1
Roma, 23 Gennaio 1909
51 pubblica ogni Sabato
ANNO II - N. 4
LA LUCE
Propugna grinteressi sociali^ morali e religiosi in Italia
c
ss
o
ss
«
«s
s..
o
«
ABBONAMENTI
ItHlia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1.50
E-stero : » » 5,00 — • < 3.00
Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non si restituiscono
INSER:ZIONI
Per linea e spazio eorrispondente L. 0,J5
« * da 2 a 5 volte 0,10
« < da 6 a 15 volte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, quarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
O
a
Tf
o
Sn,
o
ss
<s
Nelle terre desolate
»et'-'Í.'-—........... 'U
^ ,i.¡
i
Facciata del Siempio Valdese di Messir
Interno del Zempio Valdese di Messina
Barcellona pozzo di QoHo
Le notizie contraddittorie che avevo raccolte sui
disastrosi effetti del terremoto in Barcellona e dintorni mi spronavano a portarmi prontamente sui
luoghi, desideroso di rivedere i cari nostri fratelli,
che sapevo illesi. Fino a Patti, tatto lungo della
costa Nord dell’isola, nessuna traccia si rinviene del
grande cataclisma, si vedono all’orizzonte torreggiare
fra le isole Eolie: Vulcano e Stromboli coi loro foschi pennacchi di fumo, ma nulla lascia supporre un
periodo di attività eruttiva.
Giunti però alla stazione di Fumari, il viaggiatore
osserva che vi è un insolito attendamento : sono baracche di legno : tende militari, bagagliai trasformar! in camere da letto ed una popolazióne che arieggia a quella zingaresca. Si tratta dei rifugiati
del capo luogo di circondario, Càstroreale) che sono
scesi dalla loro rocca in riva al mare, dopo avere
viste crollare parecchie delle loro abitazioni.
Ad ogni stazione ormai si ripete lo stesso spettacolo e cosi fino a Messina. Quei profughi sembrano adattarsi ormai a quegl’attendamenti, che per
taluni perdono il loro carattere provvisorio. Scorgo
nel centro d’nn vagone merci, appesa al soffitto,
una gabbia, in cni gorgheggia un uccellino, che
colle sue note armoniose spezza la monotonia di quelle
anguste pareti; altrove vi sono dei fiori, che stanno
non come pietosi tributi a delle tombe, ma che tradiscono invece le enre sollecite d’una mano gentile.
Esco dalla stazione di Barcellona e mi vedo venire
incontro il bravo fratello Biondo. « Stavo per partire
alla volta di Patti, mi dice, ma poiché Ella è fra
noi non parto più ».Egli mi conduce dal suo genero
il colportore G. Greco, col quale intendo recarmi a
Messina. Per via mi dà la poco lieta notizia che
delle due sole locande esistenti in paese, una ebbe
il tetto sfondato e l’altra ha un fianco che minaccia
rovina.
A misura che procedo innanzi vedo la maggior
parte degli edilìzi puntellati, talché le strade presentano un aspetto bizzaro, frastagliate come sono
da una fitta alberatura di travoni ; Barcellona è
sulle grnccie !
Da tutte le parti vedo sbucare soldati, che sono
intenti a rassodare muri cadenti e tetti pericolanti.
Qaa e là sulle piazze sorgono baracche a cui si lavora con febbrile attività, per avantaggiarsi di un
pò di tregua nel mal tempo che ha fin qui imperversato. Infatti, per ora non piove, ma il cielo è
capo e tiene in serbo dell’altr’acqna.
Non avendo trovato il Greco in casa volgo tosto
i passi verso la ben nota bottega del nostro Giovanni Fazio. Basta nominarlo perchè tutti coloro
che sono stati in quelle parti ricordino 1’ onestà e
simpatica sua fisonomia. Primizie di queU'opera ne
è stato sempre la colonna.
Giovanni Fazio di Barcellona con Massaro Vincenzo Busacea di Vittoria sono due delle più belle
conquiste del Vangelo, perchè essi lo hanno integrato nella loro vita. Non dico delle liete accoglienze
che ricevetti dall’amico e fratello, ma piuttosto riassumerò le notizie dei danni toccati ai nostri li 28
u. s. Il caro Fazio con la sna figliuola, V.va Donzelli e quattro nipotini sfuggirono a stento e ripararono nella botteguccia, ove tutt’ora sono accampati.
La maestra sig.na L. Brano ebbe anche diroccata
l’abitazione e riparò presso una famiglia amica. I
Penna, dovettero abbandonare la casa lesionata e
resa inabitabile ; trovarono rifugio nella nostra cappella. Degno di nota è il fatto che mentre tutte le
chiese cattoliche soffrirono a tal segno da non potersi più aprire al culto pubblico (che si è fatto per
ora all’aperto) la nostra cappellina non ebbe neanche
una screpolatura I Ciò fu assai notato e commentato
dalla popolazione. Il nostro fratello Penna, già malaticcio, non sopravisse alle emozioni della funesta
giornata.
Il numero dei morti (una dozzina) e dei feriti
(una cinquantina) a Barcellona fu relativamente
minimo, ma i danni materiali sono considerevoli. Con
gioia apprendo che i nostri fratelli di Meri, di Spadafora e di Venetico sono sani e salvi.
Degno di nota è il fatto che Milazzo la quale si
trova nna ventina di chilometri più vicina a Messina
e cioè all’epiceutro del fenomeno sismico che arrecò
tanti danni, non ha per nulla sofferto.
Arturo Muston.
2
LA LUCE
M E SSINn
Da Barcellona a Messina intercedono 46 km. per
la linea ferroviaria e 58 per quella tranviaria, che
fa il giro per la punta del Faro. Qaest’nltima venne
interrotta dal recente cataclisma ed il servizio della
prima non lascia poco da desiderare ! Si sa quando
si parte, ma non v’è più orario per l’arrivo ; il movimento essendo subordinato alle esigenze delle autorità militari, che occupano tutte le stazioni.
Appena oltrapassato Milazzo e i villaggi della ma*
rina, cominciano a presentarsi all’occhio del viaggiatore scene di desolazione. Le case dei cantonieri
sono in modo bizzarro rigate da larghe screpolature
e rese del tutto malsicure.
Il treno nel quale viaggio è pieno di militari di
tutte le armi e di funzionari, i pochi borghesi muniti di regolare permesso per penetrare nella città,
in cui vige lo stato d’assedio, sono sottoposti alla
stazione di Gesso ad nn primo interrogatorio con
relativa esibizione del lascia-passare. Chi non è in
perfetta regola è inesorabilmente costretto a scendere.
All’uscita della gran galleria peloritana, da due
punti della linea, vi è un fuggevole panorama di
Messina, dello stretto e di Reggio. In lontananza l’illusione ottica vi fa credere che la città sia ancora
in piedi, ma dessa non é più possibile quando raggiunto il piano vedete estendersi alla vostra sinistra,
queir ammasso informe di rovine. Alla mia destra tra
la linea ed il mare scorgo il mulino, il pastificio e la
Villa Puleio Defernex. Il primo è crollato, raso al
suolo, il secondo hai muri perimetrali in piedi, ma
l’incendio ha compiuta l’opera del terremoto distruggendone l’interno, la villa sola è intatta.
Riuunzio a descrivere quella che fu « Stazione »
ed ora è un campo aperto, seminato di lastroni di
zingo piegati, d’intelaiature di ferro contorte, di colonne, mensole, archi spezzati come fragili canne.
Mi sento nna stretta al cnore, vedendo il magazzino rovinato, cui sopraintendeva il caro Giuseppe
Mostacci, perito con la moglie e tre figli ; i due
maggiori sono scampati, perchè trovavansi dalla
nonna a Palermo per le Feste. Scendo sulla banchina,
dove nell’ultima mia visita mi ero accomiatato dal
Gioacchino Patinella, lui pure perito colla moglie e
la bambina.E volgendo altrove lo sguardo, velato dall’emozione, rimango a guardare quella fila di carrozze
diP di IP di IIP classe, di vagoni letto, carri e bagaglieri, in cui si muove, si agita, parla, grida quasi
tntto quel che ancora sopravvive sul posto della generosa popolazione messinese !
Col mio compagno di viaggio, il colportore Greco,
usciamo sul gran piazzale, dopo avere sciorinato,
per la terza volta il « lascia-passare », che sarei tentato di puntarmi snl cappello, se non piovesse a dirotto, visto che ogni pattuglia e sentinella armata
lo esige, prima di darvi libera circolazione.
Infiliamo la via Primo Settembre, (per modo di
dire), perchè si tratta di ascendere sulle macerie e
di procedere colla maggiore cautela per non im
pigliarsi nei fili telefonici e telegrafici atterrati, per
non sprofondare in qualche buca, per non sdruccio
lare su quei calcinacci resi viscidi dalla prolungata
umidità,
Non senza difficoltà e grazie precisamente alla
pratica conoscenza dei luoghi (resi per me irriconoscibili) del colportore Greco, ci dirigiamo al Monte
di Pietà nei cui pressi sta il nostro Tempio.
Nessun cinematografo potrà mai farci passare davanti agli occhi, soggetti cosi svariati come quelli
che si presentano agli occhi nostri lungo le vie
La maggior parte dei prospetti delle case e le
prime stanze sul davanti essendo precipitati al suolo,
si vedono gli edifizi come sezionati, e si scoprono,
quasi fosse una esposizione di stanze mobiliate, quelle
di seconda o terza fila interna rimaste intatte. Quali
studi da fare, quanti suggerimenti, quante deduzioni,
quali rifiessionil
Sullo stesso piano scorgo un mobilio signorile,
nuovo, lucido e bei quadri, fra cui spiccano quelli
dei sovrani; neU’appartamento accanto invece, tro
vansi mobili antiquati, mal conservati, poco puliti
ed a far loro corona i quadri d’un Leone XIII, che
par più stecchito che mai e d’un Pio X, che arieggia nn buon pievano a pranzo compiuto. Mi attarderei volentieri a scoprire in tal modo il ceto, l’educazione, il colore politico, il gusto artistico di chi
muoveva poco prima per quelle dimore, ma non è
il tempo per sognare, e mi spingo innanzi ; scanso
nna tastiera di pianoforte e mi fermo di botto davanti a un gran volume illustrato, che giace aperto
ai miei piedi. Mi curvo e leggo « Histoire de la Révolution française ». Se l’avesse visto, in vece mia.
Monsignor XXXX avrebbe aggiunto un nuovo argomento al suo feroce sermone per dimostrare che
Messina, essendosi data alla rivoluzione ed alla massoneria, Iddio l’aveva gastigata coll’annientarla..., e
non si sarebbe neanche avvisto di bestemmiare orrendamente, ragionando a quel modo !
La voce del mio compagno mi ricorda che non é
irndente di chinarsi troppo sulle macerie ; si può
venire scambiato per qualche predone, in cerca di'
oggetti di valore, e colla legge marziale la palla riassume in sè inappellabilmente accusa e sentenza.
Procediamo per piazze, vie e vicoli, che appaiono
ugualmente solitari e tetri.
