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ECO
DELLE VALLI VALDESI
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biblioteca valdese
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Num. 23
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TORRE PELLICE, 5 Gi u^no 1964
Ammiti- Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
La conferenza del L Distretto, ad Angrogna
Ragion d’essere
della Chiesa nel
mondo
I Protestanti spagnoli si federano
Esaminata la situazione giuridica
Evangelizzazione e proselitismo
La Conferenza distrettuale ha avuto luogo quest’anno nel tempio di Angrogna oapoluogo. Ha presieduto il
culto di apertura il Past. Teofllo Pons.
I lavori sono iniziati con la lettura
della relazione della Commissione distrettuale la quale ha rilevato essere
necessario che le Comunità delle Valli siano meglio (informate sui problemi fondamentaii discussi in Conferenza 0 in Sinodo e che le decisioni delle
suddette assemblee debbano essere
considerate impegnative da tutti se
si vuole che la vita del Distretto esca
dal campo dell’interesse personale di
pochi pastori. Un lavoro proficuo può
essere fatto solo in collaborazione.
Ha fatto seguito la lettura delle re
lazioni delle Chiese delle Valli in cui,
se pur si dichiarava da un lato il buon
funzionamento generale delle noirmah attività, ,si denunziavano d’altro
canto gravi carenze; scarsa frequenza ai culti, scarso rispetto per le promesse formulate di fronte al Signore, indifferenza dinanzi alla necessità
di testimoiniare.
La maggior parte della Conferenza
è stata dedicata allo studio ed alla ricerca delle cause e dei mezzi capaci
di ovviare, almeno in parte ad una
simile situazione. Probabilmente la
C0U.SP. principale sta nella confusione,
spie.iso' poco avvertita, tra religione e
fede: mentre la religione è un sentimento umano, la fede è nn dono di
Dio. Per questo si pensa che una Comunità sia viva quando procede con
il solito « tran-tran », mentre lo è soltanto se testimonia attivamente la
sua fede in Cristo. La lettura, della
Bibbia è caduta in disuso ndlle famiglie e Tuomo sta perdendo il suo contatto con Dio più che con la Chiesa,
nerchè trascura i mezzi di grazia che
Dio, nella sua bontà, gli ha messo a
disposizione.
Forse, si è detto, la predicazione, cos?i com’è, non è più suffìcienitemente
incisiva e rispondente' alle necessità
delia società aittuale; occorm trovare
vie nuove' e nuovi mc'zzi di intesa.
Molti però, a sentir parlare di novità,
(nuovi mezzi, nuove strutture) si sono
spaventati : alcuni temevano' di scoraggiare in tal modo coloro che ancora si occupano della Chiesa, altri
ne rilevavano la perfetta inutilità.^ In
seguito si è dhiarito <ffie non di rivoluzionamento si parlava, ma soIc> di
ricercare la vera vocazione della Chiesa nella mutata situazione sociale.
La Conferenza rivolge alle Chiese
il seguente invito : « La Conferenza distrettuale ricorda alle Comunità del
I Distretto che la ragion d’essere della Chiesa è la confessione della Signoria di Cristo su tutta la_ vita pnvata
c pubblica, sociale, politica ed eccle
siastica, che non si limiti ad un orientamento interiore, ma si manifesti con
decisioni ed azioni visibili. Questo e
ben altro che non l’appartenenza formale ad una Comunità, appartenenza
limitata alla partecipaztene ad atti liturgici e ai culti delle solennità, ciò
che inevitabilmente conduce a confondere la fede in Cristo con la partecipazione ad un sistema di riti religiosi. .
La Conferenza distrettuale invita
pertanto le comunità;
ala stimolare lo studio e l’azione^ di
categorie professionali di credenti i
quali cerchino di confessare _ Cristo
nelle diverse situazioni della vita dell’uomo del nostro tempo (]^r es. industria, agricoltura, educazione, turismo, istituti assistenziali).
b) a riflettere sul significato e le
modalità degli atti ecclesiastici che
interessano tutta la popolazione valdese (b.ittesimo', confermazione, ma
trimonio, funerale, culti delle solennità e del XVII febbraio, concezioni e
sistemi delle contribuzioni ) »,
Nel pomeriggio la Conferenza ha
preso in esame l’cperato della CIOV.
Ha notato che è stato fatto tut'to i}
possibile per potenziare gli Istituti
Ospitalieri con l’acquisto di nuovi strumenti e con progetti a lunga scadenza, come ad esempio il restiauro deirOspedale di Pomaretto. I problemi
più gravi rimangono sempre la oaren
za di piarsonale qualificato e di fondi
« La Conferenza distrettuale richiama le Comunità al dovere della solidai’età verso i nostri Istituti di Assistenza i quali non possono svolgere la
loro opera di testimonianza se non co
me espressione tangibile della solida
rietà di tutte le Comunità. In particolare essa segnala la necessità che le
nostre Istituzioni Ospitaliere vengano
intese dalle Comunità come un serio
appello ad un servizio cristiano reso
concretamente da persone qualificate
e da collaboratori volontari ».
« La Conferenza esprime la viva riconoscenza del Distretto alla CIOV e
ai singoli suoi membri e al Presidente per l’impegno con cui hanno fedelmente adempiuto al loro mandato.
Tale sentimento di riconoscenza sì
estende anche a tutto il personale degli istituti amministrati dalla CIOV ».
Per quanto riguarda la Società del
le Missioini, la Commissione distret
tuale è stata incaricata di formare
un Comitato che si occupi di far conoscere il lavoro delle missioni e di
m'antenere contatti fra queste e le Comunità delle Valli.
La Conferenza è terminata con lui
culto di San.ta Cena.
La sera del 27, nel tempio di Angrogna, il past. Giorgio Toum ha tenuto
un’ampia e viva conferenza rievocativa di Giovanni Calvino, di cui propino quel giorno cadeva il 4» centena
rio della morte: peccato ohe l’inclemenza del tempo abbia parecchio ridotto la partecipazione del pubblico.
.Adriana Gardiol
BARCELLON.i — 11 congresso annuale
«Ielle comunità prete-stanii spagnole Ita riunito durante tre giorni a Barcel'lona an
centinaio Jj delegati e una dozzina di osservatori stranieri.
E’ stata decisa la costituzione di un nuovo Consiglio delle Chiese protestanti di
Spagna, a cui saranno affiliale la Federazione delle Chiese evangeJidie indipenden
ti spagnole, la Chiesa riformata episcopale,
l’Unione evangeica ba'ttis'ta e la Chies.ì
evangelica.
Fino ad oggi' queste cpiatiro chiese, con
altre organizzazioni, erano legate alla « sezione spagnola » del Consiglio evangelico
di Spagna. Quest’ultimo contava pure fra i
suoi membri organizzazioni straniere all’opera i'n Spagna, e il -no ufficio centrale era
straniero. Si pensa che i rapipresentanli di
organizzazioni straniere, attualniente membri deiU’antico comsigbo, saranno de’egali
come osservatori alle riunioni' del nuovo
consiglio, ma non li avranno diritto di
volo.
Nel corso della sua sessione cosiituenle,
il nuovo consiglio Iia noinitnato un conti
tato e.secalivo di' cimine membri, composto
(h; un rappresenlante di ogni chiesa-meimbro e di un rappresentante di organizzazioni spagnole (Società Biblica, Associazioric
della stampa evangelica).
D’a'lira parte il Consig'i'o evangelico di
Spagna ha ricevuto un rapporto della sua
Cflinmiissione per 1«; questioni giuridiche,
sc-cond-) il quale tuUe le chiese e le cap
pelle protestanti spagnole, salvo una, sono
ora aperte; il 60°o di esse non hanno ancora s‘.atuto lezal-e non avendone presentato
domanda. Secondo questo siesso rapporto,
il governo autorizza ora la pubbli'cazionc
di Ictleralura evangelica
Si pensa che la nuova legge in progetto,
tendente a definire lo statuto legale ed i diritti della minoranza protestaute spagnola
continuerà a considerale illegale il proselitismo. I delegati hanno perciò esaminato
la necessità di far comprendere al governo
la differenza fra evangelizzazione e proselitismo.
Intanto il vescovo spagnolo Pedro Cantero Cuadrano de Huelva ha affermato che
« in materia religiosa ogni proselitismo rappresenta (in questo paese) un grave pericolo per la nostra unità catloHca, per la pace
sociale e religiosa ». Intervistalo da Arriba!,
organo della Falauge, il vescovo condanna
più precisamente quella specie di proselitismo caratterizzalo da « melodi iìngiusti e
malefici «inali la c-afunnia, l'aggressività, la
duplicità, lo sfruttamento dell'ignoranza e
deìlu povertà; in tal mod'O si fa della conversione non un’adesione libera e personale alla fede cristi'ana, bensì una conquisf:«
totalmente esteriore, un semplice arruola
mento, in funzione di una lotta religiosa »
(Possiamo pienamente concordare con queste dichiarazioni del prelato cattolico, naturalmente, a condizione che siano sinceramente e rigorosamente applicat-e pure all’opera cattolica. N.d.r.J. (scepi)
Laicismo ed ecumenismo
La funxione del pensiero laico dovrebbe essere quello di apportare chiarexxa e non confusione di idee
’’L’Epoca Nuova”, periodico mensile re
pubblicano, ha pubblicato nel numero 2 un
articolo di Bruno Di Porlo su ”I laici e
Vecumenismo”. Esso ha iniziato con I affernuizione che il gran tema della vita religiosa cristiana nel nostro secolo è l’EcumeiiisTno, e noi non possiamo non conveidre su questa bella affermazione.
Un tempo, prosegue i’artxépolista, le varie
Chiese si scontravano, fn lotta Cuna contro
Valtra, perche Luna voleva prevalere sub
Valtra. Fu il laicismo, e in ^mrticolare lo
Stato laico, a proibire lo scontro e, in uno
spirito nuovo di libertà, a consentire il
àhlogo. /Ecumenismo '— scrive il Di
Porto — deve dunque la sua origine alla
Libertà, a lungo ritenuta nemica della Verità, e al detestato laiicismo"’. Ora, chi ha
approfondito un po’ lo studio sul problema deir ecumenismo, sa bene che vi sono
in esso ben altri motivi. Ma lascépmo pure
tutto il merito al laicismo!
Il Di Porto jpirte da una premessa ottimistica sulVattuO’le situazione. Ma altra cosa è il problema deli unione di tutti i cristiani e altra cosa sono la tolleranza, il ri
spetto, la comprensione fra tutte le confessioni religiose. Ed è qui che può e deve
operare lo Stato laico. Ma è sicuro tuttavia
il Di Porto che si sia finalmente pervenuti
ad una perfetta condizione di rispetto e di
comprensione, premessa indispensabile, benché non sufficiente, per una unione dei cristiani? Se davvero la Chiesa cattolica ha
mutato il proprio atteggiamento nei con
fronti delle altre confe.ssioni cristiane, che
cosa ha fatto di concreto per dimostrare
con i fatti questo suo diverso atteggiamente? Ha essa modificato, ad esempio, le clausole del diritto canonico per quanto riguarda i matrimoni mixtae reJigionds? Il Di
Porto conosce la situazione dei protestanti,
ancor oggi, in Spagna. Come può dunque
sostenere che la Chiesa romana stia avanzando con i metodi nuovi appresi nella
moderna libertà? Sì, indubbiamente qualcosa di nuovo si agita nel suo interno, e
noi ci auguriamo che effettivamente uno
spirito nuovo soffi entro di essa, ma ancora
lunga è la distanza che la separa da quella
mentalità che il Di Porto nitiene ottimisticamente già raggiunta.
