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VaIi23Q
(Torino)
TOaRS PELLIC3
S e M i m anale
DELLE mLLT VALDESI
' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali|pr®té peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo „
------------------------------- ~ ■ TORRE PELLICE — 29 Marzo 1957
FRUTTI DEL LAVOpO
Se Tattività deiruomo sulla terra
deriva dall’attività di Dio nell’uiiiverso, e corrisponde perciò ad una
benefica legge operante in tutte le
cose e in tutti gli esseri, è chiaro che
i risultati migliori di questa operosità umana debbano corrispondere
ad un progressivo miglioramento
dell’esistenza terrestre, sia nel campo materiale che in quello spirituale.
Qui ci occuperemo soltanto dei
fruiti materiali del lavoro, riservandoci di parlare dei benefici spirituali in un secondo tempo.
Perchè un lavoro qualsiasi possa
dare dei buoni frutti è necessario
clic chi lo compie sia animato di
buone volontà e di retta intenzione.
Pertanto sia il lavoratore del braccio che quello della mente devono
operare non per forza, costretti da
mia volontà estranea alla loro o soltanto sotto la pressione del bisogne
ri unomico, ma spinti dalla voce interiore della coscienza che corrisponde al divino richiamo della parabola: « Figliuolo, va’ oggi a lavorare
iiriln vigna ». E se il figliuolo ama veramente il Padre, egli dimostrerà
il suo amore non a parole, ma lavorando « con tutto il cuore, con tutta
r anima, con tutta la mente e con
tutta la sua forza ».
Senso di solidarietà
e di cooperazione
Il lavoro così compiuto non può
mancare di dare buoni frutti materiali. Lo sanno per esperienza il contadino che dissoda la terra e ne aumenta la produttività, l’artigiano
che confeziona un oggetto d’arte o
di uso pratico, l’operaio che costruisce un ponte, una strada, una galleria, una casa, un edificio di pubblica utilità o dirige un veicolo o governa una macch na in una fabbrica; lo sanno pure lo scienziato che
nassa lunghe ore nel suo laboratorio, il medico che assiste l’ammalato, l’architetto che risolve difficili
jiroblemi di edilizia, l’ingegnere sul
quale grava la responsabilità di una
impresa in cui sono investiti cospicui capitali e dal cui esito dipendono molte vite umane. Lo sanno, o Io
dovrebbero sapere, tutti coloro che
in qualche modo partecipano al a
complessa attività di una nazioni,
sia nelle sfere direttive che nei più
umili compiti di una mano d’opera
che sembra perdersi nel pulviscolo
sociale.
Quello che pregiudica il buon re.idimento economico del lavoro è la
mancanza di solidarietà e di cooperazione cosciente e volonterosa
L’uomo che lavora soltanto per se
stesso tradisce la propria \ocnzione
e non contribuisce a rendere me”0
penosa e più felice la vita dei suoi
simili.
Certo « il lavoratore che fatica dev’essere il primo ad avere la sua parte dei frutti », scriveva Paolo a Timoteo molti secoli or sono. E’ una
verità evidente e sempre, attuale. Ma
notate che l’apostolo dice « la sua
parte », non tutto il frutto. Chi %'olesse egoisticamente godere delle
uniche risorse della propria attività,
non solo si isolerebbe dalla società,
ma si troverebbe presto ridotto ad
una forma primitiva di esistenza Le
macchine, i manufatti, le derrate ali
mentari e le mille piccole o grandi
cose che occorrono ad un uomo per
vivere in un certo ambito di civiltà
non sono il risultato del lavoro di un
uomo solo, ma di molti nomini che
si scambiano i loro prodotti diretta
mente o per mezzo di valori monetari.
Tutto quello che crea un certo
grado di benessere materiale, e c'
consente di risparmiare tempo e fatiche, è il frutto del lavoro di molte
generazioni. Il progresso materiale
è paragonabile ad una scala di cui
dobbiamo apprezzare anche i primi
gradini che stanno agli albori della
umana civiltà.
Lavoro di tutti
a beneficio di tutti
Nel libro dei Proverbi, in cui i!
savio ha raccolto una preziosa messe
di sentenze,- è detto ; « Colui che è
infingardo nel suo lavoro è fratello
del dissipatore » ; mentre d’altra p arte « il lavoro del giusto serve alla
vita ». La vita non è soltanto un
bei'e individuale; anzi è collettivo
nrima di essere individuale, perchè
Dio chiama tutti i suoi figliuoli a
parteciparvi. E perciò il lavoro di
tutti deve ridondare a beneficio di
tutti. Ne consegue, come afferma
l’apostolo Paolo, che « se alcuno non
vuol lavorare, neppure deve mangiare ». Oggi, in certi ambienti sociali
si dice semplicemente: « Chi non
lavora, non mangi », senza pensare
che, fra quelli che soffrono la fame
e la mi|eria, molti vorrebbero poter
lavorare e non possono o per ragione di salute o per mancanza di lavoro. E questo è un gran male che disonora la nostra civiltà di superficie,
E poi, fra gli onesti lavoratori,
troppi sono ancora quelli che sono
defraudati di quella giusta parte di
beni che è pure il frutto della loro
intelligenza e delle loro fatiche. Già
ai suoi tempi l’autore dell’Epistola
-----------------—
ì '
di Giacomo investii« gli sfruttatori
del lavoro altrui c<« questa rovente
protesta: « Il vostrtì^ro ed il vostro
argento sono armatiti, e la loro
ruggine sarà una tégttmomanza contro a voi, e divorerà le vostre carni
a guisa di fuoco... Ei^o il salario dei
lavoratori, e del qutde li avete frodati, grida... ». E i|Be8to grido ha
continuato a salire ^Jl’Eterno, attraverso i secoli, e saì^ tuttora minaccioso anche nei pa^ che si vantano
della loro civiltà c^tianeggiante.
Ma deve pur ven^ e già viene il
tempo in cui i frutt^jhenedetti di un
lavoro intelligente, liépesto e gioioso,
saranno più equaiféWe distribuiti
fra tutti gli uomini, ^Allora l’umanità, preservata dallaimiseria e dalle
lotte funeste, divetìl}Eà« meno irrequieta e piu riflesin« nella letizia
come nel dolore, ptirchè non si abbandoni agli insani godimenti dei
beni materiali, diin^ticando che
(f ogni donazione buàna ed ogni dono perfetto vengono dall alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi, presso il quale rum c’è variazione nè ombra prodotta da rivolgimento ».
G Francesco Peyronel
DOMENICA SCORSA A TOBRE PELLICE
II Consiglio di Valle
Alta preaenza delle antorità e di un vasto concorso
di pubblico è stato costituito il Consiglio di l/alle
E' u^iio
DIZtONARlÒ BIBLICO
L. 3.700
innario cristiano
(4a ristampa
Rileg. tela L. 700; Rileg. pelle L. 1.200
Ordinazioni alla Libreria Claudia
na (Torre Penice), che dispone anche di un ricco assortimento cartoline illustrate con versetti oitalici,
adatte per Pasqua.
Nel pomeriggio di domenica 24 corrente si è svolta a Torre Pellice una
importante cerimonia per la costituzione del Consiglio della Valle, coiriprendente i Comuni di Angrogna, Bibiana, Bobbio Penice, Bricherasio,
Luserna S. Giovarmi, Lusemetta, Rorà. Torre PelUce, Villar Pellice.
La cerimonia ha avuto luogo nel
salone delle Scuole Elementari, alla
presenza delle Autorità del Governo,
del Parlamento, della Provincia e dei
Comuni interessati II pubblico ha
completamente affollato la sala, dove la Corale Valdese di Torre Pellice
ha eseguito con accuratezza alcuni
cori, che meritavano di essere evoltati più attentamente. Le ragioni ^
litiche o economiche possono anche
tacere alcuni istanti davanti ad un
bel canto. , ^ j ,
L’assemblea è stata presieduta dal
Sindaco di Torre Pellice, Prof. Augusto Armand Hugon. Fra l presenti
abbiamo notato, oltre agli oratori che
menzioniamo a parte, il sen. Castagno, l’on. E. Savio, il Vice Moderno:
re R. Nisbet, i consiglieri provinciali
A. Pittavino, Belfiore, Gastaldetti,
Borra, Resiale.
