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Anno 123 - n. 2
16 gennaio 1987
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
DI FRONTE AL RILANCIO CATTOLICO DEL CULTO DI MARIA
Si può conoscere o controllare
il « prima » della vita o il « dopo » la morte? Che cosa sappiamo di questo spazio vuoto, spalancato tra il prima e il dopo?
Non abbastanza.
E’ solo di ieri la notizia di un
altro bambino nato a Napoli col
sesso predeterminato.
Di qualche giorno fa è invece
la notizia della ragazzina di Foligno, malata di cancro, riemersa miracolosamente, quanto
provvisoriamente, dai coma profondo, per « raccontare la morte ».
« La Repubblica » del 30 dicembre pesca nell’emo'tività, solletica
la curiosità. « Beatrice dei miracoli ha visto una gran luce ». La
scienza è perplessa.
Ma — sostengono gli esperti
— ci sono diversi tipi di coma,
da 1 a 7 e di diversa intensità,
dei « ritorni » sono spiegabili,
non impossibili.
Una sottile inquietante parentela lega meccanismi diversi, il
noto e l’ignoto, il sonno e la morte, il coma e la narcosi.
La scienza spiega o manipola i
processi. La religione stabilisce
limiti e divieti; in ogni caso si
appropria, fornisce la propria
versione-: viaggio in paradiso andata-ritorno.
Si consuma il divario tra la
scienza e la fede. Don Gianni
Baget Bozzo, illustre teologo cattolico e politologo alla moda
(cfr. La Repubblica 31.12.86), auspica una ricomposizione per
vincere l’angoscia del « morire
tra scienza e fede », li dove sono venuti meno i supporti tradizionali, gli « apparecchi » alla
buona morte, ii « rito » che accompagnava in passato « l’evento » del morire; c la scienza, da
parte sua, non è più in grado
di offrire soluzioni. Non è certo
un dibattito da tavolino, tocca il
vissuto. La gente comime ha un
disperato bisogno di sapere e di
sperare, di immaginare possibilità aperte oltre il tempo.
Perché invece l’esperienza che
fa nel tempo è la morte come
parola ultima e definitiva, è la
morte come assenza, l’assenza di
qualcuno per tutto il tempo che
sono vivo.
Qual è allora la parola di speranza? Che cosa aspettarsi?
Manipolare la vita o la morte
non serve; immaginare un paradiso, « un posto fatto di luce »,
speculare sull’aldilà, sul « prima » e sul « dopo » non mi pare
né utile né interessante. Né mi
pare giusto scagliare anatemi
contro i progressi della scienza;
ben vengano se aiutano a spiegare e a capire.
L’esperienza sempre sconvolgente- della morte — e tutte le
morti si somigliano — mi la^
scia in definitiva una tranquilla sensazione di speranza fondata sulla certezza della parola di
resurrezione e di vita in Cristo.
« La morte è stata sommersa nella vittoria; o morte, dov’è la tua
■vittoria?» (I Cor. 15: 55).
Rosanna Nitti
Più Cristo, meno Madonna
L’« anno mariano » indetto dal pontefice miscela emozioni con esigenze di ricompattazione
della chiesa cattolica romana mentre aumenta la distanza dal Concilio Vaticano II - Un anno
anti-protestante in cui appaiono con maggior chiarezza le differenze che ci separano
Il fatto che Giovanni Paolo II
indica un « anno mariano » in occasione del 70° anniversario delle
« apparizioni di Fatima » e nella
prospettiva del Giubileo del III
millennio, turba certamente coloro che si sentono impegnati
nel movimento ecumenico, ma
non sorprende. Ormai è ben difficile sorprendersi delle mosse
di papa "Wojtyla, perché la sua
linea di condotta appare abbastanza chiara, anche se complessa e apparentemente contraddittoria, progressiva chiusura all’interno della chiesa cattolica, e
diplomatica apertura con le religioni non cristiane: Fatima e
Assisi. Il terreno sul quale egli
svolge il suo programma è quello della « religiosità popolare »,
che serve a tutt’e due gli scopi.
A papa Wojtyla non piace il
dibattito teologico, che sembra
affidato alia Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede,
dove Ratzinger cerca gradatamente di far tacere le voci cattoliche impegnate in un autentico confronto ecumenico. Giovanni Paolo II ha scelto la via
delle emozioni, il consenso delle folle che cercano nella eccitazione un conforto per le loro
angosce: è il quadro nel quale
si svolgono i suoi « pellegrinaggi » apostolici. I suoi discorsi
sono misurati su queste aspettative e toccano le corde più sensibili: pace, giustizia, fraternità
universale. C’è la condanna dei
peccati, anche se non c’è il nome dei peccatori.
« L’anno mariano » si colloca
in questo contesto. Non sappiamo come sarà presentato dalla
promessa enciclica e neppure
quali saranno le reazioni del
mondo ortodosso che è il più
vicino a quello cattolico nella
venerazione di Maria. Possiamo,
tuttavia, immaginare quello che
succederà nei santuari mariani
sparsi per il mondo: sarà l’esaltazione di grandi masse di pellegrini, una trionfale espressione della religiosità nelle sue forme più semplici e spontanee. Ci
sarà anche un grande flusso di
denaro : speriamo che possa
servire per combattere la fame
nel mondo!
Il Concilio Vaticano II aveva
esortato i cattolici affinché « sia
nelle parole che nei fatti evitino
diligentemente ogni cosa che
possa indurre in errore i fratelli
separati o qualunque altra persona, circa la vera dottrina della chiesa » (Lumen Gentium,
67).
Paolo VI aveva cercato di arginare certe forme popolari della « pietà mariana », benché egli
stesso non avesse resistito al bisogno di visitare i « santuari »
mariani. Con Giovanni Paolo II
anche le timide esortazioni del
Concilio hanno perso valore e
sembra che non ci sia più alcun
freno all’esplodere della religiosità. La grande arte di papa Wojtyla è di dare ad essa la tonalità
sociale, abbinando l’emozione
religiosa con le aspettative generali e anche molto generiche
di pace.
In questo miscuglio di religiosità e di richieste di pace e di
giustizia cosa prevarrà? Non è
molto facile prevederlo, per la
complessità delle istanze in gio
..■■Cil'.fçs'iÿî
L’immagim di
Maria è sempre
più al centro della
riflessione
teologica della
Chiesa cattolica
romana.
co e dei sentimenti che si sprigionano. L’azione di papa Wojtyla è certamente diretta alla restaurazione all’interno della chiesa cattolica, ma nello stesso tempo allarga l’occasione d’incontri
e di confronti, e non è detto che
le reazioni prodotte siano tutte
nel verso voluto, al punto che
talvolta si ha l’impressione che
ci sia più fantasia che calcolo.
D’altra parte non si deve forse
ISAIA 60: 15
Uorgoglio dei secoli
constatare che anche nel mondo
degli « evangelicals » si segue una
via simile di eccitazione della religiosità popolare, sia pure con
linguaggio e metodi diversi? Certe forme di invocazione di Gesù
sono proprio diverse dalle invocazioni papali di Maria?
Il movimento ecumenico deve
tener presente questi fatti, ma
non lasciarsi condizionare da
essi: l’impegno ecumenico per
la fraternità universale è certamente più arduo delle provocate esplosioni di religiosità, ma la
sua forza liberatrice è certamente maggiore.
Perciò non deve essere frenato neppure dall’anno mariano.
Alfredo Sonelli
« Invece d’essere abbandonata, odiata, sì che anima viva più non
passava per te, io farò di te l’orgoglio dei secoli, la gioia di tutte
le età ».
Ogni tanfo capita che noi evangelici sembriamo agli altri nostri concittadini come un po’ orgogliosi della nostra situazione.
Le nostre Intese con lo Stato,
la via ecumenica dell'integrazione valdese-metodista, naturalmente l'eredità della Riforma in tutti i suoi aspetti, sono
altrettanti motivi che sembrano
costituire per noi la base per
un certo orgoglio.
Quando ce lo fanno notare,
probabilmente il nostro pensiero
corre subito alle grandi condanne bibliche dell’orgoglio, per
esempio al Salmo 75: « Io dico
agli orgogliosi: Non vi gloriate!...
Poiché non è dal levante né dal
ponente né dal mezzogiorno che
vien l’elevazione ; ma Dio è quel
che giudica; egli abbassa l’uno
ed innalza l’altro ». In questo
senso appare poco cristiano essere orgogliosi.
Ma c’è anche un’altra dimensione che va considerata. Nella
descrizione della gloria della
nuova Gerusalemme che leggiamo in Isaia 60, l’autore non teme di esprimere con Videa della
fierezza e dell’orgoglio il risultato della ricostruzione operata,
dalla grazia di Dio. Si tratta di
un orgoglio ispirato non alle
opere umane, ma a quello che
Dio costruisce sulle rovine lasciate da queste opere. Lo stesso messaggio troviamo in numerosi passi del Nuovo Testamento; per esempio in II Corinzi
3: 18: « Noi tutti contemplando
a viso scoperto, come in uno
specchio, la gloria del Signore,
siamo trasformati nella stessa
immagine di lui, di gloria in glo
ria, secondo che opera il Signore, che è Spirito ».
C’è in Paolo tutta una dimensione del "gloriarsi nel Signore",
anche nelle afflizioni, che fa parte essenziale della fede. Non si
tratta dell’orgoglio di essere vaidesi o evangelici e non, per esempio, cattolici, ma di una dimensione fondamentale della gioia
che dà l’Evangelo. Dio crea una
umanità nuova e questo è l’orgoglio di tutti i tempi, è il segno
che la creazione non è destinata
alla perdizione. Questo orgoglio
non conosce certamente barriere confessionali. L’unica cosa che
possiamo dire, è che se è possibile viverlo nel contesto dell'eredità storica e della struttura ecclesiastica di una chiesa evangelica, di questo va ringraziato
il Signore. In questa ottica potrà anche essere un orgoglio non
di sopraffazione di altre espressioni della fede, ma di servizio
in vista di una fede comune
gioiosa.
Claudio Tron
SOMMARIO
n Religione a scuòla
— Cosa pensano le Comunità Israòlitiohe,
p. 3
□ Prospettive bibliche
— Martin Lutero: Rispettare l’umiltà di
Maria, p. 6
□ Anno mariano:
— Cesare Milaneachi:
Una Maria che non
riconosciamo, p. 7
— Letizia Tomassone:
Papa mariamo? No,
maschilista, p. 7
□ Vita delle chiese
— Nuove strategie per
le chiese al Sud, p. 8
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2 commenti e dibattiti
16 gennaio 1987
IN MARGINE ALL’ANNIVERSARIO BARTHIANO
Non temiamo di
avventurarci nei futuro
Il passato non deve distoglierci dalla necessità di vivere consapevolmente presente e futuro: non sentiamoci « garantiti » dalla storia
Due documentati studi presentati nei recenti convegni su
Barth a Roma ed a Genova (a
cura di G. Boi e R. Osculati)
hanno dimostrato che al di fuori della limitata cerchia delle
chiese evangeliche italiane (limitata numericamente, ma grazie
al cielo non per facoltà d’intelligenza) Barth in Italia non venne recepito affatto, venne frainteso, o disatteso, a parte poche
eccezioni.
Se però esiste una piccola storia degli evangelici italiani —
piccola in proporzione al loro
numero, ma non certo modesta —, e se questa pur piccola
storia contò qualche cosa nel
fenomeno della Resistenza al fascismo (cosa che mi pare incontestabile) e se la Resistenza
è in qualche modo alla base
dell’attuale Repubblica (anche
questo è un fatto), allora si può
dire che la ricezione di Barth in
Italia vi fu e che non costituì
affatto im fenomeno marginale.
Marginali erano se mai gli altri
(quale che fosse il loro numero), che non erano barthiani!
Così se si afferma che Barth
ha significato qualcosa nella
storia europea per aver espresso una teologia che è sempre
unita ad una determinata prassi,
tale affermazione non deve soltanto esser fatta a buon diritto
grazie agli esempi olandese,
cecoslovacco, o francese (ben
noti agli studiosi), ma anche
grazie all’esempio italiano. Fu
il merito della relazione di G.
Bouchard, a Genova, l’averlo
sottolineato, anche se con qualche enfasi (ci sembrò).
Si tratta di fatti, non di opinioni. Le chiese evangeliche italiane erano l’unica struttura nella quale il pensiero di Barth
potesse esser recepito in modo
concreto; di fronte a questo, la
ricezione di qualsivoglia studioso che lesse Barth a tavolino,
per quanto dotta ed interessante essa sia, non avrà mai lo
stesso significato e valore.
Questo non significa che la
teologia barthiana sia diventata dominante tra gli evangelici
italiani. In nessun paese o chiesa essa divenne dominante e tanto meno da noi. Liberalismo e
pietismo, laicismo e romanticismo ancora oggi danno i motivi di fondo. Miegge muore nel
1961: troppo, troppo preste.
Su questi latti storici, che vanno dovutamente raccontati e ricordati, non c’è bisogno di costruire dei miti. Gli evangelici
italiani favoleggiano sovente su
cose del passato, mentre sul
presente sono (giustamente) più
guardinghi.
Al presente che cosa ci attende? Davanti a noi stanne le date significative del « Rimpatrio »
(1689-1989). Come celebrarle?
All’ultimo sinodo delle chiese
valdesi e metodiste si aprì una
subitanea polemica, che finì dopo poche battute, a proposito
del « glorioso » riferito al Rimpatrio. Certo la storia non si
può cambiare e poiché « glorioso » fu chiamato il Rimpatrio
nei testi, non vi è scientificamente nulla da eccepire a che così
venga chiamato anche oggi. Ma
non è tutto qui. C’è un’eredità
da far nostra, ancora una volta (cerne nel 1974; allora si celebrava nientemeno che l’VIII
centenario del movimento valdese). Poiché si tratta di questo,
qualche rifiessione non guasta.
Qual è la comunità che oggi si
appresta a far proprie le eredità del passato?
Una comunità che si appropria
di eredità passate deve soprat
tutto riflettere a come lo fa. Proviamo intanto a fare un po’ di
autocritica. Saremo una comunità che ha sempre bisogno di venir nutrita con frasi esaltanti,
che non restituisce nulla di quel
che consuma, dove il feed-back
è sconosciuto, dove non c’è circolarità né circolazione, una comunità di consumo e non di
produzione, che si alimenta a
centenari e si vanta delle proprie eredità? Siamo questo?
Questo proprio no. Questo
non lo accettiamo. Discorsi che
siano consapevolmente o inconsapevolmente di questo tipo rischiano di far scattare moti di
insofferenza e son fatti per provocare rotture.
Noi siamo un’altra comunità. Intanto c’è una prima regola da osservare: quel che ci
sembra nostro non è nostro, non
ci appartiene più. La ’’nostra”
storia è una storia aperta — e
aperta non in un modo qualunque — alla pairtecipazione di
altri. Si dovrebbe dire: aperta
all’elezione nascosta di Dio, ma
la frase non deve suonare troppo esagerata e altisonante. Se
non fosse così, tuttavia, di che
storia staremmo parlando?
E vi è poi una seconda regola. Forse occorre pagare un piccolo prezzo per entrare in possesso di quel che è (già) nostro.
come quando si va a versare
1’« imposta di successione » per
i nostri prati. Il prezzo, come
appare a me, consiste in questo:
che non temiamo di avventurarci nel futuro. Vi sono molti
problemi aperti oggi. Neppure
noi possediamo le soluzioni.
Forse siamo chiamati a scottarci le dita quando ne afferriamo
uno. Nessuno sa se non ci sbaglieremo. Esser degni dell’eredità dei padri può voler dire anche questo, esser consapevoli
della provvisorietà delle proprie
scelte. Non sentirsi « garantiti »
da quel che si ha alle spalle (ma
aiutati sì, eventualmente).
Senza nulla togliere ai valori
di una storia robusta e capace
di sostenerci ancora (e scusate
se è poco!), una storia unificante
e aperta, positiva e critica, latta da poche persone, ma non
per questo minima, occorre tornare al presente e provarne le
lacerazioni e le difiìcoltà. Lacerazioni di questa stessa unità
che ci viene dalla storia, difficoltà nuove in mezzo a sollecitazioni di grande momento, che non
hanno nulla da invidiare a quelle del passato, anche se per fortuna sono di tipo diverso. E che
proprio per questo vanno affrontate: noblesse oblige!
Sergio Rostagno
LETTERA DAL LESOTHO
Un anno a Morija
Cari amici,
il 1986 è stato tutt’altro che jadíe per me. Chi avrebbe pensato, il 31 dicembre scorso (1985
n.d.r), mentre ci scambiavamo
a vicenda auguri e felicità sotto
il vischio, che la campana del
liceo di Thabeng avrebbe annunciato per sei volte un incendio, che la scuola avrebbe dovuto essere chiusa per due volte,
che il vicedirettore si sarebbe
ritirato, che il direttore si sarebbe congedato per malattia e che
metà dei membri dello staff si
sarebbe dimesso? E, da ultimo,
chi avrebbe potuto immaginare
che, 12 mesi più tardi, i pochi di
noi che ancora resistono si sarebbero trovati in condizione di
non saper che fare, ignorando
se la chiesa evangelica del Lesotho intenda proseguire con
questa « Istituzione di insegnamento » (sic) e se sì: come?
Converrete con me che, per
tutti i membri della comunità di
Thabeng la cui vita era in gioco,
quest'anno è stato un incubo.
In ottobre, essendo divenuta una
ipotesi azzardata la possibilità
di insegnare nel liceo, i miei sforzi si sono concentrati verso Koapeng (il Seminario Teologico)
dove ho spostalo tutti i beni del
dipartimento di francese, per
impedire che diventassero un
mucchietto di cenere (experientia docet stultos).
Comunque, vi chiederete che
cosa sia successo, a parte Thabeng, in quest'anno che termina. In febbraio a Morija è stalo
organizzato un corso di Sesotho
ed io vi ho preso parte con tutto
il cuore, facendo progressi così
veloci e sicuri come velocemente
sto dimenticandomene, poiché,
nel mio lavoro, non c'e molto spazio per l'uso della lingua
locale.