Una decisione dell'Alleanza Riformata Mondiale
[| Prof. Vittorio Subilia
fra i nuori osservatori
delegati al Vaticano II
Ginevra — La segreteria generale
dell’Alleanza Riformata Mondiale comunica il nome dei suoi tre osseryatori-delegati ufficiali alla terza sessione del Concilio Vaticano II, che si
aprirà a Roima in settembre. Si tratta
del past. A. AUan McArthur, della
Chiesa di Scozia, del prof. Vittorio Subilia, della Chiesa Valdese d’Italia, e
del prof. J. Newton Thomas, della
Chie'sa presbiteriana degli Stati Uni
^^’ll past. McArthur è pastore della
comunità di PollockshieldaTàtwood,
a Giacigow, ed è autore di due opere
Eull’anno ecclesiastico; è stato cappellano militare durante Tultimo conflitto e cappellano degli studenti delrUniversità di Aberdeen dal 1947 al
1952.
Il prof Subilia è decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma ed
è autore di un recente saggio sul cattoliceBimo romano intitolato «Il problema del Cattolicesimo », apparso nel
1962 e ora anche nella vers’one ingle
se; sta per usedme la edizione americana e la traduzione francsse, mentre ne sono in preparazione la versione tedesca e quella svedese. Il prof.
Subilia ha assistito alle sessioni precedenti del Concilio Vaticano U in
qualità di osservatore supplente ufticiale deil’AJR.M.
li prof. Thomas è docente di teoiogià alli’Union Theo'lo^cai Seminary
d; Richmond (Virginia, USA); da
molti anni partecipa alle attività dell’Alleanza, e ha assistito alla 16", 17-«
e 18" assemblea generale ; è stato membro del comitato esecutivo dal 1948 al
1954; è attualmente membro della
cc rruriiissione teologica della regione
Dordamericana dell’Alleanza.
Questi tre osservatori sostituiscono
quelli che hanno partecipato alla seconda sessione del Vaticano II; il
prof. McAfee Brown, il past. Morrison e il past. H. Roux. (S.P.R.)
Ma ciò che maggiormente ci sorprende s
che egli, pur conoscendo bene i problemi
religiosi, non si curi qui affatto delle varie
posizioni e delle esigenze di tutte le porti,
per accettare una sola posizione, quella
della Chiesa Cattolica. Della quale ci sembra condivida V indi razione di ’’una nuova
dimensione dell’Ecunienismo nell azione da
svolgere verso il vasto mondo religioso non
erfistiono. concependo la Chie.sa cattolica
come il centro, la roccaforte, l’e.ssenziale
protagonista della vita religiosa contemporanea, cercando di .far gravitare verso di
essa tutte le forze interessate al futuro del
movimento ecumenico”. Naturalmente, per
il Di Porlo in lu to 'mesto guazzabuglio
non può mancare l’apporto della libera
mentalità laica, che è di dare all’ecumenismo fluidità c connettivo interconfessio
Ora. a me sembra che la junzsione de!
pensiero laico, appunto ;>er lo. sua libertà,
dovrebbe essere quello di apportare chiarezza e non confusione di idee. Il qualunquismo non si concilia con il laicismo, nui
tante meno con l’ecumenismo. Troppo lungo sarebbe il discorso su che cosa noi intendiamo per ecumen 'sm >. Ci limitiamo a
dire che esso è pe- noi un o-oblemn religioso, con le sue esigenze religiose, quindi
graie e complesso, e non può essere risolto con un semplvcist.co einb avsons-nous.
L’articolo è corredato do una vignetta
nella quale sono raffigurali prelati e ministri delle varie confessioni che scrutano in
alto con un cannocchiale, mentre Tunilà
cristiana, rappresentata da un pargoletto
piangente, è a terra tra i loro piedi. Se
questa vignetta dovesse interpretare U senso dell’articolo, dovremmo concludere amaramente che su questi problemi anche un
periodico repubblicano non si differenzio
niolto dall’ ’’Osservatore Romano delta Domenica”.
Anni or .sono venni invitato da alcuni
amici cattatici di vedute molto aperte a
coltnbnrare con loro, perchè si mettesse in
evidenza ciò che ol univa tralasciando ciò
che ci divideva. Lo feci con sincerità ed
entusiasmp, mi- oggi mi .sono accorto che
ho reso un cattivo servizio anche a loro,
favorendo inavvertitamente le loro confusioni anziché chioretido le loro idee, con
l esame, sia pure fraterno, di ciò che ci
distingueva.
Su problemi così complessi come quello
dell’ecumenismo è necessario tiarlar chiaro,
perchè non sf, generino equivoci e ctfnfusioni, che conducono a delusioni ed errori.
Crediamo anche noi ohe il laicismo può
dare un apporto all’ecumenismo, ma lo potrà dare nella misura in cui aiuterà ad
uscir fuori dagli equivoci e dalle malsicure posizioni di compromesso, mentre nel
frattempo potrà ancora molto operare nel
diffondere uno spirito di reciproco rispetto e comprensione, sì da spianare la via al
laggiungimento dell’auspicata unità.
Eros Vicari
Un gruppo di italiani è raccolto nella sala d’aspetto: una donna allatta
un bimbo mentre altri quattro le stanne attorno, assonnati; ha forse quarant’anni e ne mostra sessanta. Viene
da un paesello del Casertano ed è in
viaggio da due giorni; va a Londra
dal figlio maggiore: sul suo volto si
dipinge la sofferenza del distacco dal
suo paesello, dalla sua casetta da un
mondo ancora antico. Di quando in
quando i bimbi staccano dalla « scanata » enormi fette del buon pane di
casa che la donna ha ancora preparato alla vigilia della partenza.
La rituffo nel suo mondo coi ricordi
tì’un recente soggiorno nel Sud : il suo
volto s’illumina; le par di incontrare
uno dei (suoi « paesani » ed è contenta.
Fra poco sarà a Londra in un mondo
così, diverso e allora sarà veramente
sola, come tanti altri emigranti, non
più giovani, incapaci ormai di adattarsi ad una vita cos'’, sconvolgente, disumanizzante.
Nel gruppo saluto un vecchietto del
la zona di Avellino: è analfabeta;
scopre che sono italiano, ma non è
contento, domanda di dove sono eri
io mi affretto a precisare che pur essendo « nordico » conosco bene la sua
terra. Il cuore del vecchio s’allarga,
mi confida i suoi guai e mi mostra
certi papiri inglesi, concernenti il suo
soggiorno. L’incontro lo rende felice
Si fa presto' ad essere amici dei poveri: star loro accanto, comprenderli,
amarli nella loro sofferenza è una gioia immensa. Quando il benessere apipare, oi si confina nella casetta, 'ol
giardino, il confort moderno, e comin
eia la nostra infelicità.
Una sera alcuni amici italiani mi
portano in un ristorante bolognese:
si chiacchiera, si ricerda l’Italia, il villaggio natio. Il discerso scivola sul
terreno religioso : sono cattolico, dichiara il padrone del ristorante, ma
per me il Signe-re non fa le cose giuste e perciò non m’interesso piiù di
Lui. Gli parlo del messaggio deil’Evangelo, della forza che Dio ci dà in
ogni prova, della gioia che sperimentiamo quando' Dio è con noi. L’ucmo
si interessa; di quando in quando si
allontana dal tavolo, poi, quasi avvinto da una forza misteriosa, s’awicina
e pwne lui le domande. Alla fine mi
domanda una Bibbia. « Da tempo —
mi dichiara — desideravo una Bibbia,
poi il lavoro snervante, la mancanza
di temp» non mi consente neppure di
cercarla ».
Mi dà rindirizzo. Fra poco anche lui
conoscerà la luce del Signore. Che Dio
lo aiuti a scoprirla nel gran tesoro
dell’Evanigelo.
L’emigrante italiano non è ptiù solo;
c’è ormai una forte schiera di Indiani
(India occidentale), abitanti della
Giam'aica, Formo'sa, Pakistan, Ceylon
e altre parti del moindo ; la percentuale aumenta in misura preoccupante
per gli Inglesi. Ormai, uomini e donne di altra nazionalità guadano i pulì
man esercitano i mestieri più dlspa
rati; di questo passo guideranno pure le sorti di questa nazione! Mentre
viaggio verso Londra con due amici
vediamo due emigrati della Giamaica
intenti a costruire una casa. Il mio
vicino li guarda perplesso ed esclama
ccn aria preoccupata: di questo passo non sappiamo come si andrà a finire poiché questi emigranti arrivano a
ondate nella zona di Londra. Sommessamente gli dico: Dio li ha messi lungo la vostra strada, non possiamo
ignorarli o considerarli « indesiderabili ». L’argomento è stato infatti discusso anche all’Assemblea presbiteriana inglese; un Pastore ha ditffrìarato: abbiamo aspettato troppo nella
ricerca dei fratelli d’oriente. La chiesa, come spesso avviene, arriva in ritardo ! od.
Cattolicesimo
nordamericano
Secondo la racc.olta ufficiale ca tolicoroinana di staiisliclie, apparsa recentemente negri* Stali Uniti, vi sono alLualmente
44.871.371 cattolici romani «in questo paeR.’, il elle rappresenta un auinenlo di 1 milione 26 mila 433 rispetto allo vSccr.:o anno.
Del 1954 Taumenilo numerico dei cattolici
romani è del 41,5% (Queste cifre sono degne di nota, anche se j>er una valutazione
completa sarebbe necessario confrontarle
con i dati rcìat/vi alFaccrescimenio generale de la popolazione, al!'immigrazione,
ere. • y.d.r.). i.-oepì)
2
pag. 2
5 giugno 1964 — N. 23
Vieni, Spirito Creatore
La preghiera : vieni !
Per seguire uno sviluppo logico, è
stato necessario invertire i termini del
titolo generale. Essi sono: a) lo Spirito di Dio, b) lo Spirito Creatore,
che viene nel mondo per compiere il
piano dii Dio, ohe è la realtà prima
con cui abbiamo a ohe tere. Non giungeremmo a gran che se cominciassimo semipUcemente dal nostro proprio
sforzo, dalle nostre nozioni deirazicne
creatrice, dalla nostra coscienza spirituale. Dobbiamo per cominciare porci nel campo d’azione di Dio; potremo
allora trovare facilmente le vie che
conducono alla scoperta, di noi stessi,
E’ evidente che l’altra formula è stata
anoh’essa soggiacente alla stesura di
questa ’guida’, poiché siamo noi a condurre questa riflessione in merito allo
Spirito di Dio. Non dobbiamo dimenticarlo. Tuttavia è Dio che conferisce
arricchimento e verità al nostro pensiero attraverso lo Spirito Santo. Per
questo prendiamo l’ardire di pregare.
« Vieni! ».
■ L’inversione del nastro tema si dimositra glustiflcata e natuirale pure se
la si considera come una preghiera.
Anche qui, lo stesso movimento si opera quasi automatioamente.
La preghiera
del cristiano
La preghiera del cristiano è il sen
timento della presenza di Dio che ri■ conosce la promessa, la presenza e la
potenza dello Spirito Santo. Anche se
talvolta questa preghiera non si manifesta che con un grido istintivo e
non conduce che ad un trasporto muto ed estatico, qiaesti fenomeni non
sono essenziali, perchè la preghiera
non è il frutto di un desiderio incontrollato. Questi elementi sono inevitabilmente mescolati alla nostra preghiera, perchè siamo uomini e perchè
i nastri Impulsi ohe hanno più valore,
che sono maggiormente creatori, non
hanno spesso altro modo di aprirsi la
via fuori dalle profondità del nostro
inconscio. Ciò ohe abbiamo soffocato
o ciò ohe in un modo o nell’altro è
nascosto, fa pure parte di noi stessi
e lo Spirito Santo può quindi raggiungerci nelle regioni meno coscienti e
più oscure del nostro io. Tuttavia, nel
sensoi più esatto del termine, la pre
ghiera del cristiano è una relazione
picrsonale con Dio, relazione che possiamo conoscere, ohe possiamo avvertire e che ci incita aH’azione.