Dallo Statuto del Consiglio abbiamo rilevato che «esso promuo.^e, favorisce e coordina tutte le iniziative
pubbliche e private, rivolte alla va
loririi^bBiè méralei ecenonrièa,
le, culturale e turistica dei Comuni
della Valle; cura i problemi peculiari della montagna e svolge tutti gb
stùdi e le azioni opportune presso lo
competenti autorità per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni
montane... Il Consiglio opera in accordo con gli organi competenti ed
m solidale collaborMione fra i suoi
membri, per la realizzazione di lu.ts
quelle previdenze, atte allo sviluppo
Le dimissioni del Presidente
Negli ultimi giorni, la crisi delia
Corte Costituzionale già in atto si e
aggravata, dando luogo alle dimissioni irrevocabili del suo Presidente,
Enrico De Nicola. I giornaU annunziaiio, infatti, che la Corte Costituzionale ha accettato le dimissioni presentate dal proprio Presidente, ^P®
che da varie parti lo si era sollecitato
a riprendere 1 alto posto occupato con
tanta dignità, con altissimo senso del
dovere. . ... t.
Attorno a queste dimissioni che
rivelano una situazione particolarmente grave all’intèrno dello Stato
italiano, si sono accese molte discussioni e formulate molte ipotesi. Non
e questa la prima volta che il Presiaente deUa Corte è costretto a aimissionare, non per capriccio, riia m
segno di protesta contro pericolose
interferenze ui persone ed istituti,
allo scopo di renuere uinicile, se non
impossiDiie, il funzionamento della
Corte. Le varie ragioni con cui, da
molte parti interessate, si è cercato
ai giustincare le dimissioni, in realtà non esistono. Esse sono un tentativo di sviare l’opinione pubblica tacendole credere che, dopo tutto, se
Enrico De Nicola se n’è andato, la
colpa è tutta sua.
Ora è chiaro che De Nicola non ha
agito con leggerezza, sotto 1 impulso
del momento. Lo ha latto a ragion
veduta, sapendo che il suo atto avrebbe dovuto essere una solenne protesta contro chi, ìnsi^cientemente
consapevole dell’altissima funzione
della Corte, riteneva di non doverne
rispettare i giudicati con 1 osservanza richiesta daUa funzione medesima. _ .
Il comunicato ufficiale dichiara che
«e l’on. De Nicola, ritenendo invece di
non godere l’unanime consenso dei
giudici, essenziale a suo avviso per
, l’esercizio delle proprie funzioni, ha
insistito definitivamente nelle dimissioni, dichiarandole irrevocabili e
sollecitandone la pronta accettazione ».
La formula « ritenendo di non godere l’unanime consenso dei giudici »
è quella ufficiale ed è naturalmente
evasiva. 11 contenuto della ietterà di
dimissioni indirizzata al Presidente
della Repubblica non sarà reso noto
e molli si limiteranno a prenderne
atto, esprimendo il vivo rincrescime^ito che una persona come il sen. me
Nicola, vigile custode delia Losiitu
zione, abbia dovuto lasciare il suo aito incarico..
Ma dietro alle parole c’è un contenuto, c è una situazione di latto assai oscura per le prospettive che apre,
ija Lorte costituzionale è lorgaiio
supremo di controllo per i appiicazioue della Costituzione. Se in seno au
essa, come scrive Luigi SaivatoreLi,
« nascono, non dispareri occasionali
su singoli casi, ma connitti geneiaa,
non è esagerato dire che le lonaamenta costituzionali sono compromesse. E la cosa è ancne più grave
se C'è ragione ai credere cne nel con
tutto interno entrino ùmuenze extra
statali. I giudici della Corte costituzionale deooono essere i servitori delio Stato e della Costituzione, e di nessun altro istituto o potere » (La Nuova Stampa - '£i marzo ).
L'episooio attuale è grave nella vita nella Kepubblica italiana, come
già abbiamo scritto nei numero sco»so, esso mostra che in certi ambienti si fa fatica a sopportare la Cotte
costituzionale perchè, malgrado i
grandi principi democratici del continuo sbandierati, molti non intendono trasformare le leggi di uno Stato
poliziesco qual’era quello di Mussolini in uno Stato di diritto, retto da
una Costituzione veramente democratica. De Nicola ha a.vuto certamente
motivo di lamentare una deficiente
solidarietà del potere esecutivo, vale
a dire del governo, nonché una evidente intromissione di influenze clericali, oggi sempre più pesanti e negative nell’atmosfera democratica del
Faese.
Con le dimissioni di De Nicola s’è
chiusa una pagina di storia della
Corte Costituzionale; non sappiamo,
però, se e come la crisi potrà essere sanata. Sembra che non siano
in vista dimissioni di altri giudici;
si potrebbe giungere ad altre ffintjssioni, ha dichiarato uno dei giudici
costituzionali favorevoli a De Nicola,
« solo se le decisioni che la Corte sarà chiamata a prendere in seguito,
si discostassero sostanzialmente da
quei principi di superiore indipendenza da qualsiasi autorità per i quali
la Corte è stata creata e che il Presidente De Nicola aveva mostrato di
comprendere pienamente ».
Da questo episodio, certe sfere rea
zionarie e clericali trarranno motivo
di compiacimento. Ma, per la dignità deUo Stato italiano, esso non avrebhe dovuto verificarsi. L’awenire
dirà a vantaggio di chi la crisi costituzionale è avvenuta.
Ermanno Rostan.
personalia
Il 2 marzo u. s., Mario Miegge ha
conseguito presso l’Università di Ro
ma la laurea in Filosofia e Storia, a
pieni voti con lode e digmtà di stampa, presentando una tesi sul tema:
Marxismo e Esistenzialismo nel pensiero francese contemporaneo.
Al neo laureato giungano i nostri
sinceri rallegramenti.
degli scopi del Consiglio stesso, assumendo tutte quelle funzioni opportune che avrà in forza di tutte le leggi
presenti e future della Repubblica Italiana, in quanto applicabili nell’interesse della Valle ».
Argomento centrale del Convegno
è stata la relazione sui problemi della Val Pellice, letta dall’avv. Creste,
Sindaco di Lusema S. Glovanm. Relazione ampia e documentata, che ha
messo in evidenza la situariraie economica e sociale della Valle, i problemi che si devono affrontare con
serietà a beneficio della popolazione
tutta e in collaborazione con FAmministrazione Provinciale che ha costantemente favorito la costitusdone
dei Consigli di Valle, Dalla relarione
appare quale possa essere l’attività
del Consiglio, se, come vivamente si
spera, esso potrà funzionare in uno
spirito di solidarietà: zone depresse
nelle valli montane, disoccupazione,
economia locale in crisi, lentezza del
governo nel risolvere certi problemi,
istituzione di consorzi, miglioramento/'dell’artigianato, allevamento del
bestiame, costruzione di strade, costituzióne di cooperative per la vendita di prodotti agricoli, sono alcuni
fra i vari problemi cui si è accennato; e fra gli argomenti di carattere
più vasto: il traforo, del Colle della
Croce, la strada provinciale Pinerolo-Toacra ReUiee aarit -allargò
a « metri),“ il turismo, là' creazione
(fi un Ispettorato fcnestale a Pinerolo.
Come si vede, carne al fuoco ce n’è,
e non poca; pur trovandosi in una
situazione particnlàre è, per varie mgioni, migliore di quella di altre vaili alpine, la Val PeUicer mediante la
costituzione di tm Consiglio di Valle,
esprime la volontà di tutelare i suc>i
interessi e di (Riordinare tutte le imziative in vista di un migliore domani.
Salutato dagli applausi del pubblico, ha preso quindi la parola il prof.
Grosso, Preside della Provincia. Alla vigilia della firma del Mercato Comune Europeo, egli ha sottolineato
l'importanza della cerimonia, modesta nei suoi limiti e nelle sue possibilità, ma adatta ad indicare come
l’unità non si possa attuare nel settore della rinascita valligiana ed altrove se alla base non c’è il senso
della libertà e deU’autonomia. Qui,
egli ha detto, «si celebra l’unione
degli sforzi senza nuovi organismi».
L’on. Girando, Presidente dell’U.
N. C. E. M., ha ricordato le leggi già
approvate a favore della montagna
ed ha augurato alla Val Pellice di
diventare una pic<»la Svizzera, sul
piano delle realizzazioni economicne
e sociali. Infine l’on. Dovetti, Sottosegretario alla Difesa, ha recato il
saluto del Governo.
Dopo la costituzione del Consiglio
di Valle, si è pr(x«duto all’approvazione dello Statuto e alle varie nomine. Alla presidenza del Consiglio è
stato chiamato il Prof. A. Armand
Hugon.
Non rimane che rivolgere al Consiglio ed al suo Presidente l'augurio
siiicero ai una buona ed utile attività in favore della Valle e specialmente delle popolazioni montane. Taie
attività dev’essere favorita dalla collaborazione di tutti e, per quanto ci
riguarda, dal fattivo interessamento della popolazione Valdese, in uno
spirito di onesto impegno per il miglioramento delle («indizioni economiche, sociali e morali dei nostri paesi e dei nostri villaggi.
