè insieme sussisteranno od insieme cadranno, aveva scritto Pio XI il 30 maggio
1929 al cardinale Segretario di Stato, a
significaré la inscindibile ed irreversibile
connessione politica e giuridica tra il
Trattato ed il Concordato. « Simul stant »,
insieme sussistono e stanno tuttora ben
saldi in piedi ancora oggi, febbraio 1975.
Vero è che il ricercatore paziente può
anche scoprire che qualche mutamento è
pur intervenuto. Può ad esempio scoprire che la preghiera propiziatoria prevista
dall’art. 12 del Concordato « per la prosperità del Re d’Italia e dello Stato italiano » è cambiata, nel senso che si intitola
ora preghiera per la Repubblica italiana
(’Preces pro Italica República’) e si invoca il Signore perché salvi la Repubblica
ed il suo Presidente (’Domine, salvam fac
Republicam et Praesidem eius’); e che il
24 aprile 1948 (poco dopo le consultazioni elettorali del 18 aprile) fu conchiuso
un accordo tra la Santa Sede e l’Italia
per una nuova delimitazione della zona
extraterritoriale costituita dalle Ville pontificie in Castel Gandolfo ed Albano Laziale, ampliandosi di 10 ettari tale zona.
Ma è altresì vero che non può dirsi con
ciò mutato, o che con procedimenti e modifiche dèi genere possa mutarsi, il sostanziale contenuto dei Patti, e del Concordato in particolare, quale espressione e traduzione in norme giuridiche dell’estensione del potere della Chiesa cattolica nella e sulla società civile da un lato, e della concezione della Chiesa quale
instrumentum regni da parte dello Stato,
dall’altro.
Se questo è il nocciolo della questione,
se questo è quanto si ritiene — come riteniamo — debba essere eliminato, è chiaro che Tobbiettivo al quale si deve tendere è l’abrogazione, o, se si vuole, una
revisione profonda dei Patti lateranensi.
Il che non significa rimettere in discussione la conciliazione né l’esistenza dello
Stato della Città del Vaticano, e neppure rifiutare l’esigenza di un sistema di
collegamento con un ritorno ad un anacronistico separatismo.
Dalla mozione Basso all’on. Moro
Il proposito può apparire velleitario o
addirittura utopistico. In sede parlamentare, infatti, il tema della revisione del
Concordato è rimasto un tabù per quasi
20 anni e solo nell’ottobre del 1967 una
discussione su una mozione presentata
dall’on. Basso ed altre tre sulla revisione
del Concordato consentì un primo serio
approccio al problema. Ne scaturì una
commissione, di nomina governativa, presieduta dalTon. Gonella, che presentò la
relazione conclusiva al Ministro Guardasigilli alla fine del 1969: ma gli atti di tale commissione sembra siano tuttora inediti. Un rilancio nel 1971 si conchiuse con
una mozione che impegnava il Governo
ad intràprendere « un negoziato con la
Santa Sede per le modifiche del Concordato dettate dalle esigenze di armonizzazione costituzionale, dalla evoluzione dei
tempi e dallo sviluppo della vita democratica », mantenendo un costante contatto con tutte le forze parlamentari.
Prima della formazione dell’attuale Governo, venne presentata dalTon. Berlinguer ed altri Una interpellanza per cono
sCere quali iniziative fossero state prese
al riguardo. Nel dicembre scorso, nella
presentazione alle Camere del programma del nuovo Governo, Ton. Moro ha dichiarato che la revisione del Concordato
è « doverosa e urgente ». Sembra, secondo alcune notizie, che contatti tra le due
parti siano in corso, ma che sui punti più
qualificanti del Concordato le prospettive
di modificazioni siano scarse.
Revisione costituzionale
La lentezza manifestatasi per tentare
di risolvere la questione con accordi bi
Parigi vale una messa?
« Accanto o di fronte agli uomini che
stimano Parigi valer bene una messa, sono altri per i quali Tascoltare o no una
messa è cosa che vale infinitamente più
di Parigi, perché è affare di coscienza ».
La famosa frase pronunciata da Benedetto Croce in quello che fu l’unico discorso di opposizione che risuonò nell’aula
del Senato in sede di discussione delle
leggi che dovevano dare esecuzione ai
Patti, muoveva da posizioni sensibilmente diverse da quelle di quanti oggi, in un
contesto anche esso diverso, dicono no al
Concordato. Ma è una enunciazione ancora valida. Il nostro posto è tra quegli
« altri », per i quali ancora oggi Tascoltare o meno una messa vale più di Parigi.
Aldo Ribet
lismo cristianizzati, ma nelTannunciare,
alTinterno di un mondo libero dalla tutela di qualsiasi chiesa e responsabile
della sua organizzazione, il»senso ultimo
dell’esistenza che si svela nelTagàpe, nelesistere per gli altri. Non consiste nel
puntellare con la propria autorità morale
l’ordine costituito in modo che l’esercizio
della virtù dell’ubbidienza guadagni il paradiso ai singoli, ma nelTindicare con decisione le situazioni in cui l’ubbidienza
non è più una virtù, in una società che
discrimina e seleziona, privilegia e reprime, e fa tornare attuale l’alternativa
tra ubbidire agli uomini o a Dio. Non
consiste nelTesercitare al suo interno un
potere gerarchico che giustifichi e consacri le gerarchie della società, ma anzi nel
combattere nel suo interno ogni gerarchia
per stabilire una fraternità reale, perché
le gerarchie nella società stiano in piedi
da sole e gli uomini siano finalmente liberi di giudicare se valgono, se servono,
siano cioè liberi di cambiare, rovesciare,
riformare, senza avere la sensazione di
peccare contro Dio cambiando l’organizzazione della società per renderla più
giusta.
Esiste questa alternativa o è solo un
pio desiderio?
la lunga marcia del clericalismo italiano
Legge (delle guarentigie - Patto Gentiioni - D.C.
Nei rapporti Stato-Chiesa dal 1871 al
1929, direi che ci fu una prima fase in cui
predominò un clima di maggior dipendenza della Chiesa Cattolica dallo Stato
italiano e quindi ci fu maggior libertà e
indipendenza delle confessioni acattoliche. Infatti gli evangelici sono sempre
stati in posizione di dipendenza indiretta
dalla Chiesa Cattolica nella considerazione normativa dello Stato. La legge delle
Guarentigie fu, più che una garanzia per
la Chiesa, dai soprusi dello Stato, una garanzia per lo Stato dall’onnipotenza della
Curia e dalla invadenza clericale.
Almeno così fu inteso dagli uomini politici più avveduti. Crispi, che fu — come
ebbe a dire Temolo — assai miglior deputato garibaldino che ministro, diceva
della Chiesa Cattolica: « questa non può
trasformarsi: basterebbe il Sillabo, questo monumento di ignoranza e di barbarie a dimostrarlo. La riforma della Chiesa Cattolica non sarà possibile finché in
Roma papi e cardinali avranno potere
politico ». C’è, in questo giudizio, una
profonda verità: la norma di legge in sé
e per sé è vuota: è la volontà politica che
la riempie di un contenuto. Contenere la
pretesa della Chiesa di estendere la sua
influenza sulla politica statuale era Tunica garanzia di libertà per tutti.
Ed infatti la storia d’Italia dal 1871 in
poi ha dimostrato che, finché s’è sentito
ancora nell’aria lo spirito populista, libertario ed illuminista degli ultimi epigoni del garibaldinismo e del mazziniasimo, c’è stato un clima di netta distinzione e di effettiva non compromissione
tra Stato e Chiesa.
Questo clima ha favorito, indubbiamente, sia pure attraverso dissacrazioni e
manifestazioni anticlericali, quali il corteo massonico nel trecentesimo anniversario del rogo di Giordano Bruno in Campo de’ Fiori, una sincera presa di coscienza, in quanti la potevano avvertire, d’un
autentico cristianesimo, umile ed implorante il perdono dei suoi peccati; e ciò
anche se esso, e proprio perché esso, era
ben lungi da quel trionfalismo ed integralismo in cui il Cattolicesimo poteva e voleva intendere il Cristianesimo.
Zatiardelli
Il periodo migliore, sotto questo profilo, furono gli anni 1889-1906. Fu promulgato il Codice Zanardelli che, eliminando
ogni distinzione tra religione ufficiale e
culti tollerati, abrogava praticamente
Tart. 1“ dello Statuto Albertino. Ma, a poco a poco, riprese il sopravvento quello
spirito che lo storico inglese Mack Smith
chiama l’eterno fascismo di fondo del popolo italiano, connaturato con il suo secolare cattolicesimo che mai vento di
fronda, o riforma o rivoluzione aveva
scalfito. Per cattolicesimo di fondo si intende la rinunzia del singolo ad affrontare e risolvere responsabilmente i propri problemi, delegando invece sempre
totalitariamente, per spirito di comodo o
semplicemente per supino gregarismo,
ogni potere decisionale ad una autorità
superiore.
Fu così che, per adattarsi meglio al
tempo presente e ricuperare con strumenti altrui rio Stato) quel potere sulle coscienze che, secondo essa, se non si manifesta in forme storiche e tangibili, non
è vero potere, la Chiesa, a partire dal
1906, procedette ad una revisione delle
sue strutture e dei suoi apparati che le
permettessero di informare di sé la nuova realtà storico-politica. Riformò il diritto canonico, premessa indispensabile
ai Concordati, tolse il « non-expedit » e
firmò il Patto Gentiioni del 1913, vera premessa psicologica dei Patti Lateranensi.