LA STORIA
E LA BIOLOGIA
Pur condividendo il « punto di vista »
di Alfredo Berlendis sulla predeterminazione del sesso di un nascituro,
pubblicato sul n. 48 del 12 dicembre
U.S., mi sembra che non venga abbastanza preso in considerazione almeno un altro aspetto dello sviluppo delle
scienze e della tecnologia che lo stesso Berlendis ha affrontato in precedenza sul nostro giornale. L’aspetto
di cui parlo è ben espresso da Enzo
Tiezzi nel suo bellissimo libro Tempi
storici, tempi bioiogici, Milano ’84:
« La scienza e la tecnologia non possono fare progressi senza assumere
qualche rischio. Ma le dimensioni e
la frequenza di possibili errori sono
anche cresciuti con lo sviluppo della
scienza e con l'espansione della tecnologia. In passato 1 rischi assunti in
nome del progresso tecnologico erano ristretti nel tempo e nello spazio.
I nuovi rischi sono a lungo termine
e su scala planetaria. Per la prima
volta, nella storia dell’umanità, mettono a repentaglio la sopravvivenza della
specie umana. Il gap tra la complessità delle tecnologie e la conoscenza
dei loro effetti sulla natura sta crescendo a vista d'occhio. La superficialità delle conoscenze biologiche e
globali dei tecnologi è direttamente
proporzionale al loro livello di specializzazione e di cultura specifica. La
tecnologia moderna è più che mai
in mano ai moderni apprendisti stregoni e alla loro presunzione di risolvere
i complessi problemi del mondo » (p.
36). Stiamo, dunque, agendo sulla
base di conoscenze pericolosamente
incomplete, oggi più che mai stiamo
conducendo esperimenti su noi stessi
e sulle generazioni future.
Sempre E. Tiezzi, nel libro citato,
descrive questa situazione utilizzando « il grafico dell’apprendista stregone » del noto scienziato americano
Barry Commoner:
La scuola a quel tempo era
ancora tutta intera e c'era molto da fare tutto il giorno, e la
notte... che confusione nelle
strade!
Vi ricordate sicuramente che
in quella stagione gli astronomi
avevano annunciato al mondo
che, da questa parte del pianeta, si sarebbe potuto chiaramente vedere la cometa di Halley.
Cera molta gente che gironzolava di notte alle ore più impensate. La cometa mi ha portato
la visita di alcuni amici della mia
organizzazione, la CEVAA (...).
Lo scorso giugno ci è arrivata
la terribile notizia che il nostro
collega ed amico Gui Subilia, un
pastore svizzero che lavorava fra
i minatori Basotho in Sud Africa, era stato imprigionato dalla
polizia. Noi ovviamente sapevamo che questo sarebbe successo
ad una persona che lotta per la
giustizia. Molti altri hanno sofferto come e più di lui, ed abbiamo anche udito il caso di un
pastore Mosotho che, ora, è stato rilasciato (...).
La scorsa notte sono andata
nella capitale per il concerto
annuale dei "Maseru singers” che
quest'anno hanno presentato il
Magnificat di Bach e la Messa
da Requiem di Mozart. Questa
bella musica mi ha ispirata, nel
congedarmi da voi, con una parola di speranza che è anche il
mio augurio per ciascuno di voi
in questo speciale tempo di avvento. Avvento: tempo di attesa!
Ma abbiamo ancora delle attese?... Carissimi, andiamo avanti
con quella forza interiore che ci
dona speranza in un futuro
migliore, anche quando tutte le
evidenz.e nel nostro mondo presente ci indicherebbero solo la
disperazione. Buon Natale!
Laura Nisbet
La curva più in basso rappresenta
il progresso nel tempo delle nostre
conoscenze umane e biologiche; l’altra curva, più in alto, è la curva del
progresso tecnologico che nei tempi
più recenti diviene vistosamente ripida accentuando il distacco da quella più in basso.
Mi sembra che il nostro giornale
non dovrebbe dimenticare mai questo
aspetto del problema che sta diventando sempre più drammatico, vista
la conferma continua e frequente di
« disgrazie » tecnologiche sempre più
immani e di lungo periodo.
Che dire, infine, del vezzo giornalistico (a cui gli stessi scienziati non
sempre sfuggono) di chiamare la chiesa e 1 teologi a definire la liceità morale delle nuove scoperte scientifiche
e tecnologiche, quasi a confermare la
totale « irresponsabilità » etica dei diretti ricercatori e operatori del settore?
Indubbiamente le chiese e i teologi
devono poter continuare ad esprimersi su ogni problema che investe il
genere umano, ma non devono diventare la foglia di fico della nudità etica
della scienza.
Eugenio Bernardini, Torino
SE AVESSIMO
SAPUTO CHE NON
NASCEVI MASCHIO...
Mi dissocio totalmente da tutta la
linea di pensiero di Alfredo Berlendis. culminante nel suo « Punto di vista » del 12 dicembre scorso.
Tutta la mia vita è stata venata
dalla tragedia di una frase che mi è
stata ripetuta fin da piccolissima; « Se
avessimo saputo che non nascevi maschio, non ti avremmo mai voluta ».
L'unico pensiero che potrebbe ora
guarirmi, non sarebbe quello di essere potuta nascere maschio grazie alle provette, bensì quello di essere
semplicemente accettata così come
sono e come mi sono presentata alla
vita nel momento della mia nascita.
Preferisco infatti sentirmi originata da
una volontà amorosa — di Dio, dei
genitori — che da un capriccio egoista di una coppia fra tante. E credo
che questo valga per chiunque abbia
avuto la ventura di nascere.
L'equivoco dipende, a mio avviso,
da un rovesciamento del criterio cattolico per cui “ naturale è buono »,
che diventerebbe così: « naturale è
cattivo » e ■■ tutto ciò che si oppone a!
naturale è buono »; per esempio la
« cultura ». Contesto questo equivoco. Natura e cultura sono entrambe
realtà viziate da un elemento di fondo: il peccato. Entrambe sarebbero
buone se fossimo allo stato di Genesi 1 e 2. Col peccato di Adamo tutto
è stato trascinato nella perdizione;
da allora ciò che salva non è pii.
qualcosa ohe provenga dalla natura o
dall’uomo, bensì qualcosa che viene
da Dio e che si concreta nella grazia, attraverso Cristo.
Senza redenzione operata da Cristo
e che si rende possibile nella grazia, niente è buono nella natura come nell’uomo. Tanto meno 1 capricci,
gli egoismi, le ambizioni, gli interessi
di una coppia sposata volta solo a
ricavare dal matrimonio e dalla procreazione il maggior piacere possibile, sulla pelle dei figli che sono fatti
nascere in base a un completo arbitrio
Alfredo Berlendis parla di « saggezza ed
equità »: in base a cosa? In vista di
che cosa? Chi ispira a una coppia
umana una saggezza e un’equità chv
vengano da Dio e non dal proprio
ineliminabile peccato? Forse che una
coppia è per se stessa immune dal
peccato per ciò che concerne la procreazione? Ed è proprio vero che la
coppia è più secondo Dio quando
sceglie, piuttosto di quando semplicemente accetta? Non c'è forse tanto
più riconoscenza nell'accettare ciò
che viene dalla volontà di Dio (e non
esiste il caso, la fatalità, per chi è
credente), una volontà che è sempie
buona anche contro ogni apparenz.i.
piuttosto ohe nel prendere ciò che si
è scelto e che viene sempre da una
volontà umana, perciò sempre cattiva?
E' anche una questione psicologica.
Il bambino a cui è fatto un regalo e
contento, e lo è meno se, portato in
un negozio di giocattoli, gli è dato
di scegliere. Nel primo caso c’è tutta
la gioia della sorpresa e un’umile
riconoscenza verso chi gli ha fatto ¡I
regalo e in genere verso la realtà,
che gli serba qualcosa di buono e gradito (magari inaspettato): nel secondo
caso entra molto di più il capriccio
soddisfatto, il senso confuso ma forte di un diritto a scegliere e a possedere, e mai abbastanza, mai con
riconoscenza, anzi, con la sensazione d'essere defraudato di qualcosa che si vorrebbe in più, per un
desiderio che non si sazia mai. Come
non vedere il peccato in tutto questo?
Chi dice che nella coppia agisca
uno spirito diverso? Che anzi non sia
lo stesso profondo spirito di egoismo
e dì possessione proprio nel poter
scegliere tutto, come si scelgono giocattoli 0 vestiti o cibi, dal partner sessuale, ai momenti e alle modalità del
piacere, ai figli, che siano maschi o
femmine, biondi o bruni, alti, lunghi,
belli o brutti, di questo o quel tipo
di temperamento, secondo la scelta?
Non si tratta qui di una semplice
questione di coppia, ma di tutto un
modo di porsi davanti al vivere: il
modo che si preoccupa di Dio e il
modo che sì preoccupa dell'io proprio. Un'etica evangelica può nascere soltanto dalla radicale opposizione
tra questi due modi. Dal primo non può
nascere che gioia, riconoscenza, pace, preoccupazione per l'altro; dal secondo non può nascere che perpetuo
scontento, brama insoddisfatta, preoccupazione di sé. Esattamente quanto
fa notare Paolo in Calati 5, esponendo I frutti della carne e quelli dello
Spirito. Invece di porre sempre tanto
la questione della natura in astratto,
non sarebbe meglio tenere più presente l'insegnamento, da cui non si può
prescindere, della Bibbia?
Cordialmente.
Vera Buggeri, Cusano Milanino
3
16 gennaio 1987
religione a scuola 3
CONGRESSO DELLE COMUNITÀ’ ISRAELITICHE
Ebrei italiani di fronte
all'ora di religione
Ferma presa di posizione contro l’insegnamento religioso - Amato:
nel Concordato » - Proseguono le trattative per l’Intesa
Nel corso del XII Congresso deirUnione delle Comunità
Israelitiche Italiane, tenutosi recentemente nel salone di Palazzo
Barberini a Roma alla presenza
di numerose autorità italiane
(tra cui il presidente Cossiga, i
ministri Falcucci, Andreotti, Visentini e il sottosegretario Amato) si è parlato dell’insegnamento della religione cattolica nella
scuola pubblica.
Nella sua relazione, Tullia Zevi,
presidente dell'Unione, ha rilevato: « Peraltro, gravi preoccupazioni sul rispetto dei principi costituzionali nelle intese previste
dall’accordo quadro concordatario ha suscitato, e non solo negli
ambienti ebraici, l’intesa di fine
1985 fra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza
Episcopale Italiana. Questa Unione ha espresso pubblicamente a
più riprese la propria opposizione alla disciplina dell'insegnamento confessionale nella scuola
pubblica, così come in essa è prevista. L’inizio dell’anno scolastico
ha evidenziato le difficoltà di applicazione delle disposizioni vigenti che hanno già prodotto una
messe di frutti amari. Auspichiamo perciò una diversa collocazione deirinsegnamento confessionale che lo renda inequivocabil
Ar
I
mente facoltativo e non discriminatorio e, per quanto riguarda le
scuole materne, chiediamo l’accantonamento delle norme vigenti in materia, nell’interesse generale dei più piccoli, di tutti i più
piccoli. Nutriamo fiducia che il
Governo — e in particolare il ministro Falcucci, ohe ringrazio per
la sua presenza — vorrà recepire
le istanze di una parte non irrilevante, seppur minoritaria, degli
alunni e degli insegnanti nelle
scuole pubbliche italiane ».
La dott. Zevi ha annunciato che
sono proseguite le trattative fra
la Commissione governativa, presieduta dal prof. Margiotta Broglio, e la delegazione di esperti
dell’Unione per mettere a punto
l’Intesa fra ebraismo e Stato italiano, in applicazione dell’articolo 8 della Costituzione. Un nuovo
incontro è in programma e la
questione dell'ora di religione diverrà un punto centrale della
trattativa. Verrà chiesta — tra
l’altro — l’istituzione di un comitato di verifica per quanto sta accadendo nelle scuole dove (afferma Pupa Garriba, una delle
promotrici dell’iniziativa) stanno
« avvenendo cose molto pesanti ».
All’intervento della Zevi hanno
fatto eco le parole del sottosegretario al Governo, Giuliano A
quindicinale ecumenico di
fede, politica, vita quotidiana
informazione, riflessione, dibattito su
esperienze di base, chiese, società,
movimenti di liberazione, pace, ecologia,
etica, Bibbia, teologia.
Redazione: Via Firenze 38 - 00184 Roma
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Le mozioni sull’ora
di religione
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mato, che sta curando, per la
parte governativa, la messa a
punto dell’Intesa fra lo Stato e
gli ebrei. A proposito dell’ora di
religione, egli ha parlato di un
probabile errore commesso nella formulazione del Concordato,
là dove tale insegnamento entra
di diritto nell’ordinamento scolastico e non, invece, su specifica richiesta da parte dell’alunno.
Ma « ormai è così », ha constatato Amato, e « di qui conviene
partire se si vuole davvero mutare qualcosa di quelle disposizioni ».
Infine il ministro degli Esteri
Andreotti si èi rifatto alla dichiarazione di Helsinki, auspicando
che sul tema dei diritti civili e
della cooperazione internazionale si vada più avanti nel corso
delle trattative di Vienna.
Ma occorre anche — ha concluso Andreotti — « im grande
sforzo di educazione alla convivenza e alla pace che parta dalla scuola e sia alimentato nelle
comunità religiose ».
Notizie flash
□
UNA MESSA PER COSTRUIRE UN UOMO
LIBERO
Il Congresso ha poi approvato
sull’argomento le seguenti mozioni:
Il XII Congresso dell’Unione
delle Comunità Israelitiche Italiane, vivamente preoccupato per
la situazione di discriminazione
creatasi nella scuola pubblica italiana a seguito dell’intesa tra il
Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza Episcopale
Italiana sull’insegnamento della
religione cattolica e delle relative circolari applicative,
considerato che la situazione si
è ulteriormente aggravata con la
recente circolare n. 302186 del Ministero della P.I.,
ritiene che il ripristino di una
situazione di normalità didattica,
di pieno rispetto delle convinzioni religiose senza discriminazione e di pari dignità di tutti
gli alunni nel processo educativo
imponga:
1) la chiara definizione dell’insegnamento religioso come
facoltativo;
2) la sua collocazione in orario aggiuntivo;
3) per quanto riguarda la
scuola materna, la eliminazione
dell’insegnamento medesimo;
4) la soppressione di ogni elemento residuo di insegnamento diffuso della religione, ancora
presente nei programmi e nei testi delle materie curriculari.
TARANTO — La celebrazione della messa come forma solenne di inaugurazione dell’anno scolastico non solo non dev’essere
abolita, ma è un atto di culto particolarmente importante, «un’occasione irripetibile per la riflessione personale e comunitaria sui
rispettivi ruoli di studente e di docente». Così Alfengo Carducci
presenta il significato della messa all’inizio dell’anno scolastico su
« Nuovo dialogo » del 31.10.’86.
Come salvaguardare allora le esigenze degli studenti che hanno optato per l’ora alternativa e che quindi non dovrebbero partecipare alla celebrazione della messa? Per il Carducci si tratta di
« ansia libertaria » di pochi cui si giustappone, purtroppo, « la distratta e pigra tolleranza di tutti gli altri ». Ora la ricerca di « inesistenti divieti normativi — afferma il Carducci — per impedire la
celebrazione della messa in occasione d’awio dell’anno scolastico,
non è — come potrebbe ap^parire — un segno di attenzione per le
attese delle minoranze religiose, ma è solo l’aspetto più amaro dell’attuale tendenza degenerativa a sacrificare i diritti della maggioranza agli interessi della minoranza, è un atteggiamento di arrogante ’bigottismo democraticistico’ che nulla ha a che vedere con
la vera democrazia e che nasconde solo la paura di un difficile confronto nella verità».
Perciò — continua Carducci — «il rito sacrale da fatto di
culto si trasforma in fermento di iniziative e si riflette beneficamente anche sui non credenti, senza per altro mortifícame le coscienze ».
Non è giusto, quindi, per il Carducci, «impoverire la solennità
della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico alla ’routine’
dei dibattiti e delle conferenze — che pur rappresentano un altro
momento essenziale di questa ’giornata particolare’»; eliminare la
celebrazione della messa «non significa mettere un altro mattone
nella costruzione dell’uomo libero, ma serve solo a favorire la regressione della nostra scuola verso il limbo delle idealità perdute ».
Il XII Congresso dell’Unione
delle Comunità Israelitiche Italiane,
— udite le relazioni del Presidente dell’UCII e della Commissione giuridica sullo stato delle
trattative per la stipulazione dell'Intesa con lo Stato ai sensi dell'art. 8, 3° comma della Costituzione,
— invita il Consiglio dell’Unione a proseguire la trattativa attenendosi ai principi fin qui seguiti,
— prende atto della mozione
sull'insegnamento della religione
nella scuola pubblica approvata
dal Congresso,
— impegna il Consiglio ad attenersi, nella trattativa per l’Intesa, ai principi ivi enunciati.
(Da L’incontro)
il kasUmonio
Mensile dell’ Unione Crislisna Evangelica BalHsfa d’Ilalia
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4
4 fede e cultura
16 gennaio 1987
CONVEGNO DELLA FCEI
Il culto alla radio
compie 40 anni
Culto radio, rapporti con la RAI e le radio private: sempre più importante l’utilizzo del mezzo radiofonico ai fini della predicazione
Alcuni dati
CENNI STORICI
«40 anni di culto radio: una riflessione». Non si trattava del primo incontro sul tema, ma dopo
alcuni anni occorreva fare di
nuovo il punto sulla situazione.
La Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ha dunque
convocato un convegno a fine
novembre con questo obiettivo.
Invitati, con i membri del servizio che hanno organizzato rincontro, membri della Unione radio e televisioni evangeliche italiane (URTEI), della Unione predicatori locali (UPL), del Servizio produzione audiovisivi (SPAV,
collegato all’UCEBI), pastori e
oi>eratori con esperienza in radio private e culto radio, rappresentanti del protestantesimo
spagnolo e portoghese.
