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Torre PelHce, 7 Novembre 1941-XX
N. 45
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doTeve di cvesceve
I ■ ■«« ..seguitando verità in ca
I rità noi cresciamo in ogni cosa
i" verso colui che è il capo, cioè
E Cristo-»». Efesini 4; 15.
m
E « Papà, disse un giorno un frugoletto
^ al genitore, lo sai che vi è uiia cosa che
f_.,io posso fare e tu no ? »
, « Che sarà mai ? » chiese allora il pa
dre.
.r Crescere! » Risponde trionfante il
i bimbo.
% , Il bimbo ha ragione, ma solo in parte:
to' anche i grandi possono, anzi debbono
crescere. Non più certo nel senso di svi_ , luppare l’altezza del loro corpo, ma debiv- bono crescere per tutto quello che riguarda i valori deH’anima. Un giorno
<: Gesù disse: « Se non diventate come i
piccoli fanciulli, non entrerete punto nel
> regno dei cieli » (Mat. 18: 3); quindi ogni
credente è spiritualmente diventato si■>> mile ad un piccolo fanciullo e come tale
^ deve crescere. Ed è questo che con altre
parole ci ricorda l’apostolo Paolo nel testo della nostra meditazione: dobbiamo
crescere verso Cristo e la via per crescere è seguire verità in carità.
Dobbia,mo crescere verso Cristo. Scrivendo così l’apostolo Paolo certo
pensava a quanto era diventato ormai il
cardine della sua vita: lo sforzo costante
•' di tutta la sua anima verso il meglio,
.. verso la perfezione. Su questa via certo
egli era molto più avanti di noi, eppure
si sentiva ancora tanto lontano dalla meta! « Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione
- scriveva ai FiUppesi rievocando la sua
esperienza di credente - ma proseguo il
corso se m,ai io posso afferrare il premio,
poiché anch’io sono stato afferrato da
Cristo Gesù. » (3; 12) E la meta verso
cui egli si sforzava di camminare è la
meta comune per tutti i credenti, poi
che e a tutti i credenti che Gesù disse:
« Voi dunque siate perfetti, come è per^ fatto il Padre, vostro celeste » (Mat. 5:
43). E perchè di questa perfezione Egli
stesso ci è stato esempio sublime, Paolo
ci ricordava la stessa verità sotto un’altr^ immagine esortandoci a ricercare
« l’altezza della statura perfetta di Cristo » (Ef. 4: 13).
Quanto siamo ancora lontani dalla
; meta! Finché vi sarà ancora in noi uno
sguardo impuro, finché permetteremo
ad un pensiero ingiusto di soffermarsi
nella nostra mente, finché non avremo
impossibile il benché minimo scatto
ira, finché saremo diretti più dall’egoismo che dall’altruismo, finché avremo ancora la possibilità di pronunciare una parola che suoni anche velatamente ad ingiuria al nostro fratello e
finché il nostro « sì » non sarà solo ed
infallantemente si, fino ad allora non
potremo considerar compiuto il nostro
cammino: avremo ancora sempre bisoV gno di crescere, crescere e crescere anp cera! E se guardando gli altri noi senÌ, .tissimo che, pur nón essendo ancora perfetti siamo però già migliori degli altri,
..-. di tanti altri almeno; e se questo pen^ siero ci portasse a credere che in ogni
1 caso Dio terrà conto del bene che vi è
km noi, del fatto che non’siamo malvagi
¿come tanti altri, e ci sentissimo lieti di
pausare che la meta non è poi tanto lontana quanto alle volte ci si vorrebbe far
credere poiché se non proprio la perfer
zione assoluta abbiamo già raggiunta la
perfezione relativa od almeno le-siamo
molto vicini, ebbene se noi pensassimo
0 sentissimo dosi significherebbe che in
noi è assai grave quel male che ha mietuto un’infinità di vittime anche in seno
alla Chiesa Cristiana: il farisaismo. E
l’orgoglio spirituale, sintomo tipico del
farisaismo, è certo il grave ostacolo che
impedisce a tanti di crescere e popola la
Chiesa di esseri spiritualmente rachitici,
deformi la cui visione rende complessa
per tante anime l’opera della salvezza:
se il cristianesimo rende gU uomini così
ipocriti e spiritualmente deformi, essi
dicono, meglio non esser cristiani!
Tutti quanti, senza eccezione quindi,
dobbiamo crescere e crescere ancora!
Per crescere dobbiamo seguire verità
in carità. - Perchè la - locomotiva possa
compier la sua corsa veloce e sicura
verso la meta essa deve poggiare e farsi
guidare da un binario. Il solo binario
sul quale il credente può compiere sereno e sicuro la sua corsa verso la perfezione ci viene definito daH’apostolo in
queste due parole: VERITÀ’ e CARITÀ’.
Verità innanzi tutto. Gesù pregando
per i suoi carnefici implora perdono perchè « essi non sanno » (Lu. 23: 43). Se
non si conosce il bene non lo si può com,piere: non fermiamoci però a considerare soltanto che l’ignoranza della verità 'è una attenuante al nòstro peccato,
pensiamo sopratutto che è un ostacolo
al compiere il bene. Soltanto la verità ci
farà liberi dal peccato (Giov. 8: 32), e
soltanto nella Rivelazione noi troveremo
quella verità che salva e che santifica.
« Io sono la verità » ha affermato il Cristo (Giov. 14: 6). Perchè egli « è verità »
a chi lo riceve dona al tempo stesso la
vita diventando la via che conduce alla
perfezione. Ecco perchè il credente è un
discepolo cioè uh alunno di Cristo, e
perchè la verità non si limita solo allo
spirituale, ma occupa tutti i campi della
vita, ecco perchè ogni credente è assetato
di conoscenza: il cristianesimo per essere veramente, tale deve permeare tutte
le scienze, tutte le dottrine, il nostro intelletto deve essere guidato in tutte le
sue manifestazioni dalla verità di Cristo.
Carità in secondo luogo. Fu detto a
ragione « la verità e la carità sono i due
elementi costitutivi della vita cristiana:
l’una senza l’altra è necessariamente
falsa ». Se la verità ci addita quello che
dobbiamo fare, la carità ci ispira nel
farlo, senza la carità la verità rimane
inerte, senza la verità la carità appare
cieca. Come potremmo definire la cari- ..
tà? E’ molto difficile, basta però leggere
il 13 cap. della 1 ai Corinti per averne
una visione chiara, basta però riflettere
che « Dio è carità » (1 Giov. 4: 8) per
comprenderne tutta l’importanza. Come
potremo diventare perfetti come Dio è
perfetto se non possedendo quella caratteristica che è tipica in lui: la carità?
Ma com,e ottenerla questa carità? Se vi
è qualcosa che non si può imporre è appunto questa, la carità, l’amore. E’ inutile quindi che ci imponiamo di amare
Dio, di amare il prossimo, coU’imposizione non lo otteremo mai! Un’altra è la
via: l’amore che non si può imporre è
però qualcosa di immensamente comunicativo: contemplando l’amore di Dio
per'ìloi, quell’amore che lo portò al sacrificio del suo Figlio Unigenito, noi
sentiremo germogliare nel nostro cuore
una fiamma nuova, la potenza dell’amore per Dio e amando Dio saremo capaci
di amare il prossimo, e così nella cafità
congiunta alla verità potremo crescere
verso Cristo che è il capo!