Infatti, con il Patto Gentiioni, la borghesia italiana si stringeva all’altare in una
difesa comune contro la pretese delle
classi lavoratrici di risolvere i suoi problemi di salvezza di classe in modo autonomo, rinunziando alla delega ai poteri costituiti (Stato o Chiesa che fossero).
Il fascismo
Il Fascismo storico non fu che la esplicitazione della tendenza psicologica insita nel popolo italiano di delegare ad aurità carismatiche la soluzione dei propri
problemi, accontentandosi di emotivamen
te acclamare le decisioni prese da altri
per lui.
Ma per gli evangelici, eternamente incerti, dubbiosi perché credenti, e credenti proprio perché dubbiosi, la salvezza
non è un fatto istituzionalizzabile: chi
avrà cercato la sua salvezza radicandosi
vieppiù in questo mondo — dice il Vangelo in qualche punto — avrà perso l’anima sua.
Ad ogni vittoria o consolidamento di
potere mondano da parte di una chiesa,
non resta, per il povero di spirito, il puro di cuore, il perseguitato ed offeso per
ragion di quella giustizia che non è amministrata dai Tribunali dei Codici, che
uscire dal palcoscenico della storia. Dietro le quinte dei Concordati e dei Patti
che delimitano, con pretesa divina, il teatro d’azione dello Stato e dello stesso cristiano nello Stato, l’evangelico cercherà,
magari nello scantinato del teatro della
storia, un clima più autentico. Un clima
di rispettoso e timorato giudizio e di trepida attesa in cui soltanto si realizza e
si vive, senza le garanzie delle leggi umane, ma per sola grazia divina, il miracolo
quotidiano del vero « patto concordato »
da Dio per l’uomo in Cristo Gesù.
Roberto Jouvenal
la Costituzione
* Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge
(art. 8 comma 1).
* Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 30 comma 1).
* Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani (art. 7 comma 1).
i Patti Lateranensi
* L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nelTart. 1 dello Statuto del regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato (art. 1 del Trattato).
* I sacerdoti apostati o irretiti da censura non potranno essere assunti né
conservati in un insegnamento, in un ufficio od in un impiego, nei quali siano
a contatto immediato col pubblico (art. 5 comma 3 del Concordato).
* L’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica
Tinsegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica (art. 36 comma 1 del Concordato).
* In considerazione del carattere sacro della città eterna, sede vescovile
del Sommo Pontefice, centro del mondo cattolico e meta di pellegrinaggi, il governo italiano avrà cura di impedire in Roma tutto ciò che possa essere in contrasto col detto carattere (art. 1 comma 2 del Concordato).
■* Prima di procedere alla nomina di un vescovo la Santa Sede comunicherà il nome della persona prescelta al governo italiano per assicurarsi che il
medesimo non abbia ragioni di carattere politico da sollevare contro la nomina. I vescovi, prima di prendere possesso della loro diocesi, prestano nelle mani del Capo dello Stato un giuramento di fedeltà secondo la formula... (artt.
19 comma 2 e 20 comma 1 del Concordato).
* Lo Stato italiano, volendo ridonare all’istituto del matrimonio, che è
base della famiglia, dignità conforme alle tradizioni cattoliche del suo popolo,
riconosce al sacramento del matrimonio, disciplinato dal diritto canonico, gli
effetti civili.
Le cause concernenti le nullità del matrimonio e la dispensa dal matrimonio rato e non consumato sono riservate alla competenza dei tribunali e dei
dicasteri ecclesiastici (art. 34 comma l e 4 del Concordato).
5
5
la comunità metodista di Milano
In ricerca dal centro verso la periferia
Como
Pubblichiamo il contributo del past.
Aurelio Sbaffl che non ci è giunto in tempo per essere inserito nella pagina dedicata all’integrazione delle comunità di
Milano del numero scorso.
L’attuale chiesa metodista di Milano,
raccoglie l’eredità di cento e più anni di
testimonianza resa all’Evangelo da parte
di pastori e laici in questa città.
Già nel 1863 il rev. Piggott — che sarà
l’animatore e, possiamo dire, il fondatore del ramo wesleyano del metodismo in
Italia — parla, in ima sua lettera, di una
piccola comunità formatasi in Borgo della Stella; e nel 1874 si ha testimonianza
di un’opera evangelistica compiuta da
pastori del ramo episcopale nella sede
provvisoria di via Pasquirolo. Né va dimenticato l’apporto dato a questa chiesa
dall’ingresso in essa di numerosi fratelli
della Chiesa Libera, al momento in cui
questa ebbe a sciogliersi come organismo
autonomo. Non a caso i metodisti wesleyani si raccoglieranno successivamente
nel tempio di via Cesare Correnti, che
della Chiesa Libera in Milano era stato
il centro di culto e di riunioni. Questo
mentre, già nel 1889, i metodisti episcopali, dopo il lavoro compiuto nella sala
di via Beccaria, dedicavano al culto il
tempio di Corso Garibaldi.
L’opera di questa chiesa è stata caratterizzata da una certa mobilità. Prima
che i due rami del metodismo si raccogliessero definitivamente nei due centri
principali di via Cesare Correnti e Corso Garibaldi, si ricordano infatti varie altre sedi e centri di evangelizzazione' come ad esempio via Melzi e via Eustacchi.
Opere accanto alle quali all’adunanza di
evangelizzazione si affiancava spesso quella che oggi chiamiamo l’opera sociale,
specialmente scuole serali.
La nuove sede
Oggi la chiesa metodista di Milano ha
una nuova sede. Dopo che per esigenze
del piano regolatore comunale, essa è stata costretta ad abbandonare il tempio di
corso Garibaldi, e dopo un breve periodo
di uso comune dei locali di via C. Correnti, essa ha deciso di proseguire il suo
cammino in una unica comunità. Ha
inaugurato così, nel marzo 1973, i suoi locali di culto e di riunioni in via Lambertenghi 28.
La scelta di questa zona della città, fra
i vari terreni offerti dal Comune in cambio di quello espropriato in corso Garibaldi, non è stata casuale. Nel farla, si è
anzi tenuto conto di due fattori principali: il decentramento rispetto alle altre
chiese operanti in Milano e le caratteristiche popolari della zona. La scelta, per
il momento, si è rivelata giusta. La collocazione di questo centro evangelico nella zona nord della città, a pochi passi dalle due principali stazioni ferroviarie, facilità l’organizzazione di convegni mensili
per tutti gli evangelici residenti nella cintura nord di Milano; così il fatto che si
trovi in un quartiere popolare della città,
con sue proprie caratteristiche, ne permette l’inserimento nei problemi vivi della cittadinanza. Per il quartiere Isola, di
cui la via Porro Lambertenghi fa parte, la
Comunità Evangelica è spesso Un punto
di riferimento per la discussione dei suoi
scottanti problemi e non un corpo sconosciuto o estraneo. Questo ancor più dopo
che nei suoi locali s’è aperto un doposcuola.
La Comunità si augura così di poter
continuare, in stretto collegamento con le
altre chiese evangeliche, la sua opera di
testimonianza all’Evangelo nella città.
Aurelio Sbaffl
* Continua l’attività del Gruppo del
Vangelo con lo studio dell’Apocalisse. Lo
studio si rivela assai interessante e utile!
per sciogliere molte perplessità e pregiudizi nei riguardi di questo libro non certo facile da leggere. Prossimamente si
passerà all’esame dell’opuscolo preparatorio dell’Assemblea Ecumenica di Nairobi 1975 ; « Dio libera e unisce ».
* La domenica 16 febbraio dopo il culto con Santa Cena si avrà un’agape fraterna. Ad essa seguirà una conversazione
sul significato del Battesimo, secondo
quanto proposto dal Sinodo. L’argomento è infatti tornato di attualità dopo le
affermazioni del teologò Karl Barth che
rimettono in discussione tutto il secolare
dibattito sul battesimo. Al dibattito che
seguirà questa conversazione introduttiva tutti sono invitati.
* Il prosimo culto-studio comunitario
avrà luogo la domenica 9 febbraio con
l’esame del testo di 1 Corinzi 11; 1-16; il
ruolo della donna nella comunità e nella
vita civile.
Nel mese di dicembre ono stati celebrati i matrimoni di Vincenzo Di Toro
con Adriana Rizzi e di Michele Caputo
con Nunzia Gallina.
Federazione Evangelica
Il Consiglio della Federazione ha tenuto
a Roma, dal 27 gennaio al 1° febbraio, le
sue sedute.
Rallegrandosi perché diverse chiese hanno preso posizione di fronte al problema
dell’anno santo e dei suoi equivoci, il Consiglio ha fatto sue le dichiarazioni della
Tavola Valdese e del Comitato Permanente Metodista al riguardo.
Un convegno sul tema « Diakonia evangelica e riforma sanitaria » è organizzato a
Firenze, in data 25-27 aprile.
Il Servizio Studi ha deciso di proporre
alle chiese lo studio di tre temi: Concordato, anno santo, aborto.
tre volti dell'Italia contemporanea
Diversi orientamenti e situazioni dei cristiani oggi: — Chi ricerca i suoi santi perduti
— Chi si interroga sulla fede in Cristo — I poveri che sanno dare
Le situazioni in cui la predicazione evangelica si svolge nel nostro paese sono
sempre state, e sono tuttora, molto diverse. Le tre testimonianze qui appresso
sono significative perché illustrano tre
fronti diversi: l’Italia di ieri (ma quanto
presente ancora oggi!), religiosa e superstiziosa, l’Italia del rinnovamento politico ed ecclesiale, l’Italia socialmente emarginata che sa essere aperta alla voce della solidarietà.
