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XXXIIl ASSEMBLEA BATTISTA
UN SEGNO
DI MATURITÀ
EMMANUELE PASCHETTO
A vele lavorato bene,
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Questa può essere sembrata, a un osservatore superficiiile, la conclusione a cui è
giunta l’Assemblea deH’Ucebi, che dopo aver largamente
approvato l’operato del Comitato esecutivo uscente ne
ha sostituito quasi per intero i
componenti. In realtà la contraddizione è solo apparente;
non si è voluto archiviare
ftettolosamente il passato per
voltare pagina sperando che
volti nuovi possano imprimere chissà quale accelerazione
albattismo italiano. Lo conferaia il documento che contiene le linee programmatiche
per il nuovo Ce, che ribadisce
la necessità della continuità
con il lavoro sin qui svolto e
chiede che venga proseguito
con maggiore incisività, indicandole priorità nell’impegno dei battisti italiani per i
prossimi sei anni.
Ne emergono sei punti che,
fra l’altro, evidenziano il ruolo non secondario che i battisti intendono ricoprire all’interno del protestantesimo italiano: 1) corresponsabilizzazione delle chiese locali con
un maggiore coinvolgimento
nel piano nazionale di cooperazione; 2) approfondimento
della collaborazione con vaidesi e metodisti; 3) rilancio
dell’evangelizzazione con la
missione interna; 4) riqualificazione della diaconia (ne è
loro vocazione di credenti e
offrendo loro un quadro semplice e condivisibile in cui
possano vivere con gioia e
consacrazione la loro testimonianza cristiana. L’Assemblea
ha chiesto questo impegno al
Collegio pastorale, ai fratelli e
alle sorelle che hanno responsabilità nel Dipartimento di
teologia, nel Dipartimento di
evangelizzazione e in particolare al Comitato esecutivo.
Per questo, ringraziando coloro che hanno saputo dotare
il battismo italiano di nuovi
strumenti (la confessione di
fede e il piano di cooperazione, i nuovi ordinamenti e l’Intesa con lo stato, le proprietà
americane e l’accordo con
valdesi e metodisti), i rappresentanti delle chiese hanno inteso chiamare all’opera energie nuove, forze giovani, perché l’Unione possa proseguire
cori maggiore vivacità e slancio nella sua testimonianza. E
questo non è un segnale di
confusione ma un segno di
maturità.
L’Assemblea è stata anche
un importante momento di discussione sulla crisi della nostra società e della missionè
della chiesa: i credenti devono
ravvedersi, accettare la vocazione che il Signore rivolge
loro e «porsi dalla parte della
vedova, dell’orfano e dello
straniero portando il messaggio della speranza e della condivisione».
Marcel Piguet
eletto nuovo
segretario
un esempio il progetto per
l’accoglienza ai lungodegenti
nell’Istituto Taylor da attuarsi
con valdesi e metodisti); 5)
rafforzamento di una strategia
comune, a livello federativo,
di accoglienza ai migranti per
«essere chiesa insieme» a loro; 6) apertura a quelle comunttà di area evangelica libera
che intendano avviare un
cangino di comunione con i
nattisti italiani.
L’Assemblea non ha dimenticato il travaglio di questi ultimi anni, vissuto con un
certo disagio nelle comunità e
nelle più recenti assemblee e
sfociato talvolta in prese di
posizione poco costruttive, e
fra chiesto che le diverse opimoni ecclesiologiche venute
mia luce siano valutate con
^rietà e serenità, attraverso il
dialogo paziente fra le varie
istanze dell’Unione e con il
coinvolgimento delle chiese.
.opportuno che le discussio
I credenti fanno della loro libertà un servizio alla giustizia
Siamo stati liberati per l'amore di Dio
FRANK GIBSON
«Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti abita in voi,
Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai
morti vivificherà anche i vostri corpi
mortali...» o
(Romani 8, 11)
«Ma sia ringraziato Iddio che ...essendo stati affrancati dal peccato siete divenuti servi della giustizia» n 10N
(Romani 6, 17-1»1
j' accademiche fra gli «ad
detti •
.L
ai lavori» si trasformino
in una riflessione condotta
® interno delle comunità
queste riprendano cocienza della loro ragione
. ®^*ore e delle responsabilità
ne hanno di fronte al Signo® e in una società quanto mai
irastomata e divisa.
Occorre soprattutto sapersi
a donne e uomini
"creti, richiamandoli alla
Oggi, 16 giugno, segna rinizio dell’insurrezione civile che scoppiò a
Soweto, in Sud Africa; «Cry freedom!»
(Grida libertà!), ricordate? Per i discepoli di Cristo si pone la domanda: «Quale
libertà?». Qualche settimana fa Nelson
Mandela ne ha parlato chiaramente nel
discorso inaugurale della sua presidenza.
«Noi sudafricani (neri, bianchi, altn) siamo vincolati a questo patto: ogni uomo,
ogni donna e ogni bambino prendera posizione e cercherà di salvaguardare i diritti umani di tutti gli altri...». Liberta al
servizio della giustizia! Almeno tre dimensioni bibliche della giustizia sono
implicite nell’affermazione incandescente di Mandela. . ,
La conversione agli altri. Proprio ne
giorno del 25° anniversario dell’assassi
nio di Martin Luther King, l’anno scorso
alcuni giovani bianchi incendiarono due
chiese battiste a prevalenza afroamericane. Era come fossimo tornati negli anni
’60 quando circa 300 chiese nere, quasi
tutte battiste, furono distrutte dal fuoco
dell’odio razziale; ma cosa è avvenuto
questa volta? Neri e bianchi provenienti
da 40 chiese di quell’area hanno voluto
ricostruire le due chiese distrutte: qualcuno nel Mississippi era stato convertito
agli altri nell’ora della distretta. Il teologo peruviano Gustavo Gutierrez sostiene
che la conversione radicale verso coloro
che sono disprezzati, dominati, abusati è
al cuore dell’Evangelo, per il quale stare
dritti in piedi significa, contrariamente
alle leggi fisiche, porre il proprio centro
di gravità al di fuori di se stessi nella libertà al servizio della giustizia.
Andare verso le periferie. La vita con
Cristo è come il discepolato che ho visto
all’opera in una chiesa valdese che ho
visitato qualche anno fa nella provincia
di Santa Fe in Argentina. La comunità
lavora giorno per giorno in un quartiere
degradato insieme ai suoi abitanti che
per la loro assoluta povertà si può affermare vivano alle estreme «periferie» (¡{ella condizione umana; lavorano insieme
per produrre marmellata e questo restituisce loro in parte il senso dell’umana
dignità. Nel mistero della grazia di Dio
qualcuno ha dipinto sui ruderi di una casa lì accanto: «En cada gesto de amor
vuelve a nacer el Señor» (In ogni gesto
di amore toma a nascere il Signore). Che
cos’è la giustizia? Non è la distribuzione
dell’amore trasformante di Dio proprio
alle periferie della condizione umana?
Questo è il Regno di Dio e per questo
amore, l’amore vivente di Cristo che
opera in noi per gli altri, noi siamo stati
liberati.
Divenire inclusivi e accoglienti. La
poetessa afroamericana Maya Angelous,
durante l’insediamento del presidente
Clinton, ha indirizzato alla nazione e al
mondo parole di grande saggezza e
profondità: citando molti popoli, culture
e condizioni umane, nominando turchi,
astanti, norvegesi, lesbiche, gay, eterosessuali, senzatetto, privilegiati, predicatori, e così via. Maya Angelous ha detto
che tutti sono stati creati per affermare
l’umanità gli uni degli altri: «Per questo
siamo stati liberati...».
Dunque conversione, periferie, accoglienza reciproca sono, anche per noi
oggi, aspetti della promessa eterna di libertà adempiuta nella pratica della giustizia.
(sermone tenuto all’Assemblea Ucebi
il 16 giugno ’94)
Il pastore svizzero Marcel
Piguet, della Chiesa evangelica riformata del cantone di
Vaud, è stato eletto segretario
generale della Cevaa (Comunità evangelica di azione apostolica) per i prossimi quattro
anni. Il Consiglio della Cevaa, riunito a Celles-sur-Belle
(Francia) lo ha nominato il 23
giugno scorso per succedere
al pastore Samuel Ada, del
Togo, che aveva ricoperto la
carica dal 1981 al 1993 e che
era stato nominato lo scorso
anno al Consiglio ecumenico
delle chiese a Ginevra.
Marcel Piguet ha 61 anni, è
nato a Losanna nel 1933; è
sposato e padre di quattro figli. Dopo gli studi in teologia
a Losanna dal 1951 al 1956, è
stato pastore nella Chiesa
riformata di Francia a La Mure (Isère) dal 1956 al 1962.
Tornato in Svizzera nell’ottobre 1962, è stato per un anno
pastore ausiliario a Corsier
s/Vevey (Chiesa del cantone
di Vaud), quindi pastore a
Bière-Berolle (1963-1972) e
a Leysin (1972-1980). Dal
1980 al 1990 è stato cappellano cantonale deH’infanzia e,
dal settembre 1990, è membro permanente del Consiglio
sinodale della Chiesa evangelica riformata del cantone di
Vaud, incaricato dei seguenti
dipartimenti; ministeri, informazione, amministrazione
della chiesa.
Tra il 1986 e il 1990, come
membro del Consiglio sinodale, è stato responsabile del
dipartimento «Terre nouvelie» e delegato al Sinodo missionario. Dal 1988 al 1992 è
stato membro del Consiglio
della Cevaa.
Cinque erano i candidati:
due svizzeri, un francese, un
canaco e un italiano (il pastore
valdese Renato Coisson); per
la prima volta quindi la Cevaa
ha un segretario generale originario dai un paese del Nord.
All’Ascolto
Della Parola
Chiamati a liheríá
pagina 2
Assemblea
Battista
Assemblea generale
deUVeebi
pagine 3 - 8
Villaggio
Globale
Bambini nel mondo
pagina 12
2
PAG. 2 RIFORMA
SERMONE DEL CULTO DI APERTURA DELL'ASSEMBLEA DELL'UCEBI
SIETE STATI CHIAMATI
A LIBERTÀ
FRANCO SCARAMUCCIA
II capitolo 5 della lettera ai
Calati inizia con una dichiarazione significativa:
«Cristo ci ha liberati per la
libertà». Un’affermazione
tautologica che ha lo scopo di
indicare in maniera esclusiva
il senso, l’atteggiamento, l’orientamento della vocazione
cristiana. Il Signore Gesù Cristo ha vinto per la nostra libertà. L’apostolo non lascia
spazio all’interpretazione: la
sua affermazione suona netta
e assoluta; la redenzione di
Cristo ha come conseguenza
la libertà di coloro che egli ha
tirato fuori dalla loro precedente condizione di schiavitù.
La legge perfetta
La lettera di Giacomo (1,
25) parla non a caso per i
credenti di una legge perfetta,
la legge della libertà. Gesù, il
Figlio che Dio ha inviato e
che, in obbedienza al mandato ricevuto, ha vissuto fino in
fondo il ruolo di servo. La libertà è un dono di Cristo e diventa proprietà del credente,
il quale ora può e deve costruirsi la sua vita autonomamente da tutti i condizionamenti e da tutte le imposizioni. La libertà deve anche diventare un nuovo stile di vita:
essa deve motivare i contenuti e le scelte dell’esistenza dei
giuridico giudaico. Gli schemi organizzati, le gerarchie di
potere sedimentatesi negli anni, le categorie umane: tutto è
sconvolto e ridimensionato
dalla libertà.
Quale libertà?
Parlare di libertà oggi nel
nostro paese è un tema
quanto mai di attualità: nella
politica, nell’economia, nella
vita sociale viene promossa e
sembra vincente la bandiera
della libertà. Io credo che
quando si propugnano i valori
della libertà non ci si debba
mai tirare indietro o avere
paura ma invece tutti siano
chiamati a collaborare attivamente. La difficoltà nasce
però dal fatto che della nozione di libertà spesso si intende
solo una parte del suo significato, dandone sostanzialmente una lettura riduttiva e a
senso unico. Così, in campo
economico, rischia di voler
dire soltanto «libero mercato»: libertà allora può significare il prevalere di interessi
particolari e il prodursi quasi
meccanico dei processi senza
alcun riguardo per la situazione in cui vengono a trovarsi i
minori, gli indifesi, i «marginali» della società. Nel campo politico troppo spesso la
libertà è confusa con la vo
«Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a
libertà; soltanto non fate della libertà
un’occasione per vivere secondo la carne,
ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli
altri; poiché tutta la legge è adempiuta in
quest’unica parola: Ama il tuo prossimo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate gli
uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri»
(Calati 5, 13-15)
credenti. Non può essere diversamente. Ancora Paolo
scriverà: «Dove è lo Spirito
del Signore, quivi è libertà»
(II Corinzi 3, 17). Dove non
c’è la libertà, viene da dubitare che manchi lo Spirito del
Signore. È un’esigenza irrinunciabile, un bisogno fondamentale, una necessità di cui
non si può fare a meno. La libertà è una componente basilare dell’esistenza di coloro
per cui il Signore ha dato la
vita proprio per conseguire la
loro liberazione.
La libertà è indivisibile
Quando Paolo parla di libertà ne parla nel senso
più pieno possibile: lui sapeva bene cosa scriveva e i suoi
interlocutori sapevano ugualmente bene quanto lui, per
esperienza, cosa volesse dire
libertà. Loro vivevano in un
ambiente sociale in cui la
schiavitù faceva parte della
convivenza civile. D’altra
parte, la libertà o è piena o è
niente: la libertà è indivisibile. Dunque: siete stati liberati;
siate perciò liberi! Nessuno vi
imponga niente. La nostra libertà deve essere assolutamente totale. La libertà per
Paolo era innanzitutto «libertà dalla legge», cioè libertà dal sistema religioso
lontà delle masse; cosicché la
politica rischia di diventare
nient’altro che uno strumento
del consenso, quasi una variante del marketing, con 1’
occhio attento più ai sondaggi
d’opinione che ai valori reali
e all’etica della responsabilità. In campo sociale la libertà sembrerebbe voler dire
più che altro corsa verso la
privatizzazione dei servizi
pubblici, il che certo consentirà il superamento del diffuso assistenzialismo ma rischia
di far perdere di vista la solidarietà sociale e l’impegno di
tutti verso i più deboli. La
paura è che l’esaltazione della libertà, che in sé non possiamo che condividere, voglia
dire in buona sostanza il diritto di star bene per chi è ricco,
giovane e bello.
La libertà del cristiano
Il pensiero va alla «Libertà
del cristiano» di Lutero
con la sua dialettica: «Un cristiano è libero signore sopra
ogni cosa e non è sottoposto a
nessuno. Un cristiano è servo
volonteroso in ogni cosa e
sottoposto ad ognuno». L’autonomia del soggetto, che è
totale e assoluta, trova il suo
limite nella volontà di servire: nella consapevolezza che,
perché la mia libertà non di
venti arbitrio o piena esaltazione di me e dei miei desideri, deve trovare un limite nel
bisogno degli altri compagni
di umanità della stessa libertà
di cui io ho diritto. Mi pare di
vedere che il rischio che corre
la nostra società odierna sia
che la libertà dia vita nella
pratica a una cultura centrata
sull’io individuale con un forte indebolimento del rapporto
di solidarietà con gli altri.
Il vincolo dell'amore
LJ apostolo Paolo indica
una soluzione: «Per
mezzo dell’amore servite gli
uni agli altri». Certamente la
libertà è una situazione acquisita e irrinunciabile in tutta la
sua pienezza ma essa ha un
limite volontario che è quello
della responsabilità verso gli
altri, verso il corpo sociale di
cui siamo parte. La libertà
non è individualismo ma eondivisione: certamente nell’autonomia e nella sovranità di
ciascuno e non nell’imposizione o nell’oppressione, ma
non può esistere un interesse
individuale o di un certo
gmppo da conseguire ad ogni
costo che non sia in qualche
modo condivisibile da tutti i
componenti del corpo sociale.
Se la libertà di alcuni o anche
della maggioranza marginalizza gli altri non è più libertà
ma è puro stramento di potere. Se è libertà lo deve essere
per tutti: altrimenti non è libertà. La libertà deve andare
di pari passo con il servizio
reciproco perché la vita pubblica non diventi il prevalere
di alcuni interessi di parte
sull’utilità comune, che tenga
conto dei bisogni di tutti.
Gli stessi pericoli corrono
anche i credenti all’interno
dell’assemblea, in cui Dio
raccoglie coloro che ha chiamato. Una partecipazione
non impositiva ma libera e
che nella libertà vuole e deve
vivere: la chiesa non conosce
gerarchia, non conosce imposizioni, non conosce poteri se
non quello di Gesù Cristo, il
Signore, che ha liberato i
suoi con la sua stessa vita. La
libertà totale, piena, senza divisione, conduce i credenti
nel loro vivere insieme nella
chiesa.
Un Dio di pace
L? apostolo Paolo, lo stesso che in I Corinzi 14,
40 e 33 parla di fare «ogni
cosa con dignità e con ordine... perché Dio non è Dio di
confusione ma è un Dio di
pace», non può pero ignorare
le difficoltà di un vivere associato nella libertà. Ribadisce
che la chiamata è a libertà,
questo i credenti non lo dimentichino mai: ma non è libertà senza accordo interno.
Questo porta a confusione e
contese, e Dio è un Dio di pace. La libertà prima di ogni
cosa ma senza cancellare
l’obbligo deH’amore gli uni
verso gli altri. È sparita nell’assemblea dei credenti la
schiavitù della legge ma vi
regna un sentimento comune:
non è uno strumento legale,
non è un’imposizione degli
uni verso gli altri. L’amore, il
servizio reciproco come canone di vita nella chiesa: non
saprei come definirla altrimenti. Forse, visto che al v.
14 Paolo cita l’Antico Testamento (Levitico 19, 18), per
definire l’amore fra i credenti
potremmo recuperare l’antica
,A ----^«ìhucuo,
nozione di Patto (in questo
caso un patto fra i credenti
steso nella loro nuova situazione di libertà di figliuole e
figliuoli di Dio).
La libertà non è anarchia
Paolo coglie il rischio di
un’assemblea, dove le
varie libertà assommandosi
possono diventare anarchia,
sopruso dell’uno sull’altro e
in definitiva contese e divisioni. Il «se» con l’indicativo
del V. 15 indica uno stato reale: sono fatti precisi delle comunità galate, che Paolo e i
suoi lettori hanno sott’occhio
quelli a cui si allude. E badate
che le espressioni che vengono usate sono molto forti: la
condotta dei credenti nelle
comunità è paragonata a
quella delle belve. Non è che
Paolo neghi il valore della libertà, dopo averla così clamorosamente esaltata. Vuol
soltanto dire che anche un valore così alto e irrinunciabile
per i credenti può, nell’uso
che ne viene fatto, divenire
ambiguo, come tutte le azioni
che le donne e gli uomini
compiono, fosse pure nel nome dei più alti ideali.
Un dono irrinunciabile
La libertà è un dono irrinunciabile del Signore
Gesù e va vissuta fino in fondo nella chiesa, nell’assemblea dei credenti: ma in maniera tale da rispettare l’altrui
libertà. Dove non regna l’amore, divampa la lotta di tutti
contro tutti, lotta che conduce
all’autodistruzione: o i membri della chiesa, nella loro autonomia e libertà, si mettono
a disposizione l’uno dell’altro, oppure sono uno contro
l’altro. Non ci sono altre possibilità: là dove l’amore non
diventa patto liberamente
contratto fra i suoi membri, la
chiesa rischia di consumarsi
in dissidi e ripicche. Si perdono di vista i traguardi che
lo Spirito propone, si trascurano le grandi visioni, in ultima analisi si rischia perfino
di dimentieare lo scopo della
chiamata della chiesa. Il risultato finale di questa contesa degli uni contro gli altri si
risolve in una tremenda forza
distruttrice che, come dice
l’apostolo, finisce per consumare tutto e tutti.
La libertà, dunque, come
valore supremo da sottolineare e da non perdere ma da
vivere nella società e nella
chiesa contemperata dal principio del servizio reciproco.
Nell’augurare buon lavoro al
presidente del Consiglio, on.
Giuliano Amato, al momento
della firma dell’Intesa fra la
Repubblica italiana e la nostra Unione, non a caso gli
citavo come parola conclusiva proprio il V. 13 del nostro
testo: un invito a lui ma anche a tutti noi a recuperare la
motivazione del servizio come guida e direzione della
politica. Il nostro paese ha attraversato una crisi morale e
spirituale molto profonda: se
vorrà giungerne a capo dovrà
tenere alto il valore della libertà ma soprattutto riacquistare il senso di una azione
politica stesa a favore dii*
nel rispetto delle esigenti
tutti, senza dimenticare mai
le fasce marginali della società.
«Per mezzo dell'amore«
Anche nella chiesa,»
fra noi dell’Unione di
fendiamo certamente con c!
lore nei nostri rapportila!
bertà ma, nel farlo, nond
mentichiamo la parola de l’apostolo: «Per mezzo dett
amore», «perché tutta la le?'
ge è adempiuta da quest unica parola: Ama il tuo prosst
mo come te stesso». Le rivendicazioni e le richieste, cte
risiedono nella nostra irrinunciabile libertà, si confrontm»
e si lascino ridimension^*
dall’amore che ci deve un®
con l’intento di affermare
nostri diritti solo dopo ave«
sottoscritto i nostri doven I
uni verso gli altri.
Il Signore venga incont"
alla nostra debolezza e ci ai
ti a vivere il suo dono de ‘
nostra libertà nel servizio
Ìlrise
tutti
stitnzioi
te è un'
delTUi
evangel
(Ucebi)
era reai
esauris!
discussi
Ita sull
istanze
cutivo,
rioni, e
ciproco.
Preghiera
Signore, la tua Parola è come il pane:
rompi la sua crosta, affinché possiamo gustarne 2
mollica;
dacci di masticarla, affinché possiamo digerirla»
dacci di assaporarla, affinché abbiamo il desideri^
di tornare ad essa;
dacci di accompagnare con essa i momenti c
diversi della nostra vita,
come il pane accompagna i vari piatti della mensa»
dacci di condividerla, come si condivide il pa^®'
La tua Parola è così semplice e così essenziale e
me il pane di tutti i giorni. j.
La tua Parola è il vero pane, disceso dal ciem F
nutrire l’umanità.
Amea
me era
alcune
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ficile. ■;
vigilia
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3
PAG. 3 RIFORMA
»¿Scordo dei partecipanti alla 33“^ Assemblea generale dell'Ucebi
ivore dii*
I esigenati
;nticare mai
ali della so
ill'amore»
àntaSevera (Roma) 22-26 giugno 1994: Assemblea generale deirUnione delle chiese evangeliche battiste d'ItaHa
Chiamati airevangelizzazione, alla diaconia, alla testimonianza
AHNA MAFFEI
istarnei
rerirlä»
desiderio
¡enti così
a mens^’
1 paneiziale CO'
ÌlriseMo c’era, come c’è in
tutti gli appuntamenti «istituzionali» come certamente è un’Assemblea ordinaria
deirUnione delle chiese
evangeliche battiste d’Italia
(Ucebi); il rischio c’era, ed
era reale che l’Assemblea si
esaurisse quest’anno in una
discussione solo e tutta interna sull’operato delle varie
istmze Ucebi; Comitato esecutivo, dipartimenti, istiturtoni, eccetera. Il rischio era
reale perché il biennio in esa®e era stato attraversato da
ulcune polemiche interne che
fecevano prevedere un conTOnto assembleare teso e difficile. Tuttavia i timori della
''■Silia possono oggi considet®si eccessivi; la discussione
suche accesa c’è sì stata, ma
fianne in qualche sporadico
e^o non è mai scaduta in stette polemica; il confronto an’^fic serrato su alcune impos«2ioni ecclesiologiche si è
S'urto ma l’Assemblea ha saputo confrontarsi democratiusniente e prendere serenacute le proprie decisioni.
Sopattutto, l’Assemblea
^ ha perso di vista che il
^tro della propria vocazioc non sta nell’autoperpe^'come chiesa, ma nella
fazione che Dio ci rivolge
evangelizzazione, alla
conia e alla testimonianza
utondo. I culti del mattino,
h e di grande ricchezza li8'ca, hanno contribuito ad
Ori nostro orizzonte e
i lavori nella prodell’attesa del Regno
¡del
s pace.
alla ulla giustizia e
Quattro nuove chiese
Irlea^ l^dmi atti dell’Assem^luto l’accoglimento
la ri'I ™ "rrove chiese; queldi via Cesare
lo ri^ ^°dno via Crisso
^ partire dalle
“«"lande di ammissione pre
sentate dalle chiese suddette
con parere positivo da parte
del Comitato esecutivo, è scaturita una discussione sulla
necessità che l’Unione elabori delle linee generali rispetto
alle richieste da parte di altre
chiese di area evangelica che
pervengono all’Ucebi sempre
più numerose. Se da una parte, si è detto, è necessario favorire il dialogo e l’accoglimento reciproco, va d’altra
parte salvaguardata l’identità
battista delle chiese.
Tre nuovi pastori
Sono stati anche presentati
all’Assemblea tre nuovi pastori attualmente in servizio
di prova presso altrettante
comunità; Paul Langstone,
Lidia Maggi e Angelo Matera e anche due coppie missionarie inglesi, David e
Sophie Anne Mac Pharlane,
Christopher e Sarah Mattock,
che dopo un periodo a Perugia per lo studio della lingua
italiana saranno disponibili al
lavoro con le nostre chiese.
L’Assemblea ha poi salutato
con calore il pastore Saverio
Guama, che ha svolto per un
anno un ministero di evangelizzazione in Albania dove
sono sorte già due comunità
battiste e dove probabilmente
il pastore Guarna tornerà per
esplicita richiesta della Federazione battista europea che
ha molto apprezzato il suo
lavoro e la disponibilità dell’
Unione a «offrire» un pastore nonostante l’attuale carenza di forze pastorali nel nostro paese.