Gesù disse un giorno: « voi siete il
sale della terra » oggi come mai mentre
vecchi mondi crollano e nuovi mondi si
formano noi credenti abbiamo bisogno
di esser veramente sale della terra. Il
mondo, sia pure incoscentemente, guarda a noi, ha bisogno del nostro esempio.
Iddio ci conceda di presentare al mondo
l’esempio di uomini non rachitici e deformi, ma sani e rigogliosi di energìe,
che contìnuamente crescono per rag- '
giungere la statura perfetta del Cristo.
A. Ribet.
Per quanto da circa due mesi non abbia più avuto l’occasione di offrire ai
lettori del giornale alcune notizie della
mia attività di Cappellano, ciò non significa però ch’io abbia perso il contatto
con i numerosi militari Valdesi dei quali, in un modo o nell’altro, ho sempre
cercato di occuparmi.
Nel periodo dì tempo che va dal principio di settembre alla fine di ottobre
ho ayuto infatti la possibilità di riunire
i nostri fratelli in fede sotto le armi in
ambienti molto diversi e molto lontani
l’uno dall’altro e celebrarvi una ventina
■ di culti, trattenendomi poi alcuni giorni
in seno a qualche reparto per meglio
conoscere coloro ai quali debbo recare,
la parola del Vangelo e al tempo stesso
l’espressione della simpatia con cui tutta
la Chiesa li segue neU’adempimento del
loró servizio.
Bisognerebbe esser dotati di una maggiore possibilità di spostamento e non
dover seguire per mezzo della corrispondenza i numerosi militari Valdesi del
tutto isolati, per poter intensificare l’opera veramente spirituale e pastorale
presso quei forti nuclei di correligionari
che mi sono stati più direttamente affidati!
Subito dopo il nostro Sinodo, ho raggiunto al di qua e al di là delle Alpi alcuni reparti alpini ancora in escursione
ovvero col compito di presidiare la zona
di occupazione; in quella stessa zona ho
avuto modo di visitare due famiglie Vaidesi provenienti dalle Valli e celebrare
nella loro rustica casa un semplice culto,
traendo dalla vecchia Bìbbi« la parola
che dovunque ci accompagna, ci nutre,
ci vivifica e può fare di noi dei veri cristiani.
Sotto i folti castagni d’una valle alpina, non lungi da un’antica, solitaria
abbazia, ho riunito, in occasione di tre
culti, i nostri soldati Valdesi ed i loro
ufficiali. E’ sempre un quadro simpatico
quello in cui ufficiali e soldati Valdesi,
seduti gli uni accanto agli altri sull’erba
0 sui sassi, oppure in piedi per la comune preghiera, rendono a Dio il loro
culto in spirito e verità. Davanti a Dio
ed alla sua Parola, le distinzioni d’ognì
terrena gerarchia scom.paiono: siamo
tutti membri d’una stessa famiglia dì
cui Cristo è il Capo, beneficiamo tutti
d’una sacra eredità di fede, di coraggio,
di sacrificio tramandataci dai nostri padri, sentiamo tutti che l’Evangelo è veramente Tunica forza al mondo capace
di trasformare i nostri cuori, siamo tutti
e individualmente giudicati da quella
Parola, ma su tutti è su ciascuno può
scendere la promessa del perdono, la
divina potenza santificatrice di cui tutti
abbiam.o tanto bisogno!
Altrove, ai piedi dei nostri monti, ho
potuto visitare alcuni nuclei di giovani
alpini allievi capi* squadra e allievi ufficiali^ di artiglieri alpini, parecchi dei
quali avevano conosciuto, nel corso dell’inverno passato, le asprezze della guerra sul fronte greco-albanese. Ho avuto
il piacere dì celebrare il culto con questi ultimi in -qna sala adibita ad infermeria militare, mentre poche settimane
prima avevo dovuto accontentarmi di
riunirli sul ciglio d’una stradetta di
campagna e quivi leggere un salmo e
trame per gli uomini del nostro tempo
1 salutari insegnamenti.
Non è sempre però in aperta campagna ch’io celebro il culto con i nostri
soldati; e col sopraggiungere dell’inverno bisognerà ben trovare un posticino
che ci ripari dal freddo e dalle intemperie! E quando ci accade, come ultimamente, di trovarci in una località dove
esiste, una chiesa evangelica, se pure di
una denominazione diversa dalla nostra,
siamo ben lieti e sopratutto grati d’esserne gli ospiti e di includere una volta
tanto nel nostro culto l’elemento e rapporto personale del nostro canto.
Una domenica mattina ero giunto alla
sede di un reparto di artiglieria e stavo
assumendo informazioni a proposito di '
alcuni militari Valdesi. Mi s’avvicina un
sergente per dirmi: « Signor Capitano,
essi devono essere andati a messcLÌ » Rimango dapprima un po’ perplesso, tanto
più che lì avevo avvertiti della mia visita, ma poi mi decisi ad aspettare il loro
ritorno, traendo nel mio cervello delle
amare deduzioni sull’efficacia della mia
opera e sulla fedeltà di certi nostri Vaidesi. Mentre stavo così riflettendo, qualcuno aprì la porta della stanza dove mi
trovavo. Era per l’appunto uno dei miei
soldati, il quale con espressione di gioia,
dopo avermi salutato mi disse: « Signor
Cappellano, ci siamo fatti aspettare un
poco, perchè abbiam desiderato liberarci
da ogni impegno e giungere tutti insieme per il culto! » Pochi minuti dopo, fugata ogni nube, eravamo insieme raccolti attorno alla Parola del Signore.
Nella pianura piemontese, infine, non
lungi da un accantonamento, ho ancora
potuto rivolgere il messaggio evangelico ad altri alpini, tutti in piedi attorno al loro Cappellano.
Prima della mia visita, un Alpino
Valdese di quel reparto cosi mi scriveva: « In attesa di vedervi, leggo nell’Eco delle Valli tutti gli articoli che riguardano la vita spirituale... poiché questo io amo, cioè testimoniare di Gesù
Cristo, mediante la fede in Dio nostro
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Padre, lavorare per l’opera sxm, perseverando nella preghiera, finché il suo
Regno venga. Voi sapete che i vostri
alpini sentono talvolta nel loro cuore la
fatica, l’amarezza, ,e cominciano a perdersi d’animo; ma ecco. Cristo ci ammonisce mediante il suo Vangelo.. Conce^
dici, o Signore, il tuo Spirito, affinché ci
dia luce nella vita di ogni giorno !
Se sapeste, cari militari Valdesi,
quanto le vostre testimonianze ci fanno
del bene e con quanta comprensione il
vostro Cappellano vi sente parlare !
Un artigliere dal fronte di Tobruk
mi scriveva tra l’altro: « Sono ormai
cinque mesi che mi trovo.in prima linea. Molti miei compagni e superiori
hanno immolato la vita per la Patria...
e sono pronto a rispondere io col sacri
fido della mia vita, se occorre. Non mi
faccio illusioni; potrebbe darsi che non
facessi più ritorno alle Valli, ma ho mes so là mia vita nelle mani del Signore e
sia fatta la sua volontà... ieri ho fatto
un vaglia di lire cinquanta per l’Eco
delle Valli e per l’opera di Evangelizzazione in cui c’è ancora tanta strada
da fare ! Grande è la messe, ma gli operai sono pochi ! »
Ti stringiamo da lungi la mano, caro fratello, e ti didamo: « Le tue parole
ci aiutano, ci ammoniscono, ci insegnano a considerare la vita non con l’eccessiva ansietà di chi pensa soltanto a
nutrirsi ed a vestirsi, ma con la fede del
cristiano il quale sa df dover cercare
prima di tutto il regno e la giustizia di
Dio ».