Sia essa pronunciata in solitudine
o in gruppo, la preghiera cristiana,
nella siua forma più puim e completa,
è la preghiera del popolo di Cristo
E’ la preghiera della Chiesa, della comunità cristiana ohe ascolta e obbedisce. Una tal preghiera non può mai
essere una questione puramente privata. Ciò non significa che tutto ciò
che presentiamo a Dio in preghiera
debba essere gridato sui tetti, opipure
che non entriamo in un rapporto veramente personale con Dio; sigmflca
piuttosto ohe non dovremmo mai isolare alcuna preoccupazione personale
dalla nostra identificazione con il
mondo degli uomini, e che la comunità cristiana costituisce il « contesto »
umano nel quale possiamo aspettarci
che la nostra preghiera trovi la sua
piena portata e la sua risposta. I nostri peccati e le nostre aspirazioni sono i peccati e le aspirazioni degli uomini, nulla più. Il piano di Dio per
la nostra vita è sempre determinato
dal suo piano per il mondo, nulla meno. Perciò la preghiera del cristiano
non è centrata in primo luogo nè unicamente su lui stesso, ma lo inserisce
— cuore, intelligenza, corpo — nel più
ampio contesto della missione di Cristo per il mondo.- Questo vuol dire
Gesù quando insegna ai suoi discepo
li a pregare ; « Il tuo regno venga, la
tua volontà sia fatta sulla terra come
in cielo». La nostra capacità di pregare aumenta a misura che impariamo a pronunciare questa preghiera
fondamentale con una serietà e con
una comprensione sempre maggiori.
Tutto il resto è conseguenza.
Gelebrazione,
confessione
e preoccupazione
Da quest’angolo visuale la preghie
ra « dacci oggi il nostro pane quotidiano » è in primo luogo una celebrazione. Esprime la nostra fiducia nel
Creatore; la certezza che le nostre
necessità — quelle degli uomini — so
no soddisfatto da lui in Cristo, mediante lo Spirito che ha promesso. Sia,
questa preghiera, pronunciata quietanr.ente o giubilando, può dilatarsi ne;reffusione di un cuore che trabocca,
divenendo al tempo stesso un atto di
adorazione e di lode, un moto di gratitudine e di rendimento di grazie, un
atteggiamento di ascolto e di attesa;
riconosce inoltre che siamo gli uni per
gli altri portatori della grazia di Dio,
quando impariamo a vivere gli uni
peir gli altri. Siamo « il pane quotidiano » gli uni per gli altri.
Nella stessa prospettiva la preghiera
cristiana è anche una professione dì
fede. Esprime la nostra percezione del
contrasto terribile fra il nostro pec
cato e la grazia di Dio che celebriamo. E’ soprattutto a questo punto che
lo Spirito attesta al nostro spirito che
siamo figli di Dio. Questa professione,
dunque, è nella sua portata più am
pia un atto di pentimento e di consacrazione, di fiducia nel perdono di
Dio e di coraggio, frutto di un cuore
nuovo, e al tempo stesso un atto di
umiltà e di fermo proponimento. Un
atto oreatore, nel senso più forte, perchè si concentra sui nostri rapporti
con j(l prossimo, nei quali possono
espandersi il perdono e la potenza
creatrice dell’amore. Quando preghia
mo « perdonaci le nostre offese come
E-od perdoniamo i nostri offensori », il
potere rinnovatore dello Spùnto di Cristo si realizza per noi; diveniamo ca
paci di essere quello ohe dovremmo
essere.
La preghiera cristiana raggiunge la
sua forma più elevata nella nostra
preoccupazione per gli altri e nella
volontà di agire concretamente. E’ la
utilizzazione, in uno spirito di consacrazione, di un potere interiore accordato, sostenuto e diret.o dallo Spirito
Santo. Nel nome di Cristo, noi presentiamo, a buon diritto, le nostre richieste personali al Padre; ma riocome
facciamo parte della Chiesa, presentiamo pure domande e intercessioni
per gli altri. Non sappiamo che cosa
ci porterà ravvenire. Non sappiamo
neppure se le nostre preoccupazioni
particolari si giustifloano pienamente davanti a Dio. Di conseguenza la
nostra preoccupazione più importante è quella di ricevere continuamente
da lui ispirazione e protezione — non
contro il male, con il quale dobbiamo
imparare a vivere e che dobbiamo iuiparare a combattere ricevendo saggezza e forza, bensì protezione contro
la tentazione di soccombere al male e
contro il pericolo di partecipare volontariamente 0' involontariamente al
suo propagarsi nel mondo. In tal modo saremo al riparo dal giudizio schiacciante di Dio e potremo pregare con
sempre rinnovata fiducia: «Non
esporci alia tentazione, ma liberaci
dial male, perchè a Te appartengonr
il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen ». Infatti come
potremmo esser pronti al tipo di azio
ne a cui Cristo ci ch'amerà forse nel
nostro tempo, se non avendo preoccupazioni conformi ai segni del suo stes
so ministero nel mondo?
#1 campo delle nostre
preoccupazioni
Pin d’ora la nostra stessa discussio
ne potrebbe essere considerata una
sorta di preghiera. Se il senso che abbiamo della presenza dello Spirito
Creatore ha risvegliato in noi un senso di celebrazione, di confessione, di
preoccupazione, siamo forse pronti a
pregare affiinchè venga:
1. per la ri-creazione deH’uomo
2. per il rinnovamento del culto e della testimonianza
3. per il richiamo delle Chiese alla
imita
4. per la redenzione del mondo
...e a trarne le debite conseguenze I E’
quanto dovremo ora esaminare.
(continua)
Terence N. Tice
Nel n. 21 dell’EcoLuce un Pastore si domanda pereliè ai Cullo da l’Ascensione tenutosi nella sua Parrocchia ipochiss'ini fossero Ï presenti. Ed aggiunge che al Culto
di Pentecoste ha parteoipato solo un’ assemblea come quelle '
delle domeniche ordinarie. 11 che significa die anche a Penteco. le v’erano mOltii vuoti.
Ci risulta che in qualche Comunità vi fu
per l'Ascensione soltanto un Cullo serale. In
qualche altra, soltanto una riunione all'aria
aperta (in località certo attraente, ma alla
quale non tutti potevano arrivare, per motivi di età o di salute). Altrove, il tempio è
rimasto totalmente chiuso. Niente Culto!
Non crediamo di esagerare affermando che
la nostra Chiesa manca di vitalità, col dare
cosi poca importanza all'Ascensione ed alla
Pentecoste. Si tratta di una lacuna molto
grave alla quale bisognerà assolutamente cercare un rimedio.
A proposito dell'Ascensione, il « Semeur
Vaudois » del 2 Maggio contiene un eccellente articolo del Pastore Jean Goy. Citiamone solo alcune frasi, e... meditiamole.
« A Noël, Dieu est entré dans notre monde.
A l’Ascension, l’homme peut entrer dans
le royaume de Dieu. Il peut en franchir la
porte... « J'ai ouvert devant loi une porte
que personne ne peut fermer... ». Il n’est
donc pas étonnant que l’Eglise ait marqué
d’un message joyeux le milieu du chemin
qui va de Pâques à l’Ascension. Le troisième dimanche, « Jubilate », chante et crie la
joie de celui qui a rencontré le Christ ressuscité et trouve en lui son Seigneur, source
unique de son espérance et fondement de
sa foi.
Sans l’Ascension, pas d’espérance vivante,
pas de royaume, pas d’amour véritable, pas
d’Eglisc, pas de trésor caché et pas de perle
de grand prix. C'est parce que le Christ est
élevé h la droite de Dieu qu’il peut attirer
tous les hommes à lui, et que je puis enfin
avoir un avenir certain, exempt di toute illusion.
En toutes les circonstances de ma vie, graves ou légères, je me réjouis parce que « Je
Le nostre
solennità
sus est mon Seigneur,î.
Questo lo sentivano
i nostri padri, e TA
srensione era per loro
una debile feste più
gioiose. Per<‘hè lonsid'erarla oggi come una
ricorrenza mo^to secondaria. In certe 1.calità di niaggiorar/a
evangelica l’Ascensione raduna i fedeli nei
corsecutiVI. Come a
temipli in due giorni
Pasqua.
In quanto alla Pentecoste, quante cose potremmo rilevare per dimostrarne la sommi
importanza! Ricordiamo soltanto che essa è
la presenza in noi dello Spirito Santo. la
quale presenza vuol compiere un'azione trnr.formatrice in noi e rimetterci in comunicazione con Dio. E' lo Spirito che rende effettiva l'opera compiuta da Cristo per la
nostra salvezza. Azione individuale, azione
collettiva. E non ci ritroveremmo tutti noi
credenti, sia aH'Ascensione sia a Penteeo.^Jte,
per ralleigrarci ìnsieone e lodare Iddio?
Ecco un tema importantissimo, al quale
la nostra Chiesa dovrebbe rivolgere la massima attenzione.
Si parla tanto di rinnovamento: venga lo
Spirito di Dio a rinnovare il nostro spirilo,
tutta la nostra vita come individui e come
Chiesa del Signore. Giovanni Bertinalti
Invito a Mannheim
Le adesioni verbali pervenute superano il
centinaio. Tutti sono pregati di dare immediata conferma versando la quota di iscrizione in L. 1.500. Per l’autorizzazione militare
mettersi subito in relazione con il pastore
di' Villar Perosa. Alcuni rinunciano ^ le cuccette per economia : coloro cIìc insistono |>er
averle vogliano farlo a giro di posta. Chi desidera prolungare il soggiorno a Mannheim
di 1 o 2 giorni a proprie spese voglia precisarlo senza indugio.
Domenica 21 e 28 giugim i compagni di
viaggio sono convocati a Villar Perosa alle
ore 15 per una prima presa di contatto, per
qualche istruzione di viaggio c per un corsolampo di lingua tedesca. A tutti brüderliche
Crûsse, gute Reise iin:l auf Wiederoehenl
La stampa evangelica in Italia
La nostra stampa riflette il nostro Protestantesimo, con il suo carattere
estremamente composito, sia sociologicamente sia denomlnaxionaintenie
La IV Conferenza dei ciclo preparatorio al
Congresso Evangelico italiano, organizzato
dal Consiglio dei Pastori di Napoli, ha avuto
luogo giovedì 14 maggio alle ore 19,30, nella
Chiesa Svizzera di Via Carlo Poerio. Il Dr.
Fulvio Rocco ci ha parlato sulVinteressante
tema della Stampa Evangelica in Italia.
L'iniziativa del Consiglio dei Pastori di
Napoli andrebbe estesa ad altre città, per fare del Congresso Evangelico non solo un
incontro al vertice, ma per prepararlo alla
base, su un piano di cooperazione e di azione comunitaria concreta. Concreto (cioè in
vista d'un’azione veramente comune) dev’essere ogni discorso relativo al Congresso Evangelico italiano, quindi anche quello sulla
stampa evangelica.
Per fare un discorso concreto su questo
tema non si può non tener conto delle esperienze passate, nè prescindere da un reciproco confronto sul piano teologico e su
quello organizzalivo-pratico. Solo così, il nostro lavoro potrà evitare il bis dì errori già
una volta commessi per varie ragioni di organizzazione, di prestigio ecc.
La nostra stampa (una pleiade di piccoli
fogli, dal bollettino parrocchiale alla pagina
più impegnativa) riflette il nostro Protestantesimo, col suo carattere estremamente composito, sia sociologicamente sia denominazionalmenle.