Genova
Parlateci del vostro Dio...
Questa ed altre domande sulla morte,
la vita futura, il dolore erano state poste
di recente dal gruppo del « Manifesto »
alla delegazione di Oregina in occasione
d’un incontro. Non mi aspettavo richieste del genere da parte di giovani che a
suo tempo avevano rotto con la parrocchia, con tutto ciò che aveva attinenza
con la religione, con conseguente rifiuto
dell’Evangelo. Non si trattava di domande suggerite dalla curiosità bens'i da una
seria ricerca di confronto per scoprire
nell’esperienza degli « eretici » di Oregina
un’imagine nuova di Dio, diversa da quella presentata per lungo tempo dalla loro
chiesa. Si trattava anche di verificare la
esperienza del rapporto fede e impegno
politico per meglio cogliere il valore di
elementi spirituali rifiutati nel passato.
Le domande dovevano quindi essere
stimolanti per gli amici del dissenso cattolico che avevano affrontato à viso aperto il loro vescovo, che avevano accetta.to
il rischio dell’emarginazione e dell’isolamento nonché ì sacrifici conseguenti alla
quasi scomunica. Infatti non è cosa di
poco conto essere privi di locali per riunioni, celebrazioni cultuali ed essere costretti, estate ed inverno, a celebrare la
messa all'aperto, espostila! freddo e cbstretti a restare in piedi.
Purtroppo agli interroganti del Manifesto i fratelli di Oregina non hanno dato
una risposta né hanno prospettato incontri in quella direzione. Peccato! Certo
il condizionamento d’ena teologia scolastica, un ritualismo affliggente può ancora influire nelle scelte di Oregina e nello scarso interesse per le meditazioni bibliche, la preghiera e quindi per l’approfondimento teologico.
L’episodio mi ha fatto pensare che i
cercatori della Parola non mancano: i
giovani, gli adolescenti, i cadetti che d’e
state popolano i nostri centri per la gioventù sono spesso dei cercatori anche
nella negazione di Dio; talvolta per uno
strano rispetto dell’incredulità spesso apparente si evita il dialogo sulla fede e la
ricerca d’un clima spirituale che lascia
un segno in chi è sprovveduto nella fede.
V’è ancora attorno a noi non solo « fame
di pane e sete d’acqua ma la fame e la
sete di udire la Parola dell’Eterno ». Non
ci vergognarne perciò di darlo quel pane
negli incontri personali, nella vita di lavoro e soprattutto quando ci viene chiesto così apertamente, quello che noi a
piene mani abbiamo ricevuto.
Gustavo Bouchard
Vibo Valentia
Riesi
Di fame si muore
Quando, al termine della conferenza
tenuta alla FAO sull’alimentazione, la radio ha fornito la incredibile notizia che
i morti di fame quest’anno sono stati circa 70 milioni c’è stato di che esser profondamente turbati. Il numero doppio di
quello degli scorsi anni...
Da queste considerazioni si è pensato di
dedicare al problema una intiera giornata a Riesi, la domenica 1® dicembre. Due
erano gli scopi dell’iniziativa ; innanzitutto, render cosciente questo popolo dei
grossi problemi che il mondo d’oggi deve affrontare; il secondo, quello di fare
una raccolta di fondi, la quale partendo
da una delle più p>overe città della Sicilia,
avrebbe — si pensava — indotto altre
città meno povere o più ricche, a fare la
loro parte... Una iniziativa del genere non
risolve il problema di fondo... tuttavia,
è anche vero che i bimbi denutriti, le popolazioni del Sahel, Bangladesh e via dicendo, non possono nutrirsi delle nostre
dottrine eifieppure attendere che un rinsavimento dei popoli sia tanto prossimo...
La mattina della domenica 1“ dicembre, da un palco in piazza, hanno parlato
il Sindaco, don Scuderi, il pastore Vinay.
Nella piazza c’era una mostra con fotografie, statistiche, scritte illustrative, molto ben fatte. Dopo i discorsi, otto gruppi
sono partiti per gli otto quartieri della
città per raccogliere le offerte. La gente
era già stata preparata al fatto sia dai
manifesti sia da un largo volantinaggio
fatto durante la settimana. E si è mossa.
Si sono raccolte lire 1.230.000. I più poveri son quelli che hanno dato di più!...
Alla ricerca del santo
Dalla « Gazzetta del Mezzogiorno » del
20.1.75: In Calabria rubano la statua del
Santo: città in lutto. La popolazione di
Vibo Valentia è disposta a pagare una
lauta somma a coloro che riporteranno al suo posto la statua (80 chilogramrni
d’argento) di San Leoluca.
L’episodio, puerilmente tragicomico,
non richiede commento. Gli italiani da
secoli subiscono cotesto tipo di educazione divenuto costume. Il popolo cerca uno
spazio, un Dio protettore schivando l’Iddio che non si vede e che s’incontra o
non s’incontra nell’intimo della coscienza.
Ha bisogno d’intermediari e se li trova,
ovvero se l’inventa. Resta sospeso tra magia e religiosità.
L’episodio, se lo commentassimo in
chiave polemica, come si faceva anni fa,
ci porterebbe a giudizi non obiettivi. Vibo Valentia è un piccolo angolo di una
oscura realtà di questo profondo Sud e il
cattolicesimo non è tutto del tipo di alcuni esponenti della gerarchia cattolica
come Monsignor De Chiara, vescovo di
Mileto, il quale predispone tutta un’azione di risveglio spirituale (la città è in lutto) e il recunero della statua, invocando
l’aiuto della Polizia. Quanto è caro il connubio!... E quanti ricordi suscita in noi
il braccio secolare.
Come leggiamo noi questo episodio?
Se i fatti hanno un linguaggio, codesto
ne ha per noi uno molto severo. Vibo Valentia è l’Italia, l’Italia evangelizzata delle nostre comunità, spesso rinchiuse come in un ghetto, cibandosi distrattamente della Parola di Dio ma non facendone
il centro. Il pondo di dentro e di fuori
è stato defraudato del suo patrimonio.
Suo perché l’Evangelo è un patrimonio
che gli è stato tolto e che continua ad
essergli tolto, in un mondo scristianizzato che eufemisticamente definiamo pluralistico. Vorrei pertanto che il fatto lo leggessimo come rivolto a noi, e a noi solamente.
Ricordiarhoci che nell’Italia di oggi le
possibilità che ci sono offerte di ridare al
fratello il patrimonio dell’Evangelo del
quale è stato defraudato non sono mai
state tante. iPrima però è necessario che
tu stesso ne venga in possesso. Chi ha
orecchi da udire oda.
G. E. Castiglione
San Fedele Intelvl
La Federazione Regionale Lombarda e
il Consiglio di S. Fedele nell’organizzare
il Convegno Teologico, hanno creduto
opportuno proporre il tema che sarà affrontato a Nairobi ; G. Cristo libera e
unisce. Delle sei sezioni in cui si articola
il documento di Nairobi, ne sono state
scelte alcune che avremo modo di approfondire insieme stimolati dagli interventi
di N. Giampiccoli, S. Rostagno, G. Franzoni.
Esortiamo tutti i pastori ed i laici a
cogliere questa occasione di incontro
che, come sempre, ha lo scopo di essere
utile non solo ai partecipanti ina tramite loro, alle comunità e ai gruppi nei quali sono chiamati ad operare.
Si prega di fare pervenire all’ufficio di
Como la cedola di prenotazione subito e
comunque entro sabato 15 febbraio.
PROGRAMMA
Martedì 18 febbraio, ore 13: Pranzo in
comune; ore 15; Ecumenismo; A che
punto siamo? (Introduzione di N. Giampiccoli). Discussione; ore 19,30: Cena;
ore 21 ; Per una pedagogia liberatrice.
(Prima conversazione; S. Rostagpio). Discussione.
Mercoledì 19 febbraio, ore 8; Colazione; ore 9; Per ima pedagogia liberatrice
(seconda conversazione: S. Rostagno). Discusssione; ore 13; Pranzo; ore 15:
Impegno sociale e liberazione dell’uomo
(prima conversazione; G. Franzoni). Discussione ; ore 19,30 ; Cena ; ore 21 ; Impegno sociale e liberazione dell’uomo (seconda conversazione: G. Franzoni). Discussione.
Giovedì 20 febbraio : Partenza (in mattinata).
Milano
Martedì 11 febbraio la Libreria Claudiana assieme alla Nuova Corsia presenteranno il libro della Claudiana « ...E continuavano a chiamarla l’ora di religione ».
Domenica 16 febbraio, dopo il Culto
con S. Cena (ore 12,30), avrà luogo nella
nostra sala l’àgape (pranzo) fraterna in
occasione dell’« emancipazione » del 17
febbraio. Il programma prevede un «intermezzo » filmato o proiezioni seguito
da una presentazione da parte della Prof.
Marcella Gay di Pinerolo, del problema
dell’assistenza ai minori. Il problema è
stato proposto allo studio delle comunità
da parte del Sinodo 1974 e l’Assemblea
del 6 ottobre scorso della nostra Comunità ha chiesto di essere messa al corrente sulle esperienze di lavoro tra i minori a Milano.
Domenica 2 marzo dalle 16 alle 18 è
previsto nella nostra sala un incontro comunitario intorno alla Parola. Testo in
lettura: Marco 9: 2-13. La commissione
di culto nominata a suo tempo dall’assemblea di chiesa, senza modificare o
soppiantare il Culto della domenica mattina, vuole proporre un diverso modo di
culto, con la partecipazione di tutti alla
predicazione. Un altro incontrò è previsto per domenica 23 marzo.