Il programma
di lavoro
Una parte importante del
dibattito assembleare si è
svolto prima delle elezioni del
nuovo esecutivo; si trattava di
discutere la mozione «quadro», l’ordine del giorno cioè
che tracciava le linee di lavoro prioritarie del nuovo Comitato esecutivo dell’Ucebi. Do
po ampio dibattito è stato approvato un testo in nove punti
attraverso il quale, mentre si è
chiesta sostanzialmente continuità rispetto all’operato del
precedente esecutivo se pur
con un maggiore sforzo di comunicazione e dialogo fra le
varie istanze Ucebi, si è programmato un convegno nazionale che metta a confronto
le diverse posizioni ecclesiologiche esistenti attualmente
nell’Unione.
È stata confermata l’importanza del piano di cooperazione quale «strumento collaudato, ma sempre migliorabile
per mantenere viva la dialettica fra l’autonomia delle chiese locali da un lato e la solidarietà e il patto di comune
discepolato che le chiese hanno stabilito fra loro dall’altro». È stato individuato «nel
progetto della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia ‘‘Essere chiesa insieme ” un ambito di ricerca per
il lavoro comune con i fratelli
e le sorelle migranti, qualificante della nostra predicazione e diaconia». Il lavoro comune fra le chiese battiste,
metodiste e valdesi viene incoraggiflto c rirnsnc una priorità in vista del prossimo appuntamento di Sinodo e Assemblea per il 1995.
Rinnovo del
Comitato esecutivo
Con l’approvazione delle
linee programmatiche l’Assemblea era pronta ad esprimersi rispetto alle candidature per i vari incarichi istituzionali; dopo aver salutato
calorosamente il presidente
uscente, pastore Franco Scaramuccia, che non aveva ripresentato la sua candidatura,
l’Assemblea ha votato a larga
^maggioranza come presidente
il fratello Renato Malocchi.
Del comitato uscente è rimasto solo il pastore Domenico
Tomasetto con la carica di vicepresidente, gli altri compo
nenti l’esecutivo sono di nuova nomina. Sono i pastori
Adriana Pagnotti, Martin
Ibarra y Perez, Carmine Bianchi, Blasco Ramirez e i non
pastori. Erica Naselli, Ernesto
Chiarenzi, Avemino Di Croce. Questo rinnovamento è
dovuto soprattutto a una necessità emersa in varie occasioni durante le discussioni
assemblear! di una presenza
all’interno del comitato di
orientamenti diversi in modo
che l’esecutivo stesso rifletta
maggiormente la dialettica interna alle nostre chiese.
Anche per il Dipartimento
di evangelizzazione c’è stato
un avvicendamento; alla pastora Adriana Pagnotti è subentrato per il compito di segretario il pastore Italo Benedetti, mentre al pastore Rapisarda è stato confermato l’incarico di segretario del Dipartimento di teologia. Mi sembra importante segnalare che
in questa Assemblea è giunto
in porto quasi per tutte le istituzioni battiste quel riordino
regolamentare che era stato
richiesto da assemblee precedenti e sempre rimandato per
mancanza di tempo. Sono stato approvati i nuovi statuti
della Casa di riposo Villa
Grazialma, del Centro evangelico «Villaggio della gioventù», de «Il testimonio»,
sia pur come «bollettino interno di collegamento», de «Il
seminatore», del «Villaggio
Martin Luther King».
I giovani
Dei lavori assemblear!, che
come sempre non hanno difettato di una certa, a volte
avvincente, «vivacità» mi
sembra importante rilevare
qualcosa che non è rimasto
agli atti ma che pure è stato
uno dei momenti più alti
dell’Assemblea; il dibattito
aperto dall’intervento della
segretaria della Federazione
giovanile evangelica italiana
(Fgei), Silvia Rostagno, sulla
realtà giovanile delle nostre
chiese. Molti intervenuti hanno sottolineato l’importante
ruolo formativo che la Fgei
riveste attualmente per le
nuove generazioni di giovani;
particolarmente apprezzato il
suo impegno nello stimolare
giovani e anche meno giovani ad interrogarsi sulla realtà
di Dio e sul bisogno di rinnovare forme e luoghi della comunicazione teologica. La
Fgei, si è ribadito, non sostituisce i gruppi giovanili delle
chiese locali, ma si offre come uno strumento in più per
l’aggregazione giovanile e
per la riflessione sulla ricerca
di fede sia su base locale che
regionale o nazionale. Molto,
in questo senso, fanno i Centri, fra i quali quello di Santa
Severa, perché la realtà di
diaspora delle nostre piccole
chiese non sia ostacolo insormontabile alla formazione di
una comune coscienza cristiana e protestante.
La stampa
Altro prezioso strumento di
collegamento fra le comunità
su cui l’Assemblea ha discusso fornendo apprezzamenti,
suggerimenti e critiche è stato
il settimanale «Riforma». Il
direttore, Giorgio Gardiol, ha
parlato all’Assemblea anche
della situazione economicamente critica del nostro settimanale comune e ha esortato,
insieme ad altri delegati, a
una maggiore «militanza»
delle nostre chiese per quanto
riguarda la diffusione del
giornale in tutte le famiglie
evangeliche.
La diaconia
Ulteriore momento assembleare di rilievo è stato quello
in cui si è dibattuto sull’imprescindibile impegno delle
nostre chiese verso la diaconia che è poi sfociata sia nell’immettere questa fra le priorità della mozione programmatica sia in un ordine del
giorno specifico. Nell’integrazione alla relazione del
comitato esecutivo il pastore
Scaramuccia aveva parlato
della necessità di sviluppare
fra le nostre chiese una spiritualità della resistenza a somiglianza di chiese sorelle
afroamericane nelle quali
«una spiritualità fatta di molto calore, di preghiera, di lettura disciplinata e quotidiana
della Bibbia si sposa a una
radicale militanza evangelica
in campo sia sociale che politico». Il presidente uscente
aveva espresso, e il dibattito
mi sembra aver confermato,
le sue linee di riflessione; «La
difficile situazione politica
[italiana] si intreccia con la
situazione di alcune nostre
chiese che vivono una crisi
spirituale. Non possiamo
pensare di poter fare qualcosa di utile per la causa
dell’Evangelo e del nostro
paese senza una forte e coesiva motivazione spirituale.
Dobbiamo riconsacrarci al
Signore, a cominciare da noi
pastori. Dobbiamo ristabilire
le giuste prospettive e il giusto rapporto tra interesse
personale e l’interesse della
chiesa di Cristo. Dobbiamo
di nuovo spostare il baricentro della nostra vita personale e delle nostre chiese dalle
litigiosità interne a un maggior impegno verso l’esterno.
Dobbiamo “rischiare” la nostra fede». Credo che l’Assemblea, anche tramite il varo
in via sperimentale di una
missione interna sulla base
dell’omonimo documento
presentato dal Ce uscente, abbia voluto esprimere proprio
questa volontà di assunzione
di responsabilità verso il nostro paese alla luce della vocazione che il Signore anche
oggi ci rivolge.
Il servizio sull’Assemblea è stato coordinato da Emmanuele
Paschetto. Fotografie
di Pietro Romeo
4
PAG. 4 RIFORMA
Assemblea Battista
Intervista a Renato Maiocchi, neopresidente deH'Unione delle chiese battiste
Dobbiamo operare per Punità «conciliare
delle chiese evangeliche in Italia e nel mondo
'»
LUCA NEGRO
Cinquantuno anni, torinese residente a Roma da
due decenni, sposato e padre
di un figlio, laureato in giurisprudenza e finora segretario
esecutivo della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia, Renato Maiocchi è il
primo «non pastore» ad essere eletto presidente dell’Unione battista. L’anno scorso,
anche in questo caso per la
prima volta nella storia, il Sinodo delle chiese valdesi e
metodiste eleggeva un non
pastore, Gianni Rostan, alla
carica di moderatore della
Tavola valdese.
- E un caso oppure ci troviamo di fronte a una linea di
tendenza ?
«Penso che sia un caso, e
non credo che si debba enfatizzare troppo la novità. Secondo me le chiese evangeliche, e in particolare quelle
battiste, non avrebbero avuto
problemi neanche nel passato
a fare una scelta di questo genere: i problemi sono soprattutto di ordine pratico, legati alla difficoltà che un “laico” ha di interrompere la sua
vita professionale per servire
come presidente a tempo
pieno. Ciò detto, il fatto che
due “laici” siano responsabili
dell’esecutivo di due denominazioni evangeliche è comunque un segno concreto di quel
“sacerdozio universale” dei
credenti che la Riforma ha affermato con decisione».
— Chi è Renato Maiocchi?
Qual è il suo percorso di fede, da Agape fino alla presidenza dell’Ucebi, passando
per la televisione e gli incarichi alla Fcei?
«Come molti evangelici italiani sono un “convertito”,
cioè uno che a un certo punto
della sua vita, giovanissimo,
ha incontrato la predicazione
evangelica e vi ha riconosciuto la risposta a una serie di interrogativi di fede che già si
poneva. Vengo da una famiglia di sottoproletari: sono orfano di padre fin da bambino,
e ho quindi dovuto abbinare
studio e lavoro riuscendo, nonostante questo, a essere attivo nella mia comunità, che
era quella di Rivoli, in provincia di Torino. Sono stato
presidente dell’Unione giovanile di quella comunità e predicatore locale.
Dopo il liceo mi sono iscritto all’Università, sempre
lavorando, e quando finalmente ho avuto un impiego
ben retribuito, dopo pochi
mesi il direttore del Centro
ecumenico di Agape, che allora era il pastore Franco
Giampiccoli, mi ha chiesto di
abbandonare tutto e di andare
come volontario a Agape. Ho
risposto di sì, e ho passato
lassù i tre anni forse più densi
e comunque più determinanti
della mia vita. Sono uscito da
Agape come una persona
completamente trasformata e
decisa a continuare a lavorare
per le chiese: l’opportunità è
venuta da un concorso lanciato dalla Federazione, che cercava due giovani che avrebbero dovuto occuparsi del
programma televisivo, che
ancora era di là da venire. Mi
sono preparato alla professione in Inghilterra, e poi ho lavorato per molti anni alla rubrica “Protestantesimo”, prima come programmista regista e poi come caporedattore.
Negli ultimi sei anni ho lavorato come segretario esecutivo della Federazione».
- Quali sono le priorità per
Renato Maiocchi, nuovo presidente deii’Ucebi
l’Ucebi nei prossimi anni?
«L’Ucebi è nata nel secolo
scorso come opera missionaria, si è resa poi autonoma,
nel senso di una presenza nazionale strutturata con strumenti adeguati: è stato un
cammino lungo. Negli ultimi
dieci anni questi strumenti sono stati individuati e sono il
piano di cooperazione, l’Intesa con lo stato, gli ordinamenti, i dipartimenti e le istituzioni. Questi strumenti, che vanno ancora consolidati, non sono fini a se stessi; l’obiettivo
è quello di avere un’espansione sul piano evangelistico, di
esprimere una proposta di
condivisione di fede visibile e
credibile. Nell’attuale fase,
quindi, si tratta da un lato di
consolidare e completare gli
strumenti che abbiamo individuato, e dall’altro di avviare
concretamente il progetto di
“missione interna”, che nel
dibattito assembleare è risultato strettamente legato allo
sviluppo del lavoro “diaconale” delle nostre chiese. Esse
infatti devono proporre al nostro popolo non solo spazi di
fede, ma anche di libertà, di
democrazia e di solidarietà».
- E per quanto riguarda la
collaborazione con valdesi e
metodisti e con le altre chiese
della Federazione ?
«Io concepisco l’unità della
chiesa come un’unità di tipo
conciliare, che si ottiene non
smussando le differenze e limando i contrasti dottrinali,
ma al contrario valorizzando
il contributo specifico che
ognuno può offrire, rimanendo se stesso, alla comune predicazione e alla comune testimonianza. Si tratta di espandere progressivamente la
gamma delle cose che possiamo e dobbiamo fare insieme
anziché separati. In questo
senso non esiste alternativa
tra l’impegno per consolidare
l’Unione, o quello per il
“bmv”, o quello federativo o
ancora, a livello intemazionale, l’impegno nell’ambito della Conferenza delle chiese
europee o del Consiglio ecu
menico a livello mondiale.
Sono tutti ambiti che si muovono nella stessa direzione
“conciliare”.
Lo spazio di testimonianza
comune che si realizza nel
bmv è già molto ampio e va
ampliato ancora, ma esistono
tutti questi altri spazi che non
vanno dimenticati. Per il bmv
la preoccupazione è quella di
dare un’attuazione più puntuale agli obiettivi che già sono stati concordati, ma per
certi aspetti poco praticati, come la collaborazione territoriale. Quindi per l’anno prossimo, all’Assemblea-Sinodo
bmv, sarà probabilmente necessario trovare altri strumenti e altri ambiti per dare maggiore concretezza alle aspirazioni che ci motivano.
Per quanto riguarda la Federazione siamo di nuovo a
un momento in cui occorre
capire quale sarà il suo ruolo,
al di là del terreno già consolidato, che è quello dei servizi
(stampa e televisione, rifugiati e migranti, istruzione e
educazione) e della visibilità
pubblica, a livello nazionale e
internazionale, del protestantesimo federato. Si tratta cioè
di capire se la priorità è quella di rafforzare ulteriormente
la grossa unità che negli anni
si è creata tra chiese membro,
oppure quella di lanciare un
ponte verso altri ambiti evangelici, anche se il rinvio sine
die di “Pentecoste ’94” pesa
su questa prospettiva, che va
quindi almeno in parte ridisegnata; oppure se bisogna fare
le due cose insieme».
-Che cosa intendete fare
perché l’Intesa tra lo stato e
l’Ucebi venga finalmente approvata dal Parlamento?
«Noi abbiamo ricordato al
nuovo governo che c’è un
impegno da onorare: questo è
il primo atto. Quanti altri atti
saranno necessari per arrivare
alla conclusione della vicenda non lo so; quello che è
certo è che personalmente li
proporrò tutti, uno dopo l’altro, nella certezza del nostro
buon diritto».
ledici
gassai (
M nuovo Comitato esecutivo deii’Ucebi. Da sinistra in piedi- p
Chiarenzi, Blasco Ramírez, Erica Naselli, Renato Maiocchi (pre^ S*®’
te), Adriana Pagnotti Gavina, Avernino Di Croce; accosciati- ^
nico Tomasetto (vicepresidente), Carmine Bianchi, Martin Ibarra ***
Mia scelte
Richiesta al governo per l'Intesa
Attuare senza indugio
la Costituzione
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latoMaioc
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L’Assemblea esprime la
sua preoccupazione per il fatto che l’Intesa fra la Repubblica italiana e l’Unione cristiana evangelica battista
d’Italia, firmata dal presidente del Consiglio on. Giuliano
Amato e dal presidente dell’
Unione stessa il 29 marzo
1993 e il cui disegno di legge
e di approvazione era già stato sottoposto all’esame del
Parlamento, non è stata ancora trasformata in legge;
afferma l’importanza per la
vita democratica del nostro
paese del riconoscimento alle
minoranze religiose del libero
esercizio della loro fede e la
necessità che i loro rapporti
con lo stato non siano più re.
golati dalle leggi del 29-30;
chiede al presidente del
Consiglio, on. Silvio Berlusconi, di riproporre al più
presto il disegno di legge di
approvazione dell’Intesa perché il Parlamento lo possa
prendere in esame, onde cousentire ai battisti italiani il libero e pieno esercizio della
loro missione nel paese e dare così attuazione all’art. S
terzo comma della Costituzione, che prevede che i rapporti fra lo stato e le confessioni diverse dalla cattolica
siano regolati per legge sulla
base di Intese con le rispellive rappresentanze.
¡¡ogni Assi
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Il collegio dei revisori. Da sinistra: Eugenio De Robertis, Ugo Bianchi, Susanna Nicoloso, Maria Caputo e Aldo Casonato
L'ASSEMBLEA HA FISSATO I TEMI SU CUI DOVRÀ LAVORARE IL COMITATO ESECUTIVO
LE LINEE PROGRAMMATICHE PER IL BIENNIO
L’Assemblea, considerato il dibattito che ha preceduto l’approvazione
dell’operato del Comitato esecutivo
dà mandato al Comitato stesso di
operare per il prossimo biennio secondo le seguenti linee:
Continuità
L’Assemblea dà mandato al Comitato esecutivo di continuare a perseguire una linea di rispetto e lealtà
verso l’ordinamento che ci siamo dato. È convinzione dell’Assemblea
che una loro puntuale e tempestiva
applicazione tuteli il sovrano interesse delle chiese e della causa comune
di testimonianza evangelica.
chiese lombarde, dà mandato al Comitato esecutivo, in collaborazione
con il Dipartimento di teologia, il
Dipartimento di evangelizzazione e
il collegio pastorale battista, di preparare delle schede a uso delle chiese per studiare le diverse posizioni
ecclesiologiche esistenti e di organizzare, al più presto, un convegno
sulla materia.
L’Assemblea dà mandato al Comitato esecutivo, quale Comitato
dell’ente patrimoniale, di continuare
ad applicare le regole della buona
amministrazione e progettualità per
il potenziamento delle istituzioni
esistenti.
Piano di cooperazione
L’Assemblea ribadisce quanto affermato al punto b) dell’atto 48/
AG/92. Il piano di cooperazione si
offre quale strumento collaudato, ma
sempre migliorabile per mantenere
viva la dialettica tra l’autonomia delle chiese locali da un lato e la solidarietà e il patto di comune discepolato
che le chiese hanno stabilito tra loro,
dall’altro.
Ecclesiologia
L’Assemblea, in linea con quanto
espresso nel documento a cura delle
Diaconia e istituzioni
L’Assemblea, alla luce della mutata situazione politica italiana, dà
mandato al Comitato esecutivo, in
collaborazione con il Dipartimento
di teologia e con il Dipartimento di
evangelizzazione, di preparare del
materiale di riflessione e di studio a
uso delle chiese, che le aiuti a ridefinire la propria testimonianza diaconale nel paese. Individua nel progetto federativo «Essere chiesa insieme» un ambito di ricerca per il lavoro comune con i fratelli e le sorelle
migranti, qualificante della nostra
predicazione e diaconia. Tale metodo di lavoro può essere un esempio
da estendere ad altri settori e problematiche sociali e pertanto in tale direzione vanno intensificati i rapporti
di collaborazione con gli organismi
della Fcei.
Rapporti battisti, metodisti
e valdesi
L’Assemblea incoraggia il Comitato esecutivo a proseguire il lavoro
comune con le chiese valdesi e metodiste, sulle linee espresse dall’Assemblea-Sinodo 1990. Identifica nel
prossimo appuntamento dell’Assemblea-Sinodo del 1995 un momento
qualificante per confermare, correggere e aggiungere altre forme di collaborazione a quelle esistenti.
Missione interna e dislocazione
delle sedi pastorali
L’Assemblea, alla luce degli interventi dei delegati delle chiese, individua ancora nella missione interna e
nella dislocazione delle sedi pastorali due aspetti strategici della nostra
testimonianza. Incoraggia il Comitato esecutivo a continuare nel lavoro
intrapreso su questi temi.
Dipartimenti
Al fine di migliorare il lavoro
complessivo dell’Unione, l’Asse^'
blea ritiene fondamentale la collaborazione costruttiva tra il Comiww
esecutivo e i dipartimenti. Nell approvare il progetto di potenziainen o
di questi secondo le linee che hana^
ispirato l’operato del Comitato esecutivo uscente, chiede a tutti gli
ratori un maggiore rispetto delle regole e degli ambiti di competenza.
Strategia dell'attenzione
L’Assemblea si rallegra del desi
derio di comunione che tante cnie
di area evangelica libera
nei confronti dell’Unione e
il Ce, di concerto con i dipartim®"^
di proseguire e favorire il
pur nel rispetto dell’identità bati
dell’Unione e in un quadro di str
già generale che deve essere atte
mente elaborato.
Dialogo
L’Assemblea raccomanda ^
mitato esecutivo di attuare una P
si di elaborazione delle decisioh . ^
emerga da consultazioni gg.
attente con i responsabili degli
nismi operativi interessati e
istituzioni coinvolte.
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e luglio 1994
Assemblea Battista
PAG. 5 RIFORMA
ainmissione di nuove chiese i battisti scelgono il pluralismo e la convivenza
ntità battista e le chiese libere: la
essità di un impegno programmatico
^aRLOPAI-ATRI
^eno due delle quattro
¿lici storiche e teolo
. diverse da quelle
ri^fc comehaben osser
pastora Elizabeth
Jgio
ano più i{.
i^«si tratta di optare
^scelta del pluralismo.
^S^^.0erenze e della convi
\i0creativa».
Mavia l’intervento di Re..oMaiocchi ha messo in
¡«problematiche che non si
«ODO ignorare. «Ci trotto ormai con regolarità
imi Assemblea di fronte a
Jmni simili. Dovremmo
thieàerci se si tratta di camino piuttosto di una teniim a cui dovrebbero conlapporsi una strategia e un
comrtamento omogenei. Al
1 29-30'' hiomnto, al contrario, non
dente ùtl.àbiamo punti fermi « S^i
l'io Berli!-' àrd.'
rre al pii kw sembra confermato dal
li legge di fm che la Federazione delle
Intesa per- chiese evangeliche (Fcei) doI lo possa nitanch’essa fra poco afonde con- ¡mtm le richieste di adeìlianiilli- sione di Quattro comunitcì lolizio della cali di origine “diversa ” rilaeseeda- spetto alla linearità storica
all’art.i rìscoMrata finora. Se voglia» Costitn- m ospitare esperienze diverse possiamo anche farlo, ma
non senza prepararci a questo con un preciso impianto
programmatico».
In altre parole potremmo
anche fe che si tratta di tro
che i tapie confes1 cattolica
le rispetti
re attentamente elaborato».
Le chiese presentate dal Comitato esecutivo per l’adesione airUcebi, tutte accettate
dall’Assemblea, sono la
Chiesa battista di via C. Battisti di Livorno, la Chiesa cristiana evangelica di via Crissolo a Torino, la Chiesa evangelica riformata di Peschici
(Foggia) e la Chiesa cristiana
evangelica di Mondovì (Cuneo). Esse accettano i nostri
regolamenti, il nostro statuto,
la nostra confessione di fede
e aderiscono al piano di cooperazione: di alcune loro peculiarità vorremmo riferire.
Positivo ci sembra il messaggio di rispetto e non-violenza culturale e teologica di
cui è portatrice la piccola
Chiesa battista di Livorno,
diaspora di Pistoia, curata dal
pastore Antonio Di Passa. In
merito all’esperienza dell’
amicizia con la comunità musulmana locale. Di Passa così
si esprime: «Siamo stati spinti verso di loro dalla sincera
preoccupazione per persone
che hanno bisogno di sentirsi
accettate e che cercavano
uno spazio per integrarsi. Il
rispetto che abbiamo per loro è il nostro modo di portare il Cristo. Spesso pranziamo insieme, e insieme abbiamo avuto incontri culturali e
dibattiti. Ci siamo interessati
a loro molto da vicino, per esempio andando in Comune
per aiutarli a trovare spazio
per i loro mercatini; e pian
L'Ucebi e la Baptist Missionary Society
Dall'Inghilterra per
l'evangelizzazione
Mondovì: tre battesimi a Pentecoste neiia nuova chiesa aderente
ali’Unione
il lavoro
l’AssefflI collabo:omitato
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di strate; attenta
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sioni che
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-. —della chiesa di Livorno-via Batttsti intervengono
""l’assemblea. Da sinistra: Mimma e Tito Saccomani e il loro pasto"Antonio Di Passa
^ fflodo di stabilire se ci si
di fronte a comunità che
^«aerano un ambito giuriregolare i loro rapai con lo stato o se vi sia
j^loodenza spontanea ad
if/ogarsi per ragioni più
1« L’Assemblea, nelDito dell’approvazione
latinee guida che il Comilijj^^ooutivo dovrà seguire.
. T V, Via
,®oaricato lo stesso «di
'Mire e favorire il dialo
lo o/ii'e.?e di area evanera, pur nel rispetto
'^entità battista dell’U
'etb ^ quadro di straScnerale che deve esse
Renato Maiocchi
Scaramuccia
Itotesa battista
■V
^ Claudiana
lire 16.000
piano essi si sono interessati
a noi fino a desiderare di
condividere con noi il momento del nostro ingresso
nell'Unione. Il loro capo doveva venire in Assemblea con
me, e non è qui .solo a causa
di un contrattempo». La chiesa di via Battisti, essendo giovane e avendo sperimentato
per lunghi anni l’assenza di
un pastore, sta puntando molto sulla preparazione teologica dei propri membri.
La Chiesa cristiana evangelica di Torino, che ha alle
spalle una tradizione carismatica e che si compone di una
trentina di persone, è la prima
chiesa pentecostale che chiede di essere seguita da un pastore dell’Unione, purché siano rispettati alcuni aspetti
della loro liturgia. In particolare essa trova interessante il
nostro modo di tenere il culto
e gli studi biblici. Diversi dei
suoi membri hanno avuto per
anni contatti con le chiese
battiste della città e spesso
pastori e predicatori battisti
sono stati invitati dalla chiesa
a predicare, per cui il nostro
ambiente e la nostra teologia
non sono sconosciuti. In questo momento la conduzione è
affidata al pastore Massimo
Romeo, coadiuvato da pastori
dell’area; la comunità è tutta
adulta, e sente la mancanza
della presenza di bambini e
giovani.
La Chiesa evangelica riformata di Peschici, in provincia
di Foggia, ha preso vita da un
primo gruppo separatosi dalla
Chiesa dei Fratelli, di cui non
accettava il tradizionalismo,
il legalismo e il letteralismo,
e la dizione «riformata» sta a
significare questo. Attorno a
questa chiesa poco alla volta
si sono raccolti altri fratelli di
diverse provenienze. Oggi la
comunità si compone di una
trentina di persone che si riuniscono in una casa privata,
seguite dal pastore Martin
Ibarra. Secondo il pastore
Ibarra, la zona del Gargano è
ricca di comunità evangeliche, e la chiesa di Peschici
può configurarsi anche come
una finestra aperta su questa
realtà contestuale.