Eccoci vicini ai N. 20 e 21 di V. Monte di Pietà,
dove da 35 anni circa la nostra chiesa possiede uno
stabile. Urto col piede una lastra di marmo infranta
e riconosco il nostro bel stemma col candeliere ed
il € Lux lucet in tenebris » che già sormontava il frontespizio del tempio. Su una delle porte, non del tutto
seppellita sotto le macerie vedo un avviso di conferenze. M’arrampico snl muro di prospetto e attraverso un crepaccio posso esaminare l’interno del
locale. Tutta la parte anteriore è crollata, ma le ultime due finestre verso il fondo hanno resistito e cosi
il pulpito, la tavola della sacra mensa, T armonium
sono intatti. Veggo ancora la tabella cogl’inni, che
vennero cantati li 27 dicembre in un culto molto impressivo, a quanto ci riferirono alcuni profughi che asseriscono che mai il loro pastore aveva parlato loro
cosi efficacemente come in qnell’nltima Domenica del
1908. Mi volgo indietro e constato che la chiesa di
S. Gioacchino è totalmente rovinata; dalle macerie
vengono fuori due braccia turgide e paonazze, protese innanzi ; saranno quelle del povero sagrestano,
che invano tentò dì fuggire.
Mentre mi allontano, sento in me profondo il
desiderio di vedere rialzate quelle mura del nostro
Tempio e l’edificio consacrato di nuovo al culto in
ispirito e verità... lo vorrà Iddio ?
Scendiamo alla marina per potere camminare più
speditamente lungo il Corso Vittorio Emannele. « Vanità della Vanità », che rimane della superba Palazzata, vanto dei messinesi ? Il Municipio, l’albergo
Trinacria sono un mucchio di rovine annerite dal
fumo dell’ incendio. Il mio sguardo corre all’ultimo
piano della casa, con ingresso a 7, via Alighieri;
già abitata dai signori Costabel e Revel, tutto è
sprofondato, anche il bel « perterra » o terrazzino
da cui si godeva si splendida veduta sulla costa calabrese !
Dall’ultimo piano d’nn palazzo pencola nna fune,
il Greco me la fa osservare e mi racconta che insieme a qualche altro, per mezzo di essa, hanno
potuto portare a salvamento tre bambini. In via Placido gli è pure riescilo di trarre fuori d’una buca una
vecchia. Passiamo davanti al palazzo abitato dal sig.
Domenico Trombetta, sotto le cni rovine egli è perito
con la moglie e il figlio Francesco. Una squadra
di marinai inglesi è intenta a scavare e sgombrare
macerie.
Più avanti sorgeva il palazzo abitato dalla famiglia
Scaglione-Frizzone che ha tutti i pavimenti sfondati e
sotto di essi peri la distinta nostra sorella.
Giungiamo infine alla piazza Casa Pia, di fronte al
N. 92 di Via Fata Morgana. Si è prodotto qui il
fenomeno più su accennato d’nna casa sezionata; si
direbbe proprio che una gigantesca mannaia abbia tagliata a piombo tutta la prima fila di camere dal tetto
al pian terreno. Orbene il nostro collega Adolfo
Chauvie, colla consorte e il bimbo, dormiva nella
camera snl davanti, al secondo piano, che faceva angolo tra via Fata Morgana e la viuzza che conduce
al Torrente Trapani. Egli venne travolto dal franamento dei pavimenti e pel movimento vorticoso
del fenomeno sismico sbalestrato sotto tre piani di
macerie nella viuzza, rimanendo impigliato fino alla
vita. La testimonianza d’un fratello superstite che
vide il Chauvie poco tempo dopo il disastro del 28
Dicembre, ci mette in grado di coordinare e di
comprendere le varie informazioni frammentarie fin
qui raccolte.
Il signor Nesi, scampato incolume colla famiglia,
corse alla casa dell’amato pastore ed inoltratosi per
la viuzza lo trovò con mezzo busto fuori delle macerie. Invano lo chiamò, lo accarezzò, lo baciò con
pietosa tenerezza, il nostro amico aveva già e fin
dalle prime perduta conoscenza. Li, appresso a lui,
trovò la donna di servizio, che confortava come poteva il suo padrone e che l’informò che la signora ed
il bimbo erano rimasti sepolti interamente sotto
l’immane masso di macerie.
Vien rimosso cosi il dubbio crudele che il carissimo collega abbia dovuto soffrire l’agonia tremenda
di vedersi inesorabilmente condannato a perire, impigliato com’era per le gambe, siffattamente che al
dire del Nesi quattro giorni di lavoro d’una squadra
non avrebbero bastato per disincagliarlo.
La viuzza in cui giaceva inconscio il Chauvie,
(probabilmente per forte commozione cerebrale), era
rimasta bloccata, come da un alto baluardo ed a
chi giungeva da Piazza Casa Pia o da Via Fata
Morgana era impossibile nè scorgerlo, nè supporre
che vi si potesse trovare. Ecco perchè il colportore
Greco, che lui pure accorse da quel lato, fin dalla
mattina dell! 28, non lo vide ed inutilmente rovistò
per le macerie chiamando il suo pastore ; cosi pure
in appresso il suocero ed il cognato signori Eynard
e solo il mercoledì, nel pomeriggio, nna squadra
di marinai inglesi s’era accinta al lavoro di sgombero difficile e pericoloso, proseguito da soldati italiani, che il susseguente giovedì il signor Luigi
Rostagno trovò, a malgrado le nuove scosse, i franamenti e la pioggia torrenziale, intenti alla pietosa
opera.
Dall’alto delle macerie posso abbracciare d’uno
sguardo quello che fu l’asilo domestico del collega
Chauvie : la stanza da pranzo, salvo il muro divisorio della stanza da letto, il salotto, lo studio sono
intatti. I miei occhi si fermano sul « Consolatore silenzioso » che è aperto al foglio intitolato « Amore
ai nemici ». Con stridente contrasto, nella camera
sottostante e sulla stessa parete, in egual posizione,
si trova un quadro di S. Giuseppe, che tiene in tutela nelle braccia il Bambinello.
Sopra si conosceva, si serviva e si amava, il
Cristo, Maestro della vita; sotto si pregava un santo
protettore che doveva esercitare la sua infiuenza su
un Dio nelle fasce ! Quanta opportuna e necessaria
la missione evangelizzatrice di Adolfo Chauvie 1
Scendiamo in Piazza Casa Pia e interroghiamo alcune donne ed un uomo ricoverati sotto una capanna, che malamente li ripara dal diluvio d’acqua
che vien giù. Ci assicurano nna volta di più che « il
buon pastore » « l apostolo », come chiamano il sig.
Chauvie, ha dovuto soccombere lui e la famiglia.
A mala pena mi distacco da quei luoghi, resi sacri
dal sacrificio di preziose vite a noi care, ma è tempo
di pensare ai vivi, sono stato informato che le due
sorelle Onofrio sono rimaste nella loro casetta ai
Cappuccini e ci avviamo a quella volta. Passiamo
davanti alla casa, divenuta proprietà dei Bariett
dove essi perirono ; con viva curiosità guardo in su
allalloggio occupato un tempo dal collega sig. Buffa
e dal sig. G. Rostagno e attraverso alle finestre
vedo il cielo grigio ; tetto e pavimento tntto è sprofondato.
Di leggieri, ognuno si figurerà con qual consolazione le nostre buone sorelle ci videro giungere.
Esse passarono i primi giorni, dopo il disastro, nell’angoscia, nel terrore e con la fame 1 Messina distrutta, per due giorni fu scorazzata dai predoni e
rimase senza viveri. La distribuzione dei medesimi
3
LA LUCE
fa lenta ad affettnarsi « come il soccorso di Pisa »
e si faceva alla marina, dove le nostre sorelle non
s’avventnravano. Versammo i cuori nostri davanti
al Signore, che in tanta sciagura è il solo sicuro
Ricetto, l’unico efficace Consolatore.
Quando uscimmo dalla casetta, appollaiata sul poggio
dei Cappuccini, una visione incantevole si presentò
a noi.
La pioggia era cessata, brillava il sole irradiando
la sottostante città, lo stretto, la costa di Calabria;
per un momento non vidi rovine, nè macerie, nè desolazione, era Messina risorta, Messina rinnovata,
Messina redenta che mi pareva di contemplare, sulla
quale non solo brillerebbe il sole del firmamento,
ma su cui risplenderebbe il Sole della Giustizia, Colui che è la vera Luce.
Ridiscendiamo lungo il torrente Trapani e passiamo davanti alla casa abitata dalla famiglia Falkenburg, lassù in cima ad uno spigolo del fabbricato vedo la stanza da letto al quarto piano, da
cui si calarono le tre signorine ponendosi in salvo;
vi vengono i brividi a solo considerare l’arditezza
dell’impresa !
Una squadra di marinai inglesi della « Lancaster »
sta scavando, li vicino, per ricuperare dalle macerie, se possibile, i corpi del pastore anglicano Rev.
Huleatt e della sua famiglia.
Mi avvicino al tenente che comanda il plotone e
da lui sento che fin qui non hanno ricuperato che
il corpicino del bambino e quello di Miss Kirby,
eppure vi lavorano da parecchi giorni ; gli scavi
sono resi difficili, perchè le lunghe pioggie hanno
concorso a formare come un impasto dei calcinacci,
a stratificazioni assai resistenti.
Sono i soli scavi, che ho veduto fare e dai soli
marinai inglesi; la città è deserta e i nostri soldati
sembrano essere adibiti a fare la guardia alle rovine !
Non è questa l’ora della critica e delle recriminazioni, ma certo piange il cuore, notando come una
volta ancora la burocrazia, la pedanteria gerarchica,
il rigorismo formalistico, e le rivalità tra i comandi
militari e civili hanno inceppata l’opera pronta, efficace e benedetta dei soccorsi.
Parto da Messina, ma non posso credere che il
terremoto abbia divelta la nostra tenda da quella
regione. La nostra cara chiesa Valdese non è per
sempre sbandita dalle sue mura ! ì fratelli superstiti, raminghi e peregrinando troveranno provisoriamente asilo presso le chiese sorelle, ma la loro Sion
sarà riedificata. Fu un terremoto che scoperchiò il
sepolcro del d’Arimatea per dar passo al Trionfatore
della morte !
« Io credo alla Risurrezione ».
Rptupo CDaston
nuova chiesa e ch’é tolto dal Vangelo di S. Giovanni;
Lux Incet in tenebrie.
La cerimonia si chiuse fra il canto degl’inni sacri, mirabilmente eseguito da tutti i fratelli.
A sera tenne conferenza il Comba, che si fece
ammirare per una dialettica stringente, e la parola
splendida con la quale vestiva i suoi argomenti.
La novità della cerimonia e il giorno festivo valsero a convocare una folla immensa, dentro e fuori
del tempio, eppure non ebbe a lamentarsi il più piccolo inconveniente. Questo ci empi il cuore di consolazione, perchè ci parve il vero trionfo della libertà
e della civiltà, contro il cretinismo e il bigottismo.
Ma la nostra gioia fu passeggera, dappoiché a sera,
alcuni individui che non possono mostrarsi alla luce
del giorno, e che portano il crocifisso accanto al
pugnale, che anzi il pugnale in loro gergo, chiamano crocifisso, tentarono disturbare la cerimonia,
e vi sarebbero riusciti se non fosse stata la prudenza
veramente cristiana dei pastori e dei fratelli, i quali
spinsero l’abnegazione sino a pregare le guardie di
questura che avean messo le mani addosso a due di
quei mascalzoni a volerli lasciar liberi ».
Lo stesso giornale in data del 24 febbraio 1874
riporta quanto .segue : « Anche ieri sera alcuni faziosi si erano apparecchiati a bociare in occasione
deU’apertura della Chiesa Evangelica.