TAVOLA VALDESE
comuiìicato
Il Moderatore sarà assente nei mesi di
febbraio e di marzo, per una missione
negli Stati Uniti. A causa della momentanea indisposizione del Vice-moderatore,
egli sarà sostituito provvisoriamente dal
membro anziano della Tavola, past. Alberto Ribet.
Aldo Sbaffl
Moderatore della Tavola Valdese
Roma, 30 gennaio 1975.
6
cronaca
alle valli oggi
ecumenici
ma esigenti
Il vescovo di Pinerolo, Massimo Giustetti, ha effettuato, nel novembre scorso
un viaggio a Ginevra presso la sede del
Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il
giornale cattolico della Diocesi, l’Eco del
Chisone pubblica ora una sua intervista
molto interessante e ricca di spunti, in riferimento a quel viaggio. Il titolo dato
dal redattore è indubbiamente impegnativo: ’’ecumenismo esigente una realtà,
un impegno, una relazione è esigente
quando richiede da noi sforzo, coraggio,
rischi. Che l’ecumenismo sia una avventura spirituale esigente, che impegtta tutta la fede e la persona, è un fatto verificato da molti credenti prima di noi e che
verifichiamo noi stessi, ogni giorno. Ci
piace che il vescovo di una diocesi singolare come quella di Pinerolo, dove esiste,
unica in Italia, una situazione di quasi
parità confessionale, affronti il problema
ecumenico sotto questa angolatura. Ci
piace perché è di buon auspicio, è indice
di serietà e di chiarezza, in mezzo ad ecumenismi facili e superficiali, fatti di buone intenzioni e di parole leggere, occorre
creare una maturità spirituale nei credenti rendendoli attenti all’impegno del dialogo.
Non è senza significato anche il fatto
che, questo vescovo si sia recato a Ginevra, non certo in pellegrinaggio, Ginevra
~^non è luogo da pellegrinaggi, neppure
ecumenici, per renderci conto direttamente della realtà spirituale e, perché no, organizzativa che sta dietro la sigla del CEC
con la sua barchetta. Vedere le cose direttamente e stabilire cqntqtti personali è
sempre più fruttuoso ed utile di qualsiasi
lettura a tavolino.
Forse ha pensato, tornando da quel
yiaggio, che è più facile incontrare protestanti all’estero che in Italia, un dialogo immediato, diretto è possibile a centinaia di Km. di distanza mentre risulta
faticoso e stentato sull’uscio di casa. Forse ha stabilito un paragone fra gli edifici
ginevrini e la casa valdese di Torre Pellice. Gli è che i veri nodi stanno alla base non ai vertici, e le maggiori tensioni sono con i vicini di casa. E’ anche alla base
però e con i vicini di casa che i discorsi
si fanno concreti e perciò rischiosi.
Con i vicini di casa d’altra parte il vescovo Giustetti ha sempre colloquiato,
anche ora, di ritorno da Ginevra, colloquia sottolineando la necessità di attività
comuni fra cattolici e protestanti.
Si tratta di cose italiane però non pinerolesi, della nuova traduzione della Bibbia interconfessionale, a cui egli partecipa come consulente; siamo più vicini
che a Ginevra ma sempre lontani dalle
realtà nostre, immediate.
Anche la necessità di una revisione del
passato, che sia superamento in clima riconciliativo delle tensioni storiche, la necessità di uno spirito fraterno all’interno
della diocesi sono temi costanti nella
pastorale degli ultimi anni ma non saprei dire se si possano considerare ecumenici. La realtà storica è dell ordine della scienza, i complessi rientrano nella psicologia e parlare di ecumenismo cattolico per indicare Vanità fra conservatori e
critici ci sembra poco pertinente.
Perché non pensare a qualcosa di diverso, nello spirito^ del Consiglio Ecumékiéò?' Avrétkò Ih ‘àutitrihò la gràhde
assemblea à NairòbU Ìa dioèèsi pinerolese potrebbe associarsi a nof nello studio dei documenti helia preparazióne degli stqdi biblici, nell elaborazione delle
predicazioni'indicate; il tema della liberazione in Cristo ¡è rischioso ma stimolante, per evangelici é cattolici. ‘
Quésto significherebbe entrare nei lavoro del CEC, parteciparvi ed ,avrebbe
forse più incidenza alla base che . una
semplice visita. E un’idea così, che mi
viene in mente perché è probabile che P.
Potter abbia fatto omaggio al vescovo
Giustetti dei documenti di Nairobi; varrebbe la pena leggerli in italiano, insieme.
DECRETI DELEGATI - SI VOTA NELLE SCUOLE ELEMENTARI
per una scuola antifascista
fatuità e democratica
Elezioni nelle scuole elementari il 9 febbraio - In Val Pellico presentate due liste con programmi molto diversi Elementi qualificanti nel programma della lista n. 1 - Nessun accenno all’antifascismo nel programma della lista 2
Manca poco tempo al 9 febbraio : giorno di elezioni per le scuole elementari.
I genitori della Val Pellice hanno presentato 2 liste che, a parer mio, pongono la
domanda essenziale: A chi deve servire la scuola? Attraverso i programmi, con
sottolineature e omissioni, le due liste danno una risposta abbastanza chiara. Il
programma della lista numero 1 copre fittamente 6 pagine. Precisa in modo dettagliato ogni aspetto, non si limita a in- ---—--
dicare delle richieste, ma ne spiega le ragioni. I suoi pimti di forza si possono
riassumere in;
1) gratuità effettiva della scuola dell'obbligo con:
— istituzione della scuola materna dove ancora manca;
— biblioteche di classe aggiornate e altri sussidi, anche al fine di sostituire l’attuale libro di testo;
— graduale conseguimento di una completa gratuità dei trasporti, delle mense
e dei materiali che i ragazzi usano a
scuola.
2) Costruzione ampliamento e rimodernamento di edifici scolastici, ove necessario.
3) Interventi sociali con:
— costituzione di « équipes » specializzate che svolgano azione preventiva per
tutelare la salute fisica e mentale dei ragazzi e curino in modo particolare i casi
difficili finora ritenuti irrecuperabili;
— garanzia che l’obbligo scolastico (licenza di terza media) diventi ima effettiva possibilità per tutti, ragazzi e adulti
(diritto alle 150 ore);
— aggiornamento del personale insegnante;
— ricerca di soluzioni per le gravi difficoltà in cui si trovano le scuole pluriclassi;
— completa formazione nell’orario di
scuola (non più compiti a casa), impegnando i ragazzi per tutto il giorno: non
tutti i genitori hanno la possibilità di seguire i figli;
— una formazione critica del ragazzo,
che non deve imparare nozioni inutili,
ma quelle basi che non vengono dimenticate;
— la ricerca dei mezzi per evitare che
i ragazzi vengano respinti.
4) rifiuto della tradizione autoritaria
e classista. La scuola deve rinnovarsi e
diventare in primo luogo una scuola antifascista.
Più breve, vago e sotto certi aspetti
contradditorio il programma della lista
n. II sottolinea:
— la libertà di pensiero, il rispetto e la
dignità personale, le capacità individuali,
l’assenza di qualsivoglia ideologia di partito;
— la valorizzazione ad ogni costo delle
metodologie didattiche ormai collaudate;
— l’impegno degli insegnanti essenzialmente come sorveglianti ed educatori alla disciplina;
— l’attuazione di corsi integrativi per
alunni ritardati.
Gli ultimi punti sono quelli più strettamente collegati alle competenze del Consiglio di Circolo: medicina scolastica,
mense, trasporto, materiali didattici, attrezzature sportive, tempo pieno.
I programmi si commentano da soli,
nel primo vi è un marcato accento sulle
opere sociali e sulle attività in comune;
l’istruzione è vista come un minimo, una
base necessaria per tutti. Nel secondo
l’accento è posto suH’individualismo, sul
timore che gli alunni meno dotati possano intralciare la marcia ai più capaci
(corsi integrati o classi differenziali: cambia il nome ma la sostanza rimane la
stessa).
L’insegnante è visto come chi sorveglia
e tiene la disciplina; le espressioni di autoritarismo mal si conciliano con la libertà di pensiero.
Manca infine nel programma della lista
n. II ogni accenno ad una posizione chiaramente antifascista. Il rifiuto di ogni
ideologia comprenderà certo anche il fascismo, ma il timore che i programmi culturali abbiano contenuti politici richiama
alla mente una massima del ventennio:
« qui non si fa politica, qui si lavora ».
Paolo Gardiol
COMUNITÀ’ MONTANA
vai Chisone e Germanasca
Contributo di 1 milione e mezzo per patate da semina Concorsi per 1 applicato di segreteria e 1 assistente sociale - Si ridiscute la questione Pian dell’Alpe
Il Consiglio della Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca ha esaminato nella seduta del 31 gennaio gli argomenti contenuti neirordine del giorno, rimandatì per l’urgenza della discussione
sul caso Gutermann. Queste, in breve, le
principali deliberazioni:
Una commissione tecnica della Comunità parteciperà alla stesura del piano
' G. Toum
nuovo accordo
tariffe elettriche
A suo tempo avèvamo iliforaiato“ e; àppoggiàto l’iiniziatiTa pèr la riduzioné delle tariffe ,ÉNEL.
Dal 1?, trijnestee 1975 è entrato in^ vigore, l’apeordp, in seguito alle lotte per l'autoridnzioné.