La Chiesa cristiana evangelica di Mondovì è il frutto di
una testimonianza iniziata nel
1981 con quattro persone, di
cui una sola evangelica. Curata dal pastore della Chiesa
di Cuneo, di cui è stata diaspora fino ad ora, è via via
cresciuta, radunandosi prima
in famiglia, poi presso la sede
del partito socialista che aveva concesso l’uso dei locali.
infine, dal 1979, in un locale
preso in affitto. La chiesa ha
carattere pluridenominazionale (come d’altronde già la
chiesa di Cuneo) e per questo
ha il nome di chiesa evangelica. Mai, in quasi 500 anni di
storia, era esistita una comunità evangelica nel Monregalese; essa quindi è caratterizzata non solo dalla pluralità
denominazionale, con raggiunta di convertiti dal cattolicesimo, ma ha anche carattere internazionale perché
raccoglie italiani e inglesi, argentini e brasiliani, zairesi,
finlandesi e svizzeri.
I membri di chiesa sono
circa una ventina con una popolazione complessiva di oltre 50 persone; la comunità,
strettamente collegata alla
chiesa di Cuneo, è seguita dal
pastore Anders che ha però
un validissimo aiuto da diversi elementi locali di indubbie
capacità.
Sulla base degli accordi tra
rUcebi e la Baptist Missionary Society due coppie di
missionari saranno presto al
lavoro fra le chiese battiste
italiane: David e Sophie Anne Mac Pharlane e di Christopher e Sarah Mattock.
I Mac Pharlane vengono
da Glasgow, hanno quattro
figli e stanno per finire il
corso di italiano per stranieri
all’Università di Perugia.
David è stato pastore in Scozia per 15 anni e ha un particolare legame affettivo con il
nostro paese perché sua madre è italiana, di Salerno.
Quando hanno ricevuto la
proposta di venire a lavorare
in Italia hanno avuto qualche
perplessità all’inizio, temendo di penalizzare il lavoro
che avevano iniziato nella loro chiesa e l’attività di tipo
sociale che Anne conduceva
tra i bambini: nel periodo in
cui sono stati a Glasgow hanno infatti avuto la responsabilità di circa 100 bambini
dati loro in affidamento.
Appena è stato loro possibile hanno accettato con
gioia, perché, dice Anne,
«abbiamo sempre avuto nel
cuore l’Italia» proprio per
l’origine della mamma di
David; Anne confessa che la
richiesta di una persona che
facesse lavoro di «pastoreevangelista» le sembrava curiosa all’inizio, ma David ci
dice che, avendo conosciuto
diversi pastori battisti francesi, italiani e dell’ex Jugoslavia si era reso conto del tipo
di lavoro che necessità in
questi paesi e particolarmente nel nostro; le comunità sono in genere piccole e hanno
bisogno di essere incoraggiate a crescere ed espandersi,
mentre contemporaneamente
occorre cercare di impiantare
nuove chiese. Anne spera di
poter mettere a frutto la sua
particolare esperienza nel
.^^11 ’ oofi otziri'TO crvr'lil
Christopher Mattock
settore dell’assistenza sociale, specie ai bambini: difficoltà di ambientamento non
ne hanno avute per ora. «Del
resto — dice David — sono
mezzo italiano!».
I Mattock sono giovani,
vengono da Oxford, da poco
hanno finito gli studi e anche
loro sono a Perugia, da sei
mesi, per imparare l’italiano:
hanno un bambino di 10 mesi, Simon. «Come mai proprio l’Italia?» abbiamo chiesto loro. «Abbiamo sempre
avuto l’idea di non esercitare
il ministero in Gran Bretagna
- hanno risposto - e ci interessava lavorare in Europa:
sin dall’inizio abbiamo pensato: probabilmente l’Italia»,
e così è stato.
In Italia, passato il disorientamento dovuto alle difficoltà linguistiche, si trovano
bene: si sono già resi conto
che nel nostro paese c’è una
grande necessità di testimoniare di Cristo e pensano che
il loro compito sarà quello di
dare una particolare attenzione alle piccole chiese e un
incoraggiamento ai gruppi,
perché possano crescere. Naturalmente anche l’evangelizzazione all’esterno sarà
molto importante.
Sarah è assistente sociale ed
è specializzata nel settore della riabilitazione, in particolare
per i disturbi mentali. Spera di
poter essere utile in Italia in
questo campo. Chris si interessa della storia della chiesa
e al Regent’s Park College,
dove ha studiato, si è approfondito nella storia della
Baptist Missionary Society e
conosce a fondo le vicende
dei rapporti fra la Bms e le
chiese battiste italiane.
L'atmosfera fraterna dell'Assemblea è anche humour
Quello che ì verbali non dicono
LAURA CARLODALATRI
ERMINIO PODESTÀ
Fra gli ospiti dell’Asseniblea
Frank G. Gibson
Sono e saranno molti gli
atti prodotti ma tanto,
forse troppo, in quegli atti
non comparirà mai. Non c’è
spazio, negli atti, per le risse
appassionate, gli sconforti, le
risate, gli abbracci nitidi, il
sorgere spontaneo di amicizie cementate in un attimo da
iniziative comuni e future
che forse non esordiranno
mai, l’entusiasmo febbrile
nell’aria irrespirabile della
sala dopo dodici ore di riunione, le lacrime di emozione, l’umiltà di accettare le
critiche senza battere ciglio.
E, soprattutto, un infinito
spirito di amore, di fratellanza; e, profuso in tutto, un altissimo senso di democrazia,
un desiderio fortissimo di lavorare, servire, migliorare; e,
in tutto, la fede.
Non ci sarà mai posto, agli
atti, per l’incisività del messaggio lanciato dal bellissimo
culto, nuovo nella forma, di
Lidia Maggi; o per la piccola
amica di Civitavecchia che,
con un filino di voce, si recava al microfono per ringraziare, tutta tremante, il Villaggio di Santa Severa e poi,
sempre tremante e col medesimo filino di voce, faceva la
domanda che tutti avevano in
cuore e nessuno aveva avuto
il coraggio di porre: «Si potrebbe sapere come sono ripartite le diverse spese all’
interno delle 550.000 lire di
retta chieste ai partecipanti?», provocando una risata
che scuoteva tutta la sala.
Neppure i verbali registreranno certe involontarie battute surreali, come alla presentazione di una nuova chiesa:
Il relatore : Purtroppo il
delegato non è presente, ha
dovuto andare ai fanghi...
Il presidente dell’Assemblea : Non potevano mandare
un altro?
Il relatore : Eh no! I fanghi
sono una cosa personale... O
come l’augurio del pastore
Inguanti al presidente uscen
te: «Fino ad alcuni anni fa,
quando veniva eletto il nuovo
presidente, il predecessore
moriva... ma dopo che sono
stato sostituito io, tutti gli ex
presidenti sono ancora in vita, perciò Scaramuccia stai
tranquillo...».
Chi, negli anni futuri, leggerà gli atti di questa Assemblea, non troverà traccia dell’emozione profondissima
del nuovo presidente, dell’
abilità che, quale uomo di
legge, già ha mostrato nel
chiarire e dirimere questioni
di lana caprina che stavano
impantanando l’Assemblea,
della tenerezza con cui ha saputo improvvisare e disegnare i ritratti dei consiglieri
uscenti, del sorriso commosso e fanciullesco con cui ha
preso in mano le «chiavi» del
suo nuovo ministero. Non saranno mai agli atti le parole
pronunciate da un fratello nel
corso di una preghiera: «Signore, dacci la forza di compiere le grandi rotture e i
piccoli passi».
6
PAG. 6 RIFORMA
Assemblea Battista
VENERDÌ 12
Luglio ■
Anna Maffei e Stefano Meloni hanno presieduto con efficacia l’Assemblea
Lidia Maggi, Angelo Matera e Paul Langston accolti come nuovi pastori dell'Unione
Tre storte diverse, una sola vocazione
MIMMO GUARAGNA
La presentazione di nuovi
pastori all’Assemblea è
sempre emozionante. Per le
chiese nate dalla Riforma il
pastore è il «teologo», colui
o colei che aiuta la comunità
a crescere nella conoscenza
biblica, nella fede e nella testimonianza. La sua «autorità» deriva dalla Parola e
dal riconoscimento della vocazione operato dalla chiesa. I pastori e le pastore sono però laici e non sono
messi a parte dai problemi e
dalle preoccupazioni di chi
vive la sua vita nella società: sono obbligati a farsi
carico dei problemi spirituali di oggi dovendo accompagnare nella fede i credenti.
Vediamo i profili dei tre
nuovi pastori battisti.
Lidia Maggi
Lidia Maggi, trent’anni ma
sembra una ragazzina. Due figli e una in affidamento; molto impegnata nei problemi sociali.
- Come vedi, e soprattutto
come vivi, il ministero pastorale?
«E necessario prestare molta attenzione a come vive la
gente: sappiamo noi suscitare
le vocazioni? sappiamo risvegliare in chi ci sta intorno la
speranza? ci chiediamo quante sorelle e quanti fratelli rimangono bloccati per nostra
incapacità?».
— Probabilmente parli per
esperienza personale...
«Certamente: io ho avuto la
fortuna di incontrare fratelli e
sorelle che mi hanno dato la
possibilità di percorrere la
mia strada e diventare pastora; penso a quanti questa op
Da sinistra: Angelo Matera, Lidia Maggi, il presidente uscente Franco Scaramuccia, Paul Langston
portunità è mancata. Voglio
impegnarmi affinché anche
gli altri possano realizzare la
propria umanità, possano
prendere coscienza».
- In que.sto puoi fare tesoro
del tuo percorso...
«Non mi piace parlare di
me, non ha nessuna importanza: invece è importante che ci
rendiamo conto che le nostre
chiese non possono essere
soltanto di estrazione borghese; parliamo di poveri, di
emarginati... ma conosciamo
i loro condizionamenti? Ci
rendiamo conto che non è la
stessa cosa leggere la Bibbia
per chi ha fatto le scuole e chi
invece non ha avuto questa
fortuna? Parliamo a nome degli altri, dobbiamo imparare a
stare con gli altri».
- Pensi che una comunità
accetti facilmente il tuo punto
di vista così radicale?
«Le comunità scelgono il
pastore, quindi sanno chi
scelgono e per che cosa; per
me è molto importante, è la
cosa più importante, la coerenza con ¡’Evangelo: ho
Il coro della Chiesa battista filippina di Roma, cresciuta di un centinaio di persone in due anni
scelto di fare la pastora per
continuare il mio impegno
dalla parte di chi ha bisogno.
Questo per me significa essere chiesa».
- Ma in una comunità non
ci sono soltanto gli ultimi.
«Sì, ma dobbiamo partire
da loro per essere veramente
chiesa».
Angelo Matera
Angelo Matera, 53 anni,
sposato con tre figli, dal
1976 è stato pastore nella
Chiesa del Nazareno fino al
1990, quando con la comunità di Foggia è entrato
neirUcebi; ci dice subito che
in questi diciotto anni di pastorato vede una continuità.
Gli chiediamo allora di parlarci della sua esperienza al
Sud: «E un impegno che richiede molto tempo - risponde - e anche le difficoltà economiche incidono parecchio:
certamente oggi anche il Sud
è cambiato». Racconta di Miglionico, il paese della Lucania dove è nato: «Facevamo i
culti nelle famiglie, in una
stanza con cinquanta persone: erano momenti belli per il
fatto di .stare insieme, si scoprivano le vocazioni attraverso le testimonianze personali
che seguivano la lettura di un
passo della Bibbia: è così che
ho deciso di fare il pastore e
nel ’57 mi sono tra.sferito a
La Spezia per studiare».
Che cosa pensi delle nuove
ricerche teologiche? «È molto
positivo che si ricerchi e che
ci sia il confronto. Ovviamente non sempre sono d’accordo
e credo che ci sia il rischio di
esagerare». Quale consiglio ti
.senti di dare ai giovani che si
avviano al pastorato? «Oggi
non è semplice confrontarsi
con le nuove generazioni, ma
sono ottimista perché li ritengo più maturi e responsabili.
L’unica cosa che posso dire a
un giovane è di servire il Signore senza preoccuparsi degli ostacoli anche quando
vengono dagli stessi fratelli di
chiesa».
Paul Langston
Chiediamo a Paul Langston, trentaduenne del Sud
Carolina, da quattro anni in
Italia, perché ha deciso di venire a fare il pastore da noi.
«Ho sentito la necessità di
andare all’estero come una
vera e propria chiamata. Di
proposito ho evitato di andare
in un paese già pieno di missionari come il Brasile, mentre mi ha attirato il tipo di lavoro prospettatomi in Italia».
- Oggi hai elementi sufficienti per dare un giudizio sul
nostro paese?
«Certamente ci sono tante
cose in comune che ci fanno
essere battisti negli Usa come
in Italia ma ho notato anche
la differenza di storia e di
cultura del vostro battismo;
ciò è dovuto anche alle piccole dimensioni delle comunità
ed è qui che ho capito che cosa significa essere minoranza
in un paese cattolico».
- Avverti una differenza nel
modo di fare politica delle
chiese italiane rispetto agli
Stati Uniti?
«Negli Usa le chiese e la
politica sono un po’ più separate; in Italia l’impegno politico è più concreto, è più organizzato, si può fare insieme, non è soltanto un fatto
personale. In un primo momento ho avuto dei problemi,
ma sono convinto che il cristiano deve verificare la sua
fede nell’impegno sociale e
politico».
- Il presidente Clinton ai
primi di luglio sarà in Italia
per il vertice dei 7 Grandi:
che cosa vorresti dire al fratello battista Clinton?
«Qualche mese fa Clinton,
a proposito dell’Italia, ha parlato bene del modello di piccola industria presente nel
Nord del paese; dovrebbe conoscere più da vicino il Sud e
le isole per rendersi conto di
come è diversa l’Italia».
- Sei in Sardegna da due
anni, ti piacerebbe rimanere?
«Dipende dalla volontà di
Dio, ma rimarrei volentieri
per molto, molto tempo».
Società missionaria battista inglese
Coppie di missionari
per le chiese italiane
EMMANUELE PASCHETTO
La BaptUt Missionary So< ■
ciety (Bms) fu la prima
società missionaria battista ad
operare in Italia, con James
Wall, a Roma, nel 1870, seguita immediatamente dagli
americani del Foreign Mission Board. Nel 1923 la Bms
lasciò il campo italiano: chiese, pastori e proprietà passarono alla missione americana.
Ora, dopo circa 70 anni, si
sono riallacciati i rapporti fra
battisti italiani e inglesi.
All’Assemblea era presente
il responsabile della Bms, il
pastore John Passmore, che
fra l’altro è stato 10 anni missionario in Bangladesh, e gli
abbiamo posto alcune domande.
- Pastore Passmore, dopo
70 anni riprende la collaborazione fra battisti britannici
e italiani: come si è arrivati a
questo ricollegamento?
«Sotto la presidenza di Saverio Guarna gli approcci che
già c’erano stati fra responsabili deirUcebi e delle Unioni
batòste britanniche (inglese,
scozzese, gallese) portarono a
scambi di visite in cui fu coinvolta anche la Bms. Da diversi decenni la nostra missione
non operava più in Europa,
poi in questi ultimi anni si è
andata acuendo la consapevolezza che si vive in un’era
“postcristiana” e che la Gran
Bretagna e l’Europa sono tornate “terra di missione”, come
avevano dichiarato i vescovi
francesi a proposito del loro
paese.
Fu proprio dalla Francia,
dai battisti di quel paese, che
partì nel 1986 l’invito alla nostra società a ritornare sul
continente; quattro anni dopo,
come ho detto, ci fu un incontro con i battisti italiani per
esaminare la possibilità di
una collaborazione. Noi comunque interveniamo solo su
invito delle Unioni battiste
locali».
- Quali sono stati i risultati
di questi primi colloqui con i
battisti italiani ?
«I risultati sono stati incoraggianti: abbiamo visto che
c’erano delle buone possibilità di lavorare insieme; si individuarono allora tre tipi di
collaborazione. Primo, un gemellapio fra l’Ucebi e un’
Associazione battista inglese
di zona: l’associazione prescelta fu quella dell’East
Midland, che conta circa 200
chiese. Secondo, un gemellaggio fra comunità; terzo,
l’invio di coppie missionarie
in Italia per la creazione di
nuove chiese».
- Sembra che il primo e il
secondo tipo di collaborazione non abbiano dato grandi
risultati.
«È vero, sia in Inghilterra
che in Italia non si è riusciti a
coinvolgere le chiese locali:
per questo puntiamo sul tera
progetto che è in via di attuazione e che probabilmente ci
permetterà di rimetterei
moto anche i primi due. 1
missionari che mandiamo
all’estero vengono infatti
“adottati” da una chiesa battista in Gran Bretagna, che li
segue nel loro lavoro, in preghiera, con visite, con scambi
di informazioni e di notizie:
siamo certi che in questo modo si creeranno dei contatti
fra queste chiese in Gran Bretagna e le chiese in Italia della zona dove lavoreranno i
nostri missionari».
- Oltre che con la Franà
e l’Italia avete collabom»
ne con altri paesi europei!
«Sì, oltre alle coppiepirsenti in Francia, che sono®
sei, ve ne sono due in Belgio
e poi abbiamo iniziato un'
opera in Albania, dovecoliuboriamo strettamente con Saverio Guarna; altri impegni
abbiamo in Portogallo e in
Bulgaria. Ancora altripiogetti
sono avviati con diversi paesi
dell’Est europeo ma ci sono
notevoli difficoltà, soprattutto
di carattere economico».
— Quanti missionari ha W
Bms nel mondo?
«Sono circa 180: fral’^i®
devo notare che la possibilità
di impegnarci maggiormonte
in Europa è dovuta anche a
ritiro forzato di missionan da
altre parti del mondo; ne
Zaire, per esempio, avevamo
50 missionari, che ora sono
ridotti a dieci per ragioni po
litiche».
- Avete altre idee, pregi
per l’Italia? Quante coppi
pensate di mandare nel n
stro paese ?
«Abbiamo un accordo preciso con rUcebi, che
l’impiego di tre coppia
missionari nel vostro pnC '
qualunque altro tipo di intr
gno deve essere sempre
cordato fra le due parti»
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Il pastore Passmore presenta all’Assemblea le due coppi®
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Fondato nel 1848
Gli esami hanno preso il via
La maturità 1993-94
ultima della formula attuale?
l‘Ì>reoccupati, tesi, a volte fatalisti, i maturandi 1994 hanno
Cominciato in questa settimana la loro avventura che con
buona probabilità condurrà oltre il 90% di loro al successo
finale- Non sappiamo se saranno proprio loro, i ragazzi
dell’Istituto Tecnico «Alberti» di Luserna San Giovanni
(qui nella foto) insieme agli altri 500.000 compagni di fati-cà in tutta Italia (numero record di candidati) ad essere gli
ultimi a sostenere Tesarne così come fu concepito oltre
vent’anni fa, resta il fatto che comunque il conseguimento
della maturità è un traguardo che nel corso delTultimo de-cennio si è fatto sempre più ambito, se è vero che gli iscritti
alle scuole medie superiori sono in costante aumento. Il
nuovo corso della politica italiana e le nuove proposte che
cominciano a farsi sentire a proposito della scuola con buona probabilità renderanno «storica» questa maturità ’93-94.
Valu
venerdì 12 LUGUO 1994
Chi non avesse tenuto
conto dei campionati del
mondo di calcio nel momento di organizzare una qualsiasi manifestazione pubblica si troverebbe chiaramente
a rischio per quanto riguarda
la partecipazione: nessuno
riuscirebbe a competere con
un incontro di calcio in tv,
specialmente della squadra
nazionale italiana. Abbiamo
visto i musi lunghi di molti
dopo l’esordio negativo con
TEire e tutti hanno constatato
come sia bastata una partita
appena vittoriosa per far gridare al miracolo.
Delle partite di calcio in tv
tengono anche debitamente
conto quanti devono amministrare i nostri Comuni; proprio in questi giorni le ammi
ENTI LOCALI E PARTECIPAZIONE
LA PARTITA
PIERVALDO ROSTAN
nistrazioni locali fanno le prime verifiche di bilancio, tirano le prime somme, devono
portare nei rispettivi Consigli
comunali la quantificazione
degli eventuali avanzi di amministrazione e determinarne
T utilizzo; guardate il carnet
dei Consigli delle "Valli e scoprirete con facilità le date delle partite dell’Italia: nessuna
sovrapposizione!
Eppure ci sono anche gli
incidenti di percorso: venerdì
scorso il Consiglio della Comunità montana delle valli
Chisone e Germanasca non si
è potuto svolgere per mancanza del numero legale: tutto rinviato di sette giorni.
Non c’era la partita dell’Italia
e non è stata neppure la prima
volta che tale episodio si verificava; e allora? Dopo che per
anni si è constatato come a
nessun cittadino sia mai ve
nuto in mente di assistere a
un Consiglio comunale, pure
pubblico, per vedere cosa decidono i propri amministratori, dobbiamo constatare che la
pubblica amministrazione
non interessa neppure più alle
persone direttamente coinvolte? Eppure è di li che ci si
muove per dettare le linee e
le scelte per i propri Comuni;
infatti, proprio in vai Chisone
nelle ultime settimane, molti
Consigli comunali hanno
espresso forti perplessità, ad
esempio sul progetto di nuovo collegamento viario attraverso la valle, ma le possibiltà di poter contare e di far
pesare le proprie aspettative e
i propri progetti passano anche attraverso la partecipazione, malgrado la partita.
Iniziative
La montagna
luci e ombre
nel futuro
1 cavatori di pietre alle prese con lo smaltimento e le difficoltà di trasporto
Le fortune e \ limiti del settore estrattivo
DAVIDE ROSSO
Fino a pochi anni fa alla
montagna non si è concesso
molto in termini di attenzione
sociale; nel 1974 sono state
istituite le Comunità montane, in alcuni casi precedute
dal positivo esperimento dei
Consigli di valle, e in questo
modo è stata sancita la specificità di un’area che per la
provincia di Torino rappresenta il 50% del totale del
territorio.
AU’inizio del 1994 è stata
approvata la legge 97 che
propone una nuova visione
della montagna, riconoscendone le profonde interazioni
n la complementarità con la
pianura e in genere le aree
circostanti: nuove risorse potrebbero forse arrivare alle
attività montane, qualche
possibilità occupazionale pofiebbe farsi strada; è necessario però riuscire a reperire
le risorse per attivare proeessi economici e tutela del
territorio. Gli onorevoli eletti nel Pinerolese e in vai SuBonansea, Malan e Beuetto, hanno deciso di proporre una riflessione sulla
legge in un incontro pubblico
denominato «Luci e ombre»
ehe si svolgerà sabato 2 luglio nella sempre suggestiva
eornice del Sestriere.
«Pur riconoscendo che la
legge costituisce un indubbio
passo in avanti - dicono gli
^ganizzatori - riteniamo in®apensabile un’analisi colle,.|tale con gli amministratori
^ali e con le realtà territo>it ah per individuare miglio*‘v®®'enti da apportare alla
poter tra
l^rre in pratica quei suggerimenti che potranno dare
w,ancio e magari opportunità
»iia nlla nostra mon
stati invitati a
«rvenire ai lavori anche
*-jPP^esentanti delTUncem
le e il ministro per
ni/^°iJPche europee, Dome‘l'co Cornino.
Il bacino estrattivo dello
gneiss lamellare comunemente conosciuto come «pietra di Luserna» si estende tra
i Comuni di Luserna, Rorà e
Bagnolo e rappresenta un
grosso patrimonio per il territorio sia dal punto di vista
economico che della professionalità degli operatori.
L’attività estrattiva coinvolge infatti direttamente
molte persone e molte altre
sono impiegate nell’indotto
che ruota intorno a questa attività mentre i Comuni hanno
anche un ritorno economico
diretto dalle tasse di concessione per la coltivazione delle
cave. L’estrazione e la lavorazione della pietra ha origini molto antiche e col tempo si è sviluppata una buona
professionalità da parte degli
operatori del settore che va a
sommarsi alla qualità del prodotto. Prodotto che viene non
solo commercializzato in Italia ma anche all’estero (Germania, Austria, Francia e addirittura in America).
Molti cavatori hanno sentito negli ultimi anni la ne
II tetto è l’impiego più naturale per la pietra di Luserna
cessità di costruirsi in associazione anche per difendere i
propri interessi; questo ad
esempio è quanto è successo
a Rorà, dove nel ’93 è nata
TApl (associazione pietre di
Luserna). L’associazione, tra
le altre cose, svolge servizi di
segreteria per il disbrigo delle
pratiche burocratiche (ad
esempio le pratiche per esplosivi), tiene i contatti con la
Regione Piemonte, cura gli
aspetti della promozione di
immagine dello gneiss lamellare prodotto (con la partecipazione a fiere del settore,
ecc.) oltre che stabilire con
venzioni con professionisti
del settore (geologi e ingegneri) per i piani di coltivazione delle cave.
Quello estrattivo sembra essere un settore economico in
salute, aumentano le richieste
di coltivazione di cave, eppure qualche problema c’è: uno
dei maggiori sembra essere
quello degli scarti di lavorazione. a causa del forte impatto ambientale che gli sfridi
comportano se non si trova
una soluzione al loro smaltimento (ad esempio riutilizzandoli). Si potrebbero infatti
ampliare le attività di estra
zione ma non sempre la Regione lo permette e una delle
cause e proprio lo smaltimento degli scarti di lavorazione.
Del resto in passato proprio
la massa dei materiali di risulta delle cave causò non pochi problemi in caso di alluvioni, creando veri e propri
sbarramenti ai corsi d’acqua.
Un problema non secondario
deriva poi al sistema viario
che spesso risente del continuo transito dei pesantissimi
mezzi per il trasporto a valle
dei blocchi di pietra.