Ma saputo che l’Autorità aveva preso tutte le
misure per evitare ad ogni costo lo scandalo, fecero
a meno, e fecero meglio.
Se è vero che è sacro il domicilio, sacra la coscienza, nessuna azione è più indegna di quella di
voler adegui costo imporre una convinzione ».
Messina
descritta da un Pastore evangelico valdese
Inaugurazione del tempio valdese di «BMina
Nel numero del 23 febbraio 1874 la Oassetta
di Messina descriveva così l’inaugurazione del nostro tempio di Messina, ora miseramente crollato.
« Ieri inangnravasi con solenne pompa il nuovo
tempio evangelico, il primo che sorge in Messina.
Benché i fratelli di quel culto fossero molti e molti,
fino a ieri essi compivano i loro semplici riti in una
casa qualsiasi. Oggi essi hanno un tempio, un bel
tempio lindo, semplice, solenne coinè le preghiere
che vi s’innalzano, come il fine cui essi tendono.
All’augusta cerimonia furono invitati gli egregi
Prochet e Comba; che vennero espressamente da
Genova e da Firenze, non che il pastore della Chiesa
di Catania e il pastore della Chiesa tedesca.
Il Prochet apri la cerimonia angusta, deponendo
sul pergamo la Sacra Bibbia, e accompagnando que ■
sfatto simbolico con un breve sermone, ricco di bibliche immagini e di profetiche ispirazioni.
Venne poscia il Malan, il quale, con quel suo viso
ispirato, con quella sua frase, or casalinga, or severa e schietta sempre e sempre incisive, commentò
laminosamente il motto che serve d’insegna alla
« Il suo luogo non lo riconosce più ! »
...Alle sette di mattina il piroscafo entrò nello
stretto di Messina, tra Scilla è Cariddi, le due terribili e insaziabili sirene, che trassero nel fondo dei
loro gorghi tante navi col loro carico e le loro ciurme,
e di cui parlarono, nelle loro mitologie. Omero, Virgilio, Ovidio, Catullo, Tibullo, Giovenale, Strabene e
Plinio, tanto in prosa che in poesia.
La vista della città, che Lizzie ed Ernesto avevano a destra, li colpi vivamente. Infatti, l’aspetto
di Messina lambita dal mare e che si eleva scaglionata a ridosso della costa peloritana, è più facile a
immaginarsi che a descriversi. La Palazzata, alla
marina, è grandiosa e imponente : e le stanno di
fronte le montagne calabresi, con poggi e colli ricoperti di rigogliosa vegetazione, e T Aspromonte
garibaldino di triste memoidà- Lungo la riviera sono
innumerevoli ed amenissime ville, paesi e città, fra
cui primeggiano Villa San Giovanni e Reggio.
I nostri viaggiatori, scesi a terra, si recarono al\Hôtel Trinacria, prospiciente il golfo. Questo ha
la forma d una falce ed ofire alle navi un sicuro
ancoraggio. Contemplando dal balcone quel panorama,
ne erano entusiasmati !
— Eccoci giunti finalmente in Sicilia ! — esclamò
Ernesto, mentre tutti sedevano a favola per la colazione. Il veder quest’isola fu sempre un mio vivissimo desiderio, anzi un mio aureo sogno. Ora,
caro zio diteci qualche cosa di Messina. Voi vi avete
dimorato quattr’ anni, vi avete adempiuta una missione religiosa, eretto un tempio evangelico, e quindi
la dovete ben conoscere....
— Oh, se la conosco I scattò lo zio ; la conosco
intus et in cute, il che vuol dire per di dentro e
per di fuori...
— Caro zio, interruppe Ernesto, vorrei che uscissimo tutti e tre a fare un giretto per la città, se
non vi si oppone la vostra stanchezza...
Subito scesero nella bella, ampia e diritta via
Garibaldi, i cui palazzi superbi e i ricchi negozi
ammirarono. Passarono quindi alla Marina, sul Corso
Vittorio Emanuele, ove si concentra il traffico e
1 affaccendarsi del carico e dello scarico dei basti
menti... Passarono poi ad ammirare il Duomo, la cui
singoiar facciata li colpi. Nel vastissimo suo interno
i muri laterali della navata sono sostenuti da ventisei colonne di granito egiziano, proveniente da un
tempio pagano dedicato a Nettuno... Un fulmine,
nel 1559, incendiò la cuspide del campanile, il quale
crollò, e i! terremoto del 1783 nè atterrò le due
torri... All’uscir dal Duomo, sulla piazza a destra,
ammirarono la celebre * Fonte di Orione », da cui
però non zampilla mai acqua 1 E’ opera di Fra Giovannangiolo Montorsoli, fiorentino, alunno di Michelangelo...
Percorrendo la via Cavour, parallela a quella di
Garibaldi... giunsero alla piccola, ma graziosa Villa
Mastini, con un busto marmoreo di questo illustre
pensatore genovese... Andando più innanzi e volgendo a destra, si trovarono di nuovo sulla Marina, e
giunsero al nuovo giardino pubblico, dove entrarono...
— I messinesi — esclamò il capitano — fecero
una cosa bella e necessaria impiantando questo pubblico ed ampio giardino. Anni sono, questo spazio
non era che un arido terreno, ove le lavandaie sciorinavano i loro panni, e i lanaioli sprimacciavano le
loro lane, e i caprai guidavano le capre al magropascolo, e vi si depositavano le immondizie della
città. Vedete ora che delizia! Osservate le fiorite
aiuole, i ben disegnati parterres, i viali ombrosi, la
fontana zampillante, la graziosa montagnola, i palmizi eleganti fra cento altre piante tropicali. Chemetamorfosi stupenda ha subita questo tratto dj‘
terreno !
Lo zio che amava immensamente le bellezze della
natura e che avea qualche nozione di botanica, era
tutto entusiasmato di quel nuovo giardino e delle
piante esotiche che lo adornavano, e sarebbe volentieri andato avanti enumerandole coi nomi loro scientifici, se non si fosse accorto che gli sposi bisbigliavano fra loro e rallentavano il passo. Avvistosi poi
che Lizzie facevasi palliduccia, le domandò se si sentisse male, e per lei rispose Ernesto dicendo :
— Caro zio, noi ora s’andrebbe più volentieri a
pranzo... , % . «
Entrarono dunque nel sedettero sulla ter
razza in prospetto del mare, e vi pranzarono... V.
(Dal volume di Benedetto Lissolo : Viaggio di
due sposi in Sicilia, Firenze, Tipografia Claudiana
1901).
^1 Fratello e (Collega
E’ venuta, purtroppo, la conferma dei nostri timori : il caro fratello e collega di Messina è rimasto
anch’egli vittima deH’immane disastro !... Un nodo
sale alla gola, e ci soffoca; un grido prorompe dal
nostro petto : « Padre nostro, pietà, sollievo ! Tu
in quest’ora tenebrosa ci puoi confortare! Oh! ritorni la dolce voce del Cristo a parlarci di speranza,
di rissarezione e di vita ».
Adolfo Chauvie, fratello mio, quanti ricordi ridestano in me il nome tuo... ricordi che mi trasportano ai di della nostra infanzia. Ahimè, più non
rivedrò il tuo viso cosi gioviale : tu non verrai più
verso di me... ma io verrò, con l’aiuto del Signore,
verrò verso di te, e ci rivedremo. Quante tenebre
in quest ora : ancora non so se la tua consorte sia
viva 0 morta, se hai lasciato o no un orfanello •
ma su codesta tomba in cui giaci a fianco di tante
altre vittime, io depongo il fiore della speranza
cristiana, e rivolgendo lo sguardo in alto, esclamo :
Un giorno, tutti ci rivedremo !
Cari parenti del mio amico, lo sguardo in alto !
Cari colleghi nell'opera del Signore, se le nostre
file, già cosi esigue si sono assottigliate, non ci
perdiamo d'animo, ma r^doppiamo lo zelo nel santo
combattimento! A tutti: sursum cor da !
G. Beptinat
)l CHsHanesinio attraverso i secoli
Riassunto storico dalle origini fino ai giorni nostri
Volume di 470 pagine con copioso indice alfabetico
Prezzo di favore L, 1,75. Rivolgersi all’ autore Sig
E. Meynier, Via Borgonuovo - Biella.
4
LA LUCE
Dopo la Catastrofe
Leggiamo Avvisatoi'e Alpino :
« In risposta ad un telegramma del Sotto-Comitato Croce Rossa di Torino la sera dell 11 corr.,
richiedente 20 infermieri da mandarsi a Palmi, il
nostro Sotto-Comitato Val Pollice ne faceva partire
18 l’indomani. Fra i partiti notiamo : il pastore di
Torre Pellice Jahier Aug., quale cappellano di culto
evangelico ; Marauda Gio. Dav. e Gay Gio. D.le,
infermieri sorveglianti ; e gl’infermieri Tourn B.
Levi, Cairanti Gio., Geymet Aug., Bonnet Gio,
Morglia G. G.mo D., Costabel Ear. P. L, Gallo
Gio., Colombini Gius., Pasqnet F., Bourne E., Gardiol Gio., Godino Aug., Griglio Giacomo e due
altri’ »
sorridono ai nuovi arrivati come sorridessero
amici dèlia loro fanciullezza lontana.
Dal Oiornule d’Italia
agli
Hi
Hi Hi
Nella Chiesa di Villar Pellice si sono raccolte |
L. 100 per i messinesi evangelici danneggiati dal
teremoto.
Nell’Aula Magna del Liceo di Torrepellice, il
prof. Mario Falchi ha tenuto, demonica scorsa, una
conferenza sul tema : Le città uccise e it loto
uccisore. % n.
La domenica, 10 corrente, si commemorava solennemente a Firenze il pastore Adolfo Chauvie '
nella cappella di Via dei Serragli, affollata di membri
delle nostre due chiese fiorentine. Parlarono successivamente i due pastore signori Rochat e Meille.
Dal discorso di quest’ultimo rileviamo con piacere
che si sta per pubblicare un lavoretto inedito del
Compianto Amico, dal titolo : Cristiano, ma non ,
Cattolico Romano-, socialista, e non materialista.
H5
* * T\ i?
La conferenza a pagamento tenuta dal Prof.
Giovanni Rostagno, sotto gli auspici dell’A. C. D.
G. di Firenze, ha fruttato L. 285. Inviandoci queste
L. 285 con altre L. 10 come « contributo » dell’Associazione stessa, ci si scrive ; « L’Associazione si
è assunte tutte le spese di stampati, posta ecc. ecc.
e ringrazia vivamente oltre l’egregio conferenziere,
il consiglio della Facoltà Valdese di Teologia che
concesse gratuitamente la sala, e la Tipografia Clandiana che ha rilasciato gli stampati a prezzo di
puro costo.
Per l’A. C. D. G. di Firenze ;
Oino Yessasi, presidente Tito Del Taglia, cas• ♦
siere. > « 4:
Fatti veramente edificanti sono avvenuti in questi
giorni, dopo la tremenda catastrofe. Ne abbiamo
già ricordati alcuni nel nostro passato numero
Ora ricordiamo il fatto dei bravi marinai di due
nostre torpediniere, i quali hanno rinunziato a 1000
lire di premio ben meritate nel salvataggio della
Banca d’Italia, a pro delle vittime sventurate,
E ci piace del pari riferir qui il seguente aneddoto che togliamo a lettera da un giornale autorevole.