Ha presieduto e moderato rincontro il pastore Giorgio Bouchard, sostituendo Fulvio Rocco,
impedito per un improvviso intervento chirurgico (a lui gli auguri della assemblea).
Spesso, ha osservato Giorgio
Bouchard, la FCEI ha dovuto
operare sotto la spinta dell'urgenza (quando si è avviata la
rubrica televisiva, quando si è
occupata del terremoto in Irpinia). Che oggi proprio in campo radiofonico si profili una
nuova urgenza?
Oratori e temi affrontati in
effetti hanno dato l’idea di un
« consulto » intorno ad un ammalato che finalmente ci si è
decisi a visitare. Si sono visti
così un ministro, Aldo Amasi
(non proprio in persona, ma
« catturato » in videocassetta),
che parlando di « Regolamentazione dell’emittenza pubblica e
privata: a che punto siamo », è
stato forse troppo ottimista e ha
ricordato progetti di aiuto economico per le emittenti private
che non hanno fini di lucro e forniscono informazione per il 25%
della programmazione. Un avvocato, il vice presidente della Associazione Nazionale Teleradiotrasmettitori Italiani (ANTI),
Rossignoli, che ha svolto sullo
stesso tema una importante
« controrelazione », evidenziando
il caos esistente sul piano legislativo, e la prevista riduzione
delle frequenze disponibili per
le radio private a 2.000 (si stimano a circa 8.000 le private
esistenti sul territorio nazionale), per accordi internazionali,
entro il luglio 1987. Un professore di teologia pratica, Giorgio
Girardet, che nella relazione
« Culto radio: una finestra sul
cortile » ha constatato il « dualismo » del protestantesimo italiano, tra « storici » ed « evangelicals », gli uni e gli altri presenti al convegno, ed ha auspicato trasmissioni brevi, informali, personalizzate, capaci di ricondurre la Bibbia al centro dell’attenzione. Il responsabile del
« servizio radio », Valerio Papini, che ha analizzato i dati relativi al culto radio, al bollettino,
alla corrispondenza ricevuta. Il
dr. Nino Cascino, dell’Ufficio
opinioni della RAI, che, col supporto di grafici predisposti dal
dr. Roberto Pagliara, ha parlato
sul tema: « La radio tra presente e futuro » esaminando indici,
fasce e tipologie di ascolto, ed i
problemi tipici della radio in
confronto con televisione, teatro, musica.
Sentite le diagnosi e le pro
poste di terapie, il convegno ha
potuto usufruire di un momento di laboratorio-seminario, con
ascolti, esemplificazioni e una
riflessione critica sul linguaggio
e la struttura del culto radio,
condotta da Paolo Emilio Landi, che hanno aiutato a sintetizzare proposte e valutazioni, raccolte poi da un piccolo gruppo
di lavoro creatosi sul campo.
Si sono evidenziati problemi
aperti di natura teologica: i rapporti tra le varie componenti
del protestantesimo e dell’evangelismo italiano, e tra cattolici
ed evangelici.
Di natura giuridica: rispetto
alle istanze legislative ed esecutive (la legislazione che si dovrà approntare, la scadenza di
luglio, la necessità di un censimento adeguato in vista della
instaurazione di un « pubblico
registro », la tutela dei diritti
delle radio private, la nostra posizione di volta in volta favorevole a soluzioni pubbliche o private), e rispetto alle nostre relazioni interne tra protestanti
(opportunità di creare dei circuiti, dei « networks » evangelici, a quali condizioni, con quali
strumenti, tramite l’URTEI o
FANTI o per altri canali).
Inoltre, punti che andranno
ripresi: il culto radio nei suoi
vari elementi (sermone, notiziario, nota, struttura generale); il
rapporto con la RAI (per una
maggiore agibilità degli studi, e
per poter produrre autonomamente parte dei programmi); il
rapporto con le radio private;
come migliorare il servizio nella sua struttura attuale, riprendendo iniziative positive del pas
1945 1951
1960
1968
1969
1971
1973
1976
1983
1985
La trasmissione dei Coito Evangeiico ha inizio, con i'arrivo degii
aiieati, a Roma, Milano, Torino, Venezia, Trieste e Napoii.
In seguito ad accordi internazionaii cessano ie trasmissioni iocaii
e iniziano, dal gennaio, le trasmissioni su rete nazionale. Fa eccezione Trieste, Territorio Libero.
Cessano le trasmissioni di Radio Trieste. Si inizia a stampare un
quindicinale che pubblica le meditazioni trasmesse.
La gestione del programma e del bollettino passa dal Consiglio
Federale al neocostituito Servizio Stampa Radio e Televisione della FCEI.
Si chiede alla RAI di passare da uno spazio di 15' a 25'; si ottengono infine 20', sempre alle 7.35, sul programma nazionale. Nei
5' acquistati si inserisce il « Notiziario dal mondo evangelico »,
redatto principalmente su fonti CEC.
■ Si ottiene che la RAI rimborsi il « Notiziario ».
- Il Servizio inizia una serie di « laboratori radiofonici » per predicatori (saranno 12, in varie parti d'Italia, fino al 1983).
- Nel Notiziario inizia la rubrica fissa « Incontri e appuntamenti dei
prossimi giorni ».
- Si introduce la rubrica « Un fatto, un commento ».
L'orario è spostato alle 7.30.
IL BOLLETTINO STAMPATO
L'attuale tiratura è di circa 1.400 copie, per 20-21 numeri annui. Il
periodico conta circa 1.000 abbonati regolari ed è autosufficiente.
Circa 1.000 ascoltatori all'anno scrivono alla rubrica. La corrispondenza viene seguita dal Servizio, dai pastori che hanno predicato se necessario, e per richieste personalizzate da Berta Subilia. Alcuni carcerati,
entrati in contatto tramite il culto radio, sono seguiti da Luca Negro.
I DATI SULL’ASCOLTO
Dati ufficiali RAI rilevati mensilmente rilevano un costante aumento
dell’ascolto medio di ogni domenica: dai 460.000 ascoltatori dei 1972 si è
passati ai 900.000 circa tra il 1977 e il 1982, per superare il 1.200.000 dall’83 ad oggi.
(dalla documentazione fornita al convegno)
salo come i laboratori, e come
ipotizzare un servizio radio potenziato in uomini e mezzi se lo
si ritiene necessario.
Si è richiesto alla FCEI di
predisporre una documentazione
ampia sugli antecedenti all'incontro, di pubblicare le relazioni del convegno, di preventivare un prossimo incontro (ma
più mirato, ad esempio sulle radio private), di promuovere una
mobilitazione di energie (per
esempio coinvolgendo studenti
della Facoltà di Teologia), di studiare le possibilità di migliora
re l’attuale servizio (per rispondere alla corrispondenza, per
appoggiare l’attività presso radio private, per coordinare programmazione e criteri di lavoro, eventualmente organizzando
un gruppo ristretto che curi la
programmazione e un gruppi;
scelto per la predicazione).
Una raccomandazione a quanti lavorano nelle radio private:
ricordarsi che esiste lo SPAV
(Via Montebianco 91, Roma, te!.
06/898096) e utilizzarne la produzione!
Sergio Ribet
CONCORSO MONDIALE DI DISEGNO DEI RAGAZZI
Giustizia, pace e integrità deiia creazione
Giustizia, pace, integrità deila creazione; su questi
obiettivi di primaria importanza e urgenza la sesta Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese invita ad impegnarsi le chiese che ne fanno parte. Il sottocomitato per
l'educazione, facendo propria questa sfida, invita i bambini
a partecipare al Festival di arti creative per i'infanzia. Si
chiede che i bambini interpretino i temi di Giustizia, pace,
integrità della creazione come li vedono nella loro vita,
sia scrivendo una canzone (parole e/o musica), sia un
racconto o una poesia, sia realizzando un disegno. Il Festival è aperto a tutti i bambini nati dopo il 31 dicembre
1973, e sarà suddiviso in due categorie d'età: 6-9 anni e
10-13 anni. Per i disegni:
— potranno essere realizzati in tutti i colori e in bianco
e nero:
— potranno essere impiegati collages e fotografie, così come tutte le tecniche di disegno e pittura;
— se possibile, è necessario attenersi ad un formato che
vada da 21x30 cm. a 42x60 cm.
Il Consiglio Ecumenico si augura di poter utilizzare i
disegni per la produzione di un calendario per il 1989,
mentre altri progetti di realizzazione di audiovisivi saranno lanciati su Giustizia, pace, integrità della creazione
in vista della conferenza mondiale che si terrà tra il 1990
e il 1991.
La nostra redazione, aderendo aH'iniziativa. raccoglie i
materiali entro il 30 giugno 1987. I disegni e le fotografie
verranno utilizzati per illustrare il giornale, e saranno esposti in una mostra curata dalla nostra redazione nel corso
del Sinodo 1987.
A cura della redazione tutto il materiale sarà inviato
al comitato del Festival di arti creative per l'infanzia presso
Il Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Avvertenze:
— il materiale non sarà restituito:
— non tralasciare di indicare, su un'etichetta applicata
sul retro di ogni opera, il nome, l’indirizzo completo e
la data di nascita del bambino, e l’argomento dell'opera
stessa:
— inviare i materiali a: Redazione La Luce - via Pio V. 15 10125 TORINO,
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5
16 gennaio 1987
ecumenismo 5
LE CELEBRAZIONI DELL’ADESIONE ALLA RIFORMA
EDIZIONI INTERCONFESSIONALI
Ginevra verso il 2000
Le manifestazioni di novembre e quelle di maggio - Una città oggi
prevalentemente cattolica - La recita dell’Evangelo di Marco - Picnic
Nuove Bibbie
ecumeniche
Si sono concluse a Ginevra, a
fine novembre, le celebrazioni
per il 450° anniversario della Riforma. C’era stata in maggio,
come si ricorderà, la rievocazione degli eventi del sedicesimo
secolo alla presenza dei rappresentanti della famiglia mondiale
delle chiese presbiteriane e riformate. Una celebrazione, quella di maggio, dei riformati per i
riformati del mondo.
In novembre invece si è voluta fare una celebrazione ecumenica per gli abitanti di Ginevra.
Da tempo ormai, a causa di fenomeni diversi, la popolazione
del Cantone è in maggioranza
cattolica. Su 350.000 persone ci
sono 107 mila protestanti (di
cui 12.000 stranieri) e 178 mila
cattolici (di cui 75.000 stranieri), senza contare cinquemila
musulmani, quattromila israeliti, tra 40 e 50 mila senza religione, e gruppi minori. Fare del
trionfalismo protestante e igno-.
rare la realtà della città? No.
Perciò è stato incaricato il « Rassemblement des Eglises et Communautés de Genève » di organizzare in novembre un insieme
di atti che si rivolgessero a tutta la cittadinanza.
Non bisogna dimenticare che
l’adozione della Riforma a Ginevra è stata un fenomeno al
tempo stesso spirituale e politico. Cacciare i vescovi — molti
dei quali erano rampolli o clienti di Casa Savoia — significò aderire alla Riforma ma anche affermare le libertà cittadine, costantemente insidiate dalle mire
annessionistiche savoiarde.
Le celebrazioni di novembre,
dunque, non si sono tenute nel
tempio, ma al Palazzo delle Esposizioni, non sono state confessionali ma ecumeniche, e orientate
non a celebrare il passato ma
a lavorare insieme per il futuro («Cristiani per il 2000» era
il titolo della manifestazione).
Il Palazzo delle Esposizioni ha
ospitato degli « stands » delle
chiese di Ginevra (uno anche
della Chiesa valdese) e di molti
e diversi movimenti ed opere sociali. Si è avuta una serie di
gruppi di studio biblico su tre
temi generali: il nostro posto
nell’universo; la nostra vita con
gli altri; rassegnazione o speranza?, che hanno visto la partecipazione di parecchie centinaia di
persone. Lo stesso giorno, nel
pomeriggio, si sono affrontati e
dibattuti i problemi etici e culturali (educazione e cultura,
scienza e tecnologia, economia
e società, giustizia e pace, vita e
salute) che si erano studiati al
mattino con i testi biblici.
Alle varie tavole rotonde che
introducevano i temi hanno partecipato teologi, scienziati, politici, banchieri fra i più noti a
Ginevra, come Erich Fuchs, H.R. Weber, J.-M. Chappuis, Armand Lombard, ma anche persone impegnate direttamente nel
lavoro di base in situazioni difficili, come suor Anna, militante
per la pace in Irlanda.
Il primo atto di quel lungo
week-end novembrino di celebrazioni della Riforma era stato,
il giovedì sera, la recita dell’Evangelo di Marco. Un attore assai noto, Jean-Luc Bideau, solo
su una scena spoglia, aveva narrato per un’ora e quaranta minuti i passi più salienti o toccanti dell’Evangelo, con la muta
presenza di una donna, talvolta
ascoltatrice, talvolta passante.
Rivestendo di volta in volta la
parte di Gesù c di coloro che
lo interpellavano o dei personaggi delle parabole, l’attore è
riuscito a presentare con sobrietà, ma in modo vivo e interessante, circa due terzi del testo
biblico davanti a un pubblico at
tentissimo di quattromila persone.
Culmine delle celebrazioni è
stato il grande culto ecumenico
cui hanno partecipato circa diecimila persone. Una parte dell’immensa hall era stata chiusa
con tendaggi che creavano un
ambiente vasto ma raccolto.
Sulla piattaforma, guidati da
una donna pastore e da un prete, i rappresentanti delle varie
comunità cristiane di Ginevra
hanno preso parte alla liturgia.
Per la parte musicale vi erano
degli strumentisti, dei solisti, un
coro formato dalle corali di diverse parrocchie e uno straordinario direttore di coro che è
riuscito a far cantare con ritmo
e con forza l’immensa massa dei
diecimila presenti.
Un gruppo di giovani ha accompagnato gestualmente la lettura del racconto biblico del
diluvio, che si è conclusa con
l’apparizione di una grande colomba cui sono stati agganciati
nastri multicolori: allusione all’arcobaleno, simbolo biblico del
la pace e dell’integrità della
creazione.
Vèrso la fine del culto centinaia di bambini hanno invaso il
podio e tutto lo spazio antistante sventolando allegre bandierine con i colori dell’arcobaleno
e cantando con gioia e con grande impegno. Le note più caratteristiche di questo culto sono
state la partecipazione e l’atmosfera festiva, nel senso biblico
del rallegrarsi davanti al Signore.
Mentre rapidamente si disfacevano gli « stands » (nel pomeriggio cominciava un’altra esposizione) alcune migliaia di persone sono rimaste a consumare
un picnic o, piuttosto, un’àgape
fraterna. Si concludeva così questo 450° anniversario dell’adozione della Riforma a Ginevra, celebrato in una città oggi molto
internazionale e secolarizzata
che, però, senza la Riforma, sarebbe soltanto una seconda Annecy, piacevole e modesta cittadina di provincia.
Aldo e Fernanda Comba
In molti paesi è vivo l'interesse per il faticoso lavoro di
redazione di edizioni interconfessionali della Bibbia; anche
se, poi, non sempre sono concordi le valutazioni dei risultati
di questi sforzi, come già accadde da noi l’anno scorso a propòsito della Bibbia TILC. Le notizie più recenti a questo riguardo provengono dalla Repubblica Federale Tedesca e dalla Svizzera.
In Germania, è stata recentemente presentata una « triplice »
versione del Nuovo Testamento,
consistente nel testo greco e in
due traduzioni in tedesco, una
cattolica e l’altra evangelica
(rappresentata dall’ultima revisione, datata 1984, del Nuovo Testamento tradotto da Lutero).
Per quanto non si tratti di una
traduzione interconfessionale, lo
avvenimento è stato salutato da
rappresentanti delle chiese come un fatto di portata storica
per le comunità cristiane di lingua tedesca. Il perché lo hanno illustrato il presidente della
Società Biblica Tedesca, il vescovo evangelico della Bassa
Sassonia Eduard Lohse, e il
FCEI — COM-NUOVI TEMPI
Ambiguità e speranze:
problemi dell'ecumenismo oggi
La Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia ed il quindicinale ecumenico com-nuovi
tempi organizzano per i giorni 17-18 gennaio, presso la Facoltà valdese di teologia, un convegno sul
tema ; « Ambiguità e speranze : problemi dell’ecumenismo oggi ».
Ecco il programma:
Sabato 17 gennaio
— Ore 9: Ecumenismo, liberazione, riforma delle
chiese - Relazioni di José Ramos Regidor e
Paolo Ricca.
Interventi: Correzione fraterna, Giovanni Franzoni - Prospettive dell’ecumenismo nelle cdb,
Mario Cuminetti - L’esperienza del Sae, Renzo
Bertalot.
Breve dibattito.
— Ore 15: La fase attuale dell’ecumenismo: delle
istituzioni, dei movimenti, della diaspora - Relazione di Maria Sbaffl Girardet.
Intervento : Un’esperienza di ricerca femminista,
collettivo donne di com-nuovi tempi.
Dibattito.
— Ore 20.30: agape fraterna nella sala di via Marianna Dionigi 57, cui seguirà un breve incontro su com-nuovi tempi.
Domenica 18 gennaio
— Ore 9 : Percorsi ed ipotesi ecumeniche a confronto - Tavola rotonda con Paolo Spanu, Sergio Quinzio, Luigi Sartori, Filippo Gentiioni;
presiede Giorgio Bouchard.
Dibattito.
Conclusioni.
Per informazioni rivolgersi alla redazione di
com-nuovi tempi, via Firenze 38, 00184 Roma, tei.
06/465200 - 4743619.
La «danza dei morti»
Nel quadro della preparazione del Kirchentag 1987, che avrà luogo a Francoforte, diversi
gruppi teatrali hanno tenuto uno spettacolo in
strada a Bornheim, un quartiere del centro, il
22 novembre scorso. Pezzo forte della manife
stazione è stata la “danza dei morti" (nella foto), con la quale gli attori hanno voluto ricordare ai passanti quanto spesso la morte ci sfiori, anche nella vita quotidiana.
prof. Otto Knoch, rappresentante dell’Istituto Biblico Cattolico
— i due enti che hanno edito il
volume — raccontando del faticoso, minuto lavoro interconfessionale richiesto dalla necessità di ricondurre « a un comune denominatore » la titolazione
di numerosi capitoli. Non è stato un lavoro facile, hanno detto
in sostanza i due, ma ci siamo
riusciti.