Tuttavia il risvolto economico è decisamente importante: se nel bacino BagnoloLuserna-Rorà il primo Comune ospita circa due terzi delle
attività estrattive è altrettanto
vero che il bilancio del piccolo Comune di Rorà riesce ad
vere sempre qualche preziosa
risorsa in più proprio grazie
alle cave, e che nel disastrato
bilancio del Comune di Luserna San Giovanni per il
1993 si prevedeva un’entrata
di 120 milioni dalle attività
estrattive mentre in realtà è
stato accertato un prelievo
che dovrebbe portare alle casse comunali ben 200 milioni.
In montagna, la messe s’inizia di rado
l’ultima settimana di luglio; per lo piu
nella prima quindicina di agosto: verso
la fine del mese nelle dimore estive.
Prima della «grande guerra» del 191518, si effettuava quasi esclusivamente
con la falciola, lou voM/am, mentre successivamente si è generalizzato 1 uso
della falce, lou dalh, che permette un lavoro più rapido e meno faticoso, che nchiede due operatori: uno che falcia il
grano e T altro che lo raccoglie e distende
ordinatamente sul terreno, sul quale era
stato preparato lou chabés, una bracciata
di grano disposta accuratamente sulla
stoppia, per distendervi sopra le spighe
del grano, o della segale, per farlo seccare a dovere, prima di riporlo sotto tetto.
Successivamente, il grano che viene raccolto è disposto sui gambi delle prime
bracciate, in modo che non tocchi il nudo terreno. .
Come per il fieno, cosi per il grano, il
trasporto è eseguito dall’uomo. Il carico
IL FILO DEI GIORNI
LA MIETITURA
TEOFILO G. PONS
si prepara stendendo trasversalmente sul
terreno due corde fra loro parallele, distanti un po’ meno di un metro. Su di esse si dispongono, se si sono preparati in
precedenza i covoni, là glènna, simmetricamente e nella prevista quantità; altrimenti di porta il grano a bracciate sulle
due corde, mediante le quali viene strettamente legato il carico; poi si pratica
lou tède (un incavo che deve ricevere il
capo del portatore), e lo si indossa con le
spighe davanti, facendo in modo che il
carico si equilibri bene sulle spalle.
Si procede analogamente nel confezionare il fascio di fieno, ma è necessaria
una corda di più, che va stesa di traverso,
la traversiero, mentre le altre si collocano nel senso della lunghezza del carico,
là moursencha. Si tirano prima ben bene
le due consorelle e poi quella di traverso,
fissando saldamente le corde ad una ingegnosa specie di fibbia in legno, la taccio, la «bilia» fissata ad una estremità
delie corde. Si confeziona quindi e prima
di tutto l’incavo per il capo (operazione
non facile ad essere eseguita razionalmente), e dopo si indossa il pesante carico e lo si porta a destinazione: nel fienile, ove a poco a poco si forma la moutto,
cioè l’insieme di tutto il raccolto e messo
al riparo. Una consuetudine dell’alta vai
Germanasca era quella della trampinhà
la moutto: consisteva nel far salire sopra
il fienile i ragazzi del villaggio per calpestare il fieno in ogni angolo, operazione
che si ripeteva più volte durante il periodo della fienagione.
(Da Vita montanara e folklore
nelle valli valdesi, ed. Claudiana, To)
In Questo
Numero
Palaghiaccio
Regna ancora l’incertezza per quanto riguarda il
Palazzo del ghiaccio di
Torre Pellice: per avere
rimpianto completamente
a norma occorreranno altri
lavori di adeguamento, ma
intanto resta la speranza di
poter ricominciare almeno
a pattinare.
Pagina II
Scambi fra giovani
Da alcuni anni un gruppo di ragazzi della vai Pellice ha avviato una serie di
scambi e contatti con i
«pari età» di altri paesi europei: un modo per conoscersi e per stimolare gli
adulti verso la ricerca di
un’effettiva comunità che
operi al di là delle frontiere nazionali.
Pagina II
Pds pinerolese
Come nel resto d’Italia,
anche presso le sezioni del
Pinerolese i militanti del
Pds stanno riflettendo sul
futuro del partito. Ne par
liamo con alcuni dei responsabili della zona.
Pagina II
Scuola
La scuola, nel Pinerole
se, presenta delle caratteristiche contraddittorie: au
mentà la scolarità, ma al
tempo stesso si riduce la
popolazione scolastica. Il
problema è stato affrontato
da un’indagine delTlres
Piemonte.
Pagina III
Seconda lingua
1 bambini delle scuole
elementari di Porosa hanno
avuto la gioia di ospitare
loro coetanei di un comune
della cintura di Lione: un
modo per approfondire la
conoscenza di una seconda
lingua studiata sui banchi.
Pagina III
8
PAG. Il
Cronache
LAVORI ALLE SCUOLE — Sono iniziati da alcuni giorni i
lavori di risistemazione delle scuole di viale Dante a Torre
Pellice. Un primo intervento prevede il rifacimento della recinzione davanti all’edificio che ospita le scuole elementari
e l’istituto Alberti; dalla prossima settimana si passerà alla
sostituzione di tutti gli infissi in modo da aumentare considerevolmente la coibentazione delle aule; sono previsti ulteriori interventi sulla palestra di via D’Azeglio. In complesso
i lavori, che dovrebbero terminare entro i primo dieci giorni
di agosto, costeranno circa 370 milioni.
NO AL GENIO SULLA FERROVIA — Il Consiglio comunale di Angrogna ha approvato un ordine del giorno, poi
esarmnato anche da altri enti locali, in cui si esprime preoccupazione e contrarietà alla decisione di affidare ai militari
del genio ferrovieri la gestione della linea Fs Pinerolo-Torre
Pellice.
IL FUTURO DELLA LEGA — Il neoeletto deputato Lucio
Malan, durante la riunione congiunta dei gruppi parlamentari della Lega Nord tenutasi a Montecitorio per discutere
dei risultati elettorali, ha rilasciato un’importante dichiarazione in merito alla conduzione del movimento da parte del
leader della Lega Nord Umberto Bossi. «Ho ritenuto importante - spiega Malan - esprimere che a mio parere ci sono
poco dialogo interno e democrazia con un eccessivo accentramento delle strutture facendo emergere una linea politica
che la gente non capisce e non apprezza. Giusto distinguerci da Forza Italia, dice ancora il neodeputato, ma è controproducente attaccarli tutti i giorni; se non si correggono
questi errori verrà un’altra sconfitta». Sulla replica di Bossi
Malan fa sapere che al momento non è il solo a pensarla in
un certo modo e che sono soprattutto molti elettori a chiedere interventi di critica come quello che ha fatto.
AMICI DEL COLLEGIO — È in distribuzione in questi
giorni il bollettino n. 82 dell’associazione «Amici del Collegio valdese», che annuncia la tradizionale giornata prevista per domenica 28 agosto. Quest’anno sarà festeggiata la
classe IV ginnasio del 1943-44. Oltre alle notizie su alcune
iniziative estive, fra cui spiccano quelle musicali, un articolo del bollettino fa il punto sulla situazione dell’istituto che,
nella linea di quanto deciso dal Sinodo 1993, si trova alla
svolta del «Liceo europeo». Le prospettive sono incoraggianti perché paiono acquisite le necessarie iscrizioni al primo anno di corso per il prossimo autunno; inoltre hanno subito un’impennata i doni (dall’intemo e dall’estero), con un
conseguente ridimensionamento del passivo.
RAPPRESENTANTI SINDACALI ITALGAS — Si sono
svolte le elezioni per i rappresentanti sindacali unitari presso le sedi Italgas di Cavour e Savigliano; sono risultati eletti
Giovanni Sburlati e Bario Allasia della Flerica-Cisl, Paolo
Tozzato e Piergiorgio Bues della Fnle-Cgil, Lorenzo Cirasino della Uilsp-Uil.
BIBLIOTECA ALLIAUDI — Come di consueto la biblioteca
«Alliaudi» di Pinerolo ha modificato per il periodo estivo
l’orario di apertura che sarà, dal 27 giugno al 3 settembre,
dalle 8 alle 14.
RADUNO DI CAMPER — Il Camper Club «La Granda» sezione di Torino organizza il 1° Bi-raduno di camper nei
giorni 1“, 2 e 3 luglio a Lusema San Giovanni, dove si parlerà di sport e natura, e a Torre Pellice, dove i partecipanti
al raduno si ritroveranno per meglio conoscere il mondo
valdese.
ORARIO INTEGRATO — L’Assessore ai Trasporti e Viabilità dell’amministrazione provinciale di Torino, Franco
Campia, ha presentato l’orario integrato del trasporto pubblico provinciale. I Comuni interessati sono 315 e la rete
complessiva coinvolta è di 5.400 km su gomma e 500 su
binari, mentre le linee interessate sono gestite da 60 aziende
diverse. Con questa iniziativa l’utente potrà avere a disposizione una consultazione integrata, avendo su un unico quadro orario sia le linee di trasporto su gomma sia quelle su
ferro. Nel futuro, dopo la prima fase sperimentale si proverà
ad attuare una suddivisione di aree più piccole del territorio
provinciale, utilizzando canali distributivi analoghi a quelli
degli orari ferroviari usando nuove tecnologie, come per
esempio il televideo.
E Eco Delle Yaui ¥vldki
Incertezze e speranze nella vicenda
Gestione temporanea
per il palaghiaccio?
VENERDÌ P
Allarme fra i genitori,
preoccupazione fra i commercianti, nervosismo fra gli amministratori; l’ipotesi di ricominciare a pattinare sulla
pista di via Filatoio, a Torre
Pellice, con l’inizio di ottobre
non è così concreta come
qualcuno aveva fatto supporre
all’inizio della primavera.
Tuttavia non pare proprio il
caso di buttare tutto a mare,
quanto è stato fatto e quanto
si sta progettando, e una soluzione positiva si potrebbe trovare entro l’autunno.
Gli ultimi mesi hanno visto
il cantiere sostanzialmente
fermo dopo che la commissione provinciale di vigilanza
aveva dato un parere negativo
alla riapertura al pubblico della struttura, ora coperta, in
quanto importanti parti del
vecchio palazzetto non risultano a norma con una legge
entrata in vigore nel 1989 sui
locali di pubblico spettacolo.
Proprio nelle ultime settimane la Comunità montana
vai Pellice ha ottenuto l’assegnazione di un mutuo di 790
milioni da parte del Credito
sportivo con i quali, in base a
un progetto redatto dall’ing.
Siniscalco di Torino, si dovrebbe ottenere l’agibilità della struttura. Il progetto sta per
essere approvato dalla giunta
e verrà inviato alle autorità
competenti. I lavori dovrebbero la prossima primavera.
«Con quei soldi - spiega il
presidente. Cotta Morandini si metteranno a norma rimpianto del freddo e gli spogliatoi, si rifaranno i servizi, e
la tribuna lato Pellice diventerà agibile per 450 persone.
Inoltre verranno rifatte le balaustre della pista». Resteranno altri lavori da fare (tamponamento laterale su tutti) ma
ciò non è determinante per ottenere l’agibilità e occorreranno altri soldi; del resto finora
sono stati spesi circa 2 miliardi e duecento milioni ma il
progetto iniziale prevedeva
una spesa di oltre 3 miliardi:
ma nel frattempo si potrà pattinare?
C’è stato recentemente un
incontro fra le giunte comunali e di Comunità montana e
i rappresentanti dell’H.C.
Valpellice. Sono stati esaminate varie prospettive, sia per
una gestione temporanea sia
per garantire comunque l’utilizzo della pista da parte degli
atleti. Interventi non indifferenti sull’impianto di refrigerazione andrebbero effettuati
con una certa urgenza e altri,
sull’impianto elettrico, sono
già in previsione da parte del
Comune. Resta il discorso dei
costi che comunque dovranno
essere sostenuti per mantenere la pista in funzione. «Sembra possibile una deroga da
parte della Commissione di
vigilanza - hanno aggiunto i
rappresentanti della Comunità
montana - a patto che si presenti il progetto che evidenza
la volontà e la possibilità di
intervenire radicalmente sulla
struttura e nel contempo si intervenga sui servizi igienici e
sugli spogliatoi. Se l’H.C. potrà intervenire con i primi lavori e la commissione darà un
nullaosta provvisorio, si potrà
aprire la pista per il pattinaggio al pubblico e per l’attività
delle squadre. Agli incontri
non potrà comunque essere
ammesso il pubblico, vista
l’inagibilità delle tribune».
Sarebbe questa comunque
una soluzione già accettabile
evitando che una terza stagione di chiusura danneggi in
modo irreparabile l’attività
della società e anche le strutture del palazzetto. Nel frattempo la Comunità montana
intende avviare, come da statuto, anche la costituzione di
una consulta delle associazioni di valle come momento di
confronto sugli ulteriori passi
da compiere e sulla futura gestione di un impianto che dovrebbe effettivamente avere
valenza di valle.
La festa dell'Uliveto, ottima occasione
Aprirsi agli altri
Sul numero del 10 giugno
sono stati illustrati i risultati
di una ricerca condotta dalla
Commissione esecutiva distrettuale riguardante le opere
diaconali della Chiesa valdese, fra le quali rientra anche
l’Istituto medico pedagogico
«Uliveto» di Luserna San
Giovanni. La struttura accoglie 19 persone portatrici di
handicap di ordine sia psichico che fisico, ambosessi e
senza limiti di età, provenienti dal territorio dell’Ussl 43 e
delle Ussl vicine; tra le opere
diaconali della Chiesa valdese l’Uliveto è una delle più
piccole, l’unica impegnata in
tale settore.
Tutti gli anni, l’ultima domenica di giugno, l’istituto è
in festa: il personale, gli ospiti e i loro genitori, gli amici si
ritrovano per passare un piacevole pomeriggio in compagnia; sono previsti infatti uno
spettacolo teatrale, una sottoscrizione a premi molto ricca
e una simpatica pesca di beneficenza, oltre a banchetti
che espongono colorati manufatti fmtto della «fatica» di
alcuni ospiti.
Quest’anno, a causa del
maltempo, la festa non ha potuto tenersi nel giardino ma è
stata spostata nella sala Albarin. La compagnia teatrale
«Stilema» ha presentato uno
spettacolo dal titolo Perché,
che mette in scena un personaggio (simile a un soldato)
attorniato da una marea di
giornali, incalzato da una voce fuori campo con continue
domande su svariati argomenti. Il personaggio si arrabatta a inventare risposte in
un continuo gioco di manipolazione dei giornali che lo circondano, trasformandoli in
altro da ciò che sono: animali, sogni, mostri, universi lontani e fantasie.
Sono seguiti l’estrazione
dei premi, il nutrito buffet
preparato dal cuoco dell’istituto e da alcune signore della
chiesa di Pinerolo. In un corridoio era stata allestita una
mostra fotografica, con interessanti didascalie che illustravano i vari momenti della
vita dei ragazzi dentro la casa
e durante i soggiorni estivi,
in modo da avvicinare chi
meno conosce l’Uliveto. Occasioni di questo genere inoltre servono, se la partecipazione è buona, a far sentire
meno isolati gli operatori, e
quindi ad aiutarli nel loro lavoro di tutti i giorni.
LUGUoi
La consultazione nelle sezioni
Étni
Il Pds pinerolese e il U(
segretario nazionale Ee |
Sarà Massimo D’Alema o
Valter Veltroni il nuovo segretario del Pds dopo le dimissioni di Achille Occhetto,
uscito male da due sconfitte
elettorali consecutive? La domanda è di attualità anche per
le implicazioni che una scelta,
piuttosto di un’altra, potrebbe
avere sulle altre forze che
hanno dato vita al polo progressista. Quali sono le posizioni degli esponenti locali?
Come si stanno muovendo?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni
rappresentanti del Pds nel Pinerolese, dove non prevale
una scelta particolare anche se
l’Unione della vai Pellice ha
espresso un voto di quattro a
due a favore di Veltroni.
«La scelta che assumeremo
in qualche modo riguarderà
anche i rapporti con le altre
forze del polo progressista', dice il segretario della vai
Pellice, Danilo Rivoira, orientato decisamente sul direttore
de l’Unità - l’elezione di
D’Alema potrebbe essere vista come una chiusura verso
i partner mentre quella di
Veltroni potrebbe apparire
come di maggiore apertura.
Certo in assoluto avrei preferito che il segretario uscente
facesse presente l’intenzione
di dimettersi avviando le procedure per la sostituzione
contemporaneamente all ’individuazione di una linea politica; in questo processo si sarebbero potuti coinvolgere almeno Alleanza democratica,
il Psi e la Rete».
Nell’altra vallata Giovanni
Laurenti, segretario locale
dell’Unione, afferma: «In vai
Chisone stiamo conducendo
un’esperienza molto positiva
con altre forze del polo progressista; personalmente sarei decisamente favorevole al
superamento della forma partito a favore di una federazione dei progressisti. In questo
senso riproporrei Occhetto,
l’uomo che ha saputo proporre questi elementi di novità;
indietro non si deve torna
le linee poste dal
dimissionario conmv^i
chiarezza e concretezza. Nell
nostra valle stiamo
nendo un documento unit!l
che SI propone di portar,
l esperienza dei progressivi
alle elezioni amministrative
ma anche oltre le strette scadenze elettorali».
Da Pinerolo Alberto Barbe
ro, assessore cittadino e con
sigliere provinciale, dichiara
«Avrei preferito un congrt
a tempi brevi; dobbiamo «.
terrogarci sul nostro rapporta
con i progressisti ma soprattutto capire quale linea vogliamo scegliere, un se
gretario per fare che cosa: se
puntiamo alla continuità, allora è meglio D’Alema, se vogliamo andare oltre il Pds, si
scelga Veltroni. Se si prosegue sulla scelta di non avere
un congresso, allora la linea
politica della segreteria precedente può essere meglio interpretata da D ’Alema».
È un momento di disorientamento per il partito della
Quercia, con alcuni alleati
(Rete, Ad, Psi) praticamente
scomparsi; «Si tratterebbe i
definire una nuova strategiadice Marco Bellion, vicepresidente della Comunità montana vai Pellice - e invece non
abbiamo un programma: la
consultazione sarà ampia, anche se sarebbe stato meglio
andare ad un congresso. Ha
scelto D’Alema perché lo ritengo la persona maggiormente in grado di definirei
riorganizzazione del partito,
cosa fondamentale in questo
momento avendo di fronte un
partito superorganizzato come Forza Italia. Ho comunque l’impressione che in ogni
caso i media saranno fortemente critici sulla nostra
scelta. È un ’illusione pensare
che con Veltroni ci potrebbe
essere maggiore consenso intorno al Pds».
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Il progetto «Gioventù per l'Europa»
Scambi internazionali
Dal 1991 l’ufficio Spazio
giovani della Comunità montana vai Pellice ha aderito al
programma della Comunità
europea «Gioventù per l’Europa», promuovendo scambi
giovanili internazionali, che
beneficiano appunto del contributo Cee.
«L’obiettivo principale di
questi scambi - spiega Francesca Angeleri, coordinatrice
del progetto - è quello di offrire un’esperienza di apprendimento interculturale e
per questo lo scambio si differenzia da un semplice viaggio turistico. Il contatto diretto con la vita quotidiana, i
ritmi, le abitudini e le tradizioni della comunità locale
del paese ospitante aiuta
inoltre a mettere in evidenza
e a ridimensionare cliché e
pregiudizi esistenti in ogni
individuo».
La prima esperienza si è
svolta promuovendo uno
scambio con l’Irlanda nel
1991 e questo ha dato Io
slancio per costituire proprio
in quell’anno il «Gruppo
scambi intemazionali vai Pellice», che non solo si preoccupa di promuovere e organizzare lo scambio, ma in
collaborazione con Spazio
giovani presenta durante tutto
l’anno attività che intendono
promuovere e diffondere una
migliore conoscenza dei popoli europei e delle culture
anche extraeuropee ormai m
via di inserimento nella no
stra società.
Fino ad oggi sono stati rea
lizzati e organizzati un
scambio bilaterale con
Grecia, un incontro multilaterale tra Gran Bretagna, hpa
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uno scambio trilaterale c
Francia e Irlanda e
nello scorso anno un
della vai Pellice ha preso p
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in Gran Bretagna. ^ ■
In particolare quest ann°
sta attuando uno scambio
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npetenze nella scuola elementare e media inferiore.
Un altro dato interessante
riguarda le sedi scolastiche,
che in tutta la regione stanno
jucii. subendo un costante rididella mensionamento, soprattutto
lleati petquelcheriguarda la scuola inedia dell’obbligo in seguito all’accorpamento di diverse stratture e in rapporto
alla chiusura di diverse sedi
di piccole scuole di montagna o pluriclassi per le ele
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mentari. In quanto al carico
insegnanti-alunni questo varia in rapporto al grado di
scuola, per esempio a livello
di materna è di 8-10 alunni
per insegnante, mentre rispetto alle elementari bisogna considerare alcuni fattori, per esempio l’attuazione o
meno della riforma (con notevoli disomogeneità a livello territoriale) e quindi l’organizzazione in moduli, il
tempo pieno, le pluriclassi;
passando alla media inferiore
si parla di un ulteriore diminuizione del personale e
quindi di un aumento del carico alunno-insegnante e
dando uno sguardo alle superiori si nota invece un incremento del corpo docente per
cui il rapporto alunno per insegnante è di 9-10.
La ricerca dell’1res fa poi il
punto sull’abbandono e la dispersione scolastica a partire
dalla media dell’obbligo e
vale la pena far notare che
seppure in questo grado non
si tratta di valori tali da configurare l’evasione dell’obbligo è pur vero che si può
parlare di segnali di esistenza
di un disagio non semplicemente scolastico. La situazione a livello di scuola secondaria superiore rivela invece
che l’abbandono nella nostra
regione è naturalmente molto
consistente durante il primo
anno di scuola, per cui almeno la metà dei respinti lascia, mentre decresce con l’avanzare degli studi. Inoltre i
ricercatori fanno notare che
l’insuccesso scolastico riguarda soprattutto i maschi,
per cui si parla del 20% dei
ragazzi, mentre in campo
femminile si passa al 15% di
bocciature durante i primi anni delle superiori. In generale, a livello di scuola secondaria, la situazione scolastica
femminile appare molto più
fluida, con una maggiore propensione al proseguimento
degli studi, maggiori dinamiche positive delle iscritte e
quote di risultati positivi superiori rispetto ai maschi.
In merito alle scelte del tipo
di scuola dopo quella delr obbligo emerge che in Piemonte più della metà degli
iscritti appartengono agli istituti tecnici commerciali e industriali e ai licei scientifici,
con una significativa espansione delle scelte di corsi sperimentali, che oltre alla novità
offrono anche la flessibilità.
L’Ires informa poi che nelle scuole piemontesi sono
stati iscritti complessivamente circa 2.000 alunni stranieri
nell’anno 1991/92, concentrati soprattutto a livello di
scuola elementare, prove
Un nuovo spazio per
giovani e anziani
nienti in gran parte dall’ex
Jugoslavia, dal Marocco, dalla Cina e dall’Argentina. Dal
quadro che i ricercatori regionali hanno delineato si
può anche fare una proiezione sulla scuola in Piemonte
nel 2000, che dovrebbe vedere un leggero aumento della
popolazione scolastica a livello di elementari, una costante flessione nella media
dell’obbligo, mentre è più
difficile fare ipotesi veritiere
per le superiori la cui popolazione varia in base a
molteplici fattori che lasciano
comunque prevedere un tasso
di scolarizzazione costante.
L’obiettivo prioritario della
scuola piemontese, in particolare dei prossimi anni dovrebbe essere, secondo i
ricercatori dell’Ires, quello di
una scuola con più alti livelli
di produttività sia per quel
che riguarda la preparazione
effettivamente fornita sia rispetto alla qualità dei titoli
acquisiti, anche a livello
dell’obbligo, tenendo conto
che al momento la dispersione appare in Piemonte su livelli ancora molto elevati per
cui tra gli anni scolastici
1990/91 e 1991/92 su cento
alunni iscritti in prima elementare solo 54 hanno raggiunto una maturità quinquennale.
: ampta, m'ato ,
igresso. Hi
erché lo /?’■
Circolo didattico di Perosa
[ maggm
definirei
del partito,
e in questo
ii fronte m
nizzato colio comúnche in ogni
anno forteila nostra
me pensare
ci potrebbe
onsenso in
la lìngua studiata
con gli amici francesi
PAOU REVEL
naii
, Jessica, Martine,
liflien. Saber, Virgile, AuréSonia, Nelly, Cèdila,
Sibem... au revoir! Et voilà:
^ne sont plus avec nous.
G« molto rimpianto e
ffukhe lacrimuccia i bambi’njklle cbssi seconde hanno
¡^¡0 partire i loro coetanei
scuola elementare di
¡¡¡jssieux, che sono stati
"¡piti per 5 giorni a Perosa,
We ai contatti intercorsi
y u direttore didattico dott.
JWco Calvetti e la direttrinancese M.me Serafini».
on soddisfazione gli insespecialisti in francese
presso il circolo
'«tUco di Perosa raccontaStti giornalino della scuola,
®fonnat-eco», questo pri’ Unificativo incontro tra
primarie francesi e ita: continua l’articolo: «Il
j®ito con cui li abbiamo
Punire testimonia già di
fseii¡ ®
che
Un libro di Nello Manduca
«Gentecosì»: ritratto
È arrivato come una gradita sorpresa; un lusernese di
adozione, Leopoldo Dezzani,
ha lasciato in eredità al Comune di Luserna San Giovanni una casa di due piani
con mansarda; lo stabile è situato nel centro cittadino,
nelle vicinanze della scuola
media, ed è circondato da un
bel parco. Il Consiglio comunale sta per prendere atto del
dispositivo testamentario e
già l’amministrazione sta valutando alcune proposte di
utilizzo.