L’accordo per i contratti da 3 Kwh (ohé ' «guarda 'più di 7 milioni di fariiigiie) prevede:
— la quota fissa a 1.800 L. come prima anziché
le 3.600 che ji volevano imporre; -t- chi non
supererà i 450 Kwh al trimestre non dovrà
pagare il sovrapprezzo termico; — per i contratti al di sotto dei 3 Kwh per i quali
non c’era nessun aumentò ri è stata 'una riduzione da L. 21,30 a L. 19,30 al Kwh, come* per
il contratto dei 3 Kwh.
' y
Chi aveva usato l’autoriduzione riceverà dall’ENEL un estratto conto del dovuto con 3 moduli di c.c.p., dopo il 15 marzo.
economico-sociale affidata all’IRES e che
dovrà essere portata a termine entro
l’agosto ’75.
È stata decisa, su parere del tecnico
agricolo, dott. Bounous, la coltivazione
sperimentale dell’ aotinidia nelle zone
agricole della bassa vai Chisone. Le piante saranno fornite dall’Istituto Agrario di
Torino al prezzo di L. 3.710, ma per i coltivatori la spesa sarà limitata a 1.000 lire
per pianta. I frutti deH’actinidia sono
molto quotati sul mercato e ancora poco
conosciuti in Italia.
È stata anche approvata la spesa di un
milione e mezzo come contributo per l’acquisto delle patate da semina, in parte già
distribuite nei vari comuni.
Sono stati méssi a concorso due posti
di applicato di segretaria e uno di' assistente sociale; gli uffici della Comunità
troveranno posto, 'nuova sede cioè
nei locali' delTeMStituto Salesiano di Porosa Argentina.
Inoltre, il sindaco di Frali, Oreste Breusa, ha precisato di avèr • èffettivamente
dato le dimissioni da membro della Giùnta esecutiva, decisione che non era parSa
irrevocabile a tutti i presenti.
Infine Tassemblea ha deciso, su richiesta del sindaco di Usseaux e di altri consiglieri, di ridiscutere la questione dell’insediamento turistico di « Pian dell’Alpe ».
Il Consiglio della Comunità Montana aveva dato, a suo tempo, parere sfavorevole
su questa iniziativa, bloccando la pratica
in sede regionale.
L. Viglfelmo
consiglio di circolo
di Torre Pellice
I genitori sostenitori della lista n. 1 del
Consiglio di Circolo di Torre Pellice ci
hanno inviato il Comunicato che pubblichiamo. Non possiamo invece pubblicare
i nomi della lista n. 2 non essendoci pervenuta.
Per le elezioni del Consiglio di Circolo
di Torre Pellice sono state presentate
due liste.
La lista n. I è formata da operai ed artigiani e si richiama alle posizioni sindacali per la scuola. Il suo programma prevede infatti la completa gratuità della
scuola: dai trasporti alle mense, dai libri
ai sussidi didattici, al materiale di consumo.
Chiede un servizio continuato nel campo dell’assistenza psico-medico-pedagogica
con particolare cura alla medicina preventiva o agli interventi nell’ambiente di
vita del bambino.
Vuole una scuola a tempo pieno tale
da dare a tutti i bambini le stesse possibilità di avere una valida preparazione,
che, escludendo il nozionismo inutile, sia
di base per la formazione del bambino.
I suoi candidati hanno accettato di poter essere revocati e soprattutto pongono
alla base del loro programma l’assemblea
aperta, dove devono essere dibattuti i
problemi della scuola e da dove devono
venire le soluzioni più valide.
La lista n. I è formata da;
Gaydou Fausta in Charbonnier, casalinga; Fenoglio Luigi, artigiano; Martina
Ferruccio, operaio; Prandi Ezio, operaio;
Fraterrigo Violetta in Sonelli, casalinga;
Suppo Mauro, operaio; Uniarte Piero,
operaio; Vighetto Luigi, impiegato.
Come è noto per votare si deve indicare il n. della lista in numero romano. Si
possono indicare due preferenze.
Luserna S. Giovanni
• La nostra Comunità è stata recentemente colpita da due altri lutti: Giovanni Ricca, deceduto a 83 anni dopo breve
malattia, da diversi anni era ospite del
nostro Asilo; e Malan Bartolomeo, mancato improvvisamente in casa sua al
Mourcius all’età di 67 anni. Alle famiglie
esprimiamo la nostra viva solidarietà nel
dolore.
• Ogni prima domenica del mese, la nostra Corale dopo aver cantato la mattina in occasione del culto, si reca nel pomeriggio a visitare, a turno, gli Istituti
della Valle, portando con il canto e la
parola un messaggio di fraternità e di
solidarietà. Domenica scorsa sono stati
visitati l’Ospedale di Torre Pellice e la
Casa delle Diaconesse.
• In vista del 17 Febbraio, come gli scorsi anni, dopo il culto con partecipazione
della Corale e delle Scuole Domenicali,
avrà luogo nella sala Albarin il pranzo
comunitario. In serata il gruppo filodrammatico valdese di San Giovanni presenterà la commedia in tre atti di Enrico
Bussano: «Uno cantava per tutti». La
conimedia sarà replicata sabato 22 febbraio alle ore 21 e domenica 23 alle ore 15.
Perrero - Massello
Maniglia - Rodoretto
• Le riunioni quartierali di gennaio sono state dedicate alla nostra stampa e in
particolare all’« Eco-Luce » nuova serie. I
primi numeri sono stati in genere apprezzati soprattutto per la doppia pagina di
«cronaca delle Valli».
La comimìone fraterna si realizza anche, infatti, tramite l’informazione reciproca. Al limite non si può neppure pre'gare per i fratelli se non'si sa in . quale
'.situazione si trovàno. ^ •
• Si può dire che in tutti, i quartieri si
fsente il bisogno di unfinformàzionè non
solo sulla vita ecclesiàstica, ma àtiche su
quella civile. Nessuno pretende una completezza assoluta ma è apprezzato il quadro generale della doppia pagina che dà
l’idea di un rapido specchio della settimana sulla maggior parte delle località. Un
buon apprezzamento riscuote anche lo
stile rapido, sobrio e sèrio delle informazioni. Suscita un certo divertimento lo,
stile da pettegolezzo paesano di altri settimanali, ma in genere è più apprezzato
lo stile diverso che si è cercato, appunto,
di dare agli articoletti di queste settimane.
7
San Secondo
Frali
Pramollo
• Il Concistoro si è riunito la sera del
20 gennaio per esaminare la situazione
della Comunità ed il programma di lavoro per il prossimo periodo.
Le lezioni settimanali di istruzione religiosa sono cominciate anche per i ragazzi del secondo ciclo elementare a Miradolo. Il corso è tenuto il martedì pomeriggio presso la famiglia Bianciot che ringraziamo sentitamente. Si completa così
l’istruzione religiosa in questa zona della
comunità già iniziata per il primo ciclo
presso la famiglia Avondetto.
L’Unione femminile, la domenica 2 febbraio, ha ospitato la Sig.ra Ade Gardiol
Theiler che ha illustrato il lavoro della
FFV. La partecipazione è stata numerosa e vivace.
• Il fratello Alfonso Gardiol della Rivoira è stato vittima di un grave incidente
mentre prendeva il fieno per il bestiame
ed è ricoverato all’Ospedale civile di Pinerolo. Gli inviamo il nostro augurio di
pronto e completo ristabilimento.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla
sorella Anna Maria Gönnet di Miradolo
ed alla sua famiglia colpite dall’iraprovvisa scomparsa del padre Davide Gönnet
della Comunità di Bobbio Pellice.
Katia Gallo, Elena Colomba e Omar
Sigot sono nati in questo periodo e ci rallegriamo con le Sorelle Edda Balmas in
Gallo, Laura Godino in Colombo e Bruna Bricco in Sigot e le loro famiglie.
Con la collaborazione di numerosi membri di chiesa sono in atto vari lavori di
manutenzione ordinaria e straordinaria
di cui daremo notizie più dettagliate alla
loro conclusione.
• La società sportiva di S. Secondo ha
presentato sabato 1 febbraio, nella nostra
sala, una serata di canti e di diapositive
di montagna a cura del Coro Bric Boucle e di Don Bessone. Il numeroso pubblico che gremiva la sala ha molto apprezzato e lungamente applaudito i canti
e le belle foto, frutto della lunga esperienza di montagna del parroco di Perrero. Ringraziamo la società sportiva per
la sostanziosa offerta fatta per l’uso della sala.
Per le prossime elezioni del consiglio
di circolo delle scuole elementari i genitori di S. Secondo, Prarostino e Macello
hanno presentato una lista con un programma articolato in vari punti fra cui
il completamento del trasporto allievi, la
costruzione di una palestra, la riorganizzazione delle biblioteche scolastiche della
realizzazione del tempo pieno e della eliminazione delle pluriclassi. Inoltre si propone un completamento della medicina
scolastica, la eliminazione dei patronati,
il rinnovamento dei contenuti della scuola con l’opposizione ad ogni forma di discriminazione.
• In occasione del 17 Febbraio: la sera
del 16 i falò saranno accesi al suono della campana di S. Secondo; la mattina
del 17 alle 10,30 culto con Santa Cena. Alle 12,30 pranzo comunitario nella sala.
F. Davite
Torre Pellice
• Il pranzo commemorativo del 17 Febbraio verrà servito alla Foresteria Valdese alle ore 12,30 di lunedì.