Potrà forse sembrare poca cosa, ma la pubblicazione dei testi
« ufficiali » del Nuovo Testamento in uso nelle due chiese e dell’originale greco rende probabilmente alla causa ecumenica un
miglior servizio di quel che avrebbe reso una traduzione realmente interconfessionale, per
forza di cose « diplomatica » e
figlia di una serie di compromessi.
Un’altra notizia di sapore ecumenico viene, come questa prima. da Stoccarda, dove le due
società bibliche tedesche, la evangelica ■ e la cattolica, hanno annunciato la nascita della « Bibbia computerizzata »: si tratta dì
una schedatura elettronica della
Bibbia, grazie alla quale un teologo, o chiunque altro interessato, potrà sapere, per esempio,
quante volte e dove nella Scrittura ricorre una data espressione solo premendo il tasto del
computer. Lo strumento, un vero e proprio programma di ricerca biblica computerizzata, sarà messo a disposizione del pubblico, anche se, essendo stato
elaborato sulla traduzione tedesca della Bibbia (quella evangelica) sarà utilizzato prevalentemente nel Nord Europa.
Aria di casa nostra, invece,
pare che si respiri in Svizzera,
dove è stata realizzata una traduzione interconfessionale della
Bibbia in francese corrente, ma
non mancano le polemint''^ In
nrima linea fra i contestatori è
la Federazione Romanda delle
Chiese e delle Opere Evangeliche (FREGE), che ha sollevato
la questione dell’inclusione nel
testo interconfessionale dei libri
apocrifi, e quella, parallela, della loro definizione come « deuterocanonici ». In sostanza, per
gli evangelici romandi, questi libri, presenti nelle Bibbie cattoliche ma non in quelle protestanti, non Do.ssono essere considerati canonici, cioè normativi per la fede, né « proto » né
« deutero ». La risposta della Società Biblica Svizzera, responsabile della nuova traduzione, è
stata affidata a J.-C. Dony, segretario generale per la Svizzera romanda. il quale ha escluso che l’inclusione dei libri apocrifi abbia il significato di una
oresa di posizione teologica, e
ha ricordato, forse un po’ pilatescamente, che, per chi la vuole, c’è anche un’edizione senza
apocrifi._____ Paolo Fiorio
Concilio
ortodosso
Continuano i lavori per la preparazione di un Concilio delle
Chiese Ortodosse. Dopo le conferenze pre-conciliari tenutesi
nel 1976 e nel 1982, i delegati dei
patriarcati ortodossi si sono incontrati a Ginevra dal 28 ottobre al 6 novembre per esaminare una lunga serie di problemi
(il digiuno, il dialogo con altre
tradizioni cristiane, il movimento ecumenico, la pace, i diritti
dell’uomo, la discriminazione,
ecc.). L’ultimo Cóncilio 'ecumenico, riconosciuto dalle chiese
ortodosse, risale al lontano 787.
Quello in preparazione sarebbe
l’ottavo dalla liascita del cristianesimo (ad oggi;
6
6 prospettive bibliche
16 gennaio 1987
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
RISPETTARE L’UMILTÀ’ DI MARIA
« Poiché egli ha riguardato alla bassezza della sua ancella. Per cui tutte le generazioni mi chiameranno
beata ».
Di fronte aU’odierno rilancio della « pietà mariana » per opera délPattuale capo della chiesa di Roma torna alla mente una pagina di Lutero
nel commento al Magnificat scritta nel 1520. Ne riportiamo un lungo
stralcio là dove Lutero commenta il passaggio di Luca 1: 48 del Cantico
di Maria. La traduzione è di Valdo Vinay e compare negli ’’Scritti reli
Alcuni heinno reso qui la parola humilitas con « umiltà »,
quasi che la vergine Maria
- avesse rivestita la sua umiltà e se ne fosse vantata; per questa
ragione anche dei prelati si chiamano humiles, sebbene ciò non corrisponda punto alla verità. Poiché nel
cospetto di Dio nessuno può vantarsi di una buona qualità senza peccato e corruzione. Dinanzi a lui non
ci si può vantare che della sua sola
bontà e grazia verso di noi indegni,
affinché in noi non sussista il nostro
vanto, ma soltanto l'amore e la lode di Dio, e in noi sia lo spirito della parola che Salomone insegna nei
Proverbi, XXV: « Non ti vantare in
presenza del re e non ti porre avanti
ai grandi signori; è meglio che si dica; Siediti qui su, piuttosto che essere abbassato dinanzi al principe ».
Come si può ascrivere simile presunzione e orgoglio a questa vergine
pura e onesta da far si che si vanti
dinanzi a Dio della propria umiltà,
che è virtù suprema, tanto che nessuno si considera o si vanta di essere umile, se non chi sia oltre misura orgoglioso? Dio solo conosce
l’umiltà, egli solo la giudica e la
manifesta, per cui l’uomo non sa
mai tanto poco dell'umiltà come
quando è veramente umile (...).
Maria confessa che la prima opera di Dio in lei è lo sguardo divino
che si è posato su lei, ed è anche l’opera maggiore, dalla quale tutte le
altre dipendono e dalla quale tutte
scaturiscono. Infatti, quando avviene che Dio volge il suo volto per riguardare qualcheduno, scende da lui
pura grazia e salvezza e devono seguire tutti i doni e tutte le opere.
Così leggiamo in Genesi, IV, che egli
riguardò ad Abele e alla sua offerta,
ma non riguardò a Caino e alla sua
offerta. Perciò nel Salterò ricorre
spesso la preghiera che Dio volga
verso di noi il suo volto, che non lo
nasconda, che lo faccia risplendere
su di noi e altre simili espressioni.
E Maria stessa mostra come ritenga
ciò per il maggior dono, dicendo:
« Ecco, per questo sguardo tutte le
generazioni mi chiameranno beata ».
Si badi alle parole: essa non dice
che si parlerà molto bene di lei, che
si celebrerà la sua virtù, si esalterà
la sua verginità o umiltà, o che si
canterà un inno all’opera sua, ma
si dirà soltanto che Dio ha riguardato a lei, per cui essa è beata. Ciò
significa onorare Dio con tanta purezza, che non sarebbe possibile di
più. Per questa ragione essa accenna allo sguardo e dice: « Ecce enim,
ex hoc ». « Ecco, d’ora innanzi mi
glOSl »*. --------------- ,-------- ------ ^ .
sto breve saggio di Lutero completa ed arricchisce i vari interventi che
compaiono in questo numero dèi giornale a proposito delle iniziative pontificie in occasione del 70“ delle «apparizioni di Fatima».
di Martin Lutero, pubblicati dalla UTET di Torino nel 1967. Que
a cura di GINO CONTE
chiameranno beata ecc. », cioè da
questo momento in cui Dio ha riguardato alla mia bassezza, io vengo chiamata beata. Non essa viene
lodata, ma la grazia di Dio scesa su
di lei; anzi viene disprezzata e disprezza se stessa, dicendo che la sua
bassezza è stata riguardata da Dio.
Perciò celebra anche la sua beatitudine prima di narrare le opere che
Dio le ha fatto e tutto attribuisce
allo sguardo divino posatosi sulla
sua bassezza.
Così possiamo imparare quale sia
il vero onore che le si deve tributare e mediante il quale la si deve
servire. Come le si può parlare? Ecco, le parole t'insegnano a dire: O
beata Vergine e Madre di Dio, come
sei stata misera e disprezzata, eppure Dio ha riguardato a te con tanta ricchezza della sua grazia, e grandi cose ha operato in te; tu non sei
stata degna di alcuna di esse, e al di
sopra d’ogni tuo merito è stata ricca, sovrabbondante la grazia di Dio
in te. Oh salve! Da ora in eterno beata sei tu che hai trovato un tale Dio!
ecc. Non devi pensare che le dispiaccia quando la si chiama indegna di
tale grazia, poiché senza dubbio essa non ha mentito confessando la
propria indegnità e bassezza che
Dio ha riguardate non per il merito
di lei, ma per pura grazia.
Gli inutili ciarlatani non l’ascoltano volentieri, perché molto predicano e scrivono del suo merito volendo dimostrare la loro grande arte e non vedono come soffocano il
Magnificat, fanno bugiarda la Madre
di Dio e diminuiscono la grazia di
Dio. Infatti, quanto è il merito che
le si attribuisce, tanto si detrae alla
grazia divina e si diminuisce la verità del Magnificat. Anche l’angelo
la saluta soltanto con l’annunzio della grazia di Dio, aggiungendo che il
Signore era con lei, sì che avrebbe
dovuto essere benedetta fra tutte le
donne. Perciò tutti coloro che tanto
la lodano e l’onorano, non sono molto lontani dal farne un idolo; come
se si trattasse di onorarla e di aspettarsi da lei del bene, mentre essa
vuol distogliere l’attenzione dalla
sua persona, affinché in lei Dio sia
lodato e per lei ognuno giunga a confidare nella grazia di Dio.
Per questa ragione, chi vuole onorarla non la deve porre soltanto di
nanzi a sé, ma dinanzi a Dio e molto sotto Dio e spogliarla d’ogni gloria e considerare (come si è detto)
la sua bassezza; poi stupisca della
sovrabbondante grazia di Dio, che
con tanta benignità riguarda ad una
creatura sì piccola e meschina, la
circonda e la benedice; così, a questa vista, sei spinto ad amare Dio e
a lodarlo in tali grazie e sei portato
ad attendere ogni bene da questo
Dio che con tanta benignità riguarda a uomini piccoli, disprezzati, meschini e non li disprezza, tanto che
il tuo cuore è fortificato nella fede,
nella carità e nella speranza in Dio.
Pensi forse che la puoi incontrare
meglio che quando vieni a Dio per
mezzo di lei e impari da lei a confidare e a sperare in Dio, anche se
vieni disprezzato e annientato in vita o in morte? Essa non vuole che
tu venga a lei, ma per mezzo di lei
a Dio. D’altro lato tu impari a temere ogni posizione splendida ricercata dagli uomini, quando vedi che
Dio anche nella sua madre non trovò né volle magnifica sembianza. Ma
i maestri che ci dipingono e rappresentano la beata vergine in modo
che in lei non si possa vedere nulla
di disprezzato, ma soltanto grandi e
splendide qualità, non fanno altro
che metterci soltanto dinanzi alla
Madre di Dio, senza porre lei dinanzi a Dio, rendendoci in tal modo timorosi e scoraggiati e nascondendoci la consolante immagine della grazia, come si fa con i quadri durante la Quaresima. Infatti non ci rimane più esempio alcuno che ci possa consolare, poiché essa viene elevata sopra tutti gli esempi, mentre
dovrebbe e vorrebbe essere il più
illustre esempio della grazia di Dio
per spingere tutti alla fiducia nella
sua grazia, all’amore e alla lode, affinché tutti i cuori per mezzo di lei
possano giungere a tale pensiero di
Dio da poter dire con piena fiducia;
Oh, Vergine beata e Madre di Dio,
che grande consolazione Dio ci ha
mostrato in te, poiché con tanta grazia egli ha riguardato alla tua indegnità e bassezza, ricordandoci in tal
modo che d’ora innanzi non disprezzerà, ma guarderà benignamente noi
uomini poveri, meschini, secondo il
tuo esempio.
Pensi forse, che se Davide, san Pietro, san Paolo, santa Maria Madda
lena e altri — per mezzo della grande grazia loro indegnamente concessa a consolazione di tutti gli uomini — sono esempi per fortificare la
fiducia in Dio e la fede, non sarebbe
anche la beata Madre di Dio facilmente un simile esempio a tutto il
mondo? Ora, essa non lo può essere per i superflui esaltatori ed inutili cianciatori che con questo versetto non mostrano come in lei si sono
incontrate la sovrabbondante ricchezza di Dio e la sua povertà profonda, la gloria divina e la sua bassezza, la divina dignità e la sua spregevolezza, la divina grandezza e la
sua piccolezza, la divina bontà e il
suo demerito, la grazia divina e la
sua indegnità: affinché ne nasca desiderio e amore di Dio con piena fiducia; per questo scopo vengono anche descritte la vita e le opere di lei
e di tutti i santi. Ma ora vi sono certuni che cercano in lei come in un
Dio aiuto e consolazione, tanto che
io temo che oggi vi sia nel mondo
più idolatria che mai. E di ciò perora basta.
L’espressione latina omnes generationes l’ho tradotta in tedesco « i
rrosteri », sebbene significhi « tutte
le generazioni ». Ma questa espressione è tanto oscura che taluni si
sono affaticati per vedere come sia
possibile che tutte le generazioni la
chiamino beata mentre giudei, pagani e molti cattivi cristiani la bestemmiano o comunque non vogliono saperne di chiamarla beata. Trovano
queste difficoltà perché intendono
per « generazione » la totalità degli
uomini; mentre qui significa piuttosto la successione per nascita naturale, come nascono uno dopo l’altro,
il padre, il figlio, il figlio del figlio e
così via; ognuno si chiama una generazione, e la Vergine Maria non
intende altro se non che la sua lode
durerà da una generazione all’altra,
sì che non vi sarà epoca in cui non
sarà celebrata. Ed essa accenna a
questo fatto dicendo: « Ecco, d’ora
innanzi tutte le generazioni », cioè
ora ha inizio e durerà dall’una all’altra per tutte le generazioni.
Anche la parola makariusi ha un
significato più ampio che « chiamare beato », e vuol dire « beatificare »
o « rendere beato », non soltanto
con discorsi o parole, o con genuflessioni, inchini, riverenze, col dipingere immagini, costruire chiese,
cose queste che sanno fare anche i
malvagi, ma con tutte le forze e con
profonda sincerità. Ciò avviene, come si è detto sopra, quando il cuore,
considerando la sua bassezza e la
grazia di Dio, giunge per mezzo di
lei a gioire in Dio e dice o pensa con
tutto il cuore; « O beata Vergine
Maria! ». E questo modo di chiamarla beata è per lei, come si è detto, un vero onore.
Martin Lutero
7
16 gennaio 1987
obiettivo aperto 7
1987: « L’ANNO DELLA MADONNA» VOLUTO DAL PAPA
Una Maria che non riconosciamo
Alcuni tra i tanti motivi per cui non ci sentiamo di condividere le scelte legate al rilancio del culto di Maria sulla
strada della restaurazione aH’interno della Chiesa cattolica - La mariologia non può sostituire la cristologia
Verso il Giubileo dell’anno Duemila l’energico
rilancio del culto della Madonna da parte dei
pontefice romano ripropone la centralità del ruolo
di mediazione di Maria.
Le speranze di relegare, nell’era del dopo-Concilio,
in un angolo della Chiesa cattolica le superstizioni
e le mediazioni collaterali svaniscono come
neve al sole mentre cresce a dismisura il peso
teologico di una Maria remissiva, incapace di autonomia
e libertà, ossequiente verso l’autorità, sempre più
lontana dalla rivelazione biblica.
Un’enciclica mariana e un
anno mariano costituiscono
due momenti preparatori del
Giubileo dell’anno Duemila,
secondo l’annuncio dato da
Giovanni Paolo II lo scorso
primo gennaio.
L’enciclica «Dominum et vivificantem» in cui si annunciava per la prima volta il Giubileo di fine millennio, aveva
anche rilevato la dimensione
mariologica deU’escatologia
cattolica: « La Chiesa persevera nella preghiera con Maria ». La mariologia, è noto,
caratterizza in modo particolare i viaggi e i discorsi di
Papa Wojtyla, e riporta alle
dimensioni del cattolicesimo
popolare e tradizionale anche quegli aspetti della teologia e della pastorale che
potrebbero assumere un valore ecumenico.
Per esempio potrebbe essere possibile un confronto
ecumenico sui problemi della famiglia. Ma l’esortazione
apostolica « Familiaris consortio » auspica che ogni famiglia diventi una piccola
chiesa « grazie all’aiuto materno » di Maria, e che sia
lei « a confortare le sofferenze e ad asciugare le lacrime
di quanti soffrono per le difficoltà delle loro famiglie ».
A sua volta la esortazione
apostolica « Reconciliatio et
paenitens » afferma che in
Maria « si è operata la riconciliazione di Dio con l’umanità » e che ella « è divenuta
l’alleata di Dio in virtù della
sua maternità divina, nell’opera di riconciliazione ».
L’affidamento del
mondo a Maria
Sul piano pastorale Giovanni Paolo II va anche al di
là delle affermazioni contenute nei documenti ufficiali
che egli stesso ha emanato,
affidando a Maria non solo
le popolazioni cattoliche, ma
anche i non cattolici e addirittura l’umanità intera.
Uno degli ultimi esempi si
è avuto lo scorso 22 novembre ’86 a Nadi (Isole Figi) dove i cattolici costituiscono
appena il 25% della popolazione. Tuttavia Giovanni
Paolo II, congedandosi dal
paese, cosi si espresse: « Af
fido a Maria il futuro di questa nazione e il destino di
tutti i suoi popoli. Prego che
aiuti i giovani a rimanere saldi nella fede e a compiere la
loro missione di servizio al
mondo ».
Nel dopo-Concilio non pochi teologi cattolici avevano
creduto di poter ricondurre
la mariologia entro i confini
della rivelazione biblica, una
volta superata l’epoca dei
manuali della teologia neoscolastica.
Si parlò allora della mariologia come appendice della cristologia, o come uno
dei capitoli dell’ecclesiologia, togliendo in ogni caso
alla mariologia lo statuto di
tema autonomo e compiuto
del pensiero cattolico.
Questa operazione, in un
tempo in cui si nutrivano notevoli speranze ecumeniche,
faceva pensare alla possibilità di una predicazione unitaria delle chiese cristiane
nel mondo contemporaneo.
Giovanni Paolo II tuttavia
ha fatto svanire questa speranza, perché ha incrementato non le espressioni più
ecumeniche del pensiero cattolico, ma un cattolicesimo
che preferisce ancora le mediazioni collaterali, e spesso
le superstizioni, al culto reso
al Padre celeste da parte di
donne e uomini liberi.