La testimonianza di una vita cristiana è necessaria dovunque: anche
nel nostro lavoro, nel nostro interesse per la vita pubblica, nel contributo che p(»siamo recare alla <»struzione di una scuola o di una strada
L’assenteismo è (»Ipevole; ma ima
presenza operosa, modesta, senza retorica, è di grande utilità.
Se il Consiglio di Valle non sarà
soltanto im nome, ma una concreta
ed (^erante realtà, c’è da credere
che la cooperazione di molti non gli
verrà negata. L
2
3 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
1
AD AGiVE,j[;, ,18 MARZO ;
Convegno dei Catecumeni
, Un centinaio circa di catecumeni
cfél quarto anno di catechismo hanno. trascorso ad Agape due belle giprnàté, 'sótto il segno del bel tempo e
della lieta ed utile vita in comune.
Provenienti da quasi tutte le parrocchie delle Valli e accompagnati dai
l,oro Pastori, sono giunti a Prali lunedi 18 corrente con due torpedoni,
uno Valle del Pellice, l’altro da
Pinerolo, e in breve tempo si sono
ambientati ad Agape, in uno spirito
di cordiale affiatamento.
L’incontro è stato aperto con un
culto presieduto dal Past. R. Nisbet,
vice Moderatore, e da una conversazione del Past. Vinay sulle origini e
sull’attività di Agape. Nel pomeriggio ha avuto inizio il ciclo di studi
sulla « Santa Cena » che dovevano
concentrare l’atteiizione dei catecumeni durante le due giornate e che
sono stati seguiti con interessamento da parte di tutti.
Il Past. Nisbet ha trattato del «sacramento della Eucarestia nella Chiesa Romana» ed è quindi stato letto
un breve studio del Past. Aime sulle
Ü posizioni dei Riformatori riguardo
alla S, Cena». Poi i catecumeni, divisi in gruppi, sono stati lasciati soli
nella grande sala di Agape e quivi,
Bibbia alla mano, hanno lavorato iiisieme per rispondere ad alcune domande concernenti l’istituzione della
S. Cena nei Vangeli e nella la Episto
la ai Corìnzi.
Prima di cena. Pastori e catecumeni si sono ritrovati per udire le li
sposte dei vàri gruppi di « ricerca bi
blica» e discuterle.
Martedì 19 corrente, dopo la colazione, gli studi sono stati ripresi. Si
è parlato dei vari aspetti evangelio
della Santa Cena; la Comunione (Pa
store G. Conte), la Testimonianza (Pastore P. Marauda), la Gioia (Past
E. Geymet); quindi il Vice Moderatore ha risposto al alcune domande
presentate in precedenza dai catecumeni stesiSì. Tra l’altro, i catecuma
ni si sono espre^ in favore di u^
piu ,fre*qùenté cèl6ÉrMÌorie**deìÌà San-"
ta Cena. Il pomeriggio è stato dedicato ad una paleggiata con illustrazióni di carattere storico e locale da
luirte, del Past. di Prali (Aldo Comba)
hn verso i Pomieri; e, nel vecchio e
storico tempio, il Past. G. Bouchard
ha chiuso ufficialmente il Convegno
CQxi un breve culto in cui ha ricordato ai catecumeni il messaggio di speranza cristiana contenuto nella partecipazione alla Santa Cena nonché
il dovere di vivere una vita ispirata
all’esempio di Gesù Cristo, nella chiesa e nel mondo.
Le due giornate, come già lo abbiamo detto, sono state favorite da
un tempo magnifico che ci ha dato
la“’^ gioia di ammirare ancora una voi
ta' la splendida conca di Prali con ì
suoi monti coperti di neve. Uno spirito di buona collaborazione ha ca
ratterizzato la vita in comune ad A
gàpe e i canti l’hanno anche allieta
ta. Lunedì sera, fino a tardi,”"i catecumeni si sono rallegrati nel vasto
salone e tutti hanno contemplato le
belle fotografie a colori dei Pastori
P Marauda e R. Jahier.
Un pensiero grato al Past. Vinay
ed alla comunità di Agape che ci ha
ospitati. Mentre, i giovani s’avviavano verso i Pomieri, diecine di pralini, uomini, donne, bambini, lavoravano nei campicelli, ai piedi della
Vergia, rinnovando anno dopo anno
lo stesso gesto, la stessa fatica in vista della seminagione. Ci haimo mostrato che bisogna lavorare con sudore e con perseveranza per concimare la terra e per renderla fertile,
in attesa del raccolto. Lo spettacolo
nella sua semplicità era grandioso e
ci costringeva ad apprezzare e ad a
mare i nostri fratelli Valdesi fedeli
alla « terra dei padri ».
Così, nella vita cristiana, e fin da
giovani bisogna lavorare. Nel campo
della testimonianza cristiana Iddio
chiama oggi i nostri catecumeni; il
ricordo di Prali, di quanto hanno udito e veduto, li aiuti ad entrare in
quel campo, in uno spirito di preghiera e di serena operosità: «colui che
dimora in Me e nel quale io dimoro
— ha detto Gesù — porta molto frutto; perchè senza di me, non potete
far nulla».
Red.
Un gruppo di catecumeni partecipanti al Convegno.
COMUMCATO
La Commissione Editoriale della
Claudiana — dopo aver portato a termine la pubblicazione del Dizionario
biblico — desidera ora passare, il più
rapidamente possibile, alla ristampa
della Chiave Biblica, sempre richiesta con tanta urgenza. Rivolgiamo
quindi nuovamente viva preghiera a
quanti sono in grado di farlo, perché
ci segnalino — non oltre il 15 Aprile
— eventuali errori e omissioni nella
edizione precedente.
La stampa del volume ci poi e u ;■
grave problema finanziario. Pertanto noi saremmo molto grati a quan
ti volessero inviarci delle somme in
prestito, senza interessi, da restituir
si entro un anno, o anche qualche
dono che servirebbe a diminuire il
prezzo di vendita.
La Commissione delle
pubblicazioni.
Stato italiano e Chiese cattoliche
Con questo titolo, Gabriele Conti
pubbliica sul « Mondo », settimanale
politico, economico, letterario, un
articolo ohe riassumiamo volentieri
in vista della meditazione e della...
edificazione dei lettori dell’Eco delle
Valli.
L’autore ci informa anzitutto ohe lo
Stato Italiano ha già provveduto alla riparazione od alla totale ricostruzione dei templi dedicati al culto cattolico-romano danneggiati o distrutti
a causa degli eventi bellici dell’ultima
guerra con una spesa aggirantesi sui
30 miliardi (30.000 milioni).
Ma non è tutto. Lo Stato si è addossato in questi ultimi anni una nuova spesa : quella concernente la costruzione di « nuovi » templi cattolico-romani. Il problèma è vivamente sentito dalle alte gerarchie della Chiesa
Romana non solo in Italia, del resto,
ma anche all’ostero ed in modo speciale in paesi protestanti, come ad
esempio in Germania dove in certe
zone a stragrande maggioranza protestante, è sufficiente la presenza di
una dozzina di famiglie cattoliche per
giustificare la costruzione di un tempi# c^dlièb,' sè*poÉib0e il
contributo del governo. La medesima
situazione con qualche variante si
trova pure in Svizzera tedesca.
Fin qui, nulla da eccepire. Dato il
fenomeno deU’urbanesimo che si va
ognor più accentuando da noi, dato
l’aumento ognor crescente della popolazione nei quartieri di periferia
delle città, è normale ad esempio che
il cardinale Fossati della diocesi di
Torino lanci un appello onde a questa nuova popolazione sia assicurato,
mediante un congruo numero di templi decentrati, un regolare servizio di
culto.
Una legge
ben congegnata
Ora, la legge 18 dicembre 1952 n.
2522 autorizza il Ministero dei lavori
pubblici a corrispondere ai vescovi,
per la costruzione od il completamento di chiese parrocchiali, in parrocchie già esistenti od ancora da costituirsi, un contributo che sia pari alla
soimma spesa per l’acquisto del terreno e per la costruzione dell’edificio, esclusi l’arredamento e le rifiniture. Infatti, alle spese per l’acquisto
dei mobili e degli arredi, concorre iì
Fondo per il culto con denaro sempre
fornito dallo Stato!
Non basta. Queste somme erogate
dallo Stato non debbono servire in
modo esclusivo alla costruzione dei
nuovi templi; possono essere anche
adoperate per costruire gli edifìci annessi al tempio ed adibiti ad uso di
ministero pastorale, di ufficio e di abitazione del parroco e dei suoi collaboratori.
Infatti, dalle circolari diramate dalla Pontificia Commissione per l’arte
sacra e dal Ministero dei lavori pub
DOMENICA 31 MARZO
per deliberazione della Tavola Valdese la colletta
al culto sarà fatta in favore della
FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
bhci (cfr. Del Giudice : « Codice delle leggi ecclesiastiche », Appendice
di aggiomamento, Milano 1956, pagg.