Dobbiamo alla, gentilezza del Presidente del Comitato, Signor Arturo Muston, la seguente :
Copia di un telegramma mandato a
Sua Maestà il Re d’Italia dalla Alleanza Evangelica
L’Alleanza Evangelica, rappresentante tutte le
Chiese Evangeliche di Gran Bretagna, ed ora adunata
per la settimana mondiale di preghiera, desidera esternare rispettosamente alla Vostra Maestà l’espressione
della sentita simpatia dei suoi membri con tutti i
sofferenti del recente schiacciante disastro in Italia
e r.issicurazione delle ferventi loro preghiere innalzate al Dio delle Nazioni.
Lord Kinnaird, Yice-Presidente.
Enrico Martyn Gooch, Segretario capo.
Casa dell’Alleanza.
Londra, 6 gennaio 1909.
Due vecchi dei campi, due figli dell’antico sangue bruzio, due uomini che ancora arano la terra
e guidano l’armento alla pastura e le falbe alla
sorgente montana, dissero nel giorno fatale : Lasciamo l’aratro e l’asta, lasciamo la semente e la
zolla e facciamo che alcuno non muoia di fame e
che alcuno non arda troppo di sete e non dorma
sulla nuda terra.
E tutto il pane delle loro bugnole, e tutto il
vino delle loro tinozze, e tutte le frutta dei loro
orti essi hanno ammassato insieme col loro cuore
in una vecchia casa, a’ piè del bosco degli Ulivi,
lungo una via vicinale ; e la porta della casa hanno
aperta ai viandanti.
— Oh Signore Iddio, nel giorno della distretta
ricordatevi di quelli che non hanno abbandonata la
vostra via, e fate che essi vengano nella nostra
casa dove c’è il pane, c’è il vino, c’è l’olio e ci
sono le frutta della terra in gran copia. —
Dall’alba al tramonto la casa patriarcale è aperta
ai viandanti e dall’alha al tramonto i due vecchi
Era l’ora del tramonto, un tramonto luminoso d’nna
giornata di sole. Me ne stavo seduta, fantasticando
in uno degli eleganti trams fiorentini, dai guanciali
di velluto rosso e dal legno verniciato e nuovo, che
volava rapido verso casa mia, quando una dolce voce
femminile mi riscosse e alzando gli occhi vidi ritte
dinanzi a me due eleganti signore.
« Abbiamo lavorato tutto il dopo pranzo » diceva la
voce sommessa ed armoniosa, « ma c è ancora tanto da
fare, tanto da cucire ! Lenzuola, federe, biancheria...
Quando si pensa che quei disgraziati messinesi mancan
di tutto, non si sa da che parte cominciare ! Siamo
numerose, è vero, ma davanti alle migliaia di derelitti la nostra opera sembra vana ».
La voce diveniva triste, angosciata. I miei occhi incontrarono quelli di lei, due occhi grandi, belli, ma
fieni di malinconia infinita. Sembrava che avesero
visto quelle mille angosce umane, e ne rispecchiassero l’indicibile affanno.
« M’ero iscritta alla squadra della Croce Rossa
diretta laggiù e poi mio marito non m’ha lasciata
martire; pazienza! Ma appena arriveranno dei feriti
qui all’ospedale io andrò a curarli. Ah ! che cosa non
si farebbe per quei fratelli senza tetto, senza pane
senza famiglia ? ».
Cosi parlava la signora gentile elegantemente
vestita, dal volto pallido, bianco quasi al pari delle
pellicce in cui ella era ravvolta. Ancora la guardai in viso : i suoi occhi luminosi che di nuovo incontrarono i miei non vedevan nè me, nè la gente
che era nel tram affollato, vedevano una città distrutta, dei bimbi abbandonati, delle vedove dolenti.
« Hai letto della regina Elena ? Come l’ammiro !
con che amore s’è data al suo popolo nella sofferenza : con che entusiasmo lavora adesso di ritorno
a Roma e che esempio ci dà 1 Ah mi par di vivere
laggiù in Sicilia, mi par di vedere quei corpi straziati, quei moribondi, quegli abbandonati ; mi par di
sentire quelle grida d’angoscia che chiamano al soccorso ? ».
Il tram si fermò; l’amica sua scese ed ella rimase
ritta dinanzi a me, collo sguardo tristemente pensoso, perduto nel vuoto. Io volli riprendere il corso
delle mie interrotte fantasticherie, ma ahimè non
vedevo più il bel cielo sereno di Firenze felice, ero
laggiù a Messina distrutta, desolata, ero in mezzo
a quelle migliaia di sventurati e mi pareva ingiusto
di godere di una vita calma piena di gioie. SI,
anch’io avrei voluto dare tutto quello che possedevo
a quei derelitti, e già mi vedevo cucendo vestiti,
cercando nelle casse vecchi abiti, vecchi mantelli,
mandando danari...
Oh se ognuna di noi guardasse solo un minuto
quelle rovine, udisse solo per un istante le grida
dei feriti e degli abbandonati ! Ah se ognuna di noi
seguisse nella propria vita, secondo il suo possibile,
l’esempio della nostra Regina !
Una dovane alle Giovani
Sursum eorda !
Non mi è lecito di fare ciò
che mi piace del mio ? Matt. 20 -15.
Si adorato Signore ! Ti è lecito dare, come ti è
lecito togliere; benedetto sia il Tuo nome tre volte
santo ! I Tuoi discepoli sono preziosi agli occhi Tuoi
poiché sono il dono che il Padre ti ha fatto, 1 acquisto del Tuo sangue, l’oggetto della Tua continua
intercessione, e delle vigilanti Tue cure.
Ti è lecito scegliere la via nella quale ti dovranno glorificare sulla terra, ti è pur lecito fissare il
tempo e il modo della loro dipartenza per le dimore celesti. Il Tuo amore e la Tua sapienza formano un pegno sufficente che tutto quanto stai
facendo per loro è per il loro miglior bene. Le Tue
cure pastorali provvederanno al più debole membro
della Tua greggia, non lo farai troppo stancare e non lo lascerai perire nella via ; non lascerai che alcuno di loro sia tentato sopra le sue forze ;
quando vorrai raccoglierle con Te al di là del velo
non ci permetteremo di mormorare nel vederli
entrare nella partecipazione alla Tua gloria. La
questione scelta per la meditazione di questo giorno
ci presenta una risposta definitiva a tutta la famiglia riscattata col Tuo sangue, quando qualcuno
fosse tentato di lagnarsi delle tue disposizioni verso
lui e verso altri. Sia in quanto riguarda il servizio, la posizione, la gioia, il dolore, il dono o la
grazia, il Signore glorificato là ciò che trova meglio riguardo all’anima di ogni individuo. Egli è * il giudice
di tutta la terra non farà egli ciò che è giusto » ?
Degnati di rendere capace il Tuo popolo di rimettersi nelle Tue mani, anima, corpo e spirito, acciocché possano acconsentire pazientemente a tutte
le Tue dispensazioni a loro riguardo, e gloriarsi
persino nelle loro tricolazioni, poiché sta scritto :
» In tutte quelle cose noi siamo di gran lunga vincitori in colui che ci ha amati » !
D. Tarino
Un buon articolo
Con viva gioia togliamo dalla liberalissima Asiane
di Catania questo brano d’uno splendido articolo di
Michele Rizzone Navarra :
« In alto — ma assai in alto — i cuori. In alto,
fincbè giungano a Dio... a Dio è, che bisogna ritornare...
Iddio è che bisogna teneramente amare, devotamente
rispettare nel tempio e, più ancora, nella palestra
della vita.
Popoli e principi — governanti e governati — ministri del trono e dell’altare, tutti insieme. Iddio
misconosciamo, tradiamo, insultiamo ogni giorno, fino
ad aver vergogna di nominarlo, di obbedirlo, di invocarlo, pur cercandolo, forse a tempo perso o nell’ora estrema e... miseri noi... è la giustizia di Lui,
che pesa tremenda sui troni e sui popoli — sul clero
e sul laicato — sulle Nazioni e sull’Umanità. Da Lui
creati per affratellarci nell’amore infinito Ae\V Unica
— della Grande Famiglia Umana — riuniamoci —
pellegrini del lutto, del dolore e della speranza, invochiamo la sua misericordia, che non ha confini.
Pentiti del passato, sia tale l’avvenire che ci meriti
le benedizioni di Lui ed intanto e perciò non smarriremo la via.
Vedo già sorrisi sardonici, frasi sarcastiche, beffe
da incoscienti. Oh, oh, fratelli miei, è il vero quel
chedico, interrogatene serenamente le vostre coscienze,
domandatene a tutti quanti dolorano, piangono, straziano sull’ambulanza, nei ricoveri, negli ospedali, interrogatene gli altri fratelli nostri ancor dispersi per
la campagna, interrogatene la canizie dei vostri vecchi, il candore della vostre sorelle, la fede calda delle
vostre spose, il sorriso angelico dei vostri bambini.
Torniamo a Dio... tutti vi grideranno in coro. E
allora, solo allora, non ci smarriremo in tanto disastro, neU’eoatombe più grande, più terribile, unica,
dopo il Diluvio... Allora, solo allora, non saremo nè
barbari nè ingiusti, nè disonesti, nè calunniatori, nè
impreparati, nè vili, nè incoscienti, nè superbi, nè
inetti nè megalomani alla Mario, sulle rovine di
Cartagine, nè sordi al grido della giustizia, e dello stra
zio di popolazioni, di regioni bistrattate avvilite,
provate anche dai più grandi ed atroci disastri della
natura.
Allora solo saremo degni di profferire e rispettare
i nómi sacrosanti della famiglia, della patria, del
l’umanità.
5
LA LUCE
Allora solo potremo marciare sicuri alla rivincita
•contro gli elementi che ci rapirono Messina bella, incantevole, ricca di storia, di fierezza indomita, di sacrifizi eroici, di slanci patriottici e sublimi, ricca di
alberi, di vigneti, di suolo, di traffichi, d’industrie e
di commerci, che la allacciavano, e la ricongiungeranno
al Mondo.
Si, nel nome di Dio, si domano, si sedano, si vincono gli elementi e, solo Lui ci ha dato la potenza di
studiarli, di comprenderli e potrà darci la visione
per preservarcene. In alto i cuori. Sorga sul grande
suU’immane disastro il grande, assai Grande, l’enorme
albero d’ulivo. Sacrifichiamovi, tutto attorno.
Sia ciascun di noi un Sacerdote. Una vestale ciascuna delle donne nostre — sacrifichiamovi le nostre
ire — i nostri rumori i nostri odii — i propositi di
vendetta, le ambizioni illecite — i domini, le campagne capaci, la sete d’oro e il Dio Milione, il mal governo e la Giustizia assassinata, la libertà mezzana
d’ogni infamia e d’ogni luridume.
Inaffiamo il Grande Albero della Pace colle nostre
lagrime di dolore e di cordoglio in memoria dei morti
— pentimento dei nostri errori — delle nostre colpe
— delle nostre infamie... »
Modica 1909
Michele Rizzone Navarca
Salice piangente
Zia Maddalena.