Per le prenotazioni si prega di rivolgersi alla Libreria Claudiana entro venerdì 14 corr.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLiCE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
dall'S al 15 febbraio 1975
Doli. PIERO SCAR06NINA
Via Tegas - Tei. 90092 - Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNO
Domenica 9 febraio 1975
TORRE PELLICE
FARMACIA INTERNAZIONAIE (Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
LUSERNA SAN GIOVANNI
FARMACIA DOn. PRHI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
Martedì 11 febbraio 1975
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice! Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
La neve è finalmente ricomparsa sulle
nostre montagne dopo mesi di tempo
asciutto, quasi primaverile; la stagione
sciistica è stata sin qui estremamente magra, ci si deve augurare che ora possa riprendere in pieno.
Pinerolo
Sabato 15 febbraio alle ore 15, presso
la Camera del Lavoro, Via Demo 8, si
terrà un’assemblea del movimento « Cristiani per il socialismo ». La relazione introduttiva sarà a cura della segreteria
regionale (Sergio Ribet) sul tema: «Cristiani per il socialismo ; che cosa intende essere ». Seguirà un dibattito sulle
possibilità del movimento nel pinerolese.
Perrero
Appaltato l’acquedotto di Riclaretto
Se i competenti uffici del Genio Civile
di Torino riterranno congruo l’aumento
richiesto dalla ditta appaltatrice, potranno finalmente essere portati a termine i
lavori di costruzione dell’acquedotto comunale di Riclaretto nel comune di Perrero. Lavori che si trascinano tra mille
difficoltà ed intoppi da più di dieci anni
con notevole disagio della popolazione
che è solo parzialmente servita daU’acquedotto.
Ora finalmente sembra che il lungo
travaglio stia per terminare, infatti giovedì 30 gennaio nel municipio di Perrero
si è tenuta l’asta pubblica per l’aggiudicazione dei lavori di completamento consìstenti nel rifacimento di alcunq vasche
e nel cpllégàmento tra queste e quelle costruite alcuni anni fa e rimaste finora
inutilizzate.
Due le ditte concorrenti delle 14 invitate. All’apertura delle buste contenenti
l’offerta segreta, una delle ditte è risultata non in regola con la documentazione richiesta per legge .per cui è risultata
aggiudicataria la ditta S.A.D. di Vesine
(AT) che per completare l’opera ha richiesto un aumento sulla cifra a base
d’asta del 115% per cui il costo dei lavori passa da L. 8.204.000 a L. 17.638.600.
Benché l’aumento paia molto elevato,
c’è da augurarsi che gli organi competenti lo accettino per evitare che, in attesa
di una nuova gara di appalto, i prezzi
non abbiano ad aumentare ancora ulteriormente, compromettendo definitivamente ogni possibilità di completare l’opera. R- G.
Consorzio « Alpe Muret »
• Sono convocati per - la domenica 16
febbraio, alle ore là, presso il municipio
di Perrero, i proprietari dei terreni montani interessati alla costitxizione del consorzio « Alpe Muret ».
Villar Pellice
• Il 30 dicembre a Pinerolo è nato Fabrizio Gardiol di Ezio e Mima Michelin
Salomon.
• Sempre a Pinerolo, il 3 germaio, è nato Paolo Cairus di Giovanni Pietro e Silvana Bouissa.
Ai piccoli e ai loro genitori i migliori
auguri !
• Il 28 gennaio, presso l’Ospedale di Torre Pellice dove era ricoverato da qualche
tempo, è deceduto, in seguito a male inesorabile, Giovanni Pietro Berton, di 54
anni. Ai familiari, ed in particolare alla
vedova e ai figlioli rinnoviamo la nostra
solidarietà cristiana.
• Un benvenuto a Riccardo giunto ad
allietare la famiglia di Balmas Renzo e
di Bounous Vanda ( Garda Superiori) ; al
piccolo ed ai genitori i nostri migliori
auguri.
• Ricordiamo le celebrazioni del 17 Febbraio: Domenica 16 corr. m., ore 20 accensione dei falò. Lunedì 17, ore 9,30, formazione del corteo; ore 10: Culto di riconoscenza con la partecipazione della
Scuola Domenicale; ore 12,30: pranzo
presso il ristorante « Gran ’Truc », prezzo L. 3.000; prenotarsi per il pranzo entro il giorno 14 c. m. direttamente presso
i Sigg. Rostagno - Sappé (Bocchiardoni).
• Sabato 22 c. m., ore 20,15, la Filodrammatica della Chiesa di Prarostino, che
ringraziamo sin d’ora, rappresenterà nella sala delle attività il dramma scritto
dal Past. Marco Ayassot «La Miniera»;
tutti sono fraternamente invitati.
Prarostino
• Le famiglie Paschetto e Benech ringraziano tutti coloro che hanno fatto delle
offerte a seguito dell’incendio che ha colpito la loro abitazione.
Villar Porosa
• Abbiamo avuto il piacere di accogliére
fra noi domenica scorsa il Collettivo
Bonhoefler per il suo week end di studio
nella Foresteria. I partecipanti si sono
uniti a noi per il culto domenicale riflettendo poi sulla predicazione tenuta dal
past. G. Tourn.
• Si sono sposati nel tempio domenica
mattina Attilio Gönnet di Villar Pellice
e Marina Gamba di Bricherasio. Alla
nuova coppia i nostri auguri fraterni.
• Il 17 sarà ricordato con un culto di
S. Cena domenica, con il culto e l’agape
fraterna nel salone sottostante al tempio.
La sera avrà luogo una serata col concorso della banda di Inverso.
_______cineforum Val Pellice
12/2 - Per grazia ricevuta (Manfredi)
20/2 - Inchiesta su un delitto della
polizia (Carnè)
Tifi - Au Hasard Balthazar (Bresson)
6/3 - Morire d’amore ((2ayatte)_
13/3 - Uccellacci uccellini (Pasolini)
20/3 - Los Olvidados (Bunuel)
27/3 - Negozio al Corso (Radar)
3/4 - Gli amori di una bionda (Forman)
10/4 - eleo dalle 5 alle 7 (Varda)
17/4 - La mia notte con Maud (Rohmer)
S' Germano
• Un gruppo di membri della nostra comunità si è recato a Verona per circondare il pastore Felice Bertinat in occasione della dipartenza della sua compagna. A lui ed ai suoi figlioli rinnoviamo
a nome di noi tutti una-parola di conforto e di fede condivisa nella prova.
• Anche i ragazzi della Scuola Domenicale hanno in qualche modo riflettuto all’impegnó missionario della Chiesa, i: stata ricordata la figura di Alberto Schiveitzer, non senza sottolineare gli attuali sviluppi del lavoro missionario che, pur non
cancellando certo il significato della « vecchia » opera missionaria, segnano un rallegrante allargamento di orizzonti nel
quadro della missione « di tutti verso tutti» secondo l’espressione assai usata negli ambienti della CEvAA. Sono state
proiettate alcune diapositive del Bulozi,
regione dello Zambia nella quale lavora
una delle chiese della CEvAA.
• Il culto ai Martinat è stato ben frequentato e l’atmosfera era quasi... primaverile.
• Per l’agape fraterna del XVII febbraio,
l’apposito comitato ha stabilito che il
prezzo sia di L. 2.000. Si prega di iscriversi entro e non oltre giovedì 13 febbraio
alle ore'M presso il pastore, gli àiÌ2aaiìi,
la penetteria Beux e la salumeria Bounous, versando la somma.
• La colletta del culto del XVII sarà versata a favore del fondo per la traduzione
In spagnolo della recente storia valdese,
in segno di solidarietà coi nostri fratelli
rioplatensi.
• Ricordiamo che la Filodrammatica di
S. Secondo reciterà nella nostra sala, la
sera del XVII, « Casa di Bambola » di
Ibsen. Un’occasione da non mancare!
cambi d’indirizzo
Pregasi prendere nota dei seguenti
cambiamenti di indirizzo:
Centro Diaconale (Istituto - Convitto Valdese) - Via G. Ev. Di Blasi, 8 - Tel. 56.09.41
90135 Palermo.
Past. Pietro V. Panasela - Via G. Ev. Di
Blasi, 10 - Tel. 56.17.97
90135 Palermo.
Doni Eco-Luce
Luciano Long, Pinerolo L. 1.000; Hanny
Rapiaarda, Trieste 2.000; Giusto De Walderstein, Cinisello 1.000; Pennington De Jimgli,
Roma 5.000; I: Guldbraudsen, Milano 5.000;
Odete Balmas, Torino 5.000; Giuseppe Mascanzoni, Bari 1.000; Desiderata Clot, Perrero 1.000; Claudio Comba, Roma 5.000; Giuseppe Giorgiolè, Livorno 1.000; Lìbera Manfrini, Genova 1.000; Antonio Canobbio, Levici 1.000; Arnaldo Durio, Ivrea 1.000; Tina
Baviera, Ravenna 600; Filodrammatica Valdese, S. Secondo 25.000; Ida Palmieri, Pescara 1.000; Fausto FiUce, S. Remo 500; Attilia GriU-Bonjour, Pinerolo 1.000; Valdo
Giaiero, Rivoli 1.000; Elena Viglielmo, Riclaretto 1.000; Alberto Girardet, Roma 5.000;
Giovanni Morello, Svezia 500; Lidia Kramer,
Svizzera 4.000; Bianca Piacentini, Roma
1.000; Efisia Martini, Torino 2.000; « Sachant que votre travail ne sera pas vain auprès du Seigneur » (I Cor. 15: 58) 5.000;
Chiesa Valdese, Cerignola 1.500; Giovanni
Brrmo, Torino 1.000; Giuseppe Terenzio, Venezia 1.000; Ester Trobia, Pachino 1.100;
Arturo Bogo, Venezia 5.000; Renato Breuza,
Pinerolo 1.000; Elsa Clapier nata Léger,
Mentoulles 500; Giulio Genre, Perrero 500;
precisazione
Per un nostro involontario errore il
nome della sorella Fanny Letizia Corsani
apparso nel necrologio lo scorso numero
è stato, in alcime copie del giornale, stampato come Cosani; ne chiediamo scusa
ai familiari.