Un’operazione che
valorizza i simboli
Sono note le visite ai santuari in tutti i paesi dove si
è recato. In particolare, è
noto il duplice affidamento
dell’umanità intera a Maria
(ma ha diritto il Papa di parlare a nome dell’umanità intera?), il 13 maggio ’82 e il
25 marzo ’84.
Non sappiamo se un nuovo affidamento a Maria avverrà nel contesto del prossimo anno mariano, tuttavia
il linguaggio dei temi mariani sembra sempre lo stesso.
Papa Wojtyla, annunciando il prossimo anno mariano e l’enciclica che lo precederà, così pregò lo scorso
primo gennaio: « Nof desideriamo, o Maria, che tu risplenda suirorizzonte dell’avvento dei nostri tempi,
mentre ci avviciniamo alla
tappa del III millennio dopo Cristo. Desideriamo approfondire la coscienza della
tua presenza nel mistero di
Cristo e della chiesa... ».
La prospettiva escatologica ha perciò nel suo sfondo
non il Cristo che ritornerà e
il disvelamento dei figli di
Dio, di cui parla Romani 8,
ma una figura mediatrice.
Non la realtà, ma il simbolo: un simbolo che l’autorità religiosa gestisce a modo
suo, viene a sostituire una
realtà che non può essere dominata cja autorità e volontà
umane.
Un’operazione analoga fu
portata avanti in occasione
di un altro anno mariano:
quello del 1954, proclamato
e gestito da Pio XII.
In quell’occasione le forze
cattoliche ripeterono i grandi raduni e i momenti di forte presenza nella società italiana, di cui si era avuta una
prima manifestazione nell’Anno Santo del 1950. Quelle manifestazioni ebbero anche una precisa valenza politica, in un contesto nel quale l’Azione Cattolica Italiana
forniva alla Democrazia Cristiana i suoi principali quadri dirigenti.
Rotture significative
Quell’operazione fu però
segnata anche da rotture significative nella compagine
cattolica — rotture dettate
dalla ricerca di una testimonianza cristiana più autentica, più evangelica e meno legata alla dimensione istituzionale della chiesa cattolica.
Le dimissioni di due dirigenti dell’Azione Cattolica,
quali Carlo Carretto e Mario
Rossi, costituirono per il
cattolicesimo italiano uno
stimolo verso l’autenticità
della fede.
Era il tempo in cui il clero
cattolico invitava ancora i
carabinieri a disturbare e a
vietare le riunioni delle comunità evangeliche.
Ricordo sempre con commozione la confessione di
Carlo Carretto il quale, dopo
aver constatato alcuni segni
d’intolleranza dei musulmani nei confronti del cristianesimo, riferisce come « peccato di cui non si era mai confessato, la sua partecipazione, da ragazzo, all’espulsione
dal suo paese di un colportore evangelico » (cfr. C. Carretto: « Lettere dal deserto »).
C’è da augurarsi che il
prossimo anno mariano susciti nuove spinte all’autenticità, e che le chiese evangeliche tendano mani fraterne a chi intraprende nuoVe
strade. Cesare Milaneschi
Papa mariano?
No, maschilista!
Di quali tempi nuovi parla il Papa annunciando
l’anno della Madonna? Ci sembra che questi siano invece tempi già visti se, da una parte, riportano in primo piano il principio della donna come strumento, di
Dio o dell’uomo, ma sempre recipiente passivo e pure riconoscente; e dall’altra parte, questi tempi sono
i soliti tempi noti del potere che si riproduce, se la
Chiesa non ha da attendere altro che « il terzo millennio dell’era cristiana ». In effetti nel discorso del Papa non c’è un solo accenno alla speranza cristiana
espressa anche dalla fede di Maria: la Chiesa non ha
da attendere che il tempo si succeda e che la struttura si consolidi. La Chiesa invoca la venuta di Cristo,
segno di rivolgimento totale del nostro tempo, della
rottura di questa nostra realtà, che non è la realtà definitiva dell’umanità. L'atteggiamento del Papa invece è quello di cancellare la voce messianica di Maria,
così come ha cancellato l’annuncio che i potenti sono
buttati giù dal trono e gli umili esaltati, per recitare
il Magnificat con i vescovi brasiliani (è successo nel
corso di un viaggio nell’85: i versetti cancellati dalla
versione brasiliana del Magnificat sono in Luca 1; 52
e 53!).
Attenderemo per conoscere i motivi per i quali il
Vaticano vuole iniziare questo anno mariano a Pentecoste.
Si sa che la teologia, femminista e non, identifica
nello Spirito Santo l’elemento femminile di Dio. Eppure lo Spirito è il segno della libertà e dell’apertura,
mentre la Maria che ci viene proposta è tutta rinchiusa nell’adesione passiva alla volontà di un altro,
nella ricettività, e in più è chiusa, vergine, incapace
di autonomia e libertà (segni del peccato). Insomma,
la donna che il Papa vuole è svuotata di tutta la sua
carica sovversiva di trasformazione.
Dopo i discorsi estivi di cattivo gusto, eppure così
seri, sulla donna come veicolo del diavolo, ecco in
contraltare il modello preferito riproposto alle donne. Veicolo perfetto delle esigenze maschili, strumento, contenitore di passaggio che ha in fondo due funzioni teologiche: permettere al Dio Padre di incarnarsi nel Figlio Uomo senza perdere le sue caratteristiche maschili di autorità e di potere; identificare la
Chiesa-fedeli nell’immagine femminile dell’obbedienza passiva al clero-padre.
Noi scorgiamo dunque nella decisione del Papa almeno tre aspetti: un aspetto fortemente contrario al
dialogo col protestantesimo, ma non antiecumenico,
perché la rivalutazione di una figura femminile potrebbe facilitare l’ecumenismo cattolico con diverse
religioni orientali.
In secondo luogo un aspetto politico; siccome le
iniziative per la pace calate dall’alto di S. Pietro non
hanno avuto il successo pratico sperato, è bene ripiegare su un’iniziativa che riafferma con forza i valori
dell’obbedienza e dell’autorità all’interno della Chiesa.
Ma l’aspetto più scandaloso è dato dal disprezzo
spontaneo, non calcolato, e perciò tanto più degradante, verso le donne. Questa concezione strumentale della persona percorre il mondo e parte proprio
dall’uso delle donne, giustificato dal fatto che persino Dio le usa.
Ma a questo punto non riconosciamo più per niente il cammino di Gesù nel servizio e contro ogni potere.
Né riconosciamo il senso deU’incamazione che non
è quello di servirsi della donna per sottolineare il valore dell’adesione passiva alla volontà di Dio, dell’autorità; l’incarnazione è semmai l’esaltazione della speranza e della trasformazione, è il libero cammino di
donne e uomini in quella speranza.
Letizia Tomassone
8
S vita delle chiese
16 gennaio 1987
INCONTRO AD ECUMENE
CORRISPONDENZE
Nuove strategie
per le chiese del Sud
Le donne
e le Scritture
Si è svolto ad Ecumene nei
giorni 3-4 gennaio l’abituale incontro tra la Tavola e i Distretti
del CentrO'Sud.
Presenti tutti i sovrintendenti
dei Circuiti 10-16 e le due Commissioni Esecutive distrettuali
quasi al completo, rincontro è
stato quest’anno particolarmente importante alla luce dell’atto
(24/SI/86) che all’ultimo Sinodo
aveva concluso la discussione:
in esso si dava mandato a Tavola, Circuiti e Distretti di elaborare strategie per il Sud. Pur
con diverse interpretazioni del
contenuto di questo mandato e
con un’inevitabile tensione tra
scadenze ravvicinate e esigenze
di una riflessione ed elaborazione di più ampio respiro, l’atto
sinodale è risultato in complesso stimolante sia per proposte
immediate che per l’individuazione dei pimti di maggiore importanza e interesse per un potenziamento del lavoro delle chiese
nel Sud.
Poco tempo è restato per ima
discussione sulla « settimana
per la libertà» per la quale gli
intervenuti hanno proposto contenuti molto diversi, in alcuni
casi in base a progetti locali già
avviati. Ci sarà così chi si impegnerà in una riflessione, anche teologica, sul problema energetico e chi dedicherà la settimana alla lotta contro l’apartheid in Sud Africa anche con
iniziative pratiche in vista della
raccolta di un contributo concreto. Altri si concentreranno
sull’obiezione di coscienza sia
alle spese che al servizio militare, oppure a iniziative di autofinanziamento rivolte anche all’esterno, per non parlare di
quanti riprenderanno quest’anno il tema dell’insegnamento religioso cattolico e di tutto il
suo contorno di discriminazioni, forzature, inadeguatezze e paralisi. In generale si è osservato
che l’inizio di gennaio è epoca
troppo tarda per lanciare un
tema di impegno comune e si
è auspicato, ove possibile,- una
programmazione anticipata.
Prima e dopo l’incontro con
i Distretti del Centro-Sud, la Tavola ha avuto ima sessione di
lavoro ad Ecumene terminata
con un incontro con i professori della Facoltà di teologia il 6
mattina a Roma. Si è trattato
— ci ha detto il moderatore
Giampiccoli — di un lavoro molto intenso ricco di decisioni e
prospettive, centrato soprattutto sulla vita delle chiese e il
campo di lavoro (con una riunione congiunta col Comitato esecutivo delTOPCEMI) e sui rapporti con lo Stato. Su quest’ultimo argomento, essenziale è
stato per la Tavola il lavoro
preparatorio compiuto dalla
Commissione sui rapporti con
lo Stato che ha tenuto, sempre
ad Ecumene, una intensissima
riunione nei giorni 7-8 dicembre.
Nel capitolo, sempre molto nutrito, delle strutture edilizie del
nostro lavoro, di particolare
importa®^ sono apparsi due
progetti dalla storia lunga e travagliata — Rio Marina e San
Salvo — per il latto che i relativi progetti sono ormai prossimi, finalmente, allo stadio operativo.
Tra molti aspetti positivi, un
motivo di estrema preoccupazione: Tanno si è chiuso con un
deficit 'economico clamoroso
che si spera di ridurre con le
rimesse di fine anno e dell’inizio
di gennaio relative ancora alT86,
ma che è purtroppo destinato a
mantenersi a livelli inaccettabili.
La Tavola ha riaffermato la necessità assoluta di uno sforzo
supplementare per T86 mantenendo aperto il bilancio fino all’inizio di febbraio e ha anticipato l’altrettanto assoluta necessità di ritoccare sensibilmente
gli impegni di contribuzione per
T87 e di dare ampio spazio durante quest’anno, nelle Conferenze distrettuali e al Sinodo, ad
una riorganizzazione della cassa culto.
VITTORIA
Un istituto aperto a tutti
e al futuro della città
Da Vittoria, sul Notiziario della « Casa di Riposo » il pastore
Enrico Trobia, direttore dell’Istituto, tenta una valutazione
dell’opera in cui si afferma:
« Siamo ben lontani da quel 31
gennaio 1933 che vedeva inaugurare l’inizio dell’attività di questa Casa di Riposo.
Abbiamo oggi un Istituto cresciuto nelle strutture, negli ospiti, n'el personale, nella qualità
del servizio.
Se questo, da una parte, ci fa
piacere, dall’altra — scrive Trobia — ci crea dei problemi di
gestione non indifferenti. Le leggi sul lavoro e fiscali, la burocrazia e la necessità di dipendere da svariati uffici fanno lievitare i costi e ci mettono davanti a serie difficoltà finanziarie che in nessun caso riusciamo a risolvere con i nostri mezzi attuali. D’altra parte la dignità ci impone una qualità di servizio che non può scendere al
di sotto degli ’standards’ normali.
Di fronte ad una tale situazione, siamo sempre più costretti a ricercare i fondi necessari
per il mantenimento di questo
servizio, coscienti che non possiamo aumentare-le rette a ca
rico degli anziani né possiamo
pensare che se ne facciano carico le chiese.
Al momento, per dare un tantino di respiro alla gestione ordinaria, abbiamo intrapreso la
via dell’integrazione alla retta
mediante l’intervento del Comune che aiuta il singolo anziano
richiedente. Anche questo si sta
rivelando un percorso difficile».
« Gli ospiti — riferisce il Notiziario dell’Istituto — in questo
momento sono 33 e la loro età
va da un minimo di 64 anni ad
un massimo di 95. Salvo due allettati e tre con vuoti di memoria, gli altri conservano una discreta autosufficienza.
L’organico, oltre al direttore,
è composto da 4 persone a tempo pieno e 6 a part-time.
E’ chiaramente gratificante la
motivazione di scelta del nostro
Istituto da parte di anziani e di
loro parenti. Spesso questa scelta è sintetizzata da una frase
come questa: ”Da voi sono trattati più umanamente”.
L’apertura alla città non ha
soltanto permesso di estendere
un servizio umanitario alla popolazione senza discriminazione
alcuna, ma ha permesso la crea"
--ssione di un rapporto -con l’am
biente esterno che si manifesta
anche con le visite che parenti
e amici vengono a fare agli ospiti. Oggi quindi il servizio che la
ch'Bsa offre alla città è sempre
più conosciuto e apprezzato: è
una forma viva di testimonianza e di predicazione del Vangelo.
Così abbiamo verificato che
gli inconvenienti di avere ospiti
non soltanto evangelici sono bilanciati dalla possibilità di tentare una testimonianza fra quanti dall’esterno vengono a contatto con la nostra Casa ».
L’inizio del servizio diurno a
favore degli anziani in una struttura contigua all’Istituto stesso
stenta a decollare. Tutto è pronto: ambiente spazioso, luminoso, non lontano dalla grande
piazza di Vittoria ma, al momento, non è ancora stato possibile iniziare questa nuova
attività che, speriamo, potrà decollare nel corso del 1987. La
Casa di Riposo, che dal 1974 si
è aperta a tutti gli anziani bisognosi (e non solo più evangelici), sta conquistando una sua
nuova identità; àlle frontiere
dèlTevangelizzazione.
G. P.
TARANTO — Settore trainante della comunità è quello della
Scuola domenicale e del catechismo che insieme hanno preparato, sotto la guida delle monitrici, una riuscita Festa dell’albero che ha visto raccolti
nonni e genitori per applaudire
bambini e ragazzi impegnati
nelle recito, nel canto e nella
dizione di belle poesie.
• Alcuni giovani e ragazzi
hanno deciso di dar vita ad un
gruppo Fgei, in collegamento
con la Fgei-Puglia.
• Altro settore trainante della comunità è quello femminile;
la Fdei ha organizzato una serie di conferenze sulla presenza
femminile nelle Scritture e nella storia del cristianesimo; prima relatrice Anna Maffei su: « lina lettura delTA.T. da parte delle donne », prossima oratrice
sarà Gianna Sciclone che ci parlerà di Maria.
Gli studi biblici curati dal pastore sono in comunione con il
gruppo locale SAE a venerdì
alterni; prossimo appuntamento
il 23 gennaio, ore 18, locali
sociali.
• Tra le manifestazioni pubbliche cui ha partecipato la comunità, segnaliamo la manifestazione organizzata dal Comitato
per la pace il 6 dicembre per
la denuclearizzazione del territorio terrestre e marittimo tarantino. Tra gli oratori Bruno
Gabrielli.
• Il 17 dicembre abbiamo rivisto il fratello Benny Nato che
ha parlato alTItalsider ed ha
incontrato la cittadinanza nel
palazzo civico. Il Comitato per
la pace ha proposto in tale occasione l’adozione di un progetto delTA.N.C. da parte della città di Taranto.
Studi biblici
GROTTAGLIE — Sono ripresi
con regolarità gli studi biblici,
con culti mensili di Santa Cena:
nel corso del culto di Natale le
famiglie Arcadio e Calandra, quest’ultima della chiesa di Agrigento, hanno presentato al battesimo i piccoli Francesco e Jennifer, sui quali è stata invocata la benedizione del Signore,
dopo avere ricordato ai genitori
le loro responsabilità di testimonianza evangelica ai piccoli
affidati loro dal Signore.
Aspettando il locale
MATING — In attesa del
locale di culto, all’allestimento
Agenda
Il pastore Letizia Tomassone comunica che il numero telefonico riportato sul calendario « Vaiii Nostre 1987 »
e pubbiicato sul n. 50 dell'Eco/Luce
non corrisponde a queilo del suo alloggio. Il numero giusto è: 010/88.72.25.
del quale stanno lavorando con
lena i fratelli del luogo, ci si
riunisce ogni giovedì in una casa
privata per il culto; si spera di
potere inaugurare il locale in
primavera, alla presenza del
Moderatore e del pastore Vicentini, delegato della Tavola per il
4° Distretto.
Domande
1) In base all’esperienza pastorale di casi concreti, si può dire quale sia la reazione del membro di chiesa medio a proposito di nuovi costumi di vita resi possibili oggi o di questioni
etiche controverse (dalla contraccezione all’eutanasia ) ?
a) siamo riservati: la chiesa non insegna, lascia alla coscienza individuale
b) siamo sicuri: la chiesa interviene
come portatrice di valori etici
c) siamo prudentemente progressisti:
si faccia, ma sapendo fino a che
punto si può andare
d) siamo lassisti: lasciamo fare perché non sappiamo che dire, o perché...
e) siamo ipocriti: facciamo, ma non
ufficialmente
f) siamo ottimisti: fiducia nei valori
profondi della famiglia
g) siamo per una combinazione (quale?) dei primi 6 punti.