A proposito di doni ricevuti e destinati parte all’invio del giornale, parte
all’opera di assistenza di cui mi occupo,
debbo elencare i seguenti, ricevuti negli ultimi due mesi: Alpini Valdesi,
Comp. Com.,. Btg. Pinerolo L.200 - Alp.
Clot Attilio, Long Eli, Bouchard Davide
30 - Art. Codino Raimondo 20 - Art. Benech Arturo 25 - Art. Tron Vitale 20 •»
N. N., 3°Regg. Alpini 65 - Sold. Bernard
Arturo 25 - Alp. Griglio Gustavo 25 ^ ’
Sold. Malan Pietro 5 - Serg. Bertin Mario 50 - S. Ten. Gardiol Dante 50.
A queste somme se ne aggiungono alcune altre, date da varie persone per
l’opera di assistenza dei militari Valdesi.
Prima di chiudere questa nostra corrispondenza, inviam,o un cordiale saluto ai nostri fratelli in fede sotto le armi
e rinnoviamo loro le seguenti esortazioni:
1) Inviateci il vostro preciso indirizzo.
2) Chi riceve il giornale e non ne ha mai
dato comunicazione al Cappellano, lo
faccia.
3) Chi è inviato in licenza illimitata ovvero deve trascorrere un periodo di
tempo assai lungo à casa, ne avverta
il Cappellano.
4) Faccia lo stesso chi è trasferito da un
reparto ad un altro.
Dalla collaborazione e dalla buona volontà di tutti dipende anche l’efficacia
di quest’opera di assistenza.
IL CAPPELLANO MILITARE:
Capitano E. Rostan
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messaggio del Sig. Moderatore ai gioiani menati al Ciabas
Cari Giovani,
il solerte Segretario Generale delle
nostre Unioni Giovanili, mi ha dato notizia di tre Convegni che, in questa epoca di ripresa delle nostre attività, si tengono in tre località diverse della nostra
Italia. Me ne sono rallegrato.
La gioventù che si muove per Cristo
e per la Chiesa, è gioventù che è desta
per il bene delle nostre molteplici attività al servizio del Signore, per il bene
della famiglia, dei singoli, della Patria
nella quale viviamo.
La gioventù che si muove per Cristo
e per la Chiesa, è gioventù che non concepisce il dovere come una parola liquida, capace di prendere le più svariate ed opposte forme che l’opportunismo
consiglia; ma che vede il dovere come
una realtà di vita posta sotto lo sguardo di Dio ed armonizzante con la sua
volontà huiona e perfetta.
La gioventù che si muove per Cristo
e per la Chiesa, è gioventù lieta di quel
l’allegrezza che non è tumultuosa, spensierata, di stordimento, coltre dai colo
ri accesi da gettarsi sulle tristezze del
proprio cuore e sulle macchie della prò
pria coscienza; è la gioventù animata di
quella gioia che proviene dal sentirci
con Dio, nella grazia di Dio, nel respiro di tutto ciò che è elevato e buono.
L’ora in cui ci moviamo è solenne: e
se tutti i giovani, in ogni paese del mondo, fossero giovani oonsacrati al Signo
re, la maggior parte dei problemi che
angosciano questa travagliata umanità,
si risolverebbero come un’equazione algebrica della quale sia stato determinato il valore delle incognite.
Che il Signore Vi' benedica, cari giovani Vói ed i vostri Conduttori. 'ì
Servite l’Eterno con gioia,
venite al suo cospetto con canti.
(Salmo 100: 2).
Il Moderatore:
Virgilio Sommani
RESOCONTO.
Il primo Convegno Generale del nuO'
ve anno-di attività unionista, convocato
al Ciabas il 26 ottobre 1941, ha riunito
un buon gruppo di giovani delle Unioni di S. Giovanni, Torre Pellice, Villar Pellice, Rorà, Torino, Pinerolo, S.
Germano, S. Secondo, Prarostino.
Ha presieduto il Convegno il Capo
Gruppo pastore sig. Gustavo Bertin.
L’argomento « La Parola di Dio » è
stato svolto dagli oratori Roberto Comba, Enrico Geymet, Roberto Jahier.
Roberto Comba, parlò sul tema
« L’autorità della Parola di Dio » presentando alla meditazione dei presenti e
ponendo efficacemente in rilievo vari
punti di im,portanza capitale per l’organizzazione spirituale dell’unionismo.
La Parola di Dio, cioè la Bibbia, è
quella che deve comandare nella nostra
Chiesa ed è quella che parla per noi.
L’autorità della Parola di Dio esiste solo
per coloro che fermamente e fortemente credono, e appare solo il giorno in
cui sentiamo la voce di Cristo che parla
a noi per mezzo della Bibbia.
Lo studio del pastore Enrico Geymet
fu fatto sul tema: « La Parola di, Dio
nella nostra storia e nella nostra vita ».
Le sue parole indicarono alla coscienza personale dei presenti un problema
spirituale non da discutere, ma da seriamente meditare.
La Parola di Dio nella nostra storia,
è stata come un « tesoro nascosto » che
ebbe influenza capitale per il Popolo
Valdese ed improntò di sè tutto ciò che
vi fu di grande e di notevole nella nostra Storia da Valdo ai tem.pi nostri.
Che cosa ne è oggi del tesoro del Popolo
Valdese ? Esso è profondamente interrato, e non rende più il suo frutto. La
necessità che si impone quindi nel modo
più assoluto, è quella di saper nuovamente attingere la forza dei nostri Padri nella Parola, di ritrovare al più presto questo tesoro perduto per evitare
la caduta, il disgregamento, lo sfacelo.
Rovine spirituali se ne vedono, purtroppo non poche e, se pur sotto ingannevoli apparenze, quanta miseria, quanta tristezza esse presentano !
Mediti seriamente ognuno e, finché è
in tempo, si adoperi ad evitare che anche nella sua anima si determini quella
grande ruina.
Ha parlato infine il pastore Roberto
Jahier con lo studio: « Come dobbiamo
ascoltare la Parola di Dio». Per il nostro
Popolo, che è stato chiamato il Popolo
della Bibbia, la Parola di Dio, rivelazione che diede ai nostri Padri la luce e
la forza nei m,omenti più-gravi, rischia
di divenire null’altro che « un magnifico emblema ». Non basta, possedere una
Bibbia in uno scaffale, ma ne è necessaria non soltanto la lettura, la meditazione, che ci danno di essa una conoscenza superficiale ma anche occorre per
avvicinarci ad essa un atteggiamento
umile, fiducioso, ricettivo poiché la Sacra Scrittura non vuole puramente informare l’uomo, ma trasformarlo. Per
ascoltare con profitto la Parola di Dio
ci vuole ìnfin^rilluminazione dello Spirito che solo si ottiene pregando.