Era un vecchio... uno di quei vecchi dalla tempra
•antica, nati e cresciuti sugli aspri scogli della Maddalena. Su questi scogli, Giuseppe - Battista Pere
sognò forse i primi sogni che arridono ad ogni anima
quaggiù. Poi fu marinaio e corse mari lontani, e conobbe paesi e ca.si diversi. Ma poi tornò qui nella sua
isoletta, sullo scoglio benedetto ed amato, e padre,
nonno felice, invecchiò e mori!
Sembra codesta, non è vero ? una di quella leggende
tkntiche, narrate nelle lunghe veglie invernali, e che
la società moderna disprezza come vecchie fiabe noiose.
Eppure è una vita vera, la vita di un vegliardo che,
nella pace del suo Salvatore, partì da questa terra,
quasi novantenne, coll’ultimo raggio di un giorno morente. Parti così, placido e sereno come aveva vissuto,
se ne andò verso il Sole eterno che agognava.
Ma non é di lui che voglio parlarvi... e che mai
potiei dirvi di quest’umile che non volle, e non conobbe fasti ? di questo padre che poche e sante parole
aveva seguite nella sua vita e le ripeteva, morente ai
suoi figli : Dovere I ubbidienza !. No, non già del fratello Pere, che pur fu esempio e gloria della piccola
congregazione di Maddalena, non già di lui voglio parlare... ma di una fra le estreme parole sfuggite al
labbro di questo vegliardo che già ìntravvedeva ^l’eterna aurora.
Colpito da paralisi, che gli lasciava ancor libera
l’intelligeuza e la parola, chiese l’assistenza del ministro Evangelico, del ministro di quella chiesa a cui
per tanti anni aveva appartenuto. E il ministro venne...
il momento era solenne. La stanzetta era gremita di parenti e di amici, di conoscenti e di vicini; vi erano dei curiosi, vi erano molti appartenenti alla Chiesa Romana.
Allora a questo fratello morente, a^ questa colonna della
nostra chiesa, il Ministro chiese una suprema testimonianza di fede ; ah 1 non per lui, di cui non dubitava
ma per l’increduli, pei superstiziosi, pei titubanti, per
tutti quelli dhe avrebbero potuto supporre che una
violenza qualsiasi fosse fatta al morente. E cosi gli
chiese se per caso non desiderava l’assistenza del sacerdote cattolico romano. Ed a voce alta, raccogliendo le
estreme sue forze, il vecchio fratello rispose :
Noi
No I egli gridò, e questo slancio del cuore lo esprimeva ancora, accompagnando coll’ultimo soffio le preghiere della Chiesa, raccolta al suo letto morte...
Noi e questa parola sembrò ancora echeggiare nel
suo funebre accompagnamento, fra il pianto dei suoi
cari e dei suoi fratelli in fede.
E queste belle parole, il vecchio Pere, come qui lo
chiamavamo, ce l’ha lasciate per suo testamento.
Egli aveva, ancor giovine, conosciuto il Vangelo; ed
erano allora tempi tristi, tempi nei quali la luce divina era nascosta. Narrano le vecchie cronache dell’isola, che egli ed altri pochi fedeli si adunassero in
qualche scoglio per leggere la Parola di Dio, tanto che,
sbattuti dal vento continuo, dovevano ad ogni mutar
di brezza, cambiar posizione... Oh ! santi e generosi ricordi che dovrebbero fare arrossire i timidi figli del
l’ora, tremanti d’innanzi ad ogni minaccia di persecuzione !
No l cosi disse il vecchio fratello. E noi non vogliamo ripetere questa breve ed energica parola, ora
all’inizio di un anno nuovo ? No l dinnanzi alle viltà,
ai sotterfugi, ai tradimenti che il mondo ci consiglia
No I dinnanzi alla tentazione. E No ! sopratutto
dinnanzi aU’eterna menzogna di Roma che può prendere mille forme per ingannarci, noi liberi figli di un
Dio d’amore. Fermi come questi scogli, perennemente
battuti dalle onde, ripetiamo col nostro vecchio fratello:
di fronte ad ogni lusinga: Noi.
Iilsa Clefleo.
Rie si.
Mestamente la nostra Chiesa di Riesi deve registrare
la dipartenza di uno dei suoi veterani che vide spuntare in questo paese l’alba dell’opera evangelica, e che,
fino al suo ultimo respiro, portò nel cuore e sulle labbra la fede ricevuta.
Dopo due giorni soli di malattia spirava la mattina
del 30 Die. la dolce sua anima a Dio Giuseppe dIAntona, all’età di 72 anni. Da qualche tempo cagionevole
di salute, egli a malincuore non aveva potuto accostarsi il giorno di Natale, alla Mensa del Signore. La
vigilia della sua morte, sentendo avvicinarsi il momento
estremo egli con lucidità di mente ammirabile diceva
al Pastore che lo visitava:
€ Sulla mia bara voi metterete la Bibbia, ad essa
debbo la serenità con la quale attendo la morte ! »
E la mattina seguente col Padre Nostro e il Credo
sulle labbra, nelle braccia della desolata moglie e del
figlio suo egli passava a miglior vita.
L’accompagnamento funebre imponentissimo con la
banda cittadina, la rappresentanza di varie società
operaie, gli alunni delle scuole evangeliche e numeroso
concorso di pubblico testimonia dell’affetto caldo che
l’estinto godeva nel nostro paese.
Tutti i pastori che soggiornarono nell’ospitale cittadina di Riesi sentiranno con sommo dolore la partenza
di quel nostro fratello, che essi certamente ebbero
sempre a lato nelle continue lotte, e che videro senipre pronto ad ogni evento.
Alla famiglia tutta vada l’espressione della nostra
più viva simpatia cristiana.
EnpiGo Tfon, CcCnd. Theol.
n
• «
Ci si comunica la dolorosa notizia della morte della
signora Elisa Rollier, nata Revel, figlia del compianto
Dr. Alberto Revel di Firenze, avvenuta improvvisamente
in Milano, la sera del 13 corrente.
Alla famiglia cosi duramente provata esprimiamole
nostre sentite condoglianze.
Dott. Roberto Prochet
*
* 4>
Il 18 corrente è morto a Torino il comm. Giulio
Blanc, una delle maggiori personalità del mondo finanziario piemontese, e presidente della società delle
cartiere meridionali. Il Blanc era membro della Chiesa
Valdese di Torino, e cognato del signor Augusto Malan che fu per molti anni pastore della comunità valdese di Messina.
Doti. Roberto Prochet
La Dottrina Cristiana spiegata al Popolo
L’Evangelo preparato. — Il Maomettismo.
D. — Dite qualche cosa relativamente alla religione
di Maometto.
R. — Maometto — cioè il lodato — che divenne
fondatore di una nuova religione in Arabia, nacque nel
571 dopo Cristo. Avviatosi al commercio fin da giovanetto fece parecchi viaggi in Palestina ed in Siria.
A quarant’anni abbandonò il commercio, e — ritiratosi nella solitudine — si diede alla meditazione delle
cose divine. Il suo popolo era immerso nel più grossolano feticismo e nella più degradante abbiezione morale. Da quell’abisso Maometto volle ritrarlo ; ed in
questo suo proposito come nella predicazione ch’egli
fece di più alta dottrina non si può non riconoscere
una ispirazione divina.
D. — Quali sono le dottrine fondamentali del Maomettismo ?
R. — Maometto trasse i materiali della religione
ch’egli fondò dalle religioni più elevate con cui era
venuto a contatto nei suoi viaggi. Ebbe pure qualche
superficialissima conoscenza del Cristianesimo, la quale
conoscenza mentre gli permise d’introdurre nella sua
dottrina qualche elemento cristiano, non fu sufficiente
perchè egli apprezzasse a dovere l’Evangelo ed abbracciasse il Cristianesimo. Le dottrine fondamentali del
Maomettismo sono : V’è un Dio solo, e Maometto è il
suo Profeta. Mosè e Gesù sono anch’essi mandati da
Dio. Le preghiere, i digiuni, le beneficenze acquistano
all’uomo la benevolenza divina e anche il premio nell’altra vita, dove i più squisiti godimenti aspettano i
buoni, ma dove una punizione è riservata ai cattivi. Il
destino di ogni uomo è fissato, fin dal principio della
sua esistenza invariabilmente da Dio : onde il triste fatalismo di tutti i Musulmani. E’ un dovere pei Musulmani propagare l’islamismo anche con la spada. Queste
dottrine sono esposte nel « Corano » (raccolta o collezione) che è il libro sacro dei Musulmani.
Da principio, il Profeta ebbe ad incontrare fiera opposizione dai suoi e dovette fuggire dalla Mecca a Medina nell’anno 622 dopo Cristo. E’ da questa foga (15
loglio 622) detta iu arabo « Egira » che datano l’anno
i Maomettani. A Medina ebbe in breve molti seguaci,
e a poco a poco guadagnò tutta l’Arabia alla sua religione ed al suo impero.
D. — Dite qualche cosa sulla posizione storica del
Maomettismo.
R. — Abbiamo detto che Maometto trovò l’Arabia
in braccio alla idolatria. Però qualche barlume di monoteismo c’era qua e là. Piccolo era il numero dei partigiani della fede monoteista, ch’essi facevano risalire
al grande antenato Abramo; ma essi attiravano l’attenzione rispettosa dei loro compatrioti. Fra loro spicca
la commovente figura di « Zeid » che è stato soprannominato il Giovanni Battista dell’Islam. Accostandosi
al santuario fondato, secondo la tradizione, da Abramo,
e divenuto ricettacolo d’idoli, Zeid appoggiavasi al muro
a rimproverare agli Arabi la loro idolatria con la quale
contaminavano il santuario. Poi esclamava : « 0 Allah,
se io sapessi qual’è la forma di adorazione che ti piace,
io la praticherei : ma non la conosco ». La voce che non
aveva risposto a Zeid si fece sentire a Maometto. Fu
durante il sonno, dopo lunghe preghiere e discipline,
che egli vide in sogno l’Angelo Gabriele. « Il sogno
— dice Maometto — è la rivelazione del Profeta ».
Svegliatosi, senti — come egli stesso dice — « che
un libro era stato scritto nel suo cuore ». Temendo
di esser posseduto da spiriti cattivi, si confidò alia
moglie, ma essa lo rassicurò, e fu la prima a credere
alla sua parola. Quando nel 630 Maometto, già perseguitato, rientrò vincitore nella città santa, infranse col
bastone tutti i 360 idoli che coronavano la facciata del
santuario, dicendo davanti a ciascuno : « La verità è
venuta; la menzogna sparisca ». Da tutto ciò si raccoglie che il Maomettismo è una delle forme storiche
della religione monoteistica; esso si rannoda all’Antico
Testamento.
S. — In che modo il Maomettismo può considerarsi come religione di preparazione evangelica per
i popoli che lo seguono ?
R. — Questa preparazione è costituita principalmente dalla fede nel Dio unico personale e vivente e
dalla credenza neH’immortalità dell’anima. A questo
proposito giova osservare che la fede in Dio del .Maomettismo non va assimilata al deismo. Il deismo è cosa
morta, perchè sopprime nel Creatore la Provvidenza
e nella creatura la preghiera. Il deismo non è una religione, ma una filosofia; ed una detestabile filosofia che
fa dell’uomo un orfano, e di Dio non so qual padre senza
onore e senza viscere che non si occupa più dei suoi
figliuoli dopo il capriccio di averli messi in vita. Nell’Islam, invece, tutto si rannoda alla rivelazione, e non
solo a quella data per mezzo dì Maometto, ma a quella
anteriore data per mezzo di Abramo e di Mosè. L’Islamismo è, in un certo senso, anche superiore all’attuale religione d’Israele pel suo carattere di universalità, laddove Israele è un popolo, una razza sola. Ed
è più completa degli antichi monumenti della fede
d’Israele, per l’affermazione netta e potente che il
« Corano » fa della vita futura.