116 e 174) noi veniamo a sapere che
la casa canonica, da costruire a spese dello Stato deve oomprendere: per
il parroco la camera da letto, la camera soggiorno-pranzo, una stanza
da studio, una di ricevimento ed una
di attesa; per ciascuno dei suoi collaboratori, una camera da letto ed una
per lo studio oltre, naturalmente, i
servizi. Inoltre, in ogni canonica, deve esserci anche una stanza riservata
al vescovo quando questi si rechi nella parrocchia in visita pastorale.
Profonda riconoscenza
a tre Ministri
E continuiamo. La Pontificia Commissione per l’arte sacra considera
« indispensabili » anche i locali per
rinsegnamento del catechismo, del
canto sacro, • per le attività ricreative
e precisa testualmente : « non si ometta mai di costruire un salone di con^ veniente ampieZz& per le adunanze
■‘" delle "mrtfratefl^^i;' tìulla '^^’impedirà
che questo salone sia ad esempio adattato a cinematografo d quale, con tutte le agevolazioni ed esenzioni concesse dallo Stato, potrà anche rendere bei soldarelli.
L’Autorità ecclesiastica è lei competente nel giudicare circa la necessità e la ubicazione del nuovo costruendo tempio, sulla scelta dell’architetto, sulla preparazione del progetto, sulla scelta della ditta costruttrice, circa Tordine di precedenza e
la esecuzione dei lavori. Ma in tutto
ciò, le spese sono sostenute dallo Stato il quale, oltre il contributo, deve
corrispondere al vescovo una somma
pari al 5% del suo ammontare per le
spese di compilazione del progetto e
di direzione e sorv^ianza dei lavori.
In tal modo, lo Stato paga praticamente tutte le spese senza riservarsi
per contro alcun controllo.
Finora lo Stato ha speso per la costruzione di nuovi templi cattolici la
somma di L. 14 miliardi; ma non si
tratta qui di una erogazione fatta una
volta tanto, bensì di somme che ricorreranno ogni anno nel bilancio dello Stato e la cui entità rimane affida’ta allaf.~*ffiscrezione dèi goHieriio! ■ ^
La parola della vita
Solo Gesù Cristo
I Tim. 2; 4-6 - I Qìov. 2: 1-2
Di fronte à Gesù ogni altra figura è destinata a sparire, come le
stelle scompaiano all’apparir del sole. Egli solo dev’esser contemplato,
come un ogge^o della nostra fede, del nostro cuore, della nostra speranza e della mostra dedizione.
Egli è il sc^o Rivelatore della verità, il solo vero Maestro. E’ Lui che
ci reca parolef divine, sapienza da Alto. Di Lui l’apostolo Pietro potè
dire : « Signori a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna
e noi abbiamo’creduto c abbiamo conosciuto che Tu sei il Santo di Dio »
(Giovanni 6: 68-69). Noi siamo discepoli Suoi: dobbiamo sempre e unicamente imparar da Lui.
Egli è l’unjco Salvatore, il cui sacrificio redime ogni peccatore. Gio
vanni Battista Lo presentava ai suoi discepoli con queste parole : « Ecco
l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo! » (Giov. 1: 29, 36). L’a
postolo Giovanni scriveva in una sua lettera : « Il sangue di Gesù ci
purifica da ogni peccato » ( Giov. 1 ; 7 ). La predicazione apostolica s’im
perniava sul valore del sacrificio della Croce del Golgota, in remisslo
ne dei peccati nostri e «anche per quelli di tutto il mondo» (1 Giov.
2: 2). Talché Fapostolo Pietro poteva affermare con franchezza dinanzi
al Sinedrio: «In nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il eie
lo alcun altro; nome che sia stato dato agli uomini per il quale dobbiamo essere [Salvati» (Atti 4: 12).
Egli è il sèìo Mediatore e Avvocato, come abbiamo udito nei brani
testé letti. No® è possibile trovarne uno migliore di Lui. Ed è Lui che
continua quesio perfetto ministero di propiziazione ed intercessione, in
cielo, come è 'detto nell’epistola agli Ebrei : « Questi — cioè Cristo —
perchè dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette ; ond’è
che può anche salvare appieno quelli che per mezzo di Lui s'accostano
a Dio, vivendo Egli sempre per intercedere per loro» (Ebr. 7: 24-25).
Sì, Egli è la Via (Giov. 14: 6), l’unica via che ci fa accostare a Dio con
piena fiducia (Ebr. 4: 14-16; 10: 19-22).
Egli solo dunque è Signore e Sovrano. Egli ha dei diritti su di noi;
siamo Suoi sudditi, anzi Suoi soldati e tutti insieme formiamo la « militia Christi », ila Chiesa militante sulla terra. Dobbiamo essere d Suoi
« partigiani » in questo mondo che Lo crocifisse e ancora Lo crocifiggerebbe s’Egli tornasse come allora. Ma Egli tornerà « con potenza e
gloria » per giudicare i vivi e i morti ed instaurare la Sua Signoria
che ora è solo in caparra. Tutti i veri credenti proclamano come unico
lor Signore Gesù Cristo, quel Crocifisso che fu e costituisce ancora
uno scandalo per i Giudei legalisti, una pazzia per i Greci savi e una
debolezza per i Romani, cultori della forza.
Dinanzi a Gesù Cristo, unica Maestro, Redentore, Intercessore e
Signore, quale atteggiamento hanno gli uomini, oggi? 1. b.
Bisogna anche ricordare ohe la legge succitata ha accordato in merito
notevoli esenzioni fiscali ed anche la
dichiarazione di « pubblica utilità »
delle opere in questione, per cui vi è
la facoltà di espropriare le proprietà
di privati cittadini per costruirvi templi e locali annessi al culto cattolico.
I tre ministri ai quali la Commissione Pontificia, nella persona del
suo Presidente, esprime la sua « profonda riconoscenza » per questa legge sono (vedi il caso!): Aldisio, Sceiba, Pella!
Appello allo Stato
o alla generosità dei fedeli?
Quanto sopra esposto non può non
renderci pensosi e preoccupati; e questo non già per sentimenti di vieto anticlericalismo, ma per una semplice,
elementare questione di giustizia. Infatti, pur ammettendo che la religione cattolico-romana sia la religione
praticata (se per convinzione o per
« tradizione », questo è un altro discorso!) dalla grande maggioranza degli italiani, il'denaro che Id Stato (il
quale è per definizione a-religioso) c
nel caso specifico lo Stato Italiano
versa alla Chiesa Romana per ricostruire templi distrutti o per costruirne dei nuovi è denaro pubblico, pagato cioè da tutti i cittadini siano essi
cattolici o acattolici o atei o indifferenti in materia religiosa. Ora, ci domandiamo, è lecito che tale denaro
pubblico sia adoperato a fini cultuali
di una data confessione religiosa?
Nella nostra asserzione siamo confortati dalla dichiarazione di un eminente giurista, A. C. Jemolo, il quale nel
suo « Per la pace religiosa d’Italia »,
Roma, 1944, scrive testualmente: «//
tributo del cittadino, che può essere
ateo o credente, cattolico od acattolico, non deve andare neppure in minima parte devoluto a finalità cultuali ». E lo strano è poi questo: neppure gli Stati che si dichiaravano apertamente cattolici, (neppure lo Stato
Pontifìcio!!) hanno voluto costruire
edifici di culto a spese dell’Erario, lasciando che a queste costruzioni provvedessero coi loro mezzi propri! le associazioni ecclesiastiche e dei fedeli!
Persino il Codice del Diritto Canonico prescrive ohe sono i fedeli i quali
debbono provvedere alle necessità del
loro culto e non affatto l’autorità civile (cfr. Codex juris canonici, canone
1496).
I Patti del Luterano, pur così gravosi per lo stato Italiano, non prevedono assolutamente nulla di simile e
persino il regime fascista, così arrendevole per altri versi, ha sempre resistito a simili pretese. Ed allora perchè Ü governo democratico italiano
che parla tanto di uguaglianza di tutti i cittadini crea, con questi sussidi,
assurde discriminazioni? E perchè la
(Chiesa di Roma, il cui bilancio finanziario è inferiore soltanto a quello degli Stati Uniti di America deve ricorrere a questi mezzi per costruire le
sue chiese?