L’argomento trattato ha sommamente
interessato i giovani presenti, li ha incitati allo studio serio e meditato delle
Scritture e ne ha posto nella sua giusta
luce il valore; ha fatto sentire la necessità di una coscienza Cristiana, base
di carattere umano e di vita sociale. Li
ha incitati a non rimanere inerti, indifferenti, apatici nelle proprie Chiese,
ma a considerarle invece come alto magistero della parola Divina a cui la Gioventù deve portare il contributo vitale
delle proprie energie fresche e fattive.
L’Assemblea prese infine atto dei
messaggi del Moderatore, del pastore
Lupo, del pastore Vinay.
Il primo Convegno di attività unionistica ha certamente lasciato neU’animo
di tutti i giovani presenti impressioni
spirituali profondamente benefiche.
Alberto Theiler.
Giovane Valdese
Una signorina riferendosi all’appello
« Giovanetta Valdese » dell’ultima nostra Pagina, invia ai Giovani questo
messaggio che contiene giuste conside
razioni.
« Giovane Valdese »
E’ vero che le giovani Valdesi, come
quelle di cui si parla nell’articolo precedente, sono poche, ma ve ne sono ancora, e quando tu, giovane Valdese, le
incontri non beffarti della loro sincerità e semplicità, ma ricordati che hai
trovato un tesoro e non parlare a loro
di amore se non in vista di un m,atrimo- J
nio. Perchè su te, come su lei cade la '
responsabilità.
Quando poi, per il tuo lavoro o per ^
il servizio militare, sei portato in altro >
ambiente, non dimenticare la giovinetta che è al tuo paese, che, se ti pare,
abbia lo scilinguagnolo meno pronto,
pure ha nel cuore e nello spirito un E
tesoro inestimabile: la tua stessa fede, -M
il tuo stesso modo di vedere, di sentire ^
e sopratutto ti ama. Perchè spesso, ahi- p
mè! ho visto delle, giovani che tutto-C''
hanno bravato per mantenersi semplici
e pure, abbandonate da bravi - o rite- 1
nuti tali - giovani, con una banale scu- ^
sa, per altre che non le valgono. ■§'
E’ vero che sem,pre essi hanno avu- i||
to a pentirsene per i dissensi che subito
sono sorti tra loro. Ma se tali giovani
fossero stati un po’ più costanti, avrebbero fatto tre infelici in meno: la giovane che li amava, loro stessi, e colei chi
hanno creduto di amare e che li rende
infelici.
Una giovane Valdese ^
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦'
« Per motivi di forza maggiore is
articoli dedicati agli Studenti saranno^
pubblicati nella prossima Pagina che .iM
ad essi sarà interamente dedicata.
«S'i
Il Capo-Gruppo.
E’ uscito:
£(zionÌ di J{cIigione
Classe Terza - L. 5
9 n«
Difficilmente le Unioni potranno avere ogni sera la seduta di preghiera. Ma
tutti gli Unionisti possono, seguendo
le letture bibliche e gli argomenti qui
indicati e ripetendo nel proprio cuore
le elevate orazioni contenute in questo
programma, associarsi a tutti gli altri
giovani credenti nella comune supplicazione onde la volontà di Dio trionfi
in noi 6 nel mondo, ora e nelle attuali
circostanze.
Domenica 9 novembre - Imparare che
Dio regna: Lam, 3: 17-26; Marco 15: 34
e Salmo 22:- 1-31; Luca 23: 46 e Salmo
31: 5.
« Libera, o Dio, le anime dei tuoi servitori da ogni agitazione e da ogni ansietà. Dacci quella pace interiore e quella potenza che vengono da Te. In tutte le
nostre perplessità e in tutte le nostre
angosce preservaci dalla paura 6 dalla
mancanza di fede, affinchè, sorretti dalla tua forza e fondati sulla roccia della
tua fedeltà, attraverso alle tempeste e
alle prove della vita, noi possiamo dimorare in Te. Amen ».
Lunedì 10 novembre - Imparare che
Dio ci insegna come dobbiamo perdo-^
nare: Isaia 43: 18-21; Matteo 6: 14-15
e Luca 23: 34; Luca 18: 9-14; Giovanni^
21: 15-19.
« O Signore, eternamente santo e benedetto, insegnaci, te ne supplichiamo,,
ad amarci gli uni gli altri, a perdonare ,3
le offese e ad essere misericordiosi co-’
si come Tu lo sei stato verso di noi ir
Cristo Gesù, affinchè possiamo seguire
del continuo in tutti i nostri atti l’esem-’
pio del Divin Maestro e rassomigliargli’
sempre più. Amen ».
Martedì 11 novembre - Imparare che *™
il giudizio di Dio sui valori della vita èX
diverso dal nostro: Luca 12: 15-21; Salmo 90: 1-17; Isaia 2: 6-17. 4;
« Dio Onnipotente, le cui vie non sono ^
le nostre vìe ed i cui pensieri non sono ||
i nostri pensieri, accordaci la luce
tuo Santo Spirito onde noi possiamO'-f
avere ognor più lo spirito di Cristo
divenire i figliuoli del nostro Padre che
è nei cieli. Amen ! »
Mercoledì 12 novembre - Imparare;^
che Dio c’insegna a rivedere il nostro^
modo di giudicare il bene ed il male,l
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
la vita e la morte: Dan. 3: 16-18; Marr co 14: 36; Matteo 5: 2-12.
' ■ « Accordaci, o Signore, le forze spiri
tuali per fare e per pensare tutte le cose
giuste, affinchè noi, che non possiamo
i far nulla senza di Te, siamo resi capaci
> -di vivere conformemente alla tua volontà. Per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen ! »
. Giovedì 13 novembre - Imparare che
Dio c'insegna a vivere in mezzo agli
. uomini come a figli di uno stesso Padre:
Luca 14: 12-33; Luca 12: 31-40; Romani
12. 1-5; Efesini 2: 11-22.
« Accordaci, o Padre nostro Celeste, di
damarci gli uni gli altri sinceramente,
poiché là dove regna l’amore, anche Tu
^ei presente. Chi ama il suo fratello
' è nato da Te, abita in ^Te e Tu in lui.
• Spandi perciò il Tuo amore nei nostri
f CUOI 1, 0 Dio, affinchè noi amiamo Te e
i nostri fratelli in Te e per Te, essendo
tutti tuoi figliuoli. » Amen ! »
, j Venerdì 14 novembre - Imparare che
:, Dio c’insegna a metter ordine anche nel, ,le cose della nostra vita pratica e ma^".teriale, individuale ed associata: Matteo 7: 12; Matteo 20: 1-16; 1 Cor.
-1^ 13-31; Atti 11: 37-47.
« Ti preghiamo, o Signore, onde Tu ci
dia il vero coraggio. Si, dacci il coraggio
per ubbidire alla tua parola nelle cose
grandi e nelle cose piccole della nostra
esistenza quotidiana, ngi nostri divertimenti e nei nostri affari. Spronaci ad
affrontare oggi le realtà sinistre della
sofferenza, della malattia e del peccato
ed a vincere questi nemici che sono 1
tuoi nemici, con il servizio della nostra
vita interamente a Te consacrata.
Amen. »
Sabato 15 novembre - Imparare che
Dio c’insegna a conoscere la sua volontà
e a farla: Matteo 7: 18-29; Luca 6: 464; Fil. 3: 4-14.