Certo, rispondere a esigenze diverse non
è facile: è evidente che lo stesso foglio non
può interessare tutti gli strati della popola
zione, e che quindi un giornale solo non può
soddisfare tutti. Ma noi tendiamo anche ad
avere più giornali all'interno della stessa denominazione, e questò denuncia la nostra incapacità di coordinare in modo razionale ed
unìvoco le nostre forze. Per fare buoni giornali, aderenti alla realtà odierna, ci vogliono
persone specializzate. Noi ne abbiamo poche,
e quelle poche sono impiegate male, perchè
impiegate senza coordinamento.
Il problema di fondo della nostra stampa
consìste dunque in un rinnovamento radicale delle strutture e in un migliore impiego
degli uomini a disposizione. La stampa evangelica deve pure essere esente da chiusure
psicologiche di qualsiasi tipo. Dobbiamo ad
esempio vincere la tentazione (in cui siamo
caduti finora) di servircene per schermaglie
in difesa dì questo o quel punto di vista, le
quali possono interessare noi, ma rimangono
incomprensibili al mondo esterno. Mondo
esterno al quale finora abbiamo commesso
l’errore di rivolgerci solo trasferendo i sermoni dal pulpito sulle colonne dei giornali.
Se noi non cambieremo questa concezione
della stampa, ben difficilmente riusciremo a
farci leggere con interesse.
La predicazione sui giornali non si conduce trascrivendoci i sermoni, ma facendo
parlare i fatti, cioè vedendoli e valutandoli
dal punto di vista dcli’Evangeio, pronunciandoci su ciò che succede intorno a noi. Questo ci eviterà anche di fare dei nostri giornali brutte copie dei quotidiani e dei settimanali già in circolazione. Bisogna che ci
pronunciamo sui fatti del giorno, che siamo
sensibili alla realtà nella quale viviamo, perchè il giornale « vive lo spazio dì un mattino ».
Distogliamo un momciilo lo sguardo dai
nostri giornali ■ sermone - bollettino parrocchiale, e consideriamo due rappresentanti
f
uscito
Traduzione di Berta Subilia
pp. 124 — L. 1.000
ROLAND DE PURY
Che cosa è
Il Protestantesimo?
Finalmente il libro che risponde ai
quesiti vostri e dei vostri amici, il IL
bre che vi farà piacere regalare ai
conoscenti che vi chiedono : « Che cosa è il Protestantesimo? ».
ORDINAZIONI:
— libreria Editrice Claudiana, Via
Prìncipe Tommaso 1, Torino . c c.p.
2/21641 (o a Torre Pellice).
— Libreria di Cultura Religiosa, Piazza Cavour 32, Roma - c.c.p. 1/26922.
— anche alle librerie evangeliche od
ai depositi presso le Chiese evangeliche.
autonomi e concreti dal punto di vista dell'Evangelo : i giornali francesi cc Reforme » e
« Christianisme social ». Avere in. Italia, specialmente in vista e ai fini del Congresso,
giornali siffatti, rappresenltrebbe un notevolissimo passo avanti, cioè l’avvio ad esprimere una linea dì pensiero il più possibile
univoca, per mezzo di una stampa capace
di rivolgersi non alle nostre parrocchie, ma
al mondo esterno, e in maniera particolare
a quello cattolico, cogliendo l’opportunità
che gli attuali fermenti in seno al Cattolicesimo ci offrono di rendere un'efficace testimonianza evangelica.
Ma noi siamo ancora schiavi della tradizionale mentalità protestante, che riduce la
testimonianza cristiana alLambito puramente
e semplicemente religioso, quasi che occuparsi dei grandi problemi del nostro tempo
sia tradire la nostra vocazione cristiana. Questo pregiudìzio ci impedisce di parlare dei
temi del giorno con serietà e con coraggio.
Un altro fattore che c'impedisce di interessare a fondo il mondo circostante è il
mantenere in vita giornali direttamente dipendenti da una certa denominazione, senza
compiere un vero lavoro di « équipe » tra
chiesa e chiesa. Ora, un lavoro comune a
più denominazioni deve proprio cominciare
con la stampa.
« Gioventù Evangelica » è aU'avanguardia
in questo senso : i giovani per primi hanno
sentito l’esigenza di un lavoro così fatto, e
le linee programmatiche attuali di questo
giornali andranno tenute presentì nel futuro.
Ciò non significa che « Gioventù Evangelica » possa esser trasferita di peso nella nuova stampa unitaria di domani : essa è un-n
indicazione, ma tult'altro che priva di valore. E, mentre « Gioventù Evangelica )) va
potenziando il suo lavoro, un'altra iniziativa
ugualmente orientata ha dato vita a « Presenza evangelica », limitata però purtro;ipn
a due denominazioni sole.
Abbiamo dunque davanti a noi due tentativi di rinnovamento. Essi sono un ponte
gettato verso ravvenire. Non possiamo non
passare su questo ponte. I due periodici citali, pur non essendo perfetti, documentano
che è possibile avere una stampa varia, moderna, interessante e viva.
Nel passato, pur con sottolineature denominazionali più marcate di oggi, pur con impostazioni romantiche, il Protestantesimo era
presente nel mondo attraverso la stampa in
maniera più massiccia e più sentita. 1 nostri
fogli deirotlocenlo, coi loro difetti stilistici
e contenutistici, recavano Pimpronta d’una
forza morale e d'un impegno che oggi, spogliati della retorica, della polemica, delPanlìclericalismo, pure recano il conforto d'iina
testimonianza coscienziosa.
Dobbiamo guardarci, in vista del Congresso. dal farci prendere la mano da romantiche tendenze a a ritrovarci insieme », ma
pure la nostra stampa si presta a un lavoro
comune ed ha bisogno d'essere urgentemente rinnovala. Sulla base degli esempi concreti
in atto, e degli opinabili orientamenti del
Congresso, v’è la speranza dì avviarci, mediante la stampa, al dialogo concreto, sensibile, coi cattolici e col mondo.
Occorre per questo l'impegno al lavoro
comune, coordinato. Occorre l'impegno individuale. Impegno di trasformare le colonne
del giornale in tribune pubbliche, impegno
di essere noi ad aprire il dialogo sui grandi
e sui piccoli problemi, impegno di diffondere noi stessi, come ogni gruppo ed ogni
partito fanno, la nostra stampa, sapendo che
questo è rendere testimonianza.
In un discorso serio sulla stampa, non si
può fare a meno di un cenno ai mezzi di
diffusione audiovisivi, che hanno sui giornali il vantaggio di una più pronta e vasta
diffusione. Ci è già possibile in Italia una
presenza evangelica attraverso la radio, e si
prospetta la possibilità di un lavoro cltravcrso la televisione.
Ove ciò si avverasse, dovremo (scartando
a priori l'idea dello « spettacolo religioso ».
tipo ripresa diretta di culti), scegliere fra
due possibilità. Una è, quella del dialogodibattito, ottenendo per esempio che nostri
rappresentanti partecipino a k tavole rotonde », come oggi è dato ai cattolici. La seconda è quella di usare i mezzi specificamente televisivi, cioè con la presentazione di
lavori idonei a portare la parola dellEv angelo attraverso le immagini.
La civiltà del domani, di un domani che
è già iniziato, è ia civiltà delle immagini.
Non ad essa deve adeguarsi TEvangelo. ina
ad essa, col suo linguaggio, dobbiamo prcilicarlo.
Salvatore Ricciardi
ADA RIVOIRE
E' deceduta a Brescia la sig.na Ada Rivoire, figlia del past. Enrico Rivoire. l nn
amica genovese, a nome di molti, ha desiderato ricordarla brevemente, e ci associamo di cuore a questo ricordo, esprimendo
la nostra viva simpatia ai familiari.
Silenziosamente, coraggiosamente,
avresti voluto andartene da sola, non
disturbare alcuno, non chiaimare nes
suno a lenire la tua sofferenza fisica,
ohe deve essere stata grande ned tuoi
ultimi mesi.
Evidentemente la tua fede doveve
essere salda e potente e per tutti nei
sei stata un grande esempio,
Ma « un angelo del Signore » è ve
nuto comunque presso di te ad assisterti ed a confortarti, sotto forma di
anime buone che hanno voluto prendersi cura di te.
Ora riposi in pace e noi, i vecchi
amici, ti penseremo sempre.
Rita Alimonda
avvisi economici
LEZIONI di Irancese. Rivolgersi Signoi.i
Fraseliiia, Piazza Muv-iloii 1, Torre Pellice.
PER ANZIANA sorella costretta rimanere
a lungo coricata cercasi sedia sdraio. Rivolgersi Claudiana - Torre Pellico.
3
5 giugno 1964 — N- 23
pag. 3
I LETTORI CI SCRIVONO
Per parlare del pacifismo
è doveroso conoscerlo
Vn lettore ci scrive:
Piiittoslo che una risposta al
tore di Gorle, che scrive al n. 20
de^rEco-Luce (« I letlori ci setivono»): «Un lettore apre il cuore,
ecc. », vorrei solo aggiungere qualche
pensiero in merito alla seconda parte
della sua lettera. Questo perchè non
credo sia possibile trattare e rispondere qui alle sue argomentazioni —
data la vastità — con qualche pensiero breve e conciso, ma- occorrerebbero invece parecchie pagine se si volesse approfondire la questione e rispondere esaurientemente, punto per
punto, alle sue critiche. Per necessità
di tempo e spazio mi limito quindi
a questi pensieri :
i) La critica che di solito viene rivolta — come nel caso dell’articolo
sopracitato — alla azione pacifísta, alTessers pacifisti, ai risultati finali dell’azione non violenta, ecc., parte purtroppo quasi sempre da una scarsa, o
addirittura mancante, conoscenza del
pacifismo, dei suoi principi, delle sue
tesi, dei suoi valori, e di tutto ciò che
esso implica e comporta. E’, cioè, una
critica « superficiale », che si basa
sulle apparenze, sul « sentito dire »,
o anche su un aspetto solo e particolare della questione. Non è facile dire
in due parole cosa sia il pacifismo, in
tutti i suoi aspetti, non solo, ma anche se rimandiamo l’esposizione alla
letteratura esistente, non ci si può
qui rendere conto di cosa esso sia e
di quale forza possa avere. Occorre
viverlo. Lo scopo però della presente
osservazione è quello di chiarire che
il pacifismo, non è solo partecipare
ad una « marcia della pace », avere
una concezione più o meno filosofica
della guerra e della pace, essere favorevoli al principio del « non-uccidere », appartenere a questa piuttosto
che a quella ideologia polìtica, morale
0 reü'giosa, essere per imo -o per un
altro « proverbio antico » sulla guerra.... ma c assai di più. E’ un’educazione nuòva, dello spirito e della morale, ad una nuova coscienza, è sacrificio. rinuncia, è ricerca dì verità, è
Taperlura a nuovi orizzonti. Così come essere cristiani, non significa essere solo iscritti negli elenchi di una
chiesa che si dichiara cristiana, o andare in chiesa la domenica per « prendere la messa » o « sentire un bel sermone », ma è assai dì più. Che cosa
sia questo « assai di più » ognuno di
noi lo interpreta in modo personale
e soggettivo, e cosi avviene per i pacifisti. Quindi il primo elemento che
vorrei fare emergere da queste righe
è clic non si può disapprovare o condannare un’azione pacifista, un’idea
pacifista, o anche solo criticarla negativamente, senza essere prima a conoscenza dei prìncipi, dei valori, delle tesi, dei postulati, su cui questa si
basa. (Mi permetto di consigliare vivamente la lettura di alcuni libri sulTargomento, essendo impossibile condensarli in queste righe — Capitini :
La noviolenza, oggL Comunità — In
cammino per la pace, Einaudi —
Gandhi ; Antiche come le montagne.