Con tutto ciò, il Maomettismo non è che un abbozzo,
una pierre d'attente che invoca qualche cosa di assai
più alto : l’Iddio che è Padre e non fatalismo, e l’immortalità vera che non è il paradiso di Maometto con
le sue delizie materiali, ma la vita eterna che Gesù
Cristo ha messa in luce per 1’ Evangelo.
D. — Indicate qualche altro embrione di cristianesimo che si trova nel Maomettismo.
R. — Maometto, questo grande genio, non sapeva
leggere nè scrivere : egli non ha letto l’Evangelo. Però
egli ebbbe qualche sentore della dottrina specificamente
cristiana, ed è perciò che nel « Corano » ritrovansi
alcuni elementi di questa. Maometto chiama Gesù
« l’anima di Dio ». Afferma che Gesù nacque miraco-
6
6
LA LUCE
lesamente da Maria Vergine. « Un giorno gli Angeli
dissero a Maria: Dio ti annunzia il Verbo; egli si chiamerà il Messia, Gesù figlio di Maria, illustre in questo
mondo e nell’altro, familiare di Dio » {Corano III, 40).
Secondo il « Corano », Gesù ha fatti i più grandi miracoli e nello stesso tempo rivelò la più pura dottrina :
« Non vi sarà un sol uomo tra quelli che hanno fede
nelle Scritture che non creda in lui prima della sua
morte ». {Corano IV, 157). Gli Arabi credono — rannodando questa credenza ad alcune oscure espressioni del
loro libro sacro — che Aissa (cosi essi chiamauo Gesù)
tornerà sulla terra verso la fine dei tempi, sterminerà
tutti i nemici di Dio e farà regnare la felicità con la
virtù.
Per questi elementi il « Corano » può considerarsi
come un preludio dell’Evangelo. L’illustre emiro Abdel-Kader ha scritte queste parole : « Se i Mnlsulmani e
i Cr istiani volessero prestarmi ascolto, io farei cessare le
loro divergenze, ma non m’ascolteranno.; soltanto il
Messia farà sparire il loro antagonismo quand’egli
scenderà ».
Le verità frammentarie che si trovano nel Maomettismo, come nelle altre religioni non cristiane, sono
manifestazioni del Verbo di Dio, il quale « illumina
ogni uomo che viene nel mondo ». La pienezza di
questa rivelazione è avvenuta in Gesù Cristo; il quale
è bensì salito al cielo, ma — come dice il Simbolo
della nostra fede — « ritornerà con gloria » e spanderà il suo Spirito sopra ogni carne.
u. i.
Come si Emmaiiniscono le notizie d’Italia
in certi giornali americani!
Leggiamo neWIlariford Dayly Courant (30 dicembre) sotto il titolo: Il papa è ansioso di visitare le scene del disastro, quanto appresso :
« Il papa bramerebbe di recarsi nel Mezzogiorno,
ma i suoi medici non glielo permettono a cagione
della sua salute ! ».
Questo è parte di un telegramma da Roma in
data 29 dicembre.
Non è certo la Stefani, ma bensì l’Agenzia dei
Reverendi Padri Gesuiti, la quale s’incarica di fuorviare l’opinione pubblica in tutto il mondo, che spedisce simili facezie ! Essi, i corrispondenti del Sindacato Merry del Val, hanno fintato la disastrosa
impressione che avrebbe fatto in America il sapere
che il Re d’Italia coll’augusta consorte si recarono
sui luoghi del disastro e che il Vicario di Cristo
rimaneva placidamente a godersi gli ozii del Vaticano ! In America conoscono troppo il Vangelo,
anche i romanisti, per non porsi la domanda : Il
Cristo se fosse stato in terra, avuta la notizia del
disastro, sarebbe rimasto seduto sul trono a farsi
baciare la pantofola o sarebbe corso a portar sollievo alle povere vittime ? Se c’è un Vicario di
Cristo non è il caso per lui di accorrere fra i
primi !
Non potendo, per ragioni politiche ed altre fare
uscire il Pontefice e dargli tin primato di slancio
umanitario e fraterno, si trova un ripiego e lo stesso
giornale stampa un altro telegramma .con tanto di
soprascritta : Il II Pontefice inisia la sottoscrisione
e si comunica che ha sottoscritto un milione ! Notiamo che nel giornale americano, come in parecchi
del continente europeo e della Sicilia, il milione è
scritto in cifre : 1,000,000, in modo che si potrà
sempre attribuire al trasmettitore telegrafico la sbadataggine di avere aggiunto uno zero di più; per
vero ufficialmente non si sa, fin qui, se non che il papa
ha dato centomila lire ai vescovi ed arcivescovi del
Mezzogiorno. Si vocifera di un’altra somma per dire
messe di suffragio, ma in quest’ultimo caso il denaro ritorna d’onde è uscito !
Arturo Mnstou
Il Cristianesimo di Cristo Centesimi lOla'copia.
Sconto del 20 per cento oltre le 100 copie. Spese postali in più. Per ordinazioni rivolgersi a Antonio Rostan. Via Nazionale 107, Roma. Affrettare le richieste.
Autorevole giudizio del prof. B, Labanca : « Ho
letto nella Rivista Cristiana il vostro programma evangelico, cioè II Cristianesimo di Cristo. Me ne congratulo sinceramente. In esso sono pagine di mirabile
verità storica, di straordinaria efficacia morale e spirituale, di grandezza e bellezza religiosa indicìbili »
UN amiBENTO LETTEBflHIO
L’illustre Padre Bartoli, ex gesuita e ex
redattore della famosa Civiltà Cattolica,
modernista a suo modo, cioè in senso buono,
vogliam dire cristiano, evangelico, ha pubblicato un nuovo libro La religione degli
Italiani, editori i Fratelli Bocca di Torino.
Nelle vetrine dei librai il volume non è
ancora comparso, a Roma almeno; e,ciò si
spiega facilmente — secondo noi — se si
pensi a questi ultimi tremendi giorni, in
cui l’attenzione di tutti era vòlta ad un fatto
solo: il terremoto; si comprende quindi benissimo che i Fratelli Bocca aspettino che
un poco di calma sia tornata negli animi,
per lanciare fruttuosamente il nuovo libro.
Ma che il libro sia già composto e stampato
e... fino ad un certo punto pubblicato, risulta evidente dal fatto che un periodico
settimanale di Pinerolo, La Lanterna Pinerolese, lo annunzia in prima pagina e ne
riproduce tutto un capitolo, il quale occupa
quattro intere colonne.
La Lanterna ha avuto anche la felice idea di pubblicare l’Indice dell’opera ; e noi
qui ci affrettiamo a riprodurlo. Ecco velo,
0 gentili Lettori :
« È religioso l’Italiano ? — Religione
« vera — L’adorazione sincera di Dio. —
« La religione dei teosofisfi. — La reli« gione dei modernisti.—La religione dei
« dilettanti in religiosità. — La religione
« degli studenti universitarii. — La reli« gione dei democratici cristiani. — La re« ligione dei socialisti. — La religione dei
« grassi borghesi. — La religione dei no« bili. — La religione delle signore mon« dane. — La religione dei liberali. — La
« religione dei cattolici pii — La religione
c delFItaliano senza epiteti. — La religione
« degli ecclesiastici. — La religione dei
« cattolici intransigenti. — La religione dei
« frati e delle monache. — La religione
« dei contadini e degli operai. — La reli« gione nel mezzogiorno d’Italia. — La re« ligione a Roma — La religione salva« trice ».
Da (\\XQ^VIndice e ,dal capitolo {La religione dei Cattolici intransigenti) che, come
s’è detto, la Lanterna Pinerolese riporta
per intero, s’indovina chiaramente quale
debba essere tutto questo nuovo lavoro del
simpatico scrittore ; dev’essere una serie
di bozzetti agili e spigliati, tutto brio spiritoso e non senza guizzi e lampi di piacevole ed efficace ironia; dev’essere una
pittura a tratti facili e semplici, senza pretese letterarie, della religione degli Italiani
in tutte le sue forme, in tutte le sue iridescenti gradazioni di colori ; dev’essere
un libro di attraente e allegra lettura,
che — se non dirà cose molto nuove
— le dirà in modo originale, e — se
non potrà essere esaltato dai dotti —
piacerà ai semplici, che lo leggeranno con
l’avidità con cui si legge un romanzo buono e ne riceveranno istruzione e luce. Noi
ci auguriamo che La religione degli Italiani apra gli occhi agli... Italiani, e li so
spinga^verso la religione vera del Cristo»
L’abbiam già lasciato intendere più d’una
volta : non siamo gelosi ; pigliamo il bene
dove si trova ; e, se un ex gesuita, specie se si chiami Padre Bartoli, riescirà a
scuotere i nostri connazionali e ad accendere nell’animo loro una fiamma più vivida e più pura di religione, saremo i primi
ad approvare, rallegrandocene sinceramente.
Fiori d’arancio
Mercoledì, 20 corrente, si è celebrato in Torino il
matrimonio del signor Carlo Decker con la signorina
Dora Comba, sorella del pastore valdese di Roma.
Ai cari amici i nostri più caldi auguri di felicità.
Dott. Roberto Proehet
Cordiali angui anche per parte della Direzione.
Corriere f^ord-fimericano
1. Quanto facilmente gli Anglo-Sassoni si lasciano
ingannare dalle apparenze !
E’ cosa davvero straordinaria il vedere come questi
popoli cosi pratici, che posseggono tanto buon senso
per gli affari commerciali e tanta abilità, siano come
bambini riguardo a discernimento in materia religiosa.
Eccone un esempio : Giorni fa in tutti i giornali, un
telegramma da Roma diceva che il Papa aveva affidato a Monsignor Ireland, la cura fìsica e morale di
tutti gl’italiani del Nord Ovest Americano. Tutti andavano in solluchero ! Quanta degnazione per parte
del Santo Padre per le sue pecore! Sventurati! E non
s’accorgono che la Chiesa Romana in America esercita uno sfruttamento quotidiano a danno dei poveri
operai italiani !
2. Giorni fa, a Pittsburg, accadde un fatto che certo
non torna ad onore della « civiltà cattolica » cosi
vantata. Il 22 Dicembre, i membri della Chiesa Cattolica Romana slavonica di San Michele vennero ad
una fiera lite nella Chiesa stessa. Le donne occuparono le porte, mentre i mariti ed i padri si bastonavano di santa ragione... forse per penitenza \ I pompieri e la polizia dovel^tero ristabilire l’ordine. Risultato: Duecentocinqiianta arresti, l’indomini, di devoti
figli.., del papa e di S, Michele !
3. Fa impressione ad un Italiano abituato a vedere
le Chiese Romane del suo paese deserte o popolate
solo di donne e fanciulli, il constatare che qui la religione è sentita e non v’è chiesa Evangelica che non
si riempia ogni Domenica mattina con una gran maggioranza di uomini \ I critici maligni vogliono asserire che ciò si debba all’attrattiva della musica, per
cui rivaleggiano le varie Chiese. Può darsi in certi casi;
ma, per quanto ho potuto vedere, i predicatori attrag
gono più che Gounod o Haendel.