« Dio onnipotente, che ci hai mostrato
con la vita e coH’insegnamento del tuo
Figlio la vera via della benedizione, che
ci-hai anche mostrato nelle sue sofferenze e nella sua morte, che il cammino
dell’amore può condurre alla Croce e
che la ricompensa della fedeltà può essere una corona di spine, concèdici la
grazia di comprendere questi dolorosi
insegnamenti, sì che possiamo prendere
e portare la nostra croce e seguire Cristo con forza paziente e fedeltà fiduciosa.
Dacci di vedere, anche nelle ore più tenebrose della prova e dell’angoscia, lo
splendore della Tua luce eterna. Amen »
lederaziottc dette Ktiioni Vatdesi s
San Germano Chisone, 14 Ottobre 1 £41-XIX
yTi Presidenti, ai Comitati direttivi ed ai jViemhri delie Unioni
' CARI GIOVANI !
Come motto per la ripresa vi indico la
parola di Pietro illustrata nell’ultima
Pagina della Gioventù: « Maestro, tutta
la notte ci - siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però alla tua parola
calerò le reti» (Luca 5: 5). E’ perchè
Gesù ce lo ordina che dobbiamo rimettirci al lavoro, anche, se l’opera nostra
nel passato non- è stata fruttuosa come
. avremmo voluto. E sappiamo che ogni
,-ordine di Gesù contiene una promessa
e che ogni sua promessa è verace.
Il Comitato di Gruppo più completo e
più rappresentativo di quello dell’anno
scorso è formato da una signorina, da
tre pastori e da tre giovani: Evelina
Pons, insegnante, Aime Edoardo, Bertin
Gustavo, Mathìeu Guido, Bert Teofilo,
Malan Roberto, Theiler Alberto.
La prima seduta ha avuto luogo a 3.
Germano il 6 corr.; prima di dicembre
ci riuniremo una seconda volta colla
speranza di essere tutti presenti.
Ecco il programma che vi invitiamo
a seguire fedelm,ente:
STUDI BIBLICI. Alcune pagine caratteristiche del Vangelo secondo Giovanni. Il prologo 1: 1-18 - Gesù e Nicodemo 3: 1-21 - Gesù e la Samaritana
4: 1-42 - Il Padre e il Figlio 5: 17-47 Gesù pane della vita 6: 22-65 - Il cieco
nato 9: 1-38 - Il buon pastore 10: 1-18 Lazzaro 11: 1-46 - Gesù lava i piedi ai
discepoli 13: 1-20 - La casa del Padre,
il Consolato 14 - La vite e i tralci 15-17.
Accanto al Vangelo di S. Giovanni,
oppjire servendosi .degli stessi testi, le
Unioni cercheranno di fare degli studi
biblici chiamati collettivi, preparati cioè
da più giovani. Dello, istruzioni al riguardo saranno date quanto prima.
' STUDI religiósi; Meditazione e
commento del prezioso libro: « La nostra fede » di E. Brunner (trad. Buonaiuti).
STUDI STORICI. Il Medioevo cristiano con particolare riferimento alla
Italia. 1 - Il Medioevo: suo posto nella
storia e sua importanza nel campo religioso; 2 - L’Italia religiosa nel Medioevo; 3 - Il movimento valdese nell’Italia
medievale,; 4 - Claudio; 5 - Arnaldo da
Brescia; 6 - Francesco d’Assisi; 7 - Savonarola.
REFERENDUM. L^esperienza del Referendum sul Carattere Valdese è stata
convincente. Le modalità sono le stesse.
Argomento: «Perchè sono e rimango
valdese». Un foglietto con i punti da ,
svolgere sarà distribuito’ a tutti gli Unionisti.
■"CONVEGNI GENERALI. 26 Ottobre
- nel tempio del Ciabas; 7 Dicembre Pornaretto; Fine Gennaio - Torino, organizzato sotto- gli auspici del Comitato di
Fratellanza Giovanile; Marzo - S. Bartolomeo; Aprile - S, Germano, solo per
le Giovani; Ascensione - Villar Pellice;
Giugno - Vaccera.
Questi Convegni generali non escludono i Convegni tanto pratici e benefici
fra la Gioventù di due Unioni vicine.
Ogni Unione dovrebbe proporsi almeno
un incontro ogni anno con una consorella di parrocchia confinante.
I tempi non consentono più la simpatica tazza di tè. Per non creare gelosie
(!!!) è bene che le Unioni che ospitano
Convegni rinunzino tutte alla tradizionale accoglienza.
I Convegni Generali sono presieduti
in linea massima dal Capo-Gruppo o
da un membro del Comitato di Gruppo.
VISITE. Dal momento che il Comitato
di Gruppo parteciperà a culti speciali
che saranno organizzati in ogni parrocchia dalla Commissione Distrettuale,
non avrà luogo il consueto giro di visite.
Il Capo-Gruppo però, desiderando dì
conoscere da vicino le Unioni nella loro
normale attività, ne visiterà alcune,
a Dio piacendo.
SETTIMANA DI PREGHIERA. Aderiamo volentieri all’invito di unirci in
uno stesso spirito di fede con molti giovani credenti nella comune supplica
Il Hoseo Hisslonario
Un piccolo Museo Missionario è stato
aperto domenica scorsa 2 corr. a Pomaretto, in una sala del Convitto Valdese,
come sezione del Museo Storico Valdese
di Torre Pellice. Esso raccoglie il nucleo degli oggetti missionari esposti nel
Museo Valdese fin dal 1889, portati specialmente dalle regioni africane del Lessato e dello Zambesi dai missionari Giacomo Weitzecker e Luigi Jalla. Dati i
criteri adottati pel riordinamento del
Museo Storico Valdese effettuato nel
1939,„ essi non avevano più potuto esservi compresi. Dobbiamo rivolgere
un’espr essione di viva riconoscenza al
pastore Guido Mathieu, per aver presa
l’opportuna iniziativa di disporre ordinatamente in un nuovo piccolo Museo
apposito quegli oggetti stessi ai quali
altri potranno essere via via aggiunti,
provenienti dai vari campi missionari,
-.in m,odo da fornire ai visitatori un quadro sufficientemente completo della
grande opera missionaria in terra pagana e del contributo d’attività portatoi^i
dai missionari valdesi.
La sala del Museo, pazientemente e
sagacemente organizzata dal sig. Mathieu, è molto interessante. Sulla parete di sinistra di chi entra è disegnato un
grande profilo del continente Africano,
con le indicazioni dei vari campi missionari; ed intorno sono ,elencati in gruppi
distinti i missionari valdesi ed in genere italiani che hanno svolta la loro opera
in ogni singolo campo. E sulle altre pareti e su vari tavoli e rastrelliere sono
iisposte in beU’ordine gli oggetti, arnii, indumenti, utensili, arredi domesti
ci, strumenti artigiani ed agricoli, ornamenti, alcuni semplici e lisci, altri decorati da disegni ed intagli, rustiche espressioni di quell’arte primitiva. Ogni
oggetto porta un cartellino indicante la
natura e la provenienza. In alto, torno
torno alle pareti, alcuni versetti biblici
iscritti in grandi lettere romane ricordano nel modo più efficace il significato
e lo scopo dell’opera missionaria.