Comunità —Pensieri, La Locusta —
Autobiografia, Garzanti — Reves : Anatomia della pace, Nuova Italia —
Il pacifismo di K. Barth di J. Yoder
— Le combat pour la paix. Ed. des
Cahiers de la Réconciliation — D.
Parker: La clioix décisif, Labor et
Fides).
2) Tutti i sostenitori della guerra. ! emergano dalla discussione iniziata
let- , o coloro che almeno ritengono
vitabile » la guerra, o ancora che credono esistano valori (morali o religiosi) per cu: si « possa imporre » una
guerra e crederla giusta, santa, benedetta e voluta da Dio, tutti costoro e
fnoiki aikri (cristdani e no) fanno ricorso prima o poi alla parola di Dio
per avvalorare la loro tesi. Non alla
Bibbia nei suo insieme, ma solo a
qualche versetto dell’A. e del N. Testamento (come quelli implicitamente
citati nell articolo a cui mi riferisco).
Qui, più che il laico dovrebbe intervenire i! teologo. Ma il mio pensiero
in merito (di laico) è che la Bibbia,
non approva, nè consiglia, nè ammette, mai, le violenze, le uccisioni, le
guerre, anzi le condanna apertamente e ripetutamente.
Quanto alPepisodìo di Gesù che
scaccia i mercanti dal tempio con un
frustino, vi sono molte cose da dire.
Vorrei farne notare solo tre:
a) L’incredibile sillogismo a cui si
giunge con il ragionamento tipo quello fatto nella lettera in questione:
Gesù adoperando il frustino, ha legittimato la violenza — la guerra è
una forma di violenza — perciò Gesù
ha legittimato la guerra. Per smascherare il sofisma basterà far notare che
la guerra non si fa con dei frustini
(magari fosse cosi). La debolezza del
_sillogismo, risiede ««uirequivoco causato dalla parola « violenza », presa
in senso astratto. E’ sempre pericoloso, oltre che inesatto, esaminare un
versetto biblico in senso astratto.
b) C’è violenza e violenza. Tra un
frustino e una mitragliatrice, o un
cannone, o una bomba nucleare, non
* c’è solo una differenza di grado, bensì
di qualità. Per questo la distinzione
che si deve fare è sulla parola « violenza mortale o micidiale » per distìnguerla da quella a cui il cristiano
può essere chiamato a non opporsi
(per esempio, la forza può, e a volte
deve, essere adoperata contro il male). Ecco distrutto il sillogismo. Si
tratta cioè di una « certa violenza »,
dì cui Gesù ha fatto uso.
c) Occorrerebbe rivedere cosa successe quel giorno in cui Gesù era
in collera e si esprimeva con gestì
autoritari ed impetuosi. Non solo, ma
nei tre Sinottici si dice che Gesù « si
mise a scacciare coloro che compravano e vendevano nel tempio » (Marco 11: 15), senza precisare se fu con
un frustino, con dei gesti, o con qualsiasi altra cosa. Solo Giovanni parla
di un frustino. Poi, Giovanni, non
specifica che Gesù abbia « colpito » i
mercanti con il frustino, nè che li
abbia toccati o raggiunti, dice semplicemente che « li scacciò » dal tempio. Infine è bene fare notare che il
verbo « scacciare » (ekballein) è spesso
usato nel N. T. e non suggerisce mai,
in nessuna delle altre citazioni, un
senso di violenza. Per presentare una
critica ~ ripeto — occorre avere una
base solida, ancor più parlando della
Bibbia. La sola indicazione che il contesto di questo episodio ci offre è che
i capi del popolo non rimproverarono
Gesù per avere fatto violenza o aver
ferito della gente, ma di aver agito
senza averne il diritto (Marco 11 :
28). Queste « osservazioni » non approfondiscono l’argomento: per farlo
occorrono parecchi articoli, anche in
merito aH’esame dell’A. T., che spero
a cui sarei felice di poter continuare
a contribuire.
(In merito agli argomenti sopracitatì si consiglia la lettura di alcuni
libri come: A. Trocmé: Jésus Christ
et la revolution nonviolente — J. LasSERRE : La guerre et Vevangile. Ré
concìlìation -- Ci llman.n: Dio e Ce
sare. ed. Comunità — H. Gollwit
ZEH : Les chrétiens et les armes ato
miques. Labor et Fides — . Penn
Aventurier de la paix, par L. H. Mo.NASTiER, Labor et Fides: ecc.).
.3) Forse, come già ha fatto notare
il past. Conte, troppi tra di noi (cristiani) tendono a sottovalutare l'importanza che oggi ha il problema di
una guerra (che per forza di cose sarebbe una guerra atomico-nucleare) e
la necessità urgente di una netta e
chiara opposizione ad essa. Ormai dovremmo sapere tutti (dopo Fesempio
di Hiroshima e Nagasaki) che una
« guerra atomica » potrebbe portare
alFannientamento fisico di tutta l’umanità; che essa è un evento possibile, non solo, ma quest'evento finale
della storia umana non può essere
considerato una alternativa e quindi
come una scelta tra, altri eventi possibili.
Queste ed altre considerazioni sulla possibilità di una guerra atomica,
senza alternativa, ci impongono il dovere di prendere in qualche modo
posizione contro la continuazione della politica atomica.
Ebbene, rendersi conto che una situazione nuova si è creata, con nuovi
doveri per ciascuno, con una nuova
morale, grazie alFavvento della bomba atomica e delle distruzioni di massa, rappresenta già un modo di prendere posizione, specialmente per molti cristiani, legati ancora alla vecchia
tradizionale concezione della guerra
giusta, santa e difensiva, del valore
eroico dei militarismo e della difesa
della patria e dei « grandi valori »
da conservare, e di tutte quelle» cose
per cui Dio ed i suoi coimandainenli
possono passare in secondo luogo. (Cfr.
G. Anders : Essere o non essere (Diario di Hiroshima), Einaudi; SchweitZER: 7 popoli devono sapere, Einaudi;
F. Fornari : Psicanalisi della guerra
atomica. Comunità; ecc.).
Infine sarebbe interessante poter
prendere in esame il problema del
pacifismo integrale (che sostiene anche il disarmo unilaterale e affida la
difesa aH’educazione ed al metodo
nonvioiento) e quello non-integrale,
per sottolineare le differenze. Mi renio conto però che questo richiederebbe altro spazio e forse, per questa volta, ho abusalo già troppo delle colonne concesse a questa rubrica.
Chiudo con questi pensieri. Credo,
personalmente, che le pesanti accuse
di complicità rivolte da Hochhuth, nel
suo dramma (« Il Vicario »), ai cristiani cattolici siano, in altro campo,
trasportabili e valide anche per i cristiani protestanti che con il loro silenzio e con l’essere favorevoli alla
guerra, hanno partecipato, facilitato
o permesso lo stermìnio di milioni di
uomini. E questo continuerà ai nostri giorni, finché i cristiani continueranno a credere che alla violenza, al
male o all’odio, si deve rispondere
con altrettanta violenza ed altrettanto odio, anziché con la nonviolenza e
Famore.
Mi permetto di non considerare
! cristiani i proverbi conclusivi dell'articolo in questione, affermando invece che « essere pacifisti è una manifestazione dell’essere cristiani e anche una testimonianza ». Tra i pacifisti vi sono dei non-cristiani, è vero:
ma, per me, non si può essere cristiani e non essere pacifisti. Se essere
cristiani significa essere seguaci di
Cristo, e Cristo era un « facitore di
pace » e non di violenze e guerre,
anche i cristiani, se vogliono essere
tali, devono dare questa testimonianza di amore e di pace.
Un '^cristiano” pacifista
Dal Rio de la Piata
E* sempre pericoloso dichiarare :
solo così si può essere cri&tiufti..,
red.
Abbiamo
ricevuto
« Pro Scuole Domenicali delVlndonesia » : Scuola Dom. di Reggio Calabria, L. 2.000.
Pro Tavola Valdese: Giuseppina
Cigersa (Torino) 2.000; Elina e Giuseppe Cigersa (Torino) 10.000 (trasmesse).
Pro stampa valdese : Giuseppina Cìgersa (Torino) 2.000; Elina e Giuseppe Cigersa (Torino) 2.000; Chiesa
Valdese di Pomarelto 10.000; N. N.
(Torino) 50.000.
Alcune settimane or sono, la Claudiana di Torre Pellice ha subito un
furto, ingente per le nostre condizio'
ni... Un certo numero di amici ci hanno inviato la loro offerta di solidarietà, e li ringraziamo di cuore : Roberto Breuza (Rodoretto) 400: Graziella
Jalla (Torre P.) 1.000; N. N. (Torino) 500; un gruppo di amici bergamaschi 18.000; N. N. (Torino) 5.000.
Sabato 13 e Domenica 14 Giugno 1964
Napoli, Via dei Cimbri 8
Conferenza del V Distretto
Programma dì massima preparato
dalla Commissione Distrettuale:
Sabato 13:
Ore 11: Culto di apertura (Anz.
Ev. Enrico Trobia); ore 12 : Preliminari (verifica mandati, elezione
Seggio, ecc.); ore 12,30: Pranzo;
ore 15-19,30: Lavori: ore 20: Cena.
Domenica 14:
Ore 8-10,30: Lavori: ore 11: Culto (Past. Pierluigi Jalla); ore 13:
Pranzo; ore 15-17 : Lavori e chiu
— 7 pastori e i delegati saranno
ospitati presso famiglie. Comunicare
tempestivamente (non oltre il 6 Giugno), per ogni Chiesa avente diritto
a un delegato (Art. 48 b R.O.): cognome e nome del delegato, età, professione o mestiere.
— Sarà provveduto anche all’ospitalità di altre persone che interverranno alla conferenza, purché il loro
arrivo sia segnalato dal loro pastore
nei termini e con le notizie richieste
sopra per i delegati.
La Commissione Distrettuale
Montevideo, 12 de mayo de 1964
Signor Direttore,
Ho seguito con interesse il dibattito su l'Unità del Protestantesimo in
Italia e a questo punto sento la necessità di stabilire alcuni punti che
considero impliciti nel tema.
Com'è noto, noi Valdesi del Sud
America costituiamo il VII distretto
deUa Chiesa Valdese. Anche noi siamo dinanzi al problema dell'Unità.
Da alcuni anni ci giungono, attraverso le porte socchiuse della Commissione d'Avvicinamento coi Metodisti e i Discepoli di Cristo, voci che
parlano di trattative tendenti a una
Unità organica fra le tre denominazioni, nell'Uruguay e nell’Argentina.
La Conferenza del Distretto, riunita
nel marzo di quest'anno, ha dichiarato : «Atto N. 19: Considerando il
« punto a cui sono giunte le nostre
« relazioni colle Ciiiese Metodista e
« Discepoli di Cristo, il carattere rio« piálense della nostra Chiesa e la ne« cessila di promuovere uno studio
« adeguato, la Conferenza delibera :
« a) che le conversazioni di avvici« namento tra le Chiese Metodista,
« Discepoli e Valdese, si facciano su
« un piano rioplatense;
« b) che le rispettive Conferenze
« designino un gruppo di persone
« (cinque per ogni chiesa; da parte
« valdese tre pastori e due laici) per
« costituire una Commissione Riopla« tense per l'Unità;
« c) che le nostre tre Chiese invi« tino anche altre Denominazioni soft relie che lavorano nell’ambito rio« piálense a prendere parte alle conft versazioni ».