2) Quale spazio sarà occupato dalla chiesa nel futuro? (in
relazione anche alle risposte del
punto precedente).
h) il giusto mezzo in tutto
i) riduzione a piccoli gruppi di credenti militanti collegati tra di loro
j) aumento delle opere di testimonianza istituzionalizzata, come espressione originale deH’amore cristiano
k) uno spazio più intimo, interiore e
personaie
l) campo di sperimentazione di immaginazione e sperimentazione di
nuovi modelli di vita
m) fraternità di diaspora, impegnata
in una evangelizzazione ab intra
del tessuto ecclesiale italiano,
3) Esiste nelle chiese una coscienza protestante:
n) ma cerca conforto suile ragioni del
suo esistere
o) ma è diventata incerta sui suoi motivi originari
p) 0 non sa bene come esprimerli
q) ma è attratta dal cattolicesimo,
senza esser sensibile ad esso (o
viceversa)
r) ma si considera più evangelica che
protestante
s) ma è disposta a lasciarsi interrogare e mettere in questione
t) ma sonnecchia in attesa di meglio
(qualche grande battaglia da combattere)
u) ma teme di esser coinvolta in un
impegno concreto
v) ma è infelice
w) ma è alla ricerca di se stessa
X, y, z) che cosa, invece, pensi tu?
Sergio Rostagno
V CALENDARIO BIBLICO
INTERCONFESSIONALE
( versetti in versione LUZZI - INTERCONFESS. - CEI)
copertina illustrata (12 foto a colori) - introduzione
mensile sulla tematica:
« COME E PERCHE' LEGGERE LA BIBBIA ».
Un mezzo che, per le sue caratteristiche, è particolarmente adatto alla evangelizzazione. I versetti esposti
(uno per ogni giorno) sono relativi al tema trattato.
Costo L. 6.000.
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TRICE - Corso Lombardia, 47 - 10078 VENARIA (To)
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9
16 gennaio 1987
vita delle chiese 9
PER LA RAI E LA TV FRANCESE
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Valli valdesi
in televisione
Gruppo di studio biblico
Nelle prossime settimane avremo occasione di rivederci in videotape. Due sono state infatti
le trasmissioni girate in autunno alle valli, una a cura della
Rai di Torino ed un’altra a cura
di Présence Protestante della TV
francese. La prima andrà in onda nei prossimi mesi sulla I rete Rai ma abbiamo la possibilità di una visione in anteprima
alla Foresteria Valdese sabato
17 gennaio alle ore 21, alla quale saranno presenti gli operatori e il regista che ha effettuato
il servizio. La seconda è già stata trasmessa in due puntate dalla televisione francese che ha
spedito poi un videotape alla
Società di Studi Valdesi (S.S.V.).
Sarà in questa forma che la
proietteremo, cogliendo l’occasione per due serate, una al Collegio Valdese il 14 febbraio alle
ore 20.30, e una alla Casa di Riposo per Anziani di San Giovanni la domenica 1° febbraio alle
ore 15.30.
In questi nostri incontri non
dovremmo semplicemente vedere se il filmato è godibile, se
l'estetica è buona e le scene suggestive. Dovremmo cercare di
rispondere ad alcune domande
importanti: quale immagine ab
biamo dato di noi? Siamo riusciti ad esprimere ciò che desideravamo? Cosa è stato colto
della nostra realtà? Cosa ci veniva richiesto più di frequente?
Il fatto di vedere insieme le
proiezioni, sarà un’occasione per
parlarne dopo, cercando di chiarirci un po’ le idee e capire anche come siamo visti dagli altri.
Sono dunque tutti invitati, quelli che sono stati ripresi e quelli
che sono stati « esclusi » perché
quando i mass media intervistano qualche valdese, andiamo di
mezzo tutti, siamo tutti partecipi e coinvolti dalla sua testimonianza.
— Altra iniziativa della S.S.V.
è la continuazione del seminario
sulla ristrutturazione del Museo
di Torre. Nel prossimo incontro
del 17.1.1987 si cercherà di dar
corpo al dibattito della volta
precedente, sarà una fase più
operativa in cui si cercheranno
nuove figure, nuove impostazioni, nuovi sistemi di collocazione
di oggetti e documenti a partire da ciò che si ritiene indispensabile comunicare di noi agli altri. Un compito non facile, ma
necessario per essere meglio
compresi e offrire una piccola
testimonianza. B. P.
FGEI-VALLI
Tre gruppi per
molteplici impegni
La FGEI-Valli si appresta a
fare un bilancio di questi primi
mesi di attività.
Esistono attualmente tre gruppi : uno si ritrova il venerdì sera ad Angrogna, il secondo il
mercoledì sera a Pinerolo con
giovani di Pinerolo, S. Secondo,
Prarostino e Val Pellice, il terzo si riunisce il venerdì sera a
S. Germano con giovani di San
Germano, Pramollo e Villar Perosa. Un quarto gruppo, che si
riunisce ad Agape, ha finora
avuto alcuni incontri senza un
programma continuativo.
Questi gruppi hanno vita autonoma, con 10-15 membri ciascuno, trattano di argomenti biblici, etici o politici scelti all’in
Concerto
di Attilio Sibille
nuova sede in
Piazza Gianavello
Torre Pellice
Ampia scelta dischi,
compact disc,
musicassette
Tutti i generi
musicali
HI-FI
Radioregistratori
Autoradio
e accessori
terno del gruppo stesso ; sono
una delle poche occasioni rimaste per rifiettere, discutere e sentire il parere degli altri. Sono
gruppi aperti che, dove possibile, organizzano iniziative a livello locale, collaborano alla
preparazione dei convegni e cercano di produrre del materiale
utile in altre sedi. Accanto ai
gruppi esiste una struttura più
larga fatta di coordinamenti (incontro di tutte le valli) e di convegni, rivolta soprattutto a coloro che non possono o vogliono partecipare ai gruppi.
Ci sono stati finora tre coordinamenti, uno di programmazione, uno su « Il denaro e la
chiesa: contribuzioni e finanze
della chiesa valdese metodista » e
uno di incontro con i giovani
che a Torino gestiscono un vasto e significativo progetto di
aggregazione e animazione giovanile.
I convegni sono stati finora
due, uno di apertura a S. Germano, l’altro su « Sud Africa e
documento ’Kairos’ dei teologi
sudafricani » ; un terzo su « Giovani e politica» si terrà a Pinerolo domenica prossima 18 gennaio. Parallelamente continua
l’attività del Progetto del 1° distretto a cui la EGEI collabora:
« Cultura della pace e protestanti nel pinerolese », che ha subito
un ridimensionamento, in parte
previsto, e che lavora in due direzioni: informazione e archivio.
II programma FGEI-Valli per
i prossimi mesi prevede; lunedì 2 e lunedì 9 febbraio, incontri di preparazione dei culti
EGEI, a Pinerolo; domenica 29
marzo convegno a cura del Progetto Pace su « esercito e caserme » : lunedì 6 aprile coordinamento su « obiezione fiscale » ;
domenica 17 maggio convegno
su «Cultura alle valli»; lunedì
25 maggio coordinamento su
cooperative e gestione collettiva.
POMARETTO — Da molte
parti è emersa l’esigenza di dare vita a un gruppo di studio
biblico comunitario.
Un gruppo è nato e si è già
trovato per un primo incontro
il 13 dicembre. In quella sede
abbiamo deciso di rifiettere insieme su come e perché leggiamo la Bibbia.
Tutti sappiamo che la lettura
biblica è fondamentale per la
nostra fede, ma spesso in pratica non sappiamo come, quando, con chi leggerla.
ECCO un’occasione per riflettere insieme su questi problemi ;
anche chi legge regolarmente la
Bibbia e non incontra nessun
problema è benvenuto nel gruppo per dare il suo contributo
e ricevere nuovi stimoli.
Naturalmente non discuteremo in teoria, ma leggeremo insieme alcuni testi biblici che ci
aiuteranno a discutere.
Prossimi incontri — Ven. 23
gennaio: Come si fa a capire il
significato, di un testo? Testo:
Isaia 1: 10-20.
Ven. 6 febbraio: Siamo tenuti
a credere e a fare quello che è
scritto in ogni testo biblico? Testo; Deuteronomio 29.
Ven. 20 febbraio : Si può interpretare la Bibbia? Si può non
interpretarla? Testo : Isaia 43 :
1-7.
Tutti gli incontri si svolgono
all’Eicolo Grando, con inizio alle ore 20 e termine alle ore 22.
Incontro sulla
preghiera
TORRE PELLICE — I monitori e i catechisti hanno organizzato un incontro per i genitori dei bambini delle scuole domenicali e dei ragazzi del catechismo dei primi anni della
scuola media, sul tema della
preghiera. L’incontro è stato
sollecitato da alcuni genitori che
si sono posti il problema del far
pregare i loro figli e desiderano
una collaborazione con coloro
che si occupano dell’educazione
alla fede nella comunità. L’appuntamento è per venerdì 23
gennaio alle ore 20.30 alla Casa
Unionista.
• Sono deceduti Elena Gamba ved. Eynard e Sergio Albarin.
La comunità esprime la sua solidarietà fraterna alle famiglie.
Serata di canto
VILLASECCA — Nell’ambito
delle attività di Natale, ha avuto
luogo nel tempio dei Chiotti la
« Serata di Canto », cui hanno
partecipato le Corali di Frali,
Ferrerò, Villasecca e Fomaretto.
E’ stato un momento molto
simpatico di incontro delle Corali tra di loro e con le comunità del III Circuito. Ed è stato
anche un momento per ricordarci del nostro Asilo di San Germano: ai lavori della sua ristrutturazione è stata devoluta la cospicua colletta.
Notevole la partecipazione dei
membri di chiesa.
• Ester Leger-Grill ha concluso la sua esistenza terrena. Ai numerosi familiari rinnoviamo l’espressione di simpatia e di affetto cristiano da parte di tutta la
comunità, riconfermata nella
speranza della risurrezione e
della vita in Cristo.
Drammatizzazione
SAN SECONDO — Nel pomeriggio del 26 dicembre si è svolta con successo la festa dell’albero, grazie all’impegno di monitrici e ragazzi. Tre i passi biblici scelti per la drammatizzazione ; Daniele nella fossa dei
leoni, I tre compagni di Danie
le nella fornace ardente, La nascita di Gesù a Betlemme.
• Un ringraziamento va a
Peggy Bertolino e Velia Rivoira che hanno presieduto il culto di domenica 28 dicembre.
• Le riunioni quartierali del
mese di gennaio avranno luogo
il 14 a Càvoretto, il 16 a Barbò,
il 21 a Colombini, il 23 a Paglierine, il 28 a Cbmhe, il 30 a Brusiti.
• Domenica 18 gennaio, alle
ore 15, avrà luogo l’incontro dell’Unione femminile.
Riunioni quartierali
ANGROGNA — Le riunioni
quartierali del mese sono dedicate al tema della CEVAA («ricevere, condividere, annunciare ») tradizionalmente molto sentito: il 19 gennaio al Serre e il
20 gennaio a Buonanotte.
• Nell’ultima riunione del Concistoro dedicata alla chiusura
dei conti si è constatato che alla meta 1986 per la Cassa Centrale manca poco meno di un milione. La prossima assemblea di
chiesa (25 gennaio) dovrà valutare l’andamento generale finanziario della nostra chiesa che desta preoccupazione.
Festa di Natale
VILLAR PELLICE — Dome
nica 21 dicembre si è svolta la
festa di Natale della Scuola Domenicale, che, dopo un’introduzione curata dal pastore, ha presentato al numeroso pubblico il
messaggio natalizio composto di
poesie, dialoghi e canti. Nelle
serate di martedì 23 e venerdì
26 invece, per iniziativa delle
monitrici dell’Inverso e dei giovani dell’Unione del Teynaud,
sono state aperte le scuole dei
due quartieri, che hanno accolto
bambini e adulti con numerosi
ospiti in un clima di amicizia e
di fraternità.
Sempre nel periodo natalizio
le componenti deU’Unione femminile hanno visitato le persone
anziane, ammalate o sole della
nostra comunità, portando loro
un messaggio e un piccolo dono.
Anche gli ospiti della casa Miramonti hanno trascorso momenti di fraternità con parenti,
amici e conoscenti, ricevendo pure la visita del Còro Alpino Valpellice, della Corale e delle
ACLI di Torre Pellice. Alla signora Lidia Frache e a tutti
quanti hanno collaborato alla
realizzazione di questo intenso
programma di attività va il nostro più vivo ringraziamento.
• Nel pomeriggio di domenica 28 l’Unione femminile ha ricevuto la visita della sig.ra Paola Nisbet Tron, membro del Comitato nazionale della FFEVM.
A lei va espressa gratitudine per
le notizie ed informazioni trasmesse.
• In queste settimane ci hanno lasciato: la sorella Marianna Vigne ved. Davit, all’età di
88 anni e il fratello Luigi Micheiln Saiomon, di 75 anni. Alle
famiglie colpite da questi lutti
rinnoviamo la fraterna solidarietà della chiesa e nostra.
Elezione anziani
PRAROSTINO — Ricordiamo
a tutti i membri di chiesa che
per il 18 gennaio è convocata
un’importante Assemblea di
Chiesa per precedere all’elezione di alcuni nuovi anziani che
sostituiscano nel Concistoro e
nei quartieri gli anziani uscenti.
Nel corso dell’Assemblea inoltre
il presidente uscente del Concistoro informerà i presenti sul
contenuto di un colloquio avvenuto recentemente fra il pastore Bellion, rappresentante
della Tavola per il 1° Distretto,
ed il Concistoro, circa la presenza pastorale a Prarostino nel
breve e medio termine.
• Lo scorso mese di dicembre
è mancato il fratello Aldo Bleynat di 83 anni; alla figlia esprimiamo la fraterna simpatia della comunità.
Assemblea di chiesa
PRAMOLLO — Domenica 25
gennaio avrà luogo un’assemblea di chiesa, per l’esame della
relazione annua 1986.
• Abbiamo avuto ancora un
momento di gioia nella nostra
comunità; sabato 3 gennaio ’87,
nel tempio di Ruata, si sono sposati Omelia Costabel e Gianfranco Balmas. Esprimiamo loro l’augurio più sincero per una
vita sempre felice, guidata e illuminata dall’amore di Dio.
• Con profonda tristezza, invece, ci siamo raccolti per accompagnare all’estremo riposo
il fratello Amedeo Rlbet (Bocchiardi), deceduto improvvisamente all’età di 86 anni. Ai far
miliari esprimiamo la fraterna
solidarietà di tutta la comunità,
nella certezza che Dio consola
e sostiene chi soffre.
PERRERO-MANIGLIA — La
assemblea di chiesa è convocata per domenica 25 gennaio, con
inizio alle ore 10, nella sala di
Perrero. Sarà esaminata la situazione finanziaria dell’anno in
corso e la previsione di spesa
per il 1988.
Venerdì 16 gennaio
□ COORDINAMENTO
STRUTTURE
RECETTIVE
TORRE PELLICE — Alle ore 20,30
presso la Foresteria Valdese si tiene
la prima seduta dei Comitati delle
varie strutture recettive valdesi in
Val Pellice.
La nuova organizzazione intende
facilitare e centralizzare il lavoro di
corrispondenza e "smistamento" dei
vari gruppi, italiani e stranieri, che
soggiornano alle Valli.
Domenica 18 gennaio
□ INCONTRO FGEI-VALLI
PINEROLO — Si svolge domenica
18 gennaio presso il Tempio Valdese
un incontro, organizzato dalla FGEIValli, su Giovani e movimenti giovanili: quali prospettive? Alle ore 10 partecipazione al culto, e, a seguire, interventi sui movimenti studenteschi,
in Italia e in Francia, pranzo, lavoro
in gruppi, e alle 16.30 dibattito pubblico su Giovani e partecipazione oggi, con intervento di Isa Demaria,
□ INCONTRO
MATRIMONI MISTI
PINEROLO — Si tiene domenica
18 gennaio, tra le ore 15 e le 18,
presso la Casa della Giovane, in via
S. Pellico 40, il secondo incontro sul
tema della catechesi ecumenica, Gianni Marcheselli introduce il dibattito
su I Catechismi della Chiesa cattolica italiana e ii Catechismo (in bozze)
delle Comunità valdesi. Una valutazione da un punto di vista ecumenico
Mercoledì 21 gennaio
□ INCONTRO
RESPONSABILI
UNIONI FEMMINILI
S. GERMANO CH1SONE — Mercoledì
21 gennaio, alle ore 14.30 si tiene l'incontro delle responsabili della FFEVM
e delle Unioni Femminili.
10
10 valli valdesi
16 gennaio 1987
NEGLI ISTITUTI VALDESI
Battesimo
Un plotone di obiettori
L’aspetto diaconale della nostra chiesa e il problema delle assegnazioni d’ufficio degli obiettori - Uno sguardo dal mondo esterno
Incontro, quasi per caso, una
conoscente. Buona origine valdese, un catechismo di una ventina di anni fa, un lavoro nella
diaconia della nostra chiesa,
buona frequenza ai culti. Insornma una del nostro popolo chiesa, fors’anche un po’ di più.
Il fatto. Un suo vecchio amico, esistenza assai travagliata,
generazione dei trentenni, sta
per morire, l’unica incognita è:
quando? Egli è un valdese come tanti, ha seguito il suo corso di istruzione religiosa ma
non è stato battezzato. Questo
mi viene presentato in tono molto preoccupato: andrà lo stesso
in paradiso?
Episodio analogo, nella sostanza, si era riproposto non molto
tempo addietro nel corso di una
visita in altra famiglia.
Allora non è stato un caso, è
legittimo pensare che questa visione della vita in rapporto a
Dio non sia poi così isolata come in un primo tempo ho cercato di credere.
E, se da un lato possiamo spiegare questi episodi con l’eterna
paura della morte, con quella
sensazione di vuoto, di oscuro
che deriva dalla fine di una vita, credo ci siano anche altri
motivi alla base di un certo atteggiamento.
Quando si parla delle differenze fra cattolici e valdesi con i
nostri ragazzi, nei corsi di catechismo, non si ha sovente un
panorama molto chiaro, ma alcuni concetti sembrano abbastanza fermi, ad esempio il paradiso e la madonna.
Alla luce degli episodi prima
citati credo però si debba trarre
anche una conseguenza. Ciò che
fa opinione, riferimento oggi nel
nostro paese è comunque il pensiero cattolico.
I giornali che leggiamo, le radio, le televisioni hanno come riferimento cristiano il rn<mdo
cattolico; l’aria che respiriamo
contiene i presupposti perché
dei valdesi secolarizzati credano
all’azione purificatrice del battesimo.