«Sicuramente una parte
dell’edificio — puntualizza
l’assessore ai Servizi sociali,
Livio Bruera - ospiterà dei
locali per il Centro anziani,
ma vorremmo anche rivolgere la nostra attenzione al
mondo giovanile; si sente in
valle, e a Luserna in particolare, un forte bisogno di spazi
di accoglienza per giovani,
una specie di ostello. Dovremo vedere con l’Ussl se ciò è
possibile, se ci, sono le misure necessarie secondo le leg
dei politici pinerolesi
successo dell’iniziala fatto vivere a
¡tri ^tomenti di al
iifjj® ® amicizia e nello
"itiìK si è rivelato un
btrfn ^^’’'j^'^unto didattico
ragazzi l'imunza degli scambi tra
¡culturali e sociali
, ¡^segnante di ita^'Wiricc (origina
'fiaretto Chisone),
Venissieux, un
¿ione, parago'pcr ammissione della
lellg t, al quartiere
kti o,°. Torino e abib'diver ° realtà mol•o. p quella di Perosiamo ben immagina
re la gioia di questi bambini,
abituati alla grande città e
lontani, quindi, da ogni contatto con la natura, nel conoscere da vicino gli animali,
nel poterli toccare e dar loro
da mangiare (anche se la
puzza della stalla può creare
qualche problema...)».
Si tratta di un’iniziativa positiva, non solo per i nostri insegnanti della seconda lingua
ma anche per gli insegnanti
delle classi inserite nel progetto, per le famiglie, forse
per la prima volta coinvolte
nel ruolo di ospiti, e specialmente per i bambini, che hanno visto allargarsi gli orizzonti, hanno provato dal vivo
un po’ di conversazione, utile
a farsi comprendere da qualcuno che non sia sempre il
proprio insegnante di francese o il compagno di classe.
Il contatto diretto con bambini della stessa età porta inevitabilmente a un’apertura
mentale, che il solo studio
della civilisation non può fornire. Si giunge a una condivisione di momenti, a un rapporto più stretto con l’altro,
che fino a ieri non conoscevi,
a una collaborazione, a un legame che ci auguriamo sempre più saldo. Gli scambi sono
destinati a proseguire, ampliarsi, allargarsi. L’Europa
cammina e la scuola deve
camminare con essa, deve fare il possibile affinché la formazione dell’individuo sia indirizzata verso la conoscenza
di altre culture e la ricerca
delle radici comuni.
Nello stesso periodo (fine
maggio, primi di giugno) i
plessi di Perosa e Pom^etto
hanno ricevuto la visita di
una ventina di insegnanti di
Grenoble.
Giovedì 23 giugno a Pinerolo è stato presentato il libro
«Gentecosì» di Nello Manduca (noto uomo politico pinerolese): il libro è stato pubblicato a cura dell’autore. Lo
scritto è un ritratto di alcuni
uomini politici (più di palazzo
che non) «a volte briosi a volte scontrosi - dice l’autore ma di solito impossessati d’un
vistoso bugiardo politico, che
io definirei di stampo viperino»; questo ritratto Manduca
lo fa anche ripercorrendo le
tappe degli ultimi quaranta
anni di vita politica pinerolese. Si parte infatti dagli anni
’50 per arrivare fino al ’91;
tanti sono i personaggi (che
sono stati, o sono ancora, alla
ribalta sulla scena politica) di
cui ci parla Manduca, molti
quelli del suo partito (l’ex Democrazia cristiana), meno
quelli degli altri, pochi quelli
della sinistra: una scelta dettata, dice l’autore, anche per
motivi di spazio.
Un po’ discutibili sono alcune letture del contesto storico che a volte vengono fatte, alcuni lettori poi non condividono sempre i ritratti che
dei personaggi vengono fuori;
tra gli obbiettivi del libro comunque, dice ancora l’autore,
c’è anche quello di far riflettere i lettori (e una delle anni
usate spesso è l’ironia). Il libro, afferma Manduca, «può
servire non solo per conoscere parte dei retroscena del
teatro politico cittadino, ma
anche per capire i mutamenti
di umore di chi opera a contatto con la gente».
Questo libro non deve essere letto come un tentativo di
lettura secondo una certa filosofia della realtà politica e
non (in parte) pinerolese degli ultimi 40 anni, l’essere a
vario titolo «viperino» che attraversa la nostra politica e
non solo. Sta al lettore tirare
le sue conclusioni, valutare,
andare oltre.
Nelle
CHtESE Valdesi
SAN GERMANO — Domenica 3 luglio si svolgerà una
giornata comunitaria nel corso della quale verranno salutati
il pastore Thomas Josi e la sua famiglia, che per tre anni
hanno svolto un intenso ministerio sia nella comunità che
all’Asilo dei vecchi.
POMARETTO — Domenica 3 luglio, alle 15, avra luogo la riunione estiva all’aperto a Combavilla.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 3 luglio, alle 15,
si svolge una riunione quartierale all’ aperto a Grangette.
torre PELLICE — Domenica 10 luglio, dalle 15, si
svolgerà una riunione quartierale all’aperto all’Inverso Ro
landi.
gi; in questo caso utilizzeremo una parte della casa come
struttura ricettiva». Altre ipotesi avanzate riguardano un
Centro di incontro per giovani ma anche un riferimento
per disabili, una serie di minialloggi per persone in difficoltà. Sono tutte idee da valutare, considerando da un lato i bisogni primari del paese,
dall’altro i possibili costi per
l’amministrazione ancora in
difficoltà, ma in ogni caso
l’atto testamentario del signor Dezzani ha messo il Comune davanti a una piacevole
sorpresa.
INFORMAGIOVANI
VAL PELLICE
Via Roma 45 - Luserna S.
Giovanni - 0121-900245
spazio adolescenti
per confrontarsi sui temi
deH’identità, la sessualità,
la vita affettiva, i rapporti
sociali. Ogni martedì, dalle
ore 17 alle 19
CHIESA VALDESE DI COAZZE
LE CULTURE E LA CULTURA
1-17 Luglio 1994
Venerdì 1“
ore 17: Inaugurazione della Mostra degli aequarelli di Edina Prochet
Sabato ! ore 16- 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 17; Fra Dolcino e i valdesi del Medioevo
Conferenza di Tavo Burat, segretario per l’Italia dell’Ass. intemazionale per la difesa delle lìngue e culture
minoritarie (Aidlcm).
Dom. 3 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 21: Tutti mi chiamano Ziamelé - Musica e cultura Yiddish, a cura del
Complesso / Klezmorin (I musicanti)
Venerdì 8 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
Sabato 9 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 17; Il protestantesimo in Italia e in Europa
Dibattito con:
on. Rinaldo Bontempi, parlamentare
europeo;
past. Eugenio Bernardini, presidente
del Centro evangelico di cultura «A.
Pascal».
Dom. 10 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 17; I canti della tradizione valdese e
protestante
Concerto della corale evangelica di
Torino.
Venerdì 15 ore 16 - 20; Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
Sabato 16 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 21 : Canti popolari del vecchio Piemonte
Coro della Camerata corale «La grangia».
Dom. 17 ore 16 - 20: Mostra degli acquarelli di Edina
Prochet.
ore 21 : Concerto d’organo del m.o Paolo
Calzi.
Le attività si svolgeranno nel tempio vald^e di Coazze
via G. Matteotti.
A cura del Centro evangelico di cultura «A. Pascal»
con il contributo del Comune di Coazze
.L
10
PAG. IV
Dopo il terzo posto in campionato
Novità al vertice
del Pinerolo calcio?
Settimana decisiva per il
Pinerolo calcio, la cui assemblea dei soci deve rieleggere
il Consiglio direttivo; non sono comunque previste grosse
novità nei vertici societari.
Subito dopo la brillante conclusione del campionato, con
la conquista del terzo posto
grazie a una formazione giovane eppure in grado di produrre bel gioco, si era fatto
avanti Savoia, personaggio
che sembrava anche interessato, a un certo punto, alle sorti del Torino calcio. È
stato un fuoco di paglia, qualche parola scritta sui giornali
piuttosto che un reale interesse alle sorti del sodalizio
biancoblià.
Il presidente uscente,
Chiaffredo Gallo, precisa al
proposito che «l’interesse è
venuto subito meno e del resto alla società servono persone disposte a impegnarsi
direttamente sia sul piano
economico che umano; in caso contrario magari ci si fa
prendere dai facili entusiasmi
e poi ci si trova nei problemi
più di prima». L’ultima stagione è costata al Pinerolo
circa 550 milioni; il contributo del pubblico è stato di
circa 75 milioni e per il resto
sono stati i dirigenti a sborsare i soldi: sponsor o nuovi
soci per il momento non sono in vista.
Saranno probabilmente le
vendite dei giocatori migliori
a garantire le entrate per far
fronte alle spese; uomini come Labrozzo, Quaranta, Serra e Pesce hanno un mercato;
richieste sono arrivate dai dilettanti ma anche in qualche
caso dalla C2. Partenze sicure al momento non ve ne sono ma qualche addio, per
quadrare il bilancio, è più
che probabile. Ciò che è invece certa è la scelta dell’allenatore: sarà Bortolas, già
secondo di Cavallo nell’ultima stagione; sarà in qualche
modo la conferma della linea
dei giovani.
Ancora un interessante concerto
Verso il capolinea
la rassegna Cantavalli
Si concluderà sabato 2 luglio la settima edizione del
Cantavalli, la rassegna di musica popolare itinerante per le
valli Chisone e Germanasca
che quest’anno si è forse protratta un po’ troppo a lungo
finendo per riscuotere nelle
ultime serate una partecipazione di pubblico inferiore
alle attese.
L’ultimo appuntamento è
comunque assai valido; saranno infatti di scena gli inglesi
del Kathryn Tickell Trio che
proporranno i ritmi suggestivi
della musica tradizionale del
Northumberland. La serata
non si svolgerà però come da
programma a Prali, a causa
dell’indisponibilità della sala
valdese, bensì presso gli impianti della Pro Loco di Inverso Pinasca in borgata Fleccia.
Asilo dei vecchi
via C. A. Tron, 13, tei. 012L58855
10065 San Germano Chisone (TO)
Concorso nazionale fotografico
per i cento anni deH’Asilo dei vecchi
Tema: L’anziano
Tema: Parchi e giardini: aspetti sociali
e naturali
Termine presentazione: 15 agosto 1994
Premiazione: 11 settembre 1994 ore 15
Il regolamento è disponibile presso l’Asilo o telefo'
riandò al numero 0121'58855
I
I vincitori delia categoria amatoriaie, Fabi-Vignetta, in compagnia di
Giordan-Tassone e Imbriani-Sopegno
PALLAVOLO — Il Centro sportivo di viale Dante a Torre
Pellice ha ospitato la seconda tappa del trofeo Cariplo di
Green Volley, organizzato dall’associazione 3S Nova Siria in
collaborazione con Nuova Volley Pinerolo e Pallavolo Antares. 35 le formazioni partecipanti, suddivise in 4 categorie.
Nella categoria femminile la coppia Arbinolo L.-Scotta ha
confermato la sua superiorità battendo in finale Arbinolo A.Rosin. La categoria atleti ha visto il successo di Scali-Ricchiardi su De Pasqua-Bernardino, mentre negli amatori femminile Caracciolo-Serra, vincitrici nella prima tappa, sono state nettamente sconfitte da Griotti-Pavia. Fabi-Vignetta, infine,
nella categoria amatori, hanno battuto la coppia Giordan-Tassone ipotecando il successo finale.
MEMORIAL TERRAZZA — Si è concluso il torneo ragazze al limite dei 16 anni «Memorial Terrazza», in ricordo di
Stefania, la giovane atleta del 3S tragicamente scomparsa tre
anni fa a Cavour. Si è disputata una «kermesse» finale su un
campo in erba a Torre Pellice, in occasione della seconda tappa
del torneo Cariplo di Green Volley, durante la quale le ragazze
guidate dai tecnici Boume e Amerio si sono affrontate in un incontro a formazioni miste. Le premiazioni, effettuate dalla
mamma di Stefania e dall’assessore Mario Sibille, hanno sancito il successo dell’Us San Secondo davanti al 3S Nova Siria e
al Pap Piossasco. La targa per la miglior giocatrice è stata vinta
dalla torrese Jessica Orticola. Classifica finale: US San Secondo, p. 24; 3S Nova Siria 20; Pap Piossasco 16; Riccio Bricherasio 10; Pallavolo Vigone 6; Volley Barge 8; Volley La Torre 0.
NUOTO — Sabato 2 luglio, alle ore 18, presso la piscina comunale di Luserna S. Giovanni, organizzato dalla società sportiva Due Valli, avrà luogo un grande «staffettone» alla baraonda al quale prenderanno parte le sezioni nuoto, nuoto salvamento, pallanuoto e nuoto sincronizzato dell’associazione organizzatrice e le sezioni pallavolo e pallamano dell’associazione 3S di Luserna. Sono oltre 100 gli iscritti, e tra questi anche
Fon. Lucio Malan e gli sponsor del 3S Nova Siria, Mario e
Luigi Ferrerò.
TRIAL — Riprende domenica 3 luglio l’attività del Gentlemen’s di Pinerolo e si riparte subito con un impegno quanto
mai qualificato come la 2“ e ultima prova Fmi cadetti 1994. Si
tratta in pratica del campionato italiano delle nuove leve, suddivise in 50 cc., 125 ce. e oltre, in funzione cioè della cilindrata della moto ma in second’ordine anche dell’età dei partecipanti, che sul percorso di Ghigo di Prali, teatro lo scorso anno
di una memorabile edizione del campionato europeo, si contenderanno i punti necessari per la conquista del casco tricolore di categoria. Sono ammessi a partecipare i migliori 10 piloti
di ogni regione; la gara si svolgerà su un anello di circa 10 km
da ripetersi 3 volte, sul quale gli esperti hanno tracciato 11 zone controllate, selettive sì ma in grado di offrire agli sportivi e
ai piloti la possibilità di esibizione e di spettacolo di tecnica e
di guida. E previsto per il pubblico un servizio di trasporto alle
zone situate nella parte alta del percorso; la manifestazione
avrà inizio alle ore 10 dalla zona degli impianti sportivi di
Ghigo di Prali.
FESTA DELLO SPORT AGLI — Si svolgerà domenica 3
luglio, presso il campo sportivo del Collegio valdese di Torre
Pellice, la quinta edizione della manifestazione proviciale
dell'Acli denominata «Sport per tutti»; sono previsti tornei di
calcio, pallavolo, basket e tennis tavolo.
PALLAMANO — Si è disputato domenica presso il Centro
sportivo «La vanoise» di Modano un torneo quadrangolare maschile di pallamano al quale ha partecipato il 3S Graphicart. La
formazione lusernese, priva di alcuni titolari, ha disputato una
serie di buoni incontri, pur subendo tre sconfitte, che fanno ben
sperare per la prossima stagione sportiva. Da evidenziare le
prestazioni di Silvano Bounous, impegnato la prossima settimana con la rappresentativa regionale nelle finali nazionali, e
di Ivan Lazzarin. Risultati: 3S-Annecy 18 a 22; Modane-3S 20
a 19; Chambery-3S 20 a 18.
La formazione giovanile del Luserna sarà impegnata durante
la settimana a Misano Adriatico per il trofeo «Topolino».
1" luglio, venerdì — PINEROLO: Nel cortile di Palazzo
Vinone, alle 21,15, il «Gerardo
Cardinale quintett» propone una
serata di musica etno-jazz.
2 luglio, sabato — PINERO
LO: Alle 21,15, nel cortile di
Palazzo Vinone, il Teatro degli
immediati presenta «Gofatansògn», commedia all’improvviso
per sette maschere, due musici e
una peripatetica.
2 iuglio, sabato — TORRE
PELLICE: Presso il cinema
Trento, alle 21, si svolge la quarta rassegna di canto popolare
con la partecipazione del gruppo
corale «L’eco dia Tor» di Savigliano, della corale «Sette torri»
di Settimo, del coro «Stella alpina» di Rho e del Coro alpino vai
Pellice.
2 luglio, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: L’ associazione pensionati Auser propone la terza mostra hobbistica della terza età in vai Pellice «Creazioni e collezioni». La mostra,
che sarà esposta presso la sala
comunale di via Ex deportati e
internati fino al 10 luglio dalle
10 alle 12 e dalle 15,30 alle
18,30, verrà inaugurata alle 17 di
sabato 2 luglio.
3 luglio, domenica — TORRE PELLICE: Per le vie del
paese si svolge la tradizionale
fiera estiva.
3 luglio, domenica — TORRE PELLICE: Nell’ambito della giornata nazionale delle Pro
Loco, sfilata e concerto della
banda municipale; in serata alle
21, nella chiesa cattolica, concerto del gruppo di musica antica «Da Gagliano».
3 luglio, domenica — PRAROSTINO: NelTambito della
giornata nazionale delle Pro Loco, la Compagnia balestrieri di
Roccapiatta propone il 19° palio
delle borgate fra Priistin damunt
e Priistin daval.
3 luglio, domenica — LUSERNA SAN GIOVANNI: In
piazza Partigiani, dalle 8 alle 20,
si svolge la quinta edizione del
mercatino (mostra-scambio) di
cose d’altri tempi.
3 luglio, domenica — SAN
SECONDO: In piazza Tonello
si svolge la 2“ edizione de «Il robivecchi. Oggetti di ieri e l’altro
ieri». Prevista anche cena con
grigliata (per prenotazioni tei.
501730).
6 luglio, mercoledì — PINEROLO: Alle 21,15, nel cortile di
Palazzo Vinone, serata di musica a cura di gruppi e interpreti
amatoriali.
6 luglio, mercoledì — TORRE PELLICE: Alle 20,30, presso il Centro d’incontro, si svolge
la riunione mensile del Diapsigra, gruppo che lavora sul disagio psichico.
7 luglio, giovedì — PINEROLO: Alle 21,15, nel cortile di
Palazzo Vinone, serata per giovanissimi, con Chiaroscuro, ovvero il Cavaliere di Frescobello
sulla Luna, racconto di Guido
Quarzo seguito da Teatro Aiegre
in «Marionette in cerca di manipolazione».
8 luglio, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Prende il
via la festa annuale della Croce
Rossa che proseguirà fino a domenica 10 luglio con concerti,
stand, giochi.
14 luglio, giovedì — ANGROGNA: Alle 21, presso il
museo degli Odin, Giorgio
Tourn parlerà su «Le valli valdesi viste dagli inglesi all’inizio
deirOttocento».
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
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Torre Pellice (TO)
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Guardia medica:
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Sfilu
Guardia farmaceuticaDOMENICA3LUGLÌO
Perosa Argentina: Farmacia
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81205 ’
Ambuianze:
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Guardia medica:
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telefono 932433
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Villar Pellice: Farmacia GayPiazza Jervis, tei. 930705
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Guardia medica:
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Ospedale civile, Pinerolo, lei
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
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PINEROLO — La multisala Italia propone alla sala
«2cenlo» Legittima accusa;
domenica e feriali ore 20,30 e
22,20, sabato 20,20 e 22,30.
Alla sala «5cento» è in programma Kamasutra; feriali e
domenica 20,30 e 22,20, sabato 20,30 e 22,30.
TORRE PELLICE-11
cinema Trento è chiuso per
ferie il pi'ossimo fine settimana.
BARGE — Il cinema Comunale il mese di luglio resterà chiuso per ferie.
FROSSASCO — Venerdì ;
1° luglio, nel giardino della
scuola materna, inizio ore
21,30, viene proiettato
din; mercoledì 6, sempre alle "
21,30 in visione sarà Sister
Act II.
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ERISTICO
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ULANZA
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9 luglio 1994
Assemblea Battista
PAG. 7 RIFORMA
^¡oCuarna racconta la sua esperienza di evangelizzazione in Albania
Iviluppare ¡1 legame fraterno con le chiese
j,o affettuosamente dall
^hLil
appena tornato da un
\'K: Loro missionario in
ha accettato di parlar
della situazione di
i*" L.. e del lavoro che ha
la Missione battista
■ ■ r
Sin dalla mia infanzia
(io sono calabrese) ho
familiarità con gli alba¿iché vicino a Reggio
•Aoeci sono ancora ogÌolti villaggi dove sin dal
fvl secolo, ossia epoca
lirinvasione turca in Albai si parla albanese. Sono
ÌÌrimasto particolarmente
Uto quando, qualche anno
7si verificò l’esodo di mila di albanesi verso le nom coste; in particolare mi
tepressionò il modo disuma■ min cui venne accolta la se„nà ondata di profughi che
fiitono ammassati nello stalodiBariepoi rimandati in
lilbania senza troppi complinenti; già allora sentii che
jovevo fare qualcosa. Così,
floando nel settembre del
1592 il Consiglio della Fedefflione battista europea chie
se se ci fosse qualcuno disponibile per un lavoro pastorale
e di solidarietà in Albania io
diedi la mia disponibilità; sono poi partito il 25 giugno.
Lì mi sono subito reso conto della situazione difficilissima che il paese stava vivendo
all’indomani del crollo del regime: si trattava, e la situazione rimane in parte la stessa
oggi, di una profonda crisi politica dovuta alla mancanza di
una nuova classe dirigente
che prendesse il posto di quella ormai screditata agli occhi
del popolo. Mille erano le
questioni a cui si doveva far
fronte: si doveva colmare, per
esempio, uno spaventoso vuoto legislativo, che rendeva la
situazione caotica e il paese
possibile preda, come purtroppo sta avvenendo, di speculatori di ogni genere; la delinquenza dilaga; l’agricoltura
è quasi completamente abbandonata, è in atto un urbanesimo selvaggio perché la gente,
impoverita ulteriormente,
daH’interno viene in città a
cercare lavoro e nascono nuove bidonville in periferia.
In questa situazione caotica
La multialla sala
1 accusa;
re 20,30 e
» e 22,30.
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Progetto Agape
L’Assemblea, udite le relazioni del Comitato esecutivo
e del Dipartimento di evangelizzazione relativamente al
lavoro missionario in Albania attivato dalla Federazione
batósta europiea e portato avanti, tra gli altri operatori, anchedidpast. Saverio Guarna,
si rallegra dell’opera di evangelizzazione e di testimonianza che ha già portato all’apertura di due chiese battistenel paese e ne ringrazia il Signore;
rinnova l’invito alle chiese dell’Unione a interessarsi
aSivmente del lavoro missionario battista con il sostegno
deilapegliiera e della raccolta di fondi e di aiuti,
bjaflicolare, l’Assemblea delibera di estendere per il
biennio 1995-1996 la raccolta delle sottoscrizioni del Proal lavoro in Albania.
;ta mobili
ietti vari.
liana, se)me assile part-t>'
osp
emblea si vota alzando il libretto
' Gli incarichi
y*-’Assemblea ha rinovato i numerosi incarichi per il
®iainio 94 - 96;
CoBiitoio esecutivo: Renato Malocchi (presidente), Do^nìco Tomasetto (vicepresidente), Adriana Pagnotti,
Ibarra, Carmine Bianchi, Blasco Ramirez, Ernesto
'^^nzi, Avemino di Croce.
,^Ptirtimento per l’evangelizzazione: Italo Benedetti
l^gretario)
.^Vdrtimento di teologia: Salvatore Rapisarda (segretano)
e in un ambiente religiosamente “vergine”, in quanto
per decenni “ateo” per legge,
anche da parte delle varie
chiese si è verificata una vera
e poco edificante spartizione
del territorio, e non solo da
parte di cattolici e ortodossi
ma anche da parte delle varie
organizzazioni missionarie
evangeliche, in genere di tendenza conservatrice. La nostra
attività rappresenta comunque
una presenza discreta che cerca di non imporsi creando dipendenza ma di offrire solidarietà e di predicare un Evangelo che offra libertà e testimoni rispetto per ogni essere
umano.
18 persone lavorano per la
missione battista europea; ci
sono medici, infermieri, un
professore di genetica che sta
cercando di riorganizzare la
facoltà di Agricoltura, un
agronomo, alcuni professori e
tre pastori, con le loro mogli.
Quando sono arrivato l’anno
scorso non c’erano chiese; ho
cominciato a fare visite, sia al
centro di Tirana, nei dintorni
della missione, sia in un quartiere molto degradato dove
non c’era ancora nessuno. A
Brego i Lumit, questo è il nome del quartiere, vivono i cosiddetti “egiziani”, che sono i
paria della società albanese;
sono discendenti di africani
che furono portati schiavi in
Albania da funzionari turcoalbanesi nel periodo di massima espansione dell’impero
ottomano; ora vivono in condizioni di povertà e degrado
estremo, disprezzati da tutti,
avendo anche interiorizzato la
loro secolare condizione servile. Nel quartiere ci sono anche Rom che però stanno
molto meglio: facendo visite
mi sono molto legato ad alcune famiglie; sia a Tirana, soprattutto attraverso l’organizzazione di corsi biblici per
giovani, in maggioranza universitari, sia a Brego i Lumit
ci sono state delle conversioni e ultimamente abbiamo
fatto una ventina di battesimi.
A Tirana c’è ora una chiesa
frequentata da una novantina
di persone, a Brego il gruppo
arriva a circa sessanta persone anche perché questa è la
massima capienza dell’attuale
sala adibita a culto; c’è un bel
rapporto fra la missione e la
gente. La cosa più bella è che
la nostra testimonianza sta
portando a un certo avvicinamento anche fra gli albanesi
“bianchi” e i cosiddetti “egiziani”, al di là dei pregiudizi
secolari che li dividono.
Io spero che in agosto potrò ritornare in Albania, questa volta per un periodo più
lungo, credo tre anni. Continuerò a fare un lavoro simile
a quello svolto finora, ma in
un’altra zona della città. Fin
d’ora vi posso dire che per
gli amici albanesi è molto
importante il legame fraterno
con noi italiani e dunque sarebbe molto bello poter ricevere visite di singoli e gruppi
di giovani che vengono a trovarci. Anche il Nuovo Testamento ci parla di quanto sia
importante l’incoraggiamento
fraterno per chiese così giovani: siate dunque sempre
benvenuti!».
«¡Mwre aei Villaggio per la Gioventù : Paolo Landi
Rettore del Seminatore: Italo Bendetti.
na ^ ^^sli anziani: Piero Bensi (presidente), Rossa* Wi Passa, Elena Girolami, Marilù Moore, Franco Sca‘«imccia.