Sinceramente vorremmo che la
(Dhiesa Romana, in questo caso specifico, desse a diesare quel che è di Cesare e facesse totale assegnamento
sullo spirito di consacrazione dei suoi
membri, numerosi come sono e non
tutti poveri! A meno ohe... ma anche
qui U discorso sarebbe forse troppo
lungo! Spectator.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
BREVE SOMMARIO 01 STORIA VALOESE
La guerra
1663
Le patenti di grazia di Pinerolo (18
agosto 1655) ponevano bensì termine
al periodo delle Pasque Piemontesi,
ma essendo frutto di rapide conversazioni e di compromessi, erano poco
chiare nella stesura e nel significato
degli articoli, e lasciavano la porta
aperta a discussioni e interpretazioni
diverse. 11 che è ovvio, non essendo
certo quelli dei tempi ancor maturi
per sancire la libertà di coscienza ai
Valdesi!
Un articolo aggiuntivo alle Patenti
e formulato molto ambiguamente, diede modo a Carlo Emanuele II di Savoia di far edificare a Torre il forte,
detto di S. Maria di Lucerna, che i
Valdesi temevano e non avrebbero voluto: esso fu costruito in cima al poggio che domina Torre e tutta la regione circostante, sul posto dove fino al
1549 era sorto il castello signorile dei
conti Rorengo della Torre. Munito di
saldissime mura e di bastioni, capace
di ospitare qualche centinaio di uomini, esso costò parecchio alle finan
ze ducali, e non ebbe altro compito
che quello di render grama la vita alle popolazioni Valdesi circonvicine,
con l’intemperanza e gli eccessi di ogni sorta delle sue guarnigioni. Specialmente al tempo del governatore
Mario di Bagnolo (1663): infatti il
comandante del Forte era nello stesso
tempo « governatore » delle Valli Valdesi, cioè rappresentante diretto del
potere sovrano.
Un secondo motivo di scontento fu
il formale divieto di ogni atto di culto a S. Giovanni: col 1657, questi aveva formato comune a sè, in quanto
quasi completamente valdese, staccandosi da Lusema completamente
cattolica. Con questo veniva concessa
legalmente l’abitazione dei Valdesi in
quel luogo, e secondo lo spirito degli
antichi editti si sarebbe pure dovuto
riconoscere loro l’esercizio di culto:
non fu neppure concessa l’istruzione
religiosa ai giovani. Donde minacce
ducali, suppliche dei Valdesi, torbidi
e paure.
A S. Giovanni era pastore Giovanni Leger, già moderatore, poi storico
dei Valdesi, uno dei grandi personaggi del 1655: graziato colle patenti del
1655, come tutti gli altri, si trovò ad
esercitare il suo ministerio nella discussa parrocchia, e come tale a mettersi in cattiva luce presso le autorità
e ad attirarsi l’odio degli avversari.
Non parve perciò vero alla corte di
cogliere al volo un occasione offerta
da alcuni Valdesi, i quali nel 1660 accusarono Leger di malversazioni nella distribuzione dei denari raccolti in
Inghilterra : si trattava di una cifra discreta, e per quanto le accuse risultassero poi del tutto infondate, non mancarono dei malcontenti, che diedero
modo allo Corte di citare per la terza volta in giudizio il Leger (le due
precedenti citazioni riguardavano il
culto a S. Giovanni). L’imputato pensò bene di non presentarsi, e scaricato
di ogni responsabilità dal Sinodo, prese la via dell’esilio. A Leida, in Olanda, fu pastore fin alla morte nel 1670,
lavorando alla grande sua opera storica « Histoire genérale des Eglises
Vaudoises », quivi stampata 1 anno
1669.
Chi erano i « banditi »?
Così si chiamavano i messi al bando, cioè coloro che dovendosi presentare alla giustizia, e restando contumaci, venivano posti al bando della società : sul loro capo pesava una taglia
di vario valore, e per sottrarsi al pericolo di cattura essi dovevano andare
in esilio o comunque ritirarsi al sicuro. In questa situazione vennero a trovarsi degli elementi di Torre e di S.
Giovanni, in seguito ai fatti che abbiamo narrato: e ad essi malauguratamente si unirono poi vari e propri
malfattori e criminali; gli uni e gli
altri si trovarono insieme formando
una banda nella quale prevaleva l’elemento peggiore e più facinoroso.
Donde saccheggio, rapine, taglie imposte ai particolari o alle comunità da
parte dei banditi: ordini, minacce,
rappresaglie da parte delle autorità
verso i Comuni e verso la popolazione, in parte contraria ai banditi, ma
dei banditi
1664
in parte ad essi legata da omertà o da
paura. Situazione quindi caotica e difficile sotto tutti gli aspetti, quella degli anni 1660-63, e d’altra parte ogni
volta più complicata, per la catena di
odii, rancori, vendette e violenze che
ne nascevano da una parte e dall’altra.
Ad un certo punto, nel luglio 1663,
la situazione impose l’intervento di
quelle che oggi chiameremmo « forze di polizia » : un esercito comandato prima dal Fleury e poi dal
S. Damiano assalì la valle d’Angrogna. I Valdesi ritrovarono in Gianavello il capitano pronto ad accorrere
al suo posto di difesa, e fu lui a guidare le truppe Valdesi: la guerra invero si trascinò straccamente, salvo il
primo attacco alle Bariole, fino all’autunno, mentre l’intervento diplomatico della Svizzera, dell’Olanda e della
Germania dava l’avvio ad una soluzione pacifica della grave situazione.
Le trattative, chiamate conferenze, tra
i delegati valdesi e quelli del Duca si
svolsero a Torino nell’inverno, e si
conclusero con l’editto ducale del 14
febbraio 1664, con cui si stabiliva amnistia generale, ad eccezione dei banditi catalogati prima dell’aprile 1663,
la riconferma delle Patenti del 1655
con conseguente inibizione del culto
a S. Giovanni, divieto con conseguenze penali per i cattolici che volevano
farsi valdesi.
Così si concludeva un triste periodo
di lotte e si profilava una ventina di
anni di relativa tranquillità alle Valli.
Purtroppo, tra i non graziati dalle recenti patenti, si trovava anche il prode Gianavello: ancora giovane, egli
si allontanava allora dalle Valli, cercando a Ginevra lavoro e sicurezza.
Augusto Armand Hugon.
PROGRAMMA ESTIVO 1957
Casa Valdese di Valleerosia
COLONIE MARINE; 3-10 giugno;
turno misto. — 1-28 luglio: turno
misto. — Quotai L. 2.000 iscrizione più retta giornaliera libera,
secondo le personali possibilità.
CAMPI CADETTI; 3-30 giugno: campo ragazzi. — 1-^ luglio: campo
giovinette, 25 pc^ti. — 12-27 agosto; campo ra^zzi, 25 posti. —
Quota : L. 1.000 Iscrizione più L
600 giornaliere in giugno e luglio
e L. 700 in agostp. N. B.; Il cam
po di giugno è « di rii)oso » senza
programma. 1,
V' 1
CAMPO FERIE: 12-27 agosto, 25 posti. — Quota : L. 800 di retta giornaliera.
Avvertenze: Tutti i campi hanno
l’uso delle installazioni al mare, hanno una direzione responsabile di gruppo, -svolgono un p^gramma dettagliato. Per ulteriori informazioni:
Casa Valdese, Valleerosia (Imperia).
NON DIMENTICATE CHE:
Se desiderate passare un periodo
in Riviera, se non potete usufruire
dei soggiorni nella Casa Valdese, potete scrivere alla Casa Valdese che
vi segnalerà pensioni ed alberghi della zona. In questo l’unico interesse
che abbiamo è di òffrirvi la possibilità del Culto domemcale e di partecipare ad attività delle Comunità evangeliche della zona. Scrivete dunque, ed accludete il bollo per la risposta a: Casa VaÌdese, Valleerosia
(Imperia).
Settimana di Testimonianza
nella Chiesa di Milano
DAL 2 4 A L 31 MARZO
Doni per L’Ecd delle Valli
Varese Carlo 250; Mathieu Italo
250; Aldo Fuhrmann 1.150; Gagliardi 250; Giacomo Scjiweizer 250; Rostan Max 250; Garrone Aldo 250;
Garrone Clemente 250; Osti Guglielmo 250; Gretta Giacomo 500; Chi'sa
Evangelica Battista di Cagliari 455;
Comba Gustavo 250; Wiltch Margherita 500.
Domenica - Culto di preparazione
presieduto dai Pastori Bosio e
Riibst
Giovedì - Ore 21,15 Riunione in cui
il prof. Mauri e il Pastore Bosio
parleranno su; L’uomo di fronte
a se stesso ed a Dio.
Venerdì - Ore 21, 15 Riunione in cui
il prof. Revel e il Pastore Ayassot parleranno su : L’uomo di
fronte alla società.
Sabato - Ore 21,15 Riimione in cui il
prof.Peyronel e il Pastore Ribet
parleranno su : L’uomo di fronte
alla scienza ed alla tecnica.