«Atto N. 20; La Conferenza deli« bera di incorporare ogni anno fino
« a tre delegati ufficiali delle Chiese
« Metodista e Discepoli di Cristo, af« finche prendano parte regolarmente
ft a tutte le sue sedute ».
D’altra parte « la Conferenza si
« compiace per la crescente coopera« zione colle Chiese Presbiteriane e
« Riformate delFAmerica Latina e in« coraggia la Commissione Esecutiva
« a proseguire decisamente in questa
« collaborazione per il bene dalla co« mune testimonianza evangelica con« tinentale » (Atto 21) e finalmente
approvo gli statuti dell’Associazione
delle Chiese Riformate nell’Argentina, passando a far parte di detta Associazione (Atto 24). Tutto questo dichiara la Conferenza mentre la Riforma Sinodale è rinviata allo studio
delle congregazioni.
Come potete vedere, la Chiesa Valdese del Sud America corteggia da
una parte la Chiesa Metodista e dall'altra le Chiese Presbiteriane delFAmerica Latina. Ma, continuiamo ad
essere una parte della Chiesa Valdese
« Universale » col suo Sinodo riunito
in Italia!!!
Voi parlate di Unità del Protestantesimo in Italia; ma avete pensato a
noi? Avete pensato che la vostra
unione coi Metodisti italiani potrebbe significare la fine di una certa
universalità della Chiesa Valdese? Lo
so, voi direte che i legami che ci uniscono sono simbolici, più che altro;
ma siamo credenti che abbiamo la
stessa Confessione di Fede (dal 1655),
la stessa forma di governo (e per alcuni : siamo uniti nella storia e nella
liturgia). Possiamo dividerci? Perchè
sottoporre l'Unità della Chiesa ai limiti politici?
Ma comunque, queste domande non
sono centrate propriamente nel pro
blema del cristianesimo di oggi. 11
nostro compito oggi, è d'essere testimoni di Cristo in un mondo che non
ci guarda più. Un mondo disumanizzato, dove dobbiamo amare il nostro
prossimo aiutandolo a trovare la sua
dimensione umana, affinchè possa e.ssere libero per rinconciliarsi con Iddio. E* condizione sine qua non, previa a questo scopo, essere tutti i credenti centralizzati in una sola amministrazione nazionale, e forse — via
Ginevra -— universale? Dove si svolgerà la missione cristiana? Io credo
che prima di rendere visìbile VUnità
del corpo di Cristo in questo mondo,
dobbiamo rendere visibile Cristo, hic
et nunc. Nella misura in cui ubbidiamo alla Parola di Dio essendo individualmente e pertanto comunitariamente, una parte del corpo di Cristo, anche la sua unità sarà visibile.
Lo scandalo del Cristianesimo non è
tanto la sua frammentazione, bensì il
suo non adempiere la Missione. Sebbene dobbiamo guadagnarci il diritto
di essere « visti », non possiamo condizionare il nostro « agire » ài preconcetti sociali che determinano Io
sguardo dell’uomo. Sappiamo che il
vedere Cristo per la prima volta è
un colpo imprevisto.
Allora, a cosa serve cercare unioni
di qua e di là, perdendo il tempo (e
i soldi) in congressi o riunioni, istituti ed organizzazioni, dove si parla
troppo, cercando una formula istituzionale capace di esprimere che il
corpo di Cristo è « uno »? Come sulla Bibbia la « formula » non c’è, io
raccomanderei di scegliere tra Fesempio di Roma o quello delle Nazioni
Unite.
Mi pare che dobbiamo approfittare
dell’unità che abbiamo, noi Valdesi
dell’Italia e del Sud America, per cercare insieme, per aiutarci a trovare,
c< il modo » di compiere la Missione
della Chiesa; noi che abbiamo la stessa Confessione di Fede e lo stesso Sinodo.,.
Leggiamo sul bollettino di Riesi
(1 marzo 1964): «Il compito della
« Cliiesa è in questo mondo di diia« mare gli uomini alla libertà delFa« more di Cristo, ma dove non c’è late voro degno non c’è libertà, ma pa« role. Non c’è l’uomo che vìve. Muo« re perchè non ha modo di essere.
« E questo impegno sarà anche uti« le alla Chiesa. Finirà dì tagliare un
« capello in quattro parti o di dìscu« tere sul sesso degli angeli, a basso
« o ad alto livello. Finirà di gìngil« larsi con le sue dottrine. Queste dite verranno chiare in Cristo, amore di
« Dio fatto carne. Nella ’’carne” di
« questo mondo fino alla croce, divertí ranno comprensibili e saranno la
« ricchezza vera dell’assemblea dei
« credenti ».
E noi, da questa zona anche depressa, chiediamo col Pastore Vinay :
tt Per l’amore di Cristo, per il senso
« del suo Regno, la Chiesa non può
« più lasciare da parte, come cosa che
« non la riguarda, o come problema
« altrui, la questione delle zone dett presse ».
Siamo per FUnità, L’Unità che abbatte frontiere politiche, tradizioni
storiche, Confessioni di Fede « stabilite », strutture ecclesiastiche, e... nomi. Unità che si renderà visibile in
quanto tutti quelli che confessiamo
Cristo, amiamo il prossimo servendolo come Cristo, egli solo, lo ha fatto
prima.
Fraternamente in Cristo vi saluta
César Rodríguez Jourdan
Dalle nostre comunità
VILLAR PELLICE
Dopo parecchi anni dalFultimo incontro
la nostra Comuniità lia avutO' la gioia di salutare di nuovo, e di avere per alcuni giorni
quali suoi ospiti graditissimi, un gruppo di
fratelli e sorelle di « Le Sentier », del Cantone di Vaud. I primi contatti con questa
Comunità si erano avuti prima dell’ultima
guerra; terminato il conflitto, c’erano state
delle visite reciproche; poi varie circostanze
avevano rallentalo un po' questi contatti. Ora
sono stali ripresi. Una quarantina di membri di quella Chiesa, accompagnati dal loro
Piìslore Sig. C. Jaques c gentile Signora, sono giunti tra di noi la sera del 7 maggio,
giorno dell'Ascensione. Essi sì sono trattenuti qua fino alla mattina del 10 maggio,
visitando, nei due giorni disponibili, alcune
Opere nostre nell'altra \alle: il Tempio, la
Scuola Latina, l’Ospedale e il Convitto di
Pomaretto; la Cappella Valdese di Villar Perosa; la Casa di Riposo dì S. Germano Chisone; la Chiesa di S. Secondo; e recandosi
]>ure fino al Castagneto e al monumento dì
Sibaud. Ci siamo con loro raccolti nella celebrazione del culto e della S. Cena; un vivo
o molto edificante messaggio ci è stalo portalo dal Pastore Sig. Jaques.
Sono state delle giornate benedette, che
non solamente hanno creato delle nuove
amicizie, ma che hanno recato un grande
beneficio spirituale. Abbiamo sperimentato
quanto siano vere le parole del Salmista :
« Quanto è buono e quanto è piacevole che
fratelli dimorino insieme» (Salmo 133: 1).
Benediciamo il Signore della gioia e del
privilegio di questo incontro e diciamo a
questi fratelli e sorelle lontani il nostro vivo
’’grazie” Mer/:i, frères et soeurs du Sentier.
merci et tt aurevoir ». Arrivederci.
— Con la fine dì maggio hanno avuto termine le lezioni della Scuola Domenicale. Prima di concludere i bambini hanno effettuato
anche loro la loro gita annuale. La meta è
stata Pia Martino. II tempo ottimo ha permesso loro dì trascorrere lassù una bella
giornata, nella celebrazione di un breve culto
anzitutto e poi nei canti e nei giochi. Nel
viaggio di ritorno essi hanno fatto visita agli
ospkì della Casa di riposo di S. Germano
Chìsone ai quali hanno fatto udire la loro
voce nella esecuzione di alcuni inni.
__ Accompagnati e circondati da un gran
numero di parenti ed amici si sono uniti in
matrimonio: Alberto Charbpnnier (Bobbio
Pellice) e Elena Gönnet (Garin).
Essi stabiliscono la loro residenza nel territorio di Bobbio Pellice.
II Signore conceda loro una lunga vita
vissuta sotto al suo sguardo e li accompagni
sempre con le sue benedizioni e le sue grazie.
_____ I] (( bazar » annuale, organizzato dall’Unione delle Mamme e dall’Unione delle
Giovani, si è tenuto nei giorni 17 e 18 maggio ed ha avuto un esito lusinghiero.
Ringraziamo le famiglie della Chiesa, le
Ditte, i proprietari di negozi, gli amici vicini e lontani che, con i loro generosi doni
o con il loro lavoro, hanno contribuito alla
ottima riuscita dell iniziativa.
— 11 culto della domenica 10 maggio è
stato presieduto dal Pastore Sig. Seiffredo
Colucci. La Comunità gli è molto grata e
gli esprime il suo grazie sincero per 1 edificante messaggio.
— L'Assemblea di Chiesa si è riunita la
domenica 24 maggio ed ha udito la lettura
della Relazione Annua del Concistoro. Sono
stali eletti i Delegati che hanno rappresentato la Chiesa alla Conferenza Distrettuale
tenutasi ad Angrogna e i Deputati al prossimo Sinodo. Sono risultati eletti per la Conferenza : Sig. Dino Ciesch e Sig. Paolo Frache: per il Sinodo: Sig. Cesare Chiavia e
Sig. Stefano Cairus. Sono stali eletti pure ì
Revisori dei Conti: Sig.ua Ada Cairus e Sig.
Dario Bouissa
— Con il lavoro della fienagione iniziata
in questi giorni e con Io spostamento di diverse famiglie negli alpeggi, è incomincialo
per molti dei nostri membri di chiesa uno
dei periodi più pesanti e più impegnativi
dell'anno.
Domandiamo al Signore di accompagnare e
dì sostenere tutti giorno dopo giorno e dì
benedire la fatica e il lavoro di ognuno.
BOBBIO PELLICE
Mercoledì 27 maggio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia merlale della nostra sorella Crof Margherita vedova Cairus deceduta il giorno 25
maggio alla sua abitazione nel villaggio di
Cairus dopo breve malattia alla età di 83
anni.
Al figlio, tlle figlie, ai familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l'espressione della nostra viva e fraterna simpatia cristiana.
Il nostro più cordiale benvenuto ed auguri affettuosi alla piccola Patrizia, venuta,
mercoledì 27 maggio ad allietare la famiglia di Paolo e Marita Geymonat, in vìcolo Cortili. e. a.
Scuola Latina
di Pomaretto
Doni ricevuti fino al 30-5-1964 dalla Direzione che, riconoscente, ringrazia.
Pro Scuola Latina : Bertalot Graziella (San
Germano Chisone) 5.000: Sig.na Ilda Revel
(S. Germano Chis.) 5.000; Bert Piero e Giorgina (S. Germano Chis.) 2.000: Romano Daniela fS. Secondo) in mem. Anna e Alassandro Gardiol 5.000; Pons Amalia (Massello)
3.000; Coucourde Enrico e Giorgio (Perosa
Argentina) in mem. nonni U. e Alessandrina Coucourde 4.000; Peyrot Guido (Traverse) 3.000: Léger Riccardo e Franco (Chiotti) 5.000; Pons Guglielmo (Pomaretto) 5.000:
Fam. Bernard Fernando e Arturo ò.OOO;
Laestch Margherita e Giovanni (Pomaretto)
2.500; Baret Marta e Italo (Pomaretto)
2.000; Chiesa Valdese Pomaretto 50.000:
Peyronel Marco (S. Germano Chis.) 10.000.