Il nuovo Museo Missionario di Pomaretto non solo costituisce, pur nelle sue
modeste proporzioni, un ottimo mezzo di
cultura popolare e d’educazione spirituale, ma è anche un vigile richiamo al
grande dovere dell’evangelizzazione, a
cui tutti siamo chiamati come collaboratori, ciascuno secondo le proprie possibilità. Il pubblico valdese, e specialmente
i bambini delle Scuole domenicali, i giovani delle Unioni Cristiane, sono caldamente invitati a visitarlo. E coloro che
possiedono oggetti -missionari interessanti sono vivamente pregati di volerli
offrire al Museo, rendendolo così sempiù interessante ed utile. Sarebbe anche
assai opportuno inviare al sig. Matthieu
buone fotografie di missionari valdesi,
di stazioni ed opere missionarie, nonché
libri ed opuscoli interessanti le Missioni,
i quali vadano ad arricchire la già iniziata biblioteca.
d*
L’inaugurazione del nuovo Museo è
stata sobria e rapida. Presente alcuni
Pastori, fra cui il soprintendente sig.
Nisbet, il prof. Pons ed un gruppo di
anziani convenuti per un loro convegno,
il prof. Attilio Jalla ha brevemente indicati gli scopi ed i criteri con cui l’opera è stata compiuta, esprimendo la gra
titudine della Società di Studi Valdesi a
chi l’ha così bene organizzata ed eseguita. Il pastore sig. Matthieu ha chiaramente descritta la disposizione degli oggetti nella Sala. I presenti gli hanno
espresso il loro vivo interessamento e
l’augurio che la nuova Istituzione possa
assolvere il compito d’educazione spirituale che è un suo precipuo scopo.
A. J.
CROW/IC/I V/lLbESE
PINEROLO. Fiori _ d’arancio. Il 30
scorso ottobre si giurarono fede di sposi
Costantino Guido, di S. Germano Chisone e la nostra giovane sorella Gaydou
Ernestina, di Miradolo e il 3 corrente il
nostro fratello Comba Arturo e la signorina Rossetti Olimpia. Alle due giovani
coppie giungano i nostri più fervidi auguri di lunga e felice vita coniugale nel
Signore.
Gramaglie. Nel pomeriggio di sabato
1° corrente un lungo e mesto corteo funebre accompagnava al campo del riposo le spoglie mortali del nostro giovane fratello Roberto Plavan del Ponte
di S. Martino (Abbadia Alpina) deceduto all’età di soli diciannove anni. Era
uno dei soci fondatori e membro zelante
della nostra Unione Giovanile.
Ai genitori, alla sorella, ai nonni e ai
parenti tutti dell’Estinto rinnoviamo le
nostre profonde, sentite condoglianze
cristiane.
La nostra Unione Giovanile, in memoria deU’Estinto, ha offerto L. 70 alrOrfanotrofió maschile di Pornaretto.
zione, all’inzìo dell’anno di attività. Il
programma della Settimana di preghiera sarà da noi pubblicato sull’Eco.
I QUADERNI DI COLLEGAMENTO .
che avrebbero dovuto fare U loro giro in
un mese e mezzo si son fermati sul più
btìllo.. Li abbiamo finalmente rintracciati
e li rimettiamo in moto, pregando i Presidenti e i segretari delle Unioni di dar
lettura ai giovani dei messaggi ivi contenuti, di scrivervi quello della propria
Unione e di farliVoseguire.
PEI MILITARI. I Pastori invieranno
ogni settimana dalle pagine delTEco un
messaggio ai nostri soldati. Sarebbe però
bene che i giovani stessi scrivessero a
turno ai loro compagni lontani, come si
fa di già in altri gruppi.
NOTIZIE PER L’ECO. Abbiamo stabilito di far a meno del notiziario nella pagina della Gioventù. Le notizie
della vita delle singole Unioni usciranno dunque nella cronaca delle singole parrocchie. I resoconti di Convegni
Generali e di manifestazioni straordinarie troveranno invece posto nella nostra Pagina.
LA NOSTRA STAMPA. Ogni Unione studi il mezzo più opportuno per
dare la massima diffusione alla nuova
pubblicazione della F. U. V. « Come
leggere la Bibbia » e a tutti i libri ed
opuscoli della nostra Editrice « La
Claudiana ».
QUOTE. La quota minima da versare alla Cassa della Federazione ■ delle
Unioni Valdesi rimane di L. 2 per giovane. Il nuovo cassiere, Rag. Alfredo
Giocoli - Via IV Novembre - Roma aprirà un C. C. P. e manderà alle Unioni i moduli per i versamenti.
IL FORMULARIO inviato a tutte le
Unioni va riempito con dati precisi e
rimandato al Capo-Gruppo entro il 10
novembre.
Questo programma unico, che da parte nostra sarà completato da ulteriori
comunicazioni e da parte delle singole Unioni da iniziative locali, è tale
da occupare bene il tempo delle nostre
serate e dei nostri raduni.
Che lo Spirito del Signore infiammi i cuori e le menti di tutta la nostra
gioventù valdese, si’ che la partecipazione alle attività unìonistiche sìa totalitaria e la dedizione al servizio di
Cristo completa.
A voi tutti giunga il nostro fervido
augurio di un anno di lavoro benedetto !
Per il Comitato di Gruppo
Gustavo Bertin
RORA’. Magna Fanny di Barbos non
è più. Il Signore l’ha richiamata a sè
sabato pomeriggio 25 ottobre u. s. dopo
una lunga malattia incrudelita da grandi
sofferenze, sopportata con l’aiuto che
Dio concede in risposta alla preghiera.
Moglie dì un anziano e madre di un
diacono, era una dì quelle pie figure di
credente che sembran farsi sempre più
rare attorno a noi. Da molti anni, la sua
casetta a Barbos, era l’asilo dove i Pastori scesi alle Fucine per le riunioni,
trovavano riposo e ristoro.
I funerali seguirono lunedì 27 ottobre,
presenziati da una numerosa schiera di
fratelli in fede e di parenti, che accompagnarono il feretro dalle Fucine fino
al tempio ed al cimitero.
SAN GERMANO CHISONE. In quest’ultima gelida settimana, due nostri
parrocchiani ci han lasciati per le dimore eterne: Comba Lidia in Balmas, di
anni 69, dei Balmas; Soulier Federico
di anni 67, della Costabella.
Alle famiglie nel dolore rinnoviamo
l’espressione della nostra cristiana .simpatia ed additiamo nel Cristo il vero
Consolatore.
— Domenica scorsa nel culto del
mattino abbiamo ricordato ì nomi dei
nostri Dipartiti e cercato alla luce della
Parola di Dio qual’è il miglior modo di
commemorare i Defunti.
Alle ore 20 abbiamo ripreso ì culti serali. Dinanzi ad una buona assemblea il
Pastore ha commemorato la Riforma,
trattando l’argomento: « La grandezza
ed i perìcoli della libertà protestante e
cristiana ».
— La prossima settimana, dal 10 al
4
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L’ECC DELLE VALLI VALDESI
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16 corrente celebrereniQ la Settimana
della Beneficenza. L’anno scorso essa ci
permise di raddoppiare le nostre offerte
in denaro ai nostri Istituti e di inviare
parecchi secchi di doni in natura. Nonostante ì tempi avversi nutriamo fiducia che si potrà fare quest’anno nella nostra parrocchia quanto s’è fatto l’anno
scorso se non di più.