Tutto questo è ben diverso da
forme di ecumenismo, questo è
perdere, quasi senza accorgersene, identità.
E così accade che sia difficile
per molti membri di chiesa capire perché non siamo andati ad
Assisi, e per molti altri difficile
spiegarlo.
Difficile perché ci sentiamo in
un ruolo di difesa e non di proposta.
Quella protestante è stata e
dovrebbe essere una linea di
proposte, sulla predicazione certo in primo luogo, ma anche con
iniziative culturali che sostengano le nostre azioni.
Di fronte a questi problemi ci
rendiamo forse conto che ne
stiamo perdendo la capacità, le
energie, le risorse. Di fronte alle numerose sollecitazioni che le
nostre chiese ricevono, agli impegni da mantenere, alle opere
da sostenere è molto concreto
il rischio che tutto o molto venga dimenticato.
Di questo passo potremmo non
stupirci se un giorno scolpiremo che in un momento di difficoltà, di solitudine, di sconcerto, qualche nostro membro di
popolo chiesa partirà per recarsi in una chiesa ad accendere un
cero per la madonna.
Piervaldo Roskui
Credo di non commettere errore affermando che era un piccolo plotone di obiettori quello
che nei giorni 16-17 dicembre si
è incontrato presso la Foresteria Valdese di Torre Pellice, per
iniziativa della Tavola Valdese
e del Comitato di Solidarietà
con gli obiettori di coscienza.
L’incontro è stato favorito' dal
fatto che in breve tempo nelle
opere della Chiesa Valdese alle
Valli sono stati distaccati numerosi obiettori del tutto all’oscuro della realtà valdese e del servizio civile nei suoi enti.
Da un po’ di tempo infatti il
ministero distacca gli obiettori
senza tenere conto delle esigenze dell’ente e delle richieste del
giovane, creando così situazioni
in cui si vedono ragazzi predisposti al lavoro con i minori alle prese con gli handicappati o
giovani intenzionati a lavorare
per la tutela ambientale alle prese con la burocrazia di im ufficio. E’ nata cosi l’esigenza per
quanto riguarda le opere valdesi della provincia di Torino (era
presente anche Villa Grazialma
della UCEBI) di promuovere un
incontro in cui si ixjtesse da un
lato informare le «nuove reclute» sulla realtà evangelica in
Italia e sulle opere in cui dovranno lavorare, dall’altro offrire agli obiettori stessi l’occasio
ne per potersi conoscere, valutare i propri problemi.
La parte informativa per
quanto riguarda le chiese evangeliche in Italia e in particolare
quella valdese, è stata curata
dai pastori Susanne Labsch e
Sergio Ribet, direttore di Agape, toccando vari e molteplici
aspetti; storico, teologico, giuridico.
Molte domande hanno facilitato il compito dei relatori. Un
esauriente quadro della situazione delle nostre opere invece è
stato fatto nella mattinata di
mercoledì 17 dal past. Taccia attraverso una chiara e semplice
analisi dell’aspetto diaconale della nostra chiesa nel tempo e nei
suoi diversi settori: anziani, minori, malati, handicappati. Numerose domande, inerenti soprattutto il rapporto tra le opere e l’ente pubblico, e quindi
chiesa-stato, e la « specificità valdese » delle opere, hanno permesso ai giovani obiettori di capire meglio la realtà in cui dovranno operare.
Nella parte dell’incontro dedicata agli obiettori stessi si è cercato innanzitutto di capire le
motivazioni che hanno spinto
questi giovani a scegliere il servizio civile: riassumendo possiamo dire che è una scelta motivata dal rifiuto della caserma
PINEROLO
Lina notte
per fare il
Tutto faceva prevedere una
serata tranquilla. L’elezione del
nuovo sindaco e della nuova
giunta doveva essere pacifica. L’accordo tra le forze politiche di maggioranza (DC, PSI,
PRI, PSDI) era annunciato ed i
voti dei gruppi dovevano essere
25 contro i 15 dell’opposizione
(PCI, PLI, DP, MSI).
Dopo la presentazione dell’accordo programmatico ad opera
del sindaco designato, il democristiano Livio Trombotto, e la
affermazione del consenso da
parte dei gruppi consiliari di
maggioranza (Ohibò per la DC:
« L’accordo prevede la valorizzazione dei contributi delle minoranze »; Richiardone per il
PSI: « Gli impegni sottoscritti
saranno realizzati nei tempi previsti »; Trossero 'per il PRI:
« L’importante è programmare
gli interventi e per questo il PRI
assume l’assessorato alla prc>
grammazione »; Berti per il
PSDI: « Pur non avendo incarichi in giunta, il nostro apporto alla maggioranza avrà funzione di stimolo e controllo »), i
VENDO
IN TORRE PELLICE
P.zza Guardia Piemontese
— Alloggio mq. 78
— Monocamera mq. 48
— Negozio mq. 65
L. 600.000 al mq. Nuovi.
Riscaldamento autonomo.
Garages varie metrature
8-9 milioni. Possibilità dilazioni - Mutuo. Telefonare ore pasti 011/9399339.
sindaco
gruppi di minoranza hanno
espresso le loro critiche e le loro proposte. Per DP la situazione di litigiosità tra i partiti della maggioranza non è finita, sono deboli le indicazioni programmatiche per quanto riguarda la
questione sociale e dello sviluppo
economico. Gardiol propone im
incarico ad un socialista per verificare la possibilità di avere
una giunta diversa con la DC
all’opposizione. Per il PCI si tratta della riedizione della precedente giunta con la correzione
sintattica degli errori contenuti
nel programma, ed il capogruppo Barbero dichiara che il suo
gruppo voterà per il candidato
socialista proposto da DP (Arione). Anche il gruppo del PLI
annuncia il suo voto al candidato socialista. Dopo una breve
sospensione voluta dal gruppo
socialista, che dice che non voterà per il candidato socialista
ma, secondo gli accordi, per il
sindaco Trombotto, si passa ai
voti. Risultato; eletto ’Trombotto per un voto (20 contro 19).
Si passa quindi alla elezione
degli assessori. I franchi tiratori tornano in campo al punto
che sono necessarie due elezioni
per eleggere il DC Camurati. Sono eletti assessori; per la DC:
Piarulli, Mercol, Bono, Camurati ; per il PSI: Rivò, Rossetto,
Arbinolo; per il PRI: Trossero.
Mentre nella piazza antistante il municipio si stanno organizzando i banchi del mercato,
i consiglieri escono commentando negativamente l’andamento
della riunione: i problemi della
coesione politica della maggioranza restano. Il PSI è furibondo, parla di provocazione e di
intrigo prezzolato nei suoi confronti.
A. C.
Arrestato
il sindaco
e della struttura militare, come
una delle molteplici forme di
violenza organizzata, optando
perciò per « qualcosa di utile e
sensato». Tale scelta è avvenuta attraverso contatti con parenti, amici, gruppi o associazioni che hanno favorito lo sviluppo di ima coscienza pacifista
e non violenta.
Numerose infine le proposte
per il futuro emerse nell’incontro ; innanzitutto creare un gruppo coordinatore, come punto di
riferimento per gli obiettori e
per gli enti, che si occupi dell’organizzazione di altri incontri
o corsi di formazione.
Altre idee emerse; costituire
una specie di archivio che possa
fornire una documentazione, anche su problemi pratici, riguardo all’obiezione di coscienza
(leggi, circolari, esempi di domanda, enti convenzionati ecc.)
per chi ne avesse bisogno; promuovere iniziative per informare i giovani sul servizio civile
(per es. nelle scuole) ; partecipare alla realizzazione di un progetto comune (ecologia, pace,
razzismo) in modo da dimostrare che «effettivamente anche gli
obiettori fanno qualcosa » ; mantenere contatti con altri coordinamenti e con la LOG ; continuare infine ad incontrarsi per stimolare una crescita comune su piccoli e grandi problemi e, perché no? stare un po’
assieme.
Per concludere vorrei fare una
piccola considerazione sulla nuova situazione che si è venuta a
creare nelle nostre opere in seguito al distaccamento dei nuovi obiettori. Se prima, con la
presenza nei nostri istituti di
obiettori più o meno legati all’ambiente valdese o perché provenienti da una comunità evangelica o perché a conoscenza
della realtà valdese, eravamo
abituati a gestire l’obiezione di
coscienza tra noi, ora, con
la nuova politica del distacco
forzato ci si trova di fronte a
dei giovani che devono essere
seguiti maggiormente dal punto
di vista sia informativo che pratico, ma soprattutto per quanto
riguarda l’aspetto umano. In ciò
vi sono anche aspetti positivi ;
può essere un’occasione seppur
minima di testimonianza, una
piccola apertura verso l’esterno
e nel contempo di critica costruttiva nei nostri confronti.
Marco Fraschia
SAN PIETRO VAL GEMINA — Profonda impressione tra
gli abitanti ha destato la notizia dell’arresto del sindaco democristiano, Berger. I fatti che
hanno indotto la Procura della
Repubblica di Pinerolo a prendere questa misura risiedono in
una procedura poco chiara per
l’affidamento di alcuni lavori
stradali. In San Pietro stava
operando una ditta e dovevano
essere realizzati altri lavori di
asfaltatura. La giunta procedeva ad una trattativa privata in
cui risultava vincitrice un’altra
ditta. I lavori però sono stati
affidati alla ditta che già operava nel comune. Tutto questo è
stato denunciato da un consigliere di minoranza. Di qui l’iniziativa penale della Procura.
Consiglio comunale
TORRE PELLICE — Il cinema Trento e le modalità di ristrutturazione edilizia hanno caratterizzato la seduta del consiglio comunale di giovedì 8 gennaio. In particolare è stato ridefinito il prezzario-base su cui
calcolare il costo di costruzione per opere di ristrutturazione
di edifìci preesistenti, bloccandone le tariffe di partenza all’ultimo trimestre ’86, nella linea
tendente a favorire le ristrutturazioni stesse piuttosto che le
nuove costruzioni. Il fatto è particolarmente rilevante in un comune in cui il 40% degli edifìci
sono seconde case di villeggianti. Per quanto riguarda la gestione del cinema, il consiglio
ha approvato la convenzione con
la Comunità Montana Valpellice (la quale dovrà a sua volta
ratificarla); la sala viene adibita a centro culturale polivalente (il comune stesso potrà utilizzarla per almeno 20 serate all’anno) e a questo fine sono stati stanziati 20 milioni per l’acquisto di videoregistratore, sintonizzatore e videoproieitore ;
sarà dunque consentita la proiezione sul grande schermo di avvenimenti trasmessi in televisione. Il consiglio, revocando una
concessione cimiteriale, ha infine predisposto l’acquisizione di
un’area per la realizzazione di
un ossario dedicato ai partigiani caduti in Valpellice.
HAI RINNOVATO
L’ABBONAMENTO?
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
U.S.S.L. 43
CONCORSI PUBBLICI
Sono indetti pubblici concorsi, per titoli ed esami,
presso l’Unità Socio Sanitaria Locale n. 43, a:
— 1 POSTO DI PSICOLOGO COLLABORATORE;
— 2 POSTI DI COADIUTORE AMMINISTRATIVO.
Le domande, in carta legale, dovranno pervenire
all’Ufficio Personale dell’U.S.S.L. N. 43 - Piazza Muston, 3 - Torre Pellice ^ entro e non oltre le ore 12,00
del 30 Gennaio 1987. Per ogni altra informazione rivolgersi all’Ufficio Personale dell’U.S.S.L. N. 43
P.zza Muston n. 3 - Torre Pellice - Tel. 0121/91514 91836.
Orario apertura al pubblico: tutti i giorni dalle
ore 9,30 alle ore 12 escluso il sabato.
IL PRESIDENTE
(Arch. Piercarlo LONGO)
11
16 gennaio 1987
valli valdesi li
GIORNATA DI RADIO BECKWITH A TORRE PELLICE
Ritrovarsi
con ii proprio pubbiico
Momenti musicali, riflessione e dibattito: le prospettive dell’emittente e il riscontro degli ascoltatori per proseguire il lavoro
In un simpatico pomeriggio
comunitario, Radio Beckwith ita
festeggiato in una grande famiglia il suo secondo anniversario.
C'erano molte persone, domenica 11, alla Foresteria di Torre.
Il coretto dei piccoli ha aperto
l’incontro, mentre quello dei
« grandi » ha allietato la parte
centrale della giornata.
Una mini-tavola rotonda sul
problema dell'informazione alle
valli è stata condotta da Italo
Pons, con interventi del past.
Giuseppe Platone, vice-direttore
dell'Eco delle Valli/La Luce, e di
Piervaldo Rostan, presidente delr.Associazione « Francesco Lo
Bue », che gestisce Radio Beckwith.
Platone ha tracciato una breve storia del nostro settimanale,
er’idenziandone le caratteristiche,
la costante ricerca nel far meglio senza cadere nelle banalità
della cronaca locale, ma cercando di fornire notizie che fungano da stimolo alle nostre comunità; Rostan ha invece messo in
risalto lo spirito con cui la radio
è nata, 1 risultati positivi e quasi sorprendenti, data la assoluta
povertà di mezzi a disposizione:
la limitatezza del raggio di ascolto, dovuta alla insufficienza
di un potente ripetitore, ma anche la regolarità delle trasmissioni e delle informazioni, la forza di alcuni scoop giornalistici
(soprattutto interviste) di grande rilievo, e in ultima analisi la
funzione di testimonianza verso
Testemo e di collegamento con
molte persone della Chiesa che,
sole e/o ammalate, possono comunque essere tenute al corrente delle attività comunitarie e
delle notizie locali.
La giornata è trascorsa veloce, tra un tè offerto a tutti i presenti; il sorteggio dei premi di
una ricca lotteria; in serata rincontro musicale con il canto popolare e, nell’intervallo, la proiezione con la proclamazione del
vincitore del concorso di diapositive « angoli della vai Pellice ».
Se è possibile tentare un bilancio « a caldo » della giornata,
al di là del felice esito economico, l'aspetto più signiiicativo è
stato senz’altro il coinvolgimento di persone, di svariatissima
estrazione sociale e talvolta anche divise sui modi di vivere la
loro fede.
I momenti della kermesse (dibattito, canto, ecc.) hanno visto
l’alternarsi di persone diverse,
così come era negli auspici degli
organizzatori e così come anche
il tentativo di Radio Beckwith
è di rivolgersi a tutte le fasce
possibili di ascoltatori.
Due informazioni ancora a
margine della giornata: è stato
distribuito un questionario indagine sull’ascolto della radio ed
è pure uscito il primo bollettino
di collegamento di R. B. che è
in distribuzione in questi giorni.
Il provento del buffet e della
pesca è naturalmiente andato a
favore di Radio Beckwith. Nella
speranza che altre offerte giungano per il finanziamento di questa radio che, nei due ultimi anni, ha effettivamente rappresentato per la valle un polo di aggregazione giovanile, un punto di
riferimento per ascoltare della
buona musica ed anche — inutile nasconderlo — un centro di
dibattito, riflessione e diffusione
di cultura.
Un solo neo: la limitatezza del
bacino di ascolto. Ma senza fondi è difficile sfondare!
Roberto Giacone
« ANOMALIE »
SUI MATRIMONI
A parte le parecchie controversie
sorte a proposito dell'applicabilità circa
l'insegnamento religioso nelle scuole,
sancito dall'art. 9 della citata legge
11 8.1984 a più di 2 anni dalla promulgazione, credo che anche fuori della
scuola, delle volte essa è male applicata 0 addirittura ignorata, e ciò a proposito dell'art. 11 riguardante la celebrazione del matrimonio secondo le
norme dell'ordinamento valdese.
Infatti ritengo che gli Ufficiali dello
Stato Civile dei Comuni della Val Pellice, ovvero I loro delegati, come ho
avuto modo di appurare, ne conoscano poco il contenuto o male interpretano l'applicabilità.
L'esempio è chiaro: a Luserna San
Giovanni ad un matrimonio celebrato
nel Tempio Valdese secondo le norme
dell'ordinamento valdese, le pubblicazioni erano state affisse all albo pretorio dei Comuni di Luserna S. G. Torre Pellice ed Angrogna - a firma
del funzionario dell Ufficio dello Stato
Civile, con la seguente dicitura: « Il
presente atto di pubblicazione del quale sono stato richiesto (omissis) è
stato fatto (omissis) per l'ordinamento dello Stato Civile e dell'art. 6 della
Legge 27 maggio 1929 n. 847 ». Sul
nulla-osta rilasciato ai nubendi redatto
in duplice copia erano state applicate
le marche da bollo di L. 3.000, mentre
in sede di stipulazione dell'Intesa tra
la Repubblica Italiana e la Tavola Valdese. le due parti all art. 11 non hanno convenuto che il ■ nulla-osta » dovesse essere rilasciato in bollo.
Ora alla luce di queste « anomalie »
ritengo che, se nel 1° Distretto della
nostra Chiesa ove sono ancora abbastanza frequenti i matrimoni celebrati
secondo le norme della citata legge
449, esistono comunque ancora delle
perplessità all'Ufficiale dello Stato Civile, al di fuori delle Valli Valdesi, nella
grande diaspora, come saranno interpretate queste norme? e mi chiedo ancora se alla richiesta di pubblicazione
l'Ufficiale dello Stato Civile, che a norma dell'art. 11 della citata legge 449,
deve dare lettura e spiegazione agli
sposi degli art. 143, 144 e 147 del C.C.,
se poi affigge l'atto di pubblicazione
secondo Kart. 6 della legge 27,5.1929
n. 847 non ha comunque effetti discriminanti nei confronti dei nubendi i quali
richiedono che il matrimonio venga celebrato secondo le norme dell'ordinamento valdese?
Sergio Peyrot, Luserna S. Giov.
UNA TASSA
INGIUSTA
A proposito della lettera del sindaco di Angrogna (apparsa sul numero
scorso) sulla tassa raccolta rifiuti, so
bene che questa tassa si basa sui metri quadri e non sul reddito o sul numero di persone. Ma proprio per questo motivo non sono d'accordo, visto
che sono le persone, e non le case, a
produrre rifiuti.