Tema centrale detta settimana c
rinterrogatorio posto da Dio att uo
mo nel giardino dell’Eden ; « Dove
sei?» (Gen. Ili - 9). Interrogatorio
che vogliamo porre a noi stessi ed al
mondo che ci circonda.
Interrogativo che ha ima unica ri
sposta: solo in Cristo Gesù luomo
ritrova la via detta vita e detta beatitudine.
In vista detta preparazione deila
campagna evangelistica un certo nu
mero di membri di chiesa si è radunato, dal primo febbraio, ogni venerd’’ sera.
Ogni riunione è iniziata con uno
studio biblico, a cui è seguito uno
studio informativo dei movimenti di
evangelizzazione del passato e del
presente e, in questi ultimi due ve
nerdì, un tentativo di indagine sulla
situazione spirituale detta nostra cit
ta Ogni riunione si è chiusa con al
cuni istanti di preghiera silenziosa.
Lo scopo di queste riunioni è stato
di preparare un gruppo di membri
di chiesa per una collaborazione più
intensa nei giorni in cui avremo le
nostre riunioni di evangelizzazione
Infatti vorremmo anche, in quei
giorni, tenere aperta la nostra chie•sa ed avere quindi alcuni membri
che siano pronti a dare ai visitatori
le spiegazioni che possono « essere richieste sia sul nostro culto che sul
nostro credo. Durante le riunioni del
Invito alla BondeiiKMlì Villar Pelllce
Forse i nostri lettori ricordano di
aver letto questo nome nel romanzo
« Sei Sorelle Valdesi » per indicarvi la
borgata nella qimle risiedevano gli eroi della gloriosa vicenda. La Boudeina, nel romanzo è sita nel comune
di Luserna San Giovani, per comodità di esposizione, ma come avverte lo
stesso autore nella prefazione, la ubicazione esatta della Boudeina appartiene invece al comune di Villar Pellice, a monte del centro, a circa mille
metri di altezza.
Oggi ancora esso offre lo spettacolo di un agglomerato di case assai vecchie, ma site su un ripiano del monte
pittoresco quanto mai. Alcune costruzioni mostrano in modo evidente di
appartenere all’epoca del romanzo e
tra le altre è possibile di rintracciare
quella delle sei sorelle. Come bellezza naturale e come interesse storico
il villaggio della Boudeina merita largamente di essere scelto come mèta di
gite da parte di quanti desiderano conoscere le Valli Valdesi.
Naturalmente il fenomeno della fuga dalla montagna verso il piano, che
ha spopolato tante altre località montane, non ha risparmiato la Boudeina. e le venti o trenta famiglie che vi
albergavano un tempo si sono ora ridotte a cinque o sei. Le altre case son
chiuse e servono da rimessa, a poco
a poco, le più malconce, vengono abbandonate e cadono in rovina. Proprio qui mira il nostro :
INVITO
Pensiamo a tanti fratelli nostri del
piano e della città, vicini e lontani, i
quali non posseggono un « pied à terre » alle Valli, ma sarebbero lieti di
averlo e di poter scappare ogni tanto
per passare quivi in pace e serenità
i momenti di riposo che il lavoro concede loro.
Proponiamo a questi amici di prestare l’orecchio all’invito che mandiamo loro dalla Boudeina come da^i altri nostri quartieri montani. Consigliamo loro l’acquisto o l’affitto di una
di queste casine vecchie di cui parlavamo a condizioni molto vantaggiose
ed una villeggiatura che da principio
, ". .. UVà
''I- J’
28 - 29 - 30 e U culto del 31 vorrei^o
avere qualcuno che possa stabilire
eventualmente un punto ai contmtó
con persone ansiose di conoscere me
guo quello cne siamo e qaeiio ene
crediamo.
Quale sarà l’esito detta nostra im»manifestazione in questa settimana non lo possiamo prevedere e non
tentiamo neppure ai farlo, comimque pensiamo che le nuniom dei
venerdì sera abbiano, nel loro assieme, segnato un punto positivo netta
vita della nostra chiesa: esseici lauunati per due mesi una sera aua
settimana, in un sereno spirito di collaoorazione, per meditale la rarom
ui DIO, esanunare alcuni prooieim
ui interesse attuale per nOi, piegare
Silenziosamente assieme e ceito un
oenencio che non va sottovamtato.
»ono state inviate molte circolari
e molti manifesti murali sono stati
alassi per le vìe ueiia citta, in moao
preuoinmaiite nelle vie adiacenti al1.0/ nostra Cniesa.
ivon pensiamo aaiatto che queni
che leggono il maittiesto o ricevono
la circoiare ueuoano pei questo iliseiirsi netta nostra c/mesa o almeno
veinre aiie riunioni inarcate: per noi
saia già raggiunto il nostro scopo se
avremo reso una teStunonianza che
saia stata ascoltata, se cioè avremo
potuto inaune il lettore a pensare
tion soio cne ce un piobiema lonoar
mentale nella vita moueina, ma cne
questo prooiema va esaminato aria
presenza di Dio. toara cosi gettato
un seme cne potrà portare irutti, se
uio vorrà, e come e quando Egli vorrà.
n aver reso, come cniesa, in mono
uegno la nostra testttiiOnlanza cristiana: questa è la meta più impon
tante cne vogliamo raggiungere.
i-iaturaimente queste nuniom rap>presentano ii centro delia nostra manilestazioiie. itsse sono organizzate
nei nostro salone che contiamo ai
veder gremito in queste tre sere.
Itene riunioni, sui temi moicati,
parleranno aue oratori ogni sera: un
jjocente universitario e un Pastore
V arnese.
Al termine ai ogni riunione speriamo di poter avere un dialogo con
gli intervenuti, dialogo tra puooiico e
oratori dopo i discorsi inuooutuvi, ma
ancne, terminata la riunione, dialogo
cne sia un colloquio iratemo fra i
presenti alla riiniione, colloquio cne
sia ima prova che la riunione si ■ e
svolta non fra estranei, ma fra uomini irateiii perone assillati tutti dagli stessi problemi, ansiosi tutti delia presenza del medesimo Dio che si
è rivelato nostro Padre in Cristo Gesù.
A disposizione dei presenti vi saranno volantini ed Evangelici. Provvedremo affinchè si possano acquistare Bibbie e libri detta Claudiana.
si accontenti di conforti estremamente modesti. A poco a poco, con piccole spese annuali, il rudero presente
potrà trasformarsi in una graziosa villetta attrezzata in modo perfetto. Non
mancano d’altronde anche numerosi
vantaggi immediati.
La popolazione Valdese locale che
è pronta ad accogliere con spirito fraterno coloro ohe vorranno venire a
villeggiare in mezzo a lei nel nome di
Cristo, offrirà quell’atmosfera di simpatia che è sempre l’elemento migliore di qualsiasi villeggiatura. Le bellezze naturali circostanti, le vedute panoramiche, i castagni secolari, la pace del luogo, offriranno un altro elemento importantissùno per ogni buona villeggiatura. L’acqua corrente, per
il momento è tale solo nei ruscelli, ma
si spera di esser presto meglio fomiti. Il gas liquido arriva con facilità
anche lassù e vi arriva pure la luce
elettrica. La strada non è uno stradone ma permette alle motociclette ed
alle macchine non troppo voluminose
di giungere fin sul posto...
Le attività estive della Chiesa Villarese poi, ed i numerosi ville^anti
che vi convergono da varie parti del
mondo, offrono quell’ambiente interessante, gradevole e religioso insieme che è necessario per creare ima benefica d Villeggiatura Evangelica ».
11 Pastore di Villar PeUice, insieme
con i suoi collaboratori, sarà felice di
prestare assistenza a quanti vorranno
rispondere al presente invito.
Comunità di Roma
Via Quattro Novembre
La Comunità è stata dolorosamente colpita dalla improvvisa dipartenza per la Patria Celeste detta Signora Francesca Deodato ved. Deodato,
Mamma diletta del Moderatore della nostra Chiesa, avvenuta in Roma
il 14 mattina del corrente mese, e si
è stretta con affettuosa simpatia intorno atta famiglia associandosi al
suo lutto e volgendo im commosso
pensiero al Moderatore trattenuto in
Olanda da imprescindibili impegni
di servizio atta Chiesa.
I funerali harmo avuto luogo sabato mattina con una larga partecipazione detta Comunità e delle rappresentanze dette diverse Chiese Evangeliche detta città netta persona
dei loro dirigenti.