Ho avuto il privilegio di udire due forti oratori preshiteriaui : il Dott. Richards della Brick Presbiterian Church di New York ed il Dott. Albertson
della « Central Presbyt. Church » di Rochester ed
ambedue mi parvero degni del nome di oratori. Il
primo parlò su quelle parole di San Giacomo : « Siate
facitori della parola e non solo uditori ». Si scagliò
contro i giornalisti che criticano così facilmente le
Chiese e fanno essi stessi poco bene e molto male e
citò un noto giornale di New York. Il secondo prese
per testo quelle parole del cieco nato, in San Giovanni : « Una cosa io so : prima ero cieco ed ora veggo ».
Il suo esordio fu felicissimo e di attualità : Egli narrò
di un povero cieco, il quale aveva consultato uno
specialista che gli aveva dato la consolante notizia
che con una data somma di denaro s’incaricava di
fare l’operazione e restituirgli la vista. Il cieco, un
presbiteriano, si raccomandava alla carità dei suoi fratelli in fede e il predicatore Dott. Albertson, sarebbe
stato felice di raccogliere ogni dono a questo riguardo.
Il sermone, poi, parlava del valore dell’esperienza
nell’apologetica cristiana.
Finché l’America possederà un ministerio Evangelico
forte per educazione e principi liberali succhiati col
latte materno, il protestantesimo non avrà nulla da
temere dall’invasione gesuitica.
Prof. Alberto Clot, Pastore Valdese.
CVRMnNI del Pastore André - Viollier. — Volume
yulllllllill di 180 pagine. — Prezzo dì favore L. 1,20.
— Dirigere con Cartolina-Vaglia alla Traduttrice: Cax»
men Silva, 9 Via Rusconi — Como.
7
LA LUCE
Soccorriamo i nosfri f rafelli
in fede !
Conamoi'eQte è lo slancio d’amor fraterno cLe
«nuove tante anime generose a venire in aiuto ai
poveri superstiti del tremendo disastro.
Grazie a tutti.
if
Abbiamo fin qui distribuito direttamente e colle
massima garanzia di prudenza e di giustizia tredici
mila lire per far fronte ai bisogni più urgenti, e
proseguiamo nel pietoso compito affidatoci, giacché
i bisogni sono grandi. Hptut<o fVtuston.
Roma, 20 Gennaio 09
Quarta lista di oblazioni.
Somma precedente....................L. 16,075,70
Miss M. E. M.c Ilvaiue and friend, Newark,
N. J..................................» 36,14
Ghiesa di Como..........................» 92,
Chiesa di Sampierdarena, (2' versamento) » 75,
Chiesa di Catania (2- versamento) . » 346,65
(Marchese A. H. De Meli 100, Signora Giovanna Boeck 100, Signor P. Aellig 25,
Signor A. Fricker 10, Signor A. Engwiller 30, Signor Brassat 20, Signor 0.
Schweizer 20, Signor G. Wackerlin 20,
Signor Eocco detto 10, Signor E. Navarria 5, Signor W. A. Franck 5, N. N. 1,45,
Signor Anissaldi B. 0,20).
‘Signor Fiorenzo Borigliene, Eoma . » 20,—
Signor Lodovico Vnlicevic, Taranto . » 5,—
Chiesa di Via Manzoni, Firenze (2' versamento) .................................» 935,10
-(Signor Schaffner L. 50, Barone de Murait
50, Signor Brache 4, Famiglia Lunati 15,
Signor Pelleschi 2, Ett. e M. Eavazzini
20, Giulia Eavazzini 2,50, Aurora Eavazzini 2,.50, Elisa Giunti 5, Giuseppe Ceseri 2, Colletta fatta dalla Signorina M.
Emma Eochat all’Aja 700, Carlo Ceseri 5,
Nntini Baldassare 1, Bartolacci 1,30, Vezzosi Adalindo, Nello e Gino 15, Ines di
Maggio 2, Ferroni Angelo 1, Caldini Oreste
2, Tullio Del Bilgio 1, A, D. F. 5, Carlo
Eocchi e Famiglia 17,50, Colletta della
Domenica 10 gennaio 16,30, Cav. Viterbo
e Famiglia 15).
■Collettato a Wilhelmsdorf (Pastore Georgi!)
M. 104.................................» 130,—
Henry B. Barnes, sen. . . , » 50,—
Henry B. Barnes, J. r. . . » 25,—
James A. Hawes..........................» 25,__
M.lle Boucher, Cannes. . . . » 25,—
Unione Cristiana delle Giovani, Bobbio Pel
lice..................................» 20,—
Antonio Di Palma, Eavello...» 5^_
M.rs M. E. H. Childs, per Eev. Wood Brown,
Firenze...............................» 200,__
Miss C. L. Gostenhofer, Augusta, Ga. L.st. 3 » 75,45
Miss M. G. Torquhar, Spottiswood, India
L.st. 1................................» 25,15
Eglise de Beaumont-les-Valence, Drôme » 60,—
Eglise Eéformée de Paris (Plaisance), Past.
Santter...............................» 391,50
M.r Turquaud, pasteur, Etaules, Charente,
Inf...................................» 10,—
Eglise Eéformée, Antibes, par Z. Amai, pasteur (2- versamento) ...» 123,80
M.r le Prof. E. Ménégoz, Paris . . » 20,—
M.r P. Guignard, S.te Foy-la-Grande, [Gironde ..................................» 30,—
J. D....................................» 100,—
Jacquet, Pompey .... » 20,—
Ecole du dimanche de l’Eglise Eéformée,
Marseilles, Pasteur M. Fraissinet . » 22,50
Pastor F. Stein, Heilbronn ...» 55^—
Parrocchia di Villar Pollice . . » [ 100,—
(C. e H. Tron, pastore 25, Scuola Domenicale 5, Unione Cristiana delle Giovani 10,
Unione Cristiana dei Giovani 10, Unione
Cristiana del Theynand 5, Colletta di Capo
d’Anno 15,50, Il Concistoro 29,50).
Parrocchia di Pomaretto ...» 51,_
Eglise Eéformée de Batignolles, par Ch. Ver
nes, pasteur..........................» 456,70
M.r S. Gruuer, Paris, l'résorier de la Fédération Protestante de France . . » 200,—
Signora L. Davies (Pensione Girardet). » 5,—
Eglise Eéformée de Eouen et annexe de Darnetal, par M.r A. Quiévreux, pasteur. »
D.r Theol. Ç. A. Witz. Oberlin, Vienne. »
Famiglia Cicognara, Bergamo . . »
Signora Erminia Frizzoni, Bergamo . »
Maria Frizzoni, Bergamo ...»
Alma Frizzoni, Bergamo ...»
Chiesa di Corato..........................»
Scotch Presb. Church, Montreux (Past. H. M.
Adam)
Eglise Evangélique'Libre de S,te Foy-la-Grande, Gironde, Past. H. Monnier . . »
Eglise Evangélique de Briançon et de Pal
Ions......................................»
M.r le pasteur Seguin, Palloni. . . »
M.me L’Huillier, Paris .... »
M.me Lauf, Paris .... »
Trois amies chrétiennes, par M.lles Eibard,
Cazîllac................................»
Une amie chrétienne, Chazelles-s-Lyon, par
M.r le D.r J. Grégoire ...»
La Famille du pasteur Erneste Monod . »
Sig.na G. Arno letto. Torre Pollice . »
Buchsenschutz, Paris .... »
Aleáis, Nevers............................«
Scuola di Santa Lucia di Quiste)lo . »
Chiesa di Pachino .... »
Chiesa di Viereng, 2' versamento . »
Chiesa di Siracusa .... »
(G. C. Maugeri 20, A. 10, Bambini 3, F. Giglio 0,50, S. Porru 1, M. Bruno 2, G.
Bruno 1, M. Stecker 5, F. Fiume 1, F.
Masmejeau 1, S. Pino 1). . . «
Parrocchia di Angrogna ...»
(Colletta in chiesa 18,15, dalla cassa della
chiesa 30,85, Unione Cristiana delle Giovani 22, Unione Evangelica del Serre 10,
Unione Cristiani di Cacet-Eivoire 5, Unione
Cristiana di S. Lorenzo 4- A. Balmas, pastore e famiglia 10)
Mrs. E. Matheson, Paris L. st. 10 . »
C. L..................................
M.lle Loupot, Sedan .... »
M. Muston, Montbéliard ...»
Eglise Eéformée de Congénies, Past. S. Monnier . . . . . . . »
Mr. Henry Dobler, Annonay, Ardèche. »
Through Miss Lizzie Carson, Belfast L. st.
2.17.0.............................
(Mrs. E. W. Carry 1.0.0, Mrs. Forster Green
0.10.0, The Misses Carson 0.10.0, Mrs. Cobain 0.2.0, Miss Neill 0.2.0, Shillings from
friends 0.3.0, A friend 0.10.0)
Mr. le Pasteur Vidal, Vallerangue . »
Madame Capriolo, Lyon ...»
Monsieur et Madame P. Benech, Lyon. »
Mademoiselle P. Benech. Lyon. . . »
Edith et Eené Benech, Lyon, pour de petits
orphelins...............................»
Madame Bermgaud .... »
A. Burattini, Bologna .... »
Chiesa di Biella..........................»
(Signor e Signora E. Meynier 15, Signora M.
Kaemmerer 10, Signora M. Gilardino 5, Signora K. Soletti 5, Signor Gallo Bona
Giuseppe 5, Signor Gallo Bona Battista 1,
Signor Erminio Sasso 2, Signora Giulietta
Salvatore 1, Signor Valle Luigi 1, Signor
Eoland Bart. 0.50, Signor Mussone Antonio
0.50, Signor Galliano G. Battista 0,40).
Chiesa di Via Serragli; Firetìzè) 3“ vers. »
(Signora A. de Weiss 20, — N. N. 10 —)
Chiesa di S. Eemo, 2® versamento . »
(Signora Luisa Visetti 5, — Sig. Giacomo
Gangaglio 0,50, N. N. 15,—Superchi Eoberte 0,50, Geom. Viani Marziale 4 Perni
Felici 2, Bando Giacomo 1, Ferrari Maria
10, Molinetti Giovanni 1, Colletta all’uscita
da una couferenza 33, 80, Scuola Domeninicale 11,90, Leuthold Augusto 2, Bruzzone hrancesco 0,40)
Miss Sarh Jane Young, per Miss E. Browne
L. st. 5, »
First Church of Poughkeepsie, N. Y. Past.
Eev. William P. Swartz, Ph. D. Doll. 50, »
Chiesa di Milano I, 3’ versamento »
(Un’amica degl’italiani 25, Sig. Prof. Gaspare
Wirz 50, Un amico 10, Signori Marx 50,
Sig.na G. Cerruti 5, Signora Clara Viganò 10,50, Sig. Carlo Leoni 2.50, Consiglio
272,30
20,
100,—
50,—
25,—
25,
22,
250,—
30,—
950,—
5
5
14,
10,
25,
20,—
20,
610,10,
2,50
45,50
100,—
251,40
10
10,
20,—
70,
100,—
71,55
21.—
8
25,
10
5
15,
0,50
46,40
30,—
87,10
125,20
256,70
495,50
di Chiesa 300, Scuole Domenicali di S.