^^Sio dei revisori: Stefano Meloni (presidente), SuNicoloso, Eugenio De Ropertis, Aldo Casonato, F
Dipartimento di evangelizzazione
Essere testimoni
Il Dipartimento di evangelizzazione ha nell’assetto
deirUcebi una serie di funzioni che gli sono attribuite
dall’art. 210 del regolamento;
- promuovere, favorire,
coordinare l’opera di evangelizzazione delle chiese assistendole nelle loro iniziative,
istituendo seminari di animazione, ecc.;
- pubblicare materiale utile
all’ evangelizzazione;
- promuovere seminari di
istruzione musicale;
- occuparsi di questioni riguardanti la pace, la giustizia
e la solidarietà umana.
Fra le iniziative più signifiestive del biennio trascorso si
segnalano, oltre all’impegno
dei membri del Consiglio del
dipartimento a favore delle
chiese in dibattiti, conferenze, campagne evangelistiche
e agli stretti contatti con una
serie di organizzazioni internazionali per la pace e i diritti umani, la produzione di
materiale e l’organizzazione
di manifestazioni per il 25
anniversario dell’assassinio
di M. L. King, il sostegno
all’opera evangelistica del
pastore Saverio Guarna in
Albania, l’accoglienza ai
bambini di Cemobil presso il
centro di Santa Severa.
Il Dipartimento pubblica
un periodico di evangelizzazione, «Il Seminatore», e
opuscoli con profili di personalità del mondo battista, argomenti di carattere storico
Altre decisioni
Difesa e rilancio della scuola pubblica
L’Assemblea invita il Comitato esecutivo a impegnarsi
a promuovere nelle chiese una presa di coscienza sul problema della scuola per la difesa e il nlancio della scuola
pubblica. L’Assemblea, preoccupata che il nuovo governo possa favorire gli interessi delle scuole pnvate chiede
che si difenda e si valorizzi il principio della laicità della
scuola pubblica, anche attraverso l’attenzione al dibattito
sull’insegnamento della religione cattolica.
Sud Africa
L’Assemblea, alla luce della mutata situazione politica
in Sud Africa che apre nuove possibilità di solidarietà, e
alla luce del ricco patrimonio di esperienze raccolte e del
lavoro fatto nei dieci anni passati, raccomanda al Comitato esecutivo di promuovere all’interno delle chiese e di
perseguire il lavoro teso ad aiutare la maggioranza della
popolazione sudafricana a far fronte alla pesante eredita
dell’apartheid.
L’Assemblea raccomanda al Comitato esecutivo,
nell’ambito di quelle che saranno le possibilità, di proseguire in un aiuto - sia in termini economici che di nsorse
umane - che potrà anche prendere la forma di progetti di
solidarietà con le chiese e con gli altri organismi.
Crisi della società e missione della chiesa
L’Assemblea avverte con preoccupazione che il quadro
nazionale e intemazionale si è interiormente deteriorato
nei suoi equilibri, nelle sue certezze, nei suoi valori. Viviamo l’angoscia tipica delle fasi di transizione: la sensazione di precarietà, le guerre fratricide, le ingiustizie caratterizzano il nostro tempo.
Per noi, in Italia come in altri paesi, si apre una stagione di grandi sfide, ricca di fermenti etico-culturdi e teologici. Una nuova vocazione profetica è rivolta ai singoli e
alle comunità. La crisi diffusa dei valori è dovuta soprattutto alla lontananza da Dio. Tangentopoli, ad esempio, e
sì l’altra faccia di una concezione del potere subordinato
a interessi personali, è sì corruzione ma è prima di tutto e
soprattutto peccato.
La disoccupazione è peccato; le guerre in Ruanda e in
Bosnia sono peccato; le migrazioni senza speranza sono
peccato; lo scarso interesse della comunità intemazionale
sui drammi di milioni di donne e di uomini è peccato. La
chiesa non deve smettere di predicare il ravvedimento m
primo luogo per se stessa. La nostra attenzione deve essere rivolta a chi nella società è marginale.
L’Assemblea ribadisce che TUcebi è nell’attuale situazione strumento per rispondere alla vocazione del servizio. In questo impegno le chiese devono cooperare con
tutti i soggetti disponìbili, pur salvaguardando la loro au»'
tonomia, e promuovendo il senso critico e di responsabilità di quanti sono coinvolti. La scelta di campo, che tutto
ciò esige, implica di porsi dalla parte della vedova,
dell’orfano e dello straniero portando il messaggio della
speranza e della condivisione.
ed etico, aspetti significativi
della prassi cultuale battista.
L’Assemblea ha eletto come
segretario del Dipartimento il
pastore Italo Benedetti, in sostituzione della pastora Adriana Gavina, entrata a far
parte del Comitato esecutivo.
Dipartimento di teologia
Formare i pastori
Il Dipartimento di teologia
ha i seguenti scopi:
- sovrintendere alla preparazione biblica e teologica dei
ministri dell’Unione e curarne
r aggiornamento;
- sovrintendere alla preparazione biblica e teologica dei
pastori locali e degli altri ministri (predicatori, monitori);
- fornire alle chiese testi liturgici, documentazione, strumenti teologici;
- curare l’archivio storico.
Il biennio trascorso è stato
alquanto travagliato a causa di
alcune divergenze di vedute
tra il Dipartimento stesso e il
Comitato esecutivo. Per dirimere le questioni è intervenuto, su istanza delle parti, il
Collegio degli anziani. Uno
strascico di tali divergenze si
è avuto in Assemblea, dove il
Dipartimento ha presentato la
Casa di riposo a Roma
L’Assemblea, in considerazione dell’accordo espresso
dalle chiese battiste, metodiste e valdesi di Roma, approva nelle sue linee generali il progetto di collaborazione
bmv per la trasformazione dell’Istituto Taylor (come comunicato nella relazione del Comitato esecutivo) m un
istituto di assistenza agli anziani e lungodegenti che prevede che lo stesso rimanga istituzione nell ambito
deir ente patrimoniale mentre la gestione sara condotta da
un comitato eletto di comune accordo fra i partecipanti
all’iniziativa; dà mandato al Comitato esecutivo di perseguire nella trattativa, arrivando al più presto alla realizzazione della nuova collaborazione.
Salvatore Rapisarda
richiesta che il suo parere riguardo aH’ammissione al ministero pastorale dei candidati, per quanto concerne la valutazione della preparazione
teologica, fosse vincolante.
L’Assemblea non ha accettato
tale proposta.
Per quanto riguarda la preparazione ai diversi ministeri,
tre pastori sono stati accettati
in prova, mentre dieci studenti sono iscritti ai corsi di teologia; cinque presso la Facoltà
valdese e cinque presso il Seminario battista di Rùschlikon; si segnalano tre membri
della chiesa di Genova che
hanno terminato il corso per
predicatori, mentre il fratello
Adriano Dorma, responsabile
delle chiese di Sant’Antonino
e di Susa, ha conseguito il diploma di pastore locale rilasciato dal Dipartimento stesso. Il pastore Salvo Rapisardo
è stato riconfermato segretario del Dipartimento.
12
PAG. 8
RIFORMA
I giovani battisti e gli studi teologici in Facoltà
Perché si abbandona lo studio?
LAURA CARLODALATRI
Un interrogativo che molte comunità sembrano
essersi posto è quello che riguarda la Facoltà di teologia
e gli studenti che «abbandonano»: non tantissimi, ma abbastanza da richiamare l’attenzione. Nei prossimi dieci
anni, senza contare le defezioni e se il trend rimarrà invariato, rispetto al normale
fabbisogno ci mancheranno
ben 22 pastori. Sull’argomento abbiamo voluto brevemente sentire il pastore Blasco
Ramírez, consigliere uscente
del Dipartimento di teologia e
nuovo membro del Comitato
esecutivo.
- A cosa ritiene possa imputarsi questo fenomeno?
«Fino a non molto tempo fa
il fenomeno aveva una motivazione, oggi quasi compietamente caduta: la scoperta della teologia poteva essere
“spaventosa”, perché d’improvviso lo studente si trovava a confrontarsi con una
scienza che lo costringeva a
mettere in discussione tutto
quello che si impara nelle nostre chiese tradizionali e che
forse si ritrova ancora oggi in
alcune chiese con una teologia più fondamentalista. Oggi
invece la riflessione teologica
ha più spazio nei nostri media
(vedi Riforma o Gioventù
evangelica) per cui un giova
La più giovane delegata, Rosanna Giacchetta di Gravina
Delegati ascoltano la relazione del Comitato esecutivo
ne è molto più preparato
all’incontro con la riflessione
teologica. Percentualmente
non è questo che incide oggi
in modo rilevante; i motivi
sono di altra natura, ad esempio ci si rende conto che non
si è tagliati per vivere con le
pressioni che il ministero pastorale comporta, o ancora si
perdono le motivazioni forse
troppo idealistiche che avevano provocato la scelta iniziale. Altre volte possono subentrare crisi personali, anche di tipo sentimentale; a
monte di tutto questo si impone, sia per il bene dell’
Unione che di queste persone, di verificare fin dall’inizio se queste persone in effetti abbiano i doni necessari al
ministero pastorale. Complessivamente, fra gli studenti che lasciano gli studi e i
pastori che poi, anche per
motivi economici, esercitano
al di fuori dell’Unione, la
percentuale degli “abbandoni” è valutabile nella misura
di uno a cinque».
- Non può darsi che ci sia
un eccessivo incoraggiamento iniziale per timore di perdere un possibile pastore ?
«Diciamo che noi siamo incoraggianti, e questo è
irrinunciabile; in egual misura bisognerebbe però essere
attenti ed effettivamente operare quella preselezione che
consentirebbe al soggetto interessato di verificare per primo la solidità della sua vocazione».
- Possiamo aggiungere che
forse si dovrebbe essere più
tempestivi nello scoraggiare
chi chiaramente non risulta
idoneo ?
«Indubbiamente sì: personalmente ho l’esperienza di
un caso in cui questo sarebbe
stato necessario».
- Avete mai considerato la
possibilità di chiedere una
cauzione libera oppure di
usare test psicologici attitudinale?
«La cauzione libera no, ma
potrebbe essere una soluzione. Per quanto riguarda i test
psicologici nemmeno, però
chiediamo sempre informazioni accurate sui doni che la
persona manifesta all’interno
della sua comunità; abbiamo
anche un dialogo approfondito con la persona per ascoltare la sua testimonianza e
conoscere le sue motivazioni.
Quanto ai test psicologici credo sia una cosa che dovremmo adottare, dopo averne discusso a livello teologico, ma
utile solo a decidere delle attitudini della persona e non
della sua chiamata, che viene
da Dio. Diciamo che un test
potrebbe darci i giusti strumenti per dare alla persona
stessa un’occasione di riflessione: se, per fare un esempio
chiaro anche se semplicistico,
una persona risultasse rissosa
o intollerante, è chiaro che
dovremmo invitarla a riflettere sul fatto che si tratta di atteggiamenti incompatibili con
il ministero pastorale».
La funzione del canto nelle chiese e nelle assemblee battiste
Riscoprire che «musica è bello
»
Tra i battisti si sta riscoprendo con gioia la funzione
insostituibile del canto, e della musica in genere, durante
il culto e nelle altre occasioni
di incontro. Nascono nelle
chiese corali e gruppi musicali, aumentano i ragazzi e le
ragazze che si diplomano in
Conservatorio e mettono le
loro capacità al servizio delle
comunità. La lode al Signore,
la richiesta di perdono e di
aiuto, la fiducia in lui e il desiderio di .servirlo si esprimono attraverso il canto in modo
unico e insostituibile.
L’Assemblea dell’Ucebi lo
ancora una volta confermato
neH’entusiamo con cui ha imparato i nuovi inni proposti
nella liturgia dei culti mattutini, nella partecipazione con
cui ha ascoltato il coro dei
battisti filippini di Roma e la
corale della chiesa di Civitavecchia, nei capannelli che si
radunavano intorno al pianoforte prima dell’inizio delle
sedute.
Il Dipartimento di evangelizzazione ha presentato
all’assemblea un innario contenente, una serie notevole di
canti per bambini che è stato
accolto con interes.se e va ad
aggiungersi ai due volumetti
pubblicati a suo tempo dal ti
La corale della Chiesa battista di Civitavecchia
tolo «Cantiamo insieme». Altrettanto positiva è stata l’accoglienza riservata alle proposte di aggiunta all’Innario
cristiano preparate dal Gruppo musicale evangelico (Grume). Fra l’altro si propone il
recupero di venti inni del
vecchio innario troppo frettolosamente esclusi dal nuovo.
I meno giovani hanno ritrovato con commozione inni
della loro infanzia e giovinezza, ingiustamente dimenticati; altri inni attendono ancora di essere riportati alla
luce e siamo certi che le chiese cui questo apprezzato lavoro del Grume è indirizzato
non mancheranno di caldeg
giare il loro ricupero. Il Dipartimento di evangelizzazione si propone di promuovere,
insieme al Comitato esecutivo, la formazione di un ministero di animazione musicale
per le chiese, sollecitando i
giovani preparati nel settore
ad assumersene la responsabilità. Si spera che i tempi di
attuazione del progetto non
siano troppo lunghi: l’ideale
sarebbe poter avere in ogni
Associazione regionale una
persona dotata di una solida
base teologica e musicale e di
capacità di animazione, anche
in vista del rinnovo liturgico
e musicale dei nostri culti.
Le possibilità di servizio diaconale nell'Unione battista
La rosa^ sìmbolo arricchente
PIETRO ROMEO
Silvia, 20 anni, è
I
una dei
dodici studenti che frequentano il Centro di formazione diaconale «Giuseppe
Comandi» di Firenze.
- Che tipo di studi stai facendo al Centro ?
«Sto seguendo un corso statale per assistente sociale che
finirà fra tre anni con il conseguimento del diploma in Servizio sociale. Nel ’95-96 diventerà una minilaurea, per
un decreto legge già approvato. L’iscrizione al Cfd è subordinata al superamento della selezione alla scuola statale
che organizza i corsi di specializzazione; ci sono altri
corsi che si possono seguire
frequentando il Cfd e sono
quelli di laurea per educatori
con la specializzazione in
Scienza dell’educazione, che
dura quattro anni e la scuola
per fisioterapisti della riabilitazione che dura tre anni la
cui selezione vale anch’essa
per l’ingresso al Cfd».
— Alla preparazione tecnica
delle scuole statali è affiancata una preparazione teologica ?
«Sì, non è sottoposta ad
esami ma a verifiche le quali
variano a seconda della materia; comprende corsi di Etica
biblica. Teologia pratica. Antropologia biblica. I corsi non
sono seguiti separatamente
dagli studenti dei tre anni ma
Silvia Zerbinati
in comune e vengono adattati
alle esigenze del gruppo dietro suggerimento degli insegnanti e degli studenti con il
Consiglio. Gli argomenti trattati sono quelli relativi alla
professione futura, analizzati
sotto il profilo teologico (per
esempio l’aborto, i malati terminali ecc.)».
- Quali sono le prospettive
per gli studenti alla fine dei
corsi, anche in relazione alle
esigenze del nostro mondo
evangelico?
«Il Centro in quanto tale
non garantisce assunzioni alla
fine dei corsi anche perché è
ancora in prova dato che solo
quest’anno sono usciti i primi
studenti del primo triennio e
lavorano quasi tutti all’esterno del mondo evangelico.
Tuttavia il Centro nasce con
Il decano dell'Assemblea
Carmelo Inguanti
87 anni, 32 assemblee
È giovedì mattina e l’assemblea riceve uno scossone:
ascoltare il pastore Inguanti,
che ha 87 anni suonati e ancora segue una chiesa, la comunità di Casorate Primo, è
come respirare una boccata di
aria mattutina. «Ho con voi
un debito di riconoscenza dice Inguanti rivolto ai partecipanti -: io partecipo alle
assemblee battiste dal 1934
ma non ho potuto partecipare
all’ultima perché, come Paolo Spana, sono stato inchiodato: lui col cuore, io col fegato, ed eravamo nello stesso
padiglione .senza .saperlo. Comunque lui stava “sotto” (risata), anche perché io sono
stato presidente prima di lui
(risata)...».
Il pastore Inguanti è di una
simpatia irresistibile: tiene la
Foto ricordo
Chi desidera copia della foto
di pag. 3 può richiederla alla
nostra redazione versando sul
c.c.p. 14548101 la somma di
lire 5.000, specificando indirizzo e causale
Carmelo Inguanti
scena come un consumato
uomo di spettacolo; la platea
è tutta per lui e le risate si
succedono a ritmo serrato;
impossibile stargli dietro per
scrivere le sue battute, sia pure col computer. È incredibilmente giovane, lucido, spiritoso: tra una battuta e l’altra
scivolano informazioni storiche, messaggi spirituali; se un
giorno lo si dovesse vedere
sfrecciare su dei pattini a rotelle, Bibbia al vento, credo
che nessuno davvero si meraviglierebbe.
lo scopo di coprire quei,
di lavoro nelle nostre i ,i,
zioni che hanno bisogno „
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dente; un altro 35% lo copro (®ie emergi
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restante 30% verrà restituiioUffleroso e i
dallo studente stesso nel pri. ®edomand
mo anno lavorativo; ci sono liinterveni
poi da aggiungere i costi égli ¡nato come
studi alle scuole statali die elogia proti
sono al carico dello studente», conosciuta e
— Parliamo della tua ejpe-'interesse: è
rienza personale: che cosa k ma prima c
motivato al tua scelta? lego interce
«Sentivo l'esigenza dim qimle,dall’a
impegno solidale con chi ha noaltre, con
grossi problemi ma anche di nunciareils
dare un aiuto qualificato e ro, di Valle
professionale; inoltre ho ma- hile della di
turato una grossa passione per l'ecumenisn
la teologia. Non conoscevo i Due gioir
Centro e casualmente ne ho Pentecoste,
sentito parlare da una studente
iscritta e mi ha convinta il fatto che al Cfd è presente una
preparazione professionale affiancata a quella teologica»,
— So che sei molto atim
all'interno della Fgetli
esperienze in Federazione^no state utili per arrivare i
questa scelta ?
«Sì, soprattutto dalpuntodi
vista dell’approfondiinento
teologico, molto sentito nell
ambito della Federazione e
questo anche a riguardo
deH’animazione biblica, da
sempre curata dalla Fgeie
presente nei corsi del Cfd».
— Il Cfd è interdenomina
zionale e accoglie giovani
con diverse esperienze difde: come viene vissutala
convivenza al convitto?
«Il simbolo che affianchia^
mo al convitto è una rosa, e
formata dal fiore e i
profumati e delicati che rappresentano 1 ’ arricchimento e
la crescita nella fede che un
esperienza comunitaria co
fratelli con diverse sensibili
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questa scelta».
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'à restituiio oometoso e attento. Le numesso nel pii.'tosedomande rivolte da alcuvo; ci sono liintervenuti hanno dimoi costi degli strato come a Biella la testatali che ègia protestante sia poco
3 studente», conosciuta e comunque desti
a tua espi- interesse: è certamente stata
che cosa k ma prima occasione di diadta? lego interconfessionale alla
enza di un quale, dall’autunno, seguirancon chi 111 no altre, come ha tenuto a anla anche di aunciare il sacerdote don Moalificato e ro, di Vallemosso, responsaItre ho malassione per
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a Fgei: Il
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arrivare i
diocesi biellese per
reciimenismo e il dialogo.
Due giorni dopo, vigilia di
Pentecoste, la comunità valdese di Ivrea (con raggiunta
di alcuni biellesi membri della corale) ha partecipato nella
chiesa parrocchiale di Pavone
Canavese alla veglia diocesana di Pentecoste, a cui il vescovo mons. Bettazzi ha voluto dare un carattere ecumenico, invitando sia la comunità valdese che quella dei
Fratelli, affidando loro sia la
liturgia che la predicazione
della Parola. Le meditazioni
sono state tenute dal past.
Genre e dall’anziano Venturini, mentre la corale valdese,
diretta da Franco Taglierò, e
il coro della cattedrale di
Ivrea hanno animato il canto,
eseguendo all’inizio del culto
alcuni cori di circostanza. Il
vescovo ha concluso la veglia
con una preghiera molto apprezzata da tutti.
Nel pomeriggio di Pentecoste, le comunità di Biella e
Ivrea si sono incontrate a
Biella nei locali della chiesa
valdese con i cattolici per un
altro culto, ancora allietato
dai canti della corale e caratterizzato dalla predicazione di
don Moro, che ha portato i
fraterni saluti del vescovo di
Biella, mons. Giustetti. L’incontro, avvenuto come scambio di pulpito dopo la settimana di preghiera di gennaio,
nel corso della quale valdesi e
cattolici si erano incontrati a
Vallemosso nella chiesa di
Sant’Eusebio, ha concluso
per quest’anno le iniziative
ecumeniche a Biella.
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iscussione
Convegno
La santificazione
Dal 4 al 10 luglio a Rocca di Papa (Roma), presso l’istituto «Mondo migliore» si tiene il convegno intemazionale
di M sul tema: «La santificazione nelle tradizioni benedetÉa: e metodista».
Sotto previste, fra le altre, relazioni e interrenti di Pedro
M. Alexander, Roberta Bondi, Peder Borge, Ted A.
^^^®#ell, Emidio Campi, Sergio Carile, Paschal Cheline,
Paul W. Chilcote, Robert Dodaro, Reginald Grégoire,
Nìel Gunson, José Miguez Bonino, Paolo Ricca, Giancarlo Knaldi e altri ancora, provenienti dai vari continenti.
Per informazioni: segreteria presso Febe Rossi (tei. e
{»049-9900599) o presso l’istituto (06-9496801).
^''uppo giovani di Napoli-Vomero
ia chiesa è uno
spazio di liberazione
- Vita Delle Chiese
Chiesa battista di Reggio Calabria
Evangelizzazione
e ecumenismo
PAG. 9 RIFORMA
San Giacomo degli Schiavoni
Due professioni
di fede in Cristo
ENZO CANALE
Negli anni passati evangelizzazione ed ecumenismo sembravano inconciliabili perché l’annuncio dell’
Evangelo da parte nostra porta inevitabilmente a parlare
delle «differenze» con la
Chiesa cattolica. Non perché
il confronto polemico sia una
tecnica evangelistica raccomandabile (anzi è una delle forme più indisponenti)
ma perché è l’altro, l’evangelizzato, a porre le questioni.
Dopo tanti anni di riflessione
possiamo fare delle considerazioni che incoraggiano l’attività evangelistica nel rispetto del dialogo ecumenico.
La prima è che ormai abbiamo imparato a descrivere le differenze col cattolicesimo e a sostenere le nostre
convinzioni senza aggredire e
senza mandare necessariamente l’altro all’inferno; la
seconda è che, essendo caduta l’illusione che il popolo
italiano è un popolo di credenti e avendo sperimentato
che difficilmente la nostra
evangelizzazione interferisce
con l’evangelizzazione cattolica, riusciamo a cogliere lo
spessore della parabola: «La
messe è veramente grande,
ma pochi sono gli operai»,
tanti sono gli uomini e le
donne che aspettano che
qualcuno «vada» a portare
loro la consolazione (nel senso più pregnante) dell’E-vangelo. La terza considerazione
è che bisogna liberarsi dalla
tentazione di restare «fra
noi», fra credenti: c’è il rischio che gli incontri fra
evangelici e cattolici (ma anche con musulmani ed ebrei)
si trasformino in cortesi dibattiti intrecciati al caldo della comune fede, mentre «fuori» c’è un mondo che ha bisogno di ascoltare e di essere
ascoltato.
Per queste e altre considerazioni la Chiesa battista di
Reggio Calabria sta compiendo una serie di esperimenti
evangelistici: l’allestimento
di un’esposizione permanen
te di letteratura evangelica, la
presenza in una televisione e
in una radio locale, gli incontri in famiglia, il volantinaggio sono strumenti che affiancano la testimonianza
personale da più anni. Negli
ultimi giorni di aprile di quest’anno è stata effettuata (insieme a una comunità libera)
una «campagna» di evangelizzazione con tanto di inviti
diffusi in larga scala, concerto di canti evangelistici e predicazioni con «invito alla decisione» finale; il tutto in un
locale pubblico affollato da
più di trecento persone per
tutte e tre le sere. Al di là delle prime sensazioni (entusiasmanti), i risultati vanno valutati nel tempo. Quel che è
certo è che l’annuncio delr Evangelo è stato ascoltato
da molte persone e che mesi
e mesi di lavoro e preghiera
hanno risvegliato la fede in
molti e rivelato doni e vocazioni insospettate.
Un gruppo di battisti filippini ha chiesto di far parte
della nostra comunità, e poiché conoscono poco l’italiano il pastore Rapisarda si reca sistematicamente a Reggio
per guidare il loro studio biblico in inglese. Il culto viene
presieduto da uno di loro in
orario diverso dal nostro, tna
abbiamo avviato un esperimento di culto mensile bilingue, seguito dall’agape.
Dal mese di agosto ci verrà
restituita la visita della comunità battista di Hotthingham (Gb) con la quale abbiamo fatto un gemellaggio.
Un gruppo di giovani sono
stati con loro nel settembre
dello scorso anno e una ventina di loro starà con noi per
due settimane il prossiino
agosto: è nostro desiderio
condividere questa esperienza con le altre comunità della
Calabria e della Sicilia: vedremo come.
Intanto trasmettiamo volentieri un appello: altre comunità inglesi desiderano gemellarsi con comunità italiane, chi vuole può farlo, tramite rUcebi.