TORRE PELLICE. La scorsa settimana hanno celebrato il loro matrimonio: giovedì, il signor Enrico Peyronel,
sottotenente degli Alpini, con la sig.na
Rita Coìsson dei Baussan; sabato, il signor Carlo Frantosi, carabiniere, con la
sig.na Carolina Charbonnier di Serverò.
L’Eterno benedica questi due huov:
focolari.
— Iddio ha richiamato da questo
mondo la sig.ra Enrichetta Stallé vedova
Vola dei Guichards, all’età di 91 anni.
Sia questa lutto per la famiglia un altro
mezzo di benedizione di Dio che fa concorrere tutte le cose al bene di quelli
che lo amano.
Al Padre Celeste è ritornato lo spirito della sig.ra Ceresole Maddalena
nata Mondon. La chiamata del Maestro
fu quasi repentina. Egli ha voluto evitarle le sofferenze fisiche e le angosce
deH’agonia. La nostra sorella è partita
fidente in Colui che è la risurrezione e
la vita e nelle sue gloriose promesse:
« Chi vive e crede in me non morrà mai.
Nella Casa del Padre ci sono molte dimore. Io vo a prepararvi un posto, affinchè là dove Io sono, siate anche voi ».
Alla famiglia afflitta, specialmente al
marito, cav. Ceresole, vogliamo esprimere la nostra profonda simpatia cristiana, e invocare su tutti quelli che
piangono, ma non senza speranza, le con
solazioni di Colui che disse: « Io vi con- solerò come una madre consola il suo
bambino ».
i*;.
VILLAR PELLICE. Visito. Il nostro
culto di domenica 19 ottobre è stato
presieduto dal prof. Gino ì[;;ostabel che
ringraziamo ancora per la sua collaborazione. ^ \
— Nuovo focolare. Abbiamo avuto la
gioia di celebrare, il 23 ottobre scorso,
il matrimonio di due cari giovani della <
nostra Unione e nostri antichi catecumeni: Palpino Stefani Fontana di Giuseppe Enrico del Ciarmis con la Signorina
Nella Blanc fu Giovanni del Capoluogo.
Alla bella cerimonia hanno tenuto a
partecipare oltre ai parenti ed agli amici, un gruppo dì allievi della nostra
Scuola domenicale del Centro che han
no offerto alla loro monitrice un grazioso dono floreale. Agli sposi ed alle
loro famiglie rinnoviamo l’augurio di
ogni felicità nel comune servìzio del Signore.
— Dipartenze. Il 17 dello scorso ottobre, dopo breve malattia, è stato richiamato dal Padre, in età di 81 anni,
il nostro fratello Paolo Bertin ùi Paolo dell’Inverso Cognetti. E il 4 corrente
mese, Iddio ha ripreso con sè la cara
bimba Anita Bavit di Alberto e Catalin
Maria dei Garniers, in età di otto anni.
Il Signore sostenga ed illumini, nella
loro prova, queste, care famiglie.
— Al Convegno degli Anziani e Diaconi tenutosi a Torre il 2 corrente, il
nostro Concistoro era rappresentato da
dieci suoi membri.
— Le nostre Ritunioni Serali nei quartieri riprenderanno - Dio permettendolo - domenica prossima 9 novembre,
con una riunione presieduta daH’ardente
segretario della Commissione Pro Valli, il pastore Enrico Geymet di Rorà,
nel nostro locale del Capoluogo, tutto
rinnovato e reso veramente accogliente.
■ . i
Tempio di Ferrerò. Vedere nel numero precedente l’articolo sur suo 75 anniversario
V^LLI NOS¥RE
Il calendario del focolare valdese, è
già in macchina. Migliorato nella veste
6 raddoppiato di mole esso conterrà, oltre ad una evocatrice tricromia in copertina, 26 quadri dovuti all’arte di diversi
dilettanti fotografi valdesi ed illustranti
scene, costumi, località della terra nostra.
Ad ogni quadro si accompagna e si ispira una didascalia Biblica.
Il calendario, montato su elegante
supporto in cartone con finestra e fustella, per avvolgervi i fogli senza staccarli, è offerto al prezzo non affatto
commerciale di Lire 6, franco di porto.
II prezzo dell’edizione senza supporto,
a fogli staccabili è fissato in L. 4,50,
franco di porto.
Le ordinazioni vanno accompagnate
del relativo importo.
A modificazione di quanto precedentemente comunicato, il nostro generoso
editore offre ai Pastori ed agli amici,
che prenoteranno 10 o più copie del calendario, lo sconto del 10 per cento.
Dovendo - per ovvie ragioni - essere
limitata la tiratura, raccomandiamo a
tutti di indirizzare le prenotazioni con
la ma.ssima sollecitudine ed esclusivamente alle Arti Grafiche « L’Alpina » Torre Pellice.
R. Jahier, pastore.
Prof. OINO CosiABEi., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA» - Torre Pellice
diffondete le pubblicazioni della
Xibreria Sdifrice Claudiana
Lunedi Lettura: Salmo 12.
10 Novem. Egli rispose: S’Egli sàa un
peccatore, non so... Una cosa so: che ero
cieco, e ora ci vedo! (Giov. 9: 25).
Ometterò stare parecchio male, quei
Farirei interlocutori del cieco guarito
da Gesù! Notate ch'ei non scende a discutere con loro, sapientoni, addentrandosi in lunghe e savie dimostrazioni; a
parole, si possono sempre opporre parole. Ei lì mette bensì in presenza del fatto, cóntro il quale non c’è nulla da ridme: « ragionate pure come meglio vi
piace; inquanto a me, ero cieco e, ora ci
vedo ! »
Oggi ancora, per far tacere l’incredulità non c’è risposta migliore di quella
dettata daU’espenenza. La testimonianza di una convinzione personale, vivente
ha una potenza decisiva; si è calmi e
forti, incrollabili, quando si può affermare col cieco guarito: « io so; ho sperimentato ».
Sperimentare: ecco il segreto e la forza della vera pietà. Il credente non è
mai chiamato dal Signore a diventare il
suo avvocato; ma il suo « testimone »,
sempre. Anche quando - come in origine - testimone significa martire.
Martedì Lettura: Giac. 3; 1-12
11 Novem. « Jq sono il Buon Pastore, e
conosco le mie (pecore), e le mie Mi conoscono ». (Giov. 10: 14).
Uno degli affreschi più comuni nelle
Catacombe rappresenta la classica figura del « Buon Pastore » : in quella visione, i perseguitati si consolavano e i martiri attingevano la forza loro necessaria. Ed io lo comprendo; non c’è pensiero più confortante di questo: sapere che
nella rotta tempestosa della vita, il. Buon
Pastore che « va dinnanzi » a noi ci conosce ad uno uno, sapere che, nella folla
degli umani, quelli che fermano il Suo
sguardo misericordioso ed onnipotente
sono i credenti in Lui. Oh! ineffabile
privilegio!
Ma le pecore che conoscono il Buon
Pastore e che son da Lui conosciute,
sono le anime diritte e sincere; l’ha detto Lui stesso : « Chiunque è per la verità ascolta la mia voce » (Giov. 18: 37).
Tali anime sono conosciute dal Signore;
ed esse sì aprono a Lui; lungi dal dissimulare le proprie mancanze, si pongono
sotto la direzione del Buon Pastore per
essere guidate nel sentiero della vita
- e, su quel sentiero infatti, trovano la
vita eterna.