RINGRAZIAMENTO
FeUce, Margherita e Emanuele Bertinat, commossi per le numerose espressioni di affetto ricevute in seguito alla
improvvisa dipartenza della loro cara
Anita Dalla Chiara
in Bertinat
desiderano esprimere a tiitti la loro più
■profonda riconoscenza.
Verona, 29 gennaio 1975.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della scomparsa
Matilde Brosio
ved. Costantino
ringraziano i vicini di casa e tutti coloro
che, con scritti, parole di conforto e presenza hanno preso parte al loro dolore.
Ringraziano il Primario, i medici, le infermiere e il personale del Neurologico
dell’Ospedale Civile di Pinerolo.
Un grazie particolare al Dott. Ferrerò
Varsino Marcello, al Pastore Arnaldo
Genre.
Prarostino, 24 gennaio 1975.
«Dio sarà con gli uomini ed asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro
e la morte non sarà più...».
3 (Apoc. 21: 4).
Dopo breve malattia è serenamente
spirata la Prof.
Elisabetta Hopffer
ved. Bufano
La dipartita è avvenuta il 29 gennaio in
Piacenza dove per lunghi anni la sorella
Elisabetta è stata al fianco del marito
Emanuele Bufano, esemplare pastore della Chiesa Metodista d’Italia e deceduto
quattro anni or sono. Le Comunità di
Piacenza e di Cremona ricordano con
profondo affetto il fedele ministerio compiuto con sincero amore in entrambe le
Comunità dai coniugi Bufano, e ne rendono lode al. Signore.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Ettore Luigi Vinçon
riconoscenti per la grande dimostrazione
di affetto e comprensione, ringraziano
tutti coloro che, con parole di conforto,
scritti e fiori, hanno partecipato al loro
profondo dolore.
Un ringraziamento particolare al Consolato Italiano di Londra, alla Direzione
Generale e al Personale degli Hotels
Grand Metropolitan di Londra, alla Banda Musicale e alla Pro Loco di S. Germano, ai pastori Deodato e Conte, alle famiglie Richiardone, Giai e Buffa.
Pinerolo, 30 gennaio 1975.
8
8__________________________ ,
Zambia una sociefà cristiana
senza concordato?
Nello scorso maggio ebbe luogo a Lusaka (Zambia) la 3"
assemblea delle chiese evangeliche africane: il presidente K.D. Kaunda tenne il discorso di apertura
GUINEA-BISSAU
un popolo che lotta
per la sua liberazione
Dopo aver ricordato il momento cruciale della storia del continente africano
ed i drammatici mutamenti politici a partire dal 1970, Kuanda afferma; «Le due
istituzioni SÜ cui deve basarsi il successo africano restano quelle che sono la
sorgente dell’autorità morale e della giustizia: cioè il Governo (Gouvernement)
e la chiesa. La chiesa è la custode della
supremazia morale nello stato (Etat),
mentre il Governo è il garante della giustizia. In verità un buon Governo non
può lare a meno della moralità, cosìi come la chiesa deve dipendere dalla forza
della giustizia nello Stato per realizzare
nella prassi la supremazia morale... I
cambiamenti che sono avvenuti nel nostro continente e che fanno epoca, esigono un fondamento morale molto robusto,
indistruttibile, e che deve naturalmente
trovarsi nella chiesa. Il senso morale e
la giustizia devono essere i gemelli della
libertà e deU’indipendenza fondati sui
principi deH’u^aglianza umana - uguaglianza davanti a Dio e davanti alla legge
del paese.
L’esigenza dell’Africa per un ordine socio-economico e politico, che sia in accordo con i valori e le aspirazioni africane, nelle circostanze del nostro impegno
verso la costruzione di una società morale e giusta, comporta necessariamente
llmpegno degli uomini politici. I responsabili di ogni forma associativa (toutes
les manières de vivre), compresa la chiesa, non possono restare osservatori passivi di fronte al cambiamento in atto...
Se c’è qualcosa che noi, popolo di Zambia, pensiamo aver compiuto a questo
proposito, è che la chiesa non può più
vivere ai margini e separata. La chiesa
in Zambia non è passiva osservatrice in
questo grande compito che è il nostro;
costruire una società umanista... La chiesa è all’avanguardia nel movimento teso
a stabilire una vera società umanista...
Crediamo che una buona chiesa guidata da buoni capi non può mai essere in
conflitto con un buon governo (Gouvernement) i cui buoni capi sono guidati da
un partito ben organizzato, fondato sui
fermi principi della giustizia. Quando le
istituzioni locali o nazionali hanno dei
buoni capi c’è sempre un’armonia basata sull’amore, la comprensione e un vero
spirito comunitario, nutriti dal senso morale e dalla giustizia. I traguardi della
chiesa sono quelli dello stato, la causa
della chiesa è la causa del popolo e del
governo. Il governo da grande fiducia
(gran prù:) ai principi morali su cui si
fonda la chiesa. Le sfide di ordine morale che oggi sono poco rilevate diventano i problemi politici di domani.
La chiesa ha quindi dei compiti immensi nella costruzione delle nazioni africane e dell’unità africana. Il nostro servizio è, essenzialmente, di accettare che
Dio ci consideri, personalmente e collettivamente, quali responsabili della vita
dei nostri fratelli, gli uomini, e di tutto
ciò che dà un senso alla vita di ogni essere umano »...
GUARDARE AVANTI
Ricordando che occorre guardare all’avvenire e non al passato, Kuanda afferma ; « L’opera di Cristo unifica. La sostanza di questo messaggio è l’xmità della razza umana, l’armonia e l’interdipendenza fra gli uomini, basate sull’amore e
la comprensione. Questo è il solo modo
per l’uomo di vivere in comunità»...
« ...La chiesa deye essere il capo fila
Comilile di Reduione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
‘vPsoto Rioear, -Glsmpaola - Ricco, Bruno’ Rotta- ;>
gno, Giorgio TougipTjillio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore retpontabile; GtNO CONTE'
Ammipistrazlone : Casa Valdese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
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semestrale L. 2.500
estero annuo L. 6.000
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Inserzioni: Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
delle nazioni africane e dei loro capi per
convincerli ad abbandonare i sistemi economici e sociali che sostengono l’ineguaglianza... I movimenti di liberazione hanno riaffermato la loro opposizione al razzismo. Hanno sempre detto che la loro
lotta armata non aveva di mira l’uomo
bianco ma l’oppressione, l’ingiustizia, lo
sfruttamento e il colonialismo, che hanno avuto la disgrazia di subire durante
lunghi anni. I movimenti di liberazione
contribuiscono in più modi a creare le
condizioni in cui le aspirazioni espresse
nell’Evangelo possono realizzarsi ».
COM - Nuovi Tempi
Domenica 26 gennaio si è riunita la
prima assemblea dei soci della cooperativa « Com-Nuovi Tempi » per una verifica del lavoro sin qui svolto (ricordiamo
che il primo numero del settimanale unificato è comparso il 6 ottobre). Hanno
partecipato all’incontro circa 80 persone
con 93 deleghe.
Qui ci limitiamo a trasmettere alcuni dati statistici che interessano senza dubbio
i lettori, invitando quanti desiderano
maggiori informazioni sul dibattito dei
soci ad acquistare « Com-Nuovi Tempi »
n. 4 del 2 febbraio.
I centri impegnati nella diffusione del
settimanale sono aumentati (da ottobre)
da 122 a 159. In Italia si inviano 7.376 copie di cui 6.811 ai militanti i quali provvedono alla diffusione, rifornendo anche
librerie ed edicole; 665 copie vengono inviate direttamente a ben 75 librerie. La
diffusione commerciale continua solo a
Roma dove si consegnano circa 1000 copie settimanali con una vendita media
del 25%.
Le copie spedite agli abbonati sono invece 9.340, di cui 800 per l’estero. Dal mese di ottobre ’74 ad oggi sono stati registrati 2.350 nuovi abbonamenti e 2.610
rinnovi.
Mercoledì sera, 29 gennaio, abbiamo
risposto all’invito di recarci a Pinerolo
nel cinema di via del Pino, per incontrare alcimi rappresentanti del P.A.I.G.C.
(Partito Africano di Indipendenza di Guinea Bissao e Capo Verde).
Due autentici rappresentanti della Guinea, sia in un italiano perfetto sia in
francese, hanno saputo farci partecipi
delle loro esperienze reali e vitali. La
Guinea Bissao, ormai tutta libera, è uno
stato universalmente riconosciuto. La
sua vittoria resta molto legata alla sorte
dell’Arcipelago Verde, di solo 300.000 abitanti. Il ricordo del « leader » e fondatore del P.A.I.G.C., Amilcar Cabrai, assassinato due anni fa da sicari al soldo del
Portogallo, rimane sempre vivo nel cuore di questi popoli liberati dal colonialismo.
Sapendosi liberi ora si sentono responsabili della loro terra, popolata da 800.000
abitanti, per la maggior parte contadini.
Un film a colori benché muto, ci ha
immersi nella vita di questo paese.
Una serie di varie diapositive ci hanno inoltrati nella boscaglia e seguendo
un cacciatore fummo meravigliati del suo
dono d’imitazione del barrito d’un rinoceronte, o il ridere della iena, per attirare la preda.