La comunità davanti aiia chiesa vaidese
ENOS MANNELLI
Due ragazze nate e cresciute nella chiesa valdese, Noemi Petti e Luigina
Di Foglio, hanno fatto professione della loro fede in
Cristo durante il culto dello
scorso 8 maggio. La prima
mediante battesimo e l’altra
con la confermazione hanno,
con brevi parole e con voce
rotta dalla commozione, narrato il loro itinerario percorso
fino a quel momento. Nella
predicazione, centrata su Corinzi 1, 18-20, che precedeva
queste confessioni di fede, ci
è stato annunciato che «dei
nostri “sì” dovremo sempre
dubitarne, ma del “sì” di Dio
su noi dobbiamo esserne serenamente convinti, perché
questo sì di Dio ha un nome e
una precisa identità: Gesù
Cristo!». Dopo il culto, arricchito nel canto e nelle presenze da sorelle e fratelli di
Campobasso, ha avuto luogo
una bella e abbondante agape
comunitaria nella quale abbiamo goduto di una vera allegrezza e di comunione fraterna nei canti e nelle conversazioni fino a sera.
fi ledali della chiesa cria di Napoli Vomere, fin
5. scorso, nel grup
^'"'3nile sono state accolpersone che fanno
J ai «Tralci», gruppo di
credenti: con lo«lamo affrontato e apS^to.lc problematiche
ile la loro condizio
tante i mesi di marzo e
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Parte H■ ^ preparazione di
1 un seminario sull’
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PfTnarl' soprattutto
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vissuto il
p 0 con la «diversità».
'"'S'aarda il no^raune percorso di fede
Ilei n ‘^emposto di cattopersone «in
'5 Cam’ • ra^'crato sul testo
dell’ uomo» di
ebreo, che ci
e alla radice delle
domande fondamentali dell’
esistenza.
Secondo la nostra esperienza i nostri fratelli e sorelle
omosessuali possono, anzi
devono, essere integrati in un
cammino di fede di un gruppo eterogeneo, senza volerli
cambiare, senza vedere nel
loro modo di essere il «peccato» ma piuttosto un arricchimento per una crescita comune. Ognuno di noi, essendo
unico e irripetibile, può aprire
all’altro uno spazio di liberazione, nell’accettazione della
propria e altrui identità e nella consapevolezza che Dio
accetta e ama ognuno di noi,
così com’è: tutto questo ci ha
fatto scoprire la presenza, la
ricchezza e Fimprevedibilità
dello Spirito, che davvero
soffia dove vuole.
Da questa esperienza, vissuta nel rispetto, nell’ascolto
e nel dialogo, ci troviamo
perfettamente d’accordo con
la dichiarazione dei «65».
Commissione donne e uomini di Torino
Accettare e rispettare
gli omosessuali
Dopo le nostre insistenti richieste tendenti a non ridurre
il nostro essere sorelle e fratelli in Cristo solo a una rievocazione folcloristica annuale (Settimana universale
di preghiera per l’unità dei
cristiani), abbiamo ottenuto il
consenso della locale parrocchia cattolica. La proposta è
stata quella di avere un incontro di studio della Bibbia in
preparazione alla Pentecoste.
Nella nostra chiesa, il 20
maggio, una cinquantina di
persone ha ascoltato le relazioni del parroco, don Corradino Fiorito, e del pastore
Enos Mannelli su «Lo Spirito
Santo», alle quali sono seguite domande e interventi. Alcune affermazioni del parroco
secondo cui «noi possiamo riscoprire l’autenticità cristiana
solo per mezzo dello Spirito
Santo» o «senza lo Spirito
Santo ci può essere “cultura
cristiana” ma non la chiesa»,
hanno destato vivo interesse e
consenso. All’inizio e alla fine ci sono stati canti e preghiere; molti hanno espresso
parere favorevole al proseguimento di tali incontri con una
frequenza regolare.
Centro evangelico di Bethel
Un'estate per tutti
La commissione donne e
uomini della Chiesa valdese
di Torino (che nasce in risposta al «Decennio ecuinenico
delle chiese in solidarietà con
le donne») ha seguito con interesse i sempre più nuinerosi
interventi sul tema dell omosessualità apparsi sugli ultimi
numeri di «Riforma».
Il lavoro della commissione
«Donne e uomini» consiste
principalmente nello stimolare la comunità a riflettere sul
fatto che i membri di chiesa
sono uomini e donne e che
come tali partecipano e vivono l’attività comunitaria in
maniere diverse, limitati 0
semplicemente differenziati
dai diversi ruoli che gli uomini e le donne assumono nella
nostra società.
Riteniamo che questo lavoro, incentrato sulle diseguaglianze di genere, sia necessariamente legato e intrecciato alle diseguali opportunità
di vita e di realizzazione per
sonale che si offrono a persone di diversi orientamenti
sessuali.
Considerando pienamente
accettabile e rispettabile la
condizione omosessuale, ci
rattrista constatare quante
persone nelle nostre comunità, e non solo, diano ancora
voce e ascolto al pregiudizio
antiomosessuale; questo fa sì
che le nostre comunità non
siano un luogo di libertà dove
possano vivere fianco a fianco e parlare alla luce del sole
persone di diversi orientamenti sessuali.
Dobbiamo lavorare seriamente per maturare una nuova coscienza di accettazione
e di rispetto per la dignità e
per i diritti umani delle persone omosessuali. Se perderemo questa sfida, continueremo purtroppo a renderci
complici del pregiudizio che
ha disseminato tante vittime
nel corso della storia: dai roghi ai lager nazisti.
Da alcune settimane sono
finalmente disponibili presso
la direzione (c/o Bruno Gabrielli, via XX Settembre 62,
88100 Catanzaro, tel/fax
0961-728045) copie del programma 1994 del Centro evangelico Bethel, sito a circa
1.300 metri di altitudine fra i
laghi e i boschi di larici della
Sila Piccola.
Il mese di luglio sarà occupato da campi per giovani e
giovanissimi: precadetti (812 anni): 28 giugno-9 luglio;
cadetti (13-17 anni): 10-20
luglio; intemazionale giovani
(17-25 anni): 21-31 luglio.
Quest’ultimo campo avrà il
carattere di un confronto fra
giovani italiani e tedeschi su
un tema di urgente attualità:
«Germania e Italia fra vecchi
e nuovi fascismi»; hanno dato la loro disponibilità a
comporre lo staff del campo
Giampiero Matarese, Jörg
Schmidt e i candidati al ministero pastorale Gabriella
Costabel, Lorenzo Scornaienchi e Volker Strauss.
Come di consueto, agosto
sarà invece il mese dei campi
per la Terza età (1°-10 agosto) e per le famiglie (10-20
agosto e 21-31 agosto).
Le quote, specialmente per
quanto riguarda i campi di
luglio e il campo terza età,
sono rimaste assai contenute;
inoltre, dopo l’esperienza dello scorso anno, il comitato di
Bethel ha deciso di rinnovare
il proprio impegno «unilaterale» a non respingere alcuna
domanda di riduzione sulla
quota da parte di giovani e
giovanissimi seriamente motivati a partecipare ai campi
loro riservati.
Un impegno rivelatosi necessario (soprattutto dopo
l’abolizione del fondo borse
campo un tempo foraggiato e
gestito dalla Commissione
esecutiva del IV distretto
delle chiese valdesi e metodiste) ma che potrà essere
mantenuto senza gravi scompensi per il bilancio del Centro solo se singole chiese e
singole sorelle e fratelli vorranno aiutare Bethel a portare questo (relativamente piccolo) fardello. Il numero di
conto corrente postale, intestato a Centro Evangelico
Bethel - 88055 Taverna (Cz),
è 10185890.
Regala
un abbonamento
a
RIFORMA
14
PAG. 10 RIFORMA
»Imti
Vita Delle Chiese
Giornata comunitaria delle chiese valdesi di Pinerolo e Coazze
Si rinsaldano i legami fraterni
ELSA ROSTAN
Domenica 22 maggio,
Pentecoste, la corale di
Pinerolo, a cui si è aggiunta
una ventina di altri membri
di chiesa, si è recata a Coazze per trascorrere con quella
piccola comunità una giornata comunitaria. Così, fin dal
mattino, ci si è trovati insieme al culto con Santa Cena
condotto dai pastori Cesare
Milaneschi e Bruno Tron;
anche le letture bibliche sono
state fatte da membri di ambedue le comunità e la corale
di Pinerolo ha dato il suo
contributo.
Dopo il culto vi è stato un
allegro scambio di saluti e
poi ci si è riuniti per un ottimo pranzo comunitario servito da sorelle e fratelli di Coazze; nel pomeriggio (erano
giunti nel frattempo anche alcuni membri della comunità
di Piossasco con Florence
Vinti, che cura quella comunità, e il marito Ruben), la
corale di Pinerolo, diretta da
Roberto Morbo, ha offerto un
buon concerto che, per la
perfetta acustica del tempio
di Coazze, ci ha fatto apprezzare maggiormente la bellezza del programma tutto volto
alle lodi del Signore.
Il sorgere della comunità,
una delle prime dopo il 1848
fuori dalle valli valdesi, fu
inizialmente opera di Filippo
Cardon, pastore a Pinerolo,
tenace evangelizzatore che
per primo si recò a Coazze (a
piedi, passando per il vallone
di Dubbione). Era il 4 gennaio 1874 e la popolazione di
Coazze, radunata sotto la tettoia pubblica del villaggio,
accolse favorevolmente il
messaggio del Vangelo, chie
La corale valdese di Pinerolo posa per la foto ricordo nel cortile
della chiesa di Coazze
dendo che tale predicazione
potesse avvenire ogni 15
giorni. Alcuni anni dopo, e
precisamente nel 1881, la comunità fu costituita ufficialmente. Da allora la chiesa di
Coazze ha avuto alterne vicende, con un periodo d’oro
per l’evangelizzazione, che
coincise con il ministero del
pastore Carlo Lupo (19231930). Risale a quest’epoca la
ristrutturazione interna del
tempio, sobria e accogliente
per via dei caldi colori del
pennello di Paolo Paschetto,
ancora oggi perfettamente valida. Vicende più difficili si
sono succedute in seguito, e
la comunità, dopo alcuni ministeri in loco, è stata abbinata dapprima a Susa per alcuni
anni e attualmente a Torino.
Durante il ritorno a Pinerolo ho potuto riflettere sul fatto
che le comunità più grandi.
che ne hanno la possibilità,
dovrebbero ricordarsi più
spesso delle piccole comunità
di diaspora e visitarle per
rompere il loro isolamento,
talora difficile da vivere; in
questi incontri, in fondo, c’è
da dare e da ricevere e si può
vivere gioiosamente la comunione dei santi. La prima
Pentecoste è scesa su un gran
numero di persone riunite nel
nome del Signore, ma sappiamo bene che lo Spirito del Signore non è legato al numero:
è libero, soffia dove vuole, e
ho l’impressione che abbia
soffiato anche a Coazze in
questa domenica, ripetendo a
tutti, ma specialmente a coloro che essendo pochi hanno
più difficoltà a andare avanti:
«Non terriere, o piccolo gregge, poiché al Padre vostro è
piaciuto darvi il Regno» (Luca 12, 32).
Incontro della Fgei del centro al Villaggio battista di Santa Severa
Quando i giovani si incontrano
per parlare di Cristo e cantare
VINCENZO MARZIALE
Cristologia, innologia e liturgia: questi sono i temi che hanno animato rincontro della Fgei-Centro avutosi il 14 e 15 maggio a Santa
Severa, un’appuntamento che
per la regione è coinciso con
la chiusura dell’attività per
questa stagione. Basta uno
sguardo, anche non particolarmente attento, ai temi previsti per i campi nei nostri
centri o semplicemente scorrere i titoli degli articoli che
qui e lì compaiono sulla
stampa protestante in genere
per accorgersi che le nostre
riflessioni di giovani (e non)
credenti o, in modo onnicomprensivo, le riflessioni delle
nostre chiese si concentrano
su tali tematiche.
Presentato così, sembrerebbe che non ci sia proprio
«niente di strano»: qual è il
futuro di una chiesa cristiana
che non si interroga continuamente sul ruolo e, aggiungerei, la centralità di Cristo,
su tutte quelle forme di
espressione di un comune
sentire e vivere il rapporto
con Dio? Ebbene, «qualcosa
di strano» può sembrare saltar fuori se la nostra riflessione ha come finalità il rinnovamento delle forme liturgiche e innologiche, o il tentativo di indicare delle direttrici di un percorso critico nei
confronti di una cristologia
che potremmo definire «clas
sica» (senza che questo lasci
supporre che ce ne sia una
«moderna»!).
Un gradito intervento al
convegno di una teologa, la
pastora battista Adriana Gavina, ci ha messo nelle condizioni di avere una visione,
se pur schematizzata, articolata di tutto quel discorso che
fa riferimento al termine appunto di «cristologia», unico
fondamento della predicazione delle nostre chiese: Gesù
Cristo Signore, quale soggetto e assieme oggetto del piano di Dio.
E difficile sintetizzare in
poche righe quello che si è
detto, il contributo alla discussione di ciascuno dei
partecipanti ma la pastora,
concludendo il suo intervento, ha espresso quella che era
una sua opinione e che poi,
ma non vorrei però parlare
troppo a nome di tutti, è stata
condivisa da molti: il cuore
della critica a un certo modo
di concepire la cristologia
non può essere nei contenuti
ma .semmai, e qui parte l’impegno di tutti noi, nel tentativo di spogliare una teologia
da un linguaggio che alcune
volte, come quello della Bibbia, manifesta apertamente
gli accenti di una cultura patriarcale, monarchica e classista: ma Cristo non si è
scontrato con tutti questi
aspetti della società?
Ben diverso è il discorso
sull’innologia: a questo con
di
il
vegno si è cantato molto ma
non dagli innari che troviamo
comunemente tra le panche
delle nostre chiese. Un intervento nella mattina di domenica di Luana Pallagrosi, rappresentante Fgei nel Gruppo
musicale evangelico (Grume), ci ha permesso di sapere
quale lavoro sugli inni si sta
portando avanti: forte è il desiderio di cantare nuovi inni,
di trovare altre parole e melodie da aggiungere a quel patrimonio non solo musicale
costituito dai nostri attuali innari ma è evidente che l’esigenza di «nuovo» non va di
pari passo con l’intensifica
zione della produzione
melodie e testi; di questo
Grume non ha certo colpe,
ma la mancanza semmai è in
tutte quelle persone a cui le
chiese riconoscono i doni
musicali.
Con l’intervento di Irene
Vianello, che ha dato stimolo
a una discussione in gruppi
su alcuni aspetti della liturgia
protestante, si è concluso
questo percorso di riflessione
insieme: è sempre interessante scoprire, nella discussione
in gruppi, quanto di quello
che pensiamo e crediamo sia
comune al nostro prossimo o,
viceversa, quanto sia sentito
in modo unico e personale;
ed è proprio questa diversità
che dà senso all’incontro e al
dibattito, se vissuto nello spirito del reciproco arricchimento.
Adelfia
Conoscere
il Meridione
Presso il Centro giovanile
«Adelfia» si terrà dal 4 al 12
agosto l’ormai famoso campo
itinerante, organizzato dalla
Fgei siciliana in collaborazione con il comitato direttivo
del Centro. Una decina di
giorni insieme sicuramente
non saranno sufficienti per
conoscere, valutare e dare risposte sulla «nuova» realtà
meridionale.
Non faremo i turisti, cercheremo di conoscere i siciliani nelle loro attività di impegno sociale quotidiano; visiteremo i pochi tentativi di
industrializzazione cercando
di capire, parlando con gli
operai e con i dirigenti dell’azienda, come e perché essi
hanno prodotto solo ricchezza
apparente e disastri ecologici;
faremo una crociera notturna
con un meraviglioso peschereccio; studieremo e, per
quanto possibile, valuteremo
l’operato delle opere e delle
comunità evangeliche in Sicilia cercando di comprendere
se ed eventualmente in che
modo esse abbiano influito
sul tessuto sociale.
Non sarà il solito campo
solo parlato ma un tentativo
di osservare e ascoltare, per
cercare di comprendere una
realtà complessa come quella
siciliana. Il lavoro e le visite
saranno accompagnate da incontri con «tecnici» a seconda degli argomenti trattati.
Il costo complessivo del
campo è di £ 250.000 a persona oltre ai 4 pasti consumati fuori. Sono previste borse
campo; per ragioni logistiche
potranno partecipare solo 20
fortunati campisti: per le
iscrizioni rivolgersi a Mauro
Pons (095-417914).
Torre Pel lice
Fine anno
dei coretti
I coretti dei piccoli e dei
medi, così definiti per l’età
dei ragazzi e ragazze che vi
partecipano, hanno concluso
il ciclo dell’attività annuale
al tempio dei Coppieri di
Torre Pellice domenica 5
giugno, alla presenza di un
nutrito pubblico, in prevalenza di genitori, e ottenendo calorosi applausi che sono andati anche ai ragazzi e ragazze che si sono uniti per contribuire con la loro buona
preparazione al pomeriggio
musicale suonando diversi
strumenti.
Durante l’anno ecclesiastico i due coretti erano intervenuti con canti e nuove melodie a rendere i culti più partecipativi, con la presenza dei
giovani e dei ragazzi delle
scuole domenicali: si può dire
che questa iniziativa sta assumendo carattere regolare.
Tra la prima e la seconda
parte del programma è stata
fatta una colletta che, su proposta dei coretti, è stata devoluta per il secondo anno consecutivo a due opere valdesi
della Sicilia: la Noce di Palermo e il Servizio cristiano di
Riesi, che si occupano anche
dell’infanzia; è questo un importante segno di solidarietà
che nasce dai bambini e può
crescere con loro.
Al termine dell’intrattenimento è stata espressa, con
un caldo applauso, la gratitudine della comunità tutta a
Cristina Pretto e alle sue collaboratrici, anche nel campo
musicale, per l’impegno nel
dirigere i coretti.
venerdì P
PALERMO — Il giorno di Pentecoste hanno confe
ro battesimo i tre catecumeni della comunità inte'^*''
se-metodista alla Noce La mmimitò ..„n.
La comunità si ralleera HriT '
di Mirella e Paolo Manocchio e di Francesc^^^
Dopo 40 anni di lontananza dalla chiesa è stato rè' ■ 1
me membro di chiesa il fratello Francesco Lo
• È stato eletto quale deputato al Sinodo il frawi''”,'
Battista Scuderi.
• All’età di 90 anni è mancato uno dei membri ni'
della Chiesa metodista di Palermo, Adriano Alecc''
testimone del suo Signore e esempio per molti più*’ ■
di lui. 11 20 maggio ci siamo riuniti a Bagheria con^"
bari per ascoltare l’Evangelo della resunezione '
CALATAFIMI — 11 27 maggio l’Evangelo della resurro.
è stato annunciato in occasione del funerale di Ani
Donato ved. Scienza, deceduta all’età di 74 anni La**
nità di Trapani si stringe attorno alla sorella Adriana*”
nipoti esprimendo la propria solidarietà cristiana.
I decedi^
¡tanti de
jancese,
jtan-Jncq
titolato
•Tsivo (n
t,iaquàlifioi
¿a, è ai
per la
con g
¡(anuniraz:
'Jacques EH
TORRE PELLICE — «Se l’Eterno non edifica la casa iJ!ÌbbT'
no si affaticano gli edificatori...» (Salmo 127, l). jsjato
stato il testo del sermone del pastore Pasquet domeZx vièm
giugno: la predicazione era naturalmente rivolta a tuttafoàpparte:
semblea, ma in modo particolare a Franca Tourn e ¿»Sibraica (
Bertin che hanno desiderato che il loro matrimonio aviEesimo; t
nisse durante il culto. A questi sposi rinnoviamo rausèilscista di
di una vita benedetta dal Signore. nell’e
• Domenica 19 giugno ha avuto luogo l’insediamento(liaiamento
anziani Giovanni Lausarot e Luciana Mathieu e deltesela noi
cono Roberto Prochet. L’insediamento di Roberto CWscente dop'
bonnief, che in questo periodo è impegnato all’estero peEiiointolie
servizio volontario, avverrà invece domenica 3 luglio, Insega
glia il Signore essere la guida costante di questi nostri iicia 40 opei
telli nel loro impegno al suo servizio. mento, di cu:
• Esprimiamo viva riconoscenza al pastore Paolo Marai||fflo: i®nent
che ha presieduto il culto di domenica 12 giugno. stato tradot
• Con cristiana simpatia la comunità è vicina alle imjhisKhia e i
di Lidia Costantino ved. Charbonnier e di Italo Hugi latraduzione
che ci hanno lasciato. con una lui
MARSALA — Con grande gioia ed emozione della no9 tra
chiesa, domenica 12 giugno è stato ammesso comeraeÉ Jtitòlonon
comunicante il fratello Giovanni Lombardo. Provenies toèllibro'
dal cattolicesimo, ha iniziato il suo percorso di fedend
comunità di base del Bresciano, continuandolo urani
. simo»oppui
Chiesa valdese insieme a tutti noi. Nella lettera indirla cristìanesini
al Consiglio di chiesa il fratello Lombardo ha scritto:«* Dà tìtoli
la Chiesa valdese ho riscoperto ancora una volta la coi ¡nodue pre'
ma dell’annuncio dell’Evangelo». Coinè comunità abbi» tenuto: «L’i
pregato che questa «scoperta» sia vissuta e condivisa f fi vista di
giorno insieme con fraternità nell’unica certezza deldom
della grazia del Signore: la chiesa invoca su Giovaim't/J
sua famiglia le benedizioni del Signore.
«iosa lana
cristianesini
Ä e mst
considerati
gieantitetii
MONDO VI — Domenica 12 giugno, presso la locale Qiìb
evangelica, si sono avuti tre battesimi nel nuovo battistei
predisposto dalle comunità della provincia di Cuneo.Inpn
cedenza, nella chiesa cuneese aderente all’Ucebi, ibattesi
mi per immersione erano stati amministrati nel fiume
e in seguito si erano utilizzati i battisteri delle chiese di® , ^
torinese. Un folto gruppo di evangelici della provincia(B j,
cui anche esponenti della Chiesa dei Fratelli di Possano)« °>
assistito alla cerimonia guidata dal pastore Herbert And»
coadiuvato dal predicatore Claudio Bo e dall’attiva po<‘pazione degli intervenuti. Hanno dichiarato la loro fedt^ sofia grec
Gesù Cristo, Signore e Salvatore, mediante battesimopi
immersione, Karen Cifani, Stefano Sicardi e Davide Tt
co. Gli intervenuti hanno gioito di un’atmosfera festosat
un’occasione particolarmente importante per ritrovarsi!
fraternità a condividere la loro fede.
OMEGNA — La Chiesa metodista organizza la festa «Ass
me per solidarietà» che inizia venerdì 1° luglio, ®
18, con la cena e canti. Sabato la festa riapre alle 10ep
vede nella serata cena con cucina africana e musica e®.
Domenica alle 10,30 il culto, il pranzo e, nel
giochi e trattenimenti.
Viaf
Vial
CONFERENZA ICCS 1994
ROMA 25-29 luglio
LE MINORANZE CRISTIANE
IN UN MONDO PLURALISTICO
è l’insegnamento religioso confessionale
la risposta giusta?
L’Iccs (Commissione europea chiesa e scuola) ofi* ^
nizza la sua prossima conferenza triennale a Roma dai j
i prossima
al 29 luglio presso la Facoltà valdese di teologia m
collä"
borazione con il Sie (Servizio istruzione ed educazi
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia)
Durante la conferenza verrà presentata la posi
izion®
sull’insegnamento religioso di alcune chiese
¿i «mi"®'
ranza»: protestanti nell’Europa del Sud, cattolici w
Scan
dinavia, cristiani in società non religiose (Est ouropoo^
Saranno organizzati laboratori e gruppi di discus
È prevista inoltre una visità alla città. . jj
La conferenza si concluderà con il culto ecunie
più lingue, con celebrazione della Santa Cena. ,j|
Alloggio presso la Casa valdese e presso la
valdese di teologia, entrambe situate in ottima p°s
nella città.
io
Per ulteriori informazioni telefonare entro il 15
via Pozzo Lambertenghi 28, 20159 Milano, tei 02-5
®RETT0R
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nzloG
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Volpe
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15
islDGLlO 1994
ife"iues Ellul
«“^Iiarchico
Saldare
rateilo GiojJS deceduto uno dei piu
retanti del protestantesi
bri più
Alecci, f(
>lti più gi
'ria con i f¡
ne.
la resurreà
e di Antoi
anni. Lao
Adriana
ana.
£ese, l’ottimo articolo
'^.Jacques Peyronel e
„titolato Un protestante
‘"ivo (n. del 3 giugno).
Qualifica di sovversivo e
iti ra, è anche troppo geaper la personalità che
“ con giusta benevolen..fflimirazione.
WS Ellul era sovversiJlaqualificadianarchila casa,¿sarebbe stata piu appro1). Queiata. Nato nel 1912 a Bor
2t domeniXax, vi è morto all età di 82
Ita a tuttalTii: apparteneva a una ianii3urn e MaXbraica convertita al cririmonio avXesimo; durante il pveramo l’auaÉiiscista di Vichy ebbe difloltà nell’esercizio dell inliamento (^amento universitario; ri
lieu e deluse la normale attività di
iloberto Ciàceiite dopo la fine del gol’esteropcjenio intollerante e persecu3 luglio. iDiio. Insegnava Diriuo e laesti nostri ì#ia 40 opere di vario argoiiHito, di cui 6 tradotte in italolo MaraiiÌBo: recentemente in Italia è
;no. stato tradotto da Eléuthera
1 alle famiflite* « cristianesimo, per
Italo Hua lattaduzione di Liliana Ribet,
eoa una lunga e esauriente
prefazione di Mimmo Franzie della non jjHj, che tra l’altro opina che
come meÉ j titolo non colga il contenu3. Proveniea io «libro; sarebbe stato me) di fedenti jIìq«Anarchia nel cristianeiolo ora ni simo»oppure «L’anarchia del
era indirizat cristianesimo»,
i scritto: «Ni pjj titoli dei capitoli traiaolta lacoÉ mo due precisazioni sul conunità abbili tenuto: «L’anarchia dal punto
:ondivisaf dì vista di un cristiano» e
zza del d«i «Cosa l’anarchismo imputa al
GiovatiiiVii cristìanesimo». Di solito anardiac cristianesimo vengono
locale Oliti “siderati come due ideololovo battistei antitetiche; per Ellul inveCuneo.lnpn “ l’antitesi può non soltanto
cebi i battesi scomparire ma dar luogo an;1 fiume Stili 'de a un rapporto collegato,
'chiese di aiB ^ anarchia può essere consiprovincia(B barata come corollario del cridi Fossano)ls ®tiancsimo, del cristianesimo
erbert Andeis Pnmitivo, quello che si diffe’attiva pad» [™nva dall’ebraismo, quella loro fedii ® non contaminato dalla filobattesiinoie ** greca o dalla pagana
; Davide Tiii'
;ra festosaei
;r ritrovarsi t
I festa «Assi
elio, dalle «(
alle 10 e f;
musica etniti^
economia romana di tipo gerarchico. Ideologicamente, liturgicamente, organizzativamente, il cristianesimo originario è stato corroso: Gesù rifiutò energicamente la tentazione diabolica del potere
terreno mentre la chiesa,
spesso e in più luoghi, non ha
saputo imitare Gesù. La chiesa ha assunto ben presto l’organizzazione gerarchica dell’impero romano e il pontefice massimo è diventato papa:
la chiesa, invece di praticare
l’amore ha spesso usato la
violenza, illudendosi di giovare alla propagazione e conservazione della fede; ha
ignorato che mai la fede si
può imporre.