Egli la dà loro, e non periranno mai,
e nessuno le rapirà dalla Sua mano,
(v. 28).
Mercoledì Lettura; Giac 3: 13-18.
12 Novem. « Chi si pensa di stare ritto,
guardi di non cadere». (1 Cor. 10: 12).
« State in guardia !» E’ questa una
esortezione frequentemente ripetuta nei
.Libri Sacri, da Mosè al suo popolo, dai
Profeti, da Gesù in ispecie e dagli apostoli, esortazione rivolta a tutti, ma particolarmente ai più forti. E, checché
ne sembri, è cosa logica: chi, troppo sicuro di sè, non vede il pericolo, vi cade
più facilmente; chi non si sente ammalato, non si cura, e lascia che il male fatalm,ente peggiori; chi crede dì essere
moralmente forte, non deve già vantarsene, ma ricordarsi piuttosto che « la superbia precede la rovina » e « vegliare », quindi, per non lasciarsi sorprendere.
S. Paolo ha mostrato ai suoi lettori
(9: 24-27) come egli stesso stia in guardia, per non essere riprovato dopo aver
predicato agli altri; poi continua con
l’esempio del popolo d’Israele, così privilegiato e cosi ribelle, epperciò così
in basso caduto (10: 1-10); e, notando
(vers. 11) come queste cose siano state
scritte per ammonizione nostra conclu- i
de col solenne « guardia a voi ! » del ^
testo. I
Cristiano, tu conosci Colui che può ^
compiere la Sua potenza nella tua debolezza..., soltanto che tu ti appoggi sopra Luì, riconoscendo che, senza di Lui, ’
non puoi far nulla (Giov. 15). . |
Giovedì Lefiwra; Giac. 4: 1-12.
13 Novem. « /j marito è capo della mó- <
glie, come anche Cristo è capo della
Chiesa; Egli, che è il Salvatore del cor- \
(Efesini 5: 23).
Traducendo con una versione più libera, ma forse più intelligibile per la
nostra lingua: « ...Cristo è capo della
Chiesa, che è il Suo corpo e di cui Egli
è il Salvatore ».
Tutto il passo stabilisce un parallelo, caro all’Apostolo, fra il matrimonio
cristiano e l’unione ideale del Cristo con
la Chiesa. Molte cose ci sarebbero da
«li famS^liai
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)!
dire al riguardo; ma uno è l’insegna^
mento che qui interessa, e concerne 1#|
relazioni fra Coniugi cristiani, simbolofcl
dei rapporti fra il Salvatore e i Suoìl
redenti. A
Unione nella subordinazione: ognf|
società ben costituita possiede un pòi^
tare direttivo; esso è affidato, nella fa^
miglia, al marito (s’intende la famiglia.^
« cristiana » e quando il marito ne sia^l
degno). Ed unione nella santità: comu<?l
nanza d’interessi, di gioie, di dolori, dì i
sforzi... ma sempre in vista della reci-!
proca santificazione. 4
In pari tempo, tutto codesto ci ricorda-.!
quel che Gesù è stato e- vuol essere peri^
la Sua Chiesa e tutto quel che la Chie-ll
sa dev’essere per Lui; si tratta del « mistero », come S. Paolo stesso lo chia^
ma, mistero di amore per cui, dopo aver-<ì
la redenta, il Cristo mantiene la Sua!|
Chiesa e la dirige, la protegge e la san**
tifica .
Oh ! noi che ne siamo membra,
spendiamo a tanto amore ' !
ri-'
Lettura: Giac. 4: 13-17. ^
14 Novem. « La parola della croce
pazzia per. quelli che periscono; ma péf^
noi, che siam sulla via della salvazione,. ‘
è la potenza di Dio ». (1 Cor. 1: 18)-|
.^trove, come in questo testo, la:'^
Scrittura suole dividere l’umanità in.J
due classi, e in due soltanto: quelli che|
periscono - e quelli che sono volti ver-.|
so la salvezza; quelli che battono la via |
larga, che mena a perdizione - e quelli 3
che ascendono per la via angusta, che-rS
rnena alla vita... In apparenza sono vie,.3
più o m,eno uguali e si fiancheggiano, dL|
solito; ma diverso è Torìentamento, di-^
versa la mèta dei pellegrini; diversa!^!
anche la loro mentalità: quel che, perj|
gli uni, è suprema potenza, è, per gli!iÌ
altri, follia suprema: la croce di Cristo.^;
^'Perchè la croce è rincarnazionc del- i
l’Amore infinito; or l’amore non si ra-,'
giona. Indubbiamente, i savi secondo il' i
mondo avrebbero sistemato in modo di- J
verso la salute deU’umanità; e, nel loro« I
orgoglio, non. accettano la manifestazione della Grazia, lungi dalla quale peri-^
scono. Per no.i, che crediamo, l’Amor J
Divino è apparso nella sublime follia.’?
dell’Unigenito deU’Altissimp, il quale- '
« annichilò Sè stesso », per noi, per te,.,<Ì
Perciò, non c’è ricordo, non c’è fatto ì
che parli più forte al nostro cuore della "1
Croce del Golgota; perciò, noi vogliam 1
vivere, ognor meglio, sotto alla sua leg-1
ge d’amore e morire nella sua luce, ga-4^
ranzia della luce senza fine, nella glo- ^
ria immortale. m
Sabat* Lettura: Giac. 5: 1-6,
15 Novem, « ^¡oi tutti abbiamo ricevuto’^
il battesimo di un unico Spirito, per for- %
mare un unico corpo, e Giudei è Greci, e-1
schiavi e liberi; e tutti siamo stati ab~%
beverati di un unico Spirito ». ’'S
(1 Corinzi 12: 13). 1
« Vieni, o Spirito del Signore » : for- i
se, cantando quest’inno ben conosciuto,,.'^
non ci siamo sempre reso conto che uno* ^
degli scopi della venuta dello Spirito- j
Santo è di provocare l’unità fra crederiti. Siccome unico Egli è, lo « Spirto del 3
Signore », così Eì vuol formare di tutti %
noi, credenti, un unico corpo, che non ^
conosce differenze nè distinzioni di sor-.S
ta: il Corpo mistico di Cristo.
Come se ne diventa membri ? Per nascita ? No. Per qualche speciale pii- ^
vilegio ? No, no ! Bensì attraverso la ;
« nuova nascita », per mezzo del « bat- ;
tesimo » di quello Spìrito che Gesù prò--;
mette di dare a chiunque glie lo doman—^
da, « come un padre dà buone cose ai,
suoi figliuoli ». -I
S. Paolo espone poi, nei versetti che,,
seguono, i vari compiti che ì credenti
sono chiamati ad assolvere per concorrere al bene generale: «a ciascuno secondo '
la sua capacità » (Matt. 24: 15). Così,
nel quadro ideale della prima Chiesa,.
S. Luca ci descrive i cristiani (Atti 2:
42-46) « perseveranti di pari consentimento », essendo « insieme, in comunione fraterna »... Lontana età dell’oro, sa- resti tu veramente scomparsa per sempre ? Luigi Marauda. ì
Sostanilori
N. N., Torino, L. 300 - Serg. MarioBertin, Lusema S. G., 30 - Alp. Griglio
Gustavo, Pomaretto, 25 - Caporale Trorw.
Emilio, Massello, 20.