Giovanni in Conca e di Porta Volta 42,50).
Chiesa di Venezia
2“ versamento
(G. D, Buffa e famiglia 50, Bertoloni Francesco 3, Fedrenzon Em. 5, Delise famiglia 3,50, Meggiorini Angelo 2, Pedrenzon
Francesco 1, Ispodamia Vittorio 1, Enririchetta Linz 1, Famiglia Semini 10, Famiglia Perazzi 1, Dirce, Umberto e Gino
Ispodamia 1,25, Pietro Bortoli 5, Bertoloni Eosa 1, Bertoloni Maria 1, Famiglia
Bogo 2, Capitanio 0,15, Lnigi Molinari 1,
Silvio Molinari 1, Famiglia Ispodamia 2,
V. Mazziol 5, G 'Thoeni 50, L. vou Zastrow 20, P. de Heinzelmann 10, L. Baer 5,
Musitelli Emilio 1, Mario Viiamena 5,
Famiglia Veglino 5, Cav. Eechsteiner 10,
Emilio Colonna Eomano 2, Mad. I. M. Koniug 6, N. N. 5, Carlo Ispodamia 1, Capon Giacomo 0,60, Bacco Davide 0,20, S.
Caudrian 2, Mad. Jules Balguerie 50, Giulia
Ved. Weberbeck 10, Cassa della Chiesa 50)
Unione Evangelica di Venezia . . »
Parrocchia di Pinerolo .... »
(L’enumerazione degli oblatori al prossimo
F. T............................
Sig, e Signora Attilio Arias, Caltauissetta »
Dall’ Ass. C. D. G. di Firenze, ricavato totale
lordo della conferenza tenuta l’il gennaio
dal Prof Giovanni Eostagno . . »
A, C. D. G. Firenze, suo contributo . »
Trasmesso dal Prof. Pietro Vinay . »
(Sig. Niels Skovgaard, Killeród 25, sig Fr.
Wilhjtdm, Pastore, Eanders 34,24)
Chiesa di Bari, 2‘ versamento . . »
Mrs. E. S. Buhler, Hastings L. 1, . »
Mrs. Sargent, accreditata per errore di 20 cent,
in meno »
Prof. Enrico Eivoire, Udine ...»
Luigia Checchi, Galveston ...»
Scuola femminile, Sig.ra Danesi, Eio Marina »
B. ne S. de Perponcher, Nice , . »
A sile Evangélique de Nice, Pasteur L. Dutoit »
Mr. C. L. Werustedt, Stockholm . . »
Sig.ua Maria Eibet, Eoma . . . »
(Continua)
328.70
30,—
307.70
numero)
50,—
20,
285,—
10,
59,24
10
25,10
0,20
10,
5
5,10
500,—
48,
100,—
3
L. 24.393,38
Per mancanza di tpasio, rimandiamo la lista
degli abbonamenti pagati.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia deH’Istituto Gonld Via Marghera 2, Roma
Leggete tutti!
Tra pochissimi giorni
r Abbonamento alla Luce
non costerà più soltanto lire
3,50, ma lire tre.
Correte o mandate subito
airufiìcio postale, procuratevi una cartolina vaglia
da lire due e cinquanta, e
indirizzatela subito a B.
Celli, Via Magenta 18,
Boma.
Avvertiamo che il N, 2 della
Luce è esaurito. In cambio ci
é grato annunziare ohe un
certo numero di copie del N.
3, cioè del numero contenente
i ritratti della famiglia Chauvie, rimane ancora.
Affrettate le richieste a B.
Celli, Via Magenta 18, Roma.
Si pregano i signori Rivenditori del nostro giornale di
volerci rimandare sollecitamente le copie del numero 2
rimaste invendute. L’ Amministrazione pagherà le spese di
porto.
8
8
LA LUCE
Il più bello, il più utile ed il più gradito
che si possa fare ai bambini delle scuole Domenicali, ai giovani delle classi bibliche
ed ai catecumeni è la nuova splendida raccolta di
inni sacri
SECONDA EDIZIONE
Ora uscita, grandemente migliorata e in veste distinta. la copia
Ordinazioni al sig. 0. Jalla, 51 Via dei Serragli, = RIRKNZE
Of DEI CñCñO
ÌÌTcTOO pel
CtnDlTfl PCt550 TUTTI
I COnfETTIEBl
kpGOGHl&Rl >,
LTV (Í p^. [pPOCHifcRi
iiFrtriimpBFssoTUTTillQmLLU^—S'-------
IL, CACAO TALMONJE è riconosciuto Palimento ricostituente più nutritivo e facile a
d igerirsi.
Qrande Hedaglia
d’Oro
del IMINISTERO
di Agricoltura, ^
^ Industria '
e Commercio
20 Diplomi d’Onore
e Medaglie d’oro
Oltre specialità dello Stabilimento
TflLHIDNE :
Colazioni Istantaoee. High lite
Qianduja TalrooDC
Cioccolatinc Talmonc
Pe^^ert de Reine
Bouchée de Pame.
Friaodijej
per COMPLEANNI, ONOMASTICI,
FESTE NATALIZIE, CAPO D’ANNO, ecc.
REGALI
MIGORiE I
il migliore ALMANACCO profumato
DISINFETTANTE PER PORTAFOOLI
BiALLn- Glorla^-^VERDETspera^^^^ - ROSSO: Amore - VIOLETTO : Costanza
GIALLO, bioria INDACO: Raccoglimento - AZZURRO: Bontà di sentimento.
m • „ tm altro Alnmnacco PE.0REAI.IA-MIG01VE iOO» (Linguaggio dei fion)
r, » pon fine oromolitogratìe e brevi poesie ohe spiegano il simbolo dei fion illustrati.
^?rÌB®niins’ÌlQ0llE quanto 11 FLOBEALIA-IHiaOIIE costano L. 0.80 la copia, più cent. 10 per la raccomandazione nel
Tanto 11 CHROHOS «IMllt qu . L. 6 la dozzina franca di porto. Si accettano in pagamento anche francobolli.
Regno, per l'Esiero cent. ^^f^Sno da tutti 1 cartolai, profumieri, chincaglieri.
LE SCATOLE REGALO-MIGONE
(I spediscono anchs a tarai accludendo nel pacca un blKiietto
CI noie UirfìNF elegantissimo cofanetto foderato in serLUnlò'HlloURI- ta, contiene tutto l’assortimento della
pl^ineria FLOKIS; Estratto, Acqua di Toletta, Polvere
Dentifricia, Elisir Dentlfifiolo, Vellutia, Ovolina, Sapone,
Crema. Costa L. <8 il pesao, franco di porto,
inni 11 DA IlIGnitC elegante cofanetto in raso, conteVIULnLOA'InluUriC nente Sapone, Estratto, Vellutia,
D^ione della Pi^fnmeria VIOLaLBA, e scatoletta smal__ tata a colori per cipria, con piumino. Costa L. il viOLALBA
Scatola FtORIS disegni al vero di tutte le aoatole regalo oontononti le nostro opeolalltà In
*lì«li’a?htfrn àfbì^nio pure Illustrato le bottklle grandi per acque, lozioni, brillantili», ooc._^
rumene, uni amu... —--------------------_—-—— —— —-
MILANO
£a Tipografia Ctandiana
di Firenze offre
Ridotti del 50 per cento ai seguenti prezzi netti:
Atlante Biblico, 20 carte colorate in 4°
Annotazioni suU’Ecclesiaste .
Babilonia (La), di S. Bonnet.
Beatitudini (Le) . . .
Contraddizioni della Bibbia
Credo (II) o simbolo apostolico .
Cristo e le Scritture, di A. Saphir
Discorsi sinottici, di Fraser
Dizionario geografico del Nuovo Te
stamento .....
Gesù Cristo e il genio, di Giampor
cari ...
Gloriosa rivelazione della creazione, d
Jervis
Lezioni (Cento) sulla vita di Gesù
Cristo, di A. Revel
Lezioni su alcuni capitoli della Ge
nesi, di Oaussen .
Note sull’epistola ai Filippesi, di E
Meille.........................
Note sull’epistola agli Ebrei
Palestina (La), di S. Bonnet.
Patrimonio (Vero) di S. Pietro (prima
epistola), di Leighton
Raggi di luce, per 52 Domeniche
Risurrezione di Lazaro, di G. P- Reve
Sermoni, di G. P. Meille
Spiegazione dei suggelli dell’Apoca
lisse . ....
Studi sui libri di Mosè, di Burnier
Tavole sinottiche dei Vangeli .
Teologia del Vangelo, di Geymonat
Vasellamenti dell’Arca .
Vita e scritti di S. Pietro .
Scienza della religione, di P. Gey
monat, le 3 parti. .
Alcuni martiri siciliani.
Andrea Dunn, parroco irlandese.
Apologetica cristiana, di Paterson
Atto di accusa contro i papi
Apostolo e martire. . .
Beneficio di Gesù Cristo crocifisso
Cattolicismo apostolico primitivo
Chiesa Romana giudicata (litografia)
Considerazioni sullo spiritismo, di
Geymonat .
Consigli agli evangelisti
Cristiano (II) emancipato
Difesa popolare d. Cristian., di Cado
voi. I, IC e III, ciascuno . .
Dizionario delle reliquie e dei santi
Indulgenze e Giubilei, di G. Ribetti
Papa (II), di L. Desanctis .
Paternostro (II), stampato a due co
lori............................
Principio della dottrina cristiana
Protestanti (I), di G. Serio .
Regula Fidei .
Sommario della S. Scrittura, di Pa
Icario . . .
Vero Protestante (Ilj, di Galland
L. 0,50
. 0,10
» 0,25
» 0.25
. 0,25
» 1,—
» 0,15
» 0,75
> 0,30
» 0,75
. 0,25
» 0,25
. 0,50
» 1,—
. 0,50
» 0,10
. 1,-^
» 0,40
. 0,25
* 1,—
» 0,10
V 0,50
» 0,25
• 2,» 0,75
» 0,10
. 3,50
» 0,20
» 0,15
» 0,75
» 0,25
. 0,20
» 0,20
» 0,10
V 0,15
» 0,10
» 0,10
» 0,20
» 0,25
» 0,40
» 0,10
» 0,50
» 0,10
. 0,10
» 0,25
» 0,25
. 0,30
» 0,25
ilinERICaH QEHTIST
Pr. JOHN BIAVA, 2* Quintino Sella, Milano.
Diplomato in Italia, Svizzera e New York
Denti senza placche. Otluraziom, Corone
in oro. Dentiere. Estrazione senza
dolore.
PEoSiori De faville
INTERNATIONA LE
CASA DI PBIM’OBDINE
5, Via Ospedale - TORINO
Recentemente ampliata di un altro piano
conforFìoderno ^
-- m
Luce elettrica in tutte le camere |V..
Prezzi Modici Ia*
^ Propr. Mademoiselle J.^ Prenleloup ^
torre: feIvLick
Yallées Yaudoises, Italie.
Fcnjion Bötel Bel flir
Villa Olanda
8 minutes de la gare de Torre Pellicé
et à 20 » » » » » Luserne St. Jean
Grand pare ombragé de sapins — Grand Jardin,
et plus belle position de la Vallée. — Eaux de
source — Bains — Lumière électrique. — Grand»
la petits appartements — Arrangements pour femilles — Lawn Tennis — Ouvert tonte / année,.
— On parle les langues principales.