Se si fosse voluto fondare questa
tassa sulla solidarietà sociale si sarebbe dovuto tener conto delle diverse
fasce di reddito. Riguardo al caso dello zio deceduto (per la cui abitazione
Comitati per la pace
TORRE PELLICE — Lunedì 19 gennaio
alle ore 21, presso la sede di via Repubblica 5 (secondo piano), si terrà
una riunione del Comitato Pace Val
Pellice col seguente ordine del giorno:
1) audiovisivo sull'obiezione di coscienza e il servizio civile da presentare
alle scuole;
2) altre iniziative del Comitato stesso.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 15 gennaio, ore 16.30, al Centro d'incontro,
avrà luogo una riunione con il seguente o.d.g.: a) riepilogo dell'Azione
Urgente di protesta per le violazioni
dei diritti umani nel Suriname (America del Sud) e ulteriore Azione Urgente per 5 torturati cileni; b) invito
alla popolazione della Val Pellice ad
esporre una candela accesa (simbolo
di Amnesty) sui davanzali delle finestre la sera del sabato 31 gennaio con
inizio alle 18.30, per solidarietà con i
prigionieri di opinione che soffrono
nella cella d'un carcere o nella camera della tortura e per testimonianza dell'opera di Amnesty nella Val
Pellice per il rispetto dei diritti umani
nel mondo; c) varie.
Concerti
LUSERNA SAN GIOVANNI — Per
la stagione di concerti 1986/87 della
Associazione Musicale Riky Haertelt, in
collaborazione con la Comunità Montana Val Pellice, l'Antìdogma Ensemble propone giovedì 29 gennaio, presso la Palestra comunale, alle ore 21,
musiche di Paganini, Schumann e
Mahler.
Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino, Ivana Costabel, Aldo Ferrerò, Laura Leone, Anna Marullo, Sergio Montalbano,
Bruna Peyrot, Lucilla Peyrot,
Teofilo Pons, Aldo Rutigliano, Eugenio Stretti, Franco
Taglierò.
è stata pagata la tassa dagli eredi)
preciso che quando il messo comunale
mi ha consegnato la cartella, pur avendogli fatto notare che l'interessato
era deceduto non mi ha informato della possibilità di poter presentare ricorso.
Vorrei inoltre citare il caso reale
di quell'agricoltore che, per ragioni di
lavoro, si sposta nel corso dell'anno
in tre diverse abitazioni, pagando per
ognuna di esse la relativa tassa sulla
raccolta rifiuti, quasi fosse contemporaneamente presente in ognuna di esse, Non è assurdo? Tutta questa storia
mi fa venire in mente quell'episodio
in cui si racconta che un funzionario
governativo riferisce al ministro che la
gente paga s1 certe nuove tasse, ma
« mugugna ». Il ministro risponde:« Lasciategli almeno la soddisfazione di
"mugugnare" ».
Leo Coisson
CAMPO DA GOLF
E PATRIMONIO
AMBIENTALE
Caro Direttore,
leggo sull'« Eco delle Valli Valdesi »
del 9,1.87 un intervento di P.V. Rostan
in cui la realizzazione da parte di privati di un campo da golf tra Torre e
Villar viene presentata in forma dubitativa, registrando anche l'opposizione dei proprietari dei terreni. Ben diverso mi sembra il tenore dell'intervista al Sindaco di Torre pubblicato
dall'« Eco del Chisone » l'8.1.87 con
il titolo « Torre Pellice capitale mitteleuropea ». Ciò che mi preoccupa
maggiormente è il deciso appoggio
RINGRAZIAMENTO
I familiari riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e affetto
tributata al loro caro
Emilio Pellenc
ringraziano di cuore tutte le persone
che si sono rese partecipi del loro dolore.
Un ringraziamento particolare alVamica Laura Bellion e ai Sigg. Bersandi, e alla Associazione Nazionale
Mutilati ed Invalidi di Guerra Sez.
di Torre Pellice.
Torre Pellice, 29 dicembre 1986
RINGRAZIAMENTO
« Certa è questa parola, che se
muoiamo con Lui, con Lui anche vivremo »
(2 Tim. 2: 11)
La famiglia della cara
E lena Gamba ved. Eynard
ringrazia sentitamente tutte .le persone
che le sono state vicine nella triste
circostanza, particolarmente la C.R.L,
il personale dell’Ospedale Valdese, i
Pastori ed i vicini di casa.
Torre Pellice, 4 gennaio 1987
RINGRAZIAMENTO
« Beato l’uomo che ripone nell’Eterno la sua fiducia y>
(Salmo 40: 4)
I figli e familiari del compianto
Amedeo Ribet
ringraziano profondamente le numerose persone presenti ai funerali che
con scritti e parole di conforto hanno
partecipato al loro dolore. Un grazie
particolare al pastore Noffke, alla famiglia Bisi e ai compagni di lavoro
di Bruno.
Pramollo, 5 gennaio 1987
RINGRAZIAMENTO
«Io alzo gli occhi ai monti
donde mi verrà l'aiuto »
I familiari di
Luigi Michelin Salomon
ringraziano sentitamente i cari amici
che gli sono stati di conforto durante
la lunga malattia e quanti l’hanno accompagnato aU’ultima dimora terrena.
Villar Pellice, 5 gennaio 1987
airiniziatlva da parte dell'Amministrazlone torrese. Come sì concilia questa presa di posizione con l'opposizione decisa dei contadini della valle?
Perché la scelta di uno sport così
di élite, destinato ad interessare un
numero limitato di persone? Mi lascia
perplesso inoltre la valenza « ecologica » data all'iniziativa. Mi pare che
il valore paesaggistico della Val Pellice sia dato da un qualche cosa di
ben diverso da un prato ben « pettinato ». Ciò ohe vediamo intorno a
noi è frutto prima di tutto del lento
lavoro di trasformazione produttiva del
territorio compiuto dalle generazioni
passate e presenti dei contadini e di
quelle persone che (anche come seconda attività) hanno continuato le
pratiche agricole tradizionali. Se queste pratiche scomparissero (sotto i
colpi dei regolamenti agricoli della
CEE 0 anche solo per la scarsa convinzione degli amministratori locali)
certamente tutto l’equilìbrio ambientale ne risentirebbe. Ma la mia perplessità non si ferma qui. Queste iniziative non sono forse un inutile dispendio di forze? Non si sta forse disperdendo un « patrimonio » di interesse
esistente soprattutto all'estero per la
nostra valle? Il Sindaco di Torre cita
giustamente « i rapporti e gli scambi
con II mondo svizzero, tedesco, olandese »: ma perchè allora non curare
con più attenzione la caratterizzazione
storico-culturale e ambientale di Torre
per adeguarla realmente agli standard
mitteleuropei? Che impressione sì può
ricavare invece da insediamenti come
« Pracastei » o « Grand Soleil » (e simili) che tra l'altro deturpano alcuni
dei luoghi più tipici della valle? Desidererei che su questi temi si aprisse
un dibattito sulle colonne di questo
giornale.
Grazie per l'ospitalità.
Marco Baltieri, Torre Pellice
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 18 GENNAIO 1987
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGUIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 18 GENNAIO 1987
Luserna San Giovanni: FARMACIA
GAIETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
12
12 fatti e problemi
16 gennaio 1987
&Î-.
DOPO LA VISITA DI MARGARET THATCHER
Nord Irlanda:
qualcosa di nuovo?
Dublino può ora esprimersi su questioni nordirlandesi - 60 morti nel
1986 ricordano tragicamente le tensioni tra cattolici e protestanti
DOPO LA MORTE DI SAMORA MACHEL
Cosa succede
in Mozambico?
Ohe rirlanda del Nord costituisca uno dei « punti caldi » del
nostro pianeta è cosa nota. La
plurisecolare rivalità fra la comunità protestante e quella cattolica è culminata — nel periodo che va dal 1969 al 1985 — in
2500 morti ed oltre 30 mila feriti.
Nel 1974 il governo laburista
di Harold Wilson aveva condotto un tentativo mirante a suddividere i poteri fra le due parti,
ma dopo una settimana di scioperi totali la cosa cadde. Poco
più di un anno fa — nel novembre 1985 — il premier conservatore Margaret Thatcher ha siglato ad Hillsborough (a pochi
chilometri da Belfast, la capitale deirnister) con Garret FitzGerald, primo ministro della Repubblica dTrlanda, im accordo
secondo cui veniva data a Dublino voce in capitolo negli affari interni delle sei provincie settentrionali inglesi. Anche in questa occasione i commenti in genere non sono stati molto favorevoli. Si è fatta notare la rischiosità e l’incertezza di questo
nuovo tentativo, frutto di un
compromesso e non di una reale
trattativa di base.
! « L’Eco delle Valli Valdesi >: Rea.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
redazione: i redattori e: Mirella
Bein Argentieri, Valdo BenecchI,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitri, Piera Egidi, Claudio H. Martelli,
Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Cesare Milaneschi,
Marco Rostan, Mirella Scorsonelll,
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Redazione e Amministrazione: Via
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Mortuari: L. 400 per mm. di altezza, larghezza 1 colonna.
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intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
Responsabile ai sensi di legge;
Franco Giampiccoll
Nello scorso dicembre, Thatcher ha fatto una visita lampo
nellTrlanda del Nord, protetta
da elicotteri, carri armati, commandos e tiratori scelti. La situazione locale è sempre estremamente calda. A tutto questo
non sono forse estranei gli accordi cui si accennava dianzi.
Secondo queste intese, i governi
firmatari avevano voluto pubblicamente affermare che condizione basilare per una riconciliazione duratura è il riconoscimento della legittimità di due tradizioni: quella che aspira ad una
Irlanda riunificata, e quella che
rivendica l’appartenenza al Regno Unito. In sostanza, da un
lato Dublino riconosce il diritto
del governo inglese di legiferare
nel Nord Irlanda accettando che
nessun cambiamento di statuto
possa essere effettuato senza il
consenso della maggioranza protestante. Dall’altro, il governo
britannico, nell’ipotesi che in un
futuro (certamente lontano) una
maggioranza si pronunci per la
riunificazione irlandese, si impegna a rispettare tale scelta.
Per la prima volta — come
sottolinea il mensile francese Le
Monde Diplomatique (M.D.) dello scorso dicembre — dopo le
ripartizioni dell’isola nel 1920,
Londra ha riconosciuto a Dublino la funzione di porta-parola
ufficiale della minoranza cattolica dellTrlanda del Nord, allo
stesso modo come il governo
della Repubblica Irlandese ammette la legittimità della presenza britannica nell’Ulster.
Sia la Gran Bretagna che la
Repubblica d’Irlanda hanno ratificato raccordo con una larga
maggioranza. Non così a livello
locale, dove permane minacciosa e violenta la reazione protestante (particolarmente quella
che fa capo al pastore Paisley
ed a James Molineaux), mentre
dalla parte del Sinn Fein, l’ala
politica dell’IRA (Irish Rep. Army) la condanna è senza appello.
In occasione del primo anmversario dell’accordo, il 15 novembre scorso, la parte protestante ha indetto una massiccia
manifestazione, mentre dal canto suo l’IRA ha dichiarato «obiettivi legittimi » tutti i dipendenti che lavorano « per le forze
di occupazione». L’atmosfera rimane dunque pesante, tanto più
che si deve registrare una scissione in seno all’IRA. Un certo
numero di suoi aderenti ha abbandonato questa formazione
per arruolarsi in un nuovo e più
bellicoso movimento; l'RSP (Republican Sinn Fein) che non lascia prevedere nulla di buono
per l’avvenire. Infatti, la moti
Leggere il Nicaragua
in itaiiano
Amenacer, reflexión cristiana
en la nueva Nicaragua, il periodico del -centro ecumenico Valdivieso di Managua, ha ora una
edizione italiana. E’ curata dal
« Centro comunitario » di via
Roma 5 - 01020 Celleno (Viterbo).
La rivista ospita contributi originali sulla riflessione dei cristiani legati alla cosiddetta chiesa popolare nicaraguese, testimonianze ed interviste dei protagonisti della vita pubblica, documenti integrali.
Copie dell’edizione italiana possono essere richieste direttamente al Centro comunitario. L’abbonamento annuo per il 1987 è
di lire 20.000.
vazione che ha originato questo
nuovo « esercito » è che la vecchia IRA ha perso la grinta e la
determinazione di una volta.
Tuttavia, secondo l’inviato di
M.D. vi è qualche fattore nuovo
per cui «l’osservatore non ritorna totalmente senza speranza
dall’Irianda del Nord». Da un
lato infatti, mentre i protestanti, ogni volta che manifestavano, in precedenza trovavano .delle cedevolezze da parte del governo inglese, ora devono fronteggiare una situazione più difficile, tanto più se ’Thatcher mostrerà la stessa fermezza che ha
usato nei confronti dei minatori
in sciopero. Dall’altro, l’opinione cattolico-massimalista si rende conto che l’intento dell’accordo è di porre ai margini della società le organizzazioni paramilitari repubblicane, unitamente ai partiti che le sostengono.
Pare comunque che la via continui ad essere terribilmente accidentata e sanguinosa: anche
se le morti violente paiono aver
segnato un regresso, sono circa
sessanta i civili delle due parti
assassinati nel 1986.
Solo il futuro ci potrà dire se
in questa così tormentata regione prevarrà lo spirito di comprensione e di rispetto per gli
altrui diritti, oppure se gli egoismi dei gruppi privilegiati —
per di più « motivati » da argomentazioni religiose — continueranno ad avere un duraturo
sopravvento.
Roberto Peyrot
Il 19 ottobre precipita un
aereo e muore Samora Machel,
presidente della Repubblica; a
metà dicembre vengono rapiti
tre missionari dehoniani da parte di guerriglieri del Renamo:
cosa sta succedendo in Mozambico?
Ad undici anni dalla fine del
colonialismo portoghese, il paese che aveva scritto nel suo programma la fine dell'oppressione,
la libertà della donna, l’educazione, la salute, lo sviluppo economico, in una parola la volontà di costruire « un socialismo
africano » sembra essere caduto
nuovamente nel caos della guerra.
Certo i colonialisti portoghesi,
quando lasciarono il paese, lo
privarono di ogni risorsa finanziaria e fu difficile ¡per il Frelimo
(Fronte di Liberazione del Mozambico), che aveva diretto per
una decina di anni la lotta di
liberazione, organizzare lo stato.
Fu appunto Samora Machel, l’uomo della ^érriglia e forse per
questo il più prestigioso, ad avere l’incarico di primo presidente
della ricostruzione. All’inizio il
modello fu rigidamente comunista (quasi tutti i dirigenti del
Frelimo avevano avuto una formazione marxista in URSS e in
Cina) con la nazionalizzazione
completa dell’economia, compresa l’agricoltura. Furono le « aldeias comunais » (i villaggi comuni sotto il controllo statale)
che ebbero l’incarico di produrre l’indispensabile per sfamare
la popolazione. Ma la cosa non
ha funzionato granché, anche per
la scarsità di quadri capaci di
organizzare questi strumenti di
gestione collettiva. La guerra
prima contro la Rhodesia bianca
finita nel 1980, e quella interna
col Renamo (Resistenza Nazio
nale Mozambicana) ha dato poi
un colpo decisivo al diffìcile inizio di una vita democratica per
il paese.
Il Renamo, che nasce nel 1978
da fuoriusciti mozambicani delle vecchie forze armate portoghesi e da fuoriusciti del Frelimo insoddisfatti della leadership di Samora, godeva dei finanziamenti rhodesiani di lan
Smith prima e di quelli sudafricani poi.
La sua azione è stata particolarmente violenta all’inizio. Ma
speculare a questa violenza è stata quella del Frelimo e del governo. L’esercito assorbe ormai
il 55% del prodotto nazionale
del paese. E’ oggettivamente difficile in queste condizioni pensare allo sviluppo, all’istruzione,
alla salute del popolo. Sicuramente la « legge della frusta »
non poteva bastare per bloccare
gli speculatori economici. Se poi
interviene anche la carestia (che
nel 1983 ha provocato 80.000
morti per fame), si comprende
come sia diffìcile per qualsiasi
governo gestire la situazione.
Nel tentativo di garantirsi contro gli aiuti stranieri alla guerriglia del Renamo, Samora Machel — in aperta contraddizione
con i principi che lo avevano
sempre animato — stringe un
accordo col Sud Africa con un
mutuo impegno di non aiutare
né l’African National Congress
(presente in Sud Africa) né il
Renamo (presente in Mozambico). La lotta politica si fa perciò anche dura all’interno del
Frelimo. La morte di Samora
apre una nuova fase. Saprà Juaquim Chissano, un uomo di grandi abilità diplomatiche, che ha
assunto l’incarico di presidente,
portare la pace?
G. G.
Un giornale è
anche lavoro. Lavoro
per redattori,
tipografi,
correttori di bozze,
spedizionieri.
Pierluigi Bertin, 23 anni,
di Torre Pellice, da 7
anni lavora in qualità
di « jolly » alla Cooperativa
Tipografica Subalpina.
ABBONAMENTI '87
ScegK subito fra tre possibilità
Abbonamento ordinario
lire 31.000
Abbonamento a ’costo reale’
lire 50.000
(è il costo del giornale
diviso per
il numero degli attuali abbonati)
Abbonamento sostenitore
lire 70.000
(con diritto a due stampe
di Marco Rostan raffiguranti
i templi di
Luserna S Giovanni e di Pramollo)
Abbonamento estero lire 55.000 (via ordinaria), lire 84.000 (via aerea)
(GII abbonati esteri sono pregati di non inviare assegni bancari, ma di versare gli Importi relativi
Internazionale o vaglia da accreditarsi sul conto corrente postale 327106 intestato a Eco-Luce —
10066 Torre Pellice).
a mezzo postagiro
casella postale —
V'er.sare l’abbonamento;
— tramite C.C. postale n. 327106 intestato Eco delle Valli-lai Luce - 10066 TORRE RRLlriCE
— tramite le Librerie Claudiana di Torino, Torre J’ellice, Milano
— tramite l’incaricato della tua chiesa.