Pro Campana : Ilda Revel (S. Germano
Chis.) 5.000; id. per borse di studio. 5.000:
Laestch Margherita, Giovanni, Simone e
Marta (Pomaretto) 10.000; Prof, Giovanni
Gönnet (Oslo) 20.000.
iiiiiimmiiimiiiimiiiiiimiJi
Convegno operaio
a Villar Perosa
Sotto la presidenza del past. Franco Davite avrà luogo un convegno operaio nella
cappella di Villar Perosa domenica 7 giugno
alle ore 15. Tutti coloro i quali s'interessano
ai problemi della fede e del lavoro, sono cordialmente invitati.
Noiizie in breve
A Skoplje il past. W. A. Visser't
Hooft, segretario generale del Consiglio
ecumenioo delle Chiese, ha inaugurato 125
rase, che costituiscono il prl!mo lotto ricostruito nella zona terreinotata grazie agli
aiuti offerti dalle Chiese-membri del CEC;
con il dr. Vis'ìer’t Hooft erano numerose
personalità ecuaneniche, e personalità religiose ortodosse e rappiesentanti della Repubblica macedone (una delle repubbliclie
federali' jugoal'ave).
Secondo la costituzione provvisoria
siriana, promulgata id 27 aprile, l’Islam è
proclamato religione ufficiale dello Stato e
la teclogia musulmana considerata fonde
di ogni' legi.slazione.
Elargizioni benefiche
Elenco delle assegnazioni annuali di beneficenza deliberale dalla Amministrazione della Cassa di Risparmio di Torino a favore
delle L'tituzioni locali per il 1964 :
Torre Pellice: Asilo Infantile Valdese. Lire 35.000; Asilo Infantile Suore S. Giuseppe, 25.000; Casa di Riposo « S. Giuseppe
15.000; Opera Pia Borsa dei Valdesi Poveri,
50.000: Opera Pia di San Martino, 50.000;
Orfanotrofio Femminile Valdese, 50.000;
Ospedale Valdese, 55.000; Patronato Scolastico, 70.000; Cassa scolastica Scuola Avv.
a Leonardo da Vinci », 15.000; Società di
San Vincenzo de'Paoli - Conferenza « B. 5 .
del Rosario », 25.000.
Angrogna: Opera Pia Borsa dei Valdesi
Poveri, 10.000; Opera Pia S. lorenzo, 10.000;
Patronato Scolastico. 15.000.
Bobbio Pellice : Patronato Scolastico, Lire 15.000.
Villar Pellice : Congregazione Cattolica di
Carità, 15.000; Patronato Scolastico, 15.000.
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pag. 4
5 giugno 1964 — N. 23
li FESTA DI (itiTO
dolPalti Val fifii'niaiiasca
Domenica pomeriggio 10 maggio nel tempio di Frali, alla presenza di un buon pubblico s e svolta la festa di canto, che ha riunito insieme le corali di Ferrerò, Frali e Villasecca ed i bambini delle scuole domenicali
di Massello, Ferrerò, Frali e Villasecca. Verso le due già erano affluiti, accompagnati da
gruppi di simpatizzanti, tutti i cantori delle
varie comunità per una rapida prova d'insieme. Alle due e trenta dopo una lettura
biblica del pastore F. Davite ed una preghiera del pastore C. Tourn, seguono alcune
parole di caldo benvenuto da parte del pastore locale e di fraterno saluto ed augurio
da parte della sig. L. Rivoira a nome della
Commissione del Canto sacro, quindi è un
forte melodioso alternarsi di canti delle scuole domenicali e delle corali sotto la guida
dei rispettivi direttori e per i canti d'insieme della - sigiTa L. Rivoira. Interessanti informazioni relative alla storia di alcuni inni
sono state date dal pastore F. Davite che
ctiiude questa riuscitissima manifestazione
con la preghiera e la benedizione. Mentre
Vassemhlea che ha goduto di questa manifestazione molto curata e certamente spiritualmente benefica si ritira, tutti quelli che avevano partecipato ai canti sono accolti nella
sala attigua per un abbondante thè offerto
dalla comunità ospitante dove la corale locale esegue ancora un canto. Era la prima volta che il tempio di Frali accoglieva la festa
di canto: prima il salone di Agape aveva
accolto le scuole domenicali. Una giornata
veramente luminosa non solo per il magnifico sole ma per i benefici spirituali che ha
offerto alle nostre comunità che avremmo
voluto vedere ancor maggiormente rappresentate. Un cordiale ringraziamento alla generosa comunità ospitante e ai vari direttori
ed a chi ha diretto i canti d'insieme il nostro vivo plauso con l'augurio che con l'opera
loro il canto venga sempre più coltivato da
un accresciuto numero di persone alla gloria di Dio.
Incontro di madri
11 tempo grigio e freddo sembrava ostile
fin dal mattino all’incontro delle Unioni
Femminili delle Parrocchie « alte », le cime delle montagne erano coperte da nuvoloni neri e certamente questo contribuiva a
diminuire alquanto il fascino della vallata
di Frali. Comunque, nonostante tutto, il folto gruppo di madri (e non) che saliva ad
Agape, domenica mattina 42 u. s., non appariva per nulla preoccupato o rattristato :
si chiaccherava, si rideva, si scambiavano saluti e abbracci (con due o tre baci a seconda... delle usanze).
L’arrivo ad Agape, la calda confortevole
accoglienza, favorivano ancor di più questo
clima di allegra cordialità. I gruppi si formavano, si scioglievano, se ne formavano altri, dando così a vedere che le Unionista delle Valli fraternizzavano facilmente superando
le barriere di... lingua e di abitudini. Del resto sarebbe interessante fare un’indagine su
quante conoscenze, amicizie e parentele sono
state rinverdite e ritrovate in quest’incontro.
II culto ci riuniva tutte nel grande salone. Le p£,*.ole del Pastore Davite raggiungevano ognuna di noi, particolarmente nel suo
accenno alla nuova situazione che si va
creando alle valli e ai nuovi rapporti tra genitori e figli : gli uni che rimangono e gli
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 7 GIUGNO
Pastore Piero Sensi
(Chiesa Battista di Firenze)
DOMENICA 14 GIUGNO
Pastore Piero' Sensi
(Chiesa Battista di Firenzie)
altri chj partono. E' un problema particolarmente sentito ed è stata buona cosa vederlo
illuminato dalla Parola di Dio.
Dopo il culto e un breve tentativo di passeggiata all’esteino, il pranzo : cucinalo e
servito in modo impeccabile e veramente goduto. Non ci si voglia accusare di materialismo, ma è così raro, così difficile che alle
donne (siano esse madri, nonne, sorelle, zie
ecc.) capiti di mangiare in pace!
Alle 14,30 riunite di nuovo nel salone, un
programma ben organizzato e molto interessante ci intratteneva piacevolmente : canti e
rondes dei bambini di Frali, diretti e prC'
parati molto bene dalla signorina Berger. Alcuni canti della Riforma eseguiti magistralmente da un gruppo di tedeschi attualmente ad Agape. Poi 5uor Alba Jazeolla ci ricordava i doveri della famiglia verso i figli, prezioso bene di cui si dovrà rendere conto. E
poi? Ecco, fedele alla tradizione. Dando Lidio che rinfrescava la memoria a tutte noi
con una spiritosa e gustosissima esposizione
di un capitolo della Genesi: la storia di Giuseppe. Dando Lidio ha affermato di averla
imparata sui banchi della Scuola Domenicale
e di ripetercela tal quale: mi auguro come
monitrice che i miei alunni possano un giorno ripeterla con tanta vivace freschezza. La
riunione continuava con la presentazione delI Unionista più avanti negli anni e di un'altra che non rivedeva Frali da 40 anni e finalmente con la reciproca presentazione di
tutti i vari gruppi. Dopo una buona tazza di
thè ci si disponeva alla partenza, tra rinnovati saluti, ringraziamenti e abbracci.
La giornata era finita, alzando il capo verso il cielo si potevano vedere più o meno
gli stessi nuvoloni di cui si parlava in principio, ma la cosa non aveva importanza. La
giornata serena appena trascorsa era per noi
tutte qualcosa di molto prezioso: una guida
e un aiuto per la vita di tutti i giorni.
Ed è di questo soprattutto che vogliamo
ringraziare gli organizzatori lutti. L. C.
PALLE NOSTRE COMUNITÀ
CATANZARO
— Funerali. U 21 gemn. 1964, il Signore
richiamava a isè la sorella in Cristo Ida
Spinelli, residente da lungo tempo in S.
Mango d’Aquino (Catanzaro), di anni 81,
cognata del nostro pastore emerito Enrico
Pa,scal. Il pastore Ayassot, avvertito telefonicamenle, si è recato in S. Mango, dove,
il 23 gennaio, ha celebrato il rito funebre,
al quale hanno partecipato, olire ai parenti
una numerosissima folla di persone, quasi
tutte cattoliche.
Ai fiajli e nipoti tutti, alla sorell'a e al
caro pastore Pascal, vada ancora da queste
righe l’espressione sincera della nostra cristiana simpatia.
La sera del 6 marzo, neilla nostra chiesa
di Scesa Filanda, ha avuto luogo il rito funebre della sorella in fede Marila Seta, deceduta il giorno precedtente in Pizzo Calabro (Calianzaro), dove da tempo risiedeva
con la cognata e i nipoti La Scala. Essa era
sorella del pasilore metodista Seta, del quale
fu fedele e valida collaboratrice nel servizia per l’opera del Signore. Il rito funebre
è «tato presieduto dal pastore metodista Iiicelii, venuto appositamente da Napoli, e
parente della defunta. A lui, alle famiglie
Seta e La Scala, vedano ancora le nostre
più vive condoglianze.
— Battesimi. Domenica 1“ marzo, in T'iriolo (Catanzaro), è «tato presentato al Si
gnore il piccolo Franco Fabiani, figlio dei
fratelli Fabiani attivi membri del nostro
gruppetto di Tirioilo, che viene visitato ogni
tre domeniiicbe dal nostro pastore. Era presente anche il fraiéllo Ernesto Scorza, fedele accompagnatore ddl pastore nelle sue
numerose visite nella nostra diaspora.
Lo stesso -giorno nel tempio di Catanza
ro il nostro pastore ha battezzato il piccolo
Nicola, figlio di Rossana e Giuseppe Gentile. Il battesimo ha avuto luogo alle ore 17
nella noistra chiesa, alla presenza di un
hi'on gruppo di fedeli.
A^e famiglie Fabiani e Gentile i nostri
più cari auguri.
— Setimnna Santa. La Settimana Santa è
stata celebrata dalla nostra comunità con
cinque culli nel nostro tempio di Scesa Filanda: Domenica ddlle Palme, culto con
S. Cena; martedì Santo (ore 18,30) cullo di
preghiera in preparazione alla Pasqua; gio\edì Santo (ore 18,30) culto con S. Cena;
venerdì Santo, culto con predicazione sul
testo della crocifissione di Gesù; domenica
di Pasqua culto con S. Cena, al quale ha
partecipato tutta la comunità al gran ccm]iìe'o, più numerosi amici e fratelli venuti
da fuori, dei quali ricordiamo con particolare affetto le famiglie Rusi, da Napoli, e
La Scala, da Pizzo,
— Visite gradite. Anche se in veste non
ufficialie e solo di passaggio, cl' ha molto
rallegrati la visita del nostro ex-paetore
Sergio Roslagno, avvenuta aM’inizio del mese di apri'e, 11 pastore Rostagno, che tutti
ricordiamo con prefondo alfetto e riconoscenza, ha voluto, nrilma dj partire, visitare il costruendo villaggio Belhel in Sila,
accomipagnai'-o dal nostro pastore, dal Doti.