Dopo l’allocuzione del pastore, l’in
gegner Vittorio Ravazzini a nome del
Vice-Moderatore cui è stato impossibile essere presente, e il dott. Ugo
Zeni membro detta "Tavola a nome
dei colleghi dell’Amminlstxazione,
hanno rivolto commosse parole di saluto e di fraterna solidarietà nel dolore e netta speranza; e un gruppo
di studenti detta Facoltà di Teologia accompagnato dal suono dell organo tenuto dalla Signora Bianca
Coisson-Broferio ha cantato l’inno
262 dell’Innario guidando 1 cuori alla contemplazione dei Lidi eterni.
Quando il feretro si è mosso dal
tempio atta volta del Verano sentimmo che il dolore del distacco era confortato dalle innegabili promesse e
dalla gloriosa speranza che dà Evangelo.
Vii figli, e in modo particolare al
nostro Moderatore, con le Ioto famiglie ed ai congiunti tutti giimga l’espressione detta nostra simpatia e
del nostro cristiano affetto mentre
insieme con loro guardiamo alle realtà che non passano e che durano in
vita eterna.
4
% —
LIEGO DELLE ilQüLLl VALDESI
î
D A L L E VA L L I VALDESI
NoMziario di
Bobbio Pellice
Il bel tempo ha. favorito le celebrazioni della nostra Emancipazione. Il
sabato sera sono stati accesi due
grandi «falò»: uno davanti al monumento di Sibaud e l’altro presso la
diga Cromwell. Mentre i falò ardevano sotto l’impeto del vento, innumerevoli razzi multicolori solcavano il
cielo -fr la popolazione intonava, inni
Valdesi e canti popolari. La domenica mattina si formava un lungo corteo che, preceduto dalla banda musicale, si recava fino al ponte di Subia
SCO. Alle-10,30, nel tempio, gremito
di pubblico, aveva luogo il culto commemcuativo, al quale partecipava attivamente la Corale. Seguiva il progranuna di recite e canti dei bambini. Alle 12,30, nella sala delle attività,
l’agape fraterna riuniva circa 90 commensali. Al levar delle mense, prendeva per primo la parola il Sindaco
sig. Abele Geymonat che ci presenta
va due documenti di grande interesse e di alto valore storico: il primo,
che porta la data del 1557, è una transazione fatta fra il conte Guglielmo
Bigliore ed i Comuni di Villar e Bobbio Pellice; in ,^a si conferma un af
franc^xnento ai data anteriore e si
viene ad appredtìere che il tempio di
Bobbio è stato ' costruito nel 1556 o
1557, Tale atto è stato egregiammite
riprodotto.e commentato dal Dott. Alberto. Bivoire. Il secando, è un «atto
di consignamento » del 1586: è scritto
su una pergamena della lunghezza
di circ^ otto metri, con dati interessantissimi e-particolari curiosi: psr
esempio, gli abitanti colpevoli di infrazioni aJUe condizioni pattuite dovevano essere tradotti davanti, al
«Banco . della Ragione», nel luogo
solito di Bobbio e di li non potevano
dipartirsi senza aver prima liquidato ogni pendenza. Altri messaggi ci
venivano, rivolti dai Brigadieri della
Guardia Forestale e di Finanza, dal
maestro E. Paschetto, da Mirto Sap
pè, Carluccio Geymonat, Paolo Favout, Sergio- Albarin e dal dott. D.
Bleyòat. Alla fine, il Pastore ringraziava tutti, augurando che l’anno
prossimo, il pranzo del XVII possa
farsi nella grande sala, attualmente
in costruzione. Poi, la parola veniva I
data alla banda musicale e a tutti!
coloro che avevano ima buona voce. 1
La bellissima ^OTnata si concludeva con una riuscita serata ricreativa
offerta dalla gioventù del Centro.
Visite. Ultimamente abbiamo ricevuto la gradita visita delle Unioni
dell’Inverso di Villar, dei Martel di
Angrogna e dei Cojppieri. Ci è stata
cosi offerta l’occasione di ammirare
i talenti artistici di molti giovani. La
sera dell’8 marzo, l’avv. Ettore Serafino ha proiettato nella sala alcuni
bei film di montagna e dell’intramontabile Charlot.
A tutti rinnoviamo i nostri ringraziamenti.
Battesimo. Il 24 febbraio, è stato
amministrato il battesimo a Daniela
Davit di Giuseppe e di Atilde Davit.
Il Signore benedica e protegga questa bimba.
Matrimonio. Il 16 marzo, nel nostro tempio, è stato celebrato il mar
trimonio di Cesan Enrico (Torre Pellice) e Mondon Laura (Gras). Rinnoviamo agli sposi i nostri auguri di
felicità nel Signore.
R o r à
Ringraziamo di cuore il Prof. Gino
Costabel per il suo messaggio rivolto
alla comunità rorenga il giorno 17
marzo. Siamo lieti di averlo rivisto
a Rorà e di aver potuto fraternizzare
in un’agape fraterna con alcuni fra
telli di Lusema S. Giovanni e Rorà.
Ci auguriamo che questo clima di
fraternità sia sèmpre più sentito fra
le nostre parrocchie.
Siamo lieti della visita del cap.
Calzi e signora dell’Esercito della
Salvezza i quali hanno presieduto la
riunione quartierale delle Fucine. Li
ringraziamo di cuore.
Recentemente il Pastore Silvio Long
dell’Uruguay accompagnato dal Pastore Jahier ha tenuto una interes
sante conferenza sui Valdesi del Sud
America suscitando grande interesse nell’uditorio. Il Pastore Jahier ha
proiettato bellissime filmine sul viag
gio della delegazione Sud-americana
alle Valli e molto apprezzate da tutti. Ringraziamo di cuore i nostri cari ospiti ed inviamo un augurio al
collega Long nonché un saluto ai ro
renghi del Sud America.
IQ|4'l
Jean-Jacques von Aixmen: La vie pastorale — Editions Delachaux et Niestlé
— Neuchâtel — prix fr. s. 3 —-e presso Claudiana.
L’autore ha raccolto in un quaderno della serie « Verhum Caro » cinque studi sulla vita e sul ministero pastorale presentati
alla seconda « Semaine Romande de Théologie pastorale » presso l’Istituto Ecumenico di Bossey, dal 18 al 23 giugno 1956.
Gli studi non erano destinati aUa stampa
e l’autore avverte che essi offrono, più che
altro, materia per una più ampia discussione pastorale. Ma la loro pubblicazione
dev’essere salutata con compiacimento soprattutto dai Pastori i quali, per primi,
hanno bisogno di rientrare in sè per riflettere sul problema del ministero pastorale, di cui talvolta si dimenticano tanto
la natura quanto le svariate manifestazioni, nella Qiiesa, nella parrocchia, nel mondo. Ognuno dei cinque studi è suddiviso
in varie tesi che servono da punto di riferimento e guidano nella discussione. Nel
mondo di oggi è necessario per vari motivi
riprendere coscienza del fondamento biblico e della serietà del ministero pastorale; e il pastore deve sempre lasciarsi dire
non solo quali sono i suoi doveri ma in
qual modo egli può e deve pascere il gregge essendo d’esempio aUa comunità. Non
per alimentare il clericalismo : « que le
lecteur sache que s’il redoute le cléricalisme, je me trouve à ses côtés. Mais qu’il
sache aussi qu’à mon sens, la meilleure
manière de combattre le ctéricalisme, c’est
de prendre théologiquement au sérieux le
problème du ministère ».
Cloncordiamo con lui e riteniamo che tali
studi possano utilmente servire alle diiese
ed ai Pastori, per far pensare al ministero
pastorale tanto nel suo aspetto profetico
quanto in quello sacerdotale.
Franz J. Leenhardt: Catholicisme Romain
et Protestantisme — Editions Líd>or et
’ Fides — (îenève — e rtreaso Claudiana.
L’opuscolo appare nella serie « Cahiers
dù renouveau » di cui è il numero XV-.
Ñon si tratta di un raffronto completo tra
le due grandi confessioni cristiane, ma di
una serie di considerazioni centrate sulla
dottrina della salvezza per grazia, sulla
cooperazione dell’uomo, sul valore del magistero della Chiesa e sull’autorità della
Sacra Scrittura. La parabola del figliuol
prodigo costituisce lo sfondo su cui si svolge il ragionamento dell’autore.
11 confronto dottrinale non ha il tono
della polemica nel senso comune della parola, ma è animato da spirito fraternamente cristiano e costituisce anche un richiamo
urgente per molti protestanti: (( certains
protestants sont anti^catkolìques avant d^être
protestants... je pense qu’ü est plus urgent
de dire OUI à l’Evangile que NON à la
foi romaine... Commençons par balayer
devant notre porte... je veux dire enlevons
la poussière qui couvre la Bible protestante... ». e. r.
(Ionve|oo di Studio Biblico
Come convenuto, domenica 3 marzo c. a., ha avuto luogo a Pinerolo il
Convegno di Studio Biblico, indicato
in modo particolare per quelli che
nelle U. G. V. hanno l’incarico di
preparare gli studi.