Man mano che l’allontanamento dalla forma originaria
della cristianità si verificava
c’è stata qualche voce, più o
meno forte, di protesta. Concatenate o no, le voci deplorarono l’abbandono delle norme basilari della fede. Dissentirono Tertulliano, Dolcino, Francesco, Wyclif, Lutero... A proposito di Kierkegaard, Ellul nota che la voce
di questo filosofo presenta
motivi sostanzialmente anarchici, senza che venga impiegata la parola anarchia, che
non era ancora apparsa.
L’autore chiarisce che non
ha mai avuto l’intento di convertire i cristiani all’anarchismo né gli anarchici al cristianesimo ma di aver trattato
l’argomento con un amore
verso due ideologie che altri
ritengono inconciliabili: rimanda inoltre alla lettura del
suo maestro più vicino, Vernard Eller, autore di Cristianesimo anarchico.
Sarebbe bello che qualcuno
traducesse lo studio di Ellul
Commento all’Ecclesiaste, in
cui il potere politico è messo
in discussione da premesse
religiose, con un invito al non
conformismo alla società comune destinata a perire. Ricordo inoltre che in Italia, tra
il 1925 e il 1926, ebbe luogo
nel mondo giornalistico un
confronto ideologico tra protestantesimo e anarchismo; in
una busta ho trovato ancora
quattro ritagli di articoli.
1) Sul primo numero della
rivista anarchica «Università
libera» apparve una lunga ragionata recensione di Carlo
Riforma
TICO,
ional®
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Via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellice - tei. e fax 0121/932166
®®ri0RE: Giorgio GardioI
"ttUIRETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
"FATTORI; Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
^'«etto, Luciano Cirica, Alberto Coreani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Mau4zio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca NeLuisa Nini, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Gian Paolo RicGiancarlo Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Pierval|hRostan, Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele
Volpe
®4RAIÌtI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bru
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"Pow titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n 176
responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
I in data 5 marzo 1993.
giugno 1994 è stato consegnato per l’inoltro postale airUfficio CMC
iss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 22 giugno 1994.
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
Sui matrimoni interconfessionali
I gruppi delle coppie interconfessionali di
Pinerolo, Torino e Milano si sono incontrati
nei mesi scorsi e hanno dedicato una serie di
riunioni all’esame del documento «Testo comune di studio e di proposta per un indirizzo
pastorale di matrimoni interconfessionali»,
elaborato dalle delegazioni appositamente
designate dalla Gei e dal Sinodo valdese-metodista.
In merito a tale documen-to, i gruppi hanno espresso un giudizio positivo per quanto
riguarda T impegno delle chiese nella ricerca
di un accordo che possa facilitare la celebrazione di un matrimonio interconfessionale e
hanno sottolineato l’esigenza che l’iter procedurale per r approvazione ufficiale del documento da parte delle due chiese non subisca battute d’arresto ma venga compiuto con
la maggiore rapidità possibile. Il testo elaborato dalla commissione di studio contiene, a
giudizio dei suddetti gruppi, aperture di notevole significato rispetto alle posizioni del
passato, aperture di cui si deve riconoscere
l’importanza e la portata sul piano ecumenico, ma nel testo sono state riscontrate anche
contraddizioni da eliminare, lacune da colmare, punti da chiarire e formulazioni concettuali da rivedere e migliorare.
Su tutti questi aspetti i gruppi di Pinerolo,
Torino e Milano hanno deciso di presentare
agli organi competenti delle due chiese osservazioni puntuali e proposte specifiche,
che saranno condensate in un documento che
gli stessi gruppi discuteranno e approveranno
nel prossimo autunno.
Gruppi coppie interconfessionali
Molaschi al volume pubblicato dall’editrice Gobetti su Rivoluzione protestante di G.
Gangale.
2) L’anarchico Michele
Pantaleo, nella rivista «Pensiero e volontà», a motivo di
questa suddetta recensione,
lamenta che il recensore abbia accolto con poca riserva e
con spirito semplicistico il
volume di Gangale.
3) Sulla rivista protestante
«Conscientia» il direttore
Gangale, prendendo in esame
le organizzazioni politiche
italiane, pubblica un lungo
articolo intitolato «Critica
dell’anarchismo» (n. 21 del
1925).
4) Carlo Molaschi, nel giornale anarchico «Vita» pubblica «Una risposta a Gangale».
La discussione tra anarchici
e protestanti non ebbe seguito
per la soppressione a opera
del fascismo dei partiti politici e della stampa di sinistra.
Paolo Sanfilippo
Chiavari
Pastora
è sbagliato
Egregio direttore,
penso di non potermi esimere dall’esprimerle, pur rendendomi conto della sostanziale inutilità del mio gesto,
dato il punto al quale sono
giunte le cose, la mia disapprovazione, senza riserve,
dell’uso del termine «pastora» per designare un pastore
di sesso femminile ormai previsto dall’ordinamento della
chiesa. Quel termine suona
alTorecchio del lettore, come
dell’ascoltatore, straordinariamente goffo e getta un inevitabile sospetto di ridicolo
su una condizione alla quale
la struttura tradizionale delle
chiese riformate riconosce invece prestigio e nobiltà.
Sebbene, come detto sopra,
abbia ben poche speranze di
vedere una qualche risposta
accordata alla mia protesta,
ritengo utile farle parte di
questo mio fastidio, che non è
solo mio ma è anzi largamente condiviso dalla base, per
usare un termine che piace ai
lidie
di prima pagina
Dedichiamo la foto di copertina alla chiesa battista
di via Foria a Napoli. La
chiesa locale è l’elemento
caratterizzante l’Unione
delle chiese battiste che ha
tenuto la sua Assemblea
generale a Santa Severa dal
16 al 19 giugno scorso,
eleggendo anche per la prima volta un laico presidente, Renato Maiocchi.
giornalisti, per questo uso incongruo di un termine che
sembra essersi proposto
l’obiettivo di mortificare le
persone alle quali viene applicato.
Mi sembra infine necessario aggiungere un’ulteriore
parola di protesta per l’impiego insistente, sistematico e
senza alternativa di sorta di
quel termine - pastora - senza consentire almeno l’alternativa con la molto più accettabile e convincente formula
tradizionale, che non impedisce minimamente T intelligibilità del concetto, e cioè che
si è di fronte a un pastore di
sesso femminile.
Silvia Balmas - Torino
Aspettiamo
a giudicare
Scrivo in merito all’articolo Lui il Silvio, apparso su
Riforma del 20 maggio; premesso che non sono molto addentro alla politica, i fatti che
ci hanno circondato e coinvolto negli ultimi tempi mi fanno
pensare a una cosa sola e cioè
che i politici competenti e incompetenti ci hanno portato al
punto in cui siamo, di noi
hanno fatto quello che hanno
voluto, hanno mangiato a più
non posso, e quindi mi chiedo; perché non dare la possibilità al nostro caro Silvio e
soci di fare qualcosa per questa nostra Italia?
Non mi si dica che si teme
per la libertà di parola perché
sono superconvinta che questo signore non è un pericolo
per la democrazia; al massimo se non manterrà quello
che ha promesso, finirà anche
lui nel fango; non riesco francamente a capire la prevenzione su questo personaggio.
Vediamo che cosa riuscirà
a fare: nel momento in cui il
Silvio non governerà bene
verrà spazzato via dalla storia
come altri personaggi importanti se non addirittura più
grandi e famosi di lui.
Luigina (firma illeggibile)
Ecumenici
non ecumenisti
Ho seguito con attenzione
il dibattito fra Florestana
Sfredda Piccoli e Enzo Canale. In sostanza mi pare di poter concordare con Enzo Canale; anch’io distinguo fra
«ecumenisti» e «ecumenici» e
trovo che i primi spesso confondono l’amore con un atteggiamento di rinuncia, con
un generico «embrassonsnous», nel quale «tutti i gatti
sono bigi o tutte le vacche risultano nere».
Non mi sento di poter far a
meno delle motivazioni del
dissenso evangelico che poggiano, mi pare, su solidi argomenti. Dunque sostengo
anch’io, come il fratello Canale, che «la messa cattolica
fa a pugni con F Evangelo» e
questo, beninteso, non certo
per ostilità e spirito di polemica ma proprio per profonde motivazioni d’amore. Non
mi riferisco solo all’aspetto
dottrinale, che pure ha la sua
importanza, ma ad un fatto
centrale: all’impedimento
cioè che quel rito costituisce
per la crescita del credente,
costringendolo in una visione
superstiziosa, riduttiva e mediata del rapporto con Dio.
Se non si ricorda di continuo, a noi stessi per prirni e
poi agli altri, il valore «immediato» (cioè senza mediatori!) del rapporto con Dio, la
sua naturale inimicizia con
ogni forma idolatrica (non
solo quella, intendiamoci,
implicita nell’eucarestia) si
rischia di far saltare il motivo
che ci impedisce di diventare
cattolici. E non è cosa da poco; in un contesto omologante, in cui tutto concorre a
cancellare le differenze, la testimonianza costante e, perché no?, la contrapposizione
dei modi di pensare e di essere divengono essenziali. Rifugiarsi in un generico silenzio, per cercare i cosiddetti
punti di convergenza e sottacere il dissenso, è atto non
certo d’amore: solo piuttosto
di ingannevole assenso o,
peggio, di vacuo disinteresse,
di apatica indifferenza o di
arrendevole adeguamento. E
io a tutto questo preferisco la
passione, la «vis polemica»,
la sollecitazione cioè ad una
reciproca crescita. I consensi
suggeriti da un malinteso irenismo ricordano i complimenti che taluni cattedratici
si rivolgono in pubblico per
poi beccarsi e dilaniarsi in
privato. «Il tuo sì sia sì e il
tuo no no!».
Se avvertiamo la lontananza dall’Evangelo dei rituali
di mediazione del cattolicesimo (e anche, senza alcun
dubbio, di un certo protestantesimo!), abbiamo il dovere
di testimoniarlo sempre, «a
tempo e fuor di tempo», non
presenziando a cerimonie che
direttamente o indirettamente
ci sospingano ad avallare posizioni e credenze non solo
da noi rifiutate, ma per noi
lesive della dignità di chi si
sente «maggiorenne in Cristo» (Calati 4).
Se per ecumenici si intendono coloro che vogliono il
dialogo, e un dialogo serrato,
noi lo siamo sempre stati:
erano semmai gli altri a sottrarsi. Sembra invece che oggi si preferiscano le ammiccanti reticenze «ecumeniste»,
quasi dovessimo vergognarci
del nostro impegno alla crescita responsabile nostra e
degli altri verso una fede matura e libera da tutele. O non
sarebbe l’ora che cominciassero a vergognarsi invece le
gerarchie cattoliche, e i cattolici con esse, di certi ineffabili revisionismi e dei continui
antievangelici pronunciamenti in senso autoritario?
Paolo T. Angeleri - Padova
Come già annunciato su
Riforma del 3 giugno, giunge
a conclusione l’iniziativa
volta a appoggiare l’azione
dell’Eper (organizzazione di
aiuto delle chiese svizzere) in
favore dei bambini di strada
in Romania.
In attesa di pubblicare
l’elenco dei doni pervenuti in
maggio e giugno, ricoidiamo
che prosegue la raccolta di
offerte per la bottega artigiana di Ambatofinandrahana
(Madagascar) che utilizza e
trasforma ritagli di marmo e
granito scartati da una grande
industria e dà lavoro a diversi
operai. L’impegno del nostro
Fondo di solidarietà permetterà l’acquisto di alcuni macchinari di base mentre per il
terreno e la costruzione del
capannone provvede la Chiesa di Cristo del Madagascar.
Vi ricordiamo anche il
«fondo di emergenza» che ci
ha recentemente permesso di
inviare tempestivamente un
aiuto ai fratelli malgasci colpiti dal ciclone detto «Geralda». Vogliamo ora ricostituire questo fondo per poter far
fronte in futuro a altri eventuali appelli urgenti.
Inviare i doni sul conto corrente postale n. 11234101 intestato a La Luce, Fondo di
solidarietà, via Pio V 15,
10125 Torino. Segnalate, per
favore, la causale del versamento.
• Il pastore Franco Davite
comunica il suo nuovo indirizzo: via Toja 18, 10062
Luserna San Giovanni (To).
• L’animatore giovanile
Dario Tron comunica il suo
nuovo indirizzo e numero telefonico; via Carlo Alberto
59, 10060 Pomaretto. Tel.
0121-81131.
• Il Centro culturale Lombardini di Ciniselio Balsamo
comunica che il nuovo conto
corrente postale su cui effettuare eventuali versamenti è il
seguente 38509204 intestato a
Bogo Marcella Giampiccoli,
via Montegrappa 62/b, 20092
Ciniselio Balsamo.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Costanza Planchon
ved. Charbonnìer
di anni 91
ringraziano tutti coloro che
hanno partecipato al loro dolore
con fiori, scritti e presenza; ringraziano in particolare i dottori Mourglia, Miozzo e Scarognina, il pastore Bellion e i vicini di casa.
Luserna San Giovanni,
24 giugno 1994
«lo aspetto l'Eterno,
l'anima mia l'aspetta
e io spero nella sua parola.
L'anima mia anela al Signore,
più che le guardie
non anelino al mattino
più che le guardie al mattino»
Salmo 130, 5-6
Il mattino del 25 giugno 1994 si
è conclusa la vita terrena di
Niso De Michelis
Lo annunciano la moglie Cesarina e i figli Bruno, Carlo e Fiorella
con le loro famiglie.
Milano, 1® luglio 1994
I necrologi si accettano
entro le 9 dei lurtedì. Tel.
011-655278 e (fax) 657542.
16
PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ is
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i¿JgJO
1994
Se ne parla soprattutto quando scoppiano conflitti, guerre 0 catastrofi, ma la loro situazione è spesso permanentemente tragica
I bambini sono le principali vittime delPattuale disordine mondiale
SABINE PFEIFFER SCHIFFER c;„„ux i--j„ii^ r_ . .............. ■
In questi ultimi anni varie
catastrofi, ben note al pubblico grazie ai media, hanno
colpito migliaia, o addirittura
milioni di bambini nel mondo; guerre civili (ex Jugoslavia, Somalia), terremoti (Armenia, India). Altri drammi
di cui non si parla più continuano a fare milioni di vittime, senza però richiamare
l’attenzione poiché essi si
iscrivono nella durata, e riguardano la maggior parte del
pianeta. Eppure queste tragedie, anche se passano inosservate, sono molto più ampie
delle situazioni di emergenza,
anche di quelle più drammatiche, che generalmente provocano l’impegno della pubblica opinione. Infatti mai una
carestia, un’alluvione, un terremoto o una guerra sono costati la vita a 250.000 bambini in una settimana.
Eppure, in questa fine del
20° secolo, questo è il numero delle vittime, ogni settimana (!), della malnutrizione o
di malattie che si potrebbero
facilmente evitare o guarire.
Catastrofi «benigne»
ma mortali
Oggi, sugli 1,8 miliardi di
bambini viventi sulla terra, un
terzo ha meno di cinque anni.
Fra questi ultimi, 13 milioni
muoiono ogni anno, di cui oltre la metà a causa di tre sole
malattie: il morbillo, la diarrea e la polmonite. Ora, la
grande maggioranza di questi
decessi potrebbe essere evitata con poche spese: per guarire un bambino colpito dalla
polmonite, ad esempio, basterebbe un antibiotico che costa
1,50 FF (circa 420 lire).
Altri mali, perfettamente
individuati, colpiscono profondamente la vita di milioni
di bambini: si chiamano
«malnutrizione», «disturbi
della crescita» e «analfabetismo». Mali ancestrali, che
costituiscono i principali sintomi della povertà ma che ne
sono anche la causa; infatti
finché in un paese la crescita
fisica e mentale dei bambini
viene frenata perché non hanno mangiato abbastanza, perché mancano di acqua potabile, di vitamine o di iodio o
perché, per mancanza di denaro, devono abbandonare la
scuola molto presto, la crescita economica di questo paese
viene anch’essa seriamente
Finché l’energia delle famiglie viene totalmente investita nella lotta per la sopravvivenza e finché, per mancanza di istruzione e di informazione, centinaia di milioni
di donne si esauriscono in
maternità troppo ravvicinate e trascorrono tutto il loro
tempo nel cercare cibo per i
propri figli, o nel curarli, un
paese non può diventare realmente produttivo.
Si cade allora nel circolo vizioso: la povertà si trasmette
di generazione in generazione, e milioni di bambini continuano a morire ogni anno...
Uscire
dalla spirale
Che fare per uscire una
volta per sempre da questa
spirale? E, d’altra parte, è
possibile uscirne dal punto di
vista economico? La risposta
è sì: secondo le stime dell’
Unicef (Fondo delle Nazioni
Unite per l’infanzia), occorrerebbero 25 miliardi di dollari di più ogni anno per proteggere la vita e lo sviluppo
dei bambini del mondo intero. Questa somma basterebbe
perché, entro dieci anni, tutti
potessero ricevere abbastanza
cibo, acqua potabile, medicine e potessero usufruire di
Mozambico. Donne e bambini denutriti presso un centro di distribuzione di cibo
cure e di una formazione scolastica sufficiente; 25 miliardi di dollari sono molti, ma
su scala planetaria è una
somma del tutto realistica: è
più o meno ciò che pagherà
Hong Kong per costruire un
nuovo aeroporto, ed è soltanto il doppio o il triplo di ciò
che è costato il tunnel sotto la
Manica. Gli americani spendono molto di più (31 miliardi) ogni anno per comprare
birra, e gli europei spendono
il doppio (50 miliardi) per
comprare sigarette. In altri
termini, l’argomento finanziario non è assolutamente un
compromessa.
SCHEDA
La tragica situazione
dei bambini nel mondo
250.000 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni settimana, e più della metà a causa di tre sole malattie:
polmonite, diarrea e morbillo.
Dal 1983, un milione e mezzo di bambini sono stati uccisi, 4 milioni sono diventati handicappati, 5 milioni
hanno dovuto abbandonare le loro case e andare a vivere in campi profughi.
Nei paesi in via di sviluppo soltanto il 7% degli alunni
prosegue gli studi dopo la scuola secondaria; nei paesi
industrializzati sono il 45%.
Oltre un milione di bambini sono colpiti dal virus
dell’Aids, o sono già ammalati; un bambino su tre nato
da madre infetta muore prima dei cinque anni; circa 2
milioni sono già orfani a causa dell’Aids, e saranno...
10 milioni nel 2000 (9 su dieci di questi bambini vivono in Africa).
193 milioni di bambini sono sotto peso per la loro età.
Un bambino che soffre di malnutrizione grave corre
undici volte più rischi di morire di una malattia che
non un bambino ben nutrito.
♦ 250.000 bambini ogni anno diventano ciechi perché
non hanno vitamine A, e un miliardo di persone soffre
di gravi problemi mentali e fisici per mancanza di iodio nell’alimentazione.
freno per ridurre massicciamente la malnutrizione, le
malattie evitabili e l’analfabetismo. Allora perché il nostro mondo continua a contare ogni anno milioni di vittime fra i bambini? Perché
l’aiuto fornito non è maggiormente efficace?
Le spiegazioni sono relativamente complesse: una è
l’atteggiamento degli stessi
paesi in via di sviluppo, che
dedicano una parte molto più
elevata del loro budget alle
spese militari e al rimborso
del debito estero che non alla
salute e all’educazione: in
media, solo il 10% delle spese del settore pubblico vengono assegnate ai bisogni
elementari della popolazione
per cui, anche nei paesi la cui
economia comincia ad andare
meglio, il prodotto interno
lordo si ripartisce in modo
così disuguale tra gli abitanti
che le famiglie più svantaggiate non ne usufruiscono.
Un’altra spiegazione va ricercata nell’indifferenza generale, che impedisce l’insieme dei paesi di impegnarsi
prioritariamente per la vita e
lo sviluppo armonioso di tutti
i bambini del pianeta. Anche
su questo punto le cifre parlano da sé: ogni anno, le potenze occidentali danno 40
miliardi di dollari in aiuti
«bilaterali» (eioè direttamente da un paese a un altro) ai
paesi in via di sviluppo. Ma
su questi 40 miliardi, soltanto
4 miliardi (il 10%) sono destinati all’alimentazione, alle
cure di base, all’acqua e al risanamento, aH’insegnamento
primario e alla pianificazione
familiare vale a dire a quei
settori che, appunto, costituirebbero i principali rimedi alla spirale della povertà.
Per sperare davvero di
combattere efficaeemente gli
aspetti peggiori della miseria,
è necessaria una forte volontà
politica nei paesi interessati;
ci vogliono professionisti
(medici, infermieri, operatori
sociali, insegnanti) ben formati e in numero sufficiente.
È necessario l’appoggio dei
mass media, che possono
sensibilizzare l’opinione pubblica, e dare le informazioni
indispensabili, e ci vuole il
continuo sostegno della comunità internazionale, nella
consapevolezza che la morte
quotidiana di 35.000 bambini
non è più una fatalità.
Le speranze
sono immense
Malgrado questa constatazione molto pessimistica di
fronte alla gravità della situazione, i progressi già eompiuti non sono trascurabili: dalla
seconda guerra mondiale in
poi il tasso di mortalità dei
bambini sotto i cinque anni è
diminuito del 50%.
Dal 1990, l’80% dei bambini di meno di un anno vengono vaccinati (anche nei paesi
più poveri, come il Bangladesh o il Sudan), il che significa
salvare 3 milioni di vite ogni
anno. Diversi paesi si sforzano di ridurre di metà il loro
ghaia d, Ong (organizz¿;
non governative) com2
un lavoro meraviglioso in J
merosi campi e, infineT
«Convenzione relativa ai di.
ritti del bambino», che defini
sce le condizioni di tutti i
bambini, è oggi ratificata a
numerosi paesi (122 nel set
tembre 1992).
Di fronte a questi risultati il
compito che rimane da asso
vere, eliminare la malnutrizio.
ne, la malattia e l’analfabeti
smo che minacciano ancora il
futuro di un quarto dei bambi
ni del pianeta, non sembra in
sormontabile... a condizione
che sia portato avanti da una
volontà comune di cambiamento. In questi ultimi decenni l’evoluzione delle mentalità ha consentito di eliminare
lo schiavismo e il colonialismo dalla superficie del globo, e di concedere il diritto di
voto alla maggior parte della
popolazione mondiale. Una
nuova evoluzione ci consentirà di capire finalmente che
la malnutrizione, la malattia,
l’analfabetismo e le loro conseguenze sulla vita di milioni
di bambini non sono più guasti ineluttabili, ma semplicemente fatti intollerabili?
(Da Firn information, aprile
1994)
Il Cec scrive al ministro degli Esteri Juppé
No alhnvio dì truppe
francesi in Ruanda
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha inviato in
data 21 giugno una lettera al
ministro francese degli Esteri,
Alain Juppé, chiedendo di
non inviare truppe in Ruanda.
Nella lettera, firmata dal segretario generale del Cec, pastore Konrad Raiser, si afferma che un contingente francese nel paese africano finirebbe per aggravare le tensioni e per complicare gli sforzi
intemazionali per giungere a
un cessate il fuoco e per risolvere il conflitto.
Il Cec ricorda alla Francia
la storia delle relazioni franco-ruandesi e quale sia la percezione del ruolo della Francia nel paese. Alla luce di tutto ciò, dice il documento, una
schiacciante presenza militare
francese rischierebbe di compromettere la «Missione di
assistenza dell’Onuperil
Ruanda» (Unamir).
11 Cec, fortemente impegnato in progetti di assistenza
alle vittime della guerra civile
nel paese africano, mette m
dubbio anche la credibili^
delle intenzioni francesi di
proteggere coloro che cercano di far giungere gli m“*'
umanitari. 11 Cec ha scritto
anche al segretario generale
deirOnu, Boutros Ghali,
chiedendo al Consiglio di si;
curezza di non appoggi^^^ !
progetti della Francia ina di
mantenere il principio del a
neutralità delle forze di pa®
delle Nazioni Unite.
CAMPAGNA ABBONAMENTI 1994-1995
Tempo d’estate.
Tempo di regali per figli e nipoti che sono
promossi, che hanno superato la maturità,
che ottengono la laurea ecc.
Perché non regalare loro un abbonamento a
«Riforma»?
V
E facile, basta ritagliare il tagliando e versa'
re la somma sul c.c.p. delle Edizioni prote'
stanti
Sottoscrivo un abbonamento a Riforma + L’eco dd'
le valli valdesi per
NOME
COGNOME
indirizzo
CAP
□ per 6 mesi, fino al 31 dicembre 1994,
L. 33.000
□ per un anno, fino al 31 giugno 1995,
L. 65.000
CITTA
Ho versato l’importo di lire
sul C.C-p
Offerta valida solo per l’Italia e per i nuovi abbonati
N.14548101 intestato a Edizioni protestanti
via Pio V 15 bis, 10125 Torino in data
^PioV,
L'Editore s
Dond
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