Pintón e da Dario S<orza. Egli ha avute calde parole di iucoraggiamento per il futuro
di quest’opera, che vuole essere, prima di
tutto, un punto di incontro e di' dialogo
con i numerosiissimi fratelli pentecostali
(lela Calabria.
La sera di venerdì 24 aprile, la comunità,
presenti moliti dei giovani, si' è riunita nel
tempio per ricevere la visita del nostro
Presidenti della Commissione distrettuale
e Capogruppo F.U.V., pastore Salvatore
Briante, accompagnalo dal direttore di Adelfia, pastore Giovanni' Scuderi. 11 pastoie
Briante, dopo un breve culto, si è dichiarato lieto della sua visita fra di noi ed ha
avuto párele di vivo compiacimento per il
nostro modesto lavoro e, particolarmente,
per l’eintuisiasmo rincontrato nel grunpo di
fedeli dì S. Pietro ¡Magisano-Vineoíise. Il
pastore Scuderi ha iilluslrato l’opera di
Adelfi-a con belile e interessanti diapositive.
Ai due graditi' ospiti vada l’espressione cordiale della nostra gratitudine.
— Matrimonio. Domenica 26 aprile, un
gruppo delila nostra comunità si è recato a
Reggio Calabria, dove, nel tempio battista
di Corso Gariibaldi', ji n-os-tro pastore Marco
Ayassot, ha unito in matrimonio la sorella
Concetta Silipo, attivo membro della nostra
comunità di Catanzaro, e -il sig. Giuseppe
Cousarino. Era presente una folta rappresentauza della chiesa valdese dj Reggio,
oltre naturalmente alla looalle comunità battista, alla quale e, in partícolare, al suo
pastore, Carlo Papaicella, e alla «uà gentile
signora, vada la nostra più viva gratitudine
per la cortese ospitalità, che rinsalda ancora di più, i' vincoli di fraterna amicizie
e (-ollaborazione già esistenti fra le due denominazioni.
Agli «posi, che hanno voluto offrirci un
ottimo pranzo dopo la cerimonia, vadano
i nostri' più fervidi auguri per una vita
felice e ricca dì benedizioni divine.
Ernesto Scorza
FORANO SABINO
SUSA-COAZZE
— Durante la Settimana Santa, la Comunità di Mompantero e la nostra di Susa si
sono ritrovate insieme per un culto con
Santa Cena il giovedì sera nel nostro luogo di culto e il venerdì sera in quello di'
Mompantero.
Ringraziamo cordialmente il Presidente della Com«nissione distrettuale Pastore
E. Ayaissot di Torino di avere presieduto
una conferenza dì evangelizzazione -a Susa,
i fratelli N. e U. Toimuassone di avere
presieduto i culti domenicali a Coazze e
qui assente jl Pastore invitato a Feloniea.
di tutta l’attività svolta il sig. D. Fan.tacuzzi, membro del Consiglio dì chiesa di
Susa uscente e facciamo i migliori auguri
di un proficuo lavoro per il bene della
comunità al nuovo eletto ed insediato membro del Consiiglio sig. a Vindrola.
— Ai Culti della seconda dcmenica di
maggio abbiamo ricordato d’una maniera
particolare la mamma, la famiglia, partecipandovi i' hamihìni con fiori, recitazioni
e canti.
— Okimamente c’è stata grande gioia
spirituale per la comunità di Coazze che, al
culto, ha circondalo di affetto e di simpatia i sigg. Angela e Amhrogi'o Rosa Briisin i quali, riconoiscenri a Dio e in Lui fi.
diiciosi, festeggiavano le loro nozze d’oro
inenlre facevano loro i-orona figli, figlie,
nipoli'ni e numerosi altri congiunti.
— E’ mancala tragicamente la nostra sorella sig.ra E. Cannatellila: continuiamo a
s'mpatizzare con il marito nostro membro
del Consiglio di chiesa dì Coazze che, rimasto scio, è entrato nella casa di riposo
l illà Grazi'alnia di Avigliana.
— I coniugi MarioCi (Torino - San Germano Chison-e) e Mongini (Torino - Vische'
Cl hanno informato dè-l’acrivo dei neonati
Miri'am e Guido: ci rallegriiamu di cuore
con loro e fac<-iamo tanili e tanti auguri.
-A- Come... di consueto, ormai, preghiamo i collaboratori e i corrispondenti, « esclusi » questa settimana, di
pazientare, e così i lettori; con loro e
più di loro sognamo un settimanale
a 8, 10, 13 pagine... red.
— Nell'assenza del Pastore Paolo Ricca,
attualmente in Svizzera per ragioni di studio, i culti domenicali sono stati presieduti
nell’ordine: dal Pastore P. L. jaila, che abbiamo riveduto con molta gioia, dal sig. Teodoro Celli, dal maggiore Sibille UeirEsercUo
della Salvezza, che, nel pomeriggio ci ha visionato interessanti diapositive a colori relative all’opera che l’E. d. S. svolge nel mondo, abbiamo avuto anche l'amico Comni.
Giovanni Conti, ed infine i Pastori Guido
e Roberto Comba. A tutti vada la nostra gratitudine più sincera e fraterna.
— Nel frattempo anche le altre attività
continuano abbastanza regolarmente. La scuola domenicale, l’attività del cucito e l’unione
Giovanile; a proposito di quest’ultima desideriamo ringraziare il Pastore e la Signora
Cielo per la cordiale ospitalità riserbata ai
giovani nei giorni 25-26 aprile u. s. in occasione di una gita a Napoli e dintorni.
— Per quanto riguarda l’assistenza spirituale alla Diaspora di Magliano - Calvi non
possiamo dire altrettanto in quanto non sempre le famiglie Grimani, Marresi. Rossi, Sterpone ed altre sono state visitate regolarmente, ma possiamo senz altro dire loro che ciò
non è stato per dimenticanza lieusi per circostaiiac non dipendenti dalla nostra buona
volontà.
La nostra Chiesa è stata visitata dal lutto.
Il 20 u. s. è deceduto all’età di 73 anni Scarinci Marino, fratello del compianto Evangelista Giuseppe. Egli lascia un vuoto fra noi
per la sua innata bontà, por la sua giovialità ma soprattutto per la sua fede personale
in Gesù Cristo suo Salvatore, fede mai venuta meno anche nei lunghi anni di vita
militare dalla guerra libica alla guerra mondiale. Il Pastore Gay nel Tempio ed il Pastore Mathieu al Camposanto hanno portato
la parola di conforto e di speranza che il
santo Vangelo ci promette per mezzo del Signor Gesù. Alla vedova ed ai figliuoli rinnoviamo le nostre condoglianze.
Domenica 31 c. m. ci sarà un ricco
Bazar, che per sentito dire promette molto
bene. Le Signore del cucito da una parte per
il Bazar ed i giovani Unionisti daH’altra per
una pesca miracolosa si daranno battaglia. Il
fatto è che tulli si stanno organizzando alacremente per ben figurare. Tutti sono invitati...
. famigliola del fratello Gianfi-cinco
Terribile con la moglie Sig.ra Anna Maria e
Marina si sono trasferiti a Genova per ragioni di lavoro. La comunità li accompagna
con le sue preghiere. Rocco Giuliani
RINGRAZIAMENTO
La figlia, la soirella ed i parenti di
Ribet Severina
r,ingraziano sentitamen'te tutte le persone che hanno preso parte al loro
lutto; in modo particolare ringrazia
no il Dottor De Bettini per le cure
assidue prodigate alla cara estinta, il
Dastore sig. Jahier, il signor Samuele
Staiè e famiglia, la .xignora Albertina
ved. Bonnet, la sig.na Livia Stallè ed
il signor Simond Stefano per il pre
z'oso aiuto offerto nella dolorosa cir
ccstanza.
Lusema S. Giovanni - Palas 28-5-1964
Convitto Maschile Valdese
TORRE PELLICE
LE ISTALLAZIONI: una piscina coperta (13x6 m.) per l’estate e l’inverno, tennis, campo di foot ball, palla a volo e palla canestro, ottima posizione di mezza montagna. Sci con impianti di risalita.
ESTATE- dal 1» luglio al 31 agosto si accettano ragazzi dagli otto ai
quindici anni per vacanze organizzate; possibilità di studio in vista
degli esami di riparazione (massimo due materie).
INVERNO: le iscrizioni per elementari, scuole medie, scuole professionali e ginnasio-liceo sono aperte.
RETTE: per le finalità del Convitto che si rivolge soprattutto ai pubblico evangelico, le rette sono molto modeste in rapporto alle attrezza
ture sportive messe liberamente a disposizione dei ragazzi senza supplementi.
BORSE DI STUDIO: sono messe in palio alcune borse di studio (metà
retta) per alunni particolarmente meritevoli di modeste condizioni
economiche.
INFORM.AZIONI: scrivere al Convitto Valdese TORRE PELLICE (TO).
Doni ricevuti
pro Eco-Luce
Edmondo Pa.scal (Perrero) L. 300: Alfredo Artero (Perrero) 200; F.lli Richard 500;
Giovanna Berger ved. Rostan 200; Guglielmo Pons (Pomaretto) 1.000; Vittorio Coueourde (Inv. Pinasca) 500: Barto'omeo Volat
(Perosa Arg.) 200; Carlo Tron (Perosa Arg.)
200: Paolina Ribet Concourde (Pomaretto)
200; Elisa Alliaud (Pinerolo) 200; Luigi
Plavan (Porte) 50; Abele Ghigo (Torre Pelhee) 300; Lorenza Vannucclni (Siena) 200;
P. V. Durand (S. Benedetto del Tronto)
500; Biagio Rocchi (Roma) 500; Paolo Castorina (Roma) 500; Bianca Schmitz (Germ.)
700; Lidia Massel ved. Poet (Perrero) 500;
Aldo Frache (Firenze) 200; Aurelio Maero
(Inv. Porte) 1.000; Franco Bonnet (Lus.
S. Giovanni) 250; N. N. 500 ;Ludovica Bertolè (Torre Peli.) 1.000; Adolf Barai (Stuttgart) 3.400; Levi Clot Varizia (Rielaretto)
180; Emilia Peri (Roma) 500; Erica Kesselring (S. Giovanni Lupatoto) 500; Ida
Gürtler (.Milano) 500;- Elvina Cougn (Milano) 1.000; Stefano Bonnet (Torino) 500;
Melitta Giordano (Torino) 300; Luigi Santini^ (Firenze) 5.000; Lilly Sigrist (Männedn;.,) ,00; S.lle Lardelli (Poschiavo) 780;
Livio Lodino (Montreal) 1.650; Alfonso Pilotti (Torino) 8.000; Marina Durst (Zurigo)
60; Martha Voigt (Detmold) 200: Giuseppina A~noulel 3.000; Ernesto Peyrot (Torre
Pcü.) 200; Alberta Gönnet (Pforzheim) 320;
M. T. Fiorio (Napoli) 500; Sergio Nisbet
(Montreal) 2.825; Ralph Ferrara (U.S.A.)
290; Andrea Compagnoni (Poschiavo) 70;
Enrico Chambón (Inv. Pinasca) 500; Arturo
V^inay (Ivrea) .500; Beniamino Fabiole (Carema) 500; Eugenio Caracciolo Carunchio)
200; Van Booven (Irlanda) 180; Armando
Peroni (Genova) 500; G. De Fellemberg (Bolzano) 1.000; Clementina Novizia (Sanremo)
1.000; Fernando Voila (Roma) 1.000; Giovanni Pi-andini (Pomaretts) 200; Alfonso
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500; Giorgio Cavazzuti (Milano) 250; Alina
Barzaghi (Milano) 250; Stellina Fabbri (Milano) 2.000; Enrico Adorno (Milano) 1.000;
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