L’orrore della guerriglia, lungo le piste
quasi invisibili della macchia si fece vivo, nei feriti; gruppi di uomini zoppicanti e saltellanti su ima gamba sola! La
stanchezza dei guerriglieri, costretti a
trascinare mitragliatrici, attraverso lunghe erbe e cespugli, o corsi d’acqua, e
portare pesi enormi sulla testa. La nazione tutta, unita nell’unico desiderio di libertà, si stringeva intorno al suo capo,
Amilcar Cabrai, sorridente, sereno, parlava al suo popolo per il quale rimane il
simbolo della libertà.
Gravissimi problemi si pongono a questi due paesi; non sono ricchi, benché
nella Guinea Bissao si trovi oro, argento,
onice. Il Capo Verde vive di agricoltura,
di pesca, ma ha conosciuto la carestia.
la settimana internazionale
a cura di tul No viola
GLI ETERODOSSI DI BELGRADO
Sono otto docenti della facoltà di
filosofia di Belgrado che, essendo in conflitto da molti anni col regime jugoslavo,
sono stati congedati daH’università -il 28.1
u.s. per decisione del parlamento serbo.
L’accusa ai docenti è stata formulata
dal ministro dell’istruzione serbo « per
aver svolto "attività contraria agli obiettivi della società socialista jugoslava, ai
principi della costituzione, all’autogestione e alla politica della Lega dei comunisti”. Il ministro ha affermato che la misura è stata presa "dopo che tutte le possibilità offerte dalle vie legali dell’autogestione, erano riuscite vane”. Ha anche
detto testualmente che ” gli otto insegnanti hanno deviato dagli obiettivi prescritti nel sistema educativo. Hanno abusato delle loro funzioni di educatori preparando ed orientanto i giovani alla contestazione politica e alla rivolta. Essi sottovalutano i pregi di questo paese, acquisiti a prezzo di sangue dai nostri popoli e dalle nostre nazioni. Essi si oppongono alla politica della nostra repubblica,
alla legge e agli statuti delle scuole superiori” ».
«Le Monde» del 30-1 così commenta:
« Uno dei principi fondamentali delVautogestione proclama l’autonohtid' di
ogni singola organizzazione di lavoro (e
tale è precisamente la facoltà di filosofia), in particolare il diritto sia di nomina, sia di congedare il proprio personale.
Ora, a dispetto delle pressioni esercitate
sul consiglio direttivo della facoltà, e
malgrado che la legge sulla composizione
di tale consiglio sia stata recentemente
modificata, il regime non è riuscito ad
eliminare gli òtto professori per le vie
normali: ha fatto ricorso a una procedura d’eccezione. In linea di principio tale
procedura, è possibile, perché il Parlamento è anche il direttivo supremo dell’organizzazione sociale. Ma, nei fatti, questa particolare decisione del Parlamento
costituisce un’ingerenza, dall’esterrio, nelle questioni proprie della facoltà; essa
'squalifica il consiglio direttivo e crea un
precedente, conferendo al potere governativo il diritto di fare dei processi d’opinione e di reprimere, a dispetto dell’auto
gestione, ogni gruppo o individuo che dimostri di^ non esser d’accordo con la linea^ ufficiale della Lega dei comunisti.
Casi di questo genere non minacciano forse, dopo un’esperienza di un quarto di secolo,. di scuotere l’autogestione del suo
contenuto essenziale, nel paese in cui
questa e nata? ».
E il «Manifesto» del 31.1 scrive: «Anche per il regime jugoslavo, rigidamente
fedele, il nemico principale dei partiti comunisti della terza internazionale, il nemico principale è sempre quello che critica da sinistra: perciò in un paese dove
tanto spazio e potere hanno affaristi e uomini che non nascondono la loro simpatia per il sistema capitalistico (per non
parlare, della privilegiata fascia della burocrazia e della tecnocrazia statale), la
repressione della Lega dei comunisti cade
sugli oppositori di sinistra, liquidati come
agenti della destra ed evocando, senza
curarsi della contraddizione, il fantasma
del Cominform, alla ricerca di una facile
popolarità ».
COME CONTROLLARE
I PALESTINESI?
Da molto tempo siamo pienamente
convinti che, finché uno Sfato Palestinese
non sarà stato creato, ogni accusa alle incursioni dei guerriglieri palestinesi in
Israele con conseguenti defitti, ed agli
atti di brigantaggio internazionale è, sotto il profilo del diritto internazionale,
fondamentalmente ingiusta. In proposito,
il sigg. Abou Loutf, membro del comitato
/esecutivo dell’CttJp e capo del dipartimento politico della, stessa Organizzazione,
« in un’intervista pubblicata il 27.1 dal
settimanale libanese ’’Monday Morning”,
ha detto che l’OLP ”ha già decisamente
condannato” l'attentato di Orly ». Ed ha
proseguito dicendo che « è impossibile
per l’OLP controllare ogni singolo palestinese, anche perché i palestinesi sono
stati privati del loro territorio e dispersi
in tutto il mondo. (...) Il solo modo di
controllare il popolo palestinese è quello
dì creare uno Stato ìndipendente, con la
sua società e con le sue istituzioni proprie: le quali definiranno i diritti e i doveri di ogni palestinese ». (Da « Le Monde » del 29.1.1975).
L’industria del cemento, chiusa per non
competere con quella del Portogallo, si
riaprirà. Costruzioni di aerodromi sono
in vista a Capo Verde, trovandosi in un
luogo strategico: 5.000 emigrati da queste regioni si trovano in Italia, per lo più
donne che vengono in servizio e si sentono isolate, in un paese straniero.
La religione fra questi popoli è libera
e molti pongono la loro fiducia nella magia. La protezione degli dei si acquista
col feticismo; i tabù che regolano la vita diventano come uno scudo, dinanzi al
pericolo. La religione cattolica è seguita
da chi lo desidera. Ci sono molti preti.
I giovani leaders africani richiedono
da noi Italiani, di saperli rispettare come
uomini liberi, cercando di riavvicinarci
come fratelli. Questa serata ci ha convinti che ciò sia possibile.
Come negli anni passati, il Maestro
chiama dei mietitori nel vasto campo del
mondo nelle condizioni in cui esso si trova oggi.
Ricordiamoci che Gesù diceva a coloro che credevano in Lui : « Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei
discepoli; e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi ».
Graziella Jalla
quando il pofere
vesfe di kaki
Aldo Rizzo, L’alternativa in uniforme. Monda
dori, ’’Saggi” pp. 258, L. 2.500.
L’autore innanzi tutto ammette giustamente,
che la questione dei militari al potere non esaurisce il problema : occorre infatti tener presente
il caso più ambiguo dei militari che si organizzano come gruppi di pressione dentro le strutture di un governo civile.
Nel complesso un terzo degli Stati del mondo
è retto da militari: in Africa lo sono 13 nazioni
su 34, nel mondo arabo i militari governano 88
milioni su 122 di abitanti, in America latina
200 milioni su 270, in Asia estendono la loro
dittatura su 260 milioni di persone.
In Europa (prima dei mutamenti in Grecia e
Portogallo) erano 87 milioni i cittadini governati da militari.
Un dato esce inconfutabile da questo panorama: la progressiva escalation delle dittature militari che sono passate da 12 a 46 negli ultimi
25 anni.
Rizzo esamina però anche il caso di quei paesi (USA, URSS e Cina) in cui il potere militare
si è organizzato come gruppo di pressione all’interno di un regime civile.
Per quanto riguarda gli U.S.A., l’autore ricorda (pag. 117) che l’amministrazione Kennedy
« mobilitò l’industria missilistica americana (...)
e in questo modo il complesso'militare-industriale fece dei vertiginosi balzi in avanti » al punto
da far scrivere al senatore FuLbrigh che « il militarismo, come filosofia, pone una precisa minaccia alla nostra democrazia ».
Passando alla Russia, eminenti cremlinologi
hanno affermato che i militari « restano sempre
solleciti , in primo luogo, alla difesa degli interessi della loro professione e della loro casta ».
La politica di Krusciov, volta verso un certo
consumismo e verso il potenziamento dell’industria leggera e deU’agricoltura, trovò un’aspra
opposizione militare, finché soccombette al colpo di palazzo del 1964.
Passando alla Cina, il ruolo politico dei militari risulta assai più vistoso: qui fu veramente
l’esercito a fare la rivoluzione. Ma dove il ruolo
militare comincia a diventare « ambiguo » è in
occasione della rivoluzione culturale del 1966
dove i reparti intèrvenivano in aiuto delle
« guardie rosse » ma, di fatto,* cercavano di imbrogliarle. Nel settembre, Pechino condannava
ogni attacco aU’esercito e imponeva aUe guardie
rosse di rendere le armi. Infine nel 1972 esploil caso Lin Piao.
Per quanto riguarda il modèllo italiano, l’autore non si sbilancia. Il comandante « Borghese »
è considerato come l’autóre di « un episodio pittoresco ».
La conclusione è che i regimi militari hanno
una loro « giustificazione storica » dovuta alle
carenze del potere civile. Per gli Stati « civili »
il problema è di non offrire alla forza militare
« spazio ed occasioni ».
Ci si poteva attendere una coerente condanna
degli eserciti ed invece l’alleanza politico-militare-industriale viene accettata come « ineliminabile ». Altre pubblicazioni (presentate anche in
questa sede) hanno mostrato invece quanto l’istituzione « esercito » pesi negativamente sulla
vita di tutti i paesi, anche se tali denunce sono
viste come pura utopia.
R. Peyrot