Buona oltre l’aspettativa è stata
la partecipazione giovanile e tutti
hanno dimostrato un vivo interesse
a quanto è stato detto e fatto durante il Convegno. I lavori hanno avuto
inizio al pomeriggio nella sala delle
attività unioniste di Pinerolo, dove
il Pastore sig. A. Comba ha indicai j
in uno studio chiaro e schematico il
metodo da seguire negli studi, adattandolo poi ad un passo di Ezechiele. Nella parte teorica il Pastore sig.
Comba ha insistito nella duplice via
da seguire: l’esame filologico e scientifico del passo e l’ascolto del testo.
Lo studio di un passo dell’A. T. de
ve inoltre sempre sfociare nel N. T..
dato che la personalità di Cristo, pre
sente, sebbene in modo velato, nella
prima parte della Sacra Scrittura,
trova il suo complemento vero e solenne del Vangelo. Data inoltre la
difficoltà di interpretazione che pre
senta l’A. T., viene consigliato l’uso
di commentari e la scelta dei passi
più fàcili.
Alle 17 dopo ima breve discussione
e il té offerto dalla U. G. V. di Pinerolo ha termine il Convegno di Studio Biblico.
Renato Bonnet.
t
AfHvifà, ecclesiasüca
a Torre Pellice
Gruppo del Van^o. L’anno passar
to si tentò la istituzione di un Gru^
po del Vangelo, c«i riunioni quindicinali, al Centro. Alla fine dell’anno
si constatò che un piccolo numero di
persone avevano preso parte con fedeltà alle riunioni, ma molti altri
preferivano le riunioni a tipo tradizionale. ’Tuttavia 11 piccolo numero
dei partecipanti alle riunioni del
Gruppo del Vangelo desideravano
ardentemente continuare a riunirsi
e così quest’anno abbiamo continuato alternando le -Emioni normali alle riunioni del Giùjppo del Vangelo.
Abbiamo avuto delle riunioni molto
interessanti e vivàfci. Il numero- dei
partecipanti si è conservato pressoché inalterato durante l’anno. Abbiamo continuato lo studio delTEvangelo di Marco.
Riunioni quartieralL Dal principio
di Novembre fino a Pasqua ogni settimana tutti i quartieri hanno la lo
ro Riunione di Quartiere. Mentre l’altro anno abbiamo studiato i 10 Comandamenti quest’anno abbiamo se
güito le Letture Bibliche della Chiesa Valdese.
Da più parti si è detto che nella
nostra parrocchia si fanno troppe
riunioni quartierali e che sarebbe bene diminuirle. Osservando come esse
sono assai bene frequentate si deve
concludere che questa attività si pre
senta particolarmente efficace e desiderata dalla Comimità e si è incoraggiati a continuare per una via che si
mostra sotto molti aspetti buona. Un
gruppo di laici aiuta i pastori in questa attività ed il "lloro contributo è
prezioso e gradito. Anche questa at
tività volge al suq termine per questo anno ecclesiastico: le riunioni
termineranno con "la Settimana San
Xi2L.
Società Enrico Arnaud
Domenica 17 c. m. alla riunione
della Enrico Arnaud ha parlato il
Prof. Luigi Micol sul tema « Un be
nefattore del Popolo Valdese: il Ge
nerale Beck-with ». La conferenza ha
suscitato molto interesse e ancora
una volta ci si e resi conto di quan
ta ricchezza vi sia nella nostra’ storia che spe~~o du;Q^tichia«r^ o.igiiQ'
riamo del tutto.
Battesimi: Giaime Giulio Flavio di
Guglielmo e di Pandino Paola;
Paola Grani di Stefano e di
Buffa Ines.
Matrimoni : Pellenc Ferruccio con
Cattre Piera..
Funerali: Bert Giovanni Luigi, Boulard Pietro Federico, Armand
Bosc Eleonora ved. Charbonnier,
Costantino Evangelica ved. Davit.
Il Signore sia! presso coloro che
sono nella gioia come a coloro che
sono nel dolore.
Pinerolo
Sabato 16 mar|o è stato celebrato
a San Secondo qi Pinerolo il matrimonio di Rivoirà Emilio Davide e
Martinat Edda. (Agli sposi ì anguria
mo ancora una vita coniùgale nella
fedeltà a Dio ed, alla loro promessa.
Domenica 24 marzo la Chiesa è
stata visitata dal Pastore Silvio Long.
Dopo aver parlato alla Scuola Domenicale di Pinerolo, egli ha presieduto il culto rivolgendo all’assemblea
il messaggio della Parola di Dio. La
sera, a San Secondo, il gradito ospite ha illustrato con una interessante
conferenza, l’origine, gli sviluppi e
la situazione attuale delle Chiese
Valdesi dell’America del Sud.
La comunità ha ricevuto del bene
dalla presenza dèi Past. Long e sentitamente lo ringrazia per quanto le
ha recato. ‘
Alcuni catecumeni di quarto anno
si sono recati ad Agape, accompagnati dal Pastore, e vi hanno trascorso due giornate in comunione con
altri giovani, in preparazione alla loro ammissione nella piena comunione della Chiesa.’
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Genova assumerebbe infermiere Evangeliche diplomate. Per informazioni rivolgersi alla Direzione deU’Ospedale, Salita
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Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - '-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
COMMERCIANTI
E NEGOZIANTI
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LTco delle Vaili Valdesi
I prexxi sono convenienti
molti anni Missionario in Gina ed
ora collaboratore della B.B.C. in Londra, ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra viva, fraterna simpatia cristiana. e. a.
Angrogna (Serre)
Il 4 marzo, dopo lunghe e dure sofferenze sopportate nell’Ospedale Evangelico di Torre Pellice, spirava il
nostro fratello Luigi Arnoul, dei Bertots. Come durante la malattia, esprimiamo alla famiglia nel dolore
la nostra simpatia fraterna. Ed il
Consolatore faccia risuonare nei loro cuori la parola della Vita trionfante di ogni strazio umano.
Cinque catecumeni, accompagnati
dal pastore, si sono uniti alla carovana di giovani confermandi che lu
nedì 18 sono- saliti per due giorni ad
Agàpe. Sono state due giornate veramente belle e ricche, e sembrava che
il tempo splendido rispondesse alla
gioia deH’affiatamento ed all’interesse intenso manifestato per il tema
di questa « retraite » precedente la
confermazione: la S. Cena.
La riuscita di questo Convegno ha
stimolato ancora l’intenzione degli
Unionisti del Serre ,di Cacet e di
Pradeltorno di rendere una visita ad
Agàpe. che molti non conoscono ancora. Tempo permettendo, essa si effettuerà domenica 31 p. v., abbinandola ad una breve visita al Vallone
di Massello ed alla sua comunità.
La famiglia della cara
Ribet Elisa Celestina
ringrazia tutte le persone che, con
scritti e partecipando ai funerali, le
hanno tributato affetto e simpatia:
in modo particolare i Pastori Sigg
Marauda e Bert, le suore dell’Ospedale di Pomaretto e il Dott. Quattrini per le amorose cure, le gentili persone che sono state di largo aiuto
durante la malattia della cara estin
ta.
S Germano Chisone, 14 Marzo 1957
La famiglia Pons commossa per le
molte testimonianze di affettuosa
simpatia ricevute in occasione della
dipartenza della compianta
Alessandrina Pons
ringrazia sentitamente tutti color )
che hanno preso parte al suo lutto.
Massello, 24 Marzo 1957
La famiglia Fraschia-Rostagno ringrazia sentitamente tutti coloro che
le diedero prova di simpatia nel dolore e nella speranza, in occasione
della dipartita della sua diletta
Caterina Rous
ved. Roslagno
In modo particolare il dott. Pellizzaro. Suor Melania Cardon ed il pasto
re sig. Jahier.
Lusema S. Giovanni, 25 marzo 1957
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955
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Angrogna ( Capoluogo )
Lunedi 25 marzo abbiamo deposto
nel cimitero di ’Torre Pellice la spoglia mortale del nostro fratello Dott.
Ingegnere Enrico Emilio Garnier deceduto alla sua abitazione, alla fra
zione Fomasa, all’età di armi 71 do
po lunga e penosa malattia. Il nostro
fratello, il cui padre fu Evangelista
della Chiesa Valdese a Cannes, risiedeva a Milano dove prestava la sua
opera intelligente ed apprezzata presso la famosa Casa Editrice Hoepli;
veniva alle Valli solo per brevi perio
di finché la malattia, la quale ben presto non lasciò àdito a speranza, lo
costrinse a letto. Alla sorella, alla
nuora ed alla nipotina che con tanto
amore lo curarono, al